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If you are not located in the United States, you'll have -to check the laws of the country where you are located before using this ebook. - - - -Title: Il lampionaio - -Author: Maria Susanna Cummins - -Release Date: May 26, 2017 [EBook #54787] - -Language: Italian - -Character set encoding: UTF-8 - -*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK IL LAMPIONAIO *** - - - - -Produced by Barbara Magni and the Online Distributed -Proofreading Team at http://www.pgdp.net - - - - - - - _Cummins_ - - - _Il Lampionaio_ - - - - _Firenze_ - _Adriano Salani, Editore_ - _Viale dei Mille._ - - - - - _PROPRIETÀ LETTERARIA._ ** - _RISERVATI TUTTI I DIRITTI_ - Tip. Adriano Salani, 1920. - - - - -IL LAMPIONAIO - - - - -I. - - Oh pensare ad un povero - Bimbo che giorni infantili non ha, - Che non ruzza e folleggia allegro, indomito, - Che Dio pregare e lodare non sa! - - LANDON. - - -In città era già quasi buio. Fuori, nell'aperta campagna, la luce -doveva indugiare forse un'altra mezz'ora; ma nelle strette vie dove mi -conduce la mia storia, l'ombra s'addensava. - -Davanti all'uscio d'una casa bassa, nerastra, dall'aria malsana, -una ragazzetta sedeva sullo scalino di legno della soglia, guardando -lontano nella strada, con occhi intenti. L'uscio s'apriva accosto al -marciapiede e la soglia era poco elevata, sicchè i suoi piedini scalzi -posavano sul gelido ammattonato. In quella fredda sera di novembre, una -lieve nevicata che faceva tutte candide, tutte nitide le piazze ampie -ed allegre, circondate da case signorili, rendeva ancor più triste e -più lurido l'aspetto delle stradette anguste, dei vicoli tetri, dove la -bella neve, mescolandosi alla mota e alle immondizie sempre abbondanti -nei luoghi in cui vive agglomerata la povera gente, aveva presto -perduto la sua purezza. - -Non uno fra i numerosi passanti diretti alle varie mète dei loro affari -o dei loro piaceri, notava la ragazzetta lì seduta, perchè non c'era -anima al mondo che si curasse di lei. Ell'era scarsamente vestita, e -di cenci dei più miseri. Aveva i capelli lunghi ed assai folti, ma così -scarmigliati che non le donavano punto. Invero pareva che nulla potesse -donare a quel visetto di bimba esile e malaticcia, i cui lineamenti, -affilato com'era, e d'un colorito scialbo, non offrivano la minima -attrattiva a chi per caso l'osservasse. - -Belli erano certo i suoi occhioni neri; ma a contrasto con una faccia -tanto minuta e sparuta sembravano smisuratamente grandi, e ne facevano -risaltare la singolarità senza conferirle bellezza. Se qualcuno le -avesse voluto bene (non gliene voleva nessuno), se avesse avuto la -mamma (ahimè, non l'aveva), un'affettuosa parzialità avrebbe forse -trovato in lei qualche cosa da lodare. Così invece la povera piccina -si sentiva ripetere dieci volte il giorno ch'ella era la più brutta -creatura dell'universo; e, purtroppo, era la più maltrattata. Nessuno -l'amava ed ella non amava nessuno, nessuno le diceva mai una buona -parola, nessuno si dava pensiero di farla contenta e nemmeno di sapere -se non fosse infelice. Toccava appena gli otto anni ed era sola sulla -terra. - -Non aveva che un divertimento, uno unico: le piaceva spiare l'arrivo -del vecchio che accendeva il lampione davanti alla casa, veder la -fiaccola lucente apparire in fondo alla strada, oscillando al vento, -e poi l'uomo salire di corsa su per la sua scala portatile e con -gesto rapido e sicuro far sgorgare dall'oscurità la vivida fiamma -che diffondeva tutt'intorno la gaiezza del suo chiarore. Un barlume -di gioia scendeva allora nel piccolo cuore desolato che ignorava la -giocondità. Il vecchio lampionaio non le parlava, non mostrava neanche -d'accorgersi della sua presenza, eppure spiando la sua venuta ella -provava quasi il sentimento con cui avrebbe atteso un amico. - -— Gertrude, — gridò dall'interno una voce aspra — sei andata per il -latte? — - -La bambina non rispose. Lesta lesta, scivolò dallo scalino, sgattaiolò -correndo rasente il muro, e, svoltato il canto della casa, si mise fuor -di veduta. - -La donna che l'aveva chiamata s'affacciò all'uscio. - -— O dove sia quella figliolaccia? — - -Passava un ragazzo che aveva visto la fuga di Gertrude, un ragazzo che -sull'esempio dell'intero vicinato ostentava di considerare la piccina -come una specie di folletto o spirito maligno. Rise forte, additò il -canto dietro a cui ella si nascondeva, e, curioso di ciò che sarebbe -seguito, continuò il suo cammino con la testa voltata sulla spalla, -esclamando: - -— Ora sì che ne busca!... Annetta Grant la concia per il dì delle -feste! — - -In meno che non si dica, Gertrude fu tratta dal suo nascondiglio, -gratificata con un ceffone per la sua bruttezza e un altro per la -sua impertinenza, poichè prodigava ad Annetta Grant sberleffi a tutta -possa, e spedita in un viale vicino col bricco del latte. Ella correva -a perdifiato, temendo che il lampionaio potesse venire e andarsene -durante la sua assenza. Con grande allegrezza, al ritorno lo scòrse -davanti alla casa, appunto nell'atto che saliva sulla sua scala. Si -piantò appiè di questa, e rimase così assorta nella contemplazione -della fiamma risplendente, che quando l'uomo cominciò a scendere non -se n'avvide. Ne seguì che trovandosi ella in dirittura del suo slancio, -egli, nel balzare a terra venne ad urtarla e la mandò ruzzoloni. - -— Ohe, bimba! — esclamò, chinandosi a rialzarla. — Com'è -successo? — - -Gertrude si rizzò in un baleno. Era avvezza alle picchiate sode, e non -si sgomentava per qualche ammaccatura. Ma il latte?... Ah, il latte -s'era versato fino all'ultima gocciola! - -— Uhm! Cotesto è un guaio! — riprese egli. — Che dirà la mamma? — - -La guardò in viso per la prima volta, e s'interruppe. - -— Affemmia, strano tipo, questa figliuola! Sembra una piccola -strega!... — - -Poi, vedendola mirare con apprensione il latte sparso e volgere uno -sguardo ansioso verso la casa, soggiunse amorevolmente: - -— Via, non vorrà mica infuriarsi contro uno scricciolo come te! Su, -coraggio, mimmina! Se ti sgrida un po', abbi pazienza... Domani ti -porterò qualche cosa che ti piacerà, credo.... M'hai l'aria d'esser -tanto sola, poverina.... E se la tua vecchia strepita, dille pure che -sono stato io.... Ma non t'ho mica fatto male, eh?... O che ci stavi a -fare sotto la mia scala, tu? - -— Vi guardavo accendere il lampione, — rispose Gertrude. — No, male non -me ne sono fatta punto, ma vorrei non aver versato il latte.... — - -In quella, Annetta Grant apparve sulla soglia, vide ciò ch'era -accaduto, e principiò dal cacciare in casa la bambina, a spintoni, con -accompagnamento di bòtte, minacce ed imprecazioni brutali e sacrileghe. -Il lampionaio tentò di placarla, ma ella gli sbattè l'uscio in faccia. -Gertrude, caricata di rimproveri e di busse, privata del tozzo di pane -che soleva esser la sua cena, fu rinchiusa per la notte nella buia -soffitta ove dormiva. - -Povera creatura! Sua madre era morta in quella casa, cinque anni -addietro, e da allora essa era quivi tollerata, non tanto perchè Ben -Grant imbarcandosi aveva ordinato alla moglie di custodirla fino al suo -ritorno (egli era partito da sì lungo tempo che nessuno l'aspettava -più), quanto per certe ragioni particolari della stessa Annetta, la -quale, sebbene la considerasse come un peso rimastole sulle braccia, -non desiderava provocare inchieste cercando di collocarla altrove. - -Gertrude aveva orrore e terrore delle tenebre. Quando si trovò sola, -senza lume, chiusa sotto chiave in quel nero stambugio, stette un -momento immobile e muta: poi, d'un tratto, cominciò a strillare, a -pestare i piedi, a menar colpi furiosi contro l'uscio sforzandosi -d'aprirlo. - -— Vi odio, Annetta Grant! — urlava. — Vecchia Annetta, vi odio! — - -Ma non venne nessuno. Dopo un poco la sua ira sbollì. Ella andò a -buttarsi sul suo misero lettuccio, si coprì il viso con le scarne -manine, e pianse e singhiozzò che pareva le si dovesse spezzare il -cuore. Alfine, esausta, dopo alcuni singhiozzi ancora, sempre più -sommessi e interrotti da profondi sospiri, a grado a grado si chetò. -Rimosse le mani dal viso, e, torcendole convulsamente, alzò gli occhi -alla finestrella, a lato del letto, solo adito che la luce avesse nella -stanza: una finestrella con una vetrata di tre piccoli vetri disuguali, -connessi rozzamente da un contorno di stucco. Non c'era la luna, però -guardando in alto Gertrude vedeva, attraverso la vetrata, splendere -incontro a lei un'_unica_ fulgidissima stella, che, ella pensava, -vinceva in bellezza ogni cosa al mondo. Spesso ell'era stata fuori la -sera sotto un cielo tutto stellato senza riceverne alcuna particolare -impressione; ma quella stella solitaria, così grande e sfolgorante, -e pur d'aspetto così mite, così soave, sembrava sorriderle, sembrava -dirle: «Gertrude, Gertrude, _povera_ Gertrudina!» Non forse somigliava -un volto benigno da lei veduto o sognato in un tempo lontano? -D'improvviso le balenò un'idea. - -— Chi l'accese?... Qualcuno di certo.... qualcuno che dev'essere molto -buono, m'immagino.... O come avrà fatto per salire fin lassù? — - -E Gertrude s'addormentò volgendo in mente questo problema: «Chi aveva -acceso la stella?» - -Povera animetta oscurata dall'ignoranza! Chi t'illuminerà? Tu sei -una creatura di Dio, bambina! Cristo morì per te. Non manderà Egli -qualcuno, uomo od angelo, a dissipare le tenebre che t'avvolgono, ad -accendere in te la luce che mai non s'estingue, la luce che risplende -in eterno? - - - - -II. - - Chi lenirà i tuoi dolori o «scossa dalla tempesta»? - Parole chi avrà di conforto, o «sconsolata» per te? - - EMILIA TAYLOR. - - -La mattina seguente Gertrude non fu svegliata da un gaio cinguettìo di -fratellini e sorelline, o dal bacio della mamma, come i bimbi felici, -i bimbi che mani amorose aiutano a vestirsi e che sanno che una buona -colazione li aspetta. Ma un suono di voci rudi, giungendole dal piano -di sotto, l'avvertì che gli uomini d'Annetta Grant, cioè suo figlio -e due o tre dozzinanti, si mettevano a tavola per il pasto mattutino, -del quale ella non poteva sperare una qualche parte se non trovandosi -presente quando essi avevano finito, per prendere quella porzione -d'avanzi che alla padrona piacesse di gettarle o spingerle davanti. -Scese furtivamente, e si tenne nascosta, finchè non sentì l'odore -delle pipe ed i passi degli uomini nel corridoio. Tosto che tutti se ne -furono andati, schiamazzando, ella entrò quatta quatta nella stanza, -volgendo in giro uno sguardo pieno di paura e di sospetto. Annetta -Grant l'accolse male: - -— Ah, sei qui?... Faresti meglio a non mostrarla, quella brutta faccia -agra.... Se hai fame, mangia un boccone, e poi levati di tra i piedi. -Bada bene di non venir a gironzare intorno al fuoco e a seccarmi mentre -lavoro, se non vuoi toccarne di nuovo, e peggio di iersera.... — - -Gertrude non s'aspettava un'accoglienza migliore, sicchè non ebbe a -soffrire un disinganno. Contenta di trovare il meschino cibo lasciato -sulla tavola per lei, lo trangugiò avidamente, e senza provocar -una seconda intimazione di tenersi al largo, prese il suo vecchio -cappuccetto, s'avvolse in uno scialle sbrindellato, già di sua madre, -il quale da anni era l'unico indumento che servisse a ripararla dal -freddo, e quantunque l'aria frizzante del mattino le gelasse le manine -e i piedini nudi, scappò di corsa per la strada. - -Dietro la casa dove abitava Annetta Grant c'era un cantiere di -legname e carbone, e di là da questo uno scalo, e l'acqua densa e -melmosa d'un bacino. In quei paraggi la piccola Gertrude avrebbe -potuto trovare numerosi compagni per fare il chiasso. Qualche volta -infatti si mescolava ai branchi di monelli dei due sessi, cenciosi -come lei, che si trastullavano nel cantiere; ma di rado, perchè fra i -ragazzi del vicinato c'era una lega contro la disgraziata creatura. -Poveri essi pure, e, la maggior parte, tenuti male, la sapevano -però più negletta ancora, e assai più maltrattata che qualunque di -loro. Spesso avevano veduto menarle bòtte spietate, spesso avevano -udito chiamarla brutta e maligna, e dirle ch'ella non apparteneva a -nessuno, che nessuna casa era la sua. Bambini com'erano, sentivano -nondimeno il proprio vantaggio, e disprezzavano la reietta. Forse non -sarebbe stato così se Gertrude si fosse messa fra loro francamente e -avesse cercato di farseli amici. Ma sua madre nel breve tempo ch'era -vissuta in casa d'Annetta Grant aveva avuto cura di tenerla lontana -da quella marmaglia; e, morta lei, la bimba resa schiava, forse un -po' dall'abitudine ma più dalla sua stessa natura, continuava ad -astenersi dal partecipare ai rozzi loro spassi, benchè nulla glielo -impedisse. Non aveva dunque dimestichezza co' suoi coetanei. Nè essi -s'arrischiavano a dimostrarle la loro ostilità se non a parole, perchè -non uno avrebbe osato affrontare da solo la piccola Gertrude che, -animosa, impulsiva, violenta, si faceva temere quanto odiare. Una -volta, tutta una banda di maschi e femmine s'era accordata per darle -noia e soverchiarla; ma appunto nell'atto che una delle ragazzette -lanciava nel bacino le scarpe tratte a forza dai piedi della vittima, -era sopraggiunta Annetta Grant, la quale aveva picchiato di santa -ragione la monella e posto in fuga i suoi compagni. Da quel giorno -Gertrude andava scalza; però, caso unico, doveva alla megera un -benefizio: la ragazzaglia la lasciava in pace. - -Era freddo ma splendeva il sole, quando la bambina, cacciata, corse a -cercare un ricovero nel cantiere. In un angolo che dalle case vicine -rimaneva quasi fuori della visuale, s'inalzava un'enorme catasta di -legname da costruzione. Le assi, di lunghezze diverse ed irregolarmente -collocate, offrivano da una parte una serie di scalini grazie ai -quali riusciva agevole arrampicarsi fino su in cima, dove alcune delle -più lunghe sporgevano in guisa da formare una specie di nicchia ben -riparata, che dal lato aperto dominava il bacino. - -Quel recesso era per Gertrude il porto di sicurezza, l'asilo di pace, -il solo luogo donde non venisse mai espulsa. Là, durante le giornate -estive la povera creatura solitaria sedeva meditando sulle sue -afflizioni, le sue malefatte, la sua bruttezza, e talvolta piangendo -ore ed ore. Quando, di tanto in tanto, accadeva che per alcuni giorni -consecutivi avesse avuto la fortuna di non irritare nessuno, di -non attirarsi gravi castighi come l'essere picchiata o rinchiusa al -buio, l'animo suo in quella tregua si rasserenava alquanto, ed ella -si divertiva a guardare gli uomini d'una goletta ancorata lì presso, -mentre lavoravano a bordo, o vogavano di qua e di là, in una barchetta. -La calda luce del sole infondeva nelle vene un tale benessere, le voci -dei marinari erano tanto allegre, che la piccola derelitta obliava per -un poco i suoi dolori. - -Ma l'estate se n'era ita; la goletta col suo equipaggio che serviva -a Gertrude di così piacevole compagnia, se n'era ita anch'essa. Era -venuta la cattiva stagione, e ultimamente il tempo burrascoso aveva -costretto la bimba a rimanersene tappata in casa. Non le pareva dunque -vero quella mattina di poter tornare al suo caro nascondiglio. Con viva -gioia trovò che il sole c'era arrivato prima di lei e aveva asciugato -le travi per modo ch'ella se le sentiva tutte calde sotto i piedini -nudi, il sole che splendeva sempre fulgido e gaio anche nel cielo di -novembre e le faceva dimenticare Annetta Grant, e il freddo sofferto, e -il terrore del lungo inverno! - -I suoi pensieri vagarono un po' senza mèta, poi si raccolsero sullo -sguardo benevolo e sulla voce del vecchio lampionaio; infine le si -affacciò, per la prima volta, alla mente la promessa da lui fatta di -portarle qualche cosa quando sarebbe venuto la sera prossima. Se ne -ricorderebbe? Ella non credeva.... Eppure, forse sì, perchè quell'uomo -aveva l'aria d'esser tanto buono, e tanto s'era rammaricato della sua -caduta.... - -Che mai le porterebbe allora? Qualche cosa da mangiare? Oh, fosse -piuttosto un paio di scarpe! Ma no, egli non poteva aver pensato a -questo.... Forse non s'era nemmeno accorto che ella non ne aveva.... - -Gertrude risolse d'andare in ogni caso per il latte prima dell'ora -d'accendere il lampione, al fine d'esser di ritorno in tempo, senza che -nulla dovesse impedirle di vederlo. - -La giornata le sembrò lunghissima; ma, quando Dio volle, la notte -venne, e con la notte, True, o meglio, Trueman Flint: così si chiamava -il lampionaio. - -Ella si trovava sul posto ad aspettarlo, badando però di non dar -nell'occhio ad Annetta Grant. - -True era in ritardo quella sera, e aveva gran fretta. Potè appena -dire alla bambina poche parole, nel suo linguaggio semplice e rozzo, -ma erano parole che venivano dall'intimo del cuore più generoso ed -onesto che mai palpitasse nel petto d'un uomo. Le ripetè, posandole -sul capo con atto benevolo la mano grande e tutta nera di fumo, che gli -dispiaceva assai ch'ella si fosse fatta male, poi soggiunse: - -— E per soprassalto ne buscasti, poverina.... Vergognaccia! Gran danno, -un po' di latte versato! Era una disgrazia, mica un delitto.... — - -Levò la mano dal capo di Gertrude, per isprofondarla in una delle -vastissime sue tasche. - -— Ma eccoti — proseguì — la creaturina che ti promisi ieri. Abbine cura -e non tormentarlo.... Scommetto che se è come la sua mamma che ho io a -casa, ti piacerà, e presto presto gli vorrai bene. Addio, mimma! — - -E presa in ispalla la sua scala portatile, se n'andò lasciando nelle -mani della ragazzina un gattino bianco e grigio. - -Ella fu così sbalordita nel trovarsi tra le braccia quella cosa viva, -tanto diversa da tutte le cose da lei immaginate, che per un minuto -rimase irresoluta, non sapendo che avesse a farne. - -C'erano molti gatti, d'ogni grandezza e d'ogni colore, là nel vicinato, -sia appartenenti ad inquilini delle case, sia rifugiati nel cantiere: -povere bestie spaurite le quali, come Gertrude, solevano andare attorno -a passi furtivi o scappando, a gambe levate, e spesso si nascondevano -tra il legname e il carbone, quasi si sentissero al pari di lei -malsicuri del diritto di stare in un qualche luogo. Ed ella aveva -anche provato più volte una certa simpatia per loro, ma non le era mai -venuta la voglia di pigliarne uno, portarselo a casa e addomesticarlo, -perchè essendo il nutrimento e il ricovero tanto avaramente concessi a -lei stessa, ben sapeva di non poterli ottenere per un suo beniamino a -quattro zampe. - -La sua prima idea fu pertanto di deporre il gattino a terra, e -lasciarlo andare. Ma la bestiola si raccomandò in maniera tale, che -ella non fu capace di resistere. Dalle braccia le salì fino al collo, -vi si aggrappò, e spaventato com'era dall'imprigionamento e dal lungo -viaggio nella tasca del lampionaio, prese a miagolare con una voce -sommessa e flebile che sembrava implorare la compassione. L'eloquenza -di quella vocina vinse la paura della collera d'Annetta Grant. E -Gertrude; stringendosi al seno il micio, risolse, nel suo cuore di -bimba, d'amarlo, di nutrirlo, e di tenerlo ben lontano dagli occhi -della vecchia. - -A qual punto giungesse in breve il suo amore per quell'animaletto le -parole non potrebbero dire. La sua natura fiera, indomita, impetuosa, -non aveva fino allora avuto occasione di manifestarsi che in accessi -di risentimento appassionato, di torva ostinazione, d'odio perfino. Ma -v'erano in quella piccola anima sorgenti di caldi affetti ancor chiuse, -una profondità di tenerezza mai evocata, un ardore di devozione al -quale non mancava che un oggetto su cui espandersi. - -Ella prodigò quindi alla creaturina che dipendeva da lei per il suo -sostentamento tutta la dovizia d'amore accumulata nel suo povero -coricino desolato. E tanto più l'amava quanto più era obbligata a -darsene pensiero, quanto più grandi, erano i disturbi e le ansie che -le cagionava. Teneva la bestiola quasi sempre fuori, fra il legname -del cantiere, nel suo rifugio favorito. Trovò un vecchio cappello nel -quale mise il proprio cappuccetto, e fece così una cuccettina per il -micio. Gli portava una parte, degli scarsi suoi pasti, osava per lui -ciò che non avrebbe osato per sè medesima, procacciandogli la cena col -sottrarre tutti i giorni dal bricco un po' del latte che Annetta Grant -la mandava a prendere, ed esponendosi al rischio d'essere scoperta e -punita: solo rischio, solo danno, di cui il furto e la frode potessero -destare il timore nell'animo della misera bambina ignorante, perchè -nessuno s'occupava di sviluppare le sue idee del bene e del male -in senso astratto. Ella si divertiva ore intere a trastullarsi col -suo gattino fra le cataste di legname, a parlargli, a dirgli quanto -le fosse caro. Ma nelle giornate più rigide, non avendo modo di -ripararsi dal freddo all'aperto, ed essendo assai pericoloso portare -il suo protetto in casa, si trovava in un serio impiccio. Nondimeno, -coraggiosamente nascondeva il micino in seno, e correva a rifugiarsi -con lui nella soffittuccia ch'era la sua camera. Là, badando di tener -l'uscio chiuso, riesciva a far sì che la presenza del suo compagno -sfuggisse agli occhi ed agli orecchi della terribile Annetta. Due o -tre volte invero, per sua momentanea distrazione, accadde che la vispa -bestiola scappasse al piano di sotto, nel corridoio e nella cucina, -anzi una volta la donna lo vide e lo cacciò con la granata; ma in quel -popoloso quartiere dove i gatti vagabondi erano tutt'altro che rari, il -caso non poteva parere così straordinario da provocare un'inchiesta. - -Sembrerà strano che Gertrude fosse libera di star fuori a baloccarsi -dalla mattina alla sera. I fanciulli delle classi povere sogliono -imparare per tempo a rendersi utili. Sono numerose le creature di -tenera età che, per le strade, davanti alle porte e nelle corti delle -case, vediamo andar curve sotto il peso d'una voluminosa fascina, o -d'un paniere di trucioli, o, più spesso, d'un grosso marmocchio al -quale si deve badare e prestare ogni sorta di cure. E noi compiangiamo -un'infanzia soggetta a cotali fatiche, e giudichiamo troppo dura la sua -sorte. Eppure non è quella, alla perfine, la maggiore delle disgrazie: -stava per tutti i conti assai peggio la piccola Gertrude, che non era -costretta a far nulla, e ignorava la sodisfazione d'_aiutare_ qualcuno. -Annetta Grant non aveva marmocchi, e stimava poco i servigi dei -ragazzi. Donna attivissima, non sentiva punto il bisogno d'impiegare -l'orfanella in qualche faccenda domestica; al contrario, desiderava di -levarsela d'attorno. Sicchè, tolta la corsa quotidiana per il latte, -Gertrude era sempre in ozio: causa feconda d'infelicità e di scontento, -se anche non avesse avuto a soffrire per alcun'altra. - -Annetta, una scozzese non più giovane, aveva sortito da natura -un cattivo temperamento, che, con gli anni, era divenuto pessimo. -Conosceva la vita dal suo lato più rude, era gran lavoratora, e godeva -la reputazione di femmina sveglia, ardita, e dominatrice. Ell'aveva -reso al marito così disamena la casa coniugale, che egli, lasciando -il suo mestiere di falegname, era andato piuttosto per mare. Faceva la -lavandaia e teneva alcuni dozzinanti. I suoi proventi sarebbero bastati -a sbarcare comodamente il lunario, se non fosse stata la sregolatezza -del suo figliuolo, giovinastro turbolento, guastato da lei stessa nella -prima età con le intemperanze e le ineguaglianze del suo carattere. -Era un valente operaio quando aveva voglia di lavorare, ma scialacquava -tutti i propri guadagni e buona parte di quelli della madre. Per certe -sue ragioni particolari ella seguitava a tenersi seco la bambina: non -erano però tanto gravi che non pensasse talvolta a liberarsi da quel -peso. - - - - -III. - - Misericordia e amor sul tuo cammino - T'hanno incontrata, o misera reietta. - - WORDSWORTH. - - -Gertrude aveva il suo gattino da circa un mese, quando in conseguenza -del rimanere esposta alle intemperie si buscò una fortissima -infreddatura. Allora Annetta, per tema delle noie che una seria -malattia della bambina avrebbe cagionato a lei, le ingiunse di non -uscire all'aperto, e perfino di starsene nella stanza riscaldata -dov'essa lavorava. - -Certo, con quella tosse terribile, sarebbe stato buono sedere tutto -il giorno accanto alla stufa, e tenersi calduccina, se non l'avesse -tormentata il pensiero del micio, che innanzi ch'ella fosse in grado -di ritornare nel cantiere a custodirlo poteva sperdersi, o perire -d'inedia, o, pericolo non meno grave, dare una corsa nella casa in -cerca della sua padrona. - -Passò la giornata, senza che la bestiola si facesse vedere. Ma verso -sera, proprio nel momento che gli uomini venivano a cena, capitò tra -i piedi d'uno di essi, là, sulla soglia della stanza dove Gertrude si -trovava con la vecchia Grant ed era preparato il grossolano loro pasto. - -— Accidenti! — esclamò l'uomo che tutti chiamavano Iacopino. — È un -gatto! O Annetta! Credevo che li odiaste i gatti, voi. - -— Non è mica mio, — disse ella. — Cacciatelo fuori. — - -Iacopino s'accinse a farlo. Il micio balzò indietro e, girando largo, -andò a precipitarsi tra le braccia di Gertrude, la quale trepidante per -il suo fato spiava con ansia gli eventi. - -Annetta gli domandò: - -— O cotesto gatto, di chi è? - -— Mio, — rispose coraggiosamente la bambina. - -— Tuo? E da quando tieni gatti? Come l'hai avuto? Parla! — - -Gli uomini le guardavano. Gertrude aveva paura degli uomini. Essi -qualche volta le facevano dispetti e sempre erano per lei una sorgente -d'apprensioni. Ella non osava dire a chi dovesse quel regalo, ben -sapendo di peggiorare le cose, perchè Annetta Grant non aveva mai -perdonato al lampionaio le sue dure rimostranze contro la crudeltà di -picchiare una bimba per aver avuto la disgrazia di versare un bricco -di latte; nè la soccorreva in quel momento tanta prontezza d'animo -da inventare qualche fandonia che spiegasse altrimenti la presenza -del gattino. Del resto non avrebbe esitato punto a mentire. La sua -deficiente educazione non le aveva inculcato l'amore e l'abitudine -della verità a segno ch'ella potesse preferirla quando la menzogna -le faceva più comodo o la salvava da un castigo. Tacque e ruppe in -lacrime. - -— Via, Annetta, — disse Iacopino — dateci la cena e lasciate stare -cotesta mocciosa fino a poi. — - -La donna accondiscese, non però senza brontolare minacciosamente. - -La cena fu presto finita. In quella un sonatore d'organetto venne -a fermarsi davanti alla casa e intonò un'aria popolare. I pigionali -scendevano e gli si affollavano intorno, attratti dalla scimmietta che -ballava in cadenza con la musica. Gli uomini andarono a raggiungerli. -Gertrude impedita di uscire corse alla finestra. I grotteschi sgambetti -dell'animale la divertivano un mondo; finchè sonatore e scimmia non si -furono allontanati, ella stette a guardare intensamente assorta nello -spettacolo, così intensamente da non accorgersi che non teneva più il -micio, il quale, sfuggitole dalle braccia, era saltato sulla tavola e -cominciava a divorare gli avanzi del pasto. Ella seguiva ancora con gli -occhi l'uomo dall'organetto, quando vide apparire in fondo alla strada -il vecchio lampionaio. Mentre si proponeva di trattenersi finch'egli -avesse acceso il lampione, un urlo di rabbia la fece sobbalzare. -Spaventata si volse giusto in tempo per vedere Annetta abbrancare il -suo caro gattino. Si slanciò alla riscossa, balzò sopra una seggiola, -afferrò un braccio della donna; ma costei la respinse vigorosamente con -una mano e con l'altra scaraventò la bestiola attraverso la stanza. -Gertrude udì un tonfo in un liquido, e un grido straziante. Annetta -aveva gettato il povero micio in un gran catino pieno d'acqua calda -a bollore pronta per qualche uso domestico. La piccola vittima si -contorse un momento e morì in uno spasimo. - -Tutto il furore di cui l'impetuosa natura della bambina era capace, -divampò. Senza titubare, ella raccolse un pezzo di legno che giaceva lì -presso, e lo scagliò contro la megera. Aveva mirato bene. La vecchia -Grant era stata colpita alla testa e il sangue grondava dalla ferita; -ma ella quasi non sentiva il colpo tanto era eccitata dall'ira dinanzi -all'audacia di Gertrude. Fremente, s'avventò su lei, la pigliò per le -spalle, aperse l'uscio di strada e la spinse sul marciapiede dicendo: - -— Fuori, spirito maligno, e guai a te s'io veggo la tua ombra sulla -soglia della mia casa! — - -Poi rientrò a precipizio abbandonando l'orfanella sola in mezzo alla -notte fredda e buia. - -Quando Gertrude era adirata o afflitta piangeva forte, ma di rado -singhiozzava come gli altri bambini; invece emetteva a brevi intervalli -strilli acutissimi fino a rimanere qualche volta esausta di forze. -Ella prese a strillare così, tosto che Annetta Grant l'ebbe lasciata -là sulla strada; ma non già per la paura d'essere irremissibilmente -espulsa dal suo unico ricovero e di doversene andare, sola sola e di -notte, errando per la città, a rischio di cadere assiderata, innanzi -l'alba, con quel gran freddo: no, non pensava affatto a sè stessa. -L'orrore e il dolore della tragica morte inflitta all'unico essere -ch'ella amasse al mondo empivano tutta la sua piccola anima. Ella -s'accosciò contro il muro della casa, e si coperse la faccia con le -mani, inconsapevole del chiasso che faceva, e del trionfo di quella -monellaccia che le aveva un giorno tratto le scarpe dai piedi, e che -ora stava spiandola dall'uscio dirimpetto. D'improvviso si sentì -sollevare da terra, e si trovò seduta su una delle traverse della -scala di True appoggiata ancora sotto il lampione. Il buon uomo che, -reggendola saldamente, l'aveva collocata giusto tant'alto da trovarsi -con lei a viso a viso, riconobbe la sua piccola amica, e con la stessa -benevolenza dell'altra volta le domandò che le fosse successo. - -Ma Gertrude, tutt'ansimante, potè rispondere soltanto: - -— Oh, il mio gattino! Il mio gattino! - -— Come? Il gattino ch'io ti diedi? L'hai smarrito?... Non piangere, -via, non piangere. - -— Oh no, non l'ho smarrito!... Ah, povero micino mio! — - -E la bimba ruppe in un pianto più clamoroso che mai, tossendo nel -medesimo tempo con tale violenza che il lampionaio ne fu spaventato. -Egli si sforzò di calmarla, e riuscitovi in parte le disse: - -— A star qui fuori tu t'infreddi a morte.... Bisogna rientrare in -casa.... - -— Oh, non mi lascerà rientrare! — ella rispose. — E se anche volesse -lei, non vorrei io.... - -— Chi non ti lascerà rientrare?... Tua madre? - -— No.... Annetta Grant.... - -— Chi è Annetta Grant? - -— Un'orrida, una perfida donna, che ha affogato il mio gattino -nell'acqua bollente! - -— Ma la tua mamma dov'è? - -— Io non ce l'ho, la mamma. - -— A chi appartieni tu, povera creatura? - -— A nessuno, e nessuna casa è la mia. - -— Con chi vivi dunque? Chi ha cura di te? - -— Vivevo finora con Annetta Grant, ma è troppo cattiva, e io l'odio.... -Le ho scagliato dianzi un pezzo di legno nella testa.... Magari -l'avessi accoppata, l'avessi.... - -— Zitta, zitta! Non devi dire di coteste cose.... Ora vo a parlarle -io.... — - -True mosse verso l'uscio della casa cercando di tirarsi dietro -Gertrude; ma questa resisteva così energicamente ch'egli la lasciò -fuori. Andò difilato nella stanza dove Annetta stava fasciandosi la -testa con un vecchio fazzoletto, e senza preamboli le disse che doveva -richiamar dentro la bambina perchè lasciandola in istrada rischiava di -farla morire assiderata. - -— Non è mia, — rispose la donna — e qui c'è rimasta abbastanza. Non -esiste al mondo una creatura malvagia come quella: mi maraviglio io -stessa d'aver trovato la pazienza di tenerla tanto tempo. Spero che non -mi venga mai più sotto gli occhi, o per meglio dire non voglio. M'ha -rotto la testa.... meriterebbe d'essere impiccata, meriterebbe! Se mai -qualcuno ha avuto in corpo uno spirito maligno è di certo lei! - -— Ma che sarà della povera piccina? — insistette il buon True. — -La notte è fredda, terribilmente.... Che vi sentireste in cuore se -domattina la trovassero morta gelata sulla soglia della vostra casa? - -— Che mi sentirei? È forse cosa che vi riguardi? Incaricatevi piuttosto -di lei voi stesso. Tanto scalpore menate per quell'insettucciaccio? -Portatevela a casa e provatela un po'.... È la seconda volta che -venite a parlarmene, e basta.... non voglio ascoltare una parola di -più. Ci pensi qualcun altro, oramai; io per me n'ho avuto più che la -mia parte.... Quanto al rischiare che muoia gelata o non gelata, lo -rischierò.... Eh, i bambini ch'entrano nel mondo di soppiatto sono i -meno pronti ad uscirne! Quella lì appartiene al comune. Se ne occupi -chi deve. E voi andatevene per i fatti vostri e non v'immischiate in -quello che non vi concerne. — - -True non se lo fece ripetere. Egli non era uso a trattare con donne, -e nulla gli pareva più formidabile d'una femmina irata. Ora gli occhi -fiammeggianti e il minaccioso atteggiamento d'Annetta erano forieri -d'una tale tempesta che il buon uomo s'affrettò saviamente a ritirarsi -prima che scoppiasse sul suo capo. - -Gertrude, la quale aveva intanto cessato di piangere, gli alzò gli -occhi in faccia con curiosità ansiosa. - -— Ebbene, — egli disse — non vuol riprenderti. - -— Oh, che piacere! — ella esclamò ingenuamente. - -— Sì, ma dove andrai? - -— Non so.... Forse con voi, a veder accendere i lampioni. - -— E dove dormirai stanotte? - -— Non so.... Io, non ho casa. Bisognerà che dorma fuori, ma così avrò -il lume delle stelle. Non posso soffrire l'oscurità, io.... Sarà freddò -però, non è vero? - -— Corbezzoli! Freddo da morirne, bambina.... - -— E allora che succederà di me? - -— Dio soltanto potrebbe dirlo! — - -Il lampionaio guardò Gertrude, tutto perplesso ed angustiato. Egli, -punto pratico di bambini, stupiva della sua semplicità. Lasciarla lì, -esposta, al rigore di quella gelida notte, non poteva; e dall'altro -canto non sapeva come se la sarebbe cavata se l'avesse portata a casa -sua, perchè viveva solo ed era povero. Ma un altro violento insulto di -tosse da cui fu còlta lo fece risolvere a un tratto di dividere con lei -il suo ricovero, il suo fuoco e il suo pane, per una notte almeno. La -prese per mano e disse: - -— Vieni con me. — - -Gertrude si mise a correre al suo fianco, fiduciosa, senza domandare -dove la conducesse. - -True doveva accendere ancora una dozzina di lampioni prima di giungere -all'estremità della strada dove il suo giro finiva. La bambina stette -a contemplare l'accensione di ciascuna fiammella con un piacere -altrettanto vivo e schietto che se si fosse trovata in compagnia del -lampionaio unicamente per questo. Appena quando, svoltato il canto, -ebbero camminato un pezzo senza fermarsi, domandò: - -— E ora dove si va? - -— A casa, — rispose True. - -— A casa vostra? Anch'io? - -— Sicuro. Eccoci arrivati. — - -Egli aperse una porticina che metteva in una stretta corticella estesa -per tutta la lunghezza d'una decente casa di due piani, dove abitava -nella parte posteriore. Attraversarono la corte, passarono davanti -a parecchie finestre e all'ingresso principale, ed entrarono da un -piccolo uscio sul di dietro. Gertrude tremava dal freddo. Aveva i -piedini tutti azzurrognoli a forza di camminare scalza sul lastrico -diaccio. V'era una stufa, nella camera in cui erano entrati, ma senza -fuoco. La camera era spaziosa e abbastanza ben fornita, ma tenuta male. -Il lampionaio s'affrettò a deporre in uno sgabuzzino adiacente la scala -portatile, l'accenditoio e il resto, poi tornò con un fastelletto di -legna ed accese la stufa. In pochi minuti un'allegra fiammata brillando -e scoppiettando diffuse intorno un gradevole tepore. Egli trasse -accanto al fuoco un antico seggiolone di legno, vi stese sopra il -suo grosso e peloso gabbano che lo trasformò in una comoda poltrona, -e sollevata delicatamente la bimba ve la pose a sedere. Dopo di che, -allestì la cena. True era un vecchio scapolo uso a farsi ogni cosa da -solo. Preparò il tè, poi mesciutolo per Gertrude in una gran ciotola, -con zucchero a profusione e tutti i suoi venticinque centesimi di -latte, prese da una credenzina una pagnotta, ne tagliò una bella fetta, -e invitò la sua piccola ospite a mangiare e bere quanto più potesse, -giudicando dal suo aspetto ch'ella non doveva essere stata sempre ben -nutrita. E nel vederla assaporare con sì evidente godimento la miglior -cenetta che mai le fosse toccata, la sua sodisfazione fu tale, da -farlo rimanere a contemplarla intenerito dimenticandosi di prendere la -propria parte. - -L'infallibile istinto dell'infanzia aveva guidato Gertrude quand'ella, -osservando l'uomo che accendeva il lampione, s'era sentita indotta, già -assai prima ch'egli le parlasse, a considerarlo come un buon amico di -tutti, perfino della più derelitta bambina di questo mondo! - -Trueman Flint, nato e cresciuto nel Nuovo Hampshire, essendo rimasto -orfano quindicenne appena, era venuto a Boston dove per molti anni -s'era guadagnato la vita esercitando qualsiasi mestiere in cui potesse -trovar lavoro; così aveva fatto a vicenda il giornalaio, il facchino, -il fiaccheraio, lo spaccalegna, insomma di tutto un po'! In alcuni -de' suoi impieghi era anche durato a lungo perchè s'acquistava sempre -stima e benevolenza tanto si mostrava onesto, capace e di buona indole. -Prima di diventare lampionaio aveva servito qualche tempo come facchino -nei vasti magazzini d'un negoziante ricco e generoso. Un giorno, -mentre rimoveva certi pesanti barili, uno di questi, per disgrazia, -venne a cadergli sul petto lasciandolo gravemente malconcio. Il suo -stato dapprima quasi escludeva ogni speranza di salvezza; e quando -alfine egli cominciò a migliorare, la guarigione fu lenta a segno, che -dovette starsene disoccupato un anno intero. La malattia esaurì tutti -i suoi risparmi, ma il negoziante al cui servizio gli era accaduto -quell'infortunio, volle che nessun comodo gli mancasse, lo fece curare -da un medico valentissimo, e gli assicurò una buona assistenza. - -Nondimeno da allora True non fu più quello. Quando si levò dal letto -la sua costituzione fisica era invecchiata di dieci anni, sicchè -l'indebolimento delle forze lo rendeva inabile oramai a lavori -faticosi. Il suo antico padrone e benefico amico s'adoperò quindi a -trovargliene uno relativamente leggero, ed ottenne per lui l'impiego -di lampionaio, al quale egli di frequente aggiungeva altri discreti -proventi segando legna o spalando la neve. - -Era adesso tra i cinquanta e i sessanta. Alto e membruto, aveva -fattezze delle più rozzamente modellate da madre natura, ma esprimenti -una grande bontà d'animo. Viveva molto appartato, essendo per -temperamento taciturno e ritroso; pochissime persone lo conoscevano, -e l'unica ch'egli frequentasse era un suo vecchio compare, sagrestano -d'una chiesa vicina: uomo d'età assai avanzata e in voce d'essere -oltremodo bisbetico e salvatico. - -Ritorniamo a Gertrude. Ella ha terminato la sua cenetta, e ora dorme -profondamente, adagiata nell'ampio seggiolone, tutta ravvolta in -una calda coperta di lana, con la testa sorretta da un guanciale. -True siede accanto a lei, e una delle scarne manine posa sulla sua -larga palma. Ogni poco, quand'ella si muove, le riaccomoda intorno la -coperta. Ma ecco che il respiro della bambina diviene affannoso: ella -dà un sobbalzo, poi parla con rapidità. Che mai turba i suoi sogni? -Egli ascolta, attento. Prima, è una supplicazione ardente: - -— Oh, no, no! Non lo affogate il mio micino! — - -Poi un grido di terrore: - -— Ah, la viene a ripigliarmi!... Ohimè, mi ripiglia! — - -Infine, con accento commovente di flebile e tenera preghiera, ella si -raccomanda: - -— O buon vecchio, caro, caro, lasciatemi rimanere con voi! Per pietà, -lasciatemi rimanere! — - -Grosse lacrime luccicano negli occhi di Trueman Flint, e scorrono nei -solchi delle sue ruvide gote. Egli posa il capo sul guanciale, accosta -la faccina di Gertrude alla sua faccia e, lisciandole i lunghi capelli -scarmigliati, pensa anch'egli ad alta voce.... E che dice? - -— Ripigliarti?... No, mai, sta' pur tranquilla.... Vuoi rimanere con -me? Ci rimani, sì, te lo prometto, povera mimmina mia!... Sola in -questo immenso mondo, come son io! Se piace al Signore, noi due si -starà bene insieme.... — - - - - -IV. - - Per il vegliardo e per il bimbo l'unica - Speranza è nell'altrui tenera cura. - Con questa all'uom prima lezione ed ultima - Insegnar la pietà volle Natura. - - YOUNG. - - -La piccola Gertrude aveva trovato un amico e un protettore; ed era -tempo, perchè le privazioni che soffriva e l'abbandono in cui veniva -lasciata stavano per troncare la triste sua vita, ponendo fine così -alle sue pene. - -La mattina dopo che True Flint l'ebbe raccolta, ella si destò con -febbre alta, dolori al capo e alle membra, insomma tutti i sintomi -d'una malattia grave. Guardò intorno e si vide sola; ma nella stufa -ardeva un bel fuoco, e la tavola era apparecchiata per la colazione. -Rimase un momento stupita ed incerta, domandando a sè stessa dove -si trovasse, e che le fosse accaduto; non riconosceva su quel subito -la camera, vedendola per la prima volta alla luce del giorno. Ma il -suo visino sparuto brillò di gioia quando gli avvenimenti della sera -innanzi le si riaffacciarono alla memoria, ed ella pensò al vecchio -lampionaio, tanto buono, ed alla nuova casa che sarebbe stata la sua, -dove sarebbe vissuta con lui. Si levò e andò alla finestra per guardare -fuori, sebbene le girasse stranamente la testa e le vacillassero le -gambe a segno che appena poteva camminare! Il suolo era tutto bianco di -neve, e il tempo ancora burrascoso. Sembrò a Gertrude che il candore -di quella neve l'abbarbagliasse. D'improvviso la vista le mancò, una -vertigine la travolse. Barcollò e cadde. - -Trueman, rientrato di lì a due minuti, fu spaventatissimo trovandola -lunga distesa sul pavimento; ma tosto comprese che doveva essere -svenuta nel tentare di dar qualche passo per la camera, e non se ne -maravigliò punto, poichè durante la notte s'era avveduto che la bambina -stava assai male. Portatala sul suo letto, riuscì presto a farle -ricuperare i sensi; passarono però tre settimane prima ch'ella potesse -levarsi, salvo quando True la prendeva in collo. True si mostrava -ruvido e goffo nel maggior numero dei casi, ma non già quando assisteva -la sua piccola protetta. Egli sapeva molte cose nel fatto di malattie: -era un po' infermiere, un po' medico, alla sua semplice maniera, e -quantunque di bambini avesse poca esperienza, il suo cuore affettuoso -gli suggeriva tutte le cure necessarie a Gertrude, e lo rendeva prodigo -d'una bontà, d'una tenerezza, di cui nessuno aveva mai dato alla -poveretta neppure una pallida idea. - -Ella, dal canto suo, era molto paziente. Spesso le sofferenze e -l'estrema stanchezza del giacere da tanto tempo allettata, la tenevano -sveglia la notte intera senza ch'ella mandasse un gemito o facesse -il minimo rumore, perchè temeva di destare il buon vecchio il quale -dormiva per terra, accanto al suo letto, quando la grande ansietà per -lei non gl'impediva di pigliar sonno. A volte, essendo la bimba più -fieramente travagliata dal male, egli la reggeva sulle braccia ore -ed ore, ed anche allora ella si sforzava d'apparir sollevata, benchè -in realtà non fosse, o fingeva perfino d'addormentarsi per indurlo a -ricoricarla e prendere anch'egli un po' di riposo. Il suo coricino -riboccava d'amore e di gratitudine. Un pensiero l'occupava quasi -unicamente: che avrebbe ella potuto fare per il suo caro benefattore -quando sarebbe guarita? ma era poi capace d'imparar a fare qualche cosa -di utile? - -True era tuttavia costretto a lasciarla per attendere al suo lavoro. -Durante la prima settimana della malattia Gertrude restò dunque -parecchio sola. Egli nell'andarsene le raccomandava con calore di stare -ben tranquilla sotto le coperte fino al suo ritorno; e intanto ogni -oggetto di cui ella potesse mai aver bisogno si trovava preparato a -portata della sua mano. Ma venne il momento che, aumentando la febbre, -fu presa da delirio, e per alcuni giorni non seppe più come nè da chi -fosse assistita. Alfine un pomeriggio si destò da un sonno lungo e -calmo, in pieno possesso del senso e della coscienza, e vide seduta al -suo capezzale una donna che cuciva. - -Ella si rizzò nel letto per guardare la sconosciuta, la quale non -l'aveva vista aprire gli occhi. Ma, sentitala muoversi, questa dette un -sobbalzo, e subito esclamò: - -— O bambina mia, rimettiti a giacere! — - -Così dicendo le pose dolcemente una mano sulla spalla per corroborare -la sua ingiunzione. - -— Non vi conosco, — fece Gertrude. — Dov'è lo zio True? — - -Con questo nome il lampionaio le aveva detto di chiamarlo. - -— È uscito, cara, ma tornerà presto. Come ti senti? Meglio? - -— Oh sì! Molto meglio! Ho dormito un pezzo? - -— A sufficienza. Suvvia, sta' giù. Ora ti porto una scodella di -semolino. Ti farà bene. - -— Sa lo zio True che siete qui? - -— Sicuro. Sono venuta a tenerti compagnia mentre lui è fuori. - -— O di dove siete venuta? - -— Dalla mia camera. Io abito nell'altra parte di questa casa. - -— Mi pare che siate buona, voi. Davvero, mi piacete. Ma mi fa -maraviglia di non avervi veduta entrare.... - -— Non ci hai badato perchè stavi troppo male, poverina.... Basta, -adesso spero che non tarderai a guarire. — - -La donna preparò il semolino, e quando Gertrude l'ebbe preso, si rimise -al suo lavoro. Coricata con la faccia rivolta verso la sua nuova amica, -la bambina fissava su lei i suoi occhioni. Stette così a guardarla -cucire finchè quella a sua volta la guardò, e disse: - -— Che pensi tu ch'io stia facendo? - -— Non so, io.... — ella rispose. — Che cos'è? — - -L'altra alzò la roba che cuciva, di maniera che Gertrude potè vedere -ch'era una vestina di cotone scuro, per una ragazzetta. - -— O che bella veste! — esclamò. — Per chi la fate? Per la vostra -figliuola? - -— No, io non ho figliuole. Ho un figliuolo invece, uno unico: il mio -Guglielmo. - -— Guglielmo? Che bel nome! E lui è un buon ragazzo? - -— Buono? Il migliore che ci sia al mondo, ed il più bello! — - -Nel proferir queste parole la donna ergeva il capo, e il suo pallido -viso estenuato raggiava tutto d'orgoglio materno. - -Gertrude torse lo sguardo con un'espressione triste, così strana in una -creatura di quell'età, ch'ella temette che la stanchezza cominciasse -ad opprimerla, e stimò necessario farla stare in assoluta quiete. -Glielo disse e le impose di chiudere gli occhi e dormire. La bambina -li chiuse. Mentre giaceva tranquilla come se avesse obbedito anche alla -seconda ingiunzione, l'uscio s'aperse e qualcuno entrò pian piano. Era -True. - -— Oh signora Sullivan, — egli fece — siete ancora qui! Vi ringrazio -tanto d'esservi trattenuta.... Avevo contato di tornare più presto.... -E della bimba che vi sembra? - -— Sta meglio, signor Flint, molto meglio. È in sè, ragiona.... Io credo -che, pur d'avere certi riguardi, oramai tutto andrà bene.... To', è -desta! — - -True s'accostò alla piccola malata, le posò una mano sulla fronte -mandando indietro i capelli, che erano adesso tagliati corti e -accuratamente pettinati, poi le toccò il polso, e manifestò con un -cenno del capo la sua sodisfazione. Gertrude gli afferrò la mano e -la tenne stretta tra le sue. Egli sedette accanto al letto, gettando -un'occhiata sul lavoro della signora Sullivan: - -— Non mi maraviglierei, signora mia, se ci fosse bisogno de' suoi -vestiti nuovi prima che non si credesse.... Tra alcuni giorni, secondo -me, sarà in piedi.... - -— Lo credo anch'io, ma non siate troppo impaziente. La sua malattia -è stata grave, e la non può guarire d'un tratto. Avete veduto oggi la -signorina Graham? - -— Sì, l'ho veduta, pover'anima. Che il Signore benedica la sua cara -faccia! M'ha fatto un visibilio di domande su Gertrudina, e m'ha dato -questo pacchetto d'_ararutte_.... mi pare almeno che lo chiamasse così. -Dice ch'è una minestrina eccellente per ammalati. Se voi la conoscete, -signora Sullivan, siate tanto buona, mostratemi come si fa, perch'io -confesso non me lo rammento, quantunque la signorina si sia data la -briga di spiegarmelo.... - -— Sì, volentieri. È facilissimo. Ve ne preparerò una porzione quando -ritorno, tra poco. Per ora Gertrude non ne ha bisogno, ha preso dianzi -un semolino. Ma il babbo è già in casa, e devo apparecchiare il nostro -tè. Arrivederci a stasera, signor Flint. - -— Grazie, signora.... avete un cuore d'oro voi! — - -Durante alcuni giorni la signora Sullivan venne ancora ripetute volte a -prestar le sue cure alla piccola convalescente ed a tenerle compagnia. -Ell'era una donna dimessa per indole, gentile d'animo e di modi, il cui -placido viso riconfortava la povera creatura ch'era vissuta nel terrore -e aveva sofferto ogni sorta di maltrattamenti. Sempre portava con sè il -suo lavoro di cucito: solitamente qualche indumento da ragazzina. - -Una sera Gertrude, già quasi guarita della sua ostinata febbre, sedeva -in grembo a Trueman Flint, vicino alla stufa, ben bene ravvolta in una -coperta di lana, e parlava della sua nuova amica. A un tratto alzò gli -occhi in faccia al buon uomo e uscì a dire: - -— Zio True, conoscete voi la bambina per la quale fa un vestitino? - -— È una bambina che ha bisogno di vestitini e di molte altre cose, -perchè ch'io sappia, non ha panni da indossare, tranne pochi cenci.... -E tu, Gertrude, non ne conosci nessuna che sia in questo caso? - -— Direi di sì, — rispose ella piegando un po' la testa da un lato, e -strizzando un occhio. - -— Bene, chi è? - -— Non vi sta seduta in grembo? - -— Che? Tu stessa? Eh via, credi forse che la signora Sullivan voglia -impiegare il suo tempo a cucire vestiti per te? — - -Gertrude chinò il capo. - -— Veramente, _io non l'avrei creduto_.... ma _voi diceste_.... - -— Sentiamo, che cosa dissi io? - -— Qualche cosa di vestiti nuovi.... per me.... - -— Sì, cara, _per te_! — esclamò egli stringendola in un abbraccio -rustico ma cordiale. — E sono due mute complete, con calze e scarpe per -soprammercato! — - -Ella spalancò i suoi occhioni, in atto di stupore, rise, battè le mani. -True rise anche lui. Parevano tutti e due molto felici. - -— E l'ha comperata lei cotesta roba? È dunque ricca? — domandò ella. - -— La signora Sullivan?... Ahimè, punto!... La roba la comperò la -signorina Graham, e pagherà alla signora Sullivan la fattura. - -— Chi è la signorina Graham? - -— È una signorina troppo buona per questo mondo.... si può affermarlo! -Ti parlerò di lei un'altra volta,... Oggi no, perch'è tardi. Dovresti -già essere a letto e dormire. — - -Un sabato Gertrude, che oramai stava benino, era rimasta alzata tutto -il giorno. Verso sera però si sentì stanca, e si coricò avanti buio. -Destatasi dopo aver dormito profondamente due o tre ore, vide che True -aveva compagnia. Accanto alla stufa, un altro vecchio, d'età molto -più inoltrata della sua, sedeva di faccia a lui, fumando la pipa. Egli -indossava un abito di foggia antiquata e di tessuto ordinario, ma assai -lindo; le due sole ciocche di lunghi e candidissimi capelli che ancora -gli crescevano, proprio dietro le orecchie, erano pettinate con cura -all'insù, e annodate sul vertice del cranio calvo e lucido. Le sue -fattezze avevano linee dure e taglienti, e Gertrude pensava che tali -dovevano essere tutte le parole uscite dalla sua bocca, tanto le pareva -inverosimile ch'egli potesse mai dire qualche cosa di gentile o di -piacevole. Il sarcasmo ch'esprimevano gli angoli delle labbra, l'amaro -scontento che traspariva da tutta la faccia, colpivano la bambina senza -ch'ella sapesse definirli, e le facevano trarre le sue conclusioni sul -carattere di quell'uomo. Ben s'apponeva figurandosi ch'egli fosse il -signor Cooper, padre della signora Sullivan; e nell'opinione fattasi -di lui alla prima occhiata non si scostava notevolmente dalla maggior -parte di coloro che lo conoscevano. - -Ma l'opinione pubblica e la sua propria faccia calunniavano un poco -il vecchio sagrestano. Certo egli non era di un naturale allegro -nè amabile. Sventure domestiche e lo sfavore della volubile fortuna -lo avevano reso pessimista e portato a non considerare che i dolori -della vita, a mostrarsi arcigno dinanzi alla gaiezza e alle baldanzose -speranze dei giovani, i quali, soleva egli sentenziare scrollando -il capo con un'aria misteriosa, ignorano che sia il mondo. Egli -non l'ignorava, e diveniva tanto più severo per le sue follie ed -inesorabile per le sue colpe, quanto più la vecchiezza lo allontanava -da esso. Anche l'ufficio ch'esercitava da anni in qua, era dei meno -atti a combattere una disposizione alla malinconia, tenendolo il suo -servizio in chiesa quasi sempre solitario. Eppure in fondo al cuore -quel misantropo nascondeva riserve di bontà e di benevolenza, e True -Flint, che lo sapeva, si divertiva a trarle alla luce. Egli amava -il vecchio per la sua onestà scrupolosa e il suo animo sincero. Da -lungo tempo i due amici usavano sedere insieme il sabato sera, nel -canto del fuoco, discutendo di politica, di istituzioni nazionali, -di diritti individuali; questioni che ogni buon Americano si sente -chiamato a sottoporre ai propri speciali criteri. Discorrevano inoltre -dei loro sentimenti ed interessi privati. Ma qual si fosse il soggetto -del discorso e per quanto la discussione s'accalorasse, mai la loro -amicizia non ne aveva sofferto danni o pericoli: caso singolarmente -notevole, essendo Trueman Flint, nel temperamento e nel carattere, -la vera antitesi di Paolo Cooper. Animoso, fidente, egli era sempre -disposto a pigliar le cose dal lato buono, e anche nelle peggiori -avversità non si scoraggiava, non disperava, si teneva sicuro che alla -fine tutto s'accomoderebbe. - -Quella sera avevano conversato su parecchi dei soliti argomenti, ma nel -momento che Gertrude si destò parlavano di lei, e s'intende che il loro -dialogo attrasse vivamente la sua attenzione. - -— Dove mi diceste d'averla raccattata? — domandava appunto il -sagrestano. - -— Da Annetta Grant, — rispose True. — Ve la rammentate? È quella donna -contro il cui figliuolo foste citato come testimonio d'accusa, quando -furono rotte le vetrate della chiesa la sera innanzi il quattro giugno. -Eh, no, non potete averla scordata, Cooper.... sembrava una furia, -al dibattimento, si vendicava non risparmiando nemmeno Suo Onore, -il giudice! Bene, era inviperita a quel modo e maltrattava la povera -creatura la prima volta ch'io la vidi: la _seconda_ l'aveva cacciata di -casa.... - -— Ah sì, me la rammento!... Un'orca!... Quella lì, m'immagino, non è -mai stata amorosa neppure coi figliuoli propri, figuriamoci poi con gli -altrui! Ma voi che ne farete della trovatella? - -— Che ne farò?... La terrò meco, caspiteretta, e ne avrò cura. — - -Cooper fece una risatina piuttosto sarcastica. - -— Sì, capisco, caro vicino, voi giudicate avventata questa risoluzione -d'adottare una bimba, all'età mia: e forse è. Ma ora vi spiego com'è -stato. La notte di cui vi raccontai, la piccina sarebbe morta se io non -l'avessi raccolta; e anche dopo ricoverata qui, fu sul punto di morire, -più volte; soltanto la grande assistenza che le prestai con l'aiuto -di vostra figlia, potè salvarla. Ebbene, quella prima notte, parlando -nel sonno, gridò a me tutto il suo dolore, si raccomandò a me come -all'unico amico che mai avesse avuto (e credo infatti che sia così), -supplicandomi di lasciarla rimanere.... Allora deliberai in cuor mio -di far che rimanesse, ad ogni costo di tenermela come una figliuola e -dividere con lei il mio ultimo tozzo, avvenga che può.... Il Signore -è stato misericordioso meco, signor Cooper, molto misericordioso.... -Mi mandò buoni amici nella mia profonda infelicità. Seppi anch'io da -ragazzo quanto sia triste l'essere solo al mondo, senza babbo nè mamma; -e quando vidi i patimenti di quella disgraziata creaturina, sentii -che appunto perchè non era di nessuno apparteneva più particolarmente -al Signore, e ch'io non potevo fare di più per servirlo nè dovevo far -meno, che spartire con la poveretta il bene ch'Egli m'ha dato.... Ah, -voi guardate intorno come per dirmi che qui c'è poco da spartire con -chicchessia, e, davvero, molto non c'è.... ma, una cosa sì.... e una -gran cosa per chi non l'ha mai avuta: _una casa_. Io ho ancora le mie -brave braccia, e cuore gagliardo, e buona volontà. Con l'aiuto di Dio -sarò un padre per quell'orfanella, e forse verrà il tempo ch'ella sarà -per me una benedizione incarnata.... — - -Il signor Cooper scrollò il capo con aria di dubbio, e borbottò che i -figliuoli, anche i veri, sogliono essere tutt'altro che benedizioni. - -Ma non ebbe il potere di scuotere la ferma fede di True nella -saviezza e nella bontà della propria risoluzione. Questi, trasportato -dall'ardore con cui parlava, era sorto in piedi e camminava su e giù -per la stanza, a passi rapidi, eccitatissimo. Ritornò a sedere, e -riprese: - -— D'altronde, caro Cooper, se anche non mi fossi determinato a tenere -qui Gertrude la notte stessa che ce la portai, non l'avrei mandata via -il giorno dopo perchè, io credo, il Signore mi parlò per bocca d'uno -de' suoi santi angeli, e m'impose di perseverare nel mio proposito. - -«Voi conoscete la signorina Graham: frequenta regolarmente la vostra -chiesa con suo padre, un vecchio signore di bell'aspetto.... Tre -settimane fa, dopo quel tempaccio, io mi trovavo da loro, a spalare -la neve nel cortile, ed essa mi fece chiamare in cucina.... Ah, sia -benedetta la sua angelica faccia! Povera creatura! Il mondo è buio per -lei, ma essa lo rischiara per gli altri.... Non vede lo splendore del -cielo con gli occhi, come noi, ma lo vede meglio, perchè lo ha dentro -l'anima sua, e quando sorride le raggia tutto dal viso, e sembra l'arco -celeste del buon Dio che appare tra le nubi... Quante cortesie m'ha -usate da che, or saranno cinque anni, mi toccò quella disgrazia nel -magazzino del padrone! Anche il giorno della neve, dunque, mi mandò -a chiamare per domandar notizie della mia salute e sentire se avessi -bisogno di qualche cosa che potesse chiedere al suo babbo per me. Io -allora le raccontai il caso di Gertrude, e ve l'assicuro, non avevo -ancora finito di dire, che si piangeva tutt'e due. Mi pose in mano una -certa somma di denaro, e m'incaricò di far fare dalla signora Sullivan -il necessario per vestire la bambina; ma fece ben più: promise di -venirmi in aiuto se mai mi trovassi in qualche difficoltà a cagione -dell'impegno assunto; poi quando la salutai mi disse: «Non c'è dubbio, -True, avete fatto bene: il Signore vi benedirà e vi ricompenserà della -vostra buona azione.» — - -Egli era così commosso, così infervorato nel suo discorso, da non -essersi avveduto di ciò che il sagrestano, per non interromperlo, aveva -osservato in silenzio. Gertrude, uscita pian piano dal letto, gli stava -accanto, e lo ascoltava con gli occhi fissi nel suo volto, e il respiro -mozzo dall'intensa attenzione. Ella gli toccò una spalla; egli si -volse, la vide, e le aperse le braccia. - -Con la faccetta nascosta nel suo seno, la piccina mormorò ansando, in -uno scoppio di lacrime che eran lacrime di gioia: - -— Starò dunque con voi.... sempre? - -— Sì, finchè Dio mi dà vita, — egli rispose — tu sarai la mia -figliuola! — - - - - -V. - - Sollecita movea con piè leggero - Per la piccola casa la massaia, - Nè mai nell'alveare ape fu tanto - Alacre e lieta all'opra.... - - MITFORD. - - -Era una serata di vento. Gertrude, vestita decentemente, coi capelli -lisci, con la faccia e le mani pulite, aspettava alla finestra il -ritorno del lampionaio che finiva il suo giro. Stava benissimo adesso, -meglio che non fosse stata, da anni, prima della sua malattia. Le -cure e l'affetto avevano operato prodigi per lei. Ell'era sempre la -bambina esile e palliduccia, dagli occhi e dalla bocca troppo grandi -nel visetto minuto; ma la dolorosa espressione di sofferenza che le -era consueta, aveva dato luogo a quella, piuttosto grave tuttavia, di -un'intima felicità. - -Di fronte a Gertrude sedeva sull'ampio davanzale una grossa e veneranda -gatta, madre del suo perduto tesoro e quindi a lei molto cara. -Amorosamente ella le andava passando la mano sul dorso, carezza gradita -alla matrona, che dimostrava la sua sodisfazione facendo le fusa. - -D'improvviso s'udirono rimbombare nel muro suoni tumultuosi. La -casa era vecchia ed offriva un comodo soggiorno ai topi, i quali a -giudicarne dalla strepitosa allegria cui s'abbandonavano ne avevano -approfittato quella sera per dare un ballo. Pareva quasi che un camino -rovinasse mattone per mattone. Gertrude non si spaventò punto. S'era -tanto assuefatta ai muri abitati da quel genere d'inquilini quando -dormiva nella soffitta d'Annetta Grant, che non faceva più caso di tali -rumori. Non così però la veterana felina che subito rizzò le orecchie -e manifestò con chiari segni la sua brama di correre a battaglia. Mai -cavallo guerriero fu eccitato dagli squilli delle trombe come la brava -micia dalle galoppate dell'orda nemica attraverso il solaio. - -— Ferma, micina, — ammonì Gertrude — ferma, intendi! Non è tempo di -dare la caccia ai topi, ora.... Devi sedere qui e star buona finchè tu -non vegga arrivare lo zio True, per sentire che dirà della camera e di -_me_! — - -Ella si volse e girò gli occhi intorno con immenso compiacimento; poi, -arrampicatasi sul davanzale ch'era larghissimo, all'uso antico, e di -dove, rispondendo la finestra nella corte, poteva veder entrare il -lampionaio, prese la gatta in collo, si spianò le pieghe del vestitino, -gettò uno sguardo d'ammirazione e d'orgoglio sulla sua calzatura, ed -assunse un atteggiamento composto col deliberato proposito d'esser -paziente. Ma era inutile, non ci riesciva; le sembrava ch'egli non -avesse mai tardato tanto; cominciava anzi a credere che non sarebbe -venuto più, quando alfine lo vide svoltare entro il cancello. Benchè -fosse già quasi buio ella notò che qualcuno lo accompagnava. Non -le pareva il signor Cooper nè alla statura, meno alta, nè al passo; -pure finì col concludere che doveva esser lui, perchè proseguì fino -all'uscio suo ed entrò. - -Per quanto avesse atteso Trueman con viva impazienza, Gertrude non -gli corse incontro come di consueto. Stette in ascolto, e non appena -lo sentì venire dallo stambugio dove soleva fermarsi per appendervi -al muro la scala e l'accenditoio, e deporre il camiciotto macchiato -e i larghi calzoni che portava sopra i vestiti durante il lavoro, -lesta lesta si nascose dietro l'uscio donde egli doveva passare nella -camera. Senza dubbio ella gli aveva preparato una grande improvvisata -e intendeva di goderne pienamente l'effetto. Ma la gatta, che non -era tanto compresa dell'importanza della cosa, non dimenticò le -buone creanze; e andò secondo il suo costume a dargli il benvenuto -strofinando il capo alle sue gambe. - -— Ohe, mustacchiona! — fece True. — Dov'è la mia mimma? — - -Così dicendo chiuse l'uscio dietro a sè, e scoperse Gertrude. Ella d'un -balzo venne a piantarglisi di fronte, rise; guardò i propri vestiti, -poi guardò lui, bene in faccia, per vedere che impressione gli facesse -il suo aspetto. - -— Corbezzoli, fa mai una figurona spanta la signorina! — esclamò egli -sollevandola tra le braccia e portandola più presso al lume. — Tutta -vestita di nuovo: abito, grembiule, scarpe! E chi t'ha pettinata? In -verità, non dico che tu sia una bellezza, no, ma per carina sei carina! - -— La signora Sullivan m'ha vestita da capo a piedi, e m'ha spazzolato -i capelli.... Ma ha fatto _anche più_.... o non vedete che _altro_ ha -fatto? — - -True seguì gli occhi di Gertrude, in giro per la camera. Lo stupore -che il buon uomo andava manifestando era tale da corrispondere -all'aspettazione della bimba quantunque grandissima: e si capiva. -Uscito la mattina, trovava la sera la sua casa trasformata. -Evidentemente mani di donna ci avevano lavorato, facendovi pulizia e -mettendo ogni cosa in ordine. - -Prima che Gertrude venisse ad abitare con lui egli s'era dispensato -da qualsiasi ingerenza femminile nelle sue faccende domestiche. -Viveva solo, visite non ne riceveva quasi punte; sicchè gli bastava -fare il proprio comodo senza riguardo alle apparenze. Nel suo modesto -quartierino la granata veniva adoperata di rado, l'acqua mai. Le -due ampie finestre guardanti la corte erano trattate con grande -ingiustizia, avendo i cristalli così appannati dalla polvere e dal -fumo, che la gaia luce a cui davano adito nella stanza n'era mezzo -offuscata. Festoni di ragnatele pendevano agli angoli del soffitto; -intorno all'alta e vasta cappa del camino s'accumulava un curioso -miscuglio d'oggetti utili e inutili; un visibilio di ciarpame stava -raccolto sotto la stufa. I mobili, alcuni dei quali assai buoni, erano -collocati a casaccio, in modo da ingombrare lo spazio invece di trarne -partito. Durante la malattia della bambina poi, un letto preparato -sul pavimento per uso di True, e tutte le diverse cose, necessarie -all'assistenza della malata, avevano accresciuto la confusione a segno -tale, che quasi ci sarebbe voluto un pilota per condurre i visitatori a -salvamento attraverso la camera. - -Ora, la signora Sullivan era la nettezza in persona. La sua casa -poteva gareggiare con una casa olandese. I suoi vestiti, di un'estrema -semplicità ma esenti da ogni più lieve frittella, da ogni più piccola -macchia, la facevano sembrare una quacchera; in quelli, anche da -lavoro, del suo vecchio padre e del suo figliuolo giovanetto si -scorgeva alla prima occhiata la cura d'una figlia, d'una madre, attenta -e diligente. A fine d'assistere Gertrude ell'aveva per la prima volta -posto piede in una stanza che era a quel punto il contrario della sua: -e non sarebbe agevole comprendere quanto meritoria fosse la sua opera -di carità, senza considerare che il contrasto era per lei sommamente -penoso, e che ella ci pativa a passare qualche volta l'intero -pomeriggio in una casa dove, come soleva poi dire quando rientrava -nella sua, avrebbe con piacere fatto un po' di pulizia e messo un po' -d'ordine solo per vedere che figura farebbe e se qualcuno saprebbe -riconoscerla. Ell'era un minuzzolo di donna mingherlina, piccolina, -ma aveva più capacità ed energia che non si sarebbe potuto trovarne -in una qualsiasi tra venti altre grandi e grosse il doppio di lei. -Ella sentiva una sincera compassione della gente che vive in un caos -domestico; era sicura che non può esser gente felice. E però non appena -Gertrude fu ristabilita risolse in cuor suo d'adoperarsi con tutte le -sue forze per la causa dell'ordine e della nettezza che a' suoi occhi -era la causa della virtù e della felicità, perchè ella immedesimava la -purità e la lindura con la pace dell'anima. Se non che, sensibilissima -com'era su questo punto, s'immaginava che True dovesse provare qualche -cosa di simile, ed essendo la piccola donnina altrettanto tenera di -cuore quanto linda e accurata, non avrebbe voluto per nulla al mondo -mortificarlo; perciò andava studiando come entrargli in materia e -persuaderlo a una riforma del suo metodo di tenere la casa, quando -Gertrude stessa le suggerì il modo d'attuare il suo disegno. - -Il giorno innanzi quello del gran ripulimento, la signora Sullivan vide -nel corridoio la bambina che stava timidamente presso l'uscio del suo -quartierino guardando dentro con viva curiosità. - -— Vieni, vieni Gertrude, — disse la donnina benevola — fammi una -visita! — E notando ch'ella si peritava d'intrudersi così in casa -d'altri, la incoraggiò: — Mettiti a sedere qui accanto alla tavola e -guarda che cosa stiro. Gli è proprio il tuo vestitino! Stirato questo, -i tuoi panni sono bell'e pronti. Sei contenta di rivestirti un po', non -è vero? - -— Oh, tanto contenta, signora! — rispose Gertrude. — Potrò portarmeli -via, e tenerli tutti da me? - -— Sicuro. - -— Non so veramente dove riporli.... non c'è posto nella nostra -camera.... almeno non un posticino a modo.... — E così dicendo la -bambina gettava un'occhiata ammirativa alla cassetta aperta del -cassettone dove la signora Sullivan riponeva il vestitino che aveva -finito di stirare, sopra una pila d'altri indumenti accuratamente -piegati. - -— Ma una parte, s'intende, ne indosserai, e per il resto bisognerà -trovare un luogo adatto. - -— Voi, sì, avete dove metterla la vostra roba, — riprese Gertrude -girando gli occhi intorno. — Che bella stanza, questa! - -— Non c'è mica molta differenza da quella del signor Flint. È circa -della stessa grandezza e ha due finestre come la sua. Soltanto la mia -dispensa è più comoda. La vostra non ha che tre angoli; ma quest'è -tutto il vantaggio. - -— Oh, non c'è paragone, per altro! Voi qui non avete letti, e le -seggiole sono tutte in fila e la tavola è lustra che sembra uno -specchio, e il pavimento è ben pulito, e la stufa è nuova, e dalle -finestre c'entra un sole splendido che consola! Ah, magari fosse così -la nostra camera! Avrei proprio scommesso che è anche più piccola della -metà.... Figuratevi, lo zio True stamani ha inciampato nelle molle, e -diceva che non c'è tanto spazio da far dondolare un gatto! - -— Dov'erano le molle? — domandò la signora Sullivan. - -— Per terra, signora, proprio nel mezzo.... - -— Vedi, io non tengo la roba per terra. E credo che se la vostra stanza -fosse ripulita e ogni cosa ci avesse il suo posto, farebbe quasi la -stessa figura della mia. - -— Vorrei pure vederla messa tutta bene in ordine! — disse Gertrude. — -Ma come fare coi letti? - -— Appunto ci pensavo. C'è quella dispensina che doveva essere uno -stanzino da bagno quando la casa era nuova e abitata da signori; -è grande abbastanza da collocarvi un lettino e due seggiole; -potrebb'essere una comoda cameretta per te. Ora non c'è dentro -che ciarpame da buttar via: se mai ci si trovasse qualche cosa di -servibile, si riporrebbe nello stambugio. - -— Che bella idea! — esclamò la bambina. — Così lo zio True riavrebbe il -suo letto.... Io dormirei là, sul pavimento. - -— Ma no, non è punto necessario che tu dorma sul pavimento. Io ho -una buona piccola branda dove dormiva il mio Guglielmo quando abitava -con noi. Te la presterò se mi prometti d'averne cura, e non di quella -soltanto, ma di tutto ciò che sarà messo nella tua camera.: - -— Oh sì! — rispose Gertrude. — Ma — soggiunse esitando — credete che ne -sarò capace? Non so far nulla io.... - -— Perchè nessuno t'ha mai insegnato nulla, povera figliuola: una -ragazzetta d'otto anni può fare molte cose se ha pazienza e volontà -d'imparare. Io te ne potrei insegnare parecchie che sarebbero utili e -ti farebbero essere di grande aiuto allo zio True. - -— Dite, dite, che cosa posso fare? - -— Spazzar la camera tutti giorni, rifare i letti, dandoti qualcuno -una mano per voltare le materasse, apparecchiare la tavola, tostare -il pane, rigovernare. Forse da principio non ci riesciresti proprio -bene bene, ma con la pratica t'andresti perfezionando, e a poco a poco -finiresti col diventare una brava piccola massaia. - -— Desidero tanto di poter fare qualche cosa per lo zio True! Ma di dove -incominciare? - -— Prima di tutto bisogna che la casa sia ripulita e messa in ordine da -qualcuno. Se sapessi che il signor Flint ne sarebbe contento, chiamerei -un giorno la Caterina McCarty ad aiutarci, e non dubito che egli poi si -troverebbe assai meglio nella sua abitazione. - -— Io sono sicura che sarebbe contentissimo! Si farebbe una cosa grande! -Posso aiutare anch'io? - -— Sì, farai quello che potrai; ma ci vuole Caterina. Quella è robusta e -bravissima per la pulizia. - -— E chi è Caterina? - -— È la figliuola della signora McCarty che abita nella casa qui -accanto. Il signor Flint rende loro vari servigi, come segar le legna -e altri. Loro gli lavano la biancheria, ma non sono certo in grado di -ripagarlo di tutto il bene che egli fece a quella famiglia. Caterina è -una ragazza assai capace, e attiva. Verrà con molto piacere a lavorare -per lui, quando che sia. Glielo chiederò. - -— Verrà domani? - -— Forse sì. - -— Domani lo zio True starà fuori tutta la giornata. Va a portare il -carbone dal signor Eustachio. Non vi pare che sarebbe il momento buono? - -— A maraviglia! Procurerò che Caterina venga domani. — - -Caterina venne. La stanza fu ripulita in ogni sua parte, vi fu messo -ogni cosa in perfetto ordine. Gertrude ricevette in consegna i suoi -vestiti nuovi. Una muta ne indossò, l'altra fu riposta in un armadino -trovato nella dispensa che pareva proprio fatto per il suo piccolo -corredo. - -Quando Trueman ritornò dal lavoro rimase attonito dinanzi al risultato -ottenuto col triplice concorso della Signora Sullivan, di Caterina e -di Gertrude, per la quale il vivo piacere manifestato dal buon uomo -rese memorabile quel giorno: un giorno ch'ella doveva ricordare per -tutta la vita come il primo in cui aveva gustato la suprema forse tra -le felicità terrene, quella d'essere datori di gioia ad altrui. Non già -che la bambina avesse prestato un valido aiuto: le due vicine avrebbero -sbrigato la faccenda altrettanto bene, e anzi meglio, s'ella fosse -andata dove la mandava sempre Annetta Grant.... fuori dei piedi. Ma lei -questo non lo vedeva; era una delle collaboratrici; aveva partecipato -al lavoro con tutto il cuore, con tutta l'anima; dovunque le era stato -permesso di metter mano s'era adoperata con tutte le sue forze. Poteva -dire a buon dritto: «Lo abbiamo fatto _noi_: la signora Sullivan, -Caterina ed _io_.» - -Una donna che non fosse stata di cuor gentile ed affettuoso come la -signora Sullivan non avrebbe compreso nè considerato con simpatia il -sentimento che rendeva Gertrude così bramosa d'_aiutarla_. Ma ella sì: -perciò le aveva assegnato parecchi piccoli servizi, e la bimba s'era -applicata a disimpegnarsene, con un giubilo che nessun favore, nessun -dono largitole avrebbe potuto farle provare. - -Ella condusse True in giro per la camera, mostrandogli come la brava -signora avesse giudiziosamente e ingegnosamente approfittato dello -spazio nella disposizione dei mobili. Il letto, posto entro una nicchia -del muro abbastanza larga e fonda da contenerlo, lasciava libera -l'intera area quadrata della quale, dichiarò egli, era stato fatto -un vero salotto. Stentava a credere che metà delle sue masserizie non -fosse svanita in aria, così incomprensibile era per lui che si potesse -avvantaggiarsi di tanto posto e tante comodità con un po' di sistema e -d'ordine. - -Ma il suo stupore e il gaudio di Gertrude salirono all'apice quando -ella lo fece entrare nell'antico stanzino del ciarpame trasformato in -una buona e bella cameretta. - -— Affemmia! Affemmia!... — - -Il vecchio True non trovava altre parole. Andò a sedere accanto alla -stufa, lustra che pareva nuova come quella della signora Sullivan, -affermava Gertrude, si stropicciò le mani, ghiacce dall'essere state -lungamente esposte al gelo di quella sera invernale, le tese verso -il fuoco, e abbracciò in un solo sguardo la sua casa rinnovellata e -la sua piccola massaia, la quale, seguendo le accurate indicazioni -datele dall'amorevole vicina, si preparava ad apparecchiare la tavola -e arrostire il pane per la cena. Ritta sopra una seggiola prendeva le -tazze e i piattini di fra le file regolari dei piatti rilucenti nella -credenza a tre angoli, dopo aver deposto sul palchetto inferiore, a cui -poteva arrivare dal suolo, il vassoio contenente le fette di pane fini -e lisce che la signora Sullivan aveva avuto la previdenza di tagliare -per lei. - -Egli seguì con gli occhi le sue mosse, per due o tre minuti, poi -s'abbandonò a un breve soliloquio: - -— La signora Sullivan è una gran brava donna, quest'è certo, e la mia -casa è adesso una vera casa, e Gertrude va diventando la pupilla de' -miei occhi, e io sono felice come.... — - - - - -VI. - - Sogna talun che quando la tempesta - Della passione irrompa, egli a sua voglia - Sedarla possa, e dir: _Pace! T'acqueta!_ - - COWPER. - - -Ma a questo punto Trueman fu interrotto. D'improvviso qualcuno, -annunziato da un suono di passi rapidi e rumorosi, aveva aperto -l'uscio, senza cerimonie. - -— Zio True, — disse il nuovo venuto — eccovi il vostro pacco. Voi ve -n'eravate dimenticato, ci scommetto, e non me ne sono rammentato neppur -io se non quando la mamma l'ha veduto sulla tavola dove l'avevo posato. -Che volete, ero tutto preso dal mio ritorno a casa.... - -— Sicuro, sicuro!... — rispose il lampionaio. — Ti ringrazio, -Guglielmo, d'esserti dato la briga di portarlo tu.... È roba fragile, -e probabilmente io l'avrei fatto andare in frantumi prima d'arrivar in -porto. - -— O che cos'è? Non ho potuto indovinare. - -— È un gingillo che voglio regalare alla Gertrudina, qui.... - -— Guglielmo, Guglielmo! — chiamò la signora Sullivan dall'uscio -dirimpetto. — Hai avuto il tè, caro? - -— Veramente no, mamma. E voi? - -— Noi, sì. Ma te ne preparo subito dell'altro. - -— No, no! — fece Trueman. — Resta, e prendi il tè con noi.... resta, -ragazzo mio, prendilo con noi, stasera! La mia piccola Gertrude sta -appunto arrostendo il pane.... Sentirai che famosi crostini! Io intanto -metto il tè.... - -— Resto, e con grande piacere! — disse Guglielmo. — Mamma, non occorre -che mi prepariate nulla da cena: prendo il tè con lo zio True.... Bene, -vediamo che c'è di bello nell'involto.... Ma no, prima voglio vedere -cotesta Gertrudina. La mamma mi ha tanto parlato di lei. Dov'è? Sta -bene, ora? È stata molto malata, non è vero? - -— Sì, sta proprio benone. Gertrude, vieni qui! Gertrude!... O dove s'è -cacciata? - -— Là, sotto la panca! — rispose il ragazzo ridendo. — Possibile che -abbia paura di me? - -— Non mi figuravo che fosse salvatica a questo segno! — esclamò True. — -Suvvia, scioccherella, — soggiunse andando verso di lei — esci di lì e -guarda Guglielmo. Questo è Guglielmo Sullivan. - -— Io non ho nessuna voglia di vederlo, — mormorò Gertrude. - -— Non hai voglia di vedere Guglielmo? — replicò il buon uomo. — Tu non -sai quel che tu ti dica! Guglielmo è il più bravo figliuolo che mai ci -fu al mondo, e m'immagino che tra poco sarete amiconi. - -— Io non gli piacerò, — disse la bambina. — So che non posso piacergli. - -— O perchè non dovresti piacermi? — domandò il ragazzo avvicinandosi -all'angolo dov'ella se ne stava nascosta con la faccia tra le palme, -com'era suo costume quando qualche cosa l'angosciava. — Scommetto -invece che mi piacerai moltissimo appena t'avrò veduta! — - -Così dicendo si chinò, le scoperse la faccia prendendole le mani e -tenendole strette tra le sue, le piantò gli occhi addosso, e salutando -con uno scherzoso cenno del capo disse piacevolmente: - -— Come va, cuginetta Gertrude, come va? - -— Io non sono tua cugina, — ella rispose. - -— Ma sì, sei.... — affermò egli. — Lo zio True è zio tuo e mio, -sicchè siamo cugini.... non è chiaro? E desidero che facciamo -conoscenza.... — - -Gertrude non seppe resistere alla cordialità di Guglielmo. Si lasciò -tirar fuori dal suo nascondiglio e condurre verso la parte meglio -rischiarata della stanza. Ma quando fu presso al lume tentò di liberar -le mani per coprirsi di nuovo il viso. Egli non glielo permise; e -attraendo la sua attenzione sul pacchetto non ancora aperto, eccitando -la sua curiosità circa l'oggetto che poteva contenere, riuscì a -distrarre il suo pensiero da lei stessa, di guisa ch'ella non tardò a -rinfrancarsi. - -— Lo zio True dice ch'è per te.... Io non ho idea di ciò che possa -essere.... e tu? Tasta, gli è qualche cosa molto duro.... — - -Gertrude tastò, e guardò il lampionaio maravigliata e curiosa. - -— Guglielmo, aprilo, — disse questi. - -Guglielmo cavò di tasca un coltellino, tagliò lo spago, tolse il foglio -di carta, e scoperse una di quelle figurine di gesso, tanto comuni, -rappresentanti il piccolo Samuele in orazione. - -— Oh, che bellezza! — esclamò Gertrude brillando di gioia. - -— O come non ho indovinato? — disse il ragazzo. — Avrei pur dovuto -riconoscerlo al tasto! - -— Ah, tu l'avevi già veduto? — domandò ella. - -— Non questo medesimo, ma tanti altri simili. - -— Davvero? Io non ne vidi mai. Non c'è al mondo, credo, una più bella -cosa. Zio True, dite, è proprio per me? Dove l'avete trovato? - -— L'ho avuto grazie a un caso singolare. Minuti prima d'incontrarti, -Guglielmo, ero fermo all'angolo della strada per accendere il mio -lampione, quand'ecco vedo venire uno di quei ragazzi forestieri che -vendono le figurine. Ne aveva dimolte come questa, e anche qualcuna -nera, tutte messe in bella mostra sopra una tavola, e camminava con -quella roba in capo. Mentre io lo guardavo pensando come mai facesse -a reggerle ritte, gli succede d'urtar la tavola nella colonna del -lampione, e, patatrac, le figurine precipitano di sotto. Fortunatamente -per lui c'era accosto al marciapiede un bel monte di neve morbida, -dove sono andate a cascare, la maggior parte senza danno. Solo -alcune scappate sui mattoni si sono ridotte in briciole. Mi faceva -compassione, poveretto; era tardi, e sicuro doveva averne vendute -pochine se gliene restavano tante sulle braccia.... - -— Sulla testa, volete dire, — osservò Guglielmo. - -— Bene, sulla testa, o sulla neve, o dove più vi garba, signorino, — -fece il lampionaio. - -— Ed io so che cosa avete fatto voi, zio True, come se fossi stato -presente. Avete posato la scala e l'accenditoio, e vi siete messo -all'opera aiutandolo a raccattarle.... Conosco il vostro costume. Spero -che se mai aveste a trovarvi in qualche difficoltà voi stesso, qualcuno -di coloro che aiutaste sarà pronto a contraccambiarvi. - -— Quello lì, Guglielmo, non ha aspettato ch'io mi trovassi in qualche -difficoltà: m'ha contraccambiato subito. Ha strisciato una riverenza, -toccandosi il cappello, come se io fossi il primo signore del paese, -e con un discorso nel suo gergo, del quale non capivo una saetta, ha -insistito perchè accettassi una delle sue figurine. Io stavo per dirgli -che non la volevo, ma poi ho pensato che forse piacerebbe alla mia -piccola Gertrude.... - -— Oh sì, mi piace! — disse la bambina. — L'avrò più caro.... no, non -_più_, ma quasi altrettanto caro che il mio gattino; non proprio -altrettanto, perchè quello era vivo.... insomma, _quasi_. Non ha -un'aria di ragazzino bravo, dite? — - -True vedendo Gertrude tutta rapita dalla sua figurina, andò a preparare -il tè lasciando che i due ragazzi s'intrattenessero tra loro. - -— Devi aver cura di non romperla, — disse Guglielmo. — Avevamo una -volta in bottega un Samuele proprio eguale a questo; io sbadatamente lo -lasciai cadere sul banco e lo ruppi in mille pezzi. - -— Come lo chiami? - -— Un Samuele: sono tutti Samueli. - -— E che è un _Samuele_? - -— È il nome del fanciullo che la figura rappresenta. - -— O chi sa perchè sta così sulle ginocchia? — - -Guglielmo rise. - -— Che? Tu non lo sai? - -— No. Perchè? - -— Prega. - -— E ha per questo anche gli occhi vòlti in alto? - -— S'intende: pregando volge gli occhi al cielo. - -— Dove? - -— Al cielo. — - -Gertrude guardò il soffitto seguendo la direzione degli occhi di -Samuele,, e poi di nuovo la figura. Pareva stupita e insodisfatta. - -— Via, non credo che tu non sappia che cosa sia la preghiera, — disse -Guglielmo. - -— Io no. Spiegamelo. - -— Tu dunque non preghi mai? Non preghi Dio? - -— No. Che cos'è Dio? Dov'è Dio? — - -L'ignoranza della bambina scandalizzò Guglielmo profondamente. Egli -rispose con reverenza: - -— Dio è in cielo, Gertrude. - -— Ma io non so che luogo sia, cotesto.... Non so nulla delle cose che -tu dici. - -— Infatti, mi pare.... Io _credo_ che Dio sia lassù di là dal cielo che -noi vediamo, ma il mio maestro della scuola domenicale dice che «Dio è -dappertutto dov'è la bontà».... o alcun che di simile.... - -— Le stelle sono in cielo anch'esse, dunque? - -— Così sembra. Sono nel firmamento oltre il quale io mi figuro che sia -il paradiso, il cielo vero. - -— Mi piacerebbe andarci, in paradiso. - -— Forse, se tu sarai buona, un giorno ci andrai. - -— E quelli che non sono buoni non ci possono andare? - -— No. - -— Sicchè io non ci vo di certo, — disse Gertrude, accorata. - -— Perchè mai? Non sei buona tu? - -— Oh no! Sono molto cattiva. - -— Che strana creatura! — esclamò Guglielmo. — O per qual ragione -t'immagini d'essere tanto cattiva? - -— Per la ragione che una cattiva come me non c'è mai stata, — ella -rispose con accento d'amara tristezza. — Io sono la peggiore bambina -del mondo, lo so. - -— Ma chi lo dice? - -— Tutti. Annetta Grant me lo ripeteva sempre e giurava che tutti lo -dicono. E poi lo so io stessa. - -— Annetta Grant è quella vecchia perversa con la quale tu vivevi? - -— Sì. Come sai ch'è perversa? - -— La mamma mi ha raccontato tutto. Ebbene, dimmi un po', non ti mandava -a scuola, non t'insegnava almeno qualche cosa? — - -Gertrude scrollò il capo. - -— Ah, quanto ti rimane da imparare! Che facevi quando stavi con lei? - -— Niente. - -— Non facevi niente, e non imparavi niente? Misericordia! - -— Ma adesso una cosa l'ho imparata: so arrostire il pane. Me -l'ha insegnato la tua mamma. Ne ho arrostito una fetta, sul suo -fuoco.... — - -Così dicendo si rammentò a un tratto che trascurava di arrostire quello -per il tè. Subito mosse verso la stufa, ma era troppo tardi; i crostini -erano bell'e pronti, e Trueman aveva già messo in tavola. - -— Oh zio True! — ella fece. — Volevo prepararlo io, il tè, sapete.... - -— Lo so, lo so; — diss'egli — ma non importa, lo preparerai -domani. — - -Gli occhi della bambina s'empirono di lacrime. Pareva molto -mortificata, ma non disse nulla. Sedettero a cena. Guglielmo collocò -il Samuele nel centro della tavola, come ornamento, e raccontò tante -lepide storielle, disse tante piacevoli facezie, che Gertrude finì -col ridere di cuore e dimenticò di non aver arrostito lei il pane, -dimenticò la sua tristezza, la sua ritrosia, e perfino la sua disgrazia -d'esser brutta e cattiva. Per la prima volta fu una bimba allegra. -Dopo il tè sedette accanto a Guglielmo nel gran seggiolone, e alla sua -maniera tutta speciale, con molte espressioni e osservazioni bizzarre, -prese a descrivere la sua vita in casa d'Annetta Grant, e concluse -narrando in termini commoventi la tragica morte del gattino. - -I due ragazzi sembravano bene incamminati a diventare amiconi secondo -il desiderio dello zio True. Questi sedeva di faccia a loro, dall'altro -lato della stufa, con la pipa tra le labbra e i gomiti sulle ginocchia, -guardandoli amorosamente, bevendosi le loro parole. La sua presenza non -li metteva punto in soggezione. Il buon uomo così semplice e tenero di -cuore, così facile a contentarsi, a divertirsi, e lento a biasimare, -a disapprovare, non era certo fatto per reprimere la gaiezza e la -libertà dei giovanetti baldi, dei fanciulli spensierati. Egli rideva -quando Gertrude e Guglielmo ridevano; pipava a gran boccate, con aria -di tranquilla sodisfazione, quando parlavano posatamente; smetteva -di fumare e deponeva la pipa in grembo per asciugarsi di nascosto -una lacrima quando la bambina narrava le sue dure sofferenze. Aveva -pianto nell'udire la prima volta quella storia, e per quanto spesso la -riudisse, non era mai _senza piangere_. - -Gertrude, finito ch'ebbe il suo doloroso racconto, interrotto da -Guglielmo con frequenti esclamazioni di pietà e di sdegno, stette un -poco in silenzio; poi, avendo il ricordo dei torti patiti eccitato la -sua natura indomita e impulsiva, proruppe nelle più acerbe invettive -contro Annetta Grant, parlando adesso in un tono tutt'altro che -patetico, servendosi di parecchi termini rozzi e triviali usati -dalla gente priva d'educazione fra cui era vissuta. Il linguaggio -della piccina palesava un odio implacato e perfino una speranza di -futura vendetta. True pareva urtato e turbato nel sentirla parlare -così irosamente. Mai da che l'aveva presa seco non gli era accaduto -d'assistere a un simile sfogo del suo temperamento; e però, nella -propria tenerezza per lei, s'era creduto sicuro ch'ella sarebbe sempre -docile e gentile come durante la sua malattia e le poche settimane -seguenti. Placido, affettuoso, indulgente com'egli era, non poteva -immaginarsi che una creatura umana, specie a quell'età, fosse capace -d'alimentare sentimenti d'ira e di rancore. Gertrude aveva mostrato -tanta dolcezza, tanta pazienza da quando stava con lui, era stata -sempre tanto sottomessa a' suoi voleri, ansiosa anzi di prevenirli, -che mai il timore d'incontrare qualche difficoltà nel governo della -bambina non aveva attraversato il suo spirito. Ma osservando quegli -occhi fiammeggianti, notando il piccolo pugno chiuso nell'atto ch'ella -minacciava da lontano la vecchia Grant del suo inestinguibile furore, -egli vagamente presentì che sarebbe stata un'ardua impresa disciplinare -la sua figliuola adottiva, e un senso quasi di sgomento l'assalse -all'idea d'aver forse assunto un obbligo al quale non era in grado -di sodisfare. Ella d'un tratto cessava d'essere per lui il cucco, il -trastullo in cui s'era compiaciuto fino allora. Vedeva in lei qualche -cosa che necessitava un freno, ed egli si sentiva inetto ad applicarlo. - -Nulla di più naturale: True _era_ veramente inetto a tener fronte a -un carattere come quello di Gertrude. Certo, il grande affetto ch'ella -gli portava gli conferiva un potente influsso su lei. La sua docilità, -la sua pazienza durante la malattia, l'ardore della sua gratitudine -per le cure amorevoli da lui prodigatele, l'ansioso desiderio di -contraccambiarlo in qualche modo, derivavano unicamente da quell'amore -per il suo primo amico: amore profondo che, sempre saldo, sempre più -forte, doveva con gli anni divenire una nobile sorgente d'attività, -un prezioso incentivo di virtù. Illuminato e invigorito da una luce -superiore venuta a tempo a santificarlo, esso le diede, mentre non era -ancora che una tenera giovanetta, il coraggio, la fortezza d'animo, -l'abnegazione d'una vera donna; e confortò gli ultimi anni del vecchio, -circonfuse di serena letizia il suo letto di morte. - -Ma per il presente non bastava. La riconoscenza aveva addolcito -il cuore di Gertrude per i suoi benefattori; nondimeno gli effetti -d'otto anni di mal governo, di cattivi trattamenti, di mancanza d'ogni -giudiziosa disciplina, non potevano esser distrutti tanto presto. Era -impossibile domare di colpo quella natura selvaggia, nè sviluppare le -sue facoltà migliori se non educandole. - -La pianta che crescendo in un terreno sterile, priva di sole e di -buon nutrimento, vien su torta, stenta, infeconda, non può riaversi a -un tratto da sì crudele strapazzo. Trapiantata in un suolo diverso, -bisogna raddrizzarla e nutrirla con cura, bisogna ravvivarla alla -calda luce del cielo innanzi che ripari i danni della negligenza di -cui sofferse nella prima età, e giunga ad espandere i suoi fiori, a -maturare i suoi frutti. - -Così con la piccola Gertrude: era necessario dare una nuova direzione -alle sue idee, un nuovo alimento alla sua mente, una nuova luce alla -sua anima, perchè i più alti fini per cui ell'era creata fossero -conseguiti. - -True lo sentiva, in confuso, e n'era turbato. Non cercò tuttavia di -reprimere l'irruenza della bambina. Non sapeva che fare, e però non -fece nulla. - -Guglielmo tentò, due o tre volte, d'arrestare quella fiumana di parole -oltraggiose, ma visto ch'ella non gli dava retta, finì col lasciarla -dire. Egli non poteva rattenersi dal sorridere del suo puerile furore, -nè dal parteciparvi in una certa misura: quasi quasi avrebbe voluto -trovarsi un momento di fronte ad Annetta Grant per manifestarle la -propria opinione sul suo carattere con quattro solenni pugni. Ma egli -era un ragazzo bene educato da una madre d'animo mite e gentile, e -l'escandescenza di Gertrude cominciava a fargli comprendere perchè -tutti la credessero tanto cattiva. - -Dopo aver durato un pezzo a vuotare il sacco, ella si chetò da -sè, quantunque le rimanesse sul volto un'espressione spiacevole: -espressione consueta un tempo e che purtroppo la collera faceva -ricomparire. Svanì presto, però, e quando, più tardi nella serata, -apparve sull'uscio la signora Sullivan, ella le mosse incontro -tutta lieta e ridente e ascoltò col più vivo compiacimento i caldi -ringraziamenti di True per la prodigiosa trasformazione della sua casa. -E nel dare la buona notte a Guglielmo quand'egli se n'andò con la sua -mamma, lo pregò di ritornare a farle così gradevole compagnia. I suoi -occhioni brillavano mentre ritta sulla soglia con la mano nella mano -del lampionaio salutava i visitatori. - -— Curiosa quella bimba! — disse Guglielmo alla madre appena si furono -allontanati abbastanza da non essere uditi. — Ma a me piace. — - - - - -VII. - - La preghiera è sospir che allevia il cuore, - È lacrima cadente - Dagli occhi vòlti al ciel quando il Signore - Solo è presente. - - MONTGOMERY. - - -Sarebbe stato difficile trovare due fanciulli appartenenti entrambi -alla classe povera le cui condizioni nella vita presentassero un -maggior contrasto che, fino allora, quelle di Gertrude e di Guglielmo. -Alla negletta orfanella erano mancate le cure e più ancora l'affetto -di cui l'altro aveva sempre goduto. Il marito della signora Sullivan, -un intelligente pastore di villaggio, venuto a morire mentre il loro -figlioletto era ancora in tenerissima età, non aveva lasciato sostanze -che bastassero al mantenimento della piccola famiglia: perciò la vedova -era ritornata alla casa paterna col bambino. Il vecchio Cooper dal -canto suo aveva bisogno della figliuola, perchè, da quando ell'era -andata sposa, la morte aveva fatto strage sotto il suo tetto ed egli -era restato solo. - -Da quel momento i tre vivevano insieme, in un'umile agiatezza -assicurata dal lavoro e dalla frugalità anche ai poveri. - -Guglielmo era l'orgoglio della madre, la sua speranza, il suo costante -pensiero. Ella non risparmiava a sè stessa nè fatiche nè pene per -procurargli il benessere fisico e la felicità morale, per fare che egli -progredisse nel sapere e nella virtù. - -E come non doveva ella essere superba di quel ragazzo che con la -bellezza non comune, i modi attraenti, le precoci manifestazioni -d'una nobile e virile natura si faceva amare perfino dagli estranei? -Egli era stato un bel bambino; ma ora che toccava i tredici anni, ciò -che colpiva nel suo aspetto non era già l'ordinaria bellezza degli -adolescenti consistente solo in una chioma ricciuta, occhi vivaci, gote -rosate; era qualche cosa d'assai più notevole: l'ampiezza della fronte -che denotava un'aperta intelligenza, la calma e la serenità dei larghi -occhi grigi, l'espressione risoluta eppur tanto dolce della bocca, lo -sviluppo della ben formata persona, il vigore del colorito indizio -d'una perfetta salute che prometteva forza e gagliardia nell'uomo -futuro. Nessuno poteva passare mezz'ora in compagnia di Guglielmo -senza esser tratto ad amarlo e ammirarlo. Era per indole cordialissimo -e affettuoso, e la tenerezza materna, la benignità del mondo per lui -tutto sorriso, favorivano questa sua naturale inclinazione; aveva -una somma esuberanza di spiriti vitali, ma la temperava il deferente -rispetto verso i maggiori d'età e i superiori; partecipava con sincera -simpatia alle gioie e ai dolori altrui; insomma era una di quelle -creature geniali che si cattivano tutti i cuori senza saper come. Amava -lo studio, e fino ai dodici anni aveva regolarmente frequentato la -scuola. Nelle nostre grandi città i figli dei poveri godono in materia -d'istruzione quasi tutti i vantaggi che può dare la ricchezza. E poichè -il fanciullo era capacissimo e la madre costantemente lo esortava a -trarre il maggior profitto possibile dalle opportunità offertegli, i -suoi progressi furono straordinari. - -Dodicenne appena, gli si presentò la buona occasione d'entrare al -servizio d'un farmacista nella cui bottega c'era molto spaccio e -occorreva un ragazzo per aiuto. Il signor Bray gli assegnava un salario -piuttosto modico, ma lasciava sperare un aumento; in ogni caso la -sua proposta non era disprezzabile date le condizioni di Guglielmo. -Quantunque fosse attaccato a' suoi libri, egli desiderava ardentemente -d'impiegarsi al fine di contribuire a sostenere il peso della famiglia. -E pertanto, ottenuto il consenso della madre e del nonno, accettò. - -I giorni di lavoro dormiva nella farmacia, e non aveva quasi mai agio -di fare una scappatina a casa dove la sua assenza era dolorosamente -sentita. Soltanto il sabato sera ci veniva per trattenersi a passare -co' suoi la domenica. Quella era la serata di festa della signora -Sullivan, e il giorno del Signore le pareva doppiamente benedetto. - -Quando, il sabato che fece la conoscenza di Gertrude, Guglielmo -ritornò nella camera di sua madre, sedette a discorrere con lei e col -signor Cooper. La conversazione si prolungò per un'ora buona. Egli -riferiva gli avvenimenti della settimana, raccontava molti piccoli -aneddoti; aveva sempre da dire tante cose intorno alla farmacia, agli -avventori, al farmacista suo padrone, alla famiglia di lui, con la -quale prendeva i suoi pasti. Per la signora Sullivan tutto ciò che -interessava Guglielmo era attraente, ed un osservatore avrebbe notato -che anche il vecchio nonno si divertiva a udire il ragazzo più che non -volesse lasciar scorgere. Infatti, benchè se ne stesse lì zitto, con -gli occhi a terra, come se non ascoltasse, gli accadeva poi d'alludere -al soggetto di questo o quel discorso, in modo da provare che lo aveva -seguìto attentamente. Di rado rivolgeva al nipotino qualche domanda: -ma invero non ce n'era bisogno, perchè la mamma lo interrogava per due. -Più di rado ancora faceva commenti; usciva però talvolta in espressioni -sdegnose e sprezzanti sia contro singole persone sia contro il mondo -in generale, manifestanti quella disistima della natura umana, quella -mancanza di fiducia nell'onestà e nella virtù degli uomini, ch'erano un -tratto rilevante del suo carattere. - -Guglielmo, lì per lì, ne rimaneva un po' avvilito: _egli_ amava -_tutti_, aveva fede in _tutti_, e le parole del vecchio, il tono -con cui le proferiva, erano come un gelido soffio sull'ardore della -sua anima giovanile; ma con l'elasticità e il cuor gaio di quell'età -felice, si riaveva subito, ritornava qual'era per sua natura. - -Egli non temeva il nonno, il quale non aveva mai usato severità con -lui, essendosi astenuto da ogni ingerenza nell'educazione che gli -dava la madre, ma a volte si sentiva agghiacciare, senza comprenderne -il perchè, dal disaccordo tra la propria calda cordialità e la sua -misantropia. - -Quella sera, venuti a ragionare di Trueman Flint e della sua -figlioletta adottiva, Cooper s'era mostrato più amaramente satirico che -mai, e, prendendo il suo lume per andare a coricarsi, aveva concluso -che, secondo lui, Gertrude non poteva essere per il buon uomo se non -una cagione d'impicci e dispiaceri, e ch'era stata una vera pazzia non -mandarla addirittura all'ospizio. - -Uscito il vecchio, madre e figlio rimasero un poco in silenzio. Poi -Guglielmo domandò: - -— Mamma, perchè il nonno odia così la gente? - -— Ma no, caro, non odia nessuno. - -— Non intendevo dir proprio _odiare_ in senso assoluto; questo non lo -penso neppure io. Ma infine parla come se non ci fosse persona al mondo -di cui abbia stima. O non vi pare? - -— Sì.... almeno non ne dimostra. Ma di te, ne ha moltissima, e farebbe -qualunque sacrifizio per risparmiarmi un dolore, e ha molta amicizia -per il signor Flint, e.... - -— Sicuro, sicuro.... lo so. Tuttavia non crede che il cuore umano sia -capace di gran bontà, e gli sembra impossibile che qualcuno si volga al -bene.... - -— Capisco, ti fa specie quello che ha detto circa la piccola Gertrude. - -— Oh, non è la sola di cui voglio parlare! Quello che ha detto di lei -m'ha dato occasione d'entrarvi su questa cosa; ma io l'avevo già notata -parecchie volte, segnatamente da che non sono più a casa che un giorno -della settimana. Per esempio, voi sapete che uomo sia il signor Bray, -e in qual considerazione io lo tenga; ebbene, mentre raccontavo dianzi -quanto buono e benefico è stato verso la povera signora Morris che ha -la figliuola malata, il nonno aveva l'aria di non crederlo, o di non -farne alcun conto. - -— Ti dirò, Guglielmo, non devi troppo maravigliarti ch'egli sia così: -ha sofferto tanti disinganni! Riponeva, come sai, molte speranze -nello zio Riccardo, e invece ebbe per cagion sua affanni e guai senza -fine; poi, ci fu il marito della zia Sara.... Ah, sembrava un uomo -tanto ammodo quando Sarina lo sposò, e finì col truffare il babbo -terribilmente, sicchè fu costretto a ipotecare la sua casa di Via Alta, -e da ultimo a cederla!... Basta, lo sciagurato è morto, e non voglio -inveire contro di lui; ma egli deluse la nostra aspettazione, e Sarina, -credo, ne morì di crepacuore. Fu una prova oltremodo dolorosa per il -povero babbo, perchè ell'era la minore, e la sua prediletta. E subito -dopo, la mamma fu colpita dalla malattia a cui soccombette, secondo -lui non senza colpa d'un ciarlatano di medico il quale le prescrisse -una cura più dannosa che altro. Una tal somma di disgrazie spiega -com'egli veda tutto nero adesso nella vita.... Ma tu non devi badarci, -Guglielmo, devi pensare piuttosto a mantenere le buone promesse che -dài di te, e vedrai ch'egli ne sarà consolato e superbo. Nulla gli fa -tanto piacere quanto il sentirti lodare, e aspetta grandi cose dal suo -nipote! — - -Qui la conversazione ebbe termine; ma non senza che il ragazzo -aggiungesse un nuovo proponimento ai molti già fatti: quello di provare -al nonno, se Dio gli conservava la salute e il vigore, che le speranze -non sono sempre ingannevoli nè i timori sempre fondati. - -Beato il giovanetto che ha ognora dinanzi a sè l'alta mèta d'un -sentimento nobile e generoso! Quale stimolo all'attività, alla -perseveranza, all'abnegazione! Quale impulso a sforzi di più in più -strenui! Timori che spegnerebbero ogni ardore, scoraggiamenti che -farebbero perdere ogni baldanza, fatiche che opprimerebbero, ostacoli -di fronte a cui cadrebbe l'animo, opposizioni che stremerebbero le -forze, tentazioni che sarebbero irresistibili, tutto tutto è superato, -abbattuto, domato da colui che con un fine sincero e degno combatte per -la vittoria! - -Perciò gli uomini venuti al mondo in mezzo agli onori e alle ricchezze, -allevati nel lusso, di rado compiono grandi cose. Non sono _nati_ per -la fatica, e senza fatica nulla che abbia un reale valore può essere -ottenuto. Oh, perchè non si propongono essi, come movente supremo -delle loro azioni, come unica mèta della loro vita, di trionfare -d'una condizione così svantaggiosa, d'acquistare dottrina, saviezza, -virtù, nonostante quelle ricchezze perniciose, quei vani onori, quel -lusso snervante che agli occhi chiaroveggenti dei savi e degli angeli -sono la più mortale delle insidie? Guglielmo aveva un incitamento al -bene fin dai suoi teneri anni. Il suo nonno era di grave età, la sua -mamma di debole complessione. Egli doveva divenire il sostegno della -loro vecchiaia, doveva lavorare per mettersi in grado di provvedere -al loro sostentamento e al loro benessere; doveva fare ancor _più_: -essi speravano da lui cose egregie, e _bisognava_ che le loro speranze -non fossero deluse. Non dimenticava però il presente, mentre s'armava -per il futuro conflitto col mondo. Si mise a tavolino e imparò le -sue lezioni per la scuola domenicale. Poi, secondo il costume, lesse -ad alta voce qualche passo della Bibbia. Infine la signora Sullivan, -ponendo la mano sul capo del suo figliuolo, offerse per lui al Signore -una semplice e fervida preghiera: una di quelle preghiere materne che -il fanciullo ascolta con reverenza ed amore, e l'uomo maturo ricorda; -preghiere che ci tengono lontani dalle tentazioni e ci liberano dal -male. - -Quella sera la piccola Gertrude, quando, partito Guglielmo, restò sola -con True, sedette su un panchettino basso, accanto a lui, e rimase un -pezzo senza parlare, fissando tutta intenta la bianca figurina di gesso -che si teneva in grembo. Ma certo, la sua mente infantile lavorava, -perchè l'espressione del pensiero le appariva manifesta nel viso. -True, il quale di rado era il primo a rompere il silenzio, vedendola -così insolitamente cheta, le alzò il mento e la guardò con aria -interrogativa. - -— Ebbene, — disse poi — non ti pare che Guglielmo Sullivan sia un gran -bravo ragazzo? - -— Sì, — rispose Gertrude, ma come se, assorta in un'altra idea, non -sapesse bene che diceva. - -— Ti piace, dunque? — domandò egli. - -— Moltissimo, — fece lei, sempre distratta. - -Egli aspettava ch'ella cominciasse a discorrere della sua nuova -conoscenza; ma per un minuto o due la bambina seguitò a tacere, poi, -alzando gli occhi, uscì a dire: - -— Zio True? - -— Che vuoi, cara? - -— Perchè prega Dio, Samuele? — - -True inarcò le ciglia. - -— Samuele?... Prega?... In verità, non so di che tu voglia parlare.... - -— Ecco, — riprese Gertrude sollevando la figurina — Guglielmo dice che -questo ragazzino si chiama Samuele, e che sta in ginocchio, e tiene -le mani giunte, _così_, e guarda in alto, perchè prega Dio che abita -lassù, in cielo. Io non capisco che cosa sia quel cielo che intende -lui.... E voi? — - -Il buon uomo presa la statuina la osservò attentamente, si dimenò sulla -seggiola, si grattò il capo: alfine disse: - -— Eh sì, credo ch'egli abbia ragione.... Questo bambino prega, non c'è -dubbio; io non ci avevo badato. Ma non so proprio perchè lo chiami un -Samuele. Glielo domanderemo uno di questi giorni. - -— Bene. E perchè Samuele preghi Dio, lo sapete? - -— Lo prega perchè lo faccia buono. Le persone che pregano Dio diventano -buone. - -— Può Dio far buona la gente? - -— Sicuro. Dio è grande. Egli può tutto. - -— E come arriva a _udire_ chi prega? - -— Dio ode e vede ogni cosa, nel mondo. - -— E vive su in cielo? Dove sono le stelle? - -— Sì, nell'alto del cielo. — - -Gertrude fece molte altre domande: domande strane alle quali il povero -True non sapeva rispondere, domande ch'egli si maravigliava di non aver -mai rivolte a nessuno. Egli aveva un cuore umile e amoroso ed una fede -infantile; se non era fornito che d'una scarsa istruzione religiosa, si -sforzava però di mettere a buon profitto i lumi che possedeva. E forse -nella sua pratica fedele delle virtù cristiane, specie nell'obbedienza -alla gran legge della carità, egli s'avvicinava allo spirito del Divino -Maestro, più di molti che grazie a lunghi studi e quotidiane letture si -sono resi familiari con le sacre dottrine. Ma non aveva mai scrutato -le sorgenti profonde di quelle credenze sulle quali non cadeva dubbio -nell'animo suo, e non si trovava affatto preparato a risolvere le -questioni che la piccola Gertrude gli andava proponendo in quel subito -svegliarsi della sua mente acuta e indagatrice. Le rispondeva tuttavia -come poteva meglio, e quando non ci arrivava, non esitava punto a -rimandarla a Guglielmo, che, diceva egli, frequentando la scuola -domenicale doveva sapere un visibilio di cose in tale materia. Tutto -ciò ch'ella giunse a ricavarne si ridusse alla cognizione di questi tre -fatti: Dio è in cielo, il suo potere è grande, la preghiera rende gli -uomini migliori. - -Il suo cervellino in effervescenza era così pieno delle nuove idee, -che, venuta l'ora di coricarsi, neppure il piacere d'andar a dormire -per la prima volta nella sua cameretta potè distrarnela. E quando fu -nel suo lettino, e True ebbe portato via il lume, non s'addormentò. -Aveva giusto di faccia la finestra, come nella soffitta d'Annetta -Grant; però una finestra molto più grande, che offriva a' suoi occhi -una più ampia veduta. Il cielo era tutto sfavillante di stelle, e -quello spettacolo ravvivò in lei la maraviglia e la curiosità che -un'altra volta le aveva destato. «Chi accendeva quei lumi così fulgidi -e così lontani?» Ma adesso, contemplandoli, un subito pensiero le -attraversò la mente come un baleno di luce: - -— Li accende _Dio_! Oh, Egli dev'esser pur grande e potente! Ma anche -un bambino può pregarlo! — - -Balzò dal letto, andò davanti alla finestra, e s'inginocchiò giungendo -le mani e alzando lo sguardo al cielo, nell'atteggiamento stesso del -piccolo Samuele. Le sue labbra non proferivano parole, ma gli occhi -le splendevano irrorati dalla rugiada di due lacrime. Non era forse -ciascuna lacrima una preghiera? Ella non chiedeva alcuna grazia, ma -ardeva tutta del desiderio di Dio e della virtù. Non era forse quel -desiderio una preghiera? Il suo piccolo cuore levato in alto palpitava -con veemenza. Non era forse ogni palpito una preghiera? E Dio, senza il -cui volere non cade foglia dal ramo, non udiva, non gradiva forse, quel -primo omaggio d'una povera creaturina ignorante, non scendeva forse su -quel capo innocente la Sua benedizione? - -Molte grazie chiese a Dio Gertrude negli anni che seguirono; spesso -ella ricorse a Lui per aiuto; in più di un'ora d'amaro dolore attinse -conforto alla medesima inesauribile sorgente: quando la forza le -falliva quando il cuore le mancava, Egli diveniva la forza del suo -cuore. Ma ella non s'appressò mai al Suo trono con un'offerta più -pura, con un sacrifizio più degno, che la notte in cui nella prima sua -profonda penitenza, nel primo suo atto di ferma fede, nel primo ardore -della sua speranza, s'inginocchiò con le mani giunte e gli occhi al -cielo, come il piccolo Samuele, e il suo cuore espresse, benchè le sue -labbra non le proferissero, le parole del profeta fanciullo: «Eccomi, o -Signore!» - - - - -VIII. - - Dolce nel primo gusto è la vendetta - Ma in breve amara torna.... - - MILTON. - - -Il giorno seguente era una domenica. True aveva per costume di -trattenersi buona parte della domenica in chiesa con la famiglia del -sagrestano; ma Gertrude non avendo cappello non poteva andarci, ed egli -non volle lasciarla sola. Ella dunque s'appuntò in capo il suo vecchio -scialletto, e passarono la mattinata insieme passeggiando lungo le -banchine e guardando i bastimenti. Nel pomeriggio True dormì accanto -alla stufa, e la bambina si trastullò con la gatta. Guglielmo venne -la sera, però soltanto per accomiatarsi prima di ritornare dal signor -Bray. Aveva gran fretta, non poteva nemmeno sedere un momentino: in -casa del suo principale si faceva vita assai morigerata, e la porta -era chiusa di buon'ora, specie le domeniche. Il vecchio Cooper fece la -consueta sua visita. Quand'egli se n'andò, il lampionaio trovò Gertrude -immersa in un sonno beato, e pensando ch'era peccato destarla, la mise -a letto così come stava. - -Ed ella non si destò, infatti, fino al mattino. Grande fu allora la -sua maraviglia vedendosi bell'e vestita. Esilarata da questo caso -bizzarro saltò su e corse a domandare a Trueman come fosse successo. -Egli stava accendendo il fuoco, e Gertrude, avute sodisfacenti risposte -alle sue numerose interrogazioni, s'applicò ad aiutarlo del suo -meglio preparando la colazione e assettando la stanza. Ella seguiva -appuntino gl'insegnamenti della signora Sullivan, rammentandoli tutti, -e dimostrava notevole capacità in ogni cosa che intraprendeva. Nel -corso di poche settimane, a forza di perseveranza era giunta a rendersi -utile in mille maniere. Prometteva davvero di far onore alla profezia -della sua maestra, diventando un'ottima piccola massaia. Certo i suoi -servizi erano lievi; ma quei piedini agili e pronti risparmiavano molti -passi al vecchio True, e segnatamente ella prestava un aiuto essenziale -nella pulizia delle camere, sua particolare ambizione. Adesso che la -polvere e i ragnateli non c'erano più, la signora Sullivan s'aspettava -da lei che non s'accumulassero daccapo. Ella lo sentiva. E bisognava -vederla quando, la mattina, mentre il lampionaio era fuori a nettare e -riempire i suoi lampioni, accudiva alle faccende munita d'una vecchia -granata il cui manico era stato accorciato a fine d'agevolargliene -l'uso! Con che zelo, con che diligenza l'adoprava! Spesso la buona -vicina dava una capata nel quartierino per lodarla ed assisterla. Nulla -rendeva più felice la piccola Gertrude che l'imparare qualche cosa di -nuovo. Beninteso, dovette anche lei pagare il noviziato. Vi furono -due o tre casi di completa carbonizzazione dei crostini; e, peggio -ancora, ell'ebbe a versare copiose lacrime sui frantumi di una tazza -da tè dipinta, sgusciatale di mano. Ma lo zio True non la rimproverava -mai; sicchè ella scordava presto queste disgrazie che d'altronde -l'esperienza le insegnava ad evitare. - -Caterina Mc Carty, la quale l'aveva in concetto della più svegliata e -destra bambina del mondo, veniva di tanto in tanto a lavare i pavimenti -e far altri lavori troppo gravi o difficili per lei. - -Animata dal desiderio di rispondere all'aspettazione della signora -Sullivan, e soprattutto di essere utile al suo benefattore, di -manifestare nel miglior modo il grande affetto che gli portava, -Gertrude era di solito buona, paziente, compiacente, quanto solerte. -Invero l'indulgenza di True verso la piccina era tale, che di rado egli -le imponeva la sua volontà. Ella rimaneva dunque libera di seguire il -proprio talento; ma per indisciplinata che fosse, obbediva volentieri -ad uno che mai la contrariava, e però non le accadeva di mostrare -dinanzi a lui la violenza della sua natura che una volta eccitata non -conosceva più freno. Tuttavia, se nella vita tranquilla di cui godeva -adesso tra le pareti domestiche, mancava ogni causa d'irritazione, si -diedero talora occasioni nelle quali fu palese che covava sempre il -fuoco sotto la cenere. - -Una domenica Gertrude, che ora possedeva un bel cappuccetto comperatole -dallo zio True, aveva assistito con questi al servizio divino della -sera, e ritornavano a casa accompagnati dal signor Cooper e da -Guglielmo. I due vecchi erano ingolfati in una delle loro consuete -discussioni, e i fanciulli, rimasti un po' indietro, discorrevano -vivamente della chiesa, del ministro, dell'uditorio, della musica, che -per la bambina erano tutte cose nuove ed avevano destato in lei gran -maraviglia. - -Cominciava a farsi buio nelle strade. Guglielmo l'osservò, e chinando -lo sguardo verso la sua piccola compagna che teneva per mano, -soggiunse: - -— Di', Gertrude, vai qualche volta con lo zio True a vederlo accendere -i lampioni? - -— Non ci sono andata mai, dopo la notte che mi portò a casa sua, — ella -rispose. — Io ne avevo una voglia matta, ma era sempre tanto freddo che -lui non me lo permise: diceva che mi sarei buscata di nuovo la febbre. - -— Oggi non è punto freddo; sarà una bellissima notte: se lo zio True -è contento, si va tutt'e due con lui. Io ci andai più volte.... Ci si -diverte un mondo a guardare dentro dalle finestre nei salotti dove i -signori stanno a prendere il tè o a conversare in circolo, davanti al -fuoco.... - -— E io godo di veder accendere quei grandi lumi che fanno tutt'intorno -una luce così bella, così allegra! Spero che dirà di sì.... Lo -pregheremo.... Vieni, — proseguì tirandosi dietro Guglielmo — -raggiungiamolo, diciamoglielo subito.... - -— No, aspetta, ora sta ragionando col nonno.... Glielo diremo poi, -quando saremo a casa. Già poco ci manca. — - -A stento però il ragazzo poteva contenere l'impazienza di Gertrude. Non -appena furono giunti al cancello della corte ella si strappò da lui, -si precipitò verso Trueman, fece la sua richiesta che fu benevolmente -accolta. E i tre partirono per il loro giro. - -Da principio l'attenzione della piccina si concentrò tutta nelle -fiammelle che via via s'accendevano. Non aveva occhi per altro. Ma -svoltato il canto della strada si trovò di faccia alla vetrina d'una -grande farmacia che la fece rimanere incantata. I vivi colori dei -liquidi brillanti nei vasi di cristallo che per la prima volta vedeva -di sera, così illuminati, cattivarono la sua fantasia. Ed avendole -Guglielmo detto che la bottega del suo principale era simile a quella, -pensò che doveva essere una delizia passar la vita in un luogo tanto -bello. Si maravigliò poi che fosse aperta la domenica mentre tutti gli -altri negozi erano chiusi. Egli si fermò per spiegargliene la ragione e -appagare la sua curiosità su varie coserelle; sicchè quando si mossero -s'avvide che True li precedeva d'un buon tratto. Sollecitò allora -Gertrude dicendole che si trovavano adesso nella più signorile delle -vie per cui dovevano passare, e che bisognava far presto se volevano -vedere a loro agio la casa che più gli premeva di mostrarle. Infatti -il lampionaio nel momento che lo raggiunsero già appoggiava le sua -scala a un lampione di fronte a un'isola di bei fabbricati. Molte delle -finestre avevano le tende chiuse, dimodochè i fanciulli non potevano -guardar dentro; ma in alcune le tende non c'erano, o non erano ancora -tirate. In un salotto si vedeva un bel fuoco di ceppi e davanti al -caminetto signori e signore che conversavano: Gertrude non si sarebbe -più staccata di là. In un altro era accesa una splendida lumiera, e -sebbene non ci fosse nessuno, la sontuosità del mobilio, l'appariscenza -di tutto l'insieme la rapirono. Ella battè le mani dall'allegrezza, e -non s'indusse a seguire Guglielmo se non dopo ch'egli l'ebbe assicurata -che un po' più oltre c'era una casa non meno stupenda, dove forse -avrebbe anche veduto certi bellissimi bambini. - -— O come sai che ci saranno? — domandò ella mentre s'incamminavano. - -— Io non lo so positivamente, ma credo. C'erano sempre alla finestra -quando andavo con lo zio True, l'inverno passato. - -— Quanti? - -— Tre, mi pare. Ricordo una bellezza di bimba coi ricci biondi e un -visino dolce eppure furbetto. Sembrava una bambola di cera, ma molto -molto più carina. - -— Oh, spero che la vedremo! — esclamò Gertrude ballando sulle punte de' -piedi, tanto era eccitata dal piacere. - -— Eccoli! — disse Guglielmo. — Ci sono tutti e tre, come allora! - -— Dove? dove? - -— Là, dirimpetto, in quella grande casa di pietra. Su, attraversiamo la -strada.... Ma c'è una mota!... Aspetta, ti porto. — - -Prese la ragazzetta in collo e la portò fino al marciapiede opposto. -True doveva ancora arrivare. I bambini aspettavano lui, alla finestra. -Gertrude non era la sola che si divertisse a veder accendere i -lampioni. - -Oramai faceva notte, e le persone che si trovavano nelle stanze -illuminate non potevano distinguere quelle ch'erano fuori; ma così -Guglielmo e la sua compagna avevano maggior opportunità di guardare -nell'interno della casa. Una bella casa davvero: senza dubbio v'abitava -gente assai ricca. Il salotto era gaiamente rischiarato dalla viva -luce d'un gran lume sospeso e dal riverbero del fulgido fuoco di -carbone che ardeva nel caminetto. I sontuosi tappeti, le tende di -stoffe smaglianti, i quadri in cornice dorata, i grandi specchi che -riflettevano l'insieme da ogni lato, diedero a Gertrude la sua prima -idea del lusso. E le comodità che si combinavano con quell'eleganza -conferendole un'aria di piacevole intimità la rendevano ancor più -affascinante per la povera creatura cresciuta nella miseria. Una tavola -era squisitamente apparecchiata per il tè; la tovaglia damascata, -candidissima, la lucida argenteria, e soprattutto la teiera di famiglia -col suo placido ronzio, avevano un aspetto seducentissimo. Un signore -in pantofole ricamate stava adagiato in un'ampia poltrona accanto al -fuoco; una signora con una cuffietta riccamente guarnita invigilava la -cameriera che finiva d'apparecchiare; i bambini, tutti sorridenti come -sono i bambini felici, s'erano radunati davanti alla finestra e, ritti -sopra un panchetto, guardavano in istrada. - -Guglielmo li aveva descritti bene. Erano tre belle e graziose -creature, specie una ragazzina, la maggiore, che toccava circa l'età -di Gertrude. I capelli biondi scendenti in folti ricci lungo il collo -d'una bianchezza nivea, gli occhi azzurri, le guance pienotte e rosee, -i lineamenti gentili, la facevano somigliare a un cherubino. Gertrude -non trovava modo d'esprimere la sua ardente ammirazione che con grida -di gioia, e risa, e salti, o indicando a Guglielmo or questa cosa or -quella, in confuso. - -— Di', non è un amore di bimba?... Guarda che splendido fuoco!... E -la signora com'è bella!... O le scarpe del signore, le hai vedute?... -Che sarà quella roba sulla tavola? Qualche cosa di buono, sicuro.... -C'è uno specchio sterminato.... Ah Guglielmo, che cari bambini! Vere -bellezze!... — - -E sempre cominciava e finiva con le lodi dei bambini. Guglielmo -era sodisfatto. La sua piccola amica si divertiva quanto egli s'era -ripromesso. - -Ma True arrivava, e il lume della sua torcia scorreva lungo il -marciapiede. Allora essi furono alla lor volta osservati e divennero -il soggetto di un'animata conversazione. La ricciutella li vide e -li additò agli altri due. Sebbene Gertrude non potesse indovinare -che dicessero, l'idea d'essere sottoposta all'esame e ai commenti -di qualcuno le dispiaceva forte. Lesta lesta si nascose dietro la -colonna del lampione, e non volle più muoversi nè alzar gli occhi -alla finestra, per quanto Guglielmo la canzonasse e le dicesse che ora -_toccava a lei_ d'essere guardata. - -Quando il lampionaio ripigliò la sua scala e proseguì il cammino, ella -si slanciò dietro a lui di corsa per isfuggire agli sguardi curiosi; -ma tosto che il ragazzo la richiamò dicendole che i bambini s'erano -ritirati, non seppe resistere alla tentazione di gettare ancora -un'occhiata nel bel salotto e fece giusto a tempo per vederli prender -posto alla tavola del tè. Un momento dopo la cameriera venne a tirar -giù le tende, Gertrude prese la mano di Guglielmo e affrettarono il -passo per raggiungere True. - -— Non ti piacerebbe vivere in una casa come quella? — domandò egli. - -— Oh sì! — rispose lei. — Non è una magnificenza? - -— Io ne vorrei una così. E l'avrò un giorno o l'altro. — - -Questa presunzione sbalordì Gertrude. - -— L'avrai? E in che maniera? - -— Lavorerò, diverrò ricco, e me la comprerò. - -— Impossibile. Ci vuole un monte di quattrini. - -— Lo so. Ma io ne guadagnerò dimolti. Il signore che abita in quel -magnifico appartamento era un ragazzo povero quando arrivò a Boston: o -perchè non ho da potere anch'io arricchire al pari di lui? E ne ho la -ferma intenzione. - -— Come avrà fatto a guadagnare tanto? - -— Come abbia fatto _lui_ non so. Ci sono parecchi modi. Certuni dicono -che tutto dipende dalla fortuna.... ma secondo me la bravura non è meno -necessaria. - -— Sei bravo, tu? — - -Egli rise. - -— Non ti pare? Bene, se non verrà il giorno che mi vedrai ricco potrai -dire di no. - -— Io lo so che farei se fossi ricca. - -— Che faresti? - -— Prima di tutto comprerei una bella poltrona grande per lo zio True, -con dentro cuscini e sopra splendidi fiori, come quella dove sedeva -quel signore; e poi per me una gran lumiera, con tanti tanti lumi tutti -in un mazzo, da far nella stanza una luce.... la luce più chiara che ci -possa essere. - -— Mi sembra che tu vada pazza per la luce, Gertrudina. - -— Io sì! Odio le case vecchie, nere, buie.... A me piacciono le stelle, -il sole, e i fuochi, e la torcia dello zio True.... - -— E a me gli occhi fulgenti. I tuoi appunto brillano come due stelle, -stasera. Non ci divertiamo, di'? - -— Oh, molto! — - -Gertrude non faceva che saltare e ballare lungo il marciapiede, e -Guglielmo partecipava al suo giubilo, tutto lieto e superbo d'aver a -proteggere la strana e fiera bambina nel tempo stesso che le procurava -un tale godimento. Cammin facendo seguitarono a intrattenersi sull'uso -delle ricchezze che con balda speranza l'uno e l'altra contavano -di possedere prima o poi: giacchè la fidente audacia del giovanetto -s'era comunicata alla sua piccola compagna, e anch'ella si proponeva -di lavorare e diventare facoltosa. Egli le descriveva gli agi ed il -lusso di cui avrebbe circondato la sua mamma, il suo nonno, e perfino -lo zio True e lei. Era quanto di più sontuoso egli avesse mai veduto o -sognato. Tra altro, la mamma doveva portare una cuffietta guarnita come -quella della signora che avevano veduta dalla finestra. Gertrude ruppe -in una franca risata. Il buon gusto è innato, ed ella, che ne aveva, -sentiva che la modesta vedovetta dall'aspetto placido e grave sarebbe -stata ridicola con in capo un'acconciatura di fiori gai. Qualunque -eleganza meno sobria della semplice lindezza non poteva che snaturare -la signora Sullivan. Quanto a sè medesimo, il generoso figliuolo non ci -pensava affatto. Nessuna sodisfazione di desiderî egoistici entrava ne' -suoi disegni. Egli intendeva di lavorare per i suoi cari, e in loro e -da loro aspettava la sua ricompensa. - -Beati i fanciulli! Beati come essi soli possono essere! Che bisogno -hanno della ricchezza? Che bisogno di qualsiasi bene più materiale -e tangibile dei beni che posseggono? Questi valgono assai più -dell'oro o della fama. Sono la candida fede, la speranza ingenua -dell'infanzia. Con tutta la potenza immaginativa d'una fantasia non -frenata da disinganni e delusioni, ogni fanciullo fabbrica gli stessi -castelli in aria che milioni e milioni d'altri hanno fabbricato -o fabbricheranno fino alla fine dei secoli. Veggono splendere in -lontananza vaghe figure, e non sanno che sono fantasmi. Le veggono -adergersi e rifulgere, e i loro occhi affascinati si fissano in quelle, -sorvolando sugli spazi tenebrosi che si frappongono, senza scorgere i -perigli dell'aspra via, senza sospetto dei precipizi e delle insidie -in cui molti dovranno cadere. Fiduciosi di guadagnare la gloriosa -mèta, imprendono l'arduo cammino esultando. Sia benedetta l'illusione -infantile, se pure è illusione! Non togliete d'inganno quei credenti, o -uomini savi! Non soffocate quella buona speranza che è un dono di Dio, -e che forse nel suo aereo volo li porterà a salvamento sopra qualche -passo scabroso, qualche abisso della vita. Ahimè, già dura poco, e una -volta spenta, la via si fa più dura! - -Certo la gioia che faceva brillare il cuore a Guglielmo e Gertrude -derivava in gran parte dalla generosità del sentimento che li -commoveva. Nei loro sogni ambiziosi essi vagheggiavano solo la -consolazione d'allietare i vecchi giorni di coloro che amavano. Era un -nobile spirito di carità filiale, di tenera gratitudine quello che li -animava: naturale in entrambi, ma in lui tanto alimentato dalla pia -educazione ricevuta da aver assunto il carattere d'un principio, in -lei mèro impulso. E guai alla misera natura umana quando è governata -unicamente dalle sue passioni! La povera bambina aveva altri impulsi -meno felici (chi non ne ha?), e se il primo meritava d'essere -incoraggiato e fortificato, era necessario sradicare e distruggere i -secondi. - -True, acceso l'ultimo lampione di quella strada, svoltò in un'altra -seguito dai due fanciulli. Ma dopo una dozzina di passi Gertrude si -fermò di botto, risoluta a non proseguire, e tirando Guglielmo per la -mano, tentò di farlo tornare indietro. - -— Che hai, Gertrudina? — domandò egli. — Sei stanca? - -— Oh no! Ma non posso andar più oltre. - -— Perchè mai? - -— Perchè.... perchè.... — e abbassando la voce la piccina accostò le -labbra all'orecchio del suo compagno — qui ci sta Annetta Grant. Vedo -la casa.... M'ero dimenticata che lo zio True deve andarci.... E io ho -paura. - -— Oho! — fece Guglielmo rizzandosi con aria dignitosa. — Vorrei un -po' sapere di che hai paura quando io sono con te! Si provi, mo', a -toccarti, se n'ha il coraggio. Te, o lo zio True! Riderei. — - -E con parole affettuose e piacevoli prese a persuaderla, dicendole che -secondo ogni probabilità Annetta Grant non li avrebbe veduti, ma che -forse _loro_ avrebbero veduto _lei_; il che appunto egli vivamente -desiderava. I timori di Gertrude furono presto vinti. Ella non era -timida, per natura. L'improvvisa scossa provata rivedendo l'antica -sua casa, aveva ridestato in lei il suo orrore, il suo terrore della -vecchia Annetta; ma non ci vollero gran ragionamenti per dissipare -quello sgomento dimostrandole che oramai ella era al sicuro; e -bentosto vi succedette il desiderio di far conoscere a Guglielmo -la sua persecutrice d'un tempo. Sicchè quando giunsero davanti alla -casa aborrita ella sperava anzichè temere di vederla. E per vederla -l'occasione non poteva essere migliore. Annetta era affacciata alla -finestra e leticava furiosamente con una vicina. Il suo volto esprimeva -tutta la violenza della collera che le bolliva dentro, e, brutto -com'era sempre, offriva in quel momento una così chiara impronta del -suo carattere, che nessuno le avrebbe potuto contrastare il diritto al -titolo di megera, virago, dragone, o altro di simile significato. - -— Quale delle due? — domandò Guglielmo. — Quella alta che gesticola con -una caffettiera in mano? Scommetto che or ora, se non ci bada, rompe il -manico.... - -— Sì, quella. - -— O che fa? - -— Letica con la signorina Birch. Sempre ce l'ha con qualcuno. Non ci -vede mica, noi, non è vero? - -— No, è troppo occupata. Vieni, non ci fermiamo qui. È brutta quanto me -la figuravo. Io per me l'ho veduta abbastanza, e tu pure, credo. Tira -via. — - -Ma Gertrude indugiava. Resa coraggiosa dalla certezza che la nemica non -s'accorgeva della sua presenza, la fissava intentamente, e i suoi occhi -scintillavano animati non più dall'eccitazione d'una sana e innocente -allegrezza come poco prima, ma dal fuoco dell'ira e dell'odio, un fuoco -che Annetta Grant le aveva acceso nel cuore da anni e che non ancora -estinto ridivampava in tutta la sua forza alla vista di lei. - -Guglielmo, pensando ch'era tardi e vedendo la torcia del lampionaio -già in fondo alla strada, usò, per indurre la bambina a seguirlo, -l'espediente di lasciarla e andarsene dicendole: - -— Se tu non vieni, Gertrude, io non posso aspettare. — - -Ella si volse, attese ch'egli s'allontanasse alquanto, poi, ratta come -il baleno, si chinò, raccattò un ciottolo sul marciapiede, e lo scagliò -contro la finestra. S'udì un fracasso di vetri rotti e un'esclamazione -della nota voce d'Annetta Grant; ma Gertrude non stette ad osservare il -risultato della sua prodezza. Quel fracasso, quella voce, ridestarono i -suoi terrori; perdutamente, se la dette a gambe, oltrepassò Guglielmo, -nè si fermò finchè non si sentì sicura a fianco di Trueman. Guglielmo -non li raggiunse che vicino a casa. - -— Gertrude, — egli gridò correndo verso di lei tutto ansante — sai che -cos'hai fatto? Hai rotto la vetrata della finestra! — - -La bambina lo evitò voltando le spalle, fece il grugno, e dichiarò che -questa era stata appunto la sua intenzione. - -Il lampionaio domandò di che finestra parlassero. Ella confessò tutto, -senz'ambagi, e soggiunse che l'aveva fatto apposta. True e Guglielmo -tacquero, scandalizzati. Gertrude anch'essa non aperse bocca durante -il resto del percorso. Aveva il visetto rannuvolato e un senso -d'infelicità nel piccolo cuore. Ella non comprendeva sè stessa nè -le proprie sensazioni. Ma l'espressione di quel visetto palesava che -quando il male prevaleva violentemente sull'anima sua, la pace e la -giocondità ne fuggivano. Povera creatura! Hai pur bisogno che ti sia -insegnata la verità! Piaccia a Dio che la luce interiore ti divenga un -giorno cara come t'è oggi la luce esteriore. - -Guglielmo s'accomiatò da True e da lei sulla soglia della casa, e, -secondo il solito, non lo rividero per tutta la settimana. - - - - -IX. - - Ma silenzio. Contendere di un'alta - Legge non debbo col voler che forse - Ha reconditi fini a cui non giunge - Il mio intelletto.... - - MILTON. - - -— Babbo, — disse la signora Sullivan al vecchio Cooper, il quale, -pronto per uscire, raccoglieva i vari oggetti che gli occorrevano in -chiesa il sabato sera — perchè non fate venire con voi Gertrude? Vi -porterebbe una parte di quella roba che non potete pigliare tutta in -una volta, e le farebbe tanto piacere. - -— Non mi sarebbe che d'impaccio, — rispose egli. — Io posso benissimo -portare ogni cosa da me. — - -Ma quando ebbe una lanterna e un secchietto da carbone in una mano, una -piccola accetta e un paniere di trucioli nell'altra, e una scaletta a -piuoli in ispalla, dovette riconoscere che non trovava modo di prendere -anche il martello e l'involto dei chiodi. - -La signora Sullivan dunque chiamò Gertrude e le domandò se voleva -andare in chiesa col signor Cooper e aiutarlo a portare i suoi arnesi. - -La bambina fu lietissima della proposta, e presi i chiodi e il martello -s'incamminò allegramente. - -Giunti alla chiesa, il vecchio sagrestano la lasciò libera dicendole -che poteva baloccarsi a suo talento purchè non facesse chiasso e non -sciupasse nulla; e passò nella sagrestia dove principiò il suo lavoro -di spazzatura e spolveratura e preparò i fuochi. Gertrude intanto, -rimasta sola, si divertì qualche tempo a girellare per le navate -deserte e tra le panche, osservando da vicino tutto quello che fino -allora non aveva veduto che da un angolo della galleria; poi salì nel -pulpito e s'immaginò di tenere un bel sermone a un numeroso uditorio. -Tuttavia cominciava ad annoiarsi, quando l'organista, entrato senza -che ella se n'avvedesse, si mise a sonare una musica sommessa e dolce; -allora scese, sedette sugli scalini, e ascoltò con attenzione e piacere -vivissimo. Ma di lì a poco la porta in fondo alla navata maggiore si -aperse, e una coppia di visitatori venne a distrarre Gertrude attirando -tutta la sua curiosità. L'uno era un uomo anziano vestito come un -ecclesiastico, piccolo, smilzo, con capelli grigi e radi, fronte alta, -lineamenti piuttosto aguzzi, ma quantunque di poca appariscenza, -notevole per l'espressione serena e benigna della sua fisonomia; -l'altra una giovane signora sui venticinque anni, la quale s'appoggiava -al suo braccio. Ella indossava un abito semplicissimo, di colore bruno -scuro come il cappellino chiuso nel quale spiccava soltanto, intorno -al viso, una guarnizione di nastro celeste. L'unica parte del suo -vestiario che fosse ricca ed elegante era un boa di zibellino fermato -sotto la gola da un prezioso anello d'oro smaltato. Di statura alquanto -inferiore alla media, aveva però un personalino grazioso e ben tornito; -i lineamenti erano fini e regolari, la carnagione fresca sebbene un -poco pallida, i capelli d'un castagno chiaro e acconciati con gusto. -Ella non alzava mai gli occhi mentre veniva lentamente avanzandosi -nella navata, e le lunghe ciglia quasi le toccavano le gote. I due -passarono davanti al pulpito senza notar la bambina seduta sugli -scalini. - -— Sono lieto che l'organo vi piaccia, — disse il signore. — Io non -posso chiamarmi giudice competente in fatto di musica; ma dicono che -lo strumento è di rara eccellenza e che Hermann lo suona con somma -perizia. - -— Neppure l'opinione mia è di molto valore, — rispose la signora. — -La musica è per me un gran diletto senza ch'io ne abbia cognizioni -profonde. Ma questa sinfonia è davvero deliziosa: da lungo tempo non -avevo sentito melodie che mi commovessero così il cuore. Forse è anche -perchè le voci dell'organo risuonano tanto dolcemente nella quiete -solenne della chiesa. Io amo la solitudine delle grandi chiese nei -giorni feriali. Vi ringrazio d'esser venuto a prendermi stasera. Come -mai ci avete pensato? - -— M'immaginavo che vi farebbe piacere. Sapevo che Hermann sonerebbe -a quest'ora; e poi, vedendovi così pallidina, m'è parso che un po' di -moto vi dovesse giovare. - -— Infatti. Non mi sentivo bene, e l'aria aperta e frizzante era proprio -quello che mi ci voleva. Desideravo perciò fare una passeggiata, ma la -signora Ellis era occupatissima, e io non posso uscire sola. - -— Credevo di trovar qui il sagrestano.... Ho da parlargli circa -la luce; i giorni sono corti ora, e fa buio presto; bisogna che lo -preghi d'aprire un po' più le gelosie, altrimenti domani non ci veggo -a leggere il mio sermone. Forse è nella sagrestia.... C'è sempre -in qualche parte della chiesa, il sabato. Sarà meglio ch'io vada a -cercarlo.... — - -In quella entrò appunto il signor Cooper, il quale, visto il -pastore, venne a lui, e dopo ricevuti i suoi ordini, gli parlò piano -chiedendogli senza dubbio d'accompagnarlo in un luogo, perchè questi -esitò, guardò la signora e disse: - -— Già, sarebbe opportuno ch'io ci andassi oggi, tanto più che ci siete -anche voi. Peccato perder l'occasione.... Ma.... non so.... — - -Poi, rivolgendosi alla giovane, soggiunse: - -— Emilia, il signor Cooper vorrebbe ch'io mi recassi con lui dalla -signora Glass, e, certo, dovrei rimaner fuori qualche tempo. Vi -dispiacerebbe aspettarmi qui fino al mio ritorno? È vero che abita -nella via attigua, ma può darsi ch'io debba trattenermi un poco, -perchè si tratta di quei volumi della biblioteca così maliziosamente -sfregiati; io ho gran paura che il suo figliuolo maggiore c'entri per -molto in questa birbonata. Sarebbe necessario chiarire la cosa prima -di domani; e difficilmente io potrei stasera ritornare così lontano. -Altrimenti non avrei pensato a lasciarvi. - -— Andate, signor Arnold, — rispose Emilia — e quanto a me siate -pur tranquillo. Starmene seduta qui in chiesa e ascoltare la musica -dell'organo non sarà che un piacere. Il signor Hermann suona ch'è un -incanto; il tempo non mi parrà lungo, ve l'assicuro. Dunque non abbiate -fretta per causa mia, ve ne prego. — - -Il signor Arnold, acquetati i suoi scrupoli, risolse d'andare. Condusse -la signora a sedere accanto al pulpito, e uscì col vecchio sagrestano. - -Durante tutto questo tempo Gertrude, ritiratasi quatta quatta -sull'ultimo scalino in alto, e mezzo nascosta dalla cattedra, era -rimasta inosservata. Ma non appena udì la porta chiudersi con un -colpo fragoroso dietro i due uomini, si rizzò e cominciò a scendere. -Al primo suo passo la giovane diede un sobbalzo ed esclamò piuttosto -bruscamente: - -— Chi c'è? — - -Gertrude si fermò e non rispose. Cosa strana, la signora non aveva -guardato in su quantunque dovesse pur avere percepito che il rumore -veniva di sopra il suo capo. Seguì un momento di silenzio. Poi la -bambina continuò a scendere, correndo. Questa volta l'altra balzò in -piedi, e stendendo un braccio dinanzi a sè, ripetette vivamente la -domanda: - -— Chi c'è? - -— Sono io, — disse Gertrude guardandola in viso — io sola. - -— Volete fermarvi un poco e parlare con me? — - -Gertrude attratta dalla voce più soave che mai avesse udita, venne a -fermarsi proprio accosto ad Emilia, la quale le pose una mano sul capo -e la trasse a sè chiedendole: - -— Chi sei tu, bambina? - -— Gertrude. - -— E poi? - -— Niente. - -— O l'altro tuo nome l'hai dimenticato? - -— Io non ho nessun altro nome. - -— Con chi sei venuta in chiesa? - -— Ci sono venuta col signor Cooper. L'ho aiutato a portare i suoi -arnesi. - -— E t'ha lasciata qui ad aspettarlo come sono stata lasciata io. Dunque -dobbiamo tenerci compagnia, non ti pare? — - -La bambina rise. - -— Dov'eri? Sulla scaletta del pulpito? - -— Sì. - -— Bene, siedi su questo scalino basso, vicino alla mia seggiola, e -discorriamo un poco. Voglio vedere se mi riesce di trovare il tuo -secondo nome. Con chi abiti? - -— Con lo zio True. - -— True? - -— Sì: il signor True Flint. Adesso abito con lui perchè mi portò a casa -sua la notte che Annetta Grant mi cacciò fuori, sul marciapiede. - -— Che? Sei tu quella? Ho dunque già inteso parlare di te! Il signor -Flint mi raccontò tutta la tua storia. - -— Voi conoscete mio zio True? - -— Sì, moltissimo. - -— E come vi chiamate, voi? - -— Emilia Graham. - -— Oh, — esclamò la bambina rizzandosi con un salto e battendo le mani -— so, so chi siete! Voi gli avete raccomandato di tenermi seco, lo -disse lui, ed io lo sentii.... Voi m'avete dato i miei vestiti.... -E siete buona, e siete bella, ed io vi voglio bene.... tanto, tanto -bene! — - -Mentre Gertrude proferiva queste parole con voce commossa, -un'espressione strana, di viva ed inquieta curiosità appariva nel volto -della signorina Graham come se i toni di quella voce facessero vibrare -una corda della sua memoria. Ella non parlò, ma passando un braccio -intorno alla vita della piccina se la trasse ancor più accosto. Il suo -aspetto riprese la serena compostezza abituale. Gertrude la guardava -con l'aria di maraviglia che aveva da quando era incominciato il loro -colloquio; e ad un tratto uscì a dire: - -— Avete sonno? - -— Punto. Perchè? - -— Perchè tenete gli occhi chiusi. - -— Sono chiusi sempre, bimba mia. - -— Sempre! O per qual ragione? - -— Io sono cieca. Non posso veder nulla. - -— Non potete vedere! Proprio nulla nulla? Sicchè, me non mi vedete? - -— No. - -— Ah! — proruppe Gertrude facendo un respirone. — Quanto ne sono -_contenta_! - -— _Contenta!_ — esclamò la cieca con l'accento più doloroso che mai -fosse udito. - -— Oh sì, sono contenta che non mi vediate, perchè così forse mi -amerete! — disse la bambina. - -— E non t'amerei se ti vedessi? — domandò Emilia strisciandole -lievemente la mano sul viso. - -— No di certo! — ella rispose. — Sono tanto brutta! E però mi fa -piacere che non possiate saper come io sia. - -— Ma pensa, Gertrude, — riprese la signorina Graham con immensa -tristezza — che proveresti se tu non potessi vedere la luce, nè le -cose, nè le persone? - -— Ma voi dunque non vedete neppure il sole, le stelle, il cielo?... -Siete nel buio? - -— Nel buio, sempre, notte e giorno. — - -Gertrude dette in un violento scoppio di pianto. - -— Oh! — fece quando potè ritrovare un fil di voce tra i singhiozzi. — -L'è troppo dura! Troppo, troppo, troppo! — - -La sua disperazione fu contagiosa. Per la prima volta la giovane cieca -versò amare lacrime sulla propria sventura. - -Ma fu un breve momento. Si dominò subito e cercò di calmare la piccina. - -— Chetati! Non piangere! Non dire ch'è troppo dura la mia sorte.... -Io, sai, la sopporto benissimo.... Essendo avvezza così, sono felice lo -stesso. - -— Io invece nel buio sarei infelicissima. Lo _odio_. Non sono -_contenta_, no, che siate cieca.... _Me ne dispiace_ anzi _assai_.... -Vorrei che vedeste ogni cosa, e me pure.... O non ci sarebbe un qualche -modo d'aprirveli, gli occhi? - -— No, non c'è. Ma non parliamo più di questo; parliamo di te, -piuttosto. Dimmi perchè ti figuri d'essere tanto brutta. - -— Perchè la gente lo dice. E i bambini brutti nessuno li ama. - -— Sì, anche i bambini brutti sono amati, purchè siano buoni. - -— Ma io non sono buona. Al contrario. Cattivissima. - -— _Puoi diventar buona_, però, e allora t'ameranno tutti. - -— Credete ch'io _possa_? - -— Se ti ci sforzi, sì. - -— Mi ci sforzerò. - -— Lo spero. Il signor Flint aspetta grandi consolazioni dalla sua -bimba, e tu devi fare tutto il possibile per dargliele. — - -Emilia le rivolse poi molte domande sulla sua vita in casa d'Annetta -Grant. E il racconto che l'orfanella le fece de' suoi molteplici -patimenti, le prese l'animo a segno ch'ella non avvertì la fuga del -tempo nè la partenza dell'organista il quale, cessato di sonare, aveva -chiuso il suo strumento e se n'era andato. - -Gertrude era molto comunicativa. Benchè di primo acchito si mostrasse -ritrosa con gli estranei, bastava qualche buona parola per guadagnarne -la confidenza; e nel caso presente la voce dolcissima d'Emilia, il -suo tono di simpatia, le andavano diritto al cuore. Cosa singolare, -ella, vissuta sempre fra gente d'umile condizione, anzi, fino a -poco addietro, dell'infima plebe, non sentiva punto quel timore, -quell'impaccio, che sarebbero parsi naturali in lei nel parlare per la -prima volta a una vera signora, nata in mezzo all'opulenza, educata con -tutte le raffinatezze del lusso, cólta, di modi eletti. Ella invece -si stringeva affettuosamente alla giovane e accarezzava il suo boa -con altrettanta libertà che se fosse anch'essa venuta al mondo in un -palazzo e le pellicce di zibellino l'avessero avvolta fin nella culla. -Non si peritò neppure di prendere ripetutamente la fine mano inguantata -della signorina Graham e tenerla tra le sue, premendola forte: sua -maniera favorita d'esprimere una calda gratitudine, un'ammirazione -entusiastica. Ma non meno profondi erano i sentimenti destati -dall'eccitabile e strana creatura nel cuore d'Emilia. Questa ben vedeva -a qual segno la povera bambina fosse stata negletta, comprendeva -quanto dovessero essere perniciosi gli effetti dei mali trattamenti -sofferti nell'infanzia su quella natura capace di virtù ma impetuosa, -e quanto importasse combatterli con un'accurata educazione affinchè -non ne distruggessero in germe le felici disposizioni. Le due novelle -amiche s'intrattenevano così, senza pensare all'ora già tarda, quando -il signor Arnold entrò a passi accelerati, un po' trafelato, chiamando -Emilia fin dal fondo della navata. - -— Cara, temo che abbiate pensato ch'io vi dimenticassi.... Mi son -dovuto indugiare assai più che non credevo. Non vi ritrovo stanca e -scoraggiata? - -— Proprio tanto, siete stato? A me non sembra! — ella rispose. — Gli è -che, come vedete, ho una compagnia. - -— Una bimba? O di dove è sbucato cotesto topolino? — fece il pastore, -gioviale e bonario. - -— È venuta in chiesa col signor Cooper. Non è ritornato ancora a -prenderla? - -— Cooper? No, è andato direttamente a casa, dopo che ci siamo lasciati. -Sicuro, non se ne ricordava per nulla.... E ora che si fa? - -— Non possiamo ricondurla a casa noi? È lontano? - -— Ci sono da qui due o tre lunghe vie, tutte fuori della nostra -direzione. Voi non dovete camminar tanto. - -— Oh, sono già rimessa in forze! Non mi stancherò. E dovessi anche -stancarmi un poco, sarebbe meno male per me che non sapere questa -piccina a casa sua sana e salva. — - -Se Emilia avesse potuto vedere in quel momento il viso di Gertrude, -la viva gratitudine che ne spirava l'avrebbe compensata di qualsiasi -fatica. - -Il signor Arnold e la signorina Graham accompagnarono dunque Gertrude a -casa, e sulla soglia la signorina la baciò, ed ella fu quella notte una -bimba felice. - - - - -X. - - Col voler che lo spirito governa - Con ogni fiero torto perdonato - Con quanto svelle il cuore del peccato - La donna acquista la salute eterna. - - N. P. WILLIS. - - -La fanciulla cieca non dimenticò la piccola Gertrude. Nè mai Emilia -Graham dimenticava le pene e i bisogni altrui. Ella non poteva vedere -il mondo esteriore, ma aveva in sè un mondo d'amore e di compassione -che si manifestava in sentimenti e in atti di generosa benevolenza e -di carità. Ella viveva una vita d'amore. Amava Dio con tutta l'anima -e il prossimo come sè stessa. La sventura sua propria, la sua propria -miseria, non avevano rimedio, ed ella le sopportava senza lamenti; -ma le sventure e le miserie degli altri erano divenute la sua cura, -e l'alleviarle la sua gioia. Nel fare il bene era instancabile. -Numerose benedizioni venivano implorate sul suo capo da giovani e -vecchi, per benefizi ottenuti; numerose preghiere le venivano rivolte -per ottenerne. A tutti ella era pietosa. Ma nessuna storia di dolore -l'aveva mai così profondamente commossa come quella di Gertrude. Pronta -sempre ad ascoltare chi le narrava i propri guai, ella sapeva che molte -creature nascono in povertà, crescono nell'indigenza; sapeva che non -pochi sono i fanciulli maltrattati, negletti, abbandonati. Fin qui non -era una storia nuova per lei. Ma qualche cosa nella bambina stessa -l'attirava, l'appassionava in modo straordinario. I toni della sua -voce, l'accento patetico e il calore con cui parlava, il suo tenero e -confidente abbandono quand'ella l'aveva tratta a sè, quell'afferrarle e -stringerle la mano con atto così spontaneo, e soprattutto la veemenza -del suo cordoglio nel comprendere alfine tutta l'immensità della -sciagura onde ella era colpita, non le uscivano più di mente. Sognò -Gertrude la notte, pensò a lei durante il giorno. Ella non si rendeva -ragione del sentimento che la spingeva verso quella piccola estranea, -ma era un impulso irresistibile; tanto che mandò a chiamare True Flint -struggendosi d'essere più minutamente ragguagliata sul conto suo. - -Egli venne, e parlarono a lungo dell'orfanella. Il buon uomo giubilava -ascoltando la signorina Graham. Era una grande consolazione per lui -che la sua figlioletta adottiva si fosse cattivata la benevolenza -d'una persona ch'egli rispettava ed ammirava in sommo grado. Anche -Gertrude gli aveva raccontato il loro incontro in chiesa, e parlato -con ardore della cara signora ch'era stata così amorosa con lei, e che -l'aveva accompagnata a casa, mentre il vecchio Cooper s'era addirittura -dimenticato d'averla lasciata lì: ma egli non s'immaginava che quel -subito attaccamento fosse reciproco. - -Emilia gli domandò se non intendesse di mandare la ragazzina a scuola. - -— Veramente, non so.... — rispose True. — È piccina ancora, e poco -avvezza a stare con altri bambini. E poi mi dispiacerebbe privarmi -della sua compagnia: io godo di vedermela dattorno. — - -Ella osservò ch'era tempo che Gertrude imparasse a leggere e a -scrivere, e che quanto più presto avrebbe cominciato a stare co' suoi -coetanei, tanto più agevolmente ci si sarebbe avvezzata. - -— Sicuro, sicuro, — fece egli — è giustissimo. Se dunque credete per il -suo meglio che vada a scuola, gliene parlerò. Sentiremo che dice. - -— Ma sì. Io credo che ci piglierebbe gusto e farebbe grandi progressi. -Circa i vestiti, se qualche cosa le manca, io... - -— Oh no, no, signorina Emilia, non occorre nulla! È ben rimpannucciata -per ora, grazie alla bontà vostra.... - -— Basta, ricordatevi che in caso di bisogno dovete ricorrere a me. -L'abbiamo adottata insieme quella figliuola, e io mi sono assunta -l'impegno di fare per lei tutto ciò che posso. Quindi, se mai, non -esitate. Sarò lieta di potervi esser utile, credetelo. Mio padre si -sente sempre obbligatissimo verso di voi, signor Flint, per i vostri -fedeli servigi che hanno finito col costarvi tanto caro. - -— Oh, signorina Emilia, il signor Graham è stato per me il migliore -degli amici, e quanto all'infortunio che mi toccò lavorando ne' suoi -magazzini nessuno n'ebbe colpa fuori di me; la sbadataggine mia fu la -sola causa di tutto il male!... - -— So, so che voi lo dite, ma il nostro rincrescimento non è minore per -questo. Ve lo ripeto, non dimenticate ch'io mi stimerò felice di poter -venire in aiuto alla piccola Gertrude. Mi piacerebbe d'averla qui un -giorno, se voi permettete, e se essa è contenta di venire.... - -— Figuratevi se sarà contenta! Grazie, grazie di cuore.... — - -Alcuni giorni dopo Gertrude andò con True a casa Graham per visitare -la signorina; ma la governante che incontrarono nell'atrio disse loro -ch'ella era malata e non riceveva nessuno; sicchè tornarono indietro -pieni di rammarico. - -Seppero poi che Emilia si era buscata una forte infreddatura la sera -che troppo a lungo era rimasta a sedere in chiesa, e che appunto quel -giorno si trovava molto incomodata; nondimeno avrebbe di buon grado -fatto passare in camera sua Gertrude di cui desiderava la visita, e -assai si dolse con la signora Ellis per averli ella di proprio arbitrio -rimandati così bruscamente. - -True aspettò il sabato a fine di comunicare alla piccina, in presenza -di Guglielmo, il divisamento di mandarla a scuola. Gertrude su quel -subito recalcitrò; ma Guglielmo approvava l'idea calorosamente, -e quando lo zio True ebbe soggiunto che gliel'aveva suggerita la -signorina Graham, ella acconsentì, sebbene non senza riluttanza, a -cominciare la settimana ventura, per prova. Quindi il lunedì seguente -egli la condusse a una scuola elementare. Vi fu ammessa, e la sua -educazione incominciò. Il sabato dopo, il ragazzo, non appena venuto a -casa, secondo il solito, entrò come una folata di vento nella camera -del vicino, tanto lo pungeva la curiosità di sapere che impressione -avesse fatto la scuola a Gertrudina. La trovò seduta alla tavola con -davanti il suo abbecedario aperto. - -— O Guglielmo, o Guglielmo! — gridò ella vedendolo apparire. — Vieni a -sentirmi leggere! — - -«Leggere» era forse dir troppo. Le sue cognizioni non s'estendevano -oltre l'alfabeto e qualche sillaba compitata. Ma Guglielmo non le -fu parco d'elogi, ben meritati del resto, perchè era stata veramente -diligentissima. Egli rimase stupito udendola dichiarare che le piaceva -la scuola, le piaceva la maestra, le piacevano le condiscepole. -S'aspettava invece che tutta la baracca le dispiacesse tanto da farla -«andar nei nuvoli»; espressione da lui usata per indicare i suoi -accessi di collera. S'era ingannato. Finora almeno, le cose procedevano -a maraviglia. Gertrude non gli era mai sembrata così allegra, così -felice come quella sera. Egli le promise d'assisterla ne' suoi studi; e -i programmi letterari dei due fanciulli salirono tanto alto, che pareva -di sentir discorrere un poeta laureato e un filosofo. - -Durante alcune settimane tutto infatti andò per la piana. Gertrude -frequentava la scuola regolarmente e seguitava a fare rapidi progressi. -Guglielmo veniva tutti i sabati a sentirla leggere, e l'aiutava, -l'incoraggiava con le sue lodi. Il perspicace ragazzo però ebbe presto -il sospetto che ella avesse già avuto qualche attrito con certune delle -scolare più grandi contro le quali cominciava a manifestare sintomi -d'avversione. Insomma, qual si fosse l'origine dell'ostilità latente, -la crisi non tardò a scoppiare. - -Un giorno, mentre le bambine erano radunate nel cortile della scuola -per la ricreazione, venne a passare di là, lungo il marciapiede, -Trueman in abito da lavoro, con la scala portatile e il vaso dell'olio. -Gertrude lo vide, e saltando, ridendo, chiamandolo forte, corse -in istrada, lo raggiunse. Trattenutasi due o tre minuti, rientrò -di galoppo, trafelata ed allegra, eccitatissima dalla gioia di -quell'incontro insperato. La truppa delle «grandi» che da un pezzo le -si mostravano poco benevole, l'aveva osservata, e tosto ch'ella fu di -ritorno una di loro le domandò: - -— O chi è quell'uomo? - -— È mio zio True. - -— Tuo.... che cosa? - -— Mio zio, il signor Flint. Io sto con lui. - -— Sicchè tu appartieni al lampionaio? — fece la ragazza con tono -insolente. — Ah, ah, ah! - -— Che c'è da ridere? — disse fieramente Gertrude. - -— Uh! Io con lui non ci starei davvero, sudicio affumicato com'è.... -Vecchio Negrone! — - -L'epiteto ebbe fortuna, e in un baleno circolò da un angolo all'altro -del cortile, fra matte risa. - -Gertrude era furibonda. Con gli occhi scintillanti e i pugni stretti, -si slanciò senza esitare contro la folla, sfidandola a battaglia. Ma -sopraffatta dal numero delle avversarie, ed accecata dalla propria -collera, ebbe naturalmente la peggio e fu cacciata fuori. - -Ella si diresse a tutta corsa verso casa, piangendo e urlando con -quanto n'aveva in canna. Nella sua fuga precipitosa dette di cozzo, sul -marciapiede, in una signora alta e massiccia, dal portamento piuttosto -rigido, la quale camminava lentamente nella direzione medesima, con -un'altra d'assai minore statura, appoggiata al suo braccio. - -— Misericordia! — esclamò il donnone che tra la violenza dell'urto -improvviso e il suo spavento aveva quasi perduto l'equilibrio. — Orrida -monella! — - -E così dicendo scoteva Gertrude ch'ella era giunta ad afferrare per una -spalla. Quest'incidente non servì che a raddoppiare il furore della -piccina, e insieme la sua velocità. In pochi minuti ella fu nella -camera di Trueman, acquattata in un cantuccio dietro il letto, con la -faccia contro il muro e coperta dalle mani, secondo il suo costume nei -momenti critici. Là si trovò libera di strillare quanto voleva, perchè -la signora Sullivan era uscita e nessun altro l'udiva; favorevole -circostanza di cui approfittò largamente. - -Non a lungo però. A un tratto sentì chiudere il cancello della corte -con un colpo secco, e passi che al suono le parvero d'estranei -attirarono la sua attenzione, avvicinandosi all'entrata del -quartierino. Ella fece uno sforzo per dominarsi, e dopo due ultimi -singhiozzi spasmodici riescì a tacere. Fu picchiato all'uscio. Non -rispose nè si mosse dal suo nascondiglio. Senza ripicchiare, qualcuno -alzò il saliscendi, ed entrò. - -— Non dev'esserci nessuno, — disse una voce femminile. — Peccato! - -— No? Me ne dispiace, — disse un'altra i cui dolci toni musicali -rivelarono subito a Gertrude la presenza d'Emilia Graham. - -— Lo sapevo io che avreste fatto meglio a non venire qui voi stessa! — -riprese la prima, ch'era quella della signora Ellis: il donnone a cui -Gertrude aveva fatto pigliare quel grosso spavento. - -— Oh, non mi dolgo d'esser venuta! — rispose la signorina. — Potete -benissimo lasciarmi qui e andare da vostra sorella. Intanto, o il -signor Flint o la bimba, probabilmente ritornerà a casa. - -— Non è convenienza, signorina Emilia, che voi siate portata in giro -come un pacco che si depone qua o là e si viene a riprendere. L'altro -giorno aspettando il pastore in chiesa vi buscaste una terribile -infreddatura di cui siete a mala pena guarita.... Il signor Graham -finirà con l'inquietarsi.... - -— Oh, non vi mettete in pensiero, signora Ellis! Qui si sta veramente -bene. La chiesa è un po' umida io credo. Via, mettetemi nel seggiolone -del signor Flint; io son contenta così. - -— E sia, allora. Ma per ogni conto, farò un buon fuoco in quella stufa -prima d'andarmene. — - -L'energica governante afferrò l'attizzatoio, accozzò i carboni, usò -senza risparmio le fascine di True, e dopo aver aspettato di veder -alzarsi la fiamma e sentirla scoppiettare, mise da parte il boa ed il -cappellino d'Emilia, e uscì col suo passo grave e sonoro, il quale, -quando erano venute, aveva reso così impercettibile quello leggerissimo -della giovane, da far credere a Gertrude che una sola persona -attraversasse la corte. Tosto che il rumore del cancello avvertì che -la signora Ellis era davvero partita, la bambina cessò il suo sforzo, -trasse un profondo sospiro, e si sfogò, ansimando: - -— Ohimè! Ohimè! - -— Come! — esclamò Emilia. — Tu sei qui, Gertrude? - -— Sì, — rispose ella tra i singhiozzi. - -— Vieni accanto a me, figliuola. — - -Gertrude non se lo fece dire due volte. Balzò in piedi, corse a lei, -e gettatasi per terra nascose il capo nel suo grembo, ricominciando a -pianger forte con tal violenza, che tutto il suo corpicino ne tremava. - -— Ebbene, che t'è successo? — le domandò la cieca. - -Ma ella non era in istato di rispondere. Quella lo comprese, e senza -più interrogarla se la pigliò sulle ginocchia, le fece posar la testa -sulla sua spalla, e asciugò con la propria pezzuola le lacrime che le -inondavano la faccia. - -Le sue tenere parole, le sue carezze, calmarono la piccina; e quando si -fu chetata, invece d'insistere subito per conoscere la causa di quella -disperazione, ella molto giudiziosamente le diresse altre domande; -infine però le chiese se andasse a scuola. - -— _Ci sono andata,_ — rispose Gertrude sollevando la testa. — Ma non ci -vo mai più, _mai_! - -— Che dici? E perchè no? - -— Perchè _odio_ quelle ragazzacce, — proruppe la bimba, irosamente. — -Sì le odio! Brutte! Maligne! - -— Gertrude, Gertrude, — ammonì Emilia — non parlare così. Tu non devi -odiare nessuno. - -— Perchè non devo? - -— Perchè è un gran peccato. - -— No che non è un _peccato_! Io vi dico di no! E le odio quelle -maligne, e odio Annetta Grant, e l'odierò sempre!... Voi non odiate -dunque nessuno? - -— Io _no_. - -— Ma nessuno mai affogò il vostro gattino? Nessuno mai chiamò vostro -padre Vecchio Negrone sudicio affumicato? Se ve n'avessero fatte di -questa posta, odiereste voi pure come me! - -— Gertrude, — disse la giovane cieca, solennemente — tu mi dicesti -l'altro giorno che sei una bimba cattiva, ma che desideri diventar -buona e ti sforzerai di riescirvi. Vero? Ebbene, se vuoi diventar buona -e farti perdonare, bisogna che tu perdoni agli altri. — - -Gertrude tacque. - -— Non brami che Dio ti conceda il suo perdono ed il suo amore? - -— Dio che sta lassù in cielo e ha fatto le stelle? - -— Sì. - -— Credete che mi amerà e permetterà che vada in cielo anch'io una volta -o l'altra? - -— Sì, se tu sarai buona e amerai tutti quanti. — - -Dopo avere riflettuto un poco la bambina concluse: - -— Signorina Emilia, proprio non posso. Sicchè non ci andrò mai, lo -veggo. — - -In quella sentì cadere una lacrima sulla sua fronte. Alzò gli occhi, e -fissò nel volto della cieca uno sguardo pensoso. - -— Cara signorina Emilia, voi ci andrete? - -— Procuro di meritarlo. - -— Mi piacerebbe andarci con voi, — disse Gertrude scotendo la testa. - -E s'immerse in una profonda meditazione. Emilia stimò di non doverla -interrompere. - -— Sentite, — riprese alfine la bambina con voce così sommessa ch'era -appena un mormorio — vorrei _provarmici_ ma temo di _non potere_. - -— Dio ti benedica e t'aiuti, figliuola mia, — disse la cieca ponendole -la destra sul capo. - -Nessuna delle due parlò più. Passò così un buon quarto d'ora. Emilia, -la quale teneva sempre Gertrude in grembo, s'era accorta, notando la -regolarità del suo respiro, che, esausta dalla febbrile agitazione a -cui era stata in preda, aveva finito col cadere in un placido sonno. -Quando la governante fu di ritorno, ella, mostrandole la piccina -addormentata, la pregò di portarla sul letto. La signora Ellis la -compiacque, con un'aria di stupore, poi si volse a lei esclamando: - -— Affemmia, signorina Emilia, quest'è la medesima spiritata -creatura urlante che per poco non è stata dianzi causa della nostra -morte! — - -La giovane sorrise all'idea d'una bambinetta di otto anni che atterrava -e annientava una donna delle dimensioni della signora Ellis, ma non -disse nulla. - -Perchè pianse Emilia quella notte, ricordando la scena della mattinata? -Perchè, china, in ginocchio, lottò aspramente contro un fiero dolore? -Perchè con sì fervida istanza chiese a Dio di darle nuova forza e nuovo -coraggio, e implorò la Sua benedizione sul capo della fanciulletta? -Perchè in lunghi anni di tenebre desolate, in molte ore di lotta -terribile, di disperata angoscia, ella aveva sentito che un carattere -come quello manifestato da Gertrude poteva, in un momento di suo -tremendo predominio, funestare tutta una vita, bandirne per sempre ogni -felicità terrena. - -E però quella notte ella inalzò al Cielo un'ardente preghiera per -impetrare la grazia di rimaner ferma nel suo proposito, di poter con -l'aiuto divino conseguire il suo fine immortale curando quella piccola -anima della cecità che l'affliggeva. - - - - -XI. - - Un influsso da lei spira che il cuore - Dell'afflitto, alla vita, alla speranza, - Richiama dagli abissi del dolore. - - HEMANS. - - -Il pomeriggio della domenica seguente trovò Gertrude seduta su un -panchetto davanti a un piacevole focherello di legna, nella camera -d'Emilia. I suoi grandi occhi erano fissi nel volto della fanciulla -cieca che sembrava esercitare su lei un vero fascino, tale era -l'attenzione con cui ella seguiva tutte le più fugaci espressioni di -quei lineamenti. — Molte altre persone maggiori d'anni e di senno -ne avevano, come Gertrude, sentito il dolce incanto senza poterlo -definire. Non era la bellezza: almeno non una bellezza appariscente, -perchè Emilia non l'aveva mai posseduta, neppure al tempo che due -begli occhi color nocciuola illuminavano il suo viso; nè era quella -potente attrattiva che danno ad alcune donne la voce e le maniere; -la voce sua, benchè armoniosa, era così piana, e le sue maniere così -semplici, che non conquistavano la fantasia d'assalto. Non era, infine, -la compassione per la sua cecità. Quest'immensa sventura, certo, -destava intorno a lei sentimenti di calda simpatia; ma i suoi amici -dimenticavano spesso ch'ella _non vedeva_. Prima di tutto non erano -costretti a rammentarsene, posto che Emilia non si lamentava mai, mai -non intratteneva egoisticamente gli altri sulla propria infermità; e -poi non c'era nulla di penoso nell'aspetto delle sue palpebre chiuse, -ombreggiate da lunghissime ciglia. Accadeva quindi che, conversando -con lei, qualcuno le parlasse di cose evidenti soltanto per il senso -della vista, o perfino richiamasse la sua attenzione su questo o -quell'oggetto: ed ella non rimproverava lo smemorato nemmeno con un -sospiro, nè mostrava di non curarsi del mondo visibile da cui era -esclusa; ma, paga in apparenza delle descrizioni che le venivano -fatte e delle immagini che si formava nella mente, discorreva con -piacevolezza su qualsiasi argomento preferito da' suoi interlocutori. -Alcuni dicevano che Emilia Graham aveva una bocca graziosissima, e ne -amavano le variabili espressioni; secondo altri nulla era più seducente -in lei che la pozzetta nella sua guancia destra; parecchie ragazze -desiderose di piacere confessavano che se avessero sperato di riescir a -ondulare i loro capelli come quelli d'Emilia, li avrebbero intrecciati -ogni sera: donava tanto! Ma i pochi eletti che grazie alla propria -spiritualità erano capaci di comprendere e apprezzare il carattere -della giovane cieca, i pochissimi suoi intimi che avevano saputo le -sue lotte e veduto i suoi trionfi, se si fossero studiati di spiegarsi -donde ella derivasse il potere di rapire i cuori e guadagnar l'amore e -l'ammirazione di tutti, giovani e vecchi, avrebbero detto come Gertrude -quella domenica che sedeva ai suoi piedi, fissandola intensamente: -«Signorina Emilia, voi siete stata con Dio!» - -Gertrude, certo, era una strana bambina. Per quanto ignorante, -sentiva la superiorità d'Emilia Graham su ogni persona da lei finora -conosciuta; e nella sua fede ch'ella appartenesse a un ordine di -creature sovrumane, credeva implicitamente alla verità delle sue -parole, si lasciava di buon grado guidare ove ella voleva, sicura che -non cercava se non di giovarle perchè l'amava. - -Con la sua voce soave Emilia impartiva alla piccola uditrice seduta -dinanzi a lei sul panchettino, la prima lezione per insegnarle a -distinguere il bene dal male. Ella non vedeva il visetto pensoso levato -verso il suo viso; ma la profonda attenzione di Gertrude, che non -fiatava, non si moveva, e più la stretta delle manine che avevano preso -una sua mano e la tenevano, le provavano che di già un gran punto era -vinto. - -Gertrude non era più ritornata a scuola dopo il suo conflitto con -le «grandi». A tutte le esortazioni di True ella aveva opposto -un'ostinazione invincibile. Ma la signorina Graham, la quale -comprendeva meglio di lui la natura della bambina, fece valere ragioni -ben più forti di quelle che aveva potuto adoperare egli, e riuscì -nell'intento che a lui era fallito. Ciò che eccitava così fieramente -l'indignazione di Gertrude era l'insulto recato al suo vecchio amico; -ma ella le presentò la cosa sotto un diverso aspetto, e la persuase -che se amava davvero lo zio True, glielo avrebbe dimostrato in assai -miglior modo obbedendo a' suoi desiderî che non ostinandosi in una -pazza collera. Ottenuta così da lei la promessa che la mattina seguente -sarebbe andata a scuola, le diede savi consigli circa il contegno da -osservare verso le condiscepole che avevano provocato la sua avversione -contro di loro, e la tranquillò dicendole che il signor Flint l'avrebbe -certo accompagnata e fatto alla maestra le debite scuse per la sua -assenza, nel qual caso ella non aveva più da temere difficoltà nè -dispiaceri. - -True, infatti, lietissimo della sua resipiscenza, andò alla scuola -con lei, chiese della maestra, e nella sua maniera un po' rozza, ma -schietta, le espose il caso e le affidò la bambina. - -La signorina Browne era una giovane di buon senso e buoni sentimenti. -Vide le cose nella vera luce. E chiamate in disparte le ragazze che con -la loro malevola petulanza avevano eccitato la collera della piccola, -parlò in guisa che si vergognarono della loro condotta e s'astennero -in seguito dal molestare Gertrude. Questa poi strinse amicizia con due -scolarette dell'età sua, ch'erano tra le più tranquille; nelle ore di -ricreazione si divertiva con loro, e non ci furono altri guai. - -Passò l'inverno. Ritornarono le tiepide giornate di primavera, liete -di sole, in cui Gertrude poteva sedere davanti alla finestra aperta o -sulla soglia dell'uscio, quando gli uccelli cantavano, la mattina, tra -i rami d'una vecchia acacia piantata nella stretta corte, o il tramonto -raggiava la sua luce d'oro nella vasta camera di True e ci si vedeva a -leggere fin quasi all'ora di coricarsi. - -Ella aveva frequentato la scuola durante tutto l'inverno scorso, e -fatto rapidi progressi, come sogliono i fanciulli intelligenti cui -non s'è offerta l'opportunità d'istruirsi che ad un'età nella quale -la mente già stimolata dall'ambizione è più pronta ad apprendere e -più capace di buon profitto. Era fiorente di salute, e sempre linda, -perchè Emilia la provvedeva generosamente di vestiti e biancheria, e la -signora Sullivan prendeva cura della sua guardaroba. Ed era felice ed -allegra, e saltellava per la casa, così vispa, così leggera, che True -diceva che il suo uccellino non toccava mai la terra col tallone ma -svolazzava attorno sulle punte dei piedini. - -Il vecchio non avrebbe potuto amare con maggior tenerezza la sua -figlioletta adottiva, se ne fosse stato il vero padre. Quando egli -sedeva al suo fianco sulla grande panca che venuta la bella stagione -era stata portata fuori, nella corte, e ascoltava, paziente ed attento -le storie ch'ella gli leggeva ad alta voce, storie di bambine che non -dicevano mai bugie, di ragazzini che obbedivano sempre i genitori, e -specie di fanciulli che sapevano dominare il loro temperamento focoso, -sembravano proprio fatti l'uno per l'altra, com'erano realmente. Il -piacere che il buon uomo trovava in quei libri, donati da Emilia e -letti e riletti da Gertrude, era così vivo e costante come se fosse -stato un ragazzo anch'egli. Coi gomiti sulle ginocchia e il mento -sulle palme, True stava a sentire gl'ingenui raccontini ridendo quando -ella rideva, commovendosi non meno cordialmente di lei alle peripezie -delle piccole eroine, e godendo del finale trionfo della verità, -dell'obbedienza, della pazienza. - -Emilia sapeva quale profonda impressione spesso facciano queste -prime letture sull'animo dei bambini, e sceglieva i libri per la sua -protetta con molta cura e molto criterio. La vita di Gertrude era -adesso prospera e tranquilla quanto in passato misera e tormentata. -Sei mesi innanzi si sentiva sola al mondo, negletta, non amata da -nessuno. Adesso aveva parecchi amici e sapeva che vuol dire essere -oggetto di cure affettuose, provveduta del necessario, accarezzata. -Tutti i giorni della settimana avevano le loro gioie, ma il sabato e -la domenica erano, come per la signora Sullivan, giorni beati, perchè -Guglielmo veniva a udirla recitare le sue lezioni, a condurla a spasso, -a ridere, a fare il chiasso con lei. Egli aveva sempre tante cose -amene da raccontarle, era tanto pieno di vita, di brio, tanto pronto -a partecipare a tutti i suoi disegni, a divertirla in mille maniere, -ch'ella già dal lunedì mattina cominciava a contare i giorni fino al -sabato venturo. E poi, allora, se c'era qualche piccolo guaio, se per -esempio il vecchio orologio a pendolo s'era fermato, o s'era rotto un -balocco, o peggio ancora le lezioni erano troppo difficili, Guglielmo -rimediava a tutto, la traeva da ogni difficoltà, la consolava d'ogni -suo puerile dispiacere. La madre stessa non lo attendeva con più -ansiosa impazienza di Gertrude. - -Ma il pomeriggio della domenica ella lo passava sempre con Emilia, -nella camera di lei, ascoltando la sua voce soave, imbevendosi del -dolce suo spirito. Emilia non le faceva prediche, non la stancava -con esortazioni e precetti. La bambina neppur si sognava d'esser là -per _imparare_ qualche cosa. E intanto la giovane cieca diffondeva a -grado a grado la luce in quell'anima oscura. Gl'insegnamenti divini, -le verità generatrici di virtù, vi s'impiantavano per opera sua, -con forza, ma in modo così naturale che Gertrude non s'accorgeva -dell'azione esercitata su di lei. In progresso di tempo, però, quando -la bontà fu appieno fortificata nell'intimo del suo essere, e le prime -sue deboli resistenze al male, le prime sue infantili risoluzioni -di perseveranza nel bene si furono maturate in principî saldamente -radicati, e confermate nella pratica, ella riandando il passato -comprese che là, in quelle domeniche benedette, mentre ascoltava Emilia -sedendo su un panchetto a' suoi ginocchi, aveva ricevuto nel cuore i -primi raggi della luce immortale che mai non s'estingue. - -Così la sua tacita preghiera a Dio era stata esaudita. Egli aveva -mandato alla fanciulletta ignara un suo messaggero terrestre, perchè -la guidasse verso la pace sempiterna; un messaggero a' cui occhi -suggellati erano invisibili i sentieri del mondo, ma che per lunga -esperienza conosceva la via del cielo. E chi poteva guidarla meglio di -colei che aveva così pazientemente appreso il cammino? Chi poteva esser -atto a dissipare le tenebre di un'altra anima, più di colei alla quale -Dio aveva dato una fiaccola divina per rischiarare la notte ond'era -avvolta la sua vita? - -Fu per Gertrude un gran dolore l'apprendere che la sua protettrice -sarebbe tra poco andata in campagna per passarvi l'estate. Il signor -Graham possedeva una villa amenissima a circa sei miglia da Boston, -dove tutti gli anni si recava immancabilmente appena giunto il tempo -delle piantagioni. Attivissimo uomo d'affari durante l'inverno, quando -cominciava la stagione calda evadeva dal suo scrittoio, abbandonava il -libro maestro e la corrispondenza commerciale, per dedicarsi tutto alle -salubri fatiche e alle delizie del giardinaggio. Emilia promise alla -bambina che un giorno di bel tempo l'avrebbe fatta venire alla villa, -e sarebbero state insieme dalla mattina alla sera. Di questa visita -Gertrude godette tre mesi avanti, nell'immaginazione, e più di tre mesi -dopo, nella memoria. - -La compensò alquanto dell'assenza d'Emilia il piacere di veder più -spesso Guglielmo, il quale grazie alla lunghezza delle giornate trovava -ora modo di fare qualche scappatina a casa, la sera. E Guglielmo sapeva -confortarla qualunque fosse la causa del suo dolore. - - - - -XII. - - Ogni minuto scoccando - T'apporti di saper nova ricchezza, - Ogni minuto volando - Canti la tua bontà, la tua saggezza. - - COTTON. - - -Una bella sera, sul finir dell'aprile, Gertrude, che era stata a -salutare la signorina Graham prima della sua partenza per la campagna, -sedeva in fondo alla corte, piangendo amaramente. Ella teneva in -mano un libro e una lavagna nuova; i doni che Emilia le aveva fatto -nell'accomiatarsi. Ma il libro era sempre involtato in un foglio, e la -lavagna cosparsa di lacrime. Assorta nel dolore di quel distacco (il -primo per lei dei tanti da cui la vita è contristata) non udì i passi -che s'avvicinavano, nè s'avvide che qualcuno le stava dappresso, finchè -non sentì due mani posarsi sulle sue spalle. Si voltò e si trovò tra -le braccia di Guglielmo, con la faccia lacrimosa contro la sua faccia -ridente. - -— Olà, Gertrude! — esclamò egli. — Cotesta accoglienza tu mi fai -quand'io vengo a casa una sera entro la settimana per passarla con -voialtri? La mamma e il nonno sono fuori, cerco di te, e ti trovo -immersa in un mare di lacrime che non mi lascia nemmeno vederti -in viso. Via, via, smetti di piangere! Se tu ti figurassi come sei -orribile così! - -— O Guglielmo! — ella balbettò tra i singhiozzi. — Non sai che la -signorina Emilia se n'è ita? - -— Ita, dove? - -— Lontano, a sei miglia da Boston, per rimanerci tutta l'estate. — - -Ma Guglielmo dette in una risata. - -— Sei miglia! Una distanza enorme, affemmia! - -— Io però non posso più vederla. - -— La vedrai l'inverno venturo. - -— Ohimè, l'è lunga! - -— Perchè le vuoi tanto bene? - -— Perchè lei ne vuole tanto a me. Non mi vede, poverina, eppure mi ama, -quanto, eccettuato lo zio True, nessuno al mondo. - -— Io non lo credo.... no, non credo che t'ami quanto t'amo io. Anzi -ne sono _certo_. E come potrebbe amarti del pari, lei che non t'ha mai -veduta, mentre io ti vedo, e tu sei la persona che ho più cara dopo la -mamma? - -— _Davvero_, Guglielmo? - -— Sì, davvero. Quando m'incammino verso casa, penso sempre: «Or ora -vedrò la Gertrudina.» Quando durante la settimana succede qualche cosa -di nuovo dico in cuor mio; «Questo lo racconterò alla Gertrudina.» - -— Io invece m'ero immaginata che non potevo piacerti. - -— O perchè no? - -— Perchè tu sei molto bello, e io punto. Sentii l'altro giorno Elena -Chase dire a Lucrezia Davis, che Gertrude Flint è la più brutta della -classe. - -— Si vergogni! Scommetto ch'è brutta lei, piuttosto. A me sarebbe -sicuro antipatica; non potrei soffrire nessuna ragazza che avesse detto -questo. - -— Oh, ma è la verità, Guglielmo, la pura verità! — esclamò Gertrude -vivamente. - -— No, che non è! — protestò egli. — Certo, tu non hai lunghi ricci -biondi, e un visino tondo, e occhi celesti, come Bella Clinton, e -nessuno pretenderebbe che tu sia una bellezza. Ma quando corri un -po' e le tue guance diventano color di rosa, e i tuoi occhioni neri -brillano, quando ridi così di cuore per qualche cosa di buffo, tu mi -sembri piacente più di tutte le ragazzine che ho mai vedute in vita -mia: e posto che piaci a me, l'opinione degli altri non ha peso. Se tu -piangi, se tu soffri, io me ne affliggo come d'una pena mia e peggio. -Ieri Giorgio Bray picchiò sua sorella Maria perchè aveva strappato il -suo cervo volante: avrei voluto rendergliele di santa ragione.... Oh, -Gertrudina, io non ti picchierei neanche se tu facessi a pezzi tutti i -miei balocchi! — - -Guglielmo faceva spesso di queste affettuose dichiarazioni, e Gertrude -vi rispondeva con egual calore. Nè erano mère parole. I due fanciulli -s'amavano teneramente. I loro caratteri differivano assai: egli era -serio, perseverante, paziente e calmo, di temperamento equilibrato; -ella eccitabilissima, impetuosa, irrequieta, era pronta alla collera, -d'umore variabile, oltremodo sensitiva in tutta la sua natura. Per -lui, amato sempre, amato da tutti, farsi amare era un'abitudine. -Gertrude, priva d'affetti nella sua infanzia derelitta, non cercava -l'altrui simpatia, nè invero la destava se non nei pochi che avevano -occasione di conoscerla a fondo, e in circostanze favorevoli. Eppure -si volevano un gran bene; su ciò non poteva esserci dubbio. E il legame -che li univa, si stringeva ogni giorno più: già forte nella primavera, -nell'autunno era divenuto fortissimo, perchè Guglielmo durante -l'assenza d'Emilia aveva fatto anche la parte di questa, oltre che -la propria, e sebbene Gertrude non dimenticasse la sua amica lontana, -l'estate trascorse per lei molto piacevolmente. A scuola continuava a -progredire in modo tale che la signorina Graham ne rimase maravigliata -quando, in ottobre, ritornò dalla campagna. - -L'inverno seguente non fu meno felice. Il tenero sentimento della -giovane cieca verso la sua piccola protetta, anzichè diminuito, -sembrava aumentato dal tempo e dalla lontananza. Le visite di Gertrude -si fecero più frequenti che mai, e più che mai profittevoli; ma non -a lei sola. Emilia, la quale l'inverno passato soleva farla leggere -di tanto in tanto per giudicare de' suoi progressi, trovò, alla -prima prova, che la scolaretta era giunta, nell'arte della lettura, -a un grado d'eccellenza non comune tra le persone adulte. Ella non -solo leggeva con molta intelligenza, ma aveva intonazioni ed accenti -ammirabili. La cieca gustava nell'udirla un sì raro piacere, che ella, -conciliando la propria sodisfazione con un benefizio per la bambina, le -propose di venire a prestarle ufficio di lettrice un'ora ogni giorno. - -Gertrude non capiva in sè dalla gioia all'idea di esser utile alla sua -cara signorina; giacchè ella le aveva presentato la sua proposta come -la richiesta d'un favore, dicendole che così i suoi occhi servirebbero -a tutt'e due. Fu dunque convenuto che Trueman, quando usciva per il suo -giro di lampionaio, l'avrebbe condotta in casa Graham, e sarebbe venuto -a riprenderla al suo ritorno; accomodamento che permetteva alla piccola -lettrice d'essere puntualissima. Soltanto chi ne ha fatto l'esperienza -può sapere quanta roba s'arrivi a leggere nel corso di sei mesi -dedicando costantemente a quest'occupazione un'ora quotidiana. Emilia -non restringeva la scelta dei libri a quelli che non oltrepassano -le ordinarie capacità dei fanciulli, stimando non a torto che una -ragazzetta dotata di così vivace intelligenza, non avrebbe sofferto -per lo sforzo d'intuire cose superiori alla sua comprensione, in cui -le poteva accadere d'imbattersi, ma che al contrario il suo ingegno -ne sarebbe acuito e accresciuto il suo desiderio di sapere. Opere di -storia, biografie, descrizioni di viaggi, furono scorse da Gertrude -a un'età in cui generalmente i lettori non si compiacciono che nelle -fiabe e nelle figure. E la bambina pareva anzi preferire queste letture -serie. Con l'aiuto delle pazienti spiegazioni d'Emilia, ella andava -accumulando nel suo piccolo cervello molti fatti importanti, molte -nozioni utili. In quegli anni la memoria è forte, e grazie alla potenza -della ritenitiva le cose impresse allora nella mente si ricordano quasi -sempre meglio di quelle apprese più tardi quando i pensieri sono più -disturbati e divisi. - -Il suo libro favorito era un trattatello d'astronomia che la -confondeva co' suoi enigmi, ma tanto maggiormente l'attraeva, perchè -chiarendole alcuni punti, lasciava per lei tutto il resto in un mistero -affascinante: mistero ch'ella si riprometteva d'esplorare un giorno, -in tutta la sua profondità. Quest'ambizione d'imparare sempre più, di -comprendere sempre meglio, era in fin dei fini il preziosissimo tra i -benefizi derivatile da' suoi studi. Destate una tale ambizione in un -fanciullo, ispirategli l'amore della lettura, e otterrete risultati -migliori che da anni di sgobbo sulle panche della scuola dove il cuore -non lavora insieme con la testa. - -Gertrude frequentò la scuola pubblica fino ai dodici anni compiuti, -passando rapidamente di promozione in promozione; ma ciò che aveva -imparato con la signorina Graham e con Guglielmo rappresentava una -parte considerevole delle sue cognizioni. Guglielmo, amantissimo -dello studio, era lieto dell'ardore con cui la sua piccola amica lo -secondava. - -E realmente la loro collaborazione, il mutuo incoraggiamento che -trovavano nella comunanza dei loro gusti intellettuali, erano di grande -vantaggio ad entrambi. Due anni dopo che avevano stretto amicizia egli -già non poteva più esser detto un fanciullo: passava i quindici, e -cominciava ad avere un aspetto virile. Ma la diligenza e il fervore -di Gertrude esercitavano su di lui un influsso ancor più vivo: perchè -se la bambina di dieci anni, nel suo desiderio d'istruirsi, stava -volonterosamente a tavolino fin oltre le nove di sera, il giovanetto -quindicenne non doveva stropicciarsi gli occhi e addurre la scusa della -stanchezza. - -Fu appunto in su quel tempo che principiarono a studiare il francese. -L'antico maestro di Guglielmo conservava una gran benevolenza verso -l'alunno che era stato sempre il migliore della classe, e che avrebbe -certo riportato i primi premi se un dovere imperioso non lo avesse -costretto ad interrompere il corso degli studi avanti gli esami finali, -per darsi a più umili occupazioni. Ogni qualvolta lo imbatteva, sia -in istrada, sia altrove, gli domandava che facesse, e se continuasse -a coltivare il suo bell'ingegno. Saputo ch'egli aveva parecchie ore di -libertà, caldamente lo consigliò d'imparare la lingua francese la cui -cognizione gli sarebbe senza dubbio tornata utilissima, qualunque fosse -la carriera che avesse intrapresa; e s'offerse di prestargli tutti i -libri necessari. - -Guglielmo non mancò d'approfittare del consiglio e dell'offerta, e ci -si mise di buzzo buono. Quando era a casa la sera, veniva a studiare -nella camera di True, parte per amore della quiete che vi godeva (True -era il più quieto uomo del mondo e rispettava troppo la scienza perchè -osasse disturbare gli studenti con domande oziose), parte per amore -di Gertrude, la quale a quell'ora faceva di solito i suoi compiti. -Come era da aspettarsi, inteso che Guglielmo imparava il francese, -questa s'invogliò forte d'impararlo anche lei. Egli acconsentì a -farla provare, però senza gran fiducia ch'ella avrebbe perseverato -nell'intento. Con sua maraviglia, Gertrude invece manifestò non solo -una perseveranza mirabile, ma una grande disposizione allo studio delle -lingue; e avendola Emilia fornita degli stessi libri che aveva egli, -ella progredì di pari passo con lui. E spesso, in capo alla settimana, -era riuscita a tradurre più esercizi che non avesse trovato tempo di -fare Guglielmo. Il sabato era la loro gran serata; True sedeva nel suo -vecchio seggiolone accanto al fuoco, e contemplava i due ragazzi seduti -fianco a fianco davanti alla tavola, intenti e chini su una pagina che -a lui faceva l'effetto d'un labirinto oltremodo complicato. Gertrude -cercava le parole: aveva un'abilità particolare a questo lavoro; i suoi -occhi sfavillanti colpivano sempre giusto nel cuore del dizionario, -infilzando i vocaboli voluti. A Guglielmo toccava «fare il senso». La -prima volta che True colse a volo quest'espressione fu la sola che si -fece lecito d'interromperli con un'ingenua facezia. - -— Fai «il senso» Guglielmo?... Il «buon senso» mi raccomando.... Ce n'è -tanto bisogno in questo mondo! — - -Era ben naturale che nelle condizioni propizie di cui fruiva Gertrude, -guidata e consigliata da Emilia, assistita e incoraggiata da Guglielmo, -il suo intelletto dovesse rapidamente svilupparsi e irrobustirsi. Ma -che n'era del piccolo suo cuore che ad un tempo teneramente affettuoso -ed impulsivo, sensitivo ed appassionato, ora palpitava d'amore e di -gratitudine, ora bruciava nel fuoco divorante che il sentimento d'un -torto ricevuto, la coscienza di un'offesa, recata a lei o ad uno dei -suoi amici, v'accendeva d'improvviso? Nei suoi due anni d'infanzia -felice, aveva ella imparato a padroneggiarsi? Era giunta a distinguere -chiaramente il bene dal male, il vero dal falso? In una parola, era -Emilia stata fedele alla missione impostasi di sua spontanea volontà, -al suo nobile proposito d'addolcire il cuore, d'illuminare l'anima -della creatura ignorante? Aveva Gertrude appreso la religione, trovato -Dio, cominciato a seguire pazientemente il sentiero ch'è rischiarato da -una luce santa e conduce alla pace eterna? - -Sì, aveva _cominciato_, e sebbene spesso le fallisse il piede, sebbene -talvolta la pazienza le venisse meno nell'angusta via, ed ella ne -uscisse per rallentare il freno al suo irascibile temperamento, -bambina qual'era ancora, si poteva fondare una ragionevole speranza -sulla sincerità delle sue buone intenzioni, sulla profondità della -sua contrizione quando accadeva che il male riprendesse l'antico -predominio. Emilia non si risparmiava alcuna pena per insegnarle dove -ella dovesse riporre la sua intera fiducia, e già la piccola Gertrude -aveva imparato a invocare un soccorso più alto del suo, ad appoggiarsi -a un braccio più forte. - -La signorina Graham s'era messa a un'ardua impresa assumendosi -d'educare il cuore e la mente di una fanciulletta lasciata crescere -nell'assoluta ignoranza d'ogni virtù. Su alcuni punti, tuttavia, e -dei più importanti, ella non trovò le difficoltà che s'aspettava. Per -esempio, dopo avere spiegato una volta la differenza tra l'onestà e -la disonestà, la verità e la menzogna, non ebbe occasione alcuna di -far rimostranze a Gertrude che, leale per sua natura, non aveva mai -commesso la bassezza di mentire se non indottavi da un estremo terrore. -Infatti i caratteri fieri ed impetuosi come quello, ch'era in lei il -maggior difetto, appunto perchè tali, sono generalmente altrettanto -franchi e sinceri. Anche innanzi d'esser divenuta virtuosa, l'orgoglio -quasi sempre la ratteneva dal dissimulare la verità. Pochi mesi dopo -averla conosciuta, Emilia era ben sicura di poter fidare nella sua -parola. E questa certezza che la verità, radice d'ogni cosa santa, -aveva così presto preso dimora in quell'anima infantile, era stata il -maggiore incoraggiamento a perdurare nei suoi sforzi. Ma l'alterezza -e la sensitività di Gertrude sembravano innate; la tirannia, i -cattivi trattamenti non avevano potuto soffocarle, anzi s'erano -vigorosamente sviluppate in mezzo alle circostanze più sfavorevoli. -La bontà, la benevolenza ottenevano tutto da lei, la persuadevano, la -soggiogavano; ma ella non sarebbe stata capace di tollerare un freno -imposto severamente, per opportuno, per necessario che fosse. Emilia -sapeva che spesso l'autorità stessa dei genitori non basta a governare -questi spiriti indocili. Ella non conosceva che un potere tanto forte -da vincere l'orgoglio umano, da spegnere le passioni terrene: quello -dell'umiltà cristiana, innestata nel cuore: umiltà di _principio_, -umiltà di _coscienza_. L'unico potere a cui l'orgoglio ingenito presti -omaggio, e la passione ceda. - -Invero ella sapeva pure che un ordine, di qualsiasi natura, dato a -Gertrude da lei o dallo zio True sarebbe prontamente obbedito, perchè -la bambina, conscia che l'amore lo dettava, per amore vi si sarebbe -sottomessa; ma a fine di provvedere ad ogni contingenza, di fare che -il cuore fosse retto come la vita, occorreva ch'ella mirasse a un -fine più sublime che quello di compiacere le persone a lei care; e -insegnandole la dottrina del suo Divino Maestro, Emilia le infondeva -la forza di fare e di patire, di sopportare e di perdonare, per quando, -indipendente, non avrebbe più avuto altra guida che sè medesima. - -Qual profitto Gertrude avesse tratto dalle cure e dall'istruzione -ricevute in questi due anni, mostrò il seguito della sua storia. Passò -per molte prove, sostenne molte lotte, ebbe sconfitte e vittorie. - -La signorina Graham era sodisfatta e piena di speranza, True superbo ed -esultante, la signora Sullivan e perfino il vecchio Cooper dicevano che -il suo contegno e il suo aspetto s'erano maravigliosamente mutati in -meglio, e ch'ella aveva maniere assai garbate per una bambina della sua -condizione. - - - - -XIII. - - Non fantasia capricciosa - Nè d'ora oziosa influsso passeggero, - Nè clamore di folla, nè aura popolare - Potrà mai farlo errare fuor del retto sentiero. - - W. G. SIMMS. - - -Era il terzo inverno da che Gertrude stava con True. Un sabato sera -Guglielmo entrò, al solito, con la grammatica francese e il dizionario -sotto il braccio, ed esclamò, gettando i libri sulla tavola: - -— Oh, Gertrude, prima di metterci a studiare bisogna ch'io racconti a -te e allo zio True la comica avventura che m'è capitata quest'oggi! Ne -ho tanto riso dianzi con la mamma! - -— Sì, vi sentivo ridere, — disse Gertrude. — Se non avessi avuto troppo -da fare sarei anzi venuta a vedere che c'era di così straordinariamente -buffo. Suvvia, racconta. - -— Non pensate che sia uno scherzo.... Non sarei esilarato a questo -segno se la non fosse stata la più bizzarra vecchietta ch'io abbia mai -visto in vita mia. - -— Che vecchietta?... Non ci hai detto nulla di vecchie nè di giovani, -finora! - -— Bene, incomincio.... ecco!... Avete visto come ogni cosa era coperta -di ghiaccio stamani? Che splendore! Quando il sole è arrivato al -grande olmo di fronte all'ingresso della farmacia, e lo ha fatto -brillare tutto, ho pensato che non poteva esserci al mondo nulla di più -bello.... Ma questo non ha che vedere con la mia vecchietta.... salvo -che i marciapiedi erano abbaglianti come tutto il resto.... - -— Eh, lo so! — interruppe Gertrude. — Nell'andare a scuola sono -sdrucciolata.... - -— Davvero? — disse Guglielmo. — Non ti sei mica fatta male? - -— No, punto. Ma prosegui. Sono impaziente di sapere della vecchietta. - -— Verso le undici stavo sull'uscio, guardando fuori, quand'ecco, -vedo venire avanti la più strana persona che uno si possa immaginare. -Devo descrivervi la sua abbigliatura. Aveva una specie di veste nera, -non so se di seta o di raso, stretta stretta e con tutt'in giro una -guarnizione di trina d'un bruno incerto: probabilmente una volta era -nera anche quella, ma adesso non più. Sulla veste portava un mantello -di seta bigia che pareva uscito dall'arca di Noè, e sul mantello una -baverina di colore diverso, la quale data, io credo, da una generazione -anteriore. Non tento di darvi un'esatta idea del suo cappello: vi -dirò soltanto ch'era grande il doppio dei più grandi che sfoggino le -altre donne, e che ne scendeva, fin quasi ai piedi, un velo trinato, a -disegni vistosi, gettato da una parte. Ma il colmo della stravaganza -erano i suoi occhiali, con due lenti enormi, come non se ne sono mai -viste; qualche cosa d'orrendo. Un sacchetto da lavoro, fatto di seta -nera con cucitevi sopra a zig-zag numerose listerelle di stoffe di -tutti i colori dell'arcobaleno, era appeso al suo braccio sinistro, e -al sacchetto stavano appuntati, mediante spilli d'ottone, la pezzuola, -un immenso ventaglio di penne (te lo figuri, con questo fresco?), -un fazzoletto da involtare roba, un giornale.... Misericordia! Non -mi rammento neanche la metà degli oggetti che ne penzolavano, tutti -in un mazzo, raccomandati alla resistenza del cordone! Eppure il suo -vestiario non poteva dirsi la maggiore stranezza in lei. Ciò che la -rendeva singolarmente ridicola era la sua andatura: camminava come una -vecchia male in gambe, durando fatica a muovere il passo sul ghiaccio, -ma con un sorrisetto lezioso sulle labbra e una cert'aria d'importanza! -Oh, Gertrude, fortuna che tu non l'hai veduta! Non avresti ancora -cessato di ridere.... - -— Qualche povera pazza, non è vero? — domandò True. - -— Oibò! — fece Guglielmo. — Stravagante, certo, ma pazza no.... -almeno non pare. Proprio nel momento che passava davanti all'uscio -della bottega le è scivolato un piede, ed eccotela bocconi per terra, -lunga distesa.... Io accorro spaventato, pensando che quella meschina -creatura poteva essere rimasta uccisa da una tale caduta.... Il signor -Bray e un altro signore ch'egli stava servendo, mi seguono. Era tutta -stordita, ma portata in farmacia è rinvenuta subito. Mi domandate -se è pazza? Nemmen per ombra, zio True. Lucida come un dollaro! Il -suo primo pensiero, non appena riaperti gli occhi e tornata in sè, è -stato d'assicurarsi che teneva sempre il suo sacchetto con le relative -appendici; poi le ha contate ad una ad una e, trovato il numero -completo, ha scosso il capo in segno di sodisfazione. E ora viene -il bello. Il signor Bray mesce un bicchierino di cordiale e glielo -offre. Essa, che aveva già riacquistato la sua prosopopea e le sue -graziette, retrocede con una riverenza alla moda antica, e protende -le mani per esprimere il suo orrore all'idea di bere quella roba. -Il signore che era presente alla scena sorride e l'esorta a vuotare -il bicchierino senza paura. La vecchietta si volta verso di lui, fa -un'altra riverenza, e dice con una vocettina fessa: «Potete affermarmi -sulla vostra parola di leale e cortese gentiluomo che non è un liquore -inebriante?». Il signore, rattenendo a stento una risata, le ripete -che non le avrebbe fatto alcun male. «Allora» dice lei «m'arrischierò a -sorseggiare il beveraggio.... Ha una fragranza molto aromatica.» Sembra -che non le riescisse meno gradito al palato che all'odorato, perchè, -assaggiatolo, ha finito col tracannarlo fino all'ultima gocciola. -Posato il bicchiere sul banco, s'è rivolta a me con questo discorsetto: -«Giovanottino, senza l'esplicita dichiarazione di cotesto signore circa -l'innocuità del liquido, non l'avrei bevuto in vostra presenza non -foss'altro per l'_esempio_: io non ho formalmente assunto l'obbligo -della temperanza, ma sono astemia perchè si conviene a una signora: per -me gli è affar d'elezione, affar di _gusto_.» - -«Pareva che oramai si fosse riavuta. Infatti si disponeva a rimettersi -in cammino, ma l'avventurarsi di nuovo sola sul ghiaccio era una vera -imprudenza, e il signor Bray doveva pensarlo, giacchè le ha domandato -dove andasse. Con le circonlocuzioni del suo fiorito linguaggio ella ha -risposto che andava a passar la giornata dalla signora tale, dimorante -nei pressi dei Prati. Io allora tocco una manica al principale e gli -dico piano che se non ha bisogno di me, vo ad accompagnarla. Il signor -Bray mi dà licenza, per un'ora. Io offro il braccio alla vecchietta -dicendole che sarebbe un piacere per me il servirla. Ah, miei cari, -bisognava vedere! Se io fossi stato un giovane adulto e lei una -ragazza, non avrebbe fatto più vezzosamente la ritrosa, con mossettine -del capo e mezzi sorrisetti.... Ma infine prende il mio braccio -e partiamo. Sapevo che il signor Bray e l'avventore ridevano alle -nostre spalle, ma non me ne importava;. la vecchia signora mi faceva -compassione, e non volevo che cascasse una seconda volta. - -«I passanti si voltavano a guardarci, e non c'è da maravigliarsene, -perchè eravamo senza dubbio una coppia dimolto buffa. Non soltanto essa -aveva accettato l'appoggio offerto, ma vi s'aggrappava di peso, con -tutte e due le mani, arrotondando le braccia come due anse. Qui però -non dovrei ridere di quella poveretta, perchè aveva gran necessità che -qualcuno l'aiutasse e la sostenesse per non sdrucciolare sul ghiaccio, -e non pesava già tanto da stancarmi. Sarei curioso di sapere chi siano -i suoi. È strano che la lascino uscire sola, specie quando le strade -sono nello stato d'oggi.... - -— Come si chiama? — domandò Gertrude. — Non te l'ha detto? - -— No, non ha voluto. Io gliel'ho chiesto, ma mi ha risposto -semplicemente, con la sua vocettina fessa — e Guglielmo ricominciava -a sbellicarsi dalle risa — che ella era la dama incognita, e ch'è -l'impegno d'un vero e galante cavaliere scoprire il nome della sua -bella. In fede mia, un'avventura impagabile! Non ho sentito mai nessuno -parlare in modo così ridicolo. Le ho domandato la sua età.... La -mamma dice che ho commesso un'inciviltà madornale, ma in compenso è -l'unica.... La vecchia signora lo attesterebbe se fosse qui. - -— Ebbene, quanti anni ha? - -— Sedici. - -— Eh via, Guglielmo! Mi burli? - -— No, è l'età che m'ha detto lei. E un vero e galante cavaliere è in -obbligo di credere ciecamente alla sua bella dama. - -— Povera creatura! — esclamò Trueman. — È rimbambita! - -— Non mica, zio True. A momenti parrebbe, quando sballa certe -sciocchezze, ma poi subito si mette a parlare sensatamente quanto -voi e me. M'ha ringraziato protestandosi gratissima e lodando il -raro «spirito di cortesia» che dimostravo col pigliarmi tanta pena -d'una vecchia signora come lei. Nello svoltare in via Beacon ci siamo -incontrati in un intero collegio di ragazze, tutte bellezze fiorenti, -«bellezze da ammazzare un uomo» diceva la mia vecchietta. Appena -vedutele apparire da lontano doveva aver tenuto sicuro ch'io cercherei -di liberarmi per correre dietro a qualcuna di loro, tanto furiosamente -s'attaccava al mio braccio. Sorte ch'io non avessi punto la prava -intenzione d'abbandonarla, perchè mi sarebbe stato impossibile. Alcune -delle ragazze si fermavano un momento a guardarci con curiosità; io, -s'intende, non ne facevo caso, ma la mia dama sembrava credere che ne -fossi terribilmente mortificato, e, passate alfine tutte quante, ha -rilodato il mio «spirito di cortesia»: sua espressione favorita. — - -Guglielmo tacque, sfiatato. True gli pose una mano sulla spalla: - -— Sei un bravo e buon ragazzo! — disse; — Tu onori i vecchi, e fai -bene, quantunque il tuo nonno pretenda che non sia più di moda. - -— Non so di mode, io, zio True, ma stimerei tristo e di basso animo -un ragazzo che vedesse una vecchia sdrucciolare sul ghiaccio, e non -l'accompagnasse a casa per risparmiarle una nuova caduta. - -— Guglielmo è sempre stato buono con tutti, — osservò Gertrude. - -— O Guglielmo è un eroe, — disse il giovanetto — o ha due cari amici -che lo giudicano con troppa benevolenza, com'è più verosimile. Ma -vieni, Gertrude, Carlo XII ci aspetta, e dobbiamo studiare molto oggi, -perchè può darsi che non ci capiti tanto presto un'altra occasione. Il -signor Bray non istava bene stasera; pare che lo minacci la febbre. -Gli ho promesso di ritornar a bottega domani, dopo desinato. Se, Dio -guardi, s'ammala, sarò occupatissimo, e non potrò affatto venire a -casa. - -— Oh, speriamo che non s'ammali! — esclamarono Trueman e Gertrude, a -una voce. - -— È un così brav'uomo! — soggiunse il vecchio. - -— E tratta Guglielmo con tanta bontà! — aggiunse la bambina. - -Anche Guglielmo sperava, ma le sue speranze si mutarono in ansiosi -timori quando il giorno seguente seppe che il suo ottimo padrone non si -trovava in grado di lasciare il letto, e che il medico era impensierito -dai sintomi riscontrati. - -Si manifestò una febbre tifoidea che in pochi giorni condusse il -farmacista alla tomba. - -La sua morte fu per Guglielmo un colpo tanto improvviso e terribile, -che su quel subito egli non comprese le importanti conseguenze -che da questo evento derivavano a lui stesso, nel suo avvenire. La -farmacia venne chiusa, essendosi la vedova risolta a vendere i fondi -per ritirarsi a vivere in campagna; sicchè rimase privo a un tempo -dell'impiego e del prezioso appoggio che aveva nel signor Bray. - -Nell'ultimo anno i guadagni del giovanetto erano stati considerevoli, -e avevano migliorato le condizioni de' suoi cari, permettendo loro di -diminuire le proprie quotidiane fatiche. Il pensiero d'essere a carico -della mamma e del nonno anche per un solo giorno era intollerabile al -suo spirito indipendente ed energico. E però si mise sollecitamente -alla ricerca d'un nuovo posto. Incominciò dal rivolgersi ai farmacisti -della città: a nessuno di essi occorreva un ragazzo dell'età sua, e la -giornata fu spesa in gite inutili. - -Ritornò a casa la sera, disilluso, ma punto scoraggiato. Se non trovava -da impiegarsi in una farmacia, avrebbe fatto qualche altra cosa. - -Ma che cosa? Questo era il nodo. Dibattè a lungo la questione con sua -madre. Ella sentiva che l'ingegno e l'educazione del suo figliuolo gli -davano diritto a un posto almeno pari a quello che aveva occupato fino -allora, e non poteva sopportare l'idea ch'egli scendesse a servigi -più bassi. Guglielmo stesso, senz'essere presuntuoso, non pensava -diversamente. Egli ben si sapeva capace di tenere uffici richiedenti -assai maggior coltura e attitudine agli affari che non le incombenze -affidategli dal signor Bray. Ma se per ora non era possibile conseguire -ciò che desiderava, avrebbe preso ciò che si sarebbe offerto. E cercò -da tutte le parti. Il guaio era che non aveva nessuno da far dire una -buona parola in suo favore, e certo non si può pretendere che la gente -abbia fiducia in un ragazzo sconosciuto e senza raccomandazioni. - -Tutti i suoi passi riuscivano dunque infruttuosi, e un giorno dopo -l'altro se ne tornava a casa silenzioso e depresso, temendo la vista -del nonno e della mamma. Quando questa volgeva verso di lui piena -di speranza il pallido viso che portava l'impronta di tante cure, di -tante fatiche, era uno strazio per il suo cuore doverla rattristare con -nuovi disinganni; e non meno lo tormentava il pessimismo del vecchio, -il quale addirittura non credeva alla possibilità ch'egli trovasse -un'altra occupazione, nè si sarebbe persuaso del contrario finchè -non glielo provasse un fatto di cui non si vedeva ancora speranza. -In capo a due settimane la signora Sullivan finì con l'astenersi -dall'interrogarlo sui risultati delle pratiche fatte, avendo il suo -vigile occhio materno scorto tutta la pena che gli cagionavano quelle -domande. Aspettava pazientemente che egli le comunicasse le sue -notizie, se ne aveva. - -Spesso così avveniva che non fosse scambiata tra loro una parola sul -modo in cui Guglielmo aveva impiegato la giornata. E molte trepide -istanze egli fece per ottenere lavoro, molte mortificanti repulse ebbe -a soffrire, di cui sua madre nulla mai seppe. - - - - -XIV. - - Se peso egual di tema e di speranza - Tiene in forse l'evento, io, per natura - Sempre a sperar più che a temere inclino. - - COMUS. - - -Era questa una prova non conosciuta fino allora da Guglielmo, e la più -dura per lui a sostenersi. Eppure la sostenne, e strenuamente: nascose -le più aspre sue lotte alla madre ansiosa, al nonno scorato, e con -virile risoluzione sperò contro la speranza, Gertrude era adesso il suo -maggior conforto. A lei confidava le sue pene, e quantunque non fosse -che una fanciulletta, ella sapeva essere una mirabile consolatrice. -Presentandogli sempre le cose nella luce più favorevole, predicendo -un domani più fortunato, faceva molto per ravvivare la sua fiducia, -per fortificare il suo proposito. Dotata d'uno spirito pronto, sagace, -osservatore, ella vedeva, assai meglio che non sogliano i fanciulli, -le diverse vie per cui poteva esser condotta a termine una faccenda; -e spesso dava a Guglielmo utili consigli di cui egli volentieri -approfittava. Un giorno gli domandò se non avesse mai pensato a -ricorrere ad una agenzia d'informazioni. Egli infatti non ci aveva -pensato, e se ne maravigliò seco stesso. Lo fece senza indugio. Gli -furono date lusinghiere speranze che per qualche tempo lo rianimarono, -ma riuscirono fallaci. E oramai cominciava a disperare, quando gli -cadde sott'occhio un annunzio in un giornale che parve offrirgli una -probabilità di buon successo. Lo mostrò a Gertrude. Era proprio il -fatto suo. Non aveva che da presentarsi. Si chiedeva appunto un ragazzo -come lui: quindici anni, svegliato, capace, fidatissimo, disposto ad -entrare come socio nella ditta, dopo acquistata la necessaria pratica -degli affari. Ella era sicura che nessuno poteva meglio di Guglielmo -convenire al richiedente. - -Tanto n'era sicura, che la mattina appresso Guglielmo si presentò -al recapito indicato, franco e fiducioso come mai per l'innanzi. Il -principale, che aveva l'aria d'un uomo assai fine e scaltro, lo fissò -con uno sguardo penetrante, lo tempestò di domande, lo sconcertò -manifestando qualche dubbio sulla sua capacità e la sua onestà; e dopo -averlo fatto discorrere un pezzo, concluse col dichiarargli che anche -nel migliore dei casi e con le più valide raccomandazioni, egli non -poteva accettare se non un giovanetto la cui famiglia acconsentisse -a interessarlo negli affari della Casa investendovi per conto suo una -piccola somma. - -Questa condizione chiudeva a Guglielmo l'adito a quel posto, quando -pure l'uomo gli fosse piaciuto: ma non gli piaceva punto, perchè -sentiva in cuor suo ch'era un furfante o giù di lì. - -Finora egli non s'era mai perduto d'animo; ma quest'ultimo disinganno -l'avvilì per modo che, ritornato a casa, gli mancò il coraggio di -trovarsi faccia a faccia con sua madre. Entrò dunque direttamente nella -camera di True. - -Era la vigilia di Natale. Dagli sportelli aperti della stufa il -riverbero d'un bel fuoco di carbone veniva a confondersi coi riflessi -del tramonto in una luce purpurea che rischiarava fievolmente la -stanza. - -Guglielmo trovò Gertrude sola ed occupata a preparare una certa -focaccia per il tè, la quale era uno dei pochi prodotti dell'arte -culinaria in cui fosse giunta a farsi onore. Ella giusto usciva dalla -dispensa con in mano un ramaiuolo colmo di farina, quando lo vide -entrare. Egli gettò il suo berretto sulla panca e sedette alla tavola -nascondendo il volto tra le palme, con un atto di sconforto che le fece -subito indovinare la nuova disfatta patita dal povero ragazzo nella -sua lotta contro l'avversa fortuna. Era tanto contrario all'indole di -Guglielmo l'entrare così senza dir parola, tanto strano vedere quella -radiosa testa giovanile curvarsi sotto il peso del dolore, quel corpo -agile e gagliardo accasciarsi, come fosse d'un tratto invecchiato, -ch'ella comprese che il valoroso suo cuore cadeva infine vinto. - -Posò il ramaiuolo, e pian piano venne a lui, gli toccò un braccio, -alzandogli in faccia i grandi occhi ansiosi. La compassione ch'egli -sentì nella timida carezza, nello sguardo amoroso, gli diede l'ultimo -crollo. Chinò la faccia sulla tavola, e un momento dopo Gertrude udì -uno scoppio d'angosciosi singhiozzi che si ripercotevano ad uno ad -uno nel più profondo dell'anima sua. Ella piangeva spesso e le pareva -una cosa naturale: ma Guglielmo, il gaio, l'animoso Guglielmo, non -l'aveva veduto pianger mai: credeva ch'_egli non sapesse_ piangere. Si -arrampicò sulla seggiola del giovanetto e cingendogli il collo con le -braccia mormorò: - -— Io non mi rammaricherei di non averlo ottenuto quel posto: credo che -non sia un posto _buono_. - -— Neppur io lo credo; — disse egli sollevando la testa — ma come fare? -Non ne trovo _nessuno_, e non posso star qui senza far _nulla_. - -— Noi siamo ben contenti d'averti a casa. - -— Oh, essere a casa è una gran bella cosa.... Godevo di venirci quando -stavo col signor Bray, e guadagnavo un po' di quattrini, e sentivo che -tutti mi vedevano con piacere.... - -— Ma anche adesso tutti ti vedono con piacere. - -— Non però come _allora_, — replicò Guglielmo alquanto impazientito. -— La mamma mi guarda sempre come se s'aspettasse l'annunzio che -finalmente ho trovato un'occupazione; il nonno ha l'aria di pensare -ch'io non sarò mai buono a nulla.... Ah, proprio nel momento che -cominciavo a guadagnare e ad aiutarli, mi tocca la disgrazia ti perdere -il mio impiego! - -— Non è colpa tua se il signor Bray è morto; tu non potevi mica -guarirlo. Mi sembra impossibile che il signor Cooper ti biasimi perchè -_ora_ sei disoccupato.... - -— Non mi _biasima_, no.... Ma se tu fossi ne' miei panni proveresti -quello che provo io nel vederlo là, seduto nella sua poltrona, tutta -la sera, gemendo e borbottando, e guardandomi come se volesse dire: «A -cagion tua mi dispero».... Egli pensa che il mondo è tristo, che lui -non ci ha mai avuto sorte, e che così non nè avrò io.... - -— Tu ne avrai.... Sono sicura che sarai ricco un giorno. Allora sì che -il nonno rimarrà stupito! - -— Gertrude, tu sei una cara bambina.... Hai fede in me.... Se mai -divento ricco, ti prometto di farti partecipare alla mia fortuna. -Ahimè, — soggiunse, scorato — non è tanto facile! Io m'immaginavo che -quando sarei grande, guadagnerei subito dimolto denaro.... Invece veggo -che ce ne vuole per arrivarci! — - -Chinò di nuovo il capo, volle nascondersi la faccia tra le mani; -ma Gertrude gliele afferrò e non gli permise d'abbandonarsi alla -malinconia. - -— Via, Guglielmo, — ella disse — non fissarti più in questo pensiero. -Non c'è chi non abbia i suoi dispiaceri, ma tutti li superano, infine. -Forse la settimana ventura ti troverai in una bottega anche meglio che -quella del signor Bray, e sarai più contento di prima. Sai, — fece, per -mutare discorso, tattica che i fanciulli sanno usare quanto gli adulti -— oggi compiono due anni da che sono venuta qui. - -— Davvero? Lo zio True ti portò a casa sua la vigilia di Natale? - -— Precisamente. - -— Vale a dire che Santo Claus portò te verso le buone cose, invece di -portartele, non è vero? — - -Gertrude non sapeva nulla di Santo Claus, il grande amico dei bambini; -e Guglielmo, il quale aveva ultimamente letto la leggenda del buon -vecchio che la vigilia di Natale distribuisce balocchi a piene mani, -prese a raccontargliela, per esteso. - -Quand'ella vide che, infervorato nella sua storia, egli si distraeva -senza volerlo, ritornò alla focaccia, pur non cessando d'ascoltarlo -con attenzione mentre lavorava la pasta. Giusto nell'atto che stava -infornandola, Guglielmo fece punto. Inginocchiata davanti alla stufa, -aprendo e chiudendo macchinalmente lo sportello del forno, ella -rimaneva pensosa, con un sì vivo sfavillìo negli occhi, che egli le -domandò: - -— Gertrudina, perchè hai cotest'aria maliziosetta? - -— Pensavo — ella rispose — che Santo Claus potrebbe forse venire per -te, stanotte; giacchè viene per chi ha bisogno di qualche cosa e porta -ai bravi figliuoli ciò che desiderano, spero che ti porti un buon posto -dove tu abbia occasione di farti ricco. - -— Sicuro! — disse Guglielmo. — Mi ficcherà nel suo sacco, e mi -strascinerà fino a un palazzo per offrirmi come dono natalizio a un -vecchio Creso, il quale mi regalerà un patrimonio, in contraccambio.... -Ci fo assegnamento, perchè se non mi capita una fortuna prima di capo -d'anno, devo darmi per disperato. — - -In quella i due ragazzi furono interrotti da Trueman che entrò portando -trionfalmente un magnifico tacchino, regalo del signor Graham, e un -libro per Gertrude, regalo d'Emilia. - -— Oh, non è curioso? — esclamò la bambina. — Guglielmo diceva appunto -che voi, zio True, siete il mio Santo Claus.... Pare anche a me, -davvero! — - -Così parlando apriva il libro. E nel frontespizio le si presentò il -ritratto del leggendario personaggio. Ella proruppe, giubilante: - -— O, guarda, guarda, Guglielmo, come gli somiglia! È tutto lui! C'è -il berretto di pelliccia, e la pipa, e il buon viso ridente proprio -come il suo.... Ah, zio True, se soltanto aveste invece del tacchino e -della lanterna un sacco di balocchi in ispalla, sareste un Santo Claus -perfetto!... A proposito, per Guglielmo non avete nulla? - -— Sì, una cosuccia... Ma temo che non gliene importerà molto. Non è che -un bigliettino. - -— Un biglietto per me? — domandò il ragazzo. — Di chi può essere? - -— Questo non so dirtelo, — rispose il lampionaio frugando nelle -capaci sue tasche. — Svoltavo il canto quando un uomo m'ha fermato -domandandomi dove abita la signora Sullivan. Io gli indico la casa. -Allora, veduto che ci abito anch'io, mi consegna questo pezzetto di -carta, e mi prega di rimetterlo al signorino Guglielmo Sullivan, che, -m'immagino, siete voi. — - -Guglielmo prese con una mano il biglietto e con l'altra l'accenditoio -di True, e sollevando il foglio all'altezza del lume, lesse forte: - -«R. H. Clinton desidera vedere Guglielmo Sullivan giovedì mattina, tra -le dieci e le undici, al numero 13. Panchina....» - -Egli era sbalordito. - -— Che vorrà mai? — disse. — Io non conosco nessuno di questo nome. - -— So io chi è, — fece True. — È il signore che abita nella grande casa -di pietra, in via ***; un riccone. Il recapito dato nel biglietto è -proprio il suo banco.... - -— Che? Il babbo di quei bellissimi bambini che vedevamo spesso alla -finestra? - -— Precisamente. - -— O che cosa può desiderare da me? - -— Probabilmente ha bisogno de' tuoi servizi, — disse il vecchio. - -— Ma dunque è un posto! — gridò Gertrude. — E un posto buono! Santo -Claus è venuto e te l'ha portato.... Lo dicevo io! Oh, come sono -contenta! — - -Guglielmo tuttavia non sapeva se dovesse rallegrarsi o no. Gli sembrava -assai strano quel messaggio da parte d'un signore che non lo conosceva -affatto. Certo sarebbe stato naturale sperare con la sua piccola -amica e con lo zio True che fosse l'alba d'una nuova fortuna; ma egli -aveva ragioni particolari, da loro ignorate, per credere che di questa -fortuna, se pur gli si offriva, non avrebbe potuto approfittare. E però -si fece promettere da entrambi di non far cenno della cosa nè a sua -madre, nè al signor Cooper. - -Il giovedì, ch'era il giorno dopo il Natale, egli si presentò -puntualmente nel luogo indicatogli. Il signor Clinton, uomo di maniere -finissime e d'aspetto benevolo, l'accolse con molta gentilezza, gli -diresse poche domande, non chiese nemmeno se avesse raccomandazioni, -o attestati del suo antico principale, ma senz'altro gli disse che -aveva bisogno d'un giovanetto per le mansioni di secondo commesso nel -suo banco, e gli offerse il posto. Guglielmo esitò, perchè quantunque -l'offerta fosse molto vantaggiosa per il suo avvenire, non era -accettabile per il presente, se, come pareva, il signor Clinton non gli -assegnava uno stipendio. Questi, vedendolo titubante, gli domandò: - -— Forse la mia proposta non vi conviene, o avete già qualche impegno? - -— No, — rispose egli prontamente. — Mi dimostrate una gran bontà -onorando me, estraneo, di tanta fiducia da essere disposto ad -ammettermi nella vostra Casa, e la proposta mi giunge gradita quanto -inaspettata; ma io, finora, avevo servito in un negozio di spaccio al -minuto, dove percepivo un regolare salario sul quale mia madre e mio -nonno facevano conto.... Certo, preferirei di gran lunga un banco quale -il vostro, e credo, signore, che imparerei presto a rendermi utile: -se non che, lo so, molti giovanetti di famiglie ricche si stimerebbero -fortunatissimi d'essere impiegati da voi senza alcuna rimunerazione, e -quindi io non potrei sperare uno stipendio, almeno per i primi anni. -Comprendo bene che in capo a un certo tempo mi troverei compensato -ad usura dalle cognizioni acquistate nella pratica degli affari -mercantili: disgraziatamente non sono in istato di procurarmi questo -vantaggio, più che di proseguire gli studi. — - -Il signor Clinton sorrise. - -— Come mai, giovanotto, siete così informato di queste cose? - -— Ho inteso dire da parecchi ragazzi miei condiscepoli, ora commessi -in case commerciali, che non ricevono paga, e ho sempre giudicato equo -cotesto trattamento; ma per tale ragione appunto mi sono sentito in -obbligo di contentarmi del posto che occupavo in una farmacia, perchè -sebbene non fosse di mio gusto, mi dava modo di bastare a me stesso e -di venire in aiuto a mia madre ch'è vedova, e a mio nonno ch'è vecchio -e povero. - -— Il vostro nonno, chi è?... - -— Il signor Cooper, sagrestano nella chiesa del signor Arnold. - -— Ah sì, lo conosco! — disse il signor Clinton; e dopo una pausa -soggiunse: — Quello che avete detto, Guglielmo, è esattissimo: non -è nostro costume assegnare un qualsiasi stipendio ai nostri giovani -commessi, e ciò nonostante siamo tempestati di profferte; ma ho avuto -ottime informazioni sul conto vostro, ragazzo mio (non vi dirò da -qual fonte per quanto io vegga la vostra curiosità), e inoltre voi -mi piacete: credo che mi servirete fedelmente. Ditemi dunque che -cosa avevate dal signor Bray: io vi darò altrettanto il primo anno, -e in seguito andrò aumentando la vostra paga, se lo meriterete. Siete -contento? Allora potete entrare nel mio banco al principio del gennaio -prossimo. — - -Guglielmo lo ringraziò il più concisamente possibile, e s'affrettò ad -accomiatarsi. - -Il commesso principale, chino su' suoi registri, ascoltava il dialogo, -e pensò che il ragazzo avrebbe dovuto esprimere maggiore riconoscenza -dinanzi a una così insolita generosità. Ma il negoziante, osservando -Guglielmo mentre gli parlava, ben aveva scorto nei mutamenti del suo -viso il succedersi della maraviglia allo scoramento, e della speranza, -della gioia alla maraviglia; una gioia piena di gratitudine sincera -e così profonda che, egli lo comprendeva, non trovava parole per -manifestarsi. E s'era ricordato del tempo in cui, giovanetto e figlio -unico di una povera vedova, egli era venuto solo nella grande città, -in cerca d'un impiego, e trovatolo dopo lunghi stenti, aveva subito -scritto alla mamma per dirle che sperava di poter presto guadagnare -abbastanza da provvedere a sè ed a lei. - -Da vent'anni cresceva l'erba sulla tomba ove ella dormiva l'eterno -sonno, laggiù nella lontana campagna natia, e la faccia del negoziante -era solcata dalle rughe che vi avevano impresse i pensieri e le cure; -ma quando, ritornato a sedere, egli tracciò quasi inconsciamente su -un foglio bianco, con la penna asciutta, le parole: «Cara mamma», ella -rivisse per lui e rivisse egli stesso nella propria giovinezza. Quelle -parole invisibili incominciavano la lettera che le recava la buona -novella. - -No, Guglielmo non era ingrato, altrimenti non avrebbe destato nel -signor Clinton i ricordi del tempo in cui il suo cuore provava le -stesse commozioni. - -E tutte le madri che hanno pianto e pregato e ringraziato Dio ricevendo -simili notizie da figliuoli teneramente amati, possono intendere qual -fosse la felicità della buona piccola signora Sullivan quando Guglielmo -le annunziò l'insperata fortuna. Il signor Cooper e Gertrude hanno -pure i loro prototipi in tanti vecchi ne' cui occhi smorti e stanchi si -riaccende il bagliore della speranza, che sebbene sia stata fallace per -essi, vagheggiano ancora per i nipotini; in tante sorelline superbe e -liete di vedere il nobile fratello apprezzato alfine dagli altri come -fu sempre da loro. Nè in tali occasioni deve mancare l'amico cordiale -che, come il bravo True, entra d'improvviso e battendo una spalla al -ragazzo esclama: - -— Avevo ragione, io? Non c'era bisogno che si rammaricassero tanto, -i tuoi.... Glielo dicevo sempre al nonno che le cose si sarebbero -accomodate, e bene! — - -Ma un punto rimaneva misterioso. Da chi il signor Clinton aveva udito -parlare di Guglielmo? La signora Sullivan passò in rivista le sue non -numerose conoscenze, e fece mille supposizioni, una più inverosimile -dell'altra. E però, visto che il congetturare non serviva a nulla, -finirono con l'attribuire, come Gertrude, tutto il merito a Santo -Claus. - - - - -XV. - - Rinnovi in cielo il dì l'usato corso - O avvolta d'ombra la notte silente - Vigili sulla terra, ella paziente - E fida attende all'opera pietosa - Di lenire la pena sua angosciosa - E nel bisogno porgergli soccorso. - - BLACKLOCK. - - -— Sarei curiosa di sapere, — diceva la signorina Peekout appoggiando -le mani al davanzale per sporgersi meglio, e guardando su e giù -per la strada, occupazione a cui soleva dedicare dieci minuti dopo -rigovernato gli utensili della colazione e prima di preparar la sua -«lampada solare» — sarei curiosa di sapere chi sia quella ragazzina -snella che passa di qui tutte le mattine conducendo a braccetto quel -vecchio cadente. Li vedo sempre a quest'ora quando il tempo è buono e -si cammina bene. È una cara creatura, senza dubbio, e dev'essere molto -affezionata al pover'uomo.... probabilmente suo nonno. Ho osservato -che ha cura di lasciargli la miglior parte del marciapiede, e vigila -ogni suo passo; cosa necessaria, del resto, perchè lui vacilla ch'è una -passione. Poverina, è pallida, e tutt'ansiosa.... Chi sa se assiste il -vecchio lei sola?... Sarei curiosa.... — - -Ma la coppia è già fuori della sua veduta ed ella va a vedere se la -lampada solare ha bisogno d'una calza nuova. - -— Sarei curiosa di sapere, — diceva la signora Grumble, seduta a -una finestra d'una casa un po' più in là nella stessa via — se nel -caso ch'io fossi un giorno vecchia ed inferma — (la signora Grumble -passava i settanta ma non soffriva finora d'altra infermità che il suo -temperamento irascibile) — qualcuno m'assisterebbe e si prenderebbe -cura di me come quella figliuola lì del suo nonno! Mai e poi mai, ci -scommetto! Che pazienza, per una bambina! Chi può essere? - -— Guarda, Bella! — diceva una fanciulla ad un'altra con la quale si -recava a scuola passando per quella strada, dove si tenevano dalla -parte dell'ombra. — Ecco là il vecchio e la ragazzina che incontriamo -ogni giorno.... Come puoi dire che non è carina? Io l'ammiro! - -— Oh, tu, Rina, hai la particolarità d'ammirare ciò che a tutti gli -altri pare orribile! - -— Orribile!. — esclamò Rina indignata. — Tutt'altro! Osserva ora quando -l'incontriamo, quanto è dolce l'espressione del suo viso nell'atto -di guardare il vecchio e di parlargli! Sarei curiosa di sapere che -cos'ha quel disgraziato.... Vedi come gli trema il braccio? Quello che -appoggia sul braccio di lei.... — - -Le due coppie s'incontrano, quasi sfiorandosi, passano, in silenzio. - -— Ebbene, non è forse simpaticissima? — domanda Rina, vivamente, non -appena sicura di non essere udita. - -— Ha begli occhi, — risponde Bella — ma non c'è in lei nient'altro di -notevole. Sarei curiosa di sapere come sopporta la noia di passeggiare -con quel vecchio che si trascina a stento, pesandole sul braccio e -tremando per modo che appena si regge.... E incontro al sole che la -ferisce proprio in faccia.... Ah, io non lo farei per nulla al mondo! - -— Oh, Bella! Come hai cuore di parlare così? Io lo compiango il -poveretto, immensamente! - -— Dio buono, a che giova il compianto? Se tu ti metti a compiangere -tutti, non avrai da far altro dalla mattina alla sera. — Bella -s'interruppe e urtò il gomito alla compagna: — Guarda lì, Guglielmo -Sullivan, il commesso del babbo.... O non è una bellezza? Aspetta, -voglio fermarlo. — - -Ma innanzi ch'ella giungesse a rivolgergli la parola, Guglielmo, il -quale camminava prestissimo, l'oltrepassò salutandola con un inchino -e un garbato: «Buon giorno, signorina Isabella!» e s'allontanò -rapidamente. - -Quando la vezzosa Isabella si fu riavuta dallo stupore e dal dispetto -che l'avevano ammutolita, non era più il caso di richiamarlo. - -— Gentilissimo! — ella mormorò. - -— Vedi, vedi, — fece Rina che s'era voltata a guardare indietro — -ha raggiunto il vecchio e la simpatica bambina. Oh, prende l'altro -braccio dell'infermo.... e proseguono tutti e tre insieme.... Non è una -singolare coincidenza? - -— Io non ci veggo nulla di singolare, — disse Bella, un po' seccata. — -Suvvia, allunghiamo il passo, o arriveremo a scuola in ritardo! — - -Lettore! Sei anche tu «curioso di sapere» chi siano quel vecchio e -quella ragazzina? O hai già ravvisato True Flint e Gertrude? Il povero -True non è più il forte e coraggioso protettore della debole creatura -derelitta. Le parti sono invertite. Egli è stato colpito da paralisi. -Il suo vigore se n'è ito, non gliene resta nemmeno tanto da camminar -solo. Sta tutto il giorno a sedere nel suo seggiolone o sulla vecchia -panca, salvo quando esce a passeggiare con la sua figliuola adottiva. -Il colpo fu improvviso, e atterrò l'uomo robusto, lo lasciò debole -come un fanciullo. E la piccola estranea, l'orfanella che, malata, -abbandonata, priva del necessario, aveva trovato in lui un babbo e una -mamma, ora per lui è tutto: il suo sostegno, la sua speranza, il suo -conforto. Durante i quattro o cinque anni che egli ha amorosamente -coltivato quella gracile pianticella, ella ha acquistato forza per -il tempo in cui doveva esser egli a sua volta bisognoso d'appoggio e -trovarlo in lei. Quel tempo è venuto, ahimè, troppo presto; ella era -pronta e ha risposto all'appello. Con la semplicità e l'ardore d'una -bambina, ma con la fermezza, la perseveranza, la capacità d'una donna, -la piccola Gertrude presta da mane a sera, infaticabile, la sua opera -d'infermiera fedele, di diligente massaia in servigio del suo primo, -del suo più caro amico. Sempre al suo fianco, sempre attenta ad ogni -suo bisogno, ella tuttavia riesce miracolosamente a fare molte cose, -senza ch'egli pur se n'avvegga. Come l'ottimo uomo aveva predetto, ella -è davvero ne' suoi vecchi giorni la benedizione di Dio incarnata che -gl'illumina e fiorisce di gioie soavi fino il sentiero della tomba. - -Se l'infermità privava Trueman dell'uso delle membra, aveva per fortuna -risparmiato la sua mente, ch'era lucida e serena come sempre: e il -pio cuore si riposava, con umile fiducia, in quel Dio di cui egli -riconosceva l'amore e la presenza, in cui sperava così fermamente, che -nell'amarezza di quella prova poteva sottomettersi appieno e ripetere: -«Sia fatta la tua volontà e non la mia!» - -Coloro che tutti i giorni notavano l'invalido e la sua piccola custode, -e si maravigliavano della devozione, dell'abnegazione di quella -fanciulletta, erano lungi dal comprendere i sentimenti d'affetto e di -gratitudine ond'era animata Gertrude, dall'immaginarsi qual contentezza -fosse la sua nel sostenere, nell'aiutare l'amato suo benefattore. Meno -ancora la superbiosa che si sarebbe vergognata di passeggiare col -vecchio paralitico, intuiva qual fosse il suo orgoglio. Come poteva -ella credere che la ragazzina che avrebbe compianta, se avesse trovato -tempo di compiangere qualcuno, si sentiva colmare il cuore della più -viva, della più nobile sodisfazione provata in vita sua, quando porgeva -l'appoggio del suo braccio al vecchio tremulo, ed era per lei una -gloria portare quella croce? - -Il mondo esteriore le era indifferente. Non si curava dei commenti -della gente oziosa, curiosa, vana. Non viveva ora che per True; per -meglio dire viveva _in lui_, tanto esclusivamente pensava a consolarlo, -a prolungare e allietare i suoi giorni. - -Da due mesi soltanto egli versava in così affliggenti condizioni. -Già prima la sua salute aveva cominciato a declinare, ma era sempre -in grado d'attendere al suo lavoro quotidiano, finchè una mattina di -giugno Gertrude, entrando nella sua camera, vide con maraviglia che -non s'era levato quantunque fosse molto più tardi dell'ora consueta. -Accostatasi al suo letto domandandogliene il perchè, s'accòrse -ch'egli aveva un aspetto strano e non poteva risponderle. Sbalordita -e spaventata, chiamò la signora Sullivan. Fu mandato per un medico. -Questi dichiarò ch'era un attacco di paralisi, molto grave. Parve -infatti per qualche giorno che True dovesse soccombervi: ma poi andò -migliorando. Ricuperò la favella, e in capo a due settimane fu in -istato di camminare con l'aiuto di Gertrude. - -Il dottore aveva raccomandato quanto più moto fosse possibile senza -stancarlo, e però tutte le mattine, innanzi le ore calde, se il -tempo era buono, ella si presentava vestita di tutto punto e in -cappellino, per condurlo a fare quella passeggiata con cui attiravano -inconsapevolmente tanta attenzione. - -La piccola massaia, approfittando di questa opportunità faceva la -spesa, a fine di non dover poi uscire un'altra volta e lasciare -l'infermo solo, cosa che evitava se non v'era costretta. Così la -mattina che Guglielmo li aveva raggiunti a gran dispetto di Bella, -si diressero accompagnati da lui alla bottega di commestibili dove -solevano provvedersi delle cose necessarie. Il giovanotto fece sedere -comodamente True, e proseguì verso la panchina ***, mentre Gertrude -andava al banco a contrattar gli acquisti per il desinare. Comprò un -pezzo di vitello da fare un buon brodo, gettò uno sguardo di desiderio -su certi panieri di legumi scelti, e si voltò in là, con un sospiro. -Ella aveva in mano la borsa contenente tutto il loro denaro; la teneva -lei da alcune settimane, e la sentiva ogni giorno più leggera: sicché -sapeva bene che alle primizie non bisognava pensarci, e sospirava -ricordando con quale piacere lo zio True mangiava i pisellini novelli, -l'anno scorso.... - -— Quant'è la carne? — ella domandò al rubicondo macellaro che la stava -involtando in un foglio. - -Egli disse quanto. Era _poco, tanto poco_ che a Gertrude sembrò che -quell'uomo avesse veduto dentro la sua borsa, e anche dentro il suo -pensiero, e sapesse come sarebbe contenta che non costasse di più. -Mentre le dava il resto, egli si chinò sul banco, e le chiese sottovoce -che genere di cibi convenisse al signor Flint. - -— Qualunque cibo sano, dice il medico, — ella rispose. - -— Credete dunque che mangerebbe un po' di pisellini? Ne ho di prima -qualità, arrivati freschi freschi dalla campagna, e se gli piacciono, -ve ne manderò volentieri. Il mio garzone deve portarne in giro mezzo -staio.... Metterò nello stesso paniere anche la carne. - -— Oh, grazie, — fece Gertrude — gli piacciono moltissimo! - -— Benone, benone. Vedrete che bellezza! — - -Ed egli si volse a un'altra avventora così prontamente da lasciar -credere a Gertrude che non si fosse potuto avvedere del rossore che le -saliva alle gote, delle lacrime che le spuntavano negli occhi. Ma egli -_se n'era avveduto_, e appunto per questo aveva avuto tanta fretta di -servire l'altra.... Era un gran brav'uomo quel rubicondo macellaro! - -True conservava un ottimo appetito. Egli gustò e lodò assai il -desinaretto, e dopo aver mangiato abbondantemente, s'addormentò nel suo -seggiolone. - -Nell'atto che si destava, Gertrude balzò al suo fianco, gridando: - -— Zio True, c'è la signorina Emilia!... La buona signorina Emilia che -viene a farvi una visita! - -— Iddio vi benedica, mia cara signorina! — disse il vecchio tentando di -rizzarsi per muoverle incontro. - -— Non vi rizzate, no, ve ne prego! — esclamò la giovane cieca il cui -raffinato orecchio aveva percepito la sua mossa. — A quanto mi dice -Gertrude temo che vi sia penoso.... Figliuola, portami una seggiola -accanto allo zio True.... — - -Ella s'accostò al paralitico, gli prese la mano, e parve oltremodo -turbata nel sentirla tremare così. - -— Ah, signorina Emilia, — egli disse — non sono più l'uomo che ero -quando vi parlai ultimamente.... Il Signore mi ha mandato un avviso, e -devo dispormi a partirmene dà questo mondo! - -— Mi duole assai di non aver saputo nulla della vostra malattia, — -disse la visitatrice. — Sarei venuta prima a trovarvi.... Ma ho avuto -la notizia soltanto oggi.... Stamani Giorgio, il servitore di mio -padre, vi ha visto in una bottega con Gertrude, e me l'ha detto non -appena ritornato di città. Cotesta bambina doveva pur scrivermi un -rigo.... — - -Gertrude stava ritta presso il vecchio accarezzando con le dita sottili -le sue ciocche grige. Egli, all'udire Emilia menzionarla, si voltò -verso di lei e la guardò.... Ah, quale sguardo d'amore! Mai Gertrude -potè scordarlo. - -— Cara signorina, — rispose True — non era necessario disturbare -nessuno. Dio stesso ha provveduto. Tutti insieme i dottori e tutte le -infermiere del paese, non avrebbero fatto per me la metà di quello -che ha saputo fare questa mia piccina. Cinque anni sono, quando me -la portai a casa, povera scricciola, scalza e livida dal freddo, -quando, in questa medesima stanza, me la reggevo sulle braccia, notte -e giorno, malata, quasi morente, non mi sarei immaginato che verrebbe -così presto la sua volta. No, signorina Emilia, non mi sarei immaginato -che il Signore mi abbatterebbe così profondamente, che quei piedini -correrebbero tanto di qua e di là per servirmi, che quelle manine -verrebbero nelle tristi notti ad accomodare i miei guanciali, che -il giorno camminerei appoggiato al suo debole braccio.... Davvero le -vie di Dio non sono le nostre vie, nè i suoi pensieri come i nostri -pensieri. - -— Oh, zio True, — disse Gertrude — io non fo molto per voi! Vorrei fare -assai più, vorrei ridarvi la vostra forza. - -— Per questo mondo non è più possibile.... Ma tu mi dài ben altra forza -che quella del corpo.... Ah, signorina Emilia, — proseguì rivolto alla -fanciulla cieca — a voi dobbiamo ogni nostro bene! Io amavo il mio -uccellino, ma ero uno sciocco e non sarei riescito che a viziarlo. -Invece voi sapevate quello che ci voleva per il suo meglio e per il -mio. Voi avete fatto di lei ciò ch'è adesso: uno degli agnelli di -Cristo, un'ancella del Signore. Se qualcuno m'avesse detto sei mesi -addietro ch'io sarei divenuto un povero invalido, inchiodato in una -poltrona, senza sapere chi provvederebbe al necessario per me e per -il mio uccellino caro, avrei risposto che non è possibile sopportare -con pazienza una tal sorte, e il cuore mi sarebbe venuto meno. Ma ho -imparato una gran lezione da questa bambina! Dopo l'attacco, appena -ebbi ricuperato la parola, e potei esprimere le idee che mi venivano -alla mente, turbato com'ero pensando al mio caso e alle condizioni -di Gertrude che non aveva più chi lavorasse per lei, tanto turbato da -sentirmi peggio, dissi gemendo: «E che faremo ora?... Che faremo?» Ed -essa mi sussurrò nell'orecchio: «Dio avrà cura di noi, zio True.» E -quando, dimenticata quella sua risposta, domandai un'altra volta: «Chi -ci nutrirà ora, chi ci vestirà?» essa di nuovo disse: «Provvederà il -Signore!» Una notte, nel più profondo della mia angoscia, crucciandomi -per la mia piccina, esclamai: «Se io muoio, chi s'occuperà di -Gertrude?» E la cara creatura ch'io credevo a letto, bene addormentata, -posò la testa accanto alla mia, e rispose: «Zio True, la sera ch'io -fui messa fuori nella strada buia, ed abbandonata là, sola, senza più -casa, senza un amico al mondo, il nostro Padre Celeste vi mandò in mio -soccorso; così se mai volesse chiamarvi a Sè e non prendere me pure, -mi manderà qualcun altro per sostenermi durante il tempo ch'io devo -restare ancora quaggiù.» Da quel momento, signorina Emilia, ho cessato -di disperarmi. Le sue parole e i santi insegnamenti della Bibbia -ch'ella mi legge tutti i giorni, hanno penetrato il mio cuore, e sono -in pace. - -«Io pensavo sempre che se fossi vissuto e rimasto sano e forte, -Gertrude avrebbe potuto frequentare la scuola e istruirsi, giacchè ha -una grande inclinazione allo studio, e impara con molta facilità. È una -bambina piuttosto gracile; e poi, non pare proprio fatta per i lavori -grossolani e faticosi, perciò mi dispiaceva troppo l'idea che avesse a -guadagnarsi la vita duramente. Speravo di vederla diventare maestra di -scuola come la signorina Browne, o qualche cosa di simile.... Ma adesso -non mi tormento più. Sono persuaso che, come dice lei, tutto avviene -per il nostro meglio, perchè altrimenti non avverrebbe. — - -Gertrude che, mentre egli parlava, aveva tenuto la faccia nascosta -contro la sua spalla, alzò la testa e disse, risolutamente: - -— Zio True, io mi sento capace di fare qualsiasi lavoro materiale, o -quasi. Per esempio, la signora Sullivan dice ch'io cucio molto bene; -potrei far la sarta o la modista. Questi non sono mestieri faticosi. - -— Signor Flint, — domandò Emilia — affidereste volentieri a me la -vostra bambina? Se Dio vi separasse da lei, la credereste sicura sotto -la mia custodia? - -— Oh, signorina Emilia! — esclamò l'infermo. — Come non la crederei -sicura sotto la custodia d'un angelo? E voi.... - -— No, non dite questo, — interruppe ella — o mi periterò d'assumere -un impegno così solenne. So purtroppo che la mia cecità, la mia debole -salute, la mia inesperienza, mi rendono poco atta ad incaricarmi d'una -bambina come Gertrude. Ma poichè voi approvate l'istruzione che le ho -dato finora, e, per bontà vostra, mi tenete in miglior concetto ch'io -non meriti, almeno sarete certo del mio sincero desiderio d'esserle -utile. E s'è un conforto per voi il sapere che in caso di vostra morte -io sarò lieta di prenderla meco, d'aver cura della sua educazione, e -di provvedere a lei finchè io viva, abbiatevi la mia formale promessa -— e così dicendo pose la sua destra su quella di True — che questo -sarà fatto e che m'adoprerò con tutte le mie forze perchè ella sia -felice. — - -Il primo impulso di Gertrude fu di slanciarsi verso Emilia e gettarle -le braccia al collo, ma la rattenne nell'atto la vista di True che -piangeva come un fanciullo. Ella fece posare la testa del vecchio sul -suo seno e asciugò con la mano le lacrime che gli sgorgavano dagli -occhi: lacrime di gioia però, della gioia che lo soverchiava in quel -suo stato di debolezza, di prostrazione. - -La proposta della signorina Graham gli giungeva così inopinata e di -tanto superava le sue aspettazioni, da sembrargli una speranza troppo -bella perchè osasse affidarvisi: e ad un tratto un dubbio gli balenò, -ed accrebbe la sua trepidanza: - -— Ma vostro padre! — disse esitando. — Il signor Graham! Egli ha le sue -idee particolari, le sue consuetudini, e non è più giovane.... Ho gran -paura che non gli garberà avere in casa una bambina.... - -— Mio padre è molto indulgente con _me_, — rispose Emilia. — Certo non -vorrà opporsi a un disegno che mi sta a cuore. Io mi sono affezionata a -Gertrude; la sua presenza mi sarebbe utile e vi troverei un conforto. -Mi confido, signor Flint, che voi riacquisterete, almeno in parte, -la salute e le forze, e rimarrete con lei ancora molti anni: ma -affinchè non siate in ansia per la sua sorte, colgo quest'occasione -d'assicurarvi che s'io vi sopravvivo la mia casa sarà la sua. - -— Ah, signorina Emilia! — esclamò il vecchio — il mio tempo quaggiù -è finito, lo sento; e giacchè volete incaricarvi di questa creatura, -sarete presto chiamata a compiere la vostra opera di carità. Ricordo -com'ero turbato il giorno dopo ch'io me l'ebbi portata qui, pensando -che forse non ero capace d'educarla, e non avevo la possibilità -di tenerla ammodo. E voi, cara signorina, ricordate che mi diceste -per incoraggiarmi? «Avete fatto bene,» mi diceste, «e il Signore vi -benedice e vi ricompenserà.» Quante volte da allora ho ripetuto in cuor -mio che le vostre parole erano state una vera profezia, che il Signore -stesso ve le aveva ispirate! Ed ora che voi vi proponete di prendere il -mio posto perchè Egli mi chiama a Sè, e ch'io vedo più chiaramente che -mai le sue vie, _vi dico a mia volta_, signorina Emilia: «Fate bene!» -E se Dio vi ricompensa come ha ricompensato me, verrà il giorno che -l'amore e la gratitudine di questa orfanella vi ripagheranno di ciò che -avrete fatto per lei.... Gertrude? - -— Non è qui, — disse la cieca — l'ho udita correre nella sua camera. - -— Povero uccellino! — fece True. — Non le piace sentirmi parlare -del momento che dovrò lasciarla. Mi rattrista il pensiero della sua -desolazione. Mi par di vederla struggersi il cuore in lacrime dietro -il suo vecchio zio. Basta, non importa. Io volevo raccomandarle -d'essere una buona figliuola per voi, ma credo che non ci sia bisogno -di raccomandazioni.... Le dirò quando torna quel che ho da dirle. -Addio, cara signorina, — egli soggiunse, poichè Emilia s'era rizzata -e Giorgio, il servitore, l'aspettava sulla soglia — se non vi rivedo -più, sappiate che voi avete reso un povero vecchio tanto felice, da non -lasciargli nulla da desiderare sulla terra, e che portate con voi la -benedizione d'un morente. Vi conceda Iddio di finire i vostri giorni in -perfetta pace come io finisco i miei! — - -Quella sera, quando Trueman si fu coricato, e che Gertrude ebbe finito -di leggergli secondo il consueto qualche pagina della sua piccola -Bibbia, egli, chiamatala al suo capezzale, la pregò, come spesso faceva -ultimamente, di ripetere la preghiera per i malati, da lui prediletta. - -Ella s'inginocchiò, e con solenne e commovente ardore sodisfece alla -sua richiesta. - -— E adesso, tesoro, la preghiera per i moribondi.... Ce n'è una, non è -vero, nel tuo libriccino? — - -Gertrude tremò. Sì, _c'era_, e bellissima. La pensosa fanciulla, cui -l'idea della morte era familiare, la sapeva a memoria. Ma come avrebbe -potuto proferirne ad alta voce le parole senza tradire la commozione -che la scoteva tutta? Eppure doveva provarvisi. Lo zio True desiderava -udirla, e sarebbe stato un conforto per lui. Concentrando tutta -la propria energia, dominandosi con uno sforzo, ella incominciò, e -guadagnando vigore man mano che proseguiva, arrivò fino in fondo. Due o -tre volte la voce le fallì, soffocata nel nodo che le serrava la gola, -ma subito, per un nuovo sforzo della volontà, risonò tanto limpida e -calma, che la divozione dell'infermo non fu disturbata dal dolore della -sua bimba diletta. Fortunatamente egli non poteva sentire i palpiti del -piccolo cuore spasimante che minacciavano di spezzarlo. - -Recitata la preghiera, ella rimase in ginocchio, accanto al letto, con -la faccia nascosta nelle coperte. Non era in grado di rizzarsi. Per -qualche minuto un silenzio solenne regnò nella stanza. Poi il vecchio -le posò una mano sul capo. - -Ella alzò gli occhi verso di lui, ed egli disse: - -— Tu ami la signorina Emilia, non è vero, uccellino mio? - -— Oh, sì, molto! - -— Mi prometti d'essere una buona figliuola per lei quando io me ne sarò -andato? — - -Gertrude ruppe in singhiozzi. - -— O zio True, non mi lasciate! _Caro, caro_ zio True, io non posso -vivere senza di voi! - -— Dio vuole ch'io vada a Lui, Gertrude. Egli è stato sempre buono con -noi, e non dobbiamo ora dubitare della Sua bontà. La signorina Emilia -può fare per te più ch'io non potessi. Tu con lei sarai felice. - -— No, no! Mai più non sarò felice in questo mondo! Non fui mai felice -prima d'esser venuta a stare con voi! E se voi morite, desidero di -morire anch'io.... - -— Tu non devi desiderare questo, mio tesoro: sei giovane, e il tuo -dovere è di compiere sulla terra il tempo che t'è assegnato procurando -di fare il bene. Io sono vecchio, e oramai non altro che un peso -inutile.... - -— Non lo dite, zio True, non lo dite! Voi non siete, non potete -essere di peso a nessuno. Vorrei io piuttosto non aver cagionato tanto -incomodo a voi.... - -— Al contrario, uccellino, Dio sa che tu sei stata tutti questi -anni la gioia del mio cuore. Ciò che mi affligge è il vederti adesso -sempre sacrificata qui in casa a sfaticare invece d'andar a scuola. -Ma quaggiù, noi dipendiamo gli uni dagli altri.... in primo luogo da -Dio.... e poi gli uni dagli altri.... E questo mi rammenta le cose -che ho da dirti. Io sento che il Signore mi chiamerà presto, assai -più presto che tu non creda. E tu allora piangerai e sarai oltremodo -afflitta, senza dubbio.... Ma la signorina Emilia ti prenderà seco, e -ti dirà parole sante che ti conforteranno, ti dirà come ci rivedremo -e saremo felici in un mondo migliore; dove non ci separeremo più.... -Anche Guglielmo farà tutto il suo possibile per consolarti nel tuo -dolore.... E, col tempo, sorriderai di nuovo.... Da principio, ed a -lungo forse, tu sarai a carico della signorina Emilia che avrà da -pensare a tutto per te: scuola, vestiario, e via dicendo. Ebbene, -questo ti voglio dire: lo zio True s'aspetta che tu ti comporti con -lei da buona figliuola, e l'obbedisca sempre. E quando sarai più -grande forse potrai fare a tua volta qualche cosa per provarle la -tua gratitudine. Ella è cieca, e i tuoi occhi dovranno essere i suoi: -non è robusta, e tu dovrai essere il suo sostegno come sei stata il -mio. Se tu sarai buona e paziente, Gertrude, Dio ti darà la pace e -la serenità dell'anima per aver fatto quanto potevano le tue forze, -in pro degli altri. E quando avrai qualche dispiacere (nessuno ne va -esente) ricordati dello zio True che ti diceva in questi casi: «Su, -allegri, uccellino, perchè a parer mio tutto finirà bene!» Andiamo, -non addolorarti ora: va' a letto, cara.... E domani faremo una bella -passeggiatina; sai che Guglielmo verrà con noi.... — - -Gertrude si fece cuore per amor suo, e andò a coricarsi. Stette qualche -ora vegliando, ma alfine cadde in un sonno profondo e non si destò fino -a giorno. - -Sognò ch'era già il mattino e che lei, lo zio True e Guglielmo facevano -una passeggiata deliziosa; lo zio True aveva ricuperato la salute e le -forze, camminava con passo fermo, gli occhi gli brillavano; Guglielmo e -lei erano felici e ridenti. - -E mentre ella sognava il suo bel sogno, ed era tanto lontana dal -pensare che mai più non avrebbe calcato a fianco del suo primo amico -le vie terrestri, il messaggero venne, un dolce e tacito messaggero, e -nella quiete della notte avvolgente il mondo sopito, prese l'anima del -buon True e la portò a Dio! - - - - -XVI. - - Le stelle son magioni edificate - Da natura, ove forse la celeste - Lor dimora hanno l'anime beate - Nella luce immortal che le riveste. - - WORDSWORTH. - - -Sono trascorsi due mesi dalla morte di True, e da otto giorni Gertrude -è stabilita in casa del signor Graham. - -Emilia aveva saputo per mezzo d'un giornale la notizia della perdita -che così improvvisamente colpiva la bambina. Senz'indugio comunicò -allora a suo padre il suo desiderio e i suoi propositi rispetto -all'orfanella, ed egli non vi si oppose. Le fece però notare -gl'inconvenienti che avrebbe cagionato in quel momento la venuta -di questa alla villa, posto che erano in procinto di partire per -una visita a parenti dimoranti in un paese lontano, e non sarebbero -ritornati che quasi al tempo di rientrare in città per l'inverno. -Emilia comprese la giustezza dell'obiezione. Invero la signora Ellis -restava a custodia della casa, ma ella ben sapeva che quand'anche -avesse acconsentito ad occuparsi di Gertrude durante la loro assenza, -era la persona meno atta a consolarla nella sua afflizione. - -Questo pensiero la turbava considerandosi ella oramai come l'unica -tutela di quell'orfana, e si doleva in cuor suo d'essere così -inopportunamente costretta a un insolito viaggio. Ma non c'era rimedio: -il signor Graham aveva divisato di farlo, ed ella doveva guardarsi -dal contrariare la sua intenzione perchè la presenza della piccola -Gertrude non riuscisse, proprio da bel principio, importuna e sgradita, -E la mattina dopo il suo colloquio col padre, si recò in città, assai -perplessa circa il modo di regolarsi in quelle imprevedute circostanze. - -Era una domenica, ma Emilia aveva uno scopo di carità e d'amore, che -non ammetteva dilazioni. Un'ora innanzi l'uffizio del mattino, la -signora Sullivan, affacciata alla finestra che dava sulla strada, vide -fermarsi alla porta di casa la carrozza del signor Graham. Ella corse -incontro alla giovane cieca, e con la gentilezza e la bontà in lei -naturali la condusse nel suo modesto ma pulitissimo salotto, la fece -sedere in una comoda poltrona, le mise in mano un ventaglio, (era una -giornata caldissima) poi le disse quanto lieta, grata, fosse della sua -visita, e quanto le dispiacesse che appunto Gertrude non si trovasse in -casa. - -— E dov'è? — domandò Emilia, maravigliata. - -— È uscita a passeggiare col mio Guglielmo, — rispose la signora -Sullivan. - -Molte altre domande seguirono a quella, da parte della visitatrice, -e la buona donnina raccontò tutta la lunga e commovente storia del -disperato dolore di Gertrude, dolore inconsolabile, e tanto profondo da -farle temere ch'ella ne morisse. - -— Io non potevo nulla, con lei. Durante la settimana scorsa passò -le giornate seduta sul suo panchetto davanti alla poltrona dello zio -True, con la testa sul cuscino, e non c'era caso d'indurla a levarsi -di lì e a mangiare qualche cosa. Quando le parlavo sembrava che non -udisse: s'io tentavo di smuoverla a forza non si dibatteva, (era sempre -tranquilla), ma mi si abbandonava tra le braccia come un corpo morto; -e non osavo costringerla a venire nel mio quartierino benchè sapessi -che il mutar luogo le avrebbe giovato. Se non ci fosse stato Guglielmo, -io non so davvero come avrei fatto con quella povera creatura; era -una gran pena! Ma lui sa maneggiarla molto meglio di me. Nelle ore -che è in casa, adesso va benino. Figuratevi, se la piglia in collo, -perchè è forte quel ragazzo, e lei è leggera come una piuma, la porta -in un'altra stanza o fuori nella corte, e trova sempre la maniera di -rasserenarla, ch'è una maraviglia. La persuade a mangiare, la conduce a -far una lunga passeggiata tutte le sere, quando ritorna dal magazzino. -Ieri andarono fin oltre il ponte di Chelsea, dove si gode l'aria buona -e il fresco, e pare che fosse riuscito a distrarla, a divertirla -perfino, perchè me la riportò più colorita e più animata che non -l'avessi ancora veduta. Era tanto stanca, che si lasciò mettere a letto -nella mia camera, e dormì saporitamente tutta la notte. Tant'è vero -che oggi è la Gertrude di prima. Sono usciti insieme stamani; essendo -domenica Guglielmo sta tutto il giorno con noi, e non dubito che finirà -di consolarla, se è umanamente possibile. - -— Guglielmo dimostra molto criterio cercando di distrarla, conducendola -fuori di casa, — disse Emilia. — Sono lieta ch'ella abbia amici tanto -benevoli. Io promisi al signor Flint che se la sua figliuola adottiva -avesse la sventura di perderlo, la prenderei meco, e la mia casa -sarebbe la sua. Non ho avuto notizia della morte di quel brav'uomo se -non ieri; e considero come un gran favore usato a me non meno che a -Gertrude, l'avere intanto preso così amorosamente cura di lei. Ma io -ero certa della vostra bontà: altrimenti non mi sarei data pace di non -aver saputo subito che il povero True già era venuto a mancare. - -— Oh, signorina Emilia, — disse la signora Sullivan — Gertrude ci -è tanto cara, e soffrivamo talmente anche noi vedendola soffrire, -ch'era bontà verso noi stessi fare tutto il possibile per confortarla. -Io credo che Guglielmo e lei non s'amerebbero con maggior tenerezza -se fossero fratello e sorella. Il mio figliuolo e lo zio True erano -grandi amici. Ah sentiamo tutti vivamente la perdita del nostro buon -casigliano, credetelo. Il mio vecchio padre non ne parla molto, ma io -vedo bene com'è addolorato e depresso. — - -Nel corso della conversazione che si prolungò ancora, la vedova disse -che una sua cugina moglie d'un fittaiuolo, la quale viveva nei dintorni -di Boston alla distanza di circa venti miglia dalla città, l'aveva -invitata, insieme co' suoi, a passare una quindicina di giorni alla -fattoria; e che coincidendo l'invito con l'usata vacanza estiva di -Guglielmo, si proponevano d'accettarlo. - -Ella parlò di Gertrude come se fosse inteso che li accompagnerebbe, e -s'estese sul vantaggio che le avrebbe procurato il respirare l'aria di -campagna e scorrazzare per campi e boschi, dopo le fatiche sostenute e -la lunga reclusione. - -Emilia, visto che la ragazzina sarebbe un'ospite attesa e bene accolta, -approvò di cuore questa visita, e convenne inoltre con la signora -Sullivan che ella rimarrebbe affidata a lei, fino al ritorno del signor -Graham a Boston per la stagione invernale. Poi dovette accomiatarsi, -senz'aspettare Gertrude; ma lasciò alla vedova un affettuoso messaggio -per la loro protetta, e una somma sufficiente ai bisogni di questa -durante il tempo stabilito. - -Così Gertrude andò in campagna, dove la novità d'ogni cosa intorno a -lei, l'abbondanza di cibo sostanzioso, la salubrità del moto all'aria -aperta tra il verde, la cordialità e la simpatia delle persone con cui -si trovava, fecero rifiorire le rose sulle sue guance e ridonarono al -suo cuore la calma e la serenità se non la gioia. - -Poco dopo ritornati i Sullivan dalla loro villeggiatura, si -trasferirono in città anche i Graham, e l'orfanella passò nella sua -nuova casa. - -— Sei ancora alla finestra, Gertrude? Che ci stai a fare, cara? - -— Aspetto di vedere accendersi i lumi, signorina Emilia. - -— Ma non li accendono stasera. Alle otto si leva la luna che -rischiarerà le strade a sufficienza per tutta la notte. - -— Non intendevo parlare dei lampioni. - -— E di che, dunque? — domandò Emilia avvicinandosi alla finestra e -posando le mani sulle spalle della fanciulla. - -— Delle stelle, cara signorina. Ah, vorrei pure che poteste vederle -anche voi! - -— Brillano e scintillano, non è vero? - -— Oh, sono belle, belle! E tante! Il cielo n'è gremito.... - -— Come ricordo il tempo ch'io solevo stare a questa medesima finestra, -guardando le stelle che tu guardi ora! Mi sembra di vederle con gli -occhi tanto le ho presenti nella memoria! - -— Io le amo tutte quante, ma la mia più d'ogni altra! - -— E qual'è la tua stella? - -— È quella fulgidissima, là, sul campanile della chiesa. Ogni notte -splende di contro alla mia camera e mi guarda fisso nel viso.... -Signorina Emilia, — e la voce di Gertrude si fece sommessa — provo -un sentimento come se quella stella splendesse apposta per me, e mi -figuro che l'accenda lo zio True, e ch'egli nella sua luce mi sorrida -e mi dica: «Vedi, Gertrudina, ho acceso la tua lampada!» Caro zio True! -Credete, signorina, che egli mi ami sempre? - -— Sì, lo credo fermamente; e credo pure che se tu seguirai il suo -esempio e procurerai d'esser buona e paziente al pari di lui, egli sarà -in effetto il lume che guiderà i tuoi passi brillando sul tuo cammino -di luce altrettanto viva che se la sua faccia ti sorridesse nel fulgore -della stella. - -— Io ero paziente, e buona quando vivevo con lui.... quasi sempre -almeno.... e sono buona quando sono con voi; ma la signora Ellis mi -urta. Si direbbe che cerchi di tormentarmi, di provocarmi, e allora -io vo in collera; e non so più quel che dico e quel che faccio. Non -intendevo d'essere impertinente con lei, oggi, e mi rincresce d'avere -sbattuto l'uscio; ma come non perdere la pazienza, signorina Emilia, -nel sentirla sostenere davanti al signor Graham che avevo strappato -io il _Journal_ di ieri, mentre non era vero? Quello in cui mi vide -involtare le vostre pantofole era un altro vecchio foglio, e sono -sicura che ella stessa, invece, deve aver acceso il fuoco nella -biblioteca col _Journal_ scomparso; ma il signor Graham crederà sempre -che sono stata io. - -— Non dubito, Gertrude, che tu avevi qualche ragione di sentirti -sdegnata, e che, come affermi, quel giornale non è andato perduto per -colpa tua. Ma devi ricordarti, mia cara, che non c'è nessun merito -a esser buoni e pazienti quando nulla ci irrita. Io desidero che tu -impari a sopportare anche le ingiustizie senza perdere la padronanza -di te. Sai che la signora Ellis è qui da molti anni; finora ha sempre -fatto a modo suo, e non è avvezza coi ragazzi. S'immagina che la -tua presenza in questa casa le porterà nuove faccende, la disturberà -nelle sue consuetudini; e pero non è da maravigliarsi che, a volte, se -qualche cosa va di traverso se la pigli teco. È una donna fidatissima, -buona e premurosa per me e per il mio babbo che la tiene in gran -conto. Sarei infelice se dovessi temere che tu e lei non potrete vivere -insieme amichevolmente. - -— Io non voglio farvi infelice! Non voglio disturbare nessuno! — disse -Gertrude, eccitata. — Andrò via piuttosto, dovunque, lontano, e non -sentirete più parlare di me! - -— Gertrude! — esclamò Emilia con tono grave e triste. - -Ella teneva sempre le mani sulle spalle della ragazzina, e, parlando, -la fece voltare di faccia a lei. - -— Gertrude, desideri dunque d'abbandonare la tua amica cieca? Non mi -vuoi punto bene? — - -Il volto in cui s'incontrò lo sguardo della piccola sdegnosa aveva -un'espressione di dolore così commovente, che il suo orgoglio e la sua -ira caddero di colpo. - -— No, no, cara signorina Emilia! — ella proruppe gettando le braccia -al collo della giovane. — Non vorrei lasciarvi per nulla al mondo. -Farò tutto quello che voi desiderate! Non andrò più in collera con la -signora Ellis, per amor vostro! - -— Non per amor mio, Gertrude, — replicò Emilia — per amor di te stessa, -per amor del tuo dovere e di Dio! Qualche anno fa non avrei aspettato -da te un contegno remissivo e benevolo verso una persona da cui tu -fossi stata trattata con ingiustizia; ma adesso che sai distinguere il -bene dal male, adesso che t'è familiare la vita del divino Maestro, -il quale perdonava le ingiurie, adesso che hai imparato a compiere -fedelmente tanti alti doveri, speravo che tu sapessi anche sostenere -con pazienza e indulgenza ogni più duro cimento. Ma s'io t'ammonisco -quando hai errato, non dispero già che tu divenga un giorno come ti -bramo. Poichè tu ti trovi sottoposta ora a una novella prova, t'è -necessario raccogliere novelle forze per sopportarla; e ho tanta -fiducia in te da credere che, conoscendo i miei desiderî, procurerai -di condurti convenevolmente verso la signora Ellis, in qualsiasi -occasione. - -— Lo farò, cara signorina, lo farò. Non le risponderò mai quando sarà -cattiva con me, dovessi mordermi le labbra per tenerle chiuse. - -— Oh le cose non arriveranno a questo punto! — disse Emilia sorridendo. -— Le sue maniere sono un po' ruvide, ma ti ci assuefarai col -tempo. — - -Proprio in quel momento s'udì una voce nell'anticamera: - -— Vedere _la signorina Flint_! Davvero? Ebbene, _la signorina Flint_ è -nella camera della signorina Graham. O che si mette a ricever visite, -ora? — - -Gertrude avvampò in viso, fino alle tempie. La voce era quella della -signora Ellis e parlava in tono di derisione. - -Emilia andò all'uscio e l'aperse. - -— Signora Ellis! - -— Che volete, Emilia? - -— C'è qualcuno da basso? - -— Sì, un giovanotto che chiede di Gertrude. Quel certo Sullivan, credo. - -— Guglielmo! — gridò Gertrude slanciandosi avanti. - -— Scendi pure, e quando avrai finito d'intrattenerti con lui torna -qui, — disse Emilia. — Voi, signora Ellis, fatemi il piacere di venir a -mettere un po' in ordine la mia camera. Credo che troverete sul tappeto -molti ritagli di roba per il vostro sacco dei cenci. La signorina -Randolph ne semina sempre in abbondanza quando viene a tagliare un -vestito. — - -La governante fece la sua collezione, poi sedette sul canapè coi -ritagli di colore in una mano e i bianchi nell'altra, e cominciò, -parlando di Gertrude: - -— Che farete di lei, Emilia? La manderete a scuola? - -— Sì, andrà dal signor W. l'inverno prossimo. - -— Oh! Non è una scuola troppo costosa per una ragazzina della sua -condizione? - -— È costosa, sicuro, ma io desidero darle il miglior maestro che -conosco, e il babbo non fa obiezioni circa la spesa. Pensa anche lui -che se vogliamo destinarla a istruire altre bambine, bisogna che sia -bene istruita ella stessa. Gliene parlai la prima sera dopo tornati -in città per la stagione, e convenne con me ch'era meglio metterla -subito a imparare un mestiere, anzichè farne con una mezza educazione -una signorina buona a nulla. Egli acconsentì a lasciarmi libera di -regolarmi come mi parrebbe meglio, e ho risolto di mandarla dal W. -Resterà dunque con noi per ora. È mia intenzione tenermela dappresso -quanto più a lungo sia possibile, non solo perchè le sono molto -affezionata, ma perchè è tanto delicata e sensitiva; la morte del -vecchio Flint l'ha addolorata immensamente, e dobbiamo cercare in ogni -modo di consolarla, di renderla felice.... non vi pare, signora Ellis? - -— Io ho sempre badato a fare il mio dovere, — rispose la governante, -piuttosto seccamente. — Dove dormirà quando la casa sarà ordinata? - -— Nella camerina in fondo al corridoio. - -— E allora dove metterò l'armadio della biancheria? - -— Non può stare nell'entrata sul di dietro? Io credo che troverà posto -benissimo tra le due finestre.... - -— Bisognerà che lo trovi, — disse la signora Ellis; e uscì dimenandosi -e brontolando tra i denti: — Tutto sossopra a cagione di quella piccola -villana rifatta! — - -I motivi del suo dispetto erano parecchi. Preposta da lungo tempo al -governo delle faccende domestiche in casa Graham, esercitava le sue -mansioni con un'autorità assoluta, diventata un po' tirannica. Era -brava, metodica, scrupolosa in materia d'ordine e di pulizia. A' suoi -occhi, dopo tanti anni che viveva tranquilla in una famiglia poco -numerosa e non aveva più da fare con bambini, Gertrude era apparsa -come un'intrusa, di cui nulla giustificava la presenza, e che non -poteva se non commettere malestri, seminar zizzania e guastarle le -uova nel paniere. Inoltre usciva dal «basso popolo», come s'esprimeva -la governante, la quale non era in fondo di cuor duro ed approvava la -carità pubblica e privata, ma aveva un debole per gli «alti natali». -Si vantava anzi d'esser nata bene ella stessa, quantunque ridotta -dalla fortuna in una condizione inferiore, e le pareva un'offesa -alla sua dignità il pretendere ch'ella avesse a prestarsi in servigio -di una persona tanto al di sotto di lei nella gerarchia sociale. Ma -soprattutto vedeva in quell'ospite sgradita una rivale formidabile -nell'affetto della signorina Graham, che, afflitta da cecità e -piuttosto cagionevole, era stata fino allora interamente affidata alle -sue cure, e in cui aveva riposto tutta la tenerezza che la sua aspra -natura le concedeva di sentire per qualcuno. - -Date queste circostanze, si comprende che la signora Ellis era lungi -dal sentirsi favorevolmente disposta verso Gertrude; e Gertrude dal -canto suo non era ancor preparata ad amare cordialmente la signora -Ellis. - - - - -XVII. - - Imprendere su questo mare un lungo - Venturoso viaggio è tuo destino. - _Può_ il saggio naufragar, lo stolto _deve_. - Or dunque a tempo di saggezza t'arma. - - WARE. - - -Emilia sedeva sola nella sua camera. Il signor Graham era andato a -un'assemblea dei direttori delle banche. La signora Ellis mondava -dell'uva passa nel salotto da pranzo. Gertrude s'intratteneva -ancora con Guglielmo nella piccola biblioteca a pianterreno. Ed -Emilia s'abbandonava al corso de' suoi pensieri mentre il lume della -luna invadeva la stanza non meno buia per lei. Ella appoggiava la -fronte sulla mano; il suo volto abitualmente placido e sereno aveva -un'espressione di profonda mestizia, la sua persona era accasciata in -un'attitudine di dolore e di scoramento. E man mano che i ricordi le -si affollavano nella mente, e i passati affanni le si ridestavano nel -cuore, ella veniva reclinando il capo sui cuscini dell'agrippina, e -lente lacrime stillavano di tra le sue dita. - -D'improvviso una manina leggera la toccò. Ella diede un sobbalzo, come -sempre quand'era sorpresa, perchè, tutt'assorta nella sua meditazione, -non aveva udito i passi di Gertrude. - -— Avete qualche dispiacere, signorina Emilia? — domandò la fanciulla. — -Desiderate che vi lasci sola, o mi permettete di rimanere? — - -Il tono affettuoso, la delicatezza della domanda, commossero la cieca. - -— Oh, sì, rimani! — le rispose traendola a sè e cingendole con un -braccio la vita. — Ma tu che hai? — soggiunse, poichè in quell'atto -aveva sentito che ella era violentemente agitata. — Tremi tutta, sei -scossa da singhiozzi.... Che t'è accaduto? — - -Gertrude proruppe: - -— Ah, cara signorina! Mi sembrava che piangeste quando sono entrata, -e speravo che mi lascereste piangere con voi.... Sono in tanta -desolazione! Non posso far altro. — - -Emilia si calmò dinanzi all'intensa angoscia della sua piccola -protetta, evidentemente cagionata da una nuova e grave afflizione. -Ella volle conoscerla. E seppe questo: Guglielmo era venuto a dirle -che partiva, che lasciava l'America, per andare, diceva lei, «in capo -al mondo»: nell'India. Il signor Clinton essendo cointeressato in una -casa commerciale di Calcutta, aveva offerto al giovane Sullivan di -mandarvelo in qualità di commesso a condizioni vantaggiosissime. Gli -si schiudeva così un avvenire ben più splendido di quello che poteva -sperare in patria: già fin d'ora lo stipendio assegnatogli era tale -da bastare non solo a tutte le sue spese personali, ma altresì al -benessere de' suoi che d'anno in anno avevano maggior bisogno del suo -aiuto; ed anche le probabilità d'avanzamento erano grandi. Pertanto, -sebbene l'amoroso suo cuore sanguinasse al pensiero del distacco dal -paese nativo e da coloro che amava, egli non esitò un momento a seguire -il consiglio datogli a un tempo dal suo dovere e dal suo interesse. -Accettò la proposta, e per fiere che fossero le sue intime lotte nel -prendere questa risoluzione che lo condannava a un esilio di cinque -anni almeno, di dieci forse, vi si mantenne con virile fermezza, e ne -parlò gaiamente a sua madre ed al nonno. - -— Signorina Emilia, — disse Gertrude quando si fu quetata alquanto — -come sopporterò io la partenza di Guglielmo? Come potrò vivere senza -di lui? È tanto buono, mi vuol tanto bene! Sempre è stato per me più -che un fratello, e da quando lo zio True è morto, che non ha fatto -per confortarmi? Io credo che la morte dello zio True non l'avrei -sopportata, se non avessi avuto Guglielmo.... E ora ho da rassegnarmi a -lasciarlo andar via? - -— È un gran dolore — fece benevolmente Emilia — ma, senza dubbio, -si tratta della sua fortuna. Tu devi pensare a questo, e farti una -ragione. - -— Lo so, lo so, sarà un vantaggio per lui.... Ma voi non potete -immaginarvi a qual segno io lo ami.... Siamo stati tanto tempo insieme; -eravamo noi due soli, e si viveva l'uno per l'altro.... Egli è molto -più grande, e mi proteggeva, aveva cura di me.... No, è impossibile che -vi facciate un'idea della nostra amicizia.... — - -Gertrude aveva inconsciamente toccato una corda che faceva vibrare -tutta l'anima d'Emilia. - -— Io, figliuola mia, _non potermelo immaginare_? — cominciò questa. — -Ah, comprendo meglio che tu non te lo figuri, quanto egli ti sia caro! -Anch'io ebbi.... — - -La voce le tremava; s'interruppe bruscamente, s'alzò da sedere, mosse a -rapidi passi verso la finestra, e premette la fronte bruciante contro -il gelido cristallo; poi ritornò alla fanciulla dicendo con un tono -ridivenuto calmo: - -— O Gertrude! Nel dolore che t'opprime tu non vedi il gran conforto che -ti è concesso.... Pensa, cara, che Guglielmo potrà darti di frequente -sue notizie e ricevere le tue.... È una felicità questa di cui devi -render grazie a Dio. - -— Sì, m'ha detto che scriverà spessissimo alla sua mamma ed a me.... - -— Inoltre tu dovresti esser lieta della buona opinione che il signor -Clinton ha di lui. La piena fiducia che mostra nella sua intelligenza -e nella sua probità scegliendolo per quel posto così importante, è un -grande onore. - -— È vero; non l'avevo considerato. - -— E voi due siete stati sempre felici insieme, e vi separerete in -perfetta pace. O, Gertrude, Gertrude, una separazione come la vostra -non deve affliggerti così: ve n'hanno di ben più crudeli.... Sii -paziente, figliuola mia, fa' il tuo dovere, e forse il giorno che vi -rivedrete vi recherà tanta gioia, da compensarvi ampiamente di quanto -v'avrà fatto soffrire la lontananza. — - -Nel proferir queste parole la voce d'Emilia di nuovo tremava. Gli occhi -di Gertrude erano fissi nel suo viso con un'espressione di maraviglia. - -— Signorina Emilia, — ella disse — comincio a credere che tutti abbiano -le loro pene. - -— Certo, cara. Come potresti dubitarne? - -— Non lo credevo, una volta: io, sì, ne avevo molte, ma stimavo gli -altri più fortunati. M'immaginavo che i ricchi, poi, non avessero -niente da desiderare; benchè voi siate cieca, e che questa sia una cosa -terribile, vedendovi sempre di buon umore e tranquilla avevo finito -col persuadermi che essendovici assuefatta non ne soffriste più, e -che adesso nulla mai vi tormentasse. E Guglielmo! Era sempre così -allegro ch'io non potevo nemmeno figurarmelo con un viso triste; ma un -giorno, quando non riesciva a trovare un'occupazione, lo vidi piangere -a calde lacrime; e così per la morte dello zio True; e stasera, mentre -mi diceva che sarebbe andato via, i singhiozzi gli facevano nodo alla -gola. Sicchè se anche voi, anche lui, avete i vostri dolori, e in certi -momenti non rattenete il pianto, vuol dire che il mondo è pieno di -triboli e che ad ognuno ne tocca la sua parte. - -— È questa la sorte dell'umanità, Gertrude, e non dobbiamo lusingarci -di sfuggirvi. - -— Ma allora chi può essere felice? - -— Soltanto coloro che hanno imparato a sottomettersi; coloro che -perfino nelle più gravi afflizioni vedono la mano d'un Padre amoroso, e -obbedienti al suo volere baciano la verga che li castiga. - -— Dura prova, signorina Emilia! - -— Sì, molto dura, e perciò ben pochi in questo mondo possono veramente -chiamarsi felici. Ma se in mezzo alle nostre miserie leviamo lo sguardo -a Dio con fede ed amore, ci è dato, mentre tutto s'oscura intorno a -noi, gustare una pace foriera della beatitudine celeste. — - -Emilia aveva ragione. Chi, tra quelli che tendono con sincero sforzo -verso la mèta d'una vita cristiana, non ha provato, volgendo nelle ore -di supremo sconforto il cuore amante e fidente a Colui dal quale ogni -nostra virtù deriva, commozioni di gioia estatica, di sublime speranza, -ignote ai gaudenti che il mondo chiama felici? Il cristiano che ha così -sognato un sogno di pace eterna, può farsi un qualche concetto di ciò -ch'è serbato al popolo di Dio, se l'anima con amore indiviso, con fede -immacolata, si riposa nel suo Creatore. - -Spesso Gertrude aveva trovato nell'influsso delle credenze religiose un -sollievo alle sue pene; ma non aveva ancora come quella sera sentito -uno spirito non terreno sorgere dal medesimo turbine di dolore che la -travolgeva e accendere in lei la fiamma della più nobile, della più -pura sensazione che mai l'avesse commossa. - -Quand'ella uscì dalla camera d'Emilia era serena, di quella serenità -ch'è una forza; e se l'anima dello zio True, guardandola dalla -fulgida stella a lei tanto cara, sospirò nel veder le lacrime che le -imperlavano le ciglia, la consolò il sorriso della luce divina che -splendeva nel suo volto, e che quando ella ebbe chiuso gli occhi al -sonno, v'impresse il suggello della pace. - -La partenza di Guglielmo fu così affrettata, che la signora Sullivan -ebbe appena una settimana per fare tutti i preparativi che la sua -previdenza materna stimava indispensabili. Ella era sopraccarica di -lavoro, e Gertrude, alla quale Emilia aveva dato libertà di passare -quel tempo da lei, le fu di grande aiuto. Guglielmo, occupatissimo -durante la giornata, tornava a casa tutte le sere per stare qualche ora -con loro. - -Una volta rincasò sull'imbrunire. Sua madre e il nonno Cooper erano -fuori; e poichè Gertrude aveva appunto terminato il suo lavoro di -cucito, egli le disse: - -— Se non hai paura di pigliar freddo, vieni a sedere con me sullo -scalino dell'uscio, come facevamo in passato: oggi la temperatura è -abbastanza mite, ma non c'è da sperare che duri.... E chi sa se avremo -più occasione di sederci insieme su questa soglia e guardar la luna -sorgere sopra la vecchia casa all'angolo della strada.... - -— Oh, Guglielmo, — ella l'interruppe — non parlare di non ritrovarci -più insieme qui! Mi fa tanta pena la sola idea.... Non c'è una casa in -tutta Boston che possa mai piacermi come questa! - -— E neanche a me.... Ma non credo a una probabilità contro cento che -al mio ritorno tra cinque anni io non trovi al suo posto un bel blocco -di magazzini, quando verrò a cercarla.... Vorrei che non fosse, perchè -sento che avrò la nostalgia della nostra antica dimora.... - -— Ma se la demoliscono, che faranno tua madre e tuo nonno? - -— Non è facile dire che farà uno qualsiasi di noi a quel tempo; ma -se saranno costretti a sgomberare, mi confido d'essere in grado di -provvederli di un'abitazione migliore. - -— Però tu non ci sarai, Guglielmo. - -— Lo so, ma ci scriveremo sempre, e potremo parlarne e regolare ogni -cosa per lettera. Il pensiero degl'inevitabili mutamenti è ciò che più -mi turba nel lasciarli; temo che si risentano della mia assenza, che -abbiano bisogno di me.... Gertrude, tu avrai cura de' miei cari, non è -vero? - -— _Io!_ — esclamò ella, sbalordita. — Una bambina come me che può fare? - -— Se rimarrò lontano da cinque a dieci anni, tu non sarai sempre una -bambina, e in molti casi vale più l'appoggio d'una donna che quello -d'un uomo; specie d'una buona e brava donna quale tu diverrai senza -fallo. Io non ho dimenticato l'ammirabile assistenza che prestasti allo -zio True; e quando mi figuro la mamma e il nonno vecchi ed infermi, -penso a te sperando che ti saprei accanto a loro; perchè sono certo che -tu li potresti aiutare meglio assai che non possa io. E però li lascio -affidati a te, Gertrude, benchè tu non sia che una bambina _ora_. - -— Grazie, Guglielmo, della tua fiducia ch'io farò per loro tutto ciò -che starà nelle mie forze. E lo farò finchè avrò vita. Ma è possibile -ch'_essi_ siano vegeti e sani durante tutto il tempo della tua assenza, -e che invece io, sebbene tanto giovane, mi ammali e venga a morire. - -— Ahimè, non è che troppo vero! — disse egli con accento di tristezza. -— E potrei morire anch'io. Ma è inutile pensare a questo.... Mi -pare che non avrei il coraggio d'andarmene se non mi confidassi di -ritrovarvi tutti in buona salute e contenti, al mio ritorno. Tu devi -scrivermi ogni mese, perchè sarebbe un compito assai più faticoso per -la mamma che per te, e, sicuro, essa t'incaricherà quasi interamente -della corrispondenza; sarà tutt'uno che le mie lettere siano dirette -all'una o all'altra.... E tu, Gertrude, non mi scordare, sai.... -voglimi sempre bene come se fossi presente.... Me lo prometti, cara? - -— Scordarti, Guglielmo!... Io non penserò che a te, e t'amerò più che -mai.... Come potrebb'essere diversamente? Ma tu sarai lontano in un -paese straniero, dove tutto ti sarà nuovo, tutto ti distrarrà.... e non -penserai di certo a me, altrettanto. - -— Se tu lo credi, Gertrude, vuol dire che _non mi conosci_ abbastanza. -Tu qui avrai dintorno tanti buoni amici, io mi troverò solo laggiù in -mezzo a gente estranea; ma il mio cuore sarà sempre con te e con la -mamma, e vivrò più tra voi, che dove sarò in persona. — - -Furono interrotti dal ritorno del signor Cooper e non riannodarono -più il discorso su questo soggetto. Ma la mattina della partenza, -mentre nella stanza attigua la signora Sullivan, china su un baule ben -riempito, cercava di nascondere le sue lacrime, e il vecchio stava a -testa bassa più del solito, con in mano la pipa spenta, Guglielmo disse -sottovoce a Gertrude che ritta sopra una cassetta di libri ne premeva -il coperchio affinchè egli potesse chiudere il lucchetto: - -— Cara, per amor mio, abbi cura di _nostra_ madre e del _nostro_ -nonno.... Sono _tuoi_ quasi quanto miei. — - -Nel momento che il giovanetto lasciava così, la prima volta, la -sua casa, e andava a sostenere fra gli uomini la lotta per la vita, -il signor Cooper, il quale nel suo scetticismo non poteva crederlo -capace di vincere contro la fortuna, lo ammonì ripetutamente di non -vagheggiare speranze che non si sarebbero mai avverate, e gli rammentò -con insistenza quanto fosse inesperto del mondo. - -La signora Sullivan invece non si diffuse in consigli al figliuolo -che partiva, ma fidando negli insegnamenti da lui ricevuti fin dalla -più tenera infanzia si contentò di riassumere il suo monito materno in -queste semplici parole: - -— Ama e temi Dio, Guglielmo, e fa' ciò che tua madre s'aspetta da -te! — - -La sera innanzi ella aveva recitato con lui la preghiera usata; quella -mattina, lo aveva ancora una volta benedetto. Dopo la colazione, a cui -Gertrude prese parte, furono scambiati gli ultimi abbracci, gli ultimi -addii. E Guglielmo s'imbarcò. - -La pia e amorosa donna, che da diciott'anni riponeva le sue speranze, -il suo orgoglio, la sua tenerezza in quell'unico figliuolo, mantenne -anche nel sacrificio supremo il suo spirito d'abnegazione, si separò -da lui senza un lamento. Nessuno sapeva con quali sforzi penosi ella -domasse il cuore spasimante che si ribellava, nè donde le derivasse -la virtù che la sosteneva. E nessuno quindi le attribuiva la forza -d'animo di cui diede prova. I vicini rimasero vedendo la piccola vedova -attendere tranquillamente come di consueto alle sue faccende il giorno -innanzi che il suo figliuolo s'imbarcasse per l'India, e riprenderle il -giorno dopo, con la calma e la paziente umiltà che la caratterizzavano. - -Oggi che l'emigrazione offre ai giovani l'allettamento di straordinarie -speranze, non v'è nella Nuova Inghilterra città nè villaggio, per -quanto minuscolo e remoto, dove non sanguinino cuori di madri separate, -forse per sempre, da figli adorati. Speriamo, _crediamo_ anzi, che tra -questi erranti cercatori di fortuna, ve ne sia più d'uno mosso non -da brama d'oro, o d'avventure, o di mutamento, ma dall'amore stesso -della mamma che lasciano, dal desiderio ardente di toglierla da una -vita di travagli e di povertà. Sia benedetto e prosperi colui che -varca il mare con questo fine! E se perisce, non sarà vissuto invano; -perchè, soccombendo alla malattia o cadendo colpito da mano violenta, -nel fervore della lotta e del lavoro, egli attesta con la sua morte la -consolante verità che vi sono ancora figliuoli degni dell'amor materno; -l'amore ch'è il più sublime, il più santo, il più puro tipo di Dio -sulla terra. - -Dopo la partenza di Guglielmo, Gertrude si stabilì definitivamente -in casa Graham. Cominciò subito a frequentare la scuola, e fino alla -primavera s'applicò allo studio con somma diligenza. La sua vita -era piuttosto uniforme, perchè Emilia riceveva, per costume, poche -persone, anzi, l'inverno, in città, quasi punte, ed ella non aveva -stretto amicizia intima con alcuna delle sue condiscepole. Ma con la -sua protettrice passava molte ore felici, facevano insieme piacevoli -passeggiate, leggevano buoni libri, conversavano. Attraverso gli -occhi penetranti di Gertrude che tutto osservava, e le sue vive e -pittoresche descrizioni delle cose che le cadevano sotto lo sguardo, -la giovane cieca andava rinnovellando la propria conoscenza del mondo -esteriore. Nelle opere di carità e di misericordia la fanciulla era la -sua compagna o la sua messaggera. Tutti i dipendenti della famiglia, -dalla cuoca al ragazzino che veniva a prendere, sull'uscio, i rimasugli -di pane, s'accordavano nell'amare e lodare la piccola Gertrude, la -quale non era bella, a rigore, nè vestita con eleganza; ma aveva -un'aerea leggerezza nel passo, una grazia nelle movenze, una dignità -nel portamento, tali da farli certi che in lei non albergava l'anima -d'una pitocca, qualunque fosse la sua nascita o il suo stato; infatti, -rivolgendole la parola, la chiamavano sempre «signorina». - -I pregiudizi della signora Ellis contro «l'intrusa» non erano vinti: -nondimeno, essendo Gertrude sempre manierosa, e tenendole Emilia -prudentemente distanti l'una dall'altra quanto più era possibile, non -avvenivano conflitti. - -Il signor Graham, da principio, vedendola pensierosa e mesta, non -s'occupò di lei; ma dopo che ebbe parecchie volte ritrovato il suo -giornale accuratamente ripiegato, e veduto miracolosamente ricomparire -i suoi occhiali rimasti irreperibili per lui ad onta di lunghe -ricerche, cominciò a pensare che ella era una ragazza svegliata: e -quando poi un giorno, prendendo in mano l'ultimo numero del _Buon -Agricoltore_, vide che le pagine della rivista erano già tagliate e -ben cucite insieme, egli, immaginandosi che Gertrude l'avesse fatto per -proprio uso, la dichiarò una ragazza _davvero intelligente_. - -Ella visitava spesso la signora Sullivan. La primavera s'avvicinava, ed -esse oramai attendevano notizie di Guglielmo; ma non ne erano tuttavia -venute al tempo che i Graham andarono in campagna per passarvi la -stagione estiva. Dalla villa, Gertrude scrisse all'amico lontano una -lunga lettera che dava un'idea della sua condizione e del suo modo di -vita. - -Dopo avergli diffusamente espresso il proprio dispiacere di non saper -ancora nulla di lui, e raccontato l'ultima visita da lei fatta a sua -madre prima di lasciare la città proseguiva: - - -«Ma tu mi facesti promettere, caro Guglielmo, di parlarti di me, -dicendomi che desideravi conoscere tutto ciò che mi concerne in casa -del signor Graham. E però se la mia lettera è più noiosa del solito, la -colpa è tua, perchè ho molti particolari da riferirti circa il nostro -soggiorno a D***. - -«Qui si vive in tutt'altro modo che a Boston.... Ma a questo punto mi -par di sentirti esclamare: «Ohimè, Gertrude si rimette a descrivermi -la villa Graham....» No, non temere: mi rammento sempre come l'ultima -volta, non appena incominciato, tu mi ponesti una mano sulla bocca per -interrompermi, e m'assicurasti che il luogo t'era già familiare quanto -se tu ci avessi abitato fin da bambino, posto ch'io dagli otto anni -in su te lo descrivevo almeno una volta la settimana. Ti costrinsi -allora a chiedermi perdono della tua inciviltà: ma, devo confessarlo, -t'ho parlato tanto della mia prima visita qui, che tu sei scusabile se -il soggetto t'è venuto a noia. Voglio dirti solo la disillusione che -ho provata: tutto nella villa de' miei ricordi mi sembra più piccolo -e meno bello; l'ingresso e il portico non sono così spaziosi come me -li figuravo, nè le stanze così alte, nè il giardino e i chioschi e le -serre così grandi. No, no, non ti ridescrivo nulla.... Giorni sono la -signorina Emilia mi domandò se il luogo mi piacesse e corrispondesse -all'impressione che ne avevo serbata. Io le dissi la verità, ed ella -non se n'ebbe a male: rise anzi di quelle mie immagini fantastiche -della casa e delle sue adiacenze, ed osservò che questo succede sempre -quando si rivedono cose vedute nell'infanzia. - -«Non ho bisogno di ripeterti ch'ella m'è prodiga di bontà e di -gentilezza: chi la conosce come te sa bene che non può esservi al -mondo persona migliore nè più amabile. Io non sono in grado di fare -che una minima parte di quello che vorrei per contraccambiar la sua -benevolenza: ma ella gradisce tanto ogni umile dono, è tanto grata -d'ogni piccola attenzione, che par possibile a tutti di procurarle -qualche gioia. Per esempio, ieri, trovate alcune viole mammole -nell'erba, gliele portai: ella mi baciò e mi ringraziò come se fossero -state diamanti. L'altro giorno un bambino, che si chiama Beniamino -Gately, venne a sonare alla porta d'ingresso, con una cappellata di -maceroni, còlti senza gambi, e chiese della signorina Emilia per -offrirglieli egli stesso: e la signorina lo accolse graziosamente -e lo compensò con un dolce sorriso e un «grazie, Ben» che egli non -dimenticherà tanto presto.... Non fu atto gentile, di', Guglielmo? - -«Il signor Graham mi ha dato un giardinetto, e mi propongo di -coltivarvi i più bei fiori, per lei: sempre che la signora Ellis non -se ne immischi. Ma ho gran paura del contrario, perchè s'immischia in -tutto. Ah, Guglielmo, caro, la signora Ellis è la mia croce, la mia -_gran croce_! È proprio il genere di donna che io non posso soffrire. -Credo che certe persone siano antipatiche a certe altre per natura; e -quest'è il caso tra me e la detta signora. Non lo direi a nessun altro -perchè so che non sta bene; e forse non dovrei dirlo neppure a te: ma -non so nasconderti nessun mio sentimento. La signorina Emilia ragiona -spesso meco sul proposito della governante e sostiene che io devo -imparare ad amarla e che quando l'amerò sarò un angelo. - -«Sicuro tu penserai che qui ricompare il temperamento della Gertrude -d'una volta, e forse è vero, ma tu non sai a che dure prove ella -mette la mia pazienza; gli è in piccole cose che mi sarebbe difficile -raccontare, nè vorrei annoiarti con sì fatti pettegolezzi se anche -potessi; non ti parlo dunque più di lei. Farò ogni sforzo per essere -perfetta ed amarla caramente. - -«Non credere che io adesso non andando a scuola me ne stia con le mani -in mano: sono occupatissima invece. La prima settimana della nostra -villeggiatura, tuttavia, le mattinate mi riescivano uggiose. Io, tu lo -sai, mi levo col sole; la signorina Emilia però non può essere tanto -mattiniera, e non la vedo mai prima delle otto, cioè oltre due ore -dopo ch'io sono alzata e vestita. A Boston, questo tempo lo passavo -studiando; ma poichè sul principio della primavera ella s'accòrse -che crescevo in fretta, e udì il signor Arnold osservare ch'ero molto -pallida, giudicò nocivo per me lo stare troppo sui libri, e, venute -in campagna, stabilì che dedicherei allo studio soltanto poche ore -dopo la colazione, nella sua camera. Mi consigliò pure di dormire più -tardi la mattina, se potevo; io proprio non posso, sicchè esco sempre -dal letto prestissimo e scendo in giardino. Un giorno, mentre v'andavo -girellando, trovai il signor Graham già al lavoro; non senza mia -maraviglia, perchè l'inverno, in città, non è questo il suo costume. Ma -egli è un uomo bizzarro. Mi chiamò e mi chiese d'aiutarlo a piantare -semi di cipolle; a quanto sembra me la cavai benino, posto che da -allora pianto tutti i giorni insieme con lui ogni sorta di cose, delle -quali mi fa scrivere i nomi su cartellini attaccati a bastoncelli che -mette sulle rispettive piantagioni; e, infine, con mia viva gioia m'ha -offerto un pezzo di terra per coltivarvi fiori a mio piacere. A lui, -vera _stranezza_, de' fiori non importa affatto; coltiva esclusivamente -ortaggi e alberi da frutto. - -«Dunque io avrò un giardino! Ma ti vo facendo una storia lunga, mio -Guglielmo; eppure vorrei prolungarla ancora tanto, se me ne rimanesse -tempo! O potessi vederti, potessi parlarti! A voce ti direi in un'ora -più che non in una settimana scrivendoti. Tra cinque minuti sentirò il -campanello della signorina Emilia che mi manderà a chiamare per farle -un po' di lettura.... - -«Mi struggo di ricevere tue lettere, caro, e prego Dio mattina e sera -che t'abbia in Sua custodia e mandi presto le bramate notizie alla tua -affezionatissima - - «Gertrude.» - - - - -XVIII. - - Dolce cosa! La fata ove dimora - Che far seppe un incanto così bello? - In te, dici? La buona fata allora - Come il cuor del tuo cuore ama, o fratello! - - DANA. - - -Alcune settimane dopo la data di quella sua missiva Gertrude seppe da -Giorgio, il quale andava giornalmente in città a fare la spesa, che -la signora Sullivan aveva lasciato detto per lei nella bottega del -rubicondo macellaro, loro antico conoscente, ch'era giunta una lettera -di Guglielmo, e che venisse a leggerla non appena le fosse possibile. -Emilia acconsentì di buon grado a permetterle d'andarci subito, ma -c'era una difficoltà: Carlotto, l'unico cavallo che il signor Graham -teneva, appunto era fuori, e non si presentava nessun'altra occasione. - -— O perchè non la mandate con l'omnibus? — domandò la signora Ellis. - -Gertrude le rivolse uno sguardo di gratitudine. Era la prima volta che -quella donna favoriva un suo desiderio. - -— Sola? — disse Emilia. — Non la crederei abbastanza sicura. - -— Non abbastanza sicura? Una ragazza così grande! — esclamò la -governante che, considerata quale una persona di famiglia, usava -parlare alla signorina senza soggezione. - -— Vi pare?... Infatti, a me sembra sempre una bambina; ma oramai è -quasi una ragazza, come voi dite, e dev'essere capace di badarsi da -sè. Gertrude, sei certa di conoscere la strada, dalla stazione degli -omnibus, in Boston, alla casa della signora Sullivan? - -— Oh, benissimo, signorina Emilia! — rispose la fanciulla. - -Senz'altre esitazioni, le furono posti in mano due biglietti per -l'andata e il ritorno con la vettura pubblica, ed ella partì tutta -raggiante e palpitante di gioia. Trovò la vedova e il vecchio Cooper -in buona salute, e lietissimi delle ottime notizie avute da Guglielmo, -il quale, dopo un lungo ma pur piacevole viaggio, era arrivato a -Calcutta sano e salvo. Egli descriveva la sua nuova casa e le sue nuove -occupazioni, parlava de' suoi nuovi principali: il rimanente della -lettera era dedicato ad affettuosi messaggi, a domande riguardanti -i suoi cari, e Gertrude v'aveva gran parte. Questa desinò con la -signora Sullivan, poi ritornò sollecitamente a prendere il suo posto -nell'omnibus. - -Mentre aspettava la partenza si divertiva a guardare i passanti. -Mancava poco alle tre, ed ella cominciava a credere che non avrebbe -avuto compagni di viaggio, quando la colpì la voce d'una persona da -lei non veduta: una voce strana. Andò verso l'uscio, e le apparve -dietro la vettura la figura più bizzarra che mai si fosse offerta a' -suoi occhi. Era una vecchia signora, piccola e assai curva. Alla prima -occhiata Gertrude riconobbe un medesimo spirito originale nell'idea e -nell'esecuzione di ciascuna parte del suo straordinario abbigliamento. -Ma non aveva ancora bene osservato i numerosi particolari di -quell'insieme stupendamente grottesco, che la sua attenzione fu -cattivata dal contegno non meno curioso della vecchietta. - -Dopo vani tentativi di salire nel piuttosto incomodo veicolo, ella era -rimasta con un piede sul primo scalino e chiamava in suo soccorso il -conduttore. L'uomo venne a lei. - -— Signore, — ella domandò con tono dignitoso — cotesto cocchio -viaggiante è affidato alle vostre onorevoli cure? - -— Come dite?... — fece egli. — Ah! Gnora sì, sono il cocchiere. — - -Così dicendo aperse l'uscio, e senz'aspettare la cerimoniosa richiesta -ch'era sulle labbra della passeggera, le pose una mano sotto un gomito, -e innanzi ch'ella s'accorgesse della sua intenzione, la issò fin dentro -l'omnibus, e richiuse. - -— Ohimè! — ella gemette sedendosi di faccia a Gertrude e accomodando le -pieghe del suo velo e gli altri suoi panneggiamenti. — Quell'individuo -non è versato nell'arte di porgere aiuto a una signora senza detrimento -della sua abbigliatura. Oh Dio, oh Dio! — proseguì tutto d'un fiato. — -Ho perduto il mio parasole! — - -Si rizzò per cercarlo; ma giusto in quel momento l'omnibus partiva, e -l'improvvisa scossa le fece perdere anche l'equilibrio. Se non cadde fu -grazie a Gertrude che lesta lesta l'afferrò per un braccio e la rimise -a sedere. - -— Non vi sgomentate, signora, — disse la fanciulla — eccolo qui! — - -E le mostrò il parasole che, quantunque avesse quasi le dimensioni -d'un «parapioggia», ella portava attaccato alla cintola, con un -nastro verde, e non s'era che spostato. Ma non quel solo oggetto -vedevano pendere dal medesimo nastro gli occhi attoniti di Gertrude: -c'erano inoltre una borsa enorme, dei più vivi e più diversi colori, -una berretta di trina nera, un gran ventaglio di penne, un rotolo -di carta da fiori finti, e altre cose ancora parzialmente nascoste -da uno scialle nero di seta leggera. Ella faceva alla sua giovane -compagna l'effetto d'una ladruncola reduce da una spedizione fortunata. -In tal caso, però, la rea aveva una mirabile disinvoltura, giacchè -tranquillamente appoggiò i piedi sulla panchetta di contro e si mise a -fare il proprio comodo. Cominciò con l'inorridire Gertrude togliendosi -di bocca i denti che ripose nella borsa: poi sostituì ai guanti di -seta nera che calzava, altri di cotone, staccò il suo lungo velo di -trina, lo ripiegò e lo appuntò alla cintola tra il resto, sciolse i -nastri del cappello, gettò su questo una larga pezzuola colorata per -ripararlo dalla polvere, infine slegò, non senza fatica, il ventaglio e -prese a sventolarsi coscienziosamente, socchiudendo gli occhi come se -avesse voglia di fare un pisolo. Infatti di lì a poco stette quieta: -segno che s'era addormentata. Gertrude, assorta ne' suoi pensieri, -guardava i nuvoloni che venivano levandosi da ponente, e quasi aveva -dimenticato la sua singolare compagna di viaggio, quando una mano -posatasi d'improvviso sulla sua ed una viva esclamazione le fecero dare -un sobbalzo. - -— Mia cara damigella, — disse la vecchietta — non vi sembra che quelle -negre nubi siano foriere d'un temporale? - -— Credo, sì, che voglia piovere, — ella rispose. - -— Quando sono uscita, stamani, — seguitò l'altra — il sole rifulgeva in -un cielo sereno; fin gli alati cantori dell'aria proclamavano nei loro -inni la gioia dell'universo; ed ecco che innanzi ch'io sia pervenuta al -mio ritiro, le mie delicate gale di trina, — e chinava lo sguardo sul -suo corpetto — rischiano d'esser vittime della spietata tempesta. - -— Non passa l'omnibus davanti alla vostra porta? — domandò la ragazza -impietosita dall'evidente angoscia della vecchia signora. - -— No, ahimè, no! C'è almeno mezzo miglio.... E voi siete più fortunata, -gentile signorina? - -— Al contrario. Ho un miglio intero di cammino dalla stazione, -io. — - -Mossa da un impulso di simpatia la vecchia s'accostò a Gertrude dicendo -con querulo accento: - -— Ah, me ne duole per l'immacolata bianchezza dei nastri del vostro -cappellino! — - -L'omnibus intanto era arrivato alla sua destinazione. Le due passeggere -scesero. Gertrude rimise al conduttore il suo biglietto, e fece per -avviarsi; ma la bizzarra signora l'afferrò per la veste a la pregò -d'attenderla, visto che seguivano la medesima strada. L'attesa fu -lunga perchè insorse una difficoltà. La vecchietta si rifiutava -di pagare il prezzo chiestole per il suo posto, affermando che non -era il prezzo ordinario, e accusando «l'individuo» dell'intenzione -d'appropriarsi l'eccedenza di due _centini_[1]. Gertrude stava sulle -spine, perchè s'aspettava da un momento all'altro acqua a torrenti. -Finalmente, venuto il conduttore a una transazione con la sua troppo -tirata passeggera, si misero in cammino. Avevano fatto un quarto -di miglio, circa, a passo di lumaca, quando cominciarono a cadere -i primi goccioloni. E Gertrude dovette staccare dalla cintura della -sua compagna l'ampio parasole, e reggerlo in guisa da riparare sè e -lei. Proseguirono così sotto la pioggia, sempre più fitta. Dopo un -altro quarto di miglio, mentre sembrava che si fossero aperte tutte le -cateratte del cielo, la fanciulla udì qualcuno correre dietro a loro, e -voltandosi vide Giorgio, il servitore del signor Graham, che andava di -volo in direzione della villa. - -— Oh, signorina Gertrude! — esclamò l'uomo riconoscendola. — Vi -bagnerete fino alle ossa, voi, e la signorina Pace.... Sarà bene che vi -rifugiate in casa sua, dove sarete al sicuro. Su, lesta! — - -Così dicendo pigliò in braccio la vecchietta, e accennato a Gertrude di -seguirlo, si slanciò attraverso la strada, nè si fermò finchè non ebbe -deposto il suo fardello nell'entrata d'un casinetto vicino. Quasi nello -stesso punto vi arrivò anche la fanciulla. - -La signorina Pace, giacchè così si chiamava la bizzarra creatura, era -tanto sbalordita che le ci volle qualche minuto prima di raccapezzare -come si trovasse di botto a salvamento sotto il proprio tetto: intanto -Giorgio convenne con Gertrude ch'ella rimarrebbe lì un paio d'ore, -finch'egli ripassasse a prenderla col legno al suo ritorno dalla -stazione ferroviaria dove andava regolarmente tre volte la settimana, -per il suo padrone. - -Marta Pace non godeva fama di persona ospitale. Ella era proprietaria -del casinetto in cui abitava, e ci viveva affatto sola, senza -neppure una serva. Non riceveva mai visite, ma in compenso ne faceva -moltissime; e poichè tutti i suoi parenti e i suoi amici stavano a -Boston, o ancor più lontano da D***, dove ella dimorava soltanto da -qualche tempo, era una costante frequentatrice degli omnibus e altre -vetture pubbliche. Per questo, e per la sua assiduità agli uffizi -divini, molta gente la conosceva; nondimeno Gertrude forse era la prima -ospite che varcava la sua soglia: ospite, del resto, non invitata. - -E dovette ella stessa, alla porta, prendere la chiave, aprire, far -entrare la padrona di casa nel salotto, aiutarla a levarsi le bavere, -gli scialli, i veli in cui era avvolta. Quando però la signorina -Marta Pace si fu riavuta, si comportò con l'elegante urbanità che -la distingueva. Benchè vivissimo fosse il suo rammarico per i danni -sofferti dai propri indumenti, seppe abbastanza padroneggiarlo, da -manifestare quasi altrettanto eloquentemente i suoi timori circa quelli -di Gertrude. Bisognò che questa l'assicurasse che i suoi stivaletti -erano appena bagnati, che il suo vestito e la sua mantellina di -ghingano sfidavano la pioggia, e che il suo bel cappellino di paglia -era stato ben protetto dalla sciarpa gettatavi sopra, perchè ella si -risolvesse a trascurar un momento i doveri dell'ospitalità a fine di -mutare l'abito trinato con uno più casalingo. - -Lasciata sola, Gertrude, la cui curiosità già era punta dalla strana -apparenza del salotto, prese ad esaminare più da vicino i diversi -oggetti d'uso e d'ornamento che lo riempivano. - -Il salotto veramente non era meno singolare della signora. Come -l'abbigliatura di lei, la sua mobilia si componeva di parti eterogenee -rappresentanti varie mode di varie età, cominciando da certe seggiole -dell'epoca del «Fior di Maggio»[2] fino ai guancialini da spilli che -volevano essere moderni, e ai saggi mal riusciti d'erbe cristallizzate. - -L'acuto sguardo osservatore di Gertrude si pasceva con delizia in -quell'originale miscuglio di poche reliquie d'antica eleganza e di -numerosi esempi di cattivo gusto e d'aberrazione, quando la padrona di -casa rientrò. - -Ella aveva indossato una veste di lana nera, semplice benchè di foggia -un po' strana, in cui pareva signora di miglior qualità che con le -sue gale di trina da lei tanto pregiate. Portava un gran bicchierone -d'acqua pepata, che offerse alla sua ospite dicendole che le avrebbe -scaldato lo stomaco ed evitato un'infreddatura; ma la ragazza, -rattenendo a stento le risa, ricusò il beveraggio. Allora la signorina -Marta sedette e, mentre andava sorbendo con voluttà quello stravagante -rinfresco, incominciò una conversazione la quale a momenti induceva -la sua interlocutrice a crederla una donna molto sensata, a momenti la -persuadeva ch'ella era pazza addirittura. - -Gertrude faceva su di lei un'impressione più precisa. La giovane -damigella, com'essa diceva, era incantevole, possedeva un intelletto -degno d'una regina, aveva le forme snelle, e l'andatura leggera di una -gazzella, e movenze più graziose di quelle del cigno. - -Quando Giorgio venne a riprenderla, la signorina Pace mostrò un -sincero rincrescimento di separarsi da lei, e l'invitò cordialmente a -ritornare. Ella glielo promise. - -Le consolanti notizie di Guglielmo e le divertenti avventure della -sua gita avevano infuso a Gertrude una così briosa allegrezza, -ch'ella balzò dal legno e salì le scale con quella sua aerea rapidità -di piccola fata che lo zio True tanto amava, e che l'abbattimento -cagionatole dalla morte del buon uomo le aveva fatto perdere. Di corsa -si diresse verso la sua camera per deporre il cappello e mutar vestito -prima d'andare in cerca d'Emilia a cui si struggeva di raccontare gli -avvenimenti della giornata. - -Ma sulla soglia incontrò Brigida, la donna di servizio, che ne usciva -con in mano la granata, la cassetta, e il resto. E, domandatole che ci -fosse venuta a fare a quell'ora insolita, seppe che la signora Ellis -durante la sua assenza aveva ordinato di ripulire la stanzina da cima -a fondo e mettere a posto i mobili da lei destinativi, giacchè era -stata allestita provvisoriamente, e si trovava finora un poco sossopra. -Turbata, senza ben sapere perchè, all'idea di quest'invasione del suo -dominio da parte della governante, ella s'affrettò ad ispezionarlo -con un lieve senso d'inquietudine che man mano venne trasformandosi in -collera veemente. - -Nel lasciare la casa della signora Sullivan per quella del signor -Graham a Boston, Gertrude aveva portato seco, oltre il baule contenente -i vestiti e la biancheria, una certa vecchia scatola di latta, e -l'aveva accuratamente riposta sul palchetto d'un armadio a muro nella -sua camera, dov'era rimasta tutto l'inverno chiusa, senz'esser mai -notata da nessuno. - -Quando la famiglia si trasferì in campagna la scatola v'accompagnò la -sua proprietaria, portata da questa e vigilata con grande attenzione. -Là, non essendovi nella nuova camera di Gertrude alcun ripostiglio, -essa la nascose in un angolo dietro il letto. Ora appunto la sera -innanzi la sua gita in città ne aveva estratto e rimirato parte degli -oggetti custoditivi. Ognuno era per lei un caro e mesto ricordo, e -molte lacrime aveva sparso la fanciulla su quel suo piccolo tesoro. -C'era il Samuele di gesso, primo regalo dello zio True, assai -deteriorato dal tempo e dai disastri. Esaminando una grave contusione -alla nuca, effetto d'un colpo datogli sbadatamente dallo stesso -donatore, e rammentando come il buon vecchio si fosse pazientemente -ingegnato a riparare il danno, sentiva che non si sarebbe privata -della povera figurina per tutto l'oro del mondo. E c'erano le sue -pipe, annerite dal lungo uso, umili pipe d'argilla, ma pensando che a -lui avevano procurato tanto piacere, ella trovava una consolazione nel -conservarle piamente. S'era portata via anche la sua lanterna, perchè -non poteva scordare la gaia fiammella che aveva recato il primo raggio -di luce nell'oscurità della sua vita. E come poi avrebbe trascurato -il vecchio berretto di pelo sotto cui le sembrava di rivedere il -benevolo sorriso che tante volte v'aveva cercato, e mai invano?... A -queste reliquie s'aggiungevano alcuni balocchi, qualche libro figurato -donatole da Guglielmo, un minuscolo panierino ch'egli aveva intagliato -per lei in un guscio di noce, e altre coserelle. - -Tutti quei vari oggetti, tranne il berretto di pelo e la lanterna, -ella li aveva lasciati sul caminetto. Ed ora, entrando nella camera, -il suo sguardo corse subito in cerca dei preziosi ricordi. Non c'erano -più. Il caminetto era diligentemente spolverato, e affatto sgombro. -Si precipitò verso l'angolo dove teneva la scatola di latta. Scomparsa -anche questa. In un baleno Gertrude raggiunse la serva, la chiamò, la -tempestò di domande ansiose. - -Brigida serviva in quella casa da poco, ed era uno dei più stupidi -esemplari della sua specie; ma la fanciulla seppe così bene -interrogarla, che riuscì a chiarirsi di ogni cosa. La figurina, la -lanterna e le pipe erano state buttate in un mucchio di vetri rotti e -di cocci e ridotte in briciole, come Brigida affermava; il berretto, -dichiarato invaso dalle tignuole e condannato al fuoco; quanto agli -altri ammennicoli, ella non era proprio sicura, ma supponeva che -avessero finito anch'essi nel camino. E tutto questo, in obbedienza -agli ordini formali della signora Ellis. Gertrude lasciò andare Brigida -senza farle conoscere la gravità della perdita che soffriva, e chiuso -l'uscio si gettò sul letto e dette in un violento scoppio di pianto. - -— Ah, questa, — ella pensava — questa era la ragione che la induceva -ad agevolare la mia gita! Ed io credevo che volesse compiacere al mio -desiderio! Venire qui voleva, per derubarmi, la ladra! — - -Saltò giù dal letto con impeto, come vi s'era gettata, e si slanciò per -uscire; ma subitamente frenata da un nuovo pensiero, tornò indietro, -cadde in ginocchio singhiozzando forte, e nascose la faccia tra le -palme. Due o tre volte alzò il capo, quasi in procinto di rizzarsi -e correre ad affrontare la sua nemica; ma sempre quel pensiero le -riattraversò la mente e la rattenne. Non era paura; oh, no, Gertrude -non temeva nessuno. Doveva essere qualche cosa di più forte, e che -tuttavia aveva un influsso calmante; giacchè dopo ogni lotta vinta -diveniva più tranquilla. Infine si levò, andò a sedersi accanto alla -finestra aperta, appoggiò la fronte a una mano e guardò fuori. - -La pioggia era cessata, e il sorriso della terra tutta bella, tutta -fresca, si rifletteva in uno splendido arcobaleno che misurava -l'orizzonte orientale. Un uccellino venne a posarsi sopra un ramo -d'un albero vicino alla finestra, e intonò il suo _Te Deum_. Ondate -di deliziosa fragranza s'espandevano da un arbusto di lilla in piena -fioritura. E nell'anima di Gertrude si diffondeva una pace prodigiosa. -Ella sentì «la grazia che arreca la pace succedere alle passioni -che conturbano». Usciva trionfante dal conflitto; aveva riportato la -massima delle vittorie umane: la vittoria sopra sè stessa. Più bella -di tutte le cose belle che rallegravano la terra dopo la tempesta, -dall'iride fulgente incontro al sole, al canto della creatura alata tra -le fronde, al ravvivato profumo dei fiori, una luce serena splendeva -nel viso della fanciulla, mentr'ella alzava gli occhi al cielo e dal -suo cuore, dove l'intima tempesta era sedata, saliva a Dio la tacita -offerta del sacrificio. - -Il suono della campanina che annunziava il tè la scosse. In fretta -bagnò la faccia nell'acqua fredda, si ravviò i capelli e scese. Nella -sala da pranzo non trovò che la signora Ellis; il signor Graham era in -città, Emilia aveva una fiera emicrania. Per conseguenza ella prese il -tè sola con la governante. Costei, sebbene non sapesse quanto preziose -fossero per Gertrude le vecchie reliquie distrutte, era conscia d'aver -commesso un'azione maligna, e dinanzi al contegno dell'offesa che -non dimostrava ombra di collera nè d'astio, anzi s'asteneva fin dal -menzionare il fatto, ella si sentiva più confusa e mortificata che non -avrebbe voluto confessare. La cosa passò dunque sotto silenzio, allora -e poi: ma la signora Ellis provò sempre il cocente sentimento della -superiorità di quella fanciulla su lei, in materia di generosità e di -pazienza. - -Il giorno seguente la cuoca bussò all'uscio d'Emilia, e fatta entrare -disse tirando fuori il guscio di noce tagliato in forma di panierino: - -— Vorrei sapere, signorina Emilia, dove sia la signorina Gertrude; ho -trovato il suo panierino nella cassetta del carbone, e credo che sarà -molto contenta di riaverlo. Non s'è sciupato punto. - -— Quale panierino? — domandò la cieca. - -La donna le mise il ninnolo in mano, e con tono assai concitato le -raccontò la distruzione degli oggetti appartenenti a Gertrude, di cui -ella stessa era stata testimone indignatissima. Descrisse pure in modo -commovente l'angoscia della ragazza nell'interrogare Brigida, avendo -ella udito tutto dalla sua camera dove si trovava mentre esse parlavano -poco lontano. - -Emilia, ascoltando la pietosa storia, si rammentò che nel pomeriggio -del giorno innanzi le era parso di sentir Gertrude singhiozzare nella -sua stanza alla quale quella di lei era adiacente, ma aveva poi creduto -d'essersi ingannata. - -— Andate, signora Prime, — disse alla benevola cuoca — andate a -portarle il panierino: è nella piccola biblioteca. Ma, ve ne prego, non -le dite d'avermi parlato della cosa. — - -Ella attese parecchi giorni che la sua protetta si lamentasse con lei -del torto patito: ma la brava figliuola tenne dentro il suo dolore e lo -sopportò in silenzio. - -Era la prima volta che Gertrude giungeva a padroneggiarsi così -perfettamente, e fu l'ultima che il farlo le costò una così aspra -lotta. Da quel momento ella andò acquistando sempre maggior potere nel -governo di sè, e accrescendosi il suo vigore con ogni nuovo sforzo ella -divenne un esempio mirabile agli occhi di coloro che sapevano con quale -temperamento avesse a combattere. - -Toccava quasi i quattordici anni ed era cresciuta così rapidamente, -che adesso la sua statura superava l'ordinaria delle ragazze di pari -età, anzichè rimanervi inferiore come fino allora. Ma non ne soffriva, -grazie al riposo intellettuale, all'attività fisica, all'aria aperta -della campagna. - -Il suo giardino era per lei una sorgente di vivi piaceri. I fiori -ch'ella educava con assidua cura, prosperavano, e tutti i giorni, a -colazione, Emilia trovava accanto al suo piatto un bel mazzo fragrante. - -Di tanto in tanto visitava la sua vecchia amica, che l'accoglieva -cordialmente. La signorina Marta si dilettava di fare fiori -artificiali, e i modelli le erano forniti dal giardino di Gertrude -la quale perciò di rado arrivava a mani vuote. Ma i risultati -corrispondevano così male alle buone intenzioni della fiorista, -che sarebbe stato calunniar la natura chiamare le sue fantastiche -imitazioni copie fedeli degli originali. Ella però n'era sodisfatta; ed -è da sperare che fossero sodisfatti anche i suoi amici a cui destinava -i grossi mazzi che portava in giro attaccati alla cintura col famoso -nastro verde. - -Gli amici di Marta Pace erano numerosi. Parlandone con Gertrude -nominava tanta gente da farle pensare che doveva conoscere mezza -Boston. Aveva imparato in gioventù l'arte della tappezzeria da lei per -molti anni esercitata prestando l'opera sua, come ella raccontava, -nelle più cospicue famiglie della città, dove si soleva dire che -«Marta Pace possedeva due occhi davanti e due di dietro, e due paia -d'orecchie», così acuta osservatrice ella era e di così fine criterio. -Nonostante queste sue straordinarie facoltà di visione e comprensione, -ella non aveva mai cagionato discordie nè pettegolezzi nelle case che -frequentava: Era prudente e coscienziosa, e quantunque assai singolare -ne' suoi costumi e nel suo linguaggio, e stravagante in certe sue -fantasie a segno d'essere tenuta dagli estranei per una mezza pazza, -aveva saputo guadagnarsi e conservare la benevolenza di buone persone, -signore e signori, che la ricevevano e la trattavano con grande -cortesia. Ella si regolava in modo da visitare per turno, nel corso di -ciascun anno, queste famiglie amiche, ogni membro delle quali le stava -a cuore, e mantenere viva l'antica intimità. - -Un solo dispiacere affliggeva la vecchia zittella: quello di non avere -uno sposo. E lo versava spesso nel seno di Gertrude. - -— Ah, cara signorina, — ella esclamava allora, dimenticando, a quanto -pareva, la sua età ed i suoi acciacchi — camperei pur bene in questo -mondo, se avessi un compagno! — E con una mossettina del capo e una -cert'aria civettuola, soggiungeva: — Sappiate, bella mia, ch'io qualche -volta ci penso a prendere marito! — Poi, accorgendosi della maraviglia -e dell'ilarità che questa sua idea destava nella fanciulla, le esponeva -le ragioni per cui aveva tanto a lungo differito l'attuazione d'un -disegno vagheggiato sempre, e benchè ammettesse di non esser più -giovane come nei giorni andati, concludeva invariabilmente: — È vero -che il tempo è inesorabile, ma io m'aggrappo alla vita, signorina -Gertrude, io m'aggrappo alla vita, e posso ancora maritarmi! — - -La moda era un altro soggetto su cui soleva intrattenerla con enfatiche -declamazioni, confessando che quanto a lei, ella intendeva d'esserne -rigida seguace, a costo di qualunque sacrifizio. Gertrude non poteva -astenersi dal pensare che quest'intenzione della signorina Marta non -andava meno miseramente fallita di quella d'innamorare un giovanotto. -Si persuase anche, a poco a poco, che la vecchietta, quali si fossero -le sue possibilità, era oltremodo avara. - -Emilia, che la conosceva assai bene e spesso le aveva dato commissioni, -non s'oppose alle visite della sua protetta; anzi l'accompagnava più -volte. Ella gradiva le occasioni di distrarsi un poco, e la bizzarra -conversazione di Marta Pace era per lei un vero divertimento come -per Gertrude. Queste visite, del resto, venivano restituite con una -sollecitudine che provava la preferenza della vecchia zittella per -la parte di visitatrice; e la signorina Graham avendolo osservato, -l'invitò a frequentare la villa a suo piacimento: invito di cui quella -approfittò largamente. - - - - -XIX. - - Dolce è la tua presenza, o giovanetta, - E salutare più che un mite e puro - Cielo, e ch'ogni virtù d'acque sorgive. - - Mrs. BARBAULD. - - -Coloro che posseggono una villa a poche miglia da una grande città, -non vi godono propriamente la vita campestre. Hanno spaziosi giardini, -spesso anche vasti orti dove coltivano le frutta e i legumi per loro -uso; quasi tutti tengono cavalli e fanno amene gite nei dintorni. -C'è perfino chi ha la sua piccola fattoria, e può vantare il grasso -bestiame e i polli di Shanghai che alleva. Ma queste villeggiature -suburbane non offrono le attrattive della vera campagna. Non ci sono -folti boschi, nè ruscelli mormoranti tra l'erba, nè campi di spighe -ondeggianti al vento, nè ampie distese di prati. Da ogni altura si -vede la metropoli, tanto vicina che par di sentirne il rumorio; ad -ogni ora, omnibus e treni portano al gran mercato degli affari o di là -riconducono i villeggianti e i loro ospiti. - -Eppure le persone che desiderano un quieto ritiro per viverci appartate -nell'intimità della famiglia, sono più sicure di trovarlo in quelle -dimore tra campestri e cittadine, che non altrove. Perciò una estate -dopo l'altra ritornano al medesimo angolo tranquillo, e non disturbate -da visite nè da pettegolezzi conservano un'indipendenza che sarebbe -impossibile sia nelle affollate vie della città dove passano sempre -conoscenti che vi fermano o salgono da voi, sia nei villaggi dove i -forestieri sono oggetto di curiosità e di ciarle, e tutti vogliono -conoscerli da presso. - -La villa del signor Graham era comoda, però non sontuosa, e non -attirava affatto l'attenzione. Il giardino certo era bellissimo, ricco -di lussureggianti macchiette d'arbusti, di chioschi, di grandi pergole -coperte di viti; ma un'alta palizzata lo nascondeva agli sguardi dei -passanti; e la casa, discosta dalla strada, aveva un'apparenza modesta -e punto moderna. - -Il signor Graham s'occupava con passione d'orticoltura; tuttavia le sue -abitudini e i suoi interessi lo tenevano attaccato a Boston. Emilia, -non essendo in istato di far vita mondana, non riceveva che i vicini, -nelle occasioni di prammatica, e pochi intimi, come il pastore Arnold, -il quale faceva spesso verso sera una giterella per vederla e mangiare -un po' di frutta. - -L'estate trascorreva in una quiete felice. Gertrude trovava nella -compagnia della sua benefica amica e nella coscienza d'esserle utile -in molte maniere, una viva sorgente di sodisfazione e di gioia, quando -d'improvviso ogni suo piacere fu troncato. - -Emilia venne còlta da una febbre assai forte, e la prima volta che -la fanciulla si presentò alla sua porta desiderosa d'assisterla, la -signora Ellis, che intendeva d'esser l'unica infermiera, la respinse -rudemente. Alle sue calde istanze replicò che quella febbre era -contagiosa, e che la signorina non aveva bisogno di lei, e d'altronde -quando stava male non voleva dattorno altri che la sua fida governante. - -Da tre o quattro giorni Gertrude errava per la casa, inconsolabile. -La mattina del quinto, dopo il suo bando dalla camera della malata, -vide la cuoca salire al primo piano con una minestrina: e, mettendole -in mano alcuni bellissimi bocciuoli di rose, còlti allora, la pregò di -darli ad Emilia e di domandarle se non le poteva permettere d'entrare e -vederla un momento. - -Aspettò ansiosamente, in cucina, il ritorno della signora Prime nella -speranza che le recasse almeno qualche affettuosa parola. Ma la buona -donna ridiscese coi fiori, che gettò sulla tavola, sfogando così i suoi -sentimenti: - -— Cospetto! Si dice che le brave cuoche e le brave infermiere sono -garbate come orsi! Non tocca a me dire se sia vero rispetto alle -cuoche, ma rispetto alle infermiere, non c'è dubbio! S'io fossi voi, -signorina Gertrude, non m'arrischierei d'andarci.... Ho gran paura, -sapete, che vi morda! - -— E la signorina Emilia non ha accettato le rose? — domandò la -giovanetta, profondamente accorata. - -— Lei, poverina, non c'entra per nulla. Capirete, non le ha mica -vedute.... La signora Ellis le ha scaraventate fuori dell'uscio -protestando che tanto valeva portare un veleno a una malata con la -febbre, che quei fiori. Ho tentato di parlare io alla signorina, ma -quella cara signora m'ha interrotta con un tale «ss-ss-st» da farmi -pensare che la fosse per pigliar sonno, sicchè non ho più osato e me -ne sono andata pian piano.... Uf! Diventa mai ringhiosa quando per -disgrazia c'è qualcuno di malato in casa?... — - -Gertrude uscì in giardino e andò vagando come un'anima in pena. Temeva -che Emilia fosse molto aggravata, nè poteva pensare ad altro. I suoi -libri, il suo lavoro, erano nella camera di questa, dove li teneva -usualmente; la biblioteca, che le avrebbe offerto qualche distrazione, -era chiusa. Non le rimaneva dunque che quel rifugio, e là passò -il resto della mattinata. Così fu non quella mattina soltanto, ma -parecchie delle seguenti, perchè Emilia continuava a peggiorare. In -capo a due settimane Gertrude non aveva ancora ottenuto di vederla, -e non sapeva della sua salute se non quanto ne sentiva dire dalla -governante al signor Graham. Questi però parlava ogni giorno col -medico, e faceva frequenti visite alla figliuola, sicchè non richiedeva -da lei quelle minuziose informazioni che la fanciulla avrebbe tanto -desiderato. Una volta ella ardì interrogare direttamente la signora -Ellis, ma l'arcigna matrona le rispose: - -— Non mi seccate con le vostre domande. Che potete intendere voi di -malattie? — - -Un pomeriggio, seduta in un grande chiosco in fondo al giardino, presso -le aiuole ch'ella coltivava ed erano allora tutte fiorite di reseda e -di verbene, Gertrude stava legando e segnando gl'involtini dei semi -che aveva raccolti da varie piante. Ella era tutta assorta nel suo -lavoro, quando il suono d'un passo vicinissimo la fece sobbalzare. Alzò -gli occhi e vide il dottor Jeremy, medico della famiglia, entrare nel -chiosco. - -— Che fate di bello? — egli domandò, nella rapida e brusca maniera che -gli era abituale. — Un assortimento di semi, eh? - -— Sì, signore, — rispose ella arrossendo nel vedere i penetranti occhi -neri del dottore scrutarla in faccia. - -— O dove fu che c'imbattemmo la prima volta? — disse egli con lo stesso -fare. - -— In casa del signor Flint. - -— True Flint! Già.... mi rammento. Voi siete la sua ragazzina. Una -brava figliuola. E il povero True, è morto. Peccato, è una perdita -per tutti. Questa è dunque la piccola infermiera che vedevo là.... Dio -buono, come crescono in furia i bambini! - -— Dottor Jeremy, — chiese Gertrude con accento supplichevole — ditemi, -ve ne prego, come sta la signorina Emilia? - -— Emilia? Non troppo bene in questo momento. - -— Oh! Temete forse che abbia a morire? - -— Ma no, ma no! Perchè dovrebbe morire? Io non la lascerò morire se voi -mi aiutate a tenerla in vita. Come mai non siete in casa ad assisterla? - -— Ah, se potessi! — ella esclamò balzando in piedi. — Se potessi! - -— E chi ve lo impedisce? - -— La signora Ellis. Non mi lascia neanche entrare, dottore; dice che la -signorina non vuole altri che lei. - -— La signora Ellis non ha voce in capitolo, ed Emilia neppure: quest'è -affar mio, ed io voglio voi. Affiderei più volentieri i miei pazienti a -voi che a tutte le signore Ellis del mondo. Quella lì non se n'intende -d'assistere malati; rimandatela alle sue conserve di coccole rosse, e -a' suoi pasticci di zucca. Dunque, è fissato; domani prendete il vostro -posto. - -— Grazie, dottore, grazie! - -— Non mi ringraziate ancora; aspettate di esservici provata. È opera -faticosa prestar le cure necessarie agl'infermi. Di chi è l'orto -attiguo? - -— Della signora Bruce. - -— E cotesto pero è suo? - -— Sì, signore. - -— Per san Giorgio, signora Bruce, farò onore alle vostre pere! — - -Così dicendo il dottor Jeremy, uomo sui sessantacinque, ma robusto -ed agile, scavalcò il muretto di pietra che divideva il giardino -dall'orto, lanciandosi con tale impeto, da arrivare d'un balzo appiè -dell'albero. - -Gertrude, la quale, esilarata, osservava le sue gesta, lo vide -inciampare in un ostacolo e salvarsi dal cader bocconi stendendo le -mani e reggendosi al grosso tronco del vecchio e bellissimo pero. In -quella una testa ornata d'uno zucchettino di velluto si levò lentamente -di tra le alte erbe, e apparvero la faccia e il busto d'un giovanetto -di sedici in diciassett'anni che, appoggiato a un gomito, mirava con -stupore l'intruso. - -Ma questi, punto intimidito, prese immediatamente l'offensiva contro il -primo occupante, gridando: - -— Rizzati, poltrone! A che stai costì sdraiato facendo gambetta alle -persone per bene? - -— Chi chiamate voi persone per bene? — domandò il giovane senza -risentirsi nè dell'epiteto nè dell'interrogazione. - -— Me e la mia piccola amica qui presente, — replicò il dottor Jeremy -ammiccando verso Gertrude che affacciata al muretto rideva di cuore del -modo in cui egli era stato còlto sul fatto. - -Gli occhi dell'altro seguirono la direzione de' suoi e si fissarono sul -viso della fanciulla che brillava tutto di gaiezza. - -— Posso fare qualche cosa per servirvi, signore? — disse egli poi, -rivolgendosi a lui. - -— Sicuro! — rispose il dottore. — Io sono venuto qui per cogliere di -coteste belle pere; ma voi siete più alto di me, a con l'aiuto della -vostra mazza che ha la gruccia ricurva, arriverete meglio al ramo più -carico. - -— Onorevole ed onesto proposito, — mormorò il giovane. — Sarò lieto di -prestarmi per una così buona causa. — - -Sollevò la mazza che giaceva accanto a lui, abbassò con essa un ramo -fino a portata del suo braccio, e lo scosse vigorosamente. Le frutta -mature si sparsero sull'erba. Il dottor Jeremy se ne empì le tasche e -le mani, e mosse verso il muro divisorio. - -— Ne avete abbastanza? — gli domandò il giovane con voce lenta e -strascicata. - -— A iosa, a iosa! — rispose egli. - -— Tanto piacere! — fece l'altro, buttandosi di nuovo giù, -indolentemente, senza cessare di fissar Gertrude. - -— Dovete esser molto stanco, — disse Jeremy tornando indietro di due -passi. — Io sono medico, e vi consiglierei un pisolino. - -— Ah, siete medico? — riprese il pigrone nello stesso tono tra languido -ed ironico in cui aveva parlato fino allora. — Seguirò dunque il vostro -consiglio. — - -E adagiatosi nell'erba, resupino, chiuse gli occhi. - -Il dottore vuotò le tasche sulla panchetta del chiosco e invitò -Gertrude a pigliarsi la sua parte del bottino. Egli addentava le belle -pere sugose, ridendo così forte di quella sua allegra monellata, che -quasi i bocconi gli andavano di traverso. A un tratto gli venne in -mente di guardar l'orologio. - -— Le quattro e mezzo! — esclamò. — Il treno parte tra dieci minuti. Chi -mi condurrà alla stazione? - -— Non so, signore, — rispose la fanciulla pensando che la domanda fosse -diretta a lei. - -— Dov'è Giorgio? - -— E andato sul prato a prendere il fieno, ma ha lasciato Carlotto, -il cavallo bianco, nella corte, con i finimenti e tutto. Ho visto che -l'attaccava alla catena dopo avervi portato qui dalla ferrovia. - -— Ah! Ebbene, allora, conducetemi voi. - -— Impossibile, signor dottore, io non so guidare. - -— Bisogna che impariate: v'insegnerò io. Non avete mica paura? - -— Oh, no! Ma il signor Graham.... - -— Non v'occupate del signor Graham. Date retta a me. Rispondo io che -ritornerete a casa sana e salva. — - -Gertrude era per sua natura coraggiosa. Non aveva mai guidato -un cavallo, ma essendocisi messa senza timori, vinse la prova a -maraviglia: e poichè il dottor Jeremy continuò a farsi condurre da -lei, ella acquistò presto molta perizia nell'uso delle redini. Non è -forse questa una bravura particolarmente desiderabile in una donna: a -Gertrude tuttavia fu assai utile. - -Il medico mantenne la promessa di stabilirla al capezzale della malata. -La prima volta che dopo quel loro colloquio visitò Emilia, parlò a -questa della fanciulla in termini di grande encomio per la devozione al -vecchio True e le qualità di buona infermiera da lei mostrate; poi le -domandò per qual ragione fosse stata espulsa dalla sua camera. - -— È tanto apprensiva, — ella rispose — teme che la febbre le s'attacchi. - -— Non dovete crederlo. È troppo contrario al suo carattere. - -— Vi pare? — fece vivamente la cieca. — Ma la signora Ellis.... - -— V'ha detto una bugia, — l'interruppe egli. — Gertrude invece si -strugge di venire ad assistervi. E n'è capace quanto la signora Ellis, -anzi meglio, perchè la cosa più necessaria per voi è la quiete, e -proprio questa non la potete avere con quel donnone loquace dattorno. -Pertanto, io, la signora Ellis la mando a Gerico, fin da oggi, e vi -porto qui la mia piccola Gertrude, che non è più rumorosa d'un topolino -e ha una buona testa sulle spalle. — - -Certo, non era possibile che la fanciulla fosse in grado di provvedere -a tutti i bisogni d'Emilia meglio della governante, e neppure -altrettanto bene, ed Emilia che lo sapeva non permise che questa -venisse mandata a Gerico, perchè quantunque il dottor Jeremy non la -potesse soffrire, ella disimpegnava ottimamente le proprie mansioni -e sarebbe stato difficile privarsi de' suoi servigi; ma anche in caso -diverso non avrebbe voluto umiliarla. - -Quindi, per quanto l'ammissione di Gertrude all'ufficio d'infermiera -seguisse con gran gioia sua, della paziente, e del medico, fu -risparmiata alla signora Ellis la vergogna di sapere che la slealtà -della sua condotta nell'averla tenuta lontana da Emilia dando una falsa -ragione di quell'assenza, era stata scoperta. - -Gertrude assisteva la malata con la vigile e tenera cura che solo un -profondo affetto può insegnare. - -Quando, la notte, la cieca si destava da un sonno agitato, una bevanda -refrigerante s'offriva alle sue labbra, e udendo la signora Ellis -russare sonoramente, ella sapeva che non le era porta da lei; durante -il giorno non una mosca la molestava ronzando intorno al suo capezzale; -il suo tormentoso mal di capo era lenito dalle applicazioni d'acqua -fredda sulla fronte ardente, ripetute con pazienza per ore; e i passi -dei piccoli piedi instancabili che andavano e venivano erano leggeri -e piani.... Notando tutte queste cose, ella comprendeva quale prezioso -rimedio le avesse portato il buon dottore. - -In capo a due settimane era migliorata a segno da passare la giornata -intera fuori del letto, sebbene non potesse ancora lasciar la camera. -Quando fu in condizione d'uscire, il medico prescrisse aria e moto. - -— Fate una trottatina in carrozza, due o tre volte il giorno, — egli -ordinò. - -— Ma come sarebbe possibile? — rispose Emilia. — Giorgio è tanto -occupato, e chi lo sostituirebbe? - -— Vi condurrà Gertrude, — insistette il dottor Jeremy. — È bravissima, -sapete. — - -Emilia sorrise. - -— Gertrude, — ella disse — vedo che il dottore fa gran capitale di te. -Crede che tu possa fare qualunque cosa. Ma guidato, tu non hai certo in -vita tua, di'? - -— O se mi conduce lei tutti i giorni alla stazione, da sei settimane in -qua! — replicò egli. - -— Dite davvero? — esclamò la signorina Graham alla quale riesciva -strana l'idea che un cavallo fosse governato da mano femminile. - -E poichè il dottore le assicurava ch'era proprio così, e che non aveva -da temere alcun pericolo, Carlotto fu attaccato al legno, ed ella -fece la sua trottatina accompagnata dalla signora Ellis e condotta -da Gertrude. L'esperimento ebbe esito felicissimo. Queste giterelle, -spesso ripetute, giovarono molto alla convalescente, e furono -piacevolissime per tutte e tre. - -Sul principio d'autunno la salute d'Emilia era rifiorita. Il vecchio -Carlotto veniva requisito ogni giorno: ed essendo di solito la -governante trattenuta dai suoi doveri di massaia, Emilia e Gertrude -andavano sole in un gran _buggy_ di forma antiquata. Così la perizia -acquistata dalla fanciulla nel guidare divenne per la cieca, come -questa diceva, la sorgente del maggior piacere ch'ella avesse gustato -da anni. - -Gertrude rivide due o tre volte il pigro giovanottino in cui il dottor -Jeremy era andato ad inciampare saltando nell'orto della signora Bruce -per rubarvi pere. - -Una mattina egli venne a sedersi sul muretto mentre ella era al lavoro -tra le sue aiuole, e dopo avere espresso la propria maraviglia per la -sua diligenza, e parlato un po' con lei di fiori, le rivolse alcune -domande intorno al dottor Jeremy, e finì col chiederle come ella si -chiamasse. - -Gertrude arrossì. Era molto sensibile su questo punto. Benchè tutti -le dessero il cognome di Flint, ed ella solesse portarlo senza -pensarci, pure, quando veniva interrogata direttamente, non poteva non -rammentarsi che nè quello nè alcun altro le apparteneva. - -Emilia aveva fatto cercare Annetta Grant per cavarne qualche cosa sulle -origini della bambina; ma costei non abitava più da anni nella sua casa -d'allora, e nessuno del vicinato sapeva dove si trovasse nè che fosse -avvenuto di lei. - -Gertrude, dunque, arrossì alla domanda del giovanetto; nondimeno -rispose con dignità che se egli voleva conoscere il suo nome, doveva -prima dire il proprio. - -— Non ve lo dirò punto! — replicò questi sfrontatamente. — E se non -volete dirmi il vostro non me ne importa. — - -Ciò dichiarato, se ne andò spingendosi davanti a calci una mela che -giaceva sull'erba. - -Ed ella rimase dell'opinione che non poteva esserci un ragazzaccio più -maleducato. - - - - -XX. - - Per sua nobil natura una perfetta - Donna che consigliar sa e comandare, - Eppur nel mite spirito sereno - Dell'angelica luce un raggio splende. - - WORDSWORTH. - - -Era il crepuscolo di un'afosa giornata di settembre. Emilia, -illanguidita da molte ore d'un caldo insolitamente eccessivo per -la stagione, sedeva sotto il portico davanti alla casa, godendo il -refrigerio d'una deliziosa brezzolina levatasi al cader del sole. A -ponente gli ultimi splendori d'un maraviglioso tramonto s'indugiavano -nel cielo listato di porpora, mentre la luna, quasi piena, già saliva -trionfante nel vespro, cominciando il suo regno notturno. Sempre più -vivi, i suoi raggi illuminavano la bianca veste d'Emilia, e davano -l'apparenza d'un marmo polito alle mani e alle braccia bellissime, -uscenti nude dai drappeggi delle ampie maniche, e posate sui bracciuoli -d'una poltrona rustica. - -Dieci anni erano trascorsi da quando ella s'era incontrata la prima -volta con Gertrude nella chiesa del signor Arnold, eppure sembrava -appena meno giovane d'allora tanto lievemente il tempo aveva sfiorato -il suo volto e la sua persona. - -Ma anche allora ella conosceva le dure prove della vita, e aveva -già imparato a distillare dall'amara feccia del dolore il balsamo -che lenisce ogni male. Anche allora quest'esperienza e la sapienza -derivatane, erano del pari impresse nella sua fisonomia: l'una in -un'espressione grave e sommessa, propria di un'età più matura, l'altra -nel dolce e calmo sorriso di fiducia e di speranza che rivela i fedeli -di Dio. - -Perciò il tempo non poteva molto su di lei, ed ella era sempre la -stessa: amabile nel suo aspetto esteriore, più amabile ancora nel cuore -e nei costumi. Un osservatore attento avrebbe tuttavia potuto scorgere -in Emilia una maggior briosità di spirito, una più viva partecipazione -alle cose che avvenivano intorno a lei, infine un godimento della vita -ch'ella non aveva mai manifestato per l'innanzi. E questi mutamenti -erano dovuti, com'ella sentiva e riconosceva, all'intima sua convivenza -con una compagna a cui la legava un profondo affetto, e che con la sua -calda simpatia, la sua devozione costante, l'acuto suo senso tanto del -comico e dell'ameno, quanto del bello e del vero, l'ardore inesauribile -dei suoi sforzi per far gustare all'amica diletta i piaceri che gustava -ella stessa, aveva ridestato in lei facoltà quasi sopite nelle tenebre -ond'era avvolta. Così Gertrude era divenuta veramente, come lo zio True -le aveva raccomandato d'essere, «gli occhi della sua benefattrice». - -Quella sera però Emilia pareva mesta mentre sedeva sola sotto il -portico, esclusa dall'incantevole spettacolo del tramonto, inconscia -dei giuochi d'ombra e di luce che faceva sulla sua bianca figura la -luna saliente nel cielo. Ella reclinava un poco la testa da un lato, -nell'atteggiamento di chi tende l'orecchio a un suono lontano, e -ogni volta che il cancello cigolava, investito dalla brezza, dava un -sobbalzo, e un'ansietà quasi dolorosa appariva nel suo viso. - -Alfine qualcuno spunta di dietro l'alto riparo di legno che sottrae -il giardino agli sguardi dei passanti. Solo il raffinato udito della -cieca poteva aver distinto quel passo leggero. Ed ella si leva dalla -poltrona, e muove incontro alla giovanetta ch'è entrata: una giovanetta -in cui sarebbe difficile ravvisare la piccola Gertrude di dieci anni -addietro perchè su _lei_ il tempo non è sorvolato senza mutarla. - -La Gertrude presente è oramai una signorina, più alta d'Emilia. Ha una -bella persona, snella, fine, e carnagione brunetta, ma nitidissima -e soffusa alle gote di un color di rosa che le conferisce grande -splendore: questo però potrebb'essere l'effetto della rapida camminata -dalla stazione alla villa. S'è tolta il cappello, e lo porta in mano -dondolandolo per i nastri: abitudine che aveva già da bambina, sicchè -non bisogna vederci l'intenzione vanitosa o civettuola di mettere in -mostra la rara opulenza della capigliatura. - -I suoi occhioni neri sono sempre fulgidi, ma non più di grandezza -sproporzionata con la faccia, e se la bocca non è rigorosamente -conforme ai cànoni classici, se lo fa perdonare grazie a due file di -denti piccoli, regolari, d'un puro candore di perla. - -Ella veste un lindo abitino di mussolina operata, molto accollato, e -una semplice mantellina nera che non nasconde la rotondità della sua -vita sottile. - -Ebbene? È Gertrude una bellezza? - -No. I suoi lineamenti, le sue forme, possono provocare giudizi assai -diversi, ma pochi la proclamerebbero veramente bella. V'hanno però -certi visi piacevoli a osservarsi per la loro variabile espressione, -visi eloquenti, che dicono la verità e palesano l'intimo sentimento; -visi ora illuminati dall'intelligenza, ora sfavillanti d'allegrezza, -ora velati di mestizia dinanzi a un caso pietoso, ora accesi di -nobile indignazione contro ciò che l'anima aborre, ora santificati -dalla presenza divina, quando il cuore si distoglie dal mondo e da sè -medesimo, e s'inalza devotamente a Dio. Tale è il viso di Gertrude. - -Vi sono personali di donna che senza suggerire paragoni con una regina -o con una fata, posseggono una grazia, una flessuosità, una dignità che -incantano, ed hanno il potere di muoversi nella loro sfera con sì aerea -leggerezza, che mai non riescono d'ingombro. Tale è il personale di -Gertrude. - -Quali si siano le attrattive della fanciulla, (nè manca chi le pregia -altamente) ella non sa d'averle, e questa sua inconsapevolezza ne -raddoppia il prestigio. È ancor sempre nella persuasione d'essere -brutta, radicata in lei da' suoi teneri anni, ma non se ne sente più -mortificata e indispettita come una volta. - -Tosto che vide Emilia venirle incontro, Gertrude affrettò il passo, e -raggiuntala presso la soglia, le passò con gesto affettuoso un braccio -dietro le spalle, come soleva per guidarla, adesso ch'ella era più -alta di lei, e la fece svoltare a destra in un vialetto conducente nel -giardino. - -— Eccomi di ritorno! — disse ravvolgendo più strettamente nello -sciallino la sua amica cieca. — Siete stata sempre sola, Emilia, da -quando v'ho lasciata? - -— Sì, cara, quasi sempre, e ho pensato con affanno che tu giravi per -Boston in una giornata di caldo così eccessivo. - -— Non ne ho sofferto punto, e godo ora tanto più questa fresca -brezzolina, che fa un così gradevole contrasto con l'afa e la polvere -della città. - -— Ma, Gertrude, — fece la signorina Graham fermandosi — perchè non sei -entrata in casa? Devi prendere il tè, figliuola. - -— Non ne ho voglia, stasera. — - -Camminarono un poco, lentamente, in silenzio; poi la cieca riprese: - -— Gertrude, non hai dunque nulla da dirmi? - -— Oh, sì, tante cose!... Ma.... - -— Ma tu sai che saranno tristi per me, e però esiti a parlare. Non è -vero? - -— Mi parrebbe vanità da parte mia credere che possano affliggervi -molto, cara Emilia; ma iersera, quando vi comunicai quello che m'aveva -detto il signor W. e quanto io avevo in animo di fare, mi sembraste -così turbata al pensiero della nostra separazione, che non mi sono più -sentita sicura di far bene. - -— E io mi sono rimproverata d'averti lasciato scorgere il mio -rammarico, a rischio di distoglierti dal tuo dovere, o di rendertelo -più penoso. Sì, comprendo che tu hai ragione, Gertrude; e che invece -d'oppormi a' tuoi disegni, dovrei favorirli con tutte le mie forze. - -— Ah, cara Emilia! — esclamò vivamente la fanciulla. — Se vi fa pensare -così ciò che vi raccontai ieri, sarete persuasa sapendo ciò che ho -veduto e udito oggi.... - -— Come? Le cose vanno forse ancora peggio, dalla signora Sullivan? - -— Assai peggio di quel che vi descrissi. Non conoscevo allora le -terribili difficoltà contro cui ha da lottare la poveretta.... ma -ho passato in casa sua tutta la giornata, perchè il signor W. m'ha -trattenuta appena cinque minuti, e mi son potuta accertare che non è -prudenza lasciar una donna timida e debole come quella, sola col signor -Cooper, adesso che il vecchio si trova in uno stato di mente così -spaventoso.... - -— Ma, sarai poi davvero in grado d'aiutarla, tu? - -— Sì, Emilia; so dominarlo meglio di lei, e posso nello stesso tempo -far di più per il suo benessere e la sua contentezza. È come un bambino -oramai, pieno di capricci. E quando non sia materialmente impossibile, -la signora Sullivan lo compiace, a costo di qualsiasi inconveniente, e -fin di qualsiasi pericolo; prima di tutto perchè è suo padre e si tiene -in obbligo di non contrariarlo, ma adesso, credo, anche per paura.... -È tanto irritabile e violento! Mi diceva che spesso gli saltano -ghiribizzi oltremodo strani, come d'uscire di notte, con suo gran -rischio, o di dormire a finestre spalancate benchè la sua camera dia -sulla strada al pianterreno. - -— Povera donna! — sospirò Emilia. — E che fa in simili casi? - -— Ve lo posso dire perchè ne ho veduto un esempio quest'oggi. Quando -sono arrivata lì, il vecchio era in procinto d'accendere un gran fuoco -nella stufa nonostante il caldo che in città era intensissimo. - -— E la signora Sullivan? - -— Sedeva sullo scalino dell'uscio di casa, piangendo. - -— Disgraziata! - -— Non poteva far nulla con lui, e aveva ceduto per disperazione. - -— Dovrebbe avere una donna robusta o un uomo che lo vigilasse e gli -prestasse le cure necessarie. - -— È precisamente questa l'idea che la sgomenta più di ogni cosa. Dice -che morrebbe d'angoscia se vedesse suo padre trattato senza riguardi -come lo tratterebbe di certo una persona estranea; e inoltre capisco -che rifugge dal mettersi questa persona in casa. Ella è estremamente -scrupolosa in materia d'ordine e di pulizia, ed ha sempre fatto tutte -le sue faccende da sè: l'ho udita dichiarare più volte che vorrebbe -piuttosto tener in famiglia una bestia feroce che una serva irlandese. - -— La sua nuova abitazione non le ha procurato finora molto piacere, non -è vero? - -— Oh, no! Mi faceva appunto notare, oggi, la sua singolare sfortuna: -dopo aver tanto desiderato un quartierino con tutti i suoi comodi, -in un bello stabile nuovo, ecco che non appena lo ha ottenuto e -ammobiliato a modo suo, le piomba addosso una tale disgrazia. - -— Ma è strano che non l'abbia veduta venire già prima. Io durante le -ultime visite che le feci con te nell'altra casa, m'ero accorta della -decadenza intellettuale di quel vecchio. - -— L'avevo osservata anch'io, da un pezzo, ma a lei non ne dissi mai -nulla, e credo ch'ella non ne abbia avuto il minimo sospetto fino al -momento dello sgombero, quando il distacco da tutto ciò che gli era -consueto ebbe sul povero signor Cooper gli effetti più funesti. - -— Non pensi, Gertrude, che la demolizione della chiesa e la conseguente -perdita del suo posto di sagrestano abbiano dato un gran crollo alla -sua mente inferma? - -— Sì, ne sono anzi sicura. Dopo d'allora non fu più lui, e anche nella -casa vecchia si mostrava inquieto e malcontento: ma la disdetta data -alla signora Sullivan dai proprietari che avevano risolto di fabbricare -su quel fondo magazzini, cagionò il totale sconvolgimento della poca -ragione che gli rimaneva. - -— Triste cosa! Quanti anni ha? - -— Non so esattamente, ma certo moltissimi. Rammento che tempo fa la -signora Sullivan mi disse ch'era sugli ottanta. - -— È vecchio assai; non è da maravigliarsi se cambiamenti grandi e -repentini nella sua vita lo hanno fatto rimbambire. - -— Oh, no! E per triste che sia, è infine la sorte che può toccare a -chiunque viva fino a un'età così tarda. D'altronde, non soffre, nè -il suo umore, a quanto io mi ricordo, è mai stato più lieto; sicchè -m'affliggo meno per lui che per sua figlia. Io sono in gran pena, -Emilia, sul conto di _lei_. - -— Non ha la forza di sopportare questa sventura? - -— Credo che l'avrebbe se fosse in buona salute. Ma non istà bene, e -temo che la cosa sia più seria di quanto ella voglia ammettere, perchè -è tanto pallida, e ha ultimamente avuto parecchie manifestazioni di -sintomi che danno da pensare. - -— Ha consultato un medico? - -— No, non vuol saperne, e s'ostina a ripetere che si rimetterà presto; -io però ne dubito, specie se seguita a non aversi nessuna cura. Questa -è la ragione principale che mi fa desiderare d'essere in città il più -presto possibile. Sono ansiosa di farla vedere al dottor Jeremy, e -spero di riuscirvi senza ch'ella sappia ch'egli viene per lei. Avrò una -forte infreddatura io stessa, se non ci sarà altro modo. - -— Tu parli d'essere in città come d'una cosa sicura; m'immagino dunque -che tutto è già stabilito. - -— Ah, non v'ho raccontato la mia visita al signor W.? È vero, -scusate.... Ottimo uomo, quanta riconoscenza gli debbo! Mi ha promesso -il posto. - -— N'ero certa, dopo ciò che v'aveva detto dalla signora Bruce. - -— Certa! E io che quasi mi peritavo di parlargliene!... Mi pareva -impossibile che avesse tanta fiducia in me.... Invece è stato così -buono, benevolo! Non oso riferirvi le parole che m'ha detto circa la -mia capacità d'insegnare.... temerei di sembrarvi troppo vana. - -— Non hai bisogno di riferirmele, cara; so da lui stesso come egli -apprezzi le tue felici attitudini. Non potresti dirmi nulla di più -lusinghiero per te, delle cose che ho udite dalle sue labbra. - -— Il mio amato zio True voleva ch'io diventassi maestra: era l'apice -della sua ambizione. Sarebbe contento ora, non è vero, cara Emilia? - -— Senza dubbio si glorierebbe di vederti assistente in una scuola come -quella del signor W. Forse però penserebbe come penso io che ti assumi -impegni superiori alle tue forze. Tu sarai occupata le intere mattinate -a far lezione, e tuttavia ti proponi d'esser l'infermiera della signora -Sullivan, e la custode del suo vecchio padre demente. Bambina mia, -tu non sei assuefatta a coteste eccessive fatiche, e io mi tormenterò -incessantemente con la tema che la tua salute non vi resista. - -— Oh, cara Emilia, non dovete affatto mettervi in pena per me! Io sono -sana e robusta, e mi sento capacissima di tutto ciò che ho divisato. -Il mio solo timore è che voi possiate soffrire alquanto a cagione della -mia lontananza, e il pensare che io, lasciandovi.... - -— So che intendi dire, Gertrude: ma non averlo cotesto timore. Io -sono sicura del tuo affetto. Ho fede che non mi posponi se non al tuo -dovere, e non vorrei per nulla al mondo che tu mi dessi la preferenza. -Caccia dunque dalla tua mente quel pensiero, e non credere ch'io -sia tanto egoista da desiderare di trattenerti. Solamente sarei più -tranquilla se tu rinunziassi per ora alla scuola. Potresti andare -dalla signora Sullivan e stare con lei finchè ha bisogno del tuo aiuto; -forse al tempo della nostra partenza per il Mezzogiorno ti troveresti -libera d'accompagnarci in quel viaggio, che certo sarà allora per te un -ristoro necessario. - -— Ma, cara Emilia, come conciliare le cose? Io non posso piantarmi -in casa della signora Sullivan a titolo di ospite, sia pure con -l'intenzione di renderle servigio, e nemmeno offrirmi a lei in qualità -d'infermiera, posto che non vuol riconoscere d'esser malata. Ho -ponderato la questione, e veduto che anche usando tutta la finezza -e tutta la delicatezza immaginabili, non c'era verso di risolverla. -Inoltre, dopo tanto tempo che sto con voi, essa deve credere ch'io non -sia più adatta alla semplice vita d'una volta. Ma quando il signor -W. mi disse che gli occorreva un'assistente, facendomi comprendere -che non gli sarebbe dispiaciuto di dare a me quel posto, mi balenò un -modo d'effettuare il mio disegno. Ero certa che se la signora Sullivan -avesse saputo che io entravo come insegnante in quella scuola e dovevo -cercarmi una dozzina per l'inverno perchè voi l'avreste passato nel -Mezzogiorno, invece di ritornare in città, non solo non si sarebbe -ricusata d'accogliermi in casa sua, ma non avrebbe permesso che andassi -altrove. - -— E così è stato? - -— Precisamente. Ed io mi sono ancor più persuasa del bisogno ch'ella -sente d'un appoggio, tanto l'ha consolata il pensiero d'avermi seco. - -— Tu sarai un tesoro per lei, Gertrude: lo so bene! - -— Oh, no! Purtroppo non spero d'essere di grande utilità. Ma per -poco ch'io possa, sarà sempre più di quanto potrebbe in questo -caso qualsiasi altra. La signora Sullivan, essendo vissuta sempre -ritiratissima, non ha nessuna amica intima, e davvero non vedo, me -eccettuata, chi ammetterebbe volentieri sotto il suo tetto. Con me -c'è avvezza, e mi vuol bene. Io non le do impaccio, anzi mi concede -perfino d'aiutarla nelle sue faccende, benchè spesso dica ch'io sono -diventata una signorina, non usa alle fatiche materiali. Sa poi che -ho un certo influsso sul signor Cooper: vi parrà forse strano, e io -stessa non so spiegarmelo, ma _l'ho_, positivamente. Io credo che sia -in parte perchè egli non mi fa punto paura e m'oppongo con fermezza a' -suoi insensati capricci, in parte perchè gli sono meno familiare di sua -figlia. Ma c'è anche un'altra cosa che mi conferisce un gran potere su -quel povero vecchio. Egli, com'è naturale, m'associa nella sua memoria -con Guglielmo: ci ha veduti per tanti anni sempre insieme, abbiamo -lasciato la casa quasi ad un tempo, e non ignora che la corrispondenza -con lui è tenuta principalmente da me. Sembra che da quando la sua -mente si è indebolita, egli non pensi che al suo nipote, sicchè in -qualunque momento, e per quanto eccitato e caparbio si mostri, io -riesco a calmarlo proferendogli le ultime notizie dell'assente; e -non importa se gli ripeto cento volte il contenuto d'una medesima -lettera: per lui è sempre nuovo. Non avete idea, cara Emilia, di come -io giunga a dominarlo, grazie a questo piccolo fatto. Ho notato oggi -che la mia facoltà di dirigere i suoi pensieri sollevava la signora -Sullivan d'un gran peso; ed ella pareva tanto felice, quando mi sono -accomiatata stasera, parlava con sì lieta speranza del conforto che -sarebbe per lei l'avermi presso di sè quest'inverno, ch'io mi sono -sentita compensata del mio sacrificio. Ma poi, non appena vi ho veduta, -al mio ritorno, e ho pensato che voi andate via, lontano, e che passerà -chi sa quanto tempo prima ch'io sia di nuovo la vostra compagna, ho -provato.... — - -Gertrude non potè proseguire. Chinò la testa sulla spalla d'Emilia, e -pianse. - -La signorina Graham la consolò con immensa tenerezza. - -— Siamo state felici insieme, — ella disse — e tu mi mancherai, -dolorosamente. La metà almeno di ciò che ho goduto della vita in questi -ultimi anni la devo a te; ma non t'ho mai tanto amata come in questo -momento che ti accingi a lasciarmi, perchè nel tuo sacrificio di te -stessa vedo la più nobile, la più preziosa virtù di cui possa fregiarsi -una donna. So che i Sullivan ti sono molto cari, e ben a ragione, e -comprendo il tuo desiderio di riconoscere le tue antiche obbligazioni -con loro; tuttavia il preferirli a noi, ora, rinunziando senza un -lamento al bel viaggio dal quale ti ripromettevi tanto piacere, mi -prova che la mia Gertrude è la buona e brava fanciulla ch'io speravo -di vederla divenire e pregavo Dio di farla. Tu sei nella via del -dovere, figliuola mia, e sarai ricompensata dall'approvazione della tua -coscienza se non altrimenti. — - -Mentre Emilia terminava di dire queste parole, svoltavano in un -viale del giardino dove incontrarono una servetta che le cercava -per avvertirle che la signora Bruce e suo figlio erano nel salotto e -chiedevano di tutt'e due. - -— Le hai comprato i suoi bottoni, in città? — domandò la signorina -Graham a Gertrude. - -— Sì, — rispose questa — e li ho trovati adattatissimi al vestito; -probabilmente le preme di sapere se ho eseguito bene la commissione; ma -come mi presento, così? - -— Io mi fo accompagnare da Caterina; tu entra in casa dalla porta -laterale e vai alla tua camera senza che ti vedano. Ti scuserò intanto -con la signora Bruce; poi, quando ti sarai rinfrescata gli occhi e ti -sentirai più calma, scendi in salotto. — - - - - -XXI. - - Ma non forse sarà miglior consiglio - Ritirarci? S'appressa una tempesta. - - MILTON. - - -Quando, mezz'ora dopo, Gertrude entrò nel salotto, il suo viso non -mostrava più traccia della commozione d'animo che l'aveva tanto -turbata. La signora Bruce le mandò dal canapè un amichevole cenno di -saluto: il signor Bruce si rizzò e le offerse la sua seggiola, mentre -il signor Graham le indicava un posto accanto a lui, nel vano della -finestra, dicendo con tono benevolo: - -— Vieni qui, Gertrude. — - -Ella non accettò nè l'una nè l'altra profferta. Andò a sedersi invece -sull'ottomana, ch'era presso a una porta vetrata aperta a due battenti, -di dove una scalinata metteva nel giardino. Subito il giovanotto la -raggiunse, e adagiatosi in un atteggiamento d'indolenza sui primi -scalini, prese a discorrere con lei. - -Il figlio della signora Bruce non era altri che il signorino dallo -zucchetto di velluto, che anni addietro soleva schiacciare dormitine -nell'erba, sotto il pero. Egli aveva fatto di recente un viaggio in -Europa, e superbo della rinomanza che gli davano i suoi baffi, il suo -sarto francese, e il possesso d'un bel patrimonio, si compiaceva più -che mai in sè medesimo. - -— Avete dunque passato tutta la giornata a Boston, signorina Flint? - -— Sì, quasi tutta. - -— Ci avrete trovato un caldo terribile, eh? - -— Piuttosto! - -— Dovevo andare in città anch'io per certi affari che premevano -moltissimo alla mamma. Facendo uno sforzo sono arrivato fino alla -stazione; ma non ho potuto proseguire. - -— Il caldo v'aveva disfatto? - -— Sì. - -— Poverino! — esclamò Gertrude con un accento tra compassionevole e -ironico. - -Egli alzò gli occhi verso di lei, cercando d'indovinare -dall'espressione del suo viso s'ella lo dicesse sul serio o volesse -canzonarlo, ma essendo il salotto scarsamente illuminato, a fine -di godervi un po' di fresco, non potè pronunziare un giudizio nella -propria mente, e però riprese, per chiarirsi: - -— Io aborro il caldo eccessivo, signorina Gertrude. O perchè mi ci -sarei esposto senza necessità? - -— Perdonate, m'era parso che parlaste d'affari importanti.... - -— Affari della mamma. Nulla che importasse a me. E per lei quella -temperatura era una scusa. Se avessi saputo che voi eravate nel treno, -come ho scoperto poi, avrei perseverato nel mio proposito, attratto dal -piacere di percorrere la via Washington al vostro fianco. - -— Io non ho preso per via Washington. - -— Ma l'avreste fatto con una scorta conveniente. - -— Se avessi dovuto far un giro vizioso per accompagnare la mia scorta, -il vantaggio d'essere scortata sarebbe stato assai dubbio, convenitene! -— ella disse ridendo. - -— Che spirito pratico avete, signorina! Intendete dire che quando -andate in città è sempre con un programma d'operazioni prestabilito, e -che niente al mondo può stornarvi da quanto vi siete proposta? - -— No, no. Credo anzi che sia facile persuadermi o dissuadermi, -adducendo ragioni sufficienti. — - -Il giovane si morse le labbra. - -— Dunque, voi non fate cosa alcuna senza la sua brava ragione. Allora, -ditemi, di grazia, qual'è quella per cui portate quel cappellone a -larghe tese lavorando in giardino? - -— È un'antica consuetudine mantenutasi per la sua comodità ad onta -delle invenzioni moderne che certo offrirebbero un migliore riparo -dal sole. Devo riconoscermi colpevole di un po' d'ostinazione nel mio -debole per quel vecchio cappello. - -— Perchè non confessare piuttosto la verità, ossia che lo portate per -avere quell'aria seducente e pittoresca a segno che la vostra immagine -turba i sonni dei vicini? Per esempio i miei sogni del mattino sono, -come voi non l'ignorate, ossessionati da quel cappello non scompagnato -dalla faccia della sua proprietaria; tant'è vero ch'io mi sento -attirato, quasi da una forza magnetica, verso il vostro giardino, -tutti i giorni, di buon'ora.... Ah, signorina Gertrude, voi avrete -da regolare un gran conto con Morfeo, che defraudate così de' suoi -diritti; e la coscienza vi rimorderà per i danni cagionati alla mia -salute dall'espormi alla rugiada mattutina.... - -— È una dura ingiustizia il condannarmi per misfatti assolutamente -involontari; ma poichè le vostre visite in giardino sono per me una -minaccia di rimorsi futuri, mi vedo in obbligo di proibirle. - -— Oh, non sarete così barbara! Specie dopo che mi son dato tanta pena -per impartirvi tutte le mie poche nozioni d'orticoltura.... - -— Devono esser poche davvero, oppure ho io poca memoria, — fece -Gertrude ridendo. - -— Ingrata! Avete dimenticato quanto m'affannai anche ieri a farvi -conoscere le differenti varietà di rose? Non ricordate più quello che -ve ne dissi, diffusamente, cominciando dalle rose di Damasco? E come, -nel finire, non trovavo parole adeguate in lode delle rose umane, -soprattutto di quella tanto soave, tanto leggiadra che mi stava dinanzi -mentre parlavo? - -— Ricordo che diceste un visibilio di sciocchezze; ma v'ingannate se -credete ch'io le ascoltassi. - -— Oh, signorina Gertrude! È fiato sprecato dir cose gentili a voi; -tenete sempre i miei complimenti in conto di buffonate. - -— V'ho dichiarato parecchie volte ch'era inutile prodigarmi tante -parole lusinghiere. Sono sprecate, sicuro, e ho piacere che finalmente -lo abbiate capito. - -— Bene, sarò serio. O dove eravate stamani? - -— A che ora? - -— Alle sette e mezzo. - -— In treno, sulla via di Boston. - -— Possibile? Così presto? Io credevo che foste partita alle dieci. -Sicchè, mentre io spiavo dal muro del giardino l'occasione di darvi -il buon giorno, voi eravate lontana cinque o sei miglia. Rimpiango -quell'ora di buon sonno, perduta! - -— Davvero, è gran peccato! - -— E altra mezz'ora, stasera. Perchè vi siete fatta aspettar tanto? - -— Io? Quando? - -— Quando sono venuto qui. - -— Oh, non pensavo affatto che la vostra visita fosse per me. - -— Non è che per voi sola. - -— Ben, — disse al giovane il signor Graham avvicinandosi e -intromettendosi un po' bruscamente nella loro conversazione — siete -amante del giardinaggio? V'ho sentito parlare di rose.... - -— Già.... La signorina Flint ed io abbiamo avuto una vera discussione -sui fiori, sulle rose in particolare.... — - -Gertrude tentò di trar partito da quell'intervento per svignarsela -e andare presso le signore che sedevano sul canapè; ma Ben Bruce, il -quale s'era rizzato vedendo l'altro venire a lui, s'accòrse della sua -intenzione e le sbarrò il cammino in modo che ella non poteva passar -oltre senza respingerlo con aperta sgarbatezza. - -Il signor Graham ripigliò: - -— Ho in idea di mettere una piccola fontana nel giardinetto della -signorina Flint. Volete venire con me? Mi darete un consiglio.... - -— Ma signore, non è troppo buio?... - -— Che, che! Per quello che abbiamo da fare ci si vede abbastanza. Di -qua, prego.... — - -E benchè ad onta delle sue maniere parigine torcesse il muso e scotesse -la testa con aria minacciosa, il giovanotto fu costretto a seguire il -padrone di casa. - -La ragazza potè allora riferire alla signora Bruce i risultati delle -commissioni ch'ella le aveva affidate, e darle i bottoni che le -piacquero moltissimo. - -Quando i due signori rientrarono, la conversazione divenne generale. - -— Signor Graham, — cominciò la signora Bruce — domandavo ad Emilia che -giro farete nel Mezzogiorno: a quanto vedo dall'itinerario, vi siete -proposto un viaggio delizioso. - -— Così credo. Lo avevamo divisato da un pezzo. Per Emilia sarà ottima -cosa: e mi figuro il piacere di Gertrude che non ha mai viaggiato -finora! - -— Ah, andate anche voi, signorina Flint? - -— Sicuro, sicuro, — disse il signor Graham prima che l'interrogata -rispondesse da sè — Gertrude ci è necessaria: non possiamo far senza di -lei. - -— Quanto vi divertirete! — riprese la signora fissando sempre la -giovanetta. - -— Io speravo d'accompagnare il signor Graham e la signorina Emilia, — -rispose Gertrude — e pensavo a questo viaggio con ardente desiderio; -ma dovrò invece rimanere l'inverno a Boston, come oggi appunto ho -risoluto. - -— Che diamine dici? — domandò il signor Graham. — Spiegati! Cotesta è -nuova per me! - -— E per me pure, signore; altrimenti vi avrei informato prima. -M'immaginavo ch'era vostra intenzione ch'io venissi con voi, e -nulla, credetelo, mi sarebbe stato più gradito. Purtroppo sono sorte -circostanze che me lo impediscono; se non ve l'avevo ancora detto, gli -è perchè io stessa le ignoravo. - -— Ma noi non possiamo mica privarci della tua compagnia, Gertrude: non -voglio sentirli cotesti discorsi. Tu devi venire, a dispetto d'ogni -circostanza. - -— Temo assai che non potrò, assolutamente, — replicò ella, sorridendo -con grazia, ma senza perdere la sua fermezza. — È gran bontà da parte -vostra il desiderarlo. - -— Desiderarlo?... Ti dico che insisto su questo punto. Tu sei sotto -la mia tutela, bambina, e io ho diritto di stabilire ciò che devi -fare. — - -Il signor Graham cominciava ad irritarsi. Gertrude ed Emilia erano -turbate ma tacevano. - -— Dimmi le tue ragioni, almeno, se ne hai, — egli ripigliò con -veemenza. — E intendo di sapere chi t'ha messo in capo cotesta idea -stravagante. - -— Vi spiegherò tutto domani, signore. - -— Domani? No, cara, subito. — - -La signora Bruce, vedendo addensarsi una burrasca domestica, si rizzò -per battere prudentemente in ritirata. - -Il signor Graham contenne l'ira finchè ella e suo figlio non si furono -accomiatati, ma chiuso appena l'uscio dietro a loro, proruppe: - -— Ora mi dirai che significa cotesta novità! Io prendo tutte le mie -disposizioni, regolo i miei affari in modo da rimaner libero di passare -l'inverno in viaggio, e ciò non tanto per mia propria sodisfazione -quanto per procurare un piacere a voi due; ed ecco che quando è fissato -ogni cosa, e siamo quasi in procinto di partire, Gertrude annunzia che -ha risoluto di non accompagnarci. Sono davvero curioso di conoscere le -sue ragioni. — - -Emilia s'assunse d'esporre i motivi della condotta di Gertrude e -concluse approvandola pienamente. Suo padre, che l'aveva ascoltata con -impazienza e interrotta con molti _poh!_ ed _uh!_, finito ch'ella ebbe -scattò di nuovo, più indignato che mai: - -— Dunque, essa preferisce i Sullivan a noi, e tu incoraggi questi suoi -sentimenti! Vorrei un po' sapere che cosa hanno fatto loro per lei, a -paragone di quello che ho fatto io! - -— Le hanno dato le maggiori prove d'affetto, per anni, e adesso che -sono colpiti da una grave disgrazia non ha cuore d'abbandonarli. Io per -me confesso che stimo giusta la sua risoluzione. - -— E io invece no. Giusta? Vuole farsi schiava nella scuola del W. e -peggio che schiava nella famiglia Sullivan, piuttosto che stare con noi -che l'abbiamo tenuta sempre come una signorina, e, meglio ancora, come -una figliuola! - -— Oh, signor Graham! — l'interruppe Gertrude vivamente. — Non si tratta -di preferenza o di scelta, ma di dovere! - -— E che te lo crea cotesto dovere? Forse l'essere stata qualche anno -loro casigliana? O l'averti mandato quel ragazzo ch'è laggiù a Calcutta -una sciarpa di pelo di cammello, una gabbia di miseri uccellini, e un -monte di lettere, ti pone in obbligo di tradire i tuoi propri interessi -per prenderti cura dei suoi parenti malati o pazzi? Non posso davvero -ammettere che i loro diritti su te siano da compararsi ai miei. Non -t'ho io dato un'ottima educazione? Ho forse risparmiato spese, sia per -farti istruire sia per renderti felice? - -— Signore, — rispose Gertrude umilmente eppure con serena dignità — -io non ho mai pensato a numerare i benefizi ricevuti e proporzionarvi -la mia condotta. Certo in tal caso devo riconoscere che le mie -obbligazioni verso di voi sono immense, e che avete i diritti più ampi -a' miei servigi. - -— Servigi! Io non ho bisogno dei tuoi _servigi_, bambina. La signora -Ellis può fare altrettanto bene le cose necessarie ad Emilia ed a me; -ma mi è cara la tua _compagnia_, e tu ti mostri molto ingrata parlando -di lasciarci come fai. - -— Babbo, — disse Emilia — io ho creduto sempre che il vostro fine -nel dare una buona educazione a Gertrude fosse quello di renderla -indipendente da tutti e non già dipendente da noi. - -— Ed io ti dico, figliuola mia, che questa è una questione di -sentimento. Tu la consideri diversamente da me; basta; posto che mi -date contro tutt'e due, non voglio più discutere. — - -Così dicendo egli prese un lume, andò nel suo studio, chiudendosi -dietro l'uscio con forza o per dir meglio sbattendolo, e non si fece -più vedere tutta la sera. - -Povera Gertrude! Il signor Graham, che era stato sempre così buono, -indulgente, generoso, che non le aveva quasi mai parlato con severità, -si sentiva profondamente offeso da lei. La chiamava ingrata, credeva -ch'ella avesse deluso la sua benevolenza, che posponesse lui e sua -figlia ad altri amici secondo il suo parere assai meno meritevoli. -Addolorata, ferita nell'intimo del cuore, ella non tardò a dar la buona -notte ad Emilia, afflitta del pari, e corse a rifugiarsi nella sua -camera ove diede a' suoi sentimenti uno sfogo che la lasciò spossata. E -non chiuse occhio. - - - - -XXII. - - La virtù è ardita e la bontà - non conosce paura. - - SHAKESPEARE. - - -Lasciata in età di tre anni alla mercè della compassione e della carità -d'un mondo ove ella non apparteneva a nessuno, e nessuno l'amava, -Gertrude finchè era vissuta con Annetta Grant aveva trovato ben poca -di quella compassione e ancor meno di quella carità. Ma sebbene il suo -spirito turbolento si ribellasse contro i mali trattamenti usatile, -ella era allora troppo piccina per poter ragionare su tale soggetto -e venire a conclusioni filosofiche sulla durezza e la crudeltà degli -uomini. E fosse anche stato altrimenti, queste impressioni sarebbero -svanite in quell'atmosfera di bontà e d'amore che l'aveva circondata -nel periodo seguente della sua vita, quando, tenuta cara e protetta -nella casa dell'ottimo suo padre adottivo, ella aveva goduto assai più -di tenerezza paterna che non soglia toccare in sorte agli orfani. - -E avendo, grazie a un simile caso provvidenziale, incontrato nella -dolce Emilia una seconda prova del fatto che i vincoli del sangue -non sono sempre necessari ad unire strettamente due cuori in un vivo -reciproco affetto, ella, per questa sua singolar fortuna, non aveva -fino allora conosciuto alcuno dei mali derivanti da una condizione -dipendente dalla generosità altrui. Il contegno ostile della signora -Ellis era stato a volte per lei una fonte d'irritanti molestie; ma -la governante dipendendo anch'essa dalla buona opinione di coloro che -serviva, doveva frenarsi, e d'altronde la pazienza e la remissività di -Gertrude avevano finito col vincere la sua inimicizia. - -Il signor Graham le si era mostrato sempre benevolo. Da principio, -naturalmente, egli aveva badato poco all'orfanella accolta in casa sua -per compiacere la figliuola cieca: purchè fosse tranquilla e manierosa, -e non disturbasse nessuno, il resto non gl'importava. Vedeva che Emilia -le voleva un gran bene, che trovava un conforto nella sua compagnia, -e quantunque gli paresse un gusto bizzarro, era lieto di contentarla. -Ma in capo a qualche tempo cominciò a notare nella favorita di sua -figlia una vivacità di mente, una correttezza di modi che gliela fecero -entrare in grazia; e quand'ebbe scoperto le attitudini di Gertrude -al giardinaggio e veduto con qual amore e quale perseveranza ella -coltivasse i fiori, tutte le sue simpatie le furono cattivate. Non solo -le assegnò un pezzo di terra per suo uso, ma maravigliato dei felici -risultati da lei conseguiti nella prima stagione, ampliò il giardinetto -donatole e lo abbellì con vari ornamenti ponendovi mano egli stesso. -Emilia non esprimeva un desiderio rispetto all'educazione della -fanciulla, che suo padre non fosse pronto ad esaudire; e Gertrude, -grata di tutto cuore a tanta bontà, si studiava di manifestargli -il suo profondo sentimento delle obbligazioni ch'ella aveva con -lui, trattandolo col maggiore rispetto e usandogli i più affettuosi -riguardi. - -Sfortunatamente per la stabilità delle loro amichevoli relazioni, il -signor Graham non possedeva nè lo spirito indulgente e disinteressato -dello zio True, nè la pazienza angelica e l'abnegazione d'Emilia. -Era un uomo liberale e stimabilissimo, godeva fama d'essere d'animo -retto ed alto, e in molte occasioni la sua condotta aveva giustificato -quest'opinione del mondo sul conto suo. Ma, ahimè, era _egoista_ e -spesso considerava le cose solo in quanto lo concernevano. Egli aveva -mantenuto e fatto educare Gertrude; ella gli piaceva, la preferiva -ad ogni altra persona come compagna di viaggio per Emilia e per sè; -nessuno vantava su lei diritti pari ai suoi; e però non _poteva_ nè -_voleva_ ammettere doveri che la sottraessero alla sua autorità. - -Eppure, mentre faceva la parte del tiranno, egli s'illudeva stimandosi -il migliore amico che la fanciulla avesse sulla terra. Incapace di -comprendere la generosa sodisfazione d'adoperarsi per l'altrui bene, -presente o futuro, senza connettervi alcun vantaggio proprio, aveva -sfogato la collera suscitatagli dai suoi meschini sentimenti egoistici, -mortificando per la prima volta Gertrude con parole dure e severe. - -Nel corso delle lunghe ore d'una notte insonne ella ebbe tempo -d'esaminare le circostanze in cui si trovava, e meditare sui casi suoi. -Lì per lì non aveva sentito che una commozione simile al dolore e allo -sgomento d'un bambino aspramente sgridato; ma questa era a poco a poco -svanita dinanzi a più amari pensieri che sorgevano nella sua mente. - -— Quale diritto ha il signor Graham di trattarmi in tal guisa, — diceva -a sè stessa — di significarmi ch'io _devo_ accompagnarli nel loro -viaggio di piacere, e di parlare degli altri miei amici come se, non -contando nulla per lui, _non dovessero_ contar nulla per me? Esige egli -dunque che la mia libertà sia il prezzo dell'educazione datami, e ho io -perduto la facoltà di dire sì e no? Emilia non pensa così; Emilia che -m'ama e ha bisogno della mia compagnia mille volte più di lui, giudica -che la mia risoluzione è giusta, e dianzi m'esortava a porre in atto -i miei disegni, m'assicurava che questo è il mio dovere. E la solenne -promessa fatta a Guglielmo? Mi può essere forse imposto di mancarvi? -No, sarebbe tirannia il pretendere ch'io rimanga con loro, e sono lieta -d'aver deliberato di sciogliermi da questo servaggio. E poi ho studiato -per diventare maestra; e il signor W. dice che bisogna dedicarsi -all'insegnamento subito, finchè s'è ancor freschi di studi. Se cedessi -ora e continuassi a vivere qui in mezzo al lusso, probabilmente finirei -col non trovar più la via di riacquistare la mia indipendenza. È una -crudeltà da parte del signor Graham il voler privarmi del mio libero -arbitrio! — - -Così parlava l'orgoglio: e il cuore di Gertrude, che v'inclinava per -natura ed era tenuto in freno soltanto dalla forza d'una rigida e -coscienziosa volontà, ascoltò per qualche momento le sue suggestioni. -Ma si dominò tosto. Ella s'era accostumata a considerare la condotta -altrui con quello spirito di carità cristiana, che desiderava in chi -giudicasse la sua; e più miti sentimenti succedettero all'ira che -l'aveva eccitata. - -— Forse, — ella pensò riandando i discorsi di quella sera — il signor -Graham è mosso, in fin dei fini, da pura benevolenza; può darsi -che pensi come Emilia ch'io mi sobbarco a fatiche troppo gravi. È -impossibile ch'egli sappia quanto forti siano le ragioni che m'inducono -a questo passo, da quali vincoli di gratitudine io sia legata ai -Sullivan, e qual bisogno abbiano di me adesso. E dal canto mio non -credevo che facesse proprio assegnamento sulla mia compagnia per il -giro nel Mezzogiorno. Emilia, è vero, parlava come se fosse sottinteso -ch'io andrei con loro, ma lui non me ne toccò mai per nulla, non -mi fece alcun invito; sicchè non potevo presumere di cagionargli un -gran rammarico nè un gran disturbo. Certo, se aveva divisato questo -viaggio col fine di procurare un piacere a tutt'e due come ha detto, -si comprende che debba essere alquanto stizzito. D'altronde, avendomi -tenuta così a lungo sotto la sua tutela, gli pare d'avere un diritto -a dettarmi la mia condotta. Ed è stato sempre tanto pieno di bontà -e d'indulgenza per me, per un'estranea verso cui non ha nessunissimo -obbligo! Oh, mi tortura l'idea ch'egli abbia a giudicarmi ingrata! - -«Rinunzierò dunque al mio posto d'insegnante, viaggerò con loro, e -lascerò la cara signora Sullivan soffrire, senz'assisterla, morire -forse durante la mia assenza? No, questo è impossibile! Mai non tradirò -in tal modo il mio proprio cuore, il mio senso della rettitudine e -della lealtà. Per quanto mi dolga l'offendere il signor Graham, non -devo permettere che il timore della sua collera mi distolga dal mio -dovere! — - -Deliberato così di sfidare la tempesta a cui sapeva di non poter -sottrarsi, e raccomandata la sua causa a Colui che giudica secondo -la giustizia, Gertrude tentò d'acquetare la sua angoscia nel sonno; -ma invano. Non appena il sopore che le invadeva la mente cominciava a -sollevarla del peso ond'era oppressa, sogni di non meno dolorosa natura -ridestarono in lei la coscienza della realtà. Ora vedeva il signor -Graham offeso e sdegnato come la sera innanzi, e l'udiva minacciarla -delle più severe manifestazioni del suo malcontento s'ella avesse osato -contrariare i suoi disegni: ora le appariva Guglielmo, il Guglielmo -giovanetto che era partito cinque anni addietro, e con aria afflitta -le additava la camera dove sua madre giaceva in deliquio, pallida d'un -pallore di morte, come ella l'aveva trovata, visitandola ultimamente. - -Esausta da questa successione di visioni affannose, Gertrude, quando -fu interrotto quel sonno senza riposo, non cercò di riaddormentarsi. -Levatasi, andò a sedere presso la finestra, e stette a contemplare -la luna che scendeva sull'orizzonte mentre si diffondevano nel cielo -i primi albori. Là, nella tranquilla comunione con sè stessa, ella -raccolse la forza e il coraggio di cui, lo sentiva, avrebbe avuto gran -bisogno per attraversare con calma e fermezza il giorno che sorgeva: -triste giorno che doveva vedere la sua separazione da Emilia, e il suo -addio al signor Graham, il quale minacciava d'essere d'un carattere -ancor più penoso. - -Parrà strano che occorresse a Gertrude una straordinaria energia -morale per sostenersi in quell'emergente. Ma fatto sta che non sono -comuni in una fanciulla diciottenne tanto ardire e tanta risolutezza -da affrontare la collera d'un uomo anziano, dalla cui liberalità è -dipesa lungo tempo, vivendo nella sua casa, dove il suo volere è legge, -e spezzare di schianto i legami delle antiche abitudini col proposito -d'aprirsi da sè una via nel mondo in opposizione ai desiderî e alle -intenzioni di quell'uomo: nè la grata e pacifica Gertrude sarebbe stata -capace d'un tal passo, se non l'avesse spinta un urgente motivo. Il -signor Graham governava la famiglia con un'autorità dispotica, che -l'aveva assuefatta a rispettare ogni suo capriccio, e sebbene egli -fosse sempre indulgente, e in generale buono e cortese, nessuno osava -provocare ad ira un temperamento che, eccitato, diveniva violentissimo. - -Non può quindi far maraviglia che la giovanetta si sentisse mancare il -cuore nell'atto in cui, mezz'ora innanzi la colazione, stava davanti -all'uscio della sala da pranzo, con la mano sulla gruccia. Indugiò un -momento, chiamò di nuovo a raccolta tutte le sue forze per cimentarsi -contro il formidabile avversario, poi, risolutamente, aperse ed entrò. - -Com'ella s'aspettava, il signor Graham era già lì seduto nella sua -poltrona, e sulla tavola presso a lui giaceva il giornale ch'ella -soleva leggergli tutte le mattine. Per questo appunto era venuta. - -S'avanzò verso il vecchio signore salutandolo col consueto «buon -giorno». - -Quegli rispose al saluto ostentando un certo sussiego. Gertrude sedette -e si sporse per prendere il foglio, ma egli vi posò sopra la mano. - -— Volevo leggervi le notizie, signore. - -— Ed io non voglio che tu legga nè faccia nessuna cosa per me, finchè -non so se tu sia disposta a trattarmi col dovuto rispetto. - -— Oh, io non ho mai inteso di trattarvi altrimenti! - -— Quando i ragazzi si mettono a contrasto con le persone maggiori di -età e di senno, mancano loro di rispetto nel modo più grave; ma io sono -pronto a perdonare il passato se tu m'assicuri, come spero farai dopo -aver avuto agio di riflettere da iersera in qua, che hai riacquistato -il retto senso del tuo dovere. - -— Non posso dire, signore, che le mie idee circa il mio dovere siano -mutate. - -— Intendi forse di significarmi che persisti nella tua follia? — -esclamò il signor Graham rizzandosi e parlandole con un tono che le -fece tremare il cuore a dispetto de' suoi coraggiosi propositi. - -— Stimate follia fare ciò ch'è giusto? - -— Giusto? C'è una gran differenza tra la tua opinione e la mia su ciò -ch'è giusto in questo caso. - -— Eppure, signor Graham, credo che se voi conosceste tutte le -circostanze, non biasimereste la mia condotta. Ho esposto ad Emilia le -ragioni che la determinano, ed essa.... - -— Non mi citare Emilia! — l'interruppe egli camminando a gran passi -per la stanza. — Sono persuaso che quella buona figliuola darebbe -senz'esitare la sua testa a chiunque gliela chiedesse: ma io so un -po' meglio di lei ciò ch'è dovuto a me; e, ve lo dico chiaro e tondo, -signorina Gertrude Flint: se voi lasciate la mia casa come vi proponete -di fare, la lasciate con la mia riprovazione, _la quale_ potrebbe -avere per voi, uno di questi giorni, conseguenze non lievi; tanto più, -— soggiunse borbottando tra i denti — che v'incorrete senza nessuna -necessità. - -— Mi duole nell'anima di dispiacervi, signore, ma io.... - -— No, che non te ne duole, altrimenti non t'opporresti a' miei desiderî -con tanta audacia, — ribattè il signor Graham avvedendosi che il -viso di Gertrude, per quanto triste sempre e turbato, aveva preso -un'espressione di maggior fermezza dopo le severe e pungenti parole con -cui egli credeva di sgomentarla. — Ma ho detto abbastanza, in materia -d'una cosa che non merita davvero tanto scalpore. Va' o resta, come -ti pare. T'avverto però che se te ne vai non puoi contare più affatto -sulla mia protezione e sul mio aiuto. Dovrai provvedere a te stessa o -ricorrere ad estranei. Tu, m'immagino, ti confidi che il tuo amico di -Calcutta s'incarichi di mantenerti, o anzi ritorni in patria e pigli -cura speciale di te; ma, bambina, se questa è la tua speranza vuol -dire che conosci ben poco il mondo; scommetto che oramai quello lì -ha sposato un'Indiana.... E comunque sia, sta' pur certa che te t'ha -bell'e scordata. - -— Signor Graham, — rispose con alterezza la fanciulla — il signor -Sullivan probabilmente non rimpatrierà che tra parecchi anni, e -v'assicuro ch'io non fo assegnamento su lui nè su alcun'altra persona -per mantenermi; intendo di guadagnarmi la vita col mio lavoro. - -— Eroica risoluzione! — fece egli, sprezzante. — E annunziata con una -dignità che spero sarai in grado di sostenere. Devo dunque considerarla -come irrevocabile? - -— Sì! — disse Gertrude che nei sarcasmi del signor Graham aveva attinto -la forza di proferire la temuta parola definitiva. - -— E ci lasci? - -— È necessario. Credo che questo sia il mio dovere, e però sacrifico -volenterosamente, non solo il mio benessere, ma ciò che per me, non ne -dubitate, è ben più prezioso: la vostra amicizia. — - -Il signor Graham non mostrò d'aver udito: anzi, dimentico della -gentilezza in lui abituale, mentre la giovanetta parlava ancora, -coperse la sua voce con una violenta scampanellata. - -Caterina vi rispose portando la colazione. Emilia e la signora Ellis -entrarono dietro a lei e sedettero a tavola. Il pasto mattutino -cominciò in mezzo a un silenzio insolito dei commensali che parevano -tutti più o meno impacciati. Infatti Emilia aveva inteso da lontano -la voce di suo padre vibrare con tono irato, ed era piena d'ansietà; e -la governante vedeva chiaramente nelle facce dei tre altri che qualche -cosa di spiacevole era accaduto. - -Il signor Graham tuttavia fece onore alla copiosa colazione col -consueto appetito; poi, terminato che ebbe, si rivolse alla signora -Ellis e l'invitò formalmente ad accompagnare sua figlia e lui nel -loro prossimo viaggio, di cui parlò accennando alla probabilità d'un -soggiorno di alcune settimane all'Avana. - -La signora Ellis, che non sapeva nulla del divisato giro nel Mezzodì, -accettò con grande piacere, e tutta alacre e lieta si mise a fare -un visibilio di domande sull'itinerario e sulla durata della loro -assenza, mentre la cieca nascondeva il viso turbato dietro la sua -tazza, e Gertrude, la quale aveva letto ultimamente le _Lettere -di Cuba_ e parlato al signor Graham dell'incantevole idea che le -davano di quell'isola, ponderava in cuor suo se fosse mai possibile -ch'egli volesse vendicarsi scendendo a una così bassa piccineria per -mortificarla. - -Tosto che si furono levati da tavola, Emilia si ritirò nella sua camera -dove la giovanetta non tardò a raggiungerla. - -Interrogata da lei ansiosamente, questa, nel riferirle la scena di -poc'anzi, si guardò dal ripetere le acri e ingiuriose osservazioni -del vecchio, perchè la buona amica le palesava con l'angoscia tradita -dal suo aspetto un sentimento profondo quanto il suo proprio del torto -che le veniva fatto giudicandola e trattandola con tale ingiustizia. -Le disse però che la sua partenza era già cosa intesa, e che, essendo -il signor Graham poco benevolmente disposto verso di lei, stimava -opportuno andarsene senz'indugio, tanto più che la sua presenza in -casa della signora Sullivan non sarebbe forse mai stata utile come in -quel momento. Emilia comprese la ragionevolezza del suo proposito, lo -approvò, e s'offerse d'accompagnarla in città nel pomeriggio; ella si -rassegnava piuttosto a questo brusco distacco che a vedere Gertrude -umiliata dal contegno di suo padre, perchè il pensiero d'un dispregio -usato alla sua protetta le era intollerabile. - -Il rimanente della giornata fu dunque impiegato dalla fanciulla nel -fare le valigie e altri preparativi. La signorina Graham sedeva presso -all'amata figliuola adottiva, e le dava consigli sulla sua futura -condotta, deplorando la necessità della loro separazione e scambiando -con lei promesse reiterate d'imperituro e immutabile affetto. - -— Oh, se almeno poteste scrivermi, cara Emilia! Sarebbe un gran -conforto durante la vostra lunga assenza! - -— Ti farò avere quelle notizie che mi sarà possibile mandarti con -l'aiuto della signora Ellis; ma per quanto rare e scarse debbano -essere, sii certa ch'io penserò sempre a te, e non dimenticherò mai di -raccomandare la mia diletta alla protezione e alla cura di Colui che -può esserle miglior amico e miglior consigliere di me! — - -Gertrude andò poi a cercar la governante e la fece restare attonita -dicendole che veniva ad accomiatarsi da lei. Ma la maraviglia e la -curiosità della brava signora furono presto soverchiate dal bisogno -d'esaltare la cortesia e la generosità del signor Graham, e le delizie -d'un viaggio come quello a cui ella s'apparecchiava. Dopo averle -augurato molto piacere, la giovanetta la pregò di scriverle qualche -volta; ma parve che la sua richiesta non fosse udita, perchè la signora -Ellis invece di rispondere le domandò se credeva che un abito di -casimiro fosse adatto per viaggiare nel Mezzogiorno; essa allora la -ripetè con maggior calore, ma l'altra l'eluse di nuovo, manifestando il -desiderio di sapere quante paia di sottomaniche avrebbe dovuto mettere -nel suo bagaglio. La postulante di favori epistolari non si diede per -vinta; sodisfatto a tutte le sue domande, tornò alla carica, riescì -finalmente a farsi ascoltare, ed ottenne la promessa d'_una_ lettera, -che, dichiarò la signora Ellis, sarebbe stata la sola da lei scritta -nel corso di anni ed anni. - -Prima di lasciar la casa, Gertrude si presentò al signor Graham nella -speranza d'un amichevole commiato; ma egli al suo timido «addio» non -rispose che mormorando appena percettibilmente la semplice e universale -formula di saluto, d'un significato così profondo quand'esce dal cuore, -e così gelida quand'è proferita con indifferenza, a fior di labbra; poi -le voltò le spalle e, prese le molle, si mise ad accomodare il fuoco -nel caminetto. - -Ed ella se n'andò con le lacrime agli occhi e l'animo contristato, -perchè il signor Graham era stato sempre buono con lei. - -Ma trovò una ben diversa accoglienza in cucina dove salì per salutare -la cuoca e la serva. - -— Cara signorina Gertrude, Dio vi benedica! — esclamò la signora -Prime inciampando su per la scaletta che metteva nella stanza di -sotto, e asciugandosi le mani nel grembiule. — Come sentiremo la -vostra mancanza! La casa ci sembrerà vuota quando voi non ci sarete -più. Affemmia, se non ritornate, noi qui si muore in capo a quindici -giorni. L'anima e la vita di questo luogo siete voi. Ma avete tanto -senno, che certo fate quel che va fatto; se ve ne andate bisogna dunque -rassegnarsi, si avesse anche a consumarci gli occhi dal piangere, -Caterina ed io! - -— Sicuro, sicuro! — disse la serva irlandese. — Siete tanto buona, che -fin ci venite a cercare in cucina per darci un saluto. Non vi scordate -di nessuno, voi, signorina Gertrude.... Ah, non potrete mai essere più -felice di quanto noi vi desideriamo! Vi devono portar fortuna tutte le -benedizioni che vi accompagnano! - -— Grazie, Caterina, grazie! — rispose Gertrude commossa dall'ingenua -tenerezza di quelle buone e semplici creature. — Dovete venire a -trovarmi qualche volta, a Boston; e anche voi, signora Prime; vi -aspetto, sapete. Addio! — - -L'«addio» che contraccambiò il suo, _ora_ fu cordiale e sincero, e la -seguì attraverso l'atrio, e risonò ancora al suo orecchio tra il rumore -delle ruote mentre la vettura si metteva in moto. - - - - -XXIII. - - Uno di quei caparbi egli è che quando - Sposano un'opinione, onore, e fede, - Ed onestà la chiamano, e piuttosto - Dalla vita si parton che da quella. - - ROWE. - - -Da circa due mesi Gertrude, lasciata la casa del signor Graham e -separatasi da Emilia, abitava con la signora Sullivan che l'aveva -cordialmente accolta, e faceva lezione nella scuola del signor W. - -Era un mattino di novembre. - -Alzata col sole, ella si lavava e pettinava in una camera così fredda, -che prima d'aver finito si sentì le dita mezzo intorpidite: nondimeno, -innanzi di cominciare i lavori della giornata, non omise d'implorar -sovr'essi la benedizione del Cielo. Poi entrò pian piano nella camera -attigua dove la madre di Guglielmo dormiva ancora, accese una piccola -stufa di ferro, al quale fine i materiali erano già accuratamente -preparati, e ciò fatto, scese con passo leggero al pianterreno per -accendere il fuoco nella cucina, ch'era una comoda stanza in cui -d'inverno la famiglia prendeva i suoi pasti. - -La tavola era apparecchiata e la colazione quasi pronta, quando giunse -la signora Sullivan. Tutta ravvolta in un ampio scialle, più pallida ed -esile che mai, ella appariva assai debole e malaticcia. - -— Gertrude, — disse alla fanciulla — perchè mi lasci dormire la mattina -mentre tu sei in piedi e lavori? È stato così ogni giorno questa -settimana. - -— Per un'ottima ragione, zietta: — rispose quella — io dormo la notte -e mi desto all'alba, voi invece fate proprio l'opposto. D'altronde, mi -ci diverto a preparar la colazione.... Guardate che bellezza di caffè! -— Ne versò un poco in una tazza e lo riversò nella caffettiera. — È mai -chiaro? O non vi struggete di berlo, stamani, con questo freddo? - -La signora Sullivan sorrise. Le aveva insegnato lei a farlo, perchè -ella non ne era pratica avendo lo zio True preferito sempre il tè. - -— Ora, — proseguì Gertrude scherzosamente, tirando una poltrona nel -canto del fuoco — bisogna che vi mettiate qui e che badiate al ramino -finchè l'acqua non bolla; io intanto scappo a vedere se il signor -Cooper è levato e vuol permettermi di pettinare il suo codino. — - -Uscì, mentre la vedova pensava in cuor suo che una figliuola buona a -quel modo non poteva esserci al mondo, e di lì ad alcuni minuti ritornò -col vecchio, ch'era molto pulitamente vestito, lo condusse al suo posto -a tavola, aspettò che fosse seduto come avrebbe fatto con un bambino, -poi gli appuntò il tovagliuolo al collo e servì la colazione. - -Nel tempo che la signora Sullivan mesceva il caffè, Gertrude, evitando -delicatamente d'attirare i suoi sguardi, sbucciò una patata arrostita, -sgusciò un uovo sodo, e pose l'uno e l'altra nel piatto del signor -Cooper; il che risparmiava a questi la difficoltà per lui sempre -maggiore di compiere quelle operazioni da sè, e a sua figlia l'angoscia -che soffriva notando la sua inettitudine e la crescente sua negligenza -in materia di quella pulizia ch'era per la brava massaia una cosa -sacra. - -La povera donna non aveva appetito. A fatica la fanciulla potè indurla -a prendere qualche cosa; però certe ostriche fritte che si trovò -inaspettatamente dinanzi la tentarono, e assaggiatane una finì col -mangiarne parecchie gustandole come da un pezzo non gustava più alcun -cibo. Gertrude, osservando la sua faccia patita, il languore che -denotava l'atteggiamento della sua persona, si confermò nell'opinione -che soltanto un'infermità grave poteva aver trasformato in tal guisa -l'energica benchè piccola signora Sullivan, e risolse di non lasciar -trascorrere un altro giorno senza che un medico la vedesse. - -Terminata la colazione bisognava rigovernare, mettere in ordine le -camere, far la spesa per il desinare e prepararlo in parte: faccende -che la giovanetta sbrigò quasi tutte ella stessa, prima di vestirsi per -andare alla scuola dove da due mesi era maestra assistente. Alle nove -meno un quarto comparve sull'uscio di cucina, e disse con tono gaio al -vecchio che stava accoccolato davanti alla stufa guardando tetramente -il fuoco: - -— Venite, signor Cooper! Non volete vedere un po' come va la fabbrica -della nuova chiesa? Il signor Miller v'aspetta: diceva ieri che spera -nella vostra compagnia durante il lavoro. — - -Il vecchio si rizzò, prese dalle mani di Gertrude il suo pastrano e -l'indossò aiutato da lei, poi la seguì macchinalmente, con un'aria -d'indifferenza. Andare o restare, per lui era tutt'uno. Camminando -in silenzio al suo fianco, lungo la strada, ella fu tratta a meditare -sulla strana coincidenza che la faceva una seconda volta la compagna -d'un vecchio infermo, in passeggiate quasi giornaliere; nè potè -astenersi da una comparazione tra il buon zio True, tanto affettuoso e -gioviale, e quel Paolo Cooper, misantropo e sempre malcontento, in cui -la demenza senile esagerava ancora le naturali tendenze d'un carattere -mai stato amabile. Ma per quanto sfavorevole a quest'ultimo riescisse -il paragone, non diminuiva la sua benevolenza e le sue premure verso il -disgraziato ch'era per lei oggetto di sincera pietà. - -Giunsero presto alla chiesa nuova; un bell'edifizio che sorgeva nel -posto medesimo di quella demolita, dove il signor Cooper aveva tenuto -per molti anni l'ufficio di sagrestano. L'interno non era tuttavia -finito, e numerosi operai vi lavoravano alacremente. - -Un uomo che precedeva Gertrude e il suo compagno sulla scalinata della -porta maggiore, portando un trogolo colmo di calcina, si fermò nel -vestibolo udendosi chiamare per nome da una voce ben nota, e deposto il -suo carico si volse a rispondere: - -— Buon giorno, signorina Flint! State bene, non è vero? Gran bel tempo -oggi.... Ah, signor Cooper, siete venuto ad aiutarmi un poco; bravo! Ci -sembra di non poter fare nulla di buono senza di voi, tanto pratico di -questa chiesa. Per di qua, signore.... Se favorite di venir con me vi -mostrerò quello che abbiamo fatto dopo la vostra ultima visita, e mi -direte il vostro parere. — - -Così parlando s'avviò con l'antico sagrestano; ma la giovanetta lo -trattenne un momento per pregarlo d'accompagnare il vecchio a casa -quando sarebbe andato a desinare, giacchè doveva passar di lì. - -— Sicuro, signorina, con molto piacere, — rispose l'uomo. — Mi segue -sempre volentieri quando lo lasciate sotto la mia custodia. — - -Ottenuta questa promessa, Gertrude si diresse a passi affrettati -verso la scuola, rallegrandosi nella certezza che il signor Cooper -era al sicuro per tutta la mattinata in un luogo dove avrebbe trovato -una gradevole distrazione, e che la signora Sullivan, sollevata -dell'obbligo di vigilarlo e occuparsi di lui, si sarebbe concessa in -pace il riposo a lei tanto necessario. - -Quegli che così cordialmente coadiuvava Gertrude nella sua opera -pietosa, era un bravo muratore che aveva spesso lavorato per il signor -Graham, e del quale ella s'era guadagnata la stima e la gratitudine -assistendo amorevolmente, nell'inverno scorso, la sua famiglia afflitta -allora da malattie. La fanciulla, che passava ogni giorno davanti -alla chiesa in costruzione, l'aveva veduto, e le era nata l'idea -d'affidargli per qualche ora il signor Cooper pensando che questi si -sarebbe forse divertito ad osservare gli operai al lavoro. Durò fatica -a persuadere il vecchio, che non voleva saperne di visitare l'edifizio -alla cui erezione era stato tanto avverso, non solo perchè contraria a' -suoi interessi, ma anche per il grande amore che lo legava all'antica -sua chiesa. Tuttavia quando fu lì, la fabbrica, gradatamente, -cattivò la sua attenzione, e poichè il Miller si dava cura ch'egli si -trovasse bene, e perfino gli faceva credere d'esser utile, egli finì -col passarvi quasi le intere mattinate, immaginandosi di vigilare i -muratori e tutti i diversi lavoranti. Taluni giorni Gertrude passava -ella stessa a riprenderlo, altri pregava il Miller d'accompagnarlo. - -Un notevole mutamento si manifestava nello stato del demente da -che ella aveva preso dimora in casa della vedova Sullivan. Egli era -divenuto più docile, e si mostrava più contento e meno irritabile. Da -principio la maggior tranquillità e la consolante presenza di Gertrude -parevano aver prodotto un effetto benefico anche sulla salute della -povera donna; ma ultimamente la sua debolezza andava aumentando, e due -o tre volte ella era d'improvviso caduta in deliquio. La giovanetta -sentì ridestarsi tutti i suoi timori, più vivi che mai. Perciò quella -mattina uscì col fermo proposito di recarsi dal dottor Jeremy, non -appena libera da' suoi doveri di scuola, per chiedergli di visitare la -malata. - -Ella esercitava il suo ufficio d'insegnante con piena sodisfazione del -signor W., e non v'incontrava difficoltà alcuna, fuor delle piccole -noie e dei momentanei scoraggiamenti cui vanno soggetti tutti i maestri -a cagione della pigrizia, della caparbietà o della stupidità di certi -alunni. Varie cause la costrinsero a indugiarsi quel giorno un'ora più -del solito. Battevano le due quand'ella sonava il campanello alla porta -del medico. Le aperse una cameriera che la conosceva di vista essendo -ella venuta altre volte in casa dei suoi padroni. La ragazza le disse -che stavano per mettersi a tavola, ma che senza dubbio il dottore -l'avrebbe ricevuta lo stesso, e la fece entrare nel tinello dov'egli -si trovava. Ritto con la schiena contro la stufa, mangiava una mela, -com'era suo invariabile costume, avanti pranzo. Vedendo Gertrude posò -il frutto e le mosse incontro a mani tese. - -— Gertrude Flint, se non m'inganno! Bene, ho piacere di vedervi, -finalmente! Sarei curioso di sapere perchè vi siete fatta così -desiderare. — - -Ella si giustificò spiegandogli che viveva con una donna inferma e un -vecchio cadente i quali avevano bisogno d'assistenza, e che il resto -del suo tempo era tutto preso dalla scuola, sicchè non gliene avanzava -per fare visite agli amici. - -— Magre scuse, — esclamò il dottore — magre scuse! Ma ora che vi -teniamo, non vi lasceremo scappare tanto presto. — E, andato a piè -della scala conducente alle stanze superiori, gridò con quanto n'aveva -in canna: — Signora Jerry! Signora Jerry! Scendete lesta per quanto è -possibile, e mettetevi la vostra berretta più bella: abbiamo un'ospite -a pranzo!... Pover'anima! — soggiunse sottovoce, volgendosi a Gertrude -con un sorriso bonario. — Non può spicciarsi in furia, che ve ne -pare?... E grassa! — - -Ma Gertrude protestò che doveva affrettarsi a ritornare a casa, e disse -il fine della sua visita, esponendo al medico lo stato della signora -Sullivan. - -— Un'ora non porta conseguenze in un caso come cotesto, — insistette -egli. — Voi dovete desinare con me e poi andrò dove vorrete, anzi ci -andremo insieme nel mio carrozzino. — - -Ella esitò un poco. Il cielo s'era annuvolato, e cominciava a cadere -qualche fiocco di neve; la strada era lunga; d'altronde, sarebbe stato -meglio che ella accompagnasse il dottore, perchè nella via dove abitava -gli stabili erano quasi tutti nuovi e non ancora numerati, e forse da -solo egli avrebbe stentato a trovare la casa. - -Intanto scese la signora Jeremy. Per grassa era grassa bracata, e in -quel momento l'insolita celerità de' suoi movimenti, e l'ansia d'avere -inaspettatamente a pranzo una persona estranea, le tingevano il viso di -porpora. Ella diede a Gertrude un bacio affettuoso, poi girò gli occhi -intorno, e visto che non c'era nessun altro, li fissò sul marito, con -uno sguardo di rimprovero. - -— Via, dottor Jerry, non vi vergognate? Mai più non presterò fede alle -vostre parole.... Farmi credere che ci fosse capitato un qualche ospite -straordinario.... - -— E qual ospite più straordinario di Gertrude Flint, in casa -nostra? — - -— Quanto a cotesto, è vero; — disse la signora — Gertrude _s'è fatta_ -realmente straniera qui, e le tengo in serbo una solenne ramanzina su -questo proposito. Però, dottor Jerry, sapevate che non mi sarei messa -la berretta rosa e lilla per comparire con lei, che mi vede altrettanto -volentieri in quella vecchia coi nastri gialli.... sebbene mi dicesse, -la birichina, quando la comprai, ch'io avevo scelto la più brutta -berretta di Boston. Te ne rammenti, eh? — - -Gertrude rise di cuore ricordando la divertente scenetta nella bottega -della modista dove aveva accompagnato la signora Jeremy. - -— Ma vieni, figliuola, — riprese questa — il desinare è pronto. Levati -il mantello e il cappellino, e passiamo di là. Il dottore ha molte cose -da dirti e se ne strugge. — - -Erano a tavola da alcuni minuti, senz'avere ancora scambiato altre -parole che le consuete, quando a un tratto il medico posò il coltello -e la forchetta, e scoppiò a ridere, a ridere tanto che n'ebbe gli occhi -pieni di lacrime. - -La fanciulla lo guardò con aria interrogativa; sua moglie disse: - -— Figurati, Gertrude, che durante un'intera settimana ha seguitato a -dare, due o tre volte il giorno, in una di queste risatone sterminate. -Io sulle prime n'ero sbalordita come te; e confesso che ancora non -capisco bene che cosa possa essere avvenuto di tanto buffo tra il -signor Graham e lui. - -— Andiamo, signora Jerry, — egli l'interruppe frenando la propria -ilarità — non mi prevenite; voglio raccontarla io. Non credo — disse -poi volgendosi alla sua ospite — che voi siate vissuta cinque anni con -quel signore lì senza aver conosciuto che razza d'animale protervo, -caparbio, ostinato, egli sia. - -— Dottore! — ammonì la signora, severamente, scotendo il capo. - -— Cara moglie, nè le strizzatine d'occhi nè le scrollatine di testa mi -fanno senso: io non ho peli sulla lingua; la mia opinione sul conto -del signor Graham è questa, e non dubito punto che sia anche quella -di Gertrude; soltanto, essendo la buona figliuola ch'ella è, non la -manifesta. - -— Io non ho mai notato in lui nulla di simile, — disse la signora -Jeremy — eppure lo conosco bene quanto voi. Lo incontro spesso per la -strada, e sempre mi saluta con un sorriso raggiante e un bell'inchino. - -— Eh, sì, Gertrude ed io sappiamo che cortese gentiluomo egli sia, con -chi dice e fa a modo suo; ma se qualcuno è di parer contrario.... - -— In politica, per esempio, — suggerì ella. — Certo la divergenza delle -vostre vedute politiche è la sola causa di cotesta antipatia. - -— Ma no, ma no! — egli ribattè. — Si può riscaldarsi disputando di -politica, come mi riscaldo anch'io, ed essere nondimeno una buona -pasta d'uomo. Non intendevo parlare di questo.... Quello che non -posso patire nel signor Graham, è la sua pretensione di dettar legge a -chiunque abbia da trattare con lui, i suoi procedimenti dispotici che -par ch'egli sia il Gran Mogol della Cocincina. Credevo che si fosse -corretto un poco, dopo la seria lezione ch'ebbe anni sono con quel caso -doloroso del povero Filippo Amory; ma a quanto vedo ricomincia da capo. -Ah, ah, ah! — proruppe di nuovo il buon dottore ridendo, e sporgendosi -verso Gertrude per darle una picchiatina su una spalla. — Ci ho proprio -gusto che abbia trovato un'opposizione ragionevole, e dove meno se -l'aspettava! — - -Lo sguardo della fanciulla espresse un così profondo stupore a questa -chiara allusione al suo dissenso col signor Graham, ch'egli s'affrettò -a rispondervi: - -— Siete curiosa di sapere come io ne sia informato? Ve lo dico subito. -In parte lo ricavai dal signor Graham stesso, e mi diverto ancora -ricordando con qual furberia il vecchio volpone cercasse, a furia -d'arzigogoli, di nascondere la sua disfatta, e persuadermi anzi che in -fin dei conti aveva fatto valere la propria autorità, mentre io capivo -benissimo che era stato battuto da un campione più forte di lui.... - -— Dottor Jeremy, — fece Gertrude — non crederete, spero.... - -— No, cara, non credo che vi dilettiate di pugilato, ma so che siete -una ragazza di senso retto, che discernete ciò ch'è giusto e lo fareste -a dispetto di chiunque, non escluso il signor Graham. Quando v'avrò -raccontato tutto, comprenderete in qual modo io sia giunto alle mie -conclusioni e abbia intuito le cose più a fondo che il detto signore -non avrebbe voluto. Un giorno, circa due mesi fa se non erro.... è -una data che voi rammentate certo meglio di me.... io fui chiamato dal -signor W. per i suoi bambini attaccati dal «crup». Mentre discorrevo -con lui, gli venne annunziata una visita. Andò a riceverla, e al suo -ritorno mi disse che vi aveva in quel momento fissata come assistente -nella sua scuola. Io non me ne maravigliai sapendo che Emilia vi -destinava all'insegnamento, e mi compiacqui che vi fosse toccato un -così buon posto. Uscito appena di là, ecco che m'imbatto nel signor -Graham, il quale s'accompagna con me per un tratto di strada, e mi -parla del viaggio che intende fare nell'inverno. - -«— Però, — gli dico io — Gertrude Flint non viene con voi, non è vero? -— Gertrude? — fa egli. — Ma sì, beninteso. — Ne siete proprio sicuro? -— gli domando. — L'avete invitata? — Invitata? No, — risponde — ma sono -certo che sarà ben contenta d'approfittare d'una così bell'opportunità: -è una fortuna rara per una ragazza nelle sue condizioni. — Allora -io, un po' urtato da quel suo modo di parlare, gli replico con tono -altrettanto positivo: — Secondo me invece non è probabile che accetti -l'invito. — - -«Ah, bisognava vedere, cara Gertrude, come si rimpettì la Dignità -Sua!... E mi snocciolò un discorsetto.... no, non posso ricordarmene -senza ridere, specie se penso che se l'è dovuto rimangiare.... Mi -sarebbe difficile ripeterlo parola per parola, ma insomma, a sentir -lui, non solo era impossibile che voi osaste opporvi a' suoi desiderî, -ma io commettevo un atto di fellonia facendo questa temeraria -supposizione. Mi guardai bene dal dirgli ciò che mi aveva comunicato il -signor W.; e rimasi con una enorme curiosità di sapere come l'andrebbe -a finire. - -«Divisai due o tre volte di fare una giterella alla villa dei Graham -con mia moglie, per vedere Emilia ed essere informato da lei; ma un -medico non è padrone del proprio tempo, sicchè ne fui sempre impedito. - -«Finalmente, una domenica, la signora Prime viene a trovare sua nipote -ch'è in servizio qui da noi. Sento dalla cucina la sua voce, e scendo -subito, smanioso d'interrogarla. La buona donna vi vuole molto bene, -Gertrude, e vede con gli occhi del cuore ciò che vi concerne. Mi disse, -senza dubbio, la verità, benchè forse non tutti gli esatti particolari. - -«Due giorni dopo incontro di nuovo il signor Graham. — Ebbene, — -gli domando — quando partite? — Domani, — mi risponde. — Davvero! — -esclamo io. — Dunque non avrò il piacere di salutare le vostre signore. -Vorreste in cortesia incaricarvi d'una mia commissione per Gertrude? -— Io non so dove si trovi Gertrude, — dice lui con sussiego. E io, -affettando una gran maraviglia: — Che? V'ha lasciato? — Sì, — conferma -seccamente. — Ed ha osato venir meno al rispetto dovutovi? — proseguo -io citando le sue stesse parole. — Farsi giuoco della vostra dignità? -— Dottor Jeremy! — egli esclama. — Desidero non sentir più menzionare -quella ragazza che s'è condotta con altrettanta ingratitudine che -stoltezza. — Poh, Graham! — io replico. — Quanto all'ingratitudine, -dicevate che prender Gertrude per compagna di viaggio non era da parte -vostra se non largirle un nuovo favore: e visto che ella vi rinunzia -al fine di rendersi indipendente, mi pare che dia piuttosto prova -di saviezza. Me ne rincresce bensì per voi e per Emilia. Sentirete -tanto la sua mancanza! — Egli ribatte: — Potete risparmiarvi di -compiangerci, dottore. Noi non ci perdiamo nulla. — Ah! — dico io. — -Mi sembrava che anzi vi dispiacesse molto perdere la sua compagnia. — -Viene con noi _la signora Ellis!_ — risponde con un'enfasi che vuol -significare tutta l'esuberanza del compenso. — E io: — Amabilissima -donna! — Graham pareva seccato perchè sa che la signora Ellis è la mia -antipatia. — - -Sua moglie, la quale era di buon cuore, gli osservò: - -— Andiamo, dottor Jerry, non avreste dovuto attaccare così un uomo nel -suo punto debole. Perchè eccitar la sua collera per nulla? - -— Facevo le vendette di Gertrude. - -— E io sono certa che Gertrude non provava punto il bisogno d'essere -vendicata: e non sente verso il signor Graham che affezione e rispetto. - -— Oh, sì, è vero, Signora Jeremy! — disse la fanciulla. — È stato tanto -generoso con me, tanto indulgente.... - -— Salvo quando intendevate far uso della vostra volontà! — l'interruppe -il dottore. - -— La mia volontà era ben di rado in opposizione co' suoi desiderî. - -— Ma quando era? - -— Mi sottomettevo come giudicai sempre mio obbligo finchè un dovere più -alto non mi costrinse a fare diversamente. - -— E fu per te un gran dolore il dispiacergli, — disse la signora. — -Questo è il retto sentimento d'una donna, e sta' pur sicura che il -dottor Jerry in cuor suo lo loda, quantunque cianci come se fosse una -bella cosa in una giovanetta il trovar sodisfazione nel mortificare un -vecchio signore. Basta, lasciamo questo discorso. Egli ha detto quel -che aveva da dire: ora tocca a me. Io vorrei sapere in che modo sei -sistemata, con chi vivi, e se ti piace insegnare a scuola. — - -Gertrude rispose a tutte le sue domande; poi il medico la interrogò -sullo stato di salute della signora Sullivan, che quando egli curava lo -zio True gli era stata spesso menzionata da lui e dalla fanciulla come -una loro buona vicina ed amica. Intanto la neve fioccava sempre più -fitta; ed essendo Gertrude manifestamente ansiosa di ritornare a casa, -i suoi benevoli ospiti non cercarono più dì trattenerla. - -Ella promise di ripetere la sua visita non appena le fosse possibile; -il dottor Jeremy fece attaccare, e partirono insieme. - - - - -XXIV. - - Non ha la vita un umile - Dover ch'ella non curi, - Nè miseri ed oscuri - Luoghi ov'ella non scenda, - Perchè un raggio benefico - Di sole vi risplenda. - - LOWELL. - - -— Ho pensato, dottore, come faremo perchè la signora Sullivan non si -spaventi, — disse Gertrude mentre stavano per giungere alla casa. - -— O che dovrebbe spaventarla? — egli domandò. - -— Voi, se sa a bella prima che siete un medico. Vi presenterò come -un amico che m'ha condotta a casa nel suo legno, essendo sopravvenuta -questa burrasca di neve. - -— S'ha dunque a recitare una piccola farsa, eh? Capocomica: Gertrude -Flint. Un incognito: il dottor Jeremy. E che dovrò dire nella prima -scena? - -— Di questo lascio la cura a voi che ne sapete più di me. M'affido -interamente alla vostra accortezza per ottenere dalla signora Sullivan -qualche cognizione de' suoi sintomi, senza palesarle se non a poco a -poco la vostra qualità di medico. - -— Ah, capisco! Devo cominciar dal passare per uno di quei curiosi che -tempestano il prossimo di domande. Sì, sì, credo che la parte sia nelle -mie corde. — - -Entrarono. All'udire aprir l'uscio la vedova si levò dalla sua -poltrona, col viso turbato, e dato appena a Gertrude il tempo di -presentarle l'amico che l'accompagnava, le domandò ansiosamente se suo -padre non fosse con loro. - -— No, — ella rispose. — Non è ritornato a casa? - -— Non l'ho più riveduto da stamani. — - -La giovanetta, mostrando una tranquillità ch'era lungi dal sentirsi -nel cuore, le disse che il Miller aveva promesso di vegliare sul signor -Cooper, il quale era certo con lui, al sicuro. - -— Del resto, — soggiunse — vo io a pigliarlo. - -— Oh, mi duole assai che tu esca di nuovo con questo tempaccio!... Ma -sono in tanta pena per il nonno!... E tu no, figliuola? - -— Io no, davvero. Non dubito ch'è in chiesa, sano e salvo. Ci vo -immediatamente. Sapete bene, zietta, che la neve non mi sgomenta. - -— Mettiti allora il mio scialle grande. — - -La signora Sullivan andò a prendere lo scialle da un armadio ch'era -nell'anticamera, e Gertrude approfittò della sua assenza per pregare il -dottor Jeremy d'aspettar il suo ritorno, posto che l'agitazione d'animo -spesso faceva cadere la povera donna in deliquio, ed ella temeva di -lasciarla sola nell'inquietudine in cui si trovava a cagione della -prolungata assenza di suo padre. - -Il tempo era infatti pessimo, e oramai calava la sera. La forza del -vento impediva a Gertrude di reggere un ombrello aperto, sicchè i -turbinanti fiocchi di neve l'accecavano mentre affrettava il passo -lungo i marciapiedi bagnati. Percorse così parecchie vie innanzi di -arrivare alla chiesa. Entrò nell'edifizio già quasi deserto avendo i -muratori terminato la loro giornata, e vide subito che il signor Cooper -non c'era. Disperava di potersene procurare notizie, quando le venne -incontro il Miller che scendeva dalla galleria. Egli pareva stupito -di vederla, e le domandò se il vecchio non fosse a casa. Udito che -no, le disse ch'egli non aveva potuto in nessuna maniera persuaderlo -a lasciarvisi condurre all'ora di desinare; perciò se l'era dovuto -portare seco, ma credeva che avanti sera si sarebbe indotto a farsi -accompagnare alla propria abitazione da uno dei ragazzi. - -Dunque era probabile che fosse tuttavia coi Miller. La famiglia aveva -di recente sgomberato, e Gertrude non sapeva dove abitasse adesso; -nondimeno non volle permettere che il muratore, il quale doveva ancora -finire un lavoro, venisse con lei, e s'avviò sollecitamente seguendo le -sue indicazioni. Fu un'altra camminata disagiosa. Trovate, non senza -qualche difficoltà, la strada e la casa, salì e picchiò all'uscio -esterno ch'era socchiuso. Nessuno rispose. Aspettò un poco, poi si -risolse ad entrare. Da una stanza a destra giungeva un tale schiamazzo -di voci infantili ch'ella non tentò nemmeno di farsi intendere, e, -tralasciando le cerimonie, entrò anche in quella. Alla sua comparsa uno -stormo di bambini si disperse tutt'intorno e si rimpiattò negli angoli, -mentre la signora Miller, piena di confusione vedendosi sorpresa -in mezzo al disordine della sua cucina, spingeva contro il muro un -cavalletto carico di panni da asciugare, scoprendo così agli sguardi -di Gertrude quegli ch'ella cercava, accoccolato presso il fuoco nel -consueto suo atteggiamento malinconico. Ma la fanciulla aveva appena -mosso un passo dalla soglia per andare a lui, quando successe una -cosa strana che la fece indietreggiare esterrefatta. Da un tettuccio -collocato lungo la parete, dirimpetto all'uscio, si rizzò di scatto una -persona che vi giaceva, la quale guardandola fissamente stese una mano -verso di lei come per respingerla, e mandò un acuto strido. - -Quella voce, quella figura non le erano che troppo note. E, pallida, -tremante, ella quasi si sentiva ripresa dall'antico terrore in presenza -d'Annetta Grant. - -— Va' via! Va' via! — gridava costei, poichè dopo un momento -d'esitazione Gertrude s'inoltrava nella stanza. Di nuovo ella s'arrestò -dinanzi agli occhi fiammeggianti e alla faccia sconvolta della vecchia, -temendo d'eccitarla maggiormente. - -La signora Miller s'interpose. - -— O che vi gira, zi' Annetta? Questa è la signorina Flint: una -signorina buona come ce n'è poche. - -— No, è un'altra.... so io chi! — affermò Annetta con veemenza. - -La donna trasse Gertrude in disparte, nell'ombra del cavalletto, e -le parlò sottovoce. La vecchia, appoggiata sul gomito, le spiava dal -lettuccio, in atto d'ansiosa attenzione. - -Gertrude apprese che la signora Miller era una nipote di Ben Grant; -ma da molti anni non aveva saputo più nulla di lui nè di sua moglie, -finchè questa, giorni addietro, le era piombata in casa nel più -deplorevole stato di miseria e minacciata dalla febbre a cui ora si -trovava in preda. - -— Io certo non potevo negarle un ricovero; — soggiunse la Miller — -però, come vedete, non ho posto da alloggiarla ammodo, e non solo è un -grande inconveniente per me avere una malata nella cucina, ma temo che -tra il chiasso dei bambini e tutti gli altri disagi, la disgraziata -vecchia non regga, e mi muoia qui. - -— Non avete di sopra una cameretta che non vi sia proprio -indispensabile? - -— Ci sarebbe quella della nostra Giannina; anzi, lei, da figliuola -di buon cuore com'è, s'era subito offerta di cederla alla povera -zia Annetta, e andar a dormire coi piccoli; ma noi non s'ha mica la -possibilità di mantenere due fuochi; e però io ho pensato di farle -intanto alla meglio un letto in cucina e star un po' a vedere.... -Purtroppo oggi è assai peggiorata, e ora dalle sue stranezze capisco -che vagella. - -— Ha bisogno di quiete. Vogliate riscaldare la camera di Giannina a -mie spese, e accomodarvi la malata. Io procurerò di mandare domani un -medico a visitarla. — - -La moglie del muratore cominciò a profondersi in ringraziamenti. -Gertrude l'interruppe: - -— Non mi ringraziate, signora Miller. Annetta non è un'estranea per me. -La conobbi in passato, e forse mi preme più che a voi stessa. — - -L'altra la guardò con maraviglia, ma ella non aveva tempo da perdere in -spiegazioni. Desiderosa di parlare con la vecchia Grant e assicurarla -dei suoi sentimenti benevoli, s'accostò franca e risoluta al suo -lettuccio sfidando l'ira selvaggia che ardeva negli occhi della -delirante, fissi su lei. - -— Annetta, — le disse — mi ravvisate? - -— Sì, sì, — mormorò quella, rapidamente, ansimando. — Che siete venuta -a fare? - -— Ad aiutarvi, spero. — - -Ma Annetta pareva piuttosto incredula. Nello stesso tono soffocato e -ansioso domandò: - -— E Gertrude dov'è?... l'avete veduta? - -— Sta bene, — rispose la fanciulla, stupita, perchè non aveva fino -allora dubitato che la riconoscesse. - -— Che dice di me? - -— Dice che vi perdona e vi compiange, e che si confida di potervi -soccorrere, di farvi guarire. - -— Davvero? Dunque non volete uccidermi? - -— Uccidervi? Ma tutt'al contrario. Vi dico che speriamo di confortarvi -e vedervi rimessa in salute. — - -La signora Miller s'avvicinò con una tazza di tè che aveva intanto -preparata. Gertrude la prese e la porse alla vecchia, la quale -avidamente bevve, continuando tuttavia a fissarle gli occhi in viso -di sopra l'orlo della tazza. Bevuto ch'ebbe, lasciò ricader la testa -sul guanciale, e si mise a borbottare frasi sconnesse in cui non si -distinguevano le parole, eccettuato il nome di suo figlio Stefano. -Visto che i suoi pensieri sembravano rivolti altrove, la fanciulla, cui -premeva di ritornar a casa per non abusare della cortesia del dottor -Jeremy, rimasto con la signora Sullivan, si scostò dal letto, dicendo: - -— Arrivederci. Verrò presto a trovarvi. - -— E non mi farete male? — gridò Annetta rizzandosi di nuovo. - -— Oh, no, davvero! Anzi vi porterò qualche cosa che vi piacerà. - -— Non conducete qui Gertrude! Non voglio vederla! - -— Sarò sola. — - -La vecchia Grant si ripose a giacere, e non parlò più, ma non cessò dal -seguitare con gli occhi la visitatrice, spiando attenta ogni sua mossa, -finchè non fu uscita dalla stanza. Il signor Cooper tenne docilmente -dietro alla sua giovane guida, e arrivarono a casa tutti ammollati, ma -senz'altri guai. - -La spedizione di Gertrude era durata circa un'ora. - -Il dottor Jeremy, seduto presso alla stufa di ferro, coi piedi sul -parafuoco, aveva l'aria contenta d'un uomo che si trovi a casa propria -con tutti i suoi comodi. Sembrava ch'egli fosse lì per compiacere a -sè stesso anzichè a un assente il cui ritorno doveva rimetterlo in -libertà. Egli s'era intrattenuto con la signora Sullivan in amichevoli -discorsi, ricordando la gente d'una cittadetta rurale dove tutt'e due -avevano passato qualche anno della loro infanzia, e le sue maniere -cordiali, la sua piacevole conversazione erano così bene riuscite a -vincere la ritrosia della timida e schiva donnina, che quantunque -gli fosse inavvertitamente accaduto di palesarsi, ella si lasciò -interrogare sullo stato della sua salute senza ombra di quell'angoscia -che s'immaginava, nella sua eccitazione nervosa, di dover provare alla -sola vista d'un medico. Quando Gertrude ritornò, il dottore s'era già -fatto una chiara idea del caso, e tosto che si trovò solo con lei, -essendo l'altra andata a provvedere il vecchio di roba asciutta da -mutarsi, le comunicò la sua opinione. - -— Cara Gertrude, — disse — quella è una donna molto malata. - -— Davvero? — mormorò la giovanetta, inquietissima, lasciandosi cadere -sopra una seggiola. - -— Sì, — rispose egli con aria pensosa. — Vorrei averla veduta sei mesi -prima! - -— Come, dottore? La sua malattia risale a tanto tempo addietro? - -— A ben più addietro, anzi. È una malattia grave che s'è andata -sviluppando a grado a grado, e temo che oramai la scienza medica sia -impotente a combatterla. - -— Dottor Jeremy, — disse Gertrude angosciata — non intendete mica dirmi -che la mia zietta morrà senza rivedere Guglielmo, e ci lascerà soli, -me e il suo povero vecchio padre? Oh, non mi figuravo che si trattasse -d'una cosa tanto seria! - -— Calmatevi, figliuola mia, — fece amorevolmente il dottore — io non -volevo spaventarvi. Può vivere ancora qualche tempo. Giudicherò meglio -il suo caso dopo averla osservata altri due o tre giorni. Ma è una -_pericolosa imprudenza_ il rimaner qui sola con questi due vostri amici -infermi: anche non considerando che rischiate d'ammalarvi voi pure -se abusate così delle vostre forze. Manca alla signora Sullivan la -possibilità di tenere un'infermiera o almeno una persona di servizio? -Mi diceva che non ha nessuno.... - -— Oh, no, il suo figliuolo provvede largamente ai suoi bisogni! So -che non spende mai tutto l'assegno ch'egli le manda pregandola di non -risparmiare. - -— Allora dovete senz'indugio persuaderla a prendere qualcuno che -v'aiuti; e se non lo fate voi lo farò io. - -— Sì, gliene parlerò; è un pezzo che vedo quanto sia necessario; ma le -fa tanta paura l'idea di mettersi in casa una donna estranea, che non -ho osato mai toccare questo tasto. - -— Sciocchezze! Mèra immaginazione! State pur sicura che s'avvezzerà -presto a essere servita. — - -La signora Sullivan rientrò. Gertrude raccontò allora il suo -inaspettato incontro con Annetta Grant, e pregò caldamente il dottor -Jeremy, che conosceva la storia della sua dolorosa infanzia, di voler -visitare la malata. - -— Sarà una visita di pura carità, — ella soggiunse — perchè Annetta è -di certo senza quattrini, e sebbene i Miller, vostri antichi clienti, -l'abbiano ricoverata, non vi sono tra loro vincoli di parentela tanto -stretti da obbligarli a pagare per lei. Ma questo a voi non importa, lo -so bene. - -— Punto, punto, — rispose il medico. — Ci andrò stasera stessa, giacchè -il suo stato lo richiede, e domattina passerò qui per darvi notizie e -sentire quel che la signora Sullivan ha ancora da dirmi circa le sue -notti insonni. Ma voi, Gertrude, non tardate più a mutarvi le scarpe -e le calze. O volete che uno di questi giorni io conti fra i miei -pazienti anche voi? — - -Il buon dottore aveva conquistato la vedova Sullivan. Quando fu partito -ella intonò le sue lodi: - -— Che differenza dal comune dei medici! — (tutta la classe le destava -una inesplicabile avversione). — Così socievole, così amabile! Davvero, -Gertrude, con lui mi pareva di poter parlare liberamente del mio male -come con te stessa. — - -La fanciulla fece anch'ella i più caldi elogi dell'ottimo suo amico, -e venne l'ora del tè prima che avessero mutato il soggetto dei loro -discorsi. Preso il tè, il vecchio Cooper, stanco delle insolite fatiche -di quella giornata, si lasciò agevolmente persuadere a coricarsi, -e la signora Sullivan s'adagiò sul sofà. Era, com'ella soleva dire, -il suo momento più felice. Gertrude arrischiò allora la proposta di -prendere una persona di servizio, secondo che il dottor Jeremy le -aveva raccomandato. Con sua maraviglia la malata non oppose alcuna -obiezione. Infatti ella riconosceva di non poter più sbrigare da sè le -faccende domestiche, nè permettere che Gertrude, già tanto occupata, ne -sopportasse tutto il peso come la settimana scorsa. Questa la consigliò -di prendere la Giannina Miller, una ragazza che faceva proprio al caso -loro; e fu convenuto di mandarla a chiamare la mattina seguente. - -Sono le dieci. Tutto è silenzio e quiete nella casa. Gertrude sola -veglia ancora. Ha teso l'orecchio all'uscio del signor Cooper, -e il rumoroso respiro del vecchio l'ha accertata ch'egli dorme -profondamente. La signora Sullivan, grazie all'effetto d'una -pozione calmante ordinatale dal dottor Jeremy, è caduta in un sonno -tranquillo, benefizio che non godeva da tempo. I dieci uccellini di -Calcutta dormono anch'essi tutti in fila serrata, sul medesimo sottile -ballatoio, nella spaziosa loro gabbia appesa davanti alla finestra -e coperta da un panno di lana a fine di ripararli dall'aria fredda -della notte. La giovanetta ha chiuso gli usci, preparato ogni cosa -per la mattina appresso, spento i lumi. La casa è in ordine e sicura. -Ed ora ella s'è ritirata nella sua camera, a leggere, a meditare, -a pregare. Le sue cure si moltiplicano, le prove cui è sottoposta -sono sempre più severe. Ella si vede di fronte un grande dolore e -una grande responsabilità, ma non rifugge nè dall'uno nè dall'altra. -Anzi, ringrazia Dio d'averle dato la forza di rinunziare agli agi ed -ai piaceri, nonostante la propria fralezza e l'ira d'un uomo che non -avrebbe voluto offendere, per trovarsi là al suo posto, a combattere la -battaglia della vita e aspettarne coraggiosamente l'esito. Ringrazia -Dio di sapere a chi ricorrere, poichè fra le amare tristezze della -sua infanzia e della sua prima giovinezza non le è mai venuto meno -il soccorso dell'amore di Colui che muta le tenebre in luce. Nessuna -sventura, quantunque grave, potrà più gettare un'ombra in quell'anima -che illuminano i raggi emanati dal trono divino. Ma per salda che -sia la sua fede, per valoroso che sia il suo cuore, Gertrude è una -tenera natura femminile: ed ella piange, mentre siede soletta nella -sua camera, piange sopra sè stessa e sopra il giovane che, lontano in -paese straniero, conta i giorni e i mesi e gli anni fra cui si confida -di ritornare a sua madre ch'egli invece non rivedrà mai più!... Ma col -ricordo della sua promessa di tener ella presso quella madre il luogo -d'una figliuola la cui mano amorosa deve ora assisterla e servirla -nella malattia che la travaglia, le si riaffaccia la necessità di -dominare i propri sentimenti; ferrea necessità, alla quale ella ha -imparato per tempo a sottomettersi. Raccoglie allora tutta la sua -energia, si calma, asciuga le lacrime che le offuscano la vista, e si -raccomanda a Quegli ch'è la fortezza dei deboli e la consolazione degli -afflitti: poi, confortata dalla comunione del suo spirito col Padre -celeste, va a coricarsi anch'ella, e vinta dalla stanchezza, dopo una -giornata fisicamente e moralmente faticosa per lei, non tarda a seguire -gli altri inquilini della casa nel regno dei sogni. - - - - -XXV. - - .... V'ha chi dice - Che barlumi d'un mondo più remoto - Da noi, visitan l'anima nel sonno. - - SHELLEY. - - -Fu una vera fortuna per Gertrude che ricorresse appunto la settimana -del Rendimento di Grazie, tempo di vacanza nella scuola del signor -W., perchè così ebbe agio d'attendere alle molteplici sue faccende. -Un'altra fortuna ella stimava l'aver ottenuto Giannina, la quale, -lieta di compiacerla, accettò volentieri la sua proposta, quantunque, -ella diceva, l'idea d'andar a servire fuor della sua famiglia non le -fosse mai garbata; ma come rifiutarsi d'aiutare la cara signorina -Flint ch'era stata tanto buona con lei e co' suoi? C'era piuttosto -da temere che la signora Miller, avendo in casa Annetta Grant malata -gravemente, non potesse privarsi della sua figliuola maggiore; anche -questa difficoltà però fu tolta dal ritorno inaspettato di Maria, la -secondogenita. - -Dopo alcuni giorni di tirocinio sotto la direzione di Gertrude, -Giannina, ragazza molto accurata e capace, si trovò in grado di -sollevare la signora Sullivan de' suoi più faticosi doveri di massaia, -e prestarle i servizi personali che il suo stato richiedeva. Gertrude -quindi fu libera di fare frequenti visite alla vecchia Grant, la quale -era nel colmo della febbre e aveva gran bisogno d'assistenza. - -La memoria delle sevizie patite sotto la potestà di quella megera -durava ancor viva nella fanciulla, ma scevra oramai d'ogni senso -d'amarezza, d'ogni desiderio di vendetta. S'ella ricordava il passato, -era soltanto per compiangere la sua persecutrice e perdonarle; -se pensava al modo di contenersi verso la sua tiranna, già tanto -detestata, era con l'unico fine d'esserle utile e di consolarla. - -Vegliò notti e notti al capezzale della malata, che sebbene sempre in -delirio, non mostrava più ombra del terrore destatole sulle prime dalla -sua presenza. - -Costei le parlava molto della piccola Gertrude, talvolta in modo da -farle credere che l'avesse riconosciuta, ma più spesso come se fosse -altrove; infine, dopo un pezzo, ella comprese che la scambiava per -sua madre alla quale doveva somigliare notevolmente. Questa, invero, -era stata assistita nell'ultima sua malattia dalla stessa Annetta, -ma la sciagurata, assalita dagli antichi rimorsi nel vagellamento -della febbre, si figurava che la morta fosse ritornata al mondo per -chiederle conto della sua creatura. Solo le continue assicurazioni di -benevolenza e le tenere cure prodigatele dalla giovanetta con pazienza -instancabile, l'indussero da ultimo nella persuasione che la madre -offesa avesse ritrovato la sua bambina in buona salute e al sicuro, ed -ignorasse i torti e i crudeli trattamenti da lei sofferti. - -Una notte, l'estrema della vita d'Annetta Grant, Gertrude, che -non aveva lasciato la malata se non per poche ore ed era venuta a -riprendere il suo posto d'infermiera, udì il proprio nome insieme coi -nomi d'altre persone nelle rapide frasi sconnesse che la vecchia andava -borbottando. Ella s'accostò al letto, tendendo l'orecchio, perchè -sempre sperava di cogliere in mezzo a quei vaniloqui incoerenti un -qualche indizio sulle proprie origini. Ma il suo nome non fu ripetuto, -e il resto si perdette in un mormorio indistinto. - -A un tratto la delirante si rizzò, e rivolgendosi a qualcuno ch'ella -vedeva nella sua allucinazione, gridò forte: - -— Stefanino! Stefanino! Rendimi l'orologio e dimmi che hai fatto degli -anelli!... Ne chiederanno.... quei tali.... e io che dirò? — - -Fece una pausa. Poi, tenendo gli occhi fissi verso la parete, soggiunse -con voce più debole, ma vibrante d'intensa commozione: - -— No, no, Stefanino, non lo dirò mai a nessuno.... _mai, mai...._ — - -Aveva appena proferito queste parole, che diede un sobbalzo, si volse, -e vista Gertrude accanto a lei, le domandò urlando: - -— Avete udito, eh? Avete udito?... Sì, lo so.... e volete -raccontarlo.... Ma _se parlate!..._ — - -Ella tentò di slanciarsi fuori del letto, e ricadde esausta sui -guanciali. - -Gertrude corse a chiamare il Miller e sua moglie, i quali, aspettandosi -d'avere a levarsi quella notte, s'erano coricati vestiti nella camera -attigua; poi, per tema che la sua presenza turbasse ancor più la -morente, si ritirò lasciandola affidata alle loro cure. - -Circa un'ora dopo la donna venne a trovarla in cucina, dove aveva -cercato la quiete di cui sentivano bisogno i suoi nervi scossi e il -suo animo contristato, e le disse che Annetta s'era calmata; ma giaceva -in uno stato di grande prostrazione, e pareva prossima alla sua fine. -Tuttavia ella credette meglio non rientrare nella camera. Sedette -presso la stufa e prese a meditare sulla strana scena di cui era stata -testimone. Spuntava l'alba quando la signora Miller le annunziò che la -vecchia Grant aveva reso l'ultimo sospiro. - -La sua opera di misericordia, di perdono, d'amore cristiano, era dunque -compita. Ed ella s'affrettò a tornarsene a casa per riposare. Doveva -armarsi di nuova forza, di nuovo coraggio, a fine di sostenere le -fatiche e le pene che la sorte ancora le preparava. - -E forza e coraggio non comuni erano necessari alla fanciulla per -attraversare una di quelle funeste sequele di malattie e di morti fra -le persone più prossime, che si danno nella vita, e in cui un colpo -succede all'altro con tale fulminea rapidità, che prima d'esserci -riavuti già veniamo atterrati novamente. - -Meno di tre settimane dopo sepolta Annetta Grant, Paolo Cooper -soccombette a una breve malattia. Quantunque nessuno di questi due -casi toccasse Gertrude nei sentimenti più profondi del suo cuore, -pure l'adempimento dei doveri ch'ella s'era volontariamente imposti -richiedeva uno sforzo fisico e morale assai grave per una giovanetta di -diciotto anni, già tormentata dalla minaccia d'una terza disgrazia, e -ben più dolorosa. - -Anche l'assenza d'Emilia era una dura prova, perchè nelle ore -d'angoscia ella soleva ricorrere alla buona amica per consiglio e -conforto, e da lei imparava la pazienza e la rassegnazione, virtù di -cui le offriva un vivente esempio. Un'unica lettera, scritta dalla -signora Ellis, le aveva recato notizie del suo viaggio, e queste non -erano molto sodisfacenti. - -I Graham soggiornavano all'Avana, dove avevano preso alloggio in una -pensione tenuta da una signora loro connazionale, e affollatissima -d'ospiti venuti da Boston, Nuova York e altre città settentrionali. - -«Non è mica un viaggio molto piacevole, in fin dei fini!» scriveva -la governante. «V'assicuro, Gertrude, ch'io vorrei piuttosto essere -in pace, a casa, e non tanto per me quanto per Emilia. Già non può -trovarsi bene, qui, poverina, perchè l'abitazione manca d'ogni comodo: -le finestre invece di cristalli hanno grate come nelle prigioni, non -c'è un tappeto in nessuna stanza, nè un caminetto, nè un braciere, -sebbene qualche volta la mattina il freddo si faccia sentire. E poi -c'è una vedova, con un fratello e le nipoti: la quale vedova è una -donna frivola e vana e secondo me, credetemi o no, ha messo gli occhi -sul signor Graham, o vuol pigliarsi giuoco di lui. Veste pomposamente, -parla forte, ha modi imperiosi: a lei piace dominare, e lui è tanto -grullo da seguirla come un cagnolino, e prender parte ad ogni sorta -di gite, a piedi, in vettura, a cavallo.... Non è ridicolo? Un uomo di -sessantacinque anni sonati! Emilia ed io non scendiamo più che di rado -nel salotto, giacchè l'allegra brigata non tiene il minimo conto della -nostra presenza. Essa non si lagna, non fiata nemmeno, ma io vedo che -non è felice, e desidera di ritornare a Boston: lo desidererei anch'io -se non ci fosse quella terribile traversata.... Ah, Gertrude, mi sembra -un miracolo ch'io non sia morta dal mal di mare nel venir qui, e la -sola idea di risalire a bordo d'un piroscafo mi sgomenta a segno, che -non so proprio come farò a tornarmene indietro!...» - -Gertrude scriveva spesso alla signorina Graham; però, non potendo -questa leggere le sue lettere che mediante gli occhi della signora -Ellis, non le era dato di manifestarvi i suoi pensieri e sentimenti -più intimi come usava nei colloqui con l'amica piena d'indulgenza e di -simpatia, perchè avrebbe dovuto esporli alla censura della governante. - -Ogni corriere delle Indie orientali portava notizie di Guglielmo -Sullivan, i cui affari prosperavano e ch'era contento nell'esilio -pensando che i suoi cari godevano, lietamente com'egli credeva, i -frutti delle sue fatiche. Egli scriveva quindi sempre nel consueto suo -tono gaio e vivace. - -Una domenica sera, poche settimane dopo la morte del vecchio Cooper, -Gertrude sedeva accanto alla signora Sullivan, stesa sul suo letto, e -teneva in mano una lettera aperta di cui le leggeva per la terza volta -il contenuto. I numerosi bolli postali sulla facciata esterna del -foglio ne mostravano la provenienza. Era arrivata il giorno stesso. -La madre ascoltava intenta quella lettura, e così dolorosamente la -colpiva il contrasto tra le proprie riflessioni e le fulgide speranze -di quel figliuolo ignaro della fosca nube che s'addensava sul suo capo, -ch'ella chiudeva le palpebre, abbandonandosi, oppressa da una tristezza -profonda come non mai; mentre la giovanetta, ripetendo le parole con -cui Guglielmo esprimeva la gioia del momento agognato in cui avrebbe -potuto stringere di nuovo tra le sue braccia «la cara piccola mamma» -che si struggeva di rivedere, gettava uno sguardo furtivo sul corpo -consunto, sul viso emaciato della povera donna, e si sentiva gelare il -cuore. - -I primi timori del dottor Jeremy non erano infondati. E l'inferma, -aggravatasi ancora per l'ansietà cagionatale dalla malattia del padre e -per il dolore della sua morte, declinava rapidamente verso la tomba. - -Gertrude non era tuttavia riuscita a comprendere se ella ne fosse -consapevole o no. Mai la signora Sullivan aveva parlato su questo -soggetto, nè accennato in alcun modo a un presentimento della sua -prossima fine. Anche ora, osservando la sua placida apparenza, la -fanciulla propendeva a credere ch'ella s'illudesse sul proprio stato. - -Ma il dubbio fu rimosso. Dopo essere rimasta qualche minuto assorta -nella sua intensa meditazione, ch'era forse una preghiera, la malata -riaperse gli occhi, e fissandoli in quelli della sua giovane amica, -disse con voce chiara è calma: - -— Gertrude, io non rivedrò più Guglielmo! — - -Gertrude non rispose. - -— Vorrei scrivergli e dirglielo io stessa, — ella proseguì — ma sarà -meglio, se non ti spiace, di scrivere tu per me, come tante volte, -ch'io ti detti ciò che devo dirgli.... Non c'è tempo da perdere; perchè -sento che vo mancando, e non è probabile che mi duri a lungo la forza -di farlo.... Toccherà a te, figliuola mia, dargli la notizia, quando -tutto sarà finito; ne hai abbastanza di tristi doveri, tu; voglio -almeno risparmiarti la pena di prepararlo al colpo che l'aspetta.... -Sei disposta a cominciare la lettera oggi? - -— Sicuro, zietta mia, se vi pare che sia bene così. - -— Sì, cara, mi pare. Ciò che gli scrivesti l'ultima volta, concerneva -soltanto la malattia e la morte del nonno, non è vero? Di me non gli -dicesti nulla che lo potesse impensierire? - -— Nulla affatto. - -— Allora è tempo d'avvertirlo, povero ragazzo! Non c'è bisogno che il -dottor Jeremy me lo dica, perchè io sappia che muoio! - -— Ma ve l'ha forse detto? — domandò Gertrude, andando al tavolino e -preparando l'occorrente per scrivere. - -— Oh, no! È troppo prudente. Però, quando _glielo dissi io_, s'astenne -dal contraddirmi. Tu lo sapevi? — ella domandò, guardando intensamente -la fanciulla ch'era venuta a sedersi sulla sponda del letto e china -verso di lei le lisciava i capelli. - -— Da alcune settimane, — mormorò Gertrude imprimendo un bacio sulla -pallida fronte della malata. - -— Perchè me l'hai taciuto? - -— Non era necessario ch'io parlassi, — rispose la pia giovanetta. — -Sapevo che il Signore non poteva chiamarvi in un momento che la vostra -lampada non fosse alimentata ed accesa. - -— Arde, ma fievolmente, — disse la donna con cristiana umiltà. - -— E qual fiamma sarà vivida se la vostra langue? Non siete voi stata -per lunghi anni un esempio mirabile di pietà e di pazienza? Eccettuata -Emilia, non conosco persona al mondo altrettanto degna del Cielo. - -— No, no, Gertrude, non sono che una povera peccatrice, piena di -debolezza. Per quanto fervidamente io desideri di giungere al cospetto -del nostro Salvatore, il mio cuore terreno si strugge di rivedere -un'ultima volta il mio figliuolo, e a tutti i miei sogni della -beatitudine celeste si mescola il cocente rammarico che questa gioia, -l'unica ch'io bramassi ancora quaggiù, debba essermi negata. - -— Oh, zietta, siamo tutti creature umane! Finchè la vostra anima -immortale è chiusa nelle spoglie mortali, come _potreste_ cessar di -pensare a Guglielmo, e non bramare la sua presenza nell'ora della prova -suprema? Un sentimento naturale come questo non può essere un peccato. - -— Non so.... Forse anche non è. E se fosse, spero d'ottenere, innanzi -di lasciar la terra, la grazia di espiare con un perfetto spirito di -sottomissione le rivolte d'un cuore materno. Leggimi, cara, qualche -santa parola di conforto: sembra che tu abbia il dono d'aprire sempre -il buon libro alla pagina che meglio conviene al mio bisogno. Ah, -sì, davvero, è un peccato in me ogni querela, assistita come sono -dall'affetto e dalle cure di quella in cui Dio m'ha dato una figliuola -benamata! — - -Gertrude prese la Bibbia, e avendola aperta al Vangelo di San Marco le -cadde lo sguardo sul passo dell'agonia di Gesù nell'orto di Getsemani. -Con savio criterio ella stimò che nulla poteva essere appropriato allo -stato d'animo della signora Sullivan più che la commovente descrizione -della lotta sostenuta dal Salvatore contro la propria umanità; nulla -più atto a quetare il suo spirito, a sedare la ribellione della sua -natura umana, che il visibile conflitto tra l'umano e il divino, con -tanta patetica evidenza narrato dall'Apostolo; nulla più efficace che -l'esempio del Figlio di Dio, il quale alla Sua preghiera, tre volte -ripetuta, che venisse allontanato da Lui, se era possibile, il calice -amaro, aggiungeva piamente: «Sia fatta la Tua volontà e non la mia!» - -Senza esitare ella lesse, ed ebbe la sodisfazione di vedere che la -lettura aveva avuto lo sperato effetto, perchè quando tacque, indovinò -sulle labbra della madre di Guglielmo, giacente in un atteggiamento di -calma serena, le parole del Redentore. Non volendo disturbarla nelle -sue meditazioni, non le rammentò la lettera al figliuolo, e sedette -presso il letto in silenzio. Mezz'ora dopo la malata dormiva d'un -placido sonno. Il suo volto aveva un'espressione di pace e di letizia -così soave, che la fanciulla godeva nel contemplarlo. Innanzi ch'ella -si destasse, l'ombra della notte invase la stanza. Gertrude, invisibile -nel buio, sussultò udendo il suo nome. Prontamente accese una candela, -e s'accostò a lei. - -— Oh, cara, che bel sogno ho fatto! — disse la signora Sullivan. — -Siedi qui accanto a me: voglio raccontartelo. La realtà stessa non può -essere più viva. Mi pareva d'attraversar l'aria a volo, librandomi -sopra le nubi, in mezzo a fulgide stelle. Benchè rapido, il moto -era tanto dolce che non mi stancava. Ed io viaggiavo, viaggiavo, -passando in alto su terre e su mari. Infine vidi sotto di me una città -bellissima, con chiese, torri, monumenti e un visibilio di gente che -andava e veniva in tutte le direzioni. Avvicinatami, potei distinguere -le facce di quegli uomini e quelle donne, e in una strada affollata -notai un giovane che mi ricordava Guglielmo. Gli tenni dietro, e tosto -mi sentii sicura ch'era lui stesso. Egli naturalmente mostrava un'età -maggiore di quando ci lasciò, e il suo aspetto era proprio quale me -lo sono sempre figurata, secondo le descrizioni che ci ha date nelle -sue lettere dei cambiamenti fatti in questi anni. Lo seguii attraverso -parecchie strade, finchè egli entrò in un vasto e bell'edifizio che -sorgeva nel centro della città. Entrai anch'io. Passammo per ampie -sale e altre stanze, tutte riccamente mobiliate, e ci fermammo in un -salotto da pranzo. Nel mezzo c'era una tavola coperta di bottiglie, di -bicchieri, e d'un magnifico servito ove restavano ancora dolci e frutta -quali mai non ne vidi in vita mia. Vi sedeva intorno una brigata di -giovanotti, molto ben vestiti, ed alcuni di così attraente apparenza, -ch'io ne sarei rimasta incantata se non avessi avuto lo strano potere -di leggere nei loro cuori e scoprire il male che vi s'annidava. - -«Uno aveva un viso piacentissimo in cui brillava l'intelligenza; -era infatti dotato di non comuni facoltà mentali; ma io, vedendo più -addentro che non si vegga d'ordinario, m'accorgevo, grazie a una specie -d'istinto, che tutto il suo acume, tutta la sua genialità, non erano -per lui se non mezzi d'ingannare gli uomini abbastanza folli od ingenui -da lasciarsi cogliere a' suoi lacci; e portava in tasca, io lo sapevo, -un paio di dadi falsati. - -«Un altro era la delizia della compagnia per il suo spirito arguto -e faceto; ma a me non sfuggivano i primi indizi dell'ebbrezza, e non -dubitavo che di lì a un'ora non sarebbe più stato padrone dei propri -atti. - -«Un terzo si sforzava invano di sembrare felice; al mio sguardo -scrutatore la sua anima appariva a nudo, e io non ignoravo ch'egli era -torturato dall'angoscia d'aver perduto il giorno innanzi, al giuoco, -tutto il suo denaro e parte di quello del suo principale, e dalla paura -di non aver tanta fortuna da rivincere quella sera l'ingente somma. - -«E come questi tre, tutti i presenti erano sulla china d'una vita -viziosa, e più o meno prossimi alla rovina. Nondimeno avevano un'aria -piacevole e gaia, da cui Guglielmo, gli occhi del quale andavano -dall'uno all'altro, pareva attirato e sedotto. - -«Uno di loro gli offerse un posto alla tavola, che tutti lo -sollecitarono a prendere. Sedette, e il giovanotto che stava alla sua -destra colmò un bicchiere di vino limpido e generoso invitandolo a -bere. Egli esitò un momento, poi lo accostò alle labbra. In quella -io gli toccai una spalla. Si volse, mi vide, e subito il bicchiere -gli cadde di mano, e il vino si sparse a terra in mezzo ai frantumi -del cristallo. Gli feci un cenno. Egli si rizzò e mi seguì. L'allegra -compagnia lo richiamava a gran voce; anzi, uno dei commensali gli -afferrò un braccio e tentò di trattenerlo, ma egli si liberò con -una scossa nè volle ascoltare le loro proteste. Non eravamo però -ancora usciti dal palazzo, quando colui ch'io avevo osservato per il -primo e che sapevo essere il più astuto e il più pericoloso della -brigata, sbucò da una stanza vicina al portone dov'era arrivato da -un'altra parte, e sussurrò qualche parola all'orecchio di Guglielmo. -Il mio figliuolo titubò, si voltò indietro, e forse avrebbe ceduto -alla tentazione, s'io non mi fossi piantata di fronte a lui, alzando -l'indice con un gesto di minaccia, e scotendo il capo. Allora egli -respinse risolutamente il tentatore, si slanciò fuori, e scese -a precipizio la lunga scalinata d'ingresso, prima che potessi -raggiungerlo. - -«Ma io mi movevo con grande rapidità, sicchè non tardai a ritrovarmi al -suo fianco, e presi a guidarlo attraverso le vie formicolanti di gente. -Molte furono le avventure che incontrammo, e da ogni parte scorgevo -tranelli tesi agl'incauti ed agl'inesperti. Più d'una volta il mio -occhio vigile salvò lo spensierato ragazzo da qualche insidia in cui -senza la sua mamma sarebbe certo caduto. Di tanto in tanto lo perdevo -di vista, e dovevo ritornare sui miei passi: ora lo aveva diviso da -me la folla, ora s'era volontariamente indugiato dove il popolino si -divertiva, per assistere da spettatore a' suoi sollazzi o mescolarvisi. -Però sempre obbediva al mio ammonimento e proseguivamo insieme il -cammino. Intanto calava la sera. - -«A un tratto, passando per una via rischiarata da numerosi lampioni, -m'avvidi che Guglielmo non mi accompagnava più. Lo cercai di qua e -di là, ma non riuscii a trovarlo. Ansiosa, corsi un'ora di strada in -strada chiamandolo a nome: nessuna risposta. Alfine, spiegate le mie -ali, m'inalzai sopra la città popolosa e l'esplorai con lo sguardo -nella speranza di scoprirvi il mio figliuolo come già appena arrivata. - -«Non fui delusa. Egli m'apparve in una sontuosa sala, illuminata -a giorno, tra un'accolta di gaudenti del gran mondo. Una splendida -giovane s'appoggiava al suo braccio, e io le vedevo nel cuore che la -virile bellezza e le attrattive dello spirito di lui non la lasciavano -indifferente. Allora tremai per Guglielmo! Ella era avvenentissima -e ricca, ed anche molto elegante e corteggiata, come mostravano la -ricercatezza del suo abbigliamento e l'ammirazione che destava intorno -a sè. Ma io penetravo l'anima sua, e sapevo quanto ella fosse vana, -superba, frivola, gelidamente egoista; sapevo che se amava Guglielmo -era perchè la seducevano i suoi pregi esteriori, le sue piacevoli -maniere, il suo radioso sorriso, e non per la nobiltà della sua -natura, che non poteva apprezzare. Mentre essi passeggiavano nella -sala e quella ch'era decantata come la regina della festa dava a lui -solo il suo tempo e i suoi pensieri, io scesi invisibile accanto a -mio figlio e di nuovo gli toccai una spalla. Egli guardò in giro, ma -prima che avesse scorto il volto materno, la voce della sirena cattivò -tutta la sua attenzione, ed ogni mio sforzo per staccarlo da lei fu -inutile, poichè non mi udiva nemmeno. Infine ella disse alcune parole -che svelarono all'alta mente del mio Guglielmo la follia e l'egoismo -di quell'anima mondana. Allora, io, cogliendo il momento in cui ella -stessa aveva indebolito il suo fascino su di lui, me lo strinsi tra -le braccia, e, aperte le ali, volai lontano lontano, portando meco il -premio conquistato. Salendo così nell'aria sentivo il mio figliuolo -abbandonarsi sul mio petto, e il giovane nel fiore della virilità -ridivenire il bambino che soleva posarvi come in un caldo nido la -bionda testolina ricciuta. A rapido volo ritornavamo al luogo natio, -passando su terre e su mari. E non sostammo finchè io non vidi la mia -diletta Gertrude che ci aspettava in un verde prato, sul pendio d'una -collina, all'ombra di grandi alberi. Volavo verso di lei per deporre a' -suoi piedi la preziosa mia creatura, quando mi destai pronunziando il -tuo nome.... - -«Ah, cara, l'amarezza del calice che debbo vuotare è oramai svanita! -Un angelo del Cielo me lo porge. Io non desidero più di rivedere mio -figlio in questo mondo, perchè sono persuasa che la mia dipartita -s'accorda coi disegni d'una misericordiosa Provvidenza. Adesso credo -che nella mia veste mortale sarei forse impotente a salvare Guglielmo -dalle tentazioni, a distorlo dal peccato; ma il puro spirito materno -avrà maggiore virtù. Nella certezza che la mamma veglia su lui dalla -sua dimora celeste, che s'adopra a mantenerlo nel retto sentiero, egli -troverà una più valida difesa contro il pericolo, un più sicuro rifugio -per l'anima insidiata, ch'ella non potrebbe offrirgli se fosse sulla -terra. Adesso, o Padre, io posso dire dal profondo del cuore: «Sia -fatta la Tua volontà e non la mia!» — - -Da quell'ora fino alla sua morte, che seguì circa un mese dopo, la -signora Sullivan conservò la stessa tranquillità d'animo, la stessa -perfetta rassegnazione. Come ella diceva, il suo dolore aveva perduto -ogni amarezza. La lettera che dettò per Guglielmo esprimeva la sua -piena fede nella bontà e nella saggezza della Provvidenza divina, -e lo esortava a sottomettersi con reverenza ed amore ai decreti -dell'Onnisciente. Gli ricordava le prime lezioni ch'ella gli aveva -date, la pietà e la padronanza di sè inculcategli fin dai più teneri -anni, e gli rivolgeva come estrema sua preghiera la raccomandazione -che il suo influsso su di lui venisse aumentato anzichè diminuito -dalla morte, che la sua presenza fosse da lui sentita come reale e -continua. Infine ella che fedelmente aveva lottato contro le avversità, -lo ammoniva di guardarsi dai pericoli e dalle insidie che accompagnano -la prospera fortuna, e di non smentire mai, nè screditare l'educazione -ricevuta. - -Gertrude piegò la lettera credendola finita, poi uscì per recarsi -alla scuola dove insegnava. Ma tosto che si fu allontanata, la signora -Sullivan la riaperse, e con la sua mano debole e tremante aggiunse sul -foglio già quasi riempito alcune righe che dicevano la disinteressata, -paziente, amorosa devozione della fanciulla, chiudendo con queste -parole: «Figliuolo mio, finchè avrai cara la memoria del tuo nonno e -della tua mamma, non cessar di mostrare tutta la gratitudine di cui -il tuo cuore è capace a colei che le mie forze non mi consentono di -lodarti quanto merita.» - -Ella si spense così lentamente, a grado a grado, che la catastrofe -quasi fu un colpo inaspettato per Gertrude, la quale, pur vedendo -l'opera distruttrice della malattia, non poteva risolversi a credere -che sarebbe una volta compiuta. - -E fu nel silenzio della notte, senza nessuno fuor della giovane -Giannina tutta sgomenta, per aiutarla e sostenerla, ch'ella assistette -alla dipartita di quell'anima a lei tanto cara. - -— Ti fa paura vedermi morire? — le domandò la signora Sullivan circa -un'ora innanzi la sua fine. - -— No, — ella rispose. - -— Ebbene, volgimi un poco verso di te, — disse la morente — affinchè il -tuo viso, figliuola mia buona, sia l'ultimo aspetto terrestre su cui si -posino i miei occhi. — - -Gertrude obbedì. E la madre di Guglielmo spirò, con la mano nella mano -di lei, e uno sguardo di profondo affetto negli occhi che la fissavano -mentre si spegneva. - - - - -XXVI. - - Quale la gioia si fosse o il dolore - Che in sorte avesse a lei dato il Signore, - Dirittamente ognor la vera via - Della virtù cristiana ella seguia. - - GIOVANNA BAILLIE. - - -Soltanto quando la sua opera d'amore fu così terminata, Gertrude -s'avvide che le continue fatiche, sostenute notte e giorno, avevano -fatto soffrire il suo organismo ed esaurito le sue forze. Durante la -prima settimana seguita alla morte della signora Sullivan il dottor -Jeremy temette per lei una grave malattia. Ma dopo aver lottato -parecchi giorni contro sintomi assai minacciosi, ella si rimise, -e sebbene ancor pallida e patita potè riassumere il suo ufficio di -maestra e occuparsi della ricerca d'una nuova casa. - -Già più d'una famiglia amica le aveva offerto ospitalità, -sollecitandola ad accettare l'invito con un calore così cordiale che -rendeva difficile il ricusarlo; ma per quanto commossa profondamente -dalla benevolenza manifestatale nel suo dolore e nella sua solitudine, -ella volle piuttosto tenersi alla risoluzione presa di trovare -addirittura una dozzina fissa. E quando le ragioni su cui la fondava -furono intese dagli amici cortesi, essi non poterono che approvare la -sua condotta e cessando d'importunarla le prestarono invece con gran -premura, il loro aiuto per attuare il suo proposito. - -La signora Jeremy sulle prime era rimasta male e si sentiva quasi -offesa dal rifiuto della giovanetta di stabilirsi subito in casa sua e -rimanerci finchè volesse, magari sempre; e anche il dottore insisteva -con un così perentorio «Su, Gertrude, vieni da noi immediatamente e -zitta!» ch'ella aveva paura, date le sue condizioni di salute, d'essere -portata via senza _poter protestare_. Ma dopo aver di propria autorità -ordinato a Giannina d'impaccare la roba della signorina Flint, chiudere -la casa, e ritornarsene dai suoi genitori, egli acconsentì a sentir -che cosa Gertrude sapesse dire a giustificazione della sua ritrosia. I -ragionamenti su principî generali con cui ella spiegò perchè credesse -di non dover accettare la generosa profferta, non valsero per altro a -persuadere quell'ottima coppia. - -— Voleva, per la sua dignità, uno stato indipendente? Scusa che non si -reggeva ritta! O non sarebbe indipendente lo stesso, stando con loro? -La sua compagnia era tanto gradita a tutt'e due, ch'ella poteva esser -sicura di fare anzichè ricevere un favore, sicchè le obbligazioni non -le avrebbe lei, ma viceversa. — - -Allora si trovò costretta ad usare l'argomento che veramente aveva -avuto il maggior peso sull'animo suo, e che, ella non ne dubitava, -doveva parere decisivo anche al dottor Jeremy. - -— Dottore, — ella disse — voi, spero, non condannerete in me un -sentimento che, lo confesso, ha molto corroborata la mia risoluzione. -Io vi menzionerei malvolentieri questo motivo che più d'ogni altro mi -ha indotta a prenderla, se già non conosceste lo stato delle cose tra -me e il signor Graham, abbastanza a fondo da potermi comprendere e, -almeno fino a un certo punto, approvare. Sapete ch'egli era contrario -alla mia determinazione di non accompagnarli nel loro viaggio, -quest'inverno, e di stabilirmi a Boston; quindi sospetterete che lui -ed io non ci siamo lasciati in buona armonia. Egli mi disse che io -non sarei certo capace di guadagnarmi la vita e mi troverei ridotta a -dipendere da estranei. Ora, giacchè lo stipendio che ricevo dal signor -W. è sufficiente a tutti i miei bisogni, sono ardentemente desiderosa -di collocarmi in modo da mostrargli al suo ritorno che affermando, o, -se si vuole, vantandomi d'essere in grado di bastare a me stessa, non -presumevo troppo delle mie forze! - -— Dunque, Graham supponeva che senza il suo potente appoggio voi -sareste ridotta alla mendicità? — fece il dottore. — Col vostro ingegno -e la vostra cultura? L'è da par suo! - -— Oh, no, no, non volevo dir questo! — esclamò la fanciulla. — Mi -considerava semplicemente come una bambina, e non comprendeva che -facendomi educare ed istruire, aveva provveduto al mio sostentamento in -anticipazione. Era naturalissimo che non avesse troppa fede nella mia -capacità di lavorare: non m'ha veduta mai alla prova. - -— Capisco, capisco. Pensava che dovreste un giorno chiamarvi ben -contenta di ritornare in casa Graham.... Da par suo, sì, da par suo! - -— Via, non credo poi che arrivasse a cotesto segno! — osservò -la signora Jeremy. — Era adirato e non badava a quel che diceva. -Scommetterei dieci contro uno che non se ne rammenta più nemmeno, e -a me pare una specie d'orgoglio da parte di Gertrude il darvi tanta -importanza. - -— Non saprei, signora Jerry, — obiettò suo marito. — Se è orgoglio, è -però un orgoglio onorevole ch'io lodo, e non giuro che se mi trovassi -ne' panni di lei, i miei sentimenti non sarebbero identici. Perciò io -non insisto più per distorla dal suo proposito. Può stare a dozzina, -e tuttavia passar una buona parte del suo tempo con noi, sia ore, -sia giornate; e non occorre dirle che caso mai s'ammalasse o fosse -altrimenti disturbata, la nostra porta è sempre aperta. - -— Ma sicuro! — disse la signora. — Se proprio sei risoluta, cara -Gertrude, fa' dunque come credi meglio; soltanto in una cosa tu devi -assolutamente compiacermi. Lascia questa casa vuota e triste; vieni -via con me, oggi stesso, e rimani da noi finchè tu abbia trovato una -dozzina conveniente. — - -Per un breve soggiorno, Gertrude accettò la cordiale ospitalità ben -volentieri; quindi seguì i suoi amici, senz'indugio. E fu soprattutto -grazie alle assidue cure del valentissimo medico, e all'assistenza -della signora Jeremy, la quale vegliò su lei con materna sollecitudine, -ch'ella potè sfuggire alla malattia che seriamente la minacciava. - -Il signor W. e sua moglie conoscevano le dure prove sostenute dalla -fanciulla quell'inverno, ed erano per lei pieni di benevolenza e di -simpatia. Essi pure le offersero la loro casa fino al ritorno del -signor Graham e d'Emilia, facendole vive istanze perchè accettasse; ma -quando ella ebbe spiegato che non sapeva quanto durerebbe l'assenza -loro, e che del resto probabilmente non avrebbe più vissuto coi -signori Graham in avvenire, convennero ch'ella si regolava con saviezza -provvedendo a stabilirsi addirittura da sè. - -Così i coniugi Arnold, i quali avevano costantemente usato affettuose -attenzioni alla signora Sullivan e a Gertrude, ed erano stati le sole -persone ammesse oltre il dottore nella camera dell'inferma, volevano -ad ogni costo che la giovanetta, due volte orfana, su cui credevano -d'avere quasi un diritto di tutela, stesse con loro, sotto la loro -protezione, fino ch'Emilia non fosse ritornata dal suo viaggio: perchè -come i W. limitavano a questo termine il loro invito. Ma la famiglia -del pastore essendo numerosa, e la sua casa relativamente piccola, -come la sua paga, l'offerta era mossa da un puro sentimento benevolo: -pertanto egli, e la prudente ed economa sua consorte, udito da Gertrude -ch'ella guadagnava abbastanza da potersi mantenere con decoro, e -aveva risolto di conservare la propria indipendenza, l'approvarono -entrambi vivamente; anzi la signora la consigliò e l'aiutò nel modo più -efficace. - -Ella aveva una sorella vedova che suppliva alla deficienza della sua -rendituccia tenendo a dozzina alcune signorine venute a Boston per -compiere i loro studi. Gertrude non la conosceva, ma ne aveva spesso -inteso parlare con molti elogi; e la sua speranza di trovare da lei -una dimora gradevole e non troppo costosa, non fu delusa. La signora -Warren, avendo appunto libera una bella camera sul davanti, grande -e chiara, acconsentì di buon grado a darla alla giovane maestra -che la sorella caldamente le raccomandava. Le condizioni erano -convenientissime, e Gertrude poteva prendere subito possesso della sua -nuova abitazione. - -La signora Sullivan le aveva lasciato tutti i suoi mobili, parecchi -dei quali comperati di recente, e scelti, secondo il desiderio -di Guglielmo, tra i migliori per qualità e fattura. A fine di -risparmiarle le fatiche dello sgombero, dopo i tanti strapazzi a cui -s'era sottoposta, la signora Arnold e le sue due figliuole maggiori -insistettero amorevolmente perchè ella non s'occupasse che della scuola -e affidasse a loro l'incarico di far trasportare e disporre nella sua -stanza i mobili che desiderava collocarvi, ed invigilare l'imballaggio -del resto: giacchè la fanciulla non voleva che alcun oggetto fosse -venduto. Fu per lei un gran sollievo l'essere dispensata dall'assistere -al doloroso spettacolo dello spogliamento e dell'abbandono di quella -casa ch'era stata il piacere e l'orgoglio della cara amica perduta. E -quando entrò nella camera cedutale dalla signora Warren, sebbene le si -stringesse il cuore alla vista di quei mobili a lei tanto familiari, -ella, ammirando la cura e il buon gusto con cui ogni cosa era disposta -per riceverla, pensò che avrebbe commesso un peccato desolandosi e -chiamandosi sola al mondo, mentre v'erano anime così buone e mani così -operose, pronte a venirle amorosamente in aiuto. - -La sera, passò nel salotto da pranzo, dove s'aspettava di trovare alla -tavola del tè soltanto persone sconosciute; ma con sua grata maraviglia -vide tra le commensali Fanny Bruce, la quale, lasciata a Boston dalla -madre e dal fratello che viaggiavano per diporto, era già da parecchie -settimane nel numero delle dozzinanti della signora Warren. Fanny, ora -una scolaretta dai dodici ai tredici anni, aveva spesso avuto occasione -d'incontrarsi con Gertrude durante la villeggiatura estiva, ed ammirava -fervidamente la sua vicina da cui sempre otteneva doni di fiori, -prestiti di libri, aiuto in lavoretti di fantasia. La notizia della -sua venuta data dalla padrona di casa, le aveva fatto concepire la -speranza di stringere con lei più intima amicizia, e quando nei grandi -occhi neri e nel sorriso della giovanetta scòrse la gioia che anch'essa -provava rivedendola, si sentì incoraggiata, a segno che facendosi -innanzi salutò la cara signorina Flint con una vigorosa stretta di -mano, e pregò d'esserle messa accanto a tavola. - -La piccola Bruce era una ragazzina di buone disposizioni e cuore -affettuoso, ma negletta dalla madre che riponeva tutto il suo orgoglio -nel figliuolo, il famoso Ben, egli pure ammiratore di Gertrude. Più -volte quella mamma troppo amante dei divertimenti e quell'indolente -fratello l'avevano così piantata in qualche dozzina mentre essi -facevano un viaggio di piacere; nè sempre era capitata bene come dalla -signora Warren. - -La povera creatura, non incorata da alcuna simpatia negli sforzi della -sua buona volontà, sentiva che i suoi progressi, il suo benessere -morale, non importavano a nessuno, neppure a' suoi, e questo senso -d'abbandono era per lei una sorgente d'infelicità profonda. - -Gertrude presto s'accòrse che Fanny viveva molto appartata. Ella era -d'alcuni anni minore delle sue compagne, tre signorine eleganti, che -non accondiscendevano ad ammettere quella bambina nella loro intimità; -e la signora Warren, tutta presa dai suoi doveri di padrona di casa, -non s'occupava di lei in particolare. La sua solitudine doveva destar -la compassione d'una in cui era sempre vivo il dolore per la morte o -la lontananza delle persone più dilette. Questo sentimento induceva -Gertrude a invitarla frequentemente nella sua camera, quantunque nulla -le fosse gradito a quel tempo, come la quiete ed il silenzio. Anzi -giungeva a dimenticare la propria afflizione fino a cercar di divertire -un po' la sua piccola ospite, la quale invece si stimava già abbastanza -fortunata di poterle tenere compagnia nel suo ritiro, leggere i suoi -libri, vedersi sicura della sua amicizia. Durante il mese di marzo, -che fu insolitamente burrascoso, Fanny passò quasi tutte le serate con -Gertrude; e questa, che dapprima sentiva di fare un sacrifizio col -dar continuo accesso ad un'estranea in camera sua, privandosi così -della sua libertà intima, a poco a poco riconobbe quanto vera fosse -la profezia dello zio True ch'ella sforzandosi di fare felici gli -altri avrebbe fatto la felicità propria. La conversazione animata e -spesso piacevole della ragazzina la distraeva, le impediva di troppo -concentrarsi nel suo cordoglio: e l'affezione reciproca che l'avvinceva -a lei la salvava dallo scoramento della coscienza d'esser sola al -mondo. - -Venne l'aprile. E nessuna notizia d'Emilia dopo quella lettera della -signora Ellis. Il cuore di Gertrude si struggeva nell'angoscioso -desiderio di poter versare come una volta le sue pene nel seno -dell'amica tanto cara, di dirle quante volte in quel triste inverno -ella avesse sospirato il dolce tocco della mano leggera che soleva -posarsi amorosamente sul suo capo, il suono della voce soave che la -confortava al solo udirla, e qual bisogno provasse del buon consiglio, -dell'incoraggiamento, della consolazione che sempre trovava in lei. -Per qualche tempo la fanciulla aveva scritto regolarmente; ma poi, non -sapendo ella più dove dirigere le lettere, l'ultima delle quali spedita -innanzi la morte della signora Sullivan, ogni sua comunicazione coi -viaggiatori era troncata. - -Una sera Gertrude sedeva alla sua finestra, pensando agli amici ch'ella -aveva amati con amore di figliuola e di sorella e da cui la morte o -le vicende della vita l'avevano divisa, quando fu pregata di scendere -al pianterreno per ricevere il pastore Arnold e la signorina Anna, sua -figlia, venuti a farle visita. - -Dopo i complimenti d'uso, Anna le disse: - -— Avrete, sicuro, saputo la notizia, Gertrude? - -— No, non ho inteso nulla di speciale, — rispose ella. - -— Come! — esclamò il signor Arnold. — Ignorate il matrimonio del signor -Graham? — - -Gertrude sussultò, sbalordita. - -— Dite sul serio? Il signor Graham s'è ammogliato! Quando? Con chi? - -— Con la vedova Holbrook, una cognata del signor Clinton. Si sono -conosciuti all'Avana dove la signora soggiornava anch'essa, in -compagnia d'altri Americani settentrionali. - -— Ma è strano che voi ne siate rimasta così all'oscuro! — osservò Anna. -— Eppure c'era l'annunzio in tutti i giornali: «Maritati alla Nuova -Orléans J. H. Graham Esq.[3] di Boston e la signora N. N. Holbrook.» - -— Non vedo giornali da due o tre giorni, — disse Gertrude. - -— La cecità della signorina Emilia le impedisce di scrivervi, -naturalmente, — riprese l'altra. — Il signor Graham, però, avrebbe -dovuto mandarvi la partecipazione delle sue nozze. — E poichè Gertrude -taceva, soggiunse ridendo: — Forse la sposina ha accaparrato tutta la -sua attenzione. - -— Sapete qualche cosa, voi, di cotesta signora Holbrook? — domandò -quella. - -— Non molto, — rispose il signor Arnold. — La vidi poche volte, in casa -Clinton. È una bella donna, molto appariscente, che ama il lusso e i -ritrovi mondani, a quanto pare. - -— Oh, io ebbi occasione di vederla spesso! — fece Anna. — E vi so dire -ch'è grossolana, chiassosa, impetuosa.!... Proprio un genere di persona -da ridurre la signorina Emilia alla disperazione! — - -Una viva angoscia apparve nel viso di Gertrude. Il pastore guardò sua -figlia con aria di rimprovero. - -— Anna, — egli disse — sei ben sicura di non parlare inconsideratamente? - -— La mia autorità è Isabella Clinton, babbo. Il mio giudizio si -fonda su ciò che l'udivo dire a scuola circa sua zia _Bella_, come la -chiamava sempre. - -— E Isabella dipingeva sua zia in modo così sfavorevole? - -— Non mica con cattiva intenzione; al contrario, credeva di lodarla; ma -a me quelle lodi non davano una gran buona idea della signora. - -— Non dobbiamo condannarla prima d'averla conosciuta meglio, — replicò -benignamente il signor Arnold. — Potrebbe darsi che sia invece tutto -l'opposto di quello che tu ti figuri. - -— E di Emilia non potete dirmi nulla? — chiese Gertrude. — Ritorneranno -presto? - -— Non so altro che la notizia letta nei giornali, — rispose egli. — -Voi, quando aveste lettere? — - -Ella disse la data dell'unica missiva della signora Ellis, e riferendo -ciò che questa le aveva raccontato di un'allegra compagnia di Americani -degli Stati settentrionali incontrata all'Avana, espresse l'opinione -che la nuova signora Graham fosse appunto quella tal vedova che le -descriveva. - -— Senza dubbio, — affermò il signor Arnold. - -Sapendo tanto poco dei fatti, non avevano materia da continuare il -discorso su questo soggetto, e parlarono d'altro. Ma Gertrude non -poteva pensare se non ad Emilia: quel matrimonio aveva conseguenze di -così vitale importanza per la sua diletta amica, che la sua mente vi -ritornava sempre, ed ella durava fatica a seguire il senso delle parole -che fluivano rapidamente dalla bocca della giovane Anna Arnold. - -Per fortuna la necessità di rispondere a una domanda che non aveva -inteso affatto, venne rimossa dall'improvvisa comparsa dei Jeremy. Il -dottore teneva nella destra una lettera suggellata diretta a Gertrude -Flint: la scrittura del recapito era quella del signor Graham. -Egli la porse subito alla destinataria, poi disse guardando Anna e -stropicciandosi le mani: - -— Ora, signorina Arnold, saremo informati su queste famose nozze. — - -La viva curiosità dei presenti dispensava Gertrude dalle cerimonie. -Ella ruppe il suggello e scorse rapidamente il contenuto della busta. - -Questo consisteva in una lettera di due o tre pagine fittamente coperte -dei caratteri della signora Ellis, e d'un biglietto, non tanto breve, -del signor Graham stesso. Per quanto maravigliata di ricevere una -missiva da parte d'un signore che aveva dichiarato con tanta collera -di non voler sapere più nulla di lei, ella era soprattutto ansiosa -d'aver notizie d'Emilia, e però dette la precedenza al documento della -governante in cui era più probabile trovarle. Diceva così: - - Nuova York, 31 marzo 1852. - - «Cara Gertrude, - -«Posto che allo sposalizio assistevano molte persone di Boston, credo -che oramai vi sarà giunta all'orecchio la gran nuova. Il signor Graham -s'è riammogliato. E la sposa è la vedova Holbrook: la medesima vedova -di cui vi scrissi. L'ha voluto e l'ha avuto. Non esito a dire che non è -lui quello dei due che ha fatto un buon affare. Ama la vita tranquilla -e, pover'uomo, può farne il pianto, perchè alla signora invece -piacciono i divertimenti e l'allegra compagnia. Bisognava vedere come -essa gli dava la caccia, all'Avana; scommetterei però che egli in fondo -non intendeva di lasciarsi pigliare. Ma lo raggiunse anche alla Nuova -Orléans, e insomma la conclusione è che l'ha spuntata ed oggi è sua -moglie. - -«Emilia s'è contenuta ammirabilmente; mai non ha detto una parola -contro questo matrimonio, nè avrebbe potuto trattare la vedova in modo -più benevolo e grazioso: ma, ohimè, come si troverà, poverina, in -mezzo alla gioventù spensierata che invade ora la casa e la riempie -di chiasso e di confusione? Io non ci sono avvezza, e mi garba -poco; figuratevi poi la nostra Emilia! La nuova signora del resto -è abbastanza gentile con me, adesso ch'è maritata. Considera che lo -richiedono le convenienze, essendo io da tanto tempo nella famiglia di -cui è venuta a far parte. - -«M'immagino, cara Gertrude, che sarete stata desiderosa di sapere che -ne fosse di noi, e apprenderete con maraviglia che siamo già a Nuova -York, sulla via del ritorno: ossia, per essere esatta, sulla via del -ritorno sono io sola. Avrei voluto scrivervi dalla Nuova Orléans, ma -c'era un da fare, un andirivieni tali, che non riuscivo mai a cogliere -il momento opportuno; e dopo quell'orrida traversata in piroscafo -da Charleston a qui, mi sentivo disfatta; per una settimana non sono -stata proprio buona a nulla. Non posso però più differire perchè Emilia -è oltremodo ansiosa di darvi sue notizie e avere le vostre. Povera -Emilia! Non istà punto bene.... mi spiego, non voglio dire che sia -malata; è piuttosto in uno stato d'abbattimento morale, d'irritazione -nervosa. Si stanca presto, per ogni minima cagione si scuote, si -sconturba, contro l'usato. Io credo che ne siano causa la nuova signora -Graham, e lo sciame delle nipoti e compagnia bella, e altre cose -sgradevoli. Non si lagna mai, si direbbe anzi che sia lieta delle terze -nozze di suo padre; ma a me è sembrata sempre tutt'altro che felice -durante questo inverno, e ora ha qualche volta un aspetto così triste -che m'impensierisce. Parla molto di voi ed è un grande rammarico per -lei non avere più vostre lettere. - -«Basta, veniamo ora al punto principale. Sappiate che hanno stabilito -d'andare tutti insieme in Europa, Emilia compresa. Secondo me l'idea -è della sposa; comunque sia, il viaggio è deciso. Il signor Graham -intendeva ch'io li accompagnassi: ma vorrei essere impiccata anzichè -avventurarmi un'altra volta per mare, e glielo dissi chiaro e tondo. -Perciò egli vi scrive chiedendovi d'accompagnare Emilia. Se il mal -di mare non fa paura anche a voi, spero che non ricuserete l'invito, -perchè sarebbe una cosa terribile per lei doversi mettere nelle mani -d'una estranea; e purtroppo, cieca com'è, non può far senza di qualcuno -che l'assista. Io sono certa ch'essa non ha la minima voglia di prender -parte a questo viaggio; ma non osa pregare suo padre di lasciarla a -casa, per tema ch'egli la creda avversa alla sua nuova moglie. - -«Tosto che s'imbarcheranno, cioè alla fine d'aprile, io ritornerò alla -villa per badarvi durante la loro assenza. - -«Ora Emilia mi detterà un poscritto a questa lettera: di mio non -v'aggiungo altro, salvo che siamo impazientissime di sentire la vostra -risposta, e che, lo ripeto, mi confido che voi non vi negherete di -partire con lei. - - «Vostra sinceramente - «SARA H. ELLIS.» - -Il poscritto era il seguente: - -«Non ho bisogno di dire alla mia amata Gertrude quanto ho sentito la -privazione della sua compagnia, quanto vivamente ho desiderato d'averla -di nuovo accanto a me; nè che ho pensato a lei giorno e notte e pregato -il Signore di sostenerla nelle prove dolorose e nelle fatiche in cui -doveva cimentare la sua forza e il suo coraggio. - -«La lettera scritta dopo la morte del signor Cooper fu l'ultima che mi -pervenne, e non so se la signora Sullivan sia ancora viva. Scrivimi -subito, figliuola mia, nel caso che tu non possa venire con noi. Il -babbo ti dirà i nostri disegni e ti chiederà d'accompagnarci in Europa; -sarà per me un gran sollievo e una gran gioia l'aver meco la mia cara -Gertrudina, a condizione però ch'ella non abbandoni alcun altro dovere. -Io m'affido al tuo cuore perchè tu risolva di fare ciò ch'è giusto. - -«Come già sai, il babbo s'è riammogliato. Questo è per noi tutti un -grande cambiamento, ma non dubito che i risultati ne saranno felici. La -signora Graham ha con sè qui all'albergo due nipoti le quali saranno -anch'esse del viaggio in Europa. Due bellissime ragazze, mi dicono; -specie Bella Clinton che tu vedesti a Boston qualche anno fa. - -«La signora Ellis è stanca di scrivere, e però chiudo assicurando la -mia Gertrude del devoto affetto di - - «EMILIA GRAHAM.» - -Non senza curiosità, la giovanetta aperse poi l'epistola del signor -Graham. Ella pensava che questi doveva essersi trovato impacciatissimo -nello scriverle: avrebbe egli mantenuto il suo tono severo e imperioso, -o si sarebbe degnato di spiegarsi e scusarsi? Se Gertrude l'avesse -conosciuto meglio non avrebbe fatto la seconda ipotesi: il signor -Graham non si scusava mai, posto che mai non credeva d'avere il torto. -Ecco la lettera: - - «Signorina Gertrude Flint, - -«Sono passato a terze nozze, e ho divisato di fare un viaggio in -Europa. C'imbarcheremo il 28 aprile. Mia figlia viene con noi, e -poichè la signora Ellis teme il mare, mi trovo indotto a proporvi di -raggiungerci a Nuova York, ed accompagnarci per assistere Emilia. -Certo, non ho dimenticato l'ingratitudine con cui già dispregiaste -un'altra simile mia offerta, e nulla avrebbe potuto spingermi a darvi -una nuova opportunità di manifestare sentimenti di tal natura, se non -il desiderio di rendere felice la mia figliuola, e insieme d'esser -utile a una giovane ch'è stata così a lungo nella mia famiglia, -provvedendola con sincera benevolenza d'un onorevole collocamento. - -«Vi pongo dunque nella possibilità di cancellare dalla mia mente il -ricordo della vostra condotta verso di me, col compiacerci questa -volta; e se vi risolvete a ritornare da noi, vi darò modo di tenere nel -mondo il posto d'una signora. - -«Dato che partiamo per l'Europa alla fine del mese venturo, sarà bene -che siate qui entro la quindicina. Scrivete e indicatemi il giorno del -vostro arrivo: verrò io stesso ad aspettarvi allo sbarco. La signora -Ellis ha gran premura di essere a Boston; spero dunque che vorrete -sollecitare la vostra venuta. - -«Voi dovrete incontrare varie spese, e però v'includo una somma -sufficiente a coprirle. Se avete debiti, fatemi sapere a quanto montano -e sarà mia cura che tutte le pendenze vengano regolate prima della -vostra partenza. - -«Confidandomi che abbiate oramai riacquistato il senso del vostro -dovere, sono disposto a chiamarmi l'amico vostro - - «J. H. GRAHAM.» - -Gertrude sedeva presso a un lume rischiarante in pieno la sua -faccia, la quale, nello scorrere lo scritto del superbo signore, -avvampava tutta di sdegno e d'orgoglio offeso. Il dottor Jeremy che -spiava le sue impressioni la vide farsi rossa e lanciò un'occhiata -diffidente verso la lettera; poi, non appena il signor Arnold e la sua -figliuola, trattenutisi ancora pochi minuti per udire le notizie, se -ne furono andati, pregò la fanciulla di comunicargliene il contenuto, -assicurandola che se si rifiutava avrebbe creduto le parole del signor -Graham assai più insultanti di quanto forse erano in realtà. - -— Mi scrive per invitarmi ad accompagnarli in Europa, — rispose ella. - -— Davvero! — fece il dottore con un fischio sommesso. — E s'immagina -che voi sarete tanto grulla da fare i bagagli e partire immediatamente, -al suo comando? - -— Ma, Gertrudina, — disse la signora Jeremy — tu ci andrai di certo -volentieri!... Figurati, cara, che piacere, un viaggio in Europa! - -— Non dite sciocchezze, signora Jerry! — esclamò il dottore. — Bel -piacere viaggiare con un vecchio tiranno, e la figlia cieca, e la -moglie volgare e prepotente, e le nipoti vanitose e smorfiose.... In -una bella condizione si troverebbe Gertrude, schiava dei capricci di -tutta la compagnia!... - -— Dottor Jerry, — l'interruppe la signora — dimenticate Emilia. - -— Emilia.... sicuro, essa è un angelo, e non tratterebbe mai nessuno -senza riguardo, men che meno poi la sua favorita; ma ora anche lei -rappresenta una parte secondaria, e non credo di sbagliare dicendo che -stenterà a difendere i propri diritti, e mantenersi al posto che le si -compete, nell'allargata cerchia della famiglia di suo padre. - -— È dunque necessario che qualcuno la sostenga, e vegli su lei per -salvarla da noie e dispiaceri, — disse Gertrude. - -— Sicchè intendete di piantarvi sulla breccia? — domandò egli. - -— Intendo d'accettare la proposta del signor Graham, e raggiungere -subito Emilia, — ella rispose. — Ma spero che la buona armonia -esistente a quanto pare tra lei e le sue nuove parenti, rimarrà -indisturbata, e che non avrò quindi da prendere le armi per conto suo; -quanto _a me stessa_ non ho ombra di paura. - -— Allora, sei risoluta di partire? — disse la signora Jeremy. - -— Sì. Nulla fuorchè il mio dovere verso la signora Sullivan e suo padre -avrebbe mai potuto indurmi a lasciarla. Questo dovere è compiuto, -e poichè io posso esserle utile e ch'ella mi desidera, non esito un -momento. Vedo assai chiaramente dalla lettera della signora Ellis che -Emilia non è felice; io non devo negligere nessuna cosa che mi sia dato -fare per consolarla. Pensate quale amica è stata per me! - -— Oh, lo so! Io credo che, in fin dei fini, tu godrai il viaggio a -dispetto degli spauracchi che il dottore ti rizza contro; nondimeno è -un sacrificio da parte tua lasciare la tua bella camera e tutti i tuoi -comodi per l'incerto genere di vita che t'offre il viaggiare in così -numerosa compagnia. — - -Il dottore interruppe: - -— Se fa un sacrificio? La grazia! Non ne ho mai visto fare uno -maggiore, perchè si tratta non solo di perdere i trecentocinquanta -dollari l'anno che si guadagna, e la sua piacevole e tranquilla -abitazione di Boston, ma d'abbandonare quell'indipendenza per cui -ha tanto lottato e che le premeva a segno di non voler accettare -l'ospitalità in casa d'amici se non per un brevissimo soggiorno. - -— No, dottor Jeremy! — esclamò la fanciulla con calore. — Nulla ch'io -faccia per amore d'Emilia può essere chiamato sacrificio. È una gran -gioia per me. - -— Per te è sempre una gioia fare il bene, — osservò la signora. - -— Oh, non oserei affermarlo! — disse Gertrude. — Spesso anzi i miei -desiderî tenderebbero a sviarmi. Ma in questo caso no. Il pensiero -che la nostra cara Emilia abbia a dipendere da un'estranea per quei -piccoli servigi che soltanto il suo affetto verso chi glieli presta può -renderle accettabili, mi torturerebbe. Durante anni abbiamo vissuto -l'una per l'altra, goduto e sofferto insieme: _devo_ andare con lei; -non posso neanche sognarmi di fare diversamente. - -— Vorrei essere persuaso che il vostro sacrificio sarà, almeno fino a -un certo punto, apprezzato, — borbottò il dottore. — Ma scommetto che -invece Graham s'immaginerà di obbligarvi enormemente riprendendovi -seco. Forse vi parla come a una mendicante, in quella lettera: non -sarebbe la prima volta in vita sua che si comporta in cotesto modo. -Sicuro, niente al mondo avrebbe indotto il povero Filippo Amory a -ritornarci. — Poi a voce più alta soggiunse: — Vi fa qualche scusa per -la scortesia con cui vi trattò quando lo lasciaste? - -— Pare che stimi di non avere alcun torto. - -— Neppure scusarsi, dopo essersi condotto come non dovrebbe un -gentiluomo! Già me lo figuravo. Io protesto ch'è una pazzia esporvi -di nuovo a simili trattamenti. Ma ho sempre _udito dire_ che le donne -sono piene d'abnegazione nelle loro amicizie: ora ne veggo la prova. -Gertrude è un'eccellente amica. Signora Jerry, dobbiamo coltivare le -sue buone disposizioni; chi sa che una volta o l'altra non si dia il -caso anche per noi d'avere a chiederle qualche gran servigio. - -— E io sarò lieta se potrò rendervelo. Nessuno più di me è in debito -verso il consorzio umano. Sento che il mondo è tacciato d'egoismo, -di durezza, d'insensibilità: ma verso di me fu pietoso. Sarei ingrata -se non alimentassi nel mio cuore uno spirito d'amore universale: più -ingrata ancora se non fossi pronta a fare quanto sta nelle mie forze -per i cari amici che mi hanno prodigato tesori d'affetto quali mai -toccarono in sorte a un orfano! - -— Gertrude, — disse la signora Jeremy — io credo veramente che tu -facesti bene lasciando Emilia quando te ne partisti da casa Graham, -e che fai bene adesso ritornando a lei. E se l'essere tu la buona -figliuola che sei è in qualche modo merito suo, certo ella ha sopra di -te un sacro diritto. - -— Oh, sì, lo ha! Fu lei quella che per la prima m'insegnò a distinguere -il bene dal male. - -— Ed ora coglie il frutto di questa conoscenza, in voi, — aggiunse -il dottore. — Sì, è una cosa molto bella! Ma se siete determinata -di farlo, cotesto giro in Europa, dovete occuparvi senz'indugio dei -vostri preparativi. E, prima di tutto, il signor W. acconsentirà egli a -sciogliervi dai vostri impegni? - -— Lo spero. Mi dispiace assai d'essere costretta a chiederglielo, -perchè già l'inverno scorso dovetti mancare da scuola due settimane, e -fu tanto indulgente con me; ma posto che di qui a pochi mesi siamo alle -vacanze estive, forse non gli sarà difficile farmi supplire. Gliene -parlerò domani.... — - -La signora Jeremy offerse a Gertrude una soffitta per riporvi i suoi -mobili, le cedette la sarta che aveva fissato appunto per sè, infine -stabilì con lei ogni cosa perchè ella in una settimana fosse pronta -alla partenza. - -Il signor W., sebbene a malincuore, la lasciò libera, manifestandole -il suo vivo rammarico di perdere, com'egli disse, una così preziosa -assistente; e dopo alcuni giorni di grandi faccende per gli affrettati -preparativi, ella s'accomiatò da Fanny tutta in lacrime, dal premuroso -dottore e dall'ottima sua moglie, i quali l'avevano accompagnata -alla stazione. Gertrude promise di scrivere ai Jeremy, e questi -s'incaricarono di spedirle le lettere di Guglielmo. - -Di lì a meno d'una quindicina la signora Ellis ritornò a Boston e portò -notizie della giovanetta, che era arrivata a Nuova York felicemente. -Una settimana appresso la signora Jeremy ricevette una lettera, in cui -Gertrude le diceva che si sarebbero imbarcati il 28. Grande quindi fu -la sua maraviglia quando gliene pervenne una seconda recante la data -del 29, giorno in cui ella credeva la famiglia del signor Graham in -viaggio per l'Europa. E lesse quanto segue: - - Nuova York, 29 aprile. - - «Mia cara signora Jeremy, - -«Certo, sapendo che ieri era il giorno fissato per la nostra -partenza, sarete stupita di vedere che siamo sempre qui, e più ancora -d'apprendere che il nostro viaggio all'estero è differito a tempo -indeterminato. - -«Ier l'altro il signor Graham venne còlto dall'antico suo male, la -gotta, e l'accesso fu tanto grave, da minacciare seriamente la sua -vita. Benchè oggi sia alquanto sollevato e il medico lo dichiari fuori -di pericolo, soffre tuttavia molto, e non è, nè sarà per mesi, in grado -d'avventurarsi ad attraversare l'oceano. Egli ha un ansioso desiderio -d'essere a casa sua, e non appena si troverà abbastanza ristabilito -da poter viaggiare, ritorneremo alla villa di D. Includo un biglietto -per la signora Ellis, contenente varie indicazioni che Emilia la prega -di seguire. Lo mando a voi perchè non sappiamo dove dirigerlo, fidando -nella vostra bontà per farglielo pervenire. - -«La signora Graham e le sue nipoti che si ripromettevano un grande -piacere dal giro in Europa, sono dolenti d'aver dovuto così mutare -tutti i loro disegni per l'estate: specie la signorina Clinton, la -quale sperava d'incontrarsi a Parigi con suo padre, assente da più -d'un anno. Quanto ad Emilia ed a me, non possiamo davvero rimpiangere -un viaggio che ci faceva solo paura, e se la causa del differimento -non fosse la malattia del signor Graham, confesso che mai sapremmo -difenderci da un senso d'egoistica sodisfazione al pensiero di -ritornare alla cara vecchia villa, dove noi contiamo d'essere stabiliti -entro il corso del mese venturo. - -«Dico _noi_ perchè nè Emilia nè suo padre vogliono sentir parlare di -separarsi novamente da me. - -«Saluti cordiali a voi e all'ottimo mio amico, dottor Jeremy. Abbiatemi -sempre per la vostra devota - - «GERTRUDE FLINT.» - - - - -XXVII. - - La vedo. - Fluente in ricci d'or libera scende - Per gli omeri la chioma, e sulla bella - Bocca suona una voce melodiosa. - Non ella! - Di beltà più soave un'altra splende. - Nè melodia sgorgar sì dolce, io credo, - S'ode qual dalle labbra sue di rosa. - La vedo. - Non forse è quella dalla fronte pura - E bianca al par di netto avorio? Quella - Dai grandi occhi celesti? Ell'è l'amata? - Non ella! - È più leggiadra un'altra creatura - Di mente saggia e volontà temprata. - - CAROLINA GILMAN. - - -La casa di campagna del signor Graham aveva un grande atrio con due -porte, l'una in dirittura dell'altra, le quali durante le giornate -calde rimanevano aperte dando adito a una fresca corrente d'aria. -Perciò le vicinanze dell'ingresso principale donde l'ombreggiato -cortile esterno che scendeva fino alla strada, in lieve pendio, offriva -una vista piacevole, erano divenute un ridotto favorito della famiglia, -specie nelle ore mattutine innanzi che il sole v'arrivasse. E là, in un -gaio mattino di giugno, Isabella Clinton e sua cugina Rina Ray s'erano -comodamente stabilite, ciascuna secondo le proprie idee della comodità. - -Isabella, sprofondata in una gran poltrona che aveva spinta fin presso -la soglia, teneva in mano un lavoro di tappezzeria, ma non faceva che -guardare oziosamente verso la strada. Ella era una bellissima ragazza, -alta, snella, fine, di colorito delicato, con chiari occhi azzurri e -folti capelli biondi pioventi in lunghi ricci. La vezzosa bambina che -Gertrude aveva contemplato incantata, mentre questa dalla finestra -osservava lo zio True nell'atto d'accendere il lampione di fronte alla -casa di suo padre, era divenuta una non meno vezzosa giovane. La sua -rara bellezza, posta in rilievo da tutta l'eleganza che il buon gusto -può suggerire e tutto il lusso che il denaro può permettere, destava -intorno a lei l'ammirazione della gente, le attirava le lusinghe e le -carezze di quanti l'accostavano. - -Rimasta orfana di madre in tenera età, e lasciata per qualche anno in -cura a donne di servizio, ella aveva imparato presto ad apprezzare -più che non valgano le attrattive esteriori onde natura era stata -con lei tanto prodiga; e sua zia, sotto la cui tutela si trovava da -quando aveva lasciato la scuola, non era certo la persona più atta a -combattere questa vanitosa idolatria di sè stessa. - -Non si sarebbe ingannato chi avesse attribuito la sua aria di conscia -superiorità e il gesto protervo con cui il piccolo piede batteva -lo scalino della soglia, alla persuasione che Isabella Clinton, la -bellissima e ricchissima damigella, era quanto mai seducente nel suo -abito da mattina, di casimiro celeste, ornato di sontuosi ricami, -e aperto davanti su una sottana bianca, di cambrì, per metterne in -mostra le non meno sontuose gale. Nè poteva far maraviglia ch'ella -si compiacesse della propria apparenza, la quale avrebbe pienamente -sodisfatto i critici più severi. - -A' suoi piedi, su uno degli scalini bassi, sedeva Rina Ray, che -nell'aspetto e nelle maniere, come in molti punti del carattere, -presentava un vivo contrasto con la cugina. Ella era una di quelle -creature vivaci, giocherellone, carezzevoli, che il mondo chiama -care bambine, tanto piccina che i suoi modi fanciulleschi non le si -disdicevano; tanto spiritosa da farsi perdonare qualche infrazione -delle buone creanze; troppo spensierata perchè potesse essere -costantemente savia e gentile: ma di cuore così affettuoso, così -fervente di generosi entusiasmi, che i suoi difetti erano scusati dalle -persone disposte ad amarla come ella desiderava e cercava d'essere -amata da tutti. Avvenente d'altronde, e sempre animata, allegra, -contenta. Ammirava Isabella, le voleva bene, e fino a un certo segno -si lasciava dominare da lei; però sapeva tenerle testa con fermezza nei -casi in cui i loro sentimenti non s'accordavano. - -All'opposto dell'elegantissima signorina Clinton, ella di rado era -ben messa per la ragione che, quantunque ne avesse ampiamente la -possibilità, non se ne curava. Quella mattina aveva infilato sulla sua -veste di seta scura una cappa di flanella rossa, e, freddolosamente, -se la teneva stretta intorno alla persona, dicendo ch'era mezzo -assiderata, e che volentieri sarebbe andata a scaldarsi al fuoco in -cucina, se non avesse avuto paura d'incontrarvi quel dragone femmina -della signora Ellis. - -— O perchè, Bella, se proprio bisogna star qui a sedere sulla soglia, -non sediamo piuttosto su quella dell'uscio di dietro, dove c'è il sole? -— domandò alla cugina. — Ah, capisco! — soggiunse. — La carnagione! - -— La carnagione! — fece Isabella. — Io non temo di sciuparla, più di -quanto lo temi tu. Sono sicura di non andar soggetta a lentiggini, nè -ad abbronzamenti. - -— Sì, lo so; ma diventi rossa ch'è uno sgomento. - -— E se anche non fosse non andrei lo stesso dall'altra parte. Mi piace -sedere qui, sul davanti, e guardar la gente che passa. Chi saranno quei -due laggiù sulla strada? È un pezzo che li vedo venire; però non li -distinguo ancora bene. — - -Rina guardò nella direzione indicatale, e, dopo aver osservato un -minuto la coppia che s'avanzava, esclamò: - -— Ma è Gertrude Flint! Sarei curiosa di sapere dov'è stata. Il signore -che l'accompagna mi pare e non mi pare.... Non credevo che ci fosse da -avere un cavaliere elegante in questi paraggi. - -— Elegante! — disse Isabella con sarcasmo. - -— E perchè no, cara cugina? T'assicuro che questo è un figurino. - -— Oh, io non darei un quattrin bacato di tutti i galanti della -signorina Gertrude! - -— Davvero? Eppure faresti meglio ad aspettare d'aver veduto bene -prima d'affermarlo. Voialtri miopi non dovete pronunziare giudizi -così affrettati. Ti dico ch'è un cavaliere col quale tu stessa non -disdegneresti di mostrarti: è il signor Bruce.... quello che conoscemmo -alla Nuova Orléans. - -— Impossibile! — esclamò Isabella rizzandosi di scatto. - -— Te ne accerterai coi tuoi propri occhi, — replicò Rina — giacchè -viene qui con lei. - -— Curioso! Perchè mai l'avrà accompagnata? - -— Per dar prova del suo buon gusto. Non avrebbe potuto trovare una -compagnia più amabile. - -— Io non sono del tuo parere su questo punto. Confesso che non vedo -nulla di tanto amabile in quella ragazza. - -— Perchè non vuoi. Tutti la dicono attraentissima. Il signor Bruce apre -il cancello per farla passare, con altrettanto rispetto che se fosse -una regina. Mi piace questo suo contegno. - -— Guarda! Ha quel famoso cappellino chiuso, bianco. E quell'abito di -ghingano a scacchi! Che ne deve pensare il signor Bruce, critico tanto -fine in materia d'abbigliamenti femminili? — - -Gertrude e il suo compagno intanto s'avvicinavano alla casa. Ella alzò -gli occhi, vide le due signorine sulla soglia, e sorrise piacevolmente -a Rina, la quale faceva comici sberleffi e le lanciava occhiate -significanti, dietro le spalle d'Isabella. Ma il giovanotto, la cui -attenzione era tutta rivolta a lei, non s'accòrse delle altre, e queste -lo udirono distintamente dire, nell'atto che le porgeva un involto che -egli aveva galantemente portato: - -— Penso che non entrerò. Sarebbe una tal seccatura doversi mettere -a conversare con estranei! Ditemi, non lavorate più in giardino, la -mattina? - -— No, — rispose Gertrude — del mio giardino non esiste più se non la -memoria! - -— Come! — esclamò egli. — Spero che i nuovi venuti non avranno -osato.... — - -S'interruppe accorgendosi che la fanciulla guardava verso la casa, e -guardò anch'egli nella medesima direzione. Vedute Isabella e Rina ritte -di fronte a lui, fu costretto a riconoscerle e salutarle. S'avanzò -dunque verso di loro, e confidandosi che non avessero inteso le sue -parole, porse a entrambe la mano. - -Esse, invece, le avevano intese, ma credevano che egli ignorasse di chi -parlava; per tanto s'astennero dal farne cenno. - -S'ingannavano però. Il signor Bruce sapeva benissimo che le nipoti -della nuova signora Graham erano precisamente la signorina Clinton e la -signorina Ray da lui conosciute alla Nuova Orléans; tuttavia non aveva -nessuna voglia di ritrovarsi con loro. Ma il manifesto piacere delle -giovanette nel rivederlo lusingò la sua vanità, e la conversazione -divenne tosto così animata, che Gertrude potè entrare in casa e salire -senza ch'essi avvertissero la sua scomparsa. - -Ella andò nella camera d'Emilia dove aveva sempre libero accesso. -Mentre raccontava la sua gita mattutina e l'esito delle varie -commissioni di cui s'era incaricata, la governante sporse la testa -dall'uscio, e con una faccia e una voce che palesavano una grande -inquietudine, domandò: - -— Non è ritornata Gertrude? Ah, meno male, siete qui! Presto, ditemi se -la signora Wilkins ha le fragole.... - -— Ne ho accaparrate i tre quarti. Non le ha ancora mandate? - -— No, ma sono contenta di sapere che vengono. Mi dà tante noie questo -pranzo! — - -La signora Ellis finì d'entrare, chiuse l'uscio, e sedette mandando un -gemito che somigliava a un grugnito: - -— Affemmia, cara Emilia, non potete farvi una idea di quello che -le nostre ragazze hanno avuto da stirare oggi! — ella esclamò. — La -signora Graham e le sue nipoti mettono nel nostro bucato un visibilio -di biancheria fina, trinata, ricamata.... O non è una vergogna? Ricche -come sono, dovrebbero dar da lavare e stirare fuori, mi sembra.... Ho -aiutato _io stessa_ quanto potevo, ma dice bene la signora Prime: non -s'ha che due mani per una. E io avevo da parlare col macellaro, e fare -i budini e il _blancmanger_, e per giunta mi tormentavo a cagione di -quelle benedette fragole che m'ero dimenticata d'ordinare.... Dunque la -signora Wilkins non aveva ancora spedito le sue frutta al mercato? - -— No, ma le stava preparando in fretta; se tardavo un poco, non trovavo -più nulla. - -— Fortuna che siete arrivata prima! Non so che avrei fatto senza le -fragole, perchè mi sarebbe mancato il tempo d'andare a caccia d'altra -frutta. Ne avrò appena abbastanza per tutto quello che mi rimane da -sbrigare avanti pranzo! La signora Graham non aveva mai tenuto una casa -finora, e non sa quanto ce ne vuole per le diverse faccende. Quando -ritorna di città pretende di trovar ogni cosa in perfetto ordine, e non -domanda nè cura chi abbia spicciato il lavoro. — - -In quella s'udì la cuoca chiamare dalla scala di servizio: - -— Signora Ellis! Il garzone dell'ortolana ha portato le fragole, ma non -sono mondate: dice che non c'era tempo. - -— Ohimè! — esclamò la governante, stanca e seccata. — E chi le monderà, -vorrei un po' sapere? Caterina non ha un minuto d'avanzo, e io men che -meno. - -— Le monderò io, — disse Gertrude seguendo la governante che scendeva. -— Lasciate fare a me, signora Ellis! - -— No, no! — fece la cuoca. — Vi macchiereste le dita, signorina -Gertrude; non le toccate. - -— E che importa? Le mie mani non hanno mica pelle di guanto: sono -lavabili con acqua e sapone. — - -La governante accettò con gratitudine l'aiuto della giovanetta, la -quale sedette nel salotto da pranzo, e si mise all'opera. - -Intanto Bella e Rina facevano tutto il possibile per intrattenere -piacevolmente il signor Bruce, che seduto sulla scalinata -dell'ingresso, con la testa appoggiata a un pilastro del portico, -lanciava ogni tanto un'occhiatina verso l'atrio, e su per la scala, -nella dolce speranza di veder riapparire Gertrude. Infine, non -contandoci più, stava per accomiatarsi, quando sua sorella Fanny entrò -dal cancello, e attraversato di corsa il cortile passò davanti al trio, -precipitosamente, con l'intenzione di salire in casa difilato. - -Ma Ben stese un braccio, la colse a volo, e le sussurrò qualche parola -all'orecchio prima di lasciarla andare. - -— Chi è cotesta piccola selvaggia? — domandò Rina Ray, mentre Fanny -spariva nell'atrio come un baleno. - -— Mia sorella, — rispose il giovane col suo tono di noncurante -indolenza. - -— Davvero? — disse vivamente la fanciulla. — La vidi qui altre volte, -ma non feci attenzione a lei. Non sapevo che fosse _vostra_ sorella. -Che bella ragazzina! - -— Vi pare? — fece Ben. — M'incresce di non poter dire come voi. Secondo -me è uno spauracchio. — - -Fanny ricomparve, si fermò un momento a piè di scala, e gridò senza -cerimonie: - -— Dice che non può venire perchè è occupata. - -— Chi? — le chiese Rina afferrandola a sua volta e trattenendola. - -— La signorina Flint. — - -Il viso di Ben si tinse d'un lieve rossore che non isfuggì a Bella -Clinton. - -Rina domandò: - -— E che sta facendo? - -— Monda le fragole. - -— Dove vai, Fanny? — disse alla ragazzina il fratello. - -— Di sopra. - -— Hai dunque il permesso di girare per tutta la casa? - -— La signorina Flint m'ha detto che posso andar a prendere gli uccelli. - -— Che uccelli? - -— I suoi. Metterò la gabbia al sole e canteranno stupendamente. — - -Corse su per le scale, e non tardò a ritornare con la gabbia contenente -i minuscoli monias che Guglielmo aveva mandati da Calcutta. - -— To', Rina, devono essere quelli lì gli uccelli che ci destano tutte -le mattine col loro schiamazzo! — esclamò Isabella. - -— È probabile, — disse Rina. — Fanny, portateli qui, vi prego. Vorrei -vederli. Dio, che piccole creaturine! Guardate, signor Bruce.... -Bellini, carini! - -— Posa la gabbia là, sulla soglia, perchè possiamo vederli meglio, — -disse il giovane. - -— Temo che li spaventiate, — rispose Fanny. — La signorina Flint non -vuole che si spaventino. - -— Sta' tranquilla, — replicò egli — tratteremo gli uccellini della -signorina Flint coi più benevoli riguardi. Di dove li ha avuti? Lo sai? - -— Vengono dalle Indie orientali. Glieli mandò il signor Sullivan. - -— Chi è cotesto signore? - -— Un suo grande amico. Ella riceve spesso lettere da lui. - -— Quale signor Sullivan? — domandò Isabella. — Conoscete il suo nome di -battesimo? - -— Credo sia Guglielmo, — disse Fanny. — La signorina Emilia chiama -sempre questi uccelli i Guglielmini. - -— Bella! — esclamò Rina. — Gli è il _tuo_ Guglielmo Sullivan! - -— Che uomo fortunato! — fece Ben con accento sarcastico. — Proprietà -d'una bellissima signorina, e grande amico di un'altra! - -— Non so che tu voglia intendere, — disse agramente Isabella alla -cuginetta. — Il signor Sullivan è un giovane socio di mio padre, ma -sono anni ch'io non lo vedo. - -— Fuorchè ne' tuoi sogni, Bella, — insistette l'altra. — Tu -dimentichi.... — - -La signorina Clinton pareva ora adirata sul serio. - -— Sognate il signor Sullivan, voi? — escì a dire Fanny piantandole gli -occhi in faccia. — Voglio andar a domandare alla signorina Flint se -accade anche a lei. - -— Brava, — disse Rina — vengo anch'io. — - -Attraversarono l'atrio correndo, apersero l'uscio della sala da pranzo, -e fecero l'interrogazione ad una voce. - -Còlta così di sorpresa, Gertrude non arrossì nè si confuse; rispose -tranquillamente: - -— Sì, qualche volta. Ma che ne sapete voi due del signor Sullivan? -Perchè mi fate cotesta domanda? - -— Oh, per nulla! — rispose Rina. — _Anche altre persone lo sognano_, e -facciamo un'inchiesta per sapere quante sono. — - -Richiuse l'uscio e tornò indietro di volo. - -— Gertrude Flint è stata più franca e sincera di te! — gridò alla -cugina con aria di trionfo. — Era meglio confessare la tua piccola -debolezza che arrossire e negar la verità! — - -Ma lo scherzo, a Bella, non garbava; n'era vivamente offesa, e non -lo nascondeva. Il signor Bruce, impacciato e seccato, s'affrettò a -lasciare che le due ragazze accomodassero la questione tra loro. Tosto -ch'egli se ne fu andato, la signorina Clinton piegò il suo lavoro -di ricamo, e con gran dignità salì nella sua camera, mentre Rina, la -quale rideva ancora, si trattenne da basso, desiderando d'approfittare -dell'occasione per stringere amicizia con Fanny Bruce. Questo desiderio -nasceva dal fatto che le piaceva non poco il fratello, e ch'ella aveva -concepito la tanto comune ma spesso erronea speranza d'avvantaggiare -la propria causa entrando in dimestichezza con la sorella. Fors'anche -l'induceva a questo passo l'aver osservato che Gertrude sembrava godere -le simpatie dell'uno e dell'altra. - -Invitò dunque Fanny a sedere accanto a lei, le cinse la vita con un -braccio, poi cominciò dal discorrere della signorina Flint, e indagare -quali fossero le origini dell'intimità di questa con la famiglia Bruce, -e se fosse più o meno grande di quanto pareva. - -La ragazzina, comunicativa per sua natura, l'informò, senza farsi -pregare, delle circostanze che l'avevano condotta a legarsi così -strettamente con una amica d'alcuni anni maggiore. - -— Anche vostro fratello la conosce da un pezzo, non è vero? - -— Sì, credo, — rispose Fanny in tono di noncuranza. - -— E a lui, piace? - -— Non so, ma penso che debba piacergli; come potrebb'essere -diversamente? - -— Che v'ha sussurrato in un orecchio quando ci siete passata accanto -sulla scalinata? — - -Ella non se ne rammentava lì per lì; ma avendole Rina ripetuto ciò -ch'era venuta a riferire, non esitò a rispondere: - -— M'aveva detto di domandarle se non sarebbe tornata presto a -intrattenersi un po' con lui, e di dirle che si tediava mortalmente ad -aspettarla. — - -Rina sporse le labbra in atto di dispetto. - -— Vorrei sapere — ella ripigliò — se la signorina Flint usa ricevere -visite qui, ed è trattata da pari a pari. - -— Ma sicuro! — la rimbeccò Fanny con prontezza. — E perchè no? È -la più compita signorina ch'io abbia mai conosciuta. La mamma dice -che le sue maniere sono finissime, e mi raccomanda di prenderle per -modello. — - -In quella Gertrude, che era andata a mettere le fragole nella -ghiacciaia, attraversava la parte posteriore del lungo atrio. La -ragazzina la chiamò: - -— Signorina Gertrude, siete lesta? - -— Or ora vengo, Fanny, — rispose la giovane. - -— A far che? — interrogò di nuovo Rina. - -— A leggere, — disse la piccola Bruce. — Oggi essa leggerà alla -signorina Emilia il rimanente dell'_Amleto_ di cui le lesse ieri i tre -primi atti, ed io ho il permesso di star con loro, ad ascoltare. Ci -capisco poco o nulla, quando lo leggo da me, ma sentito da lei diventa -tutto piano. È una lettrice maravigliosa. Sono venuta apposta per udire -la fine della tragedia. — - -Restata sola, Rina si stese sul sofà che era nell'atrio, e -s'addormentò. Fu destata dalla signora Graham, la quale arrivava da -Boston poco innanzi l'ora d'andare a tavola, e trovatala lì a dormire,, -ancora in veste da mattina, la scosse per un braccio e le disse con -quella sua voce che ad onta delle migliori intenzioni non poteva essere -se non grossa e rude: - -— Su, su, Rina Ray, svegliati e va' a vestirti per il pranzo! Ho veduto -alla finestra Bella già pronta e veramente splendida. Vorrei che ti -dessi anche tu un po' di cura d'abbellirti, di comparire! — - -Ella sbadigliò, e, col suo comodo, obbedì all'ordine della zia. Era -sua politica, quando aveva offeso in qualche modo la cugina, contenersi -come se ne fosse inconsapevole; Isabella dal canto proprio faceva bensì -il broncio, ma lo smetteva presto, troppo essendole necessaria la sua -compagnia. E così non tardavano a ritornare amiche più di prima. - -— Bella, — disse Rina, mentre si ravviava i capelli, allo specchio — -ti rammenti quella ragazzetta che tutte le mattine nell'andare a scuola -incontravamo in compagnia d'un vecchio paralitico? - -— Sì. - -— Io credo, sai, che fosse Gertrude Flint. Ha fatto un gran -cambiamento, sicuro: ma i lineamenti sono sempre gli stessi, e certo -non c'è al mondo un altro par d'occhi come quelli. - -— Non dubito punto che sia la medesima persona, — rispose Isabella -freddamente. - -— L'avevi già pensato? - -— Sì, quando Fanny ha detto che conosce Guglielmo Sullivan. - -— E perchè l'hai taciuto? - -— Oh Dio, Rina, io non m'appassiono tanto per lei, come te e qualcun -altro! - -— Chi altro? — - -Isabella a sua volta punzecchiava la cuginetta. - -— Il signor Bruce, bambina. O non vedi ch'è mezzo innamorato di lei? - -— No, non lo vedo, punto. Si conoscono da molto tempo, così mi ha -detto Fanny, ed è naturale che tratti con gentilezza e con rispetto una -ragazza tenuta dai Graham in tanto conto. Ma non credo davvero ch'egli -voglia prendersi d'amore per una che, oltre l'esser povera, non ha -nemmeno una famiglia. - -— Forse infatti _non vorrebbe_. - -— E _non è_. Gertrude Flint non fa per lui. Egli ha frequentato -molto il bel mondo non solo a Boston ma a Parigi, e gli si conviene -una moglie di spirito gaio, amante della buona compagnia, che sappia -spendere e figurare. - -— Dici bene.... Una Rina Ray, per esempio. - -— Questa è ridicola, Bella!... Parrebbe che non si possa parlare senza -pensar a sè stessi! Che me ne importa a me di Ben Bruce? - -— Io non so se te ne importi: ma so che non mi strapperei i capelli a -proposito di lui, come fai tu in questo momento. Suona la campana per -il pranzo, e tu sarai in ritardo, al solito. — - - - - -XXVIII. - - Dalla natura sua, savia, sincera, - Schiettamente leale, a lei deriva - La dignità ch'è salda come un centro. - - LOWELL. - - -Il crepuscolo di quel medesimo giorno trovò Gertrude ed Emilia sedute -a una finestra che s'apriva verso ponente e dominava una magnifica -veduta. La giovanetta descriveva alla sua amica cieca il pomposo -spettacolo offerto dai cumuli di splendide nuvole tinte di porpora e -d'oro; questa, ascoltando la maravigliosa descrizione dell'aspetto -assunto dalla natura nell'ora più cara ad entrambe, partecipava al -godimento della compagna. - -Lentamente la gloria del tramonto svanì. Solo una lunga striscia d'oro -pallido listava ancora l'orizzonte, mentre le stelle spuntavano ad una -ad una, e sembravano guardare entro quella finestra con un sorriso di -saluto. - -Nel salotto terreno c'era gente venuta di città: suoni di voci allegre -e di risa salivano portati dalla brezza vespertina, ma così addolciti -per la lontananza che contrastavano con la quiete della camera senza -turbarla. - -— Dovresti scendere, Gertrude, — disse Emilia. — Pare che si divertano, -e mi farebbe piacere sentire le tue risa fra quelle degli altri. - -— No, no, cara, sto più volentieri con voi; — rispose la fanciulla — -costoro sono quasi tutti estranei per me. - -— Come vuoi, figliuola; ma mi rincresce tenerti appartata dalla -gioventù. - -— Non potreste mai tenermi in vostra compagnia più a lungo di quanto io -desideri starci; sapete che vi preferisco ad ogni altra persona. — - -E ripresero la loro conversazione che, sebbene misurata e calma, non -mancava d'amenità, e neppure d'arguzia. - -Furono interrotte da Caterina mandata dalla signora Graham ad -annunziare la visita della signora Bruce, la quale desiderava salutare -Emilia. - -— Bisogna dunque ch'io scenda, — disse la cieca. — Vieni anche tu, -Gertrude? - -— No, non vorrei, salvo che non abbia chiesto di me. Caterina, m'ha -menzionata, la signora Graham? - -— Ha «minzionato» soltanto la signorina Emilia, — rispose la ragazza. - -— Allora resto qui. — - -Emilia non insistette e andò senza di lei. - -Ma poco dopo il campanello della porta di casa squillò di nuovo. -Pareva una serata di ricevimento. E questa volta Gertrude fu invitata -espressamente a scendere, perchè il dottor Jeremy e la sua signora -volevano vederla. - -Il salotto era pieno quand'ella entrò; non rimaneva una seggiola -libera. Tutti gli occhi si fissarono sulla giovanetta che si presentava -inaspettata dai più, e sola. Al contrario di ciò che s'attendevano -Isabella e Rina, le quali l'osservavano curiose, ella non mostrò pur -ombra d'impaccio nè di goffaggine: ma girato placidamente lo sguardo di -gruppo in gruppo finch'ebbe scoperto la signora Jeremy, attraversò la -vasta sala con la grazia che la distingueva, e altrettanta franchezza e -disinvoltura che se non ci fosse stato nessuno. - -Salutò la signora, cordialmente come sempre, poi si volse in cerca -del dottore. Questi sedeva nel vano d'una finestra, con Fanny, mezzo -nascosto dalla tenda. Prima ch'egli potesse venire a lei, la signora -Bruce le diresse un cenno amichevole, da un angolo nella parte opposta -della stanza. Ella andò a stringerle la mano. Ben, il quale si trovava -lì presso in un circolo di signorine e giovanotti eleganti, ed era -così assorto nello spiare ogni sua mossa che lasciava senza risposta -una domanda di Rina Ray, s'alzò prontamente e le offerse la seggiola -dicendo: - -— Sedete qui, signorina Gertrude, ve ne prego. - -— Grazie, — ella rispose — ma vedo là il mio buon amico dottor Jeremy, -che m'aspetta; non vi disturbate dunque.... — - -Il dottore le venne incontro fino a metà della sala, le prese tutt'e -due le mani, e la condusse nel vano della finestra dove la fece sedere -al posto prima occupato da lui accanto a Fanny. Allora Ben Bruce, con -grande stupore di quanti lo conoscevano, gli portò la propria seggiola, -collocandola di faccia a Gertrude. Nessuno avrebbe creduto capace di -tanto rispetto per l'età canuta quello zerbinotto che vantava la sua -educazione moderna. - -— È forse una figlia del signor Graham? — domandò a Isabella Clinton -una giovanetta seduta vicino a lei. - -— Oh, no! — rispose questa. — È una ragazza che la signorina Graham ha -fatto educare, e ora tiene seco: una specie di lettrice e damigella di -compagnia. Il suo nome è Flint. - -— Come dite che si chiama quella signorina? — domandò un galante -ufficialetto sporgendosi verso Isabella. - -— Signorina Flint. - -— Flint.... Ah, una graziosa persona, assai fine! Con che gusto -originale s'acconcia i capelli! - -— Sì, quella pettinatura dona molto al suo tipo, — osservò la -giovanetta che aveva interrogato per la prima la nipote della signora -Graham. — Non vi sembra? - -— Non saprei, — rispose il tenente. — Ma qualche cosa le dona -certo, perchè ha un aspetto piacentissimo. Bruce, — egli soggiunse -rivolgendosi a Ben che ritornava dopo aver compiuto il suo -straordinario sforzo di gentilezza — chi è cotesta signorina Flint? -Sono stato qui altre volte, ma non l'avevo mai veduta. - -— Non ve ne maravigliate. Si mostra di rado, — disse quegli. — Carina, -eh? - -— Ha una bella figura, ma non mi sono ancora fatto una chiara idea di -lei. Prima di tutto, chi è? - -— Una specie di figlia adottiva del signor Graham, credo.... una -protetta della signorina Emilia. - -— Ah, poverina! Un'orfana? - -— Sì, m'immagino, — mormorò Ben mordendosi le labbra. - -— Peccato! Poverina! — riprese l'altro. — Ma avete ragione, Ben, -è carina assai, segnatamente quando sorride; v'è un non so che -d'attrattivo nel suo viso. — - -V'era senza dubbio per Ben Bruce, perchè pochi minuti dopo Rina -s'avvide ch'egli non era più nel salotto, e lo scoperse affacciato -dal portico alla finestra nel cui vano sedevano il dottore, Gertrude e -Fanny, discorrendo con loro. La conversazione era animatissima: pareva -ci fosse una battaglia di frizzi fra gl'interlocutori; il vecchio -medico rideva forte, e le due ragazze spesso gli facevano eco. Rina -sopportò finchè potè, poi con atto risoluto attraversò a rapidi passi -la sala, e s'unì al loro gruppo, curiosa di conoscere la causa di tanta -ilarità. - -Ma per lei era un enigma: si parlava d'un buffonesco berretto con una -lunga nappina, e di pisoli sull'erba nelle ore pomeridiane; il dottor -Jeremy faceva bizzarre allusioni a un vecchio pero, a trappole tese ai -ladri, e altre ancora che ricordavano a Gertrude le circostanze del suo -primo incontro con lui e col giovane Bruce. - -La signorina Ray cominciava a comprendere che essendole il soggetto -del discorso affatto estraneo, ella aveva un po' l'aria di un'intrusa; -ma Gertrude accortasi del suo impaccio l'invitò gentilmente a sedersi, -facendole posto accanto a sè, e disse: - -— Il dottore parla del tempo ch'egli, o se vuole, che _noi_, lui ed -_io_, s'andava a rubare frutta nell'orto della signora Bruce, dove il -signor Bruce ci colse in flagrante. - -— Volete dire, mia cara, — l'interruppe Jeremy — che noi cogliemmo -il signor Bruce. Credo che s'io non l'avessi risvegliato così -energicamente, questo giovanotto dormirebbe ancora! - -— Certo, quel primo nostro incontro fu il più gran risveglio della mia -vita! — disse Ben parlando in apparenza al dottore, ma rivolgendo a -Gertrude uno sguardo significativo. — E non mi costò un pisolo solo.... -Quanto mi dispiace, signorina, che abbiate cessato di coltivare le -vostre aiuole, come allora! Di grazia, perchè mai? - -— La signora Graham ha fatto rimodernare tutto il giardino, e il nuovo -giardiniere non ha bisogno de' miei servigi nè li desidera. Egli ha -i suoi metodi e i suoi disegni: non m'è lecito di competere con un -professore dell'arte. Io non farei che guastare. - -— Ma io invece dubito che i risultati ottenuti da lui siano altrettanto -felici. Non vedo più la quantità di bei fiori che c'era nelle stanze a -tempo _vostro_. - -— A lui non piace coglierli come piaceva a me. Io desideravo ornare di -fiori l'appartamento anzichè curarmi dell'apparenza del giardino; il -giardiniere ha idee affatto opposte alle mie. — - -Rina diresse al signor Bruce alcune domande sul soggetto del -giardinaggio, e il dottore continuò a discorrere animatamente con -Gertrude, finchè la signora Jeremy si levò per accomiatarsi ed -avvicinatasi alla finestra disse: - -— Dottor Jerry, avete dato a Gertrude la sua lettera? - -— Oh, povero me! — esclamò il dottore. — Per poco non l'ho -dimenticata.... — Frugò nelle sue tasche e tirò fuori una busta coperta -di francobolli d'ogni colore che ne denotavano la provenienza esotica. -— Guardate, Gertrude, roba di Calcutta, genuina. — - -Ella prese la lettera, e ringraziò il dottore, palesando con -l'espressione del suo viso ch'era lieta di riceverla; quel piacere -però si velava di mestizia, perchè non le erano pervenute ancora se -non una volta sola notizie di Guglielmo dopo ch'egli aveva saputo -la morte della madre, e il suo scritto era stato uno sfogo di dolore -così veemente, che la vista de' suoi caratteri quasi le faceva male, -prevedendone ella un altro non meno disperato. - -Il signor Bruce, che la fissava aspettandosi di vederla mutar colore e -conturbarsi nel ricevere quella lettera in presenza di tanti testimoni, -fu tranquillato dalla compostezza con cui essa la tolse dalla mano del -dottore e la tenne, senza dissimularla, nella propria, mentre salutava -lui e la signora. Ella li accompagnò fino alla porta di casa, poi -s'avviò per salire alla sua camera; ma a piè della scala incontrò il -giovane, il quale, indovinata la sua intenzione, era venuto in fretta -dal portico raggiungendola nell'atrio, a tempo per impedirle il passo. - -— È dunque una lettera molto importante, — diss'egli — giacchè private -la compagnia della vostra gradita presenza per l'ansietà di conoscerne -il contenuto. - -— È d'un amico delle cui notizie sono infatti ansiosa, — ella rispose -gravemente. — Vogliate, prego, scusarmi con vostra madre, se chiede di -me; quanto agli altri ospiti, io sono per loro un'estranea, e nessuno -s'accorgerà della mia assenza. - -— Oh, signorina Gertrude, è inutile venir qui per vedervi; siete per lo -più invisibile.... In qual parte del giorno c'è maggior probabilità di -trovarvi libera da impegni? - -— Quasi in nessuna. Sono oltremodo occupata, io. Ma signor Bruce, -non voglio più tenervi lontano dalle altre signorine.... Buona -notte! — - -E Gertrude così dicendo corse su per le scale, lasciando Ben incerto se -stizzirsi contro di lei o contro sè medesimo. - -All'opposto di quanto la fanciulla s'immaginava, la lettera di -Guglielmo lenì il dolore ch'ella aveva anticipatamente provato pensando -a lui. La morte del nonno, e specie quella della madre, perdita ben più -grave, avevano così profondamente abbattuto l'animo del giovane, che -la prima sua risposta alle comunicazioni di Gertrude era stata scritta -in un tono di scoramento e d'angoscia tale, da spaventarla, da farle -temere perfino che la cristiana virtù della fortezza gli fosse venuta -meno sotto il peso della doppia sventura. - -Fu dunque un grande sollievo per lei il vedere che egli adesso scriveva -con maggior calma. S'era preso a cuore l'ultima preghiera della -madre in cui ella lo esortava a sottomettersi ai voleri di Dio, e -quantunque sempre intensamente afflitto, andava acquistando pazienza -e rassegnazione. Ma in questa lettera non parlava a lungo di sè e del -proprio cordoglio. - -Le tre pagine coperte di fitti caratteri erano quasi tutte dedicate -a Gertrude. Con fervide parole egli le manifestava la sua gratitudine -per l'attiva bontà e l'amore con cui ella aveva rallegrato e confortato -gli ultimi giorni de' suoi cari, e pregava il Signore di benedirla, e -ricompensarla della abnegazione e della sua costanza. Chiudeva dicendo: - - «Tu sei tutto quanto mi resta al mondo; le mie speranze, le mie - fatiche, le mie orazioni, sono per te sola. Se prima t'amavo, - Gertrude, ora mi sento avvinto a te da un vincolo più forte d'ogni - legame terreno. Mi conceda il Cielo di potere un giorno rivederti!» - -Per più di un'ora, dopo finito di leggere, ella rimase assorta nelle -sue meditazioni. Ritornava col pensiero alla casa dello zio True -divenuta la sua, ai giorni in cui Guglielmo e lei passavano insieme, -da buoni compagni, tante ore felici e non si sognavano nemmeno la lunga -separazione che doveva seguire così presto; riandava nella memoria gli -eventi successivi che l'avevano recata alle sue condizioni odierne. -Le voci dei visitatori che s'accomiatavano la scossero dalla sua -fantasticheria. - -La signora Bruce ed i suoi figliuoli si trattennero ancora finchè -furono partite le carrozze con gli ospiti venuti dalla città, e -nell'atto che, fermi sotto la finestra di Gertrude, salutavano la -signora Graham, questa disse: - -— Rammentatevi, signor Bruce, noi pranziamo alle due. Verrete anche -voi, spero, signorina Fanny. Conto poi su tutt'e due per la nostra -gita. — - -Dunque, Ben Bruce, uno dei prossimi giorni pranzerebbe in casa -Graham; Gertrude udì, e i suoi pensieri, abbandonando il passato, si -concentrarono nel presente. - -Le attenzioni del giovane per lei erano state osservate quella sera; -ed ancor più l'ammirazione che egli aveva trovato modo di manifestarle -coi complimenti sussurrati al suo orecchio. Nè questa nè quelle erano -cercate o desiderate dalla fanciulla, che, d'alta mente e aliena -d'ogni civetteria quale era, non se ne sentiva affatto lusingata; -anzi l'offendeva nel suo rispetto di sè stessa l'aria presuntuosa -e sicura con cui le faceva la corte. Giovanetto diciassettenne, lo -aveva giudicato indolente e ineducato. Il suo senso di giustizia -tuttavia l'avrebbe fatta recedere da questo giudizio se quando -la loro conoscenza s'era rinnovata, dopo alcuni anni, egli avesse -mostrato un mutamento vantaggioso nel carattere e nelle maniere. -Ma così non era, nè l'esteriore politezza data dall'uso del mondo -e dalla studiata eleganza poteva abbagliare il discernimento di -Gertrude: ella aveva quindi presto avvertito che gli antichi difetti -permanevano, rafforzati, anzi, e posti in rilievo da una mal celata -vanità. Adolescente, egli aveva fissato la fanciulla con insistenza, -per sfrontatezza, e chiesto il suo nome per curiosità oziosa: giovane -bellimbusto, voleva amoreggiare con lei perchè il tempo gli pesava e -non sapeva che fare di meglio. - -Ma con somma sua maraviglia Ben Bruce aveva trovato che la -«campagnuola», com'egli soleva chiamarla avendola sempre veduta in -campagna, era totalmente insensibile alle sue lusinghe, alla sua -preferenza ambita da più d'una bellezza cittadina. Ella pareva non -curarsi dell'ammirazione che le tributava, e s'egli ricorreva ai -motti pungenti aveva la peggio. Se la cercava, come soleva quando ella -coltivava il suo giardino, non giungeva a distrarla dal suo lavoro nè a -trattenerla dopo finito; se l'incontrava per via e s'accompagnava a lei -lasciandole scorgere nella sua fatuità che presumeva di farle un grande -onore, ella opponeva alle stucchevoli adulazioni un contegno fermamente -dignitoso; quando poi egli arrischiava qualche complimento più diretto, -lo pigliava nel senso d'uno scherzo e ribatteva con tanta giocosità e -tanta arguzia, da suscitare nell'opaco spirito del povero Ben il dubbio -d'essersi reso ridicolo. E ciò non perchè Gertrude si compiacesse nel -ferire i sentimenti d'un uomo disposto ad amarla, ma perchè comprendeva -ch'egli non era sincero, e il suo nobile orgoglio non tollerava di -venir preso a giuoco. - -Era una cosa nuova per Ben Bruce il vedere una signorina indifferente -a' suoi meriti; e la sua ambizione ne fu stimolata al punto, ch'egli -si propose di guadagnarsi ad ogni costo le grazie della fanciulla. Non -trascurava dunque nessuna occasione di trovarsi con lei. - -Ma mentre si sforzava di conquistarla, rimase còlto egli stesso -nel proprio laccio; poichè pur non riuscendo a destare simpatia in -Gertrude, non poteva essere insensibile anche lui a' suoi pregi. -Perfino la comparativamente ottusa intelligenza di Ben arrivava a -riconoscere la grande superiorità di quella giovanetta sulla maggior -parte delle sue coetanee, a sentire nella sua vivace originalità, -in contrasto con l'insipida vita mondana, un incanto che finì col -vincerlo. - -L'ardore e la perseveranza del giovane nel manifestarle la sua -ammirazione avevano già cominciato ad importunarla quando, sul -principio dell'autunno, ella aveva lasciato la casa del signor Graham; -s'era perciò rallegrata udendo, poco appresso, che egli accompagnava -sua madre a Washington, e sarebbe stato assente parecchi mesi. - -Ben, invece, si staccò a malincuore da Gertrude; tuttavia, in -mezzo alla spensierata gaiezza delle città meridionali, trovò modo -d'ingannare il tempo abbastanza piacevolmente. Si ricordò di lei -incontrandosi alla Nuova Orléans coi Graham e la loro compagnia: anzi, -bisogna dire ad onore del suo criterio, che più la comparava con le -vane figlie della moda, e più alto ella saliva nella sua stima. - -Glielo aveva detto senza esitare, rivedendola per la prima volta, -la mattina che con grande maraviglia delle due cugine era venuto ad -accompagnarla fino a casa: e da allora la crescente passione delle -sue parole e delle sue maniere, in cui appariva una sincerità che vi -mancava per l'innanzi, impensieriva la fanciulla. Ella risolse pertanto -quella sera d'evitare il signor Bruce in ogni possibile occasione; ma -dovette bentosto persuadersi che non era facile. - -Il giorno seguente il signor Graham ritornò di città verso mezzogiorno -e andò a sedere nell'atrio dove stavano, al solito, le due signorine; -poi, spiegato il suo giornale, lo porse a Rina chiedendole di leggergli -le notizie. - -— Che debbo leggere? — domandò ella prendendo il foglio, piuttosto di -mala voglia. - -— L'articolo di fondo, prego. — - -Rina voltò e rivoltò le pagine del giornale, le scorse in fretta con -l'occhio, e dichiarò che non sapeva quale articolo fosse quello. Il -signor Graham la guardò attonito, e le additò in silenzio la colonna -desiderata. La ragazza incominciò, ma aveva appena letto alcune righe -ch'egli l'interruppe dicendo con impazienza: - -— Meno furia! Non arrivo ad afferrare una parola! — - -Ella cadde nell'eccesso opposto, strascicando le sillabe, così -intollerabilmente da farsi interrompere di nuovo dal suo uditore, il -quale le ordinò di dare il foglio a Isabella. - -Questa lo prese dalle mani dell'imbronciata Rina, e finì di leggere -l'articolo, non però senza essere due o tre volte ammonita a -pronunziare in modo più intelligibile. - -— Desiderate qualche altra cosa, signore? — ella domandò. - -— Sì, ti prego, cerca le notizie marittime, e leggimi la lista dopo i -piroscafi. — - -Più fortunata di sua cugina, Bella trovò subito il posto, e lesse: - -«A Canton, aprile 30, nave mercantile Anna Maria, Ray, s. c. r. n. -t....» O che significa? - -— Scaricante, s'intende. Avanti. — - -Bella seguitò a compitare con aria perplessa due o tre altre -enigmatiche abbreviazioni, finchè il signor Graham quasi le strappò di -mano il giornale mormorando: - -— Stupida! Non saper leggere le notizie marittime! Dov'è Gertrude? -Dov'è Gertrude Flint? Quella è la sola ragazza capace a qualche -cosa ch'io abbia mai veduta.... Rina, fa' il piacere d'andare a -chiamarla. — - -Sebbene alquanto riluttante, Rina andò, e disse a Gertrude ciò di -cui era richiesta. Ella ne fu stupita; da quando aveva resistito alla -volontà del vecchio signore mantenendo con fermezza il suo proposito di -lasciare la casa, egli non le aveva più chiesto di fargli la consueta -lettura. Nondimeno obbedì sollecitamente alla sua chiamata, e sedutasi -nella poltrona accanto alla porta, abbandonata da Isabella, cominciò -dalle notizie marittime, e senz'altre domande passò d'articolo in -articolo nell'ordine che sapeva preferito dal signor Graham. - -Sdraiato nel suo ampio seggiolone, di faccia a un'ottomana su cui -poggiava il piede gottoso, egli pareva quanto mai sodisfatto, e quando -Bella e Rina furono salite nella loro camera, osservò:, - -— Non sembra d'essere tornati ai giorni antichi, eh, Gertrude? — - -Poi chiuse gli occhi, e di lì a pochi minuti il suo respiro profondo e -regolare avvertì la giovanetta ch'egli s'era addormentato. - -Visto che non le sarebbe stato possibile passare senza rischio di -destarlo, ella posò il giornale, e si chinò per prendere dalla sua -tasca un lavoretto, giacchè ben di rado rimaneva un momento oziosa. -In quell'atto notò sulla soglia un'ombra, e alzando il viso si vide -davanti proprio la persona che s'era proposta d'evitare. - -Il signor Bruce la fissava con la sua aria indolente d'uomo sicuro di -sè, da cui sempre tanto si sentiva offesa. Egli teneva in una mano un -mazzo di rose reggendolo in modo da presentarlo alla sua ammirazione. - -— Bellissime! — ella disse gettando uno sguardo ai ramicelli carichi -d'una lussureggiante fioritura di rose muscose ancora in bocciuolo: ve -n'erano di porporine e di bianche. - -Parlava a voce sommessa temendo di rompere il sonno del signor Graham. -Egli abbassò la sua fino a un mormorio appena percettibile per dirle, -mentre faceva oscillare le rose sul capo di lei: - -— Le credevo belle quando le ho còlte, ma adesso il paragone le fa -scomparire. — - -E guardava espressivamente le gote della fanciulla. - -Questo vieto complimento, parve a Gertrude oltremodo insulso, venuto -dalla bocca del signor Bruce. Ella si rizzò, per uscire dalla porta -della facciata, dicendo: - -— Attraverso il portico e mando a dire alle signore che siete qui. - -— Oh, no, ve ne prego! — fece egli sbarrandole il passo. — Sarebbe una -crudeltà. Io non ho il minimo desiderio di vederle. — - -Il suo gesto era così risoluto, che Gertrude si trovò costretta -a ritrarsi dalla soglia e sedere di nuovo. Ma nel farlo una viva -contrarietà si mostrava nel suo viso. Tolse di tasca un lavoro di -cucito e vi si applicò. - -Ben Bruce trionfava. E tentò d'approfittare della vittoria: - -— Signorina Gertrude, volete farmi l'onore di portare oggi questi fiori -nei capelli? - -— Io non porto fiori vistosi, — ella rispose senza levar gli occhi -dalla mussolina che cuciva. - -Egli s'immaginò che fosse a cagione d'un lutto, perchè ella indossava -un semplicissimo abito nero, e scelti tutti i bocciuoli di rose bianche -glieli offerse pregandola di ornarne per amor suo quei serici capelli -bruni con cui il loro candore avrebbe fatto un mirabile contrasto. - -— Vi sono obbligatissima, — disse Gertrude — non ho mai veduto rose più -belle, ma io non sto punto sulle gale, lo sapete, e credetemi, dovete -scusarmi. - -— Sicchè voi rifiutate i miei fiori? - -— Ma no, li accetto con piacere, — ella replicò, rizzandosi — se mi -permettete d'andar a prendere un vaso d'acqua e metterli nel salotto -dove tutti potremo goderli. - -— Io non li ho recisi e portati qui a benefizio dell'intera famiglia, -— replicò Ben, con tono quasi di risentimento. — Se voi non volete -ornarvene, li offrirò a qualcuno che lo farà volentieri. — - -Egli pensava che questa minaccia la spaventerebbe, perchè la sua vanità -era tale, che ascriveva il contegno della fanciulla a mèra civetteria, -e posto che in altri casi simili esso non aveva potuto se non aumentare -la sua ammirazione per lei, lo credeva dettato dal desiderio di -produrre quest'effetto. - -— La punirò, — disse in cuor suo, rifacendo accuratamente il suo mazzo -di rose, col proposito di presentarlo a Rina la quale senza dubbio -sarebbe stata lieta di riceverlo. - -— Dov'è Fanny, oggi? — domandò Gertrude, premendole di mutare discorso. - -— Non so, — rispose Ben secco secco, per significare che non aveva -nessuna voglia d'intrattenersi su Fanny. - -Seguì un breve silenzio, durante il quale egli stette a fissare le dita -della fanciulla intenta a cucire. - -— Come siete assorta nel vostro lavoro! — disse infine. — Non alzate -gli occhi un momento.... Vorrei essere attraente come quel pezzo di -mussolina! - -— E io vorrei che foste altrettanto innocuo! — pensò ella. - -— Non vi date gran pena per far passare piacevolmente il tempo a un -ospite venuto col solo fine di vedervi. — - -— Credevo che veniste perchè invitato dalla signora Graham. - -— E non dovetti corteggiare Rina un'ora buona, per ottenerlo, l'invito? - -— Se l'avete carpito con inganno non meritate che vi si faccia festa, — -ella ribattè, sorridendo. - -— È molto più facile piacere a Rina che a voi, — osservò egli. - -— Rina è molto affabile e graziosa. - -— Sì, ma io non darei un vostro sorriso per.... — - -Gertrude l'interruppe: - -— Ah, una visita! È una nostra vecchia amica.... Lasciatemi passare, vi -prego, signor Bruce. — - -Mentre parlava, il cancello del cortile era stato aperto e richiuso, -e il giovanotto, voltatosi a guardare in quella direzione, vide venire -innanzi la signora a cui Gertrude era così ansiosa d'andare incontro. - -— Non abbiate tanta fretta d'abbandonarmi, — egli disse. — Quella -piccola centenaria, che a quanto sembra vi procura una grande -sodisfazione con la sua comparsa, ci metterà mezz'oretta ad arrivare -fin qui camminando del suo passo! - -— È una vecchia amica, vi ripeto, bisogna ch'io vada a riceverla. — - -L'aspetto di Gertrude s'era fatto serio. Il giovane si vergognò -d'insistere più oltre nella sua incivile opposizione, e, rizzandosi, -lasciò libera la soglia che ingombrava. - -La signorina Marta Pace, giacchè era lei la vecchietta che -faticosamente attraversava il cortile, vedendo la fanciulla diede -segni di viva gioia, e si mise ad agitare con gesto teatrale un enorme -ventaglio di penne, suo favorito modo di saluto. Quando questa le -fu presso, ella le prese tutt'e due le mani e si trattenne un poco a -discorrere; poi proseguirono insieme verso la casa dove entrarono dalla -porta di dietro. - -Ben, deluso, capì ch'era inutile aspettare il ritorno di Gertrude, e -si diresse verso il giardino nella speranza d'attirare l'attenzione di -Rina. - -Il signor Bruce era troppo fidente nel potere della ricchezza e d'un -grado elevato nel bel mondo, perchè non si tenesse sicuro che l'orfana -sarebbe pronta ad accettare come un'insperata fortuna il suo nome e -il godimento del suo patrimonio, se glieli avesse offerti. Per quanto -fredda, per quanto disdegnosa ella gli si mostrasse, nulla gli avrebbe -fatto ammettere che una ragazza senza famiglia e senza un centesimo, -volesse lasciar perdere una tale occasione di collocarsi. - -Più d'una madre fornita di prudenza e mondana saviezza aveva cercato -la sua amicizia; più d'una signorina, anche tra quelle di cospicuo -parentado, e ricche, aveva gradito le sue attenzioni; e persuaso -com'egli era che col molto denaro da lui posseduto poteva comperarsi -per isposa la fanciulla preferita, chiunque ella fosse, gli sarebbe -parsa risibile l'idea che Gertrude si stimasse al di sopra delle altre. - -Egli non era tuttavia risoluto al grave passo di una deliberata -rinunzia ai numerosi vantaggi di cui godeva. S'era proposto di -conquistare la considerazione e l'amore della ritrosa giovanetta, -e benchè ne fosse preso più che non credesse, per ora non mirava -ad altro. Costretto a riconoscere di non aver fatto breccia fino a -quel momento, meditava di ricorrere a una tattica diversa, e, con un -egoismo e una bassezza troppo comuni, s'appigliò a un artifizio che, -se conseguiva il suo fine, doveva cagionare la mortificazione, e forse -l'infelicità d'una terza persona. Appunto col disegno di fare la corte -a Rina per ingelosire Gertrude, egli si dirigeva verso il giardino dove -si confidava che la sua presenza l'avrebbe attirata. - -Oh, quale vergognoso e colpevole inganno! Rina già era inclinata ad -amare Ben Bruce, e il suo cuore tanto tenero e anche tanto credulo, la -disponeva a cader vittima della duplicità di costui. - - - - -XXIX. - - È questo il mondo che ammiriamo? Questa - L'umanità che chiamasi civile? - - ANNA MORE. - - -Mentre, mezz'ora innanzi il pranzo, la signora Graham, le sue nipoti, -Ben e Fanny Bruce, e il tenente Osborne, sedevano nel salotto, la -sovrastante camera d'Emilia risonava di un'allegria che pungeva la -loro curiosità. Non un'allegria clamorosa o sguaiata, ma schietta. Si -distinguevano le risate argentine di Gertrude, a cui Emilia stessa -univa in qualche scoppio le sue. Ed alle loro voci si mescolava una -terza, oltremodo strana. - -Rina Ray corse due o tre volte alla porta anteriore dell'atrio per udir -meglio, e indovinare il soggetto di quell'ilarità cordiale; l'ultima, -rientrò annunziando che Gertrude scendeva con la regina delle streghe. - -Gertrude aperse l'uscio chiuso di colpo da Rina dietro a sè, e fece -entrare la signorina Marta Pace, la quale s'avanzò a passettini -misurati e minuti verso la signora Graham, e si fermò davanti a lei con -una profonda riverenza. - -— Come state, signora? — disse questa, che quasi sospettava Gertrude -d'averle fatto una burla. - -— La padrona di casa, m'immagino, — disse la signorina Marta. - -L'altra confermò il proprio diritto a quel titolo. - -— Una signora maestosa! — mormorò la bizzarra vecchietta a Gertrude, -ma in modo d'essere udita, e spiccicando le sillabe con l'enfasi che le -era particolare. - -Poi si rivolse a Bella Clinton, che cercava di nascondersi nell'ombra -d'una tenda, e avvicinandosi a lei con le mani alzate in atto di -stupore, esclamò: - -— La signorina Isabella, com'è vero ch'io godo la luce del giorno! E -radiosa come un'aurora! Bontà celeste! S'è mai prodigiosamente espanso -il fiore della vostra bellezza! — - -La fanciulla aveva riconosciuto Marta Pace non appena comparsa nel -salotto, ma nel suo sciocco orgoglio si vergognava di passar per -familiare d'una persona così eccentrica, e avrebbe voluto fingere di -non sapere chi ella fosse. Non glielo permise Rina, la quale venne -avanti dicendo forte: - -— O, signorina Pace, di dove siete capitata? — - -La vecchietta le strinse le mani con aria estatica: - -— _Voi dunque mi riconoscete_, signorina Caterina! Iddio versi le Sue -benedizioni sul vostro capo per la memoria che serbate d'una vecchia -amica! - -— Certo, v'ho riconosciuta alla prima occhiata! Non vi si dimentica -facilmente, voi.... Bella, non ravvisi la signorina Marta? Eppure io la -vidi sempre in casa tua.... - -— Ah, è lei? — disse la superbiosa, mal tentando di far credere ch'ella -in realtà non aveva ravvisato una persona che visitava spesso i suoi -genitori, un tempo, ed era da loro tenuta in molta stima. - -— Temo, — sussurrò udibilmente, come dianzi, Marta Pace, volgendosi a -Rina — temo che in quel petto si celi un cuore orgoglioso! — Poi, senza -mostrare d'accorgersi di Ben Bruce e del tenente ai quali voltava le -spalle, soggiunse: - -— Galanti, a quanto veggo.... giovani galanti.... Vostri o suoi? — - -Rina, avvedutasi ch'essi avevano inteso e se ne divertivano, rideva dai -precordi. - -— Oh, miei, signorina Marta, — rispose senza esitare — miei tutt'e -due! — - -La vecchia zittella girò gli occhi intorno, e non trovando il signor -Graham andò a domandare a sua moglie: - -— Signora, dov'è il novello sposo? — - -Un po' confusa, la signora Graham disse che suo marito sarebbe venuto -tra poco, e l'invitò a sedersi. - -— No, grazie, vi sono obbligata, ma io ho uno spirito investigatore, -e, col vostro permesso, ispezionerò la sala. Vedo volentieri tutto ciò -ch'è moderno. — - -Ella incominciò dall'esaminare i quadri che ornavano le pareti. Ad -un tratto si volse a Gertrude e domandò, abbastanza forte da essere -distintamente udita: - -— Cara, dite un po', che ne hanno fatto della seconda moglie? — E -poichè la fanciulla la guardava stupita, si spiegò meglio: — Oh, -intendo parlare dell'effigie: so bene che l'originale se n'è partito -dal mondo, or è gran tempo: ma l'effigie della seconda signora -Graham dove sarà? Stava sempre appesa qui, se la memoria non mi -tradisce. — - -Gertrude le mormorò all'orecchio la sua risposta, che provocò questo -soliloquio della signorina Pace: - -— Nel solaio! Già, gli è il corso della natura: il nuovo oblitererà -_fin la memoria_ dell'antico! — - -E presa la giovanetta a braccetto terminò con lei il suo giro -d'ispezione; poi, fermandosi davanti al gaio crocchio che si divertiva -a guardarla, chiese di far la conoscenza del signor Bruce e d'essere -presentata al «membro del compartimento della guerra» come designava -l'ufficiale. Rina compì con aria cerimoniosa questa formalità e -presentò il tenente Osborne anche a Gertrude, perchè l'indignava la -trascuranza di sua zia che aveva creduto di potersene dispensare. Fu -portata una seggiola alla signorina Marta, e questa sedette nel circolo -dei giovani, che seguitò a intrattenere piacevolmente fino all'ora del -pranzo. - -Gertrude era risalita a prender Emilia per accompagnarla a tavola, -dove il suo posto era accanto a lei. Occupata da un lato a servire la -sua amica cieca, come sempre soleva, e avendo dall'altro la loquace -vecchietta, non le rimaneva tempo di badare ad altri, con vivo -rincrescimento del signor Bruce ch'era ansioso di farle notare le sue -premure per Rina, la quale aveva i capelli ornati di rose muscose e il -viso raggiante di sorrisi. - -Anche Isabella godeva della manifesta ammirazione del suo tenentino. -Le due ragazze, felici, conversavano animatamente coi loro adoratori, -e nessuno pensava a disturbarle. Soltanto la signorina Marta di quando -in quando attirava l'attenzione generale con le sue osservazioni, che, -volessero essere facete o serie, non mancavano di suscitare un'ilarità -qualche volta fuori di luogo, ma sempre irresistibile. - -Il padrone di casa si mostrava pieno di riguardi verso quell'ospite -singolare, e la signora, che sapeva render soavissime le sue maniere se -le pareva opportuno, ed era amante degli spassi, nulla risparmiava per -eccitarla a discorrere; tanto più che Marta Pace conosceva mezzo mondo, -e faceva commenti appropriati e divertentissimi su quasi tutte le -persone nominate nel corso della conversazione. Infine il signor Graham -l'indusse a parlare di sè medesima e della sua vita solitaria: e Fanny -Bruce che le sedeva a fianco le domandò arditamente perchè non si fosse -maritata. - -— Ah, mia graziosa damigella, — rispose la vecchietta — viene per -ognuna la sua ora, e anch'io posso ancora prendere un compagno! - -— Dovreste farlo, signorina Pace, — disse Graham che conosceva il suo -punto debole. — Adesso avete un patrimonio, e vi converrebbe un marito -per bene, che v'aiutasse ad amministrarlo saviamente. - -— Oh, io non posseggo che una minima porzione di ricchezze mondane, -e non sono più nel primo fiore; — fece Marta — nondimeno conto di non -rimaner sola: approvo il matrimonio, e ho già posto gli occhi sopra un -giovanotto. - -— _Un giovanotto!_ — esclamò Fanny scoppiando a ridere. - -— Sicuro, signorina Francesca! — ella replicò. — Amo la gioventù, io, -e tutto ciò ch'è moderno. Mi aggrappo alla vita, sì, mi aggrappo alla -vita! - -— Ma certo, — osservò la signora Graham — la signorina Pace deve -sposare un uomo più giovane di lei; qualcuno a cui possa lasciare i -suoi averi se mai dovesse sopravviverle. - -— È vero, — rincalzò suo marito. — Presentemente, signorina, voi non -sapreste in favore di chi fare un testamento, salvo che non vogliate -nominare erede Gertrude: _ella_, credo, farebbe ottimo uso del vostro -denaro. - -— Questa sarebbe per me una considerazione di gran peso, — disse la -vecchia zittella. — Fremo all'idea che i miei piccoli risparmi vadano -scialacquati. Ora, io so bene che di poveraglia ce n'è abbondanza, e -che i legati fanno gola a molti: ma io non intendo largire il mio a -gente di tal fatta. Credetemi, signore, nove decimi di costoro saranno -_sempre poveri_, checchè facciate.... No, a questi nulla! Ho altre -intenzioni. — - -Il signor Graham domandò, poi: - -— Che n'è della famiglia del generale Pace? - -— _Tutti morti,_ — rispose Marta vivamente — _tutti morti!_ Feci un -pellegrinaggio alla tomba di quel ramo del parentado. Fu una scena -mesta e commovente! — ella proseguì in tono patetico. — Sopra un -tumulo erboso circondato da una ringhiera di ferro sorge un monumento -bellissimo, di marmo bianco, _nel quale_ sono sepolti tutti quanti. E -sul puro suo candore alabastrino spiccano incise queste lettere: - - PACE - -— Come dice cotesta epigrafe? — chiese la signora Graham, credendo di -non avere ben udito. - -— _Pace_, signora, _Pace_: niente altro. — - -Per solenne che fosse il soggetto, i commensali rattenevano a stento le -risa; e la padrona di casa, visto che Rina e Fanny erano in procinto di -lasciarle scoppiare irrefrenabilmente, invitò le signore a levarsi da -tavola dandone l'esempio. - -I signori, poco desiderosi di trattenersi, le seguirono nel vasto atrio -che offriva un grato refrigerio durante le calde ore dei giorni estivi. -La signorina Marta e Fanny Bruce costrinsero Gertrude a rimanere contro -sua voglia con la compagnia, la quale pertanto non fu scemata se non -della signora Graham a cui era difficile privarsi della sua siesta. - -L'originale vecchietta eccitava la curiosità degli astanti a segno -tale, che le conversazioni particolari furono sospese per concentrare -l'attenzione in ciò che diceva e faceva lei. - -Bella, invero, aveva sempre la sua aria un poco sprezzante, e si -sforzava d'attrarre i pensieri del tenente Osborne verso altri -soggetti, riuscendovi in parte: ma Rina si divertiva un mondo, e -contenta che il signor Bruce le fosse accanto e godesse con lei del -medesimo piacere, non cercava di meglio. - -Il discorso non tardò a cadere sugli abbigliamenti femminili e la moda, -due temi favoriti di Marta Pace. Dopo essersi dilungata sul suo amore -del bello, specie nell'arte della sarta e della modista, ella s'alzò -da sedere con un gesto deliberato, andò a Isabella Clinton, l'unica -che mostrasse di voler evitarla, e prese ad esaminare la stoffa del -suo vestito; poi, la pregò di rizzarsi e permetterle di studiarne la -fattura, dichiarando che la descrizione d'un così perfetto e moderno -capolavoro sarebbe una festa per le orecchie delle sue amiche giovani. - -Ma la fanciulla si rifiutò di compiacerla; anzi, sdegnosamente, si -scosse di dosso la mano della vecchia signora come se quel contatto la -contaminasse. - -— Via, Bella, — le sussurrò la cugina — rizzati, non essere così -dispettosa. - -— Perchè non ti rizzi tu e non le fai vedere il tuo vestito a benefizio -delle sue volgari amiche? - -— A me non l'ha chiesto, ma lo farò ben volentieri se si -contenta. — - -E Rina, tutta gaia e ridente, andò a piantarsi davanti a Marta, dicendo: - -— Signorina Pace, ammirate il mio abito finchè volete, e magari, se vi -piace, prendetene un modello: sarò superba dell'onore. — - -Caso raro, l'abito di Rina era veramente bellino e degno -d'osservazione. Marta fece i suoi commenti, e specie lodò quell'inutile -e uggioso prolungamento della gonna ch'è lo strascico. Sodisfatta la -sua curiosità, si volse a guardare se la seggiola da lei lasciata era -sempre libera, poi cominciò a ritirarsi in quella direzione con un -movimento retrogrado composto d'una serie di riverenze. - -Fanny Bruce, la quale occupava una seggiola vicina, notò ch'ella aveva -calcolato esattamente quanti passi doveva fare per finire l'ultima -riverenza sedendosi, e mossa da una maliziosa tentazione mise una mano -sulla spalliera. Uno sguardo e un sorriso d'Isabella l'incoraggiarono; -ella tirò la seggiola indietro, impercettibilmente, ma abbastanza da -minacciare la sicurezza della vecchietta. - -Questa, cercando di posarvisi, perdette l'equilibrio, e sarebbe caduta -se Gertrude, che vigilava, essendosi accorta delle intenzioni di -Fanny, non fosse balzata verso di lei a tempo per gettarle un braccio -intorno alla vita e metterla a sedere, incolume, non senza lanciare in -quell'atto alla ragazzina un'occhiata di rimprovero. Tutta confusa, la -piccola Bruce, rapidamente si voltò dall'altra parte, e per disgrazia -pestò il piede gottoso del signor Graham, al quale il dolore strappò -una viva esclamazione. - -— Fan, — le disse suo fratello che aveva veduto soltanto la seconda -malefatta — vorrei che tu imparassi un po' di gentilezza. - -— E da chi ho da impararla? — lo rimbeccò Fanny con petulanza. — Da te, -forse? — - -Ben parve adirato, ma s'astenne dal redarguirla. La vecchia zittella -còlse la parola a volo. - -— Gentilezza! Ah, virtù rara, quanto amabile! Notevolmente sviluppata -però nelle maniere della mia cara amica Gertrude, che ben si -converrebbero a una principessa. — - -Bella increspò le labbra e sorrise, disdegnosa. - -— Tenente Osborne, — ella disse — non pare a voi che la signorina -Devereux abbia bellissime maniere? - -— Perfette! Lo stile de' suoi ricevimenti è l'eleganza stessa. - -— Di chi parlate, — domandò Rina. — Della signora Harry Noble? - -— No, della signorina Devereux, — rispose Bella. — Ma anche la signora -Noble è finissima. - -— È vero, — confermò Ben. — Senti, Fanny? Abbiamo trovato un modello -per te. Tu devi imitare la signora Noble. - -— Io non so nulla di cotesta signora, — ribattè la ragazzina. — Voglio -imitare piuttosto la signorina Flint. — E rivolgendosi a questa con una -serietà che le esprimeva chiaramente un sincero rincrescimento della -villania commessa, domandò: — Signorina Gertrude, come _devo_ imparare -la gentilezza? - -— Vi rammentate — le disse ella sottovoce e guardandola in modo -significativo — ciò che il vostro maestro di musica vi rispose quando -gli domandaste come dovevate imparare a sonare con espressione? Ebbene, -io vi darei la stessa regola rispetto alla gentilezza. — - -Fanny si fece di bragia. - -— Che v'ha detto? — chiese il signor Graham. — Via, Fan, fateci -conoscere la regola di Gertrude. - -— M'ha detto ch'è quella datami dal maestro di musica lo scorso inverno. - -— Ossia? — disse Ben vivamente. - -— Io domandai al signor Hermann come avrei potuto imparar a sonare -con espressione, ed egli mi rispose: «Coltivate il vostro _cuore_, -signorina Bruce, coltivate il vostro _cuore_.» — - -Questo nuovo precetto d'educazione venne accolto con espressioni di -sentimenti diversi quanto i caratteri degli uditori. Il signor Graham -si morse le labbra e s'allontanò: la sua gentilezza non si fondava nel -cuore, ma quella di Gertrude sì, ed egli lo sapeva; Isabella sorrise -con aria di superbo disdegno; Rina e Ben Bruce erano mezzo stupiti e -mezzo esilarati; il tenente Osborne mostrò di non essere inaccessibile -alla nobilissima verità enunciata, perchè volse a Gertrude uno sguardo -d'ammirazione e simpatia; il viso d'Emilia manifestò quanto pienamente -ella partecipasse all'opinione della sua protetta, la quale era un po' -confusa nel vederla così divulgata e commentata; la signorina Marta poi -non esitò ad approvarla con un forbito elogio: - -— Le parole della signorina Gertrude sono d'oro. L'unica gentilezza -vera è la spontanea offerta del cuore. Forse quest'eletta compagnia -di giovani e donzelle accondiscenderà ad ascoltare dalla bocca d'una -vecchierella la storia d'un raro esempio di sì fatta gentilezza -cordiale, ch'ebbe la sua degna ricompensa. — - -Tutti si dichiararono ardentemente desiderosi di sentir la storia della -signorina Marta, ed essa incominciò: - -— Un giorno d'inverno, alcuni anni or sono, una vecchia signora, piena -di debolezze, ma dotata d'una certa perspicacia, e della sua parte -d'esperienza del mondo, (Marta Pace è il suo nome) si pose in cammino, -per speciale invito, alla volta della casa d'un degno gentiluomo: -l'onorevole signor Clinton, padre della signorina Isabella, la vezzosa -damigella qui presente. Tutti i grandi alberi della nostra buona città -di Boston scintillavano di diacciuoli più fulgidi dei diamanti che -brillano nelle miniere di Golconda, e i marciapiedi erano insidiosi per -i passi malfermi od incauti. - -«Io perdetti l'equilibrio e caddi. Due galanti signori mi sollevarono -e mi portarono in un vicino emporio farmaceutico, dove mi fecero -riacquistare i sensi smarriti e mi ravvivarono con un fragrante -cordiale. Io ripresi la perigliosa via trepidando, e certo non sarei -giunta alla mèta con le ossa incolumi, senza l'aiuto d'un cavaliere -dalle guance rosate, il quale mi raggiunse, e, passato il mio debole -braccio sotto il suo, più giovane e forte, protesse i miei passi fino -al termine del viaggio non breve. - -«Nè il coraggio di cui doveva far prova la nobile mia scorta per -compiere la sua impresa, era men che straordinario, mie graziose -damigelle! Figuratevi nella vostra immaginazione un giovanetto fresco e -bello come un raggio di sole, snello come una freccia, un vero Apollo -insomma, attaccato al piccolo corpo curvo d'una povera vecchina quale -Marta Pace. Io non mi risparmio, signorine; se m'aveste veduta in quel -momento, senza dubbio direste che ora ho molto migliore apparenza. -Avevo la dentiera in tasca invece che in bocca, il fintino di -riccioli era stato spinto indietro dalla mia recente caduta, e i miei -occhialoni, gli stessi che portava mio padre, così grandi da coprirmi -mezza faccia, sarebbero bastati da soli ad eccitare la curiosità dei -passanti. Ma egli procedeva imperterrito; e nonostante gli sguardi -lusinghieri e i seducenti sorrisi che venivano a lui da una doppia fila -di bellissime fanciulle in cui c'imbattemmo, nonostante le sghignazzate -dei giovanottini dell'età sua, sosteneva la mia fragile persona con -altrettanta cura che se fossi stata un'imperatrice, e moderava il baldo -suo passo in accordo con la lentezza a cui mi costringevano le mie -infermità. Ah, quale spirito di cortesia manifestò il mio cavaliere -dalle guance di rosa! Se l'aveste incontrato, signorina Caterina, o -voi, signorina Francesca, i vostri cuori palpitanti sarebbero involati -per sempre! Era un modello incomparabile! - -«Dov'egli fosse diretto non so, perchè seguì il mio cammino, e non -mi lasciò prima d'avermi recata a salvamento alla dimora del signor -Clinton. Certo non penso ch'egli ambisse la conquista del mio vecchio -cuore, ma credo ch'esso lo seguì, perchè spesso ancora il mio pensiero -ritorna a lui. - -— Ah, fu _questa_ dunque la sua ricompensa! — esclamò Rina. - -— No. Cercate d'indovinar meglio. - -— Ma io non so nulla di più desiderabile, signorina Marta. - -— La _sua fortuna nella vita_ signorina Caterina! Ecco la ricompensa -ch'egli ebbe: e forse ancora non ne misura tutta la grandezza! - -— Come sarebbe a dire? — domandò Fanny. - -— Narrerò in succinto il rimanente. La signora Clinton m'incoraggiava -sempre a discorrere durante le mie visite. Ella, conoscendo il mio -gusto, lo secondava, e io godevo della sua indulgenza. Le raccontai -pertanto l'avventura occorsami, ed esaltai i meriti del nobile -giovanetto, il mirabile spirito di cortesia da lui dimostrato. Era -presente il degno gentiluomo e prestava orecchio attento alle mie -parole, perchè egli pregia la buona educazione: e quando raccomandai -il mio cavalierino spiegando tutta l'eloquenza di cui ero capace, -vidi che m'ascoltava con piacere, benevolenza e simpatia. Promise di -parlare col ragazzo, e così fece. Gli lesse nel prestante aspetto la -nobiltà dell'animo, e questa favorevole impressione fruttò al bravo -figliuolo un posto di commesso dal quale salì di grado in grado fino a -quello di socio e agente fiduciario che ora occupa in una cospicua casa -commerciale. Signorina Isabella, mi rallegrerebbe il cuore sentire le -ultime notizie di Guglielmo Sullivan. - -— Sta bene, a quanto credo, — rispose la bella fanciulla seccamente. — -Non mi consta nulla in contrario. - -— Oh, Gertrude può informarvi! — disse Fanny. — Nessuno ne sa quanto -lei circa il signor Sullivan. Essa vi dirà ogni cosa. — - -Tutti gli sguardi si volsero a Gertrude che stava appoggiata -alla seggiola d'Emilia, col viso acceso e gli occhi lucenti -per la commozione destatale dal racconto di Marta Pace. Questa, -maravigliatissima d'udire ch'ella conosceva quel tanto ammirato -cavaliere di cui serbava sempre una dolce memoria, s'affrettò a -interrogarla. Gertrude venne a sedere accanto a lei, e senza nessuna -esitazione, nessun impaccio, rispose a tutte le sue domande. Ella -parlava a voce sommessa, nè d'altronde le notizie di Guglielmo -importavano al resto della compagnia; sicchè furono riprese -le conversazioni particolari, e anche loro due rimasero libere -d'intrattenersi del comune amico. - -Brevemente la giovanetta disse quali fossero lo stupore e la curiosità -del ragazzo, della sua famiglia, de' suoi amici, che non avevano mai -potuto indovinare l'origine di quella fortuna: e le vane congetture -suscitate dalla inattesa chiamata del signor Clinton, e chiuse con -l'attribuire tutto il merito all'agenzia di Santo Claus, divertirono -la vecchia zittella a segno che le sue risate erano quasi altrettanto -sonore, e punto meno allegre di quelle della gaia compagnia raccolta -più in là presso alla soglia, e provocata ora ad un'ilarità più viva -che mai dalla birichineria di Rina e di Fanny. - -Mentre la signorina Pace incaricava Gertrude di interminabili messaggi -e complimenti da inserirsi nella sua prossima lettera a Guglielmo, -ricomparve la signora Graham che aveva rinfrescato l'abbigliatura e -la faccia, e interruppe tutti esclamando con quel suo vocione dai toni -bruschi: - -— Come, ancora qui? Vi credevo già in cammino attraverso i boschi. -Rina, hai forse abbandonato l'idea di salire il _Sunset Hill_[4] dopo -averla tanto accarezzata? - -— Ho proposto la gita, zia, un'ora fa; ma Bella dice ch'è troppo caldo. -A me pare invece un tempo adattatissimo per una passeggiata. - -— Tra poco raffresca, — ripigliò la signora Graham — e credo che -fareste bene a partire senz'indugio, perchè se volete prendere per i -boschi la distanza non è tanto breve. - -— Chi conosce la strada? — domandò Rina. - -Nessuno rispose; e interrogati uno per uno, tutti dichiararono la -propria ignoranza in proposito, con grande maraviglia di Gertrude la -quale credeva che ogni parte del terreno boscoso e del colle fosse -familiare al signor Bruce. Ma ella non stette ad ascoltare le loro -discussioni, perchè s'accòrse che Emilia si sentiva stanca ed aveva un -principio d'emicrania, e la persuase a ritirarsi nella quiete della sua -camera dove l'accompagnò. Nell'atto che ne chiudeva l'uscio, Fanny le -gridò da piè della scala: - -— O non venite con noi, signorina Flint? - -— No, — ella disse — oggi non vengo. - -— Allora non vo neppur io. Ma perchè non volete venire? - -— Farò più tardi una passeggiata con la signorina Emilia, purchè stia -abbastanza bene: voi potete accompagnarci, se vi fa piacere, ma vi -divertireste assai più andando sul colle. — - -Intanto, nell'atrio, la compagnia teneva consiglio a bassa voce. -Qualcuno aveva detto che Gertrude era pratica dei sentieri attraverso -i boschi: ma Bella s'opponeva alla proposta d'invitarla a partecipare -alla gita, Rina esitava tra la sua simpatia per lei e la tema di -un'infedeltà del signor Bruce, il tenente Osborne s'asteneva dal -mostrarsi propenso a ciò che Bella disapprovava, e il signor Bruce -taceva fidando nella necessità di prendere Gertrude per guida, posto -ch'egli aveva con subdola astuzia celato la propria perfetta idoneità a -prestare questo servigio. Infatti, come aveva preveduto, si finì con lo -spedire Rina a farle l'ambasciata. - - - - -XXX. - - .... gente - Che la terra calcar vuole premendo - Degli umili sul collo il piè superbo. - - Miss L. P. SMITH. - - -Gertrude avrebbe voluto rifiutare scusandosi con l'obbligo di tener -compagnia ad Emilia; ma Emilia stessa, la quale pensava che un po' di -moto sarebbe stato benefico per la fanciulla, intervenne pregandola -d'accettar l'invito, in apparenza cordialissimo, di Rina; e avendo -questa dichiarato che altrimenti si doveva rinunziare alla gita -desiderata, ella acconsentì a prendervi parte. In pochi minuti fu -lesta, bastandole mutare le scarpine da casa con un paio di solidi -stivaletti; se non che perdette un po' di tempo nella vana ricerca del -suo cappello di paglia a larghe tese che mancava dall'armadione del -corridoio dove soleva appenderlo. - -— Che cerchi? — le domandò Emilia, udendo aprire e chiudere -ripetutamente l'armadio. - -— Il mio cappello; ma non lo trovo. Vedo che sarò costretta a farmi -prestare ancora una volta il vostro. — - -Così dicendo prese di sul letto il cappello da sole, di stoffa bianca, -che la signorina Graham aveva portato la mattina. - -— Ma certo, cara, — disse questa. - -— Comincerò a credere che sia mio, — fece Gertrude scappando in fretta -— lo porto tanto più spesso di voi! — - -Fanny l'aspettava; il resto della compagnia s'era avviato, e le -precedeva già d'un buon tratto di strada. Emilia chiamò dalla scala: - -— Gertrude, ti sei messa gli stivaletti grossi? Sai, figliuola mia, che -i prati sono molto umidi di là dalla fattoria Thornton. — - -La ragazza rispose che li aveva messi; ma temendo che le altre fossero -state meno previdenti, domandò alla signora Graham se Bella e Rina -avessero calzature adatte contro l'umidità, e, forse, la mota, che -avrebbero trovato per via. - -— Ohimè, no! — disse la signora. — E adesso come si fa? Sono già -lontane, fuor di veduta, e sicuro le disturberebbe assai dover tornare -indietro. - -— Io ho certe soprascarpe di gomma elastica, leggerissime, — disse -Gertrude. — Le porterò meco, e Fanny ed io raggiungeremo le signorine -in tempo, prima che arrivino al prato. — - -Non era difficile raggiungere Isabella e il tenente, perchè camminavano -adagio, e non sembravano malcontenti di fare la retroguardia. L'altra -coppia, all'incontro, sollecitava il passo, apposta per essere avanti: -Rina, mossa dal desiderio d'impedire che venisse interrotto quel -dolce _tête à tête_, Ben smanioso di offrirsi alla vista di Gertrude, -affinchè ella osservasse la sua galanteria verso la signorina Ray, -galanteria che raddoppiò quando gli apparve da lontano colei che -sperava ingelosire. - -Avevano oltrepassato la fattoria Thornton, e un solo campo li separava -dal prato, il quale sebbene rallegrasse l'occhio con la fresca -verdezza dell'erba che lo copriva, era nel mezzo un vero pantano, -e non si poteva attraversare, neppur muniti di grosse calzature, se -non contornando il margine, strettamente accosto al muro. Gertrude e -Fanny si trovavano ancora a non piccola distanza dietro a loro, ed -erano quasi trafelate dallo sforzo che facevano per raggiungerli, -mentr'essi andavano presto e avevano tanto vantaggio. Nel momento -che passavano davanti alla fattoria, la signora Thornton s'affacciò -all'uscio e parlò a Gertrude. Questa, prevedendo d'essere costretta a -trattenersi qualche minuto, disse a Fanny di proseguire immediatamente -ed avvertire suo fratello e Rina della natura del terreno su cui -stavano per avventurarsi, pregandoli d'aspettare il resto della -compagnia alla barriera. Fanny arrivò troppo tardi, quantunque si fosse -sfiatata a correre; i due già s'erano inoltrati nel prato insidioso. Ma -procedevano senza pericolo, posto che Ben guidava la fanciulla lungo -il muro, facendole tenere il solo cammino praticabile: il che provò a -Gertrude, sopraggiunta poco appresso, ch'egli conosceva benissimo il -luogo. A metà strada parve che avessero incontrato qualche ostacolo, -perchè Rina si fermò con un piede alzato, reggendosi al muro intanto -che il suo cavaliere disponeva per terra, dinanzi a lei, alcune pietre. -Egli l'aiutò a passare sull'improvvisato ponticello, poi continuarono -felicemente la traversata e infine disparvero nel boschetto vicino. - -Isabella e il tenente Osborne tardavano tanto ad arrivare, che Fanny, -spazientita, consigliò Gertrude d'abbandonarli al loro fato. Quando -Dio volle svoltarono il canto della fattoria; ma la superba giovanetta, -benchè vedesse che le altre due l'aspettavano, seguitò ad avanzarsi con -la stessa lentezza. - -— Signorina Clinton, — le gridò la piccola Bruce tosto che furono a -portata di voce — o che vi siete azzoppata? - -— Azzoppata! — esclamò Bella. — Che intendete dire? - -— Camminate così piano! — rispose Fanny. — Credevo proprio che vi foste -sciupato un piede. — - -Bella s'astenne dal replicare, fuorchè con una sdegnosa scrollata -di capo, ed entrò nell'umido prato, discorrendo fitto fitto col -suo tenentino, senza degnare d'uno sguardo Gertrude; la quale non -mostrò d'accorgersi del suo altezzoso contegno, ma presa per mano -la ragazzina, s'avviò per costeggiare il terreno infido invece -d'attraversarlo, e disse con tono calmo e disinvolto quanto cortese: - -— Pigliate di qua, prego, signorina Clinton: v'abbiamo aspettata a fine -di guidarvi, perchè il prato è pieno d'acqua. - -— Pieno d'acqua? — domandò Isabella inquieta, guardando le sue -finissime scarpine; e soggiunse stizzosamente: — Credevo che conosceste -una buona strada, e ci portate invece in un pantano! Io non vo oltre. - -— Ebbene, tornate indietro, — disse l'impertinente Fanny. — Nessuno -piangerà. — - -Gertrude rispose con dolcezza, quantunque le sue gote si fossero accese -d'un vivo rossore: - -— Non la proposi io la gita; ma posso trarvi da quest'impaccio. La -signora Graham temeva che foste calzata di scarpe troppo leggiere, e -però v'ho portato un paio di calosce. — - -Bella prese l'involto, senza ringraziare, e aprendolo domandò: - -— Di chi sono? - -— Mie, — disse Gertrude. - -— Oh, allora non credo di potermene servire, — borbottò l'altra. — -Saranno immense, mi figuro. - -— Permettete, — fece il tenente Osborne, prendendo una delle calosce. - -Egli si chinò per calzarne Isabella, ma non gli riuscì: era troppo -piccola. Ella lo vide, e cercò di mettersela da sè, trattando la -proprietà di Gertrude con tale irosa violenza, che strappò la sottile -strisciolina di cuoio passante sulla caviglia: nondimeno neppure allora -giunse a far entrare perfettamente il piede nella soprascarpa. - -Mentre ella stava così piegata in avanti, l'attenzione di Fanny -Bruce fu attratta dall'elegante cappello di paglia a larga tesa che -portava con graziosa civetteria inclinato da una banda. La ragazzina -lo riconobbe per quello della sua amica. Era d'un modello di fantasia -che Gertrude non avrebbe scelto ella stessa: ma glielo aveva donato -l'estate scorsa il signor Graham, in sostituzione d'un comune cappello -da giardino che gli era accaduto di schiacciare in modo irrimediabile, -ed essendo semplice e di buon gusto lo usava per le sue passeggiate -in campagna. Isabella, scopertolo nell'armadio del corridoio dov'ella -lo riponeva solitamente, non aveva esitato ad appropriarselo. A Fanny -esso era noto, avendolo osservato nella camera di Gertrude in casa -della signora Warren, e anche portato una volta, col suo permesso, -per rappresentare una parte in una sciarada in azione: non poteva -dunque ingannarsi. E ora, dopo averla udita dire ad Emilia che non -lo ritrovava, lo vedeva, con sommo stupore, ornare l'altera signorina -Clinton. Ritta dietro a costei faceva segni all'amica spalancando gli -occhi, storcendo il viso, indicando l'oggetto usurpato, con una mimica -che manifestava eloquentemente l'intenzione di strapparlo dal capo -dell'usurpatrice e collocarlo su quello della legittima proprietaria. - -Gertrude era in procinto di perdere la sua gravità; rattenendo a fatica -le risa, la minacciava col dito, le accennava di smettere; infine, -presala di nuovo per mano, affrettò il passo, nascondendo la faccia -esilarata sotto il bianco cappellone, e lasciò che Bella e il suo bello -le seguissero, se volevano. - -— Fanny, — ella disse — non istà bene farmi ridere così; se la -signorina Clinton se ne fosse avveduta ne sarebbe stata molto offesa. - -— Essa non ha diritto di portare il vostro cappello, e non lo porterà. - -— Ma sì, quanto vuole: le sta a maraviglia. Mi fa piacere che se lo -metta, e voi non dovete farle intendere che è mio. — - -Fanny non promise nulla, e ne' suoi occhi passò un lampo di malizia che -presagiva un qualche tiro birbone. - -La passeggiata attraverso i boschi fu deliziosa, Gertrude e la sua -piccola compagna quasi avevano dimenticato in quel tranquillo godimento -che facevano parte d'una gaia compagnia, quando a un tratto videro Ben -Bruce e Rina seduti a piè d'una vecchia quercia. La fanciulla aveva -intessuto una ghirlanda di foglie ed era tutt'intenta ad ornarne il -cappello del suo cavaliere, il quale stava indolentemente appoggiato al -tronco dell'albero in un atteggiamento d'indifferenza. Ma non appena -egli si accòrse che Gertrude e Fanny s'avvicinavano, si chinò verso -Rina, guardò con aria d'ammirazione il suo lavoro, e quando fu sicuro -che esse potevano udirlo, si profuse in complimenti e ringraziamenti. -L'ingenua li riceveva sorridendo e arrossendo, con manifesto piacere: -piacere raddoppiato dal fatto apparente che la temuta rivale non -distraeva da lei l'attenzione di Ben, poichè questi seguitava a -mormorarle all'orecchio, in atto confidenziale, galanti inezie, -lasciando l'altra sedersi a qualche distanza. Pover'anima semplicetta! -Ella lo credeva onesto, mentre egli la traeva a' suoi fini con un basso -inganno. - -— Signorina Gertrude, — disse Fanny — vorrei andare un po' laggiù nella -pineta a cercare pine da farne panierini e cornici. - -— Se ne trovano in abbondanza, — rispose la giovane. - -— Oh, andiamoci, ve ne prego! Saremo di ritorno prima che Bella Clinton -arrivi fin qui. — - -Gertrude accondiscese di buon grado, e s'allontanarono insieme, dopo -aver appeso i loro cappelli ad un ramo. Stettero assenti un certo -tempo, perchè le pine infatti abbondavano, e la ragazzina volle farne -una scelta e copiosa collezione. Ma adunate che le ebbe, fu molto -impacciata per portarle via. Riflettè alquanto, e disse: - -— Penso di dare una corsa e chiedere a Ben che mi presti la sua -pezzuola; oppure, se non vuole prestarmela, prenderò il mio cappello e -ce ne metterò quante ne può contenere. — - -Avuta da Gertrude la promessa d'aspettarla, tornò di volo al luogo -dove avevano lasciato suo fratello e Rina Ray. Già da lontano scoppi -di voci e di risa l'avvertirono che v'erano giunti anche Bella ed -Osborne, e che qualche cosa forniva loro un soggetto di spasso. Bella -si era impadronita del cappello bianco, lo aveva deformato in modo da -farlo parere una berretta da vecchia e guarnito con erbacce e maceroni; -infine, appuntatavi una pezzuola in guisa di velo, e tenendolo -sollevato con la mazza del tenentino, chiese chi fosse il miglior -offerente per il cappello da sposa della signorina Flint. - -Fanny la sorprese in quell'atto, e si fermò un momento, nascosta, ad -ascoltarla, fremendo d'indignazione; poi venne avanti d'un balzo come -se arrivasse difilato dal bosco. Rina l'afferrò per un lembo della -veste esclamando: - -— Ah, siete qui Fanny! E dov'è Gertrude? - -— Nella pineta; e ci ritorno anch'io. Mi ha mandata soltanto a prendere -il suo cappello, perchè c'è molto sole laggiù. - -— Ah, sì, — fece Isabella — il suo cappellino di Parigi! Prego di -presentarglielo coi nostri complimenti. — - -E le porse il copricapo da lei reso veramente ridicolo. - -— No, — ribattè la fanciulla — _cotesto_ non è il _suo_, è quello della -signorina Emilia. Il _suo_ è _questo qui_. — - -Così dicendo pose la mano sul cappello di paglia che rendeva Bella -tanto seducente, come le avevano anche poc'anzi ripetuto i due -giovanotti, e, senza cerimonie, glielo strappò dalla testa. - -Gli occhi della signorina Clinton fiammeggiarono di collera. - -— Che volete dire? — ella gridò. — Piccola petulante! Datemi quel -cappello, e subito! - -— No, che non ve lo do! È di Gertrude. Lo cercava, dopo pranzo, ma ha -finito col concludere che doveva essere perduto o che qualcuno l'aveva -rubato, e s'è fatta prestare il cappello da giardino della signorina -Graham; sarà contenta però di ricuperarlo. Vo a portarglielo.... Del -resto, — soggiunse voltandosi a guardarla di sopra la spalla, mentre -correva via — sono sicura che alla signorina Graham non dispiacerà che -vi mettiate il suo, purchè abbiate cura di non sciuparlo! — - -Bella rimase confusa e adontata; Rina e Bruce ridevano apertamente, -Osborne rideva sotto i baffi. Ma pochi minuti dopo videro venire dal -bosco Gertrude, a passi affrettati, col famoso cappello in mano. Fanny -la seguiva, e approfittando della posizione d'Isabella che le volgeva -il dorso, rifaceva la sua pantomima d'accuse e di minacce. - -— Signorina Clinton, — disse Gertrude posando il cappello sulle -ginocchia di questa — temo che Fanny sia stata assai scortese in -mio nome. Io non l'avevo mandata a prender nulla.... Sarò lieta se -gradirete di portarlo quando vi può servire. - -— Non ne ho bisogno, — ella rispose con accento sprezzante. — Neanche -m'immaginavo che appartenesse a voi. - -— Lo so bene, — riprese l'altra — ma spero che vorrete consentire a -rimettervelo almeno oggi. — - -Senza più insistere su ciò, diede il consiglio di proseguire -speditamente verso il colle, perchè non sarebbe stato, se no, possibile -di toccare la vetta innanzi il tramonto; e corroborandoli con l'esempio -s'incamminò. Tutti le tennero dietro: Fanny strappando le grottesche -guarnizioni del vituperato cappello bianco, Isabella annodandosi sotto -il mento un fazzoletto ricamato, e Ben Bruce dondolando il negletto -cappello di paglia che aveva appeso al braccio per i nastri. - -Eccettuata Isabella che non smise il broncio, la comitiva godette -molto la gita sul colle. Era già quasi buio quando ripassarono davanti -alla fattoria. Lì Gertrude s'accomiatò perchè aveva promesso alla -signora Thornton di fermarsi per visitare uno de' suoi figliuoli che -frequentava la classe da lei tenuta nella scuola domenicale, ed era -malato di febbre. Fanny avrebbe voluto restare in sua compagnia, ma -ella non lo permise pensando che la signora Bruce non sarebbe forse -stata contenta se la ragazzina fosse entrata in quella casa dove -c'erano parecchi malati. - -Circa un'ora più tardi, la giovanetta che se ne ritornava sola, -e un po' ansiosa d'essere arrivata, fu raggiunta nei pressi della -villa Graham dal signor Bruce il quale col cappello di paglia sempre -dondolante dal suo braccio sembrava essersi appostato per aspettarla. -Ella dette un sobbalzo perchè nell'oscurità della notte già scesa non -lo aveva riconosciuto e credeva che fosse un estraneo. - -— Signorina Gertrude, — egli disse — non v'ho spaventata, spero. - -— Oh, no! — fece ella, rassicurata dal suono della sua voce. — Non -sapevo che foste voi. — - -Ben le offerse il braccio, ed ella lo prese. La corte assidua fatta -quel giorno dal giovane a Rina aveva servito a diminuire i suoi -timori che le dimostrazioni d'amore prodigate a lei fossero serie, e -concludendo ch'egli semplicemente si dilettava di galanteria, accettò -di lasciarsi scortare fino a casa. - -— È stata davvero una gita deliziosa, — incominciò il signor Bruce — -per _me_ almeno. La signorina Ray è una compagna assai gradevole. - -— Oh, sì, — rispose Gertrude. — Mi piacciono tanto quelle sue maniere -vivaci e franche. - -— Temo invece che Fanny vi abbia annoiato: io mi sarei volentieri -occupato anche di voi, ma non riescivo a staccarmi un minuto dalla -signorina Ray, assorti com'eravamo nella nostra conversazione. - -— Fanny ed io siamo abituate l'una all'altra, e ci troviamo benissimo -insieme. - -— Sapete che ci proponiamo di fare una piacevolissima scarrozzata, -domani? - -— No, non ne so nulla., - -— La signorina Rina, m'immagino, aspetta che la inviti a venire con me; -ma, supposto ch'io vi dessi la preferenza, che rispondereste? - -— Che vi sono grata, ma ho già un impegno per una passeggiata in -carrozza con la signorina Emilia, — ella disse prontamente. - -— Ah! — fece Ben in tono di maraviglia e di stizza. — Io mi figuravo -che verreste volentieri. Bene, la signorina Ray accetterà. Entro un -momento per invitarla, — soggiunse, poichè erano giunti alla villa. — -Ecco il vostro cappello. - -— Grazie, — ella rispose facendo l'atto di prenderlo; ma egli lo -trattenne per un nastro. - -— Signorina Gertrude, — insistette — proprio non volete venire? - -— Ho promesso alla signorina Emilia e non potrei posporre quest'impegno -a un altro invito, — replicò la fanciulla, lieta d'avere una scusa che -giustificava il suo rifiuto. - -— Eh, via! Trovereste il modo, se voleste.... In caso contrario, offro -il posto nel mio carrozzino a Rina Ray. — - -Il peso ch'egli pareva dare a questa minaccia stupì Gertrude. - -— È mai possibile — ella pensò — che si lusinghi di pungermi e di -conturbarmi? Ma io mi rallegro all'idea di procurare così a Rina il -piacere di cotesta scarrozzata! È tanto amante dei divertimenti, e ha -rare occasioni d'appagare i suoi gusti! — - -Entrarono nel salotto. Ben Bruce cercò la signorina Ray, seduta nel -vano d'una finestra; Gertrude, non trovando Emilia, non si fermò a -lungo, ma abbastanza tuttavia da vedere le esagerate premure ch'egli -ostentava verso la ragazza e che non furono notate da lei sola. - -Rina promise di buon grado d'accompagnarlo nella gita divisata per il -giorno appresso, e mantenne la parola. La signora Graham, la signora -Bruce, Isabella e il tenente, li seguivano in un altro legno. Quanto -ad Emilia e Gertrude, fecero attaccare Carlotto, il cavallo bianco, -al vecchio _buggy_ e, presa la diversa direzione che già prima avevano -scelta, si godettero tranquillamente la loro passeggiata. - - - - -XXXI. - - Giuoca (e del giuoco fa un'arte) - Con quella povera cosa - Sacra ch'è un cuore umano. - - NEW TIMON. - - -Passarono giorni e settimane senza che nulla accadesse di notevole -in casa del signor Graham. La stagione oramai era torrida e non si -facevano più gite, nè a piedi nè in vettura. Il tenente Osborne aveva -lasciato Boston che nell'estate veniva abbandonata da quasi tutti gli -amici della signora Graham e delle sue nipoti. Isabella Clinton, la -quale non sapeva sopportare con pazienza nè i calori eccessivi nè la -solitudine, diventava ogni giorno più irritabile e più stizzosa. - -Per la sua cuginetta invece quelle giornate estive erano piene -di commozioni. Il signor Bruce rimaneva nel vicinato, visitava -costantemente la famiglia, ed esercitava un grande influsso tanto sul -contegno esteriore che sullo stato d'animo della fanciulla, ch'erano -fluttuanti e mutevoli a seconda delle sue attenzioni o della sua -negligenza verso di lei. Nè può far maraviglia che la povera Rina -fosse confusa e turbata dinanzi alla sua condotta, la quale doveva -riescire incomprensibile a chi non ne conoscesse il segreto movente. -Persuaso che Gertrude cercherebbe di riconquistarlo se temesse di -vederselo sfuggire davvero, Ben corteggiava un'altra con l'unico fine -d'eccitare un senso di gelosia e di seria apprensione in quella ragazza -povera, protetta dai Graham, che osava spregiare le sue profferte -d'amore. E però non si mostrava preso di Rina se non sotto gli occhi -di Gertrude, o quando era sicuro che questa avrebbe risaputo le -premure da lui prodigate all'illusa. Il suo comportamento era quindi -oltremodo ineguale, e ora faceva credere all'ingenua ed affettuosa -creatura ch'egli sentisse per lei la tenerezza appassionata d'un -innamorato, ora le faceva temere d'averlo inconsapevolmente offeso con -la sua spensierata gaiezza e il suo franco linguaggio. Per disgrazia -anche la zia Graham non mancava in nessuna occasione di motteggiarla -o complimentarla sulla sua conquista, ribadendo così nel cuore della -semplicetta la fede che la simpatia manifestatale dal signor Bruce -fosse sincera. - -La finzione di costui cagionava una tormentosa inquietudine a Gertrude, -che presto l'aveva indovinata e n'era dolente ed inquieta per la -felicità e la pace di Rina che con tenera sollecitudine avrebbe voluto -difendere. I sospetti destati in lei fin da principio, dall'ambigua -condotta di Ben, erano divenuti certezza, perchè, spesso, dopo aver -dato ostentate prove di devozione alla signorina Ray, egli giudicava -opportuno di sperimentarne l'effetto sull'altra, tentandola con qualche -nuova lusinga, anzi lasciandole chiaramente intendere ch'ella aveva -sempre il potere di togliere a Rina ogni diritto alle sue grazie. - -Gertrude tutte le volte che le si offriva il destro, non meno -chiaramente gli significava ch'egli aveva scelto proprio il vero modo -di rendersi odioso ricorrendo a così bassi artifizi per mortificarla; -ma il giovane egoista, il quale attribuiva il suo sdegno a quella -gelosia che desiderava appunto provocare, persisteva ne' suoi -procedimenti folli e malvagi. - -Ella, d'altronde, posto che Ben le faceva il galante senza profferirle -il cuore e la mano, non credeva affatto alle sue dichiarazioni amorose -e le considerava dirette soltanto a sviarla per propria sodisfazione da -quella savia condotta in cui si manteneva con fermezza. Ma comprendeva -bene che per quanto vani e leggeri fossero i sentimenti da cui veniva -attratto a lei, peggio erano quelli che lo spingevano a corteggiare -Rina Ray; e la manifesta inconsapevolezza dell'ingenua fanciulla -profondamente l'affliggeva. - -Cosa strana: Rina, che poche settimane addietro vedeva nella signorina -Flint una rivale, ora l'aveva eletta per amica intima e confidente. Sua -zia era troppo materiale e rude, Isabella troppo egoista e vana, perchè -potesse pensare a farle partecipi delle sue piccole vicende di cuore. -Invero neppure a Gertrude confessava apertamente d'amare Ben Bruce, ma -la trasparenza del suo carattere era tale, che ella aveva tradito il -suo segreto senza immaginarselo. - -Fuor di Gertrude nessuno pareva accorgersi del cambiamento avvenuto in -lei. La gaia, ridente, spensierata Rina, aveva accessi di malinconica -fantasticheria; la sua faccia, una volta raggiante sempre come il sole, -si rannuvolava d'improvviso, perdeva tutto il suo splendore; ora ella -era briosa e spigliata più del naturale, ora aveva un'aria pensosa, -e furtivamente alzava uno sguardo ansioso sul volto del signor Bruce -come per studiar il suo umore o spiare i suoi sentimenti. S'ella vedeva -Gertrude passeggiare in giardino o la sapeva sola nella sua camera, -andava a lei, le metteva un braccio intorno alla vita, s'appoggiava -alla sua spalla, e prendeva a chiacchierare sul soggetto favorito. -Raccontava, con un misto di semplicità e di follia, le gentili -attenzioni del signor Bruce, i suoi complimentosi discorsi; parlava -di lui per un'ora interrogando l'amica sull'opinione ch'ella aveva de' -suoi meriti e della sincerità di quell'ammirazione ch'egli apertamente -le professava. Toccava anche d'un qualche difetto del giovane che -ai suoi occhi era quasi la perfezione stessa: ma quando Gertrude ne -conveniva, ed esprimeva il suo rincrescimento di quel difetto evidente, -ella si sforzava con ingenuo ardore a provarle che tutt'e due s'erano -ingannate, e che se mai egli ne aveva uno, era proprio l'opposto. Le -domandava se ella credeva che Ben parlasse sul serio, soggiungendo che -lei, per conto suo, non lo credeva affatto: erano tutte sciocchezze.... -E poi quando Gertrude, cogliendo la palla al balzo, cercava di -confermarla in questo parere e la consigliava di non fidarsi delle -sue smaccate adulazioni, il viso della povera Rina si rabbuiava tutto, -ed ella si diffondeva in sottili ragionamenti per dimostrare che pur -_qualche volta_ era sincero: la lealtà, la serietà, si sentivano nel -suo accento, nelle sue espressioni.... - -Era inutile ogni accenno a un pericolo, ogni tentativo di porla in -guardia: Ben Bruce l'aveva infatuata. - -Un giorno egli pensò di mettere alla prova la saldezza di Gertrude -offrendole un ricco anello. Non poco stupita da tanta presunzione, ella -lo rifiutò senza esitare nè far cerimonie; ma il giorno seguente lo -vide al dito di Rina, la quale si struggeva di raccontarle come e da -chi lo avesse avuto. - -— E voi lo avete _accettato_? — fece Gertrude guardandola con un'aria -così attonita, che ella non osò riconoscere il fatto, ed eluse subito -la domanda, arrossendo: - -— Ho acconsentito soltanto a portarlo per qualche tempo.... - -— Io non avrei acconsentito. - -— Perchè no? - -— In primo luogo perchè non credo che sia di buon gusto ricevere -presenti di valore da uomini: e poi perchè se persone estranee se ne -accorgono, possono fare sul vostro conto osservazioni spiacevoli e -severe. - -— E, allora, voi come vi regolereste? - -— Glielo restituirei subito. — - -Rina titubava; però, riflettendo meglio, risolse di rendere l'anello -al signor Bruce e ripetergli ciò che Gertrude aveva detto. Non mancò -di farlo, ma egli, lungi dall'apprezzare la condotta di quest'ultima, -vide nel suo consiglio il desiderio di suscitare discordie tra Rina e -lui, e prontamente concluse che aveva alfine conquistato il cuore della -ritrosa, e che il suo trionfo sarebbe oramai pieno ed intero. - -Rimase male, pertanto, quando fatta una visita a villa Graham, per -accertarsene, fu da lei trattato con fredda urbanità, come sempre da -qualche tempo; ed anzi gli parve che si mostrasse più insensibile che -mai alle sue attrattive. Accomiatatosi frettolosamente (con grande -affanno di Rina che passò il resto della giornata investigando se -avesse detto o fatto cosa che potesse dispiacergli), andò a cercare, -secondo l'antico suo costume, quiete, solitudine, sotto il pero, e si -diede tutto a ponderare una grave questione. - -Avveniva di rado che Ben Bruce si sentisse chiamato a fare -considerazioni su qualche soggetto, a raccogliere le forze del suo -spirito, e ordinarle al fine d'esaminar deliberatamente i due lati d'un -argomento. Vivendo com'egli viveva, senz'alcuna mira più alta che la -propria egoistica sodisfazione, si era avvezzato ad approfittare di -tutte le occasioni di divertirsi e compiacere a sè stesso, nè rifuggiva -da bassi e gretti artifizi per favorire i propri disegni. Nonostante -la ristrettezza della sua mente, egli possedeva ciò che suol chiamarsi -«un buon colpo d'occhio» e non era facile ingannarlo o defraudarlo de' -suoi diritti. Conosceva il valore del suo denaro e della sua condizione -sociale, e non soffriva d'essere sacrificato a benefizio di coloro che -cercavano di trarre un vantaggio dalla sua amicizia. L'_abnegazione_ -era una virtù che egli non aveva mai praticata nè ammirava negli altri. - -Ma ecco che inopinatamente era sopraggiunta una crisi, in cui i -suoi desiderî e i suoi interessi cozzavano tra loro, e la necessità -richiedeva che egli scegliesse ed immolasse questi a quelli o -viceversa. E se Ben Bruce, per la prima volta in vita sua, dedicava un -intero pomeriggio a una meditazione profonda e all'accurata misura di -due forze opposte, il caso va attribuito al fatto che egli dibatteva -nella sua mente il più grave problema che mai l'avesse agitata. - -— Dovrò io — pensava — sposare quella ragazza che non ha un centesimo? -Io padrone d'un cospicuo patrimonio, erede d'altri beni ancora, -rinunzierò ai vantaggi d'uno splendido parentado che il mio stato -di fortuna m'assicura, per fare partecipe delle mie ricchezze e del -grado che occupo nel gran mondo, l'orfana adottata dai Graham, la -quale non mi concederà un sorriso se non a prezzo di quanto posseggo? -Se fosse appena un poco meno seducente, come vorrei deluderla! Chi sa -che proverebbe se sposassi Rina? Ma credo ch'io non avrei il gusto di -saperlo; è orgogliosa a segno che sarebbe capace di venire alle mie -nozze e dirmi, chinando il suo collo di cigno con la grazia consueta: -_Buona sera, signor Bruce_, nello stesso tono calmo e gentile che usa -ora.... Mi fa ira vedere tanta alterezza in una fanciulla povera; ma -nella _signora Bruce_ quelle sue maniere mi piacerebbero, ne andrei -anzi superbo. Non arrivo a capire come io mi sia innamorato di lei.... -no, proprio.... Non è bella: almeno così dicono la mamma e Isabella -Clinton. Eppure il tenente Osborne la notò subito, quella sera, quando -entrò nel salotto: e Fanny non fa che esaltare la sua bellezza. Quanto -a me, non so che io ne pensi.... credo che m'abbia stregato, sicchè -non sono più in grado di giudicare. Ma se non è bella, ha dunque un -prestigio superiore alla bellezza stessa.... — - -Così Ben Bruce discuteva seco medesimo: e sempre ricominciava -dall'insistere sull'immensità del suo sacrificio, per finire con -riflessioni sui rari pregi di Gertrude, prova chiarissima ch'egli -sentiva di avere a soffrir meno deponendo le sue ricchezze ai piedi -della fanciulla povera, che cercando di goderne senza di lei. - -Durante alcuni giorni dopo presa la gran risoluzione, egli non ebbe -opportunità di rivolgere una parola a Gertrude, la quale adesso era -doppiamente ansiosa d'evitarlo, e non scendeva quasi mai entro la -giornata, salvo che Emilia non la pregasse d'accompagnarla nel salotto; -ma anche allora vi si tratteneva pochissimo e aveva cura di non -scostarsi dalla sua amica cieca. - -In quel mentre la signora Graham e la signora Bruce con le loro -famiglie ricevettero un invito per una serata di ricevimento in casa -di conoscenti, a circa cinque miglia di distanza. Era nell'occasione -del matrimonio d'una antica condiscepola d'Isabella, e tanto questa -che Rina desideravano d'assistervi. La signora Bruce, che aveva una -carrozza chiusa, offerse di condurre seco le due cugine, e posto che il -legno del signor Graham, quand'era chiuso, non poteva contenere se non -lui e la signora, la proposta venne accettata con piacere. - -L'idea di brillare in una gaia e sontuosa festa rianimava lo spirito -depresso d'Isabella, ridestava le sue energie. Tutte le sue ricche -abbigliature di gala furono cavate fuori, per scegliere la più elegante -e più adatta. Ritta davanti allo specchio ella provava l'una dopo -l'altra le sue ghirlande, e appariva con ciascuna così mirabilmente -bella, che non sapeva quale preferire. Invano Rina tentava di farsi -ascoltare dalla vanitosa fanciulla, ottenere un consiglio circa la -foggia e il colore più convenienti a lei. Finalmente, disperando di -riuscirvi, corse a consultare Gertrude. - -La trovò nella sua camera; leggeva, e posò tosto il libro, vedendola -entrare come una folata di vento, pronta a prestarle tutta la sua -attenzione. - -— Gertrude, — disse Rina — che devo mettermi stasera? Ho cercato di -chiederlo a Bella, ma non c'è stato caso che mi desse retta; quando -è occupata delle sue gale, non conosce altro.... Oh, è terribilmente -egoista. - -— E _lei_ chi la consiglia? - -— Nessuno. Sceglie da sè.... Ma essa ha molto buon gusto, e io, invece, -punto.... Ditemi dunque voi, Gertrude, come mi vesto? - -— Io dubito d'essere in grado di rispondervi: non sono mai stata ad un -ricevimento in vita mia. - -— Oh, non importa! Sono sicura che se ci andaste, fareste miglior -figura di qualunque tra noi, e m'affido senza temer di sbagliare al -vostro parere perchè non v'ho mai veduta portar nulla che non avesse -un'aria di signorilità: perfino la vostra veste di ghingano, da -mattina, non manca di stile. - -— Adagio, adagio, Rina cara, andate troppo oltre; non dovete eccedere -se volete ch'io vi creda. - -— Ebbene, senza parlare di voi.... (voi siete superiore ai complimenti -lusinghieri, lo so.... _qualcuno_ me l'ha detto....) chi fornisce la -guardaroba della signorina Emilia? Chi sceglie i suoi vestiti? - -— Io, adesso. Ma.... - -— Me l'immaginavo, me l'immaginavo! Sapevo che la povera signorina -Graham lo deve a voi se è sempre così elegante e bella. - -— No, v'ingannate; io non ho mai veduto Emilia meglio vestita che -il giorno del nostro primo incontro; e la sua bellezza non deriva -dall'arte: è naturale in lei. - -— Oh, certo ella è avvenentissima, e tutti l'ammirano; ma non pare -verosimile che si dia pena di mettersi così belle cose e portarle con -tanta grazia, per sua propria sodisfazione. - -— Non lo fa soltanto per sè medesima: è soprattutto per compiacere suo -padre che ha cura di vestire lindamente e con gusto. A quanto ho udito, -quand'ebbe la disgrazia di perdere la vista si abbandonò da prima a -una grande noncuranza del suo esteriore, ma avendo scoperto che con ciò -accresceva l'afflizione del signor Graham, si fece animo, aiutata dalla -signora Ellis; da allora lo ha sempre contentato in questo particolare. -Avrete però notato, Rina, che non porta mai nulla di ricco e di -vistoso. - -— È vero; ed appunto la sua squisita semplicità mi piace tanto. Ma -dunque, Gertrude, essa non è cieca dalla nascita? - -— No; fino ai sedici anni ebbe occhi bellissimi che vedevano bene -quanto i vostri. - -— Che le accadde? Come accecò? - -— Lo ignoro. - -— Non gliel'avete mai domandato? - -— No. - -— Curioso! O perchè? - -— So che non ne parla volentieri. - -— Ma a voi non si sarebbe ricusata di dirlo. V'idolatra! - -— Se avesse voluto dirmelo lo avrebbe fatto spontaneamente. — - -Rina guardò Gertrude con maraviglia. Era colpita da un tale esempio di -delicatezza e di rispetto della sventura, ed ammirava per istinto un -ritegno di cui, lo sentiva, ella non sarebbe stata capace. - -— Ma il vostro abbigliamento? — domandò sorridendo la sua amica. — Lo -dimenticate? - -— Ah, sì, avete ragione! Quasi m'era uscito di mente.... E sono venuta -per questo! Che mi metto dunque stasera? Un abito grave o leggero? -Bianco, celeste o rosa? - -— Che ha scelto Isabella? - -— Una splendida seta celeste: è il suo colore favorito. Ma a me non va. - -— Infatti, preferirei un altro per voi.... Bene, venite, Rina, -andiamo nella vostra camera; mi mostrerete i vestiti e vi dirò il mio -parere. — - -Ispezionata la guardaroba della signorina Ray, Gertrude osservò che per -la stagione erano più adatte le stoffe leggiere e vaporose, e la scelta -cadde sopra un finissimo crespo bianco. Ma sorse una nuova difficoltà. -Nessuna delle acconciature da testa che Rina possedeva era d'una -perfetta freschezza, nè, men che meno, poteva sostenere il paragone con -la leggiadra ghirlanda, nuova fiammante, che Isabella stava accomodando -sui suoi ricci biondi. - -— Non ce n'è una ch'io possa portare senza sfigurar troppo accanto a -lei! — sospirò Rina. Ma volgendo gli occhi alla toelette dove c'era una -scatola aperta, esclamò vivamente: — Oh, ecco quello che mi piacerebbe! -Isabella, di dove li hai avuti, questi magnifici garofani rosa? — - -Così dicendo prese alcuni dei fiori, i quali erano un vero miracolo -d'imitazione, e mostrandoli a Gertrude soggiunse che facevano proprio -al caso suo. - -— Non toccare i miei garofani! — gridò irosamente Isabella, spiccandosi -dallo specchio. — Me li sciupi! — - -E li strappò di mano alla cugina, li ripose nella scatola, chiuse -questa in una cassetta del cassettone, poi mise la chiave in tasca: -atto di cui Gertrude fu testimone attonita e indignatissima. - -— Rina, — ella disse — io vi farò, se volete, una ghirlanda di fiori -naturali. - -— Davvero? — rispose Rina ch'era rimasta male. — Oh, che felice idea! -Non ci può esser nulla di più bello! Isabella, vecchia avaraccia -stizzosa, tientele pure tutte le tue ghirlande! Peccato che tu non -possa metterne due in una volta! — - -Fedele alla sua promessa, Gertrude preparò un'acconciatura da sera -per la signorina Ray: e seppe contessere con gusto tanto squisito i -più bei fiori del giardino, che quando Bella Clinton vide la cugina -così elegantemente ornata, grazie ad affettuose cure di cui non soleva -essere oggetto, ella, nonostante la superba coscienza della propria -singolare bellezza, sentì un acuto morso di gelosia contro Rina e una -fiera avversione contro Gertrude. - -Per lei, che non poteva sopportare d'essere eclissata, la manifesta -corte fatta a Rina da Ben Bruce mentre ella rimaneva negletta, era -causa di gran dispetto. Non già che inclinasse ad amare il giovane -cui l'altra desiderava piacere; ma la gloria derivante alla cugina -dalla preferenza ottenuta, il vivo interessamento della zia, le -occhiate significative della signora Bruce, le facevano sentire ch'ella -era scesa al secondo posto: e però bramava oltremodo di offuscare -quella sera la piccola Ray tanto meno appariscente di lei, attirando -l'ammirazione generale. Quando la signora Graham complimentò Rina -sulla sua straordinaria eleganza, dicendole che non era mai stata -così incantevole e soggiungendo che _qualcuno_ glielo avrebbe provato, -Isabella atteggiò le labbra a un sorriso di sprezzo e di sfida. E Rina, -col viso invermigliato dalla gioia, si volse a Gertrude e le mormorò -all'orecchio: - -— Il bianco piace al signor Bruce; me lo disse l'altro giorno -mentre appunto passavate per il salotto vestita del vostro abito di -mussolina. — - - - - -XXXII. - - Sappiate dunque che io ho sostenuto - le mie pretensioni alla vostra - mano nella maniera che meglio si - conveniva al mio carattere. - - IVANHOE. - - -Emilia non stava bene quella sera. Accadeva spesso da qualche tempo che -l'emicrania, o una stanchezza insolita, una nervosa insofferenza d'ogni -rumore, d'ogni eccitazione, la costringessero a ritirarsi nella sua -camera e anche a coricarsi presto. - -Dopo che la signora Graham e le sue nipoti furono scese nel salotto -ad aspettare che il signor Graham fosse pronto e che arrivasse la -signora Bruce, Gertrude, la quale aveva lasciato l'amica per alcuni -minuti, ritornò a lei, e la trovò più che mai molestata da quella -ch'ella chiamava l'importuna sua testa. Agevolmente l'indusse a cercare -nel sonno l'unico infallibile rimedio; e sedutasi accanto al letto -le fece bagnuoli alle tempie, come soleva in questi casi, finchè non -la vide quetarsi in un placido sopore. Parve disturbata un momento -quando giunse la carrozza dei Bruce, ma si riaddormentò subito, e così -profondamente da non essere scossa nemmeno dalla voce sonora della -padrona di casa che prima di partire dava ordini a una delle persone di -servizio. - -La giovanetta rimase ancora un poco senza muoversi; poi, pian piano, -si rizzò, preparò ogni cosa per la notte, secondo i desiderî d'Emilia -ch'ella ben conosceva, e chiuso con riguardo l'uscio dietro a sè andò -nella propria camera a prendere un libro, col quale scese nel deserto -salotto dove c'era più fresco. - -Sedette a un tavolino, e si dispose a godersi quell'ora di pace e -libertà: occasione rara per lei. - -Aperse il volume portato seco; ma fossero i suoi pensieri più -avvincenti di quella lettura, o le dessero noia le farfalline attirate -dalla vivida fiamma del lume, o la seducesse l'incanto della serena -notte estiva, ella non tardò a levarsi di lì per andare a sedere presso -la grande porta vetrata. - -Stava immersa nelle sue meditazioni, con la fronte reclinata sulla -mano, quando udì nel salotto un passo, e voltandosi vide accanto a sè -Ben Bruce. Ella dette un sobbalzo ed esclamò: - -— Come! Voi qui, signor Bruce?... Credevo che foste alle nozze. - -— No, v'era qualche cosa di più attraente per me a villa Graham.... -Vi pare ch'io possa trovar piacere in una festa alla quale voi non -partecipate? - -— Non ho mica tanta vanità da presumere il contrario. - -— Vorrei che ne aveste un po' più, signorina Gertrude. Forse allora -prestereste qualche volta maggior fede alle mie parole. - -— Sono lieta del candore con cui riconoscete che senza questo requisito -è impossibile credere alle vostre belle frasi, — diss'ella sorridendo. - -— Io non riconosco nulla di simile. Ciò che dico a voi sarebbe creduto, -e volentieri, da qualunque altra ragazza; ma in qual modo persuadervi -ch'io sono serio, e merito d'essere ascoltato, indurvi a trattar meco -liberamente, a non sfuggire la mia compagnia? - -— Parlandomi con semplicità e sincerità, risparmiandomi quei discorsi e -quelle galanterie che, come mi sforzo sempre di provarvi, io non posso -gradire, e a voi non fanno onore. - -— Ma io ho un fine, Gertrude, un fine _onorevole_. Da parecchi giorni -cerco un'opportunità di comunicarvi la mia risoluzione; voi _dovete_ -ascoltarmi. _Dovete_ — proseguì con forza vedendola mutar colore e -mostrar segni d'inquietudine — darmi una pronta risposta; e mi confido -che sarà favorevole ai miei desiderî. Vi piace che si parli schietto; -ebbene, così parlerò ora che ho preso un partito con animo deliberato. -I miei parenti e i miei amici facciano pure le maraviglie e dicano quel -che vogliono quando sapranno che ho scelto in isposa una fanciulla -senza beni di fortuna e senza famiglia: io sono risoluto a sfidarli -tutti e ad offrirvi il mio nome. In fin dei conti, a che serve il -denaro se non rende l'uomo indipendente e padrone di fare il piacer -suo? Quanto al mondo, non vedo perchè voi non vi portereste alta la -testa al pari di chiunque. Sicchè, se non avete obiezioni, cessiamo -questa scherma di parole, e consideriamo la cosa come regolata. — - -Così dicendo cercò di prenderle la mano. - -Ma Gertrude si ritrasse vivamente; aveva le fiamme al viso, e gli occhi -le sfolgoravano nel fissarsi in quelli di lui con un'espressione di -stupore e d'orgoglio offeso, tale ch'egli non poteva illudersi. - -Lo sguardo calmo e penetrante di quei grandi occhi neri era -pieno d'eloquenza; Ben Bruce non lo sostenne e rispose alla muta -interrogazione: - -— Spero che la mia franchezza non vi sia dispiaciuta.... - -— No, la franchezza non può mai dispiacermi, — ella disse con dignità. -— Ma che ho fatto io inconsciamente perchè abbiate a tenervi così -sicuro di me che mentre vi vantate di sfidare l'opposizione dei vostri, -quasi vi pare superfluo chiedere qual sia il mio sentimento? — - -Egli si scusò: - -— Nulla, al contrario anzi.... Soltanto io pensavo che la vostra -ritrosia derivasse dall'impressione ch'io vi lusingassi per giuoco, e -che se aveste conosciuto la serietà delle mie intenzioni non m'avreste -sfuggito nè trattato con sì sdegnosa alterezza; ma, credetemelo, quel -dignitoso contegno non faceva che accrescere la mia ammirazione, e -se ho presunto di poter essere amato da voi dovete perdonarmelo. Mi -stimerò felicissimo d'ottenere il vostro consenso e lo riceverò come un -favore. — - -L'espressione d'orgoglio offeso svanì dagli occhi di Gertrude. - -— Non è sua colpa; — ella disse tra sè — è fatto così. Io devo -compiangerlo per la sua vanità e la sua ignoranza, e compatirlo per il -disinganno che gli cagiono. — - -Quindi, pur dichiarando al signor Bruce in modo esplicito e positivo -ch'egli non aveva destato in lei simpatie più tenere della benevolenza -di un'antica e buona conoscente, procurò d'addolcire il rifiuto -dandogli una forma cortese, evitando ogni parola che potesse affliggere -il giovane o mortificarlo. Ella sentiva, come sente in simili casi -una vera donna, di dover gratitudine e riguardo all'uomo che, per -quanto poca stima ella facesse di lui, le rendeva il maggior onore -possibile; e sebbene il suo rincrescimento fosse temperato dal pensiero -di Rina e della strana condotta di Ben verso la fanciulla, condotta -ora doppiamente inesplicabile, nemmeno _questa_ riflessione le impedì -di comportarsi non soltanto da perfetta signora, ma da persona che, -costretta a dare ad altri un dispiacere, è addolorata dalla necessità -di farlo. - -Comprese però che la sua delicatezza era quasi sprecata quando scòrse -qual fosse l'animo del signor Bruce nel vedersi opporre quel rifiuto -inaspettato. - -— Gertrude, — egli disse — cotesto è un prendere a giuoco o me o voi -medesima. Se siete ancora disposta a far la ritrosa per civetteria, -desidero che sappiate ch'io non m'umilierò a sollecitarvi più oltre; ma -se, dimenticando i vostri propri interessi, ricusate deliberatamente -una fortuna come quella ch'io v'offro, è davvero gran peccato che non -abbiate amici da cui siate bene consigliata. Non si presentano tutti -i giorni di tali occasioni, specie a una povera maestrina di scuola; e -se vi lasciate scappare questa, oso dire che non ve ne capiterà mai una -seconda. — - -A tale linguaggio insultante, _l'antico temperamento_ di Gertrude si -ridestò, l'ira agitò il suo spirito, si tradì nel lieve tremito delle -sue dita appoggiate alla tavola presso cui stava ritta, essendosi -alzata di scatto mentre egli parlava; ma per quanto insolita e -improvvisa fosse la ribellione del vecchio nemico vinto, i suoi -sentimenti erano da troppo tempo assoggettati a una severa disciplina -perchè ella cedesse a quell'impulso, e rispose con voce commossa ma -pacata: - -— Signor Bruce, ammesso ch'io potessi fino a tal punto dimenticare _me -stessa_, non vorrei fare _a voi_ l'ingiuria di sposarvi per il vostro -denaro. Io non dispregio la ricchezza: so il bene di cui può esser -fonte. Ma il mio amore non si compera a prezzo d'oro. — - -Così dicendo mosse verso l'uscio. Egli le afferrò una mano. - -— Fermatevi! Vogliate ascoltarmi un momento, permettermi una -domanda.... Siete gelosa delle attenzioni da me prodigate ultimamente -ad un'altra? - -— No, punto. Confesso però che non mi posso spiegare la vostra ambigua -condotta. - -— Avete forse creduto ch'io mi curassi davvero di quella scioccherella? -— proseguì Ben con ardore. — Ch'io avessi alcun altro desiderio che -di mostrarvi se fossero apprezzabili i miei omaggi?... No, non ho mai -provato ombra di passione per Rina Ray.... Il mio cuore è stato sempre -tutto vostro, e se mi fingevo attratto da _lei_, era soltanto nella -speranza d'ottenere uno sguardo da _voi_.... uno sguardo _ansioso_, -intendete? Oh, quanto ho spesso bramato di vedervi manifestare la -metà del piacere che manifestava Rina in mia compagnia.... arrossire -e sorridere così.... brillare in viso quand'ero allegro, esser triste -del mio malumore, farmi sperare infine d'aver conquistato l'amor -vostro, come il suo.... Ma amarla, io? Poh! La canina della signora -Graham non potrebbe essere una rivale meno pericolosa per voi di quella -puerile.... - -— Tacete, tacete! — gridò Gertrude interrompendolo. — Per _me_, se non -per rispetto di _voi stesso_! Oh, è mai possibile.... — - -Non potè continuare. Si lasciò cadere in una poltrona, scoppiò in -lacrime, e nascondendo la faccia tra le palme, al modo che soleva -quand'era bambina, pianse irrefrenabilmente. - -Ben Bruce era sbalordito. S'accostò a lei e chiese in tono sommesso: - -— Perchè piangete? Che ho fatto? — - -Ella non fu in grado di rispondere se non in capo a qualche minuto. -Sollevò la testa, si scosse dalla fronte i capelli scomposti, e -mostrando un viso che esprimeva solo un intenso dolore, disse con voce -rotta: - -— Che avete fatto? E potete domandarlo? Ella è una dolce creatura, -gentile, affettuosa. Ha un cuore amante e fidente. E voi l'avete -_ingannata_, ingannata per causa mia.... Oh, come, come ne foste -capace!... — - -Il giovanotto ora pareva sconcertato, e mormorò, non senza esitare: - -— Le passerà. - -— Le passerà, _che cosa_? — replicò Gertrude. — Il suo amore per voi? -Può ben darsi. Io non so quanto profondo sia. Ma pensate alla sua -felice e amorosa natura, e al tradimento con cui l'avete contristata! -Pensate ch'ella credeva sincere le vostre parole, mentre erano tutte -vuote, tutte false! Abusando così della sua fiducia, voi avete dato una -perniciosa lezione di scetticismo ad una giovanetta, orfana di padre e -di madre, che ha diritto alla simpatia e alla protezione di tutti. - -— Non m'immaginavo che voi la pigliereste in cotesto senso, — disse Ben. - -— E in quale altro potrei pigliarla? — ella rispose. — Speravate forse -che una tale condotta vi concilierebbe la mia stima? - -— Date troppo peso alla cosa, Gertrude: siffatti corteggiamenti sono -comunissimi. - -— Tanto peggio. Per me, che non ho pratica del bel mondo, il -trastullarsi con un cuore umano è una mala azione. Se Rina vi ami, io -non so; ma quale opinione può avere della vostra lealtà? - -— Mi pare che non dovreste essere tanto dura, signorina Gertrude, posto -ch'io sono stato mosso unicamente dall'amore che vi porto. - -— Forse sarò dura. Non ho autorità di censurare: parlo soltanto per -impulso del cuore. Che un'orfana prenda la difesa di un'orfana è -naturale. Forse anche Rina stessa considera il fatto meno grave che -a me non sembri, e non ha bisogno d'avvocati. Ma, signor Bruce, non -abbiate del mio sesso una così bassa opinione da credere che si possa -guadagnare l'amore e il rispetto d'una donna con un tradimento verso -un'altra. Sarebbe l'infima tra le femmine colei che rinnegasse così i -principî della rettitudine e dell'onore. - -— Tradimento! Che paroloni! Voi esagerate per troppo orgoglio. - -— Tant'è vero che mezz'ora fa mi sentivo disposta a piangere -vedendo che voi avevate riposto il vostro affetto in chi non poteva -corrispondervi, e se ora piango per colei che ha dato ascolto alle -vostre parole menzognere, e la cui pace fu per lo meno _minacciata_ a -cagion mia, dovete ascriverlo al non essersi ancora inaridito il mio -cuore nel contatto col mondo. — - -Seguì un breve silenzio. Ben Bruce fece alcuni passi verso l'uscio, poi -si fermò, tornò indietro, e disse: - -— Dopo tutto, Gertrude Flint, io credo che verrà un tempo in cui le -vostre idee saranno meno romantiche, e ricordando questa sera vi dorrà -di non aver proceduto diversamente. V'accorgerete, non dubitatene, che -questo è un mondo ove ciascuno deve provvedere a sè. — - -E uscì concitato, senza soggiungere verbo. Un momento appresso Gertrude -l'udì chiudere la porta di casa d'un colpo violento. - -Allora la quiete del salotto che più non risonava delle loro voci -commosse, fu di nuovo turbata da un lieve gemito il quale veniva dal -vano d'una finestra. Ella sussultò. Avvicinatasi, intese un singhiozzo -represso. Alzò la tenda drappeggiata, e, là, sul largo sedile che -occupava un lato dell'ampio strombo, vide la povera Rina Ray col viso -affondato nei cuscini, e la sottile personcina contorta in uno strano -atteggiamento di abbandono disperato, come di bimba accasciata sotto il -peso d'un gran dolore. L'abito di crespo bianco gualcito, la ghirlanda -di fiori naturali avvizzita e spostata, che le pendeva dietro fin sul -collo, il piccolo pugno che stringeva convulsamente un cordone della -tenda, rendevano ancor più penosa quell'espressione d'estrema angoscia. - -— Rina! — esclamò Gertrude la quale aveva indovinato chi era prima -ancora di vederla. - -Al suono della sua voce la fanciulla si rizzò d'un balzo, e si gettò -tra le sue braccia, le posò il capo sulla spalla. Non piangeva, non -_poteva_ piangere, ma un tremito che non giungeva a dominare la scoteva -tutta. La mano premente la mano dell'amica, era gelida da far paura, -gli occhi sembravano fissi, e lo stesso gemito isterico che l'aveva -tradita nel suo nascondiglio, le usciva ad intervalli dalla gola, -spaventando Gertrude a cui ella s'aggrappava come presa da un subito -terrore. - -Questa, sorreggendola, la trasse fino a un divano, le sedette accanto, -e si strinse dolcemente al petto la personcina tremante, scaldò le -manine diacce, baciò e ribaciò le labbra irrigidite, finchè ottenne di -ricomporla almeno in un'apparenza di calma. Per un'ora Rina stette così -abbracciata a lei, ricevendo le sue carezze con evidente piacere, e -rendendole ogni tanto con impeto convulso, ma senza proferir parola. - -Guidata da un savio criterio e da una perfetta delicatezza, la sua -giovane protettrice s'astenne dall'interrogarla o accennare comunque -al colloquio certo udito di nascosto, senza perderne sillaba; ma -aspettato pazientemente che fosse in realtà più tranquilla, le preparò -un cordiale, poi, vedendola prostrata di corpo e d'anima, le cinse -con un braccio la vita, la condusse di sopra, e la fece entrare, senza -cerimonie, nella propria camera, dove, se non doveva godere il ristoro -del sonno, le sarebbero state risparmiate almeno le osservazioni e la -curiosità d'Isabella. Stretta sempre all'amica, la povera fanciulla, -che finalmente uno sfogo di pianto aveva alquanto sollevata, finì però -con l'assopirsi fra i singhiozzi; e tutte le sue pene furono per allora -sepolte nel profondo oblio in cui l'infanzia e la giovinezza trovano -una tregua al dolore, e talvolta un balsamo che lo sana. - -Non fu così di Gertrude, la quale, benchè fosse circa della stessa -età, aveva già conosciuto troppe afflizioni e troppe cure perchè -potesse conservare il beato privilegio d'addormentarsi agevolmente -anche in mezzo alle inquietudini. Era necessario, d'altronde, ch'ella -vegliasse per aspettare il ritorno della signorina Clinton e spiegarle -l'assenza di sua cugina dalla camera da esse occupata in comune. Seduta -alla finestra, tendeva l'orecchio, impensierita, poichè Rina aveva -cominciato ad agitarsi sui guanciali e mormorava parole incoerenti, -evidentemente turbata nel suo sonno da sogni affannosi. Era passata -la mezzanotte quando arrivarono i signori Graham con la nipote. Ella -s'affrettò ad avvertire quest'ultima che la signorina Ray, indisposta, -s'era coricata nella camera sua. - -Ma il rumore delle carrozze aveva destato la dormente. Quando Gertrude -rientrò, la trovò in atto di stropicciarsi gli occhi cercando di -raccogliere i propri pensieri. Subitamente la scena della sera innanzi -le balenò nella memoria, e con un sospirone ella esclamò: - -— Oh, Gertrude! Sognavo il signor Bruce.... Dite, l'avreste creduto -capace di trattarmi in tal modo? - -— No, di certo.... Ma s'io fossi in voi, non lo sognerei, nè vorrei -pensarci da sveglia.... Dormiamo e dimentichiamolo. - -— Eh, per voi è un'altra cosa! — fece Rina con semplicità. — Egli vi -ama e voi non l'amate.... mentre io.... io.... — - -S'interruppe, soverchiata dalla sua passione, e nascose il volto nei -guanciali. - -Gertrude s'accostò al letto, pose una mano sul capo della povera -fanciulla, e terminò la frase per lei. - -— Il vostro cuore è così grande, Rina, ch'egli forse v'ha trovato un -posticino; ma è un cuore troppo buono, dove non sono degni d'entrare -i vili. Non dovete pensare più a colui; è immeritevole della vostra -stima. - -— Ahimè, non posso! Come ha detto, sono una scioccherella.... - -— No, non è vero, — disse Gertrude con un tono incoraggiante. — E -dovete provarglielo. - -— In qual maniera? - -— Facendogli vedere che nonostante la sua dolcezza, Rina Ray -è coraggiosa e forte, ch'ella non crede più alle sue menzogne -lusinghiere, e tiene le sue galanterie per ciò che valgono. - -— Mi aiuterete, Gertrude? Voi siete la mia migliore amica; avete -preso le mie difese, gli avete mostrato quanto malvagia è stata la -sua condotta verso di me. Mi permetterete di venire a voi, quando non -mi sentirò la forza di nascondere il mio dolore a lui, alla zia, ad -Isabella? — - -Un caldo abbraccio di Gertrude l'assicurò che avrebbe sempre trovato in -lei aiuto e simpatia. - -— Vedrete, — affermò questa — che tra poche settimane sarete di nuovo -serena ed allegra come prima. Non vi riuscirà difficile cessar d'amare -una persona che avete cessato di stimare. — - -L'innamorata protestò che mai più non sarebbe stata felice; ma -Gertrude, sebbene novizia anch'essa nelle vie del cuore umano, era più -fiduciosa, perchè dalla violenza medesima dello sfogo comprendeva che -il dolore di Rina somigliava un po' a uno di quegl'impetuosi dolori -infantili che si esauriscono in lacrime e singhiozzi, e pensava che -i più intimi recessi dell'anima sua fossero rimasti immuni dai danni -della tempesta. - -Sentiva nondimeno per lei una profonda compassione, e insieme temeva -ch'ella non avesse tanta forza di carattere da comportarsi di fronte -al signor Bruce come richiedeva la sua dignità di donna, ed evitare -d'esporsi ai dileggi d'Isabella e al disprezzo della zia palesando col -suo aspetto e il suo contegno la grave mortificazione patita. - -Fortunatamente, quanto al giovane la prova le fu risparmiata, giacchè -egli non si presentò più a villa Graham, e si seppe ch'era partito per -tutto il rimanente della stagione estiva. La maraviglia e la curiosità -suscitate nelle due famiglie da questa improvvisa partenza furono -dunque la sola causa di difficoltà esteriori contro cui ebbe a lottare -la povera Rina, sulla quale veniva a cadere il sospetto ch'ella non -fosse estranea al brusco allontanamento del suo corteggiatore. La zia e -la cugina la tempestavano di domande: «L'aveva ella rifiutato? Si erano -bisticciati? E perchè?» - -Ella negava l'una cosa e l'altra, ma non le credevano, e il mistero -persisteva, strano e solleticante. - -La signora Graham e Isabella non ignoravano che la sera della festa -Rina si era, all'ultimo momento, ricusata d'andarci, con un pretesto, -perchè mentre s'aspettava la carrozza della signora Bruce aveva per -caso risaputo che Ben non ci sarebbe stato; ed essendo riescite a -farle confessare ch'egli era poi venuto alla villa, ne trassero la -naturalissima ipotesi d'un dissenso tra i due supposti innamorati. - -Isabella, dall'altro canto, conoscendo troppo bene i sentimenti -della cugina, non poteva già credere ch'ella avesse rinunziato di sua -spontanea volontà a un adoratore tenuto in sì gran pregio, e vedeva la -sensitiva giovanetta sussultare ad ogni accenno alla costui diserzione. -Quindi l'affetto di parente e d'amica, e un senso di delicatezza -avrebbero dovuto vietarle di toccare il penoso soggetto. Ma invece il -signor Bruce e la sua enigmatica scomparsa erano il tema favorito de' -suoi discorsi, e al minimo disaccordo tra lei e Rina, ella non mancava -di confonderla e chiuderle la bocca con qualche pungente sarcasmo -allusivo al suo amore andato a male. - -Rina allora si rifugiava presso Gertrude, le confidava le sue pene, -invocava il conforto della sua simpatia, trovando non soltanto benevolo -ascolto, ma attingendo in quell'amicizia maggior coraggio e serenità -d'animo che non potessero venirle in soccorso da alcun'altra parte. -E a grado a grado la loro familiarità divenne per lei così dolce, -ch'ella le doveva le sole sue buone ore di pace. Gertrude si prendeva -teneramente a cuore la sorte della fanciulla che aveva sofferto un -crudele disinganno di cui ella era l'involontaria cagione. Lo spirito -depresso, l'aria mesta e pensosa della piccola Rina Ray, per sua -natura così viva, così gaia, le dicevano con eloquenza commovente il -suo intimo dolore; ed ella procurava in ogni modo di distrarla, di -ricrearla, di farle prender gusto a quelle occupazioni e quei piaceri -in cui ella stessa aveva spesso trovato un sollievo negli affanni -tormentosi, nelle contrarietà irritanti. - -Certo, quasi tutto il suo tempo era dedicato ad Emilia, la sua amica -più cara, la sua benefattrice; ma Emilia non aveva abitudini esclusive; -quando non l'affliggevano quelle indisposizioni alle quali andava -soggetta, era sempre disposta a ricevere cordialmente i visitatori cui -la sua compagnia poteva esser grata o utile; perfino la indisciplinata -e spensierata Fanny Bruce sentiva di non riuscire importuna, tanto -era gentile il sorriso che l'accoglieva e tollerante l'indulgenza -concessa alle sue monellerie. Rina dunque approfittava anche lei di -questa cortese ospitalità; e poichè la cieca, col suo raro intuito, -comprendeva che la fanciulla non era più la felice e folle creatura -di prima, e aveva bisogno della sua benevolenza, questa era per lei -doppiamente benvenuta. - -Tutte le volte che Isabella si divertiva a punzecchiare e mortificare -la cuginetta oltre i limiti della pazienza umana, e che Gertrude -si trovava occupata nella camera della signorina Graham, una snella -figurina s'affacciava timidamente all'uscio socchiuso, e una voce soave -come nessuna diceva dall'interno: - -— Vi sento, Rina; entrate, cara; la vostra compagnia ci è sempre -gradita. — - -E Rina entrava, si sedeva accanto a Gertrude, imparava da lei qualche -artistico lavoro d'ago, o ascoltava qualche piacevole lettura, o godeva -dell'ancor più piacevole conversazione d'Emilia. Passava così ore -indimenticabili: ore calme, serene, ch'erano tanto diverse da quelle -vissute fino allora, e lasciavano in lei un'impressione duratura, -benefica per il suo spirito e il suo cuore. - -Nessuno poteva trattare familiarmente con Emilia Graham, ascoltare -le sue parole, vedere la radiosità del suo celeste sorriso, respirare -nella pura atmosfera che la circondava, senz'acquistar almeno l'_amore_ -della virtù e della santità, se non qualche particella della loro -_essenza_. Ella era così scevra di egoismo, così paziente e rassegnata -nonostante le sue privazioni, che Rina avrebbe sentito vergogna di -lamentarsi in sua presenza; ed intorno a lei regnavano una pace e una -giocondità il cui influsso irresistibile faceva spesso scordare alla -giovanetta la causa della sua infelicità a segno ch'ella ripigliava -senz'avvedersene la naturale gaiezza. Di giorno in giorno, oramai, -la sua passione, il suo rammarico, tanto cocenti, tanto veementi -sulle prime, andavano dissipandosi rapidamente come sogliono questi -turbini di dolore, e mentre la guarigione progrediva in una tranquilla -inconsapevolezza, un'altra opera non meno salutare ed importante -s'iniziava in quell'anima. Frequentando una creatura eletta come -Emilia, di cuore puro e di mente alta, vivendo in ancor più intima -familiarità con la degna sua discepola, Rina apprendeva ad elevare -i suoi pensieri, a mirare nelle sue azioni a nobili fini cui la vita -ch'ella aveva condotta per l'innanzi era affatto estranea. - -Ammaestrata in parte dai precetti e dall'esempio delle sue nuove -amiche, in parte dalla propria amara esperienza, la «scioccherella» -che s'era lasciata prendere alle lusinghe di Ben Bruce vedeva adesso -tutta la vanità e tutta la follia di cui s'era fino allora nutrito il -suo spirito; e risolvendo per la prima volta di coltivare amorosamente -le facoltà immortali, cominciò a sviluppare i germi della sua miglior -natura, i quali, maturati col tempo e con l'aiuto di nuovi benefici -influssi, trasformarono la frivola e leggera fanciulla mondana in una -donna seria, utile e amabile. - - - - -XXXIII. - - Lievi dispregi, forse d'odio scevri, - Il mal che non potrebbero col peso - Fan col numero, e i piccoli dolori - A mille ci corrodono la vita. - - ANNA MORE. - - -Gertrude era lungi dall'immaginarsi che mentre ella s'adoperava -piamente, con tutte le sue forze, a procacciare la felicità e il -benessere morale di Rina, affidatasi al suo affetto e alla sua cura, -andava eccitando la gelosia e la malevolenza d'altre persone. - -Isabella Clinton, la quale non aveva mai veduto di buon occhio quella -fanciulla il cui carattere, la cui condotta parevano un continuo -rimprovero alla sua vanità e al suo egoismo, e per giunta rea del -delitto d'essere l'amica prediletta d'un giovane che, adolescente, -aveva lasciato nel superbo suo cuore un sentimentale ricordo, aspettava -con impazienza un'occasione di denigrarla dinanzi alla signora Graham. -La grande intimità nata tra Gertrude e Rina non era sfuggita alla sua -osservazione e destava in lei un vivo risentimento, sebbene ella stessa -la ribadisse e la rafforzasse con la propria freddezza e la propria -ingenerosità verso la povera delusa. Ora, rammentando che sua cugina, -precisamente la sera della supposta rottura di questa col signor -Bruce, aveva disertato la loro camera comune per rifugiarsi in quella -di Gertrude, s'affrettò a comunicare alla zia il sospetto che costei -avesse suscitato e fomentato qualche discordia tra i due innamorati e -fosse riuscita a mandare a monte il matrimonio. - -La signora Graham non esitò ad accettare la sua opinione. - -— Rina — ella disse — è d'animo debole ed evidentemente si lascia -dominare dalla signorina Flint. Non mi farebbe maraviglia che tu ti -fossi apposta, cara Bella! — - -Così collegate, cercarono di strappare a Rina, per via di sorpresa o -d'astuzia, una confessione circa il modo in cui Gertrude sarebbe giunta -ad allontanare il suo pretendente e a raggirare lei. La fanciulla negò, -indignata, che la sua amica si fosse resa colpevole di questa mala -azione, e seguitò ostinatamente a ricusarsi di rivelare ciò ch'era -avvenuto alla villa la sera della festa nuziale. Era il primo segreto -ch'ella serbava: ma il suo orgoglio femminile vi si trovava coinvolto, -e sì l'onore che la saggezza le imponevano di custodirlo con rigorosa -cura. - -La collera d'Isabella e della signora Graham si rinfocolò. Molto -discussero in segreto la questione, molte vane congetture fecero; di -giorno in giorno s'esasperavano contro Gertrude, e il loro contegno -verso di lei cominciò a manifestarlo. La fanciulla presto s'avvide -d'esser fatta segno di meditate scortesie, poichè quantunque non -dipendesse dalle loro grazie, non mancavano, vivendo sotto lo stesso -tetto, occasioni in cui potessero ferirla con maniere sgarbate, le -quali divennero sempre più provocanti e sarebbero state insopportabili -senza la severa disciplina morale che frenava il suo temperamento. - -Con mirabile pazienza ella mantenne la sua equanimità. Non aveva mai -aspettato benevolenza nè riguardi da parte della signora Graham e -della signorina Clinton. Fin da principio s'era persuasa che tra lei -e loro ci poteva essere poca simpatia, e adesso che le mostravano -aperta avversione, lottava strenuamente seco stessa per conservare -non soltanto la calma e il dominio dei propri sentimenti, ma un -costante spirito di carità. E fu bene che non cedesse a quella prima -prova cui veniva sottoposta la sua tolleranza, perchè un'assai -più grave e inopinata provocazione le riserbavano le sue maligne -persecutrici. Irritate da quella paziente e dignitosa condotta che -non avevano preveduta, accese dal dispetto di picchiare a vuoto, -risolsero d'attaccarla da un altro lato: ed Emilia, la dolce, amabile, -inoffensiva Emilia, fu il nuovo oggetto contro cui diressero le loro -ostilità. - -Gertrude sapeva soffrire le ingiustizie, i dispregi, perfino le parole -ingiuriose e crudeli finchè non colpivano che lei; però il sangue -le bollì nelle vene quando vide che la sua diletta amica diveniva -la vittima d'una bassa animosità palesata da vergognose piccole -trascuranze, da malevoli procedimenti. Rivolgersi alla gentile creatura -in termini men che cortesi pareva quasi impossibile; più impossibile -ancora trovar qualche cosa a ridire sul conto d'una persona la cui vita -era tutta bellezza e bontà; e la sventura che la teneva in certo modo -appartata, sembrava doverla mettere al riparo d'ogni aggressione. Ma la -signora Graham era grossolana e impulsiva, Isabella egoista e dura. Già -molto prima che la cieca s'accorgesse delle loro nemiche intenzioni, -Gertrude aveva sentito il suo cuore fremere e ribellarsi dinanzi ad -atti e discorsi che tradivano il proposito di dar noia ad Emilia o -d'affliggerla, tanto erano propri a ferire, se rilevati, la sensibilità -di un'anima delicata. Ed ella vigilava: più d'un colpo veniva da lei -stornato; più d'una mancanza riparata a tempo; più d'un disegno ch'esse -contrariavano perchè lo sapevano favorito dalla signorina Graham, era -portato a compimento grazie alla sua perseveranza e alla sua energia. -Così durante alcune settimane Emilia ignorò che vari piccoli uffici -servili le erano prestati adesso da Gertrude perchè Brigida aveva -ricevuto dalla sua padrona ordini incompatibili col disbrigo di tutte -le faccende per conto della signorina. - -Il signor Graham era allora assente, avendolo certe difficoltà che -intralciavano i suoi affari chiamato a Nuova York nella stagione in -cui egli soleva godere ozi beati, libero da ogni cura. La sua presenza -sarebbe stata un freno potente per la moglie, la quale ben conosceva -il tenero e devoto affetto che egli portava alla propria figliuola e -il suo desiderio che il benessere di lei fosse considerato in casa -sua come cosa di capitale importanza. E appunto il suo amore e le -sue cure per Emilia, il rispetto, l'adorazione quasi, di cui tutti -i familiari la circondavano, avevano destato fin dal primo giorno la -gelosia della nuova signora Graham; e però ella approfittava di buon -grado del pretesto offertole da Isabella, per dare sfogo al suo astio. -Infatti ciò che concerneva Rina e la sua diserzione, com'esse dicevano, -nel campo nemico, non era che una causa secondaria di diffidenza e -d'avversione. - -Tuttavia la brusca e misteriosa partenza del signor Bruce, ed il -sospetto che Gertrude, appoggiata dalla sua protettrice, avesse messo -male tra lui e la fanciulla, forniva loro un motivo ostensibile di -risentimento, ed erano determinate a trarre da questa scusa tutto il -partito possibile. - -Un giorno, poco innanzi il ritorno del signor Graham, mentre Isabella -e sua zia sedute nell'atrio cercavano d'ingannare le ore tediose di -quell'afoso pomeriggio d'agosto sparlando di tutto il resto della -famiglia, fu recata alla signora una lettera di suo marito. Ella ne -scorse rapidamente il contenuto e disse con aria di sodisfazione: - -— Buone notizie, Bella! Pare che ci sia per noi la speranza di qualche -piacere in questo mondo.... — - -E lesse ad alta voce il seguente passo: - - «Il molesto affare che m'ha costretto a venir qui è già quasi - regolato, e nel modo più favorevole ai miei desiderî e ai miei - disegni. Non veggo più alcun ostacolo al nostro viaggio in Europa; - dunque partiremo nella seconda metà del mese venturo. Le ragazze - facciano i loro preparativi. Dite ad Emilia che non risparmi nulla - per provvedere dell'occorrente sè e Gertrude.» - -Isabella osservò ghignando: - -— Parla di Gertrude come fosse una di noi! Confesso ch'io non mi -riprometto un piacere molto grande dal viaggiare per l'Europa con una -cieca e la sua sgradevole appendice. Non capisco proprio perchè il -signor Graham voglia portarsele dietro. - -— Magari le lasciasse a casa! — sospirò la zia. — Sarebbe per Gertrude -un buon castigo. Ma, ohimè, sta' pur sicura, egli partirebbe piuttosto -senza la mano destra che senza Emilia! - -— Spero che se mai mi marito, — esclamò la ragazza — non sarà con uno -che abbia una figlia cieca! E per giunta una persona così terribilmente -virtuosa, che tutti sono in obbligo d'idolatrarla, ammirarla e -servirla. - -— _Io_ non ho da servirla; cotesto è l'ufficio di Gertrude: non è qui -per altro. - -— E quest'è il peggio: la cieca ha bisogno d'una camerista, e la -camerista è una gran dama che non si perita di sottrarre alle vostre -nipoti i loro innamorati e guastarle tra loro. - -— E che ci posso fare io, Bella? Puoi credere che io non desidero -la compagnia della Flint più di te; ma non so davvero in che modo -riuscirei a liberarmene. - -— Io vi consiglio di raccontare un po' al signor Graham il male che -ha già fatto. Se avete qualche potere su lui, non vi sarà difficile -impedirle di partecipare al nostro viaggio. - -— Sarebbe soltanto ciò che merita; e non dico che non gli toccherò -della sua condotta. Certo rimarrà stupito di quella subitanea fuga di -Ben Bruce, perchè non dubitava che avrebbe sposato Rina. — - -In quella la signorina Clinton dovette interrompere la conversazione -per andare a ricevere visite che arrivavano, e lasciò la signora Graham -in una disposizione d'animo feconda di gravi conseguenze. - -Mentre Isabella scendeva la gradinata d'ingresso per andare incontro -con sorrisi e complimenti agli ospiti che nell'intimo del suo cuore -ella desiderava a cento miglia di distanza in quel torrido pomeriggio -estivo, Gertrude saliva dalla cucina per la scala di dietro, e -attraversava un corridoio conducente nella sua camera. Ella portava -sulle braccia un abito di fine mussolina bianca, un buon numero di -golette ricamate, di maniche e manichetti a piegoline, e altro, ogni -cosa stirato di fresco. Era rossa in viso, e pareva molto stanca. -Entrata, depose sul letto, accuratamente, il suo fardello, si scostò i -capelli dalla fronte, aprì una persiana, e traendo un respirone sedette -accanto alla finestra per godere un soffio d'aria fresca, se c'era. La -signora Prime, che passava appunto per il corridoio, sporse la testa -dall'uscio socchiuso, e visto che Gertrude era sola venne avanti. -Guardò in atto di maraviglia la roba stirata, poi guardò lei, notò gli -effetti del faticoso lavoro, e proruppe con indignazione: - -— Affemmia, signorina Gertrude, scommetto che avete stirato voi stessa -l'abito di mussolina e il resto! — - -La giovanetta sorrise ma non rispose. - -— Oh, quest'è troppo! — esclamò la buona donna. — Pensare che voi avete -lavorato in quella cucina ch'è un forno nelle ore calde, mentre noi si -faceva la siesta!... Sono certa che la signorina Emilia non vorrebbe -metterselo mai più cotesto abito bianco, se lo sapesse! - -— Dite piuttosto che non è quasi da mettersi.... Io non ho pratica di -stirare, e ho durato gran fatica; una parte mi s'asciugava prima che -avessi finito di passare il ferro sull'altra. - -— È una galanteria, invece; ma non so davvero perchè abbiate da far voi -il lavoro di Brigida. - -— Brigida è sempre tanto occupata, — disse Gertrude evitando una -risposta diretta — e poi è bene ch'io impari. Nessuna cognizione è -inutile, signora Prime. - -— Ma dopo pranzo, con questo po' di caldo, non è il tempo adatto per -simili sperimenti. E oso dire che neppur voi l'avreste scelto se non -fosse stato il pensiero che la signorina Emilia poteva aver bisogno -della sua roba e non trovarla pronta. Che mutamenti in casa Graham! -La figliuola del padrone, una volta al primo posto, adesso è ridotta -ad aspettare che sia stirata la biancheria degli altri per ottenere -la propria. Brigida dovrebbe aver tanto giudizio da non dar retta a -quelle villane rivestite quando le ordinano, per esempio, come sentii -giusto ieri la signora, di lasciare stare «quel mucchio di mussoline» -per occuparsi di faccende «più importanti....» La nostra Caterina non -sarebbe stata così grulla: ma Brigida è anch'essa una nuova capitata. E -io pensai subito: «Che direbbe la signorina Gertrude vedendo trascurare -così la signorina Emilia?» Eh, com'è vero ch'io mi chiamo Prime, -voglio che la padroncina sappia quel che succede qui!... Voi non vi -scalmanerete più a stirare: se le sue vesti e la sua biancheria fine, -e specie la vostra, non possono più esser lavate e stirate in casa, -si daranno fuori. Denaro ce n'è, e se ne deve spendere un poco anche -per i bisogni delle signore vere. Vorrei pure che l'Isabella andasse -a cambiar aria: le farebbe buono! Mi feriscono nel cuore le vessazioni -che si commettono contro voi due.... Io non ci reggo più; vo difilato -dalla signorina e vuoto il sacco. - -— No, che non ci andrete, signora Prime, — disse Gertrude in tono -persuasivo — posto ch'io vi prego di non farlo. Voi dimenticate quale -dispiacere proverebbe Emilia se risapesse questa mancanza di riguardo -della signora Graham. Io vorrei stirare vestiti di mussolina tutti -i giorni piuttosto che lasciarle pur _sospettare_ una volontaria -scortesia di qualcuno verso di lei. — - -La cuoca esitò. Infine disse: - -— Signorina Gertrude, io credevo che nessuno potesse amare la nostra -cara Emilia più di me, ora capisco però che voi l'amate _meglio_, -perchè usate tanta prudenza e saviezza per amor suo. Io tacerei se -non vi andaste di mezzo _voi_: siete venuta in questa casa ch'eravate -ancora una bambina, e tutti v'abbiamo posto affetto e vi teniamo in -gran conto.... Io non posso tollerare di veder quella gente mettervi i -piedi sul collo come ne ha l'intenzione. - -— So che mi volete bene, signora Prime, e ad Emilia pure: dunque -tanto per me che per lei non dovete fiatare con anima viva su questi -cambiamenti nel governo della famiglia. Facciamo quanto è possibile per -risparmiarle il dolore di conoscerli: circa il resto, non dateci peso. -Se anche non mi tratteranno con l'amorevolezza e l'indulgenza a cui gli -altri m'avevano avvezzata, qui, il miglior consiglio è di non mostrare -d'accorgersene: e voi, non vi mettete gli occhiali per veder torbido. - -— Dio vi benedica, signorina Gertrude! Quelle persone hanno fortuna -d'aver a fare con un cuore come il vostro: nessuno, io credo, sarebbe -capace d'una tale pazienza. A me, grazie al cielo, non hanno occasione -di dar noia. Io lasciai subito intendere alla signora Graham che non -soffro ingerenze di chicchessia nelle mie faccende: i diritti delle -cuoche sono privilegiati, e le feci passare presto la voglia d'invadere -i miei dominî, ve l'assicuro.... M'è doloroso assai veder le mie care -signorine soverchiate così; nondimeno, poichè voi mi dite «zitto!», -frenerò la lingua finchè potrò. Ma l'è una vergogna, questo lo -dichiaro! — - -E la signora Prime se n'andò, borbottando. - -Un'ora più tardi Gertrude era allo specchio, intrecciando i suoi lunghi -capelli, quando entrò la signora Ellis dopo avere leggermente picchiato -all'uscio. - -— Ah, — fece la governante — non avrei creduto che s'arriverebbe a -questo segno! - -— Che c'è di nuovo? — domandò con ansia la fanciulla. - -— Pare che ci sfrattino dalle nostre camere. - -— Chi? - -— Voi, prima, e poi me, mi figuro. — - -Gertrude avvampò in viso ma tacque. La signora Ellis le raccontò come -avesse ricevuto l'ordine di adattare la camera di lei per due ospiti -aspettati il giorno seguente, e fu maravigliatissima d'udire che -Gertrude non era stata consultata nè avvertita. La signora Graham le -aveva parlato della cosa con aria di così tranquilla indifferenza, -mostrandosi anzi tanto sicura che alla signorina Emilia e alla sua -giovane amica sarebbe tornato comodo e gradito occupare la medesima -stanza, ch'ella aveva creduto la cosa già stabilita di comune accordo. - -Profondamente offesa e sdegnata per conto proprio e d'Emilia, Gertrude -stette un poco irresoluta, in silenzio. Poi domandò alla governante se -avesse già informato la signorina di questa novità. Quella rispose di -no. Ella la pregò allora di non dirgliene nulla. - -— M'è insopportabile — soggiunse — l'idea di farle sapere ch'io vengo -espulsa senza cerimonie dal piccolo santuario da lei preparato per me -con amorosa cura. Io dormo spessissimo nella sua camera, è vero: ma -ella desiderava ch'io ne avessi una mia dove potessi stare in libertà, -leggere, studiare.... Se permettete ch'io porti la mia scrivania -nella camera vostra, signora Ellis, e di dormire lì qualche volta -sull'agrippina, potremo tacerle la verità. — - -La signora Ellis acconsentì subito. Era divenuta molto umile e -arrendevole, da qualche mese, e Gertrude le era entrata pienamente in -grazia, prima con la sua esemplare pazienza, e da ultimo col cortese -e valido aiuto prestatole nelle numerose occasioni in cui si trovava -sopraccarica di faccende. Pertanto, non solo le accordò senza obiezioni -ospitalità nella propria camera, ma s'offerse d'aiutarla a trasportarvi -i suoi vestiti, i suoi libri, il tavolino da lavoro. - -Quantunque compiacente e gentile verso Gertrude, che adesso ella -considerava come Emilia, la signora Prime e sè medesima, un membro del -partito oppresso ed angariato, ritornava però all'antica asprezza per -esprimere la sua indignazione parlando della condotta della signora -Graham e d'Isabella. - -— È tutta una trama! Qualche volta penso perfino ch'è meglio per -Emilia esser cieca e non vedere quanto succede in questa casa! Avrei -voluto schiaffeggiare Isabella, ieri, quand'ebbe la sfacciataggine -di prendere il vostro posto a tavola accanto a lei, e poi trascurare -d'aiutarla a servirsi! E quell'angelo sedeva lì inconsapevole del suo -vergognoso contegno, e le chiedeva un po' di burro con altrettanta -dolcezza che se, per un mèro caso, voi foste stata mandata altrove -e lei abbandonata a sè stessa. Davanti a tutti quegli estranei, poi! -Io vedevo ogni cosa dallo stanzino della porcellana.... E i vestiti -e le golette e i manichetti d'Emilia che stavano nell'armadio della -biancheria aspettando d'essere stirati da tanto tempo ch'io credevo che -finirebbero con l'ammuffire?... Sono contenta di vedere che Brigida -ha potuto finalmente spicciarli, perchè davvero temevo che uno di -questi caldi giorni la poverina non avrebbe più avuto roba leggera da -mettersi. Ma è inutile discorrerne.... Io desidero soltanto che possano -presto andarsene in Europa, e lasciarci respirare. A voi non importa -mica d'andar con loro, eh, Gertrude? - -— Se ci va Emilia, sì. - -— Bene, siete migliore di me; io non sarei capace di sottopormi a un -tale martirio neanche per amor suo. — - -Molte erano le molestie piccine e maligne a cui Gertrude veniva -giornalmente fatta segno, specie dopo l'arrivo degli ospiti attesi: -gente del mondo elegante, gaia e frivola, indotta dalla padrona di -casa e da Isabella a riguardare lei come un'intrusa, ed Emilia come un -noioso ingombro. Nè quest'ultima potè esser tenuta sempre all'oscuro -del poco caso che si faceva di loro. Rina, indignata degl'incivili -procedimenti di sua cugina e di sua zia, e indifferente verso gli -estranei ospitati alla villa, poichè cominciava a discernere la -leggerezza di carattere e di mente delle persone di quel genere, non -esitò a manifestare alle sue amiche il vivo rincrescimento ch'ella -provava nel vederle così indegnamente trattate e il desiderio di -difenderle. Ma Rina era un'assai debole antagonista di fronte alla -signora Graham, e soprattutto di fronte a Bella, i cui sarcasmi la -sgomentavano; depressa di spirito dopo la mortificazione patita, -era divenuta codarda, e non osava più, come avrebbe osato una volta, -sventare i loro disegni e frapporsi tra chi ella amava e la malevolenza -altrui. - -Ma la signora Graham, donna avventata, andò tropp'oltre, e s'impigliò -nei propri intrighi. Il ritorno imminente di suo marito rendeva -necessario un freno alla sua insolenza e a quella d'Isabella, cui era -più difficile applicarlo. Quanto a lei, essendo abbastanza accorta -da percepire fino a qual punto la tolleranza del signor Graham poteva -giungere e la sua perspicacia essere ingannata, sapeva in presenza sua -dominarsi e governarsi in modo da non cozzare contro quella imperiosa -volontà. Lui lontano, s'era condotta senza ritegno, aveva permesso alla -nipote d'empire la casa di gioventù chiassosa e petulante, e chiuso un -occhio su molte aperte e flagranti violazioni delle regole di civiltà -verso la figliuola dell'ospite assente, e la sua giovane compagna ed -amica. Ora però conveniva reprimere questa indecorosa oltracotanza, ed -ella lo comprendeva. Sfortunatamente, innanzi che mettesse in opera -le sue precauzioni, il capo della famiglia ritornò inaspettato, e in -circostanze che non le permisero d'avvertir nessuno nè preparar nulla. - -Egli arrivò sull'imbrunire, avendo preso l'omnibus, cosa contraria -alle sue consuetudini. Era una serata fresca; finestre ed usci erano -chiusi. La splendida illuminazione del salotto gli fece sospettare che -sua moglie ricevesse una numerosa compagnia. Ne fu contrariato, essendo -un sabato; egli, fedele agli antichi costumi della Nuova Inghilterra, -desiderava che la vigilia del giorno del Signore la sua famiglia -rimanesse quieta e raccolta. Per di più aveva un forte mal di capo. Non -entrò dunque nel salotto, e passò invece prima nella biblioteca, poi -nella sala da pranzo. Le trovò l'una e l'altra deserte e fredde. Salì -al piano superiore, attraversò parecchie stanze, osservando non senza -indignazione la trascuratezza con cui erano tenute, perchè egli amava -l'ordine e la pulizia meticolosa, e andò difilato alla camera d'Emilia. -Aperse l'uscio pian piano, è guardò dentro. - -Un bel fuoco ardeva nel caminetto a un canto del quale era stata -spinta un'agrippina su cui sedeva Emilia; la piccola sedia a dondolo -di Gertrude occupava l'altro. I riflessi della fiamma guizzavano -sulle tende candide; da un panierino di fiori che ornava la tavola -si diffondevano intorno soavi fragranze; ogni cosa era al suo posto -e splendente di nettezza. L'aspetto della stanza, il viso placido -e sereno della figliuola, il raggiante sorriso della giovanetta -che alzando gli occhi aveva veduto con sua gran gioia il padre, il -protettore della sua amica cieca, contemplarle in atto amorevole di -sulla soglia, offrivano al signor Graham un così grato contrasto con -quanto s'era offerto al suo sguardo fino allora, ch'egli, mosso da -un sentimento più caldo del solito, strinse in un tenero amplesso -paterno Emilia stupita dalla sua improvvisa comparsa, salutò non -meno affettuosamente Gertrude. Questa avvicinò al fuoco una poltrona -dov'egli sedette esclamando: - -— Brave ragazze, qui si sta bene e c'è un'aria di pace casalinga che -consola! Ma che cosa succede al pianterreno? E perchè tanto disordine, -tanta confusione? — - -Emilia spiegò che parecchi ospiti soggiornavano alla villa. - -— Uh! Ospiti? _Me lo dovevo immaginare!_ — brontolò il vecchio signore -con tono di malcontento. — E si direbbe che ciascuno abbia vuotato il -suo sacco di cenci nelle camere.... — - -Gertrude gli domandò se avesse preso il tè. - -Non l'aveva preso, e lo desiderava; era stanco. Mentr'ella s'avviava -per scendere e prepararglielo, egli la richiamò: - -— Gertrudina, non dire a nessuno che sono ritornato. Ho bisogno d'esser -lasciato tranquillo almeno _stasera_. — - -Rimasto solo con Emilia, s'informò dei preparativi per il viaggio in -Europa; e con sua maraviglia apprese ch'ella ignorava totalmente le -sue intenzioni su questo proposito, perchè la signora Graham s'era -dispensata dal comunicarle il messaggio contenuto nella sua lettera. -Sebbene sdegnato quanto stupito, egli si represse: non gli garbava -confessare a sè stesso, e meno ancora alla figliuola, che sua moglie -aveva trasgredito i suoi ordini. Risolse però d'occuparsene poi. - -Dopo essersi riconfortato con un tè ben guarnito, tornò di sopra e -chiese il _Giornale della Sera_. - -— Vo a cercarlo, — disse Gertrude, rizzandosi. - -— No, suona, — fece il signor Graham, imperioso. - -A tavola aveva notato che quando la giovane, la quale assisteva al -suo pasto, sonava il campanello, non si teneva conto della chiamata, e -voleva conoscere la causa di questa strana negligenza. - -Gertrude sonò ripetute volte senza ottenere risposta. Alfine udì il -passo di Brigida nel corridoio, ed aperto l'uscio disse alla ragazza: - -— Brigida, vi prego, cercate il _Giornale della Sera_ e portatelo qui, -per la signorina Emilia. — - -Quella andò e ritornò presto, rispondendo che il giornale lo leggeva la -signorina Isabella e ch'essa si ricusava di cederlo. - -Una tempesta si addensò sulla fronte del signor Graham. - -— Come! Una tale imbasciata a mia figlia! — esclamò egli. — Gertrude, -va' tu stessa, e di' a quell'impertinente che dia subito il giornale, -perchè lo voglio _io_. O che contegno è mai cotesto? — soggiunse -borbottando. - -Gertrude entrò nel salotto con grande compostezza, e sotto gli sguardi -curiosi di tutta la compagnia parlò piano alla signorina Clinton, che, -rossa e confusa, le consegnò senz'indugio il foglio. Bella temeva il -signor Graham; e quand'ebbe informato sua zia dell'inaspettato arrivo -di questi, anche la signora si turbò. Ella aveva fatto calcolo di -parlare col marito prima ch'egli vedesse Emilia, come molto le premeva, -ben sapendo quanto importasse predisporlo in favore delle sue mire. - -Adesso era troppo tardi. Stimò meglio non andare in cerca di lui, e -affidarsi piuttosto alla fortuna. Con arte, disperse la compagnia di -buon'ora, e diede una capatina nella sala da pranzo dove infatti trovò -il signor Graham che fumava. - -Egli era di malumore (grazioso come un orso, ella disse poi ad -Isabella), ma la signora fu conciliante, evitò d'irritarlo toccando -soggetti scabrosi, e seppe fare così bene, che il giorno seguente potè -presentare a' suoi ospiti un padrone di casa, almeno in apparenza, -affabile e cortese. - -Ma la serenità venne turbata assai prima che quella domenica giungesse -a sera. Mentre il vecchio signore s'avanzava nella navata destra -della chiesa dove stava per incominciare l'uffizio del mattino, -conducendo, secondo il suo costume, la figliuola cieca appoggiata al -suo braccio, la sua faccia si rabbuiò vedendo Isabella seduta con aria -di compiacenza in quell'angolo dell'antica panca di famiglia che tutti -sapevano essere da anni riservato alla signorina Graham. Sua moglie, -la quale li accompagnava, ammiccò verso la nipote; ma costei era -piuttosto ottusa, e però non isfuggì alla mortificazione d'essere da -lui deliberatamente presa per la mano e rimossa dal posto usurpato dove -egli collocò Emilia. La sfrattata, che già da tre domeniche commetteva -la bassezza di privarla, per dispetto, del suo diritto, fu costretta -a sedere durante il servizio divino accanto al signor Graham, con le -spalle al pulpito, essendo tutti gli altri posti occupati. Ella fremeva -di collera osservando i sorrisi mal repressi di parecchie persone delle -panche vicine: specie l'afflisse il vedere nella contigua, proprio -accosto a lei, Fanny Bruce che gongolava addirittura. - -Se Emilia fosse stata consapevole del trionfo ottenuto ne avrebbe -sofferto. Ma il suo cuore e i suoi pensieri erano vòlti in alto, e -come non aveva sentito nè ira nè pena dinanzi alla prepotenza di Bella -Clinton, così non provava ora altra sodisfazione che quella di trovarsi -più a suo agio nel posto a cui era abituata da tanto tempo. - -In capo a una settimana da che era ritornato, il signor Graham aveva -compreso chiaramente i sentimenti di sua moglie e d'Isabella, e i loro -probabili effetti sulla sua felicità domestica. Vedeva che Emilia -sdegnava di lagnarsi; sapeva che non s'era lagnata mai: notava la -devozione di Gertrude alla sua figliuola diletta, e considerava la -fanciulla meritevole di tutta la sua stima e di riguardi che nessuno -avrebbe potuto contrastarle. E quando la signora tentò con arte -sopraffina d'insinuargli le accuse meditate contro la sua giovane -protetta, egli le accolse con indifferenza e disprezzo. - -Conosceva Gertrude fin da bambina; ella era fiera, e qualche volta -l'aveva giudicata caparbia: _mai_ vile nè falsa. Inutile venire a -raccontare a lui quelle sciocchezze; se non s'era concluso nulla tra -Ben Bruce e Rina, tanto meglio; il giovanotto era un fannullone, e non -poteva essere un buon marito; quanto alla ragazza, gli pareva che fosse -divenuta più savia e più gentile, e se questo era il risultato della -sua amicizia con Gertrude, bisognava anzi favorire la loro intimità. - -La signora Graham era disperata. - -— Non c'è rimedio, — diceva a Bella. — È saldo come una ròcca, e se -andremo _noi_ in Europa, con lui, indubitatamente Emilia e la sua -fedele ci verranno _anche loro_. — - -Rimase dunque sbalordita come da un eccesso di gioia, quando seppe -che la coppia con cui tanto le spiaceva di dover fare il desiderato -viaggio, restava a casa, e per istanza della stessa signorina Graham. -Gli scrupoli che avevano rattenuto Emilia dal dimostrare a suo padre -quanto poco gradevole sarebbe riuscito per lei il giro all'estero, -erano svaniti tosto che s'era persuasa che Gertrude, il cui bene le -stava sempre a cuore, avrebbe sofferto ancor più viaggiando sottoposta -alla compagnia delle sue nemiche. - -Quantunque cieca, ella afferrava e comprendeva quasi tutto ciò che -avveniva intorno a lei. Dotata di prontissima percezione mentale -e d'un finissimo udito reso doppiamente acuto dalla mancanza della -vista, era giunta a conoscere, forse più addentro di ogni altro, gli -eventi della scorsa estate. Indovinava il vero stato delle cose tra Ben -Bruce e Gertrude, benchè questa non gliene avesse mai fatto parola, e -s'immaginava in qual modo vi fosse coinvolta Rina, il che d'altronde -non era difficile arguire, date le involontarie ma continue confidenze -che l'ingenua fanciulla le andava facendo nelle loro conversazioni. - -Poichè gli abusi di potere della signora Graham e di Bella divenivano -sempre più aperti e audaci, la governante e la cuoca stimarono tolto -il divieto di palesarli alla padroncina: ma il dolore d'Emilia ebbe -largo compenso nelle novelle prove che quei fatti le fornivano del -devoto affetto di colei ch'ella si compiaceva di chiamare sua figliuola -adottiva. - -Con perfetta calma, senza esitazioni come senza ira, ella risolse di -procedere in guisa che Gertrude fosse liberata dalla servitù a cui -s'assoggettava con tale abnegazione. Suo padre s'oppose sulle prime -al suo desiderio di non accompagnarlo in Europa: ma egli troppo bene -sapeva che quel viaggio, in cui per lei le intime sofferenze dello -spirito si sarebbero aggiunte alle privazioni esteriori, non poteva -essere che un sacrificio, perchè egli s'ostinasse a obbligarvela; -e considerato che, dopo tutto, quella era l'unica via di conciliare -gl'interessi contrari e che Emilia gli offriva il partito migliore -nelle presenti circostanze, determinò di rassegnarsi alla lunga -separazione dalla figliuola e permettere a questa di cercare la propria -felicità dove la trovava. Egli aveva veduto durante l'inverno passato -nel Mezzogiorno quanto la sua cecità le rendesse penoso il viaggiare, -specie senza il soccorso dei vigili occhi di Gertrude, e riconosceva -ora che i suoi gusti e il suo costume di vita erano proprio l'opposto -di quelli della nuova signora Graham e delle costei nipoti; sicchè, -punto voglioso d'esser convinto dai fatti della follia commessa con -quel terzo matrimonio che minacciava di diventare per lui una sorgente -d'infelicità domestica, apprezzò la saggezza di quel consiglio e si -sentì sollevato prendendo una risoluzione che contentava tutti. - - - - -XXXIV. - - Una serie di giorni che compone - Mesi felici. - - WORDSWORTH. - - -La casa della signora Warren, che offriva ai dozzinanti un soggiorno -comodo e gradevole, fu prescelta da Emilia per passarvi l'inverno con -Gertrude. Il signor Graham circa un mese dopo il suo ritorno da Nuova -York s'era imbarcato alla volta dell'Havre con la moglie, Isabella -e Rina; la signora Ellis era andata a godere un ben meritato riposo -da certe sue cugine che dimoravano in campagna, e la villa era stata -chiusa. La signora Prime, entrata come cuoca nella pensione Warren, -brontolava tutte le mattine per il cresciuto lavoro, e tutte le sere -benediceva la sua stella che l'aveva condotta ancora sotto il medesimo -tetto con le sue care signorine. - -Quantunque il signor Graham avesse ampiamente provveduto al -mantenimento della figliuola e della sua compagna, Gertrude era -desiderosa d'occuparsi di nuovo in modo proficuo, e riassunse perciò -una parte delle sue lezioni nella scuola del signor W. Ed Emilia, per -gradita che le fosse la compagnia della giovanetta, se ne privava di -buon grado durante alcune ore, lieta del nobile sentimento onde ella -era animata, e la incoraggiava con le sue lodi. Nella loro indisturbata -intimità, e in mezzo a pochi ma eletti amici, passarono un inverno -tranquillo e felice. Leggevano e passeggiavano insieme secondo l'antica -consuetudine. Insieme assistevano a conferenze e concerti; visitavano -le gallerie di belle arti. Dinanzi ai capolavori della pittura e della -scultura Emilia ascoltava attenta la sua guida, che con gli occhi -scintillanti e il viso raggiante d'entusiasmo, le descriveva, ponendovi -la più minuziosa diligenza, i soggetti dei marmi e delle tele, la -maniera in cui l'artista aveva reso il concetto originale della sua -mente, gli atteggiamenti, le figure, le espressioni dei visi, il colore -dei paesaggi, e infine le impressioni prodotte nel suo spirito e nel -suo cuore, i pensieri destativi dalle opere d'arte che esaminava. E -tali erano l'eloquenza dell'una e la simpatia con cui l'altra pendeva, -intenta, dalle sue labbra, ch'esse medesime in quell'atto offrivano -un soggetto pieno di commovente contrasto, se non al pittore almeno -all'osservatore della natura umana manifestata in nuove forme e scevra -da vanità ed affettazione. - -Nelle passeggiate quotidiane, o contemplando la fulgida bellezza -d'una serena notte invernale, Gertrude, rapita, lasciava sgorgare dal -profondo dell'anima tutta l'ardente ammirazione di cui l'opera del -sommo Artefice la colmava; dipingeva all'amica cieca la pompa d'uno -splendido tramonto, o al cader della dolce ora crepuscolare, seduta -accanto a lei, spiava nel cielo invaso dall'ombra notturna le stelle -che s'accendevano ad una ad una: e allora Emilia attingeva alle segrete -fonti della sua illuminata natura tali verità della vita interiore -che sembrava ch'ella sola godesse la vera luce, e chi vedeva il mondo -materiale fosse, al paragone, avvolto nelle tenebre. - -Felice e profittevole fu quell'inverno che trascorsero così. E non -vivevano per sè soltanto: i poveri le benedicevano, gli afflitti -venivano a loro per conforto, i familiari le amavano con predilezione. -Gertrude spesso lo ricordò nella sua vita come il tempo in cui Emilia -e lei erano vissute in un loro proprio mondo incantevole e beato. -Venne la primavera, passò, ed esse s'indugiavano ancora, riluttanti a -lasciare un luogo dove si trovavano tanto bene: forse non si sarebbero -mosse dalla città neppure nell'estate senza una subita alterazione -della salute d'Emilia e l'ordine perentorio del dottor Jeremy, il quale -prescriveva l'aria di campagna come il migliore ricostituente. - -All'ansietà che Gertrude provava per l'amica s'aggiungeva ora una -crescente inquietudine per il lungo silenzio di Guglielmo. Da quasi tre -mesi non le era più giunta una parola da lui. Egli certo non l'aveva -dimenticata nè la trascurava volontariamente. Questo era impossibile. -Che cosa cagionava dunque una così strana sospensione della loro -corrispondenza? Si sforzò tuttavia di non lasciarsi turbare l'animo, e -dedicò tutte le sue cure ad Emilia che cominciava ad averne veramente -bisogno. - -Andarono al mare per alcune settimane; ma quell'aria pura e viva -non ridonò vigore all'indebolito organismo della cieca. Ella dovette -tralasciare le sue passeggiate; una continua stanchezza le toglieva -l'elasticità delle membra, il suo spirito così placido ed eguale andava -soggetto a insolite depressioni, i suoi nervi erano divenuti irritabili -a segno ch'era necessario preservarla con gran cura da ogni causa -d'eccitazione. - -Il buon dottore veniva di frequente a visitare la favorita tra le sue -pazienti; e la trovava sempre piuttosto peggiorata che non migliorata; -infine le ordinò di ritornare a Boston dicendo che la signora Jerry -aveva una bella camera sul davanti, altrettanto fresca e più comoda che -le stanzette anguste della gremita pensione di Nahant, e insistendo -perchè Emilia e Gertrude accettassero d'alloggiarvi durante una -quindicina di giorni in capo a cui egli sperava d'esser libero di -condurre la signorina Graham a cercar salute altrove se non si fosse -ancora rimessa. - -Ella lo assicurò che a Nahant non ci stava male: temeva di recare -troppo disturbo alla signora Jeremy. - -— Non parlate di disturbo! — protestò egli. — Credo che oramai dovreste -conoscerci bene, mia moglie e me. Venite domani: v'aspetterò alla -stazione. Arrivederci! — - -E pigliato il suo cappello se n'andò. Gertrude lo seguì. - -— A quanto veggo, dottore, — ella disse — non trovate Emilia molto bene. - -— No; e non è da maravigliarsene. Fra il ruggito dell'oceano da un lato -e il piagnisteo dei bimbi della signora Fellow dall'altro, ce n'è più -che abbastanza per estenuare le sue forze. Non posso permettere che -seguiti cotesto strapazzo. Nahant non fa per lei. Portatela domani a -casa mia, inteso? - -— I bimbi non piangono sempre come oggi, — disse Gertrude sorridendo -— e quanto all'oceano, Emilia ama tanto il sussurro delle onde che si -frangono sulla spiaggia! Sta ore ed ore ad ascoltarlo. - -— Me lo figuravo! Mal fatto. Cosa che l'attrista senza ch'ella sappia -il perchè. Portatela a Boston, vi ripeto! — - -Passarono buoni venti giorni dopo l'arrivo delle sue ospiti innanzi -che il rinomato medico potesse sottrarsi a' suoi pazienti e concedersi -qualche settimana di vacanza. Per conto proprio egli non avrebbe mai -pensato a intraprendere un viaggio di diporto, e la signora Jeremy -anch'essa preferiva tanto la sua casa a qualunque altro luogo, che -l'idea di partire alla volta di paesi sconosciuti non la seduceva -affatto: ma tutti e due erano pronti a sacrificare, e volentieri, le -loro antiche consuetudini al benessere delle care giovani amiche. - -Emilia stava positivamente assai meglio, e considerava come un piacere, -fino per sè medesima, il visitar West Point, Catskill, e Saratoga; -se pensava poi al godimento che avrebbe procurato questo viaggetto -a Gertrude, si sentiva animata da nuove forze. Certo, la giovanetta -abbisognava quanto lei di un cambiamento, e di distrazione. Il caldo -eccessivo delle ultime settimane, la reclusione quasi continua nella -camera della cara malata, avevano fatto impallidire le rose delle sue -gote; le cure e le angosce avevano pesato sul suo spirito. Il grande -miglioramento d'Emilia, l'alacrità con cui partecipava ai disegni del -dottore, dissipavano adesso i suoi timori; e mentre ella attendeva ai -pochi preparativi necessari per il loro vestiario, il suo passo era -leggero, e la sua voce gaia, com'erano agili ed attive le sue dita. - -A Nuova York fecero la prima tappa: ma l'afa e la polvere della città -rendevano assai sgradevole l'andare in giro per le strade, sicchè -durante l'unica giornata che vi si trattennero, il dottore fu il solo -della comitiva che s'avventurasse fuor dell'albergo, salvo una breve -spedizione della signora Jeremy e di Gertrude in cerca di berrette -guarnite non avendone, quella, altre che la gialla e la rosa e lilla -famose, e temendo che non fossero abbastanza eleganti per Saratoga. - -La temperatura, quasi insoffribile, non isgomentava tuttavia il bravo -dottore, il quale appena la sentiva tanto era infervorato nelle visite -a parecchi suoi confratelli, di cui alcuni suoi antichi compagni -di studi, non riveduti da anni. Dopo ch'egli ebbe impiegato così la -giornata intera, riannodando conoscenze, ravvivando amicizie, molti -dei cordiali amici ritrovati vennero la sera all'albergo per farsi -presentare alla signora Jeremy e alle signorine che l'accompagnavano. -Il salottino del loro appartamento fu animato fino ad ora tarda dalla -piacevole e allegra conversazione d'uomini anziani che ricordando -il passato, riandando le scene della loro vita di studenti, si -riaccendevano di giovanile ardore. Ciascuno per turno raccontava i suoi -aneddoti, e scoppiavano intorno gioconde risate; era un'eccitazione -generale. Il dottor Jeremy, a quel tempo uno dei prediletti del loro -circolo, rappresentava onorevolmente la parte dell'eroe in quasi -tutte le avventure raccontate (fuorchè da lui); e le tre uditrici, -segnatamente Gertrude che teneva in alto concetto il suo vecchio amico, -godevano trionfanti di questa probativa testimonianza dei suoi meriti. - -La conversazione non era di tal carattere da escluderne le signore -nè impedir loro di goderne, e la giovanetta che sapeva trattare con -le persone d'età, e che il dottor Jeremy si compiaceva di porre in -rilievo, contribuì non poco a divertire la compagnia con le sue argute -osservazioni e con la prontezza delle sue risposte alle interrogazioni -astute e talvolta un po' astruse ed ironiche, scherzosamente rivoltele -da un vecchio medico scapolo il quale fin dal primo momento era rimasto -incantato di lei. - -Emilia ascoltava con diletto quei discorsi pieni di tante e varie -attrattive e divideva con Gertrude l'ammirazione degli amici del -dottore in cui la sua sventura destava pietà e simpatia; e la signora -Jeremy tutta lieta e ridente s'insuperbiva degli elogi retrospettivi -prodigati al suo sposo, e troneggiava nella sua poltrona con un'aria -così radiosa che Gertrude quando le diede la buona notte le dichiarò -ch'ella stava tanto bene quella sera con la vecchia berretta gialla da -farle quasi giudicar superflue le nuove. - -Il dottor Gryseworth di Filadelfia, già discepolo di Jeremy molti anni -addietro, udendo che i viaggiatori avrebbero preso la mattina seguente -il piroscafo che risaliva l'Hudson, manifestò grande sodisfazione -perchè si sarebbero ritrovati insieme a bordo, ed egli avrebbe -presentato alla signorina Flint le sue due figliuole, le quali andavano -a Saratoga per passarvi l'estate con la loro nonna già stabilità -all'Albergo del Congresso. - -Sonò la mezzanotte prima che l'immaginazione di Gertrude, vivissima -sempre ed ora quanto mai eccitata dal piacere che il domani prometteva, -potesse calmarsi tanto da permetterle di pensare a ristorar le forze -nel sonno. Emilia dovette porre un freno alla sua ilarità e alla sua -loquacità ricusandosi deliberatamente di far più eco a una risata o -ascoltare una parola. Costretta così al silenzio, cadde in un sonno -profondo. Non seppe quindi che la sua compagna aveva procurato questo -benefizio a lei sola, perchè ella, contro il solito, non riusciva ad -assopirsi, e l'alba la sorprese desta ed incerta se avesse mai avuto in -tutta la notte un momento di perfetto riposo. - -Gertrude dormì saporitamente finchè non fu svegliata dalla signorina -Graham. Al vedere questa ritta presso il suo letto e vestita, ella -balzò su, attonita, posto che il caso rovesciava l'ordine consueto -delle cose: era suo costume annunziare ogni mattina all'amica cieca, -con un bacio, che il giorno incominciava. - -— Sono le sei, Gertrudina, e il piroscafo parte alle sette! Il dottore -ha già picchiato al nostro uscio. - -— Come ho dormito! Sarà una bella giornata? - -— Bellissima, però assai calda. Ho dovuto chiudere le persiane a -cagione del sole che si faceva sentire. — - -La fanciulla si dette fretta a fine di riguadagnare il tempo perduto, -ma quando vennero a chiamarle per la colazione non aveva ancora finito -di vestirsi e le rimaneva da chiudere le valigie d'Emilia e le proprie; -insistette dunque perchè gli altri scendessero intanto senza di lei -promettendo di raggiungerli tra pochi minuti. - -I viaggiatori radunati alla tavola della prima colazione, a quell'ora -mattutina, non erano numerosi: due comitive oltre quella dei Jeremy, -e alcuni signori soli, quasi tutti uomini d'affari, i quali, mangiato -a scappa e fuggi, se n'andarono solleciti pei fatti loro. Tra i pochi -che si trattenevano tuttavia quando giunse Gertrude, uno unico fu da -lei particolarmente notato durante i brevi momenti che il dottore le -concesse per sdigiunarsi. Era un signore seduto dal lato opposto della -tavola, a qualche distanza. Terminato il suo pasto egli s'indugiava, -come uno che può fare il proprio comodo, divertendosi a tenere in -equilibrio il cucchiaino da tè sull'orlo della tazza; e innanzi -ch'ella entrasse aveva suscitato l'animavversione della signora Jeremy -manifestando una certa velleità d'osservare il gruppo di cui questa -faceva parte con occhio più critico che non le garbasse. - -— Ve ne prego, dottor Jerry, — aveva ella detto al marito — mandate -il cameriere ad invitare quel signore a prender qualche cosa: m'è -insopportabile essere guardata mentre mangio. - -— Non guarda voi, signora mia.... È la nostra Emilia quella che -gli piace. Emilia cara, c'è qui dirimpetto un signore che v'ammira -oltremodo. - -— Davvero? — fece la signorina Graham sorridendo. — Gliene sono molto -obbligata. E posso contraccambiare il complimento? - -— Sicuro, è un bell'uomo, di nobile aspetto, quantunque alla signora -Jerry non sia simpatico. — - -In quel punto Gertrude venne a prender posto accanto a loro, -salutandoli e scusandosi gaiamente del suo ritardo. Le fresche rose -delle sue gote, il vivido fulgore de' suoi grandi occhi neri che la -facevano contemplare con affettuosa ammirazione dalla coppia de' suoi -vecchi amici, furono forse la causa per cui lo sconosciuto distolse lo -sguardo dall'amabile e commovente viso d'Emilia, per fissarlo su quello -più giovanile e tanto radioso ed espressivo di lei. - -Ella s'accòrse subito dell'attenzione che attirava, e si sentì un po' -impacciata. Fu lieta pertanto quando quegli, lasciato cadere il suo -cucchiaino da tè, si rizzò e uscì dalla sala. Nell'atto che le passava -davanti ella potè osservarlo un momento, come non aveva osato fare -mentre le sedeva quasi di faccia. - -Era di statura notevolmente superiore alla media, snello, ben fatto, -di portamento grazioso e dignitoso. I suoi lineamenti erano piuttosto -rilevati, ma espressivi e anche belli; gli occhi scuri, vivi, -penetranti, avevano uno sguardo scrutatore; la bocca, dalle labbra -ferme ed energicamente chiuse, rivelava un animo franco e risoluto ed -una gran forza di volontà. - -Ma la più singolare particolarità della sua figura consisteva nel -contrasto dei suoi capelli molto brizzolati d'argento e sulle tempie -d'una bianchezza quasi nivea, col fuoco giovanile di quegli occhi, -con la leggerezza del passo e la disinvoltura delle mosse; contrasto -così strano che lungi dal parere un effetto dell'età e dargli un'aria -venerabile, faceva risaltare le apparenze di gioventù e di vigore. - -— Che tipo bizzarro! — esclamò la signora Jeremy appena egli fu passato. - -— Ma elegante, non è vero? — disse Gertrude. - -— Elegante! — ribattè l'altra, — Con quel capo grigio? - -— A me pare bello, — replicò la fanciulla. — Peccato che sembri così -malinconico: mi rattrista, guardarlo. - -— Quanti anni credete che abbia? — domandò il dottore. - -— Circa cinquanta, — rispose sua moglie. - -— Circa trenta, — rispose Gertrude ad una voce con lei. - -— Il divario è grande, — osservò Emilia. — Dottore, dovete decidere la -questione, voi. - -— Impossibile! Io non m'attenterei a determinare l'età di quell'uomo -entro un limite di dieci anni.... Mia moglie certo l'ha giudicato -troppo vecchio, ma non sono sicuro che Gertrude non l'abbia giudicato -troppo giovane. Affermo soltanto che i _suoi_ capelli non sono -imbiancati per opera del tempo! — - -Un cameriere venne ad avvertire i viaggiatori che volevano prendere -il piroscafo di tenersi pronti, e tutte le vane discussioni sulla -probabile età dello sconosciuto furono troncate. - - - - -XXXV. - - Ha un figlio altero, ma lo sguardo fiso - Tradisce la vagante anima in pena; - Strano un baglior talora d'improvviso - Nel profondo dei neri occhi balena. - E dal mesto suo volto che si vela - Spesso dell'ombra cupa d'un mistero - Spira un'inquieta fierezza che cela - Qualche suo imperscrutabile pensiero. - - Mrs. HEMANS. - - -Oggi, per la maggior parte dei cittadini di Boston, recarsi in qualche -posto dello Stato di Nuova York è una giterella comunissima che non -merita il nome di viaggio; ma per il dottor Jeremy era un evento -importantissimo che lo toglieva dalla consuetudine delle quotidiane sue -visite professionali, non più interrotta, durante gli ultimi vent'anni, -da una settimana d'assenza dalla sua casa, e lo gettava a un tratto -nel turbine di fretta ansiosa e tumultuosa che regna sulle principali -strade percorse dai viaggiatori, specie nella stagione estiva in -America quando il popolino fa le sue gite di piacere. - -Il buon dottore era per natura e per abitudine un uomo socievole; -lungi dallo sfuggire il commercio coi suoi simili, lo cercava in ogni -occasione e ne godeva. Sapeva piacere ai giovani e ai vecchi, ai ricchi -ed ai poveri, e la vita della città gli era familiarissima in tutte -le sue forme. Nell'arte del viaggiare però, arte che non s'acquista se -non con la pratica, egli non era punto versato. Doveva ancora imparare -l'uso di certe molle che, toccate destramente nel momento opportuno da -mano esperta, raddolciscono il duro cuore degli albergatori, ottengono -il devoto servizio dei camerieri, infondono negl'impiegati ferroviari -e negli ufficiali di bordo uno spirito conciliativo, e convertono -i chiassosi e prepotenti fiaccherai in quieti, obbedienti ed umili -servitori. - -Ai tempi della sua gioventù, il veicolo più conveniente e più -celere era la diligenza. Il conduttore aveva maniere cortesi, ogni -viaggiatore veniva considerato come una persona degna di riguardo, -e il suo bagaglio come una cosa non disprezzabile. Adesso invece la -gente viaggiava a frotte; un singolo individuo non contava nulla per -sè stesso, era una semplice unità nel gran totale, e le sue valigie -tanto preziose per lui diventavano, così almeno pareva al dottor -Jeremy, un bersaglio di colpi spietati. Davanti a siffatte novità -gli cascavano le braccia, e non riusciva ad accordarvi i suoi gusti e -il suo temperamento. L'albergatore moderno gli faceva l'effetto d'un -direttore d'agenzia di collocamento, che con aria di condiscendenza -dà un'occhiata ai suoi registri per vedere se può procurare un posto -all'umile supplicante, e spesso lo rimanda deluso e mortificato; -i camerieri, cui l'integro e schietto dottore disdegnava dare -un'untatina, erano un branco di valletti impudenti e neghittosi; gli -addetti ai treni e ai piroscafi, superbi tiranni, e i fiaccherai uno -sciame di vespe fameliche, ronzanti, pungenti, lanciato sulle banchine -dei porti e nelle stazioni delle strade ferrate per tormento delle loro -vittime. - -Così tutti questi importanti membri del consorzio civile venivano -stigmatizzati e spregiati dall'inesperto viaggiatore il quale al -principio e alla fine di ciascun tratto dell'itinerario andava -immancabilmente sulle furie, eccitato dalle sopraffazioni e dalle -indegnità a cui gli toccava sottostare. Era curioso però vedere come -presto sbollivano le sue ire, e si trovava a suo agio e contento -non appena accomodato a bordo o nel treno, od ottenute buone camere -in un albergo. Allora ritornava subito l'uomo socievole, cordiale, -obbligante, ch'era in realtà, faceva conoscenza con quanti lo -attorniavano, parlava e si conteneva come una persona senza pensieri, -che fa conto d'essere a posto per tutta la vita ed è sodisfattissimo di -ciò che la sorte gli ha assegnato. - -Non parve dunque vero alle signore che l'accompagnavano di trovarsi -al sicuro sul piroscafo, e se ne congratulavano ancora seco stesse -e reciprocamente, mentre accatastavano in un angolo del salone gli -scialli pesanti e altri indumenti da viaggio, quando la sua voce si -fece di nuovo udire dal fondo del salotto lungo: - -— Su, su, moglie, Gertrude, Emilia, spicciatevi! Che state a fare qui -sotto? Perderete le vedute più belle! — - -Entrò, e prese Gertrude a braccetto per condurla via lasciando che -le altre due li seguissero appena sarebbero pronte: ma ella non volle -affidare a nessuno la cura di guidar la cieca su per la scaletta, e dal -canto suo la signora Jeremy impegnò il marito in un'animata discussione -sull'opportunità di mettersi il cappello di paglia, ch'ella, consorte -amorosa e previdente, aveva portato in mano, da Boston, e che si -struggeva pertanto di veder servire al suo uso. Nel tempo ch'essi -dibattevano la questione, e che Emilia, persuasa da Gertrude, mutava la -sua mantellina con un leggero mantello, precauzione consigliata dalla -fresca brezza che spirava sul fiume, il piroscafo aveva già percorso un -buon tratto di cammino, e quando la comitiva sbucò di sotto coperta e -girò gli occhi intorno cercando dove sedersi, non c'era più sulla tolda -nè una panchetta nè una seggiola libera. Il numero dei passeggeri era -stragrande, e quasi tutti s'erano radunati a poppa. Il dottor Jeremy -fu costretto ad allontanarsi dalle sue signore per andare in traccia di -seggiole. - -— Non restiamo qui ritte, — disse piano la signora Jeremy alle sue -compagne — battiamo in ritirata prima ch'egli torni. Ci sono certe -belle poltrone a dondolo nel salottino delle signore, e non un'anima -che le occupi.... Nessuno ci aspetta quassù; e io non posso soffrire -di vedermi fissata da tutta questa gente che gongola in cuor suo d'aver -trovato da sedere così bene.... E voi, Emilia? — - -La buona donna era una di coloro che dimenticavano sempre che Emilia -non ci vedeva. - -Ma Gertrude non lo dimenticava mai; ella cingeva leggermente con un -braccio la vita dell'amica cieca per impedire che i moti del bastimento -le facessero perdere l'equilibrio, nè era da maravigliarsi se in -quell'atto esse attraevano l'attenzione degli astanti: l'una splendente -di giovinezza e di salute, alta, forte, invero fatta per proteggere -quella che s'appoggiava così fidentemente a lei; l'altra dolce e -gentile nella sua debolezza. - -— Penso che se troviamo posto all'ombra godremo più fresco qui che -da basso, — rispose la signorina Graham alla proposta di fuga in -assenza del dottore. — Voi preferite, credo, i luoghi freschi, signora -Jeremy.... - -— Sì, ma ho notato che nel salotto delle signore c'è una deliziosa -corrente d'aria, e.... — - -L'argomentazione della brava signora fu interrotta dal cordiale saluto -del dottor Gryseworth, che sedeva dando loro le spalle e s'era voltato -al suono dell'armoniosa voce d'Emilia; quella voce, una volta udita, -lasciava nella memoria un'impressione indelebile. Stretta ch'ebbe -la mano a tutte e tre, egli insistette perchè la signora Jeremy -prendesse la sua seggiola, e nel momento stesso un altro signore, che -esse non avevano osservato tra la folla dei passeggeri, si rizzò, -e, inchinandosi, offerse urbanamente la propria per Emilia, poi -s'allontanò a rapidi passi. Era lo sconosciuto che aveva destato la -loro curiosità durante la colazione, all'albergo. Gertrude lo riconobbe -al suo sguardo acuto e penetrante, prima ancora che alla strana -precoce canizie, e mentre lo ringraziava e faceva sedere la cieca -sentì un lieve rossore invaderle il volto, sotto gli occhi ardenti -che la fissavano. Ma il dottor Gryseworth distolse immediatamente i -pensieri della giovanetta dall'incognito che s'affrettava a ritirarsi, -presentandole le sue figliuole. - -Le signorine Gryseworth erano ragazze intelligenti; la maggiore, da -poco tornata dall'Europa dove aveva fatto un lungo viaggio col padre, -veniva tenuta in concetto di persona superiore ed elegante; ambedue -piacquero moltissimo a Gertrude per la graziosa cordialità con cui -fecero la sua conoscenza, e soprattutto per le delicate attenzioni, -piene di simpatia, che prodigarono ad Emilia. - -Intanto il dottor Jeremy ritornò con l'unica seggiola che gli fosse -riuscito di procacciarsi, e poichè il dottor Gryseworth s'era ingegnato -destramente di accomodare Gertrude e sè, egli approfittò della sua -conquista per proprio uso, e si riabbandonò subito a quella gaia -spensieratezza che conveniva mirabilmente al suo carattere amabile e -geniale. - -Già assai prima che il piroscafo toccasse West Point dove i Jeremy -dovevano sbarcare, era evidente che le tre giovani signorine se -l'intendevano a maraviglia, e che un po' di tempo avrebbe agevolmente -trasformato la loro conoscenza in amicizia. - -Gertrude non era di quelle fanciulle che considerano qualunque -loro coetanea come fornita d'un titolo naturale alla loro intimità. -Ella aveva le sue preferenze, e sebbene garbata ed obbligante con -tutti, di rado propendeva ad ammettere nuovi membri nella sacra -cerchia dei suoi amici. Era pronta però a riconoscere uno spirito -fraterno; e incontratolo, la sua anima fervida d'entusiasmo, il suo -cuore affettuoso, l'avvincevano ad esso con vincoli non meno forti e -tenaci di quelli del sangue. Quando ella amava una persona, l'amava -costantemente, l'amava bene, perseverava con fedeltà nei suoi sforzi -per servirla, per procurare la sua felicità che le era cara quanto la -propria. - -Forse Elena Gryseworth indovinava questa nobile qualità del suo -carattere, ed apprezzava il valore di un'amicizia così salda e -profonda, perchè sembrava desiderosa di guadagnarsela; e suo padre, -al quale il dottor Jeremy aveva raccontato la storia di Gertrude, -sorrideva nel vedere la premura che la signorina allevata in mezzo -al lusso e piuttosto aristocratica si dava per piacere a una ragazza -la cui condizione sociale non aveva nulla che potesse farle ambire -d'acquistarne le grazie, e che si raccomandava soltanto col suo -aspetto, la sua intellettualità, le sue maniere. - -Da circa un'ora conversavano insieme piacevolmente, e godevano d'una -successione di vedute che sono tra le più incantevoli del mondo, quando -Netta Gryseworth toccò un braccio della sorella, e disse sottovoce, -guardando verso l'altro capo del bastimento: - -— Elena, invita il signor Phillips a ritornare qui con noi, e -presentalo alla signorina Flint. Vedi come è triste e solo, pover -uomo.... — - -Gertrude seguì la direzione de' suoi occhi, e vide lo sconosciuto di -poc'anzi, il quale passeggiava in su e in giù, a qualche distanza da -loro, con aria malinconica e distratta. - -— È un'ora buona che se ne sta lì in disparte, — proseguì Netta. — Ha -le lune, temo.... - -— Spero che non l'abbiamo fatto fuggire noialtre il vostro amico, — -disse Gertrude. - -— Oh, no! — fece Elena. — Benchè la nostra conoscenza col signor -Phillips sia molto recente, abbiamo avuto campo d'osservare che è un -uomo di carattere indipendente, e, a volte, così fantastico che io -non stupisco mai del suo modo di fare, nè mi sento mortificata quando -d'improvviso ci pianta.... Vi sono persone, sapete, per le quali è -sempre scusa sufficiente il dire: «Sono così.» Eppure vorrei che ci -concedesse di nuovo la sua compagnia: sarei lieta di presentarvelo, -signorina. - -— Ma non le piacerebbe, — osservò la sorella. - -Elena esclamò: - -— Andiamo, Netta, non istà bene indisporre la signorina Flint contro -il mio amico. Non le badate! — soggiunse rivolgendosi a Gertrude. — -A me che lo conosco da maggior tempo di lei, non dispiace affatto. -La mia franca sorellina non ha simpatia per la gente bizzarra, e devo -confessare che il signor Phillips è alquanto eccentrico; ma appunto per -questo m'attira, e mi pare che voi e lui dobbiate avere comuni molte -idee, molti sentimenti. - -— Come puoi pensarlo, Elena? — protestò Netta. — Io dico invece che -differiscono totalmente l'uno dall'altra. - -— Signorina Flint, dovete prendere queste sue parole nel senso -d'un complimento, — disse Elena bonariamente — ma dette da me non -l'avrebbero. - -— Tuttavia, — notò Gertrude rivolgendosi a Netta — avete espresso voi -il desiderio di farmi fare conoscenza col vostro curioso originale. -Sospetto che abbiate voluto confermare il principio che dobbiamo -sostenere coi nostri amici il peso delle loro disgrazie. — - -La fanciulla rise. - -— No, non precisamente: sono stata mossa piuttosto da compassione _per -lui_; non posso reprimere un senso di pietà verso quell'uomo quando -vedo la sua aria di nostalgia, e pensavo che il conversare con voi lo -avrebbe rasserenato. - -— Ah, Netta, Netta! — esclamò la sorella maggiore. — Ha dunque finito -col destarti simpatia. Non mi maraviglierei se tra qualche giorno tu -l'ammirassi più di me.... Se è così, guardati, trasparente creatura, -dal tradire la tua inconsistenza! — E proseguì parlando a Gertrude: -— Essa vide ieri il signor Phillips per la prima volta, e non le fece -una impressione troppo favorevole. Il babbo ed io fummo suoi compagni -di viaggio sul piroscafo col quale veniva da Liverpool, settimane -sono. Durante il principio della traversata sofferse una forte -indisposizione, e appunto in qualità di medico il babbo ebbe occasione -di conoscerlo. La sua presenza a bordo stamani m'ha stupita, perchè -ieri non ci disse nulla in proposito. — - -Balenò a Gertrude il sospetto che l'amabile signorina ne fosse -ella medesima la causa, ma la sua naturale delicatezza, e la poca -confidenza che c'era ancora tra loro, le vietavano di manifestarlo. La -conversazione volse su altri soggetti, e il signor Phillips non venne -più menzionato. Ma ella, nel momento dell'arrivo a West Point, osservò -che il dottor Gryseworth e il dottor Jeremy s'erano accostati a lui, e -che i tre discorrevano insieme animatamente. - -La giovanetta s'accomiatò dalle sue nuove amiche, le quali augurarono -con molto calore di ritrovarla presto a Saratoga. Prima che la -tumultuosa confusione dello sbarco fosse cessata e ch'ella avesse -potuto rifugiarsi con Emilia in un posto sicuro sullo stretto -molo, il piroscafo era già lontano e le signorine Gryseworth non si -distinguevano più in mezzo ai passeggeri affollati a poppa. - -La fermata a West Point fu d'una notte soltanto. La temperatura -seguitava ad essere caldissima, e il dottore, vedendo che Emilia -languiva in quell'atmosfera opprimente, desiderava toccar la cima della -montagna di Catskill prima della prossima domenica. - -Grazie alla chiarità del sereno plenilunio Gertrude potè in quell'unica -sera farsi un'idea delle bellezze del luogo. Ella non aveva agio di -notare i particolari; ma l'insieme che le appariva come in una dolce -visione di sogno nell'incanto della notte estiva, destava nell'animo -suo, vergine e ardente, un senso vago di maraviglia e di piacere; e -la scena che s'offriva al suo sguardo era così divinamente armoniosa e -circonfusa di tanta soavità e tanta pace, che le pareva di contemplare -un miraggio del paradiso anzichè un paese terrestre. - -— Emilia, tesoro mio, — ella diceva mentre stavano insieme sotto un -pergolato donde si dominava una magnifica veduta del fiume e delle sue -rive — è qualche cosa di simile a voi! Dovreste vivere qui ed essere la -sacerdotessa d'un tempio sì bello! — - -Con la mano nella mano dell'amica cieca ella versava nell'attento -orecchio di lei la piena dei santi e sublimi sentimenti suscitati dal -luogo e dall'ora; dire i suoi pensieri ad Emilia era come parlare al -suo proprio cuore, e la risposta era non meno sicura e certa. - -Così trascorse la serata. Di primo mattino la comitiva di nuovo -navigava sul Hudson. Ammaestrati dall'esperienza del giorno innanzi, -s'affrettarono ad accaparrarsi buoni posti sulla tolda, sempre -affollata; ma appena le rive di West Point erano scomparse, il vigile -occhio di Gertrude scòrse nell'aspetto d'Emilia i noti segni di -spossatezza e languore. Tosto, sacrificando senz'esitazione l'intenso -piacere ch'ella provava nel mirare i deliziosi paesaggi tra cui passa -il piroscafo in quel tratto del fiume, ella propose di scendere sotto -coperta dove la signorina Graham sarebbe potuta stare più quieta e più -comoda. - -Questa ricusò: le rincresceva troppo privare la fanciulla del raro -diletto ch'ella gustava. - -— La bellezza del panorama non esiste più per me, cara Emilia; io non -vedo che il vostro viso stanco. Ve ne prego, scendiamo e coricatevi, -non foss'altro che per compiacermi; non avete dormito quasi punto la -notte scorsa. - -— Parlate di scendere? — domandò la signora Jeremy. — Io davvero non mi -fo pregare. Nel salotto delle signore si sta meglio che quassù, e le -belle vedute possiamo goderle abbastanza dalle finestre, non vi pare, -Emilia? - -— Proprio, lo preferite? — disse la cieca. - -— Oh, sì! — esclamò ella con un'enfasi che non lasciava dubbi sulla sua -sincerità. - -— Allora, Gertrude, — riprese la signorina Graham — se mi prometti di -rimanere qui, tranquilla, io scenderò con la signora Jeremy. — - -Gertrude aderì alla proposta, ma volle accompagnarle da basso a fine di -trovare una cuccetta libera per accomodarvi la sua amica ed assicurarsi -che ella fosse in condizioni di riposare veramente. - -Il dottore era andato a informarsi circa il pranzo, ed esse fecero -senza indugio come avevano stabilito. Emilia si sentiva infatti così -debole, che il chiasso e la confusione di sopra coperta le davano gran -molestia. Fattala coricare nel salotto quasi deserto e silenzioso, -Gertrude s'indugiò accanto a lei, lisciandole e rimovendole dalla -fronte i capelli, osservando la sua faccia sbiancata, finchè s'udì -accusare di violazione dei patti, e venne cacciata dall'ottima e vivace -signora Jeremy. - -— Sono buona anch'io di badare alla nostra Emilia, sai! Tu ritorna -a prendere il tuo posto a poppa, se non vuoi perderlo; e, mi -raccomando, Gertrudina, non permettere al dottore di venire da -noi; vorrebbe forzarci a tornare di sopra, e non è questa la nostra -intenzione. — - -Così dicendo sciolse i nastri del suo cappello, poggiò i piedi su una -seggiola messa di contro alla sua poltrona, e intimò alla fanciulla -d'andarsene battendo le mani per metterla in fuga. - -Gertrude scappò ridendo e un sorriso le brillava ancora sulle labbra e -negli occhi mentre saliva la scaletta, col suo passo rapido e leggero. -Un uomo, d'alta statura, si trasse in disparte per lasciarla passare. -Era il signor Phillips. Egli s'inchinò. Ella gli rese il saluto e -si diresse verso il posto da lei occupato prima, maravigliandosi -tra sè del caso che li faceva un'altra volta compagni di viaggio. -Egli non poteva essere stato già a bordo quando ella era scesa nel -salotto con Emilia: ne era sicura, perchè altrimenti l'avrebbe veduto -e riconosciuto tra mille. Senza dubbio doveva essersi imbarcato a -Newburgh dove il piroscafo aveva fatto una breve fermata intanto che -ella si tratteneva da basso. - -Volgendo in mente queste riflessioni, riprese la sua seggiola, -collocata sul davanti della poppa, sicchè dava le spalle alla maggior -parte dei passeggeri, e contemplò il fiume. Da cinque minuti i suoi -pensieri erano così divisi tra la scena pittoresca e l'attraente figura -del singolare gentiluomo, allorchè un'ombra le passò dinanzi. Ella -alzò gli occhi preparata a vedere il dottor Jeremy e a rivolgergli la -parola, nè potè celare la sua confusione incontrando invece quello -sguardo ardente, quasi magnetico, che aveva il potere di turbarla e -d'affascinarla. Distolse il suo in modo piuttosto brusco; ma il signor -Phillips le disse gentilmente: - -— Buon giorno, signorina. Vedo che il vostro itinerario e il mio ci -conducono nella medesima direzione. Volete farmi l'onore di servirvi -della mia guida? — - -Così parlando le offerse un libretto contenente una carta topografica -dell'Hudson e delle sue rive. Gertrude lo prese e ringraziò. Mentre -ella spiegava la carta, egli s'allontanò di alcuni passi da lei, si -chinò sul parapetto con un'aria, in apparenza, molto distratta, e -durante alcuni minuti stette in silenzio; poi a un tratto si voltò -domandandole: - -— Vi piace molto questo panorama? - -— Oh moltissimo! — ella rispose. - -— Non avete mai visto nulla di così incantevole in vita vostra. — - -Pareva che non l'interrogasse, ma affermasse una cosa saputa. - -— Per voi invece è uno spettacolo familiare, — disse la giovanetta. - -— Che v'induce a crederlo? — fece egli sorridendo. - -Di nuovo il suo sguardo la turbò e più ancora il suo sorriso che lo -trasfigurava, lo faceva sembrare tanto bello e tanto malinconico. Ella -arrossì, e non trovò una risposta. Il signor Phillips le risparmiò la -pena di cercarla seguitando: - -— La domanda è indiscreta, non è vero? Voi pensate che la vostra -supposizione è fondata quanto la mia.... V'ingannate però. Io non sono -mai stato in questi luoghi. Ma ad un vecchio viaggiatore non brilla -l'entusiasmo negli occhi.... — S'interruppe, fissandola, poi soggiunse: -— .... come a voi. — - -Quasi s'accorgesse per la prima volta dell'impaccio in cui la metteva -scrutando così le sue sembianze, guardò da un'altra parte, e il suo -bel viso si oscurò, prese un'espressione amara e insieme patetica, la -quale svanì tosto, ma bastò a dissipare il turbamento cagionato alla -fanciulla da quell'audace modo di presentarsi da sè e fare curiose -osservazioni; ed ella dimenticò tutto, fuorchè la strana simpatia che -destava in lei l'uomo singolare. - -Egli, approfittando d'una seggiola rimasta libera, sedette accanto a -Gertrude, le fece notare una splendida villa sulla riva destra, parlò -del suo antico proprietario ch'egli aveva conosciuto all'estero, e -raccontò parecchi dilettevoli aneddoti concernenti un venturoso viaggio -intrapreso con lui: questo discorso condusse ad altri, principalmente -sul soggetto di peregrinazioni in paesi remoti, quasi sconosciuti -ancora anche in questo secolo esploratore; e così ricca e varia era la -conversazione del signor Phillips, così pittoresche le sue descrizioni, -così fervida ed esuberante la sua immaginativa, e potente la sua -padronanza della parola nel dar forma e colore ai suoi pensieri, che la -giovanetta ascoltava rapita, ammirando e godendo. - -L'alta intellettualità di Gertrude armonizzava appieno con l'ardore e -la poesia d'una mente sensibile al pari della sua al grande, al bello, -al maraviglioso nella natura e nell'arte; e conquistate in tal guisa la -sua fantasia e la sua attenzione, il suo interlocutore, che l'osservava -senza parere, ebbe presto la sodisfazione d'accertarsi ch'era riuscito -a vincere il senso di diffidenza e d'impaccio da lei provato sulle -prime, poichè mentre ella stava ad udirlo e perfino quando i loro occhi -talvolta s'incontravano, nessun segno di timore o di sospetto appariva -più in quel viso animato, raggiante. - -Egli non abusò tuttavia del suo confidente abbandono, e continuando ad -intrattenerla sui soggetti che naturalmente s'offrivano, ebbe cura di -non turbarle l'animo con quell'acuto sguardo scrutatore che tanto la -sconcertava. Sicchè il dottor Jeremy, venuto in cerca di lei, li trovò -conversando insieme con tanta amenità e libertà, che sgranò due occhi -attoniti e scotendo le spalle diede in un'esclamazione: - -— Ah, bene, me ne congratulo! — - -Gertrude, la quale non l'aveva veduto avvicinarsi, riconobbe il suono -della sua voce, e voltandosi a guardarlo arrossì lievemente, conscia -della maraviglia che doveva fargli il sorprenderla in familiare -colloquio con un estraneo; ma notando che il signor Phillips non era -punto sgomentato dalla sua brusca apostrofe, e anzi la riceveva con un -sorriso, si sentì anch'ella piuttosto esilarata che confusa: giacchè, -strana cosa, il suo primo sentimento di ritrosia era svanito, ed ella -aveva oramai la più intera fiducia nel compagno di viaggio. Questi si -rizzò, strinse la mano al dottore, cui era stato presentato il giorno -innanzi, e disse con perfetta calma: - -— Volete, signore, in cortesia presentarmi alla signorina? Abbiamo -un po' conversato insieme, ma non sappiamo con che nome rivolgerci la -parola. — - -Il dottor Jeremy compì la formalità richiesta. Il signor Phillips, -inchinandosi, guardò Gertrude con una tale espressione di paterna -benevolenza, ch'ella non esitò a porre la sua mano in quella offertale. -Egli la trattenne un momento, dicendo: - -— Non abbiate paura di me quando mi vedete. — - -S'allontanò e continuò a camminare in su e in giù, a passi lenti, -finchè i viaggiatori diretti a Catskill furono chiamati per il pranzo; -scese allora nella sala anch'egli. - -Il dottore motteggiò alquanto Gertrude sul suo canuto ammiratore, -affermando che era ancor giovane e bello, e soggiungendo che quanto ai -capelli avrebbe potuto farglieli tingere nel colore ch'ella preferiva: -ma non riesci a pungerla, perchè la simpatia che sentiva per lui e che -non negava, era affatto indipendente dalla sua apparenza personale. - -Ma il trambusto del pranzo e dello sbarco bandirono dal capo del buon -Jeremy ogni altro pensiero fuor di quello della salvezza propria, delle -sue signore, e delle loro valigie: causa d'ansietà, del resto, anche -per qualche viaggiatore più esperto di lui, perchè il tempo concesso -ai passeggeri per scendere a terra era così breve, e tali eran la -confusione e la furia con cui venivano cacciati da bordo scaraventando -dietro a loro i bagagli, che quando la macchina ansante e sbuffante -rimise in moto il piroscafo, la piccola folla raccolta sulla banchina -sembrava piuttosto un branco di pecore spaurite, che creature umane in -possesso d'una libera volontà. - -Emilia, il cui sistema nervoso era un poco irritato, s'aggrappava, -tremante, a Gertrude, e Gertrude si trovava, senza saper come, -appoggiata al braccio del signor Phillips, alle cui tacite premure -tutte e due dovevano l'essere sbarcate felicemente. La signora Jeremy -intanto contava le valigie, e suo marito, con un piede sopra una -di queste e una sacca in mano, tempestava ad alta voce contro il -piroscafo, il suo equipaggio, e l'intera frettolosa e precipitosa -nazione degli _yankee_. - -Due diligenze aspettavano sulla banchina di Catskill i passeggeri per -la montagna, e prima che il dottor Jeremy avesse voltato le spalle -al fiume, Emilia e Gertrude erano bell'e accomodate in una di esse -per cura del signor Phillips, il quale senza fare domande, e nemmeno -parlare, s'era assunto quest'incarico, e poi ne aveva informato il -loro compagno affinchè sapesse dove trovarle. I Jeremy le raggiunsero -tosto; gli altri posti della vettura furono occupati da una comitiva di -persone che non conoscevano. E incominciò il viaggio. - - - - -XXXVI. - - Credi, o mortale, in Dio come tu credi - Nel sole.... e vedi! - Entro l'anima tua risplende ancora - La giovinezza d'una nova aurora. - Dormi come la terra, o cuor turbato, - E dissipato - Il nembo che s'aggrava minaccioso - Su te, sarà nel placido riposo. - - NEW TIMON. - - -Prima che la diligenza avesse attraversato il polveroso villaggio e -guadagnato la strada maestra conducente all'Albergo della Montagna, -la grandissima differenza di temperatura tra l'aria infocata delle -campagne interne e la fresca brezza che spirava sul fiume, si fece -penosamente sentire ai passeggeri. Durante le prime miglia l'attenzione -di Gertrude fu occupata nel difendere Emilia e sè medesima dai cocenti -raggi del sole, i quali le ferivano in piena faccia; provarono un vero -sollievo quando giunsero alfine sulla bella strada, erta ma ben tenuta -e deliziosamente ombreggiata che saliva la pendice. - -La limpidità dell'atmosfera permetteva di godere in tutta la sua -estensione la veduta di più in più vasta, e magnifica tanto che -Gertrude incantata, rapita, sopportava a stento il freno imposto dal -decoro al suo entusiasmo. E però quando la salita divenne faticosa e i -signori furono pregati di scendere per diminuire il peso che i cavalli -già stanchi dovevano trascinare, ella accettò con gioia la proposta di -fare un paio di miglia a piedi, in compagnia del dottor Jeremy. - -La giovanetta era una strenua camminatrice, e il vecchio medico -sempre arzillo e bene in gamba, sicchè non tardarono a precedere la -vettura d'un buon tratto. Ad una brusca svoltata della strada la scena -maravigliosa che si schiuse sotto i loro occhi li fece sostare. Mentre -rimanevano assorti in silenziosa ammirazione, godendo la bellezza e la -quiete del luogo, una voce molto vicina li scosse d'improvviso. - -— Incantevole paesaggio, non è vero? — - -Guardarono intorno e videro il signor Phillips che sedeva sopra -una roccia rivestita di musco alla quale Gertrude in quel momento -s'appoggiava. Il suo atteggiamento era naturale e disinvolto; un -cappello di paglia a larga tesa giaceva a terra, presso a lui, e -la sua capigliatura cosparsa di neve ma ancora foltissima e ondosa, -rigettata indietro, lasciava scoperta la sua fronte alta ed ampia. Si -sarebbe detto, vedendolo là con quell'aria di fanciullo in ozio, il -capo reclinato sulla mano, ch'egli ci fosse da ore e ci si sentisse a -casa propria. Ma prontamente si rizzò e mosse verso i suoi compagni di -viaggio. - -— Siete smontato prima di noi, — disse il dottore. - -— Sì, già al villaggio; è mio costume camminare di preferenza, quando -la vettura non fa guadagnar tempo. — - -Parlando, egli pose nella destra della giovane, senza guardarla nè -quasi parer conscio di ciò che faceva, un bel mazzo di ramicelli -d'alloro in fiore, còlti probabilmente durante la sua passeggiata. -Ella avrebbe voluto ringraziarlo, ma non ne ebbe l'opportunità, perchè -egli con un fare distratto si mise a discorrere col dottor Jeremy come -s'ella non fosse presente. - -Proseguirono il cammino insieme. I due uomini conversavano con grande -animazione, e Gertrude, ben contenta della parte d'uditrice, osservò -ch'ella non era l'unica persona a cui il signor Phillips avesse il dono -di piacere. Il medico toccò vari soggetti, e su tutti l'interlocutore -era versato. La fanciulla sorrideva notando che il suo vecchio amico -si stropicciava spesso le mani: suo modo d'esprimere una sodisfazione -straordinaria, da lei ben conosciuto. - -Ora ella pensava che il loro nuovo conoscente fosse un professore di -botanica, tanto si mostrava dotto in questo ramo della scienza; ora -propendeva a credere che si fosse del pari dedicato alla geologia, così -familiare della madre terra egli appariva; e queste due impressioni si -cancellarono quando lo udì, volta a volta, parlare dell'oceano come un -marinaro, d'affari come un negoziante, di Parigi come un uomo del bel -mondo. - -Gli camminava a fianco silenziosa ma non dimenticata nè trascurata: -perchè giunti a una salita molto ripida e malagevole, egli le porse -il braccio e manifestò la sua tema che si stancasse troppo. Ella gli -assicurò che non c'era pericolo; e il dottor Jeremy aggiunse che la -Gertrudina sarebbe stata capace di lasciarseli addietro tutti e due. -Tranquillato su questo punto, il signor Phillips riprese il filo -interrotto della loro conversazione, a cui Gertrude ben tosto partecipò -quasi inavvertitamente. - -Egli era un uomo che sapeva incutere rispetto e anche timore, quando -voleva; ma non gli riusciva meno facile di rincorare gl'intimiditi, -d'infondere negli animi fiducia e simpatia, di forzare i caratteri a -spiegarsi dinanzi a lui. Gertrude già non lo considerava più come un -estraneo: egli era ancora per lei un mistero, ma un mistero attraente. -Ella si struggeva di conoscere qualche cosa di più sul conto suo, -d'apprendere la storia d'una vita, che come s'indovinava da alcuni -singoli casi ch'egli ne aveva narrati doveva esser piena di strane -vicissitudini; soprattutto il suo cuore tanto inclinato verso di lui -desiderava penetrare la causa della profonda malinconia che gettava -un'ombra sulla sua nobile figura, e rendeva triste perfino il suo -sorriso. - -Il dottor Jeremy, alquanto incuriosito egli pure, tentò certe domande -suggestive nella speranza d'indurre il suo nuovo amico a dar qualche -cenno sulla propria biografia: ma invano. Le labbra del signor Phillips -rimasero suggellate, o non s'apersero che per deludere la curiosità -dell'interrogatore. - -Alfine il buon vecchio fu costretto a cedere ad una stanchezza che non -poteva più dissimulare nè a se stesso nè a' suoi compagni, per quanto -gli spiacesse confessarla: e tutti e tre sedettero sul margine della -strada, ad aspettare l'arrivo delle diligenze. - -Dopo un breve silenzio il dottore osservò, guardando la fanciulla: - -— Non avremo nessuna chiesa, qui, domani, Gertrudina. - -— Nessuna chiesa? — esclamò ella volgendo intorno lo sguardo reverente. -— Come potete dirlo? — - -Il signor Phillips la mirò sorridendo in atto benevolo e scrutatore. - -— Qui non v'è domenica, — egli fece — non sale a quest'altezza. — - -Il tono era singolare, le parole erano leggiere: troppo leggiere, pensò -Gertrude. - -Ella rispose con una certa serietà e con molta dolcezza: - -— Spesso mi rallegro che la domenica sia stata mandata a noi _quaggiù_ -su questa _bassa_ terra: più si sale, e più ci si appressa, io mi -confido, alla Domenica eterna. — - -Il signor Phillips si morse le labbra e non replicò. La sua bocca aveva -preso un'espressione che a Gertrude veramente non piaceva; ma ella non -trovava in fondo al cuore un rimprovero per l'ironia che appariva nelle -sue maniere piuttosto che nel suo viso sul quale, mentre egli rimaneva -un momento distratto, con lo sguardo fisso nel vuoto, si dipinse un -così cupo dolore, che ella non potè sentire se non pietà e maraviglia. - -Le due vetture arrivavano. Quando egli aiutò Gertrude a riprender posto -in quella dov'era attesa, sorrideva di nuovo con la sua aria serena e -benigna, e la fanciulla restò persuasa che gli rendeva semplicemente -giustizia pensando che nulla poteva nascondersi dietro a quell'aperta e -franca fisonomia, di men che onorevole per l'uomo. - -Un'ora dopo i viaggiatori scendevano all'Albergo della Montagna. Con -grande loro sodisfazione il dottor Jeremy e le sue signore furono -subito accomodati in due delle camere migliori. Gertrude, stando -alla finestra di quella assegnata a lei e ad Emilia, udì parecchi dei -compagni di viaggio lamentarsi forte di non aver potuto ottenere un -alloggio conveniente, e stupì che al dottore, contro il solito, fosse -toccata la fortuna d'essere trattato con sì favorevole parzialità. - -Emilia, stanchissima del faticoso tragitto, si fece servire la cena -in camera; la giovanetta stette con lei, e tutt'e due si coricarono di -buon'ora. - -L'ultima cosa che Gertrude intese prima d'addormentarsi, fu la voce del -dottor Jeremy il quale gridò passando davanti al loro uscio: - -— Badate, Gertrudina, di alzarvi a tempo per vedere la levata del -sole. — - -Ma ella non s'alzò a tempo, e il dottore nemmeno: nè l'uno nè l'altra -avevano creduto che il sole fosse tanto mattiniero. Sebbene Gertrude, -memore dell'esortazione, balzasse dal letto prima d'avere aperto gli -occhi, un torrente di luce irrompeva già dalla finestra: però la scena -che le si presentò allora era tale da dissipare ogni rimpianto; nulla, -ella pensava, avrebbe potuto vincerla in bellezza e solennità. - -Dal ripiano roccioso su cui la casa era edificata, fino all'estremo -orizzonte si estendeva un mare di nuvole candidissime, che coprivano -la terra sottostante nascondendola affatto alla vista. Erano -immensi cumuli nivei, luminosi, occupanti tutto lo spazio visibile -senza lasciar tra loro pur un minimo crepaccio, come una spessa e -ininterrotta cortina tesa a dividere la terra dal cielo. - -E mentre, in basso, il mondo era escluso dalla chiara luce mattutina, -la vetta del monte gioiva nella gloria d'una maravigliosa aurora, di -cui le stesse nubi che oscuravano con la loro ombra le dimore degli -uomini accrescevano la bellezza. La navicella d'una fata avrebbe -galleggiato su quelle onde vaporose splendenti al sole come neve -recente, che offrivano col contrasto tra il proprio immacolato candore -e il purissimo azzurro delle regioni aeree superiori uno spettacolo -grandiosamente pittoresco. Il denso fogliame delle querce, degli -abeti, dei larici, che avevano posto radice in quell'alta zona montana, -luccicava tutto fresco e rugiadoso, e gli uccelli che vi albergavano, -sicuri e lieti, facevano risonare le varie note dei loro canti. - -Gertrude, dopo aver guardato a lungo, lasciò la finestra, si vestì in -fretta, e uscì sul ripiano, davanti alla casa che pareva ancora immersa -nel silenzio del sonno. Ella rimase qualche tempo immobile, col respiro -quasi mozzo, compresa di reverenza e d'ammirazione. - -Alfine un rumore di passi la scosse. Si voltò e vide i Jeremy che -venivano a lei. Il dottore pieno di vita, come sempre, si tirava dietro -la sua sposa riluttante e assonnata, il cui aspetto diceva quanto a -malincuore ella avesse tralasciato il suo ultimo pisolo del mattino. - -— Bello, eh, Gertrudina? — fece egli stropicciandosi le mani. — Una -magnificenza che sorpassa ogni mia aspettazione. — - -Ella volse verso di lui i suoi occhi raggianti, senza proferir parola. -Pago di quella muta ma eloquente risposta, il dottor Jeremy s'avanzò -fin sull'orlo della roccia piana, su cui stavano, incrociò le mani -sotto le falde dell'abito, e s'abbandonò a un monologo fatto di -frasi esclamative e d'interiezioni, esprimenti la sua contentezza, -corroborate da rapidi e regolari inchini del capo. - -— Non c'è che dire, è una cosa singolare, — mormorò la signora Jeremy -soffregandosi gli occhi e girandoli attorno — ma di qui a un'ora o due -sarebbe stata la medesima. Non so proprio perchè il dottore m'abbia -forzata a levarmi così presto. — - -In quella lo sguardo le cadde su suo marito, e tutta sgomenta sì -slanciò avanti gridando: - -— Per carità, dottor Jerry, non v'arrischiate così sull'orlo d'un -precipizio! Siete pazzo, benedett'uomo? Mi fate morire dallo spavento! -Cadrete di sotto e vi romperete il collo, come è vero che siamo al -mondo! — - -Trovandolo sordo alle sue supplicazioni, lo afferrò per un lembo -dell'abito e tentò di trarlo indietro; placidamente egli si volse -domandando: - -— Ebbene, che c'è? — - -Vista l'ansietà della povera donna egli retrocedette prudentemente -d'alcuni passi; ma un momento dopo era di nuovo nella stessa condizione -precaria. La scena si ripetè cinque o sei volte, finchè stanca di -spasimare tra angosce che si ridestavano non appena sopite, ella -implorò l'aiuto di Gertrude per istrappare al pericolo il temerario che -a sentir lei si sarebbe senza fallo accoppato. - -— Vogliamo esplorare un po' quel sentiero a destra della casa? — -suggerì la fanciulla. — Pare delizioso.... - -— Oh, sì! — rincalzò la signora Jeremy. — Un deliziosissimo sentiero -ombreggiato! Venite, dottore; Gertrude ed io si va su, di qua.... -venite! — - -Egli guardò nella direzione da lei indicata. - -— Ah! — disse. — È quello di cui parlava il direttore dell'albergo. -Conduce alla pineta. Bene, arrampichiamoci lassù, e vediamo che c'è di -bello. — - -Gertrude fece l'avanguardia; i due coniugi la seguirono. Camminavano -in fila, uno ad uno, essendo la via angustissima. La ripidità della -salita era tale che prima d'averne fatta mezza la signora Jeremy, -trafelata per il caldo e la fatica, si fermò di botto, dichiarandosi -incapace d'arrivare in cima: se avesse saputo di dover inerpicarsi -su per quell'erta orribile non ci sarebbe venuta davvero! Tuttavia, -incoraggiata e assistita da' suoi compagni, si lasciò indurre a -provare un altro po'; ma di lì a qualche minuto Gertrude, ch'era -avanti d'alcuni passi, l'udì gettare un fievole grido. Ella si voltò -a guardare che accadesse: il dottore rideva dai precordi, mentre -sua moglie, la quale sembrava l'effigie della costernazione, faceva -inutili sforzi per passare di fianco a lui nello stretto sentiero, e -ridiscendere la china. - -— Gertrude, — ella chiamò — vieni, vieni! Seguimi! - -— Che cos'è stato? — domandò la giovanetta. - -— Ah, che cosa? Quest'altura è popolata di serpenti a sonagli, e -rischiamo di esser tutti morsi a morte! - -— Ma no, ma no, Gertrudina, — disse il dottore, ridendo sempre. — Le ho -detto soltanto che ce n'è stato ucciso qui uno quest'estate, e subito -ha còlto l'occasione d'una scusa per tornare indietro. - -— Dite quel che volete, — replicò la buona donna che quasi rideva anche -lei a dispetto delle sue paure — se ce n'era uno, ce ne possono essere -degli altri, e io non voglio trattenermi un momento di più! Il luogo -mi piaceva poco già prima, e ora intendo ritornamene giù più presto che -non sono salita. — - -Il dottore vedendola così determinata si risolse ad accompagnarla. -Nell'andare, gridò a Gertrude di star tranquilla perchè non c'era -ombra di pericolo e la pregò d'aspettarlo sulla vetta dove l'avrebbe -raggiunta non appena condotta a salvamento la moglie nell'albergo. - -Ella proseguì sola, non senza guardarsi attorno con un po' -d'apprensione; ma il sentiero era così ben tenuto, che certo doveva -essere frequentatissimo e secondo ogni probabilità sicuro, sicchè -bentosto non pensò più che alla bellezza del paesaggio. Guadagnata -vigorosamente la cima si trovò in un ripiano boscoso donde il suo -sguardo spaziava di nuovo sul vasto mare di nubi. - -Sedette a piè d'un gran pino, si tolse il cappello, perchè era -accaldata dallo sforzo durato, e aspirando la fresca aria montanina -riprese il corso d'una meditazione che i Jeremy avevano interrotta. - -Ma d'improvviso un lieve sussurro la fece trasalire; si rammentò dei -serpenti a sonagli, e scattò in piedi; ma udendo un suono sommesso, che -le parve il respiro d'un dormente, guardò dalla parte donde veniva, e -infatti vide un uomo che giaceva a terra e sembrava immerso nel sonno. -Ella gli si avvicinò, cautamente. Prima che potesse scorgere la sua -faccia, il cappello di paglia a larga tesa, e la lunga capigliatura -ondulata, quasi bianca, glielo fecero riconoscere. Il signor Phillips -dormiva, o pareva: la testa posava sul braccio ripiegato, gli occhi -erano chiusi, l'atteggiamento denotava riposo perfetto. Ma nel momento -che la fanciulla, pian piano, si fermava accanto a lui, mirandolo, egli -s'alterò nel viso: l'espressione di pace disparve, si mutò in quella di -profonda tristezza che già aveva destato in lei compassione e simpatia. -Le sue labbra si mossero: agitato da un sogno egli proferì, o per dir -meglio, gridò tre volte: «No, no, no!» e ciascuna con maggior enfasi -e maggior veemenza; poi bruscamente alzò il braccio libero sopra il -suo capo, e lo lasciò ricadere di peso al suolo; i suoi lineamenti si -ricomposero, e mormorò in un sospiro: «Oh, Dio!» con l'accento d'un -bimbo che, afflitto e stanco, reclina la testa sulle ginocchia della -madre. - -Gertrude si sentiva intensamente commossa. Dimenticò che quell'uomo era -un estraneo: vide soltanto ch'egli soffriva. Un insetto venne a posarsi -sulla bella e aperta sua fronte: ella si chinò verso di lui, scacciò la -creatura avida di sangue, e, nel farlo, una delle lacrime ch'empivano i -suoi occhi cadde sulla guancia del dormente. - -Calmo, senza alcun movimento, egli si destò e guardò in faccia la -fanciulla che, tutta confusa, dette un sobbalzo e si sarebbe voluta -rapidamente allontanare; ma il signor Phillips, rizzandosi sul gomito, -le afferrò una mano, e dopo averla fissata un momento senza parlare, -disse con voce grave: - -— Figliuola mia, avete versato quella lacrima per me? — - -Ella non rispose che con gli occhi lucenti ancora della pietosa rugiada. - -— Sì, lo credo, — egli riprese — e vi benedico dall'intimo del cuore! -Ma non piangete mai più per un ignoto: ne avrete abbastanza dei dolori -vostri se vivrete fino all'età mia. - -— Se non avessi avuto dolori miei, non sarei capace di sentire quelli -degli altri; se non avessi spesso pianto per me stessa, non piangerei -ora per voi. - -— Ma siete felice? - -— Sì. - -— Molti scordano agevolmente il passato. - -— Io non lo scordo. - -— I dolori dei fanciulli sono inezie, e voi siete quasi tuttora una -bambina. - -— Io non fui _mai_ bambina. - -— Strana creatura! — fece egli come parlando a sè medesimo. — Volete -sedervi qui e intrattenervi meco alcuni minuti? — - -Gertrude esitò. - -— Non vi ricusate; io sono un uomo già vecchio, e affatto innocuo. Via, -sedetevi sotto quell'albero e ditemi se vi piace la veduta che si gode -di qui. — - -Ella sorrise pensando ch'egli si chiamava vecchio, e chiamava lei -bambina; ma vecchio o giovane, non trovava nessuna ragione di temerlo, -nè di negargli quel colloquio. Sedette, dunque, ed egli si pose accanto -a lei, ma non parlò della veduta; rimasto un poco in silenzio, le -domandò senza preamboli: - -— Voi non siete mai stata infelice, non è vero? - -— Mai stata infelice! — ella esclamò. — Oh, spesso, invece! - -— Non a lungo, però? - -— Sì, posso ricordare anni interi durante i quali non sognavo nemmeno -che la felicità esistesse. - -— Ma il conforto venne, alfine. Che pensate di coloro per cui non viene -mai? - -— Ho conosciuto troppo il dolore perch'io non desideri di consolarli. - -— E che potete fare per essi? - -— _Sperare e pregare!_ — ella rispose con un tono vibrante di -sentimento. - -— Ma se non hanno più speranze, se la preghiera non può più nulla in -loro pro? — - -Ella affermò risolutamente: - -— Nessuno è in tal caso. - -— Vedete, — disse il signor Phillips — questa fitta cortina di nubi -che proietta ora la sua ombra sulla terra? Vi sono cuori su cui grava -un'opprimente e impenetrabile oscurità. - -— Ma in alto, sopra le nubi, rifulge il sole. - -— In alto! Sia pure; però che giova a chi non lo vede? - -— Il sentiero che conduce in vetta alla montagna è spesso aspro e -faticoso, ma il pellegrino è compensato d'ogni pena quando giunge _al -di sopra delle nubi_, — rispose la giovane con entusiasmo. - -— Sono pochi quelli che trovano la via per salire a tanta altezza! -— replicò il malinconico suo compagno. — E anche tra essi non tutti -possono respirare a lungo quella sublime atmosfera. Parecchi devono -ridiscendere al piano, mescolarsi di nuovo al gregge volgare, -ricominciar la lotta coi vili, i maligni, i crudeli; nubi più gravi che -mai s'addensano sul loro capo, e si trovano sepolti in un'oscurità più -nera. - -— Ma hanno veduto la gloria della luce, sanno che risplende sempre -lassù, e debbono essere sostenuti dalla fede ch'essa un giorno vincerà -le tenebre. Guardate, guardate! — esclamò con fervore, brillando -negli occhi. — Le nuvole si squarciano, presto il sole rischiarerà la -terra. — - -Indicava così parlando le ampie fessure che apparivano tra i cumuli -di vapori fino allora compatti. Si volse poi al signor Phillips per -accertarsi se osservasse il mutamento; ma col medesimo sorriso sul -suo volto impassibile, egli contemplava lo spettacolo che la natura -gli offriva non già lontano nel cielo, ma al suo fianco, nell'aspetto -della giovane e ardente adoratrice del vero e del bello. E studiando -quei lineamenti, scrutandone la viva espressione, egli pareva così -profondamente assorto nei suoi pensieri, ch'ella lo credette caduto in -uno dei suoi accessi di fantasticheria e cessò di discorrere, in modo -piuttosto reciso; ma nel momento che distoglieva lo sguardo da lui, -egli disse: - -— Proseguite, felice fanciulla! Insegnatemi, se potete, a vedere il -mondo nel roseo colore di cui si riveste per voi, insegnatemi ad amare -e compatire, come voi, la miserabile creatura chiamata _uomo_. Vi -assumerete, ve ne avverto, una difficile missione, ma siete così piena -di fede e di speranza! - -— Odiate dunque il mondo? — ella domandò, con franchezza e semplicità. - -— Quasi, — fu la risposta. - -— Anch'io, un tempo, — ella disse, pensosa. - -— E forse l'odierete ancora. - -— No, è impossibile: a me, orfana, prodigò cure materne, ed io l'amo -teneramente. - -— V'è stato benigno, davvero? — egli chiese vivamente. — Estranei senza -cuore hanno meritato l'affetto che, sembra, sentite per loro? - -— Estranei senza cuore! — ella esclamò con gli occhi pieni di lacrime. -— Oh, signor Phillips, vorrei che aveste conosciuto il mio buon zio -True, che conosceste la mia cara Emilia, cieca! Basterebbero essi a -darvi una miglior opinione del mondo! - -— Parlatemi di loro, ve ne prego, — egli disse con voce sommessa e -malferma, figgendo lo sguardo nel precipizio che s'apriva ai suoi -piedi. - -— Non c'è molto da dire: l'uno era vecchio e povero, l'altra è affatto -priva della vista, eppure hanno reso il mondo splendido e bello per me -misera bimba, maltrattata, desolata.... - -— Maltrattata! Dunque foste una volta anche voi fatta segno di -malevolenza e d'ingiustizia? - -— Io? Ma tutti i miei primi ricordi non sono che di privazioni, -sofferenze, e grandi cattiverie.... - -— Gli amici che m'avete menzionati ebbero compassione di voi? - -— Sì. Lo zio True divenne il mio padre terreno, Emilia m'insegnò dov'è -il mio padre celeste. - -— E da allora siete sempre stata libera e leggera come l'aria, senza -cure, senza desiderî insodisfatti? - -— Oh, no, non intendevo dir questo!... Dovetti perdere il mio primo -benefattore, ed altri cari amici.... o da qualcuno separarmi per anni. -Sostenni molte dure prove, passai molte ore di tristezza e solitudine, -ed anche adesso sono oppressa da più d'una causa d'ansietà e di timori. - -— Come potete dunque esser così serena, così lieta? — egli domandò. - -Gertrude, levatasi da sedere vedendo avvicinarsi il dottor Jeremy, -teneva una mano posata sul saldo masso di pietra a piè del quale s'era -posta nell'ombra protettrice. Ella sorrise pensosamente alla domanda -rivoltale dal signor Phillips, e, gettando uno sguardo nella fonda -valle sottostante, poi alzando in faccia a lui gli occhi raggianti di -fede, mormorò con fervido accento: - -— Vedo l'abisso aperto sotto di me, ma io m'appoggio alla Roccia dei -secoli. — - -Com'ella aveva detto, ansietà e timori l'opprimevano anche allora: -tremava per la salute d'Emilia, e alla crescente apprensione che -già s'approssimasse il tempo in cui la sua cara le sarebbe tolta, -s'aggiungeva un altro tormentoso pensiero: Guglielmo, verso il quale -il suo cuore anelava palpitante d'affetto più che fraterno, sembrava -scordare l'amica della sua adolescenza o almeno non amarla più con -la stessa tenerezza. Erano oramai alcuni mesi che ella non riceveva -lettere dall'India, e l'ultima piuttosto breve mostrava un'insolita -fretta di cui egli si scusava adducendo l'urgenza degli affari ond'era -sopraccarico. Per quanto riluttante ad ammetterlo, ella non poteva -cacciare il gelido presentimento che dopo la morte della madre e del -nonno, i vincoli che univano ancora l'esule alla terra natia s'erano -dimolto rilassati. - -Nulla avrebbe potuto indurla ad accennare, neppure ad Emilia, un -sospetto di negligenza da parte di Guglielmo; nulla avrebbe potuto -offenderla più che una tale imputazione a lui fatta da altri; ma nel -suo intimo ella qualche volta meditava dolorosamente sul suo enigmatico -e prolungato silenzio che diminuiva la loro antica familiarità. -Durante parecchie settimane, priva com'era di sue notizie, ella -aveva continuato a scrivergli secondo l'usato, sicura che ciascun -corriere gli recava le sue missive. Quali cause, se non una malattia o -l'indifferenza, avrebbero reso ragione della persistente mancanza di -risposta alle lettere da lei fedelmente inviate? Spesso ella cercava -di bandire dal suo spirito ogni ipotesi sopra una questione avvolta -in tanta incertezza; ma talora una tristezza amara la invadeva, nè -riusciva a dissiparla se non elevando i suoi pensieri a Dio con la fede -e la speranza che sempre l'avevano sorretta nelle ore di sconforto. -E appunto da uno di questi alti voli dell'anima ella era scesa per -volgersi piena di dolce pietà nelle parole e negli occhi, a un altro -afflitto cui il dolore strappava gemiti fino ne' suoi sogni. - -Arrivò il dottor Jeremy, e scambiati cordiali saluti e complimenti -col signor Phillips, cominciò a conversare animatamente com'egli -soleva, lodò la bellezza e la pace di quel sereno mattino domenicale -sulla montagna; e il suo interlocutore, costretto a sforzarsi di -nascondere, se non di sperdere, la tetra mestizia che gli pesava sullo -spirito, discorreva con disinvoltura e perfino con una piacevolezza che -stupiva Gertrude. Ella rifece in silenzio il cammino verso l'albergo, -riflettendo sulla stranezza e l'apparente incoerenza di quell'uomo. -A colazione non lo videro, e a pranzo egli prese posto a una certa -distanza da loro, nè diede segno di riconoscerli se non inchinandosi -graziosamente alla giovanetta mentre ella usciva dalla sala. - -Più tardi comparve sull'ampia terrazza dove Gertrude ed Emilia sedevano -insieme. Secondo il consueto, un paio d'occhi serviva alla visione -mentale d'entrambe. C'era stato un violento acquazzone, accompagnato -da lampi e tuoni, ma al cader del sole il temporale s'era dileguato; -uno splendido arcobaleno e il suo riflesso quasi altrettanto vivace -sorgevano sull'orizzonte, in apparenza assai più bassi della montagna, -e il giuoco delle ombre e delle luci nella valle e sul suo fiume -scintillante offriva uno spettacolo d'incantevole bellezza. Gertrude -sperava che il signor Phillips venisse a intrattenersi con loro; sapeva -che Emilia avrebbe gustato la sua amena e istruttiva conversazione, -e, istintivamente, si confidava che la voce soave, amata e benedetta -da molti a cui aveva dato conforto, infonderebbe nel cuore di lui -un balsamo di pace. Ma sperò invano. Egli sussultò ravvisandole, e -s'allontanò in fretta. Poco dopo ella lo vide inerpicarsi su per l'erto -sentiero che li aveva attirati tutt'e due di primo mattino; e la sera -egli non si mostrò all'albergo. - -I Jeremy si trattennero lassù altri due giorni, perchè l'aria montanina -rinvigoriva Emilia, la quale pareva più forte che non fosse stata -da settimane, ed era in grado di fare qualche passeggiatina nelle -vicinanze della casa. - -Gertrude non si stancava mai d'ammirare il magnifico panorama. Una -gita a piedi ch'ella fece col dottore a una fenditura aperta nel cuore -della montagna dove un fiumicello balza giù nella valle da un'altezza -di duecento piedi, le fornì il tema di deliziose fantasie descrittive, -nelle quali la cieca aveva la sua parte di godimento. - -Il signor Phillips non si lasciò più vedere, senza che essi sapessero -perchè. Il dottore chiese di lui al padrone dell'albergo; questi gli -disse ch'era partito il lunedì, molto per tempo, a piedi. Egli ne fu -maravigliato e dolente perchè quel bizzarro gentiluomo gli piaceva -oltremodo, e s'era lusingato, per certe domande da lui fattegli circa -il loro itinerario, che intendesse d'unirsi alla loro comitiva. - -— Ma non temere, Gertrudina, — disse alla ragazza con tono di faceta -condoglianza — io scommetto che lo incontreremo di nuovo, e quando meno -ce l'aspetteremo. — - - - - -XXXVII. - - .... da una divina - Semplicità guidata, ella piacea - Nè di brillar cercava.... - - ANNA MORE. - - -Da Catskill il dottor Jeremy proseguì direttamente per Saratoga. La -città rigurgitava di forestieri, essendo la stagione al suo apice, e -i viaggiatori imprevidenti che avevano trascurato di fissar le camere -anticipatamente, non potevano sperare di trovar alloggio. - -— Dove scenderete? — domandò al medico un suo conoscente, in cui s'era -imbattuto nel treno. - -— All'Albergo del Congresso, — egli rispose. — Un soggiorno tranquillo -per noi, vecchi, e per la signorina Graham, ch'è cagionevole. - -— Siete dunque aspettati? - -— Aspettati! Ma no.... Chi dovrebbe aspettarci? - -— L'albergatore, caspita! Se non avete fissato le camere sarà un affar -serio, perchè gli alberghi sono tutti pieni zeppi. - -— Ebbene, ci affideremo alla fortuna! — fece il buon dottore con -un'indifferenza che l'abbandonò quando, giunto alla sua destinazione, -ebbe a toccar con mano la veracità delle parole dettegli dall'amico. - -— Non so proprio che faremo, — disse alle signore, lasciate un momento -nell'atrio della stazione mentre egli s'informava — pare che in nessuna -casa ci sia un bugigattolo libero. Non ci resta altro che ripigliare il -treno, se non vogliamo dormire sul lastrico. - -— Vettura, signore? — domandò un fiaccheraio sporgendosi da una -ringhiera, e gesticolando a tutta possa verso il dottor Jeremy, mentre, -più audace, un addetto a un omnibus gli picchiava una spalla facendogli -un'offerta analoga, con voce insinuante. - -— Vettura! — esclamò egli in un tono più che mai irritato. — E per che -farne? Dove ci condurreste, di grazia? Non c'è da ottenere ricovero -neanche in una soffitta nella vostra Saratoga, nè per amor di Dio, nè -per quattrini sonanti! - -— Ebbene, — ripigliò il secondo sollecitatore, togliendosi il berretto -e asciugandosi la fronte con un cencio di pezzuola poco pulita — se non -c'è posto nell'albergo vi _colonizzeranno_ fuori. - -— Fuori? — gridò il dottore, incollerito. — Ci siamo già, mi sembra. -Quel che a me preme, è d'esser _dentro_, in qualche luogo. Dove va il -vostro omnibus? - -— All'Albergo del Congresso. - -— Basta, portateci lì; ma badate, se non ci ricevono, dovete tenerci -finchè non abbiamo trovato un alloggio pur che sia. — - -La signora Jeremy, Emilia e Gertrude furono fatte salire in un omnibus -piccoletto e ficcate a stento tra una mezza dozzina di signore e di -ragazzi, stanchi e polverosi, che facevano esercizio di pazienza e -s'incoraggiavano mutuamente con vaghe speranze. Il dottore prese posto -all'esterno. Non appena il veicolo si fermò, egli balzò a terra e corse -a presentarsi all'albergatore; ma, come temeva, non c'era in tutto -l'albergo un angolo vacante. Desideroso nondimeno d'accomodarlo, quegli -accennò alla possibilità di procurargli avanti sera _una_ camera in una -casa della strada attigua. - -— _Una_ camera! Nella strada attigua! — gridò il dottore. — Ah, questo -si chiama essere _colonizzati_ fuori, non è vero? Ma, signore mio, per -me non fa. Io devo alloggiare le mie signore e subito. O perchè diamine -non avete alberghi sufficienti a ricevere i vostri ospiti? - -— È il culmine della stagione, e.... - -— Oh, il dottor Jeremy! — esclamò la voce giovanile di Netta -Gryseworth, la quale attraversava l'atrio con la nonna. — Come state? -La signorina Flint e la signorina Graham sono con voi? Vi tratterrete -qualche tempo? — - -Innanzi ch'egli potesse rispondere alle sue domande e salutare -la signora Gryseworth, una veneranda matrona che aveva conosciuta -trent'anni addietro, l'albergatore s'accostò a lui dicendo: - -— Il dottor Jeremy?... Scusatemi, non vi conoscevo. Il dottor Jeremy di -Boston? - -— In petto e in persona, — egli rispose inchinandosi. - -— Ma allora il caso è diverso. Le vostre camere sono impegnate, e -saranno pronte tra pochi minuti. Si trovano libere da due giorni, e -nessuno le ha occupate più. — - -L'onesto dottore dichiarò, stupefatto: - -— Non capisco.... Io non ho fissato camere! - -— Allora le fissò per voi un amico. Sorte che ne abbia avuto -l'idea, specialmente se siete in compagnia di signore. Saratoga è -affollatissima in questa stagione: c'erano ieri in città settemila -forestieri. — - -Jeremy ringraziò la sua buona stella e l'amico ignoto, e chiamò le sue -compagne a godere dell'insperata fortuna. - -— Siamo capitati bene, eh? — fece la signora entrando nella comoda -camera assegnata a lei e volgendo in giro uno sguardo di compiacenza. -Passò poi a visitare quella delle signorine dall'altro lato dello -stretto corridoio, e soggiunse: — Se penso a tutto quello che si -raccontava della ressa di gente che s'arrabatta per strapparsi un -posticino, proprio non mi par vero! — - -Il dottore, venuto a raggiungerle, dopo aver dato gli ordini -concernenti i bagagli, udì questa sua osservazione, e, ponendosi -l'indice sulle labbra, bisbigliò con una burlesca aria di mistero: - -— Zitto, zitto! Non vi fate sentire! Noi profittiamo d'un felicissimo -equivoco del nostro ottimo albergatore. Queste camere erano fissate -per qualcuno, senza dubbio, ma non per noi. Poh, in fin dei conti, il -peggio che ci può toccare è d'esser messi fuori quando arriveranno -gli «aventi diritto», e intanto godiamoci il buon alloggio che ci -favoriscono. — - -Ma gli «aventi diritto», se non erano i Jeremy, non vennero, e in -capo a una settimana il dottore cessò di temere lo sfratto, ed ebbe -perfino il coraggio di chiedere e la fortuna d'ottenere una camera più -conveniente per Emilia, al primo piano, e comunicante con la sala, -risparmiandole così la molestia di scendere e salire le scale dove -c'era quasi sempre un grande andirivieni. - -La sera del loro arrivo, verso l'ora del tè, la signorina Graham e -Gertrude, che avevano appunto finito di vestirsi, udirono picchiare -leggermente all'uscio. Gertrude aperse e vide Elena Gryseworth, la -quale, pur salutandola con calore meridionale, rimase sulla soglia, -esitando. - -— Temo di parervi indiscreta, — ella disse — ma ho saputo da mia -sorella che siete arrivate, e dianzi, per caso, dalla cameriera, che -occupate questa camera attigua alla mia; sicchè non ho potuto resistere -al desiderio di fermarmi un momento, passando, per dirvi quanto sono -lieta di rivedervi. — - -Tutt'e due l'accolsero con vivo piacere, la ringraziarono d'avere -tralasciato le cerimonie, e insistettero perchè entrasse e rimanesse -con loro finchè il _gong_ annunziasse il tè. Elena gradì l'invito, -sedette sopra un baule, e s'informò della salute d'Emilia e del loro -viaggio da quando s'erano lasciate a West Point. - -Tra le altre avventure, Gertrude raccontò il loro nuovo incontro col -signor Phillips. - -— Ha proprio il dono dell'ubiquità quell'uomo! — fece la signorina -Gryseworth. — Era a Saratoga due giorni or sono, in quest'albergo: -sedeva di faccia a me, a tavola; ma poi non lo vidi più. Faceste la sua -conoscenza, signorina Graham? - -— No, con mio rincrescimento, — rispose Emilia. E, sorridendo, -soggiunse: — Gertrude era tanto ansiosa di presentarmelo, che mi dolse -di vederla delusa. - -— Vi è dunque piaciuto? — domandò Elena a quest'ultima, con tono grave. -— Ne ero sicura. - -— Sì, esercita su me una grande attrazione. È molto amabile, molto -originale, e tanto incomprensibile! - -— Nulla di compromettente, insomma, — disse l'altra con malizia. — -Spero che vi si presenterà l'occasione di farvi un concetto più chiaro -del suo carattere, cosa che a me, lo confesso, non riesce, perchè ogni -volta che mi trovo in sua compagnia, ne scuopro qualche particolarità -insospettata. Per esempio, il giorno che pranzammo insieme, a Nuova -York, s'adirò così fieramente contro uno dei camerieri, ch'io ne fui -quasi spaventata. Ma i miei timori, credo, erano infondati, perchè -un così perfetto gentiluomo non viene a parole con un inferiore, e -quantunque i suoi occhi fiammeggiassero come carboni accesi, seppe -contenere il fuoco che gli divampava dentro. È obbligo di giustizia -dire che la sua collera non era provocata da una mancanza commessa -verso di lui, ma dal grossolano disprezzo con cui quell'uomo trascurava -due semplici campagnuole, le quali non avendo pensato a raccomandarsi -mediante una mancia, non ottennero qualche cosa da mangiare se non -quando tutti ebbero finito, e stavano a guardare, poverine, confuse e -vergognose come fossero uscite allora dal carcere. - -— Che cattiveria! — esclamò Gertrude con energia. — Non mi -maraviglia che il contegno di quel mercenario destasse così vivamente -l'indignazione del signor Phillips. Questo suo sentimento mi piace. - -— Sì, una vera cattiveria; anche a me facevano compassione. La -più giovane delle due, una ragazza che aveva lasciato la zangola e -indossato il suo bell'abito bianco per figurare in città, era sul punto -di scoppiare a piangere. - -— Voglio sperare che cotesti casi non siano frequenti, — disse -Gertrude. — Ho gran paura che se è il contrario, Emilia ed io saremo -nel numero dei mortificati, perchè il dottore non dà mai mance -anticipate ai camerieri: dice ch'è una bassezza e che egli disdegna di -comprare le loro attenzioni in sì fatta guisa. - -— Oh, non temete! — rispose Elena Gryseworth. — Le persone un po' -pratiche della vita d'albergo sono sempre servite con discreta cura, -specie in una casa ben regolata come questa. La nonna la pensa a -modo del dottor Jeremy circa le anticipazioni, eppure non viene mai -negletta, qui. Il caso di Nuova York è un brutto esempio di quella -parzialità che in buona misura è da imputarsi al pubblico stesso. I -camerieri conoscono alla prima occhiata chi possono sopraffare e chi -no; l'aria impacciata e goffa delle due campagnuole che trovarono nel -signor Phillips un caldo difensore, bastava per esporle a qualunque -insolente trascuranza. — - -Fu di nuovo picchiato all'uscio da una mano leggera. Questa volta era -Netta, che s'avanzò esclamando: - -— Sento la voce di mia sorella, e però credo di poter entrare anch'io! -— Baciò la mano ad Emilia e la scosse a Gertrude con una libertà e -una vivacità derivanti un po' da fanciullesca petulanza, un po' dalla -aristocratica indipendenza di maniere che la giovanetta volentieri -ostentava, poi ripigliò: — Sono stizzita, sono! Da mezz'ora io facevo -la guardia alla porta della sala per vedervi appena foste scese, e -intanto Elena se ne stava nella vostra camera, seduta sopra un baule, -godendosi la vostra compagnia, e raccontandovi lei sola tutte le -novità. - -— Non tutte, Netta, — disse Elena — ho lasciato parecchie coserelle -ghiotte per tua sodisfazione. - -— Hai detto alla signorina Flint qualche cosa dei Fox e dei Cox -ch'erano qui ieri?... No? - -— Neanche una parola, — rispose Gertrude. - -— E dello spavento, a bordo? - -— Nemmeno. - -— E del signor Phillips? - -— Sì, m'ha detto che l'ha veduto a Saratoga. - -— Ah, quello non l'ha dimenticato? — fece Netta lanciando uno sguardo -malizioso alla sorella che arrossì lievemente. — E v'ha raccontato -pure che occupava questa camera, e che tutta la notte lo sentivamo -attraverso la sottile parete camminare in su e in giù, la qual cosa -m'impediva di dormire e mi costò un formidabile mal di capo? - -— No, di questo non m'ha detto nulla. - -— Voi non avete nè l'una nè l'altra il costume di camminare per la -camera, la notte? - -— Oh, il costume, non direi! - -— Bene, possiamo rallegrarci allora d'avere invece voi per vicine! Se -quel terribile signore fosse rimasto qui e avesse continuato a tenerci -deste col suono de' suoi passi cadenzati, ci sarebbe stato, una di -queste notti, un suicidio, o nella sua camera o nella nostra. - -— Credete che stesse male? — domandò Gertrude. - -— No, punto, — disse Elena. — Non era nulla di straordinario.... per -lui almeno. Tutte le sue abitudini sono strane. Netta perse un'ora o -due del suo placido sonno, e non può perdonarglielo. - -— Ah, un'ora o due? — gridò Netta. — La notte intera, cara la mia -Elena, la notte intera. - -— Via, sorellina, non sai che cosa sia una notte intera, tu: non la -vedesti in vita tua. — - -Una piccola questione minacciava di sorgere tra le due sorelle sulla -durata delle passeggiate notturne del signor Phillips e le conseguenti -veglie di Netta Gryseworth; ma fortunatamente il _gong_ sonò, e questa -scappò nella loro camera per rinfrescare un po' le sue gale prima di -presentarsi alla tavola del tè. - -Saratoga è un luogo bizzarro. Vi si vedono raccolti, al culmine della -stagione, non solo numerosi Americani degli Stati Uniti, ma stranieri -d'ogni paese. La scala della moda è trasportata là e tutti gli scalini -ne sono occupati. La bellezza, la ricchezza, l'orgoglio, la follia, vi -hanno degni rappresentanti; ma non mancano quelli dello spirito, del -genio, della scienza. L'ozio vi regna sovrano, assoluto, e nessuno, -neppure il più attivo, il più affaccendato, il più industrioso dei -cittadini di questa nostra terra di lavoratori, osa contendergli il -suo passeggero ma legittimo dominio. Tutti i ceti sociali, tutte -le professioni, quasi anche tutti i mestieri, vi s'incontrano, -amichevolmente. I possessori d'un nome aristocratico o d'una borsa ben -fornita, la beltà famosa, l'uomo celebre, artista, poeta o scienziato, -brillano ciascuno nella propria sfera. Certo vi sono molti idoli falsi. -Gente che a casa sua è _zero_ qui trova una probabilità di esser tenuta -in conto di qualche cosa, mentre altri che in una città lontana sono -dei _maggiorenti_, seggono in un cantuccio, imbronciati, vedendosi -d'improvviso ridotti alla parte di comparse senza importanza. Ma tutti -vengono con un medesimo fine: divertirsi, distrarsi, riposarsi; e nella -comune ricerca del piacere, generalmente un sentimento benevolo prevale -tra loro. La gaia folla è sempre in moto; e le comitive eleganti che -girano a piedi, in carrozza, a cavallo, o si radunano sulle terrazze -degli alberghi, offrono uno spettacolo vivace e festevole; chi ama -osservare la natura umana può qui studiarla nelle sue forme più -animate. - -Era un nuovo mondo per Gertrude; e sebbene l'Albergo del Congresso -fosse comparativamente un tranquillo ritiro ov'ella vedeva soltanto un -riflesso degli splendori di Saratoga e non udiva che l'eco lontana del -suo brusio, pure c'era di che maravigliare e divertire una giovanetta -novizia nella vita mondana. In quell'eletto circolo di persone fini, -intelligenti, cólte, che si raccoglieva intorno alla signora Gryseworth -e dove il dottor Jeremy e la sua compagnia avevano subito avuto -onorevole accoglienza, ella trovava molto di confacente agli elevati -suoi gusti intellettuali, e fu subito apprezzata ed ammirata come -meritava. - -La signora Gryseworth era una gentildonna della vecchia scuola, -vissuta sempre nella miglior società, di cui nonostante la sua età -avanzata continuava a godere i piaceri e ad essere un ornamento. Alta, -di portamento maestoso, ella conservava ancora un aspetto elegante; -e quantunque un po' superba e ritrosa con gli estranei, diveniva -presto un'amabilissima compagna per i suoi nuovi amici, fossero -vecchi o giovani. Nei primi giorni la povera signora Jeremy si sentiva -intimidita dinanzi a lei, e oltremodo impacciata, ma quest'impressione -svanì con prodigiosa rapidità, a segno che la piccola e tonda moglie -del dottore non tardò ad essere quanto mai bonariamente familiare e -loquace con l'augusta dama. - -Una sera, nell'atto che Emilia e Gertrude, le quali erano a Saratoga -da circa una settimana, lasciavano la sala da pranzo dopo aver preso il -tè, Netta Gryseworth le raggiunse, e pigliata a braccetto la fanciulla, -disse col consueto suo tono di gaiezza: - -— Gertrude, io mi guasto con voi uno di questi giorni. - -— Davvero! E per quale motivo? - -— Gelosia. — - -Un lieve rossore salì al viso della signorina Flint. - -— Oh, è inutile che vi facciate rossa! Non è a cagione del canuto -ammiratore che vi contempla durante tutto il pranzo, dall'altro capo -della tavola. No, su questo proposito rimango affatto indifferente. La -preferenza del signor Phillips potrà essere il pomo della discordia tra -voi ed Elena; quanto a me, sono gelosa d'un altro. - -— Spero che Gertrude non sia d'ostacolo alla vostra felicità, — disse -Emilia sorridendo. - -— Sì, che è.... La mia felicità, il mio orgoglio, il mio benessere -sono sacrificati a lei! Ella mi rovina: certo, signorina Graham, non -oserebbe comportarsi così se voi la vedeste! - -— Confidatevi con me, — riprese Emilia carezzevolmente — vi prometto di -prendere le vostre parti. - -— Ne dubito: sospetto piuttosto che siate sua complice, Nondimeno -esporrò le mie lagnanze. Non avete notato ch'ella si cattiva tutta -l'attenzione d'un importante personaggio? Non sapete che Pietro non ha -più occhi che per lei sola? Io intanto non arrivo ad ottener più nulla -da mangiare o da bere finchè non è servita la signorina Flint, e però -sono risoluta a chiedere al babbo di cambiar posto a tavola. Non già -ch'io sia golosa, ma mi sento profondamente ferita nel mio orgoglio, -mi sento oltraggiata! Ancora otto giorni fa nessuno era più di me nelle -grazie di Pietro; io mi trovavo sempre davanti i miei piatti favoriti. -Ma adesso è mutato registro; anche stasera, per esempio, l'ho veduto -passare a Gertrude le more di cui, e l'indegno lo sa, io vo pazza, -mentre spingeva, verso di me i mirtilli con un gesto sprezzante che -significava: «Per _voi_, signorina, sono buoni questi!» - -— Ho infatti osservato che i camerieri si mostrano molto premurosi -con noi, — disse la signorina Graham. — Credete che Gertrude li abbia -segretamente corrotti? - -— Dice di no; non me raffermaste ieri, quando facevo un paragone -simile, tra le attenzioni che usano a voi due, e il contegno meno -lusinghiero che hanno con noialtre? E non m'assicuraste che nè da voi -nè dal dottore, Pietro ebbe mai un centesimo? - -— Certo, — disse Gertrude — le sue gentilezze sono spontanee; ma io -le attribuisco all'influsso della dolcezza d'Emilia, che lo rende -desideroso di servirla. - -— Che, che! — fece Netta scotendo il capo con una cert'aria di mistero. -— È stregoneria bell'e buona; cara Gertrude, voi praticate l'arte nera, -e bisognerà ch'io metta in guardia quell'uomo. — - -Così parlando erano giunte nell'angolo del salone dove la signora -Gryseworth e la signora Jeremy sedevano insieme su un sofà, impegnate -in una conversazione animatissima. Elena e suo padre, ritornati allora -da una passeggiata in carrozza, discorrevano col signor Petrancourt -ch'era arrivato quella sera da Nuova York. - -Le due vecchie signore fecero posto sul loro sofà ad Emilia, e le -giovanette sedettero presso a loro. Di tanto in tanto la signora -Gryseworth gettava una occhiata d'impazienza verso un crocchio di -bambini, che dall'estremità opposta della sala le impedivano, a -momenti, col loro schiamazzo, di comprendere ciò che diceva la sua -interlocutrice, o la costringevano ad interrompersi. Ma i piccoli -disturbatori attiravano ancor più l'attenzione di Gertrude, la quale -era così assorta nell'osservarli, che non udiva nemmeno la metà delle -frizzanti arguzie e delle graziose sciocchezze che la vispa Netta -seguitava a versare nel suo orecchio distratto. - -— Ebbene, Gertrude, — disse questa al fine — andate a fare il chiasso -con quei marmocchi: si vede che ve ne struggete. - -— Mi struggo invece di farli smettere, — rispose quella. - -Non sembrava un desiderio benevolo, ma era giustificato. Sei o -sette ragazzini, maschi e femmine, in abiti di colori gai e fogge -fantastiche, approfittando dell'assenza delle mamme, sparse per -le terrazze, e delle governanti o bambinaie, che cenavano, s'erano -radunati intorno a una loro coetanea, nuova capitata dall'aspetto -un po' strano, e si divertivano a tormentarla. La poverina vestiva -a bruno; i suoi indumenti, ricchi ma privi di garbo, erano gualciti -e impolverati dal viaggio. Pareva ch'ella fosse cresciuta fuor della -sua vestina di seta nera, assai più corta delle sottane, e tutto nel -suo esteriore denotava la negligenza de' suoi genitori o delle altre -persone che l'avevano in cura. - -Quando, avvertita dalle manifestazioni di contrarietà della signora -Gryseworth, Gertrude aveva osservato la scena, la bambina, ritta -in mezzo ai suoi persecutori, si guardava intorno, spaventata, come -cercando una via di fuga: ma essi le impedivano il passo, seguitando -a tempestarla di domande ognuna delle quali provocava uno scoppio -di risa beffarde da parte di tutti, eccettuata la piccola vittima, -che, viceversa, stava per rompere in lacrime. Sia che si ridestasse -nella mente della giovanetta la memoria delle antiche sue sofferenze, -o vibrasse nel suo cuore la corda dell'universale simpatia per gli -oppressi, ella non poteva staccar gli occhi da quel gruppo; e mentre -Netta s'infervorava sul suo soggetto favorito, cioè sul signor Phillips -e la sua bizzarra condotta, ella si rizzò di scatto esclamando: - -— No, non tormenteranno così quella bambina! — - -E mosse rapidamente alla riscossa. - -Il riso cordiale di Netta esilarata dall'entusiastico ardore del suo -gesto, e il vederla attraversare il vasto e affollato salone a passi -affrettati, e sola, cosa affatto inusata, provocarono la curiosità del -circolo di persone da cui s'era partita, e durante la sua assenza, -ella, inconsapevolmente, fornì loro un argomento d'osservazioni e -discussioni. - -— Che è stato? — domandò la signora Gryseworth alla nipote. — Dove va -Gertrude? - -— Entra in lizza, nonna, quale campione di quel fagotto di bimbetta. - -— È quella lì che fa tanto baccano? - -— No davvero, ma credo che ne sia la causa. - -— Non sono molte — notò Elena — le ragazze che possano attraversare una -sala così grande con la grazia di Gertrude Flint. - -— Ella ha una bella figura, — disse la vecchia signora — e sa -camminare, abilità rara al giorno d'oggi. - -— È molto ben fatta, — affermò il dottor Gryseworth che aveva seguitato -con gli occhi la fanciulla, e udendo i commenti di cui ella era oggetto -volle manifestare anch'egli il suo giudizio critico — ma il vero -segreto del suo nobile portamento sta tutto nella non comune dignità -del suo carattere, nel non sapere nè desiderare d'essere osservata, e -nel contenersi pertanto con semplicità. Inoltre veste bene. Elena, mi -piacerebbe che tu imitassi la signorina Flint nel modo di vestire: il -suo gusto è ottimo. - -— Ed economico, babbo, — mormorò Netta. — La vostra borsa se ne -avvantaggerebbe assai, perchè Gertrude ama la semplicità anche in -cotesto. - -— Lo stile della signorina Flint non converrebbe alla signorina -Gryseworth, — disse al dottore la signora Petrancourt avvicinatasi -mentre egli parlava. — La vostra figliuola è una splendida bellezza -aristocratica, e può portare le abbigliature più sontuose. - -— Anche il manichino d'una sarta lo può. Tuttavia credo che in un certo -senso abbiate ragione. Le due ragazze non sono abbastanza simili l'una -all'altra da rassomigliarsi se anche i loro vestiti fossero eguali con -un'esattezza cinese. - -— Rassomigliarsi! Non vorreste mica che la vostra bellissima -Elena facesse il paio con una persona che non ha la metà delle sue -attrattive? - -— Conoscete da vicino la signorina Flint? - -— No, di vista soltanto. Netta me la indicò ieri, alla tavola del tè, -dicendomi ch'ella è una sua cara amica. - -— Allora dovete scusarmi, signora Petrancourt, se vi osservo che non -potete avere alcun'idea delle attrattive di quella giovane, posto che -non sono superficiali. - -— Dunque confessate che non è bella? - -— A dir vero, non ci ho mai badato. Domandatelo a Petrancourt; egli è -un giudice competente. — - -E s'inchinò in atto lusinghiero alla signora che era stata la «bella» -della stagione al tempo che suo marito l'aveva chiesta in isposa. - -— Lo farò non appena mi si offra l'opportunità; ora è troppo occupato -della signorina cieca.... la zia della signorina Flint, se non erro? - -— No, non la zia: un'amica intima. — - -Questo dialogo era tenuto a voce bassa perchè non fosse udito da -Emilia. Non tutti però si davano tanto pensiero della sua presenza. La -vecchia Gryseworth parlava di Gertrude apertamente: - -— Bisogna vederla in certe circostanze perchè la sua bellezza colpisca -a un tratto; per esempio come la vidi ieri io, quando tornava da una -cavalcata, col viso acceso dal moto e dal piacere, o nell'atto che -ascolta, appassionata ed intenta, un parlatore eloquente, o che una -subita commozione le fa risplendere tutta l'anima negli occhi lucenti -di lacrime. - -— Nonnina, mi diventi una parlatrice eloquente anche tu! — fece Netta. - -— Gertrude è così in quei momenti. Una fanciulla, secondo il mio -cuore.... - -— Dev'essere dunque una signorina molto amabile, disse il signor -Petrancourt. — Ci farete, spero, fare la sua conoscenza. - -— Voi la troverete assai diversa dalla maggior parte delle ragazze -che s'incontrano nei circoli mondani. Voglio riferirvi il giudizio che -diede di lei Orazio Willard. È un uomo di vaglia, è un erudito: la sua -opinione ha qualche peso. Stette a Saratoga due settimane: alloggiava -all'Albergo degli Stati Uniti, ma venne qui più volte a visitarci. Il -giorno che s'accomiatò, mi disse: «Dov'è la signorina Flint? Voglio -ricrearmi l'animo ancora una volta nella sua conversazione, prima di -partire. Io gusto un perfetto _riposo_ spirituale in sua compagnia, -perchè ella non fa alcuno sforzo per discorrere meco, nè sembra -attendere che ne faccia io in suo onore. È una di quelle poche ragazze -che parlano soltanto se hanno qualche cosa da dire....» O vedete com'è -riuscita a chetare quei monelli. — - -Il signor Petrancourt seguiva la direzione degli sguardi della signora -Gryseworth. - -— La giovanetta di cui fate l'elogio è quella con grandi occhi neri -e una capigliatura stupenda? — egli domandò. — L'avevo notata da un -pezzo. - -— Sì, quella che parla con la bambina vestita a bruno. - -— Signora Gryseworth, — disse il dottor Jeremy entrando da un uscio a -vetrata, aperto, dopo aver guardato dentro un momento — godo di sentire -che apprezzate la nostra Gertrudina. Non ho esagerato lodandovi il suo -buon senso, non è vero? - -— Tutt'altro. È una fanciulla intelligentissima, e anche molto buona, -credo. - -— Buona! — esclamò il dottore. — Non m'immaginavo che la bontà fosse -pregiata in questi luoghi; ma se merita di parlarne, vorrei dirvi -qualche cosa del grado a cui giunge in quella figliuola.... — - -E senza diffondersi in minuti particolari, parlò con calore della -nobile e generosa condotta di Gertrude in difficili circostanze, poi, -sempre più infervorandosi, raccontò con parole commoventi la sua -devozione ad un vecchio paralitico, ad un altro infermo colpito da -demenza senile e di pessimo temperamento, a una donna consunta da lenta -malattia, e forse avrebbe continuato esaltando l'abnegazione con cui si -dedicava alla signorina Graham, quando questa gli toccò un braccio e lo -interruppe, dicendogli alcune parole a voce sommessa. - -— Cara Emilia, — egli disse troncando di botto il suo primo discorso — -vi chieggo scusa, non v'avevo veduta. Ma avete ben ragione.... Gertrude -è una persona privata, e io non ho il diritto di narrare la sua vita in -pubblico. Sono un vecchio imbecille.... Basta, qui almeno siamo in un -circolo d'amici. — - -Girò gli occhi intorno con un poco d'ansietà, lanciò una rapida -occhiata sospettosa ai Petrancourt, e infine li fermò sull'uomo che -stava ritto dietro Elena Gryseworth. La giovane così resa accorta della -presenza fino allora inavvertita di qualcuno presso a lei, si volse e -si trovò a faccia a faccia col signor Phillips. - -— Oh, buona sera, signore! — fece, tutta maravigliata, ravvisandolo. - -Ma egli rimase immobile, come se non la vedesse nè l'udisse. - -La signora Gryseworth non lo conosceva, e guardò la nipotina con aria -interrogativa: - -— Signor Phillips, — riprese Elena — permettetemi di presentarvi -alla.... — - -Innanzi ch'ella avesse terminato la frase, egli guizzò fuor dell'uscio -aperto e attraversò la terrazza a gran passi, asciugandosi con la -pezzuola la fronte madida di sudore, e, furtivamente, anche una lacrima -che nessuno vide. - - - - -XXXVIII. - - Ah non così, non così nel passato - Tu solevi incontrarmi.... A te insegnato - La lontananza e il tempo hanno l'oblio? - - Mrs. HEMANS. - - -Gertrude aveva rimesso la sua piccola protetta nelle mani della -bambinaia venuta a cercarla, ed era ritornata a sedersi fra i suoi -amici, quando l'attenzione generale fu attratta da una bellissima -giovane, vestita splendidamente, che entrò nella sala scortata da -tre cavalieri. Ella guardò in giro per trovar la persona che veniva a -visitare, poi andò verso la signora Petrancourt, la quale a sua volta -le mosse incontro. - -Quantunque nulla fosse per Gertrude più inaspettato di -quell'apparizione, ella riconobbe subito Isabella Clinton; ma questa -passò davanti a lei e ad Emilia senza notarle. Non essendovi seggiole -libere, prese posto con la signora sur un'agrippina, a qualche distanza -da loro, e incominciò una conversazione animatissima e familiare. -Mentre discorreva non si volse mai, ed accomiatatasi sarebbe ripassata -sotto gli occhi del dottor Jeremy e delle sue compagne, fingendo di non -accorgersi della loro presenza, se in quel momento il dottor Gryseworth -non avesse diretto la parola alla signorina Flint, chiamandola per -nome. Girò allora lievemente il capo da quel lato, e còlta dallo -sguardo della fanciulla fisso nel suo, mormorò un «Buona sera» in tono -di noncuranza, come si saluta qualcuno che si conosce appena, gettò -un'occhiata furtiva su Emilia, squadrò con impertinente curiosità il -circolo di cui esse facevano parte, e, senza fermarsi, s'allontanò -sussurrando ai suoi cavalieri commenti satirici sull'Albergo del -Congresso e sugli ospiti che v'alloggiavano. - -— Oh, che bellezza! — disse Netta alla signora Petrancourt. — Chi -è? — - -La signora Petrancourt comunicò quanto sapeva d'Isabella Clinton; -avevano viaggiato insieme in Isvizzera, s'erano incontrate a Parigi -dove la bella Americana era molto ammirata. - -— Voi la conoscete? — domandò poi a Gertrude. - -— La conobbi prima che partisse per l'Europa, — rispose questa — ma -dopo il suo ritorno non l'avevo più riveduta. - -— È arrivata da poco, — disse la signora — con l'ultimo piroscafo, -in compagnia di suo padre. Si trova a Saratoga da due o tre giorni -soltanto. All'Albergo degli Stati Uniti fa furore, a quanto ho inteso, -e ha legioni d'adoratori. - -— I più dei quali probabilmente sanno che uno di questi giorni sarà in -possesso d'un grosso patrimonio, — osservò suo marito. - -Emilia, che conversava con Elena Gryseworth, udì questo discorso, e -rivolgendosi a Gertrude, domandò se parlassero della signorina Clinton. - -— Sì, — rispose per lei il dottor Jeremy — e se ella non fosse la più -maleducata ragazza del mondo, voi, cara, avreste saputo prima d'ora -ch'è stata qui. — - -La cieca s'astenne da ogni commento. Non le faceva maraviglia che -i Clinton fossero ritornati soli, perchè in Europa s'erano separati -dai Graham quasi subito, ed ella non ne aveva più avuto notizie: e -nemmeno la stupiva l'inciviltà d'Isabella, per enorme che fosse, posto -che costei sembrava ignorare fin le regole più elementari delle buone -creanze. Anche Gertrude tacque: ma, dentro, ardeva di sdegno perchè una -mancanza commessa verso la gentile Emilia la feriva nel cuore. - -Gertrude e il dottor Jeremy erano mattinieri e si trovavano sempre fra -i primi alla sorgente. Il medico diceva di gustar meglio, di buon'ora, -quell'acqua salutare, e giacchè alla fanciulla levata col sole, secondo -il suo costume, piaceva far moto avanti colazione, voleva che lo -accompagnasse nelle sue allegre camminate mattutine, non senza aver -assaggiato anch'ella il beveraggio di cui egli era tanto amante. La -signora Jeremy ed Emilia prolungavano i loro sonni finchè ne sentivano -il bisogno, e l'ora della colazione era quella del loro risveglio. - -Così la mattina seguente alla serata dell'incontro con Isabella, -dopo che il dottore ebbe tracannato il suo settimo bicchiere e -Gertrude stessa per compiacerlo si fu indotta con rara abnegazione ad -ingurgitare il contenuto d'uno colmo, benchè quell'acqua le riuscisse -molto ingrata al palato, intrapresero la consueta passeggiata. Avevano -già percorso un bel tratto di cammino quando Jeremy s'avvide d'esser -privo della sua mazza, e sicuro d'averla dimenticata alla sorgente, -manifestò l'intenzione di tornare indietro a cercarla. - -La giovanetta si proponeva di seguirlo, ma egli, pensando che forse -non avrebbe ricuperato l'oggetto smarrito senza qualche difficoltà -e sarebbe stato costretto a indugiarsi, insistette perchè ella -continuasse la sua via in direzione della strada ferrata circolare, -promettendole di venire a raggiungerla girando dall'altra parte. -Ella camminava da alcuni minuti, sola e pensosa, quando a una brusca -svoltata d'un sentiero del parco, vide venire innanzi una giovane -coppia. Non distingueva il viso dell'uomo mezzo nascosto da un largo -cappello di paglia, ma nell'elegante signorina appoggiata al suo -braccio aveva tosto ravvisato Bella Clinton. Era evidente che anche -Bella ravvisava lei, ed in pari tempo che non voleva riconoscerla, -poichè dopo il primo sguardo, tenne gli occhi ostinatamente fissi -sul proprio compagno o al suolo. Questo contegno non turbò affatto -Gertrude; ella non sentiva maggior desiderio dell'amicizia di -quell'altezzosa creatura che costei della sua. Ma essendo così -dispensata dall'aspettare e ricambiare il saluto della signorina, -naturalmente la sua attenzione si fermò un istante sul cavaliere che -la scortava. Egli pure, passandole accanto, volse a lei i suoi grandi -occhi grigi, con indifferenza, come un estraneo guarda un estraneo -in cui s'imbatte, poi nello stesso modo li distolse, parlando in tono -leggero alla sua dama. - -E i due proseguirono, s'allontanarono. Ma Gertrude rimaneva immobile, -sbalordita, oppressa dai palpiti violenti del suo cuore. Ella conosceva -quegli occhi, quella voce, sapeva chi era quel giovane come se l'avesse -veduto e udito pur ieri. Poteva ella forse scordare Guglielmo Sullivan? - -Ma egli, sì, l'ha scordata. Deve corrergli dietro, afferrargli le mani, -forzarlo a guardarla, a riconoscerla, a parlarle? - -Mosse un passo dietro alla coppia, esitò, s'arrestò. Una folla -di commozioni l'assaliva, l'accecava, la soffocava, e mentre ella -lottava seco stessa, Guglielmo e Isabella svoltarono in un sentiero, -scomparvero. Ella si coperse il volto con le mani (sempre suo primo -impulso nei momenti d'angoscia) e s'addossò al tronco d'un albero. - -Era Guglielmo: quanto a questo nessun dubbio. Ma non il _suo_ -Guglielmo, non il _caro ragazzo_, il tenero suo amico d'infanzia. -Invero il tempo non aveva aggiunto molto alla statura e allo sviluppo -del giovane diciannovenne, alto e già ben complesso, ch'era partito per -le Indie. Tuttavia sei anni trascorsi in Oriente, tra fatiche e cure -dello spirito, strapazzi fisici, frequenti viaggi lo avevano mutato -assai più che se fosse rimasto a condurre una vita tranquilla nel suo -paese. Al fresco carnato dell'adolescenza era succeduto un colorito più -pallido, un poco abbronzato, e ombrato dalla barba, che mostrava una -matura virilità; negli occhi ridenti adesso appariva più profondo il -pensiero; l'elastico passo era più fermo e misurato; il viso, raggiante -allora come un sole, aveva preso un'espressione calma e grave che dava -un'impronta caratteristica ai suoi lineamenti quando erano in riposo. - -Ma le attrattive che avevano cattivato al giovanetto tutti i cuori, -erano sostituite nell'uomo da qualità di pregio eguale, se non -superiore. Egli era sempre straordinariamente bello, e dotato di -quella grazia naturale e disinvolta del portamento che tanto piace. La -fronte ampia ed aperta, la bocca dalle linee denotanti un animo mite -ma insieme forte e risoluto, le maniere franche e balde, rimanevano -inalterate, e sarebbero bastate esse sole a farlo riconoscere da colei -in cui la sua immagine era indelebilmente impressa, anche se ella -non avesse udito il suono della nota voce, nel momento stesso. Tutto, -tutto proclamava al suo cuore palpitante che Guglielmo Sullivan l'aveva -incontrata a faccia a faccia, ed era passato oltre, senza ravvisarla, -e, secondo ogni apparenza, immemore o noncurante, lasciandola sola col -suo immenso dolore! - -Dapprima quest'unico amarissimo pensiero fu presente al suo -spirito: «Egli non mi conosce più!» Esso riempiva e dominava la sua -immaginazione, le faceva correre nelle più profonde fibre dell'essere -un fremito di stupore ed angoscia. Non rifletteva ch'ella era tuttavia -una bambina quando Guglielmo l'aveva veduta l'ultima volta, e che -doveva apparirgli adesso ben diversa. Meno ancora pensava a rallegrarsi -d'una trasformazione di cui ogni particolare tornava a suo vantaggio. -La penosa idea che l'amico diletto della sua fanciullezza l'aveva -dimenticata, ch'ella era morta per lui, cancellava qualunque altro -ricordo. - -Fossero stati tutt'e due ragazzi come al tempo della loro fraterna -intimità, le sarebbe parso naturalissimo spiccare una corsa, -raggiungerlo, chiamarlo. Ma gli anni e i mutamenti che avevano operato, -alzavano tra loro una potente barriera. Gertrude era una donna oramai, -e ne aveva l'alterezza; l'animo suo delicato, la modestia virginale la -distoglievano dal seguire l'impulso dell'antico affetto. Bentosto però -altri sentimenti l'assalsero confusamente. Come mai Guglielmo Sullivan -si trovava là, e con Isabella Clinton appoggiata al suo braccio? Quando -aveva ripassato l'Oceano? E perchè non era andato anzi tutto in cerca -di lei, della prima sua amica, dell'unica, per quanto ella avesse fino -allora saputo, da cui egli aspettasse d'essere accolto al suo ritorno -in patria? Possibile che non si fosse nemmeno curato d'avvertirla del -suo arrivo? In qual modo spiegarsi quello strano silenzio, e il fatto -più strano ancora della sua premura d'accorrere a un ritrovo mondano -prima di visitare la sua città natale e la sorella d'adozione? - -Domande su domande, dubbi su dubbi s'accavallavano nella sua mente, -in tale scompiglio ch'ella non poteva ragionare nè venire ad una -conclusione. Non poteva che sentire e piangere. E sopraffatta da tante -dolorose commozioni ruppe in lacrime. - -Povera fanciulla! Era assai diverso quell'incontro da ciò che aveva -immaginato e sperato! Durante sei anni, mentre la donna si maturava -in lei, il ritorno di Guglielmo era stato il sogno delle sue veglie, -e la realtà fugace ma dolcissima de' suoi sonni felici. Egli non si -sarebbe potuto presentare in nessun'ora del giorno o della notte, -nè sotto nessun travestimento, senza essere atteso e indovinato. Di -nessuna formula di saluto si sarebbe potuto servire che già ella non -avesse inteso sonare nella sua fantasia. Il suo primo sguardo, ella -lo vedeva, le era familiare. Le parole che direbbe venendo a lei, le -sue esclamazioni, le sue domande, le risposte che ella farebbe, la -felicità d'entrambi (velata di mestizia dopo la dipartita dei loro cari -perduti), tutte insomma le particolarità dell'incontro agognato ella le -aveva già evocate mille volte nello spirito, ogni tanto in nuove forme, -e con l'aggiunta di qualche nuova circostanza. - -Ma non mai nelle sue visioni era apparsa pur un'ombra della triste -verità che d'improvviso l'aveva precipitata nel dolore di quel -disinganno. Nemmeno i sogni più oscuri erano stati presaghi d'una così -gelida indifferenza, nemmeno i presentimenti più affannosi, non rari, -da ultimo, le avevano fatto temere qualche cosa di così straziante come -quell'assoluto oblio, quella totale distruzione del tenero e intenso -affetto che aveva lungamente unito a lei l'esule in terre lontane. - -Addossata al tronco del vecchio albero, col petto gonfio di profondi -singhiozzi che non trovavano sfogo, e il viso mal celato dalle piccole -mani tra le cui dita affusolate scorrevano copiose lacrime, ella -piangeva, dimentica del luogo, del tempo, di tutto fuorchè della sua -soverchiante ambascia. - -Il rumore d'un passo che s'avvicinava la scosse. Con rapido gesto -si slanciò avanti senza guardare nella direzione in cui l'udiva, -calò il velo di trina che portava in luogo di cappello, per modo da -nascondere la faccia turbata, s'asciugò gli occhi grondanti di pianto, -e s'allontanò in fretta volendo evitare d'essere raggiunta e osservata -da qualcuno dei numerosi forestieri che passeggiavano nel parco a -quell'ora. - -Le pieghe del fitto velo e le lacrime risgorganti le offuscavano la -vista, ed ella non sapeva dove la conducesse la sua fuga ansiosa, -quando a un tratto un rombo e un sibilo acuto le risonarono -all'orecchio, in gran prossimità, spaventandola e confondendola a segno -ch'ella si fermò incerta della via da prendere; ma in quella si sentì -afferrare per la vita e sollevare da terra con prontezza e facilità, -come se fosse stata una bimba, e prima ch'ella potesse acquistar -coscienza di ciò che le accadeva, mentre lo stesso braccio robusto la -reggeva trattenendola, si vide passare davanti con vertiginosa celerità -una vetturetta della ferrovia in miniatura, dove sedevano due persone. -Un passo di più, e si sarebbe trovata sul binario, esposta all'urto, -forse mortale, del veicolo lanciato a tutta corsa. - -Rimosse il velo, e volse al suo salvatore, il quale, cessato il -pericolo l'aveva subito sciolta dalla stretta, un viso ch'esprimeva -insieme una viva gratitudine e un gran turbamento, reso più sensibile -ancora dalle tracce della dolorosa commozione di poco prima. - -Il signor Phillips, poichè era lui, la guardò con tenerezza e pietà -profonda. - -— Povera figliuola! — egli disse dolcemente, prendendola a braccetto. — -Vi siete molto spaurita. Venite a sedervi su quel banco. — - -Ma ella scosse il capo e accennò che desiderava piuttosto proseguire -verso l'albergo. Non era in grado di parlare; la benevolenza di quello -sguardo, di quella voce, non faceva che accrescere la sua penosa -confusione e le toglieva la facoltà della favella. - -Egli non insistette, l'accompagnò in silenzio, ma sorreggendola con -amorosa cura, e gettando su lei sguardi pieni d'ansietà. Alfine, con -uno sforzo ella riescì a calmarsi alquanto. Allora egli osò rivolgerle -di nuovo la parola, e domandò: - -— V'avevo forse spaventata _io_? - -— Voi! — fece ella con tono sommesso e malfermo. — Oh, no! Siete tanto -buono.... - -— Mi duole di vedervi così conturbata. Quella ferrovia circolare con le -sue vetturette è inutile e pericolosa.... Dovrebbero sopprimerla. - -— La ferrovia? — mormorò Gertrude, come smarrita. — Ah, sicuro.... non -mi rammentavo.... - -— Mi sembrate un po' nervosa.... Dovreste chiedere al dottor Jeremy un -calmante. - -— Il dottore? È tornato indietro per cercare la sua mazza, credo. — - -Egli comprese che lo spirito della fanciulla era sconvolto, perchè -ne conosceva la vivacità e l'acume essendosi in quei giorni la loro -amicizia fatta più intrinseca. S'astenne dunque da altri tentativi di -conversazione, e non apersero più bocca finchè, giunti all'albergo, -nell'accomiatarsi, egli, tenendole un momento la mano stretta nella -sua, disse con accento commosso: - -— Potrei forse fare qualche cosa per voi? Potrei aiutarvi? — - -Gertrude lo guardò, e vide al suo aspetto ch'egli l'intendeva, che -capiva com'ella fosse non già nervosa ma infelice. I suoi occhi lucenti -di nuove lacrime lo ringraziarono. - -— No.... no.... — rispose ansante. — Ma siete buono, molto buono. — - -E rapidamente entrò nell'atrio. Per più d'un minuto il signor Phillips -restò fermo dov'ella lo aveva lasciato, fissando la porta quasi volesse -vedere la fanciulla arrivata a salvamento. - -Il primo pensiero di Gertrude fu di nascondere quanto meglio potesse -a tutti i suoi amici, e specie alla signorina Graham, il grave dolore -che l'opprimeva. Certo avrebbe trovato in Emilia simpatia e conforto; -ma per grandi che fossero il suo amore e il suo rispetto verso la sua -benefattrice, ella rifuggiva con gelosa delicatezza da ogni confidenza -atta ad abbassare Guglielmo Sullivan nella stima d'una persona dinanzi -alla quale desiderava ardentemente mostrarlo degno dell'alto concetto -che di lui le avevano dato le sue lodi. - -Emilia quasi non conosceva fino allora il giovane se non da ciò che -gliene diceva Gertrude, e però un sentimento misto di tenerezza per -l'amico d'infanzia, e d'amor proprio, vietava a questa di palesarle -ch'egli, ritornato in patria dopo tanti anni d'assenza, l'aveva -riveduta per la prima volta in un pubblico passeggio di Saratoga, e le -era passato accanto senza curarsi di lei. - -Naturalmente le s'era affacciata l'idea che Guglielmo poteva averla -cercata a Boston e, appreso ch'ella si trovava a Saratoga, esserci -venuto appunto col fine di vederla: nè, riflettendo a mente calma, -questa ipotesi pareva contraddetta dal fatto che, incontratala per -caso, una fugace occhiata non bastasse perchè egli la riconoscesse -subito, mutata com'era nel volto e nella persona. Ma quel raggio di -speranza svanì quand'ella si rammentò d'una lettera ricevuta il giorno -innanzi da parte della signora Ellis, la quale custodiva ora la casa -dei Jeremy. Come ammettere che scrivendole avesse omesso di menzionarle -una visita per lei tanto importante? Pure, una possibilità rimaneva: -cioè che la data della concisa epistola fosse anteriore all'arrivo -di Guglielmo, o che questi, sbarcato appena, non fosse ancor giunto a -scoprire la sua temporanea dimora. Nonostante i dubbi cui dava adito -la poca premura ch'egli mostrava di rintracciarla, passeggiando invece -con Isabella, Gertrude s'aggrappava appassionatamente a quest'altra -fragile speranza; e confidandosi ch'entro la giornata egli si sarebbe -presentato all'albergo, si propose di concentrare tutte le sue energie -nello sforzo di mantenersi calma e composta. Conveniva aspettare -d'acquistar una certezza. - -Durò gran fatica a parere come il solito ed eludere l'amorosa e -attenta vigilanza d'Emilia che, conscia dei doveri assunti verso la -figliuola adottiva, e timorosa di non essere atta, causa la sua cecità, -a proteggere abbastanza quella creatura così ardente ed eccitabile, -notava, sempre all'erta, le sensazioni e le commozioni provate da -Gertrude, e soprattutto ogni variazione del suo umore, ordinariamente -gaio. - -Ora, per quanto la fanciulla si fosse armata di fiducia, e incoraggiata -con la speranza che Guglielmo non sarebbe infedele alla loro antica -amicizia, il suo spirito era depresso dall'evidenza con cui si era -presentato ai suoi occhi il fatto ch'egli non poteva più essere per lei -ciò ch'era stato una volta, che mai più non avrebbero potuto trattarsi -con fraterna dimestichezza come fino a quando s'erano separati: egli -era adesso un uomo del gran mondo, aveva nuove conoscenze, nuove cure, -nuovi interessi, ed ella doveva riconoscere d'essersi abbandonata a una -folle quanto tenera illusione, accarezzando l'idea che nel loro caso le -leggi della natura sarebbero sospese, che il tempo non avrebbe alterato -l'indole nè l'intensità del loro mutuo affetto. - -Segnatamente l'induceva in questa persuasione la circostanza d'averlo -veduto in quel primo casuale incontro a fianco d'Isabella Clinton, la -signorina mondana per eccellenza, tra la quale e lei non c'era ombra -d'affinità o di simpatia. Isabella, invero, era la figlia dell'uomo -generoso che a lui giovanetto aveva aperto la via della fortuna -impiegandolo nella sua casa commerciale di cui adesso egli faceva parte -in qualità di socio; nulla di più naturale quindi che Guglielmo non -soltanto la conoscesse, ma si sentisse in obbligo d'usarle deferenza -e prodigarle le sue attenzioni. Gertrude tuttavia provava un senso -di distacco, e non riusciva a cacciare un doloroso presentimento che -le agghiacciava il cuore, pensando alla sua familiarità con una che -aveva sempre ostentato verso di lei un superbo disprezzo trattandola -incivilmente. - -Un'unica via di condotta le rimaneva: dominarsi con tutte le sue -forze, chiamare in suo soccorso perfino l'orgoglio, e mantenersi in -qualunque evento calma e serena. Il timore che già un occhio perspicace -avesse penetrato parzialmente il suo segreto indovinando che ella era -afflitta, la metteva in guardia; e però, entrando nella camera dove -Emilia l'aspettava, diede al suo «buon giorno» un tono gaio ed aiutò -la cieca a vestirsi come di consueto. Certo il suo viso mostrava le -tracce del pianto recente, ma quella non le vedeva, e prima di andare a -colazione ella ebbe cura di farle sparire. - -Subito fu posta a nuovi cimenti. Il dottor Jeremy, che ricuperata la -sua mazza era andato a cercarla nel luogo convenuto, e non l'aveva -trovata nè là nè altrove nel parco, la tempestò di domande sul cammino -da lei seguito e sulle ragioni per le quali lo aveva piantato in asso. - -Ella cadde dalle nuvole. Non s'era più ricordata affatto del vecchio -signore, nè del loro accordo, secondo cui era stabilito ch'ella -proseguirebbe sempre nella medesima direzione; e còlta così di -sorpresa, senza che avesse preparato una risposta, arrossì, restò -confusa. La verità era questa: ansiosa d'evitare l'ignoto passante -che udiva venire dalla parte per dove ella doveva muovere incontro -al dottore, aveva preso la direzione opposta, e, raggiunta dal signor -Phillips, era tornata in sua compagnia all'albergo rifacendo la strada -di prima e deludendo per conseguenza il buon Jeremy a cui non pensava -più. - -Ma prima ch'ella potesse addurre qualche scusa, arrivò di corsa Netta -Gryseworth evidentemente piena d'allegra malizia, e chinandosi su una -spalla di lei, le disse all'orecchio, abbastanza forte da essere udita -dagli altri della loro piccola comitiva, che si erano fermati mentre il -dottore chiedeva spiegazioni a Gertrude: - -— Cara amica, certi commoventi addii dovrebbero esser fatti fuor degli -sguardi indiscreti; mi maraviglio che li abbiate permessi sulla soglia -dell'albergo! — - -Questa osservazione non era propria a scemare l'impaccio della -fanciulla, che s'accrebbe a mille doppi quando il dottor Jeremy, -ghermita per un braccio Netta la quale già scappava, insistette perchè -spiegasse che intendeva dire, dichiarando che egli sospettava qualche -cosa, e voleva sapere chi fosse il cavaliere di Gertrude. - -— Oh, un bel giovane alto, suo adoratore!... Bisognava vedere come -stava lì piantato a seguirla con gli occhi! In verità cominciavo a -temere che la crudele lo avesse cambiato in sasso! Che gli avevate -fatto, Gertrude? - -— Nulla, — rispose questa. — M'ha salvata da una vetturetta della -ferrovia circolare che era sul punto d'investirmi e m'ha accompagnata a -casa. — - -Il suo tono era serio. In altri momenti avrebbe riso e motteggiato con -Netta; ora un peso troppo grave le opprimeva il cuore. Ma il dottor -Jeremy non s'accòrse della sua crescente agitazione, e spinse lo -scherzo ancor più oltre. - -— Romantica avventura! Un pericolo imminente! Soccorso provvidenziale! -Passeggiata da solo a sola, evitando il vecchio dottore che sarebbe -stato il terzo incomodo! Ho capito.... — - -La povera Gertrude, rossa scarlatta e confusa da far pietà, cercò -di giustificarsi, balbettò, finì col dire che non sapeva più, non -rammentava.... - -Elena Gryseworth le gettò uno sguardo scrutatore, Emilia volse verso di -lei la faccia ansiosa, e Netta, mezzo impietosita e mezzo esilarata, la -trasse nella sala da pranzo dicendo: - -— Non vi confondete, Gertrude, non c'è poi niente di terribile, dopo -tutto. — - -Ella volle sforzarsi di far colazione, ma non potè nascondere la -sua mancanza d'appetito, e fu lieta d'accompagnare Emilia nella -loro camera appena questa ebbe finito il leggero suo pasto. Là le -raccontò minuziosamente il pericolo che aveva corso, e come il signor -Phillips l'avesse salvata: racconto di cui la signorina Graham parve -contentarsi. Poi sedette in apparenza tranquilla, e lesse ad alta -voce alcune pagine d'un libro a loro prestato da quel gentiluomo, che, -singolare sfortuna, ella non era ancora riuscita a presentare alla sua -amica non essendosene mai offerta l'opportunità. - -Trascorse l'intera mattinata senza che Guglielmo si facesse vivo. -Ogni volta che una persona di servizio passava per il corridoio, -Gertrude palpitava di speranza; e se qualcuno picchiava all'uscio, -come ripetutamente accadde, la sua mano tremante poteva appena alzar -la gruccia. Questo continuo alternarsi d'illusioni e disinganni la -teneva in uno stato d'eccitazione tale, ch'ella era tutta accesa in -viso, e verso mezzogiorno cominciò a sentire i sintomi di un violento -mal di capo, cosa molto insolita in lei. Nondimeno, comprendendo che -s'ella si fosse astenuta con una scusa qualunque di comparire quel -giorno a pranzo, la sua condotta avrebbe certo provocato commenti -erronei, si vestì accuratamente secondo il solito, e andò a prendere -il suo posto a tavola. Soffriva, ma le guance imporporate e gli -occhioni neri scintillanti la rendevano più che mai attraente; nè -era da maravigliarsi se nell'atto che traversava la sala e durante il -breve tempo che vi si trattenne, gli sguardi del signor Phillips, che -sedeva a qualche distanza, e d'altri ancora, si fissavano su lei con -attenzione. - - - - -XXXIX. - - .... solo - Nell'alta notte, dal cielo silente - Sul torturato cuor veglia pietoso - l'occhio eterno.... - - NEW TIMON. - - -Quando Gertrude, fatta accomodare Emilia nel salotto, accanto alla -signora Gryseworth, ritornò sollecitamente nella sua camera, vi trovò -un bellissimo mazzo dei fiori più scelti che la cameriera, come le -disse, era stata incaricata di rimettere a lei. Ella indovinò subito -da chi quel dono gentile ed accettabile provenisse, e quali sentimenti -di benevolenza e simpatia avessero mosso il donatore; se da qualcuno -poteva ricevere un conforto era dal signor Phillips, il solo quasi la -cui pietà non esacerbasse la sua pena. - -Ad onta delle maliziose supposizioni di Netta, ella non sospettava -affatto che altri motivi fuor d'una grande bontà d'animo e una sincera -compassione lo avessero indotto ad offrirle quei vaghissimi fiori. -Ed a ragione; perchè le sue maniere verso di lei erano piuttosto di -padre affettuoso che d'innamorato, e quantunque ella cominciasse a -considerarlo come un prezioso amico, non vedeva altro in lui nè pensava -ch'egli desiderasse d'esser altro. - -Mise i fiori in un vaso d'acqua, ritornò nel salotto, e, facendosi -forza, prese parte alla conversazione, discorrendo su vari soggetti, -finchè, con suo sollievo, il circolo dei suoi amici si sciolse, e chi -andò a far una passeggiata in carrozza o a cavallo, chi a schiacciare -un sonnellino. Tra questi ultimi fu ella stessa; era contro il suo -costume, ma giustificò dinanzi ad Emilia quest'eccezionale mollezza col -mal di capo che l'aveva assalita. Non riesci però a dormire, e il resto -della giornata le sembrò interminabile. - -Venne alfine la sera. Gertrude ricevette un premuroso invito -d'accompagnare le signorine Gryseworth, che col loro babbo e i -Petrancourt andavano a un concerto dato all'Albergo degli Stati Uniti. -Ella si scusò, e persistette nel suo rifiuto nonostante le più vive -istanze. Sentiva che se si fosse esposta al cimento d'un nuovo incontro -come quello della mattina si sarebbe di certo tradita. Poichè Guglielmo -aveva lasciato passare la giornata intera senza cercar di vederla, -non avrebbe voluto per nulla al mondo mettersi lei sulla sua via, e -correre il rischio di essere scoperta da lui e riconosciuta in una sala -affollata di gente. No: aspetterebbe. Dovevano di sicuro incontrarsi o -prima o poi. Nelle presenti circostanze ella non sapeva ancor bene come -contenersi; era meglio serbare per ora l'incognito. - -Rimase dunque all'albergo. Oltre i Gryseworth e i Petrancourt, molti -altri andarono agli «Stati Uniti», sicchè nel salotto, quasi deserto, -regnava una insolita quiete, grata all'animo agitato e alla testa -dolente di Gertrude. Emilia discorreva con un ecclesiastico anziano -che le era stato presentato; il dottor Jeremy conversava con la -signora Gryseworth, e sua moglie intanto sonnecchiava. La fanciulla, -visto che nessuno aveva bisogno di lei, uscì inosservata dalla stanza -proponendosi di star un po' a sedere fuori, al lume di luna; ma nel -vestibolo s'imbattè nel signor Phillips. - -— Che fate qui, sola sola? — egli domandò. — Perchè non siete andata al -concerto? - -— Mi duole il capo. - -— Me ne sono avveduto, a pranzo. Non va punto meglio? - -— No, non direi. - -— Venite a passeggiare un po' con me sulla terrazza. Vi farà -bene. — - -Ella accettò. Egli l'intrattenne piacevolmente, le raccontò molti -aneddoti divertenti, riuscì a farla sorridere, e perfino ridere, -del che parve compiacersi assai. Parlò argutamente delle varie cose -vedute e udite da che si trovava a Saratoga dove faceva la parte -di spettatore, e terminò domandandole se non giudicava anche lei lo -spettacolo una pompa di vanità e d'egoismo. - -Gertrude, maravigliata della domanda, non seppe rispondere. - -— Perchè? — disse. - -— Non è forse ridicolo che tante migliaia di persone convengano qui col -fine di divertirsi? — egli riprese. - -— Non saprei, — replicò ella. — A me almeno non sembra. Divertirsi è -un'ottima cosa per chi _può_ godere. - -— E quanti possono? - -— La maggior parte, m'immagino. - -— Che! Quasi nessuno, invece! Più di mezzi se ne vanno infelicissimi, e -il resto malcontenti. - -— Credete? E io, al contrario, pensavo che l'attrattiva del luogo fosse -appunto il vedervi tante facce raggianti d'allegrezza. Mi parevano -tutti gente felice. - -— Oh, superficialmente! E poi, se osservate bene, vedrete che quelli -che sembrano felici un giorno, hanno il seguente un'aria desolata.... -Per esempio, la vostra era una delle facce raggianti, ieri, ma oggi non -è più così, povera figliuola.... — - -Accortosi che queste ultime parole facevano tremare lievemente la mano -posata sul suo braccio, e vedendo i grandi occhi neri levati verso di -lui riabbassarsi ad un tratto sotto le lunghe ciglia, soggiunse: - -— Speriamo però che torni presto serena come prima. Ma non avrebbero -dovuto portarvi qui. La montagna di Catskill si confaceva meglio alla -vostra fervida fantasia e alla vostra mente riflessiva; non bisogna -esporre una natura di sensitività così delicata alle offese della -malignità e dell'invidia che non mancano mai in questi affollati -ritrovi della bassa, egoista e crudele umanità. - -— Oh! — esclamò Gertrude la quale ora comprendeva che il signor -Phillips in cuor suo sospettava ch'ella soffrisse per qualche ferita -dell'amor proprio, qualche torto, forse ingiurioso, da lei patito. — -Voi parlate troppo severamente: non tutti sono egoisti, non tutti sono -malevoli. - -— Ah, voi siete giovane e piena di fede! Fidate pure in chi potete, -finchè potete. Io non fido più in _nessuno_. - -— Nessuno? Non v'è dunque una persona al mondo che voi amiate, in cui -abbiate fiducia? - -— Quasi nessuna: non più d'una, certo. In chi dovrei fidare? - -— Nei buoni, nei puri, nei magnanimi. - -— E quali sono? Come distinguerli? Secondo la mia esperienza, ed è -stata vasta, sì, molto vasta, — egli stringeva i denti e il suo tono -era di profonda amarezza — i così detti buoni, gli uomini stimati probi -e onorevoli, spesso non sono che ipocriti bene inverniciati, peccatori -di fine e polita apparenza. Sì, — continuò con voce più grave, e -in modo più concitato — penso a un tale, gentiluomo rispettabile, -personaggio _cospicuo_, membro della Chiesa, la cui durezza, la cui -ingiustizia, la cui crudeltà hanno fatto della mia vita ciò che è.... -un desolato deserto, e peggio; e penso a un altro, un vecchio marinaro -rozzo e intemperante, sul capo del quale non passava giorno senza -ch'egli proferisse il nome di Dio invano, e che tuttavia aveva in fondo -al cuore una goccia di così pura essenza di virtù, che non riescireste -a distillarla dalle anime di diecimila dei vostri educatissimi -birbanti. In chi dunque devo fidare, nell'uomo buono e religioso, o -nell'abietto ed empio blasfematore? - -— Fidate nella _bontà_ dovunque si trovi, — rispose Gertrude. — Ma non -diffidate di _nessuno_ piuttosto che di _tutti_.... oh, no! - -— Il vostro mondo, la vostra religione, tracciano un cerchio meno ampio. - -— Non dite il _mio_ mondo, la _mia_ religione. Io non mi chiudo in -cotesto cerchio, e non conosco altra religione che quella del cuore. -Cristo morì per l'umanità intera. E se poche sono le anime così -profondamente inabissate nel peccato, che non serbino una scintilla di -virtù e di verità, chi può dire in quali non scaturirà alfine la luce -grazie a cui potranno trovare la via di Dio? - -— Voi siete una buona creatura piena di carità e di speranza, — fece -il signor Phillips premendo più forte il braccio della fanciulla. — -Voglio aver fede in _voi_. Ma, guardate, i nostri amici ritornano dal -concerto. Andiamo loro incontro. — - -Avevano passato ore deliziose. L'Alboni aveva superato sè stessa. -Quanto dispiaceva a tutti che Gertrude non ci fosse stata! - -— Ma forse — le sussurrò Netta — vi siete divertita meglio -qui.... — - -Le erano appena sfuggite dalle labbra queste maliziose parolette, che -già n'era mezzo pentita, perchè Gertrude, appoggiata al braccio del -signor Phillips tranquillamente, senza ombra di confusione, respingeva -col semplice candore del suo contegno il folle sospetto. - -— C'era la signorina Clinton, — proseguì l'altra — splendidamente -bella. Aveva intorno una folla di adoratori.... Ma, — soggiunse -rivolgendosi alla signora Petrancourt — avete notato qual'era -il favorito? Tanto favorito che non so come gli altri non si -scoraggissero.... Parlo di quel bel giovane, alto, che l'ha -accompagnata nella sala, e s'è ritirato dopo un poco. Finchè c'è -rimasto, ella s'è dedicata tutta a lui. - -— Era il medesimo, non è vero, che è rientrato per alcuni minuti verso -la fine del concerto? — domandò Elena. — Quello che stava ritto contro -la parete? - -— Precisamente. Ha aspettato che l'Alboni finisse di cantare, poi s'è -accostato alla signorina Clinton e s'è chinato a mormorarle qualche -parola all'orecchio. Ella s'è rizzata subito e sono usciti insieme, -lasciando gli altri corteggiatori piuttosto mortificati. Io, sedendo -presso la finestra, li ho veduti passare e allontanarsi nel parco. - -— Proprio nel mezzo di quel magnifico pezzo della _Lucia_! — disse -Elena. — Come hanno potuto andarsene così? - -— Oh, non c'è nulla di strano, dato lo stato delle cose, se la -signorina Clinton preferisce una passeggiata col signor Sullivan alla -miglior musica del mondo! — osservò il signor Petrancourt. - -— Ah! — fece Netta. — È molto simpatico quel giovane? Credete che sarà -il fortunato? - -— Io non ne dubito, — rispose quegli. — Si crede anzi generalmente -che siano fidanzati. Egli era a Parigi in compagnia della signorina -e di suo padre, la scorsa primavera, e sono ritornati con lo stesso -piroscafo. Tutti sanno che il signor Clinton desidera vivamente questo -matrimonio, e l'Isabella non nasconde la sua preferenza. - -— Certo, — confermò la signora Petrancourt — è una cosa stabilita. L'ho -sentito dire anche stasera da due o tre persone. — - -Che n'era di Gertrude durante questi discorsi? Poteva ella, dopo avere -per sei anni alimentato la cara speranza d'esser l'unico amore di -Guglielmo, rimaner lì pazientemente a udire quegli estranei disporre di -lui, darlo ad un'altra? - -Sì, potè; ma non grazie a sè stessa, perchè la testa le girava, ed ella -sarebbe caduta senza il saldo sostegno del signor Phillips, il quale la -reggeva al suo braccio con tanta forza, che sebbene egli sentisse come -tremava tutta, gli altri non se ne avvidero punto. Per fortuna, anche -nessuno osservò la sua faccia sbiancata, e stando essi nell'ombra, -il solo che sapeva la sua agitazione, notava gli occhi stralunati e -ardenti in quel pallore mortale, le labbra semiaperte e convulsamente -rigide. - -Come sotto l'incubo d'un sogno spaventoso, ella, col cuore in tumulto, -ascoltava, immobile, e udiva e comprendeva ogni parola. Ma non sarebbe -stata in grado di parlare o fare un gesto: un momento di più, e qualche -caso inevitabile avrebbe tradito il suo turbamento ch'era tale da far -paura. Ma il signor Phillips parlò e si mosse _per lei_, risparmiandole -la pena di vedersi esposta alla curiosità degli astanti, da cui certo -il suo spirito delicato e sensitivo rifuggiva con orrore. - -— Il signor Sullivan! — egli esclamò. — Un bravo giovanotto! Lo -conosco.... Signorina Gertrude, devo raccontarvi un aneddoto che lo -concerne.... — - -E proseguendo nella direzione in cui erano venuti incontro alla -comitiva che tornava dal concerto, fece come se volessero continuare -la loro passeggiata; ma adesso camminava egli solo perchè Gertrude era -addirittura portata da lui. - -Gli altri entrarono presto nel salotto, lasciandolo con la sua compagna -in piena libertà nella terrazza da quella parte già vuota. - -Finchè non furono scomparsi egli seguitò a narrare come il signor -Sullivan fosse stato, anni addietro, suo compagno di viaggio in un -deserto dell'Arabia, e gli avesse reso un segnalato servigio aiutandolo -a salvarsi da un improvviso attacco d'una tribù d'Arabi erranti. Ma -tosto assicuratosi che non c'era più pericolo d'essere osservati, -s'interruppe bruscamente, e senza scuse nè cerimonie la mise a sedere -in una poltrona che si trovava lì presso, dicendo: - -— State qui mentre io vado a prendervi un bicchier d'acqua.... — - -L'avviluppò ben bene nella mantellina e s'allontanò rapidamente. - -Oh, quanto gli fu grata Gertrude in cuor suo della delicatezza con cui -la lasciava sola per darle il tempo di riaversi! Era la condotta più -giudiziosa, e insieme più benevola ch'egli potesse tenere. Egli sapeva -che non sarebbe svenuta, che avrebbe raccolto tutte le sue energie, -e sperava perfino d'essere riuscito a darle l'illusione che neppur -a lui fosse stata palese tutta la profondità del suo turbamento, e -soprattutto che ne ignorasse affatto la causa. - -Quando il signor Phillips ritornò dopo alcuni minuti, ella era calma. -Portò alle labbra il bicchier d'acqua, ma egli non insistette perchè -bevesse: vedeva che non ne aveva bisogno. - -— V'ho trattenuta fuori troppo, — disse. — Venite, è meglio che -rientriate. — - -La fanciulla si rizzò, s'appoggiò di nuovo al suo braccio. Egli, -guidati i suoi deboli passi fino all'uscio vetrato che dalla terrazza -metteva nella camera occupata da lei e da Emilia, si fermò un momento, -dicendole con tono significativo, e figgendo ne' suoi occhi uno sguardo -che corroborava le parole: - -— Signorina Gertrude, voi m'esortate ad aver fede in tutti; ma io -vi consiglio che, inesperta della vita come siete, vi guardiate dal -credere ciecamente a chiunque. Dove la vostra fiducia è ben fondata, -mantenetela con fermezza e coraggio, ma non tenete per vero se non -ciò ch'è provato; specie poi siate sicura che gli oziosi pettegolezzi -circolanti in luoghi come questo, non meritano alcun credito. Buona -notte. — - -Quale rivoluzione produsse quest'ammonimento nei sentimenti di -Gertrude! Esso risonò al suo orecchio come una profezia e si ripercosse -nell'intimo del suo cuore. Non era pieno di saggezza il consiglio del -signor Phillips? Naturalmente, ella pensava, egli esponeva un assioma -dettato dalla sua lunga esperienza; ma come s'applicava, al caso suo! -Non aveva ella ceduto senza riflessione ai suoi timori, ai suoi neri -presagi, non aveva ascoltato con inconsiderata prontezza le querele -della sua gelosa immaginazione, e più inconsiderata credulità le ciarle -riferite da estranei, mentre così tradiva un più alto diritto alla sua -fede? Chi durante i lunghi anni della loro amicizia s'era mostrato più -degno di fiducia che Guglielmo? Non era egli stato fin dall'adolescenza -un esempio d'ogni virtù, superiore ad ogni bassezza, esente da ogni -vizio? Non aveva abbandonato nella prima gioventù ogni cosa più cara, -per andar a lavorare faticosamente sotto il sole dell'India a fine di -procurare l'agiatezza, e il lusso, col tempo, a coloro di cui ambiva -essere il sostegno e la consolazione? Non aveva sempre manifestato -coi fatti un animo nobile, un carattere onorevole, un cuore sincero ed -affettuoso? E, soprattutto, non era egli imbevuto fin dall'infanzia dei -più sublimi e puri principî cristiani? - -Sì, questo era innegabile. E ricordandolo, riandando ciascuna fase -della retta sua vita, Gertrude doveva riconoscere che egli, ragazzo -d'indole generosa e amorevole, giovanetto ardimentoso ed energico, uomo -fortunato e rispettato ma pure provato dal dolore, aveva costantemente -mantenuto per lei lo stesso profondo e ardentissimo affetto, che anzi -pareva essere andato crescendo ogni giorno, ogni mese, ogni anno, -da quando l'aveva amata e protetta bambina, sostenuta e confortata -durante la malattia e dopo la morte dello zio True, fino al presente, -attraverso la lunga loro separazione. - -Non v'era una tra le numerose e regolari lettere di Guglielmo da -cui non spirasse il più tenero e devoto amore per Gertrude: un amore -esclusivo nel quale non poteva esservi rivalità. In tutti i suoi sogni -di futura felicità domestica ella aveva parte; e sebbene la signora -Sullivan, con quell'istintivo riserbo ch'era nella sua natura, si -fosse astenuta dal parlargliene, il modo in cui la trattava le aveva -sempre attestato chiaramente che considerava il matrimonio tra lei -e suo figlio come cosa certissima. L'aperta dichiarazione fattale da -Guglielmo nella lettera in risposta all'annunzio della morte di sua -madre, che le sue speranze, le sue preghiere, le sue fatiche erano -adesso per lei sola, non le dava una prova più sicura che già non fosse -tutta la sua antecedente condotta, della tenerezza con cui l'amava? - -E doveva ella ora dubitare di lui? Non tener più conto, d'un tratto, -di fatti che così evidentemente lo mostravano meritevole d'alta stima -e credere senza altro alla subita defezione del suo amico d'infanzia? -No! Risolse di bandire l'indegno pensiero, di confidarsi che presto una -spiegazione sodisfacente ridarebbe la pace al suo cuore angosciato. -Fino a quel momento manterrebbe la sua fede in Guglielmo: la -manterrebbe con fermezza e coraggio, perchè era ben fondata. - -Facendo quest'eroico proposito rialzò la fronte china, e sprofondò lo -sguardo nella serenità della notte. La luna era tramontata e il cielo -scintillava tutto di fulgidissime stelle. Gertrude amava le notti -stellate. Quello spettacolo le infondeva novello vigore. E guardando in -alto vide splendere sul suo capo la stella prediletta, la stella che la -sua fantasia, una volta, amorosamente immaginava accesa per lei dallo -spirito beato dello zio True. E allora, come nel tempo lontano quando -dai lumi celesti le scendeva nell'anima un raggio di conforto, le -parve d'udir sonare al suo orecchio il detto familiare del caro padre -adottivo: «Fa' cuore, uccellino, perchè è mia opinione che tutto da -ultimo riuscirà a bene.» - -Durante il breve resto della serata rimase in questo stato d'elevazione -morale e quasi di gioia; così sostenuta, potè ritornare nel salotto -a prendere Emilia, dar la buona notte agli amici con voce gaia, e -coricarsi tranquillamente. Avanti la mezzanotte, dormiva. - -Ma quella calma era in gran parte un effetto della stessa sua -sovreccitazione, e però non poteva durare. La mattina seguente, -destandosi, ricadde nella tristezza e nell'abbattimento di prima, -e lo sforzo che fece per levarsi, vestirsi e andare a colazione -fu macchinale. Si scusò col dottor Jeremy non essendo in grado di -accompagnarlo nella solita passeggiata. Il suo più vivo desiderio era -di lasciare Saratoga. Le pareva mill'anni d'essere a casa, in quiete, -di non aver tanti occhi addosso. - -Quando il dottore venne a portare le lettere arrivate con la posta -della mattina, ella vi gettò uno sguardo così avido ch'egli disse -sorridendo: - -— Nulla per voi, Gertrude; ma ce n'è una per Emilia; un certo compenso, -non è vero? — - -Meglio ancora. Era una lettera del signor Graham, lungamente attesa, -che avrebbe certo menzionato la data del suo ritorno dall'Europa, e -determinato quindi la durata del soggiorno d'Emilia a Saratoga. - -Con grande loro maraviglia, egli era già bell'e arrivato a Nuova York, -e desiderava che la figliuola e Gertrude venissero a raggiungerlo -subito. Gertrude stentava a nascondere la sua sodisfazione, che del -resto poteva essere attribuita al piacere di riveder lui e la signora, -ed Emilia, realmente felice di riabbracciare suo padre al quale era -affezionatissima, la pregò di sollecitare i preparativi della partenza. - -Si ritirarono dunque nella loro camera, e fino all'ora del pranzo -la giovanetta fu occupata nel fare i bagagli. Ella aveva passato il -giorno innanzi ansiosamente sperando che Guglielmo si presenterebbe -all'albergo; ora al contrario temeva oltremodo la sua visita. L'idea -che il loro primo incontro avvenisse in un luogo pubblico, le era -intollerabile nel suo presente stato d'animo: e s'ella ieri s'era -tormentata aspettandolo invano, oggi soffriva ancor più per il terrore -di vederlo comparire. - -Fu un vero sollievo al suo affanno la proposta gentilmente fattale dal -signor Phillips dopo il pranzo, d'una scarrozzata al lago. Il dottor -Gryseworth e una delle sue figliuole avevano accettato due dei posti -nel legno da lui procuratosi, ed egli si confidava, come le disse, -ch'ella avrebbe gradito il quarto. Poichè Emilia non aveva allora -bisogno di lei, e poichè ella così era sicura d'evitare Guglielmo, -acconsentì ben volentieri. - -Si trovavano in riva al lago da circa un'ora. Il dottore ed Elena -s'erano lasciati indurre da una comitiva di loro conoscenti a giocare -una partita alle bocce. Il signor Phillips e Gertrude non avevano -voluto prendervi parte, ma stettero un tempo a guardare. Poi, essendo -la giornata caldissima e l'aria nella sala chiusa soffocante, andarono -piuttosto a sedersi fuori, finchè il giuoco fosse finito. Mentre -contemplavano la bella distesa d'acque tinta di rosa dai riflessi del -tramonto, una coppia venne a fermarsi poco lontano dal loro sedile. -Un tronco d'albero gigantesco le nascondeva totalmente il signor -Phillips e riparava anche Gertrude abbastanza da non essere osservata, -quantunque un subitaneo pallore si diffondesse sulla sua faccia al -vederla apparire. Quel pallore mostrava ch'ella aveva riconosciuto -Guglielmo Sullivan e Isabella Clinton. Le loro parole giungevano ben -distinte al suo orecchio. - -— Sarà dunque tanto sentita la mia assenza? — domandava Bella guardando -intensamente il suo compagno che fissava il lago con aria grave. - -— Se sarà sentita? — disse il giovane volgendosi a lei con un accento -di mite rimprovero. — E come non sarebbe? Chi può tenere il vostro -luogo? - -— Ma, infine, due soli giorni.... - -— Brevissimo tempo in circostanze ordinarie, però un'eternità.... — - -S'interruppe come se facesse uno sforzo per frenarsi, e con una brusca -mossa proseguì il cammino. - -Isabella gli tenne dietro dicendo: - -— Aspetterete il mio ritorno, non è vero? — - -Guglielmo si voltò, e questa volta Gertrude vide in tutto il suo -aspetto l'espressione di rimprovero che aveva sentito nella sua voce -dianzi. - -— Certo, — egli rispose, serio. — Come potete dubitarne? — - -L'angoscia crescente della fanciulla nell'udir questo dialogo per lei -pieno di significato, si manifestava nei lineamenti scomposti, nello -sguardo strano, innaturale dei suoi occhi fissi, con una veemenza da -far paura. - -— Gertrude! — esclamò il signor Phillips dopo averla mirata un -momento. — Gertrude, per amor di Dio, non v'alterate così! Che vi -succede? — - -Ma ella non lo guardò, il suo volto rimase impietrito: evidentemente -non aveva inteso. Egli le prese la mano. Era fredda come un marmo. -Un'angoscia quasi pari alla sua si dipingeva ora nel viso del suo -amico: egli aveva gli occhi pieni di lacrime che colavano lente -lungo le gote. Una volta stese le braccia in atto di voler stringersi -l'afflitta al seno e consolarla come una bambina: ma represse con forza -la sua commozione. - -— Gertrude, — riprese, sporgendosi verso di lei e fissandola negli -occhi — che v'hanno fatto quei due? Se quel giovane v'ha offesa, il -ribaldo ne dovrà rispondere! — - -E così dicendo balzò in piedi. - -Quelle parole, quel gesto, richiamarono Gertrude in sè. - -— No, no! — ella rispose. — Non è tale! Sto già meglio.... Non ne -parlate.... non raccontate a nessuno.... — e gettò un'occhiata ansiosa -nella direzione del viale dov'era il giuoco di bocce. — Sto meglio, -molto meglio. — - -Non senza grande stupore del signor Phillips, che la rigidità del suo -aspetto aveva spaventato, ella si rizzò con perfetta compostezza, e -propose di ritornare all'albergo. - -Egli l'accompagnò, in silenzio; prima d'essere arrivati a mezza costa -del poggio ove avevano lasciato la carrozza furono raggiunti dai -Gryseworth, e di lì a pochi minuti i cavalli trottavano verso Saratoga. - -Tutta la sera Gertrude ebbe quell'aria di rigidità innaturale. Durante -il tragitto il dottore le domandò due o tre volte se fosse indisposta, -e il signor Phillips non cessò di osservarla furtivamente con sguardi -inquieti. Fino i toni della sua voce erano alterati a segno che Emilia -non appena l'udì parlare domandò: - -— Che hai, figliuola mia? — - -Ma ella rispose che stava benissimo, e fece tutto ciò che doveva -fare nella serata, secondo il consueto; poi s'accomiatò dagli amici, -convenne anzi con le Gryseworth di rivedersi il domani mattina. - -A un meno che acuto osservatore Emilia sarebbe parsa la più conturbata -delle due. La cieca non poteva essere ingannata, e le celate sofferenze -della sua cara si riflettevano nel contegno di lei. Gertrude parlava -e si moveva macchinalmente, nè potè mai in seguito rammentar bene i -casi di quella serata. Ella non comprendeva che cosa la sostenesse -e la rendesse capace di recitare la sua parte, quasi inconsciamente. -Come era riuscita a dissimulare le torture che soffriva? Non avrebbe -saputo spiegarlo. Ella non serbava che la memoria confusa d'un sogno -affannoso. - -Solo nelle quiete ore della notte, quando Emilia parve profondamente -addormentata al suo fianco, osò sciogliersi un momento dai ferrei -vincoli della costrizione che s'era imposta; ma allora il torrente -del suo dolore irruppe senza più ostacoli. Si levò dal letto, e -affondato il viso nei cuscini di un'agrippina bassa ch'era accanto -alla finestra, diede libero sfogo alle lacrime benedette ogni cui -stilla era un sollievo per la sua anima dolorante. Mai, dopo la prima -fanciullezza, s'era abbandonata ad un così lungo e irrefrenato pianto; -e l'ansare del suo petto, la violenza dei singhiozzi che ne sfuggivano, -provavano l'intensità della sua angoscia. Tutti gli altri suoi dolori -l'avevano trovata forte, ben preparata a sostenerli, armata d'una -religiosa fiducia e incorata da una santa speranza; ma sotto questo -colpo improvviso e inaspettato, ella si curvava e s'agitava come un -arboscello cresciuto ai soli estivi si contorce e trema investito dal -gelido soffio dell'inverno. - -Che Guglielmo fosse infedele al suo primo amore, ella non poteva -oramai più dubitare, e questa certezza le faceva sentire che l'unico -suo appoggio nella vita era caduto. Lo zio True e la signora Sullivan -erano stati l'uno e l'altra suoi benefattori ed Emilia era sempre la -sua cara e fida amica: ma essi avevano tutti avuto più o meno bisogno -di lei, e sebbene ella potesse riposarsi nella sicurezza del loro -affetto, i due primi, per lungo tempo innanzi di partirsi dal mondo, si -trovavano ridotti a non aver altro sostegno che il suo braccio amoroso, -e l'ultima, la sola che le rimanesse ancora, affidava a lei la guida -degl'incerti suoi passi, i quali, ahimè, parevano già vòlti verso la -tomba! - -A chi dunque si sarebbe appoggiata Gertrude? Chi avrebbe guidato -l'inesperta sua giovinezza? A chi doveva ella rivolgersi con fiducia -per chiedere protezione, consiglio, aiuto, amore, se non a Guglielmo? -Ma Guglielmo aveva dato il suo cuore ad un'altra.... E presto, forse, -ella resterebbe sola al mondo! - -Ella piangeva, dunque, come piangono i desolati; e pianse finchè la -fonte delle sue lacrime fu esaurita. Affranta, debole, sconvolta, si -rizzò, andò alla finestra, e, rimosse dalla fronte le dense ciocche dei -suoi lunghi capelli, si sporse a respirare la fresca brezza notturna -che la ristorò alquanto. - -La tempesta dell'anima sua si calmava mentre, fissi gli occhi alle -vive luci splendenti su lei dall'alto, così placide e soavi nel loro -fulgore, ella sembrava comunicare con cose divine. Anche ora le stelle -la compassionavano come nelle notti della sua infanzia solitaria, -anche ora le sussurravano: «Gertrudina! Gertrudina! Povera piccola -Gertrudina!» - -Intenerita, commossa dal loro sguardo pietoso, ella cadde, lentamente, -in ginocchio. E la sua faccia levata verso il cielo, le mani giunte, la -dolce rassegnazione espressa da tutto il suo aspetto, manifestavano che -come quando ella aveva inalzato la prima tacita preghiera al Dio allora -ignoto, la sua anima adesso illuminata era in profonda comunione col -suo Creatore, e ripeteva le semplici parole: «Signore, eccomi!» - -Oh, benedetta la religione che può sostenerci in ore come quella! Oh, -benedetta la fede che quando ogni appoggio terreno ci manca e la nostra -più salda colonna risulta essere di sabbia, eleva l'anima al di sopra -d'ogni altro bisogno, e la ricovera nel seno di Dio! - -Ma ecco che la giovanetta sente una mano gentile posarsi sul suo capo. -Si volge, e vede Emilia, che ella credeva immersa nel sonno, ma che -invece l'ansietà teneva desta, e i cui timori s'erano raddoppiati -all'udire un suono di singhiozzi mal repressi. - -— Gertrude, — disse questa con tono addolorato — tu sei afflitta e me -lo nascondi? Non distoglierti da me! — Le gettò le braccia al collo, le -fece posare la testa sul suo petto, mormorando: — Dimmi tutto, tesoro! -Ch'è accaduto alla mia povera figliuola? — - -E Gertrude versò la piena del suo dolore nel cuore d'Emilia, confidò -al suo orecchio attento l'unico segreto che mai avesse esitato a -confessarle; ed Emilia pianse ascoltandola, e quand'ella ebbe finito, -se la strinse ripetutamente al seno, esclamando con un'eccitazione che -la fanciulla non aveva mai veduta nella sua amica cieca sempre calma e -serena: - -— Strano, strano, che tu pure abbia avuto questa sorte! O Gertrude, -figliuola mia, possiamo piangere insieme. Ma, credilo, il tuo cordoglio -è assai meno amaro del mio. — - -Nell'oscurità della notte alta, Gertrude ricevette in compenso della -sua confidenza la rivelazione della storia di dolore che aveva desolato -la gioventù d'Emilia, e che nonostante la fuga del tempo era sempre -viva nella sua memoria e gettava sulla sua vita una negra ombra che non -era soltanto quella della sua cecità. - - - - -XL. - - Ed ecco a me venir, nella sua veste - Di luce avvolta, una ninfa celeste, - Che rischiarò la mia vista turbata: - Religione tra gli uomini è nomata. - Il castigo divin mi fe' provare, - Poi la verga m'impose di baciare; - Così insegnò al ribelle cuore mio - La sommissione ai voleri di Dio. - - ANNA MORE. - - -— Ero più giovane di te, Gertrude, — cominciò Emilia — quando fui -sottoposta alla mia prova, e per ogni rispetto una persona assai -diversa da quella che tu hai conosciuta. Tu sai forse ch'io perdetti -la mamma in così tenera età, che non serbo alcuna memoria di lei. Ma -mio padre si riammogliò presto, e nella matrigna ch'io ricordo come -se fosse stata la mia vera madre, trovai tanto amore e tante cure da -compensarmi pienamente della mia perdita. Io la rammento qual'era negli -ultimi anni della sua vita: alta, gracile, delicata, con un viso dolce -ma piuttosto malinconico. Vedova anch'ella d'un primo marito, aveva un -figliuolo che divenne subito il mio solo compagno. Tutti i miei piaceri -infantili furono divisi con lui. Quando mi dicesti, molto tempo fa, -ch'io non potevo immaginarmi quanto tu amassi Guglielmo, fui sul punto -di confidarti una parte di questa storia della mia prima giovinezza, a -fine di persuaderti che nessuno meglio di me poteva comprendere un tale -affetto: ma mi rattenni, perchè tu eri allora troppo bambina, e non -volevo contristarti col racconto di casi dolorosi come i miei. Perciò -tacqui. Le mie parole non potranno mai esprimerti quanto caro mi fosse -quel compagno della mia infanzia. Ciò che eravamo l'una per l'altro, e -l'influsso che l'una esercitava sull'altro ci univano coi legami d'una -reciproca dipendenza: perchè sebbene egli fosse lo spirito dirigente, -la volontà forte e determinata, ed io mi sottomettessi di buon grado a -una dominazione cui la mia docile natura non ripugnava, c'era una cosa -nella quale il mio baldo protettore e signore aveva bisogno del mio -aiuto e del mio appoggio. Ero io quella che serviva da mediatrice tra -lui e mio padre. Idolatrato dalla sua mamma, il ragazzo all'incontro -era sempre trattato con freddezza e diffidenza dal patrigno che non -lo comprendeva, e lungi dall'apprezzar le sue nobili qualità, pareva -considerarlo con sospetto e antipatia. Ma ai miei sguardi imploranti, -alle mie supplichevoli preghiere egli prestava benevolo orecchio, e il -mio compagno sapeva che io ero pronta a spendere tutta la mia eloquenza -in suo servigio ogni volta che gli occorreva ottenere un favore o far -valere una scusa. - -«Certo per nostra madre la durezza del marito verso il figliuolo di -lei doveva essere una causa di grande infelicità. Ricordo bene con -quale ansia si sforzava di nascondere i suoi falli, le sue imprudenze, -e come spesso m'insegnasse ella stessa ciò che avevo da dire a fine -di propiziare il mio babbo, che per amor mio molte volte perdonava al -ragazzo il cui carattere ardimentoso e indipendente lo metteva non di -rado in conflitto con un uomo severo oltremodo contro chi sia incorso -nella sua collera.... E tu hai avuto occasione di giudicarne. - -«Durante la sua vedovanza la mia matrigna era stata poverissima, e -suo figlio, non avendo ereditato nulla dal proprio padre, si trovava -alla mercè della generosità del mio. Questa era una pungentissima -mortificazione per lui, e metteva a fiera prova il suo orgoglio già -potente; spesso io lo vidi irritato e inasprito da benefizi che egli -sapeva non essere largiti con mano paterna, mentre il signor Graham, -che non intendeva questo sentimento, lo accusava in cuor suo di grossa -ingratitudine. - -«Finchè nostra madre ci fu conservata, si visse in discreta armonia: -ma disgraziatamente quando io toccavo i sedici anni, fu colta da una -malattia fulminante e morì. Ho presente sempre alla memoria l'ultima -notte della sua vita. Ella mi chiamò al suo letto e mi disse con voce -solenne: «Emilia, io ti rivolgo morendo questa preghiera: sii l'angelo -custode del mio figliuolo!» - -«Dio mi perdoni, — e così esclamando gli occhi spenti della cieca -s'empirono di lacrime — se fui infedele alla mia missione! - -«Quegli di cui ti parlo, — Emilia si guardava dal proferirne il nome — -era allora un giovanetto diciottenne. Mio padre l'aveva da poco fatto -entrare in qualità di commesso nel proprio banco, a mal suo grado, -perchè egli desiderava seguire i corsi degli studi superiori; ma sua -madre ed io l'avevamo indotto a cedere, vista l'irremovibile volontà -del capo di famiglia. La morte della signora Graham strinse più che -mai i vincoli tra suo figlio e me. Egli continuò ad abitare con noi, -e passava in mia compagnia tutte le sue ore di libertà. Il babbo -stava molto fuori, e quando era in casa si chiudeva nella biblioteca -lasciando che lui ed io c'intrattenessimo a piacer nostro. Frequentavo -allora la scuola ed ero un'alunna diligente, amantissima dei libri. -Quante volte, quando tu mi parlavi dell'assistenza che ti prestava -Guglielmo nei tuoi studi, mi ricordasti il tempo in cui io venivo -così aiutata e incoraggiata dal mio tenero amico, sempre volonteroso -d'adoprarsi per me con l'intelligenza e con l'opera. - -«Ma la nostra felicità non era indisturbata. Spesso io vedevo sul volto -di mio padre quella dura espressione che temevo sopra ogni cosa, mentre -manifesti segni d'irritazione, d'ira talvolta, nell'aspetto del suo -figliastro, m'avvertivano che una tempesta era scoppiata, probabilmente -nel banco, senza ch'io potessi averne idea fuorchè dagli effetti. -Nè potevo più intromettermi come mediatrice, perchè i guai insorti -derivavano di solito da qualche negligenza reale o supposta, o qualche -errore in materia d'affari, del giovane e inesperto commesso; colpe -per le quali il babbo, negoziante fin nelle midolle, e ragioniere di -scrupolosa esattezza, non aveva indulgenza, e in cui lo spensierato -delinquente, privo d'attitudine all'ufficio impostogli, era proclive a -ricadere. - -«Le cose andavano innanzi così da sei mesi, quando a un tratto avvenne -un grave mutamento. Evidentemente mio padre aveva ceduto a suggestioni -di terze persone, o concepito egli stesso dubbi che l'inquietavano. -Egli, come tu sai, è un uomo franco, onesto e schietto nei suoi -propositi, quali si siano, che se anche volesse ricorrere a qualche -artifizio non avrebbe l'astuzia necessaria per condurlo a termine con -buon successo. Quindi ci avvedemmo presto della sua risoluzione di -porre immediatamente un freno alla dimestichezza tra il suo figliastro -e me. A tal fine introdusse nella famiglia una governante: la signora -Ellis, che da allora non ci ha più lasciati. La presenza quasi continua -di quella estranea, e gli ostacoli ch'egli cominciò a frapporre alle -antiche consuetudini che favorivano la nostra intimità provavano -abbastanza come egli intendesse sradicare e distruggere, se possibile, -l'affezione da cui eravamo uniti. Nè invero è da maravigliarsene ove si -rifletta che essendo io oramai donna, essa non era più da considerarsi -come un'affezione fanciullesca, mentre un'altra sua forma non avrebbe -ottenuto l'approvazione del babbo, posto che il figliuolo della sua -seconda moglie, tanto adorato dalla madre, non godeva punto la sua -benevolenza. - -«Il dolore cagionatomi da sì fatti procedimenti non poteva compararsi -che all'indignazione del mio compagno di sventura, il quale non s'era -mai così fieramente risentito d'alcun altro atto ostile del patrigno: -nè la tattica di questi riuscì a staccarlo da me, perchè sebbene -evitasse con cura di mostrarsi sotto gli occhi della «spia», come -denominava la signora Ellis, il suo genio inventivo escogitava numerose -occasioni di vedermi e intrattenersi meco durante l'assenza di lei; -condotta sommamente propria ad eccitare più che mai i sospetti di mio -padre. - -«Io sono persuasa ch'egli v'era spinto soprattutto da un profondo -senso della malevolenza e dell'ingiustizia usategli e dal desiderio -di manifestare la sua indipendenza da ciò che stimava un'inescusabile -tirannia: non ho nessuna ragione di credere che l'idea d'un idillio -romantico o di un futuro matrimonio entrasse nei suoi calcoli. E io -che allora non conoscevo legge superiore alla sua volontà o almeno non -vi obbedivo, mi prestavo senza esitare a questi piccoli inganni per -eludere la vigilanza da cui saremmo stati separati. - -«Ma mio padre, come non è raro il caso tra le persone poco socievoli, -e in apparenza poco osservatrici, vedeva i nostri sotterfugi meglio -che noi non si pensasse, e si figurava più cose che non esistessero -in realtà. Egli ci spiava attentamente, ma contro il solito suo modo -di procedere s'astenne per qualche tempo dal frapporsi tra noi. Ben -ponderando pensai poi che allora egli si proponesse di separarci -in maniera più naturale di quella tentata, approfittando della -prima opportunità per trasferire il suo figliastro in qualche posto -connesso con la sua casa di commercio, sia all'estero sia in una -città lontana degli Stati Uniti, e volesse evitare, finchè il suo -disegno non fosse maturo, d'affliggermi cedendo al dispetto e alla -collera che gli bollivano dentro; perchè ha sempre avuto, come adesso, -per l'immeritevole sua figliuola tutta la tenerezza e l'indulgenza -conciliabili col mantenimento della sua autorità. - -«Ma prima che questo proposito fosse attuato, succedettero casi e -sorsero sospetti i quali condussero alla sua perdita l'uno, e immersero -l'altra.... — - -La voce mancò ad Emilia. - -Ella chinò il capo sulla spalla di Gertrude e pianse amaramente. - -— Non vi forzate di narrarmi il resto, cara, — disse la giovanetta. — -So, ora, quanto siete infelice, e basta. Risparmiatevi, ve ne prego, lo -strazio di ridestare per amor mio i dolori passati. - -— Passati! — esclamò la cieca ritrovando la voce, ed asciugando le -sue lacrime. — No, non sono passati mai.... Gli è soltanto perchè non -soglio parlarne che m'hanno in questo momento sopraffatta così... -Non credere però ch'io sia infelice, Gertrude. La mia pace di rado -è turbata, nè avrei permesso ai deboli miei nervi di rilassarsi, -comunicandoti i segreti di quel mio duro tempo di prova che mai potrò -dimenticare, se non fosse che, conoscendo tu quanto dolcemente e -armoniosamente volga la mia vita verso il grande ed eterno risveglio, -desidero provare alla diletta mia figliuola il potere di quella fede -divina per cui le mie tenebre furono mutate in luce maravigliosa, e -un'afflizione come la mia fu la benedetta foriera della gioia suprema. -Ma non mi rimane più molto da narrare, e lo dirò il più brevemente -possibile. — - -Ella proseguì con voce ferma benchè sommessa e un po' soffocata. - -— Io m'ammalai d'improvviso. Avevo una gran febbre. La signora Ellis, -da me trattata sempre con freddezza e spesso con disdegno (ero, devi -sapere, una bambina viziata), m'assistette giorno e notte mostrandomi -una premura e una devozione ch'io non avevo diritto d'aspettare -da lei. Grazie alle sue cure e alla scienza del dottor Jeremy, già -allora nostro medico di famiglia, dopo alcune settimane entrai in -convalescenza. Stavo già abbastanza bene da essere in grado di rimanere -alzata e vestita parecchie ore, quando, un pomeriggio, per mutare aria -e scena, passai dalla mia camera nella biblioteca del babbo, ch'era -la stanza attigua, e mi posi quasi a giacere sul divano. Restai sola -perchè la signora Ellis doveva attendere alle faccende domestiche; -ma prima di lasciarmi aveva portato lì e collocato in modo ch'io -v'arrivassi con la mano un tavolinetto su cui si trovavano varie -boccette, bicchieri e altre cose delle quali potevo aver bisogno -durante la sua assenza. - -«Era verso la fine d'una giornata di giugno, e io, dal divano, -guardavo il calar del sole, prossimo al tramonto. Un senso di -solitudine m'opprimeva, perchè da sei settimane non avevo più avuto -altra compagnia che quella della mia infermiera, salvo le periodiche -visite del babbo. Figurati l'immenso mio piacere quando insperatamente -vidi comparire il compagno per me più geniale, e adesso poco men che -proibito! Non c'eravamo riveduti da che mi ero ammalata, e dopo quella -lunga e crudele separazione il nostro incontro fu più affettuoso che -mai. Egli, insieme con un temperamento focoso e indomito, aveva una -profondità di sentimento, una tenerezza di cuore, una dolcezza di -maniere quasi femminili. Come ricordo sempre l'espressione del nobile -suo viso, i maschi toni della sua voce, mentre seduto accanto a me -sull'ampio divano, bagnandomi le tempie doloranti con acqua di Colonia -presa da una delle boccette ch'erano sul tavolino, mi ripeteva tutta la -sua gioia di rivedermi! - -«Da quanto tempo fossimo là non saprei dire, ma il crepuscolo già -invadeva la stanza quando fummo interrotti da mio padre, il quale -entrò bruscamente, venne diritto verso di noi a passi affrettati, e -fermandosi di botto a una certa distanza incrociò le braccia e squadrò -il suo figliastro con tale aria d'iroso disprezzo, ch'io nulla avevo -mai visto di più terribile. Il giovane si rizzò e l'affrontò con uno -sguardo di sfida, in atto superbo. Non posso nè vorrei descriverti la -scena che seguì. - -«Mi basti dire che mio padre, eccitatissimo, scagliava contro -l'oggetto del suo furore una doppia accusa, ove poneva in secondo -luogo la bassezza, così egli diceva, di cercare d'acquistarsi mediante -spregevoli arti l'amore e con esso le ricchezze dell'unica sua -figliuola, colpa veniale a paragone del nero, dell'infame delitto di -falso di cui appunto l'aveva scoperto reo, un falso in cambiali, per -una somma ingente, servendosi del nome del suo benefattore. - -«Fino ad oggi, per quanto io sappia, — continuò Emilia, commossa -intensamente — questa imputazione non fu contraddetta, ma io non l'ho -creduta _mai_ fondata, nè allora nè poi. Quali si fossero i suoi errori -(e a non pochi lo trascinò il suo temperamento impetuoso) di questa -criminosa azione, sebbene nemmeno la sua parola me lo attesti, non -esito a dichiararlo innocente. - -«Non ti farà maraviglia, Gertrude, che debole e ancora malata -com'ero, io non fossi capace di notare in quel momento, e ancor meno -possa rammentarmi ora distintamente, i fatti che le parole funeste -provocarono. Però alcune immagini confuse, le ultime dipintesi nei -miei poveri occhi, mi sono tuttora impresse nella memoria e visibili in -pensiero. Mio padre dava le spalle alla finestra, e dal punto ch'entrò -quella sera nella biblioteca non ho più riveduto la sua faccia; ma la -figura dell'altro, dell'accusato, illuminata com'era dagli estremi -raggi d'un tramonto d'oro, m'è presente sempre in pieno rilievo. La -testa era fieramente rigettata all'indietro; negli occhi chiari e calmi -che sostenevano uno sguardo scrutatore s'affermava l'innocenza sicura -sotto l'oltraggio; il pugno stretto sembrava fare un vano sforzo per -frenare la collera violenta manifestata dalle labbra compresse, dai -denti serrati, dal viso fremente di viva e profonda indignazione. Egli -non parlava: la voce gli rimaneva soffocata nella gola. Pure il suo -patrigno seguitava ad inveire con un linguaggio senza dubbio duro e -offensivo, benchè io non rammenti i termini. Faceva paura osservare le -alterazioni che scomponevano i lineamenti del giovane, mentre ritto di -fronte a lui ascoltava le ingiurie e i cocenti rimproveri che quegli -per certo credeva in buona fede giusti e meritati, ma che accendevano -nell'animo dell'offeso un'ira furibonda, spaventosa. - -«A un tratto egli fece un passo innanzi sollevando lentamente la mano -chiusa che aveva lasciato fino allora pendere lungo il fianco. Io -non so se volesse prendere il Cielo a testimone della sua innocenza -del crimine imputatogli, o se intendesse colpire mio padre, perchè a -quel gesto balzai in piedi risoluta a gettarmi tra loro e supplicarli -di placarsi, per amor mio; ma le forze mi fallirono, e, con un acuto -grido, ricaddi sul divano, svenuta. - -«Oh, l'orrore del mio ritorno alla vita! Come troverò le parole -per dirtelo?... Ascolta, Gertrude.... Egli.... il povero ragazzo -perduto.... fuori di sè, si slanciò in mio soccorso.... Reso folle -dall'ingiustizia atroce non sapeva ciò che facesse. A Dio è noto -che mai, mai glielo apposi a colpa, e se nella mia disperazione -proferii parole che sonavano come un rimprovero, fu perchè anch'io ero -frenetica, e non sapevo ciò che dicessi. - -— Come! — esclamò Gertrude. — Avrebbe dunque egli...? - -— No, no! Non egli.... _non egli_ spense i miei occhi!... Fu una -disgrazia. Volle prendere di sul tavolino la boccetta dell'acqua -di Colonia che aveva adoprata poc'anzi. Di boccette ve n'erano là -parecchie.... Nella sua furia ne afferrò invece una contenente non -so che forte acido usato dalla signora Ellis nella mia camera di -malata.... Aveva un tappo di cristallo, assai aderente.... ed egli.... -la sua mano era mal ferma, egli, stappandola con uno sforzo.... versò -il liquido.... - -— Sui vostri occhi? — gridò la giovane. - -Emilia chinò il capo. - -— Oh, sventurata Emilia!... E, misero, misero giovane! - -— Misero davvero! Serba a lui tutta quanta la tua pietà, Gertrude, -perchè egli fu di gran lunga il più infelice dei due. - -— Oh, amica mia buona! Quanto dev'essere stato terribile il vostro -dolore! Come avete potuto soffrirlo e vivere? - -— Intendi il dolore per i miei occhi? Oh, sì, fu terribile assai! Ma lo -strazio dell'anima fu ben peggio ancora.... - -— E che avvenne di lui? Che fece poi il signor Graham? - -— Non posso darti un'esatta relazione di ciò che seguì. Io non ero in -condizioni da poter sapere come fosse stato trattato da mio padre il -suo figliastro. Puoi immaginartelo però. Bandì il giovane dalla sua -casa, per sempre, dichiarò di non conoscerlo più; nè certo mitigò la -sentenza con nessuna gentilezza, perchè ormai, oltre le accuse che gli -moveva prima, aveva disgraziatamente da imputargli la cecità della sua -figliuola. - -— E voi non sapeste più nulla di lui? - -— Sì. Mediante il buon dottore, il solo che fosse informato di -tutto, seppi dopo qualche tempo ch'egli era partito per l'America -meridionale; e nella speranza di poter ancora una volta comunicare col -povero esiliato, ed assicurarlo del mio immutabile affetto, cominciai -a rimettermi in salute; la febbre cessò, lo stato de' miei occhi -migliorò alquanto, e il dottore perfino non escludeva la possibilità -di restituirmi a grado a grado la vista. Passarono alcuni mesi. Quel -benevolo amico, perseverando con diligenza nelle sue ricerche, giunse -a scoprire alfine dove precisamente si trovasse lo sventurato giovane -e quale fosse il suo recapito. Ma mentre, con l'aiuto della signora -Ellis che la pietà aveva guadagnata alla mia causa, io principiavo -una lettera piena d'amore, supplicandolo di ritornare, tutte le -mie speranze terrene furono fatalmente troncate. Egli morì in terra -d'esilio, solo, senz'assistenza, senza conforto: morì vittima di quel -tremendo malore che rende i paesi meridionali inospiti allo straniero. -Ed io, apprendendo la dolorosa notizia, ricaddi in condizioni più -miserabili di prima, e a forza di piangere spensi quel barlume che -incoraggiava il buon dottore, nè la vista potè esser più ridonata ai -miei occhi.... — - -Emilia tacque. Gertrude la cinse con le braccia, e rimasero strette -l'una all'altra, in un tenero amplesso. Il comune dolore cementava la -loro amicizia, la rendeva più cara che mai. - -La cieca riprese: - -— Io, Gertrude, ero allora una creatura del mondo, avida de' suoi -piaceri, ignorante d'ogni altro bene. Dapprima perciò giacqui nelle -tenebre più cupe, le tenebre della disperazione. Andavo intanto -ricuperando le forze fisiche, e la vita mi si riapriva dinanzi, inutile -e sconsolata. Tu non puoi farti un'idea della desolazione assoluta in -cui trascorrevano i miei giorni. Spesso mi sono poi rimproverata il -male che devo aver cagionato così al mio povero babbo, il quale, benchè -non ne parlasse mai, era, ne sono sicura, profondamente afflitto dalle -scene terribili avvenute, ed avrebbe dato tesori per riedificare il -passato. Ma alfine un'alba sorse nella mia notte in apparenza eterna. E -la luce mi fu recata da un ministro della Chiesa, il nostro caro signor -Arnold. Egli dischiuse gli occhi del mio intelletto, accese la lampada -sacra della religione nella mia anima placata, m'insegnò le vie della -pace, e guidò gl'incerti miei passi verso quel beato riposo che già -sulla terra è concesso ai fedeli di Dio. Per il mondo io sono sempre la -disgraziata cieca che il triste suo fato esclude da ogni godimento; ma -il mio risveglio alla vera luce è tale, che per me la mia sorte è ben -diversa, ed io posso esclamare come colui che provò la virtù sanatrice -del suo Salvatore: «Una volta ero cieca, ma adesso veggo!» — - -Gertrude quasi dimenticò le proprie pene ascoltando la straziante -storia d'Emilia; e quando questa le pose una mano sul capo, ed implorò -dal Signore la grazia che anche ella fosse resa atta a sostenere con -pazienza le sue prove e ad attingervi nuova forza e nuova bontà, la -fanciulla si sentì penetrar il cuore da quell'amore profondo, da quella -fede sublime, che di rado vengono a noi se non nell'ora del dolore, e -provano che soltanto soffrendo possiamo divenire perfetti. - - - - -XLI. - - Ma la fanciulla a sè non venne meno - Nell'ora d'agonia; calma, il terrore - Stesso le infuse, ed il cuor suo l'orrore - Tutto conobbe, e in ogni parte appieno. - - SOUTHEY. - - -Posto che il signor Graham nella sua lettera manifestava il proposito -di trovarsi sulla banchina all'arrivo del piroscafo a Nuova York per -ricevere la sua figliuola e Gertrude, il dottor Jeremy stimò inutile -d'accompagnarle oltre Albany, dove le avrebbe vedute imbarcate e donde -poteva poi proseguire direttamente per Boston, sulla linea ferroviaria -dell'Ovest. La sua signora era oramai impaziente di ritornarsene a casa -e non si sentiva nessuna voglia di rivisitare la gran metropoli con -quel gran caldo. - -— Addio, Gertrudina, — disse il dottore nel salutarle sulla tolda d'uno -dei piroscafi percorrenti il fiume Hudson. — Ho gran paura che voi -abbiate perduto il cuore a Saratoga: non siete più vispa ed allegra -come prima. Non credo però che si sia potuto smarrire molto lontano, in -un luogo così; dunque procurate di ritrovarlo prima che ci rivediamo a -Boston. — - -Egli era appena sceso a terra, e mancavano pochi minuti alla partenza, -quando salì a bordo una gaia comitiva d'elegantoni, parlando e -ridendo più forte che non consentisse, a parer di Gertrude, la buona -educazione. Nel gruppo spiccava Isabella Clinton, la quale era fatta -segno di scherzosi e piacevoli motti da parte dei suoi amici, e sebbene -fingesse d'esserne stizzita e quasi d'adontarsene, tradiva la propria -compiacenza con l'espressione del bel viso invermigliato e ridente. -A un tratto la mimica significativa d'alcuni di essi, e un _ssst_ -sommesso, avvisò dell'avvicinarsi di qualcuno che non doveva udire -le loro osservazioni: e Guglielmo Sullivan comparve, con una sacca da -viaggio in mano e un pesante scialle sul braccio. Il suo aspetto era -grave, come la sera innanzi, probabilmente per la medesima ragione. -Egli passò davanti a Gertrude che aveva calato il velo sulla faccia, -e andò ad Isabella presso la quale depose sopra una seggiola il suo -fardello. - -Mentre le parlava con voce sommessa, la campana di bordo invitò -bruscamente quelli che non partivano a lasciare il piroscafo. Il -giovane fu costretto ad allontanarsi in fretta, e venne a trovarsi di -qualche passo più vicino a Gertrude nell'atto che concludeva il suo -discorso all'altra dicendo: - -— Dunque, se farete il possibile per ritornare giovedì, cercherò d'aver -pazienza fino allora. — - -Gertrude distinse chiaramente queste parole. - -Un minuto dopo la macchina si metteva in moto, non senza però che un -uomo d'alta statura, sopraggiunto in quel momento, facesse a tempo -d'imbarcarsi, fra il terrore degli spettatori, varcando con un salto -audace lo spazio che già divideva il bastimento dalla riva. Egli -tranquillamente passò nel salotto dei signori dove si stese su un -divano, trasse di tasca un libro, e si pose a leggere. - -Quando, incominciato il viaggio, si fece un po' di quiete sulla tolda, -Emilia domandò piano alla sua compagna: - -— Non ho forse udito dianzi la voce d'Isabella Clinton? - -— Infatti, — rispose Gertrude — è qui. Siede dalla parte opposta, e ci -dà le spalle. - -— Non ci ha vedute? - -— Sì, credo. Guardava in questa direzione mentre le persone che sono -con lei sceglievano i loro posti. - -— E lei ne ha scelto uno che le permette di non vederci ora? - -— Sì. - -— Forse va a Nuova York per salutare la signora Graham. - -— È probabile. Non ci avevo pensato. — - -Seguì un silenzio. Emilia pareva pensosa. Infine ella mormorò appena: - -— Chi era il signore che venne a parlarle, un momento prima della -partenza? - -— Guglielmo, — disse Gertrude con voce tremula. - -Emilia le premette la mano e tacque. Anche ella aveva udito le parole -di Guglielmo, e comprendeva che significassero per la sua amica. - -Passarono alcune ore. Avevano percorso un gran tratto del fiume, -perchè la velocità del piroscafo era grande: troppo grande, pensava -Gertrude, per la sicurezza dei passeggeri. Dapprima, assorta nelle -sue riflessioni e incapace di godere i pittoreschi paesaggi che -poche settimane innanzi l'avevano tanto deliziata, ella era rimasta -indifferente ad ogni cosa intorno, fissando lo sguardo nelle acque -azzurre e profonde, e comunicando col proprio cuore. Ma a grado a grado -la sua attenzione fu attratta da varie circostanze che eccitavano a -bordo una viva curiosità, e finirono col destarle tanto spavento, -che il corso de' suoi pensieri ne fu interrotto ed ella non potè -più considerare se non le presenti condizioni d'Emilia e sue, e le -possibili loro conseguenze. - -Parecchie volte, dopo lasciata Albany, il loro piroscafo era passato -davanti a un altro di pari dimensioni, costruzione e velocità, recante -anch'esso un carico di vite umane e diretto alla stessa mèta. Di tanto -in tanto, nella loro corsa sfrenata, la contiguità delle due navi -era tale da provocare serie inquietudini nel sesso debole e fiera -indignazione nel forte. Si diceva che facevano una gara di rapidità, -e si contendevano la vittoria disperatamente. Alcuni dei passeggeri, -incuranti del pericolo, s'appassionavano per quella lotta insensata, -ed eccitatissimi seguivano con folle ardore, frementi di piacere, le -vicende della corsa in cui l'ambizione delle due rivali si manifestava -con prove d'inaudita temerità. Ma gli altri, cioè il maggior numero, -che comprendeva tutte le persone ragionevoli e di buon senso, -guardavano quello spettacolo, sdegnati e impauriti. A molte delle -stazioni sulla riva il piroscafo non si fermava affatto; e dove sostava -un attimo, i disgraziati viaggiatori venivano spinti fuori o dentro -con furia indecente a rischio della loro incolumità, e i rispettivi -bagagli (o quelli di qualcun altro) scaraventati dietro a loro, senza -cerimonie, mentre la macchina ansante e ruggente urlava contro la -violenza fatta alla sua libertà. Verso mezzogiorno quella febbrile -agitazione era al colmo, e neppure le assicurazioni del comandante che -non si correvano pericoli, riuscirono a calmarla interamente. - -Gertrude, seduta accanto ad Emilia, le teneva stretta una mano e spiava -ansiosa ogni indizio di terrore, procurando d'indovinare la verità dal -contegno e dall'aspetto dei compagni di viaggio che le sembravano più -intelligenti. Emilia, che non vedeva nulla di quanto avveniva intorno a -lei, ma che la finezza del suo udito aveva resa accorta dello spavento -generale, era tranquilla, benchè pallidissima: di quando in quando -interrogava la fanciulla circa la vicinanza del secondo piroscafo, -perchè la minaccia d'una collisione era la causa che principalmente -turbava i passeggeri. - -Alfine quello su cui esse erano imbarcate giunse a oltrepassare il -suo competitore; il comandante affermò di nuovo che la sicurezza era -piena ed intera, e la calma ritornò a poco a poco; chi riprese le -conversazioni interrotte, chi spiegò un giornale. L'allegra compagnia -di cui faceva parte Isabella Clinton e fra la quale grandissima era -stata la paura, ricominciò a chiacchierare e ridere chiassosamente. -Ma Emilia aveva sempre il viso bianco, e a Gertrude parve alquanto -spossata. - -— Scendiamo sotto coperta, cara, — le disse questa. — Tutto è quieto, -oramai, possiamo star sicure. Nel salotto delle signore ci sono sofà -comodissimi; vi metterete un po' a giacere, e ci faremo portare un -bicchier d'acqua. — - -La signorina Graham acconsentì. Cinque minuti dopo erano stabilite -gradevolmente in un angolo del salotto dove rimasero indisturbate fino -all'ora del pranzo. Non andarono però a tavola. Avevano già destinato -d'astenersene, e dopo la scossa sofferta la mattina non ne avrebbero -avuto più voglia in nessun caso. Se ne stettero perciò tranquille -dov'erano, mentre i passeggeri accorrevano alla chiamata, da ogni parte -del piroscafo, desiderosi di ristorarsi con un buon pasto dopo tanti -spaventi; e potevano farlo in pace, perchè la gara di velocità era -cessata e a bordo tutto procedeva con perfetto ordine. - -Gertrude aperse il suo panierino da viaggio e prese l'involto -contenente la loro colazione. Non era una di quelle colazioncine -che le mamme previdenti e amorose apparecchiano per la famiglia in -viaggio, ghiotte del pane per la materia prima e la preparazione -appetitosa, ma consisteva semplicemente in un po' di roba asciutta che -il dottor Jeremy s'era procurato in fretta all'albergo prima della -loro partenza da Albany. La fanciulla girava lo sguardo dalle fette -di lingua rinsecchita e di pane raffermo, alle focaccine spugnose -parecchio stantie, ed esitava, non sapendo che cosa di quel poco felice -assortimento dovesse raccomandare ad Emilia, quando un cameriere negro, -di civile aspetto, entrò portando un gran vassoio carico di piattini -scelti, lo posò sulla tavola vicina a loro, poi volgendosi a Gertrude -chiese che altro desiderassero. - -— Ma questo non è per noi, — ella rispose. — Avete sbagliato. - -— Punto sbaglio, — replicò l'uomo. — Ordini ricevuti per signora cieca -e signorina bella. Io obbedisco ordini. Altro, signorina? - -— No, ci basta. — - -Il negro uscì, e Gertrude, tentando di mostrarsi allegra, domandò ad -Emilia che avessero a fare di quel pranzetto comparso come nella fiaba -d'Aladino. - -— Mangialo, cara, se puoi, — disse questa. — È per noi di certo. - -— Ma a chi lo dobbiamo? - -— Alla mia cecità e alla tua bellezza, pare, — fece Emilia sorridendo; -e soggiunse ingenuamente: — Forse il primo cameriere o il maggiordomo -ha avuto compassione di noi, visto che non eravamo in istato di venire -a tavola, e ci ha mandato il pranzo qui. Suvvia, mangialo, figliuola, -prima che si diacci. - -— Io?... Non ho appetito, veramente.... Ma sceglierò un bocconcino -delicato per voi. — - -Quando il cameriere venne a riprendere il vassoio, si mostrò -contristato vedendo che avevano toccato appena quelle buone cose. -Gertrude gli diede una mancia domandando a chi dovesse pagare il conto. - -— Pagare, signorina! — egli esclamò con un grottesco sorriso. — Mai -più! Il signore paga tutto! - -— Chi? — interrogò ella, molto stupita. — Che signore? — - -Ma prima che l'uomo potesse rispondere un altro negro dal grembiulone -bianco apparve sull'uscio, e rivolse un cenno al suo compagno, il quale -s'affrettò a prendere il vassoio e trotterellò via, piegato sotto -il peso, lasciando Gertrude ed Emilia alle loro congetture circa il -benevolo incognito. - -Finirono col concludere che quella inaspettata cortesia veniva senza -dubbio dal dottor Jeremy: evidentemente egli aveva dato ordine di -servirle, e pagato ogni cosa, prima di lasciare il piroscafo. Nè mai -il buon dottore ricevette un più immeritato tributo di elogi e di -gratitudine, giacchè per quanto avesse un cuor d'oro, atti di così -raffinata galanteria non se li sarebbe sognati nemmeno. - -Appena mangiato, Emilia si ricoricò, e diede a Gertrude il consiglio -d'imitarla; poi, credendo che lo avesse seguito, cercò di prender -sonno, e dormì placidamente un'ora. Ma la sua compagna vegliava accanto -a lei, con amorosa cura, impedendo alle mosche di turbare un riposo -di cui la povera cieca, nel suo debole stato di salute, aveva gran -bisogno, dopo due notti quasi insonni. - -— Che ore sono? — chiese Emilia destandosi. - -— Manca poco alle tre e un quarto, — rispose la giovanetta, guardando -il suo orologio, bellissimo dono d'una classe delle sue alunne. - -Emilia si rizzò, dicendo: - -— Non possiamo dunque essere molto lontano da Nuova York. Dove ci -troviamo ora? - -— Non lo so precisamente, ma credo in vicinanza delle Palizzate. Se non -vi dispiace d'aspettarmi qui vo a vedere. — - -Attraversò la sala, e cominciò a salire la scaletta. In quella fu -colpita e spaventata da un suono stridente accompagnato dal rumore di -passi precipitati. Ella proseguì tuttavia, sebbene più volte urtata da -persone che con faccia spaurita accorrevano in frotta per conoscere -la causa di quello scompiglio. Aveva guadagnato a stento il sommo -della scala, quando un uomo le passò davanti di fuga, ansimante, -pallidissimo, gettando il grido terribile: - -— Fuoco! Fuoco! — - -Di lì a un secondo seguì una scena di sgomento e confusione, -indescrivibile. Acute grida s'alzavano al cielo, gemiti di disperazione -erompevano da cuori spezzati dal terrore e dal dolore per i loro -cari, o impazziti dalla certezza della propria fine imminente. Ognuno -invocava soccorso dagli altri, e nessuno era in grado di prestarne. -Uomini che non avevano mai pregato imploravano Dio con fervore. I -cervelli più forti erano sconvolti, gli animi più valorosi si sentivano -mancare, cedevano all'orrore dell'ora. - -Gertrude eresse la snella persona, e girò intorno i grandi occhi -neri dilatati dallo spavento. Dappertutto era tumulto, ma l'elemento -distruttore non appariva ancora che in un punto solo. Verso il centro -della nave, dove causa l'eccessivo riscaldamento della macchina s'era -incendiato il legno asciutto delle parti circostanti, una voluminosa -fiamma sgorgava dardeggiando le sue lingue formidabili e facendo -retrocedere interroriti i più coraggiosi. A quella vista la fanciulla -si slanciò giù per la scaletta pensando soltanto a raggiungere Emilia. -Ma fu arrestata al primo passo. Le braccia vigorose di qualcuno ch'era -dietro a lei le cinsero la vita ed ella si sentì trarre con impeto -sopra coperta, mentre una voce familiare diceva ansando: - -— Gertrude, figliuola mia, caro tesoro, state quieta, state quieta, io -vi salverò! — - -Non per nulla il signor Phillips, giacchè era lui, le raccomandava di -star quieta: ella si dibatteva perdutamente, gridando: - -— No! No!... Emilia.... Emilia! Lasciatemi.... a costo di morire devo -trovare Emilia! - -— Dov'è? — domandò egli. - -— Laggiù, laggiù, — indicò Gertrude — nel salotto.... Lasciatemi -andare.... lasciatemi.... — - -Egli gettò un rapido sguardo in giro, poi disse con tono fermo: - -— Calmatevi, figliuola: vi salverò tutte e due. — - -D'un balzo egli fu a piè della scala e si precipitò nel salotto. - -Emilia era nell'angolo più lontano, in ginocchio, con la testa -arrovesciata all'indietro; e la sua faccia pareva la faccia d'un -angelo. - -Phillips e Gertrude corsero a lei; e mentre l'uno si chinava per -sollevarla tra le sue braccia, l'altra esclamò ansiosa: - -— Venite, Emilia, venite! Egli ci salverà! — - -Ma la cieca resisteva. - -— No, lasciami, Gertrude.... salvatevi voi! Oh, — soggiunse -supplichevole, alzando il viso verso lo sconosciuto — non pensate a me, -salvate la mia creatura! — - -Ma non aveva finito di proferire queste parole, che egli già la portava -fuori della sala, seguito dalla fanciulla. - -— Se possiamo attraversare la nave siamo sicuri! — disse il signor -Phillips con voce soffocata. - -Impossibile. Tutto il centro della tolda ardeva. - -— Dio buono! — egli esclamò. — Troppo tardi! Bisogna tornare -indietro. — - -Non senza difficoltà poteron giungere al salone lungo. In quel momento -il piroscafo, che non appena scoppiato l'incendio era stato diretto -verso terra, urtò contro le rocce e si spaccò nel mezzo. La parte -anteriore venne perciò a trovarsi presso la riva, e per coloro che -l'occupavano la salvezza era quasi certa. Ma ahimè, non così per i -passeggeri che stavano a poppa. La poppa restava lontano, nel fiume, -e il vento spingeva le fiamme divoranti in quella direzione, ponendo -i disgraziati che si rifugiavano ancora in quel frammento della nave -perduta, tra due elementi egualmente fatali. - -Arrivati nel salone il primo pensiero del signor Phillips fu d'aprire -una finestra e saltare sul bordo traendosi dietro Emilia e Gertrude. Vi -pendevano alcune corde. Egli ne prese una, e l'attaccò alla nave con la -destrezza d'un vecchio marinaro. Poi si rivolse alla giovanetta: - -— Gertrude, — disse scolpendo le parole — io porto Emilia alla riva, -a nuoto. Se il fuoco s'avvicina troppo, aggrappatevi al bordo. In caso -disperato sospendetevi alla corda. Lasciate svolazzare il vostro velo. -Vo e torno. - -— No, no! — gridò Emilia. — Prima Gertrude! - -— Zitta! — fece questa. — Ci salveremo tutti. - -— Tenetevi bene alla mia spalla, Emilia, — soggiunse il signor Phillips -che l'aveva ripresa in braccio, senza badare alle sue proteste. - -S'udì un tonfo in acqua. Erano partiti. - -A un tratto Gertrude si sentì afferrata per di dietro. Volse il capo. -Isabella Clinton, inginocchiata, pazza di terrore, s'abbrancava a lei -in guisa da ridurre l'una e l'altra all'impotenza, e in pari tempo -gridava con tono lamentoso: - -— Oh, Gertrude, Gertrude, salvatemi! — - -Ella cercò di sollevarla, ma ogni sforzo era inutile perchè senza fare -il minimo gesto per aiutarsi, quella s'avvolgeva follemente il grave -abito da viaggio di Gertrude intorno alla persona quasi a schermirsi -dalle fiamme invadenti, e quanto più presso a loro veniva balenando -la luce sinistra, con più selvaggia frenesia la interrorita fanciulla -s'aggrappava alla sua compagna di sventura, pur implorando con alte -grida il suo soccorso mentre la teneva così impedita. - -Ma a questa era impossibile qualsiasi tentativo di salvezza finchè -rimaneva imprigionata in quella tenace stretta. Ella guardò nella -direzione in cui s'era allontanato il signor Phillips e con gioia -lo vide ritornare. Egli, deposta Emilia in una barca fortunatamente -incontrata, s'affrettava verso l'altra pericolante. - -In quel momento una gran fiammata arrivò, spinta dal vento, in tanta -prossimità del luogo dov'erano rifugiate le due giovani, che Gertrude, -la quale stava ritta, ne sentì il cocente calore, e tutt'e due furono -mezzo soffocate dal fumo. - -Allora nell'animo della nobile creatura sorse una risoluzione eroica. -Il signor Phillips già s'avvicinava. Una di loro poteva essere salvata. -Sarebbe Isabella. Ella invocava aiuto da lei: non glielo negherebbe. -E poi Guglielmo amava Isabella; egli avrebbe pianto s'ella fosse -perita.... No, questo dolore gli verrebbe risparmiato. Per Gertrude non -piangerebbe, non molto almeno.... Se una doveva morire, morrebbe lei, -dunque.... - -Per una volontà come la sua, risolvere era fare. - -— Isabella, — ella disse col tono di quella severità che s'userebbe -verso un bambino caparbio, dal quale le esortazioni amorevoli non hanno -ottenuto nulla — m'udite? Rizzatevi in piedi: fate quanto vi dico, e -sarete salva. M'udite? — - -Ella udiva, tremava, e non si moveva. - -Gertrude si chinò, le separò a viva forza le dita delle mani -convulsamente intrecciate, e riprese, con una durezza a cui solo la -necessità poteva indurla: - -— Se voi m'obbedite, tra cinque minuti sarete sulla riva, sana e salva, -intendete? Ma se v'ostinate a non muovervi e comportarvi come una -bimba senza giudizio, periremo tra le fiamme, l'una e l'altra.... Su, -su, per amor di Dio, non c'è tempo da perdere! E notate bene le mie -parole! — - -Isabella si rizzò, fissò gli occhi nel viso calmo e risoluto di -Gertrude, e domandò con voce piagnucolosa: - -— Che debbo fare? - -— Vedete l'uomo che s'avvicina a nuoto? - -— Sì. - -— Viene a noi. Tenetevi afferrata a questa corda; io vi calerò pian -piano a fior d'acqua. Aspettate! — - -E strappatasi di capo il lungo velo turchino, lo annodò al collo -d'Isabella e lo rigettò sui biondi suoi capelli. - -Il signor Phillips arrivava. - -— Lesta, lesta! O sarà troppo tardi! — - -Isabella afferrò la corda, ma retrocedette sgomentata all'idea -dell'acqua sotto i suoi piedi. Però una nuova irruzione del fuoco, da -una finestra, le diede il coraggio di sfidare un pericolo ch'era del -resto soltanto apparente. Aiutata da Gertrude passò sopra bordo, e -si lasciò calare giù. Fu sorte che il salvatore si trovasse pronto a -riceverla tra le braccia, perchè la paura l'aveva tanto estenuata che -non si sarebbe potuta reggere lungamente alla corda. - -Gertrude non ebbe agio di seguirli con gli occhi: troppo doveva badare -a sè. Le fiamme oramai giungevano fino a lei. A un piede di distanza -appena dardeggiavano minacciose, ed ella, avvolta in una negra nuvola -di fumo, quasi soffocava. Non poteva più esitare. S'attaccò alla corda -lasciata libera da Isabella, che il signor Phillips rapidamente portava -a salvamento, e scivolò lungo il fianco della nave divorata dal fuoco. -Quanto tempo le sue forze le avrebbero permesso di reggersi così -sospesa, quanto tempo quella parte ancora incolume dello scafo avrebbe -sostenuto la corda? Non ebbe da sperimentarlo. Nel momento stesso che -ella sfiorava la fredda superficie del fiume, l'enorme ruota, da cui -si trovava poco lontana, diede un ultimo giro, con un rumore lugubre, -spirante, che risonò come una nenia di morte; l'acqua agitata venne -spumeggiando a percuotere la nave e ritirandosi travolse il corpo -leggero della fanciulla. - - - - -XLII. - - Dee la ragione governare il cuore, - E all'anima irrequieta che combatte - Tra la speme e il timor, suader la calma. - - COTTON. - - -Il signor Graham, stanco dei viaggi e delle gaie compagnie che non si -confacevano nè ai suoi gusti nè alla sua età, è ritornato a godere la -quiete della vecchia villa. - -Egli passeggia per i viali del giardino fermandosi di tratto in -tratto ad osservare lo sviluppo di qualche bell'albero prediletto, o -l'eccessivo rigoglio di alcuni arbusti già amorosamente coltivati, i -cui ramoscelli negletti, pendenti, chiedono al giardiniere una buona -potatura. Il suo aspetto ha un'aria di contentezza, di sodisfazione -che mostra quanto egli goda di ritrovarsi nell'antica dimora familiare. -Forse egli sarebbe restio a confessarlo, ma è un fatto: quel godimento -deriva in gran parte dalla circostanza che la tranquillità del suo -ritiro è piena e sicura, grazie alla temporanea assenza della troppo -vivace e troppo socievole padrona di casa, la quale si trattiene ancora -a Nuova York. Intanto s'abbandona con piacere all'illusione d'essere -tornato ai bei giorni passati, quand'era libero e padrone di sè, come -non è più adesso, perchè la signora Graham approfitta della sua età e -de' suoi acciacchi per dominarlo, con arte, del resto, maravigliosa. - -E la presenza d'Emilia e di Gertrude tanto intimamente associate ai -ricordi di quei giorni, aggiunge forza al dolce inganno della fantasia. -Esse sono là, nella casa silenziosa; le vedrà a pranzo; un pranzetto -fine e succulento, presieduto dalla signora Ellis con la serietà e -la precisione in lei abituali, e mangiato in pace, senza rischio di -venire interrotti e disturbati da qualche chiassosa irruzione d'ospiti -inattesi. - -Sì, Gertrude, c'è anch'essa; miracolosamente salvata dalle acque che -l'avevano travolta e quasi inghiottita, ella ha fatto ritorno alla -quieta e veneranda villa che ora è per lei il luogo più caro sulla -terra. - -Dopo ricuperati, non senza difficoltà, i sensi smarriti nella lunga -lotta tra la vita e la morte, aveva saputo che uomini pietosi venuti -in soccorso dei naufraghi con una barca, l'avevano raccolta, mentre i -flutti la risospingevano verso la nave in fiamme. Un minuto più tardi -sarebbe stata perduta. - -Ella non rammentava nulla. Dal momento che aveva commesso il leggero -peso del suo corpo alla debole resistenza della corda, fino a quello in -cui aveva riaperto gli occhi in una camera tranquilla e veduto Emilia -china ansiosamente sul letto ove ella giaceva, c'era una lacuna nella -sua memoria. Il signor Graham era arrivato alcune ore dopo la terribile -catastrofe, e il giorno seguente le aveva ricondotte sane e salve -all'antica villa da tanto tempo deserta. - -La casa e le sue adiacenze conservano quasi il medesimo aspetto di -quando apparvero per la prima volta agli sguardi maravigliati di -Gertrude ancora bambina, in quella sua famosa visita, lungamente -desiderata e intensamente goduta, che fu per lei durante mesi ed anni -un inesauribile soggetto di entusiastici discorsi. - -I grandi olmi che gettano sempre la densa loro ombra sul verde -vellutato del pratello davanti alla casa; il viale bene inghiaiato -che conduce fino all'ingresso e poi, biforcandosi, mette a destra -nel boschetto dove i rami degli alberi s'intrecciano ad arco sopra -esso, a sinistra, nell'orto dei peschi; la vecchia pergola coperta di -lussureggianti caprifogli, il grande padiglione rustico dai pilastri -grezzi e nodosi, il laghetto, la fontana, e in ispecie le aiuole, -cui Giorgio, uno dei fedeli di Gertrude, ha quasi ridonato l'aspetto -di quando ella le aveva in cura; tutte le cose, insomma, appaiono -ridenti e familiari, quali nelle felici estati in cui Emilia, seduta -nella sua poltrona da giardino, sotto l'ampia magnolia, ascoltava la -voce allegra, le squillanti risate, il passo leggero della piccola -giardiniera che movendosi in mezzo ai fiori come nel suo elemento -dava alla tenera amica cieca l'idea d'un fiore animato, soavissimo fra -tutti. - -Di tanto in tanto un pettirosso in ritardo, ultimo dei numerosi stormi -accorsi alla festa delle ciliege, e da lungo tempo partiti, viene -saltellando per i sentieri o sulle siepi di bosso lindamente tagliate, -e rizza la testolina guardandosi intorno con l'aria di dire: «È ora -che parta anch'io!» Una famiglia di scoiattoli, antichi favoriti di -Gertrude che si divertiva a osservarli quando si trastullavano fra -i rami del salice dirimpetto alla sua finestra, va facendo la sua -raccolta nei noci del giardino, dove ce ne sono parecchi, negli angoli -tranquilli preferiti da quegli animaletti. Tutti affaccendati essi -salgono e scendono, ciascuno con la sua noce in bocca. Non erano venuti -l'anno scorso, o almeno non si erano _fermati_, perchè la signora -Graham e il suo giardiniere avevano dichiarato loro la guerra. Ma -quest'anno non ci sono nemici, e possono fare copiose provviste per il -prossimo inverno. - -La vecchia casa stessa sembra gioire della sua pace. La porta della -facciata è aperta a due battenti. Nell'atrio la poltrona del signor -Graham occupa il solito posto. Gli uccellini di Gertrude, ben custoditi -dalla signora Ellis durante la sua assenza, saltellano sui sottili -ballatoi della grande gabbia indiana appesa sotto il vasto portico. -Il vecchio cane di guardia sta beatamente a giacere al sole, sicuro -che nessuno lo molesterà. Il salotto è, come una volta, ornato da vasi -pieni di fiori. E il signor Graham pensava ch'era assai gradevole -una casa così quieta e ben ordinata, mentre saliva gli scalini -dell'ingresso, faceva una fischiatina agli uccelli e una carezza -al cane, si sedeva nella sua comoda poltrona e pigliava il giornale -portatogli dalla linda servetta. - -La cara vecchia villa era sempre quella. Il tempo non aveva fatto che -conferirle nuova grazia, darle un'aria più riposata e più serena. - -Ma i suoi abitatori? - -Il signor Graham è passato attraverso nuove vicende, e sebbene certi -tratti del suo carattere siano tanto profondi da non poter essere -cancellati, egli per molti rispetti non è più lo stesso uomo. Un tempo -si sarebbe coraggiosamente opposto a qualsiasi innovazione nelle sue -consuetudini domestiche, a qualsiasi perturbazione de' suoi comodi; ma -l'età senile e gli acciacchi avevano depresso alquanto il suo spirito -e domato la sua volontà fino allora invincibile. Giusto nel momento -di questa crisi egli s'era unito a una donna che possedeva energia e -fermezza di propositi, combinate con una certa dose d'amabilità e di -sagacia, in grado sufficiente per vincere il suo punto quando le stesse -a cuore. Ella, ben inteso, lo compiaceva nelle sue piccole manie, e -lo manteneva nella dolce illusione che la sua autorità (quando voleva -esercitarla) era assoluta e incontrastabile; ma barcamenava in guisa -da fare a modo proprio in tutte le cose importanti, e lo aveva infine -ridotto a tale, ch'egli si stimava contento di godere i suoi comodi in -quanto poteva e lasciare che il resto andasse per la sua china. - -Non è quindi da maravigliarsi se tornato per alcune settimane alla -vita del buon tempo antico, ne gioisse come uno scolaretto delle sue -vacanze. - -Emilia siede nella sua camera, neglettamente avvolta in un accappatoio. -Ella è più pallida che mai, e l'espressione del suo viso è d'ansietà, -di turbamento. Ogni volta che l'uscio s'apre, ella sussulta, trema, -avvampa d'un improvviso rossore, e già due volte nella mattinata ha -dato in uno scoppio di lacrime. Qualunque piccolo sforzo, fin quello -di vestirsi, le sembra insostenibile: non può seguire la lettura che -le fa Gertrude; e ogni tanto la interrompe con domande concernenti il -piroscafo incendiato, il salvamento suo e d'altre persone, e tutti i -particolari di quella terribile scena d'angoscia e di morte. Il suo -sistema nervoso è, certo, fieramente scosso. Gertrude la guarda, e -piange, stupita di vedere come la sua calma e la sua ragionevolezza -l'abbiano abbandonata. - -Esse sono insieme fin dalla prima colazione, ma Emilia non vuole che la -fanciulla si trattenga con lei più a lungo. Insiste perchè ella esca, -faccia una passeggiata, si distragga un poco. Ritornerà tra un'ora, -ad aiutarla a vestirsi per il pranzo: questa è una cerimonia da cui -la signorina Graham non si dispensa mai, essendo suo vivo desiderio -conservare agli occhi del padre un'apparenza di salute e di felicità. -Gertrude sente ch'ella davvero brama restar sola, e credendo che, per -la prima volta, perfino la sua presenza le sia importuna, si ritira -nella camera propria. E la cieca, non appena la sua compagna l'ha -lasciata, china la faccia tra le mani e di nuovo dà in singhiozzi -convulsi. - -La signora Ellis, vista ritirarsi la fanciulla, la segue, chiude -l'uscio, si mette a sedere, con un'aria che basterebbe da sola ad -aumentare le apprensioni di Gertrude, e parla in tono declamatorio -degli spaventosi effetti che produce sulla povera Emilia il ricordo -dell'orrenda catastrofe. - -— È tutta sconvolta, — conclude la governante — e se non comincia a -star meglio tra breve, non esito a dirlo, temo le peggiori conseguenze. -Emilia è debole; i viaggi non fanno per lei. Secondo me, bisogna che -se ne stia tranquilla a casa sua. Già io non approvo cotesta smania di -viaggiare, specie coi pericoli che si corrono in oggi. — - -Fortunatamente per Gertrude, la signora Ellis viene chiamata in cucina, -ed ella è alfine libera di meditare sugli eventi degli ultimi giorni: -soggetto inesauribile, se nessuno l'interrompesse. Ma di lì a qualche -minuto si presenta la servetta che ha portato il giornale al signor -Graham, e porta qualche cosa anche a lei. Una lettera! La riceve con -mano tremante, e quasi non osa guardare il bollo postale. Il suo primo -pensiero è che sia di Guglielmo. Ma l'illusione svanisce senza lasciar -luogo a speranze e timori. Se il bollo è di Nuova York, dov'egli -potrebbe trovarsi, la scrittura le è affatto sconosciuta. Un'altra -idea, di poco minor momento, le balena; oppressa dalla commozione a -segno che si sente mozzare il respiro, ella rompe il suggello e legge: - - -«Mia diletta Gertrude, figliuola mia cara, perchè tale siete veramente -per me, quantunque soltanto l'angoscia del terrore e della disperazione -d'un cuore paterno potè strapparmi quelle parole.... Pure non era folle -il sentimento che mi spinse nell'ora del pericolo a stringervi al mio -petto e chiamarvi mia. Più volte l'avevo provato, e represso. E anche -ora vorrei far tacere l'invito della natura, e partirmene, per andare -a finire la triste mia vita piangendo in solitudine; ma la voce che ha -parlato in me non può essere ridotta al silenzio. - -«Se vi avessi veduta felice, gaia, senza pensieri, non avrei chiesto -di condividere la vostra gioia, e men che meno avrei voluto gettare -un'ombra sul vostro cammino. Ma voi siete contristata e conturbata, mia -povera figliuola, e la vostra afflizione stringe tra noi un vincolo -più forte di quelli del sangue: sì, mi fa mille volte vostro padre, -perchè io sono un uomo infelicissimo e stanco, e so comprendere le -pene altrui. Voi avete un cuore buono e gentile, cara mia creatura. -Piangeste un giorno sui dolori d'un ignoto; non negherete dunque la -vostra pietà, se non potete dargli il vostro filiale amore, ad un padre -desolato, che con mortale angoscia scrive tremando le funeste parole da -cui sarà forse condannato all'odio e al disprezzo dell'unica persona -cui l'unisca un legame naturale! Già due volte prima d'oggi tentai di -vergarla, e deposi la penna rifuggendo dall'impresa crudele. Ma per -difficile che mi riesca il parlare, più difficile ancora è soffocare -i palpiti del mio cuore inquieto: e però ascoltatemi, benchè sia -probabile che poi non vorrete ascoltarmi mai più.... - -«V'è un uomo sulla terra al quale voi non pensiate senza orrore? Uno -il cui nome non richiami alla vostra mente che fatti tenebrosi ed -obbrobriosi, e sia stato da voi aborrito fin dai più teneri anni? Voi -che tanto amate la vostra migliore amica, non avete appreso a odiare -e disprezzare in pari misura il suo peggior nemico? Ah, non può essere -diversamente! Ed io tremo pensando che la mia figliuola diletta fuggirà -inorridita da suo padre quando conoscerà il segreto così lungamente -custodito, così dolorosamente rivelato, quando saprà ch'egli è - - «FILIPPO AMORY.» - -Finito di leggere, Gertrude alzò dal foglio un viso ch'esprimeva -soltanto un profondo stupore. Quella strana missiva era per -lei inintelligibile. Grosse lacrime le luccicavano negli occhi, -l'eccitazione le tingeva le gote d'un vivo rossore. Era commossa, ma -non comprendeva il senso delle parole di quell'uomo. - -Stette alcuni minuti fissando lo sguardo nel vuoto, smarritamente, poi -si rizzò di scatto e, con la lettera serrata in una mano mosse verso -la camera di Emilia per comunicarne a questa il bizzarro contenuto -e chiederle d'aiutarla a interpretarlo. Ma davanti all'uscio si -fermò. Emilia già stava male, era agitata e depressa: non conveniva -disturbarla, cagionarle forse nuovi affanni. Sollecita com'era venuta -ella si ritirò, e tornò a sedere nella sua camera per rileggere la -singolare dichiarazione e tentar di trovare le tracce del mistero. - -Che il signor Phillips e lo scrivente fossero una sola e medesima -persona le era subito apparso evidentissimo. Non era lieve -l'impressione che avevano lasciata nell'animo suo le parole da lui -proferite incontrandola nell'imminenza del pericolo, e tutta la -sua condotta a bordo. Da tre giorni quell'esclamazione affettuosa -le risonava di continuo all'orecchio ed occupava il suo spirito: -«Figliuola mia, caro tesoro!...» Ora le balenava la consolante idea -che il nobile e generoso straniero il quale aveva così coraggiosamente -arrischiato la vita per salvare Emilia e lei, potesse in realtà essere -suo padre: e tutte le fibre del suo essere fremevano di gioia, una -speranza inebriante sopraffaceva il suo cervello, le dava le vertigini. -Ora quell'idea le sembrava invece inverosimile, folle, e si sforzava -di respingerla, di considerare la cosa in modo più razionale e più -probabile: certo le parole e la condotta del signor Phillips si -spiegavano come l'effetto d'una potente sovreccitazione, o forse d'una -fantasia un po' disordinata, un po' turbata; ipotesi, quest'ultima, che -anche in altre occasioni il suo contegno le aveva suggerito. - -Dopo la catastrofe, ella, appena riacquistata la coscienza di sè, -aveva chiesto notizie del salvatore di Emilia e d'Isabella: ma egli -era scomparso, senza lasciare alcuna possibilità di rintracciarlo. -Il signor Graham, arrivato poco appresso, aveva affrettato la loro -partenza, e, per quanto riluttante, ella era stata costretta ad -abbandonare ogni speranza di rivederlo. Perciò si trovava ridotta alle -sole sue vaghe e insodisfacenti congetture. - -Con Emilia ella non s'era mai confidata, per gli stessi motivi che -l'avevano rattenuta ora dal consultarla sulla misteriosa epistola; -ma tra sè medesima non aveva cessato di ponderare, notte e giorno, il -linguaggio e le maniere inesplicabili del signor Phillips, non soltanto -nel recente spaventoso evento, ma fin dal primo istante della loro -conoscenza. - -La seconda lettura della lettera la rese più perplessa ed inquieta -che mai. Nè le destava nuove idee, nè dava consistenza a quelle ch'era -andata volgendo in mente fino allora. - -Ma per un'oretta ella stette a leggere e rileggere quelle righe, finchè -le ebbe quasi scancellate con le lacrime che le piovevano dagli occhi, -e a grado a grado diverse commozioni si manifestavano nella espressione -del suo viso. A un tratto ella si rizzò, prese risoluta un foglio, -e scrisse con una febbrile rapidità che mostrava come profondamente, -e quasi terribilmente, fosse scossa in tutto il suo essere, anima e -corpo, e si piegasse, vacillasse sotto il peso delle speranze, delle -ansie, degli affetti, dei timori che si combattevano in lei: - - «Caro, caro padre, - -«Se posso osare di credere che siete tale, o se no, certo, il migliore -amico mio.... ma come scrivervi, che dirvi, poichè tutte le vostre -parole sono un mistero? Padre! Parola benedetta! Oh, Dio volesse che il -nobile mio amico fosse mio padre! Eppure, ditemi, è forse possibile? -Ahimè! Ho un triste presentimento che il mio bel sogno sia una mèra -illusione, un errore.... - -«Io non ho mai udito pronunziare il nome di Filippo Amory. La mia -buona, la mia dolce Emilia, mi ha insegnato ad amare tutti; l'odio e -il disprezzo sono estranei alla sua natura, e, me ne confido, alla mia. -Inoltre, ella non ha nemici, mai non ne ebbe uno al mondo, nè potrebbe -averne. Sarebbe lo stesso far guerra a un angelo del Cielo, o ad una -santa e soave creatura come lei. - -«Nè giungerete a farmi credere che voi siate un peccatore, un reo. Non -può essere. Farebbe torto a un'anima retta il pensarlo: ripeto, non -può essere. Ben volentieri poserei il capo sul petto d'un tal padre; -con gioia adempirei il dolce dovere di consolare i dolori dell'uomo -benevolo e generoso che con abnegazione mirabile ha liberamente -offerto la sua vita per me, e per altri la cui salvezza mi stava più -a cuore della mia propria. Quando mi prendeste tra le vostre braccia -e mi chiamaste figliuola, cara figliuola, io pensai che l'angoscia di -quel terribile momento avesse eccitato e turbato il vostro spirito -in modo da rivestirmi d'una falsa apparenza, da confondere forse -la mia immagine con quella d'una persona amata e lontana.... Adesso -credo che non fu passeggera follia, ma che piuttosto mi scambiaste -sempre per un'altra a cui spetterebbe il grato ufficio di consolare -la vita contristata d'un padre, mentre io, ahimè, rimango l'orfana -non riconosciuta, non cercata, la povera creatura senza babbo e senza -mamma, che sono stata fin dai miei più teneri anni. - -«Se avete perduto una figlia, Dio conceda che vi sia restituita per -amarvi come io v'amerei qualora avessi la fortuna d'esser quella! Ma -tuttavia consideratemi come figliuola del vostro cuore, lasciate ch'io -v'ami e preghi e pianga per voi, lasciate ch'io versi dall'anima tutta -la mia gratitudine per le cure affettuose e la simpatia che m'avete -prodigate. - -«Eppure, benchè io non vanti questo diritto e non osi, sì, non osi, -accarezzare il pensiero che voi non v'ingannate credendovi mio padre, -non posso frenare i palpiti del mio cuore, e tremo, e quasi mi viene -meno il respiro, quando mi balena la benedetta, la celeste speranza di -questa possibilità! No, no, non voglio contemplarla, perchè temo che -non potrei sostenere il dolore di vederla svanire!... - -«Oh, che mai scrivo? Non so.... Una prolungata incertezza mi farebbe -soffrir troppo; scrivetemi prontamente, o venite a me, caro padre.... -voglio chiamarvi così una volta almeno, dovesse pur essere la prima e -l'ultima. - - «GERTRUDE.» - -Il signor Phillips, o piuttosto Amory, giacchè questo era il suo vero -nome, aveva dimenticato od omesso di menzionare il suo recapito. La -giovanetta se ne avvide soltanto quando s'accinse a scriverlo sulla -sua lettera, e provò un acuto dolore pensando che questa non gli -sarebbe mai pervenuta. Ma si tranquillò alquanto osservando di nuovo -il bollo postale. Egli doveva trovarsi a Nuova York. Senza esitare -diresse colà la sua missiva; poi, non volendo affidarla ad altre mani, -si mise il cappello, coperse con un velo il viso commosso, e s'avviò -frettolosamente verso la Posta del villaggio. - -Per le persone sensitive e di viva immaginazione, nulla v'è di più -penoso che l'incertezza. Quando sappiamo che cosa dovremo sopportare, -possiamo quasi sempre chiamar in nostro soccorso la forza e la -rassegnazione necessarie; ma occorrono una pazienza e una resistenza -non comuni per rendere uno capace d'aspettare con calma e serenità -l'approssimarsi d'una grave crisi piena d'eventi di cui non è possibile -prevedere la natura, ma che inevitabilmente eserciteranno un'azione -dominante su tutta la nostra vita. Un momento la speranza prevale e -promette un esito felice; sorridiamo, respiriamo, l'ansietà è bandita; -ma ecco che a un tratto una parola, uno sguardo, perfino un pensiero -cambia il corso dei nostri sentimenti; il volto si oscura, il petto è -oppresso da una subita ambascia, la paura ci assale come un incubo, -e quanto più ci siamo abbandonati a una gioia fidente, tanto più ci -sprofondiamo nella tortura del dubbio o nell'agonia della disperazione. - -Il caso di Gertrude era singolarmente penoso. Da una settimana ella già -lottava contro un'angosciosa sospensione d'animo, quasi intollerabile; -e adesso, d'improvviso, sorgeva un altro mistero, fonte d'incertezze -non meno tormentose, d'affanni non meno intensi. Pareva invero uno -sforzo superiore al potere d'una fanciulla così giovane, sensitiva, -inesperta, il dominarsi a segno da reprimere le sue commozioni, -dissimularle agli occhi altrui, soffrire sola, in silenzio, i crudeli -rigori della sua sorte. - -Eppure lo fece, e strenuamente. Sia che la gravità delle emergenze -suscitasse in lei, come suole avvenire in una donna d'alti sensi e -d'alto cuore, una proporzionata energia, sia che dinanzi alla inutilità -d'ogni tentativo di sciogliere il complicato nodo del suo destino, -ella si trovasse costretta a incrociare le braccia e chinare il capo -rassegnata, sia che con umile fede resa più profonda e più ardente dal -sentimento della propria impotenza, ella si rivolgesse per soccorso a -Colui del quale ci appare tutta la forza nella nostra debolezza, certo -si è che mentre si dirigeva a casa, dopo aver consegnato la sua lettera -al mastro di posta, la sicurezza del suo passo, la calma del suo -sguardo alzato al cielo, mostravano ch'ella aveva preso in quel momento -una coraggiosa risoluzione: risoluzione saldamente mantenuta durante i -due giorni ch'ebbe ad attendere la risposta di Filippo Amory. - -Ed era questa: procurar di troncare per il presente le vane congetture -e l'infruttuosa comparazione delle probabilità, che servivano soltanto -ad affaticare il suo spirito, torturare il suo intelletto, turbare la -sua pace; non occuparsi più di ciò che concerneva lei stessa; dirigere -con un disperato sforzo tutte le sue energie fisiche e morali verso -fini disinteressati, e aspettare pazientemente finchè la nube oscura -che pendeva sul suo fato fosse dissipata dalla luce della verità, e la -rivelazione squarciasse il mistero. - -Fu ella medesima non poco maravigliata quando in progresso di -tempo rammentò il gran numero di faccende domestiche e d'amichevoli -prestazioni che quasi macchinalmente compì nel corso di quei due giorni -di lotta contro pensieri che tentavano con violenza di riprendere il -sopravvento e non potevano essere domati che mercè un enorme sforzo di -volontà. - -Ella spolverò e ricollocò tutti i libri della copiosa biblioteca, -disfece i bagagli e ripose nel loro luogo gl'indumenti suoi e d'Emilia, -aiutò la signora Ellis a riordinare le porcellane e le biancherie, e -sbrigò molti altri lavori ch'erano stati negletti o posposti. - -E così, lodevolmente ingegnandosi d'occupare le mani se non il cuore, -ella attese. - - - - -XLIII. - - Sian pur sottili gli argomenti tuoi, - Non m'indurranno a cercar mai ricchezze - Per amor del potere, nè il potere - A pregiar per amore della gloria. - - MILTON. - - -Nel sontuoso salotto d'uno degli alberghi di primo ordine che a Nuova -York abbondano, Filippo Amory sedeva solo. Era già sera. Le tende -delle finestre erano calate, e accesi i lumi a gas, la cui splendida -luce faceva spiccare i colori vivaci del tappeto e delle tappezzerie, -e diffondeva intorno un'aria di gaiezza e di benessere, con la quale -contrastava forte il pallido viso e l'atteggiamento triste ed abbattuto -dell'ospite solitario. - -Da quasi un'ora egli sedeva là, chino sulla tavola che occupava il -centro della stanza, con la testa appoggiata alla mano sinistra, -senza muoversi nè sollevare un momento lo sguardo. Egli aveva gettato -all'indietro la massa ondosa dei suoi capelli inargentati, come se quel -lieve peso opprimesse la sua fronte ardente, e se non fosse stato il -lento gesto delle dita che di tanto in tanto passava tra i bei riccioli -folti, si sarebbe potuto crederlo assopito. - -A un tratto si rizzò, ed ergendo l'alta e prestante persona, si mise -a camminare in su e in giù per il salotto. Ma tosto una sommessa -picchiata all'uscio arrestò il suo passo misurato: un'espressione -d'inquietudine nervosa e di contrarietà apparve nei suoi lineamenti, e, -buttandosi di nuovo nella poltrona, stava per rispondere al cameriere -venuto ad annunziargli «un signore», che egli non poteva ricevere -nessuno; ma l'annunziato era già sulla soglia. Il cameriere si ritirò e -chiuse l'uscio. - -Premurosamente il visitatore, ch'era un giovanotto, s'avanzò verso -il signor Amory; represse però il suo slancio cordiale dinanzi alla -inaspettata freddezza con cui questi lo accoglieva mostrandogli -nella faccia rannuvolata, e nel modo quasi ritroso di toccare la mano -offerta, che la sua presenza non riesciva gradita. - -— Scusatemi, signor Phillips.... — disse Guglielmo Sullivan, poiché era -lui. — Temo d'avervi disturbato. - -— Oh, non lo dite! — rispose quegli, urbanamente, invitandolo a sedere. -— Accomodatevi. — - -Guglielmo non fece che appoggiar la mano sulla spalliera della seggiola -proffertagli, e seguitò rimanendo ritto: - -— Siete molto mutato, signore, dacchè ci vedemmo l'ultima volta. - -— Mutato? Sì, certo.... — disse l'altro con aria distratta. - -— La vostra salute non sarà, spero.... - -— La mia salute è ottima. — - -Dopo avere così interrotto il giovane, Filippo Amory parve a un -tratto comprendere che doveva pur fare qualche sforzo per sostenere la -conversazione, e ripigliò: - -— È lungo tempo, signor Sullivan, che non ci siamo imbattuti. Non ho -tuttavia scordato il debito di gratitudine che ho verso di voi per il -vostro intervento tra me ed Alì, l'arabo traditore, con la sua truppa -di ribaldi beduini. - -— Non ne parlate, signor Phillips. Il nostro incontro fu davvero -fortunato, ma per tutti e due, perchè eravamo esposti al medesimo -pericolo, e quindi ne risultò un mutuo benefizio. - -— Non posso ammetterlo. Voi sembravate in buona armonia con la vostra -scorta, per quanto fosse araba. - -— Sì, ho una certa pratica di viaggi in Oriente, e so come, -d'ordinario, si governano quegl'infiammabili spiriti del deserto. Ma -quando vi raggiunsi, entravo appunto anch'io nel territorio di tribù -ostili, e la mia scorta correva rischio d'essere soverchiata se non -avessi avuto il vantaggio di unire le mie forze alle vostre. - -— Valutate troppo modestamente il vostro genio conciliativo, -giovanotto. Con voi, che conoscete così bene i fatti, non ho neppure il -merito della franchezza confessando che il mio temperamento focoso e la -mia volontà ostinata erano le sole cause del pericolo che minacciava -entrambi e dal quale voi fortunatamente avete saputo scamparci. No, -no! Non mi negate la sodisfazione d'esprimervi ancora una volta la mia -gratitudine per il vostro preziosissimo aiuto. - -— Signore, — disse Guglielmo sorridendo — voi fate della mia visita -proprio l'opposto di ciò che doveva essere. Io sono venuto qui stasera -non per ricevere, ma per rendervi grazie. - -— Di che cosa? — fece il signor Amory bruscamente, rudemente quasi. — -Voi non mi dovete nulla! - -— Gli amici d'Isabella Clinton hanno con voi un debito tale, che non -potranno mai pagarlo. - -— V'ingannate, signor Sullivan. Io non ho fatto nulla che imponga agli -amici di cotesta signorina la minima obbligazione verso di me. - -— Non le salvaste la vita? - -— Sì, ma senza averne punto l'intenzione. — - -Guglielmo sorrise. - -— Non fu certo un mèro caso, signor Phillips, l'esservi voi messo a -rischio di morte per salvare una vostra compagna di viaggio. - -— Infatti, non al caso ella deve la sua salvezza; di questo sono -persuaso anch'io. Ma non ringraziate me; è d'altri il merito se la -signorina Clinton oggi non dorme il sonno eterno. - -— M'è lecito domandarvi di chi parlate? Le vostre parole sono -misteriose. - -— Parlo d'una cara e nobile fanciulla ch'io volevo strappare alle -fiamme.... Per lei nuotavo verso quell'avanzo di nave incendiata. -Il suo velo azzurro era il segnale convenuto tra noi. Quel velo -accuratamente avvolto intorno al capo della signorina Clinton -m'ingannò. Io la trovai aggrappata al posto di.... dell'altra che -cercavo, e portai a salvamento sulla riva la preda tolta al fuoco e -alle acque senza riconoscerla.... abbandonando la mia diletta che aveva -offerto la propria vita in olocausto.... - -— Oh, non alla morte? - -— No, fu ricuperata per miracolo. Andate a ringraziare lei della -salvezza d'Isabella Clinton. - -— Io ringrazio Dio, — disse Guglielmo con fervore — che gli orrori di -tali disastri siano in parte compensati da eroismi come cotesto. — - -L'aspetto, fino allora severo del signor Amory si raddolcì alquanto -mentre egli ascoltava queste entusiastiche parole del giovane in lode -della devozione di Gertrude. - -— Chi è quella nobile fanciulla? Dov'è? — continuò l'altro. - -— Non me lo chiedete! — rispose l'interrogato con un gesto -d'impazienza. — Non potrei dirvelo neppur se volessi. Non la rividi -dopo quel giorno funesto. — - -Le sue maniere, ancor più che le sue parole, manifestavano una viva -riluttanza ad entrare in più precisi particolari circa il salvamento -d'Isabella, e Guglielmo, accorgendosene, rimase un momento silenzioso e -irresoluto. Poi, avanzandosi d'un passo, riprese: - -— Sebbene voi non vogliate riconoscere alcuna vostra partecipazione -al felice scampo della signorina Clinton, sento ch'io mancherei -all'obbligo mio ove non vi facessi il messaggio di cui sono incaricato -per colui che ne fu lo strumento se non la causa prima. Il signor -Clinton mi prega di dirvi che salvando la vita della sua Isabella, -l'unica superstite di sette figliuoli (tutti gli altri gli morirono -in tenera età), avete prolungato la sua, e colmato il suo cuore di -gratitudine tale, che qualunque parola è impotente ad esprimerla: fino -all'ultimo dei suoi giorni egli non cesserà mai di benedire il vostro -nome, e implorare da Dio le Sue grazie più elette su voi e su coloro -che vi sono cari! — - -I limpidi e penetranti occhi di Filippo Amory erano lievemente -inumiditi, ma un blando e cortese sorriso errava sulle sue labbra. - -— Tutto questo da parte del signor Clinton? — egli rispose. — Molto -gentile e del pari sincero, non ne dubito! Ma voi, giovanotto, non -intendete certo di ringraziarmi soltanto a nome suo. Non avete nulla da -dire per conto vostro? — - -Guglielmo parve maravigliato della domanda, tuttavia replicò senza -esitare: - -— Sicuro, signore, io come uno della numerosa cerchia di conoscenti e -d'amici che la signorina Clinton onora della sua stima, vi sono grato -delle vostre prestazioni generose, e immensamente v'ammiro: nè per -essa soltanto, ma per tutti coloro che aveste la nobile sodisfazione di -salvare da una morte orribile oltre ogni dire! - -— Devo interpretare le vostre parole nel senso che voi parlate -unicamente in nome dell'umanità, e non sentite nessuna profonda -affezione particolare per questa o quella tra le persone che si -trovavano sulla disgraziata nave? - -— La maggior parte erano gente a me affatto estranea. La signorina -Clinton anzi era la sola ch'io conoscessi da più lungo tempo dei due -o tre giorni passati a Saratoga. La sua morte m'avrebbe addolorato -assai, s'intende: ella aveva una certa familiarità con me, da bambina, -e ultimamente sono stato molto in sua compagnia; soprattutto poi, so -che suo padre, il mio venerato socio e vecchio amico preziosissimo, la -cui salute purtroppo è indebolita, non sarebbe potuto sopravvivere alla -perdita dell'unica figlia, quasi idolatrata; colpo che le circostanze -strazianti avrebbero reso ancora più terribile.... - -— Voi parlate con una gran freddezza, signor Sullivan. Ignorereste -forse che la voce pubblica vi pretende legato alla signorina Clinton da -un sentimento più tenero della semplice amicizia? — - -Il graduale dilatarsi dei grandi occhi grigi di Guglielmo fissi -sul signor Amory mentre questi così diceva, e l'aria tra attonita e -scrutatrice che prendeva il suo viso, dimostravano chiaramente quale -impressione gli facesse quella domanda. - -— Signore, — rispose egli sedendo con gesto deliberato sulla seggiola -presso la quale era sempre rimasto ritto — o io non vi comprendo, o la -voce pubblica riferisce un'opinione assolutamente falsa. - -— Sicchè voi non avete mai saputo nulla finora del vostro fidanzamento? - -— Mai, ve l'assicuro. O com'è possibile che una ciarla così infondata -abbia credito fra i conoscenti della signorina Clinton? - -— Lo ha, e tanto esteso, che per esempio io, mèro spettatore della vita -di Saratoga, l'udii spesse volte non solo bisbigliare da orecchio ad -orecchio, ma affermare quale fatto positivo. - -— Sono in sommo grado stupito e contrariato da ciò che mi dite, -— proseguì il giovane che veramente pareva sentirne dispiacere e -dispetto. — Per quanto cotesto rumore sia insensato non meno che falso, -se arrivasse alla signorina Clinton provocherebbe la sua indignazione, -e le darebbe gran noia; per lei, anche più che per me stesso, mi dolgo -che certe circostanze abbiano potuto suscitarlo. - -— Parlate per ragioni di delicatezza rispetto alla signorina, o siete -modesto a segno di credere che sarebbe ferita nel proprio orgoglio -se sapesse il suo nome così accoppiato con quello del socio di suo -padre, un giovane finora sconosciuto nei circoli del mondo elegante? -Ma, scusatemi.... Forse ho posto il piede su terreno pericoloso, ed è -l'orgoglio vostro quello che si sdegna dinanzi alla franchezza del mio -linguaggio. - -— No, punto, signor Phillips; mi fate torto se credete che il mio -orgoglio sia di tal natura. Ma per rispondere alla vostra domanda, vi -dirò che mi riferivo tanto alla prima che alla seconda delle ragioni da -voi menzionate, e a molte altre ancora, quando vi affermavo di credere -che vivissimo sarebbe il risentimento della signorina Clinton se mai -risapesse la sciocca ed inconsulta diceria fatta circolare sul suo -conto. - -— Signor Sullivan, — disse Filippo Amory con calore, avvicinando la sua -seggiola a quella di Guglielmo — siete ben certo di non pregiudicarvi -da voi stesso? Badate che un'eccessiva modestia unita ad esagerate e -false raffinatezze sentimentali ha sbarrato a più d'uno la via della -fortuna, e che questo potrebb'essere il caso vostro. - -— Come, signore? Voi parlate in una forma enigmatica, e io non ho idea -di ciò che volete significare. - -— Bei giovani come voi, possono, lo so, mirare nella scelta d'una -sposa alle fortune più alte; ma sono troppo rare, perchè se ne offrano -parecchie a una medesima persona, e il mondo riderebbe alle vostre -spalle se vi lasciaste sfuggire l'occasione felicissima che ora -v'arride. - -— Occasione di che? Non intendete già consigliarmi, io credo.... - -— Ma sì, anzi! Io sono più vecchio di voi, e conosco meglio la vita. -Un patrimonio non s'accumula in un giorno, nè il denaro è cosa da -disprezzarsi. Il signor Clinton ha logorato la sua salute affaticandosi -nell'acquisto di quelle ricchezze, che saranno presto possedute dalla -sua unica erede. Ella è giovane, bellissima, e ammiratissima nel gran -mondo in cui vive. Tanto il padre che la figlia vi guardano con occhio -benigno.... Oh, non vi turbate, si discorre tra amici, e voi sapete se -è vero ciò che fin gli estranei hanno osservato, e di cui spesso io ho -udito parlare come di cosa indubitata. Perchè esitate dunque? Non vi -distorrà, spero, dall'approfittare di questa favorevole condizione, un -qualche romantico e cavalleresco senso d'inferiorità da parte vostra, -quasi non foste degno d'un premio così bello? - -— Signor Phillips, — disse Guglielmo, titubando, evidentemente -impacciato — i commenti di persone conosciute in casuali e passeggeri -incontri, come quasi tutte quelle che la signorina Clinton frequentava -a Saratoga, non meritano fede. Le particolari relazioni in cui mi -trovo col signor Clinton mi hanno ultimamente condotto a vivere in -continua familiarità sì con lui che con la sua figliuola. Egli non ha -ora intorno a sè parenti nè amici fidati, e perciò sembra agli occhi -del mondo far più caso di me che non ne farebbe qualora ambissi la mano -della signorina Isabella. D'altronde, questa ha tanti adoratori che -sarebbe il colmo della vanità se io presumessi.... - -— Poh, poh! — l'interruppe Filippo Amory, levandosi da sedere, e -picchiandogli una spalla. — Ditelo, caro Sullivan, a qualcuno più -novizio e più ingenuo ch'io non sia! Certo, — proseguì egli andando -su e giù per la stanza — è dicevole cotesto linguaggio; ma, sebbene -io rifugga dalle adulazioni, credo di poter senza pericolo ricordare -alcuni piccoli fatti a un giovanotto che ha una tanto modesta opinione -dei propri meriti. Prego, chi era il signore per la compagnia del quale -la signorina Clinton fu così pronta ad abbandonare, sere sono, una -splendida e affollata sala mentre cantava l'Alboni, e a lasciar delusa -tutta una coorte d'ammiratori che la circondava di omaggi e di sorrisi? -Con chi mai preferì ella passeggiare tranquillamente al lume di luna -nel giardino dell'Albergo degli Stati Uniti? — - -Guglielmo indugiò un momento a rispondere, come se cercasse di -rammentarsi; poi esclamò: - -— Vedo, vedo! Questa fu dunque una delle cause di sospetto? Io non ero -invece che un messo venuto a chiamare la signorina Isabella al letto di -suo padre.... Avevo ansiosamente vegliato per ore il signor Clinton, -caduto in un sonno prolungatissimo, quasi letargico, che impensieriva -il medico; destatosi alfine, egli chiese della sua figliuola con tale -appassionata insistenza, ch'io mi risolsi a disturbarle il piacere -della serata, e condurla dov'era suo dovere andare immediatamente: nel -casinetto in fondo al giardino dell'albergo, che pertanto attraversai -con lei al lume di luna.... — - -Il signor Amory sorrise, e per la prima volta guardò Guglielmo con -quella dolce espressione di benignità che il suo bel viso assumeva di -rado e che tanto gli si addiceva. - -— Ecco che cosa sono i pettegolezzi dei luoghi come Saratoga! — egli -fece quasi gaiamente. — Capisco che non devo più parlare d'altre -apparenze di teneri sentimenti sia in voi sia nella signorina. Ma se -anche il cuore della bella e la sua dote sono sempre ben custoditi -da lei e da suo padre, non mancano buone ragioni di credere, caro -Sullivan, che vi sarebbe agevole conquistare ambedue. Voi siete un -giovane di grande avvenire, e possedete, a quanto ho udito, una geniale -attitudine agli affari che vi rende indispensabile al vecchio; e se con -la prestanza della vostra persona e i pregi del vostro spirito non vi -rendete tale anche alla fanciulla, la colpa sarà tutta vostra. — - -Guglielmo rise. - -— Se questo fosse il mio scopo, ricorrerei a voi per incoraggiamento e -consiglio; ma, signor Phillips, è fatica sprecata far brillare ai miei -occhi cotesta visione lusinghiera. - -— No, dato che siate l'uomo ch'io vi credo,-replicò l'altro. — E non -sarete certo tanto sciocco (scusate se uso un termine un po' forte) da -disprezzare l'opportunità offertavi di prendere quel posto e far quella -figura nel mondo a cui vi danno diritto la vostra nascita, la vostra -educazione e le vostre qualità personali. Figlio d'un rispettabile -ecclesiastico (professione sempre onorevolissima), favorito nella prima -giovinezza da occasioni straordinariamente vantaggiose delle quali -avete saputo approfittare, oggi, col credito che godete nelle Indie, se -aveste al vostro comando ingenti capitali, giungereste presto a contare -fra i negozianti più cospicui. Nondimeno tutto questo non basterebbe -ancora a darvi pronto e libero accesso nelle alte sfere della nostra -aristocrazia; mentre sposando la signorina Clinton, salireste d'un -passo a un grado sociale che difficilmente avreste conquistato con -lunghi sforzi, e a venticinque anni tocchereste la mèta più eccelsa -che la vostra ambizione possa vagheggiare. Nè, oso dirlo, è verosimile -che l'essere vissuto sei anni affatto privo della compagnia di donne -gentili, non v'abbia disposto a sentire potentemente il fascino d'una -grazia e una bellezza così rare.... - -«Un uomo che ritorna alla terra nativa dopo una lunga permanenza -sotto i tropici, suol essere facile preda della prima seducente -compatriotta in cui la sorte lo faccia imbattere; e non è invero da -maravigliarsi che voi siate preso dalle attrattive della signorina -Isabella, singolari anche in questo paese di belle donne. E, sicuro, -non avete durato sei anni di fatiche sotto il sole cocente dell'India, -senza avere imparato ad apprezzare quanto vale l'insperata e onorevole -fortuna che ve ne offre il premio: il riposo, la ricchezza agevolmente -conseguita, e, felicità suprema, il possesso d'una giovane e bella -sposa. — - -Seguì una pausa, durante la quale Filippo Amory stette a spiare nel -volto di Guglielmo l'effetto delle sue parole tentatrici. Questi non -tardò a palesarglielo con la sua risposta. - -— Signor Phillips, — disse in un tono risoluto ed energico che provava -la sua profonda sincerità — io non ho infatti speso parecchi dei -miei anni migliori lavorando sotto un cielo ardente, in prolungato -esilio da quanto avevo di più caro, senza il sostegno di alti fini, -senza l'incoraggiamento di dolci speranze. Ma voi mi giudicate -assai male se stimate che l'ambizione che m'ha finora spronato -possa essere sodisfatta da quelle ricompense che avete dipinte alla -mia immaginazione con sì vividi colori. No, signore, credetemelo; -quantunque i loro vantaggi siano tali che a pochi è dato conseguirli, -io miro a qualche cosa di più alto ancora, e penso che davvero avrei -sprecato i miei sforzi se le mie speranze e i miei desiderî non -tendessero verso un bene più prezioso. - -— E dove cercate l'adempimento di cotesti voti sublimi? — domandò il -signor Amory con accento ironico. - -— Non già nei circoli gai del mondo elegante nè tra l'aristocrazia del -denaro. Io non dispregio un grado onorevole agli occhi dei miei simili, -conosco i benefizi della ricchezza, sento il prestigio della bellezza e -della grazia; ma non sono queste le cose per cui lasciai la mia patria, -nè per esse vi sono ritornato. Benchè giovane, ho vissuto abbastanza, -e abbastanza sofferto, perchè sia radicata nel mio cuore la fede che i -soli beni degni d'essere cercati a prezzo di lotte e sacrifici, sono -quelli più durevoli e più consolanti dei dubbi onori, delle precarie -ricchezze, dei volubili sorrisi. - -— Dunque, se m'è lecito domandarlo, a che cosa mirate? - -— A un _focolare domestico_; e non tanto per me, sebbene da lungo tempo -io aneli alla sua pace, quanto per colei con cui mi confido dividerlo. -Or fa un anno — e la voce di Guglielmo si commosse, le sue labbra -tremarono — v'erano, oltre la cara creatura che adesso occupa tutta -l'anima mia, altre persone ch'io speravo, con tenero amore, con viva -gioia, di veder cogliere un giorno i frutti delle mie fatiche. Dio -non m'ha concesso di ritrovarle quaggiù, e.... ma perdonatemi, signor -Phillips, non è mia intenzione d'importunarvi raccontandovi i miei -affari privati. - -— Proseguite, proseguite, — disse Filippo Amory. — Merito bene qualche -confidenza in cambio de' miei disinteressati consigli. Parlatemi come a -un vecchio amico, e siate sicuro che v'ascolto con la maggior simpatia. - -— Da molto tempo non ho parlato liberamente di me stesso; — rispose -Guglielmo — ma sono franco per natura, e giacchè manifestate il -desiderio di conoscere qualche cosa de' miei propositi nella vita, -io non ho alcuna ragione di nasconderveli. La mia sorte, signore, fu -singolare fin dall'adolescenza: non vi dispiaccia quindi se ne fo -un breve cenno. A dodici anni avevo già cominciato ad esercitare i -doveri che la necessità m'imponeva. La mamma, rimasta vedova quand'ero -bambino, e il vecchio nonno erano i miei soli parenti e quasi i miei -soli amici; l'una di debole complessione, delicatissima, non atta ai -lavori faticosi: l'altro d'età assai grave, e povero, non avendo altri -proventi che la sua piccola paga di sagrestano d'una chiesa vicina. -Ma, come voi sapete, perchè già ve lo dissi quando ci conoscemmo -in Oriente, nonostante le loro condizioni, essi m'allevarono in una -modesta agiatezza e mi diedero un'ottima educazione. - -«Ragazzo, quando le piastrelle e i cervi volanti sono d'ordinario -gli oggetti che più appassionano, io ero già posseduto da un ardente -desiderio di sollevare i miei cari d'una parte delle fatiche e delle -cure di cui sostenevano il peso; e con questo fine cercai e trovai un -posto, nel quale ero ben trattato e ben pagato, e che conservai fino -alla morte del mio buon principale. Poi, per un tempo ebbi a sentire -dolorosamente la mancanza d'impiego; mi scoraggiai, fui infelice; e -questo stato d'animo era mantenuto dalla convivenza con un uomo di -temperamento malinconico ed inclinato al pessimismo, come il mio nonno, -il quale aveva patito nel corso della sua vita crudeli disinganni, e -però lungi dal farmi cuore insisteva sulla probabilità che tutti i miei -disegni, tutti i miei tentativi d'aprirmi la via della fortuna, fossero -destinati a fallire. - -«Io ero molto amareggiato, allora, dall'influsso deprimente delle -tristi predizioni del vecchio; ma poi fui indotto a pensare che, -in fondo, produssero un effetto utile, perchè nulla mi spinse a -raddoppiare i miei sforzi, più che la brama di provargli ch'erano mal -fondate; e una delle maggiori sodisfazioni da me gustate in questi -ultimi anni fu appunto la certezza ripetutamente avuta ch'egli era -venuto alfine nella persuasione piena ed intera che uno almeno della -sua disgraziata famiglia aveva la sorte di sfuggire ai travagli della -povertà. - -«Mia madre era una donna di natura quieta e gentile, piccolina della -persona, di maniere semplici e piuttosto riservate. Ella mi amava come -la stessa anima sua; tutte le mie nozioni della bontà mi furono date da -lei: dal canto mio non mi sarei risparmiato sacrificio alcuno per farla -felice, avrei dato la mia vita per la sua.... Ma non ci rivedremo mai -più in questo mondo; e io.... io imparo a rassegnarmi! - -«Per loro due e per un'altra persona di cui vi parlerò tra poco, -ero pronto ad esulare, a lottare, a soffrire ed essere paziente. -L'occasione si presentò, ed io non tardai a coglierla. Presto il -supremo scopo della mia ambizione fu conseguito. Io guadagnavo -abbastanza per me e per loro. In progresso di tempo giunsi anche a -farli godere un po' di lusso. E avevo cominciato ad attendere il giorno -non lontano in cui il mio sospirato ritorno avrebbe finalmente reso -perfetta la nostra felicità, mentre, ahimè, la notizia della morte del -nonno era per via, e mia madre anch'ella già declinava lentamente ma -inesorabilmente verso la tomba! - -«Tutt'e due oggi sono partiti dal mondo, e io sarei rimasto tanto solo -da desiderare quasi di seguirli, se non fosse quella creatura il cui -amore m'avvincerà alla terra finchè ella vi soggiornerà meco. - -— E lei? — domandò Filippo Amory con un ardore che Guglielmo, assorto -nei propri pensieri, non osservò. - -— È una giovanetta — rispose questi — senza famiglia, nè ricchezza, -nè bellezza; ma dotata d'uno spirito così alto che la fa nobile, d'un -cuore così generoso che la fa ricca, di un'anima così pura che la fa -bella. — - -L'intensa attenzione del signor Amory e l'evidente suo desiderio -d'udire il seguito, lo incoraggiarono a continuare: - -— Nello stabile dove abitavamo viveva un buon vecchio, che faceva -il lampionaio. Era povero, più povero ancora di noi, ma non ho mai -conosciuto un uomo migliore. Una sera, mentre andava in giro accendendo -i suoi lampioni, raccolse e si portò a casa una bimba appena coperta -di miseri cenci che una femmina crudele aveva in quel momento gettata -sulla strada dove sarebbe morta di freddo, salvo che non fosse condotta -a finire di morte più lenta in un ospizio; perchè soltanto le cure -affettuose ed assidue di mia madre e dello zio True (così chiamavamo -il nostro vecchio amico) poterono salvare quella debole creatura dalle -conseguenze delle sevizie e degli stenti che l'avevano ridotta in fin -di vita. Grazie alla loro instancabile vigilanza, alle loro premure, -ella fu conservata per contraccambiare un giorno, e a cento doppi, -l'amorosa assistenza prodigatale. - -«Ella era a quel tempo esile e strutta da far pietà, d'un colorito -scialbo, e assai bruttina; inoltre nessuno le aveva insegnato -a dominare il suo carattere violento, al quale univa una grande -ostinatezza derivata certo dall'essere sempre vissuta in opposizione -con tutti. - -«Ma nulla sgomentava l'ottimo zio True, e sotto l'influsso della sua -paterna tenerezza, cominciarono a svilupparsi le facoltà e le virtù -latenti in quella piccola anima fino allora negletta. Nell'atmosfera di -amore ove adesso respirava, ella cambiò natura; e quando agli esempi e -ai precetti che le erano dati nella sua nuova casa s'aggiunse la luce -divina, versata sulla sua vita da una creatura eletta, la quale immersa -ella stessa nelle tenebre, emana dal proprio spirito un'aureola radiosa -che illumina chi gode il bene della sua presenza, divenne ciò che poi è -stata costantemente: una donna in cui uno può riporre il suo affetto e -la sua fede per sempre. - -«Quanto a me, non tardai ad amare oltre ogni dire quella bambina verso -cui da principio mi aveva attratto un mèro sentimento di compassione. -Stavamo insieme il più possibile; tutto era comune tra noi: studi, -piaceri, dolori, passioni. Io ero il suo maestro, il suo protettore, -il compagno dei suoi spassi infantili; ed ella dal canto suo era per -me l'amica che mi consigliava e m'incoraggiava, mi consolava e mi -compativa: un'amica preziosa, necessaria, perchè m'infondeva il suo -spirito fervente di speranza, di energia, di fiducia. Ricordo come -ella, tanto piccina ancora, mi rincorò e mi sostenne in quel mio -disperato dolore giovanile, quando per la morte inaspettata del mio -ottimo principale mi trovai senza impiego! - -«L'affezione tra lei e lo zio True era commovente. Bench'io fossi -un ragazzo, ammiravo come una cosa bella il devoto amore del vecchio -lampionaio per la sua figlioletta adottiva, «il suo uccellino», egli -diceva, e la tenera, profonda gratitudine con cui questa lo ricambiava. - -«Durante alcuni anni ella gli dovette ogni cosa e parve essere -semplicemente una bambina di cuore amoroso e buona. Ma giunse il tempo -che le parti furono invertite. Il brav'uomo venne colpito da una -infermità che lo rese invalido delle membra, bisognoso di continuo -aiuto. Allora si manifestò in tutta la sua bellezza quella nobile -natura femminile. Oh, come dolcemente la fanciulletta guidava i passi -del vecchio che scendeva verso la tomba! Spesso, in sulla mezzanotte, -io andavo a vedere se il nostro casigliano non mancasse di qualche -cura che la troppo giovane ed inesperta infermiera era forse incapace -di prestargli.... Mai non scorderò la figurina della piccola Gertrude, -seduta tranquillamente accanto al suo letto, in quell'ora notturna che -in tanti altri fanciulli avrebbe suscitato tutti i fantastici terrori -delle tenebre: davanti a lei sulla tavola ardeva un fioco lumicino, -ed ella, tenendo una mano di lui tra le sue, confortava la veglia -dolorosa con parole d'amore, o gli leggeva qualche pagina della Bibbia -contenente un santo insegnamento. - -«Ma, ahimè, la sua devozione non bastava a prolungare la vita del -caro infermo; e, poco innanzi ch'io partissi per Calcutta, egli morì -benedicendo Dio che gli aveva concesso di finire i suoi giorni in pace -e consolato dalla sua dolce custode. - -«Toccava a me lenire il gran cordoglio della nostra Gertrudina; feci -quanto stava nelle mie forze per ridarle coraggio e serenità, e fui -lieto di sapere che io partendo lasciavo quest'ufficio all'angelica -signorina cieca che da lungo tempo onorava della sua amicizia lei e -lo zio True. Prima di staccarmi da mia madre e dal nonno, li affidai -solennemente alle cure filiali di Gertrude, la quale aveva dato -prova di tanta buona volontà e tanto valore. Ella promise di essere -fedele alla missione assunta, e mantenne nobilmente la promessa. -Nonostante la collera e la durezza del signor Graham (il padre della -sua protettrice), dalla cui liberalità dipendeva da anni, ella si -dedicò tutta, col cuore e con l'opera, all'adempimento dei doveri che -considerava sacri. Senza curar le sofferenze, le fatiche, le veglie, -le privazioni, abbandonò spontaneamente agi e piaceri, e si prestò, -paziente, giorno e notte, in servigio degli amici che amava d'un amore -più grande di quello d'una figliuola, perchè era l'amore d'una santa. - -«Io, pur eguagliandola nell'ardore e nella tenerezza, non avrei potuto -fare la metà di ciò che fece lei: soltanto un cuore e una mano di donna -sono capaci di quanto ideò ed eseguì Gertrude. - -«Ella già prima era più che una sorella per me, era l'amica mia -dilettissima, la mia assidua corrispondente; adesso m'avvincono a lei -legami che non sono terreni e su cui il tempo non ha potere.... - - - - -XLIV. - - Ebbi occasion di metterti alla prova - E a fondo scandagliar l'anima tua, - Or confesso che invitto ti trovai - Contro le tentazioni.... - - MILTON. - - -— Certo, — disse Filippo Amory che aveva pazientemente ascoltato la -storia di Guglielmo fino alla fine — io comprendo i vostri sentimenti. -Un uomo d'animo generoso non può se non serbare una profonda e perenne -gratitudine a colei che con tanta devozione e tanta abnegazione vegliò -sugli ultimi giorni dei suoi cari, ai quali non poteva dedicarsi -egli stesso, e prestò loro una faticosa assistenza: il calore con cui -elogiate quella ragazza vi onora, Sullivan. Anche ella dev'essere una -persona di rara virtù per avere mantenuto così fedelmente una promessa -fatta in un tempo remoto, quand'era ancora quasi una bambina, promessa -dalla quale un'amica meno perfetta non si sarebbe creduta vincolata, -fosse a costo d'un sacrificio. Tuttavia non vi lasciate indurre da -sensi troppo cavallereschi ad immolarvi sull'altare della riconoscenza. - -«Io stento ad ammettere che un giovane che ha avuto l'ambizione di -tracciarsi e seguire sulla via della fortuna una carriera come quella -da voi finora felicemente corsa, abbia potuto prendere a mente calma -la seria risoluzione d'unire sè e la sua sorte a un'umile compagna -d'infanzia, figlia d'ignoti, nè ricca nè bella, salvo che non sia già -impegnato a farlo, contro sua voglia, o trascinato a cotesto matrimonio -dall'idea che soltanto donando ciò che possiede di più prezioso, vale a -dire sè stesso, giungerà a cancellare l'immenso debito che pesa su lui. -M'è lecito domandarvi se siete già legato da una promessa? - -— No, — rispose Guglielmo. - -— Allora, datemi retta, un momento. Parlo per sincera amicizia -pregandovi di non procedere inconsideratamente in una cosa da cui -dipende la felicità di tutto il vostro avvenire, e d'ascoltare.... con -pazienza, se potete.... le poche parole che ho da dirvi. — - -Il giovane, infatti, cominciava a dar segni d'inquietudine. - -— V'ingannate, caro amico, se credete che la felicità della vostra -Gertrudina, come voi la chiamate (gran brutto nome, veramente), sarà -più sicura della vostra, in quest'unione male assortita: tutt'e due -avrete occasione di pentirvene. Da sei anni voi non avete più veduto -quella ragazza: pensate dunque a tutto ciò ch'è seguito in cotesto -frattempo, e vedete un po' con quale precipitazione agite. - -«Voi avete passato tutto questo tempo all'estero, in una vita attiva, -che v'ha fatto acquistare conoscenza degli uomini e dei diversi loro -stati sociali. Nell'India, s'intende, doveste uniformarvi ad usi -e costumi assai differenti dai nostri e dagli europei; ma aveste -occasione di sviluppare quell'indipendenza di carattere e quella -disinvoltura che v'hanno reso mirabilmente atto a comparire nei circoli -eleganti parigini quando vi foste, di punto in bianco, ammesso. Senza -adularvi, posso dire che voi otteneste un vero trionfo. - -«Era bensì un grande privilegio l'esservi presentato quale amico -d'un uomo così noto ed altamente stimato come il signor Clinton; ma -dovete pure riconoscere che vi furono prodigate segnalate attenzioni -da Americani residenti a Parigi, e che ora, in patria, godete i -vantaggi dell'essere stato oggetto di tanto favore. Io non ebbi la -fortuna d'incontrarmi con voi in quella capitale, ma mi ci trovavo -nel tempo del vostro soggiorno colà e mi furono riferiti sul conto -vostro parecchi fatti che la vostra modestia non vi permetterebbe di -confermare. - -«È agevole inferirne che non mancate di gusto per il gran mondo, perchè -altrimenti non avreste saputo farci così bella figura, anzi, nemmeno -mantenervi nella sua cerchia. Ed è del pari evidente che il vostro -amor proprio deve sentirsi lusingato dalle liete accoglienze ricevute -sì all'estero che nel vostro paese, non solo da parte degli uomini -ma anche delle signore, e specie delle graziose e belle fanciulle che -v'hanno onorato dei loro sorrisi; tra le quali primeggia colei il cui -nome già s'accoppia al vostro. È forse ammissibile che ciò non abbia -alcun influsso sui vostri disegni per l'avvenire? - -«Quando penso a tutte le fortune su cui potete fare ragionevole -assegnamento, come v'ho ad esuberanza dimostrato, e vi odo parlar di -respingerle per gettarvi cavallerescamente ai piedi della piccola -infermiera di vostra madre, proprio non posso tacere ed astenermi -dall'accennarvi l'inevitabile reazione, il rammarico che v'assalirà -poi nel trovarvi escluso per sempre dai piaceri offertivi e da voi -follemente rifiutati. - -«Non dovete dimenticare che la considerazione in cui è tenuto uno -scapolo di belle speranze, diminuisce d'assai verso l'uomo ammogliato, -se la sposa non appartiene a quella eletta classe di persone ove egli -ambisce d'entrare. Ora la giovanetta orfana e povera con cui volete -dividere la vostra sorte, la modesta maestrina di scuola.... — - -Guglielmo, il quale a sua volta aveva preso a passeggiare su e giù per -la stanza, fremente d'impazienza, si fermò di botto esclamando: - -— Io non v'ho detto che sia mai stata insegnante, nè nulla di simile! -Come lo sapete voi? — - -Filippo Amory, sbadatamente traditosi palesando d'esser meglio -informato che il giovane non potesse immaginarsi, esitò un momento, ma -presto riprese la padronanza di sè, e rispose con apparente franchezza: - -— Per dirvi il vero, Sullivan, io ho veduto la ragazza in compagnia -d'un vecchio dottore. - -— Il dottor Jeremy? — fece Guglielmo, pronto. - -— Appunto lui. - -— Quando la vedeste? Dove, e come? - -— Non m'interrogate! — disse il signor Amory con un tono leggero -e petulante, il quale pareva significare che la cosa non aveva -importanza, e che gli seccava entrare in particolari. — M'imbattei -in quel vecchio medico nel corso d'un mio viaggio, e cotesta Gertrude -Flint era seco. Egli mi narrò alcuni fatti che la concernevano, e che, -devo dirlo, non tornano a suo svantaggio: mettendovi in guardia contro -un matrimonio sconveniente, non parlo che in generale. — - -Guglielmo lo fissò con uno sguardo tra scrutatore e maravigliato, e -parve in procinto d'insistere per ottenere spiegazioni più chiare; ma -quegli riprese il filo del suo ragionamento senza lasciargli tempo di -aprir bocca. - -— Cotesta Gertrude, come vi dicevo, sarà per voi una catena al piede, -un ostacolo irremovibile opposto a tutti i vostri sforzi per essere -ricevuto nel mondo elegante dove ella certo non è atta a brillare. -Avete affermato voi stesso che non possiede nè ricchezze nè bellezza; -della sua famiglia non sapete niente, e potete aspettarvi, se mai la -scoprite, che non sia tale da farle onore. Credo pertanto di darvi -un consiglio dettato dal senso comune, ammonendovi a ponderare le -circostanze prima di vincolarvi in condizioni tanto disuguali. - -— Non dubito, signor Phillips, — disse Guglielmo rimettendosi a sedere, -e ricomponendosi in un atteggiamento calmo — che gli argomenti da voi -addotti con grande vigore per decidere una questione da cui dipende la -mia felicità, siano fondati su ragioni positive e sul sincero desiderio -di promuovere la mia fortuna. Confesso però che giudicandovi secondo -il concetto fattomi di voi durante la nostra breve ma abbastanza -intima relazione, eravate proprio l'ultima persona da cui mi sarei -aspettato consigli come cotesto, perchè vi stimavo tanto indipendente -dall'opinione del mondo e indifferente al suo plauso, da credere che -non dovessero aver peso sui vostri criterî nel guidare un giovane. - -«Ma quantunque i vostri suggerimenti non mi facciano mutare proposito -nè abbiano influsso alcuno sull'animo mio, apprezzo la sincerità e il -calore con cui avete procurato di convertirmi a un modo di pensare che -voi giudicate saggio; e risponderò con franchezza tale da persuadervi, -spero, ch'io, lungi dal seguire gl'impulsi d'un cieco entusiasmo, dal -prendere inconsultamente una risoluzione precipitata della quale potrei -in seguito pentirmi, obbedisco a sentimenti che sono approvati dalla -ragione, e hanno già sostenuto la prova dell'esperienza. - -«Voi v'apponete, reputandomi attratto da un gusto naturale verso -le classi superiori del consorzio civile: gusto che la povertà e la -segregazione nel mio cantuccio m'impedivano di manifestare al tempo -della mia adolescenza, ma che nondimeno conferì non poco a determinar -le mire della mia ambizione giovanile. Le case sontuose, gli equipaggi, -i bei vestiti della gente ricca, esercitavano assai minor prestigio -sulla mia fantasia, che non la signorile disinvoltura, la raffinatezza, -l'eleganza delle maniere per cui si distinguevano le poche persone di -quel ceto ch'io avessi occasione d'osservare; e sebbene desiderassi -di conquistar la ricchezza per i suoi vantaggi intrinseci, per la -possibilità che m'avrebbe dato di contribuire al benessere e alla -felicità altrui, mi sarebbe parsa destituita di metà del suo valore se -non m'avesse servito ad aprirmi l'adito ai circoli del bel mondo che -contemplavo da lontano con tanta ammirazione. - -«Non c'era dunque bisogno delle privazioni che nel fatto di vita -sociale ebbi a soffrire durante la mia dimora nell'India, perchè mi -gettassi avidamente in mezzo ai piaceri di Parigi, dove, come voi -dunque sapete, io, grazie alla benevolenza del mio socio, fui senza -difficoltà ricevuto nelle migliori compagnie. - -«È vero che quando venni chiamato in Francia il mio spirito era ancora -depresso dal fiero dolore contro cui lottavo dopo le tristi notizie da -casa, e che mi sentivo poco disposto ad approfittare della cortesia -del signor Clinton. Ma spesso impedendogli le condizioni della sua -debole salute di partecipare ai divertimenti della capitale, io non -potevo dispensarmi d'offrire la mia scorta a sua figlia, la quale, -amantissima dei ritrovi mondani, non sapeva rassegnarsi a rimanerne -esclusa, ed accettava sempre con gioia i miei servigi, trascinandomi -così nel vortice della vita elegante; ove, devo confessarlo, v'era di -che lusingarmi, sbalordirmi, inebriarmi. - -«Io non potevo restare indifferente ai favori insperati di cui mi -vedevo colmato, nè respingere tutti gli assalti dati alla mia vanità. -E non soltanto la virilità del mio carattere fu messa a duro cimento. -Il privilegio d'essere accolto fra i gaudenti del gran mondo, m'espose -a più serî pericoli. La solidità dei principî, la semplicità di costumi -inculcate in me dall'infanzia e rimaste fino allora inconcusse, corsero -grave rischio. Io avevo resistito sempre ad ogni sorta di tentazioni -grossolane; ma i miei nuovi eleganti compagni me le presentavano sotto -quelle forme raffinate che le rendono insidiose per coloro su cui, -prive del seducente travestimento, non avrebbero alcun potere. Il -vino, che non m'avrebbe mai attirato in mezzo a un'orgia disgustosa -d'ubriaconi, nella coppa tenuta dalla mano delicata del gentiluomo -uscito allora da un salotto dove l'avevo veduto festeggiato da tutti, e -onorato dei sorrisi delle donne, scintillava d'affascinanti splendori, -e mi faceva dimenticare l'amarezza della sua feccia. Il giocatore di -professione, il furfante conosciuto, avrebbero cercato vanamente in me -un loro complice; ma non pensavo del pari a stare in guardia contro gli -agguati di chi meno avrei sospettato. Come credere che i miei amici, -che gli amici del signor Clinton, ornamenti delle alte sfere in cui -vivono, fossero capaci di vincere il mio denaro con un giuoco sleale, e -condurmi a mali passi, precipitarmi nella rovina? - -«Quando ricordo le prime settimane del mio soggiorno a Parigi, quasi -mi maraviglio di non essere caduto in nessuno dei numerosi tranelli -tesi da ogni parte per la mia perdizione, e verso cui le mie simpatie -sociali, la mia natura audace e insieme ingenua mi traevano fatalmente. -Se fui salvato, io lo devo, ne sono persuaso, alla memoria della santa -mia madre, sempre vigile, i cui ammonimenti, da me giudicati superflui -al tempo in cui me li aveva dati, balzavano dinanzi alla mia mente -pieni di nuova vita, armati di nuova forza nell'ora del pericolo. -Nulla fuorchè la coscienza che il suo spirito gentile aleggiava sempre -sul mio cammino, contristato dai miei conflitti o rallegrato dai miei -trionfi, può avermi infuso il coraggio e la perseveranza di resistere, -d'evitar le fosse scavate sotto i miei piedi, ove i malcauti miei passi -m'avrebbero fatto sprofondare. - -«Ma combattute e vinte queste oscure insidie, altre non meno pericolose -minacciavano la sicurezza del mio avvenire perchè soccombendovi avrei -perduto gran parte del mio benessere morale e del mio valore umano. Ero -travolto in una ridda di piaceri, i quali occupavano le mie giornate, -e spesso le mie notti, allettandomi con lusinghe che accarezzavano -il mio amor proprio, fomentavano la mia ambizione, e attutivano le -commozioni più nobili. E qui credo che la mia salvezza fu il medesimo -straordinario favore con cui venni accolto nella cerchia della frivola -vita mondana. S'io non l'avessi veduta che da fuori, se fossi stato -costretto a fermarmi sulla soglia struggendomi nel vano desiderio -d'entrare, forse oggi m'indugerei ancora là, cupido e deluso spettatore -di gioie a me negate; o se avessi ottenuto soltanto un accesso -limitato, seguiterei a lottare ardentemente per farmi avanti. - -«Ma ricevuto addirittura nei più sacri penetrali dell'alta sfera a -cui anelavo, potei presto scorgere tutta la vacuità, tutta la nullità -di quella bagattella che noi anglosassoni chiamiamo _fashion_.[5] Non -già che non v'incontrassi affatto la grazia, lo spirito, la coltura, -la finezza ch'io m'attendevo di trovarvi o che queste belle qualità -fossero accompagnate sempre da altre meno pregevoli. No: io credo -veramente che tutte le classi sociali possano vantare i loro eroi e -le loro eroine, e che vi sono tra i mondani, uomini e donne le cui -virtù rifulgerebbero anche in un deserto. Nè disprezzo le formalità -e le cerimonie, decorose in sè, e fonti d'eleganza e gentilezza di -costumi. Finchè vi sarà una classe di gente segnalata dalla buona -educazione e dalla raffinatezza delle maniere, e un'altra di cui sono -proprie l'ignoranza e la volgarità, vi dovrà essere tra loro una linea -di divisione, ch'è naturale e che forse nessuna delle due desidera -varcare. - -«Ma questa barriera non è la mondanità elegante, non è la _fashion_, la -quale spesso esclude le qualità caratteristiche della prima e ammette -liberamente quelle della seconda. E se io ardisco fare una distinzione -fondata sopra un più alto concetto, gli è perchè ho veduto da vicino -quanto sia fallace l'opinione comune che le distingue secondo vane -apparenze. - -— Siete molto giovane per filosofare così profondamente, — disse -il signor Amory. — Più d'uno volta le spalle, disgustato, ad -un'aristocrazia in cui non gli è riuscito d'ottenere accesso, ma ben -pochi, ottenutolo, vi rinunziano. - -— Ben pochi, forse, almeno tra i _giovani_, — rispose Guglielmo — -hanno avuto le occasioni che ebbi io di penetrarne i segreti. Credo -di poter dire senza tradimento, posto che parlo in generale, d'aver -veduto nella così detta aristocrazia del nostro paese, ignoranza, -sguaiataggine, bassezza ed immoralità assai maggiori che non avrei -creduto ammissibile. Ricordo frequenti casi in cui il più compito -gentiluomo, o la più bella signora d'un circolo brillante, mostrò di -non possedere neanche nozioni elementari in materie comunissime. Fui -presente a ricevimenti splendidi per lusso ed eleganza, disonorati -da esempi d'inciviltà e di rozzezza d'animo che offendevano del pari -il buon gusto e la delicatezza. Osservai come la folle prodigalità in -certe cose fosse ricattata con un'egoistica e spregevole parsimonia in -certe altre: vidi uomini e donne manifestare una mancanza di principî -morali e religiosi, la quale prova che l'occupare un alto grado sulla -terra non preserva l'anima da quelle contaminazioni che la rendono -indegna d'essere un giorno assunta in cielo. - -— Sì, ho notato cotesti fatti anch'io, — fece Filippo Amory — ma la mia -esperienza del mondo è eccezionale, e le circostanze hanno acuito la -mia perspicacia. Mi fa però maraviglia che abbiano attratto la vostra -attenzione. - -— Non già a bella prima. Lo splendore del gran mondo m'aveva -abbagliato, accecato, e soltanto a poco a poco riacquistai la chiarezza -delle mie percezioni. Il sospetto della sua vanità, della sua falsità, -si fondò su varie prove d'egoismo, di follia, di durezza che caddero -sotto i miei occhi. Quanti bassi inganni, quali meschine rivalità, -quali colpevoli oblii dei più sacri doveri potrei riferirvi! Ma -non voglio palesare i segreti di singole persone, nè tediarvi col -raccontarveli! - -«Fui specialmente colpito dall'effetto che la continua ricerca -del piacere produce sui sentimenti, sul carattere, sulle affezioni -domestiche della donna. Sebbene io portassi nel cuore un'immagine di -fanciulla buona e pura, e dolce fosse la rimembranza, questo vivente -ideale sarebbe forse stato espulso dal suo trono e soppiantato da -qualcuna delle fulgide bellezze che ammaliavano i miei sguardi, se alla -perfezione del volto avesse corrisposto quella dell'anima. Vi saranno, -anzi non dubito che vi siano, nelle alte sfere mondane, donne egregie -più ammirabili ancora per l'eccellenza e la nobiltà della loro natura -che per la grazia e i pregi esteriori onde vanno adorne; ma tra quelle -ch'io conobbi da presso, nessuna poteva sostenere il paragone con la -modesta giovanetta, presente sempre al mio pensiero, la quale è il -modello di tutte le virtù femminili. - -«Non è quindi da maravigliarsi se le altre non uguagliavano il mio -concetto delle qualità che rendono una donna degna d'amore, poichè -le misuravo alla stregua del carattere di Gertrude. Come non avrei -rilevato il contrasto tra la stoltezza, la frivolezza, l'egoismo che -mi vedevo dintorno, e la mente cólta, il cuore amoroso, l'abnegazione -dell'amica lontana? Ella possiede tutto ciò che può abbellire la vita -d'un uomo, dovunque lo conduca la sua sorte: e non riuscirete mai a -persuadermi che una tale compagna debba essere di peso e d'ostacolo in -cosa alcuna a colui che avrà la grande fortuna di chiamarla sua. - -«Quanto a me, non ambisco nulla che questa unione non m'offra. Mi -avete parlato d'aristocrazia; la più alta, la sola vera ai miei occhi -è quella a cui Gertrude appartiene per tutti i titoli e di cui potrebbe -essere uno dei più splendidi ornamenti: l'aristocrazia della gentilezza -di costumi, della cultura intellettuale, della grazia e della bellezza. -M'avete parlato di ricchezze: se Gertrude non ha denaro nella sua -borsa, ha però un'anima d'oro schietto, provata nella fornace del -dolore e del sacrificio ed uscitane lucente e pura d'ogni lega. M'avete -parlato di famiglia, d'onorevoli natali. Ella non ha parenti e la sua -origine è avvolta nel mistero; ma il sangue che scorre nelle sue vene -onora la stirpe da cui discende, e ogni palpito del generoso suo cuore -la congiunge a quanto v'è di nobile al mondo. - -«Sul soggetto della bellezza siete stato eloquente. Quand'io mi separai -da lei, ella era ancora in tutto, fuorchè nel carattere, quasi bambina, -toccando appena i tredici anni. Benchè molto mutata, ed in meglio, -dal tempo ch'era venuta tra noi, non credo che al comune degli uomini -sarebbe parsa bella; ma se io non fossi stato su questo punto del tutto -indifferente, il grande amore che le portavo m'avrebbe reso incapace -d'un giudizio imparziale. - -«Ricordo bene, però, la viva indignazione da me provata udendo una -volta un commesso, mio collega, che l'aveva veduta con me in una -delle nostre passeggiate, fare un dileggioso confronto tra lei e -la bellissima figliuola del nostro principale (la stessa signorina -Clinton di cui si parlava dianzi), e l'altrettanto viva gioia con -cui, essendo io presente a un esame nella scuola ch'ella frequentava, -intesi la direttrice, una certa signorina Browne, dire à una signora -che Gertrude Flint prometteva molto sia nella persona che nella mente. -Se abbia mantenuto le sue promesse quanto alla persona non sono in -grado di sapere; ma ricordando la sua fine e graziosa figurina, i suoi -grandi occhi splendenti d'intelligenza, il viso animato dal calore -del sentimento, la serena e quasi maestosa espressione che la purità -dell'anima dava ai suoi lineamenti ancora infantili, ella m'appare come -l'incarnazione di tutto ciò che ho di più caro. - -«Sei anni devono aver mutato il suo aspetto, ma sicuro non le hanno -fatto perder nulla di quanto io pregio in lei. Ella possiede attrattive -sulle quali il tempo non ha potere: una grazia ch'è un dono del Cielo, -una bellezza ch'è eterna. Che cosa potrei chiedere di più? - -«Non v'immaginate dunque, — egli proseguì dopo una breve pausa — che -la mia fedeltà alla compagna della mia adolescenza derivi unicamente -da un senso di gratitudine. Io, è vero, le devo molto, assai più che -non possa mai ripagare: ma l'onesta fiamma di cui ardo per la nobile -fanciulla, nasce dall'amor sincero d'una purità di carattere e d'una -semplicità di cuore senza pari. - -«C'è forse nella vita faticosa e folle del bel mondo, nel fasto -della ricchezza, negli omaggi di una folla oziosa, qualche cosa che -possa appagarmi il cuore, elevarmi lo spirito, e incoraggiare la -mia attività, quanto il pensiero d'un focolare domestico tranquillo -e felice, a cui presieda un'anima di donna con la quale l'anima -mia viva in una comunione d'amore e di fede che il tempo non varrà -a distruggere; che la morte renderà viepiù salda e sicura nella -beatitudine eterna? - -— E quella che tanto amate.... siete certo.... — cominciò il -signor Amory parlando con visibile sforzo; ma la voce gli mancò, e -s'interruppe. - -— No, non sono _certo_, — rispose Guglielmo, prevenendo la domanda. — -Non ho ragioni d'abbandonarmi alla speranza che teneramente vagheggio -da anni, ma non mi pento d'avervi parlato con sincerità e candore, -perchè dovesse ella infliggermi il dolore d'una fredda ripulsa, io -sarei sempre superbo d'averla amata. Dal momento che ho rimesso il -piede sul suolo americano fino ad oggi, sono sempre stato trattenuto -da doveri che, per quanto sacri, facevano fremere d'impazienza il mio -cuore anelante alla libertà di seguire i propri impulsi. Finalmente -con questa mia visita, signor Phillips, — e così dicendo si alzò per -accomiatarsi — io ho adempito all'ultimo obbligo impostomi dall'ottimo -mio socio ed amico, e domani mi sarà concesso d'andare dove soltanto il -dovere potè impedirmi di correre appena arrivato in patria. — - -Egli porse la mano a Filippo Amory che la prese con una cordialità ben -diversa dalla tiepida accoglienza fattagli quando s'era presentato a -lui. - -— Addio! — gli disse questi. — Il mio sincero desiderio che i vostri -voti siano coronati da un lieto successo v'accompagna. Ma, ne sono -sicuro, un giorno o l'altro rammenterete tutto ciò che vi ho detto -stasera. - -— Strano uomo! — pensava Guglielmo dirigendosi verso l'albergo dove era -alloggiato. — Con quale calore mi ha stretto la mano nell'accomiatarmi! -Quanto è stato amichevole il suo saluto nonostante la freddezza con cui -m'aveva accolto e la mia pertinacia nel combattere le sue opinioni e -respingere i suoi consigli! — - - - - -XLV. - - .... è un'ardua impresa - Disciplinare il cuor pria che domati - N'abbian gli anni e i dolori i fieri spirti - E la calma impassibile fortezza - Apprendergli che sol chi soffre acquista. - - HEMANS. - - -La signora Prime aperse l'uscio del salotto, sporse la testa girando -cautamente lo sguardo intorno, poi, col passo furtivo d'un gatto di -casa che s'avventura un po' oltre i limiti usati, s'avanzò dicendo: - -— Signorina Gertrude, che Dio vi benedica! Vi date mai un da fare! Ecco -che ora preparate per il bucato quelle immense tende della signora -Graham! Io non me la piglierei cotesta briga: sapete che sarà qui -appena tra quindici giorni, sicchè la signora Ellis ha tempo bastante. - -— Oh, fo per non stare con le mani in mano!-rispose la fanciulla; -poi, guardando piacevolmente la vecchia cuoca, soggiunse: — Bella cosa -essere di nuovo tutti a casa, eh, signora Prime? - -— Bellissima! — esclamò questa con enfasi. — Ma.... spero che il -dirlo non sia nulla di male.... sarebbe meglio ancora se si potesse -continuare a starcene così tranquilli, senza intrusioni! — - -Gertrude sorrise. - -— Mi sembra d'essere tornata al buon tempo antico, quando venni qui la -prima volta..... — E fece, sospirando: — Ero una bambina, allora! - -— O adesso che cosa siete? Per amor del Cielo, signorina Gertrude, -non vi sognate d'invecchiare. _Chi si sente_ giovane _è_ giovane.... -Vedete, per esempio, la signorina Marta Pace.... - -— Volevo appunto chiedere sue notizie, — disse la fanciulla riprendendo -le forbici, e cominciando a scucire un'altra tenda. — È sempre viva e -in buona salute? - -— Lei? Dio buono! Quella lì non morirà mai. Le vecchie che hanno -un'anima di giovanottina, campano in eterno. Ma io ero venuta giusto -per parlarvene, della signorina Marta.... Il ragazzo che ha portato -il pane stamani era incaricato d'una sua imbasciata per voi: dice che -desidera vedervi appena vi sia possibile. Ma s'io fossi ne' vostri -panni non avrei furia di correre là.... nè là nè in altri posti.... -Avete bisogno di riposarvi, signorina Gertrude; io vedo che non state -bene, siete sbattutina.... - -— Desidera vedermi? Povera creatura! Voglio andarci oggi stesso. Non vi -mettete in pena per me, signora Prime: io sto benissimo. — - -E ci andò. Era il secondo giorno che passava nella più angosciosa -incertezza, ed ogni occasione di muoversi, d'occuparsi, veniva da lei -afferrata avidamente. - -Trovò la signorina Pace quasi piegata in due dai reumatismi, vestita -meno accuratamente dell'usato e coccoloni davanti a un focherello di -fascine e di trucioli. Sembrava tuttavia di umore abbastanza buono, e -salutò la comparsa di Gertrude con esclamazioni di cordiale piacere. - -La curiosità, per cui s'era sempre distinta, pareva crescere anzichè -diminuire con gli anni e gli acciacchi. Ella tempestò la fanciulla -di domande su ciò che aveva fatto durante quell'anno d'assenza, sulle -cose che aveva vedute, sulle persone che aveva frequentate. Si mostrò -particolarmente desiderosa d'informazioni circa la vita di Saratoga, -le mode sfoggiatevi dalle eleganti, le opportunità che il luogo offriva -alle ragazze di trovare un partito vantaggioso. - -— Voi dunque, — disse a Gertrude dopo che questa l'ebbe pazientemente -sodisfatta — non avete ancora eletto un compagno. Peccato. È vero, — -proseguì con una smorfietta e un lieve gesto della mano — è vero che -non è mai tardi per meditare il nodo coniugale, anzi spesso è stretto -quanto mai felicemente da persone di cinquant'anni e più; nè certo una -fanciulla nel fiore dei suoi giorni come voi, può disperar d'incontrare -un giovane sposo. Nondimeno la vita è raddoppiata quando è divisa con -un compagno geniale: ed io mi confidavo che noi, signorina Gertrude, -avremmo l'una e l'altra contratto prima d'ora una sì fatta unione. -L'esperienza detta le mie parole quando dichiaro che la protezione d'un -consorte è preziosa per la donna. - -— Ma spero, signorina Marta, che voi non abbiate dovuto soffrire a -cagione di cotesta mancanza. - -— Al contrario, ne ho sofferto terribilmente! Sappiate però che -i dolori più crudeli sono stati quelli del sentimento: sì, del -sentimento, ch'è la parte più delicata della natura femminile e che -meno può sopportare le ferite. - -— Mi duole assai di sentire che abbiate avuto anche voi le vostre -afflizioni. Credevo che vivendo così sola vi fossero almeno risparmiate -certe prove. - -— Oh, signorina Gertrude! — esclamò la vecchia zittella levando in -alto le mani e parlando con un tono lamentoso che avrebbe commosso la -sua interlocutrice se fosse stato un tantino meno ridicolo. — Avessi -io le ali d'una colomba per involarmi lontano dai miei consanguinei! -Mi lusingavo d'essermi sottratta alle loro ricerche, ma nel volgere -di quest'ultimo anno sono riusciti a scoprire il mio ritiro, e non -posso più eludere la loro vigilanza. Appena comincio a rimettermi dal -colpo d'una visita, il cui solo fine, senza dubbio è quello di far -l'inventario dei miei averi e misurare la lunghezza del mio resto di -vita, ecco gli avvoltoi svolazzar di nuovo intorno alla mia dimora. Ma, -— ella esclamò alzando la voce e gongolando manifestamente in cuor suo -— cadranno nel proprio tranello, perchè io li burlerò tutti! - -— Non sapevo che aveste qualche parente. Parentela di nome soltanto a -quanto pare. - -— Nome? — disse la signorina Marta con enfasi. — Esulto di gioia -quando penso che non hanno l'onore di fregiarsi d'un casato del quale -sono indegni. No, portano un nome diverso, plebeo, come le loro anime -grossolane. Sono tre fratelli, tutti e tre parimente odiosi ai miei -occhi. Uno di costoro, spregevole bellimbusto, viene qui immaginandosi -d'abbagliarmi e incutermi rispetto con la sua presenza che egli crede -imperiosa: e mi chiama «zia, zia», per attestare una consanguineità da -cui egli ciecamente si illude d'esser fatto più prossimo ai miei beni. -— Eccitata fino al furore ella quasi urlò le ultime parole. — E gli -altri due, — soggiunse non meno rabbiosamente — sono pitocchi! Pitocchi -sono sempre stati, e sempre saranno! Tal sia di loro! Io ne godo! Voi -m'intendete, cara signorina Gertrude, siete una giovane di mente pronta -ed aperta, ed io approfitto della vostra presente «contiguità», la -quale, vogliate o no, potrebbe uno di questi giorni essere interrotta -dall'impazienza di qualche innamorato, per chiedervi un favore ch'io -non avrei mai creduto di dover sollecitare. Ho bisogno di voi.... a -questo fine v'ho fatta chiamare.... per scrivere, — e qui la vecchia -signorina abbassò la voce — le ultime volontà, il testamento di Marta -Pace! — - -La voce sommessa tremava, esprimeva il senso di profonda compassione -per sè medesima onde Marta Pace era compresa, e a cui Gertrude -partecipava sinceramente. Questa acconsentì di buon grado a sodisfare -il suo desiderio, in quanto poteva, avvertendo però che ignorava -totalmente le forme legali. - -Con suo stupore la vecchina affermò la propria perfetta cognizione di -tutte le disposizioni della legge per il caso dato; e infatti dettò il -contenuto dell'importante documento in modo sì completo e impeccabile, -che quando, avendo alcuni mesi dopo la signorina Pace reso l'anima -a Dio, venne trovato debitamente munito di testimonianze, firma e -suggello, non fu possibile attaccarlo per alcun vizio di forma od -altro, ed ebbe pieno effetto. - -Ma colui ch'era nominato unico erede dell'abbastanza considerevole -facoltà, non volle accettarla se non per distribuirla equamente tra -i parenti della testatrice più bisognosi e più degni. Quantunque -gli uomini rispettabili che avevano prestato ufficio di testimoni -protestassero essere Marta Pace stata sana di mente e conscia dei -propri atti fino all'ultimo momento, egli dichiarò di non poter -ammettere che una persona in possesso del suo buon senso commettesse -la pazza stravaganza di lasciare ad un estraneo tutti i suoi risparmi -faticosamente accumulati e gelosamente custoditi per lunghi anni. - -Quell'erede universale era Guglielmo Sullivan, il cavaliere dalle -rosee guance, il quale per lo stesso spirito cavalleresco che gli aveva -guadagnato il vergine cuore e la gratitudine perenne della signorina -Marta, ricusava una ricompensa tanto sproporzionata al lieve servigio -reso. - -Il testamento recava un preambolo, esilarante e commovente ad un tempo, -in cui la bizzarra vecchietta esponeva nel suo stile caratteristico le -ragioni e i sentimenti che avevano determinato la scelta del suo erede. - - -«Una gentildonna già innanzi negli anni ma aggrappata ancora alla -vita e alle sue speranze e, riluttante ad abbandonarle, per quanto -provata da contrarianti vicissitudini, è stata ultimamente costretta -dai suoi parenti a rammentarsi che innanzi il rifiorire di un'altra -primavera ella potrebbe essere chiamata a raggiungere i Pace defunti: -ramo della famiglia che avvenuta la sua dipartita sarà estinto. Col -più cortese degl'inchini e un grazioso cenno della mano la signorina -Marta saluta passando i rappresentanti dell'altro ramo, e li ringrazia -del previdente pensiero di ricordarle, prima che fosse troppo tardi, -l'opportunità di designare la persona in cui favore ella desidera -prendere le sue disposizioni testamentarie. - -«E però ella ha girato tutt'intorno lo sguardo, ha riveduto nello -specchio della memoria tutti i suoi conoscenti, ed ha eletto l'erede. -Il giovane stesso, il più perfetto tra i giovani gentiluomini -dell'epoca nostra, spalancherà gli occhi attonito e dirà: «Signora, io -non vi conosco!» Ma, caro signore, Marta Pace, benchè vecchia, brutta -ed inferma, ha un cuore che sente con ardore giovanile. Ella non ha -scordato, e col suo ultimo atto vuol dimostrare quanto viva sia la -rimembranza, il bel garzone dalle rosee guance che un giorno la sollevò -dal suolo coperto di ghiaccio, passò la sua mano avvizzita sotto il -proprio vigoroso braccio, e con radiosi sorrisi e confortanti parole, -scortò la vecchierella afflitta da reumatismi fino alla casa ove doveva -porsi al riparo dalle intemperie invernali. - -«La signorina Marta ha un naturale amore della cortesia, e la deferenza -mostrata da un gaio e bellissimo giovanetto all'invalida e spregiata -vecchiezza d'una povera donna ha toccato in lei una corda sensibile. La -signorina Marta possiede, non è un segreto, un piccolo tesoro, frutto -dei suoi risparmi d'anni ed anni, e poichè ella non potrà vigilare -sull'uso che ne sarà fatto, ha, dopo qualche intima lotta, risoluto -di preservarlo da profanazioni trasmettendolo ad una persona dotata di -vera gentilezza qual'è il signor Guglielmo Sullivan, persuasa ch'egli -non farà mai disonore alla primitiva proprietaria, nè permetterà che le -ricchezze da lei accumulate si sperdano per vie volgari.» - - -Seguiva un inventario del patrimonio; bizzarro patrimonio composto d'un -miscuglio eterogeneo di ogni sorta di valori, e infine un testamento -redatto in forma accuratamente legale, che lo assegnava all'erede -nominato senza aggravio alcuno di legati o altri obblighi. - -Non fu un agevole compito per Gertrude raccogliere e mettere in -iscritto esattamente le idee che la confusa dettatura della vecchietta -voleva esprimere; e tre o quattro ore passarono prima che il documento -fosse ricopiato e la paziente e diligente scrivana libera di tornarsene -a casa. - -Il cielo era nuvoloso, e una pioggia minuta cominciava a cadere -quand'ella si mise in cammino; ma la distanza non era grande, e tutto -il male si ridusse a una bagnatina. - -Emilia avvertì subito che i suoi vestiti erano un po' umidi. - -— Va' nel salotto, — le disse — e siediti accanto al fuoco. Io non -scenderò che per il tè; ma c'è il babbo che gradirà molto la tua -compagnia; è stato solo tutto il pomeriggio. — - -La fanciulla trovò il signor Graham nella sua poltrona, davanti a un -bel fuoco di legna, sonnecchiando col giornale in mano. Ella prese un -libro e una seggiola, e andò a porsi vicino a lui. Ma il calore essendo -per lei eccessivo, si ritirò presto sur un sofà, all'altro lato della -stanza. - -In quella udì una scampanellata alla porta d'ingresso. La serva, che -appunto passava per l'atrio, aperse, e immediatamente fece entrare nel -salotto il visitatore. - -Era Guglielmo! - -Gertrude si rizzò, ma tremava da capo a' piedi così forte, che non osò -muovere un passo. Egli venne innanzi, la guardò, esitante, poi domandò -inchinandosi: - -— La signorina Flint?... È qui? — - -Ella divenne di fiamma. Volle rispondere e non potè. - -Non era necessario, del resto. Quel rossore bastava. Guglielmo la -ravvisò, mosse vivamente verso di lei, le afferrò la destra. - -— Gertrudina! È mai possibile? — - -La franchezza e la semplicità delle sue maniere, l'ardore con cui le -aveva preso e le teneva stretta la mano tranquillarono alquanto la -turbata giovanetta. Il ghiaccio era rotto. Le riapparve per un istante -il caro ragazzo d'una volta, il compagno della sua infanzia, l'amico -diletto. - -— Oh, Guglielmo, sei tornato finalmente! Sono tanto contenta di -vederti! — - -Il suono delle loro voci destò il signor Graham che s'era appisolato -e non aveva udito nè la scampanellata nè il passo del visitatore. Si -voltò nel suo seggiolone, poi si alzò da sedere. Guglielmo abbandonò la -mano di Gertrude e si fece incontro al padrone di casa. - -— Il signor Sullivan, — balbettò ella tentando di compiere secondo le -regole la formalità della presentazione. - -E scambiata che ebbero i due signori la stretta di mano di prammatica, -sedettero tutti e tre. - -Allora Gertrude fu ripresa dal suo turbamento. Non è raro il caso -che, quando due amici intimi si rivedono dopo una lunga separazione, -si salutino e s'abbraccino cordialmente, e poi, nonostante tutte le -cose che avrebbero da dirsi e che fanno ressa nel loro cervello, -cose da fornir materia di conversazione per una settimana, nulla -d'importante venga loro sulle labbra, e a un momento di silenzio segua -una qualche domanda insulsa o frivola, per esempio rispetto al viaggio -dell'arrivato, al suo bagaglio, o simili. Ma ella non aveva bisogno di -risposta neppur a queste. Aveva già veduto Guglielmo; sapeva da quanti -giorni era di ritorno, e di dove fosse venuto, e perfino con quale -piroscafo; mentre dall'altro canto le premeva di nasconderglielo. Il -suo impaccio si comunicò a lui, e la presenza del signor Graham, che -era una costrizione per entrambi, faceva peggiore il caso. - -Infine il giovane disse: - -— Quasi non vi riconoscevo, Gertrude: anzi non v'ho riconosciuta.... -Come.... - -— Come siete venuto? — fece bruscamente il vecchio interrompendolo, -senza aver l'aria d'avvedersene. - -— Con l'_Europa_, — rispose egli. — Sbarcai a Nuova York circa una -settimana fa. - -— Intendevo qui, — replicò l'altro, piuttosto secco. — Avete preso -l'omnibus? - -— Scusate, signore, — disse Guglielmo — non avevo capito. No, ho -noleggiato un calessino. - -— S'è occupato qualcuno del vostro cavallo? - -— L'ho attaccato davanti alla casa. — - -Guglielmo andò alla finestra per vedere se l'animale fosse ancora dove -l'aveva lasciato. Scendeva già il crepuscolo. - -Il signor Graham tornò ad accomodarsi nella sua poltrona, e si mise a -guardare il fuoco. Seguì una seconda pausa, più penosa della prima. - -Questa volta ruppe il silenzio Gertrude, rispondendo all'osservazione -interrotta: - -— Anche voi siete molto mutato. — - -Subito temè che le sue parole lo avessero ferito, potendo egli -interpretarle in senso ben diverso, e di nuovo il sangue le affluì alle -gote. - -Ma egli non parve addarsene. - -— Sì, — disse — il clima dell'Oriente produce notevoli alterazioni -nell'aspetto di una persona; ma non credo d'esser mutato quanto voi. -Pensate, Gertrude, ch'eravate una bambina quando io partii da Boston! -Dovevo pur sapere che troverei una signorina fatta, ma non me la -figuravo punto! - -— Quando lasciaste Calcutta? - -— Verso la fine di febbraio. Passai la primavera a Parigi. - -— Non me lo scriveste, — mormorò Gertrude con voce spenta. - -— No, perchè ero in procinto sempre d'imbarcarmi, e volevo farvi -un'improvvisata. — - -Ella sentì di non aver mostrato la maraviglia che egli s'attendeva, e -si confuse. Tuttavia ripigliò: - -— Fui veramente in pena per la mancanza di lettere; ma ci rivediamo, -Guglielmo, e ne sono lieta di tutto cuore. - -— Oh, non potete esserne lieta al pari di me! — egli disse abbassando -la voce e guardando la fanciulla con grande tenerezza. — Più vi guardo -e più voi mi sembrate la _Gertrudina_ d'un tempo.... Comincio a credere -però che avrei dovuto scrivere e annunziarvi il mio arrivo. — - -Gertrude sorrise. Le maniere di Guglielmo erano così immutate, le sue -parole così affettuose, che sarebbe stata ingratitudine mettere in -dubbio la sua amicizia, se anche ella non era più tutto per lui. - -— Ma no, — rispose — le improvvisate mi sono sempre piaciute. Non ve ne -ricordate? - -— Se me ne ricordo? Io non ho scordato nulla di ciò che vi -piaceva. — - -In quel momento gli uccellini indiani la cui gabbia pendeva nel -vano della finestra presso la quale il giovane era seduto, presero a -cinguettare come solevano verso sera. Egli alzò gli occhi. - -— Sono i vostri uccellini, — disse ella — quelli che mi mandaste da -Calcutta. - -— Sempre tutti vivi e sani? - -— Sì, tutti. - -— Siete stata per loro una padroncina amorosa. Quelle creaturine sono -tanto delicate! - -— Li ho molto cari. - -— Oh, voi, Gertrude, vi prendete tal cura di coloro che amate, da -conservarli in vita quanto più a lungo sia possibile! — - -Il tono, meglio ancora che le parole, esprimeva il suo sentimento. -Gertrude tacque. - -— La signorina Graham sta bene? — domandò Guglielmo. - -Ella rispose che i suoi nervi avevano sofferto una grande scossa nella -terribile catastrofe per cui era passata; vennero così a discorrere -del piroscafo incendiato, ma la fanciulla s'astenne dal dirgli che si -trovava anche lei tra i passeggeri. - -Guglielmo parlò con viva commozione del disastro, biasimò severamente -la temerità e la negligenza che lo avevano cagionato; e terminò dicendo -che v'erano a bordo alcuni suoi pregiati amici, ma ch'egli ignorava -che ci fosse tra essi la signorina Graham, da lui venerata ed amata per -amor di Gertrude. - -A poco a poco la conversazione dei due giovani andava facendosi -più spigliata, inclinava all'antica familiarità. Egli era venuto a -sedersi sul canapè, accanto a lei, a fine di parlare più liberamente, -perchè sebbene il signor Graham fosse, o almeno sembrasse di nuovo -addormentato, non si poteva già dimenticare la sua presenza. - -Ma Gertrude evitava a bello studio certi soggetti sui quali sarebbe -stato naturalissimo che s'intrattenessero, e anzi ch'ella manifestasse -una curiosità affettuosa: le cause dell'inopinato ritorno di -Guglielmo, la durata della sua permanenza in patria, i suoi disegni -per l'avvenire, e segnatamente le ragioni che lo avevano indotto a -differire più d'una settimana, dopo arrivato, la visita alla fida -amica. Ella vietava a sè stessa queste domande. Non si sentiva -preparata a ricevere nè a chiedere le sue confidenze su cose che -indubitatamente concernevano il suo fidanzamento con Isabella Clinton; -pertanto non solo non lo interrogò in proposito, ma si diede gran -pena di stornare il discorso s'egli accennava a dirne qualche cosa. -E Guglielmo, ferito nel profondo dell'anima da quell'apparente strana -indifferenza, si ratteneva dal forzarla ad ascoltare particolari dei -quali ella mostrava di non curarsi. - -Parlarono della vita di Calcutta, delle novità di Parigi, della scuola -dov'ella aveva insegnato, e di molte altre cose, ma non dissero parola -di ciò che stava loro sul cuore. Infine una delle persone di servizio -si presentò sulla soglia, e, senza vedere Guglielmo, avvertì che il -tè era pronto. Il signor Graham si rizzò, e si volse, dando le spalle -al fuoco. Si rizzò tosto anche il giovane e fece per accomiatarsi. -Con rigido tono d'urbanità il padrone di casa lo invitò a rimanere. -Gertrude avrebbe voluto insistere perchè accettasse, ma egli ringraziò -ricusando così recisamente ch'ella comprese che la poco graziosa -accoglienza del signor Graham lo aveva offeso. - -Il vecchio gentiluomo non sentiva punta simpatia per i giovanotti -in generale, e Guglielmo era venuto a disturbargli la beatitudine -d'una di quelle ore di quiete e libertà, divenute piuttosto rare; -inoltre, e questo era il peggio, ricordava sempre con amaro cruccio -che Gertrude aveva abbandonato Emilia e lui (così egli considerava la -sua coscienziosa elezione tra due doveri in conflitto tra loro) a fine -d'assistere i parenti di quell'importuno visitatore. E, si capisce, -questo ricordo non era proprio a conciliare al giovane Sullivan l'animo -d'un uomo così caparbio e ostinato nei suoi pregiudizi. - -Gertrude accompagnò il suo amico fino alla porta di casa. La pioggia -era cessata, ma il vento fischiava sotto il portico. Voleva essere -una serata fresca. Guglielmo s'abbottonò l'abito, mentre s'accomiatava -promettendo di ritornare il giorno seguente. - -— Non avete soprabito, — ella disse. — L'aria della notte è frizzante, -e voi siete avvezzo a un clima caldo. Fareste bene a prendere questo -scialle. — - -Tolse dall'attaccapanni un grave _plaid_ scozzese che ci si trovava -sempre per un caso di bisogno. - -Egli se lo gettò sul braccio ringraziandola, poi le prese tutt'e due le -mani tra le proprie, e la guardò fisso negli occhi, come se bramasse -dirle qualche cosa. Ma visto ch'ella li distoglieva dal suo sguardo -amoroso, si spiccò da lei, la salutò con viso turbato e scese la -scalinata di corsa. Gertrude stette con la gruccia della porta in mano -finchè udì risonare i passi del suo cavallo sulla strada, poi chiuse -a precipizio e s'affrettò a nascondersi nella sua camera. Ella aveva -sostenuto valorosamente la prova di quell'incontro tanto desiderato e -tanto temuto, aveva recitato la sua parte con calma e naturalezza; ma -adesso tutto il suo coraggio l'abbandonava; pensava ai giorni, ai mesi, -agli anni futuri, e comprendeva che prove più tremende l'aspettavano. - -Se Guglielmo si fosse mutato essenzialmente, se fosse divenuto lo -zerbinotto spensierato, galante, mondano, o l'uomo d'affari, di cuor -freddo, e intento solo ai guadagni, ch'ella ultimamente, a volta -a volta, s'era figurata di dover forse trovare in lui, se l'avesse -salutata con gelida formalità, o con dura indifferenza, o con goffo -riserbo, avrebbe potuto disprezzarlo, compatirlo o biasimarlo, e -quindi amarlo meno. Ma ritornava qual'era partito: franco e generoso, -affettuoso e virile; le manifestava la stessa calda cordialità, la -stessa delicata tenerezza di prima. Insomma era il Guglielmo ch'ella -aveva tanto sognato, tanto amato. Evidentemente, pur avendo dato il -cuore ad un'altra, non dimenticava l'amica della sua adolescenza. -Amava Isabella d'amore, ma conservava per Gertrude un sentimento quasi -fraterno. E mai non s'era pensato d'essere per lei più che un fratello. - -Conveniva dunque ch'ella si preparasse a sopportare la pena crudele -di vederlo e udirlo parlare della sua fidanzata, e augurargli ogni -felicità come una sorella al buon fratello affezionato. Ella doveva -vincere una passione di cui fino allora non aveva conosciuto tutta -la potenza, e trasformarla in semplice amicizia. A quest'idea il suo -povero cuore dolorante si gonfiava, palpitava con violenza selvaggia, -irrefrenabile. - -Si gettò sul letto, nascose la faccia nel guanciale, e pianse. - -La scosse una leggera picchiata all'uscio. Credendo che la chiamassero -per il tè, disse senza alzarsi: - -— Siete voi, Gianna? Non ho voglia di prender nulla stasera.... - -— Non vengo per questo, signorina; — rispose la ragazza — c'è una -lettera. — - -Gertrude balzò a terra e corse ad aprire. - -— Un ragazzino me l'ha consegnata, ed è scappato a gambe, — proseguì -Gianna mettendole in mano un plico voluminoso. — M'ha raccomandato di -darvela immediatamente. - -— Portatemi un lume, — disse ella. - -Mentre la servetta andava per il lume, Gertrude esaminava il plico -cercando d'indovinare che potesse contenere quella missiva di così -straordinarie dimensioni e tanto pesante. Non credeva possibile -che fosse la risposta del signor Amory: l'aspettava al più presto -entro il giorno seguente. Da chi mai proveniva? Ma non appena Gianna -rientrò recando luce nella stanza, ella riconobbe la scrittura di lui: -ansiosamente ruppe il suggello ed estrasse dalla busta parecchi fogli -coperti di fitti caratteri. - -Li lesse con un'avidità e un'intensa commozione, che la grave -importanza del contenuto ben giustificava. - - - - -XLVI. - - Ha rapide e violente ore la vita - Che nel precipitoso corso l'opra - Fanno d'una tempesta.... - - HEMANS. - - -Il manoscritto diceva così: - - -«Figliuola mia, mia dolce e amorosa creatura. - -«Poichè tu stessa m'incoraggi assicurandomi che il peggiore dei miei -timori era infondato (il timore che fin dalla tua fanciullezza il mio -nome fosse stato infamato al tuo orecchio e il tuo giovane cuore avesse -appreso ad aborrire tuo padre); poichè posso fare appello a te come -a un giudice imparziale, ti rivelerò il dramma della mia vita; e ti -proverò così che sei veramente mia figlia confidandomi che tu almeno mi -crederai e m'amerai ad onta dell'ingiustizia del mondo. - -«Non voglio nasconderti nulla. Voglio palesare anzi subito ciò che -più pavento di dire: le spiegazioni che seguono varranno, spero, ad -attenuare l'orrore della mia storia. - -«Il signor Graham è il mio patrigno, e la mia santa madre, morta da -lunghi anni, fu in tutto, fuorchè nell'opera della natura, la vera -madre d'Emilia. Ma quantunque io sia, a questo titolo, congiunto di -coloro che tu ami tanto, mi divide da essi una terribile maledizione: -perchè fu la mia quella mano sciagurata che precipitò l'infelice -Emilia in perpetue tenebre, (oh, non odiarmi ancora, Gertrude!). E -non è tutto: a questo fatto orrendo s'aggiunse una grave accusa che -mi denigrava agli occhi dei miei simili: l'accusa d'un delitto basso e -vergognoso. Pure, io che vivo sotto un bando, io che vo errante per il -mondo col cuore spezzato, vittima d'un funesto destino, sono innocente -d'ogni colpa volontaria, come tu sarai persuasa se puoi fidare nella -veracità di ciò che ti narro. - -«La natura mi diede e l'educazione alimentò in me uno spirito ribelle. -Ero l'idolo di mia madre, donna di debole complessione, la quale -sebbene m'amasse d'un amore per cui benedico sempre la sua memoria, -non aveva l'energia necessaria a domare e governare la mia indole -appassionata e pertinace. Tuttavia, per quanto indisciplinato, non -inclinavo nè alla malvagità nè al vizio; m'arrogavo bensì un dominio -incontrastabile, tanto a scuola che a casa, ma mi facevo molti amici, -e nessun nemico. Quand'ecco d'un tratto fu posto un freno all'estrema -libertà di cui godevo. Mia madre, ch'era vedova, sposò il signor -Graham, e subito sentii gravare duramente la mano del suo secondo -marito sulla mia indipendente adolescenza. S'egli m'avesse trattato con -benignità, se si fosse cattivato il mio affetto (come gli sarebbe stato -agevole, perchè il mio cuore ardente e sensitivo era disposto alla -tenerezza e alla gratitudine), egli avrebbe potuto avere un immenso -influsso sul mio carattere non ancora formato. - -«Invece fu il contrario. Egli usò verso di me un contegno pieno di -glaciale freddezza e di sussiego. Al primo tentativo d'accostarmi a -lui, fatto per esortazione della mamma, chiamandolo col nome di padre, -venni respinto sdegnosamente, sicchè mi guardai bene dal ricadere in -questa colpa. Ma di quel titolo ch'egli rifiutava, assumeva però tutti -i privilegi e tutta l'autorità, ferendomi così nei sentimenti più -delicati e nei più fieri, ed eccitando in me uno spirito di ribellione -ad ogni suo comando. - -«Due cose in ispecie mi amareggiavano e accrescevano la mia avversione -contro il prepotente patrigno: l'una era l'assoluta dipendenza dalla -sua liberalità in cui sapevo di trovarmi; l'altra la confidenza fattami -imprudentemente, benchè con benevole intenzioni, da una persona di -servizio ch'era da molto tempo in casa Graham, circa l'origine della -sua antipatia per me: la quale pare fosse un'antica inimicizia tra -lui e mio padre, uomo onorevole e di alti sensi, a cui ero superbo di -rassomigliare, come mi affermavano quelli che lo avevano conosciuto. - -«In questa guerra disuguale io mi trovavo soverchiato dalla forza -preponderante del nemico; ero ancora un ragazzo, soggetto a tutela, -e dall'altra parte non potevo rimaner sordo alle implorazioni di mia -madre che mi supplicava di sottomettermi per amor suo. Quindi io, -soltanto in qualche caso, quando mi pareva d'essere stato trattato -con troppo oltraggiosa ingiustizia, mi ribellavo apertamente; ed anche -allora c'era chi s'adoperava a ricondurre la pace, e almeno l'apparenza -della buona armonia, in famiglia. - -«Così passarono parecchi anni, e, se non giungevo ad amare il -signor Graham, tuttavia la potenza dell'abitudine, i miei studi che -m'occupavano e m'appassionavano, e una crescente padronanza di me -stesso, conferivano a rendermi più tollerabile la vita nella casa del -patrigno. - -«E poi c'era qualche cosa che mi compensava di tutte le mie pene: il -mio amore per Emilia, la quale vi corrispondeva con pari tenerezza. -Non l'amavo già perchè era una preziosa mediatrice tra me e suo padre, -nè perchè si assoggettava pazientemente a tutte le mie volontà e -m'aiutava in tutti i miei disegni; ma perchè le nostre anime erano -fatte l'una per l'altra, e più si sviluppavano e s'espandevano, -più forte le avvinceva un legame che solo una mano barbara poteva -strappare e spezzare. Non mi dilungherò sull'ardore e la profondità di -quest'affezione: basti il dire ch'era divenuta la vita della mia vita. - -«Mia madre morì. Io ero purtroppo allora, a mal mio grado, -impiegato nel banco del signor Graham, e abitavo sempre in casa sua. -D'improvviso, senza ragione e senza scusa, egli cominciò a modificare -la nostra vita domestica, seguendo una condotta non meno stolta -che crudele, la quale irritava il mio orgoglio, torturava i miei -sentimenti, eccitava la mia focosa natura a segno da rendermi quasi -pazzo. Si era proposto di privarmi dell'unico bene che m'allietasse, -che addolcisse i rigori della mia sorte: l'amore d'Emilia. Tralascio -di raccontarti i motivi che io gl'imputavo, i mezzi ch'egli usava: ma -erano tali da cambiare la mia antipatia per lui in odio amarissimo, -la mia riluttante obbedienza ai suoi voleri in aperta e deliberata -opposizione. - -«Lungi dal rassegnarmi a un divieto che stimavo tirannico, cercavo la -compagnia d'Emilia in ogni maniera, e persuadevo la gentile fanciulla a -prestarsi ai miei strattagemmi per sventare i disegni di suo padre. Io -non le parlavo d'amore, non tentavo di legarla a me con una promessa, -non accennavo al matrimonio: un senso d'onore me lo proibiva. Ma -con una giovanile audacia che, temo, era il colmo della follia e -dell'imprudenza, coglievo tutte le opportunità, fosse anche presente il -signor Graham, per manifestare la mia ferma determinazione di mantenere -liberamente con lei quella familiarità affettuosa ch'era nata dalle -circostanze, e non poteva essere più repressa se non con la forza. - -«Emilia cadde malata, e durante sei settimane non mi fu concesso di -vederla un momento. Non appena ella fu in istato d'uscire dalla sua -camera, spiai costantemente un'occasione di parlarle. Alfine mi si -offerse. Eravamo da un'ora insieme nella biblioteca, quando il signor -Graham venne a sorprenderci. Egli s'avanzò verso di noi con una faccia -di cui mai non scorderò la durezza e la severità. Io non mi sgomentai -di quell'intrusione credendomi preparato a sfidarne le probabili -conseguenze; ma non potevo aspettarmi un attacco di ben altra natura. - -«Ch'egli mi rimproverasse di disobbedienza a desiderî da lui datimi a -intendere in ogni possibile modo, che mi dichiarasse più esplicitamente -la sua risoluzione di mettere una barriera tra la sua figliuola e me, -erano cose ch'io prevedevo, e mi trovavo apparecchiato a rispondergli: -ma quando egli proruppe in sanguinose e volgari ingiurie, quando -furiosamente m'investì con ignobili accuse, apponendomi fini egoistici -e vili in cui neppure per un attimo s'era mai fissato il mio pensiero, -ammutolii dallo stupore e dalla collera. - -«Nè questo fu il peggio. In presenza della pura giovanetta ch'io -adoravo egli m'imputò d'uno dei più bassi, più neri delitti, del -delitto di falso, affermando che la mia colpa, allora allora scoperta, -era provata, indubitabile. - -«L'ira che m'ardeva dentro divampò. Alzai la mano, strinsi il pugno. -Che fossi in procinto di fare non so dirtelo. Avrei trovato parole -per asserire la mia innocenza, respingere la calunnia, dimostrare la -falsità dell'imputazione? O, mancandomi la voce soffocata dal furore, -mi sarei slanciato sul mio patrigno, scostandolo da me con violenza, -buttandolo forse a terra, e sarei corso fuori per calmarmi all'aria -aperta e raccogliere il mio spirito? Non posso congetturarlo, perchè in -quel punto un acuto grido d'Emilia mi richiamò in me; e nel volgermi la -vidi cadere svenuta sul divano. - -«Ella pareva colpita a morte dall'orrore di quella scena. Dimenticando -ogni altra cosa mi precipitai verso di lei, ansioso di soccorrerla. -Accanto al divano c'era un tavolino sul quale stavano parecchie -boccette. Frettolosamente ne afferrai una, e nella mia agitazione -m'accadde di versarne il contenuto, ch'io credevo un'essenza -corroborante, sulla faccia d'Emilia, la quale giaceva supina.... Io non -so di che si componesse la funesta mistura, ma ahimè, gli effetti ne -furono evidenti.... l'atto irrimediabile era compiuto.... e compiuto -per mia mano! - -«Lo spasimo atroce ridestò nella sventurata fanciulla la coscienza -della vita. Ella balzò dal divano e, urlando selvaggiamente, le braccia -alzate sul capo, come una pazza, si diede a correre attraverso la -stanza, poi s'acquattò in un angolo. Io la seguii disperato, in preda a -un'angoscia quasi pari alla sua; ma ella mi respinse, stendendo le mani -con grida strazianti. - -«Il signor Graham, che su quel subito era rimasto impietrito, s'avventò -allora contro di me, furibondo. Invece d'aiutarmi nei miei sforzi -per sollevare la povera Emilia da terra, egli, senza alcuna pietà del -mio stato, che era poco meno compassionevole di quello di lei, inveì -ferocemente, rimproverandomi con parole crudeli, torturanti, che mi -suonano ancora all'orecchio, d'esser la sola causa della disgrazia, -accusandomi d'avergli uccisa la sua figliuola; e detto ch'ebbe, mi -cacciò dalla stanza e dalla casa, espulsione alla quale io, schiacciato -dal dolore e dal rimorso, non avevo la forza nè il desiderio d'oppormi. - -«Oh, quanto fu terribile la notte, quanto terribile il giorno seguente! -Non posso darti un'idea di come li passai. Fino all'alba andai errando -per la campagna, cercando invano di collegare i miei pensieri, di -riacquistare un po' di calma. Ma al riapparire della luce, sebbene -avessi ancora il polso febbrile e il cervello eccitato, cominciai a -comprendere la necessità di tracciarmi una via di condotta. - -«La condizione infelicissima d'Emilia, l'ansia intensa di conoscere -i peggiori effetti dell'orrendo caso, mi sollecitavano a recarmi -furtivamente o palesemente, ma il più presto possibile, alla casa del -signor Graham. Inoltre, tutto il poco ch'io possedevo, consistente, -quanto a denaro, nel solo residuo del mio ultimo trimestre di -stipendio, e quanto al resto nei miei indumenti e qualche oggetto di -valore donatomi da mia madre, si trovava nella camera da me fino allora -occupata. Non potevo quindi evitare di ritornarci almeno una volta. E -presa questa risoluzione mi riposi in cammino verso la città, pronto, -se era necessario, per ottenere notizie d'Emilia, anche ad incontrarmi -a faccia a faccia con suo padre. - -«Tuttavia, quando fui vicino alla casa, titubai, non osai proseguire. -Il signor Graham non mi aveva nulla risparmiato, neppure la minaccia -d'espellermi con la violenza se osassi ripresentarmi sulla sua -soglia: ed io temevo d'avventurare il mio temperamento focoso in una -colluttazione con quell'uomo al quale avevo fatto già male abbastanza. - -«Non avevo io forse col terribile mio atto della sera innanzi, atto di -cui già presagivo le funeste conseguenze, desolato la vita dell'unica -e adorata sua figliuola, sepolto sotto un nero pallio le sue più care -speranze? No, per nulla al mondo non avrei voluto aggiungere al mio -involontario misfatto la colpa d'alzar la mano su colui che per quanto -ingiusto fosse stato verso un giovanetto innocente, era punito con un -castigo assai troppo severo. - -«Io sapevo che il suo furore era implacato, che egli avrebbe -potuto eccitare il mio fino alla frenesia, e però mi proposi di non -affrontarlo inconsideratamente. Un colloquio con lui dovevo averlo, a -fine di confutare le calunniose accuse portate a mio carico; ma non -tra le mura della sua casa, dove sua figlia soffriva per causa mia. -Là, nel banco dove egli pretendeva ch'io avessi commesso un falso, ed, -in presenza de' miei colleghi, avrei pubblicamente negato il delitto -appostomi, e sfidato l'accusatore a darne le prove. - -«Ma anzi tutto bisognava ch'io vedessi Emilia, o che almeno avessi sue -notizie. Prima d'incontrarmi con quel padre, conveniva che conoscessi -esattamente la natura e la gravità del male ch'io gli avevo fatto -nella sua creatura. E per questo m'era forza attendere il favore delle -tenebre, ed introdurmi nella casa di soppiatto. - -«Vagai tutto il giorno, assillato dal mio cruccio, senza gustare -nè desiderare cibo e riposo. Il pensiero della mia povera, adorata, -torturata Emilia m'era presente sempre, mi tormentava indicibilmente. -Le ore mi parevano eterne. Quella giornata conta ne' miei ricordi -quanto un anno intero di miserie. Scese alfine la notte: una notte -oscura, nuvolosa. L'aria era densa d'una nebbia così fitta, che -nascondeva ogni cosa intorno alla distanza di pochi passi. La casa -non m'apparve che quando fui davanti al portone. C'era fermo un legno -che io riconobbi per il carrozzino del dottor Jeremy. Sussultai. Le -sue visite ad Emilia erano cessate da più d'una settimana: lo avevano -dunque richiamato a cagione della disgrazia! Data la presenza del -medico, doveva esserci di certo anche il signor Graham. Perciò non -entrai, e celato dalla nebbia attesi il momento opportuno. - -«Da uno spiraglio del portone potevo esplorare con lo sguardo l'interno -dell'atrio. Vidi due volte la signora Ellis scendere e risalire; -alfine scese il dottore, a passi lenti: il signor Graham lo seguiva, e -poichè quegli se n'andava direttamente, lo trattenne per interrogarlo -sullo stato della figliuola, come arguivo dalla profonda ansietà che -si dipingeva nel suo volto, mentre con una mano sulla spalla di quel -vecchio amico della famiglia cercava di leggergli negli occhi la sua -opinione. Il dottore mi volgeva il dorso, e io non potevo giudicare -delle sue risposte se non dall'effetto che producevano sul padre -d'Emilia, il quale nell'aspetto già sconvolto, abbattuto, tradiva -un'angoscia crescente ad ogni sillaba proferita dalle labbra del medico -le cui oneste e sincere parole erano oracoli per chi conosceva la somma -sua perizia. - -«Non occorrevano quindi altre testimonianze perchè fosse ribadita in me -la certezza che il fato della sventurata fanciulla era irrevocabile; -e guardando con pietà l'afflitto padre, pensando con terrore ch'io -ero l'agente immediato in quell'opera di distruzione, sentivo ch'egli -non poteva maledirmi più fieramente di quanto io maledissi me stesso. -Ma per grandi che fossero il mio dolore e il mio pentimento, non -mai scemati, d'aver avuto parte nello scatenarsi di quella tempesta -in cui la giovanetta era così miseramente naufragata, non giungevo -a dimenticare che ben maggior colpa ne aveva il signor Graham, nè a -perdonargli la scellerata ingiustizia e gli oltraggi che mi avevano -tratto di senno e snervato per modo da rendere uno strumento di rovina -la mia mano tesa a recare soccorso. - -«Quando poi, partito il dottor Jeremy, uscì anche il mio patrigno, -ed io, osservandolo mentre passava sotto un lampione, vidi che -all'espressione di dolore già era succeduta sulla sua faccia quella -consueta di sussiego, di compiacimento di sè e d'arroganza; quando -compresi, udendo il picchiare sonoro e misurato della sua mazza sul -lastrico, ch'egli era assai lontano dalla mia umiltà e dalla mia -contrizione, cessai di sprecare quei sentimenti pietosi di cui egli -non pareva aver gran bisogno e che ancor meno meritava. Non compiansi -più che me solo, e fissai il mio sguardo su quella figura d'uomo duro e -superbo, con l'anima riboccante d'un odio implacabile. - -«Non ritrarti da me, mia Gertrude, nel leggere questa franca -confessione della mia natura appassionata e in quel momento -eccitatissima. Tu forse non sai che sia odiare; ma fosti mai posta a -simili prove? - -«Non appena il signor Graham ebbe svoltato il canto, m'avvicinai alla -casa; il portone era chiuso, ma avevo la mia chiave: apersi ed entrai. -Tutto pareva tranquillo: nelle stanze terrene non c'era nessuno. Salii -pian piano, passai in una stanzina in fondo al corridoio che metteva -nella camera d'Emilia ed aspettai un pezzo. Non s'udiva una voce, non -si vedeva anima viva. Alfine, temendo che il mio patrigno ritornasse -presto, risolsi d'andare nella camera mia, ch'era al secondo piano, a -prendere il mio denaro ed alcuni oggetti di valore di cui non volevo -privarmi, e poi scendere nella cucina ed ottenere almeno quelle notizie -d'Emilia che avrebbe potuto darmi la cuoca, certa signora Prime, donna -d'ottimo cuore, la quale, n'ero sicuro, m'avrebbe compatito. - -«Mi riuscì d'attuare la prima parte del mio disegno, ma a piè della -scala di servizio m'imbattei nella signora Ellis che veniva dalla -cucina con una tazza di brodo in mano. Costei era in casa Graham da -poche settimane, messavi per ispiare le mie azioni, e perciò a me -invisa. Ella conosceva tutti i particolari della disgrazia, ed era -stata testimone della mia espulsione. Al vedermi si fermò di botto, -gettò un grido soffocato, lasciò cadere la tazza e fece l'atto di -fuggire, come davanti a una bestia feroce: infatti il mio aspetto -in cui si dipingevano una selvaggia disperazione e il digiuno e la -stanchezza, doveva darne l'idea.... - -«Io le sbarrai il cammino e la forzai ad ascoltarmi. Ma prima ch'io -potessi rivolgerle la domanda che mi bruciava le labbra ella proruppe, -confermando i miei più atroci timori: - -«— Via di qui, ribaldo, via! Volete accecare anche me? - -«— Dov'è Emilia? — gridai. — Permettete ch'io la vegga! - -«— Vederla, voi? Orribile scellerato! No, ha già troppo sofferto per -causa vostra. Pensa anche lei che basta, oramai. Lasciatela in pace. - -«— Che intendete dire? — io feci con un urlo, scotendo violentemente -per le spalle la governante le cui parole mi sbranavano il cuore, mi -rendevano frenetico. - -«— Che intendo dire? — ella continuò. — Che Emilia non vedrà mai più -nessuno: e quando pur avesse mille occhi, voi non vorrebbe vedervi -certo! - -«— Dunque anch'ella mi odia? — io esclamai, piuttosto parlando a me -stesso che interrogando la donna. - -«Ma ella rispose prontamente: - -«— Se vi odia? Oh, sì, e peggio.... Non può trovare termini abbastanza -severi per voi.... Mormora fino tra' suoi spasimi: «Crudele! Malvagio!» -E via dicendo. Il suono del vostro nome la fa raccapricciare, e a noi -tutti è proibito di pronunziarlo in sua presenza. — - -«Non aspettai d'udir altro: mi volsi e mi precipitai fuori. - -«Quella fu la crisi della mia vita. Il fulmine mi aveva colpito e -atterrato. Speranze terrene, felicità, fortuna, buon nome, tutto già -era perduto; un'unica luce solitaria brillava ancora nelle mie tenebre: -l'amore d'Emilia. In esso fidavo; solo in esso. Ed ecco che perdevo -anche quello; e ciò era perdere la mia giovinezza, la mia fede, la -suprema speranza del Cielo. Io non ero più niente sulla terra: poco -m'importava dove andassi nè che avvenisse di me. - -«Da quel momento cessai d'esser _io_. Scese su me la nube che da allora -m'avvolge e sotto la cui oscura ombra tu mi vedesti e conoscesti. Fui -tocco da quel male che mutò il gaio mio riso in un sorriso amaro, che -diede i toni dell'ironia mal celata e del sarcasmo al mio parlare, un -tempo franco e piacevole. I miei capelli incanutirono precocemente, -i miei lineamenti presero un'espressione dura, spesso severa; i -miei simili, per i quali nobilmente ambivo divenire un benefattore, -m'apparvero come antagonisti armati contro cui avrei dovuto sostenere -una perpetua guerra; e il Dio che avevo adorato, nel quale avevo -creduto come in un amico fedele e un giusto vendicatore, chi era Egli? -dove era Egli? perchè non faceva trionfare la mia innocenza? Di qual -nero e premeditato delitto ero colpevole perchè mi abbandonasse così? -Ahimè, sventura somma fra le mie sventure, avevo perduto la fede nel -Signore. - -«Non so da qual parte mi diressi, uscendo dalla casa del signor Graham. -Le strade che attraversai m'erano, senza dubbio, tutte familiari, -ma non ne rammento neppur una: soltanto so che non mi fermai finchè -non venni a trovarmi all'estremità d'una banchina, con gli occhi -fissi sull'acqua profonda, tentato di spiccare pazzamente un salto e -inabissarmi nell'oblio eterno! - -«Senza quell'ultimo colpo che aveva abbattuto la mia virile energia, mi -sarei attaccato ancora alla vita, almeno per rivendicare la mia buona -fama; non avrei mai voluto lasciare di me una memoria denigrata da cui -gli uomini m'avrebbero giudicato e su cui Emilia avrebbe pianto. Ma ora -che m'importava più della gente? Ed Emilia? Aveva cessato d'amarmi, e -però non si sarebbe afflitta: ed io non bramavo più altro che la tomba, -il nulla. - -«Vi sono istanti nella vita in cui una parola, uno sguardo, un -pensiero, possono pesare sulla bilancia, del fato, e determinare un -destino. - -«Così m'avvenne. Io ero incapace di concepire un qualsiasi disegno: il -caso risolse per me. Un rumore di remi nell'acqua mi scosse dalla mia -apatia; pochi minuti dopo una barchetta venne ad ormeggiarsi a breve -distanza dal posto dove stavo. Tostò udii da presso, sulla banchina, -un passo rapido e sonoro, e voltandomi vidi al lume della luna che -usciva appunto da un cumulo di nubi, un robusto uomo di mare con una -grave giacca impermeabile sotto il braccio destro e una vecchia sacca -da viaggio nella mano sinistra. Egli aveva una faccia rubiconda e -gioviale, e nel passarmi accanto per saltare nella barca dove due -marinari lo aspettavano, coi remi stillanti sollevati, pronti a -rituffarli, mi picchiò cordialmente una spalla esclamando: - -«— Ebbene, mio bel signorino, v'imbarcate con noi? — - -«Senza esitare io risposi di sì. L'uomo diede un'occhiata alla mia -faccia, e un'altra al mio vestito, il quale parve fargli pensar -bene di me circa la condizione sociale e la possibilità di pagare la -traversata; e disse ridendo: - -«— A bordo, dunque! — - -«Con suo stupore, perchè aveva creduto che scherzassi, io saltai nella -barca, e alcuni minuti dopo mi trovavo a bordo d'una bella nave a tre -alberi, in procinto di salpare: non sapevo per dove. - -«Appena in capo a due o tre giorni di navigazione appresi ch'era -diretta a Rio Janeiro: ma a me, qua o là, faceva lo stesso. - -«Io non ero l'unico passeggero: avevo per compagna di viaggio la -figliuola del capitano, a nome Lucia Grey, la quale sembrava a casa -propria, tanto sopra coperta che sotto. Durante la prima settimana -quasi non m'accòrsi della sua presenza, e probabilmente avrei compiuto -l'intera traversata senza occuparmi di quella giovanetta, mezzo -bambina, mezzo donna, se il mio strano e misterioso contegno non -l'avesse tratta a condursi verso di me in un modo che mi maravigliò e -finì col commuovermi. La mia aria selvaggia e smarrita, la mia continua -irrequietudine, la ripugnanza che avevo per il cibo, l'indifferenza -che mostravo per tutto quanto m'accadeva dintorno, la colpirono ed -eccitarono la sua compassione. Da principio mi credette squilibrato -di mente, e mi trattò come tale. Spesso veniva a sedersi sulla tolda, -di fronte a me, e stava a guardarmi per un'ora buona, ignorando o -non curandosi d'essere a sua volta osservata: poi se n'andava con un -profondo sospiro. Ogni tanto m'offriva qualche bocconcino prelibato, -pregandomi che mi sforzassi di mangiare; e poichè io, commosso da -quella gentile benevolenza, accettavo più volentieri il nutrimento -dalla sua mano che da un'altra, queste piccole attenzioni divennero -quotidiane. - -«A misura però che il mio aspetto e le mie maniere si ricomponevano, e -il tormento febbrile a cui ero in preda si quotava in una malinconia -profonda ma meno torbida e fiera, ella si comportava con maggiore -ritegno; e quando cominciai ad essere più simile al comune degli -uomini, a sedermi a tavola con gli altri, a dormire nel mio camerotto -una parte almeno della notte invece di passarla tutta passeggiando sul -ponte, Lucia cessò di frequentare quella parte della nave dove solevo -stare durante la giornata; sicchè di rado avevo occasione di scambiare -una parola con lei, se non la cercavo apposta. - -«Ma avemmo tempi burrascosi che mi costringevano a cercare rifugio -nella cabina, e là quasi sempre m'incontravo con la fanciulla -che, seduta sulla traversa di poppa, leggeva o contemplava le onde -agitate. Il viaggio era lungo; necessariamente quindi ci si trovava -spesso insieme, tanto più che il capitano Grey, quegli che m'aveva -scherzosamente invitato ad imbarcarmi, continuava a mostrare una -cordiale simpatia per me, e incoraggiava benignamente quell'amicizia -considerandola come un aiuto a trarmi dal mio stato di malinconia, -il quale sembrava stupire e addolorare il gioviale comandante del -bastimento quasi quanto la sua pietosa e sensitiva figliuola. - -«La timidità di Lucia andava a poco a poco dissipandosi, e molto -innanzi il termine della traversata io non ero più un estraneo per -lei. Ella parlava meco familiarmente, o, piuttosto, _mi_ parlava: -perchè mentre io, nonostante qualche accenno di curiosità da parte -della ragazza, mantenevo un rigido silenzio circa i casi miei, ai quali -non potevo nemmeno _pensare_ nonchè _discorrerne_, ella, in compenso, -s'ingegnava d'intrattenermi raccontandomi la storia della sua vita, di -cui mi riferiva con semplice franchezza quasi tutti i particolari. - -«A volte l'ascoltavo attento; a volte, assorto nelle mie dolorose -riflessioni, non udivo più la sua voce e dimenticavo la sua -presenza. Allora ella s'interrompeva, e quando, scotendomi dalla -mia fantasticheria, alzavo subitamente gli occhi, sorprendevo il suo -sguardo fisso nel mio volto con un'espressione di rimprovero che mi -faceva raccogliere tutta la mia forza di volontà per mostrare di -prestarle una seria attenzione, che spesso ella alfine riusciva a -cattivarsi davvero. - -«Fino ai quattordici anni Lucia era vissuta con sua madre in una casina -sul Capo Cod. Soltanto a rari intervalli il focolare domestico veniva -rallegrato dal ritorno del padre da uno de' suoi lunghi viaggi. Di -solito si recavano in quelle occasioni nella città dove il bastimento -era approdato, passavano alcune settimane in continuo tripudio, e poi -se ne tornavano a piangere la partenza del gaio capitano, e a contare -le settimane e i mesi che dovevano trascorrere prima di rivederlo. - -«E infine avvenne che la madre ammalò e morì. Lucia mi diceva con -parole commoventi il suo immenso dolore, e quanto amaramente il babbo -aveva pianto apprendendo al suo arrivo la triste notizia; mi narrava -la sua vita a bordo della nave che dopo la perdita della mamma era -divenuta la sua casa; mi confidava come si sentisse mesta e abbandonata -quando infuriava la burrasca ed ella, mentre il capitano era al suo -posto sul ponte, sedeva sola sola nella cabina, ascoltando l'urlo del -vento e il ruggito delle onde. - -«Ella aveva gli occhi gonfi di lacrime nel parlare di queste cose, ed -io la guardavo con pietà come una che il dolore faceva mia sorella. -Ma le prove sofferte non potevano tuttavia soffocare in lei i vivaci -e baldi spiriti giovanili. Cinque minuti dopo finito di raccontare -con patetica eloquenza un episodio delle sue precoci peripezie, se il -padre, sempre allegro, capitava a sorprenderla con qualche burletta e a -stuzzicarla provocando le sue rappresaglie, ella era già bell'e pronta -a un duello di frizzi, e perfino di scherzi un po' rudi. La cabina o -la tolda risonavan di chiassose risate, di motti giocosi, le malinconie -erano dimenticate; e io, rifuggendo da una gaiezza che mal s'accordava -con la mia infelicità e feriva i miei nervi irritati, mi ritiravo in -qualche angolo remoto a meditare e piangere su miserie per le quali -non potevo sperare simpatia, cui nessuno poteva partecipare, che dovevo -soffrire solo, senza conforto. - -«Le mie sventure m'avevano reso così misantropo, che la gara di -piacevolezze tra il buon capitano e la sua vispa figliuola, il riso -musicale con cui la fanciulla rispondeva alle barzellette di due o tre -vecchi marinari privilegiati, mi urtavano come un'offesa: nè avrei -creduto possibile che una creatura tanto poco atta a comprendere le -profonde mie pene, come Lucia, provasse per me una compassione sincera, -se non avessi talvolta veduto, non senza commozione, la sua innocente -ilarità cadere d'un tratto, e dar luogo ad un'aria grave e triste, -quando per caso i suoi sguardi incontravano il mio viso addolorato, -reso più scuro ancora dal contrasto con la sua allegria e quella de' -suoi compagni. - -«Ma non devo più dilungarmi sulla nostra vita a bordo, perchè ho da -riferire gli eventi di anni, e conviene ch'io mi tenga nei limiti d'una -concisa esposizione dei fatti. M'astengo dunque dal descriverti la -spaventosa tempesta durante la quale, per due giorni e una notte, la -povera Lucia fu pazza di terrore, e che a me, noncurante dei disagi, -indifferente al pericolo, diede occasione di contraccambiare la sua -benevolenza, prodigandole tutte le cure e tutti i conforti ch'era -in mia facoltà darle. Ma questo ed altri casi del lungo viaggio, -conferirono a farle concepire una fiducia in me che quando fummo -arrivati in porto mi pose a una difficile prova, piuttosto impacciante. - - - - -XLVII. - - Non rigettar - La mia preghiera! Questo lungo errare - Sempre più lunge, troppo m'ha estenuato, - Nè so una spiaggia dove il disperato - Mio dolor possa mai requie trovare. - - E. B. BROWNING. - - -«Il capitano Grey morì. Eravamo a circa sei o sette giorni di -navigazione da Rio Janeiro quando cadde improvvisamente ammalato, e -tre giorni innanzi che gettassimo l'àncora in quel porto esalò l'ultimo -respiro. Io aiutai Lucia ad assisterlo, gli chiusi gli occhi, e portai -tra le mie braccia la fanciulla svenuta, in un'altra parte della -nave. Le feci riprendere i sensi, e tentai di confortarla con parole -affettuose; ma quando ella ebbe piena coscienza della sua sventura, -s'abbattè in una cupa disperazione più penosa a vedersi che la -precedente assoluta insensibilità. - -«Suo padre non aveva in alcun modo provveduto a lei; nè invero egli -avrebbe potuto farlo come provò in seguito lo stato de' suoi affari. -Ben a ragione la poveretta si doleva della triste sua sorte, perchè -ella si trovava senza altri parenti e senza denaro, e doveva sbarcare -in una terra straniera che non offriva alcun ricovero all'orfana. - -«Seppellimmo il capitano in mare. Compiuto il lugubre ufficio, andai in -traccia di Lucia, e procurai novamente, come già m'ero provato senza -alcun successo, di destare in lei il sentimento della sua condizione, -e deliberare sul da farsi, posto ch'eravamo già vicini al porto, e tra -alcune ore saremmo stati costretti a lasciare il bastimento e cercare -alloggio nella città. Ella m'ascoltò, ma non aprì bocca, - -«Infine accennai alla necessità di separarci, e le domandai che idee -avesse per il suo avvenire. La sua risposta fu uno scoppio di lacrime. - -«Io manifestai tutta la mia pietà per il suo cordoglio, la esortai a -non disperarsi. - -«Allora, tra i singhiozzi, e interrompendosi spesso per dare in -esclamazioni di dolore, ella si raccomandò con semplicità infantile -alla mia compassione, supplicandomi di non lasciarla, anzi diceva di -non «abbandonarla», ricordandomi ch'era sola al mondo, e che toccando -terra sarebbe stata sperduta in paese straniero, implorando la mia -misericordia perchè la salvassi dal morire derelitta e disperata. - -«Che dovevo fare? Mi trovavo anch'io solo e sperduto, la mia vita non -aveva alcun fine. Eravamo tutt'e due del pari, orfani e desolati. Non -v'era che un punto di differenza: io potevo lavorare e proteggerla, -ella non era in grado d'aiutarsi. A _me_ ella offriva una ragione di -vivere: il rifugio ch'io avrei offerto _a lei_, per quanto povero, -sarebbe stato sempre qualche cosa di meglio che il rimanere esposta ad -ogni sorta di sofferenze e di pericoli. Io le dissi chiaramente che ben -poco avevo da darle; perfino il mio cuore era spezzato. Ma volentieri -avrei lavorato per sostentarla, l'avrei difesa, consolata, e forse -anche amata, col tempo. - -«L'ingenua fanciulla non pensava al matrimonio invocando il mio -appoggio: cercava la protezione d'un amico, non già un marito. Io le -spiegai che soltanto il vincolo coniugale poteva impedire la nostra -separazione, ed ella nell'umiltà della sventura finì con l'accettare la -mia non molto lusinghiera profferta. - -«L'unico confidente del nostro subitaneo fidanzamento, l'unico -testimonio della cerimonia nuziale, seguita poche ore dopo, fu un -vecchio marinaro, un veterano incotto dal sole e dai venti, che -aveva conosciuto ed amato Lucia fin da bambina, e il cui nome ti sarà -probabilmente familiare: Ben Grant. Egli scese a terra con noi e ci -accompagnò alla chiesa, che fu la nostra prima mèta, e poi nel più che -modesto alloggio di cui bisognava per allora contentarsi. Il buon uomo -si dedicò alla figlia del suo capitano con abnegazione; ma ahimè, in un -frangente che or ora saprai, il suo zelo fu malinteso e riuscì funesto. - -«Dopo molte difficoltà ottenni un impiego da un negoziante nel quale -riconobbi per caso un ottimo amico del mio defunto padre. Egli era -stabilito a Rio da parecchi anni, ed esercitava un vasto traffico. -Volentieri m'accolse nella sua casa commerciale in qualità di commesso, -e di tanto in tanto mi mandava anche a trattare affari in posti più -o meno lontani. Le mie occupazioni erano regolari e proficue, sicchè -presto non solo fui al riparo dal bisogno, ma potei procurare alla mia -giovane sposa una certa agiatezza, se non il lusso. - -«Il suo carattere dolce, il buon animo e l'umor gaio con cui aveva -sopportato le privazioni, l'ardore de' suoi sforzi per rendermi felice, -non rimasero senz'effetto. Combattei la mia torva malinconia, pervenni -a rasserenare il mio aspetto; e le rughe precoci che la sua piccola -mano amorosamente spianava, alfine non ricomparvero più. Il breve -tempo che passai con tua madre, Gertrude, è un episodio soave nella -memoria della tempestosa mia vita. Giunsi ad amarla molto; non come -amavo Emilia.... questo sarebbe stato impossibile.... ma ella era il -fiore solitario che cresceva sulla tomba delle mie speranze giovanili e -diffondeva intorno a me una gentile fragranza. La figliuola ch'ella mi -diede non m'è più cara perchè è una parte di me stesso che per essere -il frutto di quel caro fiore, tanto presto divelto e schiacciato.... - -«Circa due mesi dopo la tua nascita, bambina mia, innanzi che i -tuoi occhi avessero appreso a sorridere alla vista di tuo padre -necessariamente molto spesso lontano da casa, gli affari di cui ero -incaricato quale agente mi chiamarono in una piazza piuttosto distante -da Rio. Ero assente da quasi un mese, avendo dovuto estendere il mio -viaggio oltre l'itinerario fissatomi, e avevo sempre mandato regolari -notizie a Lucia (la quale, però, credo non ricevette mai le mie -lettere), quando capitai in un posto i cui dintorni erano infestati da -malaria. Per amore della mia famiglia presi tutte le precauzioni a fine -d'evitare l'infezione, ma furono inutili. La terribile febbre mi colse -e giacqui settimane tra la vita e la morte. Durante la mia malattia fui -crudelmente negletto, perchè non avevo colà alcun amico, e l'esiguità -della mia borsa non allettava i mercenari: ma la pena in cui ero per -Lucia e per te, superava di gran lunga i patimenti fisici, pur tanto -gravi. - -«La mia immaginazione inquieta mi suscitava ogni sorta di paure: -ahimè, nessuna delle peggiori s'avvicinava alla realtà che m'attendeva -al mio ritorno. Dopo un'interminabile degenza, ripresi la via di -Rio, emaciato, estenuato, quasi privo di denaro e con le vesti -lacere. E quando cercai la mia casa la trovai deserta, e fui ammonito -d'allontanarmene, poichè la funesta epidemia della quale io ero stato -preda, aveva poco meno che spopolato quella strada e le adiacenti. -Benchè facessi le più minuziose inchieste, non potei saper nulla -di mia moglie e della mia creatura. Corsi all'orribile carnaio dove -durante l'infierire della pestilenza venivano esposti i cadaveri non -riconosciuti; ma tra quei miserandi avanzi sfigurati era impossibile -distinguere i propri congiunti dagli estranei. Errai giorni e giorni -per la città sperando d'ottenere qualche informazione concernente -Lucia: nessuno l'aveva mai udita menzionare. Esplorai tutte le banchine -che Ben Grant, al quale v'avevo affidate, tua madre e te, soleva -frequentare, chiesi di lui, descrivendo esattamente la sua persona: non -ne scopersi la minima traccia. - -«Il mio primo pensiero era stato ch'egli e Lucia si fossero, com'era -naturale, rivolti al negoziante per cui viaggiavo a fine di conoscere -la causa della mia prolungata assenza. E però trovando vuota la mia -casa avevo affrettato il passo in cerca di lui. Anch'egli era caduto -vittima del morbo dominante! Il suo banco era chiuso, la sua ditta -cancellata. Io continuai le indagini finchè l'ultimo bagliore di -speranza non fu spento. Ma venni assicurato che quasi nessuno tra gli -abitanti del rione dove avevo lasciato la mia famiglia era sfuggito al -flagello; e persuaso alfine che il mio fato continuava a perseguitarmi -con un implacabile furore di cui quest'ultimo colpo, ch'io mi avrei -dovuto aspettare, non era se non un singolo sfogo, disperatamente -risolsi d'imbarcarmi, pagando la traversata col mio lavoro, sulla prima -nave che mi portasse a questo prezzo lontano dai luoghi pieni di così -strazianti ricordi. - -«Da quel punto cominciò quella corsa angosciosa attraverso il mondo, -senza termine e senza requie, in cui si riassume la mia vita. Con vari -propositi, e lottando con varia fortuna per conseguirli, viaggiai in -tutte le regioni del globo. Non v'è quasi una terra che il mio piede -non abbia premuta; ho navigato tutti i mari, respirato l'aria di tutti -i climi. Ho vissuto parimente nella città e nel deserto, fra gli uomini -inciviliti e fra i selvaggi. Ed ho imparato la triste verità, che la -pace non esiste in nessun luogo, e che l'amicizia per lo più è un nome -vano. Se sono giunto a odiare, a sfuggire, a disprezzare il genere -umano, è perchè io lo conosco bene. - -«Una volta visitai perfino la dimora dove trascorse la mia adolescenza. -Non conosciuto, non veduto, calcai il suolo familiare, mirai le facce -familiari benchè tocche dal tempo. Stetti davanti alla finestra della -biblioteca del signor Graham, vidi l'aspetto sereno d'Emilia, contenta, -felice nella sua cecità e nell'oblio del passato. Una fanciulla -sedeva accanto al fuoco tentando di leggere alla luce vacillante della -fiamma. Io non sapevo allora che desse un così dolce incanto alla sua -fisonomia pensosa, nè perchè il mio sguardo vi si posasse con raro -piacere: nessuna voce diceva al mio cuore paterno che io contemplavo -il volto della mia figliuola. Non giurerei che il forte impulso da -cui mi sentivo spinto ad entrare, a farmi riconoscere, ad implorare da -Emilia una parola di perdono non fosse per prevalere sul timore del suo -sdegno; ma in quella apparve il signor Graham, con la sua aria glaciale -e severa, ed io fuggii di là.... Il giorno seguente ripartivo alla -volta di luoghi lontani. - -«Quantunque nei diversi lavori che ero costretto a intraprendere per -mantenermi decentemente, io guadagnassi spesso tanto da poter godere -una temporaria indipendenza, e concedermi il lusso di costosi viaggi, -non pensavo ad accumulare un patrimonio: a che m'avrebbe servito, -poichè non avevo da provvedere che alla sodisfazione de' miei bisogni -immediati? Ma il caso mi gettò dinanzi quella ricchezza ch'io non -m'affannavo a cercare. - -«Dopo un anno passato nelle selvagge solitudini dell'Occidente, tra -avventure il cui racconto ti sembrerebbe incredibile, seguitai ad -attraversare quella regione, compiendo, senza compagni, un aspro e -lungo viaggio, il quale aveva l'unico fine d'appagare il mio umore -vagabondo. Venni così a trovarmi nel paese che fu poi chiamato la -«terra promessa», nonostante che per molti dei cupidi emigranti fosse -invece una terra di false lusinghe e di amari disinganni. Tuttavia -per me ne scaturì l'oro di cui non avevo sete. Io fui tra i primi -scopritori delle prodigiose miniere, e uno dei più fortunati, benchè -dei meno diligenti e meno bramosi d'arricchirsi. - -«Ma questa non fu la sola nè la maggiore delle fortune toccatemi. Coi -primi frutti delle mie fatiche comperai un'immensa distesa di terreni, -approfittando di un'occasione offertasi. Ero ben lungi dal sognarmi che -quei campi deserti diverrebbero un giorno le strade e le piazze d'una -grande e prospera città. Eppure fu così: ed io senza sforzi, quasi -senza saper come, acquistai ricchezze favolose. - -«Non è tutto. Il caso felice che guidò i miei passi alla terra -dell'oro, mi condusse a scoprire una perla preziosa, un tesoro a -paragone del quale le miniere della California sono un nulla ai miei -occhi. - -«Tu sai che il grido della conquista corse il mondo, e uomini d'ogni -nazione portarono le loro braccia al campo della fortuna. Poi venne la -fame, seguita dalla malattia e dalla morte; e molti furono quelli che -mentre s'affrettavano ansiosamente verso l'aurea mèsse, caddero sul -margine della via prima d'averla pur veduta ondeggiare da lontano. - -«Per quanto io disprezzassi quell'avida canaglia, non potevo, nelle -mie privilegiate condizioni, ricusarmi di soccorrere gli sciagurati che -venivano ad abbattersi ai miei piedi; e, per una volta, la mia umanità -trovò la sua ricompensa. - -«Un uomo di miserabile aspetto, cencioso, sfinito, mezzo morto, si -trascinò fino alla mia tenda (il paese, in quel tempo primitivo, non -offriva altra abitazione) e con voce fievole si raccomandò chiedendo -la carità. Io lo accolsi nell'angusta mia dimora, e non gli fui avaro -delle cure che ero in grado di prestargli. Ma egli non soffriva che -d'inedia, e quando si fu satollato, manifestò subito la selvaggia -brutalità della sua natura nell'arcigna indifferenza con cui ricevette -l'ospitalità benevolmente concessagli da un estraneo, e nella vile -ingratitudine con cui ne abusò. In capo ad alcuni giorni le sue -forze erano ristorate, sicchè io, desideroso di levarmi d'attorno -quell'intruso il quale cominciava a condursi in modo da farmi dubitare -della sua buona fede, lo avvertii che doveva andarsene, non senza però -mettergli in mano una quantità d'oro sufficiente ad assicurare il suo -sostentamento finchè fosse giunto alle miniere ove diceva d'essere -diretto. - -«L'uomo parve malcontento. Mi chiese il permesso di rimanere fino alla -mattina seguente non avendo egli alcun ricovero per la notte che già -s'avvicinava. Io accondiscesi, perchè non m'immaginavo qual serpente -avessi riscaldato al mio focolare. In sulla mezzanotte un leggero -rumore mi destò: ci voleva poco a turbare il mio sonno che non era mai -profondo. Mi rizzai e vidi l'ospite affaccendato a impadronirsi del -mio denaro, e pronto a svignarsela senza salutarmi. La sua ribalderia -andò più oltre. Nell'atto ch'io l'agguantavo rimproverandogli il furto -vergognoso, egli afferrò un'arme che si trovava lì presso, e attentò -alla vita del suo benefattore. Ma io stavo all'erta; rapidamente -schivai il colpo, ed essendo il più forte, in pochi momenti ebbi -ridotto all'impotenza il mio disperato avversario. Costui si trascinò -alle mie ginocchia implorando grazia con l'abietta sommissione che si -conveniva a un così spregevole furfante. E ben aveva di che tremare, -perchè la legge di Lynch era allora nel suo pieno vigore, e faceva -giustizia sommaria dei criminali. - -«Avrei probabilmente abbandonato il traditore alla sorte meritata, -se egli non avesse per caso scoperto alla mia cupida brama un oggetto -desiderabile a segno, ch'io gli offersi la libertà come prezzo del suo -possesso, con un ardore in cui dimenticai il castigo dovuto a tanta -perfidia. - -«Il ladro, obbedendo al mio comando, vuotò le sue tasche per -restituirmi l'oro, la cui perdita non m'avrebbe oltremodo afflitto: -e mentre il vil metallo rotolava ai miei piedi, vidi brillare tra -le monete un gioiello _mio_, legittimamente _mio_ quanto il resto; e -quella vista mi colmò di maraviglia e di gioia, più che se fosse stato -una stella caduta dal cielo. - -«Era un anello assai singolare per il disegno e la fattura, già -appartenuto a mio padre, portato poi da mia madre fino al tempo delle -sue seconde nozze, e da lei allora dato a me. Io lo tenevo caro come -un'eredità preziosa, ed era uno dei pochi oggetti di valore presi meco -nell'abbandonare la casa del mio patrigno. L'avevo lasciato, insieme -con un orologio e qualche altro piccolo gioiello, a Lucia, quando m'ero -separato da lei a Rio, e rivedendolo mi sembrava udire una voce da una -tomba. - -«Con ansiosa avidità interrogai il mio prigioniero per sapere come -quell'anello fosse venuto nelle sue mani, ma egli si chiuse in un -ostinato silenzio. Ora toccava a me supplicarlo; e alfine, la promessa -che, terminato il suo racconto, l'avrei lasciato partire immune dalla -«fustigazione della giustizia»[6] gli strappò il segreto che per -me aveva un'importanza vitale. Ti riferirò in poche parole la sua -intralciata e scucita narrazione. - -«Quell'uomo era Stefano Grant, il figlio del mio vecchio amico Ben. -Egli aveva udito dalla bocca di suo padre la dolorosa storia della -tua mamma, e la circostanza d'un violento alterco tra il marinaro e -quella megera di sua moglie quando egli le aveva portato in casa la -giovane straniera, era servita ad imprimerla bene nella memoria del -ragazzaccio. - -«A quanto rilevai da ciò che Stefano mi disse, pare che la mia -prolungata assenza e la mancanza di notizie mentre io giacevo -malato, fossero interpretate dal fedele ma troppo diffidente amico e -consigliere della mia sposa, come un volontario e crudele abbandono. -La povera figliuola, per la quale la mia vita passata era un mistero, -e rimanevano quindi inesplicabili molti particolari del mio carattere -e della mia condotta, cominciò a sentirsi persuasa che i timori e i -sospetti del buon vecchio non erano infondati. Ella s'era rivolta al -mio principale, a fine d'ottenere qualche informazione; ma egli, che mi -sapeva esposto all'epidemia e mi credeva oramai nel numero dei morti, -non volendo desolarla le aveva dato risposte così oscure ed ambigue, da -mutare quasi in certezza le sue vaghe apprensioni. Tuttavia si ricusò -fermamente di lasciare la nostra casa, e attaccandosi a un'ultima -speranza stette ad aspettarvi il mio ritorno finchè il morbo non -principiò a menare strage nel vicinato. Il suo piccolo gruzzolo era già -finito, le forze sì morali che fisiche le venivano meno, e Ben, sempre -più sicuro che l'ingenua Lucia era stata tradita e abbandonata, potè -finalmente indurla a vendere la sua mobilia, e grazie alla somma così -raccolta fuggire dal paese infetto prima che fosse troppo tardi. Ella -partì per Boston con un bastimento su cui il suo umile protettore s'era -imbarcato in qualità di marinaro; e, giunti in porto, egli la condusse -nella sola casa che poteva offrirle: la sua. - -«Là si compì il fato della tua sventurata madre con la sua morte nel -fior degli anni, e tu, bambinetta, restasti sola alla mercè della -femmina crudele che unicamente la coscienza d'un crimine commesso e -la tema di essere scoperta, rattenne dal cacciarti fin da allora fuor -del misero asilo trovato sotto il suo tetto. Questo crimine consisteva -in un vilissimo furto perpetrato da lei e dal già infame suo figlio -in danno dell'innocente e infelice Lucia che la sua debolezza rendeva -oramai una facile preda per la loro rapacità. - -«I frutti del ladrocinio non furono però mai goduti da Annetta Grant, -il cui promettente rampollo tanto la superava in duplicità ed astuzia, -che fattosi consegnare i gioielli col pretesto di venderli bene, si -tenne per sè ciò che gli parve opportuno, e s'appropriò il denaro -ricavato dal resto. - -«L'anello antico ora tornato in mio possesso, la preziosissima reliquia -di una luttuosa tragedia, avrebbe seguìto la sorte degli altri oggetti -rubati se non fosse parso al ladro di poco valore. Ma esso salvò, -temporariamente almeno, lo sciagurato Stefano dal castigo dei felloni -che certo aspetta quel peccatore impenitente; e quanto a me.... ah, -quanto a _me_ rimane dubbio ancora se il segreto di cui fu la chiave -consolerà la vita che m'avanza o farà pesare sovr'essa una più grave -maledizione! - -«Quantunque le informazioni così ottenute suscitassero in me -l'eccitante idea che la mia figliuola vivesse ancora e potesse alfine -essermi resa, io non osavo abbandonarmi a quest'ardita speranza, perchè -nulla m'assicurava che non fosse destinata a perire in germe, che il -perduto tesoro di cui avevo miracolosamente scoperto le tracce non -dovesse di nuovo sfuggire alle mie ansiose ricerche. A tutte le domande -concernenti te, mia Gertrude, Stefano, il quale non aveva più ragione -alcuna di nascondermi la verità, rispose che non era in grado di -comunicarmi particolari posteriori al tempo in cui eri andata a stare -con Trueman Flint. Egli sapeva che il lampionaio t'aveva ricoverata -la notte che Annetta ti cacciò in istrada, e un caso gli apprese, di -lì ad alcuni mesi, la tua permanenza in quel luogo di rifugio, essendo -stato il vecchio (per dire come disse lui) tanto solennemente imbecille -da recarsi di spontanea volontà a risarcire sua madre del danno da -te fatto in uno sfogo d'infantile vendetta alla vetrata d'una sua -finestra. - -«Di più non giunsi a rilevare, ma era uno stimolo sufficiente perchè -io m'adoprassi con tutte le mie energie a ritrovar la mia creatura. -Pieno il cuore di quest'unico desiderio, m'affrettai a partire per -Boston. Non durai fatica a rintracciare le notizie del tuo benefattore, -e quantunque fosse morto da anni, non poche persone, degne di fede, -m'attestarono le sue grandi virtù, che ben erano conosciute. Nè la sua -figliuola adottiva era dimenticata nel quartiere dove aveva passato -l'infanzia. Più d'una voce rispose alle mie inchieste con accento -di gratitudine, enumerando le ragioni di ricordare la fanciulla che -essendo venuta in prospere condizioni dopo aver provato la povertà, -s'era fatta un dovere e un piacere di soccorrere nei loro bisogni i -suoi vicini d'un tempo, le cui sofferenze le erano note per avervi -partecipato. - -«Ma, ahimè, alla somma delle mie tristi vicissitudini, una ancora -doveva aggiungerne l'inesorabile destino.... Nel momento ch'io -m'accertavo che mia figlia viveva ed era al sicuro, nel momento che -il mio cuore paterno esultava al suono delle lodi da cui sentivo -accompagnare il suo nome, mi colpirono come un fulmine queste parole -tremende: «Ella è ora la figliuola adottiva della dolce Emilia Graham, -della buona signorina cieca!» - -«O strana coincidenza! O giusto guiderdone. Mentre mi credevo sul -punto di vedere la cara mia speranza divenire una felice realtà, la -mano ferrea di quel destino che non voleva lasciarsi sfuggire la sua -vittima, mi afferrava un'altra volta, e mi schiacciava.... La mia -creatura, la mia unica figliuola, stretta da vincoli di gratitudine e -d'affetto, fin dai suoi teneri anni, a colei nel cui volto non oserei -fissare lo sguardo, se fosse conscia della mia presenza, per tema di -leggervi una condanna che mi fiaccherebbe l'anima per sempre! - -«Le terre e i mari che ci dividevano finora, mia Gertrude così -lungamente perduta per me, sembravano alla mia immaginazione torturata -un ostacolo meno insormontabile del fatto che la sola creatura umana -nel cui amore ancora speravo, era stata educata in una famiglia dove io -ero odiato, dove il solo mio nome destava un senso d'orrore! - -«Straziato dal pensiero tormentoso che tutte le mie preghiere, tutte -le mie spiegazioni sarebbero state impotenti a cancellare quella prima -impressione, che le mie cure, la mia tenerezza, per quanto grandi -non avrebbero ottenuto altro che un freddo e formale riconoscimento -dei miei diritti, o, peggio ancora, un'ipocrita larva d'amor filiale, -quasi risolsi di lasciar ignorare a mia figlia da chi fosse nata, di -rinunziare a veder mai il suo viso piuttosto che imporle la terribile -necessità di scegliere tra l'adorata amica e un padre da cui l'animo -suo rifuggiva con raccapriccio e terrore come da un reo di neri -delitti. - -«Dopo aver molto combattuto con sentimenti contrari, in fiera lotta -tra loro, deliberai di tentare una prova: conoscere la mia Gertrude, -ma guardandomi bene dallo scoprirle chi io fossi. Mi confidavo, e lo -confermarono i fatti, che i mutamenti enormi operati dal tempo nel mio -aspetto, mi permetterebbero di nascondere l'esser mio alle persone con -cui non avevo avuto una lunga dimestichezza; e però m'avvicinai alla -casa del signor Graham, senza paura di tradirmi. La trovai chiusa, e, a -quanto pareva, deserta. - -«Mi diressi allora verso il troppo noto banco. Là un commesso, non -bene informato, mi disse che tutta la famiglia del suo principale, te -compresa, aveva passato l'inverno a Parigi, e che allora si trovava -in Germania, a Baden-Baden. Io, senza indugio, presi il piroscafo -per Liverpool, e da Liverpool proseguii speditamente alla volta -dell'elegante cittadina tedesca, una giterella per me, avvezzo a ben -altri viaggi. - -«Senza avventurarmi sotto gli occhi del mio patrigno, colsi -un'occasione di farmi presentare alla sua nuova moglie, e presto seppi -dalla loquace signora che Emilia e tu eravate rimaste a Boston, e che -in quei giorni vi ospitava il dottor Jeremy. - -«Io presi immediatamente la via del ritorno, e durante la traversata -feci la conoscenza del dottor Gryseworth e di sua figlia: conoscenza -che fu per me preziosa avendomi agevolato il modo d'avvicinarmi a te. - -«Arrivato a Boston, corsi alla casa del dottore. Come già quella del -signor Graham, la trovai abbandonata dai suoi inquilini e in apparenza -chiusa per la stagione. Per fortuna potei interrogare un uomo occupato -a riparar lo scalino della soglia. Egli mi rispose che la famiglia -era assente, ma non sapeva dirmi dove fosse andata; soggiunse però -che c'erano le persone di servizio, le quali m'avrebbero informato. -Arditamente io tirai il campanello. Venne ad aprire la signora Ellis: -la donna che venti anni addietro aveva crudelmente, spietatamente, -fatto risonare al mio orecchio le parole con cui m'annunziava la morte -della mia ultima speranza sulla terra. Vidi alla prima occhiata che -il mio «incognito» era sicuro, giacchè ella incontrò il mio sguardo -acuto e penetrante senza tremare, nè retrocedere o fuggire, come certo -avrebbe fatto alla vista dello spettro di Filippo Amory. - -«Ella rispose alle mie domande con altrettanta freddezza e compostezza -che a quelle di forse una mezza dozzina di delusi clienti del dottore: -egli era partito per Nuova York la mattina stessa, e non sarebbe -ritornato che fra due o tre settimane. - -«Nulla poteva meglio favorire il mio disegno. Io t'avrei raggiunta, -avrei fatto conoscenza con te, a poco a poco, quale compagno di -viaggio. - -«Tu sai come riuscii nel mio intento. Ora seguendovi, ora precedendovi, -mi mantenni sempre vicino a voi. Per conferire in qualche modo al tuo -benessere e a quello d'Emilia, per conoscere il vostro itinerario, -prevenire i vostri desiderî, accaparrarvi le camere migliori e -assicurarvi le premure della servitù, non risparmiai nè pene nè spese. - -«Della libertà con cui potei accostarti, e penetrare qualche volta nel -vostro circolo, sono, ahimè, in gran parte debitore alla cecità della -tua protettrice; perchè non posso dubitare che altrimenti nè il tempo, -nè i mutamenti da esso prodotti, le avrebbero impedito di riconoscermi. -Perciò soltanto all'ultimo atto di questo dramma, quando ci trovammo a -faccia a faccia con la morte, e la dissimulazione divenne impossibile, -osai fare udire un momento ad Emilia la mia voce. - -«Nessuno le cui facoltà mentali non siano talora state acuite e -vivificate da qualche ragione così forte, può comprendere quanto -intensamente io osservassi ogni tua azione, pesassi ogni tua parola, -cercassi di leggerti in viso ogni pensiero: e chi giungerà a misurare -l'angoscia del tenero padre che di giorno in giorno imparava ad amare -di più ardente e più profondo affetto la sua creatura, eppure non -ardiva stringerla al suo seno? - -«Specie quando ti vidi oppressa da un grave ed intimo dolore, soffersi -struggendomi di proclamare il mio diritto alla tua confidenza, e -più d'una volta mi sarei tradito, se non m'avesse frenato il timore -che m'incuteva la dolce Emilia... dolce con tutti fuorchè meco! Io -non sopportavo l'idea che la mia confessione trasformasse per te -l'amico fidato in un padre aborrito! Mi rassegnai a vegliare sulla -mia figliuola celatamente, a tenermi distante da lei come un estraneo, -piuttosto che apparirle quale il temuto tiranno che poteva strapparla -dalla casa donde egli stesso era stato cacciato, ai cuori caldi d'amore -per lei, ma per lui di sasso e di ghiaccio. - -«Così serbai il silenzio; ed a volte, presente ai tuoi occhi, ma ancor -più spesso nascosto, m'aggirai sul tuo cammino fino al giorno funesto, -indimenticabile, in cui obliando tutto fuorchè la salvezza tua e di -Emilia, il mio cuore parlò, tradì il suo segreto. - -«E adesso tu sai tutto: le mie follie, le mie sventure, i miei dolori, -i miei peccati! - -«Puoi tu amarmi, Gertrude? Questo solo ti chiedo. Io non pretendo di -toglierti alla famiglia ch'è divenuta la tua, non voglio privare la -povera Emilia d'una figliuola che ella forse ha cara quanto io stesso. -L'unico balsamo che cerca la mia anima straziata, è la semplice e -sincera promessa che tu ti _proverai_ almeno a voler bene al tuo babbo. - -«Io non ho alcuna speranza in questo mondo, nè, ahimè, nell'altro, -fuorchè te sola. Se tu sentissi come batte il mio cuore contro le -sbarre della sua prigione, comprenderesti che ove non trovi un po' di -calma, si spezzerà bentosto.... Vuoi calmarlo tu con la tua pietà, -mia dolce creatura adorata? Vuoi consolarlo col tuo amore? Se sì, -vieni, stringimi fra le tue braccia, mormora al mio orecchio parole -di pace! In vista della tua finestra, nel vecchio padiglione rustico -all'estremità del giardino, aspetto, palpitando, di udire il suono dei -tuoi passi....» - - - - -XLVIII. - - Le appare una celeste visione: in un fulgore - D'aurora a lei ritorna il suo perduto amore; - È colmato l'abisso, è la notte fuggita - Il cui mister separa la morte dalla vita. - - HEMANS. - - -Non appena gli occhi di Gertrude, che avidamente divorano il -manoscritto, cadono sulle ultime parole, ella balza in piedi e si -precipita fuor della camera, dove rimangono sparsi per il pavimento i -fogli scivolati dal suo grembo nel rizzarsi. - -Scende le scale di volo, scappa dalla porta posteriore dell'atrio, si -slancia attraverso il praticello, che è dietro la casa, ora tutto umido -della rugiada vespertina, ed entra nel padiglione dall'uscio opposto a -quello dove Filippo Amory, con le braccia conserte e lo sguardo fisso, -attende la sua venuta. - -Egli non ode il suo passo, tanto è leggero; prima che si sia accorto -della sua presenza, ella gli si getta sul petto, e tutta tremante, -tutta scossa dalla violenza della sua agitazione che, a lungo repressa, -adesso la soverchia, prorompe in un pianto veemente, interrotto solo -da frequenti e profondi singhiozzi. Suo padre se la stringe al cuore -così forte, che ella ne sente i palpiti precipitati, e tenta di sedar -quella tempesta di dolore e di gioia, mormorando dolcemente, come a un -bambino: - -— Chetati, chetati, creatura mia, tu mi fai spavento! — - -E a poco a poco, calmata dalle blande carezze paterne, la fanciulla -perviene a dominare i suoi nervi, e solleva la faccia, sorridendogli -fra le lacrime. Stanno così alcuni minuti, in un silenzio che dice più -delle parole. Avvolta nelle pieghe del pesante mantello con cui egli -la ripara dalla fresca aria notturna, e sempre stretta nel suo vigoroso -amplesso, Gertrude sente che la comunione delle loro anime è compiuta; -e all'esule ramingo che da sì lungo tempo non aveva più provato il -dolce influsso d'un sorriso amoroso, brilla nelle pupille tutta la -tenerezza sgorgante dal suo cuore non indurito nè inaridito dalla -solitudine. - -La luna, che ogni tanto si nasconde dietro una nube, quando torna -a far capolino li rivede nel medesimo atteggiamento. Alfine, uscita -in uno spazio libero e sereno, contempla al chiaro suo lume il padre -che alza verso di sè il viso della figliuola e fissandola negli occhi -roridi e lucenti, rimovendo carezzevolmente dalla sua fronte i capelli -scomposti, le chiede con accento di commovente preghiera: - -— Mi amerai dunque? - -— Oh, vi amo, vi amo! — risponde Gertrude chiudendogli la bocca con un -bacio. - -A questa fervida affermazione i lineamenti fino allora contratti di -Filippo Amory si rilassano: egli, l'uomo forte, china il capo sulla -spalla di lei, e piange. - -Ma per un momento. Ella, vedendolo sopraffatto così dalla piena dei -suoi sentimenti, si ricompone, lo prende per mano e gli dice, in un -tono fermo e risoluto che lo scuote: - -— Venite! - -— Dove? — egli esclama guardandola stupito. - -— Da Emilia. — - -Egli rabbrividisce, e scrollando la testa in atto di triste -scoraggiamento retrocede invece di seguirla nella direzione in cui ella -vorrebbe trarlo. - -— Non posso! — mormora con voce spenta. - -— Ma ella v'attende! V'attende, e piange e prega, struggendosi nel -desiderio del vostro ritorno! - -— Emilia!... Tu non sai quello che dici, bambina mia.... - -— Dico il vero, babbo! Siete voi quello che s'inganna! Emilia non vi -odia, non v'ha odiato mai. Ella vi credeva morto da molti anni: ma la -vostra voce, benchè udita una volta sola, le ha quasi fatto perdere la -ragione, tanto profondamente ella v'ama sempre. Venite, e vi dirà lei, -meglio ch'io non possa, quale sciagurato errore abbia fatto di voi due -martiri. — - -Emilia, la quale aveva udito la voce di Guglielmo mentre questi -salutava Gertrude sulla soglia, e indovinato ch'era lui, s'era astenuta -dal chiedere della fanciulla, non comparsa alla tavola del tè; e -pensando ch'ella sentiva il bisogno di starsene tranquilla nella sua -camera, terminato il pasto della sera, si ritirò nel salotto. Il signor -Graham, secondo il suo costume, passò nella biblioteca. - -Da circa un'ora ella sedeva sola in quella stanza vasta e arredata -all'antica, il cui aspetto era assai piacevole e familiare. Nel -camino ardeva ancora un bel fuoco gagliardo che diffondeva intorno un -tepore gradevolissimo essendo le serate eccezionalmente fresche per -la stagione. Alcune candele erano accese ai lati dello specchio, ma la -loro luce non bastava a distruggere i pittoreschi effetti delle ombre -che la fiammata dei ceppi gettava sulle pareti e sul sofà dove stava -adagiata Emilia. - -Ella, nonostante la sua debole salute, conservava gran parte ancora -della freschezza e dell'avvenenza giovanili, e per caso s'era messa in -una positura, di fronte al fuoco, tale che il mobile chiarore guizzava -sul suo viso dando risalto all'insolita vivacità di colorito ond'era -animata dall'intima commozione dell'animo. Il gusto squisitamente fine -che rendeva le abbigliature d'Emilia quasi un emblema della soave -purità del suo carattere, si manifestava con particolare efficacia -quand'ella indossava, come quella sera, una veste di casimiro bianco, -fluente in ricche pieghe, strette alla vita da una cintura di seta, -e con ampie maniche drappeggiate. Il niveo candore della seta che le -orlava poteva appena rivaleggiare con quello dei polsi delicati e delle -piccole mani di cui una macchinalmente andava giocherellando tra le -frange purpuree di uno scialle portato nella fredda sala da pranzo, e -adesso abbandonato sopra il vicino bracciuolo del sofà. - -Reggendosi sul gomito, la faccia chinata in avanti, verso il fuoco, -ella guardava nello specchio della sua memoria, così intensamente, -che chi avesse ignorato la sua cecità l'avrebbe creduta assorta nel -contemplare di sotto le lunghe ciglia immaginarie figure tracciate -dalla fantasia sulle bracie ardenti. A momenti, quando il vento della -sera estiva, spirando tra il fogliame degli alberi, faceva che qualche -ramo sfiorasse lievemente i cristalli delle finestre, ella sollevava -il capo dalla mano su cui lo teneva reclinato, e arcuava il tenue collo -nell'atteggiamento di chi ascolta; poi, riconosciuta la natura di quel -fruscio, ricadeva con un sospiro nella sua malinconica meditazione. - -Una volta la signora Prime, che cercava la governante, aperse l'uscio, -guardò se fosse nel salotto, e si ritirò dicendo tra sè: - -— Dio, com'è bella! Pare proprio un ritratto.... Vorrei che avesse -occhi per vedersi! — - -Alfine un sommesso e rapido abbaiamento del cane di guardia ridestò -l'attenzione d'Emilia; tosto lo seguì un suono di passi, nel portico, -nell'atrio.... - -Innanzi che giungesse alla soglia ella già s'era rizzata, tendendo -l'orecchio. E quando Filippo Amory e Gertrude entrarono, la cieca, -silenziosa, con le labbra socchiuse, le mani giunte, un piede avanzato -nell'attesa che venissero a lei, dava immagine d'una statua anzichè di -persona viva. - -Gertrude gettò uno sguardo sulla figura estatica della sua amica, un -altro su quella agitatissima di suo padre, e tacitamente se n'andò. -Ella aveva veduto che s'erano riconosciuti appieno, e per istintiva -delicatezza non volle turbare con la sua presenza la santità di -quell'incontro. - -Come l'uscio si chiudeva dietro alla fanciulla, Emilia disgiunse le -mani, le tese nella vuota oscurità che la circondava, e mormorò: - -— Filippo! — - -Egli afferrò entrambe quelle mani che lo cercavano, le strinse tra le -proprie, cadendo in ginocchio mentre ella s'abbandonava mezzo svenuta -sul sofà; allora, tenendole sempre strette, chinò sopra esse la testa, -nel suo grembo, dove ella ora le posava, e con la faccia nascosta tra -le dita affusolate, mormorò egli pure: - -— Emilia! - -— La tomba ha reso l'estinto alla vita! — esclamò la cieca. — Dio, ti -ringrazio! — - -E sciolte le mani dalla stretta convulsiva di Filippo, gli gettò le -braccia al collo, poggiò il capo sul suo petto, bisbigliando con voce -soffocata dalla commozione: - -— Filippo! Caro Filippo! Sogno, o siete ritornato davvero? — - -Le regole convenzionali, le costrizioni imposte, che tanto spesso -reprimono lo sfogo dei sentimenti umani, non esistevano per quella -schietta figlia della natura ch'era Emilia Graham. Ella e Filippo -Amory s'erano amati nella loro fanciullezza; erano stati divisi quasi -fanciulli ancora; e tali ritornavano ritrovandosi. Durante il lungo -volgere d'anni da che rimaneva esclusa dal mondo esterno, ella era -vissuta in mezzo alle care memorie del passato, salva dai contagi -mondani, conservando tutta l'ingenua semplicità virginale, tutta la -freschezza della sua primavera; e Filippo, che non aveva contratto -altri vincoli se non forzato dalle circostanze, si sentiva rifluire -nelle vene la sua prima gioventù, mentre Emilia con la destra sul suo -capo benediceva Dio d'averle concesso la gioia di riabbracciarlo. - -Ella non poteva vedere come il tempo avesse inargentato i suoi capelli, -e velato della sua ombra il volto ch'ella amava; ma ritornasse egli -nella forma del focoso giovanetto dagli occhi sfolgoranti, in cui -era apparso per l'ultima volta al suo sguardo, o dell'uomo maturo -dalla chioma precocemente incanutita che rendeva difficile ai curiosi -determinare la sua età, o dell'anima assunta alla gloria degli angeli -in cui lo sognava nei suoi sogni del Paradiso, era lo stesso per colei -il cui mondo era un mondo di spiriti. - -E a lui, nel mirare quel viso del quale tanto aveva temuto -l'espressione, e che invece splendeva d'una santa luce d'amore e -di pietà, sembrava che la testa della vergine cieca fosse cinta di -un'aureola celeste. - -E però la loro riunione apparteneva più al cielo che alla terra. Se -le loro anime si fossero incontrate di là dalla tomba, nel soggiorno -beato dove quelli che da lungo tempo furono divisi si ricongiungono in -eterno, appena la loro gioia sarebbe potuta essere più pura, la loro -felicità più perfetta. - -Quando alfine sedettero tranquilli l'uno accanto all'altra, con le -dita sempre amorosamente intrecciate, Filippo udì dalle labbra d'Emilia -tutta la storia del suo dolore: le speranze e i timori, le preghiere e -la disperazione; narrò poi egli a lei le sue tristi vicende, ed ella, -ascoltandolo, lasciò cadere molte lacrime e molti baci sulle mani -che teneva tra le sue. Allora soltanto cominciarono a credere alla -realtà di quella consolazione tanto lungamente negata, ma oramai così -pienamente concessa, che prometteva loro giorni felici anche su questa -terra. - -Emilia pianse sulle sventure e sulla morte prematura di Lucia, e -apprendendo che la fanciulla a cui aveva posto tanto affetto e da lei -con tanta cura educata era la figliuola di Filippo, inalzò a Dio una -tacita preghiera di gratitudine per averle affidato nell'apparentemente -inutile e desolata sua vita una così nobile, così santa missione. - -— Se potessi amarla di più, caro Filippo, — ella disse — lo farei per -amor vostro e della dolce e innocente sua madre che tanto sofferse! - -— E voi mi perdonate, Emilia? — domandò egli, quando, finito di narrare -il doloroso passato, s'abbandonarono alla soave delizia dell'ora -presente. - -— Perdonarvi?... Oh, caro, che ho da perdonare? - -— La tremenda disgrazia che vi avvolse in perpetue tenebre. - -— Filippo! — esclamò ella in tono di rimprovero. — Potete credere ch'io -ve ne facessi una colpa, ch'io vi biasimassi un momento solo pur nel -mio segreto pensiero? - -— Non volontariamente, ne sono sicuro, cara. Ma avete dimenticato -ciò ch'_io_ non potrò dimenticare mai.... che nel tempo della vostra -angoscia, non soltanto il soverchiante pensiero, ma le vostre labbra -stesse proclamarono la mia condanna.... il diniego di quella pietà, di -quel perdono che la vostra anima torturata non trovava per il crudele -che v'aveva fatto tanto male. - -— Voi, crudele! Mai, neppure nel mio più disperato delirio, io non vi -feci cotesta ingiuria, Filippo, cotesta accusa immeritata!... Il mio -cuore poco filiale mormorò contro l'ingiustizia di mio padre, ma verso -di voi non fu mai reo di un tale tradimento. - -— Quella maligna donna mentì dunque asserendomi che il solo mio nome vi -faceva rabbrividire? - -— S'io rabbrividivo, era perchè tutto l'essere mio si ribellava -all'idea del torto immane che avevate patito.... Oh, siatene certo, -s'ella v'affermò che i miei sentimenti per voi erano altri che di pietà -e d'immutabile affetto, le sue parole derivavano da un deplorevole -errore! - -— Dio, Dio, come perfidamente fui ingannato! — gemette egli. - -— Non dite perfidamente, — replicò Emilia. — La signora Ellis, con -tutta la sua severa formalità, fu vittima anch'essa delle circostanze. -Era un'estranea tra noi, e vi credeva diverso da quel che eravate; -ma se l'aveste veduta, alcune settimane dopo, piangere amare lacrime -sulla parte da lei assunta nei fatti che vi spinsero alla disperazione, -e, si credeva allora, alla morte, avreste sentito, come sento io, -che l'avevamo giudicata male, e che un cuore di donna palpitava -sotto quell'apparenza di dura pietra. L'intensità del suo dolore -mi maravigliò allora: adesso comprendo ch'era acuito da un rimorso -ch'io non sospettavo. Ma dimentichiamo le tristezze del passato e -confortiamoci nella fede che la mano amorosa da cui ci è data questa -gioia ci afflisse finora con fini di misericordia. - -— Di misericordia? — esclamò Filippo. — E dove ne scorgete nella mia -sciagura e nella vostra? Può essere una mano amorosa quella che fece -di me lo strumento fatale, e di voi la vittima, d'una delle più gravi -sventure umane? - -— Non parlate della mia cecità come d'una sventura! — rispose Emilia. — -Da gran tempo ho cessato di considerarla tale. Soltanto nell'oscurità -della notte vediamo brillare le luci del cielo, soltanto quando siamo -esclusi dalla terra possiamo varcare le porte del Paradiso. Finchè -avevo occhi per contemplare le maraviglie della natura e le glorie -del Signore, li tenevo chiusi tuttavia dinanzi alle manifestazioni -della bontà divina onde ero circondata. Mentre godevo i bellissimi e -splendidissimi doni profusi sul mio cammino, obliavo di ringraziare e -lodare il donatore; e con cuore ingrato, procedevo spensierata nel mio -peccaminoso egoismo senza por mente alle insidie lusinghiere tese sui -passi della gioventù. - -«E però la mano paterna di Colui che sempre vigila sopra di noi per -il nostro bene, arrestò la creatura errante fuor della via che sola -conduce alla pace, e quantunque il castigo giungesse improvviso ed -aspra fosse la disciplina della verga punitrice, la misericordia -nondimeno temperò la giustizia. Dalla tomba delle mie gioie sepolte -sbocciarono speranze che fioriranno nell'immortalità. Dalle nubi e -dalle tenebre sorse una fulgida aurora. Ciò ch'era nascosto alla veduta -corporale si rivelò all'anima destata dalla vera luce, e il mio spirito -turbato acquistò l'eterno riposo già sulla terra. Non piangete dunque, -Filippo, sul mio fato ch'è lungi dall'essere triste: ma gioite con -me nel pensiero di quel felice e non lontano risveglio, quando con -gli occhi riaperti nella visione della beatitudine celeste, io starò -dinanzi al trono di Dio, e fruirò della gloriosa presenza da cui, senza -la luce sgorgata nell'anima mia dalla profondità delle mie tenebre -terrestri, sarei stata forse bandita in sempiterno. — - -Nel momento che Emilia finiva di parlare e Filippo, compreso -d'ammirazione e di rispetto, contemplando nel suo viso raggiante d'un -santo gaudio il trionfo dello spirito immortale, meditava sulla maestà -e la potenza conferite da una pietà sincera, l'uscio s'aprì bruscamente -ed entrò il signor Graham. - -Il suono del noto passo troncò il sublime volo dei loro pensieri. -Il colore che l'eccitazione aveva dato alle gote d'Emilia svanì in -una pallidezza più intensa della consueta, mentre Filippo si rizzava -lentamente dal posto che occupava al suo fianco, e con gesto deliberato -si poneva di fronte al patrigno. - -Il signor Graham, il quale aveva l'aria tra stupita e scrutatrice d'un -padrone di casa che trova nel suo salotto un visitatore ch'egli non -conosce eppur sembra aspettare d'essere riconosciuto, si volse verso -sua figlia come sperando di venir tratto d'impaccio da una regolare -presentazione. Ma Emilia, turbatissima, taceva, e Filippo rimaneva -immobile, impassibile. - -Quando il vecchio, che seguitava ad avanzarsi, incerto, fu a due -passi da quest'ultimo, si fermò di botto, colpito dal suo fiero -atteggiamento, e lo fissò in volto: ma non appena i suoi occhi -s'incontrarono negli occhi fulminei del suo figliastro, vacillò, stese -la mano verso la mensola del caminetto, e certo sarebbe caduto se -Filippo non fosse stato pronto a sorreggerlo e farlo adagiare nella sua -poltrona collocata dirimpetto al sofà. - -Nessuno ancora pronunziava una parola. - -Finalmente il signor Graham che, piombato a sedere di peso, non -distoglieva lo sguardo attonito dal redivivo, esclamò con voce -commossa: - -— Filippo Amory! Oh, Dio mio! - -— Sì, babbo, — disse Emilia alzandosi di scatto e afferrando un braccio -di suo padre — è Filippo! Colui che per tanti anni abbiamo creduto -morto, ci è reso sano e salvo! — - -Egli si rizzò, e appoggiandosi alla spalla della figliuola s'avvicinò -di nuovo al figliastro che, incrociate le braccia sul petto, aveva -ripreso la sua attitudine rigida e severa. Il robusto vecchio camminava -con un passo malsicuro assai diverso dal solito, e la sua mano era -agitata da un tremito mentre la tendeva a Filippo. - -Ma Filippo non la prese, nè rispose verbo. - -Il signor Graham, parlando ad Emilia senza ricordarsi ch'ella non -vedeva quella scena, disse con un tono d'amarezza e insieme di -rammarico: - -— Non posso biasimarlo.... Feci un torto ingiusto al ragazzo, e Dio lo -sa! - -— Ingiusto! — esclamò Filippo con voce così cupa da far quasi paura. -— Dite che avete funestato la sua vita, distrutto la sua gioventù, -spezzato il suo cuore, infamato il suo nome! - -— No, Filippo, — replicò a quest'ultima accusa il signor Graham -che aveva chinato il capo sotto le altre — cotesto no! Cotesto no! -Nell'onore vostro non vi recai nessun danno. Scopersi il mio errore -prima d'avervi denigrato pubblicamente. - -— Lo riconoscete l'errore, dunque? - -— Sì, lo riconosco! Imputai a voi la colpa che, come n'ebbi la prova, -era stata commessa da quello de' miei impiegati in cui riponevo intera -fiducia. Appresi la verità quasi subito, ma, ahimè, già troppo tardi -per richiamarvi. Poi vennero le notizie della vostra morte, e mi dolse -forte che l'offesa fosse ormai irreparabile. Ma non era strano il mio -abbaglio, Filippo: me lo dovete concedere. Archer mi serviva fedelmente -da più di vent'anni: come avrei dubitato di lui? - -— Oh no, non era strano! — disse amaramente Filippo Amory. — Poichè una -colpa era stata commessa, era anzi naturalissimo che l'imputaste a me. -Non mi credevate capace che di male azioni. - -— Fui ingiusto, lo ripeto, — replicò il signor Graham tentando di -riassumere la propria dignità. — Però qualche ragione ce l'avevo.... ce -l'avevo. - -— Forse.... Cotesto ve l'accordo. - -— Ebbene, stringiamoci la mano, e procuriamo di mettere in oblio il -passato. — - -Filippo non s'ostinò a rifiutare l'offerta, ma non l'accettò con troppo -ardore. - -Il signor Graham tuttavia parve considerare bell'e fatta la pace, e con -un'aria di sollievo, come se sentisse liberata la coscienza dal peso -che l'aggravava da anni (perchè egli aveva una coscienza, quantunque -non tenerissima), si accomodò nella sua poltrona, e pregò il figliastro -di raccontargli le proprie vicende. - -Questi lo sodisfece, compendiosamente; e l'attenzione prestata -dal patrigno al suo racconto, il vivo interessamento con cui egli -s'informava dei particolari, gli provarono che in quel ventennio il -rimpianto e il rimorso avevano dimolto addolcito il cuore dell'uomo -superbo, per cui ognuna delle memorie evocate era la puntura d'un -rimprovero. - -Il signor Amory non fu in grado di spiegare la notizia corsa della sua -morte affermata al dottor Jeremy dal suo corrispondente da Rio. Ma da -un confronto di date risultò probabile che a questi l'avesse data il -negoziante per conto del quale Filippo viaggiava e che non sapendo più -nulla di lui lo credeva verosimilmente vittima dell'infezione dominante -nel paese basso e malsano dov'era stato mandato. Poche settimane dopo -era morto egli stesso. - -Nè dal canto suo il reduce fu meno maravigliato di sentire che i suoi -amici di Boston erano giunti a conoscere la sua fuga nel Brasile. Ma -qui la spiegazione era più facile: il bastimento su cui s'era imbarcato -aveva fatto diretto ritorno in quel porto, e non mancavano a bordo, -tra i marinari e gli ufficiali, persone che potessero diffusamente -rispondere alle inchieste, incamminate dal buon dottore mesi innanzi, -le quali essendo accompagnate dall'offerta d'una generosa ricompensa, -non avevano ancora cessato d'attirare l'attenzione del pubblico. - -Tra i molti casi strani e romanzeschi che si svolgevano, nessuno -faceva sul signor Graham un'impressione così profonda come il fatto -che la fanciulla educata sotto il suo tetto e divenutagli tanto cara -nonostante qualche cozzo d'interessi e d'opinioni, fosse proprio la -figliuola di Filippo Amory! E mentre, finito il racconto, usciva dal -salotto per ritirarsi, secondo il suo costume, nella biblioteca, andava -ripetendo: - -— Singolare coincidenza! Singolarissima! — - -Non appena andatosene lui, un altro uscio s'aprì pian piano, e Gertrude -guardò dentro timidamente. - -Suo padre mosse tosto verso di lei, e, cingendole la vita con un -braccio, la trasse presso ad Emilia; poi, senza parlare, le strinse -entrambe in un medesimo lunghissimo amplesso. - -La cieca esclamò: - -— Oh, Filippo, dovete pure riconoscere la misericordia e l'amore di chi -ci ha serbati a una felicità come questa! - -— Cara Emilia, — egli rispose — io sono pieno di gratitudine.... -Insegnatemi voi come e dove debbo offrirne il tributo! — - -Le parole non potrebbero descrivere l'ora di dolce comunione che -seguì fra quelle tre anime: l'estasi silenziosa di Emilia, la gioia -appassionatamente espressa di Filippo, la tenera commozione di Gertrude -che li contemplava con occhi splendenti d'amore e di fede. - -Era quasi la mezzanotte quando il signor Amory si dispose a partire. -Emilia, la quale aveva sperato ch'egli sarebbe rimasto a villa Graham -come in casa propria, insistette per trattenerlo, e Gertrude unì -alle vive preghiere di lei quella tacita del suo sguardo. Ma egli si -mantenne fermo nella propria risoluzione con una serietà che provava -quanto fosse irremovibile. - -— Filippo, — disse infine la cieca posandogli una mano sulla spalla — -voi non avete ancora perdonato a mio padre. — - -Ella aveva letto nel suo pensiero. Egli sussultò al suo tono di -rimprovero, ma tacque. - -— Gli _perdonerete_, però, gli _perdonerete_, — ella proseguì con voce -supplichevole. — Non è vero, caro? — - -Filippo esitò un poco, poi la guardò e rispose: - -— Sì, per amor vostro, Emilia, gli perdonerò.... col tempo. — - -Partito ch'egli fu, Gertrude, dopo essersi indugiata sulla soglia, -finchè non vide svanire la sua figura discernibile appena al fievole -lume della luna calante, rientrò nel salotto dicendo con un gran -sospiro di sodisfazione: - -— Oh, che giornata è stata questa! — - -Ma subito si represse alla vista d'Emilia che, in ginocchio accanto -al sofà, giunte le mani, la faccia alzata al cielo, pareva, nella sua -candida veste fluente intorno a lei sul pavimento, la personificazione -della purità e della preghiera. - -Pianamente, la fanciulla s'inginocchiò al suo fianco, le cinse un -braccio al collo, e così unite offersero a Dio i ringraziamenti -e le lodi che salivano dai loro cuori traboccanti di gioia e di -riconoscenza. - - - - -XLIX. - - Gentil creatura, te bambina amai, - Per terra e mari sempre meco in cuor - L'immagin tua, la voce tua portai. - Deh, parla, o cara, e per me vivi ancor! - - HEMANS. - - -True Flint era stato reverentemente sepolto dal suo vecchio amico -Cooper nell'antico cimitero attiguo alla chiesa dove questi teneva -l'ufficio di sagrestano: un cimitero da lungo tempo abbandonato, come -mostravano le sue pietre ricoperte di musco e in parte rovesciate. Ma -prima che il già cadente edifizio dovesse cedere il luogo a una bella -chiesa moderna, i venerati resti dello zio True avevano trovato un più -sicuro riposo. - -Col gusto delicato e il pietoso sentimento che ai nostri giorni fanno -eleggere per le sacre dimore dei morti luoghi tra i più ameni, un -delizioso boschetto su terreno ondulato, poco lontano dalla villa -del signor Graham, era stato adibito a uso di camposanto rurale. E -nell'angolo più tranquillo e ridente di quell'asilo di pace, il buon -lampionaio dormiva il sonno eterno. - -Quella zolla di terra acquistata per affettuosa liberalità di -Guglielmo, scelta da Gertrude e da lei abbellita di fragranti rose e -d'edera sempre verde, racchiudeva adesso anche le salme del signor -Cooper e della signora Sullivan. Su quelle tre tombe la fanciulla -educava molti fiori inaffiati dalle sue lacrime. E segnatamente nelle -ricorrenze degli anniversari, ella considerava come un pio e caro -dovere l'ornarle di fresche ghirlande. - -Con questo fine, in un bel pomeriggio circa una settimana dopo il -felice evento, ella si dirigeva dalla villa al camposanto. Recava -appeso al braccio un paniere contenente la sua offerta, e affrettava il -passo, tutta assorta nei suoi pensieri. - -Aveva lasciato suo padre con Emilia. Benchè egli le avesse espresso il -desiderio di visitare una volta la tomba dello zio True, s'era astenuta -dall'invitarlo ad accompagnarla vedendoli discorrere insieme con tale -evidente piacere, che le sarebbe parso un peccato disturbarli. - -E appunto alla loro calma e serena felicità ella pensava, incominciando -la sua passeggiata, e pensava anche ai vincoli d'affetto che la univano -ad entrambi, all'amore d'Emilia posto a sì lunghe e dure prove, alla -tenerezza che profondeva su lei in mille modi il padre ritrovato, e -che, lo sentiva, ella poteva ricambiare appena con la sua devozione per -tutta la vita. - -Ma poi, ogni poco, in mezzo alle sue riflessioni sulla dolce e fida -amicizia tra lei ed Emilia, che gli anni avevano resa sempre più -forte, e su quell'affezione paterna e filiale di così recente origine -eppure già tanto intima, tanto viva, che il tempo nulla avrebbe -potuto aggiungervi, i ricordi d'un altro amore, più antico e non meno -tenero, adesso, ahimè, miseramente infranto, le si riaffacciavano a -mal suo grado. Ella tentò di bandire dalla sua memoria l'infedeltà -di Guglielmo, stimando che sarebbe stata ingratitudine piangere le -speranze perdute, dimentica delle sante gioie che le restavano ancora. -Tentò di ribadire nell'animo suo la risoluzione ultimamente presa -di non pensar mai a ciò ch'era stato il più amaro dolore della sua -vita passata, per consacrare tutto il rimanente dei suoi giorni alla -felicità di suo padre e d'Emilia. - -Non ci riusciva però. Quei ricordi penosi ritornavano in folla, -insistenti, soverchianti, ad onta d'ogni suo sforzo per cacciarli, -e infine cessando la vana lotta ella s'abbandonò a una profonda e -malinconica meditazione. - -Ella aveva ricevuto altre due visite di Guglielmo, dopo la prima. La -seconda era stata assai simile a questa, e nell'ultima il loro impaccio -era aumentato anzichè scemare. Parecchie volte, invero, il giovane -aveva mostrato un'intenzione di rompere il ghiaccio, e ritornare -all'usata familiarità di linguaggio e di maniere: ma tosto un rossore, -o un'aria di confusione e d'angoscia, della fanciulla, lo facevano -desistere da ogni tentativo di dissipare quel riserbo, quella mancanza -di confidenza che mettevano tra loro una barriera. Dal canto proprio -Gertrude, in tutt'e due le occasioni, s'era proposta d'accoglierlo con -la franchezza e la cordialità ch'egli doveva attendersi da lei; al suo -presentarsi, infatti, gli aveva sorriso affettuosamente, e porto la -mano in atto così fraterno, da incoraggiarlo a trattenerla nella sua e -stringerla con calore: ma parendo egli allora in procinto di parlarle -a cuore aperto, di liberarsi dal peso d'un grande segreto, ella s'era -bruscamente ritratta, e preso su un lavoretto pur che fosse, gli -aveva rivolto mentre sembrava applicata a quello, una domanda su cose -indifferenti: contegno che sbaragliava le sue idee, e lo sconcertava -per tutta la durata della visita. - -Ora, ponderando i miseri e penosi risultati di questi loro colloqui, -ella quasi desiderava ch'egli cessasse di rinnovarli, perchè credeva -che i sentimenti d'entrambi sarebbero meno feriti da una totale -separazione, che da incontri in cui divenivano sempre più estranei -l'uno all'altra. - -Per quanto fosse strano, ella non aveva partecipato a Guglielmo -l'evento, tanto importante per lei, della scoperta di suo padre, -d'un padre che così caramente amava. Una volta s'era accinta a farlo, -ma il solo pensiero di parlare all'amico dei suoi primi anni di ciò -che la toccava nell'intimo dell'anima, la turbava a segno, che aveva -taciuto per tema d'essere soverchiata dalla commozione, e, perduta la -padronanza di sè, trascinata a tradire il suo dolore. - -Ma una cosa l'angosciava sopra ogni altra. Nel suo primo vano tentativo -di gettare la maschera, Guglielmo aveva chiaramente accennato alla -propria infelicità; e prima ch'ella trovasse modo di mutar discorso, e -scansare una confidenza alla quale non si sentiva preparata, egli era -giunto a manifestarle una malinconica sfiducia nell'avvenire. - -Ella non poteva spiegarsi cotesta confessione, se non connettendola -col suo fidanzamento: e le destava il sospetto che, abbagliato dalla -rara bellezza d'Isabella, egli si fosse impulsivamente avvinto ad una -fanciulla che non era capace di renderlo felice. Le piccole scene -di cui il caso l'aveva fatta testimone, la confermavano in questa -idea, giacchè ogni volta che le era accaduto di vedere insieme i due -innamorati e d'udire le loro parole, Guglielmo pareva avere qualche -ragione di malcontento. - -— Egli l'ama, — pensava Gertrude — e anche l'onore lo impegna; ma -già s'avvede della disarmonia tra le loro nature. Povero Guglielmo! È -impossibile che sia felice con Isabella! — - -E il tenero e pietoso cuore di Gertrude non gemeva sulla propria -afflizione più che sul disinganno che doveva soffrire Guglielmo se -mai aveva sperato di trovar pace nell'unione con una ragazza così -prepotente, stizzosa, irragionevole. - -Assorta in queste riflessioni, camminava con una rapidità che quasi non -avvertiva, e arrivò presto ai filari di grandi pini che ombreggiavano -l'entrata del camposanto: là, sostò un momento per godere la fresca -brezzolina alitante fra i rami, poi passò il cancello, volse a destra, -nel viale carrozzabile, e cominciò lentamente la salita. - -Il luogo, sempre tranquillo, era in quell'era solitario, e come -segregato dal mondo: tranne i gorgheggi di qualche uccello, non -un suono turbava il silenzio e la quiete. A misura che Gertrude -contemplava le bellezze a lei familiari di quel sacro recesso da anni -mèta favorita delle sue passeggiate, e procedendo fra le aiuole fiorite -respirava l'aria aulente di soavi fragranze, e sentiva l'appello -solenne della morte, l'aspirazione dell'anima verso il cielo, tutte le -commozioni non armonizzanti con quella scena svanivano, ed ella non -provava più se non il senso di dolce e serena malinconia destato dal -pensiero di coloro che fruiscono della beata pace. - -Dopo un tratto di cammino lasciò la larga via che seguiva e prese -per un vialetto laterale, donde poi svoltò nello stretto sentiero -conducente all'angolo ombroso e remoto che, parte per la sua lontananza -dai viali più frequentati, parte per la sua amenità, era stato da lei -preferito. - -Era situato sul pendio d'un poggetto, e da un lato un alto masso lo -nascondeva allo sguardo dei passanti, dall'altro una quercia annosa -stendeva sopra esso i suoi rami. La semplicissima cancellata di ferro -che lo circondava era rivestita dell'edera piantata da Gertrude, -che s'abbarbicava in graziosi festoni fin sulla muscosa roccia, una -sporgenza della quale offriva un sedile presso la tomba di True Flint. -La fanciulla vi sedette come di consueto, e rimasta alcuni minuti -in contemplazione, col gomito appoggiato al ginocchio e la fronte -reclinata sulla mano, drizzò la snella persona, mandò un sospiro -profondo, poi sollevò il coperchio del suo paniere, versò i fiori -sull'erba, e con dita agili e destre cominciò a tessere una leggiadra -ghirlanda di cui, finita che l'ebbe, ornò la tomba ai suoi piedi. -Sparse il resto dei fiori sugli altri due tumuli, e infine, preso un -sarchielletto, e infilato un paio di guanti da giardinaggio, lavorò -un'ora buona intorno all'aiuola e alle piante rampicanti con cui aveva -fatto un pergolato. - -Terminato il lavoro sedette di nuovo a piè della roccia, si tolse i -guanti, rimosse dalla fronte le fitte bande lisce dei suoi capelli e si -riposò, pensosa. - -Compivano quel giorno sette anni da che lo zio True era morto; ma -Gertrude non aveva cessato di ricordare amorosamente il buon vecchio. -Spesso nei suoi sogni vedeva il suo piacente sorriso, udiva le sue -confortanti parole, e notte e giorno l'immagine di colui che aveva -reso serena e felice la sua infanzia, l'animava ad imitarne la umile e -paziente virtù. - -Ma mentre ella, con gli occhi fissi sul tumulo erboso che copriva la -cara salma, rievocava le liete ore che essi avevano trascorse insieme, -un'altra rimembranza veniva ad amareggiare quella tanto soave: la -rimembranza di un terzo, la quale non poteva esserne separata, perchè -quasi sempre egli partecipava alle gioie del loro focolare domestico; -e seguendo il corso delle sue intime riflessioni ella esclamò quasi -inconsciamente: - -— O zio True, voi ed io non siamo divisi, ma Guglielmo non è più con -noi! - -— Oh, Gertrude, — disse in tono di rimprovero una voce, vicino a lei — -ed è forse di Guglielmo la colpa? — - -Ella sussultò, si volse, e vide colui ch'era l'oggetto de' suoi -pensieri, fissarla con occhi miti e tristi, cercando di leggerle nel -cuore; ma senza rispondere alla sua interrogazione, si nascose la -faccia tra le palme. - -Egli si gettò in ginocchio dinanzi alla giovanetta e come quando -s'erano incontrati la prima volta nella loro fanciullezza, dolcemente -le sollevò la testa china, le scostò le mani dal viso, e la costrinse a -guardarlo, dicendole con accento supplichevole: - -— Ditemi, Gertrude, ditemi, per pietà, che mi esclude dal vostro -affetto? — - -Ma ancora ella non trovò altra risposta che le lacrime che le -scorrevano giù per le gote. - -— Voi mi fate soffrire crudelmente, — egli continuò con veemenza. — -Che cosa ho fatto, io, perchè m'abbiate tolto così la vostra amicizia? -Perchè mi guardate con tale freddezza.... e perfino rifuggite da me? — -egli soggiunse, poichè Gertrude, non potendo sostenere il suo sguardo -fermo e indagatore, volgeva gli occhi altrove e cercava di liberare le -mani dalla sua stretta. - -— Io non sono fredda.... non ho mai inteso d'esser fredda verso di voi, -— ella mormorò con voce mezzo soffocata dalla commozione. - -— Oh, Gertrude, — egli riprese staccandosi da lei — vedo che -avete totalmente cessato d'amarmi! Io tremai al primo vedervi, -ritrovandovi così bella, così amabile, e amata da tutti, e temetti -che qualche fortunato rivale avesse rapito il vostro cuore a quegli -che lo possedeva fin da fanciullo. Ma neanche allora pensai che non -mi riconoscereste _almeno_ i diritti d'un _fratello_ alla vostra -affezione. - -— Ma no, ma no, Guglielmo, — ella disse vivamente. — Non v'adirate.... -Io sarò sempre per voi una sorella! — - -Egli sorrise d'un sorriso doloroso. - -— Avevo ragione dunque? Temevate ch'io chiedessi troppo, e per -scoraggiarmi stimaste bene non concedermi nulla. Sia pur così. Forse -la vostra prudenza è stata per il meglio; ma.... oh, Gertrude, mi avete -spezzato il cuore! - -— Guglielmo! — ella gridò, turbatissima. — Non sentite quanto -stranamente suoni cotesto linguaggio in bocca vostra? - -— Perchè stranamente? — replicò egli, quasi offeso. — È forse tanto -strano ch'io v'ami? Non ho io per anni alimentato il ricordo del -nostro antico affetto, non ho sempre riguardato la nostra riunione -come l'unica mia speranza di felicità? Non mi ha quest'amorosa -speranza sostenuto e confortato nelle mie fatiche, e fatto pregiare -la vita nonostante la perdita de' miei cari? E vorrete, Gertrude, -qui in cospetto dei freddi tumuli dove giacciono sepolti quelli che -soli, oltre voi, amavo sulla terra, schiacciare e distruggere senza -compassione questo solitario, ma pur.... - -— Guglielmo, — ella lo interruppe, ridivenuta calma, e parlando -in tono benevolo, ma serio — vi pare onorevole parlarmi così? Voi -dimenticate.... - -— No, non dimentico nulla! — egli esclamò appassionatamente. — So -che non ho diritto di molestarvi, di tormentarvi, e non lo farò più. -Ma Gertrude, _sorella_ Gertrude (giacchè il sogno d'un più stretto -vincolo tra noi è svanito), non vogliate biasimarmi, nè vi maravigli -troppo, se non mi sento ancora capace di fare la mia parte di fratello. -Io non posso rimanere vicino a voi, non posso rassegnarmi ad essere -pazientemente il testimonio della felicità d'un altro. Ma i miei -servigi, il mio tempo, la mia vita sono ai vostri comandi, e nel mio -esilio non cesserò mai di pregare Iddio che lo sposo da voi scelto, -chiunque egli sia, si mostri degno della mia nobile Gertrude e l'ami, -s'è possibile, quanto io l'amo! - -— Che follia è cotesta, Guglielmo? — disse la fanciulla. — Io non sono -fidanzata a nessuno; ma che debbo pensare del tradimento vostro verso -Isabella? - -— Isabella? — gridò il giovane, rizzandosi, come afferrato da una nuova -idea. — È dunque arrivata fino a voi quella sciocca diceria? E voi -avete potuto prestarvi fede, per quanto evidentemente falsa? - -— Falsa? — fece Gertrude sollevando le palpebre fino allora abbassate, -e gettando a Guglielmo, attraverso le lunghe ciglia umide di pianto, un -profondo sguardo scrutatore. - -Egli lo sostenne, calmo, a capo eretto, e rispose senza esitare, con un -tono di maraviglia e di rimprovero: - -— Falsa, sì! È mai possibile che, conoscendo tanto bene me e lei, ne -abbiate dubitato pur un momento? - -— Ahimè, — ella gridò — devo non credere alla testimonianza de' miei -occhi e de' miei orecchi? Se mi fondassi su qualche altra meno sicura, -potrei pensare che fui ingannata. Non tentate di nascondermi una verità -ch'io sono in grado d'affermare. Trattatemi con franchezza. Oso dirlo, -Guglielmo, la merito da voi, la merito! - -— Franchezza, Gertrude? Ma siete voi stessa la misteriosa! S'io potessi -mostrarvi a nudo l'anima mia, mi sarebbe agevole persuadervi della -sua fedeltà, piena ed intera fedeltà, al suo primo amore. Quanto ad -Isabella Clinton, se alludete a lei, i vostri occhi ed i vostri orecchi -v'hanno ingannata anch'essi, se.... — - -Ella l'interruppe: - -— Ah, Guglielmo, Guglielmo! Avete così presto scordato la vostra -devozione alla bella di Saratoga? La vostra riluttanza a lasciarla -allontanarsi da voi per qualche giorno? Il gran dolore che vi cagionava -la sola idea del suo pur breve viaggio, e l'amorosa impazienza che vi -faceva parere quei pochi giorni un'eternità? - -— Basta, basta! — esclamò il giovane, nella cui mente balenava la luce -che doveva dissipare il mistero. — Ditemi invece dove avete risaputo -coteste cose. - -— Sul luogo stesso dove le diceste e le faceste. Il nostro primo -incontro non avvenne già nel salotto del signor Graham. A Saratoga in -un viale del passeggio, e in riva al lago, ad Albany sul piroscafo, -io vi vidi insieme con la signorina Clinton, e vi riconobbi, non -riconosciuta da voi. Là, le vostre parole m'accertarono di quel fatto -che riferitomi da altri avrei posto in dubbio. — - -La luce del sole mattutino non è più serena e ridente di quella della -riaccesa speranza che illuminava adesso la faccia di Guglielmo. - -— Ascoltatemi, Gertrude, — egli disse con un tono di fervore quasi -solenne — e credete che dinanzi alla tomba di mia madre, alla presenza -— (e in atto reverente alzava gli occhi al cielo) — del puro spirito -che m'insegnò l'amore della verità, parlo con quella sincerità e -quel candore che si convengono parlando agli angeli. Io non starò a -discutere se abbiate udito proprio esattamente le parole di protesta e -di preghiera da me rivolte alla signorina Clinton sul proposito del suo -viaggio, e le espressioni della mia impazienza per il suo ritorno. Non -m'indugerò nemmeno a ricercare dove fosse l'oggetto dei miei pensieri -nel momento in cui, causa i felici mutamenti in esso operati dal tempo, -sfuggiva al mio sguardo bramoso. Lasciate ch'io prima mi discolpi -dall'imputazione che grava sopra di me; poi avremo agio di venire alle -altre spiegazioni. - -«È verissimo ch'io mi dolsi forte della improvvisa partenza d'Isabella -per Nuova York, sotto un pretesto che non avrebbe dovuto avere alcun -peso per lei. È verissimo ch'io tentai di far valere ogni miglior -argomento per dissuaderla da quel capriccio, e, riuscita vana la mia -eloquenza, cercai in tutte le maniere d'indurla almeno a ritornare il -più presto possibile. E ciò non perchè la compagnia di quell'egoista -fosse comunque necessaria alla mia felicità (al contrario anzi), -ma perchè l'ottimo suo padre, il quale l'adora a segno che nessun -sacrificio gli parrebbe eccessivo al fine di procurare un piacere -a quell'unica sua figliuola, giaceva ammalato, lottando tra la vita -e la morte, in un albergo d'una affollata città d'acque alla moda, -dove gli mancavano comodi e quiete, ed era da lei abbandonato, -con un'indifferenza che mi disgustava, alle cure d'una infermiera -mercenaria e d'un giovanotto di buona volontà ma inesperto, come me. - -«Che nell'assenza della figlia ingrata l'eternità potesse mettere un -suggello a quella separazione, era un pensiero ch'io, indignatissimo, -fui sul punto di manifestare: ma mi repressi, non volendo intromettermi -tropp'oltre in una cosa che infine non mi riguardava, nè destare in -Isabella apprensioni forse inutili. Se un sentimento egoistico entrava -nella mia somma impazienza di vederla ritornata dove il suo dovere la -chiamava, era unicamente il desiderio di essere dispensato dall'obbligo -di supplirla al letto del mio amico infermo, e poter correre a colei -dalla quale speravo un'accoglienza non impari all'ardore del mio -affetto.... Figuratevi dunque se quella ch'io ricevetti agghiacciò il -mio cuore palpitante.... - -— Ma adesso comprendete le ragioni della mia freddezza, — disse -Gertrude volgendo a lui la faccia inondata di lacrime dove un sorriso -di gioia splendeva come un'iride tra la pioggia estiva. — Adesso sapete -perchè non osavo lasciar parlare l'anima mia.... - -— Sicchè, quest'era tutto? — gridò egli giubilante. — Voi siete libera, -e posso amarvi sempre? - -— Libera da ogni legame, sì, caro Guglielmo, salvo quello con cui -m'avete avvinta a voi fin da bambina.... — - -E stretti cuore a cuore, si dissero tutto l'amor loro, quell'amore che, -nato nell'infanzia, cresciuto nella giovinezza, alimentato e rafforzato -nella lontananza, reso perfetto dal dolore, doveva alfine allietare e -santificare tutti i giorni futuri della loro vita. - -— Ma, Gertrudina, — disse Guglielmo, quando, ritornati all'antica -confidenza, sedettero l'uno accanto all'altra e presero a discorrere -con piena libertà del passato — come hai potuto pensare pur un momento -che Isabella Clinton avesse per me un prestigio che le facesse usurpar -il tuo posto nel mio affetto? Io, almeno, non t'ho fatto un simile -torto: se mi sono creduto soppiantato da un altro, m'immaginavo però -ch'egli fosse un eroe di virtù così splendide da essere incomparabili. - -— E chi potrebbe compararsi ad Isabella? — domandò Gertrude. — Ti -maravigli ch'io dubitassi della tua fedeltà, considerando la sua -bellezza, la sua eleganza, la sua cospicua condizione sociale, e -l'occasione che tu avevi d'apprezzare tutti questi vantaggi? - -— Ma che valore hanno, per chi la conosca come la conosciamo noi due? -Un piglio altezzoso e sprezzante non distrugge forse l'effetto della -bellezza? Può l'eleganza scusare la scortesia, o la nobiltà della -nascita supplire alle deficienze naturali? Quanto al denaro, l'ho io -mai bramato se non per provvedere al benessere tuo.... e al loro? — E -così dicendo accennava le tombe della madre e del nonno. - -— Oh, mio Guglielmo, tu sei tanto disinteressato! - -— Non in questo caso. Possedesse Isabella la bellezza di Venere e la -sapienza di Minerva, non mi avrebbe fatto dimenticare che poca felicità -è da sperarsi con una fanciulla tutta dedita alla ricerca dei piaceri -mondani, e dimentica degli affetti e dei doveri più sacri. Potevo io -vederla fuggire dalla camera del padre malato per correre a divertirsi -tra gli omaggi d'una folla oziosa, o, se condotta riluttante al suo -letto, scansare le fatiche delle cure e delle veglie che il suo stato -richiedeva, e illudermi che una donna tale fosse atta a divenire -la benedizione e l'ornamento del mio focolare domestico? Come non -avrei paragonato la sua colpevole negligenza, la sua mal dissimulata -petulanza, la leggerezza del suo spirito irriverente, con la dolce e -amorosa devozione, la santa pazienza, la profonda e fervida pietà della -mia Gertrude? Io avrei tradito me stesso più ancora che te, carissima, -se Isabella, col carattere che m'ha mostrato, avesse fatto venir meno -la mia ammirazione e il mio amore per colei ch'è un modello di tutte -le virtù femminili. E quando guardo la piccola compagna d'un tempo, di -cui serbavo un così tenero ricordo, trasformata in una donna avvenente -e graziosa le cui dolci attrattive sono coronate da una bellezza -quasi inesprimibile, e penso che il suo cuore è sempre mio, oh, la mia -felicità mi sembra troppo, troppo grande. Mi fosse concesso di farne -partecipi quelli che tanto ci amarono tutt'e due! — - -E chi può dire che non ne fossero partecipi? Che lo spirito dello zio -True non fosse presente e gioisse dell'adempimento di tutte le sue più -rosee profezie? Che il vecchio nonno non assistesse invisibile a quella -scena e vedesse come i suoi dubbi e i suoi timori si mutassero in liete -certezze? Che l'anima della madre gentile la quale, ancor vivente, -aveva presagito quell'incontro in un sogno estatico, non benedicesse la -coppia felice? Ella, che coi precetti inculcati al suo figliuolo fin -dalla più tenera età, con gli ammonimenti datigli nella giovinezza, e -la vigile guida del suo spirito disincarnato lo aveva armato per la -lotta contro le tentazioni, sostenuto nelle sue prove, e restituito -trionfante alla dolce amica della sua infanzia, per certo aleggiava sui -due virtuosi amanti, godendo nella realtà la gioia pregustata in quella -mirifica visione ove le era stato così vivamente dipinto il connubio -tra il suo Guglielmo strappato dall'amorosa sua cura ai pericoli che -lo insidiavano, e la figliuola del suo cuore resasi degna, per la -perseveranza nelle vie del bene, d'una così alta e perfetta ricompensa. - - - - -L. - - Di purissima luce un raggio splende - Delle tenebre nostre nell'orrore - Quando per sempre ogni altra luce è spenta: - Celeste raggio acceso dal Signore. - - -Le ombre s'allungavano, volgendo già il sole al tramonto, quando -Guglielmo e Gertrude si levarono da sedere per lasciare il camposanto. - -Uscirono dal cancello opposto a quello donde era entrata la fanciulla, -perchè egli aveva lasciato là il calessino e il cavallo con cui era -venuto. Il legno si trovava sempre al suo posto; ma l'animale era -riuscito a sciogliersi dalle briglie che lo legavano e, scostatosi -dalla strada, brucava allegramente l'erba, guardando ogni tanto intorno -e annusando l'aria. Pareva che non vedendo ritornare il padrone si -disponesse a svignarsela da solo. - -Ma chiamato dal giovane, venne a lui docilmente, e riattaccato al -calesse, dove Gertrude prese posto, partì di buona lena, quasi fosse -contento di correre dopo una lunga sosta, e in meno di mezz'oretta -condusse i due fidanzati a villa Graham. - -Non appena giunti in vista della casa, Gertrude, la quale conosceva -bene le consuetudini della famiglia, capì che avveniva qualche cosa -di straordinario. Si notava, dietro i cristalli, un muover di lumi -in varie direzioni; l'ingresso principale dell'atrio era spalancato; -perfino, cosa da lei mai veduta, un gran fuoco ardeva nel caminetto -della sala d'onore, come si poteva discernere oltre le finestre; -infine, quando furono più vicini, s'avvide che il portico era pieno di -bauli e valigie. - -Questi segni annunziavano l'arrivo della signora Graham, e -probabilmente d'alcuni ospiti: ella lo congetturò subito; e certo -l'improvvisa comparsa di quella chiassosa e irrequieta persona -proprio nel momento in cui ella desiderava ardentemente profittare -dell'opportunità di presentar Guglielmo a suo padre e ad Emilia, -l'avrebbe contrariata, se non fosse stata troppo felice perchè una tale -inezia potesse turbare la sua gioia. Forse quel pensiero le si presentò -alla mente, ma svanì subito. - -— Prendiamo per il viale, — ella disse — così Giorgio ci vedrà, e -verrà a condurre il tuo cavallo in scuderia. Entreremo dalla porticina -laterale. - -— No, — rispose Guglielmo — non posso entrare ora: la casa è, pare, -piena di gente, e inoltre ho un fissato in città, alle otto. Poco -ci manca, e ho promesso d'essere puntuale; — soggiunse guardando -l'orologio — non credevo che fosse tanto tardi. Ma ti rivedrò domani, -non è vero? — - -Gertrude gli rivolse uno sguardo ch'esprimeva il suo pieno consenso, e -con una lunga stretta di mano e un amoroso sorriso si separarono. - -Appena aperto il cancello, Gertrude si trovò tra le braccia di -Fanny Bruce, la quale aveva impazientemente aspettato la partenza di -Guglielmo per impadronirsi di lei, e con molte lacrime e molti baci -congratularsi e ringraziare Dio di rivederla uscita a salvamento da -quell'orribile piroscafo; giacchè le due giovani s'incontravano ora per -la prima volta dopo la catastrofe. - -— È arrivata la signora Graham? — domandò Gertrude, quando, calmate le -effusioni di tenerezza, s'avviarono insieme verso la casa. - -— Sì, sì! — rispose Fanny. — La signora Graham, e Rina, e Isabella, e -una bambinetta, e un signore malato.... il signor Clinton, credo.... e -un altro signore. Ma questo è andato via. - -— Chi è andato via? - -— Un signore alto, d'aspetto nobile, con grandi occhi neri, bello in -viso, bianco di capelli come se fosse vecchio: ma non è. - -— E dite ch'è partito? - -— Sì; non era venuto con gli altri. L'avevo trovato già qui.... -Sarà un'oretta che se n'è andato. L'ho sentito dire alla signorina -Emilia che aveva un fissato con un amico a Boston, ma che forse -ritornerebbe stasera. Ne avrei piacere: dovreste conoscerlo, signorina -Gertrude! — - -Erano giunte all'ingresso della casa, e Gertrude udiva già la voce -sonora della signora Graham, proveniente dal salotto a destra. Ella -discorreva con suo marito ed Emilia, e nell'atto che la giovane entrò -stava dicendo: - -— Oh, è la cosa più terribile ch'io abbia mai udito in vita mia! E -pensare, Emilia, che voi eravate a bordo.... E la nostra Isabella! -Povera figliuola, non ha ricuperato ancora i suoi bei colori, dopo -quello spavento! E anche Gertrude Flint.... A proposito, dov'è?... -Dicono che quella ragazza s'è comportata mirabilmente.... — - -Si voltò, e vistala sulla soglia le corse incontro e la baciò con -cordialità sincera. La signora Graham, sebbene un po' grossolana e -impetuosa, non era in fondo priva di buoni sentimenti che si mostravano -se un'occasione li destava. - -L'entrata delle due fanciulle avendo interrotto i commenti e le -esclamazioni della loquace signora sulla catastrofe, ella finalmente -pensò alla necessità di togliersi il cappello, il velo, lo scialle, -la sciarpa, dei quali due ultimi indumenti s'era liberata a mezzo -lasciandoli strascicare sul pavimento. - -— Basta! — ella esclamò. — Sarà meglio ch'io segua l'esempio delle -ragazze e vada a levarmi di dosso questa roba impolverata. C'è da -rimaner sepolti nella polvere, in treno! Ma è sempre meno male che -avventurarsi su uno di quegli orribili piroscafi come mio fratello -Clinton pazzamente ci proponeva. Dov'è Brigida? Bisogna che venga a -raccattare un po' le cose mie.... - -— V'aiuterò io, — disse Gertrude pigliando in una mano una sacca da -viaggio, gettandosi sul braccio la sciarpa, caduta a terra, e seguendo -da presso la signora a fine di reggere l'estremità strascicante del -pesantissimo sciallone che le scivolava giù dalle spalle. - -Ma sul primo pianerottolo venne fermata da Rina Ray che la strinse -in un caldo amplesso; e fu costretta a deporre il suo carico per -rispondere alle carezze e ai baci dell'amica. - -In capo alla scala, poi, incontrò Isabella avvolta in un accappatoio, -con una gran brocca in mano, e un viso quanto mai acerbo. Tuttavia posò -la brocca per terra e salutò Gertrude di buona grazia. - -— Sono ben lieta di vedervi in vita, — ella disse — benchè io non possa -guardarvi senza rabbrividire.... la vostra vista mi ricorda tanto quel -giorno terribile in cui abbiamo corso un mortale pericolo! Sorte, -essere state salvate mentre tanti affogarono! Mi maraviglio sempre, -Gertrude, della vostra calma in quei momenti.... Io avevo perduto la -testa, e non avrei saputo che fare, se voi non vi foste trovata lì per -suggerirmelo. Oh, Dio, non parliamone più.... è una cosa a cui non devo -pensare! — Con un brivido e una scrollatina di spalle lasciò cadere il -discorso, e si mise a chiamare la cugina con tono stizzoso: - -— Rina, o dove ti sei cacciata? Credevo che tu pensassi a farci portare -l'acqua! — - -Rina, che in obbedienza a un clamoroso appello della zia era corsa in -furia nella camera di questa con la sacca da viaggio che Gertrude aveva -lasciata sul pianerottolo, arrivò, trafelata, domandando: - -— Non è ancora venuto nessuno? Ho pur sonato due volte! - -— No, nessuno! — rispose Isabella. — E vorrei pure lavarmi il viso e -arricciarmi i capelli, s'è possibile, prima del tè. - -— Datemi la brocca, — disse Gertrude. — Io scendo, e vi manderò Gianna -con l'acqua. - -— Grazie, — fece Bella a mezza voce. - -Rina s'oppose: - -— Ma no, ma no, Gertrude, vo io. — - -Gertrude però scendeva già le scale. - -Ella trovò la signora Ellis turbata e in grande perplessità. - -— Ah, povera me, sono rimasta di sasso! — esclamò la governante. — -Piombano qui, senza una parola d'avviso, cinque persone.... e io non -ho nulla in casa da servire col tè! Non un dolce fino, non quattro -fette di prosciutto! E s'intende, saranno affamati, dopo un così lungo -viaggio, e pretenderanno qualche cosa di buono.... - -— Oh, se sono affamati, signora Ellis, mangeranno volentieri anche -il manzo salato, i biscotti freschi e la focaccia! Se volete darmi le -chiavi caverò fuori le conserve, e l'argenteria di gala, e vedrò che la -tavola sia apparecchiata per benino. — - -Nulla pesava a Gertrude, quella sera. E dov'ella metteva le mani, tutto -andava a maraviglia. Gianna, animata dal suo esempio, fece prodigi -d'attività; e quando la tavola del tè, veramente appetitosa, fu pronta, -la signora Ellis, girato lo sguardo intorno e visto che di meglio non -poteva desiderare, fissò Gertrude negli occhi raggianti, osservò le sue -gote invermigliate, il suo fulgido sorriso, ed esclamò nella propria -ignoranza: - -— Dio buono, Gertrude, si direbbe che siete esultante di gioia nel -vedere di ritorno quelle signore! — - -Pochi minuti innanzi che il tè fosse servito, mentre Gertrude sceglieva -i tovagliolini nell'armadio dello stanzino delle porcellane, Rina -Ray fece capolino all'uscio, poi entrò conducendo per mano una bimba -lindamente vestita a bruno. La sua faccia era tutta ridente, ma -quando volle parlare ruppe in lacrime, e gettando le braccia al collo -dell'amica le mormorò all'orecchio: - -— O Gertrude, sono tanto felice! Ho bisogno di dirvelo.... - -— Felice? — disse Gertrude. — Ma allora non dovete piangere! — - -Rina rise, poi pianse di nuovo, poi riprese a ridere: e negl'intervalli -raccontò ch'era fidanzata, da una settimana, a un ottimo giovane, e che -la fanciulletta che aveva per mano era una sua nipote, orfana, a lui -cara come una figliuola. - -— E la mia felicità, — ella continuò — la devo a voi! - -— A me? — fece Gertrude stupita. - -— Sì! Io ero tanto vana e sciocca, lo sapete, e mi piacevano persone -che non meritavano alcuna stima, e non mi curavo che del mio piacere, -senza pensare al bene altrui; se voi non m'aveste insegnato ad essere -qualche cosa di meglio, se non m'aveste dato un esempio che mi sono -sforzata di seguire, egli non m'avrebbe mai guardata, e men che meno -amata, nè creduta capace d'essere una buona mamma per la piccola -Graziella, — e chinava uno sguardo di tenerezza sulla bambina che si -stringeva affettuosamente a lei. — È un pastore, Gertrude, e tanto -buono! Pensate un po', una creatura puerile come son io, diventar la -moglie d'un ecclesiastico! — - -La simpatia che Rina era venuta a cercare non le fu negata, e Gertrude, -la quale anch'essa aveva gli occhi lucenti di lacrime, rassicurò che -partecipava di cuore alla sua gioia. - -Intanto Graziella, pian piano, insinuò la manina libera nella mano di -questa, che guardandola per la prima volta con attenzione riconobbe in -lei la piccina di cui aveva preso le difese contro i suoi persecutori -nel salone dell'albergo di Saratoga. - -Rina fu lieta della coincidenza, e Gertrude osservando quanto -migliorato fosse l'aspetto della bambina nelle vesti e nella persona, -che adesso mostravano un'amorosa cura femminile, si sentì persuasa che -il giovane ecclesiastico aveva fatto una buona scelta. - -La fidanzata avrebbe voluto descriverle il suo futuro marito, ma -appunto furono chiamate al tè, ed ella dovette rimettere a più tardi -ciò che le restava a dire. - -Il gaio salotto del signor Graham non era mai stato gaio come quella -sera. Il tempo era piuttosto mite, ma il fuoco, acceso per il signor -Clinton, non riscaldava eccessivamente la stanza. Tuttavia aveva -cacciato la gioventù in un angolo lontano dal caminetto, nelle cui -vicinanze erano rimasti soltanto la signora Graham con Emilia sul sofà, -e il signor Graham col signor Clinton in due poltrone di faccia a loro. - -Il padrone di casa poteva discorrere così a suo agio con l'ospite su -gravi soggetti d'affari, mentre la loquace sua consorte intratteneva -Emilia e sè stessa, ricapitolando con brio i suoi viaggi e le sue -avventure. - -Le ragazze stavano intorno a una tavola ove si trovava una voluminosa -cartella piena di bellissime incisioni rappresentanti vedute d'Europa, -recente acquisto del signor Graham. Gertrude e Rina voltavano -accuratamente i fogli; la piccola Graziella, seduta sulle ginocchia -della futura zietta, e Fanny, china sulla spalla della sua amica, -ascoltavano attente le loro spiegazioni. - -Di quando in quando anche Isabella, la sola delle persone presenti che -andasse girellando oziosamente per la stanza, si accostava alla tavola -e riconoscendo qualcuno dei luoghi visitati, dava in esclamazioni come -queste: - -— O guarda, Rina, c'è il negozio dove staccai quel taglio di seta -celeste!... Ah, ecco la cascata che visitammo con gli ufficiali -russi! — - -Mentre la compagnia era in tal guisa occupata, l'uscio s'aperse ed -entrarono il signor Amory e Guglielmo Sullivan, senza farsi annunziare. - -Se anche fossero comparsi separatamente avrebbero destato una viva -curiosità nella maggior parte degli astanti; ma capitando insieme, -con l'aria di due intrinseci amici, essi eccitarono una maraviglia che -apparve manifesta nei volti delle ragazze. - -I padroni di casa però avevano troppo uso del mondo per tradire -questo sentimento altrimenti che scambiandosi una rapida occhiata, -e, rizzatisi, accolsero i due visitatori con la debita gentilezza. Il -signor Graham salutò semplicemente con un cenno del capo Filippo Amory -che aveva già veduto la mattina, e lo presentò al signor Clinton, senza -menzionare però la loro parentela; e stava per presentarlo alla moglie, -quando questa lo dispensò dalla cerimonia dichiarando di non aver -dimenticato la conoscenza fatta a Baden-Baden. - -Guglielmo era conosciuto da tutti fuorchè da Emilia: ma avvenne che -la presentazione fosse dimenticata. Egli gettò a Gertrude uno sguardo -d'intelligenza, accettando la seggiola offertagli da Isabella, la quale -si mise a conversare con lui, mentre sua zia s'impadroniva di Filippo. - -— Signorina Gertrude, — disse sottovoce Fanny Bruce non appena -tutti furono tranquillamente seduti — quello lì è il signore che -v'accompagnava in calesse, stasera. L'ho ravvisato subito. — E vedendo -la giovane arrossire e farle cenno di tacere, guardandosi intorno, -ansiosa come se temesse che qualcuno avesse udito, soggiunse: — È -Guglielmo, non è vero?... Il signor Sullivan? — - -La povera Gertrude era di più in più impacciata, ma la maliziosa Fanny -continuò a tormentarla con le sue domande; e Isabella, ingelosita, -notando che gli occhi di Guglielmo si volgevano spesso verso la -tavola, a un tratto la fissò con uno sguardo scrutatore che finì di -confonderla. - -Ma il caso le venne in aiuto sotto la forma di Gianna, che portava il -giornale, e non poteva aprire l'uscio contro il quale stava la sua -seggiola: il che le diede l'occasione di alzarsi, aprire, ricevere -il foglio dalla ragazza, e insieme un'imbasciata di poca importanza. -Mentre era occupata così, il signor Clinton si rizzò dalla sua -poltrona, e, attraversando il salotto col suo debole passo d'infermo, -andò a domandare qualche cosa a Guglielmo, sottovoce. Questi rispose -affermativamente. Allora egli prese Isabella per mano, e avvicinatosi a -Filippo Amory esclamò con profonda commozione: - -— Signore, apprendo dal signor Sullivan che voi siete quegli a cui -debbo la vita della mia figliuola: e veniamo a ringraziarvi! — - -Filippo balzò in piedi e gettò un braccio intorno alla vita di Gertrude -che passava portando il giornale al signor Graham e non aveva udito le -parole del padre di Bella. Ella corrispose alla carezza alzando verso -di lui la faccia raggiante d'un dolce sorriso. Egli disse: - -— Questa, signor Clinton, è la persona che l'ha salvata. Io, è vero, -la portai a nuoto alla riva, ma credevo che fosse la figliuola mia -adoratissima, la quale, senza ch'io potessi immaginarmelo, aveva -abbandonato volontariamente ad un'altra l'unica sua speranza di -salvezza. - -— Da par vostra, Gertrude! Da par vostra! — gridarono a un tempo Rina -e Fanny, penetrando a forza nel piccolo circolo strettosi intorno -all'eroica fanciulla. - -— Mia nobile creatura! — mormorò Emilia che appoggiata al braccio di -Filippo si chinò a prenderle la mano e se la premette alle labbra. - -— Oh, Gertrude! — esclamò Isabella i cui occhi s'empirono di lacrime. — -Io non sapevo.... non avrei mai pensato.... — - -La voce sonora della signora Graham venne a interromperla. - -— Come, la vostra figliuola?... - -— Sì, restituita per grazia di Dio ad un padre non degno di tanto bene! -— rispose il signor Amory con reverenza. — E.... tu non hai segreti -qui, mio tesoro? — fece, volgendosi a Gertrude. - -Ella guardò Guglielmo che stava adesso al suo fianco, e scosse il capo. - -— E, — proseguì egli allora — da lui concessa con gioia ad uno sposo -che la merita per il suo lungo e fedele amore! - -Così dicendo pose la mano di sua figlia in quella di Guglielmo Sullivan. - -Seguì un momento di silenzio. La solennità di quell'atto aveva -commosso tutti i presenti. Poi il signor Graham venne innanzi, strinse -cordialmente la mano ai fidanzati, e, passandosi rapidamente una -manica sugli occhi, andò, secondo il suo costume, a rifugiarsi nella -biblioteca. - -— Gertrude, — disse Fanny tirandola per la gonnella — siete promessa -sposa, dunque? promessa a Guglielmo? - -— Sì, — ella rispose, sperando che, appagata la sua curiosità, starebbe -zitta. - -Ma Fanny si mise a ballare per il salotto, lanciando le braccia in alto -e gridando:. - -— Oh, che piacere! Oh, che piacere! - -— Ho tanto piacere anch'io! — uscì a dire la piccola Graziella, con -tono gratulatorio, sporgendo verso Gertrude la boccuccia per un bacio. - -— Ed _io_ — esclamò il signor Clinton posando le mani su quelle dei -due giovani ch'erano sempre unite — godo che la generosa fanciulla -ch'io non potrò mai abbastanza ringraziare nè mai ripagare della sua -rara abnegazione, abbia avuto una degna ricompensa nell'amore d'uno dei -pochi uomini a cui un padre amoroso possa con piena sicurezza affidare -la felicità della sua creatura. — - -Esausto dalla soverchia eccitazione, egli d'improvviso si sentì venir -meno, e fu accompagnato nella sua camera da Guglielmo il quale, -appena che il suo vecchio amico si fu riavuto, ritornò a ricevere -la benedizione d'Emilia sulle sue nuove speranze, e ad apprendere la -storia del parentado di Gertrude e della sua scoperta, che lo colmò di -maraviglia e di gioia. - -Infatti, sebbene la persona con cui aveva quella sera un fissato a -Boston, fosse precisamente il signor Amory, ed egli avesse confidato a -questi, nel corso del loro colloquio, come ogni dubbio e ogni malinteso -si fosse dissipato tra lui e la fanciulla amata, il segreto che doveva -così lietamente stupirlo non gli era stato rivelato se non nel salotto -del signor Graham. - -A dir vero gli era parsa un po' bizzarra la proposta fattagli con -insistenza dal suo amico d'accompagnarlo, lì per lì, in una visita -alla villa: ma aveva poi concluso che il desiderio di riannodare la -sua conoscenza con la famiglia, essendo stato presentato alla signora -Graham a Baden-Baden, e forse anche un po' la curiosità di vedere da -presso quella Gertrude Flint, da lui tanto esaltatagli, fossero i soli -motivi del suo capriccio. - -E riandando le memorie del passato, esultando nella felicità presente, -accarezzando le speranze del futuro, la serata trascorse rapidamente. - - . . . . . . . - -— Vieni qui, Gertrude, — disse Guglielmo — vieni alla finestra. Guarda -che bella notte! — - -La notte invero era bellissima. Fredda certo, perchè ogni cosa che -aveva un orlo s'ornava d'una frangia di brillanti diacciuoli, e -il suolo era coperto d'un candido tappeto di neve che i passanti -calpestavano frettolosi, stimolati dall'aria frizzante. Le stelle -scintillavano come non scintillano che in puro cielo invernale; la luna -sorgeva sopra una vecchia casa dalle mura brunastre, la stessa casa, -all'angolo della strada, che Guglielmo e Gertrude fanciulli vedevano -dalla loro soglia quando, sedutivi insieme, spiavano lo spuntare -dell'astro d'argento, di dietro alla nera massa velata d'ombra. - -Appoggiata alla spalla del suo sposo, la giovane stette a guardare, -intenta come allora, finchè l'intero disco non apparve splendente nel -cupo azzurro immacolato. - -Nessuno dei due parlava, ma i loro cuori palpitavano all'unisono, nel -ricordo dei giorni passati. - -In quella, l'accenditore del gas passò velocemente ed accese, come -per contatto elettrico, le lucide fiamme dei numerosi lampioni che -fiancheggiavano i marciapiedi; in un attimo era già fuor di veduta. - -Gertrude sospirò. - -— La bisogna non era tanto agevole, per il povero zio True! — ella -disse. — Ma si sono fatti grandi progressi da quel tempo. - -— Sì, affemmia! — rispose Guglielmo volgendo uno sguardo di compiacenza -in giro all'elegante salotto bene illuminato e bene riscaldato -della loro casa coniugale, e posandolo infine sul viso radioso -della sposa adorata. — Progressi che allora sarebbero parsi sogni -inconseguibili. Vorrei che il buon vecchio fosse qui con noi a goderne -i vantaggi! — - -Una lacrima inumidì gli occhi di Gertrude; ma premendo il braccio del -marito, ella additò reverentemente una fulgidissima stella uscente -in quel momento da una tenue nuvoletta inargentata che la aveva fino -allora nascosta; la stella in cui s'era sempre immaginata di discernere -il buon sorriso del suo padre adottivo. - -— Caro zio True! — esclamò commossa. — La sua lampada, Guglielmo, arde -sempre lassù in cielo, e la sua viva luce non è ancor spenta sulla -terra! — - - . . . . . . . - -In una bella città, a trenta miglia circa da Boston, sulla riva d'uno -di quei laghetti circondati d'ameni colli, che sarebbero celebrati dai -poeti in un paese meno ricco di questi incantevoli specchi d'acque -limpide e azzurre, sorgeva una villa gentilizia d'antica ma solida -costruzione. Era appartenuta agli avi paterni di Filippo Amory, ed -era stata la prima dimora e l'unica eredità di suo padre che la teneva -carissima. Solo l'acuto sprone della povertà aveva potuto spingerlo a -venderla, con grande riluttanza. - -Riscattare quell'avito dominio, restaurare e introdurre giudiziosamente -le comodità moderne nella vecchia casa, infertilire e abbellire -i terreni, era il sogno di Filippo. Le sue ricchezze adesso gli -permettevano d'avverarlo. Egli non perdette tempo, e la primavera che -seguì il ritorno in patria dell'esule da lunghi anni errabondo, vide -l'opera quasi compiuta. - -Intanto Gertrude era andata sposa a Guglielmo, e i Graham erano tornati -in città, dove passando Isabella l'inverno con sua zia, la vivace -signora dava gran ricevimenti in suo onore, mentre andava già meditando -di rimodernare la villa del marito, per la ventura stagione. - -Ed Emilia, la quale aveva perduto il suo maggior tesoro, e si trovava -costretta a vivere in un ambiente così poco in armonia col suo spirito -non mormorava; ma contenta della sua sorte non chiedeva nè sognava di -mutarla, finchè un giorno Filippo venne a lei, le prese dolcemente la -mano, e le disse: - -— Questa casa non fa per voi, Emilia. Voi qui, fra tanta gente, siete -sola come son solo io nella mia romita villa. Noi due ci siamo amati; -da fanciulli fummo un'anima, e un cuore nella nostra giovinezza, e -tali siamo sempre. Perchè dovremmo rimanere ancora divisi? Vostro -padre non s'opporrà più ai nostri desiderî; e voi, mia amatissima, -vorrete forse negarvi di allietare la vita solitaria del vostro canuto -innamorato? — - -Ma ella scosse il capo e rispose col suo sorriso ineffabilmente soave: - -— Oh, Filippo, non ne parlate! Pensate alla mia debole salute, e alla -mia cecità! - -— La vostra salute, cara Emilia, è migliorata dimolto: già le rose -rifioriscono sulle vostre gote; quanto alla vostra cecità, sarà per me -un conforto il farvela dimenticare con la mia devozione. Oh, non mi -rimandate deluso! Un fato crudele ci divise per anni; non vogliate, -adesso che possiamo essere ricongiunti, prolungare questa dolorosa -separazione! Unirmi al mio primo amore è la mia più dolce, la mia unica -speranza di felicità sulla terra! — - -Ed ella non ritrasse la mano ch'egli teneva, ma porse anche l'altra -alla sua fervida stretta. - -— Avevo sempre pensato, caro Filippo, che innanzi quest'ora sarei -stata chiamata nella mia patria celeste, e anche adesso sento che la -mia dimora quaggiù non sarà lunga: ma finchè dura, o più o meno, sia -secondo il vostro desiderio. Non sia mai che una mia parola divida due -cuori così profondamente uniti. La vostra casa sarà la mia. — - -E quando l'erba rinverdiva, e i fiori sbocciavano diffondendo nell'aria -le loro fragranze, e gli uccelli gorgheggiavano fra i rami, e le acque -azzurre del lago s'increspavano all'alitare di zeffiri primaverili, -Emilia venne a vivere sul pendio del colle con Filippo. E la signora -Ellis la seguì per assumere il governo della nuova casa, e di tutte le -attinenze, specie della latteria, che divenne il suo orgoglio. - -Ella aveva implorato a calde lacrime, e agevolmente ottenuto, il -perdono di Filippo a cui sapeva adesso d'aver fatto più male che non -volesse: e con la sincerità della sua volontaria confessione, con -l'umiltà del suo pentimento, aveva provato che non era priva di cuore. - -La signora Prime sollecitò anch'essa, con vive istanze, il posto di -cuoca alla villa; ma Emilia amorevolmente la dissuase. - -— Non possiamo lasciare tutte il babbo, — disse scusandosi. — Chi gli -arrostirebbe appuntino i suoi crostini, chi gli accenderebbe a modo suo -il fuoco, nella biblioteca? — - -La buona vecchia comprese che aveva ragione, e si rassegnò. - -E l'esule che ha tanto errato e tanto sofferto, è finalmente felice? -Sì; ma la sua pace non deriva dalla sua bella casa, dai suoi vasti -possessi, dalla fama onorevole che egli gode fra gli uomini, e neppure -dall'amore della gentile Emilia. - -Questi sono beni preziosi, ed egli sa apprezzarli; ma la sua anima -duramente esperta dei dolori del mondo, ha trovato un'àncora più salda, -un più sicuro rifugio dalla tempesta, perchè grazie al divino potere -d'una fede viva ha toccato il porto della salvezza eterna. Le preghiere -della vergine cieca sono state esaudite, l'ultima e la migliore delle -sue pie opere è compiuta; dal suo spirito illuminato un raggio è sceso -nell'anima ottenebrata del suo diletto, e quand'anche Dio la chiamasse -a sè, egli sarebbe ormai capace di seguire le sue orme, di continuare -le sue carità, di fare il bene sulla terra finchè venga per lui l'ora -di raggiungerla in cielo. - -Quando i due sposi, nelle sere estive, escono a respirare l'aria fresca -e fragrante della campagna, e godere l'incanto dei crepuscoli sereni, -ascoltando i cantori alati gorgheggianti tra le fronde, tutte le cose -parlano d'una pace santa al rinato cuore di colui che per tanto tempo -visse agitato ed afflitto. - -Quando il sole muore in mezzo alla pompa del tramonto, e a grado a -grado la luce dell'occaso si estingue, quando spuntano le stelle e la -luna s'inargenta, nella solenne bellezza della notte gli astri parlano -parole d'alto insegnamento alla sua anima risvegliata, e la gran voce -della natura, e la tenue voce sommessa che mormora in lui, dicono -dolcemente, piamente: - -«Il sole non sarà più il tuo lume diurno, nè più splenderà per te il -chiarore soave della luna: ma la luce eterna ti verrà dal Signore, e il -tuo Dio sarà la tua gloria. - -«Il tuo sole non tramonterà più, nè la tua luna si ritirerà: perchè il -Signore sarà la tua luce perpetua, e i giorni del tuo cordoglio saranno -finiti.» - - - FINE. - - - - -NOTE: - - -[1] Centesimo di dollaro. - -[2] Nome della nave che portò i primi coloni inglesi. - -[3] Esq. abbreviazione di «Esquire» titolo medio tra signore e -cavaliere. - -[4] Colle del Tramonto. - -[5] La moda, l'elegante vita mondana. - -[6] La legge di Lynch autorizzava tutti i presenti a fustigare i ladri -còlti sul fatto. Il supplizio era spesso mortale. - - - - - -Nota del Trascrittore - -Ortografia e punteggiatura originali sono state mantenute, correggendo -senza annotazione minimi errori tipografici. - - - - - -End of the Project Gutenberg EBook of Il lampionaio, by Maria Susanna Cummins - -*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK IL LAMPIONAIO *** - -***** This file should be named 54787-0.txt or 54787-0.zip ***** -This and all associated files of various formats will be found in: - http://www.gutenberg.org/5/4/7/8/54787/ - -Produced by Barbara Magni and the Online Distributed -Proofreading Team at http://www.pgdp.net - - -Updated editions will replace the previous one--the old editions will -be renamed. - -Creating the works from print editions not protected by U.S. copyright -law means that no one owns a United States copyright in these works, -so the Foundation (and you!) can copy and distribute it in the United -States without permission and without paying copyright -royalties. 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Redistribution is subject to the -trademark license, especially commercial redistribution. - -START: FULL LICENSE - -THE FULL PROJECT GUTENBERG LICENSE -PLEASE READ THIS BEFORE YOU DISTRIBUTE OR USE THIS WORK - -To protect the Project Gutenberg-tm mission of promoting the free -distribution of electronic works, by using or distributing this work -(or any other work associated in any way with the phrase "Project -Gutenberg"), you agree to comply with all the terms of the Full -Project Gutenberg-tm License available with this file or online at -www.gutenberg.org/license. - -Section 1. General Terms of Use and Redistributing Project -Gutenberg-tm electronic works - -1.A. By reading or using any part of this Project Gutenberg-tm -electronic work, you indicate that you have read, understand, agree to -and accept all the terms of this license and intellectual property -(trademark/copyright) agreement. 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It -exists because of the efforts of hundreds of volunteers and donations -from people in all walks of life. - -Volunteers and financial support to provide volunteers with the -assistance they need are critical to reaching Project Gutenberg-tm's -goals and ensuring that the Project Gutenberg-tm collection will -remain freely available for generations to come. In 2001, the Project -Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure -and permanent future for Project Gutenberg-tm and future -generations. To learn more about the Project Gutenberg Literary -Archive Foundation and how your efforts and donations can help, see -Sections 3 and 4 and the Foundation information page at -www.gutenberg.org Section 3. 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Email contact links and up to -date contact information can be found at the Foundation's web site and -official page at www.gutenberg.org/contact - -For additional contact information: - - Dr. Gregory B. Newby - Chief Executive and Director - gbnewby@pglaf.org - -Section 4. Information about Donations to the Project Gutenberg -Literary Archive Foundation - -Project Gutenberg-tm depends upon and cannot survive without wide -spread public support and donations to carry out its mission of -increasing the number of public domain and licensed works that can be -freely distributed in machine readable form accessible by the widest -array of equipment including outdated equipment. Many small donations -($1 to $5,000) are particularly important to maintaining tax exempt -status with the IRS. - -The Foundation is committed to complying with the laws regulating -charities and charitable donations in all 50 states of the United -States. 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If you are not located in the United States, you'll have -to check the laws of the country where you are located before using this ebook. - - - -Title: Il lampionaio - -Author: Maria Susanna Cummins - -Release Date: May 26, 2017 [EBook #54787] - -Language: Italian - -Character set encoding: UTF-8 - -*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK IL LAMPIONAIO *** - - - - -Produced by Barbara Magni and the Online Distributed -Proofreading Team at http://www.pgdp.net - - - - - - -</pre> - - -<div class="booktitle"> -<h1> -<i>Il Lampionaio</i> -</h1> -</div> - -<div class="figcenter"><a id="fill000"></a> - <img src="images/ill000.jpg" alt="" /> -</div> - -<div class="titlepage"> -<p class="x-large"> -<i>Cummins</i> -</p> - -<p class="pad2 main-t"> -<i>Il Lampionaio</i> -</p> - -<p class="pad6"> -<span class="x-large"><i>Firenze</i></span><br /> -<span class="large"><i>Adriano Salani, Editore</i></span><br /> -<span class="small"><i>Viale dei Mille.</i></span> -</p> -</div> - -<div class="verso"> -<hr class="mid" /> -<p> -<i>PROPRIETÀ LETTERARIA.</i> **<br /> -<i>RISERVATI TUTTI I DIRITTI</i><br /><br /> -Tip. Adriano Salani, 1920. -</p> -<hr class="mid" /> -</div> - -<div class="chapter"> -<p> -<span class="pagenum" id="Page_5">[5]</span> -</p> - -<p class="title"> -IL LAMPIONAIO -</p> - -<h2>I.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Oh pensare ad un povero</p> -<p class="i2">Bimbo che giorni infantili non ha,</p> -<p>Che non ruzza e folleggia allegro, indomito,</p> -<p class="i2">Che Dio pregare e lodare non sa!</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Landon.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -In città era già quasi buio. Fuori, nell'aperta campagna, -la luce doveva indugiare forse un'altra mezz'ora; -ma nelle strette vie dove mi conduce la mia -storia, l'ombra s'addensava. -</p> - -<p> -Davanti all'uscio d'una casa bassa, nerastra, dall'aria -malsana, una ragazzetta sedeva sullo scalino -di legno della soglia, guardando lontano nella strada, -con occhi intenti. L'uscio s'apriva accosto al -marciapiede e la soglia era poco elevata, sicchè i -suoi piedini scalzi posavano sul gelido ammattonato. -In quella fredda sera di novembre, una lieve nevicata -che faceva tutte candide, tutte nitide le piazze -ampie ed allegre, circondate da case signorili, -rendeva ancor più triste e più lurido l'aspetto delle -stradette anguste, dei vicoli tetri, dove la bella neve, -mescolandosi alla mota e alle immondizie sempre -abbondanti nei luoghi in cui vive agglomerata la -povera gente, aveva presto perduto la sua purezza. -</p> - -<p> -Non uno fra i numerosi passanti diretti alle varie -mète dei loro affari o dei loro piaceri, notava la -ragazzetta lì seduta, perchè non c'era anima al mondo -che si curasse di lei. Ell'era scarsamente vestita, -e di cenci dei più miseri. Aveva i capelli lunghi ed -assai folti, ma così scarmigliati che non le donavano -punto. Invero pareva che nulla potesse donare -a quel visetto di bimba esile e malaticcia, i cui lineamenti, -affilato com'era, e d'un colorito scialbo, -<span class="pagenum" id="Page_6">[6]</span> -non offrivano la minima attrattiva a chi per caso -l'osservasse. -</p> - -<p> -Belli erano certo i suoi occhioni neri; ma a contrasto -con una faccia tanto minuta e sparuta sembravano -smisuratamente grandi, e ne facevano risaltare -la singolarità senza conferirle bellezza. Se -qualcuno le avesse voluto bene (non gliene voleva -nessuno), se avesse avuto la mamma (ahimè, non -l'aveva), un'affettuosa parzialità avrebbe forse trovato -in lei qualche cosa da lodare. Così invece la -povera piccina si sentiva ripetere dieci volte il giorno -ch'ella era la più brutta creatura dell'universo; e, -purtroppo, era la più maltrattata. Nessuno l'amava -ed ella non amava nessuno, nessuno le diceva mai -una buona parola, nessuno si dava pensiero di farla -contenta e nemmeno di sapere se non fosse infelice. -Toccava appena gli otto anni ed era sola sulla terra. -</p> - -<p> -Non aveva che un divertimento, uno unico: le -piaceva spiare l'arrivo del vecchio che accendeva il -lampione davanti alla casa, veder la fiaccola lucente -apparire in fondo alla strada, oscillando al vento, -e poi l'uomo salire di corsa su per la sua scala portatile -e con gesto rapido e sicuro far sgorgare dall'oscurità -la vivida fiamma che diffondeva tutt'intorno -la gaiezza del suo chiarore. Un barlume di -gioia scendeva allora nel piccolo cuore desolato che -ignorava la giocondità. Il vecchio lampionaio non le -parlava, non mostrava neanche d'accorgersi della -sua presenza, eppure spiando la sua venuta ella -provava quasi il sentimento con cui avrebbe atteso -un amico. -</p> - -<p> -— Gertrude, — gridò dall'interno una voce aspra — sei -andata per il latte? — -</p> - -<p> -La bambina non rispose. Lesta lesta, scivolò dallo -scalino, sgattaiolò correndo rasente il muro, e, svoltato -il canto della casa, si mise fuor di veduta. -</p> - -<p> -La donna che l'aveva chiamata s'affacciò all'uscio. -</p> - -<p> -— O dove sia quella figliolaccia? — -</p> - -<p> -Passava un ragazzo che aveva visto la fuga di Gertrude, -un ragazzo che sull'esempio dell'intero vicinato -ostentava di considerare la piccina come una -specie di folletto o spirito maligno. Rise forte, additò -il canto dietro a cui ella si nascondeva, e, curioso -<span class="pagenum" id="Page_7">[7]</span> -di ciò che sarebbe seguito, continuò il suo -cammino con la testa voltata sulla spalla, esclamando: -</p> - -<p> -— Ora sì che ne busca!... Annetta Grant la concia -per il dì delle feste! — -</p> - -<p> -In meno che non si dica, Gertrude fu tratta dal -suo nascondiglio, gratificata con un ceffone per la -sua bruttezza e un altro per la sua impertinenza, -poichè prodigava ad Annetta Grant sberleffi a tutta -possa, e spedita in un viale vicino col bricco del -latte. Ella correva a perdifiato, temendo che il lampionaio -potesse venire e andarsene durante la sua -assenza. Con grande allegrezza, al ritorno lo scòrse -davanti alla casa, appunto nell'atto che saliva sulla -sua scala. Si piantò appiè di questa, e rimase così -assorta nella contemplazione della fiamma risplendente, -che quando l'uomo cominciò a scendere non -se n'avvide. Ne seguì che trovandosi ella in dirittura -del suo slancio, egli, nel balzare a terra venne -ad urtarla e la mandò ruzzoloni. -</p> - -<p> -— Ohe, bimba! — esclamò, chinandosi a rialzarla. — Com'è -successo? — -</p> - -<p> -Gertrude si rizzò in un baleno. Era avvezza alle -picchiate sode, e non si sgomentava per qualche ammaccatura. -Ma il latte?... Ah, il latte s'era versato -fino all'ultima gocciola! -</p> - -<p> -— Uhm! Cotesto è un guaio! — riprese egli. — Che -dirà la mamma? — -</p> - -<p> -La guardò in viso per la prima volta, e s'interruppe. -</p> - -<p> -— Affemmia, strano tipo, questa figliuola! Sembra -una piccola strega!... — -</p> - -<p> -Poi, vedendola mirare con apprensione il latte -sparso e volgere uno sguardo ansioso verso la casa, -soggiunse amorevolmente: -</p> - -<p> -— Via, non vorrà mica infuriarsi contro uno scricciolo -come te! Su, coraggio, mimmina! Se ti sgrida -un po', abbi pazienza... Domani ti porterò qualche -cosa che ti piacerà, credo.... M'hai l'aria d'esser -tanto sola, poverina.... E se la tua vecchia strepita, -dille pure che sono stato io.... Ma non t'ho mica -fatto male, eh?... O che ci stavi a fare sotto la mia -scala, tu? -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_8">[8]</span> -</p> - -<p> -— Vi guardavo accendere il lampione, — rispose -Gertrude. — No, male non me ne sono fatta punto, -ma vorrei non aver versato il latte.... — -</p> - -<p> -In quella, Annetta Grant apparve sulla soglia, -vide ciò ch'era accaduto, e principiò dal cacciare in -casa la bambina, a spintoni, con accompagnamento -di bòtte, minacce ed imprecazioni brutali e sacrileghe. -Il lampionaio tentò di placarla, ma ella gli -sbattè l'uscio in faccia. Gertrude, caricata di rimproveri -e di busse, privata del tozzo di pane che -soleva esser la sua cena, fu rinchiusa per la notte -nella buia soffitta ove dormiva. -</p> - -<p> -Povera creatura! Sua madre era morta in quella -casa, cinque anni addietro, e da allora essa era -quivi tollerata, non tanto perchè Ben Grant imbarcandosi -aveva ordinato alla moglie di custodirla -fino al suo ritorno (egli era partito da sì lungo -tempo che nessuno l'aspettava più), quanto per certe -ragioni particolari della stessa Annetta, la quale, -sebbene la considerasse come un peso rimastole sulle -braccia, non desiderava provocare inchieste cercando -di collocarla altrove. -</p> - -<p> -Gertrude aveva orrore e terrore delle tenebre. -Quando si trovò sola, senza lume, chiusa sotto chiave -in quel nero stambugio, stette un momento immobile -e muta: poi, d'un tratto, cominciò a strillare, -a pestare i piedi, a menar colpi furiosi contro -l'uscio sforzandosi d'aprirlo. -</p> - -<p> -— Vi odio, Annetta Grant! — urlava. — Vecchia -Annetta, vi odio! — -</p> - -<p> -Ma non venne nessuno. Dopo un poco la sua ira -sbollì. Ella andò a buttarsi sul suo misero lettuccio, -si coprì il viso con le scarne manine, e pianse e -singhiozzò che pareva le si dovesse spezzare il cuore. -Alfine, esausta, dopo alcuni singhiozzi ancora, -sempre più sommessi e interrotti da profondi sospiri, -a grado a grado si chetò. Rimosse le mani dal -viso, e, torcendole convulsamente, alzò gli occhi alla -finestrella, a lato del letto, solo adito che la luce -avesse nella stanza: una finestrella con una vetrata -di tre piccoli vetri disuguali, connessi rozzamente -da un contorno di stucco. Non c'era la luna, però -guardando in alto Gertrude vedeva, attraverso la -<span class="pagenum" id="Page_9">[9]</span> -vetrata, splendere incontro a lei un'<i>unica</i> fulgidissima -stella, che, ella pensava, vinceva in bellezza -ogni cosa al mondo. Spesso ell'era stata fuori la sera -sotto un cielo tutto stellato senza riceverne alcuna -particolare impressione; ma quella stella solitaria, -così grande e sfolgorante, e pur d'aspetto così mite, -così soave, sembrava sorriderle, sembrava dirle: -«Gertrude, Gertrude, <i>povera</i> Gertrudina!» Non forse -somigliava un volto benigno da lei veduto o sognato -in un tempo lontano? D'improvviso le balenò -un'idea. -</p> - -<p> -— Chi l'accese?... Qualcuno di certo.... qualcuno -che dev'essere molto buono, m'immagino.... O come -avrà fatto per salire fin lassù? — -</p> - -<p> -E Gertrude s'addormentò volgendo in mente questo -problema: «Chi aveva acceso la stella?» -</p> - -<p> -Povera animetta oscurata dall'ignoranza! Chi t'illuminerà? -Tu sei una creatura di Dio, bambina! -Cristo morì per te. Non manderà Egli qualcuno, -uomo od angelo, a dissipare le tenebre che t'avvolgono, -ad accendere in te la luce che mai non s'estingue, -la luce che risplende in eterno? -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>II.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Chi lenirà i tuoi dolori o «scossa dalla tempesta»?</p> -<p>Parole chi avrà di conforto, o «sconsolata» per te?</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Emilia Taylor.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -La mattina seguente Gertrude non fu svegliata da -un gaio cinguettìo di fratellini e sorelline, o dal bacio -della mamma, come i bimbi felici, i bimbi che -mani amorose aiutano a vestirsi e che sanno che -una buona colazione li aspetta. Ma un suono di voci -rudi, giungendole dal piano di sotto, l'avvertì che -gli uomini d'Annetta Grant, cioè suo figlio e due o -tre dozzinanti, si mettevano a tavola per il pasto -mattutino, del quale ella non poteva sperare una -qualche parte se non trovandosi presente quando -essi avevano finito, per prendere quella porzione -d'avanzi che alla padrona piacesse di gettarle o -spingerle davanti. Scese furtivamente, e si tenne nascosta, -<span class="pagenum" id="Page_10">[10]</span> -finchè non sentì l'odore delle pipe ed i passi -degli uomini nel corridoio. Tosto che tutti se ne furono -andati, schiamazzando, ella entrò quatta quatta -nella stanza, volgendo in giro uno sguardo pieno -di paura e di sospetto. Annetta Grant l'accolse male: -</p> - -<p> -— Ah, sei qui?... Faresti meglio a non mostrarla, -quella brutta faccia agra.... Se hai fame, mangia -un boccone, e poi levati di tra i piedi. Bada bene di -non venir a gironzare intorno al fuoco e a seccarmi -mentre lavoro, se non vuoi toccarne di nuovo, e peggio -di iersera.... — -</p> - -<p> -Gertrude non s'aspettava un'accoglienza migliore, -sicchè non ebbe a soffrire un disinganno. Contenta -di trovare il meschino cibo lasciato sulla tavola per -lei, lo trangugiò avidamente, e senza provocar una -seconda intimazione di tenersi al largo, prese il suo -vecchio cappuccetto, s'avvolse in uno scialle sbrindellato, -già di sua madre, il quale da anni era l'unico -indumento che servisse a ripararla dal freddo, -e quantunque l'aria frizzante del mattino le gelasse -le manine e i piedini nudi, scappò di corsa per la -strada. -</p> - -<p> -Dietro la casa dove abitava Annetta Grant c'era -un cantiere di legname e carbone, e di là da questo -uno scalo, e l'acqua densa e melmosa d'un bacino. -In quei paraggi la piccola Gertrude avrebbe potuto -trovare numerosi compagni per fare il chiasso. Qualche -volta infatti si mescolava ai branchi di monelli -dei due sessi, cenciosi come lei, che si trastullavano -nel cantiere; ma di rado, perchè fra i ragazzi del -vicinato c'era una lega contro la disgraziata creatura. -Poveri essi pure, e, la maggior parte, tenuti -male, la sapevano però più negletta ancora, e assai -più maltrattata che qualunque di loro. Spesso avevano -veduto menarle bòtte spietate, spesso avevano -udito chiamarla brutta e maligna, e dirle ch'ella non -apparteneva a nessuno, che nessuna casa era la -sua. Bambini com'erano, sentivano nondimeno il -proprio vantaggio, e disprezzavano la reietta. Forse -non sarebbe stato così se Gertrude si fosse messa -fra loro francamente e avesse cercato di farseli amici. -Ma sua madre nel breve tempo ch'era vissuta in -casa d'Annetta Grant aveva avuto cura di tenerla -<span class="pagenum" id="Page_11">[11]</span> -lontana da quella marmaglia; e, morta lei, la bimba -resa schiava, forse un po' dall'abitudine ma più dalla -sua stessa natura, continuava ad astenersi dal -partecipare ai rozzi loro spassi, benchè nulla glielo -impedisse. Non aveva dunque dimestichezza co' suoi -coetanei. Nè essi s'arrischiavano a dimostrarle la -loro ostilità se non a parole, perchè non uno avrebbe -osato affrontare da solo la piccola Gertrude che, -animosa, impulsiva, violenta, si faceva temere quanto -odiare. Una volta, tutta una banda di maschi e -femmine s'era accordata per darle noia e soverchiarla; -ma appunto nell'atto che una delle ragazzette -lanciava nel bacino le scarpe tratte a forza dai -piedi della vittima, era sopraggiunta Annetta Grant, -la quale aveva picchiato di santa ragione la monella -e posto in fuga i suoi compagni. Da quel giorno -Gertrude andava scalza; però, caso unico, doveva -alla megera un benefizio: la ragazzaglia la -lasciava in pace. -</p> - -<p> -Era freddo ma splendeva il sole, quando la bambina, -cacciata, corse a cercare un ricovero nel cantiere. -In un angolo che dalle case vicine rimaneva -quasi fuori della visuale, s'inalzava un'enorme catasta -di legname da costruzione. Le assi, di lunghezze -diverse ed irregolarmente collocate, offrivano da -una parte una serie di scalini grazie ai quali riusciva -agevole arrampicarsi fino su in cima, dove -alcune delle più lunghe sporgevano in guisa da formare -una specie di nicchia ben riparata, che dal -lato aperto dominava il bacino. -</p> - -<p> -Quel recesso era per Gertrude il porto di sicurezza, -l'asilo di pace, il solo luogo donde non venisse -mai espulsa. Là, durante le giornate estive la povera -creatura solitaria sedeva meditando sulle sue -afflizioni, le sue malefatte, la sua bruttezza, e talvolta -piangendo ore ed ore. Quando, di tanto in -tanto, accadeva che per alcuni giorni consecutivi -avesse avuto la fortuna di non irritare nessuno, di -non attirarsi gravi castighi come l'essere picchiata -o rinchiusa al buio, l'animo suo in quella tregua -si rasserenava alquanto, ed ella si divertiva a guardare -gli uomini d'una goletta ancorata lì presso, -mentre lavoravano a bordo, o vogavano di qua e di -<span class="pagenum" id="Page_12">[12]</span> -là, in una barchetta. La calda luce del sole infondeva -nelle vene un tale benessere, le voci dei marinari -erano tanto allegre, che la piccola derelitta -obliava per un poco i suoi dolori. -</p> - -<p> -Ma l'estate se n'era ita; la goletta col suo equipaggio -che serviva a Gertrude di così piacevole compagnia, -se n'era ita anch'essa. Era venuta la cattiva -stagione, e ultimamente il tempo burrascoso -aveva costretto la bimba a rimanersene tappata in -casa. Non le pareva dunque vero quella mattina di -poter tornare al suo caro nascondiglio. Con viva -gioia trovò che il sole c'era arrivato prima di lei e -aveva asciugato le travi per modo ch'ella se le sentiva -tutte calde sotto i piedini nudi, il sole che splendeva -sempre fulgido e gaio anche nel cielo di novembre -e le faceva dimenticare Annetta Grant, e il -freddo sofferto, e il terrore del lungo inverno! -</p> - -<p> -I suoi pensieri vagarono un po' senza mèta, poi -si raccolsero sullo sguardo benevolo e sulla voce del -vecchio lampionaio; infine le si affacciò, per la prima -volta, alla mente la promessa da lui fatta di -portarle qualche cosa quando sarebbe venuto la sera -prossima. Se ne ricorderebbe? Ella non credeva.... -Eppure, forse sì, perchè quell'uomo aveva l'aria -d'esser tanto buono, e tanto s'era rammaricato della -sua caduta.... -</p> - -<p> -Che mai le porterebbe allora? Qualche cosa da -mangiare? Oh, fosse piuttosto un paio di scarpe! -Ma no, egli non poteva aver pensato a questo.... -Forse non s'era nemmeno accorto che ella non ne -aveva.... -</p> - -<p> -Gertrude risolse d'andare in ogni caso per il latte -prima dell'ora d'accendere il lampione, al fine d'esser -di ritorno in tempo, senza che nulla dovesse impedirle -di vederlo. -</p> - -<p> -La giornata le sembrò lunghissima; ma, quando -Dio volle, la notte venne, e con la notte, True, o meglio, -Trueman Flint: così si chiamava il lampionaio. -</p> - -<p> -Ella si trovava sul posto ad aspettarlo, badando -però di non dar nell'occhio ad Annetta Grant. -</p> - -<p> -True era in ritardo quella sera, e aveva gran -fretta. Potè appena dire alla bambina poche parole, -nel suo linguaggio semplice e rozzo, ma erano parole -<span class="pagenum" id="Page_13">[13]</span> -che venivano dall'intimo del cuore più generoso -ed onesto che mai palpitasse nel petto d'un -uomo. Le ripetè, posandole sul capo con atto benevolo -la mano grande e tutta nera di fumo, che gli -dispiaceva assai ch'ella si fosse fatta male, poi soggiunse: -</p> - -<p> -— E per soprassalto ne buscasti, poverina.... Vergognaccia! -Gran danno, un po' di latte versato! -Era una disgrazia, mica un delitto.... — -</p> - -<p> -Levò la mano dal capo di Gertrude, per isprofondarla -in una delle vastissime sue tasche. -</p> - -<p> -— Ma eccoti — proseguì — la creaturina che ti -promisi ieri. Abbine cura e non tormentarlo.... Scommetto -che se è come la sua mamma che ho io a -casa, ti piacerà, e presto presto gli vorrai bene. Addio, -mimma! — -</p> - -<p> -E presa in ispalla la sua scala portatile, se n'andò -lasciando nelle mani della ragazzina un gattino -bianco e grigio. -</p> - -<p> -Ella fu così sbalordita nel trovarsi tra le braccia -quella cosa viva, tanto diversa da tutte le cose da -lei immaginate, che per un minuto rimase irresoluta, -non sapendo che avesse a farne. -</p> - -<p> -C'erano molti gatti, d'ogni grandezza e d'ogni colore, -là nel vicinato, sia appartenenti ad inquilini -delle case, sia rifugiati nel cantiere: povere bestie -spaurite le quali, come Gertrude, solevano andare -attorno a passi furtivi o scappando, a gambe levate, -e spesso si nascondevano tra il legname e il carbone, -quasi si sentissero al pari di lei malsicuri del -diritto di stare in un qualche luogo. Ed ella aveva -anche provato più volte una certa simpatia per loro, -ma non le era mai venuta la voglia di pigliarne uno, -portarselo a casa e addomesticarlo, perchè essendo -il nutrimento e il ricovero tanto avaramente concessi -a lei stessa, ben sapeva di non poterli ottenere -per un suo beniamino a quattro zampe. -</p> - -<p> -La sua prima idea fu pertanto di deporre il gattino -a terra, e lasciarlo andare. Ma la bestiola si -raccomandò in maniera tale, che ella non fu capace -di resistere. Dalle braccia le salì fino al collo, vi si -aggrappò, e spaventato com'era dall'imprigionamento -e dal lungo viaggio nella tasca del lampionaio, -<span class="pagenum" id="Page_14">[14]</span> -prese a miagolare con una voce sommessa e -flebile che sembrava implorare la compassione. L'eloquenza -di quella vocina vinse la paura della collera -d'Annetta Grant. E Gertrude; stringendosi al -seno il micio, risolse, nel suo cuore di bimba, d'amarlo, -di nutrirlo, e di tenerlo ben lontano dagli -occhi della vecchia. -</p> - -<p> -A qual punto giungesse in breve il suo amore per -quell'animaletto le parole non potrebbero dire. La -sua natura fiera, indomita, impetuosa, non aveva -fino allora avuto occasione di manifestarsi che in -accessi di risentimento appassionato, di torva ostinazione, -d'odio perfino. Ma v'erano in quella piccola -anima sorgenti di caldi affetti ancor chiuse, una -profondità di tenerezza mai evocata, un ardore di -devozione al quale non mancava che un oggetto su -cui espandersi. -</p> - -<p> -Ella prodigò quindi alla creaturina che dipendeva -da lei per il suo sostentamento tutta la dovizia -d'amore accumulata nel suo povero coricino desolato. -E tanto più l'amava quanto più era obbligata -a darsene pensiero, quanto più grandi, erano i disturbi -e le ansie che le cagionava. Teneva la bestiola -quasi sempre fuori, fra il legname del cantiere, nel -suo rifugio favorito. Trovò un vecchio cappello nel -quale mise il proprio cappuccetto, e fece così una -cuccettina per il micio. Gli portava una parte, degli -scarsi suoi pasti, osava per lui ciò che non avrebbe -osato per sè medesima, procacciandogli la cena col -sottrarre tutti i giorni dal bricco un po' del latte che -Annetta Grant la mandava a prendere, ed esponendosi -al rischio d'essere scoperta e punita: solo rischio, -solo danno, di cui il furto e la frode potessero -destare il timore nell'animo della misera bambina -ignorante, perchè nessuno s'occupava di sviluppare -le sue idee del bene e del male in senso astratto. Ella -si divertiva ore intere a trastullarsi col suo gattino -fra le cataste di legname, a parlargli, a dirgli -quanto le fosse caro. Ma nelle giornate più rigide, -non avendo modo di ripararsi dal freddo all'aperto, -ed essendo assai pericoloso portare il suo protetto -in casa, si trovava in un serio impiccio. Nondimeno, -coraggiosamente nascondeva il micino in seno, e -<span class="pagenum" id="Page_15">[15]</span> -correva a rifugiarsi con lui nella soffittuccia ch'era -la sua camera. Là, badando di tener l'uscio chiuso, -riesciva a far sì che la presenza del suo compagno -sfuggisse agli occhi ed agli orecchi della terribile -Annetta. Due o tre volte invero, per sua momentanea -distrazione, accadde che la vispa bestiola scappasse -al piano di sotto, nel corridoio e nella cucina, -anzi una volta la donna lo vide e lo cacciò con la -granata; ma in quel popoloso quartiere dove i gatti -vagabondi erano tutt'altro che rari, il caso non poteva -parere così straordinario da provocare un'inchiesta. -</p> - -<p> -Sembrerà strano che Gertrude fosse libera di star -fuori a baloccarsi dalla mattina alla sera. I fanciulli -delle classi povere sogliono imparare per tempo -a rendersi utili. Sono numerose le creature di -tenera età che, per le strade, davanti alle porte e -nelle corti delle case, vediamo andar curve sotto il -peso d'una voluminosa fascina, o d'un paniere di -trucioli, o, più spesso, d'un grosso marmocchio al -quale si deve badare e prestare ogni sorta di cure. -E noi compiangiamo un'infanzia soggetta a cotali -fatiche, e giudichiamo troppo dura la sua sorte. Eppure -non è quella, alla perfine, la maggiore delle -disgrazie: stava per tutti i conti assai peggio la -piccola Gertrude, che non era costretta a far nulla, -e ignorava la sodisfazione d'<i>aiutare</i> qualcuno. Annetta -Grant non aveva marmocchi, e stimava poco -i servigi dei ragazzi. Donna attivissima, non sentiva -punto il bisogno d'impiegare l'orfanella in qualche -faccenda domestica; al contrario, desiderava di levarsela -d'attorno. Sicchè, tolta la corsa quotidiana -per il latte, Gertrude era sempre in ozio: causa feconda -d'infelicità e di scontento, se anche non avesse -avuto a soffrire per alcun'altra. -</p> - -<p> -Annetta, una scozzese non più giovane, aveva sortito -da natura un cattivo temperamento, che, con gli -anni, era divenuto pessimo. Conosceva la vita dal -suo lato più rude, era gran lavoratora, e godeva la -reputazione di femmina sveglia, ardita, e dominatrice. -Ell'aveva reso al marito così disamena la casa -coniugale, che egli, lasciando il suo mestiere di falegname, -era andato piuttosto per mare. Faceva la -<span class="pagenum" id="Page_16">[16]</span> -lavandaia e teneva alcuni dozzinanti. I suoi proventi -sarebbero bastati a sbarcare comodamente il lunario, -se non fosse stata la sregolatezza del suo figliuolo, -giovinastro turbolento, guastato da lei stessa -nella prima età con le intemperanze e le ineguaglianze -del suo carattere. Era un valente operaio -quando aveva voglia di lavorare, ma scialacquava -tutti i propri guadagni e buona parte di quelli della -madre. Per certe sue ragioni particolari ella seguitava -a tenersi seco la bambina: non erano però tanto -gravi che non pensasse talvolta a liberarsi da -quel peso. -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>III.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Misericordia e amor sul tuo cammino</p> -<p>T'hanno incontrata, o misera reietta.</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Wordsworth.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -Gertrude aveva il suo gattino da circa un mese, -quando in conseguenza del rimanere esposta alle intemperie -si buscò una fortissima infreddatura. Allora -Annetta, per tema delle noie che una seria malattia -della bambina avrebbe cagionato a lei, le ingiunse -di non uscire all'aperto, e perfino di starsene -nella stanza riscaldata dov'essa lavorava. -</p> - -<p> -Certo, con quella tosse terribile, sarebbe stato buono -sedere tutto il giorno accanto alla stufa, e tenersi -calduccina, se non l'avesse tormentata il pensiero -del micio, che innanzi ch'ella fosse in grado -di ritornare nel cantiere a custodirlo poteva sperdersi, -o perire d'inedia, o, pericolo non meno grave, -dare una corsa nella casa in cerca della sua padrona. -</p> - -<p> -Passò la giornata, senza che la bestiola si facesse -vedere. Ma verso sera, proprio nel momento che gli -uomini venivano a cena, capitò tra i piedi d'uno di -essi, là, sulla soglia della stanza dove Gertrude si -trovava con la vecchia Grant ed era preparato il -grossolano loro pasto. -</p> - -<p> -— Accidenti! — esclamò l'uomo che tutti chiamavano -Iacopino. — È un gatto! O Annetta! Credevo -che li odiaste i gatti, voi. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_17">[17]</span> -</p> - -<p> -— Non è mica mio, — disse ella. — Cacciatelo -fuori. — -</p> - -<p> -Iacopino s'accinse a farlo. Il micio balzò indietro -e, girando largo, andò a precipitarsi tra le braccia -di Gertrude, la quale trepidante per il suo fato spiava -con ansia gli eventi. -</p> - -<p> -Annetta gli domandò: -</p> - -<p> -— O cotesto gatto, di chi è? -</p> - -<p> -— Mio, — rispose coraggiosamente la bambina. -</p> - -<p> -— Tuo? E da quando tieni gatti? Come l'hai avuto? -Parla! — -</p> - -<p> -Gli uomini le guardavano. Gertrude aveva paura -degli uomini. Essi qualche volta le facevano dispetti -e sempre erano per lei una sorgente d'apprensioni. -Ella non osava dire a chi dovesse quel regalo, ben -sapendo di peggiorare le cose, perchè Annetta Grant -non aveva mai perdonato al lampionaio le sue dure -rimostranze contro la crudeltà di picchiare una bimba -per aver avuto la disgrazia di versare un bricco -di latte; nè la soccorreva in quel momento tanta -prontezza d'animo da inventare qualche fandonia -che spiegasse altrimenti la presenza del gattino. Del -resto non avrebbe esitato punto a mentire. La sua -deficiente educazione non le aveva inculcato l'amore -e l'abitudine della verità a segno ch'ella potesse preferirla -quando la menzogna le faceva più comodo -o la salvava da un castigo. Tacque e ruppe in lacrime. -</p> - -<p> -— Via, Annetta, — disse Iacopino — dateci la -cena e lasciate stare cotesta mocciosa fino a poi. — -</p> - -<p> -La donna accondiscese, non però senza brontolare -minacciosamente. -</p> - -<p> -La cena fu presto finita. In quella un sonatore -d'organetto venne a fermarsi davanti alla casa e intonò -un'aria popolare. I pigionali scendevano e gli -si affollavano intorno, attratti dalla scimmietta che -ballava in cadenza con la musica. Gli uomini andarono -a raggiungerli. Gertrude impedita di uscire -corse alla finestra. I grotteschi sgambetti dell'animale -la divertivano un mondo; finchè sonatore e -scimmia non si furono allontanati, ella stette a guardare -intensamente assorta nello spettacolo, così intensamente -da non accorgersi che non teneva più -<span class="pagenum" id="Page_18">[18]</span> -il micio, il quale, sfuggitole dalle braccia, era saltato -sulla tavola e cominciava a divorare gli avanzi -del pasto. Ella seguiva ancora con gli occhi l'uomo -dall'organetto, quando vide apparire in fondo alla -strada il vecchio lampionaio. Mentre si proponeva -di trattenersi finch'egli avesse acceso il lampione, un -urlo di rabbia la fece sobbalzare. Spaventata si volse -giusto in tempo per vedere Annetta abbrancare -il suo caro gattino. Si slanciò alla riscossa, balzò -sopra una seggiola, afferrò un braccio della donna; -ma costei la respinse vigorosamente con una mano -e con l'altra scaraventò la bestiola attraverso la -stanza. Gertrude udì un tonfo in un liquido, e un -grido straziante. Annetta aveva gettato il povero -micio in un gran catino pieno d'acqua calda a bollore -pronta per qualche uso domestico. La piccola -vittima si contorse un momento e morì in uno spasimo. -</p> - -<p> -Tutto il furore di cui l'impetuosa natura della -bambina era capace, divampò. Senza titubare, ella -raccolse un pezzo di legno che giaceva lì presso, e -lo scagliò contro la megera. Aveva mirato bene. La -vecchia Grant era stata colpita alla testa e il sangue -grondava dalla ferita; ma ella quasi non sentiva -il colpo tanto era eccitata dall'ira dinanzi all'audacia -di Gertrude. Fremente, s'avventò su lei, la pigliò -per le spalle, aperse l'uscio di strada e la spinse sul -marciapiede dicendo: -</p> - -<p> -— Fuori, spirito maligno, e guai a te s'io veggo -la tua ombra sulla soglia della mia casa! — -</p> - -<p> -Poi rientrò a precipizio abbandonando l'orfanella -sola in mezzo alla notte fredda e buia. -</p> - -<p> -Quando Gertrude era adirata o afflitta piangeva -forte, ma di rado singhiozzava come gli altri bambini; -invece emetteva a brevi intervalli strilli acutissimi -fino a rimanere qualche volta esausta di forze. -Ella prese a strillare così, tosto che Annetta Grant -l'ebbe lasciata là sulla strada; ma non già per la -paura d'essere irremissibilmente espulsa dal suo -unico ricovero e di doversene andare, sola sola e di -notte, errando per la città, a rischio di cadere assiderata, -innanzi l'alba, con quel gran freddo: no, -non pensava affatto a sè stessa. L'orrore e il dolore -<span class="pagenum" id="Page_19">[19]</span> -della tragica morte inflitta all'unico essere ch'ella -amasse al mondo empivano tutta la sua piccola -anima. Ella s'accosciò contro il muro della casa, e -si coperse la faccia con le mani, inconsapevole del -chiasso che faceva, e del trionfo di quella monellaccia -che le aveva un giorno tratto le scarpe dai piedi, -e che ora stava spiandola dall'uscio dirimpetto. -D'improvviso si sentì sollevare da terra, e si trovò -seduta su una delle traverse della scala di True -appoggiata ancora sotto il lampione. Il buon uomo -che, reggendola saldamente, l'aveva collocata giusto -tant'alto da trovarsi con lei a viso a viso, riconobbe -la sua piccola amica, e con la stessa benevolenza -dell'altra volta le domandò che le fosse successo. -</p> - -<p> -Ma Gertrude, tutt'ansimante, potè rispondere soltanto: -</p> - -<p> -— Oh, il mio gattino! Il mio gattino! -</p> - -<p> -— Come? Il gattino ch'io ti diedi? L'hai smarrito?... -Non piangere, via, non piangere. -</p> - -<p> -— Oh no, non l'ho smarrito!... Ah, povero micino -mio! — -</p> - -<p> -E la bimba ruppe in un pianto più clamoroso che -mai, tossendo nel medesimo tempo con tale violenza -che il lampionaio ne fu spaventato. Egli si sforzò -di calmarla, e riuscitovi in parte le disse: -</p> - -<p> -— A star qui fuori tu t'infreddi a morte.... Bisogna -rientrare in casa.... -</p> - -<p> -— Oh, non mi lascerà rientrare! — ella rispose. -— E se anche volesse lei, non vorrei io.... -</p> - -<p> -— Chi non ti lascerà rientrare?... Tua madre? -</p> - -<p> -— No.... Annetta Grant.... -</p> - -<p> -— Chi è Annetta Grant? -</p> - -<p> -— Un'orrida, una perfida donna, che ha affogato -il mio gattino nell'acqua bollente! -</p> - -<p> -— Ma la tua mamma dov'è? -</p> - -<p> -— Io non ce l'ho, la mamma. -</p> - -<p> -— A chi appartieni tu, povera creatura? -</p> - -<p> -— A nessuno, e nessuna casa è la mia. -</p> - -<p> -— Con chi vivi dunque? Chi ha cura di te? -</p> - -<p> -— Vivevo finora con Annetta Grant, ma è troppo -cattiva, e io l'odio.... Le ho scagliato dianzi un pezzo -di legno nella testa.... Magari l'avessi accoppata, -l'avessi.... -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_20">[20]</span> -</p> - -<p> -— Zitta, zitta! Non devi dire di coteste cose.... -Ora vo a parlarle io.... — -</p> - -<p> -True mosse verso l'uscio della casa cercando di -tirarsi dietro Gertrude; ma questa resisteva così -energicamente ch'egli la lasciò fuori. Andò difilato -nella stanza dove Annetta stava fasciandosi la testa -con un vecchio fazzoletto, e senza preamboli le -disse che doveva richiamar dentro la bambina perchè -lasciandola in istrada rischiava di farla morire -assiderata. -</p> - -<p> -— Non è mia, — rispose la donna — e qui c'è -rimasta abbastanza. Non esiste al mondo una creatura -malvagia come quella: mi maraviglio io stessa -d'aver trovato la pazienza di tenerla tanto tempo. -Spero che non mi venga mai più sotto gli occhi, o -per meglio dire non voglio. M'ha rotto la testa.... -meriterebbe d'essere impiccata, meriterebbe! Se mai -qualcuno ha avuto in corpo uno spirito maligno è -di certo lei! -</p> - -<p> -— Ma che sarà della povera piccina? — insistette -il buon True. — La notte è fredda, terribilmente.... -Che vi sentireste in cuore se domattina la trovassero -morta gelata sulla soglia della vostra casa? -</p> - -<p> -— Che mi sentirei? È forse cosa che vi riguardi? -Incaricatevi piuttosto di lei voi stesso. Tanto scalpore -menate per quell'insettucciaccio? Portatevela -a casa e provatela un po'.... È la seconda volta che -venite a parlarmene, e basta.... non voglio ascoltare -una parola di più. Ci pensi qualcun altro, oramai; -io per me n'ho avuto più che la mia parte.... Quanto -al rischiare che muoia gelata o non gelata, lo rischierò.... -Eh, i bambini ch'entrano nel mondo di -soppiatto sono i meno pronti ad uscirne! Quella lì -appartiene al comune. Se ne occupi chi deve. E voi -andatevene per i fatti vostri e non v'immischiate in -quello che non vi concerne. — -</p> - -<p> -True non se lo fece ripetere. Egli non era uso a -trattare con donne, e nulla gli pareva più formidabile -d'una femmina irata. Ora gli occhi fiammeggianti -e il minaccioso atteggiamento d'Annetta erano -forieri d'una tale tempesta che il buon uomo s'affrettò -saviamente a ritirarsi prima che scoppiasse -sul suo capo. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_21">[21]</span> -</p> - -<p> -Gertrude, la quale aveva intanto cessato di piangere, -gli alzò gli occhi in faccia con curiosità ansiosa. -</p> - -<p> -— Ebbene, — egli disse — non vuol riprenderti. -</p> - -<p> -— Oh, che piacere! — ella esclamò ingenuamente. -</p> - -<p> -— Sì, ma dove andrai? -</p> - -<p> -— Non so.... Forse con voi, a veder accendere i -lampioni. -</p> - -<p> -— E dove dormirai stanotte? -</p> - -<p> -— Non so.... Io, non ho casa. Bisognerà che dorma -fuori, ma così avrò il lume delle stelle. Non posso -soffrire l'oscurità, io.... Sarà freddò però, non è -vero? -</p> - -<p> -— Corbezzoli! Freddo da morirne, bambina.... -</p> - -<p> -— E allora che succederà di me? -</p> - -<p> -— Dio soltanto potrebbe dirlo! — -</p> - -<p> -Il lampionaio guardò Gertrude, tutto perplesso ed -angustiato. Egli, punto pratico di bambini, stupiva -della sua semplicità. Lasciarla lì, esposta, al rigore -di quella gelida notte, non poteva; e dall'altro canto -non sapeva come se la sarebbe cavata se l'avesse -portata a casa sua, perchè viveva solo ed era povero. -Ma un altro violento insulto di tosse da cui -fu còlta lo fece risolvere a un tratto di dividere con -lei il suo ricovero, il suo fuoco e il suo pane, per una -notte almeno. La prese per mano e disse: -</p> - -<p> -— Vieni con me. — -</p> - -<p> -Gertrude si mise a correre al suo fianco, fiduciosa, -senza domandare dove la conducesse. -</p> - -<p> -True doveva accendere ancora una dozzina di lampioni -prima di giungere all'estremità della strada -dove il suo giro finiva. La bambina stette a contemplare -l'accensione di ciascuna fiammella con un -piacere altrettanto vivo e schietto che se si fosse -trovata in compagnia del lampionaio unicamente -per questo. Appena quando, svoltato il canto, ebbero -camminato un pezzo senza fermarsi, domandò: -</p> - -<p> -— E ora dove si va? -</p> - -<p> -— A casa, — rispose True. -</p> - -<p> -— A casa vostra? Anch'io? -</p> - -<p> -— Sicuro. Eccoci arrivati. — -</p> - -<p> -Egli aperse una porticina che metteva in una -stretta corticella estesa per tutta la lunghezza d'una -<span class="pagenum" id="Page_22">[22]</span> -decente casa di due piani, dove abitava nella parte -posteriore. Attraversarono la corte, passarono davanti -a parecchie finestre e all'ingresso principale, -ed entrarono da un piccolo uscio sul di dietro. Gertrude -tremava dal freddo. Aveva i piedini tutti azzurrognoli -a forza di camminare scalza sul lastrico -diaccio. V'era una stufa, nella camera in cui erano -entrati, ma senza fuoco. La camera era spaziosa e -abbastanza ben fornita, ma tenuta male. Il lampionaio -s'affrettò a deporre in uno sgabuzzino adiacente -la scala portatile, l'accenditoio e il resto, poi -tornò con un fastelletto di legna ed accese la stufa. -In pochi minuti un'allegra fiammata brillando e -scoppiettando diffuse intorno un gradevole tepore. -Egli trasse accanto al fuoco un antico seggiolone di -legno, vi stese sopra il suo grosso e peloso gabbano -che lo trasformò in una comoda poltrona, e sollevata -delicatamente la bimba ve la pose a sedere. -Dopo di che, allestì la cena. True era un vecchio -scapolo uso a farsi ogni cosa da solo. Preparò il tè, -poi mesciutolo per Gertrude in una gran ciotola, -con zucchero a profusione e tutti i suoi venticinque -centesimi di latte, prese da una credenzina una pagnotta, -ne tagliò una bella fetta, e invitò la sua piccola -ospite a mangiare e bere quanto più potesse, -giudicando dal suo aspetto ch'ella non doveva essere -stata sempre ben nutrita. E nel vederla assaporare -con sì evidente godimento la miglior cenetta -che mai le fosse toccata, la sua sodisfazione fu tale, -da farlo rimanere a contemplarla intenerito dimenticandosi -di prendere la propria parte. -</p> - -<p> -L'infallibile istinto dell'infanzia aveva guidato -Gertrude quand'ella, osservando l'uomo che accendeva -il lampione, s'era sentita indotta, già assai -prima ch'egli le parlasse, a considerarlo come un -buon amico di tutti, perfino della più derelitta bambina -di questo mondo! -</p> - -<p> -Trueman Flint, nato e cresciuto nel Nuovo Hampshire, -essendo rimasto orfano quindicenne appena, -era venuto a Boston dove per molti anni s'era guadagnato -la vita esercitando qualsiasi mestiere in -cui potesse trovar lavoro; così aveva fatto a vicenda -il giornalaio, il facchino, il fiaccheraio, lo spaccalegna, -<span class="pagenum" id="Page_23">[23]</span> -insomma di tutto un po'! In alcuni de' suoi -impieghi era anche durato a lungo perchè s'acquistava -sempre stima e benevolenza tanto si mostrava -onesto, capace e di buona indole. Prima di diventare -lampionaio aveva servito qualche tempo come -facchino nei vasti magazzini d'un negoziante -ricco e generoso. Un giorno, mentre rimoveva certi -pesanti barili, uno di questi, per disgrazia, venne a -cadergli sul petto lasciandolo gravemente malconcio. -Il suo stato dapprima quasi escludeva ogni speranza -di salvezza; e quando alfine egli cominciò a -migliorare, la guarigione fu lenta a segno, che dovette -starsene disoccupato un anno intero. La malattia -esaurì tutti i suoi risparmi, ma il negoziante -al cui servizio gli era accaduto quell'infortunio, -volle che nessun comodo gli mancasse, lo fece curare -da un medico valentissimo, e gli assicurò una -buona assistenza. -</p> - -<p> -Nondimeno da allora True non fu più quello. -Quando si levò dal letto la sua costituzione fisica -era invecchiata di dieci anni, sicchè l'indebolimento -delle forze lo rendeva inabile oramai a lavori faticosi. -Il suo antico padrone e benefico amico s'adoperò -quindi a trovargliene uno relativamente leggero, -ed ottenne per lui l'impiego di lampionaio, al -quale egli di frequente aggiungeva altri discreti proventi -segando legna o spalando la neve. -</p> - -<p> -Era adesso tra i cinquanta e i sessanta. Alto e -membruto, aveva fattezze delle più rozzamente modellate -da madre natura, ma esprimenti una grande -bontà d'animo. Viveva molto appartato, essendo -per temperamento taciturno e ritroso; pochissime -persone lo conoscevano, e l'unica ch'egli frequentasse -era un suo vecchio compare, sagrestano d'una -chiesa vicina: uomo d'età assai avanzata e in voce -d'essere oltremodo bisbetico e salvatico. -</p> - -<p> -Ritorniamo a Gertrude. Ella ha terminato la sua -cenetta, e ora dorme profondamente, adagiata nell'ampio -seggiolone, tutta ravvolta in una calda coperta -di lana, con la testa sorretta da un guanciale. -True siede accanto a lei, e una delle scarne manine -posa sulla sua larga palma. Ogni poco, quand'ella -si muove, le riaccomoda intorno la coperta. Ma ecco -<span class="pagenum" id="Page_24">[24]</span> -che il respiro della bambina diviene affannoso: ella -dà un sobbalzo, poi parla con rapidità. Che mai -turba i suoi sogni? Egli ascolta, attento. Prima, è -una supplicazione ardente: -</p> - -<p> -— Oh, no, no! Non lo affogate il mio micino! — -</p> - -<p> -Poi un grido di terrore: -</p> - -<p> -— Ah, la viene a ripigliarmi!... Ohimè, mi ripiglia! — -</p> - -<p> -Infine, con accento commovente di flebile e tenera -preghiera, ella si raccomanda: -</p> - -<p> -— O buon vecchio, caro, caro, lasciatemi rimanere -con voi! Per pietà, lasciatemi rimanere! — -</p> - -<p> -Grosse lacrime luccicano negli occhi di Trueman -Flint, e scorrono nei solchi delle sue ruvide gote. -Egli posa il capo sul guanciale, accosta la faccina -di Gertrude alla sua faccia e, lisciandole i lunghi -capelli scarmigliati, pensa anch'egli ad alta voce.... -E che dice? -</p> - -<p> -— Ripigliarti?... No, mai, sta' pur tranquilla.... -Vuoi rimanere con me? Ci rimani, sì, te lo prometto, -povera mimmina mia!... Sola in questo immenso -mondo, come son io! Se piace al Signore, noi due si -starà bene insieme.... — -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>IV.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Per il vegliardo e per il bimbo l'unica</p> -<p>Speranza è nell'altrui tenera cura.</p> -<p>Con questa all'uom prima lezione ed ultima</p> -<p>Insegnar la pietà volle Natura.</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Young.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -La piccola Gertrude aveva trovato un amico e un -protettore; ed era tempo, perchè le privazioni che -soffriva e l'abbandono in cui veniva lasciata stavano -per troncare la triste sua vita, ponendo fine così -alle sue pene. -</p> - -<p> -La mattina dopo che True Flint l'ebbe raccolta, -ella si destò con febbre alta, dolori al capo e alle -membra, insomma tutti i sintomi d'una malattia -grave. Guardò intorno e si vide sola; ma nella stufa -ardeva un bel fuoco, e la tavola era apparecchiata -per la colazione. Rimase un momento stupita ed incerta, -<span class="pagenum" id="Page_25">[25]</span> -domandando a sè stessa dove si trovasse, e -che le fosse accaduto; non riconosceva su quel subito -la camera, vedendola per la prima volta alla -luce del giorno. Ma il suo visino sparuto brillò di -gioia quando gli avvenimenti della sera innanzi le -si riaffacciarono alla memoria, ed ella pensò al vecchio -lampionaio, tanto buono, ed alla nuova casa -che sarebbe stata la sua, dove sarebbe vissuta con -lui. Si levò e andò alla finestra per guardare fuori, -sebbene le girasse stranamente la testa e le vacillassero -le gambe a segno che appena poteva camminare! -Il suolo era tutto bianco di neve, e il tempo -ancora burrascoso. Sembrò a Gertrude che il candore -di quella neve l'abbarbagliasse. D'improvviso -la vista le mancò, una vertigine la travolse. Barcollò -e cadde. -</p> - -<p> -Trueman, rientrato di lì a due minuti, fu spaventatissimo -trovandola lunga distesa sul pavimento; -ma tosto comprese che doveva essere svenuta nel -tentare di dar qualche passo per la camera, e non -se ne maravigliò punto, poichè durante la notte s'era -avveduto che la bambina stava assai male. Portatala -sul suo letto, riuscì presto a farle ricuperare i -sensi; passarono però tre settimane prima ch'ella -potesse levarsi, salvo quando True la prendeva in -collo. True si mostrava ruvido e goffo nel maggior -numero dei casi, ma non già quando assisteva la -sua piccola protetta. Egli sapeva molte cose nel fatto -di malattie: era un po' infermiere, un po' medico, -alla sua semplice maniera, e quantunque di bambini -avesse poca esperienza, il suo cuore affettuoso gli -suggeriva tutte le cure necessarie a Gertrude, e lo -rendeva prodigo d'una bontà, d'una tenerezza, di cui -nessuno aveva mai dato alla poveretta neppure una -pallida idea. -</p> - -<p> -Ella, dal canto suo, era molto paziente. Spesso le -sofferenze e l'estrema stanchezza del giacere da tanto -tempo allettata, la tenevano sveglia la notte intera -senza ch'ella mandasse un gemito o facesse il -minimo rumore, perchè temeva di destare il buon -vecchio il quale dormiva per terra, accanto al suo -letto, quando la grande ansietà per lei non gl'impediva -di pigliar sonno. A volte, essendo la bimba -<span class="pagenum" id="Page_26">[26]</span> -più fieramente travagliata dal male, egli la reggeva -sulle braccia ore ed ore, ed anche allora ella si sforzava -d'apparir sollevata, benchè in realtà non fosse, -o fingeva perfino d'addormentarsi per indurlo a ricoricarla -e prendere anch'egli un po' di riposo. Il -suo coricino riboccava d'amore e di gratitudine. Un -pensiero l'occupava quasi unicamente: che avrebbe -ella potuto fare per il suo caro benefattore quando -sarebbe guarita? ma era poi capace d'imparar a -fare qualche cosa di utile? -</p> - -<p> -True era tuttavia costretto a lasciarla per attendere -al suo lavoro. Durante la prima settimana della -malattia Gertrude restò dunque parecchio sola. -Egli nell'andarsene le raccomandava con calore di -stare ben tranquilla sotto le coperte fino al suo ritorno; -e intanto ogni oggetto di cui ella potesse mai -aver bisogno si trovava preparato a portata della -sua mano. Ma venne il momento che, aumentando -la febbre, fu presa da delirio, e per alcuni giorni -non seppe più come nè da chi fosse assistita. Alfine -un pomeriggio si destò da un sonno lungo e calmo, -in pieno possesso del senso e della coscienza, e vide -seduta al suo capezzale una donna che cuciva. -</p> - -<p> -Ella si rizzò nel letto per guardare la sconosciuta, -la quale non l'aveva vista aprire gli occhi. Ma, sentitala -muoversi, questa dette un sobbalzo, e subito -esclamò: -</p> - -<p> -— O bambina mia, rimettiti a giacere! — -</p> - -<p> -Così dicendo le pose dolcemente una mano sulla -spalla per corroborare la sua ingiunzione. -</p> - -<p> -— Non vi conosco, — fece Gertrude. — Dov'è lo -zio True? — -</p> - -<p> -Con questo nome il lampionaio le aveva detto di -chiamarlo. -</p> - -<p> -— È uscito, cara, ma tornerà presto. Come ti senti? -Meglio? -</p> - -<p> -— Oh sì! Molto meglio! Ho dormito un pezzo? -</p> - -<p> -— A sufficienza. Suvvia, sta' giù. Ora ti porto una -scodella di semolino. Ti farà bene. -</p> - -<p> -— Sa lo zio True che siete qui? -</p> - -<p> -— Sicuro. Sono venuta a tenerti compagnia mentre -lui è fuori. -</p> - -<p> -— O di dove siete venuta? -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_27">[27]</span> -</p> - -<p> -— Dalla mia camera. Io abito nell'altra parte di -questa casa. -</p> - -<p> -— Mi pare che siate buona, voi. Davvero, mi piacete. -Ma mi fa maraviglia di non avervi veduta entrare.... -</p> - -<p> -— Non ci hai badato perchè stavi troppo male, -poverina.... Basta, adesso spero che non tarderai a -guarire. — -</p> - -<p> -La donna preparò il semolino, e quando Gertrude -l'ebbe preso, si rimise al suo lavoro. Coricata con -la faccia rivolta verso la sua nuova amica, la bambina -fissava su lei i suoi occhioni. Stette così a guardarla -cucire finchè quella a sua volta la guardò, -e disse: -</p> - -<p> -— Che pensi tu ch'io stia facendo? -</p> - -<p> -— Non so, io.... — ella rispose. — Che cos'è? — -</p> - -<p> -L'altra alzò la roba che cuciva, di maniera che -Gertrude potè vedere ch'era una vestina di cotone -scuro, per una ragazzetta. -</p> - -<p> -— O che bella veste! — esclamò. — Per chi la -fate? Per la vostra figliuola? -</p> - -<p> -— No, io non ho figliuole. Ho un figliuolo invece, -uno unico: il mio Guglielmo. -</p> - -<p> -— Guglielmo? Che bel nome! E lui è un buon ragazzo? -</p> - -<p> -— Buono? Il migliore che ci sia al mondo, ed il -più bello! — -</p> - -<p> -Nel proferir queste parole la donna ergeva il capo, -e il suo pallido viso estenuato raggiava tutto -d'orgoglio materno. -</p> - -<p> -Gertrude torse lo sguardo con un'espressione triste, -così strana in una creatura di quell'età, ch'ella -temette che la stanchezza cominciasse ad opprimerla, -e stimò necessario farla stare in assoluta quiete. -Glielo disse e le impose di chiudere gli occhi e dormire. -La bambina li chiuse. Mentre giaceva tranquilla -come se avesse obbedito anche alla seconda -ingiunzione, l'uscio s'aperse e qualcuno entrò pian -piano. Era True. -</p> - -<p> -— Oh signora Sullivan, — egli fece — siete ancora -qui! Vi ringrazio tanto d'esservi trattenuta.... -Avevo contato di tornare più presto.... E della bimba -che vi sembra? -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_28">[28]</span> -</p> - -<p> -— Sta meglio, signor Flint, molto meglio. È in -sè, ragiona.... Io credo che, pur d'avere certi riguardi, -oramai tutto andrà bene.... To', è desta! — -</p> - -<p> -True s'accostò alla piccola malata, le posò una -mano sulla fronte mandando indietro i capelli, che -erano adesso tagliati corti e accuratamente pettinati, -poi le toccò il polso, e manifestò con un cenno -del capo la sua sodisfazione. Gertrude gli afferrò la -mano e la tenne stretta tra le sue. Egli sedette accanto -al letto, gettando un'occhiata sul lavoro della -signora Sullivan: -</p> - -<p> -— Non mi maraviglierei, signora mia, se ci fosse -bisogno de' suoi vestiti nuovi prima che non si credesse.... -Tra alcuni giorni, secondo me, sarà in -piedi.... -</p> - -<p> -— Lo credo anch'io, ma non siate troppo impaziente. -La sua malattia è stata grave, e la non può -guarire d'un tratto. Avete veduto oggi la signorina -Graham? -</p> - -<p> -— Sì, l'ho veduta, pover'anima. Che il Signore -benedica la sua cara faccia! M'ha fatto un visibilio -di domande su Gertrudina, e m'ha dato questo pacchetto -d'<i>ararutte</i>.... mi pare almeno che lo chiamasse -così. Dice ch'è una minestrina eccellente per ammalati. -Se voi la conoscete, signora Sullivan, siate -tanto buona, mostratemi come si fa, perch'io confesso -non me lo rammento, quantunque la signorina -si sia data la briga di spiegarmelo.... -</p> - -<p> -— Sì, volentieri. È facilissimo. Ve ne preparerò -una porzione quando ritorno, tra poco. Per ora Gertrude -non ne ha bisogno, ha preso dianzi un semolino. -Ma il babbo è già in casa, e devo apparecchiare -il nostro tè. Arrivederci a stasera, signor Flint. -</p> - -<p> -— Grazie, signora.... avete un cuore d'oro voi! — -</p> - -<p> -Durante alcuni giorni la signora Sullivan venne -ancora ripetute volte a prestar le sue cure alla piccola -convalescente ed a tenerle compagnia. Ell'era -una donna dimessa per indole, gentile d'animo e di -modi, il cui placido viso riconfortava la povera creatura -ch'era vissuta nel terrore e aveva sofferto ogni -sorta di maltrattamenti. Sempre portava con sè il -suo lavoro di cucito: solitamente qualche indumento -da ragazzina. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_29">[29]</span> -</p> - -<p> -Una sera Gertrude, già quasi guarita della sua -ostinata febbre, sedeva in grembo a Trueman Flint, -vicino alla stufa, ben bene ravvolta in una coperta -di lana, e parlava della sua nuova amica. A un -tratto alzò gli occhi in faccia al buon uomo e uscì -a dire: -</p> - -<p> -— Zio True, conoscete voi la bambina per la quale -fa un vestitino? -</p> - -<p> -— È una bambina che ha bisogno di vestitini e -di molte altre cose, perchè ch'io sappia, non ha panni -da indossare, tranne pochi cenci.... E tu, Gertrude, -non ne conosci nessuna che sia in questo caso? -</p> - -<p> -— Direi di sì, — rispose ella piegando un po' la -testa da un lato, e strizzando un occhio. -</p> - -<p> -— Bene, chi è? -</p> - -<p> -— Non vi sta seduta in grembo? -</p> - -<p> -— Che? Tu stessa? Eh via, credi forse che la signora -Sullivan voglia impiegare il suo tempo a cucire -vestiti per te? — -</p> - -<p> -Gertrude chinò il capo. -</p> - -<p> -— Veramente, <i>io non l'avrei creduto</i>.... ma <i>voi diceste</i>.... -</p> - -<p> -— Sentiamo, che cosa dissi io? -</p> - -<p> -— Qualche cosa di vestiti nuovi.... per me.... -</p> - -<p> -— Sì, cara, <i>per te</i>! — esclamò egli stringendola -in un abbraccio rustico ma cordiale. — E sono due -mute complete, con calze e scarpe per soprammercato! — -</p> - -<p> -Ella spalancò i suoi occhioni, in atto di stupore, -rise, battè le mani. True rise anche lui. Parevano -tutti e due molto felici. -</p> - -<p> -— E l'ha comperata lei cotesta roba? È dunque -ricca? — domandò ella. -</p> - -<p> -— La signora Sullivan?... Ahimè, punto!... La -roba la comperò la signorina Graham, e pagherà -alla signora Sullivan la fattura. -</p> - -<p> -— Chi è la signorina Graham? -</p> - -<p> -— È una signorina troppo buona per questo mondo.... -si può affermarlo! Ti parlerò di lei un'altra -volta,... Oggi no, perch'è tardi. Dovresti già essere -a letto e dormire. — -</p> - -<p> -Un sabato Gertrude, che oramai stava benino, era -rimasta alzata tutto il giorno. Verso sera però si -<span class="pagenum" id="Page_30">[30]</span> -sentì stanca, e si coricò avanti buio. Destatasi dopo -aver dormito profondamente due o tre ore, vide che -True aveva compagnia. Accanto alla stufa, un altro -vecchio, d'età molto più inoltrata della sua, sedeva -di faccia a lui, fumando la pipa. Egli indossava un -abito di foggia antiquata e di tessuto ordinario, ma -assai lindo; le due sole ciocche di lunghi e candidissimi -capelli che ancora gli crescevano, proprio -dietro le orecchie, erano pettinate con cura all'insù, -e annodate sul vertice del cranio calvo e lucido. Le -sue fattezze avevano linee dure e taglienti, e Gertrude -pensava che tali dovevano essere tutte le parole -uscite dalla sua bocca, tanto le pareva inverosimile -ch'egli potesse mai dire qualche cosa di gentile -o di piacevole. Il sarcasmo ch'esprimevano gli -angoli delle labbra, l'amaro scontento che traspariva -da tutta la faccia, colpivano la bambina senza ch'ella -sapesse definirli, e le facevano trarre le sue conclusioni -sul carattere di quell'uomo. Ben s'apponeva -figurandosi ch'egli fosse il signor Cooper, padre della -signora Sullivan; e nell'opinione fattasi di lui -alla prima occhiata non si scostava notevolmente -dalla maggior parte di coloro che lo conoscevano. -</p> - -<p> -Ma l'opinione pubblica e la sua propria faccia -calunniavano un poco il vecchio sagrestano. Certo -egli non era di un naturale allegro nè amabile. -Sventure domestiche e lo sfavore della volubile fortuna -lo avevano reso pessimista e portato a non -considerare che i dolori della vita, a mostrarsi arcigno -dinanzi alla gaiezza e alle baldanzose speranze -dei giovani, i quali, soleva egli sentenziare -scrollando il capo con un'aria misteriosa, ignorano -che sia il mondo. Egli non l'ignorava, e diveniva -tanto più severo per le sue follie ed inesorabile per -le sue colpe, quanto più la vecchiezza lo allontanava -da esso. Anche l'ufficio ch'esercitava da anni in qua, -era dei meno atti a combattere una disposizione alla -malinconia, tenendolo il suo servizio in chiesa quasi -sempre solitario. Eppure in fondo al cuore quel misantropo -nascondeva riserve di bontà e di benevolenza, -e True Flint, che lo sapeva, si divertiva a -trarle alla luce. Egli amava il vecchio per la sua -onestà scrupolosa e il suo animo sincero. Da lungo -<span class="pagenum" id="Page_31">[31]</span> -tempo i due amici usavano sedere insieme il sabato -sera, nel canto del fuoco, discutendo di politica, di -istituzioni nazionali, di diritti individuali; questioni -che ogni buon Americano si sente chiamato a sottoporre -ai propri speciali criteri. Discorrevano inoltre -dei loro sentimenti ed interessi privati. Ma qual si -fosse il soggetto del discorso e per quanto la discussione -s'accalorasse, mai la loro amicizia non ne aveva -sofferto danni o pericoli: caso singolarmente notevole, -essendo Trueman Flint, nel temperamento e -nel carattere, la vera antitesi di Paolo Cooper. Animoso, -fidente, egli era sempre disposto a pigliar le -cose dal lato buono, e anche nelle peggiori avversità -non si scoraggiava, non disperava, si teneva sicuro -che alla fine tutto s'accomoderebbe. -</p> - -<p> -Quella sera avevano conversato su parecchi dei -soliti argomenti, ma nel momento che Gertrude si -destò parlavano di lei, e s'intende che il loro dialogo -attrasse vivamente la sua attenzione. -</p> - -<p> -— Dove mi diceste d'averla raccattata? — domandava -appunto il sagrestano. -</p> - -<p> -— Da Annetta Grant, — rispose True. — Ve la -rammentate? È quella donna contro il cui figliuolo -foste citato come testimonio d'accusa, quando furono -rotte le vetrate della chiesa la sera innanzi il -quattro giugno. Eh, no, non potete averla scordata, -Cooper.... sembrava una furia, al dibattimento, si -vendicava non risparmiando nemmeno Suo Onore, -il giudice! Bene, era inviperita a quel modo e maltrattava -la povera creatura la prima volta ch'io la -vidi: la <i>seconda</i> l'aveva cacciata di casa.... -</p> - -<p> -— Ah sì, me la rammento!... Un'orca!... Quella lì, -m'immagino, non è mai stata amorosa neppure coi -figliuoli propri, figuriamoci poi con gli altrui! Ma -voi che ne farete della trovatella? -</p> - -<p> -— Che ne farò?... La terrò meco, caspiteretta, e -ne avrò cura. — -</p> - -<p> -Cooper fece una risatina piuttosto sarcastica. -</p> - -<p> -— Sì, capisco, caro vicino, voi giudicate avventata -questa risoluzione d'adottare una bimba, all'età -mia: e forse è. Ma ora vi spiego com'è stato. -La notte di cui vi raccontai, la piccina sarebbe morta -se io non l'avessi raccolta; e anche dopo ricoverata -<span class="pagenum" id="Page_32">[32]</span> -qui, fu sul punto di morire, più volte; soltanto -la grande assistenza che le prestai con l'aiuto di vostra -figlia, potè salvarla. Ebbene, quella prima notte, -parlando nel sonno, gridò a me tutto il suo dolore, -si raccomandò a me come all'unico amico che -mai avesse avuto (e credo infatti che sia così), supplicandomi -di lasciarla rimanere.... Allora deliberai -in cuor mio di far che rimanesse, ad ogni costo di -tenermela come una figliuola e dividere con lei il -mio ultimo tozzo, avvenga che può.... Il Signore è -stato misericordioso meco, signor Cooper, molto misericordioso.... -Mi mandò buoni amici nella mia profonda -infelicità. Seppi anch'io da ragazzo quanto -sia triste l'essere solo al mondo, senza babbo nè -mamma; e quando vidi i patimenti di quella disgraziata -creaturina, sentii che appunto perchè non era -di nessuno apparteneva più particolarmente al Signore, -e ch'io non potevo fare di più per servirlo -nè dovevo far meno, che spartire con la poveretta -il bene ch'Egli m'ha dato.... Ah, voi guardate intorno -come per dirmi che qui c'è poco da spartire -con chicchessia, e, davvero, molto non c'è.... ma, una -cosa sì.... e una gran cosa per chi non l'ha mai avuta: -<i>una casa</i>. Io ho ancora le mie brave braccia, -e cuore gagliardo, e buona volontà. Con l'aiuto di -Dio sarò un padre per quell'orfanella, e forse verrà -il tempo ch'ella sarà per me una benedizione incarnata.... — -</p> - -<p> -Il signor Cooper scrollò il capo con aria di dubbio, -e borbottò che i figliuoli, anche i veri, sogliono essere -tutt'altro che benedizioni. -</p> - -<p> -Ma non ebbe il potere di scuotere la ferma fede -di True nella saviezza e nella bontà della propria -risoluzione. Questi, trasportato dall'ardore con cui -parlava, era sorto in piedi e camminava su e giù -per la stanza, a passi rapidi, eccitatissimo. Ritornò -a sedere, e riprese: -</p> - -<p> -— D'altronde, caro Cooper, se anche non mi fossi -determinato a tenere qui Gertrude la notte stessa -che ce la portai, non l'avrei mandata via il giorno -dopo perchè, io credo, il Signore mi parlò per bocca -d'uno de' suoi santi angeli, e m'impose di perseverare -nel mio proposito. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_33">[33]</span> -</p> - -<p> -«Voi conoscete la signorina Graham: frequenta -regolarmente la vostra chiesa con suo padre, un -vecchio signore di bell'aspetto.... Tre settimane fa, -dopo quel tempaccio, io mi trovavo da loro, a spalare -la neve nel cortile, ed essa mi fece chiamare in -cucina.... Ah, sia benedetta la sua angelica faccia! -Povera creatura! Il mondo è buio per lei, ma essa -lo rischiara per gli altri.... Non vede lo splendore del -cielo con gli occhi, come noi, ma lo vede meglio, perchè -lo ha dentro l'anima sua, e quando sorride le -raggia tutto dal viso, e sembra l'arco celeste del buon -Dio che appare tra le nubi... Quante cortesie m'ha -usate da che, or saranno cinque anni, mi toccò quella -disgrazia nel magazzino del padrone! Anche il -giorno della neve, dunque, mi mandò a chiamare per -domandar notizie della mia salute e sentire se avessi -bisogno di qualche cosa che potesse chiedere al suo -babbo per me. Io allora le raccontai il caso di Gertrude, -e ve l'assicuro, non avevo ancora finito di -dire, che si piangeva tutt'e due. Mi pose in mano -una certa somma di denaro, e m'incaricò di far fare -dalla signora Sullivan il necessario per vestire la -bambina; ma fece ben più: promise di venirmi in -aiuto se mai mi trovassi in qualche difficoltà a cagione -dell'impegno assunto; poi quando la salutai -mi disse: «Non c'è dubbio, True, avete fatto bene: -il Signore vi benedirà e vi ricompenserà della vostra -buona azione.» — -</p> - -<p> -Egli era così commosso, così infervorato nel suo -discorso, da non essersi avveduto di ciò che il sagrestano, -per non interromperlo, aveva osservato in -silenzio. Gertrude, uscita pian piano dal letto, gli -stava accanto, e lo ascoltava con gli occhi fissi nel -suo volto, e il respiro mozzo dall'intensa attenzione. -Ella gli toccò una spalla; egli si volse, la vide, e le -aperse le braccia. -</p> - -<p> -Con la faccetta nascosta nel suo seno, la piccina -mormorò ansando, in uno scoppio di lacrime che -eran lacrime di gioia: -</p> - -<p> -— Starò dunque con voi.... sempre? -</p> - -<p> -— Sì, finchè Dio mi dà vita, — egli rispose — tu -sarai la mia figliuola! — -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_34">[34]</span> -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>V.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Sollecita movea con piè leggero</p> -<p>Per la piccola casa la massaia,</p> -<p>Nè mai nell'alveare ape fu tanto</p> -<p>Alacre e lieta all'opra....</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Mitford.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -Era una serata di vento. Gertrude, vestita decentemente, -coi capelli lisci, con la faccia e le mani pulite, -aspettava alla finestra il ritorno del lampionaio -che finiva il suo giro. Stava benissimo adesso, meglio -che non fosse stata, da anni, prima della sua -malattia. Le cure e l'affetto avevano operato prodigi -per lei. Ell'era sempre la bambina esile e palliduccia, -dagli occhi e dalla bocca troppo grandi nel visetto -minuto; ma la dolorosa espressione di sofferenza -che le era consueta, aveva dato luogo a quella, -piuttosto grave tuttavia, di un'intima felicità. -</p> - -<p> -Di fronte a Gertrude sedeva sull'ampio davanzale -una grossa e veneranda gatta, madre del suo perduto -tesoro e quindi a lei molto cara. Amorosamente -ella le andava passando la mano sul dorso, carezza -gradita alla matrona, che dimostrava la sua sodisfazione -facendo le fusa. -</p> - -<p> -D'improvviso s'udirono rimbombare nel muro suoni -tumultuosi. La casa era vecchia ed offriva un -comodo soggiorno ai topi, i quali a giudicarne dalla -strepitosa allegria cui s'abbandonavano ne avevano -approfittato quella sera per dare un ballo. Pareva -quasi che un camino rovinasse mattone per mattone. -Gertrude non si spaventò punto. S'era tanto assuefatta -ai muri abitati da quel genere d'inquilini -quando dormiva nella soffitta d'Annetta Grant, che -non faceva più caso di tali rumori. Non così però -la veterana felina che subito rizzò le orecchie e manifestò -con chiari segni la sua brama di correre a -battaglia. Mai cavallo guerriero fu eccitato dagli -squilli delle trombe come la brava micia dalle galoppate -dell'orda nemica attraverso il solaio. -</p> - -<p> -— Ferma, micina, — ammonì Gertrude — ferma, -intendi! Non è tempo di dare la caccia ai topi, ora.... -<span class="pagenum" id="Page_35">[35]</span> -Devi sedere qui e star buona finchè tu non vegga -arrivare lo zio True, per sentire che dirà della camera -e di <i>me</i>! — -</p> - -<p> -Ella si volse e girò gli occhi intorno con immenso -compiacimento; poi, arrampicatasi sul davanzale -ch'era larghissimo, all'uso antico, e di dove, rispondendo -la finestra nella corte, poteva veder entrare -il lampionaio, prese la gatta in collo, si spianò le -pieghe del vestitino, gettò uno sguardo d'ammirazione -e d'orgoglio sulla sua calzatura, ed assunse -un atteggiamento composto col deliberato proposito -d'esser paziente. Ma era inutile, non ci riesciva; le -sembrava ch'egli non avesse mai tardato tanto; cominciava -anzi a credere che non sarebbe venuto più, -quando alfine lo vide svoltare entro il cancello. Benchè -fosse già quasi buio ella notò che qualcuno lo -accompagnava. Non le pareva il signor Cooper nè -alla statura, meno alta, nè al passo; pure finì col -concludere che doveva esser lui, perchè proseguì fino -all'uscio suo ed entrò. -</p> - -<p> -Per quanto avesse atteso Trueman con viva impazienza, -Gertrude non gli corse incontro come di -consueto. Stette in ascolto, e non appena lo sentì -venire dallo stambugio dove soleva fermarsi per appendervi -al muro la scala e l'accenditoio, e deporre -il camiciotto macchiato e i larghi calzoni che portava -sopra i vestiti durante il lavoro, lesta lesta si -nascose dietro l'uscio donde egli doveva passare nella -camera. Senza dubbio ella gli aveva preparato -una grande improvvisata e intendeva di goderne -pienamente l'effetto. Ma la gatta, che non era tanto -compresa dell'importanza della cosa, non dimenticò -le buone creanze; e andò secondo il suo costume a -dargli il benvenuto strofinando il capo alle sue -gambe. -</p> - -<p> -— Ohe, mustacchiona! — fece True. — Dov'è la -mia mimma? — -</p> - -<p> -Così dicendo chiuse l'uscio dietro a sè, e scoperse -Gertrude. Ella d'un balzo venne a piantarglisi di -fronte, rise; guardò i propri vestiti, poi guardò lui, -bene in faccia, per vedere che impressione gli facesse -il suo aspetto. -</p> - -<p> -— Corbezzoli, fa mai una figurona spanta la signorina! — esclamò -<span class="pagenum" id="Page_36">[36]</span> -egli sollevandola tra le braccia -e portandola più presso al lume. — Tutta vestita di -nuovo: abito, grembiule, scarpe! E chi t'ha pettinata? -In verità, non dico che tu sia una bellezza, -no, ma per carina sei carina! -</p> - -<p> -— La signora Sullivan m'ha vestita da capo a -piedi, e m'ha spazzolato i capelli.... Ma ha fatto <i>anche -più</i>.... o non vedete che <i>altro</i> ha fatto? — -</p> - -<p> -True seguì gli occhi di Gertrude, in giro per la -camera. Lo stupore che il buon uomo andava manifestando -era tale da corrispondere all'aspettazione -della bimba quantunque grandissima: e si capiva. -Uscito la mattina, trovava la sera la sua casa -trasformata. Evidentemente mani di donna ci avevano -lavorato, facendovi pulizia e mettendo ogni -cosa in ordine. -</p> - -<p> -Prima che Gertrude venisse ad abitare con lui -egli s'era dispensato da qualsiasi ingerenza femminile -nelle sue faccende domestiche. Viveva solo, visite -non ne riceveva quasi punte; sicchè gli bastava -fare il proprio comodo senza riguardo alle apparenze. -Nel suo modesto quartierino la granata veniva -adoperata di rado, l'acqua mai. Le due ampie finestre -guardanti la corte erano trattate con grande -ingiustizia, avendo i cristalli così appannati dalla -polvere e dal fumo, che la gaia luce a cui davano -adito nella stanza n'era mezzo offuscata. Festoni di -ragnatele pendevano agli angoli del soffitto; intorno -all'alta e vasta cappa del camino s'accumulava -un curioso miscuglio d'oggetti utili e inutili; un visibilio -di ciarpame stava raccolto sotto la stufa. I -mobili, alcuni dei quali assai buoni, erano collocati -a casaccio, in modo da ingombrare lo spazio invece -di trarne partito. Durante la malattia della bambina -poi, un letto preparato sul pavimento per uso -di True, e tutte le diverse cose, necessarie all'assistenza -della malata, avevano accresciuto la confusione -a segno tale, che quasi ci sarebbe voluto un -pilota per condurre i visitatori a salvamento attraverso -la camera. -</p> - -<p> -Ora, la signora Sullivan era la nettezza in persona. -La sua casa poteva gareggiare con una casa -olandese. I suoi vestiti, di un'estrema semplicità ma -<span class="pagenum" id="Page_37">[37]</span> -esenti da ogni più lieve frittella, da ogni più piccola -macchia, la facevano sembrare una quacchera; -in quelli, anche da lavoro, del suo vecchio padre e -del suo figliuolo giovanetto si scorgeva alla prima -occhiata la cura d'una figlia, d'una madre, attenta -e diligente. A fine d'assistere Gertrude ell'aveva per -la prima volta posto piede in una stanza che era a -quel punto il contrario della sua: e non sarebbe agevole -comprendere quanto meritoria fosse la sua opera -di carità, senza considerare che il contrasto era -per lei sommamente penoso, e che ella ci pativa a -passare qualche volta l'intero pomeriggio in una -casa dove, come soleva poi dire quando rientrava -nella sua, avrebbe con piacere fatto un po' di pulizia -e messo un po' d'ordine solo per vedere che figura -farebbe e se qualcuno saprebbe riconoscerla. -Ell'era un minuzzolo di donna mingherlina, piccolina, -ma aveva più capacità ed energia che non si -sarebbe potuto trovarne in una qualsiasi tra venti -altre grandi e grosse il doppio di lei. Ella sentiva -una sincera compassione della gente che vive in un -caos domestico; era sicura che non può esser gente -felice. E però non appena Gertrude fu ristabilita risolse -in cuor suo d'adoperarsi con tutte le sue forze -per la causa dell'ordine e della nettezza che a' suoi -occhi era la causa della virtù e della felicità, perchè -ella immedesimava la purità e la lindura con -la pace dell'anima. Se non che, sensibilissima com'era -su questo punto, s'immaginava che True dovesse -provare qualche cosa di simile, ed essendo la -piccola donnina altrettanto tenera di cuore quanto -linda e accurata, non avrebbe voluto per nulla al -mondo mortificarlo; perciò andava studiando come -entrargli in materia e persuaderlo a una riforma -del suo metodo di tenere la casa, quando Gertrude -stessa le suggerì il modo d'attuare il suo disegno. -</p> - -<p> -Il giorno innanzi quello del gran ripulimento, la -signora Sullivan vide nel corridoio la bambina che -stava timidamente presso l'uscio del suo quartierino -guardando dentro con viva curiosità. -</p> - -<p> -— Vieni, vieni Gertrude, — disse la donnina benevola — fammi -una visita! — E notando ch'ella -si peritava d'intrudersi così in casa d'altri, la incoraggiò: — Mettiti -<span class="pagenum" id="Page_38">[38]</span> -a sedere qui accanto alla tavola -e guarda che cosa stiro. Gli è proprio il tuo -vestitino! Stirato questo, i tuoi panni sono bell'e -pronti. Sei contenta di rivestirti un po', non è vero? -</p> - -<p> -— Oh, tanto contenta, signora! — rispose Gertrude. — Potrò -portarmeli via, e tenerli tutti da me? -</p> - -<p> -— Sicuro. -</p> - -<p> -— Non so veramente dove riporli.... non c'è posto -nella nostra camera.... almeno non un posticino a -modo.... — E così dicendo la bambina gettava un'occhiata -ammirativa alla cassetta aperta del cassettone -dove la signora Sullivan riponeva il vestitino -che aveva finito di stirare, sopra una pila d'altri indumenti -accuratamente piegati. -</p> - -<p> -— Ma una parte, s'intende, ne indosserai, e per -il resto bisognerà trovare un luogo adatto. -</p> - -<p> -— Voi, sì, avete dove metterla la vostra roba, — riprese -Gertrude girando gli occhi intorno. — Che -bella stanza, questa! -</p> - -<p> -— Non c'è mica molta differenza da quella del signor -Flint. È circa della stessa grandezza e ha due -finestre come la sua. Soltanto la mia dispensa è più -comoda. La vostra non ha che tre angoli; ma quest'è -tutto il vantaggio. -</p> - -<p> -— Oh, non c'è paragone, per altro! Voi qui non -avete letti, e le seggiole sono tutte in fila e la tavola -è lustra che sembra uno specchio, e il pavimento -è ben pulito, e la stufa è nuova, e dalle finestre -c'entra un sole splendido che consola! Ah, magari -fosse così la nostra camera! Avrei proprio scommesso -che è anche più piccola della metà.... Figuratevi, -lo zio True stamani ha inciampato nelle molle, e -diceva che non c'è tanto spazio da far dondolare un -gatto! -</p> - -<p> -— Dov'erano le molle? — domandò la signora -Sullivan. -</p> - -<p> -— Per terra, signora, proprio nel mezzo.... -</p> - -<p> -— Vedi, io non tengo la roba per terra. E credo -che se la vostra stanza fosse ripulita e ogni cosa ci -avesse il suo posto, farebbe quasi la stessa figura -della mia. -</p> - -<p> -— Vorrei pure vederla messa tutta bene in ordine! — disse -Gertrude. — Ma come fare coi letti? -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_39">[39]</span> -</p> - -<p> -— Appunto ci pensavo. C'è quella dispensina che -doveva essere uno stanzino da bagno quando la -casa era nuova e abitata da signori; è grande abbastanza -da collocarvi un lettino e due seggiole; potrebb'essere -una comoda cameretta per te. Ora non -c'è dentro che ciarpame da buttar via: se mai ci -si trovasse qualche cosa di servibile, si riporrebbe -nello stambugio. -</p> - -<p> -— Che bella idea! — esclamò la bambina. — Così -lo zio True riavrebbe il suo letto.... Io dormirei là, -sul pavimento. -</p> - -<p> -— Ma no, non è punto necessario che tu dorma -sul pavimento. Io ho una buona piccola branda dove -dormiva il mio Guglielmo quando abitava con noi. -Te la presterò se mi prometti d'averne cura, e non -di quella soltanto, ma di tutto ciò che sarà messo -nella tua camera.: -</p> - -<p> -— Oh sì! — rispose Gertrude. — Ma — soggiunse -esitando — credete che ne sarò capace? Non so far -nulla io.... -</p> - -<p> -— Perchè nessuno t'ha mai insegnato nulla, povera -figliuola: una ragazzetta d'otto anni può fare -molte cose se ha pazienza e volontà d'imparare. Io -te ne potrei insegnare parecchie che sarebbero utili -e ti farebbero essere di grande aiuto allo zio True. -</p> - -<p> -— Dite, dite, che cosa posso fare? -</p> - -<p> -— Spazzar la camera tutti giorni, rifare i letti, -dandoti qualcuno una mano per voltare le materasse, -apparecchiare la tavola, tostare il pane, rigovernare. -Forse da principio non ci riesciresti proprio -bene bene, ma con la pratica t'andresti perfezionando, -e a poco a poco finiresti col diventare una -brava piccola massaia. -</p> - -<p> -— Desidero tanto di poter fare qualche cosa per -lo zio True! Ma di dove incominciare? -</p> - -<p> -— Prima di tutto bisogna che la casa sia ripulita -e messa in ordine da qualcuno. Se sapessi che il -signor Flint ne sarebbe contento, chiamerei un giorno -la Caterina McCarty ad aiutarci, e non dubito -che egli poi si troverebbe assai meglio nella sua abitazione. -</p> - -<p> -— Io sono sicura che sarebbe contentissimo! Si -farebbe una cosa grande! Posso aiutare anch'io? -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_40">[40]</span> -</p> - -<p> -— Sì, farai quello che potrai; ma ci vuole Caterina. -Quella è robusta e bravissima per la pulizia. -</p> - -<p> -— E chi è Caterina? -</p> - -<p> -— È la figliuola della signora McCarty che abita -nella casa qui accanto. Il signor Flint rende loro -vari servigi, come segar le legna e altri. Loro gli lavano -la biancheria, ma non sono certo in grado di -ripagarlo di tutto il bene che egli fece a quella famiglia. -Caterina è una ragazza assai capace, e attiva. -Verrà con molto piacere a lavorare per lui, -quando che sia. Glielo chiederò. -</p> - -<p> -— Verrà domani? -</p> - -<p> -— Forse sì. -</p> - -<p> -— Domani lo zio True starà fuori tutta la giornata. -Va a portare il carbone dal signor Eustachio. -Non vi pare che sarebbe il momento buono? -</p> - -<p> -— A maraviglia! Procurerò che Caterina venga -domani. — -</p> - -<p> -Caterina venne. La stanza fu ripulita in ogni sua -parte, vi fu messo ogni cosa in perfetto ordine. Gertrude -ricevette in consegna i suoi vestiti nuovi. Una -muta ne indossò, l'altra fu riposta in un armadino -trovato nella dispensa che pareva proprio fatto per -il suo piccolo corredo. -</p> - -<p> -Quando Trueman ritornò dal lavoro rimase attonito -dinanzi al risultato ottenuto col triplice concorso -della Signora Sullivan, di Caterina e di Gertrude, -per la quale il vivo piacere manifestato dal -buon uomo rese memorabile quel giorno: un giorno -ch'ella doveva ricordare per tutta la vita come il -primo in cui aveva gustato la suprema forse tra le -felicità terrene, quella d'essere datori di gioia ad -altrui. Non già che la bambina avesse prestato un -valido aiuto: le due vicine avrebbero sbrigato la -faccenda altrettanto bene, e anzi meglio, s'ella fosse -andata dove la mandava sempre Annetta Grant.... -fuori dei piedi. Ma lei questo non lo vedeva; era una -delle collaboratrici; aveva partecipato al lavoro con -tutto il cuore, con tutta l'anima; dovunque le era -stato permesso di metter mano s'era adoperata con -tutte le sue forze. Poteva dire a buon dritto: «Lo -abbiamo fatto <i>noi</i>: la signora Sullivan, Caterina -ed <i>io</i>.» -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_41">[41]</span> -</p> - -<p> -Una donna che non fosse stata di cuor gentile ed -affettuoso come la signora Sullivan non avrebbe -compreso nè considerato con simpatia il sentimento -che rendeva Gertrude così bramosa d'<i>aiutarla</i>. Ma -ella sì: perciò le aveva assegnato parecchi piccoli -servizi, e la bimba s'era applicata a disimpegnarsene, -con un giubilo che nessun favore, nessun dono -largitole avrebbe potuto farle provare. -</p> - -<p> -Ella condusse True in giro per la camera, mostrandogli -come la brava signora avesse giudiziosamente -e ingegnosamente approfittato dello spazio -nella disposizione dei mobili. Il letto, posto entro una -nicchia del muro abbastanza larga e fonda da contenerlo, -lasciava libera l'intera area quadrata della -quale, dichiarò egli, era stato fatto un vero salotto. -Stentava a credere che metà delle sue masserizie -non fosse svanita in aria, così incomprensibile era -per lui che si potesse avvantaggiarsi di tanto posto -e tante comodità con un po' di sistema e d'ordine. -</p> - -<p> -Ma il suo stupore e il gaudio di Gertrude salirono -all'apice quando ella lo fece entrare nell'antico stanzino -del ciarpame trasformato in una buona e bella -cameretta. -</p> - -<p> -— Affemmia! Affemmia!... — -</p> - -<p> -Il vecchio True non trovava altre parole. Andò a -sedere accanto alla stufa, lustra che pareva nuova -come quella della signora Sullivan, affermava Gertrude, -si stropicciò le mani, ghiacce dall'essere state -lungamente esposte al gelo di quella sera invernale, -le tese verso il fuoco, e abbracciò in un solo sguardo -la sua casa rinnovellata e la sua piccola massaia, -la quale, seguendo le accurate indicazioni datele dall'amorevole -vicina, si preparava ad apparecchiare -la tavola e arrostire il pane per la cena. Ritta sopra -una seggiola prendeva le tazze e i piattini di fra le -file regolari dei piatti rilucenti nella credenza a tre -angoli, dopo aver deposto sul palchetto inferiore, a -cui poteva arrivare dal suolo, il vassoio contenente -le fette di pane fini e lisce che la signora Sullivan -aveva avuto la previdenza di tagliare per lei. -</p> - -<p> -Egli seguì con gli occhi le sue mosse, per due o -tre minuti, poi s'abbandonò a un breve soliloquio: -</p> - -<p> -— La signora Sullivan è una gran brava donna, -<span class="pagenum" id="Page_42">[42]</span> -quest'è certo, e la mia casa è adesso una vera casa, -e Gertrude va diventando la pupilla de' miei occhi, -e io sono felice come.... — -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>VI.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Sogna talun che quando la tempesta</p> -<p>Della passione irrompa, egli a sua voglia</p> -<p>Sedarla possa, e dir: <i>Pace! T'acqueta!</i></p> -<p class="i6"><span class="smcap">Cowper.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -Ma a questo punto Trueman fu interrotto. D'improvviso -qualcuno, annunziato da un suono di passi -rapidi e rumorosi, aveva aperto l'uscio, senza cerimonie. -</p> - -<p> -— Zio True, — disse il nuovo venuto — eccovi -il vostro pacco. Voi ve n'eravate dimenticato, ci -scommetto, e non me ne sono rammentato neppur -io se non quando la mamma l'ha veduto sulla tavola -dove l'avevo posato. Che volete, ero tutto preso -dal mio ritorno a casa.... -</p> - -<p> -— Sicuro, sicuro!... — rispose il lampionaio. — Ti -ringrazio, Guglielmo, d'esserti dato la briga di portarlo -tu.... È roba fragile, e probabilmente io l'avrei -fatto andare in frantumi prima d'arrivar in porto. -</p> - -<p> -— O che cos'è? Non ho potuto indovinare. -</p> - -<p> -— È un gingillo che voglio regalare alla Gertrudina, -qui.... -</p> - -<p> -— Guglielmo, Guglielmo! — chiamò la signora -Sullivan dall'uscio dirimpetto. — Hai avuto il tè, -caro? -</p> - -<p> -— Veramente no, mamma. E voi? -</p> - -<p> -— Noi, sì. Ma te ne preparo subito dell'altro. -</p> - -<p> -— No, no! — fece Trueman. — Resta, e prendi il -tè con noi.... resta, ragazzo mio, prendilo con noi, -stasera! La mia piccola Gertrude sta appunto arrostendo -il pane.... Sentirai che famosi crostini! Io -intanto metto il tè.... -</p> - -<p> -— Resto, e con grande piacere! — disse Guglielmo. — Mamma, -non occorre che mi prepariate nulla -da cena: prendo il tè con lo zio True.... Bene, vediamo -che c'è di bello nell'involto.... Ma no, prima voglio -vedere cotesta Gertrudina. La mamma mi ha -<span class="pagenum" id="Page_43">[43]</span> -tanto parlato di lei. Dov'è? Sta bene, ora? È stata -molto malata, non è vero? -</p> - -<p> -— Sì, sta proprio benone. Gertrude, vieni qui! -Gertrude!... O dove s'è cacciata? -</p> - -<p> -— Là, sotto la panca! — rispose il ragazzo ridendo. — Possibile -che abbia paura di me? -</p> - -<p> -— Non mi figuravo che fosse salvatica a questo -segno! — esclamò True. — Suvvia, scioccherella, — soggiunse -andando verso di lei — esci di lì e -guarda Guglielmo. Questo è Guglielmo Sullivan. -</p> - -<p> -— Io non ho nessuna voglia di vederlo, — mormorò -Gertrude. -</p> - -<p> -— Non hai voglia di vedere Guglielmo? — replicò -il buon uomo. — Tu non sai quel che tu ti dica! Guglielmo -è il più bravo figliuolo che mai ci fu al mondo, -e m'immagino che tra poco sarete amiconi. -</p> - -<p> -— Io non gli piacerò, — disse la bambina. — So -che non posso piacergli. -</p> - -<p> -— O perchè non dovresti piacermi? — domandò -il ragazzo avvicinandosi all'angolo dov'ella se ne -stava nascosta con la faccia tra le palme, com'era -suo costume quando qualche cosa l'angosciava. — Scommetto -invece che mi piacerai moltissimo appena -t'avrò veduta! — -</p> - -<p> -Così dicendo si chinò, le scoperse la faccia prendendole -le mani e tenendole strette tra le sue, le -piantò gli occhi addosso, e salutando con uno scherzoso -cenno del capo disse piacevolmente: -</p> - -<p> -— Come va, cuginetta Gertrude, come va? -</p> - -<p> -— Io non sono tua cugina, — ella rispose. -</p> - -<p> -— Ma sì, sei.... — affermò egli. — Lo zio True è -zio tuo e mio, sicchè siamo cugini.... non è chiaro? -E desidero che facciamo conoscenza.... — -</p> - -<p> -Gertrude non seppe resistere alla cordialità di -Guglielmo. Si lasciò tirar fuori dal suo nascondiglio -e condurre verso la parte meglio rischiarata -della stanza. Ma quando fu presso al lume tentò di -liberar le mani per coprirsi di nuovo il viso. Egli -non glielo permise; e attraendo la sua attenzione sul -pacchetto non ancora aperto, eccitando la sua curiosità -circa l'oggetto che poteva contenere, riuscì -a distrarre il suo pensiero da lei stessa, di guisa -ch'ella non tardò a rinfrancarsi. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_44">[44]</span> -</p> - -<p> -— Lo zio True dice ch'è per te.... Io non ho idea -di ciò che possa essere.... e tu? Tasta, gli è qualche -cosa molto duro.... — -</p> - -<p> -Gertrude tastò, e guardò il lampionaio maravigliata -e curiosa. -</p> - -<p> -— Guglielmo, aprilo, — disse questi. -</p> - -<p> -Guglielmo cavò di tasca un coltellino, tagliò lo -spago, tolse il foglio di carta, e scoperse una di -quelle figurine di gesso, tanto comuni, rappresentanti -il piccolo Samuele in orazione. -</p> - -<p> -— Oh, che bellezza! — esclamò Gertrude brillando -di gioia. -</p> - -<p> -— O come non ho indovinato? — disse il ragazzo. — Avrei -pur dovuto riconoscerlo al tasto! -</p> - -<p> -— Ah, tu l'avevi già veduto? — domandò ella. -</p> - -<p> -— Non questo medesimo, ma tanti altri simili. -</p> - -<p> -— Davvero? Io non ne vidi mai. Non c'è al mondo, -credo, una più bella cosa. Zio True, dite, è proprio -per me? Dove l'avete trovato? -</p> - -<p> -— L'ho avuto grazie a un caso singolare. Minuti -prima d'incontrarti, Guglielmo, ero fermo all'angolo -della strada per accendere il mio lampione, quand'ecco -vedo venire uno di quei ragazzi forestieri che -vendono le figurine. Ne aveva dimolte come questa, -e anche qualcuna nera, tutte messe in bella mostra -sopra una tavola, e camminava con quella roba in -capo. Mentre io lo guardavo pensando come mai -facesse a reggerle ritte, gli succede d'urtar la tavola -nella colonna del lampione, e, patatrac, le figurine -precipitano di sotto. Fortunatamente per lui c'era -accosto al marciapiede un bel monte di neve morbida, -dove sono andate a cascare, la maggior parte -senza danno. Solo alcune scappate sui mattoni si -sono ridotte in briciole. Mi faceva compassione, poveretto; -era tardi, e sicuro doveva averne vendute -pochine se gliene restavano tante sulle braccia.... -</p> - -<p> -— Sulla testa, volete dire, — osservò Guglielmo. -</p> - -<p> -— Bene, sulla testa, o sulla neve, o dove più vi -garba, signorino, — fece il lampionaio. -</p> - -<p> -— Ed io so che cosa avete fatto voi, zio True, come -se fossi stato presente. Avete posato la scala e -l'accenditoio, e vi siete messo all'opera aiutandolo -a raccattarle.... Conosco il vostro costume. Spero -<span class="pagenum" id="Page_45">[45]</span> -che se mai aveste a trovarvi in qualche difficoltà voi -stesso, qualcuno di coloro che aiutaste sarà pronto -a contraccambiarvi. -</p> - -<p> -— Quello lì, Guglielmo, non ha aspettato ch'io mi -trovassi in qualche difficoltà: m'ha contraccambiato -subito. Ha strisciato una riverenza, toccandosi il -cappello, come se io fossi il primo signore del paese, -e con un discorso nel suo gergo, del quale non -capivo una saetta, ha insistito perchè accettassi una -delle sue figurine. Io stavo per dirgli che non la volevo, -ma poi ho pensato che forse piacerebbe alla -mia piccola Gertrude.... -</p> - -<p> -— Oh sì, mi piace! — disse la bambina. — L'avrò -più caro.... no, non <i>più</i>, ma quasi altrettanto caro -che il mio gattino; non proprio altrettanto, perchè -quello era vivo.... insomma, <i>quasi</i>. Non ha un'aria -di ragazzino bravo, dite? — -</p> - -<p> -True vedendo Gertrude tutta rapita dalla sua figurina, -andò a preparare il tè lasciando che i due -ragazzi s'intrattenessero tra loro. -</p> - -<p> -— Devi aver cura di non romperla, — disse Guglielmo. — Avevamo -una volta in bottega un Samuele -proprio eguale a questo; io sbadatamente lo -lasciai cadere sul banco e lo ruppi in mille pezzi. -</p> - -<p> -— Come lo chiami? -</p> - -<p> -— Un Samuele: sono tutti Samueli. -</p> - -<p> -— E che è un <i>Samuele</i>? -</p> - -<p> -— È il nome del fanciullo che la figura rappresenta. -</p> - -<p> -— O chi sa perchè sta così sulle ginocchia? — -</p> - -<p> -Guglielmo rise. -</p> - -<p> -— Che? Tu non lo sai? -</p> - -<p> -— No. Perchè? -</p> - -<p> -— Prega. -</p> - -<p> -— E ha per questo anche gli occhi vòlti in alto? -</p> - -<p> -— S'intende: pregando volge gli occhi al cielo. -</p> - -<p> -— Dove? -</p> - -<p> -— Al cielo. — -</p> - -<p> -Gertrude guardò il soffitto seguendo la direzione -degli occhi di Samuele,, e poi di nuovo la figura. -Pareva stupita e insodisfatta. -</p> - -<p> -— Via, non credo che tu non sappia che cosa sia -la preghiera, — disse Guglielmo. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_46">[46]</span> -</p> - -<p> -— Io no. Spiegamelo. -</p> - -<p> -— Tu dunque non preghi mai? Non preghi Dio? -</p> - -<p> -— No. Che cos'è Dio? Dov'è Dio? — -</p> - -<p> -L'ignoranza della bambina scandalizzò Guglielmo -profondamente. Egli rispose con reverenza: -</p> - -<p> -— Dio è in cielo, Gertrude. -</p> - -<p> -— Ma io non so che luogo sia, cotesto.... Non so -nulla delle cose che tu dici. -</p> - -<p> -— Infatti, mi pare.... Io <i>credo</i> che Dio sia lassù -di là dal cielo che noi vediamo, ma il mio maestro -della scuola domenicale dice che «Dio è dappertutto -dov'è la bontà».... o alcun che di simile.... -</p> - -<p> -— Le stelle sono in cielo anch'esse, dunque? -</p> - -<p> -— Così sembra. Sono nel firmamento oltre il quale -io mi figuro che sia il paradiso, il cielo vero. -</p> - -<p> -— Mi piacerebbe andarci, in paradiso. -</p> - -<p> -— Forse, se tu sarai buona, un giorno ci andrai. -</p> - -<p> -— E quelli che non sono buoni non ci possono andare? -</p> - -<p> -— No. -</p> - -<p> -— Sicchè io non ci vo di certo, — disse Gertrude, -accorata. -</p> - -<p> -— Perchè mai? Non sei buona tu? -</p> - -<p> -— Oh no! Sono molto cattiva. -</p> - -<p> -— Che strana creatura! — esclamò Guglielmo. — O -per qual ragione t'immagini d'essere tanto cattiva? -</p> - -<p> -— Per la ragione che una cattiva come me non -c'è mai stata, — ella rispose con accento d'amara -tristezza. — Io sono la peggiore bambina del mondo, -lo so. -</p> - -<p> -— Ma chi lo dice? -</p> - -<p> -— Tutti. Annetta Grant me lo ripeteva sempre e -giurava che tutti lo dicono. E poi lo so io stessa. -</p> - -<p> -— Annetta Grant è quella vecchia perversa con la -quale tu vivevi? -</p> - -<p> -— Sì. Come sai ch'è perversa? -</p> - -<p> -— La mamma mi ha raccontato tutto. Ebbene, -dimmi un po', non ti mandava a scuola, non t'insegnava -almeno qualche cosa? — -</p> - -<p> -Gertrude scrollò il capo. -</p> - -<p> -— Ah, quanto ti rimane da imparare! Che facevi -quando stavi con lei? -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_47">[47]</span> -</p> - -<p> -— Niente. -</p> - -<p> -— Non facevi niente, e non imparavi niente? Misericordia! -</p> - -<p> -— Ma adesso una cosa l'ho imparata: so arrostire -il pane. Me l'ha insegnato la tua mamma. Ne ho -arrostito una fetta, sul suo fuoco.... — -</p> - -<p> -Così dicendo si rammentò a un tratto che trascurava -di arrostire quello per il tè. Subito mosse verso -la stufa, ma era troppo tardi; i crostini erano bell'e -pronti, e Trueman aveva già messo in tavola. -</p> - -<p> -— Oh zio True! — ella fece. — Volevo prepararlo -io, il tè, sapete.... -</p> - -<p> -— Lo so, lo so; — diss'egli — ma non importa, -lo preparerai domani. — -</p> - -<p> -Gli occhi della bambina s'empirono di lacrime. -Pareva molto mortificata, ma non disse nulla. Sedettero -a cena. Guglielmo collocò il Samuele nel -centro della tavola, come ornamento, e raccontò -tante lepide storielle, disse tante piacevoli facezie, -che Gertrude finì col ridere di cuore e dimenticò di -non aver arrostito lei il pane, dimenticò la sua tristezza, -la sua ritrosia, e perfino la sua disgrazia -d'esser brutta e cattiva. Per la prima volta fu una -bimba allegra. Dopo il tè sedette accanto a Guglielmo -nel gran seggiolone, e alla sua maniera tutta -speciale, con molte espressioni e osservazioni bizzarre, -prese a descrivere la sua vita in casa d'Annetta -Grant, e concluse narrando in termini commoventi -la tragica morte del gattino. -</p> - -<p> -I due ragazzi sembravano bene incamminati a diventare -amiconi secondo il desiderio dello zio True. -Questi sedeva di faccia a loro, dall'altro lato della -stufa, con la pipa tra le labbra e i gomiti sulle ginocchia, -guardandoli amorosamente, bevendosi le -loro parole. La sua presenza non li metteva punto -in soggezione. Il buon uomo così semplice e tenero -di cuore, così facile a contentarsi, a divertirsi, e -lento a biasimare, a disapprovare, non era certo -fatto per reprimere la gaiezza e la libertà dei giovanetti -baldi, dei fanciulli spensierati. Egli rideva -quando Gertrude e Guglielmo ridevano; pipava a -gran boccate, con aria di tranquilla sodisfazione, -quando parlavano posatamente; smetteva di fumare -<span class="pagenum" id="Page_48">[48]</span> -e deponeva la pipa in grembo per asciugarsi di nascosto -una lacrima quando la bambina narrava le -sue dure sofferenze. Aveva pianto nell'udire la prima -volta quella storia, e per quanto spesso la riudisse, -non era mai <i>senza piangere</i>. -</p> - -<p> -Gertrude, finito ch'ebbe il suo doloroso racconto, -interrotto da Guglielmo con frequenti esclamazioni -di pietà e di sdegno, stette un poco in silenzio; poi, -avendo il ricordo dei torti patiti eccitato la sua natura -indomita e impulsiva, proruppe nelle più acerbe -invettive contro Annetta Grant, parlando adesso -in un tono tutt'altro che patetico, servendosi di parecchi -termini rozzi e triviali usati dalla gente priva -d'educazione fra cui era vissuta. Il linguaggio della -piccina palesava un odio implacato e perfino una -speranza di futura vendetta. True pareva urtato e -turbato nel sentirla parlare così irosamente. Mai -da che l'aveva presa seco non gli era accaduto d'assistere -a un simile sfogo del suo temperamento; e -però, nella propria tenerezza per lei, s'era creduto -sicuro ch'ella sarebbe sempre docile e gentile come -durante la sua malattia e le poche settimane seguenti. -Placido, affettuoso, indulgente com'egli era, -non poteva immaginarsi che una creatura umana, -specie a quell'età, fosse capace d'alimentare sentimenti -d'ira e di rancore. Gertrude aveva mostrato -tanta dolcezza, tanta pazienza da quando stava con -lui, era stata sempre tanto sottomessa a' suoi voleri, -ansiosa anzi di prevenirli, che mai il timore d'incontrare -qualche difficoltà nel governo della bambina -non aveva attraversato il suo spirito. Ma osservando -quegli occhi fiammeggianti, notando il piccolo -pugno chiuso nell'atto ch'ella minacciava da -lontano la vecchia Grant del suo inestinguibile furore, -egli vagamente presentì che sarebbe stata -un'ardua impresa disciplinare la sua figliuola adottiva, -e un senso quasi di sgomento l'assalse all'idea -d'aver forse assunto un obbligo al quale non era in -grado di sodisfare. Ella d'un tratto cessava d'essere -per lui il cucco, il trastullo in cui s'era compiaciuto -fino allora. Vedeva in lei qualche cosa che -necessitava un freno, ed egli si sentiva inetto ad -applicarlo. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_49">[49]</span> -</p> - -<p> -Nulla di più naturale: True <i>era</i> veramente inetto -a tener fronte a un carattere come quello di Gertrude. -Certo, il grande affetto ch'ella gli portava gli -conferiva un potente influsso su lei. La sua docilità, -la sua pazienza durante la malattia, l'ardore della -sua gratitudine per le cure amorevoli da lui prodigatele, -l'ansioso desiderio di contraccambiarlo in -qualche modo, derivavano unicamente da quell'amore -per il suo primo amico: amore profondo che, sempre -saldo, sempre più forte, doveva con gli anni -divenire una nobile sorgente d'attività, un prezioso -incentivo di virtù. Illuminato e invigorito da una -luce superiore venuta a tempo a santificarlo, esso -le diede, mentre non era ancora che una tenera giovanetta, -il coraggio, la fortezza d'animo, l'abnegazione -d'una vera donna; e confortò gli ultimi anni -del vecchio, circonfuse di serena letizia il suo letto -di morte. -</p> - -<p> -Ma per il presente non bastava. La riconoscenza -aveva addolcito il cuore di Gertrude per i suoi benefattori; -nondimeno gli effetti d'otto anni di mal -governo, di cattivi trattamenti, di mancanza d'ogni -giudiziosa disciplina, non potevano esser distrutti -tanto presto. Era impossibile domare di colpo quella -natura selvaggia, nè sviluppare le sue facoltà migliori -se non educandole. -</p> - -<p> -La pianta che crescendo in un terreno sterile, -priva di sole e di buon nutrimento, vien su torta, -stenta, infeconda, non può riaversi a un tratto da -sì crudele strapazzo. Trapiantata in un suolo diverso, -bisogna raddrizzarla e nutrirla con cura, bisogna -ravvivarla alla calda luce del cielo innanzi -che ripari i danni della negligenza di cui sofferse -nella prima età, e giunga ad espandere i suoi fiori, -a maturare i suoi frutti. -</p> - -<p> -Così con la piccola Gertrude: era necessario dare -una nuova direzione alle sue idee, un nuovo alimento -alla sua mente, una nuova luce alla sua anima, -perchè i più alti fini per cui ell'era creata fossero -conseguiti. -</p> - -<p> -True lo sentiva, in confuso, e n'era turbato. Non -cercò tuttavia di reprimere l'irruenza della bambina. -Non sapeva che fare, e però non fece nulla. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_50">[50]</span> -</p> - -<p> -Guglielmo tentò, due o tre volte, d'arrestare quella -fiumana di parole oltraggiose, ma visto ch'ella -non gli dava retta, finì col lasciarla dire. Egli non -poteva rattenersi dal sorridere del suo puerile furore, -nè dal parteciparvi in una certa misura: quasi -quasi avrebbe voluto trovarsi un momento di -fronte ad Annetta Grant per manifestarle la propria -opinione sul suo carattere con quattro solenni pugni. -Ma egli era un ragazzo bene educato da una -madre d'animo mite e gentile, e l'escandescenza di -Gertrude cominciava a fargli comprendere perchè -tutti la credessero tanto cattiva. -</p> - -<p> -Dopo aver durato un pezzo a vuotare il sacco, ella -si chetò da sè, quantunque le rimanesse sul volto -un'espressione spiacevole: espressione consueta un -tempo e che purtroppo la collera faceva ricomparire. -Svanì presto, però, e quando, più tardi nella -serata, apparve sull'uscio la signora Sullivan, ella -le mosse incontro tutta lieta e ridente e ascoltò col -più vivo compiacimento i caldi ringraziamenti di -True per la prodigiosa trasformazione della sua -casa. E nel dare la buona notte a Guglielmo quand'egli -se n'andò con la sua mamma, lo pregò di ritornare -a farle così gradevole compagnia. I suoi -occhioni brillavano mentre ritta sulla soglia con la -mano nella mano del lampionaio salutava i visitatori. -</p> - -<p> -— Curiosa quella bimba! — disse Guglielmo alla -madre appena si furono allontanati abbastanza da -non essere uditi. — Ma a me piace. — -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>VII.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>La preghiera è sospir che allevia il cuore,</p> -<p class="i2">È lacrima cadente</p> -<p>Dagli occhi vòlti al ciel quando il Signore</p> -<p class="i2">Solo è presente.</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Montgomery.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -Sarebbe stato difficile trovare due fanciulli appartenenti -entrambi alla classe povera le cui condizioni -nella vita presentassero un maggior contrasto che, -fino allora, quelle di Gertrude e di Guglielmo. Alla -<span class="pagenum" id="Page_51">[51]</span> -negletta orfanella erano mancate le cure e più ancora -l'affetto di cui l'altro aveva sempre goduto. Il -marito della signora Sullivan, un intelligente pastore -di villaggio, venuto a morire mentre il loro figlioletto -era ancora in tenerissima età, non aveva -lasciato sostanze che bastassero al mantenimento -della piccola famiglia: perciò la vedova era ritornata -alla casa paterna col bambino. Il vecchio Cooper -dal canto suo aveva bisogno della figliuola, perchè, -da quando ell'era andata sposa, la morte aveva -fatto strage sotto il suo tetto ed egli era restato solo. -</p> - -<p> -Da quel momento i tre vivevano insieme, in un'umile -agiatezza assicurata dal lavoro e dalla frugalità -anche ai poveri. -</p> - -<p> -Guglielmo era l'orgoglio della madre, la sua speranza, -il suo costante pensiero. Ella non risparmiava -a sè stessa nè fatiche nè pene per procurargli -il benessere fisico e la felicità morale, per fare che -egli progredisse nel sapere e nella virtù. -</p> - -<p> -E come non doveva ella essere superba di quel -ragazzo che con la bellezza non comune, i modi attraenti, -le precoci manifestazioni d'una nobile e virile -natura si faceva amare perfino dagli estranei? -Egli era stato un bel bambino; ma ora che toccava -i tredici anni, ciò che colpiva nel suo aspetto non -era già l'ordinaria bellezza degli adolescenti consistente -solo in una chioma ricciuta, occhi vivaci, gote -rosate; era qualche cosa d'assai più notevole: l'ampiezza -della fronte che denotava un'aperta intelligenza, -la calma e la serenità dei larghi occhi grigi, -l'espressione risoluta eppur tanto dolce della bocca, -lo sviluppo della ben formata persona, il vigore del -colorito indizio d'una perfetta salute che prometteva -forza e gagliardia nell'uomo futuro. Nessuno poteva -passare mezz'ora in compagnia di Guglielmo senza -esser tratto ad amarlo e ammirarlo. Era per indole -cordialissimo e affettuoso, e la tenerezza materna, -la benignità del mondo per lui tutto sorriso, favorivano -questa sua naturale inclinazione; aveva una -somma esuberanza di spiriti vitali, ma la temperava -il deferente rispetto verso i maggiori d'età e i superiori; -partecipava con sincera simpatia alle gioie e -ai dolori altrui; insomma era una di quelle creature -<span class="pagenum" id="Page_52">[52]</span> -geniali che si cattivano tutti i cuori senza saper -come. Amava lo studio, e fino ai dodici anni -aveva regolarmente frequentato la scuola. Nelle nostre -grandi città i figli dei poveri godono in materia -d'istruzione quasi tutti i vantaggi che può dare -la ricchezza. E poichè il fanciullo era capacissimo e -la madre costantemente lo esortava a trarre il maggior -profitto possibile dalle opportunità offertegli, i -suoi progressi furono straordinari. -</p> - -<p> -Dodicenne appena, gli si presentò la buona occasione -d'entrare al servizio d'un farmacista nella cui -bottega c'era molto spaccio e occorreva un ragazzo -per aiuto. Il signor Bray gli assegnava un salario -piuttosto modico, ma lasciava sperare un aumento; -in ogni caso la sua proposta non era disprezzabile -date le condizioni di Guglielmo. Quantunque fosse -attaccato a' suoi libri, egli desiderava ardentemente -d'impiegarsi al fine di contribuire a sostenere il peso -della famiglia. E pertanto, ottenuto il consenso della -madre e del nonno, accettò. -</p> - -<p> -I giorni di lavoro dormiva nella farmacia, e non -aveva quasi mai agio di fare una scappatina a casa -dove la sua assenza era dolorosamente sentita. Soltanto -il sabato sera ci veniva per trattenersi a passare -co' suoi la domenica. Quella era la serata di -festa della signora Sullivan, e il giorno del Signore -le pareva doppiamente benedetto. -</p> - -<p> -Quando, il sabato che fece la conoscenza di Gertrude, -Guglielmo ritornò nella camera di sua madre, -sedette a discorrere con lei e col signor Cooper. -La conversazione si prolungò per un'ora buona. Egli -riferiva gli avvenimenti della settimana, raccontava -molti piccoli aneddoti; aveva sempre da dire tante -cose intorno alla farmacia, agli avventori, al -farmacista suo padrone, alla famiglia di lui, con la -quale prendeva i suoi pasti. Per la signora Sullivan -tutto ciò che interessava Guglielmo era attraente, ed -un osservatore avrebbe notato che anche il vecchio -nonno si divertiva a udire il ragazzo più che non -volesse lasciar scorgere. Infatti, benchè se ne stesse -lì zitto, con gli occhi a terra, come se non ascoltasse, -gli accadeva poi d'alludere al soggetto di questo -o quel discorso, in modo da provare che lo aveva -<span class="pagenum" id="Page_53">[53]</span> -seguìto attentamente. Di rado rivolgeva al nipotino -qualche domanda: ma invero non ce n'era bisogno, -perchè la mamma lo interrogava per due. Più di -rado ancora faceva commenti; usciva però talvolta -in espressioni sdegnose e sprezzanti sia contro singole -persone sia contro il mondo in generale, manifestanti -quella disistima della natura umana, quella -mancanza di fiducia nell'onestà e nella virtù -degli uomini, ch'erano un tratto rilevante del suo -carattere. -</p> - -<p> -Guglielmo, lì per lì, ne rimaneva un po' avvilito: -<i>egli</i> amava <i>tutti</i>, aveva fede in <i>tutti</i>, e le parole del -vecchio, il tono con cui le proferiva, erano come un -gelido soffio sull'ardore della sua anima giovanile; -ma con l'elasticità e il cuor gaio di quell'età felice, -si riaveva subito, ritornava qual'era per sua natura. -</p> - -<p> -Egli non temeva il nonno, il quale non aveva mai -usato severità con lui, essendosi astenuto da ogni -ingerenza nell'educazione che gli dava la madre, -ma a volte si sentiva agghiacciare, senza comprenderne -il perchè, dal disaccordo tra la propria calda -cordialità e la sua misantropia. -</p> - -<p> -Quella sera, venuti a ragionare di Trueman Flint -e della sua figlioletta adottiva, Cooper s'era mostrato -più amaramente satirico che mai, e, prendendo il -suo lume per andare a coricarsi, aveva concluso -che, secondo lui, Gertrude non poteva essere per il -buon uomo se non una cagione d'impicci e dispiaceri, -e ch'era stata una vera pazzia non mandarla -addirittura all'ospizio. -</p> - -<p> -Uscito il vecchio, madre e figlio rimasero un poco -in silenzio. Poi Guglielmo domandò: -</p> - -<p> -— Mamma, perchè il nonno odia così la gente? -</p> - -<p> -— Ma no, caro, non odia nessuno. -</p> - -<p> -— Non intendevo dir proprio <i>odiare</i> in senso assoluto; -questo non lo penso neppure io. Ma infine -parla come se non ci fosse persona al mondo di cui -abbia stima. O non vi pare? -</p> - -<p> -— Sì.... almeno non ne dimostra. Ma di te, ne ha -moltissima, e farebbe qualunque sacrifizio per risparmiarmi -un dolore, e ha molta amicizia per il -signor Flint, e.... -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_54">[54]</span> -</p> - -<p> -— Sicuro, sicuro.... lo so. Tuttavia non crede che -il cuore umano sia capace di gran bontà, e gli sembra -impossibile che qualcuno si volga al bene.... -</p> - -<p> -— Capisco, ti fa specie quello che ha detto circa -la piccola Gertrude. -</p> - -<p> -— Oh, non è la sola di cui voglio parlare! Quello -che ha detto di lei m'ha dato occasione d'entrarvi -su questa cosa; ma io l'avevo già notata parecchie -volte, segnatamente da che non sono più a casa che -un giorno della settimana. Per esempio, voi sapete -che uomo sia il signor Bray, e in qual considerazione -io lo tenga; ebbene, mentre raccontavo dianzi -quanto buono e benefico è stato verso la povera signora -Morris che ha la figliuola malata, il nonno -aveva l'aria di non crederlo, o di non farne alcun -conto. -</p> - -<p> -— Ti dirò, Guglielmo, non devi troppo maravigliarti -ch'egli sia così: ha sofferto tanti disinganni! -Riponeva, come sai, molte speranze nello zio Riccardo, -e invece ebbe per cagion sua affanni e guai -senza fine; poi, ci fu il marito della zia Sara.... Ah, -sembrava un uomo tanto ammodo quando Sarina lo -sposò, e finì col truffare il babbo terribilmente, sicchè -fu costretto a ipotecare la sua casa di Via Alta, -e da ultimo a cederla!... Basta, lo sciagurato è morto, -e non voglio inveire contro di lui; ma egli deluse -la nostra aspettazione, e Sarina, credo, ne morì -di crepacuore. Fu una prova oltremodo dolorosa per -il povero babbo, perchè ell'era la minore, e la sua -prediletta. E subito dopo, la mamma fu colpita dalla -malattia a cui soccombette, secondo lui non senza -colpa d'un ciarlatano di medico il quale le prescrisse -una cura più dannosa che altro. Una tal somma di -disgrazie spiega com'egli veda tutto nero adesso nella -vita.... Ma tu non devi badarci, Guglielmo, devi -pensare piuttosto a mantenere le buone promesse -che dài di te, e vedrai ch'egli ne sarà consolato e -superbo. Nulla gli fa tanto piacere quanto il sentirti -lodare, e aspetta grandi cose dal suo nipote! — -</p> - -<p> -Qui la conversazione ebbe termine; ma non senza -che il ragazzo aggiungesse un nuovo proponimento -ai molti già fatti: quello di provare al nonno, se Dio -gli conservava la salute e il vigore, che le speranze -<span class="pagenum" id="Page_55">[55]</span> -non sono sempre ingannevoli nè i timori sempre -fondati. -</p> - -<p> -Beato il giovanetto che ha ognora dinanzi a sè -l'alta mèta d'un sentimento nobile e generoso! Quale -stimolo all'attività, alla perseveranza, all'abnegazione! -Quale impulso a sforzi di più in più strenui! -Timori che spegnerebbero ogni ardore, scoraggiamenti -che farebbero perdere ogni baldanza, fatiche -che opprimerebbero, ostacoli di fronte a cui cadrebbe -l'animo, opposizioni che stremerebbero le forze, -tentazioni che sarebbero irresistibili, tutto tutto è -superato, abbattuto, domato da colui che con un -fine sincero e degno combatte per la vittoria! -</p> - -<p> -Perciò gli uomini venuti al mondo in mezzo agli -onori e alle ricchezze, allevati nel lusso, di rado -compiono grandi cose. Non sono <i>nati</i> per la fatica, -e senza fatica nulla che abbia un reale valore può -essere ottenuto. Oh, perchè non si propongono essi, -come movente supremo delle loro azioni, come unica -mèta della loro vita, di trionfare d'una condizione -così svantaggiosa, d'acquistare dottrina, saviezza, -virtù, nonostante quelle ricchezze perniciose, -quei vani onori, quel lusso snervante che agli -occhi chiaroveggenti dei savi e degli angeli sono la -più mortale delle insidie? Guglielmo aveva un incitamento -al bene fin dai suoi teneri anni. Il suo -nonno era di grave età, la sua mamma di debole -complessione. Egli doveva divenire il sostegno della -loro vecchiaia, doveva lavorare per mettersi in grado -di provvedere al loro sostentamento e al loro benessere; -doveva fare ancor <i>più</i>: essi speravano da -lui cose egregie, e <i>bisognava</i> che le loro speranze -non fossero deluse. Non dimenticava però il presente, -mentre s'armava per il futuro conflitto col -mondo. Si mise a tavolino e imparò le sue lezioni per -la scuola domenicale. Poi, secondo il costume, lesse -ad alta voce qualche passo della Bibbia. Infine la -signora Sullivan, ponendo la mano sul capo del suo -figliuolo, offerse per lui al Signore una semplice e -fervida preghiera: una di quelle preghiere materne -che il fanciullo ascolta con reverenza ed amore, e -l'uomo maturo ricorda; preghiere che ci tengono -lontani dalle tentazioni e ci liberano dal male. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_56">[56]</span> -</p> - -<p> -Quella sera la piccola Gertrude, quando, partito -Guglielmo, restò sola con True, sedette su un panchettino -basso, accanto a lui, e rimase un pezzo senza -parlare, fissando tutta intenta la bianca figurina -di gesso che si teneva in grembo. Ma certo, la sua -mente infantile lavorava, perchè l'espressione del -pensiero le appariva manifesta nel viso. True, il -quale di rado era il primo a rompere il silenzio, -vedendola così insolitamente cheta, le alzò il mento -e la guardò con aria interrogativa. -</p> - -<p> -— Ebbene, — disse poi — non ti pare che Guglielmo -Sullivan sia un gran bravo ragazzo? -</p> - -<p> -— Sì, — rispose Gertrude, ma come se, assorta in -un'altra idea, non sapesse bene che diceva. -</p> - -<p> -— Ti piace, dunque? — domandò egli. -</p> - -<p> -— Moltissimo, — fece lei, sempre distratta. -</p> - -<p> -Egli aspettava ch'ella cominciasse a discorrere -della sua nuova conoscenza; ma per un minuto o -due la bambina seguitò a tacere, poi, alzando gli -occhi, uscì a dire: -</p> - -<p> -— Zio True? -</p> - -<p> -— Che vuoi, cara? -</p> - -<p> -— Perchè prega Dio, Samuele? — -</p> - -<p> -True inarcò le ciglia. -</p> - -<p> -— Samuele?... Prega?... In verità, non so di che -tu voglia parlare.... -</p> - -<p> -— Ecco, — riprese Gertrude sollevando la figurina — Guglielmo -dice che questo ragazzino si chiama -Samuele, e che sta in ginocchio, e tiene le mani -giunte, <i>così</i>, e guarda in alto, perchè prega Dio che -abita lassù, in cielo. Io non capisco che cosa sia -quel cielo che intende lui.... E voi? — -</p> - -<p> -Il buon uomo presa la statuina la osservò attentamente, -si dimenò sulla seggiola, si grattò il capo: -alfine disse: -</p> - -<p> -— Eh sì, credo ch'egli abbia ragione.... Questo -bambino prega, non c'è dubbio; io non ci avevo badato. -Ma non so proprio perchè lo chiami un Samuele. -Glielo domanderemo uno di questi giorni. -</p> - -<p> -— Bene. E perchè Samuele preghi Dio, lo sapete? -</p> - -<p> -— Lo prega perchè lo faccia buono. Le persone che -pregano Dio diventano buone. -</p> - -<p> -— Può Dio far buona la gente? -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_57">[57]</span> -</p> - -<p> -— Sicuro. Dio è grande. Egli può tutto. -</p> - -<p> -— E come arriva a <i>udire</i> chi prega? -</p> - -<p> -— Dio ode e vede ogni cosa, nel mondo. -</p> - -<p> -— E vive su in cielo? Dove sono le stelle? -</p> - -<p> -— Sì, nell'alto del cielo. — -</p> - -<p> -Gertrude fece molte altre domande: domande strane -alle quali il povero True non sapeva rispondere, -domande ch'egli si maravigliava di non aver mai -rivolte a nessuno. Egli aveva un cuore umile e amoroso -ed una fede infantile; se non era fornito che -d'una scarsa istruzione religiosa, si sforzava però -di mettere a buon profitto i lumi che possedeva. E -forse nella sua pratica fedele delle virtù cristiane, -specie nell'obbedienza alla gran legge della carità, -egli s'avvicinava allo spirito del Divino Maestro, più -di molti che grazie a lunghi studi e quotidiane letture -si sono resi familiari con le sacre dottrine. Ma -non aveva mai scrutato le sorgenti profonde di -quelle credenze sulle quali non cadeva dubbio nell'animo -suo, e non si trovava affatto preparato a -risolvere le questioni che la piccola Gertrude gli andava -proponendo in quel subito svegliarsi della sua -mente acuta e indagatrice. Le rispondeva tuttavia -come poteva meglio, e quando non ci arrivava, non -esitava punto a rimandarla a Guglielmo, che, diceva -egli, frequentando la scuola domenicale doveva -sapere un visibilio di cose in tale materia. Tutto ciò -ch'ella giunse a ricavarne si ridusse alla cognizione -di questi tre fatti: Dio è in cielo, il suo potere è -grande, la preghiera rende gli uomini migliori. -</p> - -<p> -Il suo cervellino in effervescenza era così pieno -delle nuove idee, che, venuta l'ora di coricarsi, neppure -il piacere d'andar a dormire per la prima volta -nella sua cameretta potè distrarnela. E quando -fu nel suo lettino, e True ebbe portato via il lume, -non s'addormentò. Aveva giusto di faccia la finestra, -come nella soffitta d'Annetta Grant; però una -finestra molto più grande, che offriva a' suoi occhi -una più ampia veduta. Il cielo era tutto sfavillante -di stelle, e quello spettacolo ravvivò in lei la maraviglia -e la curiosità che un'altra volta le aveva -destato. «Chi accendeva quei lumi così fulgidi e -così lontani?» Ma adesso, contemplandoli, un subito -<span class="pagenum" id="Page_58">[58]</span> -pensiero le attraversò la mente come un baleno -di luce: -</p> - -<p> -— Li accende <i>Dio</i>! Oh, Egli dev'esser pur grande -e potente! Ma anche un bambino può pregarlo! — -</p> - -<p> -Balzò dal letto, andò davanti alla finestra, e s'inginocchiò -giungendo le mani e alzando lo sguardo -al cielo, nell'atteggiamento stesso del piccolo Samuele. -Le sue labbra non proferivano parole, ma gli -occhi le splendevano irrorati dalla rugiada di -due lacrime. Non era forse ciascuna lacrima una -preghiera? Ella non chiedeva alcuna grazia, ma ardeva -tutta del desiderio di Dio e della virtù. Non -era forse quel desiderio una preghiera? Il suo piccolo -cuore levato in alto palpitava con veemenza. -Non era forse ogni palpito una preghiera? E Dio, -senza il cui volere non cade foglia dal ramo, non -udiva, non gradiva forse, quel primo omaggio d'una -povera creaturina ignorante, non scendeva forse su -quel capo innocente la Sua benedizione? -</p> - -<p> -Molte grazie chiese a Dio Gertrude negli anni che -seguirono; spesso ella ricorse a Lui per aiuto; in -più di un'ora d'amaro dolore attinse conforto alla -medesima inesauribile sorgente: quando la forza le -falliva quando il cuore le mancava, Egli diveniva -la forza del suo cuore. Ma ella non s'appressò mai -al Suo trono con un'offerta più pura, con un sacrifizio -più degno, che la notte in cui nella prima sua -profonda penitenza, nel primo suo atto di ferma -fede, nel primo ardore della sua speranza, s'inginocchiò -con le mani giunte e gli occhi al cielo, come -il piccolo Samuele, e il suo cuore espresse, benchè -le sue labbra non le proferissero, le parole del profeta -fanciullo: «Eccomi, o Signore!» -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>VIII.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Dolce nel primo gusto è la vendetta</p> -<p>Ma in breve amara torna....</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Milton.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -Il giorno seguente era una domenica. True aveva -per costume di trattenersi buona parte della domenica -in chiesa con la famiglia del sagrestano; ma -<span class="pagenum" id="Page_59">[59]</span> -Gertrude non avendo cappello non poteva andarci, -ed egli non volle lasciarla sola. Ella dunque s'appuntò -in capo il suo vecchio scialletto, e passarono -la mattinata insieme passeggiando lungo le banchine -e guardando i bastimenti. Nel pomeriggio True -dormì accanto alla stufa, e la bambina si trastullò -con la gatta. Guglielmo venne la sera, però soltanto -per accomiatarsi prima di ritornare dal signor Bray. -Aveva gran fretta, non poteva nemmeno sedere un -momentino: in casa del suo principale si faceva vita -assai morigerata, e la porta era chiusa di buon'ora, -specie le domeniche. Il vecchio Cooper fece la consueta -sua visita. Quand'egli se n'andò, il lampionaio -trovò Gertrude immersa in un sonno beato, e -pensando ch'era peccato destarla, la mise a letto così -come stava. -</p> - -<p> -Ed ella non si destò, infatti, fino al mattino. Grande -fu allora la sua maraviglia vedendosi bell'e vestita. -Esilarata da questo caso bizzarro saltò su e -corse a domandare a Trueman come fosse successo. -Egli stava accendendo il fuoco, e Gertrude, avute -sodisfacenti risposte alle sue numerose interrogazioni, -s'applicò ad aiutarlo del suo meglio preparando -la colazione e assettando la stanza. Ella seguiva -appuntino gl'insegnamenti della signora Sullivan, -rammentandoli tutti, e dimostrava notevole -capacità in ogni cosa che intraprendeva. Nel corso -di poche settimane, a forza di perseveranza era giunta -a rendersi utile in mille maniere. Prometteva -davvero di far onore alla profezia della sua maestra, -diventando un'ottima piccola massaia. Certo i -suoi servizi erano lievi; ma quei piedini agili e pronti -risparmiavano molti passi al vecchio True, e segnatamente -ella prestava un aiuto essenziale nella -pulizia delle camere, sua particolare ambizione. -Adesso che la polvere e i ragnateli non c'erano più, -la signora Sullivan s'aspettava da lei che non s'accumulassero -daccapo. Ella lo sentiva. E bisognava -vederla quando, la mattina, mentre il lampionaio -era fuori a nettare e riempire i suoi lampioni, accudiva -alle faccende munita d'una vecchia granata -il cui manico era stato accorciato a fine d'agevolargliene -l'uso! Con che zelo, con che diligenza l'adoprava! -<span class="pagenum" id="Page_60">[60]</span> -Spesso la buona vicina dava una capata nel -quartierino per lodarla ed assisterla. Nulla rendeva -più felice la piccola Gertrude che l'imparare qualche -cosa di nuovo. Beninteso, dovette anche lei pagare -il noviziato. Vi furono due o tre casi di completa -carbonizzazione dei crostini; e, peggio ancora, -ell'ebbe a versare copiose lacrime sui frantumi di -una tazza da tè dipinta, sgusciatale di mano. Ma -lo zio True non la rimproverava mai; sicchè ella -scordava presto queste disgrazie che d'altronde l'esperienza -le insegnava ad evitare. -</p> - -<p> -Caterina Mc Carty, la quale l'aveva in concetto -della più svegliata e destra bambina del mondo, -veniva di tanto in tanto a lavare i pavimenti e far -altri lavori troppo gravi o difficili per lei. -</p> - -<p> -Animata dal desiderio di rispondere all'aspettazione -della signora Sullivan, e soprattutto di essere -utile al suo benefattore, di manifestare nel miglior -modo il grande affetto che gli portava, Gertrude -era di solito buona, paziente, compiacente, quanto -solerte. Invero l'indulgenza di True verso la piccina -era tale, che di rado egli le imponeva la sua volontà. -Ella rimaneva dunque libera di seguire il proprio -talento; ma per indisciplinata che fosse, obbediva -volentieri ad uno che mai la contrariava, e però -non le accadeva di mostrare dinanzi a lui la violenza -della sua natura che una volta eccitata non -conosceva più freno. Tuttavia, se nella vita tranquilla -di cui godeva adesso tra le pareti domestiche, -mancava ogni causa d'irritazione, si diedero talora -occasioni nelle quali fu palese che covava sempre -il fuoco sotto la cenere. -</p> - -<p> -Una domenica Gertrude, che ora possedeva un bel -cappuccetto comperatole dallo zio True, aveva assistito -con questi al servizio divino della sera, e ritornavano -a casa accompagnati dal signor Cooper -e da Guglielmo. I due vecchi erano ingolfati in una -delle loro consuete discussioni, e i fanciulli, rimasti -un po' indietro, discorrevano vivamente della chiesa, -del ministro, dell'uditorio, della musica, che per -la bambina erano tutte cose nuove ed avevano destato -in lei gran maraviglia. -</p> - -<p> -Cominciava a farsi buio nelle strade. Guglielmo -<span class="pagenum" id="Page_61">[61]</span> -l'osservò, e chinando lo sguardo verso la sua piccola -compagna che teneva per mano, soggiunse: -</p> - -<p> -— Di', Gertrude, vai qualche volta con lo zio True -a vederlo accendere i lampioni? -</p> - -<p> -— Non ci sono andata mai, dopo la notte che mi -portò a casa sua, — ella rispose. — Io ne avevo una -voglia matta, ma era sempre tanto freddo che lui -non me lo permise: diceva che mi sarei buscata di -nuovo la febbre. -</p> - -<p> -— Oggi non è punto freddo; sarà una bellissima -notte: se lo zio True è contento, si va tutt'e due con -lui. Io ci andai più volte.... Ci si diverte un mondo -a guardare dentro dalle finestre nei salotti dove i -signori stanno a prendere il tè o a conversare in -circolo, davanti al fuoco.... -</p> - -<p> -— E io godo di veder accendere quei grandi lumi -che fanno tutt'intorno una luce così bella, così allegra! -Spero che dirà di sì.... Lo pregheremo.... Vieni, — proseguì -tirandosi dietro Guglielmo — raggiungiamolo, -diciamoglielo subito.... -</p> - -<p> -— No, aspetta, ora sta ragionando col nonno.... -Glielo diremo poi, quando saremo a casa. Già poco -ci manca. — -</p> - -<p> -A stento però il ragazzo poteva contenere l'impazienza -di Gertrude. Non appena furono giunti al -cancello della corte ella si strappò da lui, si precipitò -verso Trueman, fece la sua richiesta che fu benevolmente -accolta. E i tre partirono per il loro giro. -</p> - -<p> -Da principio l'attenzione della piccina si concentrò -tutta nelle fiammelle che via via s'accendevano. -Non aveva occhi per altro. Ma svoltato il canto della -strada si trovò di faccia alla vetrina d'una grande -farmacia che la fece rimanere incantata. I vivi -colori dei liquidi brillanti nei vasi di cristallo che -per la prima volta vedeva di sera, così illuminati, -cattivarono la sua fantasia. Ed avendole Guglielmo -detto che la bottega del suo principale era simile a -quella, pensò che doveva essere una delizia passar -la vita in un luogo tanto bello. Si maravigliò poi -che fosse aperta la domenica mentre tutti gli altri -negozi erano chiusi. Egli si fermò per spiegargliene -la ragione e appagare la sua curiosità su varie coserelle; -sicchè quando si mossero s'avvide che True -<span class="pagenum" id="Page_62">[62]</span> -li precedeva d'un buon tratto. Sollecitò allora Gertrude -dicendole che si trovavano adesso nella più -signorile delle vie per cui dovevano passare, e che -bisognava far presto se volevano vedere a loro agio -la casa che più gli premeva di mostrarle. Infatti il -lampionaio nel momento che lo raggiunsero già appoggiava -le sua scala a un lampione di fronte a -un'isola di bei fabbricati. Molte delle finestre avevano -le tende chiuse, dimodochè i fanciulli non potevano -guardar dentro; ma in alcune le tende non -c'erano, o non erano ancora tirate. In un salotto si -vedeva un bel fuoco di ceppi e davanti al caminetto -signori e signore che conversavano: Gertrude non -si sarebbe più staccata di là. In un altro era accesa -una splendida lumiera, e sebbene non ci fosse nessuno, -la sontuosità del mobilio, l'appariscenza di -tutto l'insieme la rapirono. Ella battè le mani dall'allegrezza, -e non s'indusse a seguire Guglielmo se -non dopo ch'egli l'ebbe assicurata che un po' più -oltre c'era una casa non meno stupenda, dove forse -avrebbe anche veduto certi bellissimi bambini. -</p> - -<p> -— O come sai che ci saranno? — domandò ella -mentre s'incamminavano. -</p> - -<p> -— Io non lo so positivamente, ma credo. C'erano -sempre alla finestra quando andavo con lo zio True, -l'inverno passato. -</p> - -<p> -— Quanti? -</p> - -<p> -— Tre, mi pare. Ricordo una bellezza di bimba -coi ricci biondi e un visino dolce eppure furbetto. -Sembrava una bambola di cera, ma molto molto -più carina. -</p> - -<p> -— Oh, spero che la vedremo! — esclamò Gertrude -ballando sulle punte de' piedi, tanto era eccitata -dal piacere. -</p> - -<p> -— Eccoli! — disse Guglielmo. — Ci sono tutti e -tre, come allora! -</p> - -<p> -— Dove? dove? -</p> - -<p> -— Là, dirimpetto, in quella grande casa di pietra. -Su, attraversiamo la strada.... Ma c'è una mota!... -Aspetta, ti porto. — -</p> - -<p> -Prese la ragazzetta in collo e la portò fino al marciapiede -opposto. True doveva ancora arrivare. I -bambini aspettavano lui, alla finestra. Gertrude non -<span class="pagenum" id="Page_63">[63]</span> -era la sola che si divertisse a veder accendere i -lampioni. -</p> - -<p> -Oramai faceva notte, e le persone che si trovavano -nelle stanze illuminate non potevano distinguere -quelle ch'erano fuori; ma così Guglielmo e -la sua compagna avevano maggior opportunità di -guardare nell'interno della casa. Una bella casa -davvero: senza dubbio v'abitava gente assai ricca. -Il salotto era gaiamente rischiarato dalla viva luce -d'un gran lume sospeso e dal riverbero del fulgido -fuoco di carbone che ardeva nel caminetto. I sontuosi -tappeti, le tende di stoffe smaglianti, i quadri -in cornice dorata, i grandi specchi che riflettevano -l'insieme da ogni lato, diedero a Gertrude la sua -prima idea del lusso. E le comodità che si combinavano -con quell'eleganza conferendole un'aria di -piacevole intimità la rendevano ancor più affascinante -per la povera creatura cresciuta nella miseria. -Una tavola era squisitamente apparecchiata per -il tè; la tovaglia damascata, candidissima, la lucida -argenteria, e soprattutto la teiera di famiglia col -suo placido ronzio, avevano un aspetto seducentissimo. -Un signore in pantofole ricamate stava adagiato -in un'ampia poltrona accanto al fuoco; una -signora con una cuffietta riccamente guarnita invigilava -la cameriera che finiva d'apparecchiare; i -bambini, tutti sorridenti come sono i bambini felici, -s'erano radunati davanti alla finestra e, ritti sopra -un panchetto, guardavano in istrada. -</p> - -<p> -Guglielmo li aveva descritti bene. Erano tre belle -e graziose creature, specie una ragazzina, la maggiore, -che toccava circa l'età di Gertrude. I capelli -biondi scendenti in folti ricci lungo il collo d'una -bianchezza nivea, gli occhi azzurri, le guance pienotte -e rosee, i lineamenti gentili, la facevano somigliare -a un cherubino. Gertrude non trovava modo -d'esprimere la sua ardente ammirazione che con -grida di gioia, e risa, e salti, o indicando a Guglielmo -or questa cosa or quella, in confuso. -</p> - -<p> -— Di', non è un amore di bimba?... Guarda che -splendido fuoco!... E la signora com'è bella!... O le -scarpe del signore, le hai vedute?... Che sarà quella -roba sulla tavola? Qualche cosa di buono, sicuro.... -<span class="pagenum" id="Page_64">[64]</span> -C'è uno specchio sterminato.... Ah Guglielmo, che -cari bambini! Vere bellezze!... — -</p> - -<p> -E sempre cominciava e finiva con le lodi dei bambini. -Guglielmo era sodisfatto. La sua piccola amica -si divertiva quanto egli s'era ripromesso. -</p> - -<p> -Ma True arrivava, e il lume della sua torcia scorreva -lungo il marciapiede. Allora essi furono alla -lor volta osservati e divennero il soggetto di un'animata -conversazione. La ricciutella li vide e li additò -agli altri due. Sebbene Gertrude non potesse -indovinare che dicessero, l'idea d'essere sottoposta -all'esame e ai commenti di qualcuno le dispiaceva -forte. Lesta lesta si nascose dietro la colonna del -lampione, e non volle più muoversi nè alzar gli occhi -alla finestra, per quanto Guglielmo la canzonasse -e le dicesse che ora <i>toccava a lei</i> d'essere -guardata. -</p> - -<p> -Quando il lampionaio ripigliò la sua scala e proseguì -il cammino, ella si slanciò dietro a lui di corsa -per isfuggire agli sguardi curiosi; ma tosto che -il ragazzo la richiamò dicendole che i bambini s'erano -ritirati, non seppe resistere alla tentazione di -gettare ancora un'occhiata nel bel salotto e fece -giusto a tempo per vederli prender posto alla tavola -del tè. Un momento dopo la cameriera venne -a tirar giù le tende, Gertrude prese la mano di Guglielmo -e affrettarono il passo per raggiungere True. -</p> - -<p> -— Non ti piacerebbe vivere in una casa come -quella? — domandò egli. -</p> - -<p> -— Oh sì! — rispose lei. — Non è una magnificenza? -</p> - -<p> -— Io ne vorrei una così. E l'avrò un giorno o -l'altro. — -</p> - -<p> -Questa presunzione sbalordì Gertrude. -</p> - -<p> -— L'avrai? E in che maniera? -</p> - -<p> -— Lavorerò, diverrò ricco, e me la comprerò. -</p> - -<p> -— Impossibile. Ci vuole un monte di quattrini. -</p> - -<p> -— Lo so. Ma io ne guadagnerò dimolti. Il signore -che abita in quel magnifico appartamento era un -ragazzo povero quando arrivò a Boston: o perchè -non ho da potere anch'io arricchire al pari di lui? -E ne ho la ferma intenzione. -</p> - -<p> -— Come avrà fatto a guadagnare tanto? -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_65">[65]</span> -</p> - -<p> -— Come abbia fatto <i>lui</i> non so. Ci sono parecchi -modi. Certuni dicono che tutto dipende dalla fortuna.... -ma secondo me la bravura non è meno necessaria. -</p> - -<p> -— Sei bravo, tu? — -</p> - -<p> -Egli rise. -</p> - -<p> -— Non ti pare? Bene, se non verrà il giorno che -mi vedrai ricco potrai dire di no. -</p> - -<p> -— Io lo so che farei se fossi ricca. -</p> - -<p> -— Che faresti? -</p> - -<p> -— Prima di tutto comprerei una bella poltrona -grande per lo zio True, con dentro cuscini e sopra -splendidi fiori, come quella dove sedeva quel signore; -e poi per me una gran lumiera, con tanti -tanti lumi tutti in un mazzo, da far nella stanza -una luce.... la luce più chiara che ci possa essere. -</p> - -<p> -— Mi sembra che tu vada pazza per la luce, Gertrudina. -</p> - -<p> -— Io sì! Odio le case vecchie, nere, buie.... A me -piacciono le stelle, il sole, e i fuochi, e la torcia dello -zio True.... -</p> - -<p> -— E a me gli occhi fulgenti. I tuoi appunto brillano -come due stelle, stasera. Non ci divertiamo, di'? -</p> - -<p> -— Oh, molto! — -</p> - -<p> -Gertrude non faceva che saltare e ballare lungo -il marciapiede, e Guglielmo partecipava al suo giubilo, -tutto lieto e superbo d'aver a proteggere la strana -e fiera bambina nel tempo stesso che le procurava -un tale godimento. Cammin facendo seguitarono -a intrattenersi sull'uso delle ricchezze che con -balda speranza l'uno e l'altra contavano di possedere -prima o poi: giacchè la fidente audacia del -giovanetto s'era comunicata alla sua piccola compagna, -e anch'ella si proponeva di lavorare e diventare -facoltosa. Egli le descriveva gli agi ed il lusso -di cui avrebbe circondato la sua mamma, il suo -nonno, e perfino lo zio True e lei. Era quanto di più -sontuoso egli avesse mai veduto o sognato. Tra altro, -la mamma doveva portare una cuffietta guarnita -come quella della signora che avevano veduta -dalla finestra. Gertrude ruppe in una franca risata. -Il buon gusto è innato, ed ella, che ne aveva, sentiva -che la modesta vedovetta dall'aspetto placido -<span class="pagenum" id="Page_66">[66]</span> -e grave sarebbe stata ridicola con in capo un'acconciatura -di fiori gai. Qualunque eleganza meno -sobria della semplice lindezza non poteva che snaturare -la signora Sullivan. Quanto a sè medesimo, -il generoso figliuolo non ci pensava affatto. Nessuna -sodisfazione di desiderî egoistici entrava ne' suoi disegni. -Egli intendeva di lavorare per i suoi cari, e -in loro e da loro aspettava la sua ricompensa. -</p> - -<p> -Beati i fanciulli! Beati come essi soli possono essere! -Che bisogno hanno della ricchezza? Che bisogno -di qualsiasi bene più materiale e tangibile dei -beni che posseggono? Questi valgono assai più dell'oro -o della fama. Sono la candida fede, la speranza -ingenua dell'infanzia. Con tutta la potenza immaginativa -d'una fantasia non frenata da disinganni -e delusioni, ogni fanciullo fabbrica gli stessi -castelli in aria che milioni e milioni d'altri hanno -fabbricato o fabbricheranno fino alla fine dei secoli. -Veggono splendere in lontananza vaghe figure, e -non sanno che sono fantasmi. Le veggono adergersi -e rifulgere, e i loro occhi affascinati si fissano in -quelle, sorvolando sugli spazi tenebrosi che si frappongono, -senza scorgere i perigli dell'aspra via, senza -sospetto dei precipizi e delle insidie in cui molti -dovranno cadere. Fiduciosi di guadagnare la gloriosa -mèta, imprendono l'arduo cammino esultando. -Sia benedetta l'illusione infantile, se pure è illusione! -Non togliete d'inganno quei credenti, o uomini -savi! Non soffocate quella buona speranza che -è un dono di Dio, e che forse nel suo aereo volo li -porterà a salvamento sopra qualche passo scabroso, -qualche abisso della vita. Ahimè, già dura poco, e -una volta spenta, la via si fa più dura! -</p> - -<p> -Certo la gioia che faceva brillare il cuore a Guglielmo -e Gertrude derivava in gran parte dalla generosità -del sentimento che li commoveva. Nei loro -sogni ambiziosi essi vagheggiavano solo la consolazione -d'allietare i vecchi giorni di coloro che amavano. -Era un nobile spirito di carità filiale, di tenera -gratitudine quello che li animava: naturale in -entrambi, ma in lui tanto alimentato dalla pia educazione -ricevuta da aver assunto il carattere d'un -principio, in lei mèro impulso. E guai alla misera -<span class="pagenum" id="Page_67">[67]</span> -natura umana quando è governata unicamente dalle -sue passioni! La povera bambina aveva altri impulsi -meno felici (chi non ne ha?), e se il primo -meritava d'essere incoraggiato e fortificato, era necessario -sradicare e distruggere i secondi. -</p> - -<p> -True, acceso l'ultimo lampione di quella strada, -svoltò in un'altra seguito dai due fanciulli. Ma dopo -una dozzina di passi Gertrude si fermò di botto, risoluta -a non proseguire, e tirando Guglielmo per la -mano, tentò di farlo tornare indietro. -</p> - -<p> -— Che hai, Gertrudina? — domandò egli. — Sei -stanca? -</p> - -<p> -— Oh no! Ma non posso andar più oltre. -</p> - -<p> -— Perchè mai? -</p> - -<p> -— Perchè.... perchè.... — e abbassando la voce la -piccina accostò le labbra all'orecchio del suo compagno — qui -ci sta Annetta Grant. Vedo la casa.... -M'ero dimenticata che lo zio True deve andarci.... -E io ho paura. -</p> - -<p> -— Oho! — fece Guglielmo rizzandosi con aria dignitosa. — Vorrei -un po' sapere di che hai paura -quando io sono con te! Si provi, mo', a toccarti, se -n'ha il coraggio. Te, o lo zio True! Riderei. — -</p> - -<p> -E con parole affettuose e piacevoli prese a persuaderla, -dicendole che secondo ogni probabilità -Annetta Grant non li avrebbe veduti, ma che forse -<i>loro</i> avrebbero veduto <i>lei</i>; il che appunto egli vivamente -desiderava. I timori di Gertrude furono presto -vinti. Ella non era timida, per natura. L'improvvisa -scossa provata rivedendo l'antica sua casa, -aveva ridestato in lei il suo orrore, il suo terrore -della vecchia Annetta; ma non ci vollero gran ragionamenti -per dissipare quello sgomento dimostrandole -che oramai ella era al sicuro; e bentosto vi succedette -il desiderio di far conoscere a Guglielmo la -sua persecutrice d'un tempo. Sicchè quando giunsero -davanti alla casa aborrita ella sperava anzichè -temere di vederla. E per vederla l'occasione non -poteva essere migliore. Annetta era affacciata alla -finestra e leticava furiosamente con una vicina. Il -suo volto esprimeva tutta la violenza della collera -che le bolliva dentro, e, brutto com'era sempre, offriva -in quel momento una così chiara impronta del -<span class="pagenum" id="Page_68">[68]</span> -suo carattere, che nessuno le avrebbe potuto contrastare -il diritto al titolo di megera, virago, dragone, -o altro di simile significato. -</p> - -<p> -— Quale delle due? — domandò Guglielmo. — Quella -alta che gesticola con una caffettiera in mano? -Scommetto che or ora, se non ci bada, rompe -il manico.... -</p> - -<p> -— Sì, quella. -</p> - -<p> -— O che fa? -</p> - -<p> -— Letica con la signorina Birch. Sempre ce l'ha -con qualcuno. Non ci vede mica, noi, non è vero? -</p> - -<p> -— No, è troppo occupata. Vieni, non ci fermiamo -qui. È brutta quanto me la figuravo. Io per me l'ho -veduta abbastanza, e tu pure, credo. Tira via. — -</p> - -<p> -Ma Gertrude indugiava. Resa coraggiosa dalla -certezza che la nemica non s'accorgeva della sua -presenza, la fissava intentamente, e i suoi occhi -scintillavano animati non più dall'eccitazione d'una -sana e innocente allegrezza come poco prima, ma -dal fuoco dell'ira e dell'odio, un fuoco che Annetta -Grant le aveva acceso nel cuore da anni e che non -ancora estinto ridivampava in tutta la sua forza -alla vista di lei. -</p> - -<p> -Guglielmo, pensando ch'era tardi e vedendo la torcia -del lampionaio già in fondo alla strada, usò, -per indurre la bambina a seguirlo, l'espediente di -lasciarla e andarsene dicendole: -</p> - -<p> -— Se tu non vieni, Gertrude, io non posso aspettare. — -</p> - -<p> -Ella si volse, attese ch'egli s'allontanasse alquanto, -poi, ratta come il baleno, si chinò, raccattò un -ciottolo sul marciapiede, e lo scagliò contro la finestra. -S'udì un fracasso di vetri rotti e un'esclamazione -della nota voce d'Annetta Grant; ma Gertrude -non stette ad osservare il risultato della sua prodezza. -Quel fracasso, quella voce, ridestarono i suoi -terrori; perdutamente, se la dette a gambe, oltrepassò -Guglielmo, nè si fermò finchè non si sentì sicura -a fianco di Trueman. Guglielmo non li raggiunse -che vicino a casa. -</p> - -<p> -— Gertrude, — egli gridò correndo verso di lei -tutto ansante — sai che cos'hai fatto? Hai rotto la -vetrata della finestra! — -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_69">[69]</span> -</p> - -<p> -La bambina lo evitò voltando le spalle, fece il grugno, -e dichiarò che questa era stata appunto la sua -intenzione. -</p> - -<p> -Il lampionaio domandò di che finestra parlassero. -Ella confessò tutto, senz'ambagi, e soggiunse che -l'aveva fatto apposta. True e Guglielmo tacquero, -scandalizzati. Gertrude anch'essa non aperse bocca -durante il resto del percorso. Aveva il visetto rannuvolato -e un senso d'infelicità nel piccolo cuore. -Ella non comprendeva sè stessa nè le proprie sensazioni. -Ma l'espressione di quel visetto palesava -che quando il male prevaleva violentemente sull'anima -sua, la pace e la giocondità ne fuggivano. Povera -creatura! Hai pur bisogno che ti sia insegnata -la verità! Piaccia a Dio che la luce interiore ti divenga -un giorno cara come t'è oggi la luce esteriore. -</p> - -<p> -Guglielmo s'accomiatò da True e da lei sulla soglia -della casa, e, secondo il solito, non lo rividero -per tutta la settimana. -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>IX.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Ma silenzio. Contendere di un'alta</p> -<p>Legge non debbo col voler che forse</p> -<p>Ha reconditi fini a cui non giunge</p> -<p>Il mio intelletto....</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Milton.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -— Babbo, — disse la signora Sullivan al vecchio -Cooper, il quale, pronto per uscire, raccoglieva i -vari oggetti che gli occorrevano in chiesa il sabato -sera — perchè non fate venire con voi Gertrude? Vi -porterebbe una parte di quella roba che non potete -pigliare tutta in una volta, e le farebbe tanto piacere. -</p> - -<p> -— Non mi sarebbe che d'impaccio, — rispose egli. — Io -posso benissimo portare ogni cosa da me. — -</p> - -<p> -Ma quando ebbe una lanterna e un secchietto da -carbone in una mano, una piccola accetta e un paniere -di trucioli nell'altra, e una scaletta a piuoli -in ispalla, dovette riconoscere che non trovava modo -di prendere anche il martello e l'involto dei chiodi. -</p> - -<p> -La signora Sullivan dunque chiamò Gertrude e le -<span class="pagenum" id="Page_70">[70]</span> -domandò se voleva andare in chiesa col signor Cooper -e aiutarlo a portare i suoi arnesi. -</p> - -<p> -La bambina fu lietissima della proposta, e presi -i chiodi e il martello s'incamminò allegramente. -</p> - -<p> -Giunti alla chiesa, il vecchio sagrestano la lasciò -libera dicendole che poteva baloccarsi a suo talento -purchè non facesse chiasso e non sciupasse nulla; -e passò nella sagrestia dove principiò il suo lavoro -di spazzatura e spolveratura e preparò i fuochi. Gertrude -intanto, rimasta sola, si divertì qualche tempo -a girellare per le navate deserte e tra le panche, -osservando da vicino tutto quello che fino allora non -aveva veduto che da un angolo della galleria; poi -salì nel pulpito e s'immaginò di tenere un bel sermone -a un numeroso uditorio. Tuttavia cominciava -ad annoiarsi, quando l'organista, entrato senza che -ella se n'avvedesse, si mise a sonare una musica -sommessa e dolce; allora scese, sedette sugli scalini, -e ascoltò con attenzione e piacere vivissimo. Ma di -lì a poco la porta in fondo alla navata maggiore si -aperse, e una coppia di visitatori venne a distrarre -Gertrude attirando tutta la sua curiosità. L'uno era -un uomo anziano vestito come un ecclesiastico, piccolo, -smilzo, con capelli grigi e radi, fronte alta, lineamenti -piuttosto aguzzi, ma quantunque di poca -appariscenza, notevole per l'espressione serena e benigna -della sua fisonomia; l'altra una giovane signora -sui venticinque anni, la quale s'appoggiava al -suo braccio. Ella indossava un abito semplicissimo, -di colore bruno scuro come il cappellino chiuso nel -quale spiccava soltanto, intorno al viso, una guarnizione -di nastro celeste. L'unica parte del suo vestiario -che fosse ricca ed elegante era un boa di zibellino -fermato sotto la gola da un prezioso anello -d'oro smaltato. Di statura alquanto inferiore alla -media, aveva però un personalino grazioso e ben -tornito; i lineamenti erano fini e regolari, la carnagione -fresca sebbene un poco pallida, i capelli d'un -castagno chiaro e acconciati con gusto. Ella non alzava -mai gli occhi mentre veniva lentamente avanzandosi -nella navata, e le lunghe ciglia quasi le toccavano -le gote. I due passarono davanti al pulpito -senza notar la bambina seduta sugli scalini. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_71">[71]</span> -</p> - -<p> -— Sono lieto che l'organo vi piaccia, — disse il -signore. — Io non posso chiamarmi giudice competente -in fatto di musica; ma dicono che lo strumento -è di rara eccellenza e che Hermann lo suona -con somma perizia. -</p> - -<p> -— Neppure l'opinione mia è di molto valore, — rispose -la signora. — La musica è per me un gran -diletto senza ch'io ne abbia cognizioni profonde. Ma -questa sinfonia è davvero deliziosa: da lungo tempo -non avevo sentito melodie che mi commovessero così -il cuore. Forse è anche perchè le voci dell'organo -risuonano tanto dolcemente nella quiete solenne della -chiesa. Io amo la solitudine delle grandi chiese -nei giorni feriali. Vi ringrazio d'esser venuto a prendermi -stasera. Come mai ci avete pensato? -</p> - -<p> -— M'immaginavo che vi farebbe piacere. Sapevo -che Hermann sonerebbe a quest'ora; e poi, vedendovi -così pallidina, m'è parso che un po' di moto vi -dovesse giovare. -</p> - -<p> -— Infatti. Non mi sentivo bene, e l'aria aperta -e frizzante era proprio quello che mi ci voleva. Desideravo -perciò fare una passeggiata, ma la signora -Ellis era occupatissima, e io non posso uscire -sola. -</p> - -<p> -— Credevo di trovar qui il sagrestano.... Ho da -parlargli circa la luce; i giorni sono corti ora, e fa -buio presto; bisogna che lo preghi d'aprire un po' più -le gelosie, altrimenti domani non ci veggo a leggere -il mio sermone. Forse è nella sagrestia.... C'è sempre -in qualche parte della chiesa, il sabato. Sarà -meglio ch'io vada a cercarlo.... — -</p> - -<p> -In quella entrò appunto il signor Cooper, il quale, -visto il pastore, venne a lui, e dopo ricevuti i -suoi ordini, gli parlò piano chiedendogli senza dubbio -d'accompagnarlo in un luogo, perchè questi esitò, -guardò la signora e disse: -</p> - -<p> -— Già, sarebbe opportuno ch'io ci andassi oggi, -tanto più che ci siete anche voi. Peccato perder l'occasione.... -Ma.... non so.... — -</p> - -<p> -Poi, rivolgendosi alla giovane, soggiunse: -</p> - -<p> -— Emilia, il signor Cooper vorrebbe ch'io mi recassi -con lui dalla signora Glass, e, certo, dovrei rimaner -fuori qualche tempo. Vi dispiacerebbe aspettarmi -<span class="pagenum" id="Page_72">[72]</span> -qui fino al mio ritorno? È vero che abita nella -via attigua, ma può darsi ch'io debba trattenermi -un poco, perchè si tratta di quei volumi della biblioteca -così maliziosamente sfregiati; io ho gran -paura che il suo figliuolo maggiore c'entri per molto -in questa birbonata. Sarebbe necessario chiarire la -cosa prima di domani; e difficilmente io potrei stasera -ritornare così lontano. Altrimenti non avrei -pensato a lasciarvi. -</p> - -<p> -— Andate, signor Arnold, — rispose Emilia — e -quanto a me siate pur tranquillo. Starmene seduta -qui in chiesa e ascoltare la musica dell'organo non -sarà che un piacere. Il signor Hermann suona ch'è -un incanto; il tempo non mi parrà lungo, ve l'assicuro. -Dunque non abbiate fretta per causa mia, -ve ne prego. — -</p> - -<p> -Il signor Arnold, acquetati i suoi scrupoli, risolse -d'andare. Condusse la signora a sedere accanto al -pulpito, e uscì col vecchio sagrestano. -</p> - -<p> -Durante tutto questo tempo Gertrude, ritiratasi -quatta quatta sull'ultimo scalino in alto, e mezzo nascosta -dalla cattedra, era rimasta inosservata. Ma -non appena udì la porta chiudersi con un colpo fragoroso -dietro i due uomini, si rizzò e cominciò a -scendere. Al primo suo passo la giovane diede un -sobbalzo ed esclamò piuttosto bruscamente: -</p> - -<p> -— Chi c'è? — -</p> - -<p> -Gertrude si fermò e non rispose. Cosa strana, la -signora non aveva guardato in su quantunque dovesse -pur avere percepito che il rumore veniva di -sopra il suo capo. Seguì un momento di silenzio. -Poi la bambina continuò a scendere, correndo. Questa -volta l'altra balzò in piedi, e stendendo un braccio -dinanzi a sè, ripetette vivamente la domanda: -</p> - -<p> -— Chi c'è? -</p> - -<p> -— Sono io, — disse Gertrude guardandola in viso — io -sola. -</p> - -<p> -— Volete fermarvi un poco e parlare con me? — -</p> - -<p> -Gertrude attratta dalla voce più soave che mai -avesse udita, venne a fermarsi proprio accosto ad -Emilia, la quale le pose una mano sul capo e la -trasse a sè chiedendole: -</p> - -<p> -— Chi sei tu, bambina? -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_73">[73]</span> -</p> - -<p> -— Gertrude. -</p> - -<p> -— E poi? -</p> - -<p> -— Niente. -</p> - -<p> -— O l'altro tuo nome l'hai dimenticato? -</p> - -<p> -— Io non ho nessun altro nome. -</p> - -<p> -— Con chi sei venuta in chiesa? -</p> - -<p> -— Ci sono venuta col signor Cooper. L'ho aiutato -a portare i suoi arnesi. -</p> - -<p> -— E t'ha lasciata qui ad aspettarlo come sono -stata lasciata io. Dunque dobbiamo tenerci compagnia, -non ti pare? — -</p> - -<p> -La bambina rise. -</p> - -<p> -— Dov'eri? Sulla scaletta del pulpito? -</p> - -<p> -— Sì. -</p> - -<p> -— Bene, siedi su questo scalino basso, vicino alla -mia seggiola, e discorriamo un poco. Voglio vedere -se mi riesce di trovare il tuo secondo nome. Con chi -abiti? -</p> - -<p> -— Con lo zio True. -</p> - -<p> -— True? -</p> - -<p> -— Sì: il signor True Flint. Adesso abito con lui -perchè mi portò a casa sua la notte che Annetta -Grant mi cacciò fuori, sul marciapiede. -</p> - -<p> -— Che? Sei tu quella? Ho dunque già inteso parlare -di te! Il signor Flint mi raccontò tutta la tua -storia. -</p> - -<p> -— Voi conoscete mio zio True? -</p> - -<p> -— Sì, moltissimo. -</p> - -<p> -— E come vi chiamate, voi? -</p> - -<p> -— Emilia Graham. -</p> - -<p> -— Oh, — esclamò la bambina rizzandosi con un -salto e battendo le mani — so, so chi siete! Voi gli -avete raccomandato di tenermi seco, lo disse lui, ed -io lo sentii.... Voi m'avete dato i miei vestiti.... E -siete buona, e siete bella, ed io vi voglio bene.... tanto, -tanto bene! — -</p> - -<p> -Mentre Gertrude proferiva queste parole con voce -commossa, un'espressione strana, di viva ed inquieta -curiosità appariva nel volto della signorina Graham -come se i toni di quella voce facessero vibrare -una corda della sua memoria. Ella non parlò, ma -passando un braccio intorno alla vita della piccina -se la trasse ancor più accosto. Il suo aspetto riprese -<span class="pagenum" id="Page_74">[74]</span> -la serena compostezza abituale. Gertrude la guardava -con l'aria di maraviglia che aveva da quando -era incominciato il loro colloquio; e ad un tratto -uscì a dire: -</p> - -<p> -— Avete sonno? -</p> - -<p> -— Punto. Perchè? -</p> - -<p> -— Perchè tenete gli occhi chiusi. -</p> - -<p> -— Sono chiusi sempre, bimba mia. -</p> - -<p> -— Sempre! O per qual ragione? -</p> - -<p> -— Io sono cieca. Non posso veder nulla. -</p> - -<p> -— Non potete vedere! Proprio nulla nulla? Sicchè, -me non mi vedete? -</p> - -<p> -— No. -</p> - -<p> -— Ah! — proruppe Gertrude facendo un respirone. — Quanto -ne sono <i>contenta</i>! -</p> - -<p> -— <i>Contenta!</i> — esclamò la cieca con l'accento più -doloroso che mai fosse udito. -</p> - -<p> -— Oh sì, sono contenta che non mi vediate, perchè -così forse mi amerete! — disse la bambina. -</p> - -<p> -— E non t'amerei se ti vedessi? — domandò Emilia -strisciandole lievemente la mano sul viso. -</p> - -<p> -— No di certo! — ella rispose. — Sono tanto brutta! -E però mi fa piacere che non possiate saper come -io sia. -</p> - -<p> -— Ma pensa, Gertrude, — riprese la signorina -Graham con immensa tristezza — che proveresti se -tu non potessi vedere la luce, nè le cose, nè le persone? -</p> - -<p> -— Ma voi dunque non vedete neppure il sole, le -stelle, il cielo?... Siete nel buio? -</p> - -<p> -— Nel buio, sempre, notte e giorno. — -</p> - -<p> -Gertrude dette in un violento scoppio di pianto. -</p> - -<p> -— Oh! — fece quando potè ritrovare un fil di voce -tra i singhiozzi. — L'è troppo dura! Troppo, troppo, -troppo! — -</p> - -<p> -La sua disperazione fu contagiosa. Per la prima -volta la giovane cieca versò amare lacrime sulla -propria sventura. -</p> - -<p> -Ma fu un breve momento. Si dominò subito e cercò -di calmare la piccina. -</p> - -<p> -— Chetati! Non piangere! Non dire ch'è troppo -dura la mia sorte.... Io, sai, la sopporto benissimo.... -Essendo avvezza così, sono felice lo stesso. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_75">[75]</span> -</p> - -<p> -— Io invece nel buio sarei infelicissima. Lo <i>odio</i>. -Non sono <i>contenta</i>, no, che siate cieca.... <i>Me ne dispiace</i> -anzi <i>assai</i>.... Vorrei che vedeste ogni cosa, e -me pure.... O non ci sarebbe un qualche modo d'aprirveli, -gli occhi? -</p> - -<p> -— No, non c'è. Ma non parliamo più di questo; -parliamo di te, piuttosto. Dimmi perchè ti figuri -d'essere tanto brutta. -</p> - -<p> -— Perchè la gente lo dice. E i bambini brutti nessuno -li ama. -</p> - -<p> -— Sì, anche i bambini brutti sono amati, purchè -siano buoni. -</p> - -<p> -— Ma io non sono buona. Al contrario. Cattivissima. -</p> - -<p> -— <i>Puoi diventar buona</i>, però, e allora t'ameranno -tutti. -</p> - -<p> -— Credete ch'io <i>possa</i>? -</p> - -<p> -— Se ti ci sforzi, sì. -</p> - -<p> -— Mi ci sforzerò. -</p> - -<p> -— Lo spero. Il signor Flint aspetta grandi consolazioni -dalla sua bimba, e tu devi fare tutto il -possibile per dargliele. — -</p> - -<p> -Emilia le rivolse poi molte domande sulla sua -vita in casa d'Annetta Grant. E il racconto che l'orfanella -le fece de' suoi molteplici patimenti, le prese -l'animo a segno ch'ella non avvertì la fuga del tempo -nè la partenza dell'organista il quale, cessato di -sonare, aveva chiuso il suo strumento e se n'era -andato. -</p> - -<p> -Gertrude era molto comunicativa. Benchè di primo -acchito si mostrasse ritrosa con gli estranei, bastava -qualche buona parola per guadagnarne la -confidenza; e nel caso presente la voce dolcissima -d'Emilia, il suo tono di simpatia, le andavano diritto -al cuore. Cosa singolare, ella, vissuta sempre -fra gente d'umile condizione, anzi, fino a poco addietro, -dell'infima plebe, non sentiva punto quel -timore, quell'impaccio, che sarebbero parsi naturali -in lei nel parlare per la prima volta a una vera -signora, nata in mezzo all'opulenza, educata con -tutte le raffinatezze del lusso, cólta, di modi eletti. -Ella invece si stringeva affettuosamente alla giovane -e accarezzava il suo boa con altrettanta libertà -<span class="pagenum" id="Page_76">[76]</span> -che se fosse anch'essa venuta al mondo in un palazzo -e le pellicce di zibellino l'avessero avvolta fin -nella culla. Non si peritò neppure di prendere ripetutamente -la fine mano inguantata della signorina -Graham e tenerla tra le sue, premendola forte: -sua maniera favorita d'esprimere una calda gratitudine, -un'ammirazione entusiastica. Ma non meno -profondi erano i sentimenti destati dall'eccitabile e -strana creatura nel cuore d'Emilia. Questa ben vedeva -a qual segno la povera bambina fosse stata -negletta, comprendeva quanto dovessero essere perniciosi -gli effetti dei mali trattamenti sofferti nell'infanzia -su quella natura capace di virtù ma impetuosa, -e quanto importasse combatterli con un'accurata -educazione affinchè non ne distruggessero in -germe le felici disposizioni. Le due novelle amiche -s'intrattenevano così, senza pensare all'ora già tarda, -quando il signor Arnold entrò a passi accelerati, -un po' trafelato, chiamando Emilia fin dal fondo -della navata. -</p> - -<p> -— Cara, temo che abbiate pensato ch'io vi dimenticassi.... -Mi son dovuto indugiare assai più che -non credevo. Non vi ritrovo stanca e scoraggiata? -</p> - -<p> -— Proprio tanto, siete stato? A me non sembra! — ella -rispose. — Gli è che, come vedete, ho una -compagnia. -</p> - -<p> -— Una bimba? O di dove è sbucato cotesto topolino? — fece -il pastore, gioviale e bonario. -</p> - -<p> -— È venuta in chiesa col signor Cooper. Non è -ritornato ancora a prenderla? -</p> - -<p> -— Cooper? No, è andato direttamente a casa, -dopo che ci siamo lasciati. Sicuro, non se ne ricordava -per nulla.... E ora che si fa? -</p> - -<p> -— Non possiamo ricondurla a casa noi? È lontano? -</p> - -<p> -— Ci sono da qui due o tre lunghe vie, tutte fuori -della nostra direzione. Voi non dovete camminar -tanto. -</p> - -<p> -— Oh, sono già rimessa in forze! Non mi stancherò. -E dovessi anche stancarmi un poco, sarebbe -meno male per me che non sapere questa piccina a -casa sua sana e salva. — -</p> - -<p> -Se Emilia avesse potuto vedere in quel momento -<span class="pagenum" id="Page_77">[77]</span> -il viso di Gertrude, la viva gratitudine che ne spirava -l'avrebbe compensata di qualsiasi fatica. -</p> - -<p> -Il signor Arnold e la signorina Graham accompagnarono -dunque Gertrude a casa, e sulla soglia la -signorina la baciò, ed ella fu quella notte una bimba -felice. -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>X.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Col voler che lo spirito governa</p> -<p>Con ogni fiero torto perdonato</p> -<p>Con quanto svelle il cuore del peccato</p> -<p>La donna acquista la salute eterna.</p> -<p class="i6"><span class="smcap">N. P. Willis.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -La fanciulla cieca non dimenticò la piccola Gertrude. -Nè mai Emilia Graham dimenticava le pene -e i bisogni altrui. Ella non poteva vedere il mondo -esteriore, ma aveva in sè un mondo d'amore e di -compassione che si manifestava in sentimenti e in -atti di generosa benevolenza e di carità. Ella viveva -una vita d'amore. Amava Dio con tutta l'anima e -il prossimo come sè stessa. La sventura sua propria, -la sua propria miseria, non avevano rimedio, -ed ella le sopportava senza lamenti; ma le sventure -e le miserie degli altri erano divenute la sua cura, -e l'alleviarle la sua gioia. Nel fare il bene era instancabile. -Numerose benedizioni venivano implorate -sul suo capo da giovani e vecchi, per benefizi -ottenuti; numerose preghiere le venivano rivolte -per ottenerne. A tutti ella era pietosa. Ma nessuna -storia di dolore l'aveva mai così profondamente commossa -come quella di Gertrude. Pronta sempre ad -ascoltare chi le narrava i propri guai, ella sapeva -che molte creature nascono in povertà, crescono nell'indigenza; -sapeva che non pochi sono i fanciulli -maltrattati, negletti, abbandonati. Fin qui non era -una storia nuova per lei. Ma qualche cosa nella bambina -stessa l'attirava, l'appassionava in modo straordinario. -I toni della sua voce, l'accento patetico e -il calore con cui parlava, il suo tenero e confidente -abbandono quand'ella l'aveva tratta a sè, quell'afferrarle -e stringerle la mano con atto così spontaneo, -<span class="pagenum" id="Page_78">[78]</span> -e soprattutto la veemenza del suo cordoglio nel comprendere -alfine tutta l'immensità della sciagura onde -ella era colpita, non le uscivano più di mente. -Sognò Gertrude la notte, pensò a lei durante il giorno. -Ella non si rendeva ragione del sentimento che -la spingeva verso quella piccola estranea, ma era -un impulso irresistibile; tanto che mandò a chiamare -True Flint struggendosi d'essere più minutamente -ragguagliata sul conto suo. -</p> - -<p> -Egli venne, e parlarono a lungo dell'orfanella. Il -buon uomo giubilava ascoltando la signorina Graham. -Era una grande consolazione per lui che la -sua figlioletta adottiva si fosse cattivata la benevolenza -d'una persona ch'egli rispettava ed ammirava -in sommo grado. Anche Gertrude gli aveva raccontato -il loro incontro in chiesa, e parlato con ardore -della cara signora ch'era stata così amorosa con lei, -e che l'aveva accompagnata a casa, mentre il vecchio -Cooper s'era addirittura dimenticato d'averla lasciata -lì: ma egli non s'immaginava che quel subito -attaccamento fosse reciproco. -</p> - -<p> -Emilia gli domandò se non intendesse di mandare -la ragazzina a scuola. -</p> - -<p> -— Veramente, non so.... — rispose True. — È piccina -ancora, e poco avvezza a stare con altri bambini. -E poi mi dispiacerebbe privarmi della sua -compagnia: io godo di vedermela dattorno. — -</p> - -<p> -Ella osservò ch'era tempo che Gertrude imparasse -a leggere e a scrivere, e che quanto più presto -avrebbe cominciato a stare co' suoi coetanei, tanto -più agevolmente ci si sarebbe avvezzata. -</p> - -<p> -— Sicuro, sicuro, — fece egli — è giustissimo. Se -dunque credete per il suo meglio che vada a scuola, -gliene parlerò. Sentiremo che dice. -</p> - -<p> -— Ma sì. Io credo che ci piglierebbe gusto e farebbe -grandi progressi. Circa i vestiti, se qualche -cosa le manca, io... -</p> - -<p> -— Oh no, no, signorina Emilia, non occorre nulla! -È ben rimpannucciata per ora, grazie alla bontà -vostra.... -</p> - -<p> -— Basta, ricordatevi che in caso di bisogno dovete -ricorrere a me. L'abbiamo adottata insieme -quella figliuola, e io mi sono assunta l'impegno di -<span class="pagenum" id="Page_79">[79]</span> -fare per lei tutto ciò che posso. Quindi, se mai, non -esitate. Sarò lieta di potervi esser utile, credetelo. -Mio padre si sente sempre obbligatissimo verso di -voi, signor Flint, per i vostri fedeli servigi che hanno -finito col costarvi tanto caro. -</p> - -<p> -— Oh, signorina Emilia, il signor Graham è stato -per me il migliore degli amici, e quanto all'infortunio -che mi toccò lavorando ne' suoi magazzini -nessuno n'ebbe colpa fuori di me; la sbadataggine -mia fu la sola causa di tutto il male!... -</p> - -<p> -— So, so che voi lo dite, ma il nostro rincrescimento -non è minore per questo. Ve lo ripeto, non -dimenticate ch'io mi stimerò felice di poter venire -in aiuto alla piccola Gertrude. Mi piacerebbe d'averla -qui un giorno, se voi permettete, e se essa è -contenta di venire.... -</p> - -<p> -— Figuratevi se sarà contenta! Grazie, grazie di -cuore.... — -</p> - -<p> -Alcuni giorni dopo Gertrude andò con True a casa -Graham per visitare la signorina; ma la governante -che incontrarono nell'atrio disse loro ch'ella era malata -e non riceveva nessuno; sicchè tornarono indietro -pieni di rammarico. -</p> - -<p> -Seppero poi che Emilia si era buscata una forte -infreddatura la sera che troppo a lungo era rimasta -a sedere in chiesa, e che appunto quel giorno si -trovava molto incomodata; nondimeno avrebbe di -buon grado fatto passare in camera sua Gertrude -di cui desiderava la visita, e assai si dolse con la -signora Ellis per averli ella di proprio arbitrio rimandati -così bruscamente. -</p> - -<p> -True aspettò il sabato a fine di comunicare alla -piccina, in presenza di Guglielmo, il divisamento di -mandarla a scuola. Gertrude su quel subito recalcitrò; -ma Guglielmo approvava l'idea calorosamente, -e quando lo zio True ebbe soggiunto che gliel'aveva -suggerita la signorina Graham, ella acconsentì, -sebbene non senza riluttanza, a cominciare la -settimana ventura, per prova. Quindi il lunedì seguente -egli la condusse a una scuola elementare. Vi -fu ammessa, e la sua educazione incominciò. Il sabato -dopo, il ragazzo, non appena venuto a casa, -secondo il solito, entrò come una folata di vento -<span class="pagenum" id="Page_80">[80]</span> -nella camera del vicino, tanto lo pungeva la curiosità -di sapere che impressione avesse fatto la scuola -a Gertrudina. La trovò seduta alla tavola con davanti -il suo abbecedario aperto. -</p> - -<p> -— O Guglielmo, o Guglielmo! — gridò ella vedendolo -apparire. — Vieni a sentirmi leggere! — -</p> - -<p> -«Leggere» era forse dir troppo. Le sue cognizioni -non s'estendevano oltre l'alfabeto e qualche -sillaba compitata. Ma Guglielmo non le fu parco -d'elogi, ben meritati del resto, perchè era stata veramente -diligentissima. Egli rimase stupito udendola -dichiarare che le piaceva la scuola, le piaceva -la maestra, le piacevano le condiscepole. S'aspettava -invece che tutta la baracca le dispiacesse tanto -da farla «andar nei nuvoli»; espressione da lui -usata per indicare i suoi accessi di collera. S'era -ingannato. Finora almeno, le cose procedevano a -maraviglia. Gertrude non gli era mai sembrata così -allegra, così felice come quella sera. Egli le promise -d'assisterla ne' suoi studi; e i programmi letterari -dei due fanciulli salirono tanto alto, che pareva -di sentir discorrere un poeta laureato e un filosofo. -</p> - -<p> -Durante alcune settimane tutto infatti andò per -la piana. Gertrude frequentava la scuola regolarmente -e seguitava a fare rapidi progressi. Guglielmo -veniva tutti i sabati a sentirla leggere, e l'aiutava, -l'incoraggiava con le sue lodi. Il perspicace -ragazzo però ebbe presto il sospetto che ella avesse -già avuto qualche attrito con certune delle scolare -più grandi contro le quali cominciava a manifestare -sintomi d'avversione. Insomma, qual si fosse l'origine -dell'ostilità latente, la crisi non tardò a scoppiare. -</p> - -<p> -Un giorno, mentre le bambine erano radunate nel -cortile della scuola per la ricreazione, venne a passare -di là, lungo il marciapiede, Trueman in abito -da lavoro, con la scala portatile e il vaso dell'olio. -Gertrude lo vide, e saltando, ridendo, chiamandolo -forte, corse in istrada, lo raggiunse. Trattenutasi -due o tre minuti, rientrò di galoppo, trafelata ed -allegra, eccitatissima dalla gioia di quell'incontro -insperato. La truppa delle «grandi» che da un -<span class="pagenum" id="Page_81">[81]</span> -pezzo le si mostravano poco benevole, l'aveva osservata, -e tosto ch'ella fu di ritorno una di loro le -domandò: -</p> - -<p> -— O chi è quell'uomo? -</p> - -<p> -— È mio zio True. -</p> - -<p> -— Tuo.... che cosa? -</p> - -<p> -— Mio zio, il signor Flint. Io sto con lui. -</p> - -<p> -— Sicchè tu appartieni al lampionaio? — fece la -ragazza con tono insolente. — Ah, ah, ah! -</p> - -<p> -— Che c'è da ridere? — disse fieramente Gertrude. -</p> - -<p> -— Uh! Io con lui non ci starei davvero, sudicio -affumicato com'è.... Vecchio Negrone! — -</p> - -<p> -L'epiteto ebbe fortuna, e in un baleno circolò da -un angolo all'altro del cortile, fra matte risa. -</p> - -<p> -Gertrude era furibonda. Con gli occhi scintillanti -e i pugni stretti, si slanciò senza esitare contro la -folla, sfidandola a battaglia. Ma sopraffatta dal numero -delle avversarie, ed accecata dalla propria -collera, ebbe naturalmente la peggio e fu cacciata -fuori. -</p> - -<p> -Ella si diresse a tutta corsa verso casa, piangendo -e urlando con quanto n'aveva in canna. Nella sua -fuga precipitosa dette di cozzo, sul marciapiede, in -una signora alta e massiccia, dal portamento piuttosto -rigido, la quale camminava lentamente nella -direzione medesima, con un'altra d'assai minore statura, -appoggiata al suo braccio. -</p> - -<p> -— Misericordia! — esclamò il donnone che tra la -violenza dell'urto improvviso e il suo spavento aveva -quasi perduto l'equilibrio. — Orrida monella! — -</p> - -<p> -E così dicendo scoteva Gertrude ch'ella era giunta -ad afferrare per una spalla. Quest'incidente non -servì che a raddoppiare il furore della piccina, e insieme -la sua velocità. In pochi minuti ella fu nella -camera di Trueman, acquattata in un cantuccio dietro -il letto, con la faccia contro il muro e coperta -dalle mani, secondo il suo costume nei momenti critici. -Là si trovò libera di strillare quanto voleva, -perchè la signora Sullivan era uscita e nessun altro -l'udiva; favorevole circostanza di cui approfittò largamente. -</p> - -<p> -Non a lungo però. A un tratto sentì chiudere il -<span class="pagenum" id="Page_82">[82]</span> -cancello della corte con un colpo secco, e passi che -al suono le parvero d'estranei attirarono la sua attenzione, -avvicinandosi all'entrata del quartierino. -Ella fece uno sforzo per dominarsi, e dopo due ultimi -singhiozzi spasmodici riescì a tacere. Fu picchiato -all'uscio. Non rispose nè si mosse dal suo nascondiglio. -Senza ripicchiare, qualcuno alzò il saliscendi, -ed entrò. -</p> - -<p> -— Non dev'esserci nessuno, — disse una voce femminile. — Peccato! -</p> - -<p> -— No? Me ne dispiace, — disse un'altra i cui -dolci toni musicali rivelarono subito a Gertrude la -presenza d'Emilia Graham. -</p> - -<p> -— Lo sapevo io che avreste fatto meglio a non -venire qui voi stessa! — riprese la prima, ch'era -quella della signora Ellis: il donnone a cui Gertrude -aveva fatto pigliare quel grosso spavento. -</p> - -<p> -— Oh, non mi dolgo d'esser venuta! — rispose la -signorina. — Potete benissimo lasciarmi qui e andare -da vostra sorella. Intanto, o il signor Flint o -la bimba, probabilmente ritornerà a casa. -</p> - -<p> -— Non è convenienza, signorina Emilia, che voi -siate portata in giro come un pacco che si depone -qua o là e si viene a riprendere. L'altro giorno aspettando -il pastore in chiesa vi buscaste una terribile -infreddatura di cui siete a mala pena guarita.... Il -signor Graham finirà con l'inquietarsi.... -</p> - -<p> -— Oh, non vi mettete in pensiero, signora Ellis! -Qui si sta veramente bene. La chiesa è un po' umida -io credo. Via, mettetemi nel seggiolone del signor -Flint; io son contenta così. -</p> - -<p> -— E sia, allora. Ma per ogni conto, farò un buon -fuoco in quella stufa prima d'andarmene. — -</p> - -<p> -L'energica governante afferrò l'attizzatoio, accozzò -i carboni, usò senza risparmio le fascine di True, -e dopo aver aspettato di veder alzarsi la fiamma e -sentirla scoppiettare, mise da parte il boa ed il cappellino -d'Emilia, e uscì col suo passo grave e sonoro, -il quale, quando erano venute, aveva reso così -impercettibile quello leggerissimo della giovane, da -far credere a Gertrude che una sola persona attraversasse -la corte. Tosto che il rumore del cancello -avvertì che la signora Ellis era davvero partita, la -<span class="pagenum" id="Page_83">[83]</span> -bambina cessò il suo sforzo, trasse un profondo sospiro, -e si sfogò, ansimando: -</p> - -<p> -— Ohimè! Ohimè! -</p> - -<p> -— Come! — esclamò Emilia. — Tu sei qui, Gertrude? -</p> - -<p> -— Sì, — rispose ella tra i singhiozzi. -</p> - -<p> -— Vieni accanto a me, figliuola. — -</p> - -<p> -Gertrude non se lo fece dire due volte. Balzò in -piedi, corse a lei, e gettatasi per terra nascose il -capo nel suo grembo, ricominciando a pianger forte -con tal violenza, che tutto il suo corpicino ne tremava. -</p> - -<p> -— Ebbene, che t'è successo? — le domandò la -cieca. -</p> - -<p> -Ma ella non era in istato di rispondere. Quella lo -comprese, e senza più interrogarla se la pigliò sulle -ginocchia, le fece posar la testa sulla sua spalla, e -asciugò con la propria pezzuola le lacrime che le -inondavano la faccia. -</p> - -<p> -Le sue tenere parole, le sue carezze, calmarono la -piccina; e quando si fu chetata, invece d'insistere -subito per conoscere la causa di quella disperazione, -ella molto giudiziosamente le diresse altre domande; -infine però le chiese se andasse a scuola. -</p> - -<p> -— <i>Ci sono andata,</i> — rispose Gertrude sollevando -la testa. — Ma non ci vo mai più, <i>mai</i>! -</p> - -<p> -— Che dici? E perchè no? -</p> - -<p> -— Perchè <i>odio</i> quelle ragazzacce, — proruppe la -bimba, irosamente. — Sì le odio! Brutte! Maligne! -</p> - -<p> -— Gertrude, Gertrude, — ammonì Emilia — non -parlare così. Tu non devi odiare nessuno. -</p> - -<p> -— Perchè non devo? -</p> - -<p> -— Perchè è un gran peccato. -</p> - -<p> -— No che non è un <i>peccato</i>! Io vi dico di no! E -le odio quelle maligne, e odio Annetta Grant, e l'odierò -sempre!... Voi non odiate dunque nessuno? -</p> - -<p> -— Io <i>no</i>. -</p> - -<p> -— Ma nessuno mai affogò il vostro gattino? Nessuno -mai chiamò vostro padre Vecchio Negrone sudicio -affumicato? Se ve n'avessero fatte di questa -posta, odiereste voi pure come me! -</p> - -<p> -— Gertrude, — disse la giovane cieca, solennemente — tu -mi dicesti l'altro giorno che sei una -<span class="pagenum" id="Page_84">[84]</span> -bimba cattiva, ma che desideri diventar buona e ti -sforzerai di riescirvi. Vero? Ebbene, se vuoi diventar -buona e farti perdonare, bisogna che tu perdoni -agli altri. — -</p> - -<p> -Gertrude tacque. -</p> - -<p> -— Non brami che Dio ti conceda il suo perdono -ed il suo amore? -</p> - -<p> -— Dio che sta lassù in cielo e ha fatto le stelle? -</p> - -<p> -— Sì. -</p> - -<p> -— Credete che mi amerà e permetterà che vada -in cielo anch'io una volta o l'altra? -</p> - -<p> -— Sì, se tu sarai buona e amerai tutti quanti. — -</p> - -<p> -Dopo avere riflettuto un poco la bambina concluse: -</p> - -<p> -— Signorina Emilia, proprio non posso. Sicchè -non ci andrò mai, lo veggo. — -</p> - -<p> -In quella sentì cadere una lacrima sulla sua fronte. -Alzò gli occhi, e fissò nel volto della cieca uno -sguardo pensoso. -</p> - -<p> -— Cara signorina Emilia, voi ci andrete? -</p> - -<p> -— Procuro di meritarlo. -</p> - -<p> -— Mi piacerebbe andarci con voi, — disse Gertrude -scotendo la testa. -</p> - -<p> -E s'immerse in una profonda meditazione. Emilia -stimò di non doverla interrompere. -</p> - -<p> -— Sentite, — riprese alfine la bambina con voce -così sommessa ch'era appena un mormorio — vorrei -<i>provarmici</i> ma temo di <i>non potere</i>. -</p> - -<p> -— Dio ti benedica e t'aiuti, figliuola mia, — disse -la cieca ponendole la destra sul capo. -</p> - -<p> -Nessuna delle due parlò più. Passò così un buon -quarto d'ora. Emilia, la quale teneva sempre Gertrude -in grembo, s'era accorta, notando la regolarità -del suo respiro, che, esausta dalla febbrile agitazione -a cui era stata in preda, aveva finito col -cadere in un placido sonno. Quando la governante -fu di ritorno, ella, mostrandole la piccina addormentata, -la pregò di portarla sul letto. La signora Ellis -la compiacque, con un'aria di stupore, poi si volse -a lei esclamando: -</p> - -<p> -— Affemmia, signorina Emilia, quest'è la medesima -spiritata creatura urlante che per poco non è -stata dianzi causa della nostra morte! — -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_85">[85]</span> -</p> - -<p> -La giovane sorrise all'idea d'una bambinetta di -otto anni che atterrava e annientava una donna -delle dimensioni della signora Ellis, ma non disse -nulla. -</p> - -<p> -Perchè pianse Emilia quella notte, ricordando la -scena della mattinata? Perchè, china, in ginocchio, -lottò aspramente contro un fiero dolore? Perchè -con sì fervida istanza chiese a Dio di darle nuova -forza e nuovo coraggio, e implorò la Sua benedizione -sul capo della fanciulletta? Perchè in lunghi -anni di tenebre desolate, in molte ore di lotta terribile, -di disperata angoscia, ella aveva sentito che un -carattere come quello manifestato da Gertrude poteva, -in un momento di suo tremendo predominio, -funestare tutta una vita, bandirne per sempre ogni -felicità terrena. -</p> - -<p> -E però quella notte ella inalzò al Cielo un'ardente -preghiera per impetrare la grazia di rimaner ferma -nel suo proposito, di poter con l'aiuto divino -conseguire il suo fine immortale curando quella piccola -anima della cecità che l'affliggeva. -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XI.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Un influsso da lei spira che il cuore</p> -<p>Dell'afflitto, alla vita, alla speranza,</p> -<p>Richiama dagli abissi del dolore.</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Hemans.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -Il pomeriggio della domenica seguente trovò Gertrude -seduta su un panchetto davanti a un piacevole -focherello di legna, nella camera d'Emilia. I suoi -grandi occhi erano fissi nel volto della fanciulla cieca -che sembrava esercitare su lei un vero fascino, -tale era l'attenzione con cui ella seguiva tutte le più -fugaci espressioni di quei lineamenti. — Molte altre -persone maggiori d'anni e di senno ne avevano, come -Gertrude, sentito il dolce incanto senza poterlo -definire. Non era la bellezza: almeno non una bellezza -appariscente, perchè Emilia non l'aveva mai -posseduta, neppure al tempo che due begli occhi color -nocciuola illuminavano il suo viso; nè era quella -potente attrattiva che danno ad alcune donne la voce -<span class="pagenum" id="Page_86">[86]</span> -e le maniere; la voce sua, benchè armoniosa, era così -piana, e le sue maniere così semplici, che non conquistavano -la fantasia d'assalto. Non era, infine, la -compassione per la sua cecità. Quest'immensa sventura, -certo, destava intorno a lei sentimenti di calda -simpatia; ma i suoi amici dimenticavano spesso -ch'ella <i>non vedeva</i>. Prima di tutto non erano costretti -a rammentarsene, posto che Emilia non si lamentava -mai, mai non intratteneva egoisticamente -gli altri sulla propria infermità; e poi non c'era nulla -di penoso nell'aspetto delle sue palpebre chiuse, ombreggiate -da lunghissime ciglia. Accadeva quindi -che, conversando con lei, qualcuno le parlasse di cose -evidenti soltanto per il senso della vista, o perfino -richiamasse la sua attenzione su questo o quell'oggetto: -ed ella non rimproverava lo smemorato nemmeno -con un sospiro, nè mostrava di non curarsi -del mondo visibile da cui era esclusa; ma, paga in -apparenza delle descrizioni che le venivano fatte -e delle immagini che si formava nella mente, discorreva -con piacevolezza su qualsiasi argomento preferito -da' suoi interlocutori. Alcuni dicevano che Emilia -Graham aveva una bocca graziosissima, e ne -amavano le variabili espressioni; secondo altri nulla -era più seducente in lei che la pozzetta nella sua -guancia destra; parecchie ragazze desiderose di piacere -confessavano che se avessero sperato di riescir -a ondulare i loro capelli come quelli d'Emilia, li -avrebbero intrecciati ogni sera: donava tanto! Ma -i pochi eletti che grazie alla propria spiritualità erano -capaci di comprendere e apprezzare il carattere -della giovane cieca, i pochissimi suoi intimi che -avevano saputo le sue lotte e veduto i suoi trionfi, se -si fossero studiati di spiegarsi donde ella derivasse -il potere di rapire i cuori e guadagnar l'amore e -l'ammirazione di tutti, giovani e vecchi, avrebbero -detto come Gertrude quella domenica che sedeva ai -suoi piedi, fissandola intensamente: «Signorina -Emilia, voi siete stata con Dio!» -</p> - -<p> -Gertrude, certo, era una strana bambina. Per -quanto ignorante, sentiva la superiorità d'Emilia -Graham su ogni persona da lei finora conosciuta; -e nella sua fede ch'ella appartenesse a un ordine di -<span class="pagenum" id="Page_87">[87]</span> -creature sovrumane, credeva implicitamente alla verità -delle sue parole, si lasciava di buon grado guidare -ove ella voleva, sicura che non cercava se non -di giovarle perchè l'amava. -</p> - -<p> -Con la sua voce soave Emilia impartiva alla piccola -uditrice seduta dinanzi a lei sul panchettino, -la prima lezione per insegnarle a distinguere il bene -dal male. Ella non vedeva il visetto pensoso levato -verso il suo viso; ma la profonda attenzione di Gertrude, -che non fiatava, non si moveva, e più la stretta -delle manine che avevano preso una sua mano -e la tenevano, le provavano che di già un gran punto -era vinto. -</p> - -<p> -Gertrude non era più ritornata a scuola dopo il -suo conflitto con le «grandi». A tutte le esortazioni -di True ella aveva opposto un'ostinazione invincibile. -Ma la signorina Graham, la quale comprendeva -meglio di lui la natura della bambina, fece valere -ragioni ben più forti di quelle che aveva potuto adoperare -egli, e riuscì nell'intento che a lui era fallito. -Ciò che eccitava così fieramente l'indignazione -di Gertrude era l'insulto recato al suo vecchio amico; -ma ella le presentò la cosa sotto un diverso -aspetto, e la persuase che se amava davvero lo zio -True, glielo avrebbe dimostrato in assai miglior modo -obbedendo a' suoi desiderî che non ostinandosi -in una pazza collera. Ottenuta così da lei la promessa -che la mattina seguente sarebbe andata a scuola, -le diede savi consigli circa il contegno da osservare -verso le condiscepole che avevano provocato la sua -avversione contro di loro, e la tranquillò dicendole -che il signor Flint l'avrebbe certo accompagnata e -fatto alla maestra le debite scuse per la sua assenza, -nel qual caso ella non aveva più da temere difficoltà -nè dispiaceri. -</p> - -<p> -True, infatti, lietissimo della sua resipiscenza, -andò alla scuola con lei, chiese della maestra, e nella -sua maniera un po' rozza, ma schietta, le espose -il caso e le affidò la bambina. -</p> - -<p> -La signorina Browne era una giovane di buon -senso e buoni sentimenti. Vide le cose nella vera -luce. E chiamate in disparte le ragazze che con la -loro malevola petulanza avevano eccitato la collera -<span class="pagenum" id="Page_88">[88]</span> -della piccola, parlò in guisa che si vergognarono -della loro condotta e s'astennero in seguito dal molestare -Gertrude. Questa poi strinse amicizia con -due scolarette dell'età sua, ch'erano tra le più tranquille; -nelle ore di ricreazione si divertiva con loro, -e non ci furono altri guai. -</p> - -<p> -Passò l'inverno. Ritornarono le tiepide giornate -di primavera, liete di sole, in cui Gertrude poteva -sedere davanti alla finestra aperta o sulla soglia -dell'uscio, quando gli uccelli cantavano, la mattina, -tra i rami d'una vecchia acacia piantata nella stretta -corte, o il tramonto raggiava la sua luce d'oro -nella vasta camera di True e ci si vedeva a leggere -fin quasi all'ora di coricarsi. -</p> - -<p> -Ella aveva frequentato la scuola durante tutto -l'inverno scorso, e fatto rapidi progressi, come sogliono -i fanciulli intelligenti cui non s'è offerta l'opportunità -d'istruirsi che ad un'età nella quale la -mente già stimolata dall'ambizione è più pronta ad -apprendere e più capace di buon profitto. Era fiorente -di salute, e sempre linda, perchè Emilia la -provvedeva generosamente di vestiti e biancheria, -e la signora Sullivan prendeva cura della sua guardaroba. -Ed era felice ed allegra, e saltellava per la -casa, così vispa, così leggera, che True diceva che -il suo uccellino non toccava mai la terra col tallone -ma svolazzava attorno sulle punte dei piedini. -</p> - -<p> -Il vecchio non avrebbe potuto amare con maggior -tenerezza la sua figlioletta adottiva, se ne fosse stato -il vero padre. Quando egli sedeva al suo fianco sulla -grande panca che venuta la bella stagione era stata -portata fuori, nella corte, e ascoltava, paziente ed -attento le storie ch'ella gli leggeva ad alta voce, -storie di bambine che non dicevano mai bugie, di -ragazzini che obbedivano sempre i genitori, e specie -di fanciulli che sapevano dominare il loro temperamento -focoso, sembravano proprio fatti l'uno -per l'altra, com'erano realmente. Il piacere che il -buon uomo trovava in quei libri, donati da Emilia -e letti e riletti da Gertrude, era così vivo e costante -come se fosse stato un ragazzo anch'egli. Coi gomiti -sulle ginocchia e il mento sulle palme, True stava -a sentire gl'ingenui raccontini ridendo quando ella -<span class="pagenum" id="Page_89">[89]</span> -rideva, commovendosi non meno cordialmente di lei -alle peripezie delle piccole eroine, e godendo del finale -trionfo della verità, dell'obbedienza, della pazienza. -</p> - -<p> -Emilia sapeva quale profonda impressione spesso -facciano queste prime letture sull'animo dei bambini, -e sceglieva i libri per la sua protetta con molta -cura e molto criterio. La vita di Gertrude era adesso -prospera e tranquilla quanto in passato misera e -tormentata. Sei mesi innanzi si sentiva sola al mondo, -negletta, non amata da nessuno. Adesso aveva -parecchi amici e sapeva che vuol dire essere oggetto -di cure affettuose, provveduta del necessario, -accarezzata. Tutti i giorni della settimana avevano -le loro gioie, ma il sabato e la domenica erano, come -per la signora Sullivan, giorni beati, perchè Guglielmo -veniva a udirla recitare le sue lezioni, a -condurla a spasso, a ridere, a fare il chiasso con -lei. Egli aveva sempre tante cose amene da raccontarle, -era tanto pieno di vita, di brio, tanto pronto -a partecipare a tutti i suoi disegni, a divertirla in -mille maniere, ch'ella già dal lunedì mattina cominciava -a contare i giorni fino al sabato venturo. -E poi, allora, se c'era qualche piccolo guaio, se per -esempio il vecchio orologio a pendolo s'era fermato, -o s'era rotto un balocco, o peggio ancora le lezioni -erano troppo difficili, Guglielmo rimediava a tutto, -la traeva da ogni difficoltà, la consolava d'ogni suo -puerile dispiacere. La madre stessa non lo attendeva -con più ansiosa impazienza di Gertrude. -</p> - -<p> -Ma il pomeriggio della domenica ella lo passava -sempre con Emilia, nella camera di lei, ascoltando -la sua voce soave, imbevendosi del dolce suo spirito. -Emilia non le faceva prediche, non la stancava -con esortazioni e precetti. La bambina neppur -si sognava d'esser là per <i>imparare</i> qualche cosa. E -intanto la giovane cieca diffondeva a grado a grado -la luce in quell'anima oscura. Gl'insegnamenti divini, -le verità generatrici di virtù, vi s'impiantavano -per opera sua, con forza, ma in modo così naturale -che Gertrude non s'accorgeva dell'azione esercitata -su di lei. In progresso di tempo, però, quando -la bontà fu appieno fortificata nell'intimo del suo -<span class="pagenum" id="Page_90">[90]</span> -essere, e le prime sue deboli resistenze al male, le -prime sue infantili risoluzioni di perseveranza nel -bene si furono maturate in principî saldamente radicati, -e confermate nella pratica, ella riandando il -passato comprese che là, in quelle domeniche benedette, -mentre ascoltava Emilia sedendo su un panchetto -a' suoi ginocchi, aveva ricevuto nel cuore i -primi raggi della luce immortale che mai non s'estingue. -</p> - -<p> -Così la sua tacita preghiera a Dio era stata esaudita. -Egli aveva mandato alla fanciulletta ignara -un suo messaggero terrestre, perchè la guidasse verso -la pace sempiterna; un messaggero a' cui occhi -suggellati erano invisibili i sentieri del mondo, ma -che per lunga esperienza conosceva la via del cielo. -E chi poteva guidarla meglio di colei che aveva così -pazientemente appreso il cammino? Chi poteva esser -atto a dissipare le tenebre di un'altra anima, più -di colei alla quale Dio aveva dato una fiaccola divina -per rischiarare la notte ond'era avvolta la sua -vita? -</p> - -<p> -Fu per Gertrude un gran dolore l'apprendere che -la sua protettrice sarebbe tra poco andata in campagna -per passarvi l'estate. Il signor Graham possedeva -una villa amenissima a circa sei miglia da -Boston, dove tutti gli anni si recava immancabilmente -appena giunto il tempo delle piantagioni. Attivissimo -uomo d'affari durante l'inverno, quando -cominciava la stagione calda evadeva dal suo scrittoio, -abbandonava il libro maestro e la corrispondenza -commerciale, per dedicarsi tutto alle salubri -fatiche e alle delizie del giardinaggio. Emilia promise -alla bambina che un giorno di bel tempo l'avrebbe -fatta venire alla villa, e sarebbero state insieme -dalla mattina alla sera. Di questa visita Gertrude -godette tre mesi avanti, nell'immaginazione, -e più di tre mesi dopo, nella memoria. -</p> - -<p> -La compensò alquanto dell'assenza d'Emilia il piacere -di veder più spesso Guglielmo, il quale grazie -alla lunghezza delle giornate trovava ora modo di -fare qualche scappatina a casa, la sera. E Guglielmo -sapeva confortarla qualunque fosse la causa del suo -dolore. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_91">[91]</span> -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XII.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Ogni minuto scoccando</p> -<p>T'apporti di saper nova ricchezza,</p> -<p>Ogni minuto volando</p> -<p>Canti la tua bontà, la tua saggezza.</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Cotton.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -Una bella sera, sul finir dell'aprile, Gertrude, che -era stata a salutare la signorina Graham prima della -sua partenza per la campagna, sedeva in fondo -alla corte, piangendo amaramente. Ella teneva in -mano un libro e una lavagna nuova; i doni che Emilia -le aveva fatto nell'accomiatarsi. Ma il libro era -sempre involtato in un foglio, e la lavagna cosparsa -di lacrime. Assorta nel dolore di quel distacco (il -primo per lei dei tanti da cui la vita è contristata) -non udì i passi che s'avvicinavano, nè s'avvide che -qualcuno le stava dappresso, finchè non sentì due -mani posarsi sulle sue spalle. Si voltò e si trovò tra -le braccia di Guglielmo, con la faccia lacrimosa contro -la sua faccia ridente. -</p> - -<p> -— Olà, Gertrude! — esclamò egli. — Cotesta accoglienza -tu mi fai quand'io vengo a casa una sera -entro la settimana per passarla con voialtri? La -mamma e il nonno sono fuori, cerco di te, e ti trovo -immersa in un mare di lacrime che non mi lascia -nemmeno vederti in viso. Via, via, smetti di piangere! -Se tu ti figurassi come sei orribile così! -</p> - -<p> -— O Guglielmo! — ella balbettò tra i singhiozzi. — Non -sai che la signorina Emilia se n'è ita? -</p> - -<p> -— Ita, dove? -</p> - -<p> -— Lontano, a sei miglia da Boston, per rimanerci -tutta l'estate. — -</p> - -<p> -Ma Guglielmo dette in una risata. -</p> - -<p> -— Sei miglia! Una distanza enorme, affemmia! -</p> - -<p> -— Io però non posso più vederla. -</p> - -<p> -— La vedrai l'inverno venturo. -</p> - -<p> -— Ohimè, l'è lunga! -</p> - -<p> -— Perchè le vuoi tanto bene? -</p> - -<p> -— Perchè lei ne vuole tanto a me. Non mi vede, -poverina, eppure mi ama, quanto, eccettuato lo zio -True, nessuno al mondo. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_92">[92]</span> -</p> - -<p> -— Io non lo credo.... no, non credo che t'ami quanto -t'amo io. Anzi ne sono <i>certo</i>. E come potrebbe -amarti del pari, lei che non t'ha mai veduta, mentre -io ti vedo, e tu sei la persona che ho più cara dopo -la mamma? -</p> - -<p> -— <i>Davvero</i>, Guglielmo? -</p> - -<p> -— Sì, davvero. Quando m'incammino verso casa, -penso sempre: «Or ora vedrò la Gertrudina.» -Quando durante la settimana succede qualche cosa -di nuovo dico in cuor mio; «Questo lo racconterò -alla Gertrudina.» -</p> - -<p> -— Io invece m'ero immaginata che non potevo -piacerti. -</p> - -<p> -— O perchè no? -</p> - -<p> -— Perchè tu sei molto bello, e io punto. Sentii -l'altro giorno Elena Chase dire a Lucrezia Davis, -che Gertrude Flint è la più brutta della classe. -</p> - -<p> -— Si vergogni! Scommetto ch'è brutta lei, piuttosto. -A me sarebbe sicuro antipatica; non potrei -soffrire nessuna ragazza che avesse detto questo. -</p> - -<p> -— Oh, ma è la verità, Guglielmo, la pura verità! — esclamò -Gertrude vivamente. -</p> - -<p> -— No, che non è! — protestò egli. — Certo, tu -non hai lunghi ricci biondi, e un visino tondo, e occhi -celesti, come Bella Clinton, e nessuno pretenderebbe -che tu sia una bellezza. Ma quando corri un -po' e le tue guance diventano color di rosa, e i tuoi -occhioni neri brillano, quando ridi così di cuore per -qualche cosa di buffo, tu mi sembri piacente più di -tutte le ragazzine che ho mai vedute in vita mia: e -posto che piaci a me, l'opinione degli altri non ha -peso. Se tu piangi, se tu soffri, io me ne affliggo come -d'una pena mia e peggio. Ieri Giorgio Bray picchiò -sua sorella Maria perchè aveva strappato il suo -cervo volante: avrei voluto rendergliele di santa ragione.... -Oh, Gertrudina, io non ti picchierei neanche -se tu facessi a pezzi tutti i miei balocchi! — -</p> - -<p> -Guglielmo faceva spesso di queste affettuose dichiarazioni, -e Gertrude vi rispondeva con egual calore. -Nè erano mère parole. I due fanciulli s'amavano -teneramente. I loro caratteri differivano assai: -egli era serio, perseverante, paziente e calmo, di -temperamento equilibrato; ella eccitabilissima, impetuosa, -<span class="pagenum" id="Page_93">[93]</span> -irrequieta, era pronta alla collera, d'umore -variabile, oltremodo sensitiva in tutta la sua natura. -Per lui, amato sempre, amato da tutti, farsi amare -era un'abitudine. Gertrude, priva d'affetti nella sua -infanzia derelitta, non cercava l'altrui simpatia, nè -invero la destava se non nei pochi che avevano occasione -di conoscerla a fondo, e in circostanze favorevoli. -Eppure si volevano un gran bene; su ciò non -poteva esserci dubbio. E il legame che li univa, si -stringeva ogni giorno più: già forte nella primavera, -nell'autunno era divenuto fortissimo, perchè -Guglielmo durante l'assenza d'Emilia aveva fatto anche -la parte di questa, oltre che la propria, e sebbene -Gertrude non dimenticasse la sua amica lontana, -l'estate trascorse per lei molto piacevolmente. -A scuola continuava a progredire in modo tale che -la signorina Graham ne rimase maravigliata quando, -in ottobre, ritornò dalla campagna. -</p> - -<p> -L'inverno seguente non fu meno felice. Il tenero -sentimento della giovane cieca verso la sua piccola -protetta, anzichè diminuito, sembrava aumentato -dal tempo e dalla lontananza. Le visite di Gertrude -si fecero più frequenti che mai, e più che mai profittevoli; -ma non a lei sola. Emilia, la quale l'inverno -passato soleva farla leggere di tanto in tanto -per giudicare de' suoi progressi, trovò, alla prima -prova, che la scolaretta era giunta, nell'arte della -lettura, a un grado d'eccellenza non comune tra le -persone adulte. Ella non solo leggeva con molta intelligenza, -ma aveva intonazioni ed accenti ammirabili. -La cieca gustava nell'udirla un sì raro piacere, -che ella, conciliando la propria sodisfazione -con un benefizio per la bambina, le propose di venire -a prestarle ufficio di lettrice un'ora ogni giorno. -</p> - -<p> -Gertrude non capiva in sè dalla gioia all'idea di -esser utile alla sua cara signorina; giacchè ella le -aveva presentato la sua proposta come la richiesta -d'un favore, dicendole che così i suoi occhi servirebbero -a tutt'e due. Fu dunque convenuto che Trueman, -quando usciva per il suo giro di lampionaio, -l'avrebbe condotta in casa Graham, e sarebbe venuto -a riprenderla al suo ritorno; accomodamento che -permetteva alla piccola lettrice d'essere puntualissima. -<span class="pagenum" id="Page_94">[94]</span> -Soltanto chi ne ha fatto l'esperienza può sapere -quanta roba s'arrivi a leggere nel corso di sei -mesi dedicando costantemente a quest'occupazione un'ora -quotidiana. Emilia non restringeva la scelta -dei libri a quelli che non oltrepassano le ordinarie -capacità dei fanciulli, stimando non a torto che una -ragazzetta dotata di così vivace intelligenza, non -avrebbe sofferto per lo sforzo d'intuire cose superiori -alla sua comprensione, in cui le poteva accadere -d'imbattersi, ma che al contrario il suo ingegno -ne sarebbe acuito e accresciuto il suo desiderio -di sapere. Opere di storia, biografie, descrizioni di -viaggi, furono scorse da Gertrude a un'età in cui -generalmente i lettori non si compiacciono che nelle -fiabe e nelle figure. E la bambina pareva anzi preferire -queste letture serie. Con l'aiuto delle pazienti -spiegazioni d'Emilia, ella andava accumulando nel -suo piccolo cervello molti fatti importanti, molte -nozioni utili. In quegli anni la memoria è forte, e -grazie alla potenza della ritenitiva le cose impresse -allora nella mente si ricordano quasi sempre meglio -di quelle apprese più tardi quando i pensieri -sono più disturbati e divisi. -</p> - -<p> -Il suo libro favorito era un trattatello d'astronomia -che la confondeva co' suoi enigmi, ma tanto -maggiormente l'attraeva, perchè chiarendole alcuni -punti, lasciava per lei tutto il resto in un mistero -affascinante: mistero ch'ella si riprometteva d'esplorare -un giorno, in tutta la sua profondità. Quest'ambizione -d'imparare sempre più, di comprendere sempre -meglio, era in fin dei fini il preziosissimo tra i -benefizi derivatile da' suoi studi. Destate una tale -ambizione in un fanciullo, ispirategli l'amore della -lettura, e otterrete risultati migliori che da anni di -sgobbo sulle panche della scuola dove il cuore non -lavora insieme con la testa. -</p> - -<p> -Gertrude frequentò la scuola pubblica fino ai dodici -anni compiuti, passando rapidamente di promozione -in promozione; ma ciò che aveva imparato -con la signorina Graham e con Guglielmo rappresentava -una parte considerevole delle sue cognizioni. -Guglielmo, amantissimo dello studio, era lieto dell'ardore -con cui la sua piccola amica lo secondava. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_95">[95]</span> -</p> - -<p> -E realmente la loro collaborazione, il mutuo incoraggiamento -che trovavano nella comunanza dei -loro gusti intellettuali, erano di grande vantaggio -ad entrambi. Due anni dopo che avevano stretto -amicizia egli già non poteva più esser detto un fanciullo: -passava i quindici, e cominciava ad avere un -aspetto virile. Ma la diligenza e il fervore di Gertrude -esercitavano su di lui un influsso ancor più -vivo: perchè se la bambina di dieci anni, nel suo -desiderio d'istruirsi, stava volonterosamente a tavolino -fin oltre le nove di sera, il giovanetto quindicenne -non doveva stropicciarsi gli occhi e addurre -la scusa della stanchezza. -</p> - -<p> -Fu appunto in su quel tempo che principiarono a -studiare il francese. L'antico maestro di Guglielmo -conservava una gran benevolenza verso l'alunno che -era stato sempre il migliore della classe, e che avrebbe -certo riportato i primi premi se un dovere imperioso -non lo avesse costretto ad interrompere il corso -degli studi avanti gli esami finali, per darsi a più -umili occupazioni. Ogni qualvolta lo imbatteva, sia -in istrada, sia altrove, gli domandava che facesse, -e se continuasse a coltivare il suo bell'ingegno. Saputo -ch'egli aveva parecchie ore di libertà, caldamente -lo consigliò d'imparare la lingua francese -la cui cognizione gli sarebbe senza dubbio tornata -utilissima, qualunque fosse la carriera che avesse -intrapresa; e s'offerse di prestargli tutti i libri necessari. -</p> - -<p> -Guglielmo non mancò d'approfittare del consiglio -e dell'offerta, e ci si mise di buzzo buono. Quando -era a casa la sera, veniva a studiare nella camera -di True, parte per amore della quiete che vi godeva -(True era il più quieto uomo del mondo e rispettava -troppo la scienza perchè osasse disturbare gli studenti -con domande oziose), parte per amore di Gertrude, -la quale a quell'ora faceva di solito i suoi -compiti. Come era da aspettarsi, inteso che Guglielmo -imparava il francese, questa s'invogliò forte -d'impararlo anche lei. Egli acconsentì a farla provare, -però senza gran fiducia ch'ella avrebbe perseverato -nell'intento. Con sua maraviglia, Gertrude -invece manifestò non solo una perseveranza mirabile, -<span class="pagenum" id="Page_96">[96]</span> -ma una grande disposizione allo studio delle -lingue; e avendola Emilia fornita degli stessi libri -che aveva egli, ella progredì di pari passo con lui. -E spesso, in capo alla settimana, era riuscita a tradurre -più esercizi che non avesse trovato tempo di -fare Guglielmo. Il sabato era la loro gran serata; -True sedeva nel suo vecchio seggiolone accanto al -fuoco, e contemplava i due ragazzi seduti fianco a -fianco davanti alla tavola, intenti e chini su una -pagina che a lui faceva l'effetto d'un labirinto oltremodo -complicato. Gertrude cercava le parole: -aveva un'abilità particolare a questo lavoro; i suoi -occhi sfavillanti colpivano sempre giusto nel cuore -del dizionario, infilzando i vocaboli voluti. A Guglielmo -toccava «fare il senso». La prima volta -che True colse a volo quest'espressione fu la sola che -si fece lecito d'interromperli con un'ingenua facezia. -</p> - -<p> -— Fai «il senso» Guglielmo?... Il «buon senso» -mi raccomando.... Ce n'è tanto bisogno in questo -mondo! — -</p> - -<p> -Era ben naturale che nelle condizioni propizie di -cui fruiva Gertrude, guidata e consigliata da Emilia, -assistita e incoraggiata da Guglielmo, il suo intelletto -dovesse rapidamente svilupparsi e irrobustirsi. -Ma che n'era del piccolo suo cuore che ad un -tempo teneramente affettuoso ed impulsivo, sensitivo -ed appassionato, ora palpitava d'amore e di gratitudine, -ora bruciava nel fuoco divorante che il sentimento -d'un torto ricevuto, la coscienza di un'offesa, -recata a lei o ad uno dei suoi amici, v'accendeva -d'improvviso? Nei suoi due anni d'infanzia felice, -aveva ella imparato a padroneggiarsi? Era giunta -a distinguere chiaramente il bene dal male, il vero -dal falso? In una parola, era Emilia stata fedele alla -missione impostasi di sua spontanea volontà, al suo -nobile proposito d'addolcire il cuore, d'illuminare -l'anima della creatura ignorante? Aveva Gertrude -appreso la religione, trovato Dio, cominciato a seguire -pazientemente il sentiero ch'è rischiarato da -una luce santa e conduce alla pace eterna? -</p> - -<p> -Sì, aveva <i>cominciato</i>, e sebbene spesso le fallisse -il piede, sebbene talvolta la pazienza le venisse meno -nell'angusta via, ed ella ne uscisse per rallentare il -<span class="pagenum" id="Page_97">[97]</span> -freno al suo irascibile temperamento, bambina qual'era -ancora, si poteva fondare una ragionevole speranza -sulla sincerità delle sue buone intenzioni, sulla -profondità della sua contrizione quando accadeva -che il male riprendesse l'antico predominio. Emilia -non si risparmiava alcuna pena per insegnarle dove -ella dovesse riporre la sua intera fiducia, e già la -piccola Gertrude aveva imparato a invocare un soccorso -più alto del suo, ad appoggiarsi a un braccio -più forte. -</p> - -<p> -La signorina Graham s'era messa a un'ardua impresa -assumendosi d'educare il cuore e la mente di -una fanciulletta lasciata crescere nell'assoluta ignoranza -d'ogni virtù. Su alcuni punti, tuttavia, e dei -più importanti, ella non trovò le difficoltà che s'aspettava. -Per esempio, dopo avere spiegato una volta -la differenza tra l'onestà e la disonestà, la verità -e la menzogna, non ebbe occasione alcuna di far -rimostranze a Gertrude che, leale per sua natura, -non aveva mai commesso la bassezza di mentire se -non indottavi da un estremo terrore. Infatti i caratteri -fieri ed impetuosi come quello, ch'era in lei -il maggior difetto, appunto perchè tali, sono generalmente -altrettanto franchi e sinceri. Anche innanzi -d'esser divenuta virtuosa, l'orgoglio quasi sempre -la ratteneva dal dissimulare la verità. Pochi mesi -dopo averla conosciuta, Emilia era ben sicura di poter -fidare nella sua parola. E questa certezza che -la verità, radice d'ogni cosa santa, aveva così presto -preso dimora in quell'anima infantile, era stata -il maggiore incoraggiamento a perdurare nei suoi -sforzi. Ma l'alterezza e la sensitività di Gertrude -sembravano innate; la tirannia, i cattivi trattamenti -non avevano potuto soffocarle, anzi s'erano vigorosamente -sviluppate in mezzo alle circostanze più -sfavorevoli. La bontà, la benevolenza ottenevano tutto -da lei, la persuadevano, la soggiogavano; ma ella -non sarebbe stata capace di tollerare un freno imposto -severamente, per opportuno, per necessario che -fosse. Emilia sapeva che spesso l'autorità stessa dei -genitori non basta a governare questi spiriti indocili. -Ella non conosceva che un potere tanto forte -da vincere l'orgoglio umano, da spegnere le passioni -<span class="pagenum" id="Page_98">[98]</span> -terrene: quello dell'umiltà cristiana, innestata nel -cuore: umiltà di <i>principio</i>, umiltà di <i>coscienza</i>. L'unico -potere a cui l'orgoglio ingenito presti omaggio, -e la passione ceda. -</p> - -<p> -Invero ella sapeva pure che un ordine, di qualsiasi -natura, dato a Gertrude da lei o dallo zio True sarebbe -prontamente obbedito, perchè la bambina, conscia -che l'amore lo dettava, per amore vi si sarebbe -sottomessa; ma a fine di provvedere ad ogni contingenza, -di fare che il cuore fosse retto come la vita, -occorreva ch'ella mirasse a un fine più sublime che -quello di compiacere le persone a lei care; e insegnandole -la dottrina del suo Divino Maestro, Emilia -le infondeva la forza di fare e di patire, di sopportare -e di perdonare, per quando, indipendente, -non avrebbe più avuto altra guida che sè medesima. -</p> - -<p> -Qual profitto Gertrude avesse tratto dalle cure e -dall'istruzione ricevute in questi due anni, mostrò -il seguito della sua storia. Passò per molte prove, -sostenne molte lotte, ebbe sconfitte e vittorie. -</p> - -<p> -La signorina Graham era sodisfatta e piena di speranza, -True superbo ed esultante, la signora Sullivan -e perfino il vecchio Cooper dicevano che il suo -contegno e il suo aspetto s'erano maravigliosamente -mutati in meglio, e ch'ella aveva maniere assai garbate -per una bambina della sua condizione. -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XIII.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Non fantasia capricciosa</p> -<p>Nè d'ora oziosa influsso passeggero,</p> -<p>Nè clamore di folla, nè aura popolare</p> -<p>Potrà mai farlo errare fuor del retto sentiero.</p> -<p class="i6"><span class="smcap">W. G. Simms.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -Era il terzo inverno da che Gertrude stava con -True. Un sabato sera Guglielmo entrò, al solito, con -la grammatica francese e il dizionario sotto il braccio, -ed esclamò, gettando i libri sulla tavola: -</p> - -<p> -— Oh, Gertrude, prima di metterci a studiare bisogna -ch'io racconti a te e allo zio True la comica -avventura che m'è capitata quest'oggi! Ne ho tanto -riso dianzi con la mamma! -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_99">[99]</span> -</p> - -<p> -— Sì, vi sentivo ridere, — disse Gertrude. — Se -non avessi avuto troppo da fare sarei anzi venuta -a vedere che c'era di così straordinariamente buffo. -Suvvia, racconta. -</p> - -<p> -— Non pensate che sia uno scherzo.... Non sarei -esilarato a questo segno se la non fosse stata la più -bizzarra vecchietta ch'io abbia mai visto in vita mia. -</p> - -<p> -— Che vecchietta?... Non ci hai detto nulla di vecchie -nè di giovani, finora! -</p> - -<p> -— Bene, incomincio.... ecco!... Avete visto come -ogni cosa era coperta di ghiaccio stamani? Che -splendore! Quando il sole è arrivato al grande olmo -di fronte all'ingresso della farmacia, e lo ha fatto -brillare tutto, ho pensato che non poteva esserci al -mondo nulla di più bello.... Ma questo non ha che -vedere con la mia vecchietta.... salvo che i marciapiedi -erano abbaglianti come tutto il resto.... -</p> - -<p> -— Eh, lo so! — interruppe Gertrude. — Nell'andare -a scuola sono sdrucciolata.... -</p> - -<p> -— Davvero? — disse Guglielmo. — Non ti sei mica -fatta male? -</p> - -<p> -— No, punto. Ma prosegui. Sono impaziente di sapere -della vecchietta. -</p> - -<p> -— Verso le undici stavo sull'uscio, guardando fuori, -quand'ecco, vedo venire avanti la più strana persona -che uno si possa immaginare. Devo descrivervi -la sua abbigliatura. Aveva una specie di veste nera, -non so se di seta o di raso, stretta stretta e con -tutt'in giro una guarnizione di trina d'un bruno -incerto: probabilmente una volta era nera anche -quella, ma adesso non più. Sulla veste portava un -mantello di seta bigia che pareva uscito dall'arca -di Noè, e sul mantello una baverina di colore diverso, -la quale data, io credo, da una generazione -anteriore. Non tento di darvi un'esatta idea del suo -cappello: vi dirò soltanto ch'era grande il doppio -dei più grandi che sfoggino le altre donne, e che -ne scendeva, fin quasi ai piedi, un velo trinato, a -disegni vistosi, gettato da una parte. Ma il colmo -della stravaganza erano i suoi occhiali, con due lenti -enormi, come non se ne sono mai viste; qualche cosa -d'orrendo. Un sacchetto da lavoro, fatto di seta nera -con cucitevi sopra a zig-zag numerose listerelle di -<span class="pagenum" id="Page_100">[100]</span> -stoffe di tutti i colori dell'arcobaleno, era appeso al -suo braccio sinistro, e al sacchetto stavano appuntati, -mediante spilli d'ottone, la pezzuola, un immenso -ventaglio di penne (te lo figuri, con questo -fresco?), un fazzoletto da involtare roba, un giornale.... -Misericordia! Non mi rammento neanche la -metà degli oggetti che ne penzolavano, tutti in un -mazzo, raccomandati alla resistenza del cordone! -Eppure il suo vestiario non poteva dirsi la maggiore -stranezza in lei. Ciò che la rendeva singolarmente -ridicola era la sua andatura: camminava come una -vecchia male in gambe, durando fatica a muovere -il passo sul ghiaccio, ma con un sorrisetto lezioso -sulle labbra e una cert'aria d'importanza! Oh, Gertrude, -fortuna che tu non l'hai veduta! Non avresti -ancora cessato di ridere.... -</p> - -<p> -— Qualche povera pazza, non è vero? — domandò -True. -</p> - -<p> -— Oibò! — fece Guglielmo. — Stravagante, certo, -ma pazza no.... almeno non pare. Proprio nel momento -che passava davanti all'uscio della bottega -le è scivolato un piede, ed eccotela bocconi per terra, -lunga distesa.... Io accorro spaventato, pensando -che quella meschina creatura poteva essere rimasta -uccisa da una tale caduta.... Il signor Bray e un -altro signore ch'egli stava servendo, mi seguono. -Era tutta stordita, ma portata in farmacia è rinvenuta -subito. Mi domandate se è pazza? Nemmen per -ombra, zio True. Lucida come un dollaro! Il suo -primo pensiero, non appena riaperti gli occhi e tornata -in sè, è stato d'assicurarsi che teneva sempre -il suo sacchetto con le relative appendici; poi le ha -contate ad una ad una e, trovato il numero completo, -ha scosso il capo in segno di sodisfazione. E ora viene -il bello. Il signor Bray mesce un bicchierino di -cordiale e glielo offre. Essa, che aveva già riacquistato -la sua prosopopea e le sue graziette, retrocede -con una riverenza alla moda antica, e protende le -mani per esprimere il suo orrore all'idea di bere -quella roba. Il signore che era presente alla scena -sorride e l'esorta a vuotare il bicchierino senza paura. -La vecchietta si volta verso di lui, fa un'altra -riverenza, e dice con una vocettina fessa: «Potete -<span class="pagenum" id="Page_101">[101]</span> -affermarmi sulla vostra parola di leale e cortese gentiluomo -che non è un liquore inebriante?». Il signore, -rattenendo a stento una risata, le ripete che -non le avrebbe fatto alcun male. «Allora» dice lei -«m'arrischierò a sorseggiare il beveraggio.... Ha -una fragranza molto aromatica.» Sembra che non -le riescisse meno gradito al palato che all'odorato, -perchè, assaggiatolo, ha finito col tracannarlo fino -all'ultima gocciola. Posato il bicchiere sul banco, s'è -rivolta a me con questo discorsetto: «Giovanottino, -senza l'esplicita dichiarazione di cotesto signore circa -l'innocuità del liquido, non l'avrei bevuto in vostra -presenza non foss'altro per l'<i>esempio</i>: io non -ho formalmente assunto l'obbligo della temperanza, -ma sono astemia perchè si conviene a una signora: -per me gli è affar d'elezione, affar di <i>gusto</i>.» -</p> - -<p> -«Pareva che oramai si fosse riavuta. Infatti si disponeva -a rimettersi in cammino, ma l'avventurarsi -di nuovo sola sul ghiaccio era una vera imprudenza, -e il signor Bray doveva pensarlo, giacchè le ha -domandato dove andasse. Con le circonlocuzioni del -suo fiorito linguaggio ella ha risposto che andava -a passar la giornata dalla signora tale, dimorante -nei pressi dei Prati. Io allora tocco una manica al -principale e gli dico piano che se non ha bisogno -di me, vo ad accompagnarla. Il signor Bray mi dà -licenza, per un'ora. Io offro il braccio alla vecchietta -dicendole che sarebbe un piacere per me il servirla. -Ah, miei cari, bisognava vedere! Se io fossi stato un -giovane adulto e lei una ragazza, non avrebbe fatto -più vezzosamente la ritrosa, con mossettine del capo -e mezzi sorrisetti.... Ma infine prende il mio braccio -e partiamo. Sapevo che il signor Bray e l'avventore -ridevano alle nostre spalle, ma non me ne importava;. -la vecchia signora mi faceva compassione, e -non volevo che cascasse una seconda volta. -</p> - -<p> -«I passanti si voltavano a guardarci, e non c'è -da maravigliarsene, perchè eravamo senza dubbio -una coppia dimolto buffa. Non soltanto essa aveva -accettato l'appoggio offerto, ma vi s'aggrappava di -peso, con tutte e due le mani, arrotondando le braccia -come due anse. Qui però non dovrei ridere di -quella poveretta, perchè aveva gran necessità che -<span class="pagenum" id="Page_102">[102]</span> -qualcuno l'aiutasse e la sostenesse per non sdrucciolare -sul ghiaccio, e non pesava già tanto da stancarmi. -Sarei curioso di sapere chi siano i suoi. È -strano che la lascino uscire sola, specie quando le -strade sono nello stato d'oggi.... -</p> - -<p> -— Come si chiama? — domandò Gertrude. — Non -te l'ha detto? -</p> - -<p> -— No, non ha voluto. Io gliel'ho chiesto, ma mi -ha risposto semplicemente, con la sua vocettina fessa — e -Guglielmo ricominciava a sbellicarsi dalle -risa — che ella era la dama incognita, e ch'è l'impegno -d'un vero e galante cavaliere scoprire il nome -della sua bella. In fede mia, un'avventura impagabile! -Non ho sentito mai nessuno parlare in -modo così ridicolo. Le ho domandato la sua età.... -La mamma dice che ho commesso un'inciviltà madornale, -ma in compenso è l'unica.... La vecchia signora -lo attesterebbe se fosse qui. -</p> - -<p> -— Ebbene, quanti anni ha? -</p> - -<p> -— Sedici. -</p> - -<p> -— Eh via, Guglielmo! Mi burli? -</p> - -<p> -— No, è l'età che m'ha detto lei. E un vero e galante -cavaliere è in obbligo di credere ciecamente -alla sua bella dama. -</p> - -<p> -— Povera creatura! — esclamò Trueman. — È -rimbambita! -</p> - -<p> -— Non mica, zio True. A momenti parrebbe, quando -sballa certe sciocchezze, ma poi subito si mette -a parlare sensatamente quanto voi e me. M'ha ringraziato -protestandosi gratissima e lodando il raro -«spirito di cortesia» che dimostravo col pigliarmi -tanta pena d'una vecchia signora come lei. Nello -svoltare in via Beacon ci siamo incontrati in un intero -collegio di ragazze, tutte bellezze fiorenti, «bellezze -da ammazzare un uomo» diceva la mia vecchietta. -Appena vedutele apparire da lontano doveva -aver tenuto sicuro ch'io cercherei di liberarmi per -correre dietro a qualcuna di loro, tanto furiosamente -s'attaccava al mio braccio. Sorte ch'io non avessi -punto la prava intenzione d'abbandonarla, -perchè mi sarebbe stato impossibile. Alcune delle -ragazze si fermavano un momento a guardarci con -curiosità; io, s'intende, non ne facevo caso, ma la -<span class="pagenum" id="Page_103">[103]</span> -mia dama sembrava credere che ne fossi terribilmente -mortificato, e, passate alfine tutte quante, ha -rilodato il mio «spirito di cortesia»: sua espressione -favorita. — -</p> - -<p> -Guglielmo tacque, sfiatato. True gli pose una mano -sulla spalla: -</p> - -<p> -— Sei un bravo e buon ragazzo! — disse; — Tu -onori i vecchi, e fai bene, quantunque il tuo nonno -pretenda che non sia più di moda. -</p> - -<p> -— Non so di mode, io, zio True, ma stimerei tristo -e di basso animo un ragazzo che vedesse una -vecchia sdrucciolare sul ghiaccio, e non l'accompagnasse -a casa per risparmiarle una nuova caduta. -</p> - -<p> -— Guglielmo è sempre stato buono con tutti, — osservò -Gertrude. -</p> - -<p> -— O Guglielmo è un eroe, — disse il giovanetto — o -ha due cari amici che lo giudicano con troppa -benevolenza, com'è più verosimile. Ma vieni, Gertrude, -Carlo XII ci aspetta, e dobbiamo studiare molto -oggi, perchè può darsi che non ci capiti tanto presto -un'altra occasione. Il signor Bray non istava -bene stasera; pare che lo minacci la febbre. Gli ho -promesso di ritornar a bottega domani, dopo desinato. -Se, Dio guardi, s'ammala, sarò occupatissimo, -e non potrò affatto venire a casa. -</p> - -<p> -— Oh, speriamo che non s'ammali! — esclamarono -Trueman e Gertrude, a una voce. -</p> - -<p> -— È un così brav'uomo! — soggiunse il vecchio. -</p> - -<p> -— E tratta Guglielmo con tanta bontà! — aggiunse -la bambina. -</p> - -<p> -Anche Guglielmo sperava, ma le sue speranze si -mutarono in ansiosi timori quando il giorno seguente -seppe che il suo ottimo padrone non si trovava -in grado di lasciare il letto, e che il medico era -impensierito dai sintomi riscontrati. -</p> - -<p> -Si manifestò una febbre tifoidea che in pochi -giorni condusse il farmacista alla tomba. -</p> - -<p> -La sua morte fu per Guglielmo un colpo tanto improvviso -e terribile, che su quel subito egli non comprese -le importanti conseguenze che da questo evento -derivavano a lui stesso, nel suo avvenire. La -farmacia venne chiusa, essendosi la vedova risolta -a vendere i fondi per ritirarsi a vivere in campagna; -<span class="pagenum" id="Page_104">[104]</span> -sicchè rimase privo a un tempo dell'impiego -e del prezioso appoggio che aveva nel signor Bray. -</p> - -<p> -Nell'ultimo anno i guadagni del giovanetto erano -stati considerevoli, e avevano migliorato le condizioni -de' suoi cari, permettendo loro di diminuire -le proprie quotidiane fatiche. Il pensiero d'essere a -carico della mamma e del nonno anche per un solo -giorno era intollerabile al suo spirito indipendente -ed energico. E però si mise sollecitamente alla ricerca -d'un nuovo posto. Incominciò dal rivolgersi ai -farmacisti della città: a nessuno di essi occorreva -un ragazzo dell'età sua, e la giornata fu spesa in -gite inutili. -</p> - -<p> -Ritornò a casa la sera, disilluso, ma punto scoraggiato. -Se non trovava da impiegarsi in una farmacia, -avrebbe fatto qualche altra cosa. -</p> - -<p> -Ma che cosa? Questo era il nodo. Dibattè a lungo -la questione con sua madre. Ella sentiva che l'ingegno -e l'educazione del suo figliuolo gli davano -diritto a un posto almeno pari a quello che aveva -occupato fino allora, e non poteva sopportare l'idea -ch'egli scendesse a servigi più bassi. Guglielmo stesso, -senz'essere presuntuoso, non pensava diversamente. -Egli ben si sapeva capace di tenere uffici richiedenti -assai maggior coltura e attitudine agli -affari che non le incombenze affidategli dal signor -Bray. Ma se per ora non era possibile conseguire -ciò che desiderava, avrebbe preso ciò che si sarebbe -offerto. E cercò da tutte le parti. Il guaio era -che non aveva nessuno da far dire una buona parola -in suo favore, e certo non si può pretendere -che la gente abbia fiducia in un ragazzo sconosciuto -e senza raccomandazioni. -</p> - -<p> -Tutti i suoi passi riuscivano dunque infruttuosi, -e un giorno dopo l'altro se ne tornava a casa silenzioso -e depresso, temendo la vista del nonno e della -mamma. Quando questa volgeva verso di lui piena -di speranza il pallido viso che portava l'impronta -di tante cure, di tante fatiche, era uno strazio per -il suo cuore doverla rattristare con nuovi disinganni; -e non meno lo tormentava il pessimismo del vecchio, -il quale addirittura non credeva alla possibilità -ch'egli trovasse un'altra occupazione, nè si sarebbe -<span class="pagenum" id="Page_105">[105]</span> -persuaso del contrario finchè non glielo provasse -un fatto di cui non si vedeva ancora speranza. -In capo a due settimane la signora Sullivan finì con -l'astenersi dall'interrogarlo sui risultati delle pratiche -fatte, avendo il suo vigile occhio materno scorto -tutta la pena che gli cagionavano quelle domande. -Aspettava pazientemente che egli le comunicasse -le sue notizie, se ne aveva. -</p> - -<p> -Spesso così avveniva che non fosse scambiata tra -loro una parola sul modo in cui Guglielmo aveva -impiegato la giornata. E molte trepide istanze egli -fece per ottenere lavoro, molte mortificanti repulse -ebbe a soffrire, di cui sua madre nulla mai seppe. -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XIV.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Se peso egual di tema e di speranza</p> -<p>Tiene in forse l'evento, io, per natura</p> -<p>Sempre a sperar più che a temere inclino.</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Comus.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -Era questa una prova non conosciuta fino allora -da Guglielmo, e la più dura per lui a sostenersi. -Eppure la sostenne, e strenuamente: nascose le più -aspre sue lotte alla madre ansiosa, al nonno scorato, -e con virile risoluzione sperò contro la speranza, -Gertrude era adesso il suo maggior conforto. A -lei confidava le sue pene, e quantunque non fosse -che una fanciulletta, ella sapeva essere una mirabile -consolatrice. Presentandogli sempre le cose nella -luce più favorevole, predicendo un domani più -fortunato, faceva molto per ravvivare la sua fiducia, -per fortificare il suo proposito. Dotata d'uno -spirito pronto, sagace, osservatore, ella vedeva, assai -meglio che non sogliano i fanciulli, le diverse -vie per cui poteva esser condotta a termine una faccenda; -e spesso dava a Guglielmo utili consigli di -cui egli volentieri approfittava. Un giorno gli domandò -se non avesse mai pensato a ricorrere ad una -agenzia d'informazioni. Egli infatti non ci aveva -pensato, e se ne maravigliò seco stesso. Lo fece senza -indugio. Gli furono date lusinghiere speranze che -per qualche tempo lo rianimarono, ma riuscirono -<span class="pagenum" id="Page_106">[106]</span> -fallaci. E oramai cominciava a disperare, quando -gli cadde sott'occhio un annunzio in un giornale che -parve offrirgli una probabilità di buon successo. Lo -mostrò a Gertrude. Era proprio il fatto suo. Non -aveva che da presentarsi. Si chiedeva appunto un -ragazzo come lui: quindici anni, svegliato, capace, -fidatissimo, disposto ad entrare come socio nella ditta, -dopo acquistata la necessaria pratica degli affari. -Ella era sicura che nessuno poteva meglio di Guglielmo -convenire al richiedente. -</p> - -<p> -Tanto n'era sicura, che la mattina appresso Guglielmo -si presentò al recapito indicato, franco e fiducioso -come mai per l'innanzi. Il principale, che -aveva l'aria d'un uomo assai fine e scaltro, lo fissò -con uno sguardo penetrante, lo tempestò di domande, -lo sconcertò manifestando qualche dubbio sulla -sua capacità e la sua onestà; e dopo averlo fatto discorrere -un pezzo, concluse col dichiarargli che anche -nel migliore dei casi e con le più valide raccomandazioni, -egli non poteva accettare se non un -giovanetto la cui famiglia acconsentisse a interessarlo -negli affari della Casa investendovi per conto -suo una piccola somma. -</p> - -<p> -Questa condizione chiudeva a Guglielmo l'adito a -quel posto, quando pure l'uomo gli fosse piaciuto: -ma non gli piaceva punto, perchè sentiva in cuor -suo ch'era un furfante o giù di lì. -</p> - -<p> -Finora egli non s'era mai perduto d'animo; ma -quest'ultimo disinganno l'avvilì per modo che, ritornato -a casa, gli mancò il coraggio di trovarsi faccia -a faccia con sua madre. Entrò dunque direttamente -nella camera di True. -</p> - -<p> -Era la vigilia di Natale. Dagli sportelli aperti della -stufa il riverbero d'un bel fuoco di carbone veniva -a confondersi coi riflessi del tramonto in una -luce purpurea che rischiarava fievolmente la stanza. -</p> - -<p> -Guglielmo trovò Gertrude sola ed occupata a preparare -una certa focaccia per il tè, la quale era uno -dei pochi prodotti dell'arte culinaria in cui fosse -giunta a farsi onore. Ella giusto usciva dalla dispensa -con in mano un ramaiuolo colmo di farina, quando -lo vide entrare. Egli gettò il suo berretto sulla -panca e sedette alla tavola nascondendo il volto tra -<span class="pagenum" id="Page_107">[107]</span> -le palme, con un atto di sconforto che le fece subito -indovinare la nuova disfatta patita dal povero ragazzo -nella sua lotta contro l'avversa fortuna. Era -tanto contrario all'indole di Guglielmo l'entrare così -senza dir parola, tanto strano vedere quella radiosa -testa giovanile curvarsi sotto il peso del dolore, quel -corpo agile e gagliardo accasciarsi, come fosse d'un -tratto invecchiato, ch'ella comprese che il valoroso -suo cuore cadeva infine vinto. -</p> - -<p> -Posò il ramaiuolo, e pian piano venne a lui, gli -toccò un braccio, alzandogli in faccia i grandi occhi -ansiosi. La compassione ch'egli sentì nella timida -carezza, nello sguardo amoroso, gli diede l'ultimo -crollo. Chinò la faccia sulla tavola, e un momento -dopo Gertrude udì uno scoppio d'angosciosi -singhiozzi che si ripercotevano ad uno ad uno nel -più profondo dell'anima sua. Ella piangeva spesso -e le pareva una cosa naturale: ma Guglielmo, il -gaio, l'animoso Guglielmo, non l'aveva veduto pianger -mai: credeva ch'<i>egli non sapesse</i> piangere. Si -arrampicò sulla seggiola del giovanetto e cingendogli -il collo con le braccia mormorò: -</p> - -<p> -— Io non mi rammaricherei di non averlo ottenuto -quel posto: credo che non sia un posto <i>buono</i>. -</p> - -<p> -— Neppur io lo credo; — disse egli sollevando la -testa — ma come fare? Non ne trovo <i>nessuno</i>, e non -posso star qui senza far <i>nulla</i>. -</p> - -<p> -— Noi siamo ben contenti d'averti a casa. -</p> - -<p> -— Oh, essere a casa è una gran bella cosa.... Godevo -di venirci quando stavo col signor Bray, e -guadagnavo un po' di quattrini, e sentivo che tutti -mi vedevano con piacere.... -</p> - -<p> -— Ma anche adesso tutti ti vedono con piacere. -</p> - -<p> -— Non però come <i>allora</i>, — replicò Guglielmo alquanto -impazientito. — La mamma mi guarda sempre -come se s'aspettasse l'annunzio che finalmente -ho trovato un'occupazione; il nonno ha l'aria di pensare -ch'io non sarò mai buono a nulla.... Ah, proprio -nel momento che cominciavo a guadagnare e -ad aiutarli, mi tocca la disgrazia ti perdere il mio -impiego! -</p> - -<p> -— Non è colpa tua se il signor Bray è morto; tu -non potevi mica guarirlo. Mi sembra impossibile che -<span class="pagenum" id="Page_108">[108]</span> -il signor Cooper ti biasimi perchè <i>ora</i> sei disoccupato.... -</p> - -<p> -— Non mi <i>biasima</i>, no.... Ma se tu fossi ne' miei -panni proveresti quello che provo io nel vederlo là, -seduto nella sua poltrona, tutta la sera, gemendo e -borbottando, e guardandomi come se volesse dire: -«A cagion tua mi dispero».... Egli pensa che il -mondo è tristo, che lui non ci ha mai avuto sorte, e -che così non nè avrò io.... -</p> - -<p> -— Tu ne avrai.... Sono sicura che sarai ricco un -giorno. Allora sì che il nonno rimarrà stupito! -</p> - -<p> -— Gertrude, tu sei una cara bambina.... Hai fede -in me.... Se mai divento ricco, ti prometto di farti -partecipare alla mia fortuna. Ahimè, — soggiunse, -scorato — non è tanto facile! Io m'immaginavo che -quando sarei grande, guadagnerei subito dimolto -denaro.... Invece veggo che ce ne vuole per arrivarci! — -</p> - -<p> -Chinò di nuovo il capo, volle nascondersi la faccia -tra le mani; ma Gertrude gliele afferrò e non gli -permise d'abbandonarsi alla malinconia. -</p> - -<p> -— Via, Guglielmo, — ella disse — non fissarti più -in questo pensiero. Non c'è chi non abbia i suoi dispiaceri, -ma tutti li superano, infine. Forse la settimana -ventura ti troverai in una bottega anche meglio -che quella del signor Bray, e sarai più contento -di prima. Sai, — fece, per mutare discorso, -tattica che i fanciulli sanno usare quanto gli adulti — oggi -compiono due anni da che sono venuta qui. -</p> - -<p> -— Davvero? Lo zio True ti portò a casa sua la -vigilia di Natale? -</p> - -<p> -— Precisamente. -</p> - -<p> -— Vale a dire che Santo Claus portò te verso le -buone cose, invece di portartele, non è vero? — -</p> - -<p> -Gertrude non sapeva nulla di Santo Claus, il grande -amico dei bambini; e Guglielmo, il quale aveva -ultimamente letto la leggenda del buon vecchio che -la vigilia di Natale distribuisce balocchi a piene mani, -prese a raccontargliela, per esteso. -</p> - -<p> -Quand'ella vide che, infervorato nella sua storia, -egli si distraeva senza volerlo, ritornò alla focaccia, -pur non cessando d'ascoltarlo con attenzione mentre -lavorava la pasta. Giusto nell'atto che stava infornandola, -<span class="pagenum" id="Page_109">[109]</span> -Guglielmo fece punto. Inginocchiata -davanti alla stufa, aprendo e chiudendo macchinalmente -lo sportello del forno, ella rimaneva pensosa, -con un sì vivo sfavillìo negli occhi, che egli le domandò: -</p> - -<p> -— Gertrudina, perchè hai cotest'aria maliziosetta? -</p> - -<p> -— Pensavo — ella rispose — che Santo Claus potrebbe -forse venire per te, stanotte; giacchè viene -per chi ha bisogno di qualche cosa e porta ai bravi -figliuoli ciò che desiderano, spero che ti porti un -buon posto dove tu abbia occasione di farti ricco. -</p> - -<p> -— Sicuro! — disse Guglielmo. — Mi ficcherà nel -suo sacco, e mi strascinerà fino a un palazzo per -offrirmi come dono natalizio a un vecchio Creso, il -quale mi regalerà un patrimonio, in contraccambio.... -Ci fo assegnamento, perchè se non mi capita -una fortuna prima di capo d'anno, devo darmi per -disperato. — -</p> - -<p> -In quella i due ragazzi furono interrotti da Trueman -che entrò portando trionfalmente un magnifico -tacchino, regalo del signor Graham, e un libro per -Gertrude, regalo d'Emilia. -</p> - -<p> -— Oh, non è curioso? — esclamò la bambina. — Guglielmo -diceva appunto che voi, zio True, siete il -mio Santo Claus.... Pare anche a me, davvero! — -</p> - -<p> -Così parlando apriva il libro. E nel frontespizio -le si presentò il ritratto del leggendario personaggio. -Ella proruppe, giubilante: -</p> - -<p> -— O, guarda, guarda, Guglielmo, come gli somiglia! -È tutto lui! C'è il berretto di pelliccia, e la -pipa, e il buon viso ridente proprio come il suo.... -Ah, zio True, se soltanto aveste invece del tacchino -e della lanterna un sacco di balocchi in ispalla, sareste -un Santo Claus perfetto!... A proposito, per -Guglielmo non avete nulla? -</p> - -<p> -— Sì, una cosuccia... Ma temo che non gliene -importerà molto. Non è che un bigliettino. -</p> - -<p> -— Un biglietto per me? — domandò il ragazzo. — Di -chi può essere? -</p> - -<p> -— Questo non so dirtelo, — rispose il lampionaio -frugando nelle capaci sue tasche. — Svoltavo il canto -quando un uomo m'ha fermato domandandomi -dove abita la signora Sullivan. Io gli indico la casa. -<span class="pagenum" id="Page_110">[110]</span> -Allora, veduto che ci abito anch'io, mi consegna -questo pezzetto di carta, e mi prega di rimetterlo al -signorino Guglielmo Sullivan, che, m'immagino, -siete voi. — -</p> - -<p> -Guglielmo prese con una mano il biglietto e con -l'altra l'accenditoio di True, e sollevando il foglio -all'altezza del lume, lesse forte: -</p> - -<p> -«R. H. Clinton desidera vedere Guglielmo Sullivan -giovedì mattina, tra le dieci e le undici, al numero -13. Panchina....» -</p> - -<p> -Egli era sbalordito. -</p> - -<p> -— Che vorrà mai? — disse. — Io non conosco nessuno -di questo nome. -</p> - -<p> -— So io chi è, — fece True. — È il signore che -abita nella grande casa di pietra, in via ***; un -riccone. Il recapito dato nel biglietto è proprio il -suo banco.... -</p> - -<p> -— Che? Il babbo di quei bellissimi bambini che -vedevamo spesso alla finestra? -</p> - -<p> -— Precisamente. -</p> - -<p> -— O che cosa può desiderare da me? -</p> - -<p> -— Probabilmente ha bisogno de' tuoi servizi, — disse -il vecchio. -</p> - -<p> -— Ma dunque è un posto! — gridò Gertrude. — E -un posto buono! Santo Claus è venuto e te l'ha -portato.... Lo dicevo io! Oh, come sono contenta! — -</p> - -<p> -Guglielmo tuttavia non sapeva se dovesse rallegrarsi -o no. Gli sembrava assai strano quel messaggio -da parte d'un signore che non lo conosceva affatto. -Certo sarebbe stato naturale sperare con la -sua piccola amica e con lo zio True che fosse l'alba -d'una nuova fortuna; ma egli aveva ragioni particolari, -da loro ignorate, per credere che di questa -fortuna, se pur gli si offriva, non avrebbe potuto -approfittare. E però si fece promettere da entrambi -di non far cenno della cosa nè a sua madre, nè al -signor Cooper. -</p> - -<p> -Il giovedì, ch'era il giorno dopo il Natale, egli si -presentò puntualmente nel luogo indicatogli. Il signor -Clinton, uomo di maniere finissime e d'aspetto -benevolo, l'accolse con molta gentilezza, gli diresse -<span class="pagenum" id="Page_111">[111]</span> -poche domande, non chiese nemmeno se avesse raccomandazioni, -o attestati del suo antico principale, -ma senz'altro gli disse che aveva bisogno d'un giovanetto -per le mansioni di secondo commesso nel -suo banco, e gli offerse il posto. Guglielmo esitò, -perchè quantunque l'offerta fosse molto vantaggiosa -per il suo avvenire, non era accettabile per il presente, -se, come pareva, il signor Clinton non gli assegnava -uno stipendio. Questi, vedendolo titubante, -gli domandò: -</p> - -<p> -— Forse la mia proposta non vi conviene, o avete -già qualche impegno? -</p> - -<p> -— No, — rispose egli prontamente. — Mi dimostrate -una gran bontà onorando me, estraneo, di -tanta fiducia da essere disposto ad ammettermi nella -vostra Casa, e la proposta mi giunge gradita -quanto inaspettata; ma io, finora, avevo servito in -un negozio di spaccio al minuto, dove percepivo un -regolare salario sul quale mia madre e mio nonno -facevano conto.... Certo, preferirei di gran lunga un -banco quale il vostro, e credo, signore, che imparerei -presto a rendermi utile: se non che, lo so, -molti giovanetti di famiglie ricche si stimerebbero -fortunatissimi d'essere impiegati da voi senza alcuna -rimunerazione, e quindi io non potrei sperare -uno stipendio, almeno per i primi anni. Comprendo -bene che in capo a un certo tempo mi troverei compensato -ad usura dalle cognizioni acquistate nella -pratica degli affari mercantili: disgraziatamente -non sono in istato di procurarmi questo vantaggio, -più che di proseguire gli studi. — -</p> - -<p> -Il signor Clinton sorrise. -</p> - -<p> -— Come mai, giovanotto, siete così informato di -queste cose? -</p> - -<p> -— Ho inteso dire da parecchi ragazzi miei condiscepoli, -ora commessi in case commerciali, che non -ricevono paga, e ho sempre giudicato equo cotesto -trattamento; ma per tale ragione appunto mi sono -sentito in obbligo di contentarmi del posto che occupavo -in una farmacia, perchè sebbene non fosse -di mio gusto, mi dava modo di bastare a me stesso -e di venire in aiuto a mia madre ch'è vedova, e a -mio nonno ch'è vecchio e povero. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_112">[112]</span> -</p> - -<p> -— Il vostro nonno, chi è?... -</p> - -<p> -— Il signor Cooper, sagrestano nella chiesa del -signor Arnold. -</p> - -<p> -— Ah sì, lo conosco! — disse il signor Clinton; e -dopo una pausa soggiunse: — Quello che avete detto, -Guglielmo, è esattissimo: non è nostro costume -assegnare un qualsiasi stipendio ai nostri giovani -commessi, e ciò nonostante siamo tempestati di profferte; -ma ho avuto ottime informazioni sul conto vostro, -ragazzo mio (non vi dirò da qual fonte per -quanto io vegga la vostra curiosità), e inoltre voi mi -piacete: credo che mi servirete fedelmente. Ditemi -dunque che cosa avevate dal signor Bray: io vi darò -altrettanto il primo anno, e in seguito andrò aumentando -la vostra paga, se lo meriterete. Siete contento? -Allora potete entrare nel mio banco al principio -del gennaio prossimo. — -</p> - -<p> -Guglielmo lo ringraziò il più concisamente possibile, -e s'affrettò ad accomiatarsi. -</p> - -<p> -Il commesso principale, chino su' suoi registri, -ascoltava il dialogo, e pensò che il ragazzo avrebbe -dovuto esprimere maggiore riconoscenza dinanzi a -una così insolita generosità. Ma il negoziante, osservando -Guglielmo mentre gli parlava, ben aveva -scorto nei mutamenti del suo viso il succedersi della -maraviglia allo scoramento, e della speranza, della -gioia alla maraviglia; una gioia piena di gratitudine -sincera e così profonda che, egli lo comprendeva, -non trovava parole per manifestarsi. E s'era -ricordato del tempo in cui, giovanetto e figlio unico -di una povera vedova, egli era venuto solo nella -grande città, in cerca d'un impiego, e trovatolo dopo -lunghi stenti, aveva subito scritto alla mamma per -dirle che sperava di poter presto guadagnare abbastanza -da provvedere a sè ed a lei. -</p> - -<p> -Da vent'anni cresceva l'erba sulla tomba ove ella -dormiva l'eterno sonno, laggiù nella lontana campagna -natia, e la faccia del negoziante era solcata -dalle rughe che vi avevano impresse i pensieri e le -cure; ma quando, ritornato a sedere, egli tracciò -quasi inconsciamente su un foglio bianco, con la -penna asciutta, le parole: «Cara mamma», ella rivisse -per lui e rivisse egli stesso nella propria giovinezza. -<span class="pagenum" id="Page_113">[113]</span> -Quelle parole invisibili incominciavano la -lettera che le recava la buona novella. -</p> - -<p> -No, Guglielmo non era ingrato, altrimenti non -avrebbe destato nel signor Clinton i ricordi del tempo -in cui il suo cuore provava le stesse commozioni. -</p> - -<p> -E tutte le madri che hanno pianto e pregato e ringraziato -Dio ricevendo simili notizie da figliuoli teneramente -amati, possono intendere qual fosse la -felicità della buona piccola signora Sullivan quando -Guglielmo le annunziò l'insperata fortuna. Il signor -Cooper e Gertrude hanno pure i loro prototipi -in tanti vecchi ne' cui occhi smorti e stanchi si riaccende -il bagliore della speranza, che sebbene sia -stata fallace per essi, vagheggiano ancora per i nipotini; -in tante sorelline superbe e liete di vedere il -nobile fratello apprezzato alfine dagli altri come fu -sempre da loro. Nè in tali occasioni deve mancare -l'amico cordiale che, come il bravo True, entra d'improvviso -e battendo una spalla al ragazzo esclama: -</p> - -<p> -— Avevo ragione, io? Non c'era bisogno che si -rammaricassero tanto, i tuoi.... Glielo dicevo sempre -al nonno che le cose si sarebbero accomodate, e -bene! — -</p> - -<p> -Ma un punto rimaneva misterioso. Da chi il signor -Clinton aveva udito parlare di Guglielmo? La -signora Sullivan passò in rivista le sue non numerose -conoscenze, e fece mille supposizioni, una più -inverosimile dell'altra. E però, visto che il congetturare -non serviva a nulla, finirono con l'attribuire, -come Gertrude, tutto il merito a Santo Claus. -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XV.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Rinnovi in cielo il dì l'usato corso</p> -<p>O avvolta d'ombra la notte silente</p> -<p>Vigili sulla terra, ella paziente</p> -<p>E fida attende all'opera pietosa</p> -<p>Di lenire la pena sua angosciosa</p> -<p>E nel bisogno porgergli soccorso.</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Blacklock.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -— Sarei curiosa di sapere, — diceva la signorina -Peekout appoggiando le mani al davanzale per sporgersi -meglio, e guardando su e giù per la strada, -<span class="pagenum" id="Page_114">[114]</span> -occupazione a cui soleva dedicare dieci minuti dopo -rigovernato gli utensili della colazione e prima di -preparar la sua «lampada solare» — sarei curiosa -di sapere chi sia quella ragazzina snella che passa -di qui tutte le mattine conducendo a braccetto quel -vecchio cadente. Li vedo sempre a quest'ora quando -il tempo è buono e si cammina bene. È una cara -creatura, senza dubbio, e dev'essere molto affezionata -al pover'uomo.... probabilmente suo nonno. Ho -osservato che ha cura di lasciargli la miglior parte -del marciapiede, e vigila ogni suo passo; cosa necessaria, -del resto, perchè lui vacilla ch'è una passione. -Poverina, è pallida, e tutt'ansiosa.... Chi sa -se assiste il vecchio lei sola?... Sarei curiosa.... — -</p> - -<p> -Ma la coppia è già fuori della sua veduta ed ella -va a vedere se la lampada solare ha bisogno d'una -calza nuova. -</p> - -<p> -— Sarei curiosa di sapere, — diceva la signora -Grumble, seduta a una finestra d'una casa un po' più -in là nella stessa via — se nel caso ch'io fossi un -giorno vecchia ed inferma — (la signora Grumble -passava i settanta ma non soffriva finora d'altra infermità -che il suo temperamento irascibile) — qualcuno -m'assisterebbe e si prenderebbe cura di me -come quella figliuola lì del suo nonno! Mai e poi -mai, ci scommetto! Che pazienza, per una bambina! -Chi può essere? -</p> - -<p> -— Guarda, Bella! — diceva una fanciulla ad -un'altra con la quale si recava a scuola passando -per quella strada, dove si tenevano dalla parte dell'ombra. — Ecco -là il vecchio e la ragazzina che incontriamo -ogni giorno.... Come puoi dire che non è -carina? Io l'ammiro! -</p> - -<p> -— Oh, tu, Rina, hai la particolarità d'ammirare -ciò che a tutti gli altri pare orribile! -</p> - -<p> -— Orribile!. — esclamò Rina indignata. — Tutt'altro! -Osserva ora quando l'incontriamo, quanto è dolce -l'espressione del suo viso nell'atto di guardare il -vecchio e di parlargli! Sarei curiosa di sapere che -cos'ha quel disgraziato.... Vedi come gli trema il -braccio? Quello che appoggia sul braccio di lei.... — -</p> - -<p> -Le due coppie s'incontrano, quasi sfiorandosi, passano, -in silenzio. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_115">[115]</span> -</p> - -<p> -— Ebbene, non è forse simpaticissima? — domanda -Rina, vivamente, non appena sicura di non essere -udita. -</p> - -<p> -— Ha begli occhi, — risponde Bella — ma non -c'è in lei nient'altro di notevole. Sarei curiosa di -sapere come sopporta la noia di passeggiare con -quel vecchio che si trascina a stento, pesandole sul -braccio e tremando per modo che appena si regge.... -E incontro al sole che la ferisce proprio in faccia.... -Ah, io non lo farei per nulla al mondo! -</p> - -<p> -— Oh, Bella! Come hai cuore di parlare così? Io -lo compiango il poveretto, immensamente! -</p> - -<p> -— Dio buono, a che giova il compianto? Se tu ti -metti a compiangere tutti, non avrai da far altro -dalla mattina alla sera. — Bella s'interruppe e urtò -il gomito alla compagna: — Guarda lì, Guglielmo -Sullivan, il commesso del babbo.... O non è una bellezza? -Aspetta, voglio fermarlo. — -</p> - -<p> -Ma innanzi ch'ella giungesse a rivolgergli la parola, -Guglielmo, il quale camminava prestissimo, -l'oltrepassò salutandola con un inchino e un garbato: -«Buon giorno, signorina Isabella!» e s'allontanò -rapidamente. -</p> - -<p> -Quando la vezzosa Isabella si fu riavuta dallo -stupore e dal dispetto che l'avevano ammutolita, -non era più il caso di richiamarlo. -</p> - -<p> -— Gentilissimo! — ella mormorò. -</p> - -<p> -— Vedi, vedi, — fece Rina che s'era voltata a guardare -indietro — ha raggiunto il vecchio e la simpatica -bambina. Oh, prende l'altro braccio dell'infermo.... -e proseguono tutti e tre insieme.... Non è una -singolare coincidenza? -</p> - -<p> -— Io non ci veggo nulla di singolare, — disse Bella, -un po' seccata. — Suvvia, allunghiamo il passo, -o arriveremo a scuola in ritardo! — -</p> - -<p> -Lettore! Sei anche tu «curioso di sapere» chi siano -quel vecchio e quella ragazzina? O hai già ravvisato -True Flint e Gertrude? Il povero True non -è più il forte e coraggioso protettore della debole -creatura derelitta. Le parti sono invertite. Egli è -stato colpito da paralisi. Il suo vigore se n'è ito, -non gliene resta nemmeno tanto da camminar solo. -Sta tutto il giorno a sedere nel suo seggiolone o -<span class="pagenum" id="Page_116">[116]</span> -sulla vecchia panca, salvo quando esce a passeggiare -con la sua figliuola adottiva. Il colpo fu improvviso, -e atterrò l'uomo robusto, lo lasciò debole -come un fanciullo. E la piccola estranea, l'orfanella -che, malata, abbandonata, priva del necessario, -aveva trovato in lui un babbo e una mamma, -ora per lui è tutto: il suo sostegno, la sua speranza, -il suo conforto. Durante i quattro o cinque anni che -egli ha amorosamente coltivato quella gracile pianticella, -ella ha acquistato forza per il tempo in cui -doveva esser egli a sua volta bisognoso d'appoggio -e trovarlo in lei. Quel tempo è venuto, ahimè, troppo -presto; ella era pronta e ha risposto all'appello. -Con la semplicità e l'ardore d'una bambina, ma con -la fermezza, la perseveranza, la capacità d'una donna, -la piccola Gertrude presta da mane a sera, infaticabile, -la sua opera d'infermiera fedele, di diligente -massaia in servigio del suo primo, del suo -più caro amico. Sempre al suo fianco, sempre attenta -ad ogni suo bisogno, ella tuttavia riesce miracolosamente -a fare molte cose, senza ch'egli pur -se n'avvegga. Come l'ottimo uomo aveva predetto, -ella è davvero ne' suoi vecchi giorni la benedizione -di Dio incarnata che gl'illumina e fiorisce di gioie -soavi fino il sentiero della tomba. -</p> - -<p> -Se l'infermità privava Trueman dell'uso delle -membra, aveva per fortuna risparmiato la sua mente, -ch'era lucida e serena come sempre: e il pio cuore -si riposava, con umile fiducia, in quel Dio di cui -egli riconosceva l'amore e la presenza, in cui sperava -così fermamente, che nell'amarezza di quella -prova poteva sottomettersi appieno e ripetere: «Sia -fatta la tua volontà e non la mia!» -</p> - -<p> -Coloro che tutti i giorni notavano l'invalido e la -sua piccola custode, e si maravigliavano della devozione, -dell'abnegazione di quella fanciulletta, erano -lungi dal comprendere i sentimenti d'affetto e di -gratitudine ond'era animata Gertrude, dall'immaginarsi -qual contentezza fosse la sua nel sostenere, -nell'aiutare l'amato suo benefattore. Meno ancora -la superbiosa che si sarebbe vergognata di passeggiare -col vecchio paralitico, intuiva qual fosse il suo -orgoglio. Come poteva ella credere che la ragazzina -<span class="pagenum" id="Page_117">[117]</span> -che avrebbe compianta, se avesse trovato tempo di -compiangere qualcuno, si sentiva colmare il cuore -della più viva, della più nobile sodisfazione provata -in vita sua, quando porgeva l'appoggio del suo braccio -al vecchio tremulo, ed era per lei una gloria -portare quella croce? -</p> - -<p> -Il mondo esteriore le era indifferente. Non si curava -dei commenti della gente oziosa, curiosa, vana. -Non viveva ora che per True; per meglio dire viveva -<i>in lui</i>, tanto esclusivamente pensava a consolarlo, a -prolungare e allietare i suoi giorni. -</p> - -<p> -Da due mesi soltanto egli versava in così affliggenti -condizioni. Già prima la sua salute aveva cominciato -a declinare, ma era sempre in grado d'attendere -al suo lavoro quotidiano, finchè una mattina -di giugno Gertrude, entrando nella sua camera, -vide con maraviglia che non s'era levato quantunque -fosse molto più tardi dell'ora consueta. Accostatasi -al suo letto domandandogliene il perchè, s'accòrse -ch'egli aveva un aspetto strano e non poteva -risponderle. Sbalordita e spaventata, chiamò la signora -Sullivan. Fu mandato per un medico. Questi -dichiarò ch'era un attacco di paralisi, molto grave. -Parve infatti per qualche giorno che True dovesse -soccombervi: ma poi andò migliorando. Ricuperò la -favella, e in capo a due settimane fu in istato di -camminare con l'aiuto di Gertrude. -</p> - -<p> -Il dottore aveva raccomandato quanto più moto -fosse possibile senza stancarlo, e però tutte le mattine, -innanzi le ore calde, se il tempo era buono, ella -si presentava vestita di tutto punto e in cappellino, -per condurlo a fare quella passeggiata con cui attiravano -inconsapevolmente tanta attenzione. -</p> - -<p> -La piccola massaia, approfittando di questa opportunità -faceva la spesa, a fine di non dover poi uscire -un'altra volta e lasciare l'infermo solo, cosa che -evitava se non v'era costretta. Così la mattina che -Guglielmo li aveva raggiunti a gran dispetto di Bella, -si diressero accompagnati da lui alla bottega di -commestibili dove solevano provvedersi delle cose -necessarie. Il giovanotto fece sedere comodamente -True, e proseguì verso la panchina ***, mentre Gertrude -andava al banco a contrattar gli acquisti per -<span class="pagenum" id="Page_118">[118]</span> -il desinare. Comprò un pezzo di vitello da fare un -buon brodo, gettò uno sguardo di desiderio su certi -panieri di legumi scelti, e si voltò in là, con un sospiro. -Ella aveva in mano la borsa contenente tutto -il loro denaro; la teneva lei da alcune settimane, e -la sentiva ogni giorno più leggera: sicché sapeva -bene che alle primizie non bisognava pensarci, e sospirava -ricordando con quale piacere lo zio True -mangiava i pisellini novelli, l'anno scorso.... -</p> - -<p> -— Quant'è la carne? — ella domandò al rubicondo -macellaro che la stava involtando in un foglio. -</p> - -<p> -Egli disse quanto. Era <i>poco, tanto poco</i> che a Gertrude -sembrò che quell'uomo avesse veduto dentro -la sua borsa, e anche dentro il suo pensiero, e sapesse -come sarebbe contenta che non costasse di -più. Mentre le dava il resto, egli si chinò sul banco, -e le chiese sottovoce che genere di cibi convenisse -al signor Flint. -</p> - -<p> -— Qualunque cibo sano, dice il medico, — ella rispose. -</p> - -<p> -— Credete dunque che mangerebbe un po' di pisellini? -Ne ho di prima qualità, arrivati freschi freschi -dalla campagna, e se gli piacciono, ve ne manderò -volentieri. Il mio garzone deve portarne in -giro mezzo staio.... Metterò nello stesso paniere anche -la carne. -</p> - -<p> -— Oh, grazie, — fece Gertrude — gli piacciono -moltissimo! -</p> - -<p> -— Benone, benone. Vedrete che bellezza! — -</p> - -<p> -Ed egli si volse a un'altra avventora così prontamente -da lasciar credere a Gertrude che non si fosse -potuto avvedere del rossore che le saliva alle gote, -delle lacrime che le spuntavano negli occhi. Ma egli -<i>se n'era avveduto</i>, e appunto per questo aveva avuto -tanta fretta di servire l'altra.... Era un gran brav'uomo -quel rubicondo macellaro! -</p> - -<p> -True conservava un ottimo appetito. Egli gustò e -lodò assai il desinaretto, e dopo aver mangiato abbondantemente, -s'addormentò nel suo seggiolone. -</p> - -<p> -Nell'atto che si destava, Gertrude balzò al suo -fianco, gridando: -</p> - -<p> -— Zio True, c'è la signorina Emilia!... La buona -signorina Emilia che viene a farvi una visita! -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_119">[119]</span> -</p> - -<p> -— Iddio vi benedica, mia cara signorina! — disse -il vecchio tentando di rizzarsi per muoverle incontro. -</p> - -<p> -— Non vi rizzate, no, ve ne prego! — esclamò la -giovane cieca il cui raffinato orecchio aveva percepito -la sua mossa. — A quanto mi dice Gertrude -temo che vi sia penoso.... Figliuola, portami una seggiola -accanto allo zio True.... — -</p> - -<p> -Ella s'accostò al paralitico, gli prese la mano, e -parve oltremodo turbata nel sentirla tremare così. -</p> - -<p> -— Ah, signorina Emilia, — egli disse — non sono -più l'uomo che ero quando vi parlai ultimamente.... -Il Signore mi ha mandato un avviso, e devo dispormi -a partirmene dà questo mondo! -</p> - -<p> -— Mi duole assai di non aver saputo nulla della -vostra malattia, — disse la visitatrice. — Sarei venuta -prima a trovarvi.... Ma ho avuto la notizia -soltanto oggi.... Stamani Giorgio, il servitore di mio -padre, vi ha visto in una bottega con Gertrude, e -me l'ha detto non appena ritornato di città. Cotesta -bambina doveva pur scrivermi un rigo.... — -</p> - -<p> -Gertrude stava ritta presso il vecchio accarezzando -con le dita sottili le sue ciocche grige. Egli, all'udire -Emilia menzionarla, si voltò verso di lei e -la guardò.... Ah, quale sguardo d'amore! Mai Gertrude -potè scordarlo. -</p> - -<p> -— Cara signorina, — rispose True — non era necessario -disturbare nessuno. Dio stesso ha provveduto. -Tutti insieme i dottori e tutte le infermiere -del paese, non avrebbero fatto per me la metà di -quello che ha saputo fare questa mia piccina. Cinque -anni sono, quando me la portai a casa, povera -scricciola, scalza e livida dal freddo, quando, in questa -medesima stanza, me la reggevo sulle braccia, -notte e giorno, malata, quasi morente, non mi sarei -immaginato che verrebbe così presto la sua volta. -No, signorina Emilia, non mi sarei immaginato -che il Signore mi abbatterebbe così profondamente, -che quei piedini correrebbero tanto di qua e di là per -servirmi, che quelle manine verrebbero nelle tristi -notti ad accomodare i miei guanciali, che il giorno -camminerei appoggiato al suo debole braccio.... Davvero -le vie di Dio non sono le nostre vie, nè i suoi -pensieri come i nostri pensieri. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_120">[120]</span> -</p> - -<p> -— Oh, zio True, — disse Gertrude — io non fo -molto per voi! Vorrei fare assai più, vorrei ridarvi -la vostra forza. -</p> - -<p> -— Per questo mondo non è più possibile.... Ma tu -mi dài ben altra forza che quella del corpo.... Ah, -signorina Emilia, — proseguì rivolto alla fanciulla -cieca — a voi dobbiamo ogni nostro bene! Io amavo -il mio uccellino, ma ero uno sciocco e non sarei riescito -che a viziarlo. Invece voi sapevate quello che -ci voleva per il suo meglio e per il mio. Voi avete -fatto di lei ciò ch'è adesso: uno degli agnelli di Cristo, -un'ancella del Signore. Se qualcuno m'avesse -detto sei mesi addietro ch'io sarei divenuto un povero -invalido, inchiodato in una poltrona, senza sapere -chi provvederebbe al necessario per me e per -il mio uccellino caro, avrei risposto che non è possibile -sopportare con pazienza una tal sorte, e il -cuore mi sarebbe venuto meno. Ma ho imparato una -gran lezione da questa bambina! Dopo l'attacco, -appena ebbi ricuperato la parola, e potei esprimere -le idee che mi venivano alla mente, turbato com'ero -pensando al mio caso e alle condizioni di Gertrude -che non aveva più chi lavorasse per lei, tanto turbato -da sentirmi peggio, dissi gemendo: «E che faremo -ora?... Che faremo?» Ed essa mi sussurrò -nell'orecchio: «Dio avrà cura di noi, zio True.» -E quando, dimenticata quella sua risposta, domandai -un'altra volta: «Chi ci nutrirà ora, chi ci vestirà?» -essa di nuovo disse: «Provvederà il Signore!» -Una notte, nel più profondo della mia angoscia, -crucciandomi per la mia piccina, esclamai: -«Se io muoio, chi s'occuperà di Gertrude?» E la -cara creatura ch'io credevo a letto, bene addormentata, -posò la testa accanto alla mia, e rispose: «Zio -True, la sera ch'io fui messa fuori nella strada -buia, ed abbandonata là, sola, senza più casa, senza -un amico al mondo, il nostro Padre Celeste vi -mandò in mio soccorso; così se mai volesse chiamarvi -a Sè e non prendere me pure, mi manderà -qualcun altro per sostenermi durante il tempo ch'io -devo restare ancora quaggiù.» Da quel momento, -signorina Emilia, ho cessato di disperarmi. Le sue -parole e i santi insegnamenti della Bibbia ch'ella -<span class="pagenum" id="Page_121">[121]</span> -mi legge tutti i giorni, hanno penetrato il mio cuore, -e sono in pace. -</p> - -<p> -«Io pensavo sempre che se fossi vissuto e rimasto -sano e forte, Gertrude avrebbe potuto frequentare -la scuola e istruirsi, giacchè ha una grande inclinazione -allo studio, e impara con molta facilità. È -una bambina piuttosto gracile; e poi, non pare proprio -fatta per i lavori grossolani e faticosi, perciò -mi dispiaceva troppo l'idea che avesse a guadagnarsi -la vita duramente. Speravo di vederla diventare -maestra di scuola come la signorina Browne, -o qualche cosa di simile.... Ma adesso non mi tormento -più. Sono persuaso che, come dice lei, tutto -avviene per il nostro meglio, perchè altrimenti non -avverrebbe. — -</p> - -<p> -Gertrude che, mentre egli parlava, aveva tenuto -la faccia nascosta contro la sua spalla, alzò la testa -e disse, risolutamente: -</p> - -<p> -— Zio True, io mi sento capace di fare qualsiasi -lavoro materiale, o quasi. Per esempio, la signora -Sullivan dice ch'io cucio molto bene; potrei far la -sarta o la modista. Questi non sono mestieri faticosi. -</p> - -<p> -— Signor Flint, — domandò Emilia — affidereste -volentieri a me la vostra bambina? Se Dio vi separasse -da lei, la credereste sicura sotto la mia custodia? -</p> - -<p> -— Oh, signorina Emilia! — esclamò l'infermo. — Come -non la crederei sicura sotto la custodia d'un -angelo? E voi.... -</p> - -<p> -— No, non dite questo, — interruppe ella — o -mi periterò d'assumere un impegno così solenne. So -purtroppo che la mia cecità, la mia debole salute, -la mia inesperienza, mi rendono poco atta ad incaricarmi -d'una bambina come Gertrude. Ma poichè -voi approvate l'istruzione che le ho dato finora, e, -per bontà vostra, mi tenete in miglior concetto ch'io -non meriti, almeno sarete certo del mio sincero desiderio -d'esserle utile. E s'è un conforto per voi il -sapere che in caso di vostra morte io sarò lieta di -prenderla meco, d'aver cura della sua educazione, -e di provvedere a lei finchè io viva, abbiatevi la mia -formale promessa — e così dicendo pose la sua destra -<span class="pagenum" id="Page_122">[122]</span> -su quella di True — che questo sarà fatto e -che m'adoprerò con tutte le mie forze perchè ella sia -felice. — -</p> - -<p> -Il primo impulso di Gertrude fu di slanciarsi verso -Emilia e gettarle le braccia al collo, ma la rattenne -nell'atto la vista di True che piangeva come -un fanciullo. Ella fece posare la testa del vecchio -sul suo seno e asciugò con la mano le lacrime che -gli sgorgavano dagli occhi: lacrime di gioia però, -della gioia che lo soverchiava in quel suo stato di -debolezza, di prostrazione. -</p> - -<p> -La proposta della signorina Graham gli giungeva -così inopinata e di tanto superava le sue aspettazioni, -da sembrargli una speranza troppo bella perchè -osasse affidarvisi: e ad un tratto un dubbio gli -balenò, ed accrebbe la sua trepidanza: -</p> - -<p> -— Ma vostro padre! — disse esitando. — Il signor -Graham! Egli ha le sue idee particolari, le sue consuetudini, -e non è più giovane.... Ho gran paura -che non gli garberà avere in casa una bambina.... -</p> - -<p> -— Mio padre è molto indulgente con <i>me</i>, — rispose -Emilia. — Certo non vorrà opporsi a un disegno -che mi sta a cuore. Io mi sono affezionata a -Gertrude; la sua presenza mi sarebbe utile e vi troverei -un conforto. Mi confido, signor Flint, che voi -riacquisterete, almeno in parte, la salute e le forze, -e rimarrete con lei ancora molti anni: ma affinchè -non siate in ansia per la sua sorte, colgo quest'occasione -d'assicurarvi che s'io vi sopravvivo la mia -casa sarà la sua. -</p> - -<p> -— Ah, signorina Emilia! — esclamò il vecchio — il -mio tempo quaggiù è finito, lo sento; e giacchè volete -incaricarvi di questa creatura, sarete presto -chiamata a compiere la vostra opera di carità. Ricordo -com'ero turbato il giorno dopo ch'io me l'ebbi -portata qui, pensando che forse non ero capace -d'educarla, e non avevo la possibilità di tenerla ammodo. -E voi, cara signorina, ricordate che mi diceste -per incoraggiarmi? «Avete fatto bene,» mi -diceste, «e il Signore vi benedice e vi ricompenserà.» -Quante volte da allora ho ripetuto in cuor -mio che le vostre parole erano state una vera profezia, -che il Signore stesso ve le aveva ispirate! Ed -<span class="pagenum" id="Page_123">[123]</span> -ora che voi vi proponete di prendere il mio posto -perchè Egli mi chiama a Sè, e ch'io vedo più chiaramente -che mai le sue vie, <i>vi dico a mia volta</i>, -signorina Emilia: «Fate bene!» E se Dio vi ricompensa -come ha ricompensato me, verrà il giorno -che l'amore e la gratitudine di questa orfanella vi -ripagheranno di ciò che avrete fatto per lei.... Gertrude? -</p> - -<p> -— Non è qui, — disse la cieca — l'ho udita correre -nella sua camera. -</p> - -<p> -— Povero uccellino! — fece True. — Non le piace -sentirmi parlare del momento che dovrò lasciarla. -Mi rattrista il pensiero della sua desolazione. Mi -par di vederla struggersi il cuore in lacrime dietro -il suo vecchio zio. Basta, non importa. Io volevo -raccomandarle d'essere una buona figliuola per voi, -ma credo che non ci sia bisogno di raccomandazioni.... -Le dirò quando torna quel che ho da dirle. -Addio, cara signorina, — egli soggiunse, poichè -Emilia s'era rizzata e Giorgio, il servitore, l'aspettava -sulla soglia — se non vi rivedo più, sappiate -che voi avete reso un povero vecchio tanto felice, da -non lasciargli nulla da desiderare sulla terra, e che -portate con voi la benedizione d'un morente. Vi conceda -Iddio di finire i vostri giorni in perfetta pace -come io finisco i miei! — -</p> - -<p> -Quella sera, quando Trueman si fu coricato, e che -Gertrude ebbe finito di leggergli secondo il consueto -qualche pagina della sua piccola Bibbia, egli, chiamatala -al suo capezzale, la pregò, come spesso faceva -ultimamente, di ripetere la preghiera per i -malati, da lui prediletta. -</p> - -<p> -Ella s'inginocchiò, e con solenne e commovente ardore -sodisfece alla sua richiesta. -</p> - -<p> -— E adesso, tesoro, la preghiera per i moribondi.... -Ce n'è una, non è vero, nel tuo libriccino? — -</p> - -<p> -Gertrude tremò. Sì, <i>c'era</i>, e bellissima. La pensosa -fanciulla, cui l'idea della morte era familiare, la -sapeva a memoria. Ma come avrebbe potuto proferirne -ad alta voce le parole senza tradire la commozione -che la scoteva tutta? Eppure doveva provarvisi. -Lo zio True desiderava udirla, e sarebbe -stato un conforto per lui. Concentrando tutta la propria -<span class="pagenum" id="Page_124">[124]</span> -energia, dominandosi con uno sforzo, ella incominciò, -e guadagnando vigore man mano che proseguiva, -arrivò fino in fondo. Due o tre volte la voce -le fallì, soffocata nel nodo che le serrava la gola, -ma subito, per un nuovo sforzo della volontà, risonò -tanto limpida e calma, che la divozione dell'infermo -non fu disturbata dal dolore della sua bimba diletta. -Fortunatamente egli non poteva sentire i palpiti -del piccolo cuore spasimante che minacciavano -di spezzarlo. -</p> - -<p> -Recitata la preghiera, ella rimase in ginocchio, -accanto al letto, con la faccia nascosta nelle coperte. -Non era in grado di rizzarsi. Per qualche minuto -un silenzio solenne regnò nella stanza. Poi il -vecchio le posò una mano sul capo. -</p> - -<p> -Ella alzò gli occhi verso di lui, ed egli disse: -</p> - -<p> -— Tu ami la signorina Emilia, non è vero, uccellino -mio? -</p> - -<p> -— Oh, sì, molto! -</p> - -<p> -— Mi prometti d'essere una buona figliuola per -lei quando io me ne sarò andato? — -</p> - -<p> -Gertrude ruppe in singhiozzi. -</p> - -<p> -— O zio True, non mi lasciate! <i>Caro, caro</i> zio -True, io non posso vivere senza di voi! -</p> - -<p> -— Dio vuole ch'io vada a Lui, Gertrude. Egli è -stato sempre buono con noi, e non dobbiamo ora -dubitare della Sua bontà. La signorina Emilia può -fare per te più ch'io non potessi. Tu con lei sarai -felice. -</p> - -<p> -— No, no! Mai più non sarò felice in questo mondo! -Non fui mai felice prima d'esser venuta a stare -con voi! E se voi morite, desidero di morire anch'io.... -</p> - -<p> -— Tu non devi desiderare questo, mio tesoro: sei -giovane, e il tuo dovere è di compiere sulla terra il -tempo che t'è assegnato procurando di fare il bene. -Io sono vecchio, e oramai non altro che un peso -inutile.... -</p> - -<p> -— Non lo dite, zio True, non lo dite! Voi non siete, -non potete essere di peso a nessuno. Vorrei io -piuttosto non aver cagionato tanto incomodo a voi.... -</p> - -<p> -— Al contrario, uccellino, Dio sa che tu sei stata -tutti questi anni la gioia del mio cuore. Ciò che mi -<span class="pagenum" id="Page_125">[125]</span> -affligge è il vederti adesso sempre sacrificata qui in -casa a sfaticare invece d'andar a scuola. Ma quaggiù, -noi dipendiamo gli uni dagli altri.... in primo -luogo da Dio.... e poi gli uni dagli altri.... E questo -mi rammenta le cose che ho da dirti. Io sento che -il Signore mi chiamerà presto, assai più presto che -tu non creda. E tu allora piangerai e sarai oltremodo -afflitta, senza dubbio.... Ma la signorina Emilia -ti prenderà seco, e ti dirà parole sante che ti -conforteranno, ti dirà come ci rivedremo e saremo -felici in un mondo migliore; dove non ci separeremo -più.... Anche Guglielmo farà tutto il suo possibile -per consolarti nel tuo dolore.... E, col tempo, sorriderai -di nuovo.... Da principio, ed a lungo forse, -tu sarai a carico della signorina Emilia che avrà -da pensare a tutto per te: scuola, vestiario, e via -dicendo. Ebbene, questo ti voglio dire: lo zio True -s'aspetta che tu ti comporti con lei da buona figliuola, -e l'obbedisca sempre. E quando sarai più grande -forse potrai fare a tua volta qualche cosa per provarle -la tua gratitudine. Ella è cieca, e i tuoi occhi -dovranno essere i suoi: non è robusta, e tu dovrai -essere il suo sostegno come sei stata il mio. Se tu -sarai buona e paziente, Gertrude, Dio ti darà la -pace e la serenità dell'anima per aver fatto quanto -potevano le tue forze, in pro degli altri. E quando -avrai qualche dispiacere (nessuno ne va esente) ricordati -dello zio True che ti diceva in questi casi: -«Su, allegri, uccellino, perchè a parer mio tutto -finirà bene!» Andiamo, non addolorarti ora: va' a -letto, cara.... E domani faremo una bella passeggiatina; -sai che Guglielmo verrà con noi.... — -</p> - -<p> -Gertrude si fece cuore per amor suo, e andò a coricarsi. -Stette qualche ora vegliando, ma alfine cadde -in un sonno profondo e non si destò fino a giorno. -</p> - -<p> -Sognò ch'era già il mattino e che lei, lo zio True -e Guglielmo facevano una passeggiata deliziosa; lo -zio True aveva ricuperato la salute e le forze, camminava -con passo fermo, gli occhi gli brillavano; -Guglielmo e lei erano felici e ridenti. -</p> - -<p> -E mentre ella sognava il suo bel sogno, ed era -tanto lontana dal pensare che mai più non avrebbe -calcato a fianco del suo primo amico le vie terrestri, -<span class="pagenum" id="Page_126">[126]</span> -il messaggero venne, un dolce e tacito messaggero, -e nella quiete della notte avvolgente il mondo -sopito, prese l'anima del buon True e la portò a Dio! -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XVI.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Le stelle son magioni edificate</p> -<p>Da natura, ove forse la celeste</p> -<p>Lor dimora hanno l'anime beate</p> -<p>Nella luce immortal che le riveste.</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Wordsworth.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -Sono trascorsi due mesi dalla morte di True, e da -otto giorni Gertrude è stabilita in casa del signor -Graham. -</p> - -<p> -Emilia aveva saputo per mezzo d'un giornale la -notizia della perdita che così improvvisamente colpiva -la bambina. Senz'indugio comunicò allora a -suo padre il suo desiderio e i suoi propositi rispetto -all'orfanella, ed egli non vi si oppose. Le fece però -notare gl'inconvenienti che avrebbe cagionato in -quel momento la venuta di questa alla villa, posto -che erano in procinto di partire per una visita a -parenti dimoranti in un paese lontano, e non sarebbero -ritornati che quasi al tempo di rientrare in -città per l'inverno. Emilia comprese la giustezza -dell'obiezione. Invero la signora Ellis restava a custodia -della casa, ma ella ben sapeva che quand'anche -avesse acconsentito ad occuparsi di Gertrude -durante la loro assenza, era la persona meno atta -a consolarla nella sua afflizione. -</p> - -<p> -Questo pensiero la turbava considerandosi ella -oramai come l'unica tutela di quell'orfana, e si doleva -in cuor suo d'essere così inopportunamente costretta -a un insolito viaggio. Ma non c'era rimedio: -il signor Graham aveva divisato di farlo, ed ella -doveva guardarsi dal contrariare la sua intenzione -perchè la presenza della piccola Gertrude non riuscisse, -proprio da bel principio, importuna e sgradita, -E la mattina dopo il suo colloquio col padre, -si recò in città, assai perplessa circa il modo di regolarsi -in quelle imprevedute circostanze. -</p> - -<p> -Era una domenica, ma Emilia aveva uno scopo -<span class="pagenum" id="Page_127">[127]</span> -di carità e d'amore, che non ammetteva dilazioni. -Un'ora innanzi l'uffizio del mattino, la signora Sullivan, -affacciata alla finestra che dava sulla strada, -vide fermarsi alla porta di casa la carrozza del signor -Graham. Ella corse incontro alla giovane cieca, -e con la gentilezza e la bontà in lei naturali la -condusse nel suo modesto ma pulitissimo salotto, la -fece sedere in una comoda poltrona, le mise in mano -un ventaglio, (era una giornata caldissima) poi le -disse quanto lieta, grata, fosse della sua visita, e -quanto le dispiacesse che appunto Gertrude non si -trovasse in casa. -</p> - -<p> -— E dov'è? — domandò Emilia, maravigliata. -</p> - -<p> -— È uscita a passeggiare col mio Guglielmo, — rispose -la signora Sullivan. -</p> - -<p> -Molte altre domande seguirono a quella, da parte -della visitatrice, e la buona donnina raccontò tutta -la lunga e commovente storia del disperato dolore -di Gertrude, dolore inconsolabile, e tanto profondo -da farle temere ch'ella ne morisse. -</p> - -<p> -— Io non potevo nulla, con lei. Durante la settimana -scorsa passò le giornate seduta sul suo panchetto -davanti alla poltrona dello zio True, con la -testa sul cuscino, e non c'era caso d'indurla a levarsi -di lì e a mangiare qualche cosa. Quando le -parlavo sembrava che non udisse: s'io tentavo di -smuoverla a forza non si dibatteva, (era sempre -tranquilla), ma mi si abbandonava tra le braccia -come un corpo morto; e non osavo costringerla a -venire nel mio quartierino benchè sapessi che il mutar -luogo le avrebbe giovato. Se non ci fosse stato -Guglielmo, io non so davvero come avrei fatto con -quella povera creatura; era una gran pena! Ma lui -sa maneggiarla molto meglio di me. Nelle ore che -è in casa, adesso va benino. Figuratevi, se la piglia -in collo, perchè è forte quel ragazzo, e lei è leggera -come una piuma, la porta in un'altra stanza o fuori -nella corte, e trova sempre la maniera di rasserenarla, -ch'è una maraviglia. La persuade a mangiare, -la conduce a far una lunga passeggiata tutte -le sere, quando ritorna dal magazzino. Ieri andarono -fin oltre il ponte di Chelsea, dove si gode l'aria buona -e il fresco, e pare che fosse riuscito a distrarla, -<span class="pagenum" id="Page_128">[128]</span> -a divertirla perfino, perchè me la riportò più colorita -e più animata che non l'avessi ancora veduta. -Era tanto stanca, che si lasciò mettere a letto nella -mia camera, e dormì saporitamente tutta la notte. -Tant'è vero che oggi è la Gertrude di prima. Sono -usciti insieme stamani; essendo domenica Guglielmo -sta tutto il giorno con noi, e non dubito che finirà -di consolarla, se è umanamente possibile. -</p> - -<p> -— Guglielmo dimostra molto criterio cercando di -distrarla, conducendola fuori di casa, — disse Emilia. — Sono -lieta ch'ella abbia amici tanto benevoli. -Io promisi al signor Flint che se la sua figliuola -adottiva avesse la sventura di perderlo, la prenderei -meco, e la mia casa sarebbe la sua. Non ho -avuto notizia della morte di quel brav'uomo se non -ieri; e considero come un gran favore usato a me -non meno che a Gertrude, l'avere intanto preso così -amorosamente cura di lei. Ma io ero certa della vostra -bontà: altrimenti non mi sarei data pace di -non aver saputo subito che il povero True già era -venuto a mancare. -</p> - -<p> -— Oh, signorina Emilia, — disse la signora Sullivan — Gertrude -ci è tanto cara, e soffrivamo talmente anche -noi vedendola soffrire, ch'era bontà -verso noi stessi fare tutto il possibile per confortarla. -Io credo che Guglielmo e lei non s'amerebbero -con maggior tenerezza se fossero fratello e sorella. -Il mio figliuolo e lo zio True erano grandi amici. -Ah sentiamo tutti vivamente la perdita del nostro -buon casigliano, credetelo. Il mio vecchio padre non -ne parla molto, ma io vedo bene com'è addolorato -e depresso. — -</p> - -<p> -Nel corso della conversazione che si prolungò ancora, -la vedova disse che una sua cugina moglie -d'un fittaiuolo, la quale viveva nei dintorni di Boston -alla distanza di circa venti miglia dalla città, -l'aveva invitata, insieme co' suoi, a passare una -quindicina di giorni alla fattoria; e che coincidendo -l'invito con l'usata vacanza estiva di Guglielmo, si -proponevano d'accettarlo. -</p> - -<p> -Ella parlò di Gertrude come se fosse inteso che li -accompagnerebbe, e s'estese sul vantaggio che le -avrebbe procurato il respirare l'aria di campagna -<span class="pagenum" id="Page_129">[129]</span> -e scorrazzare per campi e boschi, dopo le fatiche -sostenute e la lunga reclusione. -</p> - -<p> -Emilia, visto che la ragazzina sarebbe un'ospite -attesa e bene accolta, approvò di cuore questa visita, -e convenne inoltre con la signora Sullivan che -ella rimarrebbe affidata a lei, fino al ritorno del signor -Graham a Boston per la stagione invernale. -Poi dovette accomiatarsi, senz'aspettare Gertrude; -ma lasciò alla vedova un affettuoso messaggio per -la loro protetta, e una somma sufficiente ai bisogni -di questa durante il tempo stabilito. -</p> - -<p> -Così Gertrude andò in campagna, dove la novità -d'ogni cosa intorno a lei, l'abbondanza di cibo sostanzioso, -la salubrità del moto all'aria aperta tra -il verde, la cordialità e la simpatia delle persone con -cui si trovava, fecero rifiorire le rose sulle sue guance -e ridonarono al suo cuore la calma e la serenità -se non la gioia. -</p> - -<p> -Poco dopo ritornati i Sullivan dalla loro villeggiatura, -si trasferirono in città anche i Graham, e -l'orfanella passò nella sua nuova casa. -</p> - -<p> -— Sei ancora alla finestra, Gertrude? Che ci stai -a fare, cara? -</p> - -<p> -— Aspetto di vedere accendersi i lumi, signorina -Emilia. -</p> - -<p> -— Ma non li accendono stasera. Alle otto si leva -la luna che rischiarerà le strade a sufficienza per -tutta la notte. -</p> - -<p> -— Non intendevo parlare dei lampioni. -</p> - -<p> -— E di che, dunque? — domandò Emilia avvicinandosi -alla finestra e posando le mani sulle spalle -della fanciulla. -</p> - -<p> -— Delle stelle, cara signorina. Ah, vorrei pure -che poteste vederle anche voi! -</p> - -<p> -— Brillano e scintillano, non è vero? -</p> - -<p> -— Oh, sono belle, belle! E tante! Il cielo n'è gremito.... -</p> - -<p> -— Come ricordo il tempo ch'io solevo stare a -questa medesima finestra, guardando le stelle che -tu guardi ora! Mi sembra di vederle con gli occhi -tanto le ho presenti nella memoria! -</p> - -<p> -— Io le amo tutte quante, ma la mia più d'ogni -altra! -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_130">[130]</span> -</p> - -<p> -— E qual'è la tua stella? -</p> - -<p> -— È quella fulgidissima, là, sul campanile della -chiesa. Ogni notte splende di contro alla mia camera -e mi guarda fisso nel viso.... Signorina Emilia, — e -la voce di Gertrude si fece sommessa — provo -un sentimento come se quella stella splendesse apposta -per me, e mi figuro che l'accenda lo zio True, -e ch'egli nella sua luce mi sorrida e mi dica: «Vedi, -Gertrudina, ho acceso la tua lampada!» Caro zio -True! Credete, signorina, che egli mi ami sempre? -</p> - -<p> -— Sì, lo credo fermamente; e credo pure che se -tu seguirai il suo esempio e procurerai d'esser buona -e paziente al pari di lui, egli sarà in effetto il -lume che guiderà i tuoi passi brillando sul tuo cammino -di luce altrettanto viva che se la sua faccia -ti sorridesse nel fulgore della stella. -</p> - -<p> -— Io ero paziente, e buona quando vivevo con -lui.... quasi sempre almeno.... e sono buona quando -sono con voi; ma la signora Ellis mi urta. Si direbbe -che cerchi di tormentarmi, di provocarmi, e -allora io vo in collera; e non so più quel che dico -e quel che faccio. Non intendevo d'essere impertinente -con lei, oggi, e mi rincresce d'avere sbattuto -l'uscio; ma come non perdere la pazienza, signorina -Emilia, nel sentirla sostenere davanti al signor Graham -che avevo strappato io il <i>Journal</i> di ieri, mentre -non era vero? Quello in cui mi vide involtare le -vostre pantofole era un altro vecchio foglio, e sono -sicura che ella stessa, invece, deve aver acceso il -fuoco nella biblioteca col <i>Journal</i> scomparso; ma il -signor Graham crederà sempre che sono stata io. -</p> - -<p> -— Non dubito, Gertrude, che tu avevi qualche ragione -di sentirti sdegnata, e che, come affermi, quel -giornale non è andato perduto per colpa tua. Ma -devi ricordarti, mia cara, che non c'è nessun merito -a esser buoni e pazienti quando nulla ci irrita. -Io desidero che tu impari a sopportare anche le ingiustizie -senza perdere la padronanza di te. Sai che -la signora Ellis è qui da molti anni; finora ha sempre -fatto a modo suo, e non è avvezza coi ragazzi. -S'immagina che la tua presenza in questa casa le -porterà nuove faccende, la disturberà nelle sue consuetudini; -e pero non è da maravigliarsi che, a volte, -<span class="pagenum" id="Page_131">[131]</span> -se qualche cosa va di traverso se la pigli teco. -È una donna fidatissima, buona e premurosa per -me e per il mio babbo che la tiene in gran conto. -Sarei infelice se dovessi temere che tu e lei non potrete -vivere insieme amichevolmente. -</p> - -<p> -— Io non voglio farvi infelice! Non voglio disturbare -nessuno! — disse Gertrude, eccitata. — Andrò -via piuttosto, dovunque, lontano, e non sentirete più -parlare di me! -</p> - -<p> -— Gertrude! — esclamò Emilia con tono grave e -triste. -</p> - -<p> -Ella teneva sempre le mani sulle spalle della ragazzina, -e, parlando, la fece voltare di faccia a lei. -</p> - -<p> -— Gertrude, desideri dunque d'abbandonare la -tua amica cieca? Non mi vuoi punto bene? — -</p> - -<p> -Il volto in cui s'incontrò lo sguardo della piccola -sdegnosa aveva un'espressione di dolore così commovente, -che il suo orgoglio e la sua ira caddero -di colpo. -</p> - -<p> -— No, no, cara signorina Emilia! — ella proruppe -gettando le braccia al collo della giovane. — Non -vorrei lasciarvi per nulla al mondo. Farò tutto quello -che voi desiderate! Non andrò più in collera con -la signora Ellis, per amor vostro! -</p> - -<p> -— Non per amor mio, Gertrude, — replicò Emilia — per -amor di te stessa, per amor del tuo dovere -e di Dio! Qualche anno fa non avrei aspettato -da te un contegno remissivo e benevolo verso una -persona da cui tu fossi stata trattata con ingiustizia; -ma adesso che sai distinguere il bene dal male, -adesso che t'è familiare la vita del divino Maestro, -il quale perdonava le ingiurie, adesso che hai imparato -a compiere fedelmente tanti alti doveri, speravo -che tu sapessi anche sostenere con pazienza e -indulgenza ogni più duro cimento. Ma s'io t'ammonisco -quando hai errato, non dispero già che tu divenga -un giorno come ti bramo. Poichè tu ti trovi -sottoposta ora a una novella prova, t'è necessario -raccogliere novelle forze per sopportarla; e ho tanta -fiducia in te da credere che, conoscendo i miei desiderî, -procurerai di condurti convenevolmente verso -la signora Ellis, in qualsiasi occasione. -</p> - -<p> -— Lo farò, cara signorina, lo farò. Non le risponderò -<span class="pagenum" id="Page_132">[132]</span> -mai quando sarà cattiva con me, dovessi mordermi -le labbra per tenerle chiuse. -</p> - -<p> -— Oh le cose non arriveranno a questo punto! — disse -Emilia sorridendo. — Le sue maniere sono un -po' ruvide, ma ti ci assuefarai col tempo. — -</p> - -<p> -Proprio in quel momento s'udì una voce nell'anticamera: -</p> - -<p> -— Vedere <i>la signorina Flint</i>! Davvero? Ebbene, <i>la -signorina Flint</i> è nella camera della signorina Graham. -O che si mette a ricever visite, ora? — -</p> - -<p> -Gertrude avvampò in viso, fino alle tempie. La -voce era quella della signora Ellis e parlava in tono -di derisione. -</p> - -<p> -Emilia andò all'uscio e l'aperse. -</p> - -<p> -— Signora Ellis! -</p> - -<p> -— Che volete, Emilia? -</p> - -<p> -— C'è qualcuno da basso? -</p> - -<p> -— Sì, un giovanotto che chiede di Gertrude. Quel -certo Sullivan, credo. -</p> - -<p> -— Guglielmo! — gridò Gertrude slanciandosi -avanti. -</p> - -<p> -— Scendi pure, e quando avrai finito d'intrattenerti -con lui torna qui, — disse Emilia. — Voi, signora -Ellis, fatemi il piacere di venir a mettere un -po' in ordine la mia camera. Credo che troverete sul -tappeto molti ritagli di roba per il vostro sacco dei -cenci. La signorina Randolph ne semina sempre in -abbondanza quando viene a tagliare un vestito. — -</p> - -<p> -La governante fece la sua collezione, poi sedette -sul canapè coi ritagli di colore in una mano e i bianchi -nell'altra, e cominciò, parlando di Gertrude: -</p> - -<p> -— Che farete di lei, Emilia? La manderete a -scuola? -</p> - -<p> -— Sì, andrà dal signor W. l'inverno prossimo. -</p> - -<p> -— Oh! Non è una scuola troppo costosa per una -ragazzina della sua condizione? -</p> - -<p> -— È costosa, sicuro, ma io desidero darle il miglior -maestro che conosco, e il babbo non fa obiezioni -circa la spesa. Pensa anche lui che se vogliamo -destinarla a istruire altre bambine, bisogna che sia -bene istruita ella stessa. Gliene parlai la prima sera -dopo tornati in città per la stagione, e convenne con -me ch'era meglio metterla subito a imparare un mestiere, -<span class="pagenum" id="Page_133">[133]</span> -anzichè farne con una mezza educazione una -signorina buona a nulla. Egli acconsentì a lasciarmi -libera di regolarmi come mi parrebbe meglio, e -ho risolto di mandarla dal W. Resterà dunque con -noi per ora. È mia intenzione tenermela dappresso -quanto più a lungo sia possibile, non solo perchè -le sono molto affezionata, ma perchè è tanto delicata -e sensitiva; la morte del vecchio Flint l'ha addolorata -immensamente, e dobbiamo cercare in ogni -modo di consolarla, di renderla felice.... non vi pare, -signora Ellis? -</p> - -<p> -— Io ho sempre badato a fare il mio dovere, — rispose -la governante, piuttosto seccamente. — Dove -dormirà quando la casa sarà ordinata? -</p> - -<p> -— Nella camerina in fondo al corridoio. -</p> - -<p> -— E allora dove metterò l'armadio della biancheria? -</p> - -<p> -— Non può stare nell'entrata sul di dietro? Io -credo che troverà posto benissimo tra le due finestre.... -</p> - -<p> -— Bisognerà che lo trovi, — disse la signora Ellis; -e uscì dimenandosi e brontolando tra i denti: — Tutto -sossopra a cagione di quella piccola villana -rifatta! — -</p> - -<p> -I motivi del suo dispetto erano parecchi. Preposta -da lungo tempo al governo delle faccende domestiche -in casa Graham, esercitava le sue mansioni -con un'autorità assoluta, diventata un po' tirannica. -Era brava, metodica, scrupolosa in materia d'ordine -e di pulizia. A' suoi occhi, dopo tanti anni che -viveva tranquilla in una famiglia poco numerosa -e non aveva più da fare con bambini, Gertrude era -apparsa come un'intrusa, di cui nulla giustificava -la presenza, e che non poteva se non commettere -malestri, seminar zizzania e guastarle le uova nel -paniere. Inoltre usciva dal «basso popolo», come -s'esprimeva la governante, la quale non era in fondo -di cuor duro ed approvava la carità pubblica e -privata, ma aveva un debole per gli «alti natali». -Si vantava anzi d'esser nata bene ella stessa, quantunque -ridotta dalla fortuna in una condizione inferiore, -e le pareva un'offesa alla sua dignità il pretendere -ch'ella avesse a prestarsi in servigio di una -<span class="pagenum" id="Page_134">[134]</span> -persona tanto al di sotto di lei nella gerarchia sociale. -Ma soprattutto vedeva in quell'ospite sgradita -una rivale formidabile nell'affetto della signorina -Graham, che, afflitta da cecità e piuttosto cagionevole, -era stata fino allora interamente affidata alle -sue cure, e in cui aveva riposto tutta la tenerezza -che la sua aspra natura le concedeva di sentire per -qualcuno. -</p> - -<p> -Date queste circostanze, si comprende che la signora -Ellis era lungi dal sentirsi favorevolmente disposta -verso Gertrude; e Gertrude dal canto suo non -era ancor preparata ad amare cordialmente la signora -Ellis. -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XVII.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Imprendere su questo mare un lungo</p> -<p>Venturoso viaggio è tuo destino.</p> -<p><i>Può</i> il saggio naufragar, lo stolto <i>deve</i>.</p> -<p>Or dunque a tempo di saggezza t'arma.</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Ware.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -Emilia sedeva sola nella sua camera. Il signor -Graham era andato a un'assemblea dei direttori -delle banche. La signora Ellis mondava dell'uva -passa nel salotto da pranzo. Gertrude s'intratteneva -ancora con Guglielmo nella piccola biblioteca a pianterreno. -Ed Emilia s'abbandonava al corso de' suoi -pensieri mentre il lume della luna invadeva la stanza -non meno buia per lei. Ella appoggiava la fronte -sulla mano; il suo volto abitualmente placido e sereno -aveva un'espressione di profonda mestizia, la -sua persona era accasciata in un'attitudine di dolore -e di scoramento. E man mano che i ricordi le si affollavano -nella mente, e i passati affanni le si ridestavano -nel cuore, ella veniva reclinando il capo -sui cuscini dell'agrippina, e lente lacrime stillavano -di tra le sue dita. -</p> - -<p> -D'improvviso una manina leggera la toccò. Ella -diede un sobbalzo, come sempre quand'era sorpresa, -perchè, tutt'assorta nella sua meditazione, non aveva -udito i passi di Gertrude. -</p> - -<p> -— Avete qualche dispiacere, signorina Emilia? — domandò -<span class="pagenum" id="Page_135">[135]</span> -la fanciulla. — Desiderate che vi lasci sola, -o mi permettete di rimanere? — -</p> - -<p> -Il tono affettuoso, la delicatezza della domanda, -commossero la cieca. -</p> - -<p> -— Oh, sì, rimani! — le rispose traendola a sè e -cingendole con un braccio la vita. — Ma tu che hai? — soggiunse, -poichè in quell'atto aveva sentito che -ella era violentemente agitata. — Tremi tutta, sei -scossa da singhiozzi.... Che t'è accaduto? — -</p> - -<p> -Gertrude proruppe: -</p> - -<p> -— Ah, cara signorina! Mi sembrava che piangeste -quando sono entrata, e speravo che mi lascereste -piangere con voi.... Sono in tanta desolazione! Non -posso far altro. — -</p> - -<p> -Emilia si calmò dinanzi all'intensa angoscia della -sua piccola protetta, evidentemente cagionata da -una nuova e grave afflizione. Ella volle conoscerla. -E seppe questo: Guglielmo era venuto a dirle che -partiva, che lasciava l'America, per andare, diceva -lei, «in capo al mondo»: nell'India. Il signor Clinton -essendo cointeressato in una casa commerciale -di Calcutta, aveva offerto al giovane Sullivan di -mandarvelo in qualità di commesso a condizioni -vantaggiosissime. Gli si schiudeva così un avvenire -ben più splendido di quello che poteva sperare in -patria: già fin d'ora lo stipendio assegnatogli era -tale da bastare non solo a tutte le sue spese personali, -ma altresì al benessere de' suoi che d'anno in -anno avevano maggior bisogno del suo aiuto; ed -anche le probabilità d'avanzamento erano grandi. -Pertanto, sebbene l'amoroso suo cuore sanguinasse -al pensiero del distacco dal paese nativo e da coloro -che amava, egli non esitò un momento a seguire il -consiglio datogli a un tempo dal suo dovere e dal -suo interesse. Accettò la proposta, e per fiere che -fossero le sue intime lotte nel prendere questa risoluzione -che lo condannava a un esilio di cinque -anni almeno, di dieci forse, vi si mantenne con virile -fermezza, e ne parlò gaiamente a sua madre -ed al nonno. -</p> - -<p> -— Signorina Emilia, — disse Gertrude quando si -fu quetata alquanto — come sopporterò io la partenza -di Guglielmo? Come potrò vivere senza di lui? -<span class="pagenum" id="Page_136">[136]</span> -È tanto buono, mi vuol tanto bene! Sempre è stato -per me più che un fratello, e da quando lo zio True -è morto, che non ha fatto per confortarmi? Io credo -che la morte dello zio True non l'avrei sopportata, -se non avessi avuto Guglielmo.... E ora ho da rassegnarmi -a lasciarlo andar via? -</p> - -<p> -— È un gran dolore — fece benevolmente Emilia — ma, -senza dubbio, si tratta della sua fortuna. Tu -devi pensare a questo, e farti una ragione. -</p> - -<p> -— Lo so, lo so, sarà un vantaggio per lui.... Ma -voi non potete immaginarvi a qual segno io lo ami.... -Siamo stati tanto tempo insieme; eravamo noi due -soli, e si viveva l'uno per l'altro.... Egli è molto più -grande, e mi proteggeva, aveva cura di me.... No, -è impossibile che vi facciate un'idea della nostra -amicizia.... — -</p> - -<p> -Gertrude aveva inconsciamente toccato una corda -che faceva vibrare tutta l'anima d'Emilia. -</p> - -<p> -— Io, figliuola mia, <i>non potermelo immaginare</i>? — cominciò -questa. — Ah, comprendo meglio che -tu non te lo figuri, quanto egli ti sia caro! Anch'io -ebbi.... — -</p> - -<p> -La voce le tremava; s'interruppe bruscamente, -s'alzò da sedere, mosse a rapidi passi verso la finestra, -e premette la fronte bruciante contro il gelido -cristallo; poi ritornò alla fanciulla dicendo con -un tono ridivenuto calmo: -</p> - -<p> -— O Gertrude! Nel dolore che t'opprime tu non -vedi il gran conforto che ti è concesso.... Pensa, -cara, che Guglielmo potrà darti di frequente sue notizie -e ricevere le tue.... È una felicità questa di cui -devi render grazie a Dio. -</p> - -<p> -— Sì, m'ha detto che scriverà spessissimo alla sua -mamma ed a me.... -</p> - -<p> -— Inoltre tu dovresti esser lieta della buona opinione -che il signor Clinton ha di lui. La piena fiducia -che mostra nella sua intelligenza e nella sua -probità scegliendolo per quel posto così importante, -è un grande onore. -</p> - -<p> -— È vero; non l'avevo considerato. -</p> - -<p> -— E voi due siete stati sempre felici insieme, e vi -separerete in perfetta pace. O, Gertrude, Gertrude, -una separazione come la vostra non deve affliggerti -<span class="pagenum" id="Page_137">[137]</span> -così: ve n'hanno di ben più crudeli.... Sii paziente, -figliuola mia, fa' il tuo dovere, e forse il giorno che -vi rivedrete vi recherà tanta gioia, da compensarvi -ampiamente di quanto v'avrà fatto soffrire la lontananza. — -</p> - -<p> -Nel proferir queste parole la voce d'Emilia di nuovo -tremava. Gli occhi di Gertrude erano fissi nel -suo viso con un'espressione di maraviglia. -</p> - -<p> -— Signorina Emilia, — ella disse — comincio a -credere che tutti abbiano le loro pene. -</p> - -<p> -— Certo, cara. Come potresti dubitarne? -</p> - -<p> -— Non lo credevo, una volta: io, sì, ne avevo molte, -ma stimavo gli altri più fortunati. M'immaginavo -che i ricchi, poi, non avessero niente da desiderare; -benchè voi siate cieca, e che questa sia una -cosa terribile, vedendovi sempre di buon umore e -tranquilla avevo finito col persuadermi che essendovici -assuefatta non ne soffriste più, e che adesso -nulla mai vi tormentasse. E Guglielmo! Era sempre -così allegro ch'io non potevo nemmeno figurarmelo -con un viso triste; ma un giorno, quando non riesciva -a trovare un'occupazione, lo vidi piangere a -calde lacrime; e così per la morte dello zio True; e -stasera, mentre mi diceva che sarebbe andato via, i -singhiozzi gli facevano nodo alla gola. Sicchè se -anche voi, anche lui, avete i vostri dolori, e in certi -momenti non rattenete il pianto, vuol dire che il -mondo è pieno di triboli e che ad ognuno ne tocca -la sua parte. -</p> - -<p> -— È questa la sorte dell'umanità, Gertrude, e non -dobbiamo lusingarci di sfuggirvi. -</p> - -<p> -— Ma allora chi può essere felice? -</p> - -<p> -— Soltanto coloro che hanno imparato a sottomettersi; -coloro che perfino nelle più gravi afflizioni -vedono la mano d'un Padre amoroso, e obbedienti -al suo volere baciano la verga che li castiga. -</p> - -<p> -— Dura prova, signorina Emilia! -</p> - -<p> -— Sì, molto dura, e perciò ben pochi in questo -mondo possono veramente chiamarsi felici. Ma se -in mezzo alle nostre miserie leviamo lo sguardo a -Dio con fede ed amore, ci è dato, mentre tutto s'oscura -intorno a noi, gustare una pace foriera della -beatitudine celeste. — -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_138">[138]</span> -</p> - -<p> -Emilia aveva ragione. Chi, tra quelli che tendono -con sincero sforzo verso la mèta d'una vita cristiana, -non ha provato, volgendo nelle ore di supremo -sconforto il cuore amante e fidente a Colui dal quale -ogni nostra virtù deriva, commozioni di gioia estatica, -di sublime speranza, ignote ai gaudenti che il -mondo chiama felici? Il cristiano che ha così sognato -un sogno di pace eterna, può farsi un qualche -concetto di ciò ch'è serbato al popolo di Dio, se -l'anima con amore indiviso, con fede immacolata, -si riposa nel suo Creatore. -</p> - -<p> -Spesso Gertrude aveva trovato nell'influsso delle -credenze religiose un sollievo alle sue pene; ma non -aveva ancora come quella sera sentito uno spirito -non terreno sorgere dal medesimo turbine di dolore -che la travolgeva e accendere in lei la fiamma della -più nobile, della più pura sensazione che mai l'avesse -commossa. -</p> - -<p> -Quand'ella uscì dalla camera d'Emilia era serena, -di quella serenità ch'è una forza; e se l'anima dello -zio True, guardandola dalla fulgida stella a lei tanto -cara, sospirò nel veder le lacrime che le imperlavano -le ciglia, la consolò il sorriso della luce divina che -splendeva nel suo volto, e che quando ella ebbe -chiuso gli occhi al sonno, v'impresse il suggello della -pace. -</p> - -<p> -La partenza di Guglielmo fu così affrettata, che -la signora Sullivan ebbe appena una settimana per -fare tutti i preparativi che la sua previdenza materna -stimava indispensabili. Ella era sopraccarica -di lavoro, e Gertrude, alla quale Emilia aveva dato -libertà di passare quel tempo da lei, le fu di grande -aiuto. Guglielmo, occupatissimo durante la giornata, -tornava a casa tutte le sere per stare qualche -ora con loro. -</p> - -<p> -Una volta rincasò sull'imbrunire. Sua madre e -il nonno Cooper erano fuori; e poichè Gertrude aveva -appunto terminato il suo lavoro di cucito, egli -le disse: -</p> - -<p> -— Se non hai paura di pigliar freddo, vieni a sedere -con me sullo scalino dell'uscio, come facevamo -in passato: oggi la temperatura è abbastanza mite, -ma non c'è da sperare che duri.... E chi sa se avremo -<span class="pagenum" id="Page_139">[139]</span> -più occasione di sederci insieme su questa soglia -e guardar la luna sorgere sopra la vecchia casa -all'angolo della strada.... -</p> - -<p> -— Oh, Guglielmo, — ella l'interruppe — non parlare -di non ritrovarci più insieme qui! Mi fa tanta -pena la sola idea.... Non c'è una casa in tutta Boston -che possa mai piacermi come questa! -</p> - -<p> -— E neanche a me.... Ma non credo a una probabilità -contro cento che al mio ritorno tra cinque -anni io non trovi al suo posto un bel blocco di magazzini, -quando verrò a cercarla.... Vorrei che non -fosse, perchè sento che avrò la nostalgia della nostra -antica dimora.... -</p> - -<p> -— Ma se la demoliscono, che faranno tua madre -e tuo nonno? -</p> - -<p> -— Non è facile dire che farà uno qualsiasi di noi -a quel tempo; ma se saranno costretti a sgomberare, -mi confido d'essere in grado di provvederli di un'abitazione -migliore. -</p> - -<p> -— Però tu non ci sarai, Guglielmo. -</p> - -<p> -— Lo so, ma ci scriveremo sempre, e potremo parlarne -e regolare ogni cosa per lettera. Il pensiero -degl'inevitabili mutamenti è ciò che più mi turba -nel lasciarli; temo che si risentano della mia assenza, -che abbiano bisogno di me.... Gertrude, tu avrai -cura de' miei cari, non è vero? -</p> - -<p> -— <i>Io!</i> — esclamò ella, sbalordita. — Una bambina -come me che può fare? -</p> - -<p> -— Se rimarrò lontano da cinque a dieci anni, tu -non sarai sempre una bambina, e in molti casi vale -più l'appoggio d'una donna che quello d'un uomo; -specie d'una buona e brava donna quale tu diverrai -senza fallo. Io non ho dimenticato l'ammirabile assistenza -che prestasti allo zio True; e quando mi -figuro la mamma e il nonno vecchi ed infermi, penso -a te sperando che ti saprei accanto a loro; perchè -sono certo che tu li potresti aiutare meglio assai -che non possa io. E però li lascio affidati a te, Gertrude, -benchè tu non sia che una bambina <i>ora</i>. -</p> - -<p> -— Grazie, Guglielmo, della tua fiducia ch'io farò -per loro tutto ciò che starà nelle mie forze. E lo farò -finchè avrò vita. Ma è possibile ch'<i>essi</i> siano vegeti -e sani durante tutto il tempo della tua assenza, e che -<span class="pagenum" id="Page_140">[140]</span> -invece io, sebbene tanto giovane, mi ammali e venga -a morire. -</p> - -<p> -— Ahimè, non è che troppo vero! — disse egli -con accento di tristezza. — E potrei morire anch'io. -Ma è inutile pensare a questo.... Mi pare che non -avrei il coraggio d'andarmene se non mi confidassi -di ritrovarvi tutti in buona salute e contenti, al mio -ritorno. Tu devi scrivermi ogni mese, perchè sarebbe -un compito assai più faticoso per la mamma che -per te, e, sicuro, essa t'incaricherà quasi interamente -della corrispondenza; sarà tutt'uno che le mie -lettere siano dirette all'una o all'altra.... E tu, Gertrude, -non mi scordare, sai.... voglimi sempre bene -come se fossi presente.... Me lo prometti, cara? -</p> - -<p> -— Scordarti, Guglielmo!... Io non penserò che a -te, e t'amerò più che mai.... Come potrebb'essere -diversamente? Ma tu sarai lontano in un paese straniero, -dove tutto ti sarà nuovo, tutto ti distrarrà.... -e non penserai di certo a me, altrettanto. -</p> - -<p> -— Se tu lo credi, Gertrude, vuol dire che <i>non mi -conosci</i> abbastanza. Tu qui avrai dintorno tanti buoni -amici, io mi troverò solo laggiù in mezzo a gente -estranea; ma il mio cuore sarà sempre con te e con -la mamma, e vivrò più tra voi, che dove sarò in persona. — -</p> - -<p> -Furono interrotti dal ritorno del signor Cooper e -non riannodarono più il discorso su questo soggetto. -Ma la mattina della partenza, mentre nella stanza -attigua la signora Sullivan, china su un baule ben -riempito, cercava di nascondere le sue lacrime, e il -vecchio stava a testa bassa più del solito, con in -mano la pipa spenta, Guglielmo disse sottovoce a -Gertrude che ritta sopra una cassetta di libri ne -premeva il coperchio affinchè egli potesse chiudere -il lucchetto: -</p> - -<p> -— Cara, per amor mio, abbi cura di <i>nostra</i> madre -e del <i>nostro</i> nonno.... Sono <i>tuoi</i> quasi quanto -miei. — -</p> - -<p> -Nel momento che il giovanetto lasciava così, la -prima volta, la sua casa, e andava a sostenere fra -gli uomini la lotta per la vita, il signor Cooper, il -quale nel suo scetticismo non poteva crederlo capace -di vincere contro la fortuna, lo ammonì ripetutamente -<span class="pagenum" id="Page_141">[141]</span> -di non vagheggiare speranze che non si -sarebbero mai avverate, e gli rammentò con insistenza -quanto fosse inesperto del mondo. -</p> - -<p> -La signora Sullivan invece non si diffuse in consigli -al figliuolo che partiva, ma fidando negli insegnamenti -da lui ricevuti fin dalla più tenera infanzia -si contentò di riassumere il suo monito materno -in queste semplici parole: -</p> - -<p> -— Ama e temi Dio, Guglielmo, e fa' ciò che tua -madre s'aspetta da te! — -</p> - -<p> -La sera innanzi ella aveva recitato con lui la preghiera -usata; quella mattina, lo aveva ancora una -volta benedetto. Dopo la colazione, a cui Gertrude -prese parte, furono scambiati gli ultimi abbracci, -gli ultimi addii. E Guglielmo s'imbarcò. -</p> - -<p> -La pia e amorosa donna, che da diciott'anni riponeva -le sue speranze, il suo orgoglio, la sua tenerezza -in quell'unico figliuolo, mantenne anche nel -sacrificio supremo il suo spirito d'abnegazione, si -separò da lui senza un lamento. Nessuno sapeva con -quali sforzi penosi ella domasse il cuore spasimante -che si ribellava, nè donde le derivasse la virtù che -la sosteneva. E nessuno quindi le attribuiva la forza -d'animo di cui diede prova. I vicini rimasero vedendo -la piccola vedova attendere tranquillamente -come di consueto alle sue faccende il giorno innanzi -che il suo figliuolo s'imbarcasse per l'India, -e riprenderle il giorno dopo, con la calma e la paziente -umiltà che la caratterizzavano. -</p> - -<p> -Oggi che l'emigrazione offre ai giovani l'allettamento -di straordinarie speranze, non v'è nella Nuova -Inghilterra città nè villaggio, per quanto minuscolo -e remoto, dove non sanguinino cuori di madri -separate, forse per sempre, da figli adorati. Speriamo, -<i>crediamo</i> anzi, che tra questi erranti cercatori -di fortuna, ve ne sia più d'uno mosso non da -brama d'oro, o d'avventure, o di mutamento, ma -dall'amore stesso della mamma che lasciano, dal desiderio -ardente di toglierla da una vita di travagli -e di povertà. Sia benedetto e prosperi colui che varca -il mare con questo fine! E se perisce, non sarà -vissuto invano; perchè, soccombendo alla malattia -o cadendo colpito da mano violenta, nel fervore della -<span class="pagenum" id="Page_142">[142]</span> -lotta e del lavoro, egli attesta con la sua morte -la consolante verità che vi sono ancora figliuoli degni -dell'amor materno; l'amore ch'è il più sublime, -il più santo, il più puro tipo di Dio sulla terra. -</p> - -<p> -Dopo la partenza di Guglielmo, Gertrude si stabilì -definitivamente in casa Graham. Cominciò subito a -frequentare la scuola, e fino alla primavera s'applicò -allo studio con somma diligenza. La sua vita -era piuttosto uniforme, perchè Emilia riceveva, per -costume, poche persone, anzi, l'inverno, in città, -quasi punte, ed ella non aveva stretto amicizia intima -con alcuna delle sue condiscepole. Ma con la -sua protettrice passava molte ore felici, facevano -insieme piacevoli passeggiate, leggevano buoni libri, -conversavano. Attraverso gli occhi penetranti -di Gertrude che tutto osservava, e le sue vive e pittoresche -descrizioni delle cose che le cadevano sotto -lo sguardo, la giovane cieca andava rinnovellando -la propria conoscenza del mondo esteriore. Nelle -opere di carità e di misericordia la fanciulla era -la sua compagna o la sua messaggera. Tutti i dipendenti -della famiglia, dalla cuoca al ragazzino -che veniva a prendere, sull'uscio, i rimasugli di -pane, s'accordavano nell'amare e lodare la piccola -Gertrude, la quale non era bella, a rigore, nè vestita -con eleganza; ma aveva un'aerea leggerezza -nel passo, una grazia nelle movenze, una dignità -nel portamento, tali da farli certi che in lei non albergava -l'anima d'una pitocca, qualunque fosse la -sua nascita o il suo stato; infatti, rivolgendole la -parola, la chiamavano sempre «signorina». -</p> - -<p> -I pregiudizi della signora Ellis contro «l'intrusa» -non erano vinti: nondimeno, essendo Gertrude -sempre manierosa, e tenendole Emilia prudentemente -distanti l'una dall'altra quanto più era possibile, -non avvenivano conflitti. -</p> - -<p> -Il signor Graham, da principio, vedendola pensierosa -e mesta, non s'occupò di lei; ma dopo che -ebbe parecchie volte ritrovato il suo giornale accuratamente -ripiegato, e veduto miracolosamente ricomparire -i suoi occhiali rimasti irreperibili per lui -ad onta di lunghe ricerche, cominciò a pensare che -ella era una ragazza svegliata: e quando poi un -<span class="pagenum" id="Page_143">[143]</span> -giorno, prendendo in mano l'ultimo numero del -<i>Buon Agricoltore</i>, vide che le pagine della rivista -erano già tagliate e ben cucite insieme, egli, immaginandosi -che Gertrude l'avesse fatto per proprio -uso, la dichiarò una ragazza <i>davvero intelligente</i>. -</p> - -<p> -Ella visitava spesso la signora Sullivan. La primavera -s'avvicinava, ed esse oramai attendevano -notizie di Guglielmo; ma non ne erano tuttavia venute -al tempo che i Graham andarono in campagna -per passarvi la stagione estiva. Dalla villa, Gertrude -scrisse all'amico lontano una lunga lettera che dava -un'idea della sua condizione e del suo modo di -vita. -</p> - -<p> -Dopo avergli diffusamente espresso il proprio dispiacere -di non saper ancora nulla di lui, e raccontato -l'ultima visita da lei fatta a sua madre prima -di lasciare la città proseguiva: -</p> - -<hr class="tbs" /> - -<p> -«Ma tu mi facesti promettere, caro Guglielmo, di -parlarti di me, dicendomi che desideravi conoscere -tutto ciò che mi concerne in casa del signor Graham. -E però se la mia lettera è più noiosa del solito, la -colpa è tua, perchè ho molti particolari da riferirti -circa il nostro soggiorno a D***. -</p> - -<p> -«Qui si vive in tutt'altro modo che a Boston.... -Ma a questo punto mi par di sentirti esclamare: -«Ohimè, Gertrude si rimette a descrivermi la villa -Graham....» No, non temere: mi rammento sempre -come l'ultima volta, non appena incominciato, -tu mi ponesti una mano sulla bocca per interrompermi, -e m'assicurasti che il luogo t'era già familiare -quanto se tu ci avessi abitato fin da bambino, -posto ch'io dagli otto anni in su te lo descrivevo almeno -una volta la settimana. Ti costrinsi allora a -chiedermi perdono della tua inciviltà: ma, devo confessarlo, -t'ho parlato tanto della mia prima visita -qui, che tu sei scusabile se il soggetto t'è venuto a -noia. Voglio dirti solo la disillusione che ho provata: -tutto nella villa de' miei ricordi mi sembra più -piccolo e meno bello; l'ingresso e il portico non sono -così spaziosi come me li figuravo, nè le stanze così -alte, nè il giardino e i chioschi e le serre così grandi. -No, no, non ti ridescrivo nulla.... Giorni sono la -<span class="pagenum" id="Page_144">[144]</span> -signorina Emilia mi domandò se il luogo mi piacesse -e corrispondesse all'impressione che ne avevo -serbata. Io le dissi la verità, ed ella non se n'ebbe -a male: rise anzi di quelle mie immagini fantastiche -della casa e delle sue adiacenze, ed osservò che -questo succede sempre quando si rivedono cose vedute -nell'infanzia. -</p> - -<p> -«Non ho bisogno di ripeterti ch'ella m'è prodiga -di bontà e di gentilezza: chi la conosce come te sa -bene che non può esservi al mondo persona migliore -nè più amabile. Io non sono in grado di fare che -una minima parte di quello che vorrei per contraccambiar -la sua benevolenza: ma ella gradisce tanto -ogni umile dono, è tanto grata d'ogni piccola attenzione, -che par possibile a tutti di procurarle qualche -gioia. Per esempio, ieri, trovate alcune viole -mammole nell'erba, gliele portai: ella mi baciò e -mi ringraziò come se fossero state diamanti. L'altro -giorno un bambino, che si chiama Beniamino Gately, -venne a sonare alla porta d'ingresso, con una -cappellata di maceroni, còlti senza gambi, e chiese -della signorina Emilia per offrirglieli egli stesso: -e la signorina lo accolse graziosamente e lo compensò -con un dolce sorriso e un «grazie, Ben» che -egli non dimenticherà tanto presto.... Non fu atto -gentile, di', Guglielmo? -</p> - -<p> -«Il signor Graham mi ha dato un giardinetto, e -mi propongo di coltivarvi i più bei fiori, per lei: -sempre che la signora Ellis non se ne immischi. Ma -ho gran paura del contrario, perchè s'immischia in -tutto. Ah, Guglielmo, caro, la signora Ellis è la mia -croce, la mia <i>gran croce</i>! È proprio il genere di donna -che io non posso soffrire. Credo che certe persone -siano antipatiche a certe altre per natura; e -quest'è il caso tra me e la detta signora. Non lo direi -a nessun altro perchè so che non sta bene; e forse -non dovrei dirlo neppure a te: ma non so nasconderti -nessun mio sentimento. La signorina Emilia -ragiona spesso meco sul proposito della governante -e sostiene che io devo imparare ad amarla e che -quando l'amerò sarò un angelo. -</p> - -<p> -«Sicuro tu penserai che qui ricompare il temperamento -della Gertrude d'una volta, e forse è vero, -<span class="pagenum" id="Page_145">[145]</span> -ma tu non sai a che dure prove ella mette la mia -pazienza; gli è in piccole cose che mi sarebbe difficile -raccontare, nè vorrei annoiarti con sì fatti pettegolezzi -se anche potessi; non ti parlo dunque più -di lei. Farò ogni sforzo per essere perfetta ed amarla -caramente. -</p> - -<p> -«Non credere che io adesso non andando a scuola -me ne stia con le mani in mano: sono occupatissima -invece. La prima settimana della nostra villeggiatura, -tuttavia, le mattinate mi riescivano uggiose. -Io, tu lo sai, mi levo col sole; la signorina Emilia -però non può essere tanto mattiniera, e non la vedo -mai prima delle otto, cioè oltre due ore dopo ch'io -sono alzata e vestita. A Boston, questo tempo lo passavo -studiando; ma poichè sul principio della primavera -ella s'accòrse che crescevo in fretta, e udì -il signor Arnold osservare ch'ero molto pallida, giudicò -nocivo per me lo stare troppo sui libri, e, venute -in campagna, stabilì che dedicherei allo studio -soltanto poche ore dopo la colazione, nella sua camera. -Mi consigliò pure di dormire più tardi la -mattina, se potevo; io proprio non posso, sicchè esco -sempre dal letto prestissimo e scendo in giardino. -Un giorno, mentre v'andavo girellando, trovai il signor -Graham già al lavoro; non senza mia maraviglia, -perchè l'inverno, in città, non è questo il -suo costume. Ma egli è un uomo bizzarro. Mi chiamò -e mi chiese d'aiutarlo a piantare semi di cipolle; -a quanto sembra me la cavai benino, posto -che da allora pianto tutti i giorni insieme con lui -ogni sorta di cose, delle quali mi fa scrivere i nomi -su cartellini attaccati a bastoncelli che mette sulle -rispettive piantagioni; e, infine, con mia viva gioia -m'ha offerto un pezzo di terra per coltivarvi fiori a -mio piacere. A lui, vera <i>stranezza</i>, de' fiori non importa -affatto; coltiva esclusivamente ortaggi e alberi -da frutto. -</p> - -<p> -«Dunque io avrò un giardino! Ma ti vo facendo -una storia lunga, mio Guglielmo; eppure vorrei prolungarla -ancora tanto, se me ne rimanesse tempo! -O potessi vederti, potessi parlarti! A voce ti direi -in un'ora più che non in una settimana scrivendoti. -Tra cinque minuti sentirò il campanello della signorina -<span class="pagenum" id="Page_146">[146]</span> -Emilia che mi manderà a chiamare per farle -un po' di lettura.... -</p> - -<p> -«Mi struggo di ricevere tue lettere, caro, e prego -Dio mattina e sera che t'abbia in Sua custodia e -mandi presto le bramate notizie alla tua affezionatissima -</p> - -<p class="indr"> -«Gertrude.» -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XVIII.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Dolce cosa! La fata ove dimora</p> -<p>Che far seppe un incanto così bello?</p> -<p>In te, dici? La buona fata allora</p> -<p>Come il cuor del tuo cuore ama, o fratello!</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Dana.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -Alcune settimane dopo la data di quella sua missiva -Gertrude seppe da Giorgio, il quale andava -giornalmente in città a fare la spesa, che la signora -Sullivan aveva lasciato detto per lei nella bottega -del rubicondo macellaro, loro antico conoscente, -ch'era giunta una lettera di Guglielmo, e che venisse -a leggerla non appena le fosse possibile. Emilia -acconsentì di buon grado a permetterle d'andarci -subito, ma c'era una difficoltà: Carlotto, l'unico -cavallo che il signor Graham teneva, appunto -era fuori, e non si presentava nessun'altra occasione. -</p> - -<p> -— O perchè non la mandate con l'omnibus? — domandò -la signora Ellis. -</p> - -<p> -Gertrude le rivolse uno sguardo di gratitudine. -Era la prima volta che quella donna favoriva un -suo desiderio. -</p> - -<p> -— Sola? — disse Emilia. — Non la crederei abbastanza -sicura. -</p> - -<p> -— Non abbastanza sicura? Una ragazza così grande! — esclamò -la governante che, considerata quale -una persona di famiglia, usava parlare alla signorina -senza soggezione. -</p> - -<p> -— Vi pare?... Infatti, a me sembra sempre una -bambina; ma oramai è quasi una ragazza, come voi -dite, e dev'essere capace di badarsi da sè. Gertrude, -sei certa di conoscere la strada, dalla stazione degli -<span class="pagenum" id="Page_147">[147]</span> -omnibus, in Boston, alla casa della signora Sullivan? -</p> - -<p> -— Oh, benissimo, signorina Emilia! — rispose la -fanciulla. -</p> - -<p> -Senz'altre esitazioni, le furono posti in mano due -biglietti per l'andata e il ritorno con la vettura pubblica, -ed ella partì tutta raggiante e palpitante di -gioia. Trovò la vedova e il vecchio Cooper in buona -salute, e lietissimi delle ottime notizie avute da Guglielmo, -il quale, dopo un lungo ma pur piacevole -viaggio, era arrivato a Calcutta sano e salvo. Egli -descriveva la sua nuova casa e le sue nuove occupazioni, -parlava de' suoi nuovi principali: il rimanente -della lettera era dedicato ad affettuosi messaggi, -a domande riguardanti i suoi cari, e Gertrude -v'aveva gran parte. Questa desinò con la signora -Sullivan, poi ritornò sollecitamente a prendere il -suo posto nell'omnibus. -</p> - -<p> -Mentre aspettava la partenza si divertiva a guardare -i passanti. Mancava poco alle tre, ed ella cominciava -a credere che non avrebbe avuto compagni -di viaggio, quando la colpì la voce d'una persona -da lei non veduta: una voce strana. Andò -verso l'uscio, e le apparve dietro la vettura la figura -più bizzarra che mai si fosse offerta a' suoi -occhi. Era una vecchia signora, piccola e assai curva. -Alla prima occhiata Gertrude riconobbe un medesimo -spirito originale nell'idea e nell'esecuzione -di ciascuna parte del suo straordinario abbigliamento. -Ma non aveva ancora bene osservato i numerosi -particolari di quell'insieme stupendamente -grottesco, che la sua attenzione fu cattivata dal contegno -non meno curioso della vecchietta. -</p> - -<p> -Dopo vani tentativi di salire nel piuttosto incomodo -veicolo, ella era rimasta con un piede sul primo -scalino e chiamava in suo soccorso il conduttore. -L'uomo venne a lei. -</p> - -<p> -— Signore, — ella domandò con tono dignitoso — cotesto -cocchio viaggiante è affidato alle vostre onorevoli -cure? -</p> - -<p> -— Come dite?... — fece egli. — Ah! Gnora sì, -sono il cocchiere. — -</p> - -<p> -Così dicendo aperse l'uscio, e senz'aspettare la cerimoniosa -<span class="pagenum" id="Page_148">[148]</span> -richiesta ch'era sulle labbra della passeggera, -le pose una mano sotto un gomito, e innanzi -ch'ella s'accorgesse della sua intenzione, la issò fin -dentro l'omnibus, e richiuse. -</p> - -<p> -— Ohimè! — ella gemette sedendosi di faccia a -Gertrude e accomodando le pieghe del suo velo e gli -altri suoi panneggiamenti. — Quell'individuo non è -versato nell'arte di porgere aiuto a una signora senza -detrimento della sua abbigliatura. Oh Dio, oh -Dio! — proseguì tutto d'un fiato. — Ho perduto il -mio parasole! — -</p> - -<p> -Si rizzò per cercarlo; ma giusto in quel momento -l'omnibus partiva, e l'improvvisa scossa le fece perdere -anche l'equilibrio. Se non cadde fu grazie a -Gertrude che lesta lesta l'afferrò per un braccio e -la rimise a sedere. -</p> - -<p> -— Non vi sgomentate, signora, — disse la fanciulla — eccolo -qui! — -</p> - -<p> -E le mostrò il parasole che, quantunque avesse -quasi le dimensioni d'un «parapioggia», ella portava -attaccato alla cintola, con un nastro verde, e -non s'era che spostato. Ma non quel solo oggetto -vedevano pendere dal medesimo nastro gli occhi attoniti -di Gertrude: c'erano inoltre una borsa enorme, -dei più vivi e più diversi colori, una berretta di -trina nera, un gran ventaglio di penne, un rotolo di -carta da fiori finti, e altre cose ancora parzialmente -nascoste da uno scialle nero di seta leggera. Ella -faceva alla sua giovane compagna l'effetto d'una -ladruncola reduce da una spedizione fortunata. In -tal caso, però, la rea aveva una mirabile disinvoltura, -giacchè tranquillamente appoggiò i piedi sulla -panchetta di contro e si mise a fare il proprio comodo. -Cominciò con l'inorridire Gertrude togliendosi -di bocca i denti che ripose nella borsa: poi sostituì -ai guanti di seta nera che calzava, altri di -cotone, staccò il suo lungo velo di trina, lo ripiegò -e lo appuntò alla cintola tra il resto, sciolse i nastri -del cappello, gettò su questo una larga pezzuola -colorata per ripararlo dalla polvere, infine slegò, -non senza fatica, il ventaglio e prese a sventolarsi -coscienziosamente, socchiudendo gli occhi come -se avesse voglia di fare un pisolo. Infatti di lì a poco -<span class="pagenum" id="Page_149">[149]</span> -stette quieta: segno che s'era addormentata. Gertrude, -assorta ne' suoi pensieri, guardava i nuvoloni -che venivano levandosi da ponente, e quasi aveva -dimenticato la sua singolare compagna di viaggio, -quando una mano posatasi d'improvviso sulla sua -ed una viva esclamazione le fecero dare un sobbalzo. -</p> - -<p> -— Mia cara damigella, — disse la vecchietta — non -vi sembra che quelle negre nubi siano foriere -d'un temporale? -</p> - -<p> -— Credo, sì, che voglia piovere, — ella rispose. -</p> - -<p> -— Quando sono uscita, stamani, — seguitò l'altra — il -sole rifulgeva in un cielo sereno; fin gli alati -cantori dell'aria proclamavano nei loro inni la gioia -dell'universo; ed ecco che innanzi ch'io sia pervenuta -al mio ritiro, le mie delicate gale di trina, — e -chinava lo sguardo sul suo corpetto — rischiano -d'esser vittime della spietata tempesta. -</p> - -<p> -— Non passa l'omnibus davanti alla vostra porta? — domandò -la ragazza impietosita dall'evidente angoscia -della vecchia signora. -</p> - -<p> -— No, ahimè, no! C'è almeno mezzo miglio.... E -voi siete più fortunata, gentile signorina? -</p> - -<p> -— Al contrario. Ho un miglio intero di cammino -dalla stazione, io. — -</p> - -<p> -Mossa da un impulso di simpatia la vecchia s'accostò -a Gertrude dicendo con querulo accento: -</p> - -<p> -— Ah, me ne duole per l'immacolata bianchezza -dei nastri del vostro cappellino! — -</p> - -<p> -L'omnibus intanto era arrivato alla sua destinazione. -Le due passeggere scesero. Gertrude rimise al -conduttore il suo biglietto, e fece per avviarsi; ma -la bizzarra signora l'afferrò per la veste a la pregò -d'attenderla, visto che seguivano la medesima strada. -L'attesa fu lunga perchè insorse una difficoltà. -La vecchietta si rifiutava di pagare il prezzo chiestole -per il suo posto, affermando che non era il -prezzo ordinario, e accusando «l'individuo» dell'intenzione -d'appropriarsi l'eccedenza di due <i>centini</i><a class="tag" id="tag1" href="#note1">[1]</a>. -Gertrude stava sulle spine, perchè s'aspettava -da un momento all'altro acqua a torrenti. Finalmente, -venuto il conduttore a una transazione -<span class="pagenum" id="Page_150">[150]</span> -con la sua troppo tirata passeggera, si misero in -cammino. Avevano fatto un quarto di miglio, circa, -a passo di lumaca, quando cominciarono a cadere -i primi goccioloni. E Gertrude dovette staccare dalla -cintura della sua compagna l'ampio parasole, e reggerlo -in guisa da riparare sè e lei. Proseguirono -così sotto la pioggia, sempre più fitta. Dopo un altro -quarto di miglio, mentre sembrava che si fossero -aperte tutte le cateratte del cielo, la fanciulla udì -qualcuno correre dietro a loro, e voltandosi vide -Giorgio, il servitore del signor Graham, che andava -di volo in direzione della villa. -</p> - -<p> -— Oh, signorina Gertrude! — esclamò l'uomo riconoscendola. — Vi -bagnerete fino alle ossa, voi, e -la signorina Pace.... Sarà bene che vi rifugiate in -casa sua, dove sarete al sicuro. Su, lesta! — -</p> - -<p> -Così dicendo pigliò in braccio la vecchietta, e accennato -a Gertrude di seguirlo, si slanciò attraverso -la strada, nè si fermò finchè non ebbe deposto il -suo fardello nell'entrata d'un casinetto vicino. Quasi -nello stesso punto vi arrivò anche la fanciulla. -</p> - -<p> -La signorina Pace, giacchè così si chiamava la -bizzarra creatura, era tanto sbalordita che le ci volle -qualche minuto prima di raccapezzare come si trovasse -di botto a salvamento sotto il proprio tetto: -intanto Giorgio convenne con Gertrude ch'ella rimarrebbe -lì un paio d'ore, finch'egli ripassasse a -prenderla col legno al suo ritorno dalla stazione ferroviaria -dove andava regolarmente tre volte la settimana, -per il suo padrone. -</p> - -<p> -Marta Pace non godeva fama di persona ospitale. -Ella era proprietaria del casinetto in cui abitava, e -ci viveva affatto sola, senza neppure una serva. Non -riceveva mai visite, ma in compenso ne faceva moltissime; -e poichè tutti i suoi parenti e i suoi amici -stavano a Boston, o ancor più lontano da D***, dove -ella dimorava soltanto da qualche tempo, era una -costante frequentatrice degli omnibus e altre vetture -pubbliche. Per questo, e per la sua assiduità agli -uffizi divini, molta gente la conosceva; nondimeno -Gertrude forse era la prima ospite che varcava la -sua soglia: ospite, del resto, non invitata. -</p> - -<p> -E dovette ella stessa, alla porta, prendere la chiave, -<span class="pagenum" id="Page_151">[151]</span> -aprire, far entrare la padrona di casa nel salotto, -aiutarla a levarsi le bavere, gli scialli, i veli -in cui era avvolta. Quando però la signorina Marta -Pace si fu riavuta, si comportò con l'elegante urbanità -che la distingueva. Benchè vivissimo fosse il -suo rammarico per i danni sofferti dai propri indumenti, -seppe abbastanza padroneggiarlo, da manifestare -quasi altrettanto eloquentemente i suoi timori -circa quelli di Gertrude. Bisognò che questa -l'assicurasse che i suoi stivaletti erano appena bagnati, -che il suo vestito e la sua mantellina di ghingano -sfidavano la pioggia, e che il suo bel cappellino -di paglia era stato ben protetto dalla sciarpa -gettatavi sopra, perchè ella si risolvesse a trascurar -un momento i doveri dell'ospitalità a fine di mutare -l'abito trinato con uno più casalingo. -</p> - -<p> -Lasciata sola, Gertrude, la cui curiosità già era -punta dalla strana apparenza del salotto, prese ad -esaminare più da vicino i diversi oggetti d'uso e -d'ornamento che lo riempivano. -</p> - -<p> -Il salotto veramente non era meno singolare della -signora. Come l'abbigliatura di lei, la sua mobilia -si componeva di parti eterogenee rappresentanti varie -mode di varie età, cominciando da certe seggiole -dell'epoca del «Fior di Maggio»<a class="tag" id="tag2" href="#note2">[2]</a> fino ai guancialini -da spilli che volevano essere moderni, e ai -saggi mal riusciti d'erbe cristallizzate. -</p> - -<p> -L'acuto sguardo osservatore di Gertrude si pasceva -con delizia in quell'originale miscuglio di poche -reliquie d'antica eleganza e di numerosi esempi di -cattivo gusto e d'aberrazione, quando la padrona di -casa rientrò. -</p> - -<p> -Ella aveva indossato una veste di lana nera, semplice -benchè di foggia un po' strana, in cui pareva -signora di miglior qualità che con le sue gale di -trina da lei tanto pregiate. Portava un gran bicchierone -d'acqua pepata, che offerse alla sua ospite dicendole -che le avrebbe scaldato lo stomaco ed evitato -un'infreddatura; ma la ragazza, rattenendo a -stento le risa, ricusò il beveraggio. Allora la signorina -Marta sedette e, mentre andava sorbendo con -<span class="pagenum" id="Page_152">[152]</span> -voluttà quello stravagante rinfresco, incominciò una -conversazione la quale a momenti induceva la sua -interlocutrice a crederla una donna molto sensata, -a momenti la persuadeva ch'ella era pazza addirittura. -</p> - -<p> -Gertrude faceva su di lei un'impressione più precisa. -La giovane damigella, com'essa diceva, era incantevole, -possedeva un intelletto degno d'una regina, -aveva le forme snelle, e l'andatura leggera di -una gazzella, e movenze più graziose di quelle del -cigno. -</p> - -<p> -Quando Giorgio venne a riprenderla, la signorina -Pace mostrò un sincero rincrescimento di separarsi -da lei, e l'invitò cordialmente a ritornare. Ella glielo -promise. -</p> - -<p> -Le consolanti notizie di Guglielmo e le divertenti -avventure della sua gita avevano infuso a Gertrude -una così briosa allegrezza, ch'ella balzò dal legno e -salì le scale con quella sua aerea rapidità di piccola -fata che lo zio True tanto amava, e che l'abbattimento -cagionatole dalla morte del buon uomo le -aveva fatto perdere. Di corsa si diresse verso la sua -camera per deporre il cappello e mutar vestito prima -d'andare in cerca d'Emilia a cui si struggeva di -raccontare gli avvenimenti della giornata. -</p> - -<p> -Ma sulla soglia incontrò Brigida, la donna di servizio, -che ne usciva con in mano la granata, la cassetta, -e il resto. E, domandatole che ci fosse venuta -a fare a quell'ora insolita, seppe che la signora Ellis -durante la sua assenza aveva ordinato di ripulire -la stanzina da cima a fondo e mettere a posto -i mobili da lei destinativi, giacchè era stata allestita -provvisoriamente, e si trovava finora un poco -sossopra. Turbata, senza ben sapere perchè, all'idea -di quest'invasione del suo dominio da parte della -governante, ella s'affrettò ad ispezionarlo con un -lieve senso d'inquietudine che man mano venne trasformandosi -in collera veemente. -</p> - -<p> -Nel lasciare la casa della signora Sullivan per -quella del signor Graham a Boston, Gertrude aveva -portato seco, oltre il baule contenente i vestiti e la -biancheria, una certa vecchia scatola di latta, e l'aveva -accuratamente riposta sul palchetto d'un armadio -<span class="pagenum" id="Page_153">[153]</span> -a muro nella sua camera, dov'era rimasta -tutto l'inverno chiusa, senz'esser mai notata da nessuno. -</p> - -<p> -Quando la famiglia si trasferì in campagna la -scatola v'accompagnò la sua proprietaria, portata -da questa e vigilata con grande attenzione. Là, non -essendovi nella nuova camera di Gertrude alcun ripostiglio, -essa la nascose in un angolo dietro il letto. -Ora appunto la sera innanzi la sua gita in città ne -aveva estratto e rimirato parte degli oggetti custoditivi. -Ognuno era per lei un caro e mesto ricordo, -e molte lacrime aveva sparso la fanciulla su quel -suo piccolo tesoro. C'era il Samuele di gesso, primo -regalo dello zio True, assai deteriorato dal tempo -e dai disastri. Esaminando una grave contusione -alla nuca, effetto d'un colpo datogli sbadatamente -dallo stesso donatore, e rammentando come il buon -vecchio si fosse pazientemente ingegnato a riparare -il danno, sentiva che non si sarebbe privata della -povera figurina per tutto l'oro del mondo. E c'erano -le sue pipe, annerite dal lungo uso, umili pipe d'argilla, -ma pensando che a lui avevano procurato -tanto piacere, ella trovava una consolazione nel conservarle -piamente. S'era portata via anche la sua -lanterna, perchè non poteva scordare la gaia fiammella -che aveva recato il primo raggio di luce nell'oscurità -della sua vita. E come poi avrebbe trascurato -il vecchio berretto di pelo sotto cui le sembrava -di rivedere il benevolo sorriso che tante volte -v'aveva cercato, e mai invano?... A queste reliquie -s'aggiungevano alcuni balocchi, qualche libro figurato -donatole da Guglielmo, un minuscolo panierino -ch'egli aveva intagliato per lei in un guscio di noce, -e altre coserelle. -</p> - -<p> -Tutti quei vari oggetti, tranne il berretto di pelo -e la lanterna, ella li aveva lasciati sul caminetto. -Ed ora, entrando nella camera, il suo sguardo corse -subito in cerca dei preziosi ricordi. Non c'erano più. -Il caminetto era diligentemente spolverato, e affatto -sgombro. Si precipitò verso l'angolo dove teneva la -scatola di latta. Scomparsa anche questa. In un baleno -Gertrude raggiunse la serva, la chiamò, la tempestò -di domande ansiose. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_154">[154]</span> -</p> - -<p> -Brigida serviva in quella casa da poco, ed era -uno dei più stupidi esemplari della sua specie; ma -la fanciulla seppe così bene interrogarla, che riuscì -a chiarirsi di ogni cosa. La figurina, la lanterna e -le pipe erano state buttate in un mucchio di vetri -rotti e di cocci e ridotte in briciole, come Brigida -affermava; il berretto, dichiarato invaso dalle tignuole -e condannato al fuoco; quanto agli altri ammennicoli, -ella non era proprio sicura, ma supponeva -che avessero finito anch'essi nel camino. E tutto -questo, in obbedienza agli ordini formali della -signora Ellis. Gertrude lasciò andare Brigida senza -farle conoscere la gravità della perdita che soffriva, -e chiuso l'uscio si gettò sul letto e dette in un violento -scoppio di pianto. -</p> - -<p> -— Ah, questa, — ella pensava — questa era la ragione -che la induceva ad agevolare la mia gita! Ed -io credevo che volesse compiacere al mio desiderio! -Venire qui voleva, per derubarmi, la ladra! — -</p> - -<p> -Saltò giù dal letto con impeto, come vi s'era gettata, -e si slanciò per uscire; ma subitamente frenata -da un nuovo pensiero, tornò indietro, cadde -in ginocchio singhiozzando forte, e nascose la faccia -tra le palme. Due o tre volte alzò il capo, quasi in -procinto di rizzarsi e correre ad affrontare la sua -nemica; ma sempre quel pensiero le riattraversò la -mente e la rattenne. Non era paura; oh, no, Gertrude -non temeva nessuno. Doveva essere qualche -cosa di più forte, e che tuttavia aveva un influsso -calmante; giacchè dopo ogni lotta vinta diveniva più -tranquilla. Infine si levò, andò a sedersi accanto alla -finestra aperta, appoggiò la fronte a una mano e -guardò fuori. -</p> - -<p> -La pioggia era cessata, e il sorriso della terra -tutta bella, tutta fresca, si rifletteva in uno splendido -arcobaleno che misurava l'orizzonte orientale. -Un uccellino venne a posarsi sopra un ramo d'un -albero vicino alla finestra, e intonò il suo <i>Te Deum</i>. -Ondate di deliziosa fragranza s'espandevano da un -arbusto di lilla in piena fioritura. E nell'anima di -Gertrude si diffondeva una pace prodigiosa. Ella -sentì «la grazia che arreca la pace succedere alle -passioni che conturbano». Usciva trionfante dal -<span class="pagenum" id="Page_155">[155]</span> -conflitto; aveva riportato la massima delle vittorie -umane: la vittoria sopra sè stessa. Più bella di -tutte le cose belle che rallegravano la terra dopo -la tempesta, dall'iride fulgente incontro al sole, al -canto della creatura alata tra le fronde, al ravvivato -profumo dei fiori, una luce serena splendeva -nel viso della fanciulla, mentr'ella alzava gli occhi -al cielo e dal suo cuore, dove l'intima tempesta era -sedata, saliva a Dio la tacita offerta del sacrificio. -</p> - -<p> -Il suono della campanina che annunziava il tè la -scosse. In fretta bagnò la faccia nell'acqua fredda, -si ravviò i capelli e scese. Nella sala da pranzo non -trovò che la signora Ellis; il signor Graham era in -città, Emilia aveva una fiera emicrania. Per conseguenza -ella prese il tè sola con la governante. Costei, -sebbene non sapesse quanto preziose fossero -per Gertrude le vecchie reliquie distrutte, era conscia -d'aver commesso un'azione maligna, e dinanzi -al contegno dell'offesa che non dimostrava ombra -di collera nè d'astio, anzi s'asteneva fin dal menzionare -il fatto, ella si sentiva più confusa e mortificata -che non avrebbe voluto confessare. La cosa -passò dunque sotto silenzio, allora e poi: ma la signora -Ellis provò sempre il cocente sentimento della -superiorità di quella fanciulla su lei, in materia di -generosità e di pazienza. -</p> - -<p> -Il giorno seguente la cuoca bussò all'uscio d'Emilia, -e fatta entrare disse tirando fuori il guscio di -noce tagliato in forma di panierino: -</p> - -<p> -— Vorrei sapere, signorina Emilia, dove sia la signorina -Gertrude; ho trovato il suo panierino nella -cassetta del carbone, e credo che sarà molto contenta -di riaverlo. Non s'è sciupato punto. -</p> - -<p> -— Quale panierino? — domandò la cieca. -</p> - -<p> -La donna le mise il ninnolo in mano, e con tono -assai concitato le raccontò la distruzione degli oggetti -appartenenti a Gertrude, di cui ella stessa era -stata testimone indignatissima. Descrisse pure in -modo commovente l'angoscia della ragazza nell'interrogare -Brigida, avendo ella udito tutto dalla sua -camera dove si trovava mentre esse parlavano poco -lontano. -</p> - -<p> -Emilia, ascoltando la pietosa storia, si rammentò -<span class="pagenum" id="Page_156">[156]</span> -che nel pomeriggio del giorno innanzi le era parso -di sentir Gertrude singhiozzare nella sua stanza alla -quale quella di lei era adiacente, ma aveva poi creduto -d'essersi ingannata. -</p> - -<p> -— Andate, signora Prime, — disse alla benevola -cuoca — andate a portarle il panierino: è nella piccola -biblioteca. Ma, ve ne prego, non le dite d'avermi -parlato della cosa. — -</p> - -<p> -Ella attese parecchi giorni che la sua protetta si -lamentasse con lei del torto patito: ma la brava figliuola -tenne dentro il suo dolore e lo sopportò in -silenzio. -</p> - -<p> -Era la prima volta che Gertrude giungeva a padroneggiarsi -così perfettamente, e fu l'ultima che il -farlo le costò una così aspra lotta. Da quel momento -ella andò acquistando sempre maggior potere nel -governo di sè, e accrescendosi il suo vigore con ogni -nuovo sforzo ella divenne un esempio mirabile agli -occhi di coloro che sapevano con quale temperamento -avesse a combattere. -</p> - -<p> -Toccava quasi i quattordici anni ed era cresciuta -così rapidamente, che adesso la sua statura superava -l'ordinaria delle ragazze di pari età, anzichè rimanervi -inferiore come fino allora. Ma non ne soffriva, -grazie al riposo intellettuale, all'attività fisica, -all'aria aperta della campagna. -</p> - -<p> -Il suo giardino era per lei una sorgente di vivi -piaceri. I fiori ch'ella educava con assidua cura, -prosperavano, e tutti i giorni, a colazione, Emilia -trovava accanto al suo piatto un bel mazzo fragrante. -</p> - -<p> -Di tanto in tanto visitava la sua vecchia amica, che -l'accoglieva cordialmente. La signorina Marta si dilettava -di fare fiori artificiali, e i modelli le erano -forniti dal giardino di Gertrude la quale perciò di -rado arrivava a mani vuote. Ma i risultati corrispondevano -così male alle buone intenzioni della -fiorista, che sarebbe stato calunniar la natura chiamare -le sue fantastiche imitazioni copie fedeli degli -originali. Ella però n'era sodisfatta; ed è da sperare -che fossero sodisfatti anche i suoi amici a cui -destinava i grossi mazzi che portava in giro attaccati -alla cintura col famoso nastro verde. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_157">[157]</span> -</p> - -<p> -Gli amici di Marta Pace erano numerosi. Parlandone -con Gertrude nominava tanta gente da farle -pensare che doveva conoscere mezza Boston. Aveva -imparato in gioventù l'arte della tappezzeria da lei -per molti anni esercitata prestando l'opera sua, come -ella raccontava, nelle più cospicue famiglie della -città, dove si soleva dire che «Marta Pace possedeva -due occhi davanti e due di dietro, e due paia d'orecchie», -così acuta osservatrice ella era e di così -fine criterio. Nonostante queste sue straordinarie facoltà -di visione e comprensione, ella non aveva mai -cagionato discordie nè pettegolezzi nelle case che -frequentava: Era prudente e coscienziosa, e quantunque -assai singolare ne' suoi costumi e nel suo -linguaggio, e stravagante in certe sue fantasie a segno -d'essere tenuta dagli estranei per una mezza -pazza, aveva saputo guadagnarsi e conservare la -benevolenza di buone persone, signore e signori, che -la ricevevano e la trattavano con grande cortesia. -Ella si regolava in modo da visitare per turno, nel -corso di ciascun anno, queste famiglie amiche, ogni -membro delle quali le stava a cuore, e mantenere -viva l'antica intimità. -</p> - -<p> -Un solo dispiacere affliggeva la vecchia zittella: -quello di non avere uno sposo. E lo versava spesso -nel seno di Gertrude. -</p> - -<p> -— Ah, cara signorina, — ella esclamava allora, -dimenticando, a quanto pareva, la sua età ed i suoi -acciacchi — camperei pur bene in questo mondo, se -avessi un compagno! — E con una mossettina del -capo e una cert'aria civettuola, soggiungeva: — Sappiate, -bella mia, ch'io qualche volta ci penso a -prendere marito! — Poi, accorgendosi della maraviglia -e dell'ilarità che questa sua idea destava nella -fanciulla, le esponeva le ragioni per cui aveva -tanto a lungo differito l'attuazione d'un disegno vagheggiato -sempre, e benchè ammettesse di non esser -più giovane come nei giorni andati, concludeva -invariabilmente: — È vero che il tempo è inesorabile, -ma io m'aggrappo alla vita, signorina Gertrude, -io m'aggrappo alla vita, e posso ancora maritarmi! — -</p> - -<p> -La moda era un altro soggetto su cui soleva intrattenerla -<span class="pagenum" id="Page_158">[158]</span> -con enfatiche declamazioni, confessando -che quanto a lei, ella intendeva d'esserne rigida seguace, -a costo di qualunque sacrifizio. Gertrude non -poteva astenersi dal pensare che quest'intenzione -della signorina Marta non andava meno miseramente -fallita di quella d'innamorare un giovanotto. -Si persuase anche, a poco a poco, che la vecchietta, -quali si fossero le sue possibilità, era oltremodo -avara. -</p> - -<p> -Emilia, che la conosceva assai bene e spesso le -aveva dato commissioni, non s'oppose alle visite della -sua protetta; anzi l'accompagnava più volte. Ella -gradiva le occasioni di distrarsi un poco, e la bizzarra -conversazione di Marta Pace era per lei un -vero divertimento come per Gertrude. Queste visite, -del resto, venivano restituite con una sollecitudine -che provava la preferenza della vecchia zittella per -la parte di visitatrice; e la signorina Graham avendolo -osservato, l'invitò a frequentare la villa a suo -piacimento: invito di cui quella approfittò largamente. -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XIX.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Dolce è la tua presenza, o giovanetta,</p> -<p>E salutare più che un mite e puro</p> -<p>Cielo, e ch'ogni virtù d'acque sorgive.</p> -<p class="i6">Mrs. <span class="smcap">Barbauld</span>.</p> -</div> -</div> - -<p> -Coloro che posseggono una villa a poche miglia -da una grande città, non vi godono propriamente la -vita campestre. Hanno spaziosi giardini, spesso anche -vasti orti dove coltivano le frutta e i legumi per -loro uso; quasi tutti tengono cavalli e fanno amene -gite nei dintorni. C'è perfino chi ha la sua piccola -fattoria, e può vantare il grasso bestiame e i polli -di Shanghai che alleva. Ma queste villeggiature suburbane -non offrono le attrattive della vera campagna. -Non ci sono folti boschi, nè ruscelli mormoranti -tra l'erba, nè campi di spighe ondeggianti al -vento, nè ampie distese di prati. Da ogni altura si -vede la metropoli, tanto vicina che par di sentirne -il rumorio; ad ogni ora, omnibus e treni portano al -<span class="pagenum" id="Page_159">[159]</span> -gran mercato degli affari o di là riconducono i villeggianti -e i loro ospiti. -</p> - -<p> -Eppure le persone che desiderano un quieto ritiro -per viverci appartate nell'intimità della famiglia, -sono più sicure di trovarlo in quelle dimore tra -campestri e cittadine, che non altrove. Perciò una -estate dopo l'altra ritornano al medesimo angolo -tranquillo, e non disturbate da visite nè da pettegolezzi -conservano un'indipendenza che sarebbe impossibile -sia nelle affollate vie della città dove passano -sempre conoscenti che vi fermano o salgono da -voi, sia nei villaggi dove i forestieri sono oggetto di -curiosità e di ciarle, e tutti vogliono conoscerli da -presso. -</p> - -<p> -La villa del signor Graham era comoda, però non -sontuosa, e non attirava affatto l'attenzione. Il giardino -certo era bellissimo, ricco di lussureggianti -macchiette d'arbusti, di chioschi, di grandi pergole -coperte di viti; ma un'alta palizzata lo nascondeva -agli sguardi dei passanti; e la casa, discosta dalla -strada, aveva un'apparenza modesta e punto moderna. -</p> - -<p> -Il signor Graham s'occupava con passione d'orticoltura; -tuttavia le sue abitudini e i suoi interessi -lo tenevano attaccato a Boston. Emilia, non essendo -in istato di far vita mondana, non riceveva che i -vicini, nelle occasioni di prammatica, e pochi intimi, -come il pastore Arnold, il quale faceva spesso -verso sera una giterella per vederla e mangiare un -po' di frutta. -</p> - -<p> -L'estate trascorreva in una quiete felice. Gertrude -trovava nella compagnia della sua benefica amica -e nella coscienza d'esserle utile in molte maniere, -una viva sorgente di sodisfazione e di gioia, quando -d'improvviso ogni suo piacere fu troncato. -</p> - -<p> -Emilia venne còlta da una febbre assai forte, e -la prima volta che la fanciulla si presentò alla sua -porta desiderosa d'assisterla, la signora Ellis, che -intendeva d'esser l'unica infermiera, la respinse rudemente. -Alle sue calde istanze replicò che quella -febbre era contagiosa, e che la signorina non aveva -bisogno di lei, e d'altronde quando stava male non -voleva dattorno altri che la sua fida governante. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_160">[160]</span> -</p> - -<p> -Da tre o quattro giorni Gertrude errava per la -casa, inconsolabile. La mattina del quinto, dopo il -suo bando dalla camera della malata, vide la cuoca -salire al primo piano con una minestrina: e, mettendole -in mano alcuni bellissimi bocciuoli di rose, -còlti allora, la pregò di darli ad Emilia e di domandarle -se non le poteva permettere d'entrare e -vederla un momento. -</p> - -<p> -Aspettò ansiosamente, in cucina, il ritorno della -signora Prime nella speranza che le recasse almeno -qualche affettuosa parola. Ma la buona donna ridiscese -coi fiori, che gettò sulla tavola, sfogando così -i suoi sentimenti: -</p> - -<p> -— Cospetto! Si dice che le brave cuoche e le brave -infermiere sono garbate come orsi! Non tocca a me -dire se sia vero rispetto alle cuoche, ma rispetto -alle infermiere, non c'è dubbio! S'io fossi voi, signorina -Gertrude, non m'arrischierei d'andarci.... -Ho gran paura, sapete, che vi morda! -</p> - -<p> -— E la signorina Emilia non ha accettato le rose? — domandò -la giovanetta, profondamente accorata. -</p> - -<p> -— Lei, poverina, non c'entra per nulla. Capirete, -non le ha mica vedute.... La signora Ellis le ha scaraventate -fuori dell'uscio protestando che tanto valeva -portare un veleno a una malata con la febbre, -che quei fiori. Ho tentato di parlare io alla signorina, -ma quella cara signora m'ha interrotta con un -tale «ss-ss-st» da farmi pensare che la fosse per -pigliar sonno, sicchè non ho più osato e me ne sono -andata pian piano.... Uf! Diventa mai ringhiosa -quando per disgrazia c'è qualcuno di malato in -casa?... — -</p> - -<p> -Gertrude uscì in giardino e andò vagando come -un'anima in pena. Temeva che Emilia fosse molto -aggravata, nè poteva pensare ad altro. I suoi libri, -il suo lavoro, erano nella camera di questa, dove li -teneva usualmente; la biblioteca, che le avrebbe offerto -qualche distrazione, era chiusa. Non le rimaneva -dunque che quel rifugio, e là passò il resto -della mattinata. Così fu non quella mattina soltanto, -ma parecchie delle seguenti, perchè Emilia continuava -a peggiorare. In capo a due settimane Gertrude -non aveva ancora ottenuto di vederla, e non -<span class="pagenum" id="Page_161">[161]</span> -sapeva della sua salute se non quanto ne sentiva -dire dalla governante al signor Graham. Questi però -parlava ogni giorno col medico, e faceva frequenti -visite alla figliuola, sicchè non richiedeva da lei -quelle minuziose informazioni che la fanciulla avrebbe -tanto desiderato. Una volta ella ardì interrogare -direttamente la signora Ellis, ma l'arcigna matrona -le rispose: -</p> - -<p> -— Non mi seccate con le vostre domande. Che potete -intendere voi di malattie? — -</p> - -<p> -Un pomeriggio, seduta in un grande chiosco in -fondo al giardino, presso le aiuole ch'ella coltivava -ed erano allora tutte fiorite di reseda e di verbene, -Gertrude stava legando e segnando gl'involtini dei -semi che aveva raccolti da varie piante. Ella era -tutta assorta nel suo lavoro, quando il suono d'un passo -vicinissimo la fece sobbalzare. Alzò gli occhi -e vide il dottor Jeremy, medico della famiglia, entrare -nel chiosco. -</p> - -<p> -— Che fate di bello? — egli domandò, nella rapida -e brusca maniera che gli era abituale. — Un -assortimento di semi, eh? -</p> - -<p> -— Sì, signore, — rispose ella arrossendo nel vedere -i penetranti occhi neri del dottore scrutarla in -faccia. -</p> - -<p> -— O dove fu che c'imbattemmo la prima volta? — disse -egli con lo stesso fare. -</p> - -<p> -— In casa del signor Flint. -</p> - -<p> -— True Flint! Già.... mi rammento. Voi siete la -sua ragazzina. Una brava figliuola. E il povero True, -è morto. Peccato, è una perdita per tutti. Questa è -dunque la piccola infermiera che vedevo là.... Dio -buono, come crescono in furia i bambini! -</p> - -<p> -— Dottor Jeremy, — chiese Gertrude con accento -supplichevole — ditemi, ve ne prego, come sta la signorina -Emilia? -</p> - -<p> -— Emilia? Non troppo bene in questo momento. -</p> - -<p> -— Oh! Temete forse che abbia a morire? -</p> - -<p> -— Ma no, ma no! Perchè dovrebbe morire? Io -non la lascerò morire se voi mi aiutate a tenerla in -vita. Come mai non siete in casa ad assisterla? -</p> - -<p> -— Ah, se potessi! — ella esclamò balzando in piedi. — Se -potessi! -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_162">[162]</span> -</p> - -<p> -— E chi ve lo impedisce? -</p> - -<p> -— La signora Ellis. Non mi lascia neanche entrare, -dottore; dice che la signorina non vuole altri -che lei. -</p> - -<p> -— La signora Ellis non ha voce in capitolo, ed -Emilia neppure: quest'è affar mio, ed io voglio voi. -Affiderei più volentieri i miei pazienti a voi che a -tutte le signore Ellis del mondo. Quella lì non se -n'intende d'assistere malati; rimandatela alle sue -conserve di coccole rosse, e a' suoi pasticci di zucca. -Dunque, è fissato; domani prendete il vostro posto. -</p> - -<p> -— Grazie, dottore, grazie! -</p> - -<p> -— Non mi ringraziate ancora; aspettate di esservici -provata. È opera faticosa prestar le cure necessarie -agl'infermi. Di chi è l'orto attiguo? -</p> - -<p> -— Della signora Bruce. -</p> - -<p> -— E cotesto pero è suo? -</p> - -<p> -— Sì, signore. -</p> - -<p> -— Per san Giorgio, signora Bruce, farò onore alle -vostre pere! — -</p> - -<p> -Così dicendo il dottor Jeremy, uomo sui sessantacinque, -ma robusto ed agile, scavalcò il muretto -di pietra che divideva il giardino dall'orto, lanciandosi -con tale impeto, da arrivare d'un balzo appiè -dell'albero. -</p> - -<p> -Gertrude, la quale, esilarata, osservava le sue gesta, -lo vide inciampare in un ostacolo e salvarsi dal -cader bocconi stendendo le mani e reggendosi al -grosso tronco del vecchio e bellissimo pero. In quella -una testa ornata d'uno zucchettino di velluto si levò -lentamente di tra le alte erbe, e apparvero la faccia -e il busto d'un giovanetto di sedici in diciassett'anni -che, appoggiato a un gomito, mirava con stupore -l'intruso. -</p> - -<p> -Ma questi, punto intimidito, prese immediatamente -l'offensiva contro il primo occupante, gridando: -</p> - -<p> -— Rizzati, poltrone! A che stai costì sdraiato facendo -gambetta alle persone per bene? -</p> - -<p> -— Chi chiamate voi persone per bene? — domandò -il giovane senza risentirsi nè dell'epiteto nè dell'interrogazione. -</p> - -<p> -— Me e la mia piccola amica qui presente, — replicò -il dottor Jeremy ammiccando verso Gertrude -<span class="pagenum" id="Page_163">[163]</span> -che affacciata al muretto rideva di cuore del modo -in cui egli era stato còlto sul fatto. -</p> - -<p> -Gli occhi dell'altro seguirono la direzione de' suoi -e si fissarono sul viso della fanciulla che brillava -tutto di gaiezza. -</p> - -<p> -— Posso fare qualche cosa per servirvi, signore? — disse -egli poi, rivolgendosi a lui. -</p> - -<p> -— Sicuro! — rispose il dottore. — Io sono venuto -qui per cogliere di coteste belle pere; ma voi siete -più alto di me, a con l'aiuto della vostra mazza che -ha la gruccia ricurva, arriverete meglio al ramo più -carico. -</p> - -<p> -— Onorevole ed onesto proposito, — mormorò il -giovane. — Sarò lieto di prestarmi per una così buona -causa. — -</p> - -<p> -Sollevò la mazza che giaceva accanto a lui, abbassò -con essa un ramo fino a portata del suo braccio, -e lo scosse vigorosamente. Le frutta mature si -sparsero sull'erba. Il dottor Jeremy se ne empì le -tasche e le mani, e mosse verso il muro divisorio. -</p> - -<p> -— Ne avete abbastanza? — gli domandò il giovane -con voce lenta e strascicata. -</p> - -<p> -— A iosa, a iosa! — rispose egli. -</p> - -<p> -— Tanto piacere! — fece l'altro, buttandosi di -nuovo giù, indolentemente, senza cessare di fissar -Gertrude. -</p> - -<p> -— Dovete esser molto stanco, — disse Jeremy tornando -indietro di due passi. — Io sono medico, e -vi consiglierei un pisolino. -</p> - -<p> -— Ah, siete medico? — riprese il pigrone nello -stesso tono tra languido ed ironico in cui aveva -parlato fino allora. — Seguirò dunque il vostro consiglio. — -</p> - -<p> -E adagiatosi nell'erba, resupino, chiuse gli occhi. -</p> - -<p> -Il dottore vuotò le tasche sulla panchetta del chiosco -e invitò Gertrude a pigliarsi la sua parte del -bottino. Egli addentava le belle pere sugose, ridendo -così forte di quella sua allegra monellata, che -quasi i bocconi gli andavano di traverso. A un tratto -gli venne in mente di guardar l'orologio. -</p> - -<p> -— Le quattro e mezzo! — esclamò. — Il treno -parte tra dieci minuti. Chi mi condurrà alla stazione? -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_164">[164]</span> -</p> - -<p> -— Non so, signore, — rispose la fanciulla pensando -che la domanda fosse diretta a lei. -</p> - -<p> -— Dov'è Giorgio? -</p> - -<p> -— E andato sul prato a prendere il fieno, ma ha -lasciato Carlotto, il cavallo bianco, nella corte, con -i finimenti e tutto. Ho visto che l'attaccava alla catena -dopo avervi portato qui dalla ferrovia. -</p> - -<p> -— Ah! Ebbene, allora, conducetemi voi. -</p> - -<p> -— Impossibile, signor dottore, io non so guidare. -</p> - -<p> -— Bisogna che impariate: v'insegnerò io. Non -avete mica paura? -</p> - -<p> -— Oh, no! Ma il signor Graham.... -</p> - -<p> -— Non v'occupate del signor Graham. Date retta -a me. Rispondo io che ritornerete a casa sana e -salva. — -</p> - -<p> -Gertrude era per sua natura coraggiosa. Non aveva -mai guidato un cavallo, ma essendocisi messa -senza timori, vinse la prova a maraviglia: e poichè -il dottor Jeremy continuò a farsi condurre da lei, -ella acquistò presto molta perizia nell'uso delle redini. -Non è forse questa una bravura particolarmente -desiderabile in una donna: a Gertrude tuttavia -fu assai utile. -</p> - -<p> -Il medico mantenne la promessa di stabilirla al -capezzale della malata. La prima volta che dopo -quel loro colloquio visitò Emilia, parlò a questa della -fanciulla in termini di grande encomio per la devozione -al vecchio True e le qualità di buona infermiera -da lei mostrate; poi le domandò per qual -ragione fosse stata espulsa dalla sua camera. -</p> - -<p> -— È tanto apprensiva, — ella rispose — teme che -la febbre le s'attacchi. -</p> - -<p> -— Non dovete crederlo. È troppo contrario al suo -carattere. -</p> - -<p> -— Vi pare? — fece vivamente la cieca. — Ma la -signora Ellis.... -</p> - -<p> -— V'ha detto una bugia, — l'interruppe egli. — Gertrude -invece si strugge di venire ad assistervi. -E n'è capace quanto la signora Ellis, anzi meglio, -perchè la cosa più necessaria per voi è la quiete, e -proprio questa non la potete avere con quel donnone -loquace dattorno. Pertanto, io, la signora Ellis la -mando a Gerico, fin da oggi, e vi porto qui la mia -<span class="pagenum" id="Page_165">[165]</span> -piccola Gertrude, che non è più rumorosa d'un topolino -e ha una buona testa sulle spalle. — -</p> - -<p> -Certo, non era possibile che la fanciulla fosse in -grado di provvedere a tutti i bisogni d'Emilia meglio -della governante, e neppure altrettanto bene, ed -Emilia che lo sapeva non permise che questa venisse -mandata a Gerico, perchè quantunque il dottor Jeremy -non la potesse soffrire, ella disimpegnava ottimamente -le proprie mansioni e sarebbe stato difficile -privarsi de' suoi servigi; ma anche in caso diverso -non avrebbe voluto umiliarla. -</p> - -<p> -Quindi, per quanto l'ammissione di Gertrude all'ufficio -d'infermiera seguisse con gran gioia sua, -della paziente, e del medico, fu risparmiata alla signora -Ellis la vergogna di sapere che la slealtà -della sua condotta nell'averla tenuta lontana da -Emilia dando una falsa ragione di quell'assenza, -era stata scoperta. -</p> - -<p> -Gertrude assisteva la malata con la vigile e tenera -cura che solo un profondo affetto può insegnare. -</p> - -<p> -Quando, la notte, la cieca si destava da un sonno -agitato, una bevanda refrigerante s'offriva alle sue -labbra, e udendo la signora Ellis russare sonoramente, -ella sapeva che non le era porta da lei; durante -il giorno non una mosca la molestava ronzando -intorno al suo capezzale; il suo tormentoso -mal di capo era lenito dalle applicazioni d'acqua -fredda sulla fronte ardente, ripetute con pazienza -per ore; e i passi dei piccoli piedi instancabili che -andavano e venivano erano leggeri e piani.... Notando -tutte queste cose, ella comprendeva quale prezioso -rimedio le avesse portato il buon dottore. -</p> - -<p> -In capo a due settimane era migliorata a segno -da passare la giornata intera fuori del letto, sebbene -non potesse ancora lasciar la camera. Quando -fu in condizione d'uscire, il medico prescrisse aria -e moto. -</p> - -<p> -— Fate una trottatina in carrozza, due o tre volte -il giorno, — egli ordinò. -</p> - -<p> -— Ma come sarebbe possibile? — rispose Emilia. — Giorgio -è tanto occupato, e chi lo sostituirebbe? -</p> - -<p> -— Vi condurrà Gertrude, — insistette il dottor Jeremy. — È -bravissima, sapete. — -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_166">[166]</span> -</p> - -<p> -Emilia sorrise. -</p> - -<p> -— Gertrude, — ella disse — vedo che il dottore fa -gran capitale di te. Crede che tu possa fare qualunque -cosa. Ma guidato, tu non hai certo in vita -tua, di'? -</p> - -<p> -— O se mi conduce lei tutti i giorni alla stazione, -da sei settimane in qua! — replicò egli. -</p> - -<p> -— Dite davvero? — esclamò la signorina Graham -alla quale riesciva strana l'idea che un cavallo fosse -governato da mano femminile. -</p> - -<p> -E poichè il dottore le assicurava ch'era proprio -così, e che non aveva da temere alcun pericolo, Carlotto -fu attaccato al legno, ed ella fece la sua trottatina -accompagnata dalla signora Ellis e condotta -da Gertrude. L'esperimento ebbe esito felicissimo. -Queste giterelle, spesso ripetute, giovarono molto alla -convalescente, e furono piacevolissime per tutte -e tre. -</p> - -<p> -Sul principio d'autunno la salute d'Emilia era rifiorita. -Il vecchio Carlotto veniva requisito ogni giorno: -ed essendo di solito la governante trattenuta dai -suoi doveri di massaia, Emilia e Gertrude andavano -sole in un gran <i>buggy</i> di forma antiquata. Così la -perizia acquistata dalla fanciulla nel guidare divenne -per la cieca, come questa diceva, la sorgente del -maggior piacere ch'ella avesse gustato da anni. -</p> - -<p> -Gertrude rivide due o tre volte il pigro giovanottino -in cui il dottor Jeremy era andato ad inciampare -saltando nell'orto della signora Bruce per rubarvi -pere. -</p> - -<p> -Una mattina egli venne a sedersi sul muretto mentre -ella era al lavoro tra le sue aiuole, e dopo avere -espresso la propria maraviglia per la sua diligenza, -e parlato un po' con lei di fiori, le rivolse alcune domande -intorno al dottor Jeremy, e finì col chiederle -come ella si chiamasse. -</p> - -<p> -Gertrude arrossì. Era molto sensibile su questo -punto. Benchè tutti le dessero il cognome di Flint, -ed ella solesse portarlo senza pensarci, pure, quando -veniva interrogata direttamente, non poteva non -rammentarsi che nè quello nè alcun altro le apparteneva. -</p> - -<p> -Emilia aveva fatto cercare Annetta Grant per cavarne -<span class="pagenum" id="Page_167">[167]</span> -qualche cosa sulle origini della bambina; ma -costei non abitava più da anni nella sua casa d'allora, -e nessuno del vicinato sapeva dove si trovasse -nè che fosse avvenuto di lei. -</p> - -<p> -Gertrude, dunque, arrossì alla domanda del giovanetto; -nondimeno rispose con dignità che se egli -voleva conoscere il suo nome, doveva prima dire il -proprio. -</p> - -<p> -— Non ve lo dirò punto! — replicò questi sfrontatamente. — E -se non volete dirmi il vostro non me -ne importa. — -</p> - -<p> -Ciò dichiarato, se ne andò spingendosi davanti a -calci una mela che giaceva sull'erba. -</p> - -<p> -Ed ella rimase dell'opinione che non poteva esserci -un ragazzaccio più maleducato. -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XX.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Per sua nobil natura una perfetta</p> -<p>Donna che consigliar sa e comandare,</p> -<p>Eppur nel mite spirito sereno</p> -<p>Dell'angelica luce un raggio splende.</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Wordsworth.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -Era il crepuscolo di un'afosa giornata di settembre. -Emilia, illanguidita da molte ore d'un caldo insolitamente -eccessivo per la stagione, sedeva sotto -il portico davanti alla casa, godendo il refrigerio -d'una deliziosa brezzolina levatasi al cader del sole. -A ponente gli ultimi splendori d'un maraviglioso -tramonto s'indugiavano nel cielo listato di porpora, -mentre la luna, quasi piena, già saliva trionfante -nel vespro, cominciando il suo regno notturno. Sempre -più vivi, i suoi raggi illuminavano la bianca veste -d'Emilia, e davano l'apparenza d'un marmo polito -alle mani e alle braccia bellissime, uscenti nude -dai drappeggi delle ampie maniche, e posate sui -bracciuoli d'una poltrona rustica. -</p> - -<p> -Dieci anni erano trascorsi da quando ella s'era -incontrata la prima volta con Gertrude nella chiesa -del signor Arnold, eppure sembrava appena meno -giovane d'allora tanto lievemente il tempo aveva -sfiorato il suo volto e la sua persona. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_168">[168]</span> -</p> - -<p> -Ma anche allora ella conosceva le dure prove della -vita, e aveva già imparato a distillare dall'amara -feccia del dolore il balsamo che lenisce ogni male. -Anche allora quest'esperienza e la sapienza derivatane, -erano del pari impresse nella sua fisonomia: -l'una in un'espressione grave e sommessa, propria -di un'età più matura, l'altra nel dolce e calmo sorriso -di fiducia e di speranza che rivela i fedeli di Dio. -</p> - -<p> -Perciò il tempo non poteva molto su di lei, ed ella -era sempre la stessa: amabile nel suo aspetto esteriore, -più amabile ancora nel cuore e nei costumi. -Un osservatore attento avrebbe tuttavia potuto scorgere -in Emilia una maggior briosità di spirito, una -più viva partecipazione alle cose che avvenivano intorno -a lei, infine un godimento della vita ch'ella -non aveva mai manifestato per l'innanzi. E questi -mutamenti erano dovuti, com'ella sentiva e riconosceva, -all'intima sua convivenza con una compagna -a cui la legava un profondo affetto, e che con la -sua calda simpatia, la sua devozione costante, l'acuto -suo senso tanto del comico e dell'ameno, quanto -del bello e del vero, l'ardore inesauribile dei suoi -sforzi per far gustare all'amica diletta i piaceri che -gustava ella stessa, aveva ridestato in lei facoltà -quasi sopite nelle tenebre ond'era avvolta. Così Gertrude -era divenuta veramente, come lo zio True le -aveva raccomandato d'essere, «gli occhi della sua -benefattrice». -</p> - -<p> -Quella sera però Emilia pareva mesta mentre sedeva -sola sotto il portico, esclusa dall'incantevole -spettacolo del tramonto, inconscia dei giuochi d'ombra -e di luce che faceva sulla sua bianca figura la -luna saliente nel cielo. Ella reclinava un poco la -testa da un lato, nell'atteggiamento di chi tende l'orecchio -a un suono lontano, e ogni volta che il cancello -cigolava, investito dalla brezza, dava un sobbalzo, -e un'ansietà quasi dolorosa appariva nel suo -viso. -</p> - -<p> -Alfine qualcuno spunta di dietro l'alto riparo di -legno che sottrae il giardino agli sguardi dei passanti. -Solo il raffinato udito della cieca poteva aver -distinto quel passo leggero. Ed ella si leva dalla -poltrona, e muove incontro alla giovanetta ch'è entrata: -<span class="pagenum" id="Page_169">[169]</span> -una giovanetta in cui sarebbe difficile ravvisare -la piccola Gertrude di dieci anni addietro -perchè su <i>lei</i> il tempo non è sorvolato senza mutarla. -</p> - -<p> -La Gertrude presente è oramai una signorina, più -alta d'Emilia. Ha una bella persona, snella, fine, e -carnagione brunetta, ma nitidissima e soffusa alle -gote di un color di rosa che le conferisce grande -splendore: questo però potrebb'essere l'effetto della -rapida camminata dalla stazione alla villa. S'è tolta -il cappello, e lo porta in mano dondolandolo per i -nastri: abitudine che aveva già da bambina, sicchè -non bisogna vederci l'intenzione vanitosa o civettuola -di mettere in mostra la rara opulenza della -capigliatura. -</p> - -<p> -I suoi occhioni neri sono sempre fulgidi, ma non -più di grandezza sproporzionata con la faccia, e se -la bocca non è rigorosamente conforme ai cànoni -classici, se lo fa perdonare grazie a due file di denti -piccoli, regolari, d'un puro candore di perla. -</p> - -<p> -Ella veste un lindo abitino di mussolina operata, -molto accollato, e una semplice mantellina nera che -non nasconde la rotondità della sua vita sottile. -</p> - -<p> -Ebbene? È Gertrude una bellezza? -</p> - -<p> -No. I suoi lineamenti, le sue forme, possono provocare -giudizi assai diversi, ma pochi la proclamerebbero -veramente bella. V'hanno però certi visi piacevoli -a osservarsi per la loro variabile espressione, -visi eloquenti, che dicono la verità e palesano l'intimo -sentimento; visi ora illuminati dall'intelligenza, -ora sfavillanti d'allegrezza, ora velati di mestizia -dinanzi a un caso pietoso, ora accesi di nobile indignazione -contro ciò che l'anima aborre, ora santificati -dalla presenza divina, quando il cuore si -distoglie dal mondo e da sè medesimo, e s'inalza -devotamente a Dio. Tale è il viso di Gertrude. -</p> - -<p> -Vi sono personali di donna che senza suggerire paragoni -con una regina o con una fata, posseggono -una grazia, una flessuosità, una dignità che incantano, -ed hanno il potere di muoversi nella loro sfera -con sì aerea leggerezza, che mai non riescono d'ingombro. -Tale è il personale di Gertrude. -</p> - -<p> -Quali si siano le attrattive della fanciulla, (nè -<span class="pagenum" id="Page_170">[170]</span> -manca chi le pregia altamente) ella non sa d'averle, -e questa sua inconsapevolezza ne raddoppia il prestigio. -È ancor sempre nella persuasione d'essere -brutta, radicata in lei da' suoi teneri anni, ma non -se ne sente più mortificata e indispettita come una -volta. -</p> - -<p> -Tosto che vide Emilia venirle incontro, Gertrude -affrettò il passo, e raggiuntala presso la soglia, le -passò con gesto affettuoso un braccio dietro le spalle, -come soleva per guidarla, adesso ch'ella era più -alta di lei, e la fece svoltare a destra in un vialetto -conducente nel giardino. -</p> - -<p> -— Eccomi di ritorno! — disse ravvolgendo più -strettamente nello sciallino la sua amica cieca. — Siete -stata sempre sola, Emilia, da quando v'ho lasciata? -</p> - -<p> -— Sì, cara, quasi sempre, e ho pensato con affanno -che tu giravi per Boston in una giornata di -caldo così eccessivo. -</p> - -<p> -— Non ne ho sofferto punto, e godo ora tanto più -questa fresca brezzolina, che fa un così gradevole -contrasto con l'afa e la polvere della città. -</p> - -<p> -— Ma, Gertrude, — fece la signorina Graham fermandosi — perchè -non sei entrata in casa? Devi -prendere il tè, figliuola. -</p> - -<p> -— Non ne ho voglia, stasera. — -</p> - -<p> -Camminarono un poco, lentamente, in silenzio; -poi la cieca riprese: -</p> - -<p> -— Gertrude, non hai dunque nulla da dirmi? -</p> - -<p> -— Oh, sì, tante cose!... Ma.... -</p> - -<p> -— Ma tu sai che saranno tristi per me, e però -esiti a parlare. Non è vero? -</p> - -<p> -— Mi parrebbe vanità da parte mia credere che -possano affliggervi molto, cara Emilia; ma iersera, -quando vi comunicai quello che m'aveva detto il signor -W. e quanto io avevo in animo di fare, mi sembraste -così turbata al pensiero della nostra separazione, -che non mi sono più sentita sicura di -far bene. -</p> - -<p> -— E io mi sono rimproverata d'averti lasciato -scorgere il mio rammarico, a rischio di distoglierti -dal tuo dovere, o di rendertelo più penoso. Sì, comprendo -che tu hai ragione, Gertrude; e che invece -<span class="pagenum" id="Page_171">[171]</span> -d'oppormi a' tuoi disegni, dovrei favorirli con tutte -le mie forze. -</p> - -<p> -— Ah, cara Emilia! — esclamò vivamente la fanciulla. — Se -vi fa pensare così ciò che vi raccontai -ieri, sarete persuasa sapendo ciò che ho veduto e -udito oggi.... -</p> - -<p> -— Come? Le cose vanno forse ancora peggio, dalla -signora Sullivan? -</p> - -<p> -— Assai peggio di quel che vi descrissi. Non conoscevo -allora le terribili difficoltà contro cui ha da -lottare la poveretta.... ma ho passato in casa sua -tutta la giornata, perchè il signor W. m'ha trattenuta -appena cinque minuti, e mi son potuta accertare -che non è prudenza lasciar una donna timida -e debole come quella, sola col signor Cooper, adesso -che il vecchio si trova in uno stato di mente così -spaventoso.... -</p> - -<p> -— Ma, sarai poi davvero in grado d'aiutarla, tu? -</p> - -<p> -— Sì, Emilia; so dominarlo meglio di lei, e posso -nello stesso tempo far di più per il suo benessere e -la sua contentezza. È come un bambino oramai, -pieno di capricci. E quando non sia materialmente -impossibile, la signora Sullivan lo compiace, a costo -di qualsiasi inconveniente, e fin di qualsiasi pericolo; -prima di tutto perchè è suo padre e si tiene -in obbligo di non contrariarlo, ma adesso, credo, -anche per paura.... È tanto irritabile e violento! Mi -diceva che spesso gli saltano ghiribizzi oltremodo -strani, come d'uscire di notte, con suo gran rischio, -o di dormire a finestre spalancate benchè la sua -camera dia sulla strada al pianterreno. -</p> - -<p> -— Povera donna! — sospirò Emilia. — E che fa -in simili casi? -</p> - -<p> -— Ve lo posso dire perchè ne ho veduto un esempio -quest'oggi. Quando sono arrivata lì, il vecchio -era in procinto d'accendere un gran fuoco nella stufa -nonostante il caldo che in città era intensissimo. -</p> - -<p> -— E la signora Sullivan? -</p> - -<p> -— Sedeva sullo scalino dell'uscio di casa, piangendo. -</p> - -<p> -— Disgraziata! -</p> - -<p> -— Non poteva far nulla con lui, e aveva ceduto -per disperazione. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_172">[172]</span> -</p> - -<p> -— Dovrebbe avere una donna robusta o un uomo -che lo vigilasse e gli prestasse le cure necessarie. -</p> - -<p> -— È precisamente questa l'idea che la sgomenta -più di ogni cosa. Dice che morrebbe d'angoscia se -vedesse suo padre trattato senza riguardi come lo -tratterebbe di certo una persona estranea; e inoltre -capisco che rifugge dal mettersi questa persona in -casa. Ella è estremamente scrupolosa in materia -d'ordine e di pulizia, ed ha sempre fatto tutte le sue -faccende da sè: l'ho udita dichiarare più volte che -vorrebbe piuttosto tener in famiglia una bestia feroce -che una serva irlandese. -</p> - -<p> -— La sua nuova abitazione non le ha procurato -finora molto piacere, non è vero? -</p> - -<p> -— Oh, no! Mi faceva appunto notare, oggi, la sua -singolare sfortuna: dopo aver tanto desiderato un -quartierino con tutti i suoi comodi, in un bello stabile -nuovo, ecco che non appena lo ha ottenuto e -ammobiliato a modo suo, le piomba addosso una -tale disgrazia. -</p> - -<p> -— Ma è strano che non l'abbia veduta venire già -prima. Io durante le ultime visite che le feci con te -nell'altra casa, m'ero accorta della decadenza intellettuale -di quel vecchio. -</p> - -<p> -— L'avevo osservata anch'io, da un pezzo, ma a -lei non ne dissi mai nulla, e credo ch'ella non ne -abbia avuto il minimo sospetto fino al momento dello -sgombero, quando il distacco da tutto ciò che gli -era consueto ebbe sul povero signor Cooper gli effetti -più funesti. -</p> - -<p> -— Non pensi, Gertrude, che la demolizione della -chiesa e la conseguente perdita del suo posto di sagrestano -abbiano dato un gran crollo alla sua mente -inferma? -</p> - -<p> -— Sì, ne sono anzi sicura. Dopo d'allora non fu -più lui, e anche nella casa vecchia si mostrava inquieto -e malcontento: ma la disdetta data alla signora -Sullivan dai proprietari che avevano risolto -di fabbricare su quel fondo magazzini, cagionò il -totale sconvolgimento della poca ragione che gli rimaneva. -</p> - -<p> -— Triste cosa! Quanti anni ha? -</p> - -<p> -— Non so esattamente, ma certo moltissimi. Rammento -<span class="pagenum" id="Page_173">[173]</span> -che tempo fa la signora Sullivan mi disse -ch'era sugli ottanta. -</p> - -<p> -— È vecchio assai; non è da maravigliarsi se cambiamenti -grandi e repentini nella sua vita lo hanno -fatto rimbambire. -</p> - -<p> -— Oh, no! E per triste che sia, è infine la sorte -che può toccare a chiunque viva fino a un'età così -tarda. D'altronde, non soffre, nè il suo umore, a -quanto io mi ricordo, è mai stato più lieto; sicchè -m'affliggo meno per lui che per sua figlia. Io sono -in gran pena, Emilia, sul conto di <i>lei</i>. -</p> - -<p> -— Non ha la forza di sopportare questa sventura? -</p> - -<p> -— Credo che l'avrebbe se fosse in buona salute. -Ma non istà bene, e temo che la cosa sia più seria -di quanto ella voglia ammettere, perchè è tanto pallida, -e ha ultimamente avuto parecchie manifestazioni -di sintomi che danno da pensare. -</p> - -<p> -— Ha consultato un medico? -</p> - -<p> -— No, non vuol saperne, e s'ostina a ripetere che -si rimetterà presto; io però ne dubito, specie se seguita -a non aversi nessuna cura. Questa è la ragione -principale che mi fa desiderare d'essere in -città il più presto possibile. Sono ansiosa di farla -vedere al dottor Jeremy, e spero di riuscirvi senza -ch'ella sappia ch'egli viene per lei. Avrò una forte -infreddatura io stessa, se non ci sarà altro modo. -</p> - -<p> -— Tu parli d'essere in città come d'una cosa sicura; -m'immagino dunque che tutto è già stabilito. -</p> - -<p> -— Ah, non v'ho raccontato la mia visita al signor -W.? È vero, scusate.... Ottimo uomo, quanta -riconoscenza gli debbo! Mi ha promesso il posto. -</p> - -<p> -— N'ero certa, dopo ciò che v'aveva detto dalla -signora Bruce. -</p> - -<p> -— Certa! E io che quasi mi peritavo di parlargliene!... -Mi pareva impossibile che avesse tanta fiducia -in me.... Invece è stato così buono, benevolo! -Non oso riferirvi le parole che m'ha detto circa la mia -capacità d'insegnare.... temerei di sembrarvi -troppo vana. -</p> - -<p> -— Non hai bisogno di riferirmele, cara; so da lui -stesso come egli apprezzi le tue felici attitudini. Non -potresti dirmi nulla di più lusinghiero per te, delle -cose che ho udite dalle sue labbra. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_174">[174]</span> -</p> - -<p> -— Il mio amato zio True voleva ch'io diventassi -maestra: era l'apice della sua ambizione. Sarebbe -contento ora, non è vero, cara Emilia? -</p> - -<p> -— Senza dubbio si glorierebbe di vederti assistente -in una scuola come quella del signor W. Forse -però penserebbe come penso io che ti assumi impegni -superiori alle tue forze. Tu sarai occupata -le intere mattinate a far lezione, e tuttavia ti proponi -d'esser l'infermiera della signora Sullivan, e -la custode del suo vecchio padre demente. Bambina -mia, tu non sei assuefatta a coteste eccessive fatiche, -e io mi tormenterò incessantemente con la tema -che la tua salute non vi resista. -</p> - -<p> -— Oh, cara Emilia, non dovete affatto mettervi in -pena per me! Io sono sana e robusta, e mi sento -capacissima di tutto ciò che ho divisato. Il mio solo -timore è che voi possiate soffrire alquanto a cagione -della mia lontananza, e il pensare che io, lasciandovi.... -</p> - -<p> -— So che intendi dire, Gertrude: ma non averlo -cotesto timore. Io sono sicura del tuo affetto. Ho -fede che non mi posponi se non al tuo dovere, e non -vorrei per nulla al mondo che tu mi dessi la preferenza. -Caccia dunque dalla tua mente quel pensiero, -e non credere ch'io sia tanto egoista da desiderare -di trattenerti. Solamente sarei più tranquilla -se tu rinunziassi per ora alla scuola. Potresti -andare dalla signora Sullivan e stare con lei finchè -ha bisogno del tuo aiuto; forse al tempo della nostra -partenza per il Mezzogiorno ti troveresti libera -d'accompagnarci in quel viaggio, che certo sarà allora -per te un ristoro necessario. -</p> - -<p> -— Ma, cara Emilia, come conciliare le cose? Io -non posso piantarmi in casa della signora Sullivan -a titolo di ospite, sia pure con l'intenzione di renderle -servigio, e nemmeno offrirmi a lei in qualità -d'infermiera, posto che non vuol riconoscere d'esser -malata. Ho ponderato la questione, e veduto che -anche usando tutta la finezza e tutta la delicatezza -immaginabili, non c'era verso di risolverla. Inoltre, -dopo tanto tempo che sto con voi, essa deve credere -ch'io non sia più adatta alla semplice vita d'una -volta. Ma quando il signor W. mi disse che gli -<span class="pagenum" id="Page_175">[175]</span> -occorreva un'assistente, facendomi comprendere che -non gli sarebbe dispiaciuto di dare a me quel posto, -mi balenò un modo d'effettuare il mio disegno. -Ero certa che se la signora Sullivan avesse saputo -che io entravo come insegnante in quella scuola e -dovevo cercarmi una dozzina per l'inverno perchè -voi l'avreste passato nel Mezzogiorno, invece di ritornare -in città, non solo non si sarebbe ricusata -d'accogliermi in casa sua, ma non avrebbe permesso -che andassi altrove. -</p> - -<p> -— E così è stato? -</p> - -<p> -— Precisamente. Ed io mi sono ancor più persuasa -del bisogno ch'ella sente d'un appoggio, tanto -l'ha consolata il pensiero d'avermi seco. -</p> - -<p> -— Tu sarai un tesoro per lei, Gertrude: lo so -bene! -</p> - -<p> -— Oh, no! Purtroppo non spero d'essere di grande -utilità. Ma per poco ch'io possa, sarà sempre -più di quanto potrebbe in questo caso qualsiasi altra. -La signora Sullivan, essendo vissuta sempre -ritiratissima, non ha nessuna amica intima, e davvero -non vedo, me eccettuata, chi ammetterebbe volentieri -sotto il suo tetto. Con me c'è avvezza, e mi -vuol bene. Io non le do impaccio, anzi mi concede -perfino d'aiutarla nelle sue faccende, benchè spesso -dica ch'io sono diventata una signorina, non usa -alle fatiche materiali. Sa poi che ho un certo influsso -sul signor Cooper: vi parrà forse strano, e io stessa -non so spiegarmelo, ma <i>l'ho</i>, positivamente. Io -credo che sia in parte perchè egli non mi fa punto -paura e m'oppongo con fermezza a' suoi insensati -capricci, in parte perchè gli sono meno familiare di -sua figlia. Ma c'è anche un'altra cosa che mi conferisce -un gran potere su quel povero vecchio. Egli, -com'è naturale, m'associa nella sua memoria con -Guglielmo: ci ha veduti per tanti anni sempre insieme, -abbiamo lasciato la casa quasi ad un tempo, -e non ignora che la corrispondenza con lui è -tenuta principalmente da me. Sembra che da quando -la sua mente si è indebolita, egli non pensi che -al suo nipote, sicchè in qualunque momento, e per -quanto eccitato e caparbio si mostri, io riesco a calmarlo -proferendogli le ultime notizie dell'assente; e -<span class="pagenum" id="Page_176">[176]</span> -non importa se gli ripeto cento volte il contenuto -d'una medesima lettera: per lui è sempre nuovo. -Non avete idea, cara Emilia, di come io giunga a -dominarlo, grazie a questo piccolo fatto. Ho notato -oggi che la mia facoltà di dirigere i suoi pensieri -sollevava la signora Sullivan d'un gran peso; ed -ella pareva tanto felice, quando mi sono accomiatata -stasera, parlava con sì lieta speranza del conforto -che sarebbe per lei l'avermi presso di sè quest'inverno, -ch'io mi sono sentita compensata del -mio sacrificio. Ma poi, non appena vi ho veduta, al -mio ritorno, e ho pensato che voi andate via, lontano, -e che passerà chi sa quanto tempo prima ch'io -sia di nuovo la vostra compagna, ho provato.... — -</p> - -<p> -Gertrude non potè proseguire. Chinò la testa sulla -spalla d'Emilia, e pianse. -</p> - -<p> -La signorina Graham la consolò con immensa tenerezza. -</p> - -<p> -— Siamo state felici insieme, — ella disse — e tu -mi mancherai, dolorosamente. La metà almeno di -ciò che ho goduto della vita in questi ultimi anni -la devo a te; ma non t'ho mai tanto amata come in -questo momento che ti accingi a lasciarmi, perchè -nel tuo sacrificio di te stessa vedo la più nobile, la -più preziosa virtù di cui possa fregiarsi una donna. -So che i Sullivan ti sono molto cari, e ben a ragione, -e comprendo il tuo desiderio di riconoscere le -tue antiche obbligazioni con loro; tuttavia il preferirli -a noi, ora, rinunziando senza un lamento al -bel viaggio dal quale ti ripromettevi tanto piacere, -mi prova che la mia Gertrude è la buona e brava -fanciulla ch'io speravo di vederla divenire e pregavo -Dio di farla. Tu sei nella via del dovere, figliuola -mia, e sarai ricompensata dall'approvazione -della tua coscienza se non altrimenti. — -</p> - -<p> -Mentre Emilia terminava di dire queste parole, -svoltavano in un viale del giardino dove incontrarono -una servetta che le cercava per avvertirle che -la signora Bruce e suo figlio erano nel salotto e chiedevano -di tutt'e due. -</p> - -<p> -— Le hai comprato i suoi bottoni, in città? — domandò -la signorina Graham a Gertrude. -</p> - -<p> -— Sì, — rispose questa — e li ho trovati adattatissimi -<span class="pagenum" id="Page_177">[177]</span> -al vestito; probabilmente le preme di sapere -se ho eseguito bene la commissione; ma come mi -presento, così? -</p> - -<p> -— Io mi fo accompagnare da Caterina; tu entra -in casa dalla porta laterale e vai alla tua camera -senza che ti vedano. Ti scuserò intanto con la signora -Bruce; poi, quando ti sarai rinfrescata gli -occhi e ti sentirai più calma, scendi in salotto. — -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XXI.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Ma non forse sarà miglior consiglio</p> -<p>Ritirarci? S'appressa una tempesta.</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Milton.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -Quando, mezz'ora dopo, Gertrude entrò nel salotto, -il suo viso non mostrava più traccia della commozione -d'animo che l'aveva tanto turbata. La signora -Bruce le mandò dal canapè un amichevole -cenno di saluto: il signor Bruce si rizzò e le offerse -la sua seggiola, mentre il signor Graham le indicava -un posto accanto a lui, nel vano della finestra, -dicendo con tono benevolo: -</p> - -<p> -— Vieni qui, Gertrude. — -</p> - -<p> -Ella non accettò nè l'una nè l'altra profferta. Andò -a sedersi invece sull'ottomana, ch'era presso a una -porta vetrata aperta a due battenti, di dove una -scalinata metteva nel giardino. Subito il giovanotto -la raggiunse, e adagiatosi in un atteggiamento d'indolenza -sui primi scalini, prese a discorrere con lei. -</p> - -<p> -Il figlio della signora Bruce non era altri che il -signorino dallo zucchetto di velluto, che anni addietro -soleva schiacciare dormitine nell'erba, sotto -il pero. Egli aveva fatto di recente un viaggio in -Europa, e superbo della rinomanza che gli davano -i suoi baffi, il suo sarto francese, e il possesso d'un -bel patrimonio, si compiaceva più che mai in sè medesimo. -</p> - -<p> -— Avete dunque passato tutta la giornata a Boston, signorina -Flint? -</p> - -<p> -— Sì, quasi tutta. -</p> - -<p> -— Ci avrete trovato un caldo terribile, eh? -</p> - -<p> -— Piuttosto! -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_178">[178]</span> -</p> - -<p> -— Dovevo andare in città anch'io per certi affari -che premevano moltissimo alla mamma. Facendo -uno sforzo sono arrivato fino alla stazione; ma non -ho potuto proseguire. -</p> - -<p> -— Il caldo v'aveva disfatto? -</p> - -<p> -— Sì. -</p> - -<p> -— Poverino! — esclamò Gertrude con un accento -tra compassionevole e ironico. -</p> - -<p> -Egli alzò gli occhi verso di lei, cercando d'indovinare -dall'espressione del suo viso s'ella lo dicesse -sul serio o volesse canzonarlo, ma essendo il salotto -scarsamente illuminato, a fine di godervi un po' di -fresco, non potè pronunziare un giudizio nella propria -mente, e però riprese, per chiarirsi: -</p> - -<p> -— Io aborro il caldo eccessivo, signorina Gertrude. -O perchè mi ci sarei esposto senza necessità? -</p> - -<p> -— Perdonate, m'era parso che parlaste d'affari -importanti.... -</p> - -<p> -— Affari della mamma. Nulla che importasse a -me. E per lei quella temperatura era una scusa. Se -avessi saputo che voi eravate nel treno, come ho -scoperto poi, avrei perseverato nel mio proposito, -attratto dal piacere di percorrere la via Washington -al vostro fianco. -</p> - -<p> -— Io non ho preso per via Washington. -</p> - -<p> -— Ma l'avreste fatto con una scorta conveniente. -</p> - -<p> -— Se avessi dovuto far un giro vizioso per accompagnare -la mia scorta, il vantaggio d'essere scortata -sarebbe stato assai dubbio, convenitene! — ella -disse ridendo. -</p> - -<p> -— Che spirito pratico avete, signorina! Intendete -dire che quando andate in città è sempre con un -programma d'operazioni prestabilito, e che niente al -mondo può stornarvi da quanto vi siete proposta? -</p> - -<p> -— No, no. Credo anzi che sia facile persuadermi -o dissuadermi, adducendo ragioni sufficienti. — -</p> - -<p> -Il giovane si morse le labbra. -</p> - -<p> -— Dunque, voi non fate cosa alcuna senza la sua -brava ragione. Allora, ditemi, di grazia, qual'è quella -per cui portate quel cappellone a larghe tese lavorando -in giardino? -</p> - -<p> -— È un'antica consuetudine mantenutasi per la -sua comodità ad onta delle invenzioni moderne che -<span class="pagenum" id="Page_179">[179]</span> -certo offrirebbero un migliore riparo dal sole. Devo -riconoscermi colpevole di un po' d'ostinazione nel -mio debole per quel vecchio cappello. -</p> - -<p> -— Perchè non confessare piuttosto la verità, ossia -che lo portate per avere quell'aria seducente e -pittoresca a segno che la vostra immagine turba i -sonni dei vicini? Per esempio i miei sogni del mattino -sono, come voi non l'ignorate, ossessionati da -quel cappello non scompagnato dalla faccia della -sua proprietaria; tant'è vero ch'io mi sento attirato, -quasi da una forza magnetica, verso il vostro giardino, -tutti i giorni, di buon'ora.... Ah, signorina -Gertrude, voi avrete da regolare un gran conto con -Morfeo, che defraudate così de' suoi diritti; e la coscienza -vi rimorderà per i danni cagionati alla mia -salute dall'espormi alla rugiada mattutina.... -</p> - -<p> -— È una dura ingiustizia il condannarmi per misfatti -assolutamente involontari; ma poichè le vostre -visite in giardino sono per me una minaccia di rimorsi -futuri, mi vedo in obbligo di proibirle. -</p> - -<p> -— Oh, non sarete così barbara! Specie dopo che -mi son dato tanta pena per impartirvi tutte le mie -poche nozioni d'orticoltura.... -</p> - -<p> -— Devono esser poche davvero, oppure ho io poca -memoria, — fece Gertrude ridendo. -</p> - -<p> -— Ingrata! Avete dimenticato quanto m'affannai -anche ieri a farvi conoscere le differenti varietà di -rose? Non ricordate più quello che ve ne dissi, diffusamente, -cominciando dalle rose di Damasco? E -come, nel finire, non trovavo parole adeguate in -lode delle rose umane, soprattutto di quella tanto -soave, tanto leggiadra che mi stava dinanzi mentre -parlavo? -</p> - -<p> -— Ricordo che diceste un visibilio di sciocchezze; -ma v'ingannate se credete ch'io le ascoltassi. -</p> - -<p> -— Oh, signorina Gertrude! È fiato sprecato dir -cose gentili a voi; tenete sempre i miei complimenti -in conto di buffonate. -</p> - -<p> -— V'ho dichiarato parecchie volte ch'era inutile -prodigarmi tante parole lusinghiere. Sono sprecate, -sicuro, e ho piacere che finalmente lo abbiate capito. -</p> - -<p> -— Bene, sarò serio. O dove eravate stamani? -</p> - -<p> -— A che ora? -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_180">[180]</span> -</p> - -<p> -— Alle sette e mezzo. -</p> - -<p> -— In treno, sulla via di Boston. -</p> - -<p> -— Possibile? Così presto? Io credevo che foste -partita alle dieci. Sicchè, mentre io spiavo dal muro -del giardino l'occasione di darvi il buon giorno, voi -eravate lontana cinque o sei miglia. Rimpiango -quell'ora di buon sonno, perduta! -</p> - -<p> -— Davvero, è gran peccato! -</p> - -<p> -— E altra mezz'ora, stasera. Perchè vi siete fatta -aspettar tanto? -</p> - -<p> -— Io? Quando? -</p> - -<p> -— Quando sono venuto qui. -</p> - -<p> -— Oh, non pensavo affatto che la vostra visita fosse -per me. -</p> - -<p> -— Non è che per voi sola. -</p> - -<p> -— Ben, — disse al giovane il signor Graham avvicinandosi -e intromettendosi un po' bruscamente -nella loro conversazione — siete amante del giardinaggio? -V'ho sentito parlare di rose.... -</p> - -<p> -— Già.... La signorina Flint ed io abbiamo avuto -una vera discussione sui fiori, sulle rose in particolare.... — -</p> - -<p> -Gertrude tentò di trar partito da quell'intervento -per svignarsela e andare presso le signore che sedevano -sul canapè; ma Ben Bruce, il quale s'era -rizzato vedendo l'altro venire a lui, s'accòrse della -sua intenzione e le sbarrò il cammino in modo che -ella non poteva passar oltre senza respingerlo con -aperta sgarbatezza. -</p> - -<p> -Il signor Graham ripigliò: -</p> - -<p> -— Ho in idea di mettere una piccola fontana nel -giardinetto della signorina Flint. Volete venire con -me? Mi darete un consiglio.... -</p> - -<p> -— Ma signore, non è troppo buio?... -</p> - -<p> -— Che, che! Per quello che abbiamo da fare ci -si vede abbastanza. Di qua, prego.... — -</p> - -<p> -E benchè ad onta delle sue maniere parigine torcesse -il muso e scotesse la testa con aria minacciosa, -il giovanotto fu costretto a seguire il padrone -di casa. -</p> - -<p> -La ragazza potè allora riferire alla signora Bruce -i risultati delle commissioni ch'ella le aveva affidate, -e darle i bottoni che le piacquero moltissimo. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_181">[181]</span> -</p> - -<p> -Quando i due signori rientrarono, la conversazione -divenne generale. -</p> - -<p> -— Signor Graham, — cominciò la signora Bruce — domandavo -ad Emilia che giro farete nel Mezzogiorno: -a quanto vedo dall'itinerario, vi siete proposto -un viaggio delizioso. -</p> - -<p> -— Così credo. Lo avevamo divisato da un pezzo. -Per Emilia sarà ottima cosa: e mi figuro il piacere -di Gertrude che non ha mai viaggiato finora! -</p> - -<p> -— Ah, andate anche voi, signorina Flint? -</p> - -<p> -— Sicuro, sicuro, — disse il signor Graham prima -che l'interrogata rispondesse da sè — Gertrude -ci è necessaria: non possiamo far senza di lei. -</p> - -<p> -— Quanto vi divertirete! — riprese la signora fissando -sempre la giovanetta. -</p> - -<p> -— Io speravo d'accompagnare il signor Graham -e la signorina Emilia, — rispose Gertrude — e pensavo -a questo viaggio con ardente desiderio; ma dovrò -invece rimanere l'inverno a Boston, come oggi -appunto ho risoluto. -</p> - -<p> -— Che diamine dici? — domandò il signor Graham. — Spiegati! -Cotesta è nuova per me! -</p> - -<p> -— E per me pure, signore; altrimenti vi avrei informato -prima. M'immaginavo ch'era vostra intenzione -ch'io venissi con voi, e nulla, credetelo, mi -sarebbe stato più gradito. Purtroppo sono sorte circostanze -che me lo impediscono; se non ve l'avevo -ancora detto, gli è perchè io stessa le ignoravo. -</p> - -<p> -— Ma noi non possiamo mica privarci della tua -compagnia, Gertrude: non voglio sentirli cotesti discorsi. -Tu devi venire, a dispetto d'ogni circostanza. -</p> - -<p> -— Temo assai che non potrò, assolutamente, — replicò -ella, sorridendo con grazia, ma senza perdere -la sua fermezza. — È gran bontà da parte vostra -il desiderarlo. -</p> - -<p> -— Desiderarlo?... Ti dico che insisto su questo -punto. Tu sei sotto la mia tutela, bambina, e io ho -diritto di stabilire ciò che devi fare. — -</p> - -<p> -Il signor Graham cominciava ad irritarsi. Gertrude -ed Emilia erano turbate ma tacevano. -</p> - -<p> -— Dimmi le tue ragioni, almeno, se ne hai, — egli -ripigliò con veemenza. — E intendo di sapere chi -t'ha messo in capo cotesta idea stravagante. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_182">[182]</span> -</p> - -<p> -— Vi spiegherò tutto domani, signore. -</p> - -<p> -— Domani? No, cara, subito. — -</p> - -<p> -La signora Bruce, vedendo addensarsi una burrasca -domestica, si rizzò per battere prudentemente -in ritirata. -</p> - -<p> -Il signor Graham contenne l'ira finchè ella e suo -figlio non si furono accomiatati, ma chiuso appena -l'uscio dietro a loro, proruppe: -</p> - -<p> -— Ora mi dirai che significa cotesta novità! Io -prendo tutte le mie disposizioni, regolo i miei affari -in modo da rimaner libero di passare l'inverno in -viaggio, e ciò non tanto per mia propria sodisfazione -quanto per procurare un piacere a voi due; ed -ecco che quando è fissato ogni cosa, e siamo quasi -in procinto di partire, Gertrude annunzia che ha -risoluto di non accompagnarci. Sono davvero curioso -di conoscere le sue ragioni. — -</p> - -<p> -Emilia s'assunse d'esporre i motivi della condotta -di Gertrude e concluse approvandola pienamente. -Suo padre, che l'aveva ascoltata con impazienza e -interrotta con molti <i>poh!</i> ed <i>uh!</i>, finito ch'ella ebbe -scattò di nuovo, più indignato che mai: -</p> - -<p> -— Dunque, essa preferisce i Sullivan a noi, e tu -incoraggi questi suoi sentimenti! Vorrei un po' sapere -che cosa hanno fatto loro per lei, a paragone -di quello che ho fatto io! -</p> - -<p> -— Le hanno dato le maggiori prove d'affetto, per -anni, e adesso che sono colpiti da una grave disgrazia -non ha cuore d'abbandonarli. Io per me confesso -che stimo giusta la sua risoluzione. -</p> - -<p> -— E io invece no. Giusta? Vuole farsi schiava -nella scuola del W. e peggio che schiava nella famiglia -Sullivan, piuttosto che stare con noi che l'abbiamo -tenuta sempre come una signorina, e, meglio -ancora, come una figliuola! -</p> - -<p> -— Oh, signor Graham! — l'interruppe Gertrude -vivamente. — Non si tratta di preferenza o di scelta, -ma di dovere! -</p> - -<p> -— E che te lo crea cotesto dovere? Forse l'essere -stata qualche anno loro casigliana? O l'averti mandato -quel ragazzo ch'è laggiù a Calcutta una sciarpa -di pelo di cammello, una gabbia di miseri uccellini, -e un monte di lettere, ti pone in obbligo di tradire -<span class="pagenum" id="Page_183">[183]</span> -i tuoi propri interessi per prenderti cura dei -suoi parenti malati o pazzi? Non posso davvero ammettere -che i loro diritti su te siano da compararsi -ai miei. Non t'ho io dato un'ottima educazione? Ho -forse risparmiato spese, sia per farti istruire sia per -renderti felice? -</p> - -<p> -— Signore, — rispose Gertrude umilmente eppure -con serena dignità — io non ho mai pensato a numerare -i benefizi ricevuti e proporzionarvi la mia -condotta. Certo in tal caso devo riconoscere che le -mie obbligazioni verso di voi sono immense, e che -avete i diritti più ampi a' miei servigi. -</p> - -<p> -— Servigi! Io non ho bisogno dei tuoi <i>servigi</i>, -bambina. La signora Ellis può fare altrettanto bene -le cose necessarie ad Emilia ed a me; ma mi è cara -la tua <i>compagnia</i>, e tu ti mostri molto ingrata parlando -di lasciarci come fai. -</p> - -<p> -— Babbo, — disse Emilia — io ho creduto sempre -che il vostro fine nel dare una buona educazione -a Gertrude fosse quello di renderla indipendente da -tutti e non già dipendente da noi. -</p> - -<p> -— Ed io ti dico, figliuola mia, che questa è una -questione di sentimento. Tu la consideri diversamente -da me; basta; posto che mi date contro tutt'e -due, non voglio più discutere. — -</p> - -<p> -Così dicendo egli prese un lume, andò nel suo studio, -chiudendosi dietro l'uscio con forza o per dir -meglio sbattendolo, e non si fece più vedere tutta -la sera. -</p> - -<p> -Povera Gertrude! Il signor Graham, che era stato -sempre così buono, indulgente, generoso, che non le -aveva quasi mai parlato con severità, si sentiva -profondamente offeso da lei. La chiamava ingrata, -credeva ch'ella avesse deluso la sua benevolenza, -che posponesse lui e sua figlia ad altri amici secondo -il suo parere assai meno meritevoli. Addolorata, -ferita nell'intimo del cuore, ella non tardò -a dar la buona notte ad Emilia, afflitta del pari, e -corse a rifugiarsi nella sua camera ove diede a' suoi -sentimenti uno sfogo che la lasciò spossata. E non -chiuse occhio. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_184">[184]</span> -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XXII.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>La virtù è ardita e la bontà</p> -<p>non conosce paura.</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Shakespeare.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -Lasciata in età di tre anni alla mercè della compassione -e della carità d'un mondo ove ella non apparteneva -a nessuno, e nessuno l'amava, Gertrude -finchè era vissuta con Annetta Grant aveva trovato -ben poca di quella compassione e ancor meno di -quella carità. Ma sebbene il suo spirito turbolento -si ribellasse contro i mali trattamenti usatile, ella -era allora troppo piccina per poter ragionare su tale -soggetto e venire a conclusioni filosofiche sulla durezza -e la crudeltà degli uomini. E fosse anche stato -altrimenti, queste impressioni sarebbero svanite in -quell'atmosfera di bontà e d'amore che l'aveva circondata -nel periodo seguente della sua vita, quando, -tenuta cara e protetta nella casa dell'ottimo suo padre -adottivo, ella aveva goduto assai più di tenerezza -paterna che non soglia toccare in sorte agli orfani. -</p> - -<p> -E avendo, grazie a un simile caso provvidenziale, -incontrato nella dolce Emilia una seconda prova del -fatto che i vincoli del sangue non sono sempre necessari -ad unire strettamente due cuori in un vivo -reciproco affetto, ella, per questa sua singolar fortuna, -non aveva fino allora conosciuto alcuno dei -mali derivanti da una condizione dipendente dalla -generosità altrui. Il contegno ostile della signora -Ellis era stato a volte per lei una fonte d'irritanti -molestie; ma la governante dipendendo anch'essa -dalla buona opinione di coloro che serviva, doveva -frenarsi, e d'altronde la pazienza e la remissività di -Gertrude avevano finito col vincere la sua inimicizia. -</p> - -<p> -Il signor Graham le si era mostrato sempre benevolo. -Da principio, naturalmente, egli aveva badato -poco all'orfanella accolta in casa sua per compiacere -la figliuola cieca: purchè fosse tranquilla -e manierosa, e non disturbasse nessuno, il resto non -<span class="pagenum" id="Page_185">[185]</span> -gl'importava. Vedeva che Emilia le voleva un gran -bene, che trovava un conforto nella sua compagnia, -e quantunque gli paresse un gusto bizzarro, era -lieto di contentarla. Ma in capo a qualche tempo -cominciò a notare nella favorita di sua figlia una -vivacità di mente, una correttezza di modi che gliela -fecero entrare in grazia; e quand'ebbe scoperto -le attitudini di Gertrude al giardinaggio e veduto -con qual amore e quale perseveranza ella coltivasse -i fiori, tutte le sue simpatie le furono cattivate. Non -solo le assegnò un pezzo di terra per suo uso, ma -maravigliato dei felici risultati da lei conseguiti nella -prima stagione, ampliò il giardinetto donatole e -lo abbellì con vari ornamenti ponendovi mano egli -stesso. Emilia non esprimeva un desiderio rispetto -all'educazione della fanciulla, che suo padre non -fosse pronto ad esaudire; e Gertrude, grata di tutto -cuore a tanta bontà, si studiava di manifestargli il -suo profondo sentimento delle obbligazioni ch'ella -aveva con lui, trattandolo col maggiore rispetto e -usandogli i più affettuosi riguardi. -</p> - -<p> -Sfortunatamente per la stabilità delle loro amichevoli -relazioni, il signor Graham non possedeva -nè lo spirito indulgente e disinteressato dello zio -True, nè la pazienza angelica e l'abnegazione d'Emilia. -Era un uomo liberale e stimabilissimo, godeva -fama d'essere d'animo retto ed alto, e in molte occasioni -la sua condotta aveva giustificato quest'opinione -del mondo sul conto suo. Ma, ahimè, era -<i>egoista</i> e spesso considerava le cose solo in quanto -lo concernevano. Egli aveva mantenuto e fatto educare -Gertrude; ella gli piaceva, la preferiva ad ogni -altra persona come compagna di viaggio per Emilia -e per sè; nessuno vantava su lei diritti pari ai -suoi; e però non <i>poteva</i> nè <i>voleva</i> ammettere doveri -che la sottraessero alla sua autorità. -</p> - -<p> -Eppure, mentre faceva la parte del tiranno, egli -s'illudeva stimandosi il migliore amico che la fanciulla -avesse sulla terra. Incapace di comprendere -la generosa sodisfazione d'adoperarsi per l'altrui -bene, presente o futuro, senza connettervi alcun vantaggio -proprio, aveva sfogato la collera suscitatagli -dai suoi meschini sentimenti egoistici, mortificando -<span class="pagenum" id="Page_186">[186]</span> -per la prima volta Gertrude con parole dure e severe. -</p> - -<p> -Nel corso delle lunghe ore d'una notte insonne -ella ebbe tempo d'esaminare le circostanze in cui si -trovava, e meditare sui casi suoi. Lì per lì non aveva -sentito che una commozione simile al dolore e -allo sgomento d'un bambino aspramente sgridato; -ma questa era a poco a poco svanita dinanzi a più -amari pensieri che sorgevano nella sua mente. -</p> - -<p> -— Quale diritto ha il signor Graham di trattarmi -in tal guisa, — diceva a sè stessa — di significarmi -ch'io <i>devo</i> accompagnarli nel loro viaggio di -piacere, e di parlare degli altri miei amici come se, -non contando nulla per lui, <i>non dovessero</i> contar -nulla per me? Esige egli dunque che la mia libertà -sia il prezzo dell'educazione datami, e ho io perduto -la facoltà di dire sì e no? Emilia non pensa così; -Emilia che m'ama e ha bisogno della mia compagnia -mille volte più di lui, giudica che la mia risoluzione -è giusta, e dianzi m'esortava a porre in atto -i miei disegni, m'assicurava che questo è il mio dovere. -E la solenne promessa fatta a Guglielmo? Mi -può essere forse imposto di mancarvi? No, sarebbe -tirannia il pretendere ch'io rimanga con loro, e sono -lieta d'aver deliberato di sciogliermi da questo servaggio. -E poi ho studiato per diventare maestra; e -il signor W. dice che bisogna dedicarsi all'insegnamento -subito, finchè s'è ancor freschi di studi. Se -cedessi ora e continuassi a vivere qui in mezzo al -lusso, probabilmente finirei col non trovar più la -via di riacquistare la mia indipendenza. È una crudeltà -da parte del signor Graham il voler privarmi -del mio libero arbitrio! — -</p> - -<p> -Così parlava l'orgoglio: e il cuore di Gertrude, che -v'inclinava per natura ed era tenuto in freno soltanto -dalla forza d'una rigida e coscienziosa volontà, -ascoltò per qualche momento le sue suggestioni. -Ma si dominò tosto. Ella s'era accostumata a considerare -la condotta altrui con quello spirito di carità -cristiana, che desiderava in chi giudicasse la -sua; e più miti sentimenti succedettero all'ira che -l'aveva eccitata. -</p> - -<p> -— Forse, — ella pensò riandando i discorsi di -<span class="pagenum" id="Page_187">[187]</span> -quella sera — il signor Graham è mosso, in fin dei -fini, da pura benevolenza; può darsi che pensi come -Emilia ch'io mi sobbarco a fatiche troppo gravi. È -impossibile ch'egli sappia quanto forti siano le ragioni -che m'inducono a questo passo, da quali vincoli -di gratitudine io sia legata ai Sullivan, e qual -bisogno abbiano di me adesso. E dal canto mio non -credevo che facesse proprio assegnamento sulla mia -compagnia per il giro nel Mezzogiorno. Emilia, è -vero, parlava come se fosse sottinteso ch'io andrei -con loro, ma lui non me ne toccò mai per nulla, non -mi fece alcun invito; sicchè non potevo presumere -di cagionargli un gran rammarico nè un gran disturbo. -Certo, se aveva divisato questo viaggio col -fine di procurare un piacere a tutt'e due come ha -detto, si comprende che debba essere alquanto stizzito. -D'altronde, avendomi tenuta così a lungo sotto -la sua tutela, gli pare d'avere un diritto a dettarmi -la mia condotta. Ed è stato sempre tanto pieno di -bontà e d'indulgenza per me, per un'estranea verso -cui non ha nessunissimo obbligo! Oh, mi tortura -l'idea ch'egli abbia a giudicarmi ingrata! -</p> - -<p> -«Rinunzierò dunque al mio posto d'insegnante, -viaggerò con loro, e lascerò la cara signora Sullivan -soffrire, senz'assisterla, morire forse durante la -mia assenza? No, questo è impossibile! Mai non -tradirò in tal modo il mio proprio cuore, il mio senso -della rettitudine e della lealtà. Per quanto mi -dolga l'offendere il signor Graham, non devo permettere -che il timore della sua collera mi distolga -dal mio dovere! — -</p> - -<p> -Deliberato così di sfidare la tempesta a cui sapeva -di non poter sottrarsi, e raccomandata la sua causa -a Colui che giudica secondo la giustizia, Gertrude -tentò d'acquetare la sua angoscia nel sonno; ma -invano. Non appena il sopore che le invadeva la -mente cominciava a sollevarla del peso ond'era oppressa, -sogni di non meno dolorosa natura ridestarono -in lei la coscienza della realtà. Ora vedeva il -signor Graham offeso e sdegnato come la sera innanzi, -e l'udiva minacciarla delle più severe manifestazioni -del suo malcontento s'ella avesse osato -contrariare i suoi disegni: ora le appariva Guglielmo, -<span class="pagenum" id="Page_188">[188]</span> -il Guglielmo giovanetto che era partito cinque -anni addietro, e con aria afflitta le additava la camera -dove sua madre giaceva in deliquio, pallida -d'un pallore di morte, come ella l'aveva trovata, visitandola -ultimamente. -</p> - -<p> -Esausta da questa successione di visioni affannose, -Gertrude, quando fu interrotto quel sonno senza -riposo, non cercò di riaddormentarsi. Levatasi, -andò a sedere presso la finestra, e stette a contemplare -la luna che scendeva sull'orizzonte mentre si -diffondevano nel cielo i primi albori. Là, nella tranquilla -comunione con sè stessa, ella raccolse la forza -e il coraggio di cui, lo sentiva, avrebbe avuto gran -bisogno per attraversare con calma e fermezza il -giorno che sorgeva: triste giorno che doveva vedere -la sua separazione da Emilia, e il suo addio al signor -Graham, il quale minacciava d'essere d'un carattere -ancor più penoso. -</p> - -<p> -Parrà strano che occorresse a Gertrude una straordinaria -energia morale per sostenersi in quell'emergente. -Ma fatto sta che non sono comuni in una -fanciulla diciottenne tanto ardire e tanta risolutezza -da affrontare la collera d'un uomo anziano, -dalla cui liberalità è dipesa lungo tempo, vivendo -nella sua casa, dove il suo volere è legge, e spezzare -di schianto i legami delle antiche abitudini col -proposito d'aprirsi da sè una via nel mondo in opposizione -ai desiderî e alle intenzioni di quell'uomo: -nè la grata e pacifica Gertrude sarebbe stata capace -d'un tal passo, se non l'avesse spinta un urgente -motivo. Il signor Graham governava la famiglia con -un'autorità dispotica, che l'aveva assuefatta a rispettare -ogni suo capriccio, e sebbene egli fosse sempre -indulgente, e in generale buono e cortese, nessuno -osava provocare ad ira un temperamento che, -eccitato, diveniva violentissimo. -</p> - -<p> -Non può quindi far maraviglia che la giovanetta -si sentisse mancare il cuore nell'atto in cui, mezz'ora -innanzi la colazione, stava davanti all'uscio -della sala da pranzo, con la mano sulla gruccia. -Indugiò un momento, chiamò di nuovo a raccolta -tutte le sue forze per cimentarsi contro il formidabile -avversario, poi, risolutamente, aperse ed entrò. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_189">[189]</span> -</p> - -<p> -Com'ella s'aspettava, il signor Graham era già lì -seduto nella sua poltrona, e sulla tavola presso a -lui giaceva il giornale ch'ella soleva leggergli tutte -le mattine. Per questo appunto era venuta. -</p> - -<p> -S'avanzò verso il vecchio signore salutandolo col -consueto «buon giorno». -</p> - -<p> -Quegli rispose al saluto ostentando un certo sussiego. -Gertrude sedette e si sporse per prendere il -foglio, ma egli vi posò sopra la mano. -</p> - -<p> -— Volevo leggervi le notizie, signore. -</p> - -<p> -— Ed io non voglio che tu legga nè faccia nessuna -cosa per me, finchè non so se tu sia disposta -a trattarmi col dovuto rispetto. -</p> - -<p> -— Oh, io non ho mai inteso di trattarvi altrimenti! -</p> - -<p> -— Quando i ragazzi si mettono a contrasto con -le persone maggiori di età e di senno, mancano loro -di rispetto nel modo più grave; ma io sono pronto -a perdonare il passato se tu m'assicuri, come spero -farai dopo aver avuto agio di riflettere da iersera -in qua, che hai riacquistato il retto senso del tuo -dovere. -</p> - -<p> -— Non posso dire, signore, che le mie idee circa -il mio dovere siano mutate. -</p> - -<p> -— Intendi forse di significarmi che persisti nella -tua follia? — esclamò il signor Graham rizzandosi -e parlandole con un tono che le fece tremare il cuore -a dispetto de' suoi coraggiosi propositi. -</p> - -<p> -— Stimate follia fare ciò ch'è giusto? -</p> - -<p> -— Giusto? C'è una gran differenza tra la tua opinione -e la mia su ciò ch'è giusto in questo caso. -</p> - -<p> -— Eppure, signor Graham, credo che se voi conosceste -tutte le circostanze, non biasimereste la -mia condotta. Ho esposto ad Emilia le ragioni che -la determinano, ed essa.... -</p> - -<p> -— Non mi citare Emilia! — l'interruppe egli camminando -a gran passi per la stanza. — Sono persuaso -che quella buona figliuola darebbe senz'esitare -la sua testa a chiunque gliela chiedesse: ma -io so un po' meglio di lei ciò ch'è dovuto a me; e, -ve lo dico chiaro e tondo, signorina Gertrude Flint: -se voi lasciate la mia casa come vi proponete di -fare, la lasciate con la mia riprovazione, <i>la quale</i> -potrebbe avere per voi, uno di questi giorni, conseguenze -<span class="pagenum" id="Page_190">[190]</span> -non lievi; tanto più, — soggiunse borbottando -tra i denti — che v'incorrete senza nessuna necessità. -</p> - -<p> -— Mi duole nell'anima di dispiacervi, signore, -ma io.... -</p> - -<p> -— No, che non te ne duole, altrimenti non t'opporresti -a' miei desiderî con tanta audacia, — ribattè -il signor Graham avvedendosi che il viso di -Gertrude, per quanto triste sempre e turbato, aveva -preso un'espressione di maggior fermezza dopo le -severe e pungenti parole con cui egli credeva di -sgomentarla. — Ma ho detto abbastanza, in materia -d'una cosa che non merita davvero tanto scalpore. -Va' o resta, come ti pare. T'avverto però che se te -ne vai non puoi contare più affatto sulla mia protezione -e sul mio aiuto. Dovrai provvedere a te -stessa o ricorrere ad estranei. Tu, m'immagino, ti -confidi che il tuo amico di Calcutta s'incarichi di -mantenerti, o anzi ritorni in patria e pigli cura speciale -di te; ma, bambina, se questa è la tua speranza -vuol dire che conosci ben poco il mondo; scommetto -che oramai quello lì ha sposato un'Indiana.... -E comunque sia, sta' pur certa che te t'ha bell'e -scordata. -</p> - -<p> -— Signor Graham, — rispose con alterezza la fanciulla — il -signor Sullivan probabilmente non rimpatrierà -che tra parecchi anni, e v'assicuro ch'io -non fo assegnamento su lui nè su alcun'altra persona -per mantenermi; intendo di guadagnarmi la -vita col mio lavoro. -</p> - -<p> -— Eroica risoluzione! — fece egli, sprezzante. — E -annunziata con una dignità che spero sarai in -grado di sostenere. Devo dunque considerarla come -irrevocabile? -</p> - -<p> -— Sì! — disse Gertrude che nei sarcasmi del signor -Graham aveva attinto la forza di proferire la -temuta parola definitiva. -</p> - -<p> -— E ci lasci? -</p> - -<p> -— È necessario. Credo che questo sia il mio dovere, -e però sacrifico volenterosamente, non solo il -mio benessere, ma ciò che per me, non ne dubitate, -è ben più prezioso: la vostra amicizia. — -</p> - -<p> -Il signor Graham non mostrò d'aver udito: anzi, -<span class="pagenum" id="Page_191">[191]</span> -dimentico della gentilezza in lui abituale, mentre la -giovanetta parlava ancora, coperse la sua voce con -una violenta scampanellata. -</p> - -<p> -Caterina vi rispose portando la colazione. Emilia -e la signora Ellis entrarono dietro a lei e sedettero -a tavola. Il pasto mattutino cominciò in mezzo -a un silenzio insolito dei commensali che parevano -tutti più o meno impacciati. Infatti Emilia aveva -inteso da lontano la voce di suo padre vibrare con -tono irato, ed era piena d'ansietà; e la governante -vedeva chiaramente nelle facce dei tre altri che qualche -cosa di spiacevole era accaduto. -</p> - -<p> -Il signor Graham tuttavia fece onore alla copiosa -colazione col consueto appetito; poi, terminato che -ebbe, si rivolse alla signora Ellis e l'invitò formalmente -ad accompagnare sua figlia e lui nel loro -prossimo viaggio, di cui parlò accennando alla probabilità -d'un soggiorno di alcune settimane all'Avana. -</p> - -<p> -La signora Ellis, che non sapeva nulla del divisato -giro nel Mezzodì, accettò con grande piacere, -e tutta alacre e lieta si mise a fare un visibilio di -domande sull'itinerario e sulla durata della loro -assenza, mentre la cieca nascondeva il viso turbato -dietro la sua tazza, e Gertrude, la quale aveva letto -ultimamente le <i>Lettere di Cuba</i> e parlato al signor -Graham dell'incantevole idea che le davano di quell'isola, -ponderava in cuor suo se fosse mai possibile -ch'egli volesse vendicarsi scendendo a una così -bassa piccineria per mortificarla. -</p> - -<p> -Tosto che si furono levati da tavola, Emilia si ritirò -nella sua camera dove la giovanetta non tardò -a raggiungerla. -</p> - -<p> -Interrogata da lei ansiosamente, questa, nel riferirle -la scena di poc'anzi, si guardò dal ripetere le -acri e ingiuriose osservazioni del vecchio, perchè la -buona amica le palesava con l'angoscia tradita dal -suo aspetto un sentimento profondo quanto il suo -proprio del torto che le veniva fatto giudicandola -e trattandola con tale ingiustizia. Le disse però che -la sua partenza era già cosa intesa, e che, essendo -il signor Graham poco benevolmente disposto verso -di lei, stimava opportuno andarsene senz'indugio, -<span class="pagenum" id="Page_192">[192]</span> -tanto più che la sua presenza in casa della signora -Sullivan non sarebbe forse mai stata utile come in -quel momento. Emilia comprese la ragionevolezza -del suo proposito, lo approvò, e s'offerse d'accompagnarla -in città nel pomeriggio; ella si rassegnava -piuttosto a questo brusco distacco che a vedere Gertrude -umiliata dal contegno di suo padre, perchè il -pensiero d'un dispregio usato alla sua protetta le -era intollerabile. -</p> - -<p> -Il rimanente della giornata fu dunque impiegato -dalla fanciulla nel fare le valigie e altri preparativi. -La signorina Graham sedeva presso all'amata -figliuola adottiva, e le dava consigli sulla sua futura -condotta, deplorando la necessità della loro separazione -e scambiando con lei promesse reiterate -d'imperituro e immutabile affetto. -</p> - -<p> -— Oh, se almeno poteste scrivermi, cara Emilia! -Sarebbe un gran conforto durante la vostra lunga -assenza! -</p> - -<p> -— Ti farò avere quelle notizie che mi sarà possibile -mandarti con l'aiuto della signora Ellis; ma per -quanto rare e scarse debbano essere, sii certa ch'io -penserò sempre a te, e non dimenticherò mai di raccomandare -la mia diletta alla protezione e alla cura -di Colui che può esserle miglior amico e miglior -consigliere di me! — -</p> - -<p> -Gertrude andò poi a cercar la governante e la fece -restare attonita dicendole che veniva ad accomiatarsi -da lei. Ma la maraviglia e la curiosità della -brava signora furono presto soverchiate dal bisogno -d'esaltare la cortesia e la generosità del signor -Graham, e le delizie d'un viaggio come quello a cui -ella s'apparecchiava. Dopo averle augurato molto -piacere, la giovanetta la pregò di scriverle qualche -volta; ma parve che la sua richiesta non fosse udita, -perchè la signora Ellis invece di rispondere le domandò -se credeva che un abito di casimiro fosse -adatto per viaggiare nel Mezzogiorno; essa allora -la ripetè con maggior calore, ma l'altra l'eluse di -nuovo, manifestando il desiderio di sapere quante -paia di sottomaniche avrebbe dovuto mettere nel -suo bagaglio. La postulante di favori epistolari non -si diede per vinta; sodisfatto a tutte le sue domande, -<span class="pagenum" id="Page_193">[193]</span> -tornò alla carica, riescì finalmente a farsi ascoltare, -ed ottenne la promessa d'<i>una</i> lettera, che, dichiarò -la signora Ellis, sarebbe stata la sola da lei -scritta nel corso di anni ed anni. -</p> - -<p> -Prima di lasciar la casa, Gertrude si presentò al -signor Graham nella speranza d'un amichevole commiato; -ma egli al suo timido «addio» non rispose -che mormorando appena percettibilmente la semplice -e universale formula di saluto, d'un significato -così profondo quand'esce dal cuore, e così gelida -quand'è proferita con indifferenza, a fior di labbra; -poi le voltò le spalle e, prese le molle, si mise ad -accomodare il fuoco nel caminetto. -</p> - -<p> -Ed ella se n'andò con le lacrime agli occhi e l'animo -contristato, perchè il signor Graham era stato -sempre buono con lei. -</p> - -<p> -Ma trovò una ben diversa accoglienza in cucina -dove salì per salutare la cuoca e la serva. -</p> - -<p> -— Cara signorina Gertrude, Dio vi benedica! — esclamò -la signora Prime inciampando su per la -scaletta che metteva nella stanza di sotto, e asciugandosi -le mani nel grembiule. — Come sentiremo -la vostra mancanza! La casa ci sembrerà vuota -quando voi non ci sarete più. Affemmia, se non ritornate, -noi qui si muore in capo a quindici giorni. -L'anima e la vita di questo luogo siete voi. Ma avete -tanto senno, che certo fate quel che va fatto; se ve -ne andate bisogna dunque rassegnarsi, si avesse anche -a consumarci gli occhi dal piangere, Caterina -ed io! -</p> - -<p> -— Sicuro, sicuro! — disse la serva irlandese. — Siete -tanto buona, che fin ci venite a cercare in cucina -per darci un saluto. Non vi scordate di nessuno, -voi, signorina Gertrude.... Ah, non potrete mai -essere più felice di quanto noi vi desideriamo! Vi -devono portar fortuna tutte le benedizioni che vi accompagnano! -</p> - -<p> -— Grazie, Caterina, grazie! — rispose Gertrude -commossa dall'ingenua tenerezza di quelle buone e -semplici creature. — Dovete venire a trovarmi qualche -volta, a Boston; e anche voi, signora Prime; vi -aspetto, sapete. Addio! — -</p> - -<p> -L'«addio» che contraccambiò il suo, <i>ora</i> fu cordiale -<span class="pagenum" id="Page_194">[194]</span> -e sincero, e la seguì attraverso l'atrio, e risonò -ancora al suo orecchio tra il rumore delle ruote -mentre la vettura si metteva in moto. -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XXIII.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Uno di quei caparbi egli è che quando</p> -<p>Sposano un'opinione, onore, e fede,</p> -<p>Ed onestà la chiamano, e piuttosto</p> -<p>Dalla vita si parton che da quella.</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Rowe.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -Da circa due mesi Gertrude, lasciata la casa del -signor Graham e separatasi da Emilia, abitava con -la signora Sullivan che l'aveva cordialmente accolta, -e faceva lezione nella scuola del signor W. -</p> - -<p> -Era un mattino di novembre. -</p> - -<p> -Alzata col sole, ella si lavava e pettinava in una -camera così fredda, che prima d'aver finito si sentì -le dita mezzo intorpidite: nondimeno, innanzi di cominciare -i lavori della giornata, non omise d'implorar -sovr'essi la benedizione del Cielo. Poi entrò -pian piano nella camera attigua dove la madre di -Guglielmo dormiva ancora, accese una piccola stufa -di ferro, al quale fine i materiali erano già accuratamente -preparati, e ciò fatto, scese con passo -leggero al pianterreno per accendere il fuoco nella -cucina, ch'era una comoda stanza in cui d'inverno -la famiglia prendeva i suoi pasti. -</p> - -<p> -La tavola era apparecchiata e la colazione quasi -pronta, quando giunse la signora Sullivan. Tutta -ravvolta in un ampio scialle, più pallida ed esile -che mai, ella appariva assai debole e malaticcia. -</p> - -<p> -— Gertrude, — disse alla fanciulla — perchè mi -lasci dormire la mattina mentre tu sei in piedi e -lavori? È stato così ogni giorno questa settimana. -</p> - -<p> -— Per un'ottima ragione, zietta: — rispose quella — io -dormo la notte e mi desto all'alba, voi invece -fate proprio l'opposto. D'altronde, mi ci diverto -a preparar la colazione.... Guardate che bellezza di -caffè! — Ne versò un poco in una tazza e lo riversò -nella caffettiera. — È mai chiaro? O non vi struggete -di berlo, stamani, con questo freddo? -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_195">[195]</span> -</p> - -<p> -La signora Sullivan sorrise. Le aveva insegnato -lei a farlo, perchè ella non ne era pratica avendo -lo zio True preferito sempre il tè. -</p> - -<p> -— Ora, — proseguì Gertrude scherzosamente, tirando -una poltrona nel canto del fuoco — bisogna -che vi mettiate qui e che badiate al ramino finchè -l'acqua non bolla; io intanto scappo a vedere se il -signor Cooper è levato e vuol permettermi di pettinare -il suo codino. — -</p> - -<p> -Uscì, mentre la vedova pensava in cuor suo che -una figliuola buona a quel modo non poteva esserci -al mondo, e di lì ad alcuni minuti ritornò col vecchio, -ch'era molto pulitamente vestito, lo condusse -al suo posto a tavola, aspettò che fosse seduto come -avrebbe fatto con un bambino, poi gli appuntò -il tovagliuolo al collo e servì la colazione. -</p> - -<p> -Nel tempo che la signora Sullivan mesceva il caffè, -Gertrude, evitando delicatamente d'attirare i suoi -sguardi, sbucciò una patata arrostita, sgusciò un -uovo sodo, e pose l'uno e l'altra nel piatto del signor -Cooper; il che risparmiava a questi la difficoltà per -lui sempre maggiore di compiere quelle operazioni -da sè, e a sua figlia l'angoscia che soffriva notando -la sua inettitudine e la crescente sua negligenza in -materia di quella pulizia ch'era per la brava massaia -una cosa sacra. -</p> - -<p> -La povera donna non aveva appetito. A fatica la -fanciulla potè indurla a prendere qualche cosa; però -certe ostriche fritte che si trovò inaspettatamente -dinanzi la tentarono, e assaggiatane una finì col -mangiarne parecchie gustandole come da un pezzo -non gustava più alcun cibo. Gertrude, osservando la -sua faccia patita, il languore che denotava l'atteggiamento -della sua persona, si confermò nell'opinione -che soltanto un'infermità grave poteva aver -trasformato in tal guisa l'energica benchè piccola -signora Sullivan, e risolse di non lasciar trascorrere -un altro giorno senza che un medico la vedesse. -</p> - -<p> -Terminata la colazione bisognava rigovernare, -mettere in ordine le camere, far la spesa per il desinare -e prepararlo in parte: faccende che la giovanetta -sbrigò quasi tutte ella stessa, prima di vestirsi -per andare alla scuola dove da due mesi era -<span class="pagenum" id="Page_196">[196]</span> -maestra assistente. Alle nove meno un quarto comparve -sull'uscio di cucina, e disse con tono gaio al -vecchio che stava accoccolato davanti alla stufa -guardando tetramente il fuoco: -</p> - -<p> -— Venite, signor Cooper! Non volete vedere un -po' come va la fabbrica della nuova chiesa? Il signor -Miller v'aspetta: diceva ieri che spera nella -vostra compagnia durante il lavoro. — -</p> - -<p> -Il vecchio si rizzò, prese dalle mani di Gertrude il -suo pastrano e l'indossò aiutato da lei, poi la seguì -macchinalmente, con un'aria d'indifferenza. Andare -o restare, per lui era tutt'uno. Camminando in -silenzio al suo fianco, lungo la strada, ella fu tratta -a meditare sulla strana coincidenza che la faceva -una seconda volta la compagna d'un vecchio infermo, -in passeggiate quasi giornaliere; nè potè astenersi -da una comparazione tra il buon zio True, -tanto affettuoso e gioviale, e quel Paolo Cooper, misantropo -e sempre malcontento, in cui la demenza -senile esagerava ancora le naturali tendenze d'un -carattere mai stato amabile. Ma per quanto sfavorevole -a quest'ultimo riescisse il paragone, non diminuiva -la sua benevolenza e le sue premure verso -il disgraziato ch'era per lei oggetto di sincera pietà. -</p> - -<p> -Giunsero presto alla chiesa nuova; un bell'edifizio -che sorgeva nel posto medesimo di quella demolita, -dove il signor Cooper aveva tenuto per molti -anni l'ufficio di sagrestano. L'interno non era tuttavia -finito, e numerosi operai vi lavoravano alacremente. -</p> - -<p> -Un uomo che precedeva Gertrude e il suo compagno -sulla scalinata della porta maggiore, portando -un trogolo colmo di calcina, si fermò nel vestibolo -udendosi chiamare per nome da una voce ben nota, -e deposto il suo carico si volse a rispondere: -</p> - -<p> -— Buon giorno, signorina Flint! State bene, non -è vero? Gran bel tempo oggi.... Ah, signor Cooper, -siete venuto ad aiutarmi un poco; bravo! Ci sembra -di non poter fare nulla di buono senza di voi, -tanto pratico di questa chiesa. Per di qua, signore.... -Se favorite di venir con me vi mostrerò quello -che abbiamo fatto dopo la vostra ultima visita, e mi -direte il vostro parere. — -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_197">[197]</span> -</p> - -<p> -Così parlando s'avviò con l'antico sagrestano; ma -la giovanetta lo trattenne un momento per pregarlo -d'accompagnare il vecchio a casa quando sarebbe -andato a desinare, giacchè doveva passar di lì. -</p> - -<p> -— Sicuro, signorina, con molto piacere, — rispose -l'uomo. — Mi segue sempre volentieri quando lo lasciate -sotto la mia custodia. — -</p> - -<p> -Ottenuta questa promessa, Gertrude si diresse a -passi affrettati verso la scuola, rallegrandosi nella -certezza che il signor Cooper era al sicuro per tutta -la mattinata in un luogo dove avrebbe trovato una -gradevole distrazione, e che la signora Sullivan, sollevata -dell'obbligo di vigilarlo e occuparsi di lui, si -sarebbe concessa in pace il riposo a lei tanto necessario. -</p> - -<p> -Quegli che così cordialmente coadiuvava Gertrude -nella sua opera pietosa, era un bravo muratore che -aveva spesso lavorato per il signor Graham, e del -quale ella s'era guadagnata la stima e la gratitudine -assistendo amorevolmente, nell'inverno scorso, -la sua famiglia afflitta allora da malattie. La fanciulla, -che passava ogni giorno davanti alla chiesa -in costruzione, l'aveva veduto, e le era nata l'idea -d'affidargli per qualche ora il signor Cooper pensando -che questi si sarebbe forse divertito ad osservare -gli operai al lavoro. Durò fatica a persuadere il -vecchio, che non voleva saperne di visitare l'edifizio -alla cui erezione era stato tanto avverso, non solo -perchè contraria a' suoi interessi, ma anche per il -grande amore che lo legava all'antica sua chiesa. -Tuttavia quando fu lì, la fabbrica, gradatamente, -cattivò la sua attenzione, e poichè il Miller si dava -cura ch'egli si trovasse bene, e perfino gli faceva -credere d'esser utile, egli finì col passarvi quasi le -intere mattinate, immaginandosi di vigilare i muratori -e tutti i diversi lavoranti. Taluni giorni Gertrude -passava ella stessa a riprenderlo, altri pregava -il Miller d'accompagnarlo. -</p> - -<p> -Un notevole mutamento si manifestava nello stato -del demente da che ella aveva preso dimora in casa -della vedova Sullivan. Egli era divenuto più docile, -e si mostrava più contento e meno irritabile. Da principio -la maggior tranquillità e la consolante presenza -<span class="pagenum" id="Page_198">[198]</span> -di Gertrude parevano aver prodotto un effetto -benefico anche sulla salute della povera donna; -ma ultimamente la sua debolezza andava aumentando, -e due o tre volte ella era d'improvviso caduta -in deliquio. La giovanetta sentì ridestarsi tutti -i suoi timori, più vivi che mai. Perciò quella mattina -uscì col fermo proposito di recarsi dal dottor -Jeremy, non appena libera da' suoi doveri di scuola, -per chiedergli di visitare la malata. -</p> - -<p> -Ella esercitava il suo ufficio d'insegnante con piena -sodisfazione del signor W., e non v'incontrava -difficoltà alcuna, fuor delle piccole noie e dei momentanei -scoraggiamenti cui vanno soggetti tutti i -maestri a cagione della pigrizia, della caparbietà -o della stupidità di certi alunni. Varie cause la costrinsero -a indugiarsi quel giorno un'ora più del -solito. Battevano le due quand'ella sonava il campanello -alla porta del medico. Le aperse una cameriera -che la conosceva di vista essendo ella venuta -altre volte in casa dei suoi padroni. La ragazza -le disse che stavano per mettersi a tavola, ma -che senza dubbio il dottore l'avrebbe ricevuta lo -stesso, e la fece entrare nel tinello dov'egli si trovava. -Ritto con la schiena contro la stufa, mangiava -una mela, com'era suo invariabile costume, avanti -pranzo. Vedendo Gertrude posò il frutto e le mosse -incontro a mani tese. -</p> - -<p> -— Gertrude Flint, se non m'inganno! Bene, ho -piacere di vedervi, finalmente! Sarei curioso di sapere -perchè vi siete fatta così desiderare. — -</p> - -<p> -Ella si giustificò spiegandogli che viveva con una -donna inferma e un vecchio cadente i quali avevano -bisogno d'assistenza, e che il resto del suo tempo -era tutto preso dalla scuola, sicchè non gliene avanzava -per fare visite agli amici. -</p> - -<p> -— Magre scuse, — esclamò il dottore — magre -scuse! Ma ora che vi teniamo, non vi lasceremo -scappare tanto presto. — E, andato a piè della scala -conducente alle stanze superiori, gridò con quanto -n'aveva in canna: — Signora Jerry! Signora Jerry! -Scendete lesta per quanto è possibile, e mettetevi la -vostra berretta più bella: abbiamo un'ospite a pranzo!... -Pover'anima! — soggiunse sottovoce, volgendosi -<span class="pagenum" id="Page_199">[199]</span> -a Gertrude con un sorriso bonario. — Non può -spicciarsi in furia, che ve ne pare?... E grassa! — -</p> - -<p> -Ma Gertrude protestò che doveva affrettarsi a ritornare -a casa, e disse il fine della sua visita, esponendo -al medico lo stato della signora Sullivan. -</p> - -<p> -— Un'ora non porta conseguenze in un caso come -cotesto, — insistette egli. — Voi dovete desinare con -me e poi andrò dove vorrete, anzi ci andremo insieme -nel mio carrozzino. — -</p> - -<p> -Ella esitò un poco. Il cielo s'era annuvolato, e -cominciava a cadere qualche fiocco di neve; la strada -era lunga; d'altronde, sarebbe stato meglio che -ella accompagnasse il dottore, perchè nella via dove -abitava gli stabili erano quasi tutti nuovi e non ancora -numerati, e forse da solo egli avrebbe stentato -a trovare la casa. -</p> - -<p> -Intanto scese la signora Jeremy. Per grassa era -grassa bracata, e in quel momento l'insolita celerità -de' suoi movimenti, e l'ansia d'avere inaspettatamente -a pranzo una persona estranea, le tingevano -il viso di porpora. Ella diede a Gertrude un -bacio affettuoso, poi girò gli occhi intorno, e visto -che non c'era nessun altro, li fissò sul marito, con -uno sguardo di rimprovero. -</p> - -<p> -— Via, dottor Jerry, non vi vergognate? Mai più -non presterò fede alle vostre parole.... Farmi credere -che ci fosse capitato un qualche ospite straordinario.... -</p> - -<p> -— E qual ospite più straordinario di Gertrude -Flint, in casa nostra? — -</p> - -<p> -— Quanto a cotesto, è vero; — disse la signora — Gertrude -<i>s'è fatta</i> realmente straniera qui, e le tengo -in serbo una solenne ramanzina su questo proposito. -Però, dottor Jerry, sapevate che non mi sarei -messa la berretta rosa e lilla per comparire con -lei, che mi vede altrettanto volentieri in quella vecchia coi -nastri gialli.... sebbene mi dicesse, la birichina, -quando la comprai, ch'io avevo scelto la più -brutta berretta di Boston. Te ne rammenti, eh? — -</p> - -<p> -Gertrude rise di cuore ricordando la divertente -scenetta nella bottega della modista dove aveva accompagnato -la signora Jeremy. -</p> - -<p> -— Ma vieni, figliuola, — riprese questa — il desinare -<span class="pagenum" id="Page_200">[200]</span> -è pronto. Levati il mantello e il cappellino, e -passiamo di là. Il dottore ha molte cose da dirti e -se ne strugge. — -</p> - -<p> -Erano a tavola da alcuni minuti, senz'avere ancora -scambiato altre parole che le consuete, quando -a un tratto il medico posò il coltello e la forchetta, -e scoppiò a ridere, a ridere tanto che n'ebbe gli occhi -pieni di lacrime. -</p> - -<p> -La fanciulla lo guardò con aria interrogativa; sua -moglie disse: -</p> - -<p> -— Figurati, Gertrude, che durante un'intera settimana -ha seguitato a dare, due o tre volte il giorno, -in una di queste risatone sterminate. Io sulle prime -n'ero sbalordita come te; e confesso che ancora non -capisco bene che cosa possa essere avvenuto di tanto -buffo tra il signor Graham e lui. -</p> - -<p> -— Andiamo, signora Jerry, — egli l'interruppe frenando -la propria ilarità — non mi prevenite; voglio -raccontarla io. Non credo — disse poi volgendosi -alla sua ospite — che voi siate vissuta cinque anni -con quel signore lì senza aver conosciuto che razza -d'animale protervo, caparbio, ostinato, egli sia. -</p> - -<p> -— Dottore! — ammonì la signora, severamente, -scotendo il capo. -</p> - -<p> -— Cara moglie, nè le strizzatine d'occhi nè le scrollatine -di testa mi fanno senso: io non ho peli sulla -lingua; la mia opinione sul conto del signor Graham -è questa, e non dubito punto che sia anche -quella di Gertrude; soltanto, essendo la buona figliuola -ch'ella è, non la manifesta. -</p> - -<p> -— Io non ho mai notato in lui nulla di simile, — disse -la signora Jeremy — eppure lo conosco bene -quanto voi. Lo incontro spesso per la strada, e sempre -mi saluta con un sorriso raggiante e un bell'inchino. -</p> - -<p> -— Eh, sì, Gertrude ed io sappiamo che cortese -gentiluomo egli sia, con chi dice e fa a modo suo; -ma se qualcuno è di parer contrario.... -</p> - -<p> -— In politica, per esempio, — suggerì ella. — Certo -la divergenza delle vostre vedute politiche è la -sola causa di cotesta antipatia. -</p> - -<p> -— Ma no, ma no! — egli ribattè. — Si può riscaldarsi -disputando di politica, come mi riscaldo anch'io, -<span class="pagenum" id="Page_201">[201]</span> -ed essere nondimeno una buona pasta d'uomo. -Non intendevo parlare di questo.... Quello che -non posso patire nel signor Graham, è la sua pretensione -di dettar legge a chiunque abbia da trattare -con lui, i suoi procedimenti dispotici che par -ch'egli sia il Gran Mogol della Cocincina. Credevo -che si fosse corretto un poco, dopo la seria lezione -ch'ebbe anni sono con quel caso doloroso del povero -Filippo Amory; ma a quanto vedo ricomincia da -capo. Ah, ah, ah! — proruppe di nuovo il buon dottore -ridendo, e sporgendosi verso Gertrude per darle -una picchiatina su una spalla. — Ci ho proprio gusto -che abbia trovato un'opposizione ragionevole, e -dove meno se l'aspettava! — -</p> - -<p> -Lo sguardo della fanciulla espresse un così profondo -stupore a questa chiara allusione al suo dissenso -col signor Graham, ch'egli s'affrettò a rispondervi: -</p> - -<p> -— Siete curiosa di sapere come io ne sia informato? -Ve lo dico subito. In parte lo ricavai dal signor -Graham stesso, e mi diverto ancora ricordando -con qual furberia il vecchio volpone cercasse, a furia -d'arzigogoli, di nascondere la sua disfatta, e persuadermi -anzi che in fin dei conti aveva fatto valere -la propria autorità, mentre io capivo benissimo che -era stato battuto da un campione più forte di lui.... -</p> - -<p> -— Dottor Jeremy, — fece Gertrude — non crederete, -spero.... -</p> - -<p> -— No, cara, non credo che vi dilettiate di pugilato, -ma so che siete una ragazza di senso retto, che -discernete ciò ch'è giusto e lo fareste a dispetto di -chiunque, non escluso il signor Graham. Quando -v'avrò raccontato tutto, comprenderete in qual modo -io sia giunto alle mie conclusioni e abbia intuito le -cose più a fondo che il detto signore non avrebbe -voluto. Un giorno, circa due mesi fa se non erro.... -è una data che voi rammentate certo meglio di -me.... io fui chiamato dal signor W. per i suoi bambini -attaccati dal «crup». Mentre discorrevo con -lui, gli venne annunziata una visita. Andò a riceverla, -e al suo ritorno mi disse che vi aveva in quel -momento fissata come assistente nella sua scuola. -Io non me ne maravigliai sapendo che Emilia vi -<span class="pagenum" id="Page_202">[202]</span> -destinava all'insegnamento, e mi compiacqui che vi -fosse toccato un così buon posto. Uscito appena di -là, ecco che m'imbatto nel signor Graham, il quale -s'accompagna con me per un tratto di strada, e mi -parla del viaggio che intende fare nell'inverno. -</p> - -<p> -«— Però, — gli dico io — Gertrude Flint non viene -con voi, non è vero? — Gertrude? — fa egli. — Ma -sì, beninteso. — Ne siete proprio sicuro? — gli -domando. — L'avete invitata? — Invitata? No, — risponde — ma -sono certo che sarà ben contenta -d'approfittare d'una così bell'opportunità: è una -fortuna rara per una ragazza nelle sue condizioni. — Allora -io, un po' urtato da quel suo modo di -parlare, gli replico con tono altrettanto positivo: — Secondo -me invece non è probabile che accetti -l'invito. — -</p> - -<p> -«Ah, bisognava vedere, cara Gertrude, come si -rimpettì la Dignità Sua!... E mi snocciolò un discorsetto.... -no, non posso ricordarmene senza ridere, -specie se penso che se l'è dovuto rimangiare.... Mi -sarebbe difficile ripeterlo parola per parola, ma insomma, -a sentir lui, non solo era impossibile che -voi osaste opporvi a' suoi desiderî, ma io commettevo -un atto di fellonia facendo questa temeraria -supposizione. Mi guardai bene dal dirgli ciò che mi -aveva comunicato il signor W.; e rimasi con una -enorme curiosità di sapere come l'andrebbe a finire. -</p> - -<p> -«Divisai due o tre volte di fare una giterella alla -villa dei Graham con mia moglie, per vedere Emilia -ed essere informato da lei; ma un medico non è padrone -del proprio tempo, sicchè ne fui sempre impedito. -</p> - -<p> -«Finalmente, una domenica, la signora Prime viene -a trovare sua nipote ch'è in servizio qui da noi. -Sento dalla cucina la sua voce, e scendo subito, -smanioso d'interrogarla. La buona donna vi vuole -molto bene, Gertrude, e vede con gli occhi del cuore -ciò che vi concerne. Mi disse, senza dubbio, la verità, -benchè forse non tutti gli esatti particolari. -</p> - -<p> -«Due giorni dopo incontro di nuovo il signor Graham. — Ebbene, — gli -domando — quando partite? — Domani, — mi -risponde. — Davvero! — esclamo -io. — Dunque non avrò il piacere di salutare le vostre -<span class="pagenum" id="Page_203">[203]</span> -signore. Vorreste in cortesia incaricarvi d'una -mia commissione per Gertrude? — Io non so dove -si trovi Gertrude, — dice lui con sussiego. E io, affettando -una gran maraviglia: — Che? V'ha lasciato? — Sì, — conferma -seccamente. — Ed ha osato -venir meno al rispetto dovutovi? — proseguo io citando -le sue stesse parole. — Farsi giuoco della -vostra dignità? — Dottor Jeremy! — egli esclama. — Desidero -non sentir più menzionare quella ragazza -che s'è condotta con altrettanta ingratitudine -che stoltezza. — Poh, Graham! — io replico. — Quanto -all'ingratitudine, dicevate che prender Gertrude -per compagna di viaggio non era da parte -vostra se non largirle un nuovo favore: e visto che -ella vi rinunzia al fine di rendersi indipendente, mi -pare che dia piuttosto prova di saviezza. Me ne rincresce -bensì per voi e per Emilia. Sentirete tanto -la sua mancanza! — Egli ribatte: — Potete risparmiarvi -di compiangerci, dottore. Noi non ci perdiamo -nulla. — Ah! — dico io. — Mi sembrava che -anzi vi dispiacesse molto perdere la sua compagnia. — Viene -con noi <i>la signora Ellis!</i> — risponde con -un'enfasi che vuol significare tutta l'esuberanza del -compenso. — E io: — Amabilissima donna! — Graham -pareva seccato perchè sa che la signora Ellis -è la mia antipatia. — -</p> - -<p> -Sua moglie, la quale era di buon cuore, gli osservò: -</p> - -<p> -— Andiamo, dottor Jerry, non avreste dovuto attaccare -così un uomo nel suo punto debole. Perchè -eccitar la sua collera per nulla? -</p> - -<p> -— Facevo le vendette di Gertrude. -</p> - -<p> -— E io sono certa che Gertrude non provava punto -il bisogno d'essere vendicata: e non sente verso -il signor Graham che affezione e rispetto. -</p> - -<p> -— Oh, sì, è vero, Signora Jeremy! — disse la fanciulla. — È -stato tanto generoso con me, tanto indulgente.... -</p> - -<p> -— Salvo quando intendevate far uso della vostra -volontà! — l'interruppe il dottore. -</p> - -<p> -— La mia volontà era ben di rado in opposizione -co' suoi desiderî. -</p> - -<p> -— Ma quando era? -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_204">[204]</span> -</p> - -<p> -— Mi sottomettevo come giudicai sempre mio obbligo -finchè un dovere più alto non mi costrinse a -fare diversamente. -</p> - -<p> -— E fu per te un gran dolore il dispiacergli, — disse -la signora. — Questo è il retto sentimento -d'una donna, e sta' pur sicura che il dottor Jerry -in cuor suo lo loda, quantunque cianci come se fosse -una bella cosa in una giovanetta il trovar sodisfazione -nel mortificare un vecchio signore. Basta, -lasciamo questo discorso. Egli ha detto quel che -aveva da dire: ora tocca a me. Io vorrei sapere in -che modo sei sistemata, con chi vivi, e se ti piace -insegnare a scuola. — -</p> - -<p> -Gertrude rispose a tutte le sue domande; poi il -medico la interrogò sullo stato di salute della signora -Sullivan, che quando egli curava lo zio True gli -era stata spesso menzionata da lui e dalla fanciulla -come una loro buona vicina ed amica. Intanto la -neve fioccava sempre più fitta; ed essendo Gertrude -manifestamente ansiosa di ritornare a casa, i suoi -benevoli ospiti non cercarono più dì trattenerla. -</p> - -<p> -Ella promise di ripetere la sua visita non appena -le fosse possibile; il dottor Jeremy fece attaccare, e -partirono insieme. -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XXIV.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Non ha la vita un umile</p> -<p>Dover ch'ella non curi,</p> -<p>Nè miseri ed oscuri</p> -<p>Luoghi ov'ella non scenda,</p> -<p>Perchè un raggio benefico</p> -<p>Di sole vi risplenda.</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Lowell.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -— Ho pensato, dottore, come faremo perchè la -signora Sullivan non si spaventi, — disse Gertrude -mentre stavano per giungere alla casa. -</p> - -<p> -— O che dovrebbe spaventarla? — egli domandò. -</p> - -<p> -— Voi, se sa a bella prima che siete un medico. -Vi presenterò come un amico che m'ha condotta a -casa nel suo legno, essendo sopravvenuta questa -burrasca di neve. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_205">[205]</span> -</p> - -<p> -— S'ha dunque a recitare una piccola farsa, eh? -Capocomica: Gertrude Flint. Un incognito: il dottor -Jeremy. E che dovrò dire nella prima scena? -</p> - -<p> -— Di questo lascio la cura a voi che ne sapete più -di me. M'affido interamente alla vostra accortezza -per ottenere dalla signora Sullivan qualche cognizione -de' suoi sintomi, senza palesarle se non a poco -a poco la vostra qualità di medico. -</p> - -<p> -— Ah, capisco! Devo cominciar dal passare per -uno di quei curiosi che tempestano il prossimo di -domande. Sì, sì, credo che la parte sia nelle mie -corde. — -</p> - -<p> -Entrarono. All'udire aprir l'uscio la vedova si levò -dalla sua poltrona, col viso turbato, e dato appena -a Gertrude il tempo di presentarle l'amico che l'accompagnava, -le domandò ansiosamente se suo padre -non fosse con loro. -</p> - -<p> -— No, — ella rispose. — Non è ritornato a casa? -</p> - -<p> -— Non l'ho più riveduto da stamani. — -</p> - -<p> -La giovanetta, mostrando una tranquillità ch'era -lungi dal sentirsi nel cuore, le disse che il Miller -aveva promesso di vegliare sul signor Cooper, il -quale era certo con lui, al sicuro. -</p> - -<p> -— Del resto, — soggiunse — vo io a pigliarlo. -</p> - -<p> -— Oh, mi duole assai che tu esca di nuovo con -questo tempaccio!... Ma sono in tanta pena per il -nonno!... E tu no, figliuola? -</p> - -<p> -— Io no, davvero. Non dubito ch'è in chiesa, sano -e salvo. Ci vo immediatamente. Sapete bene, zietta, -che la neve non mi sgomenta. -</p> - -<p> -— Mettiti allora il mio scialle grande. — -</p> - -<p> -La signora Sullivan andò a prendere lo scialle da -un armadio ch'era nell'anticamera, e Gertrude approfittò -della sua assenza per pregare il dottor Jeremy -d'aspettar il suo ritorno, posto che l'agitazione -d'animo spesso faceva cadere la povera donna in -deliquio, ed ella temeva di lasciarla sola nell'inquietudine -in cui si trovava a cagione della prolungata -assenza di suo padre. -</p> - -<p> -Il tempo era infatti pessimo, e oramai calava la -sera. La forza del vento impediva a Gertrude di reggere -un ombrello aperto, sicchè i turbinanti fiocchi -di neve l'accecavano mentre affrettava il passo lungo -<span class="pagenum" id="Page_206">[206]</span> -i marciapiedi bagnati. Percorse così parecchie -vie innanzi di arrivare alla chiesa. Entrò nell'edifizio -già quasi deserto avendo i muratori terminato -la loro giornata, e vide subito che il signor Cooper -non c'era. Disperava di potersene procurare notizie, -quando le venne incontro il Miller che scendeva -dalla galleria. Egli pareva stupito di vederla, e le -domandò se il vecchio non fosse a casa. Udito che -no, le disse ch'egli non aveva potuto in nessuna maniera -persuaderlo a lasciarvisi condurre all'ora di -desinare; perciò se l'era dovuto portare seco, ma -credeva che avanti sera si sarebbe indotto a farsi -accompagnare alla propria abitazione da uno dei -ragazzi. -</p> - -<p> -Dunque era probabile che fosse tuttavia coi Miller. -La famiglia aveva di recente sgomberato, e Gertrude -non sapeva dove abitasse adesso; nondimeno non -volle permettere che il muratore, il quale doveva -ancora finire un lavoro, venisse con lei, e s'avviò -sollecitamente seguendo le sue indicazioni. Fu un'altra -camminata disagiosa. Trovate, non senza qualche -difficoltà, la strada e la casa, salì e picchiò all'uscio -esterno ch'era socchiuso. Nessuno rispose. -Aspettò un poco, poi si risolse ad entrare. Da una -stanza a destra giungeva un tale schiamazzo di voci -infantili ch'ella non tentò nemmeno di farsi intendere, -e, tralasciando le cerimonie, entrò anche in -quella. Alla sua comparsa uno stormo di bambini si -disperse tutt'intorno e si rimpiattò negli angoli, mentre -la signora Miller, piena di confusione vedendosi -sorpresa in mezzo al disordine della sua cucina, -spingeva contro il muro un cavalletto carico di -panni da asciugare, scoprendo così agli sguardi di -Gertrude quegli ch'ella cercava, accoccolato presso -il fuoco nel consueto suo atteggiamento malinconico. -Ma la fanciulla aveva appena mosso un passo dalla -soglia per andare a lui, quando successe una cosa -strana che la fece indietreggiare esterrefatta. Da -un tettuccio collocato lungo la parete, dirimpetto all'uscio, -si rizzò di scatto una persona che vi giaceva, -la quale guardandola fissamente stese una mano -verso di lei come per respingerla, e mandò un acuto -strido. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_207">[207]</span> -</p> - -<p> -Quella voce, quella figura non le erano che troppo -note. E, pallida, tremante, ella quasi si sentiva ripresa -dall'antico terrore in presenza d'Annetta -Grant. -</p> - -<p> -— Va' via! Va' via! — gridava costei, poichè dopo -un momento d'esitazione Gertrude s'inoltrava nella -stanza. Di nuovo ella s'arrestò dinanzi agli occhi -fiammeggianti e alla faccia sconvolta della vecchia, -temendo d'eccitarla maggiormente. -</p> - -<p> -La signora Miller s'interpose. -</p> - -<p> -— O che vi gira, zi' Annetta? Questa è la signorina -Flint: una signorina buona come ce n'è poche. -</p> - -<p> -— No, è un'altra.... so io chi! — affermò Annetta -con veemenza. -</p> - -<p> -La donna trasse Gertrude in disparte, nell'ombra -del cavalletto, e le parlò sottovoce. La vecchia, appoggiata -sul gomito, le spiava dal lettuccio, in atto -d'ansiosa attenzione. -</p> - -<p> -Gertrude apprese che la signora Miller era una -nipote di Ben Grant; ma da molti anni non aveva -saputo più nulla di lui nè di sua moglie, finchè questa, -giorni addietro, le era piombata in casa nel più -deplorevole stato di miseria e minacciata dalla febbre -a cui ora si trovava in preda. -</p> - -<p> -— Io certo non potevo negarle un ricovero; — soggiunse -la Miller — però, come vedete, non ho posto -da alloggiarla ammodo, e non solo è un grande -inconveniente per me avere una malata nella cucina, -ma temo che tra il chiasso dei bambini e tutti -gli altri disagi, la disgraziata vecchia non regga, e -mi muoia qui. -</p> - -<p> -— Non avete di sopra una cameretta che non vi -sia proprio indispensabile? -</p> - -<p> -— Ci sarebbe quella della nostra Giannina; anzi, -lei, da figliuola di buon cuore com'è, s'era subito -offerta di cederla alla povera zia Annetta, e andar -a dormire coi piccoli; ma noi non s'ha mica la possibilità -di mantenere due fuochi; e però io ho pensato -di farle intanto alla meglio un letto in cucina -e star un po' a vedere.... Purtroppo oggi è assai peggiorata, -e ora dalle sue stranezze capisco che vagella. -</p> - -<p> -— Ha bisogno di quiete. Vogliate riscaldare la camera -<span class="pagenum" id="Page_208">[208]</span> -di Giannina a mie spese, e accomodarvi la -malata. Io procurerò di mandare domani un medico -a visitarla. — -</p> - -<p> -La moglie del muratore cominciò a profondersi in -ringraziamenti. Gertrude l'interruppe: -</p> - -<p> -— Non mi ringraziate, signora Miller. Annetta -non è un'estranea per me. La conobbi in passato, e -forse mi preme più che a voi stessa. — -</p> - -<p> -L'altra la guardò con maraviglia, ma ella non -aveva tempo da perdere in spiegazioni. Desiderosa -di parlare con la vecchia Grant e assicurarla dei -suoi sentimenti benevoli, s'accostò franca e risoluta -al suo lettuccio sfidando l'ira selvaggia che ardeva -negli occhi della delirante, fissi su lei. -</p> - -<p> -— Annetta, — le disse — mi ravvisate? -</p> - -<p> -— Sì, sì, — mormorò quella, rapidamente, ansimando. — Che -siete venuta a fare? -</p> - -<p> -— Ad aiutarvi, spero. — -</p> - -<p> -Ma Annetta pareva piuttosto incredula. Nello stesso -tono soffocato e ansioso domandò: -</p> - -<p> -— E Gertrude dov'è?... l'avete veduta? -</p> - -<p> -— Sta bene, — rispose la fanciulla, stupita, perchè -non aveva fino allora dubitato che la riconoscesse. -</p> - -<p> -— Che dice di me? -</p> - -<p> -— Dice che vi perdona e vi compiange, e che si -confida di potervi soccorrere, di farvi guarire. -</p> - -<p> -— Davvero? Dunque non volete uccidermi? -</p> - -<p> -— Uccidervi? Ma tutt'al contrario. Vi dico che speriamo -di confortarvi e vedervi rimessa in salute. — -</p> - -<p> -La signora Miller s'avvicinò con una tazza di tè -che aveva intanto preparata. Gertrude la prese e la -porse alla vecchia, la quale avidamente bevve, continuando -tuttavia a fissarle gli occhi in viso di sopra -l'orlo della tazza. Bevuto ch'ebbe, lasciò ricader -la testa sul guanciale, e si mise a borbottare frasi -sconnesse in cui non si distinguevano le parole, eccettuato -il nome di suo figlio Stefano. Visto che i -suoi pensieri sembravano rivolti altrove, la fanciulla, -cui premeva di ritornar a casa per non abusare -della cortesia del dottor Jeremy, rimasto con la signora -Sullivan, si scostò dal letto, dicendo: -</p> - -<p> -— Arrivederci. Verrò presto a trovarvi. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_209">[209]</span> -</p> - -<p> -— E non mi farete male? — gridò Annetta rizzandosi -di nuovo. -</p> - -<p> -— Oh, no, davvero! Anzi vi porterò qualche cosa -che vi piacerà. -</p> - -<p> -— Non conducete qui Gertrude! Non voglio vederla! -</p> - -<p> -— Sarò sola. — -</p> - -<p> -La vecchia Grant si ripose a giacere, e non parlò -più, ma non cessò dal seguitare con gli occhi la visitatrice, -spiando attenta ogni sua mossa, finchè -non fu uscita dalla stanza. Il signor Cooper tenne -docilmente dietro alla sua giovane guida, e arrivarono -a casa tutti ammollati, ma senz'altri guai. -</p> - -<p> -La spedizione di Gertrude era durata circa un'ora. -</p> - -<p> -Il dottor Jeremy, seduto presso alla stufa di ferro, -coi piedi sul parafuoco, aveva l'aria contenta d'un -uomo che si trovi a casa propria con tutti i suoi -comodi. Sembrava ch'egli fosse lì per compiacere a -sè stesso anzichè a un assente il cui ritorno doveva -rimetterlo in libertà. Egli s'era intrattenuto con la -signora Sullivan in amichevoli discorsi, ricordando -la gente d'una cittadetta rurale dove tutt'e due avevano -passato qualche anno della loro infanzia, e le -sue maniere cordiali, la sua piacevole conversazione -erano così bene riuscite a vincere la ritrosia della -timida e schiva donnina, che quantunque gli fosse -inavvertitamente accaduto di palesarsi, ella si lasciò -interrogare sullo stato della sua salute senza -ombra di quell'angoscia che s'immaginava, nella -sua eccitazione nervosa, di dover provare alla sola -vista d'un medico. Quando Gertrude ritornò, il dottore -s'era già fatto una chiara idea del caso, e tosto -che si trovò solo con lei, essendo l'altra andata -a provvedere il vecchio di roba asciutta da mutarsi, -le comunicò la sua opinione. -</p> - -<p> -— Cara Gertrude, — disse — quella è una donna -molto malata. -</p> - -<p> -— Davvero? — mormorò la giovanetta, inquietissima, -lasciandosi cadere sopra una seggiola. -</p> - -<p> -— Sì, — rispose egli con aria pensosa. — Vorrei -averla veduta sei mesi prima! -</p> - -<p> -— Come, dottore? La sua malattia risale a tanto -tempo addietro? -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_210">[210]</span> -</p> - -<p> -— A ben più addietro, anzi. È una malattia grave -che s'è andata sviluppando a grado a grado, e temo -che oramai la scienza medica sia impotente a combatterla. -</p> - -<p> -— Dottor Jeremy, — disse Gertrude angosciata — non -intendete mica dirmi che la mia zietta morrà -senza rivedere Guglielmo, e ci lascerà soli, me -e il suo povero vecchio padre? Oh, non mi figuravo -che si trattasse d'una cosa tanto seria! -</p> - -<p> -— Calmatevi, figliuola mia, — fece amorevolmente -il dottore — io non volevo spaventarvi. Può vivere -ancora qualche tempo. Giudicherò meglio il suo caso -dopo averla osservata altri due o tre giorni. Ma è -una <i>pericolosa imprudenza</i> il rimaner qui sola con -questi due vostri amici infermi: anche non considerando -che rischiate d'ammalarvi voi pure se abusate -così delle vostre forze. Manca alla signora Sullivan -la possibilità di tenere un'infermiera o almeno -una persona di servizio? Mi diceva che non ha -nessuno.... -</p> - -<p> -— Oh, no, il suo figliuolo provvede largamente ai -suoi bisogni! So che non spende mai tutto l'assegno -ch'egli le manda pregandola di non risparmiare. -</p> - -<p> -— Allora dovete senz'indugio persuaderla a prendere -qualcuno che v'aiuti; e se non lo fate voi lo -farò io. -</p> - -<p> -— Sì, gliene parlerò; è un pezzo che vedo quanto -sia necessario; ma le fa tanta paura l'idea di mettersi -in casa una donna estranea, che non ho osato -mai toccare questo tasto. -</p> - -<p> -— Sciocchezze! Mèra immaginazione! State pur -sicura che s'avvezzerà presto a essere servita. — -</p> - -<p> -La signora Sullivan rientrò. Gertrude raccontò -allora il suo inaspettato incontro con Annetta Grant, -e pregò caldamente il dottor Jeremy, che conosceva -la storia della sua dolorosa infanzia, di voler visitare -la malata. -</p> - -<p> -— Sarà una visita di pura carità, — ella soggiunse — perchè -Annetta è di certo senza quattrini, e -sebbene i Miller, vostri antichi clienti, l'abbiano ricoverata, -non vi sono tra loro vincoli di parentela -tanto stretti da obbligarli a pagare per lei. Ma questo -a voi non importa, lo so bene. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_211">[211]</span> -</p> - -<p> -— Punto, punto, — rispose il medico. — Ci andrò -stasera stessa, giacchè il suo stato lo richiede, e domattina -passerò qui per darvi notizie e sentire quel -che la signora Sullivan ha ancora da dirmi circa -le sue notti insonni. Ma voi, Gertrude, non tardate -più a mutarvi le scarpe e le calze. O volete che uno -di questi giorni io conti fra i miei pazienti anche -voi? — -</p> - -<p> -Il buon dottore aveva conquistato la vedova Sullivan. -Quando fu partito ella intonò le sue lodi: -</p> - -<p> -— Che differenza dal comune dei medici! — (tutta -la classe le destava una inesplicabile avversione). — Così -socievole, così amabile! Davvero, Gertrude, -con lui mi pareva di poter parlare liberamente del -mio male come con te stessa. — -</p> - -<p> -La fanciulla fece anch'ella i più caldi elogi dell'ottimo -suo amico, e venne l'ora del tè prima che -avessero mutato il soggetto dei loro discorsi. Preso -il tè, il vecchio Cooper, stanco delle insolite fatiche -di quella giornata, si lasciò agevolmente persuadere -a coricarsi, e la signora Sullivan s'adagiò sul sofà. -Era, com'ella soleva dire, il suo momento più felice. -Gertrude arrischiò allora la proposta di prendere -una persona di servizio, secondo che il dottor Jeremy -le aveva raccomandato. Con sua maraviglia -la malata non oppose alcuna obiezione. Infatti ella -riconosceva di non poter più sbrigare da sè le faccende -domestiche, nè permettere che Gertrude, già -tanto occupata, ne sopportasse tutto il peso come -la settimana scorsa. Questa la consigliò di prendere -la Giannina Miller, una ragazza che faceva proprio -al caso loro; e fu convenuto di mandarla a chiamare -la mattina seguente. -</p> - -<p> -Sono le dieci. Tutto è silenzio e quiete nella casa. -Gertrude sola veglia ancora. Ha teso l'orecchio all'uscio -del signor Cooper, e il rumoroso respiro del -vecchio l'ha accertata ch'egli dorme profondamente. -La signora Sullivan, grazie all'effetto d'una pozione -calmante ordinatale dal dottor Jeremy, è caduta in -un sonno tranquillo, benefizio che non godeva da -tempo. I dieci uccellini di Calcutta dormono anch'essi -tutti in fila serrata, sul medesimo sottile ballatoio, -nella spaziosa loro gabbia appesa davanti -<span class="pagenum" id="Page_212">[212]</span> -alla finestra e coperta da un panno di lana a fine -di ripararli dall'aria fredda della notte. La giovanetta -ha chiuso gli usci, preparato ogni cosa per la -mattina appresso, spento i lumi. La casa è in ordine -e sicura. Ed ora ella s'è ritirata nella sua camera, -a leggere, a meditare, a pregare. Le sue cure -si moltiplicano, le prove cui è sottoposta sono sempre -più severe. Ella si vede di fronte un grande dolore -e una grande responsabilità, ma non rifugge -nè dall'uno nè dall'altra. Anzi, ringrazia Dio d'averle -dato la forza di rinunziare agli agi ed ai piaceri, -nonostante la propria fralezza e l'ira d'un uomo -che non avrebbe voluto offendere, per trovarsi là al -suo posto, a combattere la battaglia della vita e -aspettarne coraggiosamente l'esito. Ringrazia Dio di -sapere a chi ricorrere, poichè fra le amare tristezze -della sua infanzia e della sua prima giovinezza non -le è mai venuto meno il soccorso dell'amore di Colui -che muta le tenebre in luce. Nessuna sventura, -quantunque grave, potrà più gettare un'ombra in -quell'anima che illuminano i raggi emanati dal trono -divino. Ma per salda che sia la sua fede, per valoroso -che sia il suo cuore, Gertrude è una tenera -natura femminile: ed ella piange, mentre siede soletta -nella sua camera, piange sopra sè stessa e sopra -il giovane che, lontano in paese straniero, conta -i giorni e i mesi e gli anni fra cui si confida di -ritornare a sua madre ch'egli invece non rivedrà -mai più!... Ma col ricordo della sua promessa di -tener ella presso quella madre il luogo d'una figliuola -la cui mano amorosa deve ora assisterla e servirla -nella malattia che la travaglia, le si riaffaccia -la necessità di dominare i propri sentimenti; -ferrea necessità, alla quale ella ha imparato per -tempo a sottomettersi. Raccoglie allora tutta la sua -energia, si calma, asciuga le lacrime che le offuscano -la vista, e si raccomanda a Quegli ch'è la -fortezza dei deboli e la consolazione degli afflitti: -poi, confortata dalla comunione del suo spirito col -Padre celeste, va a coricarsi anch'ella, e vinta dalla -stanchezza, dopo una giornata fisicamente e moralmente -faticosa per lei, non tarda a seguire gli altri -inquilini della casa nel regno dei sogni. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_213">[213]</span> -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XXV.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p class="i4">.... V'ha chi dice</p> -<p>Che barlumi d'un mondo più remoto</p> -<p>Da noi, visitan l'anima nel sonno.</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Shelley.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -Fu una vera fortuna per Gertrude che ricorresse -appunto la settimana del Rendimento di Grazie, -tempo di vacanza nella scuola del signor W., perchè -così ebbe agio d'attendere alle molteplici sue -faccende. Un'altra fortuna ella stimava l'aver ottenuto -Giannina, la quale, lieta di compiacerla, accettò -volentieri la sua proposta, quantunque, ella -diceva, l'idea d'andar a servire fuor della sua famiglia -non le fosse mai garbata; ma come rifiutarsi -d'aiutare la cara signorina Flint ch'era stata tanto -buona con lei e co' suoi? C'era piuttosto da temere -che la signora Miller, avendo in casa Annetta Grant -malata gravemente, non potesse privarsi della sua -figliuola maggiore; anche questa difficoltà però fu -tolta dal ritorno inaspettato di Maria, la secondogenita. -</p> - -<p> -Dopo alcuni giorni di tirocinio sotto la direzione -di Gertrude, Giannina, ragazza molto accurata e -capace, si trovò in grado di sollevare la signora -Sullivan de' suoi più faticosi doveri di massaia, e -prestarle i servizi personali che il suo stato richiedeva. -Gertrude quindi fu libera di fare frequenti visite -alla vecchia Grant, la quale era nel colmo della -febbre e aveva gran bisogno d'assistenza. -</p> - -<p> -La memoria delle sevizie patite sotto la potestà -di quella megera durava ancor viva nella fanciulla, -ma scevra oramai d'ogni senso d'amarezza, d'ogni -desiderio di vendetta. S'ella ricordava il passato, era -soltanto per compiangere la sua persecutrice e perdonarle; -se pensava al modo di contenersi verso la -sua tiranna, già tanto detestata, era con l'unico fine -d'esserle utile e di consolarla. -</p> - -<p> -Vegliò notti e notti al capezzale della malata, che -sebbene sempre in delirio, non mostrava più ombra -del terrore destatole sulle prime dalla sua presenza. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_214">[214]</span> -</p> - -<p> -Costei le parlava molto della piccola Gertrude, -talvolta in modo da farle credere che l'avesse riconosciuta, -ma più spesso come se fosse altrove; infine, -dopo un pezzo, ella comprese che la scambiava -per sua madre alla quale doveva somigliare notevolmente. -Questa, invero, era stata assistita nell'ultima -sua malattia dalla stessa Annetta, ma la sciagurata, -assalita dagli antichi rimorsi nel vagellamento -della febbre, si figurava che la morta fosse -ritornata al mondo per chiederle conto della sua -creatura. Solo le continue assicurazioni di benevolenza -e le tenere cure prodigatele dalla giovanetta -con pazienza instancabile, l'indussero da ultimo nella -persuasione che la madre offesa avesse ritrovato -la sua bambina in buona salute e al sicuro, ed ignorasse -i torti e i crudeli trattamenti da lei sofferti. -</p> - -<p> -Una notte, l'estrema della vita d'Annetta Grant, -Gertrude, che non aveva lasciato la malata se non -per poche ore ed era venuta a riprendere il suo posto -d'infermiera, udì il proprio nome insieme coi -nomi d'altre persone nelle rapide frasi sconnesse che -la vecchia andava borbottando. Ella s'accostò al -letto, tendendo l'orecchio, perchè sempre sperava di -cogliere in mezzo a quei vaniloqui incoerenti un -qualche indizio sulle proprie origini. Ma il suo nome -non fu ripetuto, e il resto si perdette in un mormorio -indistinto. -</p> - -<p> -A un tratto la delirante si rizzò, e rivolgendosi a -qualcuno ch'ella vedeva nella sua allucinazione, gridò -forte: -</p> - -<p> -— Stefanino! Stefanino! Rendimi l'orologio e dimmi -che hai fatto degli anelli!... Ne chiederanno.... -quei tali.... e io che dirò? — -</p> - -<p> -Fece una pausa. Poi, tenendo gli occhi fissi verso -la parete, soggiunse con voce più debole, ma vibrante -d'intensa commozione: -</p> - -<p> -— No, no, Stefanino, non lo dirò mai a nessuno.... -<i>mai, mai....</i> — -</p> - -<p> -Aveva appena proferito queste parole, che diede -un sobbalzo, si volse, e vista Gertrude accanto a lei, -le domandò urlando: -</p> - -<p> -— Avete udito, eh? Avete udito?... Sì, lo so.... e -volete raccontarlo.... Ma <i>se parlate!...</i> — -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_215">[215]</span> -</p> - -<p> -Ella tentò di slanciarsi fuori del letto, e ricadde -esausta sui guanciali. -</p> - -<p> -Gertrude corse a chiamare il Miller e sua moglie, -i quali, aspettandosi d'avere a levarsi quella notte, -s'erano coricati vestiti nella camera attigua; poi, -per tema che la sua presenza turbasse ancor più la -morente, si ritirò lasciandola affidata alle loro cure. -</p> - -<p> -Circa un'ora dopo la donna venne a trovarla in -cucina, dove aveva cercato la quiete di cui sentivano -bisogno i suoi nervi scossi e il suo animo contristato, -e le disse che Annetta s'era calmata; ma -giaceva in uno stato di grande prostrazione, e pareva -prossima alla sua fine. Tuttavia ella credette -meglio non rientrare nella camera. Sedette presso -la stufa e prese a meditare sulla strana scena di -cui era stata testimone. Spuntava l'alba quando la -signora Miller le annunziò che la vecchia Grant -aveva reso l'ultimo sospiro. -</p> - -<p> -La sua opera di misericordia, di perdono, d'amore -cristiano, era dunque compita. Ed ella s'affrettò a -tornarsene a casa per riposare. Doveva armarsi di -nuova forza, di nuovo coraggio, a fine di sostenere -le fatiche e le pene che la sorte ancora le preparava. -</p> - -<p> -E forza e coraggio non comuni erano necessari -alla fanciulla per attraversare una di quelle funeste -sequele di malattie e di morti fra le persone più -prossime, che si danno nella vita, e in cui un colpo -succede all'altro con tale fulminea rapidità, che prima -d'esserci riavuti già veniamo atterrati novamente. -</p> - -<p> -Meno di tre settimane dopo sepolta Annetta Grant, -Paolo Cooper soccombette a una breve malattia. -Quantunque nessuno di questi due casi toccasse Gertrude -nei sentimenti più profondi del suo cuore, pure -l'adempimento dei doveri ch'ella s'era volontariamente -imposti richiedeva uno sforzo fisico e morale -assai grave per una giovanetta di diciotto anni, già -tormentata dalla minaccia d'una terza disgrazia, e -ben più dolorosa. -</p> - -<p> -Anche l'assenza d'Emilia era una dura prova, perchè -nelle ore d'angoscia ella soleva ricorrere alla -buona amica per consiglio e conforto, e da lei imparava -<span class="pagenum" id="Page_216">[216]</span> -la pazienza e la rassegnazione, virtù di cui -le offriva un vivente esempio. Un'unica lettera, scritta -dalla signora Ellis, le aveva recato notizie del -suo viaggio, e queste non erano molto sodisfacenti. -</p> - -<p> -I Graham soggiornavano all'Avana, dove avevano -preso alloggio in una pensione tenuta da una signora -loro connazionale, e affollatissima d'ospiti venuti -da Boston, Nuova York e altre città settentrionali. -</p> - -<p> -«Non è mica un viaggio molto piacevole, in fin -dei fini!» scriveva la governante. «V'assicuro, Gertrude, -ch'io vorrei piuttosto essere in pace, a casa, -e non tanto per me quanto per Emilia. Già non -può trovarsi bene, qui, poverina, perchè l'abitazione -manca d'ogni comodo: le finestre invece di cristalli -hanno grate come nelle prigioni, non c'è un tappeto -in nessuna stanza, nè un caminetto, nè un braciere, -sebbene qualche volta la mattina il freddo si faccia -sentire. E poi c'è una vedova, con un fratello e le -nipoti: la quale vedova è una donna frivola e vana -e secondo me, credetemi o no, ha messo gli occhi -sul signor Graham, o vuol pigliarsi giuoco di lui. -Veste pomposamente, parla forte, ha modi imperiosi: -a lei piace dominare, e lui è tanto grullo da seguirla -come un cagnolino, e prender parte ad ogni -sorta di gite, a piedi, in vettura, a cavallo.... Non è -ridicolo? Un uomo di sessantacinque anni sonati! -Emilia ed io non scendiamo più che di rado nel salotto, -giacchè l'allegra brigata non tiene il minimo -conto della nostra presenza. Essa non si lagna, non -fiata nemmeno, ma io vedo che non è felice, e desidera -di ritornare a Boston: lo desidererei anch'io -se non ci fosse quella terribile traversata.... Ah, Gertrude, -mi sembra un miracolo ch'io non sia morta -dal mal di mare nel venir qui, e la sola idea di risalire -a bordo d'un piroscafo mi sgomenta a segno, -che non so proprio come farò a tornarmene indietro!...» -</p> - -<p> -Gertrude scriveva spesso alla signorina Graham; -però, non potendo questa leggere le sue lettere che -mediante gli occhi della signora Ellis, non le era -dato di manifestarvi i suoi pensieri e sentimenti più -intimi come usava nei colloqui con l'amica piena -<span class="pagenum" id="Page_217">[217]</span> -d'indulgenza e di simpatia, perchè avrebbe dovuto -esporli alla censura della governante. -</p> - -<p> -Ogni corriere delle Indie orientali portava notizie -di Guglielmo Sullivan, i cui affari prosperavano e -ch'era contento nell'esilio pensando che i suoi cari -godevano, lietamente com'egli credeva, i frutti delle -sue fatiche. Egli scriveva quindi sempre nel consueto -suo tono gaio e vivace. -</p> - -<p> -Una domenica sera, poche settimane dopo la morte -del vecchio Cooper, Gertrude sedeva accanto alla -signora Sullivan, stesa sul suo letto, e teneva in -mano una lettera aperta di cui le leggeva per la terza -volta il contenuto. I numerosi bolli postali sulla -facciata esterna del foglio ne mostravano la provenienza. -Era arrivata il giorno stesso. La madre -ascoltava intenta quella lettura, e così dolorosamente -la colpiva il contrasto tra le proprie riflessioni e -le fulgide speranze di quel figliuolo ignaro della fosca -nube che s'addensava sul suo capo, ch'ella chiudeva -le palpebre, abbandonandosi, oppressa da una -tristezza profonda come non mai; mentre la giovanetta, -ripetendo le parole con cui Guglielmo esprimeva -la gioia del momento agognato in cui avrebbe -potuto stringere di nuovo tra le sue braccia «la -cara piccola mamma» che si struggeva di rivedere, -gettava uno sguardo furtivo sul corpo consunto, sul -viso emaciato della povera donna, e si sentiva gelare -il cuore. -</p> - -<p> -I primi timori del dottor Jeremy non erano infondati. -E l'inferma, aggravatasi ancora per l'ansietà -cagionatale dalla malattia del padre e per il dolore -della sua morte, declinava rapidamente verso la -tomba. -</p> - -<p> -Gertrude non era tuttavia riuscita a comprendere -se ella ne fosse consapevole o no. Mai la signora -Sullivan aveva parlato su questo soggetto, nè accennato -in alcun modo a un presentimento della sua -prossima fine. Anche ora, osservando la sua placida -apparenza, la fanciulla propendeva a credere -ch'ella s'illudesse sul proprio stato. -</p> - -<p> -Ma il dubbio fu rimosso. Dopo essere rimasta qualche -minuto assorta nella sua intensa meditazione, -ch'era forse una preghiera, la malata riaperse gli -<span class="pagenum" id="Page_218">[218]</span> -occhi, e fissandoli in quelli della sua giovane amica, -disse con voce chiara è calma: -</p> - -<p> -— Gertrude, io non rivedrò più Guglielmo! — -</p> - -<p> -Gertrude non rispose. -</p> - -<p> -— Vorrei scrivergli e dirglielo io stessa, — ella -proseguì — ma sarà meglio, se non ti spiace, di scrivere -tu per me, come tante volte, ch'io ti detti ciò -che devo dirgli.... Non c'è tempo da perdere; perchè -sento che vo mancando, e non è probabile che mi -duri a lungo la forza di farlo.... Toccherà a te, figliuola -mia, dargli la notizia, quando tutto sarà -finito; ne hai abbastanza di tristi doveri, tu; voglio -almeno risparmiarti la pena di prepararlo al colpo -che l'aspetta.... Sei disposta a cominciare la lettera -oggi? -</p> - -<p> -— Sicuro, zietta mia, se vi pare che sia bene così. -</p> - -<p> -— Sì, cara, mi pare. Ciò che gli scrivesti l'ultima -volta, concerneva soltanto la malattia e la morte del -nonno, non è vero? Di me non gli dicesti nulla che -lo potesse impensierire? -</p> - -<p> -— Nulla affatto. -</p> - -<p> -— Allora è tempo d'avvertirlo, povero ragazzo! -Non c'è bisogno che il dottor Jeremy me lo dica, -perchè io sappia che muoio! -</p> - -<p> -— Ma ve l'ha forse detto? — domandò Gertrude, -andando al tavolino e preparando l'occorrente per -scrivere. -</p> - -<p> -— Oh, no! È troppo prudente. Però, quando <i>glielo -dissi io</i>, s'astenne dal contraddirmi. Tu lo sapevi? — ella -domandò, guardando intensamente la -fanciulla ch'era venuta a sedersi sulla sponda del -letto e china verso di lei le lisciava i capelli. -</p> - -<p> -— Da alcune settimane, — mormorò Gertrude imprimendo -un bacio sulla pallida fronte della malata. -</p> - -<p> -— Perchè me l'hai taciuto? -</p> - -<p> -— Non era necessario ch'io parlassi, — rispose la -pia giovanetta. — Sapevo che il Signore non poteva -chiamarvi in un momento che la vostra lampada -non fosse alimentata ed accesa. -</p> - -<p> -— Arde, ma fievolmente, — disse la donna con -cristiana umiltà. -</p> - -<p> -— E qual fiamma sarà vivida se la vostra langue? -<span class="pagenum" id="Page_219">[219]</span> -Non siete voi stata per lunghi anni un esempio mirabile -di pietà e di pazienza? Eccettuata Emilia, -non conosco persona al mondo altrettanto degna del -Cielo. -</p> - -<p> -— No, no, Gertrude, non sono che una povera -peccatrice, piena di debolezza. Per quanto fervidamente -io desideri di giungere al cospetto del nostro -Salvatore, il mio cuore terreno si strugge di rivedere -un'ultima volta il mio figliuolo, e a tutti i miei -sogni della beatitudine celeste si mescola il cocente -rammarico che questa gioia, l'unica ch'io bramassi -ancora quaggiù, debba essermi negata. -</p> - -<p> -— Oh, zietta, siamo tutti creature umane! Finchè -la vostra anima immortale è chiusa nelle spoglie -mortali, come <i>potreste</i> cessar di pensare a Guglielmo, -e non bramare la sua presenza nell'ora della -prova suprema? Un sentimento naturale come questo -non può essere un peccato. -</p> - -<p> -— Non so.... Forse anche non è. E se fosse, spero -d'ottenere, innanzi di lasciar la terra, la grazia di -espiare con un perfetto spirito di sottomissione le -rivolte d'un cuore materno. Leggimi, cara, qualche -santa parola di conforto: sembra che tu abbia il -dono d'aprire sempre il buon libro alla pagina che -meglio conviene al mio bisogno. Ah, sì, davvero, è -un peccato in me ogni querela, assistita come sono -dall'affetto e dalle cure di quella in cui Dio m'ha -dato una figliuola benamata! — -</p> - -<p> -Gertrude prese la Bibbia, e avendola aperta al -Vangelo di San Marco le cadde lo sguardo sul passo -dell'agonia di Gesù nell'orto di Getsemani. Con savio -criterio ella stimò che nulla poteva essere appropriato -allo stato d'animo della signora Sullivan -più che la commovente descrizione della lotta sostenuta -dal Salvatore contro la propria umanità; -nulla più atto a quetare il suo spirito, a sedare la -ribellione della sua natura umana, che il visibile -conflitto tra l'umano e il divino, con tanta patetica -evidenza narrato dall'Apostolo; nulla più efficace che -l'esempio del Figlio di Dio, il quale alla Sua preghiera, -tre volte ripetuta, che venisse allontanato da -Lui, se era possibile, il calice amaro, aggiungeva -piamente: «Sia fatta la Tua volontà e non la mia!» -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_220">[220]</span> -</p> - -<p> -Senza esitare ella lesse, ed ebbe la sodisfazione di -vedere che la lettura aveva avuto lo sperato effetto, -perchè quando tacque, indovinò sulle labbra della -madre di Guglielmo, giacente in un atteggiamento -di calma serena, le parole del Redentore. Non volendo -disturbarla nelle sue meditazioni, non le rammentò -la lettera al figliuolo, e sedette presso il letto -in silenzio. Mezz'ora dopo la malata dormiva d'un -placido sonno. Il suo volto aveva un'espressione di -pace e di letizia così soave, che la fanciulla godeva -nel contemplarlo. Innanzi ch'ella si destasse, l'ombra -della notte invase la stanza. Gertrude, invisibile -nel buio, sussultò udendo il suo nome. Prontamente -accese una candela, e s'accostò a lei. -</p> - -<p> -— Oh, cara, che bel sogno ho fatto! — disse la signora -Sullivan. — Siedi qui accanto a me: voglio -raccontartelo. La realtà stessa non può essere più -viva. Mi pareva d'attraversar l'aria a volo, librandomi -sopra le nubi, in mezzo a fulgide stelle. Benchè -rapido, il moto era tanto dolce che non mi stancava. -Ed io viaggiavo, viaggiavo, passando in alto -su terre e su mari. Infine vidi sotto di me una città -bellissima, con chiese, torri, monumenti e un visibilio -di gente che andava e veniva in tutte le direzioni. -Avvicinatami, potei distinguere le facce di quegli -uomini e quelle donne, e in una strada affollata -notai un giovane che mi ricordava Guglielmo. Gli -tenni dietro, e tosto mi sentii sicura ch'era lui stesso. -Egli naturalmente mostrava un'età maggiore di -quando ci lasciò, e il suo aspetto era proprio quale -me lo sono sempre figurata, secondo le descrizioni -che ci ha date nelle sue lettere dei cambiamenti fatti -in questi anni. Lo seguii attraverso parecchie strade, -finchè egli entrò in un vasto e bell'edifizio che -sorgeva nel centro della città. Entrai anch'io. Passammo -per ampie sale e altre stanze, tutte riccamente -mobiliate, e ci fermammo in un salotto da -pranzo. Nel mezzo c'era una tavola coperta di bottiglie, -di bicchieri, e d'un magnifico servito ove restavano -ancora dolci e frutta quali mai non ne vidi -in vita mia. Vi sedeva intorno una brigata di giovanotti, -molto ben vestiti, ed alcuni di così attraente -apparenza, ch'io ne sarei rimasta incantata se non -<span class="pagenum" id="Page_221">[221]</span> -avessi avuto lo strano potere di leggere nei loro -cuori e scoprire il male che vi s'annidava. -</p> - -<p> -«Uno aveva un viso piacentissimo in cui brillava -l'intelligenza; era infatti dotato di non comuni facoltà -mentali; ma io, vedendo più addentro che non -si vegga d'ordinario, m'accorgevo, grazie a una specie -d'istinto, che tutto il suo acume, tutta la sua -genialità, non erano per lui se non mezzi d'ingannare -gli uomini abbastanza folli od ingenui da lasciarsi -cogliere a' suoi lacci; e portava in tasca, io -lo sapevo, un paio di dadi falsati. -</p> - -<p> -«Un altro era la delizia della compagnia per il -suo spirito arguto e faceto; ma a me non sfuggivano -i primi indizi dell'ebbrezza, e non dubitavo che di lì -a un'ora non sarebbe più stato padrone dei propri -atti. -</p> - -<p> -«Un terzo si sforzava invano di sembrare felice; -al mio sguardo scrutatore la sua anima appariva a -nudo, e io non ignoravo ch'egli era torturato dall'angoscia -d'aver perduto il giorno innanzi, al giuoco, -tutto il suo denaro e parte di quello del suo -principale, e dalla paura di non aver tanta fortuna -da rivincere quella sera l'ingente somma. -</p> - -<p> -«E come questi tre, tutti i presenti erano sulla -china d'una vita viziosa, e più o meno prossimi alla -rovina. Nondimeno avevano un'aria piacevole e -gaia, da cui Guglielmo, gli occhi del quale andavano -dall'uno all'altro, pareva attirato e sedotto. -</p> - -<p> -«Uno di loro gli offerse un posto alla tavola, che -tutti lo sollecitarono a prendere. Sedette, e il giovanotto -che stava alla sua destra colmò un bicchiere -di vino limpido e generoso invitandolo a bere. Egli -esitò un momento, poi lo accostò alle labbra. In -quella io gli toccai una spalla. Si volse, mi vide, e -subito il bicchiere gli cadde di mano, e il vino si -sparse a terra in mezzo ai frantumi del cristallo. -Gli feci un cenno. Egli si rizzò e mi seguì. L'allegra -compagnia lo richiamava a gran voce; anzi, uno dei -commensali gli afferrò un braccio e tentò di trattenerlo, -ma egli si liberò con una scossa nè volle ascoltare -le loro proteste. Non eravamo però ancora -usciti dal palazzo, quando colui ch'io avevo osservato -per il primo e che sapevo essere il più astuto -<span class="pagenum" id="Page_222">[222]</span> -e il più pericoloso della brigata, sbucò da una stanza -vicina al portone dov'era arrivato da un'altra -parte, e sussurrò qualche parola all'orecchio di Guglielmo. -Il mio figliuolo titubò, si voltò indietro, e -forse avrebbe ceduto alla tentazione, s'io non mi -fossi piantata di fronte a lui, alzando l'indice con -un gesto di minaccia, e scotendo il capo. Allora egli -respinse risolutamente il tentatore, si slanciò fuori, -e scese a precipizio la lunga scalinata d'ingresso, -prima che potessi raggiungerlo. -</p> - -<p> -«Ma io mi movevo con grande rapidità, sicchè -non tardai a ritrovarmi al suo fianco, e presi a guidarlo -attraverso le vie formicolanti di gente. Molte -furono le avventure che incontrammo, e da ogni -parte scorgevo tranelli tesi agl'incauti ed agl'inesperti. -Più d'una volta il mio occhio vigile salvò lo -spensierato ragazzo da qualche insidia in cui senza -la sua mamma sarebbe certo caduto. Di tanto in -tanto lo perdevo di vista, e dovevo ritornare sui miei -passi: ora lo aveva diviso da me la folla, ora s'era -volontariamente indugiato dove il popolino si divertiva, -per assistere da spettatore a' suoi sollazzi o mescolarvisi. -Però sempre obbediva al mio ammonimento -e proseguivamo insieme il cammino. Intanto -calava la sera. -</p> - -<p> -«A un tratto, passando per una via rischiarata -da numerosi lampioni, m'avvidi che Guglielmo non -mi accompagnava più. Lo cercai di qua e di là, ma -non riuscii a trovarlo. Ansiosa, corsi un'ora di strada -in strada chiamandolo a nome: nessuna risposta. -Alfine, spiegate le mie ali, m'inalzai sopra la -città popolosa e l'esplorai con lo sguardo nella speranza -di scoprirvi il mio figliuolo come già appena -arrivata. -</p> - -<p> -«Non fui delusa. Egli m'apparve in una sontuosa -sala, illuminata a giorno, tra un'accolta di gaudenti -del gran mondo. Una splendida giovane s'appoggiava -al suo braccio, e io le vedevo nel cuore che -la virile bellezza e le attrattive dello spirito di lui -non la lasciavano indifferente. Allora tremai per Guglielmo! -Ella era avvenentissima e ricca, ed anche -molto elegante e corteggiata, come mostravano la -ricercatezza del suo abbigliamento e l'ammirazione -<span class="pagenum" id="Page_223">[223]</span> -che destava intorno a sè. Ma io penetravo l'anima -sua, e sapevo quanto ella fosse vana, superba, frivola, -gelidamente egoista; sapevo che se amava Guglielmo -era perchè la seducevano i suoi pregi esteriori, -le sue piacevoli maniere, il suo radioso sorriso, -e non per la nobiltà della sua natura, che non -poteva apprezzare. Mentre essi passeggiavano nella -sala e quella ch'era decantata come la regina della -festa dava a lui solo il suo tempo e i suoi pensieri, -io scesi invisibile accanto a mio figlio e di nuovo gli -toccai una spalla. Egli guardò in giro, ma prima -che avesse scorto il volto materno, la voce della sirena -cattivò tutta la sua attenzione, ed ogni mio -sforzo per staccarlo da lei fu inutile, poichè non mi -udiva nemmeno. Infine ella disse alcune parole che -svelarono all'alta mente del mio Guglielmo la follia -e l'egoismo di quell'anima mondana. Allora, io, cogliendo -il momento in cui ella stessa aveva indebolito -il suo fascino su di lui, me lo strinsi tra le -braccia, e, aperte le ali, volai lontano lontano, portando -meco il premio conquistato. Salendo così nell'aria -sentivo il mio figliuolo abbandonarsi sul mio -petto, e il giovane nel fiore della virilità ridivenire -il bambino che soleva posarvi come in un caldo nido -la bionda testolina ricciuta. A rapido volo ritornavamo -al luogo natio, passando su terre e su mari. -E non sostammo finchè io non vidi la mia diletta -Gertrude che ci aspettava in un verde prato, sul -pendio d'una collina, all'ombra di grandi alberi. Volavo -verso di lei per deporre a' suoi piedi la preziosa -mia creatura, quando mi destai pronunziando -il tuo nome.... -</p> - -<p> -«Ah, cara, l'amarezza del calice che debbo vuotare -è oramai svanita! Un angelo del Cielo me lo -porge. Io non desidero più di rivedere mio figlio in -questo mondo, perchè sono persuasa che la mia dipartita -s'accorda coi disegni d'una misericordiosa -Provvidenza. Adesso credo che nella mia veste mortale -sarei forse impotente a salvare Guglielmo dalle -tentazioni, a distorlo dal peccato; ma il puro spirito -materno avrà maggiore virtù. Nella certezza -che la mamma veglia su lui dalla sua dimora celeste, -che s'adopra a mantenerlo nel retto sentiero, -<span class="pagenum" id="Page_224">[224]</span> -egli troverà una più valida difesa contro il pericolo, -un più sicuro rifugio per l'anima insidiata, ch'ella -non potrebbe offrirgli se fosse sulla terra. Adesso, o -Padre, io posso dire dal profondo del cuore: «Sia -fatta la Tua volontà e non la mia!» — -</p> - -<p> -Da quell'ora fino alla sua morte, che seguì circa -un mese dopo, la signora Sullivan conservò la stessa -tranquillità d'animo, la stessa perfetta rassegnazione. -Come ella diceva, il suo dolore aveva perduto -ogni amarezza. La lettera che dettò per Guglielmo -esprimeva la sua piena fede nella bontà e nella saggezza -della Provvidenza divina, e lo esortava a sottomettersi -con reverenza ed amore ai decreti dell'Onnisciente. -Gli ricordava le prime lezioni ch'ella gli -aveva date, la pietà e la padronanza di sè inculcategli -fin dai più teneri anni, e gli rivolgeva come -estrema sua preghiera la raccomandazione che il -suo influsso su di lui venisse aumentato anzichè diminuito -dalla morte, che la sua presenza fosse da -lui sentita come reale e continua. Infine ella che fedelmente -aveva lottato contro le avversità, lo ammoniva -di guardarsi dai pericoli e dalle insidie che -accompagnano la prospera fortuna, e di non smentire -mai, nè screditare l'educazione ricevuta. -</p> - -<p> -Gertrude piegò la lettera credendola finita, poi -uscì per recarsi alla scuola dove insegnava. Ma tosto -che si fu allontanata, la signora Sullivan la riaperse, -e con la sua mano debole e tremante aggiunse -sul foglio già quasi riempito alcune righe -che dicevano la disinteressata, paziente, amorosa devozione -della fanciulla, chiudendo con queste parole: -«Figliuolo mio, finchè avrai cara la memoria -del tuo nonno e della tua mamma, non cessar di -mostrare tutta la gratitudine di cui il tuo cuore è -capace a colei che le mie forze non mi consentono -di lodarti quanto merita.» -</p> - -<p> -Ella si spense così lentamente, a grado a grado, -che la catastrofe quasi fu un colpo inaspettato per -Gertrude, la quale, pur vedendo l'opera distruttrice -della malattia, non poteva risolversi a credere che -sarebbe una volta compiuta. -</p> - -<p> -E fu nel silenzio della notte, senza nessuno fuor -della giovane Giannina tutta sgomenta, per aiutarla -<span class="pagenum" id="Page_225">[225]</span> -e sostenerla, ch'ella assistette alla dipartita di -quell'anima a lei tanto cara. -</p> - -<p> -— Ti fa paura vedermi morire? — le domandò la -signora Sullivan circa un'ora innanzi la sua fine. -</p> - -<p> -— No, — ella rispose. -</p> - -<p> -— Ebbene, volgimi un poco verso di te, — disse -la morente — affinchè il tuo viso, figliuola mia buona, -sia l'ultimo aspetto terrestre su cui si posino i -miei occhi. — -</p> - -<p> -Gertrude obbedì. E la madre di Guglielmo spirò, -con la mano nella mano di lei, e uno sguardo di -profondo affetto negli occhi che la fissavano mentre -si spegneva. -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XXVI.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Quale la gioia si fosse o il dolore</p> -<p>Che in sorte avesse a lei dato il Signore,</p> -<p>Dirittamente ognor la vera via</p> -<p>Della virtù cristiana ella seguia.</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Giovanna Baillie.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -Soltanto quando la sua opera d'amore fu così terminata, -Gertrude s'avvide che le continue fatiche, -sostenute notte e giorno, avevano fatto soffrire il suo -organismo ed esaurito le sue forze. Durante la prima -settimana seguita alla morte della signora Sullivan -il dottor Jeremy temette per lei una grave malattia. -Ma dopo aver lottato parecchi giorni contro -sintomi assai minacciosi, ella si rimise, e sebbene -ancor pallida e patita potè riassumere il suo ufficio -di maestra e occuparsi della ricerca d'una nuova -casa. -</p> - -<p> -Già più d'una famiglia amica le aveva offerto ospitalità, -sollecitandola ad accettare l'invito con un calore -così cordiale che rendeva difficile il ricusarlo; -ma per quanto commossa profondamente dalla benevolenza -manifestatale nel suo dolore e nella sua -solitudine, ella volle piuttosto tenersi alla risoluzione -presa di trovare addirittura una dozzina fissa. -E quando le ragioni su cui la fondava furono intese -dagli amici cortesi, essi non poterono che approvare -la sua condotta e cessando d'importunarla le prestarono -<span class="pagenum" id="Page_226">[226]</span> -invece con gran premura, il loro aiuto per -attuare il suo proposito. -</p> - -<p> -La signora Jeremy sulle prime era rimasta male -e si sentiva quasi offesa dal rifiuto della giovanetta -di stabilirsi subito in casa sua e rimanerci finchè -volesse, magari sempre; e anche il dottore insisteva -con un così perentorio «Su, Gertrude, vieni da noi -immediatamente e zitta!» ch'ella aveva paura, date -le sue condizioni di salute, d'essere portata via senza -<i>poter protestare</i>. Ma dopo aver di propria autorità -ordinato a Giannina d'impaccare la roba della -signorina Flint, chiudere la casa, e ritornarsene dai -suoi genitori, egli acconsentì a sentir che cosa Gertrude -sapesse dire a giustificazione della sua ritrosia. -I ragionamenti su principî generali con cui ella -spiegò perchè credesse di non dover accettare la generosa -profferta, non valsero per altro a persuadere -quell'ottima coppia. -</p> - -<p> -— Voleva, per la sua dignità, uno stato indipendente? -Scusa che non si reggeva ritta! O non sarebbe -indipendente lo stesso, stando con loro? La -sua compagnia era tanto gradita a tutt'e due, ch'ella -poteva esser sicura di fare anzichè ricevere un favore, -sicchè le obbligazioni non le avrebbe lei, ma -viceversa. — -</p> - -<p> -Allora si trovò costretta ad usare l'argomento che -veramente aveva avuto il maggior peso sull'animo -suo, e che, ella non ne dubitava, doveva parere decisivo -anche al dottor Jeremy. -</p> - -<p> -— Dottore, — ella disse — voi, spero, non condannerete -in me un sentimento che, lo confesso, ha molto -corroborata la mia risoluzione. Io vi menzionerei -malvolentieri questo motivo che più d'ogni altro mi -ha indotta a prenderla, se già non conosceste lo -stato delle cose tra me e il signor Graham, abbastanza -a fondo da potermi comprendere e, almeno -fino a un certo punto, approvare. Sapete ch'egli era -contrario alla mia determinazione di non accompagnarli -nel loro viaggio, quest'inverno, e di stabilirmi -a Boston; quindi sospetterete che lui ed io non -ci siamo lasciati in buona armonia. Egli mi disse -che io non sarei certo capace di guadagnarmi la -vita e mi troverei ridotta a dipendere da estranei. -<span class="pagenum" id="Page_227">[227]</span> -Ora, giacchè lo stipendio che ricevo dal signor W. -è sufficiente a tutti i miei bisogni, sono ardentemente -desiderosa di collocarmi in modo da mostrargli al -suo ritorno che affermando, o, se si vuole, vantandomi -d'essere in grado di bastare a me stessa, non -presumevo troppo delle mie forze! -</p> - -<p> -— Dunque, Graham supponeva che senza il suo -potente appoggio voi sareste ridotta alla mendicità? — fece -il dottore. — Col vostro ingegno e la vostra -cultura? L'è da par suo! -</p> - -<p> -— Oh, no, no, non volevo dir questo! — esclamò -la fanciulla. — Mi considerava semplicemente come -una bambina, e non comprendeva che facendomi -educare ed istruire, aveva provveduto al mio sostentamento -in anticipazione. Era naturalissimo che -non avesse troppa fede nella mia capacità di lavorare: -non m'ha veduta mai alla prova. -</p> - -<p> -— Capisco, capisco. Pensava che dovreste un giorno -chiamarvi ben contenta di ritornare in casa Graham.... -Da par suo, sì, da par suo! -</p> - -<p> -— Via, non credo poi che arrivasse a cotesto segno! — osservò -la signora Jeremy. — Era adirato -e non badava a quel che diceva. Scommetterei dieci -contro uno che non se ne rammenta più nemmeno, -e a me pare una specie d'orgoglio da parte di Gertrude -il darvi tanta importanza. -</p> - -<p> -— Non saprei, signora Jerry, — obiettò suo marito. — Se -è orgoglio, è però un orgoglio onorevole -ch'io lodo, e non giuro che se mi trovassi ne' panni -di lei, i miei sentimenti non sarebbero identici. Perciò -io non insisto più per distorla dal suo proposito. -Può stare a dozzina, e tuttavia passar una buona -parte del suo tempo con noi, sia ore, sia giornate; -e non occorre dirle che caso mai s'ammalasse o fosse -altrimenti disturbata, la nostra porta è sempre -aperta. -</p> - -<p> -— Ma sicuro! — disse la signora. — Se proprio -sei risoluta, cara Gertrude, fa' dunque come credi -meglio; soltanto in una cosa tu devi assolutamente -compiacermi. Lascia questa casa vuota e triste; vieni -via con me, oggi stesso, e rimani da noi finchè tu -abbia trovato una dozzina conveniente. — -</p> - -<p> -Per un breve soggiorno, Gertrude accettò la cordiale -<span class="pagenum" id="Page_228">[228]</span> -ospitalità ben volentieri; quindi seguì i suoi -amici, senz'indugio. E fu soprattutto grazie alle assidue -cure del valentissimo medico, e all'assistenza -della signora Jeremy, la quale vegliò su lei con materna -sollecitudine, ch'ella potè sfuggire alla malattia -che seriamente la minacciava. -</p> - -<p> -Il signor W. e sua moglie conoscevano le dure -prove sostenute dalla fanciulla quell'inverno, ed erano -per lei pieni di benevolenza e di simpatia. Essi -pure le offersero la loro casa fino al ritorno del signor -Graham e d'Emilia, facendole vive istanze perchè -accettasse; ma quando ella ebbe spiegato che non -sapeva quanto durerebbe l'assenza loro, e che del -resto probabilmente non avrebbe più vissuto coi -signori Graham in avvenire, convennero ch'ella si -regolava con saviezza provvedendo a stabilirsi addirittura -da sè. -</p> - -<p> -Così i coniugi Arnold, i quali avevano costantemente -usato affettuose attenzioni alla signora Sullivan -e a Gertrude, ed erano stati le sole persone -ammesse oltre il dottore nella camera dell'inferma, -volevano ad ogni costo che la giovanetta, due volte -orfana, su cui credevano d'avere quasi un diritto -di tutela, stesse con loro, sotto la loro protezione, -fino ch'Emilia non fosse ritornata dal suo viaggio: -perchè come i W. limitavano a questo termine il -loro invito. Ma la famiglia del pastore essendo numerosa, -e la sua casa relativamente piccola, come -la sua paga, l'offerta era mossa da un puro sentimento -benevolo: pertanto egli, e la prudente ed -economa sua consorte, udito da Gertrude ch'ella -guadagnava abbastanza da potersi mantenere con -decoro, e aveva risolto di conservare la propria indipendenza, -l'approvarono entrambi vivamente; anzi -la signora la consigliò e l'aiutò nel modo più efficace. -</p> - -<p> -Ella aveva una sorella vedova che suppliva alla -deficienza della sua rendituccia tenendo a dozzina -alcune signorine venute a Boston per compiere i -loro studi. Gertrude non la conosceva, ma ne aveva -spesso inteso parlare con molti elogi; e la sua speranza -di trovare da lei una dimora gradevole e non -troppo costosa, non fu delusa. La signora Warren, -<span class="pagenum" id="Page_229">[229]</span> -avendo appunto libera una bella camera sul davanti, -grande e chiara, acconsentì di buon grado a -darla alla giovane maestra che la sorella caldamente -le raccomandava. Le condizioni erano convenientissime, -e Gertrude poteva prendere subito -possesso della sua nuova abitazione. -</p> - -<p> -La signora Sullivan le aveva lasciato tutti i suoi -mobili, parecchi dei quali comperati di recente, e -scelti, secondo il desiderio di Guglielmo, tra i migliori -per qualità e fattura. A fine di risparmiarle -le fatiche dello sgombero, dopo i tanti strapazzi a -cui s'era sottoposta, la signora Arnold e le sue due -figliuole maggiori insistettero amorevolmente perchè -ella non s'occupasse che della scuola e affidasse -a loro l'incarico di far trasportare e disporre -nella sua stanza i mobili che desiderava collocarvi, -ed invigilare l'imballaggio del resto: giacchè la -fanciulla non voleva che alcun oggetto fosse venduto. -Fu per lei un gran sollievo l'essere dispensata -dall'assistere al doloroso spettacolo dello spogliamento -e dell'abbandono di quella casa ch'era stata -il piacere e l'orgoglio della cara amica perduta. E -quando entrò nella camera cedutale dalla signora -Warren, sebbene le si stringesse il cuore alla vista -di quei mobili a lei tanto familiari, ella, ammirando -la cura e il buon gusto con cui ogni cosa era disposta -per riceverla, pensò che avrebbe commesso -un peccato desolandosi e chiamandosi sola al mondo, -mentre v'erano anime così buone e mani così -operose, pronte a venirle amorosamente in aiuto. -</p> - -<p> -La sera, passò nel salotto da pranzo, dove s'aspettava -di trovare alla tavola del tè soltanto persone -sconosciute; ma con sua grata maraviglia vide -tra le commensali Fanny Bruce, la quale, lasciata -a Boston dalla madre e dal fratello che viaggiavano -per diporto, era già da parecchie settimane nel -numero delle dozzinanti della signora Warren. Fanny, -ora una scolaretta dai dodici ai tredici anni, -aveva spesso avuto occasione d'incontrarsi con Gertrude -durante la villeggiatura estiva, ed ammirava -fervidamente la sua vicina da cui sempre otteneva -doni di fiori, prestiti di libri, aiuto in lavoretti di -fantasia. La notizia della sua venuta data dalla padrona -<span class="pagenum" id="Page_230">[230]</span> -di casa, le aveva fatto concepire la speranza -di stringere con lei più intima amicizia, e quando -nei grandi occhi neri e nel sorriso della giovanetta -scòrse la gioia che anch'essa provava rivedendola, -si sentì incoraggiata, a segno che facendosi innanzi -salutò la cara signorina Flint con una vigorosa -stretta di mano, e pregò d'esserle messa accanto a -tavola. -</p> - -<p> -La piccola Bruce era una ragazzina di buone disposizioni -e cuore affettuoso, ma negletta dalla madre -che riponeva tutto il suo orgoglio nel figliuolo, -il famoso Ben, egli pure ammiratore di Gertrude. -Più volte quella mamma troppo amante dei divertimenti -e quell'indolente fratello l'avevano così piantata -in qualche dozzina mentre essi facevano un -viaggio di piacere; nè sempre era capitata bene come -dalla signora Warren. -</p> - -<p> -La povera creatura, non incorata da alcuna simpatia -negli sforzi della sua buona volontà, sentiva -che i suoi progressi, il suo benessere morale, non -importavano a nessuno, neppure a' suoi, e questo -senso d'abbandono era per lei una sorgente d'infelicità -profonda. -</p> - -<p> -Gertrude presto s'accòrse che Fanny viveva molto -appartata. Ella era d'alcuni anni minore delle -sue compagne, tre signorine eleganti, che non accondiscendevano -ad ammettere quella bambina nella -loro intimità; e la signora Warren, tutta presa -dai suoi doveri di padrona di casa, non s'occupava -di lei in particolare. La sua solitudine doveva destar -la compassione d'una in cui era sempre vivo il -dolore per la morte o la lontananza delle persone -più dilette. Questo sentimento induceva Gertrude a -invitarla frequentemente nella sua camera, quantunque -nulla le fosse gradito a quel tempo, come -la quiete ed il silenzio. Anzi giungeva a dimenticare -la propria afflizione fino a cercar di divertire un -po' la sua piccola ospite, la quale invece si stimava -già abbastanza fortunata di poterle tenere compagnia -nel suo ritiro, leggere i suoi libri, vedersi sicura -della sua amicizia. Durante il mese di marzo, -che fu insolitamente burrascoso, Fanny passò quasi -tutte le serate con Gertrude; e questa, che dapprima -<span class="pagenum" id="Page_231">[231]</span> -sentiva di fare un sacrifizio col dar continuo accesso -ad un'estranea in camera sua, privandosi così -della sua libertà intima, a poco a poco riconobbe -quanto vera fosse la profezia dello zio True ch'ella -sforzandosi di fare felici gli altri avrebbe fatto la -felicità propria. La conversazione animata e spesso -piacevole della ragazzina la distraeva, le impediva -di troppo concentrarsi nel suo cordoglio: e l'affezione -reciproca che l'avvinceva a lei la salvava dallo -scoramento della coscienza d'esser sola al mondo. -</p> - -<p> -Venne l'aprile. E nessuna notizia d'Emilia dopo -quella lettera della signora Ellis. Il cuore di Gertrude -si struggeva nell'angoscioso desiderio di poter -versare come una volta le sue pene nel seno -dell'amica tanto cara, di dirle quante volte in quel -triste inverno ella avesse sospirato il dolce tocco -della mano leggera che soleva posarsi amorosamente -sul suo capo, il suono della voce soave che la -confortava al solo udirla, e qual bisogno provasse -del buon consiglio, dell'incoraggiamento, della consolazione -che sempre trovava in lei. Per qualche -tempo la fanciulla aveva scritto regolarmente; ma -poi, non sapendo ella più dove dirigere le lettere, -l'ultima delle quali spedita innanzi la morte della -signora Sullivan, ogni sua comunicazione coi viaggiatori -era troncata. -</p> - -<p> -Una sera Gertrude sedeva alla sua finestra, pensando -agli amici ch'ella aveva amati con amore di -figliuola e di sorella e da cui la morte o le vicende -della vita l'avevano divisa, quando fu pregata di -scendere al pianterreno per ricevere il pastore Arnold -e la signorina Anna, sua figlia, venuti a farle -visita. -</p> - -<p> -Dopo i complimenti d'uso, Anna le disse: -</p> - -<p> -— Avrete, sicuro, saputo la notizia, Gertrude? -</p> - -<p> -— No, non ho inteso nulla di speciale, — rispose -ella. -</p> - -<p> -— Come! — esclamò il signor Arnold. — Ignorate -il matrimonio del signor Graham? — -</p> - -<p> -Gertrude sussultò, sbalordita. -</p> - -<p> -— Dite sul serio? Il signor Graham s'è ammogliato! -Quando? Con chi? -</p> - -<p> -— Con la vedova Holbrook, una cognata del signor -<span class="pagenum" id="Page_232">[232]</span> -Clinton. Si sono conosciuti all'Avana dove la -signora soggiornava anch'essa, in compagnia d'altri -Americani settentrionali. -</p> - -<p> -— Ma è strano che voi ne siate rimasta così all'oscuro! — osservò -Anna. — Eppure c'era l'annunzio -in tutti i giornali: «Maritati alla Nuova Orléans -J. H. Graham Esq.<a class="tag" id="tag3" href="#note3">[3]</a> di Boston e la signora -N. N. Holbrook.» -</p> - -<p> -— Non vedo giornali da due o tre giorni, — disse -Gertrude. -</p> - -<p> -— La cecità della signorina Emilia le impedisce -di scrivervi, naturalmente, — riprese l'altra. — Il -signor Graham, però, avrebbe dovuto mandarvi la -partecipazione delle sue nozze. — E poichè Gertrude -taceva, soggiunse ridendo: — Forse la sposina ha -accaparrato tutta la sua attenzione. -</p> - -<p> -— Sapete qualche cosa, voi, di cotesta signora Holbrook? — domandò -quella. -</p> - -<p> -— Non molto, — rispose il signor Arnold. — La -vidi poche volte, in casa Clinton. È una bella donna, -molto appariscente, che ama il lusso e i ritrovi -mondani, a quanto pare. -</p> - -<p> -— Oh, io ebbi occasione di vederla spesso! — fece -Anna. — E vi so dire ch'è grossolana, chiassosa, -impetuosa.!... Proprio un genere di persona da ridurre -la signorina Emilia alla disperazione! — -</p> - -<p> -Una viva angoscia apparve nel viso di Gertrude. -Il pastore guardò sua figlia con aria di rimprovero. -</p> - -<p> -— Anna, — egli disse — sei ben sicura di non -parlare inconsideratamente? -</p> - -<p> -— La mia autorità è Isabella Clinton, babbo. Il -mio giudizio si fonda su ciò che l'udivo dire a scuola -circa sua zia <i>Bella</i>, come la chiamava sempre. -</p> - -<p> -— E Isabella dipingeva sua zia in modo così sfavorevole? -</p> - -<p> -— Non mica con cattiva intenzione; al contrario, -credeva di lodarla; ma a me quelle lodi non davano -una gran buona idea della signora. -</p> - -<p> -— Non dobbiamo condannarla prima d'averla conosciuta -meglio, — replicò benignamente il signor -<span class="pagenum" id="Page_233">[233]</span> -Arnold. — Potrebbe darsi che sia invece tutto l'opposto -di quello che tu ti figuri. -</p> - -<p> -— E di Emilia non potete dirmi nulla? — chiese -Gertrude. — Ritorneranno presto? -</p> - -<p> -— Non so altro che la notizia letta nei giornali, — rispose -egli. — Voi, quando aveste lettere? — -</p> - -<p> -Ella disse la data dell'unica missiva della signora -Ellis, e riferendo ciò che questa le aveva raccontato -di un'allegra compagnia di Americani degli Stati -settentrionali incontrata all'Avana, espresse l'opinione -che la nuova signora Graham fosse appunto quella -tal vedova che le descriveva. -</p> - -<p> -— Senza dubbio, — affermò il signor Arnold. -</p> - -<p> -Sapendo tanto poco dei fatti, non avevano materia -da continuare il discorso su questo soggetto, e -parlarono d'altro. Ma Gertrude non poteva pensare -se non ad Emilia: quel matrimonio aveva conseguenze -di così vitale importanza per la sua diletta -amica, che la sua mente vi ritornava sempre, ed ella -durava fatica a seguire il senso delle parole che -fluivano rapidamente dalla bocca della giovane Anna -Arnold. -</p> - -<p> -Per fortuna la necessità di rispondere a una domanda -che non aveva inteso affatto, venne rimossa -dall'improvvisa comparsa dei Jeremy. Il dottore teneva -nella destra una lettera suggellata diretta a -Gertrude Flint: la scrittura del recapito era quella -del signor Graham. Egli la porse subito alla destinataria, -poi disse guardando Anna e stropicciandosi -le mani: -</p> - -<p> -— Ora, signorina Arnold, saremo informati su -queste famose nozze. — -</p> - -<p> -La viva curiosità dei presenti dispensava Gertrude -dalle cerimonie. Ella ruppe il suggello e scorse -rapidamente il contenuto della busta. -</p> - -<p> -Questo consisteva in una lettera di due o tre pagine -fittamente coperte dei caratteri della signora -Ellis, e d'un biglietto, non tanto breve, del signor -Graham stesso. Per quanto maravigliata di ricevere -una missiva da parte d'un signore che aveva dichiarato -con tanta collera di non voler sapere più -nulla di lei, ella era soprattutto ansiosa d'aver notizie -d'Emilia, e però dette la precedenza al documento -<span class="pagenum" id="Page_234">[234]</span> -della governante in cui era più probabile trovarle. -Diceva così: -</p> - -<p class="pad1 indr"> -Nuova York, 31 marzo 1852. -</p> - -<p class="indl"> -«Cara Gertrude, -</p> - -<p class="pad1"> -«Posto che allo sposalizio assistevano molte persone -di Boston, credo che oramai vi sarà giunta all'orecchio -la gran nuova. Il signor Graham s'è riammogliato. -E la sposa è la vedova Holbrook: la medesima -vedova di cui vi scrissi. L'ha voluto e l'ha -avuto. Non esito a dire che non è lui quello dei due -che ha fatto un buon affare. Ama la vita tranquilla -e, pover'uomo, può farne il pianto, perchè alla signora -invece piacciono i divertimenti e l'allegra compagnia. -Bisognava vedere come essa gli dava la -caccia, all'Avana; scommetterei però che egli in fondo -non intendeva di lasciarsi pigliare. Ma lo raggiunse -anche alla Nuova Orléans, e insomma la -conclusione è che l'ha spuntata ed oggi è sua moglie. -</p> - -<p> -«Emilia s'è contenuta ammirabilmente; mai non -ha detto una parola contro questo matrimonio, nè -avrebbe potuto trattare la vedova in modo più benevolo -e grazioso: ma, ohimè, come si troverà, poverina, -in mezzo alla gioventù spensierata che invade -ora la casa e la riempie di chiasso e di confusione? -Io non ci sono avvezza, e mi garba poco; -figuratevi poi la nostra Emilia! La nuova signora -del resto è abbastanza gentile con me, adesso ch'è -maritata. Considera che lo richiedono le convenienze, -essendo io da tanto tempo nella famiglia di cui -è venuta a far parte. -</p> - -<p> -«M'immagino, cara Gertrude, che sarete stata desiderosa -di sapere che ne fosse di noi, e apprenderete -con maraviglia che siamo già a Nuova York, -sulla via del ritorno: ossia, per essere esatta, sulla -via del ritorno sono io sola. Avrei voluto scrivervi -dalla Nuova Orléans, ma c'era un da fare, un andirivieni -tali, che non riuscivo mai a cogliere il momento -opportuno; e dopo quell'orrida traversata in -piroscafo da Charleston a qui, mi sentivo disfatta; -per una settimana non sono stata proprio buona a -<span class="pagenum" id="Page_235">[235]</span> -nulla. Non posso però più differire perchè Emilia -è oltremodo ansiosa di darvi sue notizie e avere le -vostre. Povera Emilia! Non istà punto bene.... mi -spiego, non voglio dire che sia malata; è piuttosto -in uno stato d'abbattimento morale, d'irritazione -nervosa. Si stanca presto, per ogni minima cagione -si scuote, si sconturba, contro l'usato. Io credo -che ne siano causa la nuova signora Graham, e lo -sciame delle nipoti e compagnia bella, e altre cose -sgradevoli. Non si lagna mai, si direbbe anzi che sia -lieta delle terze nozze di suo padre; ma a me è sembrata -sempre tutt'altro che felice durante questo inverno, -e ora ha qualche volta un aspetto così triste -che m'impensierisce. Parla molto di voi ed è un -grande rammarico per lei non avere più vostre lettere. -</p> - -<p> -«Basta, veniamo ora al punto principale. Sappiate -che hanno stabilito d'andare tutti insieme in -Europa, Emilia compresa. Secondo me l'idea è della -sposa; comunque sia, il viaggio è deciso. Il signor -Graham intendeva ch'io li accompagnassi: ma vorrei -essere impiccata anzichè avventurarmi un'altra -volta per mare, e glielo dissi chiaro e tondo. Perciò -egli vi scrive chiedendovi d'accompagnare Emilia. -Se il mal di mare non fa paura anche a voi, spero -che non ricuserete l'invito, perchè sarebbe una cosa -terribile per lei doversi mettere nelle mani d'una -estranea; e purtroppo, cieca com'è, non può far senza -di qualcuno che l'assista. Io sono certa ch'essa -non ha la minima voglia di prender parte a questo -viaggio; ma non osa pregare suo padre di lasciarla -a casa, per tema ch'egli la creda avversa alla sua -nuova moglie. -</p> - -<p> -«Tosto che s'imbarcheranno, cioè alla fine d'aprile, -io ritornerò alla villa per badarvi durante la loro -assenza. -</p> - -<p> -«Ora Emilia mi detterà un poscritto a questa lettera: -di mio non v'aggiungo altro, salvo che siamo -impazientissime di sentire la vostra risposta, e che, -lo ripeto, mi confido che voi non vi negherete di partire -con lei. -</p> - -<p class="indr"> -«Vostra sinceramente<br /> -«<span class="smcap">Sara H. Ellis.</span>» -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_236">[236]</span> -</p> - -<p class="pad1"> -Il poscritto era il seguente: -</p> - -<p> -«Non ho bisogno di dire alla mia amata Gertrude -quanto ho sentito la privazione della sua compagnia, -quanto vivamente ho desiderato d'averla -di nuovo accanto a me; nè che ho pensato a lei -giorno e notte e pregato il Signore di sostenerla nelle -prove dolorose e nelle fatiche in cui doveva cimentare -la sua forza e il suo coraggio. -</p> - -<p> -«La lettera scritta dopo la morte del signor Cooper -fu l'ultima che mi pervenne, e non so se la signora -Sullivan sia ancora viva. Scrivimi subito, figliuola -mia, nel caso che tu non possa venire con -noi. Il babbo ti dirà i nostri disegni e ti chiederà -d'accompagnarci in Europa; sarà per me un gran -sollievo e una gran gioia l'aver meco la mia cara -Gertrudina, a condizione però ch'ella non abbandoni -alcun altro dovere. Io m'affido al tuo cuore perchè -tu risolva di fare ciò ch'è giusto. -</p> - -<p> -«Come già sai, il babbo s'è riammogliato. Questo -è per noi tutti un grande cambiamento, ma non dubito -che i risultati ne saranno felici. La signora Graham -ha con sè qui all'albergo due nipoti le quali saranno -anch'esse del viaggio in Europa. Due bellissime -ragazze, mi dicono; specie Bella Clinton che tu -vedesti a Boston qualche anno fa. -</p> - -<p> -«La signora Ellis è stanca di scrivere, e però chiudo -assicurando la mia Gertrude del devoto affetto di -</p> - -<p class="indr"> -«<span class="smcap">Emilia Graham.</span>» -</p> - -<p class="pad1"> -Non senza curiosità, la giovanetta aperse poi l'epistola -del signor Graham. Ella pensava che questi -doveva essersi trovato impacciatissimo nello scriverle: -avrebbe egli mantenuto il suo tono severo e -imperioso, o si sarebbe degnato di spiegarsi e scusarsi? -Se Gertrude l'avesse conosciuto meglio non -avrebbe fatto la seconda ipotesi: il signor Graham -non si scusava mai, posto che mai non credeva d'avere -il torto. Ecco la lettera: -</p> - -<p class="pad1 indl"> -«Signorina Gertrude Flint, -</p> - -<p> -«Sono passato a terze nozze, e ho divisato di -fare un viaggio in Europa. C'imbarcheremo il 28 -<span class="pagenum" id="Page_237">[237]</span> -aprile. Mia figlia viene con noi, e poichè la signora -Ellis teme il mare, mi trovo indotto a proporvi di -raggiungerci a Nuova York, ed accompagnarci per -assistere Emilia. Certo, non ho dimenticato l'ingratitudine -con cui già dispregiaste un'altra simile mia -offerta, e nulla avrebbe potuto spingermi a darvi -una nuova opportunità di manifestare sentimenti di -tal natura, se non il desiderio di rendere felice la -mia figliuola, e insieme d'esser utile a una giovane -ch'è stata così a lungo nella mia famiglia, provvedendola -con sincera benevolenza d'un onorevole collocamento. -</p> - -<p> -«Vi pongo dunque nella possibilità di cancellare -dalla mia mente il ricordo della vostra condotta verso -di me, col compiacerci questa volta; e se vi risolvete -a ritornare da noi, vi darò modo di tenere -nel mondo il posto d'una signora. -</p> - -<p> -«Dato che partiamo per l'Europa alla fine del -mese venturo, sarà bene che siate qui entro la quindicina. -Scrivete e indicatemi il giorno del vostro -arrivo: verrò io stesso ad aspettarvi allo sbarco. La -signora Ellis ha gran premura di essere a Boston; -spero dunque che vorrete sollecitare la vostra venuta. -</p> - -<p> -«Voi dovrete incontrare varie spese, e però v'includo -una somma sufficiente a coprirle. Se avete debiti, -fatemi sapere a quanto montano e sarà mia -cura che tutte le pendenze vengano regolate prima -della vostra partenza. -</p> - -<p> -«Confidandomi che abbiate oramai riacquistato -il senso del vostro dovere, sono disposto a chiamarmi -l'amico vostro -</p> - -<p class="indr"> -«<span class="smcap">J. H. Graham.</span>» -</p> - -<p class="pad1"> -Gertrude sedeva presso a un lume rischiarante in -pieno la sua faccia, la quale, nello scorrere lo scritto -del superbo signore, avvampava tutta di sdegno e -d'orgoglio offeso. Il dottor Jeremy che spiava le sue -impressioni la vide farsi rossa e lanciò un'occhiata -diffidente verso la lettera; poi, non appena il signor -Arnold e la sua figliuola, trattenutisi ancora pochi -minuti per udire le notizie, se ne furono andati, -pregò la fanciulla di comunicargliene il contenuto, -<span class="pagenum" id="Page_238">[238]</span> -assicurandola che se si rifiutava avrebbe creduto le -parole del signor Graham assai più insultanti di -quanto forse erano in realtà. -</p> - -<p> -— Mi scrive per invitarmi ad accompagnarli in -Europa, — rispose ella. -</p> - -<p> -— Davvero! — fece il dottore con un fischio sommesso. — E -s'immagina che voi sarete tanto grulla -da fare i bagagli e partire immediatamente, al suo -comando? -</p> - -<p> -— Ma, Gertrudina, — disse la signora Jeremy — tu -ci andrai di certo volentieri!... Figurati, cara, che -piacere, un viaggio in Europa! -</p> - -<p> -— Non dite sciocchezze, signora Jerry! — esclamò -il dottore. — Bel piacere viaggiare con un vecchio -tiranno, e la figlia cieca, e la moglie volgare -e prepotente, e le nipoti vanitose e smorfiose.... In -una bella condizione si troverebbe Gertrude, schiava -dei capricci di tutta la compagnia!... -</p> - -<p> -— Dottor Jerry, — l'interruppe la signora — dimenticate -Emilia. -</p> - -<p> -— Emilia.... sicuro, essa è un angelo, e non tratterebbe -mai nessuno senza riguardo, men che meno -poi la sua favorita; ma ora anche lei rappresenta -una parte secondaria, e non credo di sbagliare dicendo -che stenterà a difendere i propri diritti, e -mantenersi al posto che le si compete, nell'allargata -cerchia della famiglia di suo padre. -</p> - -<p> -— È dunque necessario che qualcuno la sostenga, -e vegli su lei per salvarla da noie e dispiaceri, — disse -Gertrude. -</p> - -<p> -— Sicchè intendete di piantarvi sulla breccia? — domandò -egli. -</p> - -<p> -— Intendo d'accettare la proposta del signor Graham, -e raggiungere subito Emilia, — ella rispose. — Ma -spero che la buona armonia esistente a quanto -pare tra lei e le sue nuove parenti, rimarrà indisturbata, -e che non avrò quindi da prendere le -armi per conto suo; quanto <i>a me stessa</i> non ho ombra -di paura. -</p> - -<p> -— Allora, sei risoluta di partire? — disse la signora -Jeremy. -</p> - -<p> -— Sì. Nulla fuorchè il mio dovere verso la signora -Sullivan e suo padre avrebbe mai potuto indurmi -<span class="pagenum" id="Page_239">[239]</span> -a lasciarla. Questo dovere è compiuto, e poichè io -posso esserle utile e ch'ella mi desidera, non esito -un momento. Vedo assai chiaramente dalla lettera -della signora Ellis che Emilia non è felice; io non -devo negligere nessuna cosa che mi sia dato fare per -consolarla. Pensate quale amica è stata per me! -</p> - -<p> -— Oh, lo so! Io credo che, in fin dei fini, tu godrai -il viaggio a dispetto degli spauracchi che il dottore -ti rizza contro; nondimeno è un sacrificio da parte -tua lasciare la tua bella camera e tutti i tuoi comodi -per l'incerto genere di vita che t'offre il viaggiare -in così numerosa compagnia. — -</p> - -<p> -Il dottore interruppe: -</p> - -<p> -— Se fa un sacrificio? La grazia! Non ne ho mai -visto fare uno maggiore, perchè si tratta non solo -di perdere i trecentocinquanta dollari l'anno che si -guadagna, e la sua piacevole e tranquilla abitazione -di Boston, ma d'abbandonare quell'indipendenza per -cui ha tanto lottato e che le premeva a segno di non -voler accettare l'ospitalità in casa d'amici se non -per un brevissimo soggiorno. -</p> - -<p> -— No, dottor Jeremy! — esclamò la fanciulla con -calore. — Nulla ch'io faccia per amore d'Emilia -può essere chiamato sacrificio. È una gran gioia -per me. -</p> - -<p> -— Per te è sempre una gioia fare il bene, — osservò -la signora. -</p> - -<p> -— Oh, non oserei affermarlo! — disse Gertrude. — Spesso -anzi i miei desiderî tenderebbero a sviarmi. -Ma in questo caso no. Il pensiero che la nostra -cara Emilia abbia a dipendere da un'estranea per -quei piccoli servigi che soltanto il suo affetto verso -chi glieli presta può renderle accettabili, mi torturerebbe. -Durante anni abbiamo vissuto l'una per -l'altra, goduto e sofferto insieme: <i>devo</i> andare con -lei; non posso neanche sognarmi di fare diversamente. -</p> - -<p> -— Vorrei essere persuaso che il vostro sacrificio -sarà, almeno fino a un certo punto, apprezzato, — borbottò -il dottore. — Ma scommetto che invece -Graham s'immaginerà di obbligarvi enormemente -riprendendovi seco. Forse vi parla come a una mendicante, -in quella lettera: non sarebbe la prima -<span class="pagenum" id="Page_240">[240]</span> -volta in vita sua che si comporta in cotesto modo. -Sicuro, niente al mondo avrebbe indotto il povero -Filippo Amory a ritornarci. — Poi a voce più alta -soggiunse: — Vi fa qualche scusa per la scortesia -con cui vi trattò quando lo lasciaste? -</p> - -<p> -— Pare che stimi di non avere alcun torto. -</p> - -<p> -— Neppure scusarsi, dopo essersi condotto come -non dovrebbe un gentiluomo! Già me lo figuravo. -Io protesto ch'è una pazzia esporvi di nuovo a simili -trattamenti. Ma ho sempre <i>udito dire</i> che le -donne sono piene d'abnegazione nelle loro amicizie: -ora ne veggo la prova. Gertrude è un'eccellente -amica. Signora Jerry, dobbiamo coltivare le sue -buone disposizioni; chi sa che una volta o l'altra -non si dia il caso anche per noi d'avere a chiederle -qualche gran servigio. -</p> - -<p> -— E io sarò lieta se potrò rendervelo. Nessuno -più di me è in debito verso il consorzio umano. Sento -che il mondo è tacciato d'egoismo, di durezza, -d'insensibilità: ma verso di me fu pietoso. Sarei -ingrata se non alimentassi nel mio cuore uno spirito -d'amore universale: più ingrata ancora se non -fossi pronta a fare quanto sta nelle mie forze per i -cari amici che mi hanno prodigato tesori d'affetto -quali mai toccarono in sorte a un orfano! -</p> - -<p> -— Gertrude, — disse la signora Jeremy — io credo -veramente che tu facesti bene lasciando Emilia -quando te ne partisti da casa Graham, e che fai -bene adesso ritornando a lei. E se l'essere tu la -buona figliuola che sei è in qualche modo merito -suo, certo ella ha sopra di te un sacro diritto. -</p> - -<p> -— Oh, sì, lo ha! Fu lei quella che per la prima -m'insegnò a distinguere il bene dal male. -</p> - -<p> -— Ed ora coglie il frutto di questa conoscenza, in -voi, — aggiunse il dottore. — Sì, è una cosa molto -bella! Ma se siete determinata di farlo, cotesto giro -in Europa, dovete occuparvi senz'indugio dei vostri -preparativi. E, prima di tutto, il signor W. acconsentirà -egli a sciogliervi dai vostri impegni? -</p> - -<p> -— Lo spero. Mi dispiace assai d'essere costretta -a chiederglielo, perchè già l'inverno scorso dovetti -mancare da scuola due settimane, e fu tanto indulgente -con me; ma posto che di qui a pochi mesi -<span class="pagenum" id="Page_241">[241]</span> -siamo alle vacanze estive, forse non gli sarà difficile -farmi supplire. Gliene parlerò domani.... — -</p> - -<p> -La signora Jeremy offerse a Gertrude una soffitta -per riporvi i suoi mobili, le cedette la sarta che -aveva fissato appunto per sè, infine stabilì con lei -ogni cosa perchè ella in una settimana fosse pronta -alla partenza. -</p> - -<p> -Il signor W., sebbene a malincuore, la lasciò libera, -manifestandole il suo vivo rammarico di perdere, -com'egli disse, una così preziosa assistente; e -dopo alcuni giorni di grandi faccende per gli affrettati -preparativi, ella s'accomiatò da Fanny tutta in -lacrime, dal premuroso dottore e dall'ottima sua -moglie, i quali l'avevano accompagnata alla stazione. -Gertrude promise di scrivere ai Jeremy, e questi -s'incaricarono di spedirle le lettere di Guglielmo. -</p> - -<p> -Di lì a meno d'una quindicina la signora Ellis ritornò -a Boston e portò notizie della giovanetta, che -era arrivata a Nuova York felicemente. Una settimana -appresso la signora Jeremy ricevette una lettera, -in cui Gertrude le diceva che si sarebbero imbarcati -il 28. Grande quindi fu la sua maraviglia -quando gliene pervenne una seconda recante la data -del 29, giorno in cui ella credeva la famiglia del signor -Graham in viaggio per l'Europa. E lesse quanto -segue: -</p> - -<p class="pad1 indr"> -Nuova York, 29 aprile. -</p> - -<p class="indl"> -«Mia cara signora Jeremy, -</p> - -<p class="pad1"> -«Certo, sapendo che ieri era il giorno fissato per -la nostra partenza, sarete stupita di vedere che siamo -sempre qui, e più ancora d'apprendere che il -nostro viaggio all'estero è differito a tempo indeterminato. -</p> - -<p> -«Ier l'altro il signor Graham venne còlto dall'antico -suo male, la gotta, e l'accesso fu tanto grave, da -minacciare seriamente la sua vita. Benchè oggi sia -alquanto sollevato e il medico lo dichiari fuori di -pericolo, soffre tuttavia molto, e non è, nè sarà per -mesi, in grado d'avventurarsi ad attraversare l'oceano. -Egli ha un ansioso desiderio d'essere a casa -sua, e non appena si troverà abbastanza ristabilito -<span class="pagenum" id="Page_242">[242]</span> -da poter viaggiare, ritorneremo alla villa di D. Includo -un biglietto per la signora Ellis, contenente -varie indicazioni che Emilia la prega di seguire. Lo -mando a voi perchè non sappiamo dove dirigerlo, -fidando nella vostra bontà per farglielo pervenire. -</p> - -<p> -«La signora Graham e le sue nipoti che si ripromettevano -un grande piacere dal giro in Europa, -sono dolenti d'aver dovuto così mutare tutti i loro -disegni per l'estate: specie la signorina Clinton, la -quale sperava d'incontrarsi a Parigi con suo padre, -assente da più d'un anno. Quanto ad Emilia ed a -me, non possiamo davvero rimpiangere un viaggio -che ci faceva solo paura, e se la causa del differimento -non fosse la malattia del signor Graham, -confesso che mai sapremmo difenderci da un senso -d'egoistica sodisfazione al pensiero di ritornare alla -cara vecchia villa, dove noi contiamo d'essere stabiliti -entro il corso del mese venturo. -</p> - -<p> -«Dico <i>noi</i> perchè nè Emilia nè suo padre vogliono -sentir parlare di separarsi novamente da me. -</p> - -<p> -«Saluti cordiali a voi e all'ottimo mio amico, dottor -Jeremy. Abbiatemi sempre per la vostra devota -</p> - -<p class="indr"> -«<span class="smcap">Gertrude Flint.</span>» -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XXVII.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p class="i2">La vedo.</p> -<p>Fluente in ricci d'or libera scende</p> -<p>Per gli omeri la chioma, e sulla bella</p> -<p>Bocca suona una voce melodiosa.</p> -<p class="i2">Non ella!</p> -<p>Di beltà più soave un'altra splende.</p> -<p>Nè melodia sgorgar sì dolce, io credo,</p> -<p>S'ode qual dalle labbra sue di rosa.</p> -<p class="i2">La vedo.</p> -<p>Non forse è quella dalla fronte pura</p> -<p>E bianca al par di netto avorio? Quella</p> -<p>Dai grandi occhi celesti? Ell'è l'amata?</p> -<p class="i2">Non ella!</p> -<p>È più leggiadra un'altra creatura</p> -<p>Di mente saggia e volontà temprata.</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Carolina Gilman.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -La casa di campagna del signor Graham aveva -un grande atrio con due porte, l'una in dirittura -dell'altra, le quali durante le giornate calde rimanevano -<span class="pagenum" id="Page_243">[243]</span> -aperte dando adito a una fresca corrente -d'aria. Perciò le vicinanze dell'ingresso principale -donde l'ombreggiato cortile esterno che scendeva fino -alla strada, in lieve pendio, offriva una vista piacevole, -erano divenute un ridotto favorito della famiglia, -specie nelle ore mattutine innanzi che il -sole v'arrivasse. E là, in un gaio mattino di giugno, -Isabella Clinton e sua cugina Rina Ray s'erano comodamente -stabilite, ciascuna secondo le proprie -idee della comodità. -</p> - -<p> -Isabella, sprofondata in una gran poltrona che -aveva spinta fin presso la soglia, teneva in mano un -lavoro di tappezzeria, ma non faceva che guardare -oziosamente verso la strada. Ella era una bellissima -ragazza, alta, snella, fine, di colorito delicato, -con chiari occhi azzurri e folti capelli biondi pioventi -in lunghi ricci. La vezzosa bambina che Gertrude -aveva contemplato incantata, mentre questa -dalla finestra osservava lo zio True nell'atto d'accendere -il lampione di fronte alla casa di suo padre, -era divenuta una non meno vezzosa giovane. La -sua rara bellezza, posta in rilievo da tutta l'eleganza -che il buon gusto può suggerire e tutto il lusso -che il denaro può permettere, destava intorno a lei -l'ammirazione della gente, le attirava le lusinghe e -le carezze di quanti l'accostavano. -</p> - -<p> -Rimasta orfana di madre in tenera età, e lasciata -per qualche anno in cura a donne di servizio, -ella aveva imparato presto ad apprezzare più che -non valgano le attrattive esteriori onde natura era -stata con lei tanto prodiga; e sua zia, sotto la cui -tutela si trovava da quando aveva lasciato la scuola, -non era certo la persona più atta a combattere -questa vanitosa idolatria di sè stessa. -</p> - -<p> -Non si sarebbe ingannato chi avesse attribuito la -sua aria di conscia superiorità e il gesto protervo -con cui il piccolo piede batteva lo scalino della soglia, -alla persuasione che Isabella Clinton, la bellissima -e ricchissima damigella, era quanto mai seducente -nel suo abito da mattina, di casimiro celeste, -ornato di sontuosi ricami, e aperto davanti -su una sottana bianca, di cambrì, per metterne in -mostra le non meno sontuose gale. Nè poteva far -<span class="pagenum" id="Page_244">[244]</span> -maraviglia ch'ella si compiacesse della propria apparenza, -la quale avrebbe pienamente sodisfatto i -critici più severi. -</p> - -<p> -A' suoi piedi, su uno degli scalini bassi, sedeva -Rina Ray, che nell'aspetto e nelle maniere, come in -molti punti del carattere, presentava un vivo contrasto -con la cugina. Ella era una di quelle creature -vivaci, giocherellone, carezzevoli, che il mondo -chiama care bambine, tanto piccina che i suoi modi -fanciulleschi non le si disdicevano; tanto spiritosa -da farsi perdonare qualche infrazione delle buone -creanze; troppo spensierata perchè potesse essere -costantemente savia e gentile: ma di cuore così affettuoso, -così fervente di generosi entusiasmi, che -i suoi difetti erano scusati dalle persone disposte -ad amarla come ella desiderava e cercava d'essere -amata da tutti. Avvenente d'altronde, e sempre animata, -allegra, contenta. Ammirava Isabella, le voleva -bene, e fino a un certo segno si lasciava dominare -da lei; però sapeva tenerle testa con fermezza -nei casi in cui i loro sentimenti non s'accordavano. -</p> - -<p> -All'opposto dell'elegantissima signorina Clinton, -ella di rado era ben messa per la ragione che, quantunque -ne avesse ampiamente la possibilità, non se -ne curava. Quella mattina aveva infilato sulla sua -veste di seta scura una cappa di flanella rossa, e, -freddolosamente, se la teneva stretta intorno alla -persona, dicendo ch'era mezzo assiderata, e che volentieri -sarebbe andata a scaldarsi al fuoco in cucina, -se non avesse avuto paura d'incontrarvi quel -dragone femmina della signora Ellis. -</p> - -<p> -— O perchè, Bella, se proprio bisogna star qui a -sedere sulla soglia, non sediamo piuttosto su quella -dell'uscio di dietro, dove c'è il sole? — domandò -alla cugina. — Ah, capisco! — soggiunse. — La -carnagione! -</p> - -<p> -— La carnagione! — fece Isabella. — Io non temo -di sciuparla, più di quanto lo temi tu. Sono sicura -di non andar soggetta a lentiggini, nè ad abbronzamenti. -</p> - -<p> -— Sì, lo so; ma diventi rossa ch'è uno sgomento. -</p> - -<p> -— E se anche non fosse non andrei lo stesso dall'altra -parte. Mi piace sedere qui, sul davanti, e -<span class="pagenum" id="Page_245">[245]</span> -guardar la gente che passa. Chi saranno quei due -laggiù sulla strada? È un pezzo che li vedo venire; -però non li distinguo ancora bene. — -</p> - -<p> -Rina guardò nella direzione indicatale, e, dopo -aver osservato un minuto la coppia che s'avanzava, -esclamò: -</p> - -<p> -— Ma è Gertrude Flint! Sarei curiosa di sapere -dov'è stata. Il signore che l'accompagna mi pare e -non mi pare.... Non credevo che ci fosse da avere -un cavaliere elegante in questi paraggi. -</p> - -<p> -— Elegante! — disse Isabella con sarcasmo. -</p> - -<p> -— E perchè no, cara cugina? T'assicuro che questo -è un figurino. -</p> - -<p> -— Oh, io non darei un quattrin bacato di tutti i -galanti della signorina Gertrude! -</p> - -<p> -— Davvero? Eppure faresti meglio ad aspettare -d'aver veduto bene prima d'affermarlo. Voialtri miopi -non dovete pronunziare giudizi così affrettati. Ti -dico ch'è un cavaliere col quale tu stessa non disdegneresti -di mostrarti: è il signor Bruce.... quello -che conoscemmo alla Nuova Orléans. -</p> - -<p> -— Impossibile! — esclamò Isabella rizzandosi di -scatto. -</p> - -<p> -— Te ne accerterai coi tuoi propri occhi, — replicò -Rina — giacchè viene qui con lei. -</p> - -<p> -— Curioso! Perchè mai l'avrà accompagnata? -</p> - -<p> -— Per dar prova del suo buon gusto. Non avrebbe -potuto trovare una compagnia più amabile. -</p> - -<p> -— Io non sono del tuo parere su questo punto. -Confesso che non vedo nulla di tanto amabile in -quella ragazza. -</p> - -<p> -— Perchè non vuoi. Tutti la dicono attraentissima. -Il signor Bruce apre il cancello per farla passare, -con altrettanto rispetto che se fosse una regina. -Mi piace questo suo contegno. -</p> - -<p> -— Guarda! Ha quel famoso cappellino chiuso, -bianco. E quell'abito di ghingano a scacchi! Che ne -deve pensare il signor Bruce, critico tanto fine in -materia d'abbigliamenti femminili? — -</p> - -<p> -Gertrude e il suo compagno intanto s'avvicinavano -alla casa. Ella alzò gli occhi, vide le due signorine -sulla soglia, e sorrise piacevolmente a Rina, -la quale faceva comici sberleffi e le lanciava occhiate -<span class="pagenum" id="Page_246">[246]</span> -significanti, dietro le spalle d'Isabella. Ma il giovanotto, -la cui attenzione era tutta rivolta a lei, non -s'accòrse delle altre, e queste lo udirono distintamente -dire, nell'atto che le porgeva un involto che -egli aveva galantemente portato: -</p> - -<p> -— Penso che non entrerò. Sarebbe una tal seccatura -doversi mettere a conversare con estranei! Ditemi, -non lavorate più in giardino, la mattina? -</p> - -<p> -— No, — rispose Gertrude — del mio giardino non -esiste più se non la memoria! -</p> - -<p> -— Come! — esclamò egli. — Spero che i nuovi -venuti non avranno osato.... — -</p> - -<p> -S'interruppe accorgendosi che la fanciulla guardava -verso la casa, e guardò anch'egli nella medesima -direzione. Vedute Isabella e Rina ritte di fronte -a lui, fu costretto a riconoscerle e salutarle. S'avanzò -dunque verso di loro, e confidandosi che non -avessero inteso le sue parole, porse a entrambe la -mano. -</p> - -<p> -Esse, invece, le avevano intese, ma credevano che -egli ignorasse di chi parlava; per tanto s'astennero -dal farne cenno. -</p> - -<p> -S'ingannavano però. Il signor Bruce sapeva benissimo -che le nipoti della nuova signora Graham -erano precisamente la signorina Clinton e la signorina -Ray da lui conosciute alla Nuova Orléans; tuttavia -non aveva nessuna voglia di ritrovarsi con -loro. Ma il manifesto piacere delle giovanette nel -rivederlo lusingò la sua vanità, e la conversazione -divenne tosto così animata, che Gertrude potè entrare -in casa e salire senza ch'essi avvertissero la -sua scomparsa. -</p> - -<p> -Ella andò nella camera d'Emilia dove aveva sempre -libero accesso. Mentre raccontava la sua gita -mattutina e l'esito delle varie commissioni di cui -s'era incaricata, la governante sporse la testa dall'uscio, -e con una faccia e una voce che palesavano -una grande inquietudine, domandò: -</p> - -<p> -— Non è ritornata Gertrude? Ah, meno male, siete -qui! Presto, ditemi se la signora Wilkins ha le -fragole.... -</p> - -<p> -— Ne ho accaparrate i tre quarti. Non le ha ancora -mandate? -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_247">[247]</span> -</p> - -<p> -— No, ma sono contenta di sapere che vengono. -Mi dà tante noie questo pranzo! — -</p> - -<p> -La signora Ellis finì d'entrare, chiuse l'uscio, e -sedette mandando un gemito che somigliava a un -grugnito: -</p> - -<p> -— Affemmia, cara Emilia, non potete farvi una -idea di quello che le nostre ragazze hanno avuto da -stirare oggi! — ella esclamò. — La signora Graham -e le sue nipoti mettono nel nostro bucato un -visibilio di biancheria fina, trinata, ricamata.... O -non è una vergogna? Ricche come sono, dovrebbero -dar da lavare e stirare fuori, mi sembra.... Ho aiutato -<i>io stessa</i> quanto potevo, ma dice bene la signora -Prime: non s'ha che due mani per una. E io avevo -da parlare col macellaro, e fare i budini e il <i>blancmanger</i>, -e per giunta mi tormentavo a cagione di -quelle benedette fragole che m'ero dimenticata d'ordinare.... -Dunque la signora Wilkins non aveva ancora -spedito le sue frutta al mercato? -</p> - -<p> -— No, ma le stava preparando in fretta; se tardavo -un poco, non trovavo più nulla. -</p> - -<p> -— Fortuna che siete arrivata prima! Non so che -avrei fatto senza le fragole, perchè mi sarebbe mancato -il tempo d'andare a caccia d'altra frutta. Ne -avrò appena abbastanza per tutto quello che mi rimane -da sbrigare avanti pranzo! La signora Graham -non aveva mai tenuto una casa finora, e non -sa quanto ce ne vuole per le diverse faccende. Quando -ritorna di città pretende di trovar ogni cosa in -perfetto ordine, e non domanda nè cura chi abbia -spicciato il lavoro. — -</p> - -<p> -In quella s'udì la cuoca chiamare dalla scala di -servizio: -</p> - -<p> -— Signora Ellis! Il garzone dell'ortolana ha portato -le fragole, ma non sono mondate: dice che non -c'era tempo. -</p> - -<p> -— Ohimè! — esclamò la governante, stanca e seccata. — E -chi le monderà, vorrei un po' sapere? Caterina -non ha un minuto d'avanzo, e io men che -meno. -</p> - -<p> -— Le monderò io, — disse Gertrude seguendo la -governante che scendeva. — Lasciate fare a me, signora -Ellis! -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_248">[248]</span> -</p> - -<p> -— No, no! — fece la cuoca. — Vi macchiereste le -dita, signorina Gertrude; non le toccate. -</p> - -<p> -— E che importa? Le mie mani non hanno mica -pelle di guanto: sono lavabili con acqua e sapone. — -</p> - -<p> -La governante accettò con gratitudine l'aiuto della -giovanetta, la quale sedette nel salotto da pranzo, -e si mise all'opera. -</p> - -<p> -Intanto Bella e Rina facevano tutto il possibile -per intrattenere piacevolmente il signor Bruce, che -seduto sulla scalinata dell'ingresso, con la testa appoggiata -a un pilastro del portico, lanciava ogni -tanto un'occhiatina verso l'atrio, e su per la scala, -nella dolce speranza di veder riapparire Gertrude. -Infine, non contandoci più, stava per accomiatarsi, -quando sua sorella Fanny entrò dal cancello, e attraversato -di corsa il cortile passò davanti al trio, -precipitosamente, con l'intenzione di salire in casa -difilato. -</p> - -<p> -Ma Ben stese un braccio, la colse a volo, e le sussurrò -qualche parola all'orecchio prima di lasciarla -andare. -</p> - -<p> -— Chi è cotesta piccola selvaggia? — domandò -Rina Ray, mentre Fanny spariva nell'atrio come un -baleno. -</p> - -<p> -— Mia sorella, — rispose il giovane col suo tono -di noncurante indolenza. -</p> - -<p> -— Davvero? — disse vivamente la fanciulla. — La -vidi qui altre volte, ma non feci attenzione a lei. -Non sapevo che fosse <i>vostra</i> sorella. Che bella ragazzina! -</p> - -<p> -— Vi pare? — fece Ben. — M'incresce di non poter -dire come voi. Secondo me è uno spauracchio. — -</p> - -<p> -Fanny ricomparve, si fermò un momento a piè di -scala, e gridò senza cerimonie: -</p> - -<p> -— Dice che non può venire perchè è occupata. -</p> - -<p> -— Chi? — le chiese Rina afferrandola a sua volta -e trattenendola. -</p> - -<p> -— La signorina Flint. — -</p> - -<p> -Il viso di Ben si tinse d'un lieve rossore che non -isfuggì a Bella Clinton. -</p> - -<p> -Rina domandò: -</p> - -<p> -— E che sta facendo? -</p> - -<p> -— Monda le fragole. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_249">[249]</span> -</p> - -<p> -— Dove vai, Fanny? — disse alla ragazzina il fratello. -</p> - -<p> -— Di sopra. -</p> - -<p> -— Hai dunque il permesso di girare per tutta la -casa? -</p> - -<p> -— La signorina Flint m'ha detto che posso andar -a prendere gli uccelli. -</p> - -<p> -— Che uccelli? -</p> - -<p> -— I suoi. Metterò la gabbia al sole e canteranno -stupendamente. — -</p> - -<p> -Corse su per le scale, e non tardò a ritornare con -la gabbia contenente i minuscoli monias che Guglielmo -aveva mandati da Calcutta. -</p> - -<p> -— To', Rina, devono essere quelli lì gli uccelli che -ci destano tutte le mattine col loro schiamazzo! — esclamò -Isabella. -</p> - -<p> -— È probabile, — disse Rina. — Fanny, portateli -qui, vi prego. Vorrei vederli. Dio, che piccole creaturine! -Guardate, signor Bruce.... Bellini, carini! -</p> - -<p> -— Posa la gabbia là, sulla soglia, perchè possiamo -vederli meglio, — disse il giovane. -</p> - -<p> -— Temo che li spaventiate, — rispose Fanny. — La -signorina Flint non vuole che si spaventino. -</p> - -<p> -— Sta' tranquilla, — replicò egli — tratteremo gli -uccellini della signorina Flint coi più benevoli riguardi. -Di dove li ha avuti? Lo sai? -</p> - -<p> -— Vengono dalle Indie orientali. Glieli mandò il -signor Sullivan. -</p> - -<p> -— Chi è cotesto signore? -</p> - -<p> -— Un suo grande amico. Ella riceve spesso lettere -da lui. -</p> - -<p> -— Quale signor Sullivan? — domandò Isabella. — Conoscete -il suo nome di battesimo? -</p> - -<p> -— Credo sia Guglielmo, — disse Fanny. — La signorina -Emilia chiama sempre questi uccelli i Guglielmini. -</p> - -<p> -— Bella! — esclamò Rina. — Gli è il <i>tuo</i> Guglielmo -Sullivan! -</p> - -<p> -— Che uomo fortunato! — fece Ben con accento -sarcastico. — Proprietà d'una bellissima signorina, -e grande amico di un'altra! -</p> - -<p> -— Non so che tu voglia intendere, — disse agramente -Isabella alla cuginetta. — Il signor Sullivan -<span class="pagenum" id="Page_250">[250]</span> -è un giovane socio di mio padre, ma sono anni ch'io -non lo vedo. -</p> - -<p> -— Fuorchè ne' tuoi sogni, Bella, — insistette l'altra. — Tu -dimentichi.... — -</p> - -<p> -La signorina Clinton pareva ora adirata sul serio. -</p> - -<p> -— Sognate il signor Sullivan, voi? — escì a dire -Fanny piantandole gli occhi in faccia. — Voglio andar -a domandare alla signorina Flint se accade anche a -lei. -</p> - -<p> -— Brava, — disse Rina — vengo anch'io. — -</p> - -<p> -Attraversarono l'atrio correndo, apersero l'uscio -della sala da pranzo, e fecero l'interrogazione ad -una voce. -</p> - -<p> -Còlta così di sorpresa, Gertrude non arrossì nè si -confuse; rispose tranquillamente: -</p> - -<p> -— Sì, qualche volta. Ma che ne sapete voi due del -signor Sullivan? Perchè mi fate cotesta domanda? -</p> - -<p> -— Oh, per nulla! — rispose Rina. — <i>Anche altre -persone lo sognano</i>, e facciamo un'inchiesta per -sapere quante sono. — -</p> - -<p> -Richiuse l'uscio e tornò indietro di volo. -</p> - -<p> -— Gertrude Flint è stata più franca e sincera di -te! — gridò alla cugina con aria di trionfo. — Era -meglio confessare la tua piccola debolezza che arrossire -e negar la verità! — -</p> - -<p> -Ma lo scherzo, a Bella, non garbava; n'era vivamente -offesa, e non lo nascondeva. Il signor Bruce, -impacciato e seccato, s'affrettò a lasciare che le due -ragazze accomodassero la questione tra loro. Tosto -ch'egli se ne fu andato, la signorina Clinton piegò -il suo lavoro di ricamo, e con gran dignità salì -nella sua camera, mentre Rina, la quale rideva ancora, -si trattenne da basso, desiderando d'approfittare -dell'occasione per stringere amicizia con Fanny -Bruce. Questo desiderio nasceva dal fatto che le piaceva -non poco il fratello, e ch'ella aveva concepito -la tanto comune ma spesso erronea speranza d'avvantaggiare -la propria causa entrando in dimestichezza -con la sorella. Fors'anche l'induceva a questo -passo l'aver osservato che Gertrude sembrava -godere le simpatie dell'uno e dell'altra. -</p> - -<p> -Invitò dunque Fanny a sedere accanto a lei, le -cinse la vita con un braccio, poi cominciò dal discorrere -<span class="pagenum" id="Page_251">[251]</span> -della signorina Flint, e indagare quali fossero -le origini dell'intimità di questa con la famiglia -Bruce, e se fosse più o meno grande di quanto -pareva. -</p> - -<p> -La ragazzina, comunicativa per sua natura, l'informò, -senza farsi pregare, delle circostanze che l'avevano -condotta a legarsi così strettamente con una -amica d'alcuni anni maggiore. -</p> - -<p> -— Anche vostro fratello la conosce da un pezzo, -non è vero? -</p> - -<p> -— Sì, credo, — rispose Fanny in tono di noncuranza. -</p> - -<p> -— E a lui, piace? -</p> - -<p> -— Non so, ma penso che debba piacergli; come -potrebb'essere diversamente? -</p> - -<p> -— Che v'ha sussurrato in un orecchio quando ci -siete passata accanto sulla scalinata? — -</p> - -<p> -Ella non se ne rammentava lì per lì; ma avendole -Rina ripetuto ciò ch'era venuta a riferire, non -esitò a rispondere: -</p> - -<p> -— M'aveva detto di domandarle se non sarebbe -tornata presto a intrattenersi un po' con lui, e di -dirle che si tediava mortalmente ad aspettarla. — -</p> - -<p> -Rina sporse le labbra in atto di dispetto. -</p> - -<p> -— Vorrei sapere — ella ripigliò — se la signorina -Flint usa ricevere visite qui, ed è trattata da pari -a pari. -</p> - -<p> -— Ma sicuro! — la rimbeccò Fanny con prontezza. — E -perchè no? È la più compita signorina ch'io -abbia mai conosciuta. La mamma dice che le sue -maniere sono finissime, e mi raccomanda di prenderle -per modello. — -</p> - -<p> -In quella Gertrude, che era andata a mettere le -fragole nella ghiacciaia, attraversava la parte posteriore -del lungo atrio. La ragazzina la chiamò: -</p> - -<p> -— Signorina Gertrude, siete lesta? -</p> - -<p> -— Or ora vengo, Fanny, — rispose la giovane. -</p> - -<p> -— A far che? — interrogò di nuovo Rina. -</p> - -<p> -— A leggere, — disse la piccola Bruce. — Oggi -essa leggerà alla signorina Emilia il rimanente dell'<i>Amleto</i> -di cui le lesse ieri i tre primi atti, ed io ho -il permesso di star con loro, ad ascoltare. Ci capisco -poco o nulla, quando lo leggo da me, ma sentito -<span class="pagenum" id="Page_252">[252]</span> -da lei diventa tutto piano. È una lettrice maravigliosa. -Sono venuta apposta per udire la fine -della tragedia. — -</p> - -<p> -Restata sola, Rina si stese sul sofà che era nell'atrio, -e s'addormentò. Fu destata dalla signora -Graham, la quale arrivava da Boston poco innanzi -l'ora d'andare a tavola, e trovatala lì a dormire,, -ancora in veste da mattina, la scosse per un braccio -e le disse con quella sua voce che ad onta delle -migliori intenzioni non poteva essere se non grossa -e rude: -</p> - -<p> -— Su, su, Rina Ray, svegliati e va' a vestirti per -il pranzo! Ho veduto alla finestra Bella già pronta -e veramente splendida. Vorrei che ti dessi anche tu -un po' di cura d'abbellirti, di comparire! — -</p> - -<p> -Ella sbadigliò, e, col suo comodo, obbedì all'ordine -della zia. Era sua politica, quando aveva offeso -in qualche modo la cugina, contenersi come se ne -fosse inconsapevole; Isabella dal canto proprio faceva -bensì il broncio, ma lo smetteva presto, troppo -essendole necessaria la sua compagnia. E così non -tardavano a ritornare amiche più di prima. -</p> - -<p> -— Bella, — disse Rina, mentre si ravviava i capelli, -allo specchio — ti rammenti quella ragazzetta -che tutte le mattine nell'andare a scuola incontravamo -in compagnia d'un vecchio paralitico? -</p> - -<p> -— Sì. -</p> - -<p> -— Io credo, sai, che fosse Gertrude Flint. Ha fatto -un gran cambiamento, sicuro: ma i lineamenti sono -sempre gli stessi, e certo non c'è al mondo un altro -par d'occhi come quelli. -</p> - -<p> -— Non dubito punto che sia la medesima persona, — rispose -Isabella freddamente. -</p> - -<p> -— L'avevi già pensato? -</p> - -<p> -— Sì, quando Fanny ha detto che conosce Guglielmo -Sullivan. -</p> - -<p> -— E perchè l'hai taciuto? -</p> - -<p> -— Oh Dio, Rina, io non m'appassiono tanto per -lei, come te e qualcun altro! -</p> - -<p> -— Chi altro? — -</p> - -<p> -Isabella a sua volta punzecchiava la cuginetta. -</p> - -<p> -— Il signor Bruce, bambina. O non vedi ch'è mezzo -innamorato di lei? -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_253">[253]</span> -</p> - -<p> -— No, non lo vedo, punto. Si conoscono da molto -tempo, così mi ha detto Fanny, ed è naturale che -tratti con gentilezza e con rispetto una ragazza tenuta -dai Graham in tanto conto. Ma non credo davvero -ch'egli voglia prendersi d'amore per una che, -oltre l'esser povera, non ha nemmeno una famiglia. -</p> - -<p> -— Forse infatti <i>non vorrebbe</i>. -</p> - -<p> -— E <i>non è</i>. Gertrude Flint non fa per lui. Egli -ha frequentato molto il bel mondo non solo a Boston -ma a Parigi, e gli si conviene una moglie di -spirito gaio, amante della buona compagnia, che -sappia spendere e figurare. -</p> - -<p> -— Dici bene.... Una Rina Ray, per esempio. -</p> - -<p> -— Questa è ridicola, Bella!... Parrebbe che non si -possa parlare senza pensar a sè stessi! Che me ne -importa a me di Ben Bruce? -</p> - -<p> -— Io non so se te ne importi: ma so che non mi -strapperei i capelli a proposito di lui, come fai tu -in questo momento. Suona la campana per il pranzo, -e tu sarai in ritardo, al solito. — -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XXVIII.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Dalla natura sua, savia, sincera,</p> -<p>Schiettamente leale, a lei deriva</p> -<p>La dignità ch'è salda come un centro.</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Lowell.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -Il crepuscolo di quel medesimo giorno trovò Gertrude -ed Emilia sedute a una finestra che s'apriva -verso ponente e dominava una magnifica veduta. -La giovanetta descriveva alla sua amica cieca il -pomposo spettacolo offerto dai cumuli di splendide -nuvole tinte di porpora e d'oro; questa, ascoltando -la maravigliosa descrizione dell'aspetto assunto dalla -natura nell'ora più cara ad entrambe, partecipava -al godimento della compagna. -</p> - -<p> -Lentamente la gloria del tramonto svanì. Solo una -lunga striscia d'oro pallido listava ancora l'orizzonte, -mentre le stelle spuntavano ad una ad una, -e sembravano guardare entro quella finestra con un -sorriso di saluto. -</p> - -<p> -Nel salotto terreno c'era gente venuta di città: -<span class="pagenum" id="Page_254">[254]</span> -suoni di voci allegre e di risa salivano portati dalla -brezza vespertina, ma così addolciti per la lontananza -che contrastavano con la quiete della camera -senza turbarla. -</p> - -<p> -— Dovresti scendere, Gertrude, — disse Emilia. — Pare -che si divertano, e mi farebbe piacere sentire -le tue risa fra quelle degli altri. -</p> - -<p> -— No, no, cara, sto più volentieri con voi; — rispose -la fanciulla — costoro sono quasi tutti estranei -per me. -</p> - -<p> -— Come vuoi, figliuola; ma mi rincresce tenerti -appartata dalla gioventù. -</p> - -<p> -— Non potreste mai tenermi in vostra compagnia -più a lungo di quanto io desideri starci; sapete che -vi preferisco ad ogni altra persona. — -</p> - -<p> -E ripresero la loro conversazione che, sebbene misurata -e calma, non mancava d'amenità, e neppure -d'arguzia. -</p> - -<p> -Furono interrotte da Caterina mandata dalla signora -Graham ad annunziare la visita della signora -Bruce, la quale desiderava salutare Emilia. -</p> - -<p> -— Bisogna dunque ch'io scenda, — disse la cieca. — Vieni -anche tu, Gertrude? -</p> - -<p> -— No, non vorrei, salvo che non abbia chiesto di -me. Caterina, m'ha menzionata, la signora Graham? -</p> - -<p> -— Ha «minzionato» soltanto la signorina Emilia, — rispose -la ragazza. -</p> - -<p> -— Allora resto qui. — -</p> - -<p> -Emilia non insistette e andò senza di lei. -</p> - -<p> -Ma poco dopo il campanello della porta di casa -squillò di nuovo. Pareva una serata di ricevimento. -E questa volta Gertrude fu invitata espressamente -a scendere, perchè il dottor Jeremy e la sua signora -volevano vederla. -</p> - -<p> -Il salotto era pieno quand'ella entrò; non rimaneva -una seggiola libera. Tutti gli occhi si fissarono -sulla giovanetta che si presentava inaspettata dai -più, e sola. Al contrario di ciò che s'attendevano -Isabella e Rina, le quali l'osservavano curiose, ella -non mostrò pur ombra d'impaccio nè di goffaggine: -ma girato placidamente lo sguardo di gruppo in -gruppo finch'ebbe scoperto la signora Jeremy, attraversò -la vasta sala con la grazia che la distingueva, -<span class="pagenum" id="Page_255">[255]</span> -e altrettanta franchezza e disinvoltura che -se non ci fosse stato nessuno. -</p> - -<p> -Salutò la signora, cordialmente come sempre, poi -si volse in cerca del dottore. Questi sedeva nel vano -d'una finestra, con Fanny, mezzo nascosto dalla -tenda. Prima ch'egli potesse venire a lei, la signora -Bruce le diresse un cenno amichevole, da un angolo -nella parte opposta della stanza. Ella andò a -stringerle la mano. Ben, il quale si trovava lì presso -in un circolo di signorine e giovanotti eleganti, ed -era così assorto nello spiare ogni sua mossa che -lasciava senza risposta una domanda di Rina Ray, -s'alzò prontamente e le offerse la seggiola dicendo: -</p> - -<p> -— Sedete qui, signorina Gertrude, ve ne prego. -</p> - -<p> -— Grazie, — ella rispose — ma vedo là il mio -buon amico dottor Jeremy, che m'aspetta; non vi -disturbate dunque.... — -</p> - -<p> -Il dottore le venne incontro fino a metà della sala, -le prese tutt'e due le mani, e la condusse nel vano -della finestra dove la fece sedere al posto prima occupato -da lui accanto a Fanny. Allora Ben Bruce, -con grande stupore di quanti lo conoscevano, gli -portò la propria seggiola, collocandola di faccia a -Gertrude. Nessuno avrebbe creduto capace di tanto -rispetto per l'età canuta quello zerbinotto che vantava -la sua educazione moderna. -</p> - -<p> -— È forse una figlia del signor Graham? — domandò -a Isabella Clinton una giovanetta seduta vicino -a lei. -</p> - -<p> -— Oh, no! — rispose questa. — È una ragazza che -la signorina Graham ha fatto educare, e ora tiene -seco: una specie di lettrice e damigella di compagnia. -Il suo nome è Flint. -</p> - -<p> -— Come dite che si chiama quella signorina? — domandò -un galante ufficialetto sporgendosi verso -Isabella. -</p> - -<p> -— Signorina Flint. -</p> - -<p> -— Flint.... Ah, una graziosa persona, assai fine! -Con che gusto originale s'acconcia i capelli! -</p> - -<p> -— Sì, quella pettinatura dona molto al suo tipo, — osservò -la giovanetta che aveva interrogato per -la prima la nipote della signora Graham. — Non -vi sembra? -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_256">[256]</span> -</p> - -<p> -— Non saprei, — rispose il tenente. — Ma qualche -cosa le dona certo, perchè ha un aspetto piacentissimo. -Bruce, — egli soggiunse rivolgendosi a -Ben che ritornava dopo aver compiuto il suo straordinario -sforzo di gentilezza — chi è cotesta signorina -Flint? Sono stato qui altre volte, ma non l'avevo -mai veduta. -</p> - -<p> -— Non ve ne maravigliate. Si mostra di rado, — disse -quegli. — Carina, eh? -</p> - -<p> -— Ha una bella figura, ma non mi sono ancora -fatto una chiara idea di lei. Prima di tutto, chi è? -</p> - -<p> -— Una specie di figlia adottiva del signor Graham, -credo.... una protetta della signorina Emilia. -</p> - -<p> -— Ah, poverina! Un'orfana? -</p> - -<p> -— Sì, m'immagino, — mormorò Ben mordendosi -le labbra. -</p> - -<p> -— Peccato! Poverina! — riprese l'altro. — Ma -avete ragione, Ben, è carina assai, segnatamente -quando sorride; v'è un non so che d'attrattivo nel -suo viso. — -</p> - -<p> -V'era senza dubbio per Ben Bruce, perchè pochi -minuti dopo Rina s'avvide ch'egli non era più nel -salotto, e lo scoperse affacciato dal portico alla finestra -nel cui vano sedevano il dottore, Gertrude e -Fanny, discorrendo con loro. La conversazione era -animatissima: pareva ci fosse una battaglia di frizzi -fra gl'interlocutori; il vecchio medico rideva forte, -e le due ragazze spesso gli facevano eco. Rina -sopportò finchè potè, poi con atto risoluto attraversò -a rapidi passi la sala, e s'unì al loro gruppo, curiosa -di conoscere la causa di tanta ilarità. -</p> - -<p> -Ma per lei era un enigma: si parlava d'un buffonesco -berretto con una lunga nappina, e di pisoli -sull'erba nelle ore pomeridiane; il dottor Jeremy faceva -bizzarre allusioni a un vecchio pero, a trappole -tese ai ladri, e altre ancora che ricordavano a -Gertrude le circostanze del suo primo incontro con -lui e col giovane Bruce. -</p> - -<p> -La signorina Ray cominciava a comprendere che -essendole il soggetto del discorso affatto estraneo, -ella aveva un po' l'aria di un'intrusa; ma Gertrude -accortasi del suo impaccio l'invitò gentilmente a -sedersi, facendole posto accanto a sè, e disse: -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_257">[257]</span> -</p> - -<p> -— Il dottore parla del tempo ch'egli, o se vuole, -che <i>noi</i>, lui ed <i>io</i>, s'andava a rubare frutta nell'orto -della signora Bruce, dove il signor Bruce ci colse in -flagrante. -</p> - -<p> -— Volete dire, mia cara, — l'interruppe Jeremy — che -noi cogliemmo il signor Bruce. Credo che -s'io non l'avessi risvegliato così energicamente, questo -giovanotto dormirebbe ancora! -</p> - -<p> -— Certo, quel primo nostro incontro fu il più gran -risveglio della mia vita! — disse Ben parlando in -apparenza al dottore, ma rivolgendo a Gertrude uno -sguardo significativo. — E non mi costò un pisolo -solo.... Quanto mi dispiace, signorina, che abbiate -cessato di coltivare le vostre aiuole, come allora! Di -grazia, perchè mai? -</p> - -<p> -— La signora Graham ha fatto rimodernare tutto -il giardino, e il nuovo giardiniere non ha bisogno -de' miei servigi nè li desidera. Egli ha i suoi metodi -e i suoi disegni: non m'è lecito di competere -con un professore dell'arte. Io non farei che guastare. -</p> - -<p> -— Ma io invece dubito che i risultati ottenuti da -lui siano altrettanto felici. Non vedo più la quantità -di bei fiori che c'era nelle stanze a tempo <i>vostro</i>. -</p> - -<p> -— A lui non piace coglierli come piaceva a me. -Io desideravo ornare di fiori l'appartamento anzichè -curarmi dell'apparenza del giardino; il giardiniere -ha idee affatto opposte alle mie. — -</p> - -<p> -Rina diresse al signor Bruce alcune domande sul -soggetto del giardinaggio, e il dottore continuò a discorrere -animatamente con Gertrude, finchè la signora -Jeremy si levò per accomiatarsi ed avvicinatasi -alla finestra disse: -</p> - -<p> -— Dottor Jerry, avete dato a Gertrude la sua lettera? -</p> - -<p> -— Oh, povero me! — esclamò il dottore. — Per -poco non l'ho dimenticata.... — Frugò nelle sue tasche -e tirò fuori una busta coperta di francobolli -d'ogni colore che ne denotavano la provenienza esotica. — Guardate, -Gertrude, roba di Calcutta, genuina. — -</p> - -<p> -Ella prese la lettera, e ringraziò il dottore, palesando -con l'espressione del suo viso ch'era lieta di -<span class="pagenum" id="Page_258">[258]</span> -riceverla; quel piacere però si velava di mestizia, -perchè non le erano pervenute ancora se non una -volta sola notizie di Guglielmo dopo ch'egli aveva -saputo la morte della madre, e il suo scritto era -stato uno sfogo di dolore così veemente, che la vista -de' suoi caratteri quasi le faceva male, prevedendone -ella un altro non meno disperato. -</p> - -<p> -Il signor Bruce, che la fissava aspettandosi di vederla -mutar colore e conturbarsi nel ricevere quella -lettera in presenza di tanti testimoni, fu tranquillato -dalla compostezza con cui essa la tolse dalla -mano del dottore e la tenne, senza dissimularla, -nella propria, mentre salutava lui e la signora. Ella -li accompagnò fino alla porta di casa, poi s'avviò -per salire alla sua camera; ma a piè della scala -incontrò il giovane, il quale, indovinata la sua intenzione, -era venuto in fretta dal portico raggiungendola -nell'atrio, a tempo per impedirle il passo. -</p> - -<p> -— È dunque una lettera molto importante, — diss'egli — giacchè -private la compagnia della vostra -gradita presenza per l'ansietà di conoscerne il -contenuto. -</p> - -<p> -— È d'un amico delle cui notizie sono infatti ansiosa, — ella -rispose gravemente. — Vogliate, prego, -scusarmi con vostra madre, se chiede di me; -quanto agli altri ospiti, io sono per loro un'estranea, -e nessuno s'accorgerà della mia assenza. -</p> - -<p> -— Oh, signorina Gertrude, è inutile venir qui per -vedervi; siete per lo più invisibile.... In qual parte -del giorno c'è maggior probabilità di trovarvi libera -da impegni? -</p> - -<p> -— Quasi in nessuna. Sono oltremodo occupata, io. -Ma signor Bruce, non voglio più tenervi lontano dalle -altre signorine.... Buona notte! — -</p> - -<p> -E Gertrude così dicendo corse su per le scale, lasciando -Ben incerto se stizzirsi contro di lei o contro -sè medesimo. -</p> - -<p> -All'opposto di quanto la fanciulla s'immaginava, -la lettera di Guglielmo lenì il dolore ch'ella aveva -anticipatamente provato pensando a lui. La morte -del nonno, e specie quella della madre, perdita ben -più grave, avevano così profondamente abbattuto -l'animo del giovane, che la prima sua risposta alle -<span class="pagenum" id="Page_259">[259]</span> -comunicazioni di Gertrude era stata scritta in un -tono di scoramento e d'angoscia tale, da spaventarla, -da farle temere perfino che la cristiana virtù -della fortezza gli fosse venuta meno sotto il peso della -doppia sventura. -</p> - -<p> -Fu dunque un grande sollievo per lei il vedere che -egli adesso scriveva con maggior calma. S'era preso -a cuore l'ultima preghiera della madre in cui ella -lo esortava a sottomettersi ai voleri di Dio, e quantunque -sempre intensamente afflitto, andava acquistando -pazienza e rassegnazione. Ma in questa lettera -non parlava a lungo di sè e del proprio cordoglio. -</p> - -<p> -Le tre pagine coperte di fitti caratteri erano quasi -tutte dedicate a Gertrude. Con fervide parole egli -le manifestava la sua gratitudine per l'attiva bontà -e l'amore con cui ella aveva rallegrato e confortato -gli ultimi giorni de' suoi cari, e pregava il Signore -di benedirla, e ricompensarla della abnegazione e -della sua costanza. Chiudeva dicendo: -</p> - -<p> -«Tu sei tutto quanto mi resta al mondo; le mie -speranze, le mie fatiche, le mie orazioni, sono per -te sola. Se prima t'amavo, Gertrude, ora mi sento -avvinto a te da un vincolo più forte d'ogni legame -terreno. Mi conceda il Cielo di potere un giorno rivederti!» -</p> - -<p> -Per più di un'ora, dopo finito di leggere, ella rimase -assorta nelle sue meditazioni. Ritornava col -pensiero alla casa dello zio True divenuta la sua, -ai giorni in cui Guglielmo e lei passavano insieme, -da buoni compagni, tante ore felici e non si sognavano -nemmeno la lunga separazione che doveva seguire -così presto; riandava nella memoria gli eventi -successivi che l'avevano recata alle sue condizioni -odierne. Le voci dei visitatori che s'accomiatavano -la scossero dalla sua fantasticheria. -</p> - -<p> -La signora Bruce ed i suoi figliuoli si trattennero -ancora finchè furono partite le carrozze con gli ospiti -venuti dalla città, e nell'atto che, fermi sotto la -finestra di Gertrude, salutavano la signora Graham, -questa disse: -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_260">[260]</span> -</p> - -<p> -— Rammentatevi, signor Bruce, noi pranziamo -alle due. Verrete anche voi, spero, signorina Fanny. -Conto poi su tutt'e due per la nostra gita. — -</p> - -<p> -Dunque, Ben Bruce, uno dei prossimi giorni pranzerebbe -in casa Graham; Gertrude udì, e i suoi pensieri, -abbandonando il passato, si concentrarono nel -presente. -</p> - -<p> -Le attenzioni del giovane per lei erano state osservate -quella sera; ed ancor più l'ammirazione che -egli aveva trovato modo di manifestarle coi complimenti -sussurrati al suo orecchio. Nè questa nè -quelle erano cercate o desiderate dalla fanciulla, -che, d'alta mente e aliena d'ogni civetteria quale -era, non se ne sentiva affatto lusingata; anzi l'offendeva -nel suo rispetto di sè stessa l'aria presuntuosa -e sicura con cui le faceva la corte. Giovanetto diciassettenne, -lo aveva giudicato indolente e ineducato. -Il suo senso di giustizia tuttavia l'avrebbe -fatta recedere da questo giudizio se quando la loro -conoscenza s'era rinnovata, dopo alcuni anni, egli -avesse mostrato un mutamento vantaggioso nel carattere -e nelle maniere. Ma così non era, nè l'esteriore -politezza data dall'uso del mondo e dalla studiata -eleganza poteva abbagliare il discernimento -di Gertrude: ella aveva quindi presto avvertito che -gli antichi difetti permanevano, rafforzati, anzi, e -posti in rilievo da una mal celata vanità. Adolescente, -egli aveva fissato la fanciulla con insistenza, per -sfrontatezza, e chiesto il suo nome per curiosità oziosa: -giovane bellimbusto, voleva amoreggiare con lei -perchè il tempo gli pesava e non sapeva che fare -di meglio. -</p> - -<p> -Ma con somma sua maraviglia Ben Bruce aveva -trovato che la «campagnuola», com'egli soleva -chiamarla avendola sempre veduta in campagna, -era totalmente insensibile alle sue lusinghe, alla sua -preferenza ambita da più d'una bellezza cittadina. -Ella pareva non curarsi dell'ammirazione che le tributava, -e s'egli ricorreva ai motti pungenti aveva -la peggio. Se la cercava, come soleva quando ella -coltivava il suo giardino, non giungeva a distrarla -dal suo lavoro nè a trattenerla dopo finito; se l'incontrava -per via e s'accompagnava a lei lasciandole -<span class="pagenum" id="Page_261">[261]</span> -scorgere nella sua fatuità che presumeva di -farle un grande onore, ella opponeva alle stucchevoli -adulazioni un contegno fermamente dignitoso; -quando poi egli arrischiava qualche complimento -più diretto, lo pigliava nel senso d'uno scherzo e ribatteva -con tanta giocosità e tanta arguzia, da suscitare -nell'opaco spirito del povero Ben il dubbio -d'essersi reso ridicolo. E ciò non perchè Gertrude si -compiacesse nel ferire i sentimenti d'un uomo disposto -ad amarla, ma perchè comprendeva ch'egli non -era sincero, e il suo nobile orgoglio non tollerava -di venir preso a giuoco. -</p> - -<p> -Era una cosa nuova per Ben Bruce il vedere una -signorina indifferente a' suoi meriti; e la sua ambizione -ne fu stimolata al punto, ch'egli si propose di -guadagnarsi ad ogni costo le grazie della fanciulla. -Non trascurava dunque nessuna occasione di trovarsi -con lei. -</p> - -<p> -Ma mentre si sforzava di conquistarla, rimase còlto -egli stesso nel proprio laccio; poichè pur non riuscendo -a destare simpatia in Gertrude, non poteva -essere insensibile anche lui a' suoi pregi. Perfino la -comparativamente ottusa intelligenza di Ben arrivava -a riconoscere la grande superiorità di quella -giovanetta sulla maggior parte delle sue coetanee, -a sentire nella sua vivace originalità, in contrasto -con l'insipida vita mondana, un incanto che finì col -vincerlo. -</p> - -<p> -L'ardore e la perseveranza del giovane nel manifestarle -la sua ammirazione avevano già cominciato -ad importunarla quando, sul principio dell'autunno, -ella aveva lasciato la casa del signor Graham; -s'era perciò rallegrata udendo, poco appresso, -che egli accompagnava sua madre a Washington, e -sarebbe stato assente parecchi mesi. -</p> - -<p> -Ben, invece, si staccò a malincuore da Gertrude; -tuttavia, in mezzo alla spensierata gaiezza delle città -meridionali, trovò modo d'ingannare il tempo abbastanza -piacevolmente. Si ricordò di lei incontrandosi -alla Nuova Orléans coi Graham e la loro compagnia: -anzi, bisogna dire ad onore del suo criterio, -che più la comparava con le vane figlie della moda, -e più alto ella saliva nella sua stima. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_262">[262]</span> -</p> - -<p> -Glielo aveva detto senza esitare, rivedendola per -la prima volta, la mattina che con grande maraviglia -delle due cugine era venuto ad accompagnarla -fino a casa: e da allora la crescente passione delle -sue parole e delle sue maniere, in cui appariva una -sincerità che vi mancava per l'innanzi, impensieriva -la fanciulla. Ella risolse pertanto quella sera -d'evitare il signor Bruce in ogni possibile occasione; -ma dovette bentosto persuadersi che non era facile. -</p> - -<p> -Il giorno seguente il signor Graham ritornò di -città verso mezzogiorno e andò a sedere nell'atrio -dove stavano, al solito, le due signorine; poi, spiegato -il suo giornale, lo porse a Rina chiedendole di -leggergli le notizie. -</p> - -<p> -— Che debbo leggere? — domandò ella prendendo -il foglio, piuttosto di mala voglia. -</p> - -<p> -— L'articolo di fondo, prego. — -</p> - -<p> -Rina voltò e rivoltò le pagine del giornale, le scorse -in fretta con l'occhio, e dichiarò che non sapeva -quale articolo fosse quello. Il signor Graham la -guardò attonito, e le additò in silenzio la colonna -desiderata. La ragazza incominciò, ma aveva appena -letto alcune righe ch'egli l'interruppe dicendo -con impazienza: -</p> - -<p> -— Meno furia! Non arrivo ad afferrare una parola! — -</p> - -<p> -Ella cadde nell'eccesso opposto, strascicando le sillabe, -così intollerabilmente da farsi interrompere di -nuovo dal suo uditore, il quale le ordinò di dare il -foglio a Isabella. -</p> - -<p> -Questa lo prese dalle mani dell'imbronciata Rina, -e finì di leggere l'articolo, non però senza essere -due o tre volte ammonita a pronunziare in modo -più intelligibile. -</p> - -<p> -— Desiderate qualche altra cosa, signore? — ella -domandò. -</p> - -<p> -— Sì, ti prego, cerca le notizie marittime, e leggimi -la lista dopo i piroscafi. — -</p> - -<p> -Più fortunata di sua cugina, Bella trovò subito il -posto, e lesse: -</p> - -<p> -«A Canton, aprile 30, nave mercantile Anna -Maria, Ray, s. c. r. n. t....» O che significa? -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_263">[263]</span> -</p> - -<p> -— Scaricante, s'intende. Avanti. — -</p> - -<p> -Bella seguitò a compitare con aria perplessa due -o tre altre enigmatiche abbreviazioni, finchè il signor -Graham quasi le strappò di mano il giornale -mormorando: -</p> - -<p> -— Stupida! Non saper leggere le notizie marittime! -Dov'è Gertrude? Dov'è Gertrude Flint? Quella -è la sola ragazza capace a qualche cosa ch'io abbia -mai veduta.... Rina, fa' il piacere d'andare a chiamarla. — -</p> - -<p> -Sebbene alquanto riluttante, Rina andò, e disse a -Gertrude ciò di cui era richiesta. Ella ne fu stupita; -da quando aveva resistito alla volontà del vecchio -signore mantenendo con fermezza il suo proposito -di lasciare la casa, egli non le aveva più chiesto di -fargli la consueta lettura. Nondimeno obbedì sollecitamente -alla sua chiamata, e sedutasi nella poltrona -accanto alla porta, abbandonata da Isabella, -cominciò dalle notizie marittime, e senz'altre domande -passò d'articolo in articolo nell'ordine che sapeva -preferito dal signor Graham. -</p> - -<p> -Sdraiato nel suo ampio seggiolone, di faccia a -un'ottomana su cui poggiava il piede gottoso, egli -pareva quanto mai sodisfatto, e quando Bella e Rina -furono salite nella loro camera, osservò:, -</p> - -<p> -— Non sembra d'essere tornati ai giorni antichi, -eh, Gertrude? — -</p> - -<p> -Poi chiuse gli occhi, e di lì a pochi minuti il suo -respiro profondo e regolare avvertì la giovanetta -ch'egli s'era addormentato. -</p> - -<p> -Visto che non le sarebbe stato possibile passare -senza rischio di destarlo, ella posò il giornale, e si -chinò per prendere dalla sua tasca un lavoretto, -giacchè ben di rado rimaneva un momento oziosa. -In quell'atto notò sulla soglia un'ombra, e alzando -il viso si vide davanti proprio la persona che s'era -proposta d'evitare. -</p> - -<p> -Il signor Bruce la fissava con la sua aria indolente -d'uomo sicuro di sè, da cui sempre tanto si -sentiva offesa. Egli teneva in una mano un mazzo -di rose reggendolo in modo da presentarlo alla sua -ammirazione. -</p> - -<p> -— Bellissime! — ella disse gettando uno sguardo -<span class="pagenum" id="Page_264">[264]</span> -ai ramicelli carichi d'una lussureggiante fioritura -di rose muscose ancora in bocciuolo: ve n'erano di -porporine e di bianche. -</p> - -<p> -Parlava a voce sommessa temendo di rompere il -sonno del signor Graham. Egli abbassò la sua fino -a un mormorio appena percettibile per dirle, mentre -faceva oscillare le rose sul capo di lei: -</p> - -<p> -— Le credevo belle quando le ho còlte, ma adesso -il paragone le fa scomparire. — -</p> - -<p> -E guardava espressivamente le gote della fanciulla. -</p> - -<p> -Questo vieto complimento, parve a Gertrude oltremodo -insulso, venuto dalla bocca del signor Bruce. -Ella si rizzò, per uscire dalla porta della facciata, -dicendo: -</p> - -<p> -— Attraverso il portico e mando a dire alle signore -che siete qui. -</p> - -<p> -— Oh, no, ve ne prego! — fece egli sbarrandole il -passo. — Sarebbe una crudeltà. Io non ho il minimo -desiderio di vederle. — -</p> - -<p> -Il suo gesto era così risoluto, che Gertrude si trovò -costretta a ritrarsi dalla soglia e sedere di nuovo. -Ma nel farlo una viva contrarietà si mostrava nel -suo viso. Tolse di tasca un lavoro di cucito e vi si -applicò. -</p> - -<p> -Ben Bruce trionfava. E tentò d'approfittare della -vittoria: -</p> - -<p> -— Signorina Gertrude, volete farmi l'onore di portare -oggi questi fiori nei capelli? -</p> - -<p> -— Io non porto fiori vistosi, — ella rispose senza -levar gli occhi dalla mussolina che cuciva. -</p> - -<p> -Egli s'immaginò che fosse a cagione d'un lutto, -perchè ella indossava un semplicissimo abito nero, -e scelti tutti i bocciuoli di rose bianche glieli offerse -pregandola di ornarne per amor suo quei serici capelli -bruni con cui il loro candore avrebbe fatto un -mirabile contrasto. -</p> - -<p> -— Vi sono obbligatissima, — disse Gertrude — non -ho mai veduto rose più belle, ma io non sto -punto sulle gale, lo sapete, e credetemi, dovete scusarmi. -</p> - -<p> -— Sicchè voi rifiutate i miei fiori? -</p> - -<p> -— Ma no, li accetto con piacere, — ella replicò, -<span class="pagenum" id="Page_265">[265]</span> -rizzandosi — se mi permettete d'andar a prendere -un vaso d'acqua e metterli nel salotto dove tutti potremo -goderli. -</p> - -<p> -— Io non li ho recisi e portati qui a benefizio dell'intera -famiglia, — replicò Ben, con tono quasi di -risentimento. — Se voi non volete ornarvene, li offrirò -a qualcuno che lo farà volentieri. — -</p> - -<p> -Egli pensava che questa minaccia la spaventerebbe, -perchè la sua vanità era tale, che ascriveva il -contegno della fanciulla a mèra civetteria, e posto -che in altri casi simili esso non aveva potuto se non -aumentare la sua ammirazione per lei, lo credeva -dettato dal desiderio di produrre quest'effetto. -</p> - -<p> -— La punirò, — disse in cuor suo, rifacendo accuratamente -il suo mazzo di rose, col proposito di -presentarlo a Rina la quale senza dubbio sarebbe -stata lieta di riceverlo. -</p> - -<p> -— Dov'è Fanny, oggi? — domandò Gertrude, premendole -di mutare discorso. -</p> - -<p> -— Non so, — rispose Ben secco secco, per significare -che non aveva nessuna voglia d'intrattenersi -su Fanny. -</p> - -<p> -Seguì un breve silenzio, durante il quale egli stette -a fissare le dita della fanciulla intenta a cucire. -</p> - -<p> -— Come siete assorta nel vostro lavoro! — disse -infine. — Non alzate gli occhi un momento.... Vorrei -essere attraente come quel pezzo di mussolina! -</p> - -<p> -— E io vorrei che foste altrettanto innocuo! — pensò -ella. -</p> - -<p> -— Non vi date gran pena per far passare piacevolmente -il tempo a un ospite venuto col solo fine -di vedervi. — -</p> - -<p> -— Credevo che veniste perchè invitato dalla signora -Graham. -</p> - -<p> -— E non dovetti corteggiare Rina un'ora buona, -per ottenerlo, l'invito? -</p> - -<p> -— Se l'avete carpito con inganno non meritate che -vi si faccia festa, — ella ribattè, sorridendo. -</p> - -<p> -— È molto più facile piacere a Rina che a voi, — osservò -egli. -</p> - -<p> -— Rina è molto affabile e graziosa. -</p> - -<p> -— Sì, ma io non darei un vostro sorriso per.... — -</p> - -<p> -Gertrude l'interruppe: -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_266">[266]</span> -</p> - -<p> -— Ah, una visita! È una nostra vecchia amica.... -Lasciatemi passare, vi prego, signor Bruce. — -</p> - -<p> -Mentre parlava, il cancello del cortile era stato -aperto e richiuso, e il giovanotto, voltatosi a guardare -in quella direzione, vide venire innanzi la signora -a cui Gertrude era così ansiosa d'andare incontro. -</p> - -<p> -— Non abbiate tanta fretta d'abbandonarmi, — egli -disse. — Quella piccola centenaria, che a quanto -sembra vi procura una grande sodisfazione con la -sua comparsa, ci metterà mezz'oretta ad arrivare -fin qui camminando del suo passo! -</p> - -<p> -— È una vecchia amica, vi ripeto, bisogna ch'io -vada a riceverla. — -</p> - -<p> -L'aspetto di Gertrude s'era fatto serio. Il giovane -si vergognò d'insistere più oltre nella sua incivile -opposizione, e, rizzandosi, lasciò libera la soglia che -ingombrava. -</p> - -<p> -La signorina Marta Pace, giacchè era lei la vecchietta -che faticosamente attraversava il cortile, vedendo -la fanciulla diede segni di viva gioia, e si -mise ad agitare con gesto teatrale un enorme ventaglio -di penne, suo favorito modo di saluto. Quando -questa le fu presso, ella le prese tutt'e due le -mani e si trattenne un poco a discorrere; poi proseguirono -insieme verso la casa dove entrarono dalla -porta di dietro. -</p> - -<p> -Ben, deluso, capì ch'era inutile aspettare il ritorno -di Gertrude, e si diresse verso il giardino nella -speranza d'attirare l'attenzione di Rina. -</p> - -<p> -Il signor Bruce era troppo fidente nel potere della -ricchezza e d'un grado elevato nel bel mondo, perchè -non si tenesse sicuro che l'orfana sarebbe pronta -ad accettare come un'insperata fortuna il suo -nome e il godimento del suo patrimonio, se glieli -avesse offerti. Per quanto fredda, per quanto disdegnosa -ella gli si mostrasse, nulla gli avrebbe fatto -ammettere che una ragazza senza famiglia e senza -un centesimo, volesse lasciar perdere una tale occasione -di collocarsi. -</p> - -<p> -Più d'una madre fornita di prudenza e mondana -saviezza aveva cercato la sua amicizia; più d'una -signorina, anche tra quelle di cospicuo parentado, -<span class="pagenum" id="Page_267">[267]</span> -e ricche, aveva gradito le sue attenzioni; e persuaso -com'egli era che col molto denaro da lui posseduto -poteva comperarsi per isposa la fanciulla preferita, -chiunque ella fosse, gli sarebbe parsa risibile l'idea -che Gertrude si stimasse al di sopra delle altre. -</p> - -<p> -Egli non era tuttavia risoluto al grave passo di -una deliberata rinunzia ai numerosi vantaggi di cui -godeva. S'era proposto di conquistare la considerazione -e l'amore della ritrosa giovanetta, e benchè ne -fosse preso più che non credesse, per ora non mirava -ad altro. Costretto a riconoscere di non aver -fatto breccia fino a quel momento, meditava di ricorrere -a una tattica diversa, e, con un egoismo e -una bassezza troppo comuni, s'appigliò a un artifizio -che, se conseguiva il suo fine, doveva cagionare -la mortificazione, e forse l'infelicità d'una terza persona. -Appunto col disegno di fare la corte a Rina -per ingelosire Gertrude, egli si dirigeva verso il -giardino dove si confidava che la sua presenza l'avrebbe -attirata. -</p> - -<p> -Oh, quale vergognoso e colpevole inganno! Rina -già era inclinata ad amare Ben Bruce, e il suo cuore -tanto tenero e anche tanto credulo, la disponeva a -cader vittima della duplicità di costui. -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XXIX.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>È questo il mondo che ammiriamo? Questa</p> -<p>L'umanità che chiamasi civile?</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Anna More.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -Mentre, mezz'ora innanzi il pranzo, la signora -Graham, le sue nipoti, Ben e Fanny Bruce, e il tenente -Osborne, sedevano nel salotto, la sovrastante -camera d'Emilia risonava di un'allegria che pungeva -la loro curiosità. Non un'allegria clamorosa o -sguaiata, ma schietta. Si distinguevano le risate argentine -di Gertrude, a cui Emilia stessa univa in -qualche scoppio le sue. Ed alle loro voci si mescolava -una terza, oltremodo strana. -</p> - -<p> -Rina Ray corse due o tre volte alla porta anteriore -dell'atrio per udir meglio, e indovinare il soggetto -di quell'ilarità cordiale; l'ultima, rientrò annunziando -<span class="pagenum" id="Page_268">[268]</span> -che Gertrude scendeva con la regina delle -streghe. -</p> - -<p> -Gertrude aperse l'uscio chiuso di colpo da Rina -dietro a sè, e fece entrare la signorina Marta Pace, -la quale s'avanzò a passettini misurati e minuti verso -la signora Graham, e si fermò davanti a lei con -una profonda riverenza. -</p> - -<p> -— Come state, signora? — disse questa, che quasi -sospettava Gertrude d'averle fatto una burla. -</p> - -<p> -— La padrona di casa, m'immagino, — disse la -signorina Marta. -</p> - -<p> -L'altra confermò il proprio diritto a quel titolo. -</p> - -<p> -— Una signora maestosa! — mormorò la bizzarra -vecchietta a Gertrude, ma in modo d'essere udita, -e spiccicando le sillabe con l'enfasi che le era particolare. -</p> - -<p> -Poi si rivolse a Bella Clinton, che cercava di nascondersi -nell'ombra d'una tenda, e avvicinandosi -a lei con le mani alzate in atto di stupore, esclamò: -</p> - -<p> -— La signorina Isabella, com'è vero ch'io godo -la luce del giorno! E radiosa come un'aurora! Bontà -celeste! S'è mai prodigiosamente espanso il fiore -della vostra bellezza! — -</p> - -<p> -La fanciulla aveva riconosciuto Marta Pace non -appena comparsa nel salotto, ma nel suo sciocco orgoglio -si vergognava di passar per familiare d'una -persona così eccentrica, e avrebbe voluto fingere di -non sapere chi ella fosse. Non glielo permise Rina, -la quale venne avanti dicendo forte: -</p> - -<p> -— O, signorina Pace, di dove siete capitata? — -</p> - -<p> -La vecchietta le strinse le mani con aria estatica: -</p> - -<p> -— <i>Voi dunque mi riconoscete</i>, signorina Caterina! -Iddio versi le Sue benedizioni sul vostro capo -per la memoria che serbate d'una vecchia amica! -</p> - -<p> -— Certo, v'ho riconosciuta alla prima occhiata! -Non vi si dimentica facilmente, voi.... Bella, non -ravvisi la signorina Marta? Eppure io la vidi sempre -in casa tua.... -</p> - -<p> -— Ah, è lei? — disse la superbiosa, mal tentando -di far credere ch'ella in realtà non aveva ravvisato -una persona che visitava spesso i suoi genitori, un -tempo, ed era da loro tenuta in molta stima. -</p> - -<p> -— Temo, — sussurrò udibilmente, come dianzi, -<span class="pagenum" id="Page_269">[269]</span> -Marta Pace, volgendosi a Rina — temo che in quel -petto si celi un cuore orgoglioso! — Poi, senza mostrare -d'accorgersi di Ben Bruce e del tenente ai -quali voltava le spalle, soggiunse: -</p> - -<p> -— Galanti, a quanto veggo.... giovani galanti.... -Vostri o suoi? — -</p> - -<p> -Rina, avvedutasi ch'essi avevano inteso e se ne -divertivano, rideva dai precordi. -</p> - -<p> -— Oh, miei, signorina Marta, — rispose senza -esitare — miei tutt'e due! — -</p> - -<p> -La vecchia zittella girò gli occhi intorno, e non -trovando il signor Graham andò a domandare a sua -moglie: -</p> - -<p> -— Signora, dov'è il novello sposo? — -</p> - -<p> -Un po' confusa, la signora Graham disse che suo -marito sarebbe venuto tra poco, e l'invitò a sedersi. -</p> - -<p> -— No, grazie, vi sono obbligata, ma io ho uno -spirito investigatore, e, col vostro permesso, ispezionerò -la sala. Vedo volentieri tutto ciò ch'è moderno. — -</p> - -<p> -Ella incominciò dall'esaminare i quadri che ornavano -le pareti. Ad un tratto si volse a Gertrude e -domandò, abbastanza forte da essere distintamente -udita: -</p> - -<p> -— Cara, dite un po', che ne hanno fatto della seconda -moglie? — E poichè la fanciulla la guardava -stupita, si spiegò meglio: — Oh, intendo parlare -dell'effigie: so bene che l'originale se n'è partito dal -mondo, or è gran tempo: ma l'effigie della seconda -signora Graham dove sarà? Stava sempre appesa -qui, se la memoria non mi tradisce. — -</p> - -<p> -Gertrude le mormorò all'orecchio la sua risposta, -che provocò questo soliloquio della signorina Pace: -</p> - -<p> -— Nel solaio! Già, gli è il corso della natura: il -nuovo oblitererà <i>fin la memoria</i> dell'antico! — -</p> - -<p> -E presa la giovanetta a braccetto terminò con lei -il suo giro d'ispezione; poi, fermandosi davanti al -gaio crocchio che si divertiva a guardarla, chiese di -far la conoscenza del signor Bruce e d'essere presentata -al «membro del compartimento della guerra» -come designava l'ufficiale. Rina compì con aria -cerimoniosa questa formalità e presentò il tenente -Osborne anche a Gertrude, perchè l'indignava la -<span class="pagenum" id="Page_270">[270]</span> -trascuranza di sua zia che aveva creduto di potersene -dispensare. Fu portata una seggiola alla signorina -Marta, e questa sedette nel circolo dei giovani, -che seguitò a intrattenere piacevolmente fino all'ora -del pranzo. -</p> - -<p> -Gertrude era risalita a prender Emilia per accompagnarla -a tavola, dove il suo posto era accanto a -lei. Occupata da un lato a servire la sua amica cieca, -come sempre soleva, e avendo dall'altro la loquace -vecchietta, non le rimaneva tempo di badare -ad altri, con vivo rincrescimento del signor Bruce -ch'era ansioso di farle notare le sue premure per -Rina, la quale aveva i capelli ornati di rose muscose -e il viso raggiante di sorrisi. -</p> - -<p> -Anche Isabella godeva della manifesta ammirazione -del suo tenentino. Le due ragazze, felici, conversavano -animatamente coi loro adoratori, e nessuno -pensava a disturbarle. Soltanto la signorina -Marta di quando in quando attirava l'attenzione generale -con le sue osservazioni, che, volessero essere -facete o serie, non mancavano di suscitare un'ilarità -qualche volta fuori di luogo, ma sempre irresistibile. -</p> - -<p> -Il padrone di casa si mostrava pieno di riguardi -verso quell'ospite singolare, e la signora, che sapeva -render soavissime le sue maniere se le pareva -opportuno, ed era amante degli spassi, nulla risparmiava -per eccitarla a discorrere; tanto più che Marta -Pace conosceva mezzo mondo, e faceva commenti -appropriati e divertentissimi su quasi tutte le persone -nominate nel corso della conversazione. Infine -il signor Graham l'indusse a parlare di sè medesima -e della sua vita solitaria: e Fanny Bruce che -le sedeva a fianco le domandò arditamente perchè -non si fosse maritata. -</p> - -<p> -— Ah, mia graziosa damigella, — rispose la vecchietta — viene -per ognuna la sua ora, e anch'io -posso ancora prendere un compagno! -</p> - -<p> -— Dovreste farlo, signorina Pace, — disse Graham -che conosceva il suo punto debole. — Adesso -avete un patrimonio, e vi converrebbe un marito per -bene, che v'aiutasse ad amministrarlo saviamente. -</p> - -<p> -— Oh, io non posseggo che una minima porzione -<span class="pagenum" id="Page_271">[271]</span> -di ricchezze mondane, e non sono più nel primo fiore; — fece -Marta — nondimeno conto di non rimaner -sola: approvo il matrimonio, e ho già posto gli -occhi sopra un giovanotto. -</p> - -<p> -— <i>Un giovanotto!</i> — esclamò Fanny scoppiando -a ridere. -</p> - -<p> -— Sicuro, signorina Francesca! — ella replicò. — Amo -la gioventù, io, e tutto ciò ch'è moderno. Mi -aggrappo alla vita, sì, mi aggrappo alla vita! -</p> - -<p> -— Ma certo, — osservò la signora Graham — la -signorina Pace deve sposare un uomo più giovane -di lei; qualcuno a cui possa lasciare i suoi averi se -mai dovesse sopravviverle. -</p> - -<p> -— È vero, — rincalzò suo marito. — Presentemente, -signorina, voi non sapreste in favore di chi -fare un testamento, salvo che non vogliate nominare -erede Gertrude: <i>ella</i>, credo, farebbe ottimo uso -del vostro denaro. -</p> - -<p> -— Questa sarebbe per me una considerazione di -gran peso, — disse la vecchia zittella. — Fremo all'idea -che i miei piccoli risparmi vadano scialacquati. -Ora, io so bene che di poveraglia ce n'è abbondanza, -e che i legati fanno gola a molti: ma io -non intendo largire il mio a gente di tal fatta. Credetemi, -signore, nove decimi di costoro saranno -<i>sempre poveri</i>, checchè facciate.... No, a questi nulla! -Ho altre intenzioni. — -</p> - -<p> -Il signor Graham domandò, poi: -</p> - -<p> -— Che n'è della famiglia del generale Pace? -</p> - -<p> -— <i>Tutti morti,</i> — rispose Marta vivamente — <i>tutti -morti!</i> Feci un pellegrinaggio alla tomba di -quel ramo del parentado. Fu una scena mesta e -commovente! — ella proseguì in tono patetico. — Sopra -un tumulo erboso circondato da una ringhiera -di ferro sorge un monumento bellissimo, di marmo -bianco, <i>nel quale</i> sono sepolti tutti quanti. E -sul puro suo candore alabastrino spiccano incise -queste lettere: -</p> - -<p class="center"> -PACE -</p> - -<p> -— Come dice cotesta epigrafe? — chiese la signora -Graham, credendo di non avere ben udito. -</p> - -<p> -— <i>Pace</i>, signora, <i>Pace</i>: niente altro. — -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_272">[272]</span> -</p> - -<p> -Per solenne che fosse il soggetto, i commensali -rattenevano a stento le risa; e la padrona di casa, -visto che Rina e Fanny erano in procinto di lasciarle -scoppiare irrefrenabilmente, invitò le signore -a levarsi da tavola dandone l'esempio. -</p> - -<p> -I signori, poco desiderosi di trattenersi, le seguirono -nel vasto atrio che offriva un grato refrigerio -durante le calde ore dei giorni estivi. La signorina -Marta e Fanny Bruce costrinsero Gertrude a rimanere -contro sua voglia con la compagnia, la quale -pertanto non fu scemata se non della signora Graham -a cui era difficile privarsi della sua siesta. -</p> - -<p> -L'originale vecchietta eccitava la curiosità degli -astanti a segno tale, che le conversazioni particolari -furono sospese per concentrare l'attenzione in ciò -che diceva e faceva lei. -</p> - -<p> -Bella, invero, aveva sempre la sua aria un poco -sprezzante, e si sforzava d'attrarre i pensieri del -tenente Osborne verso altri soggetti, riuscendovi in -parte: ma Rina si divertiva un mondo, e contenta -che il signor Bruce le fosse accanto e godesse con -lei del medesimo piacere, non cercava di meglio. -</p> - -<p> -Il discorso non tardò a cadere sugli abbigliamenti -femminili e la moda, due temi favoriti di Marta -Pace. Dopo essersi dilungata sul suo amore del bello, -specie nell'arte della sarta e della modista, ella -s'alzò da sedere con un gesto deliberato, andò a Isabella -Clinton, l'unica che mostrasse di voler evitarla, -e prese ad esaminare la stoffa del suo vestito; poi, -la pregò di rizzarsi e permetterle di studiarne la -fattura, dichiarando che la descrizione d'un così perfetto -e moderno capolavoro sarebbe una festa per le -orecchie delle sue amiche giovani. -</p> - -<p> -Ma la fanciulla si rifiutò di compiacerla; anzi, -sdegnosamente, si scosse di dosso la mano della -vecchia signora come se quel contatto la contaminasse. -</p> - -<p> -— Via, Bella, — le sussurrò la cugina — rizzati, -non essere così dispettosa. -</p> - -<p> -— Perchè non ti rizzi tu e non le fai vedere il tuo -vestito a benefizio delle sue volgari amiche? -</p> - -<p> -— A me non l'ha chiesto, ma lo farò ben volentieri -se si contenta. — -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_273">[273]</span> -</p> - -<p> -E Rina, tutta gaia e ridente, andò a piantarsi davanti -a Marta, dicendo: -</p> - -<p> -— Signorina Pace, ammirate il mio abito finchè -volete, e magari, se vi piace, prendetene un modello: -sarò superba dell'onore. — -</p> - -<p> -Caso raro, l'abito di Rina era veramente bellino -e degno d'osservazione. Marta fece i suoi commenti, -e specie lodò quell'inutile e uggioso prolungamento -della gonna ch'è lo strascico. Sodisfatta la sua curiosità, -si volse a guardare se la seggiola da lei lasciata -era sempre libera, poi cominciò a ritirarsi in -quella direzione con un movimento retrogrado composto -d'una serie di riverenze. -</p> - -<p> -Fanny Bruce, la quale occupava una seggiola vicina, -notò ch'ella aveva calcolato esattamente quanti -passi doveva fare per finire l'ultima riverenza -sedendosi, e mossa da una maliziosa tentazione mise -una mano sulla spalliera. Uno sguardo e un sorriso -d'Isabella l'incoraggiarono; ella tirò la seggiola indietro, -impercettibilmente, ma abbastanza da minacciare -la sicurezza della vecchietta. -</p> - -<p> -Questa, cercando di posarvisi, perdette l'equilibrio, -e sarebbe caduta se Gertrude, che vigilava, essendosi -accorta delle intenzioni di Fanny, non fosse -balzata verso di lei a tempo per gettarle un braccio -intorno alla vita e metterla a sedere, incolume, non -senza lanciare in quell'atto alla ragazzina un'occhiata -di rimprovero. Tutta confusa, la piccola Bruce, -rapidamente si voltò dall'altra parte, e per disgrazia -pestò il piede gottoso del signor Graham, -al quale il dolore strappò una viva esclamazione. -</p> - -<p> -— Fan, — le disse suo fratello che aveva veduto -soltanto la seconda malefatta — vorrei che tu imparassi -un po' di gentilezza. -</p> - -<p> -— E da chi ho da impararla? — lo rimbeccò -Fanny con petulanza. — Da te, forse? — -</p> - -<p> -Ben parve adirato, ma s'astenne dal redarguirla. -La vecchia zittella còlse la parola a volo. -</p> - -<p> -— Gentilezza! Ah, virtù rara, quanto amabile! -Notevolmente sviluppata però nelle maniere della -mia cara amica Gertrude, che ben si converrebbero -a una principessa. — -</p> - -<p> -Bella increspò le labbra e sorrise, disdegnosa. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_274">[274]</span> -</p> - -<p> -— Tenente Osborne, — ella disse — non pare a -voi che la signorina Devereux abbia bellissime maniere? -</p> - -<p> -— Perfette! Lo stile de' suoi ricevimenti è l'eleganza -stessa. -</p> - -<p> -— Di chi parlate, — domandò Rina. — Della signora -Harry Noble? -</p> - -<p> -— No, della signorina Devereux, — rispose Bella. — Ma -anche la signora Noble è finissima. -</p> - -<p> -— È vero, — confermò Ben. — Senti, Fanny? Abbiamo -trovato un modello per te. Tu devi imitare -la signora Noble. -</p> - -<p> -— Io non so nulla di cotesta signora, — ribattè la -ragazzina. — Voglio imitare piuttosto la signorina -Flint. — E rivolgendosi a questa con una serietà -che le esprimeva chiaramente un sincero rincrescimento -della villania commessa, domandò: — Signorina -Gertrude, come <i>devo</i> imparare la gentilezza? -</p> - -<p> -— Vi rammentate — le disse ella sottovoce e guardandola -in modo significativo — ciò che il vostro -maestro di musica vi rispose quando gli domandaste -come dovevate imparare a sonare con espressione? -Ebbene, io vi darei la stessa regola rispetto alla -gentilezza. — -</p> - -<p> -Fanny si fece di bragia. -</p> - -<p> -— Che v'ha detto? — chiese il signor Graham. — Via, -Fan, fateci conoscere la regola di Gertrude. -</p> - -<p> -— M'ha detto ch'è quella datami dal maestro di -musica lo scorso inverno. -</p> - -<p> -— Ossia? — disse Ben vivamente. -</p> - -<p> -— Io domandai al signor Hermann come avrei potuto -imparar a sonare con espressione, ed egli mi -rispose: «Coltivate il vostro <i>cuore</i>, signorina Bruce, -coltivate il vostro <i>cuore</i>.» — -</p> - -<p> -Questo nuovo precetto d'educazione venne accolto -con espressioni di sentimenti diversi quanto i caratteri -degli uditori. Il signor Graham si morse le -labbra e s'allontanò: la sua gentilezza non si fondava -nel cuore, ma quella di Gertrude sì, ed egli lo -sapeva; Isabella sorrise con aria di superbo disdegno; -Rina e Ben Bruce erano mezzo stupiti e mezzo -esilarati; il tenente Osborne mostrò di non essere -inaccessibile alla nobilissima verità enunciata, perchè -<span class="pagenum" id="Page_275">[275]</span> -volse a Gertrude uno sguardo d'ammirazione e -simpatia; il viso d'Emilia manifestò quanto pienamente -ella partecipasse all'opinione della sua protetta, -la quale era un po' confusa nel vederla così -divulgata e commentata; la signorina Marta poi non -esitò ad approvarla con un forbito elogio: -</p> - -<p> -— Le parole della signorina Gertrude sono d'oro. -L'unica gentilezza vera è la spontanea offerta del -cuore. Forse quest'eletta compagnia di giovani e -donzelle accondiscenderà ad ascoltare dalla bocca -d'una vecchierella la storia d'un raro esempio di sì -fatta gentilezza cordiale, ch'ebbe la sua degna ricompensa. — -</p> - -<p> -Tutti si dichiararono ardentemente desiderosi di -sentir la storia della signorina Marta, ed essa incominciò: -</p> - -<p> -— Un giorno d'inverno, alcuni anni or sono, una -vecchia signora, piena di debolezze, ma dotata d'una -certa perspicacia, e della sua parte d'esperienza del -mondo, (Marta Pace è il suo nome) si pose in cammino, -per speciale invito, alla volta della casa d'un -degno gentiluomo: l'onorevole signor Clinton, padre -della signorina Isabella, la vezzosa damigella qui -presente. Tutti i grandi alberi della nostra buona -città di Boston scintillavano di diacciuoli più fulgidi -dei diamanti che brillano nelle miniere di Golconda, -e i marciapiedi erano insidiosi per i passi -malfermi od incauti. -</p> - -<p> -«Io perdetti l'equilibrio e caddi. Due galanti signori -mi sollevarono e mi portarono in un vicino -emporio farmaceutico, dove mi fecero riacquistare -i sensi smarriti e mi ravvivarono con un fragrante -cordiale. Io ripresi la perigliosa via trepidando, e -certo non sarei giunta alla mèta con le ossa incolumi, -senza l'aiuto d'un cavaliere dalle guance rosate, -il quale mi raggiunse, e, passato il mio debole -braccio sotto il suo, più giovane e forte, protesse i -miei passi fino al termine del viaggio non breve. -</p> - -<p> -«Nè il coraggio di cui doveva far prova la nobile -mia scorta per compiere la sua impresa, era men -che straordinario, mie graziose damigelle! Figuratevi -nella vostra immaginazione un giovanetto fresco -e bello come un raggio di sole, snello come una -<span class="pagenum" id="Page_276">[276]</span> -freccia, un vero Apollo insomma, attaccato al piccolo -corpo curvo d'una povera vecchina quale Marta -Pace. Io non mi risparmio, signorine; se m'aveste -veduta in quel momento, senza dubbio direste che -ora ho molto migliore apparenza. Avevo la dentiera -in tasca invece che in bocca, il fintino di riccioli era -stato spinto indietro dalla mia recente caduta, e i -miei occhialoni, gli stessi che portava mio padre, -così grandi da coprirmi mezza faccia, sarebbero bastati -da soli ad eccitare la curiosità dei passanti. Ma -egli procedeva imperterrito; e nonostante gli sguardi -lusinghieri e i seducenti sorrisi che venivano a -lui da una doppia fila di bellissime fanciulle in cui -c'imbattemmo, nonostante le sghignazzate dei giovanottini -dell'età sua, sosteneva la mia fragile persona -con altrettanta cura che se fossi stata un'imperatrice, -e moderava il baldo suo passo in accordo -con la lentezza a cui mi costringevano le mie infermità. -Ah, quale spirito di cortesia manifestò il mio -cavaliere dalle guance di rosa! Se l'aveste incontrato, -signorina Caterina, o voi, signorina Francesca, -i vostri cuori palpitanti sarebbero involati per -sempre! Era un modello incomparabile! -</p> - -<p> -«Dov'egli fosse diretto non so, perchè seguì il mio -cammino, e non mi lasciò prima d'avermi recata a -salvamento alla dimora del signor Clinton. Certo -non penso ch'egli ambisse la conquista del mio vecchio -cuore, ma credo ch'esso lo seguì, perchè spesso -ancora il mio pensiero ritorna a lui. -</p> - -<p> -— Ah, fu <i>questa</i> dunque la sua ricompensa! — esclamò -Rina. -</p> - -<p> -— No. Cercate d'indovinar meglio. -</p> - -<p> -— Ma io non so nulla di più desiderabile, signorina -Marta. -</p> - -<p> -— La <i>sua fortuna nella vita</i> signorina Caterina! -Ecco la ricompensa ch'egli ebbe: e forse ancora non -ne misura tutta la grandezza! -</p> - -<p> -— Come sarebbe a dire? — domandò Fanny. -</p> - -<p> -— Narrerò in succinto il rimanente. La signora -Clinton m'incoraggiava sempre a discorrere durante -le mie visite. Ella, conoscendo il mio gusto, lo secondava, -e io godevo della sua indulgenza. Le raccontai -pertanto l'avventura occorsami, ed esaltai i -<span class="pagenum" id="Page_277">[277]</span> -meriti del nobile giovanetto, il mirabile spirito di -cortesia da lui dimostrato. Era presente il degno -gentiluomo e prestava orecchio attento alle mie parole, -perchè egli pregia la buona educazione: e -quando raccomandai il mio cavalierino spiegando -tutta l'eloquenza di cui ero capace, vidi che m'ascoltava -con piacere, benevolenza e simpatia. Promise -di parlare col ragazzo, e così fece. Gli lesse nel prestante -aspetto la nobiltà dell'animo, e questa favorevole -impressione fruttò al bravo figliuolo un posto -di commesso dal quale salì di grado in grado -fino a quello di socio e agente fiduciario che ora -occupa in una cospicua casa commerciale. Signorina -Isabella, mi rallegrerebbe il cuore sentire le ultime -notizie di Guglielmo Sullivan. -</p> - -<p> -— Sta bene, a quanto credo, — rispose la bella -fanciulla seccamente. — Non mi consta nulla in contrario. -</p> - -<p> -— Oh, Gertrude può informarvi! — disse Fanny. — Nessuno -ne sa quanto lei circa il signor Sullivan. -Essa vi dirà ogni cosa. — -</p> - -<p> -Tutti gli sguardi si volsero a Gertrude che stava -appoggiata alla seggiola d'Emilia, col viso acceso e -gli occhi lucenti per la commozione destatale dal -racconto di Marta Pace. Questa, maravigliatissima -d'udire ch'ella conosceva quel tanto ammirato cavaliere -di cui serbava sempre una dolce memoria, -s'affrettò a interrogarla. Gertrude venne a sedere accanto -a lei, e senza nessuna esitazione, nessun impaccio, -rispose a tutte le sue domande. Ella parlava -a voce sommessa, nè d'altronde le notizie di Guglielmo -importavano al resto della compagnia; sicchè -furono riprese le conversazioni particolari, e anche -loro due rimasero libere d'intrattenersi del comune -amico. -</p> - -<p> -Brevemente la giovanetta disse quali fossero lo -stupore e la curiosità del ragazzo, della sua famiglia, -de' suoi amici, che non avevano mai potuto indovinare -l'origine di quella fortuna: e le vane congetture -suscitate dalla inattesa chiamata del signor -Clinton, e chiuse con l'attribuire tutto il merito all'agenzia -di Santo Claus, divertirono la vecchia zittella -a segno che le sue risate erano quasi altrettanto -<span class="pagenum" id="Page_278">[278]</span> -sonore, e punto meno allegre di quelle della -gaia compagnia raccolta più in là presso alla soglia, -e provocata ora ad un'ilarità più viva che mai -dalla birichineria di Rina e di Fanny. -</p> - -<p> -Mentre la signorina Pace incaricava Gertrude di -interminabili messaggi e complimenti da inserirsi -nella sua prossima lettera a Guglielmo, ricomparve -la signora Graham che aveva rinfrescato l'abbigliatura -e la faccia, e interruppe tutti esclamando con -quel suo vocione dai toni bruschi: -</p> - -<p> -— Come, ancora qui? Vi credevo già in cammino -attraverso i boschi. Rina, hai forse abbandonato -l'idea di salire il <i>Sunset Hill</i><a class="tag" id="tag4" href="#note4">[4]</a> dopo averla tanto -accarezzata? -</p> - -<p> -— Ho proposto la gita, zia, un'ora fa; ma Bella -dice ch'è troppo caldo. A me pare invece un tempo -adattatissimo per una passeggiata. -</p> - -<p> -— Tra poco raffresca, — ripigliò la signora Graham — e -credo che fareste bene a partire senz'indugio, -perchè se volete prendere per i boschi la distanza -non è tanto breve. -</p> - -<p> -— Chi conosce la strada? — domandò Rina. -</p> - -<p> -Nessuno rispose; e interrogati uno per uno, tutti -dichiararono la propria ignoranza in proposito, con -grande maraviglia di Gertrude la quale credeva che -ogni parte del terreno boscoso e del colle fosse familiare -al signor Bruce. Ma ella non stette ad ascoltare -le loro discussioni, perchè s'accòrse che Emilia -si sentiva stanca ed aveva un principio d'emicrania, -e la persuase a ritirarsi nella quiete della sua camera -dove l'accompagnò. Nell'atto che ne chiudeva -l'uscio, Fanny le gridò da piè della scala: -</p> - -<p> -— O non venite con noi, signorina Flint? -</p> - -<p> -— No, — ella disse — oggi non vengo. -</p> - -<p> -— Allora non vo neppur io. Ma perchè non volete -venire? -</p> - -<p> -— Farò più tardi una passeggiata con la signorina -Emilia, purchè stia abbastanza bene: voi potete -accompagnarci, se vi fa piacere, ma vi divertireste -assai più andando sul colle. — -</p> - -<p> -Intanto, nell'atrio, la compagnia teneva consiglio -<span class="pagenum" id="Page_279">[279]</span> -a bassa voce. Qualcuno aveva detto che Gertrude -era pratica dei sentieri attraverso i boschi: ma Bella -s'opponeva alla proposta d'invitarla a partecipare -alla gita, Rina esitava tra la sua simpatia per lei -e la tema di un'infedeltà del signor Bruce, il tenente -Osborne s'asteneva dal mostrarsi propenso a ciò che -Bella disapprovava, e il signor Bruce taceva fidando -nella necessità di prendere Gertrude per guida, -posto ch'egli aveva con subdola astuzia celato la -propria perfetta idoneità a prestare questo servigio. -Infatti, come aveva preveduto, si finì con lo spedire -Rina a farle l'ambasciata. -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XXX.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p class="i6">.... gente</p> -<p>Che la terra calcar vuole premendo</p> -<p>Degli umili sul collo il piè superbo.</p> -<p class="i6">Miss <span class="smcap">L. P. Smith</span>.</p> -</div> -</div> - -<p> -Gertrude avrebbe voluto rifiutare scusandosi con -l'obbligo di tener compagnia ad Emilia; ma Emilia -stessa, la quale pensava che un po' di moto sarebbe -stato benefico per la fanciulla, intervenne pregandola -d'accettar l'invito, in apparenza cordialissimo, -di Rina; e avendo questa dichiarato che altrimenti -si doveva rinunziare alla gita desiderata, ella acconsentì -a prendervi parte. In pochi minuti fu lesta, -bastandole mutare le scarpine da casa con un paio -di solidi stivaletti; se non che perdette un po' di tempo -nella vana ricerca del suo cappello di paglia a -larghe tese che mancava dall'armadione del corridoio -dove soleva appenderlo. -</p> - -<p> -— Che cerchi? — le domandò Emilia, udendo -aprire e chiudere ripetutamente l'armadio. -</p> - -<p> -— Il mio cappello; ma non lo trovo. Vedo che -sarò costretta a farmi prestare ancora una volta il -vostro. — -</p> - -<p> -Così dicendo prese di sul letto il cappello da sole, -di stoffa bianca, che la signorina Graham aveva portato -la mattina. -</p> - -<p> -— Ma certo, cara, — disse questa. -</p> - -<p> -— Comincerò a credere che sia mio, — fece Gertrude -<span class="pagenum" id="Page_280">[280]</span> -scappando in fretta — lo porto tanto più spesso -di voi! — -</p> - -<p> -Fanny l'aspettava; il resto della compagnia s'era -avviato, e le precedeva già d'un buon tratto di strada. -Emilia chiamò dalla scala: -</p> - -<p> -— Gertrude, ti sei messa gli stivaletti grossi? Sai, -figliuola mia, che i prati sono molto umidi di là -dalla fattoria Thornton. — -</p> - -<p> -La ragazza rispose che li aveva messi; ma temendo -che le altre fossero state meno previdenti, domandò -alla signora Graham se Bella e Rina avessero -calzature adatte contro l'umidità, e, forse, la -mota, che avrebbero trovato per via. -</p> - -<p> -— Ohimè, no! — disse la signora. — E adesso -come si fa? Sono già lontane, fuor di veduta, e sicuro -le disturberebbe assai dover tornare indietro. -</p> - -<p> -— Io ho certe soprascarpe di gomma elastica, leggerissime, — disse -Gertrude. — Le porterò meco, e -Fanny ed io raggiungeremo le signorine in tempo, -prima che arrivino al prato. — -</p> - -<p> -Non era difficile raggiungere Isabella e il tenente, -perchè camminavano adagio, e non sembravano -malcontenti di fare la retroguardia. L'altra coppia, -all'incontro, sollecitava il passo, apposta per essere -avanti: Rina, mossa dal desiderio d'impedire che -venisse interrotto quel dolce <i>tête à tête</i>, Ben smanioso -di offrirsi alla vista di Gertrude, affinchè ella -osservasse la sua galanteria verso la signorina Ray, -galanteria che raddoppiò quando gli apparve da -lontano colei che sperava ingelosire. -</p> - -<p> -Avevano oltrepassato la fattoria Thornton, e un -solo campo li separava dal prato, il quale sebbene -rallegrasse l'occhio con la fresca verdezza dell'erba -che lo copriva, era nel mezzo un vero pantano, e -non si poteva attraversare, neppur muniti di grosse -calzature, se non contornando il margine, strettamente -accosto al muro. Gertrude e Fanny si trovavano -ancora a non piccola distanza dietro a loro, -ed erano quasi trafelate dallo sforzo che facevano -per raggiungerli, mentr'essi andavano presto e avevano -tanto vantaggio. Nel momento che passavano -davanti alla fattoria, la signora Thornton s'affacciò -all'uscio e parlò a Gertrude. Questa, prevedendo -<span class="pagenum" id="Page_281">[281]</span> -d'essere costretta a trattenersi qualche minuto, disse -a Fanny di proseguire immediatamente ed avvertire -suo fratello e Rina della natura del terreno su -cui stavano per avventurarsi, pregandoli d'aspettare -il resto della compagnia alla barriera. Fanny -arrivò troppo tardi, quantunque si fosse sfiatata a -correre; i due già s'erano inoltrati nel prato insidioso. -Ma procedevano senza pericolo, posto che -Ben guidava la fanciulla lungo il muro, facendole -tenere il solo cammino praticabile: il che provò a -Gertrude, sopraggiunta poco appresso, ch'egli conosceva -benissimo il luogo. A metà strada parve che -avessero incontrato qualche ostacolo, perchè Rina si -fermò con un piede alzato, reggendosi al muro intanto -che il suo cavaliere disponeva per terra, dinanzi -a lei, alcune pietre. Egli l'aiutò a passare sull'improvvisato -ponticello, poi continuarono felicemente -la traversata e infine disparvero nel boschetto -vicino. -</p> - -<p> -Isabella e il tenente Osborne tardavano tanto ad -arrivare, che Fanny, spazientita, consigliò Gertrude -d'abbandonarli al loro fato. Quando Dio volle svoltarono -il canto della fattoria; ma la superba giovanetta, -benchè vedesse che le altre due l'aspettavano, -seguitò ad avanzarsi con la stessa lentezza. -</p> - -<p> -— Signorina Clinton, — le gridò la piccola Bruce -tosto che furono a portata di voce — o che vi siete -azzoppata? -</p> - -<p> -— Azzoppata! — esclamò Bella. — Che intendete -dire? -</p> - -<p> -— Camminate così piano! — rispose Fanny. — Credevo -proprio che vi foste sciupato un piede. — -</p> - -<p> -Bella s'astenne dal replicare, fuorchè con una -sdegnosa scrollata di capo, ed entrò nell'umido prato, -discorrendo fitto fitto col suo tenentino, senza -degnare d'uno sguardo Gertrude; la quale non mostrò -d'accorgersi del suo altezzoso contegno, ma presa -per mano la ragazzina, s'avviò per costeggiare il -terreno infido invece d'attraversarlo, e disse con tono -calmo e disinvolto quanto cortese: -</p> - -<p> -— Pigliate di qua, prego, signorina Clinton: v'abbiamo -aspettata a fine di guidarvi, perchè il prato -è pieno d'acqua. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_282">[282]</span> -</p> - -<p> -— Pieno d'acqua? — domandò Isabella inquieta, -guardando le sue finissime scarpine; e soggiunse -stizzosamente: — Credevo che conosceste una buona -strada, e ci portate invece in un pantano! Io non -vo oltre. -</p> - -<p> -— Ebbene, tornate indietro, — disse l'impertinente -Fanny. — Nessuno piangerà. — -</p> - -<p> -Gertrude rispose con dolcezza, quantunque le sue -gote si fossero accese d'un vivo rossore: -</p> - -<p> -— Non la proposi io la gita; ma posso trarvi da -quest'impaccio. La signora Graham temeva che foste -calzata di scarpe troppo leggiere, e però v'ho -portato un paio di calosce. — -</p> - -<p> -Bella prese l'involto, senza ringraziare, e aprendolo -domandò: -</p> - -<p> -— Di chi sono? -</p> - -<p> -— Mie, — disse Gertrude. -</p> - -<p> -— Oh, allora non credo di potermene servire, — borbottò -l'altra. — Saranno immense, mi figuro. -</p> - -<p> -— Permettete, — fece il tenente Osborne, prendendo -una delle calosce. -</p> - -<p> -Egli si chinò per calzarne Isabella, ma non gli -riuscì: era troppo piccola. Ella lo vide, e cercò di -mettersela da sè, trattando la proprietà di Gertrude -con tale irosa violenza, che strappò la sottile strisciolina -di cuoio passante sulla caviglia: nondimeno -neppure allora giunse a far entrare perfettamente -il piede nella soprascarpa. -</p> - -<p> -Mentre ella stava così piegata in avanti, l'attenzione -di Fanny Bruce fu attratta dall'elegante cappello -di paglia a larga tesa che portava con graziosa -civetteria inclinato da una banda. La ragazzina -lo riconobbe per quello della sua amica. Era -d'un modello di fantasia che Gertrude non avrebbe -scelto ella stessa: ma glielo aveva donato l'estate -scorsa il signor Graham, in sostituzione d'un comune -cappello da giardino che gli era accaduto di -schiacciare in modo irrimediabile, ed essendo semplice -e di buon gusto lo usava per le sue passeggiate -in campagna. Isabella, scopertolo nell'armadio del -corridoio dov'ella lo riponeva solitamente, non aveva -esitato ad appropriarselo. A Fanny esso era noto, -avendolo osservato nella camera di Gertrude in casa -<span class="pagenum" id="Page_283">[283]</span> -della signora Warren, e anche portato una volta, -col suo permesso, per rappresentare una parte in -una sciarada in azione: non poteva dunque ingannarsi. -E ora, dopo averla udita dire ad Emilia che -non lo ritrovava, lo vedeva, con sommo stupore, -ornare l'altera signorina Clinton. Ritta dietro a costei -faceva segni all'amica spalancando gli occhi, -storcendo il viso, indicando l'oggetto usurpato, con -una mimica che manifestava eloquentemente l'intenzione -di strapparlo dal capo dell'usurpatrice e -collocarlo su quello della legittima proprietaria. -</p> - -<p> -Gertrude era in procinto di perdere la sua gravità; -rattenendo a fatica le risa, la minacciava col -dito, le accennava di smettere; infine, presala di -nuovo per mano, affrettò il passo, nascondendo la -faccia esilarata sotto il bianco cappellone, e lasciò -che Bella e il suo bello le seguissero, se volevano. -</p> - -<p> -— Fanny, — ella disse — non istà bene farmi ridere -così; se la signorina Clinton se ne fosse avveduta -ne sarebbe stata molto offesa. -</p> - -<p> -— Essa non ha diritto di portare il vostro cappello, -e non lo porterà. -</p> - -<p> -— Ma sì, quanto vuole: le sta a maraviglia. Mi -fa piacere che se lo metta, e voi non dovete farle -intendere che è mio. — -</p> - -<p> -Fanny non promise nulla, e ne' suoi occhi passò -un lampo di malizia che presagiva un qualche tiro -birbone. -</p> - -<p> -La passeggiata attraverso i boschi fu deliziosa, -Gertrude e la sua piccola compagna quasi avevano -dimenticato in quel tranquillo godimento che facevano -parte d'una gaia compagnia, quando a un tratto -videro Ben Bruce e Rina seduti a piè d'una vecchia -quercia. La fanciulla aveva intessuto una ghirlanda -di foglie ed era tutt'intenta ad ornarne il -cappello del suo cavaliere, il quale stava indolentemente -appoggiato al tronco dell'albero in un atteggiamento -d'indifferenza. Ma non appena egli si -accòrse che Gertrude e Fanny s'avvicinavano, si chinò -verso Rina, guardò con aria d'ammirazione il -suo lavoro, e quando fu sicuro che esse potevano -udirlo, si profuse in complimenti e ringraziamenti. -L'ingenua li riceveva sorridendo e arrossendo, con -<span class="pagenum" id="Page_284">[284]</span> -manifesto piacere: piacere raddoppiato dal fatto apparente -che la temuta rivale non distraeva da lei -l'attenzione di Ben, poichè questi seguitava a mormorarle -all'orecchio, in atto confidenziale, galanti -inezie, lasciando l'altra sedersi a qualche distanza. -Pover'anima semplicetta! Ella lo credeva onesto, -mentre egli la traeva a' suoi fini con un basso inganno. -</p> - -<p> -— Signorina Gertrude, — disse Fanny — vorrei -andare un po' laggiù nella pineta a cercare pine da -farne panierini e cornici. -</p> - -<p> -— Se ne trovano in abbondanza, — rispose la -giovane. -</p> - -<p> -— Oh, andiamoci, ve ne prego! Saremo di ritorno -prima che Bella Clinton arrivi fin qui. — -</p> - -<p> -Gertrude accondiscese di buon grado, e s'allontanarono -insieme, dopo aver appeso i loro cappelli ad -un ramo. Stettero assenti un certo tempo, perchè le -pine infatti abbondavano, e la ragazzina volle farne -una scelta e copiosa collezione. Ma adunate che le -ebbe, fu molto impacciata per portarle via. Riflettè -alquanto, e disse: -</p> - -<p> -— Penso di dare una corsa e chiedere a Ben che -mi presti la sua pezzuola; oppure, se non vuole prestarmela, -prenderò il mio cappello e ce ne metterò -quante ne può contenere. — -</p> - -<p> -Avuta da Gertrude la promessa d'aspettarla, tornò -di volo al luogo dove avevano lasciato suo fratello -e Rina Ray. Già da lontano scoppi di voci e -di risa l'avvertirono che v'erano giunti anche Bella -ed Osborne, e che qualche cosa forniva loro un soggetto -di spasso. Bella si era impadronita del cappello -bianco, lo aveva deformato in modo da farlo -parere una berretta da vecchia e guarnito con erbacce -e maceroni; infine, appuntatavi una pezzuola -in guisa di velo, e tenendolo sollevato con la mazza -del tenentino, chiese chi fosse il miglior offerente -per il cappello da sposa della signorina Flint. -</p> - -<p> -Fanny la sorprese in quell'atto, e si fermò un momento, -nascosta, ad ascoltarla, fremendo d'indignazione; -poi venne avanti d'un balzo come se arrivasse -difilato dal bosco. Rina l'afferrò per un lembo -della veste esclamando: -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_285">[285]</span> -</p> - -<p> -— Ah, siete qui Fanny! E dov'è Gertrude? -</p> - -<p> -— Nella pineta; e ci ritorno anch'io. Mi ha mandata -soltanto a prendere il suo cappello, perchè c'è -molto sole laggiù. -</p> - -<p> -— Ah, sì, — fece Isabella — il suo cappellino di -Parigi! Prego di presentarglielo coi nostri complimenti. — -</p> - -<p> -E le porse il copricapo da lei reso veramente ridicolo. -</p> - -<p> -— No, — ribattè la fanciulla — <i>cotesto</i> non è il -<i>suo</i>, è quello della signorina Emilia. Il <i>suo</i> è <i>questo -qui</i>. — -</p> - -<p> -Così dicendo pose la mano sul cappello di paglia -che rendeva Bella tanto seducente, come le avevano -anche poc'anzi ripetuto i due giovanotti, e, senza -cerimonie, glielo strappò dalla testa. -</p> - -<p> -Gli occhi della signorina Clinton fiammeggiarono -di collera. -</p> - -<p> -— Che volete dire? — ella gridò. — Piccola petulante! -Datemi quel cappello, e subito! -</p> - -<p> -— No, che non ve lo do! È di Gertrude. Lo cercava, -dopo pranzo, ma ha finito col concludere che -doveva essere perduto o che qualcuno l'aveva rubato, -e s'è fatta prestare il cappello da giardino della -signorina Graham; sarà contenta però di ricuperarlo. -Vo a portarglielo.... Del resto, — soggiunse -voltandosi a guardarla di sopra la spalla, mentre -correva via — sono sicura che alla signorina Graham -non dispiacerà che vi mettiate il suo, purchè -abbiate cura di non sciuparlo! — -</p> - -<p> -Bella rimase confusa e adontata; Rina e Bruce ridevano -apertamente, Osborne rideva sotto i baffi. Ma -pochi minuti dopo videro venire dal bosco Gertrude, -a passi affrettati, col famoso cappello in mano. Fanny -la seguiva, e approfittando della posizione d'Isabella -che le volgeva il dorso, rifaceva la sua pantomima -d'accuse e di minacce. -</p> - -<p> -— Signorina Clinton, — disse Gertrude posando -il cappello sulle ginocchia di questa — temo che -Fanny sia stata assai scortese in mio nome. Io non -l'avevo mandata a prender nulla.... Sarò lieta se -gradirete di portarlo quando vi può servire. -</p> - -<p> -— Non ne ho bisogno, — ella rispose con accento -<span class="pagenum" id="Page_286">[286]</span> -sprezzante. — Neanche m'immaginavo che appartenesse -a voi. -</p> - -<p> -— Lo so bene, — riprese l'altra — ma spero che -vorrete consentire a rimettervelo almeno oggi. — -</p> - -<p> -Senza più insistere su ciò, diede il consiglio di -proseguire speditamente verso il colle, perchè non -sarebbe stato, se no, possibile di toccare la vetta -innanzi il tramonto; e corroborandoli con l'esempio -s'incamminò. Tutti le tennero dietro: Fanny strappando -le grottesche guarnizioni del vituperato cappello -bianco, Isabella annodandosi sotto il mento -un fazzoletto ricamato, e Ben Bruce dondolando il -negletto cappello di paglia che aveva appeso al -braccio per i nastri. -</p> - -<p> -Eccettuata Isabella che non smise il broncio, la -comitiva godette molto la gita sul colle. Era già quasi -buio quando ripassarono davanti alla fattoria. Lì -Gertrude s'accomiatò perchè aveva promesso alla signora -Thornton di fermarsi per visitare uno de' suoi -figliuoli che frequentava la classe da lei tenuta nella -scuola domenicale, ed era malato di febbre. Fanny -avrebbe voluto restare in sua compagnia, ma ella -non lo permise pensando che la signora Bruce non -sarebbe forse stata contenta se la ragazzina fosse -entrata in quella casa dove c'erano parecchi malati. -</p> - -<p> -Circa un'ora più tardi, la giovanetta che se ne ritornava -sola, e un po' ansiosa d'essere arrivata, fu -raggiunta nei pressi della villa Graham dal signor -Bruce il quale col cappello di paglia sempre dondolante -dal suo braccio sembrava essersi appostato per -aspettarla. Ella dette un sobbalzo perchè nell'oscurità -della notte già scesa non lo aveva riconosciuto -e credeva che fosse un estraneo. -</p> - -<p> -— Signorina Gertrude, — egli disse — non v'ho -spaventata, spero. -</p> - -<p> -— Oh, no! — fece ella, rassicurata dal suono della -sua voce. — Non sapevo che foste voi. — -</p> - -<p> -Ben le offerse il braccio, ed ella lo prese. La corte -assidua fatta quel giorno dal giovane a Rina aveva -servito a diminuire i suoi timori che le dimostrazioni -d'amore prodigate a lei fossero serie, e concludendo -ch'egli semplicemente si dilettava di galanteria, accettò -di lasciarsi scortare fino a casa. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_287">[287]</span> -</p> - -<p> -— È stata davvero una gita deliziosa, — incominciò -il signor Bruce — per <i>me</i> almeno. La signorina -Ray è una compagna assai gradevole. -</p> - -<p> -— Oh, sì, — rispose Gertrude. — Mi piacciono -tanto quelle sue maniere vivaci e franche. -</p> - -<p> -— Temo invece che Fanny vi abbia annoiato: io -mi sarei volentieri occupato anche di voi, ma non -riescivo a staccarmi un minuto dalla signorina Ray, -assorti com'eravamo nella nostra conversazione. -</p> - -<p> -— Fanny ed io siamo abituate l'una all'altra, e ci -troviamo benissimo insieme. -</p> - -<p> -— Sapete che ci proponiamo di fare una piacevolissima -scarrozzata, domani? -</p> - -<p> -— No, non ne so nulla., -</p> - -<p> -— La signorina Rina, m'immagino, aspetta che -la inviti a venire con me; ma, supposto ch'io vi dessi -la preferenza, che rispondereste? -</p> - -<p> -— Che vi sono grata, ma ho già un impegno per -una passeggiata in carrozza con la signorina Emilia, — ella -disse prontamente. -</p> - -<p> -— Ah! — fece Ben in tono di maraviglia e di stizza. — Io -mi figuravo che verreste volentieri. Bene, -la signorina Ray accetterà. Entro un momento per -invitarla, — soggiunse, poichè erano giunti alla villa. — Ecco -il vostro cappello. -</p> - -<p> -— Grazie, — ella rispose facendo l'atto di prenderlo; -ma egli lo trattenne per un nastro. -</p> - -<p> -— Signorina Gertrude, — insistette — proprio non -volete venire? -</p> - -<p> -— Ho promesso alla signorina Emilia e non potrei -posporre quest'impegno a un altro invito, — replicò -la fanciulla, lieta d'avere una scusa che giustificava -il suo rifiuto. -</p> - -<p> -— Eh, via! Trovereste il modo, se voleste.... In -caso contrario, offro il posto nel mio carrozzino a -Rina Ray. — -</p> - -<p> -Il peso ch'egli pareva dare a questa minaccia stupì -Gertrude. -</p> - -<p> -— È mai possibile — ella pensò — che si lusinghi -di pungermi e di conturbarmi? Ma io mi rallegro -all'idea di procurare così a Rina il piacere di -cotesta scarrozzata! È tanto amante dei divertimenti, -e ha rare occasioni d'appagare i suoi gusti! — -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_288">[288]</span> -</p> - -<p> -Entrarono nel salotto. Ben Bruce cercò la signorina -Ray, seduta nel vano d'una finestra; Gertrude, -non trovando Emilia, non si fermò a lungo, ma abbastanza -tuttavia da vedere le esagerate premure -ch'egli ostentava verso la ragazza e che non furono -notate da lei sola. -</p> - -<p> -Rina promise di buon grado d'accompagnarlo nella -gita divisata per il giorno appresso, e mantenne -la parola. La signora Graham, la signora Bruce, -Isabella e il tenente, li seguivano in un altro legno. -Quanto ad Emilia e Gertrude, fecero attaccare Carlotto, -il cavallo bianco, al vecchio <i>buggy</i> e, presa la -diversa direzione che già prima avevano scelta, si -godettero tranquillamente la loro passeggiata. -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XXXI.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Giuoca (e del giuoco fa un'arte)</p> -<p>Con quella povera cosa</p> -<p>Sacra ch'è un cuore umano.</p> -<p class="i6"><span class="smcap">New Timon.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -Passarono giorni e settimane senza che nulla accadesse -di notevole in casa del signor Graham. La -stagione oramai era torrida e non si facevano più -gite, nè a piedi nè in vettura. Il tenente Osborne -aveva lasciato Boston che nell'estate veniva abbandonata -da quasi tutti gli amici della signora Graham -e delle sue nipoti. Isabella Clinton, la quale non -sapeva sopportare con pazienza nè i calori eccessivi -nè la solitudine, diventava ogni giorno più irritabile -e più stizzosa. -</p> - -<p> -Per la sua cuginetta invece quelle giornate estive -erano piene di commozioni. Il signor Bruce rimaneva -nel vicinato, visitava costantemente la famiglia, -ed esercitava un grande influsso tanto sul contegno -esteriore che sullo stato d'animo della fanciulla, -ch'erano fluttuanti e mutevoli a seconda delle -sue attenzioni o della sua negligenza verso di lei. -Nè può far maraviglia che la povera Rina fosse -confusa e turbata dinanzi alla sua condotta, la -quale doveva riescire incomprensibile a chi non ne -conoscesse il segreto movente. Persuaso che Gertrude -<span class="pagenum" id="Page_289">[289]</span> -cercherebbe di riconquistarlo se temesse di vederselo -sfuggire davvero, Ben corteggiava un'altra -con l'unico fine d'eccitare un senso di gelosia e di -seria apprensione in quella ragazza povera, protetta -dai Graham, che osava spregiare le sue profferte -d'amore. E però non si mostrava preso di Rina se -non sotto gli occhi di Gertrude, o quando era sicuro -che questa avrebbe risaputo le premure da lui prodigate -all'illusa. Il suo comportamento era quindi -oltremodo ineguale, e ora faceva credere all'ingenua -ed affettuosa creatura ch'egli sentisse per lei -la tenerezza appassionata d'un innamorato, ora le -faceva temere d'averlo inconsapevolmente offeso con -la sua spensierata gaiezza e il suo franco linguaggio. -Per disgrazia anche la zia Graham non mancava -in nessuna occasione di motteggiarla o complimentarla -sulla sua conquista, ribadendo così nel -cuore della semplicetta la fede che la simpatia manifestatale -dal signor Bruce fosse sincera. -</p> - -<p> -La finzione di costui cagionava una tormentosa -inquietudine a Gertrude, che presto l'aveva indovinata -e n'era dolente ed inquieta per la felicità e la -pace di Rina che con tenera sollecitudine avrebbe -voluto difendere. I sospetti destati in lei fin da principio, -dall'ambigua condotta di Ben, erano divenuti -certezza, perchè, spesso, dopo aver dato ostentate -prove di devozione alla signorina Ray, egli giudicava -opportuno di sperimentarne l'effetto sull'altra, -tentandola con qualche nuova lusinga, anzi lasciandole -chiaramente intendere ch'ella aveva sempre il -potere di togliere a Rina ogni diritto alle sue grazie. -</p> - -<p> -Gertrude tutte le volte che le si offriva il destro, -non meno chiaramente gli significava ch'egli aveva -scelto proprio il vero modo di rendersi odioso ricorrendo -a così bassi artifizi per mortificarla; ma il -giovane egoista, il quale attribuiva il suo sdegno a -quella gelosia che desiderava appunto provocare, -persisteva ne' suoi procedimenti folli e malvagi. -</p> - -<p> -Ella, d'altronde, posto che Ben le faceva il galante -senza profferirle il cuore e la mano, non credeva -affatto alle sue dichiarazioni amorose e le -considerava dirette soltanto a sviarla per propria -sodisfazione da quella savia condotta in cui si manteneva -<span class="pagenum" id="Page_290">[290]</span> -con fermezza. Ma comprendeva bene che per -quanto vani e leggeri fossero i sentimenti da cui -veniva attratto a lei, peggio erano quelli che lo spingevano -a corteggiare Rina Ray; e la manifesta inconsapevolezza -dell'ingenua fanciulla profondamente -l'affliggeva. -</p> - -<p> -Cosa strana: Rina, che poche settimane addietro -vedeva nella signorina Flint una rivale, ora l'aveva -eletta per amica intima e confidente. Sua zia era -troppo materiale e rude, Isabella troppo egoista e -vana, perchè potesse pensare a farle partecipi delle -sue piccole vicende di cuore. Invero neppure a Gertrude -confessava apertamente d'amare Ben Bruce, -ma la trasparenza del suo carattere era tale, che -ella aveva tradito il suo segreto senza immaginarselo. -</p> - -<p> -Fuor di Gertrude nessuno pareva accorgersi del -cambiamento avvenuto in lei. La gaia, ridente, spensierata -Rina, aveva accessi di malinconica fantasticheria; -la sua faccia, una volta raggiante sempre -come il sole, si rannuvolava d'improvviso, perdeva -tutto il suo splendore; ora ella era briosa e spigliata -più del naturale, ora aveva un'aria pensosa, e -furtivamente alzava uno sguardo ansioso sul volto -del signor Bruce come per studiar il suo umore o -spiare i suoi sentimenti. S'ella vedeva Gertrude passeggiare -in giardino o la sapeva sola nella sua camera, -andava a lei, le metteva un braccio intorno -alla vita, s'appoggiava alla sua spalla, e prendeva -a chiacchierare sul soggetto favorito. Raccontava, -con un misto di semplicità e di follia, le gentili attenzioni -del signor Bruce, i suoi complimentosi discorsi; -parlava di lui per un'ora interrogando l'amica -sull'opinione ch'ella aveva de' suoi meriti e della -sincerità di quell'ammirazione ch'egli apertamente -le professava. Toccava anche d'un qualche difetto -del giovane che ai suoi occhi era quasi la perfezione -stessa: ma quando Gertrude ne conveniva, ed esprimeva -il suo rincrescimento di quel difetto evidente, -ella si sforzava con ingenuo ardore a provarle che -tutt'e due s'erano ingannate, e che se mai egli ne -aveva uno, era proprio l'opposto. Le domandava se -ella credeva che Ben parlasse sul serio, soggiungendo -<span class="pagenum" id="Page_291">[291]</span> -che lei, per conto suo, non lo credeva affatto: -erano tutte sciocchezze.... E poi quando Gertrude, -cogliendo la palla al balzo, cercava di confermarla -in questo parere e la consigliava di non fidarsi delle -sue smaccate adulazioni, il viso della povera Rina -si rabbuiava tutto, ed ella si diffondeva in sottili -ragionamenti per dimostrare che pur <i>qualche volta</i> -era sincero: la lealtà, la serietà, si sentivano nel suo -accento, nelle sue espressioni.... -</p> - -<p> -Era inutile ogni accenno a un pericolo, ogni tentativo -di porla in guardia: Ben Bruce l'aveva infatuata. -</p> - -<p> -Un giorno egli pensò di mettere alla prova la saldezza -di Gertrude offrendole un ricco anello. Non -poco stupita da tanta presunzione, ella lo rifiutò -senza esitare nè far cerimonie; ma il giorno seguente -lo vide al dito di Rina, la quale si struggeva di -raccontarle come e da chi lo avesse avuto. -</p> - -<p> -— E voi lo avete <i>accettato</i>? — fece Gertrude guardandola -con un'aria così attonita, che ella non osò -riconoscere il fatto, ed eluse subito la domanda, arrossendo: -</p> - -<p> -— Ho acconsentito soltanto a portarlo per qualche -tempo.... -</p> - -<p> -— Io non avrei acconsentito. -</p> - -<p> -— Perchè no? -</p> - -<p> -— In primo luogo perchè non credo che sia di -buon gusto ricevere presenti di valore da uomini: e -poi perchè se persone estranee se ne accorgono, possono -fare sul vostro conto osservazioni spiacevoli -e severe. -</p> - -<p> -— E, allora, voi come vi regolereste? -</p> - -<p> -— Glielo restituirei subito. — -</p> - -<p> -Rina titubava; però, riflettendo meglio, risolse di -rendere l'anello al signor Bruce e ripetergli ciò che -Gertrude aveva detto. Non mancò di farlo, ma egli, -lungi dall'apprezzare la condotta di quest'ultima, -vide nel suo consiglio il desiderio di suscitare discordie -tra Rina e lui, e prontamente concluse che -aveva alfine conquistato il cuore della ritrosa, e che -il suo trionfo sarebbe oramai pieno ed intero. -</p> - -<p> -Rimase male, pertanto, quando fatta una visita -a villa Graham, per accertarsene, fu da lei trattato -<span class="pagenum" id="Page_292">[292]</span> -con fredda urbanità, come sempre da qualche tempo; -ed anzi gli parve che si mostrasse più insensibile -che mai alle sue attrattive. Accomiatatosi frettolosamente -(con grande affanno di Rina che passò -il resto della giornata investigando se avesse detto -o fatto cosa che potesse dispiacergli), andò a cercare, -secondo l'antico suo costume, quiete, solitudine, -sotto il pero, e si diede tutto a ponderare una -grave questione. -</p> - -<p> -Avveniva di rado che Ben Bruce si sentisse chiamato -a fare considerazioni su qualche soggetto, a -raccogliere le forze del suo spirito, e ordinarle al -fine d'esaminar deliberatamente i due lati d'un argomento. -Vivendo com'egli viveva, senz'alcuna mira -più alta che la propria egoistica sodisfazione, si era -avvezzato ad approfittare di tutte le occasioni di divertirsi -e compiacere a sè stesso, nè rifuggiva da -bassi e gretti artifizi per favorire i propri disegni. -Nonostante la ristrettezza della sua mente, egli possedeva -ciò che suol chiamarsi «un buon colpo d'occhio» -e non era facile ingannarlo o defraudarlo -de' suoi diritti. Conosceva il valore del suo denaro -e della sua condizione sociale, e non soffriva d'essere -sacrificato a benefizio di coloro che cercavano -di trarre un vantaggio dalla sua amicizia. L'<i>abnegazione</i> -era una virtù che egli non aveva mai praticata -nè ammirava negli altri. -</p> - -<p> -Ma ecco che inopinatamente era sopraggiunta una -crisi, in cui i suoi desiderî e i suoi interessi cozzavano -tra loro, e la necessità richiedeva che egli scegliesse -ed immolasse questi a quelli o viceversa. E -se Ben Bruce, per la prima volta in vita sua, dedicava -un intero pomeriggio a una meditazione profonda -e all'accurata misura di due forze opposte, -il caso va attribuito al fatto che egli dibatteva nella -sua mente il più grave problema che mai l'avesse -agitata. -</p> - -<p> -— Dovrò io — pensava — sposare quella ragazza -che non ha un centesimo? Io padrone d'un cospicuo -patrimonio, erede d'altri beni ancora, rinunzierò -ai vantaggi d'uno splendido parentado che il -mio stato di fortuna m'assicura, per fare partecipe -delle mie ricchezze e del grado che occupo nel gran -<span class="pagenum" id="Page_293">[293]</span> -mondo, l'orfana adottata dai Graham, la quale non -mi concederà un sorriso se non a prezzo di quanto -posseggo? Se fosse appena un poco meno seducente, -come vorrei deluderla! Chi sa che proverebbe se -sposassi Rina? Ma credo ch'io non avrei il gusto -di saperlo; è orgogliosa a segno che sarebbe capace -di venire alle mie nozze e dirmi, chinando il suo -collo di cigno con la grazia consueta: <i>Buona sera, -signor Bruce</i>, nello stesso tono calmo e gentile che -usa ora.... Mi fa ira vedere tanta alterezza in una -fanciulla povera; ma nella <i>signora Bruce</i> quelle sue -maniere mi piacerebbero, ne andrei anzi superbo. -Non arrivo a capire come io mi sia innamorato di -lei.... no, proprio.... Non è bella: almeno così dicono -la mamma e Isabella Clinton. Eppure il tenente -Osborne la notò subito, quella sera, quando entrò -nel salotto: e Fanny non fa che esaltare la sua bellezza. -Quanto a me, non so che io ne pensi.... credo -che m'abbia stregato, sicchè non sono più in grado -di giudicare. Ma se non è bella, ha dunque un prestigio -superiore alla bellezza stessa.... — -</p> - -<p> -Così Ben Bruce discuteva seco medesimo: e sempre -ricominciava dall'insistere sull'immensità del -suo sacrificio, per finire con riflessioni sui rari pregi -di Gertrude, prova chiarissima ch'egli sentiva di -avere a soffrir meno deponendo le sue ricchezze ai -piedi della fanciulla povera, che cercando di goderne -senza di lei. -</p> - -<p> -Durante alcuni giorni dopo presa la gran risoluzione, -egli non ebbe opportunità di rivolgere una -parola a Gertrude, la quale adesso era doppiamente -ansiosa d'evitarlo, e non scendeva quasi mai entro -la giornata, salvo che Emilia non la pregasse d'accompagnarla -nel salotto; ma anche allora vi si tratteneva -pochissimo e aveva cura di non scostarsi dalla -sua amica cieca. -</p> - -<p> -In quel mentre la signora Graham e la signora -Bruce con le loro famiglie ricevettero un invito per -una serata di ricevimento in casa di conoscenti, a -circa cinque miglia di distanza. Era nell'occasione -del matrimonio d'una antica condiscepola d'Isabella, -e tanto questa che Rina desideravano d'assistervi. -La signora Bruce, che aveva una carrozza chiusa, -<span class="pagenum" id="Page_294">[294]</span> -offerse di condurre seco le due cugine, e posto -che il legno del signor Graham, quand'era chiuso, -non poteva contenere se non lui e la signora, la -proposta venne accettata con piacere. -</p> - -<p> -L'idea di brillare in una gaia e sontuosa festa -rianimava lo spirito depresso d'Isabella, ridestava -le sue energie. Tutte le sue ricche abbigliature di -gala furono cavate fuori, per scegliere la più elegante -e più adatta. Ritta davanti allo specchio ella -provava l'una dopo l'altra le sue ghirlande, e appariva -con ciascuna così mirabilmente bella, che non -sapeva quale preferire. Invano Rina tentava di farsi -ascoltare dalla vanitosa fanciulla, ottenere un consiglio -circa la foggia e il colore più convenienti a -lei. Finalmente, disperando di riuscirvi, corse a consultare -Gertrude. -</p> - -<p> -La trovò nella sua camera; leggeva, e posò tosto -il libro, vedendola entrare come una folata di vento, -pronta a prestarle tutta la sua attenzione. -</p> - -<p> -— Gertrude, — disse Rina — che devo mettermi -stasera? Ho cercato di chiederlo a Bella, ma non -c'è stato caso che mi desse retta; quando è occupata -delle sue gale, non conosce altro.... Oh, è terribilmente -egoista. -</p> - -<p> -— E <i>lei</i> chi la consiglia? -</p> - -<p> -— Nessuno. Sceglie da sè.... Ma essa ha molto -buon gusto, e io, invece, punto.... Ditemi dunque -voi, Gertrude, come mi vesto? -</p> - -<p> -— Io dubito d'essere in grado di rispondervi: non -sono mai stata ad un ricevimento in vita mia. -</p> - -<p> -— Oh, non importa! Sono sicura che se ci andaste, -fareste miglior figura di qualunque tra noi, e -m'affido senza temer di sbagliare al vostro parere -perchè non v'ho mai veduta portar nulla che non -avesse un'aria di signorilità: perfino la vostra veste -di ghingano, da mattina, non manca di stile. -</p> - -<p> -— Adagio, adagio, Rina cara, andate troppo oltre; -non dovete eccedere se volete ch'io vi creda. -</p> - -<p> -— Ebbene, senza parlare di voi.... (voi siete superiore -ai complimenti lusinghieri, lo so.... <i>qualcuno</i> -me l'ha detto....) chi fornisce la guardaroba della -signorina Emilia? Chi sceglie i suoi vestiti? -</p> - -<p> -— Io, adesso. Ma.... -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_295">[295]</span> -</p> - -<p> -— Me l'immaginavo, me l'immaginavo! Sapevo -che la povera signorina Graham lo deve a voi se è -sempre così elegante e bella. -</p> - -<p> -— No, v'ingannate; io non ho mai veduto Emilia -meglio vestita che il giorno del nostro primo incontro; -e la sua bellezza non deriva dall'arte: è naturale -in lei. -</p> - -<p> -— Oh, certo ella è avvenentissima, e tutti l'ammirano; -ma non pare verosimile che si dia pena di -mettersi così belle cose e portarle con tanta grazia, -per sua propria sodisfazione. -</p> - -<p> -— Non lo fa soltanto per sè medesima: è soprattutto -per compiacere suo padre che ha cura di vestire -lindamente e con gusto. A quanto ho udito, -quand'ebbe la disgrazia di perdere la vista si abbandonò -da prima a una grande noncuranza del -suo esteriore, ma avendo scoperto che con ciò accresceva -l'afflizione del signor Graham, si fece animo, -aiutata dalla signora Ellis; da allora lo ha sempre -contentato in questo particolare. Avrete però -notato, Rina, che non porta mai nulla di ricco e di -vistoso. -</p> - -<p> -— È vero; ed appunto la sua squisita semplicità -mi piace tanto. Ma dunque, Gertrude, essa non è -cieca dalla nascita? -</p> - -<p> -— No; fino ai sedici anni ebbe occhi bellissimi che -vedevano bene quanto i vostri. -</p> - -<p> -— Che le accadde? Come accecò? -</p> - -<p> -— Lo ignoro. -</p> - -<p> -— Non gliel'avete mai domandato? -</p> - -<p> -— No. -</p> - -<p> -— Curioso! O perchè? -</p> - -<p> -— So che non ne parla volentieri. -</p> - -<p> -— Ma a voi non si sarebbe ricusata di dirlo. V'idolatra! -</p> - -<p> -— Se avesse voluto dirmelo lo avrebbe fatto spontaneamente. — -</p> - -<p> -Rina guardò Gertrude con maraviglia. Era colpita -da un tale esempio di delicatezza e di rispetto -della sventura, ed ammirava per istinto un ritegno -di cui, lo sentiva, ella non sarebbe stata capace. -</p> - -<p> -— Ma il vostro abbigliamento? — domandò sorridendo -la sua amica. — Lo dimenticate? -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_296">[296]</span> -</p> - -<p> -— Ah, sì, avete ragione! Quasi m'era uscito di -mente.... E sono venuta per questo! Che mi metto -dunque stasera? Un abito grave o leggero? Bianco, -celeste o rosa? -</p> - -<p> -— Che ha scelto Isabella? -</p> - -<p> -— Una splendida seta celeste: è il suo colore favorito. -Ma a me non va. -</p> - -<p> -— Infatti, preferirei un altro per voi.... Bene, venite, -Rina, andiamo nella vostra camera; mi mostrerete -i vestiti e vi dirò il mio parere. — -</p> - -<p> -Ispezionata la guardaroba della signorina Ray, -Gertrude osservò che per la stagione erano più -adatte le stoffe leggiere e vaporose, e la scelta cadde -sopra un finissimo crespo bianco. Ma sorse una -nuova difficoltà. Nessuna delle acconciature da testa -che Rina possedeva era d'una perfetta freschezza, -nè, men che meno, poteva sostenere il paragone -con la leggiadra ghirlanda, nuova fiammante, che -Isabella stava accomodando sui suoi ricci biondi. -</p> - -<p> -— Non ce n'è una ch'io possa portare senza sfigurar -troppo accanto a lei! — sospirò Rina. Ma -volgendo gli occhi alla toelette dove c'era una scatola -aperta, esclamò vivamente: — Oh, ecco quello -che mi piacerebbe! Isabella, di dove li hai avuti, -questi magnifici garofani rosa? — -</p> - -<p> -Così dicendo prese alcuni dei fiori, i quali erano -un vero miracolo d'imitazione, e mostrandoli a Gertrude -soggiunse che facevano proprio al caso suo. -</p> - -<p> -— Non toccare i miei garofani! — gridò irosamente -Isabella, spiccandosi dallo specchio. — Me li -sciupi! — -</p> - -<p> -E li strappò di mano alla cugina, li ripose nella -scatola, chiuse questa in una cassetta del cassettone, -poi mise la chiave in tasca: atto di cui Gertrude -fu testimone attonita e indignatissima. -</p> - -<p> -— Rina, — ella disse — io vi farò, se volete, una -ghirlanda di fiori naturali. -</p> - -<p> -— Davvero? — rispose Rina ch'era rimasta male. — Oh, -che felice idea! Non ci può esser nulla di -più bello! Isabella, vecchia avaraccia stizzosa, tientele -pure tutte le tue ghirlande! Peccato che tu non -possa metterne due in una volta! — -</p> - -<p> -Fedele alla sua promessa, Gertrude preparò un'acconciatura -<span class="pagenum" id="Page_297">[297]</span> -da sera per la signorina Ray: e seppe -contessere con gusto tanto squisito i più bei fiori -del giardino, che quando Bella Clinton vide la cugina -così elegantemente ornata, grazie ad affettuose -cure di cui non soleva essere oggetto, ella, nonostante -la superba coscienza della propria singolare -bellezza, sentì un acuto morso di gelosia contro Rina -e una fiera avversione contro Gertrude. -</p> - -<p> -Per lei, che non poteva sopportare d'essere eclissata, -la manifesta corte fatta a Rina da Ben Bruce -mentre ella rimaneva negletta, era causa di gran -dispetto. Non già che inclinasse ad amare il giovane -cui l'altra desiderava piacere; ma la gloria -derivante alla cugina dalla preferenza ottenuta, il -vivo interessamento della zia, le occhiate significative -della signora Bruce, le facevano sentire ch'ella -era scesa al secondo posto: e però bramava oltremodo -di offuscare quella sera la piccola Ray tanto -meno appariscente di lei, attirando l'ammirazione -generale. Quando la signora Graham complimentò -Rina sulla sua straordinaria eleganza, dicendole che -non era mai stata così incantevole e soggiungendo -che <i>qualcuno</i> glielo avrebbe provato, Isabella atteggiò -le labbra a un sorriso di sprezzo e di sfida. E -Rina, col viso invermigliato dalla gioia, si volse a -Gertrude e le mormorò all'orecchio: -</p> - -<p> -— Il bianco piace al signor Bruce; me lo disse l'altro -giorno mentre appunto passavate per il salotto -vestita del vostro abito di mussolina. — -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XXXII.</h2> -</div> - -<div class="blockquote"> -<p> -Sappiate dunque che io ho sostenuto -le mie pretensioni alla vostra mano -nella maniera che meglio si conveniva -al mio carattere. -</p> - -<p class="indr"> -<span class="smcap">Ivanhoe.</span> -</p> -</div> - -<p> -Emilia non stava bene quella sera. Accadeva spesso -da qualche tempo che l'emicrania, o una stanchezza -insolita, una nervosa insofferenza d'ogni rumore, -d'ogni eccitazione, la costringessero a ritirarsi -nella sua camera e anche a coricarsi presto. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_298">[298]</span> -</p> - -<p> -Dopo che la signora Graham e le sue nipoti furono -scese nel salotto ad aspettare che il signor Graham -fosse pronto e che arrivasse la signora Bruce, Gertrude, -la quale aveva lasciato l'amica per alcuni minuti, -ritornò a lei, e la trovò più che mai molestata -da quella ch'ella chiamava l'importuna sua testa. -Agevolmente l'indusse a cercare nel sonno l'unico -infallibile rimedio; e sedutasi accanto al letto le fece -bagnuoli alle tempie, come soleva in questi casi, finchè -non la vide quetarsi in un placido sopore. Parve -disturbata un momento quando giunse la carrozza -dei Bruce, ma si riaddormentò subito, e così profondamente -da non essere scossa nemmeno dalla -voce sonora della padrona di casa che prima di partire -dava ordini a una delle persone di servizio. -</p> - -<p> -La giovanetta rimase ancora un poco senza muoversi; -poi, pian piano, si rizzò, preparò ogni cosa -per la notte, secondo i desiderî d'Emilia ch'ella ben -conosceva, e chiuso con riguardo l'uscio dietro a sè -andò nella propria camera a prendere un libro, col -quale scese nel deserto salotto dove c'era più fresco. -</p> - -<p> -Sedette a un tavolino, e si dispose a godersi quell'ora -di pace e libertà: occasione rara per lei. -</p> - -<p> -Aperse il volume portato seco; ma fossero i suoi -pensieri più avvincenti di quella lettura, o le dessero -noia le farfalline attirate dalla vivida fiamma -del lume, o la seducesse l'incanto della serena notte -estiva, ella non tardò a levarsi di lì per andare a -sedere presso la grande porta vetrata. -</p> - -<p> -Stava immersa nelle sue meditazioni, con la fronte -reclinata sulla mano, quando udì nel salotto un -passo, e voltandosi vide accanto a sè Ben Bruce. -Ella dette un sobbalzo ed esclamò: -</p> - -<p> -— Come! Voi qui, signor Bruce?... Credevo che -foste alle nozze. -</p> - -<p> -— No, v'era qualche cosa di più attraente per me -a villa Graham.... Vi pare ch'io possa trovar piacere -in una festa alla quale voi non partecipate? -</p> - -<p> -— Non ho mica tanta vanità da presumere il contrario. -</p> - -<p> -— Vorrei che ne aveste un po' più, signorina Gertrude. -Forse allora prestereste qualche volta maggior -fede alle mie parole. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_299">[299]</span> -</p> - -<p> -— Sono lieta del candore con cui riconoscete che -senza questo requisito è impossibile credere alle vostre -belle frasi, — diss'ella sorridendo. -</p> - -<p> -— Io non riconosco nulla di simile. Ciò che dico -a voi sarebbe creduto, e volentieri, da qualunque -altra ragazza; ma in qual modo persuadervi ch'io -sono serio, e merito d'essere ascoltato, indurvi a -trattar meco liberamente, a non sfuggire la mia compagnia? -</p> - -<p> -— Parlandomi con semplicità e sincerità, risparmiandomi -quei discorsi e quelle galanterie che, come -mi sforzo sempre di provarvi, io non posso gradire, -e a voi non fanno onore. -</p> - -<p> -— Ma io ho un fine, Gertrude, un fine <i>onorevole</i>. -Da parecchi giorni cerco un'opportunità di comunicarvi -la mia risoluzione; voi <i>dovete</i> ascoltarmi. -<i>Dovete</i> — proseguì con forza vedendola mutar colore -e mostrar segni d'inquietudine — darmi una -pronta risposta; e mi confido che sarà favorevole ai -miei desiderî. Vi piace che si parli schietto; ebbene, -così parlerò ora che ho preso un partito con animo -deliberato. I miei parenti e i miei amici facciano -pure le maraviglie e dicano quel che vogliono quando -sapranno che ho scelto in isposa una fanciulla -senza beni di fortuna e senza famiglia: io sono risoluto -a sfidarli tutti e ad offrirvi il mio nome. In -fin dei conti, a che serve il denaro se non rende l'uomo -indipendente e padrone di fare il piacer suo? -Quanto al mondo, non vedo perchè voi non vi portereste -alta la testa al pari di chiunque. Sicchè, se -non avete obiezioni, cessiamo questa scherma di parole, -e consideriamo la cosa come regolata. — -</p> - -<p> -Così dicendo cercò di prenderle la mano. -</p> - -<p> -Ma Gertrude si ritrasse vivamente; aveva le fiamme -al viso, e gli occhi le sfolgoravano nel fissarsi -in quelli di lui con un'espressione di stupore e d'orgoglio -offeso, tale ch'egli non poteva illudersi. -</p> - -<p> -Lo sguardo calmo e penetrante di quei grandi occhi -neri era pieno d'eloquenza; Ben Bruce non lo -sostenne e rispose alla muta interrogazione: -</p> - -<p> -— Spero che la mia franchezza non vi sia dispiaciuta.... -</p> - -<p> -— No, la franchezza non può mai dispiacermi, — ella -<span class="pagenum" id="Page_300">[300]</span> -disse con dignità. — Ma che ho fatto io inconsciamente -perchè abbiate a tenervi così sicuro di -me che mentre vi vantate di sfidare l'opposizione dei -vostri, quasi vi pare superfluo chiedere qual sia il -mio sentimento? — -</p> - -<p> -Egli si scusò: -</p> - -<p> -— Nulla, al contrario anzi.... Soltanto io pensavo -che la vostra ritrosia derivasse dall'impressione -ch'io vi lusingassi per giuoco, e che se aveste conosciuto -la serietà delle mie intenzioni non m'avreste -sfuggito nè trattato con sì sdegnosa alterezza; -ma, credetemelo, quel dignitoso contegno non faceva -che accrescere la mia ammirazione, e se ho -presunto di poter essere amato da voi dovete perdonarmelo. -Mi stimerò felicissimo d'ottenere il vostro -consenso e lo riceverò come un favore. — -</p> - -<p> -L'espressione d'orgoglio offeso svanì dagli occhi di -Gertrude. -</p> - -<p> -— Non è sua colpa; — ella disse tra sè — è fatto -così. Io devo compiangerlo per la sua vanità e la -sua ignoranza, e compatirlo per il disinganno che -gli cagiono. — -</p> - -<p> -Quindi, pur dichiarando al signor Bruce in modo -esplicito e positivo ch'egli non aveva destato in lei -simpatie più tenere della benevolenza di un'antica -e buona conoscente, procurò d'addolcire il rifiuto -dandogli una forma cortese, evitando ogni parola -che potesse affliggere il giovane o mortificarlo. Ella -sentiva, come sente in simili casi una vera donna, -di dover gratitudine e riguardo all'uomo che, per -quanto poca stima ella facesse di lui, le rendeva il -maggior onore possibile; e sebbene il suo rincrescimento -fosse temperato dal pensiero di Rina e della -strana condotta di Ben verso la fanciulla, condotta -ora doppiamente inesplicabile, nemmeno <i>questa</i> riflessione -le impedì di comportarsi non soltanto da -perfetta signora, ma da persona che, costretta a dare -ad altri un dispiacere, è addolorata dalla necessità -di farlo. -</p> - -<p> -Comprese però che la sua delicatezza era quasi -sprecata quando scòrse qual fosse l'animo del signor -Bruce nel vedersi opporre quel rifiuto inaspettato. -</p> - -<p> -— Gertrude, — egli disse — cotesto è un prendere -<span class="pagenum" id="Page_301">[301]</span> -a giuoco o me o voi medesima. Se siete ancora disposta -a far la ritrosa per civetteria, desidero che sappiate -ch'io non m'umilierò a sollecitarvi più oltre; -ma se, dimenticando i vostri propri interessi, ricusate -deliberatamente una fortuna come quella ch'io -v'offro, è davvero gran peccato che non abbiate amici -da cui siate bene consigliata. Non si presentano -tutti i giorni di tali occasioni, specie a una povera -maestrina di scuola; e se vi lasciate scappare questa, -oso dire che non ve ne capiterà mai una seconda. — -</p> - -<p> -A tale linguaggio insultante, <i>l'antico temperamento</i> -di Gertrude si ridestò, l'ira agitò il suo spirito, -si tradì nel lieve tremito delle sue dita appoggiate -alla tavola presso cui stava ritta, essendosi alzata -di scatto mentre egli parlava; ma per quanto insolita -e improvvisa fosse la ribellione del vecchio -nemico vinto, i suoi sentimenti erano da troppo tempo -assoggettati a una severa disciplina perchè ella -cedesse a quell'impulso, e rispose con voce commossa -ma pacata: -</p> - -<p> -— Signor Bruce, ammesso ch'io potessi fino a tal -punto dimenticare <i>me stessa</i>, non vorrei fare <i>a voi</i> -l'ingiuria di sposarvi per il vostro denaro. Io non -dispregio la ricchezza: so il bene di cui può esser -fonte. Ma il mio amore non si compera a prezzo -d'oro. — -</p> - -<p> -Così dicendo mosse verso l'uscio. Egli le afferrò -una mano. -</p> - -<p> -— Fermatevi! Vogliate ascoltarmi un momento, -permettermi una domanda.... Siete gelosa delle attenzioni -da me prodigate ultimamente ad un'altra? -</p> - -<p> -— No, punto. Confesso però che non mi posso spiegare -la vostra ambigua condotta. -</p> - -<p> -— Avete forse creduto ch'io mi curassi davvero -di quella scioccherella? — proseguì Ben con ardore. — Ch'io -avessi alcun altro desiderio che di mostrarvi -se fossero apprezzabili i miei omaggi?... No, non -ho mai provato ombra di passione per Rina Ray.... -Il mio cuore è stato sempre tutto vostro, e se mi -fingevo attratto da <i>lei</i>, era soltanto nella speranza -d'ottenere uno sguardo da <i>voi</i>.... uno sguardo <i>ansioso</i>, -intendete? Oh, quanto ho spesso bramato di -<span class="pagenum" id="Page_302">[302]</span> -vedervi manifestare la metà del piacere che manifestava -Rina in mia compagnia.... arrossire e sorridere -così.... brillare in viso quand'ero allegro, esser -triste del mio malumore, farmi sperare infine -d'aver conquistato l'amor vostro, come il suo.... Ma -amarla, io? Poh! La canina della signora Graham -non potrebbe essere una rivale meno pericolosa per -voi di quella puerile.... -</p> - -<p> -— Tacete, tacete! — gridò Gertrude interrompendolo. — Per -<i>me</i>, se non per rispetto di <i>voi stesso</i>! -Oh, è mai possibile.... — -</p> - -<p> -Non potè continuare. Si lasciò cadere in una poltrona, -scoppiò in lacrime, e nascondendo la faccia -tra le palme, al modo che soleva quand'era bambina, -pianse irrefrenabilmente. -</p> - -<p> -Ben Bruce era sbalordito. S'accostò a lei e chiese -in tono sommesso: -</p> - -<p> -— Perchè piangete? Che ho fatto? — -</p> - -<p> -Ella non fu in grado di rispondere se non in capo -a qualche minuto. Sollevò la testa, si scosse dalla -fronte i capelli scomposti, e mostrando un viso che -esprimeva solo un intenso dolore, disse con voce -rotta: -</p> - -<p> -— Che avete fatto? E potete domandarlo? Ella è -una dolce creatura, gentile, affettuosa. Ha un cuore -amante e fidente. E voi l'avete <i>ingannata</i>, ingannata -per causa mia.... Oh, come, come ne foste capace!... — -</p> - -<p> -Il giovanotto ora pareva sconcertato, e mormorò, -non senza esitare: -</p> - -<p> -— Le passerà. -</p> - -<p> -— Le passerà, <i>che cosa</i>? — replicò Gertrude. — Il -suo amore per voi? Può ben darsi. Io non so quanto -profondo sia. Ma pensate alla sua felice e amorosa -natura, e al tradimento con cui l'avete contristata! -Pensate ch'ella credeva sincere le vostre parole, -mentre erano tutte vuote, tutte false! Abusando -così della sua fiducia, voi avete dato una perniciosa -lezione di scetticismo ad una giovanetta, orfana di -padre e di madre, che ha diritto alla simpatia e alla -protezione di tutti. -</p> - -<p> -— Non m'immaginavo che voi la pigliereste in cotesto -senso, — disse Ben. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_303">[303]</span> -</p> - -<p> -— E in quale altro potrei pigliarla? — ella rispose. — Speravate -forse che una tale condotta vi concilierebbe -la mia stima? -</p> - -<p> -— Date troppo peso alla cosa, Gertrude: siffatti -corteggiamenti sono comunissimi. -</p> - -<p> -— Tanto peggio. Per me, che non ho pratica del -bel mondo, il trastullarsi con un cuore umano è -una mala azione. Se Rina vi ami, io non so; ma -quale opinione può avere della vostra lealtà? -</p> - -<p> -— Mi pare che non dovreste essere tanto dura, signorina -Gertrude, posto ch'io sono stato mosso unicamente -dall'amore che vi porto. -</p> - -<p> -— Forse sarò dura. Non ho autorità di censurare: -parlo soltanto per impulso del cuore. Che un'orfana -prenda la difesa di un'orfana è naturale. Forse -anche Rina stessa considera il fatto meno grave che -a me non sembri, e non ha bisogno d'avvocati. Ma, -signor Bruce, non abbiate del mio sesso una così -bassa opinione da credere che si possa guadagnare -l'amore e il rispetto d'una donna con un tradimento -verso un'altra. Sarebbe l'infima tra le femmine colei -che rinnegasse così i principî della rettitudine -e dell'onore. -</p> - -<p> -— Tradimento! Che paroloni! Voi esagerate per -troppo orgoglio. -</p> - -<p> -— Tant'è vero che mezz'ora fa mi sentivo disposta -a piangere vedendo che voi avevate riposto il -vostro affetto in chi non poteva corrispondervi, e se -ora piango per colei che ha dato ascolto alle vostre -parole menzognere, e la cui pace fu per lo meno -<i>minacciata</i> a cagion mia, dovete ascriverlo al non -essersi ancora inaridito il mio cuore nel contatto -col mondo. — -</p> - -<p> -Seguì un breve silenzio. Ben Bruce fece alcuni -passi verso l'uscio, poi si fermò, tornò indietro, e -disse: -</p> - -<p> -— Dopo tutto, Gertrude Flint, io credo che verrà -un tempo in cui le vostre idee saranno meno romantiche, -e ricordando questa sera vi dorrà di non -aver proceduto diversamente. V'accorgerete, non dubitatene, -che questo è un mondo ove ciascuno deve -provvedere a sè. — -</p> - -<p> -E uscì concitato, senza soggiungere verbo. Un momento -<span class="pagenum" id="Page_304">[304]</span> -appresso Gertrude l'udì chiudere la porta di -casa d'un colpo violento. -</p> - -<p> -Allora la quiete del salotto che più non risonava -delle loro voci commosse, fu di nuovo turbata da -un lieve gemito il quale veniva dal vano d'una finestra. -Ella sussultò. Avvicinatasi, intese un singhiozzo -represso. Alzò la tenda drappeggiata, e, là, sul -largo sedile che occupava un lato dell'ampio strombo, -vide la povera Rina Ray col viso affondato nei -cuscini, e la sottile personcina contorta in uno strano -atteggiamento di abbandono disperato, come di -bimba accasciata sotto il peso d'un gran dolore. L'abito -di crespo bianco gualcito, la ghirlanda di fiori -naturali avvizzita e spostata, che le pendeva dietro -fin sul collo, il piccolo pugno che stringeva convulsamente -un cordone della tenda, rendevano ancor -più penosa quell'espressione d'estrema angoscia. -</p> - -<p> -— Rina! — esclamò Gertrude la quale aveva indovinato -chi era prima ancora di vederla. -</p> - -<p> -Al suono della sua voce la fanciulla si rizzò d'un -balzo, e si gettò tra le sue braccia, le posò il capo -sulla spalla. Non piangeva, non <i>poteva</i> piangere, -ma un tremito che non giungeva a dominare la scoteva -tutta. La mano premente la mano dell'amica, -era gelida da far paura, gli occhi sembravano fissi, -e lo stesso gemito isterico che l'aveva tradita nel suo -nascondiglio, le usciva ad intervalli dalla gola, spaventando -Gertrude a cui ella s'aggrappava come -presa da un subito terrore. -</p> - -<p> -Questa, sorreggendola, la trasse fino a un divano, -le sedette accanto, e si strinse dolcemente al -petto la personcina tremante, scaldò le manine diacce, -baciò e ribaciò le labbra irrigidite, finchè ottenne -di ricomporla almeno in un'apparenza di calma. -Per un'ora Rina stette così abbracciata a lei, ricevendo -le sue carezze con evidente piacere, e rendendole -ogni tanto con impeto convulso, ma senza -proferir parola. -</p> - -<p> -Guidata da un savio criterio e da una perfetta delicatezza, -la sua giovane protettrice s'astenne dall'interrogarla -o accennare comunque al colloquio -certo udito di nascosto, senza perderne sillaba; ma -aspettato pazientemente che fosse in realtà più tranquilla, -<span class="pagenum" id="Page_305">[305]</span> -le preparò un cordiale, poi, vedendola prostrata -di corpo e d'anima, le cinse con un braccio -la vita, la condusse di sopra, e la fece entrare, senza -cerimonie, nella propria camera, dove, se non -doveva godere il ristoro del sonno, le sarebbero state -risparmiate almeno le osservazioni e la curiosità -d'Isabella. Stretta sempre all'amica, la povera fanciulla, -che finalmente uno sfogo di pianto aveva alquanto -sollevata, finì però con l'assopirsi fra i singhiozzi; -e tutte le sue pene furono per allora sepolte -nel profondo oblio in cui l'infanzia e la giovinezza -trovano una tregua al dolore, e talvolta un balsamo -che lo sana. -</p> - -<p> -Non fu così di Gertrude, la quale, benchè fosse circa -della stessa età, aveva già conosciuto troppe afflizioni -e troppe cure perchè potesse conservare il -beato privilegio d'addormentarsi agevolmente anche -in mezzo alle inquietudini. Era necessario, d'altronde, -ch'ella vegliasse per aspettare il ritorno della -signorina Clinton e spiegarle l'assenza di sua cugina -dalla camera da esse occupata in comune. Seduta -alla finestra, tendeva l'orecchio, impensierita, -poichè Rina aveva cominciato ad agitarsi sui guanciali -e mormorava parole incoerenti, evidentemente -turbata nel suo sonno da sogni affannosi. Era passata -la mezzanotte quando arrivarono i signori Graham -con la nipote. Ella s'affrettò ad avvertire quest'ultima -che la signorina Ray, indisposta, s'era coricata -nella camera sua. -</p> - -<p> -Ma il rumore delle carrozze aveva destato la dormente. -Quando Gertrude rientrò, la trovò in atto di -stropicciarsi gli occhi cercando di raccogliere i propri -pensieri. Subitamente la scena della sera innanzi -le balenò nella memoria, e con un sospirone ella -esclamò: -</p> - -<p> -— Oh, Gertrude! Sognavo il signor Bruce.... Dite, -l'avreste creduto capace di trattarmi in tal modo? -</p> - -<p> -— No, di certo.... Ma s'io fossi in voi, non lo sognerei, -nè vorrei pensarci da sveglia.... Dormiamo -e dimentichiamolo. -</p> - -<p> -— Eh, per voi è un'altra cosa! — fece Rina con -semplicità. — Egli vi ama e voi non l'amate.... mentre -io.... io.... — -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_306">[306]</span> -</p> - -<p> -S'interruppe, soverchiata dalla sua passione, e nascose -il volto nei guanciali. -</p> - -<p> -Gertrude s'accostò al letto, pose una mano sul capo -della povera fanciulla, e terminò la frase per lei. -</p> - -<p> -— Il vostro cuore è così grande, Rina, ch'egli -forse v'ha trovato un posticino; ma è un cuore troppo -buono, dove non sono degni d'entrare i vili. Non -dovete pensare più a colui; è immeritevole della vostra -stima. -</p> - -<p> -— Ahimè, non posso! Come ha detto, sono una -scioccherella.... -</p> - -<p> -— No, non è vero, — disse Gertrude con un tono -incoraggiante. — E dovete provarglielo. -</p> - -<p> -— In qual maniera? -</p> - -<p> -— Facendogli vedere che nonostante la sua dolcezza, -Rina Ray è coraggiosa e forte, ch'ella non -crede più alle sue menzogne lusinghiere, e tiene le -sue galanterie per ciò che valgono. -</p> - -<p> -— Mi aiuterete, Gertrude? Voi siete la mia migliore -amica; avete preso le mie difese, gli avete mostrato -quanto malvagia è stata la sua condotta verso -di me. Mi permetterete di venire a voi, quando non -mi sentirò la forza di nascondere il mio dolore a lui, -alla zia, ad Isabella? — -</p> - -<p> -Un caldo abbraccio di Gertrude l'assicurò che -avrebbe sempre trovato in lei aiuto e simpatia. -</p> - -<p> -— Vedrete, — affermò questa — che tra poche -settimane sarete di nuovo serena ed allegra come -prima. Non vi riuscirà difficile cessar d'amare una -persona che avete cessato di stimare. — -</p> - -<p> -L'innamorata protestò che mai più non sarebbe -stata felice; ma Gertrude, sebbene novizia anch'essa -nelle vie del cuore umano, era più fiduciosa, perchè -dalla violenza medesima dello sfogo comprendeva -che il dolore di Rina somigliava un po' a uno di -quegl'impetuosi dolori infantili che si esauriscono -in lacrime e singhiozzi, e pensava che i più intimi -recessi dell'anima sua fossero rimasti immuni dai -danni della tempesta. -</p> - -<p> -Sentiva nondimeno per lei una profonda compassione, -e insieme temeva ch'ella non avesse tanta -forza di carattere da comportarsi di fronte al signor -Bruce come richiedeva la sua dignità di donna, ed -<span class="pagenum" id="Page_307">[307]</span> -evitare d'esporsi ai dileggi d'Isabella e al disprezzo -della zia palesando col suo aspetto e il suo contegno -la grave mortificazione patita. -</p> - -<p> -Fortunatamente, quanto al giovane la prova le fu -risparmiata, giacchè egli non si presentò più a villa -Graham, e si seppe ch'era partito per tutto il rimanente -della stagione estiva. La maraviglia e la curiosità -suscitate nelle due famiglie da questa improvvisa -partenza furono dunque la sola causa di -difficoltà esteriori contro cui ebbe a lottare la povera -Rina, sulla quale veniva a cadere il sospetto ch'ella -non fosse estranea al brusco allontanamento del suo -corteggiatore. La zia e la cugina la tempestavano -di domande: «L'aveva ella rifiutato? Si erano bisticciati? -E perchè?» -</p> - -<p> -Ella negava l'una cosa e l'altra, ma non le credevano, -e il mistero persisteva, strano e solleticante. -</p> - -<p> -La signora Graham e Isabella non ignoravano che -la sera della festa Rina si era, all'ultimo momento, -ricusata d'andarci, con un pretesto, perchè mentre -s'aspettava la carrozza della signora Bruce aveva -per caso risaputo che Ben non ci sarebbe stato; ed -essendo riescite a farle confessare ch'egli era poi -venuto alla villa, ne trassero la naturalissima ipotesi -d'un dissenso tra i due supposti innamorati. -</p> - -<p> -Isabella, dall'altro canto, conoscendo troppo bene -i sentimenti della cugina, non poteva già credere -ch'ella avesse rinunziato di sua spontanea volontà -a un adoratore tenuto in sì gran pregio, e vedeva -la sensitiva giovanetta sussultare ad ogni accenno -alla costui diserzione. Quindi l'affetto di parente e -d'amica, e un senso di delicatezza avrebbero dovuto -vietarle di toccare il penoso soggetto. Ma invece il -signor Bruce e la sua enigmatica scomparsa erano -il tema favorito de' suoi discorsi, e al minimo disaccordo -tra lei e Rina, ella non mancava di confonderla -e chiuderle la bocca con qualche pungente sarcasmo -allusivo al suo amore andato a male. -</p> - -<p> -Rina allora si rifugiava presso Gertrude, le confidava -le sue pene, invocava il conforto della sua simpatia, -trovando non soltanto benevolo ascolto, ma -attingendo in quell'amicizia maggior coraggio e serenità -d'animo che non potessero venirle in soccorso -<span class="pagenum" id="Page_308">[308]</span> -da alcun'altra parte. E a grado a grado la loro familiarità -divenne per lei così dolce, ch'ella le doveva -le sole sue buone ore di pace. Gertrude si prendeva -teneramente a cuore la sorte della fanciulla che aveva -sofferto un crudele disinganno di cui ella era -l'involontaria cagione. Lo spirito depresso, l'aria -mesta e pensosa della piccola Rina Ray, per sua -natura così viva, così gaia, le dicevano con eloquenza -commovente il suo intimo dolore; ed ella procurava -in ogni modo di distrarla, di ricrearla, di farle -prender gusto a quelle occupazioni e quei piaceri in -cui ella stessa aveva spesso trovato un sollievo negli -affanni tormentosi, nelle contrarietà irritanti. -</p> - -<p> -Certo, quasi tutto il suo tempo era dedicato ad -Emilia, la sua amica più cara, la sua benefattrice; -ma Emilia non aveva abitudini esclusive; quando -non l'affliggevano quelle indisposizioni alle quali andava -soggetta, era sempre disposta a ricevere cordialmente -i visitatori cui la sua compagnia poteva -esser grata o utile; perfino la indisciplinata e spensierata -Fanny Bruce sentiva di non riuscire importuna, -tanto era gentile il sorriso che l'accoglieva e -tollerante l'indulgenza concessa alle sue monellerie. -Rina dunque approfittava anche lei di questa cortese -ospitalità; e poichè la cieca, col suo raro intuito, -comprendeva che la fanciulla non era più la felice -e folle creatura di prima, e aveva bisogno della sua -benevolenza, questa era per lei doppiamente benvenuta. -</p> - -<p> -Tutte le volte che Isabella si divertiva a punzecchiare -e mortificare la cuginetta oltre i limiti della -pazienza umana, e che Gertrude si trovava occupata -nella camera della signorina Graham, una snella -figurina s'affacciava timidamente all'uscio socchiuso, -e una voce soave come nessuna diceva dall'interno: -</p> - -<p> -— Vi sento, Rina; entrate, cara; la vostra compagnia -ci è sempre gradita. — -</p> - -<p> -E Rina entrava, si sedeva accanto a Gertrude, imparava -da lei qualche artistico lavoro d'ago, o ascoltava -qualche piacevole lettura, o godeva dell'ancor -più piacevole conversazione d'Emilia. Passava così -ore indimenticabili: ore calme, serene, ch'erano tanto -<span class="pagenum" id="Page_309">[309]</span> -diverse da quelle vissute fino allora, e lasciavano -in lei un'impressione duratura, benefica per il suo -spirito e il suo cuore. -</p> - -<p> -Nessuno poteva trattare familiarmente con Emilia Graham, -ascoltare le sue parole, vedere la radiosità -del suo celeste sorriso, respirare nella pura -atmosfera che la circondava, senz'acquistar almeno -l'<i>amore</i> della virtù e della santità, se non qualche -particella della loro <i>essenza</i>. Ella era così scevra di -egoismo, così paziente e rassegnata nonostante le -sue privazioni, che Rina avrebbe sentito vergogna -di lamentarsi in sua presenza; ed intorno a lei regnavano -una pace e una giocondità il cui influsso -irresistibile faceva spesso scordare alla giovanetta -la causa della sua infelicità a segno ch'ella ripigliava -senz'avvedersene la naturale gaiezza. Di giorno -in giorno, oramai, la sua passione, il suo rammarico, -tanto cocenti, tanto veementi sulle prime, -andavano dissipandosi rapidamente come sogliono -questi turbini di dolore, e mentre la guarigione progrediva -in una tranquilla inconsapevolezza, un'altra -opera non meno salutare ed importante s'iniziava -in quell'anima. Frequentando una creatura eletta -come Emilia, di cuore puro e di mente alta, vivendo -in ancor più intima familiarità con la degna sua -discepola, Rina apprendeva ad elevare i suoi pensieri, -a mirare nelle sue azioni a nobili fini cui la -vita ch'ella aveva condotta per l'innanzi era affatto -estranea. -</p> - -<p> -Ammaestrata in parte dai precetti e dall'esempio -delle sue nuove amiche, in parte dalla propria amara -esperienza, la «scioccherella» che s'era lasciata -prendere alle lusinghe di Ben Bruce vedeva adesso -tutta la vanità e tutta la follia di cui s'era fino allora -nutrito il suo spirito; e risolvendo per la prima -volta di coltivare amorosamente le facoltà immortali, -cominciò a sviluppare i germi della sua -miglior natura, i quali, maturati col tempo e con -l'aiuto di nuovi benefici influssi, trasformarono la -frivola e leggera fanciulla mondana in una donna -seria, utile e amabile. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_310">[310]</span> -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XXXIII.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Lievi dispregi, forse d'odio scevri,</p> -<p>Il mal che non potrebbero col peso</p> -<p>Fan col numero, e i piccoli dolori</p> -<p>A mille ci corrodono la vita.</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Anna More.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -Gertrude era lungi dall'immaginarsi che mentre -ella s'adoperava piamente, con tutte le sue forze, a -procacciare la felicità e il benessere morale di Rina, -affidatasi al suo affetto e alla sua cura, andava eccitando -la gelosia e la malevolenza d'altre persone. -</p> - -<p> -Isabella Clinton, la quale non aveva mai veduto -di buon occhio quella fanciulla il cui carattere, la -cui condotta parevano un continuo rimprovero alla -sua vanità e al suo egoismo, e per giunta rea del -delitto d'essere l'amica prediletta d'un giovane che, -adolescente, aveva lasciato nel superbo suo cuore -un sentimentale ricordo, aspettava con impazienza -un'occasione di denigrarla dinanzi alla signora Graham. -La grande intimità nata tra Gertrude e Rina -non era sfuggita alla sua osservazione e destava in -lei un vivo risentimento, sebbene ella stessa la ribadisse -e la rafforzasse con la propria freddezza e -la propria ingenerosità verso la povera delusa. Ora, -rammentando che sua cugina, precisamente la sera -della supposta rottura di questa col signor Bruce, -aveva disertato la loro camera comune per rifugiarsi -in quella di Gertrude, s'affrettò a comunicare alla -zia il sospetto che costei avesse suscitato e fomentato -qualche discordia tra i due innamorati e fosse -riuscita a mandare a monte il matrimonio. -</p> - -<p> -La signora Graham non esitò ad accettare la sua -opinione. -</p> - -<p> -— Rina — ella disse — è d'animo debole ed evidentemente -si lascia dominare dalla signorina Flint. -Non mi farebbe maraviglia che tu ti fossi apposta, -cara Bella! — -</p> - -<p> -Così collegate, cercarono di strappare a Rina, per -via di sorpresa o d'astuzia, una confessione circa il -modo in cui Gertrude sarebbe giunta ad allontanare -<span class="pagenum" id="Page_311">[311]</span> -il suo pretendente e a raggirare lei. La fanciulla -negò, indignata, che la sua amica si fosse resa colpevole -di questa mala azione, e seguitò ostinatamente -a ricusarsi di rivelare ciò ch'era avvenuto alla -villa la sera della festa nuziale. Era il primo segreto -ch'ella serbava: ma il suo orgoglio femminile -vi si trovava coinvolto, e sì l'onore che la saggezza -le imponevano di custodirlo con rigorosa cura. -</p> - -<p> -La collera d'Isabella e della signora Graham si -rinfocolò. Molto discussero in segreto la questione, -molte vane congetture fecero; di giorno in giorno -s'esasperavano contro Gertrude, e il loro contegno -verso di lei cominciò a manifestarlo. La fanciulla -presto s'avvide d'esser fatta segno di meditate scortesie, -poichè quantunque non dipendesse dalle loro -grazie, non mancavano, vivendo sotto lo stesso tetto, -occasioni in cui potessero ferirla con maniere -sgarbate, le quali divennero sempre più provocanti -e sarebbero state insopportabili senza la severa disciplina -morale che frenava il suo temperamento. -</p> - -<p> -Con mirabile pazienza ella mantenne la sua equanimità. -Non aveva mai aspettato benevolenza nè riguardi -da parte della signora Graham e della signorina -Clinton. Fin da principio s'era persuasa che -tra lei e loro ci poteva essere poca simpatia, e adesso -che le mostravano aperta avversione, lottava strenuamente -seco stessa per conservare non soltanto -la calma e il dominio dei propri sentimenti, ma un -costante spirito di carità. E fu bene che non cedesse -a quella prima prova cui veniva sottoposta la sua -tolleranza, perchè un'assai più grave e inopinata -provocazione le riserbavano le sue maligne persecutrici. -Irritate da quella paziente e dignitosa condotta -che non avevano preveduta, accese dal dispetto -di picchiare a vuoto, risolsero d'attaccarla da un altro -lato: ed Emilia, la dolce, amabile, inoffensiva -Emilia, fu il nuovo oggetto contro cui diressero le -loro ostilità. -</p> - -<p> -Gertrude sapeva soffrire le ingiustizie, i dispregi, -perfino le parole ingiuriose e crudeli finchè non colpivano -che lei; però il sangue le bollì nelle vene -quando vide che la sua diletta amica diveniva la -vittima d'una bassa animosità palesata da vergognose -<span class="pagenum" id="Page_312">[312]</span> -piccole trascuranze, da malevoli procedimenti. -Rivolgersi alla gentile creatura in termini men -che cortesi pareva quasi impossibile; più impossibile -ancora trovar qualche cosa a ridire sul conto d'una -persona la cui vita era tutta bellezza e bontà; e la -sventura che la teneva in certo modo appartata, -sembrava doverla mettere al riparo d'ogni aggressione. -Ma la signora Graham era grossolana e impulsiva, -Isabella egoista e dura. Già molto prima -che la cieca s'accorgesse delle loro nemiche intenzioni, -Gertrude aveva sentito il suo cuore fremere -e ribellarsi dinanzi ad atti e discorsi che tradivano -il proposito di dar noia ad Emilia o d'affliggerla, -tanto erano propri a ferire, se rilevati, la sensibilità -di un'anima delicata. Ed ella vigilava: più d'un -colpo veniva da lei stornato; più d'una mancanza -riparata a tempo; più d'un disegno ch'esse contrariavano -perchè lo sapevano favorito dalla signorina -Graham, era portato a compimento grazie alla sua -perseveranza e alla sua energia. Così durante alcune -settimane Emilia ignorò che vari piccoli uffici -servili le erano prestati adesso da Gertrude perchè -Brigida aveva ricevuto dalla sua padrona ordini -incompatibili col disbrigo di tutte le faccende per -conto della signorina. -</p> - -<p> -Il signor Graham era allora assente, avendolo certe -difficoltà che intralciavano i suoi affari chiamato -a Nuova York nella stagione in cui egli soleva godere -ozi beati, libero da ogni cura. La sua presenza -sarebbe stata un freno potente per la moglie, la -quale ben conosceva il tenero e devoto affetto che -egli portava alla propria figliuola e il suo desiderio -che il benessere di lei fosse considerato in casa sua -come cosa di capitale importanza. E appunto il suo -amore e le sue cure per Emilia, il rispetto, l'adorazione -quasi, di cui tutti i familiari la circondavano, -avevano destato fin dal primo giorno la gelosia della -nuova signora Graham; e però ella approfittava di -buon grado del pretesto offertole da Isabella, per -dare sfogo al suo astio. Infatti ciò che concerneva -Rina e la sua diserzione, com'esse dicevano, nel -campo nemico, non era che una causa secondaria -di diffidenza e d'avversione. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_313">[313]</span> -</p> - -<p> -Tuttavia la brusca e misteriosa partenza del signor -Bruce, ed il sospetto che Gertrude, appoggiata -dalla sua protettrice, avesse messo male tra lui e -la fanciulla, forniva loro un motivo ostensibile di -risentimento, ed erano determinate a trarre da questa -scusa tutto il partito possibile. -</p> - -<p> -Un giorno, poco innanzi il ritorno del signor Graham, -mentre Isabella e sua zia sedute nell'atrio cercavano -d'ingannare le ore tediose di quell'afoso pomeriggio -d'agosto sparlando di tutto il resto della -famiglia, fu recata alla signora una lettera di suo -marito. Ella ne scorse rapidamente il contenuto e -disse con aria di sodisfazione: -</p> - -<p> -— Buone notizie, Bella! Pare che ci sia per noi -la speranza di qualche piacere in questo mondo.... — -</p> - -<p> -E lesse ad alta voce il seguente passo: -</p> - -<p> -«Il molesto affare che m'ha costretto a venir qui -è già quasi regolato, e nel modo più favorevole ai -miei desiderî e ai miei disegni. Non veggo più alcun -ostacolo al nostro viaggio in Europa; dunque -partiremo nella seconda metà del mese venturo. Le -ragazze facciano i loro preparativi. Dite ad Emilia -che non risparmi nulla per provvedere dell'occorrente -sè e Gertrude.» -</p> - -<p> -Isabella osservò ghignando: -</p> - -<p> -— Parla di Gertrude come fosse una di noi! Confesso -ch'io non mi riprometto un piacere molto -grande dal viaggiare per l'Europa con una cieca e -la sua sgradevole appendice. Non capisco proprio -perchè il signor Graham voglia portarsele dietro. -</p> - -<p> -— Magari le lasciasse a casa! — sospirò la zia. — Sarebbe -per Gertrude un buon castigo. Ma, ohimè, -sta' pur sicura, egli partirebbe piuttosto senza la mano -destra che senza Emilia! -</p> - -<p> -— Spero che se mai mi marito, — esclamò la ragazza — non -sarà con uno che abbia una figlia cieca! -E per giunta una persona così terribilmente virtuosa, -che tutti sono in obbligo d'idolatrarla, ammirarla -e servirla. -</p> - -<p> -— <i>Io</i> non ho da servirla; cotesto è l'ufficio di Gertrude: -non è qui per altro. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_314">[314]</span> -</p> - -<p> -— E quest'è il peggio: la cieca ha bisogno d'una -camerista, e la camerista è una gran dama che non -si perita di sottrarre alle vostre nipoti i loro innamorati -e guastarle tra loro. -</p> - -<p> -— E che ci posso fare io, Bella? Puoi credere che -io non desidero la compagnia della Flint più di te; -ma non so davvero in che modo riuscirei a liberarmene. -</p> - -<p> -— Io vi consiglio di raccontare un po' al signor -Graham il male che ha già fatto. Se avete qualche -potere su lui, non vi sarà difficile impedirle di partecipare -al nostro viaggio. -</p> - -<p> -— Sarebbe soltanto ciò che merita; e non dico che -non gli toccherò della sua condotta. Certo rimarrà -stupito di quella subitanea fuga di Ben Bruce, perchè -non dubitava che avrebbe sposato Rina. — -</p> - -<p> -In quella la signorina Clinton dovette interrompere -la conversazione per andare a ricevere visite -che arrivavano, e lasciò la signora Graham in una -disposizione d'animo feconda di gravi conseguenze. -</p> - -<p> -Mentre Isabella scendeva la gradinata d'ingresso -per andare incontro con sorrisi e complimenti agli -ospiti che nell'intimo del suo cuore ella desiderava -a cento miglia di distanza in quel torrido pomeriggio -estivo, Gertrude saliva dalla cucina per la scala -di dietro, e attraversava un corridoio conducente -nella sua camera. Ella portava sulle braccia un abito -di fine mussolina bianca, un buon numero di -golette ricamate, di maniche e manichetti a piegoline, -e altro, ogni cosa stirato di fresco. Era rossa -in viso, e pareva molto stanca. Entrata, depose sul -letto, accuratamente, il suo fardello, si scostò i capelli -dalla fronte, aprì una persiana, e traendo un -respirone sedette accanto alla finestra per godere -un soffio d'aria fresca, se c'era. La signora Prime, -che passava appunto per il corridoio, sporse la testa -dall'uscio socchiuso, e visto che Gertrude era -sola venne avanti. Guardò in atto di maraviglia la -roba stirata, poi guardò lei, notò gli effetti del faticoso -lavoro, e proruppe con indignazione: -</p> - -<p> -— Affemmia, signorina Gertrude, scommetto che -avete stirato voi stessa l'abito di mussolina e il resto! — -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_315">[315]</span> -</p> - -<p> -La giovanetta sorrise ma non rispose. -</p> - -<p> -— Oh, quest'è troppo! — esclamò la buona donna. — Pensare -che voi avete lavorato in quella cucina -ch'è un forno nelle ore calde, mentre noi si faceva -la siesta!... Sono certa che la signorina Emilia non -vorrebbe metterselo mai più cotesto abito bianco, se -lo sapesse! -</p> - -<p> -— Dite piuttosto che non è quasi da mettersi.... -Io non ho pratica di stirare, e ho durato gran fatica; -una parte mi s'asciugava prima che avessi finito -di passare il ferro sull'altra. -</p> - -<p> -— È una galanteria, invece; ma non so davvero -perchè abbiate da far voi il lavoro di Brigida. -</p> - -<p> -— Brigida è sempre tanto occupata, — disse Gertrude -evitando una risposta diretta — e poi è bene -ch'io impari. Nessuna cognizione è inutile, signora -Prime. -</p> - -<p> -— Ma dopo pranzo, con questo po' di caldo, non -è il tempo adatto per simili sperimenti. E oso dire -che neppur voi l'avreste scelto se non fosse stato il -pensiero che la signorina Emilia poteva aver bisogno -della sua roba e non trovarla pronta. Che mutamenti -in casa Graham! La figliuola del padrone, -una volta al primo posto, adesso è ridotta ad aspettare -che sia stirata la biancheria degli altri per ottenere -la propria. Brigida dovrebbe aver tanto giudizio -da non dar retta a quelle villane rivestite quando -le ordinano, per esempio, come sentii giusto ieri -la signora, di lasciare stare «quel mucchio di mussoline» -per occuparsi di faccende «più importanti....» -La nostra Caterina non sarebbe stata così -grulla: ma Brigida è anch'essa una nuova capitata. -E io pensai subito: «Che direbbe la signorina Gertrude -vedendo trascurare così la signorina Emilia?» -Eh, com'è vero ch'io mi chiamo Prime, voglio che -la padroncina sappia quel che succede qui!... Voi -non vi scalmanerete più a stirare: se le sue vesti -e la sua biancheria fine, e specie la vostra, non possono -più esser lavate e stirate in casa, si daranno -fuori. Denaro ce n'è, e se ne deve spendere un poco -anche per i bisogni delle signore vere. Vorrei pure -che l'Isabella andasse a cambiar aria: le farebbe -buono! Mi feriscono nel cuore le vessazioni che si -<span class="pagenum" id="Page_316">[316]</span> -commettono contro voi due.... Io non ci reggo più; -vo difilato dalla signorina e vuoto il sacco. -</p> - -<p> -— No, che non ci andrete, signora Prime, — disse -Gertrude in tono persuasivo — posto ch'io vi prego -di non farlo. Voi dimenticate quale dispiacere proverebbe -Emilia se risapesse questa mancanza di riguardo -della signora Graham. Io vorrei stirare vestiti -di mussolina tutti i giorni piuttosto che lasciarle -pur <i>sospettare</i> una volontaria scortesia di -qualcuno verso di lei. — -</p> - -<p> -La cuoca esitò. Infine disse: -</p> - -<p> -— Signorina Gertrude, io credevo che nessuno potesse -amare la nostra cara Emilia più di me, ora capisco -però che voi l'amate <i>meglio</i>, perchè usate tanta -prudenza e saviezza per amor suo. Io tacerei se non -vi andaste di mezzo <i>voi</i>: siete venuta in questa casa -ch'eravate ancora una bambina, e tutti v'abbiamo -posto affetto e vi teniamo in gran conto.... Io non -posso tollerare di veder quella gente mettervi i piedi -sul collo come ne ha l'intenzione. -</p> - -<p> -— So che mi volete bene, signora Prime, e ad -Emilia pure: dunque tanto per me che per lei non -dovete fiatare con anima viva su questi cambiamenti -nel governo della famiglia. Facciamo quanto è possibile -per risparmiarle il dolore di conoscerli: circa -il resto, non dateci peso. Se anche non mi tratteranno -con l'amorevolezza e l'indulgenza a cui gli altri -m'avevano avvezzata, qui, il miglior consiglio è di -non mostrare d'accorgersene: e voi, non vi mettete -gli occhiali per veder torbido. -</p> - -<p> -— Dio vi benedica, signorina Gertrude! Quelle persone -hanno fortuna d'aver a fare con un cuore come -il vostro: nessuno, io credo, sarebbe capace d'una -tale pazienza. A me, grazie al cielo, non hanno occasione -di dar noia. Io lasciai subito intendere alla -signora Graham che non soffro ingerenze di chicchessia -nelle mie faccende: i diritti delle cuoche -sono privilegiati, e le feci passare presto la voglia -d'invadere i miei dominî, ve l'assicuro.... M'è doloroso -assai veder le mie care signorine soverchiate -così; nondimeno, poichè voi mi dite «zitto!», frenerò -la lingua finchè potrò. Ma l'è una vergogna, -questo lo dichiaro! — -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_317">[317]</span> -</p> - -<p> -E la signora Prime se n'andò, borbottando. -</p> - -<p> -Un'ora più tardi Gertrude era allo specchio, intrecciando -i suoi lunghi capelli, quando entrò la signora -Ellis dopo avere leggermente picchiato all'uscio. -</p> - -<p> -— Ah, — fece la governante — non avrei creduto -che s'arriverebbe a questo segno! -</p> - -<p> -— Che c'è di nuovo? — domandò con ansia la fanciulla. -</p> - -<p> -— Pare che ci sfrattino dalle nostre camere. -</p> - -<p> -— Chi? -</p> - -<p> -— Voi, prima, e poi me, mi figuro. — -</p> - -<p> -Gertrude avvampò in viso ma tacque. La signora -Ellis le raccontò come avesse ricevuto l'ordine di -adattare la camera di lei per due ospiti aspettati il -giorno seguente, e fu maravigliatissima d'udire che -Gertrude non era stata consultata nè avvertita. La -signora Graham le aveva parlato della cosa con aria -di così tranquilla indifferenza, mostrandosi anzi tanto -sicura che alla signorina Emilia e alla sua giovane -amica sarebbe tornato comodo e gradito occupare -la medesima stanza, ch'ella aveva creduto -la cosa già stabilita di comune accordo. -</p> - -<p> -Profondamente offesa e sdegnata per conto proprio -e d'Emilia, Gertrude stette un poco irresoluta, -in silenzio. Poi domandò alla governante se avesse -già informato la signorina di questa novità. Quella -rispose di no. Ella la pregò allora di non dirgliene -nulla. -</p> - -<p> -— M'è insopportabile — soggiunse — l'idea di -farle sapere ch'io vengo espulsa senza cerimonie dal -piccolo santuario da lei preparato per me con amorosa -cura. Io dormo spessissimo nella sua camera, -è vero: ma ella desiderava ch'io ne avessi una mia -dove potessi stare in libertà, leggere, studiare.... Se -permettete ch'io porti la mia scrivania nella camera -vostra, signora Ellis, e di dormire lì qualche volta -sull'agrippina, potremo tacerle la verità. — -</p> - -<p> -La signora Ellis acconsentì subito. Era divenuta -molto umile e arrendevole, da qualche mese, e Gertrude -le era entrata pienamente in grazia, prima con -la sua esemplare pazienza, e da ultimo col cortese -e valido aiuto prestatole nelle numerose occasioni -<span class="pagenum" id="Page_318">[318]</span> -in cui si trovava sopraccarica di faccende. Pertanto, -non solo le accordò senza obiezioni ospitalità nella -propria camera, ma s'offerse d'aiutarla a trasportarvi -i suoi vestiti, i suoi libri, il tavolino da lavoro. -</p> - -<p> -Quantunque compiacente e gentile verso Gertrude, -che adesso ella considerava come Emilia, la signora -Prime e sè medesima, un membro del partito oppresso -ed angariato, ritornava però all'antica asprezza -per esprimere la sua indignazione parlando della -condotta della signora Graham e d'Isabella. -</p> - -<p> -— È tutta una trama! Qualche volta penso perfino -ch'è meglio per Emilia esser cieca e non vedere -quanto succede in questa casa! Avrei voluto schiaffeggiare -Isabella, ieri, quand'ebbe la sfacciataggine -di prendere il vostro posto a tavola accanto a -lei, e poi trascurare d'aiutarla a servirsi! E quell'angelo -sedeva lì inconsapevole del suo vergognoso -contegno, e le chiedeva un po' di burro con altrettanta -dolcezza che se, per un mèro caso, voi foste -stata mandata altrove e lei abbandonata a sè stessa. -Davanti a tutti quegli estranei, poi! Io vedevo -ogni cosa dallo stanzino della porcellana.... E i vestiti -e le golette e i manichetti d'Emilia che stavano -nell'armadio della biancheria aspettando d'essere stirati -da tanto tempo ch'io credevo che finirebbero -con l'ammuffire?... Sono contenta di vedere che Brigida -ha potuto finalmente spicciarli, perchè davvero -temevo che uno di questi caldi giorni la poverina -non avrebbe più avuto roba leggera da mettersi. Ma -è inutile discorrerne.... Io desidero soltanto che possano -presto andarsene in Europa, e lasciarci respirare. -A voi non importa mica d'andar con loro, eh, -Gertrude? -</p> - -<p> -— Se ci va Emilia, sì. -</p> - -<p> -— Bene, siete migliore di me; io non sarei capace -di sottopormi a un tale martirio neanche per amor -suo. — -</p> - -<p> -Molte erano le molestie piccine e maligne a cui -Gertrude veniva giornalmente fatta segno, specie -dopo l'arrivo degli ospiti attesi: gente del mondo -elegante, gaia e frivola, indotta dalla padrona di -casa e da Isabella a riguardare lei come un'intrusa, -ed Emilia come un noioso ingombro. Nè quest'ultima -<span class="pagenum" id="Page_319">[319]</span> -potè esser tenuta sempre all'oscuro del poco caso -che si faceva di loro. Rina, indignata degl'incivili -procedimenti di sua cugina e di sua zia, e indifferente -verso gli estranei ospitati alla villa, poichè -cominciava a discernere la leggerezza di carattere e -di mente delle persone di quel genere, non esitò a -manifestare alle sue amiche il vivo rincrescimento -ch'ella provava nel vederle così indegnamente trattate -e il desiderio di difenderle. Ma Rina era un'assai -debole antagonista di fronte alla signora Graham, -e soprattutto di fronte a Bella, i cui sarcasmi -la sgomentavano; depressa di spirito dopo la mortificazione -patita, era divenuta codarda, e non osava -più, come avrebbe osato una volta, sventare i -loro disegni e frapporsi tra chi ella amava e la malevolenza -altrui. -</p> - -<p> -Ma la signora Graham, donna avventata, andò -tropp'oltre, e s'impigliò nei propri intrighi. Il ritorno -imminente di suo marito rendeva necessario -un freno alla sua insolenza e a quella d'Isabella, -cui era più difficile applicarlo. Quanto a lei, essendo -abbastanza accorta da percepire fino a qual punto -la tolleranza del signor Graham poteva giungere e -la sua perspicacia essere ingannata, sapeva in presenza -sua dominarsi e governarsi in modo da non -cozzare contro quella imperiosa volontà. Lui lontano, -s'era condotta senza ritegno, aveva permesso -alla nipote d'empire la casa di gioventù chiassosa -e petulante, e chiuso un occhio su molte aperte e -flagranti violazioni delle regole di civiltà verso la -figliuola dell'ospite assente, e la sua giovane compagna -ed amica. Ora però conveniva reprimere questa -indecorosa oltracotanza, ed ella lo comprendeva. -Sfortunatamente, innanzi che mettesse in opera le -sue precauzioni, il capo della famiglia ritornò inaspettato, -e in circostanze che non le permisero d'avvertir -nessuno nè preparar nulla. -</p> - -<p> -Egli arrivò sull'imbrunire, avendo preso l'omnibus, -cosa contraria alle sue consuetudini. Era una -serata fresca; finestre ed usci erano chiusi. La splendida -illuminazione del salotto gli fece sospettare -che sua moglie ricevesse una numerosa compagnia. -Ne fu contrariato, essendo un sabato; egli, fedele -<span class="pagenum" id="Page_320">[320]</span> -agli antichi costumi della Nuova Inghilterra, desiderava -che la vigilia del giorno del Signore la sua -famiglia rimanesse quieta e raccolta. Per di più aveva -un forte mal di capo. Non entrò dunque nel salotto, -e passò invece prima nella biblioteca, poi nella -sala da pranzo. Le trovò l'una e l'altra deserte e -fredde. Salì al piano superiore, attraversò parecchie -stanze, osservando non senza indignazione la -trascuratezza con cui erano tenute, perchè egli amava -l'ordine e la pulizia meticolosa, e andò difilato -alla camera d'Emilia. Aperse l'uscio pian piano, è -guardò dentro. -</p> - -<p> -Un bel fuoco ardeva nel caminetto a un canto del -quale era stata spinta un'agrippina su cui sedeva -Emilia; la piccola sedia a dondolo di Gertrude occupava -l'altro. I riflessi della fiamma guizzavano -sulle tende candide; da un panierino di fiori che ornava -la tavola si diffondevano intorno soavi fragranze; -ogni cosa era al suo posto e splendente di -nettezza. L'aspetto della stanza, il viso placido e sereno -della figliuola, il raggiante sorriso della giovanetta -che alzando gli occhi aveva veduto con sua -gran gioia il padre, il protettore della sua amica -cieca, contemplarle in atto amorevole di sulla soglia, -offrivano al signor Graham un così grato contrasto -con quanto s'era offerto al suo sguardo fino allora, -ch'egli, mosso da un sentimento più caldo del solito, -strinse in un tenero amplesso paterno Emilia stupita -dalla sua improvvisa comparsa, salutò non -meno affettuosamente Gertrude. Questa avvicinò al -fuoco una poltrona dov'egli sedette esclamando: -</p> - -<p> -— Brave ragazze, qui si sta bene e c'è un'aria di -pace casalinga che consola! Ma che cosa succede al -pianterreno? E perchè tanto disordine, tanta confusione? — -</p> - -<p> -Emilia spiegò che parecchi ospiti soggiornavano -alla villa. -</p> - -<p> -— Uh! Ospiti? <i>Me lo dovevo immaginare!</i> — brontolò -il vecchio signore con tono di malcontento. — E -si direbbe che ciascuno abbia vuotato il suo sacco -di cenci nelle camere.... — -</p> - -<p> -Gertrude gli domandò se avesse preso il tè. -</p> - -<p> -Non l'aveva preso, e lo desiderava; era stanco. -<span class="pagenum" id="Page_321">[321]</span> -Mentr'ella s'avviava per scendere e prepararglielo, -egli la richiamò: -</p> - -<p> -— Gertrudina, non dire a nessuno che sono ritornato. -Ho bisogno d'esser lasciato tranquillo almeno -<i>stasera</i>. — -</p> - -<p> -Rimasto solo con Emilia, s'informò dei preparativi -per il viaggio in Europa; e con sua maraviglia -apprese ch'ella ignorava totalmente le sue intenzioni -su questo proposito, perchè la signora Graham s'era -dispensata dal comunicarle il messaggio contenuto -nella sua lettera. Sebbene sdegnato quanto stupito, -egli si represse: non gli garbava confessare a sè -stesso, e meno ancora alla figliuola, che sua moglie -aveva trasgredito i suoi ordini. Risolse però d'occuparsene -poi. -</p> - -<p> -Dopo essersi riconfortato con un tè ben guarnito, -tornò di sopra e chiese il <i>Giornale della Sera</i>. -</p> - -<p> -— Vo a cercarlo, — disse Gertrude, rizzandosi. -</p> - -<p> -— No, suona, — fece il signor Graham, imperioso. -</p> - -<p> -A tavola aveva notato che quando la giovane, la -quale assisteva al suo pasto, sonava il campanello, -non si teneva conto della chiamata, e voleva conoscere -la causa di questa strana negligenza. -</p> - -<p> -Gertrude sonò ripetute volte senza ottenere risposta. -Alfine udì il passo di Brigida nel corridoio, ed -aperto l'uscio disse alla ragazza: -</p> - -<p> -— Brigida, vi prego, cercate il <i>Giornale della Sera</i> -e portatelo qui, per la signorina Emilia. — -</p> - -<p> -Quella andò e ritornò presto, rispondendo che il -giornale lo leggeva la signorina Isabella e ch'essa -si ricusava di cederlo. -</p> - -<p> -Una tempesta si addensò sulla fronte del signor -Graham. -</p> - -<p> -— Come! Una tale imbasciata a mia figlia! — esclamò -egli. — Gertrude, va' tu stessa, e di' a quell'impertinente -che dia subito il giornale, perchè lo -voglio <i>io</i>. O che contegno è mai cotesto? — soggiunse -borbottando. -</p> - -<p> -Gertrude entrò nel salotto con grande compostezza, -e sotto gli sguardi curiosi di tutta la compagnia -parlò piano alla signorina Clinton, che, rossa e confusa, -le consegnò senz'indugio il foglio. Bella temeva -il signor Graham; e quand'ebbe informato sua -<span class="pagenum" id="Page_322">[322]</span> -zia dell'inaspettato arrivo di questi, anche la signora -si turbò. Ella aveva fatto calcolo di parlare col -marito prima ch'egli vedesse Emilia, come molto le -premeva, ben sapendo quanto importasse predisporlo -in favore delle sue mire. -</p> - -<p> -Adesso era troppo tardi. Stimò meglio non andare -in cerca di lui, e affidarsi piuttosto alla fortuna. -Con arte, disperse la compagnia di buon'ora, e diede -una capatina nella sala da pranzo dove infatti -trovò il signor Graham che fumava. -</p> - -<p> -Egli era di malumore (grazioso come un orso, ella -disse poi ad Isabella), ma la signora fu conciliante, -evitò d'irritarlo toccando soggetti scabrosi, e seppe -fare così bene, che il giorno seguente potè presentare -a' suoi ospiti un padrone di casa, almeno in -apparenza, affabile e cortese. -</p> - -<p> -Ma la serenità venne turbata assai prima che quella -domenica giungesse a sera. Mentre il vecchio signore -s'avanzava nella navata destra della chiesa -dove stava per incominciare l'uffizio del mattino, -conducendo, secondo il suo costume, la figliuola cieca -appoggiata al suo braccio, la sua faccia si rabbuiò -vedendo Isabella seduta con aria di compiacenza -in quell'angolo dell'antica panca di famiglia -che tutti sapevano essere da anni riservato alla signorina -Graham. Sua moglie, la quale li accompagnava, -ammiccò verso la nipote; ma costei era piuttosto -ottusa, e però non isfuggì alla mortificazione -d'essere da lui deliberatamente presa per la mano -e rimossa dal posto usurpato dove egli collocò Emilia. -La sfrattata, che già da tre domeniche commetteva -la bassezza di privarla, per dispetto, del suo -diritto, fu costretta a sedere durante il servizio divino -accanto al signor Graham, con le spalle al pulpito, -essendo tutti gli altri posti occupati. Ella fremeva -di collera osservando i sorrisi mal repressi di -parecchie persone delle panche vicine: specie l'afflisse -il vedere nella contigua, proprio accosto a lei, -Fanny Bruce che gongolava addirittura. -</p> - -<p> -Se Emilia fosse stata consapevole del trionfo ottenuto -ne avrebbe sofferto. Ma il suo cuore e i suoi -pensieri erano vòlti in alto, e come non aveva sentito -nè ira nè pena dinanzi alla prepotenza di Bella -<span class="pagenum" id="Page_323">[323]</span> -Clinton, così non provava ora altra sodisfazione che -quella di trovarsi più a suo agio nel posto a cui era -abituata da tanto tempo. -</p> - -<p> -In capo a una settimana da che era ritornato, il -signor Graham aveva compreso chiaramente i sentimenti -di sua moglie e d'Isabella, e i loro probabili -effetti sulla sua felicità domestica. Vedeva che Emilia -sdegnava di lagnarsi; sapeva che non s'era lagnata -mai: notava la devozione di Gertrude alla sua -figliuola diletta, e considerava la fanciulla meritevole -di tutta la sua stima e di riguardi che nessuno -avrebbe potuto contrastarle. E quando la signora -tentò con arte sopraffina d'insinuargli le accuse meditate -contro la sua giovane protetta, egli le accolse -con indifferenza e disprezzo. -</p> - -<p> -Conosceva Gertrude fin da bambina; ella era fiera, -e qualche volta l'aveva giudicata caparbia: <i>mai</i> vile -nè falsa. Inutile venire a raccontare a lui quelle -sciocchezze; se non s'era concluso nulla tra Ben Bruce -e Rina, tanto meglio; il giovanotto era un fannullone, -e non poteva essere un buon marito; quanto -alla ragazza, gli pareva che fosse divenuta più savia -e più gentile, e se questo era il risultato della sua -amicizia con Gertrude, bisognava anzi favorire la -loro intimità. -</p> - -<p> -La signora Graham era disperata. -</p> - -<p> -— Non c'è rimedio, — diceva a Bella. — È saldo -come una ròcca, e se andremo <i>noi</i> in Europa, con -lui, indubitatamente Emilia e la sua fedele ci verranno -<i>anche loro</i>. — -</p> - -<p> -Rimase dunque sbalordita come da un eccesso di -gioia, quando seppe che la coppia con cui tanto le -spiaceva di dover fare il desiderato viaggio, restava -a casa, e per istanza della stessa signorina Graham. -Gli scrupoli che avevano rattenuto Emilia dal dimostrare -a suo padre quanto poco gradevole sarebbe -riuscito per lei il giro all'estero, erano svaniti tosto -che s'era persuasa che Gertrude, il cui bene le stava -sempre a cuore, avrebbe sofferto ancor più viaggiando -sottoposta alla compagnia delle sue nemiche. -</p> - -<p> -Quantunque cieca, ella afferrava e comprendeva -quasi tutto ciò che avveniva intorno a lei. Dotata di -prontissima percezione mentale e d'un finissimo udito -<span class="pagenum" id="Page_324">[324]</span> -reso doppiamente acuto dalla mancanza della vista, -era giunta a conoscere, forse più addentro di -ogni altro, gli eventi della scorsa estate. Indovinava -il vero stato delle cose tra Ben Bruce e Gertrude, -benchè questa non gliene avesse mai fatto parola, e -s'immaginava in qual modo vi fosse coinvolta Rina, -il che d'altronde non era difficile arguire, date le -involontarie ma continue confidenze che l'ingenua -fanciulla le andava facendo nelle loro conversazioni. -</p> - -<p> -Poichè gli abusi di potere della signora Graham -e di Bella divenivano sempre più aperti e audaci, -la governante e la cuoca stimarono tolto il divieto -di palesarli alla padroncina: ma il dolore d'Emilia -ebbe largo compenso nelle novelle prove che quei -fatti le fornivano del devoto affetto di colei ch'ella -si compiaceva di chiamare sua figliuola adottiva. -</p> - -<p> -Con perfetta calma, senza esitazioni come senza -ira, ella risolse di procedere in guisa che Gertrude -fosse liberata dalla servitù a cui s'assoggettava con -tale abnegazione. Suo padre s'oppose sulle prime al -suo desiderio di non accompagnarlo in Europa: ma -egli troppo bene sapeva che quel viaggio, in cui per -lei le intime sofferenze dello spirito si sarebbero aggiunte -alle privazioni esteriori, non poteva essere -che un sacrificio, perchè egli s'ostinasse a obbligarvela; -e considerato che, dopo tutto, quella era l'unica -via di conciliare gl'interessi contrari e che Emilia -gli offriva il partito migliore nelle presenti circostanze, -determinò di rassegnarsi alla lunga separazione -dalla figliuola e permettere a questa di cercare -la propria felicità dove la trovava. Egli aveva -veduto durante l'inverno passato nel Mezzogiorno -quanto la sua cecità le rendesse penoso il viaggiare, -specie senza il soccorso dei vigili occhi di Gertrude, -e riconosceva ora che i suoi gusti e il suo costume -di vita erano proprio l'opposto di quelli della nuova -signora Graham e delle costei nipoti; sicchè, punto -voglioso d'esser convinto dai fatti della follia commessa -con quel terzo matrimonio che minacciava -di diventare per lui una sorgente d'infelicità domestica, -apprezzò la saggezza di quel consiglio e si -sentì sollevato prendendo una risoluzione che contentava -tutti. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_325">[325]</span> -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XXXIV.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Una serie di giorni che compone</p> -<p>Mesi felici.</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Wordsworth.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -La casa della signora Warren, che offriva ai dozzinanti -un soggiorno comodo e gradevole, fu prescelta -da Emilia per passarvi l'inverno con Gertrude. -Il signor Graham circa un mese dopo il suo -ritorno da Nuova York s'era imbarcato alla volta -dell'Havre con la moglie, Isabella e Rina; la signora -Ellis era andata a godere un ben meritato riposo da -certe sue cugine che dimoravano in campagna, e la -villa era stata chiusa. La signora Prime, entrata come -cuoca nella pensione Warren, brontolava tutte -le mattine per il cresciuto lavoro, e tutte le sere benediceva -la sua stella che l'aveva condotta ancora -sotto il medesimo tetto con le sue care signorine. -</p> - -<p> -Quantunque il signor Graham avesse ampiamente -provveduto al mantenimento della figliuola e della -sua compagna, Gertrude era desiderosa d'occuparsi -di nuovo in modo proficuo, e riassunse perciò una -parte delle sue lezioni nella scuola del signor W. -Ed Emilia, per gradita che le fosse la compagnia della -giovanetta, se ne privava di buon grado durante -alcune ore, lieta del nobile sentimento onde ella era -animata, e la incoraggiava con le sue lodi. Nella -loro indisturbata intimità, e in mezzo a pochi ma -eletti amici, passarono un inverno tranquillo e felice. -Leggevano e passeggiavano insieme secondo l'antica -consuetudine. Insieme assistevano a conferenze -e concerti; visitavano le gallerie di belle arti. Dinanzi -ai capolavori della pittura e della scultura -Emilia ascoltava attenta la sua guida, che con gli -occhi scintillanti e il viso raggiante d'entusiasmo, le -descriveva, ponendovi la più minuziosa diligenza, -i soggetti dei marmi e delle tele, la maniera in cui -l'artista aveva reso il concetto originale della sua -mente, gli atteggiamenti, le figure, le espressioni dei -visi, il colore dei paesaggi, e infine le impressioni -prodotte nel suo spirito e nel suo cuore, i pensieri -<span class="pagenum" id="Page_326">[326]</span> -destativi dalle opere d'arte che esaminava. E tali -erano l'eloquenza dell'una e la simpatia con cui l'altra -pendeva, intenta, dalle sue labbra, ch'esse medesime -in quell'atto offrivano un soggetto pieno di -commovente contrasto, se non al pittore almeno all'osservatore -della natura umana manifestata in -nuove forme e scevra da vanità ed affettazione. -</p> - -<p> -Nelle passeggiate quotidiane, o contemplando la -fulgida bellezza d'una serena notte invernale, Gertrude, -rapita, lasciava sgorgare dal profondo dell'anima -tutta l'ardente ammirazione di cui l'opera del -sommo Artefice la colmava; dipingeva all'amica cieca -la pompa d'uno splendido tramonto, o al cader -della dolce ora crepuscolare, seduta accanto a lei, -spiava nel cielo invaso dall'ombra notturna le stelle -che s'accendevano ad una ad una: e allora Emilia -attingeva alle segrete fonti della sua illuminata natura -tali verità della vita interiore che sembrava -ch'ella sola godesse la vera luce, e chi vedeva il -mondo materiale fosse, al paragone, avvolto nelle -tenebre. -</p> - -<p> -Felice e profittevole fu quell'inverno che trascorsero -così. E non vivevano per sè soltanto: i poveri -le benedicevano, gli afflitti venivano a loro per conforto, -i familiari le amavano con predilezione. Gertrude -spesso lo ricordò nella sua vita come il tempo -in cui Emilia e lei erano vissute in un loro proprio -mondo incantevole e beato. Venne la primavera, -passò, ed esse s'indugiavano ancora, riluttanti a -lasciare un luogo dove si trovavano tanto bene: forse -non si sarebbero mosse dalla città neppure nell'estate -senza una subita alterazione della salute -d'Emilia e l'ordine perentorio del dottor Jeremy, il -quale prescriveva l'aria di campagna come il migliore -ricostituente. -</p> - -<p> -All'ansietà che Gertrude provava per l'amica s'aggiungeva -ora una crescente inquietudine per il lungo -silenzio di Guglielmo. Da quasi tre mesi non le -era più giunta una parola da lui. Egli certo non -l'aveva dimenticata nè la trascurava volontariamente. -Questo era impossibile. Che cosa cagionava -dunque una così strana sospensione della loro corrispondenza? -Si sforzò tuttavia di non lasciarsi turbare -<span class="pagenum" id="Page_327">[327]</span> -l'animo, e dedicò tutte le sue cure ad Emilia -che cominciava ad averne veramente bisogno. -</p> - -<p> -Andarono al mare per alcune settimane; ma quell'aria -pura e viva non ridonò vigore all'indebolito -organismo della cieca. Ella dovette tralasciare le sue -passeggiate; una continua stanchezza le toglieva l'elasticità -delle membra, il suo spirito così placido ed -eguale andava soggetto a insolite depressioni, i suoi -nervi erano divenuti irritabili a segno ch'era necessario -preservarla con gran cura da ogni causa d'eccitazione. -</p> - -<p> -Il buon dottore veniva di frequente a visitare la -favorita tra le sue pazienti; e la trovava sempre piuttosto -peggiorata che non migliorata; infine le ordinò -di ritornare a Boston dicendo che la signora Jerry -aveva una bella camera sul davanti, altrettanto fresca -e più comoda che le stanzette anguste della gremita -pensione di Nahant, e insistendo perchè Emilia -e Gertrude accettassero d'alloggiarvi durante una -quindicina di giorni in capo a cui egli sperava d'esser -libero di condurre la signorina Graham a cercar -salute altrove se non si fosse ancora rimessa. -</p> - -<p> -Ella lo assicurò che a Nahant non ci stava male: -temeva di recare troppo disturbo alla signora Jeremy. -</p> - -<p> -— Non parlate di disturbo! — protestò egli. — Credo -che oramai dovreste conoscerci bene, mia moglie -e me. Venite domani: v'aspetterò alla stazione. Arrivederci! — -</p> - -<p> -E pigliato il suo cappello se n'andò. Gertrude lo -seguì. -</p> - -<p> -— A quanto veggo, dottore, — ella disse — non -trovate Emilia molto bene. -</p> - -<p> -— No; e non è da maravigliarsene. Fra il ruggito -dell'oceano da un lato e il piagnisteo dei bimbi della -signora Fellow dall'altro, ce n'è più che abbastanza -per estenuare le sue forze. Non posso permettere che -seguiti cotesto strapazzo. Nahant non fa per lei. Portatela -domani a casa mia, inteso? -</p> - -<p> -— I bimbi non piangono sempre come oggi, — disse -Gertrude sorridendo — e quanto all'oceano, -Emilia ama tanto il sussurro delle onde che si frangono -sulla spiaggia! Sta ore ed ore ad ascoltarlo. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_328">[328]</span> -</p> - -<p> -— Me lo figuravo! Mal fatto. Cosa che l'attrista -senza ch'ella sappia il perchè. Portatela a Boston, -vi ripeto! — -</p> - -<p> -Passarono buoni venti giorni dopo l'arrivo delle -sue ospiti innanzi che il rinomato medico potesse -sottrarsi a' suoi pazienti e concedersi qualche settimana -di vacanza. Per conto proprio egli non avrebbe -mai pensato a intraprendere un viaggio di diporto, -e la signora Jeremy anch'essa preferiva tanto -la sua casa a qualunque altro luogo, che l'idea di -partire alla volta di paesi sconosciuti non la seduceva -affatto: ma tutti e due erano pronti a sacrificare, -e volentieri, le loro antiche consuetudini al benessere -delle care giovani amiche. -</p> - -<p> -Emilia stava positivamente assai meglio, e considerava -come un piacere, fino per sè medesima, il -visitar West Point, Catskill, e Saratoga; se pensava -poi al godimento che avrebbe procurato questo -viaggetto a Gertrude, si sentiva animata da nuove -forze. Certo, la giovanetta abbisognava quanto lei -di un cambiamento, e di distrazione. Il caldo eccessivo -delle ultime settimane, la reclusione quasi continua -nella camera della cara malata, avevano fatto -impallidire le rose delle sue gote; le cure e le angosce -avevano pesato sul suo spirito. Il grande miglioramento -d'Emilia, l'alacrità con cui partecipava -ai disegni del dottore, dissipavano adesso i suoi timori; -e mentre ella attendeva ai pochi preparativi -necessari per il loro vestiario, il suo passo era leggero, -e la sua voce gaia, com'erano agili ed attive -le sue dita. -</p> - -<p> -A Nuova York fecero la prima tappa: ma l'afa -e la polvere della città rendevano assai sgradevole -l'andare in giro per le strade, sicchè durante l'unica -giornata che vi si trattennero, il dottore fu il solo -della comitiva che s'avventurasse fuor dell'albergo, -salvo una breve spedizione della signora Jeremy e -di Gertrude in cerca di berrette guarnite non avendone, -quella, altre che la gialla e la rosa e lilla famose, -e temendo che non fossero abbastanza eleganti -per Saratoga. -</p> - -<p> -La temperatura, quasi insoffribile, non isgomentava -tuttavia il bravo dottore, il quale appena la -<span class="pagenum" id="Page_329">[329]</span> -sentiva tanto era infervorato nelle visite a parecchi -suoi confratelli, di cui alcuni suoi antichi compagni -di studi, non riveduti da anni. Dopo ch'egli ebbe impiegato -così la giornata intera, riannodando conoscenze, -ravvivando amicizie, molti dei cordiali amici -ritrovati vennero la sera all'albergo per farsi -presentare alla signora Jeremy e alle signorine che -l'accompagnavano. Il salottino del loro appartamento -fu animato fino ad ora tarda dalla piacevole e -allegra conversazione d'uomini anziani che ricordando -il passato, riandando le scene della loro vita -di studenti, si riaccendevano di giovanile ardore. -Ciascuno per turno raccontava i suoi aneddoti, e -scoppiavano intorno gioconde risate; era un'eccitazione -generale. Il dottor Jeremy, a quel tempo uno -dei prediletti del loro circolo, rappresentava onorevolmente -la parte dell'eroe in quasi tutte le avventure -raccontate (fuorchè da lui); e le tre uditrici, -segnatamente Gertrude che teneva in alto concetto -il suo vecchio amico, godevano trionfanti di questa -probativa testimonianza dei suoi meriti. -</p> - -<p> -La conversazione non era di tal carattere da escluderne -le signore nè impedir loro di goderne, e la -giovanetta che sapeva trattare con le persone d'età, -e che il dottor Jeremy si compiaceva di porre in -rilievo, contribuì non poco a divertire la compagnia -con le sue argute osservazioni e con la prontezza -delle sue risposte alle interrogazioni astute e talvolta -un po' astruse ed ironiche, scherzosamente rivoltele -da un vecchio medico scapolo il quale fin dal primo -momento era rimasto incantato di lei. -</p> - -<p> -Emilia ascoltava con diletto quei discorsi pieni di -tante e varie attrattive e divideva con Gertrude l'ammirazione -degli amici del dottore in cui la sua sventura -destava pietà e simpatia; e la signora Jeremy -tutta lieta e ridente s'insuperbiva degli elogi retrospettivi -prodigati al suo sposo, e troneggiava nella -sua poltrona con un'aria così radiosa che Gertrude -quando le diede la buona notte le dichiarò ch'ella -stava tanto bene quella sera con la vecchia berretta -gialla da farle quasi giudicar superflue le nuove. -</p> - -<p> -Il dottor Gryseworth di Filadelfia, già discepolo di -Jeremy molti anni addietro, udendo che i viaggiatori -<span class="pagenum" id="Page_330">[330]</span> -avrebbero preso la mattina seguente il piroscafo -che risaliva l'Hudson, manifestò grande sodisfazione -perchè si sarebbero ritrovati insieme a bordo, ed -egli avrebbe presentato alla signorina Flint le sue -due figliuole, le quali andavano a Saratoga per passarvi -l'estate con la loro nonna già stabilità all'Albergo -del Congresso. -</p> - -<p> -Sonò la mezzanotte prima che l'immaginazione di -Gertrude, vivissima sempre ed ora quanto mai eccitata -dal piacere che il domani prometteva, potesse -calmarsi tanto da permetterle di pensare a ristorar -le forze nel sonno. Emilia dovette porre un freno -alla sua ilarità e alla sua loquacità ricusandosi deliberatamente -di far più eco a una risata o ascoltare -una parola. Costretta così al silenzio, cadde in -un sonno profondo. Non seppe quindi che la sua -compagna aveva procurato questo benefizio a lei -sola, perchè ella, contro il solito, non riusciva ad -assopirsi, e l'alba la sorprese desta ed incerta se -avesse mai avuto in tutta la notte un momento di -perfetto riposo. -</p> - -<p> -Gertrude dormì saporitamente finchè non fu svegliata -dalla signorina Graham. Al vedere questa ritta -presso il suo letto e vestita, ella balzò su, attonita, -posto che il caso rovesciava l'ordine consueto -delle cose: era suo costume annunziare ogni mattina -all'amica cieca, con un bacio, che il giorno incominciava. -</p> - -<p> -— Sono le sei, Gertrudina, e il piroscafo parte -alle sette! Il dottore ha già picchiato al nostro uscio. -</p> - -<p> -— Come ho dormito! Sarà una bella giornata? -</p> - -<p> -— Bellissima, però assai calda. Ho dovuto chiudere -le persiane a cagione del sole che si faceva -sentire. — -</p> - -<p> -La fanciulla si dette fretta a fine di riguadagnare -il tempo perduto, ma quando vennero a chiamarle -per la colazione non aveva ancora finito di vestirsi -e le rimaneva da chiudere le valigie d'Emilia e le -proprie; insistette dunque perchè gli altri scendessero -intanto senza di lei promettendo di raggiungerli -tra pochi minuti. -</p> - -<p> -I viaggiatori radunati alla tavola della prima colazione, -a quell'ora mattutina, non erano numerosi: -<span class="pagenum" id="Page_331">[331]</span> -due comitive oltre quella dei Jeremy, e alcuni signori -soli, quasi tutti uomini d'affari, i quali, mangiato -a scappa e fuggi, se n'andarono solleciti pei -fatti loro. Tra i pochi che si trattenevano tuttavia -quando giunse Gertrude, uno unico fu da lei particolarmente -notato durante i brevi momenti che il -dottore le concesse per sdigiunarsi. Era un signore -seduto dal lato opposto della tavola, a qualche distanza. -Terminato il suo pasto egli s'indugiava, come -uno che può fare il proprio comodo, divertendosi -a tenere in equilibrio il cucchiaino da tè sull'orlo -della tazza; e innanzi ch'ella entrasse aveva suscitato -l'animavversione della signora Jeremy manifestando -una certa velleità d'osservare il gruppo di -cui questa faceva parte con occhio più critico che -non le garbasse. -</p> - -<p> -— Ve ne prego, dottor Jerry, — aveva ella detto -al marito — mandate il cameriere ad invitare quel -signore a prender qualche cosa: m'è insopportabile -essere guardata mentre mangio. -</p> - -<p> -— Non guarda voi, signora mia.... È la nostra -Emilia quella che gli piace. Emilia cara, c'è qui dirimpetto -un signore che v'ammira oltremodo. -</p> - -<p> -— Davvero? — fece la signorina Graham sorridendo. — Gliene -sono molto obbligata. E posso contraccambiare -il complimento? -</p> - -<p> -— Sicuro, è un bell'uomo, di nobile aspetto, quantunque -alla signora Jerry non sia simpatico. — -</p> - -<p> -In quel punto Gertrude venne a prender posto accanto -a loro, salutandoli e scusandosi gaiamente del -suo ritardo. Le fresche rose delle sue gote, il vivido -fulgore de' suoi grandi occhi neri che la facevano -contemplare con affettuosa ammirazione dalla coppia -de' suoi vecchi amici, furono forse la causa per -cui lo sconosciuto distolse lo sguardo dall'amabile e -commovente viso d'Emilia, per fissarlo su quello più -giovanile e tanto radioso ed espressivo di lei. -</p> - -<p> -Ella s'accòrse subito dell'attenzione che attirava, -e si sentì un po' impacciata. Fu lieta pertanto quando -quegli, lasciato cadere il suo cucchiaino da tè, si -rizzò e uscì dalla sala. Nell'atto che le passava davanti -ella potè osservarlo un momento, come non -aveva osato fare mentre le sedeva quasi di faccia. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_332">[332]</span> -</p> - -<p> -Era di statura notevolmente superiore alla media, -snello, ben fatto, di portamento grazioso e dignitoso. -I suoi lineamenti erano piuttosto rilevati, -ma espressivi e anche belli; gli occhi scuri, vivi, penetranti, -avevano uno sguardo scrutatore; la bocca, -dalle labbra ferme ed energicamente chiuse, rivelava -un animo franco e risoluto ed una gran forza di -volontà. -</p> - -<p> -Ma la più singolare particolarità della sua figura -consisteva nel contrasto dei suoi capelli molto brizzolati -d'argento e sulle tempie d'una bianchezza quasi -nivea, col fuoco giovanile di quegli occhi, con la -leggerezza del passo e la disinvoltura delle mosse; -contrasto così strano che lungi dal parere un effetto -dell'età e dargli un'aria venerabile, faceva risaltare -le apparenze di gioventù e di vigore. -</p> - -<p> -— Che tipo bizzarro! — esclamò la signora Jeremy -appena egli fu passato. -</p> - -<p> -— Ma elegante, non è vero? — disse Gertrude. -</p> - -<p> -— Elegante! — ribattè l'altra, — Con quel capo -grigio? -</p> - -<p> -— A me pare bello, — replicò la fanciulla. — Peccato -che sembri così malinconico: mi rattrista, guardarlo. -</p> - -<p> -— Quanti anni credete che abbia? — domandò il -dottore. -</p> - -<p> -— Circa cinquanta, — rispose sua moglie. -</p> - -<p> -— Circa trenta, — rispose Gertrude ad una voce -con lei. -</p> - -<p> -— Il divario è grande, — osservò Emilia. — Dottore, -dovete decidere la questione, voi. -</p> - -<p> -— Impossibile! Io non m'attenterei a determinare -l'età di quell'uomo entro un limite di dieci anni.... -Mia moglie certo l'ha giudicato troppo vecchio, ma -non sono sicuro che Gertrude non l'abbia giudicato -troppo giovane. Affermo soltanto che i <i>suoi</i> capelli -non sono imbiancati per opera del tempo! — -</p> - -<p> -Un cameriere venne ad avvertire i viaggiatori che -volevano prendere il piroscafo di tenersi pronti, e -tutte le vane discussioni sulla probabile età dello -sconosciuto furono troncate. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_333">[333]</span> -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XXXV.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p class="i2">Ha un piglio altero, ma lo sguardo fiso</p> -<p>Tradisce la vagante anima in pena;</p> -<p>Strano un baglior talora d'improvviso</p> -<p>Nel profondo dei neri occhi balena.</p> -<p class="i2">E dal mesto suo volto che si vela</p> -<p>Spesso dell'ombra cupa d'un mistero</p> -<p>Spira un'inquieta fierezza che cela</p> -<p>Qualche suo imperscrutabile pensiero.</p> -<p class="i6">Mrs. <span class="smcap">Hemans</span>.</p> -</div> -</div> - -<p> -Oggi, per la maggior parte dei cittadini di Boston, -recarsi in qualche posto dello Stato di Nuova York -è una giterella comunissima che non merita il nome -di viaggio; ma per il dottor Jeremy era un evento -importantissimo che lo toglieva dalla consuetudine -delle quotidiane sue visite professionali, non più interrotta, -durante gli ultimi vent'anni, da una settimana -d'assenza dalla sua casa, e lo gettava a un -tratto nel turbine di fretta ansiosa e tumultuosa che -regna sulle principali strade percorse dai viaggiatori, -specie nella stagione estiva in America quando -il popolino fa le sue gite di piacere. -</p> - -<p> -Il buon dottore era per natura e per abitudine un -uomo socievole; lungi dallo sfuggire il commercio coi -suoi simili, lo cercava in ogni occasione e ne godeva. -Sapeva piacere ai giovani e ai vecchi, ai ricchi ed -ai poveri, e la vita della città gli era familiarissima -in tutte le sue forme. Nell'arte del viaggiare però, -arte che non s'acquista se non con la pratica, egli -non era punto versato. Doveva ancora imparare -l'uso di certe molle che, toccate destramente nel momento -opportuno da mano esperta, raddolciscono -il duro cuore degli albergatori, ottengono il devoto -servizio dei camerieri, infondono negl'impiegati ferroviari -e negli ufficiali di bordo uno spirito conciliativo, -e convertono i chiassosi e prepotenti fiaccherai -in quieti, obbedienti ed umili servitori. -</p> - -<p> -Ai tempi della sua gioventù, il veicolo più conveniente -e più celere era la diligenza. Il conduttore -aveva maniere cortesi, ogni viaggiatore veniva considerato -come una persona degna di riguardo, e il -<span class="pagenum" id="Page_334">[334]</span> -suo bagaglio come una cosa non disprezzabile. Adesso -invece la gente viaggiava a frotte; un singolo individuo -non contava nulla per sè stesso, era una -semplice unità nel gran totale, e le sue valigie tanto -preziose per lui diventavano, così almeno pareva -al dottor Jeremy, un bersaglio di colpi spietati. Davanti -a siffatte novità gli cascavano le braccia, e -non riusciva ad accordarvi i suoi gusti e il suo temperamento. -L'albergatore moderno gli faceva l'effetto -d'un direttore d'agenzia di collocamento, che -con aria di condiscendenza dà un'occhiata ai suoi -registri per vedere se può procurare un posto all'umile -supplicante, e spesso lo rimanda deluso e -mortificato; i camerieri, cui l'integro e schietto dottore -disdegnava dare un'untatina, erano un branco -di valletti impudenti e neghittosi; gli addetti ai treni -e ai piroscafi, superbi tiranni, e i fiaccherai uno -sciame di vespe fameliche, ronzanti, pungenti, lanciato -sulle banchine dei porti e nelle stazioni delle -strade ferrate per tormento delle loro vittime. -</p> - -<p> -Così tutti questi importanti membri del consorzio -civile venivano stigmatizzati e spregiati dall'inesperto -viaggiatore il quale al principio e alla fine -di ciascun tratto dell'itinerario andava immancabilmente -sulle furie, eccitato dalle sopraffazioni e dalle -indegnità a cui gli toccava sottostare. Era curioso -però vedere come presto sbollivano le sue ire, e si -trovava a suo agio e contento non appena accomodato -a bordo o nel treno, od ottenute buone camere -in un albergo. Allora ritornava subito l'uomo socievole, -cordiale, obbligante, ch'era in realtà, faceva -conoscenza con quanti lo attorniavano, parlava e si -conteneva come una persona senza pensieri, che fa -conto d'essere a posto per tutta la vita ed è sodisfattissimo -di ciò che la sorte gli ha assegnato. -</p> - -<p> -Non parve dunque vero alle signore che l'accompagnavano -di trovarsi al sicuro sul piroscafo, e se -ne congratulavano ancora seco stesse e reciprocamente, -mentre accatastavano in un angolo del salone -gli scialli pesanti e altri indumenti da viaggio, -quando la sua voce si fece di nuovo udire dal fondo -del salotto lungo: -</p> - -<p> -— Su, su, moglie, Gertrude, Emilia, spicciatevi! -<span class="pagenum" id="Page_335">[335]</span> -Che state a fare qui sotto? Perderete le vedute più -belle! — -</p> - -<p> -Entrò, e prese Gertrude a braccetto per condurla -via lasciando che le altre due li seguissero appena -sarebbero pronte: ma ella non volle affidare a nessuno -la cura di guidar la cieca su per la scaletta, -e dal canto suo la signora Jeremy impegnò il marito -in un'animata discussione sull'opportunità di -mettersi il cappello di paglia, ch'ella, consorte amorosa -e previdente, aveva portato in mano, da Boston, -e che si struggeva pertanto di veder servire al -suo uso. Nel tempo ch'essi dibattevano la questione, -e che Emilia, persuasa da Gertrude, mutava la sua -mantellina con un leggero mantello, precauzione -consigliata dalla fresca brezza che spirava sul fiume, -il piroscafo aveva già percorso un buon tratto -di cammino, e quando la comitiva sbucò di sotto coperta -e girò gli occhi intorno cercando dove sedersi, -non c'era più sulla tolda nè una panchetta nè una -seggiola libera. Il numero dei passeggeri era stragrande, -e quasi tutti s'erano radunati a poppa. Il -dottor Jeremy fu costretto ad allontanarsi dalle sue -signore per andare in traccia di seggiole. -</p> - -<p> -— Non restiamo qui ritte, — disse piano la signora -Jeremy alle sue compagne — battiamo in ritirata -prima ch'egli torni. Ci sono certe belle poltrone -a dondolo nel salottino delle signore, e non -un'anima che le occupi.... Nessuno ci aspetta quassù; -e io non posso soffrire di vedermi fissata da tutta -questa gente che gongola in cuor suo d'aver trovato -da sedere così bene.... E voi, Emilia? — -</p> - -<p> -La buona donna era una di coloro che dimenticavano -sempre che Emilia non ci vedeva. -</p> - -<p> -Ma Gertrude non lo dimenticava mai; ella cingeva -leggermente con un braccio la vita dell'amica -cieca per impedire che i moti del bastimento le facessero -perdere l'equilibrio, nè era da maravigliarsi -se in quell'atto esse attraevano l'attenzione degli -astanti: l'una splendente di giovinezza e di salute, -alta, forte, invero fatta per proteggere quella che -s'appoggiava così fidentemente a lei; l'altra dolce e -gentile nella sua debolezza. -</p> - -<p> -— Penso che se troviamo posto all'ombra godremo -<span class="pagenum" id="Page_336">[336]</span> -più fresco qui che da basso, — rispose la signorina -Graham alla proposta di fuga in assenza del dottore. — Voi -preferite, credo, i luoghi freschi, signora -Jeremy.... -</p> - -<p> -— Sì, ma ho notato che nel salotto delle signore -c'è una deliziosa corrente d'aria, e.... — -</p> - -<p> -L'argomentazione della brava signora fu interrotta -dal cordiale saluto del dottor Gryseworth, che sedeva -dando loro le spalle e s'era voltato al suono -dell'armoniosa voce d'Emilia; quella voce, una volta -udita, lasciava nella memoria un'impressione indelebile. -Stretta ch'ebbe la mano a tutte e tre, egli -insistette perchè la signora Jeremy prendesse la sua -seggiola, e nel momento stesso un altro signore, che -esse non avevano osservato tra la folla dei passeggeri, -si rizzò, e, inchinandosi, offerse urbanamente -la propria per Emilia, poi s'allontanò a rapidi passi. -Era lo sconosciuto che aveva destato la loro curiosità -durante la colazione, all'albergo. Gertrude lo riconobbe -al suo sguardo acuto e penetrante, prima -ancora che alla strana precoce canizie, e mentre lo -ringraziava e faceva sedere la cieca sentì un lieve -rossore invaderle il volto, sotto gli occhi ardenti che -la fissavano. Ma il dottor Gryseworth distolse immediatamente -i pensieri della giovanetta dall'incognito -che s'affrettava a ritirarsi, presentandole le -sue figliuole. -</p> - -<p> -Le signorine Gryseworth erano ragazze intelligenti; -la maggiore, da poco tornata dall'Europa dove -aveva fatto un lungo viaggio col padre, veniva tenuta -in concetto di persona superiore ed elegante; -ambedue piacquero moltissimo a Gertrude per la -graziosa cordialità con cui fecero la sua conoscenza, -e soprattutto per le delicate attenzioni, piene di simpatia, -che prodigarono ad Emilia. -</p> - -<p> -Intanto il dottor Jeremy ritornò con l'unica seggiola -che gli fosse riuscito di procacciarsi, e poichè -il dottor Gryseworth s'era ingegnato destramente di -accomodare Gertrude e sè, egli approfittò della sua -conquista per proprio uso, e si riabbandonò subito -a quella gaia spensieratezza che conveniva mirabilmente -al suo carattere amabile e geniale. -</p> - -<p> -Già assai prima che il piroscafo toccasse West -<span class="pagenum" id="Page_337">[337]</span> -Point dove i Jeremy dovevano sbarcare, era evidente -che le tre giovani signorine se l'intendevano a maraviglia, -e che un po' di tempo avrebbe agevolmente -trasformato la loro conoscenza in amicizia. -</p> - -<p> -Gertrude non era di quelle fanciulle che considerano -qualunque loro coetanea come fornita d'un titolo -naturale alla loro intimità. Ella aveva le sue -preferenze, e sebbene garbata ed obbligante con tutti, -di rado propendeva ad ammettere nuovi membri -nella sacra cerchia dei suoi amici. Era pronta però -a riconoscere uno spirito fraterno; e incontratolo, la -sua anima fervida d'entusiasmo, il suo cuore affettuoso, -l'avvincevano ad esso con vincoli non meno -forti e tenaci di quelli del sangue. Quando ella amava -una persona, l'amava costantemente, l'amava bene, -perseverava con fedeltà nei suoi sforzi per servirla, -per procurare la sua felicità che le era cara -quanto la propria. -</p> - -<p> -Forse Elena Gryseworth indovinava questa nobile -qualità del suo carattere, ed apprezzava il valore -di un'amicizia così salda e profonda, perchè sembrava -desiderosa di guadagnarsela; e suo padre, al -quale il dottor Jeremy aveva raccontato la storia di -Gertrude, sorrideva nel vedere la premura che la -signorina allevata in mezzo al lusso e piuttosto aristocratica -si dava per piacere a una ragazza la cui -condizione sociale non aveva nulla che potesse farle -ambire d'acquistarne le grazie, e che si raccomandava -soltanto col suo aspetto, la sua intellettualità, -le sue maniere. -</p> - -<p> -Da circa un'ora conversavano insieme piacevolmente, -e godevano d'una successione di vedute che -sono tra le più incantevoli del mondo, quando Netta -Gryseworth toccò un braccio della sorella, e disse -sottovoce, guardando verso l'altro capo del bastimento: -</p> - -<p> -— Elena, invita il signor Phillips a ritornare qui -con noi, e presentalo alla signorina Flint. Vedi come -è triste e solo, pover uomo.... — -</p> - -<p> -Gertrude seguì la direzione de' suoi occhi, e vide -lo sconosciuto di poc'anzi, il quale passeggiava in -su e in giù, a qualche distanza da loro, con aria -malinconica e distratta. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_338">[338]</span> -</p> - -<p> -— È un'ora buona che se ne sta lì in disparte, — proseguì -Netta. — Ha le lune, temo.... -</p> - -<p> -— Spero che non l'abbiamo fatto fuggire noialtre -il vostro amico, — disse Gertrude. -</p> - -<p> -— Oh, no! — fece Elena. — Benchè la nostra conoscenza -col signor Phillips sia molto recente, abbiamo -avuto campo d'osservare che è un uomo di -carattere indipendente, e, a volte, così fantastico -che io non stupisco mai del suo modo di fare, nè -mi sento mortificata quando d'improvviso ci pianta.... -Vi sono persone, sapete, per le quali è sempre -scusa sufficiente il dire: «Sono così.» Eppure vorrei -che ci concedesse di nuovo la sua compagnia: -sarei lieta di presentarvelo, signorina. -</p> - -<p> -— Ma non le piacerebbe, — osservò la sorella. -</p> - -<p> -Elena esclamò: -</p> - -<p> -— Andiamo, Netta, non istà bene indisporre la signorina -Flint contro il mio amico. Non le badate! — soggiunse -rivolgendosi a Gertrude. — A me che -lo conosco da maggior tempo di lei, non dispiace -affatto. La mia franca sorellina non ha simpatia per -la gente bizzarra, e devo confessare che il signor -Phillips è alquanto eccentrico; ma appunto per questo -m'attira, e mi pare che voi e lui dobbiate avere -comuni molte idee, molti sentimenti. -</p> - -<p> -— Come puoi pensarlo, Elena? — protestò Netta. — Io -dico invece che differiscono totalmente l'uno -dall'altra. -</p> - -<p> -— Signorina Flint, dovete prendere queste sue parole -nel senso d'un complimento, — disse Elena bonariamente — ma -dette da me non l'avrebbero. -</p> - -<p> -— Tuttavia, — notò Gertrude rivolgendosi a Netta — avete -espresso voi il desiderio di farmi fare conoscenza -col vostro curioso originale. Sospetto che -abbiate voluto confermare il principio che dobbiamo -sostenere coi nostri amici il peso delle loro disgrazie. — -</p> - -<p> -La fanciulla rise. -</p> - -<p> -— No, non precisamente: sono stata mossa piuttosto -da compassione <i>per lui</i>; non posso reprimere -un senso di pietà verso quell'uomo quando vedo la -sua aria di nostalgia, e pensavo che il conversare -con voi lo avrebbe rasserenato. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_339">[339]</span> -</p> - -<p> -— Ah, Netta, Netta! — esclamò la sorella maggiore. — Ha -dunque finito col destarti simpatia. Non -mi maraviglierei se tra qualche giorno tu l'ammirassi -più di me.... Se è così, guardati, trasparente -creatura, dal tradire la tua inconsistenza! — E proseguì -parlando a Gertrude: — Essa vide ieri il signor -Phillips per la prima volta, e non le fece una -impressione troppo favorevole. Il babbo ed io fummo -suoi compagni di viaggio sul piroscafo col quale veniva -da Liverpool, settimane sono. Durante il principio -della traversata sofferse una forte indisposizione, -e appunto in qualità di medico il babbo ebbe -occasione di conoscerlo. La sua presenza a bordo -stamani m'ha stupita, perchè ieri non ci disse nulla -in proposito. — -</p> - -<p> -Balenò a Gertrude il sospetto che l'amabile signorina -ne fosse ella medesima la causa, ma la sua -naturale delicatezza, e la poca confidenza che c'era -ancora tra loro, le vietavano di manifestarlo. La -conversazione volse su altri soggetti, e il signor Phillips -non venne più menzionato. Ma ella, nel momento -dell'arrivo a West Point, osservò che il dottor -Gryseworth e il dottor Jeremy s'erano accostati a -lui, e che i tre discorrevano insieme animatamente. -</p> - -<p> -La giovanetta s'accomiatò dalle sue nuove amiche, -le quali augurarono con molto calore di ritrovarla -presto a Saratoga. Prima che la tumultuosa -confusione dello sbarco fosse cessata e ch'ella avesse -potuto rifugiarsi con Emilia in un posto sicuro sullo -stretto molo, il piroscafo era già lontano e le signorine -Gryseworth non si distinguevano più in mezzo -ai passeggeri affollati a poppa. -</p> - -<p> -La fermata a West Point fu d'una notte soltanto. -La temperatura seguitava ad essere caldissima, e -il dottore, vedendo che Emilia languiva in quell'atmosfera -opprimente, desiderava toccar la cima della -montagna di Catskill prima della prossima domenica. -</p> - -<p> -Grazie alla chiarità del sereno plenilunio Gertrude -potè in quell'unica sera farsi un'idea delle bellezze -del luogo. Ella non aveva agio di notare i -particolari; ma l'insieme che le appariva come in -una dolce visione di sogno nell'incanto della notte -<span class="pagenum" id="Page_340">[340]</span> -estiva, destava nell'animo suo, vergine e ardente, -un senso vago di maraviglia e di piacere; e la scena -che s'offriva al suo sguardo era così divinamente -armoniosa e circonfusa di tanta soavità e tanta pace, -che le pareva di contemplare un miraggio del -paradiso anzichè un paese terrestre. -</p> - -<p> -— Emilia, tesoro mio, — ella diceva mentre stavano -insieme sotto un pergolato donde si dominava -una magnifica veduta del fiume e delle sue rive — è -qualche cosa di simile a voi! Dovreste vivere qui -ed essere la sacerdotessa d'un tempio sì bello! — -</p> - -<p> -Con la mano nella mano dell'amica cieca ella versava -nell'attento orecchio di lei la piena dei santi -e sublimi sentimenti suscitati dal luogo e dall'ora; -dire i suoi pensieri ad Emilia era come parlare al -suo proprio cuore, e la risposta era non meno sicura -e certa. -</p> - -<p> -Così trascorse la serata. Di primo mattino la comitiva -di nuovo navigava sul Hudson. Ammaestrati -dall'esperienza del giorno innanzi, s'affrettarono ad -accaparrarsi buoni posti sulla tolda, sempre affollata; -ma appena le rive di West Point erano scomparse, -il vigile occhio di Gertrude scòrse nell'aspetto -d'Emilia i noti segni di spossatezza e languore. -Tosto, sacrificando senz'esitazione l'intenso piacere -ch'ella provava nel mirare i deliziosi paesaggi tra -cui passa il piroscafo in quel tratto del fiume, ella -propose di scendere sotto coperta dove la signorina -Graham sarebbe potuta stare più quieta e più -comoda. -</p> - -<p> -Questa ricusò: le rincresceva troppo privare la -fanciulla del raro diletto ch'ella gustava. -</p> - -<p> -— La bellezza del panorama non esiste più per -me, cara Emilia; io non vedo che il vostro viso -stanco. Ve ne prego, scendiamo e coricatevi, non -foss'altro che per compiacermi; non avete dormito -quasi punto la notte scorsa. -</p> - -<p> -— Parlate di scendere? — domandò la signora -Jeremy. — Io davvero non mi fo pregare. Nel salotto -delle signore si sta meglio che quassù, e le -belle vedute possiamo goderle abbastanza dalle finestre, -non vi pare, Emilia? -</p> - -<p> -— Proprio, lo preferite? — disse la cieca. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_341">[341]</span> -</p> - -<p> -— Oh, sì! — esclamò ella con un'enfasi che non -lasciava dubbi sulla sua sincerità. -</p> - -<p> -— Allora, Gertrude, — riprese la signorina Graham — se -mi prometti di rimanere qui, tranquilla, -io scenderò con la signora Jeremy. — -</p> - -<p> -Gertrude aderì alla proposta, ma volle accompagnarle -da basso a fine di trovare una cuccetta libera -per accomodarvi la sua amica ed assicurarsi che -ella fosse in condizioni di riposare veramente. -</p> - -<p> -Il dottore era andato a informarsi circa il pranzo, -ed esse fecero senza indugio come avevano stabilito. -Emilia si sentiva infatti così debole, che il -chiasso e la confusione di sopra coperta le davano -gran molestia. Fattala coricare nel salotto quasi -deserto e silenzioso, Gertrude s'indugiò accanto a -lei, lisciandole e rimovendole dalla fronte i capelli, -osservando la sua faccia sbiancata, finchè s'udì accusare -di violazione dei patti, e venne cacciata dall'ottima -e vivace signora Jeremy. -</p> - -<p> -— Sono buona anch'io di badare alla nostra Emilia, -sai! Tu ritorna a prendere il tuo posto a poppa, -se non vuoi perderlo; e, mi raccomando, Gertrudina, -non permettere al dottore di venire da noi; vorrebbe -forzarci a tornare di sopra, e non è questa -la nostra intenzione. — -</p> - -<p> -Così dicendo sciolse i nastri del suo cappello, poggiò -i piedi su una seggiola messa di contro alla sua -poltrona, e intimò alla fanciulla d'andarsene battendo -le mani per metterla in fuga. -</p> - -<p> -Gertrude scappò ridendo e un sorriso le brillava -ancora sulle labbra e negli occhi mentre saliva la -scaletta, col suo passo rapido e leggero. Un uomo, -d'alta statura, si trasse in disparte per lasciarla -passare. Era il signor Phillips. Egli s'inchinò. Ella -gli rese il saluto e si diresse verso il posto da lei -occupato prima, maravigliandosi tra sè del caso che -li faceva un'altra volta compagni di viaggio. Egli -non poteva essere stato già a bordo quando ella era -scesa nel salotto con Emilia: ne era sicura, perchè -altrimenti l'avrebbe veduto e riconosciuto tra mille. -Senza dubbio doveva essersi imbarcato a Newburgh -dove il piroscafo aveva fatto una breve fermata intanto -che ella si tratteneva da basso. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_342">[342]</span> -</p> - -<p> -Volgendo in mente queste riflessioni, riprese la -sua seggiola, collocata sul davanti della poppa, sicchè -dava le spalle alla maggior parte dei passeggeri, -e contemplò il fiume. Da cinque minuti i suoi -pensieri erano così divisi tra la scena pittoresca e -l'attraente figura del singolare gentiluomo, allorchè -un'ombra le passò dinanzi. Ella alzò gli occhi preparata -a vedere il dottor Jeremy e a rivolgergli la -parola, nè potè celare la sua confusione incontrando -invece quello sguardo ardente, quasi magnetico, che -aveva il potere di turbarla e d'affascinarla. Distolse -il suo in modo piuttosto brusco; ma il signor Phillips -le disse gentilmente: -</p> - -<p> -— Buon giorno, signorina. Vedo che il vostro itinerario -e il mio ci conducono nella medesima direzione. -Volete farmi l'onore di servirvi della mia -guida? — -</p> - -<p> -Così parlando le offerse un libretto contenente una -carta topografica dell'Hudson e delle sue rive. Gertrude -lo prese e ringraziò. Mentre ella spiegava la -carta, egli s'allontanò di alcuni passi da lei, si chinò -sul parapetto con un'aria, in apparenza, molto -distratta, e durante alcuni minuti stette in silenzio; -poi a un tratto si voltò domandandole: -</p> - -<p> -— Vi piace molto questo panorama? -</p> - -<p> -— Oh moltissimo! — ella rispose. -</p> - -<p> -— Non avete mai visto nulla di così incantevole -in vita vostra. — -</p> - -<p> -Pareva che non l'interrogasse, ma affermasse una -cosa saputa. -</p> - -<p> -— Per voi invece è uno spettacolo familiare, — disse -la giovanetta. -</p> - -<p> -— Che v'induce a crederlo? — fece egli sorridendo. -</p> - -<p> -Di nuovo il suo sguardo la turbò e più ancora il -suo sorriso che lo trasfigurava, lo faceva sembrare -tanto bello e tanto malinconico. Ella arrossì, e non -trovò una risposta. Il signor Phillips le risparmiò -la pena di cercarla seguitando: -</p> - -<p> -— La domanda è indiscreta, non è vero? Voi pensate -che la vostra supposizione è fondata quanto la -mia.... V'ingannate però. Io non sono mai stato in -questi luoghi. Ma ad un vecchio viaggiatore non -<span class="pagenum" id="Page_343">[343]</span> -brilla l'entusiasmo negli occhi.... — S'interruppe, -fissandola, poi soggiunse: — .... come a voi. — -</p> - -<p> -Quasi s'accorgesse per la prima volta dell'impaccio -in cui la metteva scrutando così le sue sembianze, -guardò da un'altra parte, e il suo bel viso si -oscurò, prese un'espressione amara e insieme patetica, -la quale svanì tosto, ma bastò a dissipare il -turbamento cagionato alla fanciulla da quell'audace -modo di presentarsi da sè e fare curiose osservazioni; -ed ella dimenticò tutto, fuorchè la strana simpatia -che destava in lei l'uomo singolare. -</p> - -<p> -Egli, approfittando d'una seggiola rimasta libera, -sedette accanto a Gertrude, le fece notare una splendida -villa sulla riva destra, parlò del suo antico proprietario -ch'egli aveva conosciuto all'estero, e raccontò -parecchi dilettevoli aneddoti concernenti un -venturoso viaggio intrapreso con lui: questo discorso -condusse ad altri, principalmente sul soggetto di -peregrinazioni in paesi remoti, quasi sconosciuti ancora -anche in questo secolo esploratore; e così ricca -e varia era la conversazione del signor Phillips, così -pittoresche le sue descrizioni, così fervida ed esuberante -la sua immaginativa, e potente la sua padronanza -della parola nel dar forma e colore ai suoi -pensieri, che la giovanetta ascoltava rapita, ammirando -e godendo. -</p> - -<p> -L'alta intellettualità di Gertrude armonizzava appieno -con l'ardore e la poesia d'una mente sensibile -al pari della sua al grande, al bello, al maraviglioso -nella natura e nell'arte; e conquistate in tal guisa -la sua fantasia e la sua attenzione, il suo interlocutore, -che l'osservava senza parere, ebbe presto la -sodisfazione d'accertarsi ch'era riuscito a vincere il -senso di diffidenza e d'impaccio da lei provato sulle -prime, poichè mentre ella stava ad udirlo e perfino -quando i loro occhi talvolta s'incontravano, nessun -segno di timore o di sospetto appariva più in quel -viso animato, raggiante. -</p> - -<p> -Egli non abusò tuttavia del suo confidente abbandono, -e continuando ad intrattenerla sui soggetti che -naturalmente s'offrivano, ebbe cura di non turbarle -l'animo con quell'acuto sguardo scrutatore che tanto -la sconcertava. Sicchè il dottor Jeremy, venuto in -<span class="pagenum" id="Page_344">[344]</span> -cerca di lei, li trovò conversando insieme con tanta -amenità e libertà, che sgranò due occhi attoniti e -scotendo le spalle diede in un'esclamazione: -</p> - -<p> -— Ah, bene, me ne congratulo! — -</p> - -<p> -Gertrude, la quale non l'aveva veduto avvicinarsi, -riconobbe il suono della sua voce, e voltandosi a -guardarlo arrossì lievemente, conscia della maraviglia -che doveva fargli il sorprenderla in familiare -colloquio con un estraneo; ma notando che il signor -Phillips non era punto sgomentato dalla sua brusca -apostrofe, e anzi la riceveva con un sorriso, si sentì -anch'ella piuttosto esilarata che confusa: giacchè, -strana cosa, il suo primo sentimento di ritrosia era -svanito, ed ella aveva oramai la più intera fiducia -nel compagno di viaggio. Questi si rizzò, strinse la -mano al dottore, cui era stato presentato il giorno -innanzi, e disse con perfetta calma: -</p> - -<p> -— Volete, signore, in cortesia presentarmi alla signorina? -Abbiamo un po' conversato insieme, ma -non sappiamo con che nome rivolgerci la parola. — -</p> - -<p> -Il dottor Jeremy compì la formalità richiesta. Il -signor Phillips, inchinandosi, guardò Gertrude con -una tale espressione di paterna benevolenza, ch'ella -non esitò a porre la sua mano in quella offertale. -Egli la trattenne un momento, dicendo: -</p> - -<p> -— Non abbiate paura di me quando mi vedete. — -</p> - -<p> -S'allontanò e continuò a camminare in su e in -giù, a passi lenti, finchè i viaggiatori diretti a Catskill -furono chiamati per il pranzo; scese allora -nella sala anch'egli. -</p> - -<p> -Il dottore motteggiò alquanto Gertrude sul suo -canuto ammiratore, affermando che era ancor giovane -e bello, e soggiungendo che quanto ai capelli -avrebbe potuto farglieli tingere nel colore ch'ella preferiva: -ma non riesci a pungerla, perchè la simpatia -che sentiva per lui e che non negava, era affatto -indipendente dalla sua apparenza personale. -</p> - -<p> -Ma il trambusto del pranzo e dello sbarco bandirono -dal capo del buon Jeremy ogni altro pensiero -fuor di quello della salvezza propria, delle sue signore, -e delle loro valigie: causa d'ansietà, del resto, -anche per qualche viaggiatore più esperto di -lui, perchè il tempo concesso ai passeggeri per scendere -<span class="pagenum" id="Page_345">[345]</span> -a terra era così breve, e tali eran la confusione -e la furia con cui venivano cacciati da bordo scaraventando -dietro a loro i bagagli, che quando la -macchina ansante e sbuffante rimise in moto il piroscafo, -la piccola folla raccolta sulla banchina sembrava -piuttosto un branco di pecore spaurite, che -creature umane in possesso d'una libera volontà. -</p> - -<p> -Emilia, il cui sistema nervoso era un poco irritato, -s'aggrappava, tremante, a Gertrude, e Gertrude -si trovava, senza saper come, appoggiata al braccio -del signor Phillips, alle cui tacite premure tutte -e due dovevano l'essere sbarcate felicemente. La signora -Jeremy intanto contava le valigie, e suo marito, -con un piede sopra una di queste e una sacca -in mano, tempestava ad alta voce contro il piroscafo, -il suo equipaggio, e l'intera frettolosa e precipitosa -nazione degli <i>yankee</i>. -</p> - -<p> -Due diligenze aspettavano sulla banchina di Catskill -i passeggeri per la montagna, e prima che il -dottor Jeremy avesse voltato le spalle al fiume, Emilia -e Gertrude erano bell'e accomodate in una di -esse per cura del signor Phillips, il quale senza fare -domande, e nemmeno parlare, s'era assunto quest'incarico, -e poi ne aveva informato il loro compagno -affinchè sapesse dove trovarle. I Jeremy le raggiunsero -tosto; gli altri posti della vettura furono -occupati da una comitiva di persone che non conoscevano. -E incominciò il viaggio. -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XXXVI.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p class="i2">Credi, o mortale, in Dio come tu credi</p> -<p>Nel sole.... e vedi!</p> -<p>Entro l'anima tua risplende ancora</p> -<p>La giovinezza d'una nova aurora.</p> -<p class="i2">Dormi come la terra, o cuor turbato,</p> -<p>E dissipato</p> -<p>Il nembo che s'aggrava minaccioso</p> -<p>Su te, sarà nel placido riposo.</p> -<p class="i6"><span class="smcap">New Timon.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -Prima che la diligenza avesse attraversato il polveroso -villaggio e guadagnato la strada maestra -conducente all'Albergo della Montagna, la grandissima -<span class="pagenum" id="Page_346">[346]</span> -differenza di temperatura tra l'aria infocata -delle campagne interne e la fresca brezza che spirava -sul fiume, si fece penosamente sentire ai passeggeri. -Durante le prime miglia l'attenzione di Gertrude -fu occupata nel difendere Emilia e sè medesima -dai cocenti raggi del sole, i quali le ferivano -in piena faccia; provarono un vero sollievo quando -giunsero alfine sulla bella strada, erta ma ben tenuta -e deliziosamente ombreggiata che saliva la -pendice. -</p> - -<p> -La limpidità dell'atmosfera permetteva di godere -in tutta la sua estensione la veduta di più in più -vasta, e magnifica tanto che Gertrude incantata, rapita, -sopportava a stento il freno imposto dal decoro -al suo entusiasmo. E però quando la salita divenne -faticosa e i signori furono pregati di scendere per -diminuire il peso che i cavalli già stanchi dovevano -trascinare, ella accettò con gioia la proposta di fare -un paio di miglia a piedi, in compagnia del dottor -Jeremy. -</p> - -<p> -La giovanetta era una strenua camminatrice, e il -vecchio medico sempre arzillo e bene in gamba, sicchè -non tardarono a precedere la vettura d'un buon -tratto. Ad una brusca svoltata della strada la scena -maravigliosa che si schiuse sotto i loro occhi li fece -sostare. Mentre rimanevano assorti in silenziosa ammirazione, -godendo la bellezza e la quiete del luogo, -una voce molto vicina li scosse d'improvviso. -</p> - -<p> -— Incantevole paesaggio, non è vero? — -</p> - -<p> -Guardarono intorno e videro il signor Phillips che -sedeva sopra una roccia rivestita di musco alla quale -Gertrude in quel momento s'appoggiava. Il suo -atteggiamento era naturale e disinvolto; un cappello -di paglia a larga tesa giaceva a terra, presso a -lui, e la sua capigliatura cosparsa di neve ma ancora -foltissima e ondosa, rigettata indietro, lasciava scoperta -la sua fronte alta ed ampia. Si sarebbe detto, -vedendolo là con quell'aria di fanciullo in ozio, il -capo reclinato sulla mano, ch'egli ci fosse da ore e -ci si sentisse a casa propria. Ma prontamente si -rizzò e mosse verso i suoi compagni di viaggio. -</p> - -<p> -— Siete smontato prima di noi, — disse il dottore. -</p> - -<p> -— Sì, già al villaggio; è mio costume camminare -<span class="pagenum" id="Page_347">[347]</span> -di preferenza, quando la vettura non fa guadagnar -tempo. — -</p> - -<p> -Parlando, egli pose nella destra della giovane, -senza guardarla nè quasi parer conscio di ciò che -faceva, un bel mazzo di ramicelli d'alloro in fiore, -còlti probabilmente durante la sua passeggiata. Ella -avrebbe voluto ringraziarlo, ma non ne ebbe l'opportunità, -perchè egli con un fare distratto si mise -a discorrere col dottor Jeremy come s'ella non fosse -presente. -</p> - -<p> -Proseguirono il cammino insieme. I due uomini -conversavano con grande animazione, e Gertrude, -ben contenta della parte d'uditrice, osservò ch'ella -non era l'unica persona a cui il signor Phillips avesse -il dono di piacere. Il medico toccò vari soggetti, -e su tutti l'interlocutore era versato. La fanciulla -sorrideva notando che il suo vecchio amico si stropicciava -spesso le mani: suo modo d'esprimere una -sodisfazione straordinaria, da lei ben conosciuto. -</p> - -<p> -Ora ella pensava che il loro nuovo conoscente fosse -un professore di botanica, tanto si mostrava dotto -in questo ramo della scienza; ora propendeva a credere -che si fosse del pari dedicato alla geologia, così -familiare della madre terra egli appariva; e queste -due impressioni si cancellarono quando lo udì, volta -a volta, parlare dell'oceano come un marinaro, -d'affari come un negoziante, di Parigi come un uomo -del bel mondo. -</p> - -<p> -Gli camminava a fianco silenziosa ma non dimenticata -nè trascurata: perchè giunti a una salita -molto ripida e malagevole, egli le porse il braccio e -manifestò la sua tema che si stancasse troppo. Ella -gli assicurò che non c'era pericolo; e il dottor Jeremy -aggiunse che la Gertrudina sarebbe stata capace -di lasciarseli addietro tutti e due. Tranquillato -su questo punto, il signor Phillips riprese il filo interrotto -della loro conversazione, a cui Gertrude ben -tosto partecipò quasi inavvertitamente. -</p> - -<p> -Egli era un uomo che sapeva incutere rispetto e -anche timore, quando voleva; ma non gli riusciva -meno facile di rincorare gl'intimiditi, d'infondere -negli animi fiducia e simpatia, di forzare i caratteri -a spiegarsi dinanzi a lui. Gertrude già non lo considerava -<span class="pagenum" id="Page_348">[348]</span> -più come un estraneo: egli era ancora per -lei un mistero, ma un mistero attraente. Ella si -struggeva di conoscere qualche cosa di più sul conto -suo, d'apprendere la storia d'una vita, che come -s'indovinava da alcuni singoli casi ch'egli ne aveva -narrati doveva esser piena di strane vicissitudini; -soprattutto il suo cuore tanto inclinato verso di lui -desiderava penetrare la causa della profonda malinconia -che gettava un'ombra sulla sua nobile figura, -e rendeva triste perfino il suo sorriso. -</p> - -<p> -Il dottor Jeremy, alquanto incuriosito egli pure, -tentò certe domande suggestive nella speranza d'indurre -il suo nuovo amico a dar qualche cenno sulla -propria biografia: ma invano. Le labbra del signor -Phillips rimasero suggellate, o non s'apersero che -per deludere la curiosità dell'interrogatore. -</p> - -<p> -Alfine il buon vecchio fu costretto a cedere ad una -stanchezza che non poteva più dissimulare nè a se -stesso nè a' suoi compagni, per quanto gli spiacesse -confessarla: e tutti e tre sedettero sul margine della -strada, ad aspettare l'arrivo delle diligenze. -</p> - -<p> -Dopo un breve silenzio il dottore osservò, guardando -la fanciulla: -</p> - -<p> -— Non avremo nessuna chiesa, qui, domani, Gertrudina. -</p> - -<p> -— Nessuna chiesa? — esclamò ella volgendo intorno -lo sguardo reverente. — Come potete dirlo? — -</p> - -<p> -Il signor Phillips la mirò sorridendo in atto benevolo -e scrutatore. -</p> - -<p> -— Qui non v'è domenica, — egli fece — non sale -a quest'altezza. — -</p> - -<p> -Il tono era singolare, le parole erano leggiere: -troppo leggiere, pensò Gertrude. -</p> - -<p> -Ella rispose con una certa serietà e con molta dolcezza: -</p> - -<p> -— Spesso mi rallegro che la domenica sia stata -mandata a noi <i>quaggiù</i> su questa <i>bassa</i> terra: più -si sale, e più ci si appressa, io mi confido, alla Domenica -eterna. — -</p> - -<p> -Il signor Phillips si morse le labbra e non replicò. -La sua bocca aveva preso un'espressione che a Gertrude -veramente non piaceva; ma ella non trovava -in fondo al cuore un rimprovero per l'ironia che -<span class="pagenum" id="Page_349">[349]</span> -appariva nelle sue maniere piuttosto che nel suo -viso sul quale, mentre egli rimaneva un momento -distratto, con lo sguardo fisso nel vuoto, si dipinse -un così cupo dolore, che ella non potè sentire se non -pietà e maraviglia. -</p> - -<p> -Le due vetture arrivavano. Quando egli aiutò Gertrude -a riprender posto in quella dov'era attesa, -sorrideva di nuovo con la sua aria serena e benigna, -e la fanciulla restò persuasa che gli rendeva -semplicemente giustizia pensando che nulla poteva -nascondersi dietro a quell'aperta e franca fisonomia, -di men che onorevole per l'uomo. -</p> - -<p> -Un'ora dopo i viaggiatori scendevano all'Albergo -della Montagna. Con grande loro sodisfazione il dottor -Jeremy e le sue signore furono subito accomodati -in due delle camere migliori. Gertrude, stando -alla finestra di quella assegnata a lei e ad Emilia, -udì parecchi dei compagni di viaggio lamentarsi forte -di non aver potuto ottenere un alloggio conveniente, -e stupì che al dottore, contro il solito, fosse -toccata la fortuna d'essere trattato con sì favorevole -parzialità. -</p> - -<p> -Emilia, stanchissima del faticoso tragitto, si fece -servire la cena in camera; la giovanetta stette con -lei, e tutt'e due si coricarono di buon'ora. -</p> - -<p> -L'ultima cosa che Gertrude intese prima d'addormentarsi, -fu la voce del dottor Jeremy il quale gridò -passando davanti al loro uscio: -</p> - -<p> -— Badate, Gertrudina, di alzarvi a tempo per vedere -la levata del sole. — -</p> - -<p> -Ma ella non s'alzò a tempo, e il dottore nemmeno: -nè l'uno nè l'altra avevano creduto che il sole fosse -tanto mattiniero. Sebbene Gertrude, memore dell'esortazione, -balzasse dal letto prima d'avere aperto -gli occhi, un torrente di luce irrompeva già dalla -finestra: però la scena che le si presentò allora era -tale da dissipare ogni rimpianto; nulla, ella pensava, -avrebbe potuto vincerla in bellezza e solennità. -</p> - -<p> -Dal ripiano roccioso su cui la casa era edificata, -fino all'estremo orizzonte si estendeva un mare di -nuvole candidissime, che coprivano la terra sottostante -nascondendola affatto alla vista. Erano immensi -cumuli nivei, luminosi, occupanti tutto lo spazio -<span class="pagenum" id="Page_350">[350]</span> -visibile senza lasciar tra loro pur un minimo -crepaccio, come una spessa e ininterrotta cortina -tesa a dividere la terra dal cielo. -</p> - -<p> -E mentre, in basso, il mondo era escluso dalla -chiara luce mattutina, la vetta del monte gioiva nella -gloria d'una maravigliosa aurora, di cui le stesse -nubi che oscuravano con la loro ombra le dimore -degli uomini accrescevano la bellezza. La navicella -d'una fata avrebbe galleggiato su quelle onde vaporose -splendenti al sole come neve recente, che offrivano -col contrasto tra il proprio immacolato candore -e il purissimo azzurro delle regioni aeree superiori -uno spettacolo grandiosamente pittoresco. Il denso -fogliame delle querce, degli abeti, dei larici, che -avevano posto radice in quell'alta zona montana, -luccicava tutto fresco e rugiadoso, e gli uccelli che -vi albergavano, sicuri e lieti, facevano risonare le -varie note dei loro canti. -</p> - -<p> -Gertrude, dopo aver guardato a lungo, lasciò la finestra, -si vestì in fretta, e uscì sul ripiano, davanti -alla casa che pareva ancora immersa nel silenzio del -sonno. Ella rimase qualche tempo immobile, col respiro -quasi mozzo, compresa di reverenza e d'ammirazione. -</p> - -<p> -Alfine un rumore di passi la scosse. Si voltò e vide -i Jeremy che venivano a lei. Il dottore pieno di vita, -come sempre, si tirava dietro la sua sposa riluttante -e assonnata, il cui aspetto diceva quanto a malincuore -ella avesse tralasciato il suo ultimo pisolo del -mattino. -</p> - -<p> -— Bello, eh, Gertrudina? — fece egli stropicciandosi -le mani. — Una magnificenza che sorpassa ogni -mia aspettazione. — -</p> - -<p> -Ella volse verso di lui i suoi occhi raggianti, senza -proferir parola. Pago di quella muta ma eloquente -risposta, il dottor Jeremy s'avanzò fin sull'orlo -della roccia piana, su cui stavano, incrociò le mani -sotto le falde dell'abito, e s'abbandonò a un monologo -fatto di frasi esclamative e d'interiezioni, esprimenti -la sua contentezza, corroborate da rapidi e -regolari inchini del capo. -</p> - -<p> -— Non c'è che dire, è una cosa singolare, — mormorò -la signora Jeremy soffregandosi gli occhi e girandoli -<span class="pagenum" id="Page_351">[351]</span> -attorno — ma di qui a un'ora o due sarebbe -stata la medesima. Non so proprio perchè il dottore -m'abbia forzata a levarmi così presto. — -</p> - -<p> -In quella lo sguardo le cadde su suo marito, e tutta -sgomenta sì slanciò avanti gridando: -</p> - -<p> -— Per carità, dottor Jerry, non v'arrischiate così -sull'orlo d'un precipizio! Siete pazzo, benedett'uomo? -Mi fate morire dallo spavento! Cadrete di sotto -e vi romperete il collo, come è vero che siamo al -mondo! — -</p> - -<p> -Trovandolo sordo alle sue supplicazioni, lo afferrò -per un lembo dell'abito e tentò di trarlo indietro; -placidamente egli si volse domandando: -</p> - -<p> -— Ebbene, che c'è? — -</p> - -<p> -Vista l'ansietà della povera donna egli retrocedette -prudentemente d'alcuni passi; ma un momento -dopo era di nuovo nella stessa condizione precaria. -La scena si ripetè cinque o sei volte, finchè stanca -di spasimare tra angosce che si ridestavano non appena -sopite, ella implorò l'aiuto di Gertrude per -istrappare al pericolo il temerario che a sentir lei -si sarebbe senza fallo accoppato. -</p> - -<p> -— Vogliamo esplorare un po' quel sentiero a destra -della casa? — suggerì la fanciulla. — Pare delizioso.... -</p> - -<p> -— Oh, sì! — rincalzò la signora Jeremy. — Un -deliziosissimo sentiero ombreggiato! Venite, dottore; -Gertrude ed io si va su, di qua.... venite! — -</p> - -<p> -Egli guardò nella direzione da lei indicata. -</p> - -<p> -— Ah! — disse. — È quello di cui parlava il direttore -dell'albergo. Conduce alla pineta. Bene, arrampichiamoci -lassù, e vediamo che c'è di bello. — -</p> - -<p> -Gertrude fece l'avanguardia; i due coniugi la seguirono. -Camminavano in fila, uno ad uno, essendo -la via angustissima. La ripidità della salita era tale -che prima d'averne fatta mezza la signora Jeremy, -trafelata per il caldo e la fatica, si fermò di botto, -dichiarandosi incapace d'arrivare in cima: se avesse -saputo di dover inerpicarsi su per quell'erta orribile -non ci sarebbe venuta davvero! Tuttavia, incoraggiata -e assistita da' suoi compagni, si lasciò -indurre a provare un altro po'; ma di lì a qualche -minuto Gertrude, ch'era avanti d'alcuni passi, l'udì -<span class="pagenum" id="Page_352">[352]</span> -gettare un fievole grido. Ella si voltò a guardare che -accadesse: il dottore rideva dai precordi, mentre sua -moglie, la quale sembrava l'effigie della costernazione, -faceva inutili sforzi per passare di fianco a -lui nello stretto sentiero, e ridiscendere la china. -</p> - -<p> -— Gertrude, — ella chiamò — vieni, vieni! Seguimi! -</p> - -<p> -— Che cos'è stato? — domandò la giovanetta. -</p> - -<p> -— Ah, che cosa? Quest'altura è popolata di serpenti -a sonagli, e rischiamo di esser tutti morsi a -morte! -</p> - -<p> -— Ma no, ma no, Gertrudina, — disse il dottore, -ridendo sempre. — Le ho detto soltanto che ce n'è -stato ucciso qui uno quest'estate, e subito ha còlto -l'occasione d'una scusa per tornare indietro. -</p> - -<p> -— Dite quel che volete, — replicò la buona donna -che quasi rideva anche lei a dispetto delle sue paure — se -ce n'era uno, ce ne possono essere degli altri, -e io non voglio trattenermi un momento di più! -Il luogo mi piaceva poco già prima, e ora intendo -ritornamene giù più presto che non sono salita. — -</p> - -<p> -Il dottore vedendola così determinata si risolse -ad accompagnarla. Nell'andare, gridò a Gertrude di -star tranquilla perchè non c'era ombra di pericolo -e la pregò d'aspettarlo sulla vetta dove l'avrebbe -raggiunta non appena condotta a salvamento la moglie -nell'albergo. -</p> - -<p> -Ella proseguì sola, non senza guardarsi attorno -con un po' d'apprensione; ma il sentiero era così ben -tenuto, che certo doveva essere frequentatissimo e -secondo ogni probabilità sicuro, sicchè bentosto non -pensò più che alla bellezza del paesaggio. Guadagnata -vigorosamente la cima si trovò in un ripiano -boscoso donde il suo sguardo spaziava di nuovo sul -vasto mare di nubi. -</p> - -<p> -Sedette a piè d'un gran pino, si tolse il cappello, -perchè era accaldata dallo sforzo durato, e aspirando -la fresca aria montanina riprese il corso d'una -meditazione che i Jeremy avevano interrotta. -</p> - -<p> -Ma d'improvviso un lieve sussurro la fece trasalire; -si rammentò dei serpenti a sonagli, e scattò -in piedi; ma udendo un suono sommesso, che le -parve il respiro d'un dormente, guardò dalla parte -<span class="pagenum" id="Page_353">[353]</span> -donde veniva, e infatti vide un uomo che giaceva a -terra e sembrava immerso nel sonno. Ella gli si avvicinò, -cautamente. Prima che potesse scorgere la -sua faccia, il cappello di paglia a larga tesa, e la -lunga capigliatura ondulata, quasi bianca, glielo fecero -riconoscere. Il signor Phillips dormiva, o pareva: -la testa posava sul braccio ripiegato, gli occhi -erano chiusi, l'atteggiamento denotava riposo -perfetto. Ma nel momento che la fanciulla, pian piano, -si fermava accanto a lui, mirandolo, egli s'alterò -nel viso: l'espressione di pace disparve, si mutò in -quella di profonda tristezza che già aveva destato -in lei compassione e simpatia. Le sue labbra si mossero: -agitato da un sogno egli proferì, o per dir -meglio, gridò tre volte: «No, no, no!» e ciascuna -con maggior enfasi e maggior veemenza; poi bruscamente -alzò il braccio libero sopra il suo capo, e -lo lasciò ricadere di peso al suolo; i suoi lineamenti -si ricomposero, e mormorò in un sospiro: «Oh, -Dio!» con l'accento d'un bimbo che, afflitto e stanco, -reclina la testa sulle ginocchia della madre. -</p> - -<p> -Gertrude si sentiva intensamente commossa. Dimenticò -che quell'uomo era un estraneo: vide soltanto -ch'egli soffriva. Un insetto venne a posarsi -sulla bella e aperta sua fronte: ella si chinò verso -di lui, scacciò la creatura avida di sangue, e, nel -farlo, una delle lacrime ch'empivano i suoi occhi -cadde sulla guancia del dormente. -</p> - -<p> -Calmo, senza alcun movimento, egli si destò e -guardò in faccia la fanciulla che, tutta confusa, dette -un sobbalzo e si sarebbe voluta rapidamente allontanare; -ma il signor Phillips, rizzandosi sul gomito, -le afferrò una mano, e dopo averla fissata un -momento senza parlare, disse con voce grave: -</p> - -<p> -— Figliuola mia, avete versato quella lacrima per -me? — -</p> - -<p> -Ella non rispose che con gli occhi lucenti ancora -della pietosa rugiada. -</p> - -<p> -— Sì, lo credo, — egli riprese — e vi benedico dall'intimo -del cuore! Ma non piangete mai più per -un ignoto: ne avrete abbastanza dei dolori vostri se -vivrete fino all'età mia. -</p> - -<p> -— Se non avessi avuto dolori miei, non sarei capace -<span class="pagenum" id="Page_354">[354]</span> -di sentire quelli degli altri; se non avessi spesso -pianto per me stessa, non piangerei ora per voi. -</p> - -<p> -— Ma siete felice? -</p> - -<p> -— Sì. -</p> - -<p> -— Molti scordano agevolmente il passato. -</p> - -<p> -— Io non lo scordo. -</p> - -<p> -— I dolori dei fanciulli sono inezie, e voi siete -quasi tuttora una bambina. -</p> - -<p> -— Io non fui <i>mai</i> bambina. -</p> - -<p> -— Strana creatura! — fece egli come parlando a -sè medesimo. — Volete sedervi qui e intrattenervi -meco alcuni minuti? — -</p> - -<p> -Gertrude esitò. -</p> - -<p> -— Non vi ricusate; io sono un uomo già vecchio, -e affatto innocuo. Via, sedetevi sotto quell'albero e -ditemi se vi piace la veduta che si gode di qui. — -</p> - -<p> -Ella sorrise pensando ch'egli si chiamava vecchio, -e chiamava lei bambina; ma vecchio o giovane, non -trovava nessuna ragione di temerlo, nè di negargli -quel colloquio. Sedette, dunque, ed egli si pose accanto -a lei, ma non parlò della veduta; rimasto un -poco in silenzio, le domandò senza preamboli: -</p> - -<p> -— Voi non siete mai stata infelice, non è vero? -</p> - -<p> -— Mai stata infelice! — ella esclamò. — Oh, spesso, -invece! -</p> - -<p> -— Non a lungo, però? -</p> - -<p> -— Sì, posso ricordare anni interi durante i quali -non sognavo nemmeno che la felicità esistesse. -</p> - -<p> -— Ma il conforto venne, alfine. Che pensate di coloro -per cui non viene mai? -</p> - -<p> -— Ho conosciuto troppo il dolore perch'io non desideri -di consolarli. -</p> - -<p> -— E che potete fare per essi? -</p> - -<p> -— <i>Sperare e pregare!</i> — ella rispose con un tono -vibrante di sentimento. -</p> - -<p> -— Ma se non hanno più speranze, se la preghiera -non può più nulla in loro pro? — -</p> - -<p> -Ella affermò risolutamente: -</p> - -<p> -— Nessuno è in tal caso. -</p> - -<p> -— Vedete, — disse il signor Phillips — questa -fitta cortina di nubi che proietta ora la sua ombra -sulla terra? Vi sono cuori su cui grava un'opprimente -e impenetrabile oscurità. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_355">[355]</span> -</p> - -<p> -— Ma in alto, sopra le nubi, rifulge il sole. -</p> - -<p> -— In alto! Sia pure; però che giova a chi non lo -vede? -</p> - -<p> -— Il sentiero che conduce in vetta alla montagna -è spesso aspro e faticoso, ma il pellegrino è compensato -d'ogni pena quando giunge <i>al di sopra delle -nubi</i>, — rispose la giovane con entusiasmo. -</p> - -<p> -— Sono pochi quelli che trovano la via per salire -a tanta altezza! — replicò il malinconico suo compagno. — E -anche tra essi non tutti possono respirare -a lungo quella sublime atmosfera. Parecchi devono -ridiscendere al piano, mescolarsi di nuovo al gregge -volgare, ricominciar la lotta coi vili, i maligni, i -crudeli; nubi più gravi che mai s'addensano sul loro -capo, e si trovano sepolti in un'oscurità più nera. -</p> - -<p> -— Ma hanno veduto la gloria della luce, sanno -che risplende sempre lassù, e debbono essere sostenuti -dalla fede ch'essa un giorno vincerà le tenebre. -Guardate, guardate! — esclamò con fervore, brillando -negli occhi. — Le nuvole si squarciano, presto -il sole rischiarerà la terra. — -</p> - -<p> -Indicava così parlando le ampie fessure che apparivano -tra i cumuli di vapori fino allora compatti. -Si volse poi al signor Phillips per accertarsi se -osservasse il mutamento; ma col medesimo sorriso -sul suo volto impassibile, egli contemplava lo spettacolo -che la natura gli offriva non già lontano nel -cielo, ma al suo fianco, nell'aspetto della giovane e -ardente adoratrice del vero e del bello. E studiando -quei lineamenti, scrutandone la viva espressione, -egli pareva così profondamente assorto nei suoi pensieri, -ch'ella lo credette caduto in uno dei suoi accessi -di fantasticheria e cessò di discorrere, in modo -piuttosto reciso; ma nel momento che distoglieva lo -sguardo da lui, egli disse: -</p> - -<p> -— Proseguite, felice fanciulla! Insegnatemi, se potete, -a vedere il mondo nel roseo colore di cui si -riveste per voi, insegnatemi ad amare e compatire, -come voi, la miserabile creatura chiamata <i>uomo</i>. Vi -assumerete, ve ne avverto, una difficile missione, ma -siete così piena di fede e di speranza! -</p> - -<p> -— Odiate dunque il mondo? — ella domandò, con -franchezza e semplicità. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_356">[356]</span> -</p> - -<p> -— Quasi, — fu la risposta. -</p> - -<p> -— Anch'io, un tempo, — ella disse, pensosa. -</p> - -<p> -— E forse l'odierete ancora. -</p> - -<p> -— No, è impossibile: a me, orfana, prodigò cure -materne, ed io l'amo teneramente. -</p> - -<p> -— V'è stato benigno, davvero? — egli chiese vivamente. — Estranei -senza cuore hanno meritato -l'affetto che, sembra, sentite per loro? -</p> - -<p> -— Estranei senza cuore! — ella esclamò con gli -occhi pieni di lacrime. — Oh, signor Phillips, vorrei -che aveste conosciuto il mio buon zio True, che -conosceste la mia cara Emilia, cieca! Basterebbero -essi a darvi una miglior opinione del mondo! -</p> - -<p> -— Parlatemi di loro, ve ne prego, — egli disse con -voce sommessa e malferma, figgendo lo sguardo nel -precipizio che s'apriva ai suoi piedi. -</p> - -<p> -— Non c'è molto da dire: l'uno era vecchio e povero, -l'altra è affatto priva della vista, eppure hanno -reso il mondo splendido e bello per me misera -bimba, maltrattata, desolata.... -</p> - -<p> -— Maltrattata! Dunque foste una volta anche voi -fatta segno di malevolenza e d'ingiustizia? -</p> - -<p> -— Io? Ma tutti i miei primi ricordi non sono che -di privazioni, sofferenze, e grandi cattiverie.... -</p> - -<p> -— Gli amici che m'avete menzionati ebbero compassione -di voi? -</p> - -<p> -— Sì. Lo zio True divenne il mio padre terreno, -Emilia m'insegnò dov'è il mio padre celeste. -</p> - -<p> -— E da allora siete sempre stata libera e leggera -come l'aria, senza cure, senza desiderî insodisfatti? -</p> - -<p> -— Oh, no, non intendevo dir questo!... Dovetti -perdere il mio primo benefattore, ed altri cari amici.... -o da qualcuno separarmi per anni. Sostenni -molte dure prove, passai molte ore di tristezza e solitudine, -ed anche adesso sono oppressa da più d'una -causa d'ansietà e di timori. -</p> - -<p> -— Come potete dunque esser così serena, così lieta? — egli -domandò. -</p> - -<p> -Gertrude, levatasi da sedere vedendo avvicinarsi -il dottor Jeremy, teneva una mano posata sul saldo -masso di pietra a piè del quale s'era posta nell'ombra -protettrice. Ella sorrise pensosamente alla domanda -rivoltale dal signor Phillips, e, gettando uno -<span class="pagenum" id="Page_357">[357]</span> -sguardo nella fonda valle sottostante, poi alzando -in faccia a lui gli occhi raggianti di fede, mormorò -con fervido accento: -</p> - -<p> -— Vedo l'abisso aperto sotto di me, ma io m'appoggio -alla Roccia dei secoli. — -</p> - -<p> -Com'ella aveva detto, ansietà e timori l'opprimevano -anche allora: tremava per la salute d'Emilia, -e alla crescente apprensione che già s'approssimasse -il tempo in cui la sua cara le sarebbe tolta, s'aggiungeva -un altro tormentoso pensiero: Guglielmo, -verso il quale il suo cuore anelava palpitante d'affetto -più che fraterno, sembrava scordare l'amica -della sua adolescenza o almeno non amarla più con -la stessa tenerezza. Erano oramai alcuni mesi che -ella non riceveva lettere dall'India, e l'ultima piuttosto -breve mostrava un'insolita fretta di cui egli -si scusava adducendo l'urgenza degli affari ond'era -sopraccarico. Per quanto riluttante ad ammetterlo, -ella non poteva cacciare il gelido presentimento che -dopo la morte della madre e del nonno, i vincoli che -univano ancora l'esule alla terra natia s'erano dimolto -rilassati. -</p> - -<p> -Nulla avrebbe potuto indurla ad accennare, neppure -ad Emilia, un sospetto di negligenza da parte -di Guglielmo; nulla avrebbe potuto offenderla più -che una tale imputazione a lui fatta da altri; ma -nel suo intimo ella qualche volta meditava dolorosamente -sul suo enigmatico e prolungato silenzio -che diminuiva la loro antica familiarità. Durante -parecchie settimane, priva com'era di sue notizie, -ella aveva continuato a scrivergli secondo l'usato, -sicura che ciascun corriere gli recava le sue missive. -Quali cause, se non una malattia o l'indifferenza, -avrebbero reso ragione della persistente mancanza -di risposta alle lettere da lei fedelmente inviate? -Spesso ella cercava di bandire dal suo spirito ogni -ipotesi sopra una questione avvolta in tanta incertezza; -ma talora una tristezza amara la invadeva, -nè riusciva a dissiparla se non elevando i suoi pensieri -a Dio con la fede e la speranza che sempre -l'avevano sorretta nelle ore di sconforto. E appunto -da uno di questi alti voli dell'anima ella era scesa -per volgersi piena di dolce pietà nelle parole e negli -<span class="pagenum" id="Page_358">[358]</span> -occhi, a un altro afflitto cui il dolore strappava gemiti -fino ne' suoi sogni. -</p> - -<p> -Arrivò il dottor Jeremy, e scambiati cordiali saluti -e complimenti col signor Phillips, cominciò a -conversare animatamente com'egli soleva, lodò la -bellezza e la pace di quel sereno mattino domenicale -sulla montagna; e il suo interlocutore, costretto -a sforzarsi di nascondere, se non di sperdere, la tetra -mestizia che gli pesava sullo spirito, discorreva con -disinvoltura e perfino con una piacevolezza che stupiva -Gertrude. Ella rifece in silenzio il cammino verso -l'albergo, riflettendo sulla stranezza e l'apparente -incoerenza di quell'uomo. A colazione non lo videro, -e a pranzo egli prese posto a una certa distanza da -loro, nè diede segno di riconoscerli se non inchinandosi -graziosamente alla giovanetta mentre ella -usciva dalla sala. -</p> - -<p> -Più tardi comparve sull'ampia terrazza dove Gertrude -ed Emilia sedevano insieme. Secondo il consueto, -un paio d'occhi serviva alla visione mentale -d'entrambe. C'era stato un violento acquazzone, accompagnato -da lampi e tuoni, ma al cader del sole -il temporale s'era dileguato; uno splendido arcobaleno -e il suo riflesso quasi altrettanto vivace sorgevano -sull'orizzonte, in apparenza assai più bassi -della montagna, e il giuoco delle ombre e delle luci -nella valle e sul suo fiume scintillante offriva uno -spettacolo d'incantevole bellezza. Gertrude sperava -che il signor Phillips venisse a intrattenersi con -loro; sapeva che Emilia avrebbe gustato la sua amena -e istruttiva conversazione, e, istintivamente, si -confidava che la voce soave, amata e benedetta da -molti a cui aveva dato conforto, infonderebbe nel -cuore di lui un balsamo di pace. Ma sperò invano. -Egli sussultò ravvisandole, e s'allontanò in fretta. -Poco dopo ella lo vide inerpicarsi su per l'erto sentiero -che li aveva attirati tutt'e due di primo mattino; -e la sera egli non si mostrò all'albergo. -</p> - -<p> -I Jeremy si trattennero lassù altri due giorni, perchè -l'aria montanina rinvigoriva Emilia, la quale -pareva più forte che non fosse stata da settimane, -ed era in grado di fare qualche passeggiatina nelle -vicinanze della casa. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_359">[359]</span> -</p> - -<p> -Gertrude non si stancava mai d'ammirare il magnifico -panorama. Una gita a piedi ch'ella fece col -dottore a una fenditura aperta nel cuore della montagna -dove un fiumicello balza giù nella valle da -un'altezza di duecento piedi, le fornì il tema di deliziose -fantasie descrittive, nelle quali la cieca aveva -la sua parte di godimento. -</p> - -<p> -Il signor Phillips non si lasciò più vedere, senza -che essi sapessero perchè. Il dottore chiese di lui al -padrone dell'albergo; questi gli disse ch'era partito -il lunedì, molto per tempo, a piedi. Egli ne fu maravigliato -e dolente perchè quel bizzarro gentiluomo -gli piaceva oltremodo, e s'era lusingato, per certe -domande da lui fattegli circa il loro itinerario, che -intendesse d'unirsi alla loro comitiva. -</p> - -<p> -— Ma non temere, Gertrudina, — disse alla ragazza -con tono di faceta condoglianza — io scommetto -che lo incontreremo di nuovo, e quando meno -ce l'aspetteremo. — -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XXXVII.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p class="i4">.... da una divina</p> -<p>Semplicità guidata, ella piacea</p> -<p>Nè di brillar cercava....</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Anna More.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -Da Catskill il dottor Jeremy proseguì direttamente -per Saratoga. La città rigurgitava di forestieri, essendo -la stagione al suo apice, e i viaggiatori imprevidenti -che avevano trascurato di fissar le camere -anticipatamente, non potevano sperare di trovar -alloggio. -</p> - -<p> -— Dove scenderete? — domandò al medico un suo -conoscente, in cui s'era imbattuto nel treno. -</p> - -<p> -— All'Albergo del Congresso, — egli rispose. — Un -soggiorno tranquillo per noi, vecchi, e per la -signorina Graham, ch'è cagionevole. -</p> - -<p> -— Siete dunque aspettati? -</p> - -<p> -— Aspettati! Ma no.... Chi dovrebbe aspettarci? -</p> - -<p> -— L'albergatore, caspita! Se non avete fissato le -camere sarà un affar serio, perchè gli alberghi sono -tutti pieni zeppi. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_360">[360]</span> -</p> - -<p> -— Ebbene, ci affideremo alla fortuna! — fece il -buon dottore con un'indifferenza che l'abbandonò -quando, giunto alla sua destinazione, ebbe a toccar -con mano la veracità delle parole dettegli dall'amico. -</p> - -<p> -— Non so proprio che faremo, — disse alle signore, -lasciate un momento nell'atrio della stazione -mentre egli s'informava — pare che in nessuna casa -ci sia un bugigattolo libero. Non ci resta altro che -ripigliare il treno, se non vogliamo dormire sul lastrico. -</p> - -<p> -— Vettura, signore? — domandò un fiaccheraio -sporgendosi da una ringhiera, e gesticolando a tutta -possa verso il dottor Jeremy, mentre, più audace, -un addetto a un omnibus gli picchiava una spalla -facendogli un'offerta analoga, con voce insinuante. -</p> - -<p> -— Vettura! — esclamò egli in un tono più che -mai irritato. — E per che farne? Dove ci condurreste, -di grazia? Non c'è da ottenere ricovero neanche -in una soffitta nella vostra Saratoga, nè per -amor di Dio, nè per quattrini sonanti! -</p> - -<p> -— Ebbene, — ripigliò il secondo sollecitatore, togliendosi -il berretto e asciugandosi la fronte con un -cencio di pezzuola poco pulita — se non c'è posto -nell'albergo vi <i>colonizzeranno</i> fuori. -</p> - -<p> -— Fuori? — gridò il dottore, incollerito. — Ci siamo -già, mi sembra. Quel che a me preme, è d'esser -<i>dentro</i>, in qualche luogo. Dove va il vostro omnibus? -</p> - -<p> -— All'Albergo del Congresso. -</p> - -<p> -— Basta, portateci lì; ma badate, se non ci ricevono, -dovete tenerci finchè non abbiamo trovato un -alloggio pur che sia. — -</p> - -<p> -La signora Jeremy, Emilia e Gertrude furono fatte -salire in un omnibus piccoletto e ficcate a stento -tra una mezza dozzina di signore e di ragazzi, stanchi -e polverosi, che facevano esercizio di pazienza -e s'incoraggiavano mutuamente con vaghe speranze. -Il dottore prese posto all'esterno. Non appena il -veicolo si fermò, egli balzò a terra e corse a presentarsi -all'albergatore; ma, come temeva, non c'era in -tutto l'albergo un angolo vacante. Desideroso nondimeno -d'accomodarlo, quegli accennò alla possibilità -di procurargli avanti sera <i>una</i> camera in una -casa della strada attigua. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_361">[361]</span> -</p> - -<p> -— <i>Una</i> camera! Nella strada attigua! — gridò il -dottore. — Ah, questo si chiama essere <i>colonizzati</i> -fuori, non è vero? Ma, signore mio, per me non fa. -Io devo alloggiare le mie signore e subito. O perchè -diamine non avete alberghi sufficienti a ricevere i -vostri ospiti? -</p> - -<p> -— È il culmine della stagione, e.... -</p> - -<p> -— Oh, il dottor Jeremy! — esclamò la voce giovanile -di Netta Gryseworth, la quale attraversava -l'atrio con la nonna. — Come state? La signorina -Flint e la signorina Graham sono con voi? Vi tratterrete -qualche tempo? — -</p> - -<p> -Innanzi ch'egli potesse rispondere alle sue domande -e salutare la signora Gryseworth, una veneranda -matrona che aveva conosciuta trent'anni addietro, -l'albergatore s'accostò a lui dicendo: -</p> - -<p> -— Il dottor Jeremy?... Scusatemi, non vi conoscevo. -Il dottor Jeremy di Boston? -</p> - -<p> -— In petto e in persona, — egli rispose inchinandosi. -</p> - -<p> -— Ma allora il caso è diverso. Le vostre camere -sono impegnate, e saranno pronte tra pochi minuti. -Si trovano libere da due giorni, e nessuno le ha occupate -più. — -</p> - -<p> -L'onesto dottore dichiarò, stupefatto: -</p> - -<p> -— Non capisco.... Io non ho fissato camere! -</p> - -<p> -— Allora le fissò per voi un amico. Sorte che ne -abbia avuto l'idea, specialmente se siete in compagnia -di signore. Saratoga è affollatissima in questa -stagione: c'erano ieri in città settemila forestieri. — -</p> - -<p> -Jeremy ringraziò la sua buona stella e l'amico -ignoto, e chiamò le sue compagne a godere dell'insperata -fortuna. -</p> - -<p> -— Siamo capitati bene, eh? — fece la signora entrando -nella comoda camera assegnata a lei e volgendo -in giro uno sguardo di compiacenza. Passò -poi a visitare quella delle signorine dall'altro lato -dello stretto corridoio, e soggiunse: — Se penso a -tutto quello che si raccontava della ressa di gente -che s'arrabatta per strapparsi un posticino, proprio -non mi par vero! — -</p> - -<p> -Il dottore, venuto a raggiungerle, dopo aver dato -gli ordini concernenti i bagagli, udì questa sua osservazione, -<span class="pagenum" id="Page_362">[362]</span> -e, ponendosi l'indice sulle labbra, bisbigliò -con una burlesca aria di mistero: -</p> - -<p> -— Zitto, zitto! Non vi fate sentire! Noi profittiamo -d'un felicissimo equivoco del nostro ottimo albergatore. -Queste camere erano fissate per qualcuno, -senza dubbio, ma non per noi. Poh, in fin dei conti, -il peggio che ci può toccare è d'esser messi fuori -quando arriveranno gli «aventi diritto», e intanto -godiamoci il buon alloggio che ci favoriscono. — -</p> - -<p> -Ma gli «aventi diritto», se non erano i Jeremy, -non vennero, e in capo a una settimana il dottore -cessò di temere lo sfratto, ed ebbe perfino il coraggio -di chiedere e la fortuna d'ottenere una camera -più conveniente per Emilia, al primo piano, e comunicante -con la sala, risparmiandole così la molestia -di scendere e salire le scale dove c'era quasi -sempre un grande andirivieni. -</p> - -<p> -La sera del loro arrivo, verso l'ora del tè, la signorina -Graham e Gertrude, che avevano appunto -finito di vestirsi, udirono picchiare leggermente all'uscio. -Gertrude aperse e vide Elena Gryseworth, la -quale, pur salutandola con calore meridionale, rimase -sulla soglia, esitando. -</p> - -<p> -— Temo di parervi indiscreta, — ella disse — ma -ho saputo da mia sorella che siete arrivate, e dianzi, -per caso, dalla cameriera, che occupate questa camera -attigua alla mia; sicchè non ho potuto resistere -al desiderio di fermarmi un momento, passando, -per dirvi quanto sono lieta di rivedervi. — -</p> - -<p> -Tutt'e due l'accolsero con vivo piacere, la ringraziarono -d'avere tralasciato le cerimonie, e insistettero -perchè entrasse e rimanesse con loro finchè il -<i>gong</i> annunziasse il tè. Elena gradì l'invito, sedette -sopra un baule, e s'informò della salute d'Emilia -e del loro viaggio da quando s'erano lasciate a West -Point. -</p> - -<p> -Tra le altre avventure, Gertrude raccontò il loro -nuovo incontro col signor Phillips. -</p> - -<p> -— Ha proprio il dono dell'ubiquità quell'uomo! — fece -la signorina Gryseworth. — Era a Saratoga -due giorni or sono, in quest'albergo: sedeva di faccia -a me, a tavola; ma poi non lo vidi più. Faceste -la sua conoscenza, signorina Graham? -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_363">[363]</span> -</p> - -<p> -— No, con mio rincrescimento, — rispose Emilia. -E, sorridendo, soggiunse: — Gertrude era tanto ansiosa -di presentarmelo, che mi dolse di vederla delusa. -</p> - -<p> -— Vi è dunque piaciuto? — domandò Elena a -quest'ultima, con tono grave. — Ne ero sicura. -</p> - -<p> -— Sì, esercita su me una grande attrazione. È -molto amabile, molto originale, e tanto incomprensibile! -</p> - -<p> -— Nulla di compromettente, insomma, — disse -l'altra con malizia. — Spero che vi si presenterà -l'occasione di farvi un concetto più chiaro del suo -carattere, cosa che a me, lo confesso, non riesce, -perchè ogni volta che mi trovo in sua compagnia, -ne scuopro qualche particolarità insospettata. Per -esempio, il giorno che pranzammo insieme, a Nuova -York, s'adirò così fieramente contro uno dei camerieri, -ch'io ne fui quasi spaventata. Ma i miei timori, -credo, erano infondati, perchè un così perfetto -gentiluomo non viene a parole con un inferiore, e -quantunque i suoi occhi fiammeggiassero come carboni -accesi, seppe contenere il fuoco che gli divampava -dentro. È obbligo di giustizia dire che la sua -collera non era provocata da una mancanza commessa -verso di lui, ma dal grossolano disprezzo con cui -quell'uomo trascurava due semplici campagnuole, le -quali non avendo pensato a raccomandarsi mediante -una mancia, non ottennero qualche cosa da mangiare -se non quando tutti ebbero finito, e stavano -a guardare, poverine, confuse e vergognose come -fossero uscite allora dal carcere. -</p> - -<p> -— Che cattiveria! — esclamò Gertrude con energia. — Non -mi maraviglia che il contegno di quel -mercenario destasse così vivamente l'indignazione -del signor Phillips. Questo suo sentimento mi piace. -</p> - -<p> -— Sì, una vera cattiveria; anche a me facevano -compassione. La più giovane delle due, una ragazza -che aveva lasciato la zangola e indossato il suo bell'abito -bianco per figurare in città, era sul punto di -scoppiare a piangere. -</p> - -<p> -— Voglio sperare che cotesti casi non siano frequenti, — disse -Gertrude. — Ho gran paura che se -è il contrario, Emilia ed io saremo nel numero dei -<span class="pagenum" id="Page_364">[364]</span> -mortificati, perchè il dottore non dà mai mance anticipate -ai camerieri: dice ch'è una bassezza e che -egli disdegna di comprare le loro attenzioni in sì -fatta guisa. -</p> - -<p> -— Oh, non temete! — rispose Elena Gryseworth. — Le -persone un po' pratiche della vita d'albergo -sono sempre servite con discreta cura, specie in una -casa ben regolata come questa. La nonna la pensa -a modo del dottor Jeremy circa le anticipazioni, eppure -non viene mai negletta, qui. Il caso di Nuova -York è un brutto esempio di quella parzialità che -in buona misura è da imputarsi al pubblico stesso. -I camerieri conoscono alla prima occhiata chi possono -sopraffare e chi no; l'aria impacciata e goffa -delle due campagnuole che trovarono nel signor -Phillips un caldo difensore, bastava per esporle a -qualunque insolente trascuranza. — -</p> - -<p> -Fu di nuovo picchiato all'uscio da una mano leggera. -Questa volta era Netta, che s'avanzò esclamando: -</p> - -<p> -— Sento la voce di mia sorella, e però credo di -poter entrare anch'io! — Baciò la mano ad Emilia -e la scosse a Gertrude con una libertà e una vivacità -derivanti un po' da fanciullesca petulanza, un -po' dalla aristocratica indipendenza di maniere che -la giovanetta volentieri ostentava, poi ripigliò: — Sono -stizzita, sono! Da mezz'ora io facevo la guardia -alla porta della sala per vedervi appena foste -scese, e intanto Elena se ne stava nella vostra camera, -seduta sopra un baule, godendosi la vostra -compagnia, e raccontandovi lei sola tutte le novità. -</p> - -<p> -— Non tutte, Netta, — disse Elena — ho lasciato -parecchie coserelle ghiotte per tua sodisfazione. -</p> - -<p> -— Hai detto alla signorina Flint qualche cosa dei -Fox e dei Cox ch'erano qui ieri?... No? -</p> - -<p> -— Neanche una parola, — rispose Gertrude. -</p> - -<p> -— E dello spavento, a bordo? -</p> - -<p> -— Nemmeno. -</p> - -<p> -— E del signor Phillips? -</p> - -<p> -— Sì, m'ha detto che l'ha veduto a Saratoga. -</p> - -<p> -— Ah, quello non l'ha dimenticato? — fece Netta -lanciando uno sguardo malizioso alla sorella che arrossì -lievemente. — E v'ha raccontato pure che occupava -<span class="pagenum" id="Page_365">[365]</span> -questa camera, e che tutta la notte lo sentivamo -attraverso la sottile parete camminare in su -e in giù, la qual cosa m'impediva di dormire e mi -costò un formidabile mal di capo? -</p> - -<p> -— No, di questo non m'ha detto nulla. -</p> - -<p> -— Voi non avete nè l'una nè l'altra il costume di -camminare per la camera, la notte? -</p> - -<p> -— Oh, il costume, non direi! -</p> - -<p> -— Bene, possiamo rallegrarci allora d'avere invece -voi per vicine! Se quel terribile signore fosse rimasto -qui e avesse continuato a tenerci deste col suono -de' suoi passi cadenzati, ci sarebbe stato, una di queste -notti, un suicidio, o nella sua camera o nella -nostra. -</p> - -<p> -— Credete che stesse male? — domandò Gertrude. -</p> - -<p> -— No, punto, — disse Elena. — Non era nulla di -straordinario.... per lui almeno. Tutte le sue abitudini -sono strane. Netta perse un'ora o due del suo -placido sonno, e non può perdonarglielo. -</p> - -<p> -— Ah, un'ora o due? — gridò Netta. — La notte -intera, cara la mia Elena, la notte intera. -</p> - -<p> -— Via, sorellina, non sai che cosa sia una notte -intera, tu: non la vedesti in vita tua. — -</p> - -<p> -Una piccola questione minacciava di sorgere tra -le due sorelle sulla durata delle passeggiate notturne -del signor Phillips e le conseguenti veglie di -Netta Gryseworth; ma fortunatamente il <i>gong</i> sonò, -e questa scappò nella loro camera per rinfrescare -un po' le sue gale prima di presentarsi alla tavola -del tè. -</p> - -<p> -Saratoga è un luogo bizzarro. Vi si vedono raccolti, -al culmine della stagione, non solo numerosi -Americani degli Stati Uniti, ma stranieri d'ogni paese. -La scala della moda è trasportata là e tutti gli -scalini ne sono occupati. La bellezza, la ricchezza, -l'orgoglio, la follia, vi hanno degni rappresentanti; -ma non mancano quelli dello spirito, del genio, della -scienza. L'ozio vi regna sovrano, assoluto, e nessuno, -neppure il più attivo, il più affaccendato, il -più industrioso dei cittadini di questa nostra terra -di lavoratori, osa contendergli il suo passeggero ma -legittimo dominio. Tutti i ceti sociali, tutte le professioni, -quasi anche tutti i mestieri, vi s'incontrano, -<span class="pagenum" id="Page_366">[366]</span> -amichevolmente. I possessori d'un nome aristocratico -o d'una borsa ben fornita, la beltà famosa, -l'uomo celebre, artista, poeta o scienziato, brillano -ciascuno nella propria sfera. Certo vi sono molti -idoli falsi. Gente che a casa sua è <i>zero</i> qui trova -una probabilità di esser tenuta in conto di qualche -cosa, mentre altri che in una città lontana sono dei -<i>maggiorenti</i>, seggono in un cantuccio, imbronciati, -vedendosi d'improvviso ridotti alla parte di comparse -senza importanza. Ma tutti vengono con un -medesimo fine: divertirsi, distrarsi, riposarsi; e nella -comune ricerca del piacere, generalmente un sentimento -benevolo prevale tra loro. La gaia folla è -sempre in moto; e le comitive eleganti che girano a -piedi, in carrozza, a cavallo, o si radunano sulle -terrazze degli alberghi, offrono uno spettacolo vivace -e festevole; chi ama osservare la natura umana -può qui studiarla nelle sue forme più animate. -</p> - -<p> -Era un nuovo mondo per Gertrude; e sebbene -l'Albergo del Congresso fosse comparativamente un -tranquillo ritiro ov'ella vedeva soltanto un riflesso -degli splendori di Saratoga e non udiva che l'eco -lontana del suo brusio, pure c'era di che maravigliare -e divertire una giovanetta novizia nella vita -mondana. In quell'eletto circolo di persone fini, intelligenti, -cólte, che si raccoglieva intorno alla signora -Gryseworth e dove il dottor Jeremy e la sua -compagnia avevano subito avuto onorevole accoglienza, -ella trovava molto di confacente agli elevati -suoi gusti intellettuali, e fu subito apprezzata ed ammirata -come meritava. -</p> - -<p> -La signora Gryseworth era una gentildonna della -vecchia scuola, vissuta sempre nella miglior società, -di cui nonostante la sua età avanzata continuava -a godere i piaceri e ad essere un ornamento. -Alta, di portamento maestoso, ella conservava ancora -un aspetto elegante; e quantunque un po' superba -e ritrosa con gli estranei, diveniva presto -un'amabilissima compagna per i suoi nuovi amici, -fossero vecchi o giovani. Nei primi giorni la povera -signora Jeremy si sentiva intimidita dinanzi a lei, -e oltremodo impacciata, ma quest'impressione svanì -con prodigiosa rapidità, a segno che la piccola e -<span class="pagenum" id="Page_367">[367]</span> -tonda moglie del dottore non tardò ad essere quanto -mai bonariamente familiare e loquace con l'augusta -dama. -</p> - -<p> -Una sera, nell'atto che Emilia e Gertrude, le quali -erano a Saratoga da circa una settimana, lasciavano -la sala da pranzo dopo aver preso il tè, Netta -Gryseworth le raggiunse, e pigliata a braccetto la -fanciulla, disse col consueto suo tono di gaiezza: -</p> - -<p> -— Gertrude, io mi guasto con voi uno di questi -giorni. -</p> - -<p> -— Davvero! E per quale motivo? -</p> - -<p> -— Gelosia. — -</p> - -<p> -Un lieve rossore salì al viso della signorina Flint. -</p> - -<p> -— Oh, è inutile che vi facciate rossa! Non è a cagione -del canuto ammiratore che vi contempla durante -tutto il pranzo, dall'altro capo della tavola. -No, su questo proposito rimango affatto indifferente. -La preferenza del signor Phillips potrà essere il pomo -della discordia tra voi ed Elena; quanto a me, -sono gelosa d'un altro. -</p> - -<p> -— Spero che Gertrude non sia d'ostacolo alla vostra -felicità, — disse Emilia sorridendo. -</p> - -<p> -— Sì, che è.... La mia felicità, il mio orgoglio, il -mio benessere sono sacrificati a lei! Ella mi rovina: -certo, signorina Graham, non oserebbe comportarsi -così se voi la vedeste! -</p> - -<p> -— Confidatevi con me, — riprese Emilia carezzevolmente — vi -prometto di prendere le vostre parti. -</p> - -<p> -— Ne dubito: sospetto piuttosto che siate sua complice, -Nondimeno esporrò le mie lagnanze. Non avete -notato ch'ella si cattiva tutta l'attenzione d'un -importante personaggio? Non sapete che Pietro non -ha più occhi che per lei sola? Io intanto non arrivo -ad ottener più nulla da mangiare o da bere finchè -non è servita la signorina Flint, e però sono risoluta -a chiedere al babbo di cambiar posto a tavola. -Non già ch'io sia golosa, ma mi sento profondamente -ferita nel mio orgoglio, mi sento oltraggiata! Ancora -otto giorni fa nessuno era più di me nelle grazie -di Pietro; io mi trovavo sempre davanti i miei -piatti favoriti. Ma adesso è mutato registro; anche -stasera, per esempio, l'ho veduto passare a Gertrude -le more di cui, e l'indegno lo sa, io vo pazza, mentre -<span class="pagenum" id="Page_368">[368]</span> -spingeva, verso di me i mirtilli con un gesto -sprezzante che significava: «Per <i>voi</i>, signorina, sono -buoni questi!» -</p> - -<p> -— Ho infatti osservato che i camerieri si mostrano -molto premurosi con noi, — disse la signorina -Graham. — Credete che Gertrude li abbia segretamente -corrotti? -</p> - -<p> -— Dice di no; non me raffermaste ieri, quando -facevo un paragone simile, tra le attenzioni che usano -a voi due, e il contegno meno lusinghiero che -hanno con noialtre? E non m'assicuraste che nè da -voi nè dal dottore, Pietro ebbe mai un centesimo? -</p> - -<p> -— Certo, — disse Gertrude — le sue gentilezze -sono spontanee; ma io le attribuisco all'influsso della -dolcezza d'Emilia, che lo rende desideroso di servirla. -</p> - -<p> -— Che, che! — fece Netta scotendo il capo con -una cert'aria di mistero. — È stregoneria bell'e buona; -cara Gertrude, voi praticate l'arte nera, e bisognerà -ch'io metta in guardia quell'uomo. — -</p> - -<p> -Così parlando erano giunte nell'angolo del salone -dove la signora Gryseworth e la signora Jeremy sedevano -insieme su un sofà, impegnate in una conversazione -animatissima. Elena e suo padre, ritornati -allora da una passeggiata in carrozza, discorrevano -col signor Petrancourt ch'era arrivato quella -sera da Nuova York. -</p> - -<p> -Le due vecchie signore fecero posto sul loro sofà -ad Emilia, e le giovanette sedettero presso a loro. -Di tanto in tanto la signora Gryseworth gettava una -occhiata d'impazienza verso un crocchio di bambini, -che dall'estremità opposta della sala le impedivano, -a momenti, col loro schiamazzo, di comprendere ciò -che diceva la sua interlocutrice, o la costringevano -ad interrompersi. Ma i piccoli disturbatori attiravano -ancor più l'attenzione di Gertrude, la quale era -così assorta nell'osservarli, che non udiva nemmeno -la metà delle frizzanti arguzie e delle graziose sciocchezze -che la vispa Netta seguitava a versare nel -suo orecchio distratto. -</p> - -<p> -— Ebbene, Gertrude, — disse questa al fine — andate -a fare il chiasso con quei marmocchi: si vede -che ve ne struggete. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_369">[369]</span> -</p> - -<p> -— Mi struggo invece di farli smettere, — rispose -quella. -</p> - -<p> -Non sembrava un desiderio benevolo, ma era giustificato. -Sei o sette ragazzini, maschi e femmine, in -abiti di colori gai e fogge fantastiche, approfittando -dell'assenza delle mamme, sparse per le terrazze, -e delle governanti o bambinaie, che cenavano, -s'erano radunati intorno a una loro coetanea, nuova -capitata dall'aspetto un po' strano, e si divertivano -a tormentarla. La poverina vestiva a bruno; -i suoi indumenti, ricchi ma privi di garbo, erano -gualciti e impolverati dal viaggio. Pareva ch'ella -fosse cresciuta fuor della sua vestina di seta nera, -assai più corta delle sottane, e tutto nel suo esteriore -denotava la negligenza de' suoi genitori o delle -altre persone che l'avevano in cura. -</p> - -<p> -Quando, avvertita dalle manifestazioni di contrarietà -della signora Gryseworth, Gertrude aveva osservato -la scena, la bambina, ritta in mezzo ai suoi -persecutori, si guardava intorno, spaventata, come -cercando una via di fuga: ma essi le impedivano -il passo, seguitando a tempestarla di domande ognuna -delle quali provocava uno scoppio di risa beffarde -da parte di tutti, eccettuata la piccola vittima, -che, viceversa, stava per rompere in lacrime. Sia -che si ridestasse nella mente della giovanetta la memoria -delle antiche sue sofferenze, o vibrasse nel -suo cuore la corda dell'universale simpatia per gli -oppressi, ella non poteva staccar gli occhi da quel -gruppo; e mentre Netta s'infervorava sul suo soggetto -favorito, cioè sul signor Phillips e la sua bizzarra -condotta, ella si rizzò di scatto esclamando: -</p> - -<p> -— No, non tormenteranno così quella bambina! — -</p> - -<p> -E mosse rapidamente alla riscossa. -</p> - -<p> -Il riso cordiale di Netta esilarata dall'entusiastico -ardore del suo gesto, e il vederla attraversare -il vasto e affollato salone a passi affrettati, e sola, -cosa affatto inusata, provocarono la curiosità del -circolo di persone da cui s'era partita, e durante la -sua assenza, ella, inconsapevolmente, fornì loro un -argomento d'osservazioni e discussioni. -</p> - -<p> -— Che è stato? — domandò la signora Gryseworth -alla nipote. — Dove va Gertrude? -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_370">[370]</span> -</p> - -<p> -— Entra in lizza, nonna, quale campione di quel -fagotto di bimbetta. -</p> - -<p> -— È quella lì che fa tanto baccano? -</p> - -<p> -— No davvero, ma credo che ne sia la causa. -</p> - -<p> -— Non sono molte — notò Elena — le ragazze -che possano attraversare una sala così grande con -la grazia di Gertrude Flint. -</p> - -<p> -— Ella ha una bella figura, — disse la vecchia -signora — e sa camminare, abilità rara al giorno -d'oggi. -</p> - -<p> -— È molto ben fatta, — affermò il dottor Gryseworth -che aveva seguitato con gli occhi la fanciulla, -e udendo i commenti di cui ella era oggetto volle -manifestare anch'egli il suo giudizio critico — ma -il vero segreto del suo nobile portamento sta tutto -nella non comune dignità del suo carattere, nel non -sapere nè desiderare d'essere osservata, e nel contenersi -pertanto con semplicità. Inoltre veste bene. -Elena, mi piacerebbe che tu imitassi la signorina -Flint nel modo di vestire: il suo gusto è ottimo. -</p> - -<p> -— Ed economico, babbo, — mormorò Netta. — La -vostra borsa se ne avvantaggerebbe assai, perchè -Gertrude ama la semplicità anche in cotesto. -</p> - -<p> -— Lo stile della signorina Flint non converrebbe -alla signorina Gryseworth, — disse al dottore la signora -Petrancourt avvicinatasi mentre egli parlava. — La -vostra figliuola è una splendida bellezza aristocratica, -e può portare le abbigliature più sontuose. -</p> - -<p> -— Anche il manichino d'una sarta lo può. Tuttavia -credo che in un certo senso abbiate ragione. Le -due ragazze non sono abbastanza simili l'una all'altra -da rassomigliarsi se anche i loro vestiti fossero -eguali con un'esattezza cinese. -</p> - -<p> -— Rassomigliarsi! Non vorreste mica che la vostra -bellissima Elena facesse il paio con una persona -che non ha la metà delle sue attrattive? -</p> - -<p> -— Conoscete da vicino la signorina Flint? -</p> - -<p> -— No, di vista soltanto. Netta me la indicò ieri, -alla tavola del tè, dicendomi ch'ella è una sua cara -amica. -</p> - -<p> -— Allora dovete scusarmi, signora Petrancourt, se -vi osservo che non potete avere alcun'idea delle attrattive -<span class="pagenum" id="Page_371">[371]</span> -di quella giovane, posto che non sono superficiali. -</p> - -<p> -— Dunque confessate che non è bella? -</p> - -<p> -— A dir vero, non ci ho mai badato. Domandatelo -a Petrancourt; egli è un giudice competente. — -</p> - -<p> -E s'inchinò in atto lusinghiero alla signora che -era stata la «bella» della stagione al tempo che -suo marito l'aveva chiesta in isposa. -</p> - -<p> -— Lo farò non appena mi si offra l'opportunità; -ora è troppo occupato della signorina cieca.... la zia -della signorina Flint, se non erro? -</p> - -<p> -— No, non la zia: un'amica intima. — -</p> - -<p> -Questo dialogo era tenuto a voce bassa perchè non -fosse udito da Emilia. Non tutti però si davano tanto -pensiero della sua presenza. La vecchia Gryseworth -parlava di Gertrude apertamente: -</p> - -<p> -— Bisogna vederla in certe circostanze perchè la -sua bellezza colpisca a un tratto; per esempio come -la vidi ieri io, quando tornava da una cavalcata, -col viso acceso dal moto e dal piacere, o nell'atto che -ascolta, appassionata ed intenta, un parlatore eloquente, -o che una subita commozione le fa risplendere -tutta l'anima negli occhi lucenti di lacrime. -</p> - -<p> -— Nonnina, mi diventi una parlatrice eloquente -anche tu! — fece Netta. -</p> - -<p> -— Gertrude è così in quei momenti. Una fanciulla, -secondo il mio cuore.... -</p> - -<p> -— Dev'essere dunque una signorina molto amabile, -disse il signor Petrancourt. — Ci farete, -spero, fare la sua conoscenza. -</p> - -<p> -— Voi la troverete assai diversa dalla maggior -parte delle ragazze che s'incontrano nei circoli mondani. -Voglio riferirvi il giudizio che diede di lei -Orazio Willard. È un uomo di vaglia, è un erudito: -la sua opinione ha qualche peso. Stette a Saratoga -due settimane: alloggiava all'Albergo degli Stati -Uniti, ma venne qui più volte a visitarci. Il giorno -che s'accomiatò, mi disse: «Dov'è la signorina -Flint? Voglio ricrearmi l'animo ancora una volta -nella sua conversazione, prima di partire. Io gusto -un perfetto <i>riposo</i> spirituale in sua compagnia, perchè -ella non fa alcuno sforzo per discorrere meco, -nè sembra attendere che ne faccia io in suo onore. -<span class="pagenum" id="Page_372">[372]</span> -È una di quelle poche ragazze che parlano soltanto -se hanno qualche cosa da dire....» O vedete com'è -riuscita a chetare quei monelli. — -</p> - -<p> -Il signor Petrancourt seguiva la direzione degli -sguardi della signora Gryseworth. -</p> - -<p> -— La giovanetta di cui fate l'elogio è quella con -grandi occhi neri e una capigliatura stupenda? — egli -domandò. — L'avevo notata da un pezzo. -</p> - -<p> -— Sì, quella che parla con la bambina vestita a -bruno. -</p> - -<p> -— Signora Gryseworth, — disse il dottor Jeremy -entrando da un uscio a vetrata, aperto, dopo aver -guardato dentro un momento — godo di sentire che -apprezzate la nostra Gertrudina. Non ho esagerato -lodandovi il suo buon senso, non è vero? -</p> - -<p> -— Tutt'altro. È una fanciulla intelligentissima, e -anche molto buona, credo. -</p> - -<p> -— Buona! — esclamò il dottore. — Non m'immaginavo -che la bontà fosse pregiata in questi luoghi; -ma se merita di parlarne, vorrei dirvi qualche cosa -del grado a cui giunge in quella figliuola.... — -</p> - -<p> -E senza diffondersi in minuti particolari, parlò -con calore della nobile e generosa condotta di Gertrude -in difficili circostanze, poi, sempre più infervorandosi, -raccontò con parole commoventi la sua -devozione ad un vecchio paralitico, ad un altro infermo -colpito da demenza senile e di pessimo temperamento, -a una donna consunta da lenta malattia, -e forse avrebbe continuato esaltando l'abnegazione -con cui si dedicava alla signorina Graham, -quando questa gli toccò un braccio e lo interruppe, -dicendogli alcune parole a voce sommessa. -</p> - -<p> -— Cara Emilia, — egli disse troncando di botto -il suo primo discorso — vi chieggo scusa, non v'avevo -veduta. Ma avete ben ragione.... Gertrude è una -persona privata, e io non ho il diritto di narrare la -sua vita in pubblico. Sono un vecchio imbecille.... -Basta, qui almeno siamo in un circolo d'amici. — -</p> - -<p> -Girò gli occhi intorno con un poco d'ansietà, lanciò -una rapida occhiata sospettosa ai Petrancourt, -e infine li fermò sull'uomo che stava ritto dietro Elena -Gryseworth. La giovane così resa accorta della -presenza fino allora inavvertita di qualcuno presso -<span class="pagenum" id="Page_373">[373]</span> -a lei, si volse e si trovò a faccia a faccia col signor -Phillips. -</p> - -<p> -— Oh, buona sera, signore! — fece, tutta maravigliata, -ravvisandolo. -</p> - -<p> -Ma egli rimase immobile, come se non la vedesse -nè l'udisse. -</p> - -<p> -La signora Gryseworth non lo conosceva, e guardò -la nipotina con aria interrogativa: -</p> - -<p> -— Signor Phillips, — riprese Elena — permettetemi -di presentarvi alla.... — -</p> - -<p> -Innanzi ch'ella avesse terminato la frase, egli guizzò -fuor dell'uscio aperto e attraversò la terrazza a -gran passi, asciugandosi con la pezzuola la fronte -madida di sudore, e, furtivamente, anche una lacrima -che nessuno vide. -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XXXVIII.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Ah non così, non così nel passato</p> -<p>Tu solevi incontrarmi.... A te insegnato</p> -<p>La lontananza e il tempo hanno l'oblio?</p> -<p class="i6">Mrs. <span class="smcap">Hemans</span>.</p> -</div> -</div> - -<p> -Gertrude aveva rimesso la sua piccola protetta -nelle mani della bambinaia venuta a cercarla, ed -era ritornata a sedersi fra i suoi amici, quando l'attenzione -generale fu attratta da una bellissima giovane, -vestita splendidamente, che entrò nella sala -scortata da tre cavalieri. Ella guardò in giro per -trovar la persona che veniva a visitare, poi andò -verso la signora Petrancourt, la quale a sua volta -le mosse incontro. -</p> - -<p> -Quantunque nulla fosse per Gertrude più inaspettato -di quell'apparizione, ella riconobbe subito Isabella -Clinton; ma questa passò davanti a lei e ad -Emilia senza notarle. Non essendovi seggiole libere, -prese posto con la signora sur un'agrippina, a -qualche distanza da loro, e incominciò una conversazione -animatissima e familiare. Mentre discorreva -non si volse mai, ed accomiatatasi sarebbe ripassata -sotto gli occhi del dottor Jeremy e delle sue -compagne, fingendo di non accorgersi della loro presenza, -se in quel momento il dottor Gryseworth non -<span class="pagenum" id="Page_374">[374]</span> -avesse diretto la parola alla signorina Flint, chiamandola -per nome. Girò allora lievemente il capo -da quel lato, e còlta dallo sguardo della fanciulla -fisso nel suo, mormorò un «Buona sera» in tono -di noncuranza, come si saluta qualcuno che si conosce -appena, gettò un'occhiata furtiva su Emilia, -squadrò con impertinente curiosità il circolo di cui -esse facevano parte, e, senza fermarsi, s'allontanò -sussurrando ai suoi cavalieri commenti satirici sull'Albergo -del Congresso e sugli ospiti che v'alloggiavano. -</p> - -<p> -— Oh, che bellezza! — disse Netta alla signora -Petrancourt. — Chi è? — -</p> - -<p> -La signora Petrancourt comunicò quanto sapeva -d'Isabella Clinton; avevano viaggiato insieme in -Isvizzera, s'erano incontrate a Parigi dove la bella -Americana era molto ammirata. -</p> - -<p> -— Voi la conoscete? — domandò poi a Gertrude. -</p> - -<p> -— La conobbi prima che partisse per l'Europa, — rispose -questa — ma dopo il suo ritorno non l'avevo -più riveduta. -</p> - -<p> -— È arrivata da poco, — disse la signora — con -l'ultimo piroscafo, in compagnia di suo padre. Si -trova a Saratoga da due o tre giorni soltanto. All'Albergo -degli Stati Uniti fa furore, a quanto ho inteso, -e ha legioni d'adoratori. -</p> - -<p> -— I più dei quali probabilmente sanno che uno -di questi giorni sarà in possesso d'un grosso patrimonio, — osservò -suo marito. -</p> - -<p> -Emilia, che conversava con Elena Gryseworth, udì -questo discorso, e rivolgendosi a Gertrude, domandò -se parlassero della signorina Clinton. -</p> - -<p> -— Sì, — rispose per lei il dottor Jeremy — e se -ella non fosse la più maleducata ragazza del mondo, -voi, cara, avreste saputo prima d'ora ch'è stata -qui. — -</p> - -<p> -La cieca s'astenne da ogni commento. Non le faceva -maraviglia che i Clinton fossero ritornati soli, -perchè in Europa s'erano separati dai Graham quasi -subito, ed ella non ne aveva più avuto notizie: e -nemmeno la stupiva l'inciviltà d'Isabella, per enorme -che fosse, posto che costei sembrava ignorare -fin le regole più elementari delle buone creanze. Anche -<span class="pagenum" id="Page_375">[375]</span> -Gertrude tacque: ma, dentro, ardeva di sdegno -perchè una mancanza commessa verso la gentile -Emilia la feriva nel cuore. -</p> - -<p> -Gertrude e il dottor Jeremy erano mattinieri e si -trovavano sempre fra i primi alla sorgente. Il medico -diceva di gustar meglio, di buon'ora, quell'acqua -salutare, e giacchè alla fanciulla levata col sole, -secondo il suo costume, piaceva far moto avanti colazione, -voleva che lo accompagnasse nelle sue allegre -camminate mattutine, non senza aver assaggiato -anch'ella il beveraggio di cui egli era tanto -amante. La signora Jeremy ed Emilia prolungavano -i loro sonni finchè ne sentivano il bisogno, e l'ora -della colazione era quella del loro risveglio. -</p> - -<p> -Così la mattina seguente alla serata dell'incontro -con Isabella, dopo che il dottore ebbe tracannato il -suo settimo bicchiere e Gertrude stessa per compiacerlo -si fu indotta con rara abnegazione ad ingurgitare -il contenuto d'uno colmo, benchè quell'acqua -le riuscisse molto ingrata al palato, intrapresero la -consueta passeggiata. Avevano già percorso un bel -tratto di cammino quando Jeremy s'avvide d'esser -privo della sua mazza, e sicuro d'averla dimenticata -alla sorgente, manifestò l'intenzione di tornare -indietro a cercarla. -</p> - -<p> -La giovanetta si proponeva di seguirlo, ma egli, -pensando che forse non avrebbe ricuperato l'oggetto -smarrito senza qualche difficoltà e sarebbe stato costretto -a indugiarsi, insistette perchè ella continuasse -la sua via in direzione della strada ferrata circolare, -promettendole di venire a raggiungerla girando -dall'altra parte. Ella camminava da alcuni -minuti, sola e pensosa, quando a una brusca svoltata -d'un sentiero del parco, vide venire innanzi -una giovane coppia. Non distingueva il viso dell'uomo -mezzo nascosto da un largo cappello di paglia, -ma nell'elegante signorina appoggiata al suo braccio -aveva tosto ravvisato Bella Clinton. Era evidente -che anche Bella ravvisava lei, ed in pari tempo -che non voleva riconoscerla, poichè dopo il primo -sguardo, tenne gli occhi ostinatamente fissi sul proprio -compagno o al suolo. Questo contegno non turbò -affatto Gertrude; ella non sentiva maggior desiderio -<span class="pagenum" id="Page_376">[376]</span> -dell'amicizia di quell'altezzosa creatura che costei -della sua. Ma essendo così dispensata dall'aspettare -e ricambiare il saluto della signorina, naturalmente -la sua attenzione si fermò un istante sul -cavaliere che la scortava. Egli pure, passandole accanto, -volse a lei i suoi grandi occhi grigi, con indifferenza, -come un estraneo guarda un estraneo in -cui s'imbatte, poi nello stesso modo li distolse, parlando -in tono leggero alla sua dama. -</p> - -<p> -E i due proseguirono, s'allontanarono. Ma Gertrude -rimaneva immobile, sbalordita, oppressa dai palpiti -violenti del suo cuore. Ella conosceva quegli -occhi, quella voce, sapeva chi era quel giovane come -se l'avesse veduto e udito pur ieri. Poteva ella forse -scordare Guglielmo Sullivan? -</p> - -<p> -Ma egli, sì, l'ha scordata. Deve corrergli dietro, -afferrargli le mani, forzarlo a guardarla, a riconoscerla, -a parlarle? -</p> - -<p> -Mosse un passo dietro alla coppia, esitò, s'arrestò. -Una folla di commozioni l'assaliva, l'accecava, -la soffocava, e mentre ella lottava seco stessa, Guglielmo -e Isabella svoltarono in un sentiero, scomparvero. -Ella si coperse il volto con le mani (sempre -suo primo impulso nei momenti d'angoscia) e -s'addossò al tronco d'un albero. -</p> - -<p> -Era Guglielmo: quanto a questo nessun dubbio. -Ma non il <i>suo</i> Guglielmo, non il <i>caro ragazzo</i>, il tenero -suo amico d'infanzia. Invero il tempo non aveva -aggiunto molto alla statura e allo sviluppo del -giovane diciannovenne, alto e già ben complesso, -ch'era partito per le Indie. Tuttavia sei anni trascorsi -in Oriente, tra fatiche e cure dello spirito, -strapazzi fisici, frequenti viaggi lo avevano mutato -assai più che se fosse rimasto a condurre una vita -tranquilla nel suo paese. Al fresco carnato dell'adolescenza -era succeduto un colorito più pallido, un -poco abbronzato, e ombrato dalla barba, che mostrava -una matura virilità; negli occhi ridenti adesso -appariva più profondo il pensiero; l'elastico passo -era più fermo e misurato; il viso, raggiante allora -come un sole, aveva preso un'espressione calma e -grave che dava un'impronta caratteristica ai suoi -lineamenti quando erano in riposo. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_377">[377]</span> -</p> - -<p> -Ma le attrattive che avevano cattivato al giovanetto -tutti i cuori, erano sostituite nell'uomo da qualità -di pregio eguale, se non superiore. Egli era -sempre straordinariamente bello, e dotato di quella -grazia naturale e disinvolta del portamento che tanto -piace. La fronte ampia ed aperta, la bocca dalle -linee denotanti un animo mite ma insieme forte e -risoluto, le maniere franche e balde, rimanevano -inalterate, e sarebbero bastate esse sole a farlo riconoscere -da colei in cui la sua immagine era indelebilmente -impressa, anche se ella non avesse udito -il suono della nota voce, nel momento stesso. -Tutto, tutto proclamava al suo cuore palpitante che -Guglielmo Sullivan l'aveva incontrata a faccia a -faccia, ed era passato oltre, senza ravvisarla, e, secondo -ogni apparenza, immemore o noncurante, lasciandola -sola col suo immenso dolore! -</p> - -<p> -Dapprima quest'unico amarissimo pensiero fu presente -al suo spirito: «Egli non mi conosce più!» -Esso riempiva e dominava la sua immaginazione, le -faceva correre nelle più profonde fibre dell'essere un -fremito di stupore ed angoscia. Non rifletteva ch'ella -era tuttavia una bambina quando Guglielmo l'aveva -veduta l'ultima volta, e che doveva apparirgli -adesso ben diversa. Meno ancora pensava a rallegrarsi -d'una trasformazione di cui ogni particolare -tornava a suo vantaggio. La penosa idea che l'amico -diletto della sua fanciullezza l'aveva dimenticata, -ch'ella era morta per lui, cancellava qualunque altro -ricordo. -</p> - -<p> -Fossero stati tutt'e due ragazzi come al tempo della -loro fraterna intimità, le sarebbe parso naturalissimo -spiccare una corsa, raggiungerlo, chiamarlo. -Ma gli anni e i mutamenti che avevano operato, -alzavano tra loro una potente barriera. Gertrude -era una donna oramai, e ne aveva l'alterezza; l'animo -suo delicato, la modestia virginale la distoglievano -dal seguire l'impulso dell'antico affetto. Bentosto -però altri sentimenti l'assalsero confusamente. -Come mai Guglielmo Sullivan si trovava là, e con -Isabella Clinton appoggiata al suo braccio? Quando -aveva ripassato l'Oceano? E perchè non era andato -anzi tutto in cerca di lei, della prima sua amica, -<span class="pagenum" id="Page_378">[378]</span> -dell'unica, per quanto ella avesse fino allora -saputo, da cui egli aspettasse d'essere accolto al suo -ritorno in patria? Possibile che non si fosse nemmeno -curato d'avvertirla del suo arrivo? In qual -modo spiegarsi quello strano silenzio, e il fatto più -strano ancora della sua premura d'accorrere a un -ritrovo mondano prima di visitare la sua città natale -e la sorella d'adozione? -</p> - -<p> -Domande su domande, dubbi su dubbi s'accavallavano -nella sua mente, in tale scompiglio ch'ella -non poteva ragionare nè venire ad una conclusione. -Non poteva che sentire e piangere. E sopraffatta da -tante dolorose commozioni ruppe in lacrime. -</p> - -<p> -Povera fanciulla! Era assai diverso quell'incontro -da ciò che aveva immaginato e sperato! Durante -sei anni, mentre la donna si maturava in lei, il ritorno -di Guglielmo era stato il sogno delle sue veglie, -e la realtà fugace ma dolcissima de' suoi sonni -felici. Egli non si sarebbe potuto presentare in nessun'ora -del giorno o della notte, nè sotto nessun -travestimento, senza essere atteso e indovinato. Di -nessuna formula di saluto si sarebbe potuto servire -che già ella non avesse inteso sonare nella sua fantasia. -Il suo primo sguardo, ella lo vedeva, le era -familiare. Le parole che direbbe venendo a lei, le -sue esclamazioni, le sue domande, le risposte che -ella farebbe, la felicità d'entrambi (velata di mestizia -dopo la dipartita dei loro cari perduti), tutte insomma -le particolarità dell'incontro agognato ella -le aveva già evocate mille volte nello spirito, ogni -tanto in nuove forme, e con l'aggiunta di qualche -nuova circostanza. -</p> - -<p> -Ma non mai nelle sue visioni era apparsa pur -un'ombra della triste verità che d'improvviso l'aveva -precipitata nel dolore di quel disinganno. Nemmeno -i sogni più oscuri erano stati presaghi d'una -così gelida indifferenza, nemmeno i presentimenti -più affannosi, non rari, da ultimo, le avevano fatto -temere qualche cosa di così straziante come quell'assoluto -oblio, quella totale distruzione del tenero -e intenso affetto che aveva lungamente unito a lei -l'esule in terre lontane. -</p> - -<p> -Addossata al tronco del vecchio albero, col petto -<span class="pagenum" id="Page_379">[379]</span> -gonfio di profondi singhiozzi che non trovavano sfogo, -e il viso mal celato dalle piccole mani tra le -cui dita affusolate scorrevano copiose lacrime, ella -piangeva, dimentica del luogo, del tempo, di tutto -fuorchè della sua soverchiante ambascia. -</p> - -<p> -Il rumore d'un passo che s'avvicinava la scosse. -Con rapido gesto si slanciò avanti senza guardare -nella direzione in cui l'udiva, calò il velo di trina -che portava in luogo di cappello, per modo da nascondere -la faccia turbata, s'asciugò gli occhi grondanti -di pianto, e s'allontanò in fretta volendo evitare -d'essere raggiunta e osservata da qualcuno dei -numerosi forestieri che passeggiavano nel parco a -quell'ora. -</p> - -<p> -Le pieghe del fitto velo e le lacrime risgorganti le -offuscavano la vista, ed ella non sapeva dove la conducesse -la sua fuga ansiosa, quando a un tratto un -rombo e un sibilo acuto le risonarono all'orecchio, -in gran prossimità, spaventandola e confondendola -a segno ch'ella si fermò incerta della via da prendere; -ma in quella si sentì afferrare per la vita e -sollevare da terra con prontezza e facilità, come se -fosse stata una bimba, e prima ch'ella potesse acquistar -coscienza di ciò che le accadeva, mentre lo -stesso braccio robusto la reggeva trattenendola, si -vide passare davanti con vertiginosa celerità una -vetturetta della ferrovia in miniatura, dove sedevano -due persone. Un passo di più, e si sarebbe trovata -sul binario, esposta all'urto, forse mortale, del -veicolo lanciato a tutta corsa. -</p> - -<p> -Rimosse il velo, e volse al suo salvatore, il quale, -cessato il pericolo l'aveva subito sciolta dalla stretta, -un viso ch'esprimeva insieme una viva gratitudine -e un gran turbamento, reso più sensibile ancora -dalle tracce della dolorosa commozione di poco -prima. -</p> - -<p> -Il signor Phillips, poichè era lui, la guardò con -tenerezza e pietà profonda. -</p> - -<p> -— Povera figliuola! — egli disse dolcemente, prendendola -a braccetto. — Vi siete molto spaurita. Venite -a sedervi su quel banco. — -</p> - -<p> -Ma ella scosse il capo e accennò che desiderava -piuttosto proseguire verso l'albergo. Non era in grado -<span class="pagenum" id="Page_380">[380]</span> -di parlare; la benevolenza di quello sguardo, di -quella voce, non faceva che accrescere la sua penosa -confusione e le toglieva la facoltà della favella. -</p> - -<p> -Egli non insistette, l'accompagnò in silenzio, ma -sorreggendola con amorosa cura, e gettando su lei -sguardi pieni d'ansietà. Alfine, con uno sforzo ella -riescì a calmarsi alquanto. Allora egli osò rivolgerle -di nuovo la parola, e domandò: -</p> - -<p> -— V'avevo forse spaventata <i>io</i>? -</p> - -<p> -— Voi! — fece ella con tono sommesso e malfermo. — Oh, -no! Siete tanto buono.... -</p> - -<p> -— Mi duole di vedervi così conturbata. Quella -ferrovia circolare con le sue vetturette è inutile e -pericolosa.... Dovrebbero sopprimerla. -</p> - -<p> -— La ferrovia? — mormorò Gertrude, come smarrita. — Ah, -sicuro.... non mi rammentavo.... -</p> - -<p> -— Mi sembrate un po' nervosa.... Dovreste chiedere -al dottor Jeremy un calmante. -</p> - -<p> -— Il dottore? È tornato indietro per cercare la -sua mazza, credo. — -</p> - -<p> -Egli comprese che lo spirito della fanciulla era -sconvolto, perchè ne conosceva la vivacità e l'acume -essendosi in quei giorni la loro amicizia fatta -più intrinseca. S'astenne dunque da altri tentativi -di conversazione, e non apersero più bocca finchè, -giunti all'albergo, nell'accomiatarsi, egli, tenendole -un momento la mano stretta nella sua, disse con -accento commosso: -</p> - -<p> -— Potrei forse fare qualche cosa per voi? Potrei -aiutarvi? — -</p> - -<p> -Gertrude lo guardò, e vide al suo aspetto ch'egli -l'intendeva, che capiva com'ella fosse non già nervosa -ma infelice. I suoi occhi lucenti di nuove lacrime -lo ringraziarono. -</p> - -<p> -— No.... no.... — rispose ansante. — Ma siete buono, -molto buono. — -</p> - -<p> -E rapidamente entrò nell'atrio. Per più d'un minuto -il signor Phillips restò fermo dov'ella lo aveva -lasciato, fissando la porta quasi volesse vedere la -fanciulla arrivata a salvamento. -</p> - -<p> -Il primo pensiero di Gertrude fu di nascondere -quanto meglio potesse a tutti i suoi amici, e specie -alla signorina Graham, il grave dolore che l'opprimeva. -<span class="pagenum" id="Page_381">[381]</span> -Certo avrebbe trovato in Emilia simpatia e -conforto; ma per grandi che fossero il suo amore e -il suo rispetto verso la sua benefattrice, ella rifuggiva -con gelosa delicatezza da ogni confidenza atta -ad abbassare Guglielmo Sullivan nella stima d'una -persona dinanzi alla quale desiderava ardentemente -mostrarlo degno dell'alto concetto che di lui le avevano -dato le sue lodi. -</p> - -<p> -Emilia quasi non conosceva fino allora il giovane -se non da ciò che gliene diceva Gertrude, e però un -sentimento misto di tenerezza per l'amico d'infanzia, -e d'amor proprio, vietava a questa di palesarle -ch'egli, ritornato in patria dopo tanti anni d'assenza, -l'aveva riveduta per la prima volta in un pubblico -passeggio di Saratoga, e le era passato accanto -senza curarsi di lei. -</p> - -<p> -Naturalmente le s'era affacciata l'idea che Guglielmo -poteva averla cercata a Boston e, appreso -ch'ella si trovava a Saratoga, esserci venuto appunto -col fine di vederla: nè, riflettendo a mente calma, -questa ipotesi pareva contraddetta dal fatto che, -incontratala per caso, una fugace occhiata non bastasse -perchè egli la riconoscesse subito, mutata com'era -nel volto e nella persona. Ma quel raggio di -speranza svanì quand'ella si rammentò d'una lettera -ricevuta il giorno innanzi da parte della signora -Ellis, la quale custodiva ora la casa dei Jeremy. -Come ammettere che scrivendole avesse omesso di -menzionarle una visita per lei tanto importante? -Pure, una possibilità rimaneva: cioè che la data della -concisa epistola fosse anteriore all'arrivo di Guglielmo, -o che questi, sbarcato appena, non fosse ancor -giunto a scoprire la sua temporanea dimora. -Nonostante i dubbi cui dava adito la poca premura -ch'egli mostrava di rintracciarla, passeggiando invece -con Isabella, Gertrude s'aggrappava appassionatamente -a quest'altra fragile speranza; e confidandosi -ch'entro la giornata egli si sarebbe presentato -all'albergo, si propose di concentrare tutte le -sue energie nello sforzo di mantenersi calma e composta. -Conveniva aspettare d'acquistar una certezza. -</p> - -<p> -Durò gran fatica a parere come il solito ed eludere -l'amorosa e attenta vigilanza d'Emilia che, conscia -<span class="pagenum" id="Page_382">[382]</span> -dei doveri assunti verso la figliuola adottiva, -e timorosa di non essere atta, causa la sua cecità, -a proteggere abbastanza quella creatura così ardente -ed eccitabile, notava, sempre all'erta, le sensazioni -e le commozioni provate da Gertrude, e soprattutto -ogni variazione del suo umore, ordinariamente -gaio. -</p> - -<p> -Ora, per quanto la fanciulla si fosse armata di -fiducia, e incoraggiata con la speranza che Guglielmo -non sarebbe infedele alla loro antica amicizia, -il suo spirito era depresso dall'evidenza con cui si -era presentato ai suoi occhi il fatto ch'egli non poteva -più essere per lei ciò ch'era stato una volta, -che mai più non avrebbero potuto trattarsi con fraterna -dimestichezza come fino a quando s'erano separati: -egli era adesso un uomo del gran mondo, -aveva nuove conoscenze, nuove cure, nuovi interessi, -ed ella doveva riconoscere d'essersi abbandonata a -una folle quanto tenera illusione, accarezzando l'idea -che nel loro caso le leggi della natura sarebbero -sospese, che il tempo non avrebbe alterato l'indole -nè l'intensità del loro mutuo affetto. -</p> - -<p> -Segnatamente l'induceva in questa persuasione la -circostanza d'averlo veduto in quel primo casuale -incontro a fianco d'Isabella Clinton, la signorina -mondana per eccellenza, tra la quale e lei non c'era -ombra d'affinità o di simpatia. Isabella, invero, era -la figlia dell'uomo generoso che a lui giovanetto aveva -aperto la via della fortuna impiegandolo nella -sua casa commerciale di cui adesso egli faceva parte -in qualità di socio; nulla di più naturale quindi -che Guglielmo non soltanto la conoscesse, ma si sentisse -in obbligo d'usarle deferenza e prodigarle le -sue attenzioni. Gertrude tuttavia provava un senso -di distacco, e non riusciva a cacciare un doloroso -presentimento che le agghiacciava il cuore, pensando -alla sua familiarità con una che aveva sempre -ostentato verso di lei un superbo disprezzo trattandola -incivilmente. -</p> - -<p> -Un'unica via di condotta le rimaneva: dominarsi -con tutte le sue forze, chiamare in suo soccorso perfino -l'orgoglio, e mantenersi in qualunque evento -calma e serena. Il timore che già un occhio perspicace -<span class="pagenum" id="Page_383">[383]</span> -avesse penetrato parzialmente il suo segreto -indovinando che ella era afflitta, la metteva in guardia; -e però, entrando nella camera dove Emilia l'aspettava, -diede al suo «buon giorno» un tono gaio -ed aiutò la cieca a vestirsi come di consueto. Certo -il suo viso mostrava le tracce del pianto recente, -ma quella non le vedeva, e prima di andare a colazione -ella ebbe cura di farle sparire. -</p> - -<p> -Subito fu posta a nuovi cimenti. Il dottor Jeremy, -che ricuperata la sua mazza era andato a cercarla -nel luogo convenuto, e non l'aveva trovata nè là -nè altrove nel parco, la tempestò di domande sul -cammino da lei seguito e sulle ragioni per le quali -lo aveva piantato in asso. -</p> - -<p> -Ella cadde dalle nuvole. Non s'era più ricordata -affatto del vecchio signore, nè del loro accordo, secondo -cui era stabilito ch'ella proseguirebbe sempre -nella medesima direzione; e còlta così di sorpresa, -senza che avesse preparato una risposta, arrossì, -restò confusa. La verità era questa: ansiosa d'evitare -l'ignoto passante che udiva venire dalla parte -per dove ella doveva muovere incontro al dottore, -aveva preso la direzione opposta, e, raggiunta dal -signor Phillips, era tornata in sua compagnia all'albergo -rifacendo la strada di prima e deludendo -per conseguenza il buon Jeremy a cui non pensava -più. -</p> - -<p> -Ma prima ch'ella potesse addurre qualche scusa, -arrivò di corsa Netta Gryseworth evidentemente piena -d'allegra malizia, e chinandosi su una spalla di -lei, le disse all'orecchio, abbastanza forte da essere -udita dagli altri della loro piccola comitiva, che si -erano fermati mentre il dottore chiedeva spiegazioni -a Gertrude: -</p> - -<p> -— Cara amica, certi commoventi addii dovrebbero -esser fatti fuor degli sguardi indiscreti; mi maraviglio -che li abbiate permessi sulla soglia dell'albergo! — -</p> - -<p> -Questa osservazione non era propria a scemare -l'impaccio della fanciulla, che s'accrebbe a mille -doppi quando il dottor Jeremy, ghermita per un -braccio Netta la quale già scappava, insistette perchè -spiegasse che intendeva dire, dichiarando che -<span class="pagenum" id="Page_384">[384]</span> -egli sospettava qualche cosa, e voleva sapere chi -fosse il cavaliere di Gertrude. -</p> - -<p> -— Oh, un bel giovane alto, suo adoratore!... Bisognava -vedere come stava lì piantato a seguirla -con gli occhi! In verità cominciavo a temere che la -crudele lo avesse cambiato in sasso! Che gli avevate -fatto, Gertrude? -</p> - -<p> -— Nulla, — rispose questa. — M'ha salvata da -una vetturetta della ferrovia circolare che era sul -punto d'investirmi e m'ha accompagnata a casa. — -</p> - -<p> -Il suo tono era serio. In altri momenti avrebbe -riso e motteggiato con Netta; ora un peso troppo -grave le opprimeva il cuore. Ma il dottor Jeremy -non s'accòrse della sua crescente agitazione, e spinse -lo scherzo ancor più oltre. -</p> - -<p> -— Romantica avventura! Un pericolo imminente! -Soccorso provvidenziale! Passeggiata da solo a sola, -evitando il vecchio dottore che sarebbe stato il terzo -incomodo! Ho capito.... — -</p> - -<p> -La povera Gertrude, rossa scarlatta e confusa da -far pietà, cercò di giustificarsi, balbettò, finì col dire -che non sapeva più, non rammentava.... -</p> - -<p> -Elena Gryseworth le gettò uno sguardo scrutatore, -Emilia volse verso di lei la faccia ansiosa, e -Netta, mezzo impietosita e mezzo esilarata, la trasse -nella sala da pranzo dicendo: -</p> - -<p> -— Non vi confondete, Gertrude, non c'è poi niente -di terribile, dopo tutto. — -</p> - -<p> -Ella volle sforzarsi di far colazione, ma non potè -nascondere la sua mancanza d'appetito, e fu lieta -d'accompagnare Emilia nella loro camera appena -questa ebbe finito il leggero suo pasto. Là le raccontò -minuziosamente il pericolo che aveva corso, -e come il signor Phillips l'avesse salvata: racconto -di cui la signorina Graham parve contentarsi. Poi -sedette in apparenza tranquilla, e lesse ad alta voce -alcune pagine d'un libro a loro prestato da quel -gentiluomo, che, singolare sfortuna, ella non era ancora -riuscita a presentare alla sua amica non essendosene -mai offerta l'opportunità. -</p> - -<p> -Trascorse l'intera mattinata senza che Guglielmo -si facesse vivo. Ogni volta che una persona di servizio -passava per il corridoio, Gertrude palpitava di -<span class="pagenum" id="Page_385">[385]</span> -speranza; e se qualcuno picchiava all'uscio, come -ripetutamente accadde, la sua mano tremante poteva -appena alzar la gruccia. Questo continuo alternarsi -d'illusioni e disinganni la teneva in uno stato -d'eccitazione tale, ch'ella era tutta accesa in viso, e -verso mezzogiorno cominciò a sentire i sintomi di -un violento mal di capo, cosa molto insolita in lei. -Nondimeno, comprendendo che s'ella si fosse astenuta -con una scusa qualunque di comparire quel -giorno a pranzo, la sua condotta avrebbe certo provocato -commenti erronei, si vestì accuratamente secondo -il solito, e andò a prendere il suo posto a -tavola. Soffriva, ma le guance imporporate e gli occhioni -neri scintillanti la rendevano più che mai -attraente; nè era da maravigliarsi se nell'atto che -traversava la sala e durante il breve tempo che vi -si trattenne, gli sguardi del signor Phillips, che sedeva -a qualche distanza, e d'altri ancora, si fissavano -su lei con attenzione. -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XXXIX.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p class="i6">.... solo</p> -<p>Nell'alta notte, dal cielo silente</p> -<p>Sul torturato cuor veglia pietoso</p> -<p>l'occhio eterno....</p> -<p class="i6"><span class="smcap">New Timon.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -Quando Gertrude, fatta accomodare Emilia nel salotto, -accanto alla signora Gryseworth, ritornò sollecitamente -nella sua camera, vi trovò un bellissimo -mazzo dei fiori più scelti che la cameriera, come le -disse, era stata incaricata di rimettere a lei. Ella -indovinò subito da chi quel dono gentile ed accettabile -provenisse, e quali sentimenti di benevolenza -e simpatia avessero mosso il donatore; se da qualcuno -poteva ricevere un conforto era dal signor Phillips, -il solo quasi la cui pietà non esacerbasse la sua -pena. -</p> - -<p> -Ad onta delle maliziose supposizioni di Netta, ella -non sospettava affatto che altri motivi fuor d'una -grande bontà d'animo e una sincera compassione -lo avessero indotto ad offrirle quei vaghissimi fiori. -<span class="pagenum" id="Page_386">[386]</span> -Ed a ragione; perchè le sue maniere verso di lei erano -piuttosto di padre affettuoso che d'innamorato, -e quantunque ella cominciasse a considerarlo come -un prezioso amico, non vedeva altro in lui nè pensava -ch'egli desiderasse d'esser altro. -</p> - -<p> -Mise i fiori in un vaso d'acqua, ritornò nel salotto, -e, facendosi forza, prese parte alla conversazione, -discorrendo su vari soggetti, finchè, con suo sollievo, -il circolo dei suoi amici si sciolse, e chi andò a far -una passeggiata in carrozza o a cavallo, chi a schiacciare -un sonnellino. Tra questi ultimi fu ella stessa; -era contro il suo costume, ma giustificò dinanzi ad -Emilia quest'eccezionale mollezza col mal di capo -che l'aveva assalita. Non riesci però a dormire, e -il resto della giornata le sembrò interminabile. -</p> - -<p> -Venne alfine la sera. Gertrude ricevette un premuroso -invito d'accompagnare le signorine Gryseworth, -che col loro babbo e i Petrancourt andavano -a un concerto dato all'Albergo degli Stati Uniti. Ella -si scusò, e persistette nel suo rifiuto nonostante le -più vive istanze. Sentiva che se si fosse esposta al -cimento d'un nuovo incontro come quello della mattina -si sarebbe di certo tradita. Poichè Guglielmo -aveva lasciato passare la giornata intera senza cercar -di vederla, non avrebbe voluto per nulla al mondo -mettersi lei sulla sua via, e correre il rischio di -essere scoperta da lui e riconosciuta in una sala -affollata di gente. No: aspetterebbe. Dovevano di sicuro -incontrarsi o prima o poi. Nelle presenti circostanze -ella non sapeva ancor bene come contenersi; -era meglio serbare per ora l'incognito. -</p> - -<p> -Rimase dunque all'albergo. Oltre i Gryseworth e -i Petrancourt, molti altri andarono agli «Stati Uniti», -sicchè nel salotto, quasi deserto, regnava una -insolita quiete, grata all'animo agitato e alla testa -dolente di Gertrude. Emilia discorreva con un ecclesiastico -anziano che le era stato presentato; il -dottor Jeremy conversava con la signora Gryseworth, -e sua moglie intanto sonnecchiava. La fanciulla, -visto che nessuno aveva bisogno di lei, uscì -inosservata dalla stanza proponendosi di star un -po' a sedere fuori, al lume di luna; ma nel vestibolo -s'imbattè nel signor Phillips. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_387">[387]</span> -</p> - -<p> -— Che fate qui, sola sola? — egli domandò. — Perchè -non siete andata al concerto? -</p> - -<p> -— Mi duole il capo. -</p> - -<p> -— Me ne sono avveduto, a pranzo. Non va punto -meglio? -</p> - -<p> -— No, non direi. -</p> - -<p> -— Venite a passeggiare un po' con me sulla terrazza. -Vi farà bene. — -</p> - -<p> -Ella accettò. Egli l'intrattenne piacevolmente, le -raccontò molti aneddoti divertenti, riuscì a farla sorridere, -e perfino ridere, del che parve compiacersi -assai. Parlò argutamente delle varie cose vedute e -udite da che si trovava a Saratoga dove faceva la -parte di spettatore, e terminò domandandole se non -giudicava anche lei lo spettacolo una pompa di vanità -e d'egoismo. -</p> - -<p> -Gertrude, maravigliata della domanda, non seppe -rispondere. -</p> - -<p> -— Perchè? — disse. -</p> - -<p> -— Non è forse ridicolo che tante migliaia di persone -convengano qui col fine di divertirsi? — egli -riprese. -</p> - -<p> -— Non saprei, — replicò ella. — A me almeno non -sembra. Divertirsi è un'ottima cosa per chi <i>può</i> godere. -</p> - -<p> -— E quanti possono? -</p> - -<p> -— La maggior parte, m'immagino. -</p> - -<p> -— Che! Quasi nessuno, invece! Più di mezzi se ne -vanno infelicissimi, e il resto malcontenti. -</p> - -<p> -— Credete? E io, al contrario, pensavo che l'attrattiva -del luogo fosse appunto il vedervi tante facce -raggianti d'allegrezza. Mi parevano tutti gente -felice. -</p> - -<p> -— Oh, superficialmente! E poi, se osservate bene, -vedrete che quelli che sembrano felici un giorno, -hanno il seguente un'aria desolata.... Per esempio, -la vostra era una delle facce raggianti, ieri, ma -oggi non è più così, povera figliuola.... — -</p> - -<p> -Accortosi che queste ultime parole facevano tremare -lievemente la mano posata sul suo braccio, e -vedendo i grandi occhi neri levati verso di lui riabbassarsi -ad un tratto sotto le lunghe ciglia, soggiunse: -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_388">[388]</span> -</p> - -<p> -— Speriamo però che torni presto serena come -prima. Ma non avrebbero dovuto portarvi qui. La -montagna di Catskill si confaceva meglio alla vostra -fervida fantasia e alla vostra mente riflessiva; -non bisogna esporre una natura di sensitività così -delicata alle offese della malignità e dell'invidia che -non mancano mai in questi affollati ritrovi della bassa, -egoista e crudele umanità. -</p> - -<p> -— Oh! — esclamò Gertrude la quale ora comprendeva -che il signor Phillips in cuor suo sospettava -ch'ella soffrisse per qualche ferita dell'amor -proprio, qualche torto, forse ingiurioso, da lei patito. — Voi -parlate troppo severamente: non tutti sono -egoisti, non tutti sono malevoli. -</p> - -<p> -— Ah, voi siete giovane e piena di fede! Fidate -pure in chi potete, finchè potete. Io non fido più in -<i>nessuno</i>. -</p> - -<p> -— Nessuno? Non v'è dunque una persona al mondo -che voi amiate, in cui abbiate fiducia? -</p> - -<p> -— Quasi nessuna: non più d'una, certo. In chi -dovrei fidare? -</p> - -<p> -— Nei buoni, nei puri, nei magnanimi. -</p> - -<p> -— E quali sono? Come distinguerli? Secondo la -mia esperienza, ed è stata vasta, sì, molto vasta, — egli -stringeva i denti e il suo tono era di profonda -amarezza — i così detti buoni, gli uomini stimati -probi e onorevoli, spesso non sono che ipocriti bene -inverniciati, peccatori di fine e polita apparenza. Sì, — continuò -con voce più grave, e in modo più concitato — penso -a un tale, gentiluomo rispettabile, -personaggio <i>cospicuo</i>, membro della Chiesa, la cui -durezza, la cui ingiustizia, la cui crudeltà hanno -fatto della mia vita ciò che è.... un desolato deserto, -e peggio; e penso a un altro, un vecchio marinaro -rozzo e intemperante, sul capo del quale non passava -giorno senza ch'egli proferisse il nome di Dio -invano, e che tuttavia aveva in fondo al cuore una -goccia di così pura essenza di virtù, che non riescireste -a distillarla dalle anime di diecimila dei -vostri educatissimi birbanti. In chi dunque devo fidare, -nell'uomo buono e religioso, o nell'abietto ed -empio blasfematore? -</p> - -<p> -— Fidate nella <i>bontà</i> dovunque si trovi, — rispose -<span class="pagenum" id="Page_389">[389]</span> -Gertrude. — Ma non diffidate di <i>nessuno</i> piuttosto -che di <i>tutti</i>.... oh, no! -</p> - -<p> -— Il vostro mondo, la vostra religione, tracciano -un cerchio meno ampio. -</p> - -<p> -— Non dite il <i>mio</i> mondo, la <i>mia</i> religione. Io non -mi chiudo in cotesto cerchio, e non conosco altra religione -che quella del cuore. Cristo morì per l'umanità -intera. E se poche sono le anime così profondamente -inabissate nel peccato, che non serbino una -scintilla di virtù e di verità, chi può dire in quali -non scaturirà alfine la luce grazie a cui potranno -trovare la via di Dio? -</p> - -<p> -— Voi siete una buona creatura piena di carità -e di speranza, — fece il signor Phillips premendo -più forte il braccio della fanciulla. — Voglio aver -fede in <i>voi</i>. Ma, guardate, i nostri amici ritornano -dal concerto. Andiamo loro incontro. — -</p> - -<p> -Avevano passato ore deliziose. L'Alboni aveva superato -sè stessa. Quanto dispiaceva a tutti che Gertrude -non ci fosse stata! -</p> - -<p> -— Ma forse — le sussurrò Netta — vi siete divertita -meglio qui.... — -</p> - -<p> -Le erano appena sfuggite dalle labbra queste maliziose -parolette, che già n'era mezzo pentita, perchè -Gertrude, appoggiata al braccio del signor Phillips -tranquillamente, senza ombra di confusione, respingeva -col semplice candore del suo contegno il folle -sospetto. -</p> - -<p> -— C'era la signorina Clinton, — proseguì l'altra — splendidamente -bella. Aveva intorno una folla di -adoratori.... Ma, — soggiunse rivolgendosi alla signora -Petrancourt — avete notato qual'era il favorito? -Tanto favorito che non so come gli altri non -si scoraggissero.... Parlo di quel bel giovane, alto, -che l'ha accompagnata nella sala, e s'è ritirato dopo -un poco. Finchè c'è rimasto, ella s'è dedicata tutta -a lui. -</p> - -<p> -— Era il medesimo, non è vero, che è rientrato -per alcuni minuti verso la fine del concerto? — domandò -Elena. — Quello che stava ritto contro la -parete? -</p> - -<p> -— Precisamente. Ha aspettato che l'Alboni finisse -di cantare, poi s'è accostato alla signorina Clinton -<span class="pagenum" id="Page_390">[390]</span> -e s'è chinato a mormorarle qualche parola all'orecchio. -Ella s'è rizzata subito e sono usciti insieme, -lasciando gli altri corteggiatori piuttosto mortificati. -Io, sedendo presso la finestra, li ho veduti passare e -allontanarsi nel parco. -</p> - -<p> -— Proprio nel mezzo di quel magnifico pezzo della -<i>Lucia</i>! — disse Elena. — Come hanno potuto andarsene -così? -</p> - -<p> -— Oh, non c'è nulla di strano, dato lo stato delle -cose, se la signorina Clinton preferisce una passeggiata -col signor Sullivan alla miglior musica del -mondo! — osservò il signor Petrancourt. -</p> - -<p> -— Ah! — fece Netta. — È molto simpatico quel -giovane? Credete che sarà il fortunato? -</p> - -<p> -— Io non ne dubito, — rispose quegli. — Si crede -anzi generalmente che siano fidanzati. Egli era a -Parigi in compagnia della signorina e di suo padre, -la scorsa primavera, e sono ritornati con lo stesso -piroscafo. Tutti sanno che il signor Clinton desidera -vivamente questo matrimonio, e l'Isabella non nasconde -la sua preferenza. -</p> - -<p> -— Certo, — confermò la signora Petrancourt — è -una cosa stabilita. L'ho sentito dire anche stasera -da due o tre persone. — -</p> - -<p> -Che n'era di Gertrude durante questi discorsi? -Poteva ella, dopo avere per sei anni alimentato la -cara speranza d'esser l'unico amore di Guglielmo, -rimaner lì pazientemente a udire quegli estranei disporre -di lui, darlo ad un'altra? -</p> - -<p> -Sì, potè; ma non grazie a sè stessa, perchè la testa -le girava, ed ella sarebbe caduta senza il saldo -sostegno del signor Phillips, il quale la reggeva al -suo braccio con tanta forza, che sebbene egli sentisse -come tremava tutta, gli altri non se ne avvidero -punto. Per fortuna, anche nessuno osservò la -sua faccia sbiancata, e stando essi nell'ombra, il -solo che sapeva la sua agitazione, notava gli occhi -stralunati e ardenti in quel pallore mortale, le labbra -semiaperte e convulsamente rigide. -</p> - -<p> -Come sotto l'incubo d'un sogno spaventoso, ella, -col cuore in tumulto, ascoltava, immobile, e udiva -e comprendeva ogni parola. Ma non sarebbe stata -in grado di parlare o fare un gesto: un momento di -<span class="pagenum" id="Page_391">[391]</span> -più, e qualche caso inevitabile avrebbe tradito il suo -turbamento ch'era tale da far paura. Ma il signor -Phillips parlò e si mosse <i>per lei</i>, risparmiandole la -pena di vedersi esposta alla curiosità degli astanti, -da cui certo il suo spirito delicato e sensitivo rifuggiva -con orrore. -</p> - -<p> -— Il signor Sullivan! — egli esclamò. — Un bravo -giovanotto! Lo conosco.... Signorina Gertrude, -devo raccontarvi un aneddoto che lo concerne.... — -</p> - -<p> -E proseguendo nella direzione in cui erano venuti -incontro alla comitiva che tornava dal concerto, fece -come se volessero continuare la loro passeggiata; -ma adesso camminava egli solo perchè Gertrude era -addirittura portata da lui. -</p> - -<p> -Gli altri entrarono presto nel salotto, lasciandolo -con la sua compagna in piena libertà nella terrazza -da quella parte già vuota. -</p> - -<p> -Finchè non furono scomparsi egli seguitò a narrare -come il signor Sullivan fosse stato, anni addietro, -suo compagno di viaggio in un deserto dell'Arabia, -e gli avesse reso un segnalato servigio aiutandolo -a salvarsi da un improvviso attacco d'una tribù -d'Arabi erranti. Ma tosto assicuratosi che non c'era -più pericolo d'essere osservati, s'interruppe bruscamente, -e senza scuse nè cerimonie la mise a sedere -in una poltrona che si trovava lì presso, dicendo: -</p> - -<p> -— State qui mentre io vado a prendervi un bicchier -d'acqua.... — -</p> - -<p> -L'avviluppò ben bene nella mantellina e s'allontanò -rapidamente. -</p> - -<p> -Oh, quanto gli fu grata Gertrude in cuor suo della -delicatezza con cui la lasciava sola per darle il tempo -di riaversi! Era la condotta più giudiziosa, e insieme -più benevola ch'egli potesse tenere. Egli sapeva -che non sarebbe svenuta, che avrebbe raccolto -tutte le sue energie, e sperava perfino d'essere riuscito -a darle l'illusione che neppur a lui fosse stata -palese tutta la profondità del suo turbamento, e soprattutto -che ne ignorasse affatto la causa. -</p> - -<p> -Quando il signor Phillips ritornò dopo alcuni minuti, -ella era calma. Portò alle labbra il bicchier -d'acqua, ma egli non insistette perchè bevesse: vedeva -che non ne aveva bisogno. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_392">[392]</span> -</p> - -<p> -— V'ho trattenuta fuori troppo, — disse. — Venite, -è meglio che rientriate. — -</p> - -<p> -La fanciulla si rizzò, s'appoggiò di nuovo al suo -braccio. Egli, guidati i suoi deboli passi fino all'uscio -vetrato che dalla terrazza metteva nella camera occupata -da lei e da Emilia, si fermò un momento, dicendole -con tono significativo, e figgendo ne' suoi occhi -uno sguardo che corroborava le parole: -</p> - -<p> -— Signorina Gertrude, voi m'esortate ad aver fede -in tutti; ma io vi consiglio che, inesperta della vita -come siete, vi guardiate dal credere ciecamente a -chiunque. Dove la vostra fiducia è ben fondata, mantenetela -con fermezza e coraggio, ma non tenete per -vero se non ciò ch'è provato; specie poi siate sicura -che gli oziosi pettegolezzi circolanti in luoghi come -questo, non meritano alcun credito. Buona notte. — -</p> - -<p> -Quale rivoluzione produsse quest'ammonimento -nei sentimenti di Gertrude! Esso risonò al suo orecchio -come una profezia e si ripercosse nell'intimo -del suo cuore. Non era pieno di saggezza il consiglio -del signor Phillips? Naturalmente, ella pensava, -egli esponeva un assioma dettato dalla sua lunga -esperienza; ma come s'applicava, al caso suo! -Non aveva ella ceduto senza riflessione ai suoi timori, -ai suoi neri presagi, non aveva ascoltato con -inconsiderata prontezza le querele della sua gelosa -immaginazione, e più inconsiderata credulità le -ciarle riferite da estranei, mentre così tradiva un -più alto diritto alla sua fede? Chi durante i lunghi -anni della loro amicizia s'era mostrato più degno -di fiducia che Guglielmo? Non era egli stato fin dall'adolescenza -un esempio d'ogni virtù, superiore ad -ogni bassezza, esente da ogni vizio? Non aveva abbandonato -nella prima gioventù ogni cosa più cara, -per andar a lavorare faticosamente sotto il sole dell'India -a fine di procurare l'agiatezza, e il lusso, -col tempo, a coloro di cui ambiva essere il sostegno -e la consolazione? Non aveva sempre manifestato -coi fatti un animo nobile, un carattere onorevole, -un cuore sincero ed affettuoso? E, soprattutto, non -era egli imbevuto fin dall'infanzia dei più sublimi -e puri principî cristiani? -</p> - -<p> -Sì, questo era innegabile. E ricordandolo, riandando -<span class="pagenum" id="Page_393">[393]</span> -ciascuna fase della retta sua vita, Gertrude -doveva riconoscere che egli, ragazzo d'indole generosa -e amorevole, giovanetto ardimentoso ed energico, -uomo fortunato e rispettato ma pure provato -dal dolore, aveva costantemente mantenuto per lei -lo stesso profondo e ardentissimo affetto, che anzi -pareva essere andato crescendo ogni giorno, ogni -mese, ogni anno, da quando l'aveva amata e protetta -bambina, sostenuta e confortata durante la malattia -e dopo la morte dello zio True, fino al presente, -attraverso la lunga loro separazione. -</p> - -<p> -Non v'era una tra le numerose e regolari lettere -di Guglielmo da cui non spirasse il più tenero e -devoto amore per Gertrude: un amore esclusivo nel -quale non poteva esservi rivalità. In tutti i suoi sogni -di futura felicità domestica ella aveva parte; -e sebbene la signora Sullivan, con quell'istintivo riserbo -ch'era nella sua natura, si fosse astenuta dal -parlargliene, il modo in cui la trattava le aveva sempre -attestato chiaramente che considerava il matrimonio -tra lei e suo figlio come cosa certissima. L'aperta -dichiarazione fattale da Guglielmo nella lettera -in risposta all'annunzio della morte di sua -madre, che le sue speranze, le sue preghiere, le sue -fatiche erano adesso per lei sola, non le dava una -prova più sicura che già non fosse tutta la sua antecedente -condotta, della tenerezza con cui l'amava? -</p> - -<p> -E doveva ella ora dubitare di lui? Non tener più -conto, d'un tratto, di fatti che così evidentemente lo -mostravano meritevole d'alta stima e credere senza -altro alla subita defezione del suo amico d'infanzia? -No! Risolse di bandire l'indegno pensiero, di -confidarsi che presto una spiegazione sodisfacente -ridarebbe la pace al suo cuore angosciato. Fino a -quel momento manterrebbe la sua fede in Guglielmo: -la manterrebbe con fermezza e coraggio, perchè -era ben fondata. -</p> - -<p> -Facendo quest'eroico proposito rialzò la fronte china, -e sprofondò lo sguardo nella serenità della notte. -La luna era tramontata e il cielo scintillava tutto -di fulgidissime stelle. Gertrude amava le notti stellate. -Quello spettacolo le infondeva novello vigore. -E guardando in alto vide splendere sul suo capo la -<span class="pagenum" id="Page_394">[394]</span> -stella prediletta, la stella che la sua fantasia, una -volta, amorosamente immaginava accesa per lei dallo -spirito beato dello zio True. E allora, come nel -tempo lontano quando dai lumi celesti le scendeva -nell'anima un raggio di conforto, le parve d'udir sonare -al suo orecchio il detto familiare del caro padre -adottivo: «Fa' cuore, uccellino, perchè è mia -opinione che tutto da ultimo riuscirà a bene.» -</p> - -<p> -Durante il breve resto della serata rimase in questo -stato d'elevazione morale e quasi di gioia; così -sostenuta, potè ritornare nel salotto a prendere Emilia, -dar la buona notte agli amici con voce gaia, e -coricarsi tranquillamente. Avanti la mezzanotte, dormiva. -</p> - -<p> -Ma quella calma era in gran parte un effetto della -stessa sua sovreccitazione, e però non poteva durare. -La mattina seguente, destandosi, ricadde nella -tristezza e nell'abbattimento di prima, e lo sforzo -che fece per levarsi, vestirsi e andare a colazione -fu macchinale. Si scusò col dottor Jeremy non essendo -in grado di accompagnarlo nella solita passeggiata. -Il suo più vivo desiderio era di lasciare -Saratoga. Le pareva mill'anni d'essere a casa, in -quiete, di non aver tanti occhi addosso. -</p> - -<p> -Quando il dottore venne a portare le lettere arrivate -con la posta della mattina, ella vi gettò uno -sguardo così avido ch'egli disse sorridendo: -</p> - -<p> -— Nulla per voi, Gertrude; ma ce n'è una per Emilia; -un certo compenso, non è vero? — -</p> - -<p> -Meglio ancora. Era una lettera del signor Graham, -lungamente attesa, che avrebbe certo menzionato -la data del suo ritorno dall'Europa, e determinato -quindi la durata del soggiorno d'Emilia a Saratoga. -</p> - -<p> -Con grande loro maraviglia, egli era già bell'e arrivato -a Nuova York, e desiderava che la figliuola -e Gertrude venissero a raggiungerlo subito. Gertrude -stentava a nascondere la sua sodisfazione, che -del resto poteva essere attribuita al piacere di riveder -lui e la signora, ed Emilia, realmente felice -di riabbracciare suo padre al quale era affezionatissima, -la pregò di sollecitare i preparativi della -partenza. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_395">[395]</span> -</p> - -<p> -Si ritirarono dunque nella loro camera, e fino all'ora -del pranzo la giovanetta fu occupata nel fare -i bagagli. Ella aveva passato il giorno innanzi ansiosamente -sperando che Guglielmo si presenterebbe -all'albergo; ora al contrario temeva oltremodo la -sua visita. L'idea che il loro primo incontro avvenisse -in un luogo pubblico, le era intollerabile nel -suo presente stato d'animo: e s'ella ieri s'era tormentata -aspettandolo invano, oggi soffriva ancor più -per il terrore di vederlo comparire. -</p> - -<p> -Fu un vero sollievo al suo affanno la proposta -gentilmente fattale dal signor Phillips dopo il pranzo, -d'una scarrozzata al lago. Il dottor Gryseworth -e una delle sue figliuole avevano accettato due dei -posti nel legno da lui procuratosi, ed egli si confidava, -come le disse, ch'ella avrebbe gradito il quarto. -Poichè Emilia non aveva allora bisogno di lei, -e poichè ella così era sicura d'evitare Guglielmo, acconsentì -ben volentieri. -</p> - -<p> -Si trovavano in riva al lago da circa un'ora. Il -dottore ed Elena s'erano lasciati indurre da una comitiva -di loro conoscenti a giocare una partita alle -bocce. Il signor Phillips e Gertrude non avevano voluto -prendervi parte, ma stettero un tempo a guardare. -Poi, essendo la giornata caldissima e l'aria -nella sala chiusa soffocante, andarono piuttosto a -sedersi fuori, finchè il giuoco fosse finito. Mentre -contemplavano la bella distesa d'acque tinta di rosa -dai riflessi del tramonto, una coppia venne a fermarsi -poco lontano dal loro sedile. Un tronco d'albero -gigantesco le nascondeva totalmente il signor -Phillips e riparava anche Gertrude abbastanza da -non essere osservata, quantunque un subitaneo pallore -si diffondesse sulla sua faccia al vederla apparire. -Quel pallore mostrava ch'ella aveva riconosciuto -Guglielmo Sullivan e Isabella Clinton. Le loro -parole giungevano ben distinte al suo orecchio. -</p> - -<p> -— Sarà dunque tanto sentita la mia assenza? — domandava -Bella guardando intensamente il suo -compagno che fissava il lago con aria grave. -</p> - -<p> -— Se sarà sentita? — disse il giovane volgendosi -a lei con un accento di mite rimprovero. — E come -non sarebbe? Chi può tenere il vostro luogo? -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_396">[396]</span> -</p> - -<p> -— Ma, infine, due soli giorni.... -</p> - -<p> -— Brevissimo tempo in circostanze ordinarie, però -un'eternità.... — -</p> - -<p> -S'interruppe come se facesse uno sforzo per frenarsi, -e con una brusca mossa proseguì il cammino. -</p> - -<p> -Isabella gli tenne dietro dicendo: -</p> - -<p> -— Aspetterete il mio ritorno, non è vero? — -</p> - -<p> -Guglielmo si voltò, e questa volta Gertrude vide -in tutto il suo aspetto l'espressione di rimprovero -che aveva sentito nella sua voce dianzi. -</p> - -<p> -— Certo, — egli rispose, serio. — Come potete dubitarne? — -</p> - -<p> -L'angoscia crescente della fanciulla nell'udir questo -dialogo per lei pieno di significato, si manifestava -nei lineamenti scomposti, nello sguardo strano, -innaturale dei suoi occhi fissi, con una veemenza -da far paura. -</p> - -<p> -— Gertrude! — esclamò il signor Phillips dopo -averla mirata un momento. — Gertrude, per amor di -Dio, non v'alterate così! Che vi succede? — -</p> - -<p> -Ma ella non lo guardò, il suo volto rimase impietrito: -evidentemente non aveva inteso. Egli le prese -la mano. Era fredda come un marmo. Un'angoscia -quasi pari alla sua si dipingeva ora nel viso del suo -amico: egli aveva gli occhi pieni di lacrime che colavano -lente lungo le gote. Una volta stese le braccia -in atto di voler stringersi l'afflitta al seno e consolarla -come una bambina: ma represse con forza -la sua commozione. -</p> - -<p> -— Gertrude, — riprese, sporgendosi verso di lei e -fissandola negli occhi — che v'hanno fatto quei due? -Se quel giovane v'ha offesa, il ribaldo ne dovrà rispondere! — -</p> - -<p> -E così dicendo balzò in piedi. -</p> - -<p> -Quelle parole, quel gesto, richiamarono Gertrude -in sè. -</p> - -<p> -— No, no! — ella rispose. — Non è tale! Sto già -meglio.... Non ne parlate.... non raccontate a nessuno.... — e -gettò un'occhiata ansiosa nella direzione -del viale dov'era il giuoco di bocce. — Sto -meglio, molto meglio. — -</p> - -<p> -Non senza grande stupore del signor Phillips, che -la rigidità del suo aspetto aveva spaventato, ella si -<span class="pagenum" id="Page_397">[397]</span> -rizzò con perfetta compostezza, e propose di ritornare -all'albergo. -</p> - -<p> -Egli l'accompagnò, in silenzio; prima d'essere arrivati -a mezza costa del poggio ove avevano lasciato -la carrozza furono raggiunti dai Gryseworth, e -di lì a pochi minuti i cavalli trottavano verso Saratoga. -</p> - -<p> -Tutta la sera Gertrude ebbe quell'aria di rigidità -innaturale. Durante il tragitto il dottore le domandò -due o tre volte se fosse indisposta, e il signor -Phillips non cessò di osservarla furtivamente con -sguardi inquieti. Fino i toni della sua voce erano -alterati a segno che Emilia non appena l'udì parlare -domandò: -</p> - -<p> -— Che hai, figliuola mia? — -</p> - -<p> -Ma ella rispose che stava benissimo, e fece tutto -ciò che doveva fare nella serata, secondo il consueto; -poi s'accomiatò dagli amici, convenne anzi con le -Gryseworth di rivedersi il domani mattina. -</p> - -<p> -A un meno che acuto osservatore Emilia sarebbe -parsa la più conturbata delle due. La cieca non poteva -essere ingannata, e le celate sofferenze della -sua cara si riflettevano nel contegno di lei. Gertrude -parlava e si moveva macchinalmente, nè potè mai -in seguito rammentar bene i casi di quella serata. -Ella non comprendeva che cosa la sostenesse e la -rendesse capace di recitare la sua parte, quasi inconsciamente. -Come era riuscita a dissimulare le -torture che soffriva? Non avrebbe saputo spiegarlo. -Ella non serbava che la memoria confusa d'un sogno -affannoso. -</p> - -<p> -Solo nelle quiete ore della notte, quando Emilia -parve profondamente addormentata al suo fianco, -osò sciogliersi un momento dai ferrei vincoli della -costrizione che s'era imposta; ma allora il torrente -del suo dolore irruppe senza più ostacoli. Si levò -dal letto, e affondato il viso nei cuscini di un'agrippina -bassa ch'era accanto alla finestra, diede libero -sfogo alle lacrime benedette ogni cui stilla era un -sollievo per la sua anima dolorante. Mai, dopo la -prima fanciullezza, s'era abbandonata ad un così -lungo e irrefrenato pianto; e l'ansare del suo petto, -la violenza dei singhiozzi che ne sfuggivano, provavano -<span class="pagenum" id="Page_398">[398]</span> -l'intensità della sua angoscia. Tutti gli altri -suoi dolori l'avevano trovata forte, ben preparata a -sostenerli, armata d'una religiosa fiducia e incorata -da una santa speranza; ma sotto questo colpo improvviso -e inaspettato, ella si curvava e s'agitava come -un arboscello cresciuto ai soli estivi si contorce -e trema investito dal gelido soffio dell'inverno. -</p> - -<p> -Che Guglielmo fosse infedele al suo primo amore, -ella non poteva oramai più dubitare, e questa certezza -le faceva sentire che l'unico suo appoggio nella -vita era caduto. Lo zio True e la signora Sullivan -erano stati l'uno e l'altra suoi benefattori ed Emilia -era sempre la sua cara e fida amica: ma essi avevano -tutti avuto più o meno bisogno di lei, e sebbene -ella potesse riposarsi nella sicurezza del loro -affetto, i due primi, per lungo tempo innanzi di partirsi -dal mondo, si trovavano ridotti a non aver altro -sostegno che il suo braccio amoroso, e l'ultima, -la sola che le rimanesse ancora, affidava a lei la -guida degl'incerti suoi passi, i quali, ahimè, parevano -già vòlti verso la tomba! -</p> - -<p> -A chi dunque si sarebbe appoggiata Gertrude? Chi -avrebbe guidato l'inesperta sua giovinezza? A chi -doveva ella rivolgersi con fiducia per chiedere protezione, -consiglio, aiuto, amore, se non a Guglielmo? -Ma Guglielmo aveva dato il suo cuore ad un'altra.... -E presto, forse, ella resterebbe sola al mondo! -</p> - -<p> -Ella piangeva, dunque, come piangono i desolati; -e pianse finchè la fonte delle sue lacrime fu esaurita. -Affranta, debole, sconvolta, si rizzò, andò alla -finestra, e, rimosse dalla fronte le dense ciocche dei -suoi lunghi capelli, si sporse a respirare la fresca -brezza notturna che la ristorò alquanto. -</p> - -<p> -La tempesta dell'anima sua si calmava mentre, -fissi gli occhi alle vive luci splendenti su lei dall'alto, -così placide e soavi nel loro fulgore, ella sembrava -comunicare con cose divine. Anche ora le stelle la -compassionavano come nelle notti della sua infanzia -solitaria, anche ora le sussurravano: «Gertrudina! -Gertrudina! Povera piccola Gertrudina!» -</p> - -<p> -Intenerita, commossa dal loro sguardo pietoso, -ella cadde, lentamente, in ginocchio. E la sua faccia -levata verso il cielo, le mani giunte, la dolce -<span class="pagenum" id="Page_399">[399]</span> -rassegnazione espressa da tutto il suo aspetto, manifestavano -che come quando ella aveva inalzato la -prima tacita preghiera al Dio allora ignoto, la sua -anima adesso illuminata era in profonda comunione -col suo Creatore, e ripeteva le semplici parole: -«Signore, eccomi!» -</p> - -<p> -Oh, benedetta la religione che può sostenerci in -ore come quella! Oh, benedetta la fede che quando -ogni appoggio terreno ci manca e la nostra più salda -colonna risulta essere di sabbia, eleva l'anima -al di sopra d'ogni altro bisogno, e la ricovera nel -seno di Dio! -</p> - -<p> -Ma ecco che la giovanetta sente una mano gentile -posarsi sul suo capo. Si volge, e vede Emilia, che -ella credeva immersa nel sonno, ma che invece -l'ansietà teneva desta, e i cui timori s'erano raddoppiati -all'udire un suono di singhiozzi mal repressi. -</p> - -<p> -— Gertrude, — disse questa con tono addolorato — tu -sei afflitta e me lo nascondi? Non distoglierti -da me! — Le gettò le braccia al collo, le fece posare -la testa sul suo petto, mormorando: — Dimmi tutto, -tesoro! Ch'è accaduto alla mia povera figliuola? — -</p> - -<p> -E Gertrude versò la piena del suo dolore nel cuore -d'Emilia, confidò al suo orecchio attento l'unico segreto -che mai avesse esitato a confessarle; ed Emilia -pianse ascoltandola, e quand'ella ebbe finito, se -la strinse ripetutamente al seno, esclamando con -un'eccitazione che la fanciulla non aveva mai veduta -nella sua amica cieca sempre calma e serena: -</p> - -<p> -— Strano, strano, che tu pure abbia avuto questa -sorte! O Gertrude, figliuola mia, possiamo piangere -insieme. Ma, credilo, il tuo cordoglio è assai meno -amaro del mio. — -</p> - -<p> -Nell'oscurità della notte alta, Gertrude ricevette -in compenso della sua confidenza la rivelazione della -storia di dolore che aveva desolato la gioventù -d'Emilia, e che nonostante la fuga del tempo era -sempre viva nella sua memoria e gettava sulla sua -vita una negra ombra che non era soltanto quella -della sua cecità. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_400">[400]</span> -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XL.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Ed ecco a me venir, nella sua veste</p> -<p>Di luce avvolta, una ninfa celeste,</p> -<p>Che rischiarò la mia vista turbata:</p> -<p>Religione tra gli uomini è nomata.</p> -<p>Il castigo divin mi fe' provare,</p> -<p>Poi la verga m'impose di baciare;</p> -<p>Così insegnò al ribelle cuore mio</p> -<p>La sommissione ai voleri di Dio.</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Anna More.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -— Ero più giovane di te, Gertrude, — cominciò -Emilia — quando fui sottoposta alla mia prova, e -per ogni rispetto una persona assai diversa da quella -che tu hai conosciuta. Tu sai forse ch'io perdetti la -mamma in così tenera età, che non serbo alcuna -memoria di lei. Ma mio padre si riammogliò presto, -e nella matrigna ch'io ricordo come se fosse stata -la mia vera madre, trovai tanto amore e tante cure -da compensarmi pienamente della mia perdita. Io -la rammento qual'era negli ultimi anni della sua -vita: alta, gracile, delicata, con un viso dolce ma -piuttosto malinconico. Vedova anch'ella d'un primo -marito, aveva un figliuolo che divenne subito il mio -solo compagno. Tutti i miei piaceri infantili furono -divisi con lui. Quando mi dicesti, molto tempo fa, -ch'io non potevo immaginarmi quanto tu amassi -Guglielmo, fui sul punto di confidarti una parte di -questa storia della mia prima giovinezza, a fine di -persuaderti che nessuno meglio di me poteva comprendere -un tale affetto: ma mi rattenni, perchè tu -eri allora troppo bambina, e non volevo contristarti -col racconto di casi dolorosi come i miei. Perciò tacqui. -Le mie parole non potranno mai esprimerti -quanto caro mi fosse quel compagno della mia infanzia. -Ciò che eravamo l'una per l'altro, e l'influsso -che l'una esercitava sull'altro ci univano coi legami -d'una reciproca dipendenza: perchè sebbene -egli fosse lo spirito dirigente, la volontà forte e determinata, -ed io mi sottomettessi di buon grado a -una dominazione cui la mia docile natura non ripugnava, -c'era una cosa nella quale il mio baldo -<span class="pagenum" id="Page_401">[401]</span> -protettore e signore aveva bisogno del mio aiuto e -del mio appoggio. Ero io quella che serviva da mediatrice -tra lui e mio padre. Idolatrato dalla sua -mamma, il ragazzo all'incontro era sempre trattato -con freddezza e diffidenza dal patrigno che non lo -comprendeva, e lungi dall'apprezzar le sue nobili -qualità, pareva considerarlo con sospetto e antipatia. -Ma ai miei sguardi imploranti, alle mie supplichevoli -preghiere egli prestava benevolo orecchio, e -il mio compagno sapeva che io ero pronta a spendere -tutta la mia eloquenza in suo servigio ogni volta -che gli occorreva ottenere un favore o far valere -una scusa. -</p> - -<p> -«Certo per nostra madre la durezza del marito -verso il figliuolo di lei doveva essere una causa di -grande infelicità. Ricordo bene con quale ansia si -sforzava di nascondere i suoi falli, le sue imprudenze, -e come spesso m'insegnasse ella stessa ciò -che avevo da dire a fine di propiziare il mio babbo, -che per amor mio molte volte perdonava al ragazzo -il cui carattere ardimentoso e indipendente lo metteva -non di rado in conflitto con un uomo severo -oltremodo contro chi sia incorso nella sua collera.... -E tu hai avuto occasione di giudicarne. -</p> - -<p> -«Durante la sua vedovanza la mia matrigna era -stata poverissima, e suo figlio, non avendo ereditato -nulla dal proprio padre, si trovava alla mercè della -generosità del mio. Questa era una pungentissima -mortificazione per lui, e metteva a fiera prova il suo -orgoglio già potente; spesso io lo vidi irritato e inasprito -da benefizi che egli sapeva non essere largiti -con mano paterna, mentre il signor Graham, -che non intendeva questo sentimento, lo accusava in -cuor suo di grossa ingratitudine. -</p> - -<p> -«Finchè nostra madre ci fu conservata, si visse in -discreta armonia: ma disgraziatamente quando io -toccavo i sedici anni, fu colta da una malattia fulminante -e morì. Ho presente sempre alla memoria -l'ultima notte della sua vita. Ella mi chiamò al suo -letto e mi disse con voce solenne: «Emilia, io ti -rivolgo morendo questa preghiera: sii l'angelo custode -del mio figliuolo!» -</p> - -<p> -«Dio mi perdoni, — e così esclamando gli occhi -<span class="pagenum" id="Page_402">[402]</span> -spenti della cieca s'empirono di lacrime — se fui infedele -alla mia missione! -</p> - -<p> -«Quegli di cui ti parlo, — Emilia si guardava dal -proferirne il nome — era allora un giovanetto diciottenne. -Mio padre l'aveva da poco fatto entrare in -qualità di commesso nel proprio banco, a mal suo -grado, perchè egli desiderava seguire i corsi degli -studi superiori; ma sua madre ed io l'avevamo indotto -a cedere, vista l'irremovibile volontà del capo -di famiglia. La morte della signora Graham strinse -più che mai i vincoli tra suo figlio e me. Egli continuò -ad abitare con noi, e passava in mia compagnia -tutte le sue ore di libertà. Il babbo stava molto -fuori, e quando era in casa si chiudeva nella biblioteca -lasciando che lui ed io c'intrattenessimo a -piacer nostro. Frequentavo allora la scuola ed ero -un'alunna diligente, amantissima dei libri. Quante -volte, quando tu mi parlavi dell'assistenza che ti -prestava Guglielmo nei tuoi studi, mi ricordasti il -tempo in cui io venivo così aiutata e incoraggiata -dal mio tenero amico, sempre volonteroso d'adoprarsi -per me con l'intelligenza e con l'opera. -</p> - -<p> -«Ma la nostra felicità non era indisturbata. Spesso -io vedevo sul volto di mio padre quella dura -espressione che temevo sopra ogni cosa, mentre manifesti -segni d'irritazione, d'ira talvolta, nell'aspetto -del suo figliastro, m'avvertivano che una tempesta -era scoppiata, probabilmente nel banco, senza ch'io -potessi averne idea fuorchè dagli effetti. Nè potevo -più intromettermi come mediatrice, perchè i guai insorti -derivavano di solito da qualche negligenza reale -o supposta, o qualche errore in materia d'affari, -del giovane e inesperto commesso; colpe per le quali -il babbo, negoziante fin nelle midolle, e ragioniere -di scrupolosa esattezza, non aveva indulgenza, e in -cui lo spensierato delinquente, privo d'attitudine all'ufficio -impostogli, era proclive a ricadere. -</p> - -<p> -«Le cose andavano innanzi così da sei mesi, quando -a un tratto avvenne un grave mutamento. Evidentemente -mio padre aveva ceduto a suggestioni -di terze persone, o concepito egli stesso dubbi che -l'inquietavano. Egli, come tu sai, è un uomo franco, -onesto e schietto nei suoi propositi, quali si siano, -<span class="pagenum" id="Page_403">[403]</span> -che se anche volesse ricorrere a qualche artifizio -non avrebbe l'astuzia necessaria per condurlo -a termine con buon successo. Quindi ci avvedemmo -presto della sua risoluzione di porre immediatamente -un freno alla dimestichezza tra il suo figliastro -e me. A tal fine introdusse nella famiglia una governante: -la signora Ellis, che da allora non ci ha -più lasciati. La presenza quasi continua di quella -estranea, e gli ostacoli ch'egli cominciò a frapporre -alle antiche consuetudini che favorivano la nostra -intimità provavano abbastanza come egli intendesse -sradicare e distruggere, se possibile, l'affezione da -cui eravamo uniti. Nè invero è da maravigliarsene -ove si rifletta che essendo io oramai donna, essa -non era più da considerarsi come un'affezione fanciullesca, -mentre un'altra sua forma non avrebbe -ottenuto l'approvazione del babbo, posto che il figliuolo -della sua seconda moglie, tanto adorato dalla -madre, non godeva punto la sua benevolenza. -</p> - -<p> -«Il dolore cagionatomi da sì fatti procedimenti -non poteva compararsi che all'indignazione del mio -compagno di sventura, il quale non s'era mai così -fieramente risentito d'alcun altro atto ostile del patrigno: -nè la tattica di questi riuscì a staccarlo da -me, perchè sebbene evitasse con cura di mostrarsi -sotto gli occhi della «spia», come denominava la -signora Ellis, il suo genio inventivo escogitava numerose -occasioni di vedermi e intrattenersi meco durante -l'assenza di lei; condotta sommamente propria -ad eccitare più che mai i sospetti di mio padre. -</p> - -<p> -«Io sono persuasa ch'egli v'era spinto soprattutto -da un profondo senso della malevolenza e dell'ingiustizia -usategli e dal desiderio di manifestare la -sua indipendenza da ciò che stimava un'inescusabile -tirannia: non ho nessuna ragione di credere -che l'idea d'un idillio romantico o di un futuro matrimonio -entrasse nei suoi calcoli. E io che allora -non conoscevo legge superiore alla sua volontà o -almeno non vi obbedivo, mi prestavo senza esitare -a questi piccoli inganni per eludere la vigilanza da -cui saremmo stati separati. -</p> - -<p> -«Ma mio padre, come non è raro il caso tra le -persone poco socievoli, e in apparenza poco osservatrici, -<span class="pagenum" id="Page_404">[404]</span> -vedeva i nostri sotterfugi meglio che noi non -si pensasse, e si figurava più cose che non esistessero -in realtà. Egli ci spiava attentamente, ma contro -il solito suo modo di procedere s'astenne per -qualche tempo dal frapporsi tra noi. Ben ponderando -pensai poi che allora egli si proponesse di separarci -in maniera più naturale di quella tentata, approfittando -della prima opportunità per trasferire il -suo figliastro in qualche posto connesso con la sua -casa di commercio, sia all'estero sia in una città -lontana degli Stati Uniti, e volesse evitare, finchè il -suo disegno non fosse maturo, d'affliggermi cedendo -al dispetto e alla collera che gli bollivano dentro; -perchè ha sempre avuto, come adesso, per l'immeritevole -sua figliuola tutta la tenerezza e l'indulgenza -conciliabili col mantenimento della sua autorità. -</p> - -<p> -«Ma prima che questo proposito fosse attuato, -succedettero casi e sorsero sospetti i quali condussero -alla sua perdita l'uno, e immersero l'altra.... — -</p> - -<p> -La voce mancò ad Emilia. -</p> - -<p> -Ella chinò il capo sulla spalla di Gertrude e pianse -amaramente. -</p> - -<p> -— Non vi forzate di narrarmi il resto, cara, — disse -la giovanetta. — So, ora, quanto siete infelice, -e basta. Risparmiatevi, ve ne prego, lo strazio di -ridestare per amor mio i dolori passati. -</p> - -<p> -— Passati! — esclamò la cieca ritrovando la voce, -ed asciugando le sue lacrime. — No, non sono passati -mai.... Gli è soltanto perchè non soglio parlarne -che m'hanno in questo momento sopraffatta così... -Non credere però ch'io sia infelice, Gertrude. -La mia pace di rado è turbata, nè avrei permesso -ai deboli miei nervi di rilassarsi, comunicandoti i -segreti di quel mio duro tempo di prova che mai -potrò dimenticare, se non fosse che, conoscendo tu -quanto dolcemente e armoniosamente volga la mia -vita verso il grande ed eterno risveglio, desidero -provare alla diletta mia figliuola il potere di quella -fede divina per cui le mie tenebre furono mutate in -luce maravigliosa, e un'afflizione come la mia fu la -benedetta foriera della gioia suprema. Ma non mi -rimane più molto da narrare, e lo dirò il più brevemente -possibile. — -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_405">[405]</span> -</p> - -<p> -Ella proseguì con voce ferma benchè sommessa e -un po' soffocata. -</p> - -<p> -— Io m'ammalai d'improvviso. Avevo una gran -febbre. La signora Ellis, da me trattata sempre con -freddezza e spesso con disdegno (ero, devi sapere, -una bambina viziata), m'assistette giorno e notte mostrandomi -una premura e una devozione ch'io non -avevo diritto d'aspettare da lei. Grazie alle sue cure -e alla scienza del dottor Jeremy, già allora nostro -medico di famiglia, dopo alcune settimane entrai in -convalescenza. Stavo già abbastanza bene da essere -in grado di rimanere alzata e vestita parecchie ore, -quando, un pomeriggio, per mutare aria e scena, -passai dalla mia camera nella biblioteca del babbo, -ch'era la stanza attigua, e mi posi quasi a giacere -sul divano. Restai sola perchè la signora Ellis doveva -attendere alle faccende domestiche; ma prima -di lasciarmi aveva portato lì e collocato in modo -ch'io v'arrivassi con la mano un tavolinetto su cui -si trovavano varie boccette, bicchieri e altre cose -delle quali potevo aver bisogno durante la sua assenza. -</p> - -<p> -«Era verso la fine d'una giornata di giugno, e io, -dal divano, guardavo il calar del sole, prossimo al -tramonto. Un senso di solitudine m'opprimeva, perchè -da sei settimane non avevo più avuto altra compagnia -che quella della mia infermiera, salvo le periodiche -visite del babbo. Figurati l'immenso mio -piacere quando insperatamente vidi comparire il -compagno per me più geniale, e adesso poco men -che proibito! Non c'eravamo riveduti da che mi ero -ammalata, e dopo quella lunga e crudele separazione -il nostro incontro fu più affettuoso che mai. Egli, -insieme con un temperamento focoso e indomito, -aveva una profondità di sentimento, una tenerezza -di cuore, una dolcezza di maniere quasi femminili. -Come ricordo sempre l'espressione del nobile suo -viso, i maschi toni della sua voce, mentre seduto -accanto a me sull'ampio divano, bagnandomi le tempie -doloranti con acqua di Colonia presa da una -delle boccette ch'erano sul tavolino, mi ripeteva tutta -la sua gioia di rivedermi! -</p> - -<p> -«Da quanto tempo fossimo là non saprei dire, ma -<span class="pagenum" id="Page_406">[406]</span> -il crepuscolo già invadeva la stanza quando fummo -interrotti da mio padre, il quale entrò bruscamente, -venne diritto verso di noi a passi affrettati, -e fermandosi di botto a una certa distanza incrociò -le braccia e squadrò il suo figliastro con tale aria -d'iroso disprezzo, ch'io nulla avevo mai visto di più -terribile. Il giovane si rizzò e l'affrontò con uno -sguardo di sfida, in atto superbo. Non posso nè vorrei -descriverti la scena che seguì. -</p> - -<p> -«Mi basti dire che mio padre, eccitatissimo, scagliava -contro l'oggetto del suo furore una doppia -accusa, ove poneva in secondo luogo la bassezza, -così egli diceva, di cercare d'acquistarsi mediante -spregevoli arti l'amore e con esso le ricchezze dell'unica -sua figliuola, colpa veniale a paragone del -nero, dell'infame delitto di falso di cui appunto l'aveva -scoperto reo, un falso in cambiali, per una -somma ingente, servendosi del nome del suo benefattore. -</p> - -<p> -«Fino ad oggi, per quanto io sappia, — continuò -Emilia, commossa intensamente — questa imputazione -non fu contraddetta, ma io non l'ho creduta -<i>mai</i> fondata, nè allora nè poi. Quali si fossero i suoi -errori (e a non pochi lo trascinò il suo temperamento -impetuoso) di questa criminosa azione, sebbene -nemmeno la sua parola me lo attesti, non esito -a dichiararlo innocente. -</p> - -<p> -«Non ti farà maraviglia, Gertrude, che debole e -ancora malata com'ero, io non fossi capace di notare -in quel momento, e ancor meno possa rammentarmi -ora distintamente, i fatti che le parole funeste -provocarono. Però alcune immagini confuse, le -ultime dipintesi nei miei poveri occhi, mi sono tuttora -impresse nella memoria e visibili in pensiero. -Mio padre dava le spalle alla finestra, e dal punto -ch'entrò quella sera nella biblioteca non ho più riveduto -la sua faccia; ma la figura dell'altro, dell'accusato, -illuminata com'era dagli estremi raggi d'un -tramonto d'oro, m'è presente sempre in pieno rilievo. -La testa era fieramente rigettata all'indietro; negli -occhi chiari e calmi che sostenevano uno sguardo -scrutatore s'affermava l'innocenza sicura sotto -l'oltraggio; il pugno stretto sembrava fare un vano -<span class="pagenum" id="Page_407">[407]</span> -sforzo per frenare la collera violenta manifestata -dalle labbra compresse, dai denti serrati, dal viso -fremente di viva e profonda indignazione. Egli non -parlava: la voce gli rimaneva soffocata nella gola. -Pure il suo patrigno seguitava ad inveire con un -linguaggio senza dubbio duro e offensivo, benchè io -non rammenti i termini. Faceva paura osservare le -alterazioni che scomponevano i lineamenti del giovane, -mentre ritto di fronte a lui ascoltava le ingiurie -e i cocenti rimproveri che quegli per certo -credeva in buona fede giusti e meritati, ma che accendevano -nell'animo dell'offeso un'ira furibonda, -spaventosa. -</p> - -<p> -«A un tratto egli fece un passo innanzi sollevando -lentamente la mano chiusa che aveva lasciato fino -allora pendere lungo il fianco. Io non so se volesse -prendere il Cielo a testimone della sua innocenza -del crimine imputatogli, o se intendesse colpire mio -padre, perchè a quel gesto balzai in piedi risoluta -a gettarmi tra loro e supplicarli di placarsi, per -amor mio; ma le forze mi fallirono, e, con un acuto -grido, ricaddi sul divano, svenuta. -</p> - -<p> -«Oh, l'orrore del mio ritorno alla vita! Come troverò -le parole per dirtelo?... Ascolta, Gertrude.... -Egli.... il povero ragazzo perduto.... fuori di sè, si -slanciò in mio soccorso.... Reso folle dall'ingiustizia -atroce non sapeva ciò che facesse. A Dio è noto -che mai, mai glielo apposi a colpa, e se nella mia -disperazione proferii parole che sonavano come un -rimprovero, fu perchè anch'io ero frenetica, e non -sapevo ciò che dicessi. -</p> - -<p> -— Come! — esclamò Gertrude. — Avrebbe dunque -egli...? -</p> - -<p> -— No, no! Non egli.... <i>non egli</i> spense i miei occhi!... -Fu una disgrazia. Volle prendere di sul tavolino -la boccetta dell'acqua di Colonia che aveva -adoprata poc'anzi. Di boccette ve n'erano là parecchie.... -Nella sua furia ne afferrò invece una contenente -non so che forte acido usato dalla signora -Ellis nella mia camera di malata.... Aveva un tappo -di cristallo, assai aderente.... ed egli.... la sua mano -era mal ferma, egli, stappandola con uno sforzo.... -versò il liquido.... -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_408">[408]</span> -</p> - -<p> -— Sui vostri occhi? — gridò la giovane. -</p> - -<p> -Emilia chinò il capo. -</p> - -<p> -— Oh, sventurata Emilia!... E, misero, misero -giovane! -</p> - -<p> -— Misero davvero! Serba a lui tutta quanta la -tua pietà, Gertrude, perchè egli fu di gran lunga -il più infelice dei due. -</p> - -<p> -— Oh, amica mia buona! Quanto dev'essere stato -terribile il vostro dolore! Come avete potuto soffrirlo -e vivere? -</p> - -<p> -— Intendi il dolore per i miei occhi? Oh, sì, fu -terribile assai! Ma lo strazio dell'anima fu ben peggio -ancora.... -</p> - -<p> -— E che avvenne di lui? Che fece poi il signor -Graham? -</p> - -<p> -— Non posso darti un'esatta relazione di ciò che -seguì. Io non ero in condizioni da poter sapere come -fosse stato trattato da mio padre il suo figliastro. -Puoi immaginartelo però. Bandì il giovane dalla -sua casa, per sempre, dichiarò di non conoscerlo -più; nè certo mitigò la sentenza con nessuna gentilezza, -perchè ormai, oltre le accuse che gli moveva -prima, aveva disgraziatamente da imputargli la cecità -della sua figliuola. -</p> - -<p> -— E voi non sapeste più nulla di lui? -</p> - -<p> -— Sì. Mediante il buon dottore, il solo che fosse -informato di tutto, seppi dopo qualche tempo ch'egli -era partito per l'America meridionale; e nella speranza -di poter ancora una volta comunicare col povero -esiliato, ed assicurarlo del mio immutabile affetto, -cominciai a rimettermi in salute; la febbre -cessò, lo stato de' miei occhi migliorò alquanto, e il -dottore perfino non escludeva la possibilità di restituirmi -a grado a grado la vista. Passarono alcuni -mesi. Quel benevolo amico, perseverando con diligenza -nelle sue ricerche, giunse a scoprire alfine -dove precisamente si trovasse lo sventurato giovane -e quale fosse il suo recapito. Ma mentre, con l'aiuto -della signora Ellis che la pietà aveva guadagnata -alla mia causa, io principiavo una lettera piena -d'amore, supplicandolo di ritornare, tutte le mie speranze -terrene furono fatalmente troncate. Egli morì -in terra d'esilio, solo, senz'assistenza, senza conforto: -<span class="pagenum" id="Page_409">[409]</span> -morì vittima di quel tremendo malore che rende -i paesi meridionali inospiti allo straniero. Ed io, apprendendo -la dolorosa notizia, ricaddi in condizioni -più miserabili di prima, e a forza di piangere spensi -quel barlume che incoraggiava il buon dottore, -nè la vista potè esser più ridonata ai miei occhi.... — -</p> - -<p> -Emilia tacque. Gertrude la cinse con le braccia, -e rimasero strette l'una all'altra, in un tenero amplesso. -Il comune dolore cementava la loro amicizia, -la rendeva più cara che mai. -</p> - -<p> -La cieca riprese: -</p> - -<p> -— Io, Gertrude, ero allora una creatura del mondo, -avida de' suoi piaceri, ignorante d'ogni altro bene. -Dapprima perciò giacqui nelle tenebre più cupe, -le tenebre della disperazione. Andavo intanto ricuperando -le forze fisiche, e la vita mi si riapriva dinanzi, -inutile e sconsolata. Tu non puoi farti un'idea -della desolazione assoluta in cui trascorrevano i -miei giorni. Spesso mi sono poi rimproverata il male -che devo aver cagionato così al mio povero babbo, -il quale, benchè non ne parlasse mai, era, ne sono -sicura, profondamente afflitto dalle scene terribili -avvenute, ed avrebbe dato tesori per riedificare il -passato. Ma alfine un'alba sorse nella mia notte in -apparenza eterna. E la luce mi fu recata da un ministro -della Chiesa, il nostro caro signor Arnold. Egli -dischiuse gli occhi del mio intelletto, accese la lampada -sacra della religione nella mia anima placata, -m'insegnò le vie della pace, e guidò gl'incerti miei -passi verso quel beato riposo che già sulla terra è -concesso ai fedeli di Dio. Per il mondo io sono sempre -la disgraziata cieca che il triste suo fato esclude -da ogni godimento; ma il mio risveglio alla vera -luce è tale, che per me la mia sorte è ben diversa, -ed io posso esclamare come colui che provò la virtù -sanatrice del suo Salvatore: «Una volta ero cieca, -ma adesso veggo!» — -</p> - -<p> -Gertrude quasi dimenticò le proprie pene ascoltando -la straziante storia d'Emilia; e quando questa -le pose una mano sul capo, ed implorò dal Signore -la grazia che anche ella fosse resa atta a sostenere -con pazienza le sue prove e ad attingervi nuova forza -e nuova bontà, la fanciulla si sentì penetrar il -<span class="pagenum" id="Page_410">[410]</span> -cuore da quell'amore profondo, da quella fede sublime, -che di rado vengono a noi se non nell'ora del -dolore, e provano che soltanto soffrendo possiamo -divenire perfetti. -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XLI.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Ma la fanciulla a sè non venne meno</p> -<p>Nell'ora d'agonia; calma, il terrore</p> -<p>Stesso le infuse, ed il cuor suo l'orrore</p> -<p>Tutto conobbe, e in ogni parte appieno.</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Southey.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -Posto che il signor Graham nella sua lettera manifestava -il proposito di trovarsi sulla banchina all'arrivo -del piroscafo a Nuova York per ricevere la -sua figliuola e Gertrude, il dottor Jeremy stimò inutile -d'accompagnarle oltre Albany, dove le avrebbe -vedute imbarcate e donde poteva poi proseguire direttamente -per Boston, sulla linea ferroviaria dell'Ovest. -La sua signora era oramai impaziente di -ritornarsene a casa e non si sentiva nessuna voglia -di rivisitare la gran metropoli con quel gran caldo. -</p> - -<p> -— Addio, Gertrudina, — disse il dottore nel salutarle -sulla tolda d'uno dei piroscafi percorrenti il -fiume Hudson. — Ho gran paura che voi abbiate -perduto il cuore a Saratoga: non siete più vispa ed -allegra come prima. Non credo però che si sia potuto -smarrire molto lontano, in un luogo così; dunque -procurate di ritrovarlo prima che ci rivediamo -a Boston. — -</p> - -<p> -Egli era appena sceso a terra, e mancavano pochi -minuti alla partenza, quando salì a bordo una gaia -comitiva d'elegantoni, parlando e ridendo più forte -che non consentisse, a parer di Gertrude, la buona -educazione. Nel gruppo spiccava Isabella Clinton, la -quale era fatta segno di scherzosi e piacevoli motti -da parte dei suoi amici, e sebbene fingesse d'esserne -stizzita e quasi d'adontarsene, tradiva la propria -compiacenza con l'espressione del bel viso invermigliato -e ridente. A un tratto la mimica significativa -d'alcuni di essi, e un <i>ssst</i> sommesso, avvisò dell'avvicinarsi -di qualcuno che non doveva udire le loro -<span class="pagenum" id="Page_411">[411]</span> -osservazioni: e Guglielmo Sullivan comparve, con -una sacca da viaggio in mano e un pesante scialle -sul braccio. Il suo aspetto era grave, come la sera -innanzi, probabilmente per la medesima ragione. -Egli passò davanti a Gertrude che aveva calato il -velo sulla faccia, e andò ad Isabella presso la quale -depose sopra una seggiola il suo fardello. -</p> - -<p> -Mentre le parlava con voce sommessa, la campana -di bordo invitò bruscamente quelli che non partivano -a lasciare il piroscafo. Il giovane fu costretto -ad allontanarsi in fretta, e venne a trovarsi di qualche -passo più vicino a Gertrude nell'atto che concludeva -il suo discorso all'altra dicendo: -</p> - -<p> -— Dunque, se farete il possibile per ritornare giovedì, -cercherò d'aver pazienza fino allora. — -</p> - -<p> -Gertrude distinse chiaramente queste parole. -</p> - -<p> -Un minuto dopo la macchina si metteva in moto, -non senza però che un uomo d'alta statura, sopraggiunto -in quel momento, facesse a tempo d'imbarcarsi, -fra il terrore degli spettatori, varcando con -un salto audace lo spazio che già divideva il bastimento -dalla riva. Egli tranquillamente passò nel salotto -dei signori dove si stese su un divano, trasse -di tasca un libro, e si pose a leggere. -</p> - -<p> -Quando, incominciato il viaggio, si fece un po' di -quiete sulla tolda, Emilia domandò piano alla sua compagna: -</p> - -<p> -— Non ho forse udito dianzi la voce d'Isabella -Clinton? -</p> - -<p> -— Infatti, — rispose Gertrude — è qui. Siede dalla -parte opposta, e ci dà le spalle. -</p> - -<p> -— Non ci ha vedute? -</p> - -<p> -— Sì, credo. Guardava in questa direzione mentre -le persone che sono con lei sceglievano i loro -posti. -</p> - -<p> -— E lei ne ha scelto uno che le permette di non -vederci ora? -</p> - -<p> -— Sì. -</p> - -<p> -— Forse va a Nuova York per salutare la signora -Graham. -</p> - -<p> -— È probabile. Non ci avevo pensato. — -</p> - -<p> -Seguì un silenzio. Emilia pareva pensosa. Infine -ella mormorò appena: -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_412">[412]</span> -</p> - -<p> -— Chi era il signore che venne a parlarle, un momento -prima della partenza? -</p> - -<p> -— Guglielmo, — disse Gertrude con voce tremula. -</p> - -<p> -Emilia le premette la mano e tacque. Anche ella -aveva udito le parole di Guglielmo, e comprendeva -che significassero per la sua amica. -</p> - -<p> -Passarono alcune ore. Avevano percorso un gran -tratto del fiume, perchè la velocità del piroscafo era -grande: troppo grande, pensava Gertrude, per la -sicurezza dei passeggeri. Dapprima, assorta nelle -sue riflessioni e incapace di godere i pittoreschi paesaggi -che poche settimane innanzi l'avevano tanto -deliziata, ella era rimasta indifferente ad ogni cosa -intorno, fissando lo sguardo nelle acque azzurre e -profonde, e comunicando col proprio cuore. Ma a -grado a grado la sua attenzione fu attratta da varie -circostanze che eccitavano a bordo una viva curiosità, -e finirono col destarle tanto spavento, che il -corso de' suoi pensieri ne fu interrotto ed ella non -potè più considerare se non le presenti condizioni -d'Emilia e sue, e le possibili loro conseguenze. -</p> - -<p> -Parecchie volte, dopo lasciata Albany, il loro piroscafo -era passato davanti a un altro di pari dimensioni, -costruzione e velocità, recante anch'esso -un carico di vite umane e diretto alla stessa mèta. -Di tanto in tanto, nella loro corsa sfrenata, la contiguità -delle due navi era tale da provocare serie -inquietudini nel sesso debole e fiera indignazione -nel forte. Si diceva che facevano una gara di rapidità, -e si contendevano la vittoria disperatamente. -Alcuni dei passeggeri, incuranti del pericolo, s'appassionavano -per quella lotta insensata, ed eccitatissimi -seguivano con folle ardore, frementi di piacere, -le vicende della corsa in cui l'ambizione delle -due rivali si manifestava con prove d'inaudita temerità. -Ma gli altri, cioè il maggior numero, che -comprendeva tutte le persone ragionevoli e di buon -senso, guardavano quello spettacolo, sdegnati e impauriti. -A molte delle stazioni sulla riva il piroscafo -non si fermava affatto; e dove sostava un attimo, i -disgraziati viaggiatori venivano spinti fuori o dentro -con furia indecente a rischio della loro incolumità, -e i rispettivi bagagli (o quelli di qualcun altro) -<span class="pagenum" id="Page_413">[413]</span> -scaraventati dietro a loro, senza cerimonie, -mentre la macchina ansante e ruggente urlava contro -la violenza fatta alla sua libertà. Verso mezzogiorno -quella febbrile agitazione era al colmo, e neppure -le assicurazioni del comandante che non si correvano -pericoli, riuscirono a calmarla interamente. -</p> - -<p> -Gertrude, seduta accanto ad Emilia, le teneva stretta -una mano e spiava ansiosa ogni indizio di terrore, -procurando d'indovinare la verità dal contegno -e dall'aspetto dei compagni di viaggio che le -sembravano più intelligenti. Emilia, che non vedeva -nulla di quanto avveniva intorno a lei, ma che la -finezza del suo udito aveva resa accorta dello spavento -generale, era tranquilla, benchè pallidissima: -di quando in quando interrogava la fanciulla circa -la vicinanza del secondo piroscafo, perchè la minaccia -d'una collisione era la causa che principalmente -turbava i passeggeri. -</p> - -<p> -Alfine quello su cui esse erano imbarcate giunse -a oltrepassare il suo competitore; il comandante affermò -di nuovo che la sicurezza era piena ed intera, -e la calma ritornò a poco a poco; chi riprese le conversazioni -interrotte, chi spiegò un giornale. L'allegra -compagnia di cui faceva parte Isabella Clinton -e fra la quale grandissima era stata la paura, ricominciò -a chiacchierare e ridere chiassosamente. -Ma Emilia aveva sempre il viso bianco, e a Gertrude -parve alquanto spossata. -</p> - -<p> -— Scendiamo sotto coperta, cara, — le disse questa. — Tutto -è quieto, oramai, possiamo star sicure. -Nel salotto delle signore ci sono sofà comodissimi; -vi metterete un po' a giacere, e ci faremo portare -un bicchier d'acqua. — -</p> - -<p> -La signorina Graham acconsentì. Cinque minuti -dopo erano stabilite gradevolmente in un angolo del -salotto dove rimasero indisturbate fino all'ora del -pranzo. Non andarono però a tavola. Avevano già -destinato d'astenersene, e dopo la scossa sofferta la -mattina non ne avrebbero avuto più voglia in nessun -caso. Se ne stettero perciò tranquille dov'erano, -mentre i passeggeri accorrevano alla chiamata, da -ogni parte del piroscafo, desiderosi di ristorarsi con -un buon pasto dopo tanti spaventi; e potevano farlo -<span class="pagenum" id="Page_414">[414]</span> -in pace, perchè la gara di velocità era cessata e a -bordo tutto procedeva con perfetto ordine. -</p> - -<p> -Gertrude aperse il suo panierino da viaggio e prese -l'involto contenente la loro colazione. Non era -una di quelle colazioncine che le mamme previdenti -e amorose apparecchiano per la famiglia in viaggio, -ghiotte del pane per la materia prima e la preparazione -appetitosa, ma consisteva semplicemente in -un po' di roba asciutta che il dottor Jeremy s'era -procurato in fretta all'albergo prima della loro partenza -da Albany. La fanciulla girava lo sguardo -dalle fette di lingua rinsecchita e di pane raffermo, -alle focaccine spugnose parecchio stantie, ed esitava, -non sapendo che cosa di quel poco felice assortimento -dovesse raccomandare ad Emilia, quando un -cameriere negro, di civile aspetto, entrò portando un -gran vassoio carico di piattini scelti, lo posò sulla -tavola vicina a loro, poi volgendosi a Gertrude chiese -che altro desiderassero. -</p> - -<p> -— Ma questo non è per noi, — ella rispose. — Avete -sbagliato. -</p> - -<p> -— Punto sbaglio, — replicò l'uomo. — Ordini ricevuti -per signora cieca e signorina bella. Io obbedisco -ordini. Altro, signorina? -</p> - -<p> -— No, ci basta. — -</p> - -<p> -Il negro uscì, e Gertrude, tentando di mostrarsi -allegra, domandò ad Emilia che avessero a fare di -quel pranzetto comparso come nella fiaba d'Aladino. -</p> - -<p> -— Mangialo, cara, se puoi, — disse questa. — È -per noi di certo. -</p> - -<p> -— Ma a chi lo dobbiamo? -</p> - -<p> -— Alla mia cecità e alla tua bellezza, pare, — fece -Emilia sorridendo; e soggiunse ingenuamente: — Forse -il primo cameriere o il maggiordomo ha avuto -compassione di noi, visto che non eravamo in istato -di venire a tavola, e ci ha mandato il pranzo qui. -Suvvia, mangialo, figliuola, prima che si diacci. -</p> - -<p> -— Io?... Non ho appetito, veramente.... Ma sceglierò -un bocconcino delicato per voi. — -</p> - -<p> -Quando il cameriere venne a riprendere il vassoio, -si mostrò contristato vedendo che avevano toccato -appena quelle buone cose. Gertrude gli diede una -mancia domandando a chi dovesse pagare il conto. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_415">[415]</span> -</p> - -<p> -— Pagare, signorina! — egli esclamò con un grottesco -sorriso. — Mai più! Il signore paga tutto! -</p> - -<p> -— Chi? — interrogò ella, molto stupita. — Che -signore? — -</p> - -<p> -Ma prima che l'uomo potesse rispondere un altro -negro dal grembiulone bianco apparve sull'uscio, -e rivolse un cenno al suo compagno, il quale s'affrettò -a prendere il vassoio e trotterellò via, piegato -sotto il peso, lasciando Gertrude ed Emilia alle loro -congetture circa il benevolo incognito. -</p> - -<p> -Finirono col concludere che quella inaspettata cortesia -veniva senza dubbio dal dottor Jeremy: evidentemente -egli aveva dato ordine di servirle, e pagato -ogni cosa, prima di lasciare il piroscafo. Nè -mai il buon dottore ricevette un più immeritato tributo -di elogi e di gratitudine, giacchè per quanto -avesse un cuor d'oro, atti di così raffinata galanteria -non se li sarebbe sognati nemmeno. -</p> - -<p> -Appena mangiato, Emilia si ricoricò, e diede a Gertrude -il consiglio d'imitarla; poi, credendo che lo -avesse seguito, cercò di prender sonno, e dormì placidamente -un'ora. Ma la sua compagna vegliava accanto -a lei, con amorosa cura, impedendo alle mosche -di turbare un riposo di cui la povera cieca, -nel suo debole stato di salute, aveva gran bisogno, -dopo due notti quasi insonni. -</p> - -<p> -— Che ore sono? — chiese Emilia destandosi. -</p> - -<p> -— Manca poco alle tre e un quarto, — rispose la -giovanetta, guardando il suo orologio, bellissimo -dono d'una classe delle sue alunne. -</p> - -<p> -Emilia si rizzò, dicendo: -</p> - -<p> -— Non possiamo dunque essere molto lontano da -Nuova York. Dove ci troviamo ora? -</p> - -<p> -— Non lo so precisamente, ma credo in vicinanza -delle Palizzate. Se non vi dispiace d'aspettarmi qui -vo a vedere. — -</p> - -<p> -Attraversò la sala, e cominciò a salire la scaletta. -In quella fu colpita e spaventata da un suono stridente -accompagnato dal rumore di passi precipitati. -Ella proseguì tuttavia, sebbene più volte urtata da -persone che con faccia spaurita accorrevano in frotta -per conoscere la causa di quello scompiglio. Aveva -guadagnato a stento il sommo della scala, quando -<span class="pagenum" id="Page_416">[416]</span> -un uomo le passò davanti di fuga, ansimante, -pallidissimo, gettando il grido terribile: -</p> - -<p> -— Fuoco! Fuoco! — -</p> - -<p> -Di lì a un secondo seguì una scena di sgomento -e confusione, indescrivibile. Acute grida s'alzavano -al cielo, gemiti di disperazione erompevano da cuori -spezzati dal terrore e dal dolore per i loro cari, o -impazziti dalla certezza della propria fine imminente. -Ognuno invocava soccorso dagli altri, e nessuno -era in grado di prestarne. Uomini che non avevano -mai pregato imploravano Dio con fervore. I cervelli -più forti erano sconvolti, gli animi più valorosi si -sentivano mancare, cedevano all'orrore dell'ora. -</p> - -<p> -Gertrude eresse la snella persona, e girò intorno -i grandi occhi neri dilatati dallo spavento. Dappertutto -era tumulto, ma l'elemento distruttore non appariva -ancora che in un punto solo. Verso il centro -della nave, dove causa l'eccessivo riscaldamento della -macchina s'era incendiato il legno asciutto delle -parti circostanti, una voluminosa fiamma sgorgava -dardeggiando le sue lingue formidabili e facendo -retrocedere interroriti i più coraggiosi. A quella vista -la fanciulla si slanciò giù per la scaletta pensando -soltanto a raggiungere Emilia. Ma fu arrestata -al primo passo. Le braccia vigorose di qualcuno -ch'era dietro a lei le cinsero la vita ed ella si -sentì trarre con impeto sopra coperta, mentre una -voce familiare diceva ansando: -</p> - -<p> -— Gertrude, figliuola mia, caro tesoro, state quieta, -state quieta, io vi salverò! — -</p> - -<p> -Non per nulla il signor Phillips, giacchè era lui, -le raccomandava di star quieta: ella si dibatteva -perdutamente, gridando: -</p> - -<p> -— No! No!... Emilia.... Emilia! Lasciatemi.... a -costo di morire devo trovare Emilia! -</p> - -<p> -— Dov'è? — domandò egli. -</p> - -<p> -— Laggiù, laggiù, — indicò Gertrude — nel salotto.... -Lasciatemi andare.... lasciatemi.... — -</p> - -<p> -Egli gettò un rapido sguardo in giro, poi disse con -tono fermo: -</p> - -<p> -— Calmatevi, figliuola: vi salverò tutte e due. — -</p> - -<p> -D'un balzo egli fu a piè della scala e si precipitò -nel salotto. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_417">[417]</span> -</p> - -<p> -Emilia era nell'angolo più lontano, in ginocchio, -con la testa arrovesciata all'indietro; e la sua faccia -pareva la faccia d'un angelo. -</p> - -<p> -Phillips e Gertrude corsero a lei; e mentre l'uno -si chinava per sollevarla tra le sue braccia, l'altra -esclamò ansiosa: -</p> - -<p> -— Venite, Emilia, venite! Egli ci salverà! — -</p> - -<p> -Ma la cieca resisteva. -</p> - -<p> -— No, lasciami, Gertrude.... salvatevi voi! Oh, — -soggiunse supplichevole, alzando il viso verso lo -sconosciuto — non pensate a me, salvate la mia -creatura! — -</p> - -<p> -Ma non aveva finito di proferire queste parole, -che egli già la portava fuori della sala, seguito dalla -fanciulla. -</p> - -<p> -— Se possiamo attraversare la nave siamo sicuri! — disse -il signor Phillips con voce soffocata. -</p> - -<p> -Impossibile. Tutto il centro della tolda ardeva. -</p> - -<p> -— Dio buono! — egli esclamò. — Troppo tardi! -Bisogna tornare indietro. — -</p> - -<p> -Non senza difficoltà poteron giungere al salone lungo. -In quel momento il piroscafo, che non appena -scoppiato l'incendio era stato diretto verso terra, -urtò contro le rocce e si spaccò nel mezzo. La parte -anteriore venne perciò a trovarsi presso la riva, e -per coloro che l'occupavano la salvezza era quasi -certa. Ma ahimè, non così per i passeggeri che stavano -a poppa. La poppa restava lontano, nel fiume, -e il vento spingeva le fiamme divoranti in quella -direzione, ponendo i disgraziati che si rifugiavano -ancora in quel frammento della nave perduta, tra -due elementi egualmente fatali. -</p> - -<p> -Arrivati nel salone il primo pensiero del signor -Phillips fu d'aprire una finestra e saltare sul bordo -traendosi dietro Emilia e Gertrude. Vi pendevano -alcune corde. Egli ne prese una, e l'attaccò alla -nave con la destrezza d'un vecchio marinaro. Poi -si rivolse alla giovanetta: -</p> - -<p> -— Gertrude, — disse scolpendo le parole — io porto -Emilia alla riva, a nuoto. Se il fuoco s'avvicina -troppo, aggrappatevi al bordo. In caso disperato sospendetevi -alla corda. Lasciate svolazzare il vostro -velo. Vo e torno. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_418">[418]</span> -</p> - -<p> -— No, no! — gridò Emilia. — Prima Gertrude! -</p> - -<p> -— Zitta! — fece questa. — Ci salveremo tutti. -</p> - -<p> -— Tenetevi bene alla mia spalla, Emilia, — soggiunse -il signor Phillips che l'aveva ripresa in braccio, -senza badare alle sue proteste. -</p> - -<p> -S'udì un tonfo in acqua. Erano partiti. -</p> - -<p> -A un tratto Gertrude si sentì afferrata per di dietro. -Volse il capo. Isabella Clinton, inginocchiata, -pazza di terrore, s'abbrancava a lei in guisa da ridurre -l'una e l'altra all'impotenza, e in pari tempo -gridava con tono lamentoso: -</p> - -<p> -— Oh, Gertrude, Gertrude, salvatemi! — -</p> - -<p> -Ella cercò di sollevarla, ma ogni sforzo era inutile -perchè senza fare il minimo gesto per aiutarsi, -quella s'avvolgeva follemente il grave abito da viaggio -di Gertrude intorno alla persona quasi a schermirsi -dalle fiamme invadenti, e quanto più presso -a loro veniva balenando la luce sinistra, con più -selvaggia frenesia la interrorita fanciulla s'aggrappava -alla sua compagna di sventura, pur implorando -con alte grida il suo soccorso mentre la teneva -così impedita. -</p> - -<p> -Ma a questa era impossibile qualsiasi tentativo -di salvezza finchè rimaneva imprigionata in quella -tenace stretta. Ella guardò nella direzione in cui -s'era allontanato il signor Phillips e con gioia lo -vide ritornare. Egli, deposta Emilia in una barca -fortunatamente incontrata, s'affrettava verso l'altra -pericolante. -</p> - -<p> -In quel momento una gran fiammata arrivò, spinta -dal vento, in tanta prossimità del luogo dov'erano -rifugiate le due giovani, che Gertrude, la quale stava -ritta, ne sentì il cocente calore, e tutt'e due furono -mezzo soffocate dal fumo. -</p> - -<p> -Allora nell'animo della nobile creatura sorse una -risoluzione eroica. Il signor Phillips già s'avvicinava. -Una di loro poteva essere salvata. Sarebbe Isabella. -Ella invocava aiuto da lei: non glielo negherebbe. -E poi Guglielmo amava Isabella; egli avrebbe -pianto s'ella fosse perita.... No, questo dolore gli -verrebbe risparmiato. Per Gertrude non piangerebbe, -non molto almeno.... Se una doveva morire, morrebbe -lei, dunque.... -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_419">[419]</span> -</p> - -<p> -Per una volontà come la sua, risolvere era fare. -</p> - -<p> -— Isabella, — ella disse col tono di quella severità -che s'userebbe verso un bambino caparbio, dal -quale le esortazioni amorevoli non hanno ottenuto -nulla — m'udite? Rizzatevi in piedi: fate quanto vi -dico, e sarete salva. M'udite? — -</p> - -<p> -Ella udiva, tremava, e non si moveva. -</p> - -<p> -Gertrude si chinò, le separò a viva forza le dita -delle mani convulsamente intrecciate, e riprese, con -una durezza a cui solo la necessità poteva indurla: -</p> - -<p> -— Se voi m'obbedite, tra cinque minuti sarete sulla -riva, sana e salva, intendete? Ma se v'ostinate a -non muovervi e comportarvi come una bimba senza -giudizio, periremo tra le fiamme, l'una e l'altra.... -Su, su, per amor di Dio, non c'è tempo da perdere! -E notate bene le mie parole! — -</p> - -<p> -Isabella si rizzò, fissò gli occhi nel viso calmo e -risoluto di Gertrude, e domandò con voce piagnucolosa: -</p> - -<p> -— Che debbo fare? -</p> - -<p> -— Vedete l'uomo che s'avvicina a nuoto? -</p> - -<p> -— Sì. -</p> - -<p> -— Viene a noi. Tenetevi afferrata a questa corda; -io vi calerò pian piano a fior d'acqua. Aspettate! — -</p> - -<p> -E strappatasi di capo il lungo velo turchino, lo -annodò al collo d'Isabella e lo rigettò sui biondi -suoi capelli. -</p> - -<p> -Il signor Phillips arrivava. -</p> - -<p> -— Lesta, lesta! O sarà troppo tardi! — -</p> - -<p> -Isabella afferrò la corda, ma retrocedette sgomentata -all'idea dell'acqua sotto i suoi piedi. Però una -nuova irruzione del fuoco, da una finestra, le diede -il coraggio di sfidare un pericolo ch'era del resto -soltanto apparente. Aiutata da Gertrude passò sopra -bordo, e si lasciò calare giù. Fu sorte che il -salvatore si trovasse pronto a riceverla tra le braccia, -perchè la paura l'aveva tanto estenuata che non -si sarebbe potuta reggere lungamente alla corda. -</p> - -<p> -Gertrude non ebbe agio di seguirli con gli occhi: -troppo doveva badare a sè. Le fiamme oramai giungevano -fino a lei. A un piede di distanza appena -dardeggiavano minacciose, ed ella, avvolta in una -negra nuvola di fumo, quasi soffocava. Non poteva -<span class="pagenum" id="Page_420">[420]</span> -più esitare. S'attaccò alla corda lasciata libera da -Isabella, che il signor Phillips rapidamente portava -a salvamento, e scivolò lungo il fianco della nave -divorata dal fuoco. Quanto tempo le sue forze le -avrebbero permesso di reggersi così sospesa, quanto -tempo quella parte ancora incolume dello scafo -avrebbe sostenuto la corda? Non ebbe da sperimentarlo. -Nel momento stesso che ella sfiorava la fredda -superficie del fiume, l'enorme ruota, da cui si -trovava poco lontana, diede un ultimo giro, con un -rumore lugubre, spirante, che risonò come una nenia -di morte; l'acqua agitata venne spumeggiando a -percuotere la nave e ritirandosi travolse il corpo leggero -della fanciulla. -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XLII.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Dee la ragione governare il cuore,</p> -<p>E all'anima irrequieta che combatte</p> -<p>Tra la speme e il timor, suader la calma.</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Cotton.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -Il signor Graham, stanco dei viaggi e delle gaie -compagnie che non si confacevano nè ai suoi gusti -nè alla sua età, è ritornato a godere la quiete della -vecchia villa. -</p> - -<p> -Egli passeggia per i viali del giardino fermandosi -di tratto in tratto ad osservare lo sviluppo di qualche -bell'albero prediletto, o l'eccessivo rigoglio di alcuni -arbusti già amorosamente coltivati, i cui ramoscelli -negletti, pendenti, chiedono al giardiniere -una buona potatura. Il suo aspetto ha un'aria di -contentezza, di sodisfazione che mostra quanto egli -goda di ritrovarsi nell'antica dimora familiare. Forse -egli sarebbe restio a confessarlo, ma è un fatto: -quel godimento deriva in gran parte dalla circostanza -che la tranquillità del suo ritiro è piena e -sicura, grazie alla temporanea assenza della troppo -vivace e troppo socievole padrona di casa, la quale -si trattiene ancora a Nuova York. Intanto s'abbandona -con piacere all'illusione d'essere tornato ai bei -giorni passati, quand'era libero e padrone di sè, come -non è più adesso, perchè la signora Graham approfitta -<span class="pagenum" id="Page_421">[421]</span> -della sua età e de' suoi acciacchi per dominarlo, -con arte, del resto, maravigliosa. -</p> - -<p> -E la presenza d'Emilia e di Gertrude tanto intimamente -associate ai ricordi di quei giorni, aggiunge -forza al dolce inganno della fantasia. Esse sono -là, nella casa silenziosa; le vedrà a pranzo; un pranzetto -fine e succulento, presieduto dalla signora Ellis -con la serietà e la precisione in lei abituali, e -mangiato in pace, senza rischio di venire interrotti -e disturbati da qualche chiassosa irruzione d'ospiti -inattesi. -</p> - -<p> -Sì, Gertrude, c'è anch'essa; miracolosamente salvata -dalle acque che l'avevano travolta e quasi inghiottita, -ella ha fatto ritorno alla quieta e veneranda -villa che ora è per lei il luogo più caro sulla -terra. -</p> - -<p> -Dopo ricuperati, non senza difficoltà, i sensi smarriti -nella lunga lotta tra la vita e la morte, aveva -saputo che uomini pietosi venuti in soccorso dei naufraghi -con una barca, l'avevano raccolta, mentre i -flutti la risospingevano verso la nave in fiamme. Un -minuto più tardi sarebbe stata perduta. -</p> - -<p> -Ella non rammentava nulla. Dal momento che -aveva commesso il leggero peso del suo corpo alla -debole resistenza della corda, fino a quello in cui -aveva riaperto gli occhi in una camera tranquilla -e veduto Emilia china ansiosamente sul letto ove -ella giaceva, c'era una lacuna nella sua memoria. -Il signor Graham era arrivato alcune ore dopo la -terribile catastrofe, e il giorno seguente le aveva ricondotte -sane e salve all'antica villa da tanto tempo -deserta. -</p> - -<p> -La casa e le sue adiacenze conservano quasi il -medesimo aspetto di quando apparvero per la prima -volta agli sguardi maravigliati di Gertrude ancora -bambina, in quella sua famosa visita, lungamente -desiderata e intensamente goduta, che fu per -lei durante mesi ed anni un inesauribile soggetto di -entusiastici discorsi. -</p> - -<p> -I grandi olmi che gettano sempre la densa loro -ombra sul verde vellutato del pratello davanti alla -casa; il viale bene inghiaiato che conduce fino all'ingresso -e poi, biforcandosi, mette a destra nel boschetto -<span class="pagenum" id="Page_422">[422]</span> -dove i rami degli alberi s'intrecciano ad -arco sopra esso, a sinistra, nell'orto dei peschi; la -vecchia pergola coperta di lussureggianti caprifogli, -il grande padiglione rustico dai pilastri grezzi e nodosi, -il laghetto, la fontana, e in ispecie le aiuole, -cui Giorgio, uno dei fedeli di Gertrude, ha quasi ridonato -l'aspetto di quando ella le aveva in cura; -tutte le cose, insomma, appaiono ridenti e familiari, -quali nelle felici estati in cui Emilia, seduta nella -sua poltrona da giardino, sotto l'ampia magnolia, -ascoltava la voce allegra, le squillanti risate, il passo -leggero della piccola giardiniera che movendosi -in mezzo ai fiori come nel suo elemento dava alla -tenera amica cieca l'idea d'un fiore animato, soavissimo -fra tutti. -</p> - -<p> -Di tanto in tanto un pettirosso in ritardo, ultimo -dei numerosi stormi accorsi alla festa delle ciliege, -e da lungo tempo partiti, viene saltellando per i -sentieri o sulle siepi di bosso lindamente tagliate, -e rizza la testolina guardandosi intorno con l'aria -di dire: «È ora che parta anch'io!» Una famiglia -di scoiattoli, antichi favoriti di Gertrude che -si divertiva a osservarli quando si trastullavano fra -i rami del salice dirimpetto alla sua finestra, va facendo -la sua raccolta nei noci del giardino, dove -ce ne sono parecchi, negli angoli tranquilli preferiti -da quegli animaletti. Tutti affaccendati essi salgono -e scendono, ciascuno con la sua noce in bocca. -Non erano venuti l'anno scorso, o almeno non si -erano <i>fermati</i>, perchè la signora Graham e il suo -giardiniere avevano dichiarato loro la guerra. Ma -quest'anno non ci sono nemici, e possono fare copiose -provviste per il prossimo inverno. -</p> - -<p> -La vecchia casa stessa sembra gioire della sua -pace. La porta della facciata è aperta a due battenti. -Nell'atrio la poltrona del signor Graham occupa -il solito posto. Gli uccellini di Gertrude, ben -custoditi dalla signora Ellis durante la sua assenza, -saltellano sui sottili ballatoi della grande gabbia indiana -appesa sotto il vasto portico. Il vecchio cane -di guardia sta beatamente a giacere al sole, sicuro -che nessuno lo molesterà. Il salotto è, come una volta, -ornato da vasi pieni di fiori. E il signor Graham -<span class="pagenum" id="Page_423">[423]</span> -pensava ch'era assai gradevole una casa così quieta -e ben ordinata, mentre saliva gli scalini dell'ingresso, -faceva una fischiatina agli uccelli e una -carezza al cane, si sedeva nella sua comoda poltrona -e pigliava il giornale portatogli dalla linda servetta. -</p> - -<p> -La cara vecchia villa era sempre quella. Il tempo -non aveva fatto che conferirle nuova grazia, darle -un'aria più riposata e più serena. -</p> - -<p> -Ma i suoi abitatori? -</p> - -<p> -Il signor Graham è passato attraverso nuove vicende, -e sebbene certi tratti del suo carattere siano -tanto profondi da non poter essere cancellati, egli -per molti rispetti non è più lo stesso uomo. Un tempo -si sarebbe coraggiosamente opposto a qualsiasi -innovazione nelle sue consuetudini domestiche, a -qualsiasi perturbazione de' suoi comodi; ma l'età senile -e gli acciacchi avevano depresso alquanto il -suo spirito e domato la sua volontà fino allora invincibile. -Giusto nel momento di questa crisi egli -s'era unito a una donna che possedeva energia e -fermezza di propositi, combinate con una certa dose -d'amabilità e di sagacia, in grado sufficiente per -vincere il suo punto quando le stesse a cuore. Ella, -ben inteso, lo compiaceva nelle sue piccole manie, -e lo manteneva nella dolce illusione che la sua autorità -(quando voleva esercitarla) era assoluta e incontrastabile; -ma barcamenava in guisa da fare a -modo proprio in tutte le cose importanti, e lo aveva -infine ridotto a tale, ch'egli si stimava contento di -godere i suoi comodi in quanto poteva e lasciare -che il resto andasse per la sua china. -</p> - -<p> -Non è quindi da maravigliarsi se tornato per alcune -settimane alla vita del buon tempo antico, ne -gioisse come uno scolaretto delle sue vacanze. -</p> - -<p> -Emilia siede nella sua camera, neglettamente avvolta -in un accappatoio. Ella è più pallida che mai, -e l'espressione del suo viso è d'ansietà, di turbamento. -Ogni volta che l'uscio s'apre, ella sussulta, -trema, avvampa d'un improvviso rossore, e già due -volte nella mattinata ha dato in uno scoppio di lacrime. -Qualunque piccolo sforzo, fin quello di vestirsi, -le sembra insostenibile: non può seguire la -<span class="pagenum" id="Page_424">[424]</span> -lettura che le fa Gertrude; e ogni tanto la interrompe -con domande concernenti il piroscafo incendiato, -il salvamento suo e d'altre persone, e tutti i -particolari di quella terribile scena d'angoscia e di -morte. Il suo sistema nervoso è, certo, fieramente -scosso. Gertrude la guarda, e piange, stupita di vedere -come la sua calma e la sua ragionevolezza l'abbiano -abbandonata. -</p> - -<p> -Esse sono insieme fin dalla prima colazione, ma -Emilia non vuole che la fanciulla si trattenga con -lei più a lungo. Insiste perchè ella esca, faccia una -passeggiata, si distragga un poco. Ritornerà tra -un'ora, ad aiutarla a vestirsi per il pranzo: questa -è una cerimonia da cui la signorina Graham non -si dispensa mai, essendo suo vivo desiderio conservare -agli occhi del padre un'apparenza di salute e -di felicità. Gertrude sente ch'ella davvero brama -restar sola, e credendo che, per la prima volta, perfino -la sua presenza le sia importuna, si ritira nella -camera propria. E la cieca, non appena la sua compagna -l'ha lasciata, china la faccia tra le mani e di -nuovo dà in singhiozzi convulsi. -</p> - -<p> -La signora Ellis, vista ritirarsi la fanciulla, la segue, -chiude l'uscio, si mette a sedere, con un'aria -che basterebbe da sola ad aumentare le apprensioni -di Gertrude, e parla in tono declamatorio degli spaventosi -effetti che produce sulla povera Emilia il ricordo -dell'orrenda catastrofe. -</p> - -<p> -— È tutta sconvolta, — conclude la governante — e -se non comincia a star meglio tra breve, non esito -a dirlo, temo le peggiori conseguenze. Emilia è debole; -i viaggi non fanno per lei. Secondo me, bisogna -che se ne stia tranquilla a casa sua. Già io non -approvo cotesta smania di viaggiare, specie coi pericoli -che si corrono in oggi. — -</p> - -<p> -Fortunatamente per Gertrude, la signora Ellis viene -chiamata in cucina, ed ella è alfine libera di -meditare sugli eventi degli ultimi giorni: soggetto -inesauribile, se nessuno l'interrompesse. Ma di lì a -qualche minuto si presenta la servetta che ha portato -il giornale al signor Graham, e porta qualche -cosa anche a lei. Una lettera! La riceve con mano -tremante, e quasi non osa guardare il bollo postale. -<span class="pagenum" id="Page_425">[425]</span> -Il suo primo pensiero è che sia di Guglielmo. Ma -l'illusione svanisce senza lasciar luogo a speranze -e timori. Se il bollo è di Nuova York, dov'egli potrebbe -trovarsi, la scrittura le è affatto sconosciuta. -Un'altra idea, di poco minor momento, le balena; -oppressa dalla commozione a segno che si sente mozzare -il respiro, ella rompe il suggello e legge: -</p> - -<hr class="tbs" /> - -<p> -«Mia diletta Gertrude, figliuola mia cara, perchè -tale siete veramente per me, quantunque soltanto -l'angoscia del terrore e della disperazione d'un cuore -paterno potè strapparmi quelle parole.... Pure -non era folle il sentimento che mi spinse nell'ora del -pericolo a stringervi al mio petto e chiamarvi mia. -Più volte l'avevo provato, e represso. E anche ora -vorrei far tacere l'invito della natura, e partirmene, -per andare a finire la triste mia vita piangendo in -solitudine; ma la voce che ha parlato in me non può -essere ridotta al silenzio. -</p> - -<p> -«Se vi avessi veduta felice, gaia, senza pensieri, -non avrei chiesto di condividere la vostra gioia, e -men che meno avrei voluto gettare un'ombra sul vostro -cammino. Ma voi siete contristata e conturbata, -mia povera figliuola, e la vostra afflizione stringe tra -noi un vincolo più forte di quelli del sangue: sì, mi -fa mille volte vostro padre, perchè io sono un uomo -infelicissimo e stanco, e so comprendere le pene altrui. -Voi avete un cuore buono e gentile, cara mia -creatura. Piangeste un giorno sui dolori d'un ignoto; -non negherete dunque la vostra pietà, se non potete -dargli il vostro filiale amore, ad un padre desolato, -che con mortale angoscia scrive tremando le funeste -parole da cui sarà forse condannato all'odio e al -disprezzo dell'unica persona cui l'unisca un legame -naturale! Già due volte prima d'oggi tentai di vergarla, -e deposi la penna rifuggendo dall'impresa -crudele. Ma per difficile che mi riesca il parlare, più -difficile ancora è soffocare i palpiti del mio cuore -inquieto: e però ascoltatemi, benchè sia probabile -che poi non vorrete ascoltarmi mai più.... -</p> - -<p> -«V'è un uomo sulla terra al quale voi non pensiate -senza orrore? Uno il cui nome non richiami -alla vostra mente che fatti tenebrosi ed obbrobriosi, -<span class="pagenum" id="Page_426">[426]</span> -e sia stato da voi aborrito fin dai più teneri anni? -Voi che tanto amate la vostra migliore amica, non -avete appreso a odiare e disprezzare in pari misura -il suo peggior nemico? Ah, non può essere diversamente! -Ed io tremo pensando che la mia figliuola -diletta fuggirà inorridita da suo padre quando conoscerà -il segreto così lungamente custodito, così -dolorosamente rivelato, quando saprà ch'egli è -</p> - -<p class="indr"> -«<span class="smcap">Filippo Amory.</span>» -</p> - -<p class="pad1"> -Finito di leggere, Gertrude alzò dal foglio un viso -ch'esprimeva soltanto un profondo stupore. Quella -strana missiva era per lei inintelligibile. Grosse lacrime -le luccicavano negli occhi, l'eccitazione le tingeva -le gote d'un vivo rossore. Era commossa, ma -non comprendeva il senso delle parole di quell'uomo. -</p> - -<p> -Stette alcuni minuti fissando lo sguardo nel vuoto, -smarritamente, poi si rizzò di scatto e, con la lettera -serrata in una mano mosse verso la camera di -Emilia per comunicarne a questa il bizzarro contenuto -e chiederle d'aiutarla a interpretarlo. Ma davanti -all'uscio si fermò. Emilia già stava male, era -agitata e depressa: non conveniva disturbarla, cagionarle -forse nuovi affanni. Sollecita com'era venuta -ella si ritirò, e tornò a sedere nella sua camera -per rileggere la singolare dichiarazione e tentar di -trovare le tracce del mistero. -</p> - -<p> -Che il signor Phillips e lo scrivente fossero una -sola e medesima persona le era subito apparso evidentissimo. -Non era lieve l'impressione che avevano -lasciata nell'animo suo le parole da lui proferite -incontrandola nell'imminenza del pericolo, e tutta -la sua condotta a bordo. Da tre giorni quell'esclamazione -affettuosa le risonava di continuo all'orecchio -ed occupava il suo spirito: «Figliuola mia, -caro tesoro!...» Ora le balenava la consolante idea -che il nobile e generoso straniero il quale aveva così -coraggiosamente arrischiato la vita per salvare Emilia -e lei, potesse in realtà essere suo padre: e tutte -le fibre del suo essere fremevano di gioia, una speranza -inebriante sopraffaceva il suo cervello, le dava -le vertigini. Ora quell'idea le sembrava invece -inverosimile, folle, e si sforzava di respingerla, di -<span class="pagenum" id="Page_427">[427]</span> -considerare la cosa in modo più razionale e più -probabile: certo le parole e la condotta del signor -Phillips si spiegavano come l'effetto d'una potente -sovreccitazione, o forse d'una fantasia un po' disordinata, -un po' turbata; ipotesi, quest'ultima, che anche -in altre occasioni il suo contegno le aveva suggerito. -</p> - -<p> -Dopo la catastrofe, ella, appena riacquistata la coscienza -di sè, aveva chiesto notizie del salvatore di -Emilia e d'Isabella: ma egli era scomparso, senza -lasciare alcuna possibilità di rintracciarlo. Il signor -Graham, arrivato poco appresso, aveva affrettato la -loro partenza, e, per quanto riluttante, ella era stata -costretta ad abbandonare ogni speranza di rivederlo. -Perciò si trovava ridotta alle sole sue vaghe -e insodisfacenti congetture. -</p> - -<p> -Con Emilia ella non s'era mai confidata, per gli -stessi motivi che l'avevano rattenuta ora dal consultarla -sulla misteriosa epistola; ma tra sè medesima -non aveva cessato di ponderare, notte e giorno, -il linguaggio e le maniere inesplicabili del signor -Phillips, non soltanto nel recente spaventoso evento, -ma fin dal primo istante della loro conoscenza. -</p> - -<p> -La seconda lettura della lettera la rese più perplessa -ed inquieta che mai. Nè le destava nuove -idee, nè dava consistenza a quelle ch'era andata volgendo -in mente fino allora. -</p> - -<p> -Ma per un'oretta ella stette a leggere e rileggere -quelle righe, finchè le ebbe quasi scancellate con le -lacrime che le piovevano dagli occhi, e a grado a -grado diverse commozioni si manifestavano nella -espressione del suo viso. A un tratto ella si rizzò, -prese risoluta un foglio, e scrisse con una febbrile -rapidità che mostrava come profondamente, e quasi -terribilmente, fosse scossa in tutto il suo essere, anima -e corpo, e si piegasse, vacillasse sotto il peso -delle speranze, delle ansie, degli affetti, dei timori -che si combattevano in lei: -</p> - -<p class="pad1 indl"> -«Caro, caro padre, -</p> - -<p class="pad1"> -«Se posso osare di credere che siete tale, o se no, -certo, il migliore amico mio.... ma come scrivervi, -che dirvi, poichè tutte le vostre parole sono un mistero? -<span class="pagenum" id="Page_428">[428]</span> -Padre! Parola benedetta! Oh, Dio volesse che -il nobile mio amico fosse mio padre! Eppure, ditemi, -è forse possibile? Ahimè! Ho un triste presentimento -che il mio bel sogno sia una mèra illusione, -un errore.... -</p> - -<p> -«Io non ho mai udito pronunziare il nome di Filippo -Amory. La mia buona, la mia dolce Emilia, mi -ha insegnato ad amare tutti; l'odio e il disprezzo -sono estranei alla sua natura, e, me ne confido, alla -mia. Inoltre, ella non ha nemici, mai non ne ebbe -uno al mondo, nè potrebbe averne. Sarebbe lo stesso -far guerra a un angelo del Cielo, o ad una santa e -soave creatura come lei. -</p> - -<p> -«Nè giungerete a farmi credere che voi siate un -peccatore, un reo. Non può essere. Farebbe torto a -un'anima retta il pensarlo: ripeto, non può essere. -Ben volentieri poserei il capo sul petto d'un tal padre; -con gioia adempirei il dolce dovere di consolare -i dolori dell'uomo benevolo e generoso che con abnegazione -mirabile ha liberamente offerto la sua vita -per me, e per altri la cui salvezza mi stava più a -cuore della mia propria. Quando mi prendeste tra -le vostre braccia e mi chiamaste figliuola, cara figliuola, -io pensai che l'angoscia di quel terribile momento -avesse eccitato e turbato il vostro spirito in -modo da rivestirmi d'una falsa apparenza, da confondere -forse la mia immagine con quella d'una persona -amata e lontana.... Adesso credo che non fu -passeggera follia, ma che piuttosto mi scambiaste -sempre per un'altra a cui spetterebbe il grato ufficio -di consolare la vita contristata d'un padre, mentre -io, ahimè, rimango l'orfana non riconosciuta, -non cercata, la povera creatura senza babbo e senza -mamma, che sono stata fin dai miei più teneri -anni. -</p> - -<p> -«Se avete perduto una figlia, Dio conceda che vi -sia restituita per amarvi come io v'amerei qualora -avessi la fortuna d'esser quella! Ma tuttavia consideratemi -come figliuola del vostro cuore, lasciate -ch'io v'ami e preghi e pianga per voi, lasciate ch'io -versi dall'anima tutta la mia gratitudine per le cure -affettuose e la simpatia che m'avete prodigate. -</p> - -<p> -«Eppure, benchè io non vanti questo diritto e -<span class="pagenum" id="Page_429">[429]</span> -non osi, sì, non osi, accarezzare il pensiero che voi -non v'ingannate credendovi mio padre, non posso -frenare i palpiti del mio cuore, e tremo, e quasi mi -viene meno il respiro, quando mi balena la benedetta, -la celeste speranza di questa possibilità! No, -no, non voglio contemplarla, perchè temo che non -potrei sostenere il dolore di vederla svanire!... -</p> - -<p> -«Oh, che mai scrivo? Non so.... Una prolungata -incertezza mi farebbe soffrir troppo; scrivetemi prontamente, -o venite a me, caro padre.... voglio chiamarvi -così una volta almeno, dovesse pur essere la -prima e l'ultima. -</p> - -<p class="indr"> -«<span class="smcap">Gertrude.</span>» -</p> - -<p class="pad1"> -Il signor Phillips, o piuttosto Amory, giacchè questo -era il suo vero nome, aveva dimenticato od -omesso di menzionare il suo recapito. La giovanetta -se ne avvide soltanto quando s'accinse a scriverlo -sulla sua lettera, e provò un acuto dolore pensando -che questa non gli sarebbe mai pervenuta. Ma si -tranquillò alquanto osservando di nuovo il bollo postale. -Egli doveva trovarsi a Nuova York. Senza esitare -diresse colà la sua missiva; poi, non volendo -affidarla ad altre mani, si mise il cappello, coperse -con un velo il viso commosso, e s'avviò frettolosamente -verso la Posta del villaggio. -</p> - -<p> -Per le persone sensitive e di viva immaginazione, -nulla v'è di più penoso che l'incertezza. Quando sappiamo -che cosa dovremo sopportare, possiamo quasi -sempre chiamar in nostro soccorso la forza e la rassegnazione -necessarie; ma occorrono una pazienza -e una resistenza non comuni per rendere uno capace -d'aspettare con calma e serenità l'approssimarsi -d'una grave crisi piena d'eventi di cui non -è possibile prevedere la natura, ma che inevitabilmente -eserciteranno un'azione dominante su tutta -la nostra vita. Un momento la speranza prevale e -promette un esito felice; sorridiamo, respiriamo, -l'ansietà è bandita; ma ecco che a un tratto una parola, -uno sguardo, perfino un pensiero cambia il -corso dei nostri sentimenti; il volto si oscura, il petto -è oppresso da una subita ambascia, la paura ci assale -come un incubo, e quanto più ci siamo abbandonati -<span class="pagenum" id="Page_430">[430]</span> -a una gioia fidente, tanto più ci sprofondiamo -nella tortura del dubbio o nell'agonia della disperazione. -</p> - -<p> -Il caso di Gertrude era singolarmente penoso. Da -una settimana ella già lottava contro un'angosciosa -sospensione d'animo, quasi intollerabile; e adesso, -d'improvviso, sorgeva un altro mistero, fonte d'incertezze -non meno tormentose, d'affanni non meno -intensi. Pareva invero uno sforzo superiore al potere -d'una fanciulla così giovane, sensitiva, inesperta, -il dominarsi a segno da reprimere le sue commozioni, -dissimularle agli occhi altrui, soffrire sola, -in silenzio, i crudeli rigori della sua sorte. -</p> - -<p> -Eppure lo fece, e strenuamente. Sia che la gravità -delle emergenze suscitasse in lei, come suole avvenire -in una donna d'alti sensi e d'alto cuore, una -proporzionata energia, sia che dinanzi alla inutilità -d'ogni tentativo di sciogliere il complicato nodo del -suo destino, ella si trovasse costretta a incrociare le -braccia e chinare il capo rassegnata, sia che con -umile fede resa più profonda e più ardente dal sentimento -della propria impotenza, ella si rivolgesse -per soccorso a Colui del quale ci appare tutta la -forza nella nostra debolezza, certo si è che mentre -si dirigeva a casa, dopo aver consegnato la sua lettera -al mastro di posta, la sicurezza del suo passo, -la calma del suo sguardo alzato al cielo, mostravano -ch'ella aveva preso in quel momento una coraggiosa -risoluzione: risoluzione saldamente mantenuta -durante i due giorni ch'ebbe ad attendere la risposta -di Filippo Amory. -</p> - -<p> -Ed era questa: procurar di troncare per il presente -le vane congetture e l'infruttuosa comparazione -delle probabilità, che servivano soltanto ad -affaticare il suo spirito, torturare il suo intelletto, -turbare la sua pace; non occuparsi più di ciò che -concerneva lei stessa; dirigere con un disperato sforzo -tutte le sue energie fisiche e morali verso fini disinteressati, -e aspettare pazientemente finchè la nube -oscura che pendeva sul suo fato fosse dissipata -dalla luce della verità, e la rivelazione squarciasse -il mistero. -</p> - -<p> -Fu ella medesima non poco maravigliata quando -<span class="pagenum" id="Page_431">[431]</span> -in progresso di tempo rammentò il gran numero di -faccende domestiche e d'amichevoli prestazioni che -quasi macchinalmente compì nel corso di quei due -giorni di lotta contro pensieri che tentavano con -violenza di riprendere il sopravvento e non potevano -essere domati che mercè un enorme sforzo di -volontà. -</p> - -<p> -Ella spolverò e ricollocò tutti i libri della copiosa -biblioteca, disfece i bagagli e ripose nel loro luogo -gl'indumenti suoi e d'Emilia, aiutò la signora Ellis -a riordinare le porcellane e le biancherie, e sbrigò -molti altri lavori ch'erano stati negletti o posposti. -</p> - -<p> -E così, lodevolmente ingegnandosi d'occupare le -mani se non il cuore, ella attese. -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XLIII.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Sian pur sottili gli argomenti tuoi,</p> -<p>Non m'indurranno a cercar mai ricchezze</p> -<p>Per amor del potere, nè il potere</p> -<p>A pregiar per amore della gloria.</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Milton.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -Nel sontuoso salotto d'uno degli alberghi di primo -ordine che a Nuova York abbondano, Filippo Amory -sedeva solo. Era già sera. Le tende delle finestre -erano calate, e accesi i lumi a gas, la cui splendida -luce faceva spiccare i colori vivaci del tappeto e -delle tappezzerie, e diffondeva intorno un'aria di -gaiezza e di benessere, con la quale contrastava forte -il pallido viso e l'atteggiamento triste ed abbattuto -dell'ospite solitario. -</p> - -<p> -Da quasi un'ora egli sedeva là, chino sulla tavola -che occupava il centro della stanza, con la testa appoggiata -alla mano sinistra, senza muoversi nè sollevare -un momento lo sguardo. Egli aveva gettato -all'indietro la massa ondosa dei suoi capelli inargentati, -come se quel lieve peso opprimesse la sua -fronte ardente, e se non fosse stato il lento gesto -delle dita che di tanto in tanto passava tra i bei riccioli -folti, si sarebbe potuto crederlo assopito. -</p> - -<p> -A un tratto si rizzò, ed ergendo l'alta e prestante -<span class="pagenum" id="Page_432">[432]</span> -persona, si mise a camminare in su e in giù per il -salotto. Ma tosto una sommessa picchiata all'uscio -arrestò il suo passo misurato: un'espressione d'inquietudine -nervosa e di contrarietà apparve nei suoi -lineamenti, e, buttandosi di nuovo nella poltrona, -stava per rispondere al cameriere venuto ad annunziargli -«un signore», che egli non poteva ricevere -nessuno; ma l'annunziato era già sulla soglia. Il cameriere -si ritirò e chiuse l'uscio. -</p> - -<p> -Premurosamente il visitatore, ch'era un giovanotto, -s'avanzò verso il signor Amory; represse però il -suo slancio cordiale dinanzi alla inaspettata freddezza -con cui questi lo accoglieva mostrandogli nella -faccia rannuvolata, e nel modo quasi ritroso di toccare -la mano offerta, che la sua presenza non riesciva -gradita. -</p> - -<p> -— Scusatemi, signor Phillips.... — disse Guglielmo -Sullivan, poiché era lui. — Temo d'avervi disturbato. -</p> - -<p> -— Oh, non lo dite! — rispose quegli, urbanamente, -invitandolo a sedere. — Accomodatevi. — -</p> - -<p> -Guglielmo non fece che appoggiar la mano sulla -spalliera della seggiola proffertagli, e seguitò rimanendo -ritto: -</p> - -<p> -— Siete molto mutato, signore, dacchè ci vedemmo -l'ultima volta. -</p> - -<p> -— Mutato? Sì, certo.... — disse l'altro con aria distratta. -</p> - -<p> -— La vostra salute non sarà, spero.... -</p> - -<p> -— La mia salute è ottima. — -</p> - -<p> -Dopo avere così interrotto il giovane, Filippo Amory -parve a un tratto comprendere che doveva pur -fare qualche sforzo per sostenere la conversazione, -e ripigliò: -</p> - -<p> -— È lungo tempo, signor Sullivan, che non ci siamo -imbattuti. Non ho tuttavia scordato il debito di -gratitudine che ho verso di voi per il vostro intervento -tra me ed Alì, l'arabo traditore, con la sua -truppa di ribaldi beduini. -</p> - -<p> -— Non ne parlate, signor Phillips. Il nostro incontro -fu davvero fortunato, ma per tutti e due, perchè -eravamo esposti al medesimo pericolo, e quindi -ne risultò un mutuo benefizio. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_433">[433]</span> -</p> - -<p> -— Non posso ammetterlo. Voi sembravate in buona -armonia con la vostra scorta, per quanto fosse -araba. -</p> - -<p> -— Sì, ho una certa pratica di viaggi in Oriente, -e so come, d'ordinario, si governano quegl'infiammabili -spiriti del deserto. Ma quando vi raggiunsi, -entravo appunto anch'io nel territorio di tribù ostili, -e la mia scorta correva rischio d'essere soverchiata -se non avessi avuto il vantaggio di unire le -mie forze alle vostre. -</p> - -<p> -— Valutate troppo modestamente il vostro genio -conciliativo, giovanotto. Con voi, che conoscete così -bene i fatti, non ho neppure il merito della franchezza -confessando che il mio temperamento focoso -e la mia volontà ostinata erano le sole cause del -pericolo che minacciava entrambi e dal quale voi -fortunatamente avete saputo scamparci. No, no! Non -mi negate la sodisfazione d'esprimervi ancora una -volta la mia gratitudine per il vostro preziosissimo -aiuto. -</p> - -<p> -— Signore, — disse Guglielmo sorridendo — voi -fate della mia visita proprio l'opposto di ciò che doveva -essere. Io sono venuto qui stasera non per ricevere, -ma per rendervi grazie. -</p> - -<p> -— Di che cosa? — fece il signor Amory bruscamente, -rudemente quasi. — Voi non mi dovete nulla! -</p> - -<p> -— Gli amici d'Isabella Clinton hanno con voi un -debito tale, che non potranno mai pagarlo. -</p> - -<p> -— V'ingannate, signor Sullivan. Io non ho fatto -nulla che imponga agli amici di cotesta signorina -la minima obbligazione verso di me. -</p> - -<p> -— Non le salvaste la vita? -</p> - -<p> -— Sì, ma senza averne punto l'intenzione. — -</p> - -<p> -Guglielmo sorrise. -</p> - -<p> -— Non fu certo un mèro caso, signor Phillips, -l'esservi voi messo a rischio di morte per salvare -una vostra compagna di viaggio. -</p> - -<p> -— Infatti, non al caso ella deve la sua salvezza; -di questo sono persuaso anch'io. Ma non ringraziate -me; è d'altri il merito se la signorina Clinton -oggi non dorme il sonno eterno. -</p> - -<p> -— M'è lecito domandarvi di chi parlate? Le vostre -parole sono misteriose. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_434">[434]</span> -</p> - -<p> -— Parlo d'una cara e nobile fanciulla ch'io volevo -strappare alle fiamme.... Per lei nuotavo verso -quell'avanzo di nave incendiata. Il suo velo azzurro -era il segnale convenuto tra noi. Quel velo accuratamente -avvolto intorno al capo della signorina Clinton -m'ingannò. Io la trovai aggrappata al posto -di.... dell'altra che cercavo, e portai a salvamento -sulla riva la preda tolta al fuoco e alle acque senza -riconoscerla.... abbandonando la mia diletta che aveva -offerto la propria vita in olocausto.... -</p> - -<p> -— Oh, non alla morte? -</p> - -<p> -— No, fu ricuperata per miracolo. Andate a ringraziare -lei della salvezza d'Isabella Clinton. -</p> - -<p> -— Io ringrazio Dio, — disse Guglielmo con fervore — che -gli orrori di tali disastri siano in parte -compensati da eroismi come cotesto. — -</p> - -<p> -L'aspetto, fino allora severo del signor Amory si -raddolcì alquanto mentre egli ascoltava queste entusiastiche -parole del giovane in lode della devozione -di Gertrude. -</p> - -<p> -— Chi è quella nobile fanciulla? Dov'è? — continuò -l'altro. -</p> - -<p> -— Non me lo chiedete! — rispose l'interrogato con -un gesto d'impazienza. — Non potrei dirvelo neppur -se volessi. Non la rividi dopo quel giorno funesto. — -</p> - -<p> -Le sue maniere, ancor più che le sue parole, manifestavano -una viva riluttanza ad entrare in più -precisi particolari circa il salvamento d'Isabella, e -Guglielmo, accorgendosene, rimase un momento silenzioso -e irresoluto. Poi, avanzandosi d'un passo, -riprese: -</p> - -<p> -— Sebbene voi non vogliate riconoscere alcuna vostra -partecipazione al felice scampo della signorina -Clinton, sento ch'io mancherei all'obbligo mio ove -non vi facessi il messaggio di cui sono incaricato -per colui che ne fu lo strumento se non la causa -prima. Il signor Clinton mi prega di dirvi che salvando -la vita della sua Isabella, l'unica superstite -di sette figliuoli (tutti gli altri gli morirono in tenera -età), avete prolungato la sua, e colmato il suo -cuore di gratitudine tale, che qualunque parola è -impotente ad esprimerla: fino all'ultimo dei suoi -<span class="pagenum" id="Page_435">[435]</span> -giorni egli non cesserà mai di benedire il vostro nome, -e implorare da Dio le Sue grazie più elette su -voi e su coloro che vi sono cari! — -</p> - -<p> -I limpidi e penetranti occhi di Filippo Amory erano -lievemente inumiditi, ma un blando e cortese sorriso -errava sulle sue labbra. -</p> - -<p> -— Tutto questo da parte del signor Clinton? — egli -rispose. — Molto gentile e del pari sincero, -non ne dubito! Ma voi, giovanotto, non intendete -certo di ringraziarmi soltanto a nome suo. Non avete -nulla da dire per conto vostro? — -</p> - -<p> -Guglielmo parve maravigliato della domanda, tuttavia -replicò senza esitare: -</p> - -<p> -— Sicuro, signore, io come uno della numerosa -cerchia di conoscenti e d'amici che la signorina Clinton -onora della sua stima, vi sono grato delle vostre -prestazioni generose, e immensamente v'ammiro: -nè per essa soltanto, ma per tutti coloro che -aveste la nobile sodisfazione di salvare da una morte -orribile oltre ogni dire! -</p> - -<p> -— Devo interpretare le vostre parole nel senso che -voi parlate unicamente in nome dell'umanità, e non -sentite nessuna profonda affezione particolare per -questa o quella tra le persone che si trovavano sulla -disgraziata nave? -</p> - -<p> -— La maggior parte erano gente a me affatto -estranea. La signorina Clinton anzi era la sola ch'io -conoscessi da più lungo tempo dei due o tre giorni -passati a Saratoga. La sua morte m'avrebbe addolorato -assai, s'intende: ella aveva una certa familiarità -con me, da bambina, e ultimamente sono stato -molto in sua compagnia; soprattutto poi, so che -suo padre, il mio venerato socio e vecchio amico -preziosissimo, la cui salute purtroppo è indebolita, -non sarebbe potuto sopravvivere alla perdita dell'unica -figlia, quasi idolatrata; colpo che le circostanze -strazianti avrebbero reso ancora più terribile.... -</p> - -<p> -— Voi parlate con una gran freddezza, signor Sullivan. -Ignorereste forse che la voce pubblica vi pretende -legato alla signorina Clinton da un sentimento -più tenero della semplice amicizia? — -</p> - -<p> -Il graduale dilatarsi dei grandi occhi grigi di -<span class="pagenum" id="Page_436">[436]</span> -Guglielmo fissi sul signor Amory mentre questi così -diceva, e l'aria tra attonita e scrutatrice che prendeva -il suo viso, dimostravano chiaramente quale -impressione gli facesse quella domanda. -</p> - -<p> -— Signore, — rispose egli sedendo con gesto deliberato -sulla seggiola presso la quale era sempre -rimasto ritto — o io non vi comprendo, o la voce -pubblica riferisce un'opinione assolutamente falsa. -</p> - -<p> -— Sicchè voi non avete mai saputo nulla finora -del vostro fidanzamento? -</p> - -<p> -— Mai, ve l'assicuro. O com'è possibile che una -ciarla così infondata abbia credito fra i conoscenti -della signorina Clinton? -</p> - -<p> -— Lo ha, e tanto esteso, che per esempio io, mèro -spettatore della vita di Saratoga, l'udii spesse volte -non solo bisbigliare da orecchio ad orecchio, ma affermare -quale fatto positivo. -</p> - -<p> -— Sono in sommo grado stupito e contrariato da -ciò che mi dite, — proseguì il giovane che veramente -pareva sentirne dispiacere e dispetto. — Per -quanto cotesto rumore sia insensato non meno che -falso, se arrivasse alla signorina Clinton provocherebbe -la sua indignazione, e le darebbe gran noia; -per lei, anche più che per me stesso, mi dolgo che -certe circostanze abbiano potuto suscitarlo. -</p> - -<p> -— Parlate per ragioni di delicatezza rispetto alla -signorina, o siete modesto a segno di credere che sarebbe -ferita nel proprio orgoglio se sapesse il suo -nome così accoppiato con quello del socio di suo padre, -un giovane finora sconosciuto nei circoli del -mondo elegante? Ma, scusatemi.... Forse ho posto -il piede su terreno pericoloso, ed è l'orgoglio vostro -quello che si sdegna dinanzi alla franchezza del mio -linguaggio. -</p> - -<p> -— No, punto, signor Phillips; mi fate torto se credete -che il mio orgoglio sia di tal natura. Ma per -rispondere alla vostra domanda, vi dirò che mi riferivo -tanto alla prima che alla seconda delle ragioni -da voi menzionate, e a molte altre ancora, quando -vi affermavo di credere che vivissimo sarebbe il risentimento -della signorina Clinton se mai risapesse -la sciocca ed inconsulta diceria fatta circolare sul -suo conto. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_437">[437]</span> -</p> - -<p> -— Signor Sullivan, — disse Filippo Amory con -calore, avvicinando la sua seggiola a quella di Guglielmo — siete -ben certo di non pregiudicarvi da -voi stesso? Badate che un'eccessiva modestia unita -ad esagerate e false raffinatezze sentimentali ha -sbarrato a più d'uno la via della fortuna, e che questo -potrebb'essere il caso vostro. -</p> - -<p> -— Come, signore? Voi parlate in una forma enigmatica, -e io non ho idea di ciò che volete significare. -</p> - -<p> -— Bei giovani come voi, possono, lo so, mirare -nella scelta d'una sposa alle fortune più alte; ma -sono troppo rare, perchè se ne offrano parecchie a -una medesima persona, e il mondo riderebbe alle -vostre spalle se vi lasciaste sfuggire l'occasione felicissima -che ora v'arride. -</p> - -<p> -— Occasione di che? Non intendete già consigliarmi, -io credo.... -</p> - -<p> -— Ma sì, anzi! Io sono più vecchio di voi, e conosco -meglio la vita. Un patrimonio non s'accumula -in un giorno, nè il denaro è cosa da disprezzarsi. -Il signor Clinton ha logorato la sua salute affaticandosi -nell'acquisto di quelle ricchezze, che saranno -presto possedute dalla sua unica erede. Ella è -giovane, bellissima, e ammiratissima nel gran mondo -in cui vive. Tanto il padre che la figlia vi guardano -con occhio benigno.... Oh, non vi turbate, si -discorre tra amici, e voi sapete se è vero ciò che fin -gli estranei hanno osservato, e di cui spesso io ho -udito parlare come di cosa indubitata. Perchè esitate -dunque? Non vi distorrà, spero, dall'approfittare -di questa favorevole condizione, un qualche romantico -e cavalleresco senso d'inferiorità da parte -vostra, quasi non foste degno d'un premio così bello? -</p> - -<p> -— Signor Phillips, — disse Guglielmo, titubando, -evidentemente impacciato — i commenti di persone -conosciute in casuali e passeggeri incontri, come -quasi tutte quelle che la signorina Clinton frequentava -a Saratoga, non meritano fede. Le particolari -relazioni in cui mi trovo col signor Clinton mi hanno -ultimamente condotto a vivere in continua familiarità -sì con lui che con la sua figliuola. Egli non ha -ora intorno a sè parenti nè amici fidati, e perciò sembra -<span class="pagenum" id="Page_438">[438]</span> -agli occhi del mondo far più caso di me che -non ne farebbe qualora ambissi la mano della signorina -Isabella. D'altronde, questa ha tanti adoratori -che sarebbe il colmo della vanità se io presumessi.... -</p> - -<p> -— Poh, poh! — l'interruppe Filippo Amory, levandosi -da sedere, e picchiandogli una spalla. — Ditelo, -caro Sullivan, a qualcuno più novizio e più -ingenuo ch'io non sia! Certo, — proseguì egli andando -su e giù per la stanza — è dicevole cotesto -linguaggio; ma, sebbene io rifugga dalle adulazioni, -credo di poter senza pericolo ricordare alcuni piccoli -fatti a un giovanotto che ha una tanto modesta opinione -dei propri meriti. Prego, chi era il signore -per la compagnia del quale la signorina Clinton fu -così pronta ad abbandonare, sere sono, una splendida -e affollata sala mentre cantava l'Alboni, e a -lasciar delusa tutta una coorte d'ammiratori che la -circondava di omaggi e di sorrisi? Con chi mai preferì -ella passeggiare tranquillamente al lume di luna -nel giardino dell'Albergo degli Stati Uniti? — -</p> - -<p> -Guglielmo indugiò un momento a rispondere, come -se cercasse di rammentarsi; poi esclamò: -</p> - -<p> -— Vedo, vedo! Questa fu dunque una delle cause -di sospetto? Io non ero invece che un messo venuto -a chiamare la signorina Isabella al letto di suo padre.... -Avevo ansiosamente vegliato per ore il signor -Clinton, caduto in un sonno prolungatissimo, quasi -letargico, che impensieriva il medico; destatosi alfine, -egli chiese della sua figliuola con tale appassionata -insistenza, ch'io mi risolsi a disturbarle il piacere -della serata, e condurla dov'era suo dovere andare -immediatamente: nel casinetto in fondo al -giardino dell'albergo, che pertanto attraversai con -lei al lume di luna.... — -</p> - -<p> -Il signor Amory sorrise, e per la prima volta -guardò Guglielmo con quella dolce espressione di -benignità che il suo bel viso assumeva di rado e che -tanto gli si addiceva. -</p> - -<p> -— Ecco che cosa sono i pettegolezzi dei luoghi come -Saratoga! — egli fece quasi gaiamente. — Capisco -che non devo più parlare d'altre apparenze di -teneri sentimenti sia in voi sia nella signorina. Ma -<span class="pagenum" id="Page_439">[439]</span> -se anche il cuore della bella e la sua dote sono sempre -ben custoditi da lei e da suo padre, non mancano -buone ragioni di credere, caro Sullivan, che vi -sarebbe agevole conquistare ambedue. Voi siete un -giovane di grande avvenire, e possedete, a quanto -ho udito, una geniale attitudine agli affari che vi -rende indispensabile al vecchio; e se con la prestanza -della vostra persona e i pregi del vostro spirito -non vi rendete tale anche alla fanciulla, la colpa -sarà tutta vostra. — -</p> - -<p> -Guglielmo rise. -</p> - -<p> -— Se questo fosse il mio scopo, ricorrerei a voi -per incoraggiamento e consiglio; ma, signor Phillips, -è fatica sprecata far brillare ai miei occhi cotesta -visione lusinghiera. -</p> - -<p> -— No, dato che siate l'uomo ch'io vi credo,-replicò -l'altro. — E non sarete certo tanto sciocco -(scusate se uso un termine un po' forte) da disprezzare -l'opportunità offertavi di prendere quel posto -e far quella figura nel mondo a cui vi danno diritto -la vostra nascita, la vostra educazione e le -vostre qualità personali. Figlio d'un rispettabile ecclesiastico -(professione sempre onorevolissima), favorito -nella prima giovinezza da occasioni straordinariamente -vantaggiose delle quali avete saputo -approfittare, oggi, col credito che godete nelle Indie, -se aveste al vostro comando ingenti capitali, giungereste -presto a contare fra i negozianti più cospicui. -Nondimeno tutto questo non basterebbe ancora -a darvi pronto e libero accesso nelle alte sfere della -nostra aristocrazia; mentre sposando la signorina -Clinton, salireste d'un passo a un grado sociale che -difficilmente avreste conquistato con lunghi sforzi, e -a venticinque anni tocchereste la mèta più eccelsa -che la vostra ambizione possa vagheggiare. Nè, oso -dirlo, è verosimile che l'essere vissuto sei anni affatto -privo della compagnia di donne gentili, non -v'abbia disposto a sentire potentemente il fascino -d'una grazia e una bellezza così rare.... -</p> - -<p> -«Un uomo che ritorna alla terra nativa dopo una -lunga permanenza sotto i tropici, suol essere facile -preda della prima seducente compatriotta in cui la -sorte lo faccia imbattere; e non è invero da maravigliarsi -<span class="pagenum" id="Page_440">[440]</span> -che voi siate preso dalle attrattive della signorina -Isabella, singolari anche in questo paese di -belle donne. E, sicuro, non avete durato sei anni di -fatiche sotto il sole cocente dell'India, senza avere -imparato ad apprezzare quanto vale l'insperata e -onorevole fortuna che ve ne offre il premio: il riposo, -la ricchezza agevolmente conseguita, e, felicità suprema, -il possesso d'una giovane e bella sposa. — -</p> - -<p> -Seguì una pausa, durante la quale Filippo Amory -stette a spiare nel volto di Guglielmo l'effetto delle -sue parole tentatrici. Questi non tardò a palesarglielo -con la sua risposta. -</p> - -<p> -— Signor Phillips, — disse in un tono risoluto ed -energico che provava la sua profonda sincerità — io -non ho infatti speso parecchi dei miei anni migliori -lavorando sotto un cielo ardente, in prolungato -esilio da quanto avevo di più caro, senza il -sostegno di alti fini, senza l'incoraggiamento di dolci -speranze. Ma voi mi giudicate assai male se stimate -che l'ambizione che m'ha finora spronato possa -essere sodisfatta da quelle ricompense che avete dipinte -alla mia immaginazione con sì vividi colori. -No, signore, credetemelo; quantunque i loro vantaggi -siano tali che a pochi è dato conseguirli, io miro -a qualche cosa di più alto ancora, e penso che davvero -avrei sprecato i miei sforzi se le mie speranze -e i miei desiderî non tendessero verso un bene più -prezioso. -</p> - -<p> -— E dove cercate l'adempimento di cotesti voti sublimi? — domandò -il signor Amory con accento ironico. -</p> - -<p> -— Non già nei circoli gai del mondo elegante nè -tra l'aristocrazia del denaro. Io non dispregio un -grado onorevole agli occhi dei miei simili, conosco -i benefizi della ricchezza, sento il prestigio della bellezza -e della grazia; ma non sono queste le cose -per cui lasciai la mia patria, nè per esse vi sono -ritornato. Benchè giovane, ho vissuto abbastanza, -e abbastanza sofferto, perchè sia radicata nel mio -cuore la fede che i soli beni degni d'essere cercati a -prezzo di lotte e sacrifici, sono quelli più durevoli -e più consolanti dei dubbi onori, delle precarie ricchezze, -dei volubili sorrisi. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_441">[441]</span> -</p> - -<p> -— Dunque, se m'è lecito domandarlo, a che cosa -mirate? -</p> - -<p> -— A un <i>focolare domestico</i>; e non tanto per me, -sebbene da lungo tempo io aneli alla sua pace, quanto -per colei con cui mi confido dividerlo. Or fa un -anno — e la voce di Guglielmo si commosse, le sue -labbra tremarono — v'erano, oltre la cara creatura -che adesso occupa tutta l'anima mia, altre persone -ch'io speravo, con tenero amore, con viva gioia, di -veder cogliere un giorno i frutti delle mie fatiche. -Dio non m'ha concesso di ritrovarle quaggiù, e.... -ma perdonatemi, signor Phillips, non è mia intenzione -d'importunarvi raccontandovi i miei affari -privati. -</p> - -<p> -— Proseguite, proseguite, — disse Filippo Amory. — Merito -bene qualche confidenza in cambio de' miei -disinteressati consigli. Parlatemi come a un vecchio -amico, e siate sicuro che v'ascolto con la maggior -simpatia. -</p> - -<p> -— Da molto tempo non ho parlato liberamente di -me stesso; — rispose Guglielmo — ma sono franco -per natura, e giacchè manifestate il desiderio di conoscere -qualche cosa de' miei propositi nella vita, io -non ho alcuna ragione di nasconderveli. La mia sorte, -signore, fu singolare fin dall'adolescenza: non vi -dispiaccia quindi se ne fo un breve cenno. A dodici -anni avevo già cominciato ad esercitare i doveri -che la necessità m'imponeva. La mamma, rimasta -vedova quand'ero bambino, e il vecchio nonno erano -i miei soli parenti e quasi i miei soli amici; l'una -di debole complessione, delicatissima, non atta ai lavori -faticosi: l'altro d'età assai grave, e povero, non -avendo altri proventi che la sua piccola paga di sagrestano -d'una chiesa vicina. Ma, come voi sapete, -perchè già ve lo dissi quando ci conoscemmo in -Oriente, nonostante le loro condizioni, essi m'allevarono -in una modesta agiatezza e mi diedero un'ottima -educazione. -</p> - -<p> -«Ragazzo, quando le piastrelle e i cervi volanti -sono d'ordinario gli oggetti che più appassionano, io -ero già posseduto da un ardente desiderio di sollevare -i miei cari d'una parte delle fatiche e delle cure -di cui sostenevano il peso; e con questo fine cercai e -<span class="pagenum" id="Page_442">[442]</span> -trovai un posto, nel quale ero ben trattato e ben -pagato, e che conservai fino alla morte del mio buon -principale. Poi, per un tempo ebbi a sentire dolorosamente -la mancanza d'impiego; mi scoraggiai, fui -infelice; e questo stato d'animo era mantenuto dalla -convivenza con un uomo di temperamento malinconico -ed inclinato al pessimismo, come il mio nonno, -il quale aveva patito nel corso della sua vita crudeli -disinganni, e però lungi dal farmi cuore insisteva -sulla probabilità che tutti i miei disegni, tutti i miei -tentativi d'aprirmi la via della fortuna, fossero destinati -a fallire. -</p> - -<p> -«Io ero molto amareggiato, allora, dall'influsso -deprimente delle tristi predizioni del vecchio; ma poi -fui indotto a pensare che, in fondo, produssero un -effetto utile, perchè nulla mi spinse a raddoppiare i -miei sforzi, più che la brama di provargli ch'erano -mal fondate; e una delle maggiori sodisfazioni da -me gustate in questi ultimi anni fu appunto la certezza -ripetutamente avuta ch'egli era venuto alfine -nella persuasione piena ed intera che uno almeno -della sua disgraziata famiglia aveva la sorte di -sfuggire ai travagli della povertà. -</p> - -<p> -«Mia madre era una donna di natura quieta e -gentile, piccolina della persona, di maniere semplici -e piuttosto riservate. Ella mi amava come la stessa -anima sua; tutte le mie nozioni della bontà mi furono -date da lei: dal canto mio non mi sarei risparmiato -sacrificio alcuno per farla felice, avrei -dato la mia vita per la sua.... Ma non ci rivedremo -mai più in questo mondo; e io.... io imparo a rassegnarmi! -</p> - -<p> -«Per loro due e per un'altra persona di cui vi parlerò -tra poco, ero pronto ad esulare, a lottare, a soffrire -ed essere paziente. L'occasione si presentò, ed -io non tardai a coglierla. Presto il supremo scopo -della mia ambizione fu conseguito. Io guadagnavo -abbastanza per me e per loro. In progresso di tempo -giunsi anche a farli godere un po' di lusso. E avevo -cominciato ad attendere il giorno non lontano in -cui il mio sospirato ritorno avrebbe finalmente reso -perfetta la nostra felicità, mentre, ahimè, la notizia -della morte del nonno era per via, e mia madre anch'ella -<span class="pagenum" id="Page_443">[443]</span> -già declinava lentamente ma inesorabilmente -verso la tomba! -</p> - -<p> -«Tutt'e due oggi sono partiti dal mondo, e io sarei -rimasto tanto solo da desiderare quasi di seguirli, -se non fosse quella creatura il cui amore m'avvincerà -alla terra finchè ella vi soggiornerà meco. -</p> - -<p> -— E lei? — domandò Filippo Amory con un ardore -che Guglielmo, assorto nei propri pensieri, non -osservò. -</p> - -<p> -— È una giovanetta — rispose questi — senza famiglia, -nè ricchezza, nè bellezza; ma dotata d'uno -spirito così alto che la fa nobile, d'un cuore così generoso -che la fa ricca, di un'anima così pura che la -fa bella. — -</p> - -<p> -L'intensa attenzione del signor Amory e l'evidente -suo desiderio d'udire il seguito, lo incoraggiarono a -continuare: -</p> - -<p> -— Nello stabile dove abitavamo viveva un buon -vecchio, che faceva il lampionaio. Era povero, più -povero ancora di noi, ma non ho mai conosciuto un -uomo migliore. Una sera, mentre andava in giro accendendo -i suoi lampioni, raccolse e si portò a casa -una bimba appena coperta di miseri cenci che una -femmina crudele aveva in quel momento gettata sulla -strada dove sarebbe morta di freddo, salvo che -non fosse condotta a finire di morte più lenta in un -ospizio; perchè soltanto le cure affettuose ed assidue -di mia madre e dello zio True (così chiamavamo il -nostro vecchio amico) poterono salvare quella debole -creatura dalle conseguenze delle sevizie e degli -stenti che l'avevano ridotta in fin di vita. Grazie -alla loro instancabile vigilanza, alle loro premure, -ella fu conservata per contraccambiare un giorno, -e a cento doppi, l'amorosa assistenza prodigatale. -</p> - -<p> -«Ella era a quel tempo esile e strutta da far pietà, -d'un colorito scialbo, e assai bruttina; inoltre nessuno -le aveva insegnato a dominare il suo carattere -violento, al quale univa una grande ostinatezza derivata -certo dall'essere sempre vissuta in opposizione -con tutti. -</p> - -<p> -«Ma nulla sgomentava l'ottimo zio True, e sotto -l'influsso della sua paterna tenerezza, cominciarono -a svilupparsi le facoltà e le virtù latenti in quella -<span class="pagenum" id="Page_444">[444]</span> -piccola anima fino allora negletta. Nell'atmosfera di -amore ove adesso respirava, ella cambiò natura; e -quando agli esempi e ai precetti che le erano dati -nella sua nuova casa s'aggiunse la luce divina, versata -sulla sua vita da una creatura eletta, la quale -immersa ella stessa nelle tenebre, emana dal proprio -spirito un'aureola radiosa che illumina chi gode -il bene della sua presenza, divenne ciò che poi è -stata costantemente: una donna in cui uno può riporre -il suo affetto e la sua fede per sempre. -</p> - -<p> -«Quanto a me, non tardai ad amare oltre ogni -dire quella bambina verso cui da principio mi aveva -attratto un mèro sentimento di compassione. Stavamo -insieme il più possibile; tutto era comune tra noi: -studi, piaceri, dolori, passioni. Io ero il suo maestro, -il suo protettore, il compagno dei suoi spassi infantili; -ed ella dal canto suo era per me l'amica che mi -consigliava e m'incoraggiava, mi consolava e mi -compativa: un'amica preziosa, necessaria, perchè -m'infondeva il suo spirito fervente di speranza, di -energia, di fiducia. Ricordo come ella, tanto piccina -ancora, mi rincorò e mi sostenne in quel mio disperato -dolore giovanile, quando per la morte inaspettata -del mio ottimo principale mi trovai senza -impiego! -</p> - -<p> -«L'affezione tra lei e lo zio True era commovente. -Bench'io fossi un ragazzo, ammiravo come una cosa -bella il devoto amore del vecchio lampionaio per la -sua figlioletta adottiva, «il suo uccellino», egli diceva, -e la tenera, profonda gratitudine con cui questa -lo ricambiava. -</p> - -<p> -«Durante alcuni anni ella gli dovette ogni cosa e -parve essere semplicemente una bambina di cuore -amoroso e buona. Ma giunse il tempo che le parti -furono invertite. Il brav'uomo venne colpito da una -infermità che lo rese invalido delle membra, bisognoso -di continuo aiuto. Allora si manifestò in tutta -la sua bellezza quella nobile natura femminile. Oh, -come dolcemente la fanciulletta guidava i passi del -vecchio che scendeva verso la tomba! Spesso, in sulla -mezzanotte, io andavo a vedere se il nostro casigliano -non mancasse di qualche cura che la troppo -giovane ed inesperta infermiera era forse incapace -<span class="pagenum" id="Page_445">[445]</span> -di prestargli.... Mai non scorderò la figurina della -piccola Gertrude, seduta tranquillamente accanto al -suo letto, in quell'ora notturna che in tanti altri fanciulli -avrebbe suscitato tutti i fantastici terrori delle -tenebre: davanti a lei sulla tavola ardeva un fioco -lumicino, ed ella, tenendo una mano di lui tra le -sue, confortava la veglia dolorosa con parole d'amore, -o gli leggeva qualche pagina della Bibbia contenente -un santo insegnamento. -</p> - -<p> -«Ma, ahimè, la sua devozione non bastava a prolungare -la vita del caro infermo; e, poco innanzi -ch'io partissi per Calcutta, egli morì benedicendo -Dio che gli aveva concesso di finire i suoi giorni in -pace e consolato dalla sua dolce custode. -</p> - -<p> -«Toccava a me lenire il gran cordoglio della nostra -Gertrudina; feci quanto stava nelle mie forze per -ridarle coraggio e serenità, e fui lieto di sapere che -io partendo lasciavo quest'ufficio all'angelica signorina -cieca che da lungo tempo onorava della sua -amicizia lei e lo zio True. Prima di staccarmi da mia -madre e dal nonno, li affidai solennemente alle cure -filiali di Gertrude, la quale aveva dato prova di -tanta buona volontà e tanto valore. Ella promise di -essere fedele alla missione assunta, e mantenne nobilmente -la promessa. Nonostante la collera e la durezza -del signor Graham (il padre della sua protettrice), -dalla cui liberalità dipendeva da anni, ella si -dedicò tutta, col cuore e con l'opera, all'adempimento -dei doveri che considerava sacri. Senza curar le -sofferenze, le fatiche, le veglie, le privazioni, abbandonò -spontaneamente agi e piaceri, e si prestò, paziente, -giorno e notte, in servigio degli amici che -amava d'un amore più grande di quello d'una figliuola, -perchè era l'amore d'una santa. -</p> - -<p> -«Io, pur eguagliandola nell'ardore e nella tenerezza, -non avrei potuto fare la metà di ciò che fece -lei: soltanto un cuore e una mano di donna sono -capaci di quanto ideò ed eseguì Gertrude. -</p> - -<p> -«Ella già prima era più che una sorella per me, -era l'amica mia dilettissima, la mia assidua corrispondente; -adesso m'avvincono a lei legami che non -sono terreni e su cui il tempo non ha potere.... -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_446">[446]</span> -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XLIV.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Ebbi occasion di metterti alla prova</p> -<p>E a fondo scandagliar l'anima tua,</p> -<p>Or confesso che invitto ti trovai</p> -<p>Contro le tentazioni....</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Milton.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -— Certo, — disse Filippo Amory che aveva pazientemente -ascoltato la storia di Guglielmo fino alla -fine — io comprendo i vostri sentimenti. Un uomo -d'animo generoso non può se non serbare una profonda -e perenne gratitudine a colei che con tanta -devozione e tanta abnegazione vegliò sugli ultimi -giorni dei suoi cari, ai quali non poteva dedicarsi -egli stesso, e prestò loro una faticosa assistenza: il -calore con cui elogiate quella ragazza vi onora, Sullivan. -Anche ella dev'essere una persona di rara -virtù per avere mantenuto così fedelmente una promessa -fatta in un tempo remoto, quand'era ancora -quasi una bambina, promessa dalla quale un'amica -meno perfetta non si sarebbe creduta vincolata, fosse -a costo d'un sacrificio. Tuttavia non vi lasciate -indurre da sensi troppo cavallereschi ad immolarvi -sull'altare della riconoscenza. -</p> - -<p> -«Io stento ad ammettere che un giovane che ha -avuto l'ambizione di tracciarsi e seguire sulla via -della fortuna una carriera come quella da voi finora -felicemente corsa, abbia potuto prendere a mente -calma la seria risoluzione d'unire sè e la sua sorte -a un'umile compagna d'infanzia, figlia d'ignoti, nè -ricca nè bella, salvo che non sia già impegnato a -farlo, contro sua voglia, o trascinato a cotesto matrimonio -dall'idea che soltanto donando ciò che possiede -di più prezioso, vale a dire sè stesso, giungerà -a cancellare l'immenso debito che pesa su lui. -M'è lecito domandarvi se siete già legato da una -promessa? -</p> - -<p> -— No, — rispose Guglielmo. -</p> - -<p> -— Allora, datemi retta, un momento. Parlo per -sincera amicizia pregandovi di non procedere inconsideratamente -in una cosa da cui dipende la felicità -<span class="pagenum" id="Page_447">[447]</span> -di tutto il vostro avvenire, e d'ascoltare.... con -pazienza, se potete.... le poche parole che ho da -dirvi. — -</p> - -<p> -Il giovane, infatti, cominciava a dar segni d'inquietudine. -</p> - -<p> -— V'ingannate, caro amico, se credete che la felicità -della vostra Gertrudina, come voi la chiamate -(gran brutto nome, veramente), sarà più sicura della -vostra, in quest'unione male assortita: tutt'e due -avrete occasione di pentirvene. Da sei anni voi non -avete più veduto quella ragazza: pensate dunque a -tutto ciò ch'è seguito in cotesto frattempo, e vedete -un po' con quale precipitazione agite. -</p> - -<p> -«Voi avete passato tutto questo tempo all'estero, -in una vita attiva, che v'ha fatto acquistare conoscenza -degli uomini e dei diversi loro stati sociali. -Nell'India, s'intende, doveste uniformarvi ad usi e -costumi assai differenti dai nostri e dagli europei; -ma aveste occasione di sviluppare quell'indipendenza -di carattere e quella disinvoltura che v'hanno -reso mirabilmente atto a comparire nei circoli eleganti -parigini quando vi foste, di punto in bianco, -ammesso. Senza adularvi, posso dire che voi otteneste -un vero trionfo. -</p> - -<p> -«Era bensì un grande privilegio l'esservi presentato -quale amico d'un uomo così noto ed altamente -stimato come il signor Clinton; ma dovete pure riconoscere -che vi furono prodigate segnalate attenzioni -da Americani residenti a Parigi, e che ora, -in patria, godete i vantaggi dell'essere stato oggetto -di tanto favore. Io non ebbi la fortuna d'incontrarmi -con voi in quella capitale, ma mi ci trovavo nel -tempo del vostro soggiorno colà e mi furono riferiti -sul conto vostro parecchi fatti che la vostra modestia -non vi permetterebbe di confermare. -</p> - -<p> -«È agevole inferirne che non mancate di gusto -per il gran mondo, perchè altrimenti non avreste -saputo farci così bella figura, anzi, nemmeno mantenervi -nella sua cerchia. Ed è del pari evidente che -il vostro amor proprio deve sentirsi lusingato dalle -liete accoglienze ricevute sì all'estero che nel vostro -paese, non solo da parte degli uomini ma anche delle -signore, e specie delle graziose e belle fanciulle che -<span class="pagenum" id="Page_448">[448]</span> -v'hanno onorato dei loro sorrisi; tra le quali primeggia -colei il cui nome già s'accoppia al vostro. È forse -ammissibile che ciò non abbia alcun influsso sui -vostri disegni per l'avvenire? -</p> - -<p> -«Quando penso a tutte le fortune su cui potete -fare ragionevole assegnamento, come v'ho ad esuberanza -dimostrato, e vi odo parlar di respingerle per -gettarvi cavallerescamente ai piedi della piccola infermiera -di vostra madre, proprio non posso tacere -ed astenermi dall'accennarvi l'inevitabile reazione, -il rammarico che v'assalirà poi nel trovarvi escluso -per sempre dai piaceri offertivi e da voi follemente -rifiutati. -</p> - -<p> -«Non dovete dimenticare che la considerazione in -cui è tenuto uno scapolo di belle speranze, diminuisce -d'assai verso l'uomo ammogliato, se la sposa non -appartiene a quella eletta classe di persone ove egli -ambisce d'entrare. Ora la giovanetta orfana e povera -con cui volete dividere la vostra sorte, la modesta -maestrina di scuola.... — -</p> - -<p> -Guglielmo, il quale a sua volta aveva preso a passeggiare -su e giù per la stanza, fremente d'impazienza, -si fermò di botto esclamando: -</p> - -<p> -— Io non v'ho detto che sia mai stata insegnante, -nè nulla di simile! Come lo sapete voi? — -</p> - -<p> -Filippo Amory, sbadatamente traditosi palesando -d'esser meglio informato che il giovane non potesse -immaginarsi, esitò un momento, ma presto riprese -la padronanza di sè, e rispose con apparente franchezza: -</p> - -<p> -— Per dirvi il vero, Sullivan, io ho veduto la ragazza -in compagnia d'un vecchio dottore. -</p> - -<p> -— Il dottor Jeremy? — fece Guglielmo, pronto. -</p> - -<p> -— Appunto lui. -</p> - -<p> -— Quando la vedeste? Dove, e come? -</p> - -<p> -— Non m'interrogate! — disse il signor Amory -con un tono leggero e petulante, il quale pareva significare -che la cosa non aveva importanza, e che -gli seccava entrare in particolari. — M'imbattei in -quel vecchio medico nel corso d'un mio viaggio, e -cotesta Gertrude Flint era seco. Egli mi narrò alcuni -fatti che la concernevano, e che, devo dirlo, -non tornano a suo svantaggio: mettendovi in guardia -<span class="pagenum" id="Page_449">[449]</span> -contro un matrimonio sconveniente, non parlo -che in generale. — -</p> - -<p> -Guglielmo lo fissò con uno sguardo tra scrutatore -e maravigliato, e parve in procinto d'insistere per -ottenere spiegazioni più chiare; ma quegli riprese il -filo del suo ragionamento senza lasciargli tempo di -aprir bocca. -</p> - -<p> -— Cotesta Gertrude, come vi dicevo, sarà per voi -una catena al piede, un ostacolo irremovibile opposto -a tutti i vostri sforzi per essere ricevuto nel -mondo elegante dove ella certo non è atta a brillare. -Avete affermato voi stesso che non possiede nè ricchezze -nè bellezza; della sua famiglia non sapete -niente, e potete aspettarvi, se mai la scoprite, che -non sia tale da farle onore. Credo pertanto di darvi -un consiglio dettato dal senso comune, ammonendovi -a ponderare le circostanze prima di vincolarvi -in condizioni tanto disuguali. -</p> - -<p> -— Non dubito, signor Phillips, — disse Guglielmo -rimettendosi a sedere, e ricomponendosi in un -atteggiamento calmo — che gli argomenti da voi addotti -con grande vigore per decidere una questione -da cui dipende la mia felicità, siano fondati su ragioni -positive e sul sincero desiderio di promuovere -la mia fortuna. Confesso però che giudicandovi secondo -il concetto fattomi di voi durante la nostra -breve ma abbastanza intima relazione, eravate proprio -l'ultima persona da cui mi sarei aspettato consigli -come cotesto, perchè vi stimavo tanto indipendente -dall'opinione del mondo e indifferente al suo -plauso, da credere che non dovessero aver peso sui -vostri criterî nel guidare un giovane. -</p> - -<p> -«Ma quantunque i vostri suggerimenti non mi facciano -mutare proposito nè abbiano influsso alcuno -sull'animo mio, apprezzo la sincerità e il calore con -cui avete procurato di convertirmi a un modo di -pensare che voi giudicate saggio; e risponderò con -franchezza tale da persuadervi, spero, ch'io, lungi -dal seguire gl'impulsi d'un cieco entusiasmo, dal -prendere inconsultamente una risoluzione precipitata -della quale potrei in seguito pentirmi, obbedisco a -sentimenti che sono approvati dalla ragione, e hanno -già sostenuto la prova dell'esperienza. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_450">[450]</span> -</p> - -<p> -«Voi v'apponete, reputandomi attratto da un gusto -naturale verso le classi superiori del consorzio -civile: gusto che la povertà e la segregazione nel -mio cantuccio m'impedivano di manifestare al tempo -della mia adolescenza, ma che nondimeno conferì -non poco a determinar le mire della mia ambizione -giovanile. Le case sontuose, gli equipaggi, i -bei vestiti della gente ricca, esercitavano assai minor -prestigio sulla mia fantasia, che non la signorile -disinvoltura, la raffinatezza, l'eleganza delle maniere -per cui si distinguevano le poche persone di -quel ceto ch'io avessi occasione d'osservare; e sebbene -desiderassi di conquistar la ricchezza per i suoi -vantaggi intrinseci, per la possibilità che m'avrebbe -dato di contribuire al benessere e alla felicità altrui, -mi sarebbe parsa destituita di metà del suo valore -se non m'avesse servito ad aprirmi l'adito ai circoli -del bel mondo che contemplavo da lontano con tanta -ammirazione. -</p> - -<p> -«Non c'era dunque bisogno delle privazioni che -nel fatto di vita sociale ebbi a soffrire durante la -mia dimora nell'India, perchè mi gettassi avidamente -in mezzo ai piaceri di Parigi, dove, come voi -dunque sapete, io, grazie alla benevolenza del mio -socio, fui senza difficoltà ricevuto nelle migliori compagnie. -</p> - -<p> -«È vero che quando venni chiamato in Francia -il mio spirito era ancora depresso dal fiero dolore -contro cui lottavo dopo le tristi notizie da casa, e -che mi sentivo poco disposto ad approfittare della -cortesia del signor Clinton. Ma spesso impedendogli -le condizioni della sua debole salute di partecipare -ai divertimenti della capitale, io non potevo dispensarmi -d'offrire la mia scorta a sua figlia, la quale, -amantissima dei ritrovi mondani, non sapeva rassegnarsi -a rimanerne esclusa, ed accettava sempre con -gioia i miei servigi, trascinandomi così nel vortice -della vita elegante; ove, devo confessarlo, v'era di -che lusingarmi, sbalordirmi, inebriarmi. -</p> - -<p> -«Io non potevo restare indifferente ai favori insperati -di cui mi vedevo colmato, nè respingere tutti -gli assalti dati alla mia vanità. E non soltanto la -virilità del mio carattere fu messa a duro cimento. -<span class="pagenum" id="Page_451">[451]</span> -Il privilegio d'essere accolto fra i gaudenti del gran -mondo, m'espose a più serî pericoli. La solidità dei -principî, la semplicità di costumi inculcate in me -dall'infanzia e rimaste fino allora inconcusse, corsero -grave rischio. Io avevo resistito sempre ad ogni -sorta di tentazioni grossolane; ma i miei nuovi eleganti -compagni me le presentavano sotto quelle forme -raffinate che le rendono insidiose per coloro su -cui, prive del seducente travestimento, non avrebbero -alcun potere. Il vino, che non m'avrebbe mai attirato -in mezzo a un'orgia disgustosa d'ubriaconi, -nella coppa tenuta dalla mano delicata del gentiluomo -uscito allora da un salotto dove l'avevo veduto -festeggiato da tutti, e onorato dei sorrisi delle -donne, scintillava d'affascinanti splendori, e mi faceva -dimenticare l'amarezza della sua feccia. Il giocatore -di professione, il furfante conosciuto, avrebbero -cercato vanamente in me un loro complice; -ma non pensavo del pari a stare in guardia contro -gli agguati di chi meno avrei sospettato. Come credere -che i miei amici, che gli amici del signor Clinton, -ornamenti delle alte sfere in cui vivono, fossero -capaci di vincere il mio denaro con un giuoco sleale, -e condurmi a mali passi, precipitarmi nella rovina? -</p> - -<p> -«Quando ricordo le prime settimane del mio soggiorno -a Parigi, quasi mi maraviglio di non essere -caduto in nessuno dei numerosi tranelli tesi da ogni -parte per la mia perdizione, e verso cui le mie simpatie -sociali, la mia natura audace e insieme ingenua -mi traevano fatalmente. Se fui salvato, io lo -devo, ne sono persuaso, alla memoria della santa -mia madre, sempre vigile, i cui ammonimenti, da -me giudicati superflui al tempo in cui me li aveva -dati, balzavano dinanzi alla mia mente pieni di nuova -vita, armati di nuova forza nell'ora del pericolo. -Nulla fuorchè la coscienza che il suo spirito gentile -aleggiava sempre sul mio cammino, contristato dai -miei conflitti o rallegrato dai miei trionfi, può avermi -infuso il coraggio e la perseveranza di resistere, -d'evitar le fosse scavate sotto i miei piedi, ove i malcauti -miei passi m'avrebbero fatto sprofondare. -</p> - -<p> -«Ma combattute e vinte queste oscure insidie, altre -non meno pericolose minacciavano la sicurezza -<span class="pagenum" id="Page_452">[452]</span> -del mio avvenire perchè soccombendovi avrei perduto -gran parte del mio benessere morale e del mio -valore umano. Ero travolto in una ridda di piaceri, -i quali occupavano le mie giornate, e spesso le mie -notti, allettandomi con lusinghe che accarezzavano -il mio amor proprio, fomentavano la mia ambizione, -e attutivano le commozioni più nobili. E qui credo -che la mia salvezza fu il medesimo straordinario -favore con cui venni accolto nella cerchia della frivola -vita mondana. S'io non l'avessi veduta che da -fuori, se fossi stato costretto a fermarmi sulla soglia -struggendomi nel vano desiderio d'entrare, forse -oggi m'indugerei ancora là, cupido e deluso spettatore -di gioie a me negate; o se avessi ottenuto soltanto -un accesso limitato, seguiterei a lottare ardentemente -per farmi avanti. -</p> - -<p> -«Ma ricevuto addirittura nei più sacri penetrali -dell'alta sfera a cui anelavo, potei presto scorgere -tutta la vacuità, tutta la nullità di quella bagattella -che noi anglosassoni chiamiamo <i>fashion</i>.<a class="tag" id="tag5" href="#note5">[5]</a> Non -già che non v'incontrassi affatto la grazia, lo spirito, -la coltura, la finezza ch'io m'attendevo di trovarvi -o che queste belle qualità fossero accompagnate -sempre da altre meno pregevoli. No: io credo -veramente che tutte le classi sociali possano vantare -i loro eroi e le loro eroine, e che vi sono tra i -mondani, uomini e donne le cui virtù rifulgerebbero -anche in un deserto. Nè disprezzo le formalità e le -cerimonie, decorose in sè, e fonti d'eleganza e gentilezza -di costumi. Finchè vi sarà una classe di -gente segnalata dalla buona educazione e dalla raffinatezza -delle maniere, e un'altra di cui sono proprie -l'ignoranza e la volgarità, vi dovrà essere tra -loro una linea di divisione, ch'è naturale e che forse -nessuna delle due desidera varcare. -</p> - -<p> -«Ma questa barriera non è la mondanità elegante, -non è la <i>fashion</i>, la quale spesso esclude le qualità -caratteristiche della prima e ammette liberamente -quelle della seconda. E se io ardisco fare una -distinzione fondata sopra un più alto concetto, gli è -perchè ho veduto da vicino quanto sia fallace l'opinione -<span class="pagenum" id="Page_453">[453]</span> -comune che le distingue secondo vane apparenze. -</p> - -<p> -— Siete molto giovane per filosofare così profondamente, — disse -il signor Amory. — Più d'uno volta -le spalle, disgustato, ad un'aristocrazia in cui non -gli è riuscito d'ottenere accesso, ma ben pochi, ottenutolo, -vi rinunziano. -</p> - -<p> -— Ben pochi, forse, almeno tra i <i>giovani</i>, — rispose -Guglielmo — hanno avuto le occasioni che ebbi -io di penetrarne i segreti. Credo di poter dire senza -tradimento, posto che parlo in generale, d'aver veduto -nella così detta aristocrazia del nostro paese, -ignoranza, sguaiataggine, bassezza ed immoralità -assai maggiori che non avrei creduto ammissibile. -Ricordo frequenti casi in cui il più compito gentiluomo, -o la più bella signora d'un circolo brillante, -mostrò di non possedere neanche nozioni elementari -in materie comunissime. Fui presente a ricevimenti -splendidi per lusso ed eleganza, disonorati da -esempi d'inciviltà e di rozzezza d'animo che offendevano -del pari il buon gusto e la delicatezza. Osservai -come la folle prodigalità in certe cose fosse -ricattata con un'egoistica e spregevole parsimonia -in certe altre: vidi uomini e donne manifestare una -mancanza di principî morali e religiosi, la quale -prova che l'occupare un alto grado sulla terra non -preserva l'anima da quelle contaminazioni che la -rendono indegna d'essere un giorno assunta in cielo. -</p> - -<p> -— Sì, ho notato cotesti fatti anch'io, — fece Filippo -Amory — ma la mia esperienza del mondo è -eccezionale, e le circostanze hanno acuito la mia -perspicacia. Mi fa però maraviglia che abbiano attratto -la vostra attenzione. -</p> - -<p> -— Non già a bella prima. Lo splendore del gran -mondo m'aveva abbagliato, accecato, e soltanto a -poco a poco riacquistai la chiarezza delle mie percezioni. -Il sospetto della sua vanità, della sua falsità, -si fondò su varie prove d'egoismo, di follia, di -durezza che caddero sotto i miei occhi. Quanti bassi -inganni, quali meschine rivalità, quali colpevoli -oblii dei più sacri doveri potrei riferirvi! Ma non -voglio palesare i segreti di singole persone, nè tediarvi -col raccontarveli! -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_454">[454]</span> -</p> - -<p> -«Fui specialmente colpito dall'effetto che la continua -ricerca del piacere produce sui sentimenti, sul -carattere, sulle affezioni domestiche della donna. -Sebbene io portassi nel cuore un'immagine di fanciulla -buona e pura, e dolce fosse la rimembranza, -questo vivente ideale sarebbe forse stato espulso -dal suo trono e soppiantato da qualcuna delle fulgide -bellezze che ammaliavano i miei sguardi, se -alla perfezione del volto avesse corrisposto quella -dell'anima. Vi saranno, anzi non dubito che vi siano, -nelle alte sfere mondane, donne egregie più ammirabili -ancora per l'eccellenza e la nobiltà della -loro natura che per la grazia e i pregi esteriori onde -vanno adorne; ma tra quelle ch'io conobbi da presso, -nessuna poteva sostenere il paragone con la modesta -giovanetta, presente sempre al mio pensiero, -la quale è il modello di tutte le virtù femminili. -</p> - -<p> -«Non è quindi da maravigliarsi se le altre non -uguagliavano il mio concetto delle qualità che rendono -una donna degna d'amore, poichè le misuravo -alla stregua del carattere di Gertrude. Come non -avrei rilevato il contrasto tra la stoltezza, la frivolezza, -l'egoismo che mi vedevo dintorno, e la mente -cólta, il cuore amoroso, l'abnegazione dell'amica lontana? -Ella possiede tutto ciò che può abbellire la -vita d'un uomo, dovunque lo conduca la sua sorte: -e non riuscirete mai a persuadermi che una tale -compagna debba essere di peso e d'ostacolo in cosa -alcuna a colui che avrà la grande fortuna di chiamarla -sua. -</p> - -<p> -«Quanto a me, non ambisco nulla che questa unione -non m'offra. Mi avete parlato d'aristocrazia; la -più alta, la sola vera ai miei occhi è quella a cui -Gertrude appartiene per tutti i titoli e di cui potrebbe -essere uno dei più splendidi ornamenti: l'aristocrazia -della gentilezza di costumi, della cultura intellettuale, -della grazia e della bellezza. M'avete parlato -di ricchezze: se Gertrude non ha denaro nella -sua borsa, ha però un'anima d'oro schietto, provata -nella fornace del dolore e del sacrificio ed uscitane -lucente e pura d'ogni lega. M'avete parlato di famiglia, -d'onorevoli natali. Ella non ha parenti e la -sua origine è avvolta nel mistero; ma il sangue che -<span class="pagenum" id="Page_455">[455]</span> -scorre nelle sue vene onora la stirpe da cui discende, -e ogni palpito del generoso suo cuore la congiunge -a quanto v'è di nobile al mondo. -</p> - -<p> -«Sul soggetto della bellezza siete stato eloquente. -Quand'io mi separai da lei, ella era ancora in tutto, -fuorchè nel carattere, quasi bambina, toccando appena -i tredici anni. Benchè molto mutata, ed in meglio, -dal tempo ch'era venuta tra noi, non credo che -al comune degli uomini sarebbe parsa bella; ma se -io non fossi stato su questo punto del tutto indifferente, -il grande amore che le portavo m'avrebbe reso -incapace d'un giudizio imparziale. -</p> - -<p> -«Ricordo bene, però, la viva indignazione da me -provata udendo una volta un commesso, mio collega, -che l'aveva veduta con me in una delle nostre -passeggiate, fare un dileggioso confronto tra lei e la -bellissima figliuola del nostro principale (la stessa -signorina Clinton di cui si parlava dianzi), e l'altrettanto -viva gioia con cui, essendo io presente a -un esame nella scuola ch'ella frequentava, intesi la -direttrice, una certa signorina Browne, dire à una -signora che Gertrude Flint prometteva molto sia -nella persona che nella mente. Se abbia mantenuto -le sue promesse quanto alla persona non sono in -grado di sapere; ma ricordando la sua fine e graziosa -figurina, i suoi grandi occhi splendenti d'intelligenza, -il viso animato dal calore del sentimento, -la serena e quasi maestosa espressione che la purità -dell'anima dava ai suoi lineamenti ancora infantili, -ella m'appare come l'incarnazione di tutto ciò che -ho di più caro. -</p> - -<p> -«Sei anni devono aver mutato il suo aspetto, ma -sicuro non le hanno fatto perder nulla di quanto io -pregio in lei. Ella possiede attrattive sulle quali il -tempo non ha potere: una grazia ch'è un dono del -Cielo, una bellezza ch'è eterna. Che cosa potrei chiedere -di più? -</p> - -<p> -«Non v'immaginate dunque, — egli proseguì dopo -una breve pausa — che la mia fedeltà alla compagna -della mia adolescenza derivi unicamente da -un senso di gratitudine. Io, è vero, le devo molto, -assai più che non possa mai ripagare: ma l'onesta -fiamma di cui ardo per la nobile fanciulla, nasce -<span class="pagenum" id="Page_456">[456]</span> -dall'amor sincero d'una purità di carattere e d'una -semplicità di cuore senza pari. -</p> - -<p> -«C'è forse nella vita faticosa e folle del bel mondo, -nel fasto della ricchezza, negli omaggi di una -folla oziosa, qualche cosa che possa appagarmi il -cuore, elevarmi lo spirito, e incoraggiare la mia attività, -quanto il pensiero d'un focolare domestico -tranquillo e felice, a cui presieda un'anima di donna -con la quale l'anima mia viva in una comunione -d'amore e di fede che il tempo non varrà a distruggere; -che la morte renderà viepiù salda e sicura -nella beatitudine eterna? -</p> - -<p> -— E quella che tanto amate.... siete certo.... — cominciò -il signor Amory parlando con visibile sforzo; -ma la voce gli mancò, e s'interruppe. -</p> - -<p> -— No, non sono <i>certo</i>, — rispose Guglielmo, prevenendo -la domanda. — Non ho ragioni d'abbandonarmi -alla speranza che teneramente vagheggio da -anni, ma non mi pento d'avervi parlato con sincerità -e candore, perchè dovesse ella infliggermi il dolore -d'una fredda ripulsa, io sarei sempre superbo -d'averla amata. Dal momento che ho rimesso il piede -sul suolo americano fino ad oggi, sono sempre -stato trattenuto da doveri che, per quanto sacri, facevano -fremere d'impazienza il mio cuore anelante -alla libertà di seguire i propri impulsi. Finalmente -con questa mia visita, signor Phillips, — e così dicendo -si alzò per accomiatarsi — io ho adempito all'ultimo -obbligo impostomi dall'ottimo mio socio ed -amico, e domani mi sarà concesso d'andare dove -soltanto il dovere potè impedirmi di correre appena -arrivato in patria. — -</p> - -<p> -Egli porse la mano a Filippo Amory che la prese -con una cordialità ben diversa dalla tiepida accoglienza -fattagli quando s'era presentato a lui. -</p> - -<p> -— Addio! — gli disse questi. — Il mio sincero desiderio -che i vostri voti siano coronati da un lieto -successo v'accompagna. Ma, ne sono sicuro, un giorno -o l'altro rammenterete tutto ciò che vi ho detto -stasera. -</p> - -<p> -— Strano uomo! — pensava Guglielmo dirigendosi -verso l'albergo dove era alloggiato. — Con quale -calore mi ha stretto la mano nell'accomiatarmi! -<span class="pagenum" id="Page_457">[457]</span> -Quanto è stato amichevole il suo saluto nonostante -la freddezza con cui m'aveva accolto e la mia pertinacia -nel combattere le sue opinioni e respingere -i suoi consigli! — -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XLV.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p class="i4">.... è un'ardua impresa</p> -<p>Disciplinare il cuor pria che domati</p> -<p>N'abbian gli anni e i dolori i fieri spirti</p> -<p>E la calma impassibile fortezza</p> -<p>Apprendergli che sol chi soffre acquista.</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Hemans.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -La signora Prime aperse l'uscio del salotto, sporse -la testa girando cautamente lo sguardo intorno, poi, -col passo furtivo d'un gatto di casa che s'avventura -un po' oltre i limiti usati, s'avanzò dicendo: -</p> - -<p> -— Signorina Gertrude, che Dio vi benedica! Vi -date mai un da fare! Ecco che ora preparate per il -bucato quelle immense tende della signora Graham! -Io non me la piglierei cotesta briga: sapete che sarà -qui appena tra quindici giorni, sicchè la signora Ellis -ha tempo bastante. -</p> - -<p> -— Oh, fo per non stare con le mani in mano!-rispose -la fanciulla; poi, guardando piacevolmente -la vecchia cuoca, soggiunse: — Bella cosa essere di -nuovo tutti a casa, eh, signora Prime? -</p> - -<p> -— Bellissima! — esclamò questa con enfasi. — Ma.... -spero che il dirlo non sia nulla di male.... sarebbe -meglio ancora se si potesse continuare a starcene -così tranquilli, senza intrusioni! — -</p> - -<p> -Gertrude sorrise. -</p> - -<p> -— Mi sembra d'essere tornata al buon tempo antico, -quando venni qui la prima volta..... — E fece, -sospirando: — Ero una bambina, allora! -</p> - -<p> -— O adesso che cosa siete? Per amor del Cielo, signorina -Gertrude, non vi sognate d'invecchiare. <i>Chi -si sente</i> giovane <i>è</i> giovane.... Vedete, per esempio, la -signorina Marta Pace.... -</p> - -<p> -— Volevo appunto chiedere sue notizie, — disse -la fanciulla riprendendo le forbici, e cominciando a -scucire un'altra tenda. — È sempre viva e in buona -salute? -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_458">[458]</span> -</p> - -<p> -— Lei? Dio buono! Quella lì non morirà mai. Le -vecchie che hanno un'anima di giovanottina, campano -in eterno. Ma io ero venuta giusto per parlarvene, -della signorina Marta.... Il ragazzo che ha portato -il pane stamani era incaricato d'una sua imbasciata -per voi: dice che desidera vedervi appena -vi sia possibile. Ma s'io fossi ne' vostri panni non -avrei furia di correre là.... nè là nè in altri posti.... -Avete bisogno di riposarvi, signorina Gertrude; io -vedo che non state bene, siete sbattutina.... -</p> - -<p> -— Desidera vedermi? Povera creatura! Voglio andarci -oggi stesso. Non vi mettete in pena per me, signora -Prime: io sto benissimo. — -</p> - -<p> -E ci andò. Era il secondo giorno che passava nella -più angosciosa incertezza, ed ogni occasione di -muoversi, d'occuparsi, veniva da lei afferrata avidamente. -</p> - -<p> -Trovò la signorina Pace quasi piegata in due dai -reumatismi, vestita meno accuratamente dell'usato -e coccoloni davanti a un focherello di fascine e di -trucioli. Sembrava tuttavia di umore abbastanza -buono, e salutò la comparsa di Gertrude con esclamazioni -di cordiale piacere. -</p> - -<p> -La curiosità, per cui s'era sempre distinta, pareva -crescere anzichè diminuire con gli anni e gli acciacchi. -Ella tempestò la fanciulla di domande su ciò -che aveva fatto durante quell'anno d'assenza, sulle -cose che aveva vedute, sulle persone che aveva frequentate. -Si mostrò particolarmente desiderosa d'informazioni -circa la vita di Saratoga, le mode sfoggiatevi -dalle eleganti, le opportunità che il luogo offriva -alle ragazze di trovare un partito vantaggioso. -</p> - -<p> -— Voi dunque, — disse a Gertrude dopo che questa -l'ebbe pazientemente sodisfatta — non avete ancora -eletto un compagno. Peccato. È vero, — proseguì -con una smorfietta e un lieve gesto della mano — è -vero che non è mai tardi per meditare il nodo -coniugale, anzi spesso è stretto quanto mai felicemente -da persone di cinquant'anni e più; nè certo -una fanciulla nel fiore dei suoi giorni come voi, può -disperar d'incontrare un giovane sposo. Nondimeno -la vita è raddoppiata quando è divisa con un compagno -geniale: ed io mi confidavo che noi, signorina -<span class="pagenum" id="Page_459">[459]</span> -Gertrude, avremmo l'una e l'altra contratto prima -d'ora una sì fatta unione. L'esperienza detta le -mie parole quando dichiaro che la protezione d'un -consorte è preziosa per la donna. -</p> - -<p> -— Ma spero, signorina Marta, che voi non abbiate -dovuto soffrire a cagione di cotesta mancanza. -</p> - -<p> -— Al contrario, ne ho sofferto terribilmente! Sappiate -però che i dolori più crudeli sono stati quelli -del sentimento: sì, del sentimento, ch'è la parte più -delicata della natura femminile e che meno può sopportare -le ferite. -</p> - -<p> -— Mi duole assai di sentire che abbiate avuto anche -voi le vostre afflizioni. Credevo che vivendo così -sola vi fossero almeno risparmiate certe prove. -</p> - -<p> -— Oh, signorina Gertrude! — esclamò la vecchia -zittella levando in alto le mani e parlando con un -tono lamentoso che avrebbe commosso la sua interlocutrice -se fosse stato un tantino meno ridicolo. — Avessi -io le ali d'una colomba per involarmi lontano -dai miei consanguinei! Mi lusingavo d'essermi -sottratta alle loro ricerche, ma nel volgere di quest'ultimo -anno sono riusciti a scoprire il mio ritiro, -e non posso più eludere la loro vigilanza. Appena -comincio a rimettermi dal colpo d'una visita, il cui -solo fine, senza dubbio è quello di far l'inventario -dei miei averi e misurare la lunghezza del mio resto -di vita, ecco gli avvoltoi svolazzar di nuovo intorno -alla mia dimora. Ma, — ella esclamò alzando -la voce e gongolando manifestamente in cuor suo — cadranno -nel proprio tranello, perchè io li burlerò -tutti! -</p> - -<p> -— Non sapevo che aveste qualche parente. Parentela -di nome soltanto a quanto pare. -</p> - -<p> -— Nome? — disse la signorina Marta con enfasi. — Esulto -di gioia quando penso che non hanno l'onore -di fregiarsi d'un casato del quale sono indegni. -No, portano un nome diverso, plebeo, come le loro -anime grossolane. Sono tre fratelli, tutti e tre parimente -odiosi ai miei occhi. Uno di costoro, spregevole -bellimbusto, viene qui immaginandosi d'abbagliarmi -e incutermi rispetto con la sua presenza che -egli crede imperiosa: e mi chiama «zia, zia», per -attestare una consanguineità da cui egli ciecamente -<span class="pagenum" id="Page_460">[460]</span> -si illude d'esser fatto più prossimo ai miei beni. — Eccitata -fino al furore ella quasi urlò le ultime parole. — E -gli altri due, — soggiunse non meno rabbiosamente — sono -pitocchi! Pitocchi sono sempre -stati, e sempre saranno! Tal sia di loro! Io ne godo! -Voi m'intendete, cara signorina Gertrude, siete -una giovane di mente pronta ed aperta, ed io approfitto -della vostra presente «contiguità», la quale, -vogliate o no, potrebbe uno di questi giorni essere -interrotta dall'impazienza di qualche innamorato, -per chiedervi un favore ch'io non avrei mai -creduto di dover sollecitare. Ho bisogno di voi.... a -questo fine v'ho fatta chiamare.... per scrivere, — e -qui la vecchia signorina abbassò la voce — le ultime -volontà, il testamento di Marta Pace! — -</p> - -<p> -La voce sommessa tremava, esprimeva il senso di -profonda compassione per sè medesima onde Marta -Pace era compresa, e a cui Gertrude partecipava -sinceramente. Questa acconsentì di buon grado a sodisfare -il suo desiderio, in quanto poteva, avvertendo -però che ignorava totalmente le forme legali. -</p> - -<p> -Con suo stupore la vecchina affermò la propria -perfetta cognizione di tutte le disposizioni della legge -per il caso dato; e infatti dettò il contenuto dell'importante -documento in modo sì completo e impeccabile, -che quando, avendo alcuni mesi dopo la signorina -Pace reso l'anima a Dio, venne trovato debitamente -munito di testimonianze, firma e suggello, -non fu possibile attaccarlo per alcun vizio di forma -od altro, ed ebbe pieno effetto. -</p> - -<p> -Ma colui ch'era nominato unico erede dell'abbastanza -considerevole facoltà, non volle accettarla se -non per distribuirla equamente tra i parenti della -testatrice più bisognosi e più degni. Quantunque gli -uomini rispettabili che avevano prestato ufficio di -testimoni protestassero essere Marta Pace stata sana -di mente e conscia dei propri atti fino all'ultimo -momento, egli dichiarò di non poter ammettere che -una persona in possesso del suo buon senso commettesse -la pazza stravaganza di lasciare ad un -estraneo tutti i suoi risparmi faticosamente accumulati -e gelosamente custoditi per lunghi anni. -</p> - -<p> -Quell'erede universale era Guglielmo Sullivan, il -<span class="pagenum" id="Page_461">[461]</span> -cavaliere dalle rosee guance, il quale per lo stesso -spirito cavalleresco che gli aveva guadagnato il vergine -cuore e la gratitudine perenne della signorina -Marta, ricusava una ricompensa tanto sproporzionata -al lieve servigio reso. -</p> - -<p> -Il testamento recava un preambolo, esilarante e -commovente ad un tempo, in cui la bizzarra vecchietta -esponeva nel suo stile caratteristico le ragioni -e i sentimenti che avevano determinato la -scelta del suo erede. -</p> - -<hr class="tbs" /> - -<p> -«Una gentildonna già innanzi negli anni ma aggrappata -ancora alla vita e alle sue speranze e, riluttante -ad abbandonarle, per quanto provata da -contrarianti vicissitudini, è stata ultimamente costretta -dai suoi parenti a rammentarsi che innanzi -il rifiorire di un'altra primavera ella potrebbe essere -chiamata a raggiungere i Pace defunti: ramo della -famiglia che avvenuta la sua dipartita sarà estinto. -Col più cortese degl'inchini e un grazioso cenno -della mano la signorina Marta saluta passando i -rappresentanti dell'altro ramo, e li ringrazia del previdente -pensiero di ricordarle, prima che fosse troppo -tardi, l'opportunità di designare la persona in -cui favore ella desidera prendere le sue disposizioni -testamentarie. -</p> - -<p> -«E però ella ha girato tutt'intorno lo sguardo, -ha riveduto nello specchio della memoria tutti i suoi -conoscenti, ed ha eletto l'erede. Il giovane stesso, -il più perfetto tra i giovani gentiluomini dell'epoca -nostra, spalancherà gli occhi attonito e dirà: «Signora, -io non vi conosco!» Ma, caro signore, Marta -Pace, benchè vecchia, brutta ed inferma, ha un cuore -che sente con ardore giovanile. Ella non ha scordato, -e col suo ultimo atto vuol dimostrare quanto -viva sia la rimembranza, il bel garzone dalle rosee -guance che un giorno la sollevò dal suolo coperto -di ghiaccio, passò la sua mano avvizzita sotto il proprio -vigoroso braccio, e con radiosi sorrisi e confortanti -parole, scortò la vecchierella afflitta da reumatismi -fino alla casa ove doveva porsi al riparo -dalle intemperie invernali. -</p> - -<p> -«La signorina Marta ha un naturale amore della -<span class="pagenum" id="Page_462">[462]</span> -cortesia, e la deferenza mostrata da un gaio e bellissimo -giovanetto all'invalida e spregiata vecchiezza -d'una povera donna ha toccato in lei una corda -sensibile. La signorina Marta possiede, non è un -segreto, un piccolo tesoro, frutto dei suoi risparmi -d'anni ed anni, e poichè ella non potrà vigilare sull'uso -che ne sarà fatto, ha, dopo qualche intima lotta, -risoluto di preservarlo da profanazioni trasmettendolo -ad una persona dotata di vera gentilezza -qual'è il signor Guglielmo Sullivan, persuasa ch'egli -non farà mai disonore alla primitiva proprietaria, -nè permetterà che le ricchezze da lei accumulate si -sperdano per vie volgari.» -</p> - -<hr class="tbs" /> - -<p> -Seguiva un inventario del patrimonio; bizzarro -patrimonio composto d'un miscuglio eterogeneo di -ogni sorta di valori, e infine un testamento redatto -in forma accuratamente legale, che lo assegnava all'erede -nominato senza aggravio alcuno di legati o -altri obblighi. -</p> - -<p> -Non fu un agevole compito per Gertrude raccogliere -e mettere in iscritto esattamente le idee che la -confusa dettatura della vecchietta voleva esprimere; -e tre o quattro ore passarono prima che il documento -fosse ricopiato e la paziente e diligente scrivana -libera di tornarsene a casa. -</p> - -<p> -Il cielo era nuvoloso, e una pioggia minuta cominciava -a cadere quand'ella si mise in cammino; ma -la distanza non era grande, e tutto il male si ridusse -a una bagnatina. -</p> - -<p> -Emilia avvertì subito che i suoi vestiti erano un -po' umidi. -</p> - -<p> -— Va' nel salotto, — le disse — e siediti accanto -al fuoco. Io non scenderò che per il tè; ma c'è il -babbo che gradirà molto la tua compagnia; è stato -solo tutto il pomeriggio. — -</p> - -<p> -La fanciulla trovò il signor Graham nella sua poltrona, -davanti a un bel fuoco di legna, sonnecchiando -col giornale in mano. Ella prese un libro e una -seggiola, e andò a porsi vicino a lui. Ma il calore -essendo per lei eccessivo, si ritirò presto sur un sofà, -all'altro lato della stanza. -</p> - -<p> -In quella udì una scampanellata alla porta d'ingresso. -<span class="pagenum" id="Page_463">[463]</span> -La serva, che appunto passava per l'atrio, -aperse, e immediatamente fece entrare nel salotto il -visitatore. -</p> - -<p> -Era Guglielmo! -</p> - -<p> -Gertrude si rizzò, ma tremava da capo a' piedi -così forte, che non osò muovere un passo. Egli venne -innanzi, la guardò, esitante, poi domandò inchinandosi: -</p> - -<p> -— La signorina Flint?... È qui? — -</p> - -<p> -Ella divenne di fiamma. Volle rispondere e non -potè. -</p> - -<p> -Non era necessario, del resto. Quel rossore bastava. -Guglielmo la ravvisò, mosse vivamente verso di -lei, le afferrò la destra. -</p> - -<p> -— Gertrudina! È mai possibile? — -</p> - -<p> -La franchezza e la semplicità delle sue maniere, -l'ardore con cui le aveva preso e le teneva stretta -la mano tranquillarono alquanto la turbata giovanetta. -Il ghiaccio era rotto. Le riapparve per un -istante il caro ragazzo d'una volta, il compagno della -sua infanzia, l'amico diletto. -</p> - -<p> -— Oh, Guglielmo, sei tornato finalmente! Sono -tanto contenta di vederti! — -</p> - -<p> -Il suono delle loro voci destò il signor Graham che -s'era appisolato e non aveva udito nè la scampanellata -nè il passo del visitatore. Si voltò nel suo -seggiolone, poi si alzò da sedere. Guglielmo abbandonò -la mano di Gertrude e si fece incontro al padrone -di casa. -</p> - -<p> -— Il signor Sullivan, — balbettò ella tentando di -compiere secondo le regole la formalità della presentazione. -</p> - -<p> -E scambiata che ebbero i due signori la stretta di -mano di prammatica, sedettero tutti e tre. -</p> - -<p> -Allora Gertrude fu ripresa dal suo turbamento. -Non è raro il caso che, quando due amici intimi si -rivedono dopo una lunga separazione, si salutino e -s'abbraccino cordialmente, e poi, nonostante tutte le -cose che avrebbero da dirsi e che fanno ressa nel -loro cervello, cose da fornir materia di conversazione -per una settimana, nulla d'importante venga loro -sulle labbra, e a un momento di silenzio segua una -qualche domanda insulsa o frivola, per esempio rispetto -<span class="pagenum" id="Page_464">[464]</span> -al viaggio dell'arrivato, al suo bagaglio, o simili. -Ma ella non aveva bisogno di risposta neppur -a queste. Aveva già veduto Guglielmo; sapeva da -quanti giorni era di ritorno, e di dove fosse venuto, -e perfino con quale piroscafo; mentre dall'altro canto -le premeva di nasconderglielo. Il suo impaccio si -comunicò a lui, e la presenza del signor Graham, che -era una costrizione per entrambi, faceva peggiore il -caso. -</p> - -<p> -Infine il giovane disse: -</p> - -<p> -— Quasi non vi riconoscevo, Gertrude: anzi non -v'ho riconosciuta.... Come.... -</p> - -<p> -— Come siete venuto? — fece bruscamente il vecchio -interrompendolo, senza aver l'aria d'avvedersene. -</p> - -<p> -— Con l'<i>Europa</i>, — rispose egli. — Sbarcai a Nuova -York circa una settimana fa. -</p> - -<p> -— Intendevo qui, — replicò l'altro, piuttosto secco. — Avete -preso l'omnibus? -</p> - -<p> -— Scusate, signore, — disse Guglielmo — non avevo -capito. No, ho noleggiato un calessino. -</p> - -<p> -— S'è occupato qualcuno del vostro cavallo? -</p> - -<p> -— L'ho attaccato davanti alla casa. — -</p> - -<p> -Guglielmo andò alla finestra per vedere se l'animale -fosse ancora dove l'aveva lasciato. Scendeva -già il crepuscolo. -</p> - -<p> -Il signor Graham tornò ad accomodarsi nella sua -poltrona, e si mise a guardare il fuoco. Seguì una -seconda pausa, più penosa della prima. -</p> - -<p> -Questa volta ruppe il silenzio Gertrude, rispondendo -all'osservazione interrotta: -</p> - -<p> -— Anche voi siete molto mutato. — -</p> - -<p> -Subito temè che le sue parole lo avessero ferito, -potendo egli interpretarle in senso ben diverso, e di -nuovo il sangue le affluì alle gote. -</p> - -<p> -Ma egli non parve addarsene. -</p> - -<p> -— Sì, — disse — il clima dell'Oriente produce notevoli -alterazioni nell'aspetto di una persona; ma -non credo d'esser mutato quanto voi. Pensate, Gertrude, -ch'eravate una bambina quando io partii da -Boston! Dovevo pur sapere che troverei una signorina -fatta, ma non me la figuravo punto! -</p> - -<p> -— Quando lasciaste Calcutta? -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_465">[465]</span> -</p> - -<p> -— Verso la fine di febbraio. Passai la primavera -a Parigi. -</p> - -<p> -— Non me lo scriveste, — mormorò Gertrude con -voce spenta. -</p> - -<p> -— No, perchè ero in procinto sempre d'imbarcarmi, -e volevo farvi un'improvvisata. — -</p> - -<p> -Ella sentì di non aver mostrato la maraviglia che -egli s'attendeva, e si confuse. Tuttavia ripigliò: -</p> - -<p> -— Fui veramente in pena per la mancanza di lettere; -ma ci rivediamo, Guglielmo, e ne sono lieta -di tutto cuore. -</p> - -<p> -— Oh, non potete esserne lieta al pari di me! — egli -disse abbassando la voce e guardando la fanciulla -con grande tenerezza. — Più vi guardo e più -voi mi sembrate la <i>Gertrudina</i> d'un tempo.... Comincio -a credere però che avrei dovuto scrivere e -annunziarvi il mio arrivo. — -</p> - -<p> -Gertrude sorrise. Le maniere di Guglielmo erano -così immutate, le sue parole così affettuose, che sarebbe -stata ingratitudine mettere in dubbio la sua -amicizia, se anche ella non era più tutto per lui. -</p> - -<p> -— Ma no, — rispose — le improvvisate mi sono -sempre piaciute. Non ve ne ricordate? -</p> - -<p> -— Se me ne ricordo? Io non ho scordato nulla di -ciò che vi piaceva. — -</p> - -<p> -In quel momento gli uccellini indiani la cui gabbia -pendeva nel vano della finestra presso la quale -il giovane era seduto, presero a cinguettare come -solevano verso sera. Egli alzò gli occhi. -</p> - -<p> -— Sono i vostri uccellini, — disse ella — quelli che -mi mandaste da Calcutta. -</p> - -<p> -— Sempre tutti vivi e sani? -</p> - -<p> -— Sì, tutti. -</p> - -<p> -— Siete stata per loro una padroncina amorosa. -Quelle creaturine sono tanto delicate! -</p> - -<p> -— Li ho molto cari. -</p> - -<p> -— Oh, voi, Gertrude, vi prendete tal cura di coloro -che amate, da conservarli in vita quanto più a -lungo sia possibile! — -</p> - -<p> -Il tono, meglio ancora che le parole, esprimeva il -suo sentimento. Gertrude tacque. -</p> - -<p> -— La signorina Graham sta bene? — domandò -Guglielmo. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_466">[466]</span> -</p> - -<p> -Ella rispose che i suoi nervi avevano sofferto una -grande scossa nella terribile catastrofe per cui era -passata; vennero così a discorrere del piroscafo incendiato, -ma la fanciulla s'astenne dal dirgli che si -trovava anche lei tra i passeggeri. -</p> - -<p> -Guglielmo parlò con viva commozione del disastro, -biasimò severamente la temerità e la negligenza che -lo avevano cagionato; e terminò dicendo che v'erano -a bordo alcuni suoi pregiati amici, ma ch'egli ignorava -che ci fosse tra essi la signorina Graham, da -lui venerata ed amata per amor di Gertrude. -</p> - -<p> -A poco a poco la conversazione dei due giovani andava -facendosi più spigliata, inclinava all'antica familiarità. -Egli era venuto a sedersi sul canapè, accanto -a lei, a fine di parlare più liberamente, perchè -sebbene il signor Graham fosse, o almeno sembrasse -di nuovo addormentato, non si poteva già dimenticare -la sua presenza. -</p> - -<p> -Ma Gertrude evitava a bello studio certi soggetti -sui quali sarebbe stato naturalissimo che s'intrattenessero, -e anzi ch'ella manifestasse una curiosità -affettuosa: le cause dell'inopinato ritorno di Guglielmo, -la durata della sua permanenza in patria, -i suoi disegni per l'avvenire, e segnatamente le ragioni -che lo avevano indotto a differire più d'una -settimana, dopo arrivato, la visita alla fida amica. -Ella vietava a sè stessa queste domande. Non si sentiva -preparata a ricevere nè a chiedere le sue confidenze -su cose che indubitatamente concernevano -il suo fidanzamento con Isabella Clinton; pertanto -non solo non lo interrogò in proposito, ma si diede -gran pena di stornare il discorso s'egli accennava a -dirne qualche cosa. E Guglielmo, ferito nel profondo -dell'anima da quell'apparente strana indifferenza, si -ratteneva dal forzarla ad ascoltare particolari dei -quali ella mostrava di non curarsi. -</p> - -<p> -Parlarono della vita di Calcutta, delle novità di -Parigi, della scuola dov'ella aveva insegnato, e di -molte altre cose, ma non dissero parola di ciò che -stava loro sul cuore. Infine una delle persone di servizio -si presentò sulla soglia, e, senza vedere Guglielmo, -avvertì che il tè era pronto. Il signor Graham -si rizzò, e si volse, dando le spalle al fuoco. Si -<span class="pagenum" id="Page_467">[467]</span> -rizzò tosto anche il giovane e fece per accomiatarsi. -Con rigido tono d'urbanità il padrone di casa lo invitò -a rimanere. Gertrude avrebbe voluto insistere -perchè accettasse, ma egli ringraziò ricusando così -recisamente ch'ella comprese che la poco graziosa -accoglienza del signor Graham lo aveva offeso. -</p> - -<p> -Il vecchio gentiluomo non sentiva punta simpatia -per i giovanotti in generale, e Guglielmo era venuto -a disturbargli la beatitudine d'una di quelle ore di -quiete e libertà, divenute piuttosto rare; inoltre, e -questo era il peggio, ricordava sempre con amaro -cruccio che Gertrude aveva abbandonato Emilia e -lui (così egli considerava la sua coscienziosa elezione -tra due doveri in conflitto tra loro) a fine d'assistere -i parenti di quell'importuno visitatore. E, si -capisce, questo ricordo non era proprio a conciliare -al giovane Sullivan l'animo d'un uomo così caparbio -e ostinato nei suoi pregiudizi. -</p> - -<p> -Gertrude accompagnò il suo amico fino alla porta -di casa. La pioggia era cessata, ma il vento fischiava -sotto il portico. Voleva essere una serata fresca. -Guglielmo s'abbottonò l'abito, mentre s'accomiatava -promettendo di ritornare il giorno seguente. -</p> - -<p> -— Non avete soprabito, — ella disse. — L'aria della -notte è frizzante, e voi siete avvezzo a un clima -caldo. Fareste bene a prendere questo scialle. — -</p> - -<p> -Tolse dall'attaccapanni un grave <i>plaid</i> scozzese -che ci si trovava sempre per un caso di bisogno. -</p> - -<p> -Egli se lo gettò sul braccio ringraziandola, poi le -prese tutt'e due le mani tra le proprie, e la guardò -fisso negli occhi, come se bramasse dirle qualche -cosa. Ma visto ch'ella li distoglieva dal suo sguardo -amoroso, si spiccò da lei, la salutò con viso turbato -e scese la scalinata di corsa. Gertrude stette con la -gruccia della porta in mano finchè udì risonare i -passi del suo cavallo sulla strada, poi chiuse a precipizio -e s'affrettò a nascondersi nella sua camera. -Ella aveva sostenuto valorosamente la prova di quell'incontro -tanto desiderato e tanto temuto, aveva -recitato la sua parte con calma e naturalezza; ma -adesso tutto il suo coraggio l'abbandonava; pensava -ai giorni, ai mesi, agli anni futuri, e comprendeva -che prove più tremende l'aspettavano. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_468">[468]</span> -</p> - -<p> -Se Guglielmo si fosse mutato essenzialmente, se -fosse divenuto lo zerbinotto spensierato, galante, -mondano, o l'uomo d'affari, di cuor freddo, e intento -solo ai guadagni, ch'ella ultimamente, a volta a volta, -s'era figurata di dover forse trovare in lui, se -l'avesse salutata con gelida formalità, o con dura indifferenza, -o con goffo riserbo, avrebbe potuto disprezzarlo, -compatirlo o biasimarlo, e quindi amarlo -meno. Ma ritornava qual'era partito: franco e generoso, -affettuoso e virile; le manifestava la stessa -calda cordialità, la stessa delicata tenerezza di prima. -Insomma era il Guglielmo ch'ella aveva tanto -sognato, tanto amato. Evidentemente, pur avendo -dato il cuore ad un'altra, non dimenticava l'amica -della sua adolescenza. Amava Isabella d'amore, ma -conservava per Gertrude un sentimento quasi fraterno. -E mai non s'era pensato d'essere per lei più -che un fratello. -</p> - -<p> -Conveniva dunque ch'ella si preparasse a sopportare -la pena crudele di vederlo e udirlo parlare della -sua fidanzata, e augurargli ogni felicità come -una sorella al buon fratello affezionato. Ella doveva -vincere una passione di cui fino allora non aveva -conosciuto tutta la potenza, e trasformarla in semplice -amicizia. A quest'idea il suo povero cuore dolorante -si gonfiava, palpitava con violenza selvaggia, -irrefrenabile. -</p> - -<p> -Si gettò sul letto, nascose la faccia nel guanciale, -e pianse. -</p> - -<p> -La scosse una leggera picchiata all'uscio. Credendo -che la chiamassero per il tè, disse senza alzarsi: -</p> - -<p> -— Siete voi, Gianna? Non ho voglia di prender -nulla stasera.... -</p> - -<p> -— Non vengo per questo, signorina; — rispose la -ragazza — c'è una lettera. — -</p> - -<p> -Gertrude balzò a terra e corse ad aprire. -</p> - -<p> -— Un ragazzino me l'ha consegnata, ed è scappato -a gambe, — proseguì Gianna mettendole in -mano un plico voluminoso. — M'ha raccomandato -di darvela immediatamente. -</p> - -<p> -— Portatemi un lume, — disse ella. -</p> - -<p> -Mentre la servetta andava per il lume, Gertrude -esaminava il plico cercando d'indovinare che potesse -<span class="pagenum" id="Page_469">[469]</span> -contenere quella missiva di così straordinarie -dimensioni e tanto pesante. Non credeva possibile -che fosse la risposta del signor Amory: l'aspettava -al più presto entro il giorno seguente. Da chi mai -proveniva? Ma non appena Gianna rientrò recando -luce nella stanza, ella riconobbe la scrittura di lui: -ansiosamente ruppe il suggello ed estrasse dalla busta -parecchi fogli coperti di fitti caratteri. -</p> - -<p> -Li lesse con un'avidità e un'intensa commozione, -che la grave importanza del contenuto ben giustificava. -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XLVI.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Ha rapide e violente ore la vita</p> -<p>Che nel precipitoso corso l'opra</p> -<p>Fanno d'una tempesta....</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Hemans.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -Il manoscritto diceva così: -</p> - -<hr class="tbs" /> - -<p> -«Figliuola mia, mia dolce e amorosa creatura. -</p> - -<p> -«Poichè tu stessa m'incoraggi assicurandomi che -il peggiore dei miei timori era infondato (il timore -che fin dalla tua fanciullezza il mio nome fosse stato -infamato al tuo orecchio e il tuo giovane cuore -avesse appreso ad aborrire tuo padre); poichè posso -fare appello a te come a un giudice imparziale, ti -rivelerò il dramma della mia vita; e ti proverò così -che sei veramente mia figlia confidandomi che tu -almeno mi crederai e m'amerai ad onta dell'ingiustizia -del mondo. -</p> - -<p> -«Non voglio nasconderti nulla. Voglio palesare -anzi subito ciò che più pavento di dire: le spiegazioni -che seguono varranno, spero, ad attenuare -l'orrore della mia storia. -</p> - -<p> -«Il signor Graham è il mio patrigno, e la mia santa -madre, morta da lunghi anni, fu in tutto, fuorchè -nell'opera della natura, la vera madre d'Emilia. Ma -quantunque io sia, a questo titolo, congiunto di coloro -che tu ami tanto, mi divide da essi una terribile -maledizione: perchè fu la mia quella mano sciagurata -che precipitò l'infelice Emilia in perpetue tenebre, -(oh, non odiarmi ancora, Gertrude!). E non è -<span class="pagenum" id="Page_470">[470]</span> -tutto: a questo fatto orrendo s'aggiunse una grave -accusa che mi denigrava agli occhi dei miei simili: -l'accusa d'un delitto basso e vergognoso. Pure, io -che vivo sotto un bando, io che vo errante per il -mondo col cuore spezzato, vittima d'un funesto destino, -sono innocente d'ogni colpa volontaria, come -tu sarai persuasa se puoi fidare nella veracità di -ciò che ti narro. -</p> - -<p> -«La natura mi diede e l'educazione alimentò in -me uno spirito ribelle. Ero l'idolo di mia madre, donna -di debole complessione, la quale sebbene m'amasse -d'un amore per cui benedico sempre la sua memoria, -non aveva l'energia necessaria a domare e -governare la mia indole appassionata e pertinace. -Tuttavia, per quanto indisciplinato, non inclinavo -nè alla malvagità nè al vizio; m'arrogavo bensì un -dominio incontrastabile, tanto a scuola che a casa, -ma mi facevo molti amici, e nessun nemico. Quand'ecco -d'un tratto fu posto un freno all'estrema libertà -di cui godevo. Mia madre, ch'era vedova, sposò -il signor Graham, e subito sentii gravare duramente -la mano del suo secondo marito sulla mia -indipendente adolescenza. S'egli m'avesse trattato -con benignità, se si fosse cattivato il mio affetto -(come gli sarebbe stato agevole, perchè il mio cuore -ardente e sensitivo era disposto alla tenerezza e alla -gratitudine), egli avrebbe potuto avere un immenso -influsso sul mio carattere non ancora formato. -</p> - -<p> -«Invece fu il contrario. Egli usò verso di me un -contegno pieno di glaciale freddezza e di sussiego. Al -primo tentativo d'accostarmi a lui, fatto per esortazione -della mamma, chiamandolo col nome di padre, -venni respinto sdegnosamente, sicchè mi guardai -bene dal ricadere in questa colpa. Ma di quel titolo -ch'egli rifiutava, assumeva però tutti i privilegi e -tutta l'autorità, ferendomi così nei sentimenti più -delicati e nei più fieri, ed eccitando in me uno spirito -di ribellione ad ogni suo comando. -</p> - -<p> -«Due cose in ispecie mi amareggiavano e accrescevano -la mia avversione contro il prepotente patrigno: -l'una era l'assoluta dipendenza dalla sua -liberalità in cui sapevo di trovarmi; l'altra la confidenza -fattami imprudentemente, benchè con benevole -<span class="pagenum" id="Page_471">[471]</span> -intenzioni, da una persona di servizio ch'era -da molto tempo in casa Graham, circa l'origine della -sua antipatia per me: la quale pare fosse un'antica -inimicizia tra lui e mio padre, uomo onorevole e di -alti sensi, a cui ero superbo di rassomigliare, come -mi affermavano quelli che lo avevano conosciuto. -</p> - -<p> -«In questa guerra disuguale io mi trovavo soverchiato -dalla forza preponderante del nemico; ero -ancora un ragazzo, soggetto a tutela, e dall'altra -parte non potevo rimaner sordo alle implorazioni -di mia madre che mi supplicava di sottomettermi -per amor suo. Quindi io, soltanto in qualche caso, -quando mi pareva d'essere stato trattato con troppo -oltraggiosa ingiustizia, mi ribellavo apertamente; ed -anche allora c'era chi s'adoperava a ricondurre la -pace, e almeno l'apparenza della buona armonia, in -famiglia. -</p> - -<p> -«Così passarono parecchi anni, e, se non giungevo -ad amare il signor Graham, tuttavia la potenza -dell'abitudine, i miei studi che m'occupavano e m'appassionavano, -e una crescente padronanza di me -stesso, conferivano a rendermi più tollerabile la vita -nella casa del patrigno. -</p> - -<p> -«E poi c'era qualche cosa che mi compensava di -tutte le mie pene: il mio amore per Emilia, la quale -vi corrispondeva con pari tenerezza. Non l'amavo -già perchè era una preziosa mediatrice tra me e suo -padre, nè perchè si assoggettava pazientemente a -tutte le mie volontà e m'aiutava in tutti i miei disegni; -ma perchè le nostre anime erano fatte l'una per -l'altra, e più si sviluppavano e s'espandevano, più -forte le avvinceva un legame che solo una mano -barbara poteva strappare e spezzare. Non mi dilungherò -sull'ardore e la profondità di quest'affezione: -basti il dire ch'era divenuta la vita della mia vita. -</p> - -<p> -«Mia madre morì. Io ero purtroppo allora, a mal -mio grado, impiegato nel banco del signor Graham, -e abitavo sempre in casa sua. D'improvviso, senza -ragione e senza scusa, egli cominciò a modificare -la nostra vita domestica, seguendo una condotta non -meno stolta che crudele, la quale irritava il mio orgoglio, -torturava i miei sentimenti, eccitava la mia -focosa natura a segno da rendermi quasi pazzo. Si -<span class="pagenum" id="Page_472">[472]</span> -era proposto di privarmi dell'unico bene che m'allietasse, -che addolcisse i rigori della mia sorte: l'amore -d'Emilia. Tralascio di raccontarti i motivi che -io gl'imputavo, i mezzi ch'egli usava: ma erano tali -da cambiare la mia antipatia per lui in odio amarissimo, -la mia riluttante obbedienza ai suoi voleri -in aperta e deliberata opposizione. -</p> - -<p> -«Lungi dal rassegnarmi a un divieto che stimavo -tirannico, cercavo la compagnia d'Emilia in ogni -maniera, e persuadevo la gentile fanciulla a prestarsi -ai miei strattagemmi per sventare i disegni di suo -padre. Io non le parlavo d'amore, non tentavo di -legarla a me con una promessa, non accennavo al -matrimonio: un senso d'onore me lo proibiva. Ma -con una giovanile audacia che, temo, era il colmo -della follia e dell'imprudenza, coglievo tutte le opportunità, -fosse anche presente il signor Graham, -per manifestare la mia ferma determinazione di -mantenere liberamente con lei quella familiarità affettuosa -ch'era nata dalle circostanze, e non poteva -essere più repressa se non con la forza. -</p> - -<p> -«Emilia cadde malata, e durante sei settimane -non mi fu concesso di vederla un momento. Non appena -ella fu in istato d'uscire dalla sua camera, spiai -costantemente un'occasione di parlarle. Alfine mi si -offerse. Eravamo da un'ora insieme nella biblioteca, -quando il signor Graham venne a sorprenderci. Egli -s'avanzò verso di noi con una faccia di cui mai non -scorderò la durezza e la severità. Io non mi sgomentai -di quell'intrusione credendomi preparato a -sfidarne le probabili conseguenze; ma non potevo -aspettarmi un attacco di ben altra natura. -</p> - -<p> -«Ch'egli mi rimproverasse di disobbedienza a desiderî -da lui datimi a intendere in ogni possibile -modo, che mi dichiarasse più esplicitamente la sua -risoluzione di mettere una barriera tra la sua figliuola -e me, erano cose ch'io prevedevo, e mi trovavo -apparecchiato a rispondergli: ma quando egli -proruppe in sanguinose e volgari ingiurie, quando -furiosamente m'investì con ignobili accuse, apponendomi -fini egoistici e vili in cui neppure per un -attimo s'era mai fissato il mio pensiero, ammutolii -dallo stupore e dalla collera. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_473">[473]</span> -</p> - -<p> -«Nè questo fu il peggio. In presenza della pura -giovanetta ch'io adoravo egli m'imputò d'uno dei -più bassi, più neri delitti, del delitto di falso, affermando -che la mia colpa, allora allora scoperta, era -provata, indubitabile. -</p> - -<p> -«L'ira che m'ardeva dentro divampò. Alzai la -mano, strinsi il pugno. Che fossi in procinto di fare -non so dirtelo. Avrei trovato parole per asserire la -mia innocenza, respingere la calunnia, dimostrare -la falsità dell'imputazione? O, mancandomi la voce -soffocata dal furore, mi sarei slanciato sul mio patrigno, -scostandolo da me con violenza, buttandolo -forse a terra, e sarei corso fuori per calmarmi all'aria -aperta e raccogliere il mio spirito? Non posso -congetturarlo, perchè in quel punto un acuto grido -d'Emilia mi richiamò in me; e nel volgermi la vidi -cadere svenuta sul divano. -</p> - -<p> -«Ella pareva colpita a morte dall'orrore di quella -scena. Dimenticando ogni altra cosa mi precipitai -verso di lei, ansioso di soccorrerla. Accanto al divano -c'era un tavolino sul quale stavano parecchie -boccette. Frettolosamente ne afferrai una, e nella -mia agitazione m'accadde di versarne il contenuto, -ch'io credevo un'essenza corroborante, sulla faccia -d'Emilia, la quale giaceva supina.... Io non so di che -si componesse la funesta mistura, ma ahimè, gli effetti -ne furono evidenti.... l'atto irrimediabile era -compiuto.... e compiuto per mia mano! -</p> - -<p> -«Lo spasimo atroce ridestò nella sventurata fanciulla -la coscienza della vita. Ella balzò dal divano -e, urlando selvaggiamente, le braccia alzate sul capo, -come una pazza, si diede a correre attraverso -la stanza, poi s'acquattò in un angolo. Io la seguii -disperato, in preda a un'angoscia quasi pari alla -sua; ma ella mi respinse, stendendo le mani con -grida strazianti. -</p> - -<p> -«Il signor Graham, che su quel subito era rimasto -impietrito, s'avventò allora contro di me, furibondo. -Invece d'aiutarmi nei miei sforzi per sollevare -la povera Emilia da terra, egli, senza alcuna -pietà del mio stato, che era poco meno compassionevole -di quello di lei, inveì ferocemente, rimproverandomi -con parole crudeli, torturanti, che mi suonano -<span class="pagenum" id="Page_474">[474]</span> -ancora all'orecchio, d'esser la sola causa della -disgrazia, accusandomi d'avergli uccisa la sua figliuola; -e detto ch'ebbe, mi cacciò dalla stanza e -dalla casa, espulsione alla quale io, schiacciato dal -dolore e dal rimorso, non avevo la forza nè il desiderio -d'oppormi. -</p> - -<p> -«Oh, quanto fu terribile la notte, quanto terribile -il giorno seguente! Non posso darti un'idea di come -li passai. Fino all'alba andai errando per la campagna, -cercando invano di collegare i miei pensieri, -di riacquistare un po' di calma. Ma al riapparire della -luce, sebbene avessi ancora il polso febbrile e il -cervello eccitato, cominciai a comprendere la necessità -di tracciarmi una via di condotta. -</p> - -<p> -«La condizione infelicissima d'Emilia, l'ansia intensa -di conoscere i peggiori effetti dell'orrendo caso, -mi sollecitavano a recarmi furtivamente o palesemente, -ma il più presto possibile, alla casa del -signor Graham. Inoltre, tutto il poco ch'io possedevo, -consistente, quanto a denaro, nel solo residuo -del mio ultimo trimestre di stipendio, e quanto al -resto nei miei indumenti e qualche oggetto di valore -donatomi da mia madre, si trovava nella camera -da me fino allora occupata. Non potevo quindi -evitare di ritornarci almeno una volta. E presa questa -risoluzione mi riposi in cammino verso la città, -pronto, se era necessario, per ottenere notizie d'Emilia, -anche ad incontrarmi a faccia a faccia con suo -padre. -</p> - -<p> -«Tuttavia, quando fui vicino alla casa, titubai, -non osai proseguire. Il signor Graham non mi aveva -nulla risparmiato, neppure la minaccia d'espellermi -con la violenza se osassi ripresentarmi sulla -sua soglia: ed io temevo d'avventurare il mio temperamento -focoso in una colluttazione con quell'uomo -al quale avevo fatto già male abbastanza. -</p> - -<p> -«Non avevo io forse col terribile mio atto della -sera innanzi, atto di cui già presagivo le funeste -conseguenze, desolato la vita dell'unica e adorata -sua figliuola, sepolto sotto un nero pallio le sue più -care speranze? No, per nulla al mondo non avrei -voluto aggiungere al mio involontario misfatto la -colpa d'alzar la mano su colui che per quanto ingiusto -<span class="pagenum" id="Page_475">[475]</span> -fosse stato verso un giovanetto innocente, -era punito con un castigo assai troppo severo. -</p> - -<p> -«Io sapevo che il suo furore era implacato, che -egli avrebbe potuto eccitare il mio fino alla frenesia, -e però mi proposi di non affrontarlo inconsideratamente. -Un colloquio con lui dovevo averlo, a fine -di confutare le calunniose accuse portate a mio carico; -ma non tra le mura della sua casa, dove sua -figlia soffriva per causa mia. Là, nel banco dove egli -pretendeva ch'io avessi commesso un falso, ed, in -presenza de' miei colleghi, avrei pubblicamente negato -il delitto appostomi, e sfidato l'accusatore a darne -le prove. -</p> - -<p> -«Ma anzi tutto bisognava ch'io vedessi Emilia, o -che almeno avessi sue notizie. Prima d'incontrarmi -con quel padre, conveniva che conoscessi esattamente -la natura e la gravità del male ch'io gli avevo -fatto nella sua creatura. E per questo m'era forza -attendere il favore delle tenebre, ed introdurmi nella -casa di soppiatto. -</p> - -<p> -«Vagai tutto il giorno, assillato dal mio cruccio, -senza gustare nè desiderare cibo e riposo. Il pensiero -della mia povera, adorata, torturata Emilia -m'era presente sempre, mi tormentava indicibilmente. -Le ore mi parevano eterne. Quella giornata conta -ne' miei ricordi quanto un anno intero di miserie. -Scese alfine la notte: una notte oscura, nuvolosa. -L'aria era densa d'una nebbia così fitta, che nascondeva -ogni cosa intorno alla distanza di pochi passi. -La casa non m'apparve che quando fui davanti al -portone. C'era fermo un legno che io riconobbi per -il carrozzino del dottor Jeremy. Sussultai. Le sue -visite ad Emilia erano cessate da più d'una settimana: -lo avevano dunque richiamato a cagione della -disgrazia! Data la presenza del medico, doveva esserci -di certo anche il signor Graham. Perciò non -entrai, e celato dalla nebbia attesi il momento opportuno. -</p> - -<p> -«Da uno spiraglio del portone potevo esplorare -con lo sguardo l'interno dell'atrio. Vidi due volte la -signora Ellis scendere e risalire; alfine scese il dottore, -a passi lenti: il signor Graham lo seguiva, e -poichè quegli se n'andava direttamente, lo trattenne -<span class="pagenum" id="Page_476">[476]</span> -per interrogarlo sullo stato della figliuola, come arguivo -dalla profonda ansietà che si dipingeva nel -suo volto, mentre con una mano sulla spalla di quel -vecchio amico della famiglia cercava di leggergli -negli occhi la sua opinione. Il dottore mi volgeva il -dorso, e io non potevo giudicare delle sue risposte -se non dall'effetto che producevano sul padre d'Emilia, -il quale nell'aspetto già sconvolto, abbattuto, tradiva -un'angoscia crescente ad ogni sillaba proferita -dalle labbra del medico le cui oneste e sincere parole -erano oracoli per chi conosceva la somma sua perizia. -</p> - -<p> -«Non occorrevano quindi altre testimonianze perchè -fosse ribadita in me la certezza che il fato della -sventurata fanciulla era irrevocabile; e guardando -con pietà l'afflitto padre, pensando con terrore ch'io -ero l'agente immediato in quell'opera di distruzione, -sentivo ch'egli non poteva maledirmi più fieramente -di quanto io maledissi me stesso. Ma per grandi che -fossero il mio dolore e il mio pentimento, non mai -scemati, d'aver avuto parte nello scatenarsi di quella -tempesta in cui la giovanetta era così miseramente -naufragata, non giungevo a dimenticare che ben -maggior colpa ne aveva il signor Graham, nè a perdonargli -la scellerata ingiustizia e gli oltraggi che -mi avevano tratto di senno e snervato per modo da -rendere uno strumento di rovina la mia mano tesa -a recare soccorso. -</p> - -<p> -«Quando poi, partito il dottor Jeremy, uscì anche -il mio patrigno, ed io, osservandolo mentre passava -sotto un lampione, vidi che all'espressione di -dolore già era succeduta sulla sua faccia quella consueta -di sussiego, di compiacimento di sè e d'arroganza; -quando compresi, udendo il picchiare sonoro -e misurato della sua mazza sul lastrico, ch'egli era -assai lontano dalla mia umiltà e dalla mia contrizione, -cessai di sprecare quei sentimenti pietosi di -cui egli non pareva aver gran bisogno e che ancor -meno meritava. Non compiansi più che me solo, e -fissai il mio sguardo su quella figura d'uomo duro -e superbo, con l'anima riboccante d'un odio implacabile. -</p> - -<p> -«Non ritrarti da me, mia Gertrude, nel leggere -<span class="pagenum" id="Page_477">[477]</span> -questa franca confessione della mia natura appassionata -e in quel momento eccitatissima. Tu forse -non sai che sia odiare; ma fosti mai posta a simili -prove? -</p> - -<p> -«Non appena il signor Graham ebbe svoltato il -canto, m'avvicinai alla casa; il portone era chiuso, -ma avevo la mia chiave: apersi ed entrai. Tutto pareva -tranquillo: nelle stanze terrene non c'era nessuno. -Salii pian piano, passai in una stanzina in -fondo al corridoio che metteva nella camera d'Emilia -ed aspettai un pezzo. Non s'udiva una voce, non -si vedeva anima viva. Alfine, temendo che il mio -patrigno ritornasse presto, risolsi d'andare nella camera -mia, ch'era al secondo piano, a prendere il mio -denaro ed alcuni oggetti di valore di cui non volevo -privarmi, e poi scendere nella cucina ed ottenere almeno -quelle notizie d'Emilia che avrebbe potuto darmi -la cuoca, certa signora Prime, donna d'ottimo -cuore, la quale, n'ero sicuro, m'avrebbe compatito. -</p> - -<p> -«Mi riuscì d'attuare la prima parte del mio disegno, -ma a piè della scala di servizio m'imbattei nella -signora Ellis che veniva dalla cucina con una -tazza di brodo in mano. Costei era in casa Graham -da poche settimane, messavi per ispiare le mie azioni, -e perciò a me invisa. Ella conosceva tutti i particolari -della disgrazia, ed era stata testimone della -mia espulsione. Al vedermi si fermò di botto, gettò -un grido soffocato, lasciò cadere la tazza e fece l'atto -di fuggire, come davanti a una bestia feroce: infatti -il mio aspetto in cui si dipingevano una selvaggia -disperazione e il digiuno e la stanchezza, doveva -darne l'idea.... -</p> - -<p> -«Io le sbarrai il cammino e la forzai ad ascoltarmi. -Ma prima ch'io potessi rivolgerle la domanda -che mi bruciava le labbra ella proruppe, confermando -i miei più atroci timori: -</p> - -<p> -«— Via di qui, ribaldo, via! Volete accecare anche -me? -</p> - -<p> -«— Dov'è Emilia? — gridai. — Permettete ch'io -la vegga! -</p> - -<p> -«— Vederla, voi? Orribile scellerato! No, ha già -troppo sofferto per causa vostra. Pensa anche lei -che basta, oramai. Lasciatela in pace. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_478">[478]</span> -</p> - -<p> -«— Che intendete dire? — io feci con un urlo, -scotendo violentemente per le spalle la governante -le cui parole mi sbranavano il cuore, mi rendevano -frenetico. -</p> - -<p> -«— Che intendo dire? — ella continuò. — Che -Emilia non vedrà mai più nessuno: e quando pur -avesse mille occhi, voi non vorrebbe vedervi certo! -</p> - -<p> -«— Dunque anch'ella mi odia? — io esclamai, -piuttosto parlando a me stesso che interrogando la -donna. -</p> - -<p> -«Ma ella rispose prontamente: -</p> - -<p> -«— Se vi odia? Oh, sì, e peggio.... Non può trovare -termini abbastanza severi per voi.... Mormora -fino tra' suoi spasimi: «Crudele! Malvagio!» E via -dicendo. Il suono del vostro nome la fa raccapricciare, -e a noi tutti è proibito di pronunziarlo in sua -presenza. — -</p> - -<p> -«Non aspettai d'udir altro: mi volsi e mi precipitai -fuori. -</p> - -<p> -«Quella fu la crisi della mia vita. Il fulmine mi -aveva colpito e atterrato. Speranze terrene, felicità, -fortuna, buon nome, tutto già era perduto; un'unica -luce solitaria brillava ancora nelle mie tenebre: l'amore d'Emilia. -In esso fidavo; solo in esso. Ed ecco -che perdevo anche quello; e ciò era perdere la mia -giovinezza, la mia fede, la suprema speranza del -Cielo. Io non ero più niente sulla terra: poco m'importava -dove andassi nè che avvenisse di me. -</p> - -<p> -«Da quel momento cessai d'esser <i>io</i>. Scese su me -la nube che da allora m'avvolge e sotto la cui oscura -ombra tu mi vedesti e conoscesti. Fui tocco da quel -male che mutò il gaio mio riso in un sorriso amaro, -che diede i toni dell'ironia mal celata e del sarcasmo -al mio parlare, un tempo franco e piacevole. -I miei capelli incanutirono precocemente, i miei lineamenti -presero un'espressione dura, spesso severa; -i miei simili, per i quali nobilmente ambivo divenire -un benefattore, m'apparvero come antagonisti -armati contro cui avrei dovuto sostenere una -perpetua guerra; e il Dio che avevo adorato, nel -quale avevo creduto come in un amico fedele e un -giusto vendicatore, chi era Egli? dove era Egli? perchè -non faceva trionfare la mia innocenza? Di qual -<span class="pagenum" id="Page_479">[479]</span> -nero e premeditato delitto ero colpevole perchè mi -abbandonasse così? Ahimè, sventura somma fra le -mie sventure, avevo perduto la fede nel Signore. -</p> - -<p> -«Non so da qual parte mi diressi, uscendo dalla -casa del signor Graham. Le strade che attraversai -m'erano, senza dubbio, tutte familiari, ma non ne -rammento neppur una: soltanto so che non mi fermai -finchè non venni a trovarmi all'estremità d'una -banchina, con gli occhi fissi sull'acqua profonda, tentato -di spiccare pazzamente un salto e inabissarmi -nell'oblio eterno! -</p> - -<p> -«Senza quell'ultimo colpo che aveva abbattuto la -mia virile energia, mi sarei attaccato ancora alla vita, -almeno per rivendicare la mia buona fama; non -avrei mai voluto lasciare di me una memoria denigrata -da cui gli uomini m'avrebbero giudicato e su -cui Emilia avrebbe pianto. Ma ora che m'importava -più della gente? Ed Emilia? Aveva cessato d'amarmi, -e però non si sarebbe afflitta: ed io non bramavo -più altro che la tomba, il nulla. -</p> - -<p> -«Vi sono istanti nella vita in cui una parola, uno -sguardo, un pensiero, possono pesare sulla bilancia, -del fato, e determinare un destino. -</p> - -<p> -«Così m'avvenne. Io ero incapace di concepire un -qualsiasi disegno: il caso risolse per me. Un rumore -di remi nell'acqua mi scosse dalla mia apatia; pochi -minuti dopo una barchetta venne ad ormeggiarsi a -breve distanza dal posto dove stavo. Tostò udii da -presso, sulla banchina, un passo rapido e sonoro, e -voltandomi vidi al lume della luna che usciva appunto -da un cumulo di nubi, un robusto uomo di -mare con una grave giacca impermeabile sotto il -braccio destro e una vecchia sacca da viaggio nella -mano sinistra. Egli aveva una faccia rubiconda e -gioviale, e nel passarmi accanto per saltare nella -barca dove due marinari lo aspettavano, coi remi -stillanti sollevati, pronti a rituffarli, mi picchiò cordialmente -una spalla esclamando: -</p> - -<p> -«— Ebbene, mio bel signorino, v'imbarcate con -noi? — -</p> - -<p> -«Senza esitare io risposi di sì. L'uomo diede un'occhiata -alla mia faccia, e un'altra al mio vestito, il -quale parve fargli pensar bene di me circa la condizione -<span class="pagenum" id="Page_480">[480]</span> -sociale e la possibilità di pagare la traversata; -e disse ridendo: -</p> - -<p> -«— A bordo, dunque! — -</p> - -<p> -«Con suo stupore, perchè aveva creduto che scherzassi, -io saltai nella barca, e alcuni minuti dopo mi -trovavo a bordo d'una bella nave a tre alberi, in -procinto di salpare: non sapevo per dove. -</p> - -<p> -«Appena in capo a due o tre giorni di navigazione -appresi ch'era diretta a Rio Janeiro: ma a me, -qua o là, faceva lo stesso. -</p> - -<p> -«Io non ero l'unico passeggero: avevo per compagna -di viaggio la figliuola del capitano, a nome -Lucia Grey, la quale sembrava a casa propria, tanto -sopra coperta che sotto. Durante la prima settimana -quasi non m'accòrsi della sua presenza, e -probabilmente avrei compiuto l'intera traversata -senza occuparmi di quella giovanetta, mezzo bambina, -mezzo donna, se il mio strano e misterioso contegno -non l'avesse tratta a condursi verso di me in -un modo che mi maravigliò e finì col commuovermi. -La mia aria selvaggia e smarrita, la mia continua -irrequietudine, la ripugnanza che avevo per il cibo, -l'indifferenza che mostravo per tutto quanto m'accadeva -dintorno, la colpirono ed eccitarono la sua -compassione. Da principio mi credette squilibrato -di mente, e mi trattò come tale. Spesso veniva a sedersi -sulla tolda, di fronte a me, e stava a guardarmi -per un'ora buona, ignorando o non curandosi -d'essere a sua volta osservata: poi se n'andava con -un profondo sospiro. Ogni tanto m'offriva qualche -bocconcino prelibato, pregandomi che mi sforzassi -di mangiare; e poichè io, commosso da quella gentile -benevolenza, accettavo più volentieri il nutrimento -dalla sua mano che da un'altra, queste piccole -attenzioni divennero quotidiane. -</p> - -<p> -«A misura però che il mio aspetto e le mie maniere -si ricomponevano, e il tormento febbrile a cui -ero in preda si quotava in una malinconia profonda -ma meno torbida e fiera, ella si comportava con maggiore -ritegno; e quando cominciai ad essere più simile -al comune degli uomini, a sedermi a tavola con -gli altri, a dormire nel mio camerotto una parte almeno -della notte invece di passarla tutta passeggiando -<span class="pagenum" id="Page_481">[481]</span> -sul ponte, Lucia cessò di frequentare quella -parte della nave dove solevo stare durante la giornata; -sicchè di rado avevo occasione di scambiare -una parola con lei, se non la cercavo apposta. -</p> - -<p> -«Ma avemmo tempi burrascosi che mi costringevano -a cercare rifugio nella cabina, e là quasi sempre -m'incontravo con la fanciulla che, seduta sulla -traversa di poppa, leggeva o contemplava le onde -agitate. Il viaggio era lungo; necessariamente quindi -ci si trovava spesso insieme, tanto più che il capitano -Grey, quegli che m'aveva scherzosamente invitato -ad imbarcarmi, continuava a mostrare una -cordiale simpatia per me, e incoraggiava benignamente -quell'amicizia considerandola come un aiuto -a trarmi dal mio stato di malinconia, il quale sembrava -stupire e addolorare il gioviale comandante -del bastimento quasi quanto la sua pietosa e sensitiva -figliuola. -</p> - -<p> -«La timidità di Lucia andava a poco a poco dissipandosi, -e molto innanzi il termine della traversata -io non ero più un estraneo per lei. Ella parlava -meco familiarmente, o, piuttosto, <i>mi</i> parlava: perchè -mentre io, nonostante qualche accenno di curiosità -da parte della ragazza, mantenevo un rigido silenzio -circa i casi miei, ai quali non potevo nemmeno <i>pensare</i> -nonchè <i>discorrerne</i>, ella, in compenso, s'ingegnava -d'intrattenermi raccontandomi la storia della -sua vita, di cui mi riferiva con semplice franchezza -quasi tutti i particolari. -</p> - -<p> -«A volte l'ascoltavo attento; a volte, assorto nelle -mie dolorose riflessioni, non udivo più la sua voce e -dimenticavo la sua presenza. Allora ella s'interrompeva, -e quando, scotendomi dalla mia fantasticheria, -alzavo subitamente gli occhi, sorprendevo il suo -sguardo fisso nel mio volto con un'espressione di -rimprovero che mi faceva raccogliere tutta la mia -forza di volontà per mostrare di prestarle una seria -attenzione, che spesso ella alfine riusciva a cattivarsi -davvero. -</p> - -<p> -«Fino ai quattordici anni Lucia era vissuta con -sua madre in una casina sul Capo Cod. Soltanto a -rari intervalli il focolare domestico veniva rallegrato -dal ritorno del padre da uno de' suoi lunghi viaggi. -<span class="pagenum" id="Page_482">[482]</span> -Di solito si recavano in quelle occasioni nella -città dove il bastimento era approdato, passavano alcune -settimane in continuo tripudio, e poi se ne -tornavano a piangere la partenza del gaio capitano, -e a contare le settimane e i mesi che dovevano trascorrere -prima di rivederlo. -</p> - -<p> -«E infine avvenne che la madre ammalò e morì. -Lucia mi diceva con parole commoventi il suo immenso -dolore, e quanto amaramente il babbo aveva -pianto apprendendo al suo arrivo la triste notizia; -mi narrava la sua vita a bordo della nave che dopo -la perdita della mamma era divenuta la sua casa; -mi confidava come si sentisse mesta e abbandonata -quando infuriava la burrasca ed ella, mentre il capitano -era al suo posto sul ponte, sedeva sola sola -nella cabina, ascoltando l'urlo del vento e il ruggito -delle onde. -</p> - -<p> -«Ella aveva gli occhi gonfi di lacrime nel parlare -di queste cose, ed io la guardavo con pietà come -una che il dolore faceva mia sorella. Ma le prove -sofferte non potevano tuttavia soffocare in lei i vivaci -e baldi spiriti giovanili. Cinque minuti dopo -finito di raccontare con patetica eloquenza un episodio -delle sue precoci peripezie, se il padre, sempre -allegro, capitava a sorprenderla con qualche burletta -e a stuzzicarla provocando le sue rappresaglie, -ella era già bell'e pronta a un duello di frizzi, e perfino -di scherzi un po' rudi. La cabina o la tolda risonavan -di chiassose risate, di motti giocosi, le malinconie -erano dimenticate; e io, rifuggendo da una -gaiezza che mal s'accordava con la mia infelicità -e feriva i miei nervi irritati, mi ritiravo in qualche -angolo remoto a meditare e piangere su miserie per -le quali non potevo sperare simpatia, cui nessuno -poteva partecipare, che dovevo soffrire solo, senza -conforto. -</p> - -<p> -«Le mie sventure m'avevano reso così misantropo, -che la gara di piacevolezze tra il buon capitano -e la sua vispa figliuola, il riso musicale con cui la -fanciulla rispondeva alle barzellette di due o tre vecchi -marinari privilegiati, mi urtavano come un'offesa: -nè avrei creduto possibile che una creatura -tanto poco atta a comprendere le profonde mie pene, -<span class="pagenum" id="Page_483">[483]</span> -come Lucia, provasse per me una compassione sincera, -se non avessi talvolta veduto, non senza commozione, -la sua innocente ilarità cadere d'un tratto, -e dar luogo ad un'aria grave e triste, quando per -caso i suoi sguardi incontravano il mio viso addolorato, -reso più scuro ancora dal contrasto con la -sua allegria e quella de' suoi compagni. -</p> - -<p> -«Ma non devo più dilungarmi sulla nostra vita -a bordo, perchè ho da riferire gli eventi di anni, e -conviene ch'io mi tenga nei limiti d'una concisa -esposizione dei fatti. M'astengo dunque dal descriverti -la spaventosa tempesta durante la quale, per -due giorni e una notte, la povera Lucia fu pazza di -terrore, e che a me, noncurante dei disagi, indifferente -al pericolo, diede occasione di contraccambiare -la sua benevolenza, prodigandole tutte le cure e tutti -i conforti ch'era in mia facoltà darle. Ma questo ed -altri casi del lungo viaggio, conferirono a farle concepire -una fiducia in me che quando fummo arrivati -in porto mi pose a una difficile prova, piuttosto -impacciante. -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XLVII.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p class="i2">Non rigettar</p> -<p>La mia preghiera! Questo lungo errare</p> -<p>Sempre più lunge, troppo m'ha estenuato,</p> -<p>Nè so una spiaggia dove il disperato</p> -<p>Mio dolor possa mai requie trovare.</p> -<p class="i6"><span class="smcap">E. B. Browning.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -«Il capitano Grey morì. Eravamo a circa sei o -sette giorni di navigazione da Rio Janeiro quando -cadde improvvisamente ammalato, e tre giorni innanzi -che gettassimo l'àncora in quel porto esalò -l'ultimo respiro. Io aiutai Lucia ad assisterlo, gli -chiusi gli occhi, e portai tra le mie braccia la fanciulla -svenuta, in un'altra parte della nave. Le feci -riprendere i sensi, e tentai di confortarla con parole -affettuose; ma quando ella ebbe piena coscienza della -sua sventura, s'abbattè in una cupa disperazione -più penosa a vedersi che la precedente assoluta insensibilità. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_484">[484]</span> -</p> - -<p> -«Suo padre non aveva in alcun modo provveduto -a lei; nè invero egli avrebbe potuto farlo come provò -in seguito lo stato de' suoi affari. Ben a ragione la -poveretta si doleva della triste sua sorte, perchè ella -si trovava senza altri parenti e senza denaro, e doveva -sbarcare in una terra straniera che non offriva -alcun ricovero all'orfana. -</p> - -<p> -«Seppellimmo il capitano in mare. Compiuto il lugubre -ufficio, andai in traccia di Lucia, e procurai -novamente, come già m'ero provato senza alcun successo, -di destare in lei il sentimento della sua condizione, -e deliberare sul da farsi, posto ch'eravamo -già vicini al porto, e tra alcune ore saremmo stati -costretti a lasciare il bastimento e cercare alloggio -nella città. Ella m'ascoltò, ma non aprì bocca, -</p> - -<p> -«Infine accennai alla necessità di separarci, e le -domandai che idee avesse per il suo avvenire. La -sua risposta fu uno scoppio di lacrime. -</p> - -<p> -«Io manifestai tutta la mia pietà per il suo cordoglio, -la esortai a non disperarsi. -</p> - -<p> -«Allora, tra i singhiozzi, e interrompendosi spesso -per dare in esclamazioni di dolore, ella si raccomandò -con semplicità infantile alla mia compassione, -supplicandomi di non lasciarla, anzi diceva di -non «abbandonarla», ricordandomi ch'era sola al -mondo, e che toccando terra sarebbe stata sperduta -in paese straniero, implorando la mia misericordia -perchè la salvassi dal morire derelitta e disperata. -</p> - -<p> -«Che dovevo fare? Mi trovavo anch'io solo e sperduto, -la mia vita non aveva alcun fine. Eravamo -tutt'e due del pari, orfani e desolati. Non v'era che -un punto di differenza: io potevo lavorare e proteggerla, -ella non era in grado d'aiutarsi. A <i>me</i> ella -offriva una ragione di vivere: il rifugio ch'io avrei -offerto <i>a lei</i>, per quanto povero, sarebbe stato sempre -qualche cosa di meglio che il rimanere esposta -ad ogni sorta di sofferenze e di pericoli. Io le dissi -chiaramente che ben poco avevo da darle; perfino -il mio cuore era spezzato. Ma volentieri avrei lavorato -per sostentarla, l'avrei difesa, consolata, e forse -anche amata, col tempo. -</p> - -<p> -«L'ingenua fanciulla non pensava al matrimonio -invocando il mio appoggio: cercava la protezione -<span class="pagenum" id="Page_485">[485]</span> -d'un amico, non già un marito. Io le spiegai che -soltanto il vincolo coniugale poteva impedire la nostra -separazione, ed ella nell'umiltà della sventura -finì con l'accettare la mia non molto lusinghiera -profferta. -</p> - -<p> -«L'unico confidente del nostro subitaneo fidanzamento, -l'unico testimonio della cerimonia nuziale, -seguita poche ore dopo, fu un vecchio marinaro, un -veterano incotto dal sole e dai venti, che aveva conosciuto -ed amato Lucia fin da bambina, e il cui -nome ti sarà probabilmente familiare: Ben Grant. -Egli scese a terra con noi e ci accompagnò alla chiesa, -che fu la nostra prima mèta, e poi nel più che -modesto alloggio di cui bisognava per allora contentarsi. -Il buon uomo si dedicò alla figlia del suo -capitano con abnegazione; ma ahimè, in un frangente -che or ora saprai, il suo zelo fu malinteso e -riuscì funesto. -</p> - -<p> -«Dopo molte difficoltà ottenni un impiego da un -negoziante nel quale riconobbi per caso un ottimo -amico del mio defunto padre. Egli era stabilito a -Rio da parecchi anni, ed esercitava un vasto traffico. -Volentieri m'accolse nella sua casa commerciale -in qualità di commesso, e di tanto in tanto mi -mandava anche a trattare affari in posti più o meno -lontani. Le mie occupazioni erano regolari e proficue, -sicchè presto non solo fui al riparo dal bisogno, -ma potei procurare alla mia giovane sposa una -certa agiatezza, se non il lusso. -</p> - -<p> -«Il suo carattere dolce, il buon animo e l'umor -gaio con cui aveva sopportato le privazioni, l'ardore -de' suoi sforzi per rendermi felice, non rimasero senz'effetto. -Combattei la mia torva malinconia, pervenni -a rasserenare il mio aspetto; e le rughe precoci -che la sua piccola mano amorosamente spianava, alfine -non ricomparvero più. Il breve tempo che passai -con tua madre, Gertrude, è un episodio soave nella -memoria della tempestosa mia vita. Giunsi ad amarla -molto; non come amavo Emilia.... questo sarebbe -stato impossibile.... ma ella era il fiore solitario che -cresceva sulla tomba delle mie speranze giovanili -e diffondeva intorno a me una gentile fragranza. La -figliuola ch'ella mi diede non m'è più cara perchè è -<span class="pagenum" id="Page_486">[486]</span> -una parte di me stesso che per essere il frutto di -quel caro fiore, tanto presto divelto e schiacciato.... -</p> - -<p> -«Circa due mesi dopo la tua nascita, bambina -mia, innanzi che i tuoi occhi avessero appreso a sorridere -alla vista di tuo padre necessariamente molto -spesso lontano da casa, gli affari di cui ero incaricato -quale agente mi chiamarono in una piazza -piuttosto distante da Rio. Ero assente da quasi un -mese, avendo dovuto estendere il mio viaggio oltre -l'itinerario fissatomi, e avevo sempre mandato regolari -notizie a Lucia (la quale, però, credo non ricevette -mai le mie lettere), quando capitai in un posto -i cui dintorni erano infestati da malaria. Per amore -della mia famiglia presi tutte le precauzioni a fine -d'evitare l'infezione, ma furono inutili. La terribile -febbre mi colse e giacqui settimane tra la vita e la -morte. Durante la mia malattia fui crudelmente negletto, -perchè non avevo colà alcun amico, e l'esiguità -della mia borsa non allettava i mercenari: ma -la pena in cui ero per Lucia e per te, superava di -gran lunga i patimenti fisici, pur tanto gravi. -</p> - -<p> -«La mia immaginazione inquieta mi suscitava -ogni sorta di paure: ahimè, nessuna delle peggiori -s'avvicinava alla realtà che m'attendeva al mio ritorno. -Dopo un'interminabile degenza, ripresi la via -di Rio, emaciato, estenuato, quasi privo di denaro -e con le vesti lacere. E quando cercai la mia casa -la trovai deserta, e fui ammonito d'allontanarmene, -poichè la funesta epidemia della quale io ero stato -preda, aveva poco meno che spopolato quella strada -e le adiacenti. Benchè facessi le più minuziose -inchieste, non potei saper nulla di mia moglie e -della mia creatura. Corsi all'orribile carnaio dove -durante l'infierire della pestilenza venivano esposti -i cadaveri non riconosciuti; ma tra quei miserandi -avanzi sfigurati era impossibile distinguere i propri -congiunti dagli estranei. Errai giorni e giorni per -la città sperando d'ottenere qualche informazione -concernente Lucia: nessuno l'aveva mai udita menzionare. -Esplorai tutte le banchine che Ben Grant, -al quale v'avevo affidate, tua madre e te, soleva frequentare, -chiesi di lui, descrivendo esattamente la -sua persona: non ne scopersi la minima traccia. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_487">[487]</span> -</p> - -<p> -«Il mio primo pensiero era stato ch'egli e Lucia -si fossero, com'era naturale, rivolti al negoziante -per cui viaggiavo a fine di conoscere la causa della -mia prolungata assenza. E però trovando vuota la -mia casa avevo affrettato il passo in cerca di lui. -Anch'egli era caduto vittima del morbo dominante! -Il suo banco era chiuso, la sua ditta cancellata. Io -continuai le indagini finchè l'ultimo bagliore di speranza -non fu spento. Ma venni assicurato che quasi -nessuno tra gli abitanti del rione dove avevo lasciato -la mia famiglia era sfuggito al flagello; e persuaso -alfine che il mio fato continuava a perseguitarmi -con un implacabile furore di cui quest'ultimo -colpo, ch'io mi avrei dovuto aspettare, non era se -non un singolo sfogo, disperatamente risolsi d'imbarcarmi, -pagando la traversata col mio lavoro, sulla -prima nave che mi portasse a questo prezzo lontano -dai luoghi pieni di così strazianti ricordi. -</p> - -<p> -«Da quel punto cominciò quella corsa angosciosa -attraverso il mondo, senza termine e senza requie, -in cui si riassume la mia vita. Con vari propositi, e -lottando con varia fortuna per conseguirli, viaggiai -in tutte le regioni del globo. Non v'è quasi una terra -che il mio piede non abbia premuta; ho navigato -tutti i mari, respirato l'aria di tutti i climi. Ho vissuto -parimente nella città e nel deserto, fra gli uomini -inciviliti e fra i selvaggi. Ed ho imparato la -triste verità, che la pace non esiste in nessun luogo, -e che l'amicizia per lo più è un nome vano. Se -sono giunto a odiare, a sfuggire, a disprezzare il -genere umano, è perchè io lo conosco bene. -</p> - -<p> -«Una volta visitai perfino la dimora dove trascorse -la mia adolescenza. Non conosciuto, non veduto, -calcai il suolo familiare, mirai le facce familiari -benchè tocche dal tempo. Stetti davanti alla -finestra della biblioteca del signor Graham, vidi l'aspetto -sereno d'Emilia, contenta, felice nella sua -cecità e nell'oblio del passato. Una fanciulla sedeva -accanto al fuoco tentando di leggere alla luce vacillante -della fiamma. Io non sapevo allora che desse -un così dolce incanto alla sua fisonomia pensosa, -nè perchè il mio sguardo vi si posasse con raro piacere: -nessuna voce diceva al mio cuore paterno che -<span class="pagenum" id="Page_488">[488]</span> -io contemplavo il volto della mia figliuola. Non giurerei -che il forte impulso da cui mi sentivo spinto -ad entrare, a farmi riconoscere, ad implorare da -Emilia una parola di perdono non fosse per prevalere -sul timore del suo sdegno; ma in quella apparve -il signor Graham, con la sua aria glaciale e severa, -ed io fuggii di là.... Il giorno seguente ripartivo -alla volta di luoghi lontani. -</p> - -<p> -«Quantunque nei diversi lavori che ero costretto -a intraprendere per mantenermi decentemente, io -guadagnassi spesso tanto da poter godere una temporaria -indipendenza, e concedermi il lusso di costosi -viaggi, non pensavo ad accumulare un patrimonio: -a che m'avrebbe servito, poichè non avevo -da provvedere che alla sodisfazione de' miei bisogni -immediati? Ma il caso mi gettò dinanzi quella ricchezza -ch'io non m'affannavo a cercare. -</p> - -<p> -«Dopo un anno passato nelle selvagge solitudini -dell'Occidente, tra avventure il cui racconto ti sembrerebbe -incredibile, seguitai ad attraversare quella -regione, compiendo, senza compagni, un aspro e lungo -viaggio, il quale aveva l'unico fine d'appagare -il mio umore vagabondo. Venni così a trovarmi nel -paese che fu poi chiamato la «terra promessa», -nonostante che per molti dei cupidi emigranti fosse -invece una terra di false lusinghe e di amari disinganni. -Tuttavia per me ne scaturì l'oro di cui non -avevo sete. Io fui tra i primi scopritori delle prodigiose -miniere, e uno dei più fortunati, benchè dei -meno diligenti e meno bramosi d'arricchirsi. -</p> - -<p> -«Ma questa non fu la sola nè la maggiore delle -fortune toccatemi. Coi primi frutti delle mie fatiche -comperai un'immensa distesa di terreni, approfittando -di un'occasione offertasi. Ero ben lungi dal sognarmi -che quei campi deserti diverrebbero un giorno -le strade e le piazze d'una grande e prospera -città. Eppure fu così: ed io senza sforzi, quasi senza -saper come, acquistai ricchezze favolose. -</p> - -<p> -«Non è tutto. Il caso felice che guidò i miei passi -alla terra dell'oro, mi condusse a scoprire una perla -preziosa, un tesoro a paragone del quale le miniere -della California sono un nulla ai miei occhi. -</p> - -<p> -«Tu sai che il grido della conquista corse il mondo, -<span class="pagenum" id="Page_489">[489]</span> -e uomini d'ogni nazione portarono le loro braccia -al campo della fortuna. Poi venne la fame, seguita -dalla malattia e dalla morte; e molti furono -quelli che mentre s'affrettavano ansiosamente verso -l'aurea mèsse, caddero sul margine della via prima -d'averla pur veduta ondeggiare da lontano. -</p> - -<p> -«Per quanto io disprezzassi quell'avida canaglia, -non potevo, nelle mie privilegiate condizioni, ricusarmi -di soccorrere gli sciagurati che venivano ad -abbattersi ai miei piedi; e, per una volta, la mia -umanità trovò la sua ricompensa. -</p> - -<p> -«Un uomo di miserabile aspetto, cencioso, sfinito, -mezzo morto, si trascinò fino alla mia tenda (il paese, -in quel tempo primitivo, non offriva altra abitazione) -e con voce fievole si raccomandò chiedendo la -carità. Io lo accolsi nell'angusta mia dimora, e non -gli fui avaro delle cure che ero in grado di prestargli. -Ma egli non soffriva che d'inedia, e quando si -fu satollato, manifestò subito la selvaggia brutalità -della sua natura nell'arcigna indifferenza con cui -ricevette l'ospitalità benevolmente concessagli da un -estraneo, e nella vile ingratitudine con cui ne abusò. -In capo ad alcuni giorni le sue forze erano ristorate, -sicchè io, desideroso di levarmi d'attorno -quell'intruso il quale cominciava a condursi in modo -da farmi dubitare della sua buona fede, lo avvertii -che doveva andarsene, non senza però mettergli -in mano una quantità d'oro sufficiente ad assicurare -il suo sostentamento finchè fosse giunto -alle miniere ove diceva d'essere diretto. -</p> - -<p> -«L'uomo parve malcontento. Mi chiese il permesso -di rimanere fino alla mattina seguente non avendo -egli alcun ricovero per la notte che già s'avvicinava. -Io accondiscesi, perchè non m'immaginavo qual serpente -avessi riscaldato al mio focolare. In sulla -mezzanotte un leggero rumore mi destò: ci voleva -poco a turbare il mio sonno che non era mai profondo. -Mi rizzai e vidi l'ospite affaccendato a impadronirsi -del mio denaro, e pronto a svignarsela senza -salutarmi. La sua ribalderia andò più oltre. Nell'atto -ch'io l'agguantavo rimproverandogli il furto -vergognoso, egli afferrò un'arme che si trovava lì -presso, e attentò alla vita del suo benefattore. Ma -<span class="pagenum" id="Page_490">[490]</span> -io stavo all'erta; rapidamente schivai il colpo, ed -essendo il più forte, in pochi momenti ebbi ridotto -all'impotenza il mio disperato avversario. Costui si -trascinò alle mie ginocchia implorando grazia con -l'abietta sommissione che si conveniva a un così -spregevole furfante. E ben aveva di che tremare, -perchè la legge di Lynch era allora nel suo pieno vigore, -e faceva giustizia sommaria dei criminali. -</p> - -<p> -«Avrei probabilmente abbandonato il traditore alla -sorte meritata, se egli non avesse per caso scoperto -alla mia cupida brama un oggetto desiderabile -a segno, ch'io gli offersi la libertà come prezzo del -suo possesso, con un ardore in cui dimenticai il castigo -dovuto a tanta perfidia. -</p> - -<p> -«Il ladro, obbedendo al mio comando, vuotò le -sue tasche per restituirmi l'oro, la cui perdita non -m'avrebbe oltremodo afflitto: e mentre il vil metallo -rotolava ai miei piedi, vidi brillare tra le monete -un gioiello <i>mio</i>, legittimamente <i>mio</i> quanto il resto; -e quella vista mi colmò di maraviglia e di gioia, -più che se fosse stato una stella caduta dal cielo. -</p> - -<p> -«Era un anello assai singolare per il disegno e -la fattura, già appartenuto a mio padre, portato poi -da mia madre fino al tempo delle sue seconde nozze, -e da lei allora dato a me. Io lo tenevo caro come -un'eredità preziosa, ed era uno dei pochi oggetti -di valore presi meco nell'abbandonare la casa -del mio patrigno. L'avevo lasciato, insieme con un -orologio e qualche altro piccolo gioiello, a Lucia, -quando m'ero separato da lei a Rio, e rivedendolo -mi sembrava udire una voce da una tomba. -</p> - -<p> -«Con ansiosa avidità interrogai il mio prigioniero -per sapere come quell'anello fosse venuto nelle -sue mani, ma egli si chiuse in un ostinato silenzio. -Ora toccava a me supplicarlo; e alfine, la promessa -che, terminato il suo racconto, l'avrei lasciato partire -immune dalla «fustigazione della giustizia»<a class="tag" id="tag6" href="#note6">[6]</a> -gli strappò il segreto che per me aveva un'importanza -vitale. Ti riferirò in poche parole la sua intralciata -e scucita narrazione. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_491">[491]</span> -</p> - -<p> -«Quell'uomo era Stefano Grant, il figlio del mio -vecchio amico Ben. Egli aveva udito dalla bocca di -suo padre la dolorosa storia della tua mamma, e la -circostanza d'un violento alterco tra il marinaro e -quella megera di sua moglie quando egli le aveva -portato in casa la giovane straniera, era servita ad -imprimerla bene nella memoria del ragazzaccio. -</p> - -<p> -«A quanto rilevai da ciò che Stefano mi disse, -pare che la mia prolungata assenza e la mancanza -di notizie mentre io giacevo malato, fossero interpretate -dal fedele ma troppo diffidente amico e consigliere -della mia sposa, come un volontario e crudele -abbandono. La povera figliuola, per la quale la -mia vita passata era un mistero, e rimanevano quindi -inesplicabili molti particolari del mio carattere -e della mia condotta, cominciò a sentirsi persuasa -che i timori e i sospetti del buon vecchio non erano -infondati. Ella s'era rivolta al mio principale, a fine -d'ottenere qualche informazione; ma egli, che mi sapeva -esposto all'epidemia e mi credeva oramai nel -numero dei morti, non volendo desolarla le aveva -dato risposte così oscure ed ambigue, da mutare -quasi in certezza le sue vaghe apprensioni. Tuttavia -si ricusò fermamente di lasciare la nostra casa, e -attaccandosi a un'ultima speranza stette ad aspettarvi -il mio ritorno finchè il morbo non principiò a -menare strage nel vicinato. Il suo piccolo gruzzolo -era già finito, le forze sì morali che fisiche le venivano -meno, e Ben, sempre più sicuro che l'ingenua -Lucia era stata tradita e abbandonata, potè finalmente -indurla a vendere la sua mobilia, e grazie alla -somma così raccolta fuggire dal paese infetto prima -che fosse troppo tardi. Ella partì per Boston con -un bastimento su cui il suo umile protettore s'era -imbarcato in qualità di marinaro; e, giunti in porto, -egli la condusse nella sola casa che poteva offrirle: -la sua. -</p> - -<p> -«Là si compì il fato della tua sventurata madre -con la sua morte nel fior degli anni, e tu, bambinetta, -restasti sola alla mercè della femmina crudele -che unicamente la coscienza d'un crimine commesso -e la tema di essere scoperta, rattenne dal cacciarti -fin da allora fuor del misero asilo trovato -<span class="pagenum" id="Page_492">[492]</span> -sotto il suo tetto. Questo crimine consisteva in un -vilissimo furto perpetrato da lei e dal già infame -suo figlio in danno dell'innocente e infelice Lucia -che la sua debolezza rendeva oramai una facile preda -per la loro rapacità. -</p> - -<p> -«I frutti del ladrocinio non furono però mai goduti -da Annetta Grant, il cui promettente rampollo -tanto la superava in duplicità ed astuzia, che fattosi -consegnare i gioielli col pretesto di venderli bene, -si tenne per sè ciò che gli parve opportuno, e s'appropriò -il denaro ricavato dal resto. -</p> - -<p> -«L'anello antico ora tornato in mio possesso, la -preziosissima reliquia di una luttuosa tragedia, -avrebbe seguìto la sorte degli altri oggetti rubati se -non fosse parso al ladro di poco valore. Ma esso salvò, -temporariamente almeno, lo sciagurato Stefano -dal castigo dei felloni che certo aspetta quel peccatore -impenitente; e quanto a me.... ah, quanto a <i>me</i> -rimane dubbio ancora se il segreto di cui fu la chiave -consolerà la vita che m'avanza o farà pesare sovr'essa -una più grave maledizione! -</p> - -<p> -«Quantunque le informazioni così ottenute suscitassero -in me l'eccitante idea che la mia figliuola -vivesse ancora e potesse alfine essermi resa, io non -osavo abbandonarmi a quest'ardita speranza, perchè -nulla m'assicurava che non fosse destinata a perire -in germe, che il perduto tesoro di cui avevo miracolosamente -scoperto le tracce non dovesse di nuovo -sfuggire alle mie ansiose ricerche. A tutte le domande -concernenti te, mia Gertrude, Stefano, il quale -non aveva più ragione alcuna di nascondermi la -verità, rispose che non era in grado di comunicarmi -particolari posteriori al tempo in cui eri andata a -stare con Trueman Flint. Egli sapeva che il lampionaio -t'aveva ricoverata la notte che Annetta ti -cacciò in istrada, e un caso gli apprese, di lì ad alcuni -mesi, la tua permanenza in quel luogo di rifugio, -essendo stato il vecchio (per dire come disse -lui) tanto solennemente imbecille da recarsi di spontanea -volontà a risarcire sua madre del danno da -te fatto in uno sfogo d'infantile vendetta alla vetrata -d'una sua finestra. -</p> - -<p> -«Di più non giunsi a rilevare, ma era uno stimolo -<span class="pagenum" id="Page_493">[493]</span> -sufficiente perchè io m'adoprassi con tutte le -mie energie a ritrovar la mia creatura. Pieno il cuore -di quest'unico desiderio, m'affrettai a partire per -Boston. Non durai fatica a rintracciare le notizie del -tuo benefattore, e quantunque fosse morto da anni, -non poche persone, degne di fede, m'attestarono le -sue grandi virtù, che ben erano conosciute. Nè la -sua figliuola adottiva era dimenticata nel quartiere -dove aveva passato l'infanzia. Più d'una voce rispose -alle mie inchieste con accento di gratitudine, -enumerando le ragioni di ricordare la fanciulla che -essendo venuta in prospere condizioni dopo aver provato -la povertà, s'era fatta un dovere e un piacere -di soccorrere nei loro bisogni i suoi vicini d'un tempo, -le cui sofferenze le erano note per avervi partecipato. -</p> - -<p> -«Ma, ahimè, alla somma delle mie tristi vicissitudini, -una ancora doveva aggiungerne l'inesorabile -destino.... Nel momento ch'io m'accertavo che -mia figlia viveva ed era al sicuro, nel momento che -il mio cuore paterno esultava al suono delle lodi da -cui sentivo accompagnare il suo nome, mi colpirono -come un fulmine queste parole tremende: «Ella è -ora la figliuola adottiva della dolce Emilia Graham, -della buona signorina cieca!» -</p> - -<p> -«O strana coincidenza! O giusto guiderdone. Mentre -mi credevo sul punto di vedere la cara mia speranza -divenire una felice realtà, la mano ferrea di -quel destino che non voleva lasciarsi sfuggire la sua -vittima, mi afferrava un'altra volta, e mi schiacciava.... -La mia creatura, la mia unica figliuola, -stretta da vincoli di gratitudine e d'affetto, fin dai -suoi teneri anni, a colei nel cui volto non oserei fissare -lo sguardo, se fosse conscia della mia presenza, -per tema di leggervi una condanna che mi fiaccherebbe -l'anima per sempre! -</p> - -<p> -«Le terre e i mari che ci dividevano finora, mia -Gertrude così lungamente perduta per me, sembravano -alla mia immaginazione torturata un ostacolo -meno insormontabile del fatto che la sola creatura -umana nel cui amore ancora speravo, era stata educata -in una famiglia dove io ero odiato, dove il solo -mio nome destava un senso d'orrore! -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_494">[494]</span> -</p> - -<p> -«Straziato dal pensiero tormentoso che tutte le -mie preghiere, tutte le mie spiegazioni sarebbero -state impotenti a cancellare quella prima impressione, -che le mie cure, la mia tenerezza, per quanto -grandi non avrebbero ottenuto altro che un freddo -e formale riconoscimento dei miei diritti, o, peggio -ancora, un'ipocrita larva d'amor filiale, quasi risolsi -di lasciar ignorare a mia figlia da chi fosse nata, -di rinunziare a veder mai il suo viso piuttosto che -imporle la terribile necessità di scegliere tra l'adorata -amica e un padre da cui l'animo suo rifuggiva -con raccapriccio e terrore come da un reo di neri -delitti. -</p> - -<p> -«Dopo aver molto combattuto con sentimenti contrari, -in fiera lotta tra loro, deliberai di tentare una -prova: conoscere la mia Gertrude, ma guardandomi -bene dallo scoprirle chi io fossi. Mi confidavo, e lo -confermarono i fatti, che i mutamenti enormi operati -dal tempo nel mio aspetto, mi permetterebbero -di nascondere l'esser mio alle persone con cui non -avevo avuto una lunga dimestichezza; e però m'avvicinai -alla casa del signor Graham, senza paura -di tradirmi. La trovai chiusa, e, a quanto pareva, -deserta. -</p> - -<p> -«Mi diressi allora verso il troppo noto banco. Là -un commesso, non bene informato, mi disse che tutta -la famiglia del suo principale, te compresa, aveva -passato l'inverno a Parigi, e che allora si trovava -in Germania, a Baden-Baden. Io, senza indugio, presi -il piroscafo per Liverpool, e da Liverpool proseguii -speditamente alla volta dell'elegante cittadina -tedesca, una giterella per me, avvezzo a ben altri -viaggi. -</p> - -<p> -«Senza avventurarmi sotto gli occhi del mio patrigno, -colsi un'occasione di farmi presentare alla -sua nuova moglie, e presto seppi dalla loquace signora -che Emilia e tu eravate rimaste a Boston, e -che in quei giorni vi ospitava il dottor Jeremy. -</p> - -<p> -«Io presi immediatamente la via del ritorno, e -durante la traversata feci la conoscenza del dottor -Gryseworth e di sua figlia: conoscenza che fu per -me preziosa avendomi agevolato il modo d'avvicinarmi -a te. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_495">[495]</span> -</p> - -<p> -«Arrivato a Boston, corsi alla casa del dottore. -Come già quella del signor Graham, la trovai abbandonata -dai suoi inquilini e in apparenza chiusa -per la stagione. Per fortuna potei interrogare un -uomo occupato a riparar lo scalino della soglia. Egli -mi rispose che la famiglia era assente, ma non sapeva -dirmi dove fosse andata; soggiunse però che -c'erano le persone di servizio, le quali m'avrebbero -informato. Arditamente io tirai il campanello. Venne -ad aprire la signora Ellis: la donna che venti -anni addietro aveva crudelmente, spietatamente, fatto -risonare al mio orecchio le parole con cui m'annunziava -la morte della mia ultima speranza sulla -terra. Vidi alla prima occhiata che il mio «incognito» -era sicuro, giacchè ella incontrò il mio sguardo -acuto e penetrante senza tremare, nè retrocedere -o fuggire, come certo avrebbe fatto alla vista dello -spettro di Filippo Amory. -</p> - -<p> -«Ella rispose alle mie domande con altrettanta -freddezza e compostezza che a quelle di forse una -mezza dozzina di delusi clienti del dottore: egli era -partito per Nuova York la mattina stessa, e non -sarebbe ritornato che fra due o tre settimane. -</p> - -<p> -«Nulla poteva meglio favorire il mio disegno. Io -t'avrei raggiunta, avrei fatto conoscenza con te, a -poco a poco, quale compagno di viaggio. -</p> - -<p> -«Tu sai come riuscii nel mio intento. Ora seguendovi, -ora precedendovi, mi mantenni sempre vicino -a voi. Per conferire in qualche modo al tuo benessere -e a quello d'Emilia, per conoscere il vostro itinerario, -prevenire i vostri desiderî, accaparrarvi le -camere migliori e assicurarvi le premure della servitù, -non risparmiai nè pene nè spese. -</p> - -<p> -«Della libertà con cui potei accostarti, e penetrare -qualche volta nel vostro circolo, sono, ahimè, -in gran parte debitore alla cecità della tua protettrice; -perchè non posso dubitare che altrimenti nè il -tempo, nè i mutamenti da esso prodotti, le avrebbero -impedito di riconoscermi. Perciò soltanto all'ultimo -atto di questo dramma, quando ci trovammo -a faccia a faccia con la morte, e la dissimulazione -divenne impossibile, osai fare udire un momento ad -Emilia la mia voce. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_496">[496]</span> -</p> - -<p> -«Nessuno le cui facoltà mentali non siano talora -state acuite e vivificate da qualche ragione così forte, -può comprendere quanto intensamente io osservassi -ogni tua azione, pesassi ogni tua parola, cercassi -di leggerti in viso ogni pensiero: e chi giungerà -a misurare l'angoscia del tenero padre che di -giorno in giorno imparava ad amare di più ardente -e più profondo affetto la sua creatura, eppure non -ardiva stringerla al suo seno? -</p> - -<p> -«Specie quando ti vidi oppressa da un grave ed -intimo dolore, soffersi struggendomi di proclamare -il mio diritto alla tua confidenza, e più d'una volta -mi sarei tradito, se non m'avesse frenato il timore -che m'incuteva la dolce Emilia... dolce con tutti -fuorchè meco! Io non sopportavo l'idea che la mia -confessione trasformasse per te l'amico fidato in un -padre aborrito! Mi rassegnai a vegliare sulla mia -figliuola celatamente, a tenermi distante da lei come -un estraneo, piuttosto che apparirle quale il temuto -tiranno che poteva strapparla dalla casa donde egli -stesso era stato cacciato, ai cuori caldi d'amore per -lei, ma per lui di sasso e di ghiaccio. -</p> - -<p> -«Così serbai il silenzio; ed a volte, presente ai tuoi -occhi, ma ancor più spesso nascosto, m'aggirai sul -tuo cammino fino al giorno funesto, indimenticabile, -in cui obliando tutto fuorchè la salvezza tua e di -Emilia, il mio cuore parlò, tradì il suo segreto. -</p> - -<p> -«E adesso tu sai tutto: le mie follie, le mie sventure, -i miei dolori, i miei peccati! -</p> - -<p> -«Puoi tu amarmi, Gertrude? Questo solo ti chiedo. -Io non pretendo di toglierti alla famiglia ch'è -divenuta la tua, non voglio privare la povera Emilia -d'una figliuola che ella forse ha cara quanto io -stesso. L'unico balsamo che cerca la mia anima straziata, -è la semplice e sincera promessa che tu ti <i>proverai</i> -almeno a voler bene al tuo babbo. -</p> - -<p> -«Io non ho alcuna speranza in questo mondo, nè, -ahimè, nell'altro, fuorchè te sola. Se tu sentissi come -batte il mio cuore contro le sbarre della sua prigione, -comprenderesti che ove non trovi un po' di -calma, si spezzerà bentosto.... Vuoi calmarlo tu con -la tua pietà, mia dolce creatura adorata? Vuoi consolarlo -col tuo amore? Se sì, vieni, stringimi fra le -<span class="pagenum" id="Page_497">[497]</span> -tue braccia, mormora al mio orecchio parole di pace! -In vista della tua finestra, nel vecchio padiglione -rustico all'estremità del giardino, aspetto, palpitando, -di udire il suono dei tuoi passi....» -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XLVIII.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Le appare una celeste visione: in un fulgore</p> -<p>D'aurora a lei ritorna il suo perduto amore;</p> -<p>È colmato l'abisso, è la notte fuggita</p> -<p>Il cui mister separa la morte dalla vita.</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Hemans.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -Non appena gli occhi di Gertrude, che avidamente -divorano il manoscritto, cadono sulle ultime parole, -ella balza in piedi e si precipita fuor della camera, -dove rimangono sparsi per il pavimento i fogli scivolati -dal suo grembo nel rizzarsi. -</p> - -<p> -Scende le scale di volo, scappa dalla porta posteriore -dell'atrio, si slancia attraverso il praticello, che -è dietro la casa, ora tutto umido della rugiada vespertina, -ed entra nel padiglione dall'uscio opposto -a quello dove Filippo Amory, con le braccia conserte -e lo sguardo fisso, attende la sua venuta. -</p> - -<p> -Egli non ode il suo passo, tanto è leggero; prima -che si sia accorto della sua presenza, ella gli si getta -sul petto, e tutta tremante, tutta scossa dalla violenza -della sua agitazione che, a lungo repressa, -adesso la soverchia, prorompe in un pianto veemente, -interrotto solo da frequenti e profondi singhiozzi. -Suo padre se la stringe al cuore così forte, che ella -ne sente i palpiti precipitati, e tenta di sedar quella -tempesta di dolore e di gioia, mormorando dolcemente, -come a un bambino: -</p> - -<p> -— Chetati, chetati, creatura mia, tu mi fai spavento! — -</p> - -<p> -E a poco a poco, calmata dalle blande carezze paterne, -la fanciulla perviene a dominare i suoi nervi, -e solleva la faccia, sorridendogli fra le lacrime. -Stanno così alcuni minuti, in un silenzio che dice -più delle parole. Avvolta nelle pieghe del pesante -mantello con cui egli la ripara dalla fresca aria -notturna, e sempre stretta nel suo vigoroso amplesso, -<span class="pagenum" id="Page_498">[498]</span> -Gertrude sente che la comunione delle loro anime -è compiuta; e all'esule ramingo che da sì lungo -tempo non aveva più provato il dolce influsso d'un -sorriso amoroso, brilla nelle pupille tutta la tenerezza -sgorgante dal suo cuore non indurito nè inaridito -dalla solitudine. -</p> - -<p> -La luna, che ogni tanto si nasconde dietro una -nube, quando torna a far capolino li rivede nel medesimo -atteggiamento. Alfine, uscita in uno spazio -libero e sereno, contempla al chiaro suo lume il padre -che alza verso di sè il viso della figliuola e fissandola -negli occhi roridi e lucenti, rimovendo carezzevolmente -dalla sua fronte i capelli scomposti, -le chiede con accento di commovente preghiera: -</p> - -<p> -— Mi amerai dunque? -</p> - -<p> -— Oh, vi amo, vi amo! — risponde Gertrude chiudendogli -la bocca con un bacio. -</p> - -<p> -A questa fervida affermazione i lineamenti fino -allora contratti di Filippo Amory si rilassano: egli, -l'uomo forte, china il capo sulla spalla di lei, e -piange. -</p> - -<p> -Ma per un momento. Ella, vedendolo sopraffatto -così dalla piena dei suoi sentimenti, si ricompone, -lo prende per mano e gli dice, in un tono fermo e -risoluto che lo scuote: -</p> - -<p> -— Venite! -</p> - -<p> -— Dove? — egli esclama guardandola stupito. -</p> - -<p> -— Da Emilia. — -</p> - -<p> -Egli rabbrividisce, e scrollando la testa in atto di -triste scoraggiamento retrocede invece di seguirla -nella direzione in cui ella vorrebbe trarlo. -</p> - -<p> -— Non posso! — mormora con voce spenta. -</p> - -<p> -— Ma ella v'attende! V'attende, e piange e prega, -struggendosi nel desiderio del vostro ritorno! -</p> - -<p> -— Emilia!... Tu non sai quello che dici, bambina -mia.... -</p> - -<p> -— Dico il vero, babbo! Siete voi quello che s'inganna! -Emilia non vi odia, non v'ha odiato mai. Ella -vi credeva morto da molti anni: ma la vostra voce, -benchè udita una volta sola, le ha quasi fatto perdere -la ragione, tanto profondamente ella v'ama sempre. -Venite, e vi dirà lei, meglio ch'io non possa, quale -sciagurato errore abbia fatto di voi due martiri. — -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_499">[499]</span> -</p> - -<p> -Emilia, la quale aveva udito la voce di Guglielmo -mentre questi salutava Gertrude sulla soglia, e indovinato -ch'era lui, s'era astenuta dal chiedere della -fanciulla, non comparsa alla tavola del tè; e pensando -ch'ella sentiva il bisogno di starsene tranquilla -nella sua camera, terminato il pasto della -sera, si ritirò nel salotto. Il signor Graham, secondo -il suo costume, passò nella biblioteca. -</p> - -<p> -Da circa un'ora ella sedeva sola in quella stanza -vasta e arredata all'antica, il cui aspetto era assai -piacevole e familiare. Nel camino ardeva ancora un -bel fuoco gagliardo che diffondeva intorno un tepore -gradevolissimo essendo le serate eccezionalmente -fresche per la stagione. Alcune candele erano -accese ai lati dello specchio, ma la loro luce non -bastava a distruggere i pittoreschi effetti delle ombre -che la fiammata dei ceppi gettava sulle pareti -e sul sofà dove stava adagiata Emilia. -</p> - -<p> -Ella, nonostante la sua debole salute, conservava -gran parte ancora della freschezza e dell'avvenenza -giovanili, e per caso s'era messa in una positura, -di fronte al fuoco, tale che il mobile chiarore guizzava -sul suo viso dando risalto all'insolita vivacità -di colorito ond'era animata dall'intima commozione -dell'animo. Il gusto squisitamente fine che rendeva -le abbigliature d'Emilia quasi un emblema della -soave purità del suo carattere, si manifestava -con particolare efficacia quand'ella indossava, come -quella sera, una veste di casimiro bianco, fluente in -ricche pieghe, strette alla vita da una cintura di -seta, e con ampie maniche drappeggiate. Il niveo -candore della seta che le orlava poteva appena rivaleggiare -con quello dei polsi delicati e delle piccole -mani di cui una macchinalmente andava giocherellando -tra le frange purpuree di uno scialle -portato nella fredda sala da pranzo, e adesso abbandonato -sopra il vicino bracciuolo del sofà. -</p> - -<p> -Reggendosi sul gomito, la faccia chinata in avanti, -verso il fuoco, ella guardava nello specchio della -sua memoria, così intensamente, che chi avesse ignorato -la sua cecità l'avrebbe creduta assorta nel -contemplare di sotto le lunghe ciglia immaginarie -figure tracciate dalla fantasia sulle bracie ardenti. -<span class="pagenum" id="Page_500">[500]</span> -A momenti, quando il vento della sera estiva, spirando -tra il fogliame degli alberi, faceva che qualche -ramo sfiorasse lievemente i cristalli delle finestre, -ella sollevava il capo dalla mano su cui lo -teneva reclinato, e arcuava il tenue collo nell'atteggiamento -di chi ascolta; poi, riconosciuta la natura -di quel fruscio, ricadeva con un sospiro nella sua -malinconica meditazione. -</p> - -<p> -Una volta la signora Prime, che cercava la governante, -aperse l'uscio, guardò se fosse nel salotto, e -si ritirò dicendo tra sè: -</p> - -<p> -— Dio, com'è bella! Pare proprio un ritratto.... -Vorrei che avesse occhi per vedersi! — -</p> - -<p> -Alfine un sommesso e rapido abbaiamento del cane -di guardia ridestò l'attenzione d'Emilia; tosto lo seguì -un suono di passi, nel portico, nell'atrio.... -</p> - -<p> -Innanzi che giungesse alla soglia ella già s'era -rizzata, tendendo l'orecchio. E quando Filippo Amory -e Gertrude entrarono, la cieca, silenziosa, con le -labbra socchiuse, le mani giunte, un piede avanzato -nell'attesa che venissero a lei, dava immagine d'una -statua anzichè di persona viva. -</p> - -<p> -Gertrude gettò uno sguardo sulla figura estatica -della sua amica, un altro su quella agitatissima di -suo padre, e tacitamente se n'andò. Ella aveva veduto -che s'erano riconosciuti appieno, e per istintiva -delicatezza non volle turbare con la sua presenza -la santità di quell'incontro. -</p> - -<p> -Come l'uscio si chiudeva dietro alla fanciulla, Emilia -disgiunse le mani, le tese nella vuota oscurità -che la circondava, e mormorò: -</p> - -<p> -— Filippo! — -</p> - -<p> -Egli afferrò entrambe quelle mani che lo cercavano, -le strinse tra le proprie, cadendo in ginocchio -mentre ella s'abbandonava mezzo svenuta sul sofà; -allora, tenendole sempre strette, chinò sopra esse la -testa, nel suo grembo, dove ella ora le posava, e con -la faccia nascosta tra le dita affusolate, mormorò -egli pure: -</p> - -<p> -— Emilia! -</p> - -<p> -— La tomba ha reso l'estinto alla vita! — esclamò -la cieca. — Dio, ti ringrazio! — -</p> - -<p> -E sciolte le mani dalla stretta convulsiva di Filippo, -<span class="pagenum" id="Page_501">[501]</span> -gli gettò le braccia al collo, poggiò il capo -sul suo petto, bisbigliando con voce soffocata dalla -commozione: -</p> - -<p> -— Filippo! Caro Filippo! Sogno, o siete ritornato -davvero? — -</p> - -<p> -Le regole convenzionali, le costrizioni imposte, che -tanto spesso reprimono lo sfogo dei sentimenti umani, -non esistevano per quella schietta figlia della -natura ch'era Emilia Graham. Ella e Filippo Amory -s'erano amati nella loro fanciullezza; erano stati -divisi quasi fanciulli ancora; e tali ritornavano ritrovandosi. -Durante il lungo volgere d'anni da che -rimaneva esclusa dal mondo esterno, ella era vissuta -in mezzo alle care memorie del passato, salva -dai contagi mondani, conservando tutta l'ingenua -semplicità virginale, tutta la freschezza della sua -primavera; e Filippo, che non aveva contratto altri -vincoli se non forzato dalle circostanze, si sentiva -rifluire nelle vene la sua prima gioventù, mentre -Emilia con la destra sul suo capo benediceva Dio -d'averle concesso la gioia di riabbracciarlo. -</p> - -<p> -Ella non poteva vedere come il tempo avesse inargentato -i suoi capelli, e velato della sua ombra il -volto ch'ella amava; ma ritornasse egli nella forma -del focoso giovanetto dagli occhi sfolgoranti, in cui -era apparso per l'ultima volta al suo sguardo, o dell'uomo -maturo dalla chioma precocemente incanutita -che rendeva difficile ai curiosi determinare la -sua età, o dell'anima assunta alla gloria degli angeli -in cui lo sognava nei suoi sogni del Paradiso, -era lo stesso per colei il cui mondo era un mondo -di spiriti. -</p> - -<p> -E a lui, nel mirare quel viso del quale tanto aveva -temuto l'espressione, e che invece splendeva d'una -santa luce d'amore e di pietà, sembrava che la testa -della vergine cieca fosse cinta di un'aureola celeste. -</p> - -<p> -E però la loro riunione apparteneva più al cielo -che alla terra. Se le loro anime si fossero incontrate -di là dalla tomba, nel soggiorno beato dove quelli -che da lungo tempo furono divisi si ricongiungono -in eterno, appena la loro gioia sarebbe potuta essere -più pura, la loro felicità più perfetta. -</p> - -<p> -Quando alfine sedettero tranquilli l'uno accanto -<span class="pagenum" id="Page_502">[502]</span> -all'altra, con le dita sempre amorosamente intrecciate, -Filippo udì dalle labbra d'Emilia tutta la -storia del suo dolore: le speranze e i timori, le preghiere -e la disperazione; narrò poi egli a lei le sue -tristi vicende, ed ella, ascoltandolo, lasciò cadere -molte lacrime e molti baci sulle mani che teneva tra -le sue. Allora soltanto cominciarono a credere alla -realtà di quella consolazione tanto lungamente negata, -ma oramai così pienamente concessa, che prometteva -loro giorni felici anche su questa terra. -</p> - -<p> -Emilia pianse sulle sventure e sulla morte prematura -di Lucia, e apprendendo che la fanciulla a cui -aveva posto tanto affetto e da lei con tanta cura -educata era la figliuola di Filippo, inalzò a Dio una -tacita preghiera di gratitudine per averle affidato -nell'apparentemente inutile e desolata sua vita una -così nobile, così santa missione. -</p> - -<p> -— Se potessi amarla di più, caro Filippo, — ella -disse — lo farei per amor vostro e della dolce e innocente -sua madre che tanto sofferse! -</p> - -<p> -— E voi mi perdonate, Emilia? — domandò egli, -quando, finito di narrare il doloroso passato, s'abbandonarono -alla soave delizia dell'ora presente. -</p> - -<p> -— Perdonarvi?... Oh, caro, che ho da perdonare? -</p> - -<p> -— La tremenda disgrazia che vi avvolse in perpetue -tenebre. -</p> - -<p> -— Filippo! — esclamò ella in tono di rimprovero. — Potete -credere ch'io ve ne facessi una colpa, ch'io -vi biasimassi un momento solo pur nel mio segreto -pensiero? -</p> - -<p> -— Non volontariamente, ne sono sicuro, cara. Ma -avete dimenticato ciò ch'<i>io</i> non potrò dimenticare -mai.... che nel tempo della vostra angoscia, non soltanto -il soverchiante pensiero, ma le vostre labbra -stesse proclamarono la mia condanna.... il diniego -di quella pietà, di quel perdono che la vostra anima -torturata non trovava per il crudele che v'aveva -fatto tanto male. -</p> - -<p> -— Voi, crudele! Mai, neppure nel mio più disperato -delirio, io non vi feci cotesta ingiuria, Filippo, -cotesta accusa immeritata!... Il mio cuore poco filiale -mormorò contro l'ingiustizia di mio padre, ma -verso di voi non fu mai reo di un tale tradimento. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_503">[503]</span> -</p> - -<p> -— Quella maligna donna mentì dunque asserendomi -che il solo mio nome vi faceva rabbrividire? -</p> - -<p> -— S'io rabbrividivo, era perchè tutto l'essere mio -si ribellava all'idea del torto immane che avevate -patito.... Oh, siatene certo, s'ella v'affermò che i miei -sentimenti per voi erano altri che di pietà e d'immutabile -affetto, le sue parole derivavano da un deplorevole -errore! -</p> - -<p> -— Dio, Dio, come perfidamente fui ingannato! — gemette -egli. -</p> - -<p> -— Non dite perfidamente, — replicò Emilia. — La -signora Ellis, con tutta la sua severa formalità, fu -vittima anch'essa delle circostanze. Era un'estranea -tra noi, e vi credeva diverso da quel che eravate; -ma se l'aveste veduta, alcune settimane dopo, piangere -amare lacrime sulla parte da lei assunta nei -fatti che vi spinsero alla disperazione, e, si credeva -allora, alla morte, avreste sentito, come sento io, -che l'avevamo giudicata male, e che un cuore di -donna palpitava sotto quell'apparenza di dura pietra. -L'intensità del suo dolore mi maravigliò allora: -adesso comprendo ch'era acuito da un rimorso -ch'io non sospettavo. Ma dimentichiamo le tristezze -del passato e confortiamoci nella fede che la mano -amorosa da cui ci è data questa gioia ci afflisse finora -con fini di misericordia. -</p> - -<p> -— Di misericordia? — esclamò Filippo. — E dove -ne scorgete nella mia sciagura e nella vostra? Può -essere una mano amorosa quella che fece di me lo -strumento fatale, e di voi la vittima, d'una delle -più gravi sventure umane? -</p> - -<p> -— Non parlate della mia cecità come d'una sventura! — rispose -Emilia. — Da gran tempo ho cessato -di considerarla tale. Soltanto nell'oscurità della -notte vediamo brillare le luci del cielo, soltanto -quando siamo esclusi dalla terra possiamo varcare -le porte del Paradiso. Finchè avevo occhi per contemplare -le maraviglie della natura e le glorie del -Signore, li tenevo chiusi tuttavia dinanzi alle manifestazioni -della bontà divina onde ero circondata. -Mentre godevo i bellissimi e splendidissimi doni profusi -sul mio cammino, obliavo di ringraziare e lodare -il donatore; e con cuore ingrato, procedevo -<span class="pagenum" id="Page_504">[504]</span> -spensierata nel mio peccaminoso egoismo senza por -mente alle insidie lusinghiere tese sui passi della -gioventù. -</p> - -<p> -«E però la mano paterna di Colui che sempre vigila -sopra di noi per il nostro bene, arrestò la creatura -errante fuor della via che sola conduce alla -pace, e quantunque il castigo giungesse improvviso -ed aspra fosse la disciplina della verga punitrice, -la misericordia nondimeno temperò la giustizia. Dalla -tomba delle mie gioie sepolte sbocciarono speranze -che fioriranno nell'immortalità. Dalle nubi e dalle -tenebre sorse una fulgida aurora. Ciò ch'era nascosto -alla veduta corporale si rivelò all'anima destata -dalla vera luce, e il mio spirito turbato acquistò l'eterno -riposo già sulla terra. Non piangete dunque, -Filippo, sul mio fato ch'è lungi dall'essere triste: -ma gioite con me nel pensiero di quel felice e non -lontano risveglio, quando con gli occhi riaperti nella -visione della beatitudine celeste, io starò dinanzi -al trono di Dio, e fruirò della gloriosa presenza da -cui, senza la luce sgorgata nell'anima mia dalla -profondità delle mie tenebre terrestri, sarei stata -forse bandita in sempiterno. — -</p> - -<p> -Nel momento che Emilia finiva di parlare e Filippo, -compreso d'ammirazione e di rispetto, contemplando -nel suo viso raggiante d'un santo gaudio il -trionfo dello spirito immortale, meditava sulla maestà -e la potenza conferite da una pietà sincera, l'uscio -s'aprì bruscamente ed entrò il signor Graham. -</p> - -<p> -Il suono del noto passo troncò il sublime volo dei -loro pensieri. Il colore che l'eccitazione aveva dato -alle gote d'Emilia svanì in una pallidezza più intensa -della consueta, mentre Filippo si rizzava lentamente -dal posto che occupava al suo fianco, e con -gesto deliberato si poneva di fronte al patrigno. -</p> - -<p> -Il signor Graham, il quale aveva l'aria tra stupita -e scrutatrice d'un padrone di casa che trova nel suo -salotto un visitatore ch'egli non conosce eppur sembra -aspettare d'essere riconosciuto, si volse verso -sua figlia come sperando di venir tratto d'impaccio -da una regolare presentazione. Ma Emilia, turbatissima, -taceva, e Filippo rimaneva immobile, impassibile. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_505">[505]</span> -</p> - -<p> -Quando il vecchio, che seguitava ad avanzarsi, incerto, -fu a due passi da quest'ultimo, si fermò di -botto, colpito dal suo fiero atteggiamento, e lo fissò -in volto: ma non appena i suoi occhi s'incontrarono -negli occhi fulminei del suo figliastro, vacillò, stese -la mano verso la mensola del caminetto, e certo sarebbe -caduto se Filippo non fosse stato pronto a sorreggerlo -e farlo adagiare nella sua poltrona collocata -dirimpetto al sofà. -</p> - -<p> -Nessuno ancora pronunziava una parola. -</p> - -<p> -Finalmente il signor Graham che, piombato a sedere -di peso, non distoglieva lo sguardo attonito dal -redivivo, esclamò con voce commossa: -</p> - -<p> -— Filippo Amory! Oh, Dio mio! -</p> - -<p> -— Sì, babbo, — disse Emilia alzandosi di scatto -e afferrando un braccio di suo padre — è Filippo! -Colui che per tanti anni abbiamo creduto morto, ci -è reso sano e salvo! — -</p> - -<p> -Egli si rizzò, e appoggiandosi alla spalla della figliuola -s'avvicinò di nuovo al figliastro che, incrociate -le braccia sul petto, aveva ripreso la sua attitudine -rigida e severa. Il robusto vecchio camminava -con un passo malsicuro assai diverso dal solito, -e la sua mano era agitata da un tremito mentre la -tendeva a Filippo. -</p> - -<p> -Ma Filippo non la prese, nè rispose verbo. -</p> - -<p> -Il signor Graham, parlando ad Emilia senza ricordarsi -ch'ella non vedeva quella scena, disse con -un tono d'amarezza e insieme di rammarico: -</p> - -<p> -— Non posso biasimarlo.... Feci un torto ingiusto -al ragazzo, e Dio lo sa! -</p> - -<p> -— Ingiusto! — esclamò Filippo con voce così cupa -da far quasi paura. — Dite che avete funestato la -sua vita, distrutto la sua gioventù, spezzato il suo -cuore, infamato il suo nome! -</p> - -<p> -— No, Filippo, — replicò a quest'ultima accusa il -signor Graham che aveva chinato il capo sotto le -altre — cotesto no! Cotesto no! Nell'onore vostro -non vi recai nessun danno. Scopersi il mio errore -prima d'avervi denigrato pubblicamente. -</p> - -<p> -— Lo riconoscete l'errore, dunque? -</p> - -<p> -— Sì, lo riconosco! Imputai a voi la colpa che, -come n'ebbi la prova, era stata commessa da quello -<span class="pagenum" id="Page_506">[506]</span> -de' miei impiegati in cui riponevo intera fiducia. Appresi -la verità quasi subito, ma, ahimè, già troppo -tardi per richiamarvi. Poi vennero le notizie della -vostra morte, e mi dolse forte che l'offesa fosse ormai -irreparabile. Ma non era strano il mio abbaglio, -Filippo: me lo dovete concedere. Archer mi serviva -fedelmente da più di vent'anni: come avrei dubitato -di lui? -</p> - -<p> -— Oh no, non era strano! — disse amaramente -Filippo Amory. — Poichè una colpa era stata commessa, -era anzi naturalissimo che l'imputaste a me. -Non mi credevate capace che di male azioni. -</p> - -<p> -— Fui ingiusto, lo ripeto, — replicò il signor Graham -tentando di riassumere la propria dignità. — Però -qualche ragione ce l'avevo.... ce l'avevo. -</p> - -<p> -— Forse.... Cotesto ve l'accordo. -</p> - -<p> -— Ebbene, stringiamoci la mano, e procuriamo di -mettere in oblio il passato. — -</p> - -<p> -Filippo non s'ostinò a rifiutare l'offerta, ma non -l'accettò con troppo ardore. -</p> - -<p> -Il signor Graham tuttavia parve considerare bell'e -fatta la pace, e con un'aria di sollievo, come se sentisse -liberata la coscienza dal peso che l'aggravava -da anni (perchè egli aveva una coscienza, quantunque -non tenerissima), si accomodò nella sua poltrona, -e pregò il figliastro di raccontargli le proprie -vicende. -</p> - -<p> -Questi lo sodisfece, compendiosamente; e l'attenzione -prestata dal patrigno al suo racconto, il vivo -interessamento con cui egli s'informava dei particolari, -gli provarono che in quel ventennio il rimpianto -e il rimorso avevano dimolto addolcito il cuore -dell'uomo superbo, per cui ognuna delle memorie -evocate era la puntura d'un rimprovero. -</p> - -<p> -Il signor Amory non fu in grado di spiegare la -notizia corsa della sua morte affermata al dottor Jeremy -dal suo corrispondente da Rio. Ma da un confronto -di date risultò probabile che a questi l'avesse -data il negoziante per conto del quale Filippo viaggiava -e che non sapendo più nulla di lui lo credeva -verosimilmente vittima dell'infezione dominante nel -paese basso e malsano dov'era stato mandato. Poche -settimane dopo era morto egli stesso. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_507">[507]</span> -</p> - -<p> -Nè dal canto suo il reduce fu meno maravigliato -di sentire che i suoi amici di Boston erano giunti a -conoscere la sua fuga nel Brasile. Ma qui la spiegazione -era più facile: il bastimento su cui s'era -imbarcato aveva fatto diretto ritorno in quel porto, -e non mancavano a bordo, tra i marinari e gli ufficiali, -persone che potessero diffusamente rispondere -alle inchieste, incamminate dal buon dottore mesi -innanzi, le quali essendo accompagnate dall'offerta -d'una generosa ricompensa, non avevano ancora cessato -d'attirare l'attenzione del pubblico. -</p> - -<p> -Tra i molti casi strani e romanzeschi che si svolgevano, -nessuno faceva sul signor Graham un'impressione -così profonda come il fatto che la fanciulla -educata sotto il suo tetto e divenutagli tanto -cara nonostante qualche cozzo d'interessi e d'opinioni, -fosse proprio la figliuola di Filippo Amory! -E mentre, finito il racconto, usciva dal salotto per -ritirarsi, secondo il suo costume, nella biblioteca, andava -ripetendo: -</p> - -<p> -— Singolare coincidenza! Singolarissima! — -</p> - -<p> -Non appena andatosene lui, un altro uscio s'aprì -pian piano, e Gertrude guardò dentro timidamente. -</p> - -<p> -Suo padre mosse tosto verso di lei, e, cingendole -la vita con un braccio, la trasse presso ad Emilia; -poi, senza parlare, le strinse entrambe in un medesimo -lunghissimo amplesso. -</p> - -<p> -La cieca esclamò: -</p> - -<p> -— Oh, Filippo, dovete pure riconoscere la misericordia -e l'amore di chi ci ha serbati a una felicità -come questa! -</p> - -<p> -— Cara Emilia, — egli rispose — io sono pieno -di gratitudine.... Insegnatemi voi come e dove debbo -offrirne il tributo! — -</p> - -<p> -Le parole non potrebbero descrivere l'ora di dolce -comunione che seguì fra quelle tre anime: l'estasi -silenziosa di Emilia, la gioia appassionatamente -espressa di Filippo, la tenera commozione di Gertrude -che li contemplava con occhi splendenti d'amore -e di fede. -</p> - -<p> -Era quasi la mezzanotte quando il signor Amory -si dispose a partire. Emilia, la quale aveva sperato -ch'egli sarebbe rimasto a villa Graham come in casa -<span class="pagenum" id="Page_508">[508]</span> -propria, insistette per trattenerlo, e Gertrude unì -alle vive preghiere di lei quella tacita del suo sguardo. -Ma egli si mantenne fermo nella propria risoluzione -con una serietà che provava quanto fosse -irremovibile. -</p> - -<p> -— Filippo, — disse infine la cieca posandogli una -mano sulla spalla — voi non avete ancora perdonato -a mio padre. — -</p> - -<p> -Ella aveva letto nel suo pensiero. Egli sussultò al -suo tono di rimprovero, ma tacque. -</p> - -<p> -— Gli <i>perdonerete</i>, però, gli <i>perdonerete</i>, — ella -proseguì con voce supplichevole. — Non è vero, -caro? — -</p> - -<p> -Filippo esitò un poco, poi la guardò e rispose: -</p> - -<p> -— Sì, per amor vostro, Emilia, gli perdonerò.... -col tempo. — -</p> - -<p> -Partito ch'egli fu, Gertrude, dopo essersi indugiata -sulla soglia, finchè non vide svanire la sua figura -discernibile appena al fievole lume della luna -calante, rientrò nel salotto dicendo con un gran sospiro -di sodisfazione: -</p> - -<p> -— Oh, che giornata è stata questa! — -</p> - -<p> -Ma subito si represse alla vista d'Emilia che, in -ginocchio accanto al sofà, giunte le mani, la faccia -alzata al cielo, pareva, nella sua candida veste fluente -intorno a lei sul pavimento, la personificazione -della purità e della preghiera. -</p> - -<p> -Pianamente, la fanciulla s'inginocchiò al suo fianco, -le cinse un braccio al collo, e così unite offersero -a Dio i ringraziamenti e le lodi che salivano dai -loro cuori traboccanti di gioia e di riconoscenza. -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>XLIX.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Gentil creatura, te bambina amai,</p> -<p>Per terra e mari sempre meco in cuor</p> -<p>L'immagin tua, la voce tua portai.</p> -<p>Deh, parla, o cara, e per me vivi ancor!</p> -<p class="i6"><span class="smcap">Hemans.</span></p> -</div> -</div> - -<p> -True Flint era stato reverentemente sepolto dal -suo vecchio amico Cooper nell'antico cimitero attiguo -alla chiesa dove questi teneva l'ufficio di sagrestano: -<span class="pagenum" id="Page_509">[509]</span> -un cimitero da lungo tempo abbandonato, -come mostravano le sue pietre ricoperte di musco -e in parte rovesciate. Ma prima che il già cadente -edifizio dovesse cedere il luogo a una bella chiesa -moderna, i venerati resti dello zio True avevano trovato -un più sicuro riposo. -</p> - -<p> -Col gusto delicato e il pietoso sentimento che ai -nostri giorni fanno eleggere per le sacre dimore dei -morti luoghi tra i più ameni, un delizioso boschetto -su terreno ondulato, poco lontano dalla villa del signor -Graham, era stato adibito a uso di camposanto -rurale. E nell'angolo più tranquillo e ridente di quell'asilo -di pace, il buon lampionaio dormiva il sonno -eterno. -</p> - -<p> -Quella zolla di terra acquistata per affettuosa liberalità -di Guglielmo, scelta da Gertrude e da lei -abbellita di fragranti rose e d'edera sempre verde, -racchiudeva adesso anche le salme del signor Cooper -e della signora Sullivan. Su quelle tre tombe la -fanciulla educava molti fiori inaffiati dalle sue lacrime. -E segnatamente nelle ricorrenze degli anniversari, -ella considerava come un pio e caro dovere -l'ornarle di fresche ghirlande. -</p> - -<p> -Con questo fine, in un bel pomeriggio circa una -settimana dopo il felice evento, ella si dirigeva dalla -villa al camposanto. Recava appeso al braccio un -paniere contenente la sua offerta, e affrettava il passo, -tutta assorta nei suoi pensieri. -</p> - -<p> -Aveva lasciato suo padre con Emilia. Benchè egli -le avesse espresso il desiderio di visitare una volta -la tomba dello zio True, s'era astenuta dall'invitarlo -ad accompagnarla vedendoli discorrere insieme con -tale evidente piacere, che le sarebbe parso un peccato -disturbarli. -</p> - -<p> -E appunto alla loro calma e serena felicità ella -pensava, incominciando la sua passeggiata, e pensava -anche ai vincoli d'affetto che la univano ad -entrambi, all'amore d'Emilia posto a sì lunghe e -dure prove, alla tenerezza che profondeva su lei in -mille modi il padre ritrovato, e che, lo sentiva, ella -poteva ricambiare appena con la sua devozione per -tutta la vita. -</p> - -<p> -Ma poi, ogni poco, in mezzo alle sue riflessioni sulla -<span class="pagenum" id="Page_510">[510]</span> -dolce e fida amicizia tra lei ed Emilia, che gli -anni avevano resa sempre più forte, e su quell'affezione -paterna e filiale di così recente origine eppure -già tanto intima, tanto viva, che il tempo nulla -avrebbe potuto aggiungervi, i ricordi d'un altro amore, -più antico e non meno tenero, adesso, ahimè, miseramente -infranto, le si riaffacciavano a mal suo -grado. Ella tentò di bandire dalla sua memoria l'infedeltà -di Guglielmo, stimando che sarebbe stata ingratitudine -piangere le speranze perdute, dimentica -delle sante gioie che le restavano ancora. Tentò di -ribadire nell'animo suo la risoluzione ultimamente -presa di non pensar mai a ciò ch'era stato il più -amaro dolore della sua vita passata, per consacrare -tutto il rimanente dei suoi giorni alla felicità di suo -padre e d'Emilia. -</p> - -<p> -Non ci riusciva però. Quei ricordi penosi ritornavano -in folla, insistenti, soverchianti, ad onta d'ogni -suo sforzo per cacciarli, e infine cessando la vana -lotta ella s'abbandonò a una profonda e malinconica -meditazione. -</p> - -<p> -Ella aveva ricevuto altre due visite di Guglielmo, -dopo la prima. La seconda era stata assai simile a -questa, e nell'ultima il loro impaccio era aumentato -anzichè scemare. Parecchie volte, invero, il giovane -aveva mostrato un'intenzione di rompere il ghiaccio, -e ritornare all'usata familiarità di linguaggio -e di maniere: ma tosto un rossore, o un'aria di confusione -e d'angoscia, della fanciulla, lo facevano -desistere da ogni tentativo di dissipare quel riserbo, -quella mancanza di confidenza che mettevano tra -loro una barriera. Dal canto proprio Gertrude, in -tutt'e due le occasioni, s'era proposta d'accoglierlo -con la franchezza e la cordialità ch'egli doveva attendersi -da lei; al suo presentarsi, infatti, gli aveva -sorriso affettuosamente, e porto la mano in atto così -fraterno, da incoraggiarlo a trattenerla nella sua e -stringerla con calore: ma parendo egli allora in -procinto di parlarle a cuore aperto, di liberarsi dal -peso d'un grande segreto, ella s'era bruscamente ritratta, -e preso su un lavoretto pur che fosse, gli -aveva rivolto mentre sembrava applicata a quello, -una domanda su cose indifferenti: contegno che sbaragliava -<span class="pagenum" id="Page_511">[511]</span> -le sue idee, e lo sconcertava per tutta la -durata della visita. -</p> - -<p> -Ora, ponderando i miseri e penosi risultati di questi -loro colloqui, ella quasi desiderava ch'egli cessasse -di rinnovarli, perchè credeva che i sentimenti -d'entrambi sarebbero meno feriti da una totale separazione, -che da incontri in cui divenivano sempre -più estranei l'uno all'altra. -</p> - -<p> -Per quanto fosse strano, ella non aveva partecipato -a Guglielmo l'evento, tanto importante per lei, -della scoperta di suo padre, d'un padre che così caramente -amava. Una volta s'era accinta a farlo, ma -il solo pensiero di parlare all'amico dei suoi primi -anni di ciò che la toccava nell'intimo dell'anima, la -turbava a segno, che aveva taciuto per tema d'essere -soverchiata dalla commozione, e, perduta la padronanza -di sè, trascinata a tradire il suo dolore. -</p> - -<p> -Ma una cosa l'angosciava sopra ogni altra. Nel -suo primo vano tentativo di gettare la maschera, -Guglielmo aveva chiaramente accennato alla propria -infelicità; e prima ch'ella trovasse modo di mutar -discorso, e scansare una confidenza alla quale -non si sentiva preparata, egli era giunto a manifestarle -una malinconica sfiducia nell'avvenire. -</p> - -<p> -Ella non poteva spiegarsi cotesta confessione, se -non connettendola col suo fidanzamento: e le destava -il sospetto che, abbagliato dalla rara bellezza -d'Isabella, egli si fosse impulsivamente avvinto ad -una fanciulla che non era capace di renderlo felice. -Le piccole scene di cui il caso l'aveva fatta testimone, -la confermavano in questa idea, giacchè ogni -volta che le era accaduto di vedere insieme i due -innamorati e d'udire le loro parole, Guglielmo pareva -avere qualche ragione di malcontento. -</p> - -<p> -— Egli l'ama, — pensava Gertrude — e anche l'onore -lo impegna; ma già s'avvede della disarmonia -tra le loro nature. Povero Guglielmo! È impossibile -che sia felice con Isabella! — -</p> - -<p> -E il tenero e pietoso cuore di Gertrude non gemeva -sulla propria afflizione più che sul disinganno -che doveva soffrire Guglielmo se mai aveva sperato -di trovar pace nell'unione con una ragazza così prepotente, -stizzosa, irragionevole. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_512">[512]</span> -</p> - -<p> -Assorta in queste riflessioni, camminava con una -rapidità che quasi non avvertiva, e arrivò presto ai -filari di grandi pini che ombreggiavano l'entrata del -camposanto: là, sostò un momento per godere la -fresca brezzolina alitante fra i rami, poi passò il -cancello, volse a destra, nel viale carrozzabile, e cominciò -lentamente la salita. -</p> - -<p> -Il luogo, sempre tranquillo, era in quell'era solitario, -e come segregato dal mondo: tranne i gorgheggi -di qualche uccello, non un suono turbava il -silenzio e la quiete. A misura che Gertrude contemplava -le bellezze a lei familiari di quel sacro recesso -da anni mèta favorita delle sue passeggiate, e procedendo -fra le aiuole fiorite respirava l'aria aulente -di soavi fragranze, e sentiva l'appello solenne della -morte, l'aspirazione dell'anima verso il cielo, tutte -le commozioni non armonizzanti con quella scena -svanivano, ed ella non provava più se non il senso -di dolce e serena malinconia destato dal pensiero di -coloro che fruiscono della beata pace. -</p> - -<p> -Dopo un tratto di cammino lasciò la larga via che -seguiva e prese per un vialetto laterale, donde poi -svoltò nello stretto sentiero conducente all'angolo -ombroso e remoto che, parte per la sua lontananza -dai viali più frequentati, parte per la sua amenità, -era stato da lei preferito. -</p> - -<p> -Era situato sul pendio d'un poggetto, e da un lato -un alto masso lo nascondeva allo sguardo dei passanti, -dall'altro una quercia annosa stendeva sopra -esso i suoi rami. La semplicissima cancellata di ferro -che lo circondava era rivestita dell'edera piantata -da Gertrude, che s'abbarbicava in graziosi festoni -fin sulla muscosa roccia, una sporgenza della -quale offriva un sedile presso la tomba di True Flint. -La fanciulla vi sedette come di consueto, e rimasta -alcuni minuti in contemplazione, col gomito appoggiato -al ginocchio e la fronte reclinata sulla mano, -drizzò la snella persona, mandò un sospiro profondo, -poi sollevò il coperchio del suo paniere, versò i -fiori sull'erba, e con dita agili e destre cominciò a -tessere una leggiadra ghirlanda di cui, finita che -l'ebbe, ornò la tomba ai suoi piedi. Sparse il resto -dei fiori sugli altri due tumuli, e infine, preso un -<span class="pagenum" id="Page_513">[513]</span> -sarchielletto, e infilato un paio di guanti da giardinaggio, -lavorò un'ora buona intorno all'aiuola e alle -piante rampicanti con cui aveva fatto un pergolato. -</p> - -<p> -Terminato il lavoro sedette di nuovo a piè della -roccia, si tolse i guanti, rimosse dalla fronte le fitte -bande lisce dei suoi capelli e si riposò, pensosa. -</p> - -<p> -Compivano quel giorno sette anni da che lo zio -True era morto; ma Gertrude non aveva cessato di -ricordare amorosamente il buon vecchio. Spesso nei -suoi sogni vedeva il suo piacente sorriso, udiva le -sue confortanti parole, e notte e giorno l'immagine -di colui che aveva reso serena e felice la sua infanzia, -l'animava ad imitarne la umile e paziente -virtù. -</p> - -<p> -Ma mentre ella, con gli occhi fissi sul tumulo erboso -che copriva la cara salma, rievocava le liete -ore che essi avevano trascorse insieme, un'altra rimembranza -veniva ad amareggiare quella tanto soave: -la rimembranza di un terzo, la quale non poteva -esserne separata, perchè quasi sempre egli partecipava -alle gioie del loro focolare domestico; e seguendo -il corso delle sue intime riflessioni ella esclamò -quasi inconsciamente: -</p> - -<p> -— O zio True, voi ed io non siamo divisi, ma Guglielmo -non è più con noi! -</p> - -<p> -— Oh, Gertrude, — disse in tono di rimprovero -una voce, vicino a lei — ed è forse di Guglielmo la -colpa? — -</p> - -<p> -Ella sussultò, si volse, e vide colui ch'era l'oggetto -de' suoi pensieri, fissarla con occhi miti e tristi, cercando -di leggerle nel cuore; ma senza rispondere -alla sua interrogazione, si nascose la faccia tra le -palme. -</p> - -<p> -Egli si gettò in ginocchio dinanzi alla giovanetta -e come quando s'erano incontrati la prima volta -nella loro fanciullezza, dolcemente le sollevò la testa -china, le scostò le mani dal viso, e la costrinse -a guardarlo, dicendole con accento supplichevole: -</p> - -<p> -— Ditemi, Gertrude, ditemi, per pietà, che mi -esclude dal vostro affetto? — -</p> - -<p> -Ma ancora ella non trovò altra risposta che le lacrime -che le scorrevano giù per le gote. -</p> - -<p> -— Voi mi fate soffrire crudelmente, — egli continuò -<span class="pagenum" id="Page_514">[514]</span> -con veemenza. — Che cosa ho fatto, io, perchè -m'abbiate tolto così la vostra amicizia? Perchè mi -guardate con tale freddezza.... e perfino rifuggite da -me? — egli soggiunse, poichè Gertrude, non potendo -sostenere il suo sguardo fermo e indagatore, volgeva -gli occhi altrove e cercava di liberare le mani dalla -sua stretta. -</p> - -<p> -— Io non sono fredda.... non ho mai inteso d'esser -fredda verso di voi, — ella mormorò con voce mezzo -soffocata dalla commozione. -</p> - -<p> -— Oh, Gertrude, — egli riprese staccandosi da lei — vedo -che avete totalmente cessato d'amarmi! Io -tremai al primo vedervi, ritrovandovi così bella, così -amabile, e amata da tutti, e temetti che qualche fortunato -rivale avesse rapito il vostro cuore a quegli -che lo possedeva fin da fanciullo. Ma neanche allora -pensai che non mi riconoscereste <i>almeno</i> i diritti -d'un <i>fratello</i> alla vostra affezione. -</p> - -<p> -— Ma no, ma no, Guglielmo, — ella disse vivamente. — Non -v'adirate.... Io sarò sempre per voi -una sorella! — -</p> - -<p> -Egli sorrise d'un sorriso doloroso. -</p> - -<p> -— Avevo ragione dunque? Temevate ch'io chiedessi -troppo, e per scoraggiarmi stimaste bene non -concedermi nulla. Sia pur così. Forse la vostra prudenza -è stata per il meglio; ma.... oh, Gertrude, mi -avete spezzato il cuore! -</p> - -<p> -— Guglielmo! — ella gridò, turbatissima. — Non -sentite quanto stranamente suoni cotesto linguaggio -in bocca vostra? -</p> - -<p> -— Perchè stranamente? — replicò egli, quasi offeso. — È -forse tanto strano ch'io v'ami? Non ho io -per anni alimentato il ricordo del nostro antico affetto, -non ho sempre riguardato la nostra riunione -come l'unica mia speranza di felicità? Non mi ha -quest'amorosa speranza sostenuto e confortato nelle -mie fatiche, e fatto pregiare la vita nonostante la -perdita de' miei cari? E vorrete, Gertrude, qui in -cospetto dei freddi tumuli dove giacciono sepolti -quelli che soli, oltre voi, amavo sulla terra, schiacciare -e distruggere senza compassione questo solitario, -ma pur.... -</p> - -<p> -— Guglielmo, — ella lo interruppe, ridivenuta calma, -<span class="pagenum" id="Page_515">[515]</span> -e parlando in tono benevolo, ma serio — vi pare -onorevole parlarmi così? Voi dimenticate.... -</p> - -<p> -— No, non dimentico nulla! — egli esclamò appassionatamente. — So -che non ho diritto di molestarvi, -di tormentarvi, e non lo farò più. Ma Gertrude, -<i>sorella</i> Gertrude (giacchè il sogno d'un più -stretto vincolo tra noi è svanito), non vogliate biasimarmi, -nè vi maravigli troppo, se non mi sento -ancora capace di fare la mia parte di fratello. Io -non posso rimanere vicino a voi, non posso rassegnarmi -ad essere pazientemente il testimonio della -felicità d'un altro. Ma i miei servigi, il mio tempo, -la mia vita sono ai vostri comandi, e nel mio esilio -non cesserò mai di pregare Iddio che lo sposo da -voi scelto, chiunque egli sia, si mostri degno della -mia nobile Gertrude e l'ami, s'è possibile, quanto io -l'amo! -</p> - -<p> -— Che follia è cotesta, Guglielmo? — disse la fanciulla. — Io -non sono fidanzata a nessuno; ma che -debbo pensare del tradimento vostro verso Isabella? -</p> - -<p> -— Isabella? — gridò il giovane, rizzandosi, come -afferrato da una nuova idea. — È dunque arrivata -fino a voi quella sciocca diceria? E voi avete potuto -prestarvi fede, per quanto evidentemente falsa? -</p> - -<p> -— Falsa? — fece Gertrude sollevando le palpebre -fino allora abbassate, e gettando a Guglielmo, attraverso -le lunghe ciglia umide di pianto, un profondo -sguardo scrutatore. -</p> - -<p> -Egli lo sostenne, calmo, a capo eretto, e rispose -senza esitare, con un tono di maraviglia e di rimprovero: -</p> - -<p> -— Falsa, sì! È mai possibile che, conoscendo tanto -bene me e lei, ne abbiate dubitato pur un momento? -</p> - -<p> -— Ahimè, — ella gridò — devo non credere alla -testimonianza de' miei occhi e de' miei orecchi? Se -mi fondassi su qualche altra meno sicura, potrei -pensare che fui ingannata. Non tentate di nascondermi -una verità ch'io sono in grado d'affermare. -Trattatemi con franchezza. Oso dirlo, Guglielmo, la -merito da voi, la merito! -</p> - -<p> -— Franchezza, Gertrude? Ma siete voi stessa la -misteriosa! S'io potessi mostrarvi a nudo l'anima -<span class="pagenum" id="Page_516">[516]</span> -mia, mi sarebbe agevole persuadervi della sua fedeltà, -piena ed intera fedeltà, al suo primo amore. -Quanto ad Isabella Clinton, se alludete a lei, i vostri -occhi ed i vostri orecchi v'hanno ingannata anch'essi, -se.... — -</p> - -<p> -Ella l'interruppe: -</p> - -<p> -— Ah, Guglielmo, Guglielmo! Avete così presto -scordato la vostra devozione alla bella di Saratoga? -La vostra riluttanza a lasciarla allontanarsi da voi -per qualche giorno? Il gran dolore che vi cagionava -la sola idea del suo pur breve viaggio, e l'amorosa -impazienza che vi faceva parere quei pochi giorni -un'eternità? -</p> - -<p> -— Basta, basta! — esclamò il giovane, nella cui -mente balenava la luce che doveva dissipare il mistero. — Ditemi -invece dove avete risaputo coteste -cose. -</p> - -<p> -— Sul luogo stesso dove le diceste e le faceste. Il -nostro primo incontro non avvenne già nel salotto -del signor Graham. A Saratoga in un viale del passeggio, -e in riva al lago, ad Albany sul piroscafo, -io vi vidi insieme con la signorina Clinton, e vi riconobbi, -non riconosciuta da voi. Là, le vostre parole -m'accertarono di quel fatto che riferitomi da -altri avrei posto in dubbio. — -</p> - -<p> -La luce del sole mattutino non è più serena e ridente -di quella della riaccesa speranza che illuminava -adesso la faccia di Guglielmo. -</p> - -<p> -— Ascoltatemi, Gertrude, — egli disse con un tono -di fervore quasi solenne — e credete che dinanzi -alla tomba di mia madre, alla presenza — (e in atto -reverente alzava gli occhi al cielo) — del puro spirito -che m'insegnò l'amore della verità, parlo con -quella sincerità e quel candore che si convengono -parlando agli angeli. Io non starò a discutere se abbiate -udito proprio esattamente le parole di protesta -e di preghiera da me rivolte alla signorina Clinton -sul proposito del suo viaggio, e le espressioni della -mia impazienza per il suo ritorno. Non m'indugerò -nemmeno a ricercare dove fosse l'oggetto dei miei -pensieri nel momento in cui, causa i felici mutamenti -in esso operati dal tempo, sfuggiva al mio sguardo -bramoso. Lasciate ch'io prima mi discolpi dall'imputazione -<span class="pagenum" id="Page_517">[517]</span> -che grava sopra di me; poi avremo agio -di venire alle altre spiegazioni. -</p> - -<p> -«È verissimo ch'io mi dolsi forte della improvvisa -partenza d'Isabella per Nuova York, sotto un -pretesto che non avrebbe dovuto avere alcun peso -per lei. È verissimo ch'io tentai di far valere ogni -miglior argomento per dissuaderla da quel capriccio, -e, riuscita vana la mia eloquenza, cercai in tutte -le maniere d'indurla almeno a ritornare il più presto -possibile. E ciò non perchè la compagnia di quell'egoista -fosse comunque necessaria alla mia felicità -(al contrario anzi), ma perchè l'ottimo suo padre, -il quale l'adora a segno che nessun sacrificio -gli parrebbe eccessivo al fine di procurare un piacere -a quell'unica sua figliuola, giaceva ammalato, -lottando tra la vita e la morte, in un albergo d'una -affollata città d'acque alla moda, dove gli mancavano -comodi e quiete, ed era da lei abbandonato, con -un'indifferenza che mi disgustava, alle cure d'una -infermiera mercenaria e d'un giovanotto di buona -volontà ma inesperto, come me. -</p> - -<p> -«Che nell'assenza della figlia ingrata l'eternità -potesse mettere un suggello a quella separazione, -era un pensiero ch'io, indignatissimo, fui sul punto -di manifestare: ma mi repressi, non volendo intromettermi -tropp'oltre in una cosa che infine non mi -riguardava, nè destare in Isabella apprensioni forse -inutili. Se un sentimento egoistico entrava nella mia -somma impazienza di vederla ritornata dove il suo -dovere la chiamava, era unicamente il desiderio di -essere dispensato dall'obbligo di supplirla al letto -del mio amico infermo, e poter correre a colei dalla -quale speravo un'accoglienza non impari all'ardore -del mio affetto.... Figuratevi dunque se quella ch'io -ricevetti agghiacciò il mio cuore palpitante.... -</p> - -<p> -— Ma adesso comprendete le ragioni della mia -freddezza, — disse Gertrude volgendo a lui la faccia -inondata di lacrime dove un sorriso di gioia splendeva -come un'iride tra la pioggia estiva. — Adesso -sapete perchè non osavo lasciar parlare l'anima -mia.... -</p> - -<p> -— Sicchè, quest'era tutto? — gridò egli giubilante. — Voi -siete libera, e posso amarvi sempre? -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_518">[518]</span> -</p> - -<p> -— Libera da ogni legame, sì, caro Guglielmo, salvo -quello con cui m'avete avvinta a voi fin da bambina.... — -</p> - -<p> -E stretti cuore a cuore, si dissero tutto l'amor -loro, quell'amore che, nato nell'infanzia, cresciuto -nella giovinezza, alimentato e rafforzato nella lontananza, -reso perfetto dal dolore, doveva alfine allietare e -santificare tutti i giorni futuri della loro -vita. -</p> - -<p> -— Ma, Gertrudina, — disse Guglielmo, quando, -ritornati all'antica confidenza, sedettero l'uno accanto -all'altra e presero a discorrere con piena libertà -del passato — come hai potuto pensare pur -un momento che Isabella Clinton avesse per me un -prestigio che le facesse usurpar il tuo posto nel mio -affetto? Io, almeno, non t'ho fatto un simile torto: -se mi sono creduto soppiantato da un altro, m'immaginavo -però ch'egli fosse un eroe di virtù così -splendide da essere incomparabili. -</p> - -<p> -— E chi potrebbe compararsi ad Isabella? — domandò -Gertrude. — Ti maravigli ch'io dubitassi della -tua fedeltà, considerando la sua bellezza, la sua -eleganza, la sua cospicua condizione sociale, e l'occasione -che tu avevi d'apprezzare tutti questi vantaggi? -</p> - -<p> -— Ma che valore hanno, per chi la conosca come -la conosciamo noi due? Un piglio altezzoso e sprezzante -non distrugge forse l'effetto della bellezza? -Può l'eleganza scusare la scortesia, o la nobiltà della -nascita supplire alle deficienze naturali? Quanto -al denaro, l'ho io mai bramato se non per provvedere -al benessere tuo.... e al loro? — E così dicendo -accennava le tombe della madre e del nonno. -</p> - -<p> -— Oh, mio Guglielmo, tu sei tanto disinteressato! -</p> - -<p> -— Non in questo caso. Possedesse Isabella la bellezza -di Venere e la sapienza di Minerva, non mi -avrebbe fatto dimenticare che poca felicità è da sperarsi -con una fanciulla tutta dedita alla ricerca dei -piaceri mondani, e dimentica degli affetti e dei doveri -più sacri. Potevo io vederla fuggire dalla camera -del padre malato per correre a divertirsi tra -gli omaggi d'una folla oziosa, o, se condotta riluttante -al suo letto, scansare le fatiche delle cure e -<span class="pagenum" id="Page_519">[519]</span> -delle veglie che il suo stato richiedeva, e illudermi -che una donna tale fosse atta a divenire la benedizione -e l'ornamento del mio focolare domestico? -Come non avrei paragonato la sua colpevole negligenza, -la sua mal dissimulata petulanza, la leggerezza -del suo spirito irriverente, con la dolce e amorosa -devozione, la santa pazienza, la profonda e -fervida pietà della mia Gertrude? Io avrei tradito -me stesso più ancora che te, carissima, se Isabella, -col carattere che m'ha mostrato, avesse fatto venir -meno la mia ammirazione e il mio amore per colei -ch'è un modello di tutte le virtù femminili. E quando -guardo la piccola compagna d'un tempo, di cui -serbavo un così tenero ricordo, trasformata in una -donna avvenente e graziosa le cui dolci attrattive -sono coronate da una bellezza quasi inesprimibile, e -penso che il suo cuore è sempre mio, oh, la mia -felicità mi sembra troppo, troppo grande. Mi fosse -concesso di farne partecipi quelli che tanto ci amarono -tutt'e due! — -</p> - -<p> -E chi può dire che non ne fossero partecipi? Che -lo spirito dello zio True non fosse presente e gioisse -dell'adempimento di tutte le sue più rosee profezie? -Che il vecchio nonno non assistesse invisibile a quella -scena e vedesse come i suoi dubbi e i suoi timori -si mutassero in liete certezze? Che l'anima della madre -gentile la quale, ancor vivente, aveva presagito -quell'incontro in un sogno estatico, non benedicesse -la coppia felice? Ella, che coi precetti inculcati al -suo figliuolo fin dalla più tenera età, con gli ammonimenti -datigli nella giovinezza, e la vigile guida -del suo spirito disincarnato lo aveva armato per la -lotta contro le tentazioni, sostenuto nelle sue prove, -e restituito trionfante alla dolce amica della sua infanzia, -per certo aleggiava sui due virtuosi amanti, -godendo nella realtà la gioia pregustata in quella -mirifica visione ove le era stato così vivamente dipinto -il connubio tra il suo Guglielmo strappato dall'amorosa -sua cura ai pericoli che lo insidiavano, e -la figliuola del suo cuore resasi degna, per la perseveranza -nelle vie del bene, d'una così alta e perfetta -ricompensa. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_520">[520]</span> -</p> - -<div class="chapter"> -<h2>L.</h2> -</div> - -<div class="poem-container"> -<div class="poem inl"> -<p>Di purissima luce un raggio splende</p> -<p>Delle tenebre nostre nell'orrore</p> -<p>Quando per sempre ogni altra luce è spenta:</p> -<p>Celeste raggio acceso dal Signore.</p> -</div> -</div> - -<p> -Le ombre s'allungavano, volgendo già il sole al -tramonto, quando Guglielmo e Gertrude si levarono -da sedere per lasciare il camposanto. -</p> - -<p> -Uscirono dal cancello opposto a quello donde era -entrata la fanciulla, perchè egli aveva lasciato là -il calessino e il cavallo con cui era venuto. Il legno -si trovava sempre al suo posto; ma l'animale era -riuscito a sciogliersi dalle briglie che lo legavano e, -scostatosi dalla strada, brucava allegramente l'erba, -guardando ogni tanto intorno e annusando l'aria. -Pareva che non vedendo ritornare il padrone si disponesse -a svignarsela da solo. -</p> - -<p> -Ma chiamato dal giovane, venne a lui docilmente, -e riattaccato al calesse, dove Gertrude prese posto, -partì di buona lena, quasi fosse contento di correre -dopo una lunga sosta, e in meno di mezz'oretta condusse -i due fidanzati a villa Graham. -</p> - -<p> -Non appena giunti in vista della casa, Gertrude, -la quale conosceva bene le consuetudini della famiglia, -capì che avveniva qualche cosa di straordinario. -Si notava, dietro i cristalli, un muover di lumi -in varie direzioni; l'ingresso principale dell'atrio era -spalancato; perfino, cosa da lei mai veduta, un gran -fuoco ardeva nel caminetto della sala d'onore, come -si poteva discernere oltre le finestre; infine, quando -furono più vicini, s'avvide che il portico era pieno -di bauli e valigie. -</p> - -<p> -Questi segni annunziavano l'arrivo della signora -Graham, e probabilmente d'alcuni ospiti: ella lo congetturò -subito; e certo l'improvvisa comparsa di -quella chiassosa e irrequieta persona proprio nel momento -in cui ella desiderava ardentemente profittare -dell'opportunità di presentar Guglielmo a suo -padre e ad Emilia, l'avrebbe contrariata, se non fosse -stata troppo felice perchè una tale inezia potesse -<span class="pagenum" id="Page_521">[521]</span> -turbare la sua gioia. Forse quel pensiero le si presentò -alla mente, ma svanì subito. -</p> - -<p> -— Prendiamo per il viale, — ella disse — così -Giorgio ci vedrà, e verrà a condurre il tuo cavallo -in scuderia. Entreremo dalla porticina laterale. -</p> - -<p> -— No, — rispose Guglielmo — non posso entrare -ora: la casa è, pare, piena di gente, e inoltre ho -un fissato in città, alle otto. Poco ci manca, e ho -promesso d'essere puntuale; — soggiunse guardando -l'orologio — non credevo che fosse tanto tardi. Ma -ti rivedrò domani, non è vero? — -</p> - -<p> -Gertrude gli rivolse uno sguardo ch'esprimeva il -suo pieno consenso, e con una lunga stretta di mano -e un amoroso sorriso si separarono. -</p> - -<p> -Appena aperto il cancello, Gertrude si trovò tra le -braccia di Fanny Bruce, la quale aveva impazientemente -aspettato la partenza di Guglielmo per impadronirsi -di lei, e con molte lacrime e molti baci -congratularsi e ringraziare Dio di rivederla uscita -a salvamento da quell'orribile piroscafo; giacchè le -due giovani s'incontravano ora per la prima volta -dopo la catastrofe. -</p> - -<p> -— È arrivata la signora Graham? — domandò -Gertrude, quando, calmate le effusioni di tenerezza, -s'avviarono insieme verso la casa. -</p> - -<p> -— Sì, sì! — rispose Fanny. — La signora Graham, -e Rina, e Isabella, e una bambinetta, e un signore -malato.... il signor Clinton, credo.... e un altro -signore. Ma questo è andato via. -</p> - -<p> -— Chi è andato via? -</p> - -<p> -— Un signore alto, d'aspetto nobile, con grandi -occhi neri, bello in viso, bianco di capelli come se -fosse vecchio: ma non è. -</p> - -<p> -— E dite ch'è partito? -</p> - -<p> -— Sì; non era venuto con gli altri. L'avevo trovato -già qui.... Sarà un'oretta che se n'è andato. L'ho sentito -dire alla signorina Emilia che aveva un fissato -con un amico a Boston, ma che forse ritornerebbe -stasera. Ne avrei piacere: dovreste conoscerlo, signorina -Gertrude! — -</p> - -<p> -Erano giunte all'ingresso della casa, e Gertrude -udiva già la voce sonora della signora Graham, proveniente -dal salotto a destra. Ella discorreva con -<span class="pagenum" id="Page_522">[522]</span> -suo marito ed Emilia, e nell'atto che la giovane entrò -stava dicendo: -</p> - -<p> -— Oh, è la cosa più terribile ch'io abbia mai udito -in vita mia! E pensare, Emilia, che voi eravate a -bordo.... E la nostra Isabella! Povera figliuola, non -ha ricuperato ancora i suoi bei colori, dopo quello -spavento! E anche Gertrude Flint.... A proposito, -dov'è?... Dicono che quella ragazza s'è comportata -mirabilmente.... — -</p> - -<p> -Si voltò, e vistala sulla soglia le corse incontro e -la baciò con cordialità sincera. La signora Graham, -sebbene un po' grossolana e impetuosa, non era in -fondo priva di buoni sentimenti che si mostravano -se un'occasione li destava. -</p> - -<p> -L'entrata delle due fanciulle avendo interrotto i -commenti e le esclamazioni della loquace signora -sulla catastrofe, ella finalmente pensò alla necessità -di togliersi il cappello, il velo, lo scialle, la sciarpa, -dei quali due ultimi indumenti s'era liberata a mezzo -lasciandoli strascicare sul pavimento. -</p> - -<p> -— Basta! — ella esclamò. — Sarà meglio ch'io segua -l'esempio delle ragazze e vada a levarmi di dosso -questa roba impolverata. C'è da rimaner sepolti -nella polvere, in treno! Ma è sempre meno male che -avventurarsi su uno di quegli orribili piroscafi come -mio fratello Clinton pazzamente ci proponeva. Dov'è -Brigida? Bisogna che venga a raccattare un po' le -cose mie.... -</p> - -<p> -— V'aiuterò io, — disse Gertrude pigliando in una -mano una sacca da viaggio, gettandosi sul braccio -la sciarpa, caduta a terra, e seguendo da presso la -signora a fine di reggere l'estremità strascicante del -pesantissimo sciallone che le scivolava giù dalle -spalle. -</p> - -<p> -Ma sul primo pianerottolo venne fermata da Rina -Ray che la strinse in un caldo amplesso; e fu costretta -a deporre il suo carico per rispondere alle -carezze e ai baci dell'amica. -</p> - -<p> -In capo alla scala, poi, incontrò Isabella avvolta in -un accappatoio, con una gran brocca in mano, e un -viso quanto mai acerbo. Tuttavia posò la brocca per -terra e salutò Gertrude di buona grazia. -</p> - -<p> -— Sono ben lieta di vedervi in vita, — ella disse — benchè -<span class="pagenum" id="Page_523">[523]</span> -io non possa guardarvi senza rabbrividire.... -la vostra vista mi ricorda tanto quel giorno -terribile in cui abbiamo corso un mortale pericolo! -Sorte, essere state salvate mentre tanti affogarono! -Mi maraviglio sempre, Gertrude, della vostra calma -in quei momenti.... Io avevo perduto la testa, e non -avrei saputo che fare, se voi non vi foste trovata lì -per suggerirmelo. Oh, Dio, non parliamone più.... è -una cosa a cui non devo pensare! — Con un brivido -e una scrollatina di spalle lasciò cadere il discorso, -e si mise a chiamare la cugina con tono stizzoso: -</p> - -<p> -— Rina, o dove ti sei cacciata? Credevo che tu pensassi -a farci portare l'acqua! — -</p> - -<p> -Rina, che in obbedienza a un clamoroso appello -della zia era corsa in furia nella camera di questa -con la sacca da viaggio che Gertrude aveva lasciata -sul pianerottolo, arrivò, trafelata, domandando: -</p> - -<p> -— Non è ancora venuto nessuno? Ho pur sonato -due volte! -</p> - -<p> -— No, nessuno! — rispose Isabella. — E vorrei -pure lavarmi il viso e arricciarmi i capelli, s'è possibile, -prima del tè. -</p> - -<p> -— Datemi la brocca, — disse Gertrude. — Io scendo, -e vi manderò Gianna con l'acqua. -</p> - -<p> -— Grazie, — fece Bella a mezza voce. -</p> - -<p> -Rina s'oppose: -</p> - -<p> -— Ma no, ma no, Gertrude, vo io. — -</p> - -<p> -Gertrude però scendeva già le scale. -</p> - -<p> -Ella trovò la signora Ellis turbata e in grande perplessità. -</p> - -<p> -— Ah, povera me, sono rimasta di sasso! — esclamò -la governante. — Piombano qui, senza una parola -d'avviso, cinque persone.... e io non ho nulla -in casa da servire col tè! Non un dolce fino, non -quattro fette di prosciutto! E s'intende, saranno affamati, -dopo un così lungo viaggio, e pretenderanno -qualche cosa di buono.... -</p> - -<p> -— Oh, se sono affamati, signora Ellis, mangeranno -volentieri anche il manzo salato, i biscotti freschi -e la focaccia! Se volete darmi le chiavi caverò fuori -le conserve, e l'argenteria di gala, e vedrò che la -tavola sia apparecchiata per benino. — -</p> - -<p> -Nulla pesava a Gertrude, quella sera. E dov'ella -<span class="pagenum" id="Page_524">[524]</span> -metteva le mani, tutto andava a maraviglia. Gianna, -animata dal suo esempio, fece prodigi d'attività; e -quando la tavola del tè, veramente appetitosa, fu -pronta, la signora Ellis, girato lo sguardo intorno -e visto che di meglio non poteva desiderare, fissò -Gertrude negli occhi raggianti, osservò le sue gote -invermigliate, il suo fulgido sorriso, ed esclamò nella -propria ignoranza: -</p> - -<p> -— Dio buono, Gertrude, si direbbe che siete esultante -di gioia nel vedere di ritorno quelle signore! — -</p> - -<p> -Pochi minuti innanzi che il tè fosse servito, mentre -Gertrude sceglieva i tovagliolini nell'armadio -dello stanzino delle porcellane, Rina Ray fece capolino -all'uscio, poi entrò conducendo per mano una -bimba lindamente vestita a bruno. La sua faccia -era tutta ridente, ma quando volle parlare ruppe in -lacrime, e gettando le braccia al collo dell'amica le -mormorò all'orecchio: -</p> - -<p> -— O Gertrude, sono tanto felice! Ho bisogno di -dirvelo.... -</p> - -<p> -— Felice? — disse Gertrude. — Ma allora non dovete -piangere! — -</p> - -<p> -Rina rise, poi pianse di nuovo, poi riprese a ridere: -e negl'intervalli raccontò ch'era fidanzata, da -una settimana, a un ottimo giovane, e che la fanciulletta -che aveva per mano era una sua nipote, -orfana, a lui cara come una figliuola. -</p> - -<p> -— E la mia felicità, — ella continuò — la devo -a voi! -</p> - -<p> -— A me? — fece Gertrude stupita. -</p> - -<p> -— Sì! Io ero tanto vana e sciocca, lo sapete, e mi -piacevano persone che non meritavano alcuna stima, e -non mi curavo che del mio piacere, senza pensare -al bene altrui; se voi non m'aveste insegnato -ad essere qualche cosa di meglio, se non m'aveste -dato un esempio che mi sono sforzata di seguire, egli -non m'avrebbe mai guardata, e men che meno amata, -nè creduta capace d'essere una buona mamma -per la piccola Graziella, — e chinava uno sguardo -di tenerezza sulla bambina che si stringeva affettuosamente -a lei. — È un pastore, Gertrude, e tanto -buono! Pensate un po', una creatura puerile come -son io, diventar la moglie d'un ecclesiastico! — -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_525">[525]</span> -</p> - -<p> -La simpatia che Rina era venuta a cercare non -le fu negata, e Gertrude, la quale anch'essa aveva -gli occhi lucenti di lacrime, rassicurò che partecipava -di cuore alla sua gioia. -</p> - -<p> -Intanto Graziella, pian piano, insinuò la manina -libera nella mano di questa, che guardandola per -la prima volta con attenzione riconobbe in lei la piccina -di cui aveva preso le difese contro i suoi persecutori -nel salone dell'albergo di Saratoga. -</p> - -<p> -Rina fu lieta della coincidenza, e Gertrude osservando -quanto migliorato fosse l'aspetto della bambina -nelle vesti e nella persona, che adesso mostravano -un'amorosa cura femminile, si sentì persuasa -che il giovane ecclesiastico aveva fatto una buona -scelta. -</p> - -<p> -La fidanzata avrebbe voluto descriverle il suo futuro -marito, ma appunto furono chiamate al tè, ed -ella dovette rimettere a più tardi ciò che le restava -a dire. -</p> - -<p> -Il gaio salotto del signor Graham non era mai -stato gaio come quella sera. Il tempo era piuttosto -mite, ma il fuoco, acceso per il signor Clinton, non -riscaldava eccessivamente la stanza. Tuttavia aveva -cacciato la gioventù in un angolo lontano dal -caminetto, nelle cui vicinanze erano rimasti soltanto -la signora Graham con Emilia sul sofà, e il signor -Graham col signor Clinton in due poltrone di faccia -a loro. -</p> - -<p> -Il padrone di casa poteva discorrere così a suo -agio con l'ospite su gravi soggetti d'affari, mentre -la loquace sua consorte intratteneva Emilia e sè -stessa, ricapitolando con brio i suoi viaggi e le sue -avventure. -</p> - -<p> -Le ragazze stavano intorno a una tavola ove si -trovava una voluminosa cartella piena di bellissime -incisioni rappresentanti vedute d'Europa, recente -acquisto del signor Graham. Gertrude e Rina voltavano -accuratamente i fogli; la piccola Graziella, seduta -sulle ginocchia della futura zietta, e Fanny, -china sulla spalla della sua amica, ascoltavano attente -le loro spiegazioni. -</p> - -<p> -Di quando in quando anche Isabella, la sola delle -persone presenti che andasse girellando oziosamente -<span class="pagenum" id="Page_526">[526]</span> -per la stanza, si accostava alla tavola e riconoscendo -qualcuno dei luoghi visitati, dava in esclamazioni -come queste: -</p> - -<p> -— O guarda, Rina, c'è il negozio dove staccai quel -taglio di seta celeste!... Ah, ecco la cascata che visitammo -con gli ufficiali russi! — -</p> - -<p> -Mentre la compagnia era in tal guisa occupata, -l'uscio s'aperse ed entrarono il signor Amory e Guglielmo -Sullivan, senza farsi annunziare. -</p> - -<p> -Se anche fossero comparsi separatamente avrebbero -destato una viva curiosità nella maggior parte -degli astanti; ma capitando insieme, con l'aria di -due intrinseci amici, essi eccitarono una maraviglia -che apparve manifesta nei volti delle ragazze. -</p> - -<p> -I padroni di casa però avevano troppo uso del -mondo per tradire questo sentimento altrimenti che -scambiandosi una rapida occhiata, e, rizzatisi, accolsero -i due visitatori con la debita gentilezza. Il -signor Graham salutò semplicemente con un cenno -del capo Filippo Amory che aveva già veduto la -mattina, e lo presentò al signor Clinton, senza menzionare -però la loro parentela; e stava per presentarlo -alla moglie, quando questa lo dispensò dalla -cerimonia dichiarando di non aver dimenticato la -conoscenza fatta a Baden-Baden. -</p> - -<p> -Guglielmo era conosciuto da tutti fuorchè da Emilia: -ma avvenne che la presentazione fosse dimenticata. -Egli gettò a Gertrude uno sguardo d'intelligenza, -accettando la seggiola offertagli da Isabella, -la quale si mise a conversare con lui, mentre sua -zia s'impadroniva di Filippo. -</p> - -<p> -— Signorina Gertrude, — disse sottovoce Fanny -Bruce non appena tutti furono tranquillamente seduti — quello -lì è il signore che v'accompagnava in -calesse, stasera. L'ho ravvisato subito. — E vedendo -la giovane arrossire e farle cenno di tacere, guardandosi -intorno, ansiosa come se temesse che qualcuno -avesse udito, soggiunse: — È Guglielmo, non -è vero?... Il signor Sullivan? — -</p> - -<p> -La povera Gertrude era di più in più impacciata, -ma la maliziosa Fanny continuò a tormentarla con -le sue domande; e Isabella, ingelosita, notando che -gli occhi di Guglielmo si volgevano spesso verso la -<span class="pagenum" id="Page_527">[527]</span> -tavola, a un tratto la fissò con uno sguardo scrutatore -che finì di confonderla. -</p> - -<p> -Ma il caso le venne in aiuto sotto la forma di -Gianna, che portava il giornale, e non poteva aprire -l'uscio contro il quale stava la sua seggiola: il che -le diede l'occasione di alzarsi, aprire, ricevere il foglio -dalla ragazza, e insieme un'imbasciata di poca -importanza. Mentre era occupata così, il signor Clinton -si rizzò dalla sua poltrona, e, attraversando il -salotto col suo debole passo d'infermo, andò a domandare -qualche cosa a Guglielmo, sottovoce. Questi -rispose affermativamente. Allora egli prese Isabella -per mano, e avvicinatosi a Filippo Amory esclamò -con profonda commozione: -</p> - -<p> -— Signore, apprendo dal signor Sullivan che voi -siete quegli a cui debbo la vita della mia figliuola: -e veniamo a ringraziarvi! — -</p> - -<p> -Filippo balzò in piedi e gettò un braccio intorno -alla vita di Gertrude che passava portando il giornale -al signor Graham e non aveva udito le parole -del padre di Bella. Ella corrispose alla carezza alzando -verso di lui la faccia raggiante d'un dolce -sorriso. Egli disse: -</p> - -<p> -— Questa, signor Clinton, è la persona che l'ha -salvata. Io, è vero, la portai a nuoto alla riva, ma -credevo che fosse la figliuola mia adoratissima, la -quale, senza ch'io potessi immaginarmelo, aveva abbandonato -volontariamente ad un'altra l'unica sua -speranza di salvezza. -</p> - -<p> -— Da par vostra, Gertrude! Da par vostra! — gridarono -a un tempo Rina e Fanny, penetrando a -forza nel piccolo circolo strettosi intorno all'eroica -fanciulla. -</p> - -<p> -— Mia nobile creatura! — mormorò Emilia che -appoggiata al braccio di Filippo si chinò a prenderle -la mano e se la premette alle labbra. -</p> - -<p> -— Oh, Gertrude! — esclamò Isabella i cui occhi -s'empirono di lacrime. — Io non sapevo.... non avrei -mai pensato.... — -</p> - -<p> -La voce sonora della signora Graham venne a interromperla. -</p> - -<p> -— Come, la vostra figliuola?... -</p> - -<p> -— Sì, restituita per grazia di Dio ad un padre -<span class="pagenum" id="Page_528">[528]</span> -non degno di tanto bene! — rispose il signor Amory -con reverenza. — E.... tu non hai segreti qui, mio -tesoro? — fece, volgendosi a Gertrude. -</p> - -<p> -Ella guardò Guglielmo che stava adesso al suo -fianco, e scosse il capo. -</p> - -<p> -— E, — proseguì egli allora — da lui concessa -con gioia ad uno sposo che la merita per il suo lungo -e fedele amore! -</p> - -<p> -Così dicendo pose la mano di sua figlia in quella -di Guglielmo Sullivan. -</p> - -<p> -Seguì un momento di silenzio. La solennità di -quell'atto aveva commosso tutti i presenti. Poi il signor -Graham venne innanzi, strinse cordialmente la -mano ai fidanzati, e, passandosi rapidamente una -manica sugli occhi, andò, secondo il suo costume, a -rifugiarsi nella biblioteca. -</p> - -<p> -— Gertrude, — disse Fanny tirandola per la gonnella — siete -promessa sposa, dunque? promessa a -Guglielmo? -</p> - -<p> -— Sì, — ella rispose, sperando che, appagata la -sua curiosità, starebbe zitta. -</p> - -<p> -Ma Fanny si mise a ballare per il salotto, lanciando -le braccia in alto e gridando:. -</p> - -<p> -— Oh, che piacere! Oh, che piacere! -</p> - -<p> -— Ho tanto piacere anch'io! — uscì a dire la piccola -Graziella, con tono gratulatorio, sporgendo verso -Gertrude la boccuccia per un bacio. -</p> - -<p> -— Ed <i>io</i> — esclamò il signor Clinton posando le -mani su quelle dei due giovani ch'erano sempre unite — godo -che la generosa fanciulla ch'io non potrò -mai abbastanza ringraziare nè mai ripagare della -sua rara abnegazione, abbia avuto una degna ricompensa -nell'amore d'uno dei pochi uomini a cui -un padre amoroso possa con piena sicurezza affidare -la felicità della sua creatura. — -</p> - -<p> -Esausto dalla soverchia eccitazione, egli d'improvviso -si sentì venir meno, e fu accompagnato nella -sua camera da Guglielmo il quale, appena che il -suo vecchio amico si fu riavuto, ritornò a ricevere -la benedizione d'Emilia sulle sue nuove speranze, e -ad apprendere la storia del parentado di Gertrude -e della sua scoperta, che lo colmò di maraviglia e -di gioia. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_529">[529]</span> -</p> - -<p> -Infatti, sebbene la persona con cui aveva quella -sera un fissato a Boston, fosse precisamente il signor -Amory, ed egli avesse confidato a questi, nel -corso del loro colloquio, come ogni dubbio e ogni -malinteso si fosse dissipato tra lui e la fanciulla -amata, il segreto che doveva così lietamente stupirlo -non gli era stato rivelato se non nel salotto -del signor Graham. -</p> - -<p> -A dir vero gli era parsa un po' bizzarra la proposta -fattagli con insistenza dal suo amico d'accompagnarlo, -lì per lì, in una visita alla villa: ma aveva -poi concluso che il desiderio di riannodare la -sua conoscenza con la famiglia, essendo stato presentato -alla signora Graham a Baden-Baden, e forse -anche un po' la curiosità di vedere da presso quella -Gertrude Flint, da lui tanto esaltatagli, fossero i -soli motivi del suo capriccio. -</p> - -<p> -E riandando le memorie del passato, esultando -nella felicità presente, accarezzando le speranze del -futuro, la serata trascorse rapidamente. -</p> - -<p class="dots">················</p> - -<p> -— Vieni qui, Gertrude, — disse Guglielmo — vieni -alla finestra. Guarda che bella notte! — -</p> - -<p> -La notte invero era bellissima. Fredda certo, perchè -ogni cosa che aveva un orlo s'ornava d'una frangia -di brillanti diacciuoli, e il suolo era coperto d'un -candido tappeto di neve che i passanti calpestavano -frettolosi, stimolati dall'aria frizzante. Le stelle scintillavano -come non scintillano che in puro cielo invernale; -la luna sorgeva sopra una vecchia casa dalle -mura brunastre, la stessa casa, all'angolo della -strada, che Guglielmo e Gertrude fanciulli vedevano -dalla loro soglia quando, sedutivi insieme, spiavano -lo spuntare dell'astro d'argento, di dietro alla nera -massa velata d'ombra. -</p> - -<p> -Appoggiata alla spalla del suo sposo, la giovane -stette a guardare, intenta come allora, finchè l'intero -disco non apparve splendente nel cupo azzurro -immacolato. -</p> - -<p> -Nessuno dei due parlava, ma i loro cuori palpitavano -all'unisono, nel ricordo dei giorni passati. -</p> - -<p> -In quella, l'accenditore del gas passò velocemente -<span class="pagenum" id="Page_530">[530]</span> -ed accese, come per contatto elettrico, le lucide -fiamme dei numerosi lampioni che fiancheggiavano -i marciapiedi; in un attimo era già fuor di veduta. -</p> - -<p> -Gertrude sospirò. -</p> - -<p> -— La bisogna non era tanto agevole, per il povero -zio True! — ella disse. — Ma si sono fatti grandi -progressi da quel tempo. -</p> - -<p> -— Sì, affemmia! — rispose Guglielmo volgendo -uno sguardo di compiacenza in giro all'elegante salotto -bene illuminato e bene riscaldato della loro -casa coniugale, e posandolo infine sul viso radioso -della sposa adorata. — Progressi che allora sarebbero -parsi sogni inconseguibili. Vorrei che il buon -vecchio fosse qui con noi a goderne i vantaggi! — -</p> - -<p> -Una lacrima inumidì gli occhi di Gertrude; ma -premendo il braccio del marito, ella additò reverentemente -una fulgidissima stella uscente in quel momento -da una tenue nuvoletta inargentata che la -aveva fino allora nascosta; la stella in cui s'era sempre -immaginata di discernere il buon sorriso del suo -padre adottivo. -</p> - -<p> -— Caro zio True! — esclamò commossa. — La sua -lampada, Guglielmo, arde sempre lassù in cielo, e la -sua viva luce non è ancor spenta sulla terra! — -</p> - -<p class="dots">················</p> - -<p> -In una bella città, a trenta miglia circa da Boston, -sulla riva d'uno di quei laghetti circondati d'ameni -colli, che sarebbero celebrati dai poeti in un paese -meno ricco di questi incantevoli specchi d'acque limpide -e azzurre, sorgeva una villa gentilizia d'antica -ma solida costruzione. Era appartenuta agli avi paterni -di Filippo Amory, ed era stata la prima dimora -e l'unica eredità di suo padre che la teneva -carissima. Solo l'acuto sprone della povertà aveva -potuto spingerlo a venderla, con grande riluttanza. -</p> - -<p> -Riscattare quell'avito dominio, restaurare e introdurre -giudiziosamente le comodità moderne nella -vecchia casa, infertilire e abbellire i terreni, era il -sogno di Filippo. Le sue ricchezze adesso gli permettevano -d'avverarlo. Egli non perdette tempo, e la -primavera che seguì il ritorno in patria dell'esule da -lunghi anni errabondo, vide l'opera quasi compiuta. -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_531">[531]</span> -</p> - -<p> -Intanto Gertrude era andata sposa a Guglielmo, -e i Graham erano tornati in città, dove passando -Isabella l'inverno con sua zia, la vivace signora dava -gran ricevimenti in suo onore, mentre andava -già meditando di rimodernare la villa del marito, -per la ventura stagione. -</p> - -<p> -Ed Emilia, la quale aveva perduto il suo maggior -tesoro, e si trovava costretta a vivere in un ambiente -così poco in armonia col suo spirito non mormorava; -ma contenta della sua sorte non chiedeva nè -sognava di mutarla, finchè un giorno Filippo venne -a lei, le prese dolcemente la mano, e le disse: -</p> - -<p> -— Questa casa non fa per voi, Emilia. Voi qui, fra -tanta gente, siete sola come son solo io nella mia -romita villa. Noi due ci siamo amati; da fanciulli -fummo un'anima, e un cuore nella nostra giovinezza, -e tali siamo sempre. Perchè dovremmo rimanere -ancora divisi? Vostro padre non s'opporrà più ai -nostri desiderî; e voi, mia amatissima, vorrete forse -negarvi di allietare la vita solitaria del vostro canuto -innamorato? — -</p> - -<p> -Ma ella scosse il capo e rispose col suo sorriso ineffabilmente -soave: -</p> - -<p> -— Oh, Filippo, non ne parlate! Pensate alla mia -debole salute, e alla mia cecità! -</p> - -<p> -— La vostra salute, cara Emilia, è migliorata dimolto: -già le rose rifioriscono sulle vostre gote; -quanto alla vostra cecità, sarà per me un conforto -il farvela dimenticare con la mia devozione. Oh, non -mi rimandate deluso! Un fato crudele ci divise per -anni; non vogliate, adesso che possiamo essere ricongiunti, -prolungare questa dolorosa separazione! -Unirmi al mio primo amore è la mia più dolce, la -mia unica speranza di felicità sulla terra! — -</p> - -<p> -Ed ella non ritrasse la mano ch'egli teneva, ma -porse anche l'altra alla sua fervida stretta. -</p> - -<p> -— Avevo sempre pensato, caro Filippo, che innanzi -quest'ora sarei stata chiamata nella mia patria -celeste, e anche adesso sento che la mia dimora quaggiù -non sarà lunga: ma finchè dura, o più o meno, -sia secondo il vostro desiderio. Non sia mai che una -mia parola divida due cuori così profondamente uniti. -La vostra casa sarà la mia. — -</p> - -<p> -<span class="pagenum" id="Page_532">[532]</span> -</p> - -<p> -E quando l'erba rinverdiva, e i fiori sbocciavano -diffondendo nell'aria le loro fragranze, e gli uccelli -gorgheggiavano fra i rami, e le acque azzurre del -lago s'increspavano all'alitare di zeffiri primaverili, -Emilia venne a vivere sul pendio del colle con -Filippo. E la signora Ellis la seguì per assumere il -governo della nuova casa, e di tutte le attinenze, -specie della latteria, che divenne il suo orgoglio. -</p> - -<p> -Ella aveva implorato a calde lacrime, e agevolmente -ottenuto, il perdono di Filippo a cui sapeva -adesso d'aver fatto più male che non volesse: e con -la sincerità della sua volontaria confessione, con -l'umiltà del suo pentimento, aveva provato che non -era priva di cuore. -</p> - -<p> -La signora Prime sollecitò anch'essa, con vive -istanze, il posto di cuoca alla villa; ma Emilia amorevolmente -la dissuase. -</p> - -<p> -— Non possiamo lasciare tutte il babbo, — disse -scusandosi. — Chi gli arrostirebbe appuntino i suoi -crostini, chi gli accenderebbe a modo suo il fuoco, -nella biblioteca? — -</p> - -<p> -La buona vecchia comprese che aveva ragione, e -si rassegnò. -</p> - -<p> -E l'esule che ha tanto errato e tanto sofferto, è -finalmente felice? Sì; ma la sua pace non deriva -dalla sua bella casa, dai suoi vasti possessi, dalla -fama onorevole che egli gode fra gli uomini, e neppure -dall'amore della gentile Emilia. -</p> - -<p> -Questi sono beni preziosi, ed egli sa apprezzarli; -ma la sua anima duramente esperta dei dolori del -mondo, ha trovato un'àncora più salda, un più sicuro -rifugio dalla tempesta, perchè grazie al divino -potere d'una fede viva ha toccato il porto della salvezza -eterna. Le preghiere della vergine cieca sono -state esaudite, l'ultima e la migliore delle sue pie -opere è compiuta; dal suo spirito illuminato un raggio -è sceso nell'anima ottenebrata del suo diletto, -e quand'anche Dio la chiamasse a sè, egli sarebbe -ormai capace di seguire le sue orme, di continuare -le sue carità, di fare il bene sulla terra finchè venga -per lui l'ora di raggiungerla in cielo. -</p> - -<p> -Quando i due sposi, nelle sere estive, escono a respirare -l'aria fresca e fragrante della campagna, e -<span class="pagenum" id="Page_533">[533]</span> -godere l'incanto dei crepuscoli sereni, ascoltando i -cantori alati gorgheggianti tra le fronde, tutte le -cose parlano d'una pace santa al rinato cuore di colui -che per tanto tempo visse agitato ed afflitto. -</p> - -<p> -Quando il sole muore in mezzo alla pompa del -tramonto, e a grado a grado la luce dell'occaso si -estingue, quando spuntano le stelle e la luna s'inargenta, -nella solenne bellezza della notte gli astri -parlano parole d'alto insegnamento alla sua anima -risvegliata, e la gran voce della natura, e la tenue -voce sommessa che mormora in lui, dicono dolcemente, -piamente: -</p> - -<p> -«Il sole non sarà più il tuo lume diurno, nè più -splenderà per te il chiarore soave della luna: ma la -luce eterna ti verrà dal Signore, e il tuo Dio sarà -la tua gloria. -</p> - -<p> -«Il tuo sole non tramonterà più, nè la tua luna -si ritirerà: perchè il Signore sarà la tua luce perpetua, -e i giorni del tuo cordoglio saranno finiti.» -</p> - -<p class="pad2 center large"> -FINE. -</p> - -<div class="footnotes"> - -<h2> -NOTE: -</h2> - -<div class="footnote" id="note1"> -<p><span class="label"><a href="#tag1">1</a>. </span>Centesimo di dollaro.</p> -</div> - -<div class="footnote" id="note2"> -<p><span class="label"><a href="#tag2">2</a>. </span>Nome della nave che portò i primi coloni inglesi.</p> -</div> - -<div class="footnote" id="note3"> -<p><span class="label"><a href="#tag3">3</a>. </span>Esq. abbreviazione di «Esquire» titolo medio tra signore -e cavaliere.</p> -</div> - -<div class="footnote" id="note4"> -<p><span class="label"><a href="#tag4">4</a>. </span>Colle del Tramonto.</p> -</div> - -<div class="footnote" id="note5"> -<p><span class="label"><a href="#tag5">5</a>. </span>La moda, l'elegante vita mondana.</p> -</div> - -<div class="footnote" id="note6"> -<p><span class="label"><a href="#tag6">6</a>. </span>La legge di Lynch autorizzava tutti i presenti a fustigare -i ladri còlti sul fatto. Il supplizio era spesso mortale.</p> -</div> -</div> - -<div class="tnote"> -<p class="tntitle"> -Nota del Trascrittore -</p> - -<p> -Ortografia e punteggiatura originali sono state mantenute, correggendo senza annotazione -minimi errori tipografici. -</p> -</div> - - - - - - - - -<pre> - - - - - -End of the Project Gutenberg EBook of Il lampionaio, by Maria Susanna Cummins - -*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK IL LAMPIONAIO *** - -***** This file should be named 54787-h.htm or 54787-h.zip ***** -This and all associated files of various formats will be found in: - http://www.gutenberg.org/5/4/7/8/54787/ - -Produced by Barbara Magni and the Online Distributed -Proofreading Team at http://www.pgdp.net - - -Updated editions will replace the previous one--the old editions will -be renamed. - -Creating the works from print editions not protected by U.S. copyright -law means that no one owns a United States copyright in these works, -so the Foundation (and you!) can copy and distribute it in the United -States without permission and without paying copyright -royalties. 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