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-The Project Gutenberg EBook of Il lampionaio, by Maria Susanna Cummins
-
-This eBook is for the use of anyone anywhere in the United States and most
-other parts of the world at no cost and with almost no restrictions
-whatsoever. You may copy it, give it away or re-use it under the terms of
-the Project Gutenberg License included with this eBook or online at
-www.gutenberg.org. If you are not located in the United States, you'll have
-to check the laws of the country where you are located before using this ebook.
-
-
-
-Title: Il lampionaio
-
-Author: Maria Susanna Cummins
-
-Release Date: May 26, 2017 [EBook #54787]
-
-Language: Italian
-
-Character set encoding: UTF-8
-
-*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK IL LAMPIONAIO ***
-
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-
-Produced by Barbara Magni and the Online Distributed
-Proofreading Team at http://www.pgdp.net
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- _Cummins_
-
-
- _Il Lampionaio_
-
-
-
- _Firenze_
- _Adriano Salani, Editore_
- _Viale dei Mille._
-
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- _PROPRIETÀ LETTERARIA._ **
- _RISERVATI TUTTI I DIRITTI_
- Tip. Adriano Salani, 1920.
-
-
-
-
-IL LAMPIONAIO
-
-
-
-
-I.
-
- Oh pensare ad un povero
- Bimbo che giorni infantili non ha,
- Che non ruzza e folleggia allegro, indomito,
- Che Dio pregare e lodare non sa!
-
- LANDON.
-
-
-In città era già quasi buio. Fuori, nell'aperta campagna, la luce
-doveva indugiare forse un'altra mezz'ora; ma nelle strette vie dove mi
-conduce la mia storia, l'ombra s'addensava.
-
-Davanti all'uscio d'una casa bassa, nerastra, dall'aria malsana,
-una ragazzetta sedeva sullo scalino di legno della soglia, guardando
-lontano nella strada, con occhi intenti. L'uscio s'apriva accosto al
-marciapiede e la soglia era poco elevata, sicchè i suoi piedini scalzi
-posavano sul gelido ammattonato. In quella fredda sera di novembre, una
-lieve nevicata che faceva tutte candide, tutte nitide le piazze ampie
-ed allegre, circondate da case signorili, rendeva ancor più triste e
-più lurido l'aspetto delle stradette anguste, dei vicoli tetri, dove la
-bella neve, mescolandosi alla mota e alle immondizie sempre abbondanti
-nei luoghi in cui vive agglomerata la povera gente, aveva presto
-perduto la sua purezza.
-
-Non uno fra i numerosi passanti diretti alle varie mète dei loro affari
-o dei loro piaceri, notava la ragazzetta lì seduta, perchè non c'era
-anima al mondo che si curasse di lei. Ell'era scarsamente vestita, e
-di cenci dei più miseri. Aveva i capelli lunghi ed assai folti, ma così
-scarmigliati che non le donavano punto. Invero pareva che nulla potesse
-donare a quel visetto di bimba esile e malaticcia, i cui lineamenti,
-affilato com'era, e d'un colorito scialbo, non offrivano la minima
-attrattiva a chi per caso l'osservasse.
-
-Belli erano certo i suoi occhioni neri; ma a contrasto con una faccia
-tanto minuta e sparuta sembravano smisuratamente grandi, e ne facevano
-risaltare la singolarità senza conferirle bellezza. Se qualcuno le
-avesse voluto bene (non gliene voleva nessuno), se avesse avuto la
-mamma (ahimè, non l'aveva), un'affettuosa parzialità avrebbe forse
-trovato in lei qualche cosa da lodare. Così invece la povera piccina
-si sentiva ripetere dieci volte il giorno ch'ella era la più brutta
-creatura dell'universo; e, purtroppo, era la più maltrattata. Nessuno
-l'amava ed ella non amava nessuno, nessuno le diceva mai una buona
-parola, nessuno si dava pensiero di farla contenta e nemmeno di sapere
-se non fosse infelice. Toccava appena gli otto anni ed era sola sulla
-terra.
-
-Non aveva che un divertimento, uno unico: le piaceva spiare l'arrivo
-del vecchio che accendeva il lampione davanti alla casa, veder la
-fiaccola lucente apparire in fondo alla strada, oscillando al vento,
-e poi l'uomo salire di corsa su per la sua scala portatile e con
-gesto rapido e sicuro far sgorgare dall'oscurità la vivida fiamma
-che diffondeva tutt'intorno la gaiezza del suo chiarore. Un barlume
-di gioia scendeva allora nel piccolo cuore desolato che ignorava la
-giocondità. Il vecchio lampionaio non le parlava, non mostrava neanche
-d'accorgersi della sua presenza, eppure spiando la sua venuta ella
-provava quasi il sentimento con cui avrebbe atteso un amico.
-
-— Gertrude, — gridò dall'interno una voce aspra — sei andata per il
-latte? —
-
-La bambina non rispose. Lesta lesta, scivolò dallo scalino, sgattaiolò
-correndo rasente il muro, e, svoltato il canto della casa, si mise fuor
-di veduta.
-
-La donna che l'aveva chiamata s'affacciò all'uscio.
-
-— O dove sia quella figliolaccia? —
-
-Passava un ragazzo che aveva visto la fuga di Gertrude, un ragazzo che
-sull'esempio dell'intero vicinato ostentava di considerare la piccina
-come una specie di folletto o spirito maligno. Rise forte, additò il
-canto dietro a cui ella si nascondeva, e, curioso di ciò che sarebbe
-seguito, continuò il suo cammino con la testa voltata sulla spalla,
-esclamando:
-
-— Ora sì che ne busca!... Annetta Grant la concia per il dì delle
-feste! —
-
-In meno che non si dica, Gertrude fu tratta dal suo nascondiglio,
-gratificata con un ceffone per la sua bruttezza e un altro per la
-sua impertinenza, poichè prodigava ad Annetta Grant sberleffi a tutta
-possa, e spedita in un viale vicino col bricco del latte. Ella correva
-a perdifiato, temendo che il lampionaio potesse venire e andarsene
-durante la sua assenza. Con grande allegrezza, al ritorno lo scòrse
-davanti alla casa, appunto nell'atto che saliva sulla sua scala. Si
-piantò appiè di questa, e rimase così assorta nella contemplazione
-della fiamma risplendente, che quando l'uomo cominciò a scendere non
-se n'avvide. Ne seguì che trovandosi ella in dirittura del suo slancio,
-egli, nel balzare a terra venne ad urtarla e la mandò ruzzoloni.
-
-— Ohe, bimba! — esclamò, chinandosi a rialzarla. — Com'è
-successo? —
-
-Gertrude si rizzò in un baleno. Era avvezza alle picchiate sode, e non
-si sgomentava per qualche ammaccatura. Ma il latte?... Ah, il latte
-s'era versato fino all'ultima gocciola!
-
-— Uhm! Cotesto è un guaio! — riprese egli. — Che dirà la mamma? —
-
-La guardò in viso per la prima volta, e s'interruppe.
-
-— Affemmia, strano tipo, questa figliuola! Sembra una piccola
-strega!... —
-
-Poi, vedendola mirare con apprensione il latte sparso e volgere uno
-sguardo ansioso verso la casa, soggiunse amorevolmente:
-
-— Via, non vorrà mica infuriarsi contro uno scricciolo come te! Su,
-coraggio, mimmina! Se ti sgrida un po', abbi pazienza... Domani ti
-porterò qualche cosa che ti piacerà, credo.... M'hai l'aria d'esser
-tanto sola, poverina.... E se la tua vecchia strepita, dille pure che
-sono stato io.... Ma non t'ho mica fatto male, eh?... O che ci stavi a
-fare sotto la mia scala, tu?
-
-— Vi guardavo accendere il lampione, — rispose Gertrude. — No, male non
-me ne sono fatta punto, ma vorrei non aver versato il latte.... —
-
-In quella, Annetta Grant apparve sulla soglia, vide ciò ch'era
-accaduto, e principiò dal cacciare in casa la bambina, a spintoni, con
-accompagnamento di bòtte, minacce ed imprecazioni brutali e sacrileghe.
-Il lampionaio tentò di placarla, ma ella gli sbattè l'uscio in faccia.
-Gertrude, caricata di rimproveri e di busse, privata del tozzo di pane
-che soleva esser la sua cena, fu rinchiusa per la notte nella buia
-soffitta ove dormiva.
-
-Povera creatura! Sua madre era morta in quella casa, cinque anni
-addietro, e da allora essa era quivi tollerata, non tanto perchè Ben
-Grant imbarcandosi aveva ordinato alla moglie di custodirla fino al suo
-ritorno (egli era partito da sì lungo tempo che nessuno l'aspettava
-più), quanto per certe ragioni particolari della stessa Annetta, la
-quale, sebbene la considerasse come un peso rimastole sulle braccia,
-non desiderava provocare inchieste cercando di collocarla altrove.
-
-Gertrude aveva orrore e terrore delle tenebre. Quando si trovò sola,
-senza lume, chiusa sotto chiave in quel nero stambugio, stette un
-momento immobile e muta: poi, d'un tratto, cominciò a strillare, a
-pestare i piedi, a menar colpi furiosi contro l'uscio sforzandosi
-d'aprirlo.
-
-— Vi odio, Annetta Grant! — urlava. — Vecchia Annetta, vi odio! —
-
-Ma non venne nessuno. Dopo un poco la sua ira sbollì. Ella andò a
-buttarsi sul suo misero lettuccio, si coprì il viso con le scarne
-manine, e pianse e singhiozzò che pareva le si dovesse spezzare il
-cuore. Alfine, esausta, dopo alcuni singhiozzi ancora, sempre più
-sommessi e interrotti da profondi sospiri, a grado a grado si chetò.
-Rimosse le mani dal viso, e, torcendole convulsamente, alzò gli occhi
-alla finestrella, a lato del letto, solo adito che la luce avesse nella
-stanza: una finestrella con una vetrata di tre piccoli vetri disuguali,
-connessi rozzamente da un contorno di stucco. Non c'era la luna, però
-guardando in alto Gertrude vedeva, attraverso la vetrata, splendere
-incontro a lei un'_unica_ fulgidissima stella, che, ella pensava,
-vinceva in bellezza ogni cosa al mondo. Spesso ell'era stata fuori la
-sera sotto un cielo tutto stellato senza riceverne alcuna particolare
-impressione; ma quella stella solitaria, così grande e sfolgorante,
-e pur d'aspetto così mite, così soave, sembrava sorriderle, sembrava
-dirle: «Gertrude, Gertrude, _povera_ Gertrudina!» Non forse somigliava
-un volto benigno da lei veduto o sognato in un tempo lontano?
-D'improvviso le balenò un'idea.
-
-— Chi l'accese?... Qualcuno di certo.... qualcuno che dev'essere molto
-buono, m'immagino.... O come avrà fatto per salire fin lassù? —
-
-E Gertrude s'addormentò volgendo in mente questo problema: «Chi aveva
-acceso la stella?»
-
-Povera animetta oscurata dall'ignoranza! Chi t'illuminerà? Tu sei
-una creatura di Dio, bambina! Cristo morì per te. Non manderà Egli
-qualcuno, uomo od angelo, a dissipare le tenebre che t'avvolgono, ad
-accendere in te la luce che mai non s'estingue, la luce che risplende
-in eterno?
-
-
-
-
-II.
-
- Chi lenirà i tuoi dolori o «scossa dalla tempesta»?
- Parole chi avrà di conforto, o «sconsolata» per te?
-
- EMILIA TAYLOR.
-
-
-La mattina seguente Gertrude non fu svegliata da un gaio cinguettìo di
-fratellini e sorelline, o dal bacio della mamma, come i bimbi felici,
-i bimbi che mani amorose aiutano a vestirsi e che sanno che una buona
-colazione li aspetta. Ma un suono di voci rudi, giungendole dal piano
-di sotto, l'avvertì che gli uomini d'Annetta Grant, cioè suo figlio
-e due o tre dozzinanti, si mettevano a tavola per il pasto mattutino,
-del quale ella non poteva sperare una qualche parte se non trovandosi
-presente quando essi avevano finito, per prendere quella porzione
-d'avanzi che alla padrona piacesse di gettarle o spingerle davanti.
-Scese furtivamente, e si tenne nascosta, finchè non sentì l'odore
-delle pipe ed i passi degli uomini nel corridoio. Tosto che tutti se ne
-furono andati, schiamazzando, ella entrò quatta quatta nella stanza,
-volgendo in giro uno sguardo pieno di paura e di sospetto. Annetta
-Grant l'accolse male:
-
-— Ah, sei qui?... Faresti meglio a non mostrarla, quella brutta faccia
-agra.... Se hai fame, mangia un boccone, e poi levati di tra i piedi.
-Bada bene di non venir a gironzare intorno al fuoco e a seccarmi mentre
-lavoro, se non vuoi toccarne di nuovo, e peggio di iersera.... —
-
-Gertrude non s'aspettava un'accoglienza migliore, sicchè non ebbe a
-soffrire un disinganno. Contenta di trovare il meschino cibo lasciato
-sulla tavola per lei, lo trangugiò avidamente, e senza provocar
-una seconda intimazione di tenersi al largo, prese il suo vecchio
-cappuccetto, s'avvolse in uno scialle sbrindellato, già di sua madre,
-il quale da anni era l'unico indumento che servisse a ripararla dal
-freddo, e quantunque l'aria frizzante del mattino le gelasse le manine
-e i piedini nudi, scappò di corsa per la strada.
-
-Dietro la casa dove abitava Annetta Grant c'era un cantiere di
-legname e carbone, e di là da questo uno scalo, e l'acqua densa e
-melmosa d'un bacino. In quei paraggi la piccola Gertrude avrebbe
-potuto trovare numerosi compagni per fare il chiasso. Qualche volta
-infatti si mescolava ai branchi di monelli dei due sessi, cenciosi
-come lei, che si trastullavano nel cantiere; ma di rado, perchè fra i
-ragazzi del vicinato c'era una lega contro la disgraziata creatura.
-Poveri essi pure, e, la maggior parte, tenuti male, la sapevano
-però più negletta ancora, e assai più maltrattata che qualunque di
-loro. Spesso avevano veduto menarle bòtte spietate, spesso avevano
-udito chiamarla brutta e maligna, e dirle ch'ella non apparteneva a
-nessuno, che nessuna casa era la sua. Bambini com'erano, sentivano
-nondimeno il proprio vantaggio, e disprezzavano la reietta. Forse non
-sarebbe stato così se Gertrude si fosse messa fra loro francamente e
-avesse cercato di farseli amici. Ma sua madre nel breve tempo ch'era
-vissuta in casa d'Annetta Grant aveva avuto cura di tenerla lontana
-da quella marmaglia; e, morta lei, la bimba resa schiava, forse un
-po' dall'abitudine ma più dalla sua stessa natura, continuava ad
-astenersi dal partecipare ai rozzi loro spassi, benchè nulla glielo
-impedisse. Non aveva dunque dimestichezza co' suoi coetanei. Nè essi
-s'arrischiavano a dimostrarle la loro ostilità se non a parole, perchè
-non uno avrebbe osato affrontare da solo la piccola Gertrude che,
-animosa, impulsiva, violenta, si faceva temere quanto odiare. Una
-volta, tutta una banda di maschi e femmine s'era accordata per darle
-noia e soverchiarla; ma appunto nell'atto che una delle ragazzette
-lanciava nel bacino le scarpe tratte a forza dai piedi della vittima,
-era sopraggiunta Annetta Grant, la quale aveva picchiato di santa
-ragione la monella e posto in fuga i suoi compagni. Da quel giorno
-Gertrude andava scalza; però, caso unico, doveva alla megera un
-benefizio: la ragazzaglia la lasciava in pace.
-
-Era freddo ma splendeva il sole, quando la bambina, cacciata, corse a
-cercare un ricovero nel cantiere. In un angolo che dalle case vicine
-rimaneva quasi fuori della visuale, s'inalzava un'enorme catasta di
-legname da costruzione. Le assi, di lunghezze diverse ed irregolarmente
-collocate, offrivano da una parte una serie di scalini grazie ai
-quali riusciva agevole arrampicarsi fino su in cima, dove alcune delle
-più lunghe sporgevano in guisa da formare una specie di nicchia ben
-riparata, che dal lato aperto dominava il bacino.
-
-Quel recesso era per Gertrude il porto di sicurezza, l'asilo di pace,
-il solo luogo donde non venisse mai espulsa. Là, durante le giornate
-estive la povera creatura solitaria sedeva meditando sulle sue
-afflizioni, le sue malefatte, la sua bruttezza, e talvolta piangendo
-ore ed ore. Quando, di tanto in tanto, accadeva che per alcuni giorni
-consecutivi avesse avuto la fortuna di non irritare nessuno, di
-non attirarsi gravi castighi come l'essere picchiata o rinchiusa al
-buio, l'animo suo in quella tregua si rasserenava alquanto, ed ella
-si divertiva a guardare gli uomini d'una goletta ancorata lì presso,
-mentre lavoravano a bordo, o vogavano di qua e di là, in una barchetta.
-La calda luce del sole infondeva nelle vene un tale benessere, le voci
-dei marinari erano tanto allegre, che la piccola derelitta obliava per
-un poco i suoi dolori.
-
-Ma l'estate se n'era ita; la goletta col suo equipaggio che serviva
-a Gertrude di così piacevole compagnia, se n'era ita anch'essa. Era
-venuta la cattiva stagione, e ultimamente il tempo burrascoso aveva
-costretto la bimba a rimanersene tappata in casa. Non le pareva dunque
-vero quella mattina di poter tornare al suo caro nascondiglio. Con viva
-gioia trovò che il sole c'era arrivato prima di lei e aveva asciugato
-le travi per modo ch'ella se le sentiva tutte calde sotto i piedini
-nudi, il sole che splendeva sempre fulgido e gaio anche nel cielo di
-novembre e le faceva dimenticare Annetta Grant, e il freddo sofferto, e
-il terrore del lungo inverno!
-
-I suoi pensieri vagarono un po' senza mèta, poi si raccolsero sullo
-sguardo benevolo e sulla voce del vecchio lampionaio; infine le si
-affacciò, per la prima volta, alla mente la promessa da lui fatta di
-portarle qualche cosa quando sarebbe venuto la sera prossima. Se ne
-ricorderebbe? Ella non credeva.... Eppure, forse sì, perchè quell'uomo
-aveva l'aria d'esser tanto buono, e tanto s'era rammaricato della sua
-caduta....
-
-Che mai le porterebbe allora? Qualche cosa da mangiare? Oh, fosse
-piuttosto un paio di scarpe! Ma no, egli non poteva aver pensato a
-questo.... Forse non s'era nemmeno accorto che ella non ne aveva....
-
-Gertrude risolse d'andare in ogni caso per il latte prima dell'ora
-d'accendere il lampione, al fine d'esser di ritorno in tempo, senza che
-nulla dovesse impedirle di vederlo.
-
-La giornata le sembrò lunghissima; ma, quando Dio volle, la notte
-venne, e con la notte, True, o meglio, Trueman Flint: così si chiamava
-il lampionaio.
-
-Ella si trovava sul posto ad aspettarlo, badando però di non dar
-nell'occhio ad Annetta Grant.
-
-True era in ritardo quella sera, e aveva gran fretta. Potè appena
-dire alla bambina poche parole, nel suo linguaggio semplice e rozzo,
-ma erano parole che venivano dall'intimo del cuore più generoso ed
-onesto che mai palpitasse nel petto d'un uomo. Le ripetè, posandole
-sul capo con atto benevolo la mano grande e tutta nera di fumo, che gli
-dispiaceva assai ch'ella si fosse fatta male, poi soggiunse:
-
-— E per soprassalto ne buscasti, poverina.... Vergognaccia! Gran danno,
-un po' di latte versato! Era una disgrazia, mica un delitto.... —
-
-Levò la mano dal capo di Gertrude, per isprofondarla in una delle
-vastissime sue tasche.
-
-— Ma eccoti — proseguì — la creaturina che ti promisi ieri. Abbine cura
-e non tormentarlo.... Scommetto che se è come la sua mamma che ho io a
-casa, ti piacerà, e presto presto gli vorrai bene. Addio, mimma! —
-
-E presa in ispalla la sua scala portatile, se n'andò lasciando nelle
-mani della ragazzina un gattino bianco e grigio.
-
-Ella fu così sbalordita nel trovarsi tra le braccia quella cosa viva,
-tanto diversa da tutte le cose da lei immaginate, che per un minuto
-rimase irresoluta, non sapendo che avesse a farne.
-
-C'erano molti gatti, d'ogni grandezza e d'ogni colore, là nel vicinato,
-sia appartenenti ad inquilini delle case, sia rifugiati nel cantiere:
-povere bestie spaurite le quali, come Gertrude, solevano andare attorno
-a passi furtivi o scappando, a gambe levate, e spesso si nascondevano
-tra il legname e il carbone, quasi si sentissero al pari di lei
-malsicuri del diritto di stare in un qualche luogo. Ed ella aveva
-anche provato più volte una certa simpatia per loro, ma non le era mai
-venuta la voglia di pigliarne uno, portarselo a casa e addomesticarlo,
-perchè essendo il nutrimento e il ricovero tanto avaramente concessi a
-lei stessa, ben sapeva di non poterli ottenere per un suo beniamino a
-quattro zampe.
-
-La sua prima idea fu pertanto di deporre il gattino a terra, e
-lasciarlo andare. Ma la bestiola si raccomandò in maniera tale, che
-ella non fu capace di resistere. Dalle braccia le salì fino al collo,
-vi si aggrappò, e spaventato com'era dall'imprigionamento e dal lungo
-viaggio nella tasca del lampionaio, prese a miagolare con una voce
-sommessa e flebile che sembrava implorare la compassione. L'eloquenza
-di quella vocina vinse la paura della collera d'Annetta Grant. E
-Gertrude; stringendosi al seno il micio, risolse, nel suo cuore di
-bimba, d'amarlo, di nutrirlo, e di tenerlo ben lontano dagli occhi
-della vecchia.
-
-A qual punto giungesse in breve il suo amore per quell'animaletto le
-parole non potrebbero dire. La sua natura fiera, indomita, impetuosa,
-non aveva fino allora avuto occasione di manifestarsi che in accessi
-di risentimento appassionato, di torva ostinazione, d'odio perfino. Ma
-v'erano in quella piccola anima sorgenti di caldi affetti ancor chiuse,
-una profondità di tenerezza mai evocata, un ardore di devozione al
-quale non mancava che un oggetto su cui espandersi.
-
-Ella prodigò quindi alla creaturina che dipendeva da lei per il suo
-sostentamento tutta la dovizia d'amore accumulata nel suo povero
-coricino desolato. E tanto più l'amava quanto più era obbligata a
-darsene pensiero, quanto più grandi, erano i disturbi e le ansie che
-le cagionava. Teneva la bestiola quasi sempre fuori, fra il legname
-del cantiere, nel suo rifugio favorito. Trovò un vecchio cappello nel
-quale mise il proprio cappuccetto, e fece così una cuccettina per il
-micio. Gli portava una parte, degli scarsi suoi pasti, osava per lui
-ciò che non avrebbe osato per sè medesima, procacciandogli la cena col
-sottrarre tutti i giorni dal bricco un po' del latte che Annetta Grant
-la mandava a prendere, ed esponendosi al rischio d'essere scoperta e
-punita: solo rischio, solo danno, di cui il furto e la frode potessero
-destare il timore nell'animo della misera bambina ignorante, perchè
-nessuno s'occupava di sviluppare le sue idee del bene e del male
-in senso astratto. Ella si divertiva ore intere a trastullarsi col
-suo gattino fra le cataste di legname, a parlargli, a dirgli quanto
-le fosse caro. Ma nelle giornate più rigide, non avendo modo di
-ripararsi dal freddo all'aperto, ed essendo assai pericoloso portare
-il suo protetto in casa, si trovava in un serio impiccio. Nondimeno,
-coraggiosamente nascondeva il micino in seno, e correva a rifugiarsi
-con lui nella soffittuccia ch'era la sua camera. Là, badando di tener
-l'uscio chiuso, riesciva a far sì che la presenza del suo compagno
-sfuggisse agli occhi ed agli orecchi della terribile Annetta. Due o
-tre volte invero, per sua momentanea distrazione, accadde che la vispa
-bestiola scappasse al piano di sotto, nel corridoio e nella cucina,
-anzi una volta la donna lo vide e lo cacciò con la granata; ma in quel
-popoloso quartiere dove i gatti vagabondi erano tutt'altro che rari, il
-caso non poteva parere così straordinario da provocare un'inchiesta.
-
-Sembrerà strano che Gertrude fosse libera di star fuori a baloccarsi
-dalla mattina alla sera. I fanciulli delle classi povere sogliono
-imparare per tempo a rendersi utili. Sono numerose le creature di
-tenera età che, per le strade, davanti alle porte e nelle corti delle
-case, vediamo andar curve sotto il peso d'una voluminosa fascina, o
-d'un paniere di trucioli, o, più spesso, d'un grosso marmocchio al
-quale si deve badare e prestare ogni sorta di cure. E noi compiangiamo
-un'infanzia soggetta a cotali fatiche, e giudichiamo troppo dura la sua
-sorte. Eppure non è quella, alla perfine, la maggiore delle disgrazie:
-stava per tutti i conti assai peggio la piccola Gertrude, che non era
-costretta a far nulla, e ignorava la sodisfazione d'_aiutare_ qualcuno.
-Annetta Grant non aveva marmocchi, e stimava poco i servigi dei
-ragazzi. Donna attivissima, non sentiva punto il bisogno d'impiegare
-l'orfanella in qualche faccenda domestica; al contrario, desiderava di
-levarsela d'attorno. Sicchè, tolta la corsa quotidiana per il latte,
-Gertrude era sempre in ozio: causa feconda d'infelicità e di scontento,
-se anche non avesse avuto a soffrire per alcun'altra.
-
-Annetta, una scozzese non più giovane, aveva sortito da natura
-un cattivo temperamento, che, con gli anni, era divenuto pessimo.
-Conosceva la vita dal suo lato più rude, era gran lavoratora, e godeva
-la reputazione di femmina sveglia, ardita, e dominatrice. Ell'aveva
-reso al marito così disamena la casa coniugale, che egli, lasciando
-il suo mestiere di falegname, era andato piuttosto per mare. Faceva la
-lavandaia e teneva alcuni dozzinanti. I suoi proventi sarebbero bastati
-a sbarcare comodamente il lunario, se non fosse stata la sregolatezza
-del suo figliuolo, giovinastro turbolento, guastato da lei stessa nella
-prima età con le intemperanze e le ineguaglianze del suo carattere.
-Era un valente operaio quando aveva voglia di lavorare, ma scialacquava
-tutti i propri guadagni e buona parte di quelli della madre. Per certe
-sue ragioni particolari ella seguitava a tenersi seco la bambina: non
-erano però tanto gravi che non pensasse talvolta a liberarsi da quel
-peso.
-
-
-
-
-III.
-
- Misericordia e amor sul tuo cammino
- T'hanno incontrata, o misera reietta.
-
- WORDSWORTH.
-
-
-Gertrude aveva il suo gattino da circa un mese, quando in conseguenza
-del rimanere esposta alle intemperie si buscò una fortissima
-infreddatura. Allora Annetta, per tema delle noie che una seria
-malattia della bambina avrebbe cagionato a lei, le ingiunse di non
-uscire all'aperto, e perfino di starsene nella stanza riscaldata
-dov'essa lavorava.
-
-Certo, con quella tosse terribile, sarebbe stato buono sedere tutto
-il giorno accanto alla stufa, e tenersi calduccina, se non l'avesse
-tormentata il pensiero del micio, che innanzi ch'ella fosse in grado
-di ritornare nel cantiere a custodirlo poteva sperdersi, o perire
-d'inedia, o, pericolo non meno grave, dare una corsa nella casa in
-cerca della sua padrona.
-
-Passò la giornata, senza che la bestiola si facesse vedere. Ma verso
-sera, proprio nel momento che gli uomini venivano a cena, capitò tra
-i piedi d'uno di essi, là, sulla soglia della stanza dove Gertrude si
-trovava con la vecchia Grant ed era preparato il grossolano loro pasto.
-
-— Accidenti! — esclamò l'uomo che tutti chiamavano Iacopino. — È un
-gatto! O Annetta! Credevo che li odiaste i gatti, voi.
-
-— Non è mica mio, — disse ella. — Cacciatelo fuori. —
-
-Iacopino s'accinse a farlo. Il micio balzò indietro e, girando largo,
-andò a precipitarsi tra le braccia di Gertrude, la quale trepidante per
-il suo fato spiava con ansia gli eventi.
-
-Annetta gli domandò:
-
-— O cotesto gatto, di chi è?
-
-— Mio, — rispose coraggiosamente la bambina.
-
-— Tuo? E da quando tieni gatti? Come l'hai avuto? Parla! —
-
-Gli uomini le guardavano. Gertrude aveva paura degli uomini. Essi
-qualche volta le facevano dispetti e sempre erano per lei una sorgente
-d'apprensioni. Ella non osava dire a chi dovesse quel regalo, ben
-sapendo di peggiorare le cose, perchè Annetta Grant non aveva mai
-perdonato al lampionaio le sue dure rimostranze contro la crudeltà di
-picchiare una bimba per aver avuto la disgrazia di versare un bricco
-di latte; nè la soccorreva in quel momento tanta prontezza d'animo
-da inventare qualche fandonia che spiegasse altrimenti la presenza
-del gattino. Del resto non avrebbe esitato punto a mentire. La sua
-deficiente educazione non le aveva inculcato l'amore e l'abitudine
-della verità a segno ch'ella potesse preferirla quando la menzogna
-le faceva più comodo o la salvava da un castigo. Tacque e ruppe in
-lacrime.
-
-— Via, Annetta, — disse Iacopino — dateci la cena e lasciate stare
-cotesta mocciosa fino a poi. —
-
-La donna accondiscese, non però senza brontolare minacciosamente.
-
-La cena fu presto finita. In quella un sonatore d'organetto venne
-a fermarsi davanti alla casa e intonò un'aria popolare. I pigionali
-scendevano e gli si affollavano intorno, attratti dalla scimmietta che
-ballava in cadenza con la musica. Gli uomini andarono a raggiungerli.
-Gertrude impedita di uscire corse alla finestra. I grotteschi sgambetti
-dell'animale la divertivano un mondo; finchè sonatore e scimmia non si
-furono allontanati, ella stette a guardare intensamente assorta nello
-spettacolo, così intensamente da non accorgersi che non teneva più il
-micio, il quale, sfuggitole dalle braccia, era saltato sulla tavola e
-cominciava a divorare gli avanzi del pasto. Ella seguiva ancora con gli
-occhi l'uomo dall'organetto, quando vide apparire in fondo alla strada
-il vecchio lampionaio. Mentre si proponeva di trattenersi finch'egli
-avesse acceso il lampione, un urlo di rabbia la fece sobbalzare.
-Spaventata si volse giusto in tempo per vedere Annetta abbrancare il
-suo caro gattino. Si slanciò alla riscossa, balzò sopra una seggiola,
-afferrò un braccio della donna; ma costei la respinse vigorosamente con
-una mano e con l'altra scaraventò la bestiola attraverso la stanza.
-Gertrude udì un tonfo in un liquido, e un grido straziante. Annetta
-aveva gettato il povero micio in un gran catino pieno d'acqua calda
-a bollore pronta per qualche uso domestico. La piccola vittima si
-contorse un momento e morì in uno spasimo.
-
-Tutto il furore di cui l'impetuosa natura della bambina era capace,
-divampò. Senza titubare, ella raccolse un pezzo di legno che giaceva lì
-presso, e lo scagliò contro la megera. Aveva mirato bene. La vecchia
-Grant era stata colpita alla testa e il sangue grondava dalla ferita;
-ma ella quasi non sentiva il colpo tanto era eccitata dall'ira dinanzi
-all'audacia di Gertrude. Fremente, s'avventò su lei, la pigliò per le
-spalle, aperse l'uscio di strada e la spinse sul marciapiede dicendo:
-
-— Fuori, spirito maligno, e guai a te s'io veggo la tua ombra sulla
-soglia della mia casa! —
-
-Poi rientrò a precipizio abbandonando l'orfanella sola in mezzo alla
-notte fredda e buia.
-
-Quando Gertrude era adirata o afflitta piangeva forte, ma di rado
-singhiozzava come gli altri bambini; invece emetteva a brevi intervalli
-strilli acutissimi fino a rimanere qualche volta esausta di forze.
-Ella prese a strillare così, tosto che Annetta Grant l'ebbe lasciata
-là sulla strada; ma non già per la paura d'essere irremissibilmente
-espulsa dal suo unico ricovero e di doversene andare, sola sola e di
-notte, errando per la città, a rischio di cadere assiderata, innanzi
-l'alba, con quel gran freddo: no, non pensava affatto a sè stessa.
-L'orrore e il dolore della tragica morte inflitta all'unico essere
-ch'ella amasse al mondo empivano tutta la sua piccola anima. Ella
-s'accosciò contro il muro della casa, e si coperse la faccia con le
-mani, inconsapevole del chiasso che faceva, e del trionfo di quella
-monellaccia che le aveva un giorno tratto le scarpe dai piedi, e che
-ora stava spiandola dall'uscio dirimpetto. D'improvviso si sentì
-sollevare da terra, e si trovò seduta su una delle traverse della
-scala di True appoggiata ancora sotto il lampione. Il buon uomo che,
-reggendola saldamente, l'aveva collocata giusto tant'alto da trovarsi
-con lei a viso a viso, riconobbe la sua piccola amica, e con la stessa
-benevolenza dell'altra volta le domandò che le fosse successo.
-
-Ma Gertrude, tutt'ansimante, potè rispondere soltanto:
-
-— Oh, il mio gattino! Il mio gattino!
-
-— Come? Il gattino ch'io ti diedi? L'hai smarrito?... Non piangere,
-via, non piangere.
-
-— Oh no, non l'ho smarrito!... Ah, povero micino mio! —
-
-E la bimba ruppe in un pianto più clamoroso che mai, tossendo nel
-medesimo tempo con tale violenza che il lampionaio ne fu spaventato.
-Egli si sforzò di calmarla, e riuscitovi in parte le disse:
-
-— A star qui fuori tu t'infreddi a morte.... Bisogna rientrare in
-casa....
-
-— Oh, non mi lascerà rientrare! — ella rispose. — E se anche volesse
-lei, non vorrei io....
-
-— Chi non ti lascerà rientrare?... Tua madre?
-
-— No.... Annetta Grant....
-
-— Chi è Annetta Grant?
-
-— Un'orrida, una perfida donna, che ha affogato il mio gattino
-nell'acqua bollente!
-
-— Ma la tua mamma dov'è?
-
-— Io non ce l'ho, la mamma.
-
-— A chi appartieni tu, povera creatura?
-
-— A nessuno, e nessuna casa è la mia.
-
-— Con chi vivi dunque? Chi ha cura di te?
-
-— Vivevo finora con Annetta Grant, ma è troppo cattiva, e io l'odio....
-Le ho scagliato dianzi un pezzo di legno nella testa.... Magari
-l'avessi accoppata, l'avessi....
-
-— Zitta, zitta! Non devi dire di coteste cose.... Ora vo a parlarle
-io.... —
-
-True mosse verso l'uscio della casa cercando di tirarsi dietro
-Gertrude; ma questa resisteva così energicamente ch'egli la lasciò
-fuori. Andò difilato nella stanza dove Annetta stava fasciandosi la
-testa con un vecchio fazzoletto, e senza preamboli le disse che doveva
-richiamar dentro la bambina perchè lasciandola in istrada rischiava di
-farla morire assiderata.
-
-— Non è mia, — rispose la donna — e qui c'è rimasta abbastanza. Non
-esiste al mondo una creatura malvagia come quella: mi maraviglio io
-stessa d'aver trovato la pazienza di tenerla tanto tempo. Spero che non
-mi venga mai più sotto gli occhi, o per meglio dire non voglio. M'ha
-rotto la testa.... meriterebbe d'essere impiccata, meriterebbe! Se mai
-qualcuno ha avuto in corpo uno spirito maligno è di certo lei!
-
-— Ma che sarà della povera piccina? — insistette il buon True. —
-La notte è fredda, terribilmente.... Che vi sentireste in cuore se
-domattina la trovassero morta gelata sulla soglia della vostra casa?
-
-— Che mi sentirei? È forse cosa che vi riguardi? Incaricatevi piuttosto
-di lei voi stesso. Tanto scalpore menate per quell'insettucciaccio?
-Portatevela a casa e provatela un po'.... È la seconda volta che
-venite a parlarmene, e basta.... non voglio ascoltare una parola di
-più. Ci pensi qualcun altro, oramai; io per me n'ho avuto più che la
-mia parte.... Quanto al rischiare che muoia gelata o non gelata, lo
-rischierò.... Eh, i bambini ch'entrano nel mondo di soppiatto sono i
-meno pronti ad uscirne! Quella lì appartiene al comune. Se ne occupi
-chi deve. E voi andatevene per i fatti vostri e non v'immischiate in
-quello che non vi concerne. —
-
-True non se lo fece ripetere. Egli non era uso a trattare con donne,
-e nulla gli pareva più formidabile d'una femmina irata. Ora gli occhi
-fiammeggianti e il minaccioso atteggiamento d'Annetta erano forieri
-d'una tale tempesta che il buon uomo s'affrettò saviamente a ritirarsi
-prima che scoppiasse sul suo capo.
-
-Gertrude, la quale aveva intanto cessato di piangere, gli alzò gli
-occhi in faccia con curiosità ansiosa.
-
-— Ebbene, — egli disse — non vuol riprenderti.
-
-— Oh, che piacere! — ella esclamò ingenuamente.
-
-— Sì, ma dove andrai?
-
-— Non so.... Forse con voi, a veder accendere i lampioni.
-
-— E dove dormirai stanotte?
-
-— Non so.... Io, non ho casa. Bisognerà che dorma fuori, ma così avrò
-il lume delle stelle. Non posso soffrire l'oscurità, io.... Sarà freddò
-però, non è vero?
-
-— Corbezzoli! Freddo da morirne, bambina....
-
-— E allora che succederà di me?
-
-— Dio soltanto potrebbe dirlo! —
-
-Il lampionaio guardò Gertrude, tutto perplesso ed angustiato. Egli,
-punto pratico di bambini, stupiva della sua semplicità. Lasciarla lì,
-esposta, al rigore di quella gelida notte, non poteva; e dall'altro
-canto non sapeva come se la sarebbe cavata se l'avesse portata a casa
-sua, perchè viveva solo ed era povero. Ma un altro violento insulto di
-tosse da cui fu còlta lo fece risolvere a un tratto di dividere con lei
-il suo ricovero, il suo fuoco e il suo pane, per una notte almeno. La
-prese per mano e disse:
-
-— Vieni con me. —
-
-Gertrude si mise a correre al suo fianco, fiduciosa, senza domandare
-dove la conducesse.
-
-True doveva accendere ancora una dozzina di lampioni prima di giungere
-all'estremità della strada dove il suo giro finiva. La bambina stette
-a contemplare l'accensione di ciascuna fiammella con un piacere
-altrettanto vivo e schietto che se si fosse trovata in compagnia del
-lampionaio unicamente per questo. Appena quando, svoltato il canto,
-ebbero camminato un pezzo senza fermarsi, domandò:
-
-— E ora dove si va?
-
-— A casa, — rispose True.
-
-— A casa vostra? Anch'io?
-
-— Sicuro. Eccoci arrivati. —
-
-Egli aperse una porticina che metteva in una stretta corticella estesa
-per tutta la lunghezza d'una decente casa di due piani, dove abitava
-nella parte posteriore. Attraversarono la corte, passarono davanti
-a parecchie finestre e all'ingresso principale, ed entrarono da un
-piccolo uscio sul di dietro. Gertrude tremava dal freddo. Aveva i
-piedini tutti azzurrognoli a forza di camminare scalza sul lastrico
-diaccio. V'era una stufa, nella camera in cui erano entrati, ma senza
-fuoco. La camera era spaziosa e abbastanza ben fornita, ma tenuta male.
-Il lampionaio s'affrettò a deporre in uno sgabuzzino adiacente la scala
-portatile, l'accenditoio e il resto, poi tornò con un fastelletto di
-legna ed accese la stufa. In pochi minuti un'allegra fiammata brillando
-e scoppiettando diffuse intorno un gradevole tepore. Egli trasse
-accanto al fuoco un antico seggiolone di legno, vi stese sopra il
-suo grosso e peloso gabbano che lo trasformò in una comoda poltrona,
-e sollevata delicatamente la bimba ve la pose a sedere. Dopo di che,
-allestì la cena. True era un vecchio scapolo uso a farsi ogni cosa da
-solo. Preparò il tè, poi mesciutolo per Gertrude in una gran ciotola,
-con zucchero a profusione e tutti i suoi venticinque centesimi di
-latte, prese da una credenzina una pagnotta, ne tagliò una bella fetta,
-e invitò la sua piccola ospite a mangiare e bere quanto più potesse,
-giudicando dal suo aspetto ch'ella non doveva essere stata sempre ben
-nutrita. E nel vederla assaporare con sì evidente godimento la miglior
-cenetta che mai le fosse toccata, la sua sodisfazione fu tale, da
-farlo rimanere a contemplarla intenerito dimenticandosi di prendere la
-propria parte.
-
-L'infallibile istinto dell'infanzia aveva guidato Gertrude quand'ella,
-osservando l'uomo che accendeva il lampione, s'era sentita indotta, già
-assai prima ch'egli le parlasse, a considerarlo come un buon amico di
-tutti, perfino della più derelitta bambina di questo mondo!
-
-Trueman Flint, nato e cresciuto nel Nuovo Hampshire, essendo rimasto
-orfano quindicenne appena, era venuto a Boston dove per molti anni
-s'era guadagnato la vita esercitando qualsiasi mestiere in cui potesse
-trovar lavoro; così aveva fatto a vicenda il giornalaio, il facchino,
-il fiaccheraio, lo spaccalegna, insomma di tutto un po'! In alcuni
-de' suoi impieghi era anche durato a lungo perchè s'acquistava sempre
-stima e benevolenza tanto si mostrava onesto, capace e di buona indole.
-Prima di diventare lampionaio aveva servito qualche tempo come facchino
-nei vasti magazzini d'un negoziante ricco e generoso. Un giorno,
-mentre rimoveva certi pesanti barili, uno di questi, per disgrazia,
-venne a cadergli sul petto lasciandolo gravemente malconcio. Il suo
-stato dapprima quasi escludeva ogni speranza di salvezza; e quando
-alfine egli cominciò a migliorare, la guarigione fu lenta a segno, che
-dovette starsene disoccupato un anno intero. La malattia esaurì tutti
-i suoi risparmi, ma il negoziante al cui servizio gli era accaduto
-quell'infortunio, volle che nessun comodo gli mancasse, lo fece curare
-da un medico valentissimo, e gli assicurò una buona assistenza.
-
-Nondimeno da allora True non fu più quello. Quando si levò dal letto
-la sua costituzione fisica era invecchiata di dieci anni, sicchè
-l'indebolimento delle forze lo rendeva inabile oramai a lavori
-faticosi. Il suo antico padrone e benefico amico s'adoperò quindi a
-trovargliene uno relativamente leggero, ed ottenne per lui l'impiego
-di lampionaio, al quale egli di frequente aggiungeva altri discreti
-proventi segando legna o spalando la neve.
-
-Era adesso tra i cinquanta e i sessanta. Alto e membruto, aveva
-fattezze delle più rozzamente modellate da madre natura, ma esprimenti
-una grande bontà d'animo. Viveva molto appartato, essendo per
-temperamento taciturno e ritroso; pochissime persone lo conoscevano,
-e l'unica ch'egli frequentasse era un suo vecchio compare, sagrestano
-d'una chiesa vicina: uomo d'età assai avanzata e in voce d'essere
-oltremodo bisbetico e salvatico.
-
-Ritorniamo a Gertrude. Ella ha terminato la sua cenetta, e ora dorme
-profondamente, adagiata nell'ampio seggiolone, tutta ravvolta in
-una calda coperta di lana, con la testa sorretta da un guanciale.
-True siede accanto a lei, e una delle scarne manine posa sulla sua
-larga palma. Ogni poco, quand'ella si muove, le riaccomoda intorno la
-coperta. Ma ecco che il respiro della bambina diviene affannoso: ella
-dà un sobbalzo, poi parla con rapidità. Che mai turba i suoi sogni?
-Egli ascolta, attento. Prima, è una supplicazione ardente:
-
-— Oh, no, no! Non lo affogate il mio micino! —
-
-Poi un grido di terrore:
-
-— Ah, la viene a ripigliarmi!... Ohimè, mi ripiglia! —
-
-Infine, con accento commovente di flebile e tenera preghiera, ella si
-raccomanda:
-
-— O buon vecchio, caro, caro, lasciatemi rimanere con voi! Per pietà,
-lasciatemi rimanere! —
-
-Grosse lacrime luccicano negli occhi di Trueman Flint, e scorrono nei
-solchi delle sue ruvide gote. Egli posa il capo sul guanciale, accosta
-la faccina di Gertrude alla sua faccia e, lisciandole i lunghi capelli
-scarmigliati, pensa anch'egli ad alta voce.... E che dice?
-
-— Ripigliarti?... No, mai, sta' pur tranquilla.... Vuoi rimanere con
-me? Ci rimani, sì, te lo prometto, povera mimmina mia!... Sola in
-questo immenso mondo, come son io! Se piace al Signore, noi due si
-starà bene insieme.... —
-
-
-
-
-IV.
-
- Per il vegliardo e per il bimbo l'unica
- Speranza è nell'altrui tenera cura.
- Con questa all'uom prima lezione ed ultima
- Insegnar la pietà volle Natura.
-
- YOUNG.
-
-
-La piccola Gertrude aveva trovato un amico e un protettore; ed era
-tempo, perchè le privazioni che soffriva e l'abbandono in cui veniva
-lasciata stavano per troncare la triste sua vita, ponendo fine così
-alle sue pene.
-
-La mattina dopo che True Flint l'ebbe raccolta, ella si destò con
-febbre alta, dolori al capo e alle membra, insomma tutti i sintomi
-d'una malattia grave. Guardò intorno e si vide sola; ma nella stufa
-ardeva un bel fuoco, e la tavola era apparecchiata per la colazione.
-Rimase un momento stupita ed incerta, domandando a sè stessa dove
-si trovasse, e che le fosse accaduto; non riconosceva su quel subito
-la camera, vedendola per la prima volta alla luce del giorno. Ma il
-suo visino sparuto brillò di gioia quando gli avvenimenti della sera
-innanzi le si riaffacciarono alla memoria, ed ella pensò al vecchio
-lampionaio, tanto buono, ed alla nuova casa che sarebbe stata la sua,
-dove sarebbe vissuta con lui. Si levò e andò alla finestra per guardare
-fuori, sebbene le girasse stranamente la testa e le vacillassero le
-gambe a segno che appena poteva camminare! Il suolo era tutto bianco di
-neve, e il tempo ancora burrascoso. Sembrò a Gertrude che il candore
-di quella neve l'abbarbagliasse. D'improvviso la vista le mancò, una
-vertigine la travolse. Barcollò e cadde.
-
-Trueman, rientrato di lì a due minuti, fu spaventatissimo trovandola
-lunga distesa sul pavimento; ma tosto comprese che doveva essere
-svenuta nel tentare di dar qualche passo per la camera, e non se ne
-maravigliò punto, poichè durante la notte s'era avveduto che la bambina
-stava assai male. Portatala sul suo letto, riuscì presto a farle
-ricuperare i sensi; passarono però tre settimane prima ch'ella potesse
-levarsi, salvo quando True la prendeva in collo. True si mostrava
-ruvido e goffo nel maggior numero dei casi, ma non già quando assisteva
-la sua piccola protetta. Egli sapeva molte cose nel fatto di malattie:
-era un po' infermiere, un po' medico, alla sua semplice maniera, e
-quantunque di bambini avesse poca esperienza, il suo cuore affettuoso
-gli suggeriva tutte le cure necessarie a Gertrude, e lo rendeva prodigo
-d'una bontà, d'una tenerezza, di cui nessuno aveva mai dato alla
-poveretta neppure una pallida idea.
-
-Ella, dal canto suo, era molto paziente. Spesso le sofferenze e
-l'estrema stanchezza del giacere da tanto tempo allettata, la tenevano
-sveglia la notte intera senza ch'ella mandasse un gemito o facesse
-il minimo rumore, perchè temeva di destare il buon vecchio il quale
-dormiva per terra, accanto al suo letto, quando la grande ansietà per
-lei non gl'impediva di pigliar sonno. A volte, essendo la bimba più
-fieramente travagliata dal male, egli la reggeva sulle braccia ore
-ed ore, ed anche allora ella si sforzava d'apparir sollevata, benchè
-in realtà non fosse, o fingeva perfino d'addormentarsi per indurlo a
-ricoricarla e prendere anch'egli un po' di riposo. Il suo coricino
-riboccava d'amore e di gratitudine. Un pensiero l'occupava quasi
-unicamente: che avrebbe ella potuto fare per il suo caro benefattore
-quando sarebbe guarita? ma era poi capace d'imparar a fare qualche cosa
-di utile?
-
-True era tuttavia costretto a lasciarla per attendere al suo lavoro.
-Durante la prima settimana della malattia Gertrude restò dunque
-parecchio sola. Egli nell'andarsene le raccomandava con calore di stare
-ben tranquilla sotto le coperte fino al suo ritorno; e intanto ogni
-oggetto di cui ella potesse mai aver bisogno si trovava preparato a
-portata della sua mano. Ma venne il momento che, aumentando la febbre,
-fu presa da delirio, e per alcuni giorni non seppe più come nè da chi
-fosse assistita. Alfine un pomeriggio si destò da un sonno lungo e
-calmo, in pieno possesso del senso e della coscienza, e vide seduta al
-suo capezzale una donna che cuciva.
-
-Ella si rizzò nel letto per guardare la sconosciuta, la quale non
-l'aveva vista aprire gli occhi. Ma, sentitala muoversi, questa dette un
-sobbalzo, e subito esclamò:
-
-— O bambina mia, rimettiti a giacere! —
-
-Così dicendo le pose dolcemente una mano sulla spalla per corroborare
-la sua ingiunzione.
-
-— Non vi conosco, — fece Gertrude. — Dov'è lo zio True? —
-
-Con questo nome il lampionaio le aveva detto di chiamarlo.
-
-— È uscito, cara, ma tornerà presto. Come ti senti? Meglio?
-
-— Oh sì! Molto meglio! Ho dormito un pezzo?
-
-— A sufficienza. Suvvia, sta' giù. Ora ti porto una scodella di
-semolino. Ti farà bene.
-
-— Sa lo zio True che siete qui?
-
-— Sicuro. Sono venuta a tenerti compagnia mentre lui è fuori.
-
-— O di dove siete venuta?
-
-— Dalla mia camera. Io abito nell'altra parte di questa casa.
-
-— Mi pare che siate buona, voi. Davvero, mi piacete. Ma mi fa
-maraviglia di non avervi veduta entrare....
-
-— Non ci hai badato perchè stavi troppo male, poverina.... Basta,
-adesso spero che non tarderai a guarire. —
-
-La donna preparò il semolino, e quando Gertrude l'ebbe preso, si rimise
-al suo lavoro. Coricata con la faccia rivolta verso la sua nuova amica,
-la bambina fissava su lei i suoi occhioni. Stette così a guardarla
-cucire finchè quella a sua volta la guardò, e disse:
-
-— Che pensi tu ch'io stia facendo?
-
-— Non so, io.... — ella rispose. — Che cos'è? —
-
-L'altra alzò la roba che cuciva, di maniera che Gertrude potè vedere
-ch'era una vestina di cotone scuro, per una ragazzetta.
-
-— O che bella veste! — esclamò. — Per chi la fate? Per la vostra
-figliuola?
-
-— No, io non ho figliuole. Ho un figliuolo invece, uno unico: il mio
-Guglielmo.
-
-— Guglielmo? Che bel nome! E lui è un buon ragazzo?
-
-— Buono? Il migliore che ci sia al mondo, ed il più bello! —
-
-Nel proferir queste parole la donna ergeva il capo, e il suo pallido
-viso estenuato raggiava tutto d'orgoglio materno.
-
-Gertrude torse lo sguardo con un'espressione triste, così strana in una
-creatura di quell'età, ch'ella temette che la stanchezza cominciasse
-ad opprimerla, e stimò necessario farla stare in assoluta quiete.
-Glielo disse e le impose di chiudere gli occhi e dormire. La bambina
-li chiuse. Mentre giaceva tranquilla come se avesse obbedito anche alla
-seconda ingiunzione, l'uscio s'aperse e qualcuno entrò pian piano. Era
-True.
-
-— Oh signora Sullivan, — egli fece — siete ancora qui! Vi ringrazio
-tanto d'esservi trattenuta.... Avevo contato di tornare più presto....
-E della bimba che vi sembra?
-
-— Sta meglio, signor Flint, molto meglio. È in sè, ragiona.... Io credo
-che, pur d'avere certi riguardi, oramai tutto andrà bene.... To', è
-desta! —
-
-True s'accostò alla piccola malata, le posò una mano sulla fronte
-mandando indietro i capelli, che erano adesso tagliati corti e
-accuratamente pettinati, poi le toccò il polso, e manifestò con un
-cenno del capo la sua sodisfazione. Gertrude gli afferrò la mano e
-la tenne stretta tra le sue. Egli sedette accanto al letto, gettando
-un'occhiata sul lavoro della signora Sullivan:
-
-— Non mi maraviglierei, signora mia, se ci fosse bisogno de' suoi
-vestiti nuovi prima che non si credesse.... Tra alcuni giorni, secondo
-me, sarà in piedi....
-
-— Lo credo anch'io, ma non siate troppo impaziente. La sua malattia
-è stata grave, e la non può guarire d'un tratto. Avete veduto oggi la
-signorina Graham?
-
-— Sì, l'ho veduta, pover'anima. Che il Signore benedica la sua cara
-faccia! M'ha fatto un visibilio di domande su Gertrudina, e m'ha dato
-questo pacchetto d'_ararutte_.... mi pare almeno che lo chiamasse così.
-Dice ch'è una minestrina eccellente per ammalati. Se voi la conoscete,
-signora Sullivan, siate tanto buona, mostratemi come si fa, perch'io
-confesso non me lo rammento, quantunque la signorina si sia data la
-briga di spiegarmelo....
-
-— Sì, volentieri. È facilissimo. Ve ne preparerò una porzione quando
-ritorno, tra poco. Per ora Gertrude non ne ha bisogno, ha preso dianzi
-un semolino. Ma il babbo è già in casa, e devo apparecchiare il nostro
-tè. Arrivederci a stasera, signor Flint.
-
-— Grazie, signora.... avete un cuore d'oro voi! —
-
-Durante alcuni giorni la signora Sullivan venne ancora ripetute volte a
-prestar le sue cure alla piccola convalescente ed a tenerle compagnia.
-Ell'era una donna dimessa per indole, gentile d'animo e di modi, il cui
-placido viso riconfortava la povera creatura ch'era vissuta nel terrore
-e aveva sofferto ogni sorta di maltrattamenti. Sempre portava con sè il
-suo lavoro di cucito: solitamente qualche indumento da ragazzina.
-
-Una sera Gertrude, già quasi guarita della sua ostinata febbre, sedeva
-in grembo a Trueman Flint, vicino alla stufa, ben bene ravvolta in una
-coperta di lana, e parlava della sua nuova amica. A un tratto alzò gli
-occhi in faccia al buon uomo e uscì a dire:
-
-— Zio True, conoscete voi la bambina per la quale fa un vestitino?
-
-— È una bambina che ha bisogno di vestitini e di molte altre cose,
-perchè ch'io sappia, non ha panni da indossare, tranne pochi cenci....
-E tu, Gertrude, non ne conosci nessuna che sia in questo caso?
-
-— Direi di sì, — rispose ella piegando un po' la testa da un lato, e
-strizzando un occhio.
-
-— Bene, chi è?
-
-— Non vi sta seduta in grembo?
-
-— Che? Tu stessa? Eh via, credi forse che la signora Sullivan voglia
-impiegare il suo tempo a cucire vestiti per te? —
-
-Gertrude chinò il capo.
-
-— Veramente, _io non l'avrei creduto_.... ma _voi diceste_....
-
-— Sentiamo, che cosa dissi io?
-
-— Qualche cosa di vestiti nuovi.... per me....
-
-— Sì, cara, _per te_! — esclamò egli stringendola in un abbraccio
-rustico ma cordiale. — E sono due mute complete, con calze e scarpe per
-soprammercato! —
-
-Ella spalancò i suoi occhioni, in atto di stupore, rise, battè le mani.
-True rise anche lui. Parevano tutti e due molto felici.
-
-— E l'ha comperata lei cotesta roba? È dunque ricca? — domandò ella.
-
-— La signora Sullivan?... Ahimè, punto!... La roba la comperò la
-signorina Graham, e pagherà alla signora Sullivan la fattura.
-
-— Chi è la signorina Graham?
-
-— È una signorina troppo buona per questo mondo.... si può affermarlo!
-Ti parlerò di lei un'altra volta,... Oggi no, perch'è tardi. Dovresti
-già essere a letto e dormire. —
-
-Un sabato Gertrude, che oramai stava benino, era rimasta alzata tutto
-il giorno. Verso sera però si sentì stanca, e si coricò avanti buio.
-Destatasi dopo aver dormito profondamente due o tre ore, vide che True
-aveva compagnia. Accanto alla stufa, un altro vecchio, d'età molto
-più inoltrata della sua, sedeva di faccia a lui, fumando la pipa. Egli
-indossava un abito di foggia antiquata e di tessuto ordinario, ma assai
-lindo; le due sole ciocche di lunghi e candidissimi capelli che ancora
-gli crescevano, proprio dietro le orecchie, erano pettinate con cura
-all'insù, e annodate sul vertice del cranio calvo e lucido. Le sue
-fattezze avevano linee dure e taglienti, e Gertrude pensava che tali
-dovevano essere tutte le parole uscite dalla sua bocca, tanto le pareva
-inverosimile ch'egli potesse mai dire qualche cosa di gentile o di
-piacevole. Il sarcasmo ch'esprimevano gli angoli delle labbra, l'amaro
-scontento che traspariva da tutta la faccia, colpivano la bambina senza
-ch'ella sapesse definirli, e le facevano trarre le sue conclusioni sul
-carattere di quell'uomo. Ben s'apponeva figurandosi ch'egli fosse il
-signor Cooper, padre della signora Sullivan; e nell'opinione fattasi
-di lui alla prima occhiata non si scostava notevolmente dalla maggior
-parte di coloro che lo conoscevano.
-
-Ma l'opinione pubblica e la sua propria faccia calunniavano un poco
-il vecchio sagrestano. Certo egli non era di un naturale allegro
-nè amabile. Sventure domestiche e lo sfavore della volubile fortuna
-lo avevano reso pessimista e portato a non considerare che i dolori
-della vita, a mostrarsi arcigno dinanzi alla gaiezza e alle baldanzose
-speranze dei giovani, i quali, soleva egli sentenziare scrollando
-il capo con un'aria misteriosa, ignorano che sia il mondo. Egli
-non l'ignorava, e diveniva tanto più severo per le sue follie ed
-inesorabile per le sue colpe, quanto più la vecchiezza lo allontanava
-da esso. Anche l'ufficio ch'esercitava da anni in qua, era dei meno
-atti a combattere una disposizione alla malinconia, tenendolo il suo
-servizio in chiesa quasi sempre solitario. Eppure in fondo al cuore
-quel misantropo nascondeva riserve di bontà e di benevolenza, e True
-Flint, che lo sapeva, si divertiva a trarle alla luce. Egli amava
-il vecchio per la sua onestà scrupolosa e il suo animo sincero. Da
-lungo tempo i due amici usavano sedere insieme il sabato sera, nel
-canto del fuoco, discutendo di politica, di istituzioni nazionali,
-di diritti individuali; questioni che ogni buon Americano si sente
-chiamato a sottoporre ai propri speciali criteri. Discorrevano inoltre
-dei loro sentimenti ed interessi privati. Ma qual si fosse il soggetto
-del discorso e per quanto la discussione s'accalorasse, mai la loro
-amicizia non ne aveva sofferto danni o pericoli: caso singolarmente
-notevole, essendo Trueman Flint, nel temperamento e nel carattere,
-la vera antitesi di Paolo Cooper. Animoso, fidente, egli era sempre
-disposto a pigliar le cose dal lato buono, e anche nelle peggiori
-avversità non si scoraggiava, non disperava, si teneva sicuro che alla
-fine tutto s'accomoderebbe.
-
-Quella sera avevano conversato su parecchi dei soliti argomenti, ma nel
-momento che Gertrude si destò parlavano di lei, e s'intende che il loro
-dialogo attrasse vivamente la sua attenzione.
-
-— Dove mi diceste d'averla raccattata? — domandava appunto il
-sagrestano.
-
-— Da Annetta Grant, — rispose True. — Ve la rammentate? È quella donna
-contro il cui figliuolo foste citato come testimonio d'accusa, quando
-furono rotte le vetrate della chiesa la sera innanzi il quattro giugno.
-Eh, no, non potete averla scordata, Cooper.... sembrava una furia,
-al dibattimento, si vendicava non risparmiando nemmeno Suo Onore,
-il giudice! Bene, era inviperita a quel modo e maltrattava la povera
-creatura la prima volta ch'io la vidi: la _seconda_ l'aveva cacciata di
-casa....
-
-— Ah sì, me la rammento!... Un'orca!... Quella lì, m'immagino, non è
-mai stata amorosa neppure coi figliuoli propri, figuriamoci poi con gli
-altrui! Ma voi che ne farete della trovatella?
-
-— Che ne farò?... La terrò meco, caspiteretta, e ne avrò cura. —
-
-Cooper fece una risatina piuttosto sarcastica.
-
-— Sì, capisco, caro vicino, voi giudicate avventata questa risoluzione
-d'adottare una bimba, all'età mia: e forse è. Ma ora vi spiego com'è
-stato. La notte di cui vi raccontai, la piccina sarebbe morta se io non
-l'avessi raccolta; e anche dopo ricoverata qui, fu sul punto di morire,
-più volte; soltanto la grande assistenza che le prestai con l'aiuto
-di vostra figlia, potè salvarla. Ebbene, quella prima notte, parlando
-nel sonno, gridò a me tutto il suo dolore, si raccomandò a me come
-all'unico amico che mai avesse avuto (e credo infatti che sia così),
-supplicandomi di lasciarla rimanere.... Allora deliberai in cuor mio
-di far che rimanesse, ad ogni costo di tenermela come una figliuola e
-dividere con lei il mio ultimo tozzo, avvenga che può.... Il Signore
-è stato misericordioso meco, signor Cooper, molto misericordioso....
-Mi mandò buoni amici nella mia profonda infelicità. Seppi anch'io da
-ragazzo quanto sia triste l'essere solo al mondo, senza babbo nè mamma;
-e quando vidi i patimenti di quella disgraziata creaturina, sentii
-che appunto perchè non era di nessuno apparteneva più particolarmente
-al Signore, e ch'io non potevo fare di più per servirlo nè dovevo far
-meno, che spartire con la poveretta il bene ch'Egli m'ha dato.... Ah,
-voi guardate intorno come per dirmi che qui c'è poco da spartire con
-chicchessia, e, davvero, molto non c'è.... ma, una cosa sì.... e una
-gran cosa per chi non l'ha mai avuta: _una casa_. Io ho ancora le mie
-brave braccia, e cuore gagliardo, e buona volontà. Con l'aiuto di Dio
-sarò un padre per quell'orfanella, e forse verrà il tempo ch'ella sarà
-per me una benedizione incarnata.... —
-
-Il signor Cooper scrollò il capo con aria di dubbio, e borbottò che i
-figliuoli, anche i veri, sogliono essere tutt'altro che benedizioni.
-
-Ma non ebbe il potere di scuotere la ferma fede di True nella
-saviezza e nella bontà della propria risoluzione. Questi, trasportato
-dall'ardore con cui parlava, era sorto in piedi e camminava su e giù
-per la stanza, a passi rapidi, eccitatissimo. Ritornò a sedere, e
-riprese:
-
-— D'altronde, caro Cooper, se anche non mi fossi determinato a tenere
-qui Gertrude la notte stessa che ce la portai, non l'avrei mandata via
-il giorno dopo perchè, io credo, il Signore mi parlò per bocca d'uno
-de' suoi santi angeli, e m'impose di perseverare nel mio proposito.
-
-«Voi conoscete la signorina Graham: frequenta regolarmente la vostra
-chiesa con suo padre, un vecchio signore di bell'aspetto.... Tre
-settimane fa, dopo quel tempaccio, io mi trovavo da loro, a spalare
-la neve nel cortile, ed essa mi fece chiamare in cucina.... Ah, sia
-benedetta la sua angelica faccia! Povera creatura! Il mondo è buio per
-lei, ma essa lo rischiara per gli altri.... Non vede lo splendore del
-cielo con gli occhi, come noi, ma lo vede meglio, perchè lo ha dentro
-l'anima sua, e quando sorride le raggia tutto dal viso, e sembra l'arco
-celeste del buon Dio che appare tra le nubi... Quante cortesie m'ha
-usate da che, or saranno cinque anni, mi toccò quella disgrazia nel
-magazzino del padrone! Anche il giorno della neve, dunque, mi mandò
-a chiamare per domandar notizie della mia salute e sentire se avessi
-bisogno di qualche cosa che potesse chiedere al suo babbo per me. Io
-allora le raccontai il caso di Gertrude, e ve l'assicuro, non avevo
-ancora finito di dire, che si piangeva tutt'e due. Mi pose in mano una
-certa somma di denaro, e m'incaricò di far fare dalla signora Sullivan
-il necessario per vestire la bambina; ma fece ben più: promise di
-venirmi in aiuto se mai mi trovassi in qualche difficoltà a cagione
-dell'impegno assunto; poi quando la salutai mi disse: «Non c'è dubbio,
-True, avete fatto bene: il Signore vi benedirà e vi ricompenserà della
-vostra buona azione.» —
-
-Egli era così commosso, così infervorato nel suo discorso, da non
-essersi avveduto di ciò che il sagrestano, per non interromperlo, aveva
-osservato in silenzio. Gertrude, uscita pian piano dal letto, gli stava
-accanto, e lo ascoltava con gli occhi fissi nel suo volto, e il respiro
-mozzo dall'intensa attenzione. Ella gli toccò una spalla; egli si
-volse, la vide, e le aperse le braccia.
-
-Con la faccetta nascosta nel suo seno, la piccina mormorò ansando, in
-uno scoppio di lacrime che eran lacrime di gioia:
-
-— Starò dunque con voi.... sempre?
-
-— Sì, finchè Dio mi dà vita, — egli rispose — tu sarai la mia
-figliuola! —
-
-
-
-
-V.
-
- Sollecita movea con piè leggero
- Per la piccola casa la massaia,
- Nè mai nell'alveare ape fu tanto
- Alacre e lieta all'opra....
-
- MITFORD.
-
-
-Era una serata di vento. Gertrude, vestita decentemente, coi capelli
-lisci, con la faccia e le mani pulite, aspettava alla finestra il
-ritorno del lampionaio che finiva il suo giro. Stava benissimo adesso,
-meglio che non fosse stata, da anni, prima della sua malattia. Le
-cure e l'affetto avevano operato prodigi per lei. Ell'era sempre la
-bambina esile e palliduccia, dagli occhi e dalla bocca troppo grandi
-nel visetto minuto; ma la dolorosa espressione di sofferenza che le
-era consueta, aveva dato luogo a quella, piuttosto grave tuttavia, di
-un'intima felicità.
-
-Di fronte a Gertrude sedeva sull'ampio davanzale una grossa e veneranda
-gatta, madre del suo perduto tesoro e quindi a lei molto cara.
-Amorosamente ella le andava passando la mano sul dorso, carezza gradita
-alla matrona, che dimostrava la sua sodisfazione facendo le fusa.
-
-D'improvviso s'udirono rimbombare nel muro suoni tumultuosi. La
-casa era vecchia ed offriva un comodo soggiorno ai topi, i quali a
-giudicarne dalla strepitosa allegria cui s'abbandonavano ne avevano
-approfittato quella sera per dare un ballo. Pareva quasi che un camino
-rovinasse mattone per mattone. Gertrude non si spaventò punto. S'era
-tanto assuefatta ai muri abitati da quel genere d'inquilini quando
-dormiva nella soffitta d'Annetta Grant, che non faceva più caso di tali
-rumori. Non così però la veterana felina che subito rizzò le orecchie
-e manifestò con chiari segni la sua brama di correre a battaglia. Mai
-cavallo guerriero fu eccitato dagli squilli delle trombe come la brava
-micia dalle galoppate dell'orda nemica attraverso il solaio.
-
-— Ferma, micina, — ammonì Gertrude — ferma, intendi! Non è tempo di
-dare la caccia ai topi, ora.... Devi sedere qui e star buona finchè tu
-non vegga arrivare lo zio True, per sentire che dirà della camera e di
-_me_! —
-
-Ella si volse e girò gli occhi intorno con immenso compiacimento; poi,
-arrampicatasi sul davanzale ch'era larghissimo, all'uso antico, e di
-dove, rispondendo la finestra nella corte, poteva veder entrare il
-lampionaio, prese la gatta in collo, si spianò le pieghe del vestitino,
-gettò uno sguardo d'ammirazione e d'orgoglio sulla sua calzatura, ed
-assunse un atteggiamento composto col deliberato proposito d'esser
-paziente. Ma era inutile, non ci riesciva; le sembrava ch'egli non
-avesse mai tardato tanto; cominciava anzi a credere che non sarebbe
-venuto più, quando alfine lo vide svoltare entro il cancello. Benchè
-fosse già quasi buio ella notò che qualcuno lo accompagnava. Non
-le pareva il signor Cooper nè alla statura, meno alta, nè al passo;
-pure finì col concludere che doveva esser lui, perchè proseguì fino
-all'uscio suo ed entrò.
-
-Per quanto avesse atteso Trueman con viva impazienza, Gertrude non
-gli corse incontro come di consueto. Stette in ascolto, e non appena
-lo sentì venire dallo stambugio dove soleva fermarsi per appendervi
-al muro la scala e l'accenditoio, e deporre il camiciotto macchiato
-e i larghi calzoni che portava sopra i vestiti durante il lavoro,
-lesta lesta si nascose dietro l'uscio donde egli doveva passare nella
-camera. Senza dubbio ella gli aveva preparato una grande improvvisata
-e intendeva di goderne pienamente l'effetto. Ma la gatta, che non
-era tanto compresa dell'importanza della cosa, non dimenticò le
-buone creanze; e andò secondo il suo costume a dargli il benvenuto
-strofinando il capo alle sue gambe.
-
-— Ohe, mustacchiona! — fece True. — Dov'è la mia mimma? —
-
-Così dicendo chiuse l'uscio dietro a sè, e scoperse Gertrude. Ella d'un
-balzo venne a piantarglisi di fronte, rise; guardò i propri vestiti,
-poi guardò lui, bene in faccia, per vedere che impressione gli facesse
-il suo aspetto.
-
-— Corbezzoli, fa mai una figurona spanta la signorina! — esclamò egli
-sollevandola tra le braccia e portandola più presso al lume. — Tutta
-vestita di nuovo: abito, grembiule, scarpe! E chi t'ha pettinata? In
-verità, non dico che tu sia una bellezza, no, ma per carina sei carina!
-
-— La signora Sullivan m'ha vestita da capo a piedi, e m'ha spazzolato
-i capelli.... Ma ha fatto _anche più_.... o non vedete che _altro_ ha
-fatto? —
-
-True seguì gli occhi di Gertrude, in giro per la camera. Lo stupore
-che il buon uomo andava manifestando era tale da corrispondere
-all'aspettazione della bimba quantunque grandissima: e si capiva.
-Uscito la mattina, trovava la sera la sua casa trasformata.
-Evidentemente mani di donna ci avevano lavorato, facendovi pulizia e
-mettendo ogni cosa in ordine.
-
-Prima che Gertrude venisse ad abitare con lui egli s'era dispensato
-da qualsiasi ingerenza femminile nelle sue faccende domestiche.
-Viveva solo, visite non ne riceveva quasi punte; sicchè gli bastava
-fare il proprio comodo senza riguardo alle apparenze. Nel suo modesto
-quartierino la granata veniva adoperata di rado, l'acqua mai. Le
-due ampie finestre guardanti la corte erano trattate con grande
-ingiustizia, avendo i cristalli così appannati dalla polvere e dal
-fumo, che la gaia luce a cui davano adito nella stanza n'era mezzo
-offuscata. Festoni di ragnatele pendevano agli angoli del soffitto;
-intorno all'alta e vasta cappa del camino s'accumulava un curioso
-miscuglio d'oggetti utili e inutili; un visibilio di ciarpame stava
-raccolto sotto la stufa. I mobili, alcuni dei quali assai buoni, erano
-collocati a casaccio, in modo da ingombrare lo spazio invece di trarne
-partito. Durante la malattia della bambina poi, un letto preparato
-sul pavimento per uso di True, e tutte le diverse cose, necessarie
-all'assistenza della malata, avevano accresciuto la confusione a segno
-tale, che quasi ci sarebbe voluto un pilota per condurre i visitatori a
-salvamento attraverso la camera.
-
-Ora, la signora Sullivan era la nettezza in persona. La sua casa
-poteva gareggiare con una casa olandese. I suoi vestiti, di un'estrema
-semplicità ma esenti da ogni più lieve frittella, da ogni più piccola
-macchia, la facevano sembrare una quacchera; in quelli, anche da
-lavoro, del suo vecchio padre e del suo figliuolo giovanetto si
-scorgeva alla prima occhiata la cura d'una figlia, d'una madre, attenta
-e diligente. A fine d'assistere Gertrude ell'aveva per la prima volta
-posto piede in una stanza che era a quel punto il contrario della sua:
-e non sarebbe agevole comprendere quanto meritoria fosse la sua opera
-di carità, senza considerare che il contrasto era per lei sommamente
-penoso, e che ella ci pativa a passare qualche volta l'intero
-pomeriggio in una casa dove, come soleva poi dire quando rientrava
-nella sua, avrebbe con piacere fatto un po' di pulizia e messo un po'
-d'ordine solo per vedere che figura farebbe e se qualcuno saprebbe
-riconoscerla. Ell'era un minuzzolo di donna mingherlina, piccolina,
-ma aveva più capacità ed energia che non si sarebbe potuto trovarne
-in una qualsiasi tra venti altre grandi e grosse il doppio di lei.
-Ella sentiva una sincera compassione della gente che vive in un caos
-domestico; era sicura che non può esser gente felice. E però non appena
-Gertrude fu ristabilita risolse in cuor suo d'adoperarsi con tutte le
-sue forze per la causa dell'ordine e della nettezza che a' suoi occhi
-era la causa della virtù e della felicità, perchè ella immedesimava la
-purità e la lindura con la pace dell'anima. Se non che, sensibilissima
-com'era su questo punto, s'immaginava che True dovesse provare qualche
-cosa di simile, ed essendo la piccola donnina altrettanto tenera di
-cuore quanto linda e accurata, non avrebbe voluto per nulla al mondo
-mortificarlo; perciò andava studiando come entrargli in materia e
-persuaderlo a una riforma del suo metodo di tenere la casa, quando
-Gertrude stessa le suggerì il modo d'attuare il suo disegno.
-
-Il giorno innanzi quello del gran ripulimento, la signora Sullivan vide
-nel corridoio la bambina che stava timidamente presso l'uscio del suo
-quartierino guardando dentro con viva curiosità.
-
-— Vieni, vieni Gertrude, — disse la donnina benevola — fammi una
-visita! — E notando ch'ella si peritava d'intrudersi così in casa
-d'altri, la incoraggiò: — Mettiti a sedere qui accanto alla tavola e
-guarda che cosa stiro. Gli è proprio il tuo vestitino! Stirato questo,
-i tuoi panni sono bell'e pronti. Sei contenta di rivestirti un po', non
-è vero?
-
-— Oh, tanto contenta, signora! — rispose Gertrude. — Potrò portarmeli
-via, e tenerli tutti da me?
-
-— Sicuro.
-
-— Non so veramente dove riporli.... non c'è posto nella nostra
-camera.... almeno non un posticino a modo.... — E così dicendo la
-bambina gettava un'occhiata ammirativa alla cassetta aperta del
-cassettone dove la signora Sullivan riponeva il vestitino che aveva
-finito di stirare, sopra una pila d'altri indumenti accuratamente
-piegati.
-
-— Ma una parte, s'intende, ne indosserai, e per il resto bisognerà
-trovare un luogo adatto.
-
-— Voi, sì, avete dove metterla la vostra roba, — riprese Gertrude
-girando gli occhi intorno. — Che bella stanza, questa!
-
-— Non c'è mica molta differenza da quella del signor Flint. È circa
-della stessa grandezza e ha due finestre come la sua. Soltanto la mia
-dispensa è più comoda. La vostra non ha che tre angoli; ma quest'è
-tutto il vantaggio.
-
-— Oh, non c'è paragone, per altro! Voi qui non avete letti, e le
-seggiole sono tutte in fila e la tavola è lustra che sembra uno
-specchio, e il pavimento è ben pulito, e la stufa è nuova, e dalle
-finestre c'entra un sole splendido che consola! Ah, magari fosse così
-la nostra camera! Avrei proprio scommesso che è anche più piccola della
-metà.... Figuratevi, lo zio True stamani ha inciampato nelle molle, e
-diceva che non c'è tanto spazio da far dondolare un gatto!
-
-— Dov'erano le molle? — domandò la signora Sullivan.
-
-— Per terra, signora, proprio nel mezzo....
-
-— Vedi, io non tengo la roba per terra. E credo che se la vostra stanza
-fosse ripulita e ogni cosa ci avesse il suo posto, farebbe quasi la
-stessa figura della mia.
-
-— Vorrei pure vederla messa tutta bene in ordine! — disse Gertrude. —
-Ma come fare coi letti?
-
-— Appunto ci pensavo. C'è quella dispensina che doveva essere uno
-stanzino da bagno quando la casa era nuova e abitata da signori;
-è grande abbastanza da collocarvi un lettino e due seggiole;
-potrebb'essere una comoda cameretta per te. Ora non c'è dentro
-che ciarpame da buttar via: se mai ci si trovasse qualche cosa di
-servibile, si riporrebbe nello stambugio.
-
-— Che bella idea! — esclamò la bambina. — Così lo zio True riavrebbe il
-suo letto.... Io dormirei là, sul pavimento.
-
-— Ma no, non è punto necessario che tu dorma sul pavimento. Io ho
-una buona piccola branda dove dormiva il mio Guglielmo quando abitava
-con noi. Te la presterò se mi prometti d'averne cura, e non di quella
-soltanto, ma di tutto ciò che sarà messo nella tua camera.:
-
-— Oh sì! — rispose Gertrude. — Ma — soggiunse esitando — credete che ne
-sarò capace? Non so far nulla io....
-
-— Perchè nessuno t'ha mai insegnato nulla, povera figliuola: una
-ragazzetta d'otto anni può fare molte cose se ha pazienza e volontà
-d'imparare. Io te ne potrei insegnare parecchie che sarebbero utili e
-ti farebbero essere di grande aiuto allo zio True.
-
-— Dite, dite, che cosa posso fare?
-
-— Spazzar la camera tutti giorni, rifare i letti, dandoti qualcuno
-una mano per voltare le materasse, apparecchiare la tavola, tostare
-il pane, rigovernare. Forse da principio non ci riesciresti proprio
-bene bene, ma con la pratica t'andresti perfezionando, e a poco a poco
-finiresti col diventare una brava piccola massaia.
-
-— Desidero tanto di poter fare qualche cosa per lo zio True! Ma di dove
-incominciare?
-
-— Prima di tutto bisogna che la casa sia ripulita e messa in ordine da
-qualcuno. Se sapessi che il signor Flint ne sarebbe contento, chiamerei
-un giorno la Caterina McCarty ad aiutarci, e non dubito che egli poi si
-troverebbe assai meglio nella sua abitazione.
-
-— Io sono sicura che sarebbe contentissimo! Si farebbe una cosa grande!
-Posso aiutare anch'io?
-
-— Sì, farai quello che potrai; ma ci vuole Caterina. Quella è robusta e
-bravissima per la pulizia.
-
-— E chi è Caterina?
-
-— È la figliuola della signora McCarty che abita nella casa qui
-accanto. Il signor Flint rende loro vari servigi, come segar le legna
-e altri. Loro gli lavano la biancheria, ma non sono certo in grado di
-ripagarlo di tutto il bene che egli fece a quella famiglia. Caterina è
-una ragazza assai capace, e attiva. Verrà con molto piacere a lavorare
-per lui, quando che sia. Glielo chiederò.
-
-— Verrà domani?
-
-— Forse sì.
-
-— Domani lo zio True starà fuori tutta la giornata. Va a portare il
-carbone dal signor Eustachio. Non vi pare che sarebbe il momento buono?
-
-— A maraviglia! Procurerò che Caterina venga domani. —
-
-Caterina venne. La stanza fu ripulita in ogni sua parte, vi fu messo
-ogni cosa in perfetto ordine. Gertrude ricevette in consegna i suoi
-vestiti nuovi. Una muta ne indossò, l'altra fu riposta in un armadino
-trovato nella dispensa che pareva proprio fatto per il suo piccolo
-corredo.
-
-Quando Trueman ritornò dal lavoro rimase attonito dinanzi al risultato
-ottenuto col triplice concorso della Signora Sullivan, di Caterina e
-di Gertrude, per la quale il vivo piacere manifestato dal buon uomo
-rese memorabile quel giorno: un giorno ch'ella doveva ricordare per
-tutta la vita come il primo in cui aveva gustato la suprema forse tra
-le felicità terrene, quella d'essere datori di gioia ad altrui. Non già
-che la bambina avesse prestato un valido aiuto: le due vicine avrebbero
-sbrigato la faccenda altrettanto bene, e anzi meglio, s'ella fosse
-andata dove la mandava sempre Annetta Grant.... fuori dei piedi. Ma lei
-questo non lo vedeva; era una delle collaboratrici; aveva partecipato
-al lavoro con tutto il cuore, con tutta l'anima; dovunque le era stato
-permesso di metter mano s'era adoperata con tutte le sue forze. Poteva
-dire a buon dritto: «Lo abbiamo fatto _noi_: la signora Sullivan,
-Caterina ed _io_.»
-
-Una donna che non fosse stata di cuor gentile ed affettuoso come la
-signora Sullivan non avrebbe compreso nè considerato con simpatia il
-sentimento che rendeva Gertrude così bramosa d'_aiutarla_. Ma ella sì:
-perciò le aveva assegnato parecchi piccoli servizi, e la bimba s'era
-applicata a disimpegnarsene, con un giubilo che nessun favore, nessun
-dono largitole avrebbe potuto farle provare.
-
-Ella condusse True in giro per la camera, mostrandogli come la brava
-signora avesse giudiziosamente e ingegnosamente approfittato dello
-spazio nella disposizione dei mobili. Il letto, posto entro una nicchia
-del muro abbastanza larga e fonda da contenerlo, lasciava libera
-l'intera area quadrata della quale, dichiarò egli, era stato fatto
-un vero salotto. Stentava a credere che metà delle sue masserizie non
-fosse svanita in aria, così incomprensibile era per lui che si potesse
-avvantaggiarsi di tanto posto e tante comodità con un po' di sistema e
-d'ordine.
-
-Ma il suo stupore e il gaudio di Gertrude salirono all'apice quando
-ella lo fece entrare nell'antico stanzino del ciarpame trasformato in
-una buona e bella cameretta.
-
-— Affemmia! Affemmia!... —
-
-Il vecchio True non trovava altre parole. Andò a sedere accanto alla
-stufa, lustra che pareva nuova come quella della signora Sullivan,
-affermava Gertrude, si stropicciò le mani, ghiacce dall'essere state
-lungamente esposte al gelo di quella sera invernale, le tese verso
-il fuoco, e abbracciò in un solo sguardo la sua casa rinnovellata e
-la sua piccola massaia, la quale, seguendo le accurate indicazioni
-datele dall'amorevole vicina, si preparava ad apparecchiare la tavola
-e arrostire il pane per la cena. Ritta sopra una seggiola prendeva le
-tazze e i piattini di fra le file regolari dei piatti rilucenti nella
-credenza a tre angoli, dopo aver deposto sul palchetto inferiore, a cui
-poteva arrivare dal suolo, il vassoio contenente le fette di pane fini
-e lisce che la signora Sullivan aveva avuto la previdenza di tagliare
-per lei.
-
-Egli seguì con gli occhi le sue mosse, per due o tre minuti, poi
-s'abbandonò a un breve soliloquio:
-
-— La signora Sullivan è una gran brava donna, quest'è certo, e la mia
-casa è adesso una vera casa, e Gertrude va diventando la pupilla de'
-miei occhi, e io sono felice come.... —
-
-
-
-
-VI.
-
- Sogna talun che quando la tempesta
- Della passione irrompa, egli a sua voglia
- Sedarla possa, e dir: _Pace! T'acqueta!_
-
- COWPER.
-
-
-Ma a questo punto Trueman fu interrotto. D'improvviso qualcuno,
-annunziato da un suono di passi rapidi e rumorosi, aveva aperto
-l'uscio, senza cerimonie.
-
-— Zio True, — disse il nuovo venuto — eccovi il vostro pacco. Voi ve
-n'eravate dimenticato, ci scommetto, e non me ne sono rammentato neppur
-io se non quando la mamma l'ha veduto sulla tavola dove l'avevo posato.
-Che volete, ero tutto preso dal mio ritorno a casa....
-
-— Sicuro, sicuro!... — rispose il lampionaio. — Ti ringrazio,
-Guglielmo, d'esserti dato la briga di portarlo tu.... È roba fragile,
-e probabilmente io l'avrei fatto andare in frantumi prima d'arrivar in
-porto.
-
-— O che cos'è? Non ho potuto indovinare.
-
-— È un gingillo che voglio regalare alla Gertrudina, qui....
-
-— Guglielmo, Guglielmo! — chiamò la signora Sullivan dall'uscio
-dirimpetto. — Hai avuto il tè, caro?
-
-— Veramente no, mamma. E voi?
-
-— Noi, sì. Ma te ne preparo subito dell'altro.
-
-— No, no! — fece Trueman. — Resta, e prendi il tè con noi.... resta,
-ragazzo mio, prendilo con noi, stasera! La mia piccola Gertrude sta
-appunto arrostendo il pane.... Sentirai che famosi crostini! Io intanto
-metto il tè....
-
-— Resto, e con grande piacere! — disse Guglielmo. — Mamma, non occorre
-che mi prepariate nulla da cena: prendo il tè con lo zio True.... Bene,
-vediamo che c'è di bello nell'involto.... Ma no, prima voglio vedere
-cotesta Gertrudina. La mamma mi ha tanto parlato di lei. Dov'è? Sta
-bene, ora? È stata molto malata, non è vero?
-
-— Sì, sta proprio benone. Gertrude, vieni qui! Gertrude!... O dove s'è
-cacciata?
-
-— Là, sotto la panca! — rispose il ragazzo ridendo. — Possibile che
-abbia paura di me?
-
-— Non mi figuravo che fosse salvatica a questo segno! — esclamò True. —
-Suvvia, scioccherella, — soggiunse andando verso di lei — esci di lì e
-guarda Guglielmo. Questo è Guglielmo Sullivan.
-
-— Io non ho nessuna voglia di vederlo, — mormorò Gertrude.
-
-— Non hai voglia di vedere Guglielmo? — replicò il buon uomo. — Tu non
-sai quel che tu ti dica! Guglielmo è il più bravo figliuolo che mai ci
-fu al mondo, e m'immagino che tra poco sarete amiconi.
-
-— Io non gli piacerò, — disse la bambina. — So che non posso piacergli.
-
-— O perchè non dovresti piacermi? — domandò il ragazzo avvicinandosi
-all'angolo dov'ella se ne stava nascosta con la faccia tra le palme,
-com'era suo costume quando qualche cosa l'angosciava. — Scommetto
-invece che mi piacerai moltissimo appena t'avrò veduta! —
-
-Così dicendo si chinò, le scoperse la faccia prendendole le mani e
-tenendole strette tra le sue, le piantò gli occhi addosso, e salutando
-con uno scherzoso cenno del capo disse piacevolmente:
-
-— Come va, cuginetta Gertrude, come va?
-
-— Io non sono tua cugina, — ella rispose.
-
-— Ma sì, sei.... — affermò egli. — Lo zio True è zio tuo e mio,
-sicchè siamo cugini.... non è chiaro? E desidero che facciamo
-conoscenza.... —
-
-Gertrude non seppe resistere alla cordialità di Guglielmo. Si lasciò
-tirar fuori dal suo nascondiglio e condurre verso la parte meglio
-rischiarata della stanza. Ma quando fu presso al lume tentò di liberar
-le mani per coprirsi di nuovo il viso. Egli non glielo permise; e
-attraendo la sua attenzione sul pacchetto non ancora aperto, eccitando
-la sua curiosità circa l'oggetto che poteva contenere, riuscì a
-distrarre il suo pensiero da lei stessa, di guisa ch'ella non tardò a
-rinfrancarsi.
-
-— Lo zio True dice ch'è per te.... Io non ho idea di ciò che possa
-essere.... e tu? Tasta, gli è qualche cosa molto duro.... —
-
-Gertrude tastò, e guardò il lampionaio maravigliata e curiosa.
-
-— Guglielmo, aprilo, — disse questi.
-
-Guglielmo cavò di tasca un coltellino, tagliò lo spago, tolse il foglio
-di carta, e scoperse una di quelle figurine di gesso, tanto comuni,
-rappresentanti il piccolo Samuele in orazione.
-
-— Oh, che bellezza! — esclamò Gertrude brillando di gioia.
-
-— O come non ho indovinato? — disse il ragazzo. — Avrei pur dovuto
-riconoscerlo al tasto!
-
-— Ah, tu l'avevi già veduto? — domandò ella.
-
-— Non questo medesimo, ma tanti altri simili.
-
-— Davvero? Io non ne vidi mai. Non c'è al mondo, credo, una più bella
-cosa. Zio True, dite, è proprio per me? Dove l'avete trovato?
-
-— L'ho avuto grazie a un caso singolare. Minuti prima d'incontrarti,
-Guglielmo, ero fermo all'angolo della strada per accendere il mio
-lampione, quand'ecco vedo venire uno di quei ragazzi forestieri che
-vendono le figurine. Ne aveva dimolte come questa, e anche qualcuna
-nera, tutte messe in bella mostra sopra una tavola, e camminava con
-quella roba in capo. Mentre io lo guardavo pensando come mai facesse
-a reggerle ritte, gli succede d'urtar la tavola nella colonna del
-lampione, e, patatrac, le figurine precipitano di sotto. Fortunatamente
-per lui c'era accosto al marciapiede un bel monte di neve morbida,
-dove sono andate a cascare, la maggior parte senza danno. Solo
-alcune scappate sui mattoni si sono ridotte in briciole. Mi faceva
-compassione, poveretto; era tardi, e sicuro doveva averne vendute
-pochine se gliene restavano tante sulle braccia....
-
-— Sulla testa, volete dire, — osservò Guglielmo.
-
-— Bene, sulla testa, o sulla neve, o dove più vi garba, signorino, —
-fece il lampionaio.
-
-— Ed io so che cosa avete fatto voi, zio True, come se fossi stato
-presente. Avete posato la scala e l'accenditoio, e vi siete messo
-all'opera aiutandolo a raccattarle.... Conosco il vostro costume. Spero
-che se mai aveste a trovarvi in qualche difficoltà voi stesso, qualcuno
-di coloro che aiutaste sarà pronto a contraccambiarvi.
-
-— Quello lì, Guglielmo, non ha aspettato ch'io mi trovassi in qualche
-difficoltà: m'ha contraccambiato subito. Ha strisciato una riverenza,
-toccandosi il cappello, come se io fossi il primo signore del paese,
-e con un discorso nel suo gergo, del quale non capivo una saetta, ha
-insistito perchè accettassi una delle sue figurine. Io stavo per dirgli
-che non la volevo, ma poi ho pensato che forse piacerebbe alla mia
-piccola Gertrude....
-
-— Oh sì, mi piace! — disse la bambina. — L'avrò più caro.... no, non
-_più_, ma quasi altrettanto caro che il mio gattino; non proprio
-altrettanto, perchè quello era vivo.... insomma, _quasi_. Non ha
-un'aria di ragazzino bravo, dite? —
-
-True vedendo Gertrude tutta rapita dalla sua figurina, andò a preparare
-il tè lasciando che i due ragazzi s'intrattenessero tra loro.
-
-— Devi aver cura di non romperla, — disse Guglielmo. — Avevamo una
-volta in bottega un Samuele proprio eguale a questo; io sbadatamente lo
-lasciai cadere sul banco e lo ruppi in mille pezzi.
-
-— Come lo chiami?
-
-— Un Samuele: sono tutti Samueli.
-
-— E che è un _Samuele_?
-
-— È il nome del fanciullo che la figura rappresenta.
-
-— O chi sa perchè sta così sulle ginocchia? —
-
-Guglielmo rise.
-
-— Che? Tu non lo sai?
-
-— No. Perchè?
-
-— Prega.
-
-— E ha per questo anche gli occhi vòlti in alto?
-
-— S'intende: pregando volge gli occhi al cielo.
-
-— Dove?
-
-— Al cielo. —
-
-Gertrude guardò il soffitto seguendo la direzione degli occhi di
-Samuele,, e poi di nuovo la figura. Pareva stupita e insodisfatta.
-
-— Via, non credo che tu non sappia che cosa sia la preghiera, — disse
-Guglielmo.
-
-— Io no. Spiegamelo.
-
-— Tu dunque non preghi mai? Non preghi Dio?
-
-— No. Che cos'è Dio? Dov'è Dio? —
-
-L'ignoranza della bambina scandalizzò Guglielmo profondamente. Egli
-rispose con reverenza:
-
-— Dio è in cielo, Gertrude.
-
-— Ma io non so che luogo sia, cotesto.... Non so nulla delle cose che
-tu dici.
-
-— Infatti, mi pare.... Io _credo_ che Dio sia lassù di là dal cielo che
-noi vediamo, ma il mio maestro della scuola domenicale dice che «Dio è
-dappertutto dov'è la bontà».... o alcun che di simile....
-
-— Le stelle sono in cielo anch'esse, dunque?
-
-— Così sembra. Sono nel firmamento oltre il quale io mi figuro che sia
-il paradiso, il cielo vero.
-
-— Mi piacerebbe andarci, in paradiso.
-
-— Forse, se tu sarai buona, un giorno ci andrai.
-
-— E quelli che non sono buoni non ci possono andare?
-
-— No.
-
-— Sicchè io non ci vo di certo, — disse Gertrude, accorata.
-
-— Perchè mai? Non sei buona tu?
-
-— Oh no! Sono molto cattiva.
-
-— Che strana creatura! — esclamò Guglielmo. — O per qual ragione
-t'immagini d'essere tanto cattiva?
-
-— Per la ragione che una cattiva come me non c'è mai stata, — ella
-rispose con accento d'amara tristezza. — Io sono la peggiore bambina
-del mondo, lo so.
-
-— Ma chi lo dice?
-
-— Tutti. Annetta Grant me lo ripeteva sempre e giurava che tutti lo
-dicono. E poi lo so io stessa.
-
-— Annetta Grant è quella vecchia perversa con la quale tu vivevi?
-
-— Sì. Come sai ch'è perversa?
-
-— La mamma mi ha raccontato tutto. Ebbene, dimmi un po', non ti mandava
-a scuola, non t'insegnava almeno qualche cosa? —
-
-Gertrude scrollò il capo.
-
-— Ah, quanto ti rimane da imparare! Che facevi quando stavi con lei?
-
-— Niente.
-
-— Non facevi niente, e non imparavi niente? Misericordia!
-
-— Ma adesso una cosa l'ho imparata: so arrostire il pane. Me
-l'ha insegnato la tua mamma. Ne ho arrostito una fetta, sul suo
-fuoco.... —
-
-Così dicendo si rammentò a un tratto che trascurava di arrostire quello
-per il tè. Subito mosse verso la stufa, ma era troppo tardi; i crostini
-erano bell'e pronti, e Trueman aveva già messo in tavola.
-
-— Oh zio True! — ella fece. — Volevo prepararlo io, il tè, sapete....
-
-— Lo so, lo so; — diss'egli — ma non importa, lo preparerai
-domani. —
-
-Gli occhi della bambina s'empirono di lacrime. Pareva molto
-mortificata, ma non disse nulla. Sedettero a cena. Guglielmo collocò
-il Samuele nel centro della tavola, come ornamento, e raccontò tante
-lepide storielle, disse tante piacevoli facezie, che Gertrude finì
-col ridere di cuore e dimenticò di non aver arrostito lei il pane,
-dimenticò la sua tristezza, la sua ritrosia, e perfino la sua disgrazia
-d'esser brutta e cattiva. Per la prima volta fu una bimba allegra.
-Dopo il tè sedette accanto a Guglielmo nel gran seggiolone, e alla sua
-maniera tutta speciale, con molte espressioni e osservazioni bizzarre,
-prese a descrivere la sua vita in casa d'Annetta Grant, e concluse
-narrando in termini commoventi la tragica morte del gattino.
-
-I due ragazzi sembravano bene incamminati a diventare amiconi secondo
-il desiderio dello zio True. Questi sedeva di faccia a loro, dall'altro
-lato della stufa, con la pipa tra le labbra e i gomiti sulle ginocchia,
-guardandoli amorosamente, bevendosi le loro parole. La sua presenza non
-li metteva punto in soggezione. Il buon uomo così semplice e tenero di
-cuore, così facile a contentarsi, a divertirsi, e lento a biasimare,
-a disapprovare, non era certo fatto per reprimere la gaiezza e la
-libertà dei giovanetti baldi, dei fanciulli spensierati. Egli rideva
-quando Gertrude e Guglielmo ridevano; pipava a gran boccate, con aria
-di tranquilla sodisfazione, quando parlavano posatamente; smetteva
-di fumare e deponeva la pipa in grembo per asciugarsi di nascosto
-una lacrima quando la bambina narrava le sue dure sofferenze. Aveva
-pianto nell'udire la prima volta quella storia, e per quanto spesso la
-riudisse, non era mai _senza piangere_.
-
-Gertrude, finito ch'ebbe il suo doloroso racconto, interrotto da
-Guglielmo con frequenti esclamazioni di pietà e di sdegno, stette un
-poco in silenzio; poi, avendo il ricordo dei torti patiti eccitato la
-sua natura indomita e impulsiva, proruppe nelle più acerbe invettive
-contro Annetta Grant, parlando adesso in un tono tutt'altro che
-patetico, servendosi di parecchi termini rozzi e triviali usati
-dalla gente priva d'educazione fra cui era vissuta. Il linguaggio
-della piccina palesava un odio implacato e perfino una speranza di
-futura vendetta. True pareva urtato e turbato nel sentirla parlare
-così irosamente. Mai da che l'aveva presa seco non gli era accaduto
-d'assistere a un simile sfogo del suo temperamento; e però, nella
-propria tenerezza per lei, s'era creduto sicuro ch'ella sarebbe sempre
-docile e gentile come durante la sua malattia e le poche settimane
-seguenti. Placido, affettuoso, indulgente com'egli era, non poteva
-immaginarsi che una creatura umana, specie a quell'età, fosse capace
-d'alimentare sentimenti d'ira e di rancore. Gertrude aveva mostrato
-tanta dolcezza, tanta pazienza da quando stava con lui, era stata
-sempre tanto sottomessa a' suoi voleri, ansiosa anzi di prevenirli,
-che mai il timore d'incontrare qualche difficoltà nel governo della
-bambina non aveva attraversato il suo spirito. Ma osservando quegli
-occhi fiammeggianti, notando il piccolo pugno chiuso nell'atto ch'ella
-minacciava da lontano la vecchia Grant del suo inestinguibile furore,
-egli vagamente presentì che sarebbe stata un'ardua impresa disciplinare
-la sua figliuola adottiva, e un senso quasi di sgomento l'assalse
-all'idea d'aver forse assunto un obbligo al quale non era in grado
-di sodisfare. Ella d'un tratto cessava d'essere per lui il cucco, il
-trastullo in cui s'era compiaciuto fino allora. Vedeva in lei qualche
-cosa che necessitava un freno, ed egli si sentiva inetto ad applicarlo.
-
-Nulla di più naturale: True _era_ veramente inetto a tener fronte a
-un carattere come quello di Gertrude. Certo, il grande affetto ch'ella
-gli portava gli conferiva un potente influsso su lei. La sua docilità,
-la sua pazienza durante la malattia, l'ardore della sua gratitudine
-per le cure amorevoli da lui prodigatele, l'ansioso desiderio di
-contraccambiarlo in qualche modo, derivavano unicamente da quell'amore
-per il suo primo amico: amore profondo che, sempre saldo, sempre più
-forte, doveva con gli anni divenire una nobile sorgente d'attività,
-un prezioso incentivo di virtù. Illuminato e invigorito da una luce
-superiore venuta a tempo a santificarlo, esso le diede, mentre non era
-ancora che una tenera giovanetta, il coraggio, la fortezza d'animo,
-l'abnegazione d'una vera donna; e confortò gli ultimi anni del vecchio,
-circonfuse di serena letizia il suo letto di morte.
-
-Ma per il presente non bastava. La riconoscenza aveva addolcito
-il cuore di Gertrude per i suoi benefattori; nondimeno gli effetti
-d'otto anni di mal governo, di cattivi trattamenti, di mancanza d'ogni
-giudiziosa disciplina, non potevano esser distrutti tanto presto. Era
-impossibile domare di colpo quella natura selvaggia, nè sviluppare le
-sue facoltà migliori se non educandole.
-
-La pianta che crescendo in un terreno sterile, priva di sole e di
-buon nutrimento, vien su torta, stenta, infeconda, non può riaversi a
-un tratto da sì crudele strapazzo. Trapiantata in un suolo diverso,
-bisogna raddrizzarla e nutrirla con cura, bisogna ravvivarla alla
-calda luce del cielo innanzi che ripari i danni della negligenza di
-cui sofferse nella prima età, e giunga ad espandere i suoi fiori, a
-maturare i suoi frutti.
-
-Così con la piccola Gertrude: era necessario dare una nuova direzione
-alle sue idee, un nuovo alimento alla sua mente, una nuova luce alla
-sua anima, perchè i più alti fini per cui ell'era creata fossero
-conseguiti.
-
-True lo sentiva, in confuso, e n'era turbato. Non cercò tuttavia di
-reprimere l'irruenza della bambina. Non sapeva che fare, e però non
-fece nulla.
-
-Guglielmo tentò, due o tre volte, d'arrestare quella fiumana di parole
-oltraggiose, ma visto ch'ella non gli dava retta, finì col lasciarla
-dire. Egli non poteva rattenersi dal sorridere del suo puerile furore,
-nè dal parteciparvi in una certa misura: quasi quasi avrebbe voluto
-trovarsi un momento di fronte ad Annetta Grant per manifestarle la
-propria opinione sul suo carattere con quattro solenni pugni. Ma egli
-era un ragazzo bene educato da una madre d'animo mite e gentile, e
-l'escandescenza di Gertrude cominciava a fargli comprendere perchè
-tutti la credessero tanto cattiva.
-
-Dopo aver durato un pezzo a vuotare il sacco, ella si chetò da
-sè, quantunque le rimanesse sul volto un'espressione spiacevole:
-espressione consueta un tempo e che purtroppo la collera faceva
-ricomparire. Svanì presto, però, e quando, più tardi nella serata,
-apparve sull'uscio la signora Sullivan, ella le mosse incontro
-tutta lieta e ridente e ascoltò col più vivo compiacimento i caldi
-ringraziamenti di True per la prodigiosa trasformazione della sua casa.
-E nel dare la buona notte a Guglielmo quand'egli se n'andò con la sua
-mamma, lo pregò di ritornare a farle così gradevole compagnia. I suoi
-occhioni brillavano mentre ritta sulla soglia con la mano nella mano
-del lampionaio salutava i visitatori.
-
-— Curiosa quella bimba! — disse Guglielmo alla madre appena si furono
-allontanati abbastanza da non essere uditi. — Ma a me piace. —
-
-
-
-
-VII.
-
- La preghiera è sospir che allevia il cuore,
- È lacrima cadente
- Dagli occhi vòlti al ciel quando il Signore
- Solo è presente.
-
- MONTGOMERY.
-
-
-Sarebbe stato difficile trovare due fanciulli appartenenti entrambi
-alla classe povera le cui condizioni nella vita presentassero un
-maggior contrasto che, fino allora, quelle di Gertrude e di Guglielmo.
-Alla negletta orfanella erano mancate le cure e più ancora l'affetto
-di cui l'altro aveva sempre goduto. Il marito della signora Sullivan,
-un intelligente pastore di villaggio, venuto a morire mentre il loro
-figlioletto era ancora in tenerissima età, non aveva lasciato sostanze
-che bastassero al mantenimento della piccola famiglia: perciò la vedova
-era ritornata alla casa paterna col bambino. Il vecchio Cooper dal
-canto suo aveva bisogno della figliuola, perchè, da quando ell'era
-andata sposa, la morte aveva fatto strage sotto il suo tetto ed egli
-era restato solo.
-
-Da quel momento i tre vivevano insieme, in un'umile agiatezza
-assicurata dal lavoro e dalla frugalità anche ai poveri.
-
-Guglielmo era l'orgoglio della madre, la sua speranza, il suo costante
-pensiero. Ella non risparmiava a sè stessa nè fatiche nè pene per
-procurargli il benessere fisico e la felicità morale, per fare che egli
-progredisse nel sapere e nella virtù.
-
-E come non doveva ella essere superba di quel ragazzo che con la
-bellezza non comune, i modi attraenti, le precoci manifestazioni
-d'una nobile e virile natura si faceva amare perfino dagli estranei?
-Egli era stato un bel bambino; ma ora che toccava i tredici anni, ciò
-che colpiva nel suo aspetto non era già l'ordinaria bellezza degli
-adolescenti consistente solo in una chioma ricciuta, occhi vivaci, gote
-rosate; era qualche cosa d'assai più notevole: l'ampiezza della fronte
-che denotava un'aperta intelligenza, la calma e la serenità dei larghi
-occhi grigi, l'espressione risoluta eppur tanto dolce della bocca, lo
-sviluppo della ben formata persona, il vigore del colorito indizio
-d'una perfetta salute che prometteva forza e gagliardia nell'uomo
-futuro. Nessuno poteva passare mezz'ora in compagnia di Guglielmo
-senza esser tratto ad amarlo e ammirarlo. Era per indole cordialissimo
-e affettuoso, e la tenerezza materna, la benignità del mondo per lui
-tutto sorriso, favorivano questa sua naturale inclinazione; aveva
-una somma esuberanza di spiriti vitali, ma la temperava il deferente
-rispetto verso i maggiori d'età e i superiori; partecipava con sincera
-simpatia alle gioie e ai dolori altrui; insomma era una di quelle
-creature geniali che si cattivano tutti i cuori senza saper come. Amava
-lo studio, e fino ai dodici anni aveva regolarmente frequentato la
-scuola. Nelle nostre grandi città i figli dei poveri godono in materia
-d'istruzione quasi tutti i vantaggi che può dare la ricchezza. E poichè
-il fanciullo era capacissimo e la madre costantemente lo esortava a
-trarre il maggior profitto possibile dalle opportunità offertegli, i
-suoi progressi furono straordinari.
-
-Dodicenne appena, gli si presentò la buona occasione d'entrare al
-servizio d'un farmacista nella cui bottega c'era molto spaccio e
-occorreva un ragazzo per aiuto. Il signor Bray gli assegnava un salario
-piuttosto modico, ma lasciava sperare un aumento; in ogni caso la
-sua proposta non era disprezzabile date le condizioni di Guglielmo.
-Quantunque fosse attaccato a' suoi libri, egli desiderava ardentemente
-d'impiegarsi al fine di contribuire a sostenere il peso della famiglia.
-E pertanto, ottenuto il consenso della madre e del nonno, accettò.
-
-I giorni di lavoro dormiva nella farmacia, e non aveva quasi mai agio
-di fare una scappatina a casa dove la sua assenza era dolorosamente
-sentita. Soltanto il sabato sera ci veniva per trattenersi a passare
-co' suoi la domenica. Quella era la serata di festa della signora
-Sullivan, e il giorno del Signore le pareva doppiamente benedetto.
-
-Quando, il sabato che fece la conoscenza di Gertrude, Guglielmo
-ritornò nella camera di sua madre, sedette a discorrere con lei e col
-signor Cooper. La conversazione si prolungò per un'ora buona. Egli
-riferiva gli avvenimenti della settimana, raccontava molti piccoli
-aneddoti; aveva sempre da dire tante cose intorno alla farmacia, agli
-avventori, al farmacista suo padrone, alla famiglia di lui, con la
-quale prendeva i suoi pasti. Per la signora Sullivan tutto ciò che
-interessava Guglielmo era attraente, ed un osservatore avrebbe notato
-che anche il vecchio nonno si divertiva a udire il ragazzo più che non
-volesse lasciar scorgere. Infatti, benchè se ne stesse lì zitto, con
-gli occhi a terra, come se non ascoltasse, gli accadeva poi d'alludere
-al soggetto di questo o quel discorso, in modo da provare che lo aveva
-seguìto attentamente. Di rado rivolgeva al nipotino qualche domanda:
-ma invero non ce n'era bisogno, perchè la mamma lo interrogava per due.
-Più di rado ancora faceva commenti; usciva però talvolta in espressioni
-sdegnose e sprezzanti sia contro singole persone sia contro il mondo
-in generale, manifestanti quella disistima della natura umana, quella
-mancanza di fiducia nell'onestà e nella virtù degli uomini, ch'erano un
-tratto rilevante del suo carattere.
-
-Guglielmo, lì per lì, ne rimaneva un po' avvilito: _egli_ amava
-_tutti_, aveva fede in _tutti_, e le parole del vecchio, il tono
-con cui le proferiva, erano come un gelido soffio sull'ardore della
-sua anima giovanile; ma con l'elasticità e il cuor gaio di quell'età
-felice, si riaveva subito, ritornava qual'era per sua natura.
-
-Egli non temeva il nonno, il quale non aveva mai usato severità con
-lui, essendosi astenuto da ogni ingerenza nell'educazione che gli
-dava la madre, ma a volte si sentiva agghiacciare, senza comprenderne
-il perchè, dal disaccordo tra la propria calda cordialità e la sua
-misantropia.
-
-Quella sera, venuti a ragionare di Trueman Flint e della sua
-figlioletta adottiva, Cooper s'era mostrato più amaramente satirico che
-mai, e, prendendo il suo lume per andare a coricarsi, aveva concluso
-che, secondo lui, Gertrude non poteva essere per il buon uomo se non
-una cagione d'impicci e dispiaceri, e ch'era stata una vera pazzia non
-mandarla addirittura all'ospizio.
-
-Uscito il vecchio, madre e figlio rimasero un poco in silenzio. Poi
-Guglielmo domandò:
-
-— Mamma, perchè il nonno odia così la gente?
-
-— Ma no, caro, non odia nessuno.
-
-— Non intendevo dir proprio _odiare_ in senso assoluto; questo non lo
-penso neppure io. Ma infine parla come se non ci fosse persona al mondo
-di cui abbia stima. O non vi pare?
-
-— Sì.... almeno non ne dimostra. Ma di te, ne ha moltissima, e farebbe
-qualunque sacrifizio per risparmiarmi un dolore, e ha molta amicizia
-per il signor Flint, e....
-
-— Sicuro, sicuro.... lo so. Tuttavia non crede che il cuore umano sia
-capace di gran bontà, e gli sembra impossibile che qualcuno si volga al
-bene....
-
-— Capisco, ti fa specie quello che ha detto circa la piccola Gertrude.
-
-— Oh, non è la sola di cui voglio parlare! Quello che ha detto di lei
-m'ha dato occasione d'entrarvi su questa cosa; ma io l'avevo già notata
-parecchie volte, segnatamente da che non sono più a casa che un giorno
-della settimana. Per esempio, voi sapete che uomo sia il signor Bray,
-e in qual considerazione io lo tenga; ebbene, mentre raccontavo dianzi
-quanto buono e benefico è stato verso la povera signora Morris che ha
-la figliuola malata, il nonno aveva l'aria di non crederlo, o di non
-farne alcun conto.
-
-— Ti dirò, Guglielmo, non devi troppo maravigliarti ch'egli sia così:
-ha sofferto tanti disinganni! Riponeva, come sai, molte speranze
-nello zio Riccardo, e invece ebbe per cagion sua affanni e guai senza
-fine; poi, ci fu il marito della zia Sara.... Ah, sembrava un uomo
-tanto ammodo quando Sarina lo sposò, e finì col truffare il babbo
-terribilmente, sicchè fu costretto a ipotecare la sua casa di Via Alta,
-e da ultimo a cederla!... Basta, lo sciagurato è morto, e non voglio
-inveire contro di lui; ma egli deluse la nostra aspettazione, e Sarina,
-credo, ne morì di crepacuore. Fu una prova oltremodo dolorosa per il
-povero babbo, perchè ell'era la minore, e la sua prediletta. E subito
-dopo, la mamma fu colpita dalla malattia a cui soccombette, secondo
-lui non senza colpa d'un ciarlatano di medico il quale le prescrisse
-una cura più dannosa che altro. Una tal somma di disgrazie spiega
-com'egli veda tutto nero adesso nella vita.... Ma tu non devi badarci,
-Guglielmo, devi pensare piuttosto a mantenere le buone promesse che
-dài di te, e vedrai ch'egli ne sarà consolato e superbo. Nulla gli fa
-tanto piacere quanto il sentirti lodare, e aspetta grandi cose dal suo
-nipote! —
-
-Qui la conversazione ebbe termine; ma non senza che il ragazzo
-aggiungesse un nuovo proponimento ai molti già fatti: quello di provare
-al nonno, se Dio gli conservava la salute e il vigore, che le speranze
-non sono sempre ingannevoli nè i timori sempre fondati.
-
-Beato il giovanetto che ha ognora dinanzi a sè l'alta mèta d'un
-sentimento nobile e generoso! Quale stimolo all'attività, alla
-perseveranza, all'abnegazione! Quale impulso a sforzi di più in più
-strenui! Timori che spegnerebbero ogni ardore, scoraggiamenti che
-farebbero perdere ogni baldanza, fatiche che opprimerebbero, ostacoli
-di fronte a cui cadrebbe l'animo, opposizioni che stremerebbero le
-forze, tentazioni che sarebbero irresistibili, tutto tutto è superato,
-abbattuto, domato da colui che con un fine sincero e degno combatte per
-la vittoria!
-
-Perciò gli uomini venuti al mondo in mezzo agli onori e alle ricchezze,
-allevati nel lusso, di rado compiono grandi cose. Non sono _nati_ per
-la fatica, e senza fatica nulla che abbia un reale valore può essere
-ottenuto. Oh, perchè non si propongono essi, come movente supremo
-delle loro azioni, come unica mèta della loro vita, di trionfare
-d'una condizione così svantaggiosa, d'acquistare dottrina, saviezza,
-virtù, nonostante quelle ricchezze perniciose, quei vani onori, quel
-lusso snervante che agli occhi chiaroveggenti dei savi e degli angeli
-sono la più mortale delle insidie? Guglielmo aveva un incitamento al
-bene fin dai suoi teneri anni. Il suo nonno era di grave età, la sua
-mamma di debole complessione. Egli doveva divenire il sostegno della
-loro vecchiaia, doveva lavorare per mettersi in grado di provvedere
-al loro sostentamento e al loro benessere; doveva fare ancor _più_:
-essi speravano da lui cose egregie, e _bisognava_ che le loro speranze
-non fossero deluse. Non dimenticava però il presente, mentre s'armava
-per il futuro conflitto col mondo. Si mise a tavolino e imparò le
-sue lezioni per la scuola domenicale. Poi, secondo il costume, lesse
-ad alta voce qualche passo della Bibbia. Infine la signora Sullivan,
-ponendo la mano sul capo del suo figliuolo, offerse per lui al Signore
-una semplice e fervida preghiera: una di quelle preghiere materne che
-il fanciullo ascolta con reverenza ed amore, e l'uomo maturo ricorda;
-preghiere che ci tengono lontani dalle tentazioni e ci liberano dal
-male.
-
-Quella sera la piccola Gertrude, quando, partito Guglielmo, restò sola
-con True, sedette su un panchettino basso, accanto a lui, e rimase un
-pezzo senza parlare, fissando tutta intenta la bianca figurina di gesso
-che si teneva in grembo. Ma certo, la sua mente infantile lavorava,
-perchè l'espressione del pensiero le appariva manifesta nel viso.
-True, il quale di rado era il primo a rompere il silenzio, vedendola
-così insolitamente cheta, le alzò il mento e la guardò con aria
-interrogativa.
-
-— Ebbene, — disse poi — non ti pare che Guglielmo Sullivan sia un gran
-bravo ragazzo?
-
-— Sì, — rispose Gertrude, ma come se, assorta in un'altra idea, non
-sapesse bene che diceva.
-
-— Ti piace, dunque? — domandò egli.
-
-— Moltissimo, — fece lei, sempre distratta.
-
-Egli aspettava ch'ella cominciasse a discorrere della sua nuova
-conoscenza; ma per un minuto o due la bambina seguitò a tacere, poi,
-alzando gli occhi, uscì a dire:
-
-— Zio True?
-
-— Che vuoi, cara?
-
-— Perchè prega Dio, Samuele? —
-
-True inarcò le ciglia.
-
-— Samuele?... Prega?... In verità, non so di che tu voglia parlare....
-
-— Ecco, — riprese Gertrude sollevando la figurina — Guglielmo dice che
-questo ragazzino si chiama Samuele, e che sta in ginocchio, e tiene
-le mani giunte, _così_, e guarda in alto, perchè prega Dio che abita
-lassù, in cielo. Io non capisco che cosa sia quel cielo che intende
-lui.... E voi? —
-
-Il buon uomo presa la statuina la osservò attentamente, si dimenò sulla
-seggiola, si grattò il capo: alfine disse:
-
-— Eh sì, credo ch'egli abbia ragione.... Questo bambino prega, non c'è
-dubbio; io non ci avevo badato. Ma non so proprio perchè lo chiami un
-Samuele. Glielo domanderemo uno di questi giorni.
-
-— Bene. E perchè Samuele preghi Dio, lo sapete?
-
-— Lo prega perchè lo faccia buono. Le persone che pregano Dio diventano
-buone.
-
-— Può Dio far buona la gente?
-
-— Sicuro. Dio è grande. Egli può tutto.
-
-— E come arriva a _udire_ chi prega?
-
-— Dio ode e vede ogni cosa, nel mondo.
-
-— E vive su in cielo? Dove sono le stelle?
-
-— Sì, nell'alto del cielo. —
-
-Gertrude fece molte altre domande: domande strane alle quali il povero
-True non sapeva rispondere, domande ch'egli si maravigliava di non aver
-mai rivolte a nessuno. Egli aveva un cuore umile e amoroso ed una fede
-infantile; se non era fornito che d'una scarsa istruzione religiosa, si
-sforzava però di mettere a buon profitto i lumi che possedeva. E forse
-nella sua pratica fedele delle virtù cristiane, specie nell'obbedienza
-alla gran legge della carità, egli s'avvicinava allo spirito del Divino
-Maestro, più di molti che grazie a lunghi studi e quotidiane letture si
-sono resi familiari con le sacre dottrine. Ma non aveva mai scrutato
-le sorgenti profonde di quelle credenze sulle quali non cadeva dubbio
-nell'animo suo, e non si trovava affatto preparato a risolvere le
-questioni che la piccola Gertrude gli andava proponendo in quel subito
-svegliarsi della sua mente acuta e indagatrice. Le rispondeva tuttavia
-come poteva meglio, e quando non ci arrivava, non esitava punto a
-rimandarla a Guglielmo, che, diceva egli, frequentando la scuola
-domenicale doveva sapere un visibilio di cose in tale materia. Tutto
-ciò ch'ella giunse a ricavarne si ridusse alla cognizione di questi tre
-fatti: Dio è in cielo, il suo potere è grande, la preghiera rende gli
-uomini migliori.
-
-Il suo cervellino in effervescenza era così pieno delle nuove idee,
-che, venuta l'ora di coricarsi, neppure il piacere d'andar a dormire
-per la prima volta nella sua cameretta potè distrarnela. E quando fu
-nel suo lettino, e True ebbe portato via il lume, non s'addormentò.
-Aveva giusto di faccia la finestra, come nella soffitta d'Annetta
-Grant; però una finestra molto più grande, che offriva a' suoi occhi
-una più ampia veduta. Il cielo era tutto sfavillante di stelle, e
-quello spettacolo ravvivò in lei la maraviglia e la curiosità che
-un'altra volta le aveva destato. «Chi accendeva quei lumi così fulgidi
-e così lontani?» Ma adesso, contemplandoli, un subito pensiero le
-attraversò la mente come un baleno di luce:
-
-— Li accende _Dio_! Oh, Egli dev'esser pur grande e potente! Ma anche
-un bambino può pregarlo! —
-
-Balzò dal letto, andò davanti alla finestra, e s'inginocchiò giungendo
-le mani e alzando lo sguardo al cielo, nell'atteggiamento stesso del
-piccolo Samuele. Le sue labbra non proferivano parole, ma gli occhi
-le splendevano irrorati dalla rugiada di due lacrime. Non era forse
-ciascuna lacrima una preghiera? Ella non chiedeva alcuna grazia, ma
-ardeva tutta del desiderio di Dio e della virtù. Non era forse quel
-desiderio una preghiera? Il suo piccolo cuore levato in alto palpitava
-con veemenza. Non era forse ogni palpito una preghiera? E Dio, senza il
-cui volere non cade foglia dal ramo, non udiva, non gradiva forse, quel
-primo omaggio d'una povera creaturina ignorante, non scendeva forse su
-quel capo innocente la Sua benedizione?
-
-Molte grazie chiese a Dio Gertrude negli anni che seguirono; spesso
-ella ricorse a Lui per aiuto; in più di un'ora d'amaro dolore attinse
-conforto alla medesima inesauribile sorgente: quando la forza le
-falliva quando il cuore le mancava, Egli diveniva la forza del suo
-cuore. Ma ella non s'appressò mai al Suo trono con un'offerta più
-pura, con un sacrifizio più degno, che la notte in cui nella prima sua
-profonda penitenza, nel primo suo atto di ferma fede, nel primo ardore
-della sua speranza, s'inginocchiò con le mani giunte e gli occhi al
-cielo, come il piccolo Samuele, e il suo cuore espresse, benchè le sue
-labbra non le proferissero, le parole del profeta fanciullo: «Eccomi, o
-Signore!»
-
-
-
-
-VIII.
-
- Dolce nel primo gusto è la vendetta
- Ma in breve amara torna....
-
- MILTON.
-
-
-Il giorno seguente era una domenica. True aveva per costume di
-trattenersi buona parte della domenica in chiesa con la famiglia del
-sagrestano; ma Gertrude non avendo cappello non poteva andarci, ed egli
-non volle lasciarla sola. Ella dunque s'appuntò in capo il suo vecchio
-scialletto, e passarono la mattinata insieme passeggiando lungo le
-banchine e guardando i bastimenti. Nel pomeriggio True dormì accanto
-alla stufa, e la bambina si trastullò con la gatta. Guglielmo venne
-la sera, però soltanto per accomiatarsi prima di ritornare dal signor
-Bray. Aveva gran fretta, non poteva nemmeno sedere un momentino: in
-casa del suo principale si faceva vita assai morigerata, e la porta
-era chiusa di buon'ora, specie le domeniche. Il vecchio Cooper fece la
-consueta sua visita. Quand'egli se n'andò, il lampionaio trovò Gertrude
-immersa in un sonno beato, e pensando ch'era peccato destarla, la mise
-a letto così come stava.
-
-Ed ella non si destò, infatti, fino al mattino. Grande fu allora la
-sua maraviglia vedendosi bell'e vestita. Esilarata da questo caso
-bizzarro saltò su e corse a domandare a Trueman come fosse successo.
-Egli stava accendendo il fuoco, e Gertrude, avute sodisfacenti risposte
-alle sue numerose interrogazioni, s'applicò ad aiutarlo del suo
-meglio preparando la colazione e assettando la stanza. Ella seguiva
-appuntino gl'insegnamenti della signora Sullivan, rammentandoli tutti,
-e dimostrava notevole capacità in ogni cosa che intraprendeva. Nel
-corso di poche settimane, a forza di perseveranza era giunta a rendersi
-utile in mille maniere. Prometteva davvero di far onore alla profezia
-della sua maestra, diventando un'ottima piccola massaia. Certo i suoi
-servizi erano lievi; ma quei piedini agili e pronti risparmiavano molti
-passi al vecchio True, e segnatamente ella prestava un aiuto essenziale
-nella pulizia delle camere, sua particolare ambizione. Adesso che la
-polvere e i ragnateli non c'erano più, la signora Sullivan s'aspettava
-da lei che non s'accumulassero daccapo. Ella lo sentiva. E bisognava
-vederla quando, la mattina, mentre il lampionaio era fuori a nettare e
-riempire i suoi lampioni, accudiva alle faccende munita d'una vecchia
-granata il cui manico era stato accorciato a fine d'agevolargliene
-l'uso! Con che zelo, con che diligenza l'adoprava! Spesso la buona
-vicina dava una capata nel quartierino per lodarla ed assisterla. Nulla
-rendeva più felice la piccola Gertrude che l'imparare qualche cosa di
-nuovo. Beninteso, dovette anche lei pagare il noviziato. Vi furono
-due o tre casi di completa carbonizzazione dei crostini; e, peggio
-ancora, ell'ebbe a versare copiose lacrime sui frantumi di una tazza
-da tè dipinta, sgusciatale di mano. Ma lo zio True non la rimproverava
-mai; sicchè ella scordava presto queste disgrazie che d'altronde
-l'esperienza le insegnava ad evitare.
-
-Caterina Mc Carty, la quale l'aveva in concetto della più svegliata e
-destra bambina del mondo, veniva di tanto in tanto a lavare i pavimenti
-e far altri lavori troppo gravi o difficili per lei.
-
-Animata dal desiderio di rispondere all'aspettazione della signora
-Sullivan, e soprattutto di essere utile al suo benefattore, di
-manifestare nel miglior modo il grande affetto che gli portava,
-Gertrude era di solito buona, paziente, compiacente, quanto solerte.
-Invero l'indulgenza di True verso la piccina era tale, che di rado egli
-le imponeva la sua volontà. Ella rimaneva dunque libera di seguire il
-proprio talento; ma per indisciplinata che fosse, obbediva volentieri
-ad uno che mai la contrariava, e però non le accadeva di mostrare
-dinanzi a lui la violenza della sua natura che una volta eccitata non
-conosceva più freno. Tuttavia, se nella vita tranquilla di cui godeva
-adesso tra le pareti domestiche, mancava ogni causa d'irritazione, si
-diedero talora occasioni nelle quali fu palese che covava sempre il
-fuoco sotto la cenere.
-
-Una domenica Gertrude, che ora possedeva un bel cappuccetto comperatole
-dallo zio True, aveva assistito con questi al servizio divino della
-sera, e ritornavano a casa accompagnati dal signor Cooper e da
-Guglielmo. I due vecchi erano ingolfati in una delle loro consuete
-discussioni, e i fanciulli, rimasti un po' indietro, discorrevano
-vivamente della chiesa, del ministro, dell'uditorio, della musica, che
-per la bambina erano tutte cose nuove ed avevano destato in lei gran
-maraviglia.
-
-Cominciava a farsi buio nelle strade. Guglielmo l'osservò, e chinando
-lo sguardo verso la sua piccola compagna che teneva per mano,
-soggiunse:
-
-— Di', Gertrude, vai qualche volta con lo zio True a vederlo accendere
-i lampioni?
-
-— Non ci sono andata mai, dopo la notte che mi portò a casa sua, — ella
-rispose. — Io ne avevo una voglia matta, ma era sempre tanto freddo che
-lui non me lo permise: diceva che mi sarei buscata di nuovo la febbre.
-
-— Oggi non è punto freddo; sarà una bellissima notte: se lo zio True
-è contento, si va tutt'e due con lui. Io ci andai più volte.... Ci si
-diverte un mondo a guardare dentro dalle finestre nei salotti dove i
-signori stanno a prendere il tè o a conversare in circolo, davanti al
-fuoco....
-
-— E io godo di veder accendere quei grandi lumi che fanno tutt'intorno
-una luce così bella, così allegra! Spero che dirà di sì.... Lo
-pregheremo.... Vieni, — proseguì tirandosi dietro Guglielmo —
-raggiungiamolo, diciamoglielo subito....
-
-— No, aspetta, ora sta ragionando col nonno.... Glielo diremo poi,
-quando saremo a casa. Già poco ci manca. —
-
-A stento però il ragazzo poteva contenere l'impazienza di Gertrude. Non
-appena furono giunti al cancello della corte ella si strappò da lui,
-si precipitò verso Trueman, fece la sua richiesta che fu benevolmente
-accolta. E i tre partirono per il loro giro.
-
-Da principio l'attenzione della piccina si concentrò tutta nelle
-fiammelle che via via s'accendevano. Non aveva occhi per altro. Ma
-svoltato il canto della strada si trovò di faccia alla vetrina d'una
-grande farmacia che la fece rimanere incantata. I vivi colori dei
-liquidi brillanti nei vasi di cristallo che per la prima volta vedeva
-di sera, così illuminati, cattivarono la sua fantasia. Ed avendole
-Guglielmo detto che la bottega del suo principale era simile a quella,
-pensò che doveva essere una delizia passar la vita in un luogo tanto
-bello. Si maravigliò poi che fosse aperta la domenica mentre tutti gli
-altri negozi erano chiusi. Egli si fermò per spiegargliene la ragione e
-appagare la sua curiosità su varie coserelle; sicchè quando si mossero
-s'avvide che True li precedeva d'un buon tratto. Sollecitò allora
-Gertrude dicendole che si trovavano adesso nella più signorile delle
-vie per cui dovevano passare, e che bisognava far presto se volevano
-vedere a loro agio la casa che più gli premeva di mostrarle. Infatti
-il lampionaio nel momento che lo raggiunsero già appoggiava le sua
-scala a un lampione di fronte a un'isola di bei fabbricati. Molte delle
-finestre avevano le tende chiuse, dimodochè i fanciulli non potevano
-guardar dentro; ma in alcune le tende non c'erano, o non erano ancora
-tirate. In un salotto si vedeva un bel fuoco di ceppi e davanti al
-caminetto signori e signore che conversavano: Gertrude non si sarebbe
-più staccata di là. In un altro era accesa una splendida lumiera, e
-sebbene non ci fosse nessuno, la sontuosità del mobilio, l'appariscenza
-di tutto l'insieme la rapirono. Ella battè le mani dall'allegrezza, e
-non s'indusse a seguire Guglielmo se non dopo ch'egli l'ebbe assicurata
-che un po' più oltre c'era una casa non meno stupenda, dove forse
-avrebbe anche veduto certi bellissimi bambini.
-
-— O come sai che ci saranno? — domandò ella mentre s'incamminavano.
-
-— Io non lo so positivamente, ma credo. C'erano sempre alla finestra
-quando andavo con lo zio True, l'inverno passato.
-
-— Quanti?
-
-— Tre, mi pare. Ricordo una bellezza di bimba coi ricci biondi e un
-visino dolce eppure furbetto. Sembrava una bambola di cera, ma molto
-molto più carina.
-
-— Oh, spero che la vedremo! — esclamò Gertrude ballando sulle punte de'
-piedi, tanto era eccitata dal piacere.
-
-— Eccoli! — disse Guglielmo. — Ci sono tutti e tre, come allora!
-
-— Dove? dove?
-
-— Là, dirimpetto, in quella grande casa di pietra. Su, attraversiamo la
-strada.... Ma c'è una mota!... Aspetta, ti porto. —
-
-Prese la ragazzetta in collo e la portò fino al marciapiede opposto.
-True doveva ancora arrivare. I bambini aspettavano lui, alla finestra.
-Gertrude non era la sola che si divertisse a veder accendere i
-lampioni.
-
-Oramai faceva notte, e le persone che si trovavano nelle stanze
-illuminate non potevano distinguere quelle ch'erano fuori; ma così
-Guglielmo e la sua compagna avevano maggior opportunità di guardare
-nell'interno della casa. Una bella casa davvero: senza dubbio v'abitava
-gente assai ricca. Il salotto era gaiamente rischiarato dalla viva
-luce d'un gran lume sospeso e dal riverbero del fulgido fuoco di
-carbone che ardeva nel caminetto. I sontuosi tappeti, le tende di
-stoffe smaglianti, i quadri in cornice dorata, i grandi specchi che
-riflettevano l'insieme da ogni lato, diedero a Gertrude la sua prima
-idea del lusso. E le comodità che si combinavano con quell'eleganza
-conferendole un'aria di piacevole intimità la rendevano ancor più
-affascinante per la povera creatura cresciuta nella miseria. Una tavola
-era squisitamente apparecchiata per il tè; la tovaglia damascata,
-candidissima, la lucida argenteria, e soprattutto la teiera di famiglia
-col suo placido ronzio, avevano un aspetto seducentissimo. Un signore
-in pantofole ricamate stava adagiato in un'ampia poltrona accanto al
-fuoco; una signora con una cuffietta riccamente guarnita invigilava la
-cameriera che finiva d'apparecchiare; i bambini, tutti sorridenti come
-sono i bambini felici, s'erano radunati davanti alla finestra e, ritti
-sopra un panchetto, guardavano in istrada.
-
-Guglielmo li aveva descritti bene. Erano tre belle e graziose
-creature, specie una ragazzina, la maggiore, che toccava circa l'età
-di Gertrude. I capelli biondi scendenti in folti ricci lungo il collo
-d'una bianchezza nivea, gli occhi azzurri, le guance pienotte e rosee,
-i lineamenti gentili, la facevano somigliare a un cherubino. Gertrude
-non trovava modo d'esprimere la sua ardente ammirazione che con grida
-di gioia, e risa, e salti, o indicando a Guglielmo or questa cosa or
-quella, in confuso.
-
-— Di', non è un amore di bimba?... Guarda che splendido fuoco!... E
-la signora com'è bella!... O le scarpe del signore, le hai vedute?...
-Che sarà quella roba sulla tavola? Qualche cosa di buono, sicuro....
-C'è uno specchio sterminato.... Ah Guglielmo, che cari bambini! Vere
-bellezze!... —
-
-E sempre cominciava e finiva con le lodi dei bambini. Guglielmo
-era sodisfatto. La sua piccola amica si divertiva quanto egli s'era
-ripromesso.
-
-Ma True arrivava, e il lume della sua torcia scorreva lungo il
-marciapiede. Allora essi furono alla lor volta osservati e divennero
-il soggetto di un'animata conversazione. La ricciutella li vide e
-li additò agli altri due. Sebbene Gertrude non potesse indovinare
-che dicessero, l'idea d'essere sottoposta all'esame e ai commenti
-di qualcuno le dispiaceva forte. Lesta lesta si nascose dietro la
-colonna del lampione, e non volle più muoversi nè alzar gli occhi
-alla finestra, per quanto Guglielmo la canzonasse e le dicesse che ora
-_toccava a lei_ d'essere guardata.
-
-Quando il lampionaio ripigliò la sua scala e proseguì il cammino, ella
-si slanciò dietro a lui di corsa per isfuggire agli sguardi curiosi;
-ma tosto che il ragazzo la richiamò dicendole che i bambini s'erano
-ritirati, non seppe resistere alla tentazione di gettare ancora
-un'occhiata nel bel salotto e fece giusto a tempo per vederli prender
-posto alla tavola del tè. Un momento dopo la cameriera venne a tirar
-giù le tende, Gertrude prese la mano di Guglielmo e affrettarono il
-passo per raggiungere True.
-
-— Non ti piacerebbe vivere in una casa come quella? — domandò egli.
-
-— Oh sì! — rispose lei. — Non è una magnificenza?
-
-— Io ne vorrei una così. E l'avrò un giorno o l'altro. —
-
-Questa presunzione sbalordì Gertrude.
-
-— L'avrai? E in che maniera?
-
-— Lavorerò, diverrò ricco, e me la comprerò.
-
-— Impossibile. Ci vuole un monte di quattrini.
-
-— Lo so. Ma io ne guadagnerò dimolti. Il signore che abita in quel
-magnifico appartamento era un ragazzo povero quando arrivò a Boston: o
-perchè non ho da potere anch'io arricchire al pari di lui? E ne ho la
-ferma intenzione.
-
-— Come avrà fatto a guadagnare tanto?
-
-— Come abbia fatto _lui_ non so. Ci sono parecchi modi. Certuni dicono
-che tutto dipende dalla fortuna.... ma secondo me la bravura non è meno
-necessaria.
-
-— Sei bravo, tu? —
-
-Egli rise.
-
-— Non ti pare? Bene, se non verrà il giorno che mi vedrai ricco potrai
-dire di no.
-
-— Io lo so che farei se fossi ricca.
-
-— Che faresti?
-
-— Prima di tutto comprerei una bella poltrona grande per lo zio True,
-con dentro cuscini e sopra splendidi fiori, come quella dove sedeva
-quel signore; e poi per me una gran lumiera, con tanti tanti lumi tutti
-in un mazzo, da far nella stanza una luce.... la luce più chiara che ci
-possa essere.
-
-— Mi sembra che tu vada pazza per la luce, Gertrudina.
-
-— Io sì! Odio le case vecchie, nere, buie.... A me piacciono le stelle,
-il sole, e i fuochi, e la torcia dello zio True....
-
-— E a me gli occhi fulgenti. I tuoi appunto brillano come due stelle,
-stasera. Non ci divertiamo, di'?
-
-— Oh, molto! —
-
-Gertrude non faceva che saltare e ballare lungo il marciapiede, e
-Guglielmo partecipava al suo giubilo, tutto lieto e superbo d'aver a
-proteggere la strana e fiera bambina nel tempo stesso che le procurava
-un tale godimento. Cammin facendo seguitarono a intrattenersi sull'uso
-delle ricchezze che con balda speranza l'uno e l'altra contavano
-di possedere prima o poi: giacchè la fidente audacia del giovanetto
-s'era comunicata alla sua piccola compagna, e anch'ella si proponeva
-di lavorare e diventare facoltosa. Egli le descriveva gli agi ed il
-lusso di cui avrebbe circondato la sua mamma, il suo nonno, e perfino
-lo zio True e lei. Era quanto di più sontuoso egli avesse mai veduto o
-sognato. Tra altro, la mamma doveva portare una cuffietta guarnita come
-quella della signora che avevano veduta dalla finestra. Gertrude ruppe
-in una franca risata. Il buon gusto è innato, ed ella, che ne aveva,
-sentiva che la modesta vedovetta dall'aspetto placido e grave sarebbe
-stata ridicola con in capo un'acconciatura di fiori gai. Qualunque
-eleganza meno sobria della semplice lindezza non poteva che snaturare
-la signora Sullivan. Quanto a sè medesimo, il generoso figliuolo non ci
-pensava affatto. Nessuna sodisfazione di desiderî egoistici entrava ne'
-suoi disegni. Egli intendeva di lavorare per i suoi cari, e in loro e
-da loro aspettava la sua ricompensa.
-
-Beati i fanciulli! Beati come essi soli possono essere! Che bisogno
-hanno della ricchezza? Che bisogno di qualsiasi bene più materiale
-e tangibile dei beni che posseggono? Questi valgono assai più
-dell'oro o della fama. Sono la candida fede, la speranza ingenua
-dell'infanzia. Con tutta la potenza immaginativa d'una fantasia non
-frenata da disinganni e delusioni, ogni fanciullo fabbrica gli stessi
-castelli in aria che milioni e milioni d'altri hanno fabbricato
-o fabbricheranno fino alla fine dei secoli. Veggono splendere in
-lontananza vaghe figure, e non sanno che sono fantasmi. Le veggono
-adergersi e rifulgere, e i loro occhi affascinati si fissano in quelle,
-sorvolando sugli spazi tenebrosi che si frappongono, senza scorgere i
-perigli dell'aspra via, senza sospetto dei precipizi e delle insidie
-in cui molti dovranno cadere. Fiduciosi di guadagnare la gloriosa
-mèta, imprendono l'arduo cammino esultando. Sia benedetta l'illusione
-infantile, se pure è illusione! Non togliete d'inganno quei credenti, o
-uomini savi! Non soffocate quella buona speranza che è un dono di Dio,
-e che forse nel suo aereo volo li porterà a salvamento sopra qualche
-passo scabroso, qualche abisso della vita. Ahimè, già dura poco, e una
-volta spenta, la via si fa più dura!
-
-Certo la gioia che faceva brillare il cuore a Guglielmo e Gertrude
-derivava in gran parte dalla generosità del sentimento che li
-commoveva. Nei loro sogni ambiziosi essi vagheggiavano solo la
-consolazione d'allietare i vecchi giorni di coloro che amavano. Era un
-nobile spirito di carità filiale, di tenera gratitudine quello che li
-animava: naturale in entrambi, ma in lui tanto alimentato dalla pia
-educazione ricevuta da aver assunto il carattere d'un principio, in
-lei mèro impulso. E guai alla misera natura umana quando è governata
-unicamente dalle sue passioni! La povera bambina aveva altri impulsi
-meno felici (chi non ne ha?), e se il primo meritava d'essere
-incoraggiato e fortificato, era necessario sradicare e distruggere i
-secondi.
-
-True, acceso l'ultimo lampione di quella strada, svoltò in un'altra
-seguito dai due fanciulli. Ma dopo una dozzina di passi Gertrude si
-fermò di botto, risoluta a non proseguire, e tirando Guglielmo per la
-mano, tentò di farlo tornare indietro.
-
-— Che hai, Gertrudina? — domandò egli. — Sei stanca?
-
-— Oh no! Ma non posso andar più oltre.
-
-— Perchè mai?
-
-— Perchè.... perchè.... — e abbassando la voce la piccina accostò le
-labbra all'orecchio del suo compagno — qui ci sta Annetta Grant. Vedo
-la casa.... M'ero dimenticata che lo zio True deve andarci.... E io ho
-paura.
-
-— Oho! — fece Guglielmo rizzandosi con aria dignitosa. — Vorrei un
-po' sapere di che hai paura quando io sono con te! Si provi, mo', a
-toccarti, se n'ha il coraggio. Te, o lo zio True! Riderei. —
-
-E con parole affettuose e piacevoli prese a persuaderla, dicendole che
-secondo ogni probabilità Annetta Grant non li avrebbe veduti, ma che
-forse _loro_ avrebbero veduto _lei_; il che appunto egli vivamente
-desiderava. I timori di Gertrude furono presto vinti. Ella non era
-timida, per natura. L'improvvisa scossa provata rivedendo l'antica
-sua casa, aveva ridestato in lei il suo orrore, il suo terrore della
-vecchia Annetta; ma non ci vollero gran ragionamenti per dissipare
-quello sgomento dimostrandole che oramai ella era al sicuro; e
-bentosto vi succedette il desiderio di far conoscere a Guglielmo
-la sua persecutrice d'un tempo. Sicchè quando giunsero davanti alla
-casa aborrita ella sperava anzichè temere di vederla. E per vederla
-l'occasione non poteva essere migliore. Annetta era affacciata alla
-finestra e leticava furiosamente con una vicina. Il suo volto esprimeva
-tutta la violenza della collera che le bolliva dentro, e, brutto
-com'era sempre, offriva in quel momento una così chiara impronta del
-suo carattere, che nessuno le avrebbe potuto contrastare il diritto al
-titolo di megera, virago, dragone, o altro di simile significato.
-
-— Quale delle due? — domandò Guglielmo. — Quella alta che gesticola con
-una caffettiera in mano? Scommetto che or ora, se non ci bada, rompe il
-manico....
-
-— Sì, quella.
-
-— O che fa?
-
-— Letica con la signorina Birch. Sempre ce l'ha con qualcuno. Non ci
-vede mica, noi, non è vero?
-
-— No, è troppo occupata. Vieni, non ci fermiamo qui. È brutta quanto me
-la figuravo. Io per me l'ho veduta abbastanza, e tu pure, credo. Tira
-via. —
-
-Ma Gertrude indugiava. Resa coraggiosa dalla certezza che la nemica non
-s'accorgeva della sua presenza, la fissava intentamente, e i suoi occhi
-scintillavano animati non più dall'eccitazione d'una sana e innocente
-allegrezza come poco prima, ma dal fuoco dell'ira e dell'odio, un fuoco
-che Annetta Grant le aveva acceso nel cuore da anni e che non ancora
-estinto ridivampava in tutta la sua forza alla vista di lei.
-
-Guglielmo, pensando ch'era tardi e vedendo la torcia del lampionaio
-già in fondo alla strada, usò, per indurre la bambina a seguirlo,
-l'espediente di lasciarla e andarsene dicendole:
-
-— Se tu non vieni, Gertrude, io non posso aspettare. —
-
-Ella si volse, attese ch'egli s'allontanasse alquanto, poi, ratta come
-il baleno, si chinò, raccattò un ciottolo sul marciapiede, e lo scagliò
-contro la finestra. S'udì un fracasso di vetri rotti e un'esclamazione
-della nota voce d'Annetta Grant; ma Gertrude non stette ad osservare il
-risultato della sua prodezza. Quel fracasso, quella voce, ridestarono i
-suoi terrori; perdutamente, se la dette a gambe, oltrepassò Guglielmo,
-nè si fermò finchè non si sentì sicura a fianco di Trueman. Guglielmo
-non li raggiunse che vicino a casa.
-
-— Gertrude, — egli gridò correndo verso di lei tutto ansante — sai che
-cos'hai fatto? Hai rotto la vetrata della finestra! —
-
-La bambina lo evitò voltando le spalle, fece il grugno, e dichiarò che
-questa era stata appunto la sua intenzione.
-
-Il lampionaio domandò di che finestra parlassero. Ella confessò tutto,
-senz'ambagi, e soggiunse che l'aveva fatto apposta. True e Guglielmo
-tacquero, scandalizzati. Gertrude anch'essa non aperse bocca durante
-il resto del percorso. Aveva il visetto rannuvolato e un senso
-d'infelicità nel piccolo cuore. Ella non comprendeva sè stessa nè
-le proprie sensazioni. Ma l'espressione di quel visetto palesava che
-quando il male prevaleva violentemente sull'anima sua, la pace e la
-giocondità ne fuggivano. Povera creatura! Hai pur bisogno che ti sia
-insegnata la verità! Piaccia a Dio che la luce interiore ti divenga un
-giorno cara come t'è oggi la luce esteriore.
-
-Guglielmo s'accomiatò da True e da lei sulla soglia della casa, e,
-secondo il solito, non lo rividero per tutta la settimana.
-
-
-
-
-IX.
-
- Ma silenzio. Contendere di un'alta
- Legge non debbo col voler che forse
- Ha reconditi fini a cui non giunge
- Il mio intelletto....
-
- MILTON.
-
-
-— Babbo, — disse la signora Sullivan al vecchio Cooper, il quale,
-pronto per uscire, raccoglieva i vari oggetti che gli occorrevano in
-chiesa il sabato sera — perchè non fate venire con voi Gertrude? Vi
-porterebbe una parte di quella roba che non potete pigliare tutta in
-una volta, e le farebbe tanto piacere.
-
-— Non mi sarebbe che d'impaccio, — rispose egli. — Io posso benissimo
-portare ogni cosa da me. —
-
-Ma quando ebbe una lanterna e un secchietto da carbone in una mano, una
-piccola accetta e un paniere di trucioli nell'altra, e una scaletta a
-piuoli in ispalla, dovette riconoscere che non trovava modo di prendere
-anche il martello e l'involto dei chiodi.
-
-La signora Sullivan dunque chiamò Gertrude e le domandò se voleva
-andare in chiesa col signor Cooper e aiutarlo a portare i suoi arnesi.
-
-La bambina fu lietissima della proposta, e presi i chiodi e il martello
-s'incamminò allegramente.
-
-Giunti alla chiesa, il vecchio sagrestano la lasciò libera dicendole
-che poteva baloccarsi a suo talento purchè non facesse chiasso e non
-sciupasse nulla; e passò nella sagrestia dove principiò il suo lavoro
-di spazzatura e spolveratura e preparò i fuochi. Gertrude intanto,
-rimasta sola, si divertì qualche tempo a girellare per le navate
-deserte e tra le panche, osservando da vicino tutto quello che fino
-allora non aveva veduto che da un angolo della galleria; poi salì nel
-pulpito e s'immaginò di tenere un bel sermone a un numeroso uditorio.
-Tuttavia cominciava ad annoiarsi, quando l'organista, entrato senza
-che ella se n'avvedesse, si mise a sonare una musica sommessa e dolce;
-allora scese, sedette sugli scalini, e ascoltò con attenzione e piacere
-vivissimo. Ma di lì a poco la porta in fondo alla navata maggiore si
-aperse, e una coppia di visitatori venne a distrarre Gertrude attirando
-tutta la sua curiosità. L'uno era un uomo anziano vestito come un
-ecclesiastico, piccolo, smilzo, con capelli grigi e radi, fronte alta,
-lineamenti piuttosto aguzzi, ma quantunque di poca appariscenza,
-notevole per l'espressione serena e benigna della sua fisonomia;
-l'altra una giovane signora sui venticinque anni, la quale s'appoggiava
-al suo braccio. Ella indossava un abito semplicissimo, di colore bruno
-scuro come il cappellino chiuso nel quale spiccava soltanto, intorno
-al viso, una guarnizione di nastro celeste. L'unica parte del suo
-vestiario che fosse ricca ed elegante era un boa di zibellino fermato
-sotto la gola da un prezioso anello d'oro smaltato. Di statura alquanto
-inferiore alla media, aveva però un personalino grazioso e ben tornito;
-i lineamenti erano fini e regolari, la carnagione fresca sebbene un
-poco pallida, i capelli d'un castagno chiaro e acconciati con gusto.
-Ella non alzava mai gli occhi mentre veniva lentamente avanzandosi
-nella navata, e le lunghe ciglia quasi le toccavano le gote. I due
-passarono davanti al pulpito senza notar la bambina seduta sugli
-scalini.
-
-— Sono lieto che l'organo vi piaccia, — disse il signore. — Io non
-posso chiamarmi giudice competente in fatto di musica; ma dicono che
-lo strumento è di rara eccellenza e che Hermann lo suona con somma
-perizia.
-
-— Neppure l'opinione mia è di molto valore, — rispose la signora. —
-La musica è per me un gran diletto senza ch'io ne abbia cognizioni
-profonde. Ma questa sinfonia è davvero deliziosa: da lungo tempo non
-avevo sentito melodie che mi commovessero così il cuore. Forse è anche
-perchè le voci dell'organo risuonano tanto dolcemente nella quiete
-solenne della chiesa. Io amo la solitudine delle grandi chiese nei
-giorni feriali. Vi ringrazio d'esser venuto a prendermi stasera. Come
-mai ci avete pensato?
-
-— M'immaginavo che vi farebbe piacere. Sapevo che Hermann sonerebbe
-a quest'ora; e poi, vedendovi così pallidina, m'è parso che un po' di
-moto vi dovesse giovare.
-
-— Infatti. Non mi sentivo bene, e l'aria aperta e frizzante era proprio
-quello che mi ci voleva. Desideravo perciò fare una passeggiata, ma la
-signora Ellis era occupatissima, e io non posso uscire sola.
-
-— Credevo di trovar qui il sagrestano.... Ho da parlargli circa
-la luce; i giorni sono corti ora, e fa buio presto; bisogna che lo
-preghi d'aprire un po' più le gelosie, altrimenti domani non ci veggo
-a leggere il mio sermone. Forse è nella sagrestia.... C'è sempre
-in qualche parte della chiesa, il sabato. Sarà meglio ch'io vada a
-cercarlo.... —
-
-In quella entrò appunto il signor Cooper, il quale, visto il
-pastore, venne a lui, e dopo ricevuti i suoi ordini, gli parlò piano
-chiedendogli senza dubbio d'accompagnarlo in un luogo, perchè questi
-esitò, guardò la signora e disse:
-
-— Già, sarebbe opportuno ch'io ci andassi oggi, tanto più che ci siete
-anche voi. Peccato perder l'occasione.... Ma.... non so.... —
-
-Poi, rivolgendosi alla giovane, soggiunse:
-
-— Emilia, il signor Cooper vorrebbe ch'io mi recassi con lui dalla
-signora Glass, e, certo, dovrei rimaner fuori qualche tempo. Vi
-dispiacerebbe aspettarmi qui fino al mio ritorno? È vero che abita
-nella via attigua, ma può darsi ch'io debba trattenermi un poco,
-perchè si tratta di quei volumi della biblioteca così maliziosamente
-sfregiati; io ho gran paura che il suo figliuolo maggiore c'entri per
-molto in questa birbonata. Sarebbe necessario chiarire la cosa prima
-di domani; e difficilmente io potrei stasera ritornare così lontano.
-Altrimenti non avrei pensato a lasciarvi.
-
-— Andate, signor Arnold, — rispose Emilia — e quanto a me siate
-pur tranquillo. Starmene seduta qui in chiesa e ascoltare la musica
-dell'organo non sarà che un piacere. Il signor Hermann suona ch'è un
-incanto; il tempo non mi parrà lungo, ve l'assicuro. Dunque non abbiate
-fretta per causa mia, ve ne prego. —
-
-Il signor Arnold, acquetati i suoi scrupoli, risolse d'andare. Condusse
-la signora a sedere accanto al pulpito, e uscì col vecchio sagrestano.
-
-Durante tutto questo tempo Gertrude, ritiratasi quatta quatta
-sull'ultimo scalino in alto, e mezzo nascosta dalla cattedra, era
-rimasta inosservata. Ma non appena udì la porta chiudersi con un
-colpo fragoroso dietro i due uomini, si rizzò e cominciò a scendere.
-Al primo suo passo la giovane diede un sobbalzo ed esclamò piuttosto
-bruscamente:
-
-— Chi c'è? —
-
-Gertrude si fermò e non rispose. Cosa strana, la signora non aveva
-guardato in su quantunque dovesse pur avere percepito che il rumore
-veniva di sopra il suo capo. Seguì un momento di silenzio. Poi la
-bambina continuò a scendere, correndo. Questa volta l'altra balzò in
-piedi, e stendendo un braccio dinanzi a sè, ripetette vivamente la
-domanda:
-
-— Chi c'è?
-
-— Sono io, — disse Gertrude guardandola in viso — io sola.
-
-— Volete fermarvi un poco e parlare con me? —
-
-Gertrude attratta dalla voce più soave che mai avesse udita, venne a
-fermarsi proprio accosto ad Emilia, la quale le pose una mano sul capo
-e la trasse a sè chiedendole:
-
-— Chi sei tu, bambina?
-
-— Gertrude.
-
-— E poi?
-
-— Niente.
-
-— O l'altro tuo nome l'hai dimenticato?
-
-— Io non ho nessun altro nome.
-
-— Con chi sei venuta in chiesa?
-
-— Ci sono venuta col signor Cooper. L'ho aiutato a portare i suoi
-arnesi.
-
-— E t'ha lasciata qui ad aspettarlo come sono stata lasciata io. Dunque
-dobbiamo tenerci compagnia, non ti pare? —
-
-La bambina rise.
-
-— Dov'eri? Sulla scaletta del pulpito?
-
-— Sì.
-
-— Bene, siedi su questo scalino basso, vicino alla mia seggiola, e
-discorriamo un poco. Voglio vedere se mi riesce di trovare il tuo
-secondo nome. Con chi abiti?
-
-— Con lo zio True.
-
-— True?
-
-— Sì: il signor True Flint. Adesso abito con lui perchè mi portò a casa
-sua la notte che Annetta Grant mi cacciò fuori, sul marciapiede.
-
-— Che? Sei tu quella? Ho dunque già inteso parlare di te! Il signor
-Flint mi raccontò tutta la tua storia.
-
-— Voi conoscete mio zio True?
-
-— Sì, moltissimo.
-
-— E come vi chiamate, voi?
-
-— Emilia Graham.
-
-— Oh, — esclamò la bambina rizzandosi con un salto e battendo le mani
-— so, so chi siete! Voi gli avete raccomandato di tenermi seco, lo
-disse lui, ed io lo sentii.... Voi m'avete dato i miei vestiti....
-E siete buona, e siete bella, ed io vi voglio bene.... tanto, tanto
-bene! —
-
-Mentre Gertrude proferiva queste parole con voce commossa,
-un'espressione strana, di viva ed inquieta curiosità appariva nel volto
-della signorina Graham come se i toni di quella voce facessero vibrare
-una corda della sua memoria. Ella non parlò, ma passando un braccio
-intorno alla vita della piccina se la trasse ancor più accosto. Il suo
-aspetto riprese la serena compostezza abituale. Gertrude la guardava
-con l'aria di maraviglia che aveva da quando era incominciato il loro
-colloquio; e ad un tratto uscì a dire:
-
-— Avete sonno?
-
-— Punto. Perchè?
-
-— Perchè tenete gli occhi chiusi.
-
-— Sono chiusi sempre, bimba mia.
-
-— Sempre! O per qual ragione?
-
-— Io sono cieca. Non posso veder nulla.
-
-— Non potete vedere! Proprio nulla nulla? Sicchè, me non mi vedete?
-
-— No.
-
-— Ah! — proruppe Gertrude facendo un respirone. — Quanto ne sono
-_contenta_!
-
-— _Contenta!_ — esclamò la cieca con l'accento più doloroso che mai
-fosse udito.
-
-— Oh sì, sono contenta che non mi vediate, perchè così forse mi
-amerete! — disse la bambina.
-
-— E non t'amerei se ti vedessi? — domandò Emilia strisciandole
-lievemente la mano sul viso.
-
-— No di certo! — ella rispose. — Sono tanto brutta! E però mi fa
-piacere che non possiate saper come io sia.
-
-— Ma pensa, Gertrude, — riprese la signorina Graham con immensa
-tristezza — che proveresti se tu non potessi vedere la luce, nè le
-cose, nè le persone?
-
-— Ma voi dunque non vedete neppure il sole, le stelle, il cielo?...
-Siete nel buio?
-
-— Nel buio, sempre, notte e giorno. —
-
-Gertrude dette in un violento scoppio di pianto.
-
-— Oh! — fece quando potè ritrovare un fil di voce tra i singhiozzi. —
-L'è troppo dura! Troppo, troppo, troppo! —
-
-La sua disperazione fu contagiosa. Per la prima volta la giovane cieca
-versò amare lacrime sulla propria sventura.
-
-Ma fu un breve momento. Si dominò subito e cercò di calmare la piccina.
-
-— Chetati! Non piangere! Non dire ch'è troppo dura la mia sorte....
-Io, sai, la sopporto benissimo.... Essendo avvezza così, sono felice lo
-stesso.
-
-— Io invece nel buio sarei infelicissima. Lo _odio_. Non sono
-_contenta_, no, che siate cieca.... _Me ne dispiace_ anzi _assai_....
-Vorrei che vedeste ogni cosa, e me pure.... O non ci sarebbe un qualche
-modo d'aprirveli, gli occhi?
-
-— No, non c'è. Ma non parliamo più di questo; parliamo di te,
-piuttosto. Dimmi perchè ti figuri d'essere tanto brutta.
-
-— Perchè la gente lo dice. E i bambini brutti nessuno li ama.
-
-— Sì, anche i bambini brutti sono amati, purchè siano buoni.
-
-— Ma io non sono buona. Al contrario. Cattivissima.
-
-— _Puoi diventar buona_, però, e allora t'ameranno tutti.
-
-— Credete ch'io _possa_?
-
-— Se ti ci sforzi, sì.
-
-— Mi ci sforzerò.
-
-— Lo spero. Il signor Flint aspetta grandi consolazioni dalla sua
-bimba, e tu devi fare tutto il possibile per dargliele. —
-
-Emilia le rivolse poi molte domande sulla sua vita in casa d'Annetta
-Grant. E il racconto che l'orfanella le fece de' suoi molteplici
-patimenti, le prese l'animo a segno ch'ella non avvertì la fuga del
-tempo nè la partenza dell'organista il quale, cessato di sonare, aveva
-chiuso il suo strumento e se n'era andato.
-
-Gertrude era molto comunicativa. Benchè di primo acchito si mostrasse
-ritrosa con gli estranei, bastava qualche buona parola per guadagnarne
-la confidenza; e nel caso presente la voce dolcissima d'Emilia, il
-suo tono di simpatia, le andavano diritto al cuore. Cosa singolare,
-ella, vissuta sempre fra gente d'umile condizione, anzi, fino a
-poco addietro, dell'infima plebe, non sentiva punto quel timore,
-quell'impaccio, che sarebbero parsi naturali in lei nel parlare per la
-prima volta a una vera signora, nata in mezzo all'opulenza, educata con
-tutte le raffinatezze del lusso, cólta, di modi eletti. Ella invece
-si stringeva affettuosamente alla giovane e accarezzava il suo boa
-con altrettanta libertà che se fosse anch'essa venuta al mondo in un
-palazzo e le pellicce di zibellino l'avessero avvolta fin nella culla.
-Non si peritò neppure di prendere ripetutamente la fine mano inguantata
-della signorina Graham e tenerla tra le sue, premendola forte: sua
-maniera favorita d'esprimere una calda gratitudine, un'ammirazione
-entusiastica. Ma non meno profondi erano i sentimenti destati
-dall'eccitabile e strana creatura nel cuore d'Emilia. Questa ben vedeva
-a qual segno la povera bambina fosse stata negletta, comprendeva
-quanto dovessero essere perniciosi gli effetti dei mali trattamenti
-sofferti nell'infanzia su quella natura capace di virtù ma impetuosa,
-e quanto importasse combatterli con un'accurata educazione affinchè
-non ne distruggessero in germe le felici disposizioni. Le due novelle
-amiche s'intrattenevano così, senza pensare all'ora già tarda, quando
-il signor Arnold entrò a passi accelerati, un po' trafelato, chiamando
-Emilia fin dal fondo della navata.
-
-— Cara, temo che abbiate pensato ch'io vi dimenticassi.... Mi son
-dovuto indugiare assai più che non credevo. Non vi ritrovo stanca e
-scoraggiata?
-
-— Proprio tanto, siete stato? A me non sembra! — ella rispose. — Gli è
-che, come vedete, ho una compagnia.
-
-— Una bimba? O di dove è sbucato cotesto topolino? — fece il pastore,
-gioviale e bonario.
-
-— È venuta in chiesa col signor Cooper. Non è ritornato ancora a
-prenderla?
-
-— Cooper? No, è andato direttamente a casa, dopo che ci siamo lasciati.
-Sicuro, non se ne ricordava per nulla.... E ora che si fa?
-
-— Non possiamo ricondurla a casa noi? È lontano?
-
-— Ci sono da qui due o tre lunghe vie, tutte fuori della nostra
-direzione. Voi non dovete camminar tanto.
-
-— Oh, sono già rimessa in forze! Non mi stancherò. E dovessi anche
-stancarmi un poco, sarebbe meno male per me che non sapere questa
-piccina a casa sua sana e salva. —
-
-Se Emilia avesse potuto vedere in quel momento il viso di Gertrude,
-la viva gratitudine che ne spirava l'avrebbe compensata di qualsiasi
-fatica.
-
-Il signor Arnold e la signorina Graham accompagnarono dunque Gertrude a
-casa, e sulla soglia la signorina la baciò, ed ella fu quella notte una
-bimba felice.
-
-
-
-
-X.
-
- Col voler che lo spirito governa
- Con ogni fiero torto perdonato
- Con quanto svelle il cuore del peccato
- La donna acquista la salute eterna.
-
- N. P. WILLIS.
-
-
-La fanciulla cieca non dimenticò la piccola Gertrude. Nè mai Emilia
-Graham dimenticava le pene e i bisogni altrui. Ella non poteva vedere
-il mondo esteriore, ma aveva in sè un mondo d'amore e di compassione
-che si manifestava in sentimenti e in atti di generosa benevolenza e
-di carità. Ella viveva una vita d'amore. Amava Dio con tutta l'anima
-e il prossimo come sè stessa. La sventura sua propria, la sua propria
-miseria, non avevano rimedio, ed ella le sopportava senza lamenti;
-ma le sventure e le miserie degli altri erano divenute la sua cura,
-e l'alleviarle la sua gioia. Nel fare il bene era instancabile.
-Numerose benedizioni venivano implorate sul suo capo da giovani e
-vecchi, per benefizi ottenuti; numerose preghiere le venivano rivolte
-per ottenerne. A tutti ella era pietosa. Ma nessuna storia di dolore
-l'aveva mai così profondamente commossa come quella di Gertrude. Pronta
-sempre ad ascoltare chi le narrava i propri guai, ella sapeva che molte
-creature nascono in povertà, crescono nell'indigenza; sapeva che non
-pochi sono i fanciulli maltrattati, negletti, abbandonati. Fin qui non
-era una storia nuova per lei. Ma qualche cosa nella bambina stessa
-l'attirava, l'appassionava in modo straordinario. I toni della sua
-voce, l'accento patetico e il calore con cui parlava, il suo tenero e
-confidente abbandono quand'ella l'aveva tratta a sè, quell'afferrarle e
-stringerle la mano con atto così spontaneo, e soprattutto la veemenza
-del suo cordoglio nel comprendere alfine tutta l'immensità della
-sciagura onde ella era colpita, non le uscivano più di mente. Sognò
-Gertrude la notte, pensò a lei durante il giorno. Ella non si rendeva
-ragione del sentimento che la spingeva verso quella piccola estranea,
-ma era un impulso irresistibile; tanto che mandò a chiamare True Flint
-struggendosi d'essere più minutamente ragguagliata sul conto suo.
-
-Egli venne, e parlarono a lungo dell'orfanella. Il buon uomo giubilava
-ascoltando la signorina Graham. Era una grande consolazione per lui
-che la sua figlioletta adottiva si fosse cattivata la benevolenza
-d'una persona ch'egli rispettava ed ammirava in sommo grado. Anche
-Gertrude gli aveva raccontato il loro incontro in chiesa, e parlato
-con ardore della cara signora ch'era stata così amorosa con lei, e che
-l'aveva accompagnata a casa, mentre il vecchio Cooper s'era addirittura
-dimenticato d'averla lasciata lì: ma egli non s'immaginava che quel
-subito attaccamento fosse reciproco.
-
-Emilia gli domandò se non intendesse di mandare la ragazzina a scuola.
-
-— Veramente, non so.... — rispose True. — È piccina ancora, e poco
-avvezza a stare con altri bambini. E poi mi dispiacerebbe privarmi
-della sua compagnia: io godo di vedermela dattorno. —
-
-Ella osservò ch'era tempo che Gertrude imparasse a leggere e a
-scrivere, e che quanto più presto avrebbe cominciato a stare co' suoi
-coetanei, tanto più agevolmente ci si sarebbe avvezzata.
-
-— Sicuro, sicuro, — fece egli — è giustissimo. Se dunque credete per il
-suo meglio che vada a scuola, gliene parlerò. Sentiremo che dice.
-
-— Ma sì. Io credo che ci piglierebbe gusto e farebbe grandi progressi.
-Circa i vestiti, se qualche cosa le manca, io...
-
-— Oh no, no, signorina Emilia, non occorre nulla! È ben rimpannucciata
-per ora, grazie alla bontà vostra....
-
-— Basta, ricordatevi che in caso di bisogno dovete ricorrere a me.
-L'abbiamo adottata insieme quella figliuola, e io mi sono assunta
-l'impegno di fare per lei tutto ciò che posso. Quindi, se mai, non
-esitate. Sarò lieta di potervi esser utile, credetelo. Mio padre si
-sente sempre obbligatissimo verso di voi, signor Flint, per i vostri
-fedeli servigi che hanno finito col costarvi tanto caro.
-
-— Oh, signorina Emilia, il signor Graham è stato per me il migliore
-degli amici, e quanto all'infortunio che mi toccò lavorando ne' suoi
-magazzini nessuno n'ebbe colpa fuori di me; la sbadataggine mia fu la
-sola causa di tutto il male!...
-
-— So, so che voi lo dite, ma il nostro rincrescimento non è minore per
-questo. Ve lo ripeto, non dimenticate ch'io mi stimerò felice di poter
-venire in aiuto alla piccola Gertrude. Mi piacerebbe d'averla qui un
-giorno, se voi permettete, e se essa è contenta di venire....
-
-— Figuratevi se sarà contenta! Grazie, grazie di cuore.... —
-
-Alcuni giorni dopo Gertrude andò con True a casa Graham per visitare
-la signorina; ma la governante che incontrarono nell'atrio disse loro
-ch'ella era malata e non riceveva nessuno; sicchè tornarono indietro
-pieni di rammarico.
-
-Seppero poi che Emilia si era buscata una forte infreddatura la sera
-che troppo a lungo era rimasta a sedere in chiesa, e che appunto quel
-giorno si trovava molto incomodata; nondimeno avrebbe di buon grado
-fatto passare in camera sua Gertrude di cui desiderava la visita, e
-assai si dolse con la signora Ellis per averli ella di proprio arbitrio
-rimandati così bruscamente.
-
-True aspettò il sabato a fine di comunicare alla piccina, in presenza
-di Guglielmo, il divisamento di mandarla a scuola. Gertrude su quel
-subito recalcitrò; ma Guglielmo approvava l'idea calorosamente,
-e quando lo zio True ebbe soggiunto che gliel'aveva suggerita la
-signorina Graham, ella acconsentì, sebbene non senza riluttanza, a
-cominciare la settimana ventura, per prova. Quindi il lunedì seguente
-egli la condusse a una scuola elementare. Vi fu ammessa, e la sua
-educazione incominciò. Il sabato dopo, il ragazzo, non appena venuto a
-casa, secondo il solito, entrò come una folata di vento nella camera
-del vicino, tanto lo pungeva la curiosità di sapere che impressione
-avesse fatto la scuola a Gertrudina. La trovò seduta alla tavola con
-davanti il suo abbecedario aperto.
-
-— O Guglielmo, o Guglielmo! — gridò ella vedendolo apparire. — Vieni a
-sentirmi leggere! —
-
-«Leggere» era forse dir troppo. Le sue cognizioni non s'estendevano
-oltre l'alfabeto e qualche sillaba compitata. Ma Guglielmo non le
-fu parco d'elogi, ben meritati del resto, perchè era stata veramente
-diligentissima. Egli rimase stupito udendola dichiarare che le piaceva
-la scuola, le piaceva la maestra, le piacevano le condiscepole.
-S'aspettava invece che tutta la baracca le dispiacesse tanto da farla
-«andar nei nuvoli»; espressione da lui usata per indicare i suoi
-accessi di collera. S'era ingannato. Finora almeno, le cose procedevano
-a maraviglia. Gertrude non gli era mai sembrata così allegra, così
-felice come quella sera. Egli le promise d'assisterla ne' suoi studi; e
-i programmi letterari dei due fanciulli salirono tanto alto, che pareva
-di sentir discorrere un poeta laureato e un filosofo.
-
-Durante alcune settimane tutto infatti andò per la piana. Gertrude
-frequentava la scuola regolarmente e seguitava a fare rapidi progressi.
-Guglielmo veniva tutti i sabati a sentirla leggere, e l'aiutava,
-l'incoraggiava con le sue lodi. Il perspicace ragazzo però ebbe presto
-il sospetto che ella avesse già avuto qualche attrito con certune delle
-scolare più grandi contro le quali cominciava a manifestare sintomi
-d'avversione. Insomma, qual si fosse l'origine dell'ostilità latente,
-la crisi non tardò a scoppiare.
-
-Un giorno, mentre le bambine erano radunate nel cortile della scuola
-per la ricreazione, venne a passare di là, lungo il marciapiede,
-Trueman in abito da lavoro, con la scala portatile e il vaso dell'olio.
-Gertrude lo vide, e saltando, ridendo, chiamandolo forte, corse
-in istrada, lo raggiunse. Trattenutasi due o tre minuti, rientrò
-di galoppo, trafelata ed allegra, eccitatissima dalla gioia di
-quell'incontro insperato. La truppa delle «grandi» che da un pezzo le
-si mostravano poco benevole, l'aveva osservata, e tosto ch'ella fu di
-ritorno una di loro le domandò:
-
-— O chi è quell'uomo?
-
-— È mio zio True.
-
-— Tuo.... che cosa?
-
-— Mio zio, il signor Flint. Io sto con lui.
-
-— Sicchè tu appartieni al lampionaio? — fece la ragazza con tono
-insolente. — Ah, ah, ah!
-
-— Che c'è da ridere? — disse fieramente Gertrude.
-
-— Uh! Io con lui non ci starei davvero, sudicio affumicato com'è....
-Vecchio Negrone! —
-
-L'epiteto ebbe fortuna, e in un baleno circolò da un angolo all'altro
-del cortile, fra matte risa.
-
-Gertrude era furibonda. Con gli occhi scintillanti e i pugni stretti,
-si slanciò senza esitare contro la folla, sfidandola a battaglia. Ma
-sopraffatta dal numero delle avversarie, ed accecata dalla propria
-collera, ebbe naturalmente la peggio e fu cacciata fuori.
-
-Ella si diresse a tutta corsa verso casa, piangendo e urlando con
-quanto n'aveva in canna. Nella sua fuga precipitosa dette di cozzo, sul
-marciapiede, in una signora alta e massiccia, dal portamento piuttosto
-rigido, la quale camminava lentamente nella direzione medesima, con
-un'altra d'assai minore statura, appoggiata al suo braccio.
-
-— Misericordia! — esclamò il donnone che tra la violenza dell'urto
-improvviso e il suo spavento aveva quasi perduto l'equilibrio. — Orrida
-monella! —
-
-E così dicendo scoteva Gertrude ch'ella era giunta ad afferrare per una
-spalla. Quest'incidente non servì che a raddoppiare il furore della
-piccina, e insieme la sua velocità. In pochi minuti ella fu nella
-camera di Trueman, acquattata in un cantuccio dietro il letto, con la
-faccia contro il muro e coperta dalle mani, secondo il suo costume nei
-momenti critici. Là si trovò libera di strillare quanto voleva, perchè
-la signora Sullivan era uscita e nessun altro l'udiva; favorevole
-circostanza di cui approfittò largamente.
-
-Non a lungo però. A un tratto sentì chiudere il cancello della corte
-con un colpo secco, e passi che al suono le parvero d'estranei
-attirarono la sua attenzione, avvicinandosi all'entrata del
-quartierino. Ella fece uno sforzo per dominarsi, e dopo due ultimi
-singhiozzi spasmodici riescì a tacere. Fu picchiato all'uscio. Non
-rispose nè si mosse dal suo nascondiglio. Senza ripicchiare, qualcuno
-alzò il saliscendi, ed entrò.
-
-— Non dev'esserci nessuno, — disse una voce femminile. — Peccato!
-
-— No? Me ne dispiace, — disse un'altra i cui dolci toni musicali
-rivelarono subito a Gertrude la presenza d'Emilia Graham.
-
-— Lo sapevo io che avreste fatto meglio a non venire qui voi stessa! —
-riprese la prima, ch'era quella della signora Ellis: il donnone a cui
-Gertrude aveva fatto pigliare quel grosso spavento.
-
-— Oh, non mi dolgo d'esser venuta! — rispose la signorina. — Potete
-benissimo lasciarmi qui e andare da vostra sorella. Intanto, o il
-signor Flint o la bimba, probabilmente ritornerà a casa.
-
-— Non è convenienza, signorina Emilia, che voi siate portata in giro
-come un pacco che si depone qua o là e si viene a riprendere. L'altro
-giorno aspettando il pastore in chiesa vi buscaste una terribile
-infreddatura di cui siete a mala pena guarita.... Il signor Graham
-finirà con l'inquietarsi....
-
-— Oh, non vi mettete in pensiero, signora Ellis! Qui si sta veramente
-bene. La chiesa è un po' umida io credo. Via, mettetemi nel seggiolone
-del signor Flint; io son contenta così.
-
-— E sia, allora. Ma per ogni conto, farò un buon fuoco in quella stufa
-prima d'andarmene. —
-
-L'energica governante afferrò l'attizzatoio, accozzò i carboni, usò
-senza risparmio le fascine di True, e dopo aver aspettato di veder
-alzarsi la fiamma e sentirla scoppiettare, mise da parte il boa ed il
-cappellino d'Emilia, e uscì col suo passo grave e sonoro, il quale,
-quando erano venute, aveva reso così impercettibile quello leggerissimo
-della giovane, da far credere a Gertrude che una sola persona
-attraversasse la corte. Tosto che il rumore del cancello avvertì che
-la signora Ellis era davvero partita, la bambina cessò il suo sforzo,
-trasse un profondo sospiro, e si sfogò, ansimando:
-
-— Ohimè! Ohimè!
-
-— Come! — esclamò Emilia. — Tu sei qui, Gertrude?
-
-— Sì, — rispose ella tra i singhiozzi.
-
-— Vieni accanto a me, figliuola. —
-
-Gertrude non se lo fece dire due volte. Balzò in piedi, corse a lei,
-e gettatasi per terra nascose il capo nel suo grembo, ricominciando a
-pianger forte con tal violenza, che tutto il suo corpicino ne tremava.
-
-— Ebbene, che t'è successo? — le domandò la cieca.
-
-Ma ella non era in istato di rispondere. Quella lo comprese, e senza
-più interrogarla se la pigliò sulle ginocchia, le fece posar la testa
-sulla sua spalla, e asciugò con la propria pezzuola le lacrime che le
-inondavano la faccia.
-
-Le sue tenere parole, le sue carezze, calmarono la piccina; e quando si
-fu chetata, invece d'insistere subito per conoscere la causa di quella
-disperazione, ella molto giudiziosamente le diresse altre domande;
-infine però le chiese se andasse a scuola.
-
-— _Ci sono andata,_ — rispose Gertrude sollevando la testa. — Ma non ci
-vo mai più, _mai_!
-
-— Che dici? E perchè no?
-
-— Perchè _odio_ quelle ragazzacce, — proruppe la bimba, irosamente. —
-Sì le odio! Brutte! Maligne!
-
-— Gertrude, Gertrude, — ammonì Emilia — non parlare così. Tu non devi
-odiare nessuno.
-
-— Perchè non devo?
-
-— Perchè è un gran peccato.
-
-— No che non è un _peccato_! Io vi dico di no! E le odio quelle
-maligne, e odio Annetta Grant, e l'odierò sempre!... Voi non odiate
-dunque nessuno?
-
-— Io _no_.
-
-— Ma nessuno mai affogò il vostro gattino? Nessuno mai chiamò vostro
-padre Vecchio Negrone sudicio affumicato? Se ve n'avessero fatte di
-questa posta, odiereste voi pure come me!
-
-— Gertrude, — disse la giovane cieca, solennemente — tu mi dicesti
-l'altro giorno che sei una bimba cattiva, ma che desideri diventar
-buona e ti sforzerai di riescirvi. Vero? Ebbene, se vuoi diventar buona
-e farti perdonare, bisogna che tu perdoni agli altri. —
-
-Gertrude tacque.
-
-— Non brami che Dio ti conceda il suo perdono ed il suo amore?
-
-— Dio che sta lassù in cielo e ha fatto le stelle?
-
-— Sì.
-
-— Credete che mi amerà e permetterà che vada in cielo anch'io una volta
-o l'altra?
-
-— Sì, se tu sarai buona e amerai tutti quanti. —
-
-Dopo avere riflettuto un poco la bambina concluse:
-
-— Signorina Emilia, proprio non posso. Sicchè non ci andrò mai, lo
-veggo. —
-
-In quella sentì cadere una lacrima sulla sua fronte. Alzò gli occhi, e
-fissò nel volto della cieca uno sguardo pensoso.
-
-— Cara signorina Emilia, voi ci andrete?
-
-— Procuro di meritarlo.
-
-— Mi piacerebbe andarci con voi, — disse Gertrude scotendo la testa.
-
-E s'immerse in una profonda meditazione. Emilia stimò di non doverla
-interrompere.
-
-— Sentite, — riprese alfine la bambina con voce così sommessa ch'era
-appena un mormorio — vorrei _provarmici_ ma temo di _non potere_.
-
-— Dio ti benedica e t'aiuti, figliuola mia, — disse la cieca ponendole
-la destra sul capo.
-
-Nessuna delle due parlò più. Passò così un buon quarto d'ora. Emilia,
-la quale teneva sempre Gertrude in grembo, s'era accorta, notando la
-regolarità del suo respiro, che, esausta dalla febbrile agitazione a
-cui era stata in preda, aveva finito col cadere in un placido sonno.
-Quando la governante fu di ritorno, ella, mostrandole la piccina
-addormentata, la pregò di portarla sul letto. La signora Ellis la
-compiacque, con un'aria di stupore, poi si volse a lei esclamando:
-
-— Affemmia, signorina Emilia, quest'è la medesima spiritata
-creatura urlante che per poco non è stata dianzi causa della nostra
-morte! —
-
-La giovane sorrise all'idea d'una bambinetta di otto anni che atterrava
-e annientava una donna delle dimensioni della signora Ellis, ma non
-disse nulla.
-
-Perchè pianse Emilia quella notte, ricordando la scena della mattinata?
-Perchè, china, in ginocchio, lottò aspramente contro un fiero dolore?
-Perchè con sì fervida istanza chiese a Dio di darle nuova forza e nuovo
-coraggio, e implorò la Sua benedizione sul capo della fanciulletta?
-Perchè in lunghi anni di tenebre desolate, in molte ore di lotta
-terribile, di disperata angoscia, ella aveva sentito che un carattere
-come quello manifestato da Gertrude poteva, in un momento di suo
-tremendo predominio, funestare tutta una vita, bandirne per sempre ogni
-felicità terrena.
-
-E però quella notte ella inalzò al Cielo un'ardente preghiera per
-impetrare la grazia di rimaner ferma nel suo proposito, di poter con
-l'aiuto divino conseguire il suo fine immortale curando quella piccola
-anima della cecità che l'affliggeva.
-
-
-
-
-XI.
-
- Un influsso da lei spira che il cuore
- Dell'afflitto, alla vita, alla speranza,
- Richiama dagli abissi del dolore.
-
- HEMANS.
-
-
-Il pomeriggio della domenica seguente trovò Gertrude seduta su un
-panchetto davanti a un piacevole focherello di legna, nella camera
-d'Emilia. I suoi grandi occhi erano fissi nel volto della fanciulla
-cieca che sembrava esercitare su lei un vero fascino, tale era
-l'attenzione con cui ella seguiva tutte le più fugaci espressioni di
-quei lineamenti. — Molte altre persone maggiori d'anni e di senno
-ne avevano, come Gertrude, sentito il dolce incanto senza poterlo
-definire. Non era la bellezza: almeno non una bellezza appariscente,
-perchè Emilia non l'aveva mai posseduta, neppure al tempo che due
-begli occhi color nocciuola illuminavano il suo viso; nè era quella
-potente attrattiva che danno ad alcune donne la voce e le maniere;
-la voce sua, benchè armoniosa, era così piana, e le sue maniere così
-semplici, che non conquistavano la fantasia d'assalto. Non era, infine,
-la compassione per la sua cecità. Quest'immensa sventura, certo,
-destava intorno a lei sentimenti di calda simpatia; ma i suoi amici
-dimenticavano spesso ch'ella _non vedeva_. Prima di tutto non erano
-costretti a rammentarsene, posto che Emilia non si lamentava mai, mai
-non intratteneva egoisticamente gli altri sulla propria infermità; e
-poi non c'era nulla di penoso nell'aspetto delle sue palpebre chiuse,
-ombreggiate da lunghissime ciglia. Accadeva quindi che, conversando
-con lei, qualcuno le parlasse di cose evidenti soltanto per il senso
-della vista, o perfino richiamasse la sua attenzione su questo o
-quell'oggetto: ed ella non rimproverava lo smemorato nemmeno con un
-sospiro, nè mostrava di non curarsi del mondo visibile da cui era
-esclusa; ma, paga in apparenza delle descrizioni che le venivano
-fatte e delle immagini che si formava nella mente, discorreva con
-piacevolezza su qualsiasi argomento preferito da' suoi interlocutori.
-Alcuni dicevano che Emilia Graham aveva una bocca graziosissima, e ne
-amavano le variabili espressioni; secondo altri nulla era più seducente
-in lei che la pozzetta nella sua guancia destra; parecchie ragazze
-desiderose di piacere confessavano che se avessero sperato di riescir a
-ondulare i loro capelli come quelli d'Emilia, li avrebbero intrecciati
-ogni sera: donava tanto! Ma i pochi eletti che grazie alla propria
-spiritualità erano capaci di comprendere e apprezzare il carattere
-della giovane cieca, i pochissimi suoi intimi che avevano saputo le
-sue lotte e veduto i suoi trionfi, se si fossero studiati di spiegarsi
-donde ella derivasse il potere di rapire i cuori e guadagnar l'amore e
-l'ammirazione di tutti, giovani e vecchi, avrebbero detto come Gertrude
-quella domenica che sedeva ai suoi piedi, fissandola intensamente:
-«Signorina Emilia, voi siete stata con Dio!»
-
-Gertrude, certo, era una strana bambina. Per quanto ignorante,
-sentiva la superiorità d'Emilia Graham su ogni persona da lei finora
-conosciuta; e nella sua fede ch'ella appartenesse a un ordine di
-creature sovrumane, credeva implicitamente alla verità delle sue
-parole, si lasciava di buon grado guidare ove ella voleva, sicura che
-non cercava se non di giovarle perchè l'amava.
-
-Con la sua voce soave Emilia impartiva alla piccola uditrice seduta
-dinanzi a lei sul panchettino, la prima lezione per insegnarle a
-distinguere il bene dal male. Ella non vedeva il visetto pensoso levato
-verso il suo viso; ma la profonda attenzione di Gertrude, che non
-fiatava, non si moveva, e più la stretta delle manine che avevano preso
-una sua mano e la tenevano, le provavano che di già un gran punto era
-vinto.
-
-Gertrude non era più ritornata a scuola dopo il suo conflitto con
-le «grandi». A tutte le esortazioni di True ella aveva opposto
-un'ostinazione invincibile. Ma la signorina Graham, la quale
-comprendeva meglio di lui la natura della bambina, fece valere ragioni
-ben più forti di quelle che aveva potuto adoperare egli, e riuscì
-nell'intento che a lui era fallito. Ciò che eccitava così fieramente
-l'indignazione di Gertrude era l'insulto recato al suo vecchio amico;
-ma ella le presentò la cosa sotto un diverso aspetto, e la persuase
-che se amava davvero lo zio True, glielo avrebbe dimostrato in assai
-miglior modo obbedendo a' suoi desiderî che non ostinandosi in una
-pazza collera. Ottenuta così da lei la promessa che la mattina seguente
-sarebbe andata a scuola, le diede savi consigli circa il contegno da
-osservare verso le condiscepole che avevano provocato la sua avversione
-contro di loro, e la tranquillò dicendole che il signor Flint l'avrebbe
-certo accompagnata e fatto alla maestra le debite scuse per la sua
-assenza, nel qual caso ella non aveva più da temere difficoltà nè
-dispiaceri.
-
-True, infatti, lietissimo della sua resipiscenza, andò alla scuola
-con lei, chiese della maestra, e nella sua maniera un po' rozza, ma
-schietta, le espose il caso e le affidò la bambina.
-
-La signorina Browne era una giovane di buon senso e buoni sentimenti.
-Vide le cose nella vera luce. E chiamate in disparte le ragazze che con
-la loro malevola petulanza avevano eccitato la collera della piccola,
-parlò in guisa che si vergognarono della loro condotta e s'astennero
-in seguito dal molestare Gertrude. Questa poi strinse amicizia con due
-scolarette dell'età sua, ch'erano tra le più tranquille; nelle ore di
-ricreazione si divertiva con loro, e non ci furono altri guai.
-
-Passò l'inverno. Ritornarono le tiepide giornate di primavera, liete
-di sole, in cui Gertrude poteva sedere davanti alla finestra aperta o
-sulla soglia dell'uscio, quando gli uccelli cantavano, la mattina, tra
-i rami d'una vecchia acacia piantata nella stretta corte, o il tramonto
-raggiava la sua luce d'oro nella vasta camera di True e ci si vedeva a
-leggere fin quasi all'ora di coricarsi.
-
-Ella aveva frequentato la scuola durante tutto l'inverno scorso, e
-fatto rapidi progressi, come sogliono i fanciulli intelligenti cui
-non s'è offerta l'opportunità d'istruirsi che ad un'età nella quale
-la mente già stimolata dall'ambizione è più pronta ad apprendere e
-più capace di buon profitto. Era fiorente di salute, e sempre linda,
-perchè Emilia la provvedeva generosamente di vestiti e biancheria, e la
-signora Sullivan prendeva cura della sua guardaroba. Ed era felice ed
-allegra, e saltellava per la casa, così vispa, così leggera, che True
-diceva che il suo uccellino non toccava mai la terra col tallone ma
-svolazzava attorno sulle punte dei piedini.
-
-Il vecchio non avrebbe potuto amare con maggior tenerezza la sua
-figlioletta adottiva, se ne fosse stato il vero padre. Quando egli
-sedeva al suo fianco sulla grande panca che venuta la bella stagione
-era stata portata fuori, nella corte, e ascoltava, paziente ed attento
-le storie ch'ella gli leggeva ad alta voce, storie di bambine che non
-dicevano mai bugie, di ragazzini che obbedivano sempre i genitori, e
-specie di fanciulli che sapevano dominare il loro temperamento focoso,
-sembravano proprio fatti l'uno per l'altra, com'erano realmente. Il
-piacere che il buon uomo trovava in quei libri, donati da Emilia e
-letti e riletti da Gertrude, era così vivo e costante come se fosse
-stato un ragazzo anch'egli. Coi gomiti sulle ginocchia e il mento
-sulle palme, True stava a sentire gl'ingenui raccontini ridendo quando
-ella rideva, commovendosi non meno cordialmente di lei alle peripezie
-delle piccole eroine, e godendo del finale trionfo della verità,
-dell'obbedienza, della pazienza.
-
-Emilia sapeva quale profonda impressione spesso facciano queste
-prime letture sull'animo dei bambini, e sceglieva i libri per la sua
-protetta con molta cura e molto criterio. La vita di Gertrude era
-adesso prospera e tranquilla quanto in passato misera e tormentata.
-Sei mesi innanzi si sentiva sola al mondo, negletta, non amata da
-nessuno. Adesso aveva parecchi amici e sapeva che vuol dire essere
-oggetto di cure affettuose, provveduta del necessario, accarezzata.
-Tutti i giorni della settimana avevano le loro gioie, ma il sabato e
-la domenica erano, come per la signora Sullivan, giorni beati, perchè
-Guglielmo veniva a udirla recitare le sue lezioni, a condurla a spasso,
-a ridere, a fare il chiasso con lei. Egli aveva sempre tante cose
-amene da raccontarle, era tanto pieno di vita, di brio, tanto pronto
-a partecipare a tutti i suoi disegni, a divertirla in mille maniere,
-ch'ella già dal lunedì mattina cominciava a contare i giorni fino al
-sabato venturo. E poi, allora, se c'era qualche piccolo guaio, se per
-esempio il vecchio orologio a pendolo s'era fermato, o s'era rotto un
-balocco, o peggio ancora le lezioni erano troppo difficili, Guglielmo
-rimediava a tutto, la traeva da ogni difficoltà, la consolava d'ogni
-suo puerile dispiacere. La madre stessa non lo attendeva con più
-ansiosa impazienza di Gertrude.
-
-Ma il pomeriggio della domenica ella lo passava sempre con Emilia,
-nella camera di lei, ascoltando la sua voce soave, imbevendosi del
-dolce suo spirito. Emilia non le faceva prediche, non la stancava
-con esortazioni e precetti. La bambina neppur si sognava d'esser là
-per _imparare_ qualche cosa. E intanto la giovane cieca diffondeva a
-grado a grado la luce in quell'anima oscura. Gl'insegnamenti divini,
-le verità generatrici di virtù, vi s'impiantavano per opera sua,
-con forza, ma in modo così naturale che Gertrude non s'accorgeva
-dell'azione esercitata su di lei. In progresso di tempo, però, quando
-la bontà fu appieno fortificata nell'intimo del suo essere, e le prime
-sue deboli resistenze al male, le prime sue infantili risoluzioni
-di perseveranza nel bene si furono maturate in principî saldamente
-radicati, e confermate nella pratica, ella riandando il passato
-comprese che là, in quelle domeniche benedette, mentre ascoltava Emilia
-sedendo su un panchetto a' suoi ginocchi, aveva ricevuto nel cuore i
-primi raggi della luce immortale che mai non s'estingue.
-
-Così la sua tacita preghiera a Dio era stata esaudita. Egli aveva
-mandato alla fanciulletta ignara un suo messaggero terrestre, perchè
-la guidasse verso la pace sempiterna; un messaggero a' cui occhi
-suggellati erano invisibili i sentieri del mondo, ma che per lunga
-esperienza conosceva la via del cielo. E chi poteva guidarla meglio di
-colei che aveva così pazientemente appreso il cammino? Chi poteva esser
-atto a dissipare le tenebre di un'altra anima, più di colei alla quale
-Dio aveva dato una fiaccola divina per rischiarare la notte ond'era
-avvolta la sua vita?
-
-Fu per Gertrude un gran dolore l'apprendere che la sua protettrice
-sarebbe tra poco andata in campagna per passarvi l'estate. Il signor
-Graham possedeva una villa amenissima a circa sei miglia da Boston,
-dove tutti gli anni si recava immancabilmente appena giunto il tempo
-delle piantagioni. Attivissimo uomo d'affari durante l'inverno, quando
-cominciava la stagione calda evadeva dal suo scrittoio, abbandonava il
-libro maestro e la corrispondenza commerciale, per dedicarsi tutto alle
-salubri fatiche e alle delizie del giardinaggio. Emilia promise alla
-bambina che un giorno di bel tempo l'avrebbe fatta venire alla villa,
-e sarebbero state insieme dalla mattina alla sera. Di questa visita
-Gertrude godette tre mesi avanti, nell'immaginazione, e più di tre mesi
-dopo, nella memoria.
-
-La compensò alquanto dell'assenza d'Emilia il piacere di veder più
-spesso Guglielmo, il quale grazie alla lunghezza delle giornate trovava
-ora modo di fare qualche scappatina a casa, la sera. E Guglielmo sapeva
-confortarla qualunque fosse la causa del suo dolore.
-
-
-
-
-XII.
-
- Ogni minuto scoccando
- T'apporti di saper nova ricchezza,
- Ogni minuto volando
- Canti la tua bontà, la tua saggezza.
-
- COTTON.
-
-
-Una bella sera, sul finir dell'aprile, Gertrude, che era stata a
-salutare la signorina Graham prima della sua partenza per la campagna,
-sedeva in fondo alla corte, piangendo amaramente. Ella teneva in
-mano un libro e una lavagna nuova; i doni che Emilia le aveva fatto
-nell'accomiatarsi. Ma il libro era sempre involtato in un foglio, e la
-lavagna cosparsa di lacrime. Assorta nel dolore di quel distacco (il
-primo per lei dei tanti da cui la vita è contristata) non udì i passi
-che s'avvicinavano, nè s'avvide che qualcuno le stava dappresso, finchè
-non sentì due mani posarsi sulle sue spalle. Si voltò e si trovò tra
-le braccia di Guglielmo, con la faccia lacrimosa contro la sua faccia
-ridente.
-
-— Olà, Gertrude! — esclamò egli. — Cotesta accoglienza tu mi fai
-quand'io vengo a casa una sera entro la settimana per passarla con
-voialtri? La mamma e il nonno sono fuori, cerco di te, e ti trovo
-immersa in un mare di lacrime che non mi lascia nemmeno vederti
-in viso. Via, via, smetti di piangere! Se tu ti figurassi come sei
-orribile così!
-
-— O Guglielmo! — ella balbettò tra i singhiozzi. — Non sai che la
-signorina Emilia se n'è ita?
-
-— Ita, dove?
-
-— Lontano, a sei miglia da Boston, per rimanerci tutta l'estate. —
-
-Ma Guglielmo dette in una risata.
-
-— Sei miglia! Una distanza enorme, affemmia!
-
-— Io però non posso più vederla.
-
-— La vedrai l'inverno venturo.
-
-— Ohimè, l'è lunga!
-
-— Perchè le vuoi tanto bene?
-
-— Perchè lei ne vuole tanto a me. Non mi vede, poverina, eppure mi ama,
-quanto, eccettuato lo zio True, nessuno al mondo.
-
-— Io non lo credo.... no, non credo che t'ami quanto t'amo io. Anzi
-ne sono _certo_. E come potrebbe amarti del pari, lei che non t'ha mai
-veduta, mentre io ti vedo, e tu sei la persona che ho più cara dopo la
-mamma?
-
-— _Davvero_, Guglielmo?
-
-— Sì, davvero. Quando m'incammino verso casa, penso sempre: «Or ora
-vedrò la Gertrudina.» Quando durante la settimana succede qualche cosa
-di nuovo dico in cuor mio; «Questo lo racconterò alla Gertrudina.»
-
-— Io invece m'ero immaginata che non potevo piacerti.
-
-— O perchè no?
-
-— Perchè tu sei molto bello, e io punto. Sentii l'altro giorno Elena
-Chase dire a Lucrezia Davis, che Gertrude Flint è la più brutta della
-classe.
-
-— Si vergogni! Scommetto ch'è brutta lei, piuttosto. A me sarebbe
-sicuro antipatica; non potrei soffrire nessuna ragazza che avesse detto
-questo.
-
-— Oh, ma è la verità, Guglielmo, la pura verità! — esclamò Gertrude
-vivamente.
-
-— No, che non è! — protestò egli. — Certo, tu non hai lunghi ricci
-biondi, e un visino tondo, e occhi celesti, come Bella Clinton, e
-nessuno pretenderebbe che tu sia una bellezza. Ma quando corri un
-po' e le tue guance diventano color di rosa, e i tuoi occhioni neri
-brillano, quando ridi così di cuore per qualche cosa di buffo, tu mi
-sembri piacente più di tutte le ragazzine che ho mai vedute in vita
-mia: e posto che piaci a me, l'opinione degli altri non ha peso. Se tu
-piangi, se tu soffri, io me ne affliggo come d'una pena mia e peggio.
-Ieri Giorgio Bray picchiò sua sorella Maria perchè aveva strappato il
-suo cervo volante: avrei voluto rendergliele di santa ragione.... Oh,
-Gertrudina, io non ti picchierei neanche se tu facessi a pezzi tutti i
-miei balocchi! —
-
-Guglielmo faceva spesso di queste affettuose dichiarazioni, e Gertrude
-vi rispondeva con egual calore. Nè erano mère parole. I due fanciulli
-s'amavano teneramente. I loro caratteri differivano assai: egli era
-serio, perseverante, paziente e calmo, di temperamento equilibrato;
-ella eccitabilissima, impetuosa, irrequieta, era pronta alla collera,
-d'umore variabile, oltremodo sensitiva in tutta la sua natura. Per
-lui, amato sempre, amato da tutti, farsi amare era un'abitudine.
-Gertrude, priva d'affetti nella sua infanzia derelitta, non cercava
-l'altrui simpatia, nè invero la destava se non nei pochi che avevano
-occasione di conoscerla a fondo, e in circostanze favorevoli. Eppure
-si volevano un gran bene; su ciò non poteva esserci dubbio. E il legame
-che li univa, si stringeva ogni giorno più: già forte nella primavera,
-nell'autunno era divenuto fortissimo, perchè Guglielmo durante
-l'assenza d'Emilia aveva fatto anche la parte di questa, oltre che
-la propria, e sebbene Gertrude non dimenticasse la sua amica lontana,
-l'estate trascorse per lei molto piacevolmente. A scuola continuava a
-progredire in modo tale che la signorina Graham ne rimase maravigliata
-quando, in ottobre, ritornò dalla campagna.
-
-L'inverno seguente non fu meno felice. Il tenero sentimento della
-giovane cieca verso la sua piccola protetta, anzichè diminuito,
-sembrava aumentato dal tempo e dalla lontananza. Le visite di Gertrude
-si fecero più frequenti che mai, e più che mai profittevoli; ma non
-a lei sola. Emilia, la quale l'inverno passato soleva farla leggere
-di tanto in tanto per giudicare de' suoi progressi, trovò, alla
-prima prova, che la scolaretta era giunta, nell'arte della lettura,
-a un grado d'eccellenza non comune tra le persone adulte. Ella non
-solo leggeva con molta intelligenza, ma aveva intonazioni ed accenti
-ammirabili. La cieca gustava nell'udirla un sì raro piacere, che ella,
-conciliando la propria sodisfazione con un benefizio per la bambina, le
-propose di venire a prestarle ufficio di lettrice un'ora ogni giorno.
-
-Gertrude non capiva in sè dalla gioia all'idea di esser utile alla sua
-cara signorina; giacchè ella le aveva presentato la sua proposta come
-la richiesta d'un favore, dicendole che così i suoi occhi servirebbero
-a tutt'e due. Fu dunque convenuto che Trueman, quando usciva per il suo
-giro di lampionaio, l'avrebbe condotta in casa Graham, e sarebbe venuto
-a riprenderla al suo ritorno; accomodamento che permetteva alla piccola
-lettrice d'essere puntualissima. Soltanto chi ne ha fatto l'esperienza
-può sapere quanta roba s'arrivi a leggere nel corso di sei mesi
-dedicando costantemente a quest'occupazione un'ora quotidiana. Emilia
-non restringeva la scelta dei libri a quelli che non oltrepassano
-le ordinarie capacità dei fanciulli, stimando non a torto che una
-ragazzetta dotata di così vivace intelligenza, non avrebbe sofferto
-per lo sforzo d'intuire cose superiori alla sua comprensione, in cui
-le poteva accadere d'imbattersi, ma che al contrario il suo ingegno
-ne sarebbe acuito e accresciuto il suo desiderio di sapere. Opere di
-storia, biografie, descrizioni di viaggi, furono scorse da Gertrude
-a un'età in cui generalmente i lettori non si compiacciono che nelle
-fiabe e nelle figure. E la bambina pareva anzi preferire queste letture
-serie. Con l'aiuto delle pazienti spiegazioni d'Emilia, ella andava
-accumulando nel suo piccolo cervello molti fatti importanti, molte
-nozioni utili. In quegli anni la memoria è forte, e grazie alla potenza
-della ritenitiva le cose impresse allora nella mente si ricordano quasi
-sempre meglio di quelle apprese più tardi quando i pensieri sono più
-disturbati e divisi.
-
-Il suo libro favorito era un trattatello d'astronomia che la
-confondeva co' suoi enigmi, ma tanto maggiormente l'attraeva, perchè
-chiarendole alcuni punti, lasciava per lei tutto il resto in un mistero
-affascinante: mistero ch'ella si riprometteva d'esplorare un giorno,
-in tutta la sua profondità. Quest'ambizione d'imparare sempre più, di
-comprendere sempre meglio, era in fin dei fini il preziosissimo tra i
-benefizi derivatile da' suoi studi. Destate una tale ambizione in un
-fanciullo, ispirategli l'amore della lettura, e otterrete risultati
-migliori che da anni di sgobbo sulle panche della scuola dove il cuore
-non lavora insieme con la testa.
-
-Gertrude frequentò la scuola pubblica fino ai dodici anni compiuti,
-passando rapidamente di promozione in promozione; ma ciò che aveva
-imparato con la signorina Graham e con Guglielmo rappresentava una
-parte considerevole delle sue cognizioni. Guglielmo, amantissimo
-dello studio, era lieto dell'ardore con cui la sua piccola amica lo
-secondava.
-
-E realmente la loro collaborazione, il mutuo incoraggiamento che
-trovavano nella comunanza dei loro gusti intellettuali, erano di grande
-vantaggio ad entrambi. Due anni dopo che avevano stretto amicizia egli
-già non poteva più esser detto un fanciullo: passava i quindici, e
-cominciava ad avere un aspetto virile. Ma la diligenza e il fervore
-di Gertrude esercitavano su di lui un influsso ancor più vivo: perchè
-se la bambina di dieci anni, nel suo desiderio d'istruirsi, stava
-volonterosamente a tavolino fin oltre le nove di sera, il giovanetto
-quindicenne non doveva stropicciarsi gli occhi e addurre la scusa della
-stanchezza.
-
-Fu appunto in su quel tempo che principiarono a studiare il francese.
-L'antico maestro di Guglielmo conservava una gran benevolenza verso
-l'alunno che era stato sempre il migliore della classe, e che avrebbe
-certo riportato i primi premi se un dovere imperioso non lo avesse
-costretto ad interrompere il corso degli studi avanti gli esami finali,
-per darsi a più umili occupazioni. Ogni qualvolta lo imbatteva, sia
-in istrada, sia altrove, gli domandava che facesse, e se continuasse
-a coltivare il suo bell'ingegno. Saputo ch'egli aveva parecchie ore di
-libertà, caldamente lo consigliò d'imparare la lingua francese la cui
-cognizione gli sarebbe senza dubbio tornata utilissima, qualunque fosse
-la carriera che avesse intrapresa; e s'offerse di prestargli tutti i
-libri necessari.
-
-Guglielmo non mancò d'approfittare del consiglio e dell'offerta, e ci
-si mise di buzzo buono. Quando era a casa la sera, veniva a studiare
-nella camera di True, parte per amore della quiete che vi godeva (True
-era il più quieto uomo del mondo e rispettava troppo la scienza perchè
-osasse disturbare gli studenti con domande oziose), parte per amore
-di Gertrude, la quale a quell'ora faceva di solito i suoi compiti.
-Come era da aspettarsi, inteso che Guglielmo imparava il francese,
-questa s'invogliò forte d'impararlo anche lei. Egli acconsentì a
-farla provare, però senza gran fiducia ch'ella avrebbe perseverato
-nell'intento. Con sua maraviglia, Gertrude invece manifestò non solo
-una perseveranza mirabile, ma una grande disposizione allo studio delle
-lingue; e avendola Emilia fornita degli stessi libri che aveva egli,
-ella progredì di pari passo con lui. E spesso, in capo alla settimana,
-era riuscita a tradurre più esercizi che non avesse trovato tempo di
-fare Guglielmo. Il sabato era la loro gran serata; True sedeva nel suo
-vecchio seggiolone accanto al fuoco, e contemplava i due ragazzi seduti
-fianco a fianco davanti alla tavola, intenti e chini su una pagina che
-a lui faceva l'effetto d'un labirinto oltremodo complicato. Gertrude
-cercava le parole: aveva un'abilità particolare a questo lavoro; i suoi
-occhi sfavillanti colpivano sempre giusto nel cuore del dizionario,
-infilzando i vocaboli voluti. A Guglielmo toccava «fare il senso». La
-prima volta che True colse a volo quest'espressione fu la sola che si
-fece lecito d'interromperli con un'ingenua facezia.
-
-— Fai «il senso» Guglielmo?... Il «buon senso» mi raccomando.... Ce n'è
-tanto bisogno in questo mondo! —
-
-Era ben naturale che nelle condizioni propizie di cui fruiva Gertrude,
-guidata e consigliata da Emilia, assistita e incoraggiata da Guglielmo,
-il suo intelletto dovesse rapidamente svilupparsi e irrobustirsi. Ma
-che n'era del piccolo suo cuore che ad un tempo teneramente affettuoso
-ed impulsivo, sensitivo ed appassionato, ora palpitava d'amore e di
-gratitudine, ora bruciava nel fuoco divorante che il sentimento d'un
-torto ricevuto, la coscienza di un'offesa, recata a lei o ad uno dei
-suoi amici, v'accendeva d'improvviso? Nei suoi due anni d'infanzia
-felice, aveva ella imparato a padroneggiarsi? Era giunta a distinguere
-chiaramente il bene dal male, il vero dal falso? In una parola, era
-Emilia stata fedele alla missione impostasi di sua spontanea volontà,
-al suo nobile proposito d'addolcire il cuore, d'illuminare l'anima
-della creatura ignorante? Aveva Gertrude appreso la religione, trovato
-Dio, cominciato a seguire pazientemente il sentiero ch'è rischiarato da
-una luce santa e conduce alla pace eterna?
-
-Sì, aveva _cominciato_, e sebbene spesso le fallisse il piede, sebbene
-talvolta la pazienza le venisse meno nell'angusta via, ed ella ne
-uscisse per rallentare il freno al suo irascibile temperamento,
-bambina qual'era ancora, si poteva fondare una ragionevole speranza
-sulla sincerità delle sue buone intenzioni, sulla profondità della
-sua contrizione quando accadeva che il male riprendesse l'antico
-predominio. Emilia non si risparmiava alcuna pena per insegnarle dove
-ella dovesse riporre la sua intera fiducia, e già la piccola Gertrude
-aveva imparato a invocare un soccorso più alto del suo, ad appoggiarsi
-a un braccio più forte.
-
-La signorina Graham s'era messa a un'ardua impresa assumendosi
-d'educare il cuore e la mente di una fanciulletta lasciata crescere
-nell'assoluta ignoranza d'ogni virtù. Su alcuni punti, tuttavia, e
-dei più importanti, ella non trovò le difficoltà che s'aspettava. Per
-esempio, dopo avere spiegato una volta la differenza tra l'onestà e
-la disonestà, la verità e la menzogna, non ebbe occasione alcuna di
-far rimostranze a Gertrude che, leale per sua natura, non aveva mai
-commesso la bassezza di mentire se non indottavi da un estremo terrore.
-Infatti i caratteri fieri ed impetuosi come quello, ch'era in lei il
-maggior difetto, appunto perchè tali, sono generalmente altrettanto
-franchi e sinceri. Anche innanzi d'esser divenuta virtuosa, l'orgoglio
-quasi sempre la ratteneva dal dissimulare la verità. Pochi mesi dopo
-averla conosciuta, Emilia era ben sicura di poter fidare nella sua
-parola. E questa certezza che la verità, radice d'ogni cosa santa,
-aveva così presto preso dimora in quell'anima infantile, era stata il
-maggiore incoraggiamento a perdurare nei suoi sforzi. Ma l'alterezza
-e la sensitività di Gertrude sembravano innate; la tirannia, i
-cattivi trattamenti non avevano potuto soffocarle, anzi s'erano
-vigorosamente sviluppate in mezzo alle circostanze più sfavorevoli.
-La bontà, la benevolenza ottenevano tutto da lei, la persuadevano, la
-soggiogavano; ma ella non sarebbe stata capace di tollerare un freno
-imposto severamente, per opportuno, per necessario che fosse. Emilia
-sapeva che spesso l'autorità stessa dei genitori non basta a governare
-questi spiriti indocili. Ella non conosceva che un potere tanto forte
-da vincere l'orgoglio umano, da spegnere le passioni terrene: quello
-dell'umiltà cristiana, innestata nel cuore: umiltà di _principio_,
-umiltà di _coscienza_. L'unico potere a cui l'orgoglio ingenito presti
-omaggio, e la passione ceda.
-
-Invero ella sapeva pure che un ordine, di qualsiasi natura, dato a
-Gertrude da lei o dallo zio True sarebbe prontamente obbedito, perchè
-la bambina, conscia che l'amore lo dettava, per amore vi si sarebbe
-sottomessa; ma a fine di provvedere ad ogni contingenza, di fare che
-il cuore fosse retto come la vita, occorreva ch'ella mirasse a un
-fine più sublime che quello di compiacere le persone a lei care; e
-insegnandole la dottrina del suo Divino Maestro, Emilia le infondeva
-la forza di fare e di patire, di sopportare e di perdonare, per quando,
-indipendente, non avrebbe più avuto altra guida che sè medesima.
-
-Qual profitto Gertrude avesse tratto dalle cure e dall'istruzione
-ricevute in questi due anni, mostrò il seguito della sua storia. Passò
-per molte prove, sostenne molte lotte, ebbe sconfitte e vittorie.
-
-La signorina Graham era sodisfatta e piena di speranza, True superbo ed
-esultante, la signora Sullivan e perfino il vecchio Cooper dicevano che
-il suo contegno e il suo aspetto s'erano maravigliosamente mutati in
-meglio, e ch'ella aveva maniere assai garbate per una bambina della sua
-condizione.
-
-
-
-
-XIII.
-
- Non fantasia capricciosa
- Nè d'ora oziosa influsso passeggero,
- Nè clamore di folla, nè aura popolare
- Potrà mai farlo errare fuor del retto sentiero.
-
- W. G. SIMMS.
-
-
-Era il terzo inverno da che Gertrude stava con True. Un sabato sera
-Guglielmo entrò, al solito, con la grammatica francese e il dizionario
-sotto il braccio, ed esclamò, gettando i libri sulla tavola:
-
-— Oh, Gertrude, prima di metterci a studiare bisogna ch'io racconti a
-te e allo zio True la comica avventura che m'è capitata quest'oggi! Ne
-ho tanto riso dianzi con la mamma!
-
-— Sì, vi sentivo ridere, — disse Gertrude. — Se non avessi avuto troppo
-da fare sarei anzi venuta a vedere che c'era di così straordinariamente
-buffo. Suvvia, racconta.
-
-— Non pensate che sia uno scherzo.... Non sarei esilarato a questo
-segno se la non fosse stata la più bizzarra vecchietta ch'io abbia mai
-visto in vita mia.
-
-— Che vecchietta?... Non ci hai detto nulla di vecchie nè di giovani,
-finora!
-
-— Bene, incomincio.... ecco!... Avete visto come ogni cosa era coperta
-di ghiaccio stamani? Che splendore! Quando il sole è arrivato al
-grande olmo di fronte all'ingresso della farmacia, e lo ha fatto
-brillare tutto, ho pensato che non poteva esserci al mondo nulla di più
-bello.... Ma questo non ha che vedere con la mia vecchietta.... salvo
-che i marciapiedi erano abbaglianti come tutto il resto....
-
-— Eh, lo so! — interruppe Gertrude. — Nell'andare a scuola sono
-sdrucciolata....
-
-— Davvero? — disse Guglielmo. — Non ti sei mica fatta male?
-
-— No, punto. Ma prosegui. Sono impaziente di sapere della vecchietta.
-
-— Verso le undici stavo sull'uscio, guardando fuori, quand'ecco,
-vedo venire avanti la più strana persona che uno si possa immaginare.
-Devo descrivervi la sua abbigliatura. Aveva una specie di veste nera,
-non so se di seta o di raso, stretta stretta e con tutt'in giro una
-guarnizione di trina d'un bruno incerto: probabilmente una volta era
-nera anche quella, ma adesso non più. Sulla veste portava un mantello
-di seta bigia che pareva uscito dall'arca di Noè, e sul mantello una
-baverina di colore diverso, la quale data, io credo, da una generazione
-anteriore. Non tento di darvi un'esatta idea del suo cappello: vi
-dirò soltanto ch'era grande il doppio dei più grandi che sfoggino le
-altre donne, e che ne scendeva, fin quasi ai piedi, un velo trinato, a
-disegni vistosi, gettato da una parte. Ma il colmo della stravaganza
-erano i suoi occhiali, con due lenti enormi, come non se ne sono mai
-viste; qualche cosa d'orrendo. Un sacchetto da lavoro, fatto di seta
-nera con cucitevi sopra a zig-zag numerose listerelle di stoffe di
-tutti i colori dell'arcobaleno, era appeso al suo braccio sinistro, e
-al sacchetto stavano appuntati, mediante spilli d'ottone, la pezzuola,
-un immenso ventaglio di penne (te lo figuri, con questo fresco?),
-un fazzoletto da involtare roba, un giornale.... Misericordia! Non
-mi rammento neanche la metà degli oggetti che ne penzolavano, tutti
-in un mazzo, raccomandati alla resistenza del cordone! Eppure il suo
-vestiario non poteva dirsi la maggiore stranezza in lei. Ciò che la
-rendeva singolarmente ridicola era la sua andatura: camminava come una
-vecchia male in gambe, durando fatica a muovere il passo sul ghiaccio,
-ma con un sorrisetto lezioso sulle labbra e una cert'aria d'importanza!
-Oh, Gertrude, fortuna che tu non l'hai veduta! Non avresti ancora
-cessato di ridere....
-
-— Qualche povera pazza, non è vero? — domandò True.
-
-— Oibò! — fece Guglielmo. — Stravagante, certo, ma pazza no....
-almeno non pare. Proprio nel momento che passava davanti all'uscio
-della bottega le è scivolato un piede, ed eccotela bocconi per terra,
-lunga distesa.... Io accorro spaventato, pensando che quella meschina
-creatura poteva essere rimasta uccisa da una tale caduta.... Il signor
-Bray e un altro signore ch'egli stava servendo, mi seguono. Era tutta
-stordita, ma portata in farmacia è rinvenuta subito. Mi domandate
-se è pazza? Nemmen per ombra, zio True. Lucida come un dollaro! Il
-suo primo pensiero, non appena riaperti gli occhi e tornata in sè, è
-stato d'assicurarsi che teneva sempre il suo sacchetto con le relative
-appendici; poi le ha contate ad una ad una e, trovato il numero
-completo, ha scosso il capo in segno di sodisfazione. E ora viene
-il bello. Il signor Bray mesce un bicchierino di cordiale e glielo
-offre. Essa, che aveva già riacquistato la sua prosopopea e le sue
-graziette, retrocede con una riverenza alla moda antica, e protende
-le mani per esprimere il suo orrore all'idea di bere quella roba.
-Il signore che era presente alla scena sorride e l'esorta a vuotare
-il bicchierino senza paura. La vecchietta si volta verso di lui, fa
-un'altra riverenza, e dice con una vocettina fessa: «Potete affermarmi
-sulla vostra parola di leale e cortese gentiluomo che non è un liquore
-inebriante?». Il signore, rattenendo a stento una risata, le ripete
-che non le avrebbe fatto alcun male. «Allora» dice lei «m'arrischierò a
-sorseggiare il beveraggio.... Ha una fragranza molto aromatica.» Sembra
-che non le riescisse meno gradito al palato che all'odorato, perchè,
-assaggiatolo, ha finito col tracannarlo fino all'ultima gocciola.
-Posato il bicchiere sul banco, s'è rivolta a me con questo discorsetto:
-«Giovanottino, senza l'esplicita dichiarazione di cotesto signore circa
-l'innocuità del liquido, non l'avrei bevuto in vostra presenza non
-foss'altro per l'_esempio_: io non ho formalmente assunto l'obbligo
-della temperanza, ma sono astemia perchè si conviene a una signora: per
-me gli è affar d'elezione, affar di _gusto_.»
-
-«Pareva che oramai si fosse riavuta. Infatti si disponeva a rimettersi
-in cammino, ma l'avventurarsi di nuovo sola sul ghiaccio era una vera
-imprudenza, e il signor Bray doveva pensarlo, giacchè le ha domandato
-dove andasse. Con le circonlocuzioni del suo fiorito linguaggio ella ha
-risposto che andava a passar la giornata dalla signora tale, dimorante
-nei pressi dei Prati. Io allora tocco una manica al principale e gli
-dico piano che se non ha bisogno di me, vo ad accompagnarla. Il signor
-Bray mi dà licenza, per un'ora. Io offro il braccio alla vecchietta
-dicendole che sarebbe un piacere per me il servirla. Ah, miei cari,
-bisognava vedere! Se io fossi stato un giovane adulto e lei una
-ragazza, non avrebbe fatto più vezzosamente la ritrosa, con mossettine
-del capo e mezzi sorrisetti.... Ma infine prende il mio braccio
-e partiamo. Sapevo che il signor Bray e l'avventore ridevano alle
-nostre spalle, ma non me ne importava;. la vecchia signora mi faceva
-compassione, e non volevo che cascasse una seconda volta.
-
-«I passanti si voltavano a guardarci, e non c'è da maravigliarsene,
-perchè eravamo senza dubbio una coppia dimolto buffa. Non soltanto essa
-aveva accettato l'appoggio offerto, ma vi s'aggrappava di peso, con
-tutte e due le mani, arrotondando le braccia come due anse. Qui però
-non dovrei ridere di quella poveretta, perchè aveva gran necessità che
-qualcuno l'aiutasse e la sostenesse per non sdrucciolare sul ghiaccio,
-e non pesava già tanto da stancarmi. Sarei curioso di sapere chi siano
-i suoi. È strano che la lascino uscire sola, specie quando le strade
-sono nello stato d'oggi....
-
-— Come si chiama? — domandò Gertrude. — Non te l'ha detto?
-
-— No, non ha voluto. Io gliel'ho chiesto, ma mi ha risposto
-semplicemente, con la sua vocettina fessa — e Guglielmo ricominciava
-a sbellicarsi dalle risa — che ella era la dama incognita, e ch'è
-l'impegno d'un vero e galante cavaliere scoprire il nome della sua
-bella. In fede mia, un'avventura impagabile! Non ho sentito mai nessuno
-parlare in modo così ridicolo. Le ho domandato la sua età.... La
-mamma dice che ho commesso un'inciviltà madornale, ma in compenso è
-l'unica.... La vecchia signora lo attesterebbe se fosse qui.
-
-— Ebbene, quanti anni ha?
-
-— Sedici.
-
-— Eh via, Guglielmo! Mi burli?
-
-— No, è l'età che m'ha detto lei. E un vero e galante cavaliere è in
-obbligo di credere ciecamente alla sua bella dama.
-
-— Povera creatura! — esclamò Trueman. — È rimbambita!
-
-— Non mica, zio True. A momenti parrebbe, quando sballa certe
-sciocchezze, ma poi subito si mette a parlare sensatamente quanto
-voi e me. M'ha ringraziato protestandosi gratissima e lodando il
-raro «spirito di cortesia» che dimostravo col pigliarmi tanta pena
-d'una vecchia signora come lei. Nello svoltare in via Beacon ci siamo
-incontrati in un intero collegio di ragazze, tutte bellezze fiorenti,
-«bellezze da ammazzare un uomo» diceva la mia vecchietta. Appena
-vedutele apparire da lontano doveva aver tenuto sicuro ch'io cercherei
-di liberarmi per correre dietro a qualcuna di loro, tanto furiosamente
-s'attaccava al mio braccio. Sorte ch'io non avessi punto la prava
-intenzione d'abbandonarla, perchè mi sarebbe stato impossibile. Alcune
-delle ragazze si fermavano un momento a guardarci con curiosità; io,
-s'intende, non ne facevo caso, ma la mia dama sembrava credere che ne
-fossi terribilmente mortificato, e, passate alfine tutte quante, ha
-rilodato il mio «spirito di cortesia»: sua espressione favorita. —
-
-Guglielmo tacque, sfiatato. True gli pose una mano sulla spalla:
-
-— Sei un bravo e buon ragazzo! — disse; — Tu onori i vecchi, e fai
-bene, quantunque il tuo nonno pretenda che non sia più di moda.
-
-— Non so di mode, io, zio True, ma stimerei tristo e di basso animo
-un ragazzo che vedesse una vecchia sdrucciolare sul ghiaccio, e non
-l'accompagnasse a casa per risparmiarle una nuova caduta.
-
-— Guglielmo è sempre stato buono con tutti, — osservò Gertrude.
-
-— O Guglielmo è un eroe, — disse il giovanetto — o ha due cari amici
-che lo giudicano con troppa benevolenza, com'è più verosimile. Ma
-vieni, Gertrude, Carlo XII ci aspetta, e dobbiamo studiare molto oggi,
-perchè può darsi che non ci capiti tanto presto un'altra occasione. Il
-signor Bray non istava bene stasera; pare che lo minacci la febbre.
-Gli ho promesso di ritornar a bottega domani, dopo desinato. Se, Dio
-guardi, s'ammala, sarò occupatissimo, e non potrò affatto venire a
-casa.
-
-— Oh, speriamo che non s'ammali! — esclamarono Trueman e Gertrude, a
-una voce.
-
-— È un così brav'uomo! — soggiunse il vecchio.
-
-— E tratta Guglielmo con tanta bontà! — aggiunse la bambina.
-
-Anche Guglielmo sperava, ma le sue speranze si mutarono in ansiosi
-timori quando il giorno seguente seppe che il suo ottimo padrone non si
-trovava in grado di lasciare il letto, e che il medico era impensierito
-dai sintomi riscontrati.
-
-Si manifestò una febbre tifoidea che in pochi giorni condusse il
-farmacista alla tomba.
-
-La sua morte fu per Guglielmo un colpo tanto improvviso e terribile,
-che su quel subito egli non comprese le importanti conseguenze
-che da questo evento derivavano a lui stesso, nel suo avvenire. La
-farmacia venne chiusa, essendosi la vedova risolta a vendere i fondi
-per ritirarsi a vivere in campagna; sicchè rimase privo a un tempo
-dell'impiego e del prezioso appoggio che aveva nel signor Bray.
-
-Nell'ultimo anno i guadagni del giovanetto erano stati considerevoli,
-e avevano migliorato le condizioni de' suoi cari, permettendo loro di
-diminuire le proprie quotidiane fatiche. Il pensiero d'essere a carico
-della mamma e del nonno anche per un solo giorno era intollerabile al
-suo spirito indipendente ed energico. E però si mise sollecitamente
-alla ricerca d'un nuovo posto. Incominciò dal rivolgersi ai farmacisti
-della città: a nessuno di essi occorreva un ragazzo dell'età sua, e la
-giornata fu spesa in gite inutili.
-
-Ritornò a casa la sera, disilluso, ma punto scoraggiato. Se non trovava
-da impiegarsi in una farmacia, avrebbe fatto qualche altra cosa.
-
-Ma che cosa? Questo era il nodo. Dibattè a lungo la questione con sua
-madre. Ella sentiva che l'ingegno e l'educazione del suo figliuolo gli
-davano diritto a un posto almeno pari a quello che aveva occupato fino
-allora, e non poteva sopportare l'idea ch'egli scendesse a servigi
-più bassi. Guglielmo stesso, senz'essere presuntuoso, non pensava
-diversamente. Egli ben si sapeva capace di tenere uffici richiedenti
-assai maggior coltura e attitudine agli affari che non le incombenze
-affidategli dal signor Bray. Ma se per ora non era possibile conseguire
-ciò che desiderava, avrebbe preso ciò che si sarebbe offerto. E cercò
-da tutte le parti. Il guaio era che non aveva nessuno da far dire una
-buona parola in suo favore, e certo non si può pretendere che la gente
-abbia fiducia in un ragazzo sconosciuto e senza raccomandazioni.
-
-Tutti i suoi passi riuscivano dunque infruttuosi, e un giorno dopo
-l'altro se ne tornava a casa silenzioso e depresso, temendo la vista
-del nonno e della mamma. Quando questa volgeva verso di lui piena
-di speranza il pallido viso che portava l'impronta di tante cure, di
-tante fatiche, era uno strazio per il suo cuore doverla rattristare con
-nuovi disinganni; e non meno lo tormentava il pessimismo del vecchio,
-il quale addirittura non credeva alla possibilità ch'egli trovasse
-un'altra occupazione, nè si sarebbe persuaso del contrario finchè
-non glielo provasse un fatto di cui non si vedeva ancora speranza.
-In capo a due settimane la signora Sullivan finì con l'astenersi
-dall'interrogarlo sui risultati delle pratiche fatte, avendo il suo
-vigile occhio materno scorto tutta la pena che gli cagionavano quelle
-domande. Aspettava pazientemente che egli le comunicasse le sue
-notizie, se ne aveva.
-
-Spesso così avveniva che non fosse scambiata tra loro una parola sul
-modo in cui Guglielmo aveva impiegato la giornata. E molte trepide
-istanze egli fece per ottenere lavoro, molte mortificanti repulse ebbe
-a soffrire, di cui sua madre nulla mai seppe.
-
-
-
-
-XIV.
-
- Se peso egual di tema e di speranza
- Tiene in forse l'evento, io, per natura
- Sempre a sperar più che a temere inclino.
-
- COMUS.
-
-
-Era questa una prova non conosciuta fino allora da Guglielmo, e la più
-dura per lui a sostenersi. Eppure la sostenne, e strenuamente: nascose
-le più aspre sue lotte alla madre ansiosa, al nonno scorato, e con
-virile risoluzione sperò contro la speranza, Gertrude era adesso il suo
-maggior conforto. A lei confidava le sue pene, e quantunque non fosse
-che una fanciulletta, ella sapeva essere una mirabile consolatrice.
-Presentandogli sempre le cose nella luce più favorevole, predicendo
-un domani più fortunato, faceva molto per ravvivare la sua fiducia,
-per fortificare il suo proposito. Dotata d'uno spirito pronto, sagace,
-osservatore, ella vedeva, assai meglio che non sogliano i fanciulli,
-le diverse vie per cui poteva esser condotta a termine una faccenda;
-e spesso dava a Guglielmo utili consigli di cui egli volentieri
-approfittava. Un giorno gli domandò se non avesse mai pensato a
-ricorrere ad una agenzia d'informazioni. Egli infatti non ci aveva
-pensato, e se ne maravigliò seco stesso. Lo fece senza indugio. Gli
-furono date lusinghiere speranze che per qualche tempo lo rianimarono,
-ma riuscirono fallaci. E oramai cominciava a disperare, quando gli
-cadde sott'occhio un annunzio in un giornale che parve offrirgli una
-probabilità di buon successo. Lo mostrò a Gertrude. Era proprio il
-fatto suo. Non aveva che da presentarsi. Si chiedeva appunto un ragazzo
-come lui: quindici anni, svegliato, capace, fidatissimo, disposto ad
-entrare come socio nella ditta, dopo acquistata la necessaria pratica
-degli affari. Ella era sicura che nessuno poteva meglio di Guglielmo
-convenire al richiedente.
-
-Tanto n'era sicura, che la mattina appresso Guglielmo si presentò
-al recapito indicato, franco e fiducioso come mai per l'innanzi. Il
-principale, che aveva l'aria d'un uomo assai fine e scaltro, lo fissò
-con uno sguardo penetrante, lo tempestò di domande, lo sconcertò
-manifestando qualche dubbio sulla sua capacità e la sua onestà; e dopo
-averlo fatto discorrere un pezzo, concluse col dichiarargli che anche
-nel migliore dei casi e con le più valide raccomandazioni, egli non
-poteva accettare se non un giovanetto la cui famiglia acconsentisse
-a interessarlo negli affari della Casa investendovi per conto suo una
-piccola somma.
-
-Questa condizione chiudeva a Guglielmo l'adito a quel posto, quando
-pure l'uomo gli fosse piaciuto: ma non gli piaceva punto, perchè
-sentiva in cuor suo ch'era un furfante o giù di lì.
-
-Finora egli non s'era mai perduto d'animo; ma quest'ultimo disinganno
-l'avvilì per modo che, ritornato a casa, gli mancò il coraggio di
-trovarsi faccia a faccia con sua madre. Entrò dunque direttamente nella
-camera di True.
-
-Era la vigilia di Natale. Dagli sportelli aperti della stufa il
-riverbero d'un bel fuoco di carbone veniva a confondersi coi riflessi
-del tramonto in una luce purpurea che rischiarava fievolmente la
-stanza.
-
-Guglielmo trovò Gertrude sola ed occupata a preparare una certa
-focaccia per il tè, la quale era uno dei pochi prodotti dell'arte
-culinaria in cui fosse giunta a farsi onore. Ella giusto usciva dalla
-dispensa con in mano un ramaiuolo colmo di farina, quando lo vide
-entrare. Egli gettò il suo berretto sulla panca e sedette alla tavola
-nascondendo il volto tra le palme, con un atto di sconforto che le fece
-subito indovinare la nuova disfatta patita dal povero ragazzo nella
-sua lotta contro l'avversa fortuna. Era tanto contrario all'indole di
-Guglielmo l'entrare così senza dir parola, tanto strano vedere quella
-radiosa testa giovanile curvarsi sotto il peso del dolore, quel corpo
-agile e gagliardo accasciarsi, come fosse d'un tratto invecchiato,
-ch'ella comprese che il valoroso suo cuore cadeva infine vinto.
-
-Posò il ramaiuolo, e pian piano venne a lui, gli toccò un braccio,
-alzandogli in faccia i grandi occhi ansiosi. La compassione ch'egli
-sentì nella timida carezza, nello sguardo amoroso, gli diede l'ultimo
-crollo. Chinò la faccia sulla tavola, e un momento dopo Gertrude udì
-uno scoppio d'angosciosi singhiozzi che si ripercotevano ad uno ad
-uno nel più profondo dell'anima sua. Ella piangeva spesso e le pareva
-una cosa naturale: ma Guglielmo, il gaio, l'animoso Guglielmo, non
-l'aveva veduto pianger mai: credeva ch'_egli non sapesse_ piangere. Si
-arrampicò sulla seggiola del giovanetto e cingendogli il collo con le
-braccia mormorò:
-
-— Io non mi rammaricherei di non averlo ottenuto quel posto: credo che
-non sia un posto _buono_.
-
-— Neppur io lo credo; — disse egli sollevando la testa — ma come fare?
-Non ne trovo _nessuno_, e non posso star qui senza far _nulla_.
-
-— Noi siamo ben contenti d'averti a casa.
-
-— Oh, essere a casa è una gran bella cosa.... Godevo di venirci quando
-stavo col signor Bray, e guadagnavo un po' di quattrini, e sentivo che
-tutti mi vedevano con piacere....
-
-— Ma anche adesso tutti ti vedono con piacere.
-
-— Non però come _allora_, — replicò Guglielmo alquanto impazientito.
-— La mamma mi guarda sempre come se s'aspettasse l'annunzio che
-finalmente ho trovato un'occupazione; il nonno ha l'aria di pensare
-ch'io non sarò mai buono a nulla.... Ah, proprio nel momento che
-cominciavo a guadagnare e ad aiutarli, mi tocca la disgrazia ti perdere
-il mio impiego!
-
-— Non è colpa tua se il signor Bray è morto; tu non potevi mica
-guarirlo. Mi sembra impossibile che il signor Cooper ti biasimi perchè
-_ora_ sei disoccupato....
-
-— Non mi _biasima_, no.... Ma se tu fossi ne' miei panni proveresti
-quello che provo io nel vederlo là, seduto nella sua poltrona, tutta
-la sera, gemendo e borbottando, e guardandomi come se volesse dire: «A
-cagion tua mi dispero».... Egli pensa che il mondo è tristo, che lui
-non ci ha mai avuto sorte, e che così non nè avrò io....
-
-— Tu ne avrai.... Sono sicura che sarai ricco un giorno. Allora sì che
-il nonno rimarrà stupito!
-
-— Gertrude, tu sei una cara bambina.... Hai fede in me.... Se mai
-divento ricco, ti prometto di farti partecipare alla mia fortuna.
-Ahimè, — soggiunse, scorato — non è tanto facile! Io m'immaginavo che
-quando sarei grande, guadagnerei subito dimolto denaro.... Invece veggo
-che ce ne vuole per arrivarci! —
-
-Chinò di nuovo il capo, volle nascondersi la faccia tra le mani;
-ma Gertrude gliele afferrò e non gli permise d'abbandonarsi alla
-malinconia.
-
-— Via, Guglielmo, — ella disse — non fissarti più in questo pensiero.
-Non c'è chi non abbia i suoi dispiaceri, ma tutti li superano, infine.
-Forse la settimana ventura ti troverai in una bottega anche meglio che
-quella del signor Bray, e sarai più contento di prima. Sai, — fece, per
-mutare discorso, tattica che i fanciulli sanno usare quanto gli adulti
-— oggi compiono due anni da che sono venuta qui.
-
-— Davvero? Lo zio True ti portò a casa sua la vigilia di Natale?
-
-— Precisamente.
-
-— Vale a dire che Santo Claus portò te verso le buone cose, invece di
-portartele, non è vero? —
-
-Gertrude non sapeva nulla di Santo Claus, il grande amico dei bambini;
-e Guglielmo, il quale aveva ultimamente letto la leggenda del buon
-vecchio che la vigilia di Natale distribuisce balocchi a piene mani,
-prese a raccontargliela, per esteso.
-
-Quand'ella vide che, infervorato nella sua storia, egli si distraeva
-senza volerlo, ritornò alla focaccia, pur non cessando d'ascoltarlo
-con attenzione mentre lavorava la pasta. Giusto nell'atto che stava
-infornandola, Guglielmo fece punto. Inginocchiata davanti alla stufa,
-aprendo e chiudendo macchinalmente lo sportello del forno, ella
-rimaneva pensosa, con un sì vivo sfavillìo negli occhi, che egli le
-domandò:
-
-— Gertrudina, perchè hai cotest'aria maliziosetta?
-
-— Pensavo — ella rispose — che Santo Claus potrebbe forse venire per
-te, stanotte; giacchè viene per chi ha bisogno di qualche cosa e porta
-ai bravi figliuoli ciò che desiderano, spero che ti porti un buon posto
-dove tu abbia occasione di farti ricco.
-
-— Sicuro! — disse Guglielmo. — Mi ficcherà nel suo sacco, e mi
-strascinerà fino a un palazzo per offrirmi come dono natalizio a un
-vecchio Creso, il quale mi regalerà un patrimonio, in contraccambio....
-Ci fo assegnamento, perchè se non mi capita una fortuna prima di capo
-d'anno, devo darmi per disperato. —
-
-In quella i due ragazzi furono interrotti da Trueman che entrò portando
-trionfalmente un magnifico tacchino, regalo del signor Graham, e un
-libro per Gertrude, regalo d'Emilia.
-
-— Oh, non è curioso? — esclamò la bambina. — Guglielmo diceva appunto
-che voi, zio True, siete il mio Santo Claus.... Pare anche a me,
-davvero! —
-
-Così parlando apriva il libro. E nel frontespizio le si presentò il
-ritratto del leggendario personaggio. Ella proruppe, giubilante:
-
-— O, guarda, guarda, Guglielmo, come gli somiglia! È tutto lui! C'è
-il berretto di pelliccia, e la pipa, e il buon viso ridente proprio
-come il suo.... Ah, zio True, se soltanto aveste invece del tacchino e
-della lanterna un sacco di balocchi in ispalla, sareste un Santo Claus
-perfetto!... A proposito, per Guglielmo non avete nulla?
-
-— Sì, una cosuccia... Ma temo che non gliene importerà molto. Non è che
-un bigliettino.
-
-— Un biglietto per me? — domandò il ragazzo. — Di chi può essere?
-
-— Questo non so dirtelo, — rispose il lampionaio frugando nelle
-capaci sue tasche. — Svoltavo il canto quando un uomo m'ha fermato
-domandandomi dove abita la signora Sullivan. Io gli indico la casa.
-Allora, veduto che ci abito anch'io, mi consegna questo pezzetto di
-carta, e mi prega di rimetterlo al signorino Guglielmo Sullivan, che,
-m'immagino, siete voi. —
-
-Guglielmo prese con una mano il biglietto e con l'altra l'accenditoio
-di True, e sollevando il foglio all'altezza del lume, lesse forte:
-
-«R. H. Clinton desidera vedere Guglielmo Sullivan giovedì mattina, tra
-le dieci e le undici, al numero 13. Panchina....»
-
-Egli era sbalordito.
-
-— Che vorrà mai? — disse. — Io non conosco nessuno di questo nome.
-
-— So io chi è, — fece True. — È il signore che abita nella grande casa
-di pietra, in via ***; un riccone. Il recapito dato nel biglietto è
-proprio il suo banco....
-
-— Che? Il babbo di quei bellissimi bambini che vedevamo spesso alla
-finestra?
-
-— Precisamente.
-
-— O che cosa può desiderare da me?
-
-— Probabilmente ha bisogno de' tuoi servizi, — disse il vecchio.
-
-— Ma dunque è un posto! — gridò Gertrude. — E un posto buono! Santo
-Claus è venuto e te l'ha portato.... Lo dicevo io! Oh, come sono
-contenta! —
-
-Guglielmo tuttavia non sapeva se dovesse rallegrarsi o no. Gli sembrava
-assai strano quel messaggio da parte d'un signore che non lo conosceva
-affatto. Certo sarebbe stato naturale sperare con la sua piccola
-amica e con lo zio True che fosse l'alba d'una nuova fortuna; ma egli
-aveva ragioni particolari, da loro ignorate, per credere che di questa
-fortuna, se pur gli si offriva, non avrebbe potuto approfittare. E però
-si fece promettere da entrambi di non far cenno della cosa nè a sua
-madre, nè al signor Cooper.
-
-Il giovedì, ch'era il giorno dopo il Natale, egli si presentò
-puntualmente nel luogo indicatogli. Il signor Clinton, uomo di maniere
-finissime e d'aspetto benevolo, l'accolse con molta gentilezza, gli
-diresse poche domande, non chiese nemmeno se avesse raccomandazioni,
-o attestati del suo antico principale, ma senz'altro gli disse che
-aveva bisogno d'un giovanetto per le mansioni di secondo commesso nel
-suo banco, e gli offerse il posto. Guglielmo esitò, perchè quantunque
-l'offerta fosse molto vantaggiosa per il suo avvenire, non era
-accettabile per il presente, se, come pareva, il signor Clinton non gli
-assegnava uno stipendio. Questi, vedendolo titubante, gli domandò:
-
-— Forse la mia proposta non vi conviene, o avete già qualche impegno?
-
-— No, — rispose egli prontamente. — Mi dimostrate una gran bontà
-onorando me, estraneo, di tanta fiducia da essere disposto ad
-ammettermi nella vostra Casa, e la proposta mi giunge gradita quanto
-inaspettata; ma io, finora, avevo servito in un negozio di spaccio al
-minuto, dove percepivo un regolare salario sul quale mia madre e mio
-nonno facevano conto.... Certo, preferirei di gran lunga un banco quale
-il vostro, e credo, signore, che imparerei presto a rendermi utile:
-se non che, lo so, molti giovanetti di famiglie ricche si stimerebbero
-fortunatissimi d'essere impiegati da voi senza alcuna rimunerazione, e
-quindi io non potrei sperare uno stipendio, almeno per i primi anni.
-Comprendo bene che in capo a un certo tempo mi troverei compensato
-ad usura dalle cognizioni acquistate nella pratica degli affari
-mercantili: disgraziatamente non sono in istato di procurarmi questo
-vantaggio, più che di proseguire gli studi. —
-
-Il signor Clinton sorrise.
-
-— Come mai, giovanotto, siete così informato di queste cose?
-
-— Ho inteso dire da parecchi ragazzi miei condiscepoli, ora commessi
-in case commerciali, che non ricevono paga, e ho sempre giudicato equo
-cotesto trattamento; ma per tale ragione appunto mi sono sentito in
-obbligo di contentarmi del posto che occupavo in una farmacia, perchè
-sebbene non fosse di mio gusto, mi dava modo di bastare a me stesso e
-di venire in aiuto a mia madre ch'è vedova, e a mio nonno ch'è vecchio
-e povero.
-
-— Il vostro nonno, chi è?...
-
-— Il signor Cooper, sagrestano nella chiesa del signor Arnold.
-
-— Ah sì, lo conosco! — disse il signor Clinton; e dopo una pausa
-soggiunse: — Quello che avete detto, Guglielmo, è esattissimo: non
-è nostro costume assegnare un qualsiasi stipendio ai nostri giovani
-commessi, e ciò nonostante siamo tempestati di profferte; ma ho avuto
-ottime informazioni sul conto vostro, ragazzo mio (non vi dirò da
-qual fonte per quanto io vegga la vostra curiosità), e inoltre voi
-mi piacete: credo che mi servirete fedelmente. Ditemi dunque che
-cosa avevate dal signor Bray: io vi darò altrettanto il primo anno,
-e in seguito andrò aumentando la vostra paga, se lo meriterete. Siete
-contento? Allora potete entrare nel mio banco al principio del gennaio
-prossimo. —
-
-Guglielmo lo ringraziò il più concisamente possibile, e s'affrettò ad
-accomiatarsi.
-
-Il commesso principale, chino su' suoi registri, ascoltava il dialogo,
-e pensò che il ragazzo avrebbe dovuto esprimere maggiore riconoscenza
-dinanzi a una così insolita generosità. Ma il negoziante, osservando
-Guglielmo mentre gli parlava, ben aveva scorto nei mutamenti del suo
-viso il succedersi della maraviglia allo scoramento, e della speranza,
-della gioia alla maraviglia; una gioia piena di gratitudine sincera
-e così profonda che, egli lo comprendeva, non trovava parole per
-manifestarsi. E s'era ricordato del tempo in cui, giovanetto e figlio
-unico di una povera vedova, egli era venuto solo nella grande città,
-in cerca d'un impiego, e trovatolo dopo lunghi stenti, aveva subito
-scritto alla mamma per dirle che sperava di poter presto guadagnare
-abbastanza da provvedere a sè ed a lei.
-
-Da vent'anni cresceva l'erba sulla tomba ove ella dormiva l'eterno
-sonno, laggiù nella lontana campagna natia, e la faccia del negoziante
-era solcata dalle rughe che vi avevano impresse i pensieri e le cure;
-ma quando, ritornato a sedere, egli tracciò quasi inconsciamente su
-un foglio bianco, con la penna asciutta, le parole: «Cara mamma», ella
-rivisse per lui e rivisse egli stesso nella propria giovinezza. Quelle
-parole invisibili incominciavano la lettera che le recava la buona
-novella.
-
-No, Guglielmo non era ingrato, altrimenti non avrebbe destato nel
-signor Clinton i ricordi del tempo in cui il suo cuore provava le
-stesse commozioni.
-
-E tutte le madri che hanno pianto e pregato e ringraziato Dio ricevendo
-simili notizie da figliuoli teneramente amati, possono intendere qual
-fosse la felicità della buona piccola signora Sullivan quando Guglielmo
-le annunziò l'insperata fortuna. Il signor Cooper e Gertrude hanno
-pure i loro prototipi in tanti vecchi ne' cui occhi smorti e stanchi si
-riaccende il bagliore della speranza, che sebbene sia stata fallace per
-essi, vagheggiano ancora per i nipotini; in tante sorelline superbe e
-liete di vedere il nobile fratello apprezzato alfine dagli altri come
-fu sempre da loro. Nè in tali occasioni deve mancare l'amico cordiale
-che, come il bravo True, entra d'improvviso e battendo una spalla al
-ragazzo esclama:
-
-— Avevo ragione, io? Non c'era bisogno che si rammaricassero tanto,
-i tuoi.... Glielo dicevo sempre al nonno che le cose si sarebbero
-accomodate, e bene! —
-
-Ma un punto rimaneva misterioso. Da chi il signor Clinton aveva udito
-parlare di Guglielmo? La signora Sullivan passò in rivista le sue non
-numerose conoscenze, e fece mille supposizioni, una più inverosimile
-dell'altra. E però, visto che il congetturare non serviva a nulla,
-finirono con l'attribuire, come Gertrude, tutto il merito a Santo
-Claus.
-
-
-
-
-XV.
-
- Rinnovi in cielo il dì l'usato corso
- O avvolta d'ombra la notte silente
- Vigili sulla terra, ella paziente
- E fida attende all'opera pietosa
- Di lenire la pena sua angosciosa
- E nel bisogno porgergli soccorso.
-
- BLACKLOCK.
-
-
-— Sarei curiosa di sapere, — diceva la signorina Peekout appoggiando
-le mani al davanzale per sporgersi meglio, e guardando su e giù
-per la strada, occupazione a cui soleva dedicare dieci minuti dopo
-rigovernato gli utensili della colazione e prima di preparar la sua
-«lampada solare» — sarei curiosa di sapere chi sia quella ragazzina
-snella che passa di qui tutte le mattine conducendo a braccetto quel
-vecchio cadente. Li vedo sempre a quest'ora quando il tempo è buono e
-si cammina bene. È una cara creatura, senza dubbio, e dev'essere molto
-affezionata al pover'uomo.... probabilmente suo nonno. Ho osservato
-che ha cura di lasciargli la miglior parte del marciapiede, e vigila
-ogni suo passo; cosa necessaria, del resto, perchè lui vacilla ch'è una
-passione. Poverina, è pallida, e tutt'ansiosa.... Chi sa se assiste il
-vecchio lei sola?... Sarei curiosa.... —
-
-Ma la coppia è già fuori della sua veduta ed ella va a vedere se la
-lampada solare ha bisogno d'una calza nuova.
-
-— Sarei curiosa di sapere, — diceva la signora Grumble, seduta a
-una finestra d'una casa un po' più in là nella stessa via — se nel
-caso ch'io fossi un giorno vecchia ed inferma — (la signora Grumble
-passava i settanta ma non soffriva finora d'altra infermità che il suo
-temperamento irascibile) — qualcuno m'assisterebbe e si prenderebbe
-cura di me come quella figliuola lì del suo nonno! Mai e poi mai, ci
-scommetto! Che pazienza, per una bambina! Chi può essere?
-
-— Guarda, Bella! — diceva una fanciulla ad un'altra con la quale si
-recava a scuola passando per quella strada, dove si tenevano dalla
-parte dell'ombra. — Ecco là il vecchio e la ragazzina che incontriamo
-ogni giorno.... Come puoi dire che non è carina? Io l'ammiro!
-
-— Oh, tu, Rina, hai la particolarità d'ammirare ciò che a tutti gli
-altri pare orribile!
-
-— Orribile!. — esclamò Rina indignata. — Tutt'altro! Osserva ora quando
-l'incontriamo, quanto è dolce l'espressione del suo viso nell'atto
-di guardare il vecchio e di parlargli! Sarei curiosa di sapere che
-cos'ha quel disgraziato.... Vedi come gli trema il braccio? Quello che
-appoggia sul braccio di lei.... —
-
-Le due coppie s'incontrano, quasi sfiorandosi, passano, in silenzio.
-
-— Ebbene, non è forse simpaticissima? — domanda Rina, vivamente, non
-appena sicura di non essere udita.
-
-— Ha begli occhi, — risponde Bella — ma non c'è in lei nient'altro di
-notevole. Sarei curiosa di sapere come sopporta la noia di passeggiare
-con quel vecchio che si trascina a stento, pesandole sul braccio e
-tremando per modo che appena si regge.... E incontro al sole che la
-ferisce proprio in faccia.... Ah, io non lo farei per nulla al mondo!
-
-— Oh, Bella! Come hai cuore di parlare così? Io lo compiango il
-poveretto, immensamente!
-
-— Dio buono, a che giova il compianto? Se tu ti metti a compiangere
-tutti, non avrai da far altro dalla mattina alla sera. — Bella
-s'interruppe e urtò il gomito alla compagna: — Guarda lì, Guglielmo
-Sullivan, il commesso del babbo.... O non è una bellezza? Aspetta,
-voglio fermarlo. —
-
-Ma innanzi ch'ella giungesse a rivolgergli la parola, Guglielmo, il
-quale camminava prestissimo, l'oltrepassò salutandola con un inchino
-e un garbato: «Buon giorno, signorina Isabella!» e s'allontanò
-rapidamente.
-
-Quando la vezzosa Isabella si fu riavuta dallo stupore e dal dispetto
-che l'avevano ammutolita, non era più il caso di richiamarlo.
-
-— Gentilissimo! — ella mormorò.
-
-— Vedi, vedi, — fece Rina che s'era voltata a guardare indietro —
-ha raggiunto il vecchio e la simpatica bambina. Oh, prende l'altro
-braccio dell'infermo.... e proseguono tutti e tre insieme.... Non è una
-singolare coincidenza?
-
-— Io non ci veggo nulla di singolare, — disse Bella, un po' seccata. —
-Suvvia, allunghiamo il passo, o arriveremo a scuola in ritardo! —
-
-Lettore! Sei anche tu «curioso di sapere» chi siano quel vecchio e
-quella ragazzina? O hai già ravvisato True Flint e Gertrude? Il povero
-True non è più il forte e coraggioso protettore della debole creatura
-derelitta. Le parti sono invertite. Egli è stato colpito da paralisi.
-Il suo vigore se n'è ito, non gliene resta nemmeno tanto da camminar
-solo. Sta tutto il giorno a sedere nel suo seggiolone o sulla vecchia
-panca, salvo quando esce a passeggiare con la sua figliuola adottiva.
-Il colpo fu improvviso, e atterrò l'uomo robusto, lo lasciò debole
-come un fanciullo. E la piccola estranea, l'orfanella che, malata,
-abbandonata, priva del necessario, aveva trovato in lui un babbo e una
-mamma, ora per lui è tutto: il suo sostegno, la sua speranza, il suo
-conforto. Durante i quattro o cinque anni che egli ha amorosamente
-coltivato quella gracile pianticella, ella ha acquistato forza per
-il tempo in cui doveva esser egli a sua volta bisognoso d'appoggio e
-trovarlo in lei. Quel tempo è venuto, ahimè, troppo presto; ella era
-pronta e ha risposto all'appello. Con la semplicità e l'ardore d'una
-bambina, ma con la fermezza, la perseveranza, la capacità d'una donna,
-la piccola Gertrude presta da mane a sera, infaticabile, la sua opera
-d'infermiera fedele, di diligente massaia in servigio del suo primo,
-del suo più caro amico. Sempre al suo fianco, sempre attenta ad ogni
-suo bisogno, ella tuttavia riesce miracolosamente a fare molte cose,
-senza ch'egli pur se n'avvegga. Come l'ottimo uomo aveva predetto, ella
-è davvero ne' suoi vecchi giorni la benedizione di Dio incarnata che
-gl'illumina e fiorisce di gioie soavi fino il sentiero della tomba.
-
-Se l'infermità privava Trueman dell'uso delle membra, aveva per fortuna
-risparmiato la sua mente, ch'era lucida e serena come sempre: e il
-pio cuore si riposava, con umile fiducia, in quel Dio di cui egli
-riconosceva l'amore e la presenza, in cui sperava così fermamente, che
-nell'amarezza di quella prova poteva sottomettersi appieno e ripetere:
-«Sia fatta la tua volontà e non la mia!»
-
-Coloro che tutti i giorni notavano l'invalido e la sua piccola custode,
-e si maravigliavano della devozione, dell'abnegazione di quella
-fanciulletta, erano lungi dal comprendere i sentimenti d'affetto e di
-gratitudine ond'era animata Gertrude, dall'immaginarsi qual contentezza
-fosse la sua nel sostenere, nell'aiutare l'amato suo benefattore. Meno
-ancora la superbiosa che si sarebbe vergognata di passeggiare col
-vecchio paralitico, intuiva qual fosse il suo orgoglio. Come poteva
-ella credere che la ragazzina che avrebbe compianta, se avesse trovato
-tempo di compiangere qualcuno, si sentiva colmare il cuore della più
-viva, della più nobile sodisfazione provata in vita sua, quando porgeva
-l'appoggio del suo braccio al vecchio tremulo, ed era per lei una
-gloria portare quella croce?
-
-Il mondo esteriore le era indifferente. Non si curava dei commenti
-della gente oziosa, curiosa, vana. Non viveva ora che per True; per
-meglio dire viveva _in lui_, tanto esclusivamente pensava a consolarlo,
-a prolungare e allietare i suoi giorni.
-
-Da due mesi soltanto egli versava in così affliggenti condizioni.
-Già prima la sua salute aveva cominciato a declinare, ma era sempre
-in grado d'attendere al suo lavoro quotidiano, finchè una mattina di
-giugno Gertrude, entrando nella sua camera, vide con maraviglia che
-non s'era levato quantunque fosse molto più tardi dell'ora consueta.
-Accostatasi al suo letto domandandogliene il perchè, s'accòrse
-ch'egli aveva un aspetto strano e non poteva risponderle. Sbalordita
-e spaventata, chiamò la signora Sullivan. Fu mandato per un medico.
-Questi dichiarò ch'era un attacco di paralisi, molto grave. Parve
-infatti per qualche giorno che True dovesse soccombervi: ma poi andò
-migliorando. Ricuperò la favella, e in capo a due settimane fu in
-istato di camminare con l'aiuto di Gertrude.
-
-Il dottore aveva raccomandato quanto più moto fosse possibile senza
-stancarlo, e però tutte le mattine, innanzi le ore calde, se il
-tempo era buono, ella si presentava vestita di tutto punto e in
-cappellino, per condurlo a fare quella passeggiata con cui attiravano
-inconsapevolmente tanta attenzione.
-
-La piccola massaia, approfittando di questa opportunità faceva la
-spesa, a fine di non dover poi uscire un'altra volta e lasciare
-l'infermo solo, cosa che evitava se non v'era costretta. Così la
-mattina che Guglielmo li aveva raggiunti a gran dispetto di Bella,
-si diressero accompagnati da lui alla bottega di commestibili dove
-solevano provvedersi delle cose necessarie. Il giovanotto fece sedere
-comodamente True, e proseguì verso la panchina ***, mentre Gertrude
-andava al banco a contrattar gli acquisti per il desinare. Comprò un
-pezzo di vitello da fare un buon brodo, gettò uno sguardo di desiderio
-su certi panieri di legumi scelti, e si voltò in là, con un sospiro.
-Ella aveva in mano la borsa contenente tutto il loro denaro; la teneva
-lei da alcune settimane, e la sentiva ogni giorno più leggera: sicché
-sapeva bene che alle primizie non bisognava pensarci, e sospirava
-ricordando con quale piacere lo zio True mangiava i pisellini novelli,
-l'anno scorso....
-
-— Quant'è la carne? — ella domandò al rubicondo macellaro che la stava
-involtando in un foglio.
-
-Egli disse quanto. Era _poco, tanto poco_ che a Gertrude sembrò che
-quell'uomo avesse veduto dentro la sua borsa, e anche dentro il suo
-pensiero, e sapesse come sarebbe contenta che non costasse di più.
-Mentre le dava il resto, egli si chinò sul banco, e le chiese sottovoce
-che genere di cibi convenisse al signor Flint.
-
-— Qualunque cibo sano, dice il medico, — ella rispose.
-
-— Credete dunque che mangerebbe un po' di pisellini? Ne ho di prima
-qualità, arrivati freschi freschi dalla campagna, e se gli piacciono,
-ve ne manderò volentieri. Il mio garzone deve portarne in giro mezzo
-staio.... Metterò nello stesso paniere anche la carne.
-
-— Oh, grazie, — fece Gertrude — gli piacciono moltissimo!
-
-— Benone, benone. Vedrete che bellezza! —
-
-Ed egli si volse a un'altra avventora così prontamente da lasciar
-credere a Gertrude che non si fosse potuto avvedere del rossore che le
-saliva alle gote, delle lacrime che le spuntavano negli occhi. Ma egli
-_se n'era avveduto_, e appunto per questo aveva avuto tanta fretta di
-servire l'altra.... Era un gran brav'uomo quel rubicondo macellaro!
-
-True conservava un ottimo appetito. Egli gustò e lodò assai il
-desinaretto, e dopo aver mangiato abbondantemente, s'addormentò nel suo
-seggiolone.
-
-Nell'atto che si destava, Gertrude balzò al suo fianco, gridando:
-
-— Zio True, c'è la signorina Emilia!... La buona signorina Emilia che
-viene a farvi una visita!
-
-— Iddio vi benedica, mia cara signorina! — disse il vecchio tentando di
-rizzarsi per muoverle incontro.
-
-— Non vi rizzate, no, ve ne prego! — esclamò la giovane cieca il cui
-raffinato orecchio aveva percepito la sua mossa. — A quanto mi dice
-Gertrude temo che vi sia penoso.... Figliuola, portami una seggiola
-accanto allo zio True.... —
-
-Ella s'accostò al paralitico, gli prese la mano, e parve oltremodo
-turbata nel sentirla tremare così.
-
-— Ah, signorina Emilia, — egli disse — non sono più l'uomo che ero
-quando vi parlai ultimamente.... Il Signore mi ha mandato un avviso, e
-devo dispormi a partirmene dà questo mondo!
-
-— Mi duole assai di non aver saputo nulla della vostra malattia, —
-disse la visitatrice. — Sarei venuta prima a trovarvi.... Ma ho avuto
-la notizia soltanto oggi.... Stamani Giorgio, il servitore di mio
-padre, vi ha visto in una bottega con Gertrude, e me l'ha detto non
-appena ritornato di città. Cotesta bambina doveva pur scrivermi un
-rigo.... —
-
-Gertrude stava ritta presso il vecchio accarezzando con le dita sottili
-le sue ciocche grige. Egli, all'udire Emilia menzionarla, si voltò
-verso di lei e la guardò.... Ah, quale sguardo d'amore! Mai Gertrude
-potè scordarlo.
-
-— Cara signorina, — rispose True — non era necessario disturbare
-nessuno. Dio stesso ha provveduto. Tutti insieme i dottori e tutte le
-infermiere del paese, non avrebbero fatto per me la metà di quello
-che ha saputo fare questa mia piccina. Cinque anni sono, quando me
-la portai a casa, povera scricciola, scalza e livida dal freddo,
-quando, in questa medesima stanza, me la reggevo sulle braccia, notte
-e giorno, malata, quasi morente, non mi sarei immaginato che verrebbe
-così presto la sua volta. No, signorina Emilia, non mi sarei immaginato
-che il Signore mi abbatterebbe così profondamente, che quei piedini
-correrebbero tanto di qua e di là per servirmi, che quelle manine
-verrebbero nelle tristi notti ad accomodare i miei guanciali, che
-il giorno camminerei appoggiato al suo debole braccio.... Davvero le
-vie di Dio non sono le nostre vie, nè i suoi pensieri come i nostri
-pensieri.
-
-— Oh, zio True, — disse Gertrude — io non fo molto per voi! Vorrei fare
-assai più, vorrei ridarvi la vostra forza.
-
-— Per questo mondo non è più possibile.... Ma tu mi dài ben altra forza
-che quella del corpo.... Ah, signorina Emilia, — proseguì rivolto alla
-fanciulla cieca — a voi dobbiamo ogni nostro bene! Io amavo il mio
-uccellino, ma ero uno sciocco e non sarei riescito che a viziarlo.
-Invece voi sapevate quello che ci voleva per il suo meglio e per il
-mio. Voi avete fatto di lei ciò ch'è adesso: uno degli agnelli di
-Cristo, un'ancella del Signore. Se qualcuno m'avesse detto sei mesi
-addietro ch'io sarei divenuto un povero invalido, inchiodato in una
-poltrona, senza sapere chi provvederebbe al necessario per me e per
-il mio uccellino caro, avrei risposto che non è possibile sopportare
-con pazienza una tal sorte, e il cuore mi sarebbe venuto meno. Ma ho
-imparato una gran lezione da questa bambina! Dopo l'attacco, appena
-ebbi ricuperato la parola, e potei esprimere le idee che mi venivano
-alla mente, turbato com'ero pensando al mio caso e alle condizioni
-di Gertrude che non aveva più chi lavorasse per lei, tanto turbato da
-sentirmi peggio, dissi gemendo: «E che faremo ora?... Che faremo?» Ed
-essa mi sussurrò nell'orecchio: «Dio avrà cura di noi, zio True.» E
-quando, dimenticata quella sua risposta, domandai un'altra volta: «Chi
-ci nutrirà ora, chi ci vestirà?» essa di nuovo disse: «Provvederà il
-Signore!» Una notte, nel più profondo della mia angoscia, crucciandomi
-per la mia piccina, esclamai: «Se io muoio, chi s'occuperà di
-Gertrude?» E la cara creatura ch'io credevo a letto, bene addormentata,
-posò la testa accanto alla mia, e rispose: «Zio True, la sera ch'io
-fui messa fuori nella strada buia, ed abbandonata là, sola, senza più
-casa, senza un amico al mondo, il nostro Padre Celeste vi mandò in mio
-soccorso; così se mai volesse chiamarvi a Sè e non prendere me pure,
-mi manderà qualcun altro per sostenermi durante il tempo ch'io devo
-restare ancora quaggiù.» Da quel momento, signorina Emilia, ho cessato
-di disperarmi. Le sue parole e i santi insegnamenti della Bibbia
-ch'ella mi legge tutti i giorni, hanno penetrato il mio cuore, e sono
-in pace.
-
-«Io pensavo sempre che se fossi vissuto e rimasto sano e forte,
-Gertrude avrebbe potuto frequentare la scuola e istruirsi, giacchè ha
-una grande inclinazione allo studio, e impara con molta facilità. È una
-bambina piuttosto gracile; e poi, non pare proprio fatta per i lavori
-grossolani e faticosi, perciò mi dispiaceva troppo l'idea che avesse a
-guadagnarsi la vita duramente. Speravo di vederla diventare maestra di
-scuola come la signorina Browne, o qualche cosa di simile.... Ma adesso
-non mi tormento più. Sono persuaso che, come dice lei, tutto avviene
-per il nostro meglio, perchè altrimenti non avverrebbe. —
-
-Gertrude che, mentre egli parlava, aveva tenuto la faccia nascosta
-contro la sua spalla, alzò la testa e disse, risolutamente:
-
-— Zio True, io mi sento capace di fare qualsiasi lavoro materiale, o
-quasi. Per esempio, la signora Sullivan dice ch'io cucio molto bene;
-potrei far la sarta o la modista. Questi non sono mestieri faticosi.
-
-— Signor Flint, — domandò Emilia — affidereste volentieri a me la
-vostra bambina? Se Dio vi separasse da lei, la credereste sicura sotto
-la mia custodia?
-
-— Oh, signorina Emilia! — esclamò l'infermo. — Come non la crederei
-sicura sotto la custodia d'un angelo? E voi....
-
-— No, non dite questo, — interruppe ella — o mi periterò d'assumere
-un impegno così solenne. So purtroppo che la mia cecità, la mia debole
-salute, la mia inesperienza, mi rendono poco atta ad incaricarmi d'una
-bambina come Gertrude. Ma poichè voi approvate l'istruzione che le ho
-dato finora, e, per bontà vostra, mi tenete in miglior concetto ch'io
-non meriti, almeno sarete certo del mio sincero desiderio d'esserle
-utile. E s'è un conforto per voi il sapere che in caso di vostra morte
-io sarò lieta di prenderla meco, d'aver cura della sua educazione, e
-di provvedere a lei finchè io viva, abbiatevi la mia formale promessa
-— e così dicendo pose la sua destra su quella di True — che questo
-sarà fatto e che m'adoprerò con tutte le mie forze perchè ella sia
-felice. —
-
-Il primo impulso di Gertrude fu di slanciarsi verso Emilia e gettarle
-le braccia al collo, ma la rattenne nell'atto la vista di True che
-piangeva come un fanciullo. Ella fece posare la testa del vecchio sul
-suo seno e asciugò con la mano le lacrime che gli sgorgavano dagli
-occhi: lacrime di gioia però, della gioia che lo soverchiava in quel
-suo stato di debolezza, di prostrazione.
-
-La proposta della signorina Graham gli giungeva così inopinata e di
-tanto superava le sue aspettazioni, da sembrargli una speranza troppo
-bella perchè osasse affidarvisi: e ad un tratto un dubbio gli balenò,
-ed accrebbe la sua trepidanza:
-
-— Ma vostro padre! — disse esitando. — Il signor Graham! Egli ha le sue
-idee particolari, le sue consuetudini, e non è più giovane.... Ho gran
-paura che non gli garberà avere in casa una bambina....
-
-— Mio padre è molto indulgente con _me_, — rispose Emilia. — Certo non
-vorrà opporsi a un disegno che mi sta a cuore. Io mi sono affezionata a
-Gertrude; la sua presenza mi sarebbe utile e vi troverei un conforto.
-Mi confido, signor Flint, che voi riacquisterete, almeno in parte,
-la salute e le forze, e rimarrete con lei ancora molti anni: ma
-affinchè non siate in ansia per la sua sorte, colgo quest'occasione
-d'assicurarvi che s'io vi sopravvivo la mia casa sarà la sua.
-
-— Ah, signorina Emilia! — esclamò il vecchio — il mio tempo quaggiù
-è finito, lo sento; e giacchè volete incaricarvi di questa creatura,
-sarete presto chiamata a compiere la vostra opera di carità. Ricordo
-com'ero turbato il giorno dopo ch'io me l'ebbi portata qui, pensando
-che forse non ero capace d'educarla, e non avevo la possibilità
-di tenerla ammodo. E voi, cara signorina, ricordate che mi diceste
-per incoraggiarmi? «Avete fatto bene,» mi diceste, «e il Signore vi
-benedice e vi ricompenserà.» Quante volte da allora ho ripetuto in cuor
-mio che le vostre parole erano state una vera profezia, che il Signore
-stesso ve le aveva ispirate! Ed ora che voi vi proponete di prendere il
-mio posto perchè Egli mi chiama a Sè, e ch'io vedo più chiaramente che
-mai le sue vie, _vi dico a mia volta_, signorina Emilia: «Fate bene!»
-E se Dio vi ricompensa come ha ricompensato me, verrà il giorno che
-l'amore e la gratitudine di questa orfanella vi ripagheranno di ciò che
-avrete fatto per lei.... Gertrude?
-
-— Non è qui, — disse la cieca — l'ho udita correre nella sua camera.
-
-— Povero uccellino! — fece True. — Non le piace sentirmi parlare
-del momento che dovrò lasciarla. Mi rattrista il pensiero della sua
-desolazione. Mi par di vederla struggersi il cuore in lacrime dietro
-il suo vecchio zio. Basta, non importa. Io volevo raccomandarle
-d'essere una buona figliuola per voi, ma credo che non ci sia bisogno
-di raccomandazioni.... Le dirò quando torna quel che ho da dirle.
-Addio, cara signorina, — egli soggiunse, poichè Emilia s'era rizzata
-e Giorgio, il servitore, l'aspettava sulla soglia — se non vi rivedo
-più, sappiate che voi avete reso un povero vecchio tanto felice, da non
-lasciargli nulla da desiderare sulla terra, e che portate con voi la
-benedizione d'un morente. Vi conceda Iddio di finire i vostri giorni in
-perfetta pace come io finisco i miei! —
-
-Quella sera, quando Trueman si fu coricato, e che Gertrude ebbe finito
-di leggergli secondo il consueto qualche pagina della sua piccola
-Bibbia, egli, chiamatala al suo capezzale, la pregò, come spesso faceva
-ultimamente, di ripetere la preghiera per i malati, da lui prediletta.
-
-Ella s'inginocchiò, e con solenne e commovente ardore sodisfece alla
-sua richiesta.
-
-— E adesso, tesoro, la preghiera per i moribondi.... Ce n'è una, non è
-vero, nel tuo libriccino? —
-
-Gertrude tremò. Sì, _c'era_, e bellissima. La pensosa fanciulla, cui
-l'idea della morte era familiare, la sapeva a memoria. Ma come avrebbe
-potuto proferirne ad alta voce le parole senza tradire la commozione
-che la scoteva tutta? Eppure doveva provarvisi. Lo zio True desiderava
-udirla, e sarebbe stato un conforto per lui. Concentrando tutta
-la propria energia, dominandosi con uno sforzo, ella incominciò, e
-guadagnando vigore man mano che proseguiva, arrivò fino in fondo. Due o
-tre volte la voce le fallì, soffocata nel nodo che le serrava la gola,
-ma subito, per un nuovo sforzo della volontà, risonò tanto limpida e
-calma, che la divozione dell'infermo non fu disturbata dal dolore della
-sua bimba diletta. Fortunatamente egli non poteva sentire i palpiti del
-piccolo cuore spasimante che minacciavano di spezzarlo.
-
-Recitata la preghiera, ella rimase in ginocchio, accanto al letto, con
-la faccia nascosta nelle coperte. Non era in grado di rizzarsi. Per
-qualche minuto un silenzio solenne regnò nella stanza. Poi il vecchio
-le posò una mano sul capo.
-
-Ella alzò gli occhi verso di lui, ed egli disse:
-
-— Tu ami la signorina Emilia, non è vero, uccellino mio?
-
-— Oh, sì, molto!
-
-— Mi prometti d'essere una buona figliuola per lei quando io me ne sarò
-andato? —
-
-Gertrude ruppe in singhiozzi.
-
-— O zio True, non mi lasciate! _Caro, caro_ zio True, io non posso
-vivere senza di voi!
-
-— Dio vuole ch'io vada a Lui, Gertrude. Egli è stato sempre buono con
-noi, e non dobbiamo ora dubitare della Sua bontà. La signorina Emilia
-può fare per te più ch'io non potessi. Tu con lei sarai felice.
-
-— No, no! Mai più non sarò felice in questo mondo! Non fui mai felice
-prima d'esser venuta a stare con voi! E se voi morite, desidero di
-morire anch'io....
-
-— Tu non devi desiderare questo, mio tesoro: sei giovane, e il tuo
-dovere è di compiere sulla terra il tempo che t'è assegnato procurando
-di fare il bene. Io sono vecchio, e oramai non altro che un peso
-inutile....
-
-— Non lo dite, zio True, non lo dite! Voi non siete, non potete
-essere di peso a nessuno. Vorrei io piuttosto non aver cagionato tanto
-incomodo a voi....
-
-— Al contrario, uccellino, Dio sa che tu sei stata tutti questi
-anni la gioia del mio cuore. Ciò che mi affligge è il vederti adesso
-sempre sacrificata qui in casa a sfaticare invece d'andar a scuola.
-Ma quaggiù, noi dipendiamo gli uni dagli altri.... in primo luogo da
-Dio.... e poi gli uni dagli altri.... E questo mi rammenta le cose
-che ho da dirti. Io sento che il Signore mi chiamerà presto, assai
-più presto che tu non creda. E tu allora piangerai e sarai oltremodo
-afflitta, senza dubbio.... Ma la signorina Emilia ti prenderà seco, e
-ti dirà parole sante che ti conforteranno, ti dirà come ci rivedremo
-e saremo felici in un mondo migliore; dove non ci separeremo più....
-Anche Guglielmo farà tutto il suo possibile per consolarti nel tuo
-dolore.... E, col tempo, sorriderai di nuovo.... Da principio, ed a
-lungo forse, tu sarai a carico della signorina Emilia che avrà da
-pensare a tutto per te: scuola, vestiario, e via dicendo. Ebbene,
-questo ti voglio dire: lo zio True s'aspetta che tu ti comporti con
-lei da buona figliuola, e l'obbedisca sempre. E quando sarai più
-grande forse potrai fare a tua volta qualche cosa per provarle la
-tua gratitudine. Ella è cieca, e i tuoi occhi dovranno essere i suoi:
-non è robusta, e tu dovrai essere il suo sostegno come sei stata il
-mio. Se tu sarai buona e paziente, Gertrude, Dio ti darà la pace e
-la serenità dell'anima per aver fatto quanto potevano le tue forze,
-in pro degli altri. E quando avrai qualche dispiacere (nessuno ne va
-esente) ricordati dello zio True che ti diceva in questi casi: «Su,
-allegri, uccellino, perchè a parer mio tutto finirà bene!» Andiamo,
-non addolorarti ora: va' a letto, cara.... E domani faremo una bella
-passeggiatina; sai che Guglielmo verrà con noi.... —
-
-Gertrude si fece cuore per amor suo, e andò a coricarsi. Stette qualche
-ora vegliando, ma alfine cadde in un sonno profondo e non si destò fino
-a giorno.
-
-Sognò ch'era già il mattino e che lei, lo zio True e Guglielmo facevano
-una passeggiata deliziosa; lo zio True aveva ricuperato la salute e le
-forze, camminava con passo fermo, gli occhi gli brillavano; Guglielmo e
-lei erano felici e ridenti.
-
-E mentre ella sognava il suo bel sogno, ed era tanto lontana dal
-pensare che mai più non avrebbe calcato a fianco del suo primo amico
-le vie terrestri, il messaggero venne, un dolce e tacito messaggero, e
-nella quiete della notte avvolgente il mondo sopito, prese l'anima del
-buon True e la portò a Dio!
-
-
-
-
-XVI.
-
- Le stelle son magioni edificate
- Da natura, ove forse la celeste
- Lor dimora hanno l'anime beate
- Nella luce immortal che le riveste.
-
- WORDSWORTH.
-
-
-Sono trascorsi due mesi dalla morte di True, e da otto giorni Gertrude
-è stabilita in casa del signor Graham.
-
-Emilia aveva saputo per mezzo d'un giornale la notizia della perdita
-che così improvvisamente colpiva la bambina. Senz'indugio comunicò
-allora a suo padre il suo desiderio e i suoi propositi rispetto
-all'orfanella, ed egli non vi si oppose. Le fece però notare
-gl'inconvenienti che avrebbe cagionato in quel momento la venuta
-di questa alla villa, posto che erano in procinto di partire per
-una visita a parenti dimoranti in un paese lontano, e non sarebbero
-ritornati che quasi al tempo di rientrare in città per l'inverno.
-Emilia comprese la giustezza dell'obiezione. Invero la signora Ellis
-restava a custodia della casa, ma ella ben sapeva che quand'anche
-avesse acconsentito ad occuparsi di Gertrude durante la loro assenza,
-era la persona meno atta a consolarla nella sua afflizione.
-
-Questo pensiero la turbava considerandosi ella oramai come l'unica
-tutela di quell'orfana, e si doleva in cuor suo d'essere così
-inopportunamente costretta a un insolito viaggio. Ma non c'era rimedio:
-il signor Graham aveva divisato di farlo, ed ella doveva guardarsi
-dal contrariare la sua intenzione perchè la presenza della piccola
-Gertrude non riuscisse, proprio da bel principio, importuna e sgradita,
-E la mattina dopo il suo colloquio col padre, si recò in città, assai
-perplessa circa il modo di regolarsi in quelle imprevedute circostanze.
-
-Era una domenica, ma Emilia aveva uno scopo di carità e d'amore, che
-non ammetteva dilazioni. Un'ora innanzi l'uffizio del mattino, la
-signora Sullivan, affacciata alla finestra che dava sulla strada, vide
-fermarsi alla porta di casa la carrozza del signor Graham. Ella corse
-incontro alla giovane cieca, e con la gentilezza e la bontà in lei
-naturali la condusse nel suo modesto ma pulitissimo salotto, la fece
-sedere in una comoda poltrona, le mise in mano un ventaglio, (era una
-giornata caldissima) poi le disse quanto lieta, grata, fosse della sua
-visita, e quanto le dispiacesse che appunto Gertrude non si trovasse in
-casa.
-
-— E dov'è? — domandò Emilia, maravigliata.
-
-— È uscita a passeggiare col mio Guglielmo, — rispose la signora
-Sullivan.
-
-Molte altre domande seguirono a quella, da parte della visitatrice,
-e la buona donnina raccontò tutta la lunga e commovente storia del
-disperato dolore di Gertrude, dolore inconsolabile, e tanto profondo da
-farle temere ch'ella ne morisse.
-
-— Io non potevo nulla, con lei. Durante la settimana scorsa passò
-le giornate seduta sul suo panchetto davanti alla poltrona dello zio
-True, con la testa sul cuscino, e non c'era caso d'indurla a levarsi
-di lì e a mangiare qualche cosa. Quando le parlavo sembrava che non
-udisse: s'io tentavo di smuoverla a forza non si dibatteva, (era sempre
-tranquilla), ma mi si abbandonava tra le braccia come un corpo morto;
-e non osavo costringerla a venire nel mio quartierino benchè sapessi
-che il mutar luogo le avrebbe giovato. Se non ci fosse stato Guglielmo,
-io non so davvero come avrei fatto con quella povera creatura; era
-una gran pena! Ma lui sa maneggiarla molto meglio di me. Nelle ore
-che è in casa, adesso va benino. Figuratevi, se la piglia in collo,
-perchè è forte quel ragazzo, e lei è leggera come una piuma, la porta
-in un'altra stanza o fuori nella corte, e trova sempre la maniera di
-rasserenarla, ch'è una maraviglia. La persuade a mangiare, la conduce a
-far una lunga passeggiata tutte le sere, quando ritorna dal magazzino.
-Ieri andarono fin oltre il ponte di Chelsea, dove si gode l'aria buona
-e il fresco, e pare che fosse riuscito a distrarla, a divertirla
-perfino, perchè me la riportò più colorita e più animata che non
-l'avessi ancora veduta. Era tanto stanca, che si lasciò mettere a letto
-nella mia camera, e dormì saporitamente tutta la notte. Tant'è vero
-che oggi è la Gertrude di prima. Sono usciti insieme stamani; essendo
-domenica Guglielmo sta tutto il giorno con noi, e non dubito che finirà
-di consolarla, se è umanamente possibile.
-
-— Guglielmo dimostra molto criterio cercando di distrarla, conducendola
-fuori di casa, — disse Emilia. — Sono lieta ch'ella abbia amici tanto
-benevoli. Io promisi al signor Flint che se la sua figliuola adottiva
-avesse la sventura di perderlo, la prenderei meco, e la mia casa
-sarebbe la sua. Non ho avuto notizia della morte di quel brav'uomo se
-non ieri; e considero come un gran favore usato a me non meno che a
-Gertrude, l'avere intanto preso così amorosamente cura di lei. Ma io
-ero certa della vostra bontà: altrimenti non mi sarei data pace di non
-aver saputo subito che il povero True già era venuto a mancare.
-
-— Oh, signorina Emilia, — disse la signora Sullivan — Gertrude ci
-è tanto cara, e soffrivamo talmente anche noi vedendola soffrire,
-ch'era bontà verso noi stessi fare tutto il possibile per confortarla.
-Io credo che Guglielmo e lei non s'amerebbero con maggior tenerezza
-se fossero fratello e sorella. Il mio figliuolo e lo zio True erano
-grandi amici. Ah sentiamo tutti vivamente la perdita del nostro buon
-casigliano, credetelo. Il mio vecchio padre non ne parla molto, ma io
-vedo bene com'è addolorato e depresso. —
-
-Nel corso della conversazione che si prolungò ancora, la vedova disse
-che una sua cugina moglie d'un fittaiuolo, la quale viveva nei dintorni
-di Boston alla distanza di circa venti miglia dalla città, l'aveva
-invitata, insieme co' suoi, a passare una quindicina di giorni alla
-fattoria; e che coincidendo l'invito con l'usata vacanza estiva di
-Guglielmo, si proponevano d'accettarlo.
-
-Ella parlò di Gertrude come se fosse inteso che li accompagnerebbe, e
-s'estese sul vantaggio che le avrebbe procurato il respirare l'aria di
-campagna e scorrazzare per campi e boschi, dopo le fatiche sostenute e
-la lunga reclusione.
-
-Emilia, visto che la ragazzina sarebbe un'ospite attesa e bene accolta,
-approvò di cuore questa visita, e convenne inoltre con la signora
-Sullivan che ella rimarrebbe affidata a lei, fino al ritorno del signor
-Graham a Boston per la stagione invernale. Poi dovette accomiatarsi,
-senz'aspettare Gertrude; ma lasciò alla vedova un affettuoso messaggio
-per la loro protetta, e una somma sufficiente ai bisogni di questa
-durante il tempo stabilito.
-
-Così Gertrude andò in campagna, dove la novità d'ogni cosa intorno a
-lei, l'abbondanza di cibo sostanzioso, la salubrità del moto all'aria
-aperta tra il verde, la cordialità e la simpatia delle persone con cui
-si trovava, fecero rifiorire le rose sulle sue guance e ridonarono al
-suo cuore la calma e la serenità se non la gioia.
-
-Poco dopo ritornati i Sullivan dalla loro villeggiatura, si
-trasferirono in città anche i Graham, e l'orfanella passò nella sua
-nuova casa.
-
-— Sei ancora alla finestra, Gertrude? Che ci stai a fare, cara?
-
-— Aspetto di vedere accendersi i lumi, signorina Emilia.
-
-— Ma non li accendono stasera. Alle otto si leva la luna che
-rischiarerà le strade a sufficienza per tutta la notte.
-
-— Non intendevo parlare dei lampioni.
-
-— E di che, dunque? — domandò Emilia avvicinandosi alla finestra e
-posando le mani sulle spalle della fanciulla.
-
-— Delle stelle, cara signorina. Ah, vorrei pure che poteste vederle
-anche voi!
-
-— Brillano e scintillano, non è vero?
-
-— Oh, sono belle, belle! E tante! Il cielo n'è gremito....
-
-— Come ricordo il tempo ch'io solevo stare a questa medesima finestra,
-guardando le stelle che tu guardi ora! Mi sembra di vederle con gli
-occhi tanto le ho presenti nella memoria!
-
-— Io le amo tutte quante, ma la mia più d'ogni altra!
-
-— E qual'è la tua stella?
-
-— È quella fulgidissima, là, sul campanile della chiesa. Ogni notte
-splende di contro alla mia camera e mi guarda fisso nel viso....
-Signorina Emilia, — e la voce di Gertrude si fece sommessa — provo
-un sentimento come se quella stella splendesse apposta per me, e mi
-figuro che l'accenda lo zio True, e ch'egli nella sua luce mi sorrida
-e mi dica: «Vedi, Gertrudina, ho acceso la tua lampada!» Caro zio True!
-Credete, signorina, che egli mi ami sempre?
-
-— Sì, lo credo fermamente; e credo pure che se tu seguirai il suo
-esempio e procurerai d'esser buona e paziente al pari di lui, egli sarà
-in effetto il lume che guiderà i tuoi passi brillando sul tuo cammino
-di luce altrettanto viva che se la sua faccia ti sorridesse nel fulgore
-della stella.
-
-— Io ero paziente, e buona quando vivevo con lui.... quasi sempre
-almeno.... e sono buona quando sono con voi; ma la signora Ellis mi
-urta. Si direbbe che cerchi di tormentarmi, di provocarmi, e allora
-io vo in collera; e non so più quel che dico e quel che faccio. Non
-intendevo d'essere impertinente con lei, oggi, e mi rincresce d'avere
-sbattuto l'uscio; ma come non perdere la pazienza, signorina Emilia,
-nel sentirla sostenere davanti al signor Graham che avevo strappato
-io il _Journal_ di ieri, mentre non era vero? Quello in cui mi vide
-involtare le vostre pantofole era un altro vecchio foglio, e sono
-sicura che ella stessa, invece, deve aver acceso il fuoco nella
-biblioteca col _Journal_ scomparso; ma il signor Graham crederà sempre
-che sono stata io.
-
-— Non dubito, Gertrude, che tu avevi qualche ragione di sentirti
-sdegnata, e che, come affermi, quel giornale non è andato perduto per
-colpa tua. Ma devi ricordarti, mia cara, che non c'è nessun merito
-a esser buoni e pazienti quando nulla ci irrita. Io desidero che tu
-impari a sopportare anche le ingiustizie senza perdere la padronanza
-di te. Sai che la signora Ellis è qui da molti anni; finora ha sempre
-fatto a modo suo, e non è avvezza coi ragazzi. S'immagina che la
-tua presenza in questa casa le porterà nuove faccende, la disturberà
-nelle sue consuetudini; e pero non è da maravigliarsi che, a volte, se
-qualche cosa va di traverso se la pigli teco. È una donna fidatissima,
-buona e premurosa per me e per il mio babbo che la tiene in gran
-conto. Sarei infelice se dovessi temere che tu e lei non potrete vivere
-insieme amichevolmente.
-
-— Io non voglio farvi infelice! Non voglio disturbare nessuno! — disse
-Gertrude, eccitata. — Andrò via piuttosto, dovunque, lontano, e non
-sentirete più parlare di me!
-
-— Gertrude! — esclamò Emilia con tono grave e triste.
-
-Ella teneva sempre le mani sulle spalle della ragazzina, e, parlando,
-la fece voltare di faccia a lei.
-
-— Gertrude, desideri dunque d'abbandonare la tua amica cieca? Non mi
-vuoi punto bene? —
-
-Il volto in cui s'incontrò lo sguardo della piccola sdegnosa aveva
-un'espressione di dolore così commovente, che il suo orgoglio e la sua
-ira caddero di colpo.
-
-— No, no, cara signorina Emilia! — ella proruppe gettando le braccia
-al collo della giovane. — Non vorrei lasciarvi per nulla al mondo.
-Farò tutto quello che voi desiderate! Non andrò più in collera con la
-signora Ellis, per amor vostro!
-
-— Non per amor mio, Gertrude, — replicò Emilia — per amor di te stessa,
-per amor del tuo dovere e di Dio! Qualche anno fa non avrei aspettato
-da te un contegno remissivo e benevolo verso una persona da cui tu
-fossi stata trattata con ingiustizia; ma adesso che sai distinguere il
-bene dal male, adesso che t'è familiare la vita del divino Maestro,
-il quale perdonava le ingiurie, adesso che hai imparato a compiere
-fedelmente tanti alti doveri, speravo che tu sapessi anche sostenere
-con pazienza e indulgenza ogni più duro cimento. Ma s'io t'ammonisco
-quando hai errato, non dispero già che tu divenga un giorno come ti
-bramo. Poichè tu ti trovi sottoposta ora a una novella prova, t'è
-necessario raccogliere novelle forze per sopportarla; e ho tanta
-fiducia in te da credere che, conoscendo i miei desiderî, procurerai
-di condurti convenevolmente verso la signora Ellis, in qualsiasi
-occasione.
-
-— Lo farò, cara signorina, lo farò. Non le risponderò mai quando sarà
-cattiva con me, dovessi mordermi le labbra per tenerle chiuse.
-
-— Oh le cose non arriveranno a questo punto! — disse Emilia sorridendo.
-— Le sue maniere sono un po' ruvide, ma ti ci assuefarai col
-tempo. —
-
-Proprio in quel momento s'udì una voce nell'anticamera:
-
-— Vedere _la signorina Flint_! Davvero? Ebbene, _la signorina Flint_ è
-nella camera della signorina Graham. O che si mette a ricever visite,
-ora? —
-
-Gertrude avvampò in viso, fino alle tempie. La voce era quella della
-signora Ellis e parlava in tono di derisione.
-
-Emilia andò all'uscio e l'aperse.
-
-— Signora Ellis!
-
-— Che volete, Emilia?
-
-— C'è qualcuno da basso?
-
-— Sì, un giovanotto che chiede di Gertrude. Quel certo Sullivan, credo.
-
-— Guglielmo! — gridò Gertrude slanciandosi avanti.
-
-— Scendi pure, e quando avrai finito d'intrattenerti con lui torna
-qui, — disse Emilia. — Voi, signora Ellis, fatemi il piacere di venir a
-mettere un po' in ordine la mia camera. Credo che troverete sul tappeto
-molti ritagli di roba per il vostro sacco dei cenci. La signorina
-Randolph ne semina sempre in abbondanza quando viene a tagliare un
-vestito. —
-
-La governante fece la sua collezione, poi sedette sul canapè coi
-ritagli di colore in una mano e i bianchi nell'altra, e cominciò,
-parlando di Gertrude:
-
-— Che farete di lei, Emilia? La manderete a scuola?
-
-— Sì, andrà dal signor W. l'inverno prossimo.
-
-— Oh! Non è una scuola troppo costosa per una ragazzina della sua
-condizione?
-
-— È costosa, sicuro, ma io desidero darle il miglior maestro che
-conosco, e il babbo non fa obiezioni circa la spesa. Pensa anche lui
-che se vogliamo destinarla a istruire altre bambine, bisogna che sia
-bene istruita ella stessa. Gliene parlai la prima sera dopo tornati
-in città per la stagione, e convenne con me ch'era meglio metterla
-subito a imparare un mestiere, anzichè farne con una mezza educazione
-una signorina buona a nulla. Egli acconsentì a lasciarmi libera di
-regolarmi come mi parrebbe meglio, e ho risolto di mandarla dal W.
-Resterà dunque con noi per ora. È mia intenzione tenermela dappresso
-quanto più a lungo sia possibile, non solo perchè le sono molto
-affezionata, ma perchè è tanto delicata e sensitiva; la morte del
-vecchio Flint l'ha addolorata immensamente, e dobbiamo cercare in ogni
-modo di consolarla, di renderla felice.... non vi pare, signora Ellis?
-
-— Io ho sempre badato a fare il mio dovere, — rispose la governante,
-piuttosto seccamente. — Dove dormirà quando la casa sarà ordinata?
-
-— Nella camerina in fondo al corridoio.
-
-— E allora dove metterò l'armadio della biancheria?
-
-— Non può stare nell'entrata sul di dietro? Io credo che troverà posto
-benissimo tra le due finestre....
-
-— Bisognerà che lo trovi, — disse la signora Ellis; e uscì dimenandosi
-e brontolando tra i denti: — Tutto sossopra a cagione di quella piccola
-villana rifatta! —
-
-I motivi del suo dispetto erano parecchi. Preposta da lungo tempo al
-governo delle faccende domestiche in casa Graham, esercitava le sue
-mansioni con un'autorità assoluta, diventata un po' tirannica. Era
-brava, metodica, scrupolosa in materia d'ordine e di pulizia. A' suoi
-occhi, dopo tanti anni che viveva tranquilla in una famiglia poco
-numerosa e non aveva più da fare con bambini, Gertrude era apparsa
-come un'intrusa, di cui nulla giustificava la presenza, e che non
-poteva se non commettere malestri, seminar zizzania e guastarle le
-uova nel paniere. Inoltre usciva dal «basso popolo», come s'esprimeva
-la governante, la quale non era in fondo di cuor duro ed approvava la
-carità pubblica e privata, ma aveva un debole per gli «alti natali».
-Si vantava anzi d'esser nata bene ella stessa, quantunque ridotta
-dalla fortuna in una condizione inferiore, e le pareva un'offesa
-alla sua dignità il pretendere ch'ella avesse a prestarsi in servigio
-di una persona tanto al di sotto di lei nella gerarchia sociale. Ma
-soprattutto vedeva in quell'ospite sgradita una rivale formidabile
-nell'affetto della signorina Graham, che, afflitta da cecità e
-piuttosto cagionevole, era stata fino allora interamente affidata alle
-sue cure, e in cui aveva riposto tutta la tenerezza che la sua aspra
-natura le concedeva di sentire per qualcuno.
-
-Date queste circostanze, si comprende che la signora Ellis era lungi
-dal sentirsi favorevolmente disposta verso Gertrude; e Gertrude dal
-canto suo non era ancor preparata ad amare cordialmente la signora
-Ellis.
-
-
-
-
-XVII.
-
- Imprendere su questo mare un lungo
- Venturoso viaggio è tuo destino.
- _Può_ il saggio naufragar, lo stolto _deve_.
- Or dunque a tempo di saggezza t'arma.
-
- WARE.
-
-
-Emilia sedeva sola nella sua camera. Il signor Graham era andato a
-un'assemblea dei direttori delle banche. La signora Ellis mondava
-dell'uva passa nel salotto da pranzo. Gertrude s'intratteneva
-ancora con Guglielmo nella piccola biblioteca a pianterreno. Ed
-Emilia s'abbandonava al corso de' suoi pensieri mentre il lume della
-luna invadeva la stanza non meno buia per lei. Ella appoggiava la
-fronte sulla mano; il suo volto abitualmente placido e sereno aveva
-un'espressione di profonda mestizia, la sua persona era accasciata in
-un'attitudine di dolore e di scoramento. E man mano che i ricordi le
-si affollavano nella mente, e i passati affanni le si ridestavano nel
-cuore, ella veniva reclinando il capo sui cuscini dell'agrippina, e
-lente lacrime stillavano di tra le sue dita.
-
-D'improvviso una manina leggera la toccò. Ella diede un sobbalzo, come
-sempre quand'era sorpresa, perchè, tutt'assorta nella sua meditazione,
-non aveva udito i passi di Gertrude.
-
-— Avete qualche dispiacere, signorina Emilia? — domandò la fanciulla. —
-Desiderate che vi lasci sola, o mi permettete di rimanere? —
-
-Il tono affettuoso, la delicatezza della domanda, commossero la cieca.
-
-— Oh, sì, rimani! — le rispose traendola a sè e cingendole con un
-braccio la vita. — Ma tu che hai? — soggiunse, poichè in quell'atto
-aveva sentito che ella era violentemente agitata. — Tremi tutta, sei
-scossa da singhiozzi.... Che t'è accaduto? —
-
-Gertrude proruppe:
-
-— Ah, cara signorina! Mi sembrava che piangeste quando sono entrata,
-e speravo che mi lascereste piangere con voi.... Sono in tanta
-desolazione! Non posso far altro. —
-
-Emilia si calmò dinanzi all'intensa angoscia della sua piccola
-protetta, evidentemente cagionata da una nuova e grave afflizione.
-Ella volle conoscerla. E seppe questo: Guglielmo era venuto a dirle
-che partiva, che lasciava l'America, per andare, diceva lei, «in capo
-al mondo»: nell'India. Il signor Clinton essendo cointeressato in una
-casa commerciale di Calcutta, aveva offerto al giovane Sullivan di
-mandarvelo in qualità di commesso a condizioni vantaggiosissime. Gli
-si schiudeva così un avvenire ben più splendido di quello che poteva
-sperare in patria: già fin d'ora lo stipendio assegnatogli era tale
-da bastare non solo a tutte le sue spese personali, ma altresì al
-benessere de' suoi che d'anno in anno avevano maggior bisogno del suo
-aiuto; ed anche le probabilità d'avanzamento erano grandi. Pertanto,
-sebbene l'amoroso suo cuore sanguinasse al pensiero del distacco dal
-paese nativo e da coloro che amava, egli non esitò un momento a seguire
-il consiglio datogli a un tempo dal suo dovere e dal suo interesse.
-Accettò la proposta, e per fiere che fossero le sue intime lotte nel
-prendere questa risoluzione che lo condannava a un esilio di cinque
-anni almeno, di dieci forse, vi si mantenne con virile fermezza, e ne
-parlò gaiamente a sua madre ed al nonno.
-
-— Signorina Emilia, — disse Gertrude quando si fu quetata alquanto —
-come sopporterò io la partenza di Guglielmo? Come potrò vivere senza
-di lui? È tanto buono, mi vuol tanto bene! Sempre è stato per me più
-che un fratello, e da quando lo zio True è morto, che non ha fatto
-per confortarmi? Io credo che la morte dello zio True non l'avrei
-sopportata, se non avessi avuto Guglielmo.... E ora ho da rassegnarmi a
-lasciarlo andar via?
-
-— È un gran dolore — fece benevolmente Emilia — ma, senza dubbio,
-si tratta della sua fortuna. Tu devi pensare a questo, e farti una
-ragione.
-
-— Lo so, lo so, sarà un vantaggio per lui.... Ma voi non potete
-immaginarvi a qual segno io lo ami.... Siamo stati tanto tempo insieme;
-eravamo noi due soli, e si viveva l'uno per l'altro.... Egli è molto
-più grande, e mi proteggeva, aveva cura di me.... No, è impossibile che
-vi facciate un'idea della nostra amicizia.... —
-
-Gertrude aveva inconsciamente toccato una corda che faceva vibrare
-tutta l'anima d'Emilia.
-
-— Io, figliuola mia, _non potermelo immaginare_? — cominciò questa. —
-Ah, comprendo meglio che tu non te lo figuri, quanto egli ti sia caro!
-Anch'io ebbi.... —
-
-La voce le tremava; s'interruppe bruscamente, s'alzò da sedere, mosse a
-rapidi passi verso la finestra, e premette la fronte bruciante contro
-il gelido cristallo; poi ritornò alla fanciulla dicendo con un tono
-ridivenuto calmo:
-
-— O Gertrude! Nel dolore che t'opprime tu non vedi il gran conforto che
-ti è concesso.... Pensa, cara, che Guglielmo potrà darti di frequente
-sue notizie e ricevere le tue.... È una felicità questa di cui devi
-render grazie a Dio.
-
-— Sì, m'ha detto che scriverà spessissimo alla sua mamma ed a me....
-
-— Inoltre tu dovresti esser lieta della buona opinione che il signor
-Clinton ha di lui. La piena fiducia che mostra nella sua intelligenza
-e nella sua probità scegliendolo per quel posto così importante, è un
-grande onore.
-
-— È vero; non l'avevo considerato.
-
-— E voi due siete stati sempre felici insieme, e vi separerete in
-perfetta pace. O, Gertrude, Gertrude, una separazione come la vostra
-non deve affliggerti così: ve n'hanno di ben più crudeli.... Sii
-paziente, figliuola mia, fa' il tuo dovere, e forse il giorno che vi
-rivedrete vi recherà tanta gioia, da compensarvi ampiamente di quanto
-v'avrà fatto soffrire la lontananza. —
-
-Nel proferir queste parole la voce d'Emilia di nuovo tremava. Gli occhi
-di Gertrude erano fissi nel suo viso con un'espressione di maraviglia.
-
-— Signorina Emilia, — ella disse — comincio a credere che tutti abbiano
-le loro pene.
-
-— Certo, cara. Come potresti dubitarne?
-
-— Non lo credevo, una volta: io, sì, ne avevo molte, ma stimavo gli
-altri più fortunati. M'immaginavo che i ricchi, poi, non avessero
-niente da desiderare; benchè voi siate cieca, e che questa sia una cosa
-terribile, vedendovi sempre di buon umore e tranquilla avevo finito
-col persuadermi che essendovici assuefatta non ne soffriste più, e
-che adesso nulla mai vi tormentasse. E Guglielmo! Era sempre così
-allegro ch'io non potevo nemmeno figurarmelo con un viso triste; ma un
-giorno, quando non riesciva a trovare un'occupazione, lo vidi piangere
-a calde lacrime; e così per la morte dello zio True; e stasera, mentre
-mi diceva che sarebbe andato via, i singhiozzi gli facevano nodo alla
-gola. Sicchè se anche voi, anche lui, avete i vostri dolori, e in certi
-momenti non rattenete il pianto, vuol dire che il mondo è pieno di
-triboli e che ad ognuno ne tocca la sua parte.
-
-— È questa la sorte dell'umanità, Gertrude, e non dobbiamo lusingarci
-di sfuggirvi.
-
-— Ma allora chi può essere felice?
-
-— Soltanto coloro che hanno imparato a sottomettersi; coloro che
-perfino nelle più gravi afflizioni vedono la mano d'un Padre amoroso, e
-obbedienti al suo volere baciano la verga che li castiga.
-
-— Dura prova, signorina Emilia!
-
-— Sì, molto dura, e perciò ben pochi in questo mondo possono veramente
-chiamarsi felici. Ma se in mezzo alle nostre miserie leviamo lo sguardo
-a Dio con fede ed amore, ci è dato, mentre tutto s'oscura intorno a
-noi, gustare una pace foriera della beatitudine celeste. —
-
-Emilia aveva ragione. Chi, tra quelli che tendono con sincero sforzo
-verso la mèta d'una vita cristiana, non ha provato, volgendo nelle ore
-di supremo sconforto il cuore amante e fidente a Colui dal quale ogni
-nostra virtù deriva, commozioni di gioia estatica, di sublime speranza,
-ignote ai gaudenti che il mondo chiama felici? Il cristiano che ha così
-sognato un sogno di pace eterna, può farsi un qualche concetto di ciò
-ch'è serbato al popolo di Dio, se l'anima con amore indiviso, con fede
-immacolata, si riposa nel suo Creatore.
-
-Spesso Gertrude aveva trovato nell'influsso delle credenze religiose un
-sollievo alle sue pene; ma non aveva ancora come quella sera sentito
-uno spirito non terreno sorgere dal medesimo turbine di dolore che la
-travolgeva e accendere in lei la fiamma della più nobile, della più
-pura sensazione che mai l'avesse commossa.
-
-Quand'ella uscì dalla camera d'Emilia era serena, di quella serenità
-ch'è una forza; e se l'anima dello zio True, guardandola dalla
-fulgida stella a lei tanto cara, sospirò nel veder le lacrime che le
-imperlavano le ciglia, la consolò il sorriso della luce divina che
-splendeva nel suo volto, e che quando ella ebbe chiuso gli occhi al
-sonno, v'impresse il suggello della pace.
-
-La partenza di Guglielmo fu così affrettata, che la signora Sullivan
-ebbe appena una settimana per fare tutti i preparativi che la sua
-previdenza materna stimava indispensabili. Ella era sopraccarica di
-lavoro, e Gertrude, alla quale Emilia aveva dato libertà di passare
-quel tempo da lei, le fu di grande aiuto. Guglielmo, occupatissimo
-durante la giornata, tornava a casa tutte le sere per stare qualche ora
-con loro.
-
-Una volta rincasò sull'imbrunire. Sua madre e il nonno Cooper erano
-fuori; e poichè Gertrude aveva appunto terminato il suo lavoro di
-cucito, egli le disse:
-
-— Se non hai paura di pigliar freddo, vieni a sedere con me sullo
-scalino dell'uscio, come facevamo in passato: oggi la temperatura è
-abbastanza mite, ma non c'è da sperare che duri.... E chi sa se avremo
-più occasione di sederci insieme su questa soglia e guardar la luna
-sorgere sopra la vecchia casa all'angolo della strada....
-
-— Oh, Guglielmo, — ella l'interruppe — non parlare di non ritrovarci
-più insieme qui! Mi fa tanta pena la sola idea.... Non c'è una casa in
-tutta Boston che possa mai piacermi come questa!
-
-— E neanche a me.... Ma non credo a una probabilità contro cento che
-al mio ritorno tra cinque anni io non trovi al suo posto un bel blocco
-di magazzini, quando verrò a cercarla.... Vorrei che non fosse, perchè
-sento che avrò la nostalgia della nostra antica dimora....
-
-— Ma se la demoliscono, che faranno tua madre e tuo nonno?
-
-— Non è facile dire che farà uno qualsiasi di noi a quel tempo; ma
-se saranno costretti a sgomberare, mi confido d'essere in grado di
-provvederli di un'abitazione migliore.
-
-— Però tu non ci sarai, Guglielmo.
-
-— Lo so, ma ci scriveremo sempre, e potremo parlarne e regolare ogni
-cosa per lettera. Il pensiero degl'inevitabili mutamenti è ciò che più
-mi turba nel lasciarli; temo che si risentano della mia assenza, che
-abbiano bisogno di me.... Gertrude, tu avrai cura de' miei cari, non è
-vero?
-
-— _Io!_ — esclamò ella, sbalordita. — Una bambina come me che può fare?
-
-— Se rimarrò lontano da cinque a dieci anni, tu non sarai sempre una
-bambina, e in molti casi vale più l'appoggio d'una donna che quello
-d'un uomo; specie d'una buona e brava donna quale tu diverrai senza
-fallo. Io non ho dimenticato l'ammirabile assistenza che prestasti allo
-zio True; e quando mi figuro la mamma e il nonno vecchi ed infermi,
-penso a te sperando che ti saprei accanto a loro; perchè sono certo che
-tu li potresti aiutare meglio assai che non possa io. E però li lascio
-affidati a te, Gertrude, benchè tu non sia che una bambina _ora_.
-
-— Grazie, Guglielmo, della tua fiducia ch'io farò per loro tutto ciò
-che starà nelle mie forze. E lo farò finchè avrò vita. Ma è possibile
-ch'_essi_ siano vegeti e sani durante tutto il tempo della tua assenza,
-e che invece io, sebbene tanto giovane, mi ammali e venga a morire.
-
-— Ahimè, non è che troppo vero! — disse egli con accento di tristezza.
-— E potrei morire anch'io. Ma è inutile pensare a questo.... Mi
-pare che non avrei il coraggio d'andarmene se non mi confidassi di
-ritrovarvi tutti in buona salute e contenti, al mio ritorno. Tu devi
-scrivermi ogni mese, perchè sarebbe un compito assai più faticoso per
-la mamma che per te, e, sicuro, essa t'incaricherà quasi interamente
-della corrispondenza; sarà tutt'uno che le mie lettere siano dirette
-all'una o all'altra.... E tu, Gertrude, non mi scordare, sai....
-voglimi sempre bene come se fossi presente.... Me lo prometti, cara?
-
-— Scordarti, Guglielmo!... Io non penserò che a te, e t'amerò più che
-mai.... Come potrebb'essere diversamente? Ma tu sarai lontano in un
-paese straniero, dove tutto ti sarà nuovo, tutto ti distrarrà.... e non
-penserai di certo a me, altrettanto.
-
-— Se tu lo credi, Gertrude, vuol dire che _non mi conosci_ abbastanza.
-Tu qui avrai dintorno tanti buoni amici, io mi troverò solo laggiù in
-mezzo a gente estranea; ma il mio cuore sarà sempre con te e con la
-mamma, e vivrò più tra voi, che dove sarò in persona. —
-
-Furono interrotti dal ritorno del signor Cooper e non riannodarono
-più il discorso su questo soggetto. Ma la mattina della partenza,
-mentre nella stanza attigua la signora Sullivan, china su un baule ben
-riempito, cercava di nascondere le sue lacrime, e il vecchio stava a
-testa bassa più del solito, con in mano la pipa spenta, Guglielmo disse
-sottovoce a Gertrude che ritta sopra una cassetta di libri ne premeva
-il coperchio affinchè egli potesse chiudere il lucchetto:
-
-— Cara, per amor mio, abbi cura di _nostra_ madre e del _nostro_
-nonno.... Sono _tuoi_ quasi quanto miei. —
-
-Nel momento che il giovanetto lasciava così, la prima volta, la
-sua casa, e andava a sostenere fra gli uomini la lotta per la vita,
-il signor Cooper, il quale nel suo scetticismo non poteva crederlo
-capace di vincere contro la fortuna, lo ammonì ripetutamente di non
-vagheggiare speranze che non si sarebbero mai avverate, e gli rammentò
-con insistenza quanto fosse inesperto del mondo.
-
-La signora Sullivan invece non si diffuse in consigli al figliuolo
-che partiva, ma fidando negli insegnamenti da lui ricevuti fin dalla
-più tenera infanzia si contentò di riassumere il suo monito materno in
-queste semplici parole:
-
-— Ama e temi Dio, Guglielmo, e fa' ciò che tua madre s'aspetta da
-te! —
-
-La sera innanzi ella aveva recitato con lui la preghiera usata; quella
-mattina, lo aveva ancora una volta benedetto. Dopo la colazione, a cui
-Gertrude prese parte, furono scambiati gli ultimi abbracci, gli ultimi
-addii. E Guglielmo s'imbarcò.
-
-La pia e amorosa donna, che da diciott'anni riponeva le sue speranze,
-il suo orgoglio, la sua tenerezza in quell'unico figliuolo, mantenne
-anche nel sacrificio supremo il suo spirito d'abnegazione, si separò
-da lui senza un lamento. Nessuno sapeva con quali sforzi penosi ella
-domasse il cuore spasimante che si ribellava, nè donde le derivasse
-la virtù che la sosteneva. E nessuno quindi le attribuiva la forza
-d'animo di cui diede prova. I vicini rimasero vedendo la piccola vedova
-attendere tranquillamente come di consueto alle sue faccende il giorno
-innanzi che il suo figliuolo s'imbarcasse per l'India, e riprenderle il
-giorno dopo, con la calma e la paziente umiltà che la caratterizzavano.
-
-Oggi che l'emigrazione offre ai giovani l'allettamento di straordinarie
-speranze, non v'è nella Nuova Inghilterra città nè villaggio, per
-quanto minuscolo e remoto, dove non sanguinino cuori di madri separate,
-forse per sempre, da figli adorati. Speriamo, _crediamo_ anzi, che tra
-questi erranti cercatori di fortuna, ve ne sia più d'uno mosso non
-da brama d'oro, o d'avventure, o di mutamento, ma dall'amore stesso
-della mamma che lasciano, dal desiderio ardente di toglierla da una
-vita di travagli e di povertà. Sia benedetto e prosperi colui che
-varca il mare con questo fine! E se perisce, non sarà vissuto invano;
-perchè, soccombendo alla malattia o cadendo colpito da mano violenta,
-nel fervore della lotta e del lavoro, egli attesta con la sua morte la
-consolante verità che vi sono ancora figliuoli degni dell'amor materno;
-l'amore ch'è il più sublime, il più santo, il più puro tipo di Dio
-sulla terra.
-
-Dopo la partenza di Guglielmo, Gertrude si stabilì definitivamente
-in casa Graham. Cominciò subito a frequentare la scuola, e fino alla
-primavera s'applicò allo studio con somma diligenza. La sua vita
-era piuttosto uniforme, perchè Emilia riceveva, per costume, poche
-persone, anzi, l'inverno, in città, quasi punte, ed ella non aveva
-stretto amicizia intima con alcuna delle sue condiscepole. Ma con la
-sua protettrice passava molte ore felici, facevano insieme piacevoli
-passeggiate, leggevano buoni libri, conversavano. Attraverso gli
-occhi penetranti di Gertrude che tutto osservava, e le sue vive e
-pittoresche descrizioni delle cose che le cadevano sotto lo sguardo,
-la giovane cieca andava rinnovellando la propria conoscenza del mondo
-esteriore. Nelle opere di carità e di misericordia la fanciulla era la
-sua compagna o la sua messaggera. Tutti i dipendenti della famiglia,
-dalla cuoca al ragazzino che veniva a prendere, sull'uscio, i rimasugli
-di pane, s'accordavano nell'amare e lodare la piccola Gertrude, la
-quale non era bella, a rigore, nè vestita con eleganza; ma aveva
-un'aerea leggerezza nel passo, una grazia nelle movenze, una dignità
-nel portamento, tali da farli certi che in lei non albergava l'anima
-d'una pitocca, qualunque fosse la sua nascita o il suo stato; infatti,
-rivolgendole la parola, la chiamavano sempre «signorina».
-
-I pregiudizi della signora Ellis contro «l'intrusa» non erano vinti:
-nondimeno, essendo Gertrude sempre manierosa, e tenendole Emilia
-prudentemente distanti l'una dall'altra quanto più era possibile, non
-avvenivano conflitti.
-
-Il signor Graham, da principio, vedendola pensierosa e mesta, non
-s'occupò di lei; ma dopo che ebbe parecchie volte ritrovato il suo
-giornale accuratamente ripiegato, e veduto miracolosamente ricomparire
-i suoi occhiali rimasti irreperibili per lui ad onta di lunghe
-ricerche, cominciò a pensare che ella era una ragazza svegliata: e
-quando poi un giorno, prendendo in mano l'ultimo numero del _Buon
-Agricoltore_, vide che le pagine della rivista erano già tagliate e
-ben cucite insieme, egli, immaginandosi che Gertrude l'avesse fatto per
-proprio uso, la dichiarò una ragazza _davvero intelligente_.
-
-Ella visitava spesso la signora Sullivan. La primavera s'avvicinava, ed
-esse oramai attendevano notizie di Guglielmo; ma non ne erano tuttavia
-venute al tempo che i Graham andarono in campagna per passarvi la
-stagione estiva. Dalla villa, Gertrude scrisse all'amico lontano una
-lunga lettera che dava un'idea della sua condizione e del suo modo di
-vita.
-
-Dopo avergli diffusamente espresso il proprio dispiacere di non saper
-ancora nulla di lui, e raccontato l'ultima visita da lei fatta a sua
-madre prima di lasciare la città proseguiva:
-
-
-«Ma tu mi facesti promettere, caro Guglielmo, di parlarti di me,
-dicendomi che desideravi conoscere tutto ciò che mi concerne in casa
-del signor Graham. E però se la mia lettera è più noiosa del solito, la
-colpa è tua, perchè ho molti particolari da riferirti circa il nostro
-soggiorno a D***.
-
-«Qui si vive in tutt'altro modo che a Boston.... Ma a questo punto mi
-par di sentirti esclamare: «Ohimè, Gertrude si rimette a descrivermi
-la villa Graham....» No, non temere: mi rammento sempre come l'ultima
-volta, non appena incominciato, tu mi ponesti una mano sulla bocca per
-interrompermi, e m'assicurasti che il luogo t'era già familiare quanto
-se tu ci avessi abitato fin da bambino, posto ch'io dagli otto anni
-in su te lo descrivevo almeno una volta la settimana. Ti costrinsi
-allora a chiedermi perdono della tua inciviltà: ma, devo confessarlo,
-t'ho parlato tanto della mia prima visita qui, che tu sei scusabile se
-il soggetto t'è venuto a noia. Voglio dirti solo la disillusione che
-ho provata: tutto nella villa de' miei ricordi mi sembra più piccolo
-e meno bello; l'ingresso e il portico non sono così spaziosi come me
-li figuravo, nè le stanze così alte, nè il giardino e i chioschi e le
-serre così grandi. No, no, non ti ridescrivo nulla.... Giorni sono la
-signorina Emilia mi domandò se il luogo mi piacesse e corrispondesse
-all'impressione che ne avevo serbata. Io le dissi la verità, ed ella
-non se n'ebbe a male: rise anzi di quelle mie immagini fantastiche
-della casa e delle sue adiacenze, ed osservò che questo succede sempre
-quando si rivedono cose vedute nell'infanzia.
-
-«Non ho bisogno di ripeterti ch'ella m'è prodiga di bontà e di
-gentilezza: chi la conosce come te sa bene che non può esservi al
-mondo persona migliore nè più amabile. Io non sono in grado di fare
-che una minima parte di quello che vorrei per contraccambiar la sua
-benevolenza: ma ella gradisce tanto ogni umile dono, è tanto grata
-d'ogni piccola attenzione, che par possibile a tutti di procurarle
-qualche gioia. Per esempio, ieri, trovate alcune viole mammole
-nell'erba, gliele portai: ella mi baciò e mi ringraziò come se fossero
-state diamanti. L'altro giorno un bambino, che si chiama Beniamino
-Gately, venne a sonare alla porta d'ingresso, con una cappellata di
-maceroni, còlti senza gambi, e chiese della signorina Emilia per
-offrirglieli egli stesso: e la signorina lo accolse graziosamente
-e lo compensò con un dolce sorriso e un «grazie, Ben» che egli non
-dimenticherà tanto presto.... Non fu atto gentile, di', Guglielmo?
-
-«Il signor Graham mi ha dato un giardinetto, e mi propongo di
-coltivarvi i più bei fiori, per lei: sempre che la signora Ellis non
-se ne immischi. Ma ho gran paura del contrario, perchè s'immischia in
-tutto. Ah, Guglielmo, caro, la signora Ellis è la mia croce, la mia
-_gran croce_! È proprio il genere di donna che io non posso soffrire.
-Credo che certe persone siano antipatiche a certe altre per natura; e
-quest'è il caso tra me e la detta signora. Non lo direi a nessun altro
-perchè so che non sta bene; e forse non dovrei dirlo neppure a te: ma
-non so nasconderti nessun mio sentimento. La signorina Emilia ragiona
-spesso meco sul proposito della governante e sostiene che io devo
-imparare ad amarla e che quando l'amerò sarò un angelo.
-
-«Sicuro tu penserai che qui ricompare il temperamento della Gertrude
-d'una volta, e forse è vero, ma tu non sai a che dure prove ella
-mette la mia pazienza; gli è in piccole cose che mi sarebbe difficile
-raccontare, nè vorrei annoiarti con sì fatti pettegolezzi se anche
-potessi; non ti parlo dunque più di lei. Farò ogni sforzo per essere
-perfetta ed amarla caramente.
-
-«Non credere che io adesso non andando a scuola me ne stia con le mani
-in mano: sono occupatissima invece. La prima settimana della nostra
-villeggiatura, tuttavia, le mattinate mi riescivano uggiose. Io, tu lo
-sai, mi levo col sole; la signorina Emilia però non può essere tanto
-mattiniera, e non la vedo mai prima delle otto, cioè oltre due ore
-dopo ch'io sono alzata e vestita. A Boston, questo tempo lo passavo
-studiando; ma poichè sul principio della primavera ella s'accòrse
-che crescevo in fretta, e udì il signor Arnold osservare ch'ero molto
-pallida, giudicò nocivo per me lo stare troppo sui libri, e, venute
-in campagna, stabilì che dedicherei allo studio soltanto poche ore
-dopo la colazione, nella sua camera. Mi consigliò pure di dormire più
-tardi la mattina, se potevo; io proprio non posso, sicchè esco sempre
-dal letto prestissimo e scendo in giardino. Un giorno, mentre v'andavo
-girellando, trovai il signor Graham già al lavoro; non senza mia
-maraviglia, perchè l'inverno, in città, non è questo il suo costume. Ma
-egli è un uomo bizzarro. Mi chiamò e mi chiese d'aiutarlo a piantare
-semi di cipolle; a quanto sembra me la cavai benino, posto che da
-allora pianto tutti i giorni insieme con lui ogni sorta di cose, delle
-quali mi fa scrivere i nomi su cartellini attaccati a bastoncelli che
-mette sulle rispettive piantagioni; e, infine, con mia viva gioia m'ha
-offerto un pezzo di terra per coltivarvi fiori a mio piacere. A lui,
-vera _stranezza_, de' fiori non importa affatto; coltiva esclusivamente
-ortaggi e alberi da frutto.
-
-«Dunque io avrò un giardino! Ma ti vo facendo una storia lunga, mio
-Guglielmo; eppure vorrei prolungarla ancora tanto, se me ne rimanesse
-tempo! O potessi vederti, potessi parlarti! A voce ti direi in un'ora
-più che non in una settimana scrivendoti. Tra cinque minuti sentirò il
-campanello della signorina Emilia che mi manderà a chiamare per farle
-un po' di lettura....
-
-«Mi struggo di ricevere tue lettere, caro, e prego Dio mattina e sera
-che t'abbia in Sua custodia e mandi presto le bramate notizie alla tua
-affezionatissima
-
- «Gertrude.»
-
-
-
-
-XVIII.
-
- Dolce cosa! La fata ove dimora
- Che far seppe un incanto così bello?
- In te, dici? La buona fata allora
- Come il cuor del tuo cuore ama, o fratello!
-
- DANA.
-
-
-Alcune settimane dopo la data di quella sua missiva Gertrude seppe da
-Giorgio, il quale andava giornalmente in città a fare la spesa, che
-la signora Sullivan aveva lasciato detto per lei nella bottega del
-rubicondo macellaro, loro antico conoscente, ch'era giunta una lettera
-di Guglielmo, e che venisse a leggerla non appena le fosse possibile.
-Emilia acconsentì di buon grado a permetterle d'andarci subito, ma
-c'era una difficoltà: Carlotto, l'unico cavallo che il signor Graham
-teneva, appunto era fuori, e non si presentava nessun'altra occasione.
-
-— O perchè non la mandate con l'omnibus? — domandò la signora Ellis.
-
-Gertrude le rivolse uno sguardo di gratitudine. Era la prima volta che
-quella donna favoriva un suo desiderio.
-
-— Sola? — disse Emilia. — Non la crederei abbastanza sicura.
-
-— Non abbastanza sicura? Una ragazza così grande! — esclamò la
-governante che, considerata quale una persona di famiglia, usava
-parlare alla signorina senza soggezione.
-
-— Vi pare?... Infatti, a me sembra sempre una bambina; ma oramai è
-quasi una ragazza, come voi dite, e dev'essere capace di badarsi da
-sè. Gertrude, sei certa di conoscere la strada, dalla stazione degli
-omnibus, in Boston, alla casa della signora Sullivan?
-
-— Oh, benissimo, signorina Emilia! — rispose la fanciulla.
-
-Senz'altre esitazioni, le furono posti in mano due biglietti per
-l'andata e il ritorno con la vettura pubblica, ed ella partì tutta
-raggiante e palpitante di gioia. Trovò la vedova e il vecchio Cooper
-in buona salute, e lietissimi delle ottime notizie avute da Guglielmo,
-il quale, dopo un lungo ma pur piacevole viaggio, era arrivato a
-Calcutta sano e salvo. Egli descriveva la sua nuova casa e le sue nuove
-occupazioni, parlava de' suoi nuovi principali: il rimanente della
-lettera era dedicato ad affettuosi messaggi, a domande riguardanti
-i suoi cari, e Gertrude v'aveva gran parte. Questa desinò con la
-signora Sullivan, poi ritornò sollecitamente a prendere il suo posto
-nell'omnibus.
-
-Mentre aspettava la partenza si divertiva a guardare i passanti.
-Mancava poco alle tre, ed ella cominciava a credere che non avrebbe
-avuto compagni di viaggio, quando la colpì la voce d'una persona da
-lei non veduta: una voce strana. Andò verso l'uscio, e le apparve
-dietro la vettura la figura più bizzarra che mai si fosse offerta a'
-suoi occhi. Era una vecchia signora, piccola e assai curva. Alla prima
-occhiata Gertrude riconobbe un medesimo spirito originale nell'idea e
-nell'esecuzione di ciascuna parte del suo straordinario abbigliamento.
-Ma non aveva ancora bene osservato i numerosi particolari di
-quell'insieme stupendamente grottesco, che la sua attenzione fu
-cattivata dal contegno non meno curioso della vecchietta.
-
-Dopo vani tentativi di salire nel piuttosto incomodo veicolo, ella era
-rimasta con un piede sul primo scalino e chiamava in suo soccorso il
-conduttore. L'uomo venne a lei.
-
-— Signore, — ella domandò con tono dignitoso — cotesto cocchio
-viaggiante è affidato alle vostre onorevoli cure?
-
-— Come dite?... — fece egli. — Ah! Gnora sì, sono il cocchiere. —
-
-Così dicendo aperse l'uscio, e senz'aspettare la cerimoniosa richiesta
-ch'era sulle labbra della passeggera, le pose una mano sotto un gomito,
-e innanzi ch'ella s'accorgesse della sua intenzione, la issò fin dentro
-l'omnibus, e richiuse.
-
-— Ohimè! — ella gemette sedendosi di faccia a Gertrude e accomodando le
-pieghe del suo velo e gli altri suoi panneggiamenti. — Quell'individuo
-non è versato nell'arte di porgere aiuto a una signora senza detrimento
-della sua abbigliatura. Oh Dio, oh Dio! — proseguì tutto d'un fiato. —
-Ho perduto il mio parasole! —
-
-Si rizzò per cercarlo; ma giusto in quel momento l'omnibus partiva, e
-l'improvvisa scossa le fece perdere anche l'equilibrio. Se non cadde fu
-grazie a Gertrude che lesta lesta l'afferrò per un braccio e la rimise
-a sedere.
-
-— Non vi sgomentate, signora, — disse la fanciulla — eccolo qui! —
-
-E le mostrò il parasole che, quantunque avesse quasi le dimensioni
-d'un «parapioggia», ella portava attaccato alla cintola, con un
-nastro verde, e non s'era che spostato. Ma non quel solo oggetto
-vedevano pendere dal medesimo nastro gli occhi attoniti di Gertrude:
-c'erano inoltre una borsa enorme, dei più vivi e più diversi colori,
-una berretta di trina nera, un gran ventaglio di penne, un rotolo
-di carta da fiori finti, e altre cose ancora parzialmente nascoste
-da uno scialle nero di seta leggera. Ella faceva alla sua giovane
-compagna l'effetto d'una ladruncola reduce da una spedizione fortunata.
-In tal caso, però, la rea aveva una mirabile disinvoltura, giacchè
-tranquillamente appoggiò i piedi sulla panchetta di contro e si mise a
-fare il proprio comodo. Cominciò con l'inorridire Gertrude togliendosi
-di bocca i denti che ripose nella borsa: poi sostituì ai guanti di
-seta nera che calzava, altri di cotone, staccò il suo lungo velo di
-trina, lo ripiegò e lo appuntò alla cintola tra il resto, sciolse i
-nastri del cappello, gettò su questo una larga pezzuola colorata per
-ripararlo dalla polvere, infine slegò, non senza fatica, il ventaglio e
-prese a sventolarsi coscienziosamente, socchiudendo gli occhi come se
-avesse voglia di fare un pisolo. Infatti di lì a poco stette quieta:
-segno che s'era addormentata. Gertrude, assorta ne' suoi pensieri,
-guardava i nuvoloni che venivano levandosi da ponente, e quasi aveva
-dimenticato la sua singolare compagna di viaggio, quando una mano
-posatasi d'improvviso sulla sua ed una viva esclamazione le fecero dare
-un sobbalzo.
-
-— Mia cara damigella, — disse la vecchietta — non vi sembra che quelle
-negre nubi siano foriere d'un temporale?
-
-— Credo, sì, che voglia piovere, — ella rispose.
-
-— Quando sono uscita, stamani, — seguitò l'altra — il sole rifulgeva in
-un cielo sereno; fin gli alati cantori dell'aria proclamavano nei loro
-inni la gioia dell'universo; ed ecco che innanzi ch'io sia pervenuta al
-mio ritiro, le mie delicate gale di trina, — e chinava lo sguardo sul
-suo corpetto — rischiano d'esser vittime della spietata tempesta.
-
-— Non passa l'omnibus davanti alla vostra porta? — domandò la ragazza
-impietosita dall'evidente angoscia della vecchia signora.
-
-— No, ahimè, no! C'è almeno mezzo miglio.... E voi siete più fortunata,
-gentile signorina?
-
-— Al contrario. Ho un miglio intero di cammino dalla stazione,
-io. —
-
-Mossa da un impulso di simpatia la vecchia s'accostò a Gertrude dicendo
-con querulo accento:
-
-— Ah, me ne duole per l'immacolata bianchezza dei nastri del vostro
-cappellino! —
-
-L'omnibus intanto era arrivato alla sua destinazione. Le due passeggere
-scesero. Gertrude rimise al conduttore il suo biglietto, e fece per
-avviarsi; ma la bizzarra signora l'afferrò per la veste a la pregò
-d'attenderla, visto che seguivano la medesima strada. L'attesa fu
-lunga perchè insorse una difficoltà. La vecchietta si rifiutava
-di pagare il prezzo chiestole per il suo posto, affermando che non
-era il prezzo ordinario, e accusando «l'individuo» dell'intenzione
-d'appropriarsi l'eccedenza di due _centini_[1]. Gertrude stava sulle
-spine, perchè s'aspettava da un momento all'altro acqua a torrenti.
-Finalmente, venuto il conduttore a una transazione con la sua troppo
-tirata passeggera, si misero in cammino. Avevano fatto un quarto
-di miglio, circa, a passo di lumaca, quando cominciarono a cadere
-i primi goccioloni. E Gertrude dovette staccare dalla cintura della
-sua compagna l'ampio parasole, e reggerlo in guisa da riparare sè e
-lei. Proseguirono così sotto la pioggia, sempre più fitta. Dopo un
-altro quarto di miglio, mentre sembrava che si fossero aperte tutte le
-cateratte del cielo, la fanciulla udì qualcuno correre dietro a loro, e
-voltandosi vide Giorgio, il servitore del signor Graham, che andava di
-volo in direzione della villa.
-
-— Oh, signorina Gertrude! — esclamò l'uomo riconoscendola. — Vi
-bagnerete fino alle ossa, voi, e la signorina Pace.... Sarà bene che vi
-rifugiate in casa sua, dove sarete al sicuro. Su, lesta! —
-
-Così dicendo pigliò in braccio la vecchietta, e accennato a Gertrude di
-seguirlo, si slanciò attraverso la strada, nè si fermò finchè non ebbe
-deposto il suo fardello nell'entrata d'un casinetto vicino. Quasi nello
-stesso punto vi arrivò anche la fanciulla.
-
-La signorina Pace, giacchè così si chiamava la bizzarra creatura, era
-tanto sbalordita che le ci volle qualche minuto prima di raccapezzare
-come si trovasse di botto a salvamento sotto il proprio tetto: intanto
-Giorgio convenne con Gertrude ch'ella rimarrebbe lì un paio d'ore,
-finch'egli ripassasse a prenderla col legno al suo ritorno dalla
-stazione ferroviaria dove andava regolarmente tre volte la settimana,
-per il suo padrone.
-
-Marta Pace non godeva fama di persona ospitale. Ella era proprietaria
-del casinetto in cui abitava, e ci viveva affatto sola, senza
-neppure una serva. Non riceveva mai visite, ma in compenso ne faceva
-moltissime; e poichè tutti i suoi parenti e i suoi amici stavano a
-Boston, o ancor più lontano da D***, dove ella dimorava soltanto da
-qualche tempo, era una costante frequentatrice degli omnibus e altre
-vetture pubbliche. Per questo, e per la sua assiduità agli uffizi
-divini, molta gente la conosceva; nondimeno Gertrude forse era la prima
-ospite che varcava la sua soglia: ospite, del resto, non invitata.
-
-E dovette ella stessa, alla porta, prendere la chiave, aprire, far
-entrare la padrona di casa nel salotto, aiutarla a levarsi le bavere,
-gli scialli, i veli in cui era avvolta. Quando però la signorina
-Marta Pace si fu riavuta, si comportò con l'elegante urbanità che
-la distingueva. Benchè vivissimo fosse il suo rammarico per i danni
-sofferti dai propri indumenti, seppe abbastanza padroneggiarlo, da
-manifestare quasi altrettanto eloquentemente i suoi timori circa quelli
-di Gertrude. Bisognò che questa l'assicurasse che i suoi stivaletti
-erano appena bagnati, che il suo vestito e la sua mantellina di
-ghingano sfidavano la pioggia, e che il suo bel cappellino di paglia
-era stato ben protetto dalla sciarpa gettatavi sopra, perchè ella si
-risolvesse a trascurar un momento i doveri dell'ospitalità a fine di
-mutare l'abito trinato con uno più casalingo.
-
-Lasciata sola, Gertrude, la cui curiosità già era punta dalla strana
-apparenza del salotto, prese ad esaminare più da vicino i diversi
-oggetti d'uso e d'ornamento che lo riempivano.
-
-Il salotto veramente non era meno singolare della signora. Come
-l'abbigliatura di lei, la sua mobilia si componeva di parti eterogenee
-rappresentanti varie mode di varie età, cominciando da certe seggiole
-dell'epoca del «Fior di Maggio»[2] fino ai guancialini da spilli che
-volevano essere moderni, e ai saggi mal riusciti d'erbe cristallizzate.
-
-L'acuto sguardo osservatore di Gertrude si pasceva con delizia in
-quell'originale miscuglio di poche reliquie d'antica eleganza e di
-numerosi esempi di cattivo gusto e d'aberrazione, quando la padrona di
-casa rientrò.
-
-Ella aveva indossato una veste di lana nera, semplice benchè di foggia
-un po' strana, in cui pareva signora di miglior qualità che con le
-sue gale di trina da lei tanto pregiate. Portava un gran bicchierone
-d'acqua pepata, che offerse alla sua ospite dicendole che le avrebbe
-scaldato lo stomaco ed evitato un'infreddatura; ma la ragazza,
-rattenendo a stento le risa, ricusò il beveraggio. Allora la signorina
-Marta sedette e, mentre andava sorbendo con voluttà quello stravagante
-rinfresco, incominciò una conversazione la quale a momenti induceva
-la sua interlocutrice a crederla una donna molto sensata, a momenti la
-persuadeva ch'ella era pazza addirittura.
-
-Gertrude faceva su di lei un'impressione più precisa. La giovane
-damigella, com'essa diceva, era incantevole, possedeva un intelletto
-degno d'una regina, aveva le forme snelle, e l'andatura leggera di una
-gazzella, e movenze più graziose di quelle del cigno.
-
-Quando Giorgio venne a riprenderla, la signorina Pace mostrò un
-sincero rincrescimento di separarsi da lei, e l'invitò cordialmente a
-ritornare. Ella glielo promise.
-
-Le consolanti notizie di Guglielmo e le divertenti avventure della
-sua gita avevano infuso a Gertrude una così briosa allegrezza,
-ch'ella balzò dal legno e salì le scale con quella sua aerea rapidità
-di piccola fata che lo zio True tanto amava, e che l'abbattimento
-cagionatole dalla morte del buon uomo le aveva fatto perdere. Di corsa
-si diresse verso la sua camera per deporre il cappello e mutar vestito
-prima d'andare in cerca d'Emilia a cui si struggeva di raccontare gli
-avvenimenti della giornata.
-
-Ma sulla soglia incontrò Brigida, la donna di servizio, che ne usciva
-con in mano la granata, la cassetta, e il resto. E, domandatole che ci
-fosse venuta a fare a quell'ora insolita, seppe che la signora Ellis
-durante la sua assenza aveva ordinato di ripulire la stanzina da cima
-a fondo e mettere a posto i mobili da lei destinativi, giacchè era
-stata allestita provvisoriamente, e si trovava finora un poco sossopra.
-Turbata, senza ben sapere perchè, all'idea di quest'invasione del suo
-dominio da parte della governante, ella s'affrettò ad ispezionarlo
-con un lieve senso d'inquietudine che man mano venne trasformandosi in
-collera veemente.
-
-Nel lasciare la casa della signora Sullivan per quella del signor
-Graham a Boston, Gertrude aveva portato seco, oltre il baule contenente
-i vestiti e la biancheria, una certa vecchia scatola di latta, e
-l'aveva accuratamente riposta sul palchetto d'un armadio a muro nella
-sua camera, dov'era rimasta tutto l'inverno chiusa, senz'esser mai
-notata da nessuno.
-
-Quando la famiglia si trasferì in campagna la scatola v'accompagnò la
-sua proprietaria, portata da questa e vigilata con grande attenzione.
-Là, non essendovi nella nuova camera di Gertrude alcun ripostiglio,
-essa la nascose in un angolo dietro il letto. Ora appunto la sera
-innanzi la sua gita in città ne aveva estratto e rimirato parte degli
-oggetti custoditivi. Ognuno era per lei un caro e mesto ricordo, e
-molte lacrime aveva sparso la fanciulla su quel suo piccolo tesoro.
-C'era il Samuele di gesso, primo regalo dello zio True, assai
-deteriorato dal tempo e dai disastri. Esaminando una grave contusione
-alla nuca, effetto d'un colpo datogli sbadatamente dallo stesso
-donatore, e rammentando come il buon vecchio si fosse pazientemente
-ingegnato a riparare il danno, sentiva che non si sarebbe privata
-della povera figurina per tutto l'oro del mondo. E c'erano le sue
-pipe, annerite dal lungo uso, umili pipe d'argilla, ma pensando che a
-lui avevano procurato tanto piacere, ella trovava una consolazione nel
-conservarle piamente. S'era portata via anche la sua lanterna, perchè
-non poteva scordare la gaia fiammella che aveva recato il primo raggio
-di luce nell'oscurità della sua vita. E come poi avrebbe trascurato
-il vecchio berretto di pelo sotto cui le sembrava di rivedere il
-benevolo sorriso che tante volte v'aveva cercato, e mai invano?... A
-queste reliquie s'aggiungevano alcuni balocchi, qualche libro figurato
-donatole da Guglielmo, un minuscolo panierino ch'egli aveva intagliato
-per lei in un guscio di noce, e altre coserelle.
-
-Tutti quei vari oggetti, tranne il berretto di pelo e la lanterna,
-ella li aveva lasciati sul caminetto. Ed ora, entrando nella camera,
-il suo sguardo corse subito in cerca dei preziosi ricordi. Non c'erano
-più. Il caminetto era diligentemente spolverato, e affatto sgombro.
-Si precipitò verso l'angolo dove teneva la scatola di latta. Scomparsa
-anche questa. In un baleno Gertrude raggiunse la serva, la chiamò, la
-tempestò di domande ansiose.
-
-Brigida serviva in quella casa da poco, ed era uno dei più stupidi
-esemplari della sua specie; ma la fanciulla seppe così bene
-interrogarla, che riuscì a chiarirsi di ogni cosa. La figurina, la
-lanterna e le pipe erano state buttate in un mucchio di vetri rotti e
-di cocci e ridotte in briciole, come Brigida affermava; il berretto,
-dichiarato invaso dalle tignuole e condannato al fuoco; quanto agli
-altri ammennicoli, ella non era proprio sicura, ma supponeva che
-avessero finito anch'essi nel camino. E tutto questo, in obbedienza
-agli ordini formali della signora Ellis. Gertrude lasciò andare Brigida
-senza farle conoscere la gravità della perdita che soffriva, e chiuso
-l'uscio si gettò sul letto e dette in un violento scoppio di pianto.
-
-— Ah, questa, — ella pensava — questa era la ragione che la induceva
-ad agevolare la mia gita! Ed io credevo che volesse compiacere al mio
-desiderio! Venire qui voleva, per derubarmi, la ladra! —
-
-Saltò giù dal letto con impeto, come vi s'era gettata, e si slanciò per
-uscire; ma subitamente frenata da un nuovo pensiero, tornò indietro,
-cadde in ginocchio singhiozzando forte, e nascose la faccia tra le
-palme. Due o tre volte alzò il capo, quasi in procinto di rizzarsi
-e correre ad affrontare la sua nemica; ma sempre quel pensiero le
-riattraversò la mente e la rattenne. Non era paura; oh, no, Gertrude
-non temeva nessuno. Doveva essere qualche cosa di più forte, e che
-tuttavia aveva un influsso calmante; giacchè dopo ogni lotta vinta
-diveniva più tranquilla. Infine si levò, andò a sedersi accanto alla
-finestra aperta, appoggiò la fronte a una mano e guardò fuori.
-
-La pioggia era cessata, e il sorriso della terra tutta bella, tutta
-fresca, si rifletteva in uno splendido arcobaleno che misurava
-l'orizzonte orientale. Un uccellino venne a posarsi sopra un ramo
-d'un albero vicino alla finestra, e intonò il suo _Te Deum_. Ondate
-di deliziosa fragranza s'espandevano da un arbusto di lilla in piena
-fioritura. E nell'anima di Gertrude si diffondeva una pace prodigiosa.
-Ella sentì «la grazia che arreca la pace succedere alle passioni
-che conturbano». Usciva trionfante dal conflitto; aveva riportato la
-massima delle vittorie umane: la vittoria sopra sè stessa. Più bella
-di tutte le cose belle che rallegravano la terra dopo la tempesta,
-dall'iride fulgente incontro al sole, al canto della creatura alata tra
-le fronde, al ravvivato profumo dei fiori, una luce serena splendeva
-nel viso della fanciulla, mentr'ella alzava gli occhi al cielo e dal
-suo cuore, dove l'intima tempesta era sedata, saliva a Dio la tacita
-offerta del sacrificio.
-
-Il suono della campanina che annunziava il tè la scosse. In fretta
-bagnò la faccia nell'acqua fredda, si ravviò i capelli e scese. Nella
-sala da pranzo non trovò che la signora Ellis; il signor Graham era in
-città, Emilia aveva una fiera emicrania. Per conseguenza ella prese il
-tè sola con la governante. Costei, sebbene non sapesse quanto preziose
-fossero per Gertrude le vecchie reliquie distrutte, era conscia d'aver
-commesso un'azione maligna, e dinanzi al contegno dell'offesa che
-non dimostrava ombra di collera nè d'astio, anzi s'asteneva fin dal
-menzionare il fatto, ella si sentiva più confusa e mortificata che non
-avrebbe voluto confessare. La cosa passò dunque sotto silenzio, allora
-e poi: ma la signora Ellis provò sempre il cocente sentimento della
-superiorità di quella fanciulla su lei, in materia di generosità e di
-pazienza.
-
-Il giorno seguente la cuoca bussò all'uscio d'Emilia, e fatta entrare
-disse tirando fuori il guscio di noce tagliato in forma di panierino:
-
-— Vorrei sapere, signorina Emilia, dove sia la signorina Gertrude; ho
-trovato il suo panierino nella cassetta del carbone, e credo che sarà
-molto contenta di riaverlo. Non s'è sciupato punto.
-
-— Quale panierino? — domandò la cieca.
-
-La donna le mise il ninnolo in mano, e con tono assai concitato le
-raccontò la distruzione degli oggetti appartenenti a Gertrude, di cui
-ella stessa era stata testimone indignatissima. Descrisse pure in modo
-commovente l'angoscia della ragazza nell'interrogare Brigida, avendo
-ella udito tutto dalla sua camera dove si trovava mentre esse parlavano
-poco lontano.
-
-Emilia, ascoltando la pietosa storia, si rammentò che nel pomeriggio
-del giorno innanzi le era parso di sentir Gertrude singhiozzare nella
-sua stanza alla quale quella di lei era adiacente, ma aveva poi creduto
-d'essersi ingannata.
-
-— Andate, signora Prime, — disse alla benevola cuoca — andate a
-portarle il panierino: è nella piccola biblioteca. Ma, ve ne prego, non
-le dite d'avermi parlato della cosa. —
-
-Ella attese parecchi giorni che la sua protetta si lamentasse con lei
-del torto patito: ma la brava figliuola tenne dentro il suo dolore e lo
-sopportò in silenzio.
-
-Era la prima volta che Gertrude giungeva a padroneggiarsi così
-perfettamente, e fu l'ultima che il farlo le costò una così aspra
-lotta. Da quel momento ella andò acquistando sempre maggior potere nel
-governo di sè, e accrescendosi il suo vigore con ogni nuovo sforzo ella
-divenne un esempio mirabile agli occhi di coloro che sapevano con quale
-temperamento avesse a combattere.
-
-Toccava quasi i quattordici anni ed era cresciuta così rapidamente,
-che adesso la sua statura superava l'ordinaria delle ragazze di pari
-età, anzichè rimanervi inferiore come fino allora. Ma non ne soffriva,
-grazie al riposo intellettuale, all'attività fisica, all'aria aperta
-della campagna.
-
-Il suo giardino era per lei una sorgente di vivi piaceri. I fiori
-ch'ella educava con assidua cura, prosperavano, e tutti i giorni, a
-colazione, Emilia trovava accanto al suo piatto un bel mazzo fragrante.
-
-Di tanto in tanto visitava la sua vecchia amica, che l'accoglieva
-cordialmente. La signorina Marta si dilettava di fare fiori
-artificiali, e i modelli le erano forniti dal giardino di Gertrude
-la quale perciò di rado arrivava a mani vuote. Ma i risultati
-corrispondevano così male alle buone intenzioni della fiorista,
-che sarebbe stato calunniar la natura chiamare le sue fantastiche
-imitazioni copie fedeli degli originali. Ella però n'era sodisfatta; ed
-è da sperare che fossero sodisfatti anche i suoi amici a cui destinava
-i grossi mazzi che portava in giro attaccati alla cintura col famoso
-nastro verde.
-
-Gli amici di Marta Pace erano numerosi. Parlandone con Gertrude
-nominava tanta gente da farle pensare che doveva conoscere mezza
-Boston. Aveva imparato in gioventù l'arte della tappezzeria da lei per
-molti anni esercitata prestando l'opera sua, come ella raccontava,
-nelle più cospicue famiglie della città, dove si soleva dire che
-«Marta Pace possedeva due occhi davanti e due di dietro, e due paia
-d'orecchie», così acuta osservatrice ella era e di così fine criterio.
-Nonostante queste sue straordinarie facoltà di visione e comprensione,
-ella non aveva mai cagionato discordie nè pettegolezzi nelle case che
-frequentava: Era prudente e coscienziosa, e quantunque assai singolare
-ne' suoi costumi e nel suo linguaggio, e stravagante in certe sue
-fantasie a segno d'essere tenuta dagli estranei per una mezza pazza,
-aveva saputo guadagnarsi e conservare la benevolenza di buone persone,
-signore e signori, che la ricevevano e la trattavano con grande
-cortesia. Ella si regolava in modo da visitare per turno, nel corso di
-ciascun anno, queste famiglie amiche, ogni membro delle quali le stava
-a cuore, e mantenere viva l'antica intimità.
-
-Un solo dispiacere affliggeva la vecchia zittella: quello di non avere
-uno sposo. E lo versava spesso nel seno di Gertrude.
-
-— Ah, cara signorina, — ella esclamava allora, dimenticando, a quanto
-pareva, la sua età ed i suoi acciacchi — camperei pur bene in questo
-mondo, se avessi un compagno! — E con una mossettina del capo e una
-cert'aria civettuola, soggiungeva: — Sappiate, bella mia, ch'io qualche
-volta ci penso a prendere marito! — Poi, accorgendosi della maraviglia
-e dell'ilarità che questa sua idea destava nella fanciulla, le esponeva
-le ragioni per cui aveva tanto a lungo differito l'attuazione d'un
-disegno vagheggiato sempre, e benchè ammettesse di non esser più
-giovane come nei giorni andati, concludeva invariabilmente: — È vero
-che il tempo è inesorabile, ma io m'aggrappo alla vita, signorina
-Gertrude, io m'aggrappo alla vita, e posso ancora maritarmi! —
-
-La moda era un altro soggetto su cui soleva intrattenerla con enfatiche
-declamazioni, confessando che quanto a lei, ella intendeva d'esserne
-rigida seguace, a costo di qualunque sacrifizio. Gertrude non poteva
-astenersi dal pensare che quest'intenzione della signorina Marta non
-andava meno miseramente fallita di quella d'innamorare un giovanotto.
-Si persuase anche, a poco a poco, che la vecchietta, quali si fossero
-le sue possibilità, era oltremodo avara.
-
-Emilia, che la conosceva assai bene e spesso le aveva dato commissioni,
-non s'oppose alle visite della sua protetta; anzi l'accompagnava più
-volte. Ella gradiva le occasioni di distrarsi un poco, e la bizzarra
-conversazione di Marta Pace era per lei un vero divertimento come
-per Gertrude. Queste visite, del resto, venivano restituite con una
-sollecitudine che provava la preferenza della vecchia zittella per
-la parte di visitatrice; e la signorina Graham avendolo osservato,
-l'invitò a frequentare la villa a suo piacimento: invito di cui quella
-approfittò largamente.
-
-
-
-
-XIX.
-
- Dolce è la tua presenza, o giovanetta,
- E salutare più che un mite e puro
- Cielo, e ch'ogni virtù d'acque sorgive.
-
- Mrs. BARBAULD.
-
-
-Coloro che posseggono una villa a poche miglia da una grande città,
-non vi godono propriamente la vita campestre. Hanno spaziosi giardini,
-spesso anche vasti orti dove coltivano le frutta e i legumi per loro
-uso; quasi tutti tengono cavalli e fanno amene gite nei dintorni.
-C'è perfino chi ha la sua piccola fattoria, e può vantare il grasso
-bestiame e i polli di Shanghai che alleva. Ma queste villeggiature
-suburbane non offrono le attrattive della vera campagna. Non ci sono
-folti boschi, nè ruscelli mormoranti tra l'erba, nè campi di spighe
-ondeggianti al vento, nè ampie distese di prati. Da ogni altura si
-vede la metropoli, tanto vicina che par di sentirne il rumorio; ad
-ogni ora, omnibus e treni portano al gran mercato degli affari o di là
-riconducono i villeggianti e i loro ospiti.
-
-Eppure le persone che desiderano un quieto ritiro per viverci appartate
-nell'intimità della famiglia, sono più sicure di trovarlo in quelle
-dimore tra campestri e cittadine, che non altrove. Perciò una estate
-dopo l'altra ritornano al medesimo angolo tranquillo, e non disturbate
-da visite nè da pettegolezzi conservano un'indipendenza che sarebbe
-impossibile sia nelle affollate vie della città dove passano sempre
-conoscenti che vi fermano o salgono da voi, sia nei villaggi dove i
-forestieri sono oggetto di curiosità e di ciarle, e tutti vogliono
-conoscerli da presso.
-
-La villa del signor Graham era comoda, però non sontuosa, e non
-attirava affatto l'attenzione. Il giardino certo era bellissimo, ricco
-di lussureggianti macchiette d'arbusti, di chioschi, di grandi pergole
-coperte di viti; ma un'alta palizzata lo nascondeva agli sguardi dei
-passanti; e la casa, discosta dalla strada, aveva un'apparenza modesta
-e punto moderna.
-
-Il signor Graham s'occupava con passione d'orticoltura; tuttavia le sue
-abitudini e i suoi interessi lo tenevano attaccato a Boston. Emilia,
-non essendo in istato di far vita mondana, non riceveva che i vicini,
-nelle occasioni di prammatica, e pochi intimi, come il pastore Arnold,
-il quale faceva spesso verso sera una giterella per vederla e mangiare
-un po' di frutta.
-
-L'estate trascorreva in una quiete felice. Gertrude trovava nella
-compagnia della sua benefica amica e nella coscienza d'esserle utile
-in molte maniere, una viva sorgente di sodisfazione e di gioia, quando
-d'improvviso ogni suo piacere fu troncato.
-
-Emilia venne còlta da una febbre assai forte, e la prima volta che
-la fanciulla si presentò alla sua porta desiderosa d'assisterla, la
-signora Ellis, che intendeva d'esser l'unica infermiera, la respinse
-rudemente. Alle sue calde istanze replicò che quella febbre era
-contagiosa, e che la signorina non aveva bisogno di lei, e d'altronde
-quando stava male non voleva dattorno altri che la sua fida governante.
-
-Da tre o quattro giorni Gertrude errava per la casa, inconsolabile.
-La mattina del quinto, dopo il suo bando dalla camera della malata,
-vide la cuoca salire al primo piano con una minestrina: e, mettendole
-in mano alcuni bellissimi bocciuoli di rose, còlti allora, la pregò di
-darli ad Emilia e di domandarle se non le poteva permettere d'entrare e
-vederla un momento.
-
-Aspettò ansiosamente, in cucina, il ritorno della signora Prime nella
-speranza che le recasse almeno qualche affettuosa parola. Ma la buona
-donna ridiscese coi fiori, che gettò sulla tavola, sfogando così i suoi
-sentimenti:
-
-— Cospetto! Si dice che le brave cuoche e le brave infermiere sono
-garbate come orsi! Non tocca a me dire se sia vero rispetto alle
-cuoche, ma rispetto alle infermiere, non c'è dubbio! S'io fossi voi,
-signorina Gertrude, non m'arrischierei d'andarci.... Ho gran paura,
-sapete, che vi morda!
-
-— E la signorina Emilia non ha accettato le rose? — domandò la
-giovanetta, profondamente accorata.
-
-— Lei, poverina, non c'entra per nulla. Capirete, non le ha mica
-vedute.... La signora Ellis le ha scaraventate fuori dell'uscio
-protestando che tanto valeva portare un veleno a una malata con la
-febbre, che quei fiori. Ho tentato di parlare io alla signorina, ma
-quella cara signora m'ha interrotta con un tale «ss-ss-st» da farmi
-pensare che la fosse per pigliar sonno, sicchè non ho più osato e me
-ne sono andata pian piano.... Uf! Diventa mai ringhiosa quando per
-disgrazia c'è qualcuno di malato in casa?... —
-
-Gertrude uscì in giardino e andò vagando come un'anima in pena. Temeva
-che Emilia fosse molto aggravata, nè poteva pensare ad altro. I suoi
-libri, il suo lavoro, erano nella camera di questa, dove li teneva
-usualmente; la biblioteca, che le avrebbe offerto qualche distrazione,
-era chiusa. Non le rimaneva dunque che quel rifugio, e là passò
-il resto della mattinata. Così fu non quella mattina soltanto, ma
-parecchie delle seguenti, perchè Emilia continuava a peggiorare. In
-capo a due settimane Gertrude non aveva ancora ottenuto di vederla,
-e non sapeva della sua salute se non quanto ne sentiva dire dalla
-governante al signor Graham. Questi però parlava ogni giorno col
-medico, e faceva frequenti visite alla figliuola, sicchè non richiedeva
-da lei quelle minuziose informazioni che la fanciulla avrebbe tanto
-desiderato. Una volta ella ardì interrogare direttamente la signora
-Ellis, ma l'arcigna matrona le rispose:
-
-— Non mi seccate con le vostre domande. Che potete intendere voi di
-malattie? —
-
-Un pomeriggio, seduta in un grande chiosco in fondo al giardino, presso
-le aiuole ch'ella coltivava ed erano allora tutte fiorite di reseda e
-di verbene, Gertrude stava legando e segnando gl'involtini dei semi
-che aveva raccolti da varie piante. Ella era tutta assorta nel suo
-lavoro, quando il suono d'un passo vicinissimo la fece sobbalzare. Alzò
-gli occhi e vide il dottor Jeremy, medico della famiglia, entrare nel
-chiosco.
-
-— Che fate di bello? — egli domandò, nella rapida e brusca maniera che
-gli era abituale. — Un assortimento di semi, eh?
-
-— Sì, signore, — rispose ella arrossendo nel vedere i penetranti occhi
-neri del dottore scrutarla in faccia.
-
-— O dove fu che c'imbattemmo la prima volta? — disse egli con lo stesso
-fare.
-
-— In casa del signor Flint.
-
-— True Flint! Già.... mi rammento. Voi siete la sua ragazzina. Una
-brava figliuola. E il povero True, è morto. Peccato, è una perdita
-per tutti. Questa è dunque la piccola infermiera che vedevo là.... Dio
-buono, come crescono in furia i bambini!
-
-— Dottor Jeremy, — chiese Gertrude con accento supplichevole — ditemi,
-ve ne prego, come sta la signorina Emilia?
-
-— Emilia? Non troppo bene in questo momento.
-
-— Oh! Temete forse che abbia a morire?
-
-— Ma no, ma no! Perchè dovrebbe morire? Io non la lascerò morire se voi
-mi aiutate a tenerla in vita. Come mai non siete in casa ad assisterla?
-
-— Ah, se potessi! — ella esclamò balzando in piedi. — Se potessi!
-
-— E chi ve lo impedisce?
-
-— La signora Ellis. Non mi lascia neanche entrare, dottore; dice che la
-signorina non vuole altri che lei.
-
-— La signora Ellis non ha voce in capitolo, ed Emilia neppure: quest'è
-affar mio, ed io voglio voi. Affiderei più volentieri i miei pazienti a
-voi che a tutte le signore Ellis del mondo. Quella lì non se n'intende
-d'assistere malati; rimandatela alle sue conserve di coccole rosse, e
-a' suoi pasticci di zucca. Dunque, è fissato; domani prendete il vostro
-posto.
-
-— Grazie, dottore, grazie!
-
-— Non mi ringraziate ancora; aspettate di esservici provata. È opera
-faticosa prestar le cure necessarie agl'infermi. Di chi è l'orto
-attiguo?
-
-— Della signora Bruce.
-
-— E cotesto pero è suo?
-
-— Sì, signore.
-
-— Per san Giorgio, signora Bruce, farò onore alle vostre pere! —
-
-Così dicendo il dottor Jeremy, uomo sui sessantacinque, ma robusto
-ed agile, scavalcò il muretto di pietra che divideva il giardino
-dall'orto, lanciandosi con tale impeto, da arrivare d'un balzo appiè
-dell'albero.
-
-Gertrude, la quale, esilarata, osservava le sue gesta, lo vide
-inciampare in un ostacolo e salvarsi dal cader bocconi stendendo le
-mani e reggendosi al grosso tronco del vecchio e bellissimo pero. In
-quella una testa ornata d'uno zucchettino di velluto si levò lentamente
-di tra le alte erbe, e apparvero la faccia e il busto d'un giovanetto
-di sedici in diciassett'anni che, appoggiato a un gomito, mirava con
-stupore l'intruso.
-
-Ma questi, punto intimidito, prese immediatamente l'offensiva contro il
-primo occupante, gridando:
-
-— Rizzati, poltrone! A che stai costì sdraiato facendo gambetta alle
-persone per bene?
-
-— Chi chiamate voi persone per bene? — domandò il giovane senza
-risentirsi nè dell'epiteto nè dell'interrogazione.
-
-— Me e la mia piccola amica qui presente, — replicò il dottor Jeremy
-ammiccando verso Gertrude che affacciata al muretto rideva di cuore del
-modo in cui egli era stato còlto sul fatto.
-
-Gli occhi dell'altro seguirono la direzione de' suoi e si fissarono sul
-viso della fanciulla che brillava tutto di gaiezza.
-
-— Posso fare qualche cosa per servirvi, signore? — disse egli poi,
-rivolgendosi a lui.
-
-— Sicuro! — rispose il dottore. — Io sono venuto qui per cogliere di
-coteste belle pere; ma voi siete più alto di me, a con l'aiuto della
-vostra mazza che ha la gruccia ricurva, arriverete meglio al ramo più
-carico.
-
-— Onorevole ed onesto proposito, — mormorò il giovane. — Sarò lieto di
-prestarmi per una così buona causa. —
-
-Sollevò la mazza che giaceva accanto a lui, abbassò con essa un ramo
-fino a portata del suo braccio, e lo scosse vigorosamente. Le frutta
-mature si sparsero sull'erba. Il dottor Jeremy se ne empì le tasche e
-le mani, e mosse verso il muro divisorio.
-
-— Ne avete abbastanza? — gli domandò il giovane con voce lenta e
-strascicata.
-
-— A iosa, a iosa! — rispose egli.
-
-— Tanto piacere! — fece l'altro, buttandosi di nuovo giù,
-indolentemente, senza cessare di fissar Gertrude.
-
-— Dovete esser molto stanco, — disse Jeremy tornando indietro di due
-passi. — Io sono medico, e vi consiglierei un pisolino.
-
-— Ah, siete medico? — riprese il pigrone nello stesso tono tra languido
-ed ironico in cui aveva parlato fino allora. — Seguirò dunque il vostro
-consiglio. —
-
-E adagiatosi nell'erba, resupino, chiuse gli occhi.
-
-Il dottore vuotò le tasche sulla panchetta del chiosco e invitò
-Gertrude a pigliarsi la sua parte del bottino. Egli addentava le belle
-pere sugose, ridendo così forte di quella sua allegra monellata, che
-quasi i bocconi gli andavano di traverso. A un tratto gli venne in
-mente di guardar l'orologio.
-
-— Le quattro e mezzo! — esclamò. — Il treno parte tra dieci minuti. Chi
-mi condurrà alla stazione?
-
-— Non so, signore, — rispose la fanciulla pensando che la domanda fosse
-diretta a lei.
-
-— Dov'è Giorgio?
-
-— E andato sul prato a prendere il fieno, ma ha lasciato Carlotto,
-il cavallo bianco, nella corte, con i finimenti e tutto. Ho visto che
-l'attaccava alla catena dopo avervi portato qui dalla ferrovia.
-
-— Ah! Ebbene, allora, conducetemi voi.
-
-— Impossibile, signor dottore, io non so guidare.
-
-— Bisogna che impariate: v'insegnerò io. Non avete mica paura?
-
-— Oh, no! Ma il signor Graham....
-
-— Non v'occupate del signor Graham. Date retta a me. Rispondo io che
-ritornerete a casa sana e salva. —
-
-Gertrude era per sua natura coraggiosa. Non aveva mai guidato
-un cavallo, ma essendocisi messa senza timori, vinse la prova a
-maraviglia: e poichè il dottor Jeremy continuò a farsi condurre da
-lei, ella acquistò presto molta perizia nell'uso delle redini. Non è
-forse questa una bravura particolarmente desiderabile in una donna: a
-Gertrude tuttavia fu assai utile.
-
-Il medico mantenne la promessa di stabilirla al capezzale della malata.
-La prima volta che dopo quel loro colloquio visitò Emilia, parlò a
-questa della fanciulla in termini di grande encomio per la devozione al
-vecchio True e le qualità di buona infermiera da lei mostrate; poi le
-domandò per qual ragione fosse stata espulsa dalla sua camera.
-
-— È tanto apprensiva, — ella rispose — teme che la febbre le s'attacchi.
-
-— Non dovete crederlo. È troppo contrario al suo carattere.
-
-— Vi pare? — fece vivamente la cieca. — Ma la signora Ellis....
-
-— V'ha detto una bugia, — l'interruppe egli. — Gertrude invece si
-strugge di venire ad assistervi. E n'è capace quanto la signora Ellis,
-anzi meglio, perchè la cosa più necessaria per voi è la quiete, e
-proprio questa non la potete avere con quel donnone loquace dattorno.
-Pertanto, io, la signora Ellis la mando a Gerico, fin da oggi, e vi
-porto qui la mia piccola Gertrude, che non è più rumorosa d'un topolino
-e ha una buona testa sulle spalle. —
-
-Certo, non era possibile che la fanciulla fosse in grado di provvedere
-a tutti i bisogni d'Emilia meglio della governante, e neppure
-altrettanto bene, ed Emilia che lo sapeva non permise che questa
-venisse mandata a Gerico, perchè quantunque il dottor Jeremy non la
-potesse soffrire, ella disimpegnava ottimamente le proprie mansioni
-e sarebbe stato difficile privarsi de' suoi servigi; ma anche in caso
-diverso non avrebbe voluto umiliarla.
-
-Quindi, per quanto l'ammissione di Gertrude all'ufficio d'infermiera
-seguisse con gran gioia sua, della paziente, e del medico, fu
-risparmiata alla signora Ellis la vergogna di sapere che la slealtà
-della sua condotta nell'averla tenuta lontana da Emilia dando una falsa
-ragione di quell'assenza, era stata scoperta.
-
-Gertrude assisteva la malata con la vigile e tenera cura che solo un
-profondo affetto può insegnare.
-
-Quando, la notte, la cieca si destava da un sonno agitato, una bevanda
-refrigerante s'offriva alle sue labbra, e udendo la signora Ellis
-russare sonoramente, ella sapeva che non le era porta da lei; durante
-il giorno non una mosca la molestava ronzando intorno al suo capezzale;
-il suo tormentoso mal di capo era lenito dalle applicazioni d'acqua
-fredda sulla fronte ardente, ripetute con pazienza per ore; e i passi
-dei piccoli piedi instancabili che andavano e venivano erano leggeri
-e piani.... Notando tutte queste cose, ella comprendeva quale prezioso
-rimedio le avesse portato il buon dottore.
-
-In capo a due settimane era migliorata a segno da passare la giornata
-intera fuori del letto, sebbene non potesse ancora lasciar la camera.
-Quando fu in condizione d'uscire, il medico prescrisse aria e moto.
-
-— Fate una trottatina in carrozza, due o tre volte il giorno, — egli
-ordinò.
-
-— Ma come sarebbe possibile? — rispose Emilia. — Giorgio è tanto
-occupato, e chi lo sostituirebbe?
-
-— Vi condurrà Gertrude, — insistette il dottor Jeremy. — È bravissima,
-sapete. —
-
-Emilia sorrise.
-
-— Gertrude, — ella disse — vedo che il dottore fa gran capitale di te.
-Crede che tu possa fare qualunque cosa. Ma guidato, tu non hai certo in
-vita tua, di'?
-
-— O se mi conduce lei tutti i giorni alla stazione, da sei settimane in
-qua! — replicò egli.
-
-— Dite davvero? — esclamò la signorina Graham alla quale riesciva
-strana l'idea che un cavallo fosse governato da mano femminile.
-
-E poichè il dottore le assicurava ch'era proprio così, e che non aveva
-da temere alcun pericolo, Carlotto fu attaccato al legno, ed ella
-fece la sua trottatina accompagnata dalla signora Ellis e condotta
-da Gertrude. L'esperimento ebbe esito felicissimo. Queste giterelle,
-spesso ripetute, giovarono molto alla convalescente, e furono
-piacevolissime per tutte e tre.
-
-Sul principio d'autunno la salute d'Emilia era rifiorita. Il vecchio
-Carlotto veniva requisito ogni giorno: ed essendo di solito la
-governante trattenuta dai suoi doveri di massaia, Emilia e Gertrude
-andavano sole in un gran _buggy_ di forma antiquata. Così la perizia
-acquistata dalla fanciulla nel guidare divenne per la cieca, come
-questa diceva, la sorgente del maggior piacere ch'ella avesse gustato
-da anni.
-
-Gertrude rivide due o tre volte il pigro giovanottino in cui il dottor
-Jeremy era andato ad inciampare saltando nell'orto della signora Bruce
-per rubarvi pere.
-
-Una mattina egli venne a sedersi sul muretto mentre ella era al lavoro
-tra le sue aiuole, e dopo avere espresso la propria maraviglia per la
-sua diligenza, e parlato un po' con lei di fiori, le rivolse alcune
-domande intorno al dottor Jeremy, e finì col chiederle come ella si
-chiamasse.
-
-Gertrude arrossì. Era molto sensibile su questo punto. Benchè tutti
-le dessero il cognome di Flint, ed ella solesse portarlo senza
-pensarci, pure, quando veniva interrogata direttamente, non poteva non
-rammentarsi che nè quello nè alcun altro le apparteneva.
-
-Emilia aveva fatto cercare Annetta Grant per cavarne qualche cosa sulle
-origini della bambina; ma costei non abitava più da anni nella sua casa
-d'allora, e nessuno del vicinato sapeva dove si trovasse nè che fosse
-avvenuto di lei.
-
-Gertrude, dunque, arrossì alla domanda del giovanetto; nondimeno
-rispose con dignità che se egli voleva conoscere il suo nome, doveva
-prima dire il proprio.
-
-— Non ve lo dirò punto! — replicò questi sfrontatamente. — E se non
-volete dirmi il vostro non me ne importa. —
-
-Ciò dichiarato, se ne andò spingendosi davanti a calci una mela che
-giaceva sull'erba.
-
-Ed ella rimase dell'opinione che non poteva esserci un ragazzaccio più
-maleducato.
-
-
-
-
-XX.
-
- Per sua nobil natura una perfetta
- Donna che consigliar sa e comandare,
- Eppur nel mite spirito sereno
- Dell'angelica luce un raggio splende.
-
- WORDSWORTH.
-
-
-Era il crepuscolo di un'afosa giornata di settembre. Emilia,
-illanguidita da molte ore d'un caldo insolitamente eccessivo per
-la stagione, sedeva sotto il portico davanti alla casa, godendo il
-refrigerio d'una deliziosa brezzolina levatasi al cader del sole. A
-ponente gli ultimi splendori d'un maraviglioso tramonto s'indugiavano
-nel cielo listato di porpora, mentre la luna, quasi piena, già saliva
-trionfante nel vespro, cominciando il suo regno notturno. Sempre più
-vivi, i suoi raggi illuminavano la bianca veste d'Emilia, e davano
-l'apparenza d'un marmo polito alle mani e alle braccia bellissime,
-uscenti nude dai drappeggi delle ampie maniche, e posate sui bracciuoli
-d'una poltrona rustica.
-
-Dieci anni erano trascorsi da quando ella s'era incontrata la prima
-volta con Gertrude nella chiesa del signor Arnold, eppure sembrava
-appena meno giovane d'allora tanto lievemente il tempo aveva sfiorato
-il suo volto e la sua persona.
-
-Ma anche allora ella conosceva le dure prove della vita, e aveva
-già imparato a distillare dall'amara feccia del dolore il balsamo
-che lenisce ogni male. Anche allora quest'esperienza e la sapienza
-derivatane, erano del pari impresse nella sua fisonomia: l'una in
-un'espressione grave e sommessa, propria di un'età più matura, l'altra
-nel dolce e calmo sorriso di fiducia e di speranza che rivela i fedeli
-di Dio.
-
-Perciò il tempo non poteva molto su di lei, ed ella era sempre la
-stessa: amabile nel suo aspetto esteriore, più amabile ancora nel cuore
-e nei costumi. Un osservatore attento avrebbe tuttavia potuto scorgere
-in Emilia una maggior briosità di spirito, una più viva partecipazione
-alle cose che avvenivano intorno a lei, infine un godimento della vita
-ch'ella non aveva mai manifestato per l'innanzi. E questi mutamenti
-erano dovuti, com'ella sentiva e riconosceva, all'intima sua convivenza
-con una compagna a cui la legava un profondo affetto, e che con la sua
-calda simpatia, la sua devozione costante, l'acuto suo senso tanto del
-comico e dell'ameno, quanto del bello e del vero, l'ardore inesauribile
-dei suoi sforzi per far gustare all'amica diletta i piaceri che gustava
-ella stessa, aveva ridestato in lei facoltà quasi sopite nelle tenebre
-ond'era avvolta. Così Gertrude era divenuta veramente, come lo zio True
-le aveva raccomandato d'essere, «gli occhi della sua benefattrice».
-
-Quella sera però Emilia pareva mesta mentre sedeva sola sotto il
-portico, esclusa dall'incantevole spettacolo del tramonto, inconscia
-dei giuochi d'ombra e di luce che faceva sulla sua bianca figura la
-luna saliente nel cielo. Ella reclinava un poco la testa da un lato,
-nell'atteggiamento di chi tende l'orecchio a un suono lontano, e
-ogni volta che il cancello cigolava, investito dalla brezza, dava un
-sobbalzo, e un'ansietà quasi dolorosa appariva nel suo viso.
-
-Alfine qualcuno spunta di dietro l'alto riparo di legno che sottrae
-il giardino agli sguardi dei passanti. Solo il raffinato udito della
-cieca poteva aver distinto quel passo leggero. Ed ella si leva dalla
-poltrona, e muove incontro alla giovanetta ch'è entrata: una giovanetta
-in cui sarebbe difficile ravvisare la piccola Gertrude di dieci anni
-addietro perchè su _lei_ il tempo non è sorvolato senza mutarla.
-
-La Gertrude presente è oramai una signorina, più alta d'Emilia. Ha una
-bella persona, snella, fine, e carnagione brunetta, ma nitidissima
-e soffusa alle gote di un color di rosa che le conferisce grande
-splendore: questo però potrebb'essere l'effetto della rapida camminata
-dalla stazione alla villa. S'è tolta il cappello, e lo porta in mano
-dondolandolo per i nastri: abitudine che aveva già da bambina, sicchè
-non bisogna vederci l'intenzione vanitosa o civettuola di mettere in
-mostra la rara opulenza della capigliatura.
-
-I suoi occhioni neri sono sempre fulgidi, ma non più di grandezza
-sproporzionata con la faccia, e se la bocca non è rigorosamente
-conforme ai cànoni classici, se lo fa perdonare grazie a due file di
-denti piccoli, regolari, d'un puro candore di perla.
-
-Ella veste un lindo abitino di mussolina operata, molto accollato, e
-una semplice mantellina nera che non nasconde la rotondità della sua
-vita sottile.
-
-Ebbene? È Gertrude una bellezza?
-
-No. I suoi lineamenti, le sue forme, possono provocare giudizi assai
-diversi, ma pochi la proclamerebbero veramente bella. V'hanno però
-certi visi piacevoli a osservarsi per la loro variabile espressione,
-visi eloquenti, che dicono la verità e palesano l'intimo sentimento;
-visi ora illuminati dall'intelligenza, ora sfavillanti d'allegrezza,
-ora velati di mestizia dinanzi a un caso pietoso, ora accesi di
-nobile indignazione contro ciò che l'anima aborre, ora santificati
-dalla presenza divina, quando il cuore si distoglie dal mondo e da sè
-medesimo, e s'inalza devotamente a Dio. Tale è il viso di Gertrude.
-
-Vi sono personali di donna che senza suggerire paragoni con una regina
-o con una fata, posseggono una grazia, una flessuosità, una dignità che
-incantano, ed hanno il potere di muoversi nella loro sfera con sì aerea
-leggerezza, che mai non riescono d'ingombro. Tale è il personale di
-Gertrude.
-
-Quali si siano le attrattive della fanciulla, (nè manca chi le pregia
-altamente) ella non sa d'averle, e questa sua inconsapevolezza ne
-raddoppia il prestigio. È ancor sempre nella persuasione d'essere
-brutta, radicata in lei da' suoi teneri anni, ma non se ne sente più
-mortificata e indispettita come una volta.
-
-Tosto che vide Emilia venirle incontro, Gertrude affrettò il passo, e
-raggiuntala presso la soglia, le passò con gesto affettuoso un braccio
-dietro le spalle, come soleva per guidarla, adesso ch'ella era più
-alta di lei, e la fece svoltare a destra in un vialetto conducente nel
-giardino.
-
-— Eccomi di ritorno! — disse ravvolgendo più strettamente nello
-sciallino la sua amica cieca. — Siete stata sempre sola, Emilia, da
-quando v'ho lasciata?
-
-— Sì, cara, quasi sempre, e ho pensato con affanno che tu giravi per
-Boston in una giornata di caldo così eccessivo.
-
-— Non ne ho sofferto punto, e godo ora tanto più questa fresca
-brezzolina, che fa un così gradevole contrasto con l'afa e la polvere
-della città.
-
-— Ma, Gertrude, — fece la signorina Graham fermandosi — perchè non sei
-entrata in casa? Devi prendere il tè, figliuola.
-
-— Non ne ho voglia, stasera. —
-
-Camminarono un poco, lentamente, in silenzio; poi la cieca riprese:
-
-— Gertrude, non hai dunque nulla da dirmi?
-
-— Oh, sì, tante cose!... Ma....
-
-— Ma tu sai che saranno tristi per me, e però esiti a parlare. Non è
-vero?
-
-— Mi parrebbe vanità da parte mia credere che possano affliggervi
-molto, cara Emilia; ma iersera, quando vi comunicai quello che m'aveva
-detto il signor W. e quanto io avevo in animo di fare, mi sembraste
-così turbata al pensiero della nostra separazione, che non mi sono più
-sentita sicura di far bene.
-
-— E io mi sono rimproverata d'averti lasciato scorgere il mio
-rammarico, a rischio di distoglierti dal tuo dovere, o di rendertelo
-più penoso. Sì, comprendo che tu hai ragione, Gertrude; e che invece
-d'oppormi a' tuoi disegni, dovrei favorirli con tutte le mie forze.
-
-— Ah, cara Emilia! — esclamò vivamente la fanciulla. — Se vi fa pensare
-così ciò che vi raccontai ieri, sarete persuasa sapendo ciò che ho
-veduto e udito oggi....
-
-— Come? Le cose vanno forse ancora peggio, dalla signora Sullivan?
-
-— Assai peggio di quel che vi descrissi. Non conoscevo allora le
-terribili difficoltà contro cui ha da lottare la poveretta.... ma
-ho passato in casa sua tutta la giornata, perchè il signor W. m'ha
-trattenuta appena cinque minuti, e mi son potuta accertare che non è
-prudenza lasciar una donna timida e debole come quella, sola col signor
-Cooper, adesso che il vecchio si trova in uno stato di mente così
-spaventoso....
-
-— Ma, sarai poi davvero in grado d'aiutarla, tu?
-
-— Sì, Emilia; so dominarlo meglio di lei, e posso nello stesso tempo
-far di più per il suo benessere e la sua contentezza. È come un bambino
-oramai, pieno di capricci. E quando non sia materialmente impossibile,
-la signora Sullivan lo compiace, a costo di qualsiasi inconveniente, e
-fin di qualsiasi pericolo; prima di tutto perchè è suo padre e si tiene
-in obbligo di non contrariarlo, ma adesso, credo, anche per paura....
-È tanto irritabile e violento! Mi diceva che spesso gli saltano
-ghiribizzi oltremodo strani, come d'uscire di notte, con suo gran
-rischio, o di dormire a finestre spalancate benchè la sua camera dia
-sulla strada al pianterreno.
-
-— Povera donna! — sospirò Emilia. — E che fa in simili casi?
-
-— Ve lo posso dire perchè ne ho veduto un esempio quest'oggi. Quando
-sono arrivata lì, il vecchio era in procinto d'accendere un gran fuoco
-nella stufa nonostante il caldo che in città era intensissimo.
-
-— E la signora Sullivan?
-
-— Sedeva sullo scalino dell'uscio di casa, piangendo.
-
-— Disgraziata!
-
-— Non poteva far nulla con lui, e aveva ceduto per disperazione.
-
-— Dovrebbe avere una donna robusta o un uomo che lo vigilasse e gli
-prestasse le cure necessarie.
-
-— È precisamente questa l'idea che la sgomenta più di ogni cosa. Dice
-che morrebbe d'angoscia se vedesse suo padre trattato senza riguardi
-come lo tratterebbe di certo una persona estranea; e inoltre capisco
-che rifugge dal mettersi questa persona in casa. Ella è estremamente
-scrupolosa in materia d'ordine e di pulizia, ed ha sempre fatto tutte
-le sue faccende da sè: l'ho udita dichiarare più volte che vorrebbe
-piuttosto tener in famiglia una bestia feroce che una serva irlandese.
-
-— La sua nuova abitazione non le ha procurato finora molto piacere, non
-è vero?
-
-— Oh, no! Mi faceva appunto notare, oggi, la sua singolare sfortuna:
-dopo aver tanto desiderato un quartierino con tutti i suoi comodi,
-in un bello stabile nuovo, ecco che non appena lo ha ottenuto e
-ammobiliato a modo suo, le piomba addosso una tale disgrazia.
-
-— Ma è strano che non l'abbia veduta venire già prima. Io durante le
-ultime visite che le feci con te nell'altra casa, m'ero accorta della
-decadenza intellettuale di quel vecchio.
-
-— L'avevo osservata anch'io, da un pezzo, ma a lei non ne dissi mai
-nulla, e credo ch'ella non ne abbia avuto il minimo sospetto fino al
-momento dello sgombero, quando il distacco da tutto ciò che gli era
-consueto ebbe sul povero signor Cooper gli effetti più funesti.
-
-— Non pensi, Gertrude, che la demolizione della chiesa e la conseguente
-perdita del suo posto di sagrestano abbiano dato un gran crollo alla
-sua mente inferma?
-
-— Sì, ne sono anzi sicura. Dopo d'allora non fu più lui, e anche nella
-casa vecchia si mostrava inquieto e malcontento: ma la disdetta data
-alla signora Sullivan dai proprietari che avevano risolto di fabbricare
-su quel fondo magazzini, cagionò il totale sconvolgimento della poca
-ragione che gli rimaneva.
-
-— Triste cosa! Quanti anni ha?
-
-— Non so esattamente, ma certo moltissimi. Rammento che tempo fa la
-signora Sullivan mi disse ch'era sugli ottanta.
-
-— È vecchio assai; non è da maravigliarsi se cambiamenti grandi e
-repentini nella sua vita lo hanno fatto rimbambire.
-
-— Oh, no! E per triste che sia, è infine la sorte che può toccare a
-chiunque viva fino a un'età così tarda. D'altronde, non soffre, nè
-il suo umore, a quanto io mi ricordo, è mai stato più lieto; sicchè
-m'affliggo meno per lui che per sua figlia. Io sono in gran pena,
-Emilia, sul conto di _lei_.
-
-— Non ha la forza di sopportare questa sventura?
-
-— Credo che l'avrebbe se fosse in buona salute. Ma non istà bene, e
-temo che la cosa sia più seria di quanto ella voglia ammettere, perchè
-è tanto pallida, e ha ultimamente avuto parecchie manifestazioni di
-sintomi che danno da pensare.
-
-— Ha consultato un medico?
-
-— No, non vuol saperne, e s'ostina a ripetere che si rimetterà presto;
-io però ne dubito, specie se seguita a non aversi nessuna cura. Questa
-è la ragione principale che mi fa desiderare d'essere in città il più
-presto possibile. Sono ansiosa di farla vedere al dottor Jeremy, e
-spero di riuscirvi senza ch'ella sappia ch'egli viene per lei. Avrò una
-forte infreddatura io stessa, se non ci sarà altro modo.
-
-— Tu parli d'essere in città come d'una cosa sicura; m'immagino dunque
-che tutto è già stabilito.
-
-— Ah, non v'ho raccontato la mia visita al signor W.? È vero,
-scusate.... Ottimo uomo, quanta riconoscenza gli debbo! Mi ha promesso
-il posto.
-
-— N'ero certa, dopo ciò che v'aveva detto dalla signora Bruce.
-
-— Certa! E io che quasi mi peritavo di parlargliene!... Mi pareva
-impossibile che avesse tanta fiducia in me.... Invece è stato così
-buono, benevolo! Non oso riferirvi le parole che m'ha detto circa la
-mia capacità d'insegnare.... temerei di sembrarvi troppo vana.
-
-— Non hai bisogno di riferirmele, cara; so da lui stesso come egli
-apprezzi le tue felici attitudini. Non potresti dirmi nulla di più
-lusinghiero per te, delle cose che ho udite dalle sue labbra.
-
-— Il mio amato zio True voleva ch'io diventassi maestra: era l'apice
-della sua ambizione. Sarebbe contento ora, non è vero, cara Emilia?
-
-— Senza dubbio si glorierebbe di vederti assistente in una scuola come
-quella del signor W. Forse però penserebbe come penso io che ti assumi
-impegni superiori alle tue forze. Tu sarai occupata le intere mattinate
-a far lezione, e tuttavia ti proponi d'esser l'infermiera della signora
-Sullivan, e la custode del suo vecchio padre demente. Bambina mia,
-tu non sei assuefatta a coteste eccessive fatiche, e io mi tormenterò
-incessantemente con la tema che la tua salute non vi resista.
-
-— Oh, cara Emilia, non dovete affatto mettervi in pena per me! Io sono
-sana e robusta, e mi sento capacissima di tutto ciò che ho divisato.
-Il mio solo timore è che voi possiate soffrire alquanto a cagione della
-mia lontananza, e il pensare che io, lasciandovi....
-
-— So che intendi dire, Gertrude: ma non averlo cotesto timore. Io
-sono sicura del tuo affetto. Ho fede che non mi posponi se non al tuo
-dovere, e non vorrei per nulla al mondo che tu mi dessi la preferenza.
-Caccia dunque dalla tua mente quel pensiero, e non credere ch'io
-sia tanto egoista da desiderare di trattenerti. Solamente sarei più
-tranquilla se tu rinunziassi per ora alla scuola. Potresti andare
-dalla signora Sullivan e stare con lei finchè ha bisogno del tuo aiuto;
-forse al tempo della nostra partenza per il Mezzogiorno ti troveresti
-libera d'accompagnarci in quel viaggio, che certo sarà allora per te un
-ristoro necessario.
-
-— Ma, cara Emilia, come conciliare le cose? Io non posso piantarmi
-in casa della signora Sullivan a titolo di ospite, sia pure con
-l'intenzione di renderle servigio, e nemmeno offrirmi a lei in qualità
-d'infermiera, posto che non vuol riconoscere d'esser malata. Ho
-ponderato la questione, e veduto che anche usando tutta la finezza
-e tutta la delicatezza immaginabili, non c'era verso di risolverla.
-Inoltre, dopo tanto tempo che sto con voi, essa deve credere ch'io non
-sia più adatta alla semplice vita d'una volta. Ma quando il signor
-W. mi disse che gli occorreva un'assistente, facendomi comprendere
-che non gli sarebbe dispiaciuto di dare a me quel posto, mi balenò un
-modo d'effettuare il mio disegno. Ero certa che se la signora Sullivan
-avesse saputo che io entravo come insegnante in quella scuola e dovevo
-cercarmi una dozzina per l'inverno perchè voi l'avreste passato nel
-Mezzogiorno, invece di ritornare in città, non solo non si sarebbe
-ricusata d'accogliermi in casa sua, ma non avrebbe permesso che andassi
-altrove.
-
-— E così è stato?
-
-— Precisamente. Ed io mi sono ancor più persuasa del bisogno ch'ella
-sente d'un appoggio, tanto l'ha consolata il pensiero d'avermi seco.
-
-— Tu sarai un tesoro per lei, Gertrude: lo so bene!
-
-— Oh, no! Purtroppo non spero d'essere di grande utilità. Ma per
-poco ch'io possa, sarà sempre più di quanto potrebbe in questo
-caso qualsiasi altra. La signora Sullivan, essendo vissuta sempre
-ritiratissima, non ha nessuna amica intima, e davvero non vedo, me
-eccettuata, chi ammetterebbe volentieri sotto il suo tetto. Con me
-c'è avvezza, e mi vuol bene. Io non le do impaccio, anzi mi concede
-perfino d'aiutarla nelle sue faccende, benchè spesso dica ch'io sono
-diventata una signorina, non usa alle fatiche materiali. Sa poi che
-ho un certo influsso sul signor Cooper: vi parrà forse strano, e io
-stessa non so spiegarmelo, ma _l'ho_, positivamente. Io credo che sia
-in parte perchè egli non mi fa punto paura e m'oppongo con fermezza a'
-suoi insensati capricci, in parte perchè gli sono meno familiare di sua
-figlia. Ma c'è anche un'altra cosa che mi conferisce un gran potere su
-quel povero vecchio. Egli, com'è naturale, m'associa nella sua memoria
-con Guglielmo: ci ha veduti per tanti anni sempre insieme, abbiamo
-lasciato la casa quasi ad un tempo, e non ignora che la corrispondenza
-con lui è tenuta principalmente da me. Sembra che da quando la sua
-mente si è indebolita, egli non pensi che al suo nipote, sicchè in
-qualunque momento, e per quanto eccitato e caparbio si mostri, io
-riesco a calmarlo proferendogli le ultime notizie dell'assente; e
-non importa se gli ripeto cento volte il contenuto d'una medesima
-lettera: per lui è sempre nuovo. Non avete idea, cara Emilia, di come
-io giunga a dominarlo, grazie a questo piccolo fatto. Ho notato oggi
-che la mia facoltà di dirigere i suoi pensieri sollevava la signora
-Sullivan d'un gran peso; ed ella pareva tanto felice, quando mi sono
-accomiatata stasera, parlava con sì lieta speranza del conforto che
-sarebbe per lei l'avermi presso di sè quest'inverno, ch'io mi sono
-sentita compensata del mio sacrificio. Ma poi, non appena vi ho veduta,
-al mio ritorno, e ho pensato che voi andate via, lontano, e che passerà
-chi sa quanto tempo prima ch'io sia di nuovo la vostra compagna, ho
-provato.... —
-
-Gertrude non potè proseguire. Chinò la testa sulla spalla d'Emilia, e
-pianse.
-
-La signorina Graham la consolò con immensa tenerezza.
-
-— Siamo state felici insieme, — ella disse — e tu mi mancherai,
-dolorosamente. La metà almeno di ciò che ho goduto della vita in questi
-ultimi anni la devo a te; ma non t'ho mai tanto amata come in questo
-momento che ti accingi a lasciarmi, perchè nel tuo sacrificio di te
-stessa vedo la più nobile, la più preziosa virtù di cui possa fregiarsi
-una donna. So che i Sullivan ti sono molto cari, e ben a ragione, e
-comprendo il tuo desiderio di riconoscere le tue antiche obbligazioni
-con loro; tuttavia il preferirli a noi, ora, rinunziando senza un
-lamento al bel viaggio dal quale ti ripromettevi tanto piacere, mi
-prova che la mia Gertrude è la buona e brava fanciulla ch'io speravo
-di vederla divenire e pregavo Dio di farla. Tu sei nella via del
-dovere, figliuola mia, e sarai ricompensata dall'approvazione della tua
-coscienza se non altrimenti. —
-
-Mentre Emilia terminava di dire queste parole, svoltavano in un
-viale del giardino dove incontrarono una servetta che le cercava
-per avvertirle che la signora Bruce e suo figlio erano nel salotto e
-chiedevano di tutt'e due.
-
-— Le hai comprato i suoi bottoni, in città? — domandò la signorina
-Graham a Gertrude.
-
-— Sì, — rispose questa — e li ho trovati adattatissimi al vestito;
-probabilmente le preme di sapere se ho eseguito bene la commissione; ma
-come mi presento, così?
-
-— Io mi fo accompagnare da Caterina; tu entra in casa dalla porta
-laterale e vai alla tua camera senza che ti vedano. Ti scuserò intanto
-con la signora Bruce; poi, quando ti sarai rinfrescata gli occhi e ti
-sentirai più calma, scendi in salotto. —
-
-
-
-
-XXI.
-
- Ma non forse sarà miglior consiglio
- Ritirarci? S'appressa una tempesta.
-
- MILTON.
-
-
-Quando, mezz'ora dopo, Gertrude entrò nel salotto, il suo viso non
-mostrava più traccia della commozione d'animo che l'aveva tanto
-turbata. La signora Bruce le mandò dal canapè un amichevole cenno di
-saluto: il signor Bruce si rizzò e le offerse la sua seggiola, mentre
-il signor Graham le indicava un posto accanto a lui, nel vano della
-finestra, dicendo con tono benevolo:
-
-— Vieni qui, Gertrude. —
-
-Ella non accettò nè l'una nè l'altra profferta. Andò a sedersi invece
-sull'ottomana, ch'era presso a una porta vetrata aperta a due battenti,
-di dove una scalinata metteva nel giardino. Subito il giovanotto la
-raggiunse, e adagiatosi in un atteggiamento d'indolenza sui primi
-scalini, prese a discorrere con lei.
-
-Il figlio della signora Bruce non era altri che il signorino dallo
-zucchetto di velluto, che anni addietro soleva schiacciare dormitine
-nell'erba, sotto il pero. Egli aveva fatto di recente un viaggio in
-Europa, e superbo della rinomanza che gli davano i suoi baffi, il suo
-sarto francese, e il possesso d'un bel patrimonio, si compiaceva più
-che mai in sè medesimo.
-
-— Avete dunque passato tutta la giornata a Boston, signorina Flint?
-
-— Sì, quasi tutta.
-
-— Ci avrete trovato un caldo terribile, eh?
-
-— Piuttosto!
-
-— Dovevo andare in città anch'io per certi affari che premevano
-moltissimo alla mamma. Facendo uno sforzo sono arrivato fino alla
-stazione; ma non ho potuto proseguire.
-
-— Il caldo v'aveva disfatto?
-
-— Sì.
-
-— Poverino! — esclamò Gertrude con un accento tra compassionevole e
-ironico.
-
-Egli alzò gli occhi verso di lei, cercando d'indovinare
-dall'espressione del suo viso s'ella lo dicesse sul serio o volesse
-canzonarlo, ma essendo il salotto scarsamente illuminato, a fine
-di godervi un po' di fresco, non potè pronunziare un giudizio nella
-propria mente, e però riprese, per chiarirsi:
-
-— Io aborro il caldo eccessivo, signorina Gertrude. O perchè mi ci
-sarei esposto senza necessità?
-
-— Perdonate, m'era parso che parlaste d'affari importanti....
-
-— Affari della mamma. Nulla che importasse a me. E per lei quella
-temperatura era una scusa. Se avessi saputo che voi eravate nel treno,
-come ho scoperto poi, avrei perseverato nel mio proposito, attratto dal
-piacere di percorrere la via Washington al vostro fianco.
-
-— Io non ho preso per via Washington.
-
-— Ma l'avreste fatto con una scorta conveniente.
-
-— Se avessi dovuto far un giro vizioso per accompagnare la mia scorta,
-il vantaggio d'essere scortata sarebbe stato assai dubbio, convenitene!
-— ella disse ridendo.
-
-— Che spirito pratico avete, signorina! Intendete dire che quando
-andate in città è sempre con un programma d'operazioni prestabilito, e
-che niente al mondo può stornarvi da quanto vi siete proposta?
-
-— No, no. Credo anzi che sia facile persuadermi o dissuadermi,
-adducendo ragioni sufficienti. —
-
-Il giovane si morse le labbra.
-
-— Dunque, voi non fate cosa alcuna senza la sua brava ragione. Allora,
-ditemi, di grazia, qual'è quella per cui portate quel cappellone a
-larghe tese lavorando in giardino?
-
-— È un'antica consuetudine mantenutasi per la sua comodità ad onta
-delle invenzioni moderne che certo offrirebbero un migliore riparo
-dal sole. Devo riconoscermi colpevole di un po' d'ostinazione nel mio
-debole per quel vecchio cappello.
-
-— Perchè non confessare piuttosto la verità, ossia che lo portate per
-avere quell'aria seducente e pittoresca a segno che la vostra immagine
-turba i sonni dei vicini? Per esempio i miei sogni del mattino sono,
-come voi non l'ignorate, ossessionati da quel cappello non scompagnato
-dalla faccia della sua proprietaria; tant'è vero ch'io mi sento
-attirato, quasi da una forza magnetica, verso il vostro giardino,
-tutti i giorni, di buon'ora.... Ah, signorina Gertrude, voi avrete
-da regolare un gran conto con Morfeo, che defraudate così de' suoi
-diritti; e la coscienza vi rimorderà per i danni cagionati alla mia
-salute dall'espormi alla rugiada mattutina....
-
-— È una dura ingiustizia il condannarmi per misfatti assolutamente
-involontari; ma poichè le vostre visite in giardino sono per me una
-minaccia di rimorsi futuri, mi vedo in obbligo di proibirle.
-
-— Oh, non sarete così barbara! Specie dopo che mi son dato tanta pena
-per impartirvi tutte le mie poche nozioni d'orticoltura....
-
-— Devono esser poche davvero, oppure ho io poca memoria, — fece
-Gertrude ridendo.
-
-— Ingrata! Avete dimenticato quanto m'affannai anche ieri a farvi
-conoscere le differenti varietà di rose? Non ricordate più quello che
-ve ne dissi, diffusamente, cominciando dalle rose di Damasco? E come,
-nel finire, non trovavo parole adeguate in lode delle rose umane,
-soprattutto di quella tanto soave, tanto leggiadra che mi stava dinanzi
-mentre parlavo?
-
-— Ricordo che diceste un visibilio di sciocchezze; ma v'ingannate se
-credete ch'io le ascoltassi.
-
-— Oh, signorina Gertrude! È fiato sprecato dir cose gentili a voi;
-tenete sempre i miei complimenti in conto di buffonate.
-
-— V'ho dichiarato parecchie volte ch'era inutile prodigarmi tante
-parole lusinghiere. Sono sprecate, sicuro, e ho piacere che finalmente
-lo abbiate capito.
-
-— Bene, sarò serio. O dove eravate stamani?
-
-— A che ora?
-
-— Alle sette e mezzo.
-
-— In treno, sulla via di Boston.
-
-— Possibile? Così presto? Io credevo che foste partita alle dieci.
-Sicchè, mentre io spiavo dal muro del giardino l'occasione di darvi
-il buon giorno, voi eravate lontana cinque o sei miglia. Rimpiango
-quell'ora di buon sonno, perduta!
-
-— Davvero, è gran peccato!
-
-— E altra mezz'ora, stasera. Perchè vi siete fatta aspettar tanto?
-
-— Io? Quando?
-
-— Quando sono venuto qui.
-
-— Oh, non pensavo affatto che la vostra visita fosse per me.
-
-— Non è che per voi sola.
-
-— Ben, — disse al giovane il signor Graham avvicinandosi e
-intromettendosi un po' bruscamente nella loro conversazione — siete
-amante del giardinaggio? V'ho sentito parlare di rose....
-
-— Già.... La signorina Flint ed io abbiamo avuto una vera discussione
-sui fiori, sulle rose in particolare.... —
-
-Gertrude tentò di trar partito da quell'intervento per svignarsela
-e andare presso le signore che sedevano sul canapè; ma Ben Bruce, il
-quale s'era rizzato vedendo l'altro venire a lui, s'accòrse della sua
-intenzione e le sbarrò il cammino in modo che ella non poteva passar
-oltre senza respingerlo con aperta sgarbatezza.
-
-Il signor Graham ripigliò:
-
-— Ho in idea di mettere una piccola fontana nel giardinetto della
-signorina Flint. Volete venire con me? Mi darete un consiglio....
-
-— Ma signore, non è troppo buio?...
-
-— Che, che! Per quello che abbiamo da fare ci si vede abbastanza. Di
-qua, prego.... —
-
-E benchè ad onta delle sue maniere parigine torcesse il muso e scotesse
-la testa con aria minacciosa, il giovanotto fu costretto a seguire il
-padrone di casa.
-
-La ragazza potè allora riferire alla signora Bruce i risultati delle
-commissioni ch'ella le aveva affidate, e darle i bottoni che le
-piacquero moltissimo.
-
-Quando i due signori rientrarono, la conversazione divenne generale.
-
-— Signor Graham, — cominciò la signora Bruce — domandavo ad Emilia che
-giro farete nel Mezzogiorno: a quanto vedo dall'itinerario, vi siete
-proposto un viaggio delizioso.
-
-— Così credo. Lo avevamo divisato da un pezzo. Per Emilia sarà ottima
-cosa: e mi figuro il piacere di Gertrude che non ha mai viaggiato
-finora!
-
-— Ah, andate anche voi, signorina Flint?
-
-— Sicuro, sicuro, — disse il signor Graham prima che l'interrogata
-rispondesse da sè — Gertrude ci è necessaria: non possiamo far senza di
-lei.
-
-— Quanto vi divertirete! — riprese la signora fissando sempre la
-giovanetta.
-
-— Io speravo d'accompagnare il signor Graham e la signorina Emilia, —
-rispose Gertrude — e pensavo a questo viaggio con ardente desiderio;
-ma dovrò invece rimanere l'inverno a Boston, come oggi appunto ho
-risoluto.
-
-— Che diamine dici? — domandò il signor Graham. — Spiegati! Cotesta è
-nuova per me!
-
-— E per me pure, signore; altrimenti vi avrei informato prima.
-M'immaginavo ch'era vostra intenzione ch'io venissi con voi, e
-nulla, credetelo, mi sarebbe stato più gradito. Purtroppo sono sorte
-circostanze che me lo impediscono; se non ve l'avevo ancora detto, gli
-è perchè io stessa le ignoravo.
-
-— Ma noi non possiamo mica privarci della tua compagnia, Gertrude: non
-voglio sentirli cotesti discorsi. Tu devi venire, a dispetto d'ogni
-circostanza.
-
-— Temo assai che non potrò, assolutamente, — replicò ella, sorridendo
-con grazia, ma senza perdere la sua fermezza. — È gran bontà da parte
-vostra il desiderarlo.
-
-— Desiderarlo?... Ti dico che insisto su questo punto. Tu sei sotto
-la mia tutela, bambina, e io ho diritto di stabilire ciò che devi
-fare. —
-
-Il signor Graham cominciava ad irritarsi. Gertrude ed Emilia erano
-turbate ma tacevano.
-
-— Dimmi le tue ragioni, almeno, se ne hai, — egli ripigliò con
-veemenza. — E intendo di sapere chi t'ha messo in capo cotesta idea
-stravagante.
-
-— Vi spiegherò tutto domani, signore.
-
-— Domani? No, cara, subito. —
-
-La signora Bruce, vedendo addensarsi una burrasca domestica, si rizzò
-per battere prudentemente in ritirata.
-
-Il signor Graham contenne l'ira finchè ella e suo figlio non si furono
-accomiatati, ma chiuso appena l'uscio dietro a loro, proruppe:
-
-— Ora mi dirai che significa cotesta novità! Io prendo tutte le mie
-disposizioni, regolo i miei affari in modo da rimaner libero di passare
-l'inverno in viaggio, e ciò non tanto per mia propria sodisfazione
-quanto per procurare un piacere a voi due; ed ecco che quando è fissato
-ogni cosa, e siamo quasi in procinto di partire, Gertrude annunzia che
-ha risoluto di non accompagnarci. Sono davvero curioso di conoscere le
-sue ragioni. —
-
-Emilia s'assunse d'esporre i motivi della condotta di Gertrude e
-concluse approvandola pienamente. Suo padre, che l'aveva ascoltata con
-impazienza e interrotta con molti _poh!_ ed _uh!_, finito ch'ella ebbe
-scattò di nuovo, più indignato che mai:
-
-— Dunque, essa preferisce i Sullivan a noi, e tu incoraggi questi suoi
-sentimenti! Vorrei un po' sapere che cosa hanno fatto loro per lei, a
-paragone di quello che ho fatto io!
-
-— Le hanno dato le maggiori prove d'affetto, per anni, e adesso che
-sono colpiti da una grave disgrazia non ha cuore d'abbandonarli. Io per
-me confesso che stimo giusta la sua risoluzione.
-
-— E io invece no. Giusta? Vuole farsi schiava nella scuola del W. e
-peggio che schiava nella famiglia Sullivan, piuttosto che stare con noi
-che l'abbiamo tenuta sempre come una signorina, e, meglio ancora, come
-una figliuola!
-
-— Oh, signor Graham! — l'interruppe Gertrude vivamente. — Non si tratta
-di preferenza o di scelta, ma di dovere!
-
-— E che te lo crea cotesto dovere? Forse l'essere stata qualche anno
-loro casigliana? O l'averti mandato quel ragazzo ch'è laggiù a Calcutta
-una sciarpa di pelo di cammello, una gabbia di miseri uccellini, e un
-monte di lettere, ti pone in obbligo di tradire i tuoi propri interessi
-per prenderti cura dei suoi parenti malati o pazzi? Non posso davvero
-ammettere che i loro diritti su te siano da compararsi ai miei. Non
-t'ho io dato un'ottima educazione? Ho forse risparmiato spese, sia per
-farti istruire sia per renderti felice?
-
-— Signore, — rispose Gertrude umilmente eppure con serena dignità —
-io non ho mai pensato a numerare i benefizi ricevuti e proporzionarvi
-la mia condotta. Certo in tal caso devo riconoscere che le mie
-obbligazioni verso di voi sono immense, e che avete i diritti più ampi
-a' miei servigi.
-
-— Servigi! Io non ho bisogno dei tuoi _servigi_, bambina. La signora
-Ellis può fare altrettanto bene le cose necessarie ad Emilia ed a me;
-ma mi è cara la tua _compagnia_, e tu ti mostri molto ingrata parlando
-di lasciarci come fai.
-
-— Babbo, — disse Emilia — io ho creduto sempre che il vostro fine
-nel dare una buona educazione a Gertrude fosse quello di renderla
-indipendente da tutti e non già dipendente da noi.
-
-— Ed io ti dico, figliuola mia, che questa è una questione di
-sentimento. Tu la consideri diversamente da me; basta; posto che mi
-date contro tutt'e due, non voglio più discutere. —
-
-Così dicendo egli prese un lume, andò nel suo studio, chiudendosi
-dietro l'uscio con forza o per dir meglio sbattendolo, e non si fece
-più vedere tutta la sera.
-
-Povera Gertrude! Il signor Graham, che era stato sempre così buono,
-indulgente, generoso, che non le aveva quasi mai parlato con severità,
-si sentiva profondamente offeso da lei. La chiamava ingrata, credeva
-ch'ella avesse deluso la sua benevolenza, che posponesse lui e sua
-figlia ad altri amici secondo il suo parere assai meno meritevoli.
-Addolorata, ferita nell'intimo del cuore, ella non tardò a dar la buona
-notte ad Emilia, afflitta del pari, e corse a rifugiarsi nella sua
-camera ove diede a' suoi sentimenti uno sfogo che la lasciò spossata. E
-non chiuse occhio.
-
-
-
-
-XXII.
-
- La virtù è ardita e la bontà
- non conosce paura.
-
- SHAKESPEARE.
-
-
-Lasciata in età di tre anni alla mercè della compassione e della carità
-d'un mondo ove ella non apparteneva a nessuno, e nessuno l'amava,
-Gertrude finchè era vissuta con Annetta Grant aveva trovato ben poca
-di quella compassione e ancor meno di quella carità. Ma sebbene il suo
-spirito turbolento si ribellasse contro i mali trattamenti usatile,
-ella era allora troppo piccina per poter ragionare su tale soggetto
-e venire a conclusioni filosofiche sulla durezza e la crudeltà degli
-uomini. E fosse anche stato altrimenti, queste impressioni sarebbero
-svanite in quell'atmosfera di bontà e d'amore che l'aveva circondata
-nel periodo seguente della sua vita, quando, tenuta cara e protetta
-nella casa dell'ottimo suo padre adottivo, ella aveva goduto assai più
-di tenerezza paterna che non soglia toccare in sorte agli orfani.
-
-E avendo, grazie a un simile caso provvidenziale, incontrato nella
-dolce Emilia una seconda prova del fatto che i vincoli del sangue
-non sono sempre necessari ad unire strettamente due cuori in un vivo
-reciproco affetto, ella, per questa sua singolar fortuna, non aveva
-fino allora conosciuto alcuno dei mali derivanti da una condizione
-dipendente dalla generosità altrui. Il contegno ostile della signora
-Ellis era stato a volte per lei una fonte d'irritanti molestie; ma
-la governante dipendendo anch'essa dalla buona opinione di coloro che
-serviva, doveva frenarsi, e d'altronde la pazienza e la remissività di
-Gertrude avevano finito col vincere la sua inimicizia.
-
-Il signor Graham le si era mostrato sempre benevolo. Da principio,
-naturalmente, egli aveva badato poco all'orfanella accolta in casa sua
-per compiacere la figliuola cieca: purchè fosse tranquilla e manierosa,
-e non disturbasse nessuno, il resto non gl'importava. Vedeva che Emilia
-le voleva un gran bene, che trovava un conforto nella sua compagnia,
-e quantunque gli paresse un gusto bizzarro, era lieto di contentarla.
-Ma in capo a qualche tempo cominciò a notare nella favorita di sua
-figlia una vivacità di mente, una correttezza di modi che gliela fecero
-entrare in grazia; e quand'ebbe scoperto le attitudini di Gertrude
-al giardinaggio e veduto con qual amore e quale perseveranza ella
-coltivasse i fiori, tutte le sue simpatie le furono cattivate. Non solo
-le assegnò un pezzo di terra per suo uso, ma maravigliato dei felici
-risultati da lei conseguiti nella prima stagione, ampliò il giardinetto
-donatole e lo abbellì con vari ornamenti ponendovi mano egli stesso.
-Emilia non esprimeva un desiderio rispetto all'educazione della
-fanciulla, che suo padre non fosse pronto ad esaudire; e Gertrude,
-grata di tutto cuore a tanta bontà, si studiava di manifestargli
-il suo profondo sentimento delle obbligazioni ch'ella aveva con
-lui, trattandolo col maggiore rispetto e usandogli i più affettuosi
-riguardi.
-
-Sfortunatamente per la stabilità delle loro amichevoli relazioni, il
-signor Graham non possedeva nè lo spirito indulgente e disinteressato
-dello zio True, nè la pazienza angelica e l'abnegazione d'Emilia.
-Era un uomo liberale e stimabilissimo, godeva fama d'essere d'animo
-retto ed alto, e in molte occasioni la sua condotta aveva giustificato
-quest'opinione del mondo sul conto suo. Ma, ahimè, era _egoista_ e
-spesso considerava le cose solo in quanto lo concernevano. Egli aveva
-mantenuto e fatto educare Gertrude; ella gli piaceva, la preferiva
-ad ogni altra persona come compagna di viaggio per Emilia e per sè;
-nessuno vantava su lei diritti pari ai suoi; e però non _poteva_ nè
-_voleva_ ammettere doveri che la sottraessero alla sua autorità.
-
-Eppure, mentre faceva la parte del tiranno, egli s'illudeva stimandosi
-il migliore amico che la fanciulla avesse sulla terra. Incapace di
-comprendere la generosa sodisfazione d'adoperarsi per l'altrui bene,
-presente o futuro, senza connettervi alcun vantaggio proprio, aveva
-sfogato la collera suscitatagli dai suoi meschini sentimenti egoistici,
-mortificando per la prima volta Gertrude con parole dure e severe.
-
-Nel corso delle lunghe ore d'una notte insonne ella ebbe tempo
-d'esaminare le circostanze in cui si trovava, e meditare sui casi suoi.
-Lì per lì non aveva sentito che una commozione simile al dolore e allo
-sgomento d'un bambino aspramente sgridato; ma questa era a poco a poco
-svanita dinanzi a più amari pensieri che sorgevano nella sua mente.
-
-— Quale diritto ha il signor Graham di trattarmi in tal guisa, — diceva
-a sè stessa — di significarmi ch'io _devo_ accompagnarli nel loro
-viaggio di piacere, e di parlare degli altri miei amici come se, non
-contando nulla per lui, _non dovessero_ contar nulla per me? Esige egli
-dunque che la mia libertà sia il prezzo dell'educazione datami, e ho io
-perduto la facoltà di dire sì e no? Emilia non pensa così; Emilia che
-m'ama e ha bisogno della mia compagnia mille volte più di lui, giudica
-che la mia risoluzione è giusta, e dianzi m'esortava a porre in atto
-i miei disegni, m'assicurava che questo è il mio dovere. E la solenne
-promessa fatta a Guglielmo? Mi può essere forse imposto di mancarvi?
-No, sarebbe tirannia il pretendere ch'io rimanga con loro, e sono lieta
-d'aver deliberato di sciogliermi da questo servaggio. E poi ho studiato
-per diventare maestra; e il signor W. dice che bisogna dedicarsi
-all'insegnamento subito, finchè s'è ancor freschi di studi. Se cedessi
-ora e continuassi a vivere qui in mezzo al lusso, probabilmente finirei
-col non trovar più la via di riacquistare la mia indipendenza. È una
-crudeltà da parte del signor Graham il voler privarmi del mio libero
-arbitrio! —
-
-Così parlava l'orgoglio: e il cuore di Gertrude, che v'inclinava per
-natura ed era tenuto in freno soltanto dalla forza d'una rigida e
-coscienziosa volontà, ascoltò per qualche momento le sue suggestioni.
-Ma si dominò tosto. Ella s'era accostumata a considerare la condotta
-altrui con quello spirito di carità cristiana, che desiderava in chi
-giudicasse la sua; e più miti sentimenti succedettero all'ira che
-l'aveva eccitata.
-
-— Forse, — ella pensò riandando i discorsi di quella sera — il signor
-Graham è mosso, in fin dei fini, da pura benevolenza; può darsi
-che pensi come Emilia ch'io mi sobbarco a fatiche troppo gravi. È
-impossibile ch'egli sappia quanto forti siano le ragioni che m'inducono
-a questo passo, da quali vincoli di gratitudine io sia legata ai
-Sullivan, e qual bisogno abbiano di me adesso. E dal canto mio non
-credevo che facesse proprio assegnamento sulla mia compagnia per il
-giro nel Mezzogiorno. Emilia, è vero, parlava come se fosse sottinteso
-ch'io andrei con loro, ma lui non me ne toccò mai per nulla, non
-mi fece alcun invito; sicchè non potevo presumere di cagionargli un
-gran rammarico nè un gran disturbo. Certo, se aveva divisato questo
-viaggio col fine di procurare un piacere a tutt'e due come ha detto,
-si comprende che debba essere alquanto stizzito. D'altronde, avendomi
-tenuta così a lungo sotto la sua tutela, gli pare d'avere un diritto
-a dettarmi la mia condotta. Ed è stato sempre tanto pieno di bontà
-e d'indulgenza per me, per un'estranea verso cui non ha nessunissimo
-obbligo! Oh, mi tortura l'idea ch'egli abbia a giudicarmi ingrata!
-
-«Rinunzierò dunque al mio posto d'insegnante, viaggerò con loro, e
-lascerò la cara signora Sullivan soffrire, senz'assisterla, morire
-forse durante la mia assenza? No, questo è impossibile! Mai non tradirò
-in tal modo il mio proprio cuore, il mio senso della rettitudine e
-della lealtà. Per quanto mi dolga l'offendere il signor Graham, non
-devo permettere che il timore della sua collera mi distolga dal mio
-dovere! —
-
-Deliberato così di sfidare la tempesta a cui sapeva di non poter
-sottrarsi, e raccomandata la sua causa a Colui che giudica secondo
-la giustizia, Gertrude tentò d'acquetare la sua angoscia nel sonno;
-ma invano. Non appena il sopore che le invadeva la mente cominciava a
-sollevarla del peso ond'era oppressa, sogni di non meno dolorosa natura
-ridestarono in lei la coscienza della realtà. Ora vedeva il signor
-Graham offeso e sdegnato come la sera innanzi, e l'udiva minacciarla
-delle più severe manifestazioni del suo malcontento s'ella avesse osato
-contrariare i suoi disegni: ora le appariva Guglielmo, il Guglielmo
-giovanetto che era partito cinque anni addietro, e con aria afflitta
-le additava la camera dove sua madre giaceva in deliquio, pallida d'un
-pallore di morte, come ella l'aveva trovata, visitandola ultimamente.
-
-Esausta da questa successione di visioni affannose, Gertrude, quando
-fu interrotto quel sonno senza riposo, non cercò di riaddormentarsi.
-Levatasi, andò a sedere presso la finestra, e stette a contemplare
-la luna che scendeva sull'orizzonte mentre si diffondevano nel cielo
-i primi albori. Là, nella tranquilla comunione con sè stessa, ella
-raccolse la forza e il coraggio di cui, lo sentiva, avrebbe avuto gran
-bisogno per attraversare con calma e fermezza il giorno che sorgeva:
-triste giorno che doveva vedere la sua separazione da Emilia, e il suo
-addio al signor Graham, il quale minacciava d'essere d'un carattere
-ancor più penoso.
-
-Parrà strano che occorresse a Gertrude una straordinaria energia
-morale per sostenersi in quell'emergente. Ma fatto sta che non sono
-comuni in una fanciulla diciottenne tanto ardire e tanta risolutezza
-da affrontare la collera d'un uomo anziano, dalla cui liberalità è
-dipesa lungo tempo, vivendo nella sua casa, dove il suo volere è legge,
-e spezzare di schianto i legami delle antiche abitudini col proposito
-d'aprirsi da sè una via nel mondo in opposizione ai desiderî e alle
-intenzioni di quell'uomo: nè la grata e pacifica Gertrude sarebbe stata
-capace d'un tal passo, se non l'avesse spinta un urgente motivo. Il
-signor Graham governava la famiglia con un'autorità dispotica, che
-l'aveva assuefatta a rispettare ogni suo capriccio, e sebbene egli
-fosse sempre indulgente, e in generale buono e cortese, nessuno osava
-provocare ad ira un temperamento che, eccitato, diveniva violentissimo.
-
-Non può quindi far maraviglia che la giovanetta si sentisse mancare il
-cuore nell'atto in cui, mezz'ora innanzi la colazione, stava davanti
-all'uscio della sala da pranzo, con la mano sulla gruccia. Indugiò un
-momento, chiamò di nuovo a raccolta tutte le sue forze per cimentarsi
-contro il formidabile avversario, poi, risolutamente, aperse ed entrò.
-
-Com'ella s'aspettava, il signor Graham era già lì seduto nella sua
-poltrona, e sulla tavola presso a lui giaceva il giornale ch'ella
-soleva leggergli tutte le mattine. Per questo appunto era venuta.
-
-S'avanzò verso il vecchio signore salutandolo col consueto «buon
-giorno».
-
-Quegli rispose al saluto ostentando un certo sussiego. Gertrude sedette
-e si sporse per prendere il foglio, ma egli vi posò sopra la mano.
-
-— Volevo leggervi le notizie, signore.
-
-— Ed io non voglio che tu legga nè faccia nessuna cosa per me, finchè
-non so se tu sia disposta a trattarmi col dovuto rispetto.
-
-— Oh, io non ho mai inteso di trattarvi altrimenti!
-
-— Quando i ragazzi si mettono a contrasto con le persone maggiori di
-età e di senno, mancano loro di rispetto nel modo più grave; ma io sono
-pronto a perdonare il passato se tu m'assicuri, come spero farai dopo
-aver avuto agio di riflettere da iersera in qua, che hai riacquistato
-il retto senso del tuo dovere.
-
-— Non posso dire, signore, che le mie idee circa il mio dovere siano
-mutate.
-
-— Intendi forse di significarmi che persisti nella tua follia? —
-esclamò il signor Graham rizzandosi e parlandole con un tono che le
-fece tremare il cuore a dispetto de' suoi coraggiosi propositi.
-
-— Stimate follia fare ciò ch'è giusto?
-
-— Giusto? C'è una gran differenza tra la tua opinione e la mia su ciò
-ch'è giusto in questo caso.
-
-— Eppure, signor Graham, credo che se voi conosceste tutte le
-circostanze, non biasimereste la mia condotta. Ho esposto ad Emilia le
-ragioni che la determinano, ed essa....
-
-— Non mi citare Emilia! — l'interruppe egli camminando a gran passi
-per la stanza. — Sono persuaso che quella buona figliuola darebbe
-senz'esitare la sua testa a chiunque gliela chiedesse: ma io so un
-po' meglio di lei ciò ch'è dovuto a me; e, ve lo dico chiaro e tondo,
-signorina Gertrude Flint: se voi lasciate la mia casa come vi proponete
-di fare, la lasciate con la mia riprovazione, _la quale_ potrebbe
-avere per voi, uno di questi giorni, conseguenze non lievi; tanto più,
-— soggiunse borbottando tra i denti — che v'incorrete senza nessuna
-necessità.
-
-— Mi duole nell'anima di dispiacervi, signore, ma io....
-
-— No, che non te ne duole, altrimenti non t'opporresti a' miei desiderî
-con tanta audacia, — ribattè il signor Graham avvedendosi che il
-viso di Gertrude, per quanto triste sempre e turbato, aveva preso
-un'espressione di maggior fermezza dopo le severe e pungenti parole con
-cui egli credeva di sgomentarla. — Ma ho detto abbastanza, in materia
-d'una cosa che non merita davvero tanto scalpore. Va' o resta, come
-ti pare. T'avverto però che se te ne vai non puoi contare più affatto
-sulla mia protezione e sul mio aiuto. Dovrai provvedere a te stessa o
-ricorrere ad estranei. Tu, m'immagino, ti confidi che il tuo amico di
-Calcutta s'incarichi di mantenerti, o anzi ritorni in patria e pigli
-cura speciale di te; ma, bambina, se questa è la tua speranza vuol
-dire che conosci ben poco il mondo; scommetto che oramai quello lì
-ha sposato un'Indiana.... E comunque sia, sta' pur certa che te t'ha
-bell'e scordata.
-
-— Signor Graham, — rispose con alterezza la fanciulla — il signor
-Sullivan probabilmente non rimpatrierà che tra parecchi anni, e
-v'assicuro ch'io non fo assegnamento su lui nè su alcun'altra persona
-per mantenermi; intendo di guadagnarmi la vita col mio lavoro.
-
-— Eroica risoluzione! — fece egli, sprezzante. — E annunziata con una
-dignità che spero sarai in grado di sostenere. Devo dunque considerarla
-come irrevocabile?
-
-— Sì! — disse Gertrude che nei sarcasmi del signor Graham aveva attinto
-la forza di proferire la temuta parola definitiva.
-
-— E ci lasci?
-
-— È necessario. Credo che questo sia il mio dovere, e però sacrifico
-volenterosamente, non solo il mio benessere, ma ciò che per me, non ne
-dubitate, è ben più prezioso: la vostra amicizia. —
-
-Il signor Graham non mostrò d'aver udito: anzi, dimentico della
-gentilezza in lui abituale, mentre la giovanetta parlava ancora,
-coperse la sua voce con una violenta scampanellata.
-
-Caterina vi rispose portando la colazione. Emilia e la signora Ellis
-entrarono dietro a lei e sedettero a tavola. Il pasto mattutino
-cominciò in mezzo a un silenzio insolito dei commensali che parevano
-tutti più o meno impacciati. Infatti Emilia aveva inteso da lontano
-la voce di suo padre vibrare con tono irato, ed era piena d'ansietà; e
-la governante vedeva chiaramente nelle facce dei tre altri che qualche
-cosa di spiacevole era accaduto.
-
-Il signor Graham tuttavia fece onore alla copiosa colazione col
-consueto appetito; poi, terminato che ebbe, si rivolse alla signora
-Ellis e l'invitò formalmente ad accompagnare sua figlia e lui nel
-loro prossimo viaggio, di cui parlò accennando alla probabilità d'un
-soggiorno di alcune settimane all'Avana.
-
-La signora Ellis, che non sapeva nulla del divisato giro nel Mezzodì,
-accettò con grande piacere, e tutta alacre e lieta si mise a fare
-un visibilio di domande sull'itinerario e sulla durata della loro
-assenza, mentre la cieca nascondeva il viso turbato dietro la sua
-tazza, e Gertrude, la quale aveva letto ultimamente le _Lettere
-di Cuba_ e parlato al signor Graham dell'incantevole idea che le
-davano di quell'isola, ponderava in cuor suo se fosse mai possibile
-ch'egli volesse vendicarsi scendendo a una così bassa piccineria per
-mortificarla.
-
-Tosto che si furono levati da tavola, Emilia si ritirò nella sua camera
-dove la giovanetta non tardò a raggiungerla.
-
-Interrogata da lei ansiosamente, questa, nel riferirle la scena di
-poc'anzi, si guardò dal ripetere le acri e ingiuriose osservazioni
-del vecchio, perchè la buona amica le palesava con l'angoscia tradita
-dal suo aspetto un sentimento profondo quanto il suo proprio del torto
-che le veniva fatto giudicandola e trattandola con tale ingiustizia.
-Le disse però che la sua partenza era già cosa intesa, e che, essendo
-il signor Graham poco benevolmente disposto verso di lei, stimava
-opportuno andarsene senz'indugio, tanto più che la sua presenza in
-casa della signora Sullivan non sarebbe forse mai stata utile come in
-quel momento. Emilia comprese la ragionevolezza del suo proposito, lo
-approvò, e s'offerse d'accompagnarla in città nel pomeriggio; ella si
-rassegnava piuttosto a questo brusco distacco che a vedere Gertrude
-umiliata dal contegno di suo padre, perchè il pensiero d'un dispregio
-usato alla sua protetta le era intollerabile.
-
-Il rimanente della giornata fu dunque impiegato dalla fanciulla nel
-fare le valigie e altri preparativi. La signorina Graham sedeva presso
-all'amata figliuola adottiva, e le dava consigli sulla sua futura
-condotta, deplorando la necessità della loro separazione e scambiando
-con lei promesse reiterate d'imperituro e immutabile affetto.
-
-— Oh, se almeno poteste scrivermi, cara Emilia! Sarebbe un gran
-conforto durante la vostra lunga assenza!
-
-— Ti farò avere quelle notizie che mi sarà possibile mandarti con
-l'aiuto della signora Ellis; ma per quanto rare e scarse debbano
-essere, sii certa ch'io penserò sempre a te, e non dimenticherò mai di
-raccomandare la mia diletta alla protezione e alla cura di Colui che
-può esserle miglior amico e miglior consigliere di me! —
-
-Gertrude andò poi a cercar la governante e la fece restare attonita
-dicendole che veniva ad accomiatarsi da lei. Ma la maraviglia e la
-curiosità della brava signora furono presto soverchiate dal bisogno
-d'esaltare la cortesia e la generosità del signor Graham, e le delizie
-d'un viaggio come quello a cui ella s'apparecchiava. Dopo averle
-augurato molto piacere, la giovanetta la pregò di scriverle qualche
-volta; ma parve che la sua richiesta non fosse udita, perchè la signora
-Ellis invece di rispondere le domandò se credeva che un abito di
-casimiro fosse adatto per viaggiare nel Mezzogiorno; essa allora la
-ripetè con maggior calore, ma l'altra l'eluse di nuovo, manifestando il
-desiderio di sapere quante paia di sottomaniche avrebbe dovuto mettere
-nel suo bagaglio. La postulante di favori epistolari non si diede per
-vinta; sodisfatto a tutte le sue domande, tornò alla carica, riescì
-finalmente a farsi ascoltare, ed ottenne la promessa d'_una_ lettera,
-che, dichiarò la signora Ellis, sarebbe stata la sola da lei scritta
-nel corso di anni ed anni.
-
-Prima di lasciar la casa, Gertrude si presentò al signor Graham nella
-speranza d'un amichevole commiato; ma egli al suo timido «addio» non
-rispose che mormorando appena percettibilmente la semplice e universale
-formula di saluto, d'un significato così profondo quand'esce dal cuore,
-e così gelida quand'è proferita con indifferenza, a fior di labbra; poi
-le voltò le spalle e, prese le molle, si mise ad accomodare il fuoco
-nel caminetto.
-
-Ed ella se n'andò con le lacrime agli occhi e l'animo contristato,
-perchè il signor Graham era stato sempre buono con lei.
-
-Ma trovò una ben diversa accoglienza in cucina dove salì per salutare
-la cuoca e la serva.
-
-— Cara signorina Gertrude, Dio vi benedica! — esclamò la signora
-Prime inciampando su per la scaletta che metteva nella stanza di
-sotto, e asciugandosi le mani nel grembiule. — Come sentiremo la
-vostra mancanza! La casa ci sembrerà vuota quando voi non ci sarete
-più. Affemmia, se non ritornate, noi qui si muore in capo a quindici
-giorni. L'anima e la vita di questo luogo siete voi. Ma avete tanto
-senno, che certo fate quel che va fatto; se ve ne andate bisogna dunque
-rassegnarsi, si avesse anche a consumarci gli occhi dal piangere,
-Caterina ed io!
-
-— Sicuro, sicuro! — disse la serva irlandese. — Siete tanto buona, che
-fin ci venite a cercare in cucina per darci un saluto. Non vi scordate
-di nessuno, voi, signorina Gertrude.... Ah, non potrete mai essere più
-felice di quanto noi vi desideriamo! Vi devono portar fortuna tutte le
-benedizioni che vi accompagnano!
-
-— Grazie, Caterina, grazie! — rispose Gertrude commossa dall'ingenua
-tenerezza di quelle buone e semplici creature. — Dovete venire a
-trovarmi qualche volta, a Boston; e anche voi, signora Prime; vi
-aspetto, sapete. Addio! —
-
-L'«addio» che contraccambiò il suo, _ora_ fu cordiale e sincero, e la
-seguì attraverso l'atrio, e risonò ancora al suo orecchio tra il rumore
-delle ruote mentre la vettura si metteva in moto.
-
-
-
-
-XXIII.
-
- Uno di quei caparbi egli è che quando
- Sposano un'opinione, onore, e fede,
- Ed onestà la chiamano, e piuttosto
- Dalla vita si parton che da quella.
-
- ROWE.
-
-
-Da circa due mesi Gertrude, lasciata la casa del signor Graham e
-separatasi da Emilia, abitava con la signora Sullivan che l'aveva
-cordialmente accolta, e faceva lezione nella scuola del signor W.
-
-Era un mattino di novembre.
-
-Alzata col sole, ella si lavava e pettinava in una camera così fredda,
-che prima d'aver finito si sentì le dita mezzo intorpidite: nondimeno,
-innanzi di cominciare i lavori della giornata, non omise d'implorar
-sovr'essi la benedizione del Cielo. Poi entrò pian piano nella camera
-attigua dove la madre di Guglielmo dormiva ancora, accese una piccola
-stufa di ferro, al quale fine i materiali erano già accuratamente
-preparati, e ciò fatto, scese con passo leggero al pianterreno per
-accendere il fuoco nella cucina, ch'era una comoda stanza in cui
-d'inverno la famiglia prendeva i suoi pasti.
-
-La tavola era apparecchiata e la colazione quasi pronta, quando giunse
-la signora Sullivan. Tutta ravvolta in un ampio scialle, più pallida ed
-esile che mai, ella appariva assai debole e malaticcia.
-
-— Gertrude, — disse alla fanciulla — perchè mi lasci dormire la mattina
-mentre tu sei in piedi e lavori? È stato così ogni giorno questa
-settimana.
-
-— Per un'ottima ragione, zietta: — rispose quella — io dormo la notte
-e mi desto all'alba, voi invece fate proprio l'opposto. D'altronde, mi
-ci diverto a preparar la colazione.... Guardate che bellezza di caffè!
-— Ne versò un poco in una tazza e lo riversò nella caffettiera. — È mai
-chiaro? O non vi struggete di berlo, stamani, con questo freddo?
-
-La signora Sullivan sorrise. Le aveva insegnato lei a farlo, perchè
-ella non ne era pratica avendo lo zio True preferito sempre il tè.
-
-— Ora, — proseguì Gertrude scherzosamente, tirando una poltrona nel
-canto del fuoco — bisogna che vi mettiate qui e che badiate al ramino
-finchè l'acqua non bolla; io intanto scappo a vedere se il signor
-Cooper è levato e vuol permettermi di pettinare il suo codino. —
-
-Uscì, mentre la vedova pensava in cuor suo che una figliuola buona a
-quel modo non poteva esserci al mondo, e di lì ad alcuni minuti ritornò
-col vecchio, ch'era molto pulitamente vestito, lo condusse al suo posto
-a tavola, aspettò che fosse seduto come avrebbe fatto con un bambino,
-poi gli appuntò il tovagliuolo al collo e servì la colazione.
-
-Nel tempo che la signora Sullivan mesceva il caffè, Gertrude, evitando
-delicatamente d'attirare i suoi sguardi, sbucciò una patata arrostita,
-sgusciò un uovo sodo, e pose l'uno e l'altra nel piatto del signor
-Cooper; il che risparmiava a questi la difficoltà per lui sempre
-maggiore di compiere quelle operazioni da sè, e a sua figlia l'angoscia
-che soffriva notando la sua inettitudine e la crescente sua negligenza
-in materia di quella pulizia ch'era per la brava massaia una cosa
-sacra.
-
-La povera donna non aveva appetito. A fatica la fanciulla potè indurla
-a prendere qualche cosa; però certe ostriche fritte che si trovò
-inaspettatamente dinanzi la tentarono, e assaggiatane una finì col
-mangiarne parecchie gustandole come da un pezzo non gustava più alcun
-cibo. Gertrude, osservando la sua faccia patita, il languore che
-denotava l'atteggiamento della sua persona, si confermò nell'opinione
-che soltanto un'infermità grave poteva aver trasformato in tal guisa
-l'energica benchè piccola signora Sullivan, e risolse di non lasciar
-trascorrere un altro giorno senza che un medico la vedesse.
-
-Terminata la colazione bisognava rigovernare, mettere in ordine le
-camere, far la spesa per il desinare e prepararlo in parte: faccende
-che la giovanetta sbrigò quasi tutte ella stessa, prima di vestirsi per
-andare alla scuola dove da due mesi era maestra assistente. Alle nove
-meno un quarto comparve sull'uscio di cucina, e disse con tono gaio al
-vecchio che stava accoccolato davanti alla stufa guardando tetramente
-il fuoco:
-
-— Venite, signor Cooper! Non volete vedere un po' come va la fabbrica
-della nuova chiesa? Il signor Miller v'aspetta: diceva ieri che spera
-nella vostra compagnia durante il lavoro. —
-
-Il vecchio si rizzò, prese dalle mani di Gertrude il suo pastrano e
-l'indossò aiutato da lei, poi la seguì macchinalmente, con un'aria
-d'indifferenza. Andare o restare, per lui era tutt'uno. Camminando
-in silenzio al suo fianco, lungo la strada, ella fu tratta a meditare
-sulla strana coincidenza che la faceva una seconda volta la compagna
-d'un vecchio infermo, in passeggiate quasi giornaliere; nè potè
-astenersi da una comparazione tra il buon zio True, tanto affettuoso e
-gioviale, e quel Paolo Cooper, misantropo e sempre malcontento, in cui
-la demenza senile esagerava ancora le naturali tendenze d'un carattere
-mai stato amabile. Ma per quanto sfavorevole a quest'ultimo riescisse
-il paragone, non diminuiva la sua benevolenza e le sue premure verso il
-disgraziato ch'era per lei oggetto di sincera pietà.
-
-Giunsero presto alla chiesa nuova; un bell'edifizio che sorgeva nel
-posto medesimo di quella demolita, dove il signor Cooper aveva tenuto
-per molti anni l'ufficio di sagrestano. L'interno non era tuttavia
-finito, e numerosi operai vi lavoravano alacremente.
-
-Un uomo che precedeva Gertrude e il suo compagno sulla scalinata della
-porta maggiore, portando un trogolo colmo di calcina, si fermò nel
-vestibolo udendosi chiamare per nome da una voce ben nota, e deposto il
-suo carico si volse a rispondere:
-
-— Buon giorno, signorina Flint! State bene, non è vero? Gran bel tempo
-oggi.... Ah, signor Cooper, siete venuto ad aiutarmi un poco; bravo! Ci
-sembra di non poter fare nulla di buono senza di voi, tanto pratico di
-questa chiesa. Per di qua, signore.... Se favorite di venir con me vi
-mostrerò quello che abbiamo fatto dopo la vostra ultima visita, e mi
-direte il vostro parere. —
-
-Così parlando s'avviò con l'antico sagrestano; ma la giovanetta lo
-trattenne un momento per pregarlo d'accompagnare il vecchio a casa
-quando sarebbe andato a desinare, giacchè doveva passar di lì.
-
-— Sicuro, signorina, con molto piacere, — rispose l'uomo. — Mi segue
-sempre volentieri quando lo lasciate sotto la mia custodia. —
-
-Ottenuta questa promessa, Gertrude si diresse a passi affrettati
-verso la scuola, rallegrandosi nella certezza che il signor Cooper
-era al sicuro per tutta la mattinata in un luogo dove avrebbe trovato
-una gradevole distrazione, e che la signora Sullivan, sollevata
-dell'obbligo di vigilarlo e occuparsi di lui, si sarebbe concessa in
-pace il riposo a lei tanto necessario.
-
-Quegli che così cordialmente coadiuvava Gertrude nella sua opera
-pietosa, era un bravo muratore che aveva spesso lavorato per il signor
-Graham, e del quale ella s'era guadagnata la stima e la gratitudine
-assistendo amorevolmente, nell'inverno scorso, la sua famiglia afflitta
-allora da malattie. La fanciulla, che passava ogni giorno davanti
-alla chiesa in costruzione, l'aveva veduto, e le era nata l'idea
-d'affidargli per qualche ora il signor Cooper pensando che questi si
-sarebbe forse divertito ad osservare gli operai al lavoro. Durò fatica
-a persuadere il vecchio, che non voleva saperne di visitare l'edifizio
-alla cui erezione era stato tanto avverso, non solo perchè contraria a'
-suoi interessi, ma anche per il grande amore che lo legava all'antica
-sua chiesa. Tuttavia quando fu lì, la fabbrica, gradatamente,
-cattivò la sua attenzione, e poichè il Miller si dava cura ch'egli si
-trovasse bene, e perfino gli faceva credere d'esser utile, egli finì
-col passarvi quasi le intere mattinate, immaginandosi di vigilare i
-muratori e tutti i diversi lavoranti. Taluni giorni Gertrude passava
-ella stessa a riprenderlo, altri pregava il Miller d'accompagnarlo.
-
-Un notevole mutamento si manifestava nello stato del demente da
-che ella aveva preso dimora in casa della vedova Sullivan. Egli era
-divenuto più docile, e si mostrava più contento e meno irritabile. Da
-principio la maggior tranquillità e la consolante presenza di Gertrude
-parevano aver prodotto un effetto benefico anche sulla salute della
-povera donna; ma ultimamente la sua debolezza andava aumentando, e due
-o tre volte ella era d'improvviso caduta in deliquio. La giovanetta
-sentì ridestarsi tutti i suoi timori, più vivi che mai. Perciò quella
-mattina uscì col fermo proposito di recarsi dal dottor Jeremy, non
-appena libera da' suoi doveri di scuola, per chiedergli di visitare la
-malata.
-
-Ella esercitava il suo ufficio d'insegnante con piena sodisfazione del
-signor W., e non v'incontrava difficoltà alcuna, fuor delle piccole
-noie e dei momentanei scoraggiamenti cui vanno soggetti tutti i maestri
-a cagione della pigrizia, della caparbietà o della stupidità di certi
-alunni. Varie cause la costrinsero a indugiarsi quel giorno un'ora più
-del solito. Battevano le due quand'ella sonava il campanello alla porta
-del medico. Le aperse una cameriera che la conosceva di vista essendo
-ella venuta altre volte in casa dei suoi padroni. La ragazza le disse
-che stavano per mettersi a tavola, ma che senza dubbio il dottore
-l'avrebbe ricevuta lo stesso, e la fece entrare nel tinello dov'egli
-si trovava. Ritto con la schiena contro la stufa, mangiava una mela,
-com'era suo invariabile costume, avanti pranzo. Vedendo Gertrude posò
-il frutto e le mosse incontro a mani tese.
-
-— Gertrude Flint, se non m'inganno! Bene, ho piacere di vedervi,
-finalmente! Sarei curioso di sapere perchè vi siete fatta così
-desiderare. —
-
-Ella si giustificò spiegandogli che viveva con una donna inferma e un
-vecchio cadente i quali avevano bisogno d'assistenza, e che il resto
-del suo tempo era tutto preso dalla scuola, sicchè non gliene avanzava
-per fare visite agli amici.
-
-— Magre scuse, — esclamò il dottore — magre scuse! Ma ora che vi
-teniamo, non vi lasceremo scappare tanto presto. — E, andato a piè
-della scala conducente alle stanze superiori, gridò con quanto n'aveva
-in canna: — Signora Jerry! Signora Jerry! Scendete lesta per quanto è
-possibile, e mettetevi la vostra berretta più bella: abbiamo un'ospite
-a pranzo!... Pover'anima! — soggiunse sottovoce, volgendosi a Gertrude
-con un sorriso bonario. — Non può spicciarsi in furia, che ve ne
-pare?... E grassa! —
-
-Ma Gertrude protestò che doveva affrettarsi a ritornare a casa, e disse
-il fine della sua visita, esponendo al medico lo stato della signora
-Sullivan.
-
-— Un'ora non porta conseguenze in un caso come cotesto, — insistette
-egli. — Voi dovete desinare con me e poi andrò dove vorrete, anzi ci
-andremo insieme nel mio carrozzino. —
-
-Ella esitò un poco. Il cielo s'era annuvolato, e cominciava a cadere
-qualche fiocco di neve; la strada era lunga; d'altronde, sarebbe stato
-meglio che ella accompagnasse il dottore, perchè nella via dove abitava
-gli stabili erano quasi tutti nuovi e non ancora numerati, e forse da
-solo egli avrebbe stentato a trovare la casa.
-
-Intanto scese la signora Jeremy. Per grassa era grassa bracata, e in
-quel momento l'insolita celerità de' suoi movimenti, e l'ansia d'avere
-inaspettatamente a pranzo una persona estranea, le tingevano il viso di
-porpora. Ella diede a Gertrude un bacio affettuoso, poi girò gli occhi
-intorno, e visto che non c'era nessun altro, li fissò sul marito, con
-uno sguardo di rimprovero.
-
-— Via, dottor Jerry, non vi vergognate? Mai più non presterò fede alle
-vostre parole.... Farmi credere che ci fosse capitato un qualche ospite
-straordinario....
-
-— E qual ospite più straordinario di Gertrude Flint, in casa
-nostra? —
-
-— Quanto a cotesto, è vero; — disse la signora — Gertrude _s'è fatta_
-realmente straniera qui, e le tengo in serbo una solenne ramanzina su
-questo proposito. Però, dottor Jerry, sapevate che non mi sarei messa
-la berretta rosa e lilla per comparire con lei, che mi vede altrettanto
-volentieri in quella vecchia coi nastri gialli.... sebbene mi dicesse,
-la birichina, quando la comprai, ch'io avevo scelto la più brutta
-berretta di Boston. Te ne rammenti, eh? —
-
-Gertrude rise di cuore ricordando la divertente scenetta nella bottega
-della modista dove aveva accompagnato la signora Jeremy.
-
-— Ma vieni, figliuola, — riprese questa — il desinare è pronto. Levati
-il mantello e il cappellino, e passiamo di là. Il dottore ha molte cose
-da dirti e se ne strugge. —
-
-Erano a tavola da alcuni minuti, senz'avere ancora scambiato altre
-parole che le consuete, quando a un tratto il medico posò il coltello
-e la forchetta, e scoppiò a ridere, a ridere tanto che n'ebbe gli occhi
-pieni di lacrime.
-
-La fanciulla lo guardò con aria interrogativa; sua moglie disse:
-
-— Figurati, Gertrude, che durante un'intera settimana ha seguitato a
-dare, due o tre volte il giorno, in una di queste risatone sterminate.
-Io sulle prime n'ero sbalordita come te; e confesso che ancora non
-capisco bene che cosa possa essere avvenuto di tanto buffo tra il
-signor Graham e lui.
-
-— Andiamo, signora Jerry, — egli l'interruppe frenando la propria
-ilarità — non mi prevenite; voglio raccontarla io. Non credo — disse
-poi volgendosi alla sua ospite — che voi siate vissuta cinque anni con
-quel signore lì senza aver conosciuto che razza d'animale protervo,
-caparbio, ostinato, egli sia.
-
-— Dottore! — ammonì la signora, severamente, scotendo il capo.
-
-— Cara moglie, nè le strizzatine d'occhi nè le scrollatine di testa mi
-fanno senso: io non ho peli sulla lingua; la mia opinione sul conto
-del signor Graham è questa, e non dubito punto che sia anche quella
-di Gertrude; soltanto, essendo la buona figliuola ch'ella è, non la
-manifesta.
-
-— Io non ho mai notato in lui nulla di simile, — disse la signora
-Jeremy — eppure lo conosco bene quanto voi. Lo incontro spesso per la
-strada, e sempre mi saluta con un sorriso raggiante e un bell'inchino.
-
-— Eh, sì, Gertrude ed io sappiamo che cortese gentiluomo egli sia, con
-chi dice e fa a modo suo; ma se qualcuno è di parer contrario....
-
-— In politica, per esempio, — suggerì ella. — Certo la divergenza delle
-vostre vedute politiche è la sola causa di cotesta antipatia.
-
-— Ma no, ma no! — egli ribattè. — Si può riscaldarsi disputando di
-politica, come mi riscaldo anch'io, ed essere nondimeno una buona
-pasta d'uomo. Non intendevo parlare di questo.... Quello che non
-posso patire nel signor Graham, è la sua pretensione di dettar legge a
-chiunque abbia da trattare con lui, i suoi procedimenti dispotici che
-par ch'egli sia il Gran Mogol della Cocincina. Credevo che si fosse
-corretto un poco, dopo la seria lezione ch'ebbe anni sono con quel caso
-doloroso del povero Filippo Amory; ma a quanto vedo ricomincia da capo.
-Ah, ah, ah! — proruppe di nuovo il buon dottore ridendo, e sporgendosi
-verso Gertrude per darle una picchiatina su una spalla. — Ci ho proprio
-gusto che abbia trovato un'opposizione ragionevole, e dove meno se
-l'aspettava! —
-
-Lo sguardo della fanciulla espresse un così profondo stupore a questa
-chiara allusione al suo dissenso col signor Graham, ch'egli s'affrettò
-a rispondervi:
-
-— Siete curiosa di sapere come io ne sia informato? Ve lo dico subito.
-In parte lo ricavai dal signor Graham stesso, e mi diverto ancora
-ricordando con qual furberia il vecchio volpone cercasse, a furia
-d'arzigogoli, di nascondere la sua disfatta, e persuadermi anzi che in
-fin dei conti aveva fatto valere la propria autorità, mentre io capivo
-benissimo che era stato battuto da un campione più forte di lui....
-
-— Dottor Jeremy, — fece Gertrude — non crederete, spero....
-
-— No, cara, non credo che vi dilettiate di pugilato, ma so che siete
-una ragazza di senso retto, che discernete ciò ch'è giusto e lo fareste
-a dispetto di chiunque, non escluso il signor Graham. Quando v'avrò
-raccontato tutto, comprenderete in qual modo io sia giunto alle mie
-conclusioni e abbia intuito le cose più a fondo che il detto signore
-non avrebbe voluto. Un giorno, circa due mesi fa se non erro.... è
-una data che voi rammentate certo meglio di me.... io fui chiamato dal
-signor W. per i suoi bambini attaccati dal «crup». Mentre discorrevo
-con lui, gli venne annunziata una visita. Andò a riceverla, e al suo
-ritorno mi disse che vi aveva in quel momento fissata come assistente
-nella sua scuola. Io non me ne maravigliai sapendo che Emilia vi
-destinava all'insegnamento, e mi compiacqui che vi fosse toccato un
-così buon posto. Uscito appena di là, ecco che m'imbatto nel signor
-Graham, il quale s'accompagna con me per un tratto di strada, e mi
-parla del viaggio che intende fare nell'inverno.
-
-«— Però, — gli dico io — Gertrude Flint non viene con voi, non è vero?
-— Gertrude? — fa egli. — Ma sì, beninteso. — Ne siete proprio sicuro?
-— gli domando. — L'avete invitata? — Invitata? No, — risponde — ma sono
-certo che sarà ben contenta d'approfittare d'una così bell'opportunità:
-è una fortuna rara per una ragazza nelle sue condizioni. — Allora
-io, un po' urtato da quel suo modo di parlare, gli replico con tono
-altrettanto positivo: — Secondo me invece non è probabile che accetti
-l'invito. —
-
-«Ah, bisognava vedere, cara Gertrude, come si rimpettì la Dignità
-Sua!... E mi snocciolò un discorsetto.... no, non posso ricordarmene
-senza ridere, specie se penso che se l'è dovuto rimangiare.... Mi
-sarebbe difficile ripeterlo parola per parola, ma insomma, a sentir
-lui, non solo era impossibile che voi osaste opporvi a' suoi desiderî,
-ma io commettevo un atto di fellonia facendo questa temeraria
-supposizione. Mi guardai bene dal dirgli ciò che mi aveva comunicato il
-signor W.; e rimasi con una enorme curiosità di sapere come l'andrebbe
-a finire.
-
-«Divisai due o tre volte di fare una giterella alla villa dei Graham
-con mia moglie, per vedere Emilia ed essere informato da lei; ma un
-medico non è padrone del proprio tempo, sicchè ne fui sempre impedito.
-
-«Finalmente, una domenica, la signora Prime viene a trovare sua nipote
-ch'è in servizio qui da noi. Sento dalla cucina la sua voce, e scendo
-subito, smanioso d'interrogarla. La buona donna vi vuole molto bene,
-Gertrude, e vede con gli occhi del cuore ciò che vi concerne. Mi disse,
-senza dubbio, la verità, benchè forse non tutti gli esatti particolari.
-
-«Due giorni dopo incontro di nuovo il signor Graham. — Ebbene, —
-gli domando — quando partite? — Domani, — mi risponde. — Davvero! —
-esclamo io. — Dunque non avrò il piacere di salutare le vostre signore.
-Vorreste in cortesia incaricarvi d'una mia commissione per Gertrude?
-— Io non so dove si trovi Gertrude, — dice lui con sussiego. E io,
-affettando una gran maraviglia: — Che? V'ha lasciato? — Sì, — conferma
-seccamente. — Ed ha osato venir meno al rispetto dovutovi? — proseguo
-io citando le sue stesse parole. — Farsi giuoco della vostra dignità?
-— Dottor Jeremy! — egli esclama. — Desidero non sentir più menzionare
-quella ragazza che s'è condotta con altrettanta ingratitudine che
-stoltezza. — Poh, Graham! — io replico. — Quanto all'ingratitudine,
-dicevate che prender Gertrude per compagna di viaggio non era da parte
-vostra se non largirle un nuovo favore: e visto che ella vi rinunzia
-al fine di rendersi indipendente, mi pare che dia piuttosto prova
-di saviezza. Me ne rincresce bensì per voi e per Emilia. Sentirete
-tanto la sua mancanza! — Egli ribatte: — Potete risparmiarvi di
-compiangerci, dottore. Noi non ci perdiamo nulla. — Ah! — dico io. —
-Mi sembrava che anzi vi dispiacesse molto perdere la sua compagnia. —
-Viene con noi _la signora Ellis!_ — risponde con un'enfasi che vuol
-significare tutta l'esuberanza del compenso. — E io: — Amabilissima
-donna! — Graham pareva seccato perchè sa che la signora Ellis è la mia
-antipatia. —
-
-Sua moglie, la quale era di buon cuore, gli osservò:
-
-— Andiamo, dottor Jerry, non avreste dovuto attaccare così un uomo nel
-suo punto debole. Perchè eccitar la sua collera per nulla?
-
-— Facevo le vendette di Gertrude.
-
-— E io sono certa che Gertrude non provava punto il bisogno d'essere
-vendicata: e non sente verso il signor Graham che affezione e rispetto.
-
-— Oh, sì, è vero, Signora Jeremy! — disse la fanciulla. — È stato tanto
-generoso con me, tanto indulgente....
-
-— Salvo quando intendevate far uso della vostra volontà! — l'interruppe
-il dottore.
-
-— La mia volontà era ben di rado in opposizione co' suoi desiderî.
-
-— Ma quando era?
-
-— Mi sottomettevo come giudicai sempre mio obbligo finchè un dovere più
-alto non mi costrinse a fare diversamente.
-
-— E fu per te un gran dolore il dispiacergli, — disse la signora. —
-Questo è il retto sentimento d'una donna, e sta' pur sicura che il
-dottor Jerry in cuor suo lo loda, quantunque cianci come se fosse una
-bella cosa in una giovanetta il trovar sodisfazione nel mortificare un
-vecchio signore. Basta, lasciamo questo discorso. Egli ha detto quel
-che aveva da dire: ora tocca a me. Io vorrei sapere in che modo sei
-sistemata, con chi vivi, e se ti piace insegnare a scuola. —
-
-Gertrude rispose a tutte le sue domande; poi il medico la interrogò
-sullo stato di salute della signora Sullivan, che quando egli curava lo
-zio True gli era stata spesso menzionata da lui e dalla fanciulla come
-una loro buona vicina ed amica. Intanto la neve fioccava sempre più
-fitta; ed essendo Gertrude manifestamente ansiosa di ritornare a casa,
-i suoi benevoli ospiti non cercarono più dì trattenerla.
-
-Ella promise di ripetere la sua visita non appena le fosse possibile;
-il dottor Jeremy fece attaccare, e partirono insieme.
-
-
-
-
-XXIV.
-
- Non ha la vita un umile
- Dover ch'ella non curi,
- Nè miseri ed oscuri
- Luoghi ov'ella non scenda,
- Perchè un raggio benefico
- Di sole vi risplenda.
-
- LOWELL.
-
-
-— Ho pensato, dottore, come faremo perchè la signora Sullivan non si
-spaventi, — disse Gertrude mentre stavano per giungere alla casa.
-
-— O che dovrebbe spaventarla? — egli domandò.
-
-— Voi, se sa a bella prima che siete un medico. Vi presenterò come
-un amico che m'ha condotta a casa nel suo legno, essendo sopravvenuta
-questa burrasca di neve.
-
-— S'ha dunque a recitare una piccola farsa, eh? Capocomica: Gertrude
-Flint. Un incognito: il dottor Jeremy. E che dovrò dire nella prima
-scena?
-
-— Di questo lascio la cura a voi che ne sapete più di me. M'affido
-interamente alla vostra accortezza per ottenere dalla signora Sullivan
-qualche cognizione de' suoi sintomi, senza palesarle se non a poco a
-poco la vostra qualità di medico.
-
-— Ah, capisco! Devo cominciar dal passare per uno di quei curiosi che
-tempestano il prossimo di domande. Sì, sì, credo che la parte sia nelle
-mie corde. —
-
-Entrarono. All'udire aprir l'uscio la vedova si levò dalla sua
-poltrona, col viso turbato, e dato appena a Gertrude il tempo di
-presentarle l'amico che l'accompagnava, le domandò ansiosamente se suo
-padre non fosse con loro.
-
-— No, — ella rispose. — Non è ritornato a casa?
-
-— Non l'ho più riveduto da stamani. —
-
-La giovanetta, mostrando una tranquillità ch'era lungi dal sentirsi
-nel cuore, le disse che il Miller aveva promesso di vegliare sul signor
-Cooper, il quale era certo con lui, al sicuro.
-
-— Del resto, — soggiunse — vo io a pigliarlo.
-
-— Oh, mi duole assai che tu esca di nuovo con questo tempaccio!... Ma
-sono in tanta pena per il nonno!... E tu no, figliuola?
-
-— Io no, davvero. Non dubito ch'è in chiesa, sano e salvo. Ci vo
-immediatamente. Sapete bene, zietta, che la neve non mi sgomenta.
-
-— Mettiti allora il mio scialle grande. —
-
-La signora Sullivan andò a prendere lo scialle da un armadio ch'era
-nell'anticamera, e Gertrude approfittò della sua assenza per pregare il
-dottor Jeremy d'aspettar il suo ritorno, posto che l'agitazione d'animo
-spesso faceva cadere la povera donna in deliquio, ed ella temeva di
-lasciarla sola nell'inquietudine in cui si trovava a cagione della
-prolungata assenza di suo padre.
-
-Il tempo era infatti pessimo, e oramai calava la sera. La forza del
-vento impediva a Gertrude di reggere un ombrello aperto, sicchè i
-turbinanti fiocchi di neve l'accecavano mentre affrettava il passo
-lungo i marciapiedi bagnati. Percorse così parecchie vie innanzi di
-arrivare alla chiesa. Entrò nell'edifizio già quasi deserto avendo i
-muratori terminato la loro giornata, e vide subito che il signor Cooper
-non c'era. Disperava di potersene procurare notizie, quando le venne
-incontro il Miller che scendeva dalla galleria. Egli pareva stupito
-di vederla, e le domandò se il vecchio non fosse a casa. Udito che
-no, le disse ch'egli non aveva potuto in nessuna maniera persuaderlo
-a lasciarvisi condurre all'ora di desinare; perciò se l'era dovuto
-portare seco, ma credeva che avanti sera si sarebbe indotto a farsi
-accompagnare alla propria abitazione da uno dei ragazzi.
-
-Dunque era probabile che fosse tuttavia coi Miller. La famiglia aveva
-di recente sgomberato, e Gertrude non sapeva dove abitasse adesso;
-nondimeno non volle permettere che il muratore, il quale doveva ancora
-finire un lavoro, venisse con lei, e s'avviò sollecitamente seguendo le
-sue indicazioni. Fu un'altra camminata disagiosa. Trovate, non senza
-qualche difficoltà, la strada e la casa, salì e picchiò all'uscio
-esterno ch'era socchiuso. Nessuno rispose. Aspettò un poco, poi si
-risolse ad entrare. Da una stanza a destra giungeva un tale schiamazzo
-di voci infantili ch'ella non tentò nemmeno di farsi intendere, e,
-tralasciando le cerimonie, entrò anche in quella. Alla sua comparsa uno
-stormo di bambini si disperse tutt'intorno e si rimpiattò negli angoli,
-mentre la signora Miller, piena di confusione vedendosi sorpresa
-in mezzo al disordine della sua cucina, spingeva contro il muro un
-cavalletto carico di panni da asciugare, scoprendo così agli sguardi
-di Gertrude quegli ch'ella cercava, accoccolato presso il fuoco nel
-consueto suo atteggiamento malinconico. Ma la fanciulla aveva appena
-mosso un passo dalla soglia per andare a lui, quando successe una
-cosa strana che la fece indietreggiare esterrefatta. Da un tettuccio
-collocato lungo la parete, dirimpetto all'uscio, si rizzò di scatto una
-persona che vi giaceva, la quale guardandola fissamente stese una mano
-verso di lei come per respingerla, e mandò un acuto strido.
-
-Quella voce, quella figura non le erano che troppo note. E, pallida,
-tremante, ella quasi si sentiva ripresa dall'antico terrore in presenza
-d'Annetta Grant.
-
-— Va' via! Va' via! — gridava costei, poichè dopo un momento
-d'esitazione Gertrude s'inoltrava nella stanza. Di nuovo ella s'arrestò
-dinanzi agli occhi fiammeggianti e alla faccia sconvolta della vecchia,
-temendo d'eccitarla maggiormente.
-
-La signora Miller s'interpose.
-
-— O che vi gira, zi' Annetta? Questa è la signorina Flint: una
-signorina buona come ce n'è poche.
-
-— No, è un'altra.... so io chi! — affermò Annetta con veemenza.
-
-La donna trasse Gertrude in disparte, nell'ombra del cavalletto, e
-le parlò sottovoce. La vecchia, appoggiata sul gomito, le spiava dal
-lettuccio, in atto d'ansiosa attenzione.
-
-Gertrude apprese che la signora Miller era una nipote di Ben Grant;
-ma da molti anni non aveva saputo più nulla di lui nè di sua moglie,
-finchè questa, giorni addietro, le era piombata in casa nel più
-deplorevole stato di miseria e minacciata dalla febbre a cui ora si
-trovava in preda.
-
-— Io certo non potevo negarle un ricovero; — soggiunse la Miller —
-però, come vedete, non ho posto da alloggiarla ammodo, e non solo è un
-grande inconveniente per me avere una malata nella cucina, ma temo che
-tra il chiasso dei bambini e tutti gli altri disagi, la disgraziata
-vecchia non regga, e mi muoia qui.
-
-— Non avete di sopra una cameretta che non vi sia proprio
-indispensabile?
-
-— Ci sarebbe quella della nostra Giannina; anzi, lei, da figliuola
-di buon cuore com'è, s'era subito offerta di cederla alla povera
-zia Annetta, e andar a dormire coi piccoli; ma noi non s'ha mica la
-possibilità di mantenere due fuochi; e però io ho pensato di farle
-intanto alla meglio un letto in cucina e star un po' a vedere....
-Purtroppo oggi è assai peggiorata, e ora dalle sue stranezze capisco
-che vagella.
-
-— Ha bisogno di quiete. Vogliate riscaldare la camera di Giannina a
-mie spese, e accomodarvi la malata. Io procurerò di mandare domani un
-medico a visitarla. —
-
-La moglie del muratore cominciò a profondersi in ringraziamenti.
-Gertrude l'interruppe:
-
-— Non mi ringraziate, signora Miller. Annetta non è un'estranea per me.
-La conobbi in passato, e forse mi preme più che a voi stessa. —
-
-L'altra la guardò con maraviglia, ma ella non aveva tempo da perdere in
-spiegazioni. Desiderosa di parlare con la vecchia Grant e assicurarla
-dei suoi sentimenti benevoli, s'accostò franca e risoluta al suo
-lettuccio sfidando l'ira selvaggia che ardeva negli occhi della
-delirante, fissi su lei.
-
-— Annetta, — le disse — mi ravvisate?
-
-— Sì, sì, — mormorò quella, rapidamente, ansimando. — Che siete venuta
-a fare?
-
-— Ad aiutarvi, spero. —
-
-Ma Annetta pareva piuttosto incredula. Nello stesso tono soffocato e
-ansioso domandò:
-
-— E Gertrude dov'è?... l'avete veduta?
-
-— Sta bene, — rispose la fanciulla, stupita, perchè non aveva fino
-allora dubitato che la riconoscesse.
-
-— Che dice di me?
-
-— Dice che vi perdona e vi compiange, e che si confida di potervi
-soccorrere, di farvi guarire.
-
-— Davvero? Dunque non volete uccidermi?
-
-— Uccidervi? Ma tutt'al contrario. Vi dico che speriamo di confortarvi
-e vedervi rimessa in salute. —
-
-La signora Miller s'avvicinò con una tazza di tè che aveva intanto
-preparata. Gertrude la prese e la porse alla vecchia, la quale
-avidamente bevve, continuando tuttavia a fissarle gli occhi in viso
-di sopra l'orlo della tazza. Bevuto ch'ebbe, lasciò ricader la testa
-sul guanciale, e si mise a borbottare frasi sconnesse in cui non si
-distinguevano le parole, eccettuato il nome di suo figlio Stefano.
-Visto che i suoi pensieri sembravano rivolti altrove, la fanciulla, cui
-premeva di ritornar a casa per non abusare della cortesia del dottor
-Jeremy, rimasto con la signora Sullivan, si scostò dal letto, dicendo:
-
-— Arrivederci. Verrò presto a trovarvi.
-
-— E non mi farete male? — gridò Annetta rizzandosi di nuovo.
-
-— Oh, no, davvero! Anzi vi porterò qualche cosa che vi piacerà.
-
-— Non conducete qui Gertrude! Non voglio vederla!
-
-— Sarò sola. —
-
-La vecchia Grant si ripose a giacere, e non parlò più, ma non cessò dal
-seguitare con gli occhi la visitatrice, spiando attenta ogni sua mossa,
-finchè non fu uscita dalla stanza. Il signor Cooper tenne docilmente
-dietro alla sua giovane guida, e arrivarono a casa tutti ammollati, ma
-senz'altri guai.
-
-La spedizione di Gertrude era durata circa un'ora.
-
-Il dottor Jeremy, seduto presso alla stufa di ferro, coi piedi sul
-parafuoco, aveva l'aria contenta d'un uomo che si trovi a casa propria
-con tutti i suoi comodi. Sembrava ch'egli fosse lì per compiacere a
-sè stesso anzichè a un assente il cui ritorno doveva rimetterlo in
-libertà. Egli s'era intrattenuto con la signora Sullivan in amichevoli
-discorsi, ricordando la gente d'una cittadetta rurale dove tutt'e due
-avevano passato qualche anno della loro infanzia, e le sue maniere
-cordiali, la sua piacevole conversazione erano così bene riuscite a
-vincere la ritrosia della timida e schiva donnina, che quantunque
-gli fosse inavvertitamente accaduto di palesarsi, ella si lasciò
-interrogare sullo stato della sua salute senza ombra di quell'angoscia
-che s'immaginava, nella sua eccitazione nervosa, di dover provare alla
-sola vista d'un medico. Quando Gertrude ritornò, il dottore s'era già
-fatto una chiara idea del caso, e tosto che si trovò solo con lei,
-essendo l'altra andata a provvedere il vecchio di roba asciutta da
-mutarsi, le comunicò la sua opinione.
-
-— Cara Gertrude, — disse — quella è una donna molto malata.
-
-— Davvero? — mormorò la giovanetta, inquietissima, lasciandosi cadere
-sopra una seggiola.
-
-— Sì, — rispose egli con aria pensosa. — Vorrei averla veduta sei mesi
-prima!
-
-— Come, dottore? La sua malattia risale a tanto tempo addietro?
-
-— A ben più addietro, anzi. È una malattia grave che s'è andata
-sviluppando a grado a grado, e temo che oramai la scienza medica sia
-impotente a combatterla.
-
-— Dottor Jeremy, — disse Gertrude angosciata — non intendete mica dirmi
-che la mia zietta morrà senza rivedere Guglielmo, e ci lascerà soli,
-me e il suo povero vecchio padre? Oh, non mi figuravo che si trattasse
-d'una cosa tanto seria!
-
-— Calmatevi, figliuola mia, — fece amorevolmente il dottore — io non
-volevo spaventarvi. Può vivere ancora qualche tempo. Giudicherò meglio
-il suo caso dopo averla osservata altri due o tre giorni. Ma è una
-_pericolosa imprudenza_ il rimaner qui sola con questi due vostri amici
-infermi: anche non considerando che rischiate d'ammalarvi voi pure
-se abusate così delle vostre forze. Manca alla signora Sullivan la
-possibilità di tenere un'infermiera o almeno una persona di servizio?
-Mi diceva che non ha nessuno....
-
-— Oh, no, il suo figliuolo provvede largamente ai suoi bisogni! So
-che non spende mai tutto l'assegno ch'egli le manda pregandola di non
-risparmiare.
-
-— Allora dovete senz'indugio persuaderla a prendere qualcuno che
-v'aiuti; e se non lo fate voi lo farò io.
-
-— Sì, gliene parlerò; è un pezzo che vedo quanto sia necessario; ma le
-fa tanta paura l'idea di mettersi in casa una donna estranea, che non
-ho osato mai toccare questo tasto.
-
-— Sciocchezze! Mèra immaginazione! State pur sicura che s'avvezzerà
-presto a essere servita. —
-
-La signora Sullivan rientrò. Gertrude raccontò allora il suo
-inaspettato incontro con Annetta Grant, e pregò caldamente il dottor
-Jeremy, che conosceva la storia della sua dolorosa infanzia, di voler
-visitare la malata.
-
-— Sarà una visita di pura carità, — ella soggiunse — perchè Annetta è
-di certo senza quattrini, e sebbene i Miller, vostri antichi clienti,
-l'abbiano ricoverata, non vi sono tra loro vincoli di parentela tanto
-stretti da obbligarli a pagare per lei. Ma questo a voi non importa, lo
-so bene.
-
-— Punto, punto, — rispose il medico. — Ci andrò stasera stessa, giacchè
-il suo stato lo richiede, e domattina passerò qui per darvi notizie e
-sentire quel che la signora Sullivan ha ancora da dirmi circa le sue
-notti insonni. Ma voi, Gertrude, non tardate più a mutarvi le scarpe
-e le calze. O volete che uno di questi giorni io conti fra i miei
-pazienti anche voi? —
-
-Il buon dottore aveva conquistato la vedova Sullivan. Quando fu partito
-ella intonò le sue lodi:
-
-— Che differenza dal comune dei medici! — (tutta la classe le destava
-una inesplicabile avversione). — Così socievole, così amabile! Davvero,
-Gertrude, con lui mi pareva di poter parlare liberamente del mio male
-come con te stessa. —
-
-La fanciulla fece anch'ella i più caldi elogi dell'ottimo suo amico,
-e venne l'ora del tè prima che avessero mutato il soggetto dei loro
-discorsi. Preso il tè, il vecchio Cooper, stanco delle insolite fatiche
-di quella giornata, si lasciò agevolmente persuadere a coricarsi,
-e la signora Sullivan s'adagiò sul sofà. Era, com'ella soleva dire,
-il suo momento più felice. Gertrude arrischiò allora la proposta di
-prendere una persona di servizio, secondo che il dottor Jeremy le
-aveva raccomandato. Con sua maraviglia la malata non oppose alcuna
-obiezione. Infatti ella riconosceva di non poter più sbrigare da sè le
-faccende domestiche, nè permettere che Gertrude, già tanto occupata, ne
-sopportasse tutto il peso come la settimana scorsa. Questa la consigliò
-di prendere la Giannina Miller, una ragazza che faceva proprio al caso
-loro; e fu convenuto di mandarla a chiamare la mattina seguente.
-
-Sono le dieci. Tutto è silenzio e quiete nella casa. Gertrude sola
-veglia ancora. Ha teso l'orecchio all'uscio del signor Cooper,
-e il rumoroso respiro del vecchio l'ha accertata ch'egli dorme
-profondamente. La signora Sullivan, grazie all'effetto d'una
-pozione calmante ordinatale dal dottor Jeremy, è caduta in un sonno
-tranquillo, benefizio che non godeva da tempo. I dieci uccellini di
-Calcutta dormono anch'essi tutti in fila serrata, sul medesimo sottile
-ballatoio, nella spaziosa loro gabbia appesa davanti alla finestra
-e coperta da un panno di lana a fine di ripararli dall'aria fredda
-della notte. La giovanetta ha chiuso gli usci, preparato ogni cosa
-per la mattina appresso, spento i lumi. La casa è in ordine e sicura.
-Ed ora ella s'è ritirata nella sua camera, a leggere, a meditare,
-a pregare. Le sue cure si moltiplicano, le prove cui è sottoposta
-sono sempre più severe. Ella si vede di fronte un grande dolore e
-una grande responsabilità, ma non rifugge nè dall'uno nè dall'altra.
-Anzi, ringrazia Dio d'averle dato la forza di rinunziare agli agi ed
-ai piaceri, nonostante la propria fralezza e l'ira d'un uomo che non
-avrebbe voluto offendere, per trovarsi là al suo posto, a combattere la
-battaglia della vita e aspettarne coraggiosamente l'esito. Ringrazia
-Dio di sapere a chi ricorrere, poichè fra le amare tristezze della
-sua infanzia e della sua prima giovinezza non le è mai venuto meno
-il soccorso dell'amore di Colui che muta le tenebre in luce. Nessuna
-sventura, quantunque grave, potrà più gettare un'ombra in quell'anima
-che illuminano i raggi emanati dal trono divino. Ma per salda che
-sia la sua fede, per valoroso che sia il suo cuore, Gertrude è una
-tenera natura femminile: ed ella piange, mentre siede soletta nella
-sua camera, piange sopra sè stessa e sopra il giovane che, lontano in
-paese straniero, conta i giorni e i mesi e gli anni fra cui si confida
-di ritornare a sua madre ch'egli invece non rivedrà mai più!... Ma col
-ricordo della sua promessa di tener ella presso quella madre il luogo
-d'una figliuola la cui mano amorosa deve ora assisterla e servirla
-nella malattia che la travaglia, le si riaffaccia la necessità di
-dominare i propri sentimenti; ferrea necessità, alla quale ella ha
-imparato per tempo a sottomettersi. Raccoglie allora tutta la sua
-energia, si calma, asciuga le lacrime che le offuscano la vista, e si
-raccomanda a Quegli ch'è la fortezza dei deboli e la consolazione degli
-afflitti: poi, confortata dalla comunione del suo spirito col Padre
-celeste, va a coricarsi anch'ella, e vinta dalla stanchezza, dopo una
-giornata fisicamente e moralmente faticosa per lei, non tarda a seguire
-gli altri inquilini della casa nel regno dei sogni.
-
-
-
-
-XXV.
-
- .... V'ha chi dice
- Che barlumi d'un mondo più remoto
- Da noi, visitan l'anima nel sonno.
-
- SHELLEY.
-
-
-Fu una vera fortuna per Gertrude che ricorresse appunto la settimana
-del Rendimento di Grazie, tempo di vacanza nella scuola del signor
-W., perchè così ebbe agio d'attendere alle molteplici sue faccende.
-Un'altra fortuna ella stimava l'aver ottenuto Giannina, la quale,
-lieta di compiacerla, accettò volentieri la sua proposta, quantunque,
-ella diceva, l'idea d'andar a servire fuor della sua famiglia non le
-fosse mai garbata; ma come rifiutarsi d'aiutare la cara signorina
-Flint ch'era stata tanto buona con lei e co' suoi? C'era piuttosto
-da temere che la signora Miller, avendo in casa Annetta Grant malata
-gravemente, non potesse privarsi della sua figliuola maggiore; anche
-questa difficoltà però fu tolta dal ritorno inaspettato di Maria, la
-secondogenita.
-
-Dopo alcuni giorni di tirocinio sotto la direzione di Gertrude,
-Giannina, ragazza molto accurata e capace, si trovò in grado di
-sollevare la signora Sullivan de' suoi più faticosi doveri di massaia,
-e prestarle i servizi personali che il suo stato richiedeva. Gertrude
-quindi fu libera di fare frequenti visite alla vecchia Grant, la quale
-era nel colmo della febbre e aveva gran bisogno d'assistenza.
-
-La memoria delle sevizie patite sotto la potestà di quella megera
-durava ancor viva nella fanciulla, ma scevra oramai d'ogni senso
-d'amarezza, d'ogni desiderio di vendetta. S'ella ricordava il passato,
-era soltanto per compiangere la sua persecutrice e perdonarle;
-se pensava al modo di contenersi verso la sua tiranna, già tanto
-detestata, era con l'unico fine d'esserle utile e di consolarla.
-
-Vegliò notti e notti al capezzale della malata, che sebbene sempre in
-delirio, non mostrava più ombra del terrore destatole sulle prime dalla
-sua presenza.
-
-Costei le parlava molto della piccola Gertrude, talvolta in modo da
-farle credere che l'avesse riconosciuta, ma più spesso come se fosse
-altrove; infine, dopo un pezzo, ella comprese che la scambiava per
-sua madre alla quale doveva somigliare notevolmente. Questa, invero,
-era stata assistita nell'ultima sua malattia dalla stessa Annetta,
-ma la sciagurata, assalita dagli antichi rimorsi nel vagellamento
-della febbre, si figurava che la morta fosse ritornata al mondo per
-chiederle conto della sua creatura. Solo le continue assicurazioni di
-benevolenza e le tenere cure prodigatele dalla giovanetta con pazienza
-instancabile, l'indussero da ultimo nella persuasione che la madre
-offesa avesse ritrovato la sua bambina in buona salute e al sicuro, ed
-ignorasse i torti e i crudeli trattamenti da lei sofferti.
-
-Una notte, l'estrema della vita d'Annetta Grant, Gertrude, che
-non aveva lasciato la malata se non per poche ore ed era venuta a
-riprendere il suo posto d'infermiera, udì il proprio nome insieme coi
-nomi d'altre persone nelle rapide frasi sconnesse che la vecchia andava
-borbottando. Ella s'accostò al letto, tendendo l'orecchio, perchè
-sempre sperava di cogliere in mezzo a quei vaniloqui incoerenti un
-qualche indizio sulle proprie origini. Ma il suo nome non fu ripetuto,
-e il resto si perdette in un mormorio indistinto.
-
-A un tratto la delirante si rizzò, e rivolgendosi a qualcuno ch'ella
-vedeva nella sua allucinazione, gridò forte:
-
-— Stefanino! Stefanino! Rendimi l'orologio e dimmi che hai fatto degli
-anelli!... Ne chiederanno.... quei tali.... e io che dirò? —
-
-Fece una pausa. Poi, tenendo gli occhi fissi verso la parete, soggiunse
-con voce più debole, ma vibrante d'intensa commozione:
-
-— No, no, Stefanino, non lo dirò mai a nessuno.... _mai, mai...._ —
-
-Aveva appena proferito queste parole, che diede un sobbalzo, si volse,
-e vista Gertrude accanto a lei, le domandò urlando:
-
-— Avete udito, eh? Avete udito?... Sì, lo so.... e volete
-raccontarlo.... Ma _se parlate!..._ —
-
-Ella tentò di slanciarsi fuori del letto, e ricadde esausta sui
-guanciali.
-
-Gertrude corse a chiamare il Miller e sua moglie, i quali, aspettandosi
-d'avere a levarsi quella notte, s'erano coricati vestiti nella camera
-attigua; poi, per tema che la sua presenza turbasse ancor più la
-morente, si ritirò lasciandola affidata alle loro cure.
-
-Circa un'ora dopo la donna venne a trovarla in cucina, dove aveva
-cercato la quiete di cui sentivano bisogno i suoi nervi scossi e il
-suo animo contristato, e le disse che Annetta s'era calmata; ma giaceva
-in uno stato di grande prostrazione, e pareva prossima alla sua fine.
-Tuttavia ella credette meglio non rientrare nella camera. Sedette
-presso la stufa e prese a meditare sulla strana scena di cui era stata
-testimone. Spuntava l'alba quando la signora Miller le annunziò che la
-vecchia Grant aveva reso l'ultimo sospiro.
-
-La sua opera di misericordia, di perdono, d'amore cristiano, era dunque
-compita. Ed ella s'affrettò a tornarsene a casa per riposare. Doveva
-armarsi di nuova forza, di nuovo coraggio, a fine di sostenere le
-fatiche e le pene che la sorte ancora le preparava.
-
-E forza e coraggio non comuni erano necessari alla fanciulla per
-attraversare una di quelle funeste sequele di malattie e di morti fra
-le persone più prossime, che si danno nella vita, e in cui un colpo
-succede all'altro con tale fulminea rapidità, che prima d'esserci
-riavuti già veniamo atterrati novamente.
-
-Meno di tre settimane dopo sepolta Annetta Grant, Paolo Cooper
-soccombette a una breve malattia. Quantunque nessuno di questi due
-casi toccasse Gertrude nei sentimenti più profondi del suo cuore,
-pure l'adempimento dei doveri ch'ella s'era volontariamente imposti
-richiedeva uno sforzo fisico e morale assai grave per una giovanetta di
-diciotto anni, già tormentata dalla minaccia d'una terza disgrazia, e
-ben più dolorosa.
-
-Anche l'assenza d'Emilia era una dura prova, perchè nelle ore
-d'angoscia ella soleva ricorrere alla buona amica per consiglio e
-conforto, e da lei imparava la pazienza e la rassegnazione, virtù di
-cui le offriva un vivente esempio. Un'unica lettera, scritta dalla
-signora Ellis, le aveva recato notizie del suo viaggio, e queste non
-erano molto sodisfacenti.
-
-I Graham soggiornavano all'Avana, dove avevano preso alloggio in una
-pensione tenuta da una signora loro connazionale, e affollatissima
-d'ospiti venuti da Boston, Nuova York e altre città settentrionali.
-
-«Non è mica un viaggio molto piacevole, in fin dei fini!» scriveva
-la governante. «V'assicuro, Gertrude, ch'io vorrei piuttosto essere
-in pace, a casa, e non tanto per me quanto per Emilia. Già non può
-trovarsi bene, qui, poverina, perchè l'abitazione manca d'ogni comodo:
-le finestre invece di cristalli hanno grate come nelle prigioni, non
-c'è un tappeto in nessuna stanza, nè un caminetto, nè un braciere,
-sebbene qualche volta la mattina il freddo si faccia sentire. E poi
-c'è una vedova, con un fratello e le nipoti: la quale vedova è una
-donna frivola e vana e secondo me, credetemi o no, ha messo gli occhi
-sul signor Graham, o vuol pigliarsi giuoco di lui. Veste pomposamente,
-parla forte, ha modi imperiosi: a lei piace dominare, e lui è tanto
-grullo da seguirla come un cagnolino, e prender parte ad ogni sorta
-di gite, a piedi, in vettura, a cavallo.... Non è ridicolo? Un uomo di
-sessantacinque anni sonati! Emilia ed io non scendiamo più che di rado
-nel salotto, giacchè l'allegra brigata non tiene il minimo conto della
-nostra presenza. Essa non si lagna, non fiata nemmeno, ma io vedo che
-non è felice, e desidera di ritornare a Boston: lo desidererei anch'io
-se non ci fosse quella terribile traversata.... Ah, Gertrude, mi sembra
-un miracolo ch'io non sia morta dal mal di mare nel venir qui, e la
-sola idea di risalire a bordo d'un piroscafo mi sgomenta a segno, che
-non so proprio come farò a tornarmene indietro!...»
-
-Gertrude scriveva spesso alla signorina Graham; però, non potendo
-questa leggere le sue lettere che mediante gli occhi della signora
-Ellis, non le era dato di manifestarvi i suoi pensieri e sentimenti
-più intimi come usava nei colloqui con l'amica piena d'indulgenza e di
-simpatia, perchè avrebbe dovuto esporli alla censura della governante.
-
-Ogni corriere delle Indie orientali portava notizie di Guglielmo
-Sullivan, i cui affari prosperavano e ch'era contento nell'esilio
-pensando che i suoi cari godevano, lietamente com'egli credeva, i
-frutti delle sue fatiche. Egli scriveva quindi sempre nel consueto suo
-tono gaio e vivace.
-
-Una domenica sera, poche settimane dopo la morte del vecchio Cooper,
-Gertrude sedeva accanto alla signora Sullivan, stesa sul suo letto, e
-teneva in mano una lettera aperta di cui le leggeva per la terza volta
-il contenuto. I numerosi bolli postali sulla facciata esterna del
-foglio ne mostravano la provenienza. Era arrivata il giorno stesso.
-La madre ascoltava intenta quella lettura, e così dolorosamente la
-colpiva il contrasto tra le proprie riflessioni e le fulgide speranze
-di quel figliuolo ignaro della fosca nube che s'addensava sul suo capo,
-ch'ella chiudeva le palpebre, abbandonandosi, oppressa da una tristezza
-profonda come non mai; mentre la giovanetta, ripetendo le parole con
-cui Guglielmo esprimeva la gioia del momento agognato in cui avrebbe
-potuto stringere di nuovo tra le sue braccia «la cara piccola mamma»
-che si struggeva di rivedere, gettava uno sguardo furtivo sul corpo
-consunto, sul viso emaciato della povera donna, e si sentiva gelare il
-cuore.
-
-I primi timori del dottor Jeremy non erano infondati. E l'inferma,
-aggravatasi ancora per l'ansietà cagionatale dalla malattia del padre e
-per il dolore della sua morte, declinava rapidamente verso la tomba.
-
-Gertrude non era tuttavia riuscita a comprendere se ella ne fosse
-consapevole o no. Mai la signora Sullivan aveva parlato su questo
-soggetto, nè accennato in alcun modo a un presentimento della sua
-prossima fine. Anche ora, osservando la sua placida apparenza, la
-fanciulla propendeva a credere ch'ella s'illudesse sul proprio stato.
-
-Ma il dubbio fu rimosso. Dopo essere rimasta qualche minuto assorta
-nella sua intensa meditazione, ch'era forse una preghiera, la malata
-riaperse gli occhi, e fissandoli in quelli della sua giovane amica,
-disse con voce chiara è calma:
-
-— Gertrude, io non rivedrò più Guglielmo! —
-
-Gertrude non rispose.
-
-— Vorrei scrivergli e dirglielo io stessa, — ella proseguì — ma sarà
-meglio, se non ti spiace, di scrivere tu per me, come tante volte,
-ch'io ti detti ciò che devo dirgli.... Non c'è tempo da perdere; perchè
-sento che vo mancando, e non è probabile che mi duri a lungo la forza
-di farlo.... Toccherà a te, figliuola mia, dargli la notizia, quando
-tutto sarà finito; ne hai abbastanza di tristi doveri, tu; voglio
-almeno risparmiarti la pena di prepararlo al colpo che l'aspetta....
-Sei disposta a cominciare la lettera oggi?
-
-— Sicuro, zietta mia, se vi pare che sia bene così.
-
-— Sì, cara, mi pare. Ciò che gli scrivesti l'ultima volta, concerneva
-soltanto la malattia e la morte del nonno, non è vero? Di me non gli
-dicesti nulla che lo potesse impensierire?
-
-— Nulla affatto.
-
-— Allora è tempo d'avvertirlo, povero ragazzo! Non c'è bisogno che il
-dottor Jeremy me lo dica, perchè io sappia che muoio!
-
-— Ma ve l'ha forse detto? — domandò Gertrude, andando al tavolino e
-preparando l'occorrente per scrivere.
-
-— Oh, no! È troppo prudente. Però, quando _glielo dissi io_, s'astenne
-dal contraddirmi. Tu lo sapevi? — ella domandò, guardando intensamente
-la fanciulla ch'era venuta a sedersi sulla sponda del letto e china
-verso di lei le lisciava i capelli.
-
-— Da alcune settimane, — mormorò Gertrude imprimendo un bacio sulla
-pallida fronte della malata.
-
-— Perchè me l'hai taciuto?
-
-— Non era necessario ch'io parlassi, — rispose la pia giovanetta. —
-Sapevo che il Signore non poteva chiamarvi in un momento che la vostra
-lampada non fosse alimentata ed accesa.
-
-— Arde, ma fievolmente, — disse la donna con cristiana umiltà.
-
-— E qual fiamma sarà vivida se la vostra langue? Non siete voi stata
-per lunghi anni un esempio mirabile di pietà e di pazienza? Eccettuata
-Emilia, non conosco persona al mondo altrettanto degna del Cielo.
-
-— No, no, Gertrude, non sono che una povera peccatrice, piena di
-debolezza. Per quanto fervidamente io desideri di giungere al cospetto
-del nostro Salvatore, il mio cuore terreno si strugge di rivedere
-un'ultima volta il mio figliuolo, e a tutti i miei sogni della
-beatitudine celeste si mescola il cocente rammarico che questa gioia,
-l'unica ch'io bramassi ancora quaggiù, debba essermi negata.
-
-— Oh, zietta, siamo tutti creature umane! Finchè la vostra anima
-immortale è chiusa nelle spoglie mortali, come _potreste_ cessar di
-pensare a Guglielmo, e non bramare la sua presenza nell'ora della prova
-suprema? Un sentimento naturale come questo non può essere un peccato.
-
-— Non so.... Forse anche non è. E se fosse, spero d'ottenere, innanzi
-di lasciar la terra, la grazia di espiare con un perfetto spirito di
-sottomissione le rivolte d'un cuore materno. Leggimi, cara, qualche
-santa parola di conforto: sembra che tu abbia il dono d'aprire sempre
-il buon libro alla pagina che meglio conviene al mio bisogno. Ah,
-sì, davvero, è un peccato in me ogni querela, assistita come sono
-dall'affetto e dalle cure di quella in cui Dio m'ha dato una figliuola
-benamata! —
-
-Gertrude prese la Bibbia, e avendola aperta al Vangelo di San Marco le
-cadde lo sguardo sul passo dell'agonia di Gesù nell'orto di Getsemani.
-Con savio criterio ella stimò che nulla poteva essere appropriato allo
-stato d'animo della signora Sullivan più che la commovente descrizione
-della lotta sostenuta dal Salvatore contro la propria umanità; nulla
-più atto a quetare il suo spirito, a sedare la ribellione della sua
-natura umana, che il visibile conflitto tra l'umano e il divino, con
-tanta patetica evidenza narrato dall'Apostolo; nulla più efficace che
-l'esempio del Figlio di Dio, il quale alla Sua preghiera, tre volte
-ripetuta, che venisse allontanato da Lui, se era possibile, il calice
-amaro, aggiungeva piamente: «Sia fatta la Tua volontà e non la mia!»
-
-Senza esitare ella lesse, ed ebbe la sodisfazione di vedere che la
-lettura aveva avuto lo sperato effetto, perchè quando tacque, indovinò
-sulle labbra della madre di Guglielmo, giacente in un atteggiamento di
-calma serena, le parole del Redentore. Non volendo disturbarla nelle
-sue meditazioni, non le rammentò la lettera al figliuolo, e sedette
-presso il letto in silenzio. Mezz'ora dopo la malata dormiva d'un
-placido sonno. Il suo volto aveva un'espressione di pace e di letizia
-così soave, che la fanciulla godeva nel contemplarlo. Innanzi ch'ella
-si destasse, l'ombra della notte invase la stanza. Gertrude, invisibile
-nel buio, sussultò udendo il suo nome. Prontamente accese una candela,
-e s'accostò a lei.
-
-— Oh, cara, che bel sogno ho fatto! — disse la signora Sullivan. —
-Siedi qui accanto a me: voglio raccontartelo. La realtà stessa non può
-essere più viva. Mi pareva d'attraversar l'aria a volo, librandomi
-sopra le nubi, in mezzo a fulgide stelle. Benchè rapido, il moto
-era tanto dolce che non mi stancava. Ed io viaggiavo, viaggiavo,
-passando in alto su terre e su mari. Infine vidi sotto di me una città
-bellissima, con chiese, torri, monumenti e un visibilio di gente che
-andava e veniva in tutte le direzioni. Avvicinatami, potei distinguere
-le facce di quegli uomini e quelle donne, e in una strada affollata
-notai un giovane che mi ricordava Guglielmo. Gli tenni dietro, e tosto
-mi sentii sicura ch'era lui stesso. Egli naturalmente mostrava un'età
-maggiore di quando ci lasciò, e il suo aspetto era proprio quale me
-lo sono sempre figurata, secondo le descrizioni che ci ha date nelle
-sue lettere dei cambiamenti fatti in questi anni. Lo seguii attraverso
-parecchie strade, finchè egli entrò in un vasto e bell'edifizio che
-sorgeva nel centro della città. Entrai anch'io. Passammo per ampie
-sale e altre stanze, tutte riccamente mobiliate, e ci fermammo in un
-salotto da pranzo. Nel mezzo c'era una tavola coperta di bottiglie, di
-bicchieri, e d'un magnifico servito ove restavano ancora dolci e frutta
-quali mai non ne vidi in vita mia. Vi sedeva intorno una brigata di
-giovanotti, molto ben vestiti, ed alcuni di così attraente apparenza,
-ch'io ne sarei rimasta incantata se non avessi avuto lo strano potere
-di leggere nei loro cuori e scoprire il male che vi s'annidava.
-
-«Uno aveva un viso piacentissimo in cui brillava l'intelligenza;
-era infatti dotato di non comuni facoltà mentali; ma io, vedendo più
-addentro che non si vegga d'ordinario, m'accorgevo, grazie a una specie
-d'istinto, che tutto il suo acume, tutta la sua genialità, non erano
-per lui se non mezzi d'ingannare gli uomini abbastanza folli od ingenui
-da lasciarsi cogliere a' suoi lacci; e portava in tasca, io lo sapevo,
-un paio di dadi falsati.
-
-«Un altro era la delizia della compagnia per il suo spirito arguto
-e faceto; ma a me non sfuggivano i primi indizi dell'ebbrezza, e non
-dubitavo che di lì a un'ora non sarebbe più stato padrone dei propri
-atti.
-
-«Un terzo si sforzava invano di sembrare felice; al mio sguardo
-scrutatore la sua anima appariva a nudo, e io non ignoravo ch'egli era
-torturato dall'angoscia d'aver perduto il giorno innanzi, al giuoco,
-tutto il suo denaro e parte di quello del suo principale, e dalla paura
-di non aver tanta fortuna da rivincere quella sera l'ingente somma.
-
-«E come questi tre, tutti i presenti erano sulla china d'una vita
-viziosa, e più o meno prossimi alla rovina. Nondimeno avevano un'aria
-piacevole e gaia, da cui Guglielmo, gli occhi del quale andavano
-dall'uno all'altro, pareva attirato e sedotto.
-
-«Uno di loro gli offerse un posto alla tavola, che tutti lo
-sollecitarono a prendere. Sedette, e il giovanotto che stava alla sua
-destra colmò un bicchiere di vino limpido e generoso invitandolo a
-bere. Egli esitò un momento, poi lo accostò alle labbra. In quella
-io gli toccai una spalla. Si volse, mi vide, e subito il bicchiere
-gli cadde di mano, e il vino si sparse a terra in mezzo ai frantumi
-del cristallo. Gli feci un cenno. Egli si rizzò e mi seguì. L'allegra
-compagnia lo richiamava a gran voce; anzi, uno dei commensali gli
-afferrò un braccio e tentò di trattenerlo, ma egli si liberò con
-una scossa nè volle ascoltare le loro proteste. Non eravamo però
-ancora usciti dal palazzo, quando colui ch'io avevo osservato per il
-primo e che sapevo essere il più astuto e il più pericoloso della
-brigata, sbucò da una stanza vicina al portone dov'era arrivato da
-un'altra parte, e sussurrò qualche parola all'orecchio di Guglielmo.
-Il mio figliuolo titubò, si voltò indietro, e forse avrebbe ceduto
-alla tentazione, s'io non mi fossi piantata di fronte a lui, alzando
-l'indice con un gesto di minaccia, e scotendo il capo. Allora egli
-respinse risolutamente il tentatore, si slanciò fuori, e scese
-a precipizio la lunga scalinata d'ingresso, prima che potessi
-raggiungerlo.
-
-«Ma io mi movevo con grande rapidità, sicchè non tardai a ritrovarmi al
-suo fianco, e presi a guidarlo attraverso le vie formicolanti di gente.
-Molte furono le avventure che incontrammo, e da ogni parte scorgevo
-tranelli tesi agl'incauti ed agl'inesperti. Più d'una volta il mio
-occhio vigile salvò lo spensierato ragazzo da qualche insidia in cui
-senza la sua mamma sarebbe certo caduto. Di tanto in tanto lo perdevo
-di vista, e dovevo ritornare sui miei passi: ora lo aveva diviso da
-me la folla, ora s'era volontariamente indugiato dove il popolino si
-divertiva, per assistere da spettatore a' suoi sollazzi o mescolarvisi.
-Però sempre obbediva al mio ammonimento e proseguivamo insieme il
-cammino. Intanto calava la sera.
-
-«A un tratto, passando per una via rischiarata da numerosi lampioni,
-m'avvidi che Guglielmo non mi accompagnava più. Lo cercai di qua e
-di là, ma non riuscii a trovarlo. Ansiosa, corsi un'ora di strada in
-strada chiamandolo a nome: nessuna risposta. Alfine, spiegate le mie
-ali, m'inalzai sopra la città popolosa e l'esplorai con lo sguardo
-nella speranza di scoprirvi il mio figliuolo come già appena arrivata.
-
-«Non fui delusa. Egli m'apparve in una sontuosa sala, illuminata
-a giorno, tra un'accolta di gaudenti del gran mondo. Una splendida
-giovane s'appoggiava al suo braccio, e io le vedevo nel cuore che la
-virile bellezza e le attrattive dello spirito di lui non la lasciavano
-indifferente. Allora tremai per Guglielmo! Ella era avvenentissima
-e ricca, ed anche molto elegante e corteggiata, come mostravano la
-ricercatezza del suo abbigliamento e l'ammirazione che destava intorno
-a sè. Ma io penetravo l'anima sua, e sapevo quanto ella fosse vana,
-superba, frivola, gelidamente egoista; sapevo che se amava Guglielmo
-era perchè la seducevano i suoi pregi esteriori, le sue piacevoli
-maniere, il suo radioso sorriso, e non per la nobiltà della sua
-natura, che non poteva apprezzare. Mentre essi passeggiavano nella
-sala e quella ch'era decantata come la regina della festa dava a lui
-solo il suo tempo e i suoi pensieri, io scesi invisibile accanto a
-mio figlio e di nuovo gli toccai una spalla. Egli guardò in giro, ma
-prima che avesse scorto il volto materno, la voce della sirena cattivò
-tutta la sua attenzione, ed ogni mio sforzo per staccarlo da lei fu
-inutile, poichè non mi udiva nemmeno. Infine ella disse alcune parole
-che svelarono all'alta mente del mio Guglielmo la follia e l'egoismo
-di quell'anima mondana. Allora, io, cogliendo il momento in cui ella
-stessa aveva indebolito il suo fascino su di lui, me lo strinsi tra
-le braccia, e, aperte le ali, volai lontano lontano, portando meco il
-premio conquistato. Salendo così nell'aria sentivo il mio figliuolo
-abbandonarsi sul mio petto, e il giovane nel fiore della virilità
-ridivenire il bambino che soleva posarvi come in un caldo nido la
-bionda testolina ricciuta. A rapido volo ritornavamo al luogo natio,
-passando su terre e su mari. E non sostammo finchè io non vidi la mia
-diletta Gertrude che ci aspettava in un verde prato, sul pendio d'una
-collina, all'ombra di grandi alberi. Volavo verso di lei per deporre a'
-suoi piedi la preziosa mia creatura, quando mi destai pronunziando il
-tuo nome....
-
-«Ah, cara, l'amarezza del calice che debbo vuotare è oramai svanita!
-Un angelo del Cielo me lo porge. Io non desidero più di rivedere mio
-figlio in questo mondo, perchè sono persuasa che la mia dipartita
-s'accorda coi disegni d'una misericordiosa Provvidenza. Adesso credo
-che nella mia veste mortale sarei forse impotente a salvare Guglielmo
-dalle tentazioni, a distorlo dal peccato; ma il puro spirito materno
-avrà maggiore virtù. Nella certezza che la mamma veglia su lui dalla
-sua dimora celeste, che s'adopra a mantenerlo nel retto sentiero, egli
-troverà una più valida difesa contro il pericolo, un più sicuro rifugio
-per l'anima insidiata, ch'ella non potrebbe offrirgli se fosse sulla
-terra. Adesso, o Padre, io posso dire dal profondo del cuore: «Sia
-fatta la Tua volontà e non la mia!» —
-
-Da quell'ora fino alla sua morte, che seguì circa un mese dopo, la
-signora Sullivan conservò la stessa tranquillità d'animo, la stessa
-perfetta rassegnazione. Come ella diceva, il suo dolore aveva perduto
-ogni amarezza. La lettera che dettò per Guglielmo esprimeva la sua
-piena fede nella bontà e nella saggezza della Provvidenza divina,
-e lo esortava a sottomettersi con reverenza ed amore ai decreti
-dell'Onnisciente. Gli ricordava le prime lezioni ch'ella gli aveva
-date, la pietà e la padronanza di sè inculcategli fin dai più teneri
-anni, e gli rivolgeva come estrema sua preghiera la raccomandazione
-che il suo influsso su di lui venisse aumentato anzichè diminuito
-dalla morte, che la sua presenza fosse da lui sentita come reale e
-continua. Infine ella che fedelmente aveva lottato contro le avversità,
-lo ammoniva di guardarsi dai pericoli e dalle insidie che accompagnano
-la prospera fortuna, e di non smentire mai, nè screditare l'educazione
-ricevuta.
-
-Gertrude piegò la lettera credendola finita, poi uscì per recarsi
-alla scuola dove insegnava. Ma tosto che si fu allontanata, la signora
-Sullivan la riaperse, e con la sua mano debole e tremante aggiunse sul
-foglio già quasi riempito alcune righe che dicevano la disinteressata,
-paziente, amorosa devozione della fanciulla, chiudendo con queste
-parole: «Figliuolo mio, finchè avrai cara la memoria del tuo nonno e
-della tua mamma, non cessar di mostrare tutta la gratitudine di cui
-il tuo cuore è capace a colei che le mie forze non mi consentono di
-lodarti quanto merita.»
-
-Ella si spense così lentamente, a grado a grado, che la catastrofe
-quasi fu un colpo inaspettato per Gertrude, la quale, pur vedendo
-l'opera distruttrice della malattia, non poteva risolversi a credere
-che sarebbe una volta compiuta.
-
-E fu nel silenzio della notte, senza nessuno fuor della giovane
-Giannina tutta sgomenta, per aiutarla e sostenerla, ch'ella assistette
-alla dipartita di quell'anima a lei tanto cara.
-
-— Ti fa paura vedermi morire? — le domandò la signora Sullivan circa
-un'ora innanzi la sua fine.
-
-— No, — ella rispose.
-
-— Ebbene, volgimi un poco verso di te, — disse la morente — affinchè il
-tuo viso, figliuola mia buona, sia l'ultimo aspetto terrestre su cui si
-posino i miei occhi. —
-
-Gertrude obbedì. E la madre di Guglielmo spirò, con la mano nella mano
-di lei, e uno sguardo di profondo affetto negli occhi che la fissavano
-mentre si spegneva.
-
-
-
-
-XXVI.
-
- Quale la gioia si fosse o il dolore
- Che in sorte avesse a lei dato il Signore,
- Dirittamente ognor la vera via
- Della virtù cristiana ella seguia.
-
- GIOVANNA BAILLIE.
-
-
-Soltanto quando la sua opera d'amore fu così terminata, Gertrude
-s'avvide che le continue fatiche, sostenute notte e giorno, avevano
-fatto soffrire il suo organismo ed esaurito le sue forze. Durante la
-prima settimana seguita alla morte della signora Sullivan il dottor
-Jeremy temette per lei una grave malattia. Ma dopo aver lottato
-parecchi giorni contro sintomi assai minacciosi, ella si rimise,
-e sebbene ancor pallida e patita potè riassumere il suo ufficio di
-maestra e occuparsi della ricerca d'una nuova casa.
-
-Già più d'una famiglia amica le aveva offerto ospitalità,
-sollecitandola ad accettare l'invito con un calore così cordiale che
-rendeva difficile il ricusarlo; ma per quanto commossa profondamente
-dalla benevolenza manifestatale nel suo dolore e nella sua solitudine,
-ella volle piuttosto tenersi alla risoluzione presa di trovare
-addirittura una dozzina fissa. E quando le ragioni su cui la fondava
-furono intese dagli amici cortesi, essi non poterono che approvare la
-sua condotta e cessando d'importunarla le prestarono invece con gran
-premura, il loro aiuto per attuare il suo proposito.
-
-La signora Jeremy sulle prime era rimasta male e si sentiva quasi
-offesa dal rifiuto della giovanetta di stabilirsi subito in casa sua e
-rimanerci finchè volesse, magari sempre; e anche il dottore insisteva
-con un così perentorio «Su, Gertrude, vieni da noi immediatamente e
-zitta!» ch'ella aveva paura, date le sue condizioni di salute, d'essere
-portata via senza _poter protestare_. Ma dopo aver di propria autorità
-ordinato a Giannina d'impaccare la roba della signorina Flint, chiudere
-la casa, e ritornarsene dai suoi genitori, egli acconsentì a sentir
-che cosa Gertrude sapesse dire a giustificazione della sua ritrosia. I
-ragionamenti su principî generali con cui ella spiegò perchè credesse
-di non dover accettare la generosa profferta, non valsero per altro a
-persuadere quell'ottima coppia.
-
-— Voleva, per la sua dignità, uno stato indipendente? Scusa che non si
-reggeva ritta! O non sarebbe indipendente lo stesso, stando con loro?
-La sua compagnia era tanto gradita a tutt'e due, ch'ella poteva esser
-sicura di fare anzichè ricevere un favore, sicchè le obbligazioni non
-le avrebbe lei, ma viceversa. —
-
-Allora si trovò costretta ad usare l'argomento che veramente aveva
-avuto il maggior peso sull'animo suo, e che, ella non ne dubitava,
-doveva parere decisivo anche al dottor Jeremy.
-
-— Dottore, — ella disse — voi, spero, non condannerete in me un
-sentimento che, lo confesso, ha molto corroborata la mia risoluzione.
-Io vi menzionerei malvolentieri questo motivo che più d'ogni altro mi
-ha indotta a prenderla, se già non conosceste lo stato delle cose tra
-me e il signor Graham, abbastanza a fondo da potermi comprendere e,
-almeno fino a un certo punto, approvare. Sapete ch'egli era contrario
-alla mia determinazione di non accompagnarli nel loro viaggio,
-quest'inverno, e di stabilirmi a Boston; quindi sospetterete che lui
-ed io non ci siamo lasciati in buona armonia. Egli mi disse che io
-non sarei certo capace di guadagnarmi la vita e mi troverei ridotta a
-dipendere da estranei. Ora, giacchè lo stipendio che ricevo dal signor
-W. è sufficiente a tutti i miei bisogni, sono ardentemente desiderosa
-di collocarmi in modo da mostrargli al suo ritorno che affermando, o,
-se si vuole, vantandomi d'essere in grado di bastare a me stessa, non
-presumevo troppo delle mie forze!
-
-— Dunque, Graham supponeva che senza il suo potente appoggio voi
-sareste ridotta alla mendicità? — fece il dottore. — Col vostro ingegno
-e la vostra cultura? L'è da par suo!
-
-— Oh, no, no, non volevo dir questo! — esclamò la fanciulla. — Mi
-considerava semplicemente come una bambina, e non comprendeva che
-facendomi educare ed istruire, aveva provveduto al mio sostentamento in
-anticipazione. Era naturalissimo che non avesse troppa fede nella mia
-capacità di lavorare: non m'ha veduta mai alla prova.
-
-— Capisco, capisco. Pensava che dovreste un giorno chiamarvi ben
-contenta di ritornare in casa Graham.... Da par suo, sì, da par suo!
-
-— Via, non credo poi che arrivasse a cotesto segno! — osservò
-la signora Jeremy. — Era adirato e non badava a quel che diceva.
-Scommetterei dieci contro uno che non se ne rammenta più nemmeno, e
-a me pare una specie d'orgoglio da parte di Gertrude il darvi tanta
-importanza.
-
-— Non saprei, signora Jerry, — obiettò suo marito. — Se è orgoglio, è
-però un orgoglio onorevole ch'io lodo, e non giuro che se mi trovassi
-ne' panni di lei, i miei sentimenti non sarebbero identici. Perciò io
-non insisto più per distorla dal suo proposito. Può stare a dozzina,
-e tuttavia passar una buona parte del suo tempo con noi, sia ore,
-sia giornate; e non occorre dirle che caso mai s'ammalasse o fosse
-altrimenti disturbata, la nostra porta è sempre aperta.
-
-— Ma sicuro! — disse la signora. — Se proprio sei risoluta, cara
-Gertrude, fa' dunque come credi meglio; soltanto in una cosa tu devi
-assolutamente compiacermi. Lascia questa casa vuota e triste; vieni
-via con me, oggi stesso, e rimani da noi finchè tu abbia trovato una
-dozzina conveniente. —
-
-Per un breve soggiorno, Gertrude accettò la cordiale ospitalità ben
-volentieri; quindi seguì i suoi amici, senz'indugio. E fu soprattutto
-grazie alle assidue cure del valentissimo medico, e all'assistenza
-della signora Jeremy, la quale vegliò su lei con materna sollecitudine,
-ch'ella potè sfuggire alla malattia che seriamente la minacciava.
-
-Il signor W. e sua moglie conoscevano le dure prove sostenute dalla
-fanciulla quell'inverno, ed erano per lei pieni di benevolenza e di
-simpatia. Essi pure le offersero la loro casa fino al ritorno del
-signor Graham e d'Emilia, facendole vive istanze perchè accettasse; ma
-quando ella ebbe spiegato che non sapeva quanto durerebbe l'assenza
-loro, e che del resto probabilmente non avrebbe più vissuto coi
-signori Graham in avvenire, convennero ch'ella si regolava con saviezza
-provvedendo a stabilirsi addirittura da sè.
-
-Così i coniugi Arnold, i quali avevano costantemente usato affettuose
-attenzioni alla signora Sullivan e a Gertrude, ed erano stati le sole
-persone ammesse oltre il dottore nella camera dell'inferma, volevano
-ad ogni costo che la giovanetta, due volte orfana, su cui credevano
-d'avere quasi un diritto di tutela, stesse con loro, sotto la loro
-protezione, fino ch'Emilia non fosse ritornata dal suo viaggio: perchè
-come i W. limitavano a questo termine il loro invito. Ma la famiglia
-del pastore essendo numerosa, e la sua casa relativamente piccola,
-come la sua paga, l'offerta era mossa da un puro sentimento benevolo:
-pertanto egli, e la prudente ed economa sua consorte, udito da Gertrude
-ch'ella guadagnava abbastanza da potersi mantenere con decoro, e
-aveva risolto di conservare la propria indipendenza, l'approvarono
-entrambi vivamente; anzi la signora la consigliò e l'aiutò nel modo più
-efficace.
-
-Ella aveva una sorella vedova che suppliva alla deficienza della sua
-rendituccia tenendo a dozzina alcune signorine venute a Boston per
-compiere i loro studi. Gertrude non la conosceva, ma ne aveva spesso
-inteso parlare con molti elogi; e la sua speranza di trovare da lei
-una dimora gradevole e non troppo costosa, non fu delusa. La signora
-Warren, avendo appunto libera una bella camera sul davanti, grande
-e chiara, acconsentì di buon grado a darla alla giovane maestra
-che la sorella caldamente le raccomandava. Le condizioni erano
-convenientissime, e Gertrude poteva prendere subito possesso della sua
-nuova abitazione.
-
-La signora Sullivan le aveva lasciato tutti i suoi mobili, parecchi
-dei quali comperati di recente, e scelti, secondo il desiderio
-di Guglielmo, tra i migliori per qualità e fattura. A fine di
-risparmiarle le fatiche dello sgombero, dopo i tanti strapazzi a cui
-s'era sottoposta, la signora Arnold e le sue due figliuole maggiori
-insistettero amorevolmente perchè ella non s'occupasse che della scuola
-e affidasse a loro l'incarico di far trasportare e disporre nella sua
-stanza i mobili che desiderava collocarvi, ed invigilare l'imballaggio
-del resto: giacchè la fanciulla non voleva che alcun oggetto fosse
-venduto. Fu per lei un gran sollievo l'essere dispensata dall'assistere
-al doloroso spettacolo dello spogliamento e dell'abbandono di quella
-casa ch'era stata il piacere e l'orgoglio della cara amica perduta. E
-quando entrò nella camera cedutale dalla signora Warren, sebbene le si
-stringesse il cuore alla vista di quei mobili a lei tanto familiari,
-ella, ammirando la cura e il buon gusto con cui ogni cosa era disposta
-per riceverla, pensò che avrebbe commesso un peccato desolandosi e
-chiamandosi sola al mondo, mentre v'erano anime così buone e mani così
-operose, pronte a venirle amorosamente in aiuto.
-
-La sera, passò nel salotto da pranzo, dove s'aspettava di trovare alla
-tavola del tè soltanto persone sconosciute; ma con sua grata maraviglia
-vide tra le commensali Fanny Bruce, la quale, lasciata a Boston dalla
-madre e dal fratello che viaggiavano per diporto, era già da parecchie
-settimane nel numero delle dozzinanti della signora Warren. Fanny, ora
-una scolaretta dai dodici ai tredici anni, aveva spesso avuto occasione
-d'incontrarsi con Gertrude durante la villeggiatura estiva, ed ammirava
-fervidamente la sua vicina da cui sempre otteneva doni di fiori,
-prestiti di libri, aiuto in lavoretti di fantasia. La notizia della
-sua venuta data dalla padrona di casa, le aveva fatto concepire la
-speranza di stringere con lei più intima amicizia, e quando nei grandi
-occhi neri e nel sorriso della giovanetta scòrse la gioia che anch'essa
-provava rivedendola, si sentì incoraggiata, a segno che facendosi
-innanzi salutò la cara signorina Flint con una vigorosa stretta di
-mano, e pregò d'esserle messa accanto a tavola.
-
-La piccola Bruce era una ragazzina di buone disposizioni e cuore
-affettuoso, ma negletta dalla madre che riponeva tutto il suo orgoglio
-nel figliuolo, il famoso Ben, egli pure ammiratore di Gertrude. Più
-volte quella mamma troppo amante dei divertimenti e quell'indolente
-fratello l'avevano così piantata in qualche dozzina mentre essi
-facevano un viaggio di piacere; nè sempre era capitata bene come dalla
-signora Warren.
-
-La povera creatura, non incorata da alcuna simpatia negli sforzi della
-sua buona volontà, sentiva che i suoi progressi, il suo benessere
-morale, non importavano a nessuno, neppure a' suoi, e questo senso
-d'abbandono era per lei una sorgente d'infelicità profonda.
-
-Gertrude presto s'accòrse che Fanny viveva molto appartata. Ella era
-d'alcuni anni minore delle sue compagne, tre signorine eleganti, che
-non accondiscendevano ad ammettere quella bambina nella loro intimità;
-e la signora Warren, tutta presa dai suoi doveri di padrona di casa,
-non s'occupava di lei in particolare. La sua solitudine doveva destar
-la compassione d'una in cui era sempre vivo il dolore per la morte o
-la lontananza delle persone più dilette. Questo sentimento induceva
-Gertrude a invitarla frequentemente nella sua camera, quantunque nulla
-le fosse gradito a quel tempo, come la quiete ed il silenzio. Anzi
-giungeva a dimenticare la propria afflizione fino a cercar di divertire
-un po' la sua piccola ospite, la quale invece si stimava già abbastanza
-fortunata di poterle tenere compagnia nel suo ritiro, leggere i suoi
-libri, vedersi sicura della sua amicizia. Durante il mese di marzo,
-che fu insolitamente burrascoso, Fanny passò quasi tutte le serate con
-Gertrude; e questa, che dapprima sentiva di fare un sacrifizio col
-dar continuo accesso ad un'estranea in camera sua, privandosi così
-della sua libertà intima, a poco a poco riconobbe quanto vera fosse
-la profezia dello zio True ch'ella sforzandosi di fare felici gli
-altri avrebbe fatto la felicità propria. La conversazione animata e
-spesso piacevole della ragazzina la distraeva, le impediva di troppo
-concentrarsi nel suo cordoglio: e l'affezione reciproca che l'avvinceva
-a lei la salvava dallo scoramento della coscienza d'esser sola al
-mondo.
-
-Venne l'aprile. E nessuna notizia d'Emilia dopo quella lettera della
-signora Ellis. Il cuore di Gertrude si struggeva nell'angoscioso
-desiderio di poter versare come una volta le sue pene nel seno
-dell'amica tanto cara, di dirle quante volte in quel triste inverno
-ella avesse sospirato il dolce tocco della mano leggera che soleva
-posarsi amorosamente sul suo capo, il suono della voce soave che la
-confortava al solo udirla, e qual bisogno provasse del buon consiglio,
-dell'incoraggiamento, della consolazione che sempre trovava in lei.
-Per qualche tempo la fanciulla aveva scritto regolarmente; ma poi, non
-sapendo ella più dove dirigere le lettere, l'ultima delle quali spedita
-innanzi la morte della signora Sullivan, ogni sua comunicazione coi
-viaggiatori era troncata.
-
-Una sera Gertrude sedeva alla sua finestra, pensando agli amici ch'ella
-aveva amati con amore di figliuola e di sorella e da cui la morte o
-le vicende della vita l'avevano divisa, quando fu pregata di scendere
-al pianterreno per ricevere il pastore Arnold e la signorina Anna, sua
-figlia, venuti a farle visita.
-
-Dopo i complimenti d'uso, Anna le disse:
-
-— Avrete, sicuro, saputo la notizia, Gertrude?
-
-— No, non ho inteso nulla di speciale, — rispose ella.
-
-— Come! — esclamò il signor Arnold. — Ignorate il matrimonio del signor
-Graham? —
-
-Gertrude sussultò, sbalordita.
-
-— Dite sul serio? Il signor Graham s'è ammogliato! Quando? Con chi?
-
-— Con la vedova Holbrook, una cognata del signor Clinton. Si sono
-conosciuti all'Avana dove la signora soggiornava anch'essa, in
-compagnia d'altri Americani settentrionali.
-
-— Ma è strano che voi ne siate rimasta così all'oscuro! — osservò Anna.
-— Eppure c'era l'annunzio in tutti i giornali: «Maritati alla Nuova
-Orléans J. H. Graham Esq.[3] di Boston e la signora N. N. Holbrook.»
-
-— Non vedo giornali da due o tre giorni, — disse Gertrude.
-
-— La cecità della signorina Emilia le impedisce di scrivervi,
-naturalmente, — riprese l'altra. — Il signor Graham, però, avrebbe
-dovuto mandarvi la partecipazione delle sue nozze. — E poichè Gertrude
-taceva, soggiunse ridendo: — Forse la sposina ha accaparrato tutta la
-sua attenzione.
-
-— Sapete qualche cosa, voi, di cotesta signora Holbrook? — domandò
-quella.
-
-— Non molto, — rispose il signor Arnold. — La vidi poche volte, in casa
-Clinton. È una bella donna, molto appariscente, che ama il lusso e i
-ritrovi mondani, a quanto pare.
-
-— Oh, io ebbi occasione di vederla spesso! — fece Anna. — E vi so dire
-ch'è grossolana, chiassosa, impetuosa.!... Proprio un genere di persona
-da ridurre la signorina Emilia alla disperazione! —
-
-Una viva angoscia apparve nel viso di Gertrude. Il pastore guardò sua
-figlia con aria di rimprovero.
-
-— Anna, — egli disse — sei ben sicura di non parlare inconsideratamente?
-
-— La mia autorità è Isabella Clinton, babbo. Il mio giudizio si
-fonda su ciò che l'udivo dire a scuola circa sua zia _Bella_, come la
-chiamava sempre.
-
-— E Isabella dipingeva sua zia in modo così sfavorevole?
-
-— Non mica con cattiva intenzione; al contrario, credeva di lodarla; ma
-a me quelle lodi non davano una gran buona idea della signora.
-
-— Non dobbiamo condannarla prima d'averla conosciuta meglio, — replicò
-benignamente il signor Arnold. — Potrebbe darsi che sia invece tutto
-l'opposto di quello che tu ti figuri.
-
-— E di Emilia non potete dirmi nulla? — chiese Gertrude. — Ritorneranno
-presto?
-
-— Non so altro che la notizia letta nei giornali, — rispose egli. —
-Voi, quando aveste lettere? —
-
-Ella disse la data dell'unica missiva della signora Ellis, e riferendo
-ciò che questa le aveva raccontato di un'allegra compagnia di Americani
-degli Stati settentrionali incontrata all'Avana, espresse l'opinione
-che la nuova signora Graham fosse appunto quella tal vedova che le
-descriveva.
-
-— Senza dubbio, — affermò il signor Arnold.
-
-Sapendo tanto poco dei fatti, non avevano materia da continuare il
-discorso su questo soggetto, e parlarono d'altro. Ma Gertrude non
-poteva pensare se non ad Emilia: quel matrimonio aveva conseguenze di
-così vitale importanza per la sua diletta amica, che la sua mente vi
-ritornava sempre, ed ella durava fatica a seguire il senso delle parole
-che fluivano rapidamente dalla bocca della giovane Anna Arnold.
-
-Per fortuna la necessità di rispondere a una domanda che non aveva
-inteso affatto, venne rimossa dall'improvvisa comparsa dei Jeremy. Il
-dottore teneva nella destra una lettera suggellata diretta a Gertrude
-Flint: la scrittura del recapito era quella del signor Graham.
-Egli la porse subito alla destinataria, poi disse guardando Anna e
-stropicciandosi le mani:
-
-— Ora, signorina Arnold, saremo informati su queste famose nozze. —
-
-La viva curiosità dei presenti dispensava Gertrude dalle cerimonie.
-Ella ruppe il suggello e scorse rapidamente il contenuto della busta.
-
-Questo consisteva in una lettera di due o tre pagine fittamente coperte
-dei caratteri della signora Ellis, e d'un biglietto, non tanto breve,
-del signor Graham stesso. Per quanto maravigliata di ricevere una
-missiva da parte d'un signore che aveva dichiarato con tanta collera
-di non voler sapere più nulla di lei, ella era soprattutto ansiosa
-d'aver notizie d'Emilia, e però dette la precedenza al documento della
-governante in cui era più probabile trovarle. Diceva così:
-
- Nuova York, 31 marzo 1852.
-
- «Cara Gertrude,
-
-«Posto che allo sposalizio assistevano molte persone di Boston, credo
-che oramai vi sarà giunta all'orecchio la gran nuova. Il signor Graham
-s'è riammogliato. E la sposa è la vedova Holbrook: la medesima vedova
-di cui vi scrissi. L'ha voluto e l'ha avuto. Non esito a dire che non è
-lui quello dei due che ha fatto un buon affare. Ama la vita tranquilla
-e, pover'uomo, può farne il pianto, perchè alla signora invece
-piacciono i divertimenti e l'allegra compagnia. Bisognava vedere come
-essa gli dava la caccia, all'Avana; scommetterei però che egli in fondo
-non intendeva di lasciarsi pigliare. Ma lo raggiunse anche alla Nuova
-Orléans, e insomma la conclusione è che l'ha spuntata ed oggi è sua
-moglie.
-
-«Emilia s'è contenuta ammirabilmente; mai non ha detto una parola
-contro questo matrimonio, nè avrebbe potuto trattare la vedova in modo
-più benevolo e grazioso: ma, ohimè, come si troverà, poverina, in
-mezzo alla gioventù spensierata che invade ora la casa e la riempie
-di chiasso e di confusione? Io non ci sono avvezza, e mi garba
-poco; figuratevi poi la nostra Emilia! La nuova signora del resto
-è abbastanza gentile con me, adesso ch'è maritata. Considera che lo
-richiedono le convenienze, essendo io da tanto tempo nella famiglia di
-cui è venuta a far parte.
-
-«M'immagino, cara Gertrude, che sarete stata desiderosa di sapere che
-ne fosse di noi, e apprenderete con maraviglia che siamo già a Nuova
-York, sulla via del ritorno: ossia, per essere esatta, sulla via del
-ritorno sono io sola. Avrei voluto scrivervi dalla Nuova Orléans, ma
-c'era un da fare, un andirivieni tali, che non riuscivo mai a cogliere
-il momento opportuno; e dopo quell'orrida traversata in piroscafo
-da Charleston a qui, mi sentivo disfatta; per una settimana non sono
-stata proprio buona a nulla. Non posso però più differire perchè Emilia
-è oltremodo ansiosa di darvi sue notizie e avere le vostre. Povera
-Emilia! Non istà punto bene.... mi spiego, non voglio dire che sia
-malata; è piuttosto in uno stato d'abbattimento morale, d'irritazione
-nervosa. Si stanca presto, per ogni minima cagione si scuote, si
-sconturba, contro l'usato. Io credo che ne siano causa la nuova signora
-Graham, e lo sciame delle nipoti e compagnia bella, e altre cose
-sgradevoli. Non si lagna mai, si direbbe anzi che sia lieta delle terze
-nozze di suo padre; ma a me è sembrata sempre tutt'altro che felice
-durante questo inverno, e ora ha qualche volta un aspetto così triste
-che m'impensierisce. Parla molto di voi ed è un grande rammarico per
-lei non avere più vostre lettere.
-
-«Basta, veniamo ora al punto principale. Sappiate che hanno stabilito
-d'andare tutti insieme in Europa, Emilia compresa. Secondo me l'idea
-è della sposa; comunque sia, il viaggio è deciso. Il signor Graham
-intendeva ch'io li accompagnassi: ma vorrei essere impiccata anzichè
-avventurarmi un'altra volta per mare, e glielo dissi chiaro e tondo.
-Perciò egli vi scrive chiedendovi d'accompagnare Emilia. Se il mal
-di mare non fa paura anche a voi, spero che non ricuserete l'invito,
-perchè sarebbe una cosa terribile per lei doversi mettere nelle mani
-d'una estranea; e purtroppo, cieca com'è, non può far senza di qualcuno
-che l'assista. Io sono certa ch'essa non ha la minima voglia di prender
-parte a questo viaggio; ma non osa pregare suo padre di lasciarla a
-casa, per tema ch'egli la creda avversa alla sua nuova moglie.
-
-«Tosto che s'imbarcheranno, cioè alla fine d'aprile, io ritornerò alla
-villa per badarvi durante la loro assenza.
-
-«Ora Emilia mi detterà un poscritto a questa lettera: di mio non
-v'aggiungo altro, salvo che siamo impazientissime di sentire la vostra
-risposta, e che, lo ripeto, mi confido che voi non vi negherete di
-partire con lei.
-
- «Vostra sinceramente
- «SARA H. ELLIS.»
-
-Il poscritto era il seguente:
-
-«Non ho bisogno di dire alla mia amata Gertrude quanto ho sentito la
-privazione della sua compagnia, quanto vivamente ho desiderato d'averla
-di nuovo accanto a me; nè che ho pensato a lei giorno e notte e pregato
-il Signore di sostenerla nelle prove dolorose e nelle fatiche in cui
-doveva cimentare la sua forza e il suo coraggio.
-
-«La lettera scritta dopo la morte del signor Cooper fu l'ultima che mi
-pervenne, e non so se la signora Sullivan sia ancora viva. Scrivimi
-subito, figliuola mia, nel caso che tu non possa venire con noi. Il
-babbo ti dirà i nostri disegni e ti chiederà d'accompagnarci in Europa;
-sarà per me un gran sollievo e una gran gioia l'aver meco la mia cara
-Gertrudina, a condizione però ch'ella non abbandoni alcun altro dovere.
-Io m'affido al tuo cuore perchè tu risolva di fare ciò ch'è giusto.
-
-«Come già sai, il babbo s'è riammogliato. Questo è per noi tutti un
-grande cambiamento, ma non dubito che i risultati ne saranno felici. La
-signora Graham ha con sè qui all'albergo due nipoti le quali saranno
-anch'esse del viaggio in Europa. Due bellissime ragazze, mi dicono;
-specie Bella Clinton che tu vedesti a Boston qualche anno fa.
-
-«La signora Ellis è stanca di scrivere, e però chiudo assicurando la
-mia Gertrude del devoto affetto di
-
- «EMILIA GRAHAM.»
-
-Non senza curiosità, la giovanetta aperse poi l'epistola del signor
-Graham. Ella pensava che questi doveva essersi trovato impacciatissimo
-nello scriverle: avrebbe egli mantenuto il suo tono severo e imperioso,
-o si sarebbe degnato di spiegarsi e scusarsi? Se Gertrude l'avesse
-conosciuto meglio non avrebbe fatto la seconda ipotesi: il signor
-Graham non si scusava mai, posto che mai non credeva d'avere il torto.
-Ecco la lettera:
-
- «Signorina Gertrude Flint,
-
-«Sono passato a terze nozze, e ho divisato di fare un viaggio in
-Europa. C'imbarcheremo il 28 aprile. Mia figlia viene con noi, e
-poichè la signora Ellis teme il mare, mi trovo indotto a proporvi di
-raggiungerci a Nuova York, ed accompagnarci per assistere Emilia.
-Certo, non ho dimenticato l'ingratitudine con cui già dispregiaste
-un'altra simile mia offerta, e nulla avrebbe potuto spingermi a darvi
-una nuova opportunità di manifestare sentimenti di tal natura, se non
-il desiderio di rendere felice la mia figliuola, e insieme d'esser
-utile a una giovane ch'è stata così a lungo nella mia famiglia,
-provvedendola con sincera benevolenza d'un onorevole collocamento.
-
-«Vi pongo dunque nella possibilità di cancellare dalla mia mente il
-ricordo della vostra condotta verso di me, col compiacerci questa
-volta; e se vi risolvete a ritornare da noi, vi darò modo di tenere nel
-mondo il posto d'una signora.
-
-«Dato che partiamo per l'Europa alla fine del mese venturo, sarà bene
-che siate qui entro la quindicina. Scrivete e indicatemi il giorno del
-vostro arrivo: verrò io stesso ad aspettarvi allo sbarco. La signora
-Ellis ha gran premura di essere a Boston; spero dunque che vorrete
-sollecitare la vostra venuta.
-
-«Voi dovrete incontrare varie spese, e però v'includo una somma
-sufficiente a coprirle. Se avete debiti, fatemi sapere a quanto montano
-e sarà mia cura che tutte le pendenze vengano regolate prima della
-vostra partenza.
-
-«Confidandomi che abbiate oramai riacquistato il senso del vostro
-dovere, sono disposto a chiamarmi l'amico vostro
-
- «J. H. GRAHAM.»
-
-Gertrude sedeva presso a un lume rischiarante in pieno la sua
-faccia, la quale, nello scorrere lo scritto del superbo signore,
-avvampava tutta di sdegno e d'orgoglio offeso. Il dottor Jeremy che
-spiava le sue impressioni la vide farsi rossa e lanciò un'occhiata
-diffidente verso la lettera; poi, non appena il signor Arnold e la sua
-figliuola, trattenutisi ancora pochi minuti per udire le notizie, se
-ne furono andati, pregò la fanciulla di comunicargliene il contenuto,
-assicurandola che se si rifiutava avrebbe creduto le parole del signor
-Graham assai più insultanti di quanto forse erano in realtà.
-
-— Mi scrive per invitarmi ad accompagnarli in Europa, — rispose ella.
-
-— Davvero! — fece il dottore con un fischio sommesso. — E s'immagina
-che voi sarete tanto grulla da fare i bagagli e partire immediatamente,
-al suo comando?
-
-— Ma, Gertrudina, — disse la signora Jeremy — tu ci andrai di certo
-volentieri!... Figurati, cara, che piacere, un viaggio in Europa!
-
-— Non dite sciocchezze, signora Jerry! — esclamò il dottore. — Bel
-piacere viaggiare con un vecchio tiranno, e la figlia cieca, e la
-moglie volgare e prepotente, e le nipoti vanitose e smorfiose.... In
-una bella condizione si troverebbe Gertrude, schiava dei capricci di
-tutta la compagnia!...
-
-— Dottor Jerry, — l'interruppe la signora — dimenticate Emilia.
-
-— Emilia.... sicuro, essa è un angelo, e non tratterebbe mai nessuno
-senza riguardo, men che meno poi la sua favorita; ma ora anche lei
-rappresenta una parte secondaria, e non credo di sbagliare dicendo che
-stenterà a difendere i propri diritti, e mantenersi al posto che le si
-compete, nell'allargata cerchia della famiglia di suo padre.
-
-— È dunque necessario che qualcuno la sostenga, e vegli su lei per
-salvarla da noie e dispiaceri, — disse Gertrude.
-
-— Sicchè intendete di piantarvi sulla breccia? — domandò egli.
-
-— Intendo d'accettare la proposta del signor Graham, e raggiungere
-subito Emilia, — ella rispose. — Ma spero che la buona armonia
-esistente a quanto pare tra lei e le sue nuove parenti, rimarrà
-indisturbata, e che non avrò quindi da prendere le armi per conto suo;
-quanto _a me stessa_ non ho ombra di paura.
-
-— Allora, sei risoluta di partire? — disse la signora Jeremy.
-
-— Sì. Nulla fuorchè il mio dovere verso la signora Sullivan e suo padre
-avrebbe mai potuto indurmi a lasciarla. Questo dovere è compiuto,
-e poichè io posso esserle utile e ch'ella mi desidera, non esito un
-momento. Vedo assai chiaramente dalla lettera della signora Ellis che
-Emilia non è felice; io non devo negligere nessuna cosa che mi sia dato
-fare per consolarla. Pensate quale amica è stata per me!
-
-— Oh, lo so! Io credo che, in fin dei fini, tu godrai il viaggio a
-dispetto degli spauracchi che il dottore ti rizza contro; nondimeno è
-un sacrificio da parte tua lasciare la tua bella camera e tutti i tuoi
-comodi per l'incerto genere di vita che t'offre il viaggiare in così
-numerosa compagnia. —
-
-Il dottore interruppe:
-
-— Se fa un sacrificio? La grazia! Non ne ho mai visto fare uno
-maggiore, perchè si tratta non solo di perdere i trecentocinquanta
-dollari l'anno che si guadagna, e la sua piacevole e tranquilla
-abitazione di Boston, ma d'abbandonare quell'indipendenza per cui
-ha tanto lottato e che le premeva a segno di non voler accettare
-l'ospitalità in casa d'amici se non per un brevissimo soggiorno.
-
-— No, dottor Jeremy! — esclamò la fanciulla con calore. — Nulla ch'io
-faccia per amore d'Emilia può essere chiamato sacrificio. È una gran
-gioia per me.
-
-— Per te è sempre una gioia fare il bene, — osservò la signora.
-
-— Oh, non oserei affermarlo! — disse Gertrude. — Spesso anzi i miei
-desiderî tenderebbero a sviarmi. Ma in questo caso no. Il pensiero
-che la nostra cara Emilia abbia a dipendere da un'estranea per quei
-piccoli servigi che soltanto il suo affetto verso chi glieli presta può
-renderle accettabili, mi torturerebbe. Durante anni abbiamo vissuto
-l'una per l'altra, goduto e sofferto insieme: _devo_ andare con lei;
-non posso neanche sognarmi di fare diversamente.
-
-— Vorrei essere persuaso che il vostro sacrificio sarà, almeno fino a
-un certo punto, apprezzato, — borbottò il dottore. — Ma scommetto che
-invece Graham s'immaginerà di obbligarvi enormemente riprendendovi
-seco. Forse vi parla come a una mendicante, in quella lettera: non
-sarebbe la prima volta in vita sua che si comporta in cotesto modo.
-Sicuro, niente al mondo avrebbe indotto il povero Filippo Amory a
-ritornarci. — Poi a voce più alta soggiunse: — Vi fa qualche scusa per
-la scortesia con cui vi trattò quando lo lasciaste?
-
-— Pare che stimi di non avere alcun torto.
-
-— Neppure scusarsi, dopo essersi condotto come non dovrebbe un
-gentiluomo! Già me lo figuravo. Io protesto ch'è una pazzia esporvi
-di nuovo a simili trattamenti. Ma ho sempre _udito dire_ che le donne
-sono piene d'abnegazione nelle loro amicizie: ora ne veggo la prova.
-Gertrude è un'eccellente amica. Signora Jerry, dobbiamo coltivare le
-sue buone disposizioni; chi sa che una volta o l'altra non si dia il
-caso anche per noi d'avere a chiederle qualche gran servigio.
-
-— E io sarò lieta se potrò rendervelo. Nessuno più di me è in debito
-verso il consorzio umano. Sento che il mondo è tacciato d'egoismo,
-di durezza, d'insensibilità: ma verso di me fu pietoso. Sarei ingrata
-se non alimentassi nel mio cuore uno spirito d'amore universale: più
-ingrata ancora se non fossi pronta a fare quanto sta nelle mie forze
-per i cari amici che mi hanno prodigato tesori d'affetto quali mai
-toccarono in sorte a un orfano!
-
-— Gertrude, — disse la signora Jeremy — io credo veramente che tu
-facesti bene lasciando Emilia quando te ne partisti da casa Graham,
-e che fai bene adesso ritornando a lei. E se l'essere tu la buona
-figliuola che sei è in qualche modo merito suo, certo ella ha sopra di
-te un sacro diritto.
-
-— Oh, sì, lo ha! Fu lei quella che per la prima m'insegnò a distinguere
-il bene dal male.
-
-— Ed ora coglie il frutto di questa conoscenza, in voi, — aggiunse
-il dottore. — Sì, è una cosa molto bella! Ma se siete determinata
-di farlo, cotesto giro in Europa, dovete occuparvi senz'indugio dei
-vostri preparativi. E, prima di tutto, il signor W. acconsentirà egli a
-sciogliervi dai vostri impegni?
-
-— Lo spero. Mi dispiace assai d'essere costretta a chiederglielo,
-perchè già l'inverno scorso dovetti mancare da scuola due settimane, e
-fu tanto indulgente con me; ma posto che di qui a pochi mesi siamo alle
-vacanze estive, forse non gli sarà difficile farmi supplire. Gliene
-parlerò domani.... —
-
-La signora Jeremy offerse a Gertrude una soffitta per riporvi i suoi
-mobili, le cedette la sarta che aveva fissato appunto per sè, infine
-stabilì con lei ogni cosa perchè ella in una settimana fosse pronta
-alla partenza.
-
-Il signor W., sebbene a malincuore, la lasciò libera, manifestandole
-il suo vivo rammarico di perdere, com'egli disse, una così preziosa
-assistente; e dopo alcuni giorni di grandi faccende per gli affrettati
-preparativi, ella s'accomiatò da Fanny tutta in lacrime, dal premuroso
-dottore e dall'ottima sua moglie, i quali l'avevano accompagnata
-alla stazione. Gertrude promise di scrivere ai Jeremy, e questi
-s'incaricarono di spedirle le lettere di Guglielmo.
-
-Di lì a meno d'una quindicina la signora Ellis ritornò a Boston e portò
-notizie della giovanetta, che era arrivata a Nuova York felicemente.
-Una settimana appresso la signora Jeremy ricevette una lettera, in cui
-Gertrude le diceva che si sarebbero imbarcati il 28. Grande quindi fu
-la sua maraviglia quando gliene pervenne una seconda recante la data
-del 29, giorno in cui ella credeva la famiglia del signor Graham in
-viaggio per l'Europa. E lesse quanto segue:
-
- Nuova York, 29 aprile.
-
- «Mia cara signora Jeremy,
-
-«Certo, sapendo che ieri era il giorno fissato per la nostra
-partenza, sarete stupita di vedere che siamo sempre qui, e più ancora
-d'apprendere che il nostro viaggio all'estero è differito a tempo
-indeterminato.
-
-«Ier l'altro il signor Graham venne còlto dall'antico suo male, la
-gotta, e l'accesso fu tanto grave, da minacciare seriamente la sua
-vita. Benchè oggi sia alquanto sollevato e il medico lo dichiari fuori
-di pericolo, soffre tuttavia molto, e non è, nè sarà per mesi, in grado
-d'avventurarsi ad attraversare l'oceano. Egli ha un ansioso desiderio
-d'essere a casa sua, e non appena si troverà abbastanza ristabilito
-da poter viaggiare, ritorneremo alla villa di D. Includo un biglietto
-per la signora Ellis, contenente varie indicazioni che Emilia la prega
-di seguire. Lo mando a voi perchè non sappiamo dove dirigerlo, fidando
-nella vostra bontà per farglielo pervenire.
-
-«La signora Graham e le sue nipoti che si ripromettevano un grande
-piacere dal giro in Europa, sono dolenti d'aver dovuto così mutare
-tutti i loro disegni per l'estate: specie la signorina Clinton, la
-quale sperava d'incontrarsi a Parigi con suo padre, assente da più
-d'un anno. Quanto ad Emilia ed a me, non possiamo davvero rimpiangere
-un viaggio che ci faceva solo paura, e se la causa del differimento
-non fosse la malattia del signor Graham, confesso che mai sapremmo
-difenderci da un senso d'egoistica sodisfazione al pensiero di
-ritornare alla cara vecchia villa, dove noi contiamo d'essere stabiliti
-entro il corso del mese venturo.
-
-«Dico _noi_ perchè nè Emilia nè suo padre vogliono sentir parlare di
-separarsi novamente da me.
-
-«Saluti cordiali a voi e all'ottimo mio amico, dottor Jeremy. Abbiatemi
-sempre per la vostra devota
-
- «GERTRUDE FLINT.»
-
-
-
-
-XXVII.
-
- La vedo.
- Fluente in ricci d'or libera scende
- Per gli omeri la chioma, e sulla bella
- Bocca suona una voce melodiosa.
- Non ella!
- Di beltà più soave un'altra splende.
- Nè melodia sgorgar sì dolce, io credo,
- S'ode qual dalle labbra sue di rosa.
- La vedo.
- Non forse è quella dalla fronte pura
- E bianca al par di netto avorio? Quella
- Dai grandi occhi celesti? Ell'è l'amata?
- Non ella!
- È più leggiadra un'altra creatura
- Di mente saggia e volontà temprata.
-
- CAROLINA GILMAN.
-
-
-La casa di campagna del signor Graham aveva un grande atrio con due
-porte, l'una in dirittura dell'altra, le quali durante le giornate
-calde rimanevano aperte dando adito a una fresca corrente d'aria.
-Perciò le vicinanze dell'ingresso principale donde l'ombreggiato
-cortile esterno che scendeva fino alla strada, in lieve pendio, offriva
-una vista piacevole, erano divenute un ridotto favorito della famiglia,
-specie nelle ore mattutine innanzi che il sole v'arrivasse. E là, in un
-gaio mattino di giugno, Isabella Clinton e sua cugina Rina Ray s'erano
-comodamente stabilite, ciascuna secondo le proprie idee della comodità.
-
-Isabella, sprofondata in una gran poltrona che aveva spinta fin presso
-la soglia, teneva in mano un lavoro di tappezzeria, ma non faceva che
-guardare oziosamente verso la strada. Ella era una bellissima ragazza,
-alta, snella, fine, di colorito delicato, con chiari occhi azzurri e
-folti capelli biondi pioventi in lunghi ricci. La vezzosa bambina che
-Gertrude aveva contemplato incantata, mentre questa dalla finestra
-osservava lo zio True nell'atto d'accendere il lampione di fronte alla
-casa di suo padre, era divenuta una non meno vezzosa giovane. La sua
-rara bellezza, posta in rilievo da tutta l'eleganza che il buon gusto
-può suggerire e tutto il lusso che il denaro può permettere, destava
-intorno a lei l'ammirazione della gente, le attirava le lusinghe e le
-carezze di quanti l'accostavano.
-
-Rimasta orfana di madre in tenera età, e lasciata per qualche anno in
-cura a donne di servizio, ella aveva imparato presto ad apprezzare
-più che non valgano le attrattive esteriori onde natura era stata
-con lei tanto prodiga; e sua zia, sotto la cui tutela si trovava da
-quando aveva lasciato la scuola, non era certo la persona più atta a
-combattere questa vanitosa idolatria di sè stessa.
-
-Non si sarebbe ingannato chi avesse attribuito la sua aria di conscia
-superiorità e il gesto protervo con cui il piccolo piede batteva
-lo scalino della soglia, alla persuasione che Isabella Clinton, la
-bellissima e ricchissima damigella, era quanto mai seducente nel suo
-abito da mattina, di casimiro celeste, ornato di sontuosi ricami,
-e aperto davanti su una sottana bianca, di cambrì, per metterne in
-mostra le non meno sontuose gale. Nè poteva far maraviglia ch'ella
-si compiacesse della propria apparenza, la quale avrebbe pienamente
-sodisfatto i critici più severi.
-
-A' suoi piedi, su uno degli scalini bassi, sedeva Rina Ray, che
-nell'aspetto e nelle maniere, come in molti punti del carattere,
-presentava un vivo contrasto con la cugina. Ella era una di quelle
-creature vivaci, giocherellone, carezzevoli, che il mondo chiama
-care bambine, tanto piccina che i suoi modi fanciulleschi non le si
-disdicevano; tanto spiritosa da farsi perdonare qualche infrazione
-delle buone creanze; troppo spensierata perchè potesse essere
-costantemente savia e gentile: ma di cuore così affettuoso, così
-fervente di generosi entusiasmi, che i suoi difetti erano scusati dalle
-persone disposte ad amarla come ella desiderava e cercava d'essere
-amata da tutti. Avvenente d'altronde, e sempre animata, allegra,
-contenta. Ammirava Isabella, le voleva bene, e fino a un certo segno
-si lasciava dominare da lei; però sapeva tenerle testa con fermezza nei
-casi in cui i loro sentimenti non s'accordavano.
-
-All'opposto dell'elegantissima signorina Clinton, ella di rado era
-ben messa per la ragione che, quantunque ne avesse ampiamente la
-possibilità, non se ne curava. Quella mattina aveva infilato sulla sua
-veste di seta scura una cappa di flanella rossa, e, freddolosamente,
-se la teneva stretta intorno alla persona, dicendo ch'era mezzo
-assiderata, e che volentieri sarebbe andata a scaldarsi al fuoco in
-cucina, se non avesse avuto paura d'incontrarvi quel dragone femmina
-della signora Ellis.
-
-— O perchè, Bella, se proprio bisogna star qui a sedere sulla soglia,
-non sediamo piuttosto su quella dell'uscio di dietro, dove c'è il sole?
-— domandò alla cugina. — Ah, capisco! — soggiunse. — La carnagione!
-
-— La carnagione! — fece Isabella. — Io non temo di sciuparla, più di
-quanto lo temi tu. Sono sicura di non andar soggetta a lentiggini, nè
-ad abbronzamenti.
-
-— Sì, lo so; ma diventi rossa ch'è uno sgomento.
-
-— E se anche non fosse non andrei lo stesso dall'altra parte. Mi piace
-sedere qui, sul davanti, e guardar la gente che passa. Chi saranno quei
-due laggiù sulla strada? È un pezzo che li vedo venire; però non li
-distinguo ancora bene. —
-
-Rina guardò nella direzione indicatale, e, dopo aver osservato un
-minuto la coppia che s'avanzava, esclamò:
-
-— Ma è Gertrude Flint! Sarei curiosa di sapere dov'è stata. Il signore
-che l'accompagna mi pare e non mi pare.... Non credevo che ci fosse da
-avere un cavaliere elegante in questi paraggi.
-
-— Elegante! — disse Isabella con sarcasmo.
-
-— E perchè no, cara cugina? T'assicuro che questo è un figurino.
-
-— Oh, io non darei un quattrin bacato di tutti i galanti della
-signorina Gertrude!
-
-— Davvero? Eppure faresti meglio ad aspettare d'aver veduto bene
-prima d'affermarlo. Voialtri miopi non dovete pronunziare giudizi
-così affrettati. Ti dico ch'è un cavaliere col quale tu stessa non
-disdegneresti di mostrarti: è il signor Bruce.... quello che conoscemmo
-alla Nuova Orléans.
-
-— Impossibile! — esclamò Isabella rizzandosi di scatto.
-
-— Te ne accerterai coi tuoi propri occhi, — replicò Rina — giacchè
-viene qui con lei.
-
-— Curioso! Perchè mai l'avrà accompagnata?
-
-— Per dar prova del suo buon gusto. Non avrebbe potuto trovare una
-compagnia più amabile.
-
-— Io non sono del tuo parere su questo punto. Confesso che non vedo
-nulla di tanto amabile in quella ragazza.
-
-— Perchè non vuoi. Tutti la dicono attraentissima. Il signor Bruce apre
-il cancello per farla passare, con altrettanto rispetto che se fosse
-una regina. Mi piace questo suo contegno.
-
-— Guarda! Ha quel famoso cappellino chiuso, bianco. E quell'abito di
-ghingano a scacchi! Che ne deve pensare il signor Bruce, critico tanto
-fine in materia d'abbigliamenti femminili? —
-
-Gertrude e il suo compagno intanto s'avvicinavano alla casa. Ella alzò
-gli occhi, vide le due signorine sulla soglia, e sorrise piacevolmente
-a Rina, la quale faceva comici sberleffi e le lanciava occhiate
-significanti, dietro le spalle d'Isabella. Ma il giovanotto, la cui
-attenzione era tutta rivolta a lei, non s'accòrse delle altre, e queste
-lo udirono distintamente dire, nell'atto che le porgeva un involto che
-egli aveva galantemente portato:
-
-— Penso che non entrerò. Sarebbe una tal seccatura doversi mettere
-a conversare con estranei! Ditemi, non lavorate più in giardino, la
-mattina?
-
-— No, — rispose Gertrude — del mio giardino non esiste più se non la
-memoria!
-
-— Come! — esclamò egli. — Spero che i nuovi venuti non avranno
-osato.... —
-
-S'interruppe accorgendosi che la fanciulla guardava verso la casa, e
-guardò anch'egli nella medesima direzione. Vedute Isabella e Rina ritte
-di fronte a lui, fu costretto a riconoscerle e salutarle. S'avanzò
-dunque verso di loro, e confidandosi che non avessero inteso le sue
-parole, porse a entrambe la mano.
-
-Esse, invece, le avevano intese, ma credevano che egli ignorasse di chi
-parlava; per tanto s'astennero dal farne cenno.
-
-S'ingannavano però. Il signor Bruce sapeva benissimo che le nipoti
-della nuova signora Graham erano precisamente la signorina Clinton e la
-signorina Ray da lui conosciute alla Nuova Orléans; tuttavia non aveva
-nessuna voglia di ritrovarsi con loro. Ma il manifesto piacere delle
-giovanette nel rivederlo lusingò la sua vanità, e la conversazione
-divenne tosto così animata, che Gertrude potè entrare in casa e salire
-senza ch'essi avvertissero la sua scomparsa.
-
-Ella andò nella camera d'Emilia dove aveva sempre libero accesso.
-Mentre raccontava la sua gita mattutina e l'esito delle varie
-commissioni di cui s'era incaricata, la governante sporse la testa
-dall'uscio, e con una faccia e una voce che palesavano una grande
-inquietudine, domandò:
-
-— Non è ritornata Gertrude? Ah, meno male, siete qui! Presto, ditemi se
-la signora Wilkins ha le fragole....
-
-— Ne ho accaparrate i tre quarti. Non le ha ancora mandate?
-
-— No, ma sono contenta di sapere che vengono. Mi dà tante noie questo
-pranzo! —
-
-La signora Ellis finì d'entrare, chiuse l'uscio, e sedette mandando un
-gemito che somigliava a un grugnito:
-
-— Affemmia, cara Emilia, non potete farvi una idea di quello che
-le nostre ragazze hanno avuto da stirare oggi! — ella esclamò. — La
-signora Graham e le sue nipoti mettono nel nostro bucato un visibilio
-di biancheria fina, trinata, ricamata.... O non è una vergogna? Ricche
-come sono, dovrebbero dar da lavare e stirare fuori, mi sembra.... Ho
-aiutato _io stessa_ quanto potevo, ma dice bene la signora Prime: non
-s'ha che due mani per una. E io avevo da parlare col macellaro, e fare
-i budini e il _blancmanger_, e per giunta mi tormentavo a cagione di
-quelle benedette fragole che m'ero dimenticata d'ordinare.... Dunque la
-signora Wilkins non aveva ancora spedito le sue frutta al mercato?
-
-— No, ma le stava preparando in fretta; se tardavo un poco, non trovavo
-più nulla.
-
-— Fortuna che siete arrivata prima! Non so che avrei fatto senza le
-fragole, perchè mi sarebbe mancato il tempo d'andare a caccia d'altra
-frutta. Ne avrò appena abbastanza per tutto quello che mi rimane da
-sbrigare avanti pranzo! La signora Graham non aveva mai tenuto una casa
-finora, e non sa quanto ce ne vuole per le diverse faccende. Quando
-ritorna di città pretende di trovar ogni cosa in perfetto ordine, e non
-domanda nè cura chi abbia spicciato il lavoro. —
-
-In quella s'udì la cuoca chiamare dalla scala di servizio:
-
-— Signora Ellis! Il garzone dell'ortolana ha portato le fragole, ma non
-sono mondate: dice che non c'era tempo.
-
-— Ohimè! — esclamò la governante, stanca e seccata. — E chi le monderà,
-vorrei un po' sapere? Caterina non ha un minuto d'avanzo, e io men che
-meno.
-
-— Le monderò io, — disse Gertrude seguendo la governante che scendeva.
-— Lasciate fare a me, signora Ellis!
-
-— No, no! — fece la cuoca. — Vi macchiereste le dita, signorina
-Gertrude; non le toccate.
-
-— E che importa? Le mie mani non hanno mica pelle di guanto: sono
-lavabili con acqua e sapone. —
-
-La governante accettò con gratitudine l'aiuto della giovanetta, la
-quale sedette nel salotto da pranzo, e si mise all'opera.
-
-Intanto Bella e Rina facevano tutto il possibile per intrattenere
-piacevolmente il signor Bruce, che seduto sulla scalinata
-dell'ingresso, con la testa appoggiata a un pilastro del portico,
-lanciava ogni tanto un'occhiatina verso l'atrio, e su per la scala,
-nella dolce speranza di veder riapparire Gertrude. Infine, non
-contandoci più, stava per accomiatarsi, quando sua sorella Fanny entrò
-dal cancello, e attraversato di corsa il cortile passò davanti al trio,
-precipitosamente, con l'intenzione di salire in casa difilato.
-
-Ma Ben stese un braccio, la colse a volo, e le sussurrò qualche parola
-all'orecchio prima di lasciarla andare.
-
-— Chi è cotesta piccola selvaggia? — domandò Rina Ray, mentre Fanny
-spariva nell'atrio come un baleno.
-
-— Mia sorella, — rispose il giovane col suo tono di noncurante
-indolenza.
-
-— Davvero? — disse vivamente la fanciulla. — La vidi qui altre volte,
-ma non feci attenzione a lei. Non sapevo che fosse _vostra_ sorella.
-Che bella ragazzina!
-
-— Vi pare? — fece Ben. — M'incresce di non poter dire come voi. Secondo
-me è uno spauracchio. —
-
-Fanny ricomparve, si fermò un momento a piè di scala, e gridò senza
-cerimonie:
-
-— Dice che non può venire perchè è occupata.
-
-— Chi? — le chiese Rina afferrandola a sua volta e trattenendola.
-
-— La signorina Flint. —
-
-Il viso di Ben si tinse d'un lieve rossore che non isfuggì a Bella
-Clinton.
-
-Rina domandò:
-
-— E che sta facendo?
-
-— Monda le fragole.
-
-— Dove vai, Fanny? — disse alla ragazzina il fratello.
-
-— Di sopra.
-
-— Hai dunque il permesso di girare per tutta la casa?
-
-— La signorina Flint m'ha detto che posso andar a prendere gli uccelli.
-
-— Che uccelli?
-
-— I suoi. Metterò la gabbia al sole e canteranno stupendamente. —
-
-Corse su per le scale, e non tardò a ritornare con la gabbia contenente
-i minuscoli monias che Guglielmo aveva mandati da Calcutta.
-
-— To', Rina, devono essere quelli lì gli uccelli che ci destano tutte
-le mattine col loro schiamazzo! — esclamò Isabella.
-
-— È probabile, — disse Rina. — Fanny, portateli qui, vi prego. Vorrei
-vederli. Dio, che piccole creaturine! Guardate, signor Bruce....
-Bellini, carini!
-
-— Posa la gabbia là, sulla soglia, perchè possiamo vederli meglio, —
-disse il giovane.
-
-— Temo che li spaventiate, — rispose Fanny. — La signorina Flint non
-vuole che si spaventino.
-
-— Sta' tranquilla, — replicò egli — tratteremo gli uccellini della
-signorina Flint coi più benevoli riguardi. Di dove li ha avuti? Lo sai?
-
-— Vengono dalle Indie orientali. Glieli mandò il signor Sullivan.
-
-— Chi è cotesto signore?
-
-— Un suo grande amico. Ella riceve spesso lettere da lui.
-
-— Quale signor Sullivan? — domandò Isabella. — Conoscete il suo nome di
-battesimo?
-
-— Credo sia Guglielmo, — disse Fanny. — La signorina Emilia chiama
-sempre questi uccelli i Guglielmini.
-
-— Bella! — esclamò Rina. — Gli è il _tuo_ Guglielmo Sullivan!
-
-— Che uomo fortunato! — fece Ben con accento sarcastico. — Proprietà
-d'una bellissima signorina, e grande amico di un'altra!
-
-— Non so che tu voglia intendere, — disse agramente Isabella alla
-cuginetta. — Il signor Sullivan è un giovane socio di mio padre, ma
-sono anni ch'io non lo vedo.
-
-— Fuorchè ne' tuoi sogni, Bella, — insistette l'altra. — Tu
-dimentichi.... —
-
-La signorina Clinton pareva ora adirata sul serio.
-
-— Sognate il signor Sullivan, voi? — escì a dire Fanny piantandole gli
-occhi in faccia. — Voglio andar a domandare alla signorina Flint se
-accade anche a lei.
-
-— Brava, — disse Rina — vengo anch'io. —
-
-Attraversarono l'atrio correndo, apersero l'uscio della sala da pranzo,
-e fecero l'interrogazione ad una voce.
-
-Còlta così di sorpresa, Gertrude non arrossì nè si confuse; rispose
-tranquillamente:
-
-— Sì, qualche volta. Ma che ne sapete voi due del signor Sullivan?
-Perchè mi fate cotesta domanda?
-
-— Oh, per nulla! — rispose Rina. — _Anche altre persone lo sognano_, e
-facciamo un'inchiesta per sapere quante sono. —
-
-Richiuse l'uscio e tornò indietro di volo.
-
-— Gertrude Flint è stata più franca e sincera di te! — gridò alla
-cugina con aria di trionfo. — Era meglio confessare la tua piccola
-debolezza che arrossire e negar la verità! —
-
-Ma lo scherzo, a Bella, non garbava; n'era vivamente offesa, e non
-lo nascondeva. Il signor Bruce, impacciato e seccato, s'affrettò a
-lasciare che le due ragazze accomodassero la questione tra loro. Tosto
-ch'egli se ne fu andato, la signorina Clinton piegò il suo lavoro
-di ricamo, e con gran dignità salì nella sua camera, mentre Rina, la
-quale rideva ancora, si trattenne da basso, desiderando d'approfittare
-dell'occasione per stringere amicizia con Fanny Bruce. Questo desiderio
-nasceva dal fatto che le piaceva non poco il fratello, e ch'ella aveva
-concepito la tanto comune ma spesso erronea speranza d'avvantaggiare
-la propria causa entrando in dimestichezza con la sorella. Fors'anche
-l'induceva a questo passo l'aver osservato che Gertrude sembrava godere
-le simpatie dell'uno e dell'altra.
-
-Invitò dunque Fanny a sedere accanto a lei, le cinse la vita con un
-braccio, poi cominciò dal discorrere della signorina Flint, e indagare
-quali fossero le origini dell'intimità di questa con la famiglia Bruce,
-e se fosse più o meno grande di quanto pareva.
-
-La ragazzina, comunicativa per sua natura, l'informò, senza farsi
-pregare, delle circostanze che l'avevano condotta a legarsi così
-strettamente con una amica d'alcuni anni maggiore.
-
-— Anche vostro fratello la conosce da un pezzo, non è vero?
-
-— Sì, credo, — rispose Fanny in tono di noncuranza.
-
-— E a lui, piace?
-
-— Non so, ma penso che debba piacergli; come potrebb'essere
-diversamente?
-
-— Che v'ha sussurrato in un orecchio quando ci siete passata accanto
-sulla scalinata? —
-
-Ella non se ne rammentava lì per lì; ma avendole Rina ripetuto ciò
-ch'era venuta a riferire, non esitò a rispondere:
-
-— M'aveva detto di domandarle se non sarebbe tornata presto a
-intrattenersi un po' con lui, e di dirle che si tediava mortalmente ad
-aspettarla. —
-
-Rina sporse le labbra in atto di dispetto.
-
-— Vorrei sapere — ella ripigliò — se la signorina Flint usa ricevere
-visite qui, ed è trattata da pari a pari.
-
-— Ma sicuro! — la rimbeccò Fanny con prontezza. — E perchè no? È
-la più compita signorina ch'io abbia mai conosciuta. La mamma dice
-che le sue maniere sono finissime, e mi raccomanda di prenderle per
-modello. —
-
-In quella Gertrude, che era andata a mettere le fragole nella
-ghiacciaia, attraversava la parte posteriore del lungo atrio. La
-ragazzina la chiamò:
-
-— Signorina Gertrude, siete lesta?
-
-— Or ora vengo, Fanny, — rispose la giovane.
-
-— A far che? — interrogò di nuovo Rina.
-
-— A leggere, — disse la piccola Bruce. — Oggi essa leggerà alla
-signorina Emilia il rimanente dell'_Amleto_ di cui le lesse ieri i tre
-primi atti, ed io ho il permesso di star con loro, ad ascoltare. Ci
-capisco poco o nulla, quando lo leggo da me, ma sentito da lei diventa
-tutto piano. È una lettrice maravigliosa. Sono venuta apposta per udire
-la fine della tragedia. —
-
-Restata sola, Rina si stese sul sofà che era nell'atrio, e
-s'addormentò. Fu destata dalla signora Graham, la quale arrivava da
-Boston poco innanzi l'ora d'andare a tavola, e trovatala lì a dormire,,
-ancora in veste da mattina, la scosse per un braccio e le disse con
-quella sua voce che ad onta delle migliori intenzioni non poteva essere
-se non grossa e rude:
-
-— Su, su, Rina Ray, svegliati e va' a vestirti per il pranzo! Ho veduto
-alla finestra Bella già pronta e veramente splendida. Vorrei che ti
-dessi anche tu un po' di cura d'abbellirti, di comparire! —
-
-Ella sbadigliò, e, col suo comodo, obbedì all'ordine della zia. Era
-sua politica, quando aveva offeso in qualche modo la cugina, contenersi
-come se ne fosse inconsapevole; Isabella dal canto proprio faceva bensì
-il broncio, ma lo smetteva presto, troppo essendole necessaria la sua
-compagnia. E così non tardavano a ritornare amiche più di prima.
-
-— Bella, — disse Rina, mentre si ravviava i capelli, allo specchio —
-ti rammenti quella ragazzetta che tutte le mattine nell'andare a scuola
-incontravamo in compagnia d'un vecchio paralitico?
-
-— Sì.
-
-— Io credo, sai, che fosse Gertrude Flint. Ha fatto un gran
-cambiamento, sicuro: ma i lineamenti sono sempre gli stessi, e certo
-non c'è al mondo un altro par d'occhi come quelli.
-
-— Non dubito punto che sia la medesima persona, — rispose Isabella
-freddamente.
-
-— L'avevi già pensato?
-
-— Sì, quando Fanny ha detto che conosce Guglielmo Sullivan.
-
-— E perchè l'hai taciuto?
-
-— Oh Dio, Rina, io non m'appassiono tanto per lei, come te e qualcun
-altro!
-
-— Chi altro? —
-
-Isabella a sua volta punzecchiava la cuginetta.
-
-— Il signor Bruce, bambina. O non vedi ch'è mezzo innamorato di lei?
-
-— No, non lo vedo, punto. Si conoscono da molto tempo, così mi ha
-detto Fanny, ed è naturale che tratti con gentilezza e con rispetto una
-ragazza tenuta dai Graham in tanto conto. Ma non credo davvero ch'egli
-voglia prendersi d'amore per una che, oltre l'esser povera, non ha
-nemmeno una famiglia.
-
-— Forse infatti _non vorrebbe_.
-
-— E _non è_. Gertrude Flint non fa per lui. Egli ha frequentato
-molto il bel mondo non solo a Boston ma a Parigi, e gli si conviene
-una moglie di spirito gaio, amante della buona compagnia, che sappia
-spendere e figurare.
-
-— Dici bene.... Una Rina Ray, per esempio.
-
-— Questa è ridicola, Bella!... Parrebbe che non si possa parlare senza
-pensar a sè stessi! Che me ne importa a me di Ben Bruce?
-
-— Io non so se te ne importi: ma so che non mi strapperei i capelli a
-proposito di lui, come fai tu in questo momento. Suona la campana per
-il pranzo, e tu sarai in ritardo, al solito. —
-
-
-
-
-XXVIII.
-
- Dalla natura sua, savia, sincera,
- Schiettamente leale, a lei deriva
- La dignità ch'è salda come un centro.
-
- LOWELL.
-
-
-Il crepuscolo di quel medesimo giorno trovò Gertrude ed Emilia sedute
-a una finestra che s'apriva verso ponente e dominava una magnifica
-veduta. La giovanetta descriveva alla sua amica cieca il pomposo
-spettacolo offerto dai cumuli di splendide nuvole tinte di porpora e
-d'oro; questa, ascoltando la maravigliosa descrizione dell'aspetto
-assunto dalla natura nell'ora più cara ad entrambe, partecipava al
-godimento della compagna.
-
-Lentamente la gloria del tramonto svanì. Solo una lunga striscia d'oro
-pallido listava ancora l'orizzonte, mentre le stelle spuntavano ad una
-ad una, e sembravano guardare entro quella finestra con un sorriso di
-saluto.
-
-Nel salotto terreno c'era gente venuta di città: suoni di voci allegre
-e di risa salivano portati dalla brezza vespertina, ma così addolciti
-per la lontananza che contrastavano con la quiete della camera senza
-turbarla.
-
-— Dovresti scendere, Gertrude, — disse Emilia. — Pare che si divertano,
-e mi farebbe piacere sentire le tue risa fra quelle degli altri.
-
-— No, no, cara, sto più volentieri con voi; — rispose la fanciulla —
-costoro sono quasi tutti estranei per me.
-
-— Come vuoi, figliuola; ma mi rincresce tenerti appartata dalla
-gioventù.
-
-— Non potreste mai tenermi in vostra compagnia più a lungo di quanto io
-desideri starci; sapete che vi preferisco ad ogni altra persona. —
-
-E ripresero la loro conversazione che, sebbene misurata e calma, non
-mancava d'amenità, e neppure d'arguzia.
-
-Furono interrotte da Caterina mandata dalla signora Graham ad
-annunziare la visita della signora Bruce, la quale desiderava salutare
-Emilia.
-
-— Bisogna dunque ch'io scenda, — disse la cieca. — Vieni anche tu,
-Gertrude?
-
-— No, non vorrei, salvo che non abbia chiesto di me. Caterina, m'ha
-menzionata, la signora Graham?
-
-— Ha «minzionato» soltanto la signorina Emilia, — rispose la ragazza.
-
-— Allora resto qui. —
-
-Emilia non insistette e andò senza di lei.
-
-Ma poco dopo il campanello della porta di casa squillò di nuovo.
-Pareva una serata di ricevimento. E questa volta Gertrude fu invitata
-espressamente a scendere, perchè il dottor Jeremy e la sua signora
-volevano vederla.
-
-Il salotto era pieno quand'ella entrò; non rimaneva una seggiola
-libera. Tutti gli occhi si fissarono sulla giovanetta che si presentava
-inaspettata dai più, e sola. Al contrario di ciò che s'attendevano
-Isabella e Rina, le quali l'osservavano curiose, ella non mostrò pur
-ombra d'impaccio nè di goffaggine: ma girato placidamente lo sguardo di
-gruppo in gruppo finch'ebbe scoperto la signora Jeremy, attraversò la
-vasta sala con la grazia che la distingueva, e altrettanta franchezza e
-disinvoltura che se non ci fosse stato nessuno.
-
-Salutò la signora, cordialmente come sempre, poi si volse in cerca
-del dottore. Questi sedeva nel vano d'una finestra, con Fanny, mezzo
-nascosto dalla tenda. Prima ch'egli potesse venire a lei, la signora
-Bruce le diresse un cenno amichevole, da un angolo nella parte opposta
-della stanza. Ella andò a stringerle la mano. Ben, il quale si trovava
-lì presso in un circolo di signorine e giovanotti eleganti, ed era
-così assorto nello spiare ogni sua mossa che lasciava senza risposta
-una domanda di Rina Ray, s'alzò prontamente e le offerse la seggiola
-dicendo:
-
-— Sedete qui, signorina Gertrude, ve ne prego.
-
-— Grazie, — ella rispose — ma vedo là il mio buon amico dottor Jeremy,
-che m'aspetta; non vi disturbate dunque.... —
-
-Il dottore le venne incontro fino a metà della sala, le prese tutt'e
-due le mani, e la condusse nel vano della finestra dove la fece sedere
-al posto prima occupato da lui accanto a Fanny. Allora Ben Bruce, con
-grande stupore di quanti lo conoscevano, gli portò la propria seggiola,
-collocandola di faccia a Gertrude. Nessuno avrebbe creduto capace di
-tanto rispetto per l'età canuta quello zerbinotto che vantava la sua
-educazione moderna.
-
-— È forse una figlia del signor Graham? — domandò a Isabella Clinton
-una giovanetta seduta vicino a lei.
-
-— Oh, no! — rispose questa. — È una ragazza che la signorina Graham ha
-fatto educare, e ora tiene seco: una specie di lettrice e damigella di
-compagnia. Il suo nome è Flint.
-
-— Come dite che si chiama quella signorina? — domandò un galante
-ufficialetto sporgendosi verso Isabella.
-
-— Signorina Flint.
-
-— Flint.... Ah, una graziosa persona, assai fine! Con che gusto
-originale s'acconcia i capelli!
-
-— Sì, quella pettinatura dona molto al suo tipo, — osservò la
-giovanetta che aveva interrogato per la prima la nipote della signora
-Graham. — Non vi sembra?
-
-— Non saprei, — rispose il tenente. — Ma qualche cosa le dona
-certo, perchè ha un aspetto piacentissimo. Bruce, — egli soggiunse
-rivolgendosi a Ben che ritornava dopo aver compiuto il suo
-straordinario sforzo di gentilezza — chi è cotesta signorina Flint?
-Sono stato qui altre volte, ma non l'avevo mai veduta.
-
-— Non ve ne maravigliate. Si mostra di rado, — disse quegli. — Carina,
-eh?
-
-— Ha una bella figura, ma non mi sono ancora fatto una chiara idea di
-lei. Prima di tutto, chi è?
-
-— Una specie di figlia adottiva del signor Graham, credo.... una
-protetta della signorina Emilia.
-
-— Ah, poverina! Un'orfana?
-
-— Sì, m'immagino, — mormorò Ben mordendosi le labbra.
-
-— Peccato! Poverina! — riprese l'altro. — Ma avete ragione, Ben,
-è carina assai, segnatamente quando sorride; v'è un non so che
-d'attrattivo nel suo viso. —
-
-V'era senza dubbio per Ben Bruce, perchè pochi minuti dopo Rina
-s'avvide ch'egli non era più nel salotto, e lo scoperse affacciato
-dal portico alla finestra nel cui vano sedevano il dottore, Gertrude e
-Fanny, discorrendo con loro. La conversazione era animatissima: pareva
-ci fosse una battaglia di frizzi fra gl'interlocutori; il vecchio
-medico rideva forte, e le due ragazze spesso gli facevano eco. Rina
-sopportò finchè potè, poi con atto risoluto attraversò a rapidi passi
-la sala, e s'unì al loro gruppo, curiosa di conoscere la causa di tanta
-ilarità.
-
-Ma per lei era un enigma: si parlava d'un buffonesco berretto con una
-lunga nappina, e di pisoli sull'erba nelle ore pomeridiane; il dottor
-Jeremy faceva bizzarre allusioni a un vecchio pero, a trappole tese ai
-ladri, e altre ancora che ricordavano a Gertrude le circostanze del suo
-primo incontro con lui e col giovane Bruce.
-
-La signorina Ray cominciava a comprendere che essendole il soggetto
-del discorso affatto estraneo, ella aveva un po' l'aria di un'intrusa;
-ma Gertrude accortasi del suo impaccio l'invitò gentilmente a sedersi,
-facendole posto accanto a sè, e disse:
-
-— Il dottore parla del tempo ch'egli, o se vuole, che _noi_, lui ed
-_io_, s'andava a rubare frutta nell'orto della signora Bruce, dove il
-signor Bruce ci colse in flagrante.
-
-— Volete dire, mia cara, — l'interruppe Jeremy — che noi cogliemmo
-il signor Bruce. Credo che s'io non l'avessi risvegliato così
-energicamente, questo giovanotto dormirebbe ancora!
-
-— Certo, quel primo nostro incontro fu il più gran risveglio della mia
-vita! — disse Ben parlando in apparenza al dottore, ma rivolgendo a
-Gertrude uno sguardo significativo. — E non mi costò un pisolo solo....
-Quanto mi dispiace, signorina, che abbiate cessato di coltivare le
-vostre aiuole, come allora! Di grazia, perchè mai?
-
-— La signora Graham ha fatto rimodernare tutto il giardino, e il nuovo
-giardiniere non ha bisogno de' miei servigi nè li desidera. Egli ha
-i suoi metodi e i suoi disegni: non m'è lecito di competere con un
-professore dell'arte. Io non farei che guastare.
-
-— Ma io invece dubito che i risultati ottenuti da lui siano altrettanto
-felici. Non vedo più la quantità di bei fiori che c'era nelle stanze a
-tempo _vostro_.
-
-— A lui non piace coglierli come piaceva a me. Io desideravo ornare di
-fiori l'appartamento anzichè curarmi dell'apparenza del giardino; il
-giardiniere ha idee affatto opposte alle mie. —
-
-Rina diresse al signor Bruce alcune domande sul soggetto del
-giardinaggio, e il dottore continuò a discorrere animatamente con
-Gertrude, finchè la signora Jeremy si levò per accomiatarsi ed
-avvicinatasi alla finestra disse:
-
-— Dottor Jerry, avete dato a Gertrude la sua lettera?
-
-— Oh, povero me! — esclamò il dottore. — Per poco non l'ho
-dimenticata.... — Frugò nelle sue tasche e tirò fuori una busta coperta
-di francobolli d'ogni colore che ne denotavano la provenienza esotica.
-— Guardate, Gertrude, roba di Calcutta, genuina. —
-
-Ella prese la lettera, e ringraziò il dottore, palesando con
-l'espressione del suo viso ch'era lieta di riceverla; quel piacere
-però si velava di mestizia, perchè non le erano pervenute ancora se
-non una volta sola notizie di Guglielmo dopo ch'egli aveva saputo
-la morte della madre, e il suo scritto era stato uno sfogo di dolore
-così veemente, che la vista de' suoi caratteri quasi le faceva male,
-prevedendone ella un altro non meno disperato.
-
-Il signor Bruce, che la fissava aspettandosi di vederla mutar colore e
-conturbarsi nel ricevere quella lettera in presenza di tanti testimoni,
-fu tranquillato dalla compostezza con cui essa la tolse dalla mano del
-dottore e la tenne, senza dissimularla, nella propria, mentre salutava
-lui e la signora. Ella li accompagnò fino alla porta di casa, poi
-s'avviò per salire alla sua camera; ma a piè della scala incontrò il
-giovane, il quale, indovinata la sua intenzione, era venuto in fretta
-dal portico raggiungendola nell'atrio, a tempo per impedirle il passo.
-
-— È dunque una lettera molto importante, — diss'egli — giacchè private
-la compagnia della vostra gradita presenza per l'ansietà di conoscerne
-il contenuto.
-
-— È d'un amico delle cui notizie sono infatti ansiosa, — ella rispose
-gravemente. — Vogliate, prego, scusarmi con vostra madre, se chiede di
-me; quanto agli altri ospiti, io sono per loro un'estranea, e nessuno
-s'accorgerà della mia assenza.
-
-— Oh, signorina Gertrude, è inutile venir qui per vedervi; siete per lo
-più invisibile.... In qual parte del giorno c'è maggior probabilità di
-trovarvi libera da impegni?
-
-— Quasi in nessuna. Sono oltremodo occupata, io. Ma signor Bruce,
-non voglio più tenervi lontano dalle altre signorine.... Buona
-notte! —
-
-E Gertrude così dicendo corse su per le scale, lasciando Ben incerto se
-stizzirsi contro di lei o contro sè medesimo.
-
-All'opposto di quanto la fanciulla s'immaginava, la lettera di
-Guglielmo lenì il dolore ch'ella aveva anticipatamente provato pensando
-a lui. La morte del nonno, e specie quella della madre, perdita ben più
-grave, avevano così profondamente abbattuto l'animo del giovane, che
-la prima sua risposta alle comunicazioni di Gertrude era stata scritta
-in un tono di scoramento e d'angoscia tale, da spaventarla, da farle
-temere perfino che la cristiana virtù della fortezza gli fosse venuta
-meno sotto il peso della doppia sventura.
-
-Fu dunque un grande sollievo per lei il vedere che egli adesso scriveva
-con maggior calma. S'era preso a cuore l'ultima preghiera della
-madre in cui ella lo esortava a sottomettersi ai voleri di Dio, e
-quantunque sempre intensamente afflitto, andava acquistando pazienza
-e rassegnazione. Ma in questa lettera non parlava a lungo di sè e del
-proprio cordoglio.
-
-Le tre pagine coperte di fitti caratteri erano quasi tutte dedicate
-a Gertrude. Con fervide parole egli le manifestava la sua gratitudine
-per l'attiva bontà e l'amore con cui ella aveva rallegrato e confortato
-gli ultimi giorni de' suoi cari, e pregava il Signore di benedirla, e
-ricompensarla della abnegazione e della sua costanza. Chiudeva dicendo:
-
- «Tu sei tutto quanto mi resta al mondo; le mie speranze, le mie
- fatiche, le mie orazioni, sono per te sola. Se prima t'amavo,
- Gertrude, ora mi sento avvinto a te da un vincolo più forte d'ogni
- legame terreno. Mi conceda il Cielo di potere un giorno rivederti!»
-
-Per più di un'ora, dopo finito di leggere, ella rimase assorta nelle
-sue meditazioni. Ritornava col pensiero alla casa dello zio True
-divenuta la sua, ai giorni in cui Guglielmo e lei passavano insieme,
-da buoni compagni, tante ore felici e non si sognavano nemmeno la lunga
-separazione che doveva seguire così presto; riandava nella memoria gli
-eventi successivi che l'avevano recata alle sue condizioni odierne.
-Le voci dei visitatori che s'accomiatavano la scossero dalla sua
-fantasticheria.
-
-La signora Bruce ed i suoi figliuoli si trattennero ancora finchè
-furono partite le carrozze con gli ospiti venuti dalla città, e
-nell'atto che, fermi sotto la finestra di Gertrude, salutavano la
-signora Graham, questa disse:
-
-— Rammentatevi, signor Bruce, noi pranziamo alle due. Verrete anche
-voi, spero, signorina Fanny. Conto poi su tutt'e due per la nostra
-gita. —
-
-Dunque, Ben Bruce, uno dei prossimi giorni pranzerebbe in casa
-Graham; Gertrude udì, e i suoi pensieri, abbandonando il passato, si
-concentrarono nel presente.
-
-Le attenzioni del giovane per lei erano state osservate quella sera;
-ed ancor più l'ammirazione che egli aveva trovato modo di manifestarle
-coi complimenti sussurrati al suo orecchio. Nè questa nè quelle erano
-cercate o desiderate dalla fanciulla, che, d'alta mente e aliena
-d'ogni civetteria quale era, non se ne sentiva affatto lusingata;
-anzi l'offendeva nel suo rispetto di sè stessa l'aria presuntuosa
-e sicura con cui le faceva la corte. Giovanetto diciassettenne, lo
-aveva giudicato indolente e ineducato. Il suo senso di giustizia
-tuttavia l'avrebbe fatta recedere da questo giudizio se quando
-la loro conoscenza s'era rinnovata, dopo alcuni anni, egli avesse
-mostrato un mutamento vantaggioso nel carattere e nelle maniere.
-Ma così non era, nè l'esteriore politezza data dall'uso del mondo
-e dalla studiata eleganza poteva abbagliare il discernimento di
-Gertrude: ella aveva quindi presto avvertito che gli antichi difetti
-permanevano, rafforzati, anzi, e posti in rilievo da una mal celata
-vanità. Adolescente, egli aveva fissato la fanciulla con insistenza,
-per sfrontatezza, e chiesto il suo nome per curiosità oziosa: giovane
-bellimbusto, voleva amoreggiare con lei perchè il tempo gli pesava e
-non sapeva che fare di meglio.
-
-Ma con somma sua maraviglia Ben Bruce aveva trovato che la
-«campagnuola», com'egli soleva chiamarla avendola sempre veduta in
-campagna, era totalmente insensibile alle sue lusinghe, alla sua
-preferenza ambita da più d'una bellezza cittadina. Ella pareva non
-curarsi dell'ammirazione che le tributava, e s'egli ricorreva ai
-motti pungenti aveva la peggio. Se la cercava, come soleva quando ella
-coltivava il suo giardino, non giungeva a distrarla dal suo lavoro nè a
-trattenerla dopo finito; se l'incontrava per via e s'accompagnava a lei
-lasciandole scorgere nella sua fatuità che presumeva di farle un grande
-onore, ella opponeva alle stucchevoli adulazioni un contegno fermamente
-dignitoso; quando poi egli arrischiava qualche complimento più diretto,
-lo pigliava nel senso d'uno scherzo e ribatteva con tanta giocosità e
-tanta arguzia, da suscitare nell'opaco spirito del povero Ben il dubbio
-d'essersi reso ridicolo. E ciò non perchè Gertrude si compiacesse nel
-ferire i sentimenti d'un uomo disposto ad amarla, ma perchè comprendeva
-ch'egli non era sincero, e il suo nobile orgoglio non tollerava di
-venir preso a giuoco.
-
-Era una cosa nuova per Ben Bruce il vedere una signorina indifferente
-a' suoi meriti; e la sua ambizione ne fu stimolata al punto, ch'egli
-si propose di guadagnarsi ad ogni costo le grazie della fanciulla. Non
-trascurava dunque nessuna occasione di trovarsi con lei.
-
-Ma mentre si sforzava di conquistarla, rimase còlto egli stesso
-nel proprio laccio; poichè pur non riuscendo a destare simpatia in
-Gertrude, non poteva essere insensibile anche lui a' suoi pregi.
-Perfino la comparativamente ottusa intelligenza di Ben arrivava a
-riconoscere la grande superiorità di quella giovanetta sulla maggior
-parte delle sue coetanee, a sentire nella sua vivace originalità,
-in contrasto con l'insipida vita mondana, un incanto che finì col
-vincerlo.
-
-L'ardore e la perseveranza del giovane nel manifestarle la sua
-ammirazione avevano già cominciato ad importunarla quando, sul
-principio dell'autunno, ella aveva lasciato la casa del signor Graham;
-s'era perciò rallegrata udendo, poco appresso, che egli accompagnava
-sua madre a Washington, e sarebbe stato assente parecchi mesi.
-
-Ben, invece, si staccò a malincuore da Gertrude; tuttavia, in
-mezzo alla spensierata gaiezza delle città meridionali, trovò modo
-d'ingannare il tempo abbastanza piacevolmente. Si ricordò di lei
-incontrandosi alla Nuova Orléans coi Graham e la loro compagnia: anzi,
-bisogna dire ad onore del suo criterio, che più la comparava con le
-vane figlie della moda, e più alto ella saliva nella sua stima.
-
-Glielo aveva detto senza esitare, rivedendola per la prima volta,
-la mattina che con grande maraviglia delle due cugine era venuto ad
-accompagnarla fino a casa: e da allora la crescente passione delle
-sue parole e delle sue maniere, in cui appariva una sincerità che vi
-mancava per l'innanzi, impensieriva la fanciulla. Ella risolse pertanto
-quella sera d'evitare il signor Bruce in ogni possibile occasione; ma
-dovette bentosto persuadersi che non era facile.
-
-Il giorno seguente il signor Graham ritornò di città verso mezzogiorno
-e andò a sedere nell'atrio dove stavano, al solito, le due signorine;
-poi, spiegato il suo giornale, lo porse a Rina chiedendole di leggergli
-le notizie.
-
-— Che debbo leggere? — domandò ella prendendo il foglio, piuttosto di
-mala voglia.
-
-— L'articolo di fondo, prego. —
-
-Rina voltò e rivoltò le pagine del giornale, le scorse in fretta con
-l'occhio, e dichiarò che non sapeva quale articolo fosse quello. Il
-signor Graham la guardò attonito, e le additò in silenzio la colonna
-desiderata. La ragazza incominciò, ma aveva appena letto alcune righe
-ch'egli l'interruppe dicendo con impazienza:
-
-— Meno furia! Non arrivo ad afferrare una parola! —
-
-Ella cadde nell'eccesso opposto, strascicando le sillabe, così
-intollerabilmente da farsi interrompere di nuovo dal suo uditore, il
-quale le ordinò di dare il foglio a Isabella.
-
-Questa lo prese dalle mani dell'imbronciata Rina, e finì di leggere
-l'articolo, non però senza essere due o tre volte ammonita a
-pronunziare in modo più intelligibile.
-
-— Desiderate qualche altra cosa, signore? — ella domandò.
-
-— Sì, ti prego, cerca le notizie marittime, e leggimi la lista dopo i
-piroscafi. —
-
-Più fortunata di sua cugina, Bella trovò subito il posto, e lesse:
-
-«A Canton, aprile 30, nave mercantile Anna Maria, Ray, s. c. r. n.
-t....» O che significa?
-
-— Scaricante, s'intende. Avanti. —
-
-Bella seguitò a compitare con aria perplessa due o tre altre
-enigmatiche abbreviazioni, finchè il signor Graham quasi le strappò di
-mano il giornale mormorando:
-
-— Stupida! Non saper leggere le notizie marittime! Dov'è Gertrude?
-Dov'è Gertrude Flint? Quella è la sola ragazza capace a qualche
-cosa ch'io abbia mai veduta.... Rina, fa' il piacere d'andare a
-chiamarla. —
-
-Sebbene alquanto riluttante, Rina andò, e disse a Gertrude ciò di
-cui era richiesta. Ella ne fu stupita; da quando aveva resistito alla
-volontà del vecchio signore mantenendo con fermezza il suo proposito di
-lasciare la casa, egli non le aveva più chiesto di fargli la consueta
-lettura. Nondimeno obbedì sollecitamente alla sua chiamata, e sedutasi
-nella poltrona accanto alla porta, abbandonata da Isabella, cominciò
-dalle notizie marittime, e senz'altre domande passò d'articolo in
-articolo nell'ordine che sapeva preferito dal signor Graham.
-
-Sdraiato nel suo ampio seggiolone, di faccia a un'ottomana su cui
-poggiava il piede gottoso, egli pareva quanto mai sodisfatto, e quando
-Bella e Rina furono salite nella loro camera, osservò:,
-
-— Non sembra d'essere tornati ai giorni antichi, eh, Gertrude? —
-
-Poi chiuse gli occhi, e di lì a pochi minuti il suo respiro profondo e
-regolare avvertì la giovanetta ch'egli s'era addormentato.
-
-Visto che non le sarebbe stato possibile passare senza rischio di
-destarlo, ella posò il giornale, e si chinò per prendere dalla sua
-tasca un lavoretto, giacchè ben di rado rimaneva un momento oziosa.
-In quell'atto notò sulla soglia un'ombra, e alzando il viso si vide
-davanti proprio la persona che s'era proposta d'evitare.
-
-Il signor Bruce la fissava con la sua aria indolente d'uomo sicuro di
-sè, da cui sempre tanto si sentiva offesa. Egli teneva in una mano un
-mazzo di rose reggendolo in modo da presentarlo alla sua ammirazione.
-
-— Bellissime! — ella disse gettando uno sguardo ai ramicelli carichi
-d'una lussureggiante fioritura di rose muscose ancora in bocciuolo: ve
-n'erano di porporine e di bianche.
-
-Parlava a voce sommessa temendo di rompere il sonno del signor Graham.
-Egli abbassò la sua fino a un mormorio appena percettibile per dirle,
-mentre faceva oscillare le rose sul capo di lei:
-
-— Le credevo belle quando le ho còlte, ma adesso il paragone le fa
-scomparire. —
-
-E guardava espressivamente le gote della fanciulla.
-
-Questo vieto complimento, parve a Gertrude oltremodo insulso, venuto
-dalla bocca del signor Bruce. Ella si rizzò, per uscire dalla porta
-della facciata, dicendo:
-
-— Attraverso il portico e mando a dire alle signore che siete qui.
-
-— Oh, no, ve ne prego! — fece egli sbarrandole il passo. — Sarebbe una
-crudeltà. Io non ho il minimo desiderio di vederle. —
-
-Il suo gesto era così risoluto, che Gertrude si trovò costretta
-a ritrarsi dalla soglia e sedere di nuovo. Ma nel farlo una viva
-contrarietà si mostrava nel suo viso. Tolse di tasca un lavoro di
-cucito e vi si applicò.
-
-Ben Bruce trionfava. E tentò d'approfittare della vittoria:
-
-— Signorina Gertrude, volete farmi l'onore di portare oggi questi fiori
-nei capelli?
-
-— Io non porto fiori vistosi, — ella rispose senza levar gli occhi
-dalla mussolina che cuciva.
-
-Egli s'immaginò che fosse a cagione d'un lutto, perchè ella indossava
-un semplicissimo abito nero, e scelti tutti i bocciuoli di rose bianche
-glieli offerse pregandola di ornarne per amor suo quei serici capelli
-bruni con cui il loro candore avrebbe fatto un mirabile contrasto.
-
-— Vi sono obbligatissima, — disse Gertrude — non ho mai veduto rose più
-belle, ma io non sto punto sulle gale, lo sapete, e credetemi, dovete
-scusarmi.
-
-— Sicchè voi rifiutate i miei fiori?
-
-— Ma no, li accetto con piacere, — ella replicò, rizzandosi — se mi
-permettete d'andar a prendere un vaso d'acqua e metterli nel salotto
-dove tutti potremo goderli.
-
-— Io non li ho recisi e portati qui a benefizio dell'intera famiglia,
-— replicò Ben, con tono quasi di risentimento. — Se voi non volete
-ornarvene, li offrirò a qualcuno che lo farà volentieri. —
-
-Egli pensava che questa minaccia la spaventerebbe, perchè la sua vanità
-era tale, che ascriveva il contegno della fanciulla a mèra civetteria,
-e posto che in altri casi simili esso non aveva potuto se non aumentare
-la sua ammirazione per lei, lo credeva dettato dal desiderio di
-produrre quest'effetto.
-
-— La punirò, — disse in cuor suo, rifacendo accuratamente il suo mazzo
-di rose, col proposito di presentarlo a Rina la quale senza dubbio
-sarebbe stata lieta di riceverlo.
-
-— Dov'è Fanny, oggi? — domandò Gertrude, premendole di mutare discorso.
-
-— Non so, — rispose Ben secco secco, per significare che non aveva
-nessuna voglia d'intrattenersi su Fanny.
-
-Seguì un breve silenzio, durante il quale egli stette a fissare le dita
-della fanciulla intenta a cucire.
-
-— Come siete assorta nel vostro lavoro! — disse infine. — Non alzate
-gli occhi un momento.... Vorrei essere attraente come quel pezzo di
-mussolina!
-
-— E io vorrei che foste altrettanto innocuo! — pensò ella.
-
-— Non vi date gran pena per far passare piacevolmente il tempo a un
-ospite venuto col solo fine di vedervi. —
-
-— Credevo che veniste perchè invitato dalla signora Graham.
-
-— E non dovetti corteggiare Rina un'ora buona, per ottenerlo, l'invito?
-
-— Se l'avete carpito con inganno non meritate che vi si faccia festa, —
-ella ribattè, sorridendo.
-
-— È molto più facile piacere a Rina che a voi, — osservò egli.
-
-— Rina è molto affabile e graziosa.
-
-— Sì, ma io non darei un vostro sorriso per.... —
-
-Gertrude l'interruppe:
-
-— Ah, una visita! È una nostra vecchia amica.... Lasciatemi passare, vi
-prego, signor Bruce. —
-
-Mentre parlava, il cancello del cortile era stato aperto e richiuso,
-e il giovanotto, voltatosi a guardare in quella direzione, vide venire
-innanzi la signora a cui Gertrude era così ansiosa d'andare incontro.
-
-— Non abbiate tanta fretta d'abbandonarmi, — egli disse. — Quella
-piccola centenaria, che a quanto sembra vi procura una grande
-sodisfazione con la sua comparsa, ci metterà mezz'oretta ad arrivare
-fin qui camminando del suo passo!
-
-— È una vecchia amica, vi ripeto, bisogna ch'io vada a riceverla. —
-
-L'aspetto di Gertrude s'era fatto serio. Il giovane si vergognò
-d'insistere più oltre nella sua incivile opposizione, e, rizzandosi,
-lasciò libera la soglia che ingombrava.
-
-La signorina Marta Pace, giacchè era lei la vecchietta che
-faticosamente attraversava il cortile, vedendo la fanciulla diede
-segni di viva gioia, e si mise ad agitare con gesto teatrale un enorme
-ventaglio di penne, suo favorito modo di saluto. Quando questa le
-fu presso, ella le prese tutt'e due le mani e si trattenne un poco a
-discorrere; poi proseguirono insieme verso la casa dove entrarono dalla
-porta di dietro.
-
-Ben, deluso, capì ch'era inutile aspettare il ritorno di Gertrude, e
-si diresse verso il giardino nella speranza d'attirare l'attenzione di
-Rina.
-
-Il signor Bruce era troppo fidente nel potere della ricchezza e d'un
-grado elevato nel bel mondo, perchè non si tenesse sicuro che l'orfana
-sarebbe pronta ad accettare come un'insperata fortuna il suo nome e
-il godimento del suo patrimonio, se glieli avesse offerti. Per quanto
-fredda, per quanto disdegnosa ella gli si mostrasse, nulla gli avrebbe
-fatto ammettere che una ragazza senza famiglia e senza un centesimo,
-volesse lasciar perdere una tale occasione di collocarsi.
-
-Più d'una madre fornita di prudenza e mondana saviezza aveva cercato
-la sua amicizia; più d'una signorina, anche tra quelle di cospicuo
-parentado, e ricche, aveva gradito le sue attenzioni; e persuaso
-com'egli era che col molto denaro da lui posseduto poteva comperarsi
-per isposa la fanciulla preferita, chiunque ella fosse, gli sarebbe
-parsa risibile l'idea che Gertrude si stimasse al di sopra delle altre.
-
-Egli non era tuttavia risoluto al grave passo di una deliberata
-rinunzia ai numerosi vantaggi di cui godeva. S'era proposto di
-conquistare la considerazione e l'amore della ritrosa giovanetta,
-e benchè ne fosse preso più che non credesse, per ora non mirava
-ad altro. Costretto a riconoscere di non aver fatto breccia fino a
-quel momento, meditava di ricorrere a una tattica diversa, e, con un
-egoismo e una bassezza troppo comuni, s'appigliò a un artifizio che,
-se conseguiva il suo fine, doveva cagionare la mortificazione, e forse
-l'infelicità d'una terza persona. Appunto col disegno di fare la corte
-a Rina per ingelosire Gertrude, egli si dirigeva verso il giardino dove
-si confidava che la sua presenza l'avrebbe attirata.
-
-Oh, quale vergognoso e colpevole inganno! Rina già era inclinata ad
-amare Ben Bruce, e il suo cuore tanto tenero e anche tanto credulo, la
-disponeva a cader vittima della duplicità di costui.
-
-
-
-
-XXIX.
-
- È questo il mondo che ammiriamo? Questa
- L'umanità che chiamasi civile?
-
- ANNA MORE.
-
-
-Mentre, mezz'ora innanzi il pranzo, la signora Graham, le sue nipoti,
-Ben e Fanny Bruce, e il tenente Osborne, sedevano nel salotto, la
-sovrastante camera d'Emilia risonava di un'allegria che pungeva la
-loro curiosità. Non un'allegria clamorosa o sguaiata, ma schietta. Si
-distinguevano le risate argentine di Gertrude, a cui Emilia stessa
-univa in qualche scoppio le sue. Ed alle loro voci si mescolava una
-terza, oltremodo strana.
-
-Rina Ray corse due o tre volte alla porta anteriore dell'atrio per udir
-meglio, e indovinare il soggetto di quell'ilarità cordiale; l'ultima,
-rientrò annunziando che Gertrude scendeva con la regina delle streghe.
-
-Gertrude aperse l'uscio chiuso di colpo da Rina dietro a sè, e fece
-entrare la signorina Marta Pace, la quale s'avanzò a passettini
-misurati e minuti verso la signora Graham, e si fermò davanti a lei con
-una profonda riverenza.
-
-— Come state, signora? — disse questa, che quasi sospettava Gertrude
-d'averle fatto una burla.
-
-— La padrona di casa, m'immagino, — disse la signorina Marta.
-
-L'altra confermò il proprio diritto a quel titolo.
-
-— Una signora maestosa! — mormorò la bizzarra vecchietta a Gertrude,
-ma in modo d'essere udita, e spiccicando le sillabe con l'enfasi che le
-era particolare.
-
-Poi si rivolse a Bella Clinton, che cercava di nascondersi nell'ombra
-d'una tenda, e avvicinandosi a lei con le mani alzate in atto di
-stupore, esclamò:
-
-— La signorina Isabella, com'è vero ch'io godo la luce del giorno! E
-radiosa come un'aurora! Bontà celeste! S'è mai prodigiosamente espanso
-il fiore della vostra bellezza! —
-
-La fanciulla aveva riconosciuto Marta Pace non appena comparsa nel
-salotto, ma nel suo sciocco orgoglio si vergognava di passar per
-familiare d'una persona così eccentrica, e avrebbe voluto fingere di
-non sapere chi ella fosse. Non glielo permise Rina, la quale venne
-avanti dicendo forte:
-
-— O, signorina Pace, di dove siete capitata? —
-
-La vecchietta le strinse le mani con aria estatica:
-
-— _Voi dunque mi riconoscete_, signorina Caterina! Iddio versi le Sue
-benedizioni sul vostro capo per la memoria che serbate d'una vecchia
-amica!
-
-— Certo, v'ho riconosciuta alla prima occhiata! Non vi si dimentica
-facilmente, voi.... Bella, non ravvisi la signorina Marta? Eppure io la
-vidi sempre in casa tua....
-
-— Ah, è lei? — disse la superbiosa, mal tentando di far credere ch'ella
-in realtà non aveva ravvisato una persona che visitava spesso i suoi
-genitori, un tempo, ed era da loro tenuta in molta stima.
-
-— Temo, — sussurrò udibilmente, come dianzi, Marta Pace, volgendosi a
-Rina — temo che in quel petto si celi un cuore orgoglioso! — Poi, senza
-mostrare d'accorgersi di Ben Bruce e del tenente ai quali voltava le
-spalle, soggiunse:
-
-— Galanti, a quanto veggo.... giovani galanti.... Vostri o suoi? —
-
-Rina, avvedutasi ch'essi avevano inteso e se ne divertivano, rideva dai
-precordi.
-
-— Oh, miei, signorina Marta, — rispose senza esitare — miei tutt'e
-due! —
-
-La vecchia zittella girò gli occhi intorno, e non trovando il signor
-Graham andò a domandare a sua moglie:
-
-— Signora, dov'è il novello sposo? —
-
-Un po' confusa, la signora Graham disse che suo marito sarebbe venuto
-tra poco, e l'invitò a sedersi.
-
-— No, grazie, vi sono obbligata, ma io ho uno spirito investigatore,
-e, col vostro permesso, ispezionerò la sala. Vedo volentieri tutto ciò
-ch'è moderno. —
-
-Ella incominciò dall'esaminare i quadri che ornavano le pareti. Ad
-un tratto si volse a Gertrude e domandò, abbastanza forte da essere
-distintamente udita:
-
-— Cara, dite un po', che ne hanno fatto della seconda moglie? — E
-poichè la fanciulla la guardava stupita, si spiegò meglio: — Oh,
-intendo parlare dell'effigie: so bene che l'originale se n'è partito
-dal mondo, or è gran tempo: ma l'effigie della seconda signora
-Graham dove sarà? Stava sempre appesa qui, se la memoria non mi
-tradisce. —
-
-Gertrude le mormorò all'orecchio la sua risposta, che provocò questo
-soliloquio della signorina Pace:
-
-— Nel solaio! Già, gli è il corso della natura: il nuovo oblitererà
-_fin la memoria_ dell'antico! —
-
-E presa la giovanetta a braccetto terminò con lei il suo giro
-d'ispezione; poi, fermandosi davanti al gaio crocchio che si divertiva
-a guardarla, chiese di far la conoscenza del signor Bruce e d'essere
-presentata al «membro del compartimento della guerra» come designava
-l'ufficiale. Rina compì con aria cerimoniosa questa formalità e
-presentò il tenente Osborne anche a Gertrude, perchè l'indignava la
-trascuranza di sua zia che aveva creduto di potersene dispensare. Fu
-portata una seggiola alla signorina Marta, e questa sedette nel circolo
-dei giovani, che seguitò a intrattenere piacevolmente fino all'ora del
-pranzo.
-
-Gertrude era risalita a prender Emilia per accompagnarla a tavola,
-dove il suo posto era accanto a lei. Occupata da un lato a servire la
-sua amica cieca, come sempre soleva, e avendo dall'altro la loquace
-vecchietta, non le rimaneva tempo di badare ad altri, con vivo
-rincrescimento del signor Bruce ch'era ansioso di farle notare le sue
-premure per Rina, la quale aveva i capelli ornati di rose muscose e il
-viso raggiante di sorrisi.
-
-Anche Isabella godeva della manifesta ammirazione del suo tenentino.
-Le due ragazze, felici, conversavano animatamente coi loro adoratori,
-e nessuno pensava a disturbarle. Soltanto la signorina Marta di quando
-in quando attirava l'attenzione generale con le sue osservazioni, che,
-volessero essere facete o serie, non mancavano di suscitare un'ilarità
-qualche volta fuori di luogo, ma sempre irresistibile.
-
-Il padrone di casa si mostrava pieno di riguardi verso quell'ospite
-singolare, e la signora, che sapeva render soavissime le sue maniere se
-le pareva opportuno, ed era amante degli spassi, nulla risparmiava per
-eccitarla a discorrere; tanto più che Marta Pace conosceva mezzo mondo,
-e faceva commenti appropriati e divertentissimi su quasi tutte le
-persone nominate nel corso della conversazione. Infine il signor Graham
-l'indusse a parlare di sè medesima e della sua vita solitaria: e Fanny
-Bruce che le sedeva a fianco le domandò arditamente perchè non si fosse
-maritata.
-
-— Ah, mia graziosa damigella, — rispose la vecchietta — viene per
-ognuna la sua ora, e anch'io posso ancora prendere un compagno!
-
-— Dovreste farlo, signorina Pace, — disse Graham che conosceva il suo
-punto debole. — Adesso avete un patrimonio, e vi converrebbe un marito
-per bene, che v'aiutasse ad amministrarlo saviamente.
-
-— Oh, io non posseggo che una minima porzione di ricchezze mondane,
-e non sono più nel primo fiore; — fece Marta — nondimeno conto di non
-rimaner sola: approvo il matrimonio, e ho già posto gli occhi sopra un
-giovanotto.
-
-— _Un giovanotto!_ — esclamò Fanny scoppiando a ridere.
-
-— Sicuro, signorina Francesca! — ella replicò. — Amo la gioventù, io,
-e tutto ciò ch'è moderno. Mi aggrappo alla vita, sì, mi aggrappo alla
-vita!
-
-— Ma certo, — osservò la signora Graham — la signorina Pace deve
-sposare un uomo più giovane di lei; qualcuno a cui possa lasciare i
-suoi averi se mai dovesse sopravviverle.
-
-— È vero, — rincalzò suo marito. — Presentemente, signorina, voi non
-sapreste in favore di chi fare un testamento, salvo che non vogliate
-nominare erede Gertrude: _ella_, credo, farebbe ottimo uso del vostro
-denaro.
-
-— Questa sarebbe per me una considerazione di gran peso, — disse la
-vecchia zittella. — Fremo all'idea che i miei piccoli risparmi vadano
-scialacquati. Ora, io so bene che di poveraglia ce n'è abbondanza, e
-che i legati fanno gola a molti: ma io non intendo largire il mio a
-gente di tal fatta. Credetemi, signore, nove decimi di costoro saranno
-_sempre poveri_, checchè facciate.... No, a questi nulla! Ho altre
-intenzioni. —
-
-Il signor Graham domandò, poi:
-
-— Che n'è della famiglia del generale Pace?
-
-— _Tutti morti,_ — rispose Marta vivamente — _tutti morti!_ Feci un
-pellegrinaggio alla tomba di quel ramo del parentado. Fu una scena
-mesta e commovente! — ella proseguì in tono patetico. — Sopra un
-tumulo erboso circondato da una ringhiera di ferro sorge un monumento
-bellissimo, di marmo bianco, _nel quale_ sono sepolti tutti quanti. E
-sul puro suo candore alabastrino spiccano incise queste lettere:
-
- PACE
-
-— Come dice cotesta epigrafe? — chiese la signora Graham, credendo di
-non avere ben udito.
-
-— _Pace_, signora, _Pace_: niente altro. —
-
-Per solenne che fosse il soggetto, i commensali rattenevano a stento le
-risa; e la padrona di casa, visto che Rina e Fanny erano in procinto di
-lasciarle scoppiare irrefrenabilmente, invitò le signore a levarsi da
-tavola dandone l'esempio.
-
-I signori, poco desiderosi di trattenersi, le seguirono nel vasto atrio
-che offriva un grato refrigerio durante le calde ore dei giorni estivi.
-La signorina Marta e Fanny Bruce costrinsero Gertrude a rimanere contro
-sua voglia con la compagnia, la quale pertanto non fu scemata se non
-della signora Graham a cui era difficile privarsi della sua siesta.
-
-L'originale vecchietta eccitava la curiosità degli astanti a segno
-tale, che le conversazioni particolari furono sospese per concentrare
-l'attenzione in ciò che diceva e faceva lei.
-
-Bella, invero, aveva sempre la sua aria un poco sprezzante, e si
-sforzava d'attrarre i pensieri del tenente Osborne verso altri
-soggetti, riuscendovi in parte: ma Rina si divertiva un mondo, e
-contenta che il signor Bruce le fosse accanto e godesse con lei del
-medesimo piacere, non cercava di meglio.
-
-Il discorso non tardò a cadere sugli abbigliamenti femminili e la moda,
-due temi favoriti di Marta Pace. Dopo essersi dilungata sul suo amore
-del bello, specie nell'arte della sarta e della modista, ella s'alzò
-da sedere con un gesto deliberato, andò a Isabella Clinton, l'unica
-che mostrasse di voler evitarla, e prese ad esaminare la stoffa del
-suo vestito; poi, la pregò di rizzarsi e permetterle di studiarne la
-fattura, dichiarando che la descrizione d'un così perfetto e moderno
-capolavoro sarebbe una festa per le orecchie delle sue amiche giovani.
-
-Ma la fanciulla si rifiutò di compiacerla; anzi, sdegnosamente, si
-scosse di dosso la mano della vecchia signora come se quel contatto la
-contaminasse.
-
-— Via, Bella, — le sussurrò la cugina — rizzati, non essere così
-dispettosa.
-
-— Perchè non ti rizzi tu e non le fai vedere il tuo vestito a benefizio
-delle sue volgari amiche?
-
-— A me non l'ha chiesto, ma lo farò ben volentieri se si
-contenta. —
-
-E Rina, tutta gaia e ridente, andò a piantarsi davanti a Marta, dicendo:
-
-— Signorina Pace, ammirate il mio abito finchè volete, e magari, se vi
-piace, prendetene un modello: sarò superba dell'onore. —
-
-Caso raro, l'abito di Rina era veramente bellino e degno
-d'osservazione. Marta fece i suoi commenti, e specie lodò quell'inutile
-e uggioso prolungamento della gonna ch'è lo strascico. Sodisfatta la
-sua curiosità, si volse a guardare se la seggiola da lei lasciata era
-sempre libera, poi cominciò a ritirarsi in quella direzione con un
-movimento retrogrado composto d'una serie di riverenze.
-
-Fanny Bruce, la quale occupava una seggiola vicina, notò ch'ella aveva
-calcolato esattamente quanti passi doveva fare per finire l'ultima
-riverenza sedendosi, e mossa da una maliziosa tentazione mise una mano
-sulla spalliera. Uno sguardo e un sorriso d'Isabella l'incoraggiarono;
-ella tirò la seggiola indietro, impercettibilmente, ma abbastanza da
-minacciare la sicurezza della vecchietta.
-
-Questa, cercando di posarvisi, perdette l'equilibrio, e sarebbe caduta
-se Gertrude, che vigilava, essendosi accorta delle intenzioni di
-Fanny, non fosse balzata verso di lei a tempo per gettarle un braccio
-intorno alla vita e metterla a sedere, incolume, non senza lanciare in
-quell'atto alla ragazzina un'occhiata di rimprovero. Tutta confusa, la
-piccola Bruce, rapidamente si voltò dall'altra parte, e per disgrazia
-pestò il piede gottoso del signor Graham, al quale il dolore strappò
-una viva esclamazione.
-
-— Fan, — le disse suo fratello che aveva veduto soltanto la seconda
-malefatta — vorrei che tu imparassi un po' di gentilezza.
-
-— E da chi ho da impararla? — lo rimbeccò Fanny con petulanza. — Da te,
-forse? —
-
-Ben parve adirato, ma s'astenne dal redarguirla. La vecchia zittella
-còlse la parola a volo.
-
-— Gentilezza! Ah, virtù rara, quanto amabile! Notevolmente sviluppata
-però nelle maniere della mia cara amica Gertrude, che ben si
-converrebbero a una principessa. —
-
-Bella increspò le labbra e sorrise, disdegnosa.
-
-— Tenente Osborne, — ella disse — non pare a voi che la signorina
-Devereux abbia bellissime maniere?
-
-— Perfette! Lo stile de' suoi ricevimenti è l'eleganza stessa.
-
-— Di chi parlate, — domandò Rina. — Della signora Harry Noble?
-
-— No, della signorina Devereux, — rispose Bella. — Ma anche la signora
-Noble è finissima.
-
-— È vero, — confermò Ben. — Senti, Fanny? Abbiamo trovato un modello
-per te. Tu devi imitare la signora Noble.
-
-— Io non so nulla di cotesta signora, — ribattè la ragazzina. — Voglio
-imitare piuttosto la signorina Flint. — E rivolgendosi a questa con una
-serietà che le esprimeva chiaramente un sincero rincrescimento della
-villania commessa, domandò: — Signorina Gertrude, come _devo_ imparare
-la gentilezza?
-
-— Vi rammentate — le disse ella sottovoce e guardandola in modo
-significativo — ciò che il vostro maestro di musica vi rispose quando
-gli domandaste come dovevate imparare a sonare con espressione? Ebbene,
-io vi darei la stessa regola rispetto alla gentilezza. —
-
-Fanny si fece di bragia.
-
-— Che v'ha detto? — chiese il signor Graham. — Via, Fan, fateci
-conoscere la regola di Gertrude.
-
-— M'ha detto ch'è quella datami dal maestro di musica lo scorso inverno.
-
-— Ossia? — disse Ben vivamente.
-
-— Io domandai al signor Hermann come avrei potuto imparar a sonare
-con espressione, ed egli mi rispose: «Coltivate il vostro _cuore_,
-signorina Bruce, coltivate il vostro _cuore_.» —
-
-Questo nuovo precetto d'educazione venne accolto con espressioni di
-sentimenti diversi quanto i caratteri degli uditori. Il signor Graham
-si morse le labbra e s'allontanò: la sua gentilezza non si fondava nel
-cuore, ma quella di Gertrude sì, ed egli lo sapeva; Isabella sorrise
-con aria di superbo disdegno; Rina e Ben Bruce erano mezzo stupiti e
-mezzo esilarati; il tenente Osborne mostrò di non essere inaccessibile
-alla nobilissima verità enunciata, perchè volse a Gertrude uno sguardo
-d'ammirazione e simpatia; il viso d'Emilia manifestò quanto pienamente
-ella partecipasse all'opinione della sua protetta, la quale era un po'
-confusa nel vederla così divulgata e commentata; la signorina Marta poi
-non esitò ad approvarla con un forbito elogio:
-
-— Le parole della signorina Gertrude sono d'oro. L'unica gentilezza
-vera è la spontanea offerta del cuore. Forse quest'eletta compagnia
-di giovani e donzelle accondiscenderà ad ascoltare dalla bocca d'una
-vecchierella la storia d'un raro esempio di sì fatta gentilezza
-cordiale, ch'ebbe la sua degna ricompensa. —
-
-Tutti si dichiararono ardentemente desiderosi di sentir la storia della
-signorina Marta, ed essa incominciò:
-
-— Un giorno d'inverno, alcuni anni or sono, una vecchia signora, piena
-di debolezze, ma dotata d'una certa perspicacia, e della sua parte
-d'esperienza del mondo, (Marta Pace è il suo nome) si pose in cammino,
-per speciale invito, alla volta della casa d'un degno gentiluomo:
-l'onorevole signor Clinton, padre della signorina Isabella, la vezzosa
-damigella qui presente. Tutti i grandi alberi della nostra buona città
-di Boston scintillavano di diacciuoli più fulgidi dei diamanti che
-brillano nelle miniere di Golconda, e i marciapiedi erano insidiosi per
-i passi malfermi od incauti.
-
-«Io perdetti l'equilibrio e caddi. Due galanti signori mi sollevarono
-e mi portarono in un vicino emporio farmaceutico, dove mi fecero
-riacquistare i sensi smarriti e mi ravvivarono con un fragrante
-cordiale. Io ripresi la perigliosa via trepidando, e certo non sarei
-giunta alla mèta con le ossa incolumi, senza l'aiuto d'un cavaliere
-dalle guance rosate, il quale mi raggiunse, e, passato il mio debole
-braccio sotto il suo, più giovane e forte, protesse i miei passi fino
-al termine del viaggio non breve.
-
-«Nè il coraggio di cui doveva far prova la nobile mia scorta per
-compiere la sua impresa, era men che straordinario, mie graziose
-damigelle! Figuratevi nella vostra immaginazione un giovanetto fresco e
-bello come un raggio di sole, snello come una freccia, un vero Apollo
-insomma, attaccato al piccolo corpo curvo d'una povera vecchina quale
-Marta Pace. Io non mi risparmio, signorine; se m'aveste veduta in quel
-momento, senza dubbio direste che ora ho molto migliore apparenza.
-Avevo la dentiera in tasca invece che in bocca, il fintino di
-riccioli era stato spinto indietro dalla mia recente caduta, e i miei
-occhialoni, gli stessi che portava mio padre, così grandi da coprirmi
-mezza faccia, sarebbero bastati da soli ad eccitare la curiosità dei
-passanti. Ma egli procedeva imperterrito; e nonostante gli sguardi
-lusinghieri e i seducenti sorrisi che venivano a lui da una doppia fila
-di bellissime fanciulle in cui c'imbattemmo, nonostante le sghignazzate
-dei giovanottini dell'età sua, sosteneva la mia fragile persona con
-altrettanta cura che se fossi stata un'imperatrice, e moderava il baldo
-suo passo in accordo con la lentezza a cui mi costringevano le mie
-infermità. Ah, quale spirito di cortesia manifestò il mio cavaliere
-dalle guance di rosa! Se l'aveste incontrato, signorina Caterina, o
-voi, signorina Francesca, i vostri cuori palpitanti sarebbero involati
-per sempre! Era un modello incomparabile!
-
-«Dov'egli fosse diretto non so, perchè seguì il mio cammino, e non
-mi lasciò prima d'avermi recata a salvamento alla dimora del signor
-Clinton. Certo non penso ch'egli ambisse la conquista del mio vecchio
-cuore, ma credo ch'esso lo seguì, perchè spesso ancora il mio pensiero
-ritorna a lui.
-
-— Ah, fu _questa_ dunque la sua ricompensa! — esclamò Rina.
-
-— No. Cercate d'indovinar meglio.
-
-— Ma io non so nulla di più desiderabile, signorina Marta.
-
-— La _sua fortuna nella vita_ signorina Caterina! Ecco la ricompensa
-ch'egli ebbe: e forse ancora non ne misura tutta la grandezza!
-
-— Come sarebbe a dire? — domandò Fanny.
-
-— Narrerò in succinto il rimanente. La signora Clinton m'incoraggiava
-sempre a discorrere durante le mie visite. Ella, conoscendo il mio
-gusto, lo secondava, e io godevo della sua indulgenza. Le raccontai
-pertanto l'avventura occorsami, ed esaltai i meriti del nobile
-giovanetto, il mirabile spirito di cortesia da lui dimostrato. Era
-presente il degno gentiluomo e prestava orecchio attento alle mie
-parole, perchè egli pregia la buona educazione: e quando raccomandai
-il mio cavalierino spiegando tutta l'eloquenza di cui ero capace,
-vidi che m'ascoltava con piacere, benevolenza e simpatia. Promise di
-parlare col ragazzo, e così fece. Gli lesse nel prestante aspetto la
-nobiltà dell'animo, e questa favorevole impressione fruttò al bravo
-figliuolo un posto di commesso dal quale salì di grado in grado fino a
-quello di socio e agente fiduciario che ora occupa in una cospicua casa
-commerciale. Signorina Isabella, mi rallegrerebbe il cuore sentire le
-ultime notizie di Guglielmo Sullivan.
-
-— Sta bene, a quanto credo, — rispose la bella fanciulla seccamente. —
-Non mi consta nulla in contrario.
-
-— Oh, Gertrude può informarvi! — disse Fanny. — Nessuno ne sa quanto
-lei circa il signor Sullivan. Essa vi dirà ogni cosa. —
-
-Tutti gli sguardi si volsero a Gertrude che stava appoggiata
-alla seggiola d'Emilia, col viso acceso e gli occhi lucenti
-per la commozione destatale dal racconto di Marta Pace. Questa,
-maravigliatissima d'udire ch'ella conosceva quel tanto ammirato
-cavaliere di cui serbava sempre una dolce memoria, s'affrettò a
-interrogarla. Gertrude venne a sedere accanto a lei, e senza nessuna
-esitazione, nessun impaccio, rispose a tutte le sue domande. Ella
-parlava a voce sommessa, nè d'altronde le notizie di Guglielmo
-importavano al resto della compagnia; sicchè furono riprese
-le conversazioni particolari, e anche loro due rimasero libere
-d'intrattenersi del comune amico.
-
-Brevemente la giovanetta disse quali fossero lo stupore e la curiosità
-del ragazzo, della sua famiglia, de' suoi amici, che non avevano mai
-potuto indovinare l'origine di quella fortuna: e le vane congetture
-suscitate dalla inattesa chiamata del signor Clinton, e chiuse con
-l'attribuire tutto il merito all'agenzia di Santo Claus, divertirono
-la vecchia zittella a segno che le sue risate erano quasi altrettanto
-sonore, e punto meno allegre di quelle della gaia compagnia raccolta
-più in là presso alla soglia, e provocata ora ad un'ilarità più viva
-che mai dalla birichineria di Rina e di Fanny.
-
-Mentre la signorina Pace incaricava Gertrude di interminabili messaggi
-e complimenti da inserirsi nella sua prossima lettera a Guglielmo,
-ricomparve la signora Graham che aveva rinfrescato l'abbigliatura e
-la faccia, e interruppe tutti esclamando con quel suo vocione dai toni
-bruschi:
-
-— Come, ancora qui? Vi credevo già in cammino attraverso i boschi.
-Rina, hai forse abbandonato l'idea di salire il _Sunset Hill_[4] dopo
-averla tanto accarezzata?
-
-— Ho proposto la gita, zia, un'ora fa; ma Bella dice ch'è troppo caldo.
-A me pare invece un tempo adattatissimo per una passeggiata.
-
-— Tra poco raffresca, — ripigliò la signora Graham — e credo che
-fareste bene a partire senz'indugio, perchè se volete prendere per i
-boschi la distanza non è tanto breve.
-
-— Chi conosce la strada? — domandò Rina.
-
-Nessuno rispose; e interrogati uno per uno, tutti dichiararono la
-propria ignoranza in proposito, con grande maraviglia di Gertrude la
-quale credeva che ogni parte del terreno boscoso e del colle fosse
-familiare al signor Bruce. Ma ella non stette ad ascoltare le loro
-discussioni, perchè s'accòrse che Emilia si sentiva stanca ed aveva un
-principio d'emicrania, e la persuase a ritirarsi nella quiete della sua
-camera dove l'accompagnò. Nell'atto che ne chiudeva l'uscio, Fanny le
-gridò da piè della scala:
-
-— O non venite con noi, signorina Flint?
-
-— No, — ella disse — oggi non vengo.
-
-— Allora non vo neppur io. Ma perchè non volete venire?
-
-— Farò più tardi una passeggiata con la signorina Emilia, purchè stia
-abbastanza bene: voi potete accompagnarci, se vi fa piacere, ma vi
-divertireste assai più andando sul colle. —
-
-Intanto, nell'atrio, la compagnia teneva consiglio a bassa voce.
-Qualcuno aveva detto che Gertrude era pratica dei sentieri attraverso
-i boschi: ma Bella s'opponeva alla proposta d'invitarla a partecipare
-alla gita, Rina esitava tra la sua simpatia per lei e la tema di
-un'infedeltà del signor Bruce, il tenente Osborne s'asteneva dal
-mostrarsi propenso a ciò che Bella disapprovava, e il signor Bruce
-taceva fidando nella necessità di prendere Gertrude per guida, posto
-ch'egli aveva con subdola astuzia celato la propria perfetta idoneità a
-prestare questo servigio. Infatti, come aveva preveduto, si finì con lo
-spedire Rina a farle l'ambasciata.
-
-
-
-
-XXX.
-
- .... gente
- Che la terra calcar vuole premendo
- Degli umili sul collo il piè superbo.
-
- Miss L. P. SMITH.
-
-
-Gertrude avrebbe voluto rifiutare scusandosi con l'obbligo di tener
-compagnia ad Emilia; ma Emilia stessa, la quale pensava che un po' di
-moto sarebbe stato benefico per la fanciulla, intervenne pregandola
-d'accettar l'invito, in apparenza cordialissimo, di Rina; e avendo
-questa dichiarato che altrimenti si doveva rinunziare alla gita
-desiderata, ella acconsentì a prendervi parte. In pochi minuti fu
-lesta, bastandole mutare le scarpine da casa con un paio di solidi
-stivaletti; se non che perdette un po' di tempo nella vana ricerca del
-suo cappello di paglia a larghe tese che mancava dall'armadione del
-corridoio dove soleva appenderlo.
-
-— Che cerchi? — le domandò Emilia, udendo aprire e chiudere
-ripetutamente l'armadio.
-
-— Il mio cappello; ma non lo trovo. Vedo che sarò costretta a farmi
-prestare ancora una volta il vostro. —
-
-Così dicendo prese di sul letto il cappello da sole, di stoffa bianca,
-che la signorina Graham aveva portato la mattina.
-
-— Ma certo, cara, — disse questa.
-
-— Comincerò a credere che sia mio, — fece Gertrude scappando in fretta
-— lo porto tanto più spesso di voi! —
-
-Fanny l'aspettava; il resto della compagnia s'era avviato, e le
-precedeva già d'un buon tratto di strada. Emilia chiamò dalla scala:
-
-— Gertrude, ti sei messa gli stivaletti grossi? Sai, figliuola mia, che
-i prati sono molto umidi di là dalla fattoria Thornton. —
-
-La ragazza rispose che li aveva messi; ma temendo che le altre fossero
-state meno previdenti, domandò alla signora Graham se Bella e Rina
-avessero calzature adatte contro l'umidità, e, forse, la mota, che
-avrebbero trovato per via.
-
-— Ohimè, no! — disse la signora. — E adesso come si fa? Sono già
-lontane, fuor di veduta, e sicuro le disturberebbe assai dover tornare
-indietro.
-
-— Io ho certe soprascarpe di gomma elastica, leggerissime, — disse
-Gertrude. — Le porterò meco, e Fanny ed io raggiungeremo le signorine
-in tempo, prima che arrivino al prato. —
-
-Non era difficile raggiungere Isabella e il tenente, perchè camminavano
-adagio, e non sembravano malcontenti di fare la retroguardia. L'altra
-coppia, all'incontro, sollecitava il passo, apposta per essere avanti:
-Rina, mossa dal desiderio d'impedire che venisse interrotto quel
-dolce _tête à tête_, Ben smanioso di offrirsi alla vista di Gertrude,
-affinchè ella osservasse la sua galanteria verso la signorina Ray,
-galanteria che raddoppiò quando gli apparve da lontano colei che
-sperava ingelosire.
-
-Avevano oltrepassato la fattoria Thornton, e un solo campo li separava
-dal prato, il quale sebbene rallegrasse l'occhio con la fresca
-verdezza dell'erba che lo copriva, era nel mezzo un vero pantano,
-e non si poteva attraversare, neppur muniti di grosse calzature, se
-non contornando il margine, strettamente accosto al muro. Gertrude e
-Fanny si trovavano ancora a non piccola distanza dietro a loro, ed
-erano quasi trafelate dallo sforzo che facevano per raggiungerli,
-mentr'essi andavano presto e avevano tanto vantaggio. Nel momento
-che passavano davanti alla fattoria, la signora Thornton s'affacciò
-all'uscio e parlò a Gertrude. Questa, prevedendo d'essere costretta a
-trattenersi qualche minuto, disse a Fanny di proseguire immediatamente
-ed avvertire suo fratello e Rina della natura del terreno su cui
-stavano per avventurarsi, pregandoli d'aspettare il resto della
-compagnia alla barriera. Fanny arrivò troppo tardi, quantunque si fosse
-sfiatata a correre; i due già s'erano inoltrati nel prato insidioso. Ma
-procedevano senza pericolo, posto che Ben guidava la fanciulla lungo
-il muro, facendole tenere il solo cammino praticabile: il che provò a
-Gertrude, sopraggiunta poco appresso, ch'egli conosceva benissimo il
-luogo. A metà strada parve che avessero incontrato qualche ostacolo,
-perchè Rina si fermò con un piede alzato, reggendosi al muro intanto
-che il suo cavaliere disponeva per terra, dinanzi a lei, alcune pietre.
-Egli l'aiutò a passare sull'improvvisato ponticello, poi continuarono
-felicemente la traversata e infine disparvero nel boschetto vicino.
-
-Isabella e il tenente Osborne tardavano tanto ad arrivare, che Fanny,
-spazientita, consigliò Gertrude d'abbandonarli al loro fato. Quando
-Dio volle svoltarono il canto della fattoria; ma la superba giovanetta,
-benchè vedesse che le altre due l'aspettavano, seguitò ad avanzarsi con
-la stessa lentezza.
-
-— Signorina Clinton, — le gridò la piccola Bruce tosto che furono a
-portata di voce — o che vi siete azzoppata?
-
-— Azzoppata! — esclamò Bella. — Che intendete dire?
-
-— Camminate così piano! — rispose Fanny. — Credevo proprio che vi foste
-sciupato un piede. —
-
-Bella s'astenne dal replicare, fuorchè con una sdegnosa scrollata
-di capo, ed entrò nell'umido prato, discorrendo fitto fitto col
-suo tenentino, senza degnare d'uno sguardo Gertrude; la quale non
-mostrò d'accorgersi del suo altezzoso contegno, ma presa per mano
-la ragazzina, s'avviò per costeggiare il terreno infido invece
-d'attraversarlo, e disse con tono calmo e disinvolto quanto cortese:
-
-— Pigliate di qua, prego, signorina Clinton: v'abbiamo aspettata a fine
-di guidarvi, perchè il prato è pieno d'acqua.
-
-— Pieno d'acqua? — domandò Isabella inquieta, guardando le sue
-finissime scarpine; e soggiunse stizzosamente: — Credevo che conosceste
-una buona strada, e ci portate invece in un pantano! Io non vo oltre.
-
-— Ebbene, tornate indietro, — disse l'impertinente Fanny. — Nessuno
-piangerà. —
-
-Gertrude rispose con dolcezza, quantunque le sue gote si fossero accese
-d'un vivo rossore:
-
-— Non la proposi io la gita; ma posso trarvi da quest'impaccio. La
-signora Graham temeva che foste calzata di scarpe troppo leggiere, e
-però v'ho portato un paio di calosce. —
-
-Bella prese l'involto, senza ringraziare, e aprendolo domandò:
-
-— Di chi sono?
-
-— Mie, — disse Gertrude.
-
-— Oh, allora non credo di potermene servire, — borbottò l'altra. —
-Saranno immense, mi figuro.
-
-— Permettete, — fece il tenente Osborne, prendendo una delle calosce.
-
-Egli si chinò per calzarne Isabella, ma non gli riuscì: era troppo
-piccola. Ella lo vide, e cercò di mettersela da sè, trattando la
-proprietà di Gertrude con tale irosa violenza, che strappò la sottile
-strisciolina di cuoio passante sulla caviglia: nondimeno neppure allora
-giunse a far entrare perfettamente il piede nella soprascarpa.
-
-Mentre ella stava così piegata in avanti, l'attenzione di Fanny
-Bruce fu attratta dall'elegante cappello di paglia a larga tesa che
-portava con graziosa civetteria inclinato da una banda. La ragazzina
-lo riconobbe per quello della sua amica. Era d'un modello di fantasia
-che Gertrude non avrebbe scelto ella stessa: ma glielo aveva donato
-l'estate scorsa il signor Graham, in sostituzione d'un comune cappello
-da giardino che gli era accaduto di schiacciare in modo irrimediabile,
-ed essendo semplice e di buon gusto lo usava per le sue passeggiate
-in campagna. Isabella, scopertolo nell'armadio del corridoio dov'ella
-lo riponeva solitamente, non aveva esitato ad appropriarselo. A Fanny
-esso era noto, avendolo osservato nella camera di Gertrude in casa
-della signora Warren, e anche portato una volta, col suo permesso,
-per rappresentare una parte in una sciarada in azione: non poteva
-dunque ingannarsi. E ora, dopo averla udita dire ad Emilia che non
-lo ritrovava, lo vedeva, con sommo stupore, ornare l'altera signorina
-Clinton. Ritta dietro a costei faceva segni all'amica spalancando gli
-occhi, storcendo il viso, indicando l'oggetto usurpato, con una mimica
-che manifestava eloquentemente l'intenzione di strapparlo dal capo
-dell'usurpatrice e collocarlo su quello della legittima proprietaria.
-
-Gertrude era in procinto di perdere la sua gravità; rattenendo a fatica
-le risa, la minacciava col dito, le accennava di smettere; infine,
-presala di nuovo per mano, affrettò il passo, nascondendo la faccia
-esilarata sotto il bianco cappellone, e lasciò che Bella e il suo bello
-le seguissero, se volevano.
-
-— Fanny, — ella disse — non istà bene farmi ridere così; se la
-signorina Clinton se ne fosse avveduta ne sarebbe stata molto offesa.
-
-— Essa non ha diritto di portare il vostro cappello, e non lo porterà.
-
-— Ma sì, quanto vuole: le sta a maraviglia. Mi fa piacere che se lo
-metta, e voi non dovete farle intendere che è mio. —
-
-Fanny non promise nulla, e ne' suoi occhi passò un lampo di malizia che
-presagiva un qualche tiro birbone.
-
-La passeggiata attraverso i boschi fu deliziosa, Gertrude e la sua
-piccola compagna quasi avevano dimenticato in quel tranquillo godimento
-che facevano parte d'una gaia compagnia, quando a un tratto videro Ben
-Bruce e Rina seduti a piè d'una vecchia quercia. La fanciulla aveva
-intessuto una ghirlanda di foglie ed era tutt'intenta ad ornarne il
-cappello del suo cavaliere, il quale stava indolentemente appoggiato al
-tronco dell'albero in un atteggiamento d'indifferenza. Ma non appena
-egli si accòrse che Gertrude e Fanny s'avvicinavano, si chinò verso
-Rina, guardò con aria d'ammirazione il suo lavoro, e quando fu sicuro
-che esse potevano udirlo, si profuse in complimenti e ringraziamenti.
-L'ingenua li riceveva sorridendo e arrossendo, con manifesto piacere:
-piacere raddoppiato dal fatto apparente che la temuta rivale non
-distraeva da lei l'attenzione di Ben, poichè questi seguitava a
-mormorarle all'orecchio, in atto confidenziale, galanti inezie,
-lasciando l'altra sedersi a qualche distanza. Pover'anima semplicetta!
-Ella lo credeva onesto, mentre egli la traeva a' suoi fini con un basso
-inganno.
-
-— Signorina Gertrude, — disse Fanny — vorrei andare un po' laggiù nella
-pineta a cercare pine da farne panierini e cornici.
-
-— Se ne trovano in abbondanza, — rispose la giovane.
-
-— Oh, andiamoci, ve ne prego! Saremo di ritorno prima che Bella Clinton
-arrivi fin qui. —
-
-Gertrude accondiscese di buon grado, e s'allontanarono insieme, dopo
-aver appeso i loro cappelli ad un ramo. Stettero assenti un certo
-tempo, perchè le pine infatti abbondavano, e la ragazzina volle farne
-una scelta e copiosa collezione. Ma adunate che le ebbe, fu molto
-impacciata per portarle via. Riflettè alquanto, e disse:
-
-— Penso di dare una corsa e chiedere a Ben che mi presti la sua
-pezzuola; oppure, se non vuole prestarmela, prenderò il mio cappello e
-ce ne metterò quante ne può contenere. —
-
-Avuta da Gertrude la promessa d'aspettarla, tornò di volo al luogo
-dove avevano lasciato suo fratello e Rina Ray. Già da lontano scoppi
-di voci e di risa l'avvertirono che v'erano giunti anche Bella ed
-Osborne, e che qualche cosa forniva loro un soggetto di spasso. Bella
-si era impadronita del cappello bianco, lo aveva deformato in modo da
-farlo parere una berretta da vecchia e guarnito con erbacce e maceroni;
-infine, appuntatavi una pezzuola in guisa di velo, e tenendolo
-sollevato con la mazza del tenentino, chiese chi fosse il miglior
-offerente per il cappello da sposa della signorina Flint.
-
-Fanny la sorprese in quell'atto, e si fermò un momento, nascosta, ad
-ascoltarla, fremendo d'indignazione; poi venne avanti d'un balzo come
-se arrivasse difilato dal bosco. Rina l'afferrò per un lembo della
-veste esclamando:
-
-— Ah, siete qui Fanny! E dov'è Gertrude?
-
-— Nella pineta; e ci ritorno anch'io. Mi ha mandata soltanto a prendere
-il suo cappello, perchè c'è molto sole laggiù.
-
-— Ah, sì, — fece Isabella — il suo cappellino di Parigi! Prego di
-presentarglielo coi nostri complimenti. —
-
-E le porse il copricapo da lei reso veramente ridicolo.
-
-— No, — ribattè la fanciulla — _cotesto_ non è il _suo_, è quello della
-signorina Emilia. Il _suo_ è _questo qui_. —
-
-Così dicendo pose la mano sul cappello di paglia che rendeva Bella
-tanto seducente, come le avevano anche poc'anzi ripetuto i due
-giovanotti, e, senza cerimonie, glielo strappò dalla testa.
-
-Gli occhi della signorina Clinton fiammeggiarono di collera.
-
-— Che volete dire? — ella gridò. — Piccola petulante! Datemi quel
-cappello, e subito!
-
-— No, che non ve lo do! È di Gertrude. Lo cercava, dopo pranzo, ma ha
-finito col concludere che doveva essere perduto o che qualcuno l'aveva
-rubato, e s'è fatta prestare il cappello da giardino della signorina
-Graham; sarà contenta però di ricuperarlo. Vo a portarglielo.... Del
-resto, — soggiunse voltandosi a guardarla di sopra la spalla, mentre
-correva via — sono sicura che alla signorina Graham non dispiacerà che
-vi mettiate il suo, purchè abbiate cura di non sciuparlo! —
-
-Bella rimase confusa e adontata; Rina e Bruce ridevano apertamente,
-Osborne rideva sotto i baffi. Ma pochi minuti dopo videro venire dal
-bosco Gertrude, a passi affrettati, col famoso cappello in mano. Fanny
-la seguiva, e approfittando della posizione d'Isabella che le volgeva
-il dorso, rifaceva la sua pantomima d'accuse e di minacce.
-
-— Signorina Clinton, — disse Gertrude posando il cappello sulle
-ginocchia di questa — temo che Fanny sia stata assai scortese in
-mio nome. Io non l'avevo mandata a prender nulla.... Sarò lieta se
-gradirete di portarlo quando vi può servire.
-
-— Non ne ho bisogno, — ella rispose con accento sprezzante. — Neanche
-m'immaginavo che appartenesse a voi.
-
-— Lo so bene, — riprese l'altra — ma spero che vorrete consentire a
-rimettervelo almeno oggi. —
-
-Senza più insistere su ciò, diede il consiglio di proseguire
-speditamente verso il colle, perchè non sarebbe stato, se no, possibile
-di toccare la vetta innanzi il tramonto; e corroborandoli con l'esempio
-s'incamminò. Tutti le tennero dietro: Fanny strappando le grottesche
-guarnizioni del vituperato cappello bianco, Isabella annodandosi sotto
-il mento un fazzoletto ricamato, e Ben Bruce dondolando il negletto
-cappello di paglia che aveva appeso al braccio per i nastri.
-
-Eccettuata Isabella che non smise il broncio, la comitiva godette
-molto la gita sul colle. Era già quasi buio quando ripassarono davanti
-alla fattoria. Lì Gertrude s'accomiatò perchè aveva promesso alla
-signora Thornton di fermarsi per visitare uno de' suoi figliuoli che
-frequentava la classe da lei tenuta nella scuola domenicale, ed era
-malato di febbre. Fanny avrebbe voluto restare in sua compagnia, ma
-ella non lo permise pensando che la signora Bruce non sarebbe forse
-stata contenta se la ragazzina fosse entrata in quella casa dove
-c'erano parecchi malati.
-
-Circa un'ora più tardi, la giovanetta che se ne ritornava sola,
-e un po' ansiosa d'essere arrivata, fu raggiunta nei pressi della
-villa Graham dal signor Bruce il quale col cappello di paglia sempre
-dondolante dal suo braccio sembrava essersi appostato per aspettarla.
-Ella dette un sobbalzo perchè nell'oscurità della notte già scesa non
-lo aveva riconosciuto e credeva che fosse un estraneo.
-
-— Signorina Gertrude, — egli disse — non v'ho spaventata, spero.
-
-— Oh, no! — fece ella, rassicurata dal suono della sua voce. — Non
-sapevo che foste voi. —
-
-Ben le offerse il braccio, ed ella lo prese. La corte assidua fatta
-quel giorno dal giovane a Rina aveva servito a diminuire i suoi
-timori che le dimostrazioni d'amore prodigate a lei fossero serie, e
-concludendo ch'egli semplicemente si dilettava di galanteria, accettò
-di lasciarsi scortare fino a casa.
-
-— È stata davvero una gita deliziosa, — incominciò il signor Bruce —
-per _me_ almeno. La signorina Ray è una compagna assai gradevole.
-
-— Oh, sì, — rispose Gertrude. — Mi piacciono tanto quelle sue maniere
-vivaci e franche.
-
-— Temo invece che Fanny vi abbia annoiato: io mi sarei volentieri
-occupato anche di voi, ma non riescivo a staccarmi un minuto dalla
-signorina Ray, assorti com'eravamo nella nostra conversazione.
-
-— Fanny ed io siamo abituate l'una all'altra, e ci troviamo benissimo
-insieme.
-
-— Sapete che ci proponiamo di fare una piacevolissima scarrozzata,
-domani?
-
-— No, non ne so nulla.,
-
-— La signorina Rina, m'immagino, aspetta che la inviti a venire con me;
-ma, supposto ch'io vi dessi la preferenza, che rispondereste?
-
-— Che vi sono grata, ma ho già un impegno per una passeggiata in
-carrozza con la signorina Emilia, — ella disse prontamente.
-
-— Ah! — fece Ben in tono di maraviglia e di stizza. — Io mi figuravo
-che verreste volentieri. Bene, la signorina Ray accetterà. Entro un
-momento per invitarla, — soggiunse, poichè erano giunti alla villa. —
-Ecco il vostro cappello.
-
-— Grazie, — ella rispose facendo l'atto di prenderlo; ma egli lo
-trattenne per un nastro.
-
-— Signorina Gertrude, — insistette — proprio non volete venire?
-
-— Ho promesso alla signorina Emilia e non potrei posporre quest'impegno
-a un altro invito, — replicò la fanciulla, lieta d'avere una scusa che
-giustificava il suo rifiuto.
-
-— Eh, via! Trovereste il modo, se voleste.... In caso contrario, offro
-il posto nel mio carrozzino a Rina Ray. —
-
-Il peso ch'egli pareva dare a questa minaccia stupì Gertrude.
-
-— È mai possibile — ella pensò — che si lusinghi di pungermi e di
-conturbarmi? Ma io mi rallegro all'idea di procurare così a Rina il
-piacere di cotesta scarrozzata! È tanto amante dei divertimenti, e ha
-rare occasioni d'appagare i suoi gusti! —
-
-Entrarono nel salotto. Ben Bruce cercò la signorina Ray, seduta nel
-vano d'una finestra; Gertrude, non trovando Emilia, non si fermò a
-lungo, ma abbastanza tuttavia da vedere le esagerate premure ch'egli
-ostentava verso la ragazza e che non furono notate da lei sola.
-
-Rina promise di buon grado d'accompagnarlo nella gita divisata per il
-giorno appresso, e mantenne la parola. La signora Graham, la signora
-Bruce, Isabella e il tenente, li seguivano in un altro legno. Quanto
-ad Emilia e Gertrude, fecero attaccare Carlotto, il cavallo bianco,
-al vecchio _buggy_ e, presa la diversa direzione che già prima avevano
-scelta, si godettero tranquillamente la loro passeggiata.
-
-
-
-
-XXXI.
-
- Giuoca (e del giuoco fa un'arte)
- Con quella povera cosa
- Sacra ch'è un cuore umano.
-
- NEW TIMON.
-
-
-Passarono giorni e settimane senza che nulla accadesse di notevole
-in casa del signor Graham. La stagione oramai era torrida e non si
-facevano più gite, nè a piedi nè in vettura. Il tenente Osborne aveva
-lasciato Boston che nell'estate veniva abbandonata da quasi tutti gli
-amici della signora Graham e delle sue nipoti. Isabella Clinton, la
-quale non sapeva sopportare con pazienza nè i calori eccessivi nè la
-solitudine, diventava ogni giorno più irritabile e più stizzosa.
-
-Per la sua cuginetta invece quelle giornate estive erano piene
-di commozioni. Il signor Bruce rimaneva nel vicinato, visitava
-costantemente la famiglia, ed esercitava un grande influsso tanto sul
-contegno esteriore che sullo stato d'animo della fanciulla, ch'erano
-fluttuanti e mutevoli a seconda delle sue attenzioni o della sua
-negligenza verso di lei. Nè può far maraviglia che la povera Rina
-fosse confusa e turbata dinanzi alla sua condotta, la quale doveva
-riescire incomprensibile a chi non ne conoscesse il segreto movente.
-Persuaso che Gertrude cercherebbe di riconquistarlo se temesse di
-vederselo sfuggire davvero, Ben corteggiava un'altra con l'unico fine
-d'eccitare un senso di gelosia e di seria apprensione in quella ragazza
-povera, protetta dai Graham, che osava spregiare le sue profferte
-d'amore. E però non si mostrava preso di Rina se non sotto gli occhi
-di Gertrude, o quando era sicuro che questa avrebbe risaputo le
-premure da lui prodigate all'illusa. Il suo comportamento era quindi
-oltremodo ineguale, e ora faceva credere all'ingenua ed affettuosa
-creatura ch'egli sentisse per lei la tenerezza appassionata d'un
-innamorato, ora le faceva temere d'averlo inconsapevolmente offeso con
-la sua spensierata gaiezza e il suo franco linguaggio. Per disgrazia
-anche la zia Graham non mancava in nessuna occasione di motteggiarla
-o complimentarla sulla sua conquista, ribadendo così nel cuore della
-semplicetta la fede che la simpatia manifestatale dal signor Bruce
-fosse sincera.
-
-La finzione di costui cagionava una tormentosa inquietudine a Gertrude,
-che presto l'aveva indovinata e n'era dolente ed inquieta per la
-felicità e la pace di Rina che con tenera sollecitudine avrebbe voluto
-difendere. I sospetti destati in lei fin da principio, dall'ambigua
-condotta di Ben, erano divenuti certezza, perchè, spesso, dopo aver
-dato ostentate prove di devozione alla signorina Ray, egli giudicava
-opportuno di sperimentarne l'effetto sull'altra, tentandola con qualche
-nuova lusinga, anzi lasciandole chiaramente intendere ch'ella aveva
-sempre il potere di togliere a Rina ogni diritto alle sue grazie.
-
-Gertrude tutte le volte che le si offriva il destro, non meno
-chiaramente gli significava ch'egli aveva scelto proprio il vero modo
-di rendersi odioso ricorrendo a così bassi artifizi per mortificarla;
-ma il giovane egoista, il quale attribuiva il suo sdegno a quella
-gelosia che desiderava appunto provocare, persisteva ne' suoi
-procedimenti folli e malvagi.
-
-Ella, d'altronde, posto che Ben le faceva il galante senza profferirle
-il cuore e la mano, non credeva affatto alle sue dichiarazioni amorose
-e le considerava dirette soltanto a sviarla per propria sodisfazione da
-quella savia condotta in cui si manteneva con fermezza. Ma comprendeva
-bene che per quanto vani e leggeri fossero i sentimenti da cui veniva
-attratto a lei, peggio erano quelli che lo spingevano a corteggiare
-Rina Ray; e la manifesta inconsapevolezza dell'ingenua fanciulla
-profondamente l'affliggeva.
-
-Cosa strana: Rina, che poche settimane addietro vedeva nella signorina
-Flint una rivale, ora l'aveva eletta per amica intima e confidente. Sua
-zia era troppo materiale e rude, Isabella troppo egoista e vana, perchè
-potesse pensare a farle partecipi delle sue piccole vicende di cuore.
-Invero neppure a Gertrude confessava apertamente d'amare Ben Bruce, ma
-la trasparenza del suo carattere era tale, che ella aveva tradito il
-suo segreto senza immaginarselo.
-
-Fuor di Gertrude nessuno pareva accorgersi del cambiamento avvenuto in
-lei. La gaia, ridente, spensierata Rina, aveva accessi di malinconica
-fantasticheria; la sua faccia, una volta raggiante sempre come il sole,
-si rannuvolava d'improvviso, perdeva tutto il suo splendore; ora ella
-era briosa e spigliata più del naturale, ora aveva un'aria pensosa,
-e furtivamente alzava uno sguardo ansioso sul volto del signor Bruce
-come per studiar il suo umore o spiare i suoi sentimenti. S'ella vedeva
-Gertrude passeggiare in giardino o la sapeva sola nella sua camera,
-andava a lei, le metteva un braccio intorno alla vita, s'appoggiava
-alla sua spalla, e prendeva a chiacchierare sul soggetto favorito.
-Raccontava, con un misto di semplicità e di follia, le gentili
-attenzioni del signor Bruce, i suoi complimentosi discorsi; parlava
-di lui per un'ora interrogando l'amica sull'opinione ch'ella aveva de'
-suoi meriti e della sincerità di quell'ammirazione ch'egli apertamente
-le professava. Toccava anche d'un qualche difetto del giovane che
-ai suoi occhi era quasi la perfezione stessa: ma quando Gertrude ne
-conveniva, ed esprimeva il suo rincrescimento di quel difetto evidente,
-ella si sforzava con ingenuo ardore a provarle che tutt'e due s'erano
-ingannate, e che se mai egli ne aveva uno, era proprio l'opposto. Le
-domandava se ella credeva che Ben parlasse sul serio, soggiungendo che
-lei, per conto suo, non lo credeva affatto: erano tutte sciocchezze....
-E poi quando Gertrude, cogliendo la palla al balzo, cercava di
-confermarla in questo parere e la consigliava di non fidarsi delle
-sue smaccate adulazioni, il viso della povera Rina si rabbuiava tutto,
-ed ella si diffondeva in sottili ragionamenti per dimostrare che pur
-_qualche volta_ era sincero: la lealtà, la serietà, si sentivano nel
-suo accento, nelle sue espressioni....
-
-Era inutile ogni accenno a un pericolo, ogni tentativo di porla in
-guardia: Ben Bruce l'aveva infatuata.
-
-Un giorno egli pensò di mettere alla prova la saldezza di Gertrude
-offrendole un ricco anello. Non poco stupita da tanta presunzione, ella
-lo rifiutò senza esitare nè far cerimonie; ma il giorno seguente lo
-vide al dito di Rina, la quale si struggeva di raccontarle come e da
-chi lo avesse avuto.
-
-— E voi lo avete _accettato_? — fece Gertrude guardandola con un'aria
-così attonita, che ella non osò riconoscere il fatto, ed eluse subito
-la domanda, arrossendo:
-
-— Ho acconsentito soltanto a portarlo per qualche tempo....
-
-— Io non avrei acconsentito.
-
-— Perchè no?
-
-— In primo luogo perchè non credo che sia di buon gusto ricevere
-presenti di valore da uomini: e poi perchè se persone estranee se ne
-accorgono, possono fare sul vostro conto osservazioni spiacevoli e
-severe.
-
-— E, allora, voi come vi regolereste?
-
-— Glielo restituirei subito. —
-
-Rina titubava; però, riflettendo meglio, risolse di rendere l'anello
-al signor Bruce e ripetergli ciò che Gertrude aveva detto. Non mancò
-di farlo, ma egli, lungi dall'apprezzare la condotta di quest'ultima,
-vide nel suo consiglio il desiderio di suscitare discordie tra Rina e
-lui, e prontamente concluse che aveva alfine conquistato il cuore della
-ritrosa, e che il suo trionfo sarebbe oramai pieno ed intero.
-
-Rimase male, pertanto, quando fatta una visita a villa Graham, per
-accertarsene, fu da lei trattato con fredda urbanità, come sempre da
-qualche tempo; ed anzi gli parve che si mostrasse più insensibile che
-mai alle sue attrattive. Accomiatatosi frettolosamente (con grande
-affanno di Rina che passò il resto della giornata investigando se
-avesse detto o fatto cosa che potesse dispiacergli), andò a cercare,
-secondo l'antico suo costume, quiete, solitudine, sotto il pero, e si
-diede tutto a ponderare una grave questione.
-
-Avveniva di rado che Ben Bruce si sentisse chiamato a fare
-considerazioni su qualche soggetto, a raccogliere le forze del suo
-spirito, e ordinarle al fine d'esaminar deliberatamente i due lati d'un
-argomento. Vivendo com'egli viveva, senz'alcuna mira più alta che la
-propria egoistica sodisfazione, si era avvezzato ad approfittare di
-tutte le occasioni di divertirsi e compiacere a sè stesso, nè rifuggiva
-da bassi e gretti artifizi per favorire i propri disegni. Nonostante
-la ristrettezza della sua mente, egli possedeva ciò che suol chiamarsi
-«un buon colpo d'occhio» e non era facile ingannarlo o defraudarlo de'
-suoi diritti. Conosceva il valore del suo denaro e della sua condizione
-sociale, e non soffriva d'essere sacrificato a benefizio di coloro che
-cercavano di trarre un vantaggio dalla sua amicizia. L'_abnegazione_
-era una virtù che egli non aveva mai praticata nè ammirava negli altri.
-
-Ma ecco che inopinatamente era sopraggiunta una crisi, in cui i
-suoi desiderî e i suoi interessi cozzavano tra loro, e la necessità
-richiedeva che egli scegliesse ed immolasse questi a quelli o
-viceversa. E se Ben Bruce, per la prima volta in vita sua, dedicava un
-intero pomeriggio a una meditazione profonda e all'accurata misura di
-due forze opposte, il caso va attribuito al fatto che egli dibatteva
-nella sua mente il più grave problema che mai l'avesse agitata.
-
-— Dovrò io — pensava — sposare quella ragazza che non ha un centesimo?
-Io padrone d'un cospicuo patrimonio, erede d'altri beni ancora,
-rinunzierò ai vantaggi d'uno splendido parentado che il mio stato
-di fortuna m'assicura, per fare partecipe delle mie ricchezze e del
-grado che occupo nel gran mondo, l'orfana adottata dai Graham, la
-quale non mi concederà un sorriso se non a prezzo di quanto posseggo?
-Se fosse appena un poco meno seducente, come vorrei deluderla! Chi sa
-che proverebbe se sposassi Rina? Ma credo ch'io non avrei il gusto di
-saperlo; è orgogliosa a segno che sarebbe capace di venire alle mie
-nozze e dirmi, chinando il suo collo di cigno con la grazia consueta:
-_Buona sera, signor Bruce_, nello stesso tono calmo e gentile che usa
-ora.... Mi fa ira vedere tanta alterezza in una fanciulla povera; ma
-nella _signora Bruce_ quelle sue maniere mi piacerebbero, ne andrei
-anzi superbo. Non arrivo a capire come io mi sia innamorato di lei....
-no, proprio.... Non è bella: almeno così dicono la mamma e Isabella
-Clinton. Eppure il tenente Osborne la notò subito, quella sera, quando
-entrò nel salotto: e Fanny non fa che esaltare la sua bellezza. Quanto
-a me, non so che io ne pensi.... credo che m'abbia stregato, sicchè
-non sono più in grado di giudicare. Ma se non è bella, ha dunque un
-prestigio superiore alla bellezza stessa.... —
-
-Così Ben Bruce discuteva seco medesimo: e sempre ricominciava
-dall'insistere sull'immensità del suo sacrificio, per finire con
-riflessioni sui rari pregi di Gertrude, prova chiarissima ch'egli
-sentiva di avere a soffrir meno deponendo le sue ricchezze ai piedi
-della fanciulla povera, che cercando di goderne senza di lei.
-
-Durante alcuni giorni dopo presa la gran risoluzione, egli non ebbe
-opportunità di rivolgere una parola a Gertrude, la quale adesso era
-doppiamente ansiosa d'evitarlo, e non scendeva quasi mai entro la
-giornata, salvo che Emilia non la pregasse d'accompagnarla nel salotto;
-ma anche allora vi si tratteneva pochissimo e aveva cura di non
-scostarsi dalla sua amica cieca.
-
-In quel mentre la signora Graham e la signora Bruce con le loro
-famiglie ricevettero un invito per una serata di ricevimento in casa
-di conoscenti, a circa cinque miglia di distanza. Era nell'occasione
-del matrimonio d'una antica condiscepola d'Isabella, e tanto questa
-che Rina desideravano d'assistervi. La signora Bruce, che aveva una
-carrozza chiusa, offerse di condurre seco le due cugine, e posto che il
-legno del signor Graham, quand'era chiuso, non poteva contenere se non
-lui e la signora, la proposta venne accettata con piacere.
-
-L'idea di brillare in una gaia e sontuosa festa rianimava lo spirito
-depresso d'Isabella, ridestava le sue energie. Tutte le sue ricche
-abbigliature di gala furono cavate fuori, per scegliere la più elegante
-e più adatta. Ritta davanti allo specchio ella provava l'una dopo
-l'altra le sue ghirlande, e appariva con ciascuna così mirabilmente
-bella, che non sapeva quale preferire. Invano Rina tentava di farsi
-ascoltare dalla vanitosa fanciulla, ottenere un consiglio circa la
-foggia e il colore più convenienti a lei. Finalmente, disperando di
-riuscirvi, corse a consultare Gertrude.
-
-La trovò nella sua camera; leggeva, e posò tosto il libro, vedendola
-entrare come una folata di vento, pronta a prestarle tutta la sua
-attenzione.
-
-— Gertrude, — disse Rina — che devo mettermi stasera? Ho cercato di
-chiederlo a Bella, ma non c'è stato caso che mi desse retta; quando
-è occupata delle sue gale, non conosce altro.... Oh, è terribilmente
-egoista.
-
-— E _lei_ chi la consiglia?
-
-— Nessuno. Sceglie da sè.... Ma essa ha molto buon gusto, e io, invece,
-punto.... Ditemi dunque voi, Gertrude, come mi vesto?
-
-— Io dubito d'essere in grado di rispondervi: non sono mai stata ad un
-ricevimento in vita mia.
-
-— Oh, non importa! Sono sicura che se ci andaste, fareste miglior
-figura di qualunque tra noi, e m'affido senza temer di sbagliare al
-vostro parere perchè non v'ho mai veduta portar nulla che non avesse
-un'aria di signorilità: perfino la vostra veste di ghingano, da
-mattina, non manca di stile.
-
-— Adagio, adagio, Rina cara, andate troppo oltre; non dovete eccedere
-se volete ch'io vi creda.
-
-— Ebbene, senza parlare di voi.... (voi siete superiore ai complimenti
-lusinghieri, lo so.... _qualcuno_ me l'ha detto....) chi fornisce la
-guardaroba della signorina Emilia? Chi sceglie i suoi vestiti?
-
-— Io, adesso. Ma....
-
-— Me l'immaginavo, me l'immaginavo! Sapevo che la povera signorina
-Graham lo deve a voi se è sempre così elegante e bella.
-
-— No, v'ingannate; io non ho mai veduto Emilia meglio vestita che
-il giorno del nostro primo incontro; e la sua bellezza non deriva
-dall'arte: è naturale in lei.
-
-— Oh, certo ella è avvenentissima, e tutti l'ammirano; ma non pare
-verosimile che si dia pena di mettersi così belle cose e portarle con
-tanta grazia, per sua propria sodisfazione.
-
-— Non lo fa soltanto per sè medesima: è soprattutto per compiacere suo
-padre che ha cura di vestire lindamente e con gusto. A quanto ho udito,
-quand'ebbe la disgrazia di perdere la vista si abbandonò da prima a
-una grande noncuranza del suo esteriore, ma avendo scoperto che con ciò
-accresceva l'afflizione del signor Graham, si fece animo, aiutata dalla
-signora Ellis; da allora lo ha sempre contentato in questo particolare.
-Avrete però notato, Rina, che non porta mai nulla di ricco e di
-vistoso.
-
-— È vero; ed appunto la sua squisita semplicità mi piace tanto. Ma
-dunque, Gertrude, essa non è cieca dalla nascita?
-
-— No; fino ai sedici anni ebbe occhi bellissimi che vedevano bene
-quanto i vostri.
-
-— Che le accadde? Come accecò?
-
-— Lo ignoro.
-
-— Non gliel'avete mai domandato?
-
-— No.
-
-— Curioso! O perchè?
-
-— So che non ne parla volentieri.
-
-— Ma a voi non si sarebbe ricusata di dirlo. V'idolatra!
-
-— Se avesse voluto dirmelo lo avrebbe fatto spontaneamente. —
-
-Rina guardò Gertrude con maraviglia. Era colpita da un tale esempio di
-delicatezza e di rispetto della sventura, ed ammirava per istinto un
-ritegno di cui, lo sentiva, ella non sarebbe stata capace.
-
-— Ma il vostro abbigliamento? — domandò sorridendo la sua amica. — Lo
-dimenticate?
-
-— Ah, sì, avete ragione! Quasi m'era uscito di mente.... E sono venuta
-per questo! Che mi metto dunque stasera? Un abito grave o leggero?
-Bianco, celeste o rosa?
-
-— Che ha scelto Isabella?
-
-— Una splendida seta celeste: è il suo colore favorito. Ma a me non va.
-
-— Infatti, preferirei un altro per voi.... Bene, venite, Rina,
-andiamo nella vostra camera; mi mostrerete i vestiti e vi dirò il mio
-parere. —
-
-Ispezionata la guardaroba della signorina Ray, Gertrude osservò che per
-la stagione erano più adatte le stoffe leggiere e vaporose, e la scelta
-cadde sopra un finissimo crespo bianco. Ma sorse una nuova difficoltà.
-Nessuna delle acconciature da testa che Rina possedeva era d'una
-perfetta freschezza, nè, men che meno, poteva sostenere il paragone con
-la leggiadra ghirlanda, nuova fiammante, che Isabella stava accomodando
-sui suoi ricci biondi.
-
-— Non ce n'è una ch'io possa portare senza sfigurar troppo accanto a
-lei! — sospirò Rina. Ma volgendo gli occhi alla toelette dove c'era una
-scatola aperta, esclamò vivamente: — Oh, ecco quello che mi piacerebbe!
-Isabella, di dove li hai avuti, questi magnifici garofani rosa? —
-
-Così dicendo prese alcuni dei fiori, i quali erano un vero miracolo
-d'imitazione, e mostrandoli a Gertrude soggiunse che facevano proprio
-al caso suo.
-
-— Non toccare i miei garofani! — gridò irosamente Isabella, spiccandosi
-dallo specchio. — Me li sciupi! —
-
-E li strappò di mano alla cugina, li ripose nella scatola, chiuse
-questa in una cassetta del cassettone, poi mise la chiave in tasca:
-atto di cui Gertrude fu testimone attonita e indignatissima.
-
-— Rina, — ella disse — io vi farò, se volete, una ghirlanda di fiori
-naturali.
-
-— Davvero? — rispose Rina ch'era rimasta male. — Oh, che felice idea!
-Non ci può esser nulla di più bello! Isabella, vecchia avaraccia
-stizzosa, tientele pure tutte le tue ghirlande! Peccato che tu non
-possa metterne due in una volta! —
-
-Fedele alla sua promessa, Gertrude preparò un'acconciatura da sera
-per la signorina Ray: e seppe contessere con gusto tanto squisito i
-più bei fiori del giardino, che quando Bella Clinton vide la cugina
-così elegantemente ornata, grazie ad affettuose cure di cui non soleva
-essere oggetto, ella, nonostante la superba coscienza della propria
-singolare bellezza, sentì un acuto morso di gelosia contro Rina e una
-fiera avversione contro Gertrude.
-
-Per lei, che non poteva sopportare d'essere eclissata, la manifesta
-corte fatta a Rina da Ben Bruce mentre ella rimaneva negletta, era
-causa di gran dispetto. Non già che inclinasse ad amare il giovane
-cui l'altra desiderava piacere; ma la gloria derivante alla cugina
-dalla preferenza ottenuta, il vivo interessamento della zia, le
-occhiate significative della signora Bruce, le facevano sentire ch'ella
-era scesa al secondo posto: e però bramava oltremodo di offuscare
-quella sera la piccola Ray tanto meno appariscente di lei, attirando
-l'ammirazione generale. Quando la signora Graham complimentò Rina
-sulla sua straordinaria eleganza, dicendole che non era mai stata
-così incantevole e soggiungendo che _qualcuno_ glielo avrebbe provato,
-Isabella atteggiò le labbra a un sorriso di sprezzo e di sfida. E Rina,
-col viso invermigliato dalla gioia, si volse a Gertrude e le mormorò
-all'orecchio:
-
-— Il bianco piace al signor Bruce; me lo disse l'altro giorno
-mentre appunto passavate per il salotto vestita del vostro abito di
-mussolina. —
-
-
-
-
-XXXII.
-
- Sappiate dunque che io ho sostenuto
- le mie pretensioni alla vostra
- mano nella maniera che meglio si
- conveniva al mio carattere.
-
- IVANHOE.
-
-
-Emilia non stava bene quella sera. Accadeva spesso da qualche tempo che
-l'emicrania, o una stanchezza insolita, una nervosa insofferenza d'ogni
-rumore, d'ogni eccitazione, la costringessero a ritirarsi nella sua
-camera e anche a coricarsi presto.
-
-Dopo che la signora Graham e le sue nipoti furono scese nel salotto
-ad aspettare che il signor Graham fosse pronto e che arrivasse la
-signora Bruce, Gertrude, la quale aveva lasciato l'amica per alcuni
-minuti, ritornò a lei, e la trovò più che mai molestata da quella
-ch'ella chiamava l'importuna sua testa. Agevolmente l'indusse a cercare
-nel sonno l'unico infallibile rimedio; e sedutasi accanto al letto
-le fece bagnuoli alle tempie, come soleva in questi casi, finchè non
-la vide quetarsi in un placido sopore. Parve disturbata un momento
-quando giunse la carrozza dei Bruce, ma si riaddormentò subito, e così
-profondamente da non essere scossa nemmeno dalla voce sonora della
-padrona di casa che prima di partire dava ordini a una delle persone di
-servizio.
-
-La giovanetta rimase ancora un poco senza muoversi; poi, pian piano,
-si rizzò, preparò ogni cosa per la notte, secondo i desiderî d'Emilia
-ch'ella ben conosceva, e chiuso con riguardo l'uscio dietro a sè andò
-nella propria camera a prendere un libro, col quale scese nel deserto
-salotto dove c'era più fresco.
-
-Sedette a un tavolino, e si dispose a godersi quell'ora di pace e
-libertà: occasione rara per lei.
-
-Aperse il volume portato seco; ma fossero i suoi pensieri più
-avvincenti di quella lettura, o le dessero noia le farfalline attirate
-dalla vivida fiamma del lume, o la seducesse l'incanto della serena
-notte estiva, ella non tardò a levarsi di lì per andare a sedere presso
-la grande porta vetrata.
-
-Stava immersa nelle sue meditazioni, con la fronte reclinata sulla
-mano, quando udì nel salotto un passo, e voltandosi vide accanto a sè
-Ben Bruce. Ella dette un sobbalzo ed esclamò:
-
-— Come! Voi qui, signor Bruce?... Credevo che foste alle nozze.
-
-— No, v'era qualche cosa di più attraente per me a villa Graham....
-Vi pare ch'io possa trovar piacere in una festa alla quale voi non
-partecipate?
-
-— Non ho mica tanta vanità da presumere il contrario.
-
-— Vorrei che ne aveste un po' più, signorina Gertrude. Forse allora
-prestereste qualche volta maggior fede alle mie parole.
-
-— Sono lieta del candore con cui riconoscete che senza questo requisito
-è impossibile credere alle vostre belle frasi, — diss'ella sorridendo.
-
-— Io non riconosco nulla di simile. Ciò che dico a voi sarebbe creduto,
-e volentieri, da qualunque altra ragazza; ma in qual modo persuadervi
-ch'io sono serio, e merito d'essere ascoltato, indurvi a trattar meco
-liberamente, a non sfuggire la mia compagnia?
-
-— Parlandomi con semplicità e sincerità, risparmiandomi quei discorsi e
-quelle galanterie che, come mi sforzo sempre di provarvi, io non posso
-gradire, e a voi non fanno onore.
-
-— Ma io ho un fine, Gertrude, un fine _onorevole_. Da parecchi giorni
-cerco un'opportunità di comunicarvi la mia risoluzione; voi _dovete_
-ascoltarmi. _Dovete_ — proseguì con forza vedendola mutar colore e
-mostrar segni d'inquietudine — darmi una pronta risposta; e mi confido
-che sarà favorevole ai miei desiderî. Vi piace che si parli schietto;
-ebbene, così parlerò ora che ho preso un partito con animo deliberato.
-I miei parenti e i miei amici facciano pure le maraviglie e dicano quel
-che vogliono quando sapranno che ho scelto in isposa una fanciulla
-senza beni di fortuna e senza famiglia: io sono risoluto a sfidarli
-tutti e ad offrirvi il mio nome. In fin dei conti, a che serve il
-denaro se non rende l'uomo indipendente e padrone di fare il piacer
-suo? Quanto al mondo, non vedo perchè voi non vi portereste alta la
-testa al pari di chiunque. Sicchè, se non avete obiezioni, cessiamo
-questa scherma di parole, e consideriamo la cosa come regolata. —
-
-Così dicendo cercò di prenderle la mano.
-
-Ma Gertrude si ritrasse vivamente; aveva le fiamme al viso, e gli occhi
-le sfolgoravano nel fissarsi in quelli di lui con un'espressione di
-stupore e d'orgoglio offeso, tale ch'egli non poteva illudersi.
-
-Lo sguardo calmo e penetrante di quei grandi occhi neri era
-pieno d'eloquenza; Ben Bruce non lo sostenne e rispose alla muta
-interrogazione:
-
-— Spero che la mia franchezza non vi sia dispiaciuta....
-
-— No, la franchezza non può mai dispiacermi, — ella disse con dignità.
-— Ma che ho fatto io inconsciamente perchè abbiate a tenervi così
-sicuro di me che mentre vi vantate di sfidare l'opposizione dei vostri,
-quasi vi pare superfluo chiedere qual sia il mio sentimento? —
-
-Egli si scusò:
-
-— Nulla, al contrario anzi.... Soltanto io pensavo che la vostra
-ritrosia derivasse dall'impressione ch'io vi lusingassi per giuoco, e
-che se aveste conosciuto la serietà delle mie intenzioni non m'avreste
-sfuggito nè trattato con sì sdegnosa alterezza; ma, credetemelo, quel
-dignitoso contegno non faceva che accrescere la mia ammirazione, e
-se ho presunto di poter essere amato da voi dovete perdonarmelo. Mi
-stimerò felicissimo d'ottenere il vostro consenso e lo riceverò come un
-favore. —
-
-L'espressione d'orgoglio offeso svanì dagli occhi di Gertrude.
-
-— Non è sua colpa; — ella disse tra sè — è fatto così. Io devo
-compiangerlo per la sua vanità e la sua ignoranza, e compatirlo per il
-disinganno che gli cagiono. —
-
-Quindi, pur dichiarando al signor Bruce in modo esplicito e positivo
-ch'egli non aveva destato in lei simpatie più tenere della benevolenza
-di un'antica e buona conoscente, procurò d'addolcire il rifiuto
-dandogli una forma cortese, evitando ogni parola che potesse affliggere
-il giovane o mortificarlo. Ella sentiva, come sente in simili casi
-una vera donna, di dover gratitudine e riguardo all'uomo che, per
-quanto poca stima ella facesse di lui, le rendeva il maggior onore
-possibile; e sebbene il suo rincrescimento fosse temperato dal pensiero
-di Rina e della strana condotta di Ben verso la fanciulla, condotta
-ora doppiamente inesplicabile, nemmeno _questa_ riflessione le impedì
-di comportarsi non soltanto da perfetta signora, ma da persona che,
-costretta a dare ad altri un dispiacere, è addolorata dalla necessità
-di farlo.
-
-Comprese però che la sua delicatezza era quasi sprecata quando scòrse
-qual fosse l'animo del signor Bruce nel vedersi opporre quel rifiuto
-inaspettato.
-
-— Gertrude, — egli disse — cotesto è un prendere a giuoco o me o voi
-medesima. Se siete ancora disposta a far la ritrosa per civetteria,
-desidero che sappiate ch'io non m'umilierò a sollecitarvi più oltre; ma
-se, dimenticando i vostri propri interessi, ricusate deliberatamente
-una fortuna come quella ch'io v'offro, è davvero gran peccato che non
-abbiate amici da cui siate bene consigliata. Non si presentano tutti
-i giorni di tali occasioni, specie a una povera maestrina di scuola; e
-se vi lasciate scappare questa, oso dire che non ve ne capiterà mai una
-seconda. —
-
-A tale linguaggio insultante, _l'antico temperamento_ di Gertrude si
-ridestò, l'ira agitò il suo spirito, si tradì nel lieve tremito delle
-sue dita appoggiate alla tavola presso cui stava ritta, essendosi
-alzata di scatto mentre egli parlava; ma per quanto insolita e
-improvvisa fosse la ribellione del vecchio nemico vinto, i suoi
-sentimenti erano da troppo tempo assoggettati a una severa disciplina
-perchè ella cedesse a quell'impulso, e rispose con voce commossa ma
-pacata:
-
-— Signor Bruce, ammesso ch'io potessi fino a tal punto dimenticare _me
-stessa_, non vorrei fare _a voi_ l'ingiuria di sposarvi per il vostro
-denaro. Io non dispregio la ricchezza: so il bene di cui può esser
-fonte. Ma il mio amore non si compera a prezzo d'oro. —
-
-Così dicendo mosse verso l'uscio. Egli le afferrò una mano.
-
-— Fermatevi! Vogliate ascoltarmi un momento, permettermi una
-domanda.... Siete gelosa delle attenzioni da me prodigate ultimamente
-ad un'altra?
-
-— No, punto. Confesso però che non mi posso spiegare la vostra ambigua
-condotta.
-
-— Avete forse creduto ch'io mi curassi davvero di quella scioccherella?
-— proseguì Ben con ardore. — Ch'io avessi alcun altro desiderio che
-di mostrarvi se fossero apprezzabili i miei omaggi?... No, non ho mai
-provato ombra di passione per Rina Ray.... Il mio cuore è stato sempre
-tutto vostro, e se mi fingevo attratto da _lei_, era soltanto nella
-speranza d'ottenere uno sguardo da _voi_.... uno sguardo _ansioso_,
-intendete? Oh, quanto ho spesso bramato di vedervi manifestare la
-metà del piacere che manifestava Rina in mia compagnia.... arrossire
-e sorridere così.... brillare in viso quand'ero allegro, esser triste
-del mio malumore, farmi sperare infine d'aver conquistato l'amor
-vostro, come il suo.... Ma amarla, io? Poh! La canina della signora
-Graham non potrebbe essere una rivale meno pericolosa per voi di quella
-puerile....
-
-— Tacete, tacete! — gridò Gertrude interrompendolo. — Per _me_, se non
-per rispetto di _voi stesso_! Oh, è mai possibile.... —
-
-Non potè continuare. Si lasciò cadere in una poltrona, scoppiò in
-lacrime, e nascondendo la faccia tra le palme, al modo che soleva
-quand'era bambina, pianse irrefrenabilmente.
-
-Ben Bruce era sbalordito. S'accostò a lei e chiese in tono sommesso:
-
-— Perchè piangete? Che ho fatto? —
-
-Ella non fu in grado di rispondere se non in capo a qualche minuto.
-Sollevò la testa, si scosse dalla fronte i capelli scomposti, e
-mostrando un viso che esprimeva solo un intenso dolore, disse con voce
-rotta:
-
-— Che avete fatto? E potete domandarlo? Ella è una dolce creatura,
-gentile, affettuosa. Ha un cuore amante e fidente. E voi l'avete
-_ingannata_, ingannata per causa mia.... Oh, come, come ne foste
-capace!... —
-
-Il giovanotto ora pareva sconcertato, e mormorò, non senza esitare:
-
-— Le passerà.
-
-— Le passerà, _che cosa_? — replicò Gertrude. — Il suo amore per voi?
-Può ben darsi. Io non so quanto profondo sia. Ma pensate alla sua
-felice e amorosa natura, e al tradimento con cui l'avete contristata!
-Pensate ch'ella credeva sincere le vostre parole, mentre erano tutte
-vuote, tutte false! Abusando così della sua fiducia, voi avete dato una
-perniciosa lezione di scetticismo ad una giovanetta, orfana di padre e
-di madre, che ha diritto alla simpatia e alla protezione di tutti.
-
-— Non m'immaginavo che voi la pigliereste in cotesto senso, — disse Ben.
-
-— E in quale altro potrei pigliarla? — ella rispose. — Speravate forse
-che una tale condotta vi concilierebbe la mia stima?
-
-— Date troppo peso alla cosa, Gertrude: siffatti corteggiamenti sono
-comunissimi.
-
-— Tanto peggio. Per me, che non ho pratica del bel mondo, il
-trastullarsi con un cuore umano è una mala azione. Se Rina vi ami, io
-non so; ma quale opinione può avere della vostra lealtà?
-
-— Mi pare che non dovreste essere tanto dura, signorina Gertrude, posto
-ch'io sono stato mosso unicamente dall'amore che vi porto.
-
-— Forse sarò dura. Non ho autorità di censurare: parlo soltanto per
-impulso del cuore. Che un'orfana prenda la difesa di un'orfana è
-naturale. Forse anche Rina stessa considera il fatto meno grave che
-a me non sembri, e non ha bisogno d'avvocati. Ma, signor Bruce, non
-abbiate del mio sesso una così bassa opinione da credere che si possa
-guadagnare l'amore e il rispetto d'una donna con un tradimento verso
-un'altra. Sarebbe l'infima tra le femmine colei che rinnegasse così i
-principî della rettitudine e dell'onore.
-
-— Tradimento! Che paroloni! Voi esagerate per troppo orgoglio.
-
-— Tant'è vero che mezz'ora fa mi sentivo disposta a piangere
-vedendo che voi avevate riposto il vostro affetto in chi non poteva
-corrispondervi, e se ora piango per colei che ha dato ascolto alle
-vostre parole menzognere, e la cui pace fu per lo meno _minacciata_ a
-cagion mia, dovete ascriverlo al non essersi ancora inaridito il mio
-cuore nel contatto col mondo. —
-
-Seguì un breve silenzio. Ben Bruce fece alcuni passi verso l'uscio, poi
-si fermò, tornò indietro, e disse:
-
-— Dopo tutto, Gertrude Flint, io credo che verrà un tempo in cui le
-vostre idee saranno meno romantiche, e ricordando questa sera vi dorrà
-di non aver proceduto diversamente. V'accorgerete, non dubitatene, che
-questo è un mondo ove ciascuno deve provvedere a sè. —
-
-E uscì concitato, senza soggiungere verbo. Un momento appresso Gertrude
-l'udì chiudere la porta di casa d'un colpo violento.
-
-Allora la quiete del salotto che più non risonava delle loro voci
-commosse, fu di nuovo turbata da un lieve gemito il quale veniva dal
-vano d'una finestra. Ella sussultò. Avvicinatasi, intese un singhiozzo
-represso. Alzò la tenda drappeggiata, e, là, sul largo sedile che
-occupava un lato dell'ampio strombo, vide la povera Rina Ray col viso
-affondato nei cuscini, e la sottile personcina contorta in uno strano
-atteggiamento di abbandono disperato, come di bimba accasciata sotto il
-peso d'un gran dolore. L'abito di crespo bianco gualcito, la ghirlanda
-di fiori naturali avvizzita e spostata, che le pendeva dietro fin sul
-collo, il piccolo pugno che stringeva convulsamente un cordone della
-tenda, rendevano ancor più penosa quell'espressione d'estrema angoscia.
-
-— Rina! — esclamò Gertrude la quale aveva indovinato chi era prima
-ancora di vederla.
-
-Al suono della sua voce la fanciulla si rizzò d'un balzo, e si gettò
-tra le sue braccia, le posò il capo sulla spalla. Non piangeva, non
-_poteva_ piangere, ma un tremito che non giungeva a dominare la scoteva
-tutta. La mano premente la mano dell'amica, era gelida da far paura,
-gli occhi sembravano fissi, e lo stesso gemito isterico che l'aveva
-tradita nel suo nascondiglio, le usciva ad intervalli dalla gola,
-spaventando Gertrude a cui ella s'aggrappava come presa da un subito
-terrore.
-
-Questa, sorreggendola, la trasse fino a un divano, le sedette accanto,
-e si strinse dolcemente al petto la personcina tremante, scaldò le
-manine diacce, baciò e ribaciò le labbra irrigidite, finchè ottenne di
-ricomporla almeno in un'apparenza di calma. Per un'ora Rina stette così
-abbracciata a lei, ricevendo le sue carezze con evidente piacere, e
-rendendole ogni tanto con impeto convulso, ma senza proferir parola.
-
-Guidata da un savio criterio e da una perfetta delicatezza, la sua
-giovane protettrice s'astenne dall'interrogarla o accennare comunque
-al colloquio certo udito di nascosto, senza perderne sillaba; ma
-aspettato pazientemente che fosse in realtà più tranquilla, le preparò
-un cordiale, poi, vedendola prostrata di corpo e d'anima, le cinse
-con un braccio la vita, la condusse di sopra, e la fece entrare, senza
-cerimonie, nella propria camera, dove, se non doveva godere il ristoro
-del sonno, le sarebbero state risparmiate almeno le osservazioni e la
-curiosità d'Isabella. Stretta sempre all'amica, la povera fanciulla,
-che finalmente uno sfogo di pianto aveva alquanto sollevata, finì però
-con l'assopirsi fra i singhiozzi; e tutte le sue pene furono per allora
-sepolte nel profondo oblio in cui l'infanzia e la giovinezza trovano
-una tregua al dolore, e talvolta un balsamo che lo sana.
-
-Non fu così di Gertrude, la quale, benchè fosse circa della stessa
-età, aveva già conosciuto troppe afflizioni e troppe cure perchè
-potesse conservare il beato privilegio d'addormentarsi agevolmente
-anche in mezzo alle inquietudini. Era necessario, d'altronde, ch'ella
-vegliasse per aspettare il ritorno della signorina Clinton e spiegarle
-l'assenza di sua cugina dalla camera da esse occupata in comune. Seduta
-alla finestra, tendeva l'orecchio, impensierita, poichè Rina aveva
-cominciato ad agitarsi sui guanciali e mormorava parole incoerenti,
-evidentemente turbata nel suo sonno da sogni affannosi. Era passata
-la mezzanotte quando arrivarono i signori Graham con la nipote. Ella
-s'affrettò ad avvertire quest'ultima che la signorina Ray, indisposta,
-s'era coricata nella camera sua.
-
-Ma il rumore delle carrozze aveva destato la dormente. Quando Gertrude
-rientrò, la trovò in atto di stropicciarsi gli occhi cercando di
-raccogliere i propri pensieri. Subitamente la scena della sera innanzi
-le balenò nella memoria, e con un sospirone ella esclamò:
-
-— Oh, Gertrude! Sognavo il signor Bruce.... Dite, l'avreste creduto
-capace di trattarmi in tal modo?
-
-— No, di certo.... Ma s'io fossi in voi, non lo sognerei, nè vorrei
-pensarci da sveglia.... Dormiamo e dimentichiamolo.
-
-— Eh, per voi è un'altra cosa! — fece Rina con semplicità. — Egli vi
-ama e voi non l'amate.... mentre io.... io.... —
-
-S'interruppe, soverchiata dalla sua passione, e nascose il volto nei
-guanciali.
-
-Gertrude s'accostò al letto, pose una mano sul capo della povera
-fanciulla, e terminò la frase per lei.
-
-— Il vostro cuore è così grande, Rina, ch'egli forse v'ha trovato un
-posticino; ma è un cuore troppo buono, dove non sono degni d'entrare
-i vili. Non dovete pensare più a colui; è immeritevole della vostra
-stima.
-
-— Ahimè, non posso! Come ha detto, sono una scioccherella....
-
-— No, non è vero, — disse Gertrude con un tono incoraggiante. — E
-dovete provarglielo.
-
-— In qual maniera?
-
-— Facendogli vedere che nonostante la sua dolcezza, Rina Ray
-è coraggiosa e forte, ch'ella non crede più alle sue menzogne
-lusinghiere, e tiene le sue galanterie per ciò che valgono.
-
-— Mi aiuterete, Gertrude? Voi siete la mia migliore amica; avete
-preso le mie difese, gli avete mostrato quanto malvagia è stata la
-sua condotta verso di me. Mi permetterete di venire a voi, quando non
-mi sentirò la forza di nascondere il mio dolore a lui, alla zia, ad
-Isabella? —
-
-Un caldo abbraccio di Gertrude l'assicurò che avrebbe sempre trovato in
-lei aiuto e simpatia.
-
-— Vedrete, — affermò questa — che tra poche settimane sarete di nuovo
-serena ed allegra come prima. Non vi riuscirà difficile cessar d'amare
-una persona che avete cessato di stimare. —
-
-L'innamorata protestò che mai più non sarebbe stata felice; ma
-Gertrude, sebbene novizia anch'essa nelle vie del cuore umano, era più
-fiduciosa, perchè dalla violenza medesima dello sfogo comprendeva che
-il dolore di Rina somigliava un po' a uno di quegl'impetuosi dolori
-infantili che si esauriscono in lacrime e singhiozzi, e pensava che
-i più intimi recessi dell'anima sua fossero rimasti immuni dai danni
-della tempesta.
-
-Sentiva nondimeno per lei una profonda compassione, e insieme temeva
-ch'ella non avesse tanta forza di carattere da comportarsi di fronte
-al signor Bruce come richiedeva la sua dignità di donna, ed evitare
-d'esporsi ai dileggi d'Isabella e al disprezzo della zia palesando col
-suo aspetto e il suo contegno la grave mortificazione patita.
-
-Fortunatamente, quanto al giovane la prova le fu risparmiata, giacchè
-egli non si presentò più a villa Graham, e si seppe ch'era partito per
-tutto il rimanente della stagione estiva. La maraviglia e la curiosità
-suscitate nelle due famiglie da questa improvvisa partenza furono
-dunque la sola causa di difficoltà esteriori contro cui ebbe a lottare
-la povera Rina, sulla quale veniva a cadere il sospetto ch'ella non
-fosse estranea al brusco allontanamento del suo corteggiatore. La zia e
-la cugina la tempestavano di domande: «L'aveva ella rifiutato? Si erano
-bisticciati? E perchè?»
-
-Ella negava l'una cosa e l'altra, ma non le credevano, e il mistero
-persisteva, strano e solleticante.
-
-La signora Graham e Isabella non ignoravano che la sera della festa
-Rina si era, all'ultimo momento, ricusata d'andarci, con un pretesto,
-perchè mentre s'aspettava la carrozza della signora Bruce aveva per
-caso risaputo che Ben non ci sarebbe stato; ed essendo riescite a
-farle confessare ch'egli era poi venuto alla villa, ne trassero la
-naturalissima ipotesi d'un dissenso tra i due supposti innamorati.
-
-Isabella, dall'altro canto, conoscendo troppo bene i sentimenti
-della cugina, non poteva già credere ch'ella avesse rinunziato di sua
-spontanea volontà a un adoratore tenuto in sì gran pregio, e vedeva la
-sensitiva giovanetta sussultare ad ogni accenno alla costui diserzione.
-Quindi l'affetto di parente e d'amica, e un senso di delicatezza
-avrebbero dovuto vietarle di toccare il penoso soggetto. Ma invece il
-signor Bruce e la sua enigmatica scomparsa erano il tema favorito de'
-suoi discorsi, e al minimo disaccordo tra lei e Rina, ella non mancava
-di confonderla e chiuderle la bocca con qualche pungente sarcasmo
-allusivo al suo amore andato a male.
-
-Rina allora si rifugiava presso Gertrude, le confidava le sue pene,
-invocava il conforto della sua simpatia, trovando non soltanto benevolo
-ascolto, ma attingendo in quell'amicizia maggior coraggio e serenità
-d'animo che non potessero venirle in soccorso da alcun'altra parte.
-E a grado a grado la loro familiarità divenne per lei così dolce,
-ch'ella le doveva le sole sue buone ore di pace. Gertrude si prendeva
-teneramente a cuore la sorte della fanciulla che aveva sofferto un
-crudele disinganno di cui ella era l'involontaria cagione. Lo spirito
-depresso, l'aria mesta e pensosa della piccola Rina Ray, per sua
-natura così viva, così gaia, le dicevano con eloquenza commovente il
-suo intimo dolore; ed ella procurava in ogni modo di distrarla, di
-ricrearla, di farle prender gusto a quelle occupazioni e quei piaceri
-in cui ella stessa aveva spesso trovato un sollievo negli affanni
-tormentosi, nelle contrarietà irritanti.
-
-Certo, quasi tutto il suo tempo era dedicato ad Emilia, la sua amica
-più cara, la sua benefattrice; ma Emilia non aveva abitudini esclusive;
-quando non l'affliggevano quelle indisposizioni alle quali andava
-soggetta, era sempre disposta a ricevere cordialmente i visitatori cui
-la sua compagnia poteva esser grata o utile; perfino la indisciplinata
-e spensierata Fanny Bruce sentiva di non riuscire importuna, tanto
-era gentile il sorriso che l'accoglieva e tollerante l'indulgenza
-concessa alle sue monellerie. Rina dunque approfittava anche lei di
-questa cortese ospitalità; e poichè la cieca, col suo raro intuito,
-comprendeva che la fanciulla non era più la felice e folle creatura
-di prima, e aveva bisogno della sua benevolenza, questa era per lei
-doppiamente benvenuta.
-
-Tutte le volte che Isabella si divertiva a punzecchiare e mortificare
-la cuginetta oltre i limiti della pazienza umana, e che Gertrude
-si trovava occupata nella camera della signorina Graham, una snella
-figurina s'affacciava timidamente all'uscio socchiuso, e una voce soave
-come nessuna diceva dall'interno:
-
-— Vi sento, Rina; entrate, cara; la vostra compagnia ci è sempre
-gradita. —
-
-E Rina entrava, si sedeva accanto a Gertrude, imparava da lei qualche
-artistico lavoro d'ago, o ascoltava qualche piacevole lettura, o godeva
-dell'ancor più piacevole conversazione d'Emilia. Passava così ore
-indimenticabili: ore calme, serene, ch'erano tanto diverse da quelle
-vissute fino allora, e lasciavano in lei un'impressione duratura,
-benefica per il suo spirito e il suo cuore.
-
-Nessuno poteva trattare familiarmente con Emilia Graham, ascoltare
-le sue parole, vedere la radiosità del suo celeste sorriso, respirare
-nella pura atmosfera che la circondava, senz'acquistar almeno l'_amore_
-della virtù e della santità, se non qualche particella della loro
-_essenza_. Ella era così scevra di egoismo, così paziente e rassegnata
-nonostante le sue privazioni, che Rina avrebbe sentito vergogna di
-lamentarsi in sua presenza; ed intorno a lei regnavano una pace e una
-giocondità il cui influsso irresistibile faceva spesso scordare alla
-giovanetta la causa della sua infelicità a segno ch'ella ripigliava
-senz'avvedersene la naturale gaiezza. Di giorno in giorno, oramai,
-la sua passione, il suo rammarico, tanto cocenti, tanto veementi
-sulle prime, andavano dissipandosi rapidamente come sogliono questi
-turbini di dolore, e mentre la guarigione progrediva in una tranquilla
-inconsapevolezza, un'altra opera non meno salutare ed importante
-s'iniziava in quell'anima. Frequentando una creatura eletta come
-Emilia, di cuore puro e di mente alta, vivendo in ancor più intima
-familiarità con la degna sua discepola, Rina apprendeva ad elevare
-i suoi pensieri, a mirare nelle sue azioni a nobili fini cui la vita
-ch'ella aveva condotta per l'innanzi era affatto estranea.
-
-Ammaestrata in parte dai precetti e dall'esempio delle sue nuove
-amiche, in parte dalla propria amara esperienza, la «scioccherella»
-che s'era lasciata prendere alle lusinghe di Ben Bruce vedeva adesso
-tutta la vanità e tutta la follia di cui s'era fino allora nutrito il
-suo spirito; e risolvendo per la prima volta di coltivare amorosamente
-le facoltà immortali, cominciò a sviluppare i germi della sua miglior
-natura, i quali, maturati col tempo e con l'aiuto di nuovi benefici
-influssi, trasformarono la frivola e leggera fanciulla mondana in una
-donna seria, utile e amabile.
-
-
-
-
-XXXIII.
-
- Lievi dispregi, forse d'odio scevri,
- Il mal che non potrebbero col peso
- Fan col numero, e i piccoli dolori
- A mille ci corrodono la vita.
-
- ANNA MORE.
-
-
-Gertrude era lungi dall'immaginarsi che mentre ella s'adoperava
-piamente, con tutte le sue forze, a procacciare la felicità e il
-benessere morale di Rina, affidatasi al suo affetto e alla sua cura,
-andava eccitando la gelosia e la malevolenza d'altre persone.
-
-Isabella Clinton, la quale non aveva mai veduto di buon occhio quella
-fanciulla il cui carattere, la cui condotta parevano un continuo
-rimprovero alla sua vanità e al suo egoismo, e per giunta rea del
-delitto d'essere l'amica prediletta d'un giovane che, adolescente,
-aveva lasciato nel superbo suo cuore un sentimentale ricordo, aspettava
-con impazienza un'occasione di denigrarla dinanzi alla signora Graham.
-La grande intimità nata tra Gertrude e Rina non era sfuggita alla sua
-osservazione e destava in lei un vivo risentimento, sebbene ella stessa
-la ribadisse e la rafforzasse con la propria freddezza e la propria
-ingenerosità verso la povera delusa. Ora, rammentando che sua cugina,
-precisamente la sera della supposta rottura di questa col signor
-Bruce, aveva disertato la loro camera comune per rifugiarsi in quella
-di Gertrude, s'affrettò a comunicare alla zia il sospetto che costei
-avesse suscitato e fomentato qualche discordia tra i due innamorati e
-fosse riuscita a mandare a monte il matrimonio.
-
-La signora Graham non esitò ad accettare la sua opinione.
-
-— Rina — ella disse — è d'animo debole ed evidentemente si lascia
-dominare dalla signorina Flint. Non mi farebbe maraviglia che tu ti
-fossi apposta, cara Bella! —
-
-Così collegate, cercarono di strappare a Rina, per via di sorpresa o
-d'astuzia, una confessione circa il modo in cui Gertrude sarebbe giunta
-ad allontanare il suo pretendente e a raggirare lei. La fanciulla negò,
-indignata, che la sua amica si fosse resa colpevole di questa mala
-azione, e seguitò ostinatamente a ricusarsi di rivelare ciò ch'era
-avvenuto alla villa la sera della festa nuziale. Era il primo segreto
-ch'ella serbava: ma il suo orgoglio femminile vi si trovava coinvolto,
-e sì l'onore che la saggezza le imponevano di custodirlo con rigorosa
-cura.
-
-La collera d'Isabella e della signora Graham si rinfocolò. Molto
-discussero in segreto la questione, molte vane congetture fecero; di
-giorno in giorno s'esasperavano contro Gertrude, e il loro contegno
-verso di lei cominciò a manifestarlo. La fanciulla presto s'avvide
-d'esser fatta segno di meditate scortesie, poichè quantunque non
-dipendesse dalle loro grazie, non mancavano, vivendo sotto lo stesso
-tetto, occasioni in cui potessero ferirla con maniere sgarbate, le
-quali divennero sempre più provocanti e sarebbero state insopportabili
-senza la severa disciplina morale che frenava il suo temperamento.
-
-Con mirabile pazienza ella mantenne la sua equanimità. Non aveva mai
-aspettato benevolenza nè riguardi da parte della signora Graham e
-della signorina Clinton. Fin da principio s'era persuasa che tra lei
-e loro ci poteva essere poca simpatia, e adesso che le mostravano
-aperta avversione, lottava strenuamente seco stessa per conservare
-non soltanto la calma e il dominio dei propri sentimenti, ma un
-costante spirito di carità. E fu bene che non cedesse a quella prima
-prova cui veniva sottoposta la sua tolleranza, perchè un'assai
-più grave e inopinata provocazione le riserbavano le sue maligne
-persecutrici. Irritate da quella paziente e dignitosa condotta che
-non avevano preveduta, accese dal dispetto di picchiare a vuoto,
-risolsero d'attaccarla da un altro lato: ed Emilia, la dolce, amabile,
-inoffensiva Emilia, fu il nuovo oggetto contro cui diressero le loro
-ostilità.
-
-Gertrude sapeva soffrire le ingiustizie, i dispregi, perfino le parole
-ingiuriose e crudeli finchè non colpivano che lei; però il sangue
-le bollì nelle vene quando vide che la sua diletta amica diveniva
-la vittima d'una bassa animosità palesata da vergognose piccole
-trascuranze, da malevoli procedimenti. Rivolgersi alla gentile creatura
-in termini men che cortesi pareva quasi impossibile; più impossibile
-ancora trovar qualche cosa a ridire sul conto d'una persona la cui vita
-era tutta bellezza e bontà; e la sventura che la teneva in certo modo
-appartata, sembrava doverla mettere al riparo d'ogni aggressione. Ma la
-signora Graham era grossolana e impulsiva, Isabella egoista e dura. Già
-molto prima che la cieca s'accorgesse delle loro nemiche intenzioni,
-Gertrude aveva sentito il suo cuore fremere e ribellarsi dinanzi ad
-atti e discorsi che tradivano il proposito di dar noia ad Emilia o
-d'affliggerla, tanto erano propri a ferire, se rilevati, la sensibilità
-di un'anima delicata. Ed ella vigilava: più d'un colpo veniva da lei
-stornato; più d'una mancanza riparata a tempo; più d'un disegno ch'esse
-contrariavano perchè lo sapevano favorito dalla signorina Graham, era
-portato a compimento grazie alla sua perseveranza e alla sua energia.
-Così durante alcune settimane Emilia ignorò che vari piccoli uffici
-servili le erano prestati adesso da Gertrude perchè Brigida aveva
-ricevuto dalla sua padrona ordini incompatibili col disbrigo di tutte
-le faccende per conto della signorina.
-
-Il signor Graham era allora assente, avendolo certe difficoltà che
-intralciavano i suoi affari chiamato a Nuova York nella stagione in
-cui egli soleva godere ozi beati, libero da ogni cura. La sua presenza
-sarebbe stata un freno potente per la moglie, la quale ben conosceva
-il tenero e devoto affetto che egli portava alla propria figliuola e
-il suo desiderio che il benessere di lei fosse considerato in casa
-sua come cosa di capitale importanza. E appunto il suo amore e le
-sue cure per Emilia, il rispetto, l'adorazione quasi, di cui tutti
-i familiari la circondavano, avevano destato fin dal primo giorno la
-gelosia della nuova signora Graham; e però ella approfittava di buon
-grado del pretesto offertole da Isabella, per dare sfogo al suo astio.
-Infatti ciò che concerneva Rina e la sua diserzione, com'esse dicevano,
-nel campo nemico, non era che una causa secondaria di diffidenza e
-d'avversione.
-
-Tuttavia la brusca e misteriosa partenza del signor Bruce, ed il
-sospetto che Gertrude, appoggiata dalla sua protettrice, avesse messo
-male tra lui e la fanciulla, forniva loro un motivo ostensibile di
-risentimento, ed erano determinate a trarre da questa scusa tutto il
-partito possibile.
-
-Un giorno, poco innanzi il ritorno del signor Graham, mentre Isabella
-e sua zia sedute nell'atrio cercavano d'ingannare le ore tediose di
-quell'afoso pomeriggio d'agosto sparlando di tutto il resto della
-famiglia, fu recata alla signora una lettera di suo marito. Ella ne
-scorse rapidamente il contenuto e disse con aria di sodisfazione:
-
-— Buone notizie, Bella! Pare che ci sia per noi la speranza di qualche
-piacere in questo mondo.... —
-
-E lesse ad alta voce il seguente passo:
-
- «Il molesto affare che m'ha costretto a venir qui è già quasi
- regolato, e nel modo più favorevole ai miei desiderî e ai miei
- disegni. Non veggo più alcun ostacolo al nostro viaggio in Europa;
- dunque partiremo nella seconda metà del mese venturo. Le ragazze
- facciano i loro preparativi. Dite ad Emilia che non risparmi nulla
- per provvedere dell'occorrente sè e Gertrude.»
-
-Isabella osservò ghignando:
-
-— Parla di Gertrude come fosse una di noi! Confesso ch'io non mi
-riprometto un piacere molto grande dal viaggiare per l'Europa con una
-cieca e la sua sgradevole appendice. Non capisco proprio perchè il
-signor Graham voglia portarsele dietro.
-
-— Magari le lasciasse a casa! — sospirò la zia. — Sarebbe per Gertrude
-un buon castigo. Ma, ohimè, sta' pur sicura, egli partirebbe piuttosto
-senza la mano destra che senza Emilia!
-
-— Spero che se mai mi marito, — esclamò la ragazza — non sarà con uno
-che abbia una figlia cieca! E per giunta una persona così terribilmente
-virtuosa, che tutti sono in obbligo d'idolatrarla, ammirarla e
-servirla.
-
-— _Io_ non ho da servirla; cotesto è l'ufficio di Gertrude: non è qui
-per altro.
-
-— E quest'è il peggio: la cieca ha bisogno d'una camerista, e la
-camerista è una gran dama che non si perita di sottrarre alle vostre
-nipoti i loro innamorati e guastarle tra loro.
-
-— E che ci posso fare io, Bella? Puoi credere che io non desidero
-la compagnia della Flint più di te; ma non so davvero in che modo
-riuscirei a liberarmene.
-
-— Io vi consiglio di raccontare un po' al signor Graham il male che
-ha già fatto. Se avete qualche potere su lui, non vi sarà difficile
-impedirle di partecipare al nostro viaggio.
-
-— Sarebbe soltanto ciò che merita; e non dico che non gli toccherò
-della sua condotta. Certo rimarrà stupito di quella subitanea fuga di
-Ben Bruce, perchè non dubitava che avrebbe sposato Rina. —
-
-In quella la signorina Clinton dovette interrompere la conversazione
-per andare a ricevere visite che arrivavano, e lasciò la signora Graham
-in una disposizione d'animo feconda di gravi conseguenze.
-
-Mentre Isabella scendeva la gradinata d'ingresso per andare incontro
-con sorrisi e complimenti agli ospiti che nell'intimo del suo cuore
-ella desiderava a cento miglia di distanza in quel torrido pomeriggio
-estivo, Gertrude saliva dalla cucina per la scala di dietro, e
-attraversava un corridoio conducente nella sua camera. Ella portava
-sulle braccia un abito di fine mussolina bianca, un buon numero di
-golette ricamate, di maniche e manichetti a piegoline, e altro, ogni
-cosa stirato di fresco. Era rossa in viso, e pareva molto stanca.
-Entrata, depose sul letto, accuratamente, il suo fardello, si scostò i
-capelli dalla fronte, aprì una persiana, e traendo un respirone sedette
-accanto alla finestra per godere un soffio d'aria fresca, se c'era. La
-signora Prime, che passava appunto per il corridoio, sporse la testa
-dall'uscio socchiuso, e visto che Gertrude era sola venne avanti.
-Guardò in atto di maraviglia la roba stirata, poi guardò lei, notò gli
-effetti del faticoso lavoro, e proruppe con indignazione:
-
-— Affemmia, signorina Gertrude, scommetto che avete stirato voi stessa
-l'abito di mussolina e il resto! —
-
-La giovanetta sorrise ma non rispose.
-
-— Oh, quest'è troppo! — esclamò la buona donna. — Pensare che voi avete
-lavorato in quella cucina ch'è un forno nelle ore calde, mentre noi si
-faceva la siesta!... Sono certa che la signorina Emilia non vorrebbe
-metterselo mai più cotesto abito bianco, se lo sapesse!
-
-— Dite piuttosto che non è quasi da mettersi.... Io non ho pratica di
-stirare, e ho durato gran fatica; una parte mi s'asciugava prima che
-avessi finito di passare il ferro sull'altra.
-
-— È una galanteria, invece; ma non so davvero perchè abbiate da far voi
-il lavoro di Brigida.
-
-— Brigida è sempre tanto occupata, — disse Gertrude evitando una
-risposta diretta — e poi è bene ch'io impari. Nessuna cognizione è
-inutile, signora Prime.
-
-— Ma dopo pranzo, con questo po' di caldo, non è il tempo adatto per
-simili sperimenti. E oso dire che neppur voi l'avreste scelto se non
-fosse stato il pensiero che la signorina Emilia poteva aver bisogno
-della sua roba e non trovarla pronta. Che mutamenti in casa Graham!
-La figliuola del padrone, una volta al primo posto, adesso è ridotta
-ad aspettare che sia stirata la biancheria degli altri per ottenere
-la propria. Brigida dovrebbe aver tanto giudizio da non dar retta a
-quelle villane rivestite quando le ordinano, per esempio, come sentii
-giusto ieri la signora, di lasciare stare «quel mucchio di mussoline»
-per occuparsi di faccende «più importanti....» La nostra Caterina non
-sarebbe stata così grulla: ma Brigida è anch'essa una nuova capitata. E
-io pensai subito: «Che direbbe la signorina Gertrude vedendo trascurare
-così la signorina Emilia?» Eh, com'è vero ch'io mi chiamo Prime,
-voglio che la padroncina sappia quel che succede qui!... Voi non vi
-scalmanerete più a stirare: se le sue vesti e la sua biancheria fine,
-e specie la vostra, non possono più esser lavate e stirate in casa,
-si daranno fuori. Denaro ce n'è, e se ne deve spendere un poco anche
-per i bisogni delle signore vere. Vorrei pure che l'Isabella andasse
-a cambiar aria: le farebbe buono! Mi feriscono nel cuore le vessazioni
-che si commettono contro voi due.... Io non ci reggo più; vo difilato
-dalla signorina e vuoto il sacco.
-
-— No, che non ci andrete, signora Prime, — disse Gertrude in tono
-persuasivo — posto ch'io vi prego di non farlo. Voi dimenticate quale
-dispiacere proverebbe Emilia se risapesse questa mancanza di riguardo
-della signora Graham. Io vorrei stirare vestiti di mussolina tutti
-i giorni piuttosto che lasciarle pur _sospettare_ una volontaria
-scortesia di qualcuno verso di lei. —
-
-La cuoca esitò. Infine disse:
-
-— Signorina Gertrude, io credevo che nessuno potesse amare la nostra
-cara Emilia più di me, ora capisco però che voi l'amate _meglio_,
-perchè usate tanta prudenza e saviezza per amor suo. Io tacerei se
-non vi andaste di mezzo _voi_: siete venuta in questa casa ch'eravate
-ancora una bambina, e tutti v'abbiamo posto affetto e vi teniamo in
-gran conto.... Io non posso tollerare di veder quella gente mettervi i
-piedi sul collo come ne ha l'intenzione.
-
-— So che mi volete bene, signora Prime, e ad Emilia pure: dunque
-tanto per me che per lei non dovete fiatare con anima viva su questi
-cambiamenti nel governo della famiglia. Facciamo quanto è possibile per
-risparmiarle il dolore di conoscerli: circa il resto, non dateci peso.
-Se anche non mi tratteranno con l'amorevolezza e l'indulgenza a cui gli
-altri m'avevano avvezzata, qui, il miglior consiglio è di non mostrare
-d'accorgersene: e voi, non vi mettete gli occhiali per veder torbido.
-
-— Dio vi benedica, signorina Gertrude! Quelle persone hanno fortuna
-d'aver a fare con un cuore come il vostro: nessuno, io credo, sarebbe
-capace d'una tale pazienza. A me, grazie al cielo, non hanno occasione
-di dar noia. Io lasciai subito intendere alla signora Graham che non
-soffro ingerenze di chicchessia nelle mie faccende: i diritti delle
-cuoche sono privilegiati, e le feci passare presto la voglia d'invadere
-i miei dominî, ve l'assicuro.... M'è doloroso assai veder le mie care
-signorine soverchiate così; nondimeno, poichè voi mi dite «zitto!»,
-frenerò la lingua finchè potrò. Ma l'è una vergogna, questo lo
-dichiaro! —
-
-E la signora Prime se n'andò, borbottando.
-
-Un'ora più tardi Gertrude era allo specchio, intrecciando i suoi lunghi
-capelli, quando entrò la signora Ellis dopo avere leggermente picchiato
-all'uscio.
-
-— Ah, — fece la governante — non avrei creduto che s'arriverebbe a
-questo segno!
-
-— Che c'è di nuovo? — domandò con ansia la fanciulla.
-
-— Pare che ci sfrattino dalle nostre camere.
-
-— Chi?
-
-— Voi, prima, e poi me, mi figuro. —
-
-Gertrude avvampò in viso ma tacque. La signora Ellis le raccontò come
-avesse ricevuto l'ordine di adattare la camera di lei per due ospiti
-aspettati il giorno seguente, e fu maravigliatissima d'udire che
-Gertrude non era stata consultata nè avvertita. La signora Graham le
-aveva parlato della cosa con aria di così tranquilla indifferenza,
-mostrandosi anzi tanto sicura che alla signorina Emilia e alla sua
-giovane amica sarebbe tornato comodo e gradito occupare la medesima
-stanza, ch'ella aveva creduto la cosa già stabilita di comune accordo.
-
-Profondamente offesa e sdegnata per conto proprio e d'Emilia, Gertrude
-stette un poco irresoluta, in silenzio. Poi domandò alla governante se
-avesse già informato la signorina di questa novità. Quella rispose di
-no. Ella la pregò allora di non dirgliene nulla.
-
-— M'è insopportabile — soggiunse — l'idea di farle sapere ch'io vengo
-espulsa senza cerimonie dal piccolo santuario da lei preparato per me
-con amorosa cura. Io dormo spessissimo nella sua camera, è vero: ma
-ella desiderava ch'io ne avessi una mia dove potessi stare in libertà,
-leggere, studiare.... Se permettete ch'io porti la mia scrivania
-nella camera vostra, signora Ellis, e di dormire lì qualche volta
-sull'agrippina, potremo tacerle la verità. —
-
-La signora Ellis acconsentì subito. Era divenuta molto umile e
-arrendevole, da qualche mese, e Gertrude le era entrata pienamente in
-grazia, prima con la sua esemplare pazienza, e da ultimo col cortese
-e valido aiuto prestatole nelle numerose occasioni in cui si trovava
-sopraccarica di faccende. Pertanto, non solo le accordò senza obiezioni
-ospitalità nella propria camera, ma s'offerse d'aiutarla a trasportarvi
-i suoi vestiti, i suoi libri, il tavolino da lavoro.
-
-Quantunque compiacente e gentile verso Gertrude, che adesso ella
-considerava come Emilia, la signora Prime e sè medesima, un membro del
-partito oppresso ed angariato, ritornava però all'antica asprezza per
-esprimere la sua indignazione parlando della condotta della signora
-Graham e d'Isabella.
-
-— È tutta una trama! Qualche volta penso perfino ch'è meglio per
-Emilia esser cieca e non vedere quanto succede in questa casa! Avrei
-voluto schiaffeggiare Isabella, ieri, quand'ebbe la sfacciataggine
-di prendere il vostro posto a tavola accanto a lei, e poi trascurare
-d'aiutarla a servirsi! E quell'angelo sedeva lì inconsapevole del suo
-vergognoso contegno, e le chiedeva un po' di burro con altrettanta
-dolcezza che se, per un mèro caso, voi foste stata mandata altrove
-e lei abbandonata a sè stessa. Davanti a tutti quegli estranei, poi!
-Io vedevo ogni cosa dallo stanzino della porcellana.... E i vestiti
-e le golette e i manichetti d'Emilia che stavano nell'armadio della
-biancheria aspettando d'essere stirati da tanto tempo ch'io credevo che
-finirebbero con l'ammuffire?... Sono contenta di vedere che Brigida
-ha potuto finalmente spicciarli, perchè davvero temevo che uno di
-questi caldi giorni la poverina non avrebbe più avuto roba leggera da
-mettersi. Ma è inutile discorrerne.... Io desidero soltanto che possano
-presto andarsene in Europa, e lasciarci respirare. A voi non importa
-mica d'andar con loro, eh, Gertrude?
-
-— Se ci va Emilia, sì.
-
-— Bene, siete migliore di me; io non sarei capace di sottopormi a un
-tale martirio neanche per amor suo. —
-
-Molte erano le molestie piccine e maligne a cui Gertrude veniva
-giornalmente fatta segno, specie dopo l'arrivo degli ospiti attesi:
-gente del mondo elegante, gaia e frivola, indotta dalla padrona di
-casa e da Isabella a riguardare lei come un'intrusa, ed Emilia come un
-noioso ingombro. Nè quest'ultima potè esser tenuta sempre all'oscuro
-del poco caso che si faceva di loro. Rina, indignata degl'incivili
-procedimenti di sua cugina e di sua zia, e indifferente verso gli
-estranei ospitati alla villa, poichè cominciava a discernere la
-leggerezza di carattere e di mente delle persone di quel genere, non
-esitò a manifestare alle sue amiche il vivo rincrescimento ch'ella
-provava nel vederle così indegnamente trattate e il desiderio di
-difenderle. Ma Rina era un'assai debole antagonista di fronte alla
-signora Graham, e soprattutto di fronte a Bella, i cui sarcasmi la
-sgomentavano; depressa di spirito dopo la mortificazione patita,
-era divenuta codarda, e non osava più, come avrebbe osato una volta,
-sventare i loro disegni e frapporsi tra chi ella amava e la malevolenza
-altrui.
-
-Ma la signora Graham, donna avventata, andò tropp'oltre, e s'impigliò
-nei propri intrighi. Il ritorno imminente di suo marito rendeva
-necessario un freno alla sua insolenza e a quella d'Isabella, cui era
-più difficile applicarlo. Quanto a lei, essendo abbastanza accorta
-da percepire fino a qual punto la tolleranza del signor Graham poteva
-giungere e la sua perspicacia essere ingannata, sapeva in presenza sua
-dominarsi e governarsi in modo da non cozzare contro quella imperiosa
-volontà. Lui lontano, s'era condotta senza ritegno, aveva permesso alla
-nipote d'empire la casa di gioventù chiassosa e petulante, e chiuso un
-occhio su molte aperte e flagranti violazioni delle regole di civiltà
-verso la figliuola dell'ospite assente, e la sua giovane compagna ed
-amica. Ora però conveniva reprimere questa indecorosa oltracotanza, ed
-ella lo comprendeva. Sfortunatamente, innanzi che mettesse in opera
-le sue precauzioni, il capo della famiglia ritornò inaspettato, e in
-circostanze che non le permisero d'avvertir nessuno nè preparar nulla.
-
-Egli arrivò sull'imbrunire, avendo preso l'omnibus, cosa contraria
-alle sue consuetudini. Era una serata fresca; finestre ed usci erano
-chiusi. La splendida illuminazione del salotto gli fece sospettare che
-sua moglie ricevesse una numerosa compagnia. Ne fu contrariato, essendo
-un sabato; egli, fedele agli antichi costumi della Nuova Inghilterra,
-desiderava che la vigilia del giorno del Signore la sua famiglia
-rimanesse quieta e raccolta. Per di più aveva un forte mal di capo. Non
-entrò dunque nel salotto, e passò invece prima nella biblioteca, poi
-nella sala da pranzo. Le trovò l'una e l'altra deserte e fredde. Salì
-al piano superiore, attraversò parecchie stanze, osservando non senza
-indignazione la trascuratezza con cui erano tenute, perchè egli amava
-l'ordine e la pulizia meticolosa, e andò difilato alla camera d'Emilia.
-Aperse l'uscio pian piano, è guardò dentro.
-
-Un bel fuoco ardeva nel caminetto a un canto del quale era stata
-spinta un'agrippina su cui sedeva Emilia; la piccola sedia a dondolo
-di Gertrude occupava l'altro. I riflessi della fiamma guizzavano
-sulle tende candide; da un panierino di fiori che ornava la tavola
-si diffondevano intorno soavi fragranze; ogni cosa era al suo posto
-e splendente di nettezza. L'aspetto della stanza, il viso placido
-e sereno della figliuola, il raggiante sorriso della giovanetta
-che alzando gli occhi aveva veduto con sua gran gioia il padre, il
-protettore della sua amica cieca, contemplarle in atto amorevole di
-sulla soglia, offrivano al signor Graham un così grato contrasto con
-quanto s'era offerto al suo sguardo fino allora, ch'egli, mosso da
-un sentimento più caldo del solito, strinse in un tenero amplesso
-paterno Emilia stupita dalla sua improvvisa comparsa, salutò non
-meno affettuosamente Gertrude. Questa avvicinò al fuoco una poltrona
-dov'egli sedette esclamando:
-
-— Brave ragazze, qui si sta bene e c'è un'aria di pace casalinga che
-consola! Ma che cosa succede al pianterreno? E perchè tanto disordine,
-tanta confusione? —
-
-Emilia spiegò che parecchi ospiti soggiornavano alla villa.
-
-— Uh! Ospiti? _Me lo dovevo immaginare!_ — brontolò il vecchio signore
-con tono di malcontento. — E si direbbe che ciascuno abbia vuotato il
-suo sacco di cenci nelle camere.... —
-
-Gertrude gli domandò se avesse preso il tè.
-
-Non l'aveva preso, e lo desiderava; era stanco. Mentr'ella s'avviava
-per scendere e prepararglielo, egli la richiamò:
-
-— Gertrudina, non dire a nessuno che sono ritornato. Ho bisogno d'esser
-lasciato tranquillo almeno _stasera_. —
-
-Rimasto solo con Emilia, s'informò dei preparativi per il viaggio in
-Europa; e con sua maraviglia apprese ch'ella ignorava totalmente le
-sue intenzioni su questo proposito, perchè la signora Graham s'era
-dispensata dal comunicarle il messaggio contenuto nella sua lettera.
-Sebbene sdegnato quanto stupito, egli si represse: non gli garbava
-confessare a sè stesso, e meno ancora alla figliuola, che sua moglie
-aveva trasgredito i suoi ordini. Risolse però d'occuparsene poi.
-
-Dopo essersi riconfortato con un tè ben guarnito, tornò di sopra e
-chiese il _Giornale della Sera_.
-
-— Vo a cercarlo, — disse Gertrude, rizzandosi.
-
-— No, suona, — fece il signor Graham, imperioso.
-
-A tavola aveva notato che quando la giovane, la quale assisteva al
-suo pasto, sonava il campanello, non si teneva conto della chiamata, e
-voleva conoscere la causa di questa strana negligenza.
-
-Gertrude sonò ripetute volte senza ottenere risposta. Alfine udì il
-passo di Brigida nel corridoio, ed aperto l'uscio disse alla ragazza:
-
-— Brigida, vi prego, cercate il _Giornale della Sera_ e portatelo qui,
-per la signorina Emilia. —
-
-Quella andò e ritornò presto, rispondendo che il giornale lo leggeva la
-signorina Isabella e ch'essa si ricusava di cederlo.
-
-Una tempesta si addensò sulla fronte del signor Graham.
-
-— Come! Una tale imbasciata a mia figlia! — esclamò egli. — Gertrude,
-va' tu stessa, e di' a quell'impertinente che dia subito il giornale,
-perchè lo voglio _io_. O che contegno è mai cotesto? — soggiunse
-borbottando.
-
-Gertrude entrò nel salotto con grande compostezza, e sotto gli sguardi
-curiosi di tutta la compagnia parlò piano alla signorina Clinton, che,
-rossa e confusa, le consegnò senz'indugio il foglio. Bella temeva il
-signor Graham; e quand'ebbe informato sua zia dell'inaspettato arrivo
-di questi, anche la signora si turbò. Ella aveva fatto calcolo di
-parlare col marito prima ch'egli vedesse Emilia, come molto le premeva,
-ben sapendo quanto importasse predisporlo in favore delle sue mire.
-
-Adesso era troppo tardi. Stimò meglio non andare in cerca di lui, e
-affidarsi piuttosto alla fortuna. Con arte, disperse la compagnia di
-buon'ora, e diede una capatina nella sala da pranzo dove infatti trovò
-il signor Graham che fumava.
-
-Egli era di malumore (grazioso come un orso, ella disse poi ad
-Isabella), ma la signora fu conciliante, evitò d'irritarlo toccando
-soggetti scabrosi, e seppe fare così bene, che il giorno seguente potè
-presentare a' suoi ospiti un padrone di casa, almeno in apparenza,
-affabile e cortese.
-
-Ma la serenità venne turbata assai prima che quella domenica giungesse
-a sera. Mentre il vecchio signore s'avanzava nella navata destra
-della chiesa dove stava per incominciare l'uffizio del mattino,
-conducendo, secondo il suo costume, la figliuola cieca appoggiata al
-suo braccio, la sua faccia si rabbuiò vedendo Isabella seduta con aria
-di compiacenza in quell'angolo dell'antica panca di famiglia che tutti
-sapevano essere da anni riservato alla signorina Graham. Sua moglie,
-la quale li accompagnava, ammiccò verso la nipote; ma costei era
-piuttosto ottusa, e però non isfuggì alla mortificazione d'essere da
-lui deliberatamente presa per la mano e rimossa dal posto usurpato dove
-egli collocò Emilia. La sfrattata, che già da tre domeniche commetteva
-la bassezza di privarla, per dispetto, del suo diritto, fu costretta
-a sedere durante il servizio divino accanto al signor Graham, con le
-spalle al pulpito, essendo tutti gli altri posti occupati. Ella fremeva
-di collera osservando i sorrisi mal repressi di parecchie persone delle
-panche vicine: specie l'afflisse il vedere nella contigua, proprio
-accosto a lei, Fanny Bruce che gongolava addirittura.
-
-Se Emilia fosse stata consapevole del trionfo ottenuto ne avrebbe
-sofferto. Ma il suo cuore e i suoi pensieri erano vòlti in alto, e
-come non aveva sentito nè ira nè pena dinanzi alla prepotenza di Bella
-Clinton, così non provava ora altra sodisfazione che quella di trovarsi
-più a suo agio nel posto a cui era abituata da tanto tempo.
-
-In capo a una settimana da che era ritornato, il signor Graham aveva
-compreso chiaramente i sentimenti di sua moglie e d'Isabella, e i loro
-probabili effetti sulla sua felicità domestica. Vedeva che Emilia
-sdegnava di lagnarsi; sapeva che non s'era lagnata mai: notava la
-devozione di Gertrude alla sua figliuola diletta, e considerava la
-fanciulla meritevole di tutta la sua stima e di riguardi che nessuno
-avrebbe potuto contrastarle. E quando la signora tentò con arte
-sopraffina d'insinuargli le accuse meditate contro la sua giovane
-protetta, egli le accolse con indifferenza e disprezzo.
-
-Conosceva Gertrude fin da bambina; ella era fiera, e qualche volta
-l'aveva giudicata caparbia: _mai_ vile nè falsa. Inutile venire a
-raccontare a lui quelle sciocchezze; se non s'era concluso nulla tra
-Ben Bruce e Rina, tanto meglio; il giovanotto era un fannullone, e non
-poteva essere un buon marito; quanto alla ragazza, gli pareva che fosse
-divenuta più savia e più gentile, e se questo era il risultato della
-sua amicizia con Gertrude, bisognava anzi favorire la loro intimità.
-
-La signora Graham era disperata.
-
-— Non c'è rimedio, — diceva a Bella. — È saldo come una ròcca, e se
-andremo _noi_ in Europa, con lui, indubitatamente Emilia e la sua
-fedele ci verranno _anche loro_. —
-
-Rimase dunque sbalordita come da un eccesso di gioia, quando seppe
-che la coppia con cui tanto le spiaceva di dover fare il desiderato
-viaggio, restava a casa, e per istanza della stessa signorina Graham.
-Gli scrupoli che avevano rattenuto Emilia dal dimostrare a suo padre
-quanto poco gradevole sarebbe riuscito per lei il giro all'estero,
-erano svaniti tosto che s'era persuasa che Gertrude, il cui bene le
-stava sempre a cuore, avrebbe sofferto ancor più viaggiando sottoposta
-alla compagnia delle sue nemiche.
-
-Quantunque cieca, ella afferrava e comprendeva quasi tutto ciò che
-avveniva intorno a lei. Dotata di prontissima percezione mentale
-e d'un finissimo udito reso doppiamente acuto dalla mancanza della
-vista, era giunta a conoscere, forse più addentro di ogni altro, gli
-eventi della scorsa estate. Indovinava il vero stato delle cose tra Ben
-Bruce e Gertrude, benchè questa non gliene avesse mai fatto parola, e
-s'immaginava in qual modo vi fosse coinvolta Rina, il che d'altronde
-non era difficile arguire, date le involontarie ma continue confidenze
-che l'ingenua fanciulla le andava facendo nelle loro conversazioni.
-
-Poichè gli abusi di potere della signora Graham e di Bella divenivano
-sempre più aperti e audaci, la governante e la cuoca stimarono tolto
-il divieto di palesarli alla padroncina: ma il dolore d'Emilia ebbe
-largo compenso nelle novelle prove che quei fatti le fornivano del
-devoto affetto di colei ch'ella si compiaceva di chiamare sua figliuola
-adottiva.
-
-Con perfetta calma, senza esitazioni come senza ira, ella risolse di
-procedere in guisa che Gertrude fosse liberata dalla servitù a cui
-s'assoggettava con tale abnegazione. Suo padre s'oppose sulle prime
-al suo desiderio di non accompagnarlo in Europa: ma egli troppo bene
-sapeva che quel viaggio, in cui per lei le intime sofferenze dello
-spirito si sarebbero aggiunte alle privazioni esteriori, non poteva
-essere che un sacrificio, perchè egli s'ostinasse a obbligarvela;
-e considerato che, dopo tutto, quella era l'unica via di conciliare
-gl'interessi contrari e che Emilia gli offriva il partito migliore
-nelle presenti circostanze, determinò di rassegnarsi alla lunga
-separazione dalla figliuola e permettere a questa di cercare la propria
-felicità dove la trovava. Egli aveva veduto durante l'inverno passato
-nel Mezzogiorno quanto la sua cecità le rendesse penoso il viaggiare,
-specie senza il soccorso dei vigili occhi di Gertrude, e riconosceva
-ora che i suoi gusti e il suo costume di vita erano proprio l'opposto
-di quelli della nuova signora Graham e delle costei nipoti; sicchè,
-punto voglioso d'esser convinto dai fatti della follia commessa con
-quel terzo matrimonio che minacciava di diventare per lui una sorgente
-d'infelicità domestica, apprezzò la saggezza di quel consiglio e si
-sentì sollevato prendendo una risoluzione che contentava tutti.
-
-
-
-
-XXXIV.
-
- Una serie di giorni che compone
- Mesi felici.
-
- WORDSWORTH.
-
-
-La casa della signora Warren, che offriva ai dozzinanti un soggiorno
-comodo e gradevole, fu prescelta da Emilia per passarvi l'inverno con
-Gertrude. Il signor Graham circa un mese dopo il suo ritorno da Nuova
-York s'era imbarcato alla volta dell'Havre con la moglie, Isabella
-e Rina; la signora Ellis era andata a godere un ben meritato riposo
-da certe sue cugine che dimoravano in campagna, e la villa era stata
-chiusa. La signora Prime, entrata come cuoca nella pensione Warren,
-brontolava tutte le mattine per il cresciuto lavoro, e tutte le sere
-benediceva la sua stella che l'aveva condotta ancora sotto il medesimo
-tetto con le sue care signorine.
-
-Quantunque il signor Graham avesse ampiamente provveduto al
-mantenimento della figliuola e della sua compagna, Gertrude era
-desiderosa d'occuparsi di nuovo in modo proficuo, e riassunse perciò
-una parte delle sue lezioni nella scuola del signor W. Ed Emilia, per
-gradita che le fosse la compagnia della giovanetta, se ne privava di
-buon grado durante alcune ore, lieta del nobile sentimento onde ella
-era animata, e la incoraggiava con le sue lodi. Nella loro indisturbata
-intimità, e in mezzo a pochi ma eletti amici, passarono un inverno
-tranquillo e felice. Leggevano e passeggiavano insieme secondo l'antica
-consuetudine. Insieme assistevano a conferenze e concerti; visitavano
-le gallerie di belle arti. Dinanzi ai capolavori della pittura e della
-scultura Emilia ascoltava attenta la sua guida, che con gli occhi
-scintillanti e il viso raggiante d'entusiasmo, le descriveva, ponendovi
-la più minuziosa diligenza, i soggetti dei marmi e delle tele, la
-maniera in cui l'artista aveva reso il concetto originale della sua
-mente, gli atteggiamenti, le figure, le espressioni dei visi, il colore
-dei paesaggi, e infine le impressioni prodotte nel suo spirito e nel
-suo cuore, i pensieri destativi dalle opere d'arte che esaminava. E
-tali erano l'eloquenza dell'una e la simpatia con cui l'altra pendeva,
-intenta, dalle sue labbra, ch'esse medesime in quell'atto offrivano
-un soggetto pieno di commovente contrasto, se non al pittore almeno
-all'osservatore della natura umana manifestata in nuove forme e scevra
-da vanità ed affettazione.
-
-Nelle passeggiate quotidiane, o contemplando la fulgida bellezza
-d'una serena notte invernale, Gertrude, rapita, lasciava sgorgare dal
-profondo dell'anima tutta l'ardente ammirazione di cui l'opera del
-sommo Artefice la colmava; dipingeva all'amica cieca la pompa d'uno
-splendido tramonto, o al cader della dolce ora crepuscolare, seduta
-accanto a lei, spiava nel cielo invaso dall'ombra notturna le stelle
-che s'accendevano ad una ad una: e allora Emilia attingeva alle segrete
-fonti della sua illuminata natura tali verità della vita interiore
-che sembrava ch'ella sola godesse la vera luce, e chi vedeva il mondo
-materiale fosse, al paragone, avvolto nelle tenebre.
-
-Felice e profittevole fu quell'inverno che trascorsero così. E non
-vivevano per sè soltanto: i poveri le benedicevano, gli afflitti
-venivano a loro per conforto, i familiari le amavano con predilezione.
-Gertrude spesso lo ricordò nella sua vita come il tempo in cui Emilia
-e lei erano vissute in un loro proprio mondo incantevole e beato.
-Venne la primavera, passò, ed esse s'indugiavano ancora, riluttanti a
-lasciare un luogo dove si trovavano tanto bene: forse non si sarebbero
-mosse dalla città neppure nell'estate senza una subita alterazione
-della salute d'Emilia e l'ordine perentorio del dottor Jeremy, il quale
-prescriveva l'aria di campagna come il migliore ricostituente.
-
-All'ansietà che Gertrude provava per l'amica s'aggiungeva ora una
-crescente inquietudine per il lungo silenzio di Guglielmo. Da quasi tre
-mesi non le era più giunta una parola da lui. Egli certo non l'aveva
-dimenticata nè la trascurava volontariamente. Questo era impossibile.
-Che cosa cagionava dunque una così strana sospensione della loro
-corrispondenza? Si sforzò tuttavia di non lasciarsi turbare l'animo, e
-dedicò tutte le sue cure ad Emilia che cominciava ad averne veramente
-bisogno.
-
-Andarono al mare per alcune settimane; ma quell'aria pura e viva
-non ridonò vigore all'indebolito organismo della cieca. Ella dovette
-tralasciare le sue passeggiate; una continua stanchezza le toglieva
-l'elasticità delle membra, il suo spirito così placido ed eguale andava
-soggetto a insolite depressioni, i suoi nervi erano divenuti irritabili
-a segno ch'era necessario preservarla con gran cura da ogni causa
-d'eccitazione.
-
-Il buon dottore veniva di frequente a visitare la favorita tra le sue
-pazienti; e la trovava sempre piuttosto peggiorata che non migliorata;
-infine le ordinò di ritornare a Boston dicendo che la signora Jerry
-aveva una bella camera sul davanti, altrettanto fresca e più comoda che
-le stanzette anguste della gremita pensione di Nahant, e insistendo
-perchè Emilia e Gertrude accettassero d'alloggiarvi durante una
-quindicina di giorni in capo a cui egli sperava d'esser libero di
-condurre la signorina Graham a cercar salute altrove se non si fosse
-ancora rimessa.
-
-Ella lo assicurò che a Nahant non ci stava male: temeva di recare
-troppo disturbo alla signora Jeremy.
-
-— Non parlate di disturbo! — protestò egli. — Credo che oramai dovreste
-conoscerci bene, mia moglie e me. Venite domani: v'aspetterò alla
-stazione. Arrivederci! —
-
-E pigliato il suo cappello se n'andò. Gertrude lo seguì.
-
-— A quanto veggo, dottore, — ella disse — non trovate Emilia molto bene.
-
-— No; e non è da maravigliarsene. Fra il ruggito dell'oceano da un lato
-e il piagnisteo dei bimbi della signora Fellow dall'altro, ce n'è più
-che abbastanza per estenuare le sue forze. Non posso permettere che
-seguiti cotesto strapazzo. Nahant non fa per lei. Portatela domani a
-casa mia, inteso?
-
-— I bimbi non piangono sempre come oggi, — disse Gertrude sorridendo
-— e quanto all'oceano, Emilia ama tanto il sussurro delle onde che si
-frangono sulla spiaggia! Sta ore ed ore ad ascoltarlo.
-
-— Me lo figuravo! Mal fatto. Cosa che l'attrista senza ch'ella sappia
-il perchè. Portatela a Boston, vi ripeto! —
-
-Passarono buoni venti giorni dopo l'arrivo delle sue ospiti innanzi
-che il rinomato medico potesse sottrarsi a' suoi pazienti e concedersi
-qualche settimana di vacanza. Per conto proprio egli non avrebbe mai
-pensato a intraprendere un viaggio di diporto, e la signora Jeremy
-anch'essa preferiva tanto la sua casa a qualunque altro luogo, che
-l'idea di partire alla volta di paesi sconosciuti non la seduceva
-affatto: ma tutti e due erano pronti a sacrificare, e volentieri, le
-loro antiche consuetudini al benessere delle care giovani amiche.
-
-Emilia stava positivamente assai meglio, e considerava come un piacere,
-fino per sè medesima, il visitar West Point, Catskill, e Saratoga;
-se pensava poi al godimento che avrebbe procurato questo viaggetto
-a Gertrude, si sentiva animata da nuove forze. Certo, la giovanetta
-abbisognava quanto lei di un cambiamento, e di distrazione. Il caldo
-eccessivo delle ultime settimane, la reclusione quasi continua nella
-camera della cara malata, avevano fatto impallidire le rose delle sue
-gote; le cure e le angosce avevano pesato sul suo spirito. Il grande
-miglioramento d'Emilia, l'alacrità con cui partecipava ai disegni del
-dottore, dissipavano adesso i suoi timori; e mentre ella attendeva ai
-pochi preparativi necessari per il loro vestiario, il suo passo era
-leggero, e la sua voce gaia, com'erano agili ed attive le sue dita.
-
-A Nuova York fecero la prima tappa: ma l'afa e la polvere della città
-rendevano assai sgradevole l'andare in giro per le strade, sicchè
-durante l'unica giornata che vi si trattennero, il dottore fu il solo
-della comitiva che s'avventurasse fuor dell'albergo, salvo una breve
-spedizione della signora Jeremy e di Gertrude in cerca di berrette
-guarnite non avendone, quella, altre che la gialla e la rosa e lilla
-famose, e temendo che non fossero abbastanza eleganti per Saratoga.
-
-La temperatura, quasi insoffribile, non isgomentava tuttavia il bravo
-dottore, il quale appena la sentiva tanto era infervorato nelle visite
-a parecchi suoi confratelli, di cui alcuni suoi antichi compagni
-di studi, non riveduti da anni. Dopo ch'egli ebbe impiegato così la
-giornata intera, riannodando conoscenze, ravvivando amicizie, molti
-dei cordiali amici ritrovati vennero la sera all'albergo per farsi
-presentare alla signora Jeremy e alle signorine che l'accompagnavano.
-Il salottino del loro appartamento fu animato fino ad ora tarda dalla
-piacevole e allegra conversazione d'uomini anziani che ricordando
-il passato, riandando le scene della loro vita di studenti, si
-riaccendevano di giovanile ardore. Ciascuno per turno raccontava i suoi
-aneddoti, e scoppiavano intorno gioconde risate; era un'eccitazione
-generale. Il dottor Jeremy, a quel tempo uno dei prediletti del loro
-circolo, rappresentava onorevolmente la parte dell'eroe in quasi
-tutte le avventure raccontate (fuorchè da lui); e le tre uditrici,
-segnatamente Gertrude che teneva in alto concetto il suo vecchio amico,
-godevano trionfanti di questa probativa testimonianza dei suoi meriti.
-
-La conversazione non era di tal carattere da escluderne le signore
-nè impedir loro di goderne, e la giovanetta che sapeva trattare con
-le persone d'età, e che il dottor Jeremy si compiaceva di porre in
-rilievo, contribuì non poco a divertire la compagnia con le sue argute
-osservazioni e con la prontezza delle sue risposte alle interrogazioni
-astute e talvolta un po' astruse ed ironiche, scherzosamente rivoltele
-da un vecchio medico scapolo il quale fin dal primo momento era rimasto
-incantato di lei.
-
-Emilia ascoltava con diletto quei discorsi pieni di tante e varie
-attrattive e divideva con Gertrude l'ammirazione degli amici del
-dottore in cui la sua sventura destava pietà e simpatia; e la signora
-Jeremy tutta lieta e ridente s'insuperbiva degli elogi retrospettivi
-prodigati al suo sposo, e troneggiava nella sua poltrona con un'aria
-così radiosa che Gertrude quando le diede la buona notte le dichiarò
-ch'ella stava tanto bene quella sera con la vecchia berretta gialla da
-farle quasi giudicar superflue le nuove.
-
-Il dottor Gryseworth di Filadelfia, già discepolo di Jeremy molti anni
-addietro, udendo che i viaggiatori avrebbero preso la mattina seguente
-il piroscafo che risaliva l'Hudson, manifestò grande sodisfazione
-perchè si sarebbero ritrovati insieme a bordo, ed egli avrebbe
-presentato alla signorina Flint le sue due figliuole, le quali andavano
-a Saratoga per passarvi l'estate con la loro nonna già stabilità
-all'Albergo del Congresso.
-
-Sonò la mezzanotte prima che l'immaginazione di Gertrude, vivissima
-sempre ed ora quanto mai eccitata dal piacere che il domani prometteva,
-potesse calmarsi tanto da permetterle di pensare a ristorar le forze
-nel sonno. Emilia dovette porre un freno alla sua ilarità e alla sua
-loquacità ricusandosi deliberatamente di far più eco a una risata o
-ascoltare una parola. Costretta così al silenzio, cadde in un sonno
-profondo. Non seppe quindi che la sua compagna aveva procurato questo
-benefizio a lei sola, perchè ella, contro il solito, non riusciva ad
-assopirsi, e l'alba la sorprese desta ed incerta se avesse mai avuto in
-tutta la notte un momento di perfetto riposo.
-
-Gertrude dormì saporitamente finchè non fu svegliata dalla signorina
-Graham. Al vedere questa ritta presso il suo letto e vestita, ella
-balzò su, attonita, posto che il caso rovesciava l'ordine consueto
-delle cose: era suo costume annunziare ogni mattina all'amica cieca,
-con un bacio, che il giorno incominciava.
-
-— Sono le sei, Gertrudina, e il piroscafo parte alle sette! Il dottore
-ha già picchiato al nostro uscio.
-
-— Come ho dormito! Sarà una bella giornata?
-
-— Bellissima, però assai calda. Ho dovuto chiudere le persiane a
-cagione del sole che si faceva sentire. —
-
-La fanciulla si dette fretta a fine di riguadagnare il tempo perduto,
-ma quando vennero a chiamarle per la colazione non aveva ancora finito
-di vestirsi e le rimaneva da chiudere le valigie d'Emilia e le proprie;
-insistette dunque perchè gli altri scendessero intanto senza di lei
-promettendo di raggiungerli tra pochi minuti.
-
-I viaggiatori radunati alla tavola della prima colazione, a quell'ora
-mattutina, non erano numerosi: due comitive oltre quella dei Jeremy,
-e alcuni signori soli, quasi tutti uomini d'affari, i quali, mangiato
-a scappa e fuggi, se n'andarono solleciti pei fatti loro. Tra i pochi
-che si trattenevano tuttavia quando giunse Gertrude, uno unico fu da
-lei particolarmente notato durante i brevi momenti che il dottore le
-concesse per sdigiunarsi. Era un signore seduto dal lato opposto della
-tavola, a qualche distanza. Terminato il suo pasto egli s'indugiava,
-come uno che può fare il proprio comodo, divertendosi a tenere in
-equilibrio il cucchiaino da tè sull'orlo della tazza; e innanzi
-ch'ella entrasse aveva suscitato l'animavversione della signora Jeremy
-manifestando una certa velleità d'osservare il gruppo di cui questa
-faceva parte con occhio più critico che non le garbasse.
-
-— Ve ne prego, dottor Jerry, — aveva ella detto al marito — mandate
-il cameriere ad invitare quel signore a prender qualche cosa: m'è
-insopportabile essere guardata mentre mangio.
-
-— Non guarda voi, signora mia.... È la nostra Emilia quella che
-gli piace. Emilia cara, c'è qui dirimpetto un signore che v'ammira
-oltremodo.
-
-— Davvero? — fece la signorina Graham sorridendo. — Gliene sono molto
-obbligata. E posso contraccambiare il complimento?
-
-— Sicuro, è un bell'uomo, di nobile aspetto, quantunque alla signora
-Jerry non sia simpatico. —
-
-In quel punto Gertrude venne a prender posto accanto a loro,
-salutandoli e scusandosi gaiamente del suo ritardo. Le fresche rose
-delle sue gote, il vivido fulgore de' suoi grandi occhi neri che la
-facevano contemplare con affettuosa ammirazione dalla coppia de' suoi
-vecchi amici, furono forse la causa per cui lo sconosciuto distolse lo
-sguardo dall'amabile e commovente viso d'Emilia, per fissarlo su quello
-più giovanile e tanto radioso ed espressivo di lei.
-
-Ella s'accòrse subito dell'attenzione che attirava, e si sentì un po'
-impacciata. Fu lieta pertanto quando quegli, lasciato cadere il suo
-cucchiaino da tè, si rizzò e uscì dalla sala. Nell'atto che le passava
-davanti ella potè osservarlo un momento, come non aveva osato fare
-mentre le sedeva quasi di faccia.
-
-Era di statura notevolmente superiore alla media, snello, ben fatto,
-di portamento grazioso e dignitoso. I suoi lineamenti erano piuttosto
-rilevati, ma espressivi e anche belli; gli occhi scuri, vivi,
-penetranti, avevano uno sguardo scrutatore; la bocca, dalle labbra
-ferme ed energicamente chiuse, rivelava un animo franco e risoluto ed
-una gran forza di volontà.
-
-Ma la più singolare particolarità della sua figura consisteva nel
-contrasto dei suoi capelli molto brizzolati d'argento e sulle tempie
-d'una bianchezza quasi nivea, col fuoco giovanile di quegli occhi,
-con la leggerezza del passo e la disinvoltura delle mosse; contrasto
-così strano che lungi dal parere un effetto dell'età e dargli un'aria
-venerabile, faceva risaltare le apparenze di gioventù e di vigore.
-
-— Che tipo bizzarro! — esclamò la signora Jeremy appena egli fu passato.
-
-— Ma elegante, non è vero? — disse Gertrude.
-
-— Elegante! — ribattè l'altra, — Con quel capo grigio?
-
-— A me pare bello, — replicò la fanciulla. — Peccato che sembri così
-malinconico: mi rattrista, guardarlo.
-
-— Quanti anni credete che abbia? — domandò il dottore.
-
-— Circa cinquanta, — rispose sua moglie.
-
-— Circa trenta, — rispose Gertrude ad una voce con lei.
-
-— Il divario è grande, — osservò Emilia. — Dottore, dovete decidere la
-questione, voi.
-
-— Impossibile! Io non m'attenterei a determinare l'età di quell'uomo
-entro un limite di dieci anni.... Mia moglie certo l'ha giudicato
-troppo vecchio, ma non sono sicuro che Gertrude non l'abbia giudicato
-troppo giovane. Affermo soltanto che i _suoi_ capelli non sono
-imbiancati per opera del tempo! —
-
-Un cameriere venne ad avvertire i viaggiatori che volevano prendere
-il piroscafo di tenersi pronti, e tutte le vane discussioni sulla
-probabile età dello sconosciuto furono troncate.
-
-
-
-
-XXXV.
-
- Ha un figlio altero, ma lo sguardo fiso
- Tradisce la vagante anima in pena;
- Strano un baglior talora d'improvviso
- Nel profondo dei neri occhi balena.
- E dal mesto suo volto che si vela
- Spesso dell'ombra cupa d'un mistero
- Spira un'inquieta fierezza che cela
- Qualche suo imperscrutabile pensiero.
-
- Mrs. HEMANS.
-
-
-Oggi, per la maggior parte dei cittadini di Boston, recarsi in qualche
-posto dello Stato di Nuova York è una giterella comunissima che non
-merita il nome di viaggio; ma per il dottor Jeremy era un evento
-importantissimo che lo toglieva dalla consuetudine delle quotidiane sue
-visite professionali, non più interrotta, durante gli ultimi vent'anni,
-da una settimana d'assenza dalla sua casa, e lo gettava a un tratto
-nel turbine di fretta ansiosa e tumultuosa che regna sulle principali
-strade percorse dai viaggiatori, specie nella stagione estiva in
-America quando il popolino fa le sue gite di piacere.
-
-Il buon dottore era per natura e per abitudine un uomo socievole;
-lungi dallo sfuggire il commercio coi suoi simili, lo cercava in ogni
-occasione e ne godeva. Sapeva piacere ai giovani e ai vecchi, ai ricchi
-ed ai poveri, e la vita della città gli era familiarissima in tutte
-le sue forme. Nell'arte del viaggiare però, arte che non s'acquista se
-non con la pratica, egli non era punto versato. Doveva ancora imparare
-l'uso di certe molle che, toccate destramente nel momento opportuno da
-mano esperta, raddolciscono il duro cuore degli albergatori, ottengono
-il devoto servizio dei camerieri, infondono negl'impiegati ferroviari
-e negli ufficiali di bordo uno spirito conciliativo, e convertono
-i chiassosi e prepotenti fiaccherai in quieti, obbedienti ed umili
-servitori.
-
-Ai tempi della sua gioventù, il veicolo più conveniente e più
-celere era la diligenza. Il conduttore aveva maniere cortesi, ogni
-viaggiatore veniva considerato come una persona degna di riguardo,
-e il suo bagaglio come una cosa non disprezzabile. Adesso invece la
-gente viaggiava a frotte; un singolo individuo non contava nulla per
-sè stesso, era una semplice unità nel gran totale, e le sue valigie
-tanto preziose per lui diventavano, così almeno pareva al dottor
-Jeremy, un bersaglio di colpi spietati. Davanti a siffatte novità
-gli cascavano le braccia, e non riusciva ad accordarvi i suoi gusti e
-il suo temperamento. L'albergatore moderno gli faceva l'effetto d'un
-direttore d'agenzia di collocamento, che con aria di condiscendenza
-dà un'occhiata ai suoi registri per vedere se può procurare un posto
-all'umile supplicante, e spesso lo rimanda deluso e mortificato;
-i camerieri, cui l'integro e schietto dottore disdegnava dare
-un'untatina, erano un branco di valletti impudenti e neghittosi; gli
-addetti ai treni e ai piroscafi, superbi tiranni, e i fiaccherai uno
-sciame di vespe fameliche, ronzanti, pungenti, lanciato sulle banchine
-dei porti e nelle stazioni delle strade ferrate per tormento delle loro
-vittime.
-
-Così tutti questi importanti membri del consorzio civile venivano
-stigmatizzati e spregiati dall'inesperto viaggiatore il quale al
-principio e alla fine di ciascun tratto dell'itinerario andava
-immancabilmente sulle furie, eccitato dalle sopraffazioni e dalle
-indegnità a cui gli toccava sottostare. Era curioso però vedere come
-presto sbollivano le sue ire, e si trovava a suo agio e contento
-non appena accomodato a bordo o nel treno, od ottenute buone camere
-in un albergo. Allora ritornava subito l'uomo socievole, cordiale,
-obbligante, ch'era in realtà, faceva conoscenza con quanti lo
-attorniavano, parlava e si conteneva come una persona senza pensieri,
-che fa conto d'essere a posto per tutta la vita ed è sodisfattissimo di
-ciò che la sorte gli ha assegnato.
-
-Non parve dunque vero alle signore che l'accompagnavano di trovarsi
-al sicuro sul piroscafo, e se ne congratulavano ancora seco stesse
-e reciprocamente, mentre accatastavano in un angolo del salone gli
-scialli pesanti e altri indumenti da viaggio, quando la sua voce si
-fece di nuovo udire dal fondo del salotto lungo:
-
-— Su, su, moglie, Gertrude, Emilia, spicciatevi! Che state a fare qui
-sotto? Perderete le vedute più belle! —
-
-Entrò, e prese Gertrude a braccetto per condurla via lasciando che
-le altre due li seguissero appena sarebbero pronte: ma ella non volle
-affidare a nessuno la cura di guidar la cieca su per la scaletta, e dal
-canto suo la signora Jeremy impegnò il marito in un'animata discussione
-sull'opportunità di mettersi il cappello di paglia, ch'ella, consorte
-amorosa e previdente, aveva portato in mano, da Boston, e che si
-struggeva pertanto di veder servire al suo uso. Nel tempo ch'essi
-dibattevano la questione, e che Emilia, persuasa da Gertrude, mutava la
-sua mantellina con un leggero mantello, precauzione consigliata dalla
-fresca brezza che spirava sul fiume, il piroscafo aveva già percorso un
-buon tratto di cammino, e quando la comitiva sbucò di sotto coperta e
-girò gli occhi intorno cercando dove sedersi, non c'era più sulla tolda
-nè una panchetta nè una seggiola libera. Il numero dei passeggeri era
-stragrande, e quasi tutti s'erano radunati a poppa. Il dottor Jeremy
-fu costretto ad allontanarsi dalle sue signore per andare in traccia di
-seggiole.
-
-— Non restiamo qui ritte, — disse piano la signora Jeremy alle sue
-compagne — battiamo in ritirata prima ch'egli torni. Ci sono certe
-belle poltrone a dondolo nel salottino delle signore, e non un'anima
-che le occupi.... Nessuno ci aspetta quassù; e io non posso soffrire
-di vedermi fissata da tutta questa gente che gongola in cuor suo d'aver
-trovato da sedere così bene.... E voi, Emilia? —
-
-La buona donna era una di coloro che dimenticavano sempre che Emilia
-non ci vedeva.
-
-Ma Gertrude non lo dimenticava mai; ella cingeva leggermente con un
-braccio la vita dell'amica cieca per impedire che i moti del bastimento
-le facessero perdere l'equilibrio, nè era da maravigliarsi se in
-quell'atto esse attraevano l'attenzione degli astanti: l'una splendente
-di giovinezza e di salute, alta, forte, invero fatta per proteggere
-quella che s'appoggiava così fidentemente a lei; l'altra dolce e
-gentile nella sua debolezza.
-
-— Penso che se troviamo posto all'ombra godremo più fresco qui che
-da basso, — rispose la signorina Graham alla proposta di fuga in
-assenza del dottore. — Voi preferite, credo, i luoghi freschi, signora
-Jeremy....
-
-— Sì, ma ho notato che nel salotto delle signore c'è una deliziosa
-corrente d'aria, e.... —
-
-L'argomentazione della brava signora fu interrotta dal cordiale saluto
-del dottor Gryseworth, che sedeva dando loro le spalle e s'era voltato
-al suono dell'armoniosa voce d'Emilia; quella voce, una volta udita,
-lasciava nella memoria un'impressione indelebile. Stretta ch'ebbe
-la mano a tutte e tre, egli insistette perchè la signora Jeremy
-prendesse la sua seggiola, e nel momento stesso un altro signore, che
-esse non avevano osservato tra la folla dei passeggeri, si rizzò,
-e, inchinandosi, offerse urbanamente la propria per Emilia, poi
-s'allontanò a rapidi passi. Era lo sconosciuto che aveva destato la
-loro curiosità durante la colazione, all'albergo. Gertrude lo riconobbe
-al suo sguardo acuto e penetrante, prima ancora che alla strana
-precoce canizie, e mentre lo ringraziava e faceva sedere la cieca
-sentì un lieve rossore invaderle il volto, sotto gli occhi ardenti
-che la fissavano. Ma il dottor Gryseworth distolse immediatamente i
-pensieri della giovanetta dall'incognito che s'affrettava a ritirarsi,
-presentandole le sue figliuole.
-
-Le signorine Gryseworth erano ragazze intelligenti; la maggiore, da
-poco tornata dall'Europa dove aveva fatto un lungo viaggio col padre,
-veniva tenuta in concetto di persona superiore ed elegante; ambedue
-piacquero moltissimo a Gertrude per la graziosa cordialità con cui
-fecero la sua conoscenza, e soprattutto per le delicate attenzioni,
-piene di simpatia, che prodigarono ad Emilia.
-
-Intanto il dottor Jeremy ritornò con l'unica seggiola che gli fosse
-riuscito di procacciarsi, e poichè il dottor Gryseworth s'era ingegnato
-destramente di accomodare Gertrude e sè, egli approfittò della sua
-conquista per proprio uso, e si riabbandonò subito a quella gaia
-spensieratezza che conveniva mirabilmente al suo carattere amabile e
-geniale.
-
-Già assai prima che il piroscafo toccasse West Point dove i Jeremy
-dovevano sbarcare, era evidente che le tre giovani signorine se
-l'intendevano a maraviglia, e che un po' di tempo avrebbe agevolmente
-trasformato la loro conoscenza in amicizia.
-
-Gertrude non era di quelle fanciulle che considerano qualunque
-loro coetanea come fornita d'un titolo naturale alla loro intimità.
-Ella aveva le sue preferenze, e sebbene garbata ed obbligante con
-tutti, di rado propendeva ad ammettere nuovi membri nella sacra
-cerchia dei suoi amici. Era pronta però a riconoscere uno spirito
-fraterno; e incontratolo, la sua anima fervida d'entusiasmo, il suo
-cuore affettuoso, l'avvincevano ad esso con vincoli non meno forti e
-tenaci di quelli del sangue. Quando ella amava una persona, l'amava
-costantemente, l'amava bene, perseverava con fedeltà nei suoi sforzi
-per servirla, per procurare la sua felicità che le era cara quanto la
-propria.
-
-Forse Elena Gryseworth indovinava questa nobile qualità del suo
-carattere, ed apprezzava il valore di un'amicizia così salda e
-profonda, perchè sembrava desiderosa di guadagnarsela; e suo padre,
-al quale il dottor Jeremy aveva raccontato la storia di Gertrude,
-sorrideva nel vedere la premura che la signorina allevata in mezzo
-al lusso e piuttosto aristocratica si dava per piacere a una ragazza
-la cui condizione sociale non aveva nulla che potesse farle ambire
-d'acquistarne le grazie, e che si raccomandava soltanto col suo
-aspetto, la sua intellettualità, le sue maniere.
-
-Da circa un'ora conversavano insieme piacevolmente, e godevano d'una
-successione di vedute che sono tra le più incantevoli del mondo, quando
-Netta Gryseworth toccò un braccio della sorella, e disse sottovoce,
-guardando verso l'altro capo del bastimento:
-
-— Elena, invita il signor Phillips a ritornare qui con noi, e
-presentalo alla signorina Flint. Vedi come è triste e solo, pover
-uomo.... —
-
-Gertrude seguì la direzione de' suoi occhi, e vide lo sconosciuto di
-poc'anzi, il quale passeggiava in su e in giù, a qualche distanza da
-loro, con aria malinconica e distratta.
-
-— È un'ora buona che se ne sta lì in disparte, — proseguì Netta. — Ha
-le lune, temo....
-
-— Spero che non l'abbiamo fatto fuggire noialtre il vostro amico, —
-disse Gertrude.
-
-— Oh, no! — fece Elena. — Benchè la nostra conoscenza col signor
-Phillips sia molto recente, abbiamo avuto campo d'osservare che è un
-uomo di carattere indipendente, e, a volte, così fantastico che io
-non stupisco mai del suo modo di fare, nè mi sento mortificata quando
-d'improvviso ci pianta.... Vi sono persone, sapete, per le quali è
-sempre scusa sufficiente il dire: «Sono così.» Eppure vorrei che ci
-concedesse di nuovo la sua compagnia: sarei lieta di presentarvelo,
-signorina.
-
-— Ma non le piacerebbe, — osservò la sorella.
-
-Elena esclamò:
-
-— Andiamo, Netta, non istà bene indisporre la signorina Flint contro
-il mio amico. Non le badate! — soggiunse rivolgendosi a Gertrude. —
-A me che lo conosco da maggior tempo di lei, non dispiace affatto.
-La mia franca sorellina non ha simpatia per la gente bizzarra, e devo
-confessare che il signor Phillips è alquanto eccentrico; ma appunto per
-questo m'attira, e mi pare che voi e lui dobbiate avere comuni molte
-idee, molti sentimenti.
-
-— Come puoi pensarlo, Elena? — protestò Netta. — Io dico invece che
-differiscono totalmente l'uno dall'altra.
-
-— Signorina Flint, dovete prendere queste sue parole nel senso
-d'un complimento, — disse Elena bonariamente — ma dette da me non
-l'avrebbero.
-
-— Tuttavia, — notò Gertrude rivolgendosi a Netta — avete espresso voi
-il desiderio di farmi fare conoscenza col vostro curioso originale.
-Sospetto che abbiate voluto confermare il principio che dobbiamo
-sostenere coi nostri amici il peso delle loro disgrazie. —
-
-La fanciulla rise.
-
-— No, non precisamente: sono stata mossa piuttosto da compassione _per
-lui_; non posso reprimere un senso di pietà verso quell'uomo quando
-vedo la sua aria di nostalgia, e pensavo che il conversare con voi lo
-avrebbe rasserenato.
-
-— Ah, Netta, Netta! — esclamò la sorella maggiore. — Ha dunque finito
-col destarti simpatia. Non mi maraviglierei se tra qualche giorno tu
-l'ammirassi più di me.... Se è così, guardati, trasparente creatura,
-dal tradire la tua inconsistenza! — E proseguì parlando a Gertrude:
-— Essa vide ieri il signor Phillips per la prima volta, e non le fece
-una impressione troppo favorevole. Il babbo ed io fummo suoi compagni
-di viaggio sul piroscafo col quale veniva da Liverpool, settimane
-sono. Durante il principio della traversata sofferse una forte
-indisposizione, e appunto in qualità di medico il babbo ebbe occasione
-di conoscerlo. La sua presenza a bordo stamani m'ha stupita, perchè
-ieri non ci disse nulla in proposito. —
-
-Balenò a Gertrude il sospetto che l'amabile signorina ne fosse
-ella medesima la causa, ma la sua naturale delicatezza, e la poca
-confidenza che c'era ancora tra loro, le vietavano di manifestarlo. La
-conversazione volse su altri soggetti, e il signor Phillips non venne
-più menzionato. Ma ella, nel momento dell'arrivo a West Point, osservò
-che il dottor Gryseworth e il dottor Jeremy s'erano accostati a lui, e
-che i tre discorrevano insieme animatamente.
-
-La giovanetta s'accomiatò dalle sue nuove amiche, le quali augurarono
-con molto calore di ritrovarla presto a Saratoga. Prima che la
-tumultuosa confusione dello sbarco fosse cessata e ch'ella avesse
-potuto rifugiarsi con Emilia in un posto sicuro sullo stretto
-molo, il piroscafo era già lontano e le signorine Gryseworth non si
-distinguevano più in mezzo ai passeggeri affollati a poppa.
-
-La fermata a West Point fu d'una notte soltanto. La temperatura
-seguitava ad essere caldissima, e il dottore, vedendo che Emilia
-languiva in quell'atmosfera opprimente, desiderava toccar la cima della
-montagna di Catskill prima della prossima domenica.
-
-Grazie alla chiarità del sereno plenilunio Gertrude potè in quell'unica
-sera farsi un'idea delle bellezze del luogo. Ella non aveva agio di
-notare i particolari; ma l'insieme che le appariva come in una dolce
-visione di sogno nell'incanto della notte estiva, destava nell'animo
-suo, vergine e ardente, un senso vago di maraviglia e di piacere; e
-la scena che s'offriva al suo sguardo era così divinamente armoniosa e
-circonfusa di tanta soavità e tanta pace, che le pareva di contemplare
-un miraggio del paradiso anzichè un paese terrestre.
-
-— Emilia, tesoro mio, — ella diceva mentre stavano insieme sotto un
-pergolato donde si dominava una magnifica veduta del fiume e delle sue
-rive — è qualche cosa di simile a voi! Dovreste vivere qui ed essere la
-sacerdotessa d'un tempio sì bello! —
-
-Con la mano nella mano dell'amica cieca ella versava nell'attento
-orecchio di lei la piena dei santi e sublimi sentimenti suscitati dal
-luogo e dall'ora; dire i suoi pensieri ad Emilia era come parlare al
-suo proprio cuore, e la risposta era non meno sicura e certa.
-
-Così trascorse la serata. Di primo mattino la comitiva di nuovo
-navigava sul Hudson. Ammaestrati dall'esperienza del giorno innanzi,
-s'affrettarono ad accaparrarsi buoni posti sulla tolda, sempre
-affollata; ma appena le rive di West Point erano scomparse, il vigile
-occhio di Gertrude scòrse nell'aspetto d'Emilia i noti segni di
-spossatezza e languore. Tosto, sacrificando senz'esitazione l'intenso
-piacere ch'ella provava nel mirare i deliziosi paesaggi tra cui passa
-il piroscafo in quel tratto del fiume, ella propose di scendere sotto
-coperta dove la signorina Graham sarebbe potuta stare più quieta e più
-comoda.
-
-Questa ricusò: le rincresceva troppo privare la fanciulla del raro
-diletto ch'ella gustava.
-
-— La bellezza del panorama non esiste più per me, cara Emilia; io non
-vedo che il vostro viso stanco. Ve ne prego, scendiamo e coricatevi,
-non foss'altro che per compiacermi; non avete dormito quasi punto la
-notte scorsa.
-
-— Parlate di scendere? — domandò la signora Jeremy. — Io davvero non mi
-fo pregare. Nel salotto delle signore si sta meglio che quassù, e le
-belle vedute possiamo goderle abbastanza dalle finestre, non vi pare,
-Emilia?
-
-— Proprio, lo preferite? — disse la cieca.
-
-— Oh, sì! — esclamò ella con un'enfasi che non lasciava dubbi sulla sua
-sincerità.
-
-— Allora, Gertrude, — riprese la signorina Graham — se mi prometti di
-rimanere qui, tranquilla, io scenderò con la signora Jeremy. —
-
-Gertrude aderì alla proposta, ma volle accompagnarle da basso a fine di
-trovare una cuccetta libera per accomodarvi la sua amica ed assicurarsi
-che ella fosse in condizioni di riposare veramente.
-
-Il dottore era andato a informarsi circa il pranzo, ed esse fecero
-senza indugio come avevano stabilito. Emilia si sentiva infatti così
-debole, che il chiasso e la confusione di sopra coperta le davano gran
-molestia. Fattala coricare nel salotto quasi deserto e silenzioso,
-Gertrude s'indugiò accanto a lei, lisciandole e rimovendole dalla
-fronte i capelli, osservando la sua faccia sbiancata, finchè s'udì
-accusare di violazione dei patti, e venne cacciata dall'ottima e vivace
-signora Jeremy.
-
-— Sono buona anch'io di badare alla nostra Emilia, sai! Tu ritorna
-a prendere il tuo posto a poppa, se non vuoi perderlo; e, mi
-raccomando, Gertrudina, non permettere al dottore di venire da
-noi; vorrebbe forzarci a tornare di sopra, e non è questa la nostra
-intenzione. —
-
-Così dicendo sciolse i nastri del suo cappello, poggiò i piedi su una
-seggiola messa di contro alla sua poltrona, e intimò alla fanciulla
-d'andarsene battendo le mani per metterla in fuga.
-
-Gertrude scappò ridendo e un sorriso le brillava ancora sulle labbra e
-negli occhi mentre saliva la scaletta, col suo passo rapido e leggero.
-Un uomo, d'alta statura, si trasse in disparte per lasciarla passare.
-Era il signor Phillips. Egli s'inchinò. Ella gli rese il saluto e
-si diresse verso il posto da lei occupato prima, maravigliandosi
-tra sè del caso che li faceva un'altra volta compagni di viaggio.
-Egli non poteva essere stato già a bordo quando ella era scesa nel
-salotto con Emilia: ne era sicura, perchè altrimenti l'avrebbe veduto
-e riconosciuto tra mille. Senza dubbio doveva essersi imbarcato a
-Newburgh dove il piroscafo aveva fatto una breve fermata intanto che
-ella si tratteneva da basso.
-
-Volgendo in mente queste riflessioni, riprese la sua seggiola,
-collocata sul davanti della poppa, sicchè dava le spalle alla maggior
-parte dei passeggeri, e contemplò il fiume. Da cinque minuti i suoi
-pensieri erano così divisi tra la scena pittoresca e l'attraente figura
-del singolare gentiluomo, allorchè un'ombra le passò dinanzi. Ella
-alzò gli occhi preparata a vedere il dottor Jeremy e a rivolgergli la
-parola, nè potè celare la sua confusione incontrando invece quello
-sguardo ardente, quasi magnetico, che aveva il potere di turbarla e
-d'affascinarla. Distolse il suo in modo piuttosto brusco; ma il signor
-Phillips le disse gentilmente:
-
-— Buon giorno, signorina. Vedo che il vostro itinerario e il mio ci
-conducono nella medesima direzione. Volete farmi l'onore di servirvi
-della mia guida? —
-
-Così parlando le offerse un libretto contenente una carta topografica
-dell'Hudson e delle sue rive. Gertrude lo prese e ringraziò. Mentre
-ella spiegava la carta, egli s'allontanò di alcuni passi da lei, si
-chinò sul parapetto con un'aria, in apparenza, molto distratta, e
-durante alcuni minuti stette in silenzio; poi a un tratto si voltò
-domandandole:
-
-— Vi piace molto questo panorama?
-
-— Oh moltissimo! — ella rispose.
-
-— Non avete mai visto nulla di così incantevole in vita vostra. —
-
-Pareva che non l'interrogasse, ma affermasse una cosa saputa.
-
-— Per voi invece è uno spettacolo familiare, — disse la giovanetta.
-
-— Che v'induce a crederlo? — fece egli sorridendo.
-
-Di nuovo il suo sguardo la turbò e più ancora il suo sorriso che lo
-trasfigurava, lo faceva sembrare tanto bello e tanto malinconico. Ella
-arrossì, e non trovò una risposta. Il signor Phillips le risparmiò la
-pena di cercarla seguitando:
-
-— La domanda è indiscreta, non è vero? Voi pensate che la vostra
-supposizione è fondata quanto la mia.... V'ingannate però. Io non sono
-mai stato in questi luoghi. Ma ad un vecchio viaggiatore non brilla
-l'entusiasmo negli occhi.... — S'interruppe, fissandola, poi soggiunse:
-— .... come a voi. —
-
-Quasi s'accorgesse per la prima volta dell'impaccio in cui la metteva
-scrutando così le sue sembianze, guardò da un'altra parte, e il suo
-bel viso si oscurò, prese un'espressione amara e insieme patetica, la
-quale svanì tosto, ma bastò a dissipare il turbamento cagionato alla
-fanciulla da quell'audace modo di presentarsi da sè e fare curiose
-osservazioni; ed ella dimenticò tutto, fuorchè la strana simpatia che
-destava in lei l'uomo singolare.
-
-Egli, approfittando d'una seggiola rimasta libera, sedette accanto a
-Gertrude, le fece notare una splendida villa sulla riva destra, parlò
-del suo antico proprietario ch'egli aveva conosciuto all'estero, e
-raccontò parecchi dilettevoli aneddoti concernenti un venturoso viaggio
-intrapreso con lui: questo discorso condusse ad altri, principalmente
-sul soggetto di peregrinazioni in paesi remoti, quasi sconosciuti
-ancora anche in questo secolo esploratore; e così ricca e varia era la
-conversazione del signor Phillips, così pittoresche le sue descrizioni,
-così fervida ed esuberante la sua immaginativa, e potente la sua
-padronanza della parola nel dar forma e colore ai suoi pensieri, che la
-giovanetta ascoltava rapita, ammirando e godendo.
-
-L'alta intellettualità di Gertrude armonizzava appieno con l'ardore e
-la poesia d'una mente sensibile al pari della sua al grande, al bello,
-al maraviglioso nella natura e nell'arte; e conquistate in tal guisa la
-sua fantasia e la sua attenzione, il suo interlocutore, che l'osservava
-senza parere, ebbe presto la sodisfazione d'accertarsi ch'era riuscito
-a vincere il senso di diffidenza e d'impaccio da lei provato sulle
-prime, poichè mentre ella stava ad udirlo e perfino quando i loro occhi
-talvolta s'incontravano, nessun segno di timore o di sospetto appariva
-più in quel viso animato, raggiante.
-
-Egli non abusò tuttavia del suo confidente abbandono, e continuando ad
-intrattenerla sui soggetti che naturalmente s'offrivano, ebbe cura di
-non turbarle l'animo con quell'acuto sguardo scrutatore che tanto la
-sconcertava. Sicchè il dottor Jeremy, venuto in cerca di lei, li trovò
-conversando insieme con tanta amenità e libertà, che sgranò due occhi
-attoniti e scotendo le spalle diede in un'esclamazione:
-
-— Ah, bene, me ne congratulo! —
-
-Gertrude, la quale non l'aveva veduto avvicinarsi, riconobbe il suono
-della sua voce, e voltandosi a guardarlo arrossì lievemente, conscia
-della maraviglia che doveva fargli il sorprenderla in familiare
-colloquio con un estraneo; ma notando che il signor Phillips non era
-punto sgomentato dalla sua brusca apostrofe, e anzi la riceveva con un
-sorriso, si sentì anch'ella piuttosto esilarata che confusa: giacchè,
-strana cosa, il suo primo sentimento di ritrosia era svanito, ed ella
-aveva oramai la più intera fiducia nel compagno di viaggio. Questi si
-rizzò, strinse la mano al dottore, cui era stato presentato il giorno
-innanzi, e disse con perfetta calma:
-
-— Volete, signore, in cortesia presentarmi alla signorina? Abbiamo
-un po' conversato insieme, ma non sappiamo con che nome rivolgerci la
-parola. —
-
-Il dottor Jeremy compì la formalità richiesta. Il signor Phillips,
-inchinandosi, guardò Gertrude con una tale espressione di paterna
-benevolenza, ch'ella non esitò a porre la sua mano in quella offertale.
-Egli la trattenne un momento, dicendo:
-
-— Non abbiate paura di me quando mi vedete. —
-
-S'allontanò e continuò a camminare in su e in giù, a passi lenti,
-finchè i viaggiatori diretti a Catskill furono chiamati per il pranzo;
-scese allora nella sala anch'egli.
-
-Il dottore motteggiò alquanto Gertrude sul suo canuto ammiratore,
-affermando che era ancor giovane e bello, e soggiungendo che quanto ai
-capelli avrebbe potuto farglieli tingere nel colore ch'ella preferiva:
-ma non riesci a pungerla, perchè la simpatia che sentiva per lui e che
-non negava, era affatto indipendente dalla sua apparenza personale.
-
-Ma il trambusto del pranzo e dello sbarco bandirono dal capo del buon
-Jeremy ogni altro pensiero fuor di quello della salvezza propria, delle
-sue signore, e delle loro valigie: causa d'ansietà, del resto, anche
-per qualche viaggiatore più esperto di lui, perchè il tempo concesso
-ai passeggeri per scendere a terra era così breve, e tali eran la
-confusione e la furia con cui venivano cacciati da bordo scaraventando
-dietro a loro i bagagli, che quando la macchina ansante e sbuffante
-rimise in moto il piroscafo, la piccola folla raccolta sulla banchina
-sembrava piuttosto un branco di pecore spaurite, che creature umane in
-possesso d'una libera volontà.
-
-Emilia, il cui sistema nervoso era un poco irritato, s'aggrappava,
-tremante, a Gertrude, e Gertrude si trovava, senza saper come,
-appoggiata al braccio del signor Phillips, alle cui tacite premure
-tutte e due dovevano l'essere sbarcate felicemente. La signora Jeremy
-intanto contava le valigie, e suo marito, con un piede sopra una
-di queste e una sacca in mano, tempestava ad alta voce contro il
-piroscafo, il suo equipaggio, e l'intera frettolosa e precipitosa
-nazione degli _yankee_.
-
-Due diligenze aspettavano sulla banchina di Catskill i passeggeri per
-la montagna, e prima che il dottor Jeremy avesse voltato le spalle
-al fiume, Emilia e Gertrude erano bell'e accomodate in una di esse
-per cura del signor Phillips, il quale senza fare domande, e nemmeno
-parlare, s'era assunto quest'incarico, e poi ne aveva informato il
-loro compagno affinchè sapesse dove trovarle. I Jeremy le raggiunsero
-tosto; gli altri posti della vettura furono occupati da una comitiva di
-persone che non conoscevano. E incominciò il viaggio.
-
-
-
-
-XXXVI.
-
- Credi, o mortale, in Dio come tu credi
- Nel sole.... e vedi!
- Entro l'anima tua risplende ancora
- La giovinezza d'una nova aurora.
- Dormi come la terra, o cuor turbato,
- E dissipato
- Il nembo che s'aggrava minaccioso
- Su te, sarà nel placido riposo.
-
- NEW TIMON.
-
-
-Prima che la diligenza avesse attraversato il polveroso villaggio e
-guadagnato la strada maestra conducente all'Albergo della Montagna,
-la grandissima differenza di temperatura tra l'aria infocata delle
-campagne interne e la fresca brezza che spirava sul fiume, si fece
-penosamente sentire ai passeggeri. Durante le prime miglia l'attenzione
-di Gertrude fu occupata nel difendere Emilia e sè medesima dai cocenti
-raggi del sole, i quali le ferivano in piena faccia; provarono un vero
-sollievo quando giunsero alfine sulla bella strada, erta ma ben tenuta
-e deliziosamente ombreggiata che saliva la pendice.
-
-La limpidità dell'atmosfera permetteva di godere in tutta la sua
-estensione la veduta di più in più vasta, e magnifica tanto che
-Gertrude incantata, rapita, sopportava a stento il freno imposto dal
-decoro al suo entusiasmo. E però quando la salita divenne faticosa e i
-signori furono pregati di scendere per diminuire il peso che i cavalli
-già stanchi dovevano trascinare, ella accettò con gioia la proposta di
-fare un paio di miglia a piedi, in compagnia del dottor Jeremy.
-
-La giovanetta era una strenua camminatrice, e il vecchio medico
-sempre arzillo e bene in gamba, sicchè non tardarono a precedere la
-vettura d'un buon tratto. Ad una brusca svoltata della strada la scena
-maravigliosa che si schiuse sotto i loro occhi li fece sostare. Mentre
-rimanevano assorti in silenziosa ammirazione, godendo la bellezza e la
-quiete del luogo, una voce molto vicina li scosse d'improvviso.
-
-— Incantevole paesaggio, non è vero? —
-
-Guardarono intorno e videro il signor Phillips che sedeva sopra
-una roccia rivestita di musco alla quale Gertrude in quel momento
-s'appoggiava. Il suo atteggiamento era naturale e disinvolto; un
-cappello di paglia a larga tesa giaceva a terra, presso a lui, e
-la sua capigliatura cosparsa di neve ma ancora foltissima e ondosa,
-rigettata indietro, lasciava scoperta la sua fronte alta ed ampia. Si
-sarebbe detto, vedendolo là con quell'aria di fanciullo in ozio, il
-capo reclinato sulla mano, ch'egli ci fosse da ore e ci si sentisse a
-casa propria. Ma prontamente si rizzò e mosse verso i suoi compagni di
-viaggio.
-
-— Siete smontato prima di noi, — disse il dottore.
-
-— Sì, già al villaggio; è mio costume camminare di preferenza, quando
-la vettura non fa guadagnar tempo. —
-
-Parlando, egli pose nella destra della giovane, senza guardarla nè
-quasi parer conscio di ciò che faceva, un bel mazzo di ramicelli
-d'alloro in fiore, còlti probabilmente durante la sua passeggiata.
-Ella avrebbe voluto ringraziarlo, ma non ne ebbe l'opportunità, perchè
-egli con un fare distratto si mise a discorrere col dottor Jeremy come
-s'ella non fosse presente.
-
-Proseguirono il cammino insieme. I due uomini conversavano con grande
-animazione, e Gertrude, ben contenta della parte d'uditrice, osservò
-ch'ella non era l'unica persona a cui il signor Phillips avesse il dono
-di piacere. Il medico toccò vari soggetti, e su tutti l'interlocutore
-era versato. La fanciulla sorrideva notando che il suo vecchio amico
-si stropicciava spesso le mani: suo modo d'esprimere una sodisfazione
-straordinaria, da lei ben conosciuto.
-
-Ora ella pensava che il loro nuovo conoscente fosse un professore di
-botanica, tanto si mostrava dotto in questo ramo della scienza; ora
-propendeva a credere che si fosse del pari dedicato alla geologia, così
-familiare della madre terra egli appariva; e queste due impressioni si
-cancellarono quando lo udì, volta a volta, parlare dell'oceano come un
-marinaro, d'affari come un negoziante, di Parigi come un uomo del bel
-mondo.
-
-Gli camminava a fianco silenziosa ma non dimenticata nè trascurata:
-perchè giunti a una salita molto ripida e malagevole, egli le porse
-il braccio e manifestò la sua tema che si stancasse troppo. Ella gli
-assicurò che non c'era pericolo; e il dottor Jeremy aggiunse che la
-Gertrudina sarebbe stata capace di lasciarseli addietro tutti e due.
-Tranquillato su questo punto, il signor Phillips riprese il filo
-interrotto della loro conversazione, a cui Gertrude ben tosto partecipò
-quasi inavvertitamente.
-
-Egli era un uomo che sapeva incutere rispetto e anche timore, quando
-voleva; ma non gli riusciva meno facile di rincorare gl'intimiditi,
-d'infondere negli animi fiducia e simpatia, di forzare i caratteri a
-spiegarsi dinanzi a lui. Gertrude già non lo considerava più come un
-estraneo: egli era ancora per lei un mistero, ma un mistero attraente.
-Ella si struggeva di conoscere qualche cosa di più sul conto suo,
-d'apprendere la storia d'una vita, che come s'indovinava da alcuni
-singoli casi ch'egli ne aveva narrati doveva esser piena di strane
-vicissitudini; soprattutto il suo cuore tanto inclinato verso di lui
-desiderava penetrare la causa della profonda malinconia che gettava
-un'ombra sulla sua nobile figura, e rendeva triste perfino il suo
-sorriso.
-
-Il dottor Jeremy, alquanto incuriosito egli pure, tentò certe domande
-suggestive nella speranza d'indurre il suo nuovo amico a dar qualche
-cenno sulla propria biografia: ma invano. Le labbra del signor Phillips
-rimasero suggellate, o non s'apersero che per deludere la curiosità
-dell'interrogatore.
-
-Alfine il buon vecchio fu costretto a cedere ad una stanchezza che non
-poteva più dissimulare nè a se stesso nè a' suoi compagni, per quanto
-gli spiacesse confessarla: e tutti e tre sedettero sul margine della
-strada, ad aspettare l'arrivo delle diligenze.
-
-Dopo un breve silenzio il dottore osservò, guardando la fanciulla:
-
-— Non avremo nessuna chiesa, qui, domani, Gertrudina.
-
-— Nessuna chiesa? — esclamò ella volgendo intorno lo sguardo reverente.
-— Come potete dirlo? —
-
-Il signor Phillips la mirò sorridendo in atto benevolo e scrutatore.
-
-— Qui non v'è domenica, — egli fece — non sale a quest'altezza. —
-
-Il tono era singolare, le parole erano leggiere: troppo leggiere, pensò
-Gertrude.
-
-Ella rispose con una certa serietà e con molta dolcezza:
-
-— Spesso mi rallegro che la domenica sia stata mandata a noi _quaggiù_
-su questa _bassa_ terra: più si sale, e più ci si appressa, io mi
-confido, alla Domenica eterna. —
-
-Il signor Phillips si morse le labbra e non replicò. La sua bocca aveva
-preso un'espressione che a Gertrude veramente non piaceva; ma ella non
-trovava in fondo al cuore un rimprovero per l'ironia che appariva nelle
-sue maniere piuttosto che nel suo viso sul quale, mentre egli rimaneva
-un momento distratto, con lo sguardo fisso nel vuoto, si dipinse un
-così cupo dolore, che ella non potè sentire se non pietà e maraviglia.
-
-Le due vetture arrivavano. Quando egli aiutò Gertrude a riprender posto
-in quella dov'era attesa, sorrideva di nuovo con la sua aria serena e
-benigna, e la fanciulla restò persuasa che gli rendeva semplicemente
-giustizia pensando che nulla poteva nascondersi dietro a quell'aperta e
-franca fisonomia, di men che onorevole per l'uomo.
-
-Un'ora dopo i viaggiatori scendevano all'Albergo della Montagna. Con
-grande loro sodisfazione il dottor Jeremy e le sue signore furono
-subito accomodati in due delle camere migliori. Gertrude, stando
-alla finestra di quella assegnata a lei e ad Emilia, udì parecchi dei
-compagni di viaggio lamentarsi forte di non aver potuto ottenere un
-alloggio conveniente, e stupì che al dottore, contro il solito, fosse
-toccata la fortuna d'essere trattato con sì favorevole parzialità.
-
-Emilia, stanchissima del faticoso tragitto, si fece servire la cena
-in camera; la giovanetta stette con lei, e tutt'e due si coricarono di
-buon'ora.
-
-L'ultima cosa che Gertrude intese prima d'addormentarsi, fu la voce del
-dottor Jeremy il quale gridò passando davanti al loro uscio:
-
-— Badate, Gertrudina, di alzarvi a tempo per vedere la levata del
-sole. —
-
-Ma ella non s'alzò a tempo, e il dottore nemmeno: nè l'uno nè l'altra
-avevano creduto che il sole fosse tanto mattiniero. Sebbene Gertrude,
-memore dell'esortazione, balzasse dal letto prima d'avere aperto gli
-occhi, un torrente di luce irrompeva già dalla finestra: però la scena
-che le si presentò allora era tale da dissipare ogni rimpianto; nulla,
-ella pensava, avrebbe potuto vincerla in bellezza e solennità.
-
-Dal ripiano roccioso su cui la casa era edificata, fino all'estremo
-orizzonte si estendeva un mare di nuvole candidissime, che coprivano
-la terra sottostante nascondendola affatto alla vista. Erano
-immensi cumuli nivei, luminosi, occupanti tutto lo spazio visibile
-senza lasciar tra loro pur un minimo crepaccio, come una spessa e
-ininterrotta cortina tesa a dividere la terra dal cielo.
-
-E mentre, in basso, il mondo era escluso dalla chiara luce mattutina,
-la vetta del monte gioiva nella gloria d'una maravigliosa aurora, di
-cui le stesse nubi che oscuravano con la loro ombra le dimore degli
-uomini accrescevano la bellezza. La navicella d'una fata avrebbe
-galleggiato su quelle onde vaporose splendenti al sole come neve
-recente, che offrivano col contrasto tra il proprio immacolato candore
-e il purissimo azzurro delle regioni aeree superiori uno spettacolo
-grandiosamente pittoresco. Il denso fogliame delle querce, degli
-abeti, dei larici, che avevano posto radice in quell'alta zona montana,
-luccicava tutto fresco e rugiadoso, e gli uccelli che vi albergavano,
-sicuri e lieti, facevano risonare le varie note dei loro canti.
-
-Gertrude, dopo aver guardato a lungo, lasciò la finestra, si vestì in
-fretta, e uscì sul ripiano, davanti alla casa che pareva ancora immersa
-nel silenzio del sonno. Ella rimase qualche tempo immobile, col respiro
-quasi mozzo, compresa di reverenza e d'ammirazione.
-
-Alfine un rumore di passi la scosse. Si voltò e vide i Jeremy che
-venivano a lei. Il dottore pieno di vita, come sempre, si tirava dietro
-la sua sposa riluttante e assonnata, il cui aspetto diceva quanto a
-malincuore ella avesse tralasciato il suo ultimo pisolo del mattino.
-
-— Bello, eh, Gertrudina? — fece egli stropicciandosi le mani. — Una
-magnificenza che sorpassa ogni mia aspettazione. —
-
-Ella volse verso di lui i suoi occhi raggianti, senza proferir parola.
-Pago di quella muta ma eloquente risposta, il dottor Jeremy s'avanzò
-fin sull'orlo della roccia piana, su cui stavano, incrociò le mani
-sotto le falde dell'abito, e s'abbandonò a un monologo fatto di
-frasi esclamative e d'interiezioni, esprimenti la sua contentezza,
-corroborate da rapidi e regolari inchini del capo.
-
-— Non c'è che dire, è una cosa singolare, — mormorò la signora Jeremy
-soffregandosi gli occhi e girandoli attorno — ma di qui a un'ora o due
-sarebbe stata la medesima. Non so proprio perchè il dottore m'abbia
-forzata a levarmi così presto. —
-
-In quella lo sguardo le cadde su suo marito, e tutta sgomenta sì
-slanciò avanti gridando:
-
-— Per carità, dottor Jerry, non v'arrischiate così sull'orlo d'un
-precipizio! Siete pazzo, benedett'uomo? Mi fate morire dallo spavento!
-Cadrete di sotto e vi romperete il collo, come è vero che siamo al
-mondo! —
-
-Trovandolo sordo alle sue supplicazioni, lo afferrò per un lembo
-dell'abito e tentò di trarlo indietro; placidamente egli si volse
-domandando:
-
-— Ebbene, che c'è? —
-
-Vista l'ansietà della povera donna egli retrocedette prudentemente
-d'alcuni passi; ma un momento dopo era di nuovo nella stessa condizione
-precaria. La scena si ripetè cinque o sei volte, finchè stanca di
-spasimare tra angosce che si ridestavano non appena sopite, ella
-implorò l'aiuto di Gertrude per istrappare al pericolo il temerario che
-a sentir lei si sarebbe senza fallo accoppato.
-
-— Vogliamo esplorare un po' quel sentiero a destra della casa? —
-suggerì la fanciulla. — Pare delizioso....
-
-— Oh, sì! — rincalzò la signora Jeremy. — Un deliziosissimo sentiero
-ombreggiato! Venite, dottore; Gertrude ed io si va su, di qua....
-venite! —
-
-Egli guardò nella direzione da lei indicata.
-
-— Ah! — disse. — È quello di cui parlava il direttore dell'albergo.
-Conduce alla pineta. Bene, arrampichiamoci lassù, e vediamo che c'è di
-bello. —
-
-Gertrude fece l'avanguardia; i due coniugi la seguirono. Camminavano
-in fila, uno ad uno, essendo la via angustissima. La ripidità della
-salita era tale che prima d'averne fatta mezza la signora Jeremy,
-trafelata per il caldo e la fatica, si fermò di botto, dichiarandosi
-incapace d'arrivare in cima: se avesse saputo di dover inerpicarsi
-su per quell'erta orribile non ci sarebbe venuta davvero! Tuttavia,
-incoraggiata e assistita da' suoi compagni, si lasciò indurre a
-provare un altro po'; ma di lì a qualche minuto Gertrude, ch'era
-avanti d'alcuni passi, l'udì gettare un fievole grido. Ella si voltò
-a guardare che accadesse: il dottore rideva dai precordi, mentre
-sua moglie, la quale sembrava l'effigie della costernazione, faceva
-inutili sforzi per passare di fianco a lui nello stretto sentiero, e
-ridiscendere la china.
-
-— Gertrude, — ella chiamò — vieni, vieni! Seguimi!
-
-— Che cos'è stato? — domandò la giovanetta.
-
-— Ah, che cosa? Quest'altura è popolata di serpenti a sonagli, e
-rischiamo di esser tutti morsi a morte!
-
-— Ma no, ma no, Gertrudina, — disse il dottore, ridendo sempre. — Le ho
-detto soltanto che ce n'è stato ucciso qui uno quest'estate, e subito
-ha còlto l'occasione d'una scusa per tornare indietro.
-
-— Dite quel che volete, — replicò la buona donna che quasi rideva anche
-lei a dispetto delle sue paure — se ce n'era uno, ce ne possono essere
-degli altri, e io non voglio trattenermi un momento di più! Il luogo
-mi piaceva poco già prima, e ora intendo ritornamene giù più presto che
-non sono salita. —
-
-Il dottore vedendola così determinata si risolse ad accompagnarla.
-Nell'andare, gridò a Gertrude di star tranquilla perchè non c'era
-ombra di pericolo e la pregò d'aspettarlo sulla vetta dove l'avrebbe
-raggiunta non appena condotta a salvamento la moglie nell'albergo.
-
-Ella proseguì sola, non senza guardarsi attorno con un po'
-d'apprensione; ma il sentiero era così ben tenuto, che certo doveva
-essere frequentatissimo e secondo ogni probabilità sicuro, sicchè
-bentosto non pensò più che alla bellezza del paesaggio. Guadagnata
-vigorosamente la cima si trovò in un ripiano boscoso donde il suo
-sguardo spaziava di nuovo sul vasto mare di nubi.
-
-Sedette a piè d'un gran pino, si tolse il cappello, perchè era
-accaldata dallo sforzo durato, e aspirando la fresca aria montanina
-riprese il corso d'una meditazione che i Jeremy avevano interrotta.
-
-Ma d'improvviso un lieve sussurro la fece trasalire; si rammentò dei
-serpenti a sonagli, e scattò in piedi; ma udendo un suono sommesso, che
-le parve il respiro d'un dormente, guardò dalla parte donde veniva, e
-infatti vide un uomo che giaceva a terra e sembrava immerso nel sonno.
-Ella gli si avvicinò, cautamente. Prima che potesse scorgere la sua
-faccia, il cappello di paglia a larga tesa, e la lunga capigliatura
-ondulata, quasi bianca, glielo fecero riconoscere. Il signor Phillips
-dormiva, o pareva: la testa posava sul braccio ripiegato, gli occhi
-erano chiusi, l'atteggiamento denotava riposo perfetto. Ma nel momento
-che la fanciulla, pian piano, si fermava accanto a lui, mirandolo, egli
-s'alterò nel viso: l'espressione di pace disparve, si mutò in quella di
-profonda tristezza che già aveva destato in lei compassione e simpatia.
-Le sue labbra si mossero: agitato da un sogno egli proferì, o per dir
-meglio, gridò tre volte: «No, no, no!» e ciascuna con maggior enfasi
-e maggior veemenza; poi bruscamente alzò il braccio libero sopra il
-suo capo, e lo lasciò ricadere di peso al suolo; i suoi lineamenti si
-ricomposero, e mormorò in un sospiro: «Oh, Dio!» con l'accento d'un
-bimbo che, afflitto e stanco, reclina la testa sulle ginocchia della
-madre.
-
-Gertrude si sentiva intensamente commossa. Dimenticò che quell'uomo era
-un estraneo: vide soltanto ch'egli soffriva. Un insetto venne a posarsi
-sulla bella e aperta sua fronte: ella si chinò verso di lui, scacciò la
-creatura avida di sangue, e, nel farlo, una delle lacrime ch'empivano i
-suoi occhi cadde sulla guancia del dormente.
-
-Calmo, senza alcun movimento, egli si destò e guardò in faccia la
-fanciulla che, tutta confusa, dette un sobbalzo e si sarebbe voluta
-rapidamente allontanare; ma il signor Phillips, rizzandosi sul gomito,
-le afferrò una mano, e dopo averla fissata un momento senza parlare,
-disse con voce grave:
-
-— Figliuola mia, avete versato quella lacrima per me? —
-
-Ella non rispose che con gli occhi lucenti ancora della pietosa rugiada.
-
-— Sì, lo credo, — egli riprese — e vi benedico dall'intimo del cuore!
-Ma non piangete mai più per un ignoto: ne avrete abbastanza dei dolori
-vostri se vivrete fino all'età mia.
-
-— Se non avessi avuto dolori miei, non sarei capace di sentire quelli
-degli altri; se non avessi spesso pianto per me stessa, non piangerei
-ora per voi.
-
-— Ma siete felice?
-
-— Sì.
-
-— Molti scordano agevolmente il passato.
-
-— Io non lo scordo.
-
-— I dolori dei fanciulli sono inezie, e voi siete quasi tuttora una
-bambina.
-
-— Io non fui _mai_ bambina.
-
-— Strana creatura! — fece egli come parlando a sè medesimo. — Volete
-sedervi qui e intrattenervi meco alcuni minuti? —
-
-Gertrude esitò.
-
-— Non vi ricusate; io sono un uomo già vecchio, e affatto innocuo. Via,
-sedetevi sotto quell'albero e ditemi se vi piace la veduta che si gode
-di qui. —
-
-Ella sorrise pensando ch'egli si chiamava vecchio, e chiamava lei
-bambina; ma vecchio o giovane, non trovava nessuna ragione di temerlo,
-nè di negargli quel colloquio. Sedette, dunque, ed egli si pose accanto
-a lei, ma non parlò della veduta; rimasto un poco in silenzio, le
-domandò senza preamboli:
-
-— Voi non siete mai stata infelice, non è vero?
-
-— Mai stata infelice! — ella esclamò. — Oh, spesso, invece!
-
-— Non a lungo, però?
-
-— Sì, posso ricordare anni interi durante i quali non sognavo nemmeno
-che la felicità esistesse.
-
-— Ma il conforto venne, alfine. Che pensate di coloro per cui non viene
-mai?
-
-— Ho conosciuto troppo il dolore perch'io non desideri di consolarli.
-
-— E che potete fare per essi?
-
-— _Sperare e pregare!_ — ella rispose con un tono vibrante di
-sentimento.
-
-— Ma se non hanno più speranze, se la preghiera non può più nulla in
-loro pro? —
-
-Ella affermò risolutamente:
-
-— Nessuno è in tal caso.
-
-— Vedete, — disse il signor Phillips — questa fitta cortina di nubi
-che proietta ora la sua ombra sulla terra? Vi sono cuori su cui grava
-un'opprimente e impenetrabile oscurità.
-
-— Ma in alto, sopra le nubi, rifulge il sole.
-
-— In alto! Sia pure; però che giova a chi non lo vede?
-
-— Il sentiero che conduce in vetta alla montagna è spesso aspro e
-faticoso, ma il pellegrino è compensato d'ogni pena quando giunge _al
-di sopra delle nubi_, — rispose la giovane con entusiasmo.
-
-— Sono pochi quelli che trovano la via per salire a tanta altezza!
-— replicò il malinconico suo compagno. — E anche tra essi non tutti
-possono respirare a lungo quella sublime atmosfera. Parecchi devono
-ridiscendere al piano, mescolarsi di nuovo al gregge volgare,
-ricominciar la lotta coi vili, i maligni, i crudeli; nubi più gravi che
-mai s'addensano sul loro capo, e si trovano sepolti in un'oscurità più
-nera.
-
-— Ma hanno veduto la gloria della luce, sanno che risplende sempre
-lassù, e debbono essere sostenuti dalla fede ch'essa un giorno vincerà
-le tenebre. Guardate, guardate! — esclamò con fervore, brillando
-negli occhi. — Le nuvole si squarciano, presto il sole rischiarerà la
-terra. —
-
-Indicava così parlando le ampie fessure che apparivano tra i cumuli
-di vapori fino allora compatti. Si volse poi al signor Phillips per
-accertarsi se osservasse il mutamento; ma col medesimo sorriso sul
-suo volto impassibile, egli contemplava lo spettacolo che la natura
-gli offriva non già lontano nel cielo, ma al suo fianco, nell'aspetto
-della giovane e ardente adoratrice del vero e del bello. E studiando
-quei lineamenti, scrutandone la viva espressione, egli pareva così
-profondamente assorto nei suoi pensieri, ch'ella lo credette caduto in
-uno dei suoi accessi di fantasticheria e cessò di discorrere, in modo
-piuttosto reciso; ma nel momento che distoglieva lo sguardo da lui,
-egli disse:
-
-— Proseguite, felice fanciulla! Insegnatemi, se potete, a vedere il
-mondo nel roseo colore di cui si riveste per voi, insegnatemi ad amare
-e compatire, come voi, la miserabile creatura chiamata _uomo_. Vi
-assumerete, ve ne avverto, una difficile missione, ma siete così piena
-di fede e di speranza!
-
-— Odiate dunque il mondo? — ella domandò, con franchezza e semplicità.
-
-— Quasi, — fu la risposta.
-
-— Anch'io, un tempo, — ella disse, pensosa.
-
-— E forse l'odierete ancora.
-
-— No, è impossibile: a me, orfana, prodigò cure materne, ed io l'amo
-teneramente.
-
-— V'è stato benigno, davvero? — egli chiese vivamente. — Estranei senza
-cuore hanno meritato l'affetto che, sembra, sentite per loro?
-
-— Estranei senza cuore! — ella esclamò con gli occhi pieni di lacrime.
-— Oh, signor Phillips, vorrei che aveste conosciuto il mio buon zio
-True, che conosceste la mia cara Emilia, cieca! Basterebbero essi a
-darvi una miglior opinione del mondo!
-
-— Parlatemi di loro, ve ne prego, — egli disse con voce sommessa e
-malferma, figgendo lo sguardo nel precipizio che s'apriva ai suoi
-piedi.
-
-— Non c'è molto da dire: l'uno era vecchio e povero, l'altra è affatto
-priva della vista, eppure hanno reso il mondo splendido e bello per me
-misera bimba, maltrattata, desolata....
-
-— Maltrattata! Dunque foste una volta anche voi fatta segno di
-malevolenza e d'ingiustizia?
-
-— Io? Ma tutti i miei primi ricordi non sono che di privazioni,
-sofferenze, e grandi cattiverie....
-
-— Gli amici che m'avete menzionati ebbero compassione di voi?
-
-— Sì. Lo zio True divenne il mio padre terreno, Emilia m'insegnò dov'è
-il mio padre celeste.
-
-— E da allora siete sempre stata libera e leggera come l'aria, senza
-cure, senza desiderî insodisfatti?
-
-— Oh, no, non intendevo dir questo!... Dovetti perdere il mio primo
-benefattore, ed altri cari amici.... o da qualcuno separarmi per anni.
-Sostenni molte dure prove, passai molte ore di tristezza e solitudine,
-ed anche adesso sono oppressa da più d'una causa d'ansietà e di timori.
-
-— Come potete dunque esser così serena, così lieta? — egli domandò.
-
-Gertrude, levatasi da sedere vedendo avvicinarsi il dottor Jeremy,
-teneva una mano posata sul saldo masso di pietra a piè del quale s'era
-posta nell'ombra protettrice. Ella sorrise pensosamente alla domanda
-rivoltale dal signor Phillips, e, gettando uno sguardo nella fonda
-valle sottostante, poi alzando in faccia a lui gli occhi raggianti di
-fede, mormorò con fervido accento:
-
-— Vedo l'abisso aperto sotto di me, ma io m'appoggio alla Roccia dei
-secoli. —
-
-Com'ella aveva detto, ansietà e timori l'opprimevano anche allora:
-tremava per la salute d'Emilia, e alla crescente apprensione che
-già s'approssimasse il tempo in cui la sua cara le sarebbe tolta,
-s'aggiungeva un altro tormentoso pensiero: Guglielmo, verso il quale
-il suo cuore anelava palpitante d'affetto più che fraterno, sembrava
-scordare l'amica della sua adolescenza o almeno non amarla più con
-la stessa tenerezza. Erano oramai alcuni mesi che ella non riceveva
-lettere dall'India, e l'ultima piuttosto breve mostrava un'insolita
-fretta di cui egli si scusava adducendo l'urgenza degli affari ond'era
-sopraccarico. Per quanto riluttante ad ammetterlo, ella non poteva
-cacciare il gelido presentimento che dopo la morte della madre e del
-nonno, i vincoli che univano ancora l'esule alla terra natia s'erano
-dimolto rilassati.
-
-Nulla avrebbe potuto indurla ad accennare, neppure ad Emilia, un
-sospetto di negligenza da parte di Guglielmo; nulla avrebbe potuto
-offenderla più che una tale imputazione a lui fatta da altri; ma nel
-suo intimo ella qualche volta meditava dolorosamente sul suo enigmatico
-e prolungato silenzio che diminuiva la loro antica familiarità.
-Durante parecchie settimane, priva com'era di sue notizie, ella
-aveva continuato a scrivergli secondo l'usato, sicura che ciascun
-corriere gli recava le sue missive. Quali cause, se non una malattia o
-l'indifferenza, avrebbero reso ragione della persistente mancanza di
-risposta alle lettere da lei fedelmente inviate? Spesso ella cercava
-di bandire dal suo spirito ogni ipotesi sopra una questione avvolta
-in tanta incertezza; ma talora una tristezza amara la invadeva, nè
-riusciva a dissiparla se non elevando i suoi pensieri a Dio con la fede
-e la speranza che sempre l'avevano sorretta nelle ore di sconforto.
-E appunto da uno di questi alti voli dell'anima ella era scesa per
-volgersi piena di dolce pietà nelle parole e negli occhi, a un altro
-afflitto cui il dolore strappava gemiti fino ne' suoi sogni.
-
-Arrivò il dottor Jeremy, e scambiati cordiali saluti e complimenti
-col signor Phillips, cominciò a conversare animatamente com'egli
-soleva, lodò la bellezza e la pace di quel sereno mattino domenicale
-sulla montagna; e il suo interlocutore, costretto a sforzarsi di
-nascondere, se non di sperdere, la tetra mestizia che gli pesava sullo
-spirito, discorreva con disinvoltura e perfino con una piacevolezza che
-stupiva Gertrude. Ella rifece in silenzio il cammino verso l'albergo,
-riflettendo sulla stranezza e l'apparente incoerenza di quell'uomo.
-A colazione non lo videro, e a pranzo egli prese posto a una certa
-distanza da loro, nè diede segno di riconoscerli se non inchinandosi
-graziosamente alla giovanetta mentre ella usciva dalla sala.
-
-Più tardi comparve sull'ampia terrazza dove Gertrude ed Emilia sedevano
-insieme. Secondo il consueto, un paio d'occhi serviva alla visione
-mentale d'entrambe. C'era stato un violento acquazzone, accompagnato
-da lampi e tuoni, ma al cader del sole il temporale s'era dileguato;
-uno splendido arcobaleno e il suo riflesso quasi altrettanto vivace
-sorgevano sull'orizzonte, in apparenza assai più bassi della montagna,
-e il giuoco delle ombre e delle luci nella valle e sul suo fiume
-scintillante offriva uno spettacolo d'incantevole bellezza. Gertrude
-sperava che il signor Phillips venisse a intrattenersi con loro; sapeva
-che Emilia avrebbe gustato la sua amena e istruttiva conversazione,
-e, istintivamente, si confidava che la voce soave, amata e benedetta
-da molti a cui aveva dato conforto, infonderebbe nel cuore di lui
-un balsamo di pace. Ma sperò invano. Egli sussultò ravvisandole, e
-s'allontanò in fretta. Poco dopo ella lo vide inerpicarsi su per l'erto
-sentiero che li aveva attirati tutt'e due di primo mattino; e la sera
-egli non si mostrò all'albergo.
-
-I Jeremy si trattennero lassù altri due giorni, perchè l'aria montanina
-rinvigoriva Emilia, la quale pareva più forte che non fosse stata
-da settimane, ed era in grado di fare qualche passeggiatina nelle
-vicinanze della casa.
-
-Gertrude non si stancava mai d'ammirare il magnifico panorama. Una
-gita a piedi ch'ella fece col dottore a una fenditura aperta nel cuore
-della montagna dove un fiumicello balza giù nella valle da un'altezza
-di duecento piedi, le fornì il tema di deliziose fantasie descrittive,
-nelle quali la cieca aveva la sua parte di godimento.
-
-Il signor Phillips non si lasciò più vedere, senza che essi sapessero
-perchè. Il dottore chiese di lui al padrone dell'albergo; questi gli
-disse ch'era partito il lunedì, molto per tempo, a piedi. Egli ne fu
-maravigliato e dolente perchè quel bizzarro gentiluomo gli piaceva
-oltremodo, e s'era lusingato, per certe domande da lui fattegli circa
-il loro itinerario, che intendesse d'unirsi alla loro comitiva.
-
-— Ma non temere, Gertrudina, — disse alla ragazza con tono di faceta
-condoglianza — io scommetto che lo incontreremo di nuovo, e quando meno
-ce l'aspetteremo. —
-
-
-
-
-XXXVII.
-
- .... da una divina
- Semplicità guidata, ella piacea
- Nè di brillar cercava....
-
- ANNA MORE.
-
-
-Da Catskill il dottor Jeremy proseguì direttamente per Saratoga. La
-città rigurgitava di forestieri, essendo la stagione al suo apice, e
-i viaggiatori imprevidenti che avevano trascurato di fissar le camere
-anticipatamente, non potevano sperare di trovar alloggio.
-
-— Dove scenderete? — domandò al medico un suo conoscente, in cui s'era
-imbattuto nel treno.
-
-— All'Albergo del Congresso, — egli rispose. — Un soggiorno tranquillo
-per noi, vecchi, e per la signorina Graham, ch'è cagionevole.
-
-— Siete dunque aspettati?
-
-— Aspettati! Ma no.... Chi dovrebbe aspettarci?
-
-— L'albergatore, caspita! Se non avete fissato le camere sarà un affar
-serio, perchè gli alberghi sono tutti pieni zeppi.
-
-— Ebbene, ci affideremo alla fortuna! — fece il buon dottore con
-un'indifferenza che l'abbandonò quando, giunto alla sua destinazione,
-ebbe a toccar con mano la veracità delle parole dettegli dall'amico.
-
-— Non so proprio che faremo, — disse alle signore, lasciate un momento
-nell'atrio della stazione mentre egli s'informava — pare che in nessuna
-casa ci sia un bugigattolo libero. Non ci resta altro che ripigliare il
-treno, se non vogliamo dormire sul lastrico.
-
-— Vettura, signore? — domandò un fiaccheraio sporgendosi da una
-ringhiera, e gesticolando a tutta possa verso il dottor Jeremy, mentre,
-più audace, un addetto a un omnibus gli picchiava una spalla facendogli
-un'offerta analoga, con voce insinuante.
-
-— Vettura! — esclamò egli in un tono più che mai irritato. — E per che
-farne? Dove ci condurreste, di grazia? Non c'è da ottenere ricovero
-neanche in una soffitta nella vostra Saratoga, nè per amor di Dio, nè
-per quattrini sonanti!
-
-— Ebbene, — ripigliò il secondo sollecitatore, togliendosi il berretto
-e asciugandosi la fronte con un cencio di pezzuola poco pulita — se non
-c'è posto nell'albergo vi _colonizzeranno_ fuori.
-
-— Fuori? — gridò il dottore, incollerito. — Ci siamo già, mi sembra.
-Quel che a me preme, è d'esser _dentro_, in qualche luogo. Dove va il
-vostro omnibus?
-
-— All'Albergo del Congresso.
-
-— Basta, portateci lì; ma badate, se non ci ricevono, dovete tenerci
-finchè non abbiamo trovato un alloggio pur che sia. —
-
-La signora Jeremy, Emilia e Gertrude furono fatte salire in un omnibus
-piccoletto e ficcate a stento tra una mezza dozzina di signore e di
-ragazzi, stanchi e polverosi, che facevano esercizio di pazienza e
-s'incoraggiavano mutuamente con vaghe speranze. Il dottore prese posto
-all'esterno. Non appena il veicolo si fermò, egli balzò a terra e corse
-a presentarsi all'albergatore; ma, come temeva, non c'era in tutto
-l'albergo un angolo vacante. Desideroso nondimeno d'accomodarlo, quegli
-accennò alla possibilità di procurargli avanti sera _una_ camera in una
-casa della strada attigua.
-
-— _Una_ camera! Nella strada attigua! — gridò il dottore. — Ah, questo
-si chiama essere _colonizzati_ fuori, non è vero? Ma, signore mio, per
-me non fa. Io devo alloggiare le mie signore e subito. O perchè diamine
-non avete alberghi sufficienti a ricevere i vostri ospiti?
-
-— È il culmine della stagione, e....
-
-— Oh, il dottor Jeremy! — esclamò la voce giovanile di Netta
-Gryseworth, la quale attraversava l'atrio con la nonna. — Come state?
-La signorina Flint e la signorina Graham sono con voi? Vi tratterrete
-qualche tempo? —
-
-Innanzi ch'egli potesse rispondere alle sue domande e salutare
-la signora Gryseworth, una veneranda matrona che aveva conosciuta
-trent'anni addietro, l'albergatore s'accostò a lui dicendo:
-
-— Il dottor Jeremy?... Scusatemi, non vi conoscevo. Il dottor Jeremy di
-Boston?
-
-— In petto e in persona, — egli rispose inchinandosi.
-
-— Ma allora il caso è diverso. Le vostre camere sono impegnate, e
-saranno pronte tra pochi minuti. Si trovano libere da due giorni, e
-nessuno le ha occupate più. —
-
-L'onesto dottore dichiarò, stupefatto:
-
-— Non capisco.... Io non ho fissato camere!
-
-— Allora le fissò per voi un amico. Sorte che ne abbia avuto
-l'idea, specialmente se siete in compagnia di signore. Saratoga è
-affollatissima in questa stagione: c'erano ieri in città settemila
-forestieri. —
-
-Jeremy ringraziò la sua buona stella e l'amico ignoto, e chiamò le sue
-compagne a godere dell'insperata fortuna.
-
-— Siamo capitati bene, eh? — fece la signora entrando nella comoda
-camera assegnata a lei e volgendo in giro uno sguardo di compiacenza.
-Passò poi a visitare quella delle signorine dall'altro lato dello
-stretto corridoio, e soggiunse: — Se penso a tutto quello che si
-raccontava della ressa di gente che s'arrabatta per strapparsi un
-posticino, proprio non mi par vero! —
-
-Il dottore, venuto a raggiungerle, dopo aver dato gli ordini
-concernenti i bagagli, udì questa sua osservazione, e, ponendosi
-l'indice sulle labbra, bisbigliò con una burlesca aria di mistero:
-
-— Zitto, zitto! Non vi fate sentire! Noi profittiamo d'un felicissimo
-equivoco del nostro ottimo albergatore. Queste camere erano fissate
-per qualcuno, senza dubbio, ma non per noi. Poh, in fin dei conti, il
-peggio che ci può toccare è d'esser messi fuori quando arriveranno
-gli «aventi diritto», e intanto godiamoci il buon alloggio che ci
-favoriscono. —
-
-Ma gli «aventi diritto», se non erano i Jeremy, non vennero, e in
-capo a una settimana il dottore cessò di temere lo sfratto, ed ebbe
-perfino il coraggio di chiedere e la fortuna d'ottenere una camera più
-conveniente per Emilia, al primo piano, e comunicante con la sala,
-risparmiandole così la molestia di scendere e salire le scale dove
-c'era quasi sempre un grande andirivieni.
-
-La sera del loro arrivo, verso l'ora del tè, la signorina Graham e
-Gertrude, che avevano appunto finito di vestirsi, udirono picchiare
-leggermente all'uscio. Gertrude aperse e vide Elena Gryseworth, la
-quale, pur salutandola con calore meridionale, rimase sulla soglia,
-esitando.
-
-— Temo di parervi indiscreta, — ella disse — ma ho saputo da mia
-sorella che siete arrivate, e dianzi, per caso, dalla cameriera, che
-occupate questa camera attigua alla mia; sicchè non ho potuto resistere
-al desiderio di fermarmi un momento, passando, per dirvi quanto sono
-lieta di rivedervi. —
-
-Tutt'e due l'accolsero con vivo piacere, la ringraziarono d'avere
-tralasciato le cerimonie, e insistettero perchè entrasse e rimanesse
-con loro finchè il _gong_ annunziasse il tè. Elena gradì l'invito,
-sedette sopra un baule, e s'informò della salute d'Emilia e del loro
-viaggio da quando s'erano lasciate a West Point.
-
-Tra le altre avventure, Gertrude raccontò il loro nuovo incontro col
-signor Phillips.
-
-— Ha proprio il dono dell'ubiquità quell'uomo! — fece la signorina
-Gryseworth. — Era a Saratoga due giorni or sono, in quest'albergo:
-sedeva di faccia a me, a tavola; ma poi non lo vidi più. Faceste la sua
-conoscenza, signorina Graham?
-
-— No, con mio rincrescimento, — rispose Emilia. E, sorridendo,
-soggiunse: — Gertrude era tanto ansiosa di presentarmelo, che mi dolse
-di vederla delusa.
-
-— Vi è dunque piaciuto? — domandò Elena a quest'ultima, con tono grave.
-— Ne ero sicura.
-
-— Sì, esercita su me una grande attrazione. È molto amabile, molto
-originale, e tanto incomprensibile!
-
-— Nulla di compromettente, insomma, — disse l'altra con malizia. —
-Spero che vi si presenterà l'occasione di farvi un concetto più chiaro
-del suo carattere, cosa che a me, lo confesso, non riesce, perchè ogni
-volta che mi trovo in sua compagnia, ne scuopro qualche particolarità
-insospettata. Per esempio, il giorno che pranzammo insieme, a Nuova
-York, s'adirò così fieramente contro uno dei camerieri, ch'io ne fui
-quasi spaventata. Ma i miei timori, credo, erano infondati, perchè
-un così perfetto gentiluomo non viene a parole con un inferiore, e
-quantunque i suoi occhi fiammeggiassero come carboni accesi, seppe
-contenere il fuoco che gli divampava dentro. È obbligo di giustizia
-dire che la sua collera non era provocata da una mancanza commessa
-verso di lui, ma dal grossolano disprezzo con cui quell'uomo trascurava
-due semplici campagnuole, le quali non avendo pensato a raccomandarsi
-mediante una mancia, non ottennero qualche cosa da mangiare se non
-quando tutti ebbero finito, e stavano a guardare, poverine, confuse e
-vergognose come fossero uscite allora dal carcere.
-
-— Che cattiveria! — esclamò Gertrude con energia. — Non mi
-maraviglia che il contegno di quel mercenario destasse così vivamente
-l'indignazione del signor Phillips. Questo suo sentimento mi piace.
-
-— Sì, una vera cattiveria; anche a me facevano compassione. La
-più giovane delle due, una ragazza che aveva lasciato la zangola e
-indossato il suo bell'abito bianco per figurare in città, era sul punto
-di scoppiare a piangere.
-
-— Voglio sperare che cotesti casi non siano frequenti, — disse
-Gertrude. — Ho gran paura che se è il contrario, Emilia ed io saremo
-nel numero dei mortificati, perchè il dottore non dà mai mance
-anticipate ai camerieri: dice ch'è una bassezza e che egli disdegna di
-comprare le loro attenzioni in sì fatta guisa.
-
-— Oh, non temete! — rispose Elena Gryseworth. — Le persone un po'
-pratiche della vita d'albergo sono sempre servite con discreta cura,
-specie in una casa ben regolata come questa. La nonna la pensa a
-modo del dottor Jeremy circa le anticipazioni, eppure non viene mai
-negletta, qui. Il caso di Nuova York è un brutto esempio di quella
-parzialità che in buona misura è da imputarsi al pubblico stesso. I
-camerieri conoscono alla prima occhiata chi possono sopraffare e chi
-no; l'aria impacciata e goffa delle due campagnuole che trovarono nel
-signor Phillips un caldo difensore, bastava per esporle a qualunque
-insolente trascuranza. —
-
-Fu di nuovo picchiato all'uscio da una mano leggera. Questa volta era
-Netta, che s'avanzò esclamando:
-
-— Sento la voce di mia sorella, e però credo di poter entrare anch'io!
-— Baciò la mano ad Emilia e la scosse a Gertrude con una libertà e
-una vivacità derivanti un po' da fanciullesca petulanza, un po' dalla
-aristocratica indipendenza di maniere che la giovanetta volentieri
-ostentava, poi ripigliò: — Sono stizzita, sono! Da mezz'ora io facevo
-la guardia alla porta della sala per vedervi appena foste scese, e
-intanto Elena se ne stava nella vostra camera, seduta sopra un baule,
-godendosi la vostra compagnia, e raccontandovi lei sola tutte le
-novità.
-
-— Non tutte, Netta, — disse Elena — ho lasciato parecchie coserelle
-ghiotte per tua sodisfazione.
-
-— Hai detto alla signorina Flint qualche cosa dei Fox e dei Cox
-ch'erano qui ieri?... No?
-
-— Neanche una parola, — rispose Gertrude.
-
-— E dello spavento, a bordo?
-
-— Nemmeno.
-
-— E del signor Phillips?
-
-— Sì, m'ha detto che l'ha veduto a Saratoga.
-
-— Ah, quello non l'ha dimenticato? — fece Netta lanciando uno sguardo
-malizioso alla sorella che arrossì lievemente. — E v'ha raccontato
-pure che occupava questa camera, e che tutta la notte lo sentivamo
-attraverso la sottile parete camminare in su e in giù, la qual cosa
-m'impediva di dormire e mi costò un formidabile mal di capo?
-
-— No, di questo non m'ha detto nulla.
-
-— Voi non avete nè l'una nè l'altra il costume di camminare per la
-camera, la notte?
-
-— Oh, il costume, non direi!
-
-— Bene, possiamo rallegrarci allora d'avere invece voi per vicine! Se
-quel terribile signore fosse rimasto qui e avesse continuato a tenerci
-deste col suono de' suoi passi cadenzati, ci sarebbe stato, una di
-queste notti, un suicidio, o nella sua camera o nella nostra.
-
-— Credete che stesse male? — domandò Gertrude.
-
-— No, punto, — disse Elena. — Non era nulla di straordinario.... per
-lui almeno. Tutte le sue abitudini sono strane. Netta perse un'ora o
-due del suo placido sonno, e non può perdonarglielo.
-
-— Ah, un'ora o due? — gridò Netta. — La notte intera, cara la mia
-Elena, la notte intera.
-
-— Via, sorellina, non sai che cosa sia una notte intera, tu: non la
-vedesti in vita tua. —
-
-Una piccola questione minacciava di sorgere tra le due sorelle sulla
-durata delle passeggiate notturne del signor Phillips e le conseguenti
-veglie di Netta Gryseworth; ma fortunatamente il _gong_ sonò, e questa
-scappò nella loro camera per rinfrescare un po' le sue gale prima di
-presentarsi alla tavola del tè.
-
-Saratoga è un luogo bizzarro. Vi si vedono raccolti, al culmine della
-stagione, non solo numerosi Americani degli Stati Uniti, ma stranieri
-d'ogni paese. La scala della moda è trasportata là e tutti gli scalini
-ne sono occupati. La bellezza, la ricchezza, l'orgoglio, la follia, vi
-hanno degni rappresentanti; ma non mancano quelli dello spirito, del
-genio, della scienza. L'ozio vi regna sovrano, assoluto, e nessuno,
-neppure il più attivo, il più affaccendato, il più industrioso dei
-cittadini di questa nostra terra di lavoratori, osa contendergli il
-suo passeggero ma legittimo dominio. Tutti i ceti sociali, tutte
-le professioni, quasi anche tutti i mestieri, vi s'incontrano,
-amichevolmente. I possessori d'un nome aristocratico o d'una borsa ben
-fornita, la beltà famosa, l'uomo celebre, artista, poeta o scienziato,
-brillano ciascuno nella propria sfera. Certo vi sono molti idoli falsi.
-Gente che a casa sua è _zero_ qui trova una probabilità di esser tenuta
-in conto di qualche cosa, mentre altri che in una città lontana sono
-dei _maggiorenti_, seggono in un cantuccio, imbronciati, vedendosi
-d'improvviso ridotti alla parte di comparse senza importanza. Ma tutti
-vengono con un medesimo fine: divertirsi, distrarsi, riposarsi; e nella
-comune ricerca del piacere, generalmente un sentimento benevolo prevale
-tra loro. La gaia folla è sempre in moto; e le comitive eleganti che
-girano a piedi, in carrozza, a cavallo, o si radunano sulle terrazze
-degli alberghi, offrono uno spettacolo vivace e festevole; chi ama
-osservare la natura umana può qui studiarla nelle sue forme più
-animate.
-
-Era un nuovo mondo per Gertrude; e sebbene l'Albergo del Congresso
-fosse comparativamente un tranquillo ritiro ov'ella vedeva soltanto un
-riflesso degli splendori di Saratoga e non udiva che l'eco lontana del
-suo brusio, pure c'era di che maravigliare e divertire una giovanetta
-novizia nella vita mondana. In quell'eletto circolo di persone fini,
-intelligenti, cólte, che si raccoglieva intorno alla signora Gryseworth
-e dove il dottor Jeremy e la sua compagnia avevano subito avuto
-onorevole accoglienza, ella trovava molto di confacente agli elevati
-suoi gusti intellettuali, e fu subito apprezzata ed ammirata come
-meritava.
-
-La signora Gryseworth era una gentildonna della vecchia scuola,
-vissuta sempre nella miglior società, di cui nonostante la sua età
-avanzata continuava a godere i piaceri e ad essere un ornamento. Alta,
-di portamento maestoso, ella conservava ancora un aspetto elegante;
-e quantunque un po' superba e ritrosa con gli estranei, diveniva
-presto un'amabilissima compagna per i suoi nuovi amici, fossero
-vecchi o giovani. Nei primi giorni la povera signora Jeremy si sentiva
-intimidita dinanzi a lei, e oltremodo impacciata, ma quest'impressione
-svanì con prodigiosa rapidità, a segno che la piccola e tonda moglie
-del dottore non tardò ad essere quanto mai bonariamente familiare e
-loquace con l'augusta dama.
-
-Una sera, nell'atto che Emilia e Gertrude, le quali erano a Saratoga
-da circa una settimana, lasciavano la sala da pranzo dopo aver preso il
-tè, Netta Gryseworth le raggiunse, e pigliata a braccetto la fanciulla,
-disse col consueto suo tono di gaiezza:
-
-— Gertrude, io mi guasto con voi uno di questi giorni.
-
-— Davvero! E per quale motivo?
-
-— Gelosia. —
-
-Un lieve rossore salì al viso della signorina Flint.
-
-— Oh, è inutile che vi facciate rossa! Non è a cagione del canuto
-ammiratore che vi contempla durante tutto il pranzo, dall'altro capo
-della tavola. No, su questo proposito rimango affatto indifferente. La
-preferenza del signor Phillips potrà essere il pomo della discordia tra
-voi ed Elena; quanto a me, sono gelosa d'un altro.
-
-— Spero che Gertrude non sia d'ostacolo alla vostra felicità, — disse
-Emilia sorridendo.
-
-— Sì, che è.... La mia felicità, il mio orgoglio, il mio benessere
-sono sacrificati a lei! Ella mi rovina: certo, signorina Graham, non
-oserebbe comportarsi così se voi la vedeste!
-
-— Confidatevi con me, — riprese Emilia carezzevolmente — vi prometto di
-prendere le vostre parti.
-
-— Ne dubito: sospetto piuttosto che siate sua complice, Nondimeno
-esporrò le mie lagnanze. Non avete notato ch'ella si cattiva tutta
-l'attenzione d'un importante personaggio? Non sapete che Pietro non ha
-più occhi che per lei sola? Io intanto non arrivo ad ottener più nulla
-da mangiare o da bere finchè non è servita la signorina Flint, e però
-sono risoluta a chiedere al babbo di cambiar posto a tavola. Non già
-ch'io sia golosa, ma mi sento profondamente ferita nel mio orgoglio,
-mi sento oltraggiata! Ancora otto giorni fa nessuno era più di me nelle
-grazie di Pietro; io mi trovavo sempre davanti i miei piatti favoriti.
-Ma adesso è mutato registro; anche stasera, per esempio, l'ho veduto
-passare a Gertrude le more di cui, e l'indegno lo sa, io vo pazza,
-mentre spingeva, verso di me i mirtilli con un gesto sprezzante che
-significava: «Per _voi_, signorina, sono buoni questi!»
-
-— Ho infatti osservato che i camerieri si mostrano molto premurosi
-con noi, — disse la signorina Graham. — Credete che Gertrude li abbia
-segretamente corrotti?
-
-— Dice di no; non me raffermaste ieri, quando facevo un paragone
-simile, tra le attenzioni che usano a voi due, e il contegno meno
-lusinghiero che hanno con noialtre? E non m'assicuraste che nè da voi
-nè dal dottore, Pietro ebbe mai un centesimo?
-
-— Certo, — disse Gertrude — le sue gentilezze sono spontanee; ma io
-le attribuisco all'influsso della dolcezza d'Emilia, che lo rende
-desideroso di servirla.
-
-— Che, che! — fece Netta scotendo il capo con una cert'aria di mistero.
-— È stregoneria bell'e buona; cara Gertrude, voi praticate l'arte nera,
-e bisognerà ch'io metta in guardia quell'uomo. —
-
-Così parlando erano giunte nell'angolo del salone dove la signora
-Gryseworth e la signora Jeremy sedevano insieme su un sofà, impegnate
-in una conversazione animatissima. Elena e suo padre, ritornati allora
-da una passeggiata in carrozza, discorrevano col signor Petrancourt
-ch'era arrivato quella sera da Nuova York.
-
-Le due vecchie signore fecero posto sul loro sofà ad Emilia, e le
-giovanette sedettero presso a loro. Di tanto in tanto la signora
-Gryseworth gettava una occhiata d'impazienza verso un crocchio di
-bambini, che dall'estremità opposta della sala le impedivano, a
-momenti, col loro schiamazzo, di comprendere ciò che diceva la sua
-interlocutrice, o la costringevano ad interrompersi. Ma i piccoli
-disturbatori attiravano ancor più l'attenzione di Gertrude, la quale
-era così assorta nell'osservarli, che non udiva nemmeno la metà delle
-frizzanti arguzie e delle graziose sciocchezze che la vispa Netta
-seguitava a versare nel suo orecchio distratto.
-
-— Ebbene, Gertrude, — disse questa al fine — andate a fare il chiasso
-con quei marmocchi: si vede che ve ne struggete.
-
-— Mi struggo invece di farli smettere, — rispose quella.
-
-Non sembrava un desiderio benevolo, ma era giustificato. Sei o
-sette ragazzini, maschi e femmine, in abiti di colori gai e fogge
-fantastiche, approfittando dell'assenza delle mamme, sparse per
-le terrazze, e delle governanti o bambinaie, che cenavano, s'erano
-radunati intorno a una loro coetanea, nuova capitata dall'aspetto
-un po' strano, e si divertivano a tormentarla. La poverina vestiva
-a bruno; i suoi indumenti, ricchi ma privi di garbo, erano gualciti
-e impolverati dal viaggio. Pareva ch'ella fosse cresciuta fuor della
-sua vestina di seta nera, assai più corta delle sottane, e tutto nel
-suo esteriore denotava la negligenza de' suoi genitori o delle altre
-persone che l'avevano in cura.
-
-Quando, avvertita dalle manifestazioni di contrarietà della signora
-Gryseworth, Gertrude aveva osservato la scena, la bambina, ritta
-in mezzo ai suoi persecutori, si guardava intorno, spaventata, come
-cercando una via di fuga: ma essi le impedivano il passo, seguitando
-a tempestarla di domande ognuna delle quali provocava uno scoppio
-di risa beffarde da parte di tutti, eccettuata la piccola vittima,
-che, viceversa, stava per rompere in lacrime. Sia che si ridestasse
-nella mente della giovanetta la memoria delle antiche sue sofferenze,
-o vibrasse nel suo cuore la corda dell'universale simpatia per gli
-oppressi, ella non poteva staccar gli occhi da quel gruppo; e mentre
-Netta s'infervorava sul suo soggetto favorito, cioè sul signor Phillips
-e la sua bizzarra condotta, ella si rizzò di scatto esclamando:
-
-— No, non tormenteranno così quella bambina! —
-
-E mosse rapidamente alla riscossa.
-
-Il riso cordiale di Netta esilarata dall'entusiastico ardore del suo
-gesto, e il vederla attraversare il vasto e affollato salone a passi
-affrettati, e sola, cosa affatto inusata, provocarono la curiosità del
-circolo di persone da cui s'era partita, e durante la sua assenza,
-ella, inconsapevolmente, fornì loro un argomento d'osservazioni e
-discussioni.
-
-— Che è stato? — domandò la signora Gryseworth alla nipote. — Dove va
-Gertrude?
-
-— Entra in lizza, nonna, quale campione di quel fagotto di bimbetta.
-
-— È quella lì che fa tanto baccano?
-
-— No davvero, ma credo che ne sia la causa.
-
-— Non sono molte — notò Elena — le ragazze che possano attraversare una
-sala così grande con la grazia di Gertrude Flint.
-
-— Ella ha una bella figura, — disse la vecchia signora — e sa
-camminare, abilità rara al giorno d'oggi.
-
-— È molto ben fatta, — affermò il dottor Gryseworth che aveva seguitato
-con gli occhi la fanciulla, e udendo i commenti di cui ella era oggetto
-volle manifestare anch'egli il suo giudizio critico — ma il vero
-segreto del suo nobile portamento sta tutto nella non comune dignità
-del suo carattere, nel non sapere nè desiderare d'essere osservata, e
-nel contenersi pertanto con semplicità. Inoltre veste bene. Elena, mi
-piacerebbe che tu imitassi la signorina Flint nel modo di vestire: il
-suo gusto è ottimo.
-
-— Ed economico, babbo, — mormorò Netta. — La vostra borsa se ne
-avvantaggerebbe assai, perchè Gertrude ama la semplicità anche in
-cotesto.
-
-— Lo stile della signorina Flint non converrebbe alla signorina
-Gryseworth, — disse al dottore la signora Petrancourt avvicinatasi
-mentre egli parlava. — La vostra figliuola è una splendida bellezza
-aristocratica, e può portare le abbigliature più sontuose.
-
-— Anche il manichino d'una sarta lo può. Tuttavia credo che in un certo
-senso abbiate ragione. Le due ragazze non sono abbastanza simili l'una
-all'altra da rassomigliarsi se anche i loro vestiti fossero eguali con
-un'esattezza cinese.
-
-— Rassomigliarsi! Non vorreste mica che la vostra bellissima
-Elena facesse il paio con una persona che non ha la metà delle sue
-attrattive?
-
-— Conoscete da vicino la signorina Flint?
-
-— No, di vista soltanto. Netta me la indicò ieri, alla tavola del tè,
-dicendomi ch'ella è una sua cara amica.
-
-— Allora dovete scusarmi, signora Petrancourt, se vi osservo che non
-potete avere alcun'idea delle attrattive di quella giovane, posto che
-non sono superficiali.
-
-— Dunque confessate che non è bella?
-
-— A dir vero, non ci ho mai badato. Domandatelo a Petrancourt; egli è
-un giudice competente. —
-
-E s'inchinò in atto lusinghiero alla signora che era stata la «bella»
-della stagione al tempo che suo marito l'aveva chiesta in isposa.
-
-— Lo farò non appena mi si offra l'opportunità; ora è troppo occupato
-della signorina cieca.... la zia della signorina Flint, se non erro?
-
-— No, non la zia: un'amica intima. —
-
-Questo dialogo era tenuto a voce bassa perchè non fosse udito da
-Emilia. Non tutti però si davano tanto pensiero della sua presenza. La
-vecchia Gryseworth parlava di Gertrude apertamente:
-
-— Bisogna vederla in certe circostanze perchè la sua bellezza colpisca
-a un tratto; per esempio come la vidi ieri io, quando tornava da una
-cavalcata, col viso acceso dal moto e dal piacere, o nell'atto che
-ascolta, appassionata ed intenta, un parlatore eloquente, o che una
-subita commozione le fa risplendere tutta l'anima negli occhi lucenti
-di lacrime.
-
-— Nonnina, mi diventi una parlatrice eloquente anche tu! — fece Netta.
-
-— Gertrude è così in quei momenti. Una fanciulla, secondo il mio
-cuore....
-
-— Dev'essere dunque una signorina molto amabile, disse il signor
-Petrancourt. — Ci farete, spero, fare la sua conoscenza.
-
-— Voi la troverete assai diversa dalla maggior parte delle ragazze
-che s'incontrano nei circoli mondani. Voglio riferirvi il giudizio che
-diede di lei Orazio Willard. È un uomo di vaglia, è un erudito: la sua
-opinione ha qualche peso. Stette a Saratoga due settimane: alloggiava
-all'Albergo degli Stati Uniti, ma venne qui più volte a visitarci. Il
-giorno che s'accomiatò, mi disse: «Dov'è la signorina Flint? Voglio
-ricrearmi l'animo ancora una volta nella sua conversazione, prima di
-partire. Io gusto un perfetto _riposo_ spirituale in sua compagnia,
-perchè ella non fa alcuno sforzo per discorrere meco, nè sembra
-attendere che ne faccia io in suo onore. È una di quelle poche ragazze
-che parlano soltanto se hanno qualche cosa da dire....» O vedete com'è
-riuscita a chetare quei monelli. —
-
-Il signor Petrancourt seguiva la direzione degli sguardi della signora
-Gryseworth.
-
-— La giovanetta di cui fate l'elogio è quella con grandi occhi neri
-e una capigliatura stupenda? — egli domandò. — L'avevo notata da un
-pezzo.
-
-— Sì, quella che parla con la bambina vestita a bruno.
-
-— Signora Gryseworth, — disse il dottor Jeremy entrando da un uscio a
-vetrata, aperto, dopo aver guardato dentro un momento — godo di sentire
-che apprezzate la nostra Gertrudina. Non ho esagerato lodandovi il suo
-buon senso, non è vero?
-
-— Tutt'altro. È una fanciulla intelligentissima, e anche molto buona,
-credo.
-
-— Buona! — esclamò il dottore. — Non m'immaginavo che la bontà fosse
-pregiata in questi luoghi; ma se merita di parlarne, vorrei dirvi
-qualche cosa del grado a cui giunge in quella figliuola.... —
-
-E senza diffondersi in minuti particolari, parlò con calore della
-nobile e generosa condotta di Gertrude in difficili circostanze, poi,
-sempre più infervorandosi, raccontò con parole commoventi la sua
-devozione ad un vecchio paralitico, ad un altro infermo colpito da
-demenza senile e di pessimo temperamento, a una donna consunta da lenta
-malattia, e forse avrebbe continuato esaltando l'abnegazione con cui si
-dedicava alla signorina Graham, quando questa gli toccò un braccio e lo
-interruppe, dicendogli alcune parole a voce sommessa.
-
-— Cara Emilia, — egli disse troncando di botto il suo primo discorso —
-vi chieggo scusa, non v'avevo veduta. Ma avete ben ragione.... Gertrude
-è una persona privata, e io non ho il diritto di narrare la sua vita in
-pubblico. Sono un vecchio imbecille.... Basta, qui almeno siamo in un
-circolo d'amici. —
-
-Girò gli occhi intorno con un poco d'ansietà, lanciò una rapida
-occhiata sospettosa ai Petrancourt, e infine li fermò sull'uomo che
-stava ritto dietro Elena Gryseworth. La giovane così resa accorta della
-presenza fino allora inavvertita di qualcuno presso a lei, si volse e
-si trovò a faccia a faccia col signor Phillips.
-
-— Oh, buona sera, signore! — fece, tutta maravigliata, ravvisandolo.
-
-Ma egli rimase immobile, come se non la vedesse nè l'udisse.
-
-La signora Gryseworth non lo conosceva, e guardò la nipotina con aria
-interrogativa:
-
-— Signor Phillips, — riprese Elena — permettetemi di presentarvi
-alla.... —
-
-Innanzi ch'ella avesse terminato la frase, egli guizzò fuor dell'uscio
-aperto e attraversò la terrazza a gran passi, asciugandosi con la
-pezzuola la fronte madida di sudore, e, furtivamente, anche una lacrima
-che nessuno vide.
-
-
-
-
-XXXVIII.
-
- Ah non così, non così nel passato
- Tu solevi incontrarmi.... A te insegnato
- La lontananza e il tempo hanno l'oblio?
-
- Mrs. HEMANS.
-
-
-Gertrude aveva rimesso la sua piccola protetta nelle mani della
-bambinaia venuta a cercarla, ed era ritornata a sedersi fra i suoi
-amici, quando l'attenzione generale fu attratta da una bellissima
-giovane, vestita splendidamente, che entrò nella sala scortata da
-tre cavalieri. Ella guardò in giro per trovar la persona che veniva a
-visitare, poi andò verso la signora Petrancourt, la quale a sua volta
-le mosse incontro.
-
-Quantunque nulla fosse per Gertrude più inaspettato di
-quell'apparizione, ella riconobbe subito Isabella Clinton; ma questa
-passò davanti a lei e ad Emilia senza notarle. Non essendovi seggiole
-libere, prese posto con la signora sur un'agrippina, a qualche distanza
-da loro, e incominciò una conversazione animatissima e familiare.
-Mentre discorreva non si volse mai, ed accomiatatasi sarebbe ripassata
-sotto gli occhi del dottor Jeremy e delle sue compagne, fingendo di non
-accorgersi della loro presenza, se in quel momento il dottor Gryseworth
-non avesse diretto la parola alla signorina Flint, chiamandola per
-nome. Girò allora lievemente il capo da quel lato, e còlta dallo
-sguardo della fanciulla fisso nel suo, mormorò un «Buona sera» in tono
-di noncuranza, come si saluta qualcuno che si conosce appena, gettò
-un'occhiata furtiva su Emilia, squadrò con impertinente curiosità il
-circolo di cui esse facevano parte, e, senza fermarsi, s'allontanò
-sussurrando ai suoi cavalieri commenti satirici sull'Albergo del
-Congresso e sugli ospiti che v'alloggiavano.
-
-— Oh, che bellezza! — disse Netta alla signora Petrancourt. — Chi
-è? —
-
-La signora Petrancourt comunicò quanto sapeva d'Isabella Clinton;
-avevano viaggiato insieme in Isvizzera, s'erano incontrate a Parigi
-dove la bella Americana era molto ammirata.
-
-— Voi la conoscete? — domandò poi a Gertrude.
-
-— La conobbi prima che partisse per l'Europa, — rispose questa — ma
-dopo il suo ritorno non l'avevo più riveduta.
-
-— È arrivata da poco, — disse la signora — con l'ultimo piroscafo,
-in compagnia di suo padre. Si trova a Saratoga da due o tre giorni
-soltanto. All'Albergo degli Stati Uniti fa furore, a quanto ho inteso,
-e ha legioni d'adoratori.
-
-— I più dei quali probabilmente sanno che uno di questi giorni sarà in
-possesso d'un grosso patrimonio, — osservò suo marito.
-
-Emilia, che conversava con Elena Gryseworth, udì questo discorso, e
-rivolgendosi a Gertrude, domandò se parlassero della signorina Clinton.
-
-— Sì, — rispose per lei il dottor Jeremy — e se ella non fosse la più
-maleducata ragazza del mondo, voi, cara, avreste saputo prima d'ora
-ch'è stata qui. —
-
-La cieca s'astenne da ogni commento. Non le faceva maraviglia che
-i Clinton fossero ritornati soli, perchè in Europa s'erano separati
-dai Graham quasi subito, ed ella non ne aveva più avuto notizie: e
-nemmeno la stupiva l'inciviltà d'Isabella, per enorme che fosse, posto
-che costei sembrava ignorare fin le regole più elementari delle buone
-creanze. Anche Gertrude tacque: ma, dentro, ardeva di sdegno perchè una
-mancanza commessa verso la gentile Emilia la feriva nel cuore.
-
-Gertrude e il dottor Jeremy erano mattinieri e si trovavano sempre fra
-i primi alla sorgente. Il medico diceva di gustar meglio, di buon'ora,
-quell'acqua salutare, e giacchè alla fanciulla levata col sole, secondo
-il suo costume, piaceva far moto avanti colazione, voleva che lo
-accompagnasse nelle sue allegre camminate mattutine, non senza aver
-assaggiato anch'ella il beveraggio di cui egli era tanto amante. La
-signora Jeremy ed Emilia prolungavano i loro sonni finchè ne sentivano
-il bisogno, e l'ora della colazione era quella del loro risveglio.
-
-Così la mattina seguente alla serata dell'incontro con Isabella,
-dopo che il dottore ebbe tracannato il suo settimo bicchiere e
-Gertrude stessa per compiacerlo si fu indotta con rara abnegazione ad
-ingurgitare il contenuto d'uno colmo, benchè quell'acqua le riuscisse
-molto ingrata al palato, intrapresero la consueta passeggiata. Avevano
-già percorso un bel tratto di cammino quando Jeremy s'avvide d'esser
-privo della sua mazza, e sicuro d'averla dimenticata alla sorgente,
-manifestò l'intenzione di tornare indietro a cercarla.
-
-La giovanetta si proponeva di seguirlo, ma egli, pensando che forse
-non avrebbe ricuperato l'oggetto smarrito senza qualche difficoltà
-e sarebbe stato costretto a indugiarsi, insistette perchè ella
-continuasse la sua via in direzione della strada ferrata circolare,
-promettendole di venire a raggiungerla girando dall'altra parte.
-Ella camminava da alcuni minuti, sola e pensosa, quando a una brusca
-svoltata d'un sentiero del parco, vide venire innanzi una giovane
-coppia. Non distingueva il viso dell'uomo mezzo nascosto da un largo
-cappello di paglia, ma nell'elegante signorina appoggiata al suo
-braccio aveva tosto ravvisato Bella Clinton. Era evidente che anche
-Bella ravvisava lei, ed in pari tempo che non voleva riconoscerla,
-poichè dopo il primo sguardo, tenne gli occhi ostinatamente fissi
-sul proprio compagno o al suolo. Questo contegno non turbò affatto
-Gertrude; ella non sentiva maggior desiderio dell'amicizia di
-quell'altezzosa creatura che costei della sua. Ma essendo così
-dispensata dall'aspettare e ricambiare il saluto della signorina,
-naturalmente la sua attenzione si fermò un istante sul cavaliere che
-la scortava. Egli pure, passandole accanto, volse a lei i suoi grandi
-occhi grigi, con indifferenza, come un estraneo guarda un estraneo
-in cui s'imbatte, poi nello stesso modo li distolse, parlando in tono
-leggero alla sua dama.
-
-E i due proseguirono, s'allontanarono. Ma Gertrude rimaneva immobile,
-sbalordita, oppressa dai palpiti violenti del suo cuore. Ella conosceva
-quegli occhi, quella voce, sapeva chi era quel giovane come se l'avesse
-veduto e udito pur ieri. Poteva ella forse scordare Guglielmo Sullivan?
-
-Ma egli, sì, l'ha scordata. Deve corrergli dietro, afferrargli le mani,
-forzarlo a guardarla, a riconoscerla, a parlarle?
-
-Mosse un passo dietro alla coppia, esitò, s'arrestò. Una folla
-di commozioni l'assaliva, l'accecava, la soffocava, e mentre ella
-lottava seco stessa, Guglielmo e Isabella svoltarono in un sentiero,
-scomparvero. Ella si coperse il volto con le mani (sempre suo primo
-impulso nei momenti d'angoscia) e s'addossò al tronco d'un albero.
-
-Era Guglielmo: quanto a questo nessun dubbio. Ma non il _suo_
-Guglielmo, non il _caro ragazzo_, il tenero suo amico d'infanzia.
-Invero il tempo non aveva aggiunto molto alla statura e allo sviluppo
-del giovane diciannovenne, alto e già ben complesso, ch'era partito per
-le Indie. Tuttavia sei anni trascorsi in Oriente, tra fatiche e cure
-dello spirito, strapazzi fisici, frequenti viaggi lo avevano mutato
-assai più che se fosse rimasto a condurre una vita tranquilla nel suo
-paese. Al fresco carnato dell'adolescenza era succeduto un colorito più
-pallido, un poco abbronzato, e ombrato dalla barba, che mostrava una
-matura virilità; negli occhi ridenti adesso appariva più profondo il
-pensiero; l'elastico passo era più fermo e misurato; il viso, raggiante
-allora come un sole, aveva preso un'espressione calma e grave che dava
-un'impronta caratteristica ai suoi lineamenti quando erano in riposo.
-
-Ma le attrattive che avevano cattivato al giovanetto tutti i cuori,
-erano sostituite nell'uomo da qualità di pregio eguale, se non
-superiore. Egli era sempre straordinariamente bello, e dotato di
-quella grazia naturale e disinvolta del portamento che tanto piace. La
-fronte ampia ed aperta, la bocca dalle linee denotanti un animo mite
-ma insieme forte e risoluto, le maniere franche e balde, rimanevano
-inalterate, e sarebbero bastate esse sole a farlo riconoscere da colei
-in cui la sua immagine era indelebilmente impressa, anche se ella
-non avesse udito il suono della nota voce, nel momento stesso. Tutto,
-tutto proclamava al suo cuore palpitante che Guglielmo Sullivan l'aveva
-incontrata a faccia a faccia, ed era passato oltre, senza ravvisarla,
-e, secondo ogni apparenza, immemore o noncurante, lasciandola sola col
-suo immenso dolore!
-
-Dapprima quest'unico amarissimo pensiero fu presente al suo
-spirito: «Egli non mi conosce più!» Esso riempiva e dominava la sua
-immaginazione, le faceva correre nelle più profonde fibre dell'essere
-un fremito di stupore ed angoscia. Non rifletteva ch'ella era tuttavia
-una bambina quando Guglielmo l'aveva veduta l'ultima volta, e che
-doveva apparirgli adesso ben diversa. Meno ancora pensava a rallegrarsi
-d'una trasformazione di cui ogni particolare tornava a suo vantaggio.
-La penosa idea che l'amico diletto della sua fanciullezza l'aveva
-dimenticata, ch'ella era morta per lui, cancellava qualunque altro
-ricordo.
-
-Fossero stati tutt'e due ragazzi come al tempo della loro fraterna
-intimità, le sarebbe parso naturalissimo spiccare una corsa,
-raggiungerlo, chiamarlo. Ma gli anni e i mutamenti che avevano operato,
-alzavano tra loro una potente barriera. Gertrude era una donna oramai,
-e ne aveva l'alterezza; l'animo suo delicato, la modestia virginale la
-distoglievano dal seguire l'impulso dell'antico affetto. Bentosto però
-altri sentimenti l'assalsero confusamente. Come mai Guglielmo Sullivan
-si trovava là, e con Isabella Clinton appoggiata al suo braccio? Quando
-aveva ripassato l'Oceano? E perchè non era andato anzi tutto in cerca
-di lei, della prima sua amica, dell'unica, per quanto ella avesse fino
-allora saputo, da cui egli aspettasse d'essere accolto al suo ritorno
-in patria? Possibile che non si fosse nemmeno curato d'avvertirla del
-suo arrivo? In qual modo spiegarsi quello strano silenzio, e il fatto
-più strano ancora della sua premura d'accorrere a un ritrovo mondano
-prima di visitare la sua città natale e la sorella d'adozione?
-
-Domande su domande, dubbi su dubbi s'accavallavano nella sua mente,
-in tale scompiglio ch'ella non poteva ragionare nè venire ad una
-conclusione. Non poteva che sentire e piangere. E sopraffatta da tante
-dolorose commozioni ruppe in lacrime.
-
-Povera fanciulla! Era assai diverso quell'incontro da ciò che aveva
-immaginato e sperato! Durante sei anni, mentre la donna si maturava
-in lei, il ritorno di Guglielmo era stato il sogno delle sue veglie,
-e la realtà fugace ma dolcissima de' suoi sonni felici. Egli non si
-sarebbe potuto presentare in nessun'ora del giorno o della notte,
-nè sotto nessun travestimento, senza essere atteso e indovinato. Di
-nessuna formula di saluto si sarebbe potuto servire che già ella non
-avesse inteso sonare nella sua fantasia. Il suo primo sguardo, ella
-lo vedeva, le era familiare. Le parole che direbbe venendo a lei, le
-sue esclamazioni, le sue domande, le risposte che ella farebbe, la
-felicità d'entrambi (velata di mestizia dopo la dipartita dei loro cari
-perduti), tutte insomma le particolarità dell'incontro agognato ella le
-aveva già evocate mille volte nello spirito, ogni tanto in nuove forme,
-e con l'aggiunta di qualche nuova circostanza.
-
-Ma non mai nelle sue visioni era apparsa pur un'ombra della triste
-verità che d'improvviso l'aveva precipitata nel dolore di quel
-disinganno. Nemmeno i sogni più oscuri erano stati presaghi d'una così
-gelida indifferenza, nemmeno i presentimenti più affannosi, non rari,
-da ultimo, le avevano fatto temere qualche cosa di così straziante come
-quell'assoluto oblio, quella totale distruzione del tenero e intenso
-affetto che aveva lungamente unito a lei l'esule in terre lontane.
-
-Addossata al tronco del vecchio albero, col petto gonfio di profondi
-singhiozzi che non trovavano sfogo, e il viso mal celato dalle piccole
-mani tra le cui dita affusolate scorrevano copiose lacrime, ella
-piangeva, dimentica del luogo, del tempo, di tutto fuorchè della sua
-soverchiante ambascia.
-
-Il rumore d'un passo che s'avvicinava la scosse. Con rapido gesto
-si slanciò avanti senza guardare nella direzione in cui l'udiva,
-calò il velo di trina che portava in luogo di cappello, per modo da
-nascondere la faccia turbata, s'asciugò gli occhi grondanti di pianto,
-e s'allontanò in fretta volendo evitare d'essere raggiunta e osservata
-da qualcuno dei numerosi forestieri che passeggiavano nel parco a
-quell'ora.
-
-Le pieghe del fitto velo e le lacrime risgorganti le offuscavano la
-vista, ed ella non sapeva dove la conducesse la sua fuga ansiosa,
-quando a un tratto un rombo e un sibilo acuto le risonarono
-all'orecchio, in gran prossimità, spaventandola e confondendola a segno
-ch'ella si fermò incerta della via da prendere; ma in quella si sentì
-afferrare per la vita e sollevare da terra con prontezza e facilità,
-come se fosse stata una bimba, e prima ch'ella potesse acquistar
-coscienza di ciò che le accadeva, mentre lo stesso braccio robusto la
-reggeva trattenendola, si vide passare davanti con vertiginosa celerità
-una vetturetta della ferrovia in miniatura, dove sedevano due persone.
-Un passo di più, e si sarebbe trovata sul binario, esposta all'urto,
-forse mortale, del veicolo lanciato a tutta corsa.
-
-Rimosse il velo, e volse al suo salvatore, il quale, cessato il
-pericolo l'aveva subito sciolta dalla stretta, un viso ch'esprimeva
-insieme una viva gratitudine e un gran turbamento, reso più sensibile
-ancora dalle tracce della dolorosa commozione di poco prima.
-
-Il signor Phillips, poichè era lui, la guardò con tenerezza e pietà
-profonda.
-
-— Povera figliuola! — egli disse dolcemente, prendendola a braccetto. —
-Vi siete molto spaurita. Venite a sedervi su quel banco. —
-
-Ma ella scosse il capo e accennò che desiderava piuttosto proseguire
-verso l'albergo. Non era in grado di parlare; la benevolenza di quello
-sguardo, di quella voce, non faceva che accrescere la sua penosa
-confusione e le toglieva la facoltà della favella.
-
-Egli non insistette, l'accompagnò in silenzio, ma sorreggendola con
-amorosa cura, e gettando su lei sguardi pieni d'ansietà. Alfine, con
-uno sforzo ella riescì a calmarsi alquanto. Allora egli osò rivolgerle
-di nuovo la parola, e domandò:
-
-— V'avevo forse spaventata _io_?
-
-— Voi! — fece ella con tono sommesso e malfermo. — Oh, no! Siete tanto
-buono....
-
-— Mi duole di vedervi così conturbata. Quella ferrovia circolare con le
-sue vetturette è inutile e pericolosa.... Dovrebbero sopprimerla.
-
-— La ferrovia? — mormorò Gertrude, come smarrita. — Ah, sicuro.... non
-mi rammentavo....
-
-— Mi sembrate un po' nervosa.... Dovreste chiedere al dottor Jeremy un
-calmante.
-
-— Il dottore? È tornato indietro per cercare la sua mazza, credo. —
-
-Egli comprese che lo spirito della fanciulla era sconvolto, perchè
-ne conosceva la vivacità e l'acume essendosi in quei giorni la loro
-amicizia fatta più intrinseca. S'astenne dunque da altri tentativi di
-conversazione, e non apersero più bocca finchè, giunti all'albergo,
-nell'accomiatarsi, egli, tenendole un momento la mano stretta nella
-sua, disse con accento commosso:
-
-— Potrei forse fare qualche cosa per voi? Potrei aiutarvi? —
-
-Gertrude lo guardò, e vide al suo aspetto ch'egli l'intendeva, che
-capiva com'ella fosse non già nervosa ma infelice. I suoi occhi lucenti
-di nuove lacrime lo ringraziarono.
-
-— No.... no.... — rispose ansante. — Ma siete buono, molto buono. —
-
-E rapidamente entrò nell'atrio. Per più d'un minuto il signor Phillips
-restò fermo dov'ella lo aveva lasciato, fissando la porta quasi volesse
-vedere la fanciulla arrivata a salvamento.
-
-Il primo pensiero di Gertrude fu di nascondere quanto meglio potesse
-a tutti i suoi amici, e specie alla signorina Graham, il grave dolore
-che l'opprimeva. Certo avrebbe trovato in Emilia simpatia e conforto;
-ma per grandi che fossero il suo amore e il suo rispetto verso la sua
-benefattrice, ella rifuggiva con gelosa delicatezza da ogni confidenza
-atta ad abbassare Guglielmo Sullivan nella stima d'una persona dinanzi
-alla quale desiderava ardentemente mostrarlo degno dell'alto concetto
-che di lui le avevano dato le sue lodi.
-
-Emilia quasi non conosceva fino allora il giovane se non da ciò che
-gliene diceva Gertrude, e però un sentimento misto di tenerezza per
-l'amico d'infanzia, e d'amor proprio, vietava a questa di palesarle
-ch'egli, ritornato in patria dopo tanti anni d'assenza, l'aveva
-riveduta per la prima volta in un pubblico passeggio di Saratoga, e le
-era passato accanto senza curarsi di lei.
-
-Naturalmente le s'era affacciata l'idea che Guglielmo poteva averla
-cercata a Boston e, appreso ch'ella si trovava a Saratoga, esserci
-venuto appunto col fine di vederla: nè, riflettendo a mente calma,
-questa ipotesi pareva contraddetta dal fatto che, incontratala per
-caso, una fugace occhiata non bastasse perchè egli la riconoscesse
-subito, mutata com'era nel volto e nella persona. Ma quel raggio di
-speranza svanì quand'ella si rammentò d'una lettera ricevuta il giorno
-innanzi da parte della signora Ellis, la quale custodiva ora la casa
-dei Jeremy. Come ammettere che scrivendole avesse omesso di menzionarle
-una visita per lei tanto importante? Pure, una possibilità rimaneva:
-cioè che la data della concisa epistola fosse anteriore all'arrivo
-di Guglielmo, o che questi, sbarcato appena, non fosse ancor giunto a
-scoprire la sua temporanea dimora. Nonostante i dubbi cui dava adito
-la poca premura ch'egli mostrava di rintracciarla, passeggiando invece
-con Isabella, Gertrude s'aggrappava appassionatamente a quest'altra
-fragile speranza; e confidandosi ch'entro la giornata egli si sarebbe
-presentato all'albergo, si propose di concentrare tutte le sue energie
-nello sforzo di mantenersi calma e composta. Conveniva aspettare
-d'acquistar una certezza.
-
-Durò gran fatica a parere come il solito ed eludere l'amorosa e
-attenta vigilanza d'Emilia che, conscia dei doveri assunti verso la
-figliuola adottiva, e timorosa di non essere atta, causa la sua cecità,
-a proteggere abbastanza quella creatura così ardente ed eccitabile,
-notava, sempre all'erta, le sensazioni e le commozioni provate da
-Gertrude, e soprattutto ogni variazione del suo umore, ordinariamente
-gaio.
-
-Ora, per quanto la fanciulla si fosse armata di fiducia, e incoraggiata
-con la speranza che Guglielmo non sarebbe infedele alla loro antica
-amicizia, il suo spirito era depresso dall'evidenza con cui si era
-presentato ai suoi occhi il fatto ch'egli non poteva più essere per lei
-ciò ch'era stato una volta, che mai più non avrebbero potuto trattarsi
-con fraterna dimestichezza come fino a quando s'erano separati: egli
-era adesso un uomo del gran mondo, aveva nuove conoscenze, nuove cure,
-nuovi interessi, ed ella doveva riconoscere d'essersi abbandonata a una
-folle quanto tenera illusione, accarezzando l'idea che nel loro caso le
-leggi della natura sarebbero sospese, che il tempo non avrebbe alterato
-l'indole nè l'intensità del loro mutuo affetto.
-
-Segnatamente l'induceva in questa persuasione la circostanza d'averlo
-veduto in quel primo casuale incontro a fianco d'Isabella Clinton, la
-signorina mondana per eccellenza, tra la quale e lei non c'era ombra
-d'affinità o di simpatia. Isabella, invero, era la figlia dell'uomo
-generoso che a lui giovanetto aveva aperto la via della fortuna
-impiegandolo nella sua casa commerciale di cui adesso egli faceva parte
-in qualità di socio; nulla di più naturale quindi che Guglielmo non
-soltanto la conoscesse, ma si sentisse in obbligo d'usarle deferenza
-e prodigarle le sue attenzioni. Gertrude tuttavia provava un senso
-di distacco, e non riusciva a cacciare un doloroso presentimento che
-le agghiacciava il cuore, pensando alla sua familiarità con una che
-aveva sempre ostentato verso di lei un superbo disprezzo trattandola
-incivilmente.
-
-Un'unica via di condotta le rimaneva: dominarsi con tutte le sue
-forze, chiamare in suo soccorso perfino l'orgoglio, e mantenersi in
-qualunque evento calma e serena. Il timore che già un occhio perspicace
-avesse penetrato parzialmente il suo segreto indovinando che ella era
-afflitta, la metteva in guardia; e però, entrando nella camera dove
-Emilia l'aspettava, diede al suo «buon giorno» un tono gaio ed aiutò
-la cieca a vestirsi come di consueto. Certo il suo viso mostrava le
-tracce del pianto recente, ma quella non le vedeva, e prima di andare a
-colazione ella ebbe cura di farle sparire.
-
-Subito fu posta a nuovi cimenti. Il dottor Jeremy, che ricuperata la
-sua mazza era andato a cercarla nel luogo convenuto, e non l'aveva
-trovata nè là nè altrove nel parco, la tempestò di domande sul cammino
-da lei seguito e sulle ragioni per le quali lo aveva piantato in asso.
-
-Ella cadde dalle nuvole. Non s'era più ricordata affatto del vecchio
-signore, nè del loro accordo, secondo cui era stabilito ch'ella
-proseguirebbe sempre nella medesima direzione; e còlta così di
-sorpresa, senza che avesse preparato una risposta, arrossì, restò
-confusa. La verità era questa: ansiosa d'evitare l'ignoto passante
-che udiva venire dalla parte per dove ella doveva muovere incontro
-al dottore, aveva preso la direzione opposta, e, raggiunta dal signor
-Phillips, era tornata in sua compagnia all'albergo rifacendo la strada
-di prima e deludendo per conseguenza il buon Jeremy a cui non pensava
-più.
-
-Ma prima ch'ella potesse addurre qualche scusa, arrivò di corsa Netta
-Gryseworth evidentemente piena d'allegra malizia, e chinandosi su una
-spalla di lei, le disse all'orecchio, abbastanza forte da essere udita
-dagli altri della loro piccola comitiva, che si erano fermati mentre il
-dottore chiedeva spiegazioni a Gertrude:
-
-— Cara amica, certi commoventi addii dovrebbero esser fatti fuor degli
-sguardi indiscreti; mi maraviglio che li abbiate permessi sulla soglia
-dell'albergo! —
-
-Questa osservazione non era propria a scemare l'impaccio della
-fanciulla, che s'accrebbe a mille doppi quando il dottor Jeremy,
-ghermita per un braccio Netta la quale già scappava, insistette perchè
-spiegasse che intendeva dire, dichiarando che egli sospettava qualche
-cosa, e voleva sapere chi fosse il cavaliere di Gertrude.
-
-— Oh, un bel giovane alto, suo adoratore!... Bisognava vedere come
-stava lì piantato a seguirla con gli occhi! In verità cominciavo a
-temere che la crudele lo avesse cambiato in sasso! Che gli avevate
-fatto, Gertrude?
-
-— Nulla, — rispose questa. — M'ha salvata da una vetturetta della
-ferrovia circolare che era sul punto d'investirmi e m'ha accompagnata a
-casa. —
-
-Il suo tono era serio. In altri momenti avrebbe riso e motteggiato con
-Netta; ora un peso troppo grave le opprimeva il cuore. Ma il dottor
-Jeremy non s'accòrse della sua crescente agitazione, e spinse lo
-scherzo ancor più oltre.
-
-— Romantica avventura! Un pericolo imminente! Soccorso provvidenziale!
-Passeggiata da solo a sola, evitando il vecchio dottore che sarebbe
-stato il terzo incomodo! Ho capito.... —
-
-La povera Gertrude, rossa scarlatta e confusa da far pietà, cercò
-di giustificarsi, balbettò, finì col dire che non sapeva più, non
-rammentava....
-
-Elena Gryseworth le gettò uno sguardo scrutatore, Emilia volse verso di
-lei la faccia ansiosa, e Netta, mezzo impietosita e mezzo esilarata, la
-trasse nella sala da pranzo dicendo:
-
-— Non vi confondete, Gertrude, non c'è poi niente di terribile, dopo
-tutto. —
-
-Ella volle sforzarsi di far colazione, ma non potè nascondere la
-sua mancanza d'appetito, e fu lieta d'accompagnare Emilia nella
-loro camera appena questa ebbe finito il leggero suo pasto. Là le
-raccontò minuziosamente il pericolo che aveva corso, e come il signor
-Phillips l'avesse salvata: racconto di cui la signorina Graham parve
-contentarsi. Poi sedette in apparenza tranquilla, e lesse ad alta
-voce alcune pagine d'un libro a loro prestato da quel gentiluomo, che,
-singolare sfortuna, ella non era ancora riuscita a presentare alla sua
-amica non essendosene mai offerta l'opportunità.
-
-Trascorse l'intera mattinata senza che Guglielmo si facesse vivo.
-Ogni volta che una persona di servizio passava per il corridoio,
-Gertrude palpitava di speranza; e se qualcuno picchiava all'uscio,
-come ripetutamente accadde, la sua mano tremante poteva appena alzar
-la gruccia. Questo continuo alternarsi d'illusioni e disinganni la
-teneva in uno stato d'eccitazione tale, ch'ella era tutta accesa in
-viso, e verso mezzogiorno cominciò a sentire i sintomi di un violento
-mal di capo, cosa molto insolita in lei. Nondimeno, comprendendo che
-s'ella si fosse astenuta con una scusa qualunque di comparire quel
-giorno a pranzo, la sua condotta avrebbe certo provocato commenti
-erronei, si vestì accuratamente secondo il solito, e andò a prendere
-il suo posto a tavola. Soffriva, ma le guance imporporate e gli
-occhioni neri scintillanti la rendevano più che mai attraente; nè
-era da maravigliarsi se nell'atto che traversava la sala e durante il
-breve tempo che vi si trattenne, gli sguardi del signor Phillips, che
-sedeva a qualche distanza, e d'altri ancora, si fissavano su lei con
-attenzione.
-
-
-
-
-XXXIX.
-
- .... solo
- Nell'alta notte, dal cielo silente
- Sul torturato cuor veglia pietoso
- l'occhio eterno....
-
- NEW TIMON.
-
-
-Quando Gertrude, fatta accomodare Emilia nel salotto, accanto alla
-signora Gryseworth, ritornò sollecitamente nella sua camera, vi trovò
-un bellissimo mazzo dei fiori più scelti che la cameriera, come le
-disse, era stata incaricata di rimettere a lei. Ella indovinò subito
-da chi quel dono gentile ed accettabile provenisse, e quali sentimenti
-di benevolenza e simpatia avessero mosso il donatore; se da qualcuno
-poteva ricevere un conforto era dal signor Phillips, il solo quasi la
-cui pietà non esacerbasse la sua pena.
-
-Ad onta delle maliziose supposizioni di Netta, ella non sospettava
-affatto che altri motivi fuor d'una grande bontà d'animo e una sincera
-compassione lo avessero indotto ad offrirle quei vaghissimi fiori.
-Ed a ragione; perchè le sue maniere verso di lei erano piuttosto di
-padre affettuoso che d'innamorato, e quantunque ella cominciasse a
-considerarlo come un prezioso amico, non vedeva altro in lui nè pensava
-ch'egli desiderasse d'esser altro.
-
-Mise i fiori in un vaso d'acqua, ritornò nel salotto, e, facendosi
-forza, prese parte alla conversazione, discorrendo su vari soggetti,
-finchè, con suo sollievo, il circolo dei suoi amici si sciolse, e chi
-andò a far una passeggiata in carrozza o a cavallo, chi a schiacciare
-un sonnellino. Tra questi ultimi fu ella stessa; era contro il suo
-costume, ma giustificò dinanzi ad Emilia quest'eccezionale mollezza col
-mal di capo che l'aveva assalita. Non riesci però a dormire, e il resto
-della giornata le sembrò interminabile.
-
-Venne alfine la sera. Gertrude ricevette un premuroso invito
-d'accompagnare le signorine Gryseworth, che col loro babbo e i
-Petrancourt andavano a un concerto dato all'Albergo degli Stati Uniti.
-Ella si scusò, e persistette nel suo rifiuto nonostante le più vive
-istanze. Sentiva che se si fosse esposta al cimento d'un nuovo incontro
-come quello della mattina si sarebbe di certo tradita. Poichè Guglielmo
-aveva lasciato passare la giornata intera senza cercar di vederla,
-non avrebbe voluto per nulla al mondo mettersi lei sulla sua via, e
-correre il rischio di essere scoperta da lui e riconosciuta in una sala
-affollata di gente. No: aspetterebbe. Dovevano di sicuro incontrarsi o
-prima o poi. Nelle presenti circostanze ella non sapeva ancor bene come
-contenersi; era meglio serbare per ora l'incognito.
-
-Rimase dunque all'albergo. Oltre i Gryseworth e i Petrancourt, molti
-altri andarono agli «Stati Uniti», sicchè nel salotto, quasi deserto,
-regnava una insolita quiete, grata all'animo agitato e alla testa
-dolente di Gertrude. Emilia discorreva con un ecclesiastico anziano
-che le era stato presentato; il dottor Jeremy conversava con la
-signora Gryseworth, e sua moglie intanto sonnecchiava. La fanciulla,
-visto che nessuno aveva bisogno di lei, uscì inosservata dalla stanza
-proponendosi di star un po' a sedere fuori, al lume di luna; ma nel
-vestibolo s'imbattè nel signor Phillips.
-
-— Che fate qui, sola sola? — egli domandò. — Perchè non siete andata al
-concerto?
-
-— Mi duole il capo.
-
-— Me ne sono avveduto, a pranzo. Non va punto meglio?
-
-— No, non direi.
-
-— Venite a passeggiare un po' con me sulla terrazza. Vi farà
-bene. —
-
-Ella accettò. Egli l'intrattenne piacevolmente, le raccontò molti
-aneddoti divertenti, riuscì a farla sorridere, e perfino ridere,
-del che parve compiacersi assai. Parlò argutamente delle varie cose
-vedute e udite da che si trovava a Saratoga dove faceva la parte
-di spettatore, e terminò domandandole se non giudicava anche lei lo
-spettacolo una pompa di vanità e d'egoismo.
-
-Gertrude, maravigliata della domanda, non seppe rispondere.
-
-— Perchè? — disse.
-
-— Non è forse ridicolo che tante migliaia di persone convengano qui col
-fine di divertirsi? — egli riprese.
-
-— Non saprei, — replicò ella. — A me almeno non sembra. Divertirsi è
-un'ottima cosa per chi _può_ godere.
-
-— E quanti possono?
-
-— La maggior parte, m'immagino.
-
-— Che! Quasi nessuno, invece! Più di mezzi se ne vanno infelicissimi, e
-il resto malcontenti.
-
-— Credete? E io, al contrario, pensavo che l'attrattiva del luogo fosse
-appunto il vedervi tante facce raggianti d'allegrezza. Mi parevano
-tutti gente felice.
-
-— Oh, superficialmente! E poi, se osservate bene, vedrete che quelli
-che sembrano felici un giorno, hanno il seguente un'aria desolata....
-Per esempio, la vostra era una delle facce raggianti, ieri, ma oggi non
-è più così, povera figliuola.... —
-
-Accortosi che queste ultime parole facevano tremare lievemente la mano
-posata sul suo braccio, e vedendo i grandi occhi neri levati verso di
-lui riabbassarsi ad un tratto sotto le lunghe ciglia, soggiunse:
-
-— Speriamo però che torni presto serena come prima. Ma non avrebbero
-dovuto portarvi qui. La montagna di Catskill si confaceva meglio alla
-vostra fervida fantasia e alla vostra mente riflessiva; non bisogna
-esporre una natura di sensitività così delicata alle offese della
-malignità e dell'invidia che non mancano mai in questi affollati
-ritrovi della bassa, egoista e crudele umanità.
-
-— Oh! — esclamò Gertrude la quale ora comprendeva che il signor
-Phillips in cuor suo sospettava ch'ella soffrisse per qualche ferita
-dell'amor proprio, qualche torto, forse ingiurioso, da lei patito. —
-Voi parlate troppo severamente: non tutti sono egoisti, non tutti sono
-malevoli.
-
-— Ah, voi siete giovane e piena di fede! Fidate pure in chi potete,
-finchè potete. Io non fido più in _nessuno_.
-
-— Nessuno? Non v'è dunque una persona al mondo che voi amiate, in cui
-abbiate fiducia?
-
-— Quasi nessuna: non più d'una, certo. In chi dovrei fidare?
-
-— Nei buoni, nei puri, nei magnanimi.
-
-— E quali sono? Come distinguerli? Secondo la mia esperienza, ed è
-stata vasta, sì, molto vasta, — egli stringeva i denti e il suo tono
-era di profonda amarezza — i così detti buoni, gli uomini stimati probi
-e onorevoli, spesso non sono che ipocriti bene inverniciati, peccatori
-di fine e polita apparenza. Sì, — continuò con voce più grave, e
-in modo più concitato — penso a un tale, gentiluomo rispettabile,
-personaggio _cospicuo_, membro della Chiesa, la cui durezza, la cui
-ingiustizia, la cui crudeltà hanno fatto della mia vita ciò che è....
-un desolato deserto, e peggio; e penso a un altro, un vecchio marinaro
-rozzo e intemperante, sul capo del quale non passava giorno senza
-ch'egli proferisse il nome di Dio invano, e che tuttavia aveva in fondo
-al cuore una goccia di così pura essenza di virtù, che non riescireste
-a distillarla dalle anime di diecimila dei vostri educatissimi
-birbanti. In chi dunque devo fidare, nell'uomo buono e religioso, o
-nell'abietto ed empio blasfematore?
-
-— Fidate nella _bontà_ dovunque si trovi, — rispose Gertrude. — Ma non
-diffidate di _nessuno_ piuttosto che di _tutti_.... oh, no!
-
-— Il vostro mondo, la vostra religione, tracciano un cerchio meno ampio.
-
-— Non dite il _mio_ mondo, la _mia_ religione. Io non mi chiudo in
-cotesto cerchio, e non conosco altra religione che quella del cuore.
-Cristo morì per l'umanità intera. E se poche sono le anime così
-profondamente inabissate nel peccato, che non serbino una scintilla di
-virtù e di verità, chi può dire in quali non scaturirà alfine la luce
-grazie a cui potranno trovare la via di Dio?
-
-— Voi siete una buona creatura piena di carità e di speranza, — fece
-il signor Phillips premendo più forte il braccio della fanciulla. —
-Voglio aver fede in _voi_. Ma, guardate, i nostri amici ritornano dal
-concerto. Andiamo loro incontro. —
-
-Avevano passato ore deliziose. L'Alboni aveva superato sè stessa.
-Quanto dispiaceva a tutti che Gertrude non ci fosse stata!
-
-— Ma forse — le sussurrò Netta — vi siete divertita meglio
-qui.... —
-
-Le erano appena sfuggite dalle labbra queste maliziose parolette, che
-già n'era mezzo pentita, perchè Gertrude, appoggiata al braccio del
-signor Phillips tranquillamente, senza ombra di confusione, respingeva
-col semplice candore del suo contegno il folle sospetto.
-
-— C'era la signorina Clinton, — proseguì l'altra — splendidamente
-bella. Aveva intorno una folla di adoratori.... Ma, — soggiunse
-rivolgendosi alla signora Petrancourt — avete notato qual'era
-il favorito? Tanto favorito che non so come gli altri non si
-scoraggissero.... Parlo di quel bel giovane, alto, che l'ha
-accompagnata nella sala, e s'è ritirato dopo un poco. Finchè c'è
-rimasto, ella s'è dedicata tutta a lui.
-
-— Era il medesimo, non è vero, che è rientrato per alcuni minuti verso
-la fine del concerto? — domandò Elena. — Quello che stava ritto contro
-la parete?
-
-— Precisamente. Ha aspettato che l'Alboni finisse di cantare, poi s'è
-accostato alla signorina Clinton e s'è chinato a mormorarle qualche
-parola all'orecchio. Ella s'è rizzata subito e sono usciti insieme,
-lasciando gli altri corteggiatori piuttosto mortificati. Io, sedendo
-presso la finestra, li ho veduti passare e allontanarsi nel parco.
-
-— Proprio nel mezzo di quel magnifico pezzo della _Lucia_! — disse
-Elena. — Come hanno potuto andarsene così?
-
-— Oh, non c'è nulla di strano, dato lo stato delle cose, se la
-signorina Clinton preferisce una passeggiata col signor Sullivan alla
-miglior musica del mondo! — osservò il signor Petrancourt.
-
-— Ah! — fece Netta. — È molto simpatico quel giovane? Credete che sarà
-il fortunato?
-
-— Io non ne dubito, — rispose quegli. — Si crede anzi generalmente
-che siano fidanzati. Egli era a Parigi in compagnia della signorina
-e di suo padre, la scorsa primavera, e sono ritornati con lo stesso
-piroscafo. Tutti sanno che il signor Clinton desidera vivamente questo
-matrimonio, e l'Isabella non nasconde la sua preferenza.
-
-— Certo, — confermò la signora Petrancourt — è una cosa stabilita. L'ho
-sentito dire anche stasera da due o tre persone. —
-
-Che n'era di Gertrude durante questi discorsi? Poteva ella, dopo avere
-per sei anni alimentato la cara speranza d'esser l'unico amore di
-Guglielmo, rimaner lì pazientemente a udire quegli estranei disporre di
-lui, darlo ad un'altra?
-
-Sì, potè; ma non grazie a sè stessa, perchè la testa le girava, ed ella
-sarebbe caduta senza il saldo sostegno del signor Phillips, il quale la
-reggeva al suo braccio con tanta forza, che sebbene egli sentisse come
-tremava tutta, gli altri non se ne avvidero punto. Per fortuna, anche
-nessuno osservò la sua faccia sbiancata, e stando essi nell'ombra,
-il solo che sapeva la sua agitazione, notava gli occhi stralunati e
-ardenti in quel pallore mortale, le labbra semiaperte e convulsamente
-rigide.
-
-Come sotto l'incubo d'un sogno spaventoso, ella, col cuore in tumulto,
-ascoltava, immobile, e udiva e comprendeva ogni parola. Ma non sarebbe
-stata in grado di parlare o fare un gesto: un momento di più, e qualche
-caso inevitabile avrebbe tradito il suo turbamento ch'era tale da far
-paura. Ma il signor Phillips parlò e si mosse _per lei_, risparmiandole
-la pena di vedersi esposta alla curiosità degli astanti, da cui certo
-il suo spirito delicato e sensitivo rifuggiva con orrore.
-
-— Il signor Sullivan! — egli esclamò. — Un bravo giovanotto! Lo
-conosco.... Signorina Gertrude, devo raccontarvi un aneddoto che lo
-concerne.... —
-
-E proseguendo nella direzione in cui erano venuti incontro alla
-comitiva che tornava dal concerto, fece come se volessero continuare
-la loro passeggiata; ma adesso camminava egli solo perchè Gertrude era
-addirittura portata da lui.
-
-Gli altri entrarono presto nel salotto, lasciandolo con la sua compagna
-in piena libertà nella terrazza da quella parte già vuota.
-
-Finchè non furono scomparsi egli seguitò a narrare come il signor
-Sullivan fosse stato, anni addietro, suo compagno di viaggio in un
-deserto dell'Arabia, e gli avesse reso un segnalato servigio aiutandolo
-a salvarsi da un improvviso attacco d'una tribù d'Arabi erranti. Ma
-tosto assicuratosi che non c'era più pericolo d'essere osservati,
-s'interruppe bruscamente, e senza scuse nè cerimonie la mise a sedere
-in una poltrona che si trovava lì presso, dicendo:
-
-— State qui mentre io vado a prendervi un bicchier d'acqua.... —
-
-L'avviluppò ben bene nella mantellina e s'allontanò rapidamente.
-
-Oh, quanto gli fu grata Gertrude in cuor suo della delicatezza con cui
-la lasciava sola per darle il tempo di riaversi! Era la condotta più
-giudiziosa, e insieme più benevola ch'egli potesse tenere. Egli sapeva
-che non sarebbe svenuta, che avrebbe raccolto tutte le sue energie,
-e sperava perfino d'essere riuscito a darle l'illusione che neppur
-a lui fosse stata palese tutta la profondità del suo turbamento, e
-soprattutto che ne ignorasse affatto la causa.
-
-Quando il signor Phillips ritornò dopo alcuni minuti, ella era calma.
-Portò alle labbra il bicchier d'acqua, ma egli non insistette perchè
-bevesse: vedeva che non ne aveva bisogno.
-
-— V'ho trattenuta fuori troppo, — disse. — Venite, è meglio che
-rientriate. —
-
-La fanciulla si rizzò, s'appoggiò di nuovo al suo braccio. Egli,
-guidati i suoi deboli passi fino all'uscio vetrato che dalla terrazza
-metteva nella camera occupata da lei e da Emilia, si fermò un momento,
-dicendole con tono significativo, e figgendo ne' suoi occhi uno sguardo
-che corroborava le parole:
-
-— Signorina Gertrude, voi m'esortate ad aver fede in tutti; ma io
-vi consiglio che, inesperta della vita come siete, vi guardiate dal
-credere ciecamente a chiunque. Dove la vostra fiducia è ben fondata,
-mantenetela con fermezza e coraggio, ma non tenete per vero se non
-ciò ch'è provato; specie poi siate sicura che gli oziosi pettegolezzi
-circolanti in luoghi come questo, non meritano alcun credito. Buona
-notte. —
-
-Quale rivoluzione produsse quest'ammonimento nei sentimenti di
-Gertrude! Esso risonò al suo orecchio come una profezia e si ripercosse
-nell'intimo del suo cuore. Non era pieno di saggezza il consiglio del
-signor Phillips? Naturalmente, ella pensava, egli esponeva un assioma
-dettato dalla sua lunga esperienza; ma come s'applicava, al caso suo!
-Non aveva ella ceduto senza riflessione ai suoi timori, ai suoi neri
-presagi, non aveva ascoltato con inconsiderata prontezza le querele
-della sua gelosa immaginazione, e più inconsiderata credulità le ciarle
-riferite da estranei, mentre così tradiva un più alto diritto alla sua
-fede? Chi durante i lunghi anni della loro amicizia s'era mostrato più
-degno di fiducia che Guglielmo? Non era egli stato fin dall'adolescenza
-un esempio d'ogni virtù, superiore ad ogni bassezza, esente da ogni
-vizio? Non aveva abbandonato nella prima gioventù ogni cosa più cara,
-per andar a lavorare faticosamente sotto il sole dell'India a fine di
-procurare l'agiatezza, e il lusso, col tempo, a coloro di cui ambiva
-essere il sostegno e la consolazione? Non aveva sempre manifestato
-coi fatti un animo nobile, un carattere onorevole, un cuore sincero ed
-affettuoso? E, soprattutto, non era egli imbevuto fin dall'infanzia dei
-più sublimi e puri principî cristiani?
-
-Sì, questo era innegabile. E ricordandolo, riandando ciascuna fase
-della retta sua vita, Gertrude doveva riconoscere che egli, ragazzo
-d'indole generosa e amorevole, giovanetto ardimentoso ed energico, uomo
-fortunato e rispettato ma pure provato dal dolore, aveva costantemente
-mantenuto per lei lo stesso profondo e ardentissimo affetto, che anzi
-pareva essere andato crescendo ogni giorno, ogni mese, ogni anno,
-da quando l'aveva amata e protetta bambina, sostenuta e confortata
-durante la malattia e dopo la morte dello zio True, fino al presente,
-attraverso la lunga loro separazione.
-
-Non v'era una tra le numerose e regolari lettere di Guglielmo da
-cui non spirasse il più tenero e devoto amore per Gertrude: un amore
-esclusivo nel quale non poteva esservi rivalità. In tutti i suoi sogni
-di futura felicità domestica ella aveva parte; e sebbene la signora
-Sullivan, con quell'istintivo riserbo ch'era nella sua natura, si
-fosse astenuta dal parlargliene, il modo in cui la trattava le aveva
-sempre attestato chiaramente che considerava il matrimonio tra lei
-e suo figlio come cosa certissima. L'aperta dichiarazione fattale da
-Guglielmo nella lettera in risposta all'annunzio della morte di sua
-madre, che le sue speranze, le sue preghiere, le sue fatiche erano
-adesso per lei sola, non le dava una prova più sicura che già non fosse
-tutta la sua antecedente condotta, della tenerezza con cui l'amava?
-
-E doveva ella ora dubitare di lui? Non tener più conto, d'un tratto,
-di fatti che così evidentemente lo mostravano meritevole d'alta stima
-e credere senza altro alla subita defezione del suo amico d'infanzia?
-No! Risolse di bandire l'indegno pensiero, di confidarsi che presto una
-spiegazione sodisfacente ridarebbe la pace al suo cuore angosciato.
-Fino a quel momento manterrebbe la sua fede in Guglielmo: la
-manterrebbe con fermezza e coraggio, perchè era ben fondata.
-
-Facendo quest'eroico proposito rialzò la fronte china, e sprofondò lo
-sguardo nella serenità della notte. La luna era tramontata e il cielo
-scintillava tutto di fulgidissime stelle. Gertrude amava le notti
-stellate. Quello spettacolo le infondeva novello vigore. E guardando in
-alto vide splendere sul suo capo la stella prediletta, la stella che la
-sua fantasia, una volta, amorosamente immaginava accesa per lei dallo
-spirito beato dello zio True. E allora, come nel tempo lontano quando
-dai lumi celesti le scendeva nell'anima un raggio di conforto, le
-parve d'udir sonare al suo orecchio il detto familiare del caro padre
-adottivo: «Fa' cuore, uccellino, perchè è mia opinione che tutto da
-ultimo riuscirà a bene.»
-
-Durante il breve resto della serata rimase in questo stato d'elevazione
-morale e quasi di gioia; così sostenuta, potè ritornare nel salotto
-a prendere Emilia, dar la buona notte agli amici con voce gaia, e
-coricarsi tranquillamente. Avanti la mezzanotte, dormiva.
-
-Ma quella calma era in gran parte un effetto della stessa sua
-sovreccitazione, e però non poteva durare. La mattina seguente,
-destandosi, ricadde nella tristezza e nell'abbattimento di prima,
-e lo sforzo che fece per levarsi, vestirsi e andare a colazione
-fu macchinale. Si scusò col dottor Jeremy non essendo in grado di
-accompagnarlo nella solita passeggiata. Il suo più vivo desiderio era
-di lasciare Saratoga. Le pareva mill'anni d'essere a casa, in quiete,
-di non aver tanti occhi addosso.
-
-Quando il dottore venne a portare le lettere arrivate con la posta
-della mattina, ella vi gettò uno sguardo così avido ch'egli disse
-sorridendo:
-
-— Nulla per voi, Gertrude; ma ce n'è una per Emilia; un certo compenso,
-non è vero? —
-
-Meglio ancora. Era una lettera del signor Graham, lungamente attesa,
-che avrebbe certo menzionato la data del suo ritorno dall'Europa, e
-determinato quindi la durata del soggiorno d'Emilia a Saratoga.
-
-Con grande loro maraviglia, egli era già bell'e arrivato a Nuova York,
-e desiderava che la figliuola e Gertrude venissero a raggiungerlo
-subito. Gertrude stentava a nascondere la sua sodisfazione, che del
-resto poteva essere attribuita al piacere di riveder lui e la signora,
-ed Emilia, realmente felice di riabbracciare suo padre al quale era
-affezionatissima, la pregò di sollecitare i preparativi della partenza.
-
-Si ritirarono dunque nella loro camera, e fino all'ora del pranzo
-la giovanetta fu occupata nel fare i bagagli. Ella aveva passato il
-giorno innanzi ansiosamente sperando che Guglielmo si presenterebbe
-all'albergo; ora al contrario temeva oltremodo la sua visita. L'idea
-che il loro primo incontro avvenisse in un luogo pubblico, le era
-intollerabile nel suo presente stato d'animo: e s'ella ieri s'era
-tormentata aspettandolo invano, oggi soffriva ancor più per il terrore
-di vederlo comparire.
-
-Fu un vero sollievo al suo affanno la proposta gentilmente fattale dal
-signor Phillips dopo il pranzo, d'una scarrozzata al lago. Il dottor
-Gryseworth e una delle sue figliuole avevano accettato due dei posti
-nel legno da lui procuratosi, ed egli si confidava, come le disse,
-ch'ella avrebbe gradito il quarto. Poichè Emilia non aveva allora
-bisogno di lei, e poichè ella così era sicura d'evitare Guglielmo,
-acconsentì ben volentieri.
-
-Si trovavano in riva al lago da circa un'ora. Il dottore ed Elena
-s'erano lasciati indurre da una comitiva di loro conoscenti a giocare
-una partita alle bocce. Il signor Phillips e Gertrude non avevano
-voluto prendervi parte, ma stettero un tempo a guardare. Poi, essendo
-la giornata caldissima e l'aria nella sala chiusa soffocante, andarono
-piuttosto a sedersi fuori, finchè il giuoco fosse finito. Mentre
-contemplavano la bella distesa d'acque tinta di rosa dai riflessi del
-tramonto, una coppia venne a fermarsi poco lontano dal loro sedile.
-Un tronco d'albero gigantesco le nascondeva totalmente il signor
-Phillips e riparava anche Gertrude abbastanza da non essere osservata,
-quantunque un subitaneo pallore si diffondesse sulla sua faccia al
-vederla apparire. Quel pallore mostrava ch'ella aveva riconosciuto
-Guglielmo Sullivan e Isabella Clinton. Le loro parole giungevano ben
-distinte al suo orecchio.
-
-— Sarà dunque tanto sentita la mia assenza? — domandava Bella guardando
-intensamente il suo compagno che fissava il lago con aria grave.
-
-— Se sarà sentita? — disse il giovane volgendosi a lei con un accento
-di mite rimprovero. — E come non sarebbe? Chi può tenere il vostro
-luogo?
-
-— Ma, infine, due soli giorni....
-
-— Brevissimo tempo in circostanze ordinarie, però un'eternità.... —
-
-S'interruppe come se facesse uno sforzo per frenarsi, e con una brusca
-mossa proseguì il cammino.
-
-Isabella gli tenne dietro dicendo:
-
-— Aspetterete il mio ritorno, non è vero? —
-
-Guglielmo si voltò, e questa volta Gertrude vide in tutto il suo
-aspetto l'espressione di rimprovero che aveva sentito nella sua voce
-dianzi.
-
-— Certo, — egli rispose, serio. — Come potete dubitarne? —
-
-L'angoscia crescente della fanciulla nell'udir questo dialogo per lei
-pieno di significato, si manifestava nei lineamenti scomposti, nello
-sguardo strano, innaturale dei suoi occhi fissi, con una veemenza da
-far paura.
-
-— Gertrude! — esclamò il signor Phillips dopo averla mirata un
-momento. — Gertrude, per amor di Dio, non v'alterate così! Che vi
-succede? —
-
-Ma ella non lo guardò, il suo volto rimase impietrito: evidentemente
-non aveva inteso. Egli le prese la mano. Era fredda come un marmo.
-Un'angoscia quasi pari alla sua si dipingeva ora nel viso del suo
-amico: egli aveva gli occhi pieni di lacrime che colavano lente
-lungo le gote. Una volta stese le braccia in atto di voler stringersi
-l'afflitta al seno e consolarla come una bambina: ma represse con forza
-la sua commozione.
-
-— Gertrude, — riprese, sporgendosi verso di lei e fissandola negli
-occhi — che v'hanno fatto quei due? Se quel giovane v'ha offesa, il
-ribaldo ne dovrà rispondere! —
-
-E così dicendo balzò in piedi.
-
-Quelle parole, quel gesto, richiamarono Gertrude in sè.
-
-— No, no! — ella rispose. — Non è tale! Sto già meglio.... Non ne
-parlate.... non raccontate a nessuno.... — e gettò un'occhiata ansiosa
-nella direzione del viale dov'era il giuoco di bocce. — Sto meglio,
-molto meglio. —
-
-Non senza grande stupore del signor Phillips, che la rigidità del suo
-aspetto aveva spaventato, ella si rizzò con perfetta compostezza, e
-propose di ritornare all'albergo.
-
-Egli l'accompagnò, in silenzio; prima d'essere arrivati a mezza costa
-del poggio ove avevano lasciato la carrozza furono raggiunti dai
-Gryseworth, e di lì a pochi minuti i cavalli trottavano verso Saratoga.
-
-Tutta la sera Gertrude ebbe quell'aria di rigidità innaturale. Durante
-il tragitto il dottore le domandò due o tre volte se fosse indisposta,
-e il signor Phillips non cessò di osservarla furtivamente con sguardi
-inquieti. Fino i toni della sua voce erano alterati a segno che Emilia
-non appena l'udì parlare domandò:
-
-— Che hai, figliuola mia? —
-
-Ma ella rispose che stava benissimo, e fece tutto ciò che doveva
-fare nella serata, secondo il consueto; poi s'accomiatò dagli amici,
-convenne anzi con le Gryseworth di rivedersi il domani mattina.
-
-A un meno che acuto osservatore Emilia sarebbe parsa la più conturbata
-delle due. La cieca non poteva essere ingannata, e le celate sofferenze
-della sua cara si riflettevano nel contegno di lei. Gertrude parlava
-e si moveva macchinalmente, nè potè mai in seguito rammentar bene i
-casi di quella serata. Ella non comprendeva che cosa la sostenesse
-e la rendesse capace di recitare la sua parte, quasi inconsciamente.
-Come era riuscita a dissimulare le torture che soffriva? Non avrebbe
-saputo spiegarlo. Ella non serbava che la memoria confusa d'un sogno
-affannoso.
-
-Solo nelle quiete ore della notte, quando Emilia parve profondamente
-addormentata al suo fianco, osò sciogliersi un momento dai ferrei
-vincoli della costrizione che s'era imposta; ma allora il torrente
-del suo dolore irruppe senza più ostacoli. Si levò dal letto, e
-affondato il viso nei cuscini di un'agrippina bassa ch'era accanto
-alla finestra, diede libero sfogo alle lacrime benedette ogni cui
-stilla era un sollievo per la sua anima dolorante. Mai, dopo la prima
-fanciullezza, s'era abbandonata ad un così lungo e irrefrenato pianto;
-e l'ansare del suo petto, la violenza dei singhiozzi che ne sfuggivano,
-provavano l'intensità della sua angoscia. Tutti gli altri suoi dolori
-l'avevano trovata forte, ben preparata a sostenerli, armata d'una
-religiosa fiducia e incorata da una santa speranza; ma sotto questo
-colpo improvviso e inaspettato, ella si curvava e s'agitava come un
-arboscello cresciuto ai soli estivi si contorce e trema investito dal
-gelido soffio dell'inverno.
-
-Che Guglielmo fosse infedele al suo primo amore, ella non poteva
-oramai più dubitare, e questa certezza le faceva sentire che l'unico
-suo appoggio nella vita era caduto. Lo zio True e la signora Sullivan
-erano stati l'uno e l'altra suoi benefattori ed Emilia era sempre la
-sua cara e fida amica: ma essi avevano tutti avuto più o meno bisogno
-di lei, e sebbene ella potesse riposarsi nella sicurezza del loro
-affetto, i due primi, per lungo tempo innanzi di partirsi dal mondo, si
-trovavano ridotti a non aver altro sostegno che il suo braccio amoroso,
-e l'ultima, la sola che le rimanesse ancora, affidava a lei la guida
-degl'incerti suoi passi, i quali, ahimè, parevano già vòlti verso la
-tomba!
-
-A chi dunque si sarebbe appoggiata Gertrude? Chi avrebbe guidato
-l'inesperta sua giovinezza? A chi doveva ella rivolgersi con fiducia
-per chiedere protezione, consiglio, aiuto, amore, se non a Guglielmo?
-Ma Guglielmo aveva dato il suo cuore ad un'altra.... E presto, forse,
-ella resterebbe sola al mondo!
-
-Ella piangeva, dunque, come piangono i desolati; e pianse finchè la
-fonte delle sue lacrime fu esaurita. Affranta, debole, sconvolta, si
-rizzò, andò alla finestra, e, rimosse dalla fronte le dense ciocche dei
-suoi lunghi capelli, si sporse a respirare la fresca brezza notturna
-che la ristorò alquanto.
-
-La tempesta dell'anima sua si calmava mentre, fissi gli occhi alle
-vive luci splendenti su lei dall'alto, così placide e soavi nel loro
-fulgore, ella sembrava comunicare con cose divine. Anche ora le stelle
-la compassionavano come nelle notti della sua infanzia solitaria,
-anche ora le sussurravano: «Gertrudina! Gertrudina! Povera piccola
-Gertrudina!»
-
-Intenerita, commossa dal loro sguardo pietoso, ella cadde, lentamente,
-in ginocchio. E la sua faccia levata verso il cielo, le mani giunte, la
-dolce rassegnazione espressa da tutto il suo aspetto, manifestavano che
-come quando ella aveva inalzato la prima tacita preghiera al Dio allora
-ignoto, la sua anima adesso illuminata era in profonda comunione col
-suo Creatore, e ripeteva le semplici parole: «Signore, eccomi!»
-
-Oh, benedetta la religione che può sostenerci in ore come quella! Oh,
-benedetta la fede che quando ogni appoggio terreno ci manca e la nostra
-più salda colonna risulta essere di sabbia, eleva l'anima al di sopra
-d'ogni altro bisogno, e la ricovera nel seno di Dio!
-
-Ma ecco che la giovanetta sente una mano gentile posarsi sul suo capo.
-Si volge, e vede Emilia, che ella credeva immersa nel sonno, ma che
-invece l'ansietà teneva desta, e i cui timori s'erano raddoppiati
-all'udire un suono di singhiozzi mal repressi.
-
-— Gertrude, — disse questa con tono addolorato — tu sei afflitta e me
-lo nascondi? Non distoglierti da me! — Le gettò le braccia al collo, le
-fece posare la testa sul suo petto, mormorando: — Dimmi tutto, tesoro!
-Ch'è accaduto alla mia povera figliuola? —
-
-E Gertrude versò la piena del suo dolore nel cuore d'Emilia, confidò
-al suo orecchio attento l'unico segreto che mai avesse esitato a
-confessarle; ed Emilia pianse ascoltandola, e quand'ella ebbe finito,
-se la strinse ripetutamente al seno, esclamando con un'eccitazione che
-la fanciulla non aveva mai veduta nella sua amica cieca sempre calma e
-serena:
-
-— Strano, strano, che tu pure abbia avuto questa sorte! O Gertrude,
-figliuola mia, possiamo piangere insieme. Ma, credilo, il tuo cordoglio
-è assai meno amaro del mio. —
-
-Nell'oscurità della notte alta, Gertrude ricevette in compenso della
-sua confidenza la rivelazione della storia di dolore che aveva desolato
-la gioventù d'Emilia, e che nonostante la fuga del tempo era sempre
-viva nella sua memoria e gettava sulla sua vita una negra ombra che non
-era soltanto quella della sua cecità.
-
-
-
-
-XL.
-
- Ed ecco a me venir, nella sua veste
- Di luce avvolta, una ninfa celeste,
- Che rischiarò la mia vista turbata:
- Religione tra gli uomini è nomata.
- Il castigo divin mi fe' provare,
- Poi la verga m'impose di baciare;
- Così insegnò al ribelle cuore mio
- La sommissione ai voleri di Dio.
-
- ANNA MORE.
-
-
-— Ero più giovane di te, Gertrude, — cominciò Emilia — quando fui
-sottoposta alla mia prova, e per ogni rispetto una persona assai
-diversa da quella che tu hai conosciuta. Tu sai forse ch'io perdetti
-la mamma in così tenera età, che non serbo alcuna memoria di lei. Ma
-mio padre si riammogliò presto, e nella matrigna ch'io ricordo come
-se fosse stata la mia vera madre, trovai tanto amore e tante cure da
-compensarmi pienamente della mia perdita. Io la rammento qual'era negli
-ultimi anni della sua vita: alta, gracile, delicata, con un viso dolce
-ma piuttosto malinconico. Vedova anch'ella d'un primo marito, aveva un
-figliuolo che divenne subito il mio solo compagno. Tutti i miei piaceri
-infantili furono divisi con lui. Quando mi dicesti, molto tempo fa,
-ch'io non potevo immaginarmi quanto tu amassi Guglielmo, fui sul punto
-di confidarti una parte di questa storia della mia prima giovinezza, a
-fine di persuaderti che nessuno meglio di me poteva comprendere un tale
-affetto: ma mi rattenni, perchè tu eri allora troppo bambina, e non
-volevo contristarti col racconto di casi dolorosi come i miei. Perciò
-tacqui. Le mie parole non potranno mai esprimerti quanto caro mi fosse
-quel compagno della mia infanzia. Ciò che eravamo l'una per l'altro, e
-l'influsso che l'una esercitava sull'altro ci univano coi legami d'una
-reciproca dipendenza: perchè sebbene egli fosse lo spirito dirigente,
-la volontà forte e determinata, ed io mi sottomettessi di buon grado a
-una dominazione cui la mia docile natura non ripugnava, c'era una cosa
-nella quale il mio baldo protettore e signore aveva bisogno del mio
-aiuto e del mio appoggio. Ero io quella che serviva da mediatrice tra
-lui e mio padre. Idolatrato dalla sua mamma, il ragazzo all'incontro
-era sempre trattato con freddezza e diffidenza dal patrigno che non
-lo comprendeva, e lungi dall'apprezzar le sue nobili qualità, pareva
-considerarlo con sospetto e antipatia. Ma ai miei sguardi imploranti,
-alle mie supplichevoli preghiere egli prestava benevolo orecchio, e il
-mio compagno sapeva che io ero pronta a spendere tutta la mia eloquenza
-in suo servigio ogni volta che gli occorreva ottenere un favore o far
-valere una scusa.
-
-«Certo per nostra madre la durezza del marito verso il figliuolo di
-lei doveva essere una causa di grande infelicità. Ricordo bene con
-quale ansia si sforzava di nascondere i suoi falli, le sue imprudenze,
-e come spesso m'insegnasse ella stessa ciò che avevo da dire a fine
-di propiziare il mio babbo, che per amor mio molte volte perdonava al
-ragazzo il cui carattere ardimentoso e indipendente lo metteva non di
-rado in conflitto con un uomo severo oltremodo contro chi sia incorso
-nella sua collera.... E tu hai avuto occasione di giudicarne.
-
-«Durante la sua vedovanza la mia matrigna era stata poverissima, e
-suo figlio, non avendo ereditato nulla dal proprio padre, si trovava
-alla mercè della generosità del mio. Questa era una pungentissima
-mortificazione per lui, e metteva a fiera prova il suo orgoglio già
-potente; spesso io lo vidi irritato e inasprito da benefizi che egli
-sapeva non essere largiti con mano paterna, mentre il signor Graham,
-che non intendeva questo sentimento, lo accusava in cuor suo di grossa
-ingratitudine.
-
-«Finchè nostra madre ci fu conservata, si visse in discreta armonia:
-ma disgraziatamente quando io toccavo i sedici anni, fu colta da una
-malattia fulminante e morì. Ho presente sempre alla memoria l'ultima
-notte della sua vita. Ella mi chiamò al suo letto e mi disse con voce
-solenne: «Emilia, io ti rivolgo morendo questa preghiera: sii l'angelo
-custode del mio figliuolo!»
-
-«Dio mi perdoni, — e così esclamando gli occhi spenti della cieca
-s'empirono di lacrime — se fui infedele alla mia missione!
-
-«Quegli di cui ti parlo, — Emilia si guardava dal proferirne il nome —
-era allora un giovanetto diciottenne. Mio padre l'aveva da poco fatto
-entrare in qualità di commesso nel proprio banco, a mal suo grado,
-perchè egli desiderava seguire i corsi degli studi superiori; ma sua
-madre ed io l'avevamo indotto a cedere, vista l'irremovibile volontà
-del capo di famiglia. La morte della signora Graham strinse più che
-mai i vincoli tra suo figlio e me. Egli continuò ad abitare con noi,
-e passava in mia compagnia tutte le sue ore di libertà. Il babbo
-stava molto fuori, e quando era in casa si chiudeva nella biblioteca
-lasciando che lui ed io c'intrattenessimo a piacer nostro. Frequentavo
-allora la scuola ed ero un'alunna diligente, amantissima dei libri.
-Quante volte, quando tu mi parlavi dell'assistenza che ti prestava
-Guglielmo nei tuoi studi, mi ricordasti il tempo in cui io venivo
-così aiutata e incoraggiata dal mio tenero amico, sempre volonteroso
-d'adoprarsi per me con l'intelligenza e con l'opera.
-
-«Ma la nostra felicità non era indisturbata. Spesso io vedevo sul volto
-di mio padre quella dura espressione che temevo sopra ogni cosa, mentre
-manifesti segni d'irritazione, d'ira talvolta, nell'aspetto del suo
-figliastro, m'avvertivano che una tempesta era scoppiata, probabilmente
-nel banco, senza ch'io potessi averne idea fuorchè dagli effetti.
-Nè potevo più intromettermi come mediatrice, perchè i guai insorti
-derivavano di solito da qualche negligenza reale o supposta, o qualche
-errore in materia d'affari, del giovane e inesperto commesso; colpe
-per le quali il babbo, negoziante fin nelle midolle, e ragioniere di
-scrupolosa esattezza, non aveva indulgenza, e in cui lo spensierato
-delinquente, privo d'attitudine all'ufficio impostogli, era proclive a
-ricadere.
-
-«Le cose andavano innanzi così da sei mesi, quando a un tratto avvenne
-un grave mutamento. Evidentemente mio padre aveva ceduto a suggestioni
-di terze persone, o concepito egli stesso dubbi che l'inquietavano.
-Egli, come tu sai, è un uomo franco, onesto e schietto nei suoi
-propositi, quali si siano, che se anche volesse ricorrere a qualche
-artifizio non avrebbe l'astuzia necessaria per condurlo a termine con
-buon successo. Quindi ci avvedemmo presto della sua risoluzione di
-porre immediatamente un freno alla dimestichezza tra il suo figliastro
-e me. A tal fine introdusse nella famiglia una governante: la signora
-Ellis, che da allora non ci ha più lasciati. La presenza quasi continua
-di quella estranea, e gli ostacoli ch'egli cominciò a frapporre alle
-antiche consuetudini che favorivano la nostra intimità provavano
-abbastanza come egli intendesse sradicare e distruggere, se possibile,
-l'affezione da cui eravamo uniti. Nè invero è da maravigliarsene ove si
-rifletta che essendo io oramai donna, essa non era più da considerarsi
-come un'affezione fanciullesca, mentre un'altra sua forma non avrebbe
-ottenuto l'approvazione del babbo, posto che il figliuolo della sua
-seconda moglie, tanto adorato dalla madre, non godeva punto la sua
-benevolenza.
-
-«Il dolore cagionatomi da sì fatti procedimenti non poteva compararsi
-che all'indignazione del mio compagno di sventura, il quale non s'era
-mai così fieramente risentito d'alcun altro atto ostile del patrigno:
-nè la tattica di questi riuscì a staccarlo da me, perchè sebbene
-evitasse con cura di mostrarsi sotto gli occhi della «spia», come
-denominava la signora Ellis, il suo genio inventivo escogitava numerose
-occasioni di vedermi e intrattenersi meco durante l'assenza di lei;
-condotta sommamente propria ad eccitare più che mai i sospetti di mio
-padre.
-
-«Io sono persuasa ch'egli v'era spinto soprattutto da un profondo
-senso della malevolenza e dell'ingiustizia usategli e dal desiderio
-di manifestare la sua indipendenza da ciò che stimava un'inescusabile
-tirannia: non ho nessuna ragione di credere che l'idea d'un idillio
-romantico o di un futuro matrimonio entrasse nei suoi calcoli. E io
-che allora non conoscevo legge superiore alla sua volontà o almeno non
-vi obbedivo, mi prestavo senza esitare a questi piccoli inganni per
-eludere la vigilanza da cui saremmo stati separati.
-
-«Ma mio padre, come non è raro il caso tra le persone poco socievoli,
-e in apparenza poco osservatrici, vedeva i nostri sotterfugi meglio
-che noi non si pensasse, e si figurava più cose che non esistessero
-in realtà. Egli ci spiava attentamente, ma contro il solito suo modo
-di procedere s'astenne per qualche tempo dal frapporsi tra noi. Ben
-ponderando pensai poi che allora egli si proponesse di separarci
-in maniera più naturale di quella tentata, approfittando della
-prima opportunità per trasferire il suo figliastro in qualche posto
-connesso con la sua casa di commercio, sia all'estero sia in una
-città lontana degli Stati Uniti, e volesse evitare, finchè il suo
-disegno non fosse maturo, d'affliggermi cedendo al dispetto e alla
-collera che gli bollivano dentro; perchè ha sempre avuto, come adesso,
-per l'immeritevole sua figliuola tutta la tenerezza e l'indulgenza
-conciliabili col mantenimento della sua autorità.
-
-«Ma prima che questo proposito fosse attuato, succedettero casi e
-sorsero sospetti i quali condussero alla sua perdita l'uno, e immersero
-l'altra.... —
-
-La voce mancò ad Emilia.
-
-Ella chinò il capo sulla spalla di Gertrude e pianse amaramente.
-
-— Non vi forzate di narrarmi il resto, cara, — disse la giovanetta. —
-So, ora, quanto siete infelice, e basta. Risparmiatevi, ve ne prego, lo
-strazio di ridestare per amor mio i dolori passati.
-
-— Passati! — esclamò la cieca ritrovando la voce, ed asciugando le
-sue lacrime. — No, non sono passati mai.... Gli è soltanto perchè non
-soglio parlarne che m'hanno in questo momento sopraffatta così...
-Non credere però ch'io sia infelice, Gertrude. La mia pace di rado
-è turbata, nè avrei permesso ai deboli miei nervi di rilassarsi,
-comunicandoti i segreti di quel mio duro tempo di prova che mai potrò
-dimenticare, se non fosse che, conoscendo tu quanto dolcemente e
-armoniosamente volga la mia vita verso il grande ed eterno risveglio,
-desidero provare alla diletta mia figliuola il potere di quella fede
-divina per cui le mie tenebre furono mutate in luce maravigliosa, e
-un'afflizione come la mia fu la benedetta foriera della gioia suprema.
-Ma non mi rimane più molto da narrare, e lo dirò il più brevemente
-possibile. —
-
-Ella proseguì con voce ferma benchè sommessa e un po' soffocata.
-
-— Io m'ammalai d'improvviso. Avevo una gran febbre. La signora Ellis,
-da me trattata sempre con freddezza e spesso con disdegno (ero, devi
-sapere, una bambina viziata), m'assistette giorno e notte mostrandomi
-una premura e una devozione ch'io non avevo diritto d'aspettare
-da lei. Grazie alle sue cure e alla scienza del dottor Jeremy, già
-allora nostro medico di famiglia, dopo alcune settimane entrai in
-convalescenza. Stavo già abbastanza bene da essere in grado di rimanere
-alzata e vestita parecchie ore, quando, un pomeriggio, per mutare aria
-e scena, passai dalla mia camera nella biblioteca del babbo, ch'era
-la stanza attigua, e mi posi quasi a giacere sul divano. Restai sola
-perchè la signora Ellis doveva attendere alle faccende domestiche;
-ma prima di lasciarmi aveva portato lì e collocato in modo ch'io
-v'arrivassi con la mano un tavolinetto su cui si trovavano varie
-boccette, bicchieri e altre cose delle quali potevo aver bisogno
-durante la sua assenza.
-
-«Era verso la fine d'una giornata di giugno, e io, dal divano,
-guardavo il calar del sole, prossimo al tramonto. Un senso di
-solitudine m'opprimeva, perchè da sei settimane non avevo più avuto
-altra compagnia che quella della mia infermiera, salvo le periodiche
-visite del babbo. Figurati l'immenso mio piacere quando insperatamente
-vidi comparire il compagno per me più geniale, e adesso poco men che
-proibito! Non c'eravamo riveduti da che mi ero ammalata, e dopo quella
-lunga e crudele separazione il nostro incontro fu più affettuoso che
-mai. Egli, insieme con un temperamento focoso e indomito, aveva una
-profondità di sentimento, una tenerezza di cuore, una dolcezza di
-maniere quasi femminili. Come ricordo sempre l'espressione del nobile
-suo viso, i maschi toni della sua voce, mentre seduto accanto a me
-sull'ampio divano, bagnandomi le tempie doloranti con acqua di Colonia
-presa da una delle boccette ch'erano sul tavolino, mi ripeteva tutta la
-sua gioia di rivedermi!
-
-«Da quanto tempo fossimo là non saprei dire, ma il crepuscolo già
-invadeva la stanza quando fummo interrotti da mio padre, il quale
-entrò bruscamente, venne diritto verso di noi a passi affrettati, e
-fermandosi di botto a una certa distanza incrociò le braccia e squadrò
-il suo figliastro con tale aria d'iroso disprezzo, ch'io nulla avevo
-mai visto di più terribile. Il giovane si rizzò e l'affrontò con uno
-sguardo di sfida, in atto superbo. Non posso nè vorrei descriverti la
-scena che seguì.
-
-«Mi basti dire che mio padre, eccitatissimo, scagliava contro
-l'oggetto del suo furore una doppia accusa, ove poneva in secondo
-luogo la bassezza, così egli diceva, di cercare d'acquistarsi mediante
-spregevoli arti l'amore e con esso le ricchezze dell'unica sua
-figliuola, colpa veniale a paragone del nero, dell'infame delitto di
-falso di cui appunto l'aveva scoperto reo, un falso in cambiali, per
-una somma ingente, servendosi del nome del suo benefattore.
-
-«Fino ad oggi, per quanto io sappia, — continuò Emilia, commossa
-intensamente — questa imputazione non fu contraddetta, ma io non l'ho
-creduta _mai_ fondata, nè allora nè poi. Quali si fossero i suoi errori
-(e a non pochi lo trascinò il suo temperamento impetuoso) di questa
-criminosa azione, sebbene nemmeno la sua parola me lo attesti, non
-esito a dichiararlo innocente.
-
-«Non ti farà maraviglia, Gertrude, che debole e ancora malata
-com'ero, io non fossi capace di notare in quel momento, e ancor meno
-possa rammentarmi ora distintamente, i fatti che le parole funeste
-provocarono. Però alcune immagini confuse, le ultime dipintesi nei
-miei poveri occhi, mi sono tuttora impresse nella memoria e visibili in
-pensiero. Mio padre dava le spalle alla finestra, e dal punto ch'entrò
-quella sera nella biblioteca non ho più riveduto la sua faccia; ma la
-figura dell'altro, dell'accusato, illuminata com'era dagli estremi
-raggi d'un tramonto d'oro, m'è presente sempre in pieno rilievo. La
-testa era fieramente rigettata all'indietro; negli occhi chiari e calmi
-che sostenevano uno sguardo scrutatore s'affermava l'innocenza sicura
-sotto l'oltraggio; il pugno stretto sembrava fare un vano sforzo per
-frenare la collera violenta manifestata dalle labbra compresse, dai
-denti serrati, dal viso fremente di viva e profonda indignazione. Egli
-non parlava: la voce gli rimaneva soffocata nella gola. Pure il suo
-patrigno seguitava ad inveire con un linguaggio senza dubbio duro e
-offensivo, benchè io non rammenti i termini. Faceva paura osservare le
-alterazioni che scomponevano i lineamenti del giovane, mentre ritto di
-fronte a lui ascoltava le ingiurie e i cocenti rimproveri che quegli
-per certo credeva in buona fede giusti e meritati, ma che accendevano
-nell'animo dell'offeso un'ira furibonda, spaventosa.
-
-«A un tratto egli fece un passo innanzi sollevando lentamente la mano
-chiusa che aveva lasciato fino allora pendere lungo il fianco. Io
-non so se volesse prendere il Cielo a testimone della sua innocenza
-del crimine imputatogli, o se intendesse colpire mio padre, perchè a
-quel gesto balzai in piedi risoluta a gettarmi tra loro e supplicarli
-di placarsi, per amor mio; ma le forze mi fallirono, e, con un acuto
-grido, ricaddi sul divano, svenuta.
-
-«Oh, l'orrore del mio ritorno alla vita! Come troverò le parole
-per dirtelo?... Ascolta, Gertrude.... Egli.... il povero ragazzo
-perduto.... fuori di sè, si slanciò in mio soccorso.... Reso folle
-dall'ingiustizia atroce non sapeva ciò che facesse. A Dio è noto
-che mai, mai glielo apposi a colpa, e se nella mia disperazione
-proferii parole che sonavano come un rimprovero, fu perchè anch'io ero
-frenetica, e non sapevo ciò che dicessi.
-
-— Come! — esclamò Gertrude. — Avrebbe dunque egli...?
-
-— No, no! Non egli.... _non egli_ spense i miei occhi!... Fu una
-disgrazia. Volle prendere di sul tavolino la boccetta dell'acqua
-di Colonia che aveva adoprata poc'anzi. Di boccette ve n'erano là
-parecchie.... Nella sua furia ne afferrò invece una contenente non
-so che forte acido usato dalla signora Ellis nella mia camera di
-malata.... Aveva un tappo di cristallo, assai aderente.... ed egli....
-la sua mano era mal ferma, egli, stappandola con uno sforzo.... versò
-il liquido....
-
-— Sui vostri occhi? — gridò la giovane.
-
-Emilia chinò il capo.
-
-— Oh, sventurata Emilia!... E, misero, misero giovane!
-
-— Misero davvero! Serba a lui tutta quanta la tua pietà, Gertrude,
-perchè egli fu di gran lunga il più infelice dei due.
-
-— Oh, amica mia buona! Quanto dev'essere stato terribile il vostro
-dolore! Come avete potuto soffrirlo e vivere?
-
-— Intendi il dolore per i miei occhi? Oh, sì, fu terribile assai! Ma lo
-strazio dell'anima fu ben peggio ancora....
-
-— E che avvenne di lui? Che fece poi il signor Graham?
-
-— Non posso darti un'esatta relazione di ciò che seguì. Io non ero in
-condizioni da poter sapere come fosse stato trattato da mio padre il
-suo figliastro. Puoi immaginartelo però. Bandì il giovane dalla sua
-casa, per sempre, dichiarò di non conoscerlo più; nè certo mitigò la
-sentenza con nessuna gentilezza, perchè ormai, oltre le accuse che gli
-moveva prima, aveva disgraziatamente da imputargli la cecità della sua
-figliuola.
-
-— E voi non sapeste più nulla di lui?
-
-— Sì. Mediante il buon dottore, il solo che fosse informato di
-tutto, seppi dopo qualche tempo ch'egli era partito per l'America
-meridionale; e nella speranza di poter ancora una volta comunicare col
-povero esiliato, ed assicurarlo del mio immutabile affetto, cominciai
-a rimettermi in salute; la febbre cessò, lo stato de' miei occhi
-migliorò alquanto, e il dottore perfino non escludeva la possibilità
-di restituirmi a grado a grado la vista. Passarono alcuni mesi. Quel
-benevolo amico, perseverando con diligenza nelle sue ricerche, giunse
-a scoprire alfine dove precisamente si trovasse lo sventurato giovane
-e quale fosse il suo recapito. Ma mentre, con l'aiuto della signora
-Ellis che la pietà aveva guadagnata alla mia causa, io principiavo
-una lettera piena d'amore, supplicandolo di ritornare, tutte le
-mie speranze terrene furono fatalmente troncate. Egli morì in terra
-d'esilio, solo, senz'assistenza, senza conforto: morì vittima di quel
-tremendo malore che rende i paesi meridionali inospiti allo straniero.
-Ed io, apprendendo la dolorosa notizia, ricaddi in condizioni più
-miserabili di prima, e a forza di piangere spensi quel barlume che
-incoraggiava il buon dottore, nè la vista potè esser più ridonata ai
-miei occhi.... —
-
-Emilia tacque. Gertrude la cinse con le braccia, e rimasero strette
-l'una all'altra, in un tenero amplesso. Il comune dolore cementava la
-loro amicizia, la rendeva più cara che mai.
-
-La cieca riprese:
-
-— Io, Gertrude, ero allora una creatura del mondo, avida de' suoi
-piaceri, ignorante d'ogni altro bene. Dapprima perciò giacqui nelle
-tenebre più cupe, le tenebre della disperazione. Andavo intanto
-ricuperando le forze fisiche, e la vita mi si riapriva dinanzi, inutile
-e sconsolata. Tu non puoi farti un'idea della desolazione assoluta in
-cui trascorrevano i miei giorni. Spesso mi sono poi rimproverata il
-male che devo aver cagionato così al mio povero babbo, il quale, benchè
-non ne parlasse mai, era, ne sono sicura, profondamente afflitto dalle
-scene terribili avvenute, ed avrebbe dato tesori per riedificare il
-passato. Ma alfine un'alba sorse nella mia notte in apparenza eterna. E
-la luce mi fu recata da un ministro della Chiesa, il nostro caro signor
-Arnold. Egli dischiuse gli occhi del mio intelletto, accese la lampada
-sacra della religione nella mia anima placata, m'insegnò le vie della
-pace, e guidò gl'incerti miei passi verso quel beato riposo che già
-sulla terra è concesso ai fedeli di Dio. Per il mondo io sono sempre la
-disgraziata cieca che il triste suo fato esclude da ogni godimento; ma
-il mio risveglio alla vera luce è tale, che per me la mia sorte è ben
-diversa, ed io posso esclamare come colui che provò la virtù sanatrice
-del suo Salvatore: «Una volta ero cieca, ma adesso veggo!» —
-
-Gertrude quasi dimenticò le proprie pene ascoltando la straziante
-storia d'Emilia; e quando questa le pose una mano sul capo, ed implorò
-dal Signore la grazia che anche ella fosse resa atta a sostenere con
-pazienza le sue prove e ad attingervi nuova forza e nuova bontà, la
-fanciulla si sentì penetrar il cuore da quell'amore profondo, da quella
-fede sublime, che di rado vengono a noi se non nell'ora del dolore, e
-provano che soltanto soffrendo possiamo divenire perfetti.
-
-
-
-
-XLI.
-
- Ma la fanciulla a sè non venne meno
- Nell'ora d'agonia; calma, il terrore
- Stesso le infuse, ed il cuor suo l'orrore
- Tutto conobbe, e in ogni parte appieno.
-
- SOUTHEY.
-
-
-Posto che il signor Graham nella sua lettera manifestava il proposito
-di trovarsi sulla banchina all'arrivo del piroscafo a Nuova York per
-ricevere la sua figliuola e Gertrude, il dottor Jeremy stimò inutile
-d'accompagnarle oltre Albany, dove le avrebbe vedute imbarcate e donde
-poteva poi proseguire direttamente per Boston, sulla linea ferroviaria
-dell'Ovest. La sua signora era oramai impaziente di ritornarsene a casa
-e non si sentiva nessuna voglia di rivisitare la gran metropoli con
-quel gran caldo.
-
-— Addio, Gertrudina, — disse il dottore nel salutarle sulla tolda d'uno
-dei piroscafi percorrenti il fiume Hudson. — Ho gran paura che voi
-abbiate perduto il cuore a Saratoga: non siete più vispa ed allegra
-come prima. Non credo però che si sia potuto smarrire molto lontano, in
-un luogo così; dunque procurate di ritrovarlo prima che ci rivediamo a
-Boston. —
-
-Egli era appena sceso a terra, e mancavano pochi minuti alla partenza,
-quando salì a bordo una gaia comitiva d'elegantoni, parlando e
-ridendo più forte che non consentisse, a parer di Gertrude, la buona
-educazione. Nel gruppo spiccava Isabella Clinton, la quale era fatta
-segno di scherzosi e piacevoli motti da parte dei suoi amici, e sebbene
-fingesse d'esserne stizzita e quasi d'adontarsene, tradiva la propria
-compiacenza con l'espressione del bel viso invermigliato e ridente.
-A un tratto la mimica significativa d'alcuni di essi, e un _ssst_
-sommesso, avvisò dell'avvicinarsi di qualcuno che non doveva udire
-le loro osservazioni: e Guglielmo Sullivan comparve, con una sacca da
-viaggio in mano e un pesante scialle sul braccio. Il suo aspetto era
-grave, come la sera innanzi, probabilmente per la medesima ragione.
-Egli passò davanti a Gertrude che aveva calato il velo sulla faccia,
-e andò ad Isabella presso la quale depose sopra una seggiola il suo
-fardello.
-
-Mentre le parlava con voce sommessa, la campana di bordo invitò
-bruscamente quelli che non partivano a lasciare il piroscafo. Il
-giovane fu costretto ad allontanarsi in fretta, e venne a trovarsi di
-qualche passo più vicino a Gertrude nell'atto che concludeva il suo
-discorso all'altra dicendo:
-
-— Dunque, se farete il possibile per ritornare giovedì, cercherò d'aver
-pazienza fino allora. —
-
-Gertrude distinse chiaramente queste parole.
-
-Un minuto dopo la macchina si metteva in moto, non senza però che un
-uomo d'alta statura, sopraggiunto in quel momento, facesse a tempo
-d'imbarcarsi, fra il terrore degli spettatori, varcando con un salto
-audace lo spazio che già divideva il bastimento dalla riva. Egli
-tranquillamente passò nel salotto dei signori dove si stese su un
-divano, trasse di tasca un libro, e si pose a leggere.
-
-Quando, incominciato il viaggio, si fece un po' di quiete sulla tolda,
-Emilia domandò piano alla sua compagna:
-
-— Non ho forse udito dianzi la voce d'Isabella Clinton?
-
-— Infatti, — rispose Gertrude — è qui. Siede dalla parte opposta, e ci
-dà le spalle.
-
-— Non ci ha vedute?
-
-— Sì, credo. Guardava in questa direzione mentre le persone che sono
-con lei sceglievano i loro posti.
-
-— E lei ne ha scelto uno che le permette di non vederci ora?
-
-— Sì.
-
-— Forse va a Nuova York per salutare la signora Graham.
-
-— È probabile. Non ci avevo pensato. —
-
-Seguì un silenzio. Emilia pareva pensosa. Infine ella mormorò appena:
-
-— Chi era il signore che venne a parlarle, un momento prima della
-partenza?
-
-— Guglielmo, — disse Gertrude con voce tremula.
-
-Emilia le premette la mano e tacque. Anche ella aveva udito le parole
-di Guglielmo, e comprendeva che significassero per la sua amica.
-
-Passarono alcune ore. Avevano percorso un gran tratto del fiume,
-perchè la velocità del piroscafo era grande: troppo grande, pensava
-Gertrude, per la sicurezza dei passeggeri. Dapprima, assorta nelle
-sue riflessioni e incapace di godere i pittoreschi paesaggi che
-poche settimane innanzi l'avevano tanto deliziata, ella era rimasta
-indifferente ad ogni cosa intorno, fissando lo sguardo nelle acque
-azzurre e profonde, e comunicando col proprio cuore. Ma a grado a grado
-la sua attenzione fu attratta da varie circostanze che eccitavano a
-bordo una viva curiosità, e finirono col destarle tanto spavento,
-che il corso de' suoi pensieri ne fu interrotto ed ella non potè
-più considerare se non le presenti condizioni d'Emilia e sue, e le
-possibili loro conseguenze.
-
-Parecchie volte, dopo lasciata Albany, il loro piroscafo era passato
-davanti a un altro di pari dimensioni, costruzione e velocità, recante
-anch'esso un carico di vite umane e diretto alla stessa mèta. Di tanto
-in tanto, nella loro corsa sfrenata, la contiguità delle due navi
-era tale da provocare serie inquietudini nel sesso debole e fiera
-indignazione nel forte. Si diceva che facevano una gara di rapidità,
-e si contendevano la vittoria disperatamente. Alcuni dei passeggeri,
-incuranti del pericolo, s'appassionavano per quella lotta insensata,
-ed eccitatissimi seguivano con folle ardore, frementi di piacere, le
-vicende della corsa in cui l'ambizione delle due rivali si manifestava
-con prove d'inaudita temerità. Ma gli altri, cioè il maggior numero,
-che comprendeva tutte le persone ragionevoli e di buon senso,
-guardavano quello spettacolo, sdegnati e impauriti. A molte delle
-stazioni sulla riva il piroscafo non si fermava affatto; e dove sostava
-un attimo, i disgraziati viaggiatori venivano spinti fuori o dentro
-con furia indecente a rischio della loro incolumità, e i rispettivi
-bagagli (o quelli di qualcun altro) scaraventati dietro a loro, senza
-cerimonie, mentre la macchina ansante e ruggente urlava contro la
-violenza fatta alla sua libertà. Verso mezzogiorno quella febbrile
-agitazione era al colmo, e neppure le assicurazioni del comandante che
-non si correvano pericoli, riuscirono a calmarla interamente.
-
-Gertrude, seduta accanto ad Emilia, le teneva stretta una mano e spiava
-ansiosa ogni indizio di terrore, procurando d'indovinare la verità dal
-contegno e dall'aspetto dei compagni di viaggio che le sembravano più
-intelligenti. Emilia, che non vedeva nulla di quanto avveniva intorno a
-lei, ma che la finezza del suo udito aveva resa accorta dello spavento
-generale, era tranquilla, benchè pallidissima: di quando in quando
-interrogava la fanciulla circa la vicinanza del secondo piroscafo,
-perchè la minaccia d'una collisione era la causa che principalmente
-turbava i passeggeri.
-
-Alfine quello su cui esse erano imbarcate giunse a oltrepassare il
-suo competitore; il comandante affermò di nuovo che la sicurezza era
-piena ed intera, e la calma ritornò a poco a poco; chi riprese le
-conversazioni interrotte, chi spiegò un giornale. L'allegra compagnia
-di cui faceva parte Isabella Clinton e fra la quale grandissima era
-stata la paura, ricominciò a chiacchierare e ridere chiassosamente.
-Ma Emilia aveva sempre il viso bianco, e a Gertrude parve alquanto
-spossata.
-
-— Scendiamo sotto coperta, cara, — le disse questa. — Tutto è quieto,
-oramai, possiamo star sicure. Nel salotto delle signore ci sono sofà
-comodissimi; vi metterete un po' a giacere, e ci faremo portare un
-bicchier d'acqua. —
-
-La signorina Graham acconsentì. Cinque minuti dopo erano stabilite
-gradevolmente in un angolo del salotto dove rimasero indisturbate fino
-all'ora del pranzo. Non andarono però a tavola. Avevano già destinato
-d'astenersene, e dopo la scossa sofferta la mattina non ne avrebbero
-avuto più voglia in nessun caso. Se ne stettero perciò tranquille
-dov'erano, mentre i passeggeri accorrevano alla chiamata, da ogni parte
-del piroscafo, desiderosi di ristorarsi con un buon pasto dopo tanti
-spaventi; e potevano farlo in pace, perchè la gara di velocità era
-cessata e a bordo tutto procedeva con perfetto ordine.
-
-Gertrude aperse il suo panierino da viaggio e prese l'involto
-contenente la loro colazione. Non era una di quelle colazioncine
-che le mamme previdenti e amorose apparecchiano per la famiglia in
-viaggio, ghiotte del pane per la materia prima e la preparazione
-appetitosa, ma consisteva semplicemente in un po' di roba asciutta che
-il dottor Jeremy s'era procurato in fretta all'albergo prima della
-loro partenza da Albany. La fanciulla girava lo sguardo dalle fette
-di lingua rinsecchita e di pane raffermo, alle focaccine spugnose
-parecchio stantie, ed esitava, non sapendo che cosa di quel poco felice
-assortimento dovesse raccomandare ad Emilia, quando un cameriere negro,
-di civile aspetto, entrò portando un gran vassoio carico di piattini
-scelti, lo posò sulla tavola vicina a loro, poi volgendosi a Gertrude
-chiese che altro desiderassero.
-
-— Ma questo non è per noi, — ella rispose. — Avete sbagliato.
-
-— Punto sbaglio, — replicò l'uomo. — Ordini ricevuti per signora cieca
-e signorina bella. Io obbedisco ordini. Altro, signorina?
-
-— No, ci basta. —
-
-Il negro uscì, e Gertrude, tentando di mostrarsi allegra, domandò ad
-Emilia che avessero a fare di quel pranzetto comparso come nella fiaba
-d'Aladino.
-
-— Mangialo, cara, se puoi, — disse questa. — È per noi di certo.
-
-— Ma a chi lo dobbiamo?
-
-— Alla mia cecità e alla tua bellezza, pare, — fece Emilia sorridendo;
-e soggiunse ingenuamente: — Forse il primo cameriere o il maggiordomo
-ha avuto compassione di noi, visto che non eravamo in istato di venire
-a tavola, e ci ha mandato il pranzo qui. Suvvia, mangialo, figliuola,
-prima che si diacci.
-
-— Io?... Non ho appetito, veramente.... Ma sceglierò un bocconcino
-delicato per voi. —
-
-Quando il cameriere venne a riprendere il vassoio, si mostrò
-contristato vedendo che avevano toccato appena quelle buone cose.
-Gertrude gli diede una mancia domandando a chi dovesse pagare il conto.
-
-— Pagare, signorina! — egli esclamò con un grottesco sorriso. — Mai
-più! Il signore paga tutto!
-
-— Chi? — interrogò ella, molto stupita. — Che signore? —
-
-Ma prima che l'uomo potesse rispondere un altro negro dal grembiulone
-bianco apparve sull'uscio, e rivolse un cenno al suo compagno, il quale
-s'affrettò a prendere il vassoio e trotterellò via, piegato sotto
-il peso, lasciando Gertrude ed Emilia alle loro congetture circa il
-benevolo incognito.
-
-Finirono col concludere che quella inaspettata cortesia veniva senza
-dubbio dal dottor Jeremy: evidentemente egli aveva dato ordine di
-servirle, e pagato ogni cosa, prima di lasciare il piroscafo. Nè mai
-il buon dottore ricevette un più immeritato tributo di elogi e di
-gratitudine, giacchè per quanto avesse un cuor d'oro, atti di così
-raffinata galanteria non se li sarebbe sognati nemmeno.
-
-Appena mangiato, Emilia si ricoricò, e diede a Gertrude il consiglio
-d'imitarla; poi, credendo che lo avesse seguito, cercò di prender
-sonno, e dormì placidamente un'ora. Ma la sua compagna vegliava accanto
-a lei, con amorosa cura, impedendo alle mosche di turbare un riposo
-di cui la povera cieca, nel suo debole stato di salute, aveva gran
-bisogno, dopo due notti quasi insonni.
-
-— Che ore sono? — chiese Emilia destandosi.
-
-— Manca poco alle tre e un quarto, — rispose la giovanetta, guardando
-il suo orologio, bellissimo dono d'una classe delle sue alunne.
-
-Emilia si rizzò, dicendo:
-
-— Non possiamo dunque essere molto lontano da Nuova York. Dove ci
-troviamo ora?
-
-— Non lo so precisamente, ma credo in vicinanza delle Palizzate. Se non
-vi dispiace d'aspettarmi qui vo a vedere. —
-
-Attraversò la sala, e cominciò a salire la scaletta. In quella fu
-colpita e spaventata da un suono stridente accompagnato dal rumore di
-passi precipitati. Ella proseguì tuttavia, sebbene più volte urtata da
-persone che con faccia spaurita accorrevano in frotta per conoscere
-la causa di quello scompiglio. Aveva guadagnato a stento il sommo
-della scala, quando un uomo le passò davanti di fuga, ansimante,
-pallidissimo, gettando il grido terribile:
-
-— Fuoco! Fuoco! —
-
-Di lì a un secondo seguì una scena di sgomento e confusione,
-indescrivibile. Acute grida s'alzavano al cielo, gemiti di disperazione
-erompevano da cuori spezzati dal terrore e dal dolore per i loro
-cari, o impazziti dalla certezza della propria fine imminente. Ognuno
-invocava soccorso dagli altri, e nessuno era in grado di prestarne.
-Uomini che non avevano mai pregato imploravano Dio con fervore. I
-cervelli più forti erano sconvolti, gli animi più valorosi si sentivano
-mancare, cedevano all'orrore dell'ora.
-
-Gertrude eresse la snella persona, e girò intorno i grandi occhi
-neri dilatati dallo spavento. Dappertutto era tumulto, ma l'elemento
-distruttore non appariva ancora che in un punto solo. Verso il centro
-della nave, dove causa l'eccessivo riscaldamento della macchina s'era
-incendiato il legno asciutto delle parti circostanti, una voluminosa
-fiamma sgorgava dardeggiando le sue lingue formidabili e facendo
-retrocedere interroriti i più coraggiosi. A quella vista la fanciulla
-si slanciò giù per la scaletta pensando soltanto a raggiungere Emilia.
-Ma fu arrestata al primo passo. Le braccia vigorose di qualcuno ch'era
-dietro a lei le cinsero la vita ed ella si sentì trarre con impeto
-sopra coperta, mentre una voce familiare diceva ansando:
-
-— Gertrude, figliuola mia, caro tesoro, state quieta, state quieta, io
-vi salverò! —
-
-Non per nulla il signor Phillips, giacchè era lui, le raccomandava di
-star quieta: ella si dibatteva perdutamente, gridando:
-
-— No! No!... Emilia.... Emilia! Lasciatemi.... a costo di morire devo
-trovare Emilia!
-
-— Dov'è? — domandò egli.
-
-— Laggiù, laggiù, — indicò Gertrude — nel salotto.... Lasciatemi
-andare.... lasciatemi.... —
-
-Egli gettò un rapido sguardo in giro, poi disse con tono fermo:
-
-— Calmatevi, figliuola: vi salverò tutte e due. —
-
-D'un balzo egli fu a piè della scala e si precipitò nel salotto.
-
-Emilia era nell'angolo più lontano, in ginocchio, con la testa
-arrovesciata all'indietro; e la sua faccia pareva la faccia d'un
-angelo.
-
-Phillips e Gertrude corsero a lei; e mentre l'uno si chinava per
-sollevarla tra le sue braccia, l'altra esclamò ansiosa:
-
-— Venite, Emilia, venite! Egli ci salverà! —
-
-Ma la cieca resisteva.
-
-— No, lasciami, Gertrude.... salvatevi voi! Oh, — soggiunse
-supplichevole, alzando il viso verso lo sconosciuto — non pensate a me,
-salvate la mia creatura! —
-
-Ma non aveva finito di proferire queste parole, che egli già la portava
-fuori della sala, seguito dalla fanciulla.
-
-— Se possiamo attraversare la nave siamo sicuri! — disse il signor
-Phillips con voce soffocata.
-
-Impossibile. Tutto il centro della tolda ardeva.
-
-— Dio buono! — egli esclamò. — Troppo tardi! Bisogna tornare
-indietro. —
-
-Non senza difficoltà poteron giungere al salone lungo. In quel momento
-il piroscafo, che non appena scoppiato l'incendio era stato diretto
-verso terra, urtò contro le rocce e si spaccò nel mezzo. La parte
-anteriore venne perciò a trovarsi presso la riva, e per coloro che
-l'occupavano la salvezza era quasi certa. Ma ahimè, non così per i
-passeggeri che stavano a poppa. La poppa restava lontano, nel fiume,
-e il vento spingeva le fiamme divoranti in quella direzione, ponendo
-i disgraziati che si rifugiavano ancora in quel frammento della nave
-perduta, tra due elementi egualmente fatali.
-
-Arrivati nel salone il primo pensiero del signor Phillips fu d'aprire
-una finestra e saltare sul bordo traendosi dietro Emilia e Gertrude. Vi
-pendevano alcune corde. Egli ne prese una, e l'attaccò alla nave con la
-destrezza d'un vecchio marinaro. Poi si rivolse alla giovanetta:
-
-— Gertrude, — disse scolpendo le parole — io porto Emilia alla riva,
-a nuoto. Se il fuoco s'avvicina troppo, aggrappatevi al bordo. In caso
-disperato sospendetevi alla corda. Lasciate svolazzare il vostro velo.
-Vo e torno.
-
-— No, no! — gridò Emilia. — Prima Gertrude!
-
-— Zitta! — fece questa. — Ci salveremo tutti.
-
-— Tenetevi bene alla mia spalla, Emilia, — soggiunse il signor Phillips
-che l'aveva ripresa in braccio, senza badare alle sue proteste.
-
-S'udì un tonfo in acqua. Erano partiti.
-
-A un tratto Gertrude si sentì afferrata per di dietro. Volse il capo.
-Isabella Clinton, inginocchiata, pazza di terrore, s'abbrancava a lei
-in guisa da ridurre l'una e l'altra all'impotenza, e in pari tempo
-gridava con tono lamentoso:
-
-— Oh, Gertrude, Gertrude, salvatemi! —
-
-Ella cercò di sollevarla, ma ogni sforzo era inutile perchè senza fare
-il minimo gesto per aiutarsi, quella s'avvolgeva follemente il grave
-abito da viaggio di Gertrude intorno alla persona quasi a schermirsi
-dalle fiamme invadenti, e quanto più presso a loro veniva balenando
-la luce sinistra, con più selvaggia frenesia la interrorita fanciulla
-s'aggrappava alla sua compagna di sventura, pur implorando con alte
-grida il suo soccorso mentre la teneva così impedita.
-
-Ma a questa era impossibile qualsiasi tentativo di salvezza finchè
-rimaneva imprigionata in quella tenace stretta. Ella guardò nella
-direzione in cui s'era allontanato il signor Phillips e con gioia
-lo vide ritornare. Egli, deposta Emilia in una barca fortunatamente
-incontrata, s'affrettava verso l'altra pericolante.
-
-In quel momento una gran fiammata arrivò, spinta dal vento, in tanta
-prossimità del luogo dov'erano rifugiate le due giovani, che Gertrude,
-la quale stava ritta, ne sentì il cocente calore, e tutt'e due furono
-mezzo soffocate dal fumo.
-
-Allora nell'animo della nobile creatura sorse una risoluzione eroica.
-Il signor Phillips già s'avvicinava. Una di loro poteva essere salvata.
-Sarebbe Isabella. Ella invocava aiuto da lei: non glielo negherebbe.
-E poi Guglielmo amava Isabella; egli avrebbe pianto s'ella fosse
-perita.... No, questo dolore gli verrebbe risparmiato. Per Gertrude non
-piangerebbe, non molto almeno.... Se una doveva morire, morrebbe lei,
-dunque....
-
-Per una volontà come la sua, risolvere era fare.
-
-— Isabella, — ella disse col tono di quella severità che s'userebbe
-verso un bambino caparbio, dal quale le esortazioni amorevoli non hanno
-ottenuto nulla — m'udite? Rizzatevi in piedi: fate quanto vi dico, e
-sarete salva. M'udite? —
-
-Ella udiva, tremava, e non si moveva.
-
-Gertrude si chinò, le separò a viva forza le dita delle mani
-convulsamente intrecciate, e riprese, con una durezza a cui solo la
-necessità poteva indurla:
-
-— Se voi m'obbedite, tra cinque minuti sarete sulla riva, sana e salva,
-intendete? Ma se v'ostinate a non muovervi e comportarvi come una
-bimba senza giudizio, periremo tra le fiamme, l'una e l'altra.... Su,
-su, per amor di Dio, non c'è tempo da perdere! E notate bene le mie
-parole! —
-
-Isabella si rizzò, fissò gli occhi nel viso calmo e risoluto di
-Gertrude, e domandò con voce piagnucolosa:
-
-— Che debbo fare?
-
-— Vedete l'uomo che s'avvicina a nuoto?
-
-— Sì.
-
-— Viene a noi. Tenetevi afferrata a questa corda; io vi calerò pian
-piano a fior d'acqua. Aspettate! —
-
-E strappatasi di capo il lungo velo turchino, lo annodò al collo
-d'Isabella e lo rigettò sui biondi suoi capelli.
-
-Il signor Phillips arrivava.
-
-— Lesta, lesta! O sarà troppo tardi! —
-
-Isabella afferrò la corda, ma retrocedette sgomentata all'idea
-dell'acqua sotto i suoi piedi. Però una nuova irruzione del fuoco, da
-una finestra, le diede il coraggio di sfidare un pericolo ch'era del
-resto soltanto apparente. Aiutata da Gertrude passò sopra bordo, e
-si lasciò calare giù. Fu sorte che il salvatore si trovasse pronto a
-riceverla tra le braccia, perchè la paura l'aveva tanto estenuata che
-non si sarebbe potuta reggere lungamente alla corda.
-
-Gertrude non ebbe agio di seguirli con gli occhi: troppo doveva badare
-a sè. Le fiamme oramai giungevano fino a lei. A un piede di distanza
-appena dardeggiavano minacciose, ed ella, avvolta in una negra nuvola
-di fumo, quasi soffocava. Non poteva più esitare. S'attaccò alla corda
-lasciata libera da Isabella, che il signor Phillips rapidamente portava
-a salvamento, e scivolò lungo il fianco della nave divorata dal fuoco.
-Quanto tempo le sue forze le avrebbero permesso di reggersi così
-sospesa, quanto tempo quella parte ancora incolume dello scafo avrebbe
-sostenuto la corda? Non ebbe da sperimentarlo. Nel momento stesso che
-ella sfiorava la fredda superficie del fiume, l'enorme ruota, da cui
-si trovava poco lontana, diede un ultimo giro, con un rumore lugubre,
-spirante, che risonò come una nenia di morte; l'acqua agitata venne
-spumeggiando a percuotere la nave e ritirandosi travolse il corpo
-leggero della fanciulla.
-
-
-
-
-XLII.
-
- Dee la ragione governare il cuore,
- E all'anima irrequieta che combatte
- Tra la speme e il timor, suader la calma.
-
- COTTON.
-
-
-Il signor Graham, stanco dei viaggi e delle gaie compagnie che non si
-confacevano nè ai suoi gusti nè alla sua età, è ritornato a godere la
-quiete della vecchia villa.
-
-Egli passeggia per i viali del giardino fermandosi di tratto in
-tratto ad osservare lo sviluppo di qualche bell'albero prediletto, o
-l'eccessivo rigoglio di alcuni arbusti già amorosamente coltivati, i
-cui ramoscelli negletti, pendenti, chiedono al giardiniere una buona
-potatura. Il suo aspetto ha un'aria di contentezza, di sodisfazione
-che mostra quanto egli goda di ritrovarsi nell'antica dimora familiare.
-Forse egli sarebbe restio a confessarlo, ma è un fatto: quel godimento
-deriva in gran parte dalla circostanza che la tranquillità del suo
-ritiro è piena e sicura, grazie alla temporanea assenza della troppo
-vivace e troppo socievole padrona di casa, la quale si trattiene ancora
-a Nuova York. Intanto s'abbandona con piacere all'illusione d'essere
-tornato ai bei giorni passati, quand'era libero e padrone di sè, come
-non è più adesso, perchè la signora Graham approfitta della sua età e
-de' suoi acciacchi per dominarlo, con arte, del resto, maravigliosa.
-
-E la presenza d'Emilia e di Gertrude tanto intimamente associate ai
-ricordi di quei giorni, aggiunge forza al dolce inganno della fantasia.
-Esse sono là, nella casa silenziosa; le vedrà a pranzo; un pranzetto
-fine e succulento, presieduto dalla signora Ellis con la serietà e
-la precisione in lei abituali, e mangiato in pace, senza rischio di
-venire interrotti e disturbati da qualche chiassosa irruzione d'ospiti
-inattesi.
-
-Sì, Gertrude, c'è anch'essa; miracolosamente salvata dalle acque che
-l'avevano travolta e quasi inghiottita, ella ha fatto ritorno alla
-quieta e veneranda villa che ora è per lei il luogo più caro sulla
-terra.
-
-Dopo ricuperati, non senza difficoltà, i sensi smarriti nella lunga
-lotta tra la vita e la morte, aveva saputo che uomini pietosi venuti
-in soccorso dei naufraghi con una barca, l'avevano raccolta, mentre i
-flutti la risospingevano verso la nave in fiamme. Un minuto più tardi
-sarebbe stata perduta.
-
-Ella non rammentava nulla. Dal momento che aveva commesso il leggero
-peso del suo corpo alla debole resistenza della corda, fino a quello in
-cui aveva riaperto gli occhi in una camera tranquilla e veduto Emilia
-china ansiosamente sul letto ove ella giaceva, c'era una lacuna nella
-sua memoria. Il signor Graham era arrivato alcune ore dopo la terribile
-catastrofe, e il giorno seguente le aveva ricondotte sane e salve
-all'antica villa da tanto tempo deserta.
-
-La casa e le sue adiacenze conservano quasi il medesimo aspetto di
-quando apparvero per la prima volta agli sguardi maravigliati di
-Gertrude ancora bambina, in quella sua famosa visita, lungamente
-desiderata e intensamente goduta, che fu per lei durante mesi ed anni
-un inesauribile soggetto di entusiastici discorsi.
-
-I grandi olmi che gettano sempre la densa loro ombra sul verde
-vellutato del pratello davanti alla casa; il viale bene inghiaiato
-che conduce fino all'ingresso e poi, biforcandosi, mette a destra
-nel boschetto dove i rami degli alberi s'intrecciano ad arco sopra
-esso, a sinistra, nell'orto dei peschi; la vecchia pergola coperta di
-lussureggianti caprifogli, il grande padiglione rustico dai pilastri
-grezzi e nodosi, il laghetto, la fontana, e in ispecie le aiuole,
-cui Giorgio, uno dei fedeli di Gertrude, ha quasi ridonato l'aspetto
-di quando ella le aveva in cura; tutte le cose, insomma, appaiono
-ridenti e familiari, quali nelle felici estati in cui Emilia, seduta
-nella sua poltrona da giardino, sotto l'ampia magnolia, ascoltava la
-voce allegra, le squillanti risate, il passo leggero della piccola
-giardiniera che movendosi in mezzo ai fiori come nel suo elemento
-dava alla tenera amica cieca l'idea d'un fiore animato, soavissimo fra
-tutti.
-
-Di tanto in tanto un pettirosso in ritardo, ultimo dei numerosi stormi
-accorsi alla festa delle ciliege, e da lungo tempo partiti, viene
-saltellando per i sentieri o sulle siepi di bosso lindamente tagliate,
-e rizza la testolina guardandosi intorno con l'aria di dire: «È ora
-che parta anch'io!» Una famiglia di scoiattoli, antichi favoriti di
-Gertrude che si divertiva a osservarli quando si trastullavano fra
-i rami del salice dirimpetto alla sua finestra, va facendo la sua
-raccolta nei noci del giardino, dove ce ne sono parecchi, negli angoli
-tranquilli preferiti da quegli animaletti. Tutti affaccendati essi
-salgono e scendono, ciascuno con la sua noce in bocca. Non erano venuti
-l'anno scorso, o almeno non si erano _fermati_, perchè la signora
-Graham e il suo giardiniere avevano dichiarato loro la guerra. Ma
-quest'anno non ci sono nemici, e possono fare copiose provviste per il
-prossimo inverno.
-
-La vecchia casa stessa sembra gioire della sua pace. La porta della
-facciata è aperta a due battenti. Nell'atrio la poltrona del signor
-Graham occupa il solito posto. Gli uccellini di Gertrude, ben custoditi
-dalla signora Ellis durante la sua assenza, saltellano sui sottili
-ballatoi della grande gabbia indiana appesa sotto il vasto portico.
-Il vecchio cane di guardia sta beatamente a giacere al sole, sicuro
-che nessuno lo molesterà. Il salotto è, come una volta, ornato da vasi
-pieni di fiori. E il signor Graham pensava ch'era assai gradevole
-una casa così quieta e ben ordinata, mentre saliva gli scalini
-dell'ingresso, faceva una fischiatina agli uccelli e una carezza
-al cane, si sedeva nella sua comoda poltrona e pigliava il giornale
-portatogli dalla linda servetta.
-
-La cara vecchia villa era sempre quella. Il tempo non aveva fatto che
-conferirle nuova grazia, darle un'aria più riposata e più serena.
-
-Ma i suoi abitatori?
-
-Il signor Graham è passato attraverso nuove vicende, e sebbene certi
-tratti del suo carattere siano tanto profondi da non poter essere
-cancellati, egli per molti rispetti non è più lo stesso uomo. Un tempo
-si sarebbe coraggiosamente opposto a qualsiasi innovazione nelle sue
-consuetudini domestiche, a qualsiasi perturbazione de' suoi comodi; ma
-l'età senile e gli acciacchi avevano depresso alquanto il suo spirito
-e domato la sua volontà fino allora invincibile. Giusto nel momento
-di questa crisi egli s'era unito a una donna che possedeva energia e
-fermezza di propositi, combinate con una certa dose d'amabilità e di
-sagacia, in grado sufficiente per vincere il suo punto quando le stesse
-a cuore. Ella, ben inteso, lo compiaceva nelle sue piccole manie, e
-lo manteneva nella dolce illusione che la sua autorità (quando voleva
-esercitarla) era assoluta e incontrastabile; ma barcamenava in guisa
-da fare a modo proprio in tutte le cose importanti, e lo aveva infine
-ridotto a tale, ch'egli si stimava contento di godere i suoi comodi in
-quanto poteva e lasciare che il resto andasse per la sua china.
-
-Non è quindi da maravigliarsi se tornato per alcune settimane alla
-vita del buon tempo antico, ne gioisse come uno scolaretto delle sue
-vacanze.
-
-Emilia siede nella sua camera, neglettamente avvolta in un accappatoio.
-Ella è più pallida che mai, e l'espressione del suo viso è d'ansietà,
-di turbamento. Ogni volta che l'uscio s'apre, ella sussulta, trema,
-avvampa d'un improvviso rossore, e già due volte nella mattinata ha
-dato in uno scoppio di lacrime. Qualunque piccolo sforzo, fin quello
-di vestirsi, le sembra insostenibile: non può seguire la lettura che
-le fa Gertrude; e ogni tanto la interrompe con domande concernenti il
-piroscafo incendiato, il salvamento suo e d'altre persone, e tutti i
-particolari di quella terribile scena d'angoscia e di morte. Il suo
-sistema nervoso è, certo, fieramente scosso. Gertrude la guarda, e
-piange, stupita di vedere come la sua calma e la sua ragionevolezza
-l'abbiano abbandonata.
-
-Esse sono insieme fin dalla prima colazione, ma Emilia non vuole che la
-fanciulla si trattenga con lei più a lungo. Insiste perchè ella esca,
-faccia una passeggiata, si distragga un poco. Ritornerà tra un'ora,
-ad aiutarla a vestirsi per il pranzo: questa è una cerimonia da cui
-la signorina Graham non si dispensa mai, essendo suo vivo desiderio
-conservare agli occhi del padre un'apparenza di salute e di felicità.
-Gertrude sente ch'ella davvero brama restar sola, e credendo che, per
-la prima volta, perfino la sua presenza le sia importuna, si ritira
-nella camera propria. E la cieca, non appena la sua compagna l'ha
-lasciata, china la faccia tra le mani e di nuovo dà in singhiozzi
-convulsi.
-
-La signora Ellis, vista ritirarsi la fanciulla, la segue, chiude
-l'uscio, si mette a sedere, con un'aria che basterebbe da sola ad
-aumentare le apprensioni di Gertrude, e parla in tono declamatorio
-degli spaventosi effetti che produce sulla povera Emilia il ricordo
-dell'orrenda catastrofe.
-
-— È tutta sconvolta, — conclude la governante — e se non comincia a
-star meglio tra breve, non esito a dirlo, temo le peggiori conseguenze.
-Emilia è debole; i viaggi non fanno per lei. Secondo me, bisogna che
-se ne stia tranquilla a casa sua. Già io non approvo cotesta smania di
-viaggiare, specie coi pericoli che si corrono in oggi. —
-
-Fortunatamente per Gertrude, la signora Ellis viene chiamata in cucina,
-ed ella è alfine libera di meditare sugli eventi degli ultimi giorni:
-soggetto inesauribile, se nessuno l'interrompesse. Ma di lì a qualche
-minuto si presenta la servetta che ha portato il giornale al signor
-Graham, e porta qualche cosa anche a lei. Una lettera! La riceve con
-mano tremante, e quasi non osa guardare il bollo postale. Il suo primo
-pensiero è che sia di Guglielmo. Ma l'illusione svanisce senza lasciar
-luogo a speranze e timori. Se il bollo è di Nuova York, dov'egli
-potrebbe trovarsi, la scrittura le è affatto sconosciuta. Un'altra
-idea, di poco minor momento, le balena; oppressa dalla commozione a
-segno che si sente mozzare il respiro, ella rompe il suggello e legge:
-
-
-«Mia diletta Gertrude, figliuola mia cara, perchè tale siete veramente
-per me, quantunque soltanto l'angoscia del terrore e della disperazione
-d'un cuore paterno potè strapparmi quelle parole.... Pure non era folle
-il sentimento che mi spinse nell'ora del pericolo a stringervi al mio
-petto e chiamarvi mia. Più volte l'avevo provato, e represso. E anche
-ora vorrei far tacere l'invito della natura, e partirmene, per andare
-a finire la triste mia vita piangendo in solitudine; ma la voce che ha
-parlato in me non può essere ridotta al silenzio.
-
-«Se vi avessi veduta felice, gaia, senza pensieri, non avrei chiesto
-di condividere la vostra gioia, e men che meno avrei voluto gettare
-un'ombra sul vostro cammino. Ma voi siete contristata e conturbata, mia
-povera figliuola, e la vostra afflizione stringe tra noi un vincolo
-più forte di quelli del sangue: sì, mi fa mille volte vostro padre,
-perchè io sono un uomo infelicissimo e stanco, e so comprendere le
-pene altrui. Voi avete un cuore buono e gentile, cara mia creatura.
-Piangeste un giorno sui dolori d'un ignoto; non negherete dunque la
-vostra pietà, se non potete dargli il vostro filiale amore, ad un padre
-desolato, che con mortale angoscia scrive tremando le funeste parole da
-cui sarà forse condannato all'odio e al disprezzo dell'unica persona
-cui l'unisca un legame naturale! Già due volte prima d'oggi tentai di
-vergarla, e deposi la penna rifuggendo dall'impresa crudele. Ma per
-difficile che mi riesca il parlare, più difficile ancora è soffocare
-i palpiti del mio cuore inquieto: e però ascoltatemi, benchè sia
-probabile che poi non vorrete ascoltarmi mai più....
-
-«V'è un uomo sulla terra al quale voi non pensiate senza orrore? Uno
-il cui nome non richiami alla vostra mente che fatti tenebrosi ed
-obbrobriosi, e sia stato da voi aborrito fin dai più teneri anni? Voi
-che tanto amate la vostra migliore amica, non avete appreso a odiare
-e disprezzare in pari misura il suo peggior nemico? Ah, non può essere
-diversamente! Ed io tremo pensando che la mia figliuola diletta fuggirà
-inorridita da suo padre quando conoscerà il segreto così lungamente
-custodito, così dolorosamente rivelato, quando saprà ch'egli è
-
- «FILIPPO AMORY.»
-
-Finito di leggere, Gertrude alzò dal foglio un viso ch'esprimeva
-soltanto un profondo stupore. Quella strana missiva era per
-lei inintelligibile. Grosse lacrime le luccicavano negli occhi,
-l'eccitazione le tingeva le gote d'un vivo rossore. Era commossa, ma
-non comprendeva il senso delle parole di quell'uomo.
-
-Stette alcuni minuti fissando lo sguardo nel vuoto, smarritamente, poi
-si rizzò di scatto e, con la lettera serrata in una mano mosse verso
-la camera di Emilia per comunicarne a questa il bizzarro contenuto
-e chiederle d'aiutarla a interpretarlo. Ma davanti all'uscio si
-fermò. Emilia già stava male, era agitata e depressa: non conveniva
-disturbarla, cagionarle forse nuovi affanni. Sollecita com'era venuta
-ella si ritirò, e tornò a sedere nella sua camera per rileggere la
-singolare dichiarazione e tentar di trovare le tracce del mistero.
-
-Che il signor Phillips e lo scrivente fossero una sola e medesima
-persona le era subito apparso evidentissimo. Non era lieve
-l'impressione che avevano lasciata nell'animo suo le parole da lui
-proferite incontrandola nell'imminenza del pericolo, e tutta la
-sua condotta a bordo. Da tre giorni quell'esclamazione affettuosa
-le risonava di continuo all'orecchio ed occupava il suo spirito:
-«Figliuola mia, caro tesoro!...» Ora le balenava la consolante idea
-che il nobile e generoso straniero il quale aveva così coraggiosamente
-arrischiato la vita per salvare Emilia e lei, potesse in realtà essere
-suo padre: e tutte le fibre del suo essere fremevano di gioia, una
-speranza inebriante sopraffaceva il suo cervello, le dava le vertigini.
-Ora quell'idea le sembrava invece inverosimile, folle, e si sforzava
-di respingerla, di considerare la cosa in modo più razionale e più
-probabile: certo le parole e la condotta del signor Phillips si
-spiegavano come l'effetto d'una potente sovreccitazione, o forse d'una
-fantasia un po' disordinata, un po' turbata; ipotesi, quest'ultima, che
-anche in altre occasioni il suo contegno le aveva suggerito.
-
-Dopo la catastrofe, ella, appena riacquistata la coscienza di sè,
-aveva chiesto notizie del salvatore di Emilia e d'Isabella: ma egli
-era scomparso, senza lasciare alcuna possibilità di rintracciarlo.
-Il signor Graham, arrivato poco appresso, aveva affrettato la loro
-partenza, e, per quanto riluttante, ella era stata costretta ad
-abbandonare ogni speranza di rivederlo. Perciò si trovava ridotta alle
-sole sue vaghe e insodisfacenti congetture.
-
-Con Emilia ella non s'era mai confidata, per gli stessi motivi che
-l'avevano rattenuta ora dal consultarla sulla misteriosa epistola;
-ma tra sè medesima non aveva cessato di ponderare, notte e giorno, il
-linguaggio e le maniere inesplicabili del signor Phillips, non soltanto
-nel recente spaventoso evento, ma fin dal primo istante della loro
-conoscenza.
-
-La seconda lettura della lettera la rese più perplessa ed inquieta
-che mai. Nè le destava nuove idee, nè dava consistenza a quelle ch'era
-andata volgendo in mente fino allora.
-
-Ma per un'oretta ella stette a leggere e rileggere quelle righe, finchè
-le ebbe quasi scancellate con le lacrime che le piovevano dagli occhi,
-e a grado a grado diverse commozioni si manifestavano nella espressione
-del suo viso. A un tratto ella si rizzò, prese risoluta un foglio,
-e scrisse con una febbrile rapidità che mostrava come profondamente,
-e quasi terribilmente, fosse scossa in tutto il suo essere, anima e
-corpo, e si piegasse, vacillasse sotto il peso delle speranze, delle
-ansie, degli affetti, dei timori che si combattevano in lei:
-
- «Caro, caro padre,
-
-«Se posso osare di credere che siete tale, o se no, certo, il migliore
-amico mio.... ma come scrivervi, che dirvi, poichè tutte le vostre
-parole sono un mistero? Padre! Parola benedetta! Oh, Dio volesse che il
-nobile mio amico fosse mio padre! Eppure, ditemi, è forse possibile?
-Ahimè! Ho un triste presentimento che il mio bel sogno sia una mèra
-illusione, un errore....
-
-«Io non ho mai udito pronunziare il nome di Filippo Amory. La mia
-buona, la mia dolce Emilia, mi ha insegnato ad amare tutti; l'odio e
-il disprezzo sono estranei alla sua natura, e, me ne confido, alla mia.
-Inoltre, ella non ha nemici, mai non ne ebbe uno al mondo, nè potrebbe
-averne. Sarebbe lo stesso far guerra a un angelo del Cielo, o ad una
-santa e soave creatura come lei.
-
-«Nè giungerete a farmi credere che voi siate un peccatore, un reo. Non
-può essere. Farebbe torto a un'anima retta il pensarlo: ripeto, non
-può essere. Ben volentieri poserei il capo sul petto d'un tal padre;
-con gioia adempirei il dolce dovere di consolare i dolori dell'uomo
-benevolo e generoso che con abnegazione mirabile ha liberamente
-offerto la sua vita per me, e per altri la cui salvezza mi stava più
-a cuore della mia propria. Quando mi prendeste tra le vostre braccia
-e mi chiamaste figliuola, cara figliuola, io pensai che l'angoscia di
-quel terribile momento avesse eccitato e turbato il vostro spirito
-in modo da rivestirmi d'una falsa apparenza, da confondere forse
-la mia immagine con quella d'una persona amata e lontana.... Adesso
-credo che non fu passeggera follia, ma che piuttosto mi scambiaste
-sempre per un'altra a cui spetterebbe il grato ufficio di consolare
-la vita contristata d'un padre, mentre io, ahimè, rimango l'orfana
-non riconosciuta, non cercata, la povera creatura senza babbo e senza
-mamma, che sono stata fin dai miei più teneri anni.
-
-«Se avete perduto una figlia, Dio conceda che vi sia restituita per
-amarvi come io v'amerei qualora avessi la fortuna d'esser quella! Ma
-tuttavia consideratemi come figliuola del vostro cuore, lasciate ch'io
-v'ami e preghi e pianga per voi, lasciate ch'io versi dall'anima tutta
-la mia gratitudine per le cure affettuose e la simpatia che m'avete
-prodigate.
-
-«Eppure, benchè io non vanti questo diritto e non osi, sì, non osi,
-accarezzare il pensiero che voi non v'ingannate credendovi mio padre,
-non posso frenare i palpiti del mio cuore, e tremo, e quasi mi viene
-meno il respiro, quando mi balena la benedetta, la celeste speranza di
-questa possibilità! No, no, non voglio contemplarla, perchè temo che
-non potrei sostenere il dolore di vederla svanire!...
-
-«Oh, che mai scrivo? Non so.... Una prolungata incertezza mi farebbe
-soffrir troppo; scrivetemi prontamente, o venite a me, caro padre....
-voglio chiamarvi così una volta almeno, dovesse pur essere la prima e
-l'ultima.
-
- «GERTRUDE.»
-
-Il signor Phillips, o piuttosto Amory, giacchè questo era il suo vero
-nome, aveva dimenticato od omesso di menzionare il suo recapito. La
-giovanetta se ne avvide soltanto quando s'accinse a scriverlo sulla
-sua lettera, e provò un acuto dolore pensando che questa non gli
-sarebbe mai pervenuta. Ma si tranquillò alquanto osservando di nuovo
-il bollo postale. Egli doveva trovarsi a Nuova York. Senza esitare
-diresse colà la sua missiva; poi, non volendo affidarla ad altre mani,
-si mise il cappello, coperse con un velo il viso commosso, e s'avviò
-frettolosamente verso la Posta del villaggio.
-
-Per le persone sensitive e di viva immaginazione, nulla v'è di più
-penoso che l'incertezza. Quando sappiamo che cosa dovremo sopportare,
-possiamo quasi sempre chiamar in nostro soccorso la forza e la
-rassegnazione necessarie; ma occorrono una pazienza e una resistenza
-non comuni per rendere uno capace d'aspettare con calma e serenità
-l'approssimarsi d'una grave crisi piena d'eventi di cui non è possibile
-prevedere la natura, ma che inevitabilmente eserciteranno un'azione
-dominante su tutta la nostra vita. Un momento la speranza prevale e
-promette un esito felice; sorridiamo, respiriamo, l'ansietà è bandita;
-ma ecco che a un tratto una parola, uno sguardo, perfino un pensiero
-cambia il corso dei nostri sentimenti; il volto si oscura, il petto è
-oppresso da una subita ambascia, la paura ci assale come un incubo,
-e quanto più ci siamo abbandonati a una gioia fidente, tanto più ci
-sprofondiamo nella tortura del dubbio o nell'agonia della disperazione.
-
-Il caso di Gertrude era singolarmente penoso. Da una settimana ella già
-lottava contro un'angosciosa sospensione d'animo, quasi intollerabile;
-e adesso, d'improvviso, sorgeva un altro mistero, fonte d'incertezze
-non meno tormentose, d'affanni non meno intensi. Pareva invero uno
-sforzo superiore al potere d'una fanciulla così giovane, sensitiva,
-inesperta, il dominarsi a segno da reprimere le sue commozioni,
-dissimularle agli occhi altrui, soffrire sola, in silenzio, i crudeli
-rigori della sua sorte.
-
-Eppure lo fece, e strenuamente. Sia che la gravità delle emergenze
-suscitasse in lei, come suole avvenire in una donna d'alti sensi e
-d'alto cuore, una proporzionata energia, sia che dinanzi alla inutilità
-d'ogni tentativo di sciogliere il complicato nodo del suo destino,
-ella si trovasse costretta a incrociare le braccia e chinare il capo
-rassegnata, sia che con umile fede resa più profonda e più ardente dal
-sentimento della propria impotenza, ella si rivolgesse per soccorso a
-Colui del quale ci appare tutta la forza nella nostra debolezza, certo
-si è che mentre si dirigeva a casa, dopo aver consegnato la sua lettera
-al mastro di posta, la sicurezza del suo passo, la calma del suo
-sguardo alzato al cielo, mostravano ch'ella aveva preso in quel momento
-una coraggiosa risoluzione: risoluzione saldamente mantenuta durante i
-due giorni ch'ebbe ad attendere la risposta di Filippo Amory.
-
-Ed era questa: procurar di troncare per il presente le vane congetture
-e l'infruttuosa comparazione delle probabilità, che servivano soltanto
-ad affaticare il suo spirito, torturare il suo intelletto, turbare la
-sua pace; non occuparsi più di ciò che concerneva lei stessa; dirigere
-con un disperato sforzo tutte le sue energie fisiche e morali verso
-fini disinteressati, e aspettare pazientemente finchè la nube oscura
-che pendeva sul suo fato fosse dissipata dalla luce della verità, e la
-rivelazione squarciasse il mistero.
-
-Fu ella medesima non poco maravigliata quando in progresso di
-tempo rammentò il gran numero di faccende domestiche e d'amichevoli
-prestazioni che quasi macchinalmente compì nel corso di quei due giorni
-di lotta contro pensieri che tentavano con violenza di riprendere il
-sopravvento e non potevano essere domati che mercè un enorme sforzo di
-volontà.
-
-Ella spolverò e ricollocò tutti i libri della copiosa biblioteca,
-disfece i bagagli e ripose nel loro luogo gl'indumenti suoi e d'Emilia,
-aiutò la signora Ellis a riordinare le porcellane e le biancherie, e
-sbrigò molti altri lavori ch'erano stati negletti o posposti.
-
-E così, lodevolmente ingegnandosi d'occupare le mani se non il cuore,
-ella attese.
-
-
-
-
-XLIII.
-
- Sian pur sottili gli argomenti tuoi,
- Non m'indurranno a cercar mai ricchezze
- Per amor del potere, nè il potere
- A pregiar per amore della gloria.
-
- MILTON.
-
-
-Nel sontuoso salotto d'uno degli alberghi di primo ordine che a Nuova
-York abbondano, Filippo Amory sedeva solo. Era già sera. Le tende
-delle finestre erano calate, e accesi i lumi a gas, la cui splendida
-luce faceva spiccare i colori vivaci del tappeto e delle tappezzerie,
-e diffondeva intorno un'aria di gaiezza e di benessere, con la quale
-contrastava forte il pallido viso e l'atteggiamento triste ed abbattuto
-dell'ospite solitario.
-
-Da quasi un'ora egli sedeva là, chino sulla tavola che occupava il
-centro della stanza, con la testa appoggiata alla mano sinistra,
-senza muoversi nè sollevare un momento lo sguardo. Egli aveva gettato
-all'indietro la massa ondosa dei suoi capelli inargentati, come se quel
-lieve peso opprimesse la sua fronte ardente, e se non fosse stato il
-lento gesto delle dita che di tanto in tanto passava tra i bei riccioli
-folti, si sarebbe potuto crederlo assopito.
-
-A un tratto si rizzò, ed ergendo l'alta e prestante persona, si mise
-a camminare in su e in giù per il salotto. Ma tosto una sommessa
-picchiata all'uscio arrestò il suo passo misurato: un'espressione
-d'inquietudine nervosa e di contrarietà apparve nei suoi lineamenti, e,
-buttandosi di nuovo nella poltrona, stava per rispondere al cameriere
-venuto ad annunziargli «un signore», che egli non poteva ricevere
-nessuno; ma l'annunziato era già sulla soglia. Il cameriere si ritirò e
-chiuse l'uscio.
-
-Premurosamente il visitatore, ch'era un giovanotto, s'avanzò verso
-il signor Amory; represse però il suo slancio cordiale dinanzi alla
-inaspettata freddezza con cui questi lo accoglieva mostrandogli
-nella faccia rannuvolata, e nel modo quasi ritroso di toccare la mano
-offerta, che la sua presenza non riesciva gradita.
-
-— Scusatemi, signor Phillips.... — disse Guglielmo Sullivan, poiché era
-lui. — Temo d'avervi disturbato.
-
-— Oh, non lo dite! — rispose quegli, urbanamente, invitandolo a sedere.
-— Accomodatevi. —
-
-Guglielmo non fece che appoggiar la mano sulla spalliera della seggiola
-proffertagli, e seguitò rimanendo ritto:
-
-— Siete molto mutato, signore, dacchè ci vedemmo l'ultima volta.
-
-— Mutato? Sì, certo.... — disse l'altro con aria distratta.
-
-— La vostra salute non sarà, spero....
-
-— La mia salute è ottima. —
-
-Dopo avere così interrotto il giovane, Filippo Amory parve a un
-tratto comprendere che doveva pur fare qualche sforzo per sostenere la
-conversazione, e ripigliò:
-
-— È lungo tempo, signor Sullivan, che non ci siamo imbattuti. Non ho
-tuttavia scordato il debito di gratitudine che ho verso di voi per il
-vostro intervento tra me ed Alì, l'arabo traditore, con la sua truppa
-di ribaldi beduini.
-
-— Non ne parlate, signor Phillips. Il nostro incontro fu davvero
-fortunato, ma per tutti e due, perchè eravamo esposti al medesimo
-pericolo, e quindi ne risultò un mutuo benefizio.
-
-— Non posso ammetterlo. Voi sembravate in buona armonia con la vostra
-scorta, per quanto fosse araba.
-
-— Sì, ho una certa pratica di viaggi in Oriente, e so come,
-d'ordinario, si governano quegl'infiammabili spiriti del deserto. Ma
-quando vi raggiunsi, entravo appunto anch'io nel territorio di tribù
-ostili, e la mia scorta correva rischio d'essere soverchiata se non
-avessi avuto il vantaggio di unire le mie forze alle vostre.
-
-— Valutate troppo modestamente il vostro genio conciliativo,
-giovanotto. Con voi, che conoscete così bene i fatti, non ho neppure il
-merito della franchezza confessando che il mio temperamento focoso e la
-mia volontà ostinata erano le sole cause del pericolo che minacciava
-entrambi e dal quale voi fortunatamente avete saputo scamparci. No,
-no! Non mi negate la sodisfazione d'esprimervi ancora una volta la mia
-gratitudine per il vostro preziosissimo aiuto.
-
-— Signore, — disse Guglielmo sorridendo — voi fate della mia visita
-proprio l'opposto di ciò che doveva essere. Io sono venuto qui stasera
-non per ricevere, ma per rendervi grazie.
-
-— Di che cosa? — fece il signor Amory bruscamente, rudemente quasi. —
-Voi non mi dovete nulla!
-
-— Gli amici d'Isabella Clinton hanno con voi un debito tale, che non
-potranno mai pagarlo.
-
-— V'ingannate, signor Sullivan. Io non ho fatto nulla che imponga agli
-amici di cotesta signorina la minima obbligazione verso di me.
-
-— Non le salvaste la vita?
-
-— Sì, ma senza averne punto l'intenzione. —
-
-Guglielmo sorrise.
-
-— Non fu certo un mèro caso, signor Phillips, l'esservi voi messo a
-rischio di morte per salvare una vostra compagna di viaggio.
-
-— Infatti, non al caso ella deve la sua salvezza; di questo sono
-persuaso anch'io. Ma non ringraziate me; è d'altri il merito se la
-signorina Clinton oggi non dorme il sonno eterno.
-
-— M'è lecito domandarvi di chi parlate? Le vostre parole sono
-misteriose.
-
-— Parlo d'una cara e nobile fanciulla ch'io volevo strappare alle
-fiamme.... Per lei nuotavo verso quell'avanzo di nave incendiata.
-Il suo velo azzurro era il segnale convenuto tra noi. Quel velo
-accuratamente avvolto intorno al capo della signorina Clinton
-m'ingannò. Io la trovai aggrappata al posto di.... dell'altra che
-cercavo, e portai a salvamento sulla riva la preda tolta al fuoco e
-alle acque senza riconoscerla.... abbandonando la mia diletta che aveva
-offerto la propria vita in olocausto....
-
-— Oh, non alla morte?
-
-— No, fu ricuperata per miracolo. Andate a ringraziare lei della
-salvezza d'Isabella Clinton.
-
-— Io ringrazio Dio, — disse Guglielmo con fervore — che gli orrori di
-tali disastri siano in parte compensati da eroismi come cotesto. —
-
-L'aspetto, fino allora severo del signor Amory si raddolcì alquanto
-mentre egli ascoltava queste entusiastiche parole del giovane in lode
-della devozione di Gertrude.
-
-— Chi è quella nobile fanciulla? Dov'è? — continuò l'altro.
-
-— Non me lo chiedete! — rispose l'interrogato con un gesto
-d'impazienza. — Non potrei dirvelo neppur se volessi. Non la rividi
-dopo quel giorno funesto. —
-
-Le sue maniere, ancor più che le sue parole, manifestavano una viva
-riluttanza ad entrare in più precisi particolari circa il salvamento
-d'Isabella, e Guglielmo, accorgendosene, rimase un momento silenzioso e
-irresoluto. Poi, avanzandosi d'un passo, riprese:
-
-— Sebbene voi non vogliate riconoscere alcuna vostra partecipazione
-al felice scampo della signorina Clinton, sento ch'io mancherei
-all'obbligo mio ove non vi facessi il messaggio di cui sono incaricato
-per colui che ne fu lo strumento se non la causa prima. Il signor
-Clinton mi prega di dirvi che salvando la vita della sua Isabella,
-l'unica superstite di sette figliuoli (tutti gli altri gli morirono
-in tenera età), avete prolungato la sua, e colmato il suo cuore di
-gratitudine tale, che qualunque parola è impotente ad esprimerla: fino
-all'ultimo dei suoi giorni egli non cesserà mai di benedire il vostro
-nome, e implorare da Dio le Sue grazie più elette su voi e su coloro
-che vi sono cari! —
-
-I limpidi e penetranti occhi di Filippo Amory erano lievemente
-inumiditi, ma un blando e cortese sorriso errava sulle sue labbra.
-
-— Tutto questo da parte del signor Clinton? — egli rispose. — Molto
-gentile e del pari sincero, non ne dubito! Ma voi, giovanotto, non
-intendete certo di ringraziarmi soltanto a nome suo. Non avete nulla da
-dire per conto vostro? —
-
-Guglielmo parve maravigliato della domanda, tuttavia replicò senza
-esitare:
-
-— Sicuro, signore, io come uno della numerosa cerchia di conoscenti e
-d'amici che la signorina Clinton onora della sua stima, vi sono grato
-delle vostre prestazioni generose, e immensamente v'ammiro: nè per
-essa soltanto, ma per tutti coloro che aveste la nobile sodisfazione di
-salvare da una morte orribile oltre ogni dire!
-
-— Devo interpretare le vostre parole nel senso che voi parlate
-unicamente in nome dell'umanità, e non sentite nessuna profonda
-affezione particolare per questa o quella tra le persone che si
-trovavano sulla disgraziata nave?
-
-— La maggior parte erano gente a me affatto estranea. La signorina
-Clinton anzi era la sola ch'io conoscessi da più lungo tempo dei due
-o tre giorni passati a Saratoga. La sua morte m'avrebbe addolorato
-assai, s'intende: ella aveva una certa familiarità con me, da bambina,
-e ultimamente sono stato molto in sua compagnia; soprattutto poi, so
-che suo padre, il mio venerato socio e vecchio amico preziosissimo, la
-cui salute purtroppo è indebolita, non sarebbe potuto sopravvivere alla
-perdita dell'unica figlia, quasi idolatrata; colpo che le circostanze
-strazianti avrebbero reso ancora più terribile....
-
-— Voi parlate con una gran freddezza, signor Sullivan. Ignorereste
-forse che la voce pubblica vi pretende legato alla signorina Clinton da
-un sentimento più tenero della semplice amicizia? —
-
-Il graduale dilatarsi dei grandi occhi grigi di Guglielmo fissi
-sul signor Amory mentre questi così diceva, e l'aria tra attonita e
-scrutatrice che prendeva il suo viso, dimostravano chiaramente quale
-impressione gli facesse quella domanda.
-
-— Signore, — rispose egli sedendo con gesto deliberato sulla seggiola
-presso la quale era sempre rimasto ritto — o io non vi comprendo, o la
-voce pubblica riferisce un'opinione assolutamente falsa.
-
-— Sicchè voi non avete mai saputo nulla finora del vostro fidanzamento?
-
-— Mai, ve l'assicuro. O com'è possibile che una ciarla così infondata
-abbia credito fra i conoscenti della signorina Clinton?
-
-— Lo ha, e tanto esteso, che per esempio io, mèro spettatore della vita
-di Saratoga, l'udii spesse volte non solo bisbigliare da orecchio ad
-orecchio, ma affermare quale fatto positivo.
-
-— Sono in sommo grado stupito e contrariato da ciò che mi dite,
-— proseguì il giovane che veramente pareva sentirne dispiacere e
-dispetto. — Per quanto cotesto rumore sia insensato non meno che falso,
-se arrivasse alla signorina Clinton provocherebbe la sua indignazione,
-e le darebbe gran noia; per lei, anche più che per me stesso, mi dolgo
-che certe circostanze abbiano potuto suscitarlo.
-
-— Parlate per ragioni di delicatezza rispetto alla signorina, o siete
-modesto a segno di credere che sarebbe ferita nel proprio orgoglio
-se sapesse il suo nome così accoppiato con quello del socio di suo
-padre, un giovane finora sconosciuto nei circoli del mondo elegante?
-Ma, scusatemi.... Forse ho posto il piede su terreno pericoloso, ed è
-l'orgoglio vostro quello che si sdegna dinanzi alla franchezza del mio
-linguaggio.
-
-— No, punto, signor Phillips; mi fate torto se credete che il mio
-orgoglio sia di tal natura. Ma per rispondere alla vostra domanda, vi
-dirò che mi riferivo tanto alla prima che alla seconda delle ragioni da
-voi menzionate, e a molte altre ancora, quando vi affermavo di credere
-che vivissimo sarebbe il risentimento della signorina Clinton se mai
-risapesse la sciocca ed inconsulta diceria fatta circolare sul suo
-conto.
-
-— Signor Sullivan, — disse Filippo Amory con calore, avvicinando la sua
-seggiola a quella di Guglielmo — siete ben certo di non pregiudicarvi
-da voi stesso? Badate che un'eccessiva modestia unita ad esagerate e
-false raffinatezze sentimentali ha sbarrato a più d'uno la via della
-fortuna, e che questo potrebb'essere il caso vostro.
-
-— Come, signore? Voi parlate in una forma enigmatica, e io non ho idea
-di ciò che volete significare.
-
-— Bei giovani come voi, possono, lo so, mirare nella scelta d'una
-sposa alle fortune più alte; ma sono troppo rare, perchè se ne offrano
-parecchie a una medesima persona, e il mondo riderebbe alle vostre
-spalle se vi lasciaste sfuggire l'occasione felicissima che ora
-v'arride.
-
-— Occasione di che? Non intendete già consigliarmi, io credo....
-
-— Ma sì, anzi! Io sono più vecchio di voi, e conosco meglio la vita.
-Un patrimonio non s'accumula in un giorno, nè il denaro è cosa da
-disprezzarsi. Il signor Clinton ha logorato la sua salute affaticandosi
-nell'acquisto di quelle ricchezze, che saranno presto possedute dalla
-sua unica erede. Ella è giovane, bellissima, e ammiratissima nel gran
-mondo in cui vive. Tanto il padre che la figlia vi guardano con occhio
-benigno.... Oh, non vi turbate, si discorre tra amici, e voi sapete se
-è vero ciò che fin gli estranei hanno osservato, e di cui spesso io ho
-udito parlare come di cosa indubitata. Perchè esitate dunque? Non vi
-distorrà, spero, dall'approfittare di questa favorevole condizione, un
-qualche romantico e cavalleresco senso d'inferiorità da parte vostra,
-quasi non foste degno d'un premio così bello?
-
-— Signor Phillips, — disse Guglielmo, titubando, evidentemente
-impacciato — i commenti di persone conosciute in casuali e passeggeri
-incontri, come quasi tutte quelle che la signorina Clinton frequentava
-a Saratoga, non meritano fede. Le particolari relazioni in cui mi
-trovo col signor Clinton mi hanno ultimamente condotto a vivere in
-continua familiarità sì con lui che con la sua figliuola. Egli non ha
-ora intorno a sè parenti nè amici fidati, e perciò sembra agli occhi
-del mondo far più caso di me che non ne farebbe qualora ambissi la mano
-della signorina Isabella. D'altronde, questa ha tanti adoratori che
-sarebbe il colmo della vanità se io presumessi....
-
-— Poh, poh! — l'interruppe Filippo Amory, levandosi da sedere, e
-picchiandogli una spalla. — Ditelo, caro Sullivan, a qualcuno più
-novizio e più ingenuo ch'io non sia! Certo, — proseguì egli andando
-su e giù per la stanza — è dicevole cotesto linguaggio; ma, sebbene
-io rifugga dalle adulazioni, credo di poter senza pericolo ricordare
-alcuni piccoli fatti a un giovanotto che ha una tanto modesta opinione
-dei propri meriti. Prego, chi era il signore per la compagnia del quale
-la signorina Clinton fu così pronta ad abbandonare, sere sono, una
-splendida e affollata sala mentre cantava l'Alboni, e a lasciar delusa
-tutta una coorte d'ammiratori che la circondava di omaggi e di sorrisi?
-Con chi mai preferì ella passeggiare tranquillamente al lume di luna
-nel giardino dell'Albergo degli Stati Uniti? —
-
-Guglielmo indugiò un momento a rispondere, come se cercasse di
-rammentarsi; poi esclamò:
-
-— Vedo, vedo! Questa fu dunque una delle cause di sospetto? Io non ero
-invece che un messo venuto a chiamare la signorina Isabella al letto di
-suo padre.... Avevo ansiosamente vegliato per ore il signor Clinton,
-caduto in un sonno prolungatissimo, quasi letargico, che impensieriva
-il medico; destatosi alfine, egli chiese della sua figliuola con tale
-appassionata insistenza, ch'io mi risolsi a disturbarle il piacere
-della serata, e condurla dov'era suo dovere andare immediatamente: nel
-casinetto in fondo al giardino dell'albergo, che pertanto attraversai
-con lei al lume di luna.... —
-
-Il signor Amory sorrise, e per la prima volta guardò Guglielmo con
-quella dolce espressione di benignità che il suo bel viso assumeva di
-rado e che tanto gli si addiceva.
-
-— Ecco che cosa sono i pettegolezzi dei luoghi come Saratoga! — egli
-fece quasi gaiamente. — Capisco che non devo più parlare d'altre
-apparenze di teneri sentimenti sia in voi sia nella signorina. Ma se
-anche il cuore della bella e la sua dote sono sempre ben custoditi
-da lei e da suo padre, non mancano buone ragioni di credere, caro
-Sullivan, che vi sarebbe agevole conquistare ambedue. Voi siete un
-giovane di grande avvenire, e possedete, a quanto ho udito, una geniale
-attitudine agli affari che vi rende indispensabile al vecchio; e se con
-la prestanza della vostra persona e i pregi del vostro spirito non vi
-rendete tale anche alla fanciulla, la colpa sarà tutta vostra. —
-
-Guglielmo rise.
-
-— Se questo fosse il mio scopo, ricorrerei a voi per incoraggiamento e
-consiglio; ma, signor Phillips, è fatica sprecata far brillare ai miei
-occhi cotesta visione lusinghiera.
-
-— No, dato che siate l'uomo ch'io vi credo,-replicò l'altro. — E non
-sarete certo tanto sciocco (scusate se uso un termine un po' forte) da
-disprezzare l'opportunità offertavi di prendere quel posto e far quella
-figura nel mondo a cui vi danno diritto la vostra nascita, la vostra
-educazione e le vostre qualità personali. Figlio d'un rispettabile
-ecclesiastico (professione sempre onorevolissima), favorito nella prima
-giovinezza da occasioni straordinariamente vantaggiose delle quali
-avete saputo approfittare, oggi, col credito che godete nelle Indie, se
-aveste al vostro comando ingenti capitali, giungereste presto a contare
-fra i negozianti più cospicui. Nondimeno tutto questo non basterebbe
-ancora a darvi pronto e libero accesso nelle alte sfere della nostra
-aristocrazia; mentre sposando la signorina Clinton, salireste d'un
-passo a un grado sociale che difficilmente avreste conquistato con
-lunghi sforzi, e a venticinque anni tocchereste la mèta più eccelsa
-che la vostra ambizione possa vagheggiare. Nè, oso dirlo, è verosimile
-che l'essere vissuto sei anni affatto privo della compagnia di donne
-gentili, non v'abbia disposto a sentire potentemente il fascino d'una
-grazia e una bellezza così rare....
-
-«Un uomo che ritorna alla terra nativa dopo una lunga permanenza
-sotto i tropici, suol essere facile preda della prima seducente
-compatriotta in cui la sorte lo faccia imbattere; e non è invero da
-maravigliarsi che voi siate preso dalle attrattive della signorina
-Isabella, singolari anche in questo paese di belle donne. E, sicuro,
-non avete durato sei anni di fatiche sotto il sole cocente dell'India,
-senza avere imparato ad apprezzare quanto vale l'insperata e onorevole
-fortuna che ve ne offre il premio: il riposo, la ricchezza agevolmente
-conseguita, e, felicità suprema, il possesso d'una giovane e bella
-sposa. —
-
-Seguì una pausa, durante la quale Filippo Amory stette a spiare nel
-volto di Guglielmo l'effetto delle sue parole tentatrici. Questi non
-tardò a palesarglielo con la sua risposta.
-
-— Signor Phillips, — disse in un tono risoluto ed energico che provava
-la sua profonda sincerità — io non ho infatti speso parecchi dei
-miei anni migliori lavorando sotto un cielo ardente, in prolungato
-esilio da quanto avevo di più caro, senza il sostegno di alti fini,
-senza l'incoraggiamento di dolci speranze. Ma voi mi giudicate
-assai male se stimate che l'ambizione che m'ha finora spronato
-possa essere sodisfatta da quelle ricompense che avete dipinte alla
-mia immaginazione con sì vividi colori. No, signore, credetemelo;
-quantunque i loro vantaggi siano tali che a pochi è dato conseguirli,
-io miro a qualche cosa di più alto ancora, e penso che davvero avrei
-sprecato i miei sforzi se le mie speranze e i miei desiderî non
-tendessero verso un bene più prezioso.
-
-— E dove cercate l'adempimento di cotesti voti sublimi? — domandò il
-signor Amory con accento ironico.
-
-— Non già nei circoli gai del mondo elegante nè tra l'aristocrazia del
-denaro. Io non dispregio un grado onorevole agli occhi dei miei simili,
-conosco i benefizi della ricchezza, sento il prestigio della bellezza e
-della grazia; ma non sono queste le cose per cui lasciai la mia patria,
-nè per esse vi sono ritornato. Benchè giovane, ho vissuto abbastanza,
-e abbastanza sofferto, perchè sia radicata nel mio cuore la fede che i
-soli beni degni d'essere cercati a prezzo di lotte e sacrifici, sono
-quelli più durevoli e più consolanti dei dubbi onori, delle precarie
-ricchezze, dei volubili sorrisi.
-
-— Dunque, se m'è lecito domandarlo, a che cosa mirate?
-
-— A un _focolare domestico_; e non tanto per me, sebbene da lungo tempo
-io aneli alla sua pace, quanto per colei con cui mi confido dividerlo.
-Or fa un anno — e la voce di Guglielmo si commosse, le sue labbra
-tremarono — v'erano, oltre la cara creatura che adesso occupa tutta
-l'anima mia, altre persone ch'io speravo, con tenero amore, con viva
-gioia, di veder cogliere un giorno i frutti delle mie fatiche. Dio
-non m'ha concesso di ritrovarle quaggiù, e.... ma perdonatemi, signor
-Phillips, non è mia intenzione d'importunarvi raccontandovi i miei
-affari privati.
-
-— Proseguite, proseguite, — disse Filippo Amory. — Merito bene qualche
-confidenza in cambio de' miei disinteressati consigli. Parlatemi come a
-un vecchio amico, e siate sicuro che v'ascolto con la maggior simpatia.
-
-— Da molto tempo non ho parlato liberamente di me stesso; — rispose
-Guglielmo — ma sono franco per natura, e giacchè manifestate il
-desiderio di conoscere qualche cosa de' miei propositi nella vita,
-io non ho alcuna ragione di nasconderveli. La mia sorte, signore, fu
-singolare fin dall'adolescenza: non vi dispiaccia quindi se ne fo
-un breve cenno. A dodici anni avevo già cominciato ad esercitare i
-doveri che la necessità m'imponeva. La mamma, rimasta vedova quand'ero
-bambino, e il vecchio nonno erano i miei soli parenti e quasi i miei
-soli amici; l'una di debole complessione, delicatissima, non atta ai
-lavori faticosi: l'altro d'età assai grave, e povero, non avendo altri
-proventi che la sua piccola paga di sagrestano d'una chiesa vicina.
-Ma, come voi sapete, perchè già ve lo dissi quando ci conoscemmo
-in Oriente, nonostante le loro condizioni, essi m'allevarono in una
-modesta agiatezza e mi diedero un'ottima educazione.
-
-«Ragazzo, quando le piastrelle e i cervi volanti sono d'ordinario
-gli oggetti che più appassionano, io ero già posseduto da un ardente
-desiderio di sollevare i miei cari d'una parte delle fatiche e delle
-cure di cui sostenevano il peso; e con questo fine cercai e trovai un
-posto, nel quale ero ben trattato e ben pagato, e che conservai fino
-alla morte del mio buon principale. Poi, per un tempo ebbi a sentire
-dolorosamente la mancanza d'impiego; mi scoraggiai, fui infelice; e
-questo stato d'animo era mantenuto dalla convivenza con un uomo di
-temperamento malinconico ed inclinato al pessimismo, come il mio nonno,
-il quale aveva patito nel corso della sua vita crudeli disinganni, e
-però lungi dal farmi cuore insisteva sulla probabilità che tutti i miei
-disegni, tutti i miei tentativi d'aprirmi la via della fortuna, fossero
-destinati a fallire.
-
-«Io ero molto amareggiato, allora, dall'influsso deprimente delle
-tristi predizioni del vecchio; ma poi fui indotto a pensare che,
-in fondo, produssero un effetto utile, perchè nulla mi spinse a
-raddoppiare i miei sforzi, più che la brama di provargli ch'erano mal
-fondate; e una delle maggiori sodisfazioni da me gustate in questi
-ultimi anni fu appunto la certezza ripetutamente avuta ch'egli era
-venuto alfine nella persuasione piena ed intera che uno almeno della
-sua disgraziata famiglia aveva la sorte di sfuggire ai travagli della
-povertà.
-
-«Mia madre era una donna di natura quieta e gentile, piccolina della
-persona, di maniere semplici e piuttosto riservate. Ella mi amava come
-la stessa anima sua; tutte le mie nozioni della bontà mi furono date da
-lei: dal canto mio non mi sarei risparmiato sacrificio alcuno per farla
-felice, avrei dato la mia vita per la sua.... Ma non ci rivedremo mai
-più in questo mondo; e io.... io imparo a rassegnarmi!
-
-«Per loro due e per un'altra persona di cui vi parlerò tra poco,
-ero pronto ad esulare, a lottare, a soffrire ed essere paziente.
-L'occasione si presentò, ed io non tardai a coglierla. Presto il
-supremo scopo della mia ambizione fu conseguito. Io guadagnavo
-abbastanza per me e per loro. In progresso di tempo giunsi anche a
-farli godere un po' di lusso. E avevo cominciato ad attendere il giorno
-non lontano in cui il mio sospirato ritorno avrebbe finalmente reso
-perfetta la nostra felicità, mentre, ahimè, la notizia della morte del
-nonno era per via, e mia madre anch'ella già declinava lentamente ma
-inesorabilmente verso la tomba!
-
-«Tutt'e due oggi sono partiti dal mondo, e io sarei rimasto tanto solo
-da desiderare quasi di seguirli, se non fosse quella creatura il cui
-amore m'avvincerà alla terra finchè ella vi soggiornerà meco.
-
-— E lei? — domandò Filippo Amory con un ardore che Guglielmo, assorto
-nei propri pensieri, non osservò.
-
-— È una giovanetta — rispose questi — senza famiglia, nè ricchezza,
-nè bellezza; ma dotata d'uno spirito così alto che la fa nobile, d'un
-cuore così generoso che la fa ricca, di un'anima così pura che la fa
-bella. —
-
-L'intensa attenzione del signor Amory e l'evidente suo desiderio
-d'udire il seguito, lo incoraggiarono a continuare:
-
-— Nello stabile dove abitavamo viveva un buon vecchio, che faceva
-il lampionaio. Era povero, più povero ancora di noi, ma non ho mai
-conosciuto un uomo migliore. Una sera, mentre andava in giro accendendo
-i suoi lampioni, raccolse e si portò a casa una bimba appena coperta
-di miseri cenci che una femmina crudele aveva in quel momento gettata
-sulla strada dove sarebbe morta di freddo, salvo che non fosse condotta
-a finire di morte più lenta in un ospizio; perchè soltanto le cure
-affettuose ed assidue di mia madre e dello zio True (così chiamavamo
-il nostro vecchio amico) poterono salvare quella debole creatura dalle
-conseguenze delle sevizie e degli stenti che l'avevano ridotta in fin
-di vita. Grazie alla loro instancabile vigilanza, alle loro premure,
-ella fu conservata per contraccambiare un giorno, e a cento doppi,
-l'amorosa assistenza prodigatale.
-
-«Ella era a quel tempo esile e strutta da far pietà, d'un colorito
-scialbo, e assai bruttina; inoltre nessuno le aveva insegnato
-a dominare il suo carattere violento, al quale univa una grande
-ostinatezza derivata certo dall'essere sempre vissuta in opposizione
-con tutti.
-
-«Ma nulla sgomentava l'ottimo zio True, e sotto l'influsso della sua
-paterna tenerezza, cominciarono a svilupparsi le facoltà e le virtù
-latenti in quella piccola anima fino allora negletta. Nell'atmosfera di
-amore ove adesso respirava, ella cambiò natura; e quando agli esempi e
-ai precetti che le erano dati nella sua nuova casa s'aggiunse la luce
-divina, versata sulla sua vita da una creatura eletta, la quale immersa
-ella stessa nelle tenebre, emana dal proprio spirito un'aureola radiosa
-che illumina chi gode il bene della sua presenza, divenne ciò che poi è
-stata costantemente: una donna in cui uno può riporre il suo affetto e
-la sua fede per sempre.
-
-«Quanto a me, non tardai ad amare oltre ogni dire quella bambina verso
-cui da principio mi aveva attratto un mèro sentimento di compassione.
-Stavamo insieme il più possibile; tutto era comune tra noi: studi,
-piaceri, dolori, passioni. Io ero il suo maestro, il suo protettore,
-il compagno dei suoi spassi infantili; ed ella dal canto suo era per
-me l'amica che mi consigliava e m'incoraggiava, mi consolava e mi
-compativa: un'amica preziosa, necessaria, perchè m'infondeva il suo
-spirito fervente di speranza, di energia, di fiducia. Ricordo come
-ella, tanto piccina ancora, mi rincorò e mi sostenne in quel mio
-disperato dolore giovanile, quando per la morte inaspettata del mio
-ottimo principale mi trovai senza impiego!
-
-«L'affezione tra lei e lo zio True era commovente. Bench'io fossi
-un ragazzo, ammiravo come una cosa bella il devoto amore del vecchio
-lampionaio per la sua figlioletta adottiva, «il suo uccellino», egli
-diceva, e la tenera, profonda gratitudine con cui questa lo ricambiava.
-
-«Durante alcuni anni ella gli dovette ogni cosa e parve essere
-semplicemente una bambina di cuore amoroso e buona. Ma giunse il tempo
-che le parti furono invertite. Il brav'uomo venne colpito da una
-infermità che lo rese invalido delle membra, bisognoso di continuo
-aiuto. Allora si manifestò in tutta la sua bellezza quella nobile
-natura femminile. Oh, come dolcemente la fanciulletta guidava i passi
-del vecchio che scendeva verso la tomba! Spesso, in sulla mezzanotte,
-io andavo a vedere se il nostro casigliano non mancasse di qualche
-cura che la troppo giovane ed inesperta infermiera era forse incapace
-di prestargli.... Mai non scorderò la figurina della piccola Gertrude,
-seduta tranquillamente accanto al suo letto, in quell'ora notturna che
-in tanti altri fanciulli avrebbe suscitato tutti i fantastici terrori
-delle tenebre: davanti a lei sulla tavola ardeva un fioco lumicino,
-ed ella, tenendo una mano di lui tra le sue, confortava la veglia
-dolorosa con parole d'amore, o gli leggeva qualche pagina della Bibbia
-contenente un santo insegnamento.
-
-«Ma, ahimè, la sua devozione non bastava a prolungare la vita del
-caro infermo; e, poco innanzi ch'io partissi per Calcutta, egli morì
-benedicendo Dio che gli aveva concesso di finire i suoi giorni in pace
-e consolato dalla sua dolce custode.
-
-«Toccava a me lenire il gran cordoglio della nostra Gertrudina; feci
-quanto stava nelle mie forze per ridarle coraggio e serenità, e fui
-lieto di sapere che io partendo lasciavo quest'ufficio all'angelica
-signorina cieca che da lungo tempo onorava della sua amicizia lei e
-lo zio True. Prima di staccarmi da mia madre e dal nonno, li affidai
-solennemente alle cure filiali di Gertrude, la quale aveva dato
-prova di tanta buona volontà e tanto valore. Ella promise di essere
-fedele alla missione assunta, e mantenne nobilmente la promessa.
-Nonostante la collera e la durezza del signor Graham (il padre della
-sua protettrice), dalla cui liberalità dipendeva da anni, ella si
-dedicò tutta, col cuore e con l'opera, all'adempimento dei doveri che
-considerava sacri. Senza curar le sofferenze, le fatiche, le veglie,
-le privazioni, abbandonò spontaneamente agi e piaceri, e si prestò,
-paziente, giorno e notte, in servigio degli amici che amava d'un amore
-più grande di quello d'una figliuola, perchè era l'amore d'una santa.
-
-«Io, pur eguagliandola nell'ardore e nella tenerezza, non avrei potuto
-fare la metà di ciò che fece lei: soltanto un cuore e una mano di donna
-sono capaci di quanto ideò ed eseguì Gertrude.
-
-«Ella già prima era più che una sorella per me, era l'amica mia
-dilettissima, la mia assidua corrispondente; adesso m'avvincono a lei
-legami che non sono terreni e su cui il tempo non ha potere....
-
-
-
-
-XLIV.
-
- Ebbi occasion di metterti alla prova
- E a fondo scandagliar l'anima tua,
- Or confesso che invitto ti trovai
- Contro le tentazioni....
-
- MILTON.
-
-
-— Certo, — disse Filippo Amory che aveva pazientemente ascoltato la
-storia di Guglielmo fino alla fine — io comprendo i vostri sentimenti.
-Un uomo d'animo generoso non può se non serbare una profonda e perenne
-gratitudine a colei che con tanta devozione e tanta abnegazione vegliò
-sugli ultimi giorni dei suoi cari, ai quali non poteva dedicarsi
-egli stesso, e prestò loro una faticosa assistenza: il calore con cui
-elogiate quella ragazza vi onora, Sullivan. Anche ella dev'essere una
-persona di rara virtù per avere mantenuto così fedelmente una promessa
-fatta in un tempo remoto, quand'era ancora quasi una bambina, promessa
-dalla quale un'amica meno perfetta non si sarebbe creduta vincolata,
-fosse a costo d'un sacrificio. Tuttavia non vi lasciate indurre da
-sensi troppo cavallereschi ad immolarvi sull'altare della riconoscenza.
-
-«Io stento ad ammettere che un giovane che ha avuto l'ambizione di
-tracciarsi e seguire sulla via della fortuna una carriera come quella
-da voi finora felicemente corsa, abbia potuto prendere a mente calma
-la seria risoluzione d'unire sè e la sua sorte a un'umile compagna
-d'infanzia, figlia d'ignoti, nè ricca nè bella, salvo che non sia già
-impegnato a farlo, contro sua voglia, o trascinato a cotesto matrimonio
-dall'idea che soltanto donando ciò che possiede di più prezioso, vale a
-dire sè stesso, giungerà a cancellare l'immenso debito che pesa su lui.
-M'è lecito domandarvi se siete già legato da una promessa?
-
-— No, — rispose Guglielmo.
-
-— Allora, datemi retta, un momento. Parlo per sincera amicizia
-pregandovi di non procedere inconsideratamente in una cosa da cui
-dipende la felicità di tutto il vostro avvenire, e d'ascoltare.... con
-pazienza, se potete.... le poche parole che ho da dirvi. —
-
-Il giovane, infatti, cominciava a dar segni d'inquietudine.
-
-— V'ingannate, caro amico, se credete che la felicità della vostra
-Gertrudina, come voi la chiamate (gran brutto nome, veramente), sarà
-più sicura della vostra, in quest'unione male assortita: tutt'e due
-avrete occasione di pentirvene. Da sei anni voi non avete più veduto
-quella ragazza: pensate dunque a tutto ciò ch'è seguito in cotesto
-frattempo, e vedete un po' con quale precipitazione agite.
-
-«Voi avete passato tutto questo tempo all'estero, in una vita attiva,
-che v'ha fatto acquistare conoscenza degli uomini e dei diversi loro
-stati sociali. Nell'India, s'intende, doveste uniformarvi ad usi
-e costumi assai differenti dai nostri e dagli europei; ma aveste
-occasione di sviluppare quell'indipendenza di carattere e quella
-disinvoltura che v'hanno reso mirabilmente atto a comparire nei circoli
-eleganti parigini quando vi foste, di punto in bianco, ammesso. Senza
-adularvi, posso dire che voi otteneste un vero trionfo.
-
-«Era bensì un grande privilegio l'esservi presentato quale amico
-d'un uomo così noto ed altamente stimato come il signor Clinton; ma
-dovete pure riconoscere che vi furono prodigate segnalate attenzioni
-da Americani residenti a Parigi, e che ora, in patria, godete i
-vantaggi dell'essere stato oggetto di tanto favore. Io non ebbi la
-fortuna d'incontrarmi con voi in quella capitale, ma mi ci trovavo
-nel tempo del vostro soggiorno colà e mi furono riferiti sul conto
-vostro parecchi fatti che la vostra modestia non vi permetterebbe di
-confermare.
-
-«È agevole inferirne che non mancate di gusto per il gran mondo, perchè
-altrimenti non avreste saputo farci così bella figura, anzi, nemmeno
-mantenervi nella sua cerchia. Ed è del pari evidente che il vostro
-amor proprio deve sentirsi lusingato dalle liete accoglienze ricevute
-sì all'estero che nel vostro paese, non solo da parte degli uomini
-ma anche delle signore, e specie delle graziose e belle fanciulle che
-v'hanno onorato dei loro sorrisi; tra le quali primeggia colei il cui
-nome già s'accoppia al vostro. È forse ammissibile che ciò non abbia
-alcun influsso sui vostri disegni per l'avvenire?
-
-«Quando penso a tutte le fortune su cui potete fare ragionevole
-assegnamento, come v'ho ad esuberanza dimostrato, e vi odo parlar di
-respingerle per gettarvi cavallerescamente ai piedi della piccola
-infermiera di vostra madre, proprio non posso tacere ed astenermi
-dall'accennarvi l'inevitabile reazione, il rammarico che v'assalirà
-poi nel trovarvi escluso per sempre dai piaceri offertivi e da voi
-follemente rifiutati.
-
-«Non dovete dimenticare che la considerazione in cui è tenuto uno
-scapolo di belle speranze, diminuisce d'assai verso l'uomo ammogliato,
-se la sposa non appartiene a quella eletta classe di persone ove egli
-ambisce d'entrare. Ora la giovanetta orfana e povera con cui volete
-dividere la vostra sorte, la modesta maestrina di scuola.... —
-
-Guglielmo, il quale a sua volta aveva preso a passeggiare su e giù per
-la stanza, fremente d'impazienza, si fermò di botto esclamando:
-
-— Io non v'ho detto che sia mai stata insegnante, nè nulla di simile!
-Come lo sapete voi? —
-
-Filippo Amory, sbadatamente traditosi palesando d'esser meglio
-informato che il giovane non potesse immaginarsi, esitò un momento, ma
-presto riprese la padronanza di sè, e rispose con apparente franchezza:
-
-— Per dirvi il vero, Sullivan, io ho veduto la ragazza in compagnia
-d'un vecchio dottore.
-
-— Il dottor Jeremy? — fece Guglielmo, pronto.
-
-— Appunto lui.
-
-— Quando la vedeste? Dove, e come?
-
-— Non m'interrogate! — disse il signor Amory con un tono leggero
-e petulante, il quale pareva significare che la cosa non aveva
-importanza, e che gli seccava entrare in particolari. — M'imbattei
-in quel vecchio medico nel corso d'un mio viaggio, e cotesta Gertrude
-Flint era seco. Egli mi narrò alcuni fatti che la concernevano, e che,
-devo dirlo, non tornano a suo svantaggio: mettendovi in guardia contro
-un matrimonio sconveniente, non parlo che in generale. —
-
-Guglielmo lo fissò con uno sguardo tra scrutatore e maravigliato, e
-parve in procinto d'insistere per ottenere spiegazioni più chiare; ma
-quegli riprese il filo del suo ragionamento senza lasciargli tempo di
-aprir bocca.
-
-— Cotesta Gertrude, come vi dicevo, sarà per voi una catena al piede,
-un ostacolo irremovibile opposto a tutti i vostri sforzi per essere
-ricevuto nel mondo elegante dove ella certo non è atta a brillare.
-Avete affermato voi stesso che non possiede nè ricchezze nè bellezza;
-della sua famiglia non sapete niente, e potete aspettarvi, se mai la
-scoprite, che non sia tale da farle onore. Credo pertanto di darvi
-un consiglio dettato dal senso comune, ammonendovi a ponderare le
-circostanze prima di vincolarvi in condizioni tanto disuguali.
-
-— Non dubito, signor Phillips, — disse Guglielmo rimettendosi a sedere,
-e ricomponendosi in un atteggiamento calmo — che gli argomenti da voi
-addotti con grande vigore per decidere una questione da cui dipende la
-mia felicità, siano fondati su ragioni positive e sul sincero desiderio
-di promuovere la mia fortuna. Confesso però che giudicandovi secondo
-il concetto fattomi di voi durante la nostra breve ma abbastanza
-intima relazione, eravate proprio l'ultima persona da cui mi sarei
-aspettato consigli come cotesto, perchè vi stimavo tanto indipendente
-dall'opinione del mondo e indifferente al suo plauso, da credere che
-non dovessero aver peso sui vostri criterî nel guidare un giovane.
-
-«Ma quantunque i vostri suggerimenti non mi facciano mutare proposito
-nè abbiano influsso alcuno sull'animo mio, apprezzo la sincerità e il
-calore con cui avete procurato di convertirmi a un modo di pensare che
-voi giudicate saggio; e risponderò con franchezza tale da persuadervi,
-spero, ch'io, lungi dal seguire gl'impulsi d'un cieco entusiasmo, dal
-prendere inconsultamente una risoluzione precipitata della quale potrei
-in seguito pentirmi, obbedisco a sentimenti che sono approvati dalla
-ragione, e hanno già sostenuto la prova dell'esperienza.
-
-«Voi v'apponete, reputandomi attratto da un gusto naturale verso
-le classi superiori del consorzio civile: gusto che la povertà e la
-segregazione nel mio cantuccio m'impedivano di manifestare al tempo
-della mia adolescenza, ma che nondimeno conferì non poco a determinar
-le mire della mia ambizione giovanile. Le case sontuose, gli equipaggi,
-i bei vestiti della gente ricca, esercitavano assai minor prestigio
-sulla mia fantasia, che non la signorile disinvoltura, la raffinatezza,
-l'eleganza delle maniere per cui si distinguevano le poche persone di
-quel ceto ch'io avessi occasione d'osservare; e sebbene desiderassi
-di conquistar la ricchezza per i suoi vantaggi intrinseci, per la
-possibilità che m'avrebbe dato di contribuire al benessere e alla
-felicità altrui, mi sarebbe parsa destituita di metà del suo valore se
-non m'avesse servito ad aprirmi l'adito ai circoli del bel mondo che
-contemplavo da lontano con tanta ammirazione.
-
-«Non c'era dunque bisogno delle privazioni che nel fatto di vita
-sociale ebbi a soffrire durante la mia dimora nell'India, perchè mi
-gettassi avidamente in mezzo ai piaceri di Parigi, dove, come voi
-dunque sapete, io, grazie alla benevolenza del mio socio, fui senza
-difficoltà ricevuto nelle migliori compagnie.
-
-«È vero che quando venni chiamato in Francia il mio spirito era ancora
-depresso dal fiero dolore contro cui lottavo dopo le tristi notizie da
-casa, e che mi sentivo poco disposto ad approfittare della cortesia
-del signor Clinton. Ma spesso impedendogli le condizioni della sua
-debole salute di partecipare ai divertimenti della capitale, io non
-potevo dispensarmi d'offrire la mia scorta a sua figlia, la quale,
-amantissima dei ritrovi mondani, non sapeva rassegnarsi a rimanerne
-esclusa, ed accettava sempre con gioia i miei servigi, trascinandomi
-così nel vortice della vita elegante; ove, devo confessarlo, v'era di
-che lusingarmi, sbalordirmi, inebriarmi.
-
-«Io non potevo restare indifferente ai favori insperati di cui mi
-vedevo colmato, nè respingere tutti gli assalti dati alla mia vanità.
-E non soltanto la virilità del mio carattere fu messa a duro cimento.
-Il privilegio d'essere accolto fra i gaudenti del gran mondo, m'espose
-a più serî pericoli. La solidità dei principî, la semplicità di costumi
-inculcate in me dall'infanzia e rimaste fino allora inconcusse, corsero
-grave rischio. Io avevo resistito sempre ad ogni sorta di tentazioni
-grossolane; ma i miei nuovi eleganti compagni me le presentavano sotto
-quelle forme raffinate che le rendono insidiose per coloro su cui,
-prive del seducente travestimento, non avrebbero alcun potere. Il
-vino, che non m'avrebbe mai attirato in mezzo a un'orgia disgustosa
-d'ubriaconi, nella coppa tenuta dalla mano delicata del gentiluomo
-uscito allora da un salotto dove l'avevo veduto festeggiato da tutti, e
-onorato dei sorrisi delle donne, scintillava d'affascinanti splendori,
-e mi faceva dimenticare l'amarezza della sua feccia. Il giocatore di
-professione, il furfante conosciuto, avrebbero cercato vanamente in me
-un loro complice; ma non pensavo del pari a stare in guardia contro gli
-agguati di chi meno avrei sospettato. Come credere che i miei amici,
-che gli amici del signor Clinton, ornamenti delle alte sfere in cui
-vivono, fossero capaci di vincere il mio denaro con un giuoco sleale, e
-condurmi a mali passi, precipitarmi nella rovina?
-
-«Quando ricordo le prime settimane del mio soggiorno a Parigi, quasi
-mi maraviglio di non essere caduto in nessuno dei numerosi tranelli
-tesi da ogni parte per la mia perdizione, e verso cui le mie simpatie
-sociali, la mia natura audace e insieme ingenua mi traevano fatalmente.
-Se fui salvato, io lo devo, ne sono persuaso, alla memoria della santa
-mia madre, sempre vigile, i cui ammonimenti, da me giudicati superflui
-al tempo in cui me li aveva dati, balzavano dinanzi alla mia mente
-pieni di nuova vita, armati di nuova forza nell'ora del pericolo.
-Nulla fuorchè la coscienza che il suo spirito gentile aleggiava sempre
-sul mio cammino, contristato dai miei conflitti o rallegrato dai miei
-trionfi, può avermi infuso il coraggio e la perseveranza di resistere,
-d'evitar le fosse scavate sotto i miei piedi, ove i malcauti miei passi
-m'avrebbero fatto sprofondare.
-
-«Ma combattute e vinte queste oscure insidie, altre non meno pericolose
-minacciavano la sicurezza del mio avvenire perchè soccombendovi avrei
-perduto gran parte del mio benessere morale e del mio valore umano. Ero
-travolto in una ridda di piaceri, i quali occupavano le mie giornate,
-e spesso le mie notti, allettandomi con lusinghe che accarezzavano
-il mio amor proprio, fomentavano la mia ambizione, e attutivano le
-commozioni più nobili. E qui credo che la mia salvezza fu il medesimo
-straordinario favore con cui venni accolto nella cerchia della frivola
-vita mondana. S'io non l'avessi veduta che da fuori, se fossi stato
-costretto a fermarmi sulla soglia struggendomi nel vano desiderio
-d'entrare, forse oggi m'indugerei ancora là, cupido e deluso spettatore
-di gioie a me negate; o se avessi ottenuto soltanto un accesso
-limitato, seguiterei a lottare ardentemente per farmi avanti.
-
-«Ma ricevuto addirittura nei più sacri penetrali dell'alta sfera a
-cui anelavo, potei presto scorgere tutta la vacuità, tutta la nullità
-di quella bagattella che noi anglosassoni chiamiamo _fashion_.[5] Non
-già che non v'incontrassi affatto la grazia, lo spirito, la coltura,
-la finezza ch'io m'attendevo di trovarvi o che queste belle qualità
-fossero accompagnate sempre da altre meno pregevoli. No: io credo
-veramente che tutte le classi sociali possano vantare i loro eroi e
-le loro eroine, e che vi sono tra i mondani, uomini e donne le cui
-virtù rifulgerebbero anche in un deserto. Nè disprezzo le formalità
-e le cerimonie, decorose in sè, e fonti d'eleganza e gentilezza di
-costumi. Finchè vi sarà una classe di gente segnalata dalla buona
-educazione e dalla raffinatezza delle maniere, e un'altra di cui sono
-proprie l'ignoranza e la volgarità, vi dovrà essere tra loro una linea
-di divisione, ch'è naturale e che forse nessuna delle due desidera
-varcare.
-
-«Ma questa barriera non è la mondanità elegante, non è la _fashion_, la
-quale spesso esclude le qualità caratteristiche della prima e ammette
-liberamente quelle della seconda. E se io ardisco fare una distinzione
-fondata sopra un più alto concetto, gli è perchè ho veduto da vicino
-quanto sia fallace l'opinione comune che le distingue secondo vane
-apparenze.
-
-— Siete molto giovane per filosofare così profondamente, — disse
-il signor Amory. — Più d'uno volta le spalle, disgustato, ad
-un'aristocrazia in cui non gli è riuscito d'ottenere accesso, ma ben
-pochi, ottenutolo, vi rinunziano.
-
-— Ben pochi, forse, almeno tra i _giovani_, — rispose Guglielmo —
-hanno avuto le occasioni che ebbi io di penetrarne i segreti. Credo
-di poter dire senza tradimento, posto che parlo in generale, d'aver
-veduto nella così detta aristocrazia del nostro paese, ignoranza,
-sguaiataggine, bassezza ed immoralità assai maggiori che non avrei
-creduto ammissibile. Ricordo frequenti casi in cui il più compito
-gentiluomo, o la più bella signora d'un circolo brillante, mostrò di
-non possedere neanche nozioni elementari in materie comunissime. Fui
-presente a ricevimenti splendidi per lusso ed eleganza, disonorati
-da esempi d'inciviltà e di rozzezza d'animo che offendevano del pari
-il buon gusto e la delicatezza. Osservai come la folle prodigalità in
-certe cose fosse ricattata con un'egoistica e spregevole parsimonia in
-certe altre: vidi uomini e donne manifestare una mancanza di principî
-morali e religiosi, la quale prova che l'occupare un alto grado sulla
-terra non preserva l'anima da quelle contaminazioni che la rendono
-indegna d'essere un giorno assunta in cielo.
-
-— Sì, ho notato cotesti fatti anch'io, — fece Filippo Amory — ma la mia
-esperienza del mondo è eccezionale, e le circostanze hanno acuito la
-mia perspicacia. Mi fa però maraviglia che abbiano attratto la vostra
-attenzione.
-
-— Non già a bella prima. Lo splendore del gran mondo m'aveva
-abbagliato, accecato, e soltanto a poco a poco riacquistai la chiarezza
-delle mie percezioni. Il sospetto della sua vanità, della sua falsità,
-si fondò su varie prove d'egoismo, di follia, di durezza che caddero
-sotto i miei occhi. Quanti bassi inganni, quali meschine rivalità,
-quali colpevoli oblii dei più sacri doveri potrei riferirvi! Ma
-non voglio palesare i segreti di singole persone, nè tediarvi col
-raccontarveli!
-
-«Fui specialmente colpito dall'effetto che la continua ricerca
-del piacere produce sui sentimenti, sul carattere, sulle affezioni
-domestiche della donna. Sebbene io portassi nel cuore un'immagine di
-fanciulla buona e pura, e dolce fosse la rimembranza, questo vivente
-ideale sarebbe forse stato espulso dal suo trono e soppiantato da
-qualcuna delle fulgide bellezze che ammaliavano i miei sguardi, se alla
-perfezione del volto avesse corrisposto quella dell'anima. Vi saranno,
-anzi non dubito che vi siano, nelle alte sfere mondane, donne egregie
-più ammirabili ancora per l'eccellenza e la nobiltà della loro natura
-che per la grazia e i pregi esteriori onde vanno adorne; ma tra quelle
-ch'io conobbi da presso, nessuna poteva sostenere il paragone con la
-modesta giovanetta, presente sempre al mio pensiero, la quale è il
-modello di tutte le virtù femminili.
-
-«Non è quindi da maravigliarsi se le altre non uguagliavano il mio
-concetto delle qualità che rendono una donna degna d'amore, poichè
-le misuravo alla stregua del carattere di Gertrude. Come non avrei
-rilevato il contrasto tra la stoltezza, la frivolezza, l'egoismo che
-mi vedevo dintorno, e la mente cólta, il cuore amoroso, l'abnegazione
-dell'amica lontana? Ella possiede tutto ciò che può abbellire la vita
-d'un uomo, dovunque lo conduca la sua sorte: e non riuscirete mai a
-persuadermi che una tale compagna debba essere di peso e d'ostacolo in
-cosa alcuna a colui che avrà la grande fortuna di chiamarla sua.
-
-«Quanto a me, non ambisco nulla che questa unione non m'offra. Mi
-avete parlato d'aristocrazia; la più alta, la sola vera ai miei occhi
-è quella a cui Gertrude appartiene per tutti i titoli e di cui potrebbe
-essere uno dei più splendidi ornamenti: l'aristocrazia della gentilezza
-di costumi, della cultura intellettuale, della grazia e della bellezza.
-M'avete parlato di ricchezze: se Gertrude non ha denaro nella sua
-borsa, ha però un'anima d'oro schietto, provata nella fornace del
-dolore e del sacrificio ed uscitane lucente e pura d'ogni lega. M'avete
-parlato di famiglia, d'onorevoli natali. Ella non ha parenti e la sua
-origine è avvolta nel mistero; ma il sangue che scorre nelle sue vene
-onora la stirpe da cui discende, e ogni palpito del generoso suo cuore
-la congiunge a quanto v'è di nobile al mondo.
-
-«Sul soggetto della bellezza siete stato eloquente. Quand'io mi separai
-da lei, ella era ancora in tutto, fuorchè nel carattere, quasi bambina,
-toccando appena i tredici anni. Benchè molto mutata, ed in meglio,
-dal tempo ch'era venuta tra noi, non credo che al comune degli uomini
-sarebbe parsa bella; ma se io non fossi stato su questo punto del tutto
-indifferente, il grande amore che le portavo m'avrebbe reso incapace
-d'un giudizio imparziale.
-
-«Ricordo bene, però, la viva indignazione da me provata udendo una
-volta un commesso, mio collega, che l'aveva veduta con me in una
-delle nostre passeggiate, fare un dileggioso confronto tra lei e
-la bellissima figliuola del nostro principale (la stessa signorina
-Clinton di cui si parlava dianzi), e l'altrettanto viva gioia con
-cui, essendo io presente a un esame nella scuola ch'ella frequentava,
-intesi la direttrice, una certa signorina Browne, dire à una signora
-che Gertrude Flint prometteva molto sia nella persona che nella mente.
-Se abbia mantenuto le sue promesse quanto alla persona non sono in
-grado di sapere; ma ricordando la sua fine e graziosa figurina, i suoi
-grandi occhi splendenti d'intelligenza, il viso animato dal calore
-del sentimento, la serena e quasi maestosa espressione che la purità
-dell'anima dava ai suoi lineamenti ancora infantili, ella m'appare come
-l'incarnazione di tutto ciò che ho di più caro.
-
-«Sei anni devono aver mutato il suo aspetto, ma sicuro non le hanno
-fatto perder nulla di quanto io pregio in lei. Ella possiede attrattive
-sulle quali il tempo non ha potere: una grazia ch'è un dono del Cielo,
-una bellezza ch'è eterna. Che cosa potrei chiedere di più?
-
-«Non v'immaginate dunque, — egli proseguì dopo una breve pausa — che
-la mia fedeltà alla compagna della mia adolescenza derivi unicamente
-da un senso di gratitudine. Io, è vero, le devo molto, assai più che
-non possa mai ripagare: ma l'onesta fiamma di cui ardo per la nobile
-fanciulla, nasce dall'amor sincero d'una purità di carattere e d'una
-semplicità di cuore senza pari.
-
-«C'è forse nella vita faticosa e folle del bel mondo, nel fasto
-della ricchezza, negli omaggi di una folla oziosa, qualche cosa che
-possa appagarmi il cuore, elevarmi lo spirito, e incoraggiare la
-mia attività, quanto il pensiero d'un focolare domestico tranquillo
-e felice, a cui presieda un'anima di donna con la quale l'anima
-mia viva in una comunione d'amore e di fede che il tempo non varrà
-a distruggere; che la morte renderà viepiù salda e sicura nella
-beatitudine eterna?
-
-— E quella che tanto amate.... siete certo.... — cominciò il
-signor Amory parlando con visibile sforzo; ma la voce gli mancò, e
-s'interruppe.
-
-— No, non sono _certo_, — rispose Guglielmo, prevenendo la domanda. —
-Non ho ragioni d'abbandonarmi alla speranza che teneramente vagheggio
-da anni, ma non mi pento d'avervi parlato con sincerità e candore,
-perchè dovesse ella infliggermi il dolore d'una fredda ripulsa, io
-sarei sempre superbo d'averla amata. Dal momento che ho rimesso il
-piede sul suolo americano fino ad oggi, sono sempre stato trattenuto
-da doveri che, per quanto sacri, facevano fremere d'impazienza il mio
-cuore anelante alla libertà di seguire i propri impulsi. Finalmente
-con questa mia visita, signor Phillips, — e così dicendo si alzò per
-accomiatarsi — io ho adempito all'ultimo obbligo impostomi dall'ottimo
-mio socio ed amico, e domani mi sarà concesso d'andare dove soltanto il
-dovere potè impedirmi di correre appena arrivato in patria. —
-
-Egli porse la mano a Filippo Amory che la prese con una cordialità ben
-diversa dalla tiepida accoglienza fattagli quando s'era presentato a
-lui.
-
-— Addio! — gli disse questi. — Il mio sincero desiderio che i vostri
-voti siano coronati da un lieto successo v'accompagna. Ma, ne sono
-sicuro, un giorno o l'altro rammenterete tutto ciò che vi ho detto
-stasera.
-
-— Strano uomo! — pensava Guglielmo dirigendosi verso l'albergo dove era
-alloggiato. — Con quale calore mi ha stretto la mano nell'accomiatarmi!
-Quanto è stato amichevole il suo saluto nonostante la freddezza con cui
-m'aveva accolto e la mia pertinacia nel combattere le sue opinioni e
-respingere i suoi consigli! —
-
-
-
-
-XLV.
-
- .... è un'ardua impresa
- Disciplinare il cuor pria che domati
- N'abbian gli anni e i dolori i fieri spirti
- E la calma impassibile fortezza
- Apprendergli che sol chi soffre acquista.
-
- HEMANS.
-
-
-La signora Prime aperse l'uscio del salotto, sporse la testa girando
-cautamente lo sguardo intorno, poi, col passo furtivo d'un gatto di
-casa che s'avventura un po' oltre i limiti usati, s'avanzò dicendo:
-
-— Signorina Gertrude, che Dio vi benedica! Vi date mai un da fare! Ecco
-che ora preparate per il bucato quelle immense tende della signora
-Graham! Io non me la piglierei cotesta briga: sapete che sarà qui
-appena tra quindici giorni, sicchè la signora Ellis ha tempo bastante.
-
-— Oh, fo per non stare con le mani in mano!-rispose la fanciulla;
-poi, guardando piacevolmente la vecchia cuoca, soggiunse: — Bella cosa
-essere di nuovo tutti a casa, eh, signora Prime?
-
-— Bellissima! — esclamò questa con enfasi. — Ma.... spero che il
-dirlo non sia nulla di male.... sarebbe meglio ancora se si potesse
-continuare a starcene così tranquilli, senza intrusioni! —
-
-Gertrude sorrise.
-
-— Mi sembra d'essere tornata al buon tempo antico, quando venni qui la
-prima volta..... — E fece, sospirando: — Ero una bambina, allora!
-
-— O adesso che cosa siete? Per amor del Cielo, signorina Gertrude,
-non vi sognate d'invecchiare. _Chi si sente_ giovane _è_ giovane....
-Vedete, per esempio, la signorina Marta Pace....
-
-— Volevo appunto chiedere sue notizie, — disse la fanciulla riprendendo
-le forbici, e cominciando a scucire un'altra tenda. — È sempre viva e
-in buona salute?
-
-— Lei? Dio buono! Quella lì non morirà mai. Le vecchie che hanno
-un'anima di giovanottina, campano in eterno. Ma io ero venuta giusto
-per parlarvene, della signorina Marta.... Il ragazzo che ha portato
-il pane stamani era incaricato d'una sua imbasciata per voi: dice che
-desidera vedervi appena vi sia possibile. Ma s'io fossi ne' vostri
-panni non avrei furia di correre là.... nè là nè in altri posti....
-Avete bisogno di riposarvi, signorina Gertrude; io vedo che non state
-bene, siete sbattutina....
-
-— Desidera vedermi? Povera creatura! Voglio andarci oggi stesso. Non vi
-mettete in pena per me, signora Prime: io sto benissimo. —
-
-E ci andò. Era il secondo giorno che passava nella più angosciosa
-incertezza, ed ogni occasione di muoversi, d'occuparsi, veniva da lei
-afferrata avidamente.
-
-Trovò la signorina Pace quasi piegata in due dai reumatismi, vestita
-meno accuratamente dell'usato e coccoloni davanti a un focherello di
-fascine e di trucioli. Sembrava tuttavia di umore abbastanza buono, e
-salutò la comparsa di Gertrude con esclamazioni di cordiale piacere.
-
-La curiosità, per cui s'era sempre distinta, pareva crescere anzichè
-diminuire con gli anni e gli acciacchi. Ella tempestò la fanciulla
-di domande su ciò che aveva fatto durante quell'anno d'assenza, sulle
-cose che aveva vedute, sulle persone che aveva frequentate. Si mostrò
-particolarmente desiderosa d'informazioni circa la vita di Saratoga,
-le mode sfoggiatevi dalle eleganti, le opportunità che il luogo offriva
-alle ragazze di trovare un partito vantaggioso.
-
-— Voi dunque, — disse a Gertrude dopo che questa l'ebbe pazientemente
-sodisfatta — non avete ancora eletto un compagno. Peccato. È vero, —
-proseguì con una smorfietta e un lieve gesto della mano — è vero che
-non è mai tardi per meditare il nodo coniugale, anzi spesso è stretto
-quanto mai felicemente da persone di cinquant'anni e più; nè certo una
-fanciulla nel fiore dei suoi giorni come voi, può disperar d'incontrare
-un giovane sposo. Nondimeno la vita è raddoppiata quando è divisa con
-un compagno geniale: ed io mi confidavo che noi, signorina Gertrude,
-avremmo l'una e l'altra contratto prima d'ora una sì fatta unione.
-L'esperienza detta le mie parole quando dichiaro che la protezione d'un
-consorte è preziosa per la donna.
-
-— Ma spero, signorina Marta, che voi non abbiate dovuto soffrire a
-cagione di cotesta mancanza.
-
-— Al contrario, ne ho sofferto terribilmente! Sappiate però che
-i dolori più crudeli sono stati quelli del sentimento: sì, del
-sentimento, ch'è la parte più delicata della natura femminile e che
-meno può sopportare le ferite.
-
-— Mi duole assai di sentire che abbiate avuto anche voi le vostre
-afflizioni. Credevo che vivendo così sola vi fossero almeno risparmiate
-certe prove.
-
-— Oh, signorina Gertrude! — esclamò la vecchia zittella levando in
-alto le mani e parlando con un tono lamentoso che avrebbe commosso la
-sua interlocutrice se fosse stato un tantino meno ridicolo. — Avessi
-io le ali d'una colomba per involarmi lontano dai miei consanguinei!
-Mi lusingavo d'essermi sottratta alle loro ricerche, ma nel volgere
-di quest'ultimo anno sono riusciti a scoprire il mio ritiro, e non
-posso più eludere la loro vigilanza. Appena comincio a rimettermi dal
-colpo d'una visita, il cui solo fine, senza dubbio è quello di far
-l'inventario dei miei averi e misurare la lunghezza del mio resto di
-vita, ecco gli avvoltoi svolazzar di nuovo intorno alla mia dimora. Ma,
-— ella esclamò alzando la voce e gongolando manifestamente in cuor suo
-— cadranno nel proprio tranello, perchè io li burlerò tutti!
-
-— Non sapevo che aveste qualche parente. Parentela di nome soltanto a
-quanto pare.
-
-— Nome? — disse la signorina Marta con enfasi. — Esulto di gioia
-quando penso che non hanno l'onore di fregiarsi d'un casato del quale
-sono indegni. No, portano un nome diverso, plebeo, come le loro anime
-grossolane. Sono tre fratelli, tutti e tre parimente odiosi ai miei
-occhi. Uno di costoro, spregevole bellimbusto, viene qui immaginandosi
-d'abbagliarmi e incutermi rispetto con la sua presenza che egli crede
-imperiosa: e mi chiama «zia, zia», per attestare una consanguineità da
-cui egli ciecamente si illude d'esser fatto più prossimo ai miei beni.
-— Eccitata fino al furore ella quasi urlò le ultime parole. — E gli
-altri due, — soggiunse non meno rabbiosamente — sono pitocchi! Pitocchi
-sono sempre stati, e sempre saranno! Tal sia di loro! Io ne godo! Voi
-m'intendete, cara signorina Gertrude, siete una giovane di mente pronta
-ed aperta, ed io approfitto della vostra presente «contiguità», la
-quale, vogliate o no, potrebbe uno di questi giorni essere interrotta
-dall'impazienza di qualche innamorato, per chiedervi un favore ch'io
-non avrei mai creduto di dover sollecitare. Ho bisogno di voi.... a
-questo fine v'ho fatta chiamare.... per scrivere, — e qui la vecchia
-signorina abbassò la voce — le ultime volontà, il testamento di Marta
-Pace! —
-
-La voce sommessa tremava, esprimeva il senso di profonda compassione
-per sè medesima onde Marta Pace era compresa, e a cui Gertrude
-partecipava sinceramente. Questa acconsentì di buon grado a sodisfare
-il suo desiderio, in quanto poteva, avvertendo però che ignorava
-totalmente le forme legali.
-
-Con suo stupore la vecchina affermò la propria perfetta cognizione di
-tutte le disposizioni della legge per il caso dato; e infatti dettò il
-contenuto dell'importante documento in modo sì completo e impeccabile,
-che quando, avendo alcuni mesi dopo la signorina Pace reso l'anima
-a Dio, venne trovato debitamente munito di testimonianze, firma e
-suggello, non fu possibile attaccarlo per alcun vizio di forma od
-altro, ed ebbe pieno effetto.
-
-Ma colui ch'era nominato unico erede dell'abbastanza considerevole
-facoltà, non volle accettarla se non per distribuirla equamente tra
-i parenti della testatrice più bisognosi e più degni. Quantunque
-gli uomini rispettabili che avevano prestato ufficio di testimoni
-protestassero essere Marta Pace stata sana di mente e conscia dei
-propri atti fino all'ultimo momento, egli dichiarò di non poter
-ammettere che una persona in possesso del suo buon senso commettesse
-la pazza stravaganza di lasciare ad un estraneo tutti i suoi risparmi
-faticosamente accumulati e gelosamente custoditi per lunghi anni.
-
-Quell'erede universale era Guglielmo Sullivan, il cavaliere dalle
-rosee guance, il quale per lo stesso spirito cavalleresco che gli aveva
-guadagnato il vergine cuore e la gratitudine perenne della signorina
-Marta, ricusava una ricompensa tanto sproporzionata al lieve servigio
-reso.
-
-Il testamento recava un preambolo, esilarante e commovente ad un tempo,
-in cui la bizzarra vecchietta esponeva nel suo stile caratteristico le
-ragioni e i sentimenti che avevano determinato la scelta del suo erede.
-
-
-«Una gentildonna già innanzi negli anni ma aggrappata ancora alla
-vita e alle sue speranze e, riluttante ad abbandonarle, per quanto
-provata da contrarianti vicissitudini, è stata ultimamente costretta
-dai suoi parenti a rammentarsi che innanzi il rifiorire di un'altra
-primavera ella potrebbe essere chiamata a raggiungere i Pace defunti:
-ramo della famiglia che avvenuta la sua dipartita sarà estinto. Col
-più cortese degl'inchini e un grazioso cenno della mano la signorina
-Marta saluta passando i rappresentanti dell'altro ramo, e li ringrazia
-del previdente pensiero di ricordarle, prima che fosse troppo tardi,
-l'opportunità di designare la persona in cui favore ella desidera
-prendere le sue disposizioni testamentarie.
-
-«E però ella ha girato tutt'intorno lo sguardo, ha riveduto nello
-specchio della memoria tutti i suoi conoscenti, ed ha eletto l'erede.
-Il giovane stesso, il più perfetto tra i giovani gentiluomini
-dell'epoca nostra, spalancherà gli occhi attonito e dirà: «Signora, io
-non vi conosco!» Ma, caro signore, Marta Pace, benchè vecchia, brutta
-ed inferma, ha un cuore che sente con ardore giovanile. Ella non ha
-scordato, e col suo ultimo atto vuol dimostrare quanto viva sia la
-rimembranza, il bel garzone dalle rosee guance che un giorno la sollevò
-dal suolo coperto di ghiaccio, passò la sua mano avvizzita sotto il
-proprio vigoroso braccio, e con radiosi sorrisi e confortanti parole,
-scortò la vecchierella afflitta da reumatismi fino alla casa ove doveva
-porsi al riparo dalle intemperie invernali.
-
-«La signorina Marta ha un naturale amore della cortesia, e la deferenza
-mostrata da un gaio e bellissimo giovanetto all'invalida e spregiata
-vecchiezza d'una povera donna ha toccato in lei una corda sensibile. La
-signorina Marta possiede, non è un segreto, un piccolo tesoro, frutto
-dei suoi risparmi d'anni ed anni, e poichè ella non potrà vigilare
-sull'uso che ne sarà fatto, ha, dopo qualche intima lotta, risoluto
-di preservarlo da profanazioni trasmettendolo ad una persona dotata di
-vera gentilezza qual'è il signor Guglielmo Sullivan, persuasa ch'egli
-non farà mai disonore alla primitiva proprietaria, nè permetterà che le
-ricchezze da lei accumulate si sperdano per vie volgari.»
-
-
-Seguiva un inventario del patrimonio; bizzarro patrimonio composto d'un
-miscuglio eterogeneo di ogni sorta di valori, e infine un testamento
-redatto in forma accuratamente legale, che lo assegnava all'erede
-nominato senza aggravio alcuno di legati o altri obblighi.
-
-Non fu un agevole compito per Gertrude raccogliere e mettere in
-iscritto esattamente le idee che la confusa dettatura della vecchietta
-voleva esprimere; e tre o quattro ore passarono prima che il documento
-fosse ricopiato e la paziente e diligente scrivana libera di tornarsene
-a casa.
-
-Il cielo era nuvoloso, e una pioggia minuta cominciava a cadere
-quand'ella si mise in cammino; ma la distanza non era grande, e tutto
-il male si ridusse a una bagnatina.
-
-Emilia avvertì subito che i suoi vestiti erano un po' umidi.
-
-— Va' nel salotto, — le disse — e siediti accanto al fuoco. Io non
-scenderò che per il tè; ma c'è il babbo che gradirà molto la tua
-compagnia; è stato solo tutto il pomeriggio. —
-
-La fanciulla trovò il signor Graham nella sua poltrona, davanti a un
-bel fuoco di legna, sonnecchiando col giornale in mano. Ella prese un
-libro e una seggiola, e andò a porsi vicino a lui. Ma il calore essendo
-per lei eccessivo, si ritirò presto sur un sofà, all'altro lato della
-stanza.
-
-In quella udì una scampanellata alla porta d'ingresso. La serva, che
-appunto passava per l'atrio, aperse, e immediatamente fece entrare nel
-salotto il visitatore.
-
-Era Guglielmo!
-
-Gertrude si rizzò, ma tremava da capo a' piedi così forte, che non osò
-muovere un passo. Egli venne innanzi, la guardò, esitante, poi domandò
-inchinandosi:
-
-— La signorina Flint?... È qui? —
-
-Ella divenne di fiamma. Volle rispondere e non potè.
-
-Non era necessario, del resto. Quel rossore bastava. Guglielmo la
-ravvisò, mosse vivamente verso di lei, le afferrò la destra.
-
-— Gertrudina! È mai possibile? —
-
-La franchezza e la semplicità delle sue maniere, l'ardore con cui le
-aveva preso e le teneva stretta la mano tranquillarono alquanto la
-turbata giovanetta. Il ghiaccio era rotto. Le riapparve per un istante
-il caro ragazzo d'una volta, il compagno della sua infanzia, l'amico
-diletto.
-
-— Oh, Guglielmo, sei tornato finalmente! Sono tanto contenta di
-vederti! —
-
-Il suono delle loro voci destò il signor Graham che s'era appisolato
-e non aveva udito nè la scampanellata nè il passo del visitatore. Si
-voltò nel suo seggiolone, poi si alzò da sedere. Guglielmo abbandonò la
-mano di Gertrude e si fece incontro al padrone di casa.
-
-— Il signor Sullivan, — balbettò ella tentando di compiere secondo le
-regole la formalità della presentazione.
-
-E scambiata che ebbero i due signori la stretta di mano di prammatica,
-sedettero tutti e tre.
-
-Allora Gertrude fu ripresa dal suo turbamento. Non è raro il caso
-che, quando due amici intimi si rivedono dopo una lunga separazione,
-si salutino e s'abbraccino cordialmente, e poi, nonostante tutte le
-cose che avrebbero da dirsi e che fanno ressa nel loro cervello,
-cose da fornir materia di conversazione per una settimana, nulla
-d'importante venga loro sulle labbra, e a un momento di silenzio segua
-una qualche domanda insulsa o frivola, per esempio rispetto al viaggio
-dell'arrivato, al suo bagaglio, o simili. Ma ella non aveva bisogno di
-risposta neppur a queste. Aveva già veduto Guglielmo; sapeva da quanti
-giorni era di ritorno, e di dove fosse venuto, e perfino con quale
-piroscafo; mentre dall'altro canto le premeva di nasconderglielo. Il
-suo impaccio si comunicò a lui, e la presenza del signor Graham, che
-era una costrizione per entrambi, faceva peggiore il caso.
-
-Infine il giovane disse:
-
-— Quasi non vi riconoscevo, Gertrude: anzi non v'ho riconosciuta....
-Come....
-
-— Come siete venuto? — fece bruscamente il vecchio interrompendolo,
-senza aver l'aria d'avvedersene.
-
-— Con l'_Europa_, — rispose egli. — Sbarcai a Nuova York circa una
-settimana fa.
-
-— Intendevo qui, — replicò l'altro, piuttosto secco. — Avete preso
-l'omnibus?
-
-— Scusate, signore, — disse Guglielmo — non avevo capito. No, ho
-noleggiato un calessino.
-
-— S'è occupato qualcuno del vostro cavallo?
-
-— L'ho attaccato davanti alla casa. —
-
-Guglielmo andò alla finestra per vedere se l'animale fosse ancora dove
-l'aveva lasciato. Scendeva già il crepuscolo.
-
-Il signor Graham tornò ad accomodarsi nella sua poltrona, e si mise a
-guardare il fuoco. Seguì una seconda pausa, più penosa della prima.
-
-Questa volta ruppe il silenzio Gertrude, rispondendo all'osservazione
-interrotta:
-
-— Anche voi siete molto mutato. —
-
-Subito temè che le sue parole lo avessero ferito, potendo egli
-interpretarle in senso ben diverso, e di nuovo il sangue le affluì alle
-gote.
-
-Ma egli non parve addarsene.
-
-— Sì, — disse — il clima dell'Oriente produce notevoli alterazioni
-nell'aspetto di una persona; ma non credo d'esser mutato quanto voi.
-Pensate, Gertrude, ch'eravate una bambina quando io partii da Boston!
-Dovevo pur sapere che troverei una signorina fatta, ma non me la
-figuravo punto!
-
-— Quando lasciaste Calcutta?
-
-— Verso la fine di febbraio. Passai la primavera a Parigi.
-
-— Non me lo scriveste, — mormorò Gertrude con voce spenta.
-
-— No, perchè ero in procinto sempre d'imbarcarmi, e volevo farvi
-un'improvvisata. —
-
-Ella sentì di non aver mostrato la maraviglia che egli s'attendeva, e
-si confuse. Tuttavia ripigliò:
-
-— Fui veramente in pena per la mancanza di lettere; ma ci rivediamo,
-Guglielmo, e ne sono lieta di tutto cuore.
-
-— Oh, non potete esserne lieta al pari di me! — egli disse abbassando
-la voce e guardando la fanciulla con grande tenerezza. — Più vi guardo
-e più voi mi sembrate la _Gertrudina_ d'un tempo.... Comincio a credere
-però che avrei dovuto scrivere e annunziarvi il mio arrivo. —
-
-Gertrude sorrise. Le maniere di Guglielmo erano così immutate, le sue
-parole così affettuose, che sarebbe stata ingratitudine mettere in
-dubbio la sua amicizia, se anche ella non era più tutto per lui.
-
-— Ma no, — rispose — le improvvisate mi sono sempre piaciute. Non ve ne
-ricordate?
-
-— Se me ne ricordo? Io non ho scordato nulla di ciò che vi
-piaceva. —
-
-In quel momento gli uccellini indiani la cui gabbia pendeva nel
-vano della finestra presso la quale il giovane era seduto, presero a
-cinguettare come solevano verso sera. Egli alzò gli occhi.
-
-— Sono i vostri uccellini, — disse ella — quelli che mi mandaste da
-Calcutta.
-
-— Sempre tutti vivi e sani?
-
-— Sì, tutti.
-
-— Siete stata per loro una padroncina amorosa. Quelle creaturine sono
-tanto delicate!
-
-— Li ho molto cari.
-
-— Oh, voi, Gertrude, vi prendete tal cura di coloro che amate, da
-conservarli in vita quanto più a lungo sia possibile! —
-
-Il tono, meglio ancora che le parole, esprimeva il suo sentimento.
-Gertrude tacque.
-
-— La signorina Graham sta bene? — domandò Guglielmo.
-
-Ella rispose che i suoi nervi avevano sofferto una grande scossa nella
-terribile catastrofe per cui era passata; vennero così a discorrere
-del piroscafo incendiato, ma la fanciulla s'astenne dal dirgli che si
-trovava anche lei tra i passeggeri.
-
-Guglielmo parlò con viva commozione del disastro, biasimò severamente
-la temerità e la negligenza che lo avevano cagionato; e terminò dicendo
-che v'erano a bordo alcuni suoi pregiati amici, ma ch'egli ignorava
-che ci fosse tra essi la signorina Graham, da lui venerata ed amata per
-amor di Gertrude.
-
-A poco a poco la conversazione dei due giovani andava facendosi
-più spigliata, inclinava all'antica familiarità. Egli era venuto a
-sedersi sul canapè, accanto a lei, a fine di parlare più liberamente,
-perchè sebbene il signor Graham fosse, o almeno sembrasse di nuovo
-addormentato, non si poteva già dimenticare la sua presenza.
-
-Ma Gertrude evitava a bello studio certi soggetti sui quali sarebbe
-stato naturalissimo che s'intrattenessero, e anzi ch'ella manifestasse
-una curiosità affettuosa: le cause dell'inopinato ritorno di
-Guglielmo, la durata della sua permanenza in patria, i suoi disegni
-per l'avvenire, e segnatamente le ragioni che lo avevano indotto a
-differire più d'una settimana, dopo arrivato, la visita alla fida
-amica. Ella vietava a sè stessa queste domande. Non si sentiva
-preparata a ricevere nè a chiedere le sue confidenze su cose che
-indubitatamente concernevano il suo fidanzamento con Isabella Clinton;
-pertanto non solo non lo interrogò in proposito, ma si diede gran
-pena di stornare il discorso s'egli accennava a dirne qualche cosa.
-E Guglielmo, ferito nel profondo dell'anima da quell'apparente strana
-indifferenza, si ratteneva dal forzarla ad ascoltare particolari dei
-quali ella mostrava di non curarsi.
-
-Parlarono della vita di Calcutta, delle novità di Parigi, della scuola
-dov'ella aveva insegnato, e di molte altre cose, ma non dissero parola
-di ciò che stava loro sul cuore. Infine una delle persone di servizio
-si presentò sulla soglia, e, senza vedere Guglielmo, avvertì che il
-tè era pronto. Il signor Graham si rizzò, e si volse, dando le spalle
-al fuoco. Si rizzò tosto anche il giovane e fece per accomiatarsi.
-Con rigido tono d'urbanità il padrone di casa lo invitò a rimanere.
-Gertrude avrebbe voluto insistere perchè accettasse, ma egli ringraziò
-ricusando così recisamente ch'ella comprese che la poco graziosa
-accoglienza del signor Graham lo aveva offeso.
-
-Il vecchio gentiluomo non sentiva punta simpatia per i giovanotti
-in generale, e Guglielmo era venuto a disturbargli la beatitudine
-d'una di quelle ore di quiete e libertà, divenute piuttosto rare;
-inoltre, e questo era il peggio, ricordava sempre con amaro cruccio
-che Gertrude aveva abbandonato Emilia e lui (così egli considerava la
-sua coscienziosa elezione tra due doveri in conflitto tra loro) a fine
-d'assistere i parenti di quell'importuno visitatore. E, si capisce,
-questo ricordo non era proprio a conciliare al giovane Sullivan l'animo
-d'un uomo così caparbio e ostinato nei suoi pregiudizi.
-
-Gertrude accompagnò il suo amico fino alla porta di casa. La pioggia
-era cessata, ma il vento fischiava sotto il portico. Voleva essere
-una serata fresca. Guglielmo s'abbottonò l'abito, mentre s'accomiatava
-promettendo di ritornare il giorno seguente.
-
-— Non avete soprabito, — ella disse. — L'aria della notte è frizzante,
-e voi siete avvezzo a un clima caldo. Fareste bene a prendere questo
-scialle. —
-
-Tolse dall'attaccapanni un grave _plaid_ scozzese che ci si trovava
-sempre per un caso di bisogno.
-
-Egli se lo gettò sul braccio ringraziandola, poi le prese tutt'e due le
-mani tra le proprie, e la guardò fisso negli occhi, come se bramasse
-dirle qualche cosa. Ma visto ch'ella li distoglieva dal suo sguardo
-amoroso, si spiccò da lei, la salutò con viso turbato e scese la
-scalinata di corsa. Gertrude stette con la gruccia della porta in mano
-finchè udì risonare i passi del suo cavallo sulla strada, poi chiuse
-a precipizio e s'affrettò a nascondersi nella sua camera. Ella aveva
-sostenuto valorosamente la prova di quell'incontro tanto desiderato e
-tanto temuto, aveva recitato la sua parte con calma e naturalezza; ma
-adesso tutto il suo coraggio l'abbandonava; pensava ai giorni, ai mesi,
-agli anni futuri, e comprendeva che prove più tremende l'aspettavano.
-
-Se Guglielmo si fosse mutato essenzialmente, se fosse divenuto lo
-zerbinotto spensierato, galante, mondano, o l'uomo d'affari, di cuor
-freddo, e intento solo ai guadagni, ch'ella ultimamente, a volta
-a volta, s'era figurata di dover forse trovare in lui, se l'avesse
-salutata con gelida formalità, o con dura indifferenza, o con goffo
-riserbo, avrebbe potuto disprezzarlo, compatirlo o biasimarlo, e
-quindi amarlo meno. Ma ritornava qual'era partito: franco e generoso,
-affettuoso e virile; le manifestava la stessa calda cordialità, la
-stessa delicata tenerezza di prima. Insomma era il Guglielmo ch'ella
-aveva tanto sognato, tanto amato. Evidentemente, pur avendo dato il
-cuore ad un'altra, non dimenticava l'amica della sua adolescenza.
-Amava Isabella d'amore, ma conservava per Gertrude un sentimento quasi
-fraterno. E mai non s'era pensato d'essere per lei più che un fratello.
-
-Conveniva dunque ch'ella si preparasse a sopportare la pena crudele
-di vederlo e udirlo parlare della sua fidanzata, e augurargli ogni
-felicità come una sorella al buon fratello affezionato. Ella doveva
-vincere una passione di cui fino allora non aveva conosciuto tutta
-la potenza, e trasformarla in semplice amicizia. A quest'idea il suo
-povero cuore dolorante si gonfiava, palpitava con violenza selvaggia,
-irrefrenabile.
-
-Si gettò sul letto, nascose la faccia nel guanciale, e pianse.
-
-La scosse una leggera picchiata all'uscio. Credendo che la chiamassero
-per il tè, disse senza alzarsi:
-
-— Siete voi, Gianna? Non ho voglia di prender nulla stasera....
-
-— Non vengo per questo, signorina; — rispose la ragazza — c'è una
-lettera. —
-
-Gertrude balzò a terra e corse ad aprire.
-
-— Un ragazzino me l'ha consegnata, ed è scappato a gambe, — proseguì
-Gianna mettendole in mano un plico voluminoso. — M'ha raccomandato di
-darvela immediatamente.
-
-— Portatemi un lume, — disse ella.
-
-Mentre la servetta andava per il lume, Gertrude esaminava il plico
-cercando d'indovinare che potesse contenere quella missiva di così
-straordinarie dimensioni e tanto pesante. Non credeva possibile
-che fosse la risposta del signor Amory: l'aspettava al più presto
-entro il giorno seguente. Da chi mai proveniva? Ma non appena Gianna
-rientrò recando luce nella stanza, ella riconobbe la scrittura di lui:
-ansiosamente ruppe il suggello ed estrasse dalla busta parecchi fogli
-coperti di fitti caratteri.
-
-Li lesse con un'avidità e un'intensa commozione, che la grave
-importanza del contenuto ben giustificava.
-
-
-
-
-XLVI.
-
- Ha rapide e violente ore la vita
- Che nel precipitoso corso l'opra
- Fanno d'una tempesta....
-
- HEMANS.
-
-
-Il manoscritto diceva così:
-
-
-«Figliuola mia, mia dolce e amorosa creatura.
-
-«Poichè tu stessa m'incoraggi assicurandomi che il peggiore dei miei
-timori era infondato (il timore che fin dalla tua fanciullezza il mio
-nome fosse stato infamato al tuo orecchio e il tuo giovane cuore avesse
-appreso ad aborrire tuo padre); poichè posso fare appello a te come
-a un giudice imparziale, ti rivelerò il dramma della mia vita; e ti
-proverò così che sei veramente mia figlia confidandomi che tu almeno mi
-crederai e m'amerai ad onta dell'ingiustizia del mondo.
-
-«Non voglio nasconderti nulla. Voglio palesare anzi subito ciò che
-più pavento di dire: le spiegazioni che seguono varranno, spero, ad
-attenuare l'orrore della mia storia.
-
-«Il signor Graham è il mio patrigno, e la mia santa madre, morta da
-lunghi anni, fu in tutto, fuorchè nell'opera della natura, la vera
-madre d'Emilia. Ma quantunque io sia, a questo titolo, congiunto di
-coloro che tu ami tanto, mi divide da essi una terribile maledizione:
-perchè fu la mia quella mano sciagurata che precipitò l'infelice
-Emilia in perpetue tenebre, (oh, non odiarmi ancora, Gertrude!). E
-non è tutto: a questo fatto orrendo s'aggiunse una grave accusa che
-mi denigrava agli occhi dei miei simili: l'accusa d'un delitto basso e
-vergognoso. Pure, io che vivo sotto un bando, io che vo errante per il
-mondo col cuore spezzato, vittima d'un funesto destino, sono innocente
-d'ogni colpa volontaria, come tu sarai persuasa se puoi fidare nella
-veracità di ciò che ti narro.
-
-«La natura mi diede e l'educazione alimentò in me uno spirito ribelle.
-Ero l'idolo di mia madre, donna di debole complessione, la quale
-sebbene m'amasse d'un amore per cui benedico sempre la sua memoria,
-non aveva l'energia necessaria a domare e governare la mia indole
-appassionata e pertinace. Tuttavia, per quanto indisciplinato, non
-inclinavo nè alla malvagità nè al vizio; m'arrogavo bensì un dominio
-incontrastabile, tanto a scuola che a casa, ma mi facevo molti amici,
-e nessun nemico. Quand'ecco d'un tratto fu posto un freno all'estrema
-libertà di cui godevo. Mia madre, ch'era vedova, sposò il signor
-Graham, e subito sentii gravare duramente la mano del suo secondo
-marito sulla mia indipendente adolescenza. S'egli m'avesse trattato con
-benignità, se si fosse cattivato il mio affetto (come gli sarebbe stato
-agevole, perchè il mio cuore ardente e sensitivo era disposto alla
-tenerezza e alla gratitudine), egli avrebbe potuto avere un immenso
-influsso sul mio carattere non ancora formato.
-
-«Invece fu il contrario. Egli usò verso di me un contegno pieno di
-glaciale freddezza e di sussiego. Al primo tentativo d'accostarmi a
-lui, fatto per esortazione della mamma, chiamandolo col nome di padre,
-venni respinto sdegnosamente, sicchè mi guardai bene dal ricadere in
-questa colpa. Ma di quel titolo ch'egli rifiutava, assumeva però tutti
-i privilegi e tutta l'autorità, ferendomi così nei sentimenti più
-delicati e nei più fieri, ed eccitando in me uno spirito di ribellione
-ad ogni suo comando.
-
-«Due cose in ispecie mi amareggiavano e accrescevano la mia avversione
-contro il prepotente patrigno: l'una era l'assoluta dipendenza dalla
-sua liberalità in cui sapevo di trovarmi; l'altra la confidenza fattami
-imprudentemente, benchè con benevole intenzioni, da una persona di
-servizio ch'era da molto tempo in casa Graham, circa l'origine della
-sua antipatia per me: la quale pare fosse un'antica inimicizia tra
-lui e mio padre, uomo onorevole e di alti sensi, a cui ero superbo di
-rassomigliare, come mi affermavano quelli che lo avevano conosciuto.
-
-«In questa guerra disuguale io mi trovavo soverchiato dalla forza
-preponderante del nemico; ero ancora un ragazzo, soggetto a tutela,
-e dall'altra parte non potevo rimaner sordo alle implorazioni di mia
-madre che mi supplicava di sottomettermi per amor suo. Quindi io,
-soltanto in qualche caso, quando mi pareva d'essere stato trattato
-con troppo oltraggiosa ingiustizia, mi ribellavo apertamente; ed anche
-allora c'era chi s'adoperava a ricondurre la pace, e almeno l'apparenza
-della buona armonia, in famiglia.
-
-«Così passarono parecchi anni, e, se non giungevo ad amare il
-signor Graham, tuttavia la potenza dell'abitudine, i miei studi che
-m'occupavano e m'appassionavano, e una crescente padronanza di me
-stesso, conferivano a rendermi più tollerabile la vita nella casa del
-patrigno.
-
-«E poi c'era qualche cosa che mi compensava di tutte le mie pene: il
-mio amore per Emilia, la quale vi corrispondeva con pari tenerezza.
-Non l'amavo già perchè era una preziosa mediatrice tra me e suo padre,
-nè perchè si assoggettava pazientemente a tutte le mie volontà e
-m'aiutava in tutti i miei disegni; ma perchè le nostre anime erano
-fatte l'una per l'altra, e più si sviluppavano e s'espandevano,
-più forte le avvinceva un legame che solo una mano barbara poteva
-strappare e spezzare. Non mi dilungherò sull'ardore e la profondità di
-quest'affezione: basti il dire ch'era divenuta la vita della mia vita.
-
-«Mia madre morì. Io ero purtroppo allora, a mal mio grado,
-impiegato nel banco del signor Graham, e abitavo sempre in casa sua.
-D'improvviso, senza ragione e senza scusa, egli cominciò a modificare
-la nostra vita domestica, seguendo una condotta non meno stolta
-che crudele, la quale irritava il mio orgoglio, torturava i miei
-sentimenti, eccitava la mia focosa natura a segno da rendermi quasi
-pazzo. Si era proposto di privarmi dell'unico bene che m'allietasse,
-che addolcisse i rigori della mia sorte: l'amore d'Emilia. Tralascio
-di raccontarti i motivi che io gl'imputavo, i mezzi ch'egli usava: ma
-erano tali da cambiare la mia antipatia per lui in odio amarissimo,
-la mia riluttante obbedienza ai suoi voleri in aperta e deliberata
-opposizione.
-
-«Lungi dal rassegnarmi a un divieto che stimavo tirannico, cercavo la
-compagnia d'Emilia in ogni maniera, e persuadevo la gentile fanciulla a
-prestarsi ai miei strattagemmi per sventare i disegni di suo padre. Io
-non le parlavo d'amore, non tentavo di legarla a me con una promessa,
-non accennavo al matrimonio: un senso d'onore me lo proibiva. Ma
-con una giovanile audacia che, temo, era il colmo della follia e
-dell'imprudenza, coglievo tutte le opportunità, fosse anche presente il
-signor Graham, per manifestare la mia ferma determinazione di mantenere
-liberamente con lei quella familiarità affettuosa ch'era nata dalle
-circostanze, e non poteva essere più repressa se non con la forza.
-
-«Emilia cadde malata, e durante sei settimane non mi fu concesso di
-vederla un momento. Non appena ella fu in istato d'uscire dalla sua
-camera, spiai costantemente un'occasione di parlarle. Alfine mi si
-offerse. Eravamo da un'ora insieme nella biblioteca, quando il signor
-Graham venne a sorprenderci. Egli s'avanzò verso di noi con una faccia
-di cui mai non scorderò la durezza e la severità. Io non mi sgomentai
-di quell'intrusione credendomi preparato a sfidarne le probabili
-conseguenze; ma non potevo aspettarmi un attacco di ben altra natura.
-
-«Ch'egli mi rimproverasse di disobbedienza a desiderî da lui datimi a
-intendere in ogni possibile modo, che mi dichiarasse più esplicitamente
-la sua risoluzione di mettere una barriera tra la sua figliuola e me,
-erano cose ch'io prevedevo, e mi trovavo apparecchiato a rispondergli:
-ma quando egli proruppe in sanguinose e volgari ingiurie, quando
-furiosamente m'investì con ignobili accuse, apponendomi fini egoistici
-e vili in cui neppure per un attimo s'era mai fissato il mio pensiero,
-ammutolii dallo stupore e dalla collera.
-
-«Nè questo fu il peggio. In presenza della pura giovanetta ch'io
-adoravo egli m'imputò d'uno dei più bassi, più neri delitti, del
-delitto di falso, affermando che la mia colpa, allora allora scoperta,
-era provata, indubitabile.
-
-«L'ira che m'ardeva dentro divampò. Alzai la mano, strinsi il pugno.
-Che fossi in procinto di fare non so dirtelo. Avrei trovato parole
-per asserire la mia innocenza, respingere la calunnia, dimostrare la
-falsità dell'imputazione? O, mancandomi la voce soffocata dal furore,
-mi sarei slanciato sul mio patrigno, scostandolo da me con violenza,
-buttandolo forse a terra, e sarei corso fuori per calmarmi all'aria
-aperta e raccogliere il mio spirito? Non posso congetturarlo, perchè in
-quel punto un acuto grido d'Emilia mi richiamò in me; e nel volgermi la
-vidi cadere svenuta sul divano.
-
-«Ella pareva colpita a morte dall'orrore di quella scena. Dimenticando
-ogni altra cosa mi precipitai verso di lei, ansioso di soccorrerla.
-Accanto al divano c'era un tavolino sul quale stavano parecchie
-boccette. Frettolosamente ne afferrai una, e nella mia agitazione
-m'accadde di versarne il contenuto, ch'io credevo un'essenza
-corroborante, sulla faccia d'Emilia, la quale giaceva supina.... Io non
-so di che si componesse la funesta mistura, ma ahimè, gli effetti ne
-furono evidenti.... l'atto irrimediabile era compiuto.... e compiuto
-per mia mano!
-
-«Lo spasimo atroce ridestò nella sventurata fanciulla la coscienza
-della vita. Ella balzò dal divano e, urlando selvaggiamente, le braccia
-alzate sul capo, come una pazza, si diede a correre attraverso la
-stanza, poi s'acquattò in un angolo. Io la seguii disperato, in preda a
-un'angoscia quasi pari alla sua; ma ella mi respinse, stendendo le mani
-con grida strazianti.
-
-«Il signor Graham, che su quel subito era rimasto impietrito, s'avventò
-allora contro di me, furibondo. Invece d'aiutarmi nei miei sforzi
-per sollevare la povera Emilia da terra, egli, senza alcuna pietà del
-mio stato, che era poco meno compassionevole di quello di lei, inveì
-ferocemente, rimproverandomi con parole crudeli, torturanti, che mi
-suonano ancora all'orecchio, d'esser la sola causa della disgrazia,
-accusandomi d'avergli uccisa la sua figliuola; e detto ch'ebbe, mi
-cacciò dalla stanza e dalla casa, espulsione alla quale io, schiacciato
-dal dolore e dal rimorso, non avevo la forza nè il desiderio d'oppormi.
-
-«Oh, quanto fu terribile la notte, quanto terribile il giorno seguente!
-Non posso darti un'idea di come li passai. Fino all'alba andai errando
-per la campagna, cercando invano di collegare i miei pensieri, di
-riacquistare un po' di calma. Ma al riapparire della luce, sebbene
-avessi ancora il polso febbrile e il cervello eccitato, cominciai a
-comprendere la necessità di tracciarmi una via di condotta.
-
-«La condizione infelicissima d'Emilia, l'ansia intensa di conoscere
-i peggiori effetti dell'orrendo caso, mi sollecitavano a recarmi
-furtivamente o palesemente, ma il più presto possibile, alla casa del
-signor Graham. Inoltre, tutto il poco ch'io possedevo, consistente,
-quanto a denaro, nel solo residuo del mio ultimo trimestre di
-stipendio, e quanto al resto nei miei indumenti e qualche oggetto di
-valore donatomi da mia madre, si trovava nella camera da me fino allora
-occupata. Non potevo quindi evitare di ritornarci almeno una volta. E
-presa questa risoluzione mi riposi in cammino verso la città, pronto,
-se era necessario, per ottenere notizie d'Emilia, anche ad incontrarmi
-a faccia a faccia con suo padre.
-
-«Tuttavia, quando fui vicino alla casa, titubai, non osai proseguire.
-Il signor Graham non mi aveva nulla risparmiato, neppure la minaccia
-d'espellermi con la violenza se osassi ripresentarmi sulla sua
-soglia: ed io temevo d'avventurare il mio temperamento focoso in una
-colluttazione con quell'uomo al quale avevo fatto già male abbastanza.
-
-«Non avevo io forse col terribile mio atto della sera innanzi, atto di
-cui già presagivo le funeste conseguenze, desolato la vita dell'unica
-e adorata sua figliuola, sepolto sotto un nero pallio le sue più care
-speranze? No, per nulla al mondo non avrei voluto aggiungere al mio
-involontario misfatto la colpa d'alzar la mano su colui che per quanto
-ingiusto fosse stato verso un giovanetto innocente, era punito con un
-castigo assai troppo severo.
-
-«Io sapevo che il suo furore era implacato, che egli avrebbe
-potuto eccitare il mio fino alla frenesia, e però mi proposi di non
-affrontarlo inconsideratamente. Un colloquio con lui dovevo averlo, a
-fine di confutare le calunniose accuse portate a mio carico; ma non
-tra le mura della sua casa, dove sua figlia soffriva per causa mia.
-Là, nel banco dove egli pretendeva ch'io avessi commesso un falso, ed,
-in presenza de' miei colleghi, avrei pubblicamente negato il delitto
-appostomi, e sfidato l'accusatore a darne le prove.
-
-«Ma anzi tutto bisognava ch'io vedessi Emilia, o che almeno avessi sue
-notizie. Prima d'incontrarmi con quel padre, conveniva che conoscessi
-esattamente la natura e la gravità del male ch'io gli avevo fatto
-nella sua creatura. E per questo m'era forza attendere il favore delle
-tenebre, ed introdurmi nella casa di soppiatto.
-
-«Vagai tutto il giorno, assillato dal mio cruccio, senza gustare
-nè desiderare cibo e riposo. Il pensiero della mia povera, adorata,
-torturata Emilia m'era presente sempre, mi tormentava indicibilmente.
-Le ore mi parevano eterne. Quella giornata conta ne' miei ricordi
-quanto un anno intero di miserie. Scese alfine la notte: una notte
-oscura, nuvolosa. L'aria era densa d'una nebbia così fitta, che
-nascondeva ogni cosa intorno alla distanza di pochi passi. La casa
-non m'apparve che quando fui davanti al portone. C'era fermo un legno
-che io riconobbi per il carrozzino del dottor Jeremy. Sussultai. Le
-sue visite ad Emilia erano cessate da più d'una settimana: lo avevano
-dunque richiamato a cagione della disgrazia! Data la presenza del
-medico, doveva esserci di certo anche il signor Graham. Perciò non
-entrai, e celato dalla nebbia attesi il momento opportuno.
-
-«Da uno spiraglio del portone potevo esplorare con lo sguardo l'interno
-dell'atrio. Vidi due volte la signora Ellis scendere e risalire;
-alfine scese il dottore, a passi lenti: il signor Graham lo seguiva, e
-poichè quegli se n'andava direttamente, lo trattenne per interrogarlo
-sullo stato della figliuola, come arguivo dalla profonda ansietà che
-si dipingeva nel suo volto, mentre con una mano sulla spalla di quel
-vecchio amico della famiglia cercava di leggergli negli occhi la sua
-opinione. Il dottore mi volgeva il dorso, e io non potevo giudicare
-delle sue risposte se non dall'effetto che producevano sul padre
-d'Emilia, il quale nell'aspetto già sconvolto, abbattuto, tradiva
-un'angoscia crescente ad ogni sillaba proferita dalle labbra del medico
-le cui oneste e sincere parole erano oracoli per chi conosceva la somma
-sua perizia.
-
-«Non occorrevano quindi altre testimonianze perchè fosse ribadita in me
-la certezza che il fato della sventurata fanciulla era irrevocabile;
-e guardando con pietà l'afflitto padre, pensando con terrore ch'io
-ero l'agente immediato in quell'opera di distruzione, sentivo ch'egli
-non poteva maledirmi più fieramente di quanto io maledissi me stesso.
-Ma per grandi che fossero il mio dolore e il mio pentimento, non
-mai scemati, d'aver avuto parte nello scatenarsi di quella tempesta
-in cui la giovanetta era così miseramente naufragata, non giungevo
-a dimenticare che ben maggior colpa ne aveva il signor Graham, nè a
-perdonargli la scellerata ingiustizia e gli oltraggi che mi avevano
-tratto di senno e snervato per modo da rendere uno strumento di rovina
-la mia mano tesa a recare soccorso.
-
-«Quando poi, partito il dottor Jeremy, uscì anche il mio patrigno,
-ed io, osservandolo mentre passava sotto un lampione, vidi che
-all'espressione di dolore già era succeduta sulla sua faccia quella
-consueta di sussiego, di compiacimento di sè e d'arroganza; quando
-compresi, udendo il picchiare sonoro e misurato della sua mazza sul
-lastrico, ch'egli era assai lontano dalla mia umiltà e dalla mia
-contrizione, cessai di sprecare quei sentimenti pietosi di cui egli
-non pareva aver gran bisogno e che ancor meno meritava. Non compiansi
-più che me solo, e fissai il mio sguardo su quella figura d'uomo duro e
-superbo, con l'anima riboccante d'un odio implacabile.
-
-«Non ritrarti da me, mia Gertrude, nel leggere questa franca
-confessione della mia natura appassionata e in quel momento
-eccitatissima. Tu forse non sai che sia odiare; ma fosti mai posta a
-simili prove?
-
-«Non appena il signor Graham ebbe svoltato il canto, m'avvicinai alla
-casa; il portone era chiuso, ma avevo la mia chiave: apersi ed entrai.
-Tutto pareva tranquillo: nelle stanze terrene non c'era nessuno. Salii
-pian piano, passai in una stanzina in fondo al corridoio che metteva
-nella camera d'Emilia ed aspettai un pezzo. Non s'udiva una voce, non
-si vedeva anima viva. Alfine, temendo che il mio patrigno ritornasse
-presto, risolsi d'andare nella camera mia, ch'era al secondo piano, a
-prendere il mio denaro ed alcuni oggetti di valore di cui non volevo
-privarmi, e poi scendere nella cucina ed ottenere almeno quelle notizie
-d'Emilia che avrebbe potuto darmi la cuoca, certa signora Prime, donna
-d'ottimo cuore, la quale, n'ero sicuro, m'avrebbe compatito.
-
-«Mi riuscì d'attuare la prima parte del mio disegno, ma a piè della
-scala di servizio m'imbattei nella signora Ellis che veniva dalla
-cucina con una tazza di brodo in mano. Costei era in casa Graham da
-poche settimane, messavi per ispiare le mie azioni, e perciò a me
-invisa. Ella conosceva tutti i particolari della disgrazia, ed era
-stata testimone della mia espulsione. Al vedermi si fermò di botto,
-gettò un grido soffocato, lasciò cadere la tazza e fece l'atto di
-fuggire, come davanti a una bestia feroce: infatti il mio aspetto
-in cui si dipingevano una selvaggia disperazione e il digiuno e la
-stanchezza, doveva darne l'idea....
-
-«Io le sbarrai il cammino e la forzai ad ascoltarmi. Ma prima ch'io
-potessi rivolgerle la domanda che mi bruciava le labbra ella proruppe,
-confermando i miei più atroci timori:
-
-«— Via di qui, ribaldo, via! Volete accecare anche me?
-
-«— Dov'è Emilia? — gridai. — Permettete ch'io la vegga!
-
-«— Vederla, voi? Orribile scellerato! No, ha già troppo sofferto per
-causa vostra. Pensa anche lei che basta, oramai. Lasciatela in pace.
-
-«— Che intendete dire? — io feci con un urlo, scotendo violentemente
-per le spalle la governante le cui parole mi sbranavano il cuore, mi
-rendevano frenetico.
-
-«— Che intendo dire? — ella continuò. — Che Emilia non vedrà mai più
-nessuno: e quando pur avesse mille occhi, voi non vorrebbe vedervi
-certo!
-
-«— Dunque anch'ella mi odia? — io esclamai, piuttosto parlando a me
-stesso che interrogando la donna.
-
-«Ma ella rispose prontamente:
-
-«— Se vi odia? Oh, sì, e peggio.... Non può trovare termini abbastanza
-severi per voi.... Mormora fino tra' suoi spasimi: «Crudele! Malvagio!»
-E via dicendo. Il suono del vostro nome la fa raccapricciare, e a noi
-tutti è proibito di pronunziarlo in sua presenza. —
-
-«Non aspettai d'udir altro: mi volsi e mi precipitai fuori.
-
-«Quella fu la crisi della mia vita. Il fulmine mi aveva colpito e
-atterrato. Speranze terrene, felicità, fortuna, buon nome, tutto già
-era perduto; un'unica luce solitaria brillava ancora nelle mie tenebre:
-l'amore d'Emilia. In esso fidavo; solo in esso. Ed ecco che perdevo
-anche quello; e ciò era perdere la mia giovinezza, la mia fede, la
-suprema speranza del Cielo. Io non ero più niente sulla terra: poco
-m'importava dove andassi nè che avvenisse di me.
-
-«Da quel momento cessai d'esser _io_. Scese su me la nube che da allora
-m'avvolge e sotto la cui oscura ombra tu mi vedesti e conoscesti. Fui
-tocco da quel male che mutò il gaio mio riso in un sorriso amaro, che
-diede i toni dell'ironia mal celata e del sarcasmo al mio parlare, un
-tempo franco e piacevole. I miei capelli incanutirono precocemente,
-i miei lineamenti presero un'espressione dura, spesso severa; i
-miei simili, per i quali nobilmente ambivo divenire un benefattore,
-m'apparvero come antagonisti armati contro cui avrei dovuto sostenere
-una perpetua guerra; e il Dio che avevo adorato, nel quale avevo
-creduto come in un amico fedele e un giusto vendicatore, chi era Egli?
-dove era Egli? perchè non faceva trionfare la mia innocenza? Di qual
-nero e premeditato delitto ero colpevole perchè mi abbandonasse così?
-Ahimè, sventura somma fra le mie sventure, avevo perduto la fede nel
-Signore.
-
-«Non so da qual parte mi diressi, uscendo dalla casa del signor Graham.
-Le strade che attraversai m'erano, senza dubbio, tutte familiari,
-ma non ne rammento neppur una: soltanto so che non mi fermai finchè
-non venni a trovarmi all'estremità d'una banchina, con gli occhi
-fissi sull'acqua profonda, tentato di spiccare pazzamente un salto e
-inabissarmi nell'oblio eterno!
-
-«Senza quell'ultimo colpo che aveva abbattuto la mia virile energia, mi
-sarei attaccato ancora alla vita, almeno per rivendicare la mia buona
-fama; non avrei mai voluto lasciare di me una memoria denigrata da cui
-gli uomini m'avrebbero giudicato e su cui Emilia avrebbe pianto. Ma ora
-che m'importava più della gente? Ed Emilia? Aveva cessato d'amarmi, e
-però non si sarebbe afflitta: ed io non bramavo più altro che la tomba,
-il nulla.
-
-«Vi sono istanti nella vita in cui una parola, uno sguardo, un
-pensiero, possono pesare sulla bilancia, del fato, e determinare un
-destino.
-
-«Così m'avvenne. Io ero incapace di concepire un qualsiasi disegno: il
-caso risolse per me. Un rumore di remi nell'acqua mi scosse dalla mia
-apatia; pochi minuti dopo una barchetta venne ad ormeggiarsi a breve
-distanza dal posto dove stavo. Tostò udii da presso, sulla banchina,
-un passo rapido e sonoro, e voltandomi vidi al lume della luna che
-usciva appunto da un cumulo di nubi, un robusto uomo di mare con una
-grave giacca impermeabile sotto il braccio destro e una vecchia sacca
-da viaggio nella mano sinistra. Egli aveva una faccia rubiconda e
-gioviale, e nel passarmi accanto per saltare nella barca dove due
-marinari lo aspettavano, coi remi stillanti sollevati, pronti a
-rituffarli, mi picchiò cordialmente una spalla esclamando:
-
-«— Ebbene, mio bel signorino, v'imbarcate con noi? —
-
-«Senza esitare io risposi di sì. L'uomo diede un'occhiata alla mia
-faccia, e un'altra al mio vestito, il quale parve fargli pensar
-bene di me circa la condizione sociale e la possibilità di pagare la
-traversata; e disse ridendo:
-
-«— A bordo, dunque! —
-
-«Con suo stupore, perchè aveva creduto che scherzassi, io saltai nella
-barca, e alcuni minuti dopo mi trovavo a bordo d'una bella nave a tre
-alberi, in procinto di salpare: non sapevo per dove.
-
-«Appena in capo a due o tre giorni di navigazione appresi ch'era
-diretta a Rio Janeiro: ma a me, qua o là, faceva lo stesso.
-
-«Io non ero l'unico passeggero: avevo per compagna di viaggio la
-figliuola del capitano, a nome Lucia Grey, la quale sembrava a casa
-propria, tanto sopra coperta che sotto. Durante la prima settimana
-quasi non m'accòrsi della sua presenza, e probabilmente avrei compiuto
-l'intera traversata senza occuparmi di quella giovanetta, mezzo
-bambina, mezzo donna, se il mio strano e misterioso contegno non
-l'avesse tratta a condursi verso di me in un modo che mi maravigliò e
-finì col commuovermi. La mia aria selvaggia e smarrita, la mia continua
-irrequietudine, la ripugnanza che avevo per il cibo, l'indifferenza
-che mostravo per tutto quanto m'accadeva dintorno, la colpirono ed
-eccitarono la sua compassione. Da principio mi credette squilibrato
-di mente, e mi trattò come tale. Spesso veniva a sedersi sulla tolda,
-di fronte a me, e stava a guardarmi per un'ora buona, ignorando o
-non curandosi d'essere a sua volta osservata: poi se n'andava con un
-profondo sospiro. Ogni tanto m'offriva qualche bocconcino prelibato,
-pregandomi che mi sforzassi di mangiare; e poichè io, commosso da
-quella gentile benevolenza, accettavo più volentieri il nutrimento
-dalla sua mano che da un'altra, queste piccole attenzioni divennero
-quotidiane.
-
-«A misura però che il mio aspetto e le mie maniere si ricomponevano, e
-il tormento febbrile a cui ero in preda si quotava in una malinconia
-profonda ma meno torbida e fiera, ella si comportava con maggiore
-ritegno; e quando cominciai ad essere più simile al comune degli
-uomini, a sedermi a tavola con gli altri, a dormire nel mio camerotto
-una parte almeno della notte invece di passarla tutta passeggiando sul
-ponte, Lucia cessò di frequentare quella parte della nave dove solevo
-stare durante la giornata; sicchè di rado avevo occasione di scambiare
-una parola con lei, se non la cercavo apposta.
-
-«Ma avemmo tempi burrascosi che mi costringevano a cercare rifugio
-nella cabina, e là quasi sempre m'incontravo con la fanciulla
-che, seduta sulla traversa di poppa, leggeva o contemplava le onde
-agitate. Il viaggio era lungo; necessariamente quindi ci si trovava
-spesso insieme, tanto più che il capitano Grey, quegli che m'aveva
-scherzosamente invitato ad imbarcarmi, continuava a mostrare una
-cordiale simpatia per me, e incoraggiava benignamente quell'amicizia
-considerandola come un aiuto a trarmi dal mio stato di malinconia,
-il quale sembrava stupire e addolorare il gioviale comandante del
-bastimento quasi quanto la sua pietosa e sensitiva figliuola.
-
-«La timidità di Lucia andava a poco a poco dissipandosi, e molto
-innanzi il termine della traversata io non ero più un estraneo per
-lei. Ella parlava meco familiarmente, o, piuttosto, _mi_ parlava:
-perchè mentre io, nonostante qualche accenno di curiosità da parte
-della ragazza, mantenevo un rigido silenzio circa i casi miei, ai quali
-non potevo nemmeno _pensare_ nonchè _discorrerne_, ella, in compenso,
-s'ingegnava d'intrattenermi raccontandomi la storia della sua vita, di
-cui mi riferiva con semplice franchezza quasi tutti i particolari.
-
-«A volte l'ascoltavo attento; a volte, assorto nelle mie dolorose
-riflessioni, non udivo più la sua voce e dimenticavo la sua
-presenza. Allora ella s'interrompeva, e quando, scotendomi dalla
-mia fantasticheria, alzavo subitamente gli occhi, sorprendevo il suo
-sguardo fisso nel mio volto con un'espressione di rimprovero che mi
-faceva raccogliere tutta la mia forza di volontà per mostrare di
-prestarle una seria attenzione, che spesso ella alfine riusciva a
-cattivarsi davvero.
-
-«Fino ai quattordici anni Lucia era vissuta con sua madre in una casina
-sul Capo Cod. Soltanto a rari intervalli il focolare domestico veniva
-rallegrato dal ritorno del padre da uno de' suoi lunghi viaggi. Di
-solito si recavano in quelle occasioni nella città dove il bastimento
-era approdato, passavano alcune settimane in continuo tripudio, e poi
-se ne tornavano a piangere la partenza del gaio capitano, e a contare
-le settimane e i mesi che dovevano trascorrere prima di rivederlo.
-
-«E infine avvenne che la madre ammalò e morì. Lucia mi diceva con
-parole commoventi il suo immenso dolore, e quanto amaramente il babbo
-aveva pianto apprendendo al suo arrivo la triste notizia; mi narrava
-la sua vita a bordo della nave che dopo la perdita della mamma era
-divenuta la sua casa; mi confidava come si sentisse mesta e abbandonata
-quando infuriava la burrasca ed ella, mentre il capitano era al suo
-posto sul ponte, sedeva sola sola nella cabina, ascoltando l'urlo del
-vento e il ruggito delle onde.
-
-«Ella aveva gli occhi gonfi di lacrime nel parlare di queste cose, ed
-io la guardavo con pietà come una che il dolore faceva mia sorella.
-Ma le prove sofferte non potevano tuttavia soffocare in lei i vivaci
-e baldi spiriti giovanili. Cinque minuti dopo finito di raccontare
-con patetica eloquenza un episodio delle sue precoci peripezie, se il
-padre, sempre allegro, capitava a sorprenderla con qualche burletta e a
-stuzzicarla provocando le sue rappresaglie, ella era già bell'e pronta
-a un duello di frizzi, e perfino di scherzi un po' rudi. La cabina o
-la tolda risonavan di chiassose risate, di motti giocosi, le malinconie
-erano dimenticate; e io, rifuggendo da una gaiezza che mal s'accordava
-con la mia infelicità e feriva i miei nervi irritati, mi ritiravo in
-qualche angolo remoto a meditare e piangere su miserie per le quali
-non potevo sperare simpatia, cui nessuno poteva partecipare, che dovevo
-soffrire solo, senza conforto.
-
-«Le mie sventure m'avevano reso così misantropo, che la gara di
-piacevolezze tra il buon capitano e la sua vispa figliuola, il riso
-musicale con cui la fanciulla rispondeva alle barzellette di due o tre
-vecchi marinari privilegiati, mi urtavano come un'offesa: nè avrei
-creduto possibile che una creatura tanto poco atta a comprendere le
-profonde mie pene, come Lucia, provasse per me una compassione sincera,
-se non avessi talvolta veduto, non senza commozione, la sua innocente
-ilarità cadere d'un tratto, e dar luogo ad un'aria grave e triste,
-quando per caso i suoi sguardi incontravano il mio viso addolorato,
-reso più scuro ancora dal contrasto con la sua allegria e quella de'
-suoi compagni.
-
-«Ma non devo più dilungarmi sulla nostra vita a bordo, perchè ho da
-riferire gli eventi di anni, e conviene ch'io mi tenga nei limiti d'una
-concisa esposizione dei fatti. M'astengo dunque dal descriverti la
-spaventosa tempesta durante la quale, per due giorni e una notte, la
-povera Lucia fu pazza di terrore, e che a me, noncurante dei disagi,
-indifferente al pericolo, diede occasione di contraccambiare la sua
-benevolenza, prodigandole tutte le cure e tutti i conforti ch'era
-in mia facoltà darle. Ma questo ed altri casi del lungo viaggio,
-conferirono a farle concepire una fiducia in me che quando fummo
-arrivati in porto mi pose a una difficile prova, piuttosto impacciante.
-
-
-
-
-XLVII.
-
- Non rigettar
- La mia preghiera! Questo lungo errare
- Sempre più lunge, troppo m'ha estenuato,
- Nè so una spiaggia dove il disperato
- Mio dolor possa mai requie trovare.
-
- E. B. BROWNING.
-
-
-«Il capitano Grey morì. Eravamo a circa sei o sette giorni di
-navigazione da Rio Janeiro quando cadde improvvisamente ammalato, e
-tre giorni innanzi che gettassimo l'àncora in quel porto esalò l'ultimo
-respiro. Io aiutai Lucia ad assisterlo, gli chiusi gli occhi, e portai
-tra le mie braccia la fanciulla svenuta, in un'altra parte della
-nave. Le feci riprendere i sensi, e tentai di confortarla con parole
-affettuose; ma quando ella ebbe piena coscienza della sua sventura,
-s'abbattè in una cupa disperazione più penosa a vedersi che la
-precedente assoluta insensibilità.
-
-«Suo padre non aveva in alcun modo provveduto a lei; nè invero egli
-avrebbe potuto farlo come provò in seguito lo stato de' suoi affari.
-Ben a ragione la poveretta si doleva della triste sua sorte, perchè
-ella si trovava senza altri parenti e senza denaro, e doveva sbarcare
-in una terra straniera che non offriva alcun ricovero all'orfana.
-
-«Seppellimmo il capitano in mare. Compiuto il lugubre ufficio, andai in
-traccia di Lucia, e procurai novamente, come già m'ero provato senza
-alcun successo, di destare in lei il sentimento della sua condizione,
-e deliberare sul da farsi, posto ch'eravamo già vicini al porto, e tra
-alcune ore saremmo stati costretti a lasciare il bastimento e cercare
-alloggio nella città. Ella m'ascoltò, ma non aprì bocca,
-
-«Infine accennai alla necessità di separarci, e le domandai che idee
-avesse per il suo avvenire. La sua risposta fu uno scoppio di lacrime.
-
-«Io manifestai tutta la mia pietà per il suo cordoglio, la esortai a
-non disperarsi.
-
-«Allora, tra i singhiozzi, e interrompendosi spesso per dare in
-esclamazioni di dolore, ella si raccomandò con semplicità infantile
-alla mia compassione, supplicandomi di non lasciarla, anzi diceva di
-non «abbandonarla», ricordandomi ch'era sola al mondo, e che toccando
-terra sarebbe stata sperduta in paese straniero, implorando la mia
-misericordia perchè la salvassi dal morire derelitta e disperata.
-
-«Che dovevo fare? Mi trovavo anch'io solo e sperduto, la mia vita non
-aveva alcun fine. Eravamo tutt'e due del pari, orfani e desolati. Non
-v'era che un punto di differenza: io potevo lavorare e proteggerla,
-ella non era in grado d'aiutarsi. A _me_ ella offriva una ragione di
-vivere: il rifugio ch'io avrei offerto _a lei_, per quanto povero,
-sarebbe stato sempre qualche cosa di meglio che il rimanere esposta ad
-ogni sorta di sofferenze e di pericoli. Io le dissi chiaramente che ben
-poco avevo da darle; perfino il mio cuore era spezzato. Ma volentieri
-avrei lavorato per sostentarla, l'avrei difesa, consolata, e forse
-anche amata, col tempo.
-
-«L'ingenua fanciulla non pensava al matrimonio invocando il mio
-appoggio: cercava la protezione d'un amico, non già un marito. Io le
-spiegai che soltanto il vincolo coniugale poteva impedire la nostra
-separazione, ed ella nell'umiltà della sventura finì con l'accettare la
-mia non molto lusinghiera profferta.
-
-«L'unico confidente del nostro subitaneo fidanzamento, l'unico
-testimonio della cerimonia nuziale, seguita poche ore dopo, fu un
-vecchio marinaro, un veterano incotto dal sole e dai venti, che
-aveva conosciuto ed amato Lucia fin da bambina, e il cui nome ti sarà
-probabilmente familiare: Ben Grant. Egli scese a terra con noi e ci
-accompagnò alla chiesa, che fu la nostra prima mèta, e poi nel più che
-modesto alloggio di cui bisognava per allora contentarsi. Il buon uomo
-si dedicò alla figlia del suo capitano con abnegazione; ma ahimè, in un
-frangente che or ora saprai, il suo zelo fu malinteso e riuscì funesto.
-
-«Dopo molte difficoltà ottenni un impiego da un negoziante nel quale
-riconobbi per caso un ottimo amico del mio defunto padre. Egli era
-stabilito a Rio da parecchi anni, ed esercitava un vasto traffico.
-Volentieri m'accolse nella sua casa commerciale in qualità di commesso,
-e di tanto in tanto mi mandava anche a trattare affari in posti più
-o meno lontani. Le mie occupazioni erano regolari e proficue, sicchè
-presto non solo fui al riparo dal bisogno, ma potei procurare alla mia
-giovane sposa una certa agiatezza, se non il lusso.
-
-«Il suo carattere dolce, il buon animo e l'umor gaio con cui aveva
-sopportato le privazioni, l'ardore de' suoi sforzi per rendermi felice,
-non rimasero senz'effetto. Combattei la mia torva malinconia, pervenni
-a rasserenare il mio aspetto; e le rughe precoci che la sua piccola
-mano amorosamente spianava, alfine non ricomparvero più. Il breve
-tempo che passai con tua madre, Gertrude, è un episodio soave nella
-memoria della tempestosa mia vita. Giunsi ad amarla molto; non come
-amavo Emilia.... questo sarebbe stato impossibile.... ma ella era il
-fiore solitario che cresceva sulla tomba delle mie speranze giovanili e
-diffondeva intorno a me una gentile fragranza. La figliuola ch'ella mi
-diede non m'è più cara perchè è una parte di me stesso che per essere
-il frutto di quel caro fiore, tanto presto divelto e schiacciato....
-
-«Circa due mesi dopo la tua nascita, bambina mia, innanzi che i
-tuoi occhi avessero appreso a sorridere alla vista di tuo padre
-necessariamente molto spesso lontano da casa, gli affari di cui ero
-incaricato quale agente mi chiamarono in una piazza piuttosto distante
-da Rio. Ero assente da quasi un mese, avendo dovuto estendere il mio
-viaggio oltre l'itinerario fissatomi, e avevo sempre mandato regolari
-notizie a Lucia (la quale, però, credo non ricevette mai le mie
-lettere), quando capitai in un posto i cui dintorni erano infestati da
-malaria. Per amore della mia famiglia presi tutte le precauzioni a fine
-d'evitare l'infezione, ma furono inutili. La terribile febbre mi colse
-e giacqui settimane tra la vita e la morte. Durante la mia malattia fui
-crudelmente negletto, perchè non avevo colà alcun amico, e l'esiguità
-della mia borsa non allettava i mercenari: ma la pena in cui ero per
-Lucia e per te, superava di gran lunga i patimenti fisici, pur tanto
-gravi.
-
-«La mia immaginazione inquieta mi suscitava ogni sorta di paure:
-ahimè, nessuna delle peggiori s'avvicinava alla realtà che m'attendeva
-al mio ritorno. Dopo un'interminabile degenza, ripresi la via di
-Rio, emaciato, estenuato, quasi privo di denaro e con le vesti
-lacere. E quando cercai la mia casa la trovai deserta, e fui ammonito
-d'allontanarmene, poichè la funesta epidemia della quale io ero stato
-preda, aveva poco meno che spopolato quella strada e le adiacenti.
-Benchè facessi le più minuziose inchieste, non potei saper nulla
-di mia moglie e della mia creatura. Corsi all'orribile carnaio dove
-durante l'infierire della pestilenza venivano esposti i cadaveri non
-riconosciuti; ma tra quei miserandi avanzi sfigurati era impossibile
-distinguere i propri congiunti dagli estranei. Errai giorni e giorni
-per la città sperando d'ottenere qualche informazione concernente
-Lucia: nessuno l'aveva mai udita menzionare. Esplorai tutte le banchine
-che Ben Grant, al quale v'avevo affidate, tua madre e te, soleva
-frequentare, chiesi di lui, descrivendo esattamente la sua persona: non
-ne scopersi la minima traccia.
-
-«Il mio primo pensiero era stato ch'egli e Lucia si fossero, com'era
-naturale, rivolti al negoziante per cui viaggiavo a fine di conoscere
-la causa della mia prolungata assenza. E però trovando vuota la mia
-casa avevo affrettato il passo in cerca di lui. Anch'egli era caduto
-vittima del morbo dominante! Il suo banco era chiuso, la sua ditta
-cancellata. Io continuai le indagini finchè l'ultimo bagliore di
-speranza non fu spento. Ma venni assicurato che quasi nessuno tra gli
-abitanti del rione dove avevo lasciato la mia famiglia era sfuggito al
-flagello; e persuaso alfine che il mio fato continuava a perseguitarmi
-con un implacabile furore di cui quest'ultimo colpo, ch'io mi avrei
-dovuto aspettare, non era se non un singolo sfogo, disperatamente
-risolsi d'imbarcarmi, pagando la traversata col mio lavoro, sulla prima
-nave che mi portasse a questo prezzo lontano dai luoghi pieni di così
-strazianti ricordi.
-
-«Da quel punto cominciò quella corsa angosciosa attraverso il mondo,
-senza termine e senza requie, in cui si riassume la mia vita. Con vari
-propositi, e lottando con varia fortuna per conseguirli, viaggiai in
-tutte le regioni del globo. Non v'è quasi una terra che il mio piede
-non abbia premuta; ho navigato tutti i mari, respirato l'aria di tutti
-i climi. Ho vissuto parimente nella città e nel deserto, fra gli uomini
-inciviliti e fra i selvaggi. Ed ho imparato la triste verità, che la
-pace non esiste in nessun luogo, e che l'amicizia per lo più è un nome
-vano. Se sono giunto a odiare, a sfuggire, a disprezzare il genere
-umano, è perchè io lo conosco bene.
-
-«Una volta visitai perfino la dimora dove trascorse la mia adolescenza.
-Non conosciuto, non veduto, calcai il suolo familiare, mirai le facce
-familiari benchè tocche dal tempo. Stetti davanti alla finestra della
-biblioteca del signor Graham, vidi l'aspetto sereno d'Emilia, contenta,
-felice nella sua cecità e nell'oblio del passato. Una fanciulla
-sedeva accanto al fuoco tentando di leggere alla luce vacillante della
-fiamma. Io non sapevo allora che desse un così dolce incanto alla sua
-fisonomia pensosa, nè perchè il mio sguardo vi si posasse con raro
-piacere: nessuna voce diceva al mio cuore paterno che io contemplavo
-il volto della mia figliuola. Non giurerei che il forte impulso da
-cui mi sentivo spinto ad entrare, a farmi riconoscere, ad implorare da
-Emilia una parola di perdono non fosse per prevalere sul timore del suo
-sdegno; ma in quella apparve il signor Graham, con la sua aria glaciale
-e severa, ed io fuggii di là.... Il giorno seguente ripartivo alla
-volta di luoghi lontani.
-
-«Quantunque nei diversi lavori che ero costretto a intraprendere per
-mantenermi decentemente, io guadagnassi spesso tanto da poter godere
-una temporaria indipendenza, e concedermi il lusso di costosi viaggi,
-non pensavo ad accumulare un patrimonio: a che m'avrebbe servito,
-poichè non avevo da provvedere che alla sodisfazione de' miei bisogni
-immediati? Ma il caso mi gettò dinanzi quella ricchezza ch'io non
-m'affannavo a cercare.
-
-«Dopo un anno passato nelle selvagge solitudini dell'Occidente, tra
-avventure il cui racconto ti sembrerebbe incredibile, seguitai ad
-attraversare quella regione, compiendo, senza compagni, un aspro e
-lungo viaggio, il quale aveva l'unico fine d'appagare il mio umore
-vagabondo. Venni così a trovarmi nel paese che fu poi chiamato la
-«terra promessa», nonostante che per molti dei cupidi emigranti fosse
-invece una terra di false lusinghe e di amari disinganni. Tuttavia
-per me ne scaturì l'oro di cui non avevo sete. Io fui tra i primi
-scopritori delle prodigiose miniere, e uno dei più fortunati, benchè
-dei meno diligenti e meno bramosi d'arricchirsi.
-
-«Ma questa non fu la sola nè la maggiore delle fortune toccatemi. Coi
-primi frutti delle mie fatiche comperai un'immensa distesa di terreni,
-approfittando di un'occasione offertasi. Ero ben lungi dal sognarmi che
-quei campi deserti diverrebbero un giorno le strade e le piazze d'una
-grande e prospera città. Eppure fu così: ed io senza sforzi, quasi
-senza saper come, acquistai ricchezze favolose.
-
-«Non è tutto. Il caso felice che guidò i miei passi alla terra
-dell'oro, mi condusse a scoprire una perla preziosa, un tesoro a
-paragone del quale le miniere della California sono un nulla ai miei
-occhi.
-
-«Tu sai che il grido della conquista corse il mondo, e uomini d'ogni
-nazione portarono le loro braccia al campo della fortuna. Poi venne la
-fame, seguita dalla malattia e dalla morte; e molti furono quelli che
-mentre s'affrettavano ansiosamente verso l'aurea mèsse, caddero sul
-margine della via prima d'averla pur veduta ondeggiare da lontano.
-
-«Per quanto io disprezzassi quell'avida canaglia, non potevo, nelle
-mie privilegiate condizioni, ricusarmi di soccorrere gli sciagurati che
-venivano ad abbattersi ai miei piedi; e, per una volta, la mia umanità
-trovò la sua ricompensa.
-
-«Un uomo di miserabile aspetto, cencioso, sfinito, mezzo morto, si
-trascinò fino alla mia tenda (il paese, in quel tempo primitivo, non
-offriva altra abitazione) e con voce fievole si raccomandò chiedendo
-la carità. Io lo accolsi nell'angusta mia dimora, e non gli fui avaro
-delle cure che ero in grado di prestargli. Ma egli non soffriva che
-d'inedia, e quando si fu satollato, manifestò subito la selvaggia
-brutalità della sua natura nell'arcigna indifferenza con cui ricevette
-l'ospitalità benevolmente concessagli da un estraneo, e nella vile
-ingratitudine con cui ne abusò. In capo ad alcuni giorni le sue
-forze erano ristorate, sicchè io, desideroso di levarmi d'attorno
-quell'intruso il quale cominciava a condursi in modo da farmi dubitare
-della sua buona fede, lo avvertii che doveva andarsene, non senza però
-mettergli in mano una quantità d'oro sufficiente ad assicurare il suo
-sostentamento finchè fosse giunto alle miniere ove diceva d'essere
-diretto.
-
-«L'uomo parve malcontento. Mi chiese il permesso di rimanere fino alla
-mattina seguente non avendo egli alcun ricovero per la notte che già
-s'avvicinava. Io accondiscesi, perchè non m'immaginavo qual serpente
-avessi riscaldato al mio focolare. In sulla mezzanotte un leggero
-rumore mi destò: ci voleva poco a turbare il mio sonno che non era mai
-profondo. Mi rizzai e vidi l'ospite affaccendato a impadronirsi del
-mio denaro, e pronto a svignarsela senza salutarmi. La sua ribalderia
-andò più oltre. Nell'atto ch'io l'agguantavo rimproverandogli il furto
-vergognoso, egli afferrò un'arme che si trovava lì presso, e attentò
-alla vita del suo benefattore. Ma io stavo all'erta; rapidamente
-schivai il colpo, ed essendo il più forte, in pochi momenti ebbi
-ridotto all'impotenza il mio disperato avversario. Costui si trascinò
-alle mie ginocchia implorando grazia con l'abietta sommissione che si
-conveniva a un così spregevole furfante. E ben aveva di che tremare,
-perchè la legge di Lynch era allora nel suo pieno vigore, e faceva
-giustizia sommaria dei criminali.
-
-«Avrei probabilmente abbandonato il traditore alla sorte meritata,
-se egli non avesse per caso scoperto alla mia cupida brama un oggetto
-desiderabile a segno, ch'io gli offersi la libertà come prezzo del suo
-possesso, con un ardore in cui dimenticai il castigo dovuto a tanta
-perfidia.
-
-«Il ladro, obbedendo al mio comando, vuotò le sue tasche per
-restituirmi l'oro, la cui perdita non m'avrebbe oltremodo afflitto:
-e mentre il vil metallo rotolava ai miei piedi, vidi brillare tra
-le monete un gioiello _mio_, legittimamente _mio_ quanto il resto; e
-quella vista mi colmò di maraviglia e di gioia, più che se fosse stato
-una stella caduta dal cielo.
-
-«Era un anello assai singolare per il disegno e la fattura, già
-appartenuto a mio padre, portato poi da mia madre fino al tempo delle
-sue seconde nozze, e da lei allora dato a me. Io lo tenevo caro come
-un'eredità preziosa, ed era uno dei pochi oggetti di valore presi meco
-nell'abbandonare la casa del mio patrigno. L'avevo lasciato, insieme
-con un orologio e qualche altro piccolo gioiello, a Lucia, quando m'ero
-separato da lei a Rio, e rivedendolo mi sembrava udire una voce da una
-tomba.
-
-«Con ansiosa avidità interrogai il mio prigioniero per sapere come
-quell'anello fosse venuto nelle sue mani, ma egli si chiuse in un
-ostinato silenzio. Ora toccava a me supplicarlo; e alfine, la promessa
-che, terminato il suo racconto, l'avrei lasciato partire immune dalla
-«fustigazione della giustizia»[6] gli strappò il segreto che per
-me aveva un'importanza vitale. Ti riferirò in poche parole la sua
-intralciata e scucita narrazione.
-
-«Quell'uomo era Stefano Grant, il figlio del mio vecchio amico Ben.
-Egli aveva udito dalla bocca di suo padre la dolorosa storia della
-tua mamma, e la circostanza d'un violento alterco tra il marinaro e
-quella megera di sua moglie quando egli le aveva portato in casa la
-giovane straniera, era servita ad imprimerla bene nella memoria del
-ragazzaccio.
-
-«A quanto rilevai da ciò che Stefano mi disse, pare che la mia
-prolungata assenza e la mancanza di notizie mentre io giacevo
-malato, fossero interpretate dal fedele ma troppo diffidente amico e
-consigliere della mia sposa, come un volontario e crudele abbandono.
-La povera figliuola, per la quale la mia vita passata era un mistero,
-e rimanevano quindi inesplicabili molti particolari del mio carattere
-e della mia condotta, cominciò a sentirsi persuasa che i timori e i
-sospetti del buon vecchio non erano infondati. Ella s'era rivolta al
-mio principale, a fine d'ottenere qualche informazione; ma egli, che mi
-sapeva esposto all'epidemia e mi credeva oramai nel numero dei morti,
-non volendo desolarla le aveva dato risposte così oscure ed ambigue, da
-mutare quasi in certezza le sue vaghe apprensioni. Tuttavia si ricusò
-fermamente di lasciare la nostra casa, e attaccandosi a un'ultima
-speranza stette ad aspettarvi il mio ritorno finchè il morbo non
-principiò a menare strage nel vicinato. Il suo piccolo gruzzolo era già
-finito, le forze sì morali che fisiche le venivano meno, e Ben, sempre
-più sicuro che l'ingenua Lucia era stata tradita e abbandonata, potè
-finalmente indurla a vendere la sua mobilia, e grazie alla somma così
-raccolta fuggire dal paese infetto prima che fosse troppo tardi. Ella
-partì per Boston con un bastimento su cui il suo umile protettore s'era
-imbarcato in qualità di marinaro; e, giunti in porto, egli la condusse
-nella sola casa che poteva offrirle: la sua.
-
-«Là si compì il fato della tua sventurata madre con la sua morte nel
-fior degli anni, e tu, bambinetta, restasti sola alla mercè della
-femmina crudele che unicamente la coscienza d'un crimine commesso e
-la tema di essere scoperta, rattenne dal cacciarti fin da allora fuor
-del misero asilo trovato sotto il suo tetto. Questo crimine consisteva
-in un vilissimo furto perpetrato da lei e dal già infame suo figlio
-in danno dell'innocente e infelice Lucia che la sua debolezza rendeva
-oramai una facile preda per la loro rapacità.
-
-«I frutti del ladrocinio non furono però mai goduti da Annetta Grant,
-il cui promettente rampollo tanto la superava in duplicità ed astuzia,
-che fattosi consegnare i gioielli col pretesto di venderli bene, si
-tenne per sè ciò che gli parve opportuno, e s'appropriò il denaro
-ricavato dal resto.
-
-«L'anello antico ora tornato in mio possesso, la preziosissima reliquia
-di una luttuosa tragedia, avrebbe seguìto la sorte degli altri oggetti
-rubati se non fosse parso al ladro di poco valore. Ma esso salvò,
-temporariamente almeno, lo sciagurato Stefano dal castigo dei felloni
-che certo aspetta quel peccatore impenitente; e quanto a me.... ah,
-quanto a _me_ rimane dubbio ancora se il segreto di cui fu la chiave
-consolerà la vita che m'avanza o farà pesare sovr'essa una più grave
-maledizione!
-
-«Quantunque le informazioni così ottenute suscitassero in me
-l'eccitante idea che la mia figliuola vivesse ancora e potesse alfine
-essermi resa, io non osavo abbandonarmi a quest'ardita speranza, perchè
-nulla m'assicurava che non fosse destinata a perire in germe, che il
-perduto tesoro di cui avevo miracolosamente scoperto le tracce non
-dovesse di nuovo sfuggire alle mie ansiose ricerche. A tutte le domande
-concernenti te, mia Gertrude, Stefano, il quale non aveva più ragione
-alcuna di nascondermi la verità, rispose che non era in grado di
-comunicarmi particolari posteriori al tempo in cui eri andata a stare
-con Trueman Flint. Egli sapeva che il lampionaio t'aveva ricoverata
-la notte che Annetta ti cacciò in istrada, e un caso gli apprese, di
-lì ad alcuni mesi, la tua permanenza in quel luogo di rifugio, essendo
-stato il vecchio (per dire come disse lui) tanto solennemente imbecille
-da recarsi di spontanea volontà a risarcire sua madre del danno da
-te fatto in uno sfogo d'infantile vendetta alla vetrata d'una sua
-finestra.
-
-«Di più non giunsi a rilevare, ma era uno stimolo sufficiente perchè
-io m'adoprassi con tutte le mie energie a ritrovar la mia creatura.
-Pieno il cuore di quest'unico desiderio, m'affrettai a partire per
-Boston. Non durai fatica a rintracciare le notizie del tuo benefattore,
-e quantunque fosse morto da anni, non poche persone, degne di fede,
-m'attestarono le sue grandi virtù, che ben erano conosciute. Nè la sua
-figliuola adottiva era dimenticata nel quartiere dove aveva passato
-l'infanzia. Più d'una voce rispose alle mie inchieste con accento
-di gratitudine, enumerando le ragioni di ricordare la fanciulla che
-essendo venuta in prospere condizioni dopo aver provato la povertà,
-s'era fatta un dovere e un piacere di soccorrere nei loro bisogni i
-suoi vicini d'un tempo, le cui sofferenze le erano note per avervi
-partecipato.
-
-«Ma, ahimè, alla somma delle mie tristi vicissitudini, una ancora
-doveva aggiungerne l'inesorabile destino.... Nel momento ch'io
-m'accertavo che mia figlia viveva ed era al sicuro, nel momento che
-il mio cuore paterno esultava al suono delle lodi da cui sentivo
-accompagnare il suo nome, mi colpirono come un fulmine queste parole
-tremende: «Ella è ora la figliuola adottiva della dolce Emilia Graham,
-della buona signorina cieca!»
-
-«O strana coincidenza! O giusto guiderdone. Mentre mi credevo sul
-punto di vedere la cara mia speranza divenire una felice realtà, la
-mano ferrea di quel destino che non voleva lasciarsi sfuggire la sua
-vittima, mi afferrava un'altra volta, e mi schiacciava.... La mia
-creatura, la mia unica figliuola, stretta da vincoli di gratitudine e
-d'affetto, fin dai suoi teneri anni, a colei nel cui volto non oserei
-fissare lo sguardo, se fosse conscia della mia presenza, per tema di
-leggervi una condanna che mi fiaccherebbe l'anima per sempre!
-
-«Le terre e i mari che ci dividevano finora, mia Gertrude così
-lungamente perduta per me, sembravano alla mia immaginazione torturata
-un ostacolo meno insormontabile del fatto che la sola creatura umana
-nel cui amore ancora speravo, era stata educata in una famiglia dove io
-ero odiato, dove il solo mio nome destava un senso d'orrore!
-
-«Straziato dal pensiero tormentoso che tutte le mie preghiere, tutte
-le mie spiegazioni sarebbero state impotenti a cancellare quella prima
-impressione, che le mie cure, la mia tenerezza, per quanto grandi
-non avrebbero ottenuto altro che un freddo e formale riconoscimento
-dei miei diritti, o, peggio ancora, un'ipocrita larva d'amor filiale,
-quasi risolsi di lasciar ignorare a mia figlia da chi fosse nata, di
-rinunziare a veder mai il suo viso piuttosto che imporle la terribile
-necessità di scegliere tra l'adorata amica e un padre da cui l'animo
-suo rifuggiva con raccapriccio e terrore come da un reo di neri
-delitti.
-
-«Dopo aver molto combattuto con sentimenti contrari, in fiera lotta
-tra loro, deliberai di tentare una prova: conoscere la mia Gertrude,
-ma guardandomi bene dallo scoprirle chi io fossi. Mi confidavo, e lo
-confermarono i fatti, che i mutamenti enormi operati dal tempo nel mio
-aspetto, mi permetterebbero di nascondere l'esser mio alle persone con
-cui non avevo avuto una lunga dimestichezza; e però m'avvicinai alla
-casa del signor Graham, senza paura di tradirmi. La trovai chiusa, e, a
-quanto pareva, deserta.
-
-«Mi diressi allora verso il troppo noto banco. Là un commesso, non
-bene informato, mi disse che tutta la famiglia del suo principale, te
-compresa, aveva passato l'inverno a Parigi, e che allora si trovava
-in Germania, a Baden-Baden. Io, senza indugio, presi il piroscafo
-per Liverpool, e da Liverpool proseguii speditamente alla volta
-dell'elegante cittadina tedesca, una giterella per me, avvezzo a ben
-altri viaggi.
-
-«Senza avventurarmi sotto gli occhi del mio patrigno, colsi
-un'occasione di farmi presentare alla sua nuova moglie, e presto seppi
-dalla loquace signora che Emilia e tu eravate rimaste a Boston, e che
-in quei giorni vi ospitava il dottor Jeremy.
-
-«Io presi immediatamente la via del ritorno, e durante la traversata
-feci la conoscenza del dottor Gryseworth e di sua figlia: conoscenza
-che fu per me preziosa avendomi agevolato il modo d'avvicinarmi a te.
-
-«Arrivato a Boston, corsi alla casa del dottore. Come già quella del
-signor Graham, la trovai abbandonata dai suoi inquilini e in apparenza
-chiusa per la stagione. Per fortuna potei interrogare un uomo occupato
-a riparar lo scalino della soglia. Egli mi rispose che la famiglia
-era assente, ma non sapeva dirmi dove fosse andata; soggiunse però
-che c'erano le persone di servizio, le quali m'avrebbero informato.
-Arditamente io tirai il campanello. Venne ad aprire la signora Ellis:
-la donna che venti anni addietro aveva crudelmente, spietatamente,
-fatto risonare al mio orecchio le parole con cui m'annunziava la morte
-della mia ultima speranza sulla terra. Vidi alla prima occhiata che
-il mio «incognito» era sicuro, giacchè ella incontrò il mio sguardo
-acuto e penetrante senza tremare, nè retrocedere o fuggire, come certo
-avrebbe fatto alla vista dello spettro di Filippo Amory.
-
-«Ella rispose alle mie domande con altrettanta freddezza e compostezza
-che a quelle di forse una mezza dozzina di delusi clienti del dottore:
-egli era partito per Nuova York la mattina stessa, e non sarebbe
-ritornato che fra due o tre settimane.
-
-«Nulla poteva meglio favorire il mio disegno. Io t'avrei raggiunta,
-avrei fatto conoscenza con te, a poco a poco, quale compagno di
-viaggio.
-
-«Tu sai come riuscii nel mio intento. Ora seguendovi, ora precedendovi,
-mi mantenni sempre vicino a voi. Per conferire in qualche modo al tuo
-benessere e a quello d'Emilia, per conoscere il vostro itinerario,
-prevenire i vostri desiderî, accaparrarvi le camere migliori e
-assicurarvi le premure della servitù, non risparmiai nè pene nè spese.
-
-«Della libertà con cui potei accostarti, e penetrare qualche volta nel
-vostro circolo, sono, ahimè, in gran parte debitore alla cecità della
-tua protettrice; perchè non posso dubitare che altrimenti nè il tempo,
-nè i mutamenti da esso prodotti, le avrebbero impedito di riconoscermi.
-Perciò soltanto all'ultimo atto di questo dramma, quando ci trovammo a
-faccia a faccia con la morte, e la dissimulazione divenne impossibile,
-osai fare udire un momento ad Emilia la mia voce.
-
-«Nessuno le cui facoltà mentali non siano talora state acuite e
-vivificate da qualche ragione così forte, può comprendere quanto
-intensamente io osservassi ogni tua azione, pesassi ogni tua parola,
-cercassi di leggerti in viso ogni pensiero: e chi giungerà a misurare
-l'angoscia del tenero padre che di giorno in giorno imparava ad amare
-di più ardente e più profondo affetto la sua creatura, eppure non
-ardiva stringerla al suo seno?
-
-«Specie quando ti vidi oppressa da un grave ed intimo dolore, soffersi
-struggendomi di proclamare il mio diritto alla tua confidenza, e
-più d'una volta mi sarei tradito, se non m'avesse frenato il timore
-che m'incuteva la dolce Emilia... dolce con tutti fuorchè meco! Io
-non sopportavo l'idea che la mia confessione trasformasse per te
-l'amico fidato in un padre aborrito! Mi rassegnai a vegliare sulla
-mia figliuola celatamente, a tenermi distante da lei come un estraneo,
-piuttosto che apparirle quale il temuto tiranno che poteva strapparla
-dalla casa donde egli stesso era stato cacciato, ai cuori caldi d'amore
-per lei, ma per lui di sasso e di ghiaccio.
-
-«Così serbai il silenzio; ed a volte, presente ai tuoi occhi, ma ancor
-più spesso nascosto, m'aggirai sul tuo cammino fino al giorno funesto,
-indimenticabile, in cui obliando tutto fuorchè la salvezza tua e di
-Emilia, il mio cuore parlò, tradì il suo segreto.
-
-«E adesso tu sai tutto: le mie follie, le mie sventure, i miei dolori,
-i miei peccati!
-
-«Puoi tu amarmi, Gertrude? Questo solo ti chiedo. Io non pretendo di
-toglierti alla famiglia ch'è divenuta la tua, non voglio privare la
-povera Emilia d'una figliuola che ella forse ha cara quanto io stesso.
-L'unico balsamo che cerca la mia anima straziata, è la semplice e
-sincera promessa che tu ti _proverai_ almeno a voler bene al tuo babbo.
-
-«Io non ho alcuna speranza in questo mondo, nè, ahimè, nell'altro,
-fuorchè te sola. Se tu sentissi come batte il mio cuore contro le
-sbarre della sua prigione, comprenderesti che ove non trovi un po' di
-calma, si spezzerà bentosto.... Vuoi calmarlo tu con la tua pietà,
-mia dolce creatura adorata? Vuoi consolarlo col tuo amore? Se sì,
-vieni, stringimi fra le tue braccia, mormora al mio orecchio parole
-di pace! In vista della tua finestra, nel vecchio padiglione rustico
-all'estremità del giardino, aspetto, palpitando, di udire il suono dei
-tuoi passi....»
-
-
-
-
-XLVIII.
-
- Le appare una celeste visione: in un fulgore
- D'aurora a lei ritorna il suo perduto amore;
- È colmato l'abisso, è la notte fuggita
- Il cui mister separa la morte dalla vita.
-
- HEMANS.
-
-
-Non appena gli occhi di Gertrude, che avidamente divorano il
-manoscritto, cadono sulle ultime parole, ella balza in piedi e si
-precipita fuor della camera, dove rimangono sparsi per il pavimento i
-fogli scivolati dal suo grembo nel rizzarsi.
-
-Scende le scale di volo, scappa dalla porta posteriore dell'atrio, si
-slancia attraverso il praticello, che è dietro la casa, ora tutto umido
-della rugiada vespertina, ed entra nel padiglione dall'uscio opposto a
-quello dove Filippo Amory, con le braccia conserte e lo sguardo fisso,
-attende la sua venuta.
-
-Egli non ode il suo passo, tanto è leggero; prima che si sia accorto
-della sua presenza, ella gli si getta sul petto, e tutta tremante,
-tutta scossa dalla violenza della sua agitazione che, a lungo repressa,
-adesso la soverchia, prorompe in un pianto veemente, interrotto solo
-da frequenti e profondi singhiozzi. Suo padre se la stringe al cuore
-così forte, che ella ne sente i palpiti precipitati, e tenta di sedar
-quella tempesta di dolore e di gioia, mormorando dolcemente, come a un
-bambino:
-
-— Chetati, chetati, creatura mia, tu mi fai spavento! —
-
-E a poco a poco, calmata dalle blande carezze paterne, la fanciulla
-perviene a dominare i suoi nervi, e solleva la faccia, sorridendogli
-fra le lacrime. Stanno così alcuni minuti, in un silenzio che dice più
-delle parole. Avvolta nelle pieghe del pesante mantello con cui egli
-la ripara dalla fresca aria notturna, e sempre stretta nel suo vigoroso
-amplesso, Gertrude sente che la comunione delle loro anime è compiuta;
-e all'esule ramingo che da sì lungo tempo non aveva più provato il
-dolce influsso d'un sorriso amoroso, brilla nelle pupille tutta la
-tenerezza sgorgante dal suo cuore non indurito nè inaridito dalla
-solitudine.
-
-La luna, che ogni tanto si nasconde dietro una nube, quando torna
-a far capolino li rivede nel medesimo atteggiamento. Alfine, uscita
-in uno spazio libero e sereno, contempla al chiaro suo lume il padre
-che alza verso di sè il viso della figliuola e fissandola negli occhi
-roridi e lucenti, rimovendo carezzevolmente dalla sua fronte i capelli
-scomposti, le chiede con accento di commovente preghiera:
-
-— Mi amerai dunque?
-
-— Oh, vi amo, vi amo! — risponde Gertrude chiudendogli la bocca con un
-bacio.
-
-A questa fervida affermazione i lineamenti fino allora contratti di
-Filippo Amory si rilassano: egli, l'uomo forte, china il capo sulla
-spalla di lei, e piange.
-
-Ma per un momento. Ella, vedendolo sopraffatto così dalla piena dei
-suoi sentimenti, si ricompone, lo prende per mano e gli dice, in un
-tono fermo e risoluto che lo scuote:
-
-— Venite!
-
-— Dove? — egli esclama guardandola stupito.
-
-— Da Emilia. —
-
-Egli rabbrividisce, e scrollando la testa in atto di triste
-scoraggiamento retrocede invece di seguirla nella direzione in cui ella
-vorrebbe trarlo.
-
-— Non posso! — mormora con voce spenta.
-
-— Ma ella v'attende! V'attende, e piange e prega, struggendosi nel
-desiderio del vostro ritorno!
-
-— Emilia!... Tu non sai quello che dici, bambina mia....
-
-— Dico il vero, babbo! Siete voi quello che s'inganna! Emilia non vi
-odia, non v'ha odiato mai. Ella vi credeva morto da molti anni: ma la
-vostra voce, benchè udita una volta sola, le ha quasi fatto perdere la
-ragione, tanto profondamente ella v'ama sempre. Venite, e vi dirà lei,
-meglio ch'io non possa, quale sciagurato errore abbia fatto di voi due
-martiri. —
-
-Emilia, la quale aveva udito la voce di Guglielmo mentre questi
-salutava Gertrude sulla soglia, e indovinato ch'era lui, s'era astenuta
-dal chiedere della fanciulla, non comparsa alla tavola del tè; e
-pensando ch'ella sentiva il bisogno di starsene tranquilla nella sua
-camera, terminato il pasto della sera, si ritirò nel salotto. Il signor
-Graham, secondo il suo costume, passò nella biblioteca.
-
-Da circa un'ora ella sedeva sola in quella stanza vasta e arredata
-all'antica, il cui aspetto era assai piacevole e familiare. Nel
-camino ardeva ancora un bel fuoco gagliardo che diffondeva intorno un
-tepore gradevolissimo essendo le serate eccezionalmente fresche per
-la stagione. Alcune candele erano accese ai lati dello specchio, ma la
-loro luce non bastava a distruggere i pittoreschi effetti delle ombre
-che la fiammata dei ceppi gettava sulle pareti e sul sofà dove stava
-adagiata Emilia.
-
-Ella, nonostante la sua debole salute, conservava gran parte ancora
-della freschezza e dell'avvenenza giovanili, e per caso s'era messa in
-una positura, di fronte al fuoco, tale che il mobile chiarore guizzava
-sul suo viso dando risalto all'insolita vivacità di colorito ond'era
-animata dall'intima commozione dell'animo. Il gusto squisitamente fine
-che rendeva le abbigliature d'Emilia quasi un emblema della soave
-purità del suo carattere, si manifestava con particolare efficacia
-quand'ella indossava, come quella sera, una veste di casimiro bianco,
-fluente in ricche pieghe, strette alla vita da una cintura di seta,
-e con ampie maniche drappeggiate. Il niveo candore della seta che le
-orlava poteva appena rivaleggiare con quello dei polsi delicati e delle
-piccole mani di cui una macchinalmente andava giocherellando tra le
-frange purpuree di uno scialle portato nella fredda sala da pranzo, e
-adesso abbandonato sopra il vicino bracciuolo del sofà.
-
-Reggendosi sul gomito, la faccia chinata in avanti, verso il fuoco,
-ella guardava nello specchio della sua memoria, così intensamente,
-che chi avesse ignorato la sua cecità l'avrebbe creduta assorta nel
-contemplare di sotto le lunghe ciglia immaginarie figure tracciate
-dalla fantasia sulle bracie ardenti. A momenti, quando il vento della
-sera estiva, spirando tra il fogliame degli alberi, faceva che qualche
-ramo sfiorasse lievemente i cristalli delle finestre, ella sollevava
-il capo dalla mano su cui lo teneva reclinato, e arcuava il tenue collo
-nell'atteggiamento di chi ascolta; poi, riconosciuta la natura di quel
-fruscio, ricadeva con un sospiro nella sua malinconica meditazione.
-
-Una volta la signora Prime, che cercava la governante, aperse l'uscio,
-guardò se fosse nel salotto, e si ritirò dicendo tra sè:
-
-— Dio, com'è bella! Pare proprio un ritratto.... Vorrei che avesse
-occhi per vedersi! —
-
-Alfine un sommesso e rapido abbaiamento del cane di guardia ridestò
-l'attenzione d'Emilia; tosto lo seguì un suono di passi, nel portico,
-nell'atrio....
-
-Innanzi che giungesse alla soglia ella già s'era rizzata, tendendo
-l'orecchio. E quando Filippo Amory e Gertrude entrarono, la cieca,
-silenziosa, con le labbra socchiuse, le mani giunte, un piede avanzato
-nell'attesa che venissero a lei, dava immagine d'una statua anzichè di
-persona viva.
-
-Gertrude gettò uno sguardo sulla figura estatica della sua amica, un
-altro su quella agitatissima di suo padre, e tacitamente se n'andò.
-Ella aveva veduto che s'erano riconosciuti appieno, e per istintiva
-delicatezza non volle turbare con la sua presenza la santità di
-quell'incontro.
-
-Come l'uscio si chiudeva dietro alla fanciulla, Emilia disgiunse le
-mani, le tese nella vuota oscurità che la circondava, e mormorò:
-
-— Filippo! —
-
-Egli afferrò entrambe quelle mani che lo cercavano, le strinse tra le
-proprie, cadendo in ginocchio mentre ella s'abbandonava mezzo svenuta
-sul sofà; allora, tenendole sempre strette, chinò sopra esse la testa,
-nel suo grembo, dove ella ora le posava, e con la faccia nascosta tra
-le dita affusolate, mormorò egli pure:
-
-— Emilia!
-
-— La tomba ha reso l'estinto alla vita! — esclamò la cieca. — Dio, ti
-ringrazio! —
-
-E sciolte le mani dalla stretta convulsiva di Filippo, gli gettò le
-braccia al collo, poggiò il capo sul suo petto, bisbigliando con voce
-soffocata dalla commozione:
-
-— Filippo! Caro Filippo! Sogno, o siete ritornato davvero? —
-
-Le regole convenzionali, le costrizioni imposte, che tanto spesso
-reprimono lo sfogo dei sentimenti umani, non esistevano per quella
-schietta figlia della natura ch'era Emilia Graham. Ella e Filippo
-Amory s'erano amati nella loro fanciullezza; erano stati divisi quasi
-fanciulli ancora; e tali ritornavano ritrovandosi. Durante il lungo
-volgere d'anni da che rimaneva esclusa dal mondo esterno, ella era
-vissuta in mezzo alle care memorie del passato, salva dai contagi
-mondani, conservando tutta l'ingenua semplicità virginale, tutta la
-freschezza della sua primavera; e Filippo, che non aveva contratto
-altri vincoli se non forzato dalle circostanze, si sentiva rifluire
-nelle vene la sua prima gioventù, mentre Emilia con la destra sul suo
-capo benediceva Dio d'averle concesso la gioia di riabbracciarlo.
-
-Ella non poteva vedere come il tempo avesse inargentato i suoi capelli,
-e velato della sua ombra il volto ch'ella amava; ma ritornasse egli
-nella forma del focoso giovanetto dagli occhi sfolgoranti, in cui
-era apparso per l'ultima volta al suo sguardo, o dell'uomo maturo
-dalla chioma precocemente incanutita che rendeva difficile ai curiosi
-determinare la sua età, o dell'anima assunta alla gloria degli angeli
-in cui lo sognava nei suoi sogni del Paradiso, era lo stesso per colei
-il cui mondo era un mondo di spiriti.
-
-E a lui, nel mirare quel viso del quale tanto aveva temuto
-l'espressione, e che invece splendeva d'una santa luce d'amore e
-di pietà, sembrava che la testa della vergine cieca fosse cinta di
-un'aureola celeste.
-
-E però la loro riunione apparteneva più al cielo che alla terra. Se
-le loro anime si fossero incontrate di là dalla tomba, nel soggiorno
-beato dove quelli che da lungo tempo furono divisi si ricongiungono in
-eterno, appena la loro gioia sarebbe potuta essere più pura, la loro
-felicità più perfetta.
-
-Quando alfine sedettero tranquilli l'uno accanto all'altra, con le
-dita sempre amorosamente intrecciate, Filippo udì dalle labbra d'Emilia
-tutta la storia del suo dolore: le speranze e i timori, le preghiere e
-la disperazione; narrò poi egli a lei le sue tristi vicende, ed ella,
-ascoltandolo, lasciò cadere molte lacrime e molti baci sulle mani
-che teneva tra le sue. Allora soltanto cominciarono a credere alla
-realtà di quella consolazione tanto lungamente negata, ma oramai così
-pienamente concessa, che prometteva loro giorni felici anche su questa
-terra.
-
-Emilia pianse sulle sventure e sulla morte prematura di Lucia, e
-apprendendo che la fanciulla a cui aveva posto tanto affetto e da lei
-con tanta cura educata era la figliuola di Filippo, inalzò a Dio una
-tacita preghiera di gratitudine per averle affidato nell'apparentemente
-inutile e desolata sua vita una così nobile, così santa missione.
-
-— Se potessi amarla di più, caro Filippo, — ella disse — lo farei per
-amor vostro e della dolce e innocente sua madre che tanto sofferse!
-
-— E voi mi perdonate, Emilia? — domandò egli, quando, finito di narrare
-il doloroso passato, s'abbandonarono alla soave delizia dell'ora
-presente.
-
-— Perdonarvi?... Oh, caro, che ho da perdonare?
-
-— La tremenda disgrazia che vi avvolse in perpetue tenebre.
-
-— Filippo! — esclamò ella in tono di rimprovero. — Potete credere ch'io
-ve ne facessi una colpa, ch'io vi biasimassi un momento solo pur nel
-mio segreto pensiero?
-
-— Non volontariamente, ne sono sicuro, cara. Ma avete dimenticato
-ciò ch'_io_ non potrò dimenticare mai.... che nel tempo della vostra
-angoscia, non soltanto il soverchiante pensiero, ma le vostre labbra
-stesse proclamarono la mia condanna.... il diniego di quella pietà, di
-quel perdono che la vostra anima torturata non trovava per il crudele
-che v'aveva fatto tanto male.
-
-— Voi, crudele! Mai, neppure nel mio più disperato delirio, io non vi
-feci cotesta ingiuria, Filippo, cotesta accusa immeritata!... Il mio
-cuore poco filiale mormorò contro l'ingiustizia di mio padre, ma verso
-di voi non fu mai reo di un tale tradimento.
-
-— Quella maligna donna mentì dunque asserendomi che il solo mio nome vi
-faceva rabbrividire?
-
-— S'io rabbrividivo, era perchè tutto l'essere mio si ribellava
-all'idea del torto immane che avevate patito.... Oh, siatene certo,
-s'ella v'affermò che i miei sentimenti per voi erano altri che di pietà
-e d'immutabile affetto, le sue parole derivavano da un deplorevole
-errore!
-
-— Dio, Dio, come perfidamente fui ingannato! — gemette egli.
-
-— Non dite perfidamente, — replicò Emilia. — La signora Ellis, con
-tutta la sua severa formalità, fu vittima anch'essa delle circostanze.
-Era un'estranea tra noi, e vi credeva diverso da quel che eravate;
-ma se l'aveste veduta, alcune settimane dopo, piangere amare lacrime
-sulla parte da lei assunta nei fatti che vi spinsero alla disperazione,
-e, si credeva allora, alla morte, avreste sentito, come sento io,
-che l'avevamo giudicata male, e che un cuore di donna palpitava
-sotto quell'apparenza di dura pietra. L'intensità del suo dolore
-mi maravigliò allora: adesso comprendo ch'era acuito da un rimorso
-ch'io non sospettavo. Ma dimentichiamo le tristezze del passato e
-confortiamoci nella fede che la mano amorosa da cui ci è data questa
-gioia ci afflisse finora con fini di misericordia.
-
-— Di misericordia? — esclamò Filippo. — E dove ne scorgete nella mia
-sciagura e nella vostra? Può essere una mano amorosa quella che fece
-di me lo strumento fatale, e di voi la vittima, d'una delle più gravi
-sventure umane?
-
-— Non parlate della mia cecità come d'una sventura! — rispose Emilia. —
-Da gran tempo ho cessato di considerarla tale. Soltanto nell'oscurità
-della notte vediamo brillare le luci del cielo, soltanto quando siamo
-esclusi dalla terra possiamo varcare le porte del Paradiso. Finchè
-avevo occhi per contemplare le maraviglie della natura e le glorie
-del Signore, li tenevo chiusi tuttavia dinanzi alle manifestazioni
-della bontà divina onde ero circondata. Mentre godevo i bellissimi e
-splendidissimi doni profusi sul mio cammino, obliavo di ringraziare e
-lodare il donatore; e con cuore ingrato, procedevo spensierata nel mio
-peccaminoso egoismo senza por mente alle insidie lusinghiere tese sui
-passi della gioventù.
-
-«E però la mano paterna di Colui che sempre vigila sopra di noi per
-il nostro bene, arrestò la creatura errante fuor della via che sola
-conduce alla pace, e quantunque il castigo giungesse improvviso ed
-aspra fosse la disciplina della verga punitrice, la misericordia
-nondimeno temperò la giustizia. Dalla tomba delle mie gioie sepolte
-sbocciarono speranze che fioriranno nell'immortalità. Dalle nubi e
-dalle tenebre sorse una fulgida aurora. Ciò ch'era nascosto alla veduta
-corporale si rivelò all'anima destata dalla vera luce, e il mio spirito
-turbato acquistò l'eterno riposo già sulla terra. Non piangete dunque,
-Filippo, sul mio fato ch'è lungi dall'essere triste: ma gioite con
-me nel pensiero di quel felice e non lontano risveglio, quando con
-gli occhi riaperti nella visione della beatitudine celeste, io starò
-dinanzi al trono di Dio, e fruirò della gloriosa presenza da cui, senza
-la luce sgorgata nell'anima mia dalla profondità delle mie tenebre
-terrestri, sarei stata forse bandita in sempiterno. —
-
-Nel momento che Emilia finiva di parlare e Filippo, compreso
-d'ammirazione e di rispetto, contemplando nel suo viso raggiante d'un
-santo gaudio il trionfo dello spirito immortale, meditava sulla maestà
-e la potenza conferite da una pietà sincera, l'uscio s'aprì bruscamente
-ed entrò il signor Graham.
-
-Il suono del noto passo troncò il sublime volo dei loro pensieri.
-Il colore che l'eccitazione aveva dato alle gote d'Emilia svanì in
-una pallidezza più intensa della consueta, mentre Filippo si rizzava
-lentamente dal posto che occupava al suo fianco, e con gesto deliberato
-si poneva di fronte al patrigno.
-
-Il signor Graham, il quale aveva l'aria tra stupita e scrutatrice d'un
-padrone di casa che trova nel suo salotto un visitatore ch'egli non
-conosce eppur sembra aspettare d'essere riconosciuto, si volse verso
-sua figlia come sperando di venir tratto d'impaccio da una regolare
-presentazione. Ma Emilia, turbatissima, taceva, e Filippo rimaneva
-immobile, impassibile.
-
-Quando il vecchio, che seguitava ad avanzarsi, incerto, fu a due
-passi da quest'ultimo, si fermò di botto, colpito dal suo fiero
-atteggiamento, e lo fissò in volto: ma non appena i suoi occhi
-s'incontrarono negli occhi fulminei del suo figliastro, vacillò, stese
-la mano verso la mensola del caminetto, e certo sarebbe caduto se
-Filippo non fosse stato pronto a sorreggerlo e farlo adagiare nella sua
-poltrona collocata dirimpetto al sofà.
-
-Nessuno ancora pronunziava una parola.
-
-Finalmente il signor Graham che, piombato a sedere di peso, non
-distoglieva lo sguardo attonito dal redivivo, esclamò con voce
-commossa:
-
-— Filippo Amory! Oh, Dio mio!
-
-— Sì, babbo, — disse Emilia alzandosi di scatto e afferrando un braccio
-di suo padre — è Filippo! Colui che per tanti anni abbiamo creduto
-morto, ci è reso sano e salvo! —
-
-Egli si rizzò, e appoggiandosi alla spalla della figliuola s'avvicinò
-di nuovo al figliastro che, incrociate le braccia sul petto, aveva
-ripreso la sua attitudine rigida e severa. Il robusto vecchio camminava
-con un passo malsicuro assai diverso dal solito, e la sua mano era
-agitata da un tremito mentre la tendeva a Filippo.
-
-Ma Filippo non la prese, nè rispose verbo.
-
-Il signor Graham, parlando ad Emilia senza ricordarsi ch'ella non
-vedeva quella scena, disse con un tono d'amarezza e insieme di
-rammarico:
-
-— Non posso biasimarlo.... Feci un torto ingiusto al ragazzo, e Dio lo
-sa!
-
-— Ingiusto! — esclamò Filippo con voce così cupa da far quasi paura.
-— Dite che avete funestato la sua vita, distrutto la sua gioventù,
-spezzato il suo cuore, infamato il suo nome!
-
-— No, Filippo, — replicò a quest'ultima accusa il signor Graham
-che aveva chinato il capo sotto le altre — cotesto no! Cotesto no!
-Nell'onore vostro non vi recai nessun danno. Scopersi il mio errore
-prima d'avervi denigrato pubblicamente.
-
-— Lo riconoscete l'errore, dunque?
-
-— Sì, lo riconosco! Imputai a voi la colpa che, come n'ebbi la prova,
-era stata commessa da quello de' miei impiegati in cui riponevo intera
-fiducia. Appresi la verità quasi subito, ma, ahimè, già troppo tardi
-per richiamarvi. Poi vennero le notizie della vostra morte, e mi dolse
-forte che l'offesa fosse ormai irreparabile. Ma non era strano il mio
-abbaglio, Filippo: me lo dovete concedere. Archer mi serviva fedelmente
-da più di vent'anni: come avrei dubitato di lui?
-
-— Oh no, non era strano! — disse amaramente Filippo Amory. — Poichè una
-colpa era stata commessa, era anzi naturalissimo che l'imputaste a me.
-Non mi credevate capace che di male azioni.
-
-— Fui ingiusto, lo ripeto, — replicò il signor Graham tentando di
-riassumere la propria dignità. — Però qualche ragione ce l'avevo.... ce
-l'avevo.
-
-— Forse.... Cotesto ve l'accordo.
-
-— Ebbene, stringiamoci la mano, e procuriamo di mettere in oblio il
-passato. —
-
-Filippo non s'ostinò a rifiutare l'offerta, ma non l'accettò con troppo
-ardore.
-
-Il signor Graham tuttavia parve considerare bell'e fatta la pace, e con
-un'aria di sollievo, come se sentisse liberata la coscienza dal peso
-che l'aggravava da anni (perchè egli aveva una coscienza, quantunque
-non tenerissima), si accomodò nella sua poltrona, e pregò il figliastro
-di raccontargli le proprie vicende.
-
-Questi lo sodisfece, compendiosamente; e l'attenzione prestata
-dal patrigno al suo racconto, il vivo interessamento con cui egli
-s'informava dei particolari, gli provarono che in quel ventennio il
-rimpianto e il rimorso avevano dimolto addolcito il cuore dell'uomo
-superbo, per cui ognuna delle memorie evocate era la puntura d'un
-rimprovero.
-
-Il signor Amory non fu in grado di spiegare la notizia corsa della sua
-morte affermata al dottor Jeremy dal suo corrispondente da Rio. Ma da
-un confronto di date risultò probabile che a questi l'avesse data il
-negoziante per conto del quale Filippo viaggiava e che non sapendo più
-nulla di lui lo credeva verosimilmente vittima dell'infezione dominante
-nel paese basso e malsano dov'era stato mandato. Poche settimane dopo
-era morto egli stesso.
-
-Nè dal canto suo il reduce fu meno maravigliato di sentire che i suoi
-amici di Boston erano giunti a conoscere la sua fuga nel Brasile. Ma
-qui la spiegazione era più facile: il bastimento su cui s'era imbarcato
-aveva fatto diretto ritorno in quel porto, e non mancavano a bordo,
-tra i marinari e gli ufficiali, persone che potessero diffusamente
-rispondere alle inchieste, incamminate dal buon dottore mesi innanzi,
-le quali essendo accompagnate dall'offerta d'una generosa ricompensa,
-non avevano ancora cessato d'attirare l'attenzione del pubblico.
-
-Tra i molti casi strani e romanzeschi che si svolgevano, nessuno
-faceva sul signor Graham un'impressione così profonda come il fatto
-che la fanciulla educata sotto il suo tetto e divenutagli tanto cara
-nonostante qualche cozzo d'interessi e d'opinioni, fosse proprio la
-figliuola di Filippo Amory! E mentre, finito il racconto, usciva dal
-salotto per ritirarsi, secondo il suo costume, nella biblioteca, andava
-ripetendo:
-
-— Singolare coincidenza! Singolarissima! —
-
-Non appena andatosene lui, un altro uscio s'aprì pian piano, e Gertrude
-guardò dentro timidamente.
-
-Suo padre mosse tosto verso di lei, e, cingendole la vita con un
-braccio, la trasse presso ad Emilia; poi, senza parlare, le strinse
-entrambe in un medesimo lunghissimo amplesso.
-
-La cieca esclamò:
-
-— Oh, Filippo, dovete pure riconoscere la misericordia e l'amore di chi
-ci ha serbati a una felicità come questa!
-
-— Cara Emilia, — egli rispose — io sono pieno di gratitudine....
-Insegnatemi voi come e dove debbo offrirne il tributo! —
-
-Le parole non potrebbero descrivere l'ora di dolce comunione che
-seguì fra quelle tre anime: l'estasi silenziosa di Emilia, la gioia
-appassionatamente espressa di Filippo, la tenera commozione di Gertrude
-che li contemplava con occhi splendenti d'amore e di fede.
-
-Era quasi la mezzanotte quando il signor Amory si dispose a partire.
-Emilia, la quale aveva sperato ch'egli sarebbe rimasto a villa Graham
-come in casa propria, insistette per trattenerlo, e Gertrude unì
-alle vive preghiere di lei quella tacita del suo sguardo. Ma egli si
-mantenne fermo nella propria risoluzione con una serietà che provava
-quanto fosse irremovibile.
-
-— Filippo, — disse infine la cieca posandogli una mano sulla spalla —
-voi non avete ancora perdonato a mio padre. —
-
-Ella aveva letto nel suo pensiero. Egli sussultò al suo tono di
-rimprovero, ma tacque.
-
-— Gli _perdonerete_, però, gli _perdonerete_, — ella proseguì con voce
-supplichevole. — Non è vero, caro? —
-
-Filippo esitò un poco, poi la guardò e rispose:
-
-— Sì, per amor vostro, Emilia, gli perdonerò.... col tempo. —
-
-Partito ch'egli fu, Gertrude, dopo essersi indugiata sulla soglia,
-finchè non vide svanire la sua figura discernibile appena al fievole
-lume della luna calante, rientrò nel salotto dicendo con un gran
-sospiro di sodisfazione:
-
-— Oh, che giornata è stata questa! —
-
-Ma subito si represse alla vista d'Emilia che, in ginocchio accanto
-al sofà, giunte le mani, la faccia alzata al cielo, pareva, nella sua
-candida veste fluente intorno a lei sul pavimento, la personificazione
-della purità e della preghiera.
-
-Pianamente, la fanciulla s'inginocchiò al suo fianco, le cinse un
-braccio al collo, e così unite offersero a Dio i ringraziamenti
-e le lodi che salivano dai loro cuori traboccanti di gioia e di
-riconoscenza.
-
-
-
-
-XLIX.
-
- Gentil creatura, te bambina amai,
- Per terra e mari sempre meco in cuor
- L'immagin tua, la voce tua portai.
- Deh, parla, o cara, e per me vivi ancor!
-
- HEMANS.
-
-
-True Flint era stato reverentemente sepolto dal suo vecchio amico
-Cooper nell'antico cimitero attiguo alla chiesa dove questi teneva
-l'ufficio di sagrestano: un cimitero da lungo tempo abbandonato, come
-mostravano le sue pietre ricoperte di musco e in parte rovesciate. Ma
-prima che il già cadente edifizio dovesse cedere il luogo a una bella
-chiesa moderna, i venerati resti dello zio True avevano trovato un più
-sicuro riposo.
-
-Col gusto delicato e il pietoso sentimento che ai nostri giorni fanno
-eleggere per le sacre dimore dei morti luoghi tra i più ameni, un
-delizioso boschetto su terreno ondulato, poco lontano dalla villa
-del signor Graham, era stato adibito a uso di camposanto rurale. E
-nell'angolo più tranquillo e ridente di quell'asilo di pace, il buon
-lampionaio dormiva il sonno eterno.
-
-Quella zolla di terra acquistata per affettuosa liberalità di
-Guglielmo, scelta da Gertrude e da lei abbellita di fragranti rose e
-d'edera sempre verde, racchiudeva adesso anche le salme del signor
-Cooper e della signora Sullivan. Su quelle tre tombe la fanciulla
-educava molti fiori inaffiati dalle sue lacrime. E segnatamente nelle
-ricorrenze degli anniversari, ella considerava come un pio e caro
-dovere l'ornarle di fresche ghirlande.
-
-Con questo fine, in un bel pomeriggio circa una settimana dopo il
-felice evento, ella si dirigeva dalla villa al camposanto. Recava
-appeso al braccio un paniere contenente la sua offerta, e affrettava il
-passo, tutta assorta nei suoi pensieri.
-
-Aveva lasciato suo padre con Emilia. Benchè egli le avesse espresso il
-desiderio di visitare una volta la tomba dello zio True, s'era astenuta
-dall'invitarlo ad accompagnarla vedendoli discorrere insieme con tale
-evidente piacere, che le sarebbe parso un peccato disturbarli.
-
-E appunto alla loro calma e serena felicità ella pensava, incominciando
-la sua passeggiata, e pensava anche ai vincoli d'affetto che la univano
-ad entrambi, all'amore d'Emilia posto a sì lunghe e dure prove, alla
-tenerezza che profondeva su lei in mille modi il padre ritrovato, e
-che, lo sentiva, ella poteva ricambiare appena con la sua devozione per
-tutta la vita.
-
-Ma poi, ogni poco, in mezzo alle sue riflessioni sulla dolce e fida
-amicizia tra lei ed Emilia, che gli anni avevano resa sempre più
-forte, e su quell'affezione paterna e filiale di così recente origine
-eppure già tanto intima, tanto viva, che il tempo nulla avrebbe
-potuto aggiungervi, i ricordi d'un altro amore, più antico e non meno
-tenero, adesso, ahimè, miseramente infranto, le si riaffacciavano a
-mal suo grado. Ella tentò di bandire dalla sua memoria l'infedeltà
-di Guglielmo, stimando che sarebbe stata ingratitudine piangere le
-speranze perdute, dimentica delle sante gioie che le restavano ancora.
-Tentò di ribadire nell'animo suo la risoluzione ultimamente presa
-di non pensar mai a ciò ch'era stato il più amaro dolore della sua
-vita passata, per consacrare tutto il rimanente dei suoi giorni alla
-felicità di suo padre e d'Emilia.
-
-Non ci riusciva però. Quei ricordi penosi ritornavano in folla,
-insistenti, soverchianti, ad onta d'ogni suo sforzo per cacciarli,
-e infine cessando la vana lotta ella s'abbandonò a una profonda e
-malinconica meditazione.
-
-Ella aveva ricevuto altre due visite di Guglielmo, dopo la prima. La
-seconda era stata assai simile a questa, e nell'ultima il loro impaccio
-era aumentato anzichè scemare. Parecchie volte, invero, il giovane
-aveva mostrato un'intenzione di rompere il ghiaccio, e ritornare
-all'usata familiarità di linguaggio e di maniere: ma tosto un rossore,
-o un'aria di confusione e d'angoscia, della fanciulla, lo facevano
-desistere da ogni tentativo di dissipare quel riserbo, quella mancanza
-di confidenza che mettevano tra loro una barriera. Dal canto proprio
-Gertrude, in tutt'e due le occasioni, s'era proposta d'accoglierlo con
-la franchezza e la cordialità ch'egli doveva attendersi da lei; al suo
-presentarsi, infatti, gli aveva sorriso affettuosamente, e porto la
-mano in atto così fraterno, da incoraggiarlo a trattenerla nella sua e
-stringerla con calore: ma parendo egli allora in procinto di parlarle
-a cuore aperto, di liberarsi dal peso d'un grande segreto, ella s'era
-bruscamente ritratta, e preso su un lavoretto pur che fosse, gli
-aveva rivolto mentre sembrava applicata a quello, una domanda su cose
-indifferenti: contegno che sbaragliava le sue idee, e lo sconcertava
-per tutta la durata della visita.
-
-Ora, ponderando i miseri e penosi risultati di questi loro colloqui,
-ella quasi desiderava ch'egli cessasse di rinnovarli, perchè credeva
-che i sentimenti d'entrambi sarebbero meno feriti da una totale
-separazione, che da incontri in cui divenivano sempre più estranei
-l'uno all'altra.
-
-Per quanto fosse strano, ella non aveva partecipato a Guglielmo
-l'evento, tanto importante per lei, della scoperta di suo padre,
-d'un padre che così caramente amava. Una volta s'era accinta a farlo,
-ma il solo pensiero di parlare all'amico dei suoi primi anni di ciò
-che la toccava nell'intimo dell'anima, la turbava a segno, che aveva
-taciuto per tema d'essere soverchiata dalla commozione, e, perduta la
-padronanza di sè, trascinata a tradire il suo dolore.
-
-Ma una cosa l'angosciava sopra ogni altra. Nel suo primo vano tentativo
-di gettare la maschera, Guglielmo aveva chiaramente accennato alla
-propria infelicità; e prima ch'ella trovasse modo di mutar discorso, e
-scansare una confidenza alla quale non si sentiva preparata, egli era
-giunto a manifestarle una malinconica sfiducia nell'avvenire.
-
-Ella non poteva spiegarsi cotesta confessione, se non connettendola
-col suo fidanzamento: e le destava il sospetto che, abbagliato dalla
-rara bellezza d'Isabella, egli si fosse impulsivamente avvinto ad una
-fanciulla che non era capace di renderlo felice. Le piccole scene
-di cui il caso l'aveva fatta testimone, la confermavano in questa
-idea, giacchè ogni volta che le era accaduto di vedere insieme i due
-innamorati e d'udire le loro parole, Guglielmo pareva avere qualche
-ragione di malcontento.
-
-— Egli l'ama, — pensava Gertrude — e anche l'onore lo impegna; ma
-già s'avvede della disarmonia tra le loro nature. Povero Guglielmo! È
-impossibile che sia felice con Isabella! —
-
-E il tenero e pietoso cuore di Gertrude non gemeva sulla propria
-afflizione più che sul disinganno che doveva soffrire Guglielmo se
-mai aveva sperato di trovar pace nell'unione con una ragazza così
-prepotente, stizzosa, irragionevole.
-
-Assorta in queste riflessioni, camminava con una rapidità che quasi non
-avvertiva, e arrivò presto ai filari di grandi pini che ombreggiavano
-l'entrata del camposanto: là, sostò un momento per godere la fresca
-brezzolina alitante fra i rami, poi passò il cancello, volse a destra,
-nel viale carrozzabile, e cominciò lentamente la salita.
-
-Il luogo, sempre tranquillo, era in quell'era solitario, e come
-segregato dal mondo: tranne i gorgheggi di qualche uccello, non
-un suono turbava il silenzio e la quiete. A misura che Gertrude
-contemplava le bellezze a lei familiari di quel sacro recesso da anni
-mèta favorita delle sue passeggiate, e procedendo fra le aiuole fiorite
-respirava l'aria aulente di soavi fragranze, e sentiva l'appello
-solenne della morte, l'aspirazione dell'anima verso il cielo, tutte le
-commozioni non armonizzanti con quella scena svanivano, ed ella non
-provava più se non il senso di dolce e serena malinconia destato dal
-pensiero di coloro che fruiscono della beata pace.
-
-Dopo un tratto di cammino lasciò la larga via che seguiva e prese
-per un vialetto laterale, donde poi svoltò nello stretto sentiero
-conducente all'angolo ombroso e remoto che, parte per la sua lontananza
-dai viali più frequentati, parte per la sua amenità, era stato da lei
-preferito.
-
-Era situato sul pendio d'un poggetto, e da un lato un alto masso lo
-nascondeva allo sguardo dei passanti, dall'altro una quercia annosa
-stendeva sopra esso i suoi rami. La semplicissima cancellata di ferro
-che lo circondava era rivestita dell'edera piantata da Gertrude,
-che s'abbarbicava in graziosi festoni fin sulla muscosa roccia, una
-sporgenza della quale offriva un sedile presso la tomba di True Flint.
-La fanciulla vi sedette come di consueto, e rimasta alcuni minuti
-in contemplazione, col gomito appoggiato al ginocchio e la fronte
-reclinata sulla mano, drizzò la snella persona, mandò un sospiro
-profondo, poi sollevò il coperchio del suo paniere, versò i fiori
-sull'erba, e con dita agili e destre cominciò a tessere una leggiadra
-ghirlanda di cui, finita che l'ebbe, ornò la tomba ai suoi piedi.
-Sparse il resto dei fiori sugli altri due tumuli, e infine, preso un
-sarchielletto, e infilato un paio di guanti da giardinaggio, lavorò
-un'ora buona intorno all'aiuola e alle piante rampicanti con cui aveva
-fatto un pergolato.
-
-Terminato il lavoro sedette di nuovo a piè della roccia, si tolse i
-guanti, rimosse dalla fronte le fitte bande lisce dei suoi capelli e si
-riposò, pensosa.
-
-Compivano quel giorno sette anni da che lo zio True era morto; ma
-Gertrude non aveva cessato di ricordare amorosamente il buon vecchio.
-Spesso nei suoi sogni vedeva il suo piacente sorriso, udiva le sue
-confortanti parole, e notte e giorno l'immagine di colui che aveva
-reso serena e felice la sua infanzia, l'animava ad imitarne la umile e
-paziente virtù.
-
-Ma mentre ella, con gli occhi fissi sul tumulo erboso che copriva la
-cara salma, rievocava le liete ore che essi avevano trascorse insieme,
-un'altra rimembranza veniva ad amareggiare quella tanto soave: la
-rimembranza di un terzo, la quale non poteva esserne separata, perchè
-quasi sempre egli partecipava alle gioie del loro focolare domestico;
-e seguendo il corso delle sue intime riflessioni ella esclamò quasi
-inconsciamente:
-
-— O zio True, voi ed io non siamo divisi, ma Guglielmo non è più con
-noi!
-
-— Oh, Gertrude, — disse in tono di rimprovero una voce, vicino a lei —
-ed è forse di Guglielmo la colpa? —
-
-Ella sussultò, si volse, e vide colui ch'era l'oggetto de' suoi
-pensieri, fissarla con occhi miti e tristi, cercando di leggerle nel
-cuore; ma senza rispondere alla sua interrogazione, si nascose la
-faccia tra le palme.
-
-Egli si gettò in ginocchio dinanzi alla giovanetta e come quando
-s'erano incontrati la prima volta nella loro fanciullezza, dolcemente
-le sollevò la testa china, le scostò le mani dal viso, e la costrinse a
-guardarlo, dicendole con accento supplichevole:
-
-— Ditemi, Gertrude, ditemi, per pietà, che mi esclude dal vostro
-affetto? —
-
-Ma ancora ella non trovò altra risposta che le lacrime che le
-scorrevano giù per le gote.
-
-— Voi mi fate soffrire crudelmente, — egli continuò con veemenza. —
-Che cosa ho fatto, io, perchè m'abbiate tolto così la vostra amicizia?
-Perchè mi guardate con tale freddezza.... e perfino rifuggite da me? —
-egli soggiunse, poichè Gertrude, non potendo sostenere il suo sguardo
-fermo e indagatore, volgeva gli occhi altrove e cercava di liberare le
-mani dalla sua stretta.
-
-— Io non sono fredda.... non ho mai inteso d'esser fredda verso di voi,
-— ella mormorò con voce mezzo soffocata dalla commozione.
-
-— Oh, Gertrude, — egli riprese staccandosi da lei — vedo che
-avete totalmente cessato d'amarmi! Io tremai al primo vedervi,
-ritrovandovi così bella, così amabile, e amata da tutti, e temetti
-che qualche fortunato rivale avesse rapito il vostro cuore a quegli
-che lo possedeva fin da fanciullo. Ma neanche allora pensai che non
-mi riconoscereste _almeno_ i diritti d'un _fratello_ alla vostra
-affezione.
-
-— Ma no, ma no, Guglielmo, — ella disse vivamente. — Non v'adirate....
-Io sarò sempre per voi una sorella! —
-
-Egli sorrise d'un sorriso doloroso.
-
-— Avevo ragione dunque? Temevate ch'io chiedessi troppo, e per
-scoraggiarmi stimaste bene non concedermi nulla. Sia pur così. Forse
-la vostra prudenza è stata per il meglio; ma.... oh, Gertrude, mi avete
-spezzato il cuore!
-
-— Guglielmo! — ella gridò, turbatissima. — Non sentite quanto
-stranamente suoni cotesto linguaggio in bocca vostra?
-
-— Perchè stranamente? — replicò egli, quasi offeso. — È forse tanto
-strano ch'io v'ami? Non ho io per anni alimentato il ricordo del
-nostro antico affetto, non ho sempre riguardato la nostra riunione
-come l'unica mia speranza di felicità? Non mi ha quest'amorosa
-speranza sostenuto e confortato nelle mie fatiche, e fatto pregiare
-la vita nonostante la perdita de' miei cari? E vorrete, Gertrude,
-qui in cospetto dei freddi tumuli dove giacciono sepolti quelli che
-soli, oltre voi, amavo sulla terra, schiacciare e distruggere senza
-compassione questo solitario, ma pur....
-
-— Guglielmo, — ella lo interruppe, ridivenuta calma, e parlando
-in tono benevolo, ma serio — vi pare onorevole parlarmi così? Voi
-dimenticate....
-
-— No, non dimentico nulla! — egli esclamò appassionatamente. — So
-che non ho diritto di molestarvi, di tormentarvi, e non lo farò più.
-Ma Gertrude, _sorella_ Gertrude (giacchè il sogno d'un più stretto
-vincolo tra noi è svanito), non vogliate biasimarmi, nè vi maravigli
-troppo, se non mi sento ancora capace di fare la mia parte di fratello.
-Io non posso rimanere vicino a voi, non posso rassegnarmi ad essere
-pazientemente il testimonio della felicità d'un altro. Ma i miei
-servigi, il mio tempo, la mia vita sono ai vostri comandi, e nel mio
-esilio non cesserò mai di pregare Iddio che lo sposo da voi scelto,
-chiunque egli sia, si mostri degno della mia nobile Gertrude e l'ami,
-s'è possibile, quanto io l'amo!
-
-— Che follia è cotesta, Guglielmo? — disse la fanciulla. — Io non sono
-fidanzata a nessuno; ma che debbo pensare del tradimento vostro verso
-Isabella?
-
-— Isabella? — gridò il giovane, rizzandosi, come afferrato da una nuova
-idea. — È dunque arrivata fino a voi quella sciocca diceria? E voi
-avete potuto prestarvi fede, per quanto evidentemente falsa?
-
-— Falsa? — fece Gertrude sollevando le palpebre fino allora abbassate,
-e gettando a Guglielmo, attraverso le lunghe ciglia umide di pianto, un
-profondo sguardo scrutatore.
-
-Egli lo sostenne, calmo, a capo eretto, e rispose senza esitare, con un
-tono di maraviglia e di rimprovero:
-
-— Falsa, sì! È mai possibile che, conoscendo tanto bene me e lei, ne
-abbiate dubitato pur un momento?
-
-— Ahimè, — ella gridò — devo non credere alla testimonianza de' miei
-occhi e de' miei orecchi? Se mi fondassi su qualche altra meno sicura,
-potrei pensare che fui ingannata. Non tentate di nascondermi una verità
-ch'io sono in grado d'affermare. Trattatemi con franchezza. Oso dirlo,
-Guglielmo, la merito da voi, la merito!
-
-— Franchezza, Gertrude? Ma siete voi stessa la misteriosa! S'io potessi
-mostrarvi a nudo l'anima mia, mi sarebbe agevole persuadervi della
-sua fedeltà, piena ed intera fedeltà, al suo primo amore. Quanto ad
-Isabella Clinton, se alludete a lei, i vostri occhi ed i vostri orecchi
-v'hanno ingannata anch'essi, se.... —
-
-Ella l'interruppe:
-
-— Ah, Guglielmo, Guglielmo! Avete così presto scordato la vostra
-devozione alla bella di Saratoga? La vostra riluttanza a lasciarla
-allontanarsi da voi per qualche giorno? Il gran dolore che vi cagionava
-la sola idea del suo pur breve viaggio, e l'amorosa impazienza che vi
-faceva parere quei pochi giorni un'eternità?
-
-— Basta, basta! — esclamò il giovane, nella cui mente balenava la luce
-che doveva dissipare il mistero. — Ditemi invece dove avete risaputo
-coteste cose.
-
-— Sul luogo stesso dove le diceste e le faceste. Il nostro primo
-incontro non avvenne già nel salotto del signor Graham. A Saratoga in
-un viale del passeggio, e in riva al lago, ad Albany sul piroscafo,
-io vi vidi insieme con la signorina Clinton, e vi riconobbi, non
-riconosciuta da voi. Là, le vostre parole m'accertarono di quel fatto
-che riferitomi da altri avrei posto in dubbio. —
-
-La luce del sole mattutino non è più serena e ridente di quella della
-riaccesa speranza che illuminava adesso la faccia di Guglielmo.
-
-— Ascoltatemi, Gertrude, — egli disse con un tono di fervore quasi
-solenne — e credete che dinanzi alla tomba di mia madre, alla presenza
-— (e in atto reverente alzava gli occhi al cielo) — del puro spirito
-che m'insegnò l'amore della verità, parlo con quella sincerità e
-quel candore che si convengono parlando agli angeli. Io non starò a
-discutere se abbiate udito proprio esattamente le parole di protesta e
-di preghiera da me rivolte alla signorina Clinton sul proposito del suo
-viaggio, e le espressioni della mia impazienza per il suo ritorno. Non
-m'indugerò nemmeno a ricercare dove fosse l'oggetto dei miei pensieri
-nel momento in cui, causa i felici mutamenti in esso operati dal tempo,
-sfuggiva al mio sguardo bramoso. Lasciate ch'io prima mi discolpi
-dall'imputazione che grava sopra di me; poi avremo agio di venire alle
-altre spiegazioni.
-
-«È verissimo ch'io mi dolsi forte della improvvisa partenza d'Isabella
-per Nuova York, sotto un pretesto che non avrebbe dovuto avere alcun
-peso per lei. È verissimo ch'io tentai di far valere ogni miglior
-argomento per dissuaderla da quel capriccio, e, riuscita vana la mia
-eloquenza, cercai in tutte le maniere d'indurla almeno a ritornare il
-più presto possibile. E ciò non perchè la compagnia di quell'egoista
-fosse comunque necessaria alla mia felicità (al contrario anzi),
-ma perchè l'ottimo suo padre, il quale l'adora a segno che nessun
-sacrificio gli parrebbe eccessivo al fine di procurare un piacere
-a quell'unica sua figliuola, giaceva ammalato, lottando tra la vita
-e la morte, in un albergo d'una affollata città d'acque alla moda,
-dove gli mancavano comodi e quiete, ed era da lei abbandonato,
-con un'indifferenza che mi disgustava, alle cure d'una infermiera
-mercenaria e d'un giovanotto di buona volontà ma inesperto, come me.
-
-«Che nell'assenza della figlia ingrata l'eternità potesse mettere un
-suggello a quella separazione, era un pensiero ch'io, indignatissimo,
-fui sul punto di manifestare: ma mi repressi, non volendo intromettermi
-tropp'oltre in una cosa che infine non mi riguardava, nè destare in
-Isabella apprensioni forse inutili. Se un sentimento egoistico entrava
-nella mia somma impazienza di vederla ritornata dove il suo dovere la
-chiamava, era unicamente il desiderio di essere dispensato dall'obbligo
-di supplirla al letto del mio amico infermo, e poter correre a colei
-dalla quale speravo un'accoglienza non impari all'ardore del mio
-affetto.... Figuratevi dunque se quella ch'io ricevetti agghiacciò il
-mio cuore palpitante....
-
-— Ma adesso comprendete le ragioni della mia freddezza, — disse
-Gertrude volgendo a lui la faccia inondata di lacrime dove un sorriso
-di gioia splendeva come un'iride tra la pioggia estiva. — Adesso sapete
-perchè non osavo lasciar parlare l'anima mia....
-
-— Sicchè, quest'era tutto? — gridò egli giubilante. — Voi siete libera,
-e posso amarvi sempre?
-
-— Libera da ogni legame, sì, caro Guglielmo, salvo quello con cui
-m'avete avvinta a voi fin da bambina.... —
-
-E stretti cuore a cuore, si dissero tutto l'amor loro, quell'amore che,
-nato nell'infanzia, cresciuto nella giovinezza, alimentato e rafforzato
-nella lontananza, reso perfetto dal dolore, doveva alfine allietare e
-santificare tutti i giorni futuri della loro vita.
-
-— Ma, Gertrudina, — disse Guglielmo, quando, ritornati all'antica
-confidenza, sedettero l'uno accanto all'altra e presero a discorrere
-con piena libertà del passato — come hai potuto pensare pur un momento
-che Isabella Clinton avesse per me un prestigio che le facesse usurpar
-il tuo posto nel mio affetto? Io, almeno, non t'ho fatto un simile
-torto: se mi sono creduto soppiantato da un altro, m'immaginavo però
-ch'egli fosse un eroe di virtù così splendide da essere incomparabili.
-
-— E chi potrebbe compararsi ad Isabella? — domandò Gertrude. — Ti
-maravigli ch'io dubitassi della tua fedeltà, considerando la sua
-bellezza, la sua eleganza, la sua cospicua condizione sociale, e
-l'occasione che tu avevi d'apprezzare tutti questi vantaggi?
-
-— Ma che valore hanno, per chi la conosca come la conosciamo noi due?
-Un piglio altezzoso e sprezzante non distrugge forse l'effetto della
-bellezza? Può l'eleganza scusare la scortesia, o la nobiltà della
-nascita supplire alle deficienze naturali? Quanto al denaro, l'ho io
-mai bramato se non per provvedere al benessere tuo.... e al loro? — E
-così dicendo accennava le tombe della madre e del nonno.
-
-— Oh, mio Guglielmo, tu sei tanto disinteressato!
-
-— Non in questo caso. Possedesse Isabella la bellezza di Venere e la
-sapienza di Minerva, non mi avrebbe fatto dimenticare che poca felicità
-è da sperarsi con una fanciulla tutta dedita alla ricerca dei piaceri
-mondani, e dimentica degli affetti e dei doveri più sacri. Potevo io
-vederla fuggire dalla camera del padre malato per correre a divertirsi
-tra gli omaggi d'una folla oziosa, o, se condotta riluttante al suo
-letto, scansare le fatiche delle cure e delle veglie che il suo stato
-richiedeva, e illudermi che una donna tale fosse atta a divenire
-la benedizione e l'ornamento del mio focolare domestico? Come non
-avrei paragonato la sua colpevole negligenza, la sua mal dissimulata
-petulanza, la leggerezza del suo spirito irriverente, con la dolce e
-amorosa devozione, la santa pazienza, la profonda e fervida pietà della
-mia Gertrude? Io avrei tradito me stesso più ancora che te, carissima,
-se Isabella, col carattere che m'ha mostrato, avesse fatto venir meno
-la mia ammirazione e il mio amore per colei ch'è un modello di tutte
-le virtù femminili. E quando guardo la piccola compagna d'un tempo, di
-cui serbavo un così tenero ricordo, trasformata in una donna avvenente
-e graziosa le cui dolci attrattive sono coronate da una bellezza
-quasi inesprimibile, e penso che il suo cuore è sempre mio, oh, la mia
-felicità mi sembra troppo, troppo grande. Mi fosse concesso di farne
-partecipi quelli che tanto ci amarono tutt'e due! —
-
-E chi può dire che non ne fossero partecipi? Che lo spirito dello zio
-True non fosse presente e gioisse dell'adempimento di tutte le sue più
-rosee profezie? Che il vecchio nonno non assistesse invisibile a quella
-scena e vedesse come i suoi dubbi e i suoi timori si mutassero in liete
-certezze? Che l'anima della madre gentile la quale, ancor vivente,
-aveva presagito quell'incontro in un sogno estatico, non benedicesse la
-coppia felice? Ella, che coi precetti inculcati al suo figliuolo fin
-dalla più tenera età, con gli ammonimenti datigli nella giovinezza, e
-la vigile guida del suo spirito disincarnato lo aveva armato per la
-lotta contro le tentazioni, sostenuto nelle sue prove, e restituito
-trionfante alla dolce amica della sua infanzia, per certo aleggiava sui
-due virtuosi amanti, godendo nella realtà la gioia pregustata in quella
-mirifica visione ove le era stato così vivamente dipinto il connubio
-tra il suo Guglielmo strappato dall'amorosa sua cura ai pericoli che
-lo insidiavano, e la figliuola del suo cuore resasi degna, per la
-perseveranza nelle vie del bene, d'una così alta e perfetta ricompensa.
-
-
-
-
-L.
-
- Di purissima luce un raggio splende
- Delle tenebre nostre nell'orrore
- Quando per sempre ogni altra luce è spenta:
- Celeste raggio acceso dal Signore.
-
-
-Le ombre s'allungavano, volgendo già il sole al tramonto, quando
-Guglielmo e Gertrude si levarono da sedere per lasciare il camposanto.
-
-Uscirono dal cancello opposto a quello donde era entrata la fanciulla,
-perchè egli aveva lasciato là il calessino e il cavallo con cui era
-venuto. Il legno si trovava sempre al suo posto; ma l'animale era
-riuscito a sciogliersi dalle briglie che lo legavano e, scostatosi
-dalla strada, brucava allegramente l'erba, guardando ogni tanto intorno
-e annusando l'aria. Pareva che non vedendo ritornare il padrone si
-disponesse a svignarsela da solo.
-
-Ma chiamato dal giovane, venne a lui docilmente, e riattaccato al
-calesse, dove Gertrude prese posto, partì di buona lena, quasi fosse
-contento di correre dopo una lunga sosta, e in meno di mezz'oretta
-condusse i due fidanzati a villa Graham.
-
-Non appena giunti in vista della casa, Gertrude, la quale conosceva
-bene le consuetudini della famiglia, capì che avveniva qualche cosa
-di straordinario. Si notava, dietro i cristalli, un muover di lumi
-in varie direzioni; l'ingresso principale dell'atrio era spalancato;
-perfino, cosa da lei mai veduta, un gran fuoco ardeva nel caminetto
-della sala d'onore, come si poteva discernere oltre le finestre;
-infine, quando furono più vicini, s'avvide che il portico era pieno di
-bauli e valigie.
-
-Questi segni annunziavano l'arrivo della signora Graham, e
-probabilmente d'alcuni ospiti: ella lo congetturò subito; e certo
-l'improvvisa comparsa di quella chiassosa e irrequieta persona
-proprio nel momento in cui ella desiderava ardentemente profittare
-dell'opportunità di presentar Guglielmo a suo padre e ad Emilia,
-l'avrebbe contrariata, se non fosse stata troppo felice perchè una tale
-inezia potesse turbare la sua gioia. Forse quel pensiero le si presentò
-alla mente, ma svanì subito.
-
-— Prendiamo per il viale, — ella disse — così Giorgio ci vedrà, e
-verrà a condurre il tuo cavallo in scuderia. Entreremo dalla porticina
-laterale.
-
-— No, — rispose Guglielmo — non posso entrare ora: la casa è, pare,
-piena di gente, e inoltre ho un fissato in città, alle otto. Poco
-ci manca, e ho promesso d'essere puntuale; — soggiunse guardando
-l'orologio — non credevo che fosse tanto tardi. Ma ti rivedrò domani,
-non è vero? —
-
-Gertrude gli rivolse uno sguardo ch'esprimeva il suo pieno consenso, e
-con una lunga stretta di mano e un amoroso sorriso si separarono.
-
-Appena aperto il cancello, Gertrude si trovò tra le braccia di
-Fanny Bruce, la quale aveva impazientemente aspettato la partenza di
-Guglielmo per impadronirsi di lei, e con molte lacrime e molti baci
-congratularsi e ringraziare Dio di rivederla uscita a salvamento da
-quell'orribile piroscafo; giacchè le due giovani s'incontravano ora per
-la prima volta dopo la catastrofe.
-
-— È arrivata la signora Graham? — domandò Gertrude, quando, calmate le
-effusioni di tenerezza, s'avviarono insieme verso la casa.
-
-— Sì, sì! — rispose Fanny. — La signora Graham, e Rina, e Isabella, e
-una bambinetta, e un signore malato.... il signor Clinton, credo.... e
-un altro signore. Ma questo è andato via.
-
-— Chi è andato via?
-
-— Un signore alto, d'aspetto nobile, con grandi occhi neri, bello in
-viso, bianco di capelli come se fosse vecchio: ma non è.
-
-— E dite ch'è partito?
-
-— Sì; non era venuto con gli altri. L'avevo trovato già qui....
-Sarà un'oretta che se n'è andato. L'ho sentito dire alla signorina
-Emilia che aveva un fissato con un amico a Boston, ma che forse
-ritornerebbe stasera. Ne avrei piacere: dovreste conoscerlo, signorina
-Gertrude! —
-
-Erano giunte all'ingresso della casa, e Gertrude udiva già la voce
-sonora della signora Graham, proveniente dal salotto a destra. Ella
-discorreva con suo marito ed Emilia, e nell'atto che la giovane entrò
-stava dicendo:
-
-— Oh, è la cosa più terribile ch'io abbia mai udito in vita mia! E
-pensare, Emilia, che voi eravate a bordo.... E la nostra Isabella!
-Povera figliuola, non ha ricuperato ancora i suoi bei colori, dopo
-quello spavento! E anche Gertrude Flint.... A proposito, dov'è?...
-Dicono che quella ragazza s'è comportata mirabilmente.... —
-
-Si voltò, e vistala sulla soglia le corse incontro e la baciò con
-cordialità sincera. La signora Graham, sebbene un po' grossolana e
-impetuosa, non era in fondo priva di buoni sentimenti che si mostravano
-se un'occasione li destava.
-
-L'entrata delle due fanciulle avendo interrotto i commenti e le
-esclamazioni della loquace signora sulla catastrofe, ella finalmente
-pensò alla necessità di togliersi il cappello, il velo, lo scialle,
-la sciarpa, dei quali due ultimi indumenti s'era liberata a mezzo
-lasciandoli strascicare sul pavimento.
-
-— Basta! — ella esclamò. — Sarà meglio ch'io segua l'esempio delle
-ragazze e vada a levarmi di dosso questa roba impolverata. C'è da
-rimaner sepolti nella polvere, in treno! Ma è sempre meno male che
-avventurarsi su uno di quegli orribili piroscafi come mio fratello
-Clinton pazzamente ci proponeva. Dov'è Brigida? Bisogna che venga a
-raccattare un po' le cose mie....
-
-— V'aiuterò io, — disse Gertrude pigliando in una mano una sacca da
-viaggio, gettandosi sul braccio la sciarpa, caduta a terra, e seguendo
-da presso la signora a fine di reggere l'estremità strascicante del
-pesantissimo sciallone che le scivolava giù dalle spalle.
-
-Ma sul primo pianerottolo venne fermata da Rina Ray che la strinse
-in un caldo amplesso; e fu costretta a deporre il suo carico per
-rispondere alle carezze e ai baci dell'amica.
-
-In capo alla scala, poi, incontrò Isabella avvolta in un accappatoio,
-con una gran brocca in mano, e un viso quanto mai acerbo. Tuttavia posò
-la brocca per terra e salutò Gertrude di buona grazia.
-
-— Sono ben lieta di vedervi in vita, — ella disse — benchè io non possa
-guardarvi senza rabbrividire.... la vostra vista mi ricorda tanto quel
-giorno terribile in cui abbiamo corso un mortale pericolo! Sorte,
-essere state salvate mentre tanti affogarono! Mi maraviglio sempre,
-Gertrude, della vostra calma in quei momenti.... Io avevo perduto la
-testa, e non avrei saputo che fare, se voi non vi foste trovata lì per
-suggerirmelo. Oh, Dio, non parliamone più.... è una cosa a cui non devo
-pensare! — Con un brivido e una scrollatina di spalle lasciò cadere il
-discorso, e si mise a chiamare la cugina con tono stizzoso:
-
-— Rina, o dove ti sei cacciata? Credevo che tu pensassi a farci portare
-l'acqua! —
-
-Rina, che in obbedienza a un clamoroso appello della zia era corsa in
-furia nella camera di questa con la sacca da viaggio che Gertrude aveva
-lasciata sul pianerottolo, arrivò, trafelata, domandando:
-
-— Non è ancora venuto nessuno? Ho pur sonato due volte!
-
-— No, nessuno! — rispose Isabella. — E vorrei pure lavarmi il viso e
-arricciarmi i capelli, s'è possibile, prima del tè.
-
-— Datemi la brocca, — disse Gertrude. — Io scendo, e vi manderò Gianna
-con l'acqua.
-
-— Grazie, — fece Bella a mezza voce.
-
-Rina s'oppose:
-
-— Ma no, ma no, Gertrude, vo io. —
-
-Gertrude però scendeva già le scale.
-
-Ella trovò la signora Ellis turbata e in grande perplessità.
-
-— Ah, povera me, sono rimasta di sasso! — esclamò la governante. —
-Piombano qui, senza una parola d'avviso, cinque persone.... e io non
-ho nulla in casa da servire col tè! Non un dolce fino, non quattro
-fette di prosciutto! E s'intende, saranno affamati, dopo un così lungo
-viaggio, e pretenderanno qualche cosa di buono....
-
-— Oh, se sono affamati, signora Ellis, mangeranno volentieri anche
-il manzo salato, i biscotti freschi e la focaccia! Se volete darmi le
-chiavi caverò fuori le conserve, e l'argenteria di gala, e vedrò che la
-tavola sia apparecchiata per benino. —
-
-Nulla pesava a Gertrude, quella sera. E dov'ella metteva le mani, tutto
-andava a maraviglia. Gianna, animata dal suo esempio, fece prodigi
-d'attività; e quando la tavola del tè, veramente appetitosa, fu pronta,
-la signora Ellis, girato lo sguardo intorno e visto che di meglio non
-poteva desiderare, fissò Gertrude negli occhi raggianti, osservò le sue
-gote invermigliate, il suo fulgido sorriso, ed esclamò nella propria
-ignoranza:
-
-— Dio buono, Gertrude, si direbbe che siete esultante di gioia nel
-vedere di ritorno quelle signore! —
-
-Pochi minuti innanzi che il tè fosse servito, mentre Gertrude sceglieva
-i tovagliolini nell'armadio dello stanzino delle porcellane, Rina
-Ray fece capolino all'uscio, poi entrò conducendo per mano una bimba
-lindamente vestita a bruno. La sua faccia era tutta ridente, ma
-quando volle parlare ruppe in lacrime, e gettando le braccia al collo
-dell'amica le mormorò all'orecchio:
-
-— O Gertrude, sono tanto felice! Ho bisogno di dirvelo....
-
-— Felice? — disse Gertrude. — Ma allora non dovete piangere! —
-
-Rina rise, poi pianse di nuovo, poi riprese a ridere: e negl'intervalli
-raccontò ch'era fidanzata, da una settimana, a un ottimo giovane, e che
-la fanciulletta che aveva per mano era una sua nipote, orfana, a lui
-cara come una figliuola.
-
-— E la mia felicità, — ella continuò — la devo a voi!
-
-— A me? — fece Gertrude stupita.
-
-— Sì! Io ero tanto vana e sciocca, lo sapete, e mi piacevano persone
-che non meritavano alcuna stima, e non mi curavo che del mio piacere,
-senza pensare al bene altrui; se voi non m'aveste insegnato ad essere
-qualche cosa di meglio, se non m'aveste dato un esempio che mi sono
-sforzata di seguire, egli non m'avrebbe mai guardata, e men che meno
-amata, nè creduta capace d'essere una buona mamma per la piccola
-Graziella, — e chinava uno sguardo di tenerezza sulla bambina che si
-stringeva affettuosamente a lei. — È un pastore, Gertrude, e tanto
-buono! Pensate un po', una creatura puerile come son io, diventar la
-moglie d'un ecclesiastico! —
-
-La simpatia che Rina era venuta a cercare non le fu negata, e Gertrude,
-la quale anch'essa aveva gli occhi lucenti di lacrime, rassicurò che
-partecipava di cuore alla sua gioia.
-
-Intanto Graziella, pian piano, insinuò la manina libera nella mano di
-questa, che guardandola per la prima volta con attenzione riconobbe in
-lei la piccina di cui aveva preso le difese contro i suoi persecutori
-nel salone dell'albergo di Saratoga.
-
-Rina fu lieta della coincidenza, e Gertrude osservando quanto
-migliorato fosse l'aspetto della bambina nelle vesti e nella persona,
-che adesso mostravano un'amorosa cura femminile, si sentì persuasa che
-il giovane ecclesiastico aveva fatto una buona scelta.
-
-La fidanzata avrebbe voluto descriverle il suo futuro marito, ma
-appunto furono chiamate al tè, ed ella dovette rimettere a più tardi
-ciò che le restava a dire.
-
-Il gaio salotto del signor Graham non era mai stato gaio come quella
-sera. Il tempo era piuttosto mite, ma il fuoco, acceso per il signor
-Clinton, non riscaldava eccessivamente la stanza. Tuttavia aveva
-cacciato la gioventù in un angolo lontano dal caminetto, nelle cui
-vicinanze erano rimasti soltanto la signora Graham con Emilia sul sofà,
-e il signor Graham col signor Clinton in due poltrone di faccia a loro.
-
-Il padrone di casa poteva discorrere così a suo agio con l'ospite su
-gravi soggetti d'affari, mentre la loquace sua consorte intratteneva
-Emilia e sè stessa, ricapitolando con brio i suoi viaggi e le sue
-avventure.
-
-Le ragazze stavano intorno a una tavola ove si trovava una voluminosa
-cartella piena di bellissime incisioni rappresentanti vedute d'Europa,
-recente acquisto del signor Graham. Gertrude e Rina voltavano
-accuratamente i fogli; la piccola Graziella, seduta sulle ginocchia
-della futura zietta, e Fanny, china sulla spalla della sua amica,
-ascoltavano attente le loro spiegazioni.
-
-Di quando in quando anche Isabella, la sola delle persone presenti che
-andasse girellando oziosamente per la stanza, si accostava alla tavola
-e riconoscendo qualcuno dei luoghi visitati, dava in esclamazioni come
-queste:
-
-— O guarda, Rina, c'è il negozio dove staccai quel taglio di seta
-celeste!... Ah, ecco la cascata che visitammo con gli ufficiali
-russi! —
-
-Mentre la compagnia era in tal guisa occupata, l'uscio s'aperse ed
-entrarono il signor Amory e Guglielmo Sullivan, senza farsi annunziare.
-
-Se anche fossero comparsi separatamente avrebbero destato una viva
-curiosità nella maggior parte degli astanti; ma capitando insieme,
-con l'aria di due intrinseci amici, essi eccitarono una maraviglia che
-apparve manifesta nei volti delle ragazze.
-
-I padroni di casa però avevano troppo uso del mondo per tradire
-questo sentimento altrimenti che scambiandosi una rapida occhiata,
-e, rizzatisi, accolsero i due visitatori con la debita gentilezza. Il
-signor Graham salutò semplicemente con un cenno del capo Filippo Amory
-che aveva già veduto la mattina, e lo presentò al signor Clinton, senza
-menzionare però la loro parentela; e stava per presentarlo alla moglie,
-quando questa lo dispensò dalla cerimonia dichiarando di non aver
-dimenticato la conoscenza fatta a Baden-Baden.
-
-Guglielmo era conosciuto da tutti fuorchè da Emilia: ma avvenne che
-la presentazione fosse dimenticata. Egli gettò a Gertrude uno sguardo
-d'intelligenza, accettando la seggiola offertagli da Isabella, la quale
-si mise a conversare con lui, mentre sua zia s'impadroniva di Filippo.
-
-— Signorina Gertrude, — disse sottovoce Fanny Bruce non appena
-tutti furono tranquillamente seduti — quello lì è il signore che
-v'accompagnava in calesse, stasera. L'ho ravvisato subito. — E vedendo
-la giovane arrossire e farle cenno di tacere, guardandosi intorno,
-ansiosa come se temesse che qualcuno avesse udito, soggiunse: — È
-Guglielmo, non è vero?... Il signor Sullivan? —
-
-La povera Gertrude era di più in più impacciata, ma la maliziosa Fanny
-continuò a tormentarla con le sue domande; e Isabella, ingelosita,
-notando che gli occhi di Guglielmo si volgevano spesso verso la
-tavola, a un tratto la fissò con uno sguardo scrutatore che finì di
-confonderla.
-
-Ma il caso le venne in aiuto sotto la forma di Gianna, che portava il
-giornale, e non poteva aprire l'uscio contro il quale stava la sua
-seggiola: il che le diede l'occasione di alzarsi, aprire, ricevere
-il foglio dalla ragazza, e insieme un'imbasciata di poca importanza.
-Mentre era occupata così, il signor Clinton si rizzò dalla sua
-poltrona, e, attraversando il salotto col suo debole passo d'infermo,
-andò a domandare qualche cosa a Guglielmo, sottovoce. Questi rispose
-affermativamente. Allora egli prese Isabella per mano, e avvicinatosi a
-Filippo Amory esclamò con profonda commozione:
-
-— Signore, apprendo dal signor Sullivan che voi siete quegli a cui
-debbo la vita della mia figliuola: e veniamo a ringraziarvi! —
-
-Filippo balzò in piedi e gettò un braccio intorno alla vita di Gertrude
-che passava portando il giornale al signor Graham e non aveva udito le
-parole del padre di Bella. Ella corrispose alla carezza alzando verso
-di lui la faccia raggiante d'un dolce sorriso. Egli disse:
-
-— Questa, signor Clinton, è la persona che l'ha salvata. Io, è vero,
-la portai a nuoto alla riva, ma credevo che fosse la figliuola mia
-adoratissima, la quale, senza ch'io potessi immaginarmelo, aveva
-abbandonato volontariamente ad un'altra l'unica sua speranza di
-salvezza.
-
-— Da par vostra, Gertrude! Da par vostra! — gridarono a un tempo Rina
-e Fanny, penetrando a forza nel piccolo circolo strettosi intorno
-all'eroica fanciulla.
-
-— Mia nobile creatura! — mormorò Emilia che appoggiata al braccio di
-Filippo si chinò a prenderle la mano e se la premette alle labbra.
-
-— Oh, Gertrude! — esclamò Isabella i cui occhi s'empirono di lacrime. —
-Io non sapevo.... non avrei mai pensato.... —
-
-La voce sonora della signora Graham venne a interromperla.
-
-— Come, la vostra figliuola?...
-
-— Sì, restituita per grazia di Dio ad un padre non degno di tanto bene!
-— rispose il signor Amory con reverenza. — E.... tu non hai segreti
-qui, mio tesoro? — fece, volgendosi a Gertrude.
-
-Ella guardò Guglielmo che stava adesso al suo fianco, e scosse il capo.
-
-— E, — proseguì egli allora — da lui concessa con gioia ad uno sposo
-che la merita per il suo lungo e fedele amore!
-
-Così dicendo pose la mano di sua figlia in quella di Guglielmo Sullivan.
-
-Seguì un momento di silenzio. La solennità di quell'atto aveva
-commosso tutti i presenti. Poi il signor Graham venne innanzi, strinse
-cordialmente la mano ai fidanzati, e, passandosi rapidamente una
-manica sugli occhi, andò, secondo il suo costume, a rifugiarsi nella
-biblioteca.
-
-— Gertrude, — disse Fanny tirandola per la gonnella — siete promessa
-sposa, dunque? promessa a Guglielmo?
-
-— Sì, — ella rispose, sperando che, appagata la sua curiosità, starebbe
-zitta.
-
-Ma Fanny si mise a ballare per il salotto, lanciando le braccia in alto
-e gridando:.
-
-— Oh, che piacere! Oh, che piacere!
-
-— Ho tanto piacere anch'io! — uscì a dire la piccola Graziella, con
-tono gratulatorio, sporgendo verso Gertrude la boccuccia per un bacio.
-
-— Ed _io_ — esclamò il signor Clinton posando le mani su quelle dei
-due giovani ch'erano sempre unite — godo che la generosa fanciulla
-ch'io non potrò mai abbastanza ringraziare nè mai ripagare della sua
-rara abnegazione, abbia avuto una degna ricompensa nell'amore d'uno dei
-pochi uomini a cui un padre amoroso possa con piena sicurezza affidare
-la felicità della sua creatura. —
-
-Esausto dalla soverchia eccitazione, egli d'improvviso si sentì venir
-meno, e fu accompagnato nella sua camera da Guglielmo il quale,
-appena che il suo vecchio amico si fu riavuto, ritornò a ricevere
-la benedizione d'Emilia sulle sue nuove speranze, e ad apprendere la
-storia del parentado di Gertrude e della sua scoperta, che lo colmò di
-maraviglia e di gioia.
-
-Infatti, sebbene la persona con cui aveva quella sera un fissato a
-Boston, fosse precisamente il signor Amory, ed egli avesse confidato a
-questi, nel corso del loro colloquio, come ogni dubbio e ogni malinteso
-si fosse dissipato tra lui e la fanciulla amata, il segreto che doveva
-così lietamente stupirlo non gli era stato rivelato se non nel salotto
-del signor Graham.
-
-A dir vero gli era parsa un po' bizzarra la proposta fattagli con
-insistenza dal suo amico d'accompagnarlo, lì per lì, in una visita
-alla villa: ma aveva poi concluso che il desiderio di riannodare la
-sua conoscenza con la famiglia, essendo stato presentato alla signora
-Graham a Baden-Baden, e forse anche un po' la curiosità di vedere da
-presso quella Gertrude Flint, da lui tanto esaltatagli, fossero i soli
-motivi del suo capriccio.
-
-E riandando le memorie del passato, esultando nella felicità presente,
-accarezzando le speranze del futuro, la serata trascorse rapidamente.
-
- . . . . . . .
-
-— Vieni qui, Gertrude, — disse Guglielmo — vieni alla finestra. Guarda
-che bella notte! —
-
-La notte invero era bellissima. Fredda certo, perchè ogni cosa che
-aveva un orlo s'ornava d'una frangia di brillanti diacciuoli, e
-il suolo era coperto d'un candido tappeto di neve che i passanti
-calpestavano frettolosi, stimolati dall'aria frizzante. Le stelle
-scintillavano come non scintillano che in puro cielo invernale; la luna
-sorgeva sopra una vecchia casa dalle mura brunastre, la stessa casa,
-all'angolo della strada, che Guglielmo e Gertrude fanciulli vedevano
-dalla loro soglia quando, sedutivi insieme, spiavano lo spuntare
-dell'astro d'argento, di dietro alla nera massa velata d'ombra.
-
-Appoggiata alla spalla del suo sposo, la giovane stette a guardare,
-intenta come allora, finchè l'intero disco non apparve splendente nel
-cupo azzurro immacolato.
-
-Nessuno dei due parlava, ma i loro cuori palpitavano all'unisono, nel
-ricordo dei giorni passati.
-
-In quella, l'accenditore del gas passò velocemente ed accese, come
-per contatto elettrico, le lucide fiamme dei numerosi lampioni che
-fiancheggiavano i marciapiedi; in un attimo era già fuor di veduta.
-
-Gertrude sospirò.
-
-— La bisogna non era tanto agevole, per il povero zio True! — ella
-disse. — Ma si sono fatti grandi progressi da quel tempo.
-
-— Sì, affemmia! — rispose Guglielmo volgendo uno sguardo di compiacenza
-in giro all'elegante salotto bene illuminato e bene riscaldato
-della loro casa coniugale, e posandolo infine sul viso radioso
-della sposa adorata. — Progressi che allora sarebbero parsi sogni
-inconseguibili. Vorrei che il buon vecchio fosse qui con noi a goderne
-i vantaggi! —
-
-Una lacrima inumidì gli occhi di Gertrude; ma premendo il braccio del
-marito, ella additò reverentemente una fulgidissima stella uscente
-in quel momento da una tenue nuvoletta inargentata che la aveva fino
-allora nascosta; la stella in cui s'era sempre immaginata di discernere
-il buon sorriso del suo padre adottivo.
-
-— Caro zio True! — esclamò commossa. — La sua lampada, Guglielmo, arde
-sempre lassù in cielo, e la sua viva luce non è ancor spenta sulla
-terra! —
-
- . . . . . . .
-
-In una bella città, a trenta miglia circa da Boston, sulla riva d'uno
-di quei laghetti circondati d'ameni colli, che sarebbero celebrati dai
-poeti in un paese meno ricco di questi incantevoli specchi d'acque
-limpide e azzurre, sorgeva una villa gentilizia d'antica ma solida
-costruzione. Era appartenuta agli avi paterni di Filippo Amory, ed
-era stata la prima dimora e l'unica eredità di suo padre che la teneva
-carissima. Solo l'acuto sprone della povertà aveva potuto spingerlo a
-venderla, con grande riluttanza.
-
-Riscattare quell'avito dominio, restaurare e introdurre giudiziosamente
-le comodità moderne nella vecchia casa, infertilire e abbellire
-i terreni, era il sogno di Filippo. Le sue ricchezze adesso gli
-permettevano d'avverarlo. Egli non perdette tempo, e la primavera che
-seguì il ritorno in patria dell'esule da lunghi anni errabondo, vide
-l'opera quasi compiuta.
-
-Intanto Gertrude era andata sposa a Guglielmo, e i Graham erano tornati
-in città, dove passando Isabella l'inverno con sua zia, la vivace
-signora dava gran ricevimenti in suo onore, mentre andava già meditando
-di rimodernare la villa del marito, per la ventura stagione.
-
-Ed Emilia, la quale aveva perduto il suo maggior tesoro, e si trovava
-costretta a vivere in un ambiente così poco in armonia col suo spirito
-non mormorava; ma contenta della sua sorte non chiedeva nè sognava di
-mutarla, finchè un giorno Filippo venne a lei, le prese dolcemente la
-mano, e le disse:
-
-— Questa casa non fa per voi, Emilia. Voi qui, fra tanta gente, siete
-sola come son solo io nella mia romita villa. Noi due ci siamo amati;
-da fanciulli fummo un'anima, e un cuore nella nostra giovinezza, e
-tali siamo sempre. Perchè dovremmo rimanere ancora divisi? Vostro
-padre non s'opporrà più ai nostri desiderî; e voi, mia amatissima,
-vorrete forse negarvi di allietare la vita solitaria del vostro canuto
-innamorato? —
-
-Ma ella scosse il capo e rispose col suo sorriso ineffabilmente soave:
-
-— Oh, Filippo, non ne parlate! Pensate alla mia debole salute, e alla
-mia cecità!
-
-— La vostra salute, cara Emilia, è migliorata dimolto: già le rose
-rifioriscono sulle vostre gote; quanto alla vostra cecità, sarà per me
-un conforto il farvela dimenticare con la mia devozione. Oh, non mi
-rimandate deluso! Un fato crudele ci divise per anni; non vogliate,
-adesso che possiamo essere ricongiunti, prolungare questa dolorosa
-separazione! Unirmi al mio primo amore è la mia più dolce, la mia unica
-speranza di felicità sulla terra! —
-
-Ed ella non ritrasse la mano ch'egli teneva, ma porse anche l'altra
-alla sua fervida stretta.
-
-— Avevo sempre pensato, caro Filippo, che innanzi quest'ora sarei
-stata chiamata nella mia patria celeste, e anche adesso sento che la
-mia dimora quaggiù non sarà lunga: ma finchè dura, o più o meno, sia
-secondo il vostro desiderio. Non sia mai che una mia parola divida due
-cuori così profondamente uniti. La vostra casa sarà la mia. —
-
-E quando l'erba rinverdiva, e i fiori sbocciavano diffondendo nell'aria
-le loro fragranze, e gli uccelli gorgheggiavano fra i rami, e le acque
-azzurre del lago s'increspavano all'alitare di zeffiri primaverili,
-Emilia venne a vivere sul pendio del colle con Filippo. E la signora
-Ellis la seguì per assumere il governo della nuova casa, e di tutte le
-attinenze, specie della latteria, che divenne il suo orgoglio.
-
-Ella aveva implorato a calde lacrime, e agevolmente ottenuto, il
-perdono di Filippo a cui sapeva adesso d'aver fatto più male che non
-volesse: e con la sincerità della sua volontaria confessione, con
-l'umiltà del suo pentimento, aveva provato che non era priva di cuore.
-
-La signora Prime sollecitò anch'essa, con vive istanze, il posto di
-cuoca alla villa; ma Emilia amorevolmente la dissuase.
-
-— Non possiamo lasciare tutte il babbo, — disse scusandosi. — Chi gli
-arrostirebbe appuntino i suoi crostini, chi gli accenderebbe a modo suo
-il fuoco, nella biblioteca? —
-
-La buona vecchia comprese che aveva ragione, e si rassegnò.
-
-E l'esule che ha tanto errato e tanto sofferto, è finalmente felice?
-Sì; ma la sua pace non deriva dalla sua bella casa, dai suoi vasti
-possessi, dalla fama onorevole che egli gode fra gli uomini, e neppure
-dall'amore della gentile Emilia.
-
-Questi sono beni preziosi, ed egli sa apprezzarli; ma la sua anima
-duramente esperta dei dolori del mondo, ha trovato un'àncora più salda,
-un più sicuro rifugio dalla tempesta, perchè grazie al divino potere
-d'una fede viva ha toccato il porto della salvezza eterna. Le preghiere
-della vergine cieca sono state esaudite, l'ultima e la migliore delle
-sue pie opere è compiuta; dal suo spirito illuminato un raggio è sceso
-nell'anima ottenebrata del suo diletto, e quand'anche Dio la chiamasse
-a sè, egli sarebbe ormai capace di seguire le sue orme, di continuare
-le sue carità, di fare il bene sulla terra finchè venga per lui l'ora
-di raggiungerla in cielo.
-
-Quando i due sposi, nelle sere estive, escono a respirare l'aria fresca
-e fragrante della campagna, e godere l'incanto dei crepuscoli sereni,
-ascoltando i cantori alati gorgheggianti tra le fronde, tutte le cose
-parlano d'una pace santa al rinato cuore di colui che per tanto tempo
-visse agitato ed afflitto.
-
-Quando il sole muore in mezzo alla pompa del tramonto, e a grado a
-grado la luce dell'occaso si estingue, quando spuntano le stelle e la
-luna s'inargenta, nella solenne bellezza della notte gli astri parlano
-parole d'alto insegnamento alla sua anima risvegliata, e la gran voce
-della natura, e la tenue voce sommessa che mormora in lui, dicono
-dolcemente, piamente:
-
-«Il sole non sarà più il tuo lume diurno, nè più splenderà per te il
-chiarore soave della luna: ma la luce eterna ti verrà dal Signore, e il
-tuo Dio sarà la tua gloria.
-
-«Il tuo sole non tramonterà più, nè la tua luna si ritirerà: perchè il
-Signore sarà la tua luce perpetua, e i giorni del tuo cordoglio saranno
-finiti.»
-
-
- FINE.
-
-
-
-
-NOTE:
-
-
-[1] Centesimo di dollaro.
-
-[2] Nome della nave che portò i primi coloni inglesi.
-
-[3] Esq. abbreviazione di «Esquire» titolo medio tra signore e
-cavaliere.
-
-[4] Colle del Tramonto.
-
-[5] La moda, l'elegante vita mondana.
-
-[6] La legge di Lynch autorizzava tutti i presenti a fustigare i ladri
-còlti sul fatto. Il supplizio era spesso mortale.
-
-
-
-
-
-Nota del Trascrittore
-
-Ortografia e punteggiatura originali sono state mantenute, correggendo
-senza annotazione minimi errori tipografici.
-
-
-
-
-
-End of the Project Gutenberg EBook of Il lampionaio, by Maria Susanna Cummins
-
-*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK IL LAMPIONAIO ***
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-<body>
-
-
-<pre>
-
-The Project Gutenberg EBook of Il lampionaio, by Maria Susanna Cummins
-
-This eBook is for the use of anyone anywhere in the United States and most
-other parts of the world at no cost and with almost no restrictions
-whatsoever. You may copy it, give it away or re-use it under the terms of
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-
-
-
-Title: Il lampionaio
-
-Author: Maria Susanna Cummins
-
-Release Date: May 26, 2017 [EBook #54787]
-
-Language: Italian
-
-Character set encoding: UTF-8
-
-*** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK IL LAMPIONAIO ***
-
-
-
-
-Produced by Barbara Magni and the Online Distributed
-Proofreading Team at http://www.pgdp.net
-
-
-
-
-
-
-</pre>
-
-
-<div class="booktitle">
-<h1>
-<i>Il Lampionaio</i>
-</h1>
-</div>
-
-<div class="figcenter"><a id="fill000"></a>
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-</div>
-
-<div class="titlepage">
-<p class="x-large">
-<i>Cummins</i>
-</p>
-
-<p class="pad2 main-t">
-<i>Il Lampionaio</i>
-</p>
-
-<p class="pad6">
-<span class="x-large"><i>Firenze</i></span><br />
-<span class="large"><i>Adriano Salani, Editore</i></span><br />
-<span class="small"><i>Viale dei Mille.</i></span>
-</p>
-</div>
-
-<div class="verso">
-<hr class="mid" />
-<p>
-<i>PROPRIETÀ LETTERARIA.</i> **<br />
-<i>RISERVATI TUTTI I DIRITTI</i><br /><br />
-Tip. Adriano Salani, 1920.
-</p>
-<hr class="mid" />
-</div>
-
-<div class="chapter">
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_5">[5]</span>
-</p>
-
-<p class="title">
-IL LAMPIONAIO
-</p>
-
-<h2>I.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Oh pensare ad un povero</p>
-<p class="i2">Bimbo che giorni infantili non ha,</p>
-<p>Che non ruzza e folleggia allegro, indomito,</p>
-<p class="i2">Che Dio pregare e lodare non sa!</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Landon.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-In città era già quasi buio. Fuori, nell'aperta campagna,
-la luce doveva indugiare forse un'altra mezz'ora;
-ma nelle strette vie dove mi conduce la mia
-storia, l'ombra s'addensava.
-</p>
-
-<p>
-Davanti all'uscio d'una casa bassa, nerastra, dall'aria
-malsana, una ragazzetta sedeva sullo scalino
-di legno della soglia, guardando lontano nella strada,
-con occhi intenti. L'uscio s'apriva accosto al
-marciapiede e la soglia era poco elevata, sicchè i
-suoi piedini scalzi posavano sul gelido ammattonato.
-In quella fredda sera di novembre, una lieve nevicata
-che faceva tutte candide, tutte nitide le piazze
-ampie ed allegre, circondate da case signorili,
-rendeva ancor più triste e più lurido l'aspetto delle
-stradette anguste, dei vicoli tetri, dove la bella neve,
-mescolandosi alla mota e alle immondizie sempre
-abbondanti nei luoghi in cui vive agglomerata la
-povera gente, aveva presto perduto la sua purezza.
-</p>
-
-<p>
-Non uno fra i numerosi passanti diretti alle varie
-mète dei loro affari o dei loro piaceri, notava la
-ragazzetta lì seduta, perchè non c'era anima al mondo
-che si curasse di lei. Ell'era scarsamente vestita,
-e di cenci dei più miseri. Aveva i capelli lunghi ed
-assai folti, ma così scarmigliati che non le donavano
-punto. Invero pareva che nulla potesse donare
-a quel visetto di bimba esile e malaticcia, i cui lineamenti,
-affilato com'era, e d'un colorito scialbo,
-<span class="pagenum" id="Page_6">[6]</span>
-non offrivano la minima attrattiva a chi per caso
-l'osservasse.
-</p>
-
-<p>
-Belli erano certo i suoi occhioni neri; ma a contrasto
-con una faccia tanto minuta e sparuta sembravano
-smisuratamente grandi, e ne facevano risaltare
-la singolarità senza conferirle bellezza. Se
-qualcuno le avesse voluto bene (non gliene voleva
-nessuno), se avesse avuto la mamma (ahimè, non
-l'aveva), un'affettuosa parzialità avrebbe forse trovato
-in lei qualche cosa da lodare. Così invece la
-povera piccina si sentiva ripetere dieci volte il giorno
-ch'ella era la più brutta creatura dell'universo; e,
-purtroppo, era la più maltrattata. Nessuno l'amava
-ed ella non amava nessuno, nessuno le diceva mai
-una buona parola, nessuno si dava pensiero di farla
-contenta e nemmeno di sapere se non fosse infelice.
-Toccava appena gli otto anni ed era sola sulla terra.
-</p>
-
-<p>
-Non aveva che un divertimento, uno unico: le
-piaceva spiare l'arrivo del vecchio che accendeva il
-lampione davanti alla casa, veder la fiaccola lucente
-apparire in fondo alla strada, oscillando al vento,
-e poi l'uomo salire di corsa su per la sua scala portatile
-e con gesto rapido e sicuro far sgorgare dall'oscurità
-la vivida fiamma che diffondeva tutt'intorno
-la gaiezza del suo chiarore. Un barlume di
-gioia scendeva allora nel piccolo cuore desolato che
-ignorava la giocondità. Il vecchio lampionaio non le
-parlava, non mostrava neanche d'accorgersi della
-sua presenza, eppure spiando la sua venuta ella
-provava quasi il sentimento con cui avrebbe atteso
-un amico.
-</p>
-
-<p>
-— Gertrude, — gridò dall'interno una voce aspra — sei
-andata per il latte?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La bambina non rispose. Lesta lesta, scivolò dallo
-scalino, sgattaiolò correndo rasente il muro, e, svoltato
-il canto della casa, si mise fuor di veduta.
-</p>
-
-<p>
-La donna che l'aveva chiamata s'affacciò all'uscio.
-</p>
-
-<p>
-— O dove sia quella figliolaccia?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Passava un ragazzo che aveva visto la fuga di Gertrude,
-un ragazzo che sull'esempio dell'intero vicinato
-ostentava di considerare la piccina come una
-specie di folletto o spirito maligno. Rise forte, additò
-il canto dietro a cui ella si nascondeva, e, curioso
-<span class="pagenum" id="Page_7">[7]</span>
-di ciò che sarebbe seguito, continuò il suo
-cammino con la testa voltata sulla spalla, esclamando:
-</p>
-
-<p>
-— Ora sì che ne busca!... Annetta Grant la concia
-per il dì delle feste!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-In meno che non si dica, Gertrude fu tratta dal
-suo nascondiglio, gratificata con un ceffone per la
-sua bruttezza e un altro per la sua impertinenza,
-poichè prodigava ad Annetta Grant sberleffi a tutta
-possa, e spedita in un viale vicino col bricco del
-latte. Ella correva a perdifiato, temendo che il lampionaio
-potesse venire e andarsene durante la sua
-assenza. Con grande allegrezza, al ritorno lo scòrse
-davanti alla casa, appunto nell'atto che saliva sulla
-sua scala. Si piantò appiè di questa, e rimase così
-assorta nella contemplazione della fiamma risplendente,
-che quando l'uomo cominciò a scendere non
-se n'avvide. Ne seguì che trovandosi ella in dirittura
-del suo slancio, egli, nel balzare a terra venne
-ad urtarla e la mandò ruzzoloni.
-</p>
-
-<p>
-— Ohe, bimba! — esclamò, chinandosi a rialzarla. — Com'è
-successo?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude si rizzò in un baleno. Era avvezza alle
-picchiate sode, e non si sgomentava per qualche ammaccatura.
-Ma il latte?... Ah, il latte s'era versato
-fino all'ultima gocciola!
-</p>
-
-<p>
-— Uhm! Cotesto è un guaio! — riprese egli. — Che
-dirà la mamma?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La guardò in viso per la prima volta, e s'interruppe.
-</p>
-
-<p>
-— Affemmia, strano tipo, questa figliuola! Sembra
-una piccola strega!...&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Poi, vedendola mirare con apprensione il latte
-sparso e volgere uno sguardo ansioso verso la casa,
-soggiunse amorevolmente:
-</p>
-
-<p>
-— Via, non vorrà mica infuriarsi contro uno scricciolo
-come te! Su, coraggio, mimmina! Se ti sgrida
-un po', abbi pazienza... Domani ti porterò qualche
-cosa che ti piacerà, credo.... M'hai l'aria d'esser
-tanto sola, poverina.... E se la tua vecchia strepita,
-dille pure che sono stato io.... Ma non t'ho mica
-fatto male, eh?... O che ci stavi a fare sotto la mia
-scala, tu?
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_8">[8]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Vi guardavo accendere il lampione, — rispose
-Gertrude. — No, male non me ne sono fatta punto,
-ma vorrei non aver versato il latte....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-In quella, Annetta Grant apparve sulla soglia,
-vide ciò ch'era accaduto, e principiò dal cacciare in
-casa la bambina, a spintoni, con accompagnamento
-di bòtte, minacce ed imprecazioni brutali e sacrileghe.
-Il lampionaio tentò di placarla, ma ella gli
-sbattè l'uscio in faccia. Gertrude, caricata di rimproveri
-e di busse, privata del tozzo di pane che
-soleva esser la sua cena, fu rinchiusa per la notte
-nella buia soffitta ove dormiva.
-</p>
-
-<p>
-Povera creatura! Sua madre era morta in quella
-casa, cinque anni addietro, e da allora essa era
-quivi tollerata, non tanto perchè Ben Grant imbarcandosi
-aveva ordinato alla moglie di custodirla
-fino al suo ritorno (egli era partito da sì lungo
-tempo che nessuno l'aspettava più), quanto per certe
-ragioni particolari della stessa Annetta, la quale,
-sebbene la considerasse come un peso rimastole sulle
-braccia, non desiderava provocare inchieste cercando
-di collocarla altrove.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude aveva orrore e terrore delle tenebre.
-Quando si trovò sola, senza lume, chiusa sotto chiave
-in quel nero stambugio, stette un momento immobile
-e muta: poi, d'un tratto, cominciò a strillare,
-a pestare i piedi, a menar colpi furiosi contro
-l'uscio sforzandosi d'aprirlo.
-</p>
-
-<p>
-— Vi odio, Annetta Grant! — urlava. — Vecchia
-Annetta, vi odio!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ma non venne nessuno. Dopo un poco la sua ira
-sbollì. Ella andò a buttarsi sul suo misero lettuccio,
-si coprì il viso con le scarne manine, e pianse e
-singhiozzò che pareva le si dovesse spezzare il cuore.
-Alfine, esausta, dopo alcuni singhiozzi ancora,
-sempre più sommessi e interrotti da profondi sospiri,
-a grado a grado si chetò. Rimosse le mani dal
-viso, e, torcendole convulsamente, alzò gli occhi alla
-finestrella, a lato del letto, solo adito che la luce
-avesse nella stanza: una finestrella con una vetrata
-di tre piccoli vetri disuguali, connessi rozzamente
-da un contorno di stucco. Non c'era la luna, però
-guardando in alto Gertrude vedeva, attraverso la
-<span class="pagenum" id="Page_9">[9]</span>
-vetrata, splendere incontro a lei un'<i>unica</i> fulgidissima
-stella, che, ella pensava, vinceva in bellezza
-ogni cosa al mondo. Spesso ell'era stata fuori la sera
-sotto un cielo tutto stellato senza riceverne alcuna
-particolare impressione; ma quella stella solitaria,
-così grande e sfolgorante, e pur d'aspetto così mite,
-così soave, sembrava sorriderle, sembrava dirle:
-«Gertrude, Gertrude, <i>povera</i> Gertrudina!» Non forse
-somigliava un volto benigno da lei veduto o sognato
-in un tempo lontano? D'improvviso le balenò
-un'idea.
-</p>
-
-<p>
-— Chi l'accese?... Qualcuno di certo.... qualcuno
-che dev'essere molto buono, m'immagino.... O come
-avrà fatto per salire fin lassù?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-E Gertrude s'addormentò volgendo in mente questo
-problema: «Chi aveva acceso la stella?»
-</p>
-
-<p>
-Povera animetta oscurata dall'ignoranza! Chi t'illuminerà?
-Tu sei una creatura di Dio, bambina!
-Cristo morì per te. Non manderà Egli qualcuno,
-uomo od angelo, a dissipare le tenebre che t'avvolgono,
-ad accendere in te la luce che mai non s'estingue,
-la luce che risplende in eterno?
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>II.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Chi lenirà i tuoi dolori o «scossa dalla tempesta»?</p>
-<p>Parole chi avrà di conforto, o «sconsolata» per te?</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Emilia Taylor.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-La mattina seguente Gertrude non fu svegliata da
-un gaio cinguettìo di fratellini e sorelline, o dal bacio
-della mamma, come i bimbi felici, i bimbi che
-mani amorose aiutano a vestirsi e che sanno che
-una buona colazione li aspetta. Ma un suono di voci
-rudi, giungendole dal piano di sotto, l'avvertì che
-gli uomini d'Annetta Grant, cioè suo figlio e due o
-tre dozzinanti, si mettevano a tavola per il pasto
-mattutino, del quale ella non poteva sperare una
-qualche parte se non trovandosi presente quando
-essi avevano finito, per prendere quella porzione
-d'avanzi che alla padrona piacesse di gettarle o
-spingerle davanti. Scese furtivamente, e si tenne nascosta,
-<span class="pagenum" id="Page_10">[10]</span>
-finchè non sentì l'odore delle pipe ed i passi
-degli uomini nel corridoio. Tosto che tutti se ne furono
-andati, schiamazzando, ella entrò quatta quatta
-nella stanza, volgendo in giro uno sguardo pieno
-di paura e di sospetto. Annetta Grant l'accolse male:
-</p>
-
-<p>
-— Ah, sei qui?... Faresti meglio a non mostrarla,
-quella brutta faccia agra.... Se hai fame, mangia
-un boccone, e poi levati di tra i piedi. Bada bene di
-non venir a gironzare intorno al fuoco e a seccarmi
-mentre lavoro, se non vuoi toccarne di nuovo, e peggio
-di iersera....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude non s'aspettava un'accoglienza migliore,
-sicchè non ebbe a soffrire un disinganno. Contenta
-di trovare il meschino cibo lasciato sulla tavola per
-lei, lo trangugiò avidamente, e senza provocar una
-seconda intimazione di tenersi al largo, prese il suo
-vecchio cappuccetto, s'avvolse in uno scialle sbrindellato,
-già di sua madre, il quale da anni era l'unico
-indumento che servisse a ripararla dal freddo,
-e quantunque l'aria frizzante del mattino le gelasse
-le manine e i piedini nudi, scappò di corsa per la
-strada.
-</p>
-
-<p>
-Dietro la casa dove abitava Annetta Grant c'era
-un cantiere di legname e carbone, e di là da questo
-uno scalo, e l'acqua densa e melmosa d'un bacino.
-In quei paraggi la piccola Gertrude avrebbe potuto
-trovare numerosi compagni per fare il chiasso. Qualche
-volta infatti si mescolava ai branchi di monelli
-dei due sessi, cenciosi come lei, che si trastullavano
-nel cantiere; ma di rado, perchè fra i ragazzi del
-vicinato c'era una lega contro la disgraziata creatura.
-Poveri essi pure, e, la maggior parte, tenuti
-male, la sapevano però più negletta ancora, e assai
-più maltrattata che qualunque di loro. Spesso avevano
-veduto menarle bòtte spietate, spesso avevano
-udito chiamarla brutta e maligna, e dirle ch'ella non
-apparteneva a nessuno, che nessuna casa era la
-sua. Bambini com'erano, sentivano nondimeno il
-proprio vantaggio, e disprezzavano la reietta. Forse
-non sarebbe stato così se Gertrude si fosse messa
-fra loro francamente e avesse cercato di farseli amici.
-Ma sua madre nel breve tempo ch'era vissuta in
-casa d'Annetta Grant aveva avuto cura di tenerla
-<span class="pagenum" id="Page_11">[11]</span>
-lontana da quella marmaglia; e, morta lei, la bimba
-resa schiava, forse un po' dall'abitudine ma più dalla
-sua stessa natura, continuava ad astenersi dal
-partecipare ai rozzi loro spassi, benchè nulla glielo
-impedisse. Non aveva dunque dimestichezza co' suoi
-coetanei. Nè essi s'arrischiavano a dimostrarle la
-loro ostilità se non a parole, perchè non uno avrebbe
-osato affrontare da solo la piccola Gertrude che,
-animosa, impulsiva, violenta, si faceva temere quanto
-odiare. Una volta, tutta una banda di maschi e
-femmine s'era accordata per darle noia e soverchiarla;
-ma appunto nell'atto che una delle ragazzette
-lanciava nel bacino le scarpe tratte a forza dai
-piedi della vittima, era sopraggiunta Annetta Grant,
-la quale aveva picchiato di santa ragione la monella
-e posto in fuga i suoi compagni. Da quel giorno
-Gertrude andava scalza; però, caso unico, doveva
-alla megera un benefizio: la ragazzaglia la
-lasciava in pace.
-</p>
-
-<p>
-Era freddo ma splendeva il sole, quando la bambina,
-cacciata, corse a cercare un ricovero nel cantiere.
-In un angolo che dalle case vicine rimaneva
-quasi fuori della visuale, s'inalzava un'enorme catasta
-di legname da costruzione. Le assi, di lunghezze
-diverse ed irregolarmente collocate, offrivano da
-una parte una serie di scalini grazie ai quali riusciva
-agevole arrampicarsi fino su in cima, dove
-alcune delle più lunghe sporgevano in guisa da formare
-una specie di nicchia ben riparata, che dal
-lato aperto dominava il bacino.
-</p>
-
-<p>
-Quel recesso era per Gertrude il porto di sicurezza,
-l'asilo di pace, il solo luogo donde non venisse
-mai espulsa. Là, durante le giornate estive la povera
-creatura solitaria sedeva meditando sulle sue
-afflizioni, le sue malefatte, la sua bruttezza, e talvolta
-piangendo ore ed ore. Quando, di tanto in
-tanto, accadeva che per alcuni giorni consecutivi
-avesse avuto la fortuna di non irritare nessuno, di
-non attirarsi gravi castighi come l'essere picchiata
-o rinchiusa al buio, l'animo suo in quella tregua
-si rasserenava alquanto, ed ella si divertiva a guardare
-gli uomini d'una goletta ancorata lì presso,
-mentre lavoravano a bordo, o vogavano di qua e di
-<span class="pagenum" id="Page_12">[12]</span>
-là, in una barchetta. La calda luce del sole infondeva
-nelle vene un tale benessere, le voci dei marinari
-erano tanto allegre, che la piccola derelitta
-obliava per un poco i suoi dolori.
-</p>
-
-<p>
-Ma l'estate se n'era ita; la goletta col suo equipaggio
-che serviva a Gertrude di così piacevole compagnia,
-se n'era ita anch'essa. Era venuta la cattiva
-stagione, e ultimamente il tempo burrascoso
-aveva costretto la bimba a rimanersene tappata in
-casa. Non le pareva dunque vero quella mattina di
-poter tornare al suo caro nascondiglio. Con viva
-gioia trovò che il sole c'era arrivato prima di lei e
-aveva asciugato le travi per modo ch'ella se le sentiva
-tutte calde sotto i piedini nudi, il sole che splendeva
-sempre fulgido e gaio anche nel cielo di novembre
-e le faceva dimenticare Annetta Grant, e il
-freddo sofferto, e il terrore del lungo inverno!
-</p>
-
-<p>
-I suoi pensieri vagarono un po' senza mèta, poi
-si raccolsero sullo sguardo benevolo e sulla voce del
-vecchio lampionaio; infine le si affacciò, per la prima
-volta, alla mente la promessa da lui fatta di
-portarle qualche cosa quando sarebbe venuto la sera
-prossima. Se ne ricorderebbe? Ella non credeva....
-Eppure, forse sì, perchè quell'uomo aveva l'aria
-d'esser tanto buono, e tanto s'era rammaricato della
-sua caduta....
-</p>
-
-<p>
-Che mai le porterebbe allora? Qualche cosa da
-mangiare? Oh, fosse piuttosto un paio di scarpe!
-Ma no, egli non poteva aver pensato a questo....
-Forse non s'era nemmeno accorto che ella non ne
-aveva....
-</p>
-
-<p>
-Gertrude risolse d'andare in ogni caso per il latte
-prima dell'ora d'accendere il lampione, al fine d'esser
-di ritorno in tempo, senza che nulla dovesse impedirle
-di vederlo.
-</p>
-
-<p>
-La giornata le sembrò lunghissima; ma, quando
-Dio volle, la notte venne, e con la notte, True, o meglio,
-Trueman Flint: così si chiamava il lampionaio.
-</p>
-
-<p>
-Ella si trovava sul posto ad aspettarlo, badando
-però di non dar nell'occhio ad Annetta Grant.
-</p>
-
-<p>
-True era in ritardo quella sera, e aveva gran
-fretta. Potè appena dire alla bambina poche parole,
-nel suo linguaggio semplice e rozzo, ma erano parole
-<span class="pagenum" id="Page_13">[13]</span>
-che venivano dall'intimo del cuore più generoso
-ed onesto che mai palpitasse nel petto d'un
-uomo. Le ripetè, posandole sul capo con atto benevolo
-la mano grande e tutta nera di fumo, che gli
-dispiaceva assai ch'ella si fosse fatta male, poi soggiunse:
-</p>
-
-<p>
-— E per soprassalto ne buscasti, poverina.... Vergognaccia!
-Gran danno, un po' di latte versato!
-Era una disgrazia, mica un delitto....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Levò la mano dal capo di Gertrude, per isprofondarla
-in una delle vastissime sue tasche.
-</p>
-
-<p>
-— Ma eccoti — proseguì — la creaturina che ti
-promisi ieri. Abbine cura e non tormentarlo.... Scommetto
-che se è come la sua mamma che ho io a
-casa, ti piacerà, e presto presto gli vorrai bene. Addio,
-mimma!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-E presa in ispalla la sua scala portatile, se n'andò
-lasciando nelle mani della ragazzina un gattino
-bianco e grigio.
-</p>
-
-<p>
-Ella fu così sbalordita nel trovarsi tra le braccia
-quella cosa viva, tanto diversa da tutte le cose da
-lei immaginate, che per un minuto rimase irresoluta,
-non sapendo che avesse a farne.
-</p>
-
-<p>
-C'erano molti gatti, d'ogni grandezza e d'ogni colore,
-là nel vicinato, sia appartenenti ad inquilini
-delle case, sia rifugiati nel cantiere: povere bestie
-spaurite le quali, come Gertrude, solevano andare
-attorno a passi furtivi o scappando, a gambe levate,
-e spesso si nascondevano tra il legname e il carbone,
-quasi si sentissero al pari di lei malsicuri del
-diritto di stare in un qualche luogo. Ed ella aveva
-anche provato più volte una certa simpatia per loro,
-ma non le era mai venuta la voglia di pigliarne uno,
-portarselo a casa e addomesticarlo, perchè essendo
-il nutrimento e il ricovero tanto avaramente concessi
-a lei stessa, ben sapeva di non poterli ottenere
-per un suo beniamino a quattro zampe.
-</p>
-
-<p>
-La sua prima idea fu pertanto di deporre il gattino
-a terra, e lasciarlo andare. Ma la bestiola si
-raccomandò in maniera tale, che ella non fu capace
-di resistere. Dalle braccia le salì fino al collo, vi si
-aggrappò, e spaventato com'era dall'imprigionamento
-e dal lungo viaggio nella tasca del lampionaio,
-<span class="pagenum" id="Page_14">[14]</span>
-prese a miagolare con una voce sommessa e
-flebile che sembrava implorare la compassione. L'eloquenza
-di quella vocina vinse la paura della collera
-d'Annetta Grant. E Gertrude; stringendosi al
-seno il micio, risolse, nel suo cuore di bimba, d'amarlo,
-di nutrirlo, e di tenerlo ben lontano dagli
-occhi della vecchia.
-</p>
-
-<p>
-A qual punto giungesse in breve il suo amore per
-quell'animaletto le parole non potrebbero dire. La
-sua natura fiera, indomita, impetuosa, non aveva
-fino allora avuto occasione di manifestarsi che in
-accessi di risentimento appassionato, di torva ostinazione,
-d'odio perfino. Ma v'erano in quella piccola
-anima sorgenti di caldi affetti ancor chiuse, una
-profondità di tenerezza mai evocata, un ardore di
-devozione al quale non mancava che un oggetto su
-cui espandersi.
-</p>
-
-<p>
-Ella prodigò quindi alla creaturina che dipendeva
-da lei per il suo sostentamento tutta la dovizia
-d'amore accumulata nel suo povero coricino desolato.
-E tanto più l'amava quanto più era obbligata
-a darsene pensiero, quanto più grandi, erano i disturbi
-e le ansie che le cagionava. Teneva la bestiola
-quasi sempre fuori, fra il legname del cantiere, nel
-suo rifugio favorito. Trovò un vecchio cappello nel
-quale mise il proprio cappuccetto, e fece così una
-cuccettina per il micio. Gli portava una parte, degli
-scarsi suoi pasti, osava per lui ciò che non avrebbe
-osato per sè medesima, procacciandogli la cena col
-sottrarre tutti i giorni dal bricco un po' del latte che
-Annetta Grant la mandava a prendere, ed esponendosi
-al rischio d'essere scoperta e punita: solo rischio,
-solo danno, di cui il furto e la frode potessero
-destare il timore nell'animo della misera bambina
-ignorante, perchè nessuno s'occupava di sviluppare
-le sue idee del bene e del male in senso astratto. Ella
-si divertiva ore intere a trastullarsi col suo gattino
-fra le cataste di legname, a parlargli, a dirgli
-quanto le fosse caro. Ma nelle giornate più rigide,
-non avendo modo di ripararsi dal freddo all'aperto,
-ed essendo assai pericoloso portare il suo protetto
-in casa, si trovava in un serio impiccio. Nondimeno,
-coraggiosamente nascondeva il micino in seno, e
-<span class="pagenum" id="Page_15">[15]</span>
-correva a rifugiarsi con lui nella soffittuccia ch'era
-la sua camera. Là, badando di tener l'uscio chiuso,
-riesciva a far sì che la presenza del suo compagno
-sfuggisse agli occhi ed agli orecchi della terribile
-Annetta. Due o tre volte invero, per sua momentanea
-distrazione, accadde che la vispa bestiola scappasse
-al piano di sotto, nel corridoio e nella cucina,
-anzi una volta la donna lo vide e lo cacciò con la
-granata; ma in quel popoloso quartiere dove i gatti
-vagabondi erano tutt'altro che rari, il caso non poteva
-parere così straordinario da provocare un'inchiesta.
-</p>
-
-<p>
-Sembrerà strano che Gertrude fosse libera di star
-fuori a baloccarsi dalla mattina alla sera. I fanciulli
-delle classi povere sogliono imparare per tempo
-a rendersi utili. Sono numerose le creature di
-tenera età che, per le strade, davanti alle porte e
-nelle corti delle case, vediamo andar curve sotto il
-peso d'una voluminosa fascina, o d'un paniere di
-trucioli, o, più spesso, d'un grosso marmocchio al
-quale si deve badare e prestare ogni sorta di cure.
-E noi compiangiamo un'infanzia soggetta a cotali
-fatiche, e giudichiamo troppo dura la sua sorte. Eppure
-non è quella, alla perfine, la maggiore delle
-disgrazie: stava per tutti i conti assai peggio la
-piccola Gertrude, che non era costretta a far nulla,
-e ignorava la sodisfazione d'<i>aiutare</i> qualcuno. Annetta
-Grant non aveva marmocchi, e stimava poco
-i servigi dei ragazzi. Donna attivissima, non sentiva
-punto il bisogno d'impiegare l'orfanella in qualche
-faccenda domestica; al contrario, desiderava di levarsela
-d'attorno. Sicchè, tolta la corsa quotidiana
-per il latte, Gertrude era sempre in ozio: causa feconda
-d'infelicità e di scontento, se anche non avesse
-avuto a soffrire per alcun'altra.
-</p>
-
-<p>
-Annetta, una scozzese non più giovane, aveva sortito
-da natura un cattivo temperamento, che, con gli
-anni, era divenuto pessimo. Conosceva la vita dal
-suo lato più rude, era gran lavoratora, e godeva la
-reputazione di femmina sveglia, ardita, e dominatrice.
-Ell'aveva reso al marito così disamena la casa
-coniugale, che egli, lasciando il suo mestiere di falegname,
-era andato piuttosto per mare. Faceva la
-<span class="pagenum" id="Page_16">[16]</span>
-lavandaia e teneva alcuni dozzinanti. I suoi proventi
-sarebbero bastati a sbarcare comodamente il lunario,
-se non fosse stata la sregolatezza del suo figliuolo,
-giovinastro turbolento, guastato da lei stessa
-nella prima età con le intemperanze e le ineguaglianze
-del suo carattere. Era un valente operaio
-quando aveva voglia di lavorare, ma scialacquava
-tutti i propri guadagni e buona parte di quelli della
-madre. Per certe sue ragioni particolari ella seguitava
-a tenersi seco la bambina: non erano però tanto
-gravi che non pensasse talvolta a liberarsi da
-quel peso.
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>III.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Misericordia e amor sul tuo cammino</p>
-<p>T'hanno incontrata, o misera reietta.</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Wordsworth.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Gertrude aveva il suo gattino da circa un mese,
-quando in conseguenza del rimanere esposta alle intemperie
-si buscò una fortissima infreddatura. Allora
-Annetta, per tema delle noie che una seria malattia
-della bambina avrebbe cagionato a lei, le ingiunse
-di non uscire all'aperto, e perfino di starsene
-nella stanza riscaldata dov'essa lavorava.
-</p>
-
-<p>
-Certo, con quella tosse terribile, sarebbe stato buono
-sedere tutto il giorno accanto alla stufa, e tenersi
-calduccina, se non l'avesse tormentata il pensiero
-del micio, che innanzi ch'ella fosse in grado
-di ritornare nel cantiere a custodirlo poteva sperdersi,
-o perire d'inedia, o, pericolo non meno grave,
-dare una corsa nella casa in cerca della sua padrona.
-</p>
-
-<p>
-Passò la giornata, senza che la bestiola si facesse
-vedere. Ma verso sera, proprio nel momento che gli
-uomini venivano a cena, capitò tra i piedi d'uno di
-essi, là, sulla soglia della stanza dove Gertrude si
-trovava con la vecchia Grant ed era preparato il
-grossolano loro pasto.
-</p>
-
-<p>
-— Accidenti! — esclamò l'uomo che tutti chiamavano
-Iacopino. — È un gatto! O Annetta! Credevo
-che li odiaste i gatti, voi.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_17">[17]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Non è mica mio, — disse ella. — Cacciatelo
-fuori.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Iacopino s'accinse a farlo. Il micio balzò indietro
-e, girando largo, andò a precipitarsi tra le braccia
-di Gertrude, la quale trepidante per il suo fato spiava
-con ansia gli eventi.
-</p>
-
-<p>
-Annetta gli domandò:
-</p>
-
-<p>
-— O cotesto gatto, di chi è?
-</p>
-
-<p>
-— Mio, — rispose coraggiosamente la bambina.
-</p>
-
-<p>
-— Tuo? E da quando tieni gatti? Come l'hai avuto?
-Parla!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gli uomini le guardavano. Gertrude aveva paura
-degli uomini. Essi qualche volta le facevano dispetti
-e sempre erano per lei una sorgente d'apprensioni.
-Ella non osava dire a chi dovesse quel regalo, ben
-sapendo di peggiorare le cose, perchè Annetta Grant
-non aveva mai perdonato al lampionaio le sue dure
-rimostranze contro la crudeltà di picchiare una bimba
-per aver avuto la disgrazia di versare un bricco
-di latte; nè la soccorreva in quel momento tanta
-prontezza d'animo da inventare qualche fandonia
-che spiegasse altrimenti la presenza del gattino. Del
-resto non avrebbe esitato punto a mentire. La sua
-deficiente educazione non le aveva inculcato l'amore
-e l'abitudine della verità a segno ch'ella potesse preferirla
-quando la menzogna le faceva più comodo
-o la salvava da un castigo. Tacque e ruppe in lacrime.
-</p>
-
-<p>
-— Via, Annetta, — disse Iacopino — dateci la
-cena e lasciate stare cotesta mocciosa fino a poi.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La donna accondiscese, non però senza brontolare
-minacciosamente.
-</p>
-
-<p>
-La cena fu presto finita. In quella un sonatore
-d'organetto venne a fermarsi davanti alla casa e intonò
-un'aria popolare. I pigionali scendevano e gli
-si affollavano intorno, attratti dalla scimmietta che
-ballava in cadenza con la musica. Gli uomini andarono
-a raggiungerli. Gertrude impedita di uscire
-corse alla finestra. I grotteschi sgambetti dell'animale
-la divertivano un mondo; finchè sonatore e
-scimmia non si furono allontanati, ella stette a guardare
-intensamente assorta nello spettacolo, così intensamente
-da non accorgersi che non teneva più
-<span class="pagenum" id="Page_18">[18]</span>
-il micio, il quale, sfuggitole dalle braccia, era saltato
-sulla tavola e cominciava a divorare gli avanzi
-del pasto. Ella seguiva ancora con gli occhi l'uomo
-dall'organetto, quando vide apparire in fondo alla
-strada il vecchio lampionaio. Mentre si proponeva
-di trattenersi finch'egli avesse acceso il lampione, un
-urlo di rabbia la fece sobbalzare. Spaventata si volse
-giusto in tempo per vedere Annetta abbrancare
-il suo caro gattino. Si slanciò alla riscossa, balzò
-sopra una seggiola, afferrò un braccio della donna;
-ma costei la respinse vigorosamente con una mano
-e con l'altra scaraventò la bestiola attraverso la
-stanza. Gertrude udì un tonfo in un liquido, e un
-grido straziante. Annetta aveva gettato il povero
-micio in un gran catino pieno d'acqua calda a bollore
-pronta per qualche uso domestico. La piccola
-vittima si contorse un momento e morì in uno spasimo.
-</p>
-
-<p>
-Tutto il furore di cui l'impetuosa natura della
-bambina era capace, divampò. Senza titubare, ella
-raccolse un pezzo di legno che giaceva lì presso, e
-lo scagliò contro la megera. Aveva mirato bene. La
-vecchia Grant era stata colpita alla testa e il sangue
-grondava dalla ferita; ma ella quasi non sentiva
-il colpo tanto era eccitata dall'ira dinanzi all'audacia
-di Gertrude. Fremente, s'avventò su lei, la pigliò
-per le spalle, aperse l'uscio di strada e la spinse sul
-marciapiede dicendo:
-</p>
-
-<p>
-— Fuori, spirito maligno, e guai a te s'io veggo
-la tua ombra sulla soglia della mia casa!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Poi rientrò a precipizio abbandonando l'orfanella
-sola in mezzo alla notte fredda e buia.
-</p>
-
-<p>
-Quando Gertrude era adirata o afflitta piangeva
-forte, ma di rado singhiozzava come gli altri bambini;
-invece emetteva a brevi intervalli strilli acutissimi
-fino a rimanere qualche volta esausta di forze.
-Ella prese a strillare così, tosto che Annetta Grant
-l'ebbe lasciata là sulla strada; ma non già per la
-paura d'essere irremissibilmente espulsa dal suo
-unico ricovero e di doversene andare, sola sola e di
-notte, errando per la città, a rischio di cadere assiderata,
-innanzi l'alba, con quel gran freddo: no,
-non pensava affatto a sè stessa. L'orrore e il dolore
-<span class="pagenum" id="Page_19">[19]</span>
-della tragica morte inflitta all'unico essere ch'ella
-amasse al mondo empivano tutta la sua piccola
-anima. Ella s'accosciò contro il muro della casa, e
-si coperse la faccia con le mani, inconsapevole del
-chiasso che faceva, e del trionfo di quella monellaccia
-che le aveva un giorno tratto le scarpe dai piedi,
-e che ora stava spiandola dall'uscio dirimpetto.
-D'improvviso si sentì sollevare da terra, e si trovò
-seduta su una delle traverse della scala di True
-appoggiata ancora sotto il lampione. Il buon uomo
-che, reggendola saldamente, l'aveva collocata giusto
-tant'alto da trovarsi con lei a viso a viso, riconobbe
-la sua piccola amica, e con la stessa benevolenza
-dell'altra volta le domandò che le fosse successo.
-</p>
-
-<p>
-Ma Gertrude, tutt'ansimante, potè rispondere soltanto:
-</p>
-
-<p>
-— Oh, il mio gattino! Il mio gattino!
-</p>
-
-<p>
-— Come? Il gattino ch'io ti diedi? L'hai smarrito?...
-Non piangere, via, non piangere.
-</p>
-
-<p>
-— Oh no, non l'ho smarrito!... Ah, povero micino
-mio!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-E la bimba ruppe in un pianto più clamoroso che
-mai, tossendo nel medesimo tempo con tale violenza
-che il lampionaio ne fu spaventato. Egli si sforzò
-di calmarla, e riuscitovi in parte le disse:
-</p>
-
-<p>
-— A star qui fuori tu t'infreddi a morte.... Bisogna
-rientrare in casa....
-</p>
-
-<p>
-— Oh, non mi lascerà rientrare! — ella rispose.
-— E se anche volesse lei, non vorrei io....
-</p>
-
-<p>
-— Chi non ti lascerà rientrare?... Tua madre?
-</p>
-
-<p>
-— No.... Annetta Grant....
-</p>
-
-<p>
-— Chi è Annetta Grant?
-</p>
-
-<p>
-— Un'orrida, una perfida donna, che ha affogato
-il mio gattino nell'acqua bollente!
-</p>
-
-<p>
-— Ma la tua mamma dov'è?
-</p>
-
-<p>
-— Io non ce l'ho, la mamma.
-</p>
-
-<p>
-— A chi appartieni tu, povera creatura?
-</p>
-
-<p>
-— A nessuno, e nessuna casa è la mia.
-</p>
-
-<p>
-— Con chi vivi dunque? Chi ha cura di te?
-</p>
-
-<p>
-— Vivevo finora con Annetta Grant, ma è troppo
-cattiva, e io l'odio.... Le ho scagliato dianzi un pezzo
-di legno nella testa.... Magari l'avessi accoppata,
-l'avessi....
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_20">[20]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Zitta, zitta! Non devi dire di coteste cose....
-Ora vo a parlarle io....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-True mosse verso l'uscio della casa cercando di
-tirarsi dietro Gertrude; ma questa resisteva così
-energicamente ch'egli la lasciò fuori. Andò difilato
-nella stanza dove Annetta stava fasciandosi la testa
-con un vecchio fazzoletto, e senza preamboli le
-disse che doveva richiamar dentro la bambina perchè
-lasciandola in istrada rischiava di farla morire
-assiderata.
-</p>
-
-<p>
-— Non è mia, — rispose la donna — e qui c'è
-rimasta abbastanza. Non esiste al mondo una creatura
-malvagia come quella: mi maraviglio io stessa
-d'aver trovato la pazienza di tenerla tanto tempo.
-Spero che non mi venga mai più sotto gli occhi, o
-per meglio dire non voglio. M'ha rotto la testa....
-meriterebbe d'essere impiccata, meriterebbe! Se mai
-qualcuno ha avuto in corpo uno spirito maligno è
-di certo lei!
-</p>
-
-<p>
-— Ma che sarà della povera piccina? — insistette
-il buon True. — La notte è fredda, terribilmente....
-Che vi sentireste in cuore se domattina la trovassero
-morta gelata sulla soglia della vostra casa?
-</p>
-
-<p>
-— Che mi sentirei? È forse cosa che vi riguardi?
-Incaricatevi piuttosto di lei voi stesso. Tanto scalpore
-menate per quell'insettucciaccio? Portatevela
-a casa e provatela un po'.... È la seconda volta che
-venite a parlarmene, e basta.... non voglio ascoltare
-una parola di più. Ci pensi qualcun altro, oramai;
-io per me n'ho avuto più che la mia parte.... Quanto
-al rischiare che muoia gelata o non gelata, lo rischierò....
-Eh, i bambini ch'entrano nel mondo di
-soppiatto sono i meno pronti ad uscirne! Quella lì
-appartiene al comune. Se ne occupi chi deve. E voi
-andatevene per i fatti vostri e non v'immischiate in
-quello che non vi concerne.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-True non se lo fece ripetere. Egli non era uso a
-trattare con donne, e nulla gli pareva più formidabile
-d'una femmina irata. Ora gli occhi fiammeggianti
-e il minaccioso atteggiamento d'Annetta erano
-forieri d'una tale tempesta che il buon uomo s'affrettò
-saviamente a ritirarsi prima che scoppiasse
-sul suo capo.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_21">[21]</span>
-</p>
-
-<p>
-Gertrude, la quale aveva intanto cessato di piangere,
-gli alzò gli occhi in faccia con curiosità ansiosa.
-</p>
-
-<p>
-— Ebbene, — egli disse — non vuol riprenderti.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, che piacere! — ella esclamò ingenuamente.
-</p>
-
-<p>
-— Sì, ma dove andrai?
-</p>
-
-<p>
-— Non so.... Forse con voi, a veder accendere i
-lampioni.
-</p>
-
-<p>
-— E dove dormirai stanotte?
-</p>
-
-<p>
-— Non so.... Io, non ho casa. Bisognerà che dorma
-fuori, ma così avrò il lume delle stelle. Non posso
-soffrire l'oscurità, io.... Sarà freddò però, non è
-vero?
-</p>
-
-<p>
-— Corbezzoli! Freddo da morirne, bambina....
-</p>
-
-<p>
-— E allora che succederà di me?
-</p>
-
-<p>
-— Dio soltanto potrebbe dirlo!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il lampionaio guardò Gertrude, tutto perplesso ed
-angustiato. Egli, punto pratico di bambini, stupiva
-della sua semplicità. Lasciarla lì, esposta, al rigore
-di quella gelida notte, non poteva; e dall'altro canto
-non sapeva come se la sarebbe cavata se l'avesse
-portata a casa sua, perchè viveva solo ed era povero.
-Ma un altro violento insulto di tosse da cui
-fu còlta lo fece risolvere a un tratto di dividere con
-lei il suo ricovero, il suo fuoco e il suo pane, per una
-notte almeno. La prese per mano e disse:
-</p>
-
-<p>
-— Vieni con me.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude si mise a correre al suo fianco, fiduciosa,
-senza domandare dove la conducesse.
-</p>
-
-<p>
-True doveva accendere ancora una dozzina di lampioni
-prima di giungere all'estremità della strada
-dove il suo giro finiva. La bambina stette a contemplare
-l'accensione di ciascuna fiammella con un
-piacere altrettanto vivo e schietto che se si fosse
-trovata in compagnia del lampionaio unicamente
-per questo. Appena quando, svoltato il canto, ebbero
-camminato un pezzo senza fermarsi, domandò:
-</p>
-
-<p>
-— E ora dove si va?
-</p>
-
-<p>
-— A casa, — rispose True.
-</p>
-
-<p>
-— A casa vostra? Anch'io?
-</p>
-
-<p>
-— Sicuro. Eccoci arrivati.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Egli aperse una porticina che metteva in una
-stretta corticella estesa per tutta la lunghezza d'una
-<span class="pagenum" id="Page_22">[22]</span>
-decente casa di due piani, dove abitava nella parte
-posteriore. Attraversarono la corte, passarono davanti
-a parecchie finestre e all'ingresso principale,
-ed entrarono da un piccolo uscio sul di dietro. Gertrude
-tremava dal freddo. Aveva i piedini tutti azzurrognoli
-a forza di camminare scalza sul lastrico
-diaccio. V'era una stufa, nella camera in cui erano
-entrati, ma senza fuoco. La camera era spaziosa e
-abbastanza ben fornita, ma tenuta male. Il lampionaio
-s'affrettò a deporre in uno sgabuzzino adiacente
-la scala portatile, l'accenditoio e il resto, poi
-tornò con un fastelletto di legna ed accese la stufa.
-In pochi minuti un'allegra fiammata brillando e
-scoppiettando diffuse intorno un gradevole tepore.
-Egli trasse accanto al fuoco un antico seggiolone di
-legno, vi stese sopra il suo grosso e peloso gabbano
-che lo trasformò in una comoda poltrona, e sollevata
-delicatamente la bimba ve la pose a sedere.
-Dopo di che, allestì la cena. True era un vecchio
-scapolo uso a farsi ogni cosa da solo. Preparò il tè,
-poi mesciutolo per Gertrude in una gran ciotola,
-con zucchero a profusione e tutti i suoi venticinque
-centesimi di latte, prese da una credenzina una pagnotta,
-ne tagliò una bella fetta, e invitò la sua piccola
-ospite a mangiare e bere quanto più potesse,
-giudicando dal suo aspetto ch'ella non doveva essere
-stata sempre ben nutrita. E nel vederla assaporare
-con sì evidente godimento la miglior cenetta
-che mai le fosse toccata, la sua sodisfazione fu tale,
-da farlo rimanere a contemplarla intenerito dimenticandosi
-di prendere la propria parte.
-</p>
-
-<p>
-L'infallibile istinto dell'infanzia aveva guidato
-Gertrude quand'ella, osservando l'uomo che accendeva
-il lampione, s'era sentita indotta, già assai
-prima ch'egli le parlasse, a considerarlo come un
-buon amico di tutti, perfino della più derelitta bambina
-di questo mondo!
-</p>
-
-<p>
-Trueman Flint, nato e cresciuto nel Nuovo Hampshire,
-essendo rimasto orfano quindicenne appena,
-era venuto a Boston dove per molti anni s'era guadagnato
-la vita esercitando qualsiasi mestiere in
-cui potesse trovar lavoro; così aveva fatto a vicenda
-il giornalaio, il facchino, il fiaccheraio, lo spaccalegna,
-<span class="pagenum" id="Page_23">[23]</span>
-insomma di tutto un po'! In alcuni de' suoi
-impieghi era anche durato a lungo perchè s'acquistava
-sempre stima e benevolenza tanto si mostrava
-onesto, capace e di buona indole. Prima di diventare
-lampionaio aveva servito qualche tempo come
-facchino nei vasti magazzini d'un negoziante
-ricco e generoso. Un giorno, mentre rimoveva certi
-pesanti barili, uno di questi, per disgrazia, venne a
-cadergli sul petto lasciandolo gravemente malconcio.
-Il suo stato dapprima quasi escludeva ogni speranza
-di salvezza; e quando alfine egli cominciò a
-migliorare, la guarigione fu lenta a segno, che dovette
-starsene disoccupato un anno intero. La malattia
-esaurì tutti i suoi risparmi, ma il negoziante
-al cui servizio gli era accaduto quell'infortunio,
-volle che nessun comodo gli mancasse, lo fece curare
-da un medico valentissimo, e gli assicurò una
-buona assistenza.
-</p>
-
-<p>
-Nondimeno da allora True non fu più quello.
-Quando si levò dal letto la sua costituzione fisica
-era invecchiata di dieci anni, sicchè l'indebolimento
-delle forze lo rendeva inabile oramai a lavori faticosi.
-Il suo antico padrone e benefico amico s'adoperò
-quindi a trovargliene uno relativamente leggero,
-ed ottenne per lui l'impiego di lampionaio, al
-quale egli di frequente aggiungeva altri discreti proventi
-segando legna o spalando la neve.
-</p>
-
-<p>
-Era adesso tra i cinquanta e i sessanta. Alto e
-membruto, aveva fattezze delle più rozzamente modellate
-da madre natura, ma esprimenti una grande
-bontà d'animo. Viveva molto appartato, essendo
-per temperamento taciturno e ritroso; pochissime
-persone lo conoscevano, e l'unica ch'egli frequentasse
-era un suo vecchio compare, sagrestano d'una
-chiesa vicina: uomo d'età assai avanzata e in voce
-d'essere oltremodo bisbetico e salvatico.
-</p>
-
-<p>
-Ritorniamo a Gertrude. Ella ha terminato la sua
-cenetta, e ora dorme profondamente, adagiata nell'ampio
-seggiolone, tutta ravvolta in una calda coperta
-di lana, con la testa sorretta da un guanciale.
-True siede accanto a lei, e una delle scarne manine
-posa sulla sua larga palma. Ogni poco, quand'ella
-si muove, le riaccomoda intorno la coperta. Ma ecco
-<span class="pagenum" id="Page_24">[24]</span>
-che il respiro della bambina diviene affannoso: ella
-dà un sobbalzo, poi parla con rapidità. Che mai
-turba i suoi sogni? Egli ascolta, attento. Prima, è
-una supplicazione ardente:
-</p>
-
-<p>
-— Oh, no, no! Non lo affogate il mio micino!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Poi un grido di terrore:
-</p>
-
-<p>
-— Ah, la viene a ripigliarmi!... Ohimè, mi ripiglia!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Infine, con accento commovente di flebile e tenera
-preghiera, ella si raccomanda:
-</p>
-
-<p>
-— O buon vecchio, caro, caro, lasciatemi rimanere
-con voi! Per pietà, lasciatemi rimanere!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Grosse lacrime luccicano negli occhi di Trueman
-Flint, e scorrono nei solchi delle sue ruvide gote.
-Egli posa il capo sul guanciale, accosta la faccina
-di Gertrude alla sua faccia e, lisciandole i lunghi
-capelli scarmigliati, pensa anch'egli ad alta voce....
-E che dice?
-</p>
-
-<p>
-— Ripigliarti?... No, mai, sta' pur tranquilla....
-Vuoi rimanere con me? Ci rimani, sì, te lo prometto,
-povera mimmina mia!... Sola in questo immenso
-mondo, come son io! Se piace al Signore, noi due si
-starà bene insieme....&nbsp;—
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>IV.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Per il vegliardo e per il bimbo l'unica</p>
-<p>Speranza è nell'altrui tenera cura.</p>
-<p>Con questa all'uom prima lezione ed ultima</p>
-<p>Insegnar la pietà volle Natura.</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Young.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-La piccola Gertrude aveva trovato un amico e un
-protettore; ed era tempo, perchè le privazioni che
-soffriva e l'abbandono in cui veniva lasciata stavano
-per troncare la triste sua vita, ponendo fine così
-alle sue pene.
-</p>
-
-<p>
-La mattina dopo che True Flint l'ebbe raccolta,
-ella si destò con febbre alta, dolori al capo e alle
-membra, insomma tutti i sintomi d'una malattia
-grave. Guardò intorno e si vide sola; ma nella stufa
-ardeva un bel fuoco, e la tavola era apparecchiata
-per la colazione. Rimase un momento stupita ed incerta,
-<span class="pagenum" id="Page_25">[25]</span>
-domandando a sè stessa dove si trovasse, e
-che le fosse accaduto; non riconosceva su quel subito
-la camera, vedendola per la prima volta alla
-luce del giorno. Ma il suo visino sparuto brillò di
-gioia quando gli avvenimenti della sera innanzi le
-si riaffacciarono alla memoria, ed ella pensò al vecchio
-lampionaio, tanto buono, ed alla nuova casa
-che sarebbe stata la sua, dove sarebbe vissuta con
-lui. Si levò e andò alla finestra per guardare fuori,
-sebbene le girasse stranamente la testa e le vacillassero
-le gambe a segno che appena poteva camminare!
-Il suolo era tutto bianco di neve, e il tempo
-ancora burrascoso. Sembrò a Gertrude che il candore
-di quella neve l'abbarbagliasse. D'improvviso
-la vista le mancò, una vertigine la travolse. Barcollò
-e cadde.
-</p>
-
-<p>
-Trueman, rientrato di lì a due minuti, fu spaventatissimo
-trovandola lunga distesa sul pavimento;
-ma tosto comprese che doveva essere svenuta nel
-tentare di dar qualche passo per la camera, e non
-se ne maravigliò punto, poichè durante la notte s'era
-avveduto che la bambina stava assai male. Portatala
-sul suo letto, riuscì presto a farle ricuperare i
-sensi; passarono però tre settimane prima ch'ella
-potesse levarsi, salvo quando True la prendeva in
-collo. True si mostrava ruvido e goffo nel maggior
-numero dei casi, ma non già quando assisteva la
-sua piccola protetta. Egli sapeva molte cose nel fatto
-di malattie: era un po' infermiere, un po' medico,
-alla sua semplice maniera, e quantunque di bambini
-avesse poca esperienza, il suo cuore affettuoso gli
-suggeriva tutte le cure necessarie a Gertrude, e lo
-rendeva prodigo d'una bontà, d'una tenerezza, di cui
-nessuno aveva mai dato alla poveretta neppure una
-pallida idea.
-</p>
-
-<p>
-Ella, dal canto suo, era molto paziente. Spesso le
-sofferenze e l'estrema stanchezza del giacere da tanto
-tempo allettata, la tenevano sveglia la notte intera
-senza ch'ella mandasse un gemito o facesse il
-minimo rumore, perchè temeva di destare il buon
-vecchio il quale dormiva per terra, accanto al suo
-letto, quando la grande ansietà per lei non gl'impediva
-di pigliar sonno. A volte, essendo la bimba
-<span class="pagenum" id="Page_26">[26]</span>
-più fieramente travagliata dal male, egli la reggeva
-sulle braccia ore ed ore, ed anche allora ella si sforzava
-d'apparir sollevata, benchè in realtà non fosse,
-o fingeva perfino d'addormentarsi per indurlo a ricoricarla
-e prendere anch'egli un po' di riposo. Il
-suo coricino riboccava d'amore e di gratitudine. Un
-pensiero l'occupava quasi unicamente: che avrebbe
-ella potuto fare per il suo caro benefattore quando
-sarebbe guarita? ma era poi capace d'imparar a
-fare qualche cosa di utile?
-</p>
-
-<p>
-True era tuttavia costretto a lasciarla per attendere
-al suo lavoro. Durante la prima settimana della
-malattia Gertrude restò dunque parecchio sola.
-Egli nell'andarsene le raccomandava con calore di
-stare ben tranquilla sotto le coperte fino al suo ritorno;
-e intanto ogni oggetto di cui ella potesse mai
-aver bisogno si trovava preparato a portata della
-sua mano. Ma venne il momento che, aumentando
-la febbre, fu presa da delirio, e per alcuni giorni
-non seppe più come nè da chi fosse assistita. Alfine
-un pomeriggio si destò da un sonno lungo e calmo,
-in pieno possesso del senso e della coscienza, e vide
-seduta al suo capezzale una donna che cuciva.
-</p>
-
-<p>
-Ella si rizzò nel letto per guardare la sconosciuta,
-la quale non l'aveva vista aprire gli occhi. Ma, sentitala
-muoversi, questa dette un sobbalzo, e subito
-esclamò:
-</p>
-
-<p>
-— O bambina mia, rimettiti a giacere!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Così dicendo le pose dolcemente una mano sulla
-spalla per corroborare la sua ingiunzione.
-</p>
-
-<p>
-— Non vi conosco, — fece Gertrude. — Dov'è lo
-zio True?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Con questo nome il lampionaio le aveva detto di
-chiamarlo.
-</p>
-
-<p>
-— È uscito, cara, ma tornerà presto. Come ti senti?
-Meglio?
-</p>
-
-<p>
-— Oh sì! Molto meglio! Ho dormito un pezzo?
-</p>
-
-<p>
-— A sufficienza. Suvvia, sta' giù. Ora ti porto una
-scodella di semolino. Ti farà bene.
-</p>
-
-<p>
-— Sa lo zio True che siete qui?
-</p>
-
-<p>
-— Sicuro. Sono venuta a tenerti compagnia mentre
-lui è fuori.
-</p>
-
-<p>
-— O di dove siete venuta?
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_27">[27]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Dalla mia camera. Io abito nell'altra parte di
-questa casa.
-</p>
-
-<p>
-— Mi pare che siate buona, voi. Davvero, mi piacete.
-Ma mi fa maraviglia di non avervi veduta entrare....
-</p>
-
-<p>
-— Non ci hai badato perchè stavi troppo male,
-poverina.... Basta, adesso spero che non tarderai a
-guarire.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La donna preparò il semolino, e quando Gertrude
-l'ebbe preso, si rimise al suo lavoro. Coricata con
-la faccia rivolta verso la sua nuova amica, la bambina
-fissava su lei i suoi occhioni. Stette così a guardarla
-cucire finchè quella a sua volta la guardò,
-e disse:
-</p>
-
-<p>
-— Che pensi tu ch'io stia facendo?
-</p>
-
-<p>
-— Non so, io.... — ella rispose. — Che cos'è?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-L'altra alzò la roba che cuciva, di maniera che
-Gertrude potè vedere ch'era una vestina di cotone
-scuro, per una ragazzetta.
-</p>
-
-<p>
-— O che bella veste! — esclamò. — Per chi la
-fate? Per la vostra figliuola?
-</p>
-
-<p>
-— No, io non ho figliuole. Ho un figliuolo invece,
-uno unico: il mio Guglielmo.
-</p>
-
-<p>
-— Guglielmo? Che bel nome! E lui è un buon ragazzo?
-</p>
-
-<p>
-— Buono? Il migliore che ci sia al mondo, ed il
-più bello!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Nel proferir queste parole la donna ergeva il capo,
-e il suo pallido viso estenuato raggiava tutto
-d'orgoglio materno.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude torse lo sguardo con un'espressione triste,
-così strana in una creatura di quell'età, ch'ella
-temette che la stanchezza cominciasse ad opprimerla,
-e stimò necessario farla stare in assoluta quiete.
-Glielo disse e le impose di chiudere gli occhi e dormire.
-La bambina li chiuse. Mentre giaceva tranquilla
-come se avesse obbedito anche alla seconda
-ingiunzione, l'uscio s'aperse e qualcuno entrò pian
-piano. Era True.
-</p>
-
-<p>
-— Oh signora Sullivan, — egli fece — siete ancora
-qui! Vi ringrazio tanto d'esservi trattenuta....
-Avevo contato di tornare più presto.... E della bimba
-che vi sembra?
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_28">[28]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Sta meglio, signor Flint, molto meglio. È in
-sè, ragiona.... Io credo che, pur d'avere certi riguardi,
-oramai tutto andrà bene.... To', è desta!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-True s'accostò alla piccola malata, le posò una
-mano sulla fronte mandando indietro i capelli, che
-erano adesso tagliati corti e accuratamente pettinati,
-poi le toccò il polso, e manifestò con un cenno
-del capo la sua sodisfazione. Gertrude gli afferrò la
-mano e la tenne stretta tra le sue. Egli sedette accanto
-al letto, gettando un'occhiata sul lavoro della
-signora Sullivan:
-</p>
-
-<p>
-— Non mi maraviglierei, signora mia, se ci fosse
-bisogno de' suoi vestiti nuovi prima che non si credesse....
-Tra alcuni giorni, secondo me, sarà in
-piedi....
-</p>
-
-<p>
-— Lo credo anch'io, ma non siate troppo impaziente.
-La sua malattia è stata grave, e la non può
-guarire d'un tratto. Avete veduto oggi la signorina
-Graham?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, l'ho veduta, pover'anima. Che il Signore
-benedica la sua cara faccia! M'ha fatto un visibilio
-di domande su Gertrudina, e m'ha dato questo pacchetto
-d'<i>ararutte</i>.... mi pare almeno che lo chiamasse
-così. Dice ch'è una minestrina eccellente per ammalati.
-Se voi la conoscete, signora Sullivan, siate
-tanto buona, mostratemi come si fa, perch'io confesso
-non me lo rammento, quantunque la signorina
-si sia data la briga di spiegarmelo....
-</p>
-
-<p>
-— Sì, volentieri. È facilissimo. Ve ne preparerò
-una porzione quando ritorno, tra poco. Per ora Gertrude
-non ne ha bisogno, ha preso dianzi un semolino.
-Ma il babbo è già in casa, e devo apparecchiare
-il nostro tè. Arrivederci a stasera, signor Flint.
-</p>
-
-<p>
-— Grazie, signora.... avete un cuore d'oro voi!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Durante alcuni giorni la signora Sullivan venne
-ancora ripetute volte a prestar le sue cure alla piccola
-convalescente ed a tenerle compagnia. Ell'era
-una donna dimessa per indole, gentile d'animo e di
-modi, il cui placido viso riconfortava la povera creatura
-ch'era vissuta nel terrore e aveva sofferto ogni
-sorta di maltrattamenti. Sempre portava con sè il
-suo lavoro di cucito: solitamente qualche indumento
-da ragazzina.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_29">[29]</span>
-</p>
-
-<p>
-Una sera Gertrude, già quasi guarita della sua
-ostinata febbre, sedeva in grembo a Trueman Flint,
-vicino alla stufa, ben bene ravvolta in una coperta
-di lana, e parlava della sua nuova amica. A un
-tratto alzò gli occhi in faccia al buon uomo e uscì
-a dire:
-</p>
-
-<p>
-— Zio True, conoscete voi la bambina per la quale
-fa un vestitino?
-</p>
-
-<p>
-— È una bambina che ha bisogno di vestitini e
-di molte altre cose, perchè ch'io sappia, non ha panni
-da indossare, tranne pochi cenci.... E tu, Gertrude,
-non ne conosci nessuna che sia in questo caso?
-</p>
-
-<p>
-— Direi di sì, — rispose ella piegando un po' la
-testa da un lato, e strizzando un occhio.
-</p>
-
-<p>
-— Bene, chi è?
-</p>
-
-<p>
-— Non vi sta seduta in grembo?
-</p>
-
-<p>
-— Che? Tu stessa? Eh via, credi forse che la signora
-Sullivan voglia impiegare il suo tempo a cucire
-vestiti per te?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude chinò il capo.
-</p>
-
-<p>
-— Veramente, <i>io non l'avrei creduto</i>.... ma <i>voi diceste</i>....
-</p>
-
-<p>
-— Sentiamo, che cosa dissi io?
-</p>
-
-<p>
-— Qualche cosa di vestiti nuovi.... per me....
-</p>
-
-<p>
-— Sì, cara, <i>per te</i>! — esclamò egli stringendola
-in un abbraccio rustico ma cordiale. — E sono due
-mute complete, con calze e scarpe per soprammercato!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ella spalancò i suoi occhioni, in atto di stupore,
-rise, battè le mani. True rise anche lui. Parevano
-tutti e due molto felici.
-</p>
-
-<p>
-— E l'ha comperata lei cotesta roba? È dunque
-ricca? — domandò ella.
-</p>
-
-<p>
-— La signora Sullivan?... Ahimè, punto!... La
-roba la comperò la signorina Graham, e pagherà
-alla signora Sullivan la fattura.
-</p>
-
-<p>
-— Chi è la signorina Graham?
-</p>
-
-<p>
-— È una signorina troppo buona per questo mondo....
-si può affermarlo! Ti parlerò di lei un'altra
-volta,... Oggi no, perch'è tardi. Dovresti già essere
-a letto e dormire.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Un sabato Gertrude, che oramai stava benino, era
-rimasta alzata tutto il giorno. Verso sera però si
-<span class="pagenum" id="Page_30">[30]</span>
-sentì stanca, e si coricò avanti buio. Destatasi dopo
-aver dormito profondamente due o tre ore, vide che
-True aveva compagnia. Accanto alla stufa, un altro
-vecchio, d'età molto più inoltrata della sua, sedeva
-di faccia a lui, fumando la pipa. Egli indossava un
-abito di foggia antiquata e di tessuto ordinario, ma
-assai lindo; le due sole ciocche di lunghi e candidissimi
-capelli che ancora gli crescevano, proprio
-dietro le orecchie, erano pettinate con cura all'insù,
-e annodate sul vertice del cranio calvo e lucido. Le
-sue fattezze avevano linee dure e taglienti, e Gertrude
-pensava che tali dovevano essere tutte le parole
-uscite dalla sua bocca, tanto le pareva inverosimile
-ch'egli potesse mai dire qualche cosa di gentile
-o di piacevole. Il sarcasmo ch'esprimevano gli
-angoli delle labbra, l'amaro scontento che traspariva
-da tutta la faccia, colpivano la bambina senza ch'ella
-sapesse definirli, e le facevano trarre le sue conclusioni
-sul carattere di quell'uomo. Ben s'apponeva
-figurandosi ch'egli fosse il signor Cooper, padre della
-signora Sullivan; e nell'opinione fattasi di lui
-alla prima occhiata non si scostava notevolmente
-dalla maggior parte di coloro che lo conoscevano.
-</p>
-
-<p>
-Ma l'opinione pubblica e la sua propria faccia
-calunniavano un poco il vecchio sagrestano. Certo
-egli non era di un naturale allegro nè amabile.
-Sventure domestiche e lo sfavore della volubile fortuna
-lo avevano reso pessimista e portato a non
-considerare che i dolori della vita, a mostrarsi arcigno
-dinanzi alla gaiezza e alle baldanzose speranze
-dei giovani, i quali, soleva egli sentenziare
-scrollando il capo con un'aria misteriosa, ignorano
-che sia il mondo. Egli non l'ignorava, e diveniva
-tanto più severo per le sue follie ed inesorabile per
-le sue colpe, quanto più la vecchiezza lo allontanava
-da esso. Anche l'ufficio ch'esercitava da anni in qua,
-era dei meno atti a combattere una disposizione alla
-malinconia, tenendolo il suo servizio in chiesa quasi
-sempre solitario. Eppure in fondo al cuore quel misantropo
-nascondeva riserve di bontà e di benevolenza,
-e True Flint, che lo sapeva, si divertiva a
-trarle alla luce. Egli amava il vecchio per la sua
-onestà scrupolosa e il suo animo sincero. Da lungo
-<span class="pagenum" id="Page_31">[31]</span>
-tempo i due amici usavano sedere insieme il sabato
-sera, nel canto del fuoco, discutendo di politica, di
-istituzioni nazionali, di diritti individuali; questioni
-che ogni buon Americano si sente chiamato a sottoporre
-ai propri speciali criteri. Discorrevano inoltre
-dei loro sentimenti ed interessi privati. Ma qual si
-fosse il soggetto del discorso e per quanto la discussione
-s'accalorasse, mai la loro amicizia non ne aveva
-sofferto danni o pericoli: caso singolarmente notevole,
-essendo Trueman Flint, nel temperamento e
-nel carattere, la vera antitesi di Paolo Cooper. Animoso,
-fidente, egli era sempre disposto a pigliar le
-cose dal lato buono, e anche nelle peggiori avversità
-non si scoraggiava, non disperava, si teneva sicuro
-che alla fine tutto s'accomoderebbe.
-</p>
-
-<p>
-Quella sera avevano conversato su parecchi dei
-soliti argomenti, ma nel momento che Gertrude si
-destò parlavano di lei, e s'intende che il loro dialogo
-attrasse vivamente la sua attenzione.
-</p>
-
-<p>
-— Dove mi diceste d'averla raccattata? — domandava
-appunto il sagrestano.
-</p>
-
-<p>
-— Da Annetta Grant, — rispose True. — Ve la
-rammentate? È quella donna contro il cui figliuolo
-foste citato come testimonio d'accusa, quando furono
-rotte le vetrate della chiesa la sera innanzi il
-quattro giugno. Eh, no, non potete averla scordata,
-Cooper.... sembrava una furia, al dibattimento, si
-vendicava non risparmiando nemmeno Suo Onore,
-il giudice! Bene, era inviperita a quel modo e maltrattava
-la povera creatura la prima volta ch'io la
-vidi: la <i>seconda</i> l'aveva cacciata di casa....
-</p>
-
-<p>
-— Ah sì, me la rammento!... Un'orca!... Quella lì,
-m'immagino, non è mai stata amorosa neppure coi
-figliuoli propri, figuriamoci poi con gli altrui! Ma
-voi che ne farete della trovatella?
-</p>
-
-<p>
-— Che ne farò?... La terrò meco, caspiteretta, e
-ne avrò cura.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Cooper fece una risatina piuttosto sarcastica.
-</p>
-
-<p>
-— Sì, capisco, caro vicino, voi giudicate avventata
-questa risoluzione d'adottare una bimba, all'età
-mia: e forse è. Ma ora vi spiego com'è stato.
-La notte di cui vi raccontai, la piccina sarebbe morta
-se io non l'avessi raccolta; e anche dopo ricoverata
-<span class="pagenum" id="Page_32">[32]</span>
-qui, fu sul punto di morire, più volte; soltanto
-la grande assistenza che le prestai con l'aiuto di vostra
-figlia, potè salvarla. Ebbene, quella prima notte,
-parlando nel sonno, gridò a me tutto il suo dolore,
-si raccomandò a me come all'unico amico che
-mai avesse avuto (e credo infatti che sia così), supplicandomi
-di lasciarla rimanere.... Allora deliberai
-in cuor mio di far che rimanesse, ad ogni costo di
-tenermela come una figliuola e dividere con lei il
-mio ultimo tozzo, avvenga che può.... Il Signore è
-stato misericordioso meco, signor Cooper, molto misericordioso....
-Mi mandò buoni amici nella mia profonda
-infelicità. Seppi anch'io da ragazzo quanto
-sia triste l'essere solo al mondo, senza babbo nè
-mamma; e quando vidi i patimenti di quella disgraziata
-creaturina, sentii che appunto perchè non era
-di nessuno apparteneva più particolarmente al Signore,
-e ch'io non potevo fare di più per servirlo
-nè dovevo far meno, che spartire con la poveretta
-il bene ch'Egli m'ha dato.... Ah, voi guardate intorno
-come per dirmi che qui c'è poco da spartire
-con chicchessia, e, davvero, molto non c'è.... ma, una
-cosa sì.... e una gran cosa per chi non l'ha mai avuta:
-<i>una casa</i>. Io ho ancora le mie brave braccia,
-e cuore gagliardo, e buona volontà. Con l'aiuto di
-Dio sarò un padre per quell'orfanella, e forse verrà
-il tempo ch'ella sarà per me una benedizione incarnata....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il signor Cooper scrollò il capo con aria di dubbio,
-e borbottò che i figliuoli, anche i veri, sogliono essere
-tutt'altro che benedizioni.
-</p>
-
-<p>
-Ma non ebbe il potere di scuotere la ferma fede
-di True nella saviezza e nella bontà della propria
-risoluzione. Questi, trasportato dall'ardore con cui
-parlava, era sorto in piedi e camminava su e giù
-per la stanza, a passi rapidi, eccitatissimo. Ritornò
-a sedere, e riprese:
-</p>
-
-<p>
-— D'altronde, caro Cooper, se anche non mi fossi
-determinato a tenere qui Gertrude la notte stessa
-che ce la portai, non l'avrei mandata via il giorno
-dopo perchè, io credo, il Signore mi parlò per bocca
-d'uno de' suoi santi angeli, e m'impose di perseverare
-nel mio proposito.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_33">[33]</span>
-</p>
-
-<p>
-«Voi conoscete la signorina Graham: frequenta
-regolarmente la vostra chiesa con suo padre, un
-vecchio signore di bell'aspetto.... Tre settimane fa,
-dopo quel tempaccio, io mi trovavo da loro, a spalare
-la neve nel cortile, ed essa mi fece chiamare in
-cucina.... Ah, sia benedetta la sua angelica faccia!
-Povera creatura! Il mondo è buio per lei, ma essa
-lo rischiara per gli altri.... Non vede lo splendore del
-cielo con gli occhi, come noi, ma lo vede meglio, perchè
-lo ha dentro l'anima sua, e quando sorride le
-raggia tutto dal viso, e sembra l'arco celeste del buon
-Dio che appare tra le nubi... Quante cortesie m'ha
-usate da che, or saranno cinque anni, mi toccò quella
-disgrazia nel magazzino del padrone! Anche il
-giorno della neve, dunque, mi mandò a chiamare per
-domandar notizie della mia salute e sentire se avessi
-bisogno di qualche cosa che potesse chiedere al suo
-babbo per me. Io allora le raccontai il caso di Gertrude,
-e ve l'assicuro, non avevo ancora finito di
-dire, che si piangeva tutt'e due. Mi pose in mano
-una certa somma di denaro, e m'incaricò di far fare
-dalla signora Sullivan il necessario per vestire la
-bambina; ma fece ben più: promise di venirmi in
-aiuto se mai mi trovassi in qualche difficoltà a cagione
-dell'impegno assunto; poi quando la salutai
-mi disse: «Non c'è dubbio, True, avete fatto bene:
-il Signore vi benedirà e vi ricompenserà della vostra
-buona azione.»&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Egli era così commosso, così infervorato nel suo
-discorso, da non essersi avveduto di ciò che il sagrestano,
-per non interromperlo, aveva osservato in
-silenzio. Gertrude, uscita pian piano dal letto, gli
-stava accanto, e lo ascoltava con gli occhi fissi nel
-suo volto, e il respiro mozzo dall'intensa attenzione.
-Ella gli toccò una spalla; egli si volse, la vide, e le
-aperse le braccia.
-</p>
-
-<p>
-Con la faccetta nascosta nel suo seno, la piccina
-mormorò ansando, in uno scoppio di lacrime che
-eran lacrime di gioia:
-</p>
-
-<p>
-— Starò dunque con voi.... sempre?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, finchè Dio mi dà vita, — egli rispose — tu
-sarai la mia figliuola!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_34">[34]</span>
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>V.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Sollecita movea con piè leggero</p>
-<p>Per la piccola casa la massaia,</p>
-<p>Nè mai nell'alveare ape fu tanto</p>
-<p>Alacre e lieta all'opra....</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Mitford.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Era una serata di vento. Gertrude, vestita decentemente,
-coi capelli lisci, con la faccia e le mani pulite,
-aspettava alla finestra il ritorno del lampionaio
-che finiva il suo giro. Stava benissimo adesso, meglio
-che non fosse stata, da anni, prima della sua
-malattia. Le cure e l'affetto avevano operato prodigi
-per lei. Ell'era sempre la bambina esile e palliduccia,
-dagli occhi e dalla bocca troppo grandi nel visetto
-minuto; ma la dolorosa espressione di sofferenza
-che le era consueta, aveva dato luogo a quella,
-piuttosto grave tuttavia, di un'intima felicità.
-</p>
-
-<p>
-Di fronte a Gertrude sedeva sull'ampio davanzale
-una grossa e veneranda gatta, madre del suo perduto
-tesoro e quindi a lei molto cara. Amorosamente
-ella le andava passando la mano sul dorso, carezza
-gradita alla matrona, che dimostrava la sua sodisfazione
-facendo le fusa.
-</p>
-
-<p>
-D'improvviso s'udirono rimbombare nel muro suoni
-tumultuosi. La casa era vecchia ed offriva un
-comodo soggiorno ai topi, i quali a giudicarne dalla
-strepitosa allegria cui s'abbandonavano ne avevano
-approfittato quella sera per dare un ballo. Pareva
-quasi che un camino rovinasse mattone per mattone.
-Gertrude non si spaventò punto. S'era tanto assuefatta
-ai muri abitati da quel genere d'inquilini
-quando dormiva nella soffitta d'Annetta Grant, che
-non faceva più caso di tali rumori. Non così però
-la veterana felina che subito rizzò le orecchie e manifestò
-con chiari segni la sua brama di correre a
-battaglia. Mai cavallo guerriero fu eccitato dagli
-squilli delle trombe come la brava micia dalle galoppate
-dell'orda nemica attraverso il solaio.
-</p>
-
-<p>
-— Ferma, micina, — ammonì Gertrude — ferma,
-intendi! Non è tempo di dare la caccia ai topi, ora....
-<span class="pagenum" id="Page_35">[35]</span>
-Devi sedere qui e star buona finchè tu non vegga
-arrivare lo zio True, per sentire che dirà della camera
-e di <i>me</i>!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ella si volse e girò gli occhi intorno con immenso
-compiacimento; poi, arrampicatasi sul davanzale
-ch'era larghissimo, all'uso antico, e di dove, rispondendo
-la finestra nella corte, poteva veder entrare
-il lampionaio, prese la gatta in collo, si spianò le
-pieghe del vestitino, gettò uno sguardo d'ammirazione
-e d'orgoglio sulla sua calzatura, ed assunse
-un atteggiamento composto col deliberato proposito
-d'esser paziente. Ma era inutile, non ci riesciva; le
-sembrava ch'egli non avesse mai tardato tanto; cominciava
-anzi a credere che non sarebbe venuto più,
-quando alfine lo vide svoltare entro il cancello. Benchè
-fosse già quasi buio ella notò che qualcuno lo
-accompagnava. Non le pareva il signor Cooper nè
-alla statura, meno alta, nè al passo; pure finì col
-concludere che doveva esser lui, perchè proseguì fino
-all'uscio suo ed entrò.
-</p>
-
-<p>
-Per quanto avesse atteso Trueman con viva impazienza,
-Gertrude non gli corse incontro come di
-consueto. Stette in ascolto, e non appena lo sentì
-venire dallo stambugio dove soleva fermarsi per appendervi
-al muro la scala e l'accenditoio, e deporre
-il camiciotto macchiato e i larghi calzoni che portava
-sopra i vestiti durante il lavoro, lesta lesta si
-nascose dietro l'uscio donde egli doveva passare nella
-camera. Senza dubbio ella gli aveva preparato
-una grande improvvisata e intendeva di goderne
-pienamente l'effetto. Ma la gatta, che non era tanto
-compresa dell'importanza della cosa, non dimenticò
-le buone creanze; e andò secondo il suo costume a
-dargli il benvenuto strofinando il capo alle sue
-gambe.
-</p>
-
-<p>
-— Ohe, mustacchiona! — fece True. — Dov'è la
-mia mimma?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Così dicendo chiuse l'uscio dietro a sè, e scoperse
-Gertrude. Ella d'un balzo venne a piantarglisi di
-fronte, rise; guardò i propri vestiti, poi guardò lui,
-bene in faccia, per vedere che impressione gli facesse
-il suo aspetto.
-</p>
-
-<p>
-— Corbezzoli, fa mai una figurona spanta la signorina! — esclamò
-<span class="pagenum" id="Page_36">[36]</span>
-egli sollevandola tra le braccia
-e portandola più presso al lume. — Tutta vestita di
-nuovo: abito, grembiule, scarpe! E chi t'ha pettinata?
-In verità, non dico che tu sia una bellezza,
-no, ma per carina sei carina!
-</p>
-
-<p>
-— La signora Sullivan m'ha vestita da capo a
-piedi, e m'ha spazzolato i capelli.... Ma ha fatto <i>anche
-più</i>.... o non vedete che <i>altro</i> ha fatto?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-True seguì gli occhi di Gertrude, in giro per la
-camera. Lo stupore che il buon uomo andava manifestando
-era tale da corrispondere all'aspettazione
-della bimba quantunque grandissima: e si capiva.
-Uscito la mattina, trovava la sera la sua casa
-trasformata. Evidentemente mani di donna ci avevano
-lavorato, facendovi pulizia e mettendo ogni
-cosa in ordine.
-</p>
-
-<p>
-Prima che Gertrude venisse ad abitare con lui
-egli s'era dispensato da qualsiasi ingerenza femminile
-nelle sue faccende domestiche. Viveva solo, visite
-non ne riceveva quasi punte; sicchè gli bastava
-fare il proprio comodo senza riguardo alle apparenze.
-Nel suo modesto quartierino la granata veniva
-adoperata di rado, l'acqua mai. Le due ampie finestre
-guardanti la corte erano trattate con grande
-ingiustizia, avendo i cristalli così appannati dalla
-polvere e dal fumo, che la gaia luce a cui davano
-adito nella stanza n'era mezzo offuscata. Festoni di
-ragnatele pendevano agli angoli del soffitto; intorno
-all'alta e vasta cappa del camino s'accumulava
-un curioso miscuglio d'oggetti utili e inutili; un visibilio
-di ciarpame stava raccolto sotto la stufa. I
-mobili, alcuni dei quali assai buoni, erano collocati
-a casaccio, in modo da ingombrare lo spazio invece
-di trarne partito. Durante la malattia della bambina
-poi, un letto preparato sul pavimento per uso
-di True, e tutte le diverse cose, necessarie all'assistenza
-della malata, avevano accresciuto la confusione
-a segno tale, che quasi ci sarebbe voluto un
-pilota per condurre i visitatori a salvamento attraverso
-la camera.
-</p>
-
-<p>
-Ora, la signora Sullivan era la nettezza in persona.
-La sua casa poteva gareggiare con una casa
-olandese. I suoi vestiti, di un'estrema semplicità ma
-<span class="pagenum" id="Page_37">[37]</span>
-esenti da ogni più lieve frittella, da ogni più piccola
-macchia, la facevano sembrare una quacchera;
-in quelli, anche da lavoro, del suo vecchio padre e
-del suo figliuolo giovanetto si scorgeva alla prima
-occhiata la cura d'una figlia, d'una madre, attenta
-e diligente. A fine d'assistere Gertrude ell'aveva per
-la prima volta posto piede in una stanza che era a
-quel punto il contrario della sua: e non sarebbe agevole
-comprendere quanto meritoria fosse la sua opera
-di carità, senza considerare che il contrasto era
-per lei sommamente penoso, e che ella ci pativa a
-passare qualche volta l'intero pomeriggio in una
-casa dove, come soleva poi dire quando rientrava
-nella sua, avrebbe con piacere fatto un po' di pulizia
-e messo un po' d'ordine solo per vedere che figura
-farebbe e se qualcuno saprebbe riconoscerla.
-Ell'era un minuzzolo di donna mingherlina, piccolina,
-ma aveva più capacità ed energia che non si
-sarebbe potuto trovarne in una qualsiasi tra venti
-altre grandi e grosse il doppio di lei. Ella sentiva
-una sincera compassione della gente che vive in un
-caos domestico; era sicura che non può esser gente
-felice. E però non appena Gertrude fu ristabilita risolse
-in cuor suo d'adoperarsi con tutte le sue forze
-per la causa dell'ordine e della nettezza che a' suoi
-occhi era la causa della virtù e della felicità, perchè
-ella immedesimava la purità e la lindura con
-la pace dell'anima. Se non che, sensibilissima com'era
-su questo punto, s'immaginava che True dovesse
-provare qualche cosa di simile, ed essendo la
-piccola donnina altrettanto tenera di cuore quanto
-linda e accurata, non avrebbe voluto per nulla al
-mondo mortificarlo; perciò andava studiando come
-entrargli in materia e persuaderlo a una riforma
-del suo metodo di tenere la casa, quando Gertrude
-stessa le suggerì il modo d'attuare il suo disegno.
-</p>
-
-<p>
-Il giorno innanzi quello del gran ripulimento, la
-signora Sullivan vide nel corridoio la bambina che
-stava timidamente presso l'uscio del suo quartierino
-guardando dentro con viva curiosità.
-</p>
-
-<p>
-— Vieni, vieni Gertrude, — disse la donnina benevola — fammi
-una visita! — E notando ch'ella
-si peritava d'intrudersi così in casa d'altri, la incoraggiò: — Mettiti
-<span class="pagenum" id="Page_38">[38]</span>
-a sedere qui accanto alla tavola
-e guarda che cosa stiro. Gli è proprio il tuo
-vestitino! Stirato questo, i tuoi panni sono bell'e
-pronti. Sei contenta di rivestirti un po', non è vero?
-</p>
-
-<p>
-— Oh, tanto contenta, signora! — rispose Gertrude. — Potrò
-portarmeli via, e tenerli tutti da me?
-</p>
-
-<p>
-— Sicuro.
-</p>
-
-<p>
-— Non so veramente dove riporli.... non c'è posto
-nella nostra camera.... almeno non un posticino a
-modo.... — E così dicendo la bambina gettava un'occhiata
-ammirativa alla cassetta aperta del cassettone
-dove la signora Sullivan riponeva il vestitino
-che aveva finito di stirare, sopra una pila d'altri indumenti
-accuratamente piegati.
-</p>
-
-<p>
-— Ma una parte, s'intende, ne indosserai, e per
-il resto bisognerà trovare un luogo adatto.
-</p>
-
-<p>
-— Voi, sì, avete dove metterla la vostra roba, — riprese
-Gertrude girando gli occhi intorno. — Che
-bella stanza, questa!
-</p>
-
-<p>
-— Non c'è mica molta differenza da quella del signor
-Flint. È circa della stessa grandezza e ha due
-finestre come la sua. Soltanto la mia dispensa è più
-comoda. La vostra non ha che tre angoli; ma quest'è
-tutto il vantaggio.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, non c'è paragone, per altro! Voi qui non
-avete letti, e le seggiole sono tutte in fila e la tavola
-è lustra che sembra uno specchio, e il pavimento
-è ben pulito, e la stufa è nuova, e dalle finestre
-c'entra un sole splendido che consola! Ah, magari
-fosse così la nostra camera! Avrei proprio scommesso
-che è anche più piccola della metà.... Figuratevi,
-lo zio True stamani ha inciampato nelle molle, e
-diceva che non c'è tanto spazio da far dondolare un
-gatto!
-</p>
-
-<p>
-— Dov'erano le molle? — domandò la signora
-Sullivan.
-</p>
-
-<p>
-— Per terra, signora, proprio nel mezzo....
-</p>
-
-<p>
-— Vedi, io non tengo la roba per terra. E credo
-che se la vostra stanza fosse ripulita e ogni cosa ci
-avesse il suo posto, farebbe quasi la stessa figura
-della mia.
-</p>
-
-<p>
-— Vorrei pure vederla messa tutta bene in ordine! — disse
-Gertrude. — Ma come fare coi letti?
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_39">[39]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Appunto ci pensavo. C'è quella dispensina che
-doveva essere uno stanzino da bagno quando la
-casa era nuova e abitata da signori; è grande abbastanza
-da collocarvi un lettino e due seggiole; potrebb'essere
-una comoda cameretta per te. Ora non
-c'è dentro che ciarpame da buttar via: se mai ci
-si trovasse qualche cosa di servibile, si riporrebbe
-nello stambugio.
-</p>
-
-<p>
-— Che bella idea! — esclamò la bambina. — Così
-lo zio True riavrebbe il suo letto.... Io dormirei là,
-sul pavimento.
-</p>
-
-<p>
-— Ma no, non è punto necessario che tu dorma
-sul pavimento. Io ho una buona piccola branda dove
-dormiva il mio Guglielmo quando abitava con noi.
-Te la presterò se mi prometti d'averne cura, e non
-di quella soltanto, ma di tutto ciò che sarà messo
-nella tua camera.:
-</p>
-
-<p>
-— Oh sì! — rispose Gertrude. — Ma — soggiunse
-esitando — credete che ne sarò capace? Non so far
-nulla io....
-</p>
-
-<p>
-— Perchè nessuno t'ha mai insegnato nulla, povera
-figliuola: una ragazzetta d'otto anni può fare
-molte cose se ha pazienza e volontà d'imparare. Io
-te ne potrei insegnare parecchie che sarebbero utili
-e ti farebbero essere di grande aiuto allo zio True.
-</p>
-
-<p>
-— Dite, dite, che cosa posso fare?
-</p>
-
-<p>
-— Spazzar la camera tutti giorni, rifare i letti,
-dandoti qualcuno una mano per voltare le materasse,
-apparecchiare la tavola, tostare il pane, rigovernare.
-Forse da principio non ci riesciresti proprio
-bene bene, ma con la pratica t'andresti perfezionando,
-e a poco a poco finiresti col diventare una
-brava piccola massaia.
-</p>
-
-<p>
-— Desidero tanto di poter fare qualche cosa per
-lo zio True! Ma di dove incominciare?
-</p>
-
-<p>
-— Prima di tutto bisogna che la casa sia ripulita
-e messa in ordine da qualcuno. Se sapessi che il
-signor Flint ne sarebbe contento, chiamerei un giorno
-la Caterina McCarty ad aiutarci, e non dubito
-che egli poi si troverebbe assai meglio nella sua abitazione.
-</p>
-
-<p>
-— Io sono sicura che sarebbe contentissimo! Si
-farebbe una cosa grande! Posso aiutare anch'io?
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_40">[40]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Sì, farai quello che potrai; ma ci vuole Caterina.
-Quella è robusta e bravissima per la pulizia.
-</p>
-
-<p>
-— E chi è Caterina?
-</p>
-
-<p>
-— È la figliuola della signora McCarty che abita
-nella casa qui accanto. Il signor Flint rende loro
-vari servigi, come segar le legna e altri. Loro gli lavano
-la biancheria, ma non sono certo in grado di
-ripagarlo di tutto il bene che egli fece a quella famiglia.
-Caterina è una ragazza assai capace, e attiva.
-Verrà con molto piacere a lavorare per lui,
-quando che sia. Glielo chiederò.
-</p>
-
-<p>
-— Verrà domani?
-</p>
-
-<p>
-— Forse sì.
-</p>
-
-<p>
-— Domani lo zio True starà fuori tutta la giornata.
-Va a portare il carbone dal signor Eustachio.
-Non vi pare che sarebbe il momento buono?
-</p>
-
-<p>
-— A maraviglia! Procurerò che Caterina venga
-domani.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Caterina venne. La stanza fu ripulita in ogni sua
-parte, vi fu messo ogni cosa in perfetto ordine. Gertrude
-ricevette in consegna i suoi vestiti nuovi. Una
-muta ne indossò, l'altra fu riposta in un armadino
-trovato nella dispensa che pareva proprio fatto per
-il suo piccolo corredo.
-</p>
-
-<p>
-Quando Trueman ritornò dal lavoro rimase attonito
-dinanzi al risultato ottenuto col triplice concorso
-della Signora Sullivan, di Caterina e di Gertrude,
-per la quale il vivo piacere manifestato dal
-buon uomo rese memorabile quel giorno: un giorno
-ch'ella doveva ricordare per tutta la vita come il
-primo in cui aveva gustato la suprema forse tra le
-felicità terrene, quella d'essere datori di gioia ad
-altrui. Non già che la bambina avesse prestato un
-valido aiuto: le due vicine avrebbero sbrigato la
-faccenda altrettanto bene, e anzi meglio, s'ella fosse
-andata dove la mandava sempre Annetta Grant....
-fuori dei piedi. Ma lei questo non lo vedeva; era una
-delle collaboratrici; aveva partecipato al lavoro con
-tutto il cuore, con tutta l'anima; dovunque le era
-stato permesso di metter mano s'era adoperata con
-tutte le sue forze. Poteva dire a buon dritto: «Lo
-abbiamo fatto <i>noi</i>: la signora Sullivan, Caterina
-ed <i>io</i>.»
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_41">[41]</span>
-</p>
-
-<p>
-Una donna che non fosse stata di cuor gentile ed
-affettuoso come la signora Sullivan non avrebbe
-compreso nè considerato con simpatia il sentimento
-che rendeva Gertrude così bramosa d'<i>aiutarla</i>. Ma
-ella sì: perciò le aveva assegnato parecchi piccoli
-servizi, e la bimba s'era applicata a disimpegnarsene,
-con un giubilo che nessun favore, nessun dono
-largitole avrebbe potuto farle provare.
-</p>
-
-<p>
-Ella condusse True in giro per la camera, mostrandogli
-come la brava signora avesse giudiziosamente
-e ingegnosamente approfittato dello spazio
-nella disposizione dei mobili. Il letto, posto entro una
-nicchia del muro abbastanza larga e fonda da contenerlo,
-lasciava libera l'intera area quadrata della
-quale, dichiarò egli, era stato fatto un vero salotto.
-Stentava a credere che metà delle sue masserizie
-non fosse svanita in aria, così incomprensibile era
-per lui che si potesse avvantaggiarsi di tanto posto
-e tante comodità con un po' di sistema e d'ordine.
-</p>
-
-<p>
-Ma il suo stupore e il gaudio di Gertrude salirono
-all'apice quando ella lo fece entrare nell'antico stanzino
-del ciarpame trasformato in una buona e bella
-cameretta.
-</p>
-
-<p>
-— Affemmia! Affemmia!...&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il vecchio True non trovava altre parole. Andò a
-sedere accanto alla stufa, lustra che pareva nuova
-come quella della signora Sullivan, affermava Gertrude,
-si stropicciò le mani, ghiacce dall'essere state
-lungamente esposte al gelo di quella sera invernale,
-le tese verso il fuoco, e abbracciò in un solo sguardo
-la sua casa rinnovellata e la sua piccola massaia,
-la quale, seguendo le accurate indicazioni datele dall'amorevole
-vicina, si preparava ad apparecchiare
-la tavola e arrostire il pane per la cena. Ritta sopra
-una seggiola prendeva le tazze e i piattini di fra le
-file regolari dei piatti rilucenti nella credenza a tre
-angoli, dopo aver deposto sul palchetto inferiore, a
-cui poteva arrivare dal suolo, il vassoio contenente
-le fette di pane fini e lisce che la signora Sullivan
-aveva avuto la previdenza di tagliare per lei.
-</p>
-
-<p>
-Egli seguì con gli occhi le sue mosse, per due o
-tre minuti, poi s'abbandonò a un breve soliloquio:
-</p>
-
-<p>
-— La signora Sullivan è una gran brava donna,
-<span class="pagenum" id="Page_42">[42]</span>
-quest'è certo, e la mia casa è adesso una vera casa,
-e Gertrude va diventando la pupilla de' miei occhi,
-e io sono felice come....&nbsp;—
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>VI.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Sogna talun che quando la tempesta</p>
-<p>Della passione irrompa, egli a sua voglia</p>
-<p>Sedarla possa, e dir: <i>Pace! T'acqueta!</i></p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Cowper.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Ma a questo punto Trueman fu interrotto. D'improvviso
-qualcuno, annunziato da un suono di passi
-rapidi e rumorosi, aveva aperto l'uscio, senza cerimonie.
-</p>
-
-<p>
-— Zio True, — disse il nuovo venuto — eccovi
-il vostro pacco. Voi ve n'eravate dimenticato, ci
-scommetto, e non me ne sono rammentato neppur
-io se non quando la mamma l'ha veduto sulla tavola
-dove l'avevo posato. Che volete, ero tutto preso
-dal mio ritorno a casa....
-</p>
-
-<p>
-— Sicuro, sicuro!... — rispose il lampionaio. — Ti
-ringrazio, Guglielmo, d'esserti dato la briga di portarlo
-tu.... È roba fragile, e probabilmente io l'avrei
-fatto andare in frantumi prima d'arrivar in porto.
-</p>
-
-<p>
-— O che cos'è? Non ho potuto indovinare.
-</p>
-
-<p>
-— È un gingillo che voglio regalare alla Gertrudina,
-qui....
-</p>
-
-<p>
-— Guglielmo, Guglielmo! — chiamò la signora
-Sullivan dall'uscio dirimpetto. — Hai avuto il tè,
-caro?
-</p>
-
-<p>
-— Veramente no, mamma. E voi?
-</p>
-
-<p>
-— Noi, sì. Ma te ne preparo subito dell'altro.
-</p>
-
-<p>
-— No, no! — fece Trueman. — Resta, e prendi il
-tè con noi.... resta, ragazzo mio, prendilo con noi,
-stasera! La mia piccola Gertrude sta appunto arrostendo
-il pane.... Sentirai che famosi crostini! Io
-intanto metto il tè....
-</p>
-
-<p>
-— Resto, e con grande piacere! — disse Guglielmo. — Mamma,
-non occorre che mi prepariate nulla
-da cena: prendo il tè con lo zio True.... Bene, vediamo
-che c'è di bello nell'involto.... Ma no, prima voglio
-vedere cotesta Gertrudina. La mamma mi ha
-<span class="pagenum" id="Page_43">[43]</span>
-tanto parlato di lei. Dov'è? Sta bene, ora? È stata
-molto malata, non è vero?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, sta proprio benone. Gertrude, vieni qui!
-Gertrude!... O dove s'è cacciata?
-</p>
-
-<p>
-— Là, sotto la panca! — rispose il ragazzo ridendo. — Possibile
-che abbia paura di me?
-</p>
-
-<p>
-— Non mi figuravo che fosse salvatica a questo
-segno! — esclamò True. — Suvvia, scioccherella, — soggiunse
-andando verso di lei — esci di lì e
-guarda Guglielmo. Questo è Guglielmo Sullivan.
-</p>
-
-<p>
-— Io non ho nessuna voglia di vederlo, — mormorò
-Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-— Non hai voglia di vedere Guglielmo? — replicò
-il buon uomo. — Tu non sai quel che tu ti dica! Guglielmo
-è il più bravo figliuolo che mai ci fu al mondo,
-e m'immagino che tra poco sarete amiconi.
-</p>
-
-<p>
-— Io non gli piacerò, — disse la bambina. — So
-che non posso piacergli.
-</p>
-
-<p>
-— O perchè non dovresti piacermi? — domandò
-il ragazzo avvicinandosi all'angolo dov'ella se ne
-stava nascosta con la faccia tra le palme, com'era
-suo costume quando qualche cosa l'angosciava. — Scommetto
-invece che mi piacerai moltissimo appena
-t'avrò veduta!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Così dicendo si chinò, le scoperse la faccia prendendole
-le mani e tenendole strette tra le sue, le
-piantò gli occhi addosso, e salutando con uno scherzoso
-cenno del capo disse piacevolmente:
-</p>
-
-<p>
-— Come va, cuginetta Gertrude, come va?
-</p>
-
-<p>
-— Io non sono tua cugina, — ella rispose.
-</p>
-
-<p>
-— Ma sì, sei.... — affermò egli. — Lo zio True è
-zio tuo e mio, sicchè siamo cugini.... non è chiaro?
-E desidero che facciamo conoscenza....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude non seppe resistere alla cordialità di
-Guglielmo. Si lasciò tirar fuori dal suo nascondiglio
-e condurre verso la parte meglio rischiarata
-della stanza. Ma quando fu presso al lume tentò di
-liberar le mani per coprirsi di nuovo il viso. Egli
-non glielo permise; e attraendo la sua attenzione sul
-pacchetto non ancora aperto, eccitando la sua curiosità
-circa l'oggetto che poteva contenere, riuscì
-a distrarre il suo pensiero da lei stessa, di guisa
-ch'ella non tardò a rinfrancarsi.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_44">[44]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Lo zio True dice ch'è per te.... Io non ho idea
-di ciò che possa essere.... e tu? Tasta, gli è qualche
-cosa molto duro....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude tastò, e guardò il lampionaio maravigliata
-e curiosa.
-</p>
-
-<p>
-— Guglielmo, aprilo, — disse questi.
-</p>
-
-<p>
-Guglielmo cavò di tasca un coltellino, tagliò lo
-spago, tolse il foglio di carta, e scoperse una di
-quelle figurine di gesso, tanto comuni, rappresentanti
-il piccolo Samuele in orazione.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, che bellezza! — esclamò Gertrude brillando
-di gioia.
-</p>
-
-<p>
-— O come non ho indovinato? — disse il ragazzo. — Avrei
-pur dovuto riconoscerlo al tasto!
-</p>
-
-<p>
-— Ah, tu l'avevi già veduto? — domandò ella.
-</p>
-
-<p>
-— Non questo medesimo, ma tanti altri simili.
-</p>
-
-<p>
-— Davvero? Io non ne vidi mai. Non c'è al mondo,
-credo, una più bella cosa. Zio True, dite, è proprio
-per me? Dove l'avete trovato?
-</p>
-
-<p>
-— L'ho avuto grazie a un caso singolare. Minuti
-prima d'incontrarti, Guglielmo, ero fermo all'angolo
-della strada per accendere il mio lampione, quand'ecco
-vedo venire uno di quei ragazzi forestieri che
-vendono le figurine. Ne aveva dimolte come questa,
-e anche qualcuna nera, tutte messe in bella mostra
-sopra una tavola, e camminava con quella roba in
-capo. Mentre io lo guardavo pensando come mai
-facesse a reggerle ritte, gli succede d'urtar la tavola
-nella colonna del lampione, e, patatrac, le figurine
-precipitano di sotto. Fortunatamente per lui c'era
-accosto al marciapiede un bel monte di neve morbida,
-dove sono andate a cascare, la maggior parte
-senza danno. Solo alcune scappate sui mattoni si
-sono ridotte in briciole. Mi faceva compassione, poveretto;
-era tardi, e sicuro doveva averne vendute
-pochine se gliene restavano tante sulle braccia....
-</p>
-
-<p>
-— Sulla testa, volete dire, — osservò Guglielmo.
-</p>
-
-<p>
-— Bene, sulla testa, o sulla neve, o dove più vi
-garba, signorino, — fece il lampionaio.
-</p>
-
-<p>
-— Ed io so che cosa avete fatto voi, zio True, come
-se fossi stato presente. Avete posato la scala e
-l'accenditoio, e vi siete messo all'opera aiutandolo
-a raccattarle.... Conosco il vostro costume. Spero
-<span class="pagenum" id="Page_45">[45]</span>
-che se mai aveste a trovarvi in qualche difficoltà voi
-stesso, qualcuno di coloro che aiutaste sarà pronto
-a contraccambiarvi.
-</p>
-
-<p>
-— Quello lì, Guglielmo, non ha aspettato ch'io mi
-trovassi in qualche difficoltà: m'ha contraccambiato
-subito. Ha strisciato una riverenza, toccandosi il
-cappello, come se io fossi il primo signore del paese,
-e con un discorso nel suo gergo, del quale non
-capivo una saetta, ha insistito perchè accettassi una
-delle sue figurine. Io stavo per dirgli che non la volevo,
-ma poi ho pensato che forse piacerebbe alla
-mia piccola Gertrude....
-</p>
-
-<p>
-— Oh sì, mi piace! — disse la bambina. — L'avrò
-più caro.... no, non <i>più</i>, ma quasi altrettanto caro
-che il mio gattino; non proprio altrettanto, perchè
-quello era vivo.... insomma, <i>quasi</i>. Non ha un'aria
-di ragazzino bravo, dite?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-True vedendo Gertrude tutta rapita dalla sua figurina,
-andò a preparare il tè lasciando che i due
-ragazzi s'intrattenessero tra loro.
-</p>
-
-<p>
-— Devi aver cura di non romperla, — disse Guglielmo. — Avevamo
-una volta in bottega un Samuele
-proprio eguale a questo; io sbadatamente lo
-lasciai cadere sul banco e lo ruppi in mille pezzi.
-</p>
-
-<p>
-— Come lo chiami?
-</p>
-
-<p>
-— Un Samuele: sono tutti Samueli.
-</p>
-
-<p>
-— E che è un <i>Samuele</i>?
-</p>
-
-<p>
-— È il nome del fanciullo che la figura rappresenta.
-</p>
-
-<p>
-— O chi sa perchè sta così sulle ginocchia?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Guglielmo rise.
-</p>
-
-<p>
-— Che? Tu non lo sai?
-</p>
-
-<p>
-— No. Perchè?
-</p>
-
-<p>
-— Prega.
-</p>
-
-<p>
-— E ha per questo anche gli occhi vòlti in alto?
-</p>
-
-<p>
-— S'intende: pregando volge gli occhi al cielo.
-</p>
-
-<p>
-— Dove?
-</p>
-
-<p>
-— Al cielo.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude guardò il soffitto seguendo la direzione
-degli occhi di Samuele,, e poi di nuovo la figura.
-Pareva stupita e insodisfatta.
-</p>
-
-<p>
-— Via, non credo che tu non sappia che cosa sia
-la preghiera, — disse Guglielmo.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_46">[46]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Io no. Spiegamelo.
-</p>
-
-<p>
-— Tu dunque non preghi mai? Non preghi Dio?
-</p>
-
-<p>
-— No. Che cos'è Dio? Dov'è Dio?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-L'ignoranza della bambina scandalizzò Guglielmo
-profondamente. Egli rispose con reverenza:
-</p>
-
-<p>
-— Dio è in cielo, Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-— Ma io non so che luogo sia, cotesto.... Non so
-nulla delle cose che tu dici.
-</p>
-
-<p>
-— Infatti, mi pare.... Io <i>credo</i> che Dio sia lassù
-di là dal cielo che noi vediamo, ma il mio maestro
-della scuola domenicale dice che «Dio è dappertutto
-dov'è la bontà».... o alcun che di simile....
-</p>
-
-<p>
-— Le stelle sono in cielo anch'esse, dunque?
-</p>
-
-<p>
-— Così sembra. Sono nel firmamento oltre il quale
-io mi figuro che sia il paradiso, il cielo vero.
-</p>
-
-<p>
-— Mi piacerebbe andarci, in paradiso.
-</p>
-
-<p>
-— Forse, se tu sarai buona, un giorno ci andrai.
-</p>
-
-<p>
-— E quelli che non sono buoni non ci possono andare?
-</p>
-
-<p>
-— No.
-</p>
-
-<p>
-— Sicchè io non ci vo di certo, — disse Gertrude,
-accorata.
-</p>
-
-<p>
-— Perchè mai? Non sei buona tu?
-</p>
-
-<p>
-— Oh no! Sono molto cattiva.
-</p>
-
-<p>
-— Che strana creatura! — esclamò Guglielmo. — O
-per qual ragione t'immagini d'essere tanto cattiva?
-</p>
-
-<p>
-— Per la ragione che una cattiva come me non
-c'è mai stata, — ella rispose con accento d'amara
-tristezza. — Io sono la peggiore bambina del mondo,
-lo so.
-</p>
-
-<p>
-— Ma chi lo dice?
-</p>
-
-<p>
-— Tutti. Annetta Grant me lo ripeteva sempre e
-giurava che tutti lo dicono. E poi lo so io stessa.
-</p>
-
-<p>
-— Annetta Grant è quella vecchia perversa con la
-quale tu vivevi?
-</p>
-
-<p>
-— Sì. Come sai ch'è perversa?
-</p>
-
-<p>
-— La mamma mi ha raccontato tutto. Ebbene,
-dimmi un po', non ti mandava a scuola, non t'insegnava
-almeno qualche cosa?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude scrollò il capo.
-</p>
-
-<p>
-— Ah, quanto ti rimane da imparare! Che facevi
-quando stavi con lei?
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_47">[47]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Niente.
-</p>
-
-<p>
-— Non facevi niente, e non imparavi niente? Misericordia!
-</p>
-
-<p>
-— Ma adesso una cosa l'ho imparata: so arrostire
-il pane. Me l'ha insegnato la tua mamma. Ne ho
-arrostito una fetta, sul suo fuoco....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Così dicendo si rammentò a un tratto che trascurava
-di arrostire quello per il tè. Subito mosse verso
-la stufa, ma era troppo tardi; i crostini erano bell'e
-pronti, e Trueman aveva già messo in tavola.
-</p>
-
-<p>
-— Oh zio True! — ella fece. — Volevo prepararlo
-io, il tè, sapete....
-</p>
-
-<p>
-— Lo so, lo so; — diss'egli — ma non importa,
-lo preparerai domani.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gli occhi della bambina s'empirono di lacrime.
-Pareva molto mortificata, ma non disse nulla. Sedettero
-a cena. Guglielmo collocò il Samuele nel
-centro della tavola, come ornamento, e raccontò
-tante lepide storielle, disse tante piacevoli facezie,
-che Gertrude finì col ridere di cuore e dimenticò di
-non aver arrostito lei il pane, dimenticò la sua tristezza,
-la sua ritrosia, e perfino la sua disgrazia
-d'esser brutta e cattiva. Per la prima volta fu una
-bimba allegra. Dopo il tè sedette accanto a Guglielmo
-nel gran seggiolone, e alla sua maniera tutta
-speciale, con molte espressioni e osservazioni bizzarre,
-prese a descrivere la sua vita in casa d'Annetta
-Grant, e concluse narrando in termini commoventi
-la tragica morte del gattino.
-</p>
-
-<p>
-I due ragazzi sembravano bene incamminati a diventare
-amiconi secondo il desiderio dello zio True.
-Questi sedeva di faccia a loro, dall'altro lato della
-stufa, con la pipa tra le labbra e i gomiti sulle ginocchia,
-guardandoli amorosamente, bevendosi le
-loro parole. La sua presenza non li metteva punto
-in soggezione. Il buon uomo così semplice e tenero
-di cuore, così facile a contentarsi, a divertirsi, e
-lento a biasimare, a disapprovare, non era certo
-fatto per reprimere la gaiezza e la libertà dei giovanetti
-baldi, dei fanciulli spensierati. Egli rideva
-quando Gertrude e Guglielmo ridevano; pipava a
-gran boccate, con aria di tranquilla sodisfazione,
-quando parlavano posatamente; smetteva di fumare
-<span class="pagenum" id="Page_48">[48]</span>
-e deponeva la pipa in grembo per asciugarsi di nascosto
-una lacrima quando la bambina narrava le
-sue dure sofferenze. Aveva pianto nell'udire la prima
-volta quella storia, e per quanto spesso la riudisse,
-non era mai <i>senza piangere</i>.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude, finito ch'ebbe il suo doloroso racconto,
-interrotto da Guglielmo con frequenti esclamazioni
-di pietà e di sdegno, stette un poco in silenzio; poi,
-avendo il ricordo dei torti patiti eccitato la sua natura
-indomita e impulsiva, proruppe nelle più acerbe
-invettive contro Annetta Grant, parlando adesso
-in un tono tutt'altro che patetico, servendosi di parecchi
-termini rozzi e triviali usati dalla gente priva
-d'educazione fra cui era vissuta. Il linguaggio della
-piccina palesava un odio implacato e perfino una
-speranza di futura vendetta. True pareva urtato e
-turbato nel sentirla parlare così irosamente. Mai
-da che l'aveva presa seco non gli era accaduto d'assistere
-a un simile sfogo del suo temperamento; e
-però, nella propria tenerezza per lei, s'era creduto
-sicuro ch'ella sarebbe sempre docile e gentile come
-durante la sua malattia e le poche settimane seguenti.
-Placido, affettuoso, indulgente com'egli era,
-non poteva immaginarsi che una creatura umana,
-specie a quell'età, fosse capace d'alimentare sentimenti
-d'ira e di rancore. Gertrude aveva mostrato
-tanta dolcezza, tanta pazienza da quando stava con
-lui, era stata sempre tanto sottomessa a' suoi voleri,
-ansiosa anzi di prevenirli, che mai il timore d'incontrare
-qualche difficoltà nel governo della bambina
-non aveva attraversato il suo spirito. Ma osservando
-quegli occhi fiammeggianti, notando il piccolo
-pugno chiuso nell'atto ch'ella minacciava da
-lontano la vecchia Grant del suo inestinguibile furore,
-egli vagamente presentì che sarebbe stata
-un'ardua impresa disciplinare la sua figliuola adottiva,
-e un senso quasi di sgomento l'assalse all'idea
-d'aver forse assunto un obbligo al quale non era in
-grado di sodisfare. Ella d'un tratto cessava d'essere
-per lui il cucco, il trastullo in cui s'era compiaciuto
-fino allora. Vedeva in lei qualche cosa che
-necessitava un freno, ed egli si sentiva inetto ad
-applicarlo.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_49">[49]</span>
-</p>
-
-<p>
-Nulla di più naturale: True <i>era</i> veramente inetto
-a tener fronte a un carattere come quello di Gertrude.
-Certo, il grande affetto ch'ella gli portava gli
-conferiva un potente influsso su lei. La sua docilità,
-la sua pazienza durante la malattia, l'ardore della
-sua gratitudine per le cure amorevoli da lui prodigatele,
-l'ansioso desiderio di contraccambiarlo in
-qualche modo, derivavano unicamente da quell'amore
-per il suo primo amico: amore profondo che, sempre
-saldo, sempre più forte, doveva con gli anni
-divenire una nobile sorgente d'attività, un prezioso
-incentivo di virtù. Illuminato e invigorito da una
-luce superiore venuta a tempo a santificarlo, esso
-le diede, mentre non era ancora che una tenera giovanetta,
-il coraggio, la fortezza d'animo, l'abnegazione
-d'una vera donna; e confortò gli ultimi anni
-del vecchio, circonfuse di serena letizia il suo letto
-di morte.
-</p>
-
-<p>
-Ma per il presente non bastava. La riconoscenza
-aveva addolcito il cuore di Gertrude per i suoi benefattori;
-nondimeno gli effetti d'otto anni di mal
-governo, di cattivi trattamenti, di mancanza d'ogni
-giudiziosa disciplina, non potevano esser distrutti
-tanto presto. Era impossibile domare di colpo quella
-natura selvaggia, nè sviluppare le sue facoltà migliori
-se non educandole.
-</p>
-
-<p>
-La pianta che crescendo in un terreno sterile,
-priva di sole e di buon nutrimento, vien su torta,
-stenta, infeconda, non può riaversi a un tratto da
-sì crudele strapazzo. Trapiantata in un suolo diverso,
-bisogna raddrizzarla e nutrirla con cura, bisogna
-ravvivarla alla calda luce del cielo innanzi
-che ripari i danni della negligenza di cui sofferse
-nella prima età, e giunga ad espandere i suoi fiori,
-a maturare i suoi frutti.
-</p>
-
-<p>
-Così con la piccola Gertrude: era necessario dare
-una nuova direzione alle sue idee, un nuovo alimento
-alla sua mente, una nuova luce alla sua anima,
-perchè i più alti fini per cui ell'era creata fossero
-conseguiti.
-</p>
-
-<p>
-True lo sentiva, in confuso, e n'era turbato. Non
-cercò tuttavia di reprimere l'irruenza della bambina.
-Non sapeva che fare, e però non fece nulla.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_50">[50]</span>
-</p>
-
-<p>
-Guglielmo tentò, due o tre volte, d'arrestare quella
-fiumana di parole oltraggiose, ma visto ch'ella
-non gli dava retta, finì col lasciarla dire. Egli non
-poteva rattenersi dal sorridere del suo puerile furore,
-nè dal parteciparvi in una certa misura: quasi
-quasi avrebbe voluto trovarsi un momento di
-fronte ad Annetta Grant per manifestarle la propria
-opinione sul suo carattere con quattro solenni pugni.
-Ma egli era un ragazzo bene educato da una
-madre d'animo mite e gentile, e l'escandescenza di
-Gertrude cominciava a fargli comprendere perchè
-tutti la credessero tanto cattiva.
-</p>
-
-<p>
-Dopo aver durato un pezzo a vuotare il sacco, ella
-si chetò da sè, quantunque le rimanesse sul volto
-un'espressione spiacevole: espressione consueta un
-tempo e che purtroppo la collera faceva ricomparire.
-Svanì presto, però, e quando, più tardi nella
-serata, apparve sull'uscio la signora Sullivan, ella
-le mosse incontro tutta lieta e ridente e ascoltò col
-più vivo compiacimento i caldi ringraziamenti di
-True per la prodigiosa trasformazione della sua
-casa. E nel dare la buona notte a Guglielmo quand'egli
-se n'andò con la sua mamma, lo pregò di ritornare
-a farle così gradevole compagnia. I suoi
-occhioni brillavano mentre ritta sulla soglia con la
-mano nella mano del lampionaio salutava i visitatori.
-</p>
-
-<p>
-— Curiosa quella bimba! — disse Guglielmo alla
-madre appena si furono allontanati abbastanza da
-non essere uditi. — Ma a me piace.&nbsp;—
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>VII.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>La preghiera è sospir che allevia il cuore,</p>
-<p class="i2">È lacrima cadente</p>
-<p>Dagli occhi vòlti al ciel quando il Signore</p>
-<p class="i2">Solo è presente.</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Montgomery.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Sarebbe stato difficile trovare due fanciulli appartenenti
-entrambi alla classe povera le cui condizioni
-nella vita presentassero un maggior contrasto che,
-fino allora, quelle di Gertrude e di Guglielmo. Alla
-<span class="pagenum" id="Page_51">[51]</span>
-negletta orfanella erano mancate le cure e più ancora
-l'affetto di cui l'altro aveva sempre goduto. Il
-marito della signora Sullivan, un intelligente pastore
-di villaggio, venuto a morire mentre il loro figlioletto
-era ancora in tenerissima età, non aveva
-lasciato sostanze che bastassero al mantenimento
-della piccola famiglia: perciò la vedova era ritornata
-alla casa paterna col bambino. Il vecchio Cooper
-dal canto suo aveva bisogno della figliuola, perchè,
-da quando ell'era andata sposa, la morte aveva
-fatto strage sotto il suo tetto ed egli era restato solo.
-</p>
-
-<p>
-Da quel momento i tre vivevano insieme, in un'umile
-agiatezza assicurata dal lavoro e dalla frugalità
-anche ai poveri.
-</p>
-
-<p>
-Guglielmo era l'orgoglio della madre, la sua speranza,
-il suo costante pensiero. Ella non risparmiava
-a sè stessa nè fatiche nè pene per procurargli
-il benessere fisico e la felicità morale, per fare che
-egli progredisse nel sapere e nella virtù.
-</p>
-
-<p>
-E come non doveva ella essere superba di quel
-ragazzo che con la bellezza non comune, i modi attraenti,
-le precoci manifestazioni d'una nobile e virile
-natura si faceva amare perfino dagli estranei?
-Egli era stato un bel bambino; ma ora che toccava
-i tredici anni, ciò che colpiva nel suo aspetto non
-era già l'ordinaria bellezza degli adolescenti consistente
-solo in una chioma ricciuta, occhi vivaci, gote
-rosate; era qualche cosa d'assai più notevole: l'ampiezza
-della fronte che denotava un'aperta intelligenza,
-la calma e la serenità dei larghi occhi grigi,
-l'espressione risoluta eppur tanto dolce della bocca,
-lo sviluppo della ben formata persona, il vigore del
-colorito indizio d'una perfetta salute che prometteva
-forza e gagliardia nell'uomo futuro. Nessuno poteva
-passare mezz'ora in compagnia di Guglielmo senza
-esser tratto ad amarlo e ammirarlo. Era per indole
-cordialissimo e affettuoso, e la tenerezza materna,
-la benignità del mondo per lui tutto sorriso, favorivano
-questa sua naturale inclinazione; aveva una
-somma esuberanza di spiriti vitali, ma la temperava
-il deferente rispetto verso i maggiori d'età e i superiori;
-partecipava con sincera simpatia alle gioie e
-ai dolori altrui; insomma era una di quelle creature
-<span class="pagenum" id="Page_52">[52]</span>
-geniali che si cattivano tutti i cuori senza saper
-come. Amava lo studio, e fino ai dodici anni
-aveva regolarmente frequentato la scuola. Nelle nostre
-grandi città i figli dei poveri godono in materia
-d'istruzione quasi tutti i vantaggi che può dare
-la ricchezza. E poichè il fanciullo era capacissimo e
-la madre costantemente lo esortava a trarre il maggior
-profitto possibile dalle opportunità offertegli, i
-suoi progressi furono straordinari.
-</p>
-
-<p>
-Dodicenne appena, gli si presentò la buona occasione
-d'entrare al servizio d'un farmacista nella cui
-bottega c'era molto spaccio e occorreva un ragazzo
-per aiuto. Il signor Bray gli assegnava un salario
-piuttosto modico, ma lasciava sperare un aumento;
-in ogni caso la sua proposta non era disprezzabile
-date le condizioni di Guglielmo. Quantunque fosse
-attaccato a' suoi libri, egli desiderava ardentemente
-d'impiegarsi al fine di contribuire a sostenere il peso
-della famiglia. E pertanto, ottenuto il consenso della
-madre e del nonno, accettò.
-</p>
-
-<p>
-I giorni di lavoro dormiva nella farmacia, e non
-aveva quasi mai agio di fare una scappatina a casa
-dove la sua assenza era dolorosamente sentita. Soltanto
-il sabato sera ci veniva per trattenersi a passare
-co' suoi la domenica. Quella era la serata di
-festa della signora Sullivan, e il giorno del Signore
-le pareva doppiamente benedetto.
-</p>
-
-<p>
-Quando, il sabato che fece la conoscenza di Gertrude,
-Guglielmo ritornò nella camera di sua madre,
-sedette a discorrere con lei e col signor Cooper.
-La conversazione si prolungò per un'ora buona. Egli
-riferiva gli avvenimenti della settimana, raccontava
-molti piccoli aneddoti; aveva sempre da dire tante
-cose intorno alla farmacia, agli avventori, al
-farmacista suo padrone, alla famiglia di lui, con la
-quale prendeva i suoi pasti. Per la signora Sullivan
-tutto ciò che interessava Guglielmo era attraente, ed
-un osservatore avrebbe notato che anche il vecchio
-nonno si divertiva a udire il ragazzo più che non
-volesse lasciar scorgere. Infatti, benchè se ne stesse
-lì zitto, con gli occhi a terra, come se non ascoltasse,
-gli accadeva poi d'alludere al soggetto di questo
-o quel discorso, in modo da provare che lo aveva
-<span class="pagenum" id="Page_53">[53]</span>
-seguìto attentamente. Di rado rivolgeva al nipotino
-qualche domanda: ma invero non ce n'era bisogno,
-perchè la mamma lo interrogava per due. Più di
-rado ancora faceva commenti; usciva però talvolta
-in espressioni sdegnose e sprezzanti sia contro singole
-persone sia contro il mondo in generale, manifestanti
-quella disistima della natura umana, quella
-mancanza di fiducia nell'onestà e nella virtù
-degli uomini, ch'erano un tratto rilevante del suo
-carattere.
-</p>
-
-<p>
-Guglielmo, lì per lì, ne rimaneva un po' avvilito:
-<i>egli</i> amava <i>tutti</i>, aveva fede in <i>tutti</i>, e le parole del
-vecchio, il tono con cui le proferiva, erano come un
-gelido soffio sull'ardore della sua anima giovanile;
-ma con l'elasticità e il cuor gaio di quell'età felice,
-si riaveva subito, ritornava qual'era per sua natura.
-</p>
-
-<p>
-Egli non temeva il nonno, il quale non aveva mai
-usato severità con lui, essendosi astenuto da ogni
-ingerenza nell'educazione che gli dava la madre,
-ma a volte si sentiva agghiacciare, senza comprenderne
-il perchè, dal disaccordo tra la propria calda
-cordialità e la sua misantropia.
-</p>
-
-<p>
-Quella sera, venuti a ragionare di Trueman Flint
-e della sua figlioletta adottiva, Cooper s'era mostrato
-più amaramente satirico che mai, e, prendendo il
-suo lume per andare a coricarsi, aveva concluso
-che, secondo lui, Gertrude non poteva essere per il
-buon uomo se non una cagione d'impicci e dispiaceri,
-e ch'era stata una vera pazzia non mandarla
-addirittura all'ospizio.
-</p>
-
-<p>
-Uscito il vecchio, madre e figlio rimasero un poco
-in silenzio. Poi Guglielmo domandò:
-</p>
-
-<p>
-— Mamma, perchè il nonno odia così la gente?
-</p>
-
-<p>
-— Ma no, caro, non odia nessuno.
-</p>
-
-<p>
-— Non intendevo dir proprio <i>odiare</i> in senso assoluto;
-questo non lo penso neppure io. Ma infine
-parla come se non ci fosse persona al mondo di cui
-abbia stima. O non vi pare?
-</p>
-
-<p>
-— Sì.... almeno non ne dimostra. Ma di te, ne ha
-moltissima, e farebbe qualunque sacrifizio per risparmiarmi
-un dolore, e ha molta amicizia per il
-signor Flint, e....
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_54">[54]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Sicuro, sicuro.... lo so. Tuttavia non crede che
-il cuore umano sia capace di gran bontà, e gli sembra
-impossibile che qualcuno si volga al bene....
-</p>
-
-<p>
-— Capisco, ti fa specie quello che ha detto circa
-la piccola Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, non è la sola di cui voglio parlare! Quello
-che ha detto di lei m'ha dato occasione d'entrarvi
-su questa cosa; ma io l'avevo già notata parecchie
-volte, segnatamente da che non sono più a casa che
-un giorno della settimana. Per esempio, voi sapete
-che uomo sia il signor Bray, e in qual considerazione
-io lo tenga; ebbene, mentre raccontavo dianzi
-quanto buono e benefico è stato verso la povera signora
-Morris che ha la figliuola malata, il nonno
-aveva l'aria di non crederlo, o di non farne alcun
-conto.
-</p>
-
-<p>
-— Ti dirò, Guglielmo, non devi troppo maravigliarti
-ch'egli sia così: ha sofferto tanti disinganni!
-Riponeva, come sai, molte speranze nello zio Riccardo,
-e invece ebbe per cagion sua affanni e guai
-senza fine; poi, ci fu il marito della zia Sara.... Ah,
-sembrava un uomo tanto ammodo quando Sarina lo
-sposò, e finì col truffare il babbo terribilmente, sicchè
-fu costretto a ipotecare la sua casa di Via Alta,
-e da ultimo a cederla!... Basta, lo sciagurato è morto,
-e non voglio inveire contro di lui; ma egli deluse
-la nostra aspettazione, e Sarina, credo, ne morì
-di crepacuore. Fu una prova oltremodo dolorosa per
-il povero babbo, perchè ell'era la minore, e la sua
-prediletta. E subito dopo, la mamma fu colpita dalla
-malattia a cui soccombette, secondo lui non senza
-colpa d'un ciarlatano di medico il quale le prescrisse
-una cura più dannosa che altro. Una tal somma di
-disgrazie spiega com'egli veda tutto nero adesso nella
-vita.... Ma tu non devi badarci, Guglielmo, devi
-pensare piuttosto a mantenere le buone promesse
-che dài di te, e vedrai ch'egli ne sarà consolato e
-superbo. Nulla gli fa tanto piacere quanto il sentirti
-lodare, e aspetta grandi cose dal suo nipote!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Qui la conversazione ebbe termine; ma non senza
-che il ragazzo aggiungesse un nuovo proponimento
-ai molti già fatti: quello di provare al nonno, se Dio
-gli conservava la salute e il vigore, che le speranze
-<span class="pagenum" id="Page_55">[55]</span>
-non sono sempre ingannevoli nè i timori sempre
-fondati.
-</p>
-
-<p>
-Beato il giovanetto che ha ognora dinanzi a sè
-l'alta mèta d'un sentimento nobile e generoso! Quale
-stimolo all'attività, alla perseveranza, all'abnegazione!
-Quale impulso a sforzi di più in più strenui!
-Timori che spegnerebbero ogni ardore, scoraggiamenti
-che farebbero perdere ogni baldanza, fatiche
-che opprimerebbero, ostacoli di fronte a cui cadrebbe
-l'animo, opposizioni che stremerebbero le forze,
-tentazioni che sarebbero irresistibili, tutto tutto è
-superato, abbattuto, domato da colui che con un
-fine sincero e degno combatte per la vittoria!
-</p>
-
-<p>
-Perciò gli uomini venuti al mondo in mezzo agli
-onori e alle ricchezze, allevati nel lusso, di rado
-compiono grandi cose. Non sono <i>nati</i> per la fatica,
-e senza fatica nulla che abbia un reale valore può
-essere ottenuto. Oh, perchè non si propongono essi,
-come movente supremo delle loro azioni, come unica
-mèta della loro vita, di trionfare d'una condizione
-così svantaggiosa, d'acquistare dottrina, saviezza,
-virtù, nonostante quelle ricchezze perniciose,
-quei vani onori, quel lusso snervante che agli
-occhi chiaroveggenti dei savi e degli angeli sono la
-più mortale delle insidie? Guglielmo aveva un incitamento
-al bene fin dai suoi teneri anni. Il suo
-nonno era di grave età, la sua mamma di debole
-complessione. Egli doveva divenire il sostegno della
-loro vecchiaia, doveva lavorare per mettersi in grado
-di provvedere al loro sostentamento e al loro benessere;
-doveva fare ancor <i>più</i>: essi speravano da
-lui cose egregie, e <i>bisognava</i> che le loro speranze
-non fossero deluse. Non dimenticava però il presente,
-mentre s'armava per il futuro conflitto col
-mondo. Si mise a tavolino e imparò le sue lezioni per
-la scuola domenicale. Poi, secondo il costume, lesse
-ad alta voce qualche passo della Bibbia. Infine la
-signora Sullivan, ponendo la mano sul capo del suo
-figliuolo, offerse per lui al Signore una semplice e
-fervida preghiera: una di quelle preghiere materne
-che il fanciullo ascolta con reverenza ed amore, e
-l'uomo maturo ricorda; preghiere che ci tengono
-lontani dalle tentazioni e ci liberano dal male.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_56">[56]</span>
-</p>
-
-<p>
-Quella sera la piccola Gertrude, quando, partito
-Guglielmo, restò sola con True, sedette su un panchettino
-basso, accanto a lui, e rimase un pezzo senza
-parlare, fissando tutta intenta la bianca figurina
-di gesso che si teneva in grembo. Ma certo, la sua
-mente infantile lavorava, perchè l'espressione del
-pensiero le appariva manifesta nel viso. True, il
-quale di rado era il primo a rompere il silenzio,
-vedendola così insolitamente cheta, le alzò il mento
-e la guardò con aria interrogativa.
-</p>
-
-<p>
-— Ebbene, — disse poi — non ti pare che Guglielmo
-Sullivan sia un gran bravo ragazzo?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, — rispose Gertrude, ma come se, assorta in
-un'altra idea, non sapesse bene che diceva.
-</p>
-
-<p>
-— Ti piace, dunque? — domandò egli.
-</p>
-
-<p>
-— Moltissimo, — fece lei, sempre distratta.
-</p>
-
-<p>
-Egli aspettava ch'ella cominciasse a discorrere
-della sua nuova conoscenza; ma per un minuto o
-due la bambina seguitò a tacere, poi, alzando gli
-occhi, uscì a dire:
-</p>
-
-<p>
-— Zio True?
-</p>
-
-<p>
-— Che vuoi, cara?
-</p>
-
-<p>
-— Perchè prega Dio, Samuele?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-True inarcò le ciglia.
-</p>
-
-<p>
-— Samuele?... Prega?... In verità, non so di che
-tu voglia parlare....
-</p>
-
-<p>
-— Ecco, — riprese Gertrude sollevando la figurina — Guglielmo
-dice che questo ragazzino si chiama
-Samuele, e che sta in ginocchio, e tiene le mani
-giunte, <i>così</i>, e guarda in alto, perchè prega Dio che
-abita lassù, in cielo. Io non capisco che cosa sia
-quel cielo che intende lui.... E voi?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il buon uomo presa la statuina la osservò attentamente,
-si dimenò sulla seggiola, si grattò il capo:
-alfine disse:
-</p>
-
-<p>
-— Eh sì, credo ch'egli abbia ragione.... Questo
-bambino prega, non c'è dubbio; io non ci avevo badato.
-Ma non so proprio perchè lo chiami un Samuele.
-Glielo domanderemo uno di questi giorni.
-</p>
-
-<p>
-— Bene. E perchè Samuele preghi Dio, lo sapete?
-</p>
-
-<p>
-— Lo prega perchè lo faccia buono. Le persone che
-pregano Dio diventano buone.
-</p>
-
-<p>
-— Può Dio far buona la gente?
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_57">[57]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Sicuro. Dio è grande. Egli può tutto.
-</p>
-
-<p>
-— E come arriva a <i>udire</i> chi prega?
-</p>
-
-<p>
-— Dio ode e vede ogni cosa, nel mondo.
-</p>
-
-<p>
-— E vive su in cielo? Dove sono le stelle?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, nell'alto del cielo.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude fece molte altre domande: domande strane
-alle quali il povero True non sapeva rispondere,
-domande ch'egli si maravigliava di non aver mai
-rivolte a nessuno. Egli aveva un cuore umile e amoroso
-ed una fede infantile; se non era fornito che
-d'una scarsa istruzione religiosa, si sforzava però
-di mettere a buon profitto i lumi che possedeva. E
-forse nella sua pratica fedele delle virtù cristiane,
-specie nell'obbedienza alla gran legge della carità,
-egli s'avvicinava allo spirito del Divino Maestro, più
-di molti che grazie a lunghi studi e quotidiane letture
-si sono resi familiari con le sacre dottrine. Ma
-non aveva mai scrutato le sorgenti profonde di
-quelle credenze sulle quali non cadeva dubbio nell'animo
-suo, e non si trovava affatto preparato a
-risolvere le questioni che la piccola Gertrude gli andava
-proponendo in quel subito svegliarsi della sua
-mente acuta e indagatrice. Le rispondeva tuttavia
-come poteva meglio, e quando non ci arrivava, non
-esitava punto a rimandarla a Guglielmo, che, diceva
-egli, frequentando la scuola domenicale doveva
-sapere un visibilio di cose in tale materia. Tutto ciò
-ch'ella giunse a ricavarne si ridusse alla cognizione
-di questi tre fatti: Dio è in cielo, il suo potere è
-grande, la preghiera rende gli uomini migliori.
-</p>
-
-<p>
-Il suo cervellino in effervescenza era così pieno
-delle nuove idee, che, venuta l'ora di coricarsi, neppure
-il piacere d'andar a dormire per la prima volta
-nella sua cameretta potè distrarnela. E quando
-fu nel suo lettino, e True ebbe portato via il lume,
-non s'addormentò. Aveva giusto di faccia la finestra,
-come nella soffitta d'Annetta Grant; però una
-finestra molto più grande, che offriva a' suoi occhi
-una più ampia veduta. Il cielo era tutto sfavillante
-di stelle, e quello spettacolo ravvivò in lei la maraviglia
-e la curiosità che un'altra volta le aveva
-destato. «Chi accendeva quei lumi così fulgidi e
-così lontani?» Ma adesso, contemplandoli, un subito
-<span class="pagenum" id="Page_58">[58]</span>
-pensiero le attraversò la mente come un baleno
-di luce:
-</p>
-
-<p>
-— Li accende <i>Dio</i>! Oh, Egli dev'esser pur grande
-e potente! Ma anche un bambino può pregarlo!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Balzò dal letto, andò davanti alla finestra, e s'inginocchiò
-giungendo le mani e alzando lo sguardo
-al cielo, nell'atteggiamento stesso del piccolo Samuele.
-Le sue labbra non proferivano parole, ma gli
-occhi le splendevano irrorati dalla rugiada di
-due lacrime. Non era forse ciascuna lacrima una
-preghiera? Ella non chiedeva alcuna grazia, ma ardeva
-tutta del desiderio di Dio e della virtù. Non
-era forse quel desiderio una preghiera? Il suo piccolo
-cuore levato in alto palpitava con veemenza.
-Non era forse ogni palpito una preghiera? E Dio,
-senza il cui volere non cade foglia dal ramo, non
-udiva, non gradiva forse, quel primo omaggio d'una
-povera creaturina ignorante, non scendeva forse su
-quel capo innocente la Sua benedizione?
-</p>
-
-<p>
-Molte grazie chiese a Dio Gertrude negli anni che
-seguirono; spesso ella ricorse a Lui per aiuto; in
-più di un'ora d'amaro dolore attinse conforto alla
-medesima inesauribile sorgente: quando la forza le
-falliva quando il cuore le mancava, Egli diveniva
-la forza del suo cuore. Ma ella non s'appressò mai
-al Suo trono con un'offerta più pura, con un sacrifizio
-più degno, che la notte in cui nella prima sua
-profonda penitenza, nel primo suo atto di ferma
-fede, nel primo ardore della sua speranza, s'inginocchiò
-con le mani giunte e gli occhi al cielo, come
-il piccolo Samuele, e il suo cuore espresse, benchè
-le sue labbra non le proferissero, le parole del profeta
-fanciullo: «Eccomi, o Signore!»
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>VIII.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Dolce nel primo gusto è la vendetta</p>
-<p>Ma in breve amara torna....</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Milton.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Il giorno seguente era una domenica. True aveva
-per costume di trattenersi buona parte della domenica
-in chiesa con la famiglia del sagrestano; ma
-<span class="pagenum" id="Page_59">[59]</span>
-Gertrude non avendo cappello non poteva andarci,
-ed egli non volle lasciarla sola. Ella dunque s'appuntò
-in capo il suo vecchio scialletto, e passarono
-la mattinata insieme passeggiando lungo le banchine
-e guardando i bastimenti. Nel pomeriggio True
-dormì accanto alla stufa, e la bambina si trastullò
-con la gatta. Guglielmo venne la sera, però soltanto
-per accomiatarsi prima di ritornare dal signor Bray.
-Aveva gran fretta, non poteva nemmeno sedere un
-momentino: in casa del suo principale si faceva vita
-assai morigerata, e la porta era chiusa di buon'ora,
-specie le domeniche. Il vecchio Cooper fece la consueta
-sua visita. Quand'egli se n'andò, il lampionaio
-trovò Gertrude immersa in un sonno beato, e
-pensando ch'era peccato destarla, la mise a letto così
-come stava.
-</p>
-
-<p>
-Ed ella non si destò, infatti, fino al mattino. Grande
-fu allora la sua maraviglia vedendosi bell'e vestita.
-Esilarata da questo caso bizzarro saltò su e
-corse a domandare a Trueman come fosse successo.
-Egli stava accendendo il fuoco, e Gertrude, avute
-sodisfacenti risposte alle sue numerose interrogazioni,
-s'applicò ad aiutarlo del suo meglio preparando
-la colazione e assettando la stanza. Ella seguiva
-appuntino gl'insegnamenti della signora Sullivan,
-rammentandoli tutti, e dimostrava notevole
-capacità in ogni cosa che intraprendeva. Nel corso
-di poche settimane, a forza di perseveranza era giunta
-a rendersi utile in mille maniere. Prometteva
-davvero di far onore alla profezia della sua maestra,
-diventando un'ottima piccola massaia. Certo i
-suoi servizi erano lievi; ma quei piedini agili e pronti
-risparmiavano molti passi al vecchio True, e segnatamente
-ella prestava un aiuto essenziale nella
-pulizia delle camere, sua particolare ambizione.
-Adesso che la polvere e i ragnateli non c'erano più,
-la signora Sullivan s'aspettava da lei che non s'accumulassero
-daccapo. Ella lo sentiva. E bisognava
-vederla quando, la mattina, mentre il lampionaio
-era fuori a nettare e riempire i suoi lampioni, accudiva
-alle faccende munita d'una vecchia granata
-il cui manico era stato accorciato a fine d'agevolargliene
-l'uso! Con che zelo, con che diligenza l'adoprava!
-<span class="pagenum" id="Page_60">[60]</span>
-Spesso la buona vicina dava una capata nel
-quartierino per lodarla ed assisterla. Nulla rendeva
-più felice la piccola Gertrude che l'imparare qualche
-cosa di nuovo. Beninteso, dovette anche lei pagare
-il noviziato. Vi furono due o tre casi di completa
-carbonizzazione dei crostini; e, peggio ancora,
-ell'ebbe a versare copiose lacrime sui frantumi di
-una tazza da tè dipinta, sgusciatale di mano. Ma
-lo zio True non la rimproverava mai; sicchè ella
-scordava presto queste disgrazie che d'altronde l'esperienza
-le insegnava ad evitare.
-</p>
-
-<p>
-Caterina Mc Carty, la quale l'aveva in concetto
-della più svegliata e destra bambina del mondo,
-veniva di tanto in tanto a lavare i pavimenti e far
-altri lavori troppo gravi o difficili per lei.
-</p>
-
-<p>
-Animata dal desiderio di rispondere all'aspettazione
-della signora Sullivan, e soprattutto di essere
-utile al suo benefattore, di manifestare nel miglior
-modo il grande affetto che gli portava, Gertrude
-era di solito buona, paziente, compiacente, quanto
-solerte. Invero l'indulgenza di True verso la piccina
-era tale, che di rado egli le imponeva la sua volontà.
-Ella rimaneva dunque libera di seguire il proprio
-talento; ma per indisciplinata che fosse, obbediva
-volentieri ad uno che mai la contrariava, e però
-non le accadeva di mostrare dinanzi a lui la violenza
-della sua natura che una volta eccitata non
-conosceva più freno. Tuttavia, se nella vita tranquilla
-di cui godeva adesso tra le pareti domestiche,
-mancava ogni causa d'irritazione, si diedero talora
-occasioni nelle quali fu palese che covava sempre
-il fuoco sotto la cenere.
-</p>
-
-<p>
-Una domenica Gertrude, che ora possedeva un bel
-cappuccetto comperatole dallo zio True, aveva assistito
-con questi al servizio divino della sera, e ritornavano
-a casa accompagnati dal signor Cooper
-e da Guglielmo. I due vecchi erano ingolfati in una
-delle loro consuete discussioni, e i fanciulli, rimasti
-un po' indietro, discorrevano vivamente della chiesa,
-del ministro, dell'uditorio, della musica, che per
-la bambina erano tutte cose nuove ed avevano destato
-in lei gran maraviglia.
-</p>
-
-<p>
-Cominciava a farsi buio nelle strade. Guglielmo
-<span class="pagenum" id="Page_61">[61]</span>
-l'osservò, e chinando lo sguardo verso la sua piccola
-compagna che teneva per mano, soggiunse:
-</p>
-
-<p>
-— Di', Gertrude, vai qualche volta con lo zio True
-a vederlo accendere i lampioni?
-</p>
-
-<p>
-— Non ci sono andata mai, dopo la notte che mi
-portò a casa sua, — ella rispose. — Io ne avevo una
-voglia matta, ma era sempre tanto freddo che lui
-non me lo permise: diceva che mi sarei buscata di
-nuovo la febbre.
-</p>
-
-<p>
-— Oggi non è punto freddo; sarà una bellissima
-notte: se lo zio True è contento, si va tutt'e due con
-lui. Io ci andai più volte.... Ci si diverte un mondo
-a guardare dentro dalle finestre nei salotti dove i
-signori stanno a prendere il tè o a conversare in
-circolo, davanti al fuoco....
-</p>
-
-<p>
-— E io godo di veder accendere quei grandi lumi
-che fanno tutt'intorno una luce così bella, così allegra!
-Spero che dirà di sì.... Lo pregheremo.... Vieni, — proseguì
-tirandosi dietro Guglielmo — raggiungiamolo,
-diciamoglielo subito....
-</p>
-
-<p>
-— No, aspetta, ora sta ragionando col nonno....
-Glielo diremo poi, quando saremo a casa. Già poco
-ci manca.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-A stento però il ragazzo poteva contenere l'impazienza
-di Gertrude. Non appena furono giunti al
-cancello della corte ella si strappò da lui, si precipitò
-verso Trueman, fece la sua richiesta che fu benevolmente
-accolta. E i tre partirono per il loro giro.
-</p>
-
-<p>
-Da principio l'attenzione della piccina si concentrò
-tutta nelle fiammelle che via via s'accendevano.
-Non aveva occhi per altro. Ma svoltato il canto della
-strada si trovò di faccia alla vetrina d'una grande
-farmacia che la fece rimanere incantata. I vivi
-colori dei liquidi brillanti nei vasi di cristallo che
-per la prima volta vedeva di sera, così illuminati,
-cattivarono la sua fantasia. Ed avendole Guglielmo
-detto che la bottega del suo principale era simile a
-quella, pensò che doveva essere una delizia passar
-la vita in un luogo tanto bello. Si maravigliò poi
-che fosse aperta la domenica mentre tutti gli altri
-negozi erano chiusi. Egli si fermò per spiegargliene
-la ragione e appagare la sua curiosità su varie coserelle;
-sicchè quando si mossero s'avvide che True
-<span class="pagenum" id="Page_62">[62]</span>
-li precedeva d'un buon tratto. Sollecitò allora Gertrude
-dicendole che si trovavano adesso nella più
-signorile delle vie per cui dovevano passare, e che
-bisognava far presto se volevano vedere a loro agio
-la casa che più gli premeva di mostrarle. Infatti il
-lampionaio nel momento che lo raggiunsero già appoggiava
-le sua scala a un lampione di fronte a
-un'isola di bei fabbricati. Molte delle finestre avevano
-le tende chiuse, dimodochè i fanciulli non potevano
-guardar dentro; ma in alcune le tende non
-c'erano, o non erano ancora tirate. In un salotto si
-vedeva un bel fuoco di ceppi e davanti al caminetto
-signori e signore che conversavano: Gertrude non
-si sarebbe più staccata di là. In un altro era accesa
-una splendida lumiera, e sebbene non ci fosse nessuno,
-la sontuosità del mobilio, l'appariscenza di
-tutto l'insieme la rapirono. Ella battè le mani dall'allegrezza,
-e non s'indusse a seguire Guglielmo se
-non dopo ch'egli l'ebbe assicurata che un po' più
-oltre c'era una casa non meno stupenda, dove forse
-avrebbe anche veduto certi bellissimi bambini.
-</p>
-
-<p>
-— O come sai che ci saranno? — domandò ella
-mentre s'incamminavano.
-</p>
-
-<p>
-— Io non lo so positivamente, ma credo. C'erano
-sempre alla finestra quando andavo con lo zio True,
-l'inverno passato.
-</p>
-
-<p>
-— Quanti?
-</p>
-
-<p>
-— Tre, mi pare. Ricordo una bellezza di bimba
-coi ricci biondi e un visino dolce eppure furbetto.
-Sembrava una bambola di cera, ma molto molto
-più carina.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, spero che la vedremo! — esclamò Gertrude
-ballando sulle punte de' piedi, tanto era eccitata
-dal piacere.
-</p>
-
-<p>
-— Eccoli! — disse Guglielmo. — Ci sono tutti e
-tre, come allora!
-</p>
-
-<p>
-— Dove? dove?
-</p>
-
-<p>
-— Là, dirimpetto, in quella grande casa di pietra.
-Su, attraversiamo la strada.... Ma c'è una mota!...
-Aspetta, ti porto.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Prese la ragazzetta in collo e la portò fino al marciapiede
-opposto. True doveva ancora arrivare. I
-bambini aspettavano lui, alla finestra. Gertrude non
-<span class="pagenum" id="Page_63">[63]</span>
-era la sola che si divertisse a veder accendere i
-lampioni.
-</p>
-
-<p>
-Oramai faceva notte, e le persone che si trovavano
-nelle stanze illuminate non potevano distinguere
-quelle ch'erano fuori; ma così Guglielmo e
-la sua compagna avevano maggior opportunità di
-guardare nell'interno della casa. Una bella casa
-davvero: senza dubbio v'abitava gente assai ricca.
-Il salotto era gaiamente rischiarato dalla viva luce
-d'un gran lume sospeso e dal riverbero del fulgido
-fuoco di carbone che ardeva nel caminetto. I sontuosi
-tappeti, le tende di stoffe smaglianti, i quadri
-in cornice dorata, i grandi specchi che riflettevano
-l'insieme da ogni lato, diedero a Gertrude la sua
-prima idea del lusso. E le comodità che si combinavano
-con quell'eleganza conferendole un'aria di
-piacevole intimità la rendevano ancor più affascinante
-per la povera creatura cresciuta nella miseria.
-Una tavola era squisitamente apparecchiata per
-il tè; la tovaglia damascata, candidissima, la lucida
-argenteria, e soprattutto la teiera di famiglia col
-suo placido ronzio, avevano un aspetto seducentissimo.
-Un signore in pantofole ricamate stava adagiato
-in un'ampia poltrona accanto al fuoco; una
-signora con una cuffietta riccamente guarnita invigilava
-la cameriera che finiva d'apparecchiare; i
-bambini, tutti sorridenti come sono i bambini felici,
-s'erano radunati davanti alla finestra e, ritti sopra
-un panchetto, guardavano in istrada.
-</p>
-
-<p>
-Guglielmo li aveva descritti bene. Erano tre belle
-e graziose creature, specie una ragazzina, la maggiore,
-che toccava circa l'età di Gertrude. I capelli
-biondi scendenti in folti ricci lungo il collo d'una
-bianchezza nivea, gli occhi azzurri, le guance pienotte
-e rosee, i lineamenti gentili, la facevano somigliare
-a un cherubino. Gertrude non trovava modo
-d'esprimere la sua ardente ammirazione che con
-grida di gioia, e risa, e salti, o indicando a Guglielmo
-or questa cosa or quella, in confuso.
-</p>
-
-<p>
-— Di', non è un amore di bimba?... Guarda che
-splendido fuoco!... E la signora com'è bella!... O le
-scarpe del signore, le hai vedute?... Che sarà quella
-roba sulla tavola? Qualche cosa di buono, sicuro....
-<span class="pagenum" id="Page_64">[64]</span>
-C'è uno specchio sterminato.... Ah Guglielmo, che
-cari bambini! Vere bellezze!...&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-E sempre cominciava e finiva con le lodi dei bambini.
-Guglielmo era sodisfatto. La sua piccola amica
-si divertiva quanto egli s'era ripromesso.
-</p>
-
-<p>
-Ma True arrivava, e il lume della sua torcia scorreva
-lungo il marciapiede. Allora essi furono alla
-lor volta osservati e divennero il soggetto di un'animata
-conversazione. La ricciutella li vide e li additò
-agli altri due. Sebbene Gertrude non potesse
-indovinare che dicessero, l'idea d'essere sottoposta
-all'esame e ai commenti di qualcuno le dispiaceva
-forte. Lesta lesta si nascose dietro la colonna del
-lampione, e non volle più muoversi nè alzar gli occhi
-alla finestra, per quanto Guglielmo la canzonasse
-e le dicesse che ora <i>toccava a lei</i> d'essere
-guardata.
-</p>
-
-<p>
-Quando il lampionaio ripigliò la sua scala e proseguì
-il cammino, ella si slanciò dietro a lui di corsa
-per isfuggire agli sguardi curiosi; ma tosto che
-il ragazzo la richiamò dicendole che i bambini s'erano
-ritirati, non seppe resistere alla tentazione di
-gettare ancora un'occhiata nel bel salotto e fece
-giusto a tempo per vederli prender posto alla tavola
-del tè. Un momento dopo la cameriera venne
-a tirar giù le tende, Gertrude prese la mano di Guglielmo
-e affrettarono il passo per raggiungere True.
-</p>
-
-<p>
-— Non ti piacerebbe vivere in una casa come
-quella? — domandò egli.
-</p>
-
-<p>
-— Oh sì! — rispose lei. — Non è una magnificenza?
-</p>
-
-<p>
-— Io ne vorrei una così. E l'avrò un giorno o
-l'altro.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Questa presunzione sbalordì Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-— L'avrai? E in che maniera?
-</p>
-
-<p>
-— Lavorerò, diverrò ricco, e me la comprerò.
-</p>
-
-<p>
-— Impossibile. Ci vuole un monte di quattrini.
-</p>
-
-<p>
-— Lo so. Ma io ne guadagnerò dimolti. Il signore
-che abita in quel magnifico appartamento era un
-ragazzo povero quando arrivò a Boston: o perchè
-non ho da potere anch'io arricchire al pari di lui?
-E ne ho la ferma intenzione.
-</p>
-
-<p>
-— Come avrà fatto a guadagnare tanto?
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_65">[65]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Come abbia fatto <i>lui</i> non so. Ci sono parecchi
-modi. Certuni dicono che tutto dipende dalla fortuna....
-ma secondo me la bravura non è meno necessaria.
-</p>
-
-<p>
-— Sei bravo, tu?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Egli rise.
-</p>
-
-<p>
-— Non ti pare? Bene, se non verrà il giorno che
-mi vedrai ricco potrai dire di no.
-</p>
-
-<p>
-— Io lo so che farei se fossi ricca.
-</p>
-
-<p>
-— Che faresti?
-</p>
-
-<p>
-— Prima di tutto comprerei una bella poltrona
-grande per lo zio True, con dentro cuscini e sopra
-splendidi fiori, come quella dove sedeva quel signore;
-e poi per me una gran lumiera, con tanti
-tanti lumi tutti in un mazzo, da far nella stanza
-una luce.... la luce più chiara che ci possa essere.
-</p>
-
-<p>
-— Mi sembra che tu vada pazza per la luce, Gertrudina.
-</p>
-
-<p>
-— Io sì! Odio le case vecchie, nere, buie.... A me
-piacciono le stelle, il sole, e i fuochi, e la torcia dello
-zio True....
-</p>
-
-<p>
-— E a me gli occhi fulgenti. I tuoi appunto brillano
-come due stelle, stasera. Non ci divertiamo, di'?
-</p>
-
-<p>
-— Oh, molto!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude non faceva che saltare e ballare lungo
-il marciapiede, e Guglielmo partecipava al suo giubilo,
-tutto lieto e superbo d'aver a proteggere la strana
-e fiera bambina nel tempo stesso che le procurava
-un tale godimento. Cammin facendo seguitarono
-a intrattenersi sull'uso delle ricchezze che con
-balda speranza l'uno e l'altra contavano di possedere
-prima o poi: giacchè la fidente audacia del
-giovanetto s'era comunicata alla sua piccola compagna,
-e anch'ella si proponeva di lavorare e diventare
-facoltosa. Egli le descriveva gli agi ed il lusso
-di cui avrebbe circondato la sua mamma, il suo
-nonno, e perfino lo zio True e lei. Era quanto di più
-sontuoso egli avesse mai veduto o sognato. Tra altro,
-la mamma doveva portare una cuffietta guarnita
-come quella della signora che avevano veduta
-dalla finestra. Gertrude ruppe in una franca risata.
-Il buon gusto è innato, ed ella, che ne aveva, sentiva
-che la modesta vedovetta dall'aspetto placido
-<span class="pagenum" id="Page_66">[66]</span>
-e grave sarebbe stata ridicola con in capo un'acconciatura
-di fiori gai. Qualunque eleganza meno
-sobria della semplice lindezza non poteva che snaturare
-la signora Sullivan. Quanto a sè medesimo,
-il generoso figliuolo non ci pensava affatto. Nessuna
-sodisfazione di desiderî egoistici entrava ne' suoi disegni.
-Egli intendeva di lavorare per i suoi cari, e
-in loro e da loro aspettava la sua ricompensa.
-</p>
-
-<p>
-Beati i fanciulli! Beati come essi soli possono essere!
-Che bisogno hanno della ricchezza? Che bisogno
-di qualsiasi bene più materiale e tangibile dei
-beni che posseggono? Questi valgono assai più dell'oro
-o della fama. Sono la candida fede, la speranza
-ingenua dell'infanzia. Con tutta la potenza immaginativa
-d'una fantasia non frenata da disinganni
-e delusioni, ogni fanciullo fabbrica gli stessi
-castelli in aria che milioni e milioni d'altri hanno
-fabbricato o fabbricheranno fino alla fine dei secoli.
-Veggono splendere in lontananza vaghe figure, e
-non sanno che sono fantasmi. Le veggono adergersi
-e rifulgere, e i loro occhi affascinati si fissano in
-quelle, sorvolando sugli spazi tenebrosi che si frappongono,
-senza scorgere i perigli dell'aspra via, senza
-sospetto dei precipizi e delle insidie in cui molti
-dovranno cadere. Fiduciosi di guadagnare la gloriosa
-mèta, imprendono l'arduo cammino esultando.
-Sia benedetta l'illusione infantile, se pure è illusione!
-Non togliete d'inganno quei credenti, o uomini
-savi! Non soffocate quella buona speranza che
-è un dono di Dio, e che forse nel suo aereo volo li
-porterà a salvamento sopra qualche passo scabroso,
-qualche abisso della vita. Ahimè, già dura poco, e
-una volta spenta, la via si fa più dura!
-</p>
-
-<p>
-Certo la gioia che faceva brillare il cuore a Guglielmo
-e Gertrude derivava in gran parte dalla generosità
-del sentimento che li commoveva. Nei loro
-sogni ambiziosi essi vagheggiavano solo la consolazione
-d'allietare i vecchi giorni di coloro che amavano.
-Era un nobile spirito di carità filiale, di tenera
-gratitudine quello che li animava: naturale in
-entrambi, ma in lui tanto alimentato dalla pia educazione
-ricevuta da aver assunto il carattere d'un
-principio, in lei mèro impulso. E guai alla misera
-<span class="pagenum" id="Page_67">[67]</span>
-natura umana quando è governata unicamente dalle
-sue passioni! La povera bambina aveva altri impulsi
-meno felici (chi non ne ha?), e se il primo
-meritava d'essere incoraggiato e fortificato, era necessario
-sradicare e distruggere i secondi.
-</p>
-
-<p>
-True, acceso l'ultimo lampione di quella strada,
-svoltò in un'altra seguito dai due fanciulli. Ma dopo
-una dozzina di passi Gertrude si fermò di botto, risoluta
-a non proseguire, e tirando Guglielmo per la
-mano, tentò di farlo tornare indietro.
-</p>
-
-<p>
-— Che hai, Gertrudina? — domandò egli. — Sei
-stanca?
-</p>
-
-<p>
-— Oh no! Ma non posso andar più oltre.
-</p>
-
-<p>
-— Perchè mai?
-</p>
-
-<p>
-— Perchè.... perchè.... — e abbassando la voce la
-piccina accostò le labbra all'orecchio del suo compagno — qui
-ci sta Annetta Grant. Vedo la casa....
-M'ero dimenticata che lo zio True deve andarci....
-E io ho paura.
-</p>
-
-<p>
-— Oho! — fece Guglielmo rizzandosi con aria dignitosa. — Vorrei
-un po' sapere di che hai paura
-quando io sono con te! Si provi, mo', a toccarti, se
-n'ha il coraggio. Te, o lo zio True! Riderei.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-E con parole affettuose e piacevoli prese a persuaderla,
-dicendole che secondo ogni probabilità
-Annetta Grant non li avrebbe veduti, ma che forse
-<i>loro</i> avrebbero veduto <i>lei</i>; il che appunto egli vivamente
-desiderava. I timori di Gertrude furono presto
-vinti. Ella non era timida, per natura. L'improvvisa
-scossa provata rivedendo l'antica sua casa,
-aveva ridestato in lei il suo orrore, il suo terrore
-della vecchia Annetta; ma non ci vollero gran ragionamenti
-per dissipare quello sgomento dimostrandole
-che oramai ella era al sicuro; e bentosto vi succedette
-il desiderio di far conoscere a Guglielmo la
-sua persecutrice d'un tempo. Sicchè quando giunsero
-davanti alla casa aborrita ella sperava anzichè
-temere di vederla. E per vederla l'occasione non
-poteva essere migliore. Annetta era affacciata alla
-finestra e leticava furiosamente con una vicina. Il
-suo volto esprimeva tutta la violenza della collera
-che le bolliva dentro, e, brutto com'era sempre, offriva
-in quel momento una così chiara impronta del
-<span class="pagenum" id="Page_68">[68]</span>
-suo carattere, che nessuno le avrebbe potuto contrastare
-il diritto al titolo di megera, virago, dragone,
-o altro di simile significato.
-</p>
-
-<p>
-— Quale delle due? — domandò Guglielmo. — Quella
-alta che gesticola con una caffettiera in mano?
-Scommetto che or ora, se non ci bada, rompe
-il manico....
-</p>
-
-<p>
-— Sì, quella.
-</p>
-
-<p>
-— O che fa?
-</p>
-
-<p>
-— Letica con la signorina Birch. Sempre ce l'ha
-con qualcuno. Non ci vede mica, noi, non è vero?
-</p>
-
-<p>
-— No, è troppo occupata. Vieni, non ci fermiamo
-qui. È brutta quanto me la figuravo. Io per me l'ho
-veduta abbastanza, e tu pure, credo. Tira via.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ma Gertrude indugiava. Resa coraggiosa dalla
-certezza che la nemica non s'accorgeva della sua
-presenza, la fissava intentamente, e i suoi occhi
-scintillavano animati non più dall'eccitazione d'una
-sana e innocente allegrezza come poco prima, ma
-dal fuoco dell'ira e dell'odio, un fuoco che Annetta
-Grant le aveva acceso nel cuore da anni e che non
-ancora estinto ridivampava in tutta la sua forza
-alla vista di lei.
-</p>
-
-<p>
-Guglielmo, pensando ch'era tardi e vedendo la torcia
-del lampionaio già in fondo alla strada, usò,
-per indurre la bambina a seguirlo, l'espediente di
-lasciarla e andarsene dicendole:
-</p>
-
-<p>
-— Se tu non vieni, Gertrude, io non posso aspettare.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ella si volse, attese ch'egli s'allontanasse alquanto,
-poi, ratta come il baleno, si chinò, raccattò un
-ciottolo sul marciapiede, e lo scagliò contro la finestra.
-S'udì un fracasso di vetri rotti e un'esclamazione
-della nota voce d'Annetta Grant; ma Gertrude
-non stette ad osservare il risultato della sua prodezza.
-Quel fracasso, quella voce, ridestarono i suoi
-terrori; perdutamente, se la dette a gambe, oltrepassò
-Guglielmo, nè si fermò finchè non si sentì sicura
-a fianco di Trueman. Guglielmo non li raggiunse
-che vicino a casa.
-</p>
-
-<p>
-— Gertrude, — egli gridò correndo verso di lei
-tutto ansante — sai che cos'hai fatto? Hai rotto la
-vetrata della finestra!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_69">[69]</span>
-</p>
-
-<p>
-La bambina lo evitò voltando le spalle, fece il grugno,
-e dichiarò che questa era stata appunto la sua
-intenzione.
-</p>
-
-<p>
-Il lampionaio domandò di che finestra parlassero.
-Ella confessò tutto, senz'ambagi, e soggiunse che
-l'aveva fatto apposta. True e Guglielmo tacquero,
-scandalizzati. Gertrude anch'essa non aperse bocca
-durante il resto del percorso. Aveva il visetto rannuvolato
-e un senso d'infelicità nel piccolo cuore.
-Ella non comprendeva sè stessa nè le proprie sensazioni.
-Ma l'espressione di quel visetto palesava
-che quando il male prevaleva violentemente sull'anima
-sua, la pace e la giocondità ne fuggivano. Povera
-creatura! Hai pur bisogno che ti sia insegnata
-la verità! Piaccia a Dio che la luce interiore ti divenga
-un giorno cara come t'è oggi la luce esteriore.
-</p>
-
-<p>
-Guglielmo s'accomiatò da True e da lei sulla soglia
-della casa, e, secondo il solito, non lo rividero
-per tutta la settimana.
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>IX.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Ma silenzio. Contendere di un'alta</p>
-<p>Legge non debbo col voler che forse</p>
-<p>Ha reconditi fini a cui non giunge</p>
-<p>Il mio intelletto....</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Milton.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-— Babbo, — disse la signora Sullivan al vecchio
-Cooper, il quale, pronto per uscire, raccoglieva i
-vari oggetti che gli occorrevano in chiesa il sabato
-sera — perchè non fate venire con voi Gertrude? Vi
-porterebbe una parte di quella roba che non potete
-pigliare tutta in una volta, e le farebbe tanto piacere.
-</p>
-
-<p>
-— Non mi sarebbe che d'impaccio, — rispose egli. — Io
-posso benissimo portare ogni cosa da me.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ma quando ebbe una lanterna e un secchietto da
-carbone in una mano, una piccola accetta e un paniere
-di trucioli nell'altra, e una scaletta a piuoli
-in ispalla, dovette riconoscere che non trovava modo
-di prendere anche il martello e l'involto dei chiodi.
-</p>
-
-<p>
-La signora Sullivan dunque chiamò Gertrude e le
-<span class="pagenum" id="Page_70">[70]</span>
-domandò se voleva andare in chiesa col signor Cooper
-e aiutarlo a portare i suoi arnesi.
-</p>
-
-<p>
-La bambina fu lietissima della proposta, e presi
-i chiodi e il martello s'incamminò allegramente.
-</p>
-
-<p>
-Giunti alla chiesa, il vecchio sagrestano la lasciò
-libera dicendole che poteva baloccarsi a suo talento
-purchè non facesse chiasso e non sciupasse nulla;
-e passò nella sagrestia dove principiò il suo lavoro
-di spazzatura e spolveratura e preparò i fuochi. Gertrude
-intanto, rimasta sola, si divertì qualche tempo
-a girellare per le navate deserte e tra le panche,
-osservando da vicino tutto quello che fino allora non
-aveva veduto che da un angolo della galleria; poi
-salì nel pulpito e s'immaginò di tenere un bel sermone
-a un numeroso uditorio. Tuttavia cominciava
-ad annoiarsi, quando l'organista, entrato senza che
-ella se n'avvedesse, si mise a sonare una musica
-sommessa e dolce; allora scese, sedette sugli scalini,
-e ascoltò con attenzione e piacere vivissimo. Ma di
-lì a poco la porta in fondo alla navata maggiore si
-aperse, e una coppia di visitatori venne a distrarre
-Gertrude attirando tutta la sua curiosità. L'uno era
-un uomo anziano vestito come un ecclesiastico, piccolo,
-smilzo, con capelli grigi e radi, fronte alta, lineamenti
-piuttosto aguzzi, ma quantunque di poca
-appariscenza, notevole per l'espressione serena e benigna
-della sua fisonomia; l'altra una giovane signora
-sui venticinque anni, la quale s'appoggiava al
-suo braccio. Ella indossava un abito semplicissimo,
-di colore bruno scuro come il cappellino chiuso nel
-quale spiccava soltanto, intorno al viso, una guarnizione
-di nastro celeste. L'unica parte del suo vestiario
-che fosse ricca ed elegante era un boa di zibellino
-fermato sotto la gola da un prezioso anello
-d'oro smaltato. Di statura alquanto inferiore alla
-media, aveva però un personalino grazioso e ben
-tornito; i lineamenti erano fini e regolari, la carnagione
-fresca sebbene un poco pallida, i capelli d'un
-castagno chiaro e acconciati con gusto. Ella non alzava
-mai gli occhi mentre veniva lentamente avanzandosi
-nella navata, e le lunghe ciglia quasi le toccavano
-le gote. I due passarono davanti al pulpito
-senza notar la bambina seduta sugli scalini.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_71">[71]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Sono lieto che l'organo vi piaccia, — disse il
-signore. — Io non posso chiamarmi giudice competente
-in fatto di musica; ma dicono che lo strumento
-è di rara eccellenza e che Hermann lo suona
-con somma perizia.
-</p>
-
-<p>
-— Neppure l'opinione mia è di molto valore, — rispose
-la signora. — La musica è per me un gran
-diletto senza ch'io ne abbia cognizioni profonde. Ma
-questa sinfonia è davvero deliziosa: da lungo tempo
-non avevo sentito melodie che mi commovessero così
-il cuore. Forse è anche perchè le voci dell'organo
-risuonano tanto dolcemente nella quiete solenne della
-chiesa. Io amo la solitudine delle grandi chiese
-nei giorni feriali. Vi ringrazio d'esser venuto a prendermi
-stasera. Come mai ci avete pensato?
-</p>
-
-<p>
-— M'immaginavo che vi farebbe piacere. Sapevo
-che Hermann sonerebbe a quest'ora; e poi, vedendovi
-così pallidina, m'è parso che un po' di moto vi
-dovesse giovare.
-</p>
-
-<p>
-— Infatti. Non mi sentivo bene, e l'aria aperta
-e frizzante era proprio quello che mi ci voleva. Desideravo
-perciò fare una passeggiata, ma la signora
-Ellis era occupatissima, e io non posso uscire
-sola.
-</p>
-
-<p>
-— Credevo di trovar qui il sagrestano.... Ho da
-parlargli circa la luce; i giorni sono corti ora, e fa
-buio presto; bisogna che lo preghi d'aprire un po' più
-le gelosie, altrimenti domani non ci veggo a leggere
-il mio sermone. Forse è nella sagrestia.... C'è sempre
-in qualche parte della chiesa, il sabato. Sarà
-meglio ch'io vada a cercarlo....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-In quella entrò appunto il signor Cooper, il quale,
-visto il pastore, venne a lui, e dopo ricevuti i
-suoi ordini, gli parlò piano chiedendogli senza dubbio
-d'accompagnarlo in un luogo, perchè questi esitò,
-guardò la signora e disse:
-</p>
-
-<p>
-— Già, sarebbe opportuno ch'io ci andassi oggi,
-tanto più che ci siete anche voi. Peccato perder l'occasione....
-Ma.... non so....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Poi, rivolgendosi alla giovane, soggiunse:
-</p>
-
-<p>
-— Emilia, il signor Cooper vorrebbe ch'io mi recassi
-con lui dalla signora Glass, e, certo, dovrei rimaner
-fuori qualche tempo. Vi dispiacerebbe aspettarmi
-<span class="pagenum" id="Page_72">[72]</span>
-qui fino al mio ritorno? È vero che abita nella
-via attigua, ma può darsi ch'io debba trattenermi
-un poco, perchè si tratta di quei volumi della biblioteca
-così maliziosamente sfregiati; io ho gran
-paura che il suo figliuolo maggiore c'entri per molto
-in questa birbonata. Sarebbe necessario chiarire la
-cosa prima di domani; e difficilmente io potrei stasera
-ritornare così lontano. Altrimenti non avrei
-pensato a lasciarvi.
-</p>
-
-<p>
-— Andate, signor Arnold, — rispose Emilia — e
-quanto a me siate pur tranquillo. Starmene seduta
-qui in chiesa e ascoltare la musica dell'organo non
-sarà che un piacere. Il signor Hermann suona ch'è
-un incanto; il tempo non mi parrà lungo, ve l'assicuro.
-Dunque non abbiate fretta per causa mia,
-ve ne prego.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il signor Arnold, acquetati i suoi scrupoli, risolse
-d'andare. Condusse la signora a sedere accanto al
-pulpito, e uscì col vecchio sagrestano.
-</p>
-
-<p>
-Durante tutto questo tempo Gertrude, ritiratasi
-quatta quatta sull'ultimo scalino in alto, e mezzo nascosta
-dalla cattedra, era rimasta inosservata. Ma
-non appena udì la porta chiudersi con un colpo fragoroso
-dietro i due uomini, si rizzò e cominciò a
-scendere. Al primo suo passo la giovane diede un
-sobbalzo ed esclamò piuttosto bruscamente:
-</p>
-
-<p>
-— Chi c'è?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude si fermò e non rispose. Cosa strana, la
-signora non aveva guardato in su quantunque dovesse
-pur avere percepito che il rumore veniva di
-sopra il suo capo. Seguì un momento di silenzio.
-Poi la bambina continuò a scendere, correndo. Questa
-volta l'altra balzò in piedi, e stendendo un braccio
-dinanzi a sè, ripetette vivamente la domanda:
-</p>
-
-<p>
-— Chi c'è?
-</p>
-
-<p>
-— Sono io, — disse Gertrude guardandola in viso — io
-sola.
-</p>
-
-<p>
-— Volete fermarvi un poco e parlare con me?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude attratta dalla voce più soave che mai
-avesse udita, venne a fermarsi proprio accosto ad
-Emilia, la quale le pose una mano sul capo e la
-trasse a sè chiedendole:
-</p>
-
-<p>
-— Chi sei tu, bambina?
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_73">[73]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-— E poi?
-</p>
-
-<p>
-— Niente.
-</p>
-
-<p>
-— O l'altro tuo nome l'hai dimenticato?
-</p>
-
-<p>
-— Io non ho nessun altro nome.
-</p>
-
-<p>
-— Con chi sei venuta in chiesa?
-</p>
-
-<p>
-— Ci sono venuta col signor Cooper. L'ho aiutato
-a portare i suoi arnesi.
-</p>
-
-<p>
-— E t'ha lasciata qui ad aspettarlo come sono
-stata lasciata io. Dunque dobbiamo tenerci compagnia,
-non ti pare?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La bambina rise.
-</p>
-
-<p>
-— Dov'eri? Sulla scaletta del pulpito?
-</p>
-
-<p>
-— Sì.
-</p>
-
-<p>
-— Bene, siedi su questo scalino basso, vicino alla
-mia seggiola, e discorriamo un poco. Voglio vedere
-se mi riesce di trovare il tuo secondo nome. Con chi
-abiti?
-</p>
-
-<p>
-— Con lo zio True.
-</p>
-
-<p>
-— True?
-</p>
-
-<p>
-— Sì: il signor True Flint. Adesso abito con lui
-perchè mi portò a casa sua la notte che Annetta
-Grant mi cacciò fuori, sul marciapiede.
-</p>
-
-<p>
-— Che? Sei tu quella? Ho dunque già inteso parlare
-di te! Il signor Flint mi raccontò tutta la tua
-storia.
-</p>
-
-<p>
-— Voi conoscete mio zio True?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, moltissimo.
-</p>
-
-<p>
-— E come vi chiamate, voi?
-</p>
-
-<p>
-— Emilia Graham.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, — esclamò la bambina rizzandosi con un
-salto e battendo le mani — so, so chi siete! Voi gli
-avete raccomandato di tenermi seco, lo disse lui, ed
-io lo sentii.... Voi m'avete dato i miei vestiti.... E
-siete buona, e siete bella, ed io vi voglio bene.... tanto,
-tanto bene!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Mentre Gertrude proferiva queste parole con voce
-commossa, un'espressione strana, di viva ed inquieta
-curiosità appariva nel volto della signorina Graham
-come se i toni di quella voce facessero vibrare
-una corda della sua memoria. Ella non parlò, ma
-passando un braccio intorno alla vita della piccina
-se la trasse ancor più accosto. Il suo aspetto riprese
-<span class="pagenum" id="Page_74">[74]</span>
-la serena compostezza abituale. Gertrude la guardava
-con l'aria di maraviglia che aveva da quando
-era incominciato il loro colloquio; e ad un tratto
-uscì a dire:
-</p>
-
-<p>
-— Avete sonno?
-</p>
-
-<p>
-— Punto. Perchè?
-</p>
-
-<p>
-— Perchè tenete gli occhi chiusi.
-</p>
-
-<p>
-— Sono chiusi sempre, bimba mia.
-</p>
-
-<p>
-— Sempre! O per qual ragione?
-</p>
-
-<p>
-— Io sono cieca. Non posso veder nulla.
-</p>
-
-<p>
-— Non potete vedere! Proprio nulla nulla? Sicchè,
-me non mi vedete?
-</p>
-
-<p>
-— No.
-</p>
-
-<p>
-— Ah! — proruppe Gertrude facendo un respirone. — Quanto
-ne sono <i>contenta</i>!
-</p>
-
-<p>
-— <i>Contenta!</i> — esclamò la cieca con l'accento più
-doloroso che mai fosse udito.
-</p>
-
-<p>
-— Oh sì, sono contenta che non mi vediate, perchè
-così forse mi amerete! — disse la bambina.
-</p>
-
-<p>
-— E non t'amerei se ti vedessi? — domandò Emilia
-strisciandole lievemente la mano sul viso.
-</p>
-
-<p>
-— No di certo! — ella rispose. — Sono tanto brutta!
-E però mi fa piacere che non possiate saper come
-io sia.
-</p>
-
-<p>
-— Ma pensa, Gertrude, — riprese la signorina
-Graham con immensa tristezza — che proveresti se
-tu non potessi vedere la luce, nè le cose, nè le persone?
-</p>
-
-<p>
-— Ma voi dunque non vedete neppure il sole, le
-stelle, il cielo?... Siete nel buio?
-</p>
-
-<p>
-— Nel buio, sempre, notte e giorno.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude dette in un violento scoppio di pianto.
-</p>
-
-<p>
-— Oh! — fece quando potè ritrovare un fil di voce
-tra i singhiozzi. — L'è troppo dura! Troppo, troppo,
-troppo!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La sua disperazione fu contagiosa. Per la prima
-volta la giovane cieca versò amare lacrime sulla
-propria sventura.
-</p>
-
-<p>
-Ma fu un breve momento. Si dominò subito e cercò
-di calmare la piccina.
-</p>
-
-<p>
-— Chetati! Non piangere! Non dire ch'è troppo
-dura la mia sorte.... Io, sai, la sopporto benissimo....
-Essendo avvezza così, sono felice lo stesso.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_75">[75]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Io invece nel buio sarei infelicissima. Lo <i>odio</i>.
-Non sono <i>contenta</i>, no, che siate cieca.... <i>Me ne dispiace</i>
-anzi <i>assai</i>.... Vorrei che vedeste ogni cosa, e
-me pure.... O non ci sarebbe un qualche modo d'aprirveli,
-gli occhi?
-</p>
-
-<p>
-— No, non c'è. Ma non parliamo più di questo;
-parliamo di te, piuttosto. Dimmi perchè ti figuri
-d'essere tanto brutta.
-</p>
-
-<p>
-— Perchè la gente lo dice. E i bambini brutti nessuno
-li ama.
-</p>
-
-<p>
-— Sì, anche i bambini brutti sono amati, purchè
-siano buoni.
-</p>
-
-<p>
-— Ma io non sono buona. Al contrario. Cattivissima.
-</p>
-
-<p>
-— <i>Puoi diventar buona</i>, però, e allora t'ameranno
-tutti.
-</p>
-
-<p>
-— Credete ch'io <i>possa</i>?
-</p>
-
-<p>
-— Se ti ci sforzi, sì.
-</p>
-
-<p>
-— Mi ci sforzerò.
-</p>
-
-<p>
-— Lo spero. Il signor Flint aspetta grandi consolazioni
-dalla sua bimba, e tu devi fare tutto il
-possibile per dargliele.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Emilia le rivolse poi molte domande sulla sua
-vita in casa d'Annetta Grant. E il racconto che l'orfanella
-le fece de' suoi molteplici patimenti, le prese
-l'animo a segno ch'ella non avvertì la fuga del tempo
-nè la partenza dell'organista il quale, cessato di
-sonare, aveva chiuso il suo strumento e se n'era
-andato.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude era molto comunicativa. Benchè di primo
-acchito si mostrasse ritrosa con gli estranei, bastava
-qualche buona parola per guadagnarne la
-confidenza; e nel caso presente la voce dolcissima
-d'Emilia, il suo tono di simpatia, le andavano diritto
-al cuore. Cosa singolare, ella, vissuta sempre
-fra gente d'umile condizione, anzi, fino a poco addietro,
-dell'infima plebe, non sentiva punto quel
-timore, quell'impaccio, che sarebbero parsi naturali
-in lei nel parlare per la prima volta a una vera
-signora, nata in mezzo all'opulenza, educata con
-tutte le raffinatezze del lusso, cólta, di modi eletti.
-Ella invece si stringeva affettuosamente alla giovane
-e accarezzava il suo boa con altrettanta libertà
-<span class="pagenum" id="Page_76">[76]</span>
-che se fosse anch'essa venuta al mondo in un palazzo
-e le pellicce di zibellino l'avessero avvolta fin
-nella culla. Non si peritò neppure di prendere ripetutamente
-la fine mano inguantata della signorina
-Graham e tenerla tra le sue, premendola forte:
-sua maniera favorita d'esprimere una calda gratitudine,
-un'ammirazione entusiastica. Ma non meno
-profondi erano i sentimenti destati dall'eccitabile e
-strana creatura nel cuore d'Emilia. Questa ben vedeva
-a qual segno la povera bambina fosse stata
-negletta, comprendeva quanto dovessero essere perniciosi
-gli effetti dei mali trattamenti sofferti nell'infanzia
-su quella natura capace di virtù ma impetuosa,
-e quanto importasse combatterli con un'accurata
-educazione affinchè non ne distruggessero in
-germe le felici disposizioni. Le due novelle amiche
-s'intrattenevano così, senza pensare all'ora già tarda,
-quando il signor Arnold entrò a passi accelerati,
-un po' trafelato, chiamando Emilia fin dal fondo
-della navata.
-</p>
-
-<p>
-— Cara, temo che abbiate pensato ch'io vi dimenticassi....
-Mi son dovuto indugiare assai più che
-non credevo. Non vi ritrovo stanca e scoraggiata?
-</p>
-
-<p>
-— Proprio tanto, siete stato? A me non sembra! — ella
-rispose. — Gli è che, come vedete, ho una
-compagnia.
-</p>
-
-<p>
-— Una bimba? O di dove è sbucato cotesto topolino? — fece
-il pastore, gioviale e bonario.
-</p>
-
-<p>
-— È venuta in chiesa col signor Cooper. Non è
-ritornato ancora a prenderla?
-</p>
-
-<p>
-— Cooper? No, è andato direttamente a casa,
-dopo che ci siamo lasciati. Sicuro, non se ne ricordava
-per nulla.... E ora che si fa?
-</p>
-
-<p>
-— Non possiamo ricondurla a casa noi? È lontano?
-</p>
-
-<p>
-— Ci sono da qui due o tre lunghe vie, tutte fuori
-della nostra direzione. Voi non dovete camminar
-tanto.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, sono già rimessa in forze! Non mi stancherò.
-E dovessi anche stancarmi un poco, sarebbe
-meno male per me che non sapere questa piccina a
-casa sua sana e salva.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Se Emilia avesse potuto vedere in quel momento
-<span class="pagenum" id="Page_77">[77]</span>
-il viso di Gertrude, la viva gratitudine che ne spirava
-l'avrebbe compensata di qualsiasi fatica.
-</p>
-
-<p>
-Il signor Arnold e la signorina Graham accompagnarono
-dunque Gertrude a casa, e sulla soglia la
-signorina la baciò, ed ella fu quella notte una bimba
-felice.
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>X.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Col voler che lo spirito governa</p>
-<p>Con ogni fiero torto perdonato</p>
-<p>Con quanto svelle il cuore del peccato</p>
-<p>La donna acquista la salute eterna.</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">N. P. Willis.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-La fanciulla cieca non dimenticò la piccola Gertrude.
-Nè mai Emilia Graham dimenticava le pene
-e i bisogni altrui. Ella non poteva vedere il mondo
-esteriore, ma aveva in sè un mondo d'amore e di
-compassione che si manifestava in sentimenti e in
-atti di generosa benevolenza e di carità. Ella viveva
-una vita d'amore. Amava Dio con tutta l'anima e
-il prossimo come sè stessa. La sventura sua propria,
-la sua propria miseria, non avevano rimedio,
-ed ella le sopportava senza lamenti; ma le sventure
-e le miserie degli altri erano divenute la sua cura,
-e l'alleviarle la sua gioia. Nel fare il bene era instancabile.
-Numerose benedizioni venivano implorate
-sul suo capo da giovani e vecchi, per benefizi
-ottenuti; numerose preghiere le venivano rivolte
-per ottenerne. A tutti ella era pietosa. Ma nessuna
-storia di dolore l'aveva mai così profondamente commossa
-come quella di Gertrude. Pronta sempre ad
-ascoltare chi le narrava i propri guai, ella sapeva
-che molte creature nascono in povertà, crescono nell'indigenza;
-sapeva che non pochi sono i fanciulli
-maltrattati, negletti, abbandonati. Fin qui non era
-una storia nuova per lei. Ma qualche cosa nella bambina
-stessa l'attirava, l'appassionava in modo straordinario.
-I toni della sua voce, l'accento patetico e
-il calore con cui parlava, il suo tenero e confidente
-abbandono quand'ella l'aveva tratta a sè, quell'afferrarle
-e stringerle la mano con atto così spontaneo,
-<span class="pagenum" id="Page_78">[78]</span>
-e soprattutto la veemenza del suo cordoglio nel comprendere
-alfine tutta l'immensità della sciagura onde
-ella era colpita, non le uscivano più di mente.
-Sognò Gertrude la notte, pensò a lei durante il giorno.
-Ella non si rendeva ragione del sentimento che
-la spingeva verso quella piccola estranea, ma era
-un impulso irresistibile; tanto che mandò a chiamare
-True Flint struggendosi d'essere più minutamente
-ragguagliata sul conto suo.
-</p>
-
-<p>
-Egli venne, e parlarono a lungo dell'orfanella. Il
-buon uomo giubilava ascoltando la signorina Graham.
-Era una grande consolazione per lui che la
-sua figlioletta adottiva si fosse cattivata la benevolenza
-d'una persona ch'egli rispettava ed ammirava
-in sommo grado. Anche Gertrude gli aveva raccontato
-il loro incontro in chiesa, e parlato con ardore
-della cara signora ch'era stata così amorosa con lei,
-e che l'aveva accompagnata a casa, mentre il vecchio
-Cooper s'era addirittura dimenticato d'averla lasciata
-lì: ma egli non s'immaginava che quel subito
-attaccamento fosse reciproco.
-</p>
-
-<p>
-Emilia gli domandò se non intendesse di mandare
-la ragazzina a scuola.
-</p>
-
-<p>
-— Veramente, non so.... — rispose True. — È piccina
-ancora, e poco avvezza a stare con altri bambini.
-E poi mi dispiacerebbe privarmi della sua
-compagnia: io godo di vedermela dattorno.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ella osservò ch'era tempo che Gertrude imparasse
-a leggere e a scrivere, e che quanto più presto
-avrebbe cominciato a stare co' suoi coetanei, tanto
-più agevolmente ci si sarebbe avvezzata.
-</p>
-
-<p>
-— Sicuro, sicuro, — fece egli — è giustissimo. Se
-dunque credete per il suo meglio che vada a scuola,
-gliene parlerò. Sentiremo che dice.
-</p>
-
-<p>
-— Ma sì. Io credo che ci piglierebbe gusto e farebbe
-grandi progressi. Circa i vestiti, se qualche
-cosa le manca, io...
-</p>
-
-<p>
-— Oh no, no, signorina Emilia, non occorre nulla!
-È ben rimpannucciata per ora, grazie alla bontà
-vostra....
-</p>
-
-<p>
-— Basta, ricordatevi che in caso di bisogno dovete
-ricorrere a me. L'abbiamo adottata insieme
-quella figliuola, e io mi sono assunta l'impegno di
-<span class="pagenum" id="Page_79">[79]</span>
-fare per lei tutto ciò che posso. Quindi, se mai, non
-esitate. Sarò lieta di potervi esser utile, credetelo.
-Mio padre si sente sempre obbligatissimo verso di
-voi, signor Flint, per i vostri fedeli servigi che hanno
-finito col costarvi tanto caro.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, signorina Emilia, il signor Graham è stato
-per me il migliore degli amici, e quanto all'infortunio
-che mi toccò lavorando ne' suoi magazzini
-nessuno n'ebbe colpa fuori di me; la sbadataggine
-mia fu la sola causa di tutto il male!...
-</p>
-
-<p>
-— So, so che voi lo dite, ma il nostro rincrescimento
-non è minore per questo. Ve lo ripeto, non
-dimenticate ch'io mi stimerò felice di poter venire
-in aiuto alla piccola Gertrude. Mi piacerebbe d'averla
-qui un giorno, se voi permettete, e se essa è
-contenta di venire....
-</p>
-
-<p>
-— Figuratevi se sarà contenta! Grazie, grazie di
-cuore....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Alcuni giorni dopo Gertrude andò con True a casa
-Graham per visitare la signorina; ma la governante
-che incontrarono nell'atrio disse loro ch'ella era malata
-e non riceveva nessuno; sicchè tornarono indietro
-pieni di rammarico.
-</p>
-
-<p>
-Seppero poi che Emilia si era buscata una forte
-infreddatura la sera che troppo a lungo era rimasta
-a sedere in chiesa, e che appunto quel giorno si
-trovava molto incomodata; nondimeno avrebbe di
-buon grado fatto passare in camera sua Gertrude
-di cui desiderava la visita, e assai si dolse con la
-signora Ellis per averli ella di proprio arbitrio rimandati
-così bruscamente.
-</p>
-
-<p>
-True aspettò il sabato a fine di comunicare alla
-piccina, in presenza di Guglielmo, il divisamento di
-mandarla a scuola. Gertrude su quel subito recalcitrò;
-ma Guglielmo approvava l'idea calorosamente,
-e quando lo zio True ebbe soggiunto che gliel'aveva
-suggerita la signorina Graham, ella acconsentì,
-sebbene non senza riluttanza, a cominciare la
-settimana ventura, per prova. Quindi il lunedì seguente
-egli la condusse a una scuola elementare. Vi
-fu ammessa, e la sua educazione incominciò. Il sabato
-dopo, il ragazzo, non appena venuto a casa,
-secondo il solito, entrò come una folata di vento
-<span class="pagenum" id="Page_80">[80]</span>
-nella camera del vicino, tanto lo pungeva la curiosità
-di sapere che impressione avesse fatto la scuola
-a Gertrudina. La trovò seduta alla tavola con davanti
-il suo abbecedario aperto.
-</p>
-
-<p>
-— O Guglielmo, o Guglielmo! — gridò ella vedendolo
-apparire. — Vieni a sentirmi leggere!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-«Leggere» era forse dir troppo. Le sue cognizioni
-non s'estendevano oltre l'alfabeto e qualche
-sillaba compitata. Ma Guglielmo non le fu parco
-d'elogi, ben meritati del resto, perchè era stata veramente
-diligentissima. Egli rimase stupito udendola
-dichiarare che le piaceva la scuola, le piaceva
-la maestra, le piacevano le condiscepole. S'aspettava
-invece che tutta la baracca le dispiacesse tanto
-da farla «andar nei nuvoli»; espressione da lui
-usata per indicare i suoi accessi di collera. S'era
-ingannato. Finora almeno, le cose procedevano a
-maraviglia. Gertrude non gli era mai sembrata così
-allegra, così felice come quella sera. Egli le promise
-d'assisterla ne' suoi studi; e i programmi letterari
-dei due fanciulli salirono tanto alto, che pareva
-di sentir discorrere un poeta laureato e un filosofo.
-</p>
-
-<p>
-Durante alcune settimane tutto infatti andò per
-la piana. Gertrude frequentava la scuola regolarmente
-e seguitava a fare rapidi progressi. Guglielmo
-veniva tutti i sabati a sentirla leggere, e l'aiutava,
-l'incoraggiava con le sue lodi. Il perspicace
-ragazzo però ebbe presto il sospetto che ella avesse
-già avuto qualche attrito con certune delle scolare
-più grandi contro le quali cominciava a manifestare
-sintomi d'avversione. Insomma, qual si fosse l'origine
-dell'ostilità latente, la crisi non tardò a scoppiare.
-</p>
-
-<p>
-Un giorno, mentre le bambine erano radunate nel
-cortile della scuola per la ricreazione, venne a passare
-di là, lungo il marciapiede, Trueman in abito
-da lavoro, con la scala portatile e il vaso dell'olio.
-Gertrude lo vide, e saltando, ridendo, chiamandolo
-forte, corse in istrada, lo raggiunse. Trattenutasi
-due o tre minuti, rientrò di galoppo, trafelata ed
-allegra, eccitatissima dalla gioia di quell'incontro
-insperato. La truppa delle «grandi» che da un
-<span class="pagenum" id="Page_81">[81]</span>
-pezzo le si mostravano poco benevole, l'aveva osservata,
-e tosto ch'ella fu di ritorno una di loro le
-domandò:
-</p>
-
-<p>
-— O chi è quell'uomo?
-</p>
-
-<p>
-— È mio zio True.
-</p>
-
-<p>
-— Tuo.... che cosa?
-</p>
-
-<p>
-— Mio zio, il signor Flint. Io sto con lui.
-</p>
-
-<p>
-— Sicchè tu appartieni al lampionaio? — fece la
-ragazza con tono insolente. — Ah, ah, ah!
-</p>
-
-<p>
-— Che c'è da ridere? — disse fieramente Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-— Uh! Io con lui non ci starei davvero, sudicio
-affumicato com'è.... Vecchio Negrone!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-L'epiteto ebbe fortuna, e in un baleno circolò da
-un angolo all'altro del cortile, fra matte risa.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude era furibonda. Con gli occhi scintillanti
-e i pugni stretti, si slanciò senza esitare contro la
-folla, sfidandola a battaglia. Ma sopraffatta dal numero
-delle avversarie, ed accecata dalla propria
-collera, ebbe naturalmente la peggio e fu cacciata
-fuori.
-</p>
-
-<p>
-Ella si diresse a tutta corsa verso casa, piangendo
-e urlando con quanto n'aveva in canna. Nella sua
-fuga precipitosa dette di cozzo, sul marciapiede, in
-una signora alta e massiccia, dal portamento piuttosto
-rigido, la quale camminava lentamente nella
-direzione medesima, con un'altra d'assai minore statura,
-appoggiata al suo braccio.
-</p>
-
-<p>
-— Misericordia! — esclamò il donnone che tra la
-violenza dell'urto improvviso e il suo spavento aveva
-quasi perduto l'equilibrio. — Orrida monella!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-E così dicendo scoteva Gertrude ch'ella era giunta
-ad afferrare per una spalla. Quest'incidente non
-servì che a raddoppiare il furore della piccina, e insieme
-la sua velocità. In pochi minuti ella fu nella
-camera di Trueman, acquattata in un cantuccio dietro
-il letto, con la faccia contro il muro e coperta
-dalle mani, secondo il suo costume nei momenti critici.
-Là si trovò libera di strillare quanto voleva,
-perchè la signora Sullivan era uscita e nessun altro
-l'udiva; favorevole circostanza di cui approfittò largamente.
-</p>
-
-<p>
-Non a lungo però. A un tratto sentì chiudere il
-<span class="pagenum" id="Page_82">[82]</span>
-cancello della corte con un colpo secco, e passi che
-al suono le parvero d'estranei attirarono la sua attenzione,
-avvicinandosi all'entrata del quartierino.
-Ella fece uno sforzo per dominarsi, e dopo due ultimi
-singhiozzi spasmodici riescì a tacere. Fu picchiato
-all'uscio. Non rispose nè si mosse dal suo nascondiglio.
-Senza ripicchiare, qualcuno alzò il saliscendi,
-ed entrò.
-</p>
-
-<p>
-— Non dev'esserci nessuno, — disse una voce femminile. — Peccato!
-</p>
-
-<p>
-— No? Me ne dispiace, — disse un'altra i cui
-dolci toni musicali rivelarono subito a Gertrude la
-presenza d'Emilia Graham.
-</p>
-
-<p>
-— Lo sapevo io che avreste fatto meglio a non
-venire qui voi stessa! — riprese la prima, ch'era
-quella della signora Ellis: il donnone a cui Gertrude
-aveva fatto pigliare quel grosso spavento.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, non mi dolgo d'esser venuta! — rispose la
-signorina. — Potete benissimo lasciarmi qui e andare
-da vostra sorella. Intanto, o il signor Flint o
-la bimba, probabilmente ritornerà a casa.
-</p>
-
-<p>
-— Non è convenienza, signorina Emilia, che voi
-siate portata in giro come un pacco che si depone
-qua o là e si viene a riprendere. L'altro giorno aspettando
-il pastore in chiesa vi buscaste una terribile
-infreddatura di cui siete a mala pena guarita.... Il
-signor Graham finirà con l'inquietarsi....
-</p>
-
-<p>
-— Oh, non vi mettete in pensiero, signora Ellis!
-Qui si sta veramente bene. La chiesa è un po' umida
-io credo. Via, mettetemi nel seggiolone del signor
-Flint; io son contenta così.
-</p>
-
-<p>
-— E sia, allora. Ma per ogni conto, farò un buon
-fuoco in quella stufa prima d'andarmene.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-L'energica governante afferrò l'attizzatoio, accozzò
-i carboni, usò senza risparmio le fascine di True,
-e dopo aver aspettato di veder alzarsi la fiamma e
-sentirla scoppiettare, mise da parte il boa ed il cappellino
-d'Emilia, e uscì col suo passo grave e sonoro,
-il quale, quando erano venute, aveva reso così
-impercettibile quello leggerissimo della giovane, da
-far credere a Gertrude che una sola persona attraversasse
-la corte. Tosto che il rumore del cancello
-avvertì che la signora Ellis era davvero partita, la
-<span class="pagenum" id="Page_83">[83]</span>
-bambina cessò il suo sforzo, trasse un profondo sospiro,
-e si sfogò, ansimando:
-</p>
-
-<p>
-— Ohimè! Ohimè!
-</p>
-
-<p>
-— Come! — esclamò Emilia. — Tu sei qui, Gertrude?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, — rispose ella tra i singhiozzi.
-</p>
-
-<p>
-— Vieni accanto a me, figliuola.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude non se lo fece dire due volte. Balzò in
-piedi, corse a lei, e gettatasi per terra nascose il
-capo nel suo grembo, ricominciando a pianger forte
-con tal violenza, che tutto il suo corpicino ne tremava.
-</p>
-
-<p>
-— Ebbene, che t'è successo? — le domandò la
-cieca.
-</p>
-
-<p>
-Ma ella non era in istato di rispondere. Quella lo
-comprese, e senza più interrogarla se la pigliò sulle
-ginocchia, le fece posar la testa sulla sua spalla, e
-asciugò con la propria pezzuola le lacrime che le
-inondavano la faccia.
-</p>
-
-<p>
-Le sue tenere parole, le sue carezze, calmarono la
-piccina; e quando si fu chetata, invece d'insistere
-subito per conoscere la causa di quella disperazione,
-ella molto giudiziosamente le diresse altre domande;
-infine però le chiese se andasse a scuola.
-</p>
-
-<p>
-— <i>Ci sono andata,</i> — rispose Gertrude sollevando
-la testa. — Ma non ci vo mai più, <i>mai</i>!
-</p>
-
-<p>
-— Che dici? E perchè no?
-</p>
-
-<p>
-— Perchè <i>odio</i> quelle ragazzacce, — proruppe la
-bimba, irosamente. — Sì le odio! Brutte! Maligne!
-</p>
-
-<p>
-— Gertrude, Gertrude, — ammonì Emilia — non
-parlare così. Tu non devi odiare nessuno.
-</p>
-
-<p>
-— Perchè non devo?
-</p>
-
-<p>
-— Perchè è un gran peccato.
-</p>
-
-<p>
-— No che non è un <i>peccato</i>! Io vi dico di no! E
-le odio quelle maligne, e odio Annetta Grant, e l'odierò
-sempre!... Voi non odiate dunque nessuno?
-</p>
-
-<p>
-— Io <i>no</i>.
-</p>
-
-<p>
-— Ma nessuno mai affogò il vostro gattino? Nessuno
-mai chiamò vostro padre Vecchio Negrone sudicio
-affumicato? Se ve n'avessero fatte di questa
-posta, odiereste voi pure come me!
-</p>
-
-<p>
-— Gertrude, — disse la giovane cieca, solennemente — tu
-mi dicesti l'altro giorno che sei una
-<span class="pagenum" id="Page_84">[84]</span>
-bimba cattiva, ma che desideri diventar buona e ti
-sforzerai di riescirvi. Vero? Ebbene, se vuoi diventar
-buona e farti perdonare, bisogna che tu perdoni
-agli altri.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude tacque.
-</p>
-
-<p>
-— Non brami che Dio ti conceda il suo perdono
-ed il suo amore?
-</p>
-
-<p>
-— Dio che sta lassù in cielo e ha fatto le stelle?
-</p>
-
-<p>
-— Sì.
-</p>
-
-<p>
-— Credete che mi amerà e permetterà che vada
-in cielo anch'io una volta o l'altra?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, se tu sarai buona e amerai tutti quanti.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Dopo avere riflettuto un poco la bambina concluse:
-</p>
-
-<p>
-— Signorina Emilia, proprio non posso. Sicchè
-non ci andrò mai, lo veggo.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-In quella sentì cadere una lacrima sulla sua fronte.
-Alzò gli occhi, e fissò nel volto della cieca uno
-sguardo pensoso.
-</p>
-
-<p>
-— Cara signorina Emilia, voi ci andrete?
-</p>
-
-<p>
-— Procuro di meritarlo.
-</p>
-
-<p>
-— Mi piacerebbe andarci con voi, — disse Gertrude
-scotendo la testa.
-</p>
-
-<p>
-E s'immerse in una profonda meditazione. Emilia
-stimò di non doverla interrompere.
-</p>
-
-<p>
-— Sentite, — riprese alfine la bambina con voce
-così sommessa ch'era appena un mormorio — vorrei
-<i>provarmici</i> ma temo di <i>non potere</i>.
-</p>
-
-<p>
-— Dio ti benedica e t'aiuti, figliuola mia, — disse
-la cieca ponendole la destra sul capo.
-</p>
-
-<p>
-Nessuna delle due parlò più. Passò così un buon
-quarto d'ora. Emilia, la quale teneva sempre Gertrude
-in grembo, s'era accorta, notando la regolarità
-del suo respiro, che, esausta dalla febbrile agitazione
-a cui era stata in preda, aveva finito col
-cadere in un placido sonno. Quando la governante
-fu di ritorno, ella, mostrandole la piccina addormentata,
-la pregò di portarla sul letto. La signora Ellis
-la compiacque, con un'aria di stupore, poi si volse
-a lei esclamando:
-</p>
-
-<p>
-— Affemmia, signorina Emilia, quest'è la medesima
-spiritata creatura urlante che per poco non è
-stata dianzi causa della nostra morte!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_85">[85]</span>
-</p>
-
-<p>
-La giovane sorrise all'idea d'una bambinetta di
-otto anni che atterrava e annientava una donna
-delle dimensioni della signora Ellis, ma non disse
-nulla.
-</p>
-
-<p>
-Perchè pianse Emilia quella notte, ricordando la
-scena della mattinata? Perchè, china, in ginocchio,
-lottò aspramente contro un fiero dolore? Perchè
-con sì fervida istanza chiese a Dio di darle nuova
-forza e nuovo coraggio, e implorò la Sua benedizione
-sul capo della fanciulletta? Perchè in lunghi
-anni di tenebre desolate, in molte ore di lotta terribile,
-di disperata angoscia, ella aveva sentito che un
-carattere come quello manifestato da Gertrude poteva,
-in un momento di suo tremendo predominio,
-funestare tutta una vita, bandirne per sempre ogni
-felicità terrena.
-</p>
-
-<p>
-E però quella notte ella inalzò al Cielo un'ardente
-preghiera per impetrare la grazia di rimaner ferma
-nel suo proposito, di poter con l'aiuto divino
-conseguire il suo fine immortale curando quella piccola
-anima della cecità che l'affliggeva.
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XI.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Un influsso da lei spira che il cuore</p>
-<p>Dell'afflitto, alla vita, alla speranza,</p>
-<p>Richiama dagli abissi del dolore.</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Hemans.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Il pomeriggio della domenica seguente trovò Gertrude
-seduta su un panchetto davanti a un piacevole
-focherello di legna, nella camera d'Emilia. I suoi
-grandi occhi erano fissi nel volto della fanciulla cieca
-che sembrava esercitare su lei un vero fascino,
-tale era l'attenzione con cui ella seguiva tutte le più
-fugaci espressioni di quei lineamenti. — Molte altre
-persone maggiori d'anni e di senno ne avevano, come
-Gertrude, sentito il dolce incanto senza poterlo
-definire. Non era la bellezza: almeno non una bellezza
-appariscente, perchè Emilia non l'aveva mai
-posseduta, neppure al tempo che due begli occhi color
-nocciuola illuminavano il suo viso; nè era quella
-potente attrattiva che danno ad alcune donne la voce
-<span class="pagenum" id="Page_86">[86]</span>
-e le maniere; la voce sua, benchè armoniosa, era così
-piana, e le sue maniere così semplici, che non conquistavano
-la fantasia d'assalto. Non era, infine, la
-compassione per la sua cecità. Quest'immensa sventura,
-certo, destava intorno a lei sentimenti di calda
-simpatia; ma i suoi amici dimenticavano spesso
-ch'ella <i>non vedeva</i>. Prima di tutto non erano costretti
-a rammentarsene, posto che Emilia non si lamentava
-mai, mai non intratteneva egoisticamente
-gli altri sulla propria infermità; e poi non c'era nulla
-di penoso nell'aspetto delle sue palpebre chiuse, ombreggiate
-da lunghissime ciglia. Accadeva quindi
-che, conversando con lei, qualcuno le parlasse di cose
-evidenti soltanto per il senso della vista, o perfino
-richiamasse la sua attenzione su questo o quell'oggetto:
-ed ella non rimproverava lo smemorato nemmeno
-con un sospiro, nè mostrava di non curarsi
-del mondo visibile da cui era esclusa; ma, paga in
-apparenza delle descrizioni che le venivano fatte
-e delle immagini che si formava nella mente, discorreva
-con piacevolezza su qualsiasi argomento preferito
-da' suoi interlocutori. Alcuni dicevano che Emilia
-Graham aveva una bocca graziosissima, e ne
-amavano le variabili espressioni; secondo altri nulla
-era più seducente in lei che la pozzetta nella sua
-guancia destra; parecchie ragazze desiderose di piacere
-confessavano che se avessero sperato di riescir
-a ondulare i loro capelli come quelli d'Emilia, li
-avrebbero intrecciati ogni sera: donava tanto! Ma
-i pochi eletti che grazie alla propria spiritualità erano
-capaci di comprendere e apprezzare il carattere
-della giovane cieca, i pochissimi suoi intimi che
-avevano saputo le sue lotte e veduto i suoi trionfi, se
-si fossero studiati di spiegarsi donde ella derivasse
-il potere di rapire i cuori e guadagnar l'amore e
-l'ammirazione di tutti, giovani e vecchi, avrebbero
-detto come Gertrude quella domenica che sedeva ai
-suoi piedi, fissandola intensamente: «Signorina
-Emilia, voi siete stata con Dio!»
-</p>
-
-<p>
-Gertrude, certo, era una strana bambina. Per
-quanto ignorante, sentiva la superiorità d'Emilia
-Graham su ogni persona da lei finora conosciuta;
-e nella sua fede ch'ella appartenesse a un ordine di
-<span class="pagenum" id="Page_87">[87]</span>
-creature sovrumane, credeva implicitamente alla verità
-delle sue parole, si lasciava di buon grado guidare
-ove ella voleva, sicura che non cercava se non
-di giovarle perchè l'amava.
-</p>
-
-<p>
-Con la sua voce soave Emilia impartiva alla piccola
-uditrice seduta dinanzi a lei sul panchettino,
-la prima lezione per insegnarle a distinguere il bene
-dal male. Ella non vedeva il visetto pensoso levato
-verso il suo viso; ma la profonda attenzione di Gertrude,
-che non fiatava, non si moveva, e più la stretta
-delle manine che avevano preso una sua mano
-e la tenevano, le provavano che di già un gran punto
-era vinto.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude non era più ritornata a scuola dopo il
-suo conflitto con le «grandi». A tutte le esortazioni
-di True ella aveva opposto un'ostinazione invincibile.
-Ma la signorina Graham, la quale comprendeva
-meglio di lui la natura della bambina, fece valere
-ragioni ben più forti di quelle che aveva potuto adoperare
-egli, e riuscì nell'intento che a lui era fallito.
-Ciò che eccitava così fieramente l'indignazione
-di Gertrude era l'insulto recato al suo vecchio amico;
-ma ella le presentò la cosa sotto un diverso
-aspetto, e la persuase che se amava davvero lo zio
-True, glielo avrebbe dimostrato in assai miglior modo
-obbedendo a' suoi desiderî che non ostinandosi
-in una pazza collera. Ottenuta così da lei la promessa
-che la mattina seguente sarebbe andata a scuola,
-le diede savi consigli circa il contegno da osservare
-verso le condiscepole che avevano provocato la sua
-avversione contro di loro, e la tranquillò dicendole
-che il signor Flint l'avrebbe certo accompagnata e
-fatto alla maestra le debite scuse per la sua assenza,
-nel qual caso ella non aveva più da temere difficoltà
-nè dispiaceri.
-</p>
-
-<p>
-True, infatti, lietissimo della sua resipiscenza,
-andò alla scuola con lei, chiese della maestra, e nella
-sua maniera un po' rozza, ma schietta, le espose
-il caso e le affidò la bambina.
-</p>
-
-<p>
-La signorina Browne era una giovane di buon
-senso e buoni sentimenti. Vide le cose nella vera
-luce. E chiamate in disparte le ragazze che con la
-loro malevola petulanza avevano eccitato la collera
-<span class="pagenum" id="Page_88">[88]</span>
-della piccola, parlò in guisa che si vergognarono
-della loro condotta e s'astennero in seguito dal molestare
-Gertrude. Questa poi strinse amicizia con
-due scolarette dell'età sua, ch'erano tra le più tranquille;
-nelle ore di ricreazione si divertiva con loro,
-e non ci furono altri guai.
-</p>
-
-<p>
-Passò l'inverno. Ritornarono le tiepide giornate
-di primavera, liete di sole, in cui Gertrude poteva
-sedere davanti alla finestra aperta o sulla soglia
-dell'uscio, quando gli uccelli cantavano, la mattina,
-tra i rami d'una vecchia acacia piantata nella stretta
-corte, o il tramonto raggiava la sua luce d'oro
-nella vasta camera di True e ci si vedeva a leggere
-fin quasi all'ora di coricarsi.
-</p>
-
-<p>
-Ella aveva frequentato la scuola durante tutto
-l'inverno scorso, e fatto rapidi progressi, come sogliono
-i fanciulli intelligenti cui non s'è offerta l'opportunità
-d'istruirsi che ad un'età nella quale la
-mente già stimolata dall'ambizione è più pronta ad
-apprendere e più capace di buon profitto. Era fiorente
-di salute, e sempre linda, perchè Emilia la
-provvedeva generosamente di vestiti e biancheria,
-e la signora Sullivan prendeva cura della sua guardaroba.
-Ed era felice ed allegra, e saltellava per la
-casa, così vispa, così leggera, che True diceva che
-il suo uccellino non toccava mai la terra col tallone
-ma svolazzava attorno sulle punte dei piedini.
-</p>
-
-<p>
-Il vecchio non avrebbe potuto amare con maggior
-tenerezza la sua figlioletta adottiva, se ne fosse stato
-il vero padre. Quando egli sedeva al suo fianco sulla
-grande panca che venuta la bella stagione era stata
-portata fuori, nella corte, e ascoltava, paziente ed
-attento le storie ch'ella gli leggeva ad alta voce,
-storie di bambine che non dicevano mai bugie, di
-ragazzini che obbedivano sempre i genitori, e specie
-di fanciulli che sapevano dominare il loro temperamento
-focoso, sembravano proprio fatti l'uno
-per l'altra, com'erano realmente. Il piacere che il
-buon uomo trovava in quei libri, donati da Emilia
-e letti e riletti da Gertrude, era così vivo e costante
-come se fosse stato un ragazzo anch'egli. Coi gomiti
-sulle ginocchia e il mento sulle palme, True stava
-a sentire gl'ingenui raccontini ridendo quando ella
-<span class="pagenum" id="Page_89">[89]</span>
-rideva, commovendosi non meno cordialmente di lei
-alle peripezie delle piccole eroine, e godendo del finale
-trionfo della verità, dell'obbedienza, della pazienza.
-</p>
-
-<p>
-Emilia sapeva quale profonda impressione spesso
-facciano queste prime letture sull'animo dei bambini,
-e sceglieva i libri per la sua protetta con molta
-cura e molto criterio. La vita di Gertrude era adesso
-prospera e tranquilla quanto in passato misera e
-tormentata. Sei mesi innanzi si sentiva sola al mondo,
-negletta, non amata da nessuno. Adesso aveva
-parecchi amici e sapeva che vuol dire essere oggetto
-di cure affettuose, provveduta del necessario,
-accarezzata. Tutti i giorni della settimana avevano
-le loro gioie, ma il sabato e la domenica erano, come
-per la signora Sullivan, giorni beati, perchè Guglielmo
-veniva a udirla recitare le sue lezioni, a
-condurla a spasso, a ridere, a fare il chiasso con
-lei. Egli aveva sempre tante cose amene da raccontarle,
-era tanto pieno di vita, di brio, tanto pronto
-a partecipare a tutti i suoi disegni, a divertirla in
-mille maniere, ch'ella già dal lunedì mattina cominciava
-a contare i giorni fino al sabato venturo.
-E poi, allora, se c'era qualche piccolo guaio, se per
-esempio il vecchio orologio a pendolo s'era fermato,
-o s'era rotto un balocco, o peggio ancora le lezioni
-erano troppo difficili, Guglielmo rimediava a tutto,
-la traeva da ogni difficoltà, la consolava d'ogni suo
-puerile dispiacere. La madre stessa non lo attendeva
-con più ansiosa impazienza di Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-Ma il pomeriggio della domenica ella lo passava
-sempre con Emilia, nella camera di lei, ascoltando
-la sua voce soave, imbevendosi del dolce suo spirito.
-Emilia non le faceva prediche, non la stancava
-con esortazioni e precetti. La bambina neppur
-si sognava d'esser là per <i>imparare</i> qualche cosa. E
-intanto la giovane cieca diffondeva a grado a grado
-la luce in quell'anima oscura. Gl'insegnamenti divini,
-le verità generatrici di virtù, vi s'impiantavano
-per opera sua, con forza, ma in modo così naturale
-che Gertrude non s'accorgeva dell'azione esercitata
-su di lei. In progresso di tempo, però, quando
-la bontà fu appieno fortificata nell'intimo del suo
-<span class="pagenum" id="Page_90">[90]</span>
-essere, e le prime sue deboli resistenze al male, le
-prime sue infantili risoluzioni di perseveranza nel
-bene si furono maturate in principî saldamente radicati,
-e confermate nella pratica, ella riandando il
-passato comprese che là, in quelle domeniche benedette,
-mentre ascoltava Emilia sedendo su un panchetto
-a' suoi ginocchi, aveva ricevuto nel cuore i
-primi raggi della luce immortale che mai non s'estingue.
-</p>
-
-<p>
-Così la sua tacita preghiera a Dio era stata esaudita.
-Egli aveva mandato alla fanciulletta ignara
-un suo messaggero terrestre, perchè la guidasse verso
-la pace sempiterna; un messaggero a' cui occhi
-suggellati erano invisibili i sentieri del mondo, ma
-che per lunga esperienza conosceva la via del cielo.
-E chi poteva guidarla meglio di colei che aveva così
-pazientemente appreso il cammino? Chi poteva esser
-atto a dissipare le tenebre di un'altra anima, più
-di colei alla quale Dio aveva dato una fiaccola divina
-per rischiarare la notte ond'era avvolta la sua
-vita?
-</p>
-
-<p>
-Fu per Gertrude un gran dolore l'apprendere che
-la sua protettrice sarebbe tra poco andata in campagna
-per passarvi l'estate. Il signor Graham possedeva
-una villa amenissima a circa sei miglia da
-Boston, dove tutti gli anni si recava immancabilmente
-appena giunto il tempo delle piantagioni. Attivissimo
-uomo d'affari durante l'inverno, quando
-cominciava la stagione calda evadeva dal suo scrittoio,
-abbandonava il libro maestro e la corrispondenza
-commerciale, per dedicarsi tutto alle salubri
-fatiche e alle delizie del giardinaggio. Emilia promise
-alla bambina che un giorno di bel tempo l'avrebbe
-fatta venire alla villa, e sarebbero state insieme
-dalla mattina alla sera. Di questa visita Gertrude
-godette tre mesi avanti, nell'immaginazione,
-e più di tre mesi dopo, nella memoria.
-</p>
-
-<p>
-La compensò alquanto dell'assenza d'Emilia il piacere
-di veder più spesso Guglielmo, il quale grazie
-alla lunghezza delle giornate trovava ora modo di
-fare qualche scappatina a casa, la sera. E Guglielmo
-sapeva confortarla qualunque fosse la causa del suo
-dolore.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_91">[91]</span>
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XII.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Ogni minuto scoccando</p>
-<p>T'apporti di saper nova ricchezza,</p>
-<p>Ogni minuto volando</p>
-<p>Canti la tua bontà, la tua saggezza.</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Cotton.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Una bella sera, sul finir dell'aprile, Gertrude, che
-era stata a salutare la signorina Graham prima della
-sua partenza per la campagna, sedeva in fondo
-alla corte, piangendo amaramente. Ella teneva in
-mano un libro e una lavagna nuova; i doni che Emilia
-le aveva fatto nell'accomiatarsi. Ma il libro era
-sempre involtato in un foglio, e la lavagna cosparsa
-di lacrime. Assorta nel dolore di quel distacco (il
-primo per lei dei tanti da cui la vita è contristata)
-non udì i passi che s'avvicinavano, nè s'avvide che
-qualcuno le stava dappresso, finchè non sentì due
-mani posarsi sulle sue spalle. Si voltò e si trovò tra
-le braccia di Guglielmo, con la faccia lacrimosa contro
-la sua faccia ridente.
-</p>
-
-<p>
-— Olà, Gertrude! — esclamò egli. — Cotesta accoglienza
-tu mi fai quand'io vengo a casa una sera
-entro la settimana per passarla con voialtri? La
-mamma e il nonno sono fuori, cerco di te, e ti trovo
-immersa in un mare di lacrime che non mi lascia
-nemmeno vederti in viso. Via, via, smetti di piangere!
-Se tu ti figurassi come sei orribile così!
-</p>
-
-<p>
-— O Guglielmo! — ella balbettò tra i singhiozzi. — Non
-sai che la signorina Emilia se n'è ita?
-</p>
-
-<p>
-— Ita, dove?
-</p>
-
-<p>
-— Lontano, a sei miglia da Boston, per rimanerci
-tutta l'estate.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ma Guglielmo dette in una risata.
-</p>
-
-<p>
-— Sei miglia! Una distanza enorme, affemmia!
-</p>
-
-<p>
-— Io però non posso più vederla.
-</p>
-
-<p>
-— La vedrai l'inverno venturo.
-</p>
-
-<p>
-— Ohimè, l'è lunga!
-</p>
-
-<p>
-— Perchè le vuoi tanto bene?
-</p>
-
-<p>
-— Perchè lei ne vuole tanto a me. Non mi vede,
-poverina, eppure mi ama, quanto, eccettuato lo zio
-True, nessuno al mondo.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_92">[92]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Io non lo credo.... no, non credo che t'ami quanto
-t'amo io. Anzi ne sono <i>certo</i>. E come potrebbe
-amarti del pari, lei che non t'ha mai veduta, mentre
-io ti vedo, e tu sei la persona che ho più cara dopo
-la mamma?
-</p>
-
-<p>
-— <i>Davvero</i>, Guglielmo?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, davvero. Quando m'incammino verso casa,
-penso sempre: «Or ora vedrò la Gertrudina.»
-Quando durante la settimana succede qualche cosa
-di nuovo dico in cuor mio; «Questo lo racconterò
-alla Gertrudina.»
-</p>
-
-<p>
-— Io invece m'ero immaginata che non potevo
-piacerti.
-</p>
-
-<p>
-— O perchè no?
-</p>
-
-<p>
-— Perchè tu sei molto bello, e io punto. Sentii
-l'altro giorno Elena Chase dire a Lucrezia Davis,
-che Gertrude Flint è la più brutta della classe.
-</p>
-
-<p>
-— Si vergogni! Scommetto ch'è brutta lei, piuttosto.
-A me sarebbe sicuro antipatica; non potrei
-soffrire nessuna ragazza che avesse detto questo.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, ma è la verità, Guglielmo, la pura verità! — esclamò
-Gertrude vivamente.
-</p>
-
-<p>
-— No, che non è! — protestò egli. — Certo, tu
-non hai lunghi ricci biondi, e un visino tondo, e occhi
-celesti, come Bella Clinton, e nessuno pretenderebbe
-che tu sia una bellezza. Ma quando corri un
-po' e le tue guance diventano color di rosa, e i tuoi
-occhioni neri brillano, quando ridi così di cuore per
-qualche cosa di buffo, tu mi sembri piacente più di
-tutte le ragazzine che ho mai vedute in vita mia: e
-posto che piaci a me, l'opinione degli altri non ha
-peso. Se tu piangi, se tu soffri, io me ne affliggo come
-d'una pena mia e peggio. Ieri Giorgio Bray picchiò
-sua sorella Maria perchè aveva strappato il suo
-cervo volante: avrei voluto rendergliele di santa ragione....
-Oh, Gertrudina, io non ti picchierei neanche
-se tu facessi a pezzi tutti i miei balocchi!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Guglielmo faceva spesso di queste affettuose dichiarazioni,
-e Gertrude vi rispondeva con egual calore.
-Nè erano mère parole. I due fanciulli s'amavano
-teneramente. I loro caratteri differivano assai:
-egli era serio, perseverante, paziente e calmo, di
-temperamento equilibrato; ella eccitabilissima, impetuosa,
-<span class="pagenum" id="Page_93">[93]</span>
-irrequieta, era pronta alla collera, d'umore
-variabile, oltremodo sensitiva in tutta la sua natura.
-Per lui, amato sempre, amato da tutti, farsi amare
-era un'abitudine. Gertrude, priva d'affetti nella sua
-infanzia derelitta, non cercava l'altrui simpatia, nè
-invero la destava se non nei pochi che avevano occasione
-di conoscerla a fondo, e in circostanze favorevoli.
-Eppure si volevano un gran bene; su ciò non
-poteva esserci dubbio. E il legame che li univa, si
-stringeva ogni giorno più: già forte nella primavera,
-nell'autunno era divenuto fortissimo, perchè
-Guglielmo durante l'assenza d'Emilia aveva fatto anche
-la parte di questa, oltre che la propria, e sebbene
-Gertrude non dimenticasse la sua amica lontana,
-l'estate trascorse per lei molto piacevolmente.
-A scuola continuava a progredire in modo tale che
-la signorina Graham ne rimase maravigliata quando,
-in ottobre, ritornò dalla campagna.
-</p>
-
-<p>
-L'inverno seguente non fu meno felice. Il tenero
-sentimento della giovane cieca verso la sua piccola
-protetta, anzichè diminuito, sembrava aumentato
-dal tempo e dalla lontananza. Le visite di Gertrude
-si fecero più frequenti che mai, e più che mai profittevoli;
-ma non a lei sola. Emilia, la quale l'inverno
-passato soleva farla leggere di tanto in tanto
-per giudicare de' suoi progressi, trovò, alla prima
-prova, che la scolaretta era giunta, nell'arte della
-lettura, a un grado d'eccellenza non comune tra le
-persone adulte. Ella non solo leggeva con molta intelligenza,
-ma aveva intonazioni ed accenti ammirabili.
-La cieca gustava nell'udirla un sì raro piacere,
-che ella, conciliando la propria sodisfazione
-con un benefizio per la bambina, le propose di venire
-a prestarle ufficio di lettrice un'ora ogni giorno.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude non capiva in sè dalla gioia all'idea di
-esser utile alla sua cara signorina; giacchè ella le
-aveva presentato la sua proposta come la richiesta
-d'un favore, dicendole che così i suoi occhi servirebbero
-a tutt'e due. Fu dunque convenuto che Trueman,
-quando usciva per il suo giro di lampionaio,
-l'avrebbe condotta in casa Graham, e sarebbe venuto
-a riprenderla al suo ritorno; accomodamento che
-permetteva alla piccola lettrice d'essere puntualissima.
-<span class="pagenum" id="Page_94">[94]</span>
-Soltanto chi ne ha fatto l'esperienza può sapere
-quanta roba s'arrivi a leggere nel corso di sei
-mesi dedicando costantemente a quest'occupazione un'ora
-quotidiana. Emilia non restringeva la scelta
-dei libri a quelli che non oltrepassano le ordinarie
-capacità dei fanciulli, stimando non a torto che una
-ragazzetta dotata di così vivace intelligenza, non
-avrebbe sofferto per lo sforzo d'intuire cose superiori
-alla sua comprensione, in cui le poteva accadere
-d'imbattersi, ma che al contrario il suo ingegno
-ne sarebbe acuito e accresciuto il suo desiderio
-di sapere. Opere di storia, biografie, descrizioni di
-viaggi, furono scorse da Gertrude a un'età in cui
-generalmente i lettori non si compiacciono che nelle
-fiabe e nelle figure. E la bambina pareva anzi preferire
-queste letture serie. Con l'aiuto delle pazienti
-spiegazioni d'Emilia, ella andava accumulando nel
-suo piccolo cervello molti fatti importanti, molte
-nozioni utili. In quegli anni la memoria è forte, e
-grazie alla potenza della ritenitiva le cose impresse
-allora nella mente si ricordano quasi sempre meglio
-di quelle apprese più tardi quando i pensieri
-sono più disturbati e divisi.
-</p>
-
-<p>
-Il suo libro favorito era un trattatello d'astronomia
-che la confondeva co' suoi enigmi, ma tanto
-maggiormente l'attraeva, perchè chiarendole alcuni
-punti, lasciava per lei tutto il resto in un mistero
-affascinante: mistero ch'ella si riprometteva d'esplorare
-un giorno, in tutta la sua profondità. Quest'ambizione
-d'imparare sempre più, di comprendere sempre
-meglio, era in fin dei fini il preziosissimo tra i
-benefizi derivatile da' suoi studi. Destate una tale
-ambizione in un fanciullo, ispirategli l'amore della
-lettura, e otterrete risultati migliori che da anni di
-sgobbo sulle panche della scuola dove il cuore non
-lavora insieme con la testa.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude frequentò la scuola pubblica fino ai dodici
-anni compiuti, passando rapidamente di promozione
-in promozione; ma ciò che aveva imparato
-con la signorina Graham e con Guglielmo rappresentava
-una parte considerevole delle sue cognizioni.
-Guglielmo, amantissimo dello studio, era lieto dell'ardore
-con cui la sua piccola amica lo secondava.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_95">[95]</span>
-</p>
-
-<p>
-E realmente la loro collaborazione, il mutuo incoraggiamento
-che trovavano nella comunanza dei
-loro gusti intellettuali, erano di grande vantaggio
-ad entrambi. Due anni dopo che avevano stretto
-amicizia egli già non poteva più esser detto un fanciullo:
-passava i quindici, e cominciava ad avere un
-aspetto virile. Ma la diligenza e il fervore di Gertrude
-esercitavano su di lui un influsso ancor più
-vivo: perchè se la bambina di dieci anni, nel suo
-desiderio d'istruirsi, stava volonterosamente a tavolino
-fin oltre le nove di sera, il giovanetto quindicenne
-non doveva stropicciarsi gli occhi e addurre
-la scusa della stanchezza.
-</p>
-
-<p>
-Fu appunto in su quel tempo che principiarono a
-studiare il francese. L'antico maestro di Guglielmo
-conservava una gran benevolenza verso l'alunno che
-era stato sempre il migliore della classe, e che avrebbe
-certo riportato i primi premi se un dovere imperioso
-non lo avesse costretto ad interrompere il corso
-degli studi avanti gli esami finali, per darsi a più
-umili occupazioni. Ogni qualvolta lo imbatteva, sia
-in istrada, sia altrove, gli domandava che facesse,
-e se continuasse a coltivare il suo bell'ingegno. Saputo
-ch'egli aveva parecchie ore di libertà, caldamente
-lo consigliò d'imparare la lingua francese
-la cui cognizione gli sarebbe senza dubbio tornata
-utilissima, qualunque fosse la carriera che avesse
-intrapresa; e s'offerse di prestargli tutti i libri necessari.
-</p>
-
-<p>
-Guglielmo non mancò d'approfittare del consiglio
-e dell'offerta, e ci si mise di buzzo buono. Quando
-era a casa la sera, veniva a studiare nella camera
-di True, parte per amore della quiete che vi godeva
-(True era il più quieto uomo del mondo e rispettava
-troppo la scienza perchè osasse disturbare gli studenti
-con domande oziose), parte per amore di Gertrude,
-la quale a quell'ora faceva di solito i suoi
-compiti. Come era da aspettarsi, inteso che Guglielmo
-imparava il francese, questa s'invogliò forte
-d'impararlo anche lei. Egli acconsentì a farla provare,
-però senza gran fiducia ch'ella avrebbe perseverato
-nell'intento. Con sua maraviglia, Gertrude
-invece manifestò non solo una perseveranza mirabile,
-<span class="pagenum" id="Page_96">[96]</span>
-ma una grande disposizione allo studio delle
-lingue; e avendola Emilia fornita degli stessi libri
-che aveva egli, ella progredì di pari passo con lui.
-E spesso, in capo alla settimana, era riuscita a tradurre
-più esercizi che non avesse trovato tempo di
-fare Guglielmo. Il sabato era la loro gran serata;
-True sedeva nel suo vecchio seggiolone accanto al
-fuoco, e contemplava i due ragazzi seduti fianco a
-fianco davanti alla tavola, intenti e chini su una
-pagina che a lui faceva l'effetto d'un labirinto oltremodo
-complicato. Gertrude cercava le parole:
-aveva un'abilità particolare a questo lavoro; i suoi
-occhi sfavillanti colpivano sempre giusto nel cuore
-del dizionario, infilzando i vocaboli voluti. A Guglielmo
-toccava «fare il senso». La prima volta
-che True colse a volo quest'espressione fu la sola che
-si fece lecito d'interromperli con un'ingenua facezia.
-</p>
-
-<p>
-— Fai «il senso» Guglielmo?... Il «buon senso»
-mi raccomando.... Ce n'è tanto bisogno in questo
-mondo!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Era ben naturale che nelle condizioni propizie di
-cui fruiva Gertrude, guidata e consigliata da Emilia,
-assistita e incoraggiata da Guglielmo, il suo intelletto
-dovesse rapidamente svilupparsi e irrobustirsi.
-Ma che n'era del piccolo suo cuore che ad un
-tempo teneramente affettuoso ed impulsivo, sensitivo
-ed appassionato, ora palpitava d'amore e di gratitudine,
-ora bruciava nel fuoco divorante che il sentimento
-d'un torto ricevuto, la coscienza di un'offesa,
-recata a lei o ad uno dei suoi amici, v'accendeva
-d'improvviso? Nei suoi due anni d'infanzia felice,
-aveva ella imparato a padroneggiarsi? Era giunta
-a distinguere chiaramente il bene dal male, il vero
-dal falso? In una parola, era Emilia stata fedele alla
-missione impostasi di sua spontanea volontà, al suo
-nobile proposito d'addolcire il cuore, d'illuminare
-l'anima della creatura ignorante? Aveva Gertrude
-appreso la religione, trovato Dio, cominciato a seguire
-pazientemente il sentiero ch'è rischiarato da
-una luce santa e conduce alla pace eterna?
-</p>
-
-<p>
-Sì, aveva <i>cominciato</i>, e sebbene spesso le fallisse
-il piede, sebbene talvolta la pazienza le venisse meno
-nell'angusta via, ed ella ne uscisse per rallentare il
-<span class="pagenum" id="Page_97">[97]</span>
-freno al suo irascibile temperamento, bambina qual'era
-ancora, si poteva fondare una ragionevole speranza
-sulla sincerità delle sue buone intenzioni, sulla
-profondità della sua contrizione quando accadeva
-che il male riprendesse l'antico predominio. Emilia
-non si risparmiava alcuna pena per insegnarle dove
-ella dovesse riporre la sua intera fiducia, e già la
-piccola Gertrude aveva imparato a invocare un soccorso
-più alto del suo, ad appoggiarsi a un braccio
-più forte.
-</p>
-
-<p>
-La signorina Graham s'era messa a un'ardua impresa
-assumendosi d'educare il cuore e la mente di
-una fanciulletta lasciata crescere nell'assoluta ignoranza
-d'ogni virtù. Su alcuni punti, tuttavia, e dei
-più importanti, ella non trovò le difficoltà che s'aspettava.
-Per esempio, dopo avere spiegato una volta
-la differenza tra l'onestà e la disonestà, la verità
-e la menzogna, non ebbe occasione alcuna di far
-rimostranze a Gertrude che, leale per sua natura,
-non aveva mai commesso la bassezza di mentire se
-non indottavi da un estremo terrore. Infatti i caratteri
-fieri ed impetuosi come quello, ch'era in lei
-il maggior difetto, appunto perchè tali, sono generalmente
-altrettanto franchi e sinceri. Anche innanzi
-d'esser divenuta virtuosa, l'orgoglio quasi sempre
-la ratteneva dal dissimulare la verità. Pochi mesi
-dopo averla conosciuta, Emilia era ben sicura di poter
-fidare nella sua parola. E questa certezza che
-la verità, radice d'ogni cosa santa, aveva così presto
-preso dimora in quell'anima infantile, era stata
-il maggiore incoraggiamento a perdurare nei suoi
-sforzi. Ma l'alterezza e la sensitività di Gertrude
-sembravano innate; la tirannia, i cattivi trattamenti
-non avevano potuto soffocarle, anzi s'erano vigorosamente
-sviluppate in mezzo alle circostanze più
-sfavorevoli. La bontà, la benevolenza ottenevano tutto
-da lei, la persuadevano, la soggiogavano; ma ella
-non sarebbe stata capace di tollerare un freno imposto
-severamente, per opportuno, per necessario che
-fosse. Emilia sapeva che spesso l'autorità stessa dei
-genitori non basta a governare questi spiriti indocili.
-Ella non conosceva che un potere tanto forte
-da vincere l'orgoglio umano, da spegnere le passioni
-<span class="pagenum" id="Page_98">[98]</span>
-terrene: quello dell'umiltà cristiana, innestata nel
-cuore: umiltà di <i>principio</i>, umiltà di <i>coscienza</i>. L'unico
-potere a cui l'orgoglio ingenito presti omaggio,
-e la passione ceda.
-</p>
-
-<p>
-Invero ella sapeva pure che un ordine, di qualsiasi
-natura, dato a Gertrude da lei o dallo zio True sarebbe
-prontamente obbedito, perchè la bambina, conscia
-che l'amore lo dettava, per amore vi si sarebbe
-sottomessa; ma a fine di provvedere ad ogni contingenza,
-di fare che il cuore fosse retto come la vita,
-occorreva ch'ella mirasse a un fine più sublime che
-quello di compiacere le persone a lei care; e insegnandole
-la dottrina del suo Divino Maestro, Emilia
-le infondeva la forza di fare e di patire, di sopportare
-e di perdonare, per quando, indipendente,
-non avrebbe più avuto altra guida che sè medesima.
-</p>
-
-<p>
-Qual profitto Gertrude avesse tratto dalle cure e
-dall'istruzione ricevute in questi due anni, mostrò
-il seguito della sua storia. Passò per molte prove,
-sostenne molte lotte, ebbe sconfitte e vittorie.
-</p>
-
-<p>
-La signorina Graham era sodisfatta e piena di speranza,
-True superbo ed esultante, la signora Sullivan
-e perfino il vecchio Cooper dicevano che il suo
-contegno e il suo aspetto s'erano maravigliosamente
-mutati in meglio, e ch'ella aveva maniere assai garbate
-per una bambina della sua condizione.
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XIII.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Non fantasia capricciosa</p>
-<p>Nè d'ora oziosa influsso passeggero,</p>
-<p>Nè clamore di folla, nè aura popolare</p>
-<p>Potrà mai farlo errare fuor del retto sentiero.</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">W. G. Simms.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Era il terzo inverno da che Gertrude stava con
-True. Un sabato sera Guglielmo entrò, al solito, con
-la grammatica francese e il dizionario sotto il braccio,
-ed esclamò, gettando i libri sulla tavola:
-</p>
-
-<p>
-— Oh, Gertrude, prima di metterci a studiare bisogna
-ch'io racconti a te e allo zio True la comica
-avventura che m'è capitata quest'oggi! Ne ho tanto
-riso dianzi con la mamma!
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_99">[99]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Sì, vi sentivo ridere, — disse Gertrude. — Se
-non avessi avuto troppo da fare sarei anzi venuta
-a vedere che c'era di così straordinariamente buffo.
-Suvvia, racconta.
-</p>
-
-<p>
-— Non pensate che sia uno scherzo.... Non sarei
-esilarato a questo segno se la non fosse stata la più
-bizzarra vecchietta ch'io abbia mai visto in vita mia.
-</p>
-
-<p>
-— Che vecchietta?... Non ci hai detto nulla di vecchie
-nè di giovani, finora!
-</p>
-
-<p>
-— Bene, incomincio.... ecco!... Avete visto come
-ogni cosa era coperta di ghiaccio stamani? Che
-splendore! Quando il sole è arrivato al grande olmo
-di fronte all'ingresso della farmacia, e lo ha fatto
-brillare tutto, ho pensato che non poteva esserci al
-mondo nulla di più bello.... Ma questo non ha che
-vedere con la mia vecchietta.... salvo che i marciapiedi
-erano abbaglianti come tutto il resto....
-</p>
-
-<p>
-— Eh, lo so! — interruppe Gertrude. — Nell'andare
-a scuola sono sdrucciolata....
-</p>
-
-<p>
-— Davvero? — disse Guglielmo. — Non ti sei mica
-fatta male?
-</p>
-
-<p>
-— No, punto. Ma prosegui. Sono impaziente di sapere
-della vecchietta.
-</p>
-
-<p>
-— Verso le undici stavo sull'uscio, guardando fuori,
-quand'ecco, vedo venire avanti la più strana persona
-che uno si possa immaginare. Devo descrivervi
-la sua abbigliatura. Aveva una specie di veste nera,
-non so se di seta o di raso, stretta stretta e con
-tutt'in giro una guarnizione di trina d'un bruno
-incerto: probabilmente una volta era nera anche
-quella, ma adesso non più. Sulla veste portava un
-mantello di seta bigia che pareva uscito dall'arca
-di Noè, e sul mantello una baverina di colore diverso,
-la quale data, io credo, da una generazione
-anteriore. Non tento di darvi un'esatta idea del suo
-cappello: vi dirò soltanto ch'era grande il doppio
-dei più grandi che sfoggino le altre donne, e che
-ne scendeva, fin quasi ai piedi, un velo trinato, a
-disegni vistosi, gettato da una parte. Ma il colmo
-della stravaganza erano i suoi occhiali, con due lenti
-enormi, come non se ne sono mai viste; qualche cosa
-d'orrendo. Un sacchetto da lavoro, fatto di seta nera
-con cucitevi sopra a zig-zag numerose listerelle di
-<span class="pagenum" id="Page_100">[100]</span>
-stoffe di tutti i colori dell'arcobaleno, era appeso al
-suo braccio sinistro, e al sacchetto stavano appuntati,
-mediante spilli d'ottone, la pezzuola, un immenso
-ventaglio di penne (te lo figuri, con questo
-fresco?), un fazzoletto da involtare roba, un giornale....
-Misericordia! Non mi rammento neanche la
-metà degli oggetti che ne penzolavano, tutti in un
-mazzo, raccomandati alla resistenza del cordone!
-Eppure il suo vestiario non poteva dirsi la maggiore
-stranezza in lei. Ciò che la rendeva singolarmente
-ridicola era la sua andatura: camminava come una
-vecchia male in gambe, durando fatica a muovere
-il passo sul ghiaccio, ma con un sorrisetto lezioso
-sulle labbra e una cert'aria d'importanza! Oh, Gertrude,
-fortuna che tu non l'hai veduta! Non avresti
-ancora cessato di ridere....
-</p>
-
-<p>
-— Qualche povera pazza, non è vero? — domandò
-True.
-</p>
-
-<p>
-— Oibò! — fece Guglielmo. — Stravagante, certo,
-ma pazza no.... almeno non pare. Proprio nel momento
-che passava davanti all'uscio della bottega
-le è scivolato un piede, ed eccotela bocconi per terra,
-lunga distesa.... Io accorro spaventato, pensando
-che quella meschina creatura poteva essere rimasta
-uccisa da una tale caduta.... Il signor Bray e un
-altro signore ch'egli stava servendo, mi seguono.
-Era tutta stordita, ma portata in farmacia è rinvenuta
-subito. Mi domandate se è pazza? Nemmen per
-ombra, zio True. Lucida come un dollaro! Il suo
-primo pensiero, non appena riaperti gli occhi e tornata
-in sè, è stato d'assicurarsi che teneva sempre
-il suo sacchetto con le relative appendici; poi le ha
-contate ad una ad una e, trovato il numero completo,
-ha scosso il capo in segno di sodisfazione. E ora viene
-il bello. Il signor Bray mesce un bicchierino di
-cordiale e glielo offre. Essa, che aveva già riacquistato
-la sua prosopopea e le sue graziette, retrocede
-con una riverenza alla moda antica, e protende le
-mani per esprimere il suo orrore all'idea di bere
-quella roba. Il signore che era presente alla scena
-sorride e l'esorta a vuotare il bicchierino senza paura.
-La vecchietta si volta verso di lui, fa un'altra
-riverenza, e dice con una vocettina fessa: «Potete
-<span class="pagenum" id="Page_101">[101]</span>
-affermarmi sulla vostra parola di leale e cortese gentiluomo
-che non è un liquore inebriante?». Il signore,
-rattenendo a stento una risata, le ripete che
-non le avrebbe fatto alcun male. «Allora» dice lei
-«m'arrischierò a sorseggiare il beveraggio.... Ha
-una fragranza molto aromatica.» Sembra che non
-le riescisse meno gradito al palato che all'odorato,
-perchè, assaggiatolo, ha finito col tracannarlo fino
-all'ultima gocciola. Posato il bicchiere sul banco, s'è
-rivolta a me con questo discorsetto: «Giovanottino,
-senza l'esplicita dichiarazione di cotesto signore circa
-l'innocuità del liquido, non l'avrei bevuto in vostra
-presenza non foss'altro per l'<i>esempio</i>: io non
-ho formalmente assunto l'obbligo della temperanza,
-ma sono astemia perchè si conviene a una signora:
-per me gli è affar d'elezione, affar di <i>gusto</i>.»
-</p>
-
-<p>
-«Pareva che oramai si fosse riavuta. Infatti si disponeva
-a rimettersi in cammino, ma l'avventurarsi
-di nuovo sola sul ghiaccio era una vera imprudenza,
-e il signor Bray doveva pensarlo, giacchè le ha
-domandato dove andasse. Con le circonlocuzioni del
-suo fiorito linguaggio ella ha risposto che andava
-a passar la giornata dalla signora tale, dimorante
-nei pressi dei Prati. Io allora tocco una manica al
-principale e gli dico piano che se non ha bisogno
-di me, vo ad accompagnarla. Il signor Bray mi dà
-licenza, per un'ora. Io offro il braccio alla vecchietta
-dicendole che sarebbe un piacere per me il servirla.
-Ah, miei cari, bisognava vedere! Se io fossi stato un
-giovane adulto e lei una ragazza, non avrebbe fatto
-più vezzosamente la ritrosa, con mossettine del capo
-e mezzi sorrisetti.... Ma infine prende il mio braccio
-e partiamo. Sapevo che il signor Bray e l'avventore
-ridevano alle nostre spalle, ma non me ne importava;.
-la vecchia signora mi faceva compassione, e
-non volevo che cascasse una seconda volta.
-</p>
-
-<p>
-«I passanti si voltavano a guardarci, e non c'è
-da maravigliarsene, perchè eravamo senza dubbio
-una coppia dimolto buffa. Non soltanto essa aveva
-accettato l'appoggio offerto, ma vi s'aggrappava di
-peso, con tutte e due le mani, arrotondando le braccia
-come due anse. Qui però non dovrei ridere di
-quella poveretta, perchè aveva gran necessità che
-<span class="pagenum" id="Page_102">[102]</span>
-qualcuno l'aiutasse e la sostenesse per non sdrucciolare
-sul ghiaccio, e non pesava già tanto da stancarmi.
-Sarei curioso di sapere chi siano i suoi. È
-strano che la lascino uscire sola, specie quando le
-strade sono nello stato d'oggi....
-</p>
-
-<p>
-— Come si chiama? — domandò Gertrude. — Non
-te l'ha detto?
-</p>
-
-<p>
-— No, non ha voluto. Io gliel'ho chiesto, ma mi
-ha risposto semplicemente, con la sua vocettina fessa — e
-Guglielmo ricominciava a sbellicarsi dalle
-risa — che ella era la dama incognita, e ch'è l'impegno
-d'un vero e galante cavaliere scoprire il nome
-della sua bella. In fede mia, un'avventura impagabile!
-Non ho sentito mai nessuno parlare in
-modo così ridicolo. Le ho domandato la sua età....
-La mamma dice che ho commesso un'inciviltà madornale,
-ma in compenso è l'unica.... La vecchia signora
-lo attesterebbe se fosse qui.
-</p>
-
-<p>
-— Ebbene, quanti anni ha?
-</p>
-
-<p>
-— Sedici.
-</p>
-
-<p>
-— Eh via, Guglielmo! Mi burli?
-</p>
-
-<p>
-— No, è l'età che m'ha detto lei. E un vero e galante
-cavaliere è in obbligo di credere ciecamente
-alla sua bella dama.
-</p>
-
-<p>
-— Povera creatura! — esclamò Trueman. — È
-rimbambita!
-</p>
-
-<p>
-— Non mica, zio True. A momenti parrebbe, quando
-sballa certe sciocchezze, ma poi subito si mette
-a parlare sensatamente quanto voi e me. M'ha ringraziato
-protestandosi gratissima e lodando il raro
-«spirito di cortesia» che dimostravo col pigliarmi
-tanta pena d'una vecchia signora come lei. Nello
-svoltare in via Beacon ci siamo incontrati in un intero
-collegio di ragazze, tutte bellezze fiorenti, «bellezze
-da ammazzare un uomo» diceva la mia vecchietta.
-Appena vedutele apparire da lontano doveva
-aver tenuto sicuro ch'io cercherei di liberarmi per
-correre dietro a qualcuna di loro, tanto furiosamente
-s'attaccava al mio braccio. Sorte ch'io non avessi
-punto la prava intenzione d'abbandonarla,
-perchè mi sarebbe stato impossibile. Alcune delle
-ragazze si fermavano un momento a guardarci con
-curiosità; io, s'intende, non ne facevo caso, ma la
-<span class="pagenum" id="Page_103">[103]</span>
-mia dama sembrava credere che ne fossi terribilmente
-mortificato, e, passate alfine tutte quante, ha
-rilodato il mio «spirito di cortesia»: sua espressione
-favorita.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Guglielmo tacque, sfiatato. True gli pose una mano
-sulla spalla:
-</p>
-
-<p>
-— Sei un bravo e buon ragazzo! — disse; — Tu
-onori i vecchi, e fai bene, quantunque il tuo nonno
-pretenda che non sia più di moda.
-</p>
-
-<p>
-— Non so di mode, io, zio True, ma stimerei tristo
-e di basso animo un ragazzo che vedesse una
-vecchia sdrucciolare sul ghiaccio, e non l'accompagnasse
-a casa per risparmiarle una nuova caduta.
-</p>
-
-<p>
-— Guglielmo è sempre stato buono con tutti, — osservò
-Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-— O Guglielmo è un eroe, — disse il giovanetto — o
-ha due cari amici che lo giudicano con troppa
-benevolenza, com'è più verosimile. Ma vieni, Gertrude,
-Carlo XII ci aspetta, e dobbiamo studiare molto
-oggi, perchè può darsi che non ci capiti tanto presto
-un'altra occasione. Il signor Bray non istava
-bene stasera; pare che lo minacci la febbre. Gli ho
-promesso di ritornar a bottega domani, dopo desinato.
-Se, Dio guardi, s'ammala, sarò occupatissimo,
-e non potrò affatto venire a casa.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, speriamo che non s'ammali! — esclamarono
-Trueman e Gertrude, a una voce.
-</p>
-
-<p>
-— È un così brav'uomo! — soggiunse il vecchio.
-</p>
-
-<p>
-— E tratta Guglielmo con tanta bontà! — aggiunse
-la bambina.
-</p>
-
-<p>
-Anche Guglielmo sperava, ma le sue speranze si
-mutarono in ansiosi timori quando il giorno seguente
-seppe che il suo ottimo padrone non si trovava
-in grado di lasciare il letto, e che il medico era
-impensierito dai sintomi riscontrati.
-</p>
-
-<p>
-Si manifestò una febbre tifoidea che in pochi
-giorni condusse il farmacista alla tomba.
-</p>
-
-<p>
-La sua morte fu per Guglielmo un colpo tanto improvviso
-e terribile, che su quel subito egli non comprese
-le importanti conseguenze che da questo evento
-derivavano a lui stesso, nel suo avvenire. La
-farmacia venne chiusa, essendosi la vedova risolta
-a vendere i fondi per ritirarsi a vivere in campagna;
-<span class="pagenum" id="Page_104">[104]</span>
-sicchè rimase privo a un tempo dell'impiego
-e del prezioso appoggio che aveva nel signor Bray.
-</p>
-
-<p>
-Nell'ultimo anno i guadagni del giovanetto erano
-stati considerevoli, e avevano migliorato le condizioni
-de' suoi cari, permettendo loro di diminuire
-le proprie quotidiane fatiche. Il pensiero d'essere a
-carico della mamma e del nonno anche per un solo
-giorno era intollerabile al suo spirito indipendente
-ed energico. E però si mise sollecitamente alla ricerca
-d'un nuovo posto. Incominciò dal rivolgersi ai
-farmacisti della città: a nessuno di essi occorreva
-un ragazzo dell'età sua, e la giornata fu spesa in
-gite inutili.
-</p>
-
-<p>
-Ritornò a casa la sera, disilluso, ma punto scoraggiato.
-Se non trovava da impiegarsi in una farmacia,
-avrebbe fatto qualche altra cosa.
-</p>
-
-<p>
-Ma che cosa? Questo era il nodo. Dibattè a lungo
-la questione con sua madre. Ella sentiva che l'ingegno
-e l'educazione del suo figliuolo gli davano
-diritto a un posto almeno pari a quello che aveva
-occupato fino allora, e non poteva sopportare l'idea
-ch'egli scendesse a servigi più bassi. Guglielmo stesso,
-senz'essere presuntuoso, non pensava diversamente.
-Egli ben si sapeva capace di tenere uffici richiedenti
-assai maggior coltura e attitudine agli
-affari che non le incombenze affidategli dal signor
-Bray. Ma se per ora non era possibile conseguire
-ciò che desiderava, avrebbe preso ciò che si sarebbe
-offerto. E cercò da tutte le parti. Il guaio era
-che non aveva nessuno da far dire una buona parola
-in suo favore, e certo non si può pretendere
-che la gente abbia fiducia in un ragazzo sconosciuto
-e senza raccomandazioni.
-</p>
-
-<p>
-Tutti i suoi passi riuscivano dunque infruttuosi,
-e un giorno dopo l'altro se ne tornava a casa silenzioso
-e depresso, temendo la vista del nonno e della
-mamma. Quando questa volgeva verso di lui piena
-di speranza il pallido viso che portava l'impronta
-di tante cure, di tante fatiche, era uno strazio per
-il suo cuore doverla rattristare con nuovi disinganni;
-e non meno lo tormentava il pessimismo del vecchio,
-il quale addirittura non credeva alla possibilità
-ch'egli trovasse un'altra occupazione, nè si sarebbe
-<span class="pagenum" id="Page_105">[105]</span>
-persuaso del contrario finchè non glielo provasse
-un fatto di cui non si vedeva ancora speranza.
-In capo a due settimane la signora Sullivan finì con
-l'astenersi dall'interrogarlo sui risultati delle pratiche
-fatte, avendo il suo vigile occhio materno scorto
-tutta la pena che gli cagionavano quelle domande.
-Aspettava pazientemente che egli le comunicasse
-le sue notizie, se ne aveva.
-</p>
-
-<p>
-Spesso così avveniva che non fosse scambiata tra
-loro una parola sul modo in cui Guglielmo aveva
-impiegato la giornata. E molte trepide istanze egli
-fece per ottenere lavoro, molte mortificanti repulse
-ebbe a soffrire, di cui sua madre nulla mai seppe.
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XIV.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Se peso egual di tema e di speranza</p>
-<p>Tiene in forse l'evento, io, per natura</p>
-<p>Sempre a sperar più che a temere inclino.</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Comus.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Era questa una prova non conosciuta fino allora
-da Guglielmo, e la più dura per lui a sostenersi.
-Eppure la sostenne, e strenuamente: nascose le più
-aspre sue lotte alla madre ansiosa, al nonno scorato,
-e con virile risoluzione sperò contro la speranza,
-Gertrude era adesso il suo maggior conforto. A
-lei confidava le sue pene, e quantunque non fosse
-che una fanciulletta, ella sapeva essere una mirabile
-consolatrice. Presentandogli sempre le cose nella
-luce più favorevole, predicendo un domani più
-fortunato, faceva molto per ravvivare la sua fiducia,
-per fortificare il suo proposito. Dotata d'uno
-spirito pronto, sagace, osservatore, ella vedeva, assai
-meglio che non sogliano i fanciulli, le diverse
-vie per cui poteva esser condotta a termine una faccenda;
-e spesso dava a Guglielmo utili consigli di
-cui egli volentieri approfittava. Un giorno gli domandò
-se non avesse mai pensato a ricorrere ad una
-agenzia d'informazioni. Egli infatti non ci aveva
-pensato, e se ne maravigliò seco stesso. Lo fece senza
-indugio. Gli furono date lusinghiere speranze che
-per qualche tempo lo rianimarono, ma riuscirono
-<span class="pagenum" id="Page_106">[106]</span>
-fallaci. E oramai cominciava a disperare, quando
-gli cadde sott'occhio un annunzio in un giornale che
-parve offrirgli una probabilità di buon successo. Lo
-mostrò a Gertrude. Era proprio il fatto suo. Non
-aveva che da presentarsi. Si chiedeva appunto un
-ragazzo come lui: quindici anni, svegliato, capace,
-fidatissimo, disposto ad entrare come socio nella ditta,
-dopo acquistata la necessaria pratica degli affari.
-Ella era sicura che nessuno poteva meglio di Guglielmo
-convenire al richiedente.
-</p>
-
-<p>
-Tanto n'era sicura, che la mattina appresso Guglielmo
-si presentò al recapito indicato, franco e fiducioso
-come mai per l'innanzi. Il principale, che
-aveva l'aria d'un uomo assai fine e scaltro, lo fissò
-con uno sguardo penetrante, lo tempestò di domande,
-lo sconcertò manifestando qualche dubbio sulla
-sua capacità e la sua onestà; e dopo averlo fatto discorrere
-un pezzo, concluse col dichiarargli che anche
-nel migliore dei casi e con le più valide raccomandazioni,
-egli non poteva accettare se non un
-giovanetto la cui famiglia acconsentisse a interessarlo
-negli affari della Casa investendovi per conto
-suo una piccola somma.
-</p>
-
-<p>
-Questa condizione chiudeva a Guglielmo l'adito a
-quel posto, quando pure l'uomo gli fosse piaciuto:
-ma non gli piaceva punto, perchè sentiva in cuor
-suo ch'era un furfante o giù di lì.
-</p>
-
-<p>
-Finora egli non s'era mai perduto d'animo; ma
-quest'ultimo disinganno l'avvilì per modo che, ritornato
-a casa, gli mancò il coraggio di trovarsi faccia
-a faccia con sua madre. Entrò dunque direttamente
-nella camera di True.
-</p>
-
-<p>
-Era la vigilia di Natale. Dagli sportelli aperti della
-stufa il riverbero d'un bel fuoco di carbone veniva
-a confondersi coi riflessi del tramonto in una
-luce purpurea che rischiarava fievolmente la stanza.
-</p>
-
-<p>
-Guglielmo trovò Gertrude sola ed occupata a preparare
-una certa focaccia per il tè, la quale era uno
-dei pochi prodotti dell'arte culinaria in cui fosse
-giunta a farsi onore. Ella giusto usciva dalla dispensa
-con in mano un ramaiuolo colmo di farina, quando
-lo vide entrare. Egli gettò il suo berretto sulla
-panca e sedette alla tavola nascondendo il volto tra
-<span class="pagenum" id="Page_107">[107]</span>
-le palme, con un atto di sconforto che le fece subito
-indovinare la nuova disfatta patita dal povero ragazzo
-nella sua lotta contro l'avversa fortuna. Era
-tanto contrario all'indole di Guglielmo l'entrare così
-senza dir parola, tanto strano vedere quella radiosa
-testa giovanile curvarsi sotto il peso del dolore, quel
-corpo agile e gagliardo accasciarsi, come fosse d'un
-tratto invecchiato, ch'ella comprese che il valoroso
-suo cuore cadeva infine vinto.
-</p>
-
-<p>
-Posò il ramaiuolo, e pian piano venne a lui, gli
-toccò un braccio, alzandogli in faccia i grandi occhi
-ansiosi. La compassione ch'egli sentì nella timida
-carezza, nello sguardo amoroso, gli diede l'ultimo
-crollo. Chinò la faccia sulla tavola, e un momento
-dopo Gertrude udì uno scoppio d'angosciosi
-singhiozzi che si ripercotevano ad uno ad uno nel
-più profondo dell'anima sua. Ella piangeva spesso
-e le pareva una cosa naturale: ma Guglielmo, il
-gaio, l'animoso Guglielmo, non l'aveva veduto pianger
-mai: credeva ch'<i>egli non sapesse</i> piangere. Si
-arrampicò sulla seggiola del giovanetto e cingendogli
-il collo con le braccia mormorò:
-</p>
-
-<p>
-— Io non mi rammaricherei di non averlo ottenuto
-quel posto: credo che non sia un posto <i>buono</i>.
-</p>
-
-<p>
-— Neppur io lo credo; — disse egli sollevando la
-testa — ma come fare? Non ne trovo <i>nessuno</i>, e non
-posso star qui senza far <i>nulla</i>.
-</p>
-
-<p>
-— Noi siamo ben contenti d'averti a casa.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, essere a casa è una gran bella cosa.... Godevo
-di venirci quando stavo col signor Bray, e
-guadagnavo un po' di quattrini, e sentivo che tutti
-mi vedevano con piacere....
-</p>
-
-<p>
-— Ma anche adesso tutti ti vedono con piacere.
-</p>
-
-<p>
-— Non però come <i>allora</i>, — replicò Guglielmo alquanto
-impazientito. — La mamma mi guarda sempre
-come se s'aspettasse l'annunzio che finalmente
-ho trovato un'occupazione; il nonno ha l'aria di pensare
-ch'io non sarò mai buono a nulla.... Ah, proprio
-nel momento che cominciavo a guadagnare e
-ad aiutarli, mi tocca la disgrazia ti perdere il mio
-impiego!
-</p>
-
-<p>
-— Non è colpa tua se il signor Bray è morto; tu
-non potevi mica guarirlo. Mi sembra impossibile che
-<span class="pagenum" id="Page_108">[108]</span>
-il signor Cooper ti biasimi perchè <i>ora</i> sei disoccupato....
-</p>
-
-<p>
-— Non mi <i>biasima</i>, no.... Ma se tu fossi ne' miei
-panni proveresti quello che provo io nel vederlo là,
-seduto nella sua poltrona, tutta la sera, gemendo e
-borbottando, e guardandomi come se volesse dire:
-«A cagion tua mi dispero».... Egli pensa che il
-mondo è tristo, che lui non ci ha mai avuto sorte, e
-che così non nè avrò io....
-</p>
-
-<p>
-— Tu ne avrai.... Sono sicura che sarai ricco un
-giorno. Allora sì che il nonno rimarrà stupito!
-</p>
-
-<p>
-— Gertrude, tu sei una cara bambina.... Hai fede
-in me.... Se mai divento ricco, ti prometto di farti
-partecipare alla mia fortuna. Ahimè, — soggiunse,
-scorato — non è tanto facile! Io m'immaginavo che
-quando sarei grande, guadagnerei subito dimolto
-denaro.... Invece veggo che ce ne vuole per arrivarci!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Chinò di nuovo il capo, volle nascondersi la faccia
-tra le mani; ma Gertrude gliele afferrò e non gli
-permise d'abbandonarsi alla malinconia.
-</p>
-
-<p>
-— Via, Guglielmo, — ella disse — non fissarti più
-in questo pensiero. Non c'è chi non abbia i suoi dispiaceri,
-ma tutti li superano, infine. Forse la settimana
-ventura ti troverai in una bottega anche meglio
-che quella del signor Bray, e sarai più contento
-di prima. Sai, — fece, per mutare discorso,
-tattica che i fanciulli sanno usare quanto gli adulti — oggi
-compiono due anni da che sono venuta qui.
-</p>
-
-<p>
-— Davvero? Lo zio True ti portò a casa sua la
-vigilia di Natale?
-</p>
-
-<p>
-— Precisamente.
-</p>
-
-<p>
-— Vale a dire che Santo Claus portò te verso le
-buone cose, invece di portartele, non è vero?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude non sapeva nulla di Santo Claus, il grande
-amico dei bambini; e Guglielmo, il quale aveva
-ultimamente letto la leggenda del buon vecchio che
-la vigilia di Natale distribuisce balocchi a piene mani,
-prese a raccontargliela, per esteso.
-</p>
-
-<p>
-Quand'ella vide che, infervorato nella sua storia,
-egli si distraeva senza volerlo, ritornò alla focaccia,
-pur non cessando d'ascoltarlo con attenzione mentre
-lavorava la pasta. Giusto nell'atto che stava infornandola,
-<span class="pagenum" id="Page_109">[109]</span>
-Guglielmo fece punto. Inginocchiata
-davanti alla stufa, aprendo e chiudendo macchinalmente
-lo sportello del forno, ella rimaneva pensosa,
-con un sì vivo sfavillìo negli occhi, che egli le domandò:
-</p>
-
-<p>
-— Gertrudina, perchè hai cotest'aria maliziosetta?
-</p>
-
-<p>
-— Pensavo — ella rispose — che Santo Claus potrebbe
-forse venire per te, stanotte; giacchè viene
-per chi ha bisogno di qualche cosa e porta ai bravi
-figliuoli ciò che desiderano, spero che ti porti un
-buon posto dove tu abbia occasione di farti ricco.
-</p>
-
-<p>
-— Sicuro! — disse Guglielmo. — Mi ficcherà nel
-suo sacco, e mi strascinerà fino a un palazzo per
-offrirmi come dono natalizio a un vecchio Creso, il
-quale mi regalerà un patrimonio, in contraccambio....
-Ci fo assegnamento, perchè se non mi capita
-una fortuna prima di capo d'anno, devo darmi per
-disperato.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-In quella i due ragazzi furono interrotti da Trueman
-che entrò portando trionfalmente un magnifico
-tacchino, regalo del signor Graham, e un libro per
-Gertrude, regalo d'Emilia.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, non è curioso? — esclamò la bambina. — Guglielmo
-diceva appunto che voi, zio True, siete il
-mio Santo Claus.... Pare anche a me, davvero!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Così parlando apriva il libro. E nel frontespizio
-le si presentò il ritratto del leggendario personaggio.
-Ella proruppe, giubilante:
-</p>
-
-<p>
-— O, guarda, guarda, Guglielmo, come gli somiglia!
-È tutto lui! C'è il berretto di pelliccia, e la
-pipa, e il buon viso ridente proprio come il suo....
-Ah, zio True, se soltanto aveste invece del tacchino
-e della lanterna un sacco di balocchi in ispalla, sareste
-un Santo Claus perfetto!... A proposito, per
-Guglielmo non avete nulla?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, una cosuccia... Ma temo che non gliene
-importerà molto. Non è che un bigliettino.
-</p>
-
-<p>
-— Un biglietto per me? — domandò il ragazzo. — Di
-chi può essere?
-</p>
-
-<p>
-— Questo non so dirtelo, — rispose il lampionaio
-frugando nelle capaci sue tasche. — Svoltavo il canto
-quando un uomo m'ha fermato domandandomi
-dove abita la signora Sullivan. Io gli indico la casa.
-<span class="pagenum" id="Page_110">[110]</span>
-Allora, veduto che ci abito anch'io, mi consegna
-questo pezzetto di carta, e mi prega di rimetterlo al
-signorino Guglielmo Sullivan, che, m'immagino,
-siete voi.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Guglielmo prese con una mano il biglietto e con
-l'altra l'accenditoio di True, e sollevando il foglio
-all'altezza del lume, lesse forte:
-</p>
-
-<p>
-«R. H. Clinton desidera vedere Guglielmo Sullivan
-giovedì mattina, tra le dieci e le undici, al numero
-13. Panchina....»
-</p>
-
-<p>
-Egli era sbalordito.
-</p>
-
-<p>
-— Che vorrà mai? — disse. — Io non conosco nessuno
-di questo nome.
-</p>
-
-<p>
-— So io chi è, — fece True. — È il signore che
-abita nella grande casa di pietra, in via ***; un
-riccone. Il recapito dato nel biglietto è proprio il
-suo banco....
-</p>
-
-<p>
-— Che? Il babbo di quei bellissimi bambini che
-vedevamo spesso alla finestra?
-</p>
-
-<p>
-— Precisamente.
-</p>
-
-<p>
-— O che cosa può desiderare da me?
-</p>
-
-<p>
-— Probabilmente ha bisogno de' tuoi servizi, — disse
-il vecchio.
-</p>
-
-<p>
-— Ma dunque è un posto! — gridò Gertrude. — E
-un posto buono! Santo Claus è venuto e te l'ha
-portato.... Lo dicevo io! Oh, come sono contenta!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Guglielmo tuttavia non sapeva se dovesse rallegrarsi
-o no. Gli sembrava assai strano quel messaggio
-da parte d'un signore che non lo conosceva affatto.
-Certo sarebbe stato naturale sperare con la
-sua piccola amica e con lo zio True che fosse l'alba
-d'una nuova fortuna; ma egli aveva ragioni particolari,
-da loro ignorate, per credere che di questa
-fortuna, se pur gli si offriva, non avrebbe potuto
-approfittare. E però si fece promettere da entrambi
-di non far cenno della cosa nè a sua madre, nè al
-signor Cooper.
-</p>
-
-<p>
-Il giovedì, ch'era il giorno dopo il Natale, egli si
-presentò puntualmente nel luogo indicatogli. Il signor
-Clinton, uomo di maniere finissime e d'aspetto
-benevolo, l'accolse con molta gentilezza, gli diresse
-<span class="pagenum" id="Page_111">[111]</span>
-poche domande, non chiese nemmeno se avesse raccomandazioni,
-o attestati del suo antico principale,
-ma senz'altro gli disse che aveva bisogno d'un giovanetto
-per le mansioni di secondo commesso nel
-suo banco, e gli offerse il posto. Guglielmo esitò,
-perchè quantunque l'offerta fosse molto vantaggiosa
-per il suo avvenire, non era accettabile per il presente,
-se, come pareva, il signor Clinton non gli assegnava
-uno stipendio. Questi, vedendolo titubante,
-gli domandò:
-</p>
-
-<p>
-— Forse la mia proposta non vi conviene, o avete
-già qualche impegno?
-</p>
-
-<p>
-— No, — rispose egli prontamente. — Mi dimostrate
-una gran bontà onorando me, estraneo, di
-tanta fiducia da essere disposto ad ammettermi nella
-vostra Casa, e la proposta mi giunge gradita
-quanto inaspettata; ma io, finora, avevo servito in
-un negozio di spaccio al minuto, dove percepivo un
-regolare salario sul quale mia madre e mio nonno
-facevano conto.... Certo, preferirei di gran lunga un
-banco quale il vostro, e credo, signore, che imparerei
-presto a rendermi utile: se non che, lo so,
-molti giovanetti di famiglie ricche si stimerebbero
-fortunatissimi d'essere impiegati da voi senza alcuna
-rimunerazione, e quindi io non potrei sperare
-uno stipendio, almeno per i primi anni. Comprendo
-bene che in capo a un certo tempo mi troverei compensato
-ad usura dalle cognizioni acquistate nella
-pratica degli affari mercantili: disgraziatamente
-non sono in istato di procurarmi questo vantaggio,
-più che di proseguire gli studi.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il signor Clinton sorrise.
-</p>
-
-<p>
-— Come mai, giovanotto, siete così informato di
-queste cose?
-</p>
-
-<p>
-— Ho inteso dire da parecchi ragazzi miei condiscepoli,
-ora commessi in case commerciali, che non
-ricevono paga, e ho sempre giudicato equo cotesto
-trattamento; ma per tale ragione appunto mi sono
-sentito in obbligo di contentarmi del posto che occupavo
-in una farmacia, perchè sebbene non fosse
-di mio gusto, mi dava modo di bastare a me stesso
-e di venire in aiuto a mia madre ch'è vedova, e a
-mio nonno ch'è vecchio e povero.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_112">[112]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Il vostro nonno, chi è?...
-</p>
-
-<p>
-— Il signor Cooper, sagrestano nella chiesa del
-signor Arnold.
-</p>
-
-<p>
-— Ah sì, lo conosco! — disse il signor Clinton; e
-dopo una pausa soggiunse: — Quello che avete detto,
-Guglielmo, è esattissimo: non è nostro costume
-assegnare un qualsiasi stipendio ai nostri giovani
-commessi, e ciò nonostante siamo tempestati di profferte;
-ma ho avuto ottime informazioni sul conto vostro,
-ragazzo mio (non vi dirò da qual fonte per
-quanto io vegga la vostra curiosità), e inoltre voi mi
-piacete: credo che mi servirete fedelmente. Ditemi
-dunque che cosa avevate dal signor Bray: io vi darò
-altrettanto il primo anno, e in seguito andrò aumentando
-la vostra paga, se lo meriterete. Siete contento?
-Allora potete entrare nel mio banco al principio
-del gennaio prossimo.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Guglielmo lo ringraziò il più concisamente possibile,
-e s'affrettò ad accomiatarsi.
-</p>
-
-<p>
-Il commesso principale, chino su' suoi registri,
-ascoltava il dialogo, e pensò che il ragazzo avrebbe
-dovuto esprimere maggiore riconoscenza dinanzi a
-una così insolita generosità. Ma il negoziante, osservando
-Guglielmo mentre gli parlava, ben aveva
-scorto nei mutamenti del suo viso il succedersi della
-maraviglia allo scoramento, e della speranza, della
-gioia alla maraviglia; una gioia piena di gratitudine
-sincera e così profonda che, egli lo comprendeva,
-non trovava parole per manifestarsi. E s'era
-ricordato del tempo in cui, giovanetto e figlio unico
-di una povera vedova, egli era venuto solo nella
-grande città, in cerca d'un impiego, e trovatolo dopo
-lunghi stenti, aveva subito scritto alla mamma per
-dirle che sperava di poter presto guadagnare abbastanza
-da provvedere a sè ed a lei.
-</p>
-
-<p>
-Da vent'anni cresceva l'erba sulla tomba ove ella
-dormiva l'eterno sonno, laggiù nella lontana campagna
-natia, e la faccia del negoziante era solcata
-dalle rughe che vi avevano impresse i pensieri e le
-cure; ma quando, ritornato a sedere, egli tracciò
-quasi inconsciamente su un foglio bianco, con la
-penna asciutta, le parole: «Cara mamma», ella rivisse
-per lui e rivisse egli stesso nella propria giovinezza.
-<span class="pagenum" id="Page_113">[113]</span>
-Quelle parole invisibili incominciavano la
-lettera che le recava la buona novella.
-</p>
-
-<p>
-No, Guglielmo non era ingrato, altrimenti non
-avrebbe destato nel signor Clinton i ricordi del tempo
-in cui il suo cuore provava le stesse commozioni.
-</p>
-
-<p>
-E tutte le madri che hanno pianto e pregato e ringraziato
-Dio ricevendo simili notizie da figliuoli teneramente
-amati, possono intendere qual fosse la
-felicità della buona piccola signora Sullivan quando
-Guglielmo le annunziò l'insperata fortuna. Il signor
-Cooper e Gertrude hanno pure i loro prototipi
-in tanti vecchi ne' cui occhi smorti e stanchi si riaccende
-il bagliore della speranza, che sebbene sia
-stata fallace per essi, vagheggiano ancora per i nipotini;
-in tante sorelline superbe e liete di vedere il
-nobile fratello apprezzato alfine dagli altri come fu
-sempre da loro. Nè in tali occasioni deve mancare
-l'amico cordiale che, come il bravo True, entra d'improvviso
-e battendo una spalla al ragazzo esclama:
-</p>
-
-<p>
-— Avevo ragione, io? Non c'era bisogno che si
-rammaricassero tanto, i tuoi.... Glielo dicevo sempre
-al nonno che le cose si sarebbero accomodate, e
-bene!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ma un punto rimaneva misterioso. Da chi il signor
-Clinton aveva udito parlare di Guglielmo? La
-signora Sullivan passò in rivista le sue non numerose
-conoscenze, e fece mille supposizioni, una più
-inverosimile dell'altra. E però, visto che il congetturare
-non serviva a nulla, finirono con l'attribuire,
-come Gertrude, tutto il merito a Santo Claus.
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XV.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Rinnovi in cielo il dì l'usato corso</p>
-<p>O avvolta d'ombra la notte silente</p>
-<p>Vigili sulla terra, ella paziente</p>
-<p>E fida attende all'opera pietosa</p>
-<p>Di lenire la pena sua angosciosa</p>
-<p>E nel bisogno porgergli soccorso.</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Blacklock.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-— Sarei curiosa di sapere, — diceva la signorina
-Peekout appoggiando le mani al davanzale per sporgersi
-meglio, e guardando su e giù per la strada,
-<span class="pagenum" id="Page_114">[114]</span>
-occupazione a cui soleva dedicare dieci minuti dopo
-rigovernato gli utensili della colazione e prima di
-preparar la sua «lampada solare» — sarei curiosa
-di sapere chi sia quella ragazzina snella che passa
-di qui tutte le mattine conducendo a braccetto quel
-vecchio cadente. Li vedo sempre a quest'ora quando
-il tempo è buono e si cammina bene. È una cara
-creatura, senza dubbio, e dev'essere molto affezionata
-al pover'uomo.... probabilmente suo nonno. Ho
-osservato che ha cura di lasciargli la miglior parte
-del marciapiede, e vigila ogni suo passo; cosa necessaria,
-del resto, perchè lui vacilla ch'è una passione.
-Poverina, è pallida, e tutt'ansiosa.... Chi sa
-se assiste il vecchio lei sola?... Sarei curiosa....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ma la coppia è già fuori della sua veduta ed ella
-va a vedere se la lampada solare ha bisogno d'una
-calza nuova.
-</p>
-
-<p>
-— Sarei curiosa di sapere, — diceva la signora
-Grumble, seduta a una finestra d'una casa un po' più
-in là nella stessa via — se nel caso ch'io fossi un
-giorno vecchia ed inferma — (la signora Grumble
-passava i settanta ma non soffriva finora d'altra infermità
-che il suo temperamento irascibile) — qualcuno
-m'assisterebbe e si prenderebbe cura di me
-come quella figliuola lì del suo nonno! Mai e poi
-mai, ci scommetto! Che pazienza, per una bambina!
-Chi può essere?
-</p>
-
-<p>
-— Guarda, Bella! — diceva una fanciulla ad
-un'altra con la quale si recava a scuola passando
-per quella strada, dove si tenevano dalla parte dell'ombra. — Ecco
-là il vecchio e la ragazzina che incontriamo
-ogni giorno.... Come puoi dire che non è
-carina? Io l'ammiro!
-</p>
-
-<p>
-— Oh, tu, Rina, hai la particolarità d'ammirare
-ciò che a tutti gli altri pare orribile!
-</p>
-
-<p>
-— Orribile!. — esclamò Rina indignata. — Tutt'altro!
-Osserva ora quando l'incontriamo, quanto è dolce
-l'espressione del suo viso nell'atto di guardare il
-vecchio e di parlargli! Sarei curiosa di sapere che
-cos'ha quel disgraziato.... Vedi come gli trema il
-braccio? Quello che appoggia sul braccio di lei....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Le due coppie s'incontrano, quasi sfiorandosi, passano,
-in silenzio.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_115">[115]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Ebbene, non è forse simpaticissima? — domanda
-Rina, vivamente, non appena sicura di non essere
-udita.
-</p>
-
-<p>
-— Ha begli occhi, — risponde Bella — ma non
-c'è in lei nient'altro di notevole. Sarei curiosa di
-sapere come sopporta la noia di passeggiare con
-quel vecchio che si trascina a stento, pesandole sul
-braccio e tremando per modo che appena si regge....
-E incontro al sole che la ferisce proprio in faccia....
-Ah, io non lo farei per nulla al mondo!
-</p>
-
-<p>
-— Oh, Bella! Come hai cuore di parlare così? Io
-lo compiango il poveretto, immensamente!
-</p>
-
-<p>
-— Dio buono, a che giova il compianto? Se tu ti
-metti a compiangere tutti, non avrai da far altro
-dalla mattina alla sera. — Bella s'interruppe e urtò
-il gomito alla compagna: — Guarda lì, Guglielmo
-Sullivan, il commesso del babbo.... O non è una bellezza?
-Aspetta, voglio fermarlo.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ma innanzi ch'ella giungesse a rivolgergli la parola,
-Guglielmo, il quale camminava prestissimo,
-l'oltrepassò salutandola con un inchino e un garbato:
-«Buon giorno, signorina Isabella!» e s'allontanò
-rapidamente.
-</p>
-
-<p>
-Quando la vezzosa Isabella si fu riavuta dallo
-stupore e dal dispetto che l'avevano ammutolita,
-non era più il caso di richiamarlo.
-</p>
-
-<p>
-— Gentilissimo! — ella mormorò.
-</p>
-
-<p>
-— Vedi, vedi, — fece Rina che s'era voltata a guardare
-indietro — ha raggiunto il vecchio e la simpatica
-bambina. Oh, prende l'altro braccio dell'infermo....
-e proseguono tutti e tre insieme.... Non è una
-singolare coincidenza?
-</p>
-
-<p>
-— Io non ci veggo nulla di singolare, — disse Bella,
-un po' seccata. — Suvvia, allunghiamo il passo,
-o arriveremo a scuola in ritardo!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Lettore! Sei anche tu «curioso di sapere» chi siano
-quel vecchio e quella ragazzina? O hai già ravvisato
-True Flint e Gertrude? Il povero True non
-è più il forte e coraggioso protettore della debole
-creatura derelitta. Le parti sono invertite. Egli è
-stato colpito da paralisi. Il suo vigore se n'è ito,
-non gliene resta nemmeno tanto da camminar solo.
-Sta tutto il giorno a sedere nel suo seggiolone o
-<span class="pagenum" id="Page_116">[116]</span>
-sulla vecchia panca, salvo quando esce a passeggiare
-con la sua figliuola adottiva. Il colpo fu improvviso,
-e atterrò l'uomo robusto, lo lasciò debole
-come un fanciullo. E la piccola estranea, l'orfanella
-che, malata, abbandonata, priva del necessario,
-aveva trovato in lui un babbo e una mamma,
-ora per lui è tutto: il suo sostegno, la sua speranza,
-il suo conforto. Durante i quattro o cinque anni che
-egli ha amorosamente coltivato quella gracile pianticella,
-ella ha acquistato forza per il tempo in cui
-doveva esser egli a sua volta bisognoso d'appoggio
-e trovarlo in lei. Quel tempo è venuto, ahimè, troppo
-presto; ella era pronta e ha risposto all'appello.
-Con la semplicità e l'ardore d'una bambina, ma con
-la fermezza, la perseveranza, la capacità d'una donna,
-la piccola Gertrude presta da mane a sera, infaticabile,
-la sua opera d'infermiera fedele, di diligente
-massaia in servigio del suo primo, del suo
-più caro amico. Sempre al suo fianco, sempre attenta
-ad ogni suo bisogno, ella tuttavia riesce miracolosamente
-a fare molte cose, senza ch'egli pur
-se n'avvegga. Come l'ottimo uomo aveva predetto,
-ella è davvero ne' suoi vecchi giorni la benedizione
-di Dio incarnata che gl'illumina e fiorisce di gioie
-soavi fino il sentiero della tomba.
-</p>
-
-<p>
-Se l'infermità privava Trueman dell'uso delle
-membra, aveva per fortuna risparmiato la sua mente,
-ch'era lucida e serena come sempre: e il pio cuore
-si riposava, con umile fiducia, in quel Dio di cui
-egli riconosceva l'amore e la presenza, in cui sperava
-così fermamente, che nell'amarezza di quella
-prova poteva sottomettersi appieno e ripetere: «Sia
-fatta la tua volontà e non la mia!»
-</p>
-
-<p>
-Coloro che tutti i giorni notavano l'invalido e la
-sua piccola custode, e si maravigliavano della devozione,
-dell'abnegazione di quella fanciulletta, erano
-lungi dal comprendere i sentimenti d'affetto e di
-gratitudine ond'era animata Gertrude, dall'immaginarsi
-qual contentezza fosse la sua nel sostenere,
-nell'aiutare l'amato suo benefattore. Meno ancora
-la superbiosa che si sarebbe vergognata di passeggiare
-col vecchio paralitico, intuiva qual fosse il suo
-orgoglio. Come poteva ella credere che la ragazzina
-<span class="pagenum" id="Page_117">[117]</span>
-che avrebbe compianta, se avesse trovato tempo di
-compiangere qualcuno, si sentiva colmare il cuore
-della più viva, della più nobile sodisfazione provata
-in vita sua, quando porgeva l'appoggio del suo braccio
-al vecchio tremulo, ed era per lei una gloria
-portare quella croce?
-</p>
-
-<p>
-Il mondo esteriore le era indifferente. Non si curava
-dei commenti della gente oziosa, curiosa, vana.
-Non viveva ora che per True; per meglio dire viveva
-<i>in lui</i>, tanto esclusivamente pensava a consolarlo, a
-prolungare e allietare i suoi giorni.
-</p>
-
-<p>
-Da due mesi soltanto egli versava in così affliggenti
-condizioni. Già prima la sua salute aveva cominciato
-a declinare, ma era sempre in grado d'attendere
-al suo lavoro quotidiano, finchè una mattina
-di giugno Gertrude, entrando nella sua camera,
-vide con maraviglia che non s'era levato quantunque
-fosse molto più tardi dell'ora consueta. Accostatasi
-al suo letto domandandogliene il perchè, s'accòrse
-ch'egli aveva un aspetto strano e non poteva
-risponderle. Sbalordita e spaventata, chiamò la signora
-Sullivan. Fu mandato per un medico. Questi
-dichiarò ch'era un attacco di paralisi, molto grave.
-Parve infatti per qualche giorno che True dovesse
-soccombervi: ma poi andò migliorando. Ricuperò la
-favella, e in capo a due settimane fu in istato di
-camminare con l'aiuto di Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-Il dottore aveva raccomandato quanto più moto
-fosse possibile senza stancarlo, e però tutte le mattine,
-innanzi le ore calde, se il tempo era buono, ella
-si presentava vestita di tutto punto e in cappellino,
-per condurlo a fare quella passeggiata con cui attiravano
-inconsapevolmente tanta attenzione.
-</p>
-
-<p>
-La piccola massaia, approfittando di questa opportunità
-faceva la spesa, a fine di non dover poi uscire
-un'altra volta e lasciare l'infermo solo, cosa che
-evitava se non v'era costretta. Così la mattina che
-Guglielmo li aveva raggiunti a gran dispetto di Bella,
-si diressero accompagnati da lui alla bottega di
-commestibili dove solevano provvedersi delle cose
-necessarie. Il giovanotto fece sedere comodamente
-True, e proseguì verso la panchina ***, mentre Gertrude
-andava al banco a contrattar gli acquisti per
-<span class="pagenum" id="Page_118">[118]</span>
-il desinare. Comprò un pezzo di vitello da fare un
-buon brodo, gettò uno sguardo di desiderio su certi
-panieri di legumi scelti, e si voltò in là, con un sospiro.
-Ella aveva in mano la borsa contenente tutto
-il loro denaro; la teneva lei da alcune settimane, e
-la sentiva ogni giorno più leggera: sicché sapeva
-bene che alle primizie non bisognava pensarci, e sospirava
-ricordando con quale piacere lo zio True
-mangiava i pisellini novelli, l'anno scorso....
-</p>
-
-<p>
-— Quant'è la carne? — ella domandò al rubicondo
-macellaro che la stava involtando in un foglio.
-</p>
-
-<p>
-Egli disse quanto. Era <i>poco, tanto poco</i> che a Gertrude
-sembrò che quell'uomo avesse veduto dentro
-la sua borsa, e anche dentro il suo pensiero, e sapesse
-come sarebbe contenta che non costasse di
-più. Mentre le dava il resto, egli si chinò sul banco,
-e le chiese sottovoce che genere di cibi convenisse
-al signor Flint.
-</p>
-
-<p>
-— Qualunque cibo sano, dice il medico, — ella rispose.
-</p>
-
-<p>
-— Credete dunque che mangerebbe un po' di pisellini?
-Ne ho di prima qualità, arrivati freschi freschi
-dalla campagna, e se gli piacciono, ve ne manderò
-volentieri. Il mio garzone deve portarne in
-giro mezzo staio.... Metterò nello stesso paniere anche
-la carne.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, grazie, — fece Gertrude — gli piacciono
-moltissimo!
-</p>
-
-<p>
-— Benone, benone. Vedrete che bellezza!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ed egli si volse a un'altra avventora così prontamente
-da lasciar credere a Gertrude che non si fosse
-potuto avvedere del rossore che le saliva alle gote,
-delle lacrime che le spuntavano negli occhi. Ma egli
-<i>se n'era avveduto</i>, e appunto per questo aveva avuto
-tanta fretta di servire l'altra.... Era un gran brav'uomo
-quel rubicondo macellaro!
-</p>
-
-<p>
-True conservava un ottimo appetito. Egli gustò e
-lodò assai il desinaretto, e dopo aver mangiato abbondantemente,
-s'addormentò nel suo seggiolone.
-</p>
-
-<p>
-Nell'atto che si destava, Gertrude balzò al suo
-fianco, gridando:
-</p>
-
-<p>
-— Zio True, c'è la signorina Emilia!... La buona
-signorina Emilia che viene a farvi una visita!
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_119">[119]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Iddio vi benedica, mia cara signorina! — disse
-il vecchio tentando di rizzarsi per muoverle incontro.
-</p>
-
-<p>
-— Non vi rizzate, no, ve ne prego! — esclamò la
-giovane cieca il cui raffinato orecchio aveva percepito
-la sua mossa. — A quanto mi dice Gertrude
-temo che vi sia penoso.... Figliuola, portami una seggiola
-accanto allo zio True....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ella s'accostò al paralitico, gli prese la mano, e
-parve oltremodo turbata nel sentirla tremare così.
-</p>
-
-<p>
-— Ah, signorina Emilia, — egli disse — non sono
-più l'uomo che ero quando vi parlai ultimamente....
-Il Signore mi ha mandato un avviso, e devo dispormi
-a partirmene dà questo mondo!
-</p>
-
-<p>
-— Mi duole assai di non aver saputo nulla della
-vostra malattia, — disse la visitatrice. — Sarei venuta
-prima a trovarvi.... Ma ho avuto la notizia
-soltanto oggi.... Stamani Giorgio, il servitore di mio
-padre, vi ha visto in una bottega con Gertrude, e
-me l'ha detto non appena ritornato di città. Cotesta
-bambina doveva pur scrivermi un rigo....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude stava ritta presso il vecchio accarezzando
-con le dita sottili le sue ciocche grige. Egli, all'udire
-Emilia menzionarla, si voltò verso di lei e
-la guardò.... Ah, quale sguardo d'amore! Mai Gertrude
-potè scordarlo.
-</p>
-
-<p>
-— Cara signorina, — rispose True — non era necessario
-disturbare nessuno. Dio stesso ha provveduto.
-Tutti insieme i dottori e tutte le infermiere
-del paese, non avrebbero fatto per me la metà di
-quello che ha saputo fare questa mia piccina. Cinque
-anni sono, quando me la portai a casa, povera
-scricciola, scalza e livida dal freddo, quando, in questa
-medesima stanza, me la reggevo sulle braccia,
-notte e giorno, malata, quasi morente, non mi sarei
-immaginato che verrebbe così presto la sua volta.
-No, signorina Emilia, non mi sarei immaginato
-che il Signore mi abbatterebbe così profondamente,
-che quei piedini correrebbero tanto di qua e di là per
-servirmi, che quelle manine verrebbero nelle tristi
-notti ad accomodare i miei guanciali, che il giorno
-camminerei appoggiato al suo debole braccio.... Davvero
-le vie di Dio non sono le nostre vie, nè i suoi
-pensieri come i nostri pensieri.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_120">[120]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Oh, zio True, — disse Gertrude — io non fo
-molto per voi! Vorrei fare assai più, vorrei ridarvi
-la vostra forza.
-</p>
-
-<p>
-— Per questo mondo non è più possibile.... Ma tu
-mi dài ben altra forza che quella del corpo.... Ah,
-signorina Emilia, — proseguì rivolto alla fanciulla
-cieca — a voi dobbiamo ogni nostro bene! Io amavo
-il mio uccellino, ma ero uno sciocco e non sarei riescito
-che a viziarlo. Invece voi sapevate quello che
-ci voleva per il suo meglio e per il mio. Voi avete
-fatto di lei ciò ch'è adesso: uno degli agnelli di Cristo,
-un'ancella del Signore. Se qualcuno m'avesse
-detto sei mesi addietro ch'io sarei divenuto un povero
-invalido, inchiodato in una poltrona, senza sapere
-chi provvederebbe al necessario per me e per
-il mio uccellino caro, avrei risposto che non è possibile
-sopportare con pazienza una tal sorte, e il
-cuore mi sarebbe venuto meno. Ma ho imparato una
-gran lezione da questa bambina! Dopo l'attacco,
-appena ebbi ricuperato la parola, e potei esprimere
-le idee che mi venivano alla mente, turbato com'ero
-pensando al mio caso e alle condizioni di Gertrude
-che non aveva più chi lavorasse per lei, tanto turbato
-da sentirmi peggio, dissi gemendo: «E che faremo
-ora?... Che faremo?» Ed essa mi sussurrò
-nell'orecchio: «Dio avrà cura di noi, zio True.»
-E quando, dimenticata quella sua risposta, domandai
-un'altra volta: «Chi ci nutrirà ora, chi ci vestirà?»
-essa di nuovo disse: «Provvederà il Signore!»
-Una notte, nel più profondo della mia angoscia,
-crucciandomi per la mia piccina, esclamai:
-«Se io muoio, chi s'occuperà di Gertrude?» E la
-cara creatura ch'io credevo a letto, bene addormentata,
-posò la testa accanto alla mia, e rispose: «Zio
-True, la sera ch'io fui messa fuori nella strada
-buia, ed abbandonata là, sola, senza più casa, senza
-un amico al mondo, il nostro Padre Celeste vi
-mandò in mio soccorso; così se mai volesse chiamarvi
-a Sè e non prendere me pure, mi manderà
-qualcun altro per sostenermi durante il tempo ch'io
-devo restare ancora quaggiù.» Da quel momento,
-signorina Emilia, ho cessato di disperarmi. Le sue
-parole e i santi insegnamenti della Bibbia ch'ella
-<span class="pagenum" id="Page_121">[121]</span>
-mi legge tutti i giorni, hanno penetrato il mio cuore,
-e sono in pace.
-</p>
-
-<p>
-«Io pensavo sempre che se fossi vissuto e rimasto
-sano e forte, Gertrude avrebbe potuto frequentare
-la scuola e istruirsi, giacchè ha una grande inclinazione
-allo studio, e impara con molta facilità. È
-una bambina piuttosto gracile; e poi, non pare proprio
-fatta per i lavori grossolani e faticosi, perciò
-mi dispiaceva troppo l'idea che avesse a guadagnarsi
-la vita duramente. Speravo di vederla diventare
-maestra di scuola come la signorina Browne,
-o qualche cosa di simile.... Ma adesso non mi tormento
-più. Sono persuaso che, come dice lei, tutto
-avviene per il nostro meglio, perchè altrimenti non
-avverrebbe.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude che, mentre egli parlava, aveva tenuto
-la faccia nascosta contro la sua spalla, alzò la testa
-e disse, risolutamente:
-</p>
-
-<p>
-— Zio True, io mi sento capace di fare qualsiasi
-lavoro materiale, o quasi. Per esempio, la signora
-Sullivan dice ch'io cucio molto bene; potrei far la
-sarta o la modista. Questi non sono mestieri faticosi.
-</p>
-
-<p>
-— Signor Flint, — domandò Emilia — affidereste
-volentieri a me la vostra bambina? Se Dio vi separasse
-da lei, la credereste sicura sotto la mia custodia?
-</p>
-
-<p>
-— Oh, signorina Emilia! — esclamò l'infermo. — Come
-non la crederei sicura sotto la custodia d'un
-angelo? E voi....
-</p>
-
-<p>
-— No, non dite questo, — interruppe ella — o
-mi periterò d'assumere un impegno così solenne. So
-purtroppo che la mia cecità, la mia debole salute,
-la mia inesperienza, mi rendono poco atta ad incaricarmi
-d'una bambina come Gertrude. Ma poichè
-voi approvate l'istruzione che le ho dato finora, e,
-per bontà vostra, mi tenete in miglior concetto ch'io
-non meriti, almeno sarete certo del mio sincero desiderio
-d'esserle utile. E s'è un conforto per voi il
-sapere che in caso di vostra morte io sarò lieta di
-prenderla meco, d'aver cura della sua educazione,
-e di provvedere a lei finchè io viva, abbiatevi la mia
-formale promessa — e così dicendo pose la sua destra
-<span class="pagenum" id="Page_122">[122]</span>
-su quella di True — che questo sarà fatto e
-che m'adoprerò con tutte le mie forze perchè ella sia
-felice.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il primo impulso di Gertrude fu di slanciarsi verso
-Emilia e gettarle le braccia al collo, ma la rattenne
-nell'atto la vista di True che piangeva come
-un fanciullo. Ella fece posare la testa del vecchio
-sul suo seno e asciugò con la mano le lacrime che
-gli sgorgavano dagli occhi: lacrime di gioia però,
-della gioia che lo soverchiava in quel suo stato di
-debolezza, di prostrazione.
-</p>
-
-<p>
-La proposta della signorina Graham gli giungeva
-così inopinata e di tanto superava le sue aspettazioni,
-da sembrargli una speranza troppo bella perchè
-osasse affidarvisi: e ad un tratto un dubbio gli
-balenò, ed accrebbe la sua trepidanza:
-</p>
-
-<p>
-— Ma vostro padre! — disse esitando. — Il signor
-Graham! Egli ha le sue idee particolari, le sue consuetudini,
-e non è più giovane.... Ho gran paura
-che non gli garberà avere in casa una bambina....
-</p>
-
-<p>
-— Mio padre è molto indulgente con <i>me</i>, — rispose
-Emilia. — Certo non vorrà opporsi a un disegno
-che mi sta a cuore. Io mi sono affezionata a
-Gertrude; la sua presenza mi sarebbe utile e vi troverei
-un conforto. Mi confido, signor Flint, che voi
-riacquisterete, almeno in parte, la salute e le forze,
-e rimarrete con lei ancora molti anni: ma affinchè
-non siate in ansia per la sua sorte, colgo quest'occasione
-d'assicurarvi che s'io vi sopravvivo la mia
-casa sarà la sua.
-</p>
-
-<p>
-— Ah, signorina Emilia! — esclamò il vecchio — il
-mio tempo quaggiù è finito, lo sento; e giacchè volete
-incaricarvi di questa creatura, sarete presto
-chiamata a compiere la vostra opera di carità. Ricordo
-com'ero turbato il giorno dopo ch'io me l'ebbi
-portata qui, pensando che forse non ero capace
-d'educarla, e non avevo la possibilità di tenerla ammodo.
-E voi, cara signorina, ricordate che mi diceste
-per incoraggiarmi? «Avete fatto bene,» mi
-diceste, «e il Signore vi benedice e vi ricompenserà.»
-Quante volte da allora ho ripetuto in cuor
-mio che le vostre parole erano state una vera profezia,
-che il Signore stesso ve le aveva ispirate! Ed
-<span class="pagenum" id="Page_123">[123]</span>
-ora che voi vi proponete di prendere il mio posto
-perchè Egli mi chiama a Sè, e ch'io vedo più chiaramente
-che mai le sue vie, <i>vi dico a mia volta</i>,
-signorina Emilia: «Fate bene!» E se Dio vi ricompensa
-come ha ricompensato me, verrà il giorno
-che l'amore e la gratitudine di questa orfanella vi
-ripagheranno di ciò che avrete fatto per lei.... Gertrude?
-</p>
-
-<p>
-— Non è qui, — disse la cieca — l'ho udita correre
-nella sua camera.
-</p>
-
-<p>
-— Povero uccellino! — fece True. — Non le piace
-sentirmi parlare del momento che dovrò lasciarla.
-Mi rattrista il pensiero della sua desolazione. Mi
-par di vederla struggersi il cuore in lacrime dietro
-il suo vecchio zio. Basta, non importa. Io volevo
-raccomandarle d'essere una buona figliuola per voi,
-ma credo che non ci sia bisogno di raccomandazioni....
-Le dirò quando torna quel che ho da dirle.
-Addio, cara signorina, — egli soggiunse, poichè
-Emilia s'era rizzata e Giorgio, il servitore, l'aspettava
-sulla soglia — se non vi rivedo più, sappiate
-che voi avete reso un povero vecchio tanto felice, da
-non lasciargli nulla da desiderare sulla terra, e che
-portate con voi la benedizione d'un morente. Vi conceda
-Iddio di finire i vostri giorni in perfetta pace
-come io finisco i miei!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Quella sera, quando Trueman si fu coricato, e che
-Gertrude ebbe finito di leggergli secondo il consueto
-qualche pagina della sua piccola Bibbia, egli, chiamatala
-al suo capezzale, la pregò, come spesso faceva
-ultimamente, di ripetere la preghiera per i
-malati, da lui prediletta.
-</p>
-
-<p>
-Ella s'inginocchiò, e con solenne e commovente ardore
-sodisfece alla sua richiesta.
-</p>
-
-<p>
-— E adesso, tesoro, la preghiera per i moribondi....
-Ce n'è una, non è vero, nel tuo libriccino?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude tremò. Sì, <i>c'era</i>, e bellissima. La pensosa
-fanciulla, cui l'idea della morte era familiare, la
-sapeva a memoria. Ma come avrebbe potuto proferirne
-ad alta voce le parole senza tradire la commozione
-che la scoteva tutta? Eppure doveva provarvisi.
-Lo zio True desiderava udirla, e sarebbe
-stato un conforto per lui. Concentrando tutta la propria
-<span class="pagenum" id="Page_124">[124]</span>
-energia, dominandosi con uno sforzo, ella incominciò,
-e guadagnando vigore man mano che proseguiva,
-arrivò fino in fondo. Due o tre volte la voce
-le fallì, soffocata nel nodo che le serrava la gola,
-ma subito, per un nuovo sforzo della volontà, risonò
-tanto limpida e calma, che la divozione dell'infermo
-non fu disturbata dal dolore della sua bimba diletta.
-Fortunatamente egli non poteva sentire i palpiti
-del piccolo cuore spasimante che minacciavano
-di spezzarlo.
-</p>
-
-<p>
-Recitata la preghiera, ella rimase in ginocchio,
-accanto al letto, con la faccia nascosta nelle coperte.
-Non era in grado di rizzarsi. Per qualche minuto
-un silenzio solenne regnò nella stanza. Poi il
-vecchio le posò una mano sul capo.
-</p>
-
-<p>
-Ella alzò gli occhi verso di lui, ed egli disse:
-</p>
-
-<p>
-— Tu ami la signorina Emilia, non è vero, uccellino
-mio?
-</p>
-
-<p>
-— Oh, sì, molto!
-</p>
-
-<p>
-— Mi prometti d'essere una buona figliuola per
-lei quando io me ne sarò andato?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude ruppe in singhiozzi.
-</p>
-
-<p>
-— O zio True, non mi lasciate! <i>Caro, caro</i> zio
-True, io non posso vivere senza di voi!
-</p>
-
-<p>
-— Dio vuole ch'io vada a Lui, Gertrude. Egli è
-stato sempre buono con noi, e non dobbiamo ora
-dubitare della Sua bontà. La signorina Emilia può
-fare per te più ch'io non potessi. Tu con lei sarai
-felice.
-</p>
-
-<p>
-— No, no! Mai più non sarò felice in questo mondo!
-Non fui mai felice prima d'esser venuta a stare
-con voi! E se voi morite, desidero di morire anch'io....
-</p>
-
-<p>
-— Tu non devi desiderare questo, mio tesoro: sei
-giovane, e il tuo dovere è di compiere sulla terra il
-tempo che t'è assegnato procurando di fare il bene.
-Io sono vecchio, e oramai non altro che un peso
-inutile....
-</p>
-
-<p>
-— Non lo dite, zio True, non lo dite! Voi non siete,
-non potete essere di peso a nessuno. Vorrei io
-piuttosto non aver cagionato tanto incomodo a voi....
-</p>
-
-<p>
-— Al contrario, uccellino, Dio sa che tu sei stata
-tutti questi anni la gioia del mio cuore. Ciò che mi
-<span class="pagenum" id="Page_125">[125]</span>
-affligge è il vederti adesso sempre sacrificata qui in
-casa a sfaticare invece d'andar a scuola. Ma quaggiù,
-noi dipendiamo gli uni dagli altri.... in primo
-luogo da Dio.... e poi gli uni dagli altri.... E questo
-mi rammenta le cose che ho da dirti. Io sento che
-il Signore mi chiamerà presto, assai più presto che
-tu non creda. E tu allora piangerai e sarai oltremodo
-afflitta, senza dubbio.... Ma la signorina Emilia
-ti prenderà seco, e ti dirà parole sante che ti
-conforteranno, ti dirà come ci rivedremo e saremo
-felici in un mondo migliore; dove non ci separeremo
-più.... Anche Guglielmo farà tutto il suo possibile
-per consolarti nel tuo dolore.... E, col tempo, sorriderai
-di nuovo.... Da principio, ed a lungo forse,
-tu sarai a carico della signorina Emilia che avrà
-da pensare a tutto per te: scuola, vestiario, e via
-dicendo. Ebbene, questo ti voglio dire: lo zio True
-s'aspetta che tu ti comporti con lei da buona figliuola,
-e l'obbedisca sempre. E quando sarai più grande
-forse potrai fare a tua volta qualche cosa per provarle
-la tua gratitudine. Ella è cieca, e i tuoi occhi
-dovranno essere i suoi: non è robusta, e tu dovrai
-essere il suo sostegno come sei stata il mio. Se tu
-sarai buona e paziente, Gertrude, Dio ti darà la
-pace e la serenità dell'anima per aver fatto quanto
-potevano le tue forze, in pro degli altri. E quando
-avrai qualche dispiacere (nessuno ne va esente) ricordati
-dello zio True che ti diceva in questi casi:
-«Su, allegri, uccellino, perchè a parer mio tutto
-finirà bene!» Andiamo, non addolorarti ora: va' a
-letto, cara.... E domani faremo una bella passeggiatina;
-sai che Guglielmo verrà con noi....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude si fece cuore per amor suo, e andò a coricarsi.
-Stette qualche ora vegliando, ma alfine cadde
-in un sonno profondo e non si destò fino a giorno.
-</p>
-
-<p>
-Sognò ch'era già il mattino e che lei, lo zio True
-e Guglielmo facevano una passeggiata deliziosa; lo
-zio True aveva ricuperato la salute e le forze, camminava
-con passo fermo, gli occhi gli brillavano;
-Guglielmo e lei erano felici e ridenti.
-</p>
-
-<p>
-E mentre ella sognava il suo bel sogno, ed era
-tanto lontana dal pensare che mai più non avrebbe
-calcato a fianco del suo primo amico le vie terrestri,
-<span class="pagenum" id="Page_126">[126]</span>
-il messaggero venne, un dolce e tacito messaggero,
-e nella quiete della notte avvolgente il mondo
-sopito, prese l'anima del buon True e la portò a Dio!
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XVI.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Le stelle son magioni edificate</p>
-<p>Da natura, ove forse la celeste</p>
-<p>Lor dimora hanno l'anime beate</p>
-<p>Nella luce immortal che le riveste.</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Wordsworth.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Sono trascorsi due mesi dalla morte di True, e da
-otto giorni Gertrude è stabilita in casa del signor
-Graham.
-</p>
-
-<p>
-Emilia aveva saputo per mezzo d'un giornale la
-notizia della perdita che così improvvisamente colpiva
-la bambina. Senz'indugio comunicò allora a
-suo padre il suo desiderio e i suoi propositi rispetto
-all'orfanella, ed egli non vi si oppose. Le fece però
-notare gl'inconvenienti che avrebbe cagionato in
-quel momento la venuta di questa alla villa, posto
-che erano in procinto di partire per una visita a
-parenti dimoranti in un paese lontano, e non sarebbero
-ritornati che quasi al tempo di rientrare in
-città per l'inverno. Emilia comprese la giustezza
-dell'obiezione. Invero la signora Ellis restava a custodia
-della casa, ma ella ben sapeva che quand'anche
-avesse acconsentito ad occuparsi di Gertrude
-durante la loro assenza, era la persona meno atta
-a consolarla nella sua afflizione.
-</p>
-
-<p>
-Questo pensiero la turbava considerandosi ella
-oramai come l'unica tutela di quell'orfana, e si doleva
-in cuor suo d'essere così inopportunamente costretta
-a un insolito viaggio. Ma non c'era rimedio:
-il signor Graham aveva divisato di farlo, ed ella
-doveva guardarsi dal contrariare la sua intenzione
-perchè la presenza della piccola Gertrude non riuscisse,
-proprio da bel principio, importuna e sgradita,
-E la mattina dopo il suo colloquio col padre,
-si recò in città, assai perplessa circa il modo di regolarsi
-in quelle imprevedute circostanze.
-</p>
-
-<p>
-Era una domenica, ma Emilia aveva uno scopo
-<span class="pagenum" id="Page_127">[127]</span>
-di carità e d'amore, che non ammetteva dilazioni.
-Un'ora innanzi l'uffizio del mattino, la signora Sullivan,
-affacciata alla finestra che dava sulla strada,
-vide fermarsi alla porta di casa la carrozza del signor
-Graham. Ella corse incontro alla giovane cieca,
-e con la gentilezza e la bontà in lei naturali la
-condusse nel suo modesto ma pulitissimo salotto, la
-fece sedere in una comoda poltrona, le mise in mano
-un ventaglio, (era una giornata caldissima) poi le
-disse quanto lieta, grata, fosse della sua visita, e
-quanto le dispiacesse che appunto Gertrude non si
-trovasse in casa.
-</p>
-
-<p>
-— E dov'è? — domandò Emilia, maravigliata.
-</p>
-
-<p>
-— È uscita a passeggiare col mio Guglielmo, — rispose
-la signora Sullivan.
-</p>
-
-<p>
-Molte altre domande seguirono a quella, da parte
-della visitatrice, e la buona donnina raccontò tutta
-la lunga e commovente storia del disperato dolore
-di Gertrude, dolore inconsolabile, e tanto profondo
-da farle temere ch'ella ne morisse.
-</p>
-
-<p>
-— Io non potevo nulla, con lei. Durante la settimana
-scorsa passò le giornate seduta sul suo panchetto
-davanti alla poltrona dello zio True, con la
-testa sul cuscino, e non c'era caso d'indurla a levarsi
-di lì e a mangiare qualche cosa. Quando le
-parlavo sembrava che non udisse: s'io tentavo di
-smuoverla a forza non si dibatteva, (era sempre
-tranquilla), ma mi si abbandonava tra le braccia
-come un corpo morto; e non osavo costringerla a
-venire nel mio quartierino benchè sapessi che il mutar
-luogo le avrebbe giovato. Se non ci fosse stato
-Guglielmo, io non so davvero come avrei fatto con
-quella povera creatura; era una gran pena! Ma lui
-sa maneggiarla molto meglio di me. Nelle ore che
-è in casa, adesso va benino. Figuratevi, se la piglia
-in collo, perchè è forte quel ragazzo, e lei è leggera
-come una piuma, la porta in un'altra stanza o fuori
-nella corte, e trova sempre la maniera di rasserenarla,
-ch'è una maraviglia. La persuade a mangiare,
-la conduce a far una lunga passeggiata tutte
-le sere, quando ritorna dal magazzino. Ieri andarono
-fin oltre il ponte di Chelsea, dove si gode l'aria buona
-e il fresco, e pare che fosse riuscito a distrarla,
-<span class="pagenum" id="Page_128">[128]</span>
-a divertirla perfino, perchè me la riportò più colorita
-e più animata che non l'avessi ancora veduta.
-Era tanto stanca, che si lasciò mettere a letto nella
-mia camera, e dormì saporitamente tutta la notte.
-Tant'è vero che oggi è la Gertrude di prima. Sono
-usciti insieme stamani; essendo domenica Guglielmo
-sta tutto il giorno con noi, e non dubito che finirà
-di consolarla, se è umanamente possibile.
-</p>
-
-<p>
-— Guglielmo dimostra molto criterio cercando di
-distrarla, conducendola fuori di casa, — disse Emilia. — Sono
-lieta ch'ella abbia amici tanto benevoli.
-Io promisi al signor Flint che se la sua figliuola
-adottiva avesse la sventura di perderlo, la prenderei
-meco, e la mia casa sarebbe la sua. Non ho
-avuto notizia della morte di quel brav'uomo se non
-ieri; e considero come un gran favore usato a me
-non meno che a Gertrude, l'avere intanto preso così
-amorosamente cura di lei. Ma io ero certa della vostra
-bontà: altrimenti non mi sarei data pace di
-non aver saputo subito che il povero True già era
-venuto a mancare.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, signorina Emilia, — disse la signora Sullivan — Gertrude
-ci è tanto cara, e soffrivamo talmente anche
-noi vedendola soffrire, ch'era bontà
-verso noi stessi fare tutto il possibile per confortarla.
-Io credo che Guglielmo e lei non s'amerebbero
-con maggior tenerezza se fossero fratello e sorella.
-Il mio figliuolo e lo zio True erano grandi amici.
-Ah sentiamo tutti vivamente la perdita del nostro
-buon casigliano, credetelo. Il mio vecchio padre non
-ne parla molto, ma io vedo bene com'è addolorato
-e depresso.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Nel corso della conversazione che si prolungò ancora,
-la vedova disse che una sua cugina moglie
-d'un fittaiuolo, la quale viveva nei dintorni di Boston
-alla distanza di circa venti miglia dalla città,
-l'aveva invitata, insieme co' suoi, a passare una
-quindicina di giorni alla fattoria; e che coincidendo
-l'invito con l'usata vacanza estiva di Guglielmo, si
-proponevano d'accettarlo.
-</p>
-
-<p>
-Ella parlò di Gertrude come se fosse inteso che li
-accompagnerebbe, e s'estese sul vantaggio che le
-avrebbe procurato il respirare l'aria di campagna
-<span class="pagenum" id="Page_129">[129]</span>
-e scorrazzare per campi e boschi, dopo le fatiche
-sostenute e la lunga reclusione.
-</p>
-
-<p>
-Emilia, visto che la ragazzina sarebbe un'ospite
-attesa e bene accolta, approvò di cuore questa visita,
-e convenne inoltre con la signora Sullivan che
-ella rimarrebbe affidata a lei, fino al ritorno del signor
-Graham a Boston per la stagione invernale.
-Poi dovette accomiatarsi, senz'aspettare Gertrude;
-ma lasciò alla vedova un affettuoso messaggio per
-la loro protetta, e una somma sufficiente ai bisogni
-di questa durante il tempo stabilito.
-</p>
-
-<p>
-Così Gertrude andò in campagna, dove la novità
-d'ogni cosa intorno a lei, l'abbondanza di cibo sostanzioso,
-la salubrità del moto all'aria aperta tra
-il verde, la cordialità e la simpatia delle persone con
-cui si trovava, fecero rifiorire le rose sulle sue guance
-e ridonarono al suo cuore la calma e la serenità
-se non la gioia.
-</p>
-
-<p>
-Poco dopo ritornati i Sullivan dalla loro villeggiatura,
-si trasferirono in città anche i Graham, e
-l'orfanella passò nella sua nuova casa.
-</p>
-
-<p>
-— Sei ancora alla finestra, Gertrude? Che ci stai
-a fare, cara?
-</p>
-
-<p>
-— Aspetto di vedere accendersi i lumi, signorina
-Emilia.
-</p>
-
-<p>
-— Ma non li accendono stasera. Alle otto si leva
-la luna che rischiarerà le strade a sufficienza per
-tutta la notte.
-</p>
-
-<p>
-— Non intendevo parlare dei lampioni.
-</p>
-
-<p>
-— E di che, dunque? — domandò Emilia avvicinandosi
-alla finestra e posando le mani sulle spalle
-della fanciulla.
-</p>
-
-<p>
-— Delle stelle, cara signorina. Ah, vorrei pure
-che poteste vederle anche voi!
-</p>
-
-<p>
-— Brillano e scintillano, non è vero?
-</p>
-
-<p>
-— Oh, sono belle, belle! E tante! Il cielo n'è gremito....
-</p>
-
-<p>
-— Come ricordo il tempo ch'io solevo stare a
-questa medesima finestra, guardando le stelle che
-tu guardi ora! Mi sembra di vederle con gli occhi
-tanto le ho presenti nella memoria!
-</p>
-
-<p>
-— Io le amo tutte quante, ma la mia più d'ogni
-altra!
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_130">[130]</span>
-</p>
-
-<p>
-— E qual'è la tua stella?
-</p>
-
-<p>
-— È quella fulgidissima, là, sul campanile della
-chiesa. Ogni notte splende di contro alla mia camera
-e mi guarda fisso nel viso.... Signorina Emilia, — e
-la voce di Gertrude si fece sommessa — provo
-un sentimento come se quella stella splendesse apposta
-per me, e mi figuro che l'accenda lo zio True,
-e ch'egli nella sua luce mi sorrida e mi dica: «Vedi,
-Gertrudina, ho acceso la tua lampada!» Caro zio
-True! Credete, signorina, che egli mi ami sempre?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, lo credo fermamente; e credo pure che se
-tu seguirai il suo esempio e procurerai d'esser buona
-e paziente al pari di lui, egli sarà in effetto il
-lume che guiderà i tuoi passi brillando sul tuo cammino
-di luce altrettanto viva che se la sua faccia
-ti sorridesse nel fulgore della stella.
-</p>
-
-<p>
-— Io ero paziente, e buona quando vivevo con
-lui.... quasi sempre almeno.... e sono buona quando
-sono con voi; ma la signora Ellis mi urta. Si direbbe
-che cerchi di tormentarmi, di provocarmi, e
-allora io vo in collera; e non so più quel che dico
-e quel che faccio. Non intendevo d'essere impertinente
-con lei, oggi, e mi rincresce d'avere sbattuto
-l'uscio; ma come non perdere la pazienza, signorina
-Emilia, nel sentirla sostenere davanti al signor Graham
-che avevo strappato io il <i>Journal</i> di ieri, mentre
-non era vero? Quello in cui mi vide involtare le
-vostre pantofole era un altro vecchio foglio, e sono
-sicura che ella stessa, invece, deve aver acceso il
-fuoco nella biblioteca col <i>Journal</i> scomparso; ma il
-signor Graham crederà sempre che sono stata io.
-</p>
-
-<p>
-— Non dubito, Gertrude, che tu avevi qualche ragione
-di sentirti sdegnata, e che, come affermi, quel
-giornale non è andato perduto per colpa tua. Ma
-devi ricordarti, mia cara, che non c'è nessun merito
-a esser buoni e pazienti quando nulla ci irrita.
-Io desidero che tu impari a sopportare anche le ingiustizie
-senza perdere la padronanza di te. Sai che
-la signora Ellis è qui da molti anni; finora ha sempre
-fatto a modo suo, e non è avvezza coi ragazzi.
-S'immagina che la tua presenza in questa casa le
-porterà nuove faccende, la disturberà nelle sue consuetudini;
-e pero non è da maravigliarsi che, a volte,
-<span class="pagenum" id="Page_131">[131]</span>
-se qualche cosa va di traverso se la pigli teco.
-È una donna fidatissima, buona e premurosa per
-me e per il mio babbo che la tiene in gran conto.
-Sarei infelice se dovessi temere che tu e lei non potrete
-vivere insieme amichevolmente.
-</p>
-
-<p>
-— Io non voglio farvi infelice! Non voglio disturbare
-nessuno! — disse Gertrude, eccitata. — Andrò
-via piuttosto, dovunque, lontano, e non sentirete più
-parlare di me!
-</p>
-
-<p>
-— Gertrude! — esclamò Emilia con tono grave e
-triste.
-</p>
-
-<p>
-Ella teneva sempre le mani sulle spalle della ragazzina,
-e, parlando, la fece voltare di faccia a lei.
-</p>
-
-<p>
-— Gertrude, desideri dunque d'abbandonare la
-tua amica cieca? Non mi vuoi punto bene?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il volto in cui s'incontrò lo sguardo della piccola
-sdegnosa aveva un'espressione di dolore così commovente,
-che il suo orgoglio e la sua ira caddero
-di colpo.
-</p>
-
-<p>
-— No, no, cara signorina Emilia! — ella proruppe
-gettando le braccia al collo della giovane. — Non
-vorrei lasciarvi per nulla al mondo. Farò tutto quello
-che voi desiderate! Non andrò più in collera con
-la signora Ellis, per amor vostro!
-</p>
-
-<p>
-— Non per amor mio, Gertrude, — replicò Emilia — per
-amor di te stessa, per amor del tuo dovere
-e di Dio! Qualche anno fa non avrei aspettato
-da te un contegno remissivo e benevolo verso una
-persona da cui tu fossi stata trattata con ingiustizia;
-ma adesso che sai distinguere il bene dal male,
-adesso che t'è familiare la vita del divino Maestro,
-il quale perdonava le ingiurie, adesso che hai imparato
-a compiere fedelmente tanti alti doveri, speravo
-che tu sapessi anche sostenere con pazienza e
-indulgenza ogni più duro cimento. Ma s'io t'ammonisco
-quando hai errato, non dispero già che tu divenga
-un giorno come ti bramo. Poichè tu ti trovi
-sottoposta ora a una novella prova, t'è necessario
-raccogliere novelle forze per sopportarla; e ho tanta
-fiducia in te da credere che, conoscendo i miei desiderî,
-procurerai di condurti convenevolmente verso
-la signora Ellis, in qualsiasi occasione.
-</p>
-
-<p>
-— Lo farò, cara signorina, lo farò. Non le risponderò
-<span class="pagenum" id="Page_132">[132]</span>
-mai quando sarà cattiva con me, dovessi mordermi
-le labbra per tenerle chiuse.
-</p>
-
-<p>
-— Oh le cose non arriveranno a questo punto! — disse
-Emilia sorridendo. — Le sue maniere sono un
-po' ruvide, ma ti ci assuefarai col tempo.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Proprio in quel momento s'udì una voce nell'anticamera:
-</p>
-
-<p>
-— Vedere <i>la signorina Flint</i>! Davvero? Ebbene, <i>la
-signorina Flint</i> è nella camera della signorina Graham.
-O che si mette a ricever visite, ora?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude avvampò in viso, fino alle tempie. La
-voce era quella della signora Ellis e parlava in tono
-di derisione.
-</p>
-
-<p>
-Emilia andò all'uscio e l'aperse.
-</p>
-
-<p>
-— Signora Ellis!
-</p>
-
-<p>
-— Che volete, Emilia?
-</p>
-
-<p>
-— C'è qualcuno da basso?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, un giovanotto che chiede di Gertrude. Quel
-certo Sullivan, credo.
-</p>
-
-<p>
-— Guglielmo! — gridò Gertrude slanciandosi
-avanti.
-</p>
-
-<p>
-— Scendi pure, e quando avrai finito d'intrattenerti
-con lui torna qui, — disse Emilia. — Voi, signora
-Ellis, fatemi il piacere di venir a mettere un
-po' in ordine la mia camera. Credo che troverete sul
-tappeto molti ritagli di roba per il vostro sacco dei
-cenci. La signorina Randolph ne semina sempre in
-abbondanza quando viene a tagliare un vestito.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La governante fece la sua collezione, poi sedette
-sul canapè coi ritagli di colore in una mano e i bianchi
-nell'altra, e cominciò, parlando di Gertrude:
-</p>
-
-<p>
-— Che farete di lei, Emilia? La manderete a
-scuola?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, andrà dal signor W. l'inverno prossimo.
-</p>
-
-<p>
-— Oh! Non è una scuola troppo costosa per una
-ragazzina della sua condizione?
-</p>
-
-<p>
-— È costosa, sicuro, ma io desidero darle il miglior
-maestro che conosco, e il babbo non fa obiezioni
-circa la spesa. Pensa anche lui che se vogliamo
-destinarla a istruire altre bambine, bisogna che sia
-bene istruita ella stessa. Gliene parlai la prima sera
-dopo tornati in città per la stagione, e convenne con
-me ch'era meglio metterla subito a imparare un mestiere,
-<span class="pagenum" id="Page_133">[133]</span>
-anzichè farne con una mezza educazione una
-signorina buona a nulla. Egli acconsentì a lasciarmi
-libera di regolarmi come mi parrebbe meglio, e
-ho risolto di mandarla dal W. Resterà dunque con
-noi per ora. È mia intenzione tenermela dappresso
-quanto più a lungo sia possibile, non solo perchè
-le sono molto affezionata, ma perchè è tanto delicata
-e sensitiva; la morte del vecchio Flint l'ha addolorata
-immensamente, e dobbiamo cercare in ogni
-modo di consolarla, di renderla felice.... non vi pare,
-signora Ellis?
-</p>
-
-<p>
-— Io ho sempre badato a fare il mio dovere, — rispose
-la governante, piuttosto seccamente. — Dove
-dormirà quando la casa sarà ordinata?
-</p>
-
-<p>
-— Nella camerina in fondo al corridoio.
-</p>
-
-<p>
-— E allora dove metterò l'armadio della biancheria?
-</p>
-
-<p>
-— Non può stare nell'entrata sul di dietro? Io
-credo che troverà posto benissimo tra le due finestre....
-</p>
-
-<p>
-— Bisognerà che lo trovi, — disse la signora Ellis;
-e uscì dimenandosi e brontolando tra i denti: — Tutto
-sossopra a cagione di quella piccola villana
-rifatta!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-I motivi del suo dispetto erano parecchi. Preposta
-da lungo tempo al governo delle faccende domestiche
-in casa Graham, esercitava le sue mansioni
-con un'autorità assoluta, diventata un po' tirannica.
-Era brava, metodica, scrupolosa in materia d'ordine
-e di pulizia. A' suoi occhi, dopo tanti anni che
-viveva tranquilla in una famiglia poco numerosa
-e non aveva più da fare con bambini, Gertrude era
-apparsa come un'intrusa, di cui nulla giustificava
-la presenza, e che non poteva se non commettere
-malestri, seminar zizzania e guastarle le uova nel
-paniere. Inoltre usciva dal «basso popolo», come
-s'esprimeva la governante, la quale non era in fondo
-di cuor duro ed approvava la carità pubblica e
-privata, ma aveva un debole per gli «alti natali».
-Si vantava anzi d'esser nata bene ella stessa, quantunque
-ridotta dalla fortuna in una condizione inferiore,
-e le pareva un'offesa alla sua dignità il pretendere
-ch'ella avesse a prestarsi in servigio di una
-<span class="pagenum" id="Page_134">[134]</span>
-persona tanto al di sotto di lei nella gerarchia sociale.
-Ma soprattutto vedeva in quell'ospite sgradita
-una rivale formidabile nell'affetto della signorina
-Graham, che, afflitta da cecità e piuttosto cagionevole,
-era stata fino allora interamente affidata alle
-sue cure, e in cui aveva riposto tutta la tenerezza
-che la sua aspra natura le concedeva di sentire per
-qualcuno.
-</p>
-
-<p>
-Date queste circostanze, si comprende che la signora
-Ellis era lungi dal sentirsi favorevolmente disposta
-verso Gertrude; e Gertrude dal canto suo non
-era ancor preparata ad amare cordialmente la signora
-Ellis.
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XVII.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Imprendere su questo mare un lungo</p>
-<p>Venturoso viaggio è tuo destino.</p>
-<p><i>Può</i> il saggio naufragar, lo stolto <i>deve</i>.</p>
-<p>Or dunque a tempo di saggezza t'arma.</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Ware.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Emilia sedeva sola nella sua camera. Il signor
-Graham era andato a un'assemblea dei direttori
-delle banche. La signora Ellis mondava dell'uva
-passa nel salotto da pranzo. Gertrude s'intratteneva
-ancora con Guglielmo nella piccola biblioteca a pianterreno.
-Ed Emilia s'abbandonava al corso de' suoi
-pensieri mentre il lume della luna invadeva la stanza
-non meno buia per lei. Ella appoggiava la fronte
-sulla mano; il suo volto abitualmente placido e sereno
-aveva un'espressione di profonda mestizia, la
-sua persona era accasciata in un'attitudine di dolore
-e di scoramento. E man mano che i ricordi le si affollavano
-nella mente, e i passati affanni le si ridestavano
-nel cuore, ella veniva reclinando il capo
-sui cuscini dell'agrippina, e lente lacrime stillavano
-di tra le sue dita.
-</p>
-
-<p>
-D'improvviso una manina leggera la toccò. Ella
-diede un sobbalzo, come sempre quand'era sorpresa,
-perchè, tutt'assorta nella sua meditazione, non aveva
-udito i passi di Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-— Avete qualche dispiacere, signorina Emilia? — domandò
-<span class="pagenum" id="Page_135">[135]</span>
-la fanciulla. — Desiderate che vi lasci sola,
-o mi permettete di rimanere?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il tono affettuoso, la delicatezza della domanda,
-commossero la cieca.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, sì, rimani! — le rispose traendola a sè e
-cingendole con un braccio la vita. — Ma tu che hai? — soggiunse,
-poichè in quell'atto aveva sentito che
-ella era violentemente agitata. — Tremi tutta, sei
-scossa da singhiozzi.... Che t'è accaduto?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude proruppe:
-</p>
-
-<p>
-— Ah, cara signorina! Mi sembrava che piangeste
-quando sono entrata, e speravo che mi lascereste
-piangere con voi.... Sono in tanta desolazione! Non
-posso far altro.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Emilia si calmò dinanzi all'intensa angoscia della
-sua piccola protetta, evidentemente cagionata da
-una nuova e grave afflizione. Ella volle conoscerla.
-E seppe questo: Guglielmo era venuto a dirle che
-partiva, che lasciava l'America, per andare, diceva
-lei, «in capo al mondo»: nell'India. Il signor Clinton
-essendo cointeressato in una casa commerciale
-di Calcutta, aveva offerto al giovane Sullivan di
-mandarvelo in qualità di commesso a condizioni
-vantaggiosissime. Gli si schiudeva così un avvenire
-ben più splendido di quello che poteva sperare in
-patria: già fin d'ora lo stipendio assegnatogli era
-tale da bastare non solo a tutte le sue spese personali,
-ma altresì al benessere de' suoi che d'anno in
-anno avevano maggior bisogno del suo aiuto; ed
-anche le probabilità d'avanzamento erano grandi.
-Pertanto, sebbene l'amoroso suo cuore sanguinasse
-al pensiero del distacco dal paese nativo e da coloro
-che amava, egli non esitò un momento a seguire il
-consiglio datogli a un tempo dal suo dovere e dal
-suo interesse. Accettò la proposta, e per fiere che
-fossero le sue intime lotte nel prendere questa risoluzione
-che lo condannava a un esilio di cinque
-anni almeno, di dieci forse, vi si mantenne con virile
-fermezza, e ne parlò gaiamente a sua madre
-ed al nonno.
-</p>
-
-<p>
-— Signorina Emilia, — disse Gertrude quando si
-fu quetata alquanto — come sopporterò io la partenza
-di Guglielmo? Come potrò vivere senza di lui?
-<span class="pagenum" id="Page_136">[136]</span>
-È tanto buono, mi vuol tanto bene! Sempre è stato
-per me più che un fratello, e da quando lo zio True
-è morto, che non ha fatto per confortarmi? Io credo
-che la morte dello zio True non l'avrei sopportata,
-se non avessi avuto Guglielmo.... E ora ho da rassegnarmi
-a lasciarlo andar via?
-</p>
-
-<p>
-— È un gran dolore — fece benevolmente Emilia — ma,
-senza dubbio, si tratta della sua fortuna. Tu
-devi pensare a questo, e farti una ragione.
-</p>
-
-<p>
-— Lo so, lo so, sarà un vantaggio per lui.... Ma
-voi non potete immaginarvi a qual segno io lo ami....
-Siamo stati tanto tempo insieme; eravamo noi due
-soli, e si viveva l'uno per l'altro.... Egli è molto più
-grande, e mi proteggeva, aveva cura di me.... No,
-è impossibile che vi facciate un'idea della nostra
-amicizia....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude aveva inconsciamente toccato una corda
-che faceva vibrare tutta l'anima d'Emilia.
-</p>
-
-<p>
-— Io, figliuola mia, <i>non potermelo immaginare</i>? — cominciò
-questa. — Ah, comprendo meglio che
-tu non te lo figuri, quanto egli ti sia caro! Anch'io
-ebbi....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La voce le tremava; s'interruppe bruscamente,
-s'alzò da sedere, mosse a rapidi passi verso la finestra,
-e premette la fronte bruciante contro il gelido
-cristallo; poi ritornò alla fanciulla dicendo con
-un tono ridivenuto calmo:
-</p>
-
-<p>
-— O Gertrude! Nel dolore che t'opprime tu non
-vedi il gran conforto che ti è concesso.... Pensa,
-cara, che Guglielmo potrà darti di frequente sue notizie
-e ricevere le tue.... È una felicità questa di cui
-devi render grazie a Dio.
-</p>
-
-<p>
-— Sì, m'ha detto che scriverà spessissimo alla sua
-mamma ed a me....
-</p>
-
-<p>
-— Inoltre tu dovresti esser lieta della buona opinione
-che il signor Clinton ha di lui. La piena fiducia
-che mostra nella sua intelligenza e nella sua
-probità scegliendolo per quel posto così importante,
-è un grande onore.
-</p>
-
-<p>
-— È vero; non l'avevo considerato.
-</p>
-
-<p>
-— E voi due siete stati sempre felici insieme, e vi
-separerete in perfetta pace. O, Gertrude, Gertrude,
-una separazione come la vostra non deve affliggerti
-<span class="pagenum" id="Page_137">[137]</span>
-così: ve n'hanno di ben più crudeli.... Sii paziente,
-figliuola mia, fa' il tuo dovere, e forse il giorno che
-vi rivedrete vi recherà tanta gioia, da compensarvi
-ampiamente di quanto v'avrà fatto soffrire la lontananza.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Nel proferir queste parole la voce d'Emilia di nuovo
-tremava. Gli occhi di Gertrude erano fissi nel
-suo viso con un'espressione di maraviglia.
-</p>
-
-<p>
-— Signorina Emilia, — ella disse — comincio a
-credere che tutti abbiano le loro pene.
-</p>
-
-<p>
-— Certo, cara. Come potresti dubitarne?
-</p>
-
-<p>
-— Non lo credevo, una volta: io, sì, ne avevo molte,
-ma stimavo gli altri più fortunati. M'immaginavo
-che i ricchi, poi, non avessero niente da desiderare;
-benchè voi siate cieca, e che questa sia una
-cosa terribile, vedendovi sempre di buon umore e
-tranquilla avevo finito col persuadermi che essendovici
-assuefatta non ne soffriste più, e che adesso
-nulla mai vi tormentasse. E Guglielmo! Era sempre
-così allegro ch'io non potevo nemmeno figurarmelo
-con un viso triste; ma un giorno, quando non riesciva
-a trovare un'occupazione, lo vidi piangere a
-calde lacrime; e così per la morte dello zio True; e
-stasera, mentre mi diceva che sarebbe andato via, i
-singhiozzi gli facevano nodo alla gola. Sicchè se
-anche voi, anche lui, avete i vostri dolori, e in certi
-momenti non rattenete il pianto, vuol dire che il
-mondo è pieno di triboli e che ad ognuno ne tocca
-la sua parte.
-</p>
-
-<p>
-— È questa la sorte dell'umanità, Gertrude, e non
-dobbiamo lusingarci di sfuggirvi.
-</p>
-
-<p>
-— Ma allora chi può essere felice?
-</p>
-
-<p>
-— Soltanto coloro che hanno imparato a sottomettersi;
-coloro che perfino nelle più gravi afflizioni
-vedono la mano d'un Padre amoroso, e obbedienti
-al suo volere baciano la verga che li castiga.
-</p>
-
-<p>
-— Dura prova, signorina Emilia!
-</p>
-
-<p>
-— Sì, molto dura, e perciò ben pochi in questo
-mondo possono veramente chiamarsi felici. Ma se
-in mezzo alle nostre miserie leviamo lo sguardo a
-Dio con fede ed amore, ci è dato, mentre tutto s'oscura
-intorno a noi, gustare una pace foriera della
-beatitudine celeste.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_138">[138]</span>
-</p>
-
-<p>
-Emilia aveva ragione. Chi, tra quelli che tendono
-con sincero sforzo verso la mèta d'una vita cristiana,
-non ha provato, volgendo nelle ore di supremo
-sconforto il cuore amante e fidente a Colui dal quale
-ogni nostra virtù deriva, commozioni di gioia estatica,
-di sublime speranza, ignote ai gaudenti che il
-mondo chiama felici? Il cristiano che ha così sognato
-un sogno di pace eterna, può farsi un qualche
-concetto di ciò ch'è serbato al popolo di Dio, se
-l'anima con amore indiviso, con fede immacolata,
-si riposa nel suo Creatore.
-</p>
-
-<p>
-Spesso Gertrude aveva trovato nell'influsso delle
-credenze religiose un sollievo alle sue pene; ma non
-aveva ancora come quella sera sentito uno spirito
-non terreno sorgere dal medesimo turbine di dolore
-che la travolgeva e accendere in lei la fiamma della
-più nobile, della più pura sensazione che mai l'avesse
-commossa.
-</p>
-
-<p>
-Quand'ella uscì dalla camera d'Emilia era serena,
-di quella serenità ch'è una forza; e se l'anima dello
-zio True, guardandola dalla fulgida stella a lei tanto
-cara, sospirò nel veder le lacrime che le imperlavano
-le ciglia, la consolò il sorriso della luce divina che
-splendeva nel suo volto, e che quando ella ebbe
-chiuso gli occhi al sonno, v'impresse il suggello della
-pace.
-</p>
-
-<p>
-La partenza di Guglielmo fu così affrettata, che
-la signora Sullivan ebbe appena una settimana per
-fare tutti i preparativi che la sua previdenza materna
-stimava indispensabili. Ella era sopraccarica
-di lavoro, e Gertrude, alla quale Emilia aveva dato
-libertà di passare quel tempo da lei, le fu di grande
-aiuto. Guglielmo, occupatissimo durante la giornata,
-tornava a casa tutte le sere per stare qualche
-ora con loro.
-</p>
-
-<p>
-Una volta rincasò sull'imbrunire. Sua madre e
-il nonno Cooper erano fuori; e poichè Gertrude aveva
-appunto terminato il suo lavoro di cucito, egli
-le disse:
-</p>
-
-<p>
-— Se non hai paura di pigliar freddo, vieni a sedere
-con me sullo scalino dell'uscio, come facevamo
-in passato: oggi la temperatura è abbastanza mite,
-ma non c'è da sperare che duri.... E chi sa se avremo
-<span class="pagenum" id="Page_139">[139]</span>
-più occasione di sederci insieme su questa soglia
-e guardar la luna sorgere sopra la vecchia casa
-all'angolo della strada....
-</p>
-
-<p>
-— Oh, Guglielmo, — ella l'interruppe — non parlare
-di non ritrovarci più insieme qui! Mi fa tanta
-pena la sola idea.... Non c'è una casa in tutta Boston
-che possa mai piacermi come questa!
-</p>
-
-<p>
-— E neanche a me.... Ma non credo a una probabilità
-contro cento che al mio ritorno tra cinque
-anni io non trovi al suo posto un bel blocco di magazzini,
-quando verrò a cercarla.... Vorrei che non
-fosse, perchè sento che avrò la nostalgia della nostra
-antica dimora....
-</p>
-
-<p>
-— Ma se la demoliscono, che faranno tua madre
-e tuo nonno?
-</p>
-
-<p>
-— Non è facile dire che farà uno qualsiasi di noi
-a quel tempo; ma se saranno costretti a sgomberare,
-mi confido d'essere in grado di provvederli di un'abitazione
-migliore.
-</p>
-
-<p>
-— Però tu non ci sarai, Guglielmo.
-</p>
-
-<p>
-— Lo so, ma ci scriveremo sempre, e potremo parlarne
-e regolare ogni cosa per lettera. Il pensiero
-degl'inevitabili mutamenti è ciò che più mi turba
-nel lasciarli; temo che si risentano della mia assenza,
-che abbiano bisogno di me.... Gertrude, tu avrai
-cura de' miei cari, non è vero?
-</p>
-
-<p>
-— <i>Io!</i> — esclamò ella, sbalordita. — Una bambina
-come me che può fare?
-</p>
-
-<p>
-— Se rimarrò lontano da cinque a dieci anni, tu
-non sarai sempre una bambina, e in molti casi vale
-più l'appoggio d'una donna che quello d'un uomo;
-specie d'una buona e brava donna quale tu diverrai
-senza fallo. Io non ho dimenticato l'ammirabile assistenza
-che prestasti allo zio True; e quando mi
-figuro la mamma e il nonno vecchi ed infermi, penso
-a te sperando che ti saprei accanto a loro; perchè
-sono certo che tu li potresti aiutare meglio assai
-che non possa io. E però li lascio affidati a te, Gertrude,
-benchè tu non sia che una bambina <i>ora</i>.
-</p>
-
-<p>
-— Grazie, Guglielmo, della tua fiducia ch'io farò
-per loro tutto ciò che starà nelle mie forze. E lo farò
-finchè avrò vita. Ma è possibile ch'<i>essi</i> siano vegeti
-e sani durante tutto il tempo della tua assenza, e che
-<span class="pagenum" id="Page_140">[140]</span>
-invece io, sebbene tanto giovane, mi ammali e venga
-a morire.
-</p>
-
-<p>
-— Ahimè, non è che troppo vero! — disse egli
-con accento di tristezza. — E potrei morire anch'io.
-Ma è inutile pensare a questo.... Mi pare che non
-avrei il coraggio d'andarmene se non mi confidassi
-di ritrovarvi tutti in buona salute e contenti, al mio
-ritorno. Tu devi scrivermi ogni mese, perchè sarebbe
-un compito assai più faticoso per la mamma che
-per te, e, sicuro, essa t'incaricherà quasi interamente
-della corrispondenza; sarà tutt'uno che le mie
-lettere siano dirette all'una o all'altra.... E tu, Gertrude,
-non mi scordare, sai.... voglimi sempre bene
-come se fossi presente.... Me lo prometti, cara?
-</p>
-
-<p>
-— Scordarti, Guglielmo!... Io non penserò che a
-te, e t'amerò più che mai.... Come potrebb'essere
-diversamente? Ma tu sarai lontano in un paese straniero,
-dove tutto ti sarà nuovo, tutto ti distrarrà....
-e non penserai di certo a me, altrettanto.
-</p>
-
-<p>
-— Se tu lo credi, Gertrude, vuol dire che <i>non mi
-conosci</i> abbastanza. Tu qui avrai dintorno tanti buoni
-amici, io mi troverò solo laggiù in mezzo a gente
-estranea; ma il mio cuore sarà sempre con te e con
-la mamma, e vivrò più tra voi, che dove sarò in persona.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Furono interrotti dal ritorno del signor Cooper e
-non riannodarono più il discorso su questo soggetto.
-Ma la mattina della partenza, mentre nella stanza
-attigua la signora Sullivan, china su un baule ben
-riempito, cercava di nascondere le sue lacrime, e il
-vecchio stava a testa bassa più del solito, con in
-mano la pipa spenta, Guglielmo disse sottovoce a
-Gertrude che ritta sopra una cassetta di libri ne
-premeva il coperchio affinchè egli potesse chiudere
-il lucchetto:
-</p>
-
-<p>
-— Cara, per amor mio, abbi cura di <i>nostra</i> madre
-e del <i>nostro</i> nonno.... Sono <i>tuoi</i> quasi quanto
-miei.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Nel momento che il giovanetto lasciava così, la
-prima volta, la sua casa, e andava a sostenere fra
-gli uomini la lotta per la vita, il signor Cooper, il
-quale nel suo scetticismo non poteva crederlo capace
-di vincere contro la fortuna, lo ammonì ripetutamente
-<span class="pagenum" id="Page_141">[141]</span>
-di non vagheggiare speranze che non si
-sarebbero mai avverate, e gli rammentò con insistenza
-quanto fosse inesperto del mondo.
-</p>
-
-<p>
-La signora Sullivan invece non si diffuse in consigli
-al figliuolo che partiva, ma fidando negli insegnamenti
-da lui ricevuti fin dalla più tenera infanzia
-si contentò di riassumere il suo monito materno
-in queste semplici parole:
-</p>
-
-<p>
-— Ama e temi Dio, Guglielmo, e fa' ciò che tua
-madre s'aspetta da te!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La sera innanzi ella aveva recitato con lui la preghiera
-usata; quella mattina, lo aveva ancora una
-volta benedetto. Dopo la colazione, a cui Gertrude
-prese parte, furono scambiati gli ultimi abbracci,
-gli ultimi addii. E Guglielmo s'imbarcò.
-</p>
-
-<p>
-La pia e amorosa donna, che da diciott'anni riponeva
-le sue speranze, il suo orgoglio, la sua tenerezza
-in quell'unico figliuolo, mantenne anche nel
-sacrificio supremo il suo spirito d'abnegazione, si
-separò da lui senza un lamento. Nessuno sapeva con
-quali sforzi penosi ella domasse il cuore spasimante
-che si ribellava, nè donde le derivasse la virtù che
-la sosteneva. E nessuno quindi le attribuiva la forza
-d'animo di cui diede prova. I vicini rimasero vedendo
-la piccola vedova attendere tranquillamente
-come di consueto alle sue faccende il giorno innanzi
-che il suo figliuolo s'imbarcasse per l'India,
-e riprenderle il giorno dopo, con la calma e la paziente
-umiltà che la caratterizzavano.
-</p>
-
-<p>
-Oggi che l'emigrazione offre ai giovani l'allettamento
-di straordinarie speranze, non v'è nella Nuova
-Inghilterra città nè villaggio, per quanto minuscolo
-e remoto, dove non sanguinino cuori di madri
-separate, forse per sempre, da figli adorati. Speriamo,
-<i>crediamo</i> anzi, che tra questi erranti cercatori
-di fortuna, ve ne sia più d'uno mosso non da
-brama d'oro, o d'avventure, o di mutamento, ma
-dall'amore stesso della mamma che lasciano, dal desiderio
-ardente di toglierla da una vita di travagli
-e di povertà. Sia benedetto e prosperi colui che varca
-il mare con questo fine! E se perisce, non sarà
-vissuto invano; perchè, soccombendo alla malattia
-o cadendo colpito da mano violenta, nel fervore della
-<span class="pagenum" id="Page_142">[142]</span>
-lotta e del lavoro, egli attesta con la sua morte
-la consolante verità che vi sono ancora figliuoli degni
-dell'amor materno; l'amore ch'è il più sublime,
-il più santo, il più puro tipo di Dio sulla terra.
-</p>
-
-<p>
-Dopo la partenza di Guglielmo, Gertrude si stabilì
-definitivamente in casa Graham. Cominciò subito a
-frequentare la scuola, e fino alla primavera s'applicò
-allo studio con somma diligenza. La sua vita
-era piuttosto uniforme, perchè Emilia riceveva, per
-costume, poche persone, anzi, l'inverno, in città,
-quasi punte, ed ella non aveva stretto amicizia intima
-con alcuna delle sue condiscepole. Ma con la
-sua protettrice passava molte ore felici, facevano
-insieme piacevoli passeggiate, leggevano buoni libri,
-conversavano. Attraverso gli occhi penetranti
-di Gertrude che tutto osservava, e le sue vive e pittoresche
-descrizioni delle cose che le cadevano sotto
-lo sguardo, la giovane cieca andava rinnovellando
-la propria conoscenza del mondo esteriore. Nelle
-opere di carità e di misericordia la fanciulla era
-la sua compagna o la sua messaggera. Tutti i dipendenti
-della famiglia, dalla cuoca al ragazzino
-che veniva a prendere, sull'uscio, i rimasugli di
-pane, s'accordavano nell'amare e lodare la piccola
-Gertrude, la quale non era bella, a rigore, nè vestita
-con eleganza; ma aveva un'aerea leggerezza
-nel passo, una grazia nelle movenze, una dignità
-nel portamento, tali da farli certi che in lei non albergava
-l'anima d'una pitocca, qualunque fosse la
-sua nascita o il suo stato; infatti, rivolgendole la
-parola, la chiamavano sempre «signorina».
-</p>
-
-<p>
-I pregiudizi della signora Ellis contro «l'intrusa»
-non erano vinti: nondimeno, essendo Gertrude
-sempre manierosa, e tenendole Emilia prudentemente
-distanti l'una dall'altra quanto più era possibile,
-non avvenivano conflitti.
-</p>
-
-<p>
-Il signor Graham, da principio, vedendola pensierosa
-e mesta, non s'occupò di lei; ma dopo che
-ebbe parecchie volte ritrovato il suo giornale accuratamente
-ripiegato, e veduto miracolosamente ricomparire
-i suoi occhiali rimasti irreperibili per lui
-ad onta di lunghe ricerche, cominciò a pensare che
-ella era una ragazza svegliata: e quando poi un
-<span class="pagenum" id="Page_143">[143]</span>
-giorno, prendendo in mano l'ultimo numero del
-<i>Buon Agricoltore</i>, vide che le pagine della rivista
-erano già tagliate e ben cucite insieme, egli, immaginandosi
-che Gertrude l'avesse fatto per proprio
-uso, la dichiarò una ragazza <i>davvero intelligente</i>.
-</p>
-
-<p>
-Ella visitava spesso la signora Sullivan. La primavera
-s'avvicinava, ed esse oramai attendevano
-notizie di Guglielmo; ma non ne erano tuttavia venute
-al tempo che i Graham andarono in campagna
-per passarvi la stagione estiva. Dalla villa, Gertrude
-scrisse all'amico lontano una lunga lettera che dava
-un'idea della sua condizione e del suo modo di
-vita.
-</p>
-
-<p>
-Dopo avergli diffusamente espresso il proprio dispiacere
-di non saper ancora nulla di lui, e raccontato
-l'ultima visita da lei fatta a sua madre prima
-di lasciare la città proseguiva:
-</p>
-
-<hr class="tbs" />
-
-<p>
-«Ma tu mi facesti promettere, caro Guglielmo, di
-parlarti di me, dicendomi che desideravi conoscere
-tutto ciò che mi concerne in casa del signor Graham.
-E però se la mia lettera è più noiosa del solito, la
-colpa è tua, perchè ho molti particolari da riferirti
-circa il nostro soggiorno a D***.
-</p>
-
-<p>
-«Qui si vive in tutt'altro modo che a Boston....
-Ma a questo punto mi par di sentirti esclamare:
-«Ohimè, Gertrude si rimette a descrivermi la villa
-Graham....» No, non temere: mi rammento sempre
-come l'ultima volta, non appena incominciato,
-tu mi ponesti una mano sulla bocca per interrompermi,
-e m'assicurasti che il luogo t'era già familiare
-quanto se tu ci avessi abitato fin da bambino,
-posto ch'io dagli otto anni in su te lo descrivevo almeno
-una volta la settimana. Ti costrinsi allora a
-chiedermi perdono della tua inciviltà: ma, devo confessarlo,
-t'ho parlato tanto della mia prima visita
-qui, che tu sei scusabile se il soggetto t'è venuto a
-noia. Voglio dirti solo la disillusione che ho provata:
-tutto nella villa de' miei ricordi mi sembra più
-piccolo e meno bello; l'ingresso e il portico non sono
-così spaziosi come me li figuravo, nè le stanze così
-alte, nè il giardino e i chioschi e le serre così grandi.
-No, no, non ti ridescrivo nulla.... Giorni sono la
-<span class="pagenum" id="Page_144">[144]</span>
-signorina Emilia mi domandò se il luogo mi piacesse
-e corrispondesse all'impressione che ne avevo
-serbata. Io le dissi la verità, ed ella non se n'ebbe
-a male: rise anzi di quelle mie immagini fantastiche
-della casa e delle sue adiacenze, ed osservò che
-questo succede sempre quando si rivedono cose vedute
-nell'infanzia.
-</p>
-
-<p>
-«Non ho bisogno di ripeterti ch'ella m'è prodiga
-di bontà e di gentilezza: chi la conosce come te sa
-bene che non può esservi al mondo persona migliore
-nè più amabile. Io non sono in grado di fare che
-una minima parte di quello che vorrei per contraccambiar
-la sua benevolenza: ma ella gradisce tanto
-ogni umile dono, è tanto grata d'ogni piccola attenzione,
-che par possibile a tutti di procurarle qualche
-gioia. Per esempio, ieri, trovate alcune viole
-mammole nell'erba, gliele portai: ella mi baciò e
-mi ringraziò come se fossero state diamanti. L'altro
-giorno un bambino, che si chiama Beniamino Gately,
-venne a sonare alla porta d'ingresso, con una
-cappellata di maceroni, còlti senza gambi, e chiese
-della signorina Emilia per offrirglieli egli stesso:
-e la signorina lo accolse graziosamente e lo compensò
-con un dolce sorriso e un «grazie, Ben» che
-egli non dimenticherà tanto presto.... Non fu atto
-gentile, di', Guglielmo?
-</p>
-
-<p>
-«Il signor Graham mi ha dato un giardinetto, e
-mi propongo di coltivarvi i più bei fiori, per lei:
-sempre che la signora Ellis non se ne immischi. Ma
-ho gran paura del contrario, perchè s'immischia in
-tutto. Ah, Guglielmo, caro, la signora Ellis è la mia
-croce, la mia <i>gran croce</i>! È proprio il genere di donna
-che io non posso soffrire. Credo che certe persone
-siano antipatiche a certe altre per natura; e
-quest'è il caso tra me e la detta signora. Non lo direi
-a nessun altro perchè so che non sta bene; e forse
-non dovrei dirlo neppure a te: ma non so nasconderti
-nessun mio sentimento. La signorina Emilia
-ragiona spesso meco sul proposito della governante
-e sostiene che io devo imparare ad amarla e che
-quando l'amerò sarò un angelo.
-</p>
-
-<p>
-«Sicuro tu penserai che qui ricompare il temperamento
-della Gertrude d'una volta, e forse è vero,
-<span class="pagenum" id="Page_145">[145]</span>
-ma tu non sai a che dure prove ella mette la mia
-pazienza; gli è in piccole cose che mi sarebbe difficile
-raccontare, nè vorrei annoiarti con sì fatti pettegolezzi
-se anche potessi; non ti parlo dunque più
-di lei. Farò ogni sforzo per essere perfetta ed amarla
-caramente.
-</p>
-
-<p>
-«Non credere che io adesso non andando a scuola
-me ne stia con le mani in mano: sono occupatissima
-invece. La prima settimana della nostra villeggiatura,
-tuttavia, le mattinate mi riescivano uggiose.
-Io, tu lo sai, mi levo col sole; la signorina Emilia
-però non può essere tanto mattiniera, e non la vedo
-mai prima delle otto, cioè oltre due ore dopo ch'io
-sono alzata e vestita. A Boston, questo tempo lo passavo
-studiando; ma poichè sul principio della primavera
-ella s'accòrse che crescevo in fretta, e udì
-il signor Arnold osservare ch'ero molto pallida, giudicò
-nocivo per me lo stare troppo sui libri, e, venute
-in campagna, stabilì che dedicherei allo studio
-soltanto poche ore dopo la colazione, nella sua camera.
-Mi consigliò pure di dormire più tardi la
-mattina, se potevo; io proprio non posso, sicchè esco
-sempre dal letto prestissimo e scendo in giardino.
-Un giorno, mentre v'andavo girellando, trovai il signor
-Graham già al lavoro; non senza mia maraviglia,
-perchè l'inverno, in città, non è questo il
-suo costume. Ma egli è un uomo bizzarro. Mi chiamò
-e mi chiese d'aiutarlo a piantare semi di cipolle;
-a quanto sembra me la cavai benino, posto
-che da allora pianto tutti i giorni insieme con lui
-ogni sorta di cose, delle quali mi fa scrivere i nomi
-su cartellini attaccati a bastoncelli che mette sulle
-rispettive piantagioni; e, infine, con mia viva gioia
-m'ha offerto un pezzo di terra per coltivarvi fiori a
-mio piacere. A lui, vera <i>stranezza</i>, de' fiori non importa
-affatto; coltiva esclusivamente ortaggi e alberi
-da frutto.
-</p>
-
-<p>
-«Dunque io avrò un giardino! Ma ti vo facendo
-una storia lunga, mio Guglielmo; eppure vorrei prolungarla
-ancora tanto, se me ne rimanesse tempo!
-O potessi vederti, potessi parlarti! A voce ti direi
-in un'ora più che non in una settimana scrivendoti.
-Tra cinque minuti sentirò il campanello della signorina
-<span class="pagenum" id="Page_146">[146]</span>
-Emilia che mi manderà a chiamare per farle
-un po' di lettura....
-</p>
-
-<p>
-«Mi struggo di ricevere tue lettere, caro, e prego
-Dio mattina e sera che t'abbia in Sua custodia e
-mandi presto le bramate notizie alla tua affezionatissima
-</p>
-
-<p class="indr">
-«Gertrude.»
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XVIII.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Dolce cosa! La fata ove dimora</p>
-<p>Che far seppe un incanto così bello?</p>
-<p>In te, dici? La buona fata allora</p>
-<p>Come il cuor del tuo cuore ama, o fratello!</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Dana.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Alcune settimane dopo la data di quella sua missiva
-Gertrude seppe da Giorgio, il quale andava
-giornalmente in città a fare la spesa, che la signora
-Sullivan aveva lasciato detto per lei nella bottega
-del rubicondo macellaro, loro antico conoscente,
-ch'era giunta una lettera di Guglielmo, e che venisse
-a leggerla non appena le fosse possibile. Emilia
-acconsentì di buon grado a permetterle d'andarci
-subito, ma c'era una difficoltà: Carlotto, l'unico
-cavallo che il signor Graham teneva, appunto
-era fuori, e non si presentava nessun'altra occasione.
-</p>
-
-<p>
-— O perchè non la mandate con l'omnibus? — domandò
-la signora Ellis.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude le rivolse uno sguardo di gratitudine.
-Era la prima volta che quella donna favoriva un
-suo desiderio.
-</p>
-
-<p>
-— Sola? — disse Emilia. — Non la crederei abbastanza
-sicura.
-</p>
-
-<p>
-— Non abbastanza sicura? Una ragazza così grande! — esclamò
-la governante che, considerata quale
-una persona di famiglia, usava parlare alla signorina
-senza soggezione.
-</p>
-
-<p>
-— Vi pare?... Infatti, a me sembra sempre una
-bambina; ma oramai è quasi una ragazza, come voi
-dite, e dev'essere capace di badarsi da sè. Gertrude,
-sei certa di conoscere la strada, dalla stazione degli
-<span class="pagenum" id="Page_147">[147]</span>
-omnibus, in Boston, alla casa della signora Sullivan?
-</p>
-
-<p>
-— Oh, benissimo, signorina Emilia! — rispose la
-fanciulla.
-</p>
-
-<p>
-Senz'altre esitazioni, le furono posti in mano due
-biglietti per l'andata e il ritorno con la vettura pubblica,
-ed ella partì tutta raggiante e palpitante di
-gioia. Trovò la vedova e il vecchio Cooper in buona
-salute, e lietissimi delle ottime notizie avute da Guglielmo,
-il quale, dopo un lungo ma pur piacevole
-viaggio, era arrivato a Calcutta sano e salvo. Egli
-descriveva la sua nuova casa e le sue nuove occupazioni,
-parlava de' suoi nuovi principali: il rimanente
-della lettera era dedicato ad affettuosi messaggi,
-a domande riguardanti i suoi cari, e Gertrude
-v'aveva gran parte. Questa desinò con la signora
-Sullivan, poi ritornò sollecitamente a prendere il
-suo posto nell'omnibus.
-</p>
-
-<p>
-Mentre aspettava la partenza si divertiva a guardare
-i passanti. Mancava poco alle tre, ed ella cominciava
-a credere che non avrebbe avuto compagni
-di viaggio, quando la colpì la voce d'una persona
-da lei non veduta: una voce strana. Andò
-verso l'uscio, e le apparve dietro la vettura la figura
-più bizzarra che mai si fosse offerta a' suoi
-occhi. Era una vecchia signora, piccola e assai curva.
-Alla prima occhiata Gertrude riconobbe un medesimo
-spirito originale nell'idea e nell'esecuzione
-di ciascuna parte del suo straordinario abbigliamento.
-Ma non aveva ancora bene osservato i numerosi
-particolari di quell'insieme stupendamente
-grottesco, che la sua attenzione fu cattivata dal contegno
-non meno curioso della vecchietta.
-</p>
-
-<p>
-Dopo vani tentativi di salire nel piuttosto incomodo
-veicolo, ella era rimasta con un piede sul primo
-scalino e chiamava in suo soccorso il conduttore.
-L'uomo venne a lei.
-</p>
-
-<p>
-— Signore, — ella domandò con tono dignitoso — cotesto
-cocchio viaggiante è affidato alle vostre onorevoli
-cure?
-</p>
-
-<p>
-— Come dite?... — fece egli. — Ah! Gnora sì,
-sono il cocchiere.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Così dicendo aperse l'uscio, e senz'aspettare la cerimoniosa
-<span class="pagenum" id="Page_148">[148]</span>
-richiesta ch'era sulle labbra della passeggera,
-le pose una mano sotto un gomito, e innanzi
-ch'ella s'accorgesse della sua intenzione, la issò fin
-dentro l'omnibus, e richiuse.
-</p>
-
-<p>
-— Ohimè! — ella gemette sedendosi di faccia a
-Gertrude e accomodando le pieghe del suo velo e gli
-altri suoi panneggiamenti. — Quell'individuo non è
-versato nell'arte di porgere aiuto a una signora senza
-detrimento della sua abbigliatura. Oh Dio, oh
-Dio! — proseguì tutto d'un fiato. — Ho perduto il
-mio parasole!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Si rizzò per cercarlo; ma giusto in quel momento
-l'omnibus partiva, e l'improvvisa scossa le fece perdere
-anche l'equilibrio. Se non cadde fu grazie a
-Gertrude che lesta lesta l'afferrò per un braccio e
-la rimise a sedere.
-</p>
-
-<p>
-— Non vi sgomentate, signora, — disse la fanciulla — eccolo
-qui!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-E le mostrò il parasole che, quantunque avesse
-quasi le dimensioni d'un «parapioggia», ella portava
-attaccato alla cintola, con un nastro verde, e
-non s'era che spostato. Ma non quel solo oggetto
-vedevano pendere dal medesimo nastro gli occhi attoniti
-di Gertrude: c'erano inoltre una borsa enorme,
-dei più vivi e più diversi colori, una berretta di
-trina nera, un gran ventaglio di penne, un rotolo di
-carta da fiori finti, e altre cose ancora parzialmente
-nascoste da uno scialle nero di seta leggera. Ella
-faceva alla sua giovane compagna l'effetto d'una
-ladruncola reduce da una spedizione fortunata. In
-tal caso, però, la rea aveva una mirabile disinvoltura,
-giacchè tranquillamente appoggiò i piedi sulla
-panchetta di contro e si mise a fare il proprio comodo.
-Cominciò con l'inorridire Gertrude togliendosi
-di bocca i denti che ripose nella borsa: poi sostituì
-ai guanti di seta nera che calzava, altri di
-cotone, staccò il suo lungo velo di trina, lo ripiegò
-e lo appuntò alla cintola tra il resto, sciolse i nastri
-del cappello, gettò su questo una larga pezzuola
-colorata per ripararlo dalla polvere, infine slegò,
-non senza fatica, il ventaglio e prese a sventolarsi
-coscienziosamente, socchiudendo gli occhi come
-se avesse voglia di fare un pisolo. Infatti di lì a poco
-<span class="pagenum" id="Page_149">[149]</span>
-stette quieta: segno che s'era addormentata. Gertrude,
-assorta ne' suoi pensieri, guardava i nuvoloni
-che venivano levandosi da ponente, e quasi aveva
-dimenticato la sua singolare compagna di viaggio,
-quando una mano posatasi d'improvviso sulla sua
-ed una viva esclamazione le fecero dare un sobbalzo.
-</p>
-
-<p>
-— Mia cara damigella, — disse la vecchietta — non
-vi sembra che quelle negre nubi siano foriere
-d'un temporale?
-</p>
-
-<p>
-— Credo, sì, che voglia piovere, — ella rispose.
-</p>
-
-<p>
-— Quando sono uscita, stamani, — seguitò l'altra — il
-sole rifulgeva in un cielo sereno; fin gli alati
-cantori dell'aria proclamavano nei loro inni la gioia
-dell'universo; ed ecco che innanzi ch'io sia pervenuta
-al mio ritiro, le mie delicate gale di trina, — e
-chinava lo sguardo sul suo corpetto — rischiano
-d'esser vittime della spietata tempesta.
-</p>
-
-<p>
-— Non passa l'omnibus davanti alla vostra porta? — domandò
-la ragazza impietosita dall'evidente angoscia
-della vecchia signora.
-</p>
-
-<p>
-— No, ahimè, no! C'è almeno mezzo miglio.... E
-voi siete più fortunata, gentile signorina?
-</p>
-
-<p>
-— Al contrario. Ho un miglio intero di cammino
-dalla stazione, io.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Mossa da un impulso di simpatia la vecchia s'accostò
-a Gertrude dicendo con querulo accento:
-</p>
-
-<p>
-— Ah, me ne duole per l'immacolata bianchezza
-dei nastri del vostro cappellino!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-L'omnibus intanto era arrivato alla sua destinazione.
-Le due passeggere scesero. Gertrude rimise al
-conduttore il suo biglietto, e fece per avviarsi; ma
-la bizzarra signora l'afferrò per la veste a la pregò
-d'attenderla, visto che seguivano la medesima strada.
-L'attesa fu lunga perchè insorse una difficoltà.
-La vecchietta si rifiutava di pagare il prezzo chiestole
-per il suo posto, affermando che non era il
-prezzo ordinario, e accusando «l'individuo» dell'intenzione
-d'appropriarsi l'eccedenza di due <i>centini</i><a class="tag" id="tag1" href="#note1">[1]</a>.
-Gertrude stava sulle spine, perchè s'aspettava
-da un momento all'altro acqua a torrenti. Finalmente,
-venuto il conduttore a una transazione
-<span class="pagenum" id="Page_150">[150]</span>
-con la sua troppo tirata passeggera, si misero in
-cammino. Avevano fatto un quarto di miglio, circa,
-a passo di lumaca, quando cominciarono a cadere
-i primi goccioloni. E Gertrude dovette staccare dalla
-cintura della sua compagna l'ampio parasole, e reggerlo
-in guisa da riparare sè e lei. Proseguirono
-così sotto la pioggia, sempre più fitta. Dopo un altro
-quarto di miglio, mentre sembrava che si fossero
-aperte tutte le cateratte del cielo, la fanciulla udì
-qualcuno correre dietro a loro, e voltandosi vide
-Giorgio, il servitore del signor Graham, che andava
-di volo in direzione della villa.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, signorina Gertrude! — esclamò l'uomo riconoscendola. — Vi
-bagnerete fino alle ossa, voi, e
-la signorina Pace.... Sarà bene che vi rifugiate in
-casa sua, dove sarete al sicuro. Su, lesta!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Così dicendo pigliò in braccio la vecchietta, e accennato
-a Gertrude di seguirlo, si slanciò attraverso
-la strada, nè si fermò finchè non ebbe deposto il
-suo fardello nell'entrata d'un casinetto vicino. Quasi
-nello stesso punto vi arrivò anche la fanciulla.
-</p>
-
-<p>
-La signorina Pace, giacchè così si chiamava la
-bizzarra creatura, era tanto sbalordita che le ci volle
-qualche minuto prima di raccapezzare come si trovasse
-di botto a salvamento sotto il proprio tetto:
-intanto Giorgio convenne con Gertrude ch'ella rimarrebbe
-lì un paio d'ore, finch'egli ripassasse a
-prenderla col legno al suo ritorno dalla stazione ferroviaria
-dove andava regolarmente tre volte la settimana,
-per il suo padrone.
-</p>
-
-<p>
-Marta Pace non godeva fama di persona ospitale.
-Ella era proprietaria del casinetto in cui abitava, e
-ci viveva affatto sola, senza neppure una serva. Non
-riceveva mai visite, ma in compenso ne faceva moltissime;
-e poichè tutti i suoi parenti e i suoi amici
-stavano a Boston, o ancor più lontano da D***, dove
-ella dimorava soltanto da qualche tempo, era una
-costante frequentatrice degli omnibus e altre vetture
-pubbliche. Per questo, e per la sua assiduità agli
-uffizi divini, molta gente la conosceva; nondimeno
-Gertrude forse era la prima ospite che varcava la
-sua soglia: ospite, del resto, non invitata.
-</p>
-
-<p>
-E dovette ella stessa, alla porta, prendere la chiave,
-<span class="pagenum" id="Page_151">[151]</span>
-aprire, far entrare la padrona di casa nel salotto,
-aiutarla a levarsi le bavere, gli scialli, i veli
-in cui era avvolta. Quando però la signorina Marta
-Pace si fu riavuta, si comportò con l'elegante urbanità
-che la distingueva. Benchè vivissimo fosse il
-suo rammarico per i danni sofferti dai propri indumenti,
-seppe abbastanza padroneggiarlo, da manifestare
-quasi altrettanto eloquentemente i suoi timori
-circa quelli di Gertrude. Bisognò che questa
-l'assicurasse che i suoi stivaletti erano appena bagnati,
-che il suo vestito e la sua mantellina di ghingano
-sfidavano la pioggia, e che il suo bel cappellino
-di paglia era stato ben protetto dalla sciarpa
-gettatavi sopra, perchè ella si risolvesse a trascurar
-un momento i doveri dell'ospitalità a fine di mutare
-l'abito trinato con uno più casalingo.
-</p>
-
-<p>
-Lasciata sola, Gertrude, la cui curiosità già era
-punta dalla strana apparenza del salotto, prese ad
-esaminare più da vicino i diversi oggetti d'uso e
-d'ornamento che lo riempivano.
-</p>
-
-<p>
-Il salotto veramente non era meno singolare della
-signora. Come l'abbigliatura di lei, la sua mobilia
-si componeva di parti eterogenee rappresentanti varie
-mode di varie età, cominciando da certe seggiole
-dell'epoca del «Fior di Maggio»<a class="tag" id="tag2" href="#note2">[2]</a> fino ai guancialini
-da spilli che volevano essere moderni, e ai
-saggi mal riusciti d'erbe cristallizzate.
-</p>
-
-<p>
-L'acuto sguardo osservatore di Gertrude si pasceva
-con delizia in quell'originale miscuglio di poche
-reliquie d'antica eleganza e di numerosi esempi di
-cattivo gusto e d'aberrazione, quando la padrona di
-casa rientrò.
-</p>
-
-<p>
-Ella aveva indossato una veste di lana nera, semplice
-benchè di foggia un po' strana, in cui pareva
-signora di miglior qualità che con le sue gale di
-trina da lei tanto pregiate. Portava un gran bicchierone
-d'acqua pepata, che offerse alla sua ospite dicendole
-che le avrebbe scaldato lo stomaco ed evitato
-un'infreddatura; ma la ragazza, rattenendo a
-stento le risa, ricusò il beveraggio. Allora la signorina
-Marta sedette e, mentre andava sorbendo con
-<span class="pagenum" id="Page_152">[152]</span>
-voluttà quello stravagante rinfresco, incominciò una
-conversazione la quale a momenti induceva la sua
-interlocutrice a crederla una donna molto sensata,
-a momenti la persuadeva ch'ella era pazza addirittura.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude faceva su di lei un'impressione più precisa.
-La giovane damigella, com'essa diceva, era incantevole,
-possedeva un intelletto degno d'una regina,
-aveva le forme snelle, e l'andatura leggera di
-una gazzella, e movenze più graziose di quelle del
-cigno.
-</p>
-
-<p>
-Quando Giorgio venne a riprenderla, la signorina
-Pace mostrò un sincero rincrescimento di separarsi
-da lei, e l'invitò cordialmente a ritornare. Ella glielo
-promise.
-</p>
-
-<p>
-Le consolanti notizie di Guglielmo e le divertenti
-avventure della sua gita avevano infuso a Gertrude
-una così briosa allegrezza, ch'ella balzò dal legno e
-salì le scale con quella sua aerea rapidità di piccola
-fata che lo zio True tanto amava, e che l'abbattimento
-cagionatole dalla morte del buon uomo le
-aveva fatto perdere. Di corsa si diresse verso la sua
-camera per deporre il cappello e mutar vestito prima
-d'andare in cerca d'Emilia a cui si struggeva di
-raccontare gli avvenimenti della giornata.
-</p>
-
-<p>
-Ma sulla soglia incontrò Brigida, la donna di servizio,
-che ne usciva con in mano la granata, la cassetta,
-e il resto. E, domandatole che ci fosse venuta
-a fare a quell'ora insolita, seppe che la signora Ellis
-durante la sua assenza aveva ordinato di ripulire
-la stanzina da cima a fondo e mettere a posto
-i mobili da lei destinativi, giacchè era stata allestita
-provvisoriamente, e si trovava finora un poco
-sossopra. Turbata, senza ben sapere perchè, all'idea
-di quest'invasione del suo dominio da parte della
-governante, ella s'affrettò ad ispezionarlo con un
-lieve senso d'inquietudine che man mano venne trasformandosi
-in collera veemente.
-</p>
-
-<p>
-Nel lasciare la casa della signora Sullivan per
-quella del signor Graham a Boston, Gertrude aveva
-portato seco, oltre il baule contenente i vestiti e la
-biancheria, una certa vecchia scatola di latta, e l'aveva
-accuratamente riposta sul palchetto d'un armadio
-<span class="pagenum" id="Page_153">[153]</span>
-a muro nella sua camera, dov'era rimasta
-tutto l'inverno chiusa, senz'esser mai notata da nessuno.
-</p>
-
-<p>
-Quando la famiglia si trasferì in campagna la
-scatola v'accompagnò la sua proprietaria, portata
-da questa e vigilata con grande attenzione. Là, non
-essendovi nella nuova camera di Gertrude alcun ripostiglio,
-essa la nascose in un angolo dietro il letto.
-Ora appunto la sera innanzi la sua gita in città ne
-aveva estratto e rimirato parte degli oggetti custoditivi.
-Ognuno era per lei un caro e mesto ricordo,
-e molte lacrime aveva sparso la fanciulla su quel
-suo piccolo tesoro. C'era il Samuele di gesso, primo
-regalo dello zio True, assai deteriorato dal tempo
-e dai disastri. Esaminando una grave contusione
-alla nuca, effetto d'un colpo datogli sbadatamente
-dallo stesso donatore, e rammentando come il buon
-vecchio si fosse pazientemente ingegnato a riparare
-il danno, sentiva che non si sarebbe privata della
-povera figurina per tutto l'oro del mondo. E c'erano
-le sue pipe, annerite dal lungo uso, umili pipe d'argilla,
-ma pensando che a lui avevano procurato
-tanto piacere, ella trovava una consolazione nel conservarle
-piamente. S'era portata via anche la sua
-lanterna, perchè non poteva scordare la gaia fiammella
-che aveva recato il primo raggio di luce nell'oscurità
-della sua vita. E come poi avrebbe trascurato
-il vecchio berretto di pelo sotto cui le sembrava
-di rivedere il benevolo sorriso che tante volte
-v'aveva cercato, e mai invano?... A queste reliquie
-s'aggiungevano alcuni balocchi, qualche libro figurato
-donatole da Guglielmo, un minuscolo panierino
-ch'egli aveva intagliato per lei in un guscio di noce,
-e altre coserelle.
-</p>
-
-<p>
-Tutti quei vari oggetti, tranne il berretto di pelo
-e la lanterna, ella li aveva lasciati sul caminetto.
-Ed ora, entrando nella camera, il suo sguardo corse
-subito in cerca dei preziosi ricordi. Non c'erano più.
-Il caminetto era diligentemente spolverato, e affatto
-sgombro. Si precipitò verso l'angolo dove teneva la
-scatola di latta. Scomparsa anche questa. In un baleno
-Gertrude raggiunse la serva, la chiamò, la tempestò
-di domande ansiose.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_154">[154]</span>
-</p>
-
-<p>
-Brigida serviva in quella casa da poco, ed era
-uno dei più stupidi esemplari della sua specie; ma
-la fanciulla seppe così bene interrogarla, che riuscì
-a chiarirsi di ogni cosa. La figurina, la lanterna e
-le pipe erano state buttate in un mucchio di vetri
-rotti e di cocci e ridotte in briciole, come Brigida
-affermava; il berretto, dichiarato invaso dalle tignuole
-e condannato al fuoco; quanto agli altri ammennicoli,
-ella non era proprio sicura, ma supponeva
-che avessero finito anch'essi nel camino. E tutto
-questo, in obbedienza agli ordini formali della
-signora Ellis. Gertrude lasciò andare Brigida senza
-farle conoscere la gravità della perdita che soffriva,
-e chiuso l'uscio si gettò sul letto e dette in un violento
-scoppio di pianto.
-</p>
-
-<p>
-— Ah, questa, — ella pensava — questa era la ragione
-che la induceva ad agevolare la mia gita! Ed
-io credevo che volesse compiacere al mio desiderio!
-Venire qui voleva, per derubarmi, la ladra!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Saltò giù dal letto con impeto, come vi s'era gettata,
-e si slanciò per uscire; ma subitamente frenata
-da un nuovo pensiero, tornò indietro, cadde
-in ginocchio singhiozzando forte, e nascose la faccia
-tra le palme. Due o tre volte alzò il capo, quasi in
-procinto di rizzarsi e correre ad affrontare la sua
-nemica; ma sempre quel pensiero le riattraversò la
-mente e la rattenne. Non era paura; oh, no, Gertrude
-non temeva nessuno. Doveva essere qualche
-cosa di più forte, e che tuttavia aveva un influsso
-calmante; giacchè dopo ogni lotta vinta diveniva più
-tranquilla. Infine si levò, andò a sedersi accanto alla
-finestra aperta, appoggiò la fronte a una mano e
-guardò fuori.
-</p>
-
-<p>
-La pioggia era cessata, e il sorriso della terra
-tutta bella, tutta fresca, si rifletteva in uno splendido
-arcobaleno che misurava l'orizzonte orientale.
-Un uccellino venne a posarsi sopra un ramo d'un
-albero vicino alla finestra, e intonò il suo <i>Te Deum</i>.
-Ondate di deliziosa fragranza s'espandevano da un
-arbusto di lilla in piena fioritura. E nell'anima di
-Gertrude si diffondeva una pace prodigiosa. Ella
-sentì «la grazia che arreca la pace succedere alle
-passioni che conturbano». Usciva trionfante dal
-<span class="pagenum" id="Page_155">[155]</span>
-conflitto; aveva riportato la massima delle vittorie
-umane: la vittoria sopra sè stessa. Più bella di
-tutte le cose belle che rallegravano la terra dopo
-la tempesta, dall'iride fulgente incontro al sole, al
-canto della creatura alata tra le fronde, al ravvivato
-profumo dei fiori, una luce serena splendeva
-nel viso della fanciulla, mentr'ella alzava gli occhi
-al cielo e dal suo cuore, dove l'intima tempesta era
-sedata, saliva a Dio la tacita offerta del sacrificio.
-</p>
-
-<p>
-Il suono della campanina che annunziava il tè la
-scosse. In fretta bagnò la faccia nell'acqua fredda,
-si ravviò i capelli e scese. Nella sala da pranzo non
-trovò che la signora Ellis; il signor Graham era in
-città, Emilia aveva una fiera emicrania. Per conseguenza
-ella prese il tè sola con la governante. Costei,
-sebbene non sapesse quanto preziose fossero
-per Gertrude le vecchie reliquie distrutte, era conscia
-d'aver commesso un'azione maligna, e dinanzi
-al contegno dell'offesa che non dimostrava ombra
-di collera nè d'astio, anzi s'asteneva fin dal menzionare
-il fatto, ella si sentiva più confusa e mortificata
-che non avrebbe voluto confessare. La cosa
-passò dunque sotto silenzio, allora e poi: ma la signora
-Ellis provò sempre il cocente sentimento della
-superiorità di quella fanciulla su lei, in materia di
-generosità e di pazienza.
-</p>
-
-<p>
-Il giorno seguente la cuoca bussò all'uscio d'Emilia,
-e fatta entrare disse tirando fuori il guscio di
-noce tagliato in forma di panierino:
-</p>
-
-<p>
-— Vorrei sapere, signorina Emilia, dove sia la signorina
-Gertrude; ho trovato il suo panierino nella
-cassetta del carbone, e credo che sarà molto contenta
-di riaverlo. Non s'è sciupato punto.
-</p>
-
-<p>
-— Quale panierino? — domandò la cieca.
-</p>
-
-<p>
-La donna le mise il ninnolo in mano, e con tono
-assai concitato le raccontò la distruzione degli oggetti
-appartenenti a Gertrude, di cui ella stessa era
-stata testimone indignatissima. Descrisse pure in
-modo commovente l'angoscia della ragazza nell'interrogare
-Brigida, avendo ella udito tutto dalla sua
-camera dove si trovava mentre esse parlavano poco
-lontano.
-</p>
-
-<p>
-Emilia, ascoltando la pietosa storia, si rammentò
-<span class="pagenum" id="Page_156">[156]</span>
-che nel pomeriggio del giorno innanzi le era parso
-di sentir Gertrude singhiozzare nella sua stanza alla
-quale quella di lei era adiacente, ma aveva poi creduto
-d'essersi ingannata.
-</p>
-
-<p>
-— Andate, signora Prime, — disse alla benevola
-cuoca — andate a portarle il panierino: è nella piccola
-biblioteca. Ma, ve ne prego, non le dite d'avermi
-parlato della cosa.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ella attese parecchi giorni che la sua protetta si
-lamentasse con lei del torto patito: ma la brava figliuola
-tenne dentro il suo dolore e lo sopportò in
-silenzio.
-</p>
-
-<p>
-Era la prima volta che Gertrude giungeva a padroneggiarsi
-così perfettamente, e fu l'ultima che il
-farlo le costò una così aspra lotta. Da quel momento
-ella andò acquistando sempre maggior potere nel
-governo di sè, e accrescendosi il suo vigore con ogni
-nuovo sforzo ella divenne un esempio mirabile agli
-occhi di coloro che sapevano con quale temperamento
-avesse a combattere.
-</p>
-
-<p>
-Toccava quasi i quattordici anni ed era cresciuta
-così rapidamente, che adesso la sua statura superava
-l'ordinaria delle ragazze di pari età, anzichè rimanervi
-inferiore come fino allora. Ma non ne soffriva,
-grazie al riposo intellettuale, all'attività fisica,
-all'aria aperta della campagna.
-</p>
-
-<p>
-Il suo giardino era per lei una sorgente di vivi
-piaceri. I fiori ch'ella educava con assidua cura,
-prosperavano, e tutti i giorni, a colazione, Emilia
-trovava accanto al suo piatto un bel mazzo fragrante.
-</p>
-
-<p>
-Di tanto in tanto visitava la sua vecchia amica, che
-l'accoglieva cordialmente. La signorina Marta si dilettava
-di fare fiori artificiali, e i modelli le erano
-forniti dal giardino di Gertrude la quale perciò di
-rado arrivava a mani vuote. Ma i risultati corrispondevano
-così male alle buone intenzioni della
-fiorista, che sarebbe stato calunniar la natura chiamare
-le sue fantastiche imitazioni copie fedeli degli
-originali. Ella però n'era sodisfatta; ed è da sperare
-che fossero sodisfatti anche i suoi amici a cui
-destinava i grossi mazzi che portava in giro attaccati
-alla cintura col famoso nastro verde.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_157">[157]</span>
-</p>
-
-<p>
-Gli amici di Marta Pace erano numerosi. Parlandone
-con Gertrude nominava tanta gente da farle
-pensare che doveva conoscere mezza Boston. Aveva
-imparato in gioventù l'arte della tappezzeria da lei
-per molti anni esercitata prestando l'opera sua, come
-ella raccontava, nelle più cospicue famiglie della
-città, dove si soleva dire che «Marta Pace possedeva
-due occhi davanti e due di dietro, e due paia d'orecchie»,
-così acuta osservatrice ella era e di così
-fine criterio. Nonostante queste sue straordinarie facoltà
-di visione e comprensione, ella non aveva mai
-cagionato discordie nè pettegolezzi nelle case che
-frequentava: Era prudente e coscienziosa, e quantunque
-assai singolare ne' suoi costumi e nel suo
-linguaggio, e stravagante in certe sue fantasie a segno
-d'essere tenuta dagli estranei per una mezza
-pazza, aveva saputo guadagnarsi e conservare la
-benevolenza di buone persone, signore e signori, che
-la ricevevano e la trattavano con grande cortesia.
-Ella si regolava in modo da visitare per turno, nel
-corso di ciascun anno, queste famiglie amiche, ogni
-membro delle quali le stava a cuore, e mantenere
-viva l'antica intimità.
-</p>
-
-<p>
-Un solo dispiacere affliggeva la vecchia zittella:
-quello di non avere uno sposo. E lo versava spesso
-nel seno di Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-— Ah, cara signorina, — ella esclamava allora,
-dimenticando, a quanto pareva, la sua età ed i suoi
-acciacchi — camperei pur bene in questo mondo, se
-avessi un compagno! — E con una mossettina del
-capo e una cert'aria civettuola, soggiungeva: — Sappiate,
-bella mia, ch'io qualche volta ci penso a
-prendere marito! — Poi, accorgendosi della maraviglia
-e dell'ilarità che questa sua idea destava nella
-fanciulla, le esponeva le ragioni per cui aveva
-tanto a lungo differito l'attuazione d'un disegno vagheggiato
-sempre, e benchè ammettesse di non esser
-più giovane come nei giorni andati, concludeva
-invariabilmente: — È vero che il tempo è inesorabile,
-ma io m'aggrappo alla vita, signorina Gertrude,
-io m'aggrappo alla vita, e posso ancora maritarmi!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La moda era un altro soggetto su cui soleva intrattenerla
-<span class="pagenum" id="Page_158">[158]</span>
-con enfatiche declamazioni, confessando
-che quanto a lei, ella intendeva d'esserne rigida seguace,
-a costo di qualunque sacrifizio. Gertrude non
-poteva astenersi dal pensare che quest'intenzione
-della signorina Marta non andava meno miseramente
-fallita di quella d'innamorare un giovanotto.
-Si persuase anche, a poco a poco, che la vecchietta,
-quali si fossero le sue possibilità, era oltremodo
-avara.
-</p>
-
-<p>
-Emilia, che la conosceva assai bene e spesso le
-aveva dato commissioni, non s'oppose alle visite della
-sua protetta; anzi l'accompagnava più volte. Ella
-gradiva le occasioni di distrarsi un poco, e la bizzarra
-conversazione di Marta Pace era per lei un
-vero divertimento come per Gertrude. Queste visite,
-del resto, venivano restituite con una sollecitudine
-che provava la preferenza della vecchia zittella per
-la parte di visitatrice; e la signorina Graham avendolo
-osservato, l'invitò a frequentare la villa a suo
-piacimento: invito di cui quella approfittò largamente.
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XIX.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Dolce è la tua presenza, o giovanetta,</p>
-<p>E salutare più che un mite e puro</p>
-<p>Cielo, e ch'ogni virtù d'acque sorgive.</p>
-<p class="i6">Mrs. <span class="smcap">Barbauld</span>.</p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Coloro che posseggono una villa a poche miglia
-da una grande città, non vi godono propriamente la
-vita campestre. Hanno spaziosi giardini, spesso anche
-vasti orti dove coltivano le frutta e i legumi per
-loro uso; quasi tutti tengono cavalli e fanno amene
-gite nei dintorni. C'è perfino chi ha la sua piccola
-fattoria, e può vantare il grasso bestiame e i polli
-di Shanghai che alleva. Ma queste villeggiature suburbane
-non offrono le attrattive della vera campagna.
-Non ci sono folti boschi, nè ruscelli mormoranti
-tra l'erba, nè campi di spighe ondeggianti al
-vento, nè ampie distese di prati. Da ogni altura si
-vede la metropoli, tanto vicina che par di sentirne
-il rumorio; ad ogni ora, omnibus e treni portano al
-<span class="pagenum" id="Page_159">[159]</span>
-gran mercato degli affari o di là riconducono i villeggianti
-e i loro ospiti.
-</p>
-
-<p>
-Eppure le persone che desiderano un quieto ritiro
-per viverci appartate nell'intimità della famiglia,
-sono più sicure di trovarlo in quelle dimore tra
-campestri e cittadine, che non altrove. Perciò una
-estate dopo l'altra ritornano al medesimo angolo
-tranquillo, e non disturbate da visite nè da pettegolezzi
-conservano un'indipendenza che sarebbe impossibile
-sia nelle affollate vie della città dove passano
-sempre conoscenti che vi fermano o salgono da
-voi, sia nei villaggi dove i forestieri sono oggetto di
-curiosità e di ciarle, e tutti vogliono conoscerli da
-presso.
-</p>
-
-<p>
-La villa del signor Graham era comoda, però non
-sontuosa, e non attirava affatto l'attenzione. Il giardino
-certo era bellissimo, ricco di lussureggianti
-macchiette d'arbusti, di chioschi, di grandi pergole
-coperte di viti; ma un'alta palizzata lo nascondeva
-agli sguardi dei passanti; e la casa, discosta dalla
-strada, aveva un'apparenza modesta e punto moderna.
-</p>
-
-<p>
-Il signor Graham s'occupava con passione d'orticoltura;
-tuttavia le sue abitudini e i suoi interessi
-lo tenevano attaccato a Boston. Emilia, non essendo
-in istato di far vita mondana, non riceveva che i
-vicini, nelle occasioni di prammatica, e pochi intimi,
-come il pastore Arnold, il quale faceva spesso
-verso sera una giterella per vederla e mangiare un
-po' di frutta.
-</p>
-
-<p>
-L'estate trascorreva in una quiete felice. Gertrude
-trovava nella compagnia della sua benefica amica
-e nella coscienza d'esserle utile in molte maniere,
-una viva sorgente di sodisfazione e di gioia, quando
-d'improvviso ogni suo piacere fu troncato.
-</p>
-
-<p>
-Emilia venne còlta da una febbre assai forte, e
-la prima volta che la fanciulla si presentò alla sua
-porta desiderosa d'assisterla, la signora Ellis, che
-intendeva d'esser l'unica infermiera, la respinse rudemente.
-Alle sue calde istanze replicò che quella
-febbre era contagiosa, e che la signorina non aveva
-bisogno di lei, e d'altronde quando stava male non
-voleva dattorno altri che la sua fida governante.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_160">[160]</span>
-</p>
-
-<p>
-Da tre o quattro giorni Gertrude errava per la
-casa, inconsolabile. La mattina del quinto, dopo il
-suo bando dalla camera della malata, vide la cuoca
-salire al primo piano con una minestrina: e, mettendole
-in mano alcuni bellissimi bocciuoli di rose,
-còlti allora, la pregò di darli ad Emilia e di domandarle
-se non le poteva permettere d'entrare e
-vederla un momento.
-</p>
-
-<p>
-Aspettò ansiosamente, in cucina, il ritorno della
-signora Prime nella speranza che le recasse almeno
-qualche affettuosa parola. Ma la buona donna ridiscese
-coi fiori, che gettò sulla tavola, sfogando così
-i suoi sentimenti:
-</p>
-
-<p>
-— Cospetto! Si dice che le brave cuoche e le brave
-infermiere sono garbate come orsi! Non tocca a me
-dire se sia vero rispetto alle cuoche, ma rispetto
-alle infermiere, non c'è dubbio! S'io fossi voi, signorina
-Gertrude, non m'arrischierei d'andarci....
-Ho gran paura, sapete, che vi morda!
-</p>
-
-<p>
-— E la signorina Emilia non ha accettato le rose? — domandò
-la giovanetta, profondamente accorata.
-</p>
-
-<p>
-— Lei, poverina, non c'entra per nulla. Capirete,
-non le ha mica vedute.... La signora Ellis le ha scaraventate
-fuori dell'uscio protestando che tanto valeva
-portare un veleno a una malata con la febbre,
-che quei fiori. Ho tentato di parlare io alla signorina,
-ma quella cara signora m'ha interrotta con un
-tale «ss-ss-st» da farmi pensare che la fosse per
-pigliar sonno, sicchè non ho più osato e me ne sono
-andata pian piano.... Uf! Diventa mai ringhiosa
-quando per disgrazia c'è qualcuno di malato in
-casa?...&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude uscì in giardino e andò vagando come
-un'anima in pena. Temeva che Emilia fosse molto
-aggravata, nè poteva pensare ad altro. I suoi libri,
-il suo lavoro, erano nella camera di questa, dove li
-teneva usualmente; la biblioteca, che le avrebbe offerto
-qualche distrazione, era chiusa. Non le rimaneva
-dunque che quel rifugio, e là passò il resto
-della mattinata. Così fu non quella mattina soltanto,
-ma parecchie delle seguenti, perchè Emilia continuava
-a peggiorare. In capo a due settimane Gertrude
-non aveva ancora ottenuto di vederla, e non
-<span class="pagenum" id="Page_161">[161]</span>
-sapeva della sua salute se non quanto ne sentiva
-dire dalla governante al signor Graham. Questi però
-parlava ogni giorno col medico, e faceva frequenti
-visite alla figliuola, sicchè non richiedeva da lei
-quelle minuziose informazioni che la fanciulla avrebbe
-tanto desiderato. Una volta ella ardì interrogare
-direttamente la signora Ellis, ma l'arcigna matrona
-le rispose:
-</p>
-
-<p>
-— Non mi seccate con le vostre domande. Che potete
-intendere voi di malattie?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Un pomeriggio, seduta in un grande chiosco in
-fondo al giardino, presso le aiuole ch'ella coltivava
-ed erano allora tutte fiorite di reseda e di verbene,
-Gertrude stava legando e segnando gl'involtini dei
-semi che aveva raccolti da varie piante. Ella era
-tutta assorta nel suo lavoro, quando il suono d'un passo
-vicinissimo la fece sobbalzare. Alzò gli occhi
-e vide il dottor Jeremy, medico della famiglia, entrare
-nel chiosco.
-</p>
-
-<p>
-— Che fate di bello? — egli domandò, nella rapida
-e brusca maniera che gli era abituale. — Un
-assortimento di semi, eh?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, signore, — rispose ella arrossendo nel vedere
-i penetranti occhi neri del dottore scrutarla in
-faccia.
-</p>
-
-<p>
-— O dove fu che c'imbattemmo la prima volta? — disse
-egli con lo stesso fare.
-</p>
-
-<p>
-— In casa del signor Flint.
-</p>
-
-<p>
-— True Flint! Già.... mi rammento. Voi siete la
-sua ragazzina. Una brava figliuola. E il povero True,
-è morto. Peccato, è una perdita per tutti. Questa è
-dunque la piccola infermiera che vedevo là.... Dio
-buono, come crescono in furia i bambini!
-</p>
-
-<p>
-— Dottor Jeremy, — chiese Gertrude con accento
-supplichevole — ditemi, ve ne prego, come sta la signorina
-Emilia?
-</p>
-
-<p>
-— Emilia? Non troppo bene in questo momento.
-</p>
-
-<p>
-— Oh! Temete forse che abbia a morire?
-</p>
-
-<p>
-— Ma no, ma no! Perchè dovrebbe morire? Io
-non la lascerò morire se voi mi aiutate a tenerla in
-vita. Come mai non siete in casa ad assisterla?
-</p>
-
-<p>
-— Ah, se potessi! — ella esclamò balzando in piedi. — Se
-potessi!
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_162">[162]</span>
-</p>
-
-<p>
-— E chi ve lo impedisce?
-</p>
-
-<p>
-— La signora Ellis. Non mi lascia neanche entrare,
-dottore; dice che la signorina non vuole altri
-che lei.
-</p>
-
-<p>
-— La signora Ellis non ha voce in capitolo, ed
-Emilia neppure: quest'è affar mio, ed io voglio voi.
-Affiderei più volentieri i miei pazienti a voi che a
-tutte le signore Ellis del mondo. Quella lì non se
-n'intende d'assistere malati; rimandatela alle sue
-conserve di coccole rosse, e a' suoi pasticci di zucca.
-Dunque, è fissato; domani prendete il vostro posto.
-</p>
-
-<p>
-— Grazie, dottore, grazie!
-</p>
-
-<p>
-— Non mi ringraziate ancora; aspettate di esservici
-provata. È opera faticosa prestar le cure necessarie
-agl'infermi. Di chi è l'orto attiguo?
-</p>
-
-<p>
-— Della signora Bruce.
-</p>
-
-<p>
-— E cotesto pero è suo?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, signore.
-</p>
-
-<p>
-— Per san Giorgio, signora Bruce, farò onore alle
-vostre pere!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Così dicendo il dottor Jeremy, uomo sui sessantacinque,
-ma robusto ed agile, scavalcò il muretto
-di pietra che divideva il giardino dall'orto, lanciandosi
-con tale impeto, da arrivare d'un balzo appiè
-dell'albero.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude, la quale, esilarata, osservava le sue gesta,
-lo vide inciampare in un ostacolo e salvarsi dal
-cader bocconi stendendo le mani e reggendosi al
-grosso tronco del vecchio e bellissimo pero. In quella
-una testa ornata d'uno zucchettino di velluto si levò
-lentamente di tra le alte erbe, e apparvero la faccia
-e il busto d'un giovanetto di sedici in diciassett'anni
-che, appoggiato a un gomito, mirava con stupore
-l'intruso.
-</p>
-
-<p>
-Ma questi, punto intimidito, prese immediatamente
-l'offensiva contro il primo occupante, gridando:
-</p>
-
-<p>
-— Rizzati, poltrone! A che stai costì sdraiato facendo
-gambetta alle persone per bene?
-</p>
-
-<p>
-— Chi chiamate voi persone per bene? — domandò
-il giovane senza risentirsi nè dell'epiteto nè dell'interrogazione.
-</p>
-
-<p>
-— Me e la mia piccola amica qui presente, — replicò
-il dottor Jeremy ammiccando verso Gertrude
-<span class="pagenum" id="Page_163">[163]</span>
-che affacciata al muretto rideva di cuore del modo
-in cui egli era stato còlto sul fatto.
-</p>
-
-<p>
-Gli occhi dell'altro seguirono la direzione de' suoi
-e si fissarono sul viso della fanciulla che brillava
-tutto di gaiezza.
-</p>
-
-<p>
-— Posso fare qualche cosa per servirvi, signore? — disse
-egli poi, rivolgendosi a lui.
-</p>
-
-<p>
-— Sicuro! — rispose il dottore. — Io sono venuto
-qui per cogliere di coteste belle pere; ma voi siete
-più alto di me, a con l'aiuto della vostra mazza che
-ha la gruccia ricurva, arriverete meglio al ramo più
-carico.
-</p>
-
-<p>
-— Onorevole ed onesto proposito, — mormorò il
-giovane. — Sarò lieto di prestarmi per una così buona
-causa.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Sollevò la mazza che giaceva accanto a lui, abbassò
-con essa un ramo fino a portata del suo braccio,
-e lo scosse vigorosamente. Le frutta mature si
-sparsero sull'erba. Il dottor Jeremy se ne empì le
-tasche e le mani, e mosse verso il muro divisorio.
-</p>
-
-<p>
-— Ne avete abbastanza? — gli domandò il giovane
-con voce lenta e strascicata.
-</p>
-
-<p>
-— A iosa, a iosa! — rispose egli.
-</p>
-
-<p>
-— Tanto piacere! — fece l'altro, buttandosi di
-nuovo giù, indolentemente, senza cessare di fissar
-Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-— Dovete esser molto stanco, — disse Jeremy tornando
-indietro di due passi. — Io sono medico, e
-vi consiglierei un pisolino.
-</p>
-
-<p>
-— Ah, siete medico? — riprese il pigrone nello
-stesso tono tra languido ed ironico in cui aveva
-parlato fino allora. — Seguirò dunque il vostro consiglio.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-E adagiatosi nell'erba, resupino, chiuse gli occhi.
-</p>
-
-<p>
-Il dottore vuotò le tasche sulla panchetta del chiosco
-e invitò Gertrude a pigliarsi la sua parte del
-bottino. Egli addentava le belle pere sugose, ridendo
-così forte di quella sua allegra monellata, che
-quasi i bocconi gli andavano di traverso. A un tratto
-gli venne in mente di guardar l'orologio.
-</p>
-
-<p>
-— Le quattro e mezzo! — esclamò. — Il treno
-parte tra dieci minuti. Chi mi condurrà alla stazione?
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_164">[164]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Non so, signore, — rispose la fanciulla pensando
-che la domanda fosse diretta a lei.
-</p>
-
-<p>
-— Dov'è Giorgio?
-</p>
-
-<p>
-— E andato sul prato a prendere il fieno, ma ha
-lasciato Carlotto, il cavallo bianco, nella corte, con
-i finimenti e tutto. Ho visto che l'attaccava alla catena
-dopo avervi portato qui dalla ferrovia.
-</p>
-
-<p>
-— Ah! Ebbene, allora, conducetemi voi.
-</p>
-
-<p>
-— Impossibile, signor dottore, io non so guidare.
-</p>
-
-<p>
-— Bisogna che impariate: v'insegnerò io. Non
-avete mica paura?
-</p>
-
-<p>
-— Oh, no! Ma il signor Graham....
-</p>
-
-<p>
-— Non v'occupate del signor Graham. Date retta
-a me. Rispondo io che ritornerete a casa sana e
-salva.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude era per sua natura coraggiosa. Non aveva
-mai guidato un cavallo, ma essendocisi messa
-senza timori, vinse la prova a maraviglia: e poichè
-il dottor Jeremy continuò a farsi condurre da lei,
-ella acquistò presto molta perizia nell'uso delle redini.
-Non è forse questa una bravura particolarmente
-desiderabile in una donna: a Gertrude tuttavia
-fu assai utile.
-</p>
-
-<p>
-Il medico mantenne la promessa di stabilirla al
-capezzale della malata. La prima volta che dopo
-quel loro colloquio visitò Emilia, parlò a questa della
-fanciulla in termini di grande encomio per la devozione
-al vecchio True e le qualità di buona infermiera
-da lei mostrate; poi le domandò per qual
-ragione fosse stata espulsa dalla sua camera.
-</p>
-
-<p>
-— È tanto apprensiva, — ella rispose — teme che
-la febbre le s'attacchi.
-</p>
-
-<p>
-— Non dovete crederlo. È troppo contrario al suo
-carattere.
-</p>
-
-<p>
-— Vi pare? — fece vivamente la cieca. — Ma la
-signora Ellis....
-</p>
-
-<p>
-— V'ha detto una bugia, — l'interruppe egli. — Gertrude
-invece si strugge di venire ad assistervi.
-E n'è capace quanto la signora Ellis, anzi meglio,
-perchè la cosa più necessaria per voi è la quiete, e
-proprio questa non la potete avere con quel donnone
-loquace dattorno. Pertanto, io, la signora Ellis la
-mando a Gerico, fin da oggi, e vi porto qui la mia
-<span class="pagenum" id="Page_165">[165]</span>
-piccola Gertrude, che non è più rumorosa d'un topolino
-e ha una buona testa sulle spalle.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Certo, non era possibile che la fanciulla fosse in
-grado di provvedere a tutti i bisogni d'Emilia meglio
-della governante, e neppure altrettanto bene, ed
-Emilia che lo sapeva non permise che questa venisse
-mandata a Gerico, perchè quantunque il dottor Jeremy
-non la potesse soffrire, ella disimpegnava ottimamente
-le proprie mansioni e sarebbe stato difficile
-privarsi de' suoi servigi; ma anche in caso diverso
-non avrebbe voluto umiliarla.
-</p>
-
-<p>
-Quindi, per quanto l'ammissione di Gertrude all'ufficio
-d'infermiera seguisse con gran gioia sua,
-della paziente, e del medico, fu risparmiata alla signora
-Ellis la vergogna di sapere che la slealtà
-della sua condotta nell'averla tenuta lontana da
-Emilia dando una falsa ragione di quell'assenza,
-era stata scoperta.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude assisteva la malata con la vigile e tenera
-cura che solo un profondo affetto può insegnare.
-</p>
-
-<p>
-Quando, la notte, la cieca si destava da un sonno
-agitato, una bevanda refrigerante s'offriva alle sue
-labbra, e udendo la signora Ellis russare sonoramente,
-ella sapeva che non le era porta da lei; durante
-il giorno non una mosca la molestava ronzando
-intorno al suo capezzale; il suo tormentoso
-mal di capo era lenito dalle applicazioni d'acqua
-fredda sulla fronte ardente, ripetute con pazienza
-per ore; e i passi dei piccoli piedi instancabili che
-andavano e venivano erano leggeri e piani.... Notando
-tutte queste cose, ella comprendeva quale prezioso
-rimedio le avesse portato il buon dottore.
-</p>
-
-<p>
-In capo a due settimane era migliorata a segno
-da passare la giornata intera fuori del letto, sebbene
-non potesse ancora lasciar la camera. Quando
-fu in condizione d'uscire, il medico prescrisse aria
-e moto.
-</p>
-
-<p>
-— Fate una trottatina in carrozza, due o tre volte
-il giorno, — egli ordinò.
-</p>
-
-<p>
-— Ma come sarebbe possibile? — rispose Emilia. — Giorgio
-è tanto occupato, e chi lo sostituirebbe?
-</p>
-
-<p>
-— Vi condurrà Gertrude, — insistette il dottor Jeremy. — È
-bravissima, sapete.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_166">[166]</span>
-</p>
-
-<p>
-Emilia sorrise.
-</p>
-
-<p>
-— Gertrude, — ella disse — vedo che il dottore fa
-gran capitale di te. Crede che tu possa fare qualunque
-cosa. Ma guidato, tu non hai certo in vita
-tua, di'?
-</p>
-
-<p>
-— O se mi conduce lei tutti i giorni alla stazione,
-da sei settimane in qua! — replicò egli.
-</p>
-
-<p>
-— Dite davvero? — esclamò la signorina Graham
-alla quale riesciva strana l'idea che un cavallo fosse
-governato da mano femminile.
-</p>
-
-<p>
-E poichè il dottore le assicurava ch'era proprio
-così, e che non aveva da temere alcun pericolo, Carlotto
-fu attaccato al legno, ed ella fece la sua trottatina
-accompagnata dalla signora Ellis e condotta
-da Gertrude. L'esperimento ebbe esito felicissimo.
-Queste giterelle, spesso ripetute, giovarono molto alla
-convalescente, e furono piacevolissime per tutte
-e tre.
-</p>
-
-<p>
-Sul principio d'autunno la salute d'Emilia era rifiorita.
-Il vecchio Carlotto veniva requisito ogni giorno:
-ed essendo di solito la governante trattenuta dai
-suoi doveri di massaia, Emilia e Gertrude andavano
-sole in un gran <i>buggy</i> di forma antiquata. Così la
-perizia acquistata dalla fanciulla nel guidare divenne
-per la cieca, come questa diceva, la sorgente del
-maggior piacere ch'ella avesse gustato da anni.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude rivide due o tre volte il pigro giovanottino
-in cui il dottor Jeremy era andato ad inciampare
-saltando nell'orto della signora Bruce per rubarvi
-pere.
-</p>
-
-<p>
-Una mattina egli venne a sedersi sul muretto mentre
-ella era al lavoro tra le sue aiuole, e dopo avere
-espresso la propria maraviglia per la sua diligenza,
-e parlato un po' con lei di fiori, le rivolse alcune domande
-intorno al dottor Jeremy, e finì col chiederle
-come ella si chiamasse.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude arrossì. Era molto sensibile su questo
-punto. Benchè tutti le dessero il cognome di Flint,
-ed ella solesse portarlo senza pensarci, pure, quando
-veniva interrogata direttamente, non poteva non
-rammentarsi che nè quello nè alcun altro le apparteneva.
-</p>
-
-<p>
-Emilia aveva fatto cercare Annetta Grant per cavarne
-<span class="pagenum" id="Page_167">[167]</span>
-qualche cosa sulle origini della bambina; ma
-costei non abitava più da anni nella sua casa d'allora,
-e nessuno del vicinato sapeva dove si trovasse
-nè che fosse avvenuto di lei.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude, dunque, arrossì alla domanda del giovanetto;
-nondimeno rispose con dignità che se egli
-voleva conoscere il suo nome, doveva prima dire il
-proprio.
-</p>
-
-<p>
-— Non ve lo dirò punto! — replicò questi sfrontatamente. — E
-se non volete dirmi il vostro non me
-ne importa.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ciò dichiarato, se ne andò spingendosi davanti a
-calci una mela che giaceva sull'erba.
-</p>
-
-<p>
-Ed ella rimase dell'opinione che non poteva esserci
-un ragazzaccio più maleducato.
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XX.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Per sua nobil natura una perfetta</p>
-<p>Donna che consigliar sa e comandare,</p>
-<p>Eppur nel mite spirito sereno</p>
-<p>Dell'angelica luce un raggio splende.</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Wordsworth.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Era il crepuscolo di un'afosa giornata di settembre.
-Emilia, illanguidita da molte ore d'un caldo insolitamente
-eccessivo per la stagione, sedeva sotto
-il portico davanti alla casa, godendo il refrigerio
-d'una deliziosa brezzolina levatasi al cader del sole.
-A ponente gli ultimi splendori d'un maraviglioso
-tramonto s'indugiavano nel cielo listato di porpora,
-mentre la luna, quasi piena, già saliva trionfante
-nel vespro, cominciando il suo regno notturno. Sempre
-più vivi, i suoi raggi illuminavano la bianca veste
-d'Emilia, e davano l'apparenza d'un marmo polito
-alle mani e alle braccia bellissime, uscenti nude
-dai drappeggi delle ampie maniche, e posate sui
-bracciuoli d'una poltrona rustica.
-</p>
-
-<p>
-Dieci anni erano trascorsi da quando ella s'era
-incontrata la prima volta con Gertrude nella chiesa
-del signor Arnold, eppure sembrava appena meno
-giovane d'allora tanto lievemente il tempo aveva
-sfiorato il suo volto e la sua persona.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_168">[168]</span>
-</p>
-
-<p>
-Ma anche allora ella conosceva le dure prove della
-vita, e aveva già imparato a distillare dall'amara
-feccia del dolore il balsamo che lenisce ogni male.
-Anche allora quest'esperienza e la sapienza derivatane,
-erano del pari impresse nella sua fisonomia:
-l'una in un'espressione grave e sommessa, propria
-di un'età più matura, l'altra nel dolce e calmo sorriso
-di fiducia e di speranza che rivela i fedeli di Dio.
-</p>
-
-<p>
-Perciò il tempo non poteva molto su di lei, ed ella
-era sempre la stessa: amabile nel suo aspetto esteriore,
-più amabile ancora nel cuore e nei costumi.
-Un osservatore attento avrebbe tuttavia potuto scorgere
-in Emilia una maggior briosità di spirito, una
-più viva partecipazione alle cose che avvenivano intorno
-a lei, infine un godimento della vita ch'ella
-non aveva mai manifestato per l'innanzi. E questi
-mutamenti erano dovuti, com'ella sentiva e riconosceva,
-all'intima sua convivenza con una compagna
-a cui la legava un profondo affetto, e che con la
-sua calda simpatia, la sua devozione costante, l'acuto
-suo senso tanto del comico e dell'ameno, quanto
-del bello e del vero, l'ardore inesauribile dei suoi
-sforzi per far gustare all'amica diletta i piaceri che
-gustava ella stessa, aveva ridestato in lei facoltà
-quasi sopite nelle tenebre ond'era avvolta. Così Gertrude
-era divenuta veramente, come lo zio True le
-aveva raccomandato d'essere, «gli occhi della sua
-benefattrice».
-</p>
-
-<p>
-Quella sera però Emilia pareva mesta mentre sedeva
-sola sotto il portico, esclusa dall'incantevole
-spettacolo del tramonto, inconscia dei giuochi d'ombra
-e di luce che faceva sulla sua bianca figura la
-luna saliente nel cielo. Ella reclinava un poco la
-testa da un lato, nell'atteggiamento di chi tende l'orecchio
-a un suono lontano, e ogni volta che il cancello
-cigolava, investito dalla brezza, dava un sobbalzo,
-e un'ansietà quasi dolorosa appariva nel suo
-viso.
-</p>
-
-<p>
-Alfine qualcuno spunta di dietro l'alto riparo di
-legno che sottrae il giardino agli sguardi dei passanti.
-Solo il raffinato udito della cieca poteva aver
-distinto quel passo leggero. Ed ella si leva dalla
-poltrona, e muove incontro alla giovanetta ch'è entrata:
-<span class="pagenum" id="Page_169">[169]</span>
-una giovanetta in cui sarebbe difficile ravvisare
-la piccola Gertrude di dieci anni addietro
-perchè su <i>lei</i> il tempo non è sorvolato senza mutarla.
-</p>
-
-<p>
-La Gertrude presente è oramai una signorina, più
-alta d'Emilia. Ha una bella persona, snella, fine, e
-carnagione brunetta, ma nitidissima e soffusa alle
-gote di un color di rosa che le conferisce grande
-splendore: questo però potrebb'essere l'effetto della
-rapida camminata dalla stazione alla villa. S'è tolta
-il cappello, e lo porta in mano dondolandolo per i
-nastri: abitudine che aveva già da bambina, sicchè
-non bisogna vederci l'intenzione vanitosa o civettuola
-di mettere in mostra la rara opulenza della
-capigliatura.
-</p>
-
-<p>
-I suoi occhioni neri sono sempre fulgidi, ma non
-più di grandezza sproporzionata con la faccia, e se
-la bocca non è rigorosamente conforme ai cànoni
-classici, se lo fa perdonare grazie a due file di denti
-piccoli, regolari, d'un puro candore di perla.
-</p>
-
-<p>
-Ella veste un lindo abitino di mussolina operata,
-molto accollato, e una semplice mantellina nera che
-non nasconde la rotondità della sua vita sottile.
-</p>
-
-<p>
-Ebbene? È Gertrude una bellezza?
-</p>
-
-<p>
-No. I suoi lineamenti, le sue forme, possono provocare
-giudizi assai diversi, ma pochi la proclamerebbero
-veramente bella. V'hanno però certi visi piacevoli
-a osservarsi per la loro variabile espressione,
-visi eloquenti, che dicono la verità e palesano l'intimo
-sentimento; visi ora illuminati dall'intelligenza,
-ora sfavillanti d'allegrezza, ora velati di mestizia
-dinanzi a un caso pietoso, ora accesi di nobile indignazione
-contro ciò che l'anima aborre, ora santificati
-dalla presenza divina, quando il cuore si
-distoglie dal mondo e da sè medesimo, e s'inalza
-devotamente a Dio. Tale è il viso di Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-Vi sono personali di donna che senza suggerire paragoni
-con una regina o con una fata, posseggono
-una grazia, una flessuosità, una dignità che incantano,
-ed hanno il potere di muoversi nella loro sfera
-con sì aerea leggerezza, che mai non riescono d'ingombro.
-Tale è il personale di Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-Quali si siano le attrattive della fanciulla, (nè
-<span class="pagenum" id="Page_170">[170]</span>
-manca chi le pregia altamente) ella non sa d'averle,
-e questa sua inconsapevolezza ne raddoppia il prestigio.
-È ancor sempre nella persuasione d'essere
-brutta, radicata in lei da' suoi teneri anni, ma non
-se ne sente più mortificata e indispettita come una
-volta.
-</p>
-
-<p>
-Tosto che vide Emilia venirle incontro, Gertrude
-affrettò il passo, e raggiuntala presso la soglia, le
-passò con gesto affettuoso un braccio dietro le spalle,
-come soleva per guidarla, adesso ch'ella era più
-alta di lei, e la fece svoltare a destra in un vialetto
-conducente nel giardino.
-</p>
-
-<p>
-— Eccomi di ritorno! — disse ravvolgendo più
-strettamente nello sciallino la sua amica cieca. — Siete
-stata sempre sola, Emilia, da quando v'ho lasciata?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, cara, quasi sempre, e ho pensato con affanno
-che tu giravi per Boston in una giornata di
-caldo così eccessivo.
-</p>
-
-<p>
-— Non ne ho sofferto punto, e godo ora tanto più
-questa fresca brezzolina, che fa un così gradevole
-contrasto con l'afa e la polvere della città.
-</p>
-
-<p>
-— Ma, Gertrude, — fece la signorina Graham fermandosi — perchè
-non sei entrata in casa? Devi
-prendere il tè, figliuola.
-</p>
-
-<p>
-— Non ne ho voglia, stasera.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Camminarono un poco, lentamente, in silenzio;
-poi la cieca riprese:
-</p>
-
-<p>
-— Gertrude, non hai dunque nulla da dirmi?
-</p>
-
-<p>
-— Oh, sì, tante cose!... Ma....
-</p>
-
-<p>
-— Ma tu sai che saranno tristi per me, e però
-esiti a parlare. Non è vero?
-</p>
-
-<p>
-— Mi parrebbe vanità da parte mia credere che
-possano affliggervi molto, cara Emilia; ma iersera,
-quando vi comunicai quello che m'aveva detto il signor
-W. e quanto io avevo in animo di fare, mi sembraste
-così turbata al pensiero della nostra separazione,
-che non mi sono più sentita sicura di
-far bene.
-</p>
-
-<p>
-— E io mi sono rimproverata d'averti lasciato
-scorgere il mio rammarico, a rischio di distoglierti
-dal tuo dovere, o di rendertelo più penoso. Sì, comprendo
-che tu hai ragione, Gertrude; e che invece
-<span class="pagenum" id="Page_171">[171]</span>
-d'oppormi a' tuoi disegni, dovrei favorirli con tutte
-le mie forze.
-</p>
-
-<p>
-— Ah, cara Emilia! — esclamò vivamente la fanciulla. — Se
-vi fa pensare così ciò che vi raccontai
-ieri, sarete persuasa sapendo ciò che ho veduto e
-udito oggi....
-</p>
-
-<p>
-— Come? Le cose vanno forse ancora peggio, dalla
-signora Sullivan?
-</p>
-
-<p>
-— Assai peggio di quel che vi descrissi. Non conoscevo
-allora le terribili difficoltà contro cui ha da
-lottare la poveretta.... ma ho passato in casa sua
-tutta la giornata, perchè il signor W. m'ha trattenuta
-appena cinque minuti, e mi son potuta accertare
-che non è prudenza lasciar una donna timida
-e debole come quella, sola col signor Cooper, adesso
-che il vecchio si trova in uno stato di mente così
-spaventoso....
-</p>
-
-<p>
-— Ma, sarai poi davvero in grado d'aiutarla, tu?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, Emilia; so dominarlo meglio di lei, e posso
-nello stesso tempo far di più per il suo benessere e
-la sua contentezza. È come un bambino oramai,
-pieno di capricci. E quando non sia materialmente
-impossibile, la signora Sullivan lo compiace, a costo
-di qualsiasi inconveniente, e fin di qualsiasi pericolo;
-prima di tutto perchè è suo padre e si tiene
-in obbligo di non contrariarlo, ma adesso, credo,
-anche per paura.... È tanto irritabile e violento! Mi
-diceva che spesso gli saltano ghiribizzi oltremodo
-strani, come d'uscire di notte, con suo gran rischio,
-o di dormire a finestre spalancate benchè la sua
-camera dia sulla strada al pianterreno.
-</p>
-
-<p>
-— Povera donna! — sospirò Emilia. — E che fa
-in simili casi?
-</p>
-
-<p>
-— Ve lo posso dire perchè ne ho veduto un esempio
-quest'oggi. Quando sono arrivata lì, il vecchio
-era in procinto d'accendere un gran fuoco nella stufa
-nonostante il caldo che in città era intensissimo.
-</p>
-
-<p>
-— E la signora Sullivan?
-</p>
-
-<p>
-— Sedeva sullo scalino dell'uscio di casa, piangendo.
-</p>
-
-<p>
-— Disgraziata!
-</p>
-
-<p>
-— Non poteva far nulla con lui, e aveva ceduto
-per disperazione.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_172">[172]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Dovrebbe avere una donna robusta o un uomo
-che lo vigilasse e gli prestasse le cure necessarie.
-</p>
-
-<p>
-— È precisamente questa l'idea che la sgomenta
-più di ogni cosa. Dice che morrebbe d'angoscia se
-vedesse suo padre trattato senza riguardi come lo
-tratterebbe di certo una persona estranea; e inoltre
-capisco che rifugge dal mettersi questa persona in
-casa. Ella è estremamente scrupolosa in materia
-d'ordine e di pulizia, ed ha sempre fatto tutte le sue
-faccende da sè: l'ho udita dichiarare più volte che
-vorrebbe piuttosto tener in famiglia una bestia feroce
-che una serva irlandese.
-</p>
-
-<p>
-— La sua nuova abitazione non le ha procurato
-finora molto piacere, non è vero?
-</p>
-
-<p>
-— Oh, no! Mi faceva appunto notare, oggi, la sua
-singolare sfortuna: dopo aver tanto desiderato un
-quartierino con tutti i suoi comodi, in un bello stabile
-nuovo, ecco che non appena lo ha ottenuto e
-ammobiliato a modo suo, le piomba addosso una
-tale disgrazia.
-</p>
-
-<p>
-— Ma è strano che non l'abbia veduta venire già
-prima. Io durante le ultime visite che le feci con te
-nell'altra casa, m'ero accorta della decadenza intellettuale
-di quel vecchio.
-</p>
-
-<p>
-— L'avevo osservata anch'io, da un pezzo, ma a
-lei non ne dissi mai nulla, e credo ch'ella non ne
-abbia avuto il minimo sospetto fino al momento dello
-sgombero, quando il distacco da tutto ciò che gli
-era consueto ebbe sul povero signor Cooper gli effetti
-più funesti.
-</p>
-
-<p>
-— Non pensi, Gertrude, che la demolizione della
-chiesa e la conseguente perdita del suo posto di sagrestano
-abbiano dato un gran crollo alla sua mente
-inferma?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, ne sono anzi sicura. Dopo d'allora non fu
-più lui, e anche nella casa vecchia si mostrava inquieto
-e malcontento: ma la disdetta data alla signora
-Sullivan dai proprietari che avevano risolto
-di fabbricare su quel fondo magazzini, cagionò il
-totale sconvolgimento della poca ragione che gli rimaneva.
-</p>
-
-<p>
-— Triste cosa! Quanti anni ha?
-</p>
-
-<p>
-— Non so esattamente, ma certo moltissimi. Rammento
-<span class="pagenum" id="Page_173">[173]</span>
-che tempo fa la signora Sullivan mi disse
-ch'era sugli ottanta.
-</p>
-
-<p>
-— È vecchio assai; non è da maravigliarsi se cambiamenti
-grandi e repentini nella sua vita lo hanno
-fatto rimbambire.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, no! E per triste che sia, è infine la sorte
-che può toccare a chiunque viva fino a un'età così
-tarda. D'altronde, non soffre, nè il suo umore, a
-quanto io mi ricordo, è mai stato più lieto; sicchè
-m'affliggo meno per lui che per sua figlia. Io sono
-in gran pena, Emilia, sul conto di <i>lei</i>.
-</p>
-
-<p>
-— Non ha la forza di sopportare questa sventura?
-</p>
-
-<p>
-— Credo che l'avrebbe se fosse in buona salute.
-Ma non istà bene, e temo che la cosa sia più seria
-di quanto ella voglia ammettere, perchè è tanto pallida,
-e ha ultimamente avuto parecchie manifestazioni
-di sintomi che danno da pensare.
-</p>
-
-<p>
-— Ha consultato un medico?
-</p>
-
-<p>
-— No, non vuol saperne, e s'ostina a ripetere che
-si rimetterà presto; io però ne dubito, specie se seguita
-a non aversi nessuna cura. Questa è la ragione
-principale che mi fa desiderare d'essere in
-città il più presto possibile. Sono ansiosa di farla
-vedere al dottor Jeremy, e spero di riuscirvi senza
-ch'ella sappia ch'egli viene per lei. Avrò una forte
-infreddatura io stessa, se non ci sarà altro modo.
-</p>
-
-<p>
-— Tu parli d'essere in città come d'una cosa sicura;
-m'immagino dunque che tutto è già stabilito.
-</p>
-
-<p>
-— Ah, non v'ho raccontato la mia visita al signor
-W.? È vero, scusate.... Ottimo uomo, quanta
-riconoscenza gli debbo! Mi ha promesso il posto.
-</p>
-
-<p>
-— N'ero certa, dopo ciò che v'aveva detto dalla
-signora Bruce.
-</p>
-
-<p>
-— Certa! E io che quasi mi peritavo di parlargliene!...
-Mi pareva impossibile che avesse tanta fiducia
-in me.... Invece è stato così buono, benevolo!
-Non oso riferirvi le parole che m'ha detto circa la mia
-capacità d'insegnare.... temerei di sembrarvi
-troppo vana.
-</p>
-
-<p>
-— Non hai bisogno di riferirmele, cara; so da lui
-stesso come egli apprezzi le tue felici attitudini. Non
-potresti dirmi nulla di più lusinghiero per te, delle
-cose che ho udite dalle sue labbra.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_174">[174]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Il mio amato zio True voleva ch'io diventassi
-maestra: era l'apice della sua ambizione. Sarebbe
-contento ora, non è vero, cara Emilia?
-</p>
-
-<p>
-— Senza dubbio si glorierebbe di vederti assistente
-in una scuola come quella del signor W. Forse
-però penserebbe come penso io che ti assumi impegni
-superiori alle tue forze. Tu sarai occupata
-le intere mattinate a far lezione, e tuttavia ti proponi
-d'esser l'infermiera della signora Sullivan, e
-la custode del suo vecchio padre demente. Bambina
-mia, tu non sei assuefatta a coteste eccessive fatiche,
-e io mi tormenterò incessantemente con la tema
-che la tua salute non vi resista.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, cara Emilia, non dovete affatto mettervi in
-pena per me! Io sono sana e robusta, e mi sento
-capacissima di tutto ciò che ho divisato. Il mio solo
-timore è che voi possiate soffrire alquanto a cagione
-della mia lontananza, e il pensare che io, lasciandovi....
-</p>
-
-<p>
-— So che intendi dire, Gertrude: ma non averlo
-cotesto timore. Io sono sicura del tuo affetto. Ho
-fede che non mi posponi se non al tuo dovere, e non
-vorrei per nulla al mondo che tu mi dessi la preferenza.
-Caccia dunque dalla tua mente quel pensiero,
-e non credere ch'io sia tanto egoista da desiderare
-di trattenerti. Solamente sarei più tranquilla
-se tu rinunziassi per ora alla scuola. Potresti
-andare dalla signora Sullivan e stare con lei finchè
-ha bisogno del tuo aiuto; forse al tempo della nostra
-partenza per il Mezzogiorno ti troveresti libera
-d'accompagnarci in quel viaggio, che certo sarà allora
-per te un ristoro necessario.
-</p>
-
-<p>
-— Ma, cara Emilia, come conciliare le cose? Io
-non posso piantarmi in casa della signora Sullivan
-a titolo di ospite, sia pure con l'intenzione di renderle
-servigio, e nemmeno offrirmi a lei in qualità
-d'infermiera, posto che non vuol riconoscere d'esser
-malata. Ho ponderato la questione, e veduto che
-anche usando tutta la finezza e tutta la delicatezza
-immaginabili, non c'era verso di risolverla. Inoltre,
-dopo tanto tempo che sto con voi, essa deve credere
-ch'io non sia più adatta alla semplice vita d'una
-volta. Ma quando il signor W. mi disse che gli
-<span class="pagenum" id="Page_175">[175]</span>
-occorreva un'assistente, facendomi comprendere che
-non gli sarebbe dispiaciuto di dare a me quel posto,
-mi balenò un modo d'effettuare il mio disegno.
-Ero certa che se la signora Sullivan avesse saputo
-che io entravo come insegnante in quella scuola e
-dovevo cercarmi una dozzina per l'inverno perchè
-voi l'avreste passato nel Mezzogiorno, invece di ritornare
-in città, non solo non si sarebbe ricusata
-d'accogliermi in casa sua, ma non avrebbe permesso
-che andassi altrove.
-</p>
-
-<p>
-— E così è stato?
-</p>
-
-<p>
-— Precisamente. Ed io mi sono ancor più persuasa
-del bisogno ch'ella sente d'un appoggio, tanto
-l'ha consolata il pensiero d'avermi seco.
-</p>
-
-<p>
-— Tu sarai un tesoro per lei, Gertrude: lo so
-bene!
-</p>
-
-<p>
-— Oh, no! Purtroppo non spero d'essere di grande
-utilità. Ma per poco ch'io possa, sarà sempre
-più di quanto potrebbe in questo caso qualsiasi altra.
-La signora Sullivan, essendo vissuta sempre
-ritiratissima, non ha nessuna amica intima, e davvero
-non vedo, me eccettuata, chi ammetterebbe volentieri
-sotto il suo tetto. Con me c'è avvezza, e mi
-vuol bene. Io non le do impaccio, anzi mi concede
-perfino d'aiutarla nelle sue faccende, benchè spesso
-dica ch'io sono diventata una signorina, non usa
-alle fatiche materiali. Sa poi che ho un certo influsso
-sul signor Cooper: vi parrà forse strano, e io stessa
-non so spiegarmelo, ma <i>l'ho</i>, positivamente. Io
-credo che sia in parte perchè egli non mi fa punto
-paura e m'oppongo con fermezza a' suoi insensati
-capricci, in parte perchè gli sono meno familiare di
-sua figlia. Ma c'è anche un'altra cosa che mi conferisce
-un gran potere su quel povero vecchio. Egli,
-com'è naturale, m'associa nella sua memoria con
-Guglielmo: ci ha veduti per tanti anni sempre insieme,
-abbiamo lasciato la casa quasi ad un tempo,
-e non ignora che la corrispondenza con lui è
-tenuta principalmente da me. Sembra che da quando
-la sua mente si è indebolita, egli non pensi che
-al suo nipote, sicchè in qualunque momento, e per
-quanto eccitato e caparbio si mostri, io riesco a calmarlo
-proferendogli le ultime notizie dell'assente; e
-<span class="pagenum" id="Page_176">[176]</span>
-non importa se gli ripeto cento volte il contenuto
-d'una medesima lettera: per lui è sempre nuovo.
-Non avete idea, cara Emilia, di come io giunga a
-dominarlo, grazie a questo piccolo fatto. Ho notato
-oggi che la mia facoltà di dirigere i suoi pensieri
-sollevava la signora Sullivan d'un gran peso; ed
-ella pareva tanto felice, quando mi sono accomiatata
-stasera, parlava con sì lieta speranza del conforto
-che sarebbe per lei l'avermi presso di sè quest'inverno,
-ch'io mi sono sentita compensata del
-mio sacrificio. Ma poi, non appena vi ho veduta, al
-mio ritorno, e ho pensato che voi andate via, lontano,
-e che passerà chi sa quanto tempo prima ch'io
-sia di nuovo la vostra compagna, ho provato....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude non potè proseguire. Chinò la testa sulla
-spalla d'Emilia, e pianse.
-</p>
-
-<p>
-La signorina Graham la consolò con immensa tenerezza.
-</p>
-
-<p>
-— Siamo state felici insieme, — ella disse — e tu
-mi mancherai, dolorosamente. La metà almeno di
-ciò che ho goduto della vita in questi ultimi anni
-la devo a te; ma non t'ho mai tanto amata come in
-questo momento che ti accingi a lasciarmi, perchè
-nel tuo sacrificio di te stessa vedo la più nobile, la
-più preziosa virtù di cui possa fregiarsi una donna.
-So che i Sullivan ti sono molto cari, e ben a ragione,
-e comprendo il tuo desiderio di riconoscere le
-tue antiche obbligazioni con loro; tuttavia il preferirli
-a noi, ora, rinunziando senza un lamento al
-bel viaggio dal quale ti ripromettevi tanto piacere,
-mi prova che la mia Gertrude è la buona e brava
-fanciulla ch'io speravo di vederla divenire e pregavo
-Dio di farla. Tu sei nella via del dovere, figliuola
-mia, e sarai ricompensata dall'approvazione
-della tua coscienza se non altrimenti.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Mentre Emilia terminava di dire queste parole,
-svoltavano in un viale del giardino dove incontrarono
-una servetta che le cercava per avvertirle che
-la signora Bruce e suo figlio erano nel salotto e chiedevano
-di tutt'e due.
-</p>
-
-<p>
-— Le hai comprato i suoi bottoni, in città? — domandò
-la signorina Graham a Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-— Sì, — rispose questa — e li ho trovati adattatissimi
-<span class="pagenum" id="Page_177">[177]</span>
-al vestito; probabilmente le preme di sapere
-se ho eseguito bene la commissione; ma come mi
-presento, così?
-</p>
-
-<p>
-— Io mi fo accompagnare da Caterina; tu entra
-in casa dalla porta laterale e vai alla tua camera
-senza che ti vedano. Ti scuserò intanto con la signora
-Bruce; poi, quando ti sarai rinfrescata gli
-occhi e ti sentirai più calma, scendi in salotto.&nbsp;—
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XXI.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Ma non forse sarà miglior consiglio</p>
-<p>Ritirarci? S'appressa una tempesta.</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Milton.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Quando, mezz'ora dopo, Gertrude entrò nel salotto,
-il suo viso non mostrava più traccia della commozione
-d'animo che l'aveva tanto turbata. La signora
-Bruce le mandò dal canapè un amichevole
-cenno di saluto: il signor Bruce si rizzò e le offerse
-la sua seggiola, mentre il signor Graham le indicava
-un posto accanto a lui, nel vano della finestra,
-dicendo con tono benevolo:
-</p>
-
-<p>
-— Vieni qui, Gertrude.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ella non accettò nè l'una nè l'altra profferta. Andò
-a sedersi invece sull'ottomana, ch'era presso a una
-porta vetrata aperta a due battenti, di dove una
-scalinata metteva nel giardino. Subito il giovanotto
-la raggiunse, e adagiatosi in un atteggiamento d'indolenza
-sui primi scalini, prese a discorrere con lei.
-</p>
-
-<p>
-Il figlio della signora Bruce non era altri che il
-signorino dallo zucchetto di velluto, che anni addietro
-soleva schiacciare dormitine nell'erba, sotto
-il pero. Egli aveva fatto di recente un viaggio in
-Europa, e superbo della rinomanza che gli davano
-i suoi baffi, il suo sarto francese, e il possesso d'un
-bel patrimonio, si compiaceva più che mai in sè medesimo.
-</p>
-
-<p>
-— Avete dunque passato tutta la giornata a Boston, signorina
-Flint?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, quasi tutta.
-</p>
-
-<p>
-— Ci avrete trovato un caldo terribile, eh?
-</p>
-
-<p>
-— Piuttosto!
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_178">[178]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Dovevo andare in città anch'io per certi affari
-che premevano moltissimo alla mamma. Facendo
-uno sforzo sono arrivato fino alla stazione; ma non
-ho potuto proseguire.
-</p>
-
-<p>
-— Il caldo v'aveva disfatto?
-</p>
-
-<p>
-— Sì.
-</p>
-
-<p>
-— Poverino! — esclamò Gertrude con un accento
-tra compassionevole e ironico.
-</p>
-
-<p>
-Egli alzò gli occhi verso di lei, cercando d'indovinare
-dall'espressione del suo viso s'ella lo dicesse
-sul serio o volesse canzonarlo, ma essendo il salotto
-scarsamente illuminato, a fine di godervi un po' di
-fresco, non potè pronunziare un giudizio nella propria
-mente, e però riprese, per chiarirsi:
-</p>
-
-<p>
-— Io aborro il caldo eccessivo, signorina Gertrude.
-O perchè mi ci sarei esposto senza necessità?
-</p>
-
-<p>
-— Perdonate, m'era parso che parlaste d'affari
-importanti....
-</p>
-
-<p>
-— Affari della mamma. Nulla che importasse a
-me. E per lei quella temperatura era una scusa. Se
-avessi saputo che voi eravate nel treno, come ho
-scoperto poi, avrei perseverato nel mio proposito,
-attratto dal piacere di percorrere la via Washington
-al vostro fianco.
-</p>
-
-<p>
-— Io non ho preso per via Washington.
-</p>
-
-<p>
-— Ma l'avreste fatto con una scorta conveniente.
-</p>
-
-<p>
-— Se avessi dovuto far un giro vizioso per accompagnare
-la mia scorta, il vantaggio d'essere scortata
-sarebbe stato assai dubbio, convenitene! — ella
-disse ridendo.
-</p>
-
-<p>
-— Che spirito pratico avete, signorina! Intendete
-dire che quando andate in città è sempre con un
-programma d'operazioni prestabilito, e che niente al
-mondo può stornarvi da quanto vi siete proposta?
-</p>
-
-<p>
-— No, no. Credo anzi che sia facile persuadermi
-o dissuadermi, adducendo ragioni sufficienti.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il giovane si morse le labbra.
-</p>
-
-<p>
-— Dunque, voi non fate cosa alcuna senza la sua
-brava ragione. Allora, ditemi, di grazia, qual'è quella
-per cui portate quel cappellone a larghe tese lavorando
-in giardino?
-</p>
-
-<p>
-— È un'antica consuetudine mantenutasi per la
-sua comodità ad onta delle invenzioni moderne che
-<span class="pagenum" id="Page_179">[179]</span>
-certo offrirebbero un migliore riparo dal sole. Devo
-riconoscermi colpevole di un po' d'ostinazione nel
-mio debole per quel vecchio cappello.
-</p>
-
-<p>
-— Perchè non confessare piuttosto la verità, ossia
-che lo portate per avere quell'aria seducente e
-pittoresca a segno che la vostra immagine turba i
-sonni dei vicini? Per esempio i miei sogni del mattino
-sono, come voi non l'ignorate, ossessionati da
-quel cappello non scompagnato dalla faccia della
-sua proprietaria; tant'è vero ch'io mi sento attirato,
-quasi da una forza magnetica, verso il vostro giardino,
-tutti i giorni, di buon'ora.... Ah, signorina
-Gertrude, voi avrete da regolare un gran conto con
-Morfeo, che defraudate così de' suoi diritti; e la coscienza
-vi rimorderà per i danni cagionati alla mia
-salute dall'espormi alla rugiada mattutina....
-</p>
-
-<p>
-— È una dura ingiustizia il condannarmi per misfatti
-assolutamente involontari; ma poichè le vostre
-visite in giardino sono per me una minaccia di rimorsi
-futuri, mi vedo in obbligo di proibirle.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, non sarete così barbara! Specie dopo che
-mi son dato tanta pena per impartirvi tutte le mie
-poche nozioni d'orticoltura....
-</p>
-
-<p>
-— Devono esser poche davvero, oppure ho io poca
-memoria, — fece Gertrude ridendo.
-</p>
-
-<p>
-— Ingrata! Avete dimenticato quanto m'affannai
-anche ieri a farvi conoscere le differenti varietà di
-rose? Non ricordate più quello che ve ne dissi, diffusamente,
-cominciando dalle rose di Damasco? E
-come, nel finire, non trovavo parole adeguate in
-lode delle rose umane, soprattutto di quella tanto
-soave, tanto leggiadra che mi stava dinanzi mentre
-parlavo?
-</p>
-
-<p>
-— Ricordo che diceste un visibilio di sciocchezze;
-ma v'ingannate se credete ch'io le ascoltassi.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, signorina Gertrude! È fiato sprecato dir
-cose gentili a voi; tenete sempre i miei complimenti
-in conto di buffonate.
-</p>
-
-<p>
-— V'ho dichiarato parecchie volte ch'era inutile
-prodigarmi tante parole lusinghiere. Sono sprecate,
-sicuro, e ho piacere che finalmente lo abbiate capito.
-</p>
-
-<p>
-— Bene, sarò serio. O dove eravate stamani?
-</p>
-
-<p>
-— A che ora?
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_180">[180]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Alle sette e mezzo.
-</p>
-
-<p>
-— In treno, sulla via di Boston.
-</p>
-
-<p>
-— Possibile? Così presto? Io credevo che foste
-partita alle dieci. Sicchè, mentre io spiavo dal muro
-del giardino l'occasione di darvi il buon giorno, voi
-eravate lontana cinque o sei miglia. Rimpiango
-quell'ora di buon sonno, perduta!
-</p>
-
-<p>
-— Davvero, è gran peccato!
-</p>
-
-<p>
-— E altra mezz'ora, stasera. Perchè vi siete fatta
-aspettar tanto?
-</p>
-
-<p>
-— Io? Quando?
-</p>
-
-<p>
-— Quando sono venuto qui.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, non pensavo affatto che la vostra visita fosse
-per me.
-</p>
-
-<p>
-— Non è che per voi sola.
-</p>
-
-<p>
-— Ben, — disse al giovane il signor Graham avvicinandosi
-e intromettendosi un po' bruscamente
-nella loro conversazione — siete amante del giardinaggio?
-V'ho sentito parlare di rose....
-</p>
-
-<p>
-— Già.... La signorina Flint ed io abbiamo avuto
-una vera discussione sui fiori, sulle rose in particolare....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude tentò di trar partito da quell'intervento
-per svignarsela e andare presso le signore che sedevano
-sul canapè; ma Ben Bruce, il quale s'era
-rizzato vedendo l'altro venire a lui, s'accòrse della
-sua intenzione e le sbarrò il cammino in modo che
-ella non poteva passar oltre senza respingerlo con
-aperta sgarbatezza.
-</p>
-
-<p>
-Il signor Graham ripigliò:
-</p>
-
-<p>
-— Ho in idea di mettere una piccola fontana nel
-giardinetto della signorina Flint. Volete venire con
-me? Mi darete un consiglio....
-</p>
-
-<p>
-— Ma signore, non è troppo buio?...
-</p>
-
-<p>
-— Che, che! Per quello che abbiamo da fare ci
-si vede abbastanza. Di qua, prego....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-E benchè ad onta delle sue maniere parigine torcesse
-il muso e scotesse la testa con aria minacciosa,
-il giovanotto fu costretto a seguire il padrone
-di casa.
-</p>
-
-<p>
-La ragazza potè allora riferire alla signora Bruce
-i risultati delle commissioni ch'ella le aveva affidate,
-e darle i bottoni che le piacquero moltissimo.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_181">[181]</span>
-</p>
-
-<p>
-Quando i due signori rientrarono, la conversazione
-divenne generale.
-</p>
-
-<p>
-— Signor Graham, — cominciò la signora Bruce — domandavo
-ad Emilia che giro farete nel Mezzogiorno:
-a quanto vedo dall'itinerario, vi siete proposto
-un viaggio delizioso.
-</p>
-
-<p>
-— Così credo. Lo avevamo divisato da un pezzo.
-Per Emilia sarà ottima cosa: e mi figuro il piacere
-di Gertrude che non ha mai viaggiato finora!
-</p>
-
-<p>
-— Ah, andate anche voi, signorina Flint?
-</p>
-
-<p>
-— Sicuro, sicuro, — disse il signor Graham prima
-che l'interrogata rispondesse da sè — Gertrude
-ci è necessaria: non possiamo far senza di lei.
-</p>
-
-<p>
-— Quanto vi divertirete! — riprese la signora fissando
-sempre la giovanetta.
-</p>
-
-<p>
-— Io speravo d'accompagnare il signor Graham
-e la signorina Emilia, — rispose Gertrude — e pensavo
-a questo viaggio con ardente desiderio; ma dovrò
-invece rimanere l'inverno a Boston, come oggi
-appunto ho risoluto.
-</p>
-
-<p>
-— Che diamine dici? — domandò il signor Graham. — Spiegati!
-Cotesta è nuova per me!
-</p>
-
-<p>
-— E per me pure, signore; altrimenti vi avrei informato
-prima. M'immaginavo ch'era vostra intenzione
-ch'io venissi con voi, e nulla, credetelo, mi
-sarebbe stato più gradito. Purtroppo sono sorte circostanze
-che me lo impediscono; se non ve l'avevo
-ancora detto, gli è perchè io stessa le ignoravo.
-</p>
-
-<p>
-— Ma noi non possiamo mica privarci della tua
-compagnia, Gertrude: non voglio sentirli cotesti discorsi.
-Tu devi venire, a dispetto d'ogni circostanza.
-</p>
-
-<p>
-— Temo assai che non potrò, assolutamente, — replicò
-ella, sorridendo con grazia, ma senza perdere
-la sua fermezza. — È gran bontà da parte vostra
-il desiderarlo.
-</p>
-
-<p>
-— Desiderarlo?... Ti dico che insisto su questo
-punto. Tu sei sotto la mia tutela, bambina, e io ho
-diritto di stabilire ciò che devi fare.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il signor Graham cominciava ad irritarsi. Gertrude
-ed Emilia erano turbate ma tacevano.
-</p>
-
-<p>
-— Dimmi le tue ragioni, almeno, se ne hai, — egli
-ripigliò con veemenza. — E intendo di sapere chi
-t'ha messo in capo cotesta idea stravagante.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_182">[182]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Vi spiegherò tutto domani, signore.
-</p>
-
-<p>
-— Domani? No, cara, subito.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La signora Bruce, vedendo addensarsi una burrasca
-domestica, si rizzò per battere prudentemente
-in ritirata.
-</p>
-
-<p>
-Il signor Graham contenne l'ira finchè ella e suo
-figlio non si furono accomiatati, ma chiuso appena
-l'uscio dietro a loro, proruppe:
-</p>
-
-<p>
-— Ora mi dirai che significa cotesta novità! Io
-prendo tutte le mie disposizioni, regolo i miei affari
-in modo da rimaner libero di passare l'inverno in
-viaggio, e ciò non tanto per mia propria sodisfazione
-quanto per procurare un piacere a voi due; ed
-ecco che quando è fissato ogni cosa, e siamo quasi
-in procinto di partire, Gertrude annunzia che ha
-risoluto di non accompagnarci. Sono davvero curioso
-di conoscere le sue ragioni.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Emilia s'assunse d'esporre i motivi della condotta
-di Gertrude e concluse approvandola pienamente.
-Suo padre, che l'aveva ascoltata con impazienza e
-interrotta con molti <i>poh!</i> ed <i>uh!</i>, finito ch'ella ebbe
-scattò di nuovo, più indignato che mai:
-</p>
-
-<p>
-— Dunque, essa preferisce i Sullivan a noi, e tu
-incoraggi questi suoi sentimenti! Vorrei un po' sapere
-che cosa hanno fatto loro per lei, a paragone
-di quello che ho fatto io!
-</p>
-
-<p>
-— Le hanno dato le maggiori prove d'affetto, per
-anni, e adesso che sono colpiti da una grave disgrazia
-non ha cuore d'abbandonarli. Io per me confesso
-che stimo giusta la sua risoluzione.
-</p>
-
-<p>
-— E io invece no. Giusta? Vuole farsi schiava
-nella scuola del W. e peggio che schiava nella famiglia
-Sullivan, piuttosto che stare con noi che l'abbiamo
-tenuta sempre come una signorina, e, meglio
-ancora, come una figliuola!
-</p>
-
-<p>
-— Oh, signor Graham! — l'interruppe Gertrude
-vivamente. — Non si tratta di preferenza o di scelta,
-ma di dovere!
-</p>
-
-<p>
-— E che te lo crea cotesto dovere? Forse l'essere
-stata qualche anno loro casigliana? O l'averti mandato
-quel ragazzo ch'è laggiù a Calcutta una sciarpa
-di pelo di cammello, una gabbia di miseri uccellini,
-e un monte di lettere, ti pone in obbligo di tradire
-<span class="pagenum" id="Page_183">[183]</span>
-i tuoi propri interessi per prenderti cura dei
-suoi parenti malati o pazzi? Non posso davvero ammettere
-che i loro diritti su te siano da compararsi
-ai miei. Non t'ho io dato un'ottima educazione? Ho
-forse risparmiato spese, sia per farti istruire sia per
-renderti felice?
-</p>
-
-<p>
-— Signore, — rispose Gertrude umilmente eppure
-con serena dignità — io non ho mai pensato a numerare
-i benefizi ricevuti e proporzionarvi la mia
-condotta. Certo in tal caso devo riconoscere che le
-mie obbligazioni verso di voi sono immense, e che
-avete i diritti più ampi a' miei servigi.
-</p>
-
-<p>
-— Servigi! Io non ho bisogno dei tuoi <i>servigi</i>,
-bambina. La signora Ellis può fare altrettanto bene
-le cose necessarie ad Emilia ed a me; ma mi è cara
-la tua <i>compagnia</i>, e tu ti mostri molto ingrata parlando
-di lasciarci come fai.
-</p>
-
-<p>
-— Babbo, — disse Emilia — io ho creduto sempre
-che il vostro fine nel dare una buona educazione
-a Gertrude fosse quello di renderla indipendente da
-tutti e non già dipendente da noi.
-</p>
-
-<p>
-— Ed io ti dico, figliuola mia, che questa è una
-questione di sentimento. Tu la consideri diversamente
-da me; basta; posto che mi date contro tutt'e
-due, non voglio più discutere.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Così dicendo egli prese un lume, andò nel suo studio,
-chiudendosi dietro l'uscio con forza o per dir
-meglio sbattendolo, e non si fece più vedere tutta
-la sera.
-</p>
-
-<p>
-Povera Gertrude! Il signor Graham, che era stato
-sempre così buono, indulgente, generoso, che non le
-aveva quasi mai parlato con severità, si sentiva
-profondamente offeso da lei. La chiamava ingrata,
-credeva ch'ella avesse deluso la sua benevolenza,
-che posponesse lui e sua figlia ad altri amici secondo
-il suo parere assai meno meritevoli. Addolorata,
-ferita nell'intimo del cuore, ella non tardò
-a dar la buona notte ad Emilia, afflitta del pari, e
-corse a rifugiarsi nella sua camera ove diede a' suoi
-sentimenti uno sfogo che la lasciò spossata. E non
-chiuse occhio.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_184">[184]</span>
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XXII.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>La virtù è ardita e la bontà</p>
-<p>non conosce paura.</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Shakespeare.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Lasciata in età di tre anni alla mercè della compassione
-e della carità d'un mondo ove ella non apparteneva
-a nessuno, e nessuno l'amava, Gertrude
-finchè era vissuta con Annetta Grant aveva trovato
-ben poca di quella compassione e ancor meno di
-quella carità. Ma sebbene il suo spirito turbolento
-si ribellasse contro i mali trattamenti usatile, ella
-era allora troppo piccina per poter ragionare su tale
-soggetto e venire a conclusioni filosofiche sulla durezza
-e la crudeltà degli uomini. E fosse anche stato
-altrimenti, queste impressioni sarebbero svanite in
-quell'atmosfera di bontà e d'amore che l'aveva circondata
-nel periodo seguente della sua vita, quando,
-tenuta cara e protetta nella casa dell'ottimo suo padre
-adottivo, ella aveva goduto assai più di tenerezza
-paterna che non soglia toccare in sorte agli orfani.
-</p>
-
-<p>
-E avendo, grazie a un simile caso provvidenziale,
-incontrato nella dolce Emilia una seconda prova del
-fatto che i vincoli del sangue non sono sempre necessari
-ad unire strettamente due cuori in un vivo
-reciproco affetto, ella, per questa sua singolar fortuna,
-non aveva fino allora conosciuto alcuno dei
-mali derivanti da una condizione dipendente dalla
-generosità altrui. Il contegno ostile della signora
-Ellis era stato a volte per lei una fonte d'irritanti
-molestie; ma la governante dipendendo anch'essa
-dalla buona opinione di coloro che serviva, doveva
-frenarsi, e d'altronde la pazienza e la remissività di
-Gertrude avevano finito col vincere la sua inimicizia.
-</p>
-
-<p>
-Il signor Graham le si era mostrato sempre benevolo.
-Da principio, naturalmente, egli aveva badato
-poco all'orfanella accolta in casa sua per compiacere
-la figliuola cieca: purchè fosse tranquilla
-e manierosa, e non disturbasse nessuno, il resto non
-<span class="pagenum" id="Page_185">[185]</span>
-gl'importava. Vedeva che Emilia le voleva un gran
-bene, che trovava un conforto nella sua compagnia,
-e quantunque gli paresse un gusto bizzarro, era
-lieto di contentarla. Ma in capo a qualche tempo
-cominciò a notare nella favorita di sua figlia una
-vivacità di mente, una correttezza di modi che gliela
-fecero entrare in grazia; e quand'ebbe scoperto
-le attitudini di Gertrude al giardinaggio e veduto
-con qual amore e quale perseveranza ella coltivasse
-i fiori, tutte le sue simpatie le furono cattivate. Non
-solo le assegnò un pezzo di terra per suo uso, ma
-maravigliato dei felici risultati da lei conseguiti nella
-prima stagione, ampliò il giardinetto donatole e
-lo abbellì con vari ornamenti ponendovi mano egli
-stesso. Emilia non esprimeva un desiderio rispetto
-all'educazione della fanciulla, che suo padre non
-fosse pronto ad esaudire; e Gertrude, grata di tutto
-cuore a tanta bontà, si studiava di manifestargli il
-suo profondo sentimento delle obbligazioni ch'ella
-aveva con lui, trattandolo col maggiore rispetto e
-usandogli i più affettuosi riguardi.
-</p>
-
-<p>
-Sfortunatamente per la stabilità delle loro amichevoli
-relazioni, il signor Graham non possedeva
-nè lo spirito indulgente e disinteressato dello zio
-True, nè la pazienza angelica e l'abnegazione d'Emilia.
-Era un uomo liberale e stimabilissimo, godeva
-fama d'essere d'animo retto ed alto, e in molte occasioni
-la sua condotta aveva giustificato quest'opinione
-del mondo sul conto suo. Ma, ahimè, era
-<i>egoista</i> e spesso considerava le cose solo in quanto
-lo concernevano. Egli aveva mantenuto e fatto educare
-Gertrude; ella gli piaceva, la preferiva ad ogni
-altra persona come compagna di viaggio per Emilia
-e per sè; nessuno vantava su lei diritti pari ai
-suoi; e però non <i>poteva</i> nè <i>voleva</i> ammettere doveri
-che la sottraessero alla sua autorità.
-</p>
-
-<p>
-Eppure, mentre faceva la parte del tiranno, egli
-s'illudeva stimandosi il migliore amico che la fanciulla
-avesse sulla terra. Incapace di comprendere
-la generosa sodisfazione d'adoperarsi per l'altrui
-bene, presente o futuro, senza connettervi alcun vantaggio
-proprio, aveva sfogato la collera suscitatagli
-dai suoi meschini sentimenti egoistici, mortificando
-<span class="pagenum" id="Page_186">[186]</span>
-per la prima volta Gertrude con parole dure e severe.
-</p>
-
-<p>
-Nel corso delle lunghe ore d'una notte insonne
-ella ebbe tempo d'esaminare le circostanze in cui si
-trovava, e meditare sui casi suoi. Lì per lì non aveva
-sentito che una commozione simile al dolore e
-allo sgomento d'un bambino aspramente sgridato;
-ma questa era a poco a poco svanita dinanzi a più
-amari pensieri che sorgevano nella sua mente.
-</p>
-
-<p>
-— Quale diritto ha il signor Graham di trattarmi
-in tal guisa, — diceva a sè stessa — di significarmi
-ch'io <i>devo</i> accompagnarli nel loro viaggio di
-piacere, e di parlare degli altri miei amici come se,
-non contando nulla per lui, <i>non dovessero</i> contar
-nulla per me? Esige egli dunque che la mia libertà
-sia il prezzo dell'educazione datami, e ho io perduto
-la facoltà di dire sì e no? Emilia non pensa così;
-Emilia che m'ama e ha bisogno della mia compagnia
-mille volte più di lui, giudica che la mia risoluzione
-è giusta, e dianzi m'esortava a porre in atto
-i miei disegni, m'assicurava che questo è il mio dovere.
-E la solenne promessa fatta a Guglielmo? Mi
-può essere forse imposto di mancarvi? No, sarebbe
-tirannia il pretendere ch'io rimanga con loro, e sono
-lieta d'aver deliberato di sciogliermi da questo servaggio.
-E poi ho studiato per diventare maestra; e
-il signor W. dice che bisogna dedicarsi all'insegnamento
-subito, finchè s'è ancor freschi di studi. Se
-cedessi ora e continuassi a vivere qui in mezzo al
-lusso, probabilmente finirei col non trovar più la
-via di riacquistare la mia indipendenza. È una crudeltà
-da parte del signor Graham il voler privarmi
-del mio libero arbitrio!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Così parlava l'orgoglio: e il cuore di Gertrude, che
-v'inclinava per natura ed era tenuto in freno soltanto
-dalla forza d'una rigida e coscienziosa volontà,
-ascoltò per qualche momento le sue suggestioni.
-Ma si dominò tosto. Ella s'era accostumata a considerare
-la condotta altrui con quello spirito di carità
-cristiana, che desiderava in chi giudicasse la
-sua; e più miti sentimenti succedettero all'ira che
-l'aveva eccitata.
-</p>
-
-<p>
-— Forse, — ella pensò riandando i discorsi di
-<span class="pagenum" id="Page_187">[187]</span>
-quella sera — il signor Graham è mosso, in fin dei
-fini, da pura benevolenza; può darsi che pensi come
-Emilia ch'io mi sobbarco a fatiche troppo gravi. È
-impossibile ch'egli sappia quanto forti siano le ragioni
-che m'inducono a questo passo, da quali vincoli
-di gratitudine io sia legata ai Sullivan, e qual
-bisogno abbiano di me adesso. E dal canto mio non
-credevo che facesse proprio assegnamento sulla mia
-compagnia per il giro nel Mezzogiorno. Emilia, è
-vero, parlava come se fosse sottinteso ch'io andrei
-con loro, ma lui non me ne toccò mai per nulla, non
-mi fece alcun invito; sicchè non potevo presumere
-di cagionargli un gran rammarico nè un gran disturbo.
-Certo, se aveva divisato questo viaggio col
-fine di procurare un piacere a tutt'e due come ha
-detto, si comprende che debba essere alquanto stizzito.
-D'altronde, avendomi tenuta così a lungo sotto
-la sua tutela, gli pare d'avere un diritto a dettarmi
-la mia condotta. Ed è stato sempre tanto pieno di
-bontà e d'indulgenza per me, per un'estranea verso
-cui non ha nessunissimo obbligo! Oh, mi tortura
-l'idea ch'egli abbia a giudicarmi ingrata!
-</p>
-
-<p>
-«Rinunzierò dunque al mio posto d'insegnante,
-viaggerò con loro, e lascerò la cara signora Sullivan
-soffrire, senz'assisterla, morire forse durante la
-mia assenza? No, questo è impossibile! Mai non
-tradirò in tal modo il mio proprio cuore, il mio senso
-della rettitudine e della lealtà. Per quanto mi
-dolga l'offendere il signor Graham, non devo permettere
-che il timore della sua collera mi distolga
-dal mio dovere!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Deliberato così di sfidare la tempesta a cui sapeva
-di non poter sottrarsi, e raccomandata la sua causa
-a Colui che giudica secondo la giustizia, Gertrude
-tentò d'acquetare la sua angoscia nel sonno; ma
-invano. Non appena il sopore che le invadeva la
-mente cominciava a sollevarla del peso ond'era oppressa,
-sogni di non meno dolorosa natura ridestarono
-in lei la coscienza della realtà. Ora vedeva il
-signor Graham offeso e sdegnato come la sera innanzi,
-e l'udiva minacciarla delle più severe manifestazioni
-del suo malcontento s'ella avesse osato
-contrariare i suoi disegni: ora le appariva Guglielmo,
-<span class="pagenum" id="Page_188">[188]</span>
-il Guglielmo giovanetto che era partito cinque
-anni addietro, e con aria afflitta le additava la camera
-dove sua madre giaceva in deliquio, pallida
-d'un pallore di morte, come ella l'aveva trovata, visitandola
-ultimamente.
-</p>
-
-<p>
-Esausta da questa successione di visioni affannose,
-Gertrude, quando fu interrotto quel sonno senza
-riposo, non cercò di riaddormentarsi. Levatasi,
-andò a sedere presso la finestra, e stette a contemplare
-la luna che scendeva sull'orizzonte mentre si
-diffondevano nel cielo i primi albori. Là, nella tranquilla
-comunione con sè stessa, ella raccolse la forza
-e il coraggio di cui, lo sentiva, avrebbe avuto gran
-bisogno per attraversare con calma e fermezza il
-giorno che sorgeva: triste giorno che doveva vedere
-la sua separazione da Emilia, e il suo addio al signor
-Graham, il quale minacciava d'essere d'un carattere
-ancor più penoso.
-</p>
-
-<p>
-Parrà strano che occorresse a Gertrude una straordinaria
-energia morale per sostenersi in quell'emergente.
-Ma fatto sta che non sono comuni in una
-fanciulla diciottenne tanto ardire e tanta risolutezza
-da affrontare la collera d'un uomo anziano,
-dalla cui liberalità è dipesa lungo tempo, vivendo
-nella sua casa, dove il suo volere è legge, e spezzare
-di schianto i legami delle antiche abitudini col
-proposito d'aprirsi da sè una via nel mondo in opposizione
-ai desiderî e alle intenzioni di quell'uomo:
-nè la grata e pacifica Gertrude sarebbe stata capace
-d'un tal passo, se non l'avesse spinta un urgente
-motivo. Il signor Graham governava la famiglia con
-un'autorità dispotica, che l'aveva assuefatta a rispettare
-ogni suo capriccio, e sebbene egli fosse sempre
-indulgente, e in generale buono e cortese, nessuno
-osava provocare ad ira un temperamento che,
-eccitato, diveniva violentissimo.
-</p>
-
-<p>
-Non può quindi far maraviglia che la giovanetta
-si sentisse mancare il cuore nell'atto in cui, mezz'ora
-innanzi la colazione, stava davanti all'uscio
-della sala da pranzo, con la mano sulla gruccia.
-Indugiò un momento, chiamò di nuovo a raccolta
-tutte le sue forze per cimentarsi contro il formidabile
-avversario, poi, risolutamente, aperse ed entrò.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_189">[189]</span>
-</p>
-
-<p>
-Com'ella s'aspettava, il signor Graham era già lì
-seduto nella sua poltrona, e sulla tavola presso a
-lui giaceva il giornale ch'ella soleva leggergli tutte
-le mattine. Per questo appunto era venuta.
-</p>
-
-<p>
-S'avanzò verso il vecchio signore salutandolo col
-consueto «buon giorno».
-</p>
-
-<p>
-Quegli rispose al saluto ostentando un certo sussiego.
-Gertrude sedette e si sporse per prendere il
-foglio, ma egli vi posò sopra la mano.
-</p>
-
-<p>
-— Volevo leggervi le notizie, signore.
-</p>
-
-<p>
-— Ed io non voglio che tu legga nè faccia nessuna
-cosa per me, finchè non so se tu sia disposta
-a trattarmi col dovuto rispetto.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, io non ho mai inteso di trattarvi altrimenti!
-</p>
-
-<p>
-— Quando i ragazzi si mettono a contrasto con
-le persone maggiori di età e di senno, mancano loro
-di rispetto nel modo più grave; ma io sono pronto
-a perdonare il passato se tu m'assicuri, come spero
-farai dopo aver avuto agio di riflettere da iersera
-in qua, che hai riacquistato il retto senso del tuo
-dovere.
-</p>
-
-<p>
-— Non posso dire, signore, che le mie idee circa
-il mio dovere siano mutate.
-</p>
-
-<p>
-— Intendi forse di significarmi che persisti nella
-tua follia? — esclamò il signor Graham rizzandosi
-e parlandole con un tono che le fece tremare il cuore
-a dispetto de' suoi coraggiosi propositi.
-</p>
-
-<p>
-— Stimate follia fare ciò ch'è giusto?
-</p>
-
-<p>
-— Giusto? C'è una gran differenza tra la tua opinione
-e la mia su ciò ch'è giusto in questo caso.
-</p>
-
-<p>
-— Eppure, signor Graham, credo che se voi conosceste
-tutte le circostanze, non biasimereste la
-mia condotta. Ho esposto ad Emilia le ragioni che
-la determinano, ed essa....
-</p>
-
-<p>
-— Non mi citare Emilia! — l'interruppe egli camminando
-a gran passi per la stanza. — Sono persuaso
-che quella buona figliuola darebbe senz'esitare
-la sua testa a chiunque gliela chiedesse: ma
-io so un po' meglio di lei ciò ch'è dovuto a me; e,
-ve lo dico chiaro e tondo, signorina Gertrude Flint:
-se voi lasciate la mia casa come vi proponete di
-fare, la lasciate con la mia riprovazione, <i>la quale</i>
-potrebbe avere per voi, uno di questi giorni, conseguenze
-<span class="pagenum" id="Page_190">[190]</span>
-non lievi; tanto più, — soggiunse borbottando
-tra i denti — che v'incorrete senza nessuna necessità.
-</p>
-
-<p>
-— Mi duole nell'anima di dispiacervi, signore,
-ma io....
-</p>
-
-<p>
-— No, che non te ne duole, altrimenti non t'opporresti
-a' miei desiderî con tanta audacia, — ribattè
-il signor Graham avvedendosi che il viso di
-Gertrude, per quanto triste sempre e turbato, aveva
-preso un'espressione di maggior fermezza dopo le
-severe e pungenti parole con cui egli credeva di
-sgomentarla. — Ma ho detto abbastanza, in materia
-d'una cosa che non merita davvero tanto scalpore.
-Va' o resta, come ti pare. T'avverto però che se te
-ne vai non puoi contare più affatto sulla mia protezione
-e sul mio aiuto. Dovrai provvedere a te
-stessa o ricorrere ad estranei. Tu, m'immagino, ti
-confidi che il tuo amico di Calcutta s'incarichi di
-mantenerti, o anzi ritorni in patria e pigli cura speciale
-di te; ma, bambina, se questa è la tua speranza
-vuol dire che conosci ben poco il mondo; scommetto
-che oramai quello lì ha sposato un'Indiana....
-E comunque sia, sta' pur certa che te t'ha bell'e
-scordata.
-</p>
-
-<p>
-— Signor Graham, — rispose con alterezza la fanciulla — il
-signor Sullivan probabilmente non rimpatrierà
-che tra parecchi anni, e v'assicuro ch'io
-non fo assegnamento su lui nè su alcun'altra persona
-per mantenermi; intendo di guadagnarmi la
-vita col mio lavoro.
-</p>
-
-<p>
-— Eroica risoluzione! — fece egli, sprezzante. — E
-annunziata con una dignità che spero sarai in
-grado di sostenere. Devo dunque considerarla come
-irrevocabile?
-</p>
-
-<p>
-— Sì! — disse Gertrude che nei sarcasmi del signor
-Graham aveva attinto la forza di proferire la
-temuta parola definitiva.
-</p>
-
-<p>
-— E ci lasci?
-</p>
-
-<p>
-— È necessario. Credo che questo sia il mio dovere,
-e però sacrifico volenterosamente, non solo il
-mio benessere, ma ciò che per me, non ne dubitate,
-è ben più prezioso: la vostra amicizia.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il signor Graham non mostrò d'aver udito: anzi,
-<span class="pagenum" id="Page_191">[191]</span>
-dimentico della gentilezza in lui abituale, mentre la
-giovanetta parlava ancora, coperse la sua voce con
-una violenta scampanellata.
-</p>
-
-<p>
-Caterina vi rispose portando la colazione. Emilia
-e la signora Ellis entrarono dietro a lei e sedettero
-a tavola. Il pasto mattutino cominciò in mezzo
-a un silenzio insolito dei commensali che parevano
-tutti più o meno impacciati. Infatti Emilia aveva
-inteso da lontano la voce di suo padre vibrare con
-tono irato, ed era piena d'ansietà; e la governante
-vedeva chiaramente nelle facce dei tre altri che qualche
-cosa di spiacevole era accaduto.
-</p>
-
-<p>
-Il signor Graham tuttavia fece onore alla copiosa
-colazione col consueto appetito; poi, terminato che
-ebbe, si rivolse alla signora Ellis e l'invitò formalmente
-ad accompagnare sua figlia e lui nel loro
-prossimo viaggio, di cui parlò accennando alla probabilità
-d'un soggiorno di alcune settimane all'Avana.
-</p>
-
-<p>
-La signora Ellis, che non sapeva nulla del divisato
-giro nel Mezzodì, accettò con grande piacere,
-e tutta alacre e lieta si mise a fare un visibilio di
-domande sull'itinerario e sulla durata della loro
-assenza, mentre la cieca nascondeva il viso turbato
-dietro la sua tazza, e Gertrude, la quale aveva letto
-ultimamente le <i>Lettere di Cuba</i> e parlato al signor
-Graham dell'incantevole idea che le davano di quell'isola,
-ponderava in cuor suo se fosse mai possibile
-ch'egli volesse vendicarsi scendendo a una così
-bassa piccineria per mortificarla.
-</p>
-
-<p>
-Tosto che si furono levati da tavola, Emilia si ritirò
-nella sua camera dove la giovanetta non tardò
-a raggiungerla.
-</p>
-
-<p>
-Interrogata da lei ansiosamente, questa, nel riferirle
-la scena di poc'anzi, si guardò dal ripetere le
-acri e ingiuriose osservazioni del vecchio, perchè la
-buona amica le palesava con l'angoscia tradita dal
-suo aspetto un sentimento profondo quanto il suo
-proprio del torto che le veniva fatto giudicandola
-e trattandola con tale ingiustizia. Le disse però che
-la sua partenza era già cosa intesa, e che, essendo
-il signor Graham poco benevolmente disposto verso
-di lei, stimava opportuno andarsene senz'indugio,
-<span class="pagenum" id="Page_192">[192]</span>
-tanto più che la sua presenza in casa della signora
-Sullivan non sarebbe forse mai stata utile come in
-quel momento. Emilia comprese la ragionevolezza
-del suo proposito, lo approvò, e s'offerse d'accompagnarla
-in città nel pomeriggio; ella si rassegnava
-piuttosto a questo brusco distacco che a vedere Gertrude
-umiliata dal contegno di suo padre, perchè il
-pensiero d'un dispregio usato alla sua protetta le
-era intollerabile.
-</p>
-
-<p>
-Il rimanente della giornata fu dunque impiegato
-dalla fanciulla nel fare le valigie e altri preparativi.
-La signorina Graham sedeva presso all'amata
-figliuola adottiva, e le dava consigli sulla sua futura
-condotta, deplorando la necessità della loro separazione
-e scambiando con lei promesse reiterate
-d'imperituro e immutabile affetto.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, se almeno poteste scrivermi, cara Emilia!
-Sarebbe un gran conforto durante la vostra lunga
-assenza!
-</p>
-
-<p>
-— Ti farò avere quelle notizie che mi sarà possibile
-mandarti con l'aiuto della signora Ellis; ma per
-quanto rare e scarse debbano essere, sii certa ch'io
-penserò sempre a te, e non dimenticherò mai di raccomandare
-la mia diletta alla protezione e alla cura
-di Colui che può esserle miglior amico e miglior
-consigliere di me!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude andò poi a cercar la governante e la fece
-restare attonita dicendole che veniva ad accomiatarsi
-da lei. Ma la maraviglia e la curiosità della
-brava signora furono presto soverchiate dal bisogno
-d'esaltare la cortesia e la generosità del signor
-Graham, e le delizie d'un viaggio come quello a cui
-ella s'apparecchiava. Dopo averle augurato molto
-piacere, la giovanetta la pregò di scriverle qualche
-volta; ma parve che la sua richiesta non fosse udita,
-perchè la signora Ellis invece di rispondere le domandò
-se credeva che un abito di casimiro fosse
-adatto per viaggiare nel Mezzogiorno; essa allora
-la ripetè con maggior calore, ma l'altra l'eluse di
-nuovo, manifestando il desiderio di sapere quante
-paia di sottomaniche avrebbe dovuto mettere nel
-suo bagaglio. La postulante di favori epistolari non
-si diede per vinta; sodisfatto a tutte le sue domande,
-<span class="pagenum" id="Page_193">[193]</span>
-tornò alla carica, riescì finalmente a farsi ascoltare,
-ed ottenne la promessa d'<i>una</i> lettera, che, dichiarò
-la signora Ellis, sarebbe stata la sola da lei
-scritta nel corso di anni ed anni.
-</p>
-
-<p>
-Prima di lasciar la casa, Gertrude si presentò al
-signor Graham nella speranza d'un amichevole commiato;
-ma egli al suo timido «addio» non rispose
-che mormorando appena percettibilmente la semplice
-e universale formula di saluto, d'un significato
-così profondo quand'esce dal cuore, e così gelida
-quand'è proferita con indifferenza, a fior di labbra;
-poi le voltò le spalle e, prese le molle, si mise ad
-accomodare il fuoco nel caminetto.
-</p>
-
-<p>
-Ed ella se n'andò con le lacrime agli occhi e l'animo
-contristato, perchè il signor Graham era stato
-sempre buono con lei.
-</p>
-
-<p>
-Ma trovò una ben diversa accoglienza in cucina
-dove salì per salutare la cuoca e la serva.
-</p>
-
-<p>
-— Cara signorina Gertrude, Dio vi benedica! — esclamò
-la signora Prime inciampando su per la
-scaletta che metteva nella stanza di sotto, e asciugandosi
-le mani nel grembiule. — Come sentiremo
-la vostra mancanza! La casa ci sembrerà vuota
-quando voi non ci sarete più. Affemmia, se non ritornate,
-noi qui si muore in capo a quindici giorni.
-L'anima e la vita di questo luogo siete voi. Ma avete
-tanto senno, che certo fate quel che va fatto; se ve
-ne andate bisogna dunque rassegnarsi, si avesse anche
-a consumarci gli occhi dal piangere, Caterina
-ed io!
-</p>
-
-<p>
-— Sicuro, sicuro! — disse la serva irlandese. — Siete
-tanto buona, che fin ci venite a cercare in cucina
-per darci un saluto. Non vi scordate di nessuno,
-voi, signorina Gertrude.... Ah, non potrete mai
-essere più felice di quanto noi vi desideriamo! Vi
-devono portar fortuna tutte le benedizioni che vi accompagnano!
-</p>
-
-<p>
-— Grazie, Caterina, grazie! — rispose Gertrude
-commossa dall'ingenua tenerezza di quelle buone e
-semplici creature. — Dovete venire a trovarmi qualche
-volta, a Boston; e anche voi, signora Prime; vi
-aspetto, sapete. Addio!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-L'«addio» che contraccambiò il suo, <i>ora</i> fu cordiale
-<span class="pagenum" id="Page_194">[194]</span>
-e sincero, e la seguì attraverso l'atrio, e risonò
-ancora al suo orecchio tra il rumore delle ruote
-mentre la vettura si metteva in moto.
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XXIII.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Uno di quei caparbi egli è che quando</p>
-<p>Sposano un'opinione, onore, e fede,</p>
-<p>Ed onestà la chiamano, e piuttosto</p>
-<p>Dalla vita si parton che da quella.</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Rowe.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Da circa due mesi Gertrude, lasciata la casa del
-signor Graham e separatasi da Emilia, abitava con
-la signora Sullivan che l'aveva cordialmente accolta,
-e faceva lezione nella scuola del signor W.
-</p>
-
-<p>
-Era un mattino di novembre.
-</p>
-
-<p>
-Alzata col sole, ella si lavava e pettinava in una
-camera così fredda, che prima d'aver finito si sentì
-le dita mezzo intorpidite: nondimeno, innanzi di cominciare
-i lavori della giornata, non omise d'implorar
-sovr'essi la benedizione del Cielo. Poi entrò
-pian piano nella camera attigua dove la madre di
-Guglielmo dormiva ancora, accese una piccola stufa
-di ferro, al quale fine i materiali erano già accuratamente
-preparati, e ciò fatto, scese con passo
-leggero al pianterreno per accendere il fuoco nella
-cucina, ch'era una comoda stanza in cui d'inverno
-la famiglia prendeva i suoi pasti.
-</p>
-
-<p>
-La tavola era apparecchiata e la colazione quasi
-pronta, quando giunse la signora Sullivan. Tutta
-ravvolta in un ampio scialle, più pallida ed esile
-che mai, ella appariva assai debole e malaticcia.
-</p>
-
-<p>
-— Gertrude, — disse alla fanciulla — perchè mi
-lasci dormire la mattina mentre tu sei in piedi e
-lavori? È stato così ogni giorno questa settimana.
-</p>
-
-<p>
-— Per un'ottima ragione, zietta: — rispose quella — io
-dormo la notte e mi desto all'alba, voi invece
-fate proprio l'opposto. D'altronde, mi ci diverto
-a preparar la colazione.... Guardate che bellezza di
-caffè! — Ne versò un poco in una tazza e lo riversò
-nella caffettiera. — È mai chiaro? O non vi struggete
-di berlo, stamani, con questo freddo?
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_195">[195]</span>
-</p>
-
-<p>
-La signora Sullivan sorrise. Le aveva insegnato
-lei a farlo, perchè ella non ne era pratica avendo
-lo zio True preferito sempre il tè.
-</p>
-
-<p>
-— Ora, — proseguì Gertrude scherzosamente, tirando
-una poltrona nel canto del fuoco — bisogna
-che vi mettiate qui e che badiate al ramino finchè
-l'acqua non bolla; io intanto scappo a vedere se il
-signor Cooper è levato e vuol permettermi di pettinare
-il suo codino.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Uscì, mentre la vedova pensava in cuor suo che
-una figliuola buona a quel modo non poteva esserci
-al mondo, e di lì ad alcuni minuti ritornò col vecchio,
-ch'era molto pulitamente vestito, lo condusse
-al suo posto a tavola, aspettò che fosse seduto come
-avrebbe fatto con un bambino, poi gli appuntò
-il tovagliuolo al collo e servì la colazione.
-</p>
-
-<p>
-Nel tempo che la signora Sullivan mesceva il caffè,
-Gertrude, evitando delicatamente d'attirare i suoi
-sguardi, sbucciò una patata arrostita, sgusciò un
-uovo sodo, e pose l'uno e l'altra nel piatto del signor
-Cooper; il che risparmiava a questi la difficoltà per
-lui sempre maggiore di compiere quelle operazioni
-da sè, e a sua figlia l'angoscia che soffriva notando
-la sua inettitudine e la crescente sua negligenza in
-materia di quella pulizia ch'era per la brava massaia
-una cosa sacra.
-</p>
-
-<p>
-La povera donna non aveva appetito. A fatica la
-fanciulla potè indurla a prendere qualche cosa; però
-certe ostriche fritte che si trovò inaspettatamente
-dinanzi la tentarono, e assaggiatane una finì col
-mangiarne parecchie gustandole come da un pezzo
-non gustava più alcun cibo. Gertrude, osservando la
-sua faccia patita, il languore che denotava l'atteggiamento
-della sua persona, si confermò nell'opinione
-che soltanto un'infermità grave poteva aver
-trasformato in tal guisa l'energica benchè piccola
-signora Sullivan, e risolse di non lasciar trascorrere
-un altro giorno senza che un medico la vedesse.
-</p>
-
-<p>
-Terminata la colazione bisognava rigovernare,
-mettere in ordine le camere, far la spesa per il desinare
-e prepararlo in parte: faccende che la giovanetta
-sbrigò quasi tutte ella stessa, prima di vestirsi
-per andare alla scuola dove da due mesi era
-<span class="pagenum" id="Page_196">[196]</span>
-maestra assistente. Alle nove meno un quarto comparve
-sull'uscio di cucina, e disse con tono gaio al
-vecchio che stava accoccolato davanti alla stufa
-guardando tetramente il fuoco:
-</p>
-
-<p>
-— Venite, signor Cooper! Non volete vedere un
-po' come va la fabbrica della nuova chiesa? Il signor
-Miller v'aspetta: diceva ieri che spera nella
-vostra compagnia durante il lavoro.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il vecchio si rizzò, prese dalle mani di Gertrude il
-suo pastrano e l'indossò aiutato da lei, poi la seguì
-macchinalmente, con un'aria d'indifferenza. Andare
-o restare, per lui era tutt'uno. Camminando in
-silenzio al suo fianco, lungo la strada, ella fu tratta
-a meditare sulla strana coincidenza che la faceva
-una seconda volta la compagna d'un vecchio infermo,
-in passeggiate quasi giornaliere; nè potè astenersi
-da una comparazione tra il buon zio True,
-tanto affettuoso e gioviale, e quel Paolo Cooper, misantropo
-e sempre malcontento, in cui la demenza
-senile esagerava ancora le naturali tendenze d'un
-carattere mai stato amabile. Ma per quanto sfavorevole
-a quest'ultimo riescisse il paragone, non diminuiva
-la sua benevolenza e le sue premure verso
-il disgraziato ch'era per lei oggetto di sincera pietà.
-</p>
-
-<p>
-Giunsero presto alla chiesa nuova; un bell'edifizio
-che sorgeva nel posto medesimo di quella demolita,
-dove il signor Cooper aveva tenuto per molti
-anni l'ufficio di sagrestano. L'interno non era tuttavia
-finito, e numerosi operai vi lavoravano alacremente.
-</p>
-
-<p>
-Un uomo che precedeva Gertrude e il suo compagno
-sulla scalinata della porta maggiore, portando
-un trogolo colmo di calcina, si fermò nel vestibolo
-udendosi chiamare per nome da una voce ben nota,
-e deposto il suo carico si volse a rispondere:
-</p>
-
-<p>
-— Buon giorno, signorina Flint! State bene, non
-è vero? Gran bel tempo oggi.... Ah, signor Cooper,
-siete venuto ad aiutarmi un poco; bravo! Ci sembra
-di non poter fare nulla di buono senza di voi,
-tanto pratico di questa chiesa. Per di qua, signore....
-Se favorite di venir con me vi mostrerò quello
-che abbiamo fatto dopo la vostra ultima visita, e mi
-direte il vostro parere.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_197">[197]</span>
-</p>
-
-<p>
-Così parlando s'avviò con l'antico sagrestano; ma
-la giovanetta lo trattenne un momento per pregarlo
-d'accompagnare il vecchio a casa quando sarebbe
-andato a desinare, giacchè doveva passar di lì.
-</p>
-
-<p>
-— Sicuro, signorina, con molto piacere, — rispose
-l'uomo. — Mi segue sempre volentieri quando lo lasciate
-sotto la mia custodia.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ottenuta questa promessa, Gertrude si diresse a
-passi affrettati verso la scuola, rallegrandosi nella
-certezza che il signor Cooper era al sicuro per tutta
-la mattinata in un luogo dove avrebbe trovato una
-gradevole distrazione, e che la signora Sullivan, sollevata
-dell'obbligo di vigilarlo e occuparsi di lui, si
-sarebbe concessa in pace il riposo a lei tanto necessario.
-</p>
-
-<p>
-Quegli che così cordialmente coadiuvava Gertrude
-nella sua opera pietosa, era un bravo muratore che
-aveva spesso lavorato per il signor Graham, e del
-quale ella s'era guadagnata la stima e la gratitudine
-assistendo amorevolmente, nell'inverno scorso,
-la sua famiglia afflitta allora da malattie. La fanciulla,
-che passava ogni giorno davanti alla chiesa
-in costruzione, l'aveva veduto, e le era nata l'idea
-d'affidargli per qualche ora il signor Cooper pensando
-che questi si sarebbe forse divertito ad osservare
-gli operai al lavoro. Durò fatica a persuadere il
-vecchio, che non voleva saperne di visitare l'edifizio
-alla cui erezione era stato tanto avverso, non solo
-perchè contraria a' suoi interessi, ma anche per il
-grande amore che lo legava all'antica sua chiesa.
-Tuttavia quando fu lì, la fabbrica, gradatamente,
-cattivò la sua attenzione, e poichè il Miller si dava
-cura ch'egli si trovasse bene, e perfino gli faceva
-credere d'esser utile, egli finì col passarvi quasi le
-intere mattinate, immaginandosi di vigilare i muratori
-e tutti i diversi lavoranti. Taluni giorni Gertrude
-passava ella stessa a riprenderlo, altri pregava
-il Miller d'accompagnarlo.
-</p>
-
-<p>
-Un notevole mutamento si manifestava nello stato
-del demente da che ella aveva preso dimora in casa
-della vedova Sullivan. Egli era divenuto più docile,
-e si mostrava più contento e meno irritabile. Da principio
-la maggior tranquillità e la consolante presenza
-<span class="pagenum" id="Page_198">[198]</span>
-di Gertrude parevano aver prodotto un effetto
-benefico anche sulla salute della povera donna;
-ma ultimamente la sua debolezza andava aumentando,
-e due o tre volte ella era d'improvviso caduta
-in deliquio. La giovanetta sentì ridestarsi tutti
-i suoi timori, più vivi che mai. Perciò quella mattina
-uscì col fermo proposito di recarsi dal dottor
-Jeremy, non appena libera da' suoi doveri di scuola,
-per chiedergli di visitare la malata.
-</p>
-
-<p>
-Ella esercitava il suo ufficio d'insegnante con piena
-sodisfazione del signor W., e non v'incontrava
-difficoltà alcuna, fuor delle piccole noie e dei momentanei
-scoraggiamenti cui vanno soggetti tutti i
-maestri a cagione della pigrizia, della caparbietà
-o della stupidità di certi alunni. Varie cause la costrinsero
-a indugiarsi quel giorno un'ora più del
-solito. Battevano le due quand'ella sonava il campanello
-alla porta del medico. Le aperse una cameriera
-che la conosceva di vista essendo ella venuta
-altre volte in casa dei suoi padroni. La ragazza
-le disse che stavano per mettersi a tavola, ma
-che senza dubbio il dottore l'avrebbe ricevuta lo
-stesso, e la fece entrare nel tinello dov'egli si trovava.
-Ritto con la schiena contro la stufa, mangiava
-una mela, com'era suo invariabile costume, avanti
-pranzo. Vedendo Gertrude posò il frutto e le mosse
-incontro a mani tese.
-</p>
-
-<p>
-— Gertrude Flint, se non m'inganno! Bene, ho
-piacere di vedervi, finalmente! Sarei curioso di sapere
-perchè vi siete fatta così desiderare.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ella si giustificò spiegandogli che viveva con una
-donna inferma e un vecchio cadente i quali avevano
-bisogno d'assistenza, e che il resto del suo tempo
-era tutto preso dalla scuola, sicchè non gliene avanzava
-per fare visite agli amici.
-</p>
-
-<p>
-— Magre scuse, — esclamò il dottore — magre
-scuse! Ma ora che vi teniamo, non vi lasceremo
-scappare tanto presto. — E, andato a piè della scala
-conducente alle stanze superiori, gridò con quanto
-n'aveva in canna: — Signora Jerry! Signora Jerry!
-Scendete lesta per quanto è possibile, e mettetevi la
-vostra berretta più bella: abbiamo un'ospite a pranzo!...
-Pover'anima! — soggiunse sottovoce, volgendosi
-<span class="pagenum" id="Page_199">[199]</span>
-a Gertrude con un sorriso bonario. — Non può
-spicciarsi in furia, che ve ne pare?... E grassa!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ma Gertrude protestò che doveva affrettarsi a ritornare
-a casa, e disse il fine della sua visita, esponendo
-al medico lo stato della signora Sullivan.
-</p>
-
-<p>
-— Un'ora non porta conseguenze in un caso come
-cotesto, — insistette egli. — Voi dovete desinare con
-me e poi andrò dove vorrete, anzi ci andremo insieme
-nel mio carrozzino.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ella esitò un poco. Il cielo s'era annuvolato, e
-cominciava a cadere qualche fiocco di neve; la strada
-era lunga; d'altronde, sarebbe stato meglio che
-ella accompagnasse il dottore, perchè nella via dove
-abitava gli stabili erano quasi tutti nuovi e non ancora
-numerati, e forse da solo egli avrebbe stentato
-a trovare la casa.
-</p>
-
-<p>
-Intanto scese la signora Jeremy. Per grassa era
-grassa bracata, e in quel momento l'insolita celerità
-de' suoi movimenti, e l'ansia d'avere inaspettatamente
-a pranzo una persona estranea, le tingevano
-il viso di porpora. Ella diede a Gertrude un
-bacio affettuoso, poi girò gli occhi intorno, e visto
-che non c'era nessun altro, li fissò sul marito, con
-uno sguardo di rimprovero.
-</p>
-
-<p>
-— Via, dottor Jerry, non vi vergognate? Mai più
-non presterò fede alle vostre parole.... Farmi credere
-che ci fosse capitato un qualche ospite straordinario....
-</p>
-
-<p>
-— E qual ospite più straordinario di Gertrude
-Flint, in casa nostra?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-— Quanto a cotesto, è vero; — disse la signora — Gertrude
-<i>s'è fatta</i> realmente straniera qui, e le tengo
-in serbo una solenne ramanzina su questo proposito.
-Però, dottor Jerry, sapevate che non mi sarei
-messa la berretta rosa e lilla per comparire con
-lei, che mi vede altrettanto volentieri in quella vecchia coi
-nastri gialli.... sebbene mi dicesse, la birichina,
-quando la comprai, ch'io avevo scelto la più
-brutta berretta di Boston. Te ne rammenti, eh?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude rise di cuore ricordando la divertente
-scenetta nella bottega della modista dove aveva accompagnato
-la signora Jeremy.
-</p>
-
-<p>
-— Ma vieni, figliuola, — riprese questa — il desinare
-<span class="pagenum" id="Page_200">[200]</span>
-è pronto. Levati il mantello e il cappellino, e
-passiamo di là. Il dottore ha molte cose da dirti e
-se ne strugge.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Erano a tavola da alcuni minuti, senz'avere ancora
-scambiato altre parole che le consuete, quando
-a un tratto il medico posò il coltello e la forchetta,
-e scoppiò a ridere, a ridere tanto che n'ebbe gli occhi
-pieni di lacrime.
-</p>
-
-<p>
-La fanciulla lo guardò con aria interrogativa; sua
-moglie disse:
-</p>
-
-<p>
-— Figurati, Gertrude, che durante un'intera settimana
-ha seguitato a dare, due o tre volte il giorno,
-in una di queste risatone sterminate. Io sulle prime
-n'ero sbalordita come te; e confesso che ancora non
-capisco bene che cosa possa essere avvenuto di tanto
-buffo tra il signor Graham e lui.
-</p>
-
-<p>
-— Andiamo, signora Jerry, — egli l'interruppe frenando
-la propria ilarità — non mi prevenite; voglio
-raccontarla io. Non credo — disse poi volgendosi
-alla sua ospite — che voi siate vissuta cinque anni
-con quel signore lì senza aver conosciuto che razza
-d'animale protervo, caparbio, ostinato, egli sia.
-</p>
-
-<p>
-— Dottore! — ammonì la signora, severamente,
-scotendo il capo.
-</p>
-
-<p>
-— Cara moglie, nè le strizzatine d'occhi nè le scrollatine
-di testa mi fanno senso: io non ho peli sulla
-lingua; la mia opinione sul conto del signor Graham
-è questa, e non dubito punto che sia anche
-quella di Gertrude; soltanto, essendo la buona figliuola
-ch'ella è, non la manifesta.
-</p>
-
-<p>
-— Io non ho mai notato in lui nulla di simile, — disse
-la signora Jeremy — eppure lo conosco bene
-quanto voi. Lo incontro spesso per la strada, e sempre
-mi saluta con un sorriso raggiante e un bell'inchino.
-</p>
-
-<p>
-— Eh, sì, Gertrude ed io sappiamo che cortese
-gentiluomo egli sia, con chi dice e fa a modo suo;
-ma se qualcuno è di parer contrario....
-</p>
-
-<p>
-— In politica, per esempio, — suggerì ella. — Certo
-la divergenza delle vostre vedute politiche è la
-sola causa di cotesta antipatia.
-</p>
-
-<p>
-— Ma no, ma no! — egli ribattè. — Si può riscaldarsi
-disputando di politica, come mi riscaldo anch'io,
-<span class="pagenum" id="Page_201">[201]</span>
-ed essere nondimeno una buona pasta d'uomo.
-Non intendevo parlare di questo.... Quello che
-non posso patire nel signor Graham, è la sua pretensione
-di dettar legge a chiunque abbia da trattare
-con lui, i suoi procedimenti dispotici che par
-ch'egli sia il Gran Mogol della Cocincina. Credevo
-che si fosse corretto un poco, dopo la seria lezione
-ch'ebbe anni sono con quel caso doloroso del povero
-Filippo Amory; ma a quanto vedo ricomincia da
-capo. Ah, ah, ah! — proruppe di nuovo il buon dottore
-ridendo, e sporgendosi verso Gertrude per darle
-una picchiatina su una spalla. — Ci ho proprio gusto
-che abbia trovato un'opposizione ragionevole, e
-dove meno se l'aspettava!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Lo sguardo della fanciulla espresse un così profondo
-stupore a questa chiara allusione al suo dissenso
-col signor Graham, ch'egli s'affrettò a rispondervi:
-</p>
-
-<p>
-— Siete curiosa di sapere come io ne sia informato?
-Ve lo dico subito. In parte lo ricavai dal signor
-Graham stesso, e mi diverto ancora ricordando
-con qual furberia il vecchio volpone cercasse, a furia
-d'arzigogoli, di nascondere la sua disfatta, e persuadermi
-anzi che in fin dei conti aveva fatto valere
-la propria autorità, mentre io capivo benissimo che
-era stato battuto da un campione più forte di lui....
-</p>
-
-<p>
-— Dottor Jeremy, — fece Gertrude — non crederete,
-spero....
-</p>
-
-<p>
-— No, cara, non credo che vi dilettiate di pugilato,
-ma so che siete una ragazza di senso retto, che
-discernete ciò ch'è giusto e lo fareste a dispetto di
-chiunque, non escluso il signor Graham. Quando
-v'avrò raccontato tutto, comprenderete in qual modo
-io sia giunto alle mie conclusioni e abbia intuito le
-cose più a fondo che il detto signore non avrebbe
-voluto. Un giorno, circa due mesi fa se non erro....
-è una data che voi rammentate certo meglio di
-me.... io fui chiamato dal signor W. per i suoi bambini
-attaccati dal «crup». Mentre discorrevo con
-lui, gli venne annunziata una visita. Andò a riceverla,
-e al suo ritorno mi disse che vi aveva in quel
-momento fissata come assistente nella sua scuola.
-Io non me ne maravigliai sapendo che Emilia vi
-<span class="pagenum" id="Page_202">[202]</span>
-destinava all'insegnamento, e mi compiacqui che vi
-fosse toccato un così buon posto. Uscito appena di
-là, ecco che m'imbatto nel signor Graham, il quale
-s'accompagna con me per un tratto di strada, e mi
-parla del viaggio che intende fare nell'inverno.
-</p>
-
-<p>
-«— Però, — gli dico io — Gertrude Flint non viene
-con voi, non è vero? — Gertrude? — fa egli. — Ma
-sì, beninteso. — Ne siete proprio sicuro? — gli
-domando. — L'avete invitata? — Invitata? No, — risponde — ma
-sono certo che sarà ben contenta
-d'approfittare d'una così bell'opportunità: è una
-fortuna rara per una ragazza nelle sue condizioni. — Allora
-io, un po' urtato da quel suo modo di
-parlare, gli replico con tono altrettanto positivo: — Secondo
-me invece non è probabile che accetti
-l'invito.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-«Ah, bisognava vedere, cara Gertrude, come si
-rimpettì la Dignità Sua!... E mi snocciolò un discorsetto....
-no, non posso ricordarmene senza ridere,
-specie se penso che se l'è dovuto rimangiare.... Mi
-sarebbe difficile ripeterlo parola per parola, ma insomma,
-a sentir lui, non solo era impossibile che
-voi osaste opporvi a' suoi desiderî, ma io commettevo
-un atto di fellonia facendo questa temeraria
-supposizione. Mi guardai bene dal dirgli ciò che mi
-aveva comunicato il signor W.; e rimasi con una
-enorme curiosità di sapere come l'andrebbe a finire.
-</p>
-
-<p>
-«Divisai due o tre volte di fare una giterella alla
-villa dei Graham con mia moglie, per vedere Emilia
-ed essere informato da lei; ma un medico non è padrone
-del proprio tempo, sicchè ne fui sempre impedito.
-</p>
-
-<p>
-«Finalmente, una domenica, la signora Prime viene
-a trovare sua nipote ch'è in servizio qui da noi.
-Sento dalla cucina la sua voce, e scendo subito,
-smanioso d'interrogarla. La buona donna vi vuole
-molto bene, Gertrude, e vede con gli occhi del cuore
-ciò che vi concerne. Mi disse, senza dubbio, la verità,
-benchè forse non tutti gli esatti particolari.
-</p>
-
-<p>
-«Due giorni dopo incontro di nuovo il signor Graham. — Ebbene, — gli
-domando — quando partite? — Domani, — mi
-risponde. — Davvero! — esclamo
-io. — Dunque non avrò il piacere di salutare le vostre
-<span class="pagenum" id="Page_203">[203]</span>
-signore. Vorreste in cortesia incaricarvi d'una
-mia commissione per Gertrude? — Io non so dove
-si trovi Gertrude, — dice lui con sussiego. E io, affettando
-una gran maraviglia: — Che? V'ha lasciato? — Sì, — conferma
-seccamente. — Ed ha osato
-venir meno al rispetto dovutovi? — proseguo io citando
-le sue stesse parole. — Farsi giuoco della
-vostra dignità? — Dottor Jeremy! — egli esclama. — Desidero
-non sentir più menzionare quella ragazza
-che s'è condotta con altrettanta ingratitudine
-che stoltezza. — Poh, Graham! — io replico. — Quanto
-all'ingratitudine, dicevate che prender Gertrude
-per compagna di viaggio non era da parte
-vostra se non largirle un nuovo favore: e visto che
-ella vi rinunzia al fine di rendersi indipendente, mi
-pare che dia piuttosto prova di saviezza. Me ne rincresce
-bensì per voi e per Emilia. Sentirete tanto
-la sua mancanza! — Egli ribatte: — Potete risparmiarvi
-di compiangerci, dottore. Noi non ci perdiamo
-nulla. — Ah! — dico io. — Mi sembrava che
-anzi vi dispiacesse molto perdere la sua compagnia. — Viene
-con noi <i>la signora Ellis!</i> — risponde con
-un'enfasi che vuol significare tutta l'esuberanza del
-compenso. — E io: — Amabilissima donna! — Graham
-pareva seccato perchè sa che la signora Ellis
-è la mia antipatia.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Sua moglie, la quale era di buon cuore, gli osservò:
-</p>
-
-<p>
-— Andiamo, dottor Jerry, non avreste dovuto attaccare
-così un uomo nel suo punto debole. Perchè
-eccitar la sua collera per nulla?
-</p>
-
-<p>
-— Facevo le vendette di Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-— E io sono certa che Gertrude non provava punto
-il bisogno d'essere vendicata: e non sente verso
-il signor Graham che affezione e rispetto.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, sì, è vero, Signora Jeremy! — disse la fanciulla. — È
-stato tanto generoso con me, tanto indulgente....
-</p>
-
-<p>
-— Salvo quando intendevate far uso della vostra
-volontà! — l'interruppe il dottore.
-</p>
-
-<p>
-— La mia volontà era ben di rado in opposizione
-co' suoi desiderî.
-</p>
-
-<p>
-— Ma quando era?
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_204">[204]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Mi sottomettevo come giudicai sempre mio obbligo
-finchè un dovere più alto non mi costrinse a
-fare diversamente.
-</p>
-
-<p>
-— E fu per te un gran dolore il dispiacergli, — disse
-la signora. — Questo è il retto sentimento
-d'una donna, e sta' pur sicura che il dottor Jerry
-in cuor suo lo loda, quantunque cianci come se fosse
-una bella cosa in una giovanetta il trovar sodisfazione
-nel mortificare un vecchio signore. Basta,
-lasciamo questo discorso. Egli ha detto quel che
-aveva da dire: ora tocca a me. Io vorrei sapere in
-che modo sei sistemata, con chi vivi, e se ti piace
-insegnare a scuola.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude rispose a tutte le sue domande; poi il
-medico la interrogò sullo stato di salute della signora
-Sullivan, che quando egli curava lo zio True gli
-era stata spesso menzionata da lui e dalla fanciulla
-come una loro buona vicina ed amica. Intanto la
-neve fioccava sempre più fitta; ed essendo Gertrude
-manifestamente ansiosa di ritornare a casa, i suoi
-benevoli ospiti non cercarono più dì trattenerla.
-</p>
-
-<p>
-Ella promise di ripetere la sua visita non appena
-le fosse possibile; il dottor Jeremy fece attaccare, e
-partirono insieme.
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XXIV.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Non ha la vita un umile</p>
-<p>Dover ch'ella non curi,</p>
-<p>Nè miseri ed oscuri</p>
-<p>Luoghi ov'ella non scenda,</p>
-<p>Perchè un raggio benefico</p>
-<p>Di sole vi risplenda.</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Lowell.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-— Ho pensato, dottore, come faremo perchè la
-signora Sullivan non si spaventi, — disse Gertrude
-mentre stavano per giungere alla casa.
-</p>
-
-<p>
-— O che dovrebbe spaventarla? — egli domandò.
-</p>
-
-<p>
-— Voi, se sa a bella prima che siete un medico.
-Vi presenterò come un amico che m'ha condotta a
-casa nel suo legno, essendo sopravvenuta questa
-burrasca di neve.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_205">[205]</span>
-</p>
-
-<p>
-— S'ha dunque a recitare una piccola farsa, eh?
-Capocomica: Gertrude Flint. Un incognito: il dottor
-Jeremy. E che dovrò dire nella prima scena?
-</p>
-
-<p>
-— Di questo lascio la cura a voi che ne sapete più
-di me. M'affido interamente alla vostra accortezza
-per ottenere dalla signora Sullivan qualche cognizione
-de' suoi sintomi, senza palesarle se non a poco
-a poco la vostra qualità di medico.
-</p>
-
-<p>
-— Ah, capisco! Devo cominciar dal passare per
-uno di quei curiosi che tempestano il prossimo di
-domande. Sì, sì, credo che la parte sia nelle mie
-corde.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Entrarono. All'udire aprir l'uscio la vedova si levò
-dalla sua poltrona, col viso turbato, e dato appena
-a Gertrude il tempo di presentarle l'amico che l'accompagnava,
-le domandò ansiosamente se suo padre
-non fosse con loro.
-</p>
-
-<p>
-— No, — ella rispose. — Non è ritornato a casa?
-</p>
-
-<p>
-— Non l'ho più riveduto da stamani.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La giovanetta, mostrando una tranquillità ch'era
-lungi dal sentirsi nel cuore, le disse che il Miller
-aveva promesso di vegliare sul signor Cooper, il
-quale era certo con lui, al sicuro.
-</p>
-
-<p>
-— Del resto, — soggiunse — vo io a pigliarlo.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, mi duole assai che tu esca di nuovo con
-questo tempaccio!... Ma sono in tanta pena per il
-nonno!... E tu no, figliuola?
-</p>
-
-<p>
-— Io no, davvero. Non dubito ch'è in chiesa, sano
-e salvo. Ci vo immediatamente. Sapete bene, zietta,
-che la neve non mi sgomenta.
-</p>
-
-<p>
-— Mettiti allora il mio scialle grande.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La signora Sullivan andò a prendere lo scialle da
-un armadio ch'era nell'anticamera, e Gertrude approfittò
-della sua assenza per pregare il dottor Jeremy
-d'aspettar il suo ritorno, posto che l'agitazione
-d'animo spesso faceva cadere la povera donna in
-deliquio, ed ella temeva di lasciarla sola nell'inquietudine
-in cui si trovava a cagione della prolungata
-assenza di suo padre.
-</p>
-
-<p>
-Il tempo era infatti pessimo, e oramai calava la
-sera. La forza del vento impediva a Gertrude di reggere
-un ombrello aperto, sicchè i turbinanti fiocchi
-di neve l'accecavano mentre affrettava il passo lungo
-<span class="pagenum" id="Page_206">[206]</span>
-i marciapiedi bagnati. Percorse così parecchie
-vie innanzi di arrivare alla chiesa. Entrò nell'edifizio
-già quasi deserto avendo i muratori terminato
-la loro giornata, e vide subito che il signor Cooper
-non c'era. Disperava di potersene procurare notizie,
-quando le venne incontro il Miller che scendeva
-dalla galleria. Egli pareva stupito di vederla, e le
-domandò se il vecchio non fosse a casa. Udito che
-no, le disse ch'egli non aveva potuto in nessuna maniera
-persuaderlo a lasciarvisi condurre all'ora di
-desinare; perciò se l'era dovuto portare seco, ma
-credeva che avanti sera si sarebbe indotto a farsi
-accompagnare alla propria abitazione da uno dei
-ragazzi.
-</p>
-
-<p>
-Dunque era probabile che fosse tuttavia coi Miller.
-La famiglia aveva di recente sgomberato, e Gertrude
-non sapeva dove abitasse adesso; nondimeno non
-volle permettere che il muratore, il quale doveva
-ancora finire un lavoro, venisse con lei, e s'avviò
-sollecitamente seguendo le sue indicazioni. Fu un'altra
-camminata disagiosa. Trovate, non senza qualche
-difficoltà, la strada e la casa, salì e picchiò all'uscio
-esterno ch'era socchiuso. Nessuno rispose.
-Aspettò un poco, poi si risolse ad entrare. Da una
-stanza a destra giungeva un tale schiamazzo di voci
-infantili ch'ella non tentò nemmeno di farsi intendere,
-e, tralasciando le cerimonie, entrò anche in
-quella. Alla sua comparsa uno stormo di bambini si
-disperse tutt'intorno e si rimpiattò negli angoli, mentre
-la signora Miller, piena di confusione vedendosi
-sorpresa in mezzo al disordine della sua cucina,
-spingeva contro il muro un cavalletto carico di
-panni da asciugare, scoprendo così agli sguardi di
-Gertrude quegli ch'ella cercava, accoccolato presso
-il fuoco nel consueto suo atteggiamento malinconico.
-Ma la fanciulla aveva appena mosso un passo dalla
-soglia per andare a lui, quando successe una cosa
-strana che la fece indietreggiare esterrefatta. Da
-un tettuccio collocato lungo la parete, dirimpetto all'uscio,
-si rizzò di scatto una persona che vi giaceva,
-la quale guardandola fissamente stese una mano
-verso di lei come per respingerla, e mandò un acuto
-strido.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_207">[207]</span>
-</p>
-
-<p>
-Quella voce, quella figura non le erano che troppo
-note. E, pallida, tremante, ella quasi si sentiva ripresa
-dall'antico terrore in presenza d'Annetta
-Grant.
-</p>
-
-<p>
-— Va' via! Va' via! — gridava costei, poichè dopo
-un momento d'esitazione Gertrude s'inoltrava nella
-stanza. Di nuovo ella s'arrestò dinanzi agli occhi
-fiammeggianti e alla faccia sconvolta della vecchia,
-temendo d'eccitarla maggiormente.
-</p>
-
-<p>
-La signora Miller s'interpose.
-</p>
-
-<p>
-— O che vi gira, zi' Annetta? Questa è la signorina
-Flint: una signorina buona come ce n'è poche.
-</p>
-
-<p>
-— No, è un'altra.... so io chi! — affermò Annetta
-con veemenza.
-</p>
-
-<p>
-La donna trasse Gertrude in disparte, nell'ombra
-del cavalletto, e le parlò sottovoce. La vecchia, appoggiata
-sul gomito, le spiava dal lettuccio, in atto
-d'ansiosa attenzione.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude apprese che la signora Miller era una
-nipote di Ben Grant; ma da molti anni non aveva
-saputo più nulla di lui nè di sua moglie, finchè questa,
-giorni addietro, le era piombata in casa nel più
-deplorevole stato di miseria e minacciata dalla febbre
-a cui ora si trovava in preda.
-</p>
-
-<p>
-— Io certo non potevo negarle un ricovero; — soggiunse
-la Miller — però, come vedete, non ho posto
-da alloggiarla ammodo, e non solo è un grande
-inconveniente per me avere una malata nella cucina,
-ma temo che tra il chiasso dei bambini e tutti
-gli altri disagi, la disgraziata vecchia non regga, e
-mi muoia qui.
-</p>
-
-<p>
-— Non avete di sopra una cameretta che non vi
-sia proprio indispensabile?
-</p>
-
-<p>
-— Ci sarebbe quella della nostra Giannina; anzi,
-lei, da figliuola di buon cuore com'è, s'era subito
-offerta di cederla alla povera zia Annetta, e andar
-a dormire coi piccoli; ma noi non s'ha mica la possibilità
-di mantenere due fuochi; e però io ho pensato
-di farle intanto alla meglio un letto in cucina
-e star un po' a vedere.... Purtroppo oggi è assai peggiorata,
-e ora dalle sue stranezze capisco che vagella.
-</p>
-
-<p>
-— Ha bisogno di quiete. Vogliate riscaldare la camera
-<span class="pagenum" id="Page_208">[208]</span>
-di Giannina a mie spese, e accomodarvi la
-malata. Io procurerò di mandare domani un medico
-a visitarla.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La moglie del muratore cominciò a profondersi in
-ringraziamenti. Gertrude l'interruppe:
-</p>
-
-<p>
-— Non mi ringraziate, signora Miller. Annetta
-non è un'estranea per me. La conobbi in passato, e
-forse mi preme più che a voi stessa.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-L'altra la guardò con maraviglia, ma ella non
-aveva tempo da perdere in spiegazioni. Desiderosa
-di parlare con la vecchia Grant e assicurarla dei
-suoi sentimenti benevoli, s'accostò franca e risoluta
-al suo lettuccio sfidando l'ira selvaggia che ardeva
-negli occhi della delirante, fissi su lei.
-</p>
-
-<p>
-— Annetta, — le disse — mi ravvisate?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, sì, — mormorò quella, rapidamente, ansimando. — Che
-siete venuta a fare?
-</p>
-
-<p>
-— Ad aiutarvi, spero.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ma Annetta pareva piuttosto incredula. Nello stesso
-tono soffocato e ansioso domandò:
-</p>
-
-<p>
-— E Gertrude dov'è?... l'avete veduta?
-</p>
-
-<p>
-— Sta bene, — rispose la fanciulla, stupita, perchè
-non aveva fino allora dubitato che la riconoscesse.
-</p>
-
-<p>
-— Che dice di me?
-</p>
-
-<p>
-— Dice che vi perdona e vi compiange, e che si
-confida di potervi soccorrere, di farvi guarire.
-</p>
-
-<p>
-— Davvero? Dunque non volete uccidermi?
-</p>
-
-<p>
-— Uccidervi? Ma tutt'al contrario. Vi dico che speriamo
-di confortarvi e vedervi rimessa in salute.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La signora Miller s'avvicinò con una tazza di tè
-che aveva intanto preparata. Gertrude la prese e la
-porse alla vecchia, la quale avidamente bevve, continuando
-tuttavia a fissarle gli occhi in viso di sopra
-l'orlo della tazza. Bevuto ch'ebbe, lasciò ricader
-la testa sul guanciale, e si mise a borbottare frasi
-sconnesse in cui non si distinguevano le parole, eccettuato
-il nome di suo figlio Stefano. Visto che i
-suoi pensieri sembravano rivolti altrove, la fanciulla,
-cui premeva di ritornar a casa per non abusare
-della cortesia del dottor Jeremy, rimasto con la signora
-Sullivan, si scostò dal letto, dicendo:
-</p>
-
-<p>
-— Arrivederci. Verrò presto a trovarvi.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_209">[209]</span>
-</p>
-
-<p>
-— E non mi farete male? — gridò Annetta rizzandosi
-di nuovo.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, no, davvero! Anzi vi porterò qualche cosa
-che vi piacerà.
-</p>
-
-<p>
-— Non conducete qui Gertrude! Non voglio vederla!
-</p>
-
-<p>
-— Sarò sola.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La vecchia Grant si ripose a giacere, e non parlò
-più, ma non cessò dal seguitare con gli occhi la visitatrice,
-spiando attenta ogni sua mossa, finchè
-non fu uscita dalla stanza. Il signor Cooper tenne
-docilmente dietro alla sua giovane guida, e arrivarono
-a casa tutti ammollati, ma senz'altri guai.
-</p>
-
-<p>
-La spedizione di Gertrude era durata circa un'ora.
-</p>
-
-<p>
-Il dottor Jeremy, seduto presso alla stufa di ferro,
-coi piedi sul parafuoco, aveva l'aria contenta d'un
-uomo che si trovi a casa propria con tutti i suoi
-comodi. Sembrava ch'egli fosse lì per compiacere a
-sè stesso anzichè a un assente il cui ritorno doveva
-rimetterlo in libertà. Egli s'era intrattenuto con la
-signora Sullivan in amichevoli discorsi, ricordando
-la gente d'una cittadetta rurale dove tutt'e due avevano
-passato qualche anno della loro infanzia, e le
-sue maniere cordiali, la sua piacevole conversazione
-erano così bene riuscite a vincere la ritrosia della
-timida e schiva donnina, che quantunque gli fosse
-inavvertitamente accaduto di palesarsi, ella si lasciò
-interrogare sullo stato della sua salute senza
-ombra di quell'angoscia che s'immaginava, nella
-sua eccitazione nervosa, di dover provare alla sola
-vista d'un medico. Quando Gertrude ritornò, il dottore
-s'era già fatto una chiara idea del caso, e tosto
-che si trovò solo con lei, essendo l'altra andata
-a provvedere il vecchio di roba asciutta da mutarsi,
-le comunicò la sua opinione.
-</p>
-
-<p>
-— Cara Gertrude, — disse — quella è una donna
-molto malata.
-</p>
-
-<p>
-— Davvero? — mormorò la giovanetta, inquietissima,
-lasciandosi cadere sopra una seggiola.
-</p>
-
-<p>
-— Sì, — rispose egli con aria pensosa. — Vorrei
-averla veduta sei mesi prima!
-</p>
-
-<p>
-— Come, dottore? La sua malattia risale a tanto
-tempo addietro?
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_210">[210]</span>
-</p>
-
-<p>
-— A ben più addietro, anzi. È una malattia grave
-che s'è andata sviluppando a grado a grado, e temo
-che oramai la scienza medica sia impotente a combatterla.
-</p>
-
-<p>
-— Dottor Jeremy, — disse Gertrude angosciata — non
-intendete mica dirmi che la mia zietta morrà
-senza rivedere Guglielmo, e ci lascerà soli, me
-e il suo povero vecchio padre? Oh, non mi figuravo
-che si trattasse d'una cosa tanto seria!
-</p>
-
-<p>
-— Calmatevi, figliuola mia, — fece amorevolmente
-il dottore — io non volevo spaventarvi. Può vivere
-ancora qualche tempo. Giudicherò meglio il suo caso
-dopo averla osservata altri due o tre giorni. Ma è
-una <i>pericolosa imprudenza</i> il rimaner qui sola con
-questi due vostri amici infermi: anche non considerando
-che rischiate d'ammalarvi voi pure se abusate
-così delle vostre forze. Manca alla signora Sullivan
-la possibilità di tenere un'infermiera o almeno
-una persona di servizio? Mi diceva che non ha
-nessuno....
-</p>
-
-<p>
-— Oh, no, il suo figliuolo provvede largamente ai
-suoi bisogni! So che non spende mai tutto l'assegno
-ch'egli le manda pregandola di non risparmiare.
-</p>
-
-<p>
-— Allora dovete senz'indugio persuaderla a prendere
-qualcuno che v'aiuti; e se non lo fate voi lo
-farò io.
-</p>
-
-<p>
-— Sì, gliene parlerò; è un pezzo che vedo quanto
-sia necessario; ma le fa tanta paura l'idea di mettersi
-in casa una donna estranea, che non ho osato
-mai toccare questo tasto.
-</p>
-
-<p>
-— Sciocchezze! Mèra immaginazione! State pur
-sicura che s'avvezzerà presto a essere servita.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La signora Sullivan rientrò. Gertrude raccontò
-allora il suo inaspettato incontro con Annetta Grant,
-e pregò caldamente il dottor Jeremy, che conosceva
-la storia della sua dolorosa infanzia, di voler visitare
-la malata.
-</p>
-
-<p>
-— Sarà una visita di pura carità, — ella soggiunse — perchè
-Annetta è di certo senza quattrini, e
-sebbene i Miller, vostri antichi clienti, l'abbiano ricoverata,
-non vi sono tra loro vincoli di parentela
-tanto stretti da obbligarli a pagare per lei. Ma questo
-a voi non importa, lo so bene.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_211">[211]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Punto, punto, — rispose il medico. — Ci andrò
-stasera stessa, giacchè il suo stato lo richiede, e domattina
-passerò qui per darvi notizie e sentire quel
-che la signora Sullivan ha ancora da dirmi circa
-le sue notti insonni. Ma voi, Gertrude, non tardate
-più a mutarvi le scarpe e le calze. O volete che uno
-di questi giorni io conti fra i miei pazienti anche
-voi?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il buon dottore aveva conquistato la vedova Sullivan.
-Quando fu partito ella intonò le sue lodi:
-</p>
-
-<p>
-— Che differenza dal comune dei medici! — (tutta
-la classe le destava una inesplicabile avversione). — Così
-socievole, così amabile! Davvero, Gertrude,
-con lui mi pareva di poter parlare liberamente del
-mio male come con te stessa.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La fanciulla fece anch'ella i più caldi elogi dell'ottimo
-suo amico, e venne l'ora del tè prima che
-avessero mutato il soggetto dei loro discorsi. Preso
-il tè, il vecchio Cooper, stanco delle insolite fatiche
-di quella giornata, si lasciò agevolmente persuadere
-a coricarsi, e la signora Sullivan s'adagiò sul sofà.
-Era, com'ella soleva dire, il suo momento più felice.
-Gertrude arrischiò allora la proposta di prendere
-una persona di servizio, secondo che il dottor Jeremy
-le aveva raccomandato. Con sua maraviglia
-la malata non oppose alcuna obiezione. Infatti ella
-riconosceva di non poter più sbrigare da sè le faccende
-domestiche, nè permettere che Gertrude, già
-tanto occupata, ne sopportasse tutto il peso come
-la settimana scorsa. Questa la consigliò di prendere
-la Giannina Miller, una ragazza che faceva proprio
-al caso loro; e fu convenuto di mandarla a chiamare
-la mattina seguente.
-</p>
-
-<p>
-Sono le dieci. Tutto è silenzio e quiete nella casa.
-Gertrude sola veglia ancora. Ha teso l'orecchio all'uscio
-del signor Cooper, e il rumoroso respiro del
-vecchio l'ha accertata ch'egli dorme profondamente.
-La signora Sullivan, grazie all'effetto d'una pozione
-calmante ordinatale dal dottor Jeremy, è caduta in
-un sonno tranquillo, benefizio che non godeva da
-tempo. I dieci uccellini di Calcutta dormono anch'essi
-tutti in fila serrata, sul medesimo sottile ballatoio,
-nella spaziosa loro gabbia appesa davanti
-<span class="pagenum" id="Page_212">[212]</span>
-alla finestra e coperta da un panno di lana a fine
-di ripararli dall'aria fredda della notte. La giovanetta
-ha chiuso gli usci, preparato ogni cosa per la
-mattina appresso, spento i lumi. La casa è in ordine
-e sicura. Ed ora ella s'è ritirata nella sua camera,
-a leggere, a meditare, a pregare. Le sue cure
-si moltiplicano, le prove cui è sottoposta sono sempre
-più severe. Ella si vede di fronte un grande dolore
-e una grande responsabilità, ma non rifugge
-nè dall'uno nè dall'altra. Anzi, ringrazia Dio d'averle
-dato la forza di rinunziare agli agi ed ai piaceri,
-nonostante la propria fralezza e l'ira d'un uomo
-che non avrebbe voluto offendere, per trovarsi là al
-suo posto, a combattere la battaglia della vita e
-aspettarne coraggiosamente l'esito. Ringrazia Dio di
-sapere a chi ricorrere, poichè fra le amare tristezze
-della sua infanzia e della sua prima giovinezza non
-le è mai venuto meno il soccorso dell'amore di Colui
-che muta le tenebre in luce. Nessuna sventura,
-quantunque grave, potrà più gettare un'ombra in
-quell'anima che illuminano i raggi emanati dal trono
-divino. Ma per salda che sia la sua fede, per valoroso
-che sia il suo cuore, Gertrude è una tenera
-natura femminile: ed ella piange, mentre siede soletta
-nella sua camera, piange sopra sè stessa e sopra
-il giovane che, lontano in paese straniero, conta
-i giorni e i mesi e gli anni fra cui si confida di
-ritornare a sua madre ch'egli invece non rivedrà
-mai più!... Ma col ricordo della sua promessa di
-tener ella presso quella madre il luogo d'una figliuola
-la cui mano amorosa deve ora assisterla e servirla
-nella malattia che la travaglia, le si riaffaccia
-la necessità di dominare i propri sentimenti;
-ferrea necessità, alla quale ella ha imparato per
-tempo a sottomettersi. Raccoglie allora tutta la sua
-energia, si calma, asciuga le lacrime che le offuscano
-la vista, e si raccomanda a Quegli ch'è la
-fortezza dei deboli e la consolazione degli afflitti:
-poi, confortata dalla comunione del suo spirito col
-Padre celeste, va a coricarsi anch'ella, e vinta dalla
-stanchezza, dopo una giornata fisicamente e moralmente
-faticosa per lei, non tarda a seguire gli altri
-inquilini della casa nel regno dei sogni.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_213">[213]</span>
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XXV.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p class="i4">.... V'ha chi dice</p>
-<p>Che barlumi d'un mondo più remoto</p>
-<p>Da noi, visitan l'anima nel sonno.</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Shelley.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Fu una vera fortuna per Gertrude che ricorresse
-appunto la settimana del Rendimento di Grazie,
-tempo di vacanza nella scuola del signor W., perchè
-così ebbe agio d'attendere alle molteplici sue
-faccende. Un'altra fortuna ella stimava l'aver ottenuto
-Giannina, la quale, lieta di compiacerla, accettò
-volentieri la sua proposta, quantunque, ella
-diceva, l'idea d'andar a servire fuor della sua famiglia
-non le fosse mai garbata; ma come rifiutarsi
-d'aiutare la cara signorina Flint ch'era stata tanto
-buona con lei e co' suoi? C'era piuttosto da temere
-che la signora Miller, avendo in casa Annetta Grant
-malata gravemente, non potesse privarsi della sua
-figliuola maggiore; anche questa difficoltà però fu
-tolta dal ritorno inaspettato di Maria, la secondogenita.
-</p>
-
-<p>
-Dopo alcuni giorni di tirocinio sotto la direzione
-di Gertrude, Giannina, ragazza molto accurata e
-capace, si trovò in grado di sollevare la signora
-Sullivan de' suoi più faticosi doveri di massaia, e
-prestarle i servizi personali che il suo stato richiedeva.
-Gertrude quindi fu libera di fare frequenti visite
-alla vecchia Grant, la quale era nel colmo della
-febbre e aveva gran bisogno d'assistenza.
-</p>
-
-<p>
-La memoria delle sevizie patite sotto la potestà
-di quella megera durava ancor viva nella fanciulla,
-ma scevra oramai d'ogni senso d'amarezza, d'ogni
-desiderio di vendetta. S'ella ricordava il passato, era
-soltanto per compiangere la sua persecutrice e perdonarle;
-se pensava al modo di contenersi verso la
-sua tiranna, già tanto detestata, era con l'unico fine
-d'esserle utile e di consolarla.
-</p>
-
-<p>
-Vegliò notti e notti al capezzale della malata, che
-sebbene sempre in delirio, non mostrava più ombra
-del terrore destatole sulle prime dalla sua presenza.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_214">[214]</span>
-</p>
-
-<p>
-Costei le parlava molto della piccola Gertrude,
-talvolta in modo da farle credere che l'avesse riconosciuta,
-ma più spesso come se fosse altrove; infine,
-dopo un pezzo, ella comprese che la scambiava
-per sua madre alla quale doveva somigliare notevolmente.
-Questa, invero, era stata assistita nell'ultima
-sua malattia dalla stessa Annetta, ma la sciagurata,
-assalita dagli antichi rimorsi nel vagellamento
-della febbre, si figurava che la morta fosse
-ritornata al mondo per chiederle conto della sua
-creatura. Solo le continue assicurazioni di benevolenza
-e le tenere cure prodigatele dalla giovanetta
-con pazienza instancabile, l'indussero da ultimo nella
-persuasione che la madre offesa avesse ritrovato
-la sua bambina in buona salute e al sicuro, ed ignorasse
-i torti e i crudeli trattamenti da lei sofferti.
-</p>
-
-<p>
-Una notte, l'estrema della vita d'Annetta Grant,
-Gertrude, che non aveva lasciato la malata se non
-per poche ore ed era venuta a riprendere il suo posto
-d'infermiera, udì il proprio nome insieme coi
-nomi d'altre persone nelle rapide frasi sconnesse che
-la vecchia andava borbottando. Ella s'accostò al
-letto, tendendo l'orecchio, perchè sempre sperava di
-cogliere in mezzo a quei vaniloqui incoerenti un
-qualche indizio sulle proprie origini. Ma il suo nome
-non fu ripetuto, e il resto si perdette in un mormorio
-indistinto.
-</p>
-
-<p>
-A un tratto la delirante si rizzò, e rivolgendosi a
-qualcuno ch'ella vedeva nella sua allucinazione, gridò
-forte:
-</p>
-
-<p>
-— Stefanino! Stefanino! Rendimi l'orologio e dimmi
-che hai fatto degli anelli!... Ne chiederanno....
-quei tali.... e io che dirò?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Fece una pausa. Poi, tenendo gli occhi fissi verso
-la parete, soggiunse con voce più debole, ma vibrante
-d'intensa commozione:
-</p>
-
-<p>
-— No, no, Stefanino, non lo dirò mai a nessuno....
-<i>mai, mai....</i>&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Aveva appena proferito queste parole, che diede
-un sobbalzo, si volse, e vista Gertrude accanto a lei,
-le domandò urlando:
-</p>
-
-<p>
-— Avete udito, eh? Avete udito?... Sì, lo so.... e
-volete raccontarlo.... Ma <i>se parlate!...</i>&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_215">[215]</span>
-</p>
-
-<p>
-Ella tentò di slanciarsi fuori del letto, e ricadde
-esausta sui guanciali.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude corse a chiamare il Miller e sua moglie,
-i quali, aspettandosi d'avere a levarsi quella notte,
-s'erano coricati vestiti nella camera attigua; poi,
-per tema che la sua presenza turbasse ancor più la
-morente, si ritirò lasciandola affidata alle loro cure.
-</p>
-
-<p>
-Circa un'ora dopo la donna venne a trovarla in
-cucina, dove aveva cercato la quiete di cui sentivano
-bisogno i suoi nervi scossi e il suo animo contristato,
-e le disse che Annetta s'era calmata; ma
-giaceva in uno stato di grande prostrazione, e pareva
-prossima alla sua fine. Tuttavia ella credette
-meglio non rientrare nella camera. Sedette presso
-la stufa e prese a meditare sulla strana scena di
-cui era stata testimone. Spuntava l'alba quando la
-signora Miller le annunziò che la vecchia Grant
-aveva reso l'ultimo sospiro.
-</p>
-
-<p>
-La sua opera di misericordia, di perdono, d'amore
-cristiano, era dunque compita. Ed ella s'affrettò a
-tornarsene a casa per riposare. Doveva armarsi di
-nuova forza, di nuovo coraggio, a fine di sostenere
-le fatiche e le pene che la sorte ancora le preparava.
-</p>
-
-<p>
-E forza e coraggio non comuni erano necessari
-alla fanciulla per attraversare una di quelle funeste
-sequele di malattie e di morti fra le persone più
-prossime, che si danno nella vita, e in cui un colpo
-succede all'altro con tale fulminea rapidità, che prima
-d'esserci riavuti già veniamo atterrati novamente.
-</p>
-
-<p>
-Meno di tre settimane dopo sepolta Annetta Grant,
-Paolo Cooper soccombette a una breve malattia.
-Quantunque nessuno di questi due casi toccasse Gertrude
-nei sentimenti più profondi del suo cuore, pure
-l'adempimento dei doveri ch'ella s'era volontariamente
-imposti richiedeva uno sforzo fisico e morale
-assai grave per una giovanetta di diciotto anni, già
-tormentata dalla minaccia d'una terza disgrazia, e
-ben più dolorosa.
-</p>
-
-<p>
-Anche l'assenza d'Emilia era una dura prova, perchè
-nelle ore d'angoscia ella soleva ricorrere alla
-buona amica per consiglio e conforto, e da lei imparava
-<span class="pagenum" id="Page_216">[216]</span>
-la pazienza e la rassegnazione, virtù di cui
-le offriva un vivente esempio. Un'unica lettera, scritta
-dalla signora Ellis, le aveva recato notizie del
-suo viaggio, e queste non erano molto sodisfacenti.
-</p>
-
-<p>
-I Graham soggiornavano all'Avana, dove avevano
-preso alloggio in una pensione tenuta da una signora
-loro connazionale, e affollatissima d'ospiti venuti
-da Boston, Nuova York e altre città settentrionali.
-</p>
-
-<p>
-«Non è mica un viaggio molto piacevole, in fin
-dei fini!» scriveva la governante. «V'assicuro, Gertrude,
-ch'io vorrei piuttosto essere in pace, a casa,
-e non tanto per me quanto per Emilia. Già non
-può trovarsi bene, qui, poverina, perchè l'abitazione
-manca d'ogni comodo: le finestre invece di cristalli
-hanno grate come nelle prigioni, non c'è un tappeto
-in nessuna stanza, nè un caminetto, nè un braciere,
-sebbene qualche volta la mattina il freddo si faccia
-sentire. E poi c'è una vedova, con un fratello e le
-nipoti: la quale vedova è una donna frivola e vana
-e secondo me, credetemi o no, ha messo gli occhi
-sul signor Graham, o vuol pigliarsi giuoco di lui.
-Veste pomposamente, parla forte, ha modi imperiosi:
-a lei piace dominare, e lui è tanto grullo da seguirla
-come un cagnolino, e prender parte ad ogni
-sorta di gite, a piedi, in vettura, a cavallo.... Non è
-ridicolo? Un uomo di sessantacinque anni sonati!
-Emilia ed io non scendiamo più che di rado nel salotto,
-giacchè l'allegra brigata non tiene il minimo
-conto della nostra presenza. Essa non si lagna, non
-fiata nemmeno, ma io vedo che non è felice, e desidera
-di ritornare a Boston: lo desidererei anch'io
-se non ci fosse quella terribile traversata.... Ah, Gertrude,
-mi sembra un miracolo ch'io non sia morta
-dal mal di mare nel venir qui, e la sola idea di risalire
-a bordo d'un piroscafo mi sgomenta a segno,
-che non so proprio come farò a tornarmene indietro!...»
-</p>
-
-<p>
-Gertrude scriveva spesso alla signorina Graham;
-però, non potendo questa leggere le sue lettere che
-mediante gli occhi della signora Ellis, non le era
-dato di manifestarvi i suoi pensieri e sentimenti più
-intimi come usava nei colloqui con l'amica piena
-<span class="pagenum" id="Page_217">[217]</span>
-d'indulgenza e di simpatia, perchè avrebbe dovuto
-esporli alla censura della governante.
-</p>
-
-<p>
-Ogni corriere delle Indie orientali portava notizie
-di Guglielmo Sullivan, i cui affari prosperavano e
-ch'era contento nell'esilio pensando che i suoi cari
-godevano, lietamente com'egli credeva, i frutti delle
-sue fatiche. Egli scriveva quindi sempre nel consueto
-suo tono gaio e vivace.
-</p>
-
-<p>
-Una domenica sera, poche settimane dopo la morte
-del vecchio Cooper, Gertrude sedeva accanto alla
-signora Sullivan, stesa sul suo letto, e teneva in
-mano una lettera aperta di cui le leggeva per la terza
-volta il contenuto. I numerosi bolli postali sulla
-facciata esterna del foglio ne mostravano la provenienza.
-Era arrivata il giorno stesso. La madre
-ascoltava intenta quella lettura, e così dolorosamente
-la colpiva il contrasto tra le proprie riflessioni e
-le fulgide speranze di quel figliuolo ignaro della fosca
-nube che s'addensava sul suo capo, ch'ella chiudeva
-le palpebre, abbandonandosi, oppressa da una
-tristezza profonda come non mai; mentre la giovanetta,
-ripetendo le parole con cui Guglielmo esprimeva
-la gioia del momento agognato in cui avrebbe
-potuto stringere di nuovo tra le sue braccia «la
-cara piccola mamma» che si struggeva di rivedere,
-gettava uno sguardo furtivo sul corpo consunto, sul
-viso emaciato della povera donna, e si sentiva gelare
-il cuore.
-</p>
-
-<p>
-I primi timori del dottor Jeremy non erano infondati.
-E l'inferma, aggravatasi ancora per l'ansietà
-cagionatale dalla malattia del padre e per il dolore
-della sua morte, declinava rapidamente verso la
-tomba.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude non era tuttavia riuscita a comprendere
-se ella ne fosse consapevole o no. Mai la signora
-Sullivan aveva parlato su questo soggetto, nè accennato
-in alcun modo a un presentimento della sua
-prossima fine. Anche ora, osservando la sua placida
-apparenza, la fanciulla propendeva a credere
-ch'ella s'illudesse sul proprio stato.
-</p>
-
-<p>
-Ma il dubbio fu rimosso. Dopo essere rimasta qualche
-minuto assorta nella sua intensa meditazione,
-ch'era forse una preghiera, la malata riaperse gli
-<span class="pagenum" id="Page_218">[218]</span>
-occhi, e fissandoli in quelli della sua giovane amica,
-disse con voce chiara è calma:
-</p>
-
-<p>
-— Gertrude, io non rivedrò più Guglielmo!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude non rispose.
-</p>
-
-<p>
-— Vorrei scrivergli e dirglielo io stessa, — ella
-proseguì — ma sarà meglio, se non ti spiace, di scrivere
-tu per me, come tante volte, ch'io ti detti ciò
-che devo dirgli.... Non c'è tempo da perdere; perchè
-sento che vo mancando, e non è probabile che mi
-duri a lungo la forza di farlo.... Toccherà a te, figliuola
-mia, dargli la notizia, quando tutto sarà
-finito; ne hai abbastanza di tristi doveri, tu; voglio
-almeno risparmiarti la pena di prepararlo al colpo
-che l'aspetta.... Sei disposta a cominciare la lettera
-oggi?
-</p>
-
-<p>
-— Sicuro, zietta mia, se vi pare che sia bene così.
-</p>
-
-<p>
-— Sì, cara, mi pare. Ciò che gli scrivesti l'ultima
-volta, concerneva soltanto la malattia e la morte del
-nonno, non è vero? Di me non gli dicesti nulla che
-lo potesse impensierire?
-</p>
-
-<p>
-— Nulla affatto.
-</p>
-
-<p>
-— Allora è tempo d'avvertirlo, povero ragazzo!
-Non c'è bisogno che il dottor Jeremy me lo dica,
-perchè io sappia che muoio!
-</p>
-
-<p>
-— Ma ve l'ha forse detto? — domandò Gertrude,
-andando al tavolino e preparando l'occorrente per
-scrivere.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, no! È troppo prudente. Però, quando <i>glielo
-dissi io</i>, s'astenne dal contraddirmi. Tu lo sapevi? — ella
-domandò, guardando intensamente la
-fanciulla ch'era venuta a sedersi sulla sponda del
-letto e china verso di lei le lisciava i capelli.
-</p>
-
-<p>
-— Da alcune settimane, — mormorò Gertrude imprimendo
-un bacio sulla pallida fronte della malata.
-</p>
-
-<p>
-— Perchè me l'hai taciuto?
-</p>
-
-<p>
-— Non era necessario ch'io parlassi, — rispose la
-pia giovanetta. — Sapevo che il Signore non poteva
-chiamarvi in un momento che la vostra lampada
-non fosse alimentata ed accesa.
-</p>
-
-<p>
-— Arde, ma fievolmente, — disse la donna con
-cristiana umiltà.
-</p>
-
-<p>
-— E qual fiamma sarà vivida se la vostra langue?
-<span class="pagenum" id="Page_219">[219]</span>
-Non siete voi stata per lunghi anni un esempio mirabile
-di pietà e di pazienza? Eccettuata Emilia,
-non conosco persona al mondo altrettanto degna del
-Cielo.
-</p>
-
-<p>
-— No, no, Gertrude, non sono che una povera
-peccatrice, piena di debolezza. Per quanto fervidamente
-io desideri di giungere al cospetto del nostro
-Salvatore, il mio cuore terreno si strugge di rivedere
-un'ultima volta il mio figliuolo, e a tutti i miei
-sogni della beatitudine celeste si mescola il cocente
-rammarico che questa gioia, l'unica ch'io bramassi
-ancora quaggiù, debba essermi negata.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, zietta, siamo tutti creature umane! Finchè
-la vostra anima immortale è chiusa nelle spoglie
-mortali, come <i>potreste</i> cessar di pensare a Guglielmo,
-e non bramare la sua presenza nell'ora della
-prova suprema? Un sentimento naturale come questo
-non può essere un peccato.
-</p>
-
-<p>
-— Non so.... Forse anche non è. E se fosse, spero
-d'ottenere, innanzi di lasciar la terra, la grazia di
-espiare con un perfetto spirito di sottomissione le
-rivolte d'un cuore materno. Leggimi, cara, qualche
-santa parola di conforto: sembra che tu abbia il
-dono d'aprire sempre il buon libro alla pagina che
-meglio conviene al mio bisogno. Ah, sì, davvero, è
-un peccato in me ogni querela, assistita come sono
-dall'affetto e dalle cure di quella in cui Dio m'ha
-dato una figliuola benamata!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude prese la Bibbia, e avendola aperta al
-Vangelo di San Marco le cadde lo sguardo sul passo
-dell'agonia di Gesù nell'orto di Getsemani. Con savio
-criterio ella stimò che nulla poteva essere appropriato
-allo stato d'animo della signora Sullivan
-più che la commovente descrizione della lotta sostenuta
-dal Salvatore contro la propria umanità;
-nulla più atto a quetare il suo spirito, a sedare la
-ribellione della sua natura umana, che il visibile
-conflitto tra l'umano e il divino, con tanta patetica
-evidenza narrato dall'Apostolo; nulla più efficace che
-l'esempio del Figlio di Dio, il quale alla Sua preghiera,
-tre volte ripetuta, che venisse allontanato da
-Lui, se era possibile, il calice amaro, aggiungeva
-piamente: «Sia fatta la Tua volontà e non la mia!»
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_220">[220]</span>
-</p>
-
-<p>
-Senza esitare ella lesse, ed ebbe la sodisfazione di
-vedere che la lettura aveva avuto lo sperato effetto,
-perchè quando tacque, indovinò sulle labbra della
-madre di Guglielmo, giacente in un atteggiamento
-di calma serena, le parole del Redentore. Non volendo
-disturbarla nelle sue meditazioni, non le rammentò
-la lettera al figliuolo, e sedette presso il letto
-in silenzio. Mezz'ora dopo la malata dormiva d'un
-placido sonno. Il suo volto aveva un'espressione di
-pace e di letizia così soave, che la fanciulla godeva
-nel contemplarlo. Innanzi ch'ella si destasse, l'ombra
-della notte invase la stanza. Gertrude, invisibile
-nel buio, sussultò udendo il suo nome. Prontamente
-accese una candela, e s'accostò a lei.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, cara, che bel sogno ho fatto! — disse la signora
-Sullivan. — Siedi qui accanto a me: voglio
-raccontartelo. La realtà stessa non può essere più
-viva. Mi pareva d'attraversar l'aria a volo, librandomi
-sopra le nubi, in mezzo a fulgide stelle. Benchè
-rapido, il moto era tanto dolce che non mi stancava.
-Ed io viaggiavo, viaggiavo, passando in alto
-su terre e su mari. Infine vidi sotto di me una città
-bellissima, con chiese, torri, monumenti e un visibilio
-di gente che andava e veniva in tutte le direzioni.
-Avvicinatami, potei distinguere le facce di quegli
-uomini e quelle donne, e in una strada affollata
-notai un giovane che mi ricordava Guglielmo. Gli
-tenni dietro, e tosto mi sentii sicura ch'era lui stesso.
-Egli naturalmente mostrava un'età maggiore di
-quando ci lasciò, e il suo aspetto era proprio quale
-me lo sono sempre figurata, secondo le descrizioni
-che ci ha date nelle sue lettere dei cambiamenti fatti
-in questi anni. Lo seguii attraverso parecchie strade,
-finchè egli entrò in un vasto e bell'edifizio che
-sorgeva nel centro della città. Entrai anch'io. Passammo
-per ampie sale e altre stanze, tutte riccamente
-mobiliate, e ci fermammo in un salotto da
-pranzo. Nel mezzo c'era una tavola coperta di bottiglie,
-di bicchieri, e d'un magnifico servito ove restavano
-ancora dolci e frutta quali mai non ne vidi
-in vita mia. Vi sedeva intorno una brigata di giovanotti,
-molto ben vestiti, ed alcuni di così attraente
-apparenza, ch'io ne sarei rimasta incantata se non
-<span class="pagenum" id="Page_221">[221]</span>
-avessi avuto lo strano potere di leggere nei loro
-cuori e scoprire il male che vi s'annidava.
-</p>
-
-<p>
-«Uno aveva un viso piacentissimo in cui brillava
-l'intelligenza; era infatti dotato di non comuni facoltà
-mentali; ma io, vedendo più addentro che non
-si vegga d'ordinario, m'accorgevo, grazie a una specie
-d'istinto, che tutto il suo acume, tutta la sua
-genialità, non erano per lui se non mezzi d'ingannare
-gli uomini abbastanza folli od ingenui da lasciarsi
-cogliere a' suoi lacci; e portava in tasca, io
-lo sapevo, un paio di dadi falsati.
-</p>
-
-<p>
-«Un altro era la delizia della compagnia per il
-suo spirito arguto e faceto; ma a me non sfuggivano
-i primi indizi dell'ebbrezza, e non dubitavo che di lì
-a un'ora non sarebbe più stato padrone dei propri
-atti.
-</p>
-
-<p>
-«Un terzo si sforzava invano di sembrare felice;
-al mio sguardo scrutatore la sua anima appariva a
-nudo, e io non ignoravo ch'egli era torturato dall'angoscia
-d'aver perduto il giorno innanzi, al giuoco,
-tutto il suo denaro e parte di quello del suo
-principale, e dalla paura di non aver tanta fortuna
-da rivincere quella sera l'ingente somma.
-</p>
-
-<p>
-«E come questi tre, tutti i presenti erano sulla
-china d'una vita viziosa, e più o meno prossimi alla
-rovina. Nondimeno avevano un'aria piacevole e
-gaia, da cui Guglielmo, gli occhi del quale andavano
-dall'uno all'altro, pareva attirato e sedotto.
-</p>
-
-<p>
-«Uno di loro gli offerse un posto alla tavola, che
-tutti lo sollecitarono a prendere. Sedette, e il giovanotto
-che stava alla sua destra colmò un bicchiere
-di vino limpido e generoso invitandolo a bere. Egli
-esitò un momento, poi lo accostò alle labbra. In
-quella io gli toccai una spalla. Si volse, mi vide, e
-subito il bicchiere gli cadde di mano, e il vino si
-sparse a terra in mezzo ai frantumi del cristallo.
-Gli feci un cenno. Egli si rizzò e mi seguì. L'allegra
-compagnia lo richiamava a gran voce; anzi, uno dei
-commensali gli afferrò un braccio e tentò di trattenerlo,
-ma egli si liberò con una scossa nè volle ascoltare
-le loro proteste. Non eravamo però ancora
-usciti dal palazzo, quando colui ch'io avevo osservato
-per il primo e che sapevo essere il più astuto
-<span class="pagenum" id="Page_222">[222]</span>
-e il più pericoloso della brigata, sbucò da una stanza
-vicina al portone dov'era arrivato da un'altra
-parte, e sussurrò qualche parola all'orecchio di Guglielmo.
-Il mio figliuolo titubò, si voltò indietro, e
-forse avrebbe ceduto alla tentazione, s'io non mi
-fossi piantata di fronte a lui, alzando l'indice con
-un gesto di minaccia, e scotendo il capo. Allora egli
-respinse risolutamente il tentatore, si slanciò fuori,
-e scese a precipizio la lunga scalinata d'ingresso,
-prima che potessi raggiungerlo.
-</p>
-
-<p>
-«Ma io mi movevo con grande rapidità, sicchè
-non tardai a ritrovarmi al suo fianco, e presi a guidarlo
-attraverso le vie formicolanti di gente. Molte
-furono le avventure che incontrammo, e da ogni
-parte scorgevo tranelli tesi agl'incauti ed agl'inesperti.
-Più d'una volta il mio occhio vigile salvò lo
-spensierato ragazzo da qualche insidia in cui senza
-la sua mamma sarebbe certo caduto. Di tanto in
-tanto lo perdevo di vista, e dovevo ritornare sui miei
-passi: ora lo aveva diviso da me la folla, ora s'era
-volontariamente indugiato dove il popolino si divertiva,
-per assistere da spettatore a' suoi sollazzi o mescolarvisi.
-Però sempre obbediva al mio ammonimento
-e proseguivamo insieme il cammino. Intanto
-calava la sera.
-</p>
-
-<p>
-«A un tratto, passando per una via rischiarata
-da numerosi lampioni, m'avvidi che Guglielmo non
-mi accompagnava più. Lo cercai di qua e di là, ma
-non riuscii a trovarlo. Ansiosa, corsi un'ora di strada
-in strada chiamandolo a nome: nessuna risposta.
-Alfine, spiegate le mie ali, m'inalzai sopra la
-città popolosa e l'esplorai con lo sguardo nella speranza
-di scoprirvi il mio figliuolo come già appena
-arrivata.
-</p>
-
-<p>
-«Non fui delusa. Egli m'apparve in una sontuosa
-sala, illuminata a giorno, tra un'accolta di gaudenti
-del gran mondo. Una splendida giovane s'appoggiava
-al suo braccio, e io le vedevo nel cuore che
-la virile bellezza e le attrattive dello spirito di lui
-non la lasciavano indifferente. Allora tremai per Guglielmo!
-Ella era avvenentissima e ricca, ed anche
-molto elegante e corteggiata, come mostravano la
-ricercatezza del suo abbigliamento e l'ammirazione
-<span class="pagenum" id="Page_223">[223]</span>
-che destava intorno a sè. Ma io penetravo l'anima
-sua, e sapevo quanto ella fosse vana, superba, frivola,
-gelidamente egoista; sapevo che se amava Guglielmo
-era perchè la seducevano i suoi pregi esteriori,
-le sue piacevoli maniere, il suo radioso sorriso,
-e non per la nobiltà della sua natura, che non
-poteva apprezzare. Mentre essi passeggiavano nella
-sala e quella ch'era decantata come la regina della
-festa dava a lui solo il suo tempo e i suoi pensieri,
-io scesi invisibile accanto a mio figlio e di nuovo gli
-toccai una spalla. Egli guardò in giro, ma prima
-che avesse scorto il volto materno, la voce della sirena
-cattivò tutta la sua attenzione, ed ogni mio
-sforzo per staccarlo da lei fu inutile, poichè non mi
-udiva nemmeno. Infine ella disse alcune parole che
-svelarono all'alta mente del mio Guglielmo la follia
-e l'egoismo di quell'anima mondana. Allora, io, cogliendo
-il momento in cui ella stessa aveva indebolito
-il suo fascino su di lui, me lo strinsi tra le
-braccia, e, aperte le ali, volai lontano lontano, portando
-meco il premio conquistato. Salendo così nell'aria
-sentivo il mio figliuolo abbandonarsi sul mio
-petto, e il giovane nel fiore della virilità ridivenire
-il bambino che soleva posarvi come in un caldo nido
-la bionda testolina ricciuta. A rapido volo ritornavamo
-al luogo natio, passando su terre e su mari.
-E non sostammo finchè io non vidi la mia diletta
-Gertrude che ci aspettava in un verde prato, sul
-pendio d'una collina, all'ombra di grandi alberi. Volavo
-verso di lei per deporre a' suoi piedi la preziosa
-mia creatura, quando mi destai pronunziando
-il tuo nome....
-</p>
-
-<p>
-«Ah, cara, l'amarezza del calice che debbo vuotare
-è oramai svanita! Un angelo del Cielo me lo
-porge. Io non desidero più di rivedere mio figlio in
-questo mondo, perchè sono persuasa che la mia dipartita
-s'accorda coi disegni d'una misericordiosa
-Provvidenza. Adesso credo che nella mia veste mortale
-sarei forse impotente a salvare Guglielmo dalle
-tentazioni, a distorlo dal peccato; ma il puro spirito
-materno avrà maggiore virtù. Nella certezza
-che la mamma veglia su lui dalla sua dimora celeste,
-che s'adopra a mantenerlo nel retto sentiero,
-<span class="pagenum" id="Page_224">[224]</span>
-egli troverà una più valida difesa contro il pericolo,
-un più sicuro rifugio per l'anima insidiata, ch'ella
-non potrebbe offrirgli se fosse sulla terra. Adesso, o
-Padre, io posso dire dal profondo del cuore: «Sia
-fatta la Tua volontà e non la mia!»&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Da quell'ora fino alla sua morte, che seguì circa
-un mese dopo, la signora Sullivan conservò la stessa
-tranquillità d'animo, la stessa perfetta rassegnazione.
-Come ella diceva, il suo dolore aveva perduto
-ogni amarezza. La lettera che dettò per Guglielmo
-esprimeva la sua piena fede nella bontà e nella saggezza
-della Provvidenza divina, e lo esortava a sottomettersi
-con reverenza ed amore ai decreti dell'Onnisciente.
-Gli ricordava le prime lezioni ch'ella gli
-aveva date, la pietà e la padronanza di sè inculcategli
-fin dai più teneri anni, e gli rivolgeva come
-estrema sua preghiera la raccomandazione che il
-suo influsso su di lui venisse aumentato anzichè diminuito
-dalla morte, che la sua presenza fosse da
-lui sentita come reale e continua. Infine ella che fedelmente
-aveva lottato contro le avversità, lo ammoniva
-di guardarsi dai pericoli e dalle insidie che
-accompagnano la prospera fortuna, e di non smentire
-mai, nè screditare l'educazione ricevuta.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude piegò la lettera credendola finita, poi
-uscì per recarsi alla scuola dove insegnava. Ma tosto
-che si fu allontanata, la signora Sullivan la riaperse,
-e con la sua mano debole e tremante aggiunse
-sul foglio già quasi riempito alcune righe
-che dicevano la disinteressata, paziente, amorosa devozione
-della fanciulla, chiudendo con queste parole:
-«Figliuolo mio, finchè avrai cara la memoria
-del tuo nonno e della tua mamma, non cessar di
-mostrare tutta la gratitudine di cui il tuo cuore è
-capace a colei che le mie forze non mi consentono
-di lodarti quanto merita.»
-</p>
-
-<p>
-Ella si spense così lentamente, a grado a grado,
-che la catastrofe quasi fu un colpo inaspettato per
-Gertrude, la quale, pur vedendo l'opera distruttrice
-della malattia, non poteva risolversi a credere che
-sarebbe una volta compiuta.
-</p>
-
-<p>
-E fu nel silenzio della notte, senza nessuno fuor
-della giovane Giannina tutta sgomenta, per aiutarla
-<span class="pagenum" id="Page_225">[225]</span>
-e sostenerla, ch'ella assistette alla dipartita di
-quell'anima a lei tanto cara.
-</p>
-
-<p>
-— Ti fa paura vedermi morire? — le domandò la
-signora Sullivan circa un'ora innanzi la sua fine.
-</p>
-
-<p>
-— No, — ella rispose.
-</p>
-
-<p>
-— Ebbene, volgimi un poco verso di te, — disse
-la morente — affinchè il tuo viso, figliuola mia buona,
-sia l'ultimo aspetto terrestre su cui si posino i
-miei occhi.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude obbedì. E la madre di Guglielmo spirò,
-con la mano nella mano di lei, e uno sguardo di
-profondo affetto negli occhi che la fissavano mentre
-si spegneva.
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XXVI.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Quale la gioia si fosse o il dolore</p>
-<p>Che in sorte avesse a lei dato il Signore,</p>
-<p>Dirittamente ognor la vera via</p>
-<p>Della virtù cristiana ella seguia.</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Giovanna Baillie.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Soltanto quando la sua opera d'amore fu così terminata,
-Gertrude s'avvide che le continue fatiche,
-sostenute notte e giorno, avevano fatto soffrire il suo
-organismo ed esaurito le sue forze. Durante la prima
-settimana seguita alla morte della signora Sullivan
-il dottor Jeremy temette per lei una grave malattia.
-Ma dopo aver lottato parecchi giorni contro
-sintomi assai minacciosi, ella si rimise, e sebbene
-ancor pallida e patita potè riassumere il suo ufficio
-di maestra e occuparsi della ricerca d'una nuova
-casa.
-</p>
-
-<p>
-Già più d'una famiglia amica le aveva offerto ospitalità,
-sollecitandola ad accettare l'invito con un calore
-così cordiale che rendeva difficile il ricusarlo;
-ma per quanto commossa profondamente dalla benevolenza
-manifestatale nel suo dolore e nella sua
-solitudine, ella volle piuttosto tenersi alla risoluzione
-presa di trovare addirittura una dozzina fissa.
-E quando le ragioni su cui la fondava furono intese
-dagli amici cortesi, essi non poterono che approvare
-la sua condotta e cessando d'importunarla le prestarono
-<span class="pagenum" id="Page_226">[226]</span>
-invece con gran premura, il loro aiuto per
-attuare il suo proposito.
-</p>
-
-<p>
-La signora Jeremy sulle prime era rimasta male
-e si sentiva quasi offesa dal rifiuto della giovanetta
-di stabilirsi subito in casa sua e rimanerci finchè
-volesse, magari sempre; e anche il dottore insisteva
-con un così perentorio «Su, Gertrude, vieni da noi
-immediatamente e zitta!» ch'ella aveva paura, date
-le sue condizioni di salute, d'essere portata via senza
-<i>poter protestare</i>. Ma dopo aver di propria autorità
-ordinato a Giannina d'impaccare la roba della
-signorina Flint, chiudere la casa, e ritornarsene dai
-suoi genitori, egli acconsentì a sentir che cosa Gertrude
-sapesse dire a giustificazione della sua ritrosia.
-I ragionamenti su principî generali con cui ella
-spiegò perchè credesse di non dover accettare la generosa
-profferta, non valsero per altro a persuadere
-quell'ottima coppia.
-</p>
-
-<p>
-— Voleva, per la sua dignità, uno stato indipendente?
-Scusa che non si reggeva ritta! O non sarebbe
-indipendente lo stesso, stando con loro? La
-sua compagnia era tanto gradita a tutt'e due, ch'ella
-poteva esser sicura di fare anzichè ricevere un favore,
-sicchè le obbligazioni non le avrebbe lei, ma
-viceversa.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Allora si trovò costretta ad usare l'argomento che
-veramente aveva avuto il maggior peso sull'animo
-suo, e che, ella non ne dubitava, doveva parere decisivo
-anche al dottor Jeremy.
-</p>
-
-<p>
-— Dottore, — ella disse — voi, spero, non condannerete
-in me un sentimento che, lo confesso, ha molto
-corroborata la mia risoluzione. Io vi menzionerei
-malvolentieri questo motivo che più d'ogni altro mi
-ha indotta a prenderla, se già non conosceste lo
-stato delle cose tra me e il signor Graham, abbastanza
-a fondo da potermi comprendere e, almeno
-fino a un certo punto, approvare. Sapete ch'egli era
-contrario alla mia determinazione di non accompagnarli
-nel loro viaggio, quest'inverno, e di stabilirmi
-a Boston; quindi sospetterete che lui ed io non
-ci siamo lasciati in buona armonia. Egli mi disse
-che io non sarei certo capace di guadagnarmi la
-vita e mi troverei ridotta a dipendere da estranei.
-<span class="pagenum" id="Page_227">[227]</span>
-Ora, giacchè lo stipendio che ricevo dal signor W.
-è sufficiente a tutti i miei bisogni, sono ardentemente
-desiderosa di collocarmi in modo da mostrargli al
-suo ritorno che affermando, o, se si vuole, vantandomi
-d'essere in grado di bastare a me stessa, non
-presumevo troppo delle mie forze!
-</p>
-
-<p>
-— Dunque, Graham supponeva che senza il suo
-potente appoggio voi sareste ridotta alla mendicità? — fece
-il dottore. — Col vostro ingegno e la vostra
-cultura? L'è da par suo!
-</p>
-
-<p>
-— Oh, no, no, non volevo dir questo! — esclamò
-la fanciulla. — Mi considerava semplicemente come
-una bambina, e non comprendeva che facendomi
-educare ed istruire, aveva provveduto al mio sostentamento
-in anticipazione. Era naturalissimo che
-non avesse troppa fede nella mia capacità di lavorare:
-non m'ha veduta mai alla prova.
-</p>
-
-<p>
-— Capisco, capisco. Pensava che dovreste un giorno
-chiamarvi ben contenta di ritornare in casa Graham....
-Da par suo, sì, da par suo!
-</p>
-
-<p>
-— Via, non credo poi che arrivasse a cotesto segno! — osservò
-la signora Jeremy. — Era adirato
-e non badava a quel che diceva. Scommetterei dieci
-contro uno che non se ne rammenta più nemmeno,
-e a me pare una specie d'orgoglio da parte di Gertrude
-il darvi tanta importanza.
-</p>
-
-<p>
-— Non saprei, signora Jerry, — obiettò suo marito. — Se
-è orgoglio, è però un orgoglio onorevole
-ch'io lodo, e non giuro che se mi trovassi ne' panni
-di lei, i miei sentimenti non sarebbero identici. Perciò
-io non insisto più per distorla dal suo proposito.
-Può stare a dozzina, e tuttavia passar una buona
-parte del suo tempo con noi, sia ore, sia giornate;
-e non occorre dirle che caso mai s'ammalasse o fosse
-altrimenti disturbata, la nostra porta è sempre
-aperta.
-</p>
-
-<p>
-— Ma sicuro! — disse la signora. — Se proprio
-sei risoluta, cara Gertrude, fa' dunque come credi
-meglio; soltanto in una cosa tu devi assolutamente
-compiacermi. Lascia questa casa vuota e triste; vieni
-via con me, oggi stesso, e rimani da noi finchè tu
-abbia trovato una dozzina conveniente.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Per un breve soggiorno, Gertrude accettò la cordiale
-<span class="pagenum" id="Page_228">[228]</span>
-ospitalità ben volentieri; quindi seguì i suoi
-amici, senz'indugio. E fu soprattutto grazie alle assidue
-cure del valentissimo medico, e all'assistenza
-della signora Jeremy, la quale vegliò su lei con materna
-sollecitudine, ch'ella potè sfuggire alla malattia
-che seriamente la minacciava.
-</p>
-
-<p>
-Il signor W. e sua moglie conoscevano le dure
-prove sostenute dalla fanciulla quell'inverno, ed erano
-per lei pieni di benevolenza e di simpatia. Essi
-pure le offersero la loro casa fino al ritorno del signor
-Graham e d'Emilia, facendole vive istanze perchè
-accettasse; ma quando ella ebbe spiegato che non
-sapeva quanto durerebbe l'assenza loro, e che del
-resto probabilmente non avrebbe più vissuto coi
-signori Graham in avvenire, convennero ch'ella si
-regolava con saviezza provvedendo a stabilirsi addirittura
-da sè.
-</p>
-
-<p>
-Così i coniugi Arnold, i quali avevano costantemente
-usato affettuose attenzioni alla signora Sullivan
-e a Gertrude, ed erano stati le sole persone
-ammesse oltre il dottore nella camera dell'inferma,
-volevano ad ogni costo che la giovanetta, due volte
-orfana, su cui credevano d'avere quasi un diritto
-di tutela, stesse con loro, sotto la loro protezione,
-fino ch'Emilia non fosse ritornata dal suo viaggio:
-perchè come i W. limitavano a questo termine il
-loro invito. Ma la famiglia del pastore essendo numerosa,
-e la sua casa relativamente piccola, come
-la sua paga, l'offerta era mossa da un puro sentimento
-benevolo: pertanto egli, e la prudente ed
-economa sua consorte, udito da Gertrude ch'ella
-guadagnava abbastanza da potersi mantenere con
-decoro, e aveva risolto di conservare la propria indipendenza,
-l'approvarono entrambi vivamente; anzi
-la signora la consigliò e l'aiutò nel modo più efficace.
-</p>
-
-<p>
-Ella aveva una sorella vedova che suppliva alla
-deficienza della sua rendituccia tenendo a dozzina
-alcune signorine venute a Boston per compiere i
-loro studi. Gertrude non la conosceva, ma ne aveva
-spesso inteso parlare con molti elogi; e la sua speranza
-di trovare da lei una dimora gradevole e non
-troppo costosa, non fu delusa. La signora Warren,
-<span class="pagenum" id="Page_229">[229]</span>
-avendo appunto libera una bella camera sul davanti,
-grande e chiara, acconsentì di buon grado a
-darla alla giovane maestra che la sorella caldamente
-le raccomandava. Le condizioni erano convenientissime,
-e Gertrude poteva prendere subito
-possesso della sua nuova abitazione.
-</p>
-
-<p>
-La signora Sullivan le aveva lasciato tutti i suoi
-mobili, parecchi dei quali comperati di recente, e
-scelti, secondo il desiderio di Guglielmo, tra i migliori
-per qualità e fattura. A fine di risparmiarle
-le fatiche dello sgombero, dopo i tanti strapazzi a
-cui s'era sottoposta, la signora Arnold e le sue due
-figliuole maggiori insistettero amorevolmente perchè
-ella non s'occupasse che della scuola e affidasse
-a loro l'incarico di far trasportare e disporre
-nella sua stanza i mobili che desiderava collocarvi,
-ed invigilare l'imballaggio del resto: giacchè la
-fanciulla non voleva che alcun oggetto fosse venduto.
-Fu per lei un gran sollievo l'essere dispensata
-dall'assistere al doloroso spettacolo dello spogliamento
-e dell'abbandono di quella casa ch'era stata
-il piacere e l'orgoglio della cara amica perduta. E
-quando entrò nella camera cedutale dalla signora
-Warren, sebbene le si stringesse il cuore alla vista
-di quei mobili a lei tanto familiari, ella, ammirando
-la cura e il buon gusto con cui ogni cosa era disposta
-per riceverla, pensò che avrebbe commesso
-un peccato desolandosi e chiamandosi sola al mondo,
-mentre v'erano anime così buone e mani così
-operose, pronte a venirle amorosamente in aiuto.
-</p>
-
-<p>
-La sera, passò nel salotto da pranzo, dove s'aspettava
-di trovare alla tavola del tè soltanto persone
-sconosciute; ma con sua grata maraviglia vide
-tra le commensali Fanny Bruce, la quale, lasciata
-a Boston dalla madre e dal fratello che viaggiavano
-per diporto, era già da parecchie settimane nel
-numero delle dozzinanti della signora Warren. Fanny,
-ora una scolaretta dai dodici ai tredici anni,
-aveva spesso avuto occasione d'incontrarsi con Gertrude
-durante la villeggiatura estiva, ed ammirava
-fervidamente la sua vicina da cui sempre otteneva
-doni di fiori, prestiti di libri, aiuto in lavoretti di
-fantasia. La notizia della sua venuta data dalla padrona
-<span class="pagenum" id="Page_230">[230]</span>
-di casa, le aveva fatto concepire la speranza
-di stringere con lei più intima amicizia, e quando
-nei grandi occhi neri e nel sorriso della giovanetta
-scòrse la gioia che anch'essa provava rivedendola,
-si sentì incoraggiata, a segno che facendosi innanzi
-salutò la cara signorina Flint con una vigorosa
-stretta di mano, e pregò d'esserle messa accanto a
-tavola.
-</p>
-
-<p>
-La piccola Bruce era una ragazzina di buone disposizioni
-e cuore affettuoso, ma negletta dalla madre
-che riponeva tutto il suo orgoglio nel figliuolo,
-il famoso Ben, egli pure ammiratore di Gertrude.
-Più volte quella mamma troppo amante dei divertimenti
-e quell'indolente fratello l'avevano così piantata
-in qualche dozzina mentre essi facevano un
-viaggio di piacere; nè sempre era capitata bene come
-dalla signora Warren.
-</p>
-
-<p>
-La povera creatura, non incorata da alcuna simpatia
-negli sforzi della sua buona volontà, sentiva
-che i suoi progressi, il suo benessere morale, non
-importavano a nessuno, neppure a' suoi, e questo
-senso d'abbandono era per lei una sorgente d'infelicità
-profonda.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude presto s'accòrse che Fanny viveva molto
-appartata. Ella era d'alcuni anni minore delle
-sue compagne, tre signorine eleganti, che non accondiscendevano
-ad ammettere quella bambina nella
-loro intimità; e la signora Warren, tutta presa
-dai suoi doveri di padrona di casa, non s'occupava
-di lei in particolare. La sua solitudine doveva destar
-la compassione d'una in cui era sempre vivo il
-dolore per la morte o la lontananza delle persone
-più dilette. Questo sentimento induceva Gertrude a
-invitarla frequentemente nella sua camera, quantunque
-nulla le fosse gradito a quel tempo, come
-la quiete ed il silenzio. Anzi giungeva a dimenticare
-la propria afflizione fino a cercar di divertire un
-po' la sua piccola ospite, la quale invece si stimava
-già abbastanza fortunata di poterle tenere compagnia
-nel suo ritiro, leggere i suoi libri, vedersi sicura
-della sua amicizia. Durante il mese di marzo,
-che fu insolitamente burrascoso, Fanny passò quasi
-tutte le serate con Gertrude; e questa, che dapprima
-<span class="pagenum" id="Page_231">[231]</span>
-sentiva di fare un sacrifizio col dar continuo accesso
-ad un'estranea in camera sua, privandosi così
-della sua libertà intima, a poco a poco riconobbe
-quanto vera fosse la profezia dello zio True ch'ella
-sforzandosi di fare felici gli altri avrebbe fatto la
-felicità propria. La conversazione animata e spesso
-piacevole della ragazzina la distraeva, le impediva
-di troppo concentrarsi nel suo cordoglio: e l'affezione
-reciproca che l'avvinceva a lei la salvava dallo
-scoramento della coscienza d'esser sola al mondo.
-</p>
-
-<p>
-Venne l'aprile. E nessuna notizia d'Emilia dopo
-quella lettera della signora Ellis. Il cuore di Gertrude
-si struggeva nell'angoscioso desiderio di poter
-versare come una volta le sue pene nel seno
-dell'amica tanto cara, di dirle quante volte in quel
-triste inverno ella avesse sospirato il dolce tocco
-della mano leggera che soleva posarsi amorosamente
-sul suo capo, il suono della voce soave che la
-confortava al solo udirla, e qual bisogno provasse
-del buon consiglio, dell'incoraggiamento, della consolazione
-che sempre trovava in lei. Per qualche
-tempo la fanciulla aveva scritto regolarmente; ma
-poi, non sapendo ella più dove dirigere le lettere,
-l'ultima delle quali spedita innanzi la morte della
-signora Sullivan, ogni sua comunicazione coi viaggiatori
-era troncata.
-</p>
-
-<p>
-Una sera Gertrude sedeva alla sua finestra, pensando
-agli amici ch'ella aveva amati con amore di
-figliuola e di sorella e da cui la morte o le vicende
-della vita l'avevano divisa, quando fu pregata di
-scendere al pianterreno per ricevere il pastore Arnold
-e la signorina Anna, sua figlia, venuti a farle
-visita.
-</p>
-
-<p>
-Dopo i complimenti d'uso, Anna le disse:
-</p>
-
-<p>
-— Avrete, sicuro, saputo la notizia, Gertrude?
-</p>
-
-<p>
-— No, non ho inteso nulla di speciale, — rispose
-ella.
-</p>
-
-<p>
-— Come! — esclamò il signor Arnold. — Ignorate
-il matrimonio del signor Graham?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude sussultò, sbalordita.
-</p>
-
-<p>
-— Dite sul serio? Il signor Graham s'è ammogliato!
-Quando? Con chi?
-</p>
-
-<p>
-— Con la vedova Holbrook, una cognata del signor
-<span class="pagenum" id="Page_232">[232]</span>
-Clinton. Si sono conosciuti all'Avana dove la
-signora soggiornava anch'essa, in compagnia d'altri
-Americani settentrionali.
-</p>
-
-<p>
-— Ma è strano che voi ne siate rimasta così all'oscuro! — osservò
-Anna. — Eppure c'era l'annunzio
-in tutti i giornali: «Maritati alla Nuova Orléans
-J. H. Graham Esq.<a class="tag" id="tag3" href="#note3">[3]</a> di Boston e la signora
-N. N. Holbrook.»
-</p>
-
-<p>
-— Non vedo giornali da due o tre giorni, — disse
-Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-— La cecità della signorina Emilia le impedisce
-di scrivervi, naturalmente, — riprese l'altra. — Il
-signor Graham, però, avrebbe dovuto mandarvi la
-partecipazione delle sue nozze. — E poichè Gertrude
-taceva, soggiunse ridendo: — Forse la sposina ha
-accaparrato tutta la sua attenzione.
-</p>
-
-<p>
-— Sapete qualche cosa, voi, di cotesta signora Holbrook? — domandò
-quella.
-</p>
-
-<p>
-— Non molto, — rispose il signor Arnold. — La
-vidi poche volte, in casa Clinton. È una bella donna,
-molto appariscente, che ama il lusso e i ritrovi
-mondani, a quanto pare.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, io ebbi occasione di vederla spesso! — fece
-Anna. — E vi so dire ch'è grossolana, chiassosa,
-impetuosa.!... Proprio un genere di persona da ridurre
-la signorina Emilia alla disperazione!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Una viva angoscia apparve nel viso di Gertrude.
-Il pastore guardò sua figlia con aria di rimprovero.
-</p>
-
-<p>
-— Anna, — egli disse — sei ben sicura di non
-parlare inconsideratamente?
-</p>
-
-<p>
-— La mia autorità è Isabella Clinton, babbo. Il
-mio giudizio si fonda su ciò che l'udivo dire a scuola
-circa sua zia <i>Bella</i>, come la chiamava sempre.
-</p>
-
-<p>
-— E Isabella dipingeva sua zia in modo così sfavorevole?
-</p>
-
-<p>
-— Non mica con cattiva intenzione; al contrario,
-credeva di lodarla; ma a me quelle lodi non davano
-una gran buona idea della signora.
-</p>
-
-<p>
-— Non dobbiamo condannarla prima d'averla conosciuta
-meglio, — replicò benignamente il signor
-<span class="pagenum" id="Page_233">[233]</span>
-Arnold. — Potrebbe darsi che sia invece tutto l'opposto
-di quello che tu ti figuri.
-</p>
-
-<p>
-— E di Emilia non potete dirmi nulla? — chiese
-Gertrude. — Ritorneranno presto?
-</p>
-
-<p>
-— Non so altro che la notizia letta nei giornali, — rispose
-egli. — Voi, quando aveste lettere?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ella disse la data dell'unica missiva della signora
-Ellis, e riferendo ciò che questa le aveva raccontato
-di un'allegra compagnia di Americani degli Stati
-settentrionali incontrata all'Avana, espresse l'opinione
-che la nuova signora Graham fosse appunto quella
-tal vedova che le descriveva.
-</p>
-
-<p>
-— Senza dubbio, — affermò il signor Arnold.
-</p>
-
-<p>
-Sapendo tanto poco dei fatti, non avevano materia
-da continuare il discorso su questo soggetto, e
-parlarono d'altro. Ma Gertrude non poteva pensare
-se non ad Emilia: quel matrimonio aveva conseguenze
-di così vitale importanza per la sua diletta
-amica, che la sua mente vi ritornava sempre, ed ella
-durava fatica a seguire il senso delle parole che
-fluivano rapidamente dalla bocca della giovane Anna
-Arnold.
-</p>
-
-<p>
-Per fortuna la necessità di rispondere a una domanda
-che non aveva inteso affatto, venne rimossa
-dall'improvvisa comparsa dei Jeremy. Il dottore teneva
-nella destra una lettera suggellata diretta a
-Gertrude Flint: la scrittura del recapito era quella
-del signor Graham. Egli la porse subito alla destinataria,
-poi disse guardando Anna e stropicciandosi
-le mani:
-</p>
-
-<p>
-— Ora, signorina Arnold, saremo informati su
-queste famose nozze.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La viva curiosità dei presenti dispensava Gertrude
-dalle cerimonie. Ella ruppe il suggello e scorse
-rapidamente il contenuto della busta.
-</p>
-
-<p>
-Questo consisteva in una lettera di due o tre pagine
-fittamente coperte dei caratteri della signora
-Ellis, e d'un biglietto, non tanto breve, del signor
-Graham stesso. Per quanto maravigliata di ricevere
-una missiva da parte d'un signore che aveva dichiarato
-con tanta collera di non voler sapere più
-nulla di lei, ella era soprattutto ansiosa d'aver notizie
-d'Emilia, e però dette la precedenza al documento
-<span class="pagenum" id="Page_234">[234]</span>
-della governante in cui era più probabile trovarle.
-Diceva così:
-</p>
-
-<p class="pad1 indr">
-Nuova York, 31 marzo 1852.
-</p>
-
-<p class="indl">
-«Cara Gertrude,
-</p>
-
-<p class="pad1">
-«Posto che allo sposalizio assistevano molte persone
-di Boston, credo che oramai vi sarà giunta all'orecchio
-la gran nuova. Il signor Graham s'è riammogliato.
-E la sposa è la vedova Holbrook: la medesima
-vedova di cui vi scrissi. L'ha voluto e l'ha
-avuto. Non esito a dire che non è lui quello dei due
-che ha fatto un buon affare. Ama la vita tranquilla
-e, pover'uomo, può farne il pianto, perchè alla signora
-invece piacciono i divertimenti e l'allegra compagnia.
-Bisognava vedere come essa gli dava la
-caccia, all'Avana; scommetterei però che egli in fondo
-non intendeva di lasciarsi pigliare. Ma lo raggiunse
-anche alla Nuova Orléans, e insomma la
-conclusione è che l'ha spuntata ed oggi è sua moglie.
-</p>
-
-<p>
-«Emilia s'è contenuta ammirabilmente; mai non
-ha detto una parola contro questo matrimonio, nè
-avrebbe potuto trattare la vedova in modo più benevolo
-e grazioso: ma, ohimè, come si troverà, poverina,
-in mezzo alla gioventù spensierata che invade
-ora la casa e la riempie di chiasso e di confusione?
-Io non ci sono avvezza, e mi garba poco;
-figuratevi poi la nostra Emilia! La nuova signora
-del resto è abbastanza gentile con me, adesso ch'è
-maritata. Considera che lo richiedono le convenienze,
-essendo io da tanto tempo nella famiglia di cui
-è venuta a far parte.
-</p>
-
-<p>
-«M'immagino, cara Gertrude, che sarete stata desiderosa
-di sapere che ne fosse di noi, e apprenderete
-con maraviglia che siamo già a Nuova York,
-sulla via del ritorno: ossia, per essere esatta, sulla
-via del ritorno sono io sola. Avrei voluto scrivervi
-dalla Nuova Orléans, ma c'era un da fare, un andirivieni
-tali, che non riuscivo mai a cogliere il momento
-opportuno; e dopo quell'orrida traversata in
-piroscafo da Charleston a qui, mi sentivo disfatta;
-per una settimana non sono stata proprio buona a
-<span class="pagenum" id="Page_235">[235]</span>
-nulla. Non posso però più differire perchè Emilia
-è oltremodo ansiosa di darvi sue notizie e avere le
-vostre. Povera Emilia! Non istà punto bene.... mi
-spiego, non voglio dire che sia malata; è piuttosto
-in uno stato d'abbattimento morale, d'irritazione
-nervosa. Si stanca presto, per ogni minima cagione
-si scuote, si sconturba, contro l'usato. Io credo
-che ne siano causa la nuova signora Graham, e lo
-sciame delle nipoti e compagnia bella, e altre cose
-sgradevoli. Non si lagna mai, si direbbe anzi che sia
-lieta delle terze nozze di suo padre; ma a me è sembrata
-sempre tutt'altro che felice durante questo inverno,
-e ora ha qualche volta un aspetto così triste
-che m'impensierisce. Parla molto di voi ed è un
-grande rammarico per lei non avere più vostre lettere.
-</p>
-
-<p>
-«Basta, veniamo ora al punto principale. Sappiate
-che hanno stabilito d'andare tutti insieme in
-Europa, Emilia compresa. Secondo me l'idea è della
-sposa; comunque sia, il viaggio è deciso. Il signor
-Graham intendeva ch'io li accompagnassi: ma vorrei
-essere impiccata anzichè avventurarmi un'altra
-volta per mare, e glielo dissi chiaro e tondo. Perciò
-egli vi scrive chiedendovi d'accompagnare Emilia.
-Se il mal di mare non fa paura anche a voi, spero
-che non ricuserete l'invito, perchè sarebbe una cosa
-terribile per lei doversi mettere nelle mani d'una
-estranea; e purtroppo, cieca com'è, non può far senza
-di qualcuno che l'assista. Io sono certa ch'essa
-non ha la minima voglia di prender parte a questo
-viaggio; ma non osa pregare suo padre di lasciarla
-a casa, per tema ch'egli la creda avversa alla sua
-nuova moglie.
-</p>
-
-<p>
-«Tosto che s'imbarcheranno, cioè alla fine d'aprile,
-io ritornerò alla villa per badarvi durante la loro
-assenza.
-</p>
-
-<p>
-«Ora Emilia mi detterà un poscritto a questa lettera:
-di mio non v'aggiungo altro, salvo che siamo
-impazientissime di sentire la vostra risposta, e che,
-lo ripeto, mi confido che voi non vi negherete di partire
-con lei.
-</p>
-
-<p class="indr">
-«Vostra sinceramente<br />
-«<span class="smcap">Sara H. Ellis.</span>»
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_236">[236]</span>
-</p>
-
-<p class="pad1">
-Il poscritto era il seguente:
-</p>
-
-<p>
-«Non ho bisogno di dire alla mia amata Gertrude
-quanto ho sentito la privazione della sua compagnia,
-quanto vivamente ho desiderato d'averla
-di nuovo accanto a me; nè che ho pensato a lei
-giorno e notte e pregato il Signore di sostenerla nelle
-prove dolorose e nelle fatiche in cui doveva cimentare
-la sua forza e il suo coraggio.
-</p>
-
-<p>
-«La lettera scritta dopo la morte del signor Cooper
-fu l'ultima che mi pervenne, e non so se la signora
-Sullivan sia ancora viva. Scrivimi subito, figliuola
-mia, nel caso che tu non possa venire con
-noi. Il babbo ti dirà i nostri disegni e ti chiederà
-d'accompagnarci in Europa; sarà per me un gran
-sollievo e una gran gioia l'aver meco la mia cara
-Gertrudina, a condizione però ch'ella non abbandoni
-alcun altro dovere. Io m'affido al tuo cuore perchè
-tu risolva di fare ciò ch'è giusto.
-</p>
-
-<p>
-«Come già sai, il babbo s'è riammogliato. Questo
-è per noi tutti un grande cambiamento, ma non dubito
-che i risultati ne saranno felici. La signora Graham
-ha con sè qui all'albergo due nipoti le quali saranno
-anch'esse del viaggio in Europa. Due bellissime
-ragazze, mi dicono; specie Bella Clinton che tu
-vedesti a Boston qualche anno fa.
-</p>
-
-<p>
-«La signora Ellis è stanca di scrivere, e però chiudo
-assicurando la mia Gertrude del devoto affetto di
-</p>
-
-<p class="indr">
-«<span class="smcap">Emilia Graham.</span>»
-</p>
-
-<p class="pad1">
-Non senza curiosità, la giovanetta aperse poi l'epistola
-del signor Graham. Ella pensava che questi
-doveva essersi trovato impacciatissimo nello scriverle:
-avrebbe egli mantenuto il suo tono severo e
-imperioso, o si sarebbe degnato di spiegarsi e scusarsi?
-Se Gertrude l'avesse conosciuto meglio non
-avrebbe fatto la seconda ipotesi: il signor Graham
-non si scusava mai, posto che mai non credeva d'avere
-il torto. Ecco la lettera:
-</p>
-
-<p class="pad1 indl">
-«Signorina Gertrude Flint,
-</p>
-
-<p>
-«Sono passato a terze nozze, e ho divisato di
-fare un viaggio in Europa. C'imbarcheremo il 28
-<span class="pagenum" id="Page_237">[237]</span>
-aprile. Mia figlia viene con noi, e poichè la signora
-Ellis teme il mare, mi trovo indotto a proporvi di
-raggiungerci a Nuova York, ed accompagnarci per
-assistere Emilia. Certo, non ho dimenticato l'ingratitudine
-con cui già dispregiaste un'altra simile mia
-offerta, e nulla avrebbe potuto spingermi a darvi
-una nuova opportunità di manifestare sentimenti di
-tal natura, se non il desiderio di rendere felice la
-mia figliuola, e insieme d'esser utile a una giovane
-ch'è stata così a lungo nella mia famiglia, provvedendola
-con sincera benevolenza d'un onorevole collocamento.
-</p>
-
-<p>
-«Vi pongo dunque nella possibilità di cancellare
-dalla mia mente il ricordo della vostra condotta verso
-di me, col compiacerci questa volta; e se vi risolvete
-a ritornare da noi, vi darò modo di tenere
-nel mondo il posto d'una signora.
-</p>
-
-<p>
-«Dato che partiamo per l'Europa alla fine del
-mese venturo, sarà bene che siate qui entro la quindicina.
-Scrivete e indicatemi il giorno del vostro
-arrivo: verrò io stesso ad aspettarvi allo sbarco. La
-signora Ellis ha gran premura di essere a Boston;
-spero dunque che vorrete sollecitare la vostra venuta.
-</p>
-
-<p>
-«Voi dovrete incontrare varie spese, e però v'includo
-una somma sufficiente a coprirle. Se avete debiti,
-fatemi sapere a quanto montano e sarà mia
-cura che tutte le pendenze vengano regolate prima
-della vostra partenza.
-</p>
-
-<p>
-«Confidandomi che abbiate oramai riacquistato
-il senso del vostro dovere, sono disposto a chiamarmi
-l'amico vostro
-</p>
-
-<p class="indr">
-«<span class="smcap">J. H. Graham.</span>»
-</p>
-
-<p class="pad1">
-Gertrude sedeva presso a un lume rischiarante in
-pieno la sua faccia, la quale, nello scorrere lo scritto
-del superbo signore, avvampava tutta di sdegno e
-d'orgoglio offeso. Il dottor Jeremy che spiava le sue
-impressioni la vide farsi rossa e lanciò un'occhiata
-diffidente verso la lettera; poi, non appena il signor
-Arnold e la sua figliuola, trattenutisi ancora pochi
-minuti per udire le notizie, se ne furono andati,
-pregò la fanciulla di comunicargliene il contenuto,
-<span class="pagenum" id="Page_238">[238]</span>
-assicurandola che se si rifiutava avrebbe creduto le
-parole del signor Graham assai più insultanti di
-quanto forse erano in realtà.
-</p>
-
-<p>
-— Mi scrive per invitarmi ad accompagnarli in
-Europa, — rispose ella.
-</p>
-
-<p>
-— Davvero! — fece il dottore con un fischio sommesso. — E
-s'immagina che voi sarete tanto grulla
-da fare i bagagli e partire immediatamente, al suo
-comando?
-</p>
-
-<p>
-— Ma, Gertrudina, — disse la signora Jeremy — tu
-ci andrai di certo volentieri!... Figurati, cara, che
-piacere, un viaggio in Europa!
-</p>
-
-<p>
-— Non dite sciocchezze, signora Jerry! — esclamò
-il dottore. — Bel piacere viaggiare con un vecchio
-tiranno, e la figlia cieca, e la moglie volgare
-e prepotente, e le nipoti vanitose e smorfiose.... In
-una bella condizione si troverebbe Gertrude, schiava
-dei capricci di tutta la compagnia!...
-</p>
-
-<p>
-— Dottor Jerry, — l'interruppe la signora — dimenticate
-Emilia.
-</p>
-
-<p>
-— Emilia.... sicuro, essa è un angelo, e non tratterebbe
-mai nessuno senza riguardo, men che meno
-poi la sua favorita; ma ora anche lei rappresenta
-una parte secondaria, e non credo di sbagliare dicendo
-che stenterà a difendere i propri diritti, e
-mantenersi al posto che le si compete, nell'allargata
-cerchia della famiglia di suo padre.
-</p>
-
-<p>
-— È dunque necessario che qualcuno la sostenga,
-e vegli su lei per salvarla da noie e dispiaceri, — disse
-Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-— Sicchè intendete di piantarvi sulla breccia? — domandò
-egli.
-</p>
-
-<p>
-— Intendo d'accettare la proposta del signor Graham,
-e raggiungere subito Emilia, — ella rispose. — Ma
-spero che la buona armonia esistente a quanto
-pare tra lei e le sue nuove parenti, rimarrà indisturbata,
-e che non avrò quindi da prendere le
-armi per conto suo; quanto <i>a me stessa</i> non ho ombra
-di paura.
-</p>
-
-<p>
-— Allora, sei risoluta di partire? — disse la signora
-Jeremy.
-</p>
-
-<p>
-— Sì. Nulla fuorchè il mio dovere verso la signora
-Sullivan e suo padre avrebbe mai potuto indurmi
-<span class="pagenum" id="Page_239">[239]</span>
-a lasciarla. Questo dovere è compiuto, e poichè io
-posso esserle utile e ch'ella mi desidera, non esito
-un momento. Vedo assai chiaramente dalla lettera
-della signora Ellis che Emilia non è felice; io non
-devo negligere nessuna cosa che mi sia dato fare per
-consolarla. Pensate quale amica è stata per me!
-</p>
-
-<p>
-— Oh, lo so! Io credo che, in fin dei fini, tu godrai
-il viaggio a dispetto degli spauracchi che il dottore
-ti rizza contro; nondimeno è un sacrificio da parte
-tua lasciare la tua bella camera e tutti i tuoi comodi
-per l'incerto genere di vita che t'offre il viaggiare
-in così numerosa compagnia.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il dottore interruppe:
-</p>
-
-<p>
-— Se fa un sacrificio? La grazia! Non ne ho mai
-visto fare uno maggiore, perchè si tratta non solo
-di perdere i trecentocinquanta dollari l'anno che si
-guadagna, e la sua piacevole e tranquilla abitazione
-di Boston, ma d'abbandonare quell'indipendenza per
-cui ha tanto lottato e che le premeva a segno di non
-voler accettare l'ospitalità in casa d'amici se non
-per un brevissimo soggiorno.
-</p>
-
-<p>
-— No, dottor Jeremy! — esclamò la fanciulla con
-calore. — Nulla ch'io faccia per amore d'Emilia
-può essere chiamato sacrificio. È una gran gioia
-per me.
-</p>
-
-<p>
-— Per te è sempre una gioia fare il bene, — osservò
-la signora.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, non oserei affermarlo! — disse Gertrude. — Spesso
-anzi i miei desiderî tenderebbero a sviarmi.
-Ma in questo caso no. Il pensiero che la nostra
-cara Emilia abbia a dipendere da un'estranea per
-quei piccoli servigi che soltanto il suo affetto verso
-chi glieli presta può renderle accettabili, mi torturerebbe.
-Durante anni abbiamo vissuto l'una per
-l'altra, goduto e sofferto insieme: <i>devo</i> andare con
-lei; non posso neanche sognarmi di fare diversamente.
-</p>
-
-<p>
-— Vorrei essere persuaso che il vostro sacrificio
-sarà, almeno fino a un certo punto, apprezzato, — borbottò
-il dottore. — Ma scommetto che invece
-Graham s'immaginerà di obbligarvi enormemente
-riprendendovi seco. Forse vi parla come a una mendicante,
-in quella lettera: non sarebbe la prima
-<span class="pagenum" id="Page_240">[240]</span>
-volta in vita sua che si comporta in cotesto modo.
-Sicuro, niente al mondo avrebbe indotto il povero
-Filippo Amory a ritornarci. — Poi a voce più alta
-soggiunse: — Vi fa qualche scusa per la scortesia
-con cui vi trattò quando lo lasciaste?
-</p>
-
-<p>
-— Pare che stimi di non avere alcun torto.
-</p>
-
-<p>
-— Neppure scusarsi, dopo essersi condotto come
-non dovrebbe un gentiluomo! Già me lo figuravo.
-Io protesto ch'è una pazzia esporvi di nuovo a simili
-trattamenti. Ma ho sempre <i>udito dire</i> che le
-donne sono piene d'abnegazione nelle loro amicizie:
-ora ne veggo la prova. Gertrude è un'eccellente
-amica. Signora Jerry, dobbiamo coltivare le sue
-buone disposizioni; chi sa che una volta o l'altra
-non si dia il caso anche per noi d'avere a chiederle
-qualche gran servigio.
-</p>
-
-<p>
-— E io sarò lieta se potrò rendervelo. Nessuno
-più di me è in debito verso il consorzio umano. Sento
-che il mondo è tacciato d'egoismo, di durezza,
-d'insensibilità: ma verso di me fu pietoso. Sarei
-ingrata se non alimentassi nel mio cuore uno spirito
-d'amore universale: più ingrata ancora se non
-fossi pronta a fare quanto sta nelle mie forze per i
-cari amici che mi hanno prodigato tesori d'affetto
-quali mai toccarono in sorte a un orfano!
-</p>
-
-<p>
-— Gertrude, — disse la signora Jeremy — io credo
-veramente che tu facesti bene lasciando Emilia
-quando te ne partisti da casa Graham, e che fai
-bene adesso ritornando a lei. E se l'essere tu la
-buona figliuola che sei è in qualche modo merito
-suo, certo ella ha sopra di te un sacro diritto.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, sì, lo ha! Fu lei quella che per la prima
-m'insegnò a distinguere il bene dal male.
-</p>
-
-<p>
-— Ed ora coglie il frutto di questa conoscenza, in
-voi, — aggiunse il dottore. — Sì, è una cosa molto
-bella! Ma se siete determinata di farlo, cotesto giro
-in Europa, dovete occuparvi senz'indugio dei vostri
-preparativi. E, prima di tutto, il signor W. acconsentirà
-egli a sciogliervi dai vostri impegni?
-</p>
-
-<p>
-— Lo spero. Mi dispiace assai d'essere costretta
-a chiederglielo, perchè già l'inverno scorso dovetti
-mancare da scuola due settimane, e fu tanto indulgente
-con me; ma posto che di qui a pochi mesi
-<span class="pagenum" id="Page_241">[241]</span>
-siamo alle vacanze estive, forse non gli sarà difficile
-farmi supplire. Gliene parlerò domani....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La signora Jeremy offerse a Gertrude una soffitta
-per riporvi i suoi mobili, le cedette la sarta che
-aveva fissato appunto per sè, infine stabilì con lei
-ogni cosa perchè ella in una settimana fosse pronta
-alla partenza.
-</p>
-
-<p>
-Il signor W., sebbene a malincuore, la lasciò libera,
-manifestandole il suo vivo rammarico di perdere,
-com'egli disse, una così preziosa assistente; e
-dopo alcuni giorni di grandi faccende per gli affrettati
-preparativi, ella s'accomiatò da Fanny tutta in
-lacrime, dal premuroso dottore e dall'ottima sua
-moglie, i quali l'avevano accompagnata alla stazione.
-Gertrude promise di scrivere ai Jeremy, e questi
-s'incaricarono di spedirle le lettere di Guglielmo.
-</p>
-
-<p>
-Di lì a meno d'una quindicina la signora Ellis ritornò
-a Boston e portò notizie della giovanetta, che
-era arrivata a Nuova York felicemente. Una settimana
-appresso la signora Jeremy ricevette una lettera,
-in cui Gertrude le diceva che si sarebbero imbarcati
-il 28. Grande quindi fu la sua maraviglia
-quando gliene pervenne una seconda recante la data
-del 29, giorno in cui ella credeva la famiglia del signor
-Graham in viaggio per l'Europa. E lesse quanto
-segue:
-</p>
-
-<p class="pad1 indr">
-Nuova York, 29 aprile.
-</p>
-
-<p class="indl">
-«Mia cara signora Jeremy,
-</p>
-
-<p class="pad1">
-«Certo, sapendo che ieri era il giorno fissato per
-la nostra partenza, sarete stupita di vedere che siamo
-sempre qui, e più ancora d'apprendere che il
-nostro viaggio all'estero è differito a tempo indeterminato.
-</p>
-
-<p>
-«Ier l'altro il signor Graham venne còlto dall'antico
-suo male, la gotta, e l'accesso fu tanto grave, da
-minacciare seriamente la sua vita. Benchè oggi sia
-alquanto sollevato e il medico lo dichiari fuori di
-pericolo, soffre tuttavia molto, e non è, nè sarà per
-mesi, in grado d'avventurarsi ad attraversare l'oceano.
-Egli ha un ansioso desiderio d'essere a casa
-sua, e non appena si troverà abbastanza ristabilito
-<span class="pagenum" id="Page_242">[242]</span>
-da poter viaggiare, ritorneremo alla villa di D. Includo
-un biglietto per la signora Ellis, contenente
-varie indicazioni che Emilia la prega di seguire. Lo
-mando a voi perchè non sappiamo dove dirigerlo,
-fidando nella vostra bontà per farglielo pervenire.
-</p>
-
-<p>
-«La signora Graham e le sue nipoti che si ripromettevano
-un grande piacere dal giro in Europa,
-sono dolenti d'aver dovuto così mutare tutti i loro
-disegni per l'estate: specie la signorina Clinton, la
-quale sperava d'incontrarsi a Parigi con suo padre,
-assente da più d'un anno. Quanto ad Emilia ed a
-me, non possiamo davvero rimpiangere un viaggio
-che ci faceva solo paura, e se la causa del differimento
-non fosse la malattia del signor Graham,
-confesso che mai sapremmo difenderci da un senso
-d'egoistica sodisfazione al pensiero di ritornare alla
-cara vecchia villa, dove noi contiamo d'essere stabiliti
-entro il corso del mese venturo.
-</p>
-
-<p>
-«Dico <i>noi</i> perchè nè Emilia nè suo padre vogliono
-sentir parlare di separarsi novamente da me.
-</p>
-
-<p>
-«Saluti cordiali a voi e all'ottimo mio amico, dottor
-Jeremy. Abbiatemi sempre per la vostra devota
-</p>
-
-<p class="indr">
-«<span class="smcap">Gertrude Flint.</span>»
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XXVII.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p class="i2">La vedo.</p>
-<p>Fluente in ricci d'or libera scende</p>
-<p>Per gli omeri la chioma, e sulla bella</p>
-<p>Bocca suona una voce melodiosa.</p>
-<p class="i2">Non ella!</p>
-<p>Di beltà più soave un'altra splende.</p>
-<p>Nè melodia sgorgar sì dolce, io credo,</p>
-<p>S'ode qual dalle labbra sue di rosa.</p>
-<p class="i2">La vedo.</p>
-<p>Non forse è quella dalla fronte pura</p>
-<p>E bianca al par di netto avorio? Quella</p>
-<p>Dai grandi occhi celesti? Ell'è l'amata?</p>
-<p class="i2">Non ella!</p>
-<p>È più leggiadra un'altra creatura</p>
-<p>Di mente saggia e volontà temprata.</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Carolina Gilman.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-La casa di campagna del signor Graham aveva
-un grande atrio con due porte, l'una in dirittura
-dell'altra, le quali durante le giornate calde rimanevano
-<span class="pagenum" id="Page_243">[243]</span>
-aperte dando adito a una fresca corrente
-d'aria. Perciò le vicinanze dell'ingresso principale
-donde l'ombreggiato cortile esterno che scendeva fino
-alla strada, in lieve pendio, offriva una vista piacevole,
-erano divenute un ridotto favorito della famiglia,
-specie nelle ore mattutine innanzi che il
-sole v'arrivasse. E là, in un gaio mattino di giugno,
-Isabella Clinton e sua cugina Rina Ray s'erano comodamente
-stabilite, ciascuna secondo le proprie
-idee della comodità.
-</p>
-
-<p>
-Isabella, sprofondata in una gran poltrona che
-aveva spinta fin presso la soglia, teneva in mano un
-lavoro di tappezzeria, ma non faceva che guardare
-oziosamente verso la strada. Ella era una bellissima
-ragazza, alta, snella, fine, di colorito delicato,
-con chiari occhi azzurri e folti capelli biondi pioventi
-in lunghi ricci. La vezzosa bambina che Gertrude
-aveva contemplato incantata, mentre questa
-dalla finestra osservava lo zio True nell'atto d'accendere
-il lampione di fronte alla casa di suo padre,
-era divenuta una non meno vezzosa giovane. La
-sua rara bellezza, posta in rilievo da tutta l'eleganza
-che il buon gusto può suggerire e tutto il lusso
-che il denaro può permettere, destava intorno a lei
-l'ammirazione della gente, le attirava le lusinghe e
-le carezze di quanti l'accostavano.
-</p>
-
-<p>
-Rimasta orfana di madre in tenera età, e lasciata
-per qualche anno in cura a donne di servizio,
-ella aveva imparato presto ad apprezzare più che
-non valgano le attrattive esteriori onde natura era
-stata con lei tanto prodiga; e sua zia, sotto la cui
-tutela si trovava da quando aveva lasciato la scuola,
-non era certo la persona più atta a combattere
-questa vanitosa idolatria di sè stessa.
-</p>
-
-<p>
-Non si sarebbe ingannato chi avesse attribuito la
-sua aria di conscia superiorità e il gesto protervo
-con cui il piccolo piede batteva lo scalino della soglia,
-alla persuasione che Isabella Clinton, la bellissima
-e ricchissima damigella, era quanto mai seducente
-nel suo abito da mattina, di casimiro celeste,
-ornato di sontuosi ricami, e aperto davanti
-su una sottana bianca, di cambrì, per metterne in
-mostra le non meno sontuose gale. Nè poteva far
-<span class="pagenum" id="Page_244">[244]</span>
-maraviglia ch'ella si compiacesse della propria apparenza,
-la quale avrebbe pienamente sodisfatto i
-critici più severi.
-</p>
-
-<p>
-A' suoi piedi, su uno degli scalini bassi, sedeva
-Rina Ray, che nell'aspetto e nelle maniere, come in
-molti punti del carattere, presentava un vivo contrasto
-con la cugina. Ella era una di quelle creature
-vivaci, giocherellone, carezzevoli, che il mondo
-chiama care bambine, tanto piccina che i suoi modi
-fanciulleschi non le si disdicevano; tanto spiritosa
-da farsi perdonare qualche infrazione delle buone
-creanze; troppo spensierata perchè potesse essere
-costantemente savia e gentile: ma di cuore così affettuoso,
-così fervente di generosi entusiasmi, che
-i suoi difetti erano scusati dalle persone disposte
-ad amarla come ella desiderava e cercava d'essere
-amata da tutti. Avvenente d'altronde, e sempre animata,
-allegra, contenta. Ammirava Isabella, le voleva
-bene, e fino a un certo segno si lasciava dominare
-da lei; però sapeva tenerle testa con fermezza
-nei casi in cui i loro sentimenti non s'accordavano.
-</p>
-
-<p>
-All'opposto dell'elegantissima signorina Clinton,
-ella di rado era ben messa per la ragione che, quantunque
-ne avesse ampiamente la possibilità, non se
-ne curava. Quella mattina aveva infilato sulla sua
-veste di seta scura una cappa di flanella rossa, e,
-freddolosamente, se la teneva stretta intorno alla
-persona, dicendo ch'era mezzo assiderata, e che volentieri
-sarebbe andata a scaldarsi al fuoco in cucina,
-se non avesse avuto paura d'incontrarvi quel
-dragone femmina della signora Ellis.
-</p>
-
-<p>
-— O perchè, Bella, se proprio bisogna star qui a
-sedere sulla soglia, non sediamo piuttosto su quella
-dell'uscio di dietro, dove c'è il sole? — domandò
-alla cugina. — Ah, capisco! — soggiunse. — La
-carnagione!
-</p>
-
-<p>
-— La carnagione! — fece Isabella. — Io non temo
-di sciuparla, più di quanto lo temi tu. Sono sicura
-di non andar soggetta a lentiggini, nè ad abbronzamenti.
-</p>
-
-<p>
-— Sì, lo so; ma diventi rossa ch'è uno sgomento.
-</p>
-
-<p>
-— E se anche non fosse non andrei lo stesso dall'altra
-parte. Mi piace sedere qui, sul davanti, e
-<span class="pagenum" id="Page_245">[245]</span>
-guardar la gente che passa. Chi saranno quei due
-laggiù sulla strada? È un pezzo che li vedo venire;
-però non li distinguo ancora bene.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Rina guardò nella direzione indicatale, e, dopo
-aver osservato un minuto la coppia che s'avanzava,
-esclamò:
-</p>
-
-<p>
-— Ma è Gertrude Flint! Sarei curiosa di sapere
-dov'è stata. Il signore che l'accompagna mi pare e
-non mi pare.... Non credevo che ci fosse da avere
-un cavaliere elegante in questi paraggi.
-</p>
-
-<p>
-— Elegante! — disse Isabella con sarcasmo.
-</p>
-
-<p>
-— E perchè no, cara cugina? T'assicuro che questo
-è un figurino.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, io non darei un quattrin bacato di tutti i
-galanti della signorina Gertrude!
-</p>
-
-<p>
-— Davvero? Eppure faresti meglio ad aspettare
-d'aver veduto bene prima d'affermarlo. Voialtri miopi
-non dovete pronunziare giudizi così affrettati. Ti
-dico ch'è un cavaliere col quale tu stessa non disdegneresti
-di mostrarti: è il signor Bruce.... quello
-che conoscemmo alla Nuova Orléans.
-</p>
-
-<p>
-— Impossibile! — esclamò Isabella rizzandosi di
-scatto.
-</p>
-
-<p>
-— Te ne accerterai coi tuoi propri occhi, — replicò
-Rina — giacchè viene qui con lei.
-</p>
-
-<p>
-— Curioso! Perchè mai l'avrà accompagnata?
-</p>
-
-<p>
-— Per dar prova del suo buon gusto. Non avrebbe
-potuto trovare una compagnia più amabile.
-</p>
-
-<p>
-— Io non sono del tuo parere su questo punto.
-Confesso che non vedo nulla di tanto amabile in
-quella ragazza.
-</p>
-
-<p>
-— Perchè non vuoi. Tutti la dicono attraentissima.
-Il signor Bruce apre il cancello per farla passare,
-con altrettanto rispetto che se fosse una regina.
-Mi piace questo suo contegno.
-</p>
-
-<p>
-— Guarda! Ha quel famoso cappellino chiuso,
-bianco. E quell'abito di ghingano a scacchi! Che ne
-deve pensare il signor Bruce, critico tanto fine in
-materia d'abbigliamenti femminili?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude e il suo compagno intanto s'avvicinavano
-alla casa. Ella alzò gli occhi, vide le due signorine
-sulla soglia, e sorrise piacevolmente a Rina,
-la quale faceva comici sberleffi e le lanciava occhiate
-<span class="pagenum" id="Page_246">[246]</span>
-significanti, dietro le spalle d'Isabella. Ma il giovanotto,
-la cui attenzione era tutta rivolta a lei, non
-s'accòrse delle altre, e queste lo udirono distintamente
-dire, nell'atto che le porgeva un involto che
-egli aveva galantemente portato:
-</p>
-
-<p>
-— Penso che non entrerò. Sarebbe una tal seccatura
-doversi mettere a conversare con estranei! Ditemi,
-non lavorate più in giardino, la mattina?
-</p>
-
-<p>
-— No, — rispose Gertrude — del mio giardino non
-esiste più se non la memoria!
-</p>
-
-<p>
-— Come! — esclamò egli. — Spero che i nuovi
-venuti non avranno osato....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-S'interruppe accorgendosi che la fanciulla guardava
-verso la casa, e guardò anch'egli nella medesima
-direzione. Vedute Isabella e Rina ritte di fronte
-a lui, fu costretto a riconoscerle e salutarle. S'avanzò
-dunque verso di loro, e confidandosi che non
-avessero inteso le sue parole, porse a entrambe la
-mano.
-</p>
-
-<p>
-Esse, invece, le avevano intese, ma credevano che
-egli ignorasse di chi parlava; per tanto s'astennero
-dal farne cenno.
-</p>
-
-<p>
-S'ingannavano però. Il signor Bruce sapeva benissimo
-che le nipoti della nuova signora Graham
-erano precisamente la signorina Clinton e la signorina
-Ray da lui conosciute alla Nuova Orléans; tuttavia
-non aveva nessuna voglia di ritrovarsi con
-loro. Ma il manifesto piacere delle giovanette nel
-rivederlo lusingò la sua vanità, e la conversazione
-divenne tosto così animata, che Gertrude potè entrare
-in casa e salire senza ch'essi avvertissero la
-sua scomparsa.
-</p>
-
-<p>
-Ella andò nella camera d'Emilia dove aveva sempre
-libero accesso. Mentre raccontava la sua gita
-mattutina e l'esito delle varie commissioni di cui
-s'era incaricata, la governante sporse la testa dall'uscio,
-e con una faccia e una voce che palesavano
-una grande inquietudine, domandò:
-</p>
-
-<p>
-— Non è ritornata Gertrude? Ah, meno male, siete
-qui! Presto, ditemi se la signora Wilkins ha le
-fragole....
-</p>
-
-<p>
-— Ne ho accaparrate i tre quarti. Non le ha ancora
-mandate?
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_247">[247]</span>
-</p>
-
-<p>
-— No, ma sono contenta di sapere che vengono.
-Mi dà tante noie questo pranzo!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La signora Ellis finì d'entrare, chiuse l'uscio, e
-sedette mandando un gemito che somigliava a un
-grugnito:
-</p>
-
-<p>
-— Affemmia, cara Emilia, non potete farvi una
-idea di quello che le nostre ragazze hanno avuto da
-stirare oggi! — ella esclamò. — La signora Graham
-e le sue nipoti mettono nel nostro bucato un
-visibilio di biancheria fina, trinata, ricamata.... O
-non è una vergogna? Ricche come sono, dovrebbero
-dar da lavare e stirare fuori, mi sembra.... Ho aiutato
-<i>io stessa</i> quanto potevo, ma dice bene la signora
-Prime: non s'ha che due mani per una. E io avevo
-da parlare col macellaro, e fare i budini e il <i>blancmanger</i>,
-e per giunta mi tormentavo a cagione di
-quelle benedette fragole che m'ero dimenticata d'ordinare....
-Dunque la signora Wilkins non aveva ancora
-spedito le sue frutta al mercato?
-</p>
-
-<p>
-— No, ma le stava preparando in fretta; se tardavo
-un poco, non trovavo più nulla.
-</p>
-
-<p>
-— Fortuna che siete arrivata prima! Non so che
-avrei fatto senza le fragole, perchè mi sarebbe mancato
-il tempo d'andare a caccia d'altra frutta. Ne
-avrò appena abbastanza per tutto quello che mi rimane
-da sbrigare avanti pranzo! La signora Graham
-non aveva mai tenuto una casa finora, e non
-sa quanto ce ne vuole per le diverse faccende. Quando
-ritorna di città pretende di trovar ogni cosa in
-perfetto ordine, e non domanda nè cura chi abbia
-spicciato il lavoro.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-In quella s'udì la cuoca chiamare dalla scala di
-servizio:
-</p>
-
-<p>
-— Signora Ellis! Il garzone dell'ortolana ha portato
-le fragole, ma non sono mondate: dice che non
-c'era tempo.
-</p>
-
-<p>
-— Ohimè! — esclamò la governante, stanca e seccata. — E
-chi le monderà, vorrei un po' sapere? Caterina
-non ha un minuto d'avanzo, e io men che
-meno.
-</p>
-
-<p>
-— Le monderò io, — disse Gertrude seguendo la
-governante che scendeva. — Lasciate fare a me, signora
-Ellis!
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_248">[248]</span>
-</p>
-
-<p>
-— No, no! — fece la cuoca. — Vi macchiereste le
-dita, signorina Gertrude; non le toccate.
-</p>
-
-<p>
-— E che importa? Le mie mani non hanno mica
-pelle di guanto: sono lavabili con acqua e sapone.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La governante accettò con gratitudine l'aiuto della
-giovanetta, la quale sedette nel salotto da pranzo,
-e si mise all'opera.
-</p>
-
-<p>
-Intanto Bella e Rina facevano tutto il possibile
-per intrattenere piacevolmente il signor Bruce, che
-seduto sulla scalinata dell'ingresso, con la testa appoggiata
-a un pilastro del portico, lanciava ogni
-tanto un'occhiatina verso l'atrio, e su per la scala,
-nella dolce speranza di veder riapparire Gertrude.
-Infine, non contandoci più, stava per accomiatarsi,
-quando sua sorella Fanny entrò dal cancello, e attraversato
-di corsa il cortile passò davanti al trio,
-precipitosamente, con l'intenzione di salire in casa
-difilato.
-</p>
-
-<p>
-Ma Ben stese un braccio, la colse a volo, e le sussurrò
-qualche parola all'orecchio prima di lasciarla
-andare.
-</p>
-
-<p>
-— Chi è cotesta piccola selvaggia? — domandò
-Rina Ray, mentre Fanny spariva nell'atrio come un
-baleno.
-</p>
-
-<p>
-— Mia sorella, — rispose il giovane col suo tono
-di noncurante indolenza.
-</p>
-
-<p>
-— Davvero? — disse vivamente la fanciulla. — La
-vidi qui altre volte, ma non feci attenzione a lei.
-Non sapevo che fosse <i>vostra</i> sorella. Che bella ragazzina!
-</p>
-
-<p>
-— Vi pare? — fece Ben. — M'incresce di non poter
-dire come voi. Secondo me è uno spauracchio.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Fanny ricomparve, si fermò un momento a piè di
-scala, e gridò senza cerimonie:
-</p>
-
-<p>
-— Dice che non può venire perchè è occupata.
-</p>
-
-<p>
-— Chi? — le chiese Rina afferrandola a sua volta
-e trattenendola.
-</p>
-
-<p>
-— La signorina Flint.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il viso di Ben si tinse d'un lieve rossore che non
-isfuggì a Bella Clinton.
-</p>
-
-<p>
-Rina domandò:
-</p>
-
-<p>
-— E che sta facendo?
-</p>
-
-<p>
-— Monda le fragole.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_249">[249]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Dove vai, Fanny? — disse alla ragazzina il fratello.
-</p>
-
-<p>
-— Di sopra.
-</p>
-
-<p>
-— Hai dunque il permesso di girare per tutta la
-casa?
-</p>
-
-<p>
-— La signorina Flint m'ha detto che posso andar
-a prendere gli uccelli.
-</p>
-
-<p>
-— Che uccelli?
-</p>
-
-<p>
-— I suoi. Metterò la gabbia al sole e canteranno
-stupendamente.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Corse su per le scale, e non tardò a ritornare con
-la gabbia contenente i minuscoli monias che Guglielmo
-aveva mandati da Calcutta.
-</p>
-
-<p>
-— To', Rina, devono essere quelli lì gli uccelli che
-ci destano tutte le mattine col loro schiamazzo! — esclamò
-Isabella.
-</p>
-
-<p>
-— È probabile, — disse Rina. — Fanny, portateli
-qui, vi prego. Vorrei vederli. Dio, che piccole creaturine!
-Guardate, signor Bruce.... Bellini, carini!
-</p>
-
-<p>
-— Posa la gabbia là, sulla soglia, perchè possiamo
-vederli meglio, — disse il giovane.
-</p>
-
-<p>
-— Temo che li spaventiate, — rispose Fanny. — La
-signorina Flint non vuole che si spaventino.
-</p>
-
-<p>
-— Sta' tranquilla, — replicò egli — tratteremo gli
-uccellini della signorina Flint coi più benevoli riguardi.
-Di dove li ha avuti? Lo sai?
-</p>
-
-<p>
-— Vengono dalle Indie orientali. Glieli mandò il
-signor Sullivan.
-</p>
-
-<p>
-— Chi è cotesto signore?
-</p>
-
-<p>
-— Un suo grande amico. Ella riceve spesso lettere
-da lui.
-</p>
-
-<p>
-— Quale signor Sullivan? — domandò Isabella. — Conoscete
-il suo nome di battesimo?
-</p>
-
-<p>
-— Credo sia Guglielmo, — disse Fanny. — La signorina
-Emilia chiama sempre questi uccelli i Guglielmini.
-</p>
-
-<p>
-— Bella! — esclamò Rina. — Gli è il <i>tuo</i> Guglielmo
-Sullivan!
-</p>
-
-<p>
-— Che uomo fortunato! — fece Ben con accento
-sarcastico. — Proprietà d'una bellissima signorina,
-e grande amico di un'altra!
-</p>
-
-<p>
-— Non so che tu voglia intendere, — disse agramente
-Isabella alla cuginetta. — Il signor Sullivan
-<span class="pagenum" id="Page_250">[250]</span>
-è un giovane socio di mio padre, ma sono anni ch'io
-non lo vedo.
-</p>
-
-<p>
-— Fuorchè ne' tuoi sogni, Bella, — insistette l'altra. — Tu
-dimentichi....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La signorina Clinton pareva ora adirata sul serio.
-</p>
-
-<p>
-— Sognate il signor Sullivan, voi? — escì a dire
-Fanny piantandole gli occhi in faccia. — Voglio andar
-a domandare alla signorina Flint se accade anche a
-lei.
-</p>
-
-<p>
-— Brava, — disse Rina — vengo anch'io.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Attraversarono l'atrio correndo, apersero l'uscio
-della sala da pranzo, e fecero l'interrogazione ad
-una voce.
-</p>
-
-<p>
-Còlta così di sorpresa, Gertrude non arrossì nè si
-confuse; rispose tranquillamente:
-</p>
-
-<p>
-— Sì, qualche volta. Ma che ne sapete voi due del
-signor Sullivan? Perchè mi fate cotesta domanda?
-</p>
-
-<p>
-— Oh, per nulla! — rispose Rina. — <i>Anche altre
-persone lo sognano</i>, e facciamo un'inchiesta per
-sapere quante sono.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Richiuse l'uscio e tornò indietro di volo.
-</p>
-
-<p>
-— Gertrude Flint è stata più franca e sincera di
-te! — gridò alla cugina con aria di trionfo. — Era
-meglio confessare la tua piccola debolezza che arrossire
-e negar la verità!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ma lo scherzo, a Bella, non garbava; n'era vivamente
-offesa, e non lo nascondeva. Il signor Bruce,
-impacciato e seccato, s'affrettò a lasciare che le due
-ragazze accomodassero la questione tra loro. Tosto
-ch'egli se ne fu andato, la signorina Clinton piegò
-il suo lavoro di ricamo, e con gran dignità salì
-nella sua camera, mentre Rina, la quale rideva ancora,
-si trattenne da basso, desiderando d'approfittare
-dell'occasione per stringere amicizia con Fanny
-Bruce. Questo desiderio nasceva dal fatto che le piaceva
-non poco il fratello, e ch'ella aveva concepito
-la tanto comune ma spesso erronea speranza d'avvantaggiare
-la propria causa entrando in dimestichezza
-con la sorella. Fors'anche l'induceva a questo
-passo l'aver osservato che Gertrude sembrava
-godere le simpatie dell'uno e dell'altra.
-</p>
-
-<p>
-Invitò dunque Fanny a sedere accanto a lei, le
-cinse la vita con un braccio, poi cominciò dal discorrere
-<span class="pagenum" id="Page_251">[251]</span>
-della signorina Flint, e indagare quali fossero
-le origini dell'intimità di questa con la famiglia
-Bruce, e se fosse più o meno grande di quanto
-pareva.
-</p>
-
-<p>
-La ragazzina, comunicativa per sua natura, l'informò,
-senza farsi pregare, delle circostanze che l'avevano
-condotta a legarsi così strettamente con una
-amica d'alcuni anni maggiore.
-</p>
-
-<p>
-— Anche vostro fratello la conosce da un pezzo,
-non è vero?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, credo, — rispose Fanny in tono di noncuranza.
-</p>
-
-<p>
-— E a lui, piace?
-</p>
-
-<p>
-— Non so, ma penso che debba piacergli; come
-potrebb'essere diversamente?
-</p>
-
-<p>
-— Che v'ha sussurrato in un orecchio quando ci
-siete passata accanto sulla scalinata?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ella non se ne rammentava lì per lì; ma avendole
-Rina ripetuto ciò ch'era venuta a riferire, non
-esitò a rispondere:
-</p>
-
-<p>
-— M'aveva detto di domandarle se non sarebbe
-tornata presto a intrattenersi un po' con lui, e di
-dirle che si tediava mortalmente ad aspettarla.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Rina sporse le labbra in atto di dispetto.
-</p>
-
-<p>
-— Vorrei sapere — ella ripigliò — se la signorina
-Flint usa ricevere visite qui, ed è trattata da pari
-a pari.
-</p>
-
-<p>
-— Ma sicuro! — la rimbeccò Fanny con prontezza. — E
-perchè no? È la più compita signorina ch'io
-abbia mai conosciuta. La mamma dice che le sue
-maniere sono finissime, e mi raccomanda di prenderle
-per modello.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-In quella Gertrude, che era andata a mettere le
-fragole nella ghiacciaia, attraversava la parte posteriore
-del lungo atrio. La ragazzina la chiamò:
-</p>
-
-<p>
-— Signorina Gertrude, siete lesta?
-</p>
-
-<p>
-— Or ora vengo, Fanny, — rispose la giovane.
-</p>
-
-<p>
-— A far che? — interrogò di nuovo Rina.
-</p>
-
-<p>
-— A leggere, — disse la piccola Bruce. — Oggi
-essa leggerà alla signorina Emilia il rimanente dell'<i>Amleto</i>
-di cui le lesse ieri i tre primi atti, ed io ho
-il permesso di star con loro, ad ascoltare. Ci capisco
-poco o nulla, quando lo leggo da me, ma sentito
-<span class="pagenum" id="Page_252">[252]</span>
-da lei diventa tutto piano. È una lettrice maravigliosa.
-Sono venuta apposta per udire la fine
-della tragedia.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Restata sola, Rina si stese sul sofà che era nell'atrio,
-e s'addormentò. Fu destata dalla signora
-Graham, la quale arrivava da Boston poco innanzi
-l'ora d'andare a tavola, e trovatala lì a dormire,,
-ancora in veste da mattina, la scosse per un braccio
-e le disse con quella sua voce che ad onta delle
-migliori intenzioni non poteva essere se non grossa
-e rude:
-</p>
-
-<p>
-— Su, su, Rina Ray, svegliati e va' a vestirti per
-il pranzo! Ho veduto alla finestra Bella già pronta
-e veramente splendida. Vorrei che ti dessi anche tu
-un po' di cura d'abbellirti, di comparire!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ella sbadigliò, e, col suo comodo, obbedì all'ordine
-della zia. Era sua politica, quando aveva offeso
-in qualche modo la cugina, contenersi come se ne
-fosse inconsapevole; Isabella dal canto proprio faceva
-bensì il broncio, ma lo smetteva presto, troppo
-essendole necessaria la sua compagnia. E così non
-tardavano a ritornare amiche più di prima.
-</p>
-
-<p>
-— Bella, — disse Rina, mentre si ravviava i capelli,
-allo specchio — ti rammenti quella ragazzetta
-che tutte le mattine nell'andare a scuola incontravamo
-in compagnia d'un vecchio paralitico?
-</p>
-
-<p>
-— Sì.
-</p>
-
-<p>
-— Io credo, sai, che fosse Gertrude Flint. Ha fatto
-un gran cambiamento, sicuro: ma i lineamenti sono
-sempre gli stessi, e certo non c'è al mondo un altro
-par d'occhi come quelli.
-</p>
-
-<p>
-— Non dubito punto che sia la medesima persona, — rispose
-Isabella freddamente.
-</p>
-
-<p>
-— L'avevi già pensato?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, quando Fanny ha detto che conosce Guglielmo
-Sullivan.
-</p>
-
-<p>
-— E perchè l'hai taciuto?
-</p>
-
-<p>
-— Oh Dio, Rina, io non m'appassiono tanto per
-lei, come te e qualcun altro!
-</p>
-
-<p>
-— Chi altro?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Isabella a sua volta punzecchiava la cuginetta.
-</p>
-
-<p>
-— Il signor Bruce, bambina. O non vedi ch'è mezzo
-innamorato di lei?
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_253">[253]</span>
-</p>
-
-<p>
-— No, non lo vedo, punto. Si conoscono da molto
-tempo, così mi ha detto Fanny, ed è naturale che
-tratti con gentilezza e con rispetto una ragazza tenuta
-dai Graham in tanto conto. Ma non credo davvero
-ch'egli voglia prendersi d'amore per una che,
-oltre l'esser povera, non ha nemmeno una famiglia.
-</p>
-
-<p>
-— Forse infatti <i>non vorrebbe</i>.
-</p>
-
-<p>
-— E <i>non è</i>. Gertrude Flint non fa per lui. Egli
-ha frequentato molto il bel mondo non solo a Boston
-ma a Parigi, e gli si conviene una moglie di
-spirito gaio, amante della buona compagnia, che
-sappia spendere e figurare.
-</p>
-
-<p>
-— Dici bene.... Una Rina Ray, per esempio.
-</p>
-
-<p>
-— Questa è ridicola, Bella!... Parrebbe che non si
-possa parlare senza pensar a sè stessi! Che me ne
-importa a me di Ben Bruce?
-</p>
-
-<p>
-— Io non so se te ne importi: ma so che non mi
-strapperei i capelli a proposito di lui, come fai tu
-in questo momento. Suona la campana per il pranzo,
-e tu sarai in ritardo, al solito.&nbsp;—
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XXVIII.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Dalla natura sua, savia, sincera,</p>
-<p>Schiettamente leale, a lei deriva</p>
-<p>La dignità ch'è salda come un centro.</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Lowell.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Il crepuscolo di quel medesimo giorno trovò Gertrude
-ed Emilia sedute a una finestra che s'apriva
-verso ponente e dominava una magnifica veduta.
-La giovanetta descriveva alla sua amica cieca il
-pomposo spettacolo offerto dai cumuli di splendide
-nuvole tinte di porpora e d'oro; questa, ascoltando
-la maravigliosa descrizione dell'aspetto assunto dalla
-natura nell'ora più cara ad entrambe, partecipava
-al godimento della compagna.
-</p>
-
-<p>
-Lentamente la gloria del tramonto svanì. Solo una
-lunga striscia d'oro pallido listava ancora l'orizzonte,
-mentre le stelle spuntavano ad una ad una,
-e sembravano guardare entro quella finestra con un
-sorriso di saluto.
-</p>
-
-<p>
-Nel salotto terreno c'era gente venuta di città:
-<span class="pagenum" id="Page_254">[254]</span>
-suoni di voci allegre e di risa salivano portati dalla
-brezza vespertina, ma così addolciti per la lontananza
-che contrastavano con la quiete della camera
-senza turbarla.
-</p>
-
-<p>
-— Dovresti scendere, Gertrude, — disse Emilia. — Pare
-che si divertano, e mi farebbe piacere sentire
-le tue risa fra quelle degli altri.
-</p>
-
-<p>
-— No, no, cara, sto più volentieri con voi; — rispose
-la fanciulla — costoro sono quasi tutti estranei
-per me.
-</p>
-
-<p>
-— Come vuoi, figliuola; ma mi rincresce tenerti
-appartata dalla gioventù.
-</p>
-
-<p>
-— Non potreste mai tenermi in vostra compagnia
-più a lungo di quanto io desideri starci; sapete che
-vi preferisco ad ogni altra persona.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-E ripresero la loro conversazione che, sebbene misurata
-e calma, non mancava d'amenità, e neppure
-d'arguzia.
-</p>
-
-<p>
-Furono interrotte da Caterina mandata dalla signora
-Graham ad annunziare la visita della signora
-Bruce, la quale desiderava salutare Emilia.
-</p>
-
-<p>
-— Bisogna dunque ch'io scenda, — disse la cieca. — Vieni
-anche tu, Gertrude?
-</p>
-
-<p>
-— No, non vorrei, salvo che non abbia chiesto di
-me. Caterina, m'ha menzionata, la signora Graham?
-</p>
-
-<p>
-— Ha «minzionato» soltanto la signorina Emilia, — rispose
-la ragazza.
-</p>
-
-<p>
-— Allora resto qui.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Emilia non insistette e andò senza di lei.
-</p>
-
-<p>
-Ma poco dopo il campanello della porta di casa
-squillò di nuovo. Pareva una serata di ricevimento.
-E questa volta Gertrude fu invitata espressamente
-a scendere, perchè il dottor Jeremy e la sua signora
-volevano vederla.
-</p>
-
-<p>
-Il salotto era pieno quand'ella entrò; non rimaneva
-una seggiola libera. Tutti gli occhi si fissarono
-sulla giovanetta che si presentava inaspettata dai
-più, e sola. Al contrario di ciò che s'attendevano
-Isabella e Rina, le quali l'osservavano curiose, ella
-non mostrò pur ombra d'impaccio nè di goffaggine:
-ma girato placidamente lo sguardo di gruppo in
-gruppo finch'ebbe scoperto la signora Jeremy, attraversò
-la vasta sala con la grazia che la distingueva,
-<span class="pagenum" id="Page_255">[255]</span>
-e altrettanta franchezza e disinvoltura che
-se non ci fosse stato nessuno.
-</p>
-
-<p>
-Salutò la signora, cordialmente come sempre, poi
-si volse in cerca del dottore. Questi sedeva nel vano
-d'una finestra, con Fanny, mezzo nascosto dalla
-tenda. Prima ch'egli potesse venire a lei, la signora
-Bruce le diresse un cenno amichevole, da un angolo
-nella parte opposta della stanza. Ella andò a
-stringerle la mano. Ben, il quale si trovava lì presso
-in un circolo di signorine e giovanotti eleganti, ed
-era così assorto nello spiare ogni sua mossa che
-lasciava senza risposta una domanda di Rina Ray,
-s'alzò prontamente e le offerse la seggiola dicendo:
-</p>
-
-<p>
-— Sedete qui, signorina Gertrude, ve ne prego.
-</p>
-
-<p>
-— Grazie, — ella rispose — ma vedo là il mio
-buon amico dottor Jeremy, che m'aspetta; non vi
-disturbate dunque....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il dottore le venne incontro fino a metà della sala,
-le prese tutt'e due le mani, e la condusse nel vano
-della finestra dove la fece sedere al posto prima occupato
-da lui accanto a Fanny. Allora Ben Bruce,
-con grande stupore di quanti lo conoscevano, gli
-portò la propria seggiola, collocandola di faccia a
-Gertrude. Nessuno avrebbe creduto capace di tanto
-rispetto per l'età canuta quello zerbinotto che vantava
-la sua educazione moderna.
-</p>
-
-<p>
-— È forse una figlia del signor Graham? — domandò
-a Isabella Clinton una giovanetta seduta vicino
-a lei.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, no! — rispose questa. — È una ragazza che
-la signorina Graham ha fatto educare, e ora tiene
-seco: una specie di lettrice e damigella di compagnia.
-Il suo nome è Flint.
-</p>
-
-<p>
-— Come dite che si chiama quella signorina? — domandò
-un galante ufficialetto sporgendosi verso
-Isabella.
-</p>
-
-<p>
-— Signorina Flint.
-</p>
-
-<p>
-— Flint.... Ah, una graziosa persona, assai fine!
-Con che gusto originale s'acconcia i capelli!
-</p>
-
-<p>
-— Sì, quella pettinatura dona molto al suo tipo, — osservò
-la giovanetta che aveva interrogato per
-la prima la nipote della signora Graham. — Non
-vi sembra?
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_256">[256]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Non saprei, — rispose il tenente. — Ma qualche
-cosa le dona certo, perchè ha un aspetto piacentissimo.
-Bruce, — egli soggiunse rivolgendosi a
-Ben che ritornava dopo aver compiuto il suo straordinario
-sforzo di gentilezza — chi è cotesta signorina
-Flint? Sono stato qui altre volte, ma non l'avevo
-mai veduta.
-</p>
-
-<p>
-— Non ve ne maravigliate. Si mostra di rado, — disse
-quegli. — Carina, eh?
-</p>
-
-<p>
-— Ha una bella figura, ma non mi sono ancora
-fatto una chiara idea di lei. Prima di tutto, chi è?
-</p>
-
-<p>
-— Una specie di figlia adottiva del signor Graham,
-credo.... una protetta della signorina Emilia.
-</p>
-
-<p>
-— Ah, poverina! Un'orfana?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, m'immagino, — mormorò Ben mordendosi
-le labbra.
-</p>
-
-<p>
-— Peccato! Poverina! — riprese l'altro. — Ma
-avete ragione, Ben, è carina assai, segnatamente
-quando sorride; v'è un non so che d'attrattivo nel
-suo viso.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-V'era senza dubbio per Ben Bruce, perchè pochi
-minuti dopo Rina s'avvide ch'egli non era più nel
-salotto, e lo scoperse affacciato dal portico alla finestra
-nel cui vano sedevano il dottore, Gertrude e
-Fanny, discorrendo con loro. La conversazione era
-animatissima: pareva ci fosse una battaglia di frizzi
-fra gl'interlocutori; il vecchio medico rideva forte,
-e le due ragazze spesso gli facevano eco. Rina
-sopportò finchè potè, poi con atto risoluto attraversò
-a rapidi passi la sala, e s'unì al loro gruppo, curiosa
-di conoscere la causa di tanta ilarità.
-</p>
-
-<p>
-Ma per lei era un enigma: si parlava d'un buffonesco
-berretto con una lunga nappina, e di pisoli
-sull'erba nelle ore pomeridiane; il dottor Jeremy faceva
-bizzarre allusioni a un vecchio pero, a trappole
-tese ai ladri, e altre ancora che ricordavano a
-Gertrude le circostanze del suo primo incontro con
-lui e col giovane Bruce.
-</p>
-
-<p>
-La signorina Ray cominciava a comprendere che
-essendole il soggetto del discorso affatto estraneo,
-ella aveva un po' l'aria di un'intrusa; ma Gertrude
-accortasi del suo impaccio l'invitò gentilmente a
-sedersi, facendole posto accanto a sè, e disse:
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_257">[257]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Il dottore parla del tempo ch'egli, o se vuole,
-che <i>noi</i>, lui ed <i>io</i>, s'andava a rubare frutta nell'orto
-della signora Bruce, dove il signor Bruce ci colse in
-flagrante.
-</p>
-
-<p>
-— Volete dire, mia cara, — l'interruppe Jeremy — che
-noi cogliemmo il signor Bruce. Credo che
-s'io non l'avessi risvegliato così energicamente, questo
-giovanotto dormirebbe ancora!
-</p>
-
-<p>
-— Certo, quel primo nostro incontro fu il più gran
-risveglio della mia vita! — disse Ben parlando in
-apparenza al dottore, ma rivolgendo a Gertrude uno
-sguardo significativo. — E non mi costò un pisolo
-solo.... Quanto mi dispiace, signorina, che abbiate
-cessato di coltivare le vostre aiuole, come allora! Di
-grazia, perchè mai?
-</p>
-
-<p>
-— La signora Graham ha fatto rimodernare tutto
-il giardino, e il nuovo giardiniere non ha bisogno
-de' miei servigi nè li desidera. Egli ha i suoi metodi
-e i suoi disegni: non m'è lecito di competere
-con un professore dell'arte. Io non farei che guastare.
-</p>
-
-<p>
-— Ma io invece dubito che i risultati ottenuti da
-lui siano altrettanto felici. Non vedo più la quantità
-di bei fiori che c'era nelle stanze a tempo <i>vostro</i>.
-</p>
-
-<p>
-— A lui non piace coglierli come piaceva a me.
-Io desideravo ornare di fiori l'appartamento anzichè
-curarmi dell'apparenza del giardino; il giardiniere
-ha idee affatto opposte alle mie.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Rina diresse al signor Bruce alcune domande sul
-soggetto del giardinaggio, e il dottore continuò a discorrere
-animatamente con Gertrude, finchè la signora
-Jeremy si levò per accomiatarsi ed avvicinatasi
-alla finestra disse:
-</p>
-
-<p>
-— Dottor Jerry, avete dato a Gertrude la sua lettera?
-</p>
-
-<p>
-— Oh, povero me! — esclamò il dottore. — Per
-poco non l'ho dimenticata.... — Frugò nelle sue tasche
-e tirò fuori una busta coperta di francobolli
-d'ogni colore che ne denotavano la provenienza esotica. — Guardate,
-Gertrude, roba di Calcutta, genuina.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ella prese la lettera, e ringraziò il dottore, palesando
-con l'espressione del suo viso ch'era lieta di
-<span class="pagenum" id="Page_258">[258]</span>
-riceverla; quel piacere però si velava di mestizia,
-perchè non le erano pervenute ancora se non una
-volta sola notizie di Guglielmo dopo ch'egli aveva
-saputo la morte della madre, e il suo scritto era
-stato uno sfogo di dolore così veemente, che la vista
-de' suoi caratteri quasi le faceva male, prevedendone
-ella un altro non meno disperato.
-</p>
-
-<p>
-Il signor Bruce, che la fissava aspettandosi di vederla
-mutar colore e conturbarsi nel ricevere quella
-lettera in presenza di tanti testimoni, fu tranquillato
-dalla compostezza con cui essa la tolse dalla
-mano del dottore e la tenne, senza dissimularla,
-nella propria, mentre salutava lui e la signora. Ella
-li accompagnò fino alla porta di casa, poi s'avviò
-per salire alla sua camera; ma a piè della scala
-incontrò il giovane, il quale, indovinata la sua intenzione,
-era venuto in fretta dal portico raggiungendola
-nell'atrio, a tempo per impedirle il passo.
-</p>
-
-<p>
-— È dunque una lettera molto importante, — diss'egli — giacchè
-private la compagnia della vostra
-gradita presenza per l'ansietà di conoscerne il
-contenuto.
-</p>
-
-<p>
-— È d'un amico delle cui notizie sono infatti ansiosa, — ella
-rispose gravemente. — Vogliate, prego,
-scusarmi con vostra madre, se chiede di me;
-quanto agli altri ospiti, io sono per loro un'estranea,
-e nessuno s'accorgerà della mia assenza.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, signorina Gertrude, è inutile venir qui per
-vedervi; siete per lo più invisibile.... In qual parte
-del giorno c'è maggior probabilità di trovarvi libera
-da impegni?
-</p>
-
-<p>
-— Quasi in nessuna. Sono oltremodo occupata, io.
-Ma signor Bruce, non voglio più tenervi lontano dalle
-altre signorine.... Buona notte!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-E Gertrude così dicendo corse su per le scale, lasciando
-Ben incerto se stizzirsi contro di lei o contro
-sè medesimo.
-</p>
-
-<p>
-All'opposto di quanto la fanciulla s'immaginava,
-la lettera di Guglielmo lenì il dolore ch'ella aveva
-anticipatamente provato pensando a lui. La morte
-del nonno, e specie quella della madre, perdita ben
-più grave, avevano così profondamente abbattuto
-l'animo del giovane, che la prima sua risposta alle
-<span class="pagenum" id="Page_259">[259]</span>
-comunicazioni di Gertrude era stata scritta in un
-tono di scoramento e d'angoscia tale, da spaventarla,
-da farle temere perfino che la cristiana virtù
-della fortezza gli fosse venuta meno sotto il peso della
-doppia sventura.
-</p>
-
-<p>
-Fu dunque un grande sollievo per lei il vedere che
-egli adesso scriveva con maggior calma. S'era preso
-a cuore l'ultima preghiera della madre in cui ella
-lo esortava a sottomettersi ai voleri di Dio, e quantunque
-sempre intensamente afflitto, andava acquistando
-pazienza e rassegnazione. Ma in questa lettera
-non parlava a lungo di sè e del proprio cordoglio.
-</p>
-
-<p>
-Le tre pagine coperte di fitti caratteri erano quasi
-tutte dedicate a Gertrude. Con fervide parole egli
-le manifestava la sua gratitudine per l'attiva bontà
-e l'amore con cui ella aveva rallegrato e confortato
-gli ultimi giorni de' suoi cari, e pregava il Signore
-di benedirla, e ricompensarla della abnegazione e
-della sua costanza. Chiudeva dicendo:
-</p>
-
-<p>
-«Tu sei tutto quanto mi resta al mondo; le mie
-speranze, le mie fatiche, le mie orazioni, sono per
-te sola. Se prima t'amavo, Gertrude, ora mi sento
-avvinto a te da un vincolo più forte d'ogni legame
-terreno. Mi conceda il Cielo di potere un giorno rivederti!»
-</p>
-
-<p>
-Per più di un'ora, dopo finito di leggere, ella rimase
-assorta nelle sue meditazioni. Ritornava col
-pensiero alla casa dello zio True divenuta la sua,
-ai giorni in cui Guglielmo e lei passavano insieme,
-da buoni compagni, tante ore felici e non si sognavano
-nemmeno la lunga separazione che doveva seguire
-così presto; riandava nella memoria gli eventi
-successivi che l'avevano recata alle sue condizioni
-odierne. Le voci dei visitatori che s'accomiatavano
-la scossero dalla sua fantasticheria.
-</p>
-
-<p>
-La signora Bruce ed i suoi figliuoli si trattennero
-ancora finchè furono partite le carrozze con gli ospiti
-venuti dalla città, e nell'atto che, fermi sotto la
-finestra di Gertrude, salutavano la signora Graham,
-questa disse:
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_260">[260]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Rammentatevi, signor Bruce, noi pranziamo
-alle due. Verrete anche voi, spero, signorina Fanny.
-Conto poi su tutt'e due per la nostra gita.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Dunque, Ben Bruce, uno dei prossimi giorni pranzerebbe
-in casa Graham; Gertrude udì, e i suoi pensieri,
-abbandonando il passato, si concentrarono nel
-presente.
-</p>
-
-<p>
-Le attenzioni del giovane per lei erano state osservate
-quella sera; ed ancor più l'ammirazione che
-egli aveva trovato modo di manifestarle coi complimenti
-sussurrati al suo orecchio. Nè questa nè
-quelle erano cercate o desiderate dalla fanciulla,
-che, d'alta mente e aliena d'ogni civetteria quale
-era, non se ne sentiva affatto lusingata; anzi l'offendeva
-nel suo rispetto di sè stessa l'aria presuntuosa
-e sicura con cui le faceva la corte. Giovanetto diciassettenne,
-lo aveva giudicato indolente e ineducato.
-Il suo senso di giustizia tuttavia l'avrebbe
-fatta recedere da questo giudizio se quando la loro
-conoscenza s'era rinnovata, dopo alcuni anni, egli
-avesse mostrato un mutamento vantaggioso nel carattere
-e nelle maniere. Ma così non era, nè l'esteriore
-politezza data dall'uso del mondo e dalla studiata
-eleganza poteva abbagliare il discernimento
-di Gertrude: ella aveva quindi presto avvertito che
-gli antichi difetti permanevano, rafforzati, anzi, e
-posti in rilievo da una mal celata vanità. Adolescente,
-egli aveva fissato la fanciulla con insistenza, per
-sfrontatezza, e chiesto il suo nome per curiosità oziosa:
-giovane bellimbusto, voleva amoreggiare con lei
-perchè il tempo gli pesava e non sapeva che fare
-di meglio.
-</p>
-
-<p>
-Ma con somma sua maraviglia Ben Bruce aveva
-trovato che la «campagnuola», com'egli soleva
-chiamarla avendola sempre veduta in campagna,
-era totalmente insensibile alle sue lusinghe, alla sua
-preferenza ambita da più d'una bellezza cittadina.
-Ella pareva non curarsi dell'ammirazione che le tributava,
-e s'egli ricorreva ai motti pungenti aveva
-la peggio. Se la cercava, come soleva quando ella
-coltivava il suo giardino, non giungeva a distrarla
-dal suo lavoro nè a trattenerla dopo finito; se l'incontrava
-per via e s'accompagnava a lei lasciandole
-<span class="pagenum" id="Page_261">[261]</span>
-scorgere nella sua fatuità che presumeva di
-farle un grande onore, ella opponeva alle stucchevoli
-adulazioni un contegno fermamente dignitoso;
-quando poi egli arrischiava qualche complimento
-più diretto, lo pigliava nel senso d'uno scherzo e ribatteva
-con tanta giocosità e tanta arguzia, da suscitare
-nell'opaco spirito del povero Ben il dubbio
-d'essersi reso ridicolo. E ciò non perchè Gertrude si
-compiacesse nel ferire i sentimenti d'un uomo disposto
-ad amarla, ma perchè comprendeva ch'egli non
-era sincero, e il suo nobile orgoglio non tollerava
-di venir preso a giuoco.
-</p>
-
-<p>
-Era una cosa nuova per Ben Bruce il vedere una
-signorina indifferente a' suoi meriti; e la sua ambizione
-ne fu stimolata al punto, ch'egli si propose di
-guadagnarsi ad ogni costo le grazie della fanciulla.
-Non trascurava dunque nessuna occasione di trovarsi
-con lei.
-</p>
-
-<p>
-Ma mentre si sforzava di conquistarla, rimase còlto
-egli stesso nel proprio laccio; poichè pur non riuscendo
-a destare simpatia in Gertrude, non poteva
-essere insensibile anche lui a' suoi pregi. Perfino la
-comparativamente ottusa intelligenza di Ben arrivava
-a riconoscere la grande superiorità di quella
-giovanetta sulla maggior parte delle sue coetanee,
-a sentire nella sua vivace originalità, in contrasto
-con l'insipida vita mondana, un incanto che finì col
-vincerlo.
-</p>
-
-<p>
-L'ardore e la perseveranza del giovane nel manifestarle
-la sua ammirazione avevano già cominciato
-ad importunarla quando, sul principio dell'autunno,
-ella aveva lasciato la casa del signor Graham;
-s'era perciò rallegrata udendo, poco appresso,
-che egli accompagnava sua madre a Washington, e
-sarebbe stato assente parecchi mesi.
-</p>
-
-<p>
-Ben, invece, si staccò a malincuore da Gertrude;
-tuttavia, in mezzo alla spensierata gaiezza delle città
-meridionali, trovò modo d'ingannare il tempo abbastanza
-piacevolmente. Si ricordò di lei incontrandosi
-alla Nuova Orléans coi Graham e la loro compagnia:
-anzi, bisogna dire ad onore del suo criterio,
-che più la comparava con le vane figlie della moda,
-e più alto ella saliva nella sua stima.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_262">[262]</span>
-</p>
-
-<p>
-Glielo aveva detto senza esitare, rivedendola per
-la prima volta, la mattina che con grande maraviglia
-delle due cugine era venuto ad accompagnarla
-fino a casa: e da allora la crescente passione delle
-sue parole e delle sue maniere, in cui appariva una
-sincerità che vi mancava per l'innanzi, impensieriva
-la fanciulla. Ella risolse pertanto quella sera
-d'evitare il signor Bruce in ogni possibile occasione;
-ma dovette bentosto persuadersi che non era facile.
-</p>
-
-<p>
-Il giorno seguente il signor Graham ritornò di
-città verso mezzogiorno e andò a sedere nell'atrio
-dove stavano, al solito, le due signorine; poi, spiegato
-il suo giornale, lo porse a Rina chiedendole di
-leggergli le notizie.
-</p>
-
-<p>
-— Che debbo leggere? — domandò ella prendendo
-il foglio, piuttosto di mala voglia.
-</p>
-
-<p>
-— L'articolo di fondo, prego.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Rina voltò e rivoltò le pagine del giornale, le scorse
-in fretta con l'occhio, e dichiarò che non sapeva
-quale articolo fosse quello. Il signor Graham la
-guardò attonito, e le additò in silenzio la colonna
-desiderata. La ragazza incominciò, ma aveva appena
-letto alcune righe ch'egli l'interruppe dicendo
-con impazienza:
-</p>
-
-<p>
-— Meno furia! Non arrivo ad afferrare una parola!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ella cadde nell'eccesso opposto, strascicando le sillabe,
-così intollerabilmente da farsi interrompere di
-nuovo dal suo uditore, il quale le ordinò di dare il
-foglio a Isabella.
-</p>
-
-<p>
-Questa lo prese dalle mani dell'imbronciata Rina,
-e finì di leggere l'articolo, non però senza essere
-due o tre volte ammonita a pronunziare in modo
-più intelligibile.
-</p>
-
-<p>
-— Desiderate qualche altra cosa, signore? — ella
-domandò.
-</p>
-
-<p>
-— Sì, ti prego, cerca le notizie marittime, e leggimi
-la lista dopo i piroscafi.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Più fortunata di sua cugina, Bella trovò subito il
-posto, e lesse:
-</p>
-
-<p>
-«A Canton, aprile 30, nave mercantile Anna
-Maria, Ray, s. c. r. n. t....» O che significa?
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_263">[263]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Scaricante, s'intende. Avanti.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Bella seguitò a compitare con aria perplessa due
-o tre altre enigmatiche abbreviazioni, finchè il signor
-Graham quasi le strappò di mano il giornale
-mormorando:
-</p>
-
-<p>
-— Stupida! Non saper leggere le notizie marittime!
-Dov'è Gertrude? Dov'è Gertrude Flint? Quella
-è la sola ragazza capace a qualche cosa ch'io abbia
-mai veduta.... Rina, fa' il piacere d'andare a chiamarla.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Sebbene alquanto riluttante, Rina andò, e disse a
-Gertrude ciò di cui era richiesta. Ella ne fu stupita;
-da quando aveva resistito alla volontà del vecchio
-signore mantenendo con fermezza il suo proposito
-di lasciare la casa, egli non le aveva più chiesto di
-fargli la consueta lettura. Nondimeno obbedì sollecitamente
-alla sua chiamata, e sedutasi nella poltrona
-accanto alla porta, abbandonata da Isabella,
-cominciò dalle notizie marittime, e senz'altre domande
-passò d'articolo in articolo nell'ordine che sapeva
-preferito dal signor Graham.
-</p>
-
-<p>
-Sdraiato nel suo ampio seggiolone, di faccia a
-un'ottomana su cui poggiava il piede gottoso, egli
-pareva quanto mai sodisfatto, e quando Bella e Rina
-furono salite nella loro camera, osservò:,
-</p>
-
-<p>
-— Non sembra d'essere tornati ai giorni antichi,
-eh, Gertrude?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Poi chiuse gli occhi, e di lì a pochi minuti il suo
-respiro profondo e regolare avvertì la giovanetta
-ch'egli s'era addormentato.
-</p>
-
-<p>
-Visto che non le sarebbe stato possibile passare
-senza rischio di destarlo, ella posò il giornale, e si
-chinò per prendere dalla sua tasca un lavoretto,
-giacchè ben di rado rimaneva un momento oziosa.
-In quell'atto notò sulla soglia un'ombra, e alzando
-il viso si vide davanti proprio la persona che s'era
-proposta d'evitare.
-</p>
-
-<p>
-Il signor Bruce la fissava con la sua aria indolente
-d'uomo sicuro di sè, da cui sempre tanto si
-sentiva offesa. Egli teneva in una mano un mazzo
-di rose reggendolo in modo da presentarlo alla sua
-ammirazione.
-</p>
-
-<p>
-— Bellissime! — ella disse gettando uno sguardo
-<span class="pagenum" id="Page_264">[264]</span>
-ai ramicelli carichi d'una lussureggiante fioritura
-di rose muscose ancora in bocciuolo: ve n'erano di
-porporine e di bianche.
-</p>
-
-<p>
-Parlava a voce sommessa temendo di rompere il
-sonno del signor Graham. Egli abbassò la sua fino
-a un mormorio appena percettibile per dirle, mentre
-faceva oscillare le rose sul capo di lei:
-</p>
-
-<p>
-— Le credevo belle quando le ho còlte, ma adesso
-il paragone le fa scomparire.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-E guardava espressivamente le gote della fanciulla.
-</p>
-
-<p>
-Questo vieto complimento, parve a Gertrude oltremodo
-insulso, venuto dalla bocca del signor Bruce.
-Ella si rizzò, per uscire dalla porta della facciata,
-dicendo:
-</p>
-
-<p>
-— Attraverso il portico e mando a dire alle signore
-che siete qui.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, no, ve ne prego! — fece egli sbarrandole il
-passo. — Sarebbe una crudeltà. Io non ho il minimo
-desiderio di vederle.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il suo gesto era così risoluto, che Gertrude si trovò
-costretta a ritrarsi dalla soglia e sedere di nuovo.
-Ma nel farlo una viva contrarietà si mostrava nel
-suo viso. Tolse di tasca un lavoro di cucito e vi si
-applicò.
-</p>
-
-<p>
-Ben Bruce trionfava. E tentò d'approfittare della
-vittoria:
-</p>
-
-<p>
-— Signorina Gertrude, volete farmi l'onore di portare
-oggi questi fiori nei capelli?
-</p>
-
-<p>
-— Io non porto fiori vistosi, — ella rispose senza
-levar gli occhi dalla mussolina che cuciva.
-</p>
-
-<p>
-Egli s'immaginò che fosse a cagione d'un lutto,
-perchè ella indossava un semplicissimo abito nero,
-e scelti tutti i bocciuoli di rose bianche glieli offerse
-pregandola di ornarne per amor suo quei serici capelli
-bruni con cui il loro candore avrebbe fatto un
-mirabile contrasto.
-</p>
-
-<p>
-— Vi sono obbligatissima, — disse Gertrude — non
-ho mai veduto rose più belle, ma io non sto
-punto sulle gale, lo sapete, e credetemi, dovete scusarmi.
-</p>
-
-<p>
-— Sicchè voi rifiutate i miei fiori?
-</p>
-
-<p>
-— Ma no, li accetto con piacere, — ella replicò,
-<span class="pagenum" id="Page_265">[265]</span>
-rizzandosi — se mi permettete d'andar a prendere
-un vaso d'acqua e metterli nel salotto dove tutti potremo
-goderli.
-</p>
-
-<p>
-— Io non li ho recisi e portati qui a benefizio dell'intera
-famiglia, — replicò Ben, con tono quasi di
-risentimento. — Se voi non volete ornarvene, li offrirò
-a qualcuno che lo farà volentieri.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Egli pensava che questa minaccia la spaventerebbe,
-perchè la sua vanità era tale, che ascriveva il
-contegno della fanciulla a mèra civetteria, e posto
-che in altri casi simili esso non aveva potuto se non
-aumentare la sua ammirazione per lei, lo credeva
-dettato dal desiderio di produrre quest'effetto.
-</p>
-
-<p>
-— La punirò, — disse in cuor suo, rifacendo accuratamente
-il suo mazzo di rose, col proposito di
-presentarlo a Rina la quale senza dubbio sarebbe
-stata lieta di riceverlo.
-</p>
-
-<p>
-— Dov'è Fanny, oggi? — domandò Gertrude, premendole
-di mutare discorso.
-</p>
-
-<p>
-— Non so, — rispose Ben secco secco, per significare
-che non aveva nessuna voglia d'intrattenersi
-su Fanny.
-</p>
-
-<p>
-Seguì un breve silenzio, durante il quale egli stette
-a fissare le dita della fanciulla intenta a cucire.
-</p>
-
-<p>
-— Come siete assorta nel vostro lavoro! — disse
-infine. — Non alzate gli occhi un momento.... Vorrei
-essere attraente come quel pezzo di mussolina!
-</p>
-
-<p>
-— E io vorrei che foste altrettanto innocuo! — pensò
-ella.
-</p>
-
-<p>
-— Non vi date gran pena per far passare piacevolmente
-il tempo a un ospite venuto col solo fine
-di vedervi.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-— Credevo che veniste perchè invitato dalla signora
-Graham.
-</p>
-
-<p>
-— E non dovetti corteggiare Rina un'ora buona,
-per ottenerlo, l'invito?
-</p>
-
-<p>
-— Se l'avete carpito con inganno non meritate che
-vi si faccia festa, — ella ribattè, sorridendo.
-</p>
-
-<p>
-— È molto più facile piacere a Rina che a voi, — osservò
-egli.
-</p>
-
-<p>
-— Rina è molto affabile e graziosa.
-</p>
-
-<p>
-— Sì, ma io non darei un vostro sorriso per....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude l'interruppe:
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_266">[266]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Ah, una visita! È una nostra vecchia amica....
-Lasciatemi passare, vi prego, signor Bruce.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Mentre parlava, il cancello del cortile era stato
-aperto e richiuso, e il giovanotto, voltatosi a guardare
-in quella direzione, vide venire innanzi la signora
-a cui Gertrude era così ansiosa d'andare incontro.
-</p>
-
-<p>
-— Non abbiate tanta fretta d'abbandonarmi, — egli
-disse. — Quella piccola centenaria, che a quanto
-sembra vi procura una grande sodisfazione con la
-sua comparsa, ci metterà mezz'oretta ad arrivare
-fin qui camminando del suo passo!
-</p>
-
-<p>
-— È una vecchia amica, vi ripeto, bisogna ch'io
-vada a riceverla.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-L'aspetto di Gertrude s'era fatto serio. Il giovane
-si vergognò d'insistere più oltre nella sua incivile
-opposizione, e, rizzandosi, lasciò libera la soglia che
-ingombrava.
-</p>
-
-<p>
-La signorina Marta Pace, giacchè era lei la vecchietta
-che faticosamente attraversava il cortile, vedendo
-la fanciulla diede segni di viva gioia, e si
-mise ad agitare con gesto teatrale un enorme ventaglio
-di penne, suo favorito modo di saluto. Quando
-questa le fu presso, ella le prese tutt'e due le
-mani e si trattenne un poco a discorrere; poi proseguirono
-insieme verso la casa dove entrarono dalla
-porta di dietro.
-</p>
-
-<p>
-Ben, deluso, capì ch'era inutile aspettare il ritorno
-di Gertrude, e si diresse verso il giardino nella
-speranza d'attirare l'attenzione di Rina.
-</p>
-
-<p>
-Il signor Bruce era troppo fidente nel potere della
-ricchezza e d'un grado elevato nel bel mondo, perchè
-non si tenesse sicuro che l'orfana sarebbe pronta
-ad accettare come un'insperata fortuna il suo
-nome e il godimento del suo patrimonio, se glieli
-avesse offerti. Per quanto fredda, per quanto disdegnosa
-ella gli si mostrasse, nulla gli avrebbe fatto
-ammettere che una ragazza senza famiglia e senza
-un centesimo, volesse lasciar perdere una tale occasione
-di collocarsi.
-</p>
-
-<p>
-Più d'una madre fornita di prudenza e mondana
-saviezza aveva cercato la sua amicizia; più d'una
-signorina, anche tra quelle di cospicuo parentado,
-<span class="pagenum" id="Page_267">[267]</span>
-e ricche, aveva gradito le sue attenzioni; e persuaso
-com'egli era che col molto denaro da lui posseduto
-poteva comperarsi per isposa la fanciulla preferita,
-chiunque ella fosse, gli sarebbe parsa risibile l'idea
-che Gertrude si stimasse al di sopra delle altre.
-</p>
-
-<p>
-Egli non era tuttavia risoluto al grave passo di
-una deliberata rinunzia ai numerosi vantaggi di cui
-godeva. S'era proposto di conquistare la considerazione
-e l'amore della ritrosa giovanetta, e benchè ne
-fosse preso più che non credesse, per ora non mirava
-ad altro. Costretto a riconoscere di non aver
-fatto breccia fino a quel momento, meditava di ricorrere
-a una tattica diversa, e, con un egoismo e
-una bassezza troppo comuni, s'appigliò a un artifizio
-che, se conseguiva il suo fine, doveva cagionare
-la mortificazione, e forse l'infelicità d'una terza persona.
-Appunto col disegno di fare la corte a Rina
-per ingelosire Gertrude, egli si dirigeva verso il
-giardino dove si confidava che la sua presenza l'avrebbe
-attirata.
-</p>
-
-<p>
-Oh, quale vergognoso e colpevole inganno! Rina
-già era inclinata ad amare Ben Bruce, e il suo cuore
-tanto tenero e anche tanto credulo, la disponeva a
-cader vittima della duplicità di costui.
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XXIX.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>È questo il mondo che ammiriamo? Questa</p>
-<p>L'umanità che chiamasi civile?</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Anna More.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Mentre, mezz'ora innanzi il pranzo, la signora
-Graham, le sue nipoti, Ben e Fanny Bruce, e il tenente
-Osborne, sedevano nel salotto, la sovrastante
-camera d'Emilia risonava di un'allegria che pungeva
-la loro curiosità. Non un'allegria clamorosa o
-sguaiata, ma schietta. Si distinguevano le risate argentine
-di Gertrude, a cui Emilia stessa univa in
-qualche scoppio le sue. Ed alle loro voci si mescolava
-una terza, oltremodo strana.
-</p>
-
-<p>
-Rina Ray corse due o tre volte alla porta anteriore
-dell'atrio per udir meglio, e indovinare il soggetto
-di quell'ilarità cordiale; l'ultima, rientrò annunziando
-<span class="pagenum" id="Page_268">[268]</span>
-che Gertrude scendeva con la regina delle
-streghe.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude aperse l'uscio chiuso di colpo da Rina
-dietro a sè, e fece entrare la signorina Marta Pace,
-la quale s'avanzò a passettini misurati e minuti verso
-la signora Graham, e si fermò davanti a lei con
-una profonda riverenza.
-</p>
-
-<p>
-— Come state, signora? — disse questa, che quasi
-sospettava Gertrude d'averle fatto una burla.
-</p>
-
-<p>
-— La padrona di casa, m'immagino, — disse la
-signorina Marta.
-</p>
-
-<p>
-L'altra confermò il proprio diritto a quel titolo.
-</p>
-
-<p>
-— Una signora maestosa! — mormorò la bizzarra
-vecchietta a Gertrude, ma in modo d'essere udita,
-e spiccicando le sillabe con l'enfasi che le era particolare.
-</p>
-
-<p>
-Poi si rivolse a Bella Clinton, che cercava di nascondersi
-nell'ombra d'una tenda, e avvicinandosi
-a lei con le mani alzate in atto di stupore, esclamò:
-</p>
-
-<p>
-— La signorina Isabella, com'è vero ch'io godo
-la luce del giorno! E radiosa come un'aurora! Bontà
-celeste! S'è mai prodigiosamente espanso il fiore
-della vostra bellezza!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La fanciulla aveva riconosciuto Marta Pace non
-appena comparsa nel salotto, ma nel suo sciocco orgoglio
-si vergognava di passar per familiare d'una
-persona così eccentrica, e avrebbe voluto fingere di
-non sapere chi ella fosse. Non glielo permise Rina,
-la quale venne avanti dicendo forte:
-</p>
-
-<p>
-— O, signorina Pace, di dove siete capitata?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La vecchietta le strinse le mani con aria estatica:
-</p>
-
-<p>
-— <i>Voi dunque mi riconoscete</i>, signorina Caterina!
-Iddio versi le Sue benedizioni sul vostro capo
-per la memoria che serbate d'una vecchia amica!
-</p>
-
-<p>
-— Certo, v'ho riconosciuta alla prima occhiata!
-Non vi si dimentica facilmente, voi.... Bella, non
-ravvisi la signorina Marta? Eppure io la vidi sempre
-in casa tua....
-</p>
-
-<p>
-— Ah, è lei? — disse la superbiosa, mal tentando
-di far credere ch'ella in realtà non aveva ravvisato
-una persona che visitava spesso i suoi genitori, un
-tempo, ed era da loro tenuta in molta stima.
-</p>
-
-<p>
-— Temo, — sussurrò udibilmente, come dianzi,
-<span class="pagenum" id="Page_269">[269]</span>
-Marta Pace, volgendosi a Rina — temo che in quel
-petto si celi un cuore orgoglioso! — Poi, senza mostrare
-d'accorgersi di Ben Bruce e del tenente ai
-quali voltava le spalle, soggiunse:
-</p>
-
-<p>
-— Galanti, a quanto veggo.... giovani galanti....
-Vostri o suoi?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Rina, avvedutasi ch'essi avevano inteso e se ne
-divertivano, rideva dai precordi.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, miei, signorina Marta, — rispose senza
-esitare — miei tutt'e due!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La vecchia zittella girò gli occhi intorno, e non
-trovando il signor Graham andò a domandare a sua
-moglie:
-</p>
-
-<p>
-— Signora, dov'è il novello sposo?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Un po' confusa, la signora Graham disse che suo
-marito sarebbe venuto tra poco, e l'invitò a sedersi.
-</p>
-
-<p>
-— No, grazie, vi sono obbligata, ma io ho uno
-spirito investigatore, e, col vostro permesso, ispezionerò
-la sala. Vedo volentieri tutto ciò ch'è moderno.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ella incominciò dall'esaminare i quadri che ornavano
-le pareti. Ad un tratto si volse a Gertrude e
-domandò, abbastanza forte da essere distintamente
-udita:
-</p>
-
-<p>
-— Cara, dite un po', che ne hanno fatto della seconda
-moglie? — E poichè la fanciulla la guardava
-stupita, si spiegò meglio: — Oh, intendo parlare
-dell'effigie: so bene che l'originale se n'è partito dal
-mondo, or è gran tempo: ma l'effigie della seconda
-signora Graham dove sarà? Stava sempre appesa
-qui, se la memoria non mi tradisce.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude le mormorò all'orecchio la sua risposta,
-che provocò questo soliloquio della signorina Pace:
-</p>
-
-<p>
-— Nel solaio! Già, gli è il corso della natura: il
-nuovo oblitererà <i>fin la memoria</i> dell'antico!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-E presa la giovanetta a braccetto terminò con lei
-il suo giro d'ispezione; poi, fermandosi davanti al
-gaio crocchio che si divertiva a guardarla, chiese di
-far la conoscenza del signor Bruce e d'essere presentata
-al «membro del compartimento della guerra»
-come designava l'ufficiale. Rina compì con aria
-cerimoniosa questa formalità e presentò il tenente
-Osborne anche a Gertrude, perchè l'indignava la
-<span class="pagenum" id="Page_270">[270]</span>
-trascuranza di sua zia che aveva creduto di potersene
-dispensare. Fu portata una seggiola alla signorina
-Marta, e questa sedette nel circolo dei giovani,
-che seguitò a intrattenere piacevolmente fino all'ora
-del pranzo.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude era risalita a prender Emilia per accompagnarla
-a tavola, dove il suo posto era accanto a
-lei. Occupata da un lato a servire la sua amica cieca,
-come sempre soleva, e avendo dall'altro la loquace
-vecchietta, non le rimaneva tempo di badare
-ad altri, con vivo rincrescimento del signor Bruce
-ch'era ansioso di farle notare le sue premure per
-Rina, la quale aveva i capelli ornati di rose muscose
-e il viso raggiante di sorrisi.
-</p>
-
-<p>
-Anche Isabella godeva della manifesta ammirazione
-del suo tenentino. Le due ragazze, felici, conversavano
-animatamente coi loro adoratori, e nessuno
-pensava a disturbarle. Soltanto la signorina
-Marta di quando in quando attirava l'attenzione generale
-con le sue osservazioni, che, volessero essere
-facete o serie, non mancavano di suscitare un'ilarità
-qualche volta fuori di luogo, ma sempre irresistibile.
-</p>
-
-<p>
-Il padrone di casa si mostrava pieno di riguardi
-verso quell'ospite singolare, e la signora, che sapeva
-render soavissime le sue maniere se le pareva
-opportuno, ed era amante degli spassi, nulla risparmiava
-per eccitarla a discorrere; tanto più che Marta
-Pace conosceva mezzo mondo, e faceva commenti
-appropriati e divertentissimi su quasi tutte le persone
-nominate nel corso della conversazione. Infine
-il signor Graham l'indusse a parlare di sè medesima
-e della sua vita solitaria: e Fanny Bruce che
-le sedeva a fianco le domandò arditamente perchè
-non si fosse maritata.
-</p>
-
-<p>
-— Ah, mia graziosa damigella, — rispose la vecchietta — viene
-per ognuna la sua ora, e anch'io
-posso ancora prendere un compagno!
-</p>
-
-<p>
-— Dovreste farlo, signorina Pace, — disse Graham
-che conosceva il suo punto debole. — Adesso
-avete un patrimonio, e vi converrebbe un marito per
-bene, che v'aiutasse ad amministrarlo saviamente.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, io non posseggo che una minima porzione
-<span class="pagenum" id="Page_271">[271]</span>
-di ricchezze mondane, e non sono più nel primo fiore; — fece
-Marta — nondimeno conto di non rimaner
-sola: approvo il matrimonio, e ho già posto gli
-occhi sopra un giovanotto.
-</p>
-
-<p>
-— <i>Un giovanotto!</i> — esclamò Fanny scoppiando
-a ridere.
-</p>
-
-<p>
-— Sicuro, signorina Francesca! — ella replicò. — Amo
-la gioventù, io, e tutto ciò ch'è moderno. Mi
-aggrappo alla vita, sì, mi aggrappo alla vita!
-</p>
-
-<p>
-— Ma certo, — osservò la signora Graham — la
-signorina Pace deve sposare un uomo più giovane
-di lei; qualcuno a cui possa lasciare i suoi averi se
-mai dovesse sopravviverle.
-</p>
-
-<p>
-— È vero, — rincalzò suo marito. — Presentemente,
-signorina, voi non sapreste in favore di chi
-fare un testamento, salvo che non vogliate nominare
-erede Gertrude: <i>ella</i>, credo, farebbe ottimo uso
-del vostro denaro.
-</p>
-
-<p>
-— Questa sarebbe per me una considerazione di
-gran peso, — disse la vecchia zittella. — Fremo all'idea
-che i miei piccoli risparmi vadano scialacquati.
-Ora, io so bene che di poveraglia ce n'è abbondanza,
-e che i legati fanno gola a molti: ma io
-non intendo largire il mio a gente di tal fatta. Credetemi,
-signore, nove decimi di costoro saranno
-<i>sempre poveri</i>, checchè facciate.... No, a questi nulla!
-Ho altre intenzioni.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il signor Graham domandò, poi:
-</p>
-
-<p>
-— Che n'è della famiglia del generale Pace?
-</p>
-
-<p>
-— <i>Tutti morti,</i> — rispose Marta vivamente — <i>tutti
-morti!</i> Feci un pellegrinaggio alla tomba di
-quel ramo del parentado. Fu una scena mesta e
-commovente! — ella proseguì in tono patetico. — Sopra
-un tumulo erboso circondato da una ringhiera
-di ferro sorge un monumento bellissimo, di marmo
-bianco, <i>nel quale</i> sono sepolti tutti quanti. E
-sul puro suo candore alabastrino spiccano incise
-queste lettere:
-</p>
-
-<p class="center">
-PACE
-</p>
-
-<p>
-— Come dice cotesta epigrafe? — chiese la signora
-Graham, credendo di non avere ben udito.
-</p>
-
-<p>
-— <i>Pace</i>, signora, <i>Pace</i>: niente altro.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_272">[272]</span>
-</p>
-
-<p>
-Per solenne che fosse il soggetto, i commensali
-rattenevano a stento le risa; e la padrona di casa,
-visto che Rina e Fanny erano in procinto di lasciarle
-scoppiare irrefrenabilmente, invitò le signore
-a levarsi da tavola dandone l'esempio.
-</p>
-
-<p>
-I signori, poco desiderosi di trattenersi, le seguirono
-nel vasto atrio che offriva un grato refrigerio
-durante le calde ore dei giorni estivi. La signorina
-Marta e Fanny Bruce costrinsero Gertrude a rimanere
-contro sua voglia con la compagnia, la quale
-pertanto non fu scemata se non della signora Graham
-a cui era difficile privarsi della sua siesta.
-</p>
-
-<p>
-L'originale vecchietta eccitava la curiosità degli
-astanti a segno tale, che le conversazioni particolari
-furono sospese per concentrare l'attenzione in ciò
-che diceva e faceva lei.
-</p>
-
-<p>
-Bella, invero, aveva sempre la sua aria un poco
-sprezzante, e si sforzava d'attrarre i pensieri del
-tenente Osborne verso altri soggetti, riuscendovi in
-parte: ma Rina si divertiva un mondo, e contenta
-che il signor Bruce le fosse accanto e godesse con
-lei del medesimo piacere, non cercava di meglio.
-</p>
-
-<p>
-Il discorso non tardò a cadere sugli abbigliamenti
-femminili e la moda, due temi favoriti di Marta
-Pace. Dopo essersi dilungata sul suo amore del bello,
-specie nell'arte della sarta e della modista, ella
-s'alzò da sedere con un gesto deliberato, andò a Isabella
-Clinton, l'unica che mostrasse di voler evitarla,
-e prese ad esaminare la stoffa del suo vestito; poi,
-la pregò di rizzarsi e permetterle di studiarne la
-fattura, dichiarando che la descrizione d'un così perfetto
-e moderno capolavoro sarebbe una festa per le
-orecchie delle sue amiche giovani.
-</p>
-
-<p>
-Ma la fanciulla si rifiutò di compiacerla; anzi,
-sdegnosamente, si scosse di dosso la mano della
-vecchia signora come se quel contatto la contaminasse.
-</p>
-
-<p>
-— Via, Bella, — le sussurrò la cugina — rizzati,
-non essere così dispettosa.
-</p>
-
-<p>
-— Perchè non ti rizzi tu e non le fai vedere il tuo
-vestito a benefizio delle sue volgari amiche?
-</p>
-
-<p>
-— A me non l'ha chiesto, ma lo farò ben volentieri
-se si contenta.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_273">[273]</span>
-</p>
-
-<p>
-E Rina, tutta gaia e ridente, andò a piantarsi davanti
-a Marta, dicendo:
-</p>
-
-<p>
-— Signorina Pace, ammirate il mio abito finchè
-volete, e magari, se vi piace, prendetene un modello:
-sarò superba dell'onore.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Caso raro, l'abito di Rina era veramente bellino
-e degno d'osservazione. Marta fece i suoi commenti,
-e specie lodò quell'inutile e uggioso prolungamento
-della gonna ch'è lo strascico. Sodisfatta la sua curiosità,
-si volse a guardare se la seggiola da lei lasciata
-era sempre libera, poi cominciò a ritirarsi in
-quella direzione con un movimento retrogrado composto
-d'una serie di riverenze.
-</p>
-
-<p>
-Fanny Bruce, la quale occupava una seggiola vicina,
-notò ch'ella aveva calcolato esattamente quanti
-passi doveva fare per finire l'ultima riverenza
-sedendosi, e mossa da una maliziosa tentazione mise
-una mano sulla spalliera. Uno sguardo e un sorriso
-d'Isabella l'incoraggiarono; ella tirò la seggiola indietro,
-impercettibilmente, ma abbastanza da minacciare
-la sicurezza della vecchietta.
-</p>
-
-<p>
-Questa, cercando di posarvisi, perdette l'equilibrio,
-e sarebbe caduta se Gertrude, che vigilava, essendosi
-accorta delle intenzioni di Fanny, non fosse
-balzata verso di lei a tempo per gettarle un braccio
-intorno alla vita e metterla a sedere, incolume, non
-senza lanciare in quell'atto alla ragazzina un'occhiata
-di rimprovero. Tutta confusa, la piccola Bruce,
-rapidamente si voltò dall'altra parte, e per disgrazia
-pestò il piede gottoso del signor Graham,
-al quale il dolore strappò una viva esclamazione.
-</p>
-
-<p>
-— Fan, — le disse suo fratello che aveva veduto
-soltanto la seconda malefatta — vorrei che tu imparassi
-un po' di gentilezza.
-</p>
-
-<p>
-— E da chi ho da impararla? — lo rimbeccò
-Fanny con petulanza. — Da te, forse?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ben parve adirato, ma s'astenne dal redarguirla.
-La vecchia zittella còlse la parola a volo.
-</p>
-
-<p>
-— Gentilezza! Ah, virtù rara, quanto amabile!
-Notevolmente sviluppata però nelle maniere della
-mia cara amica Gertrude, che ben si converrebbero
-a una principessa.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Bella increspò le labbra e sorrise, disdegnosa.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_274">[274]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Tenente Osborne, — ella disse — non pare a
-voi che la signorina Devereux abbia bellissime maniere?
-</p>
-
-<p>
-— Perfette! Lo stile de' suoi ricevimenti è l'eleganza
-stessa.
-</p>
-
-<p>
-— Di chi parlate, — domandò Rina. — Della signora
-Harry Noble?
-</p>
-
-<p>
-— No, della signorina Devereux, — rispose Bella. — Ma
-anche la signora Noble è finissima.
-</p>
-
-<p>
-— È vero, — confermò Ben. — Senti, Fanny? Abbiamo
-trovato un modello per te. Tu devi imitare
-la signora Noble.
-</p>
-
-<p>
-— Io non so nulla di cotesta signora, — ribattè la
-ragazzina. — Voglio imitare piuttosto la signorina
-Flint. — E rivolgendosi a questa con una serietà
-che le esprimeva chiaramente un sincero rincrescimento
-della villania commessa, domandò: — Signorina
-Gertrude, come <i>devo</i> imparare la gentilezza?
-</p>
-
-<p>
-— Vi rammentate — le disse ella sottovoce e guardandola
-in modo significativo — ciò che il vostro
-maestro di musica vi rispose quando gli domandaste
-come dovevate imparare a sonare con espressione?
-Ebbene, io vi darei la stessa regola rispetto alla
-gentilezza.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Fanny si fece di bragia.
-</p>
-
-<p>
-— Che v'ha detto? — chiese il signor Graham. — Via,
-Fan, fateci conoscere la regola di Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-— M'ha detto ch'è quella datami dal maestro di
-musica lo scorso inverno.
-</p>
-
-<p>
-— Ossia? — disse Ben vivamente.
-</p>
-
-<p>
-— Io domandai al signor Hermann come avrei potuto
-imparar a sonare con espressione, ed egli mi
-rispose: «Coltivate il vostro <i>cuore</i>, signorina Bruce,
-coltivate il vostro <i>cuore</i>.»&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Questo nuovo precetto d'educazione venne accolto
-con espressioni di sentimenti diversi quanto i caratteri
-degli uditori. Il signor Graham si morse le
-labbra e s'allontanò: la sua gentilezza non si fondava
-nel cuore, ma quella di Gertrude sì, ed egli lo
-sapeva; Isabella sorrise con aria di superbo disdegno;
-Rina e Ben Bruce erano mezzo stupiti e mezzo
-esilarati; il tenente Osborne mostrò di non essere
-inaccessibile alla nobilissima verità enunciata, perchè
-<span class="pagenum" id="Page_275">[275]</span>
-volse a Gertrude uno sguardo d'ammirazione e
-simpatia; il viso d'Emilia manifestò quanto pienamente
-ella partecipasse all'opinione della sua protetta,
-la quale era un po' confusa nel vederla così
-divulgata e commentata; la signorina Marta poi non
-esitò ad approvarla con un forbito elogio:
-</p>
-
-<p>
-— Le parole della signorina Gertrude sono d'oro.
-L'unica gentilezza vera è la spontanea offerta del
-cuore. Forse quest'eletta compagnia di giovani e
-donzelle accondiscenderà ad ascoltare dalla bocca
-d'una vecchierella la storia d'un raro esempio di sì
-fatta gentilezza cordiale, ch'ebbe la sua degna ricompensa.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Tutti si dichiararono ardentemente desiderosi di
-sentir la storia della signorina Marta, ed essa incominciò:
-</p>
-
-<p>
-— Un giorno d'inverno, alcuni anni or sono, una
-vecchia signora, piena di debolezze, ma dotata d'una
-certa perspicacia, e della sua parte d'esperienza del
-mondo, (Marta Pace è il suo nome) si pose in cammino,
-per speciale invito, alla volta della casa d'un
-degno gentiluomo: l'onorevole signor Clinton, padre
-della signorina Isabella, la vezzosa damigella qui
-presente. Tutti i grandi alberi della nostra buona
-città di Boston scintillavano di diacciuoli più fulgidi
-dei diamanti che brillano nelle miniere di Golconda,
-e i marciapiedi erano insidiosi per i passi
-malfermi od incauti.
-</p>
-
-<p>
-«Io perdetti l'equilibrio e caddi. Due galanti signori
-mi sollevarono e mi portarono in un vicino
-emporio farmaceutico, dove mi fecero riacquistare
-i sensi smarriti e mi ravvivarono con un fragrante
-cordiale. Io ripresi la perigliosa via trepidando, e
-certo non sarei giunta alla mèta con le ossa incolumi,
-senza l'aiuto d'un cavaliere dalle guance rosate,
-il quale mi raggiunse, e, passato il mio debole
-braccio sotto il suo, più giovane e forte, protesse i
-miei passi fino al termine del viaggio non breve.
-</p>
-
-<p>
-«Nè il coraggio di cui doveva far prova la nobile
-mia scorta per compiere la sua impresa, era men
-che straordinario, mie graziose damigelle! Figuratevi
-nella vostra immaginazione un giovanetto fresco
-e bello come un raggio di sole, snello come una
-<span class="pagenum" id="Page_276">[276]</span>
-freccia, un vero Apollo insomma, attaccato al piccolo
-corpo curvo d'una povera vecchina quale Marta
-Pace. Io non mi risparmio, signorine; se m'aveste
-veduta in quel momento, senza dubbio direste che
-ora ho molto migliore apparenza. Avevo la dentiera
-in tasca invece che in bocca, il fintino di riccioli era
-stato spinto indietro dalla mia recente caduta, e i
-miei occhialoni, gli stessi che portava mio padre,
-così grandi da coprirmi mezza faccia, sarebbero bastati
-da soli ad eccitare la curiosità dei passanti. Ma
-egli procedeva imperterrito; e nonostante gli sguardi
-lusinghieri e i seducenti sorrisi che venivano a
-lui da una doppia fila di bellissime fanciulle in cui
-c'imbattemmo, nonostante le sghignazzate dei giovanottini
-dell'età sua, sosteneva la mia fragile persona
-con altrettanta cura che se fossi stata un'imperatrice,
-e moderava il baldo suo passo in accordo
-con la lentezza a cui mi costringevano le mie infermità.
-Ah, quale spirito di cortesia manifestò il mio
-cavaliere dalle guance di rosa! Se l'aveste incontrato,
-signorina Caterina, o voi, signorina Francesca,
-i vostri cuori palpitanti sarebbero involati per
-sempre! Era un modello incomparabile!
-</p>
-
-<p>
-«Dov'egli fosse diretto non so, perchè seguì il mio
-cammino, e non mi lasciò prima d'avermi recata a
-salvamento alla dimora del signor Clinton. Certo
-non penso ch'egli ambisse la conquista del mio vecchio
-cuore, ma credo ch'esso lo seguì, perchè spesso
-ancora il mio pensiero ritorna a lui.
-</p>
-
-<p>
-— Ah, fu <i>questa</i> dunque la sua ricompensa! — esclamò
-Rina.
-</p>
-
-<p>
-— No. Cercate d'indovinar meglio.
-</p>
-
-<p>
-— Ma io non so nulla di più desiderabile, signorina
-Marta.
-</p>
-
-<p>
-— La <i>sua fortuna nella vita</i> signorina Caterina!
-Ecco la ricompensa ch'egli ebbe: e forse ancora non
-ne misura tutta la grandezza!
-</p>
-
-<p>
-— Come sarebbe a dire? — domandò Fanny.
-</p>
-
-<p>
-— Narrerò in succinto il rimanente. La signora
-Clinton m'incoraggiava sempre a discorrere durante
-le mie visite. Ella, conoscendo il mio gusto, lo secondava,
-e io godevo della sua indulgenza. Le raccontai
-pertanto l'avventura occorsami, ed esaltai i
-<span class="pagenum" id="Page_277">[277]</span>
-meriti del nobile giovanetto, il mirabile spirito di
-cortesia da lui dimostrato. Era presente il degno
-gentiluomo e prestava orecchio attento alle mie parole,
-perchè egli pregia la buona educazione: e
-quando raccomandai il mio cavalierino spiegando
-tutta l'eloquenza di cui ero capace, vidi che m'ascoltava
-con piacere, benevolenza e simpatia. Promise
-di parlare col ragazzo, e così fece. Gli lesse nel prestante
-aspetto la nobiltà dell'animo, e questa favorevole
-impressione fruttò al bravo figliuolo un posto
-di commesso dal quale salì di grado in grado
-fino a quello di socio e agente fiduciario che ora
-occupa in una cospicua casa commerciale. Signorina
-Isabella, mi rallegrerebbe il cuore sentire le ultime
-notizie di Guglielmo Sullivan.
-</p>
-
-<p>
-— Sta bene, a quanto credo, — rispose la bella
-fanciulla seccamente. — Non mi consta nulla in contrario.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, Gertrude può informarvi! — disse Fanny. — Nessuno
-ne sa quanto lei circa il signor Sullivan.
-Essa vi dirà ogni cosa.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Tutti gli sguardi si volsero a Gertrude che stava
-appoggiata alla seggiola d'Emilia, col viso acceso e
-gli occhi lucenti per la commozione destatale dal
-racconto di Marta Pace. Questa, maravigliatissima
-d'udire ch'ella conosceva quel tanto ammirato cavaliere
-di cui serbava sempre una dolce memoria,
-s'affrettò a interrogarla. Gertrude venne a sedere accanto
-a lei, e senza nessuna esitazione, nessun impaccio,
-rispose a tutte le sue domande. Ella parlava
-a voce sommessa, nè d'altronde le notizie di Guglielmo
-importavano al resto della compagnia; sicchè
-furono riprese le conversazioni particolari, e anche
-loro due rimasero libere d'intrattenersi del comune
-amico.
-</p>
-
-<p>
-Brevemente la giovanetta disse quali fossero lo
-stupore e la curiosità del ragazzo, della sua famiglia,
-de' suoi amici, che non avevano mai potuto indovinare
-l'origine di quella fortuna: e le vane congetture
-suscitate dalla inattesa chiamata del signor
-Clinton, e chiuse con l'attribuire tutto il merito all'agenzia
-di Santo Claus, divertirono la vecchia zittella
-a segno che le sue risate erano quasi altrettanto
-<span class="pagenum" id="Page_278">[278]</span>
-sonore, e punto meno allegre di quelle della
-gaia compagnia raccolta più in là presso alla soglia,
-e provocata ora ad un'ilarità più viva che mai
-dalla birichineria di Rina e di Fanny.
-</p>
-
-<p>
-Mentre la signorina Pace incaricava Gertrude di
-interminabili messaggi e complimenti da inserirsi
-nella sua prossima lettera a Guglielmo, ricomparve
-la signora Graham che aveva rinfrescato l'abbigliatura
-e la faccia, e interruppe tutti esclamando con
-quel suo vocione dai toni bruschi:
-</p>
-
-<p>
-— Come, ancora qui? Vi credevo già in cammino
-attraverso i boschi. Rina, hai forse abbandonato
-l'idea di salire il <i>Sunset Hill</i><a class="tag" id="tag4" href="#note4">[4]</a> dopo averla tanto
-accarezzata?
-</p>
-
-<p>
-— Ho proposto la gita, zia, un'ora fa; ma Bella
-dice ch'è troppo caldo. A me pare invece un tempo
-adattatissimo per una passeggiata.
-</p>
-
-<p>
-— Tra poco raffresca, — ripigliò la signora Graham — e
-credo che fareste bene a partire senz'indugio,
-perchè se volete prendere per i boschi la distanza
-non è tanto breve.
-</p>
-
-<p>
-— Chi conosce la strada? — domandò Rina.
-</p>
-
-<p>
-Nessuno rispose; e interrogati uno per uno, tutti
-dichiararono la propria ignoranza in proposito, con
-grande maraviglia di Gertrude la quale credeva che
-ogni parte del terreno boscoso e del colle fosse familiare
-al signor Bruce. Ma ella non stette ad ascoltare
-le loro discussioni, perchè s'accòrse che Emilia
-si sentiva stanca ed aveva un principio d'emicrania,
-e la persuase a ritirarsi nella quiete della sua camera
-dove l'accompagnò. Nell'atto che ne chiudeva
-l'uscio, Fanny le gridò da piè della scala:
-</p>
-
-<p>
-— O non venite con noi, signorina Flint?
-</p>
-
-<p>
-— No, — ella disse — oggi non vengo.
-</p>
-
-<p>
-— Allora non vo neppur io. Ma perchè non volete
-venire?
-</p>
-
-<p>
-— Farò più tardi una passeggiata con la signorina
-Emilia, purchè stia abbastanza bene: voi potete
-accompagnarci, se vi fa piacere, ma vi divertireste
-assai più andando sul colle.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Intanto, nell'atrio, la compagnia teneva consiglio
-<span class="pagenum" id="Page_279">[279]</span>
-a bassa voce. Qualcuno aveva detto che Gertrude
-era pratica dei sentieri attraverso i boschi: ma Bella
-s'opponeva alla proposta d'invitarla a partecipare
-alla gita, Rina esitava tra la sua simpatia per lei
-e la tema di un'infedeltà del signor Bruce, il tenente
-Osborne s'asteneva dal mostrarsi propenso a ciò che
-Bella disapprovava, e il signor Bruce taceva fidando
-nella necessità di prendere Gertrude per guida,
-posto ch'egli aveva con subdola astuzia celato la
-propria perfetta idoneità a prestare questo servigio.
-Infatti, come aveva preveduto, si finì con lo spedire
-Rina a farle l'ambasciata.
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XXX.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p class="i6">.... gente</p>
-<p>Che la terra calcar vuole premendo</p>
-<p>Degli umili sul collo il piè superbo.</p>
-<p class="i6">Miss <span class="smcap">L. P. Smith</span>.</p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Gertrude avrebbe voluto rifiutare scusandosi con
-l'obbligo di tener compagnia ad Emilia; ma Emilia
-stessa, la quale pensava che un po' di moto sarebbe
-stato benefico per la fanciulla, intervenne pregandola
-d'accettar l'invito, in apparenza cordialissimo,
-di Rina; e avendo questa dichiarato che altrimenti
-si doveva rinunziare alla gita desiderata, ella acconsentì
-a prendervi parte. In pochi minuti fu lesta,
-bastandole mutare le scarpine da casa con un paio
-di solidi stivaletti; se non che perdette un po' di tempo
-nella vana ricerca del suo cappello di paglia a
-larghe tese che mancava dall'armadione del corridoio
-dove soleva appenderlo.
-</p>
-
-<p>
-— Che cerchi? — le domandò Emilia, udendo
-aprire e chiudere ripetutamente l'armadio.
-</p>
-
-<p>
-— Il mio cappello; ma non lo trovo. Vedo che
-sarò costretta a farmi prestare ancora una volta il
-vostro.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Così dicendo prese di sul letto il cappello da sole,
-di stoffa bianca, che la signorina Graham aveva portato
-la mattina.
-</p>
-
-<p>
-— Ma certo, cara, — disse questa.
-</p>
-
-<p>
-— Comincerò a credere che sia mio, — fece Gertrude
-<span class="pagenum" id="Page_280">[280]</span>
-scappando in fretta — lo porto tanto più spesso
-di voi!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Fanny l'aspettava; il resto della compagnia s'era
-avviato, e le precedeva già d'un buon tratto di strada.
-Emilia chiamò dalla scala:
-</p>
-
-<p>
-— Gertrude, ti sei messa gli stivaletti grossi? Sai,
-figliuola mia, che i prati sono molto umidi di là
-dalla fattoria Thornton.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La ragazza rispose che li aveva messi; ma temendo
-che le altre fossero state meno previdenti, domandò
-alla signora Graham se Bella e Rina avessero
-calzature adatte contro l'umidità, e, forse, la
-mota, che avrebbero trovato per via.
-</p>
-
-<p>
-— Ohimè, no! — disse la signora. — E adesso
-come si fa? Sono già lontane, fuor di veduta, e sicuro
-le disturberebbe assai dover tornare indietro.
-</p>
-
-<p>
-— Io ho certe soprascarpe di gomma elastica, leggerissime, — disse
-Gertrude. — Le porterò meco, e
-Fanny ed io raggiungeremo le signorine in tempo,
-prima che arrivino al prato.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Non era difficile raggiungere Isabella e il tenente,
-perchè camminavano adagio, e non sembravano
-malcontenti di fare la retroguardia. L'altra coppia,
-all'incontro, sollecitava il passo, apposta per essere
-avanti: Rina, mossa dal desiderio d'impedire che
-venisse interrotto quel dolce <i>tête à tête</i>, Ben smanioso
-di offrirsi alla vista di Gertrude, affinchè ella
-osservasse la sua galanteria verso la signorina Ray,
-galanteria che raddoppiò quando gli apparve da
-lontano colei che sperava ingelosire.
-</p>
-
-<p>
-Avevano oltrepassato la fattoria Thornton, e un
-solo campo li separava dal prato, il quale sebbene
-rallegrasse l'occhio con la fresca verdezza dell'erba
-che lo copriva, era nel mezzo un vero pantano, e
-non si poteva attraversare, neppur muniti di grosse
-calzature, se non contornando il margine, strettamente
-accosto al muro. Gertrude e Fanny si trovavano
-ancora a non piccola distanza dietro a loro,
-ed erano quasi trafelate dallo sforzo che facevano
-per raggiungerli, mentr'essi andavano presto e avevano
-tanto vantaggio. Nel momento che passavano
-davanti alla fattoria, la signora Thornton s'affacciò
-all'uscio e parlò a Gertrude. Questa, prevedendo
-<span class="pagenum" id="Page_281">[281]</span>
-d'essere costretta a trattenersi qualche minuto, disse
-a Fanny di proseguire immediatamente ed avvertire
-suo fratello e Rina della natura del terreno su
-cui stavano per avventurarsi, pregandoli d'aspettare
-il resto della compagnia alla barriera. Fanny
-arrivò troppo tardi, quantunque si fosse sfiatata a
-correre; i due già s'erano inoltrati nel prato insidioso.
-Ma procedevano senza pericolo, posto che
-Ben guidava la fanciulla lungo il muro, facendole
-tenere il solo cammino praticabile: il che provò a
-Gertrude, sopraggiunta poco appresso, ch'egli conosceva
-benissimo il luogo. A metà strada parve che
-avessero incontrato qualche ostacolo, perchè Rina si
-fermò con un piede alzato, reggendosi al muro intanto
-che il suo cavaliere disponeva per terra, dinanzi
-a lei, alcune pietre. Egli l'aiutò a passare sull'improvvisato
-ponticello, poi continuarono felicemente
-la traversata e infine disparvero nel boschetto
-vicino.
-</p>
-
-<p>
-Isabella e il tenente Osborne tardavano tanto ad
-arrivare, che Fanny, spazientita, consigliò Gertrude
-d'abbandonarli al loro fato. Quando Dio volle svoltarono
-il canto della fattoria; ma la superba giovanetta,
-benchè vedesse che le altre due l'aspettavano,
-seguitò ad avanzarsi con la stessa lentezza.
-</p>
-
-<p>
-— Signorina Clinton, — le gridò la piccola Bruce
-tosto che furono a portata di voce — o che vi siete
-azzoppata?
-</p>
-
-<p>
-— Azzoppata! — esclamò Bella. — Che intendete
-dire?
-</p>
-
-<p>
-— Camminate così piano! — rispose Fanny. — Credevo
-proprio che vi foste sciupato un piede.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Bella s'astenne dal replicare, fuorchè con una
-sdegnosa scrollata di capo, ed entrò nell'umido prato,
-discorrendo fitto fitto col suo tenentino, senza
-degnare d'uno sguardo Gertrude; la quale non mostrò
-d'accorgersi del suo altezzoso contegno, ma presa
-per mano la ragazzina, s'avviò per costeggiare il
-terreno infido invece d'attraversarlo, e disse con tono
-calmo e disinvolto quanto cortese:
-</p>
-
-<p>
-— Pigliate di qua, prego, signorina Clinton: v'abbiamo
-aspettata a fine di guidarvi, perchè il prato
-è pieno d'acqua.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_282">[282]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Pieno d'acqua? — domandò Isabella inquieta,
-guardando le sue finissime scarpine; e soggiunse
-stizzosamente: — Credevo che conosceste una buona
-strada, e ci portate invece in un pantano! Io non
-vo oltre.
-</p>
-
-<p>
-— Ebbene, tornate indietro, — disse l'impertinente
-Fanny. — Nessuno piangerà.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude rispose con dolcezza, quantunque le sue
-gote si fossero accese d'un vivo rossore:
-</p>
-
-<p>
-— Non la proposi io la gita; ma posso trarvi da
-quest'impaccio. La signora Graham temeva che foste
-calzata di scarpe troppo leggiere, e però v'ho
-portato un paio di calosce.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Bella prese l'involto, senza ringraziare, e aprendolo
-domandò:
-</p>
-
-<p>
-— Di chi sono?
-</p>
-
-<p>
-— Mie, — disse Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, allora non credo di potermene servire, — borbottò
-l'altra. — Saranno immense, mi figuro.
-</p>
-
-<p>
-— Permettete, — fece il tenente Osborne, prendendo
-una delle calosce.
-</p>
-
-<p>
-Egli si chinò per calzarne Isabella, ma non gli
-riuscì: era troppo piccola. Ella lo vide, e cercò di
-mettersela da sè, trattando la proprietà di Gertrude
-con tale irosa violenza, che strappò la sottile strisciolina
-di cuoio passante sulla caviglia: nondimeno
-neppure allora giunse a far entrare perfettamente
-il piede nella soprascarpa.
-</p>
-
-<p>
-Mentre ella stava così piegata in avanti, l'attenzione
-di Fanny Bruce fu attratta dall'elegante cappello
-di paglia a larga tesa che portava con graziosa
-civetteria inclinato da una banda. La ragazzina
-lo riconobbe per quello della sua amica. Era
-d'un modello di fantasia che Gertrude non avrebbe
-scelto ella stessa: ma glielo aveva donato l'estate
-scorsa il signor Graham, in sostituzione d'un comune
-cappello da giardino che gli era accaduto di
-schiacciare in modo irrimediabile, ed essendo semplice
-e di buon gusto lo usava per le sue passeggiate
-in campagna. Isabella, scopertolo nell'armadio del
-corridoio dov'ella lo riponeva solitamente, non aveva
-esitato ad appropriarselo. A Fanny esso era noto,
-avendolo osservato nella camera di Gertrude in casa
-<span class="pagenum" id="Page_283">[283]</span>
-della signora Warren, e anche portato una volta,
-col suo permesso, per rappresentare una parte in
-una sciarada in azione: non poteva dunque ingannarsi.
-E ora, dopo averla udita dire ad Emilia che
-non lo ritrovava, lo vedeva, con sommo stupore,
-ornare l'altera signorina Clinton. Ritta dietro a costei
-faceva segni all'amica spalancando gli occhi,
-storcendo il viso, indicando l'oggetto usurpato, con
-una mimica che manifestava eloquentemente l'intenzione
-di strapparlo dal capo dell'usurpatrice e
-collocarlo su quello della legittima proprietaria.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude era in procinto di perdere la sua gravità;
-rattenendo a fatica le risa, la minacciava col
-dito, le accennava di smettere; infine, presala di
-nuovo per mano, affrettò il passo, nascondendo la
-faccia esilarata sotto il bianco cappellone, e lasciò
-che Bella e il suo bello le seguissero, se volevano.
-</p>
-
-<p>
-— Fanny, — ella disse — non istà bene farmi ridere
-così; se la signorina Clinton se ne fosse avveduta
-ne sarebbe stata molto offesa.
-</p>
-
-<p>
-— Essa non ha diritto di portare il vostro cappello,
-e non lo porterà.
-</p>
-
-<p>
-— Ma sì, quanto vuole: le sta a maraviglia. Mi
-fa piacere che se lo metta, e voi non dovete farle
-intendere che è mio.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Fanny non promise nulla, e ne' suoi occhi passò
-un lampo di malizia che presagiva un qualche tiro
-birbone.
-</p>
-
-<p>
-La passeggiata attraverso i boschi fu deliziosa,
-Gertrude e la sua piccola compagna quasi avevano
-dimenticato in quel tranquillo godimento che facevano
-parte d'una gaia compagnia, quando a un tratto
-videro Ben Bruce e Rina seduti a piè d'una vecchia
-quercia. La fanciulla aveva intessuto una ghirlanda
-di foglie ed era tutt'intenta ad ornarne il
-cappello del suo cavaliere, il quale stava indolentemente
-appoggiato al tronco dell'albero in un atteggiamento
-d'indifferenza. Ma non appena egli si
-accòrse che Gertrude e Fanny s'avvicinavano, si chinò
-verso Rina, guardò con aria d'ammirazione il
-suo lavoro, e quando fu sicuro che esse potevano
-udirlo, si profuse in complimenti e ringraziamenti.
-L'ingenua li riceveva sorridendo e arrossendo, con
-<span class="pagenum" id="Page_284">[284]</span>
-manifesto piacere: piacere raddoppiato dal fatto apparente
-che la temuta rivale non distraeva da lei
-l'attenzione di Ben, poichè questi seguitava a mormorarle
-all'orecchio, in atto confidenziale, galanti
-inezie, lasciando l'altra sedersi a qualche distanza.
-Pover'anima semplicetta! Ella lo credeva onesto,
-mentre egli la traeva a' suoi fini con un basso inganno.
-</p>
-
-<p>
-— Signorina Gertrude, — disse Fanny — vorrei
-andare un po' laggiù nella pineta a cercare pine da
-farne panierini e cornici.
-</p>
-
-<p>
-— Se ne trovano in abbondanza, — rispose la
-giovane.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, andiamoci, ve ne prego! Saremo di ritorno
-prima che Bella Clinton arrivi fin qui.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude accondiscese di buon grado, e s'allontanarono
-insieme, dopo aver appeso i loro cappelli ad
-un ramo. Stettero assenti un certo tempo, perchè le
-pine infatti abbondavano, e la ragazzina volle farne
-una scelta e copiosa collezione. Ma adunate che le
-ebbe, fu molto impacciata per portarle via. Riflettè
-alquanto, e disse:
-</p>
-
-<p>
-— Penso di dare una corsa e chiedere a Ben che
-mi presti la sua pezzuola; oppure, se non vuole prestarmela,
-prenderò il mio cappello e ce ne metterò
-quante ne può contenere.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Avuta da Gertrude la promessa d'aspettarla, tornò
-di volo al luogo dove avevano lasciato suo fratello
-e Rina Ray. Già da lontano scoppi di voci e
-di risa l'avvertirono che v'erano giunti anche Bella
-ed Osborne, e che qualche cosa forniva loro un soggetto
-di spasso. Bella si era impadronita del cappello
-bianco, lo aveva deformato in modo da farlo
-parere una berretta da vecchia e guarnito con erbacce
-e maceroni; infine, appuntatavi una pezzuola
-in guisa di velo, e tenendolo sollevato con la mazza
-del tenentino, chiese chi fosse il miglior offerente
-per il cappello da sposa della signorina Flint.
-</p>
-
-<p>
-Fanny la sorprese in quell'atto, e si fermò un momento,
-nascosta, ad ascoltarla, fremendo d'indignazione;
-poi venne avanti d'un balzo come se arrivasse
-difilato dal bosco. Rina l'afferrò per un lembo
-della veste esclamando:
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_285">[285]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Ah, siete qui Fanny! E dov'è Gertrude?
-</p>
-
-<p>
-— Nella pineta; e ci ritorno anch'io. Mi ha mandata
-soltanto a prendere il suo cappello, perchè c'è
-molto sole laggiù.
-</p>
-
-<p>
-— Ah, sì, — fece Isabella — il suo cappellino di
-Parigi! Prego di presentarglielo coi nostri complimenti.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-E le porse il copricapo da lei reso veramente ridicolo.
-</p>
-
-<p>
-— No, — ribattè la fanciulla — <i>cotesto</i> non è il
-<i>suo</i>, è quello della signorina Emilia. Il <i>suo</i> è <i>questo
-qui</i>.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Così dicendo pose la mano sul cappello di paglia
-che rendeva Bella tanto seducente, come le avevano
-anche poc'anzi ripetuto i due giovanotti, e, senza
-cerimonie, glielo strappò dalla testa.
-</p>
-
-<p>
-Gli occhi della signorina Clinton fiammeggiarono
-di collera.
-</p>
-
-<p>
-— Che volete dire? — ella gridò. — Piccola petulante!
-Datemi quel cappello, e subito!
-</p>
-
-<p>
-— No, che non ve lo do! È di Gertrude. Lo cercava,
-dopo pranzo, ma ha finito col concludere che
-doveva essere perduto o che qualcuno l'aveva rubato,
-e s'è fatta prestare il cappello da giardino della
-signorina Graham; sarà contenta però di ricuperarlo.
-Vo a portarglielo.... Del resto, — soggiunse
-voltandosi a guardarla di sopra la spalla, mentre
-correva via — sono sicura che alla signorina Graham
-non dispiacerà che vi mettiate il suo, purchè
-abbiate cura di non sciuparlo!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Bella rimase confusa e adontata; Rina e Bruce ridevano
-apertamente, Osborne rideva sotto i baffi. Ma
-pochi minuti dopo videro venire dal bosco Gertrude,
-a passi affrettati, col famoso cappello in mano. Fanny
-la seguiva, e approfittando della posizione d'Isabella
-che le volgeva il dorso, rifaceva la sua pantomima
-d'accuse e di minacce.
-</p>
-
-<p>
-— Signorina Clinton, — disse Gertrude posando
-il cappello sulle ginocchia di questa — temo che
-Fanny sia stata assai scortese in mio nome. Io non
-l'avevo mandata a prender nulla.... Sarò lieta se
-gradirete di portarlo quando vi può servire.
-</p>
-
-<p>
-— Non ne ho bisogno, — ella rispose con accento
-<span class="pagenum" id="Page_286">[286]</span>
-sprezzante. — Neanche m'immaginavo che appartenesse
-a voi.
-</p>
-
-<p>
-— Lo so bene, — riprese l'altra — ma spero che
-vorrete consentire a rimettervelo almeno oggi.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Senza più insistere su ciò, diede il consiglio di
-proseguire speditamente verso il colle, perchè non
-sarebbe stato, se no, possibile di toccare la vetta
-innanzi il tramonto; e corroborandoli con l'esempio
-s'incamminò. Tutti le tennero dietro: Fanny strappando
-le grottesche guarnizioni del vituperato cappello
-bianco, Isabella annodandosi sotto il mento
-un fazzoletto ricamato, e Ben Bruce dondolando il
-negletto cappello di paglia che aveva appeso al
-braccio per i nastri.
-</p>
-
-<p>
-Eccettuata Isabella che non smise il broncio, la
-comitiva godette molto la gita sul colle. Era già quasi
-buio quando ripassarono davanti alla fattoria. Lì
-Gertrude s'accomiatò perchè aveva promesso alla signora
-Thornton di fermarsi per visitare uno de' suoi
-figliuoli che frequentava la classe da lei tenuta nella
-scuola domenicale, ed era malato di febbre. Fanny
-avrebbe voluto restare in sua compagnia, ma ella
-non lo permise pensando che la signora Bruce non
-sarebbe forse stata contenta se la ragazzina fosse
-entrata in quella casa dove c'erano parecchi malati.
-</p>
-
-<p>
-Circa un'ora più tardi, la giovanetta che se ne ritornava
-sola, e un po' ansiosa d'essere arrivata, fu
-raggiunta nei pressi della villa Graham dal signor
-Bruce il quale col cappello di paglia sempre dondolante
-dal suo braccio sembrava essersi appostato per
-aspettarla. Ella dette un sobbalzo perchè nell'oscurità
-della notte già scesa non lo aveva riconosciuto
-e credeva che fosse un estraneo.
-</p>
-
-<p>
-— Signorina Gertrude, — egli disse — non v'ho
-spaventata, spero.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, no! — fece ella, rassicurata dal suono della
-sua voce. — Non sapevo che foste voi.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ben le offerse il braccio, ed ella lo prese. La corte
-assidua fatta quel giorno dal giovane a Rina aveva
-servito a diminuire i suoi timori che le dimostrazioni
-d'amore prodigate a lei fossero serie, e concludendo
-ch'egli semplicemente si dilettava di galanteria, accettò
-di lasciarsi scortare fino a casa.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_287">[287]</span>
-</p>
-
-<p>
-— È stata davvero una gita deliziosa, — incominciò
-il signor Bruce — per <i>me</i> almeno. La signorina
-Ray è una compagna assai gradevole.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, sì, — rispose Gertrude. — Mi piacciono
-tanto quelle sue maniere vivaci e franche.
-</p>
-
-<p>
-— Temo invece che Fanny vi abbia annoiato: io
-mi sarei volentieri occupato anche di voi, ma non
-riescivo a staccarmi un minuto dalla signorina Ray,
-assorti com'eravamo nella nostra conversazione.
-</p>
-
-<p>
-— Fanny ed io siamo abituate l'una all'altra, e ci
-troviamo benissimo insieme.
-</p>
-
-<p>
-— Sapete che ci proponiamo di fare una piacevolissima
-scarrozzata, domani?
-</p>
-
-<p>
-— No, non ne so nulla.,
-</p>
-
-<p>
-— La signorina Rina, m'immagino, aspetta che
-la inviti a venire con me; ma, supposto ch'io vi dessi
-la preferenza, che rispondereste?
-</p>
-
-<p>
-— Che vi sono grata, ma ho già un impegno per
-una passeggiata in carrozza con la signorina Emilia, — ella
-disse prontamente.
-</p>
-
-<p>
-— Ah! — fece Ben in tono di maraviglia e di stizza. — Io
-mi figuravo che verreste volentieri. Bene,
-la signorina Ray accetterà. Entro un momento per
-invitarla, — soggiunse, poichè erano giunti alla villa. — Ecco
-il vostro cappello.
-</p>
-
-<p>
-— Grazie, — ella rispose facendo l'atto di prenderlo;
-ma egli lo trattenne per un nastro.
-</p>
-
-<p>
-— Signorina Gertrude, — insistette — proprio non
-volete venire?
-</p>
-
-<p>
-— Ho promesso alla signorina Emilia e non potrei
-posporre quest'impegno a un altro invito, — replicò
-la fanciulla, lieta d'avere una scusa che giustificava
-il suo rifiuto.
-</p>
-
-<p>
-— Eh, via! Trovereste il modo, se voleste.... In
-caso contrario, offro il posto nel mio carrozzino a
-Rina Ray.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il peso ch'egli pareva dare a questa minaccia stupì
-Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-— È mai possibile — ella pensò — che si lusinghi
-di pungermi e di conturbarmi? Ma io mi rallegro
-all'idea di procurare così a Rina il piacere di
-cotesta scarrozzata! È tanto amante dei divertimenti,
-e ha rare occasioni d'appagare i suoi gusti!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_288">[288]</span>
-</p>
-
-<p>
-Entrarono nel salotto. Ben Bruce cercò la signorina
-Ray, seduta nel vano d'una finestra; Gertrude,
-non trovando Emilia, non si fermò a lungo, ma abbastanza
-tuttavia da vedere le esagerate premure
-ch'egli ostentava verso la ragazza e che non furono
-notate da lei sola.
-</p>
-
-<p>
-Rina promise di buon grado d'accompagnarlo nella
-gita divisata per il giorno appresso, e mantenne
-la parola. La signora Graham, la signora Bruce,
-Isabella e il tenente, li seguivano in un altro legno.
-Quanto ad Emilia e Gertrude, fecero attaccare Carlotto,
-il cavallo bianco, al vecchio <i>buggy</i> e, presa la
-diversa direzione che già prima avevano scelta, si
-godettero tranquillamente la loro passeggiata.
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XXXI.</h2>
-</div>
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-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Giuoca (e del giuoco fa un'arte)</p>
-<p>Con quella povera cosa</p>
-<p>Sacra ch'è un cuore umano.</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">New Timon.</span></p>
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-<p>
-Passarono giorni e settimane senza che nulla accadesse
-di notevole in casa del signor Graham. La
-stagione oramai era torrida e non si facevano più
-gite, nè a piedi nè in vettura. Il tenente Osborne
-aveva lasciato Boston che nell'estate veniva abbandonata
-da quasi tutti gli amici della signora Graham
-e delle sue nipoti. Isabella Clinton, la quale non
-sapeva sopportare con pazienza nè i calori eccessivi
-nè la solitudine, diventava ogni giorno più irritabile
-e più stizzosa.
-</p>
-
-<p>
-Per la sua cuginetta invece quelle giornate estive
-erano piene di commozioni. Il signor Bruce rimaneva
-nel vicinato, visitava costantemente la famiglia,
-ed esercitava un grande influsso tanto sul contegno
-esteriore che sullo stato d'animo della fanciulla,
-ch'erano fluttuanti e mutevoli a seconda delle
-sue attenzioni o della sua negligenza verso di lei.
-Nè può far maraviglia che la povera Rina fosse
-confusa e turbata dinanzi alla sua condotta, la
-quale doveva riescire incomprensibile a chi non ne
-conoscesse il segreto movente. Persuaso che Gertrude
-<span class="pagenum" id="Page_289">[289]</span>
-cercherebbe di riconquistarlo se temesse di vederselo
-sfuggire davvero, Ben corteggiava un'altra
-con l'unico fine d'eccitare un senso di gelosia e di
-seria apprensione in quella ragazza povera, protetta
-dai Graham, che osava spregiare le sue profferte
-d'amore. E però non si mostrava preso di Rina se
-non sotto gli occhi di Gertrude, o quando era sicuro
-che questa avrebbe risaputo le premure da lui prodigate
-all'illusa. Il suo comportamento era quindi
-oltremodo ineguale, e ora faceva credere all'ingenua
-ed affettuosa creatura ch'egli sentisse per lei
-la tenerezza appassionata d'un innamorato, ora le
-faceva temere d'averlo inconsapevolmente offeso con
-la sua spensierata gaiezza e il suo franco linguaggio.
-Per disgrazia anche la zia Graham non mancava
-in nessuna occasione di motteggiarla o complimentarla
-sulla sua conquista, ribadendo così nel
-cuore della semplicetta la fede che la simpatia manifestatale
-dal signor Bruce fosse sincera.
-</p>
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-<p>
-La finzione di costui cagionava una tormentosa
-inquietudine a Gertrude, che presto l'aveva indovinata
-e n'era dolente ed inquieta per la felicità e la
-pace di Rina che con tenera sollecitudine avrebbe
-voluto difendere. I sospetti destati in lei fin da principio,
-dall'ambigua condotta di Ben, erano divenuti
-certezza, perchè, spesso, dopo aver dato ostentate
-prove di devozione alla signorina Ray, egli giudicava
-opportuno di sperimentarne l'effetto sull'altra,
-tentandola con qualche nuova lusinga, anzi lasciandole
-chiaramente intendere ch'ella aveva sempre il
-potere di togliere a Rina ogni diritto alle sue grazie.
-</p>
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-<p>
-Gertrude tutte le volte che le si offriva il destro,
-non meno chiaramente gli significava ch'egli aveva
-scelto proprio il vero modo di rendersi odioso ricorrendo
-a così bassi artifizi per mortificarla; ma il
-giovane egoista, il quale attribuiva il suo sdegno a
-quella gelosia che desiderava appunto provocare,
-persisteva ne' suoi procedimenti folli e malvagi.
-</p>
-
-<p>
-Ella, d'altronde, posto che Ben le faceva il galante
-senza profferirle il cuore e la mano, non credeva
-affatto alle sue dichiarazioni amorose e le
-considerava dirette soltanto a sviarla per propria
-sodisfazione da quella savia condotta in cui si manteneva
-<span class="pagenum" id="Page_290">[290]</span>
-con fermezza. Ma comprendeva bene che per
-quanto vani e leggeri fossero i sentimenti da cui
-veniva attratto a lei, peggio erano quelli che lo spingevano
-a corteggiare Rina Ray; e la manifesta inconsapevolezza
-dell'ingenua fanciulla profondamente
-l'affliggeva.
-</p>
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-<p>
-Cosa strana: Rina, che poche settimane addietro
-vedeva nella signorina Flint una rivale, ora l'aveva
-eletta per amica intima e confidente. Sua zia era
-troppo materiale e rude, Isabella troppo egoista e
-vana, perchè potesse pensare a farle partecipi delle
-sue piccole vicende di cuore. Invero neppure a Gertrude
-confessava apertamente d'amare Ben Bruce,
-ma la trasparenza del suo carattere era tale, che
-ella aveva tradito il suo segreto senza immaginarselo.
-</p>
-
-<p>
-Fuor di Gertrude nessuno pareva accorgersi del
-cambiamento avvenuto in lei. La gaia, ridente, spensierata
-Rina, aveva accessi di malinconica fantasticheria;
-la sua faccia, una volta raggiante sempre
-come il sole, si rannuvolava d'improvviso, perdeva
-tutto il suo splendore; ora ella era briosa e spigliata
-più del naturale, ora aveva un'aria pensosa, e
-furtivamente alzava uno sguardo ansioso sul volto
-del signor Bruce come per studiar il suo umore o
-spiare i suoi sentimenti. S'ella vedeva Gertrude passeggiare
-in giardino o la sapeva sola nella sua camera,
-andava a lei, le metteva un braccio intorno
-alla vita, s'appoggiava alla sua spalla, e prendeva
-a chiacchierare sul soggetto favorito. Raccontava,
-con un misto di semplicità e di follia, le gentili attenzioni
-del signor Bruce, i suoi complimentosi discorsi;
-parlava di lui per un'ora interrogando l'amica
-sull'opinione ch'ella aveva de' suoi meriti e della
-sincerità di quell'ammirazione ch'egli apertamente
-le professava. Toccava anche d'un qualche difetto
-del giovane che ai suoi occhi era quasi la perfezione
-stessa: ma quando Gertrude ne conveniva, ed esprimeva
-il suo rincrescimento di quel difetto evidente,
-ella si sforzava con ingenuo ardore a provarle che
-tutt'e due s'erano ingannate, e che se mai egli ne
-aveva uno, era proprio l'opposto. Le domandava se
-ella credeva che Ben parlasse sul serio, soggiungendo
-<span class="pagenum" id="Page_291">[291]</span>
-che lei, per conto suo, non lo credeva affatto:
-erano tutte sciocchezze.... E poi quando Gertrude,
-cogliendo la palla al balzo, cercava di confermarla
-in questo parere e la consigliava di non fidarsi delle
-sue smaccate adulazioni, il viso della povera Rina
-si rabbuiava tutto, ed ella si diffondeva in sottili
-ragionamenti per dimostrare che pur <i>qualche volta</i>
-era sincero: la lealtà, la serietà, si sentivano nel suo
-accento, nelle sue espressioni....
-</p>
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-<p>
-Era inutile ogni accenno a un pericolo, ogni tentativo
-di porla in guardia: Ben Bruce l'aveva infatuata.
-</p>
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-<p>
-Un giorno egli pensò di mettere alla prova la saldezza
-di Gertrude offrendole un ricco anello. Non
-poco stupita da tanta presunzione, ella lo rifiutò
-senza esitare nè far cerimonie; ma il giorno seguente
-lo vide al dito di Rina, la quale si struggeva di
-raccontarle come e da chi lo avesse avuto.
-</p>
-
-<p>
-— E voi lo avete <i>accettato</i>? — fece Gertrude guardandola
-con un'aria così attonita, che ella non osò
-riconoscere il fatto, ed eluse subito la domanda, arrossendo:
-</p>
-
-<p>
-— Ho acconsentito soltanto a portarlo per qualche
-tempo....
-</p>
-
-<p>
-— Io non avrei acconsentito.
-</p>
-
-<p>
-— Perchè no?
-</p>
-
-<p>
-— In primo luogo perchè non credo che sia di
-buon gusto ricevere presenti di valore da uomini: e
-poi perchè se persone estranee se ne accorgono, possono
-fare sul vostro conto osservazioni spiacevoli
-e severe.
-</p>
-
-<p>
-— E, allora, voi come vi regolereste?
-</p>
-
-<p>
-— Glielo restituirei subito.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Rina titubava; però, riflettendo meglio, risolse di
-rendere l'anello al signor Bruce e ripetergli ciò che
-Gertrude aveva detto. Non mancò di farlo, ma egli,
-lungi dall'apprezzare la condotta di quest'ultima,
-vide nel suo consiglio il desiderio di suscitare discordie
-tra Rina e lui, e prontamente concluse che
-aveva alfine conquistato il cuore della ritrosa, e che
-il suo trionfo sarebbe oramai pieno ed intero.
-</p>
-
-<p>
-Rimase male, pertanto, quando fatta una visita
-a villa Graham, per accertarsene, fu da lei trattato
-<span class="pagenum" id="Page_292">[292]</span>
-con fredda urbanità, come sempre da qualche tempo;
-ed anzi gli parve che si mostrasse più insensibile
-che mai alle sue attrattive. Accomiatatosi frettolosamente
-(con grande affanno di Rina che passò
-il resto della giornata investigando se avesse detto
-o fatto cosa che potesse dispiacergli), andò a cercare,
-secondo l'antico suo costume, quiete, solitudine,
-sotto il pero, e si diede tutto a ponderare una
-grave questione.
-</p>
-
-<p>
-Avveniva di rado che Ben Bruce si sentisse chiamato
-a fare considerazioni su qualche soggetto, a
-raccogliere le forze del suo spirito, e ordinarle al
-fine d'esaminar deliberatamente i due lati d'un argomento.
-Vivendo com'egli viveva, senz'alcuna mira
-più alta che la propria egoistica sodisfazione, si era
-avvezzato ad approfittare di tutte le occasioni di divertirsi
-e compiacere a sè stesso, nè rifuggiva da
-bassi e gretti artifizi per favorire i propri disegni.
-Nonostante la ristrettezza della sua mente, egli possedeva
-ciò che suol chiamarsi «un buon colpo d'occhio»
-e non era facile ingannarlo o defraudarlo
-de' suoi diritti. Conosceva il valore del suo denaro
-e della sua condizione sociale, e non soffriva d'essere
-sacrificato a benefizio di coloro che cercavano
-di trarre un vantaggio dalla sua amicizia. L'<i>abnegazione</i>
-era una virtù che egli non aveva mai praticata
-nè ammirava negli altri.
-</p>
-
-<p>
-Ma ecco che inopinatamente era sopraggiunta una
-crisi, in cui i suoi desiderî e i suoi interessi cozzavano
-tra loro, e la necessità richiedeva che egli scegliesse
-ed immolasse questi a quelli o viceversa. E
-se Ben Bruce, per la prima volta in vita sua, dedicava
-un intero pomeriggio a una meditazione profonda
-e all'accurata misura di due forze opposte,
-il caso va attribuito al fatto che egli dibatteva nella
-sua mente il più grave problema che mai l'avesse
-agitata.
-</p>
-
-<p>
-— Dovrò io — pensava — sposare quella ragazza
-che non ha un centesimo? Io padrone d'un cospicuo
-patrimonio, erede d'altri beni ancora, rinunzierò
-ai vantaggi d'uno splendido parentado che il
-mio stato di fortuna m'assicura, per fare partecipe
-delle mie ricchezze e del grado che occupo nel gran
-<span class="pagenum" id="Page_293">[293]</span>
-mondo, l'orfana adottata dai Graham, la quale non
-mi concederà un sorriso se non a prezzo di quanto
-posseggo? Se fosse appena un poco meno seducente,
-come vorrei deluderla! Chi sa che proverebbe se
-sposassi Rina? Ma credo ch'io non avrei il gusto
-di saperlo; è orgogliosa a segno che sarebbe capace
-di venire alle mie nozze e dirmi, chinando il suo
-collo di cigno con la grazia consueta: <i>Buona sera,
-signor Bruce</i>, nello stesso tono calmo e gentile che
-usa ora.... Mi fa ira vedere tanta alterezza in una
-fanciulla povera; ma nella <i>signora Bruce</i> quelle sue
-maniere mi piacerebbero, ne andrei anzi superbo.
-Non arrivo a capire come io mi sia innamorato di
-lei.... no, proprio.... Non è bella: almeno così dicono
-la mamma e Isabella Clinton. Eppure il tenente
-Osborne la notò subito, quella sera, quando entrò
-nel salotto: e Fanny non fa che esaltare la sua bellezza.
-Quanto a me, non so che io ne pensi.... credo
-che m'abbia stregato, sicchè non sono più in grado
-di giudicare. Ma se non è bella, ha dunque un prestigio
-superiore alla bellezza stessa....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Così Ben Bruce discuteva seco medesimo: e sempre
-ricominciava dall'insistere sull'immensità del
-suo sacrificio, per finire con riflessioni sui rari pregi
-di Gertrude, prova chiarissima ch'egli sentiva di
-avere a soffrir meno deponendo le sue ricchezze ai
-piedi della fanciulla povera, che cercando di goderne
-senza di lei.
-</p>
-
-<p>
-Durante alcuni giorni dopo presa la gran risoluzione,
-egli non ebbe opportunità di rivolgere una
-parola a Gertrude, la quale adesso era doppiamente
-ansiosa d'evitarlo, e non scendeva quasi mai entro
-la giornata, salvo che Emilia non la pregasse d'accompagnarla
-nel salotto; ma anche allora vi si tratteneva
-pochissimo e aveva cura di non scostarsi dalla
-sua amica cieca.
-</p>
-
-<p>
-In quel mentre la signora Graham e la signora
-Bruce con le loro famiglie ricevettero un invito per
-una serata di ricevimento in casa di conoscenti, a
-circa cinque miglia di distanza. Era nell'occasione
-del matrimonio d'una antica condiscepola d'Isabella,
-e tanto questa che Rina desideravano d'assistervi.
-La signora Bruce, che aveva una carrozza chiusa,
-<span class="pagenum" id="Page_294">[294]</span>
-offerse di condurre seco le due cugine, e posto
-che il legno del signor Graham, quand'era chiuso,
-non poteva contenere se non lui e la signora, la
-proposta venne accettata con piacere.
-</p>
-
-<p>
-L'idea di brillare in una gaia e sontuosa festa
-rianimava lo spirito depresso d'Isabella, ridestava
-le sue energie. Tutte le sue ricche abbigliature di
-gala furono cavate fuori, per scegliere la più elegante
-e più adatta. Ritta davanti allo specchio ella
-provava l'una dopo l'altra le sue ghirlande, e appariva
-con ciascuna così mirabilmente bella, che non
-sapeva quale preferire. Invano Rina tentava di farsi
-ascoltare dalla vanitosa fanciulla, ottenere un consiglio
-circa la foggia e il colore più convenienti a
-lei. Finalmente, disperando di riuscirvi, corse a consultare
-Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-La trovò nella sua camera; leggeva, e posò tosto
-il libro, vedendola entrare come una folata di vento,
-pronta a prestarle tutta la sua attenzione.
-</p>
-
-<p>
-— Gertrude, — disse Rina — che devo mettermi
-stasera? Ho cercato di chiederlo a Bella, ma non
-c'è stato caso che mi desse retta; quando è occupata
-delle sue gale, non conosce altro.... Oh, è terribilmente
-egoista.
-</p>
-
-<p>
-— E <i>lei</i> chi la consiglia?
-</p>
-
-<p>
-— Nessuno. Sceglie da sè.... Ma essa ha molto
-buon gusto, e io, invece, punto.... Ditemi dunque
-voi, Gertrude, come mi vesto?
-</p>
-
-<p>
-— Io dubito d'essere in grado di rispondervi: non
-sono mai stata ad un ricevimento in vita mia.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, non importa! Sono sicura che se ci andaste,
-fareste miglior figura di qualunque tra noi, e
-m'affido senza temer di sbagliare al vostro parere
-perchè non v'ho mai veduta portar nulla che non
-avesse un'aria di signorilità: perfino la vostra veste
-di ghingano, da mattina, non manca di stile.
-</p>
-
-<p>
-— Adagio, adagio, Rina cara, andate troppo oltre;
-non dovete eccedere se volete ch'io vi creda.
-</p>
-
-<p>
-— Ebbene, senza parlare di voi.... (voi siete superiore
-ai complimenti lusinghieri, lo so.... <i>qualcuno</i>
-me l'ha detto....) chi fornisce la guardaroba della
-signorina Emilia? Chi sceglie i suoi vestiti?
-</p>
-
-<p>
-— Io, adesso. Ma....
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_295">[295]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Me l'immaginavo, me l'immaginavo! Sapevo
-che la povera signorina Graham lo deve a voi se è
-sempre così elegante e bella.
-</p>
-
-<p>
-— No, v'ingannate; io non ho mai veduto Emilia
-meglio vestita che il giorno del nostro primo incontro;
-e la sua bellezza non deriva dall'arte: è naturale
-in lei.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, certo ella è avvenentissima, e tutti l'ammirano;
-ma non pare verosimile che si dia pena di
-mettersi così belle cose e portarle con tanta grazia,
-per sua propria sodisfazione.
-</p>
-
-<p>
-— Non lo fa soltanto per sè medesima: è soprattutto
-per compiacere suo padre che ha cura di vestire
-lindamente e con gusto. A quanto ho udito,
-quand'ebbe la disgrazia di perdere la vista si abbandonò
-da prima a una grande noncuranza del
-suo esteriore, ma avendo scoperto che con ciò accresceva
-l'afflizione del signor Graham, si fece animo,
-aiutata dalla signora Ellis; da allora lo ha sempre
-contentato in questo particolare. Avrete però
-notato, Rina, che non porta mai nulla di ricco e di
-vistoso.
-</p>
-
-<p>
-— È vero; ed appunto la sua squisita semplicità
-mi piace tanto. Ma dunque, Gertrude, essa non è
-cieca dalla nascita?
-</p>
-
-<p>
-— No; fino ai sedici anni ebbe occhi bellissimi che
-vedevano bene quanto i vostri.
-</p>
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-<p>
-— Che le accadde? Come accecò?
-</p>
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-<p>
-— Lo ignoro.
-</p>
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-<p>
-— Non gliel'avete mai domandato?
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-
-<p>
-— No.
-</p>
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-<p>
-— Curioso! O perchè?
-</p>
-
-<p>
-— So che non ne parla volentieri.
-</p>
-
-<p>
-— Ma a voi non si sarebbe ricusata di dirlo. V'idolatra!
-</p>
-
-<p>
-— Se avesse voluto dirmelo lo avrebbe fatto spontaneamente.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Rina guardò Gertrude con maraviglia. Era colpita
-da un tale esempio di delicatezza e di rispetto
-della sventura, ed ammirava per istinto un ritegno
-di cui, lo sentiva, ella non sarebbe stata capace.
-</p>
-
-<p>
-— Ma il vostro abbigliamento? — domandò sorridendo
-la sua amica. — Lo dimenticate?
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_296">[296]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Ah, sì, avete ragione! Quasi m'era uscito di
-mente.... E sono venuta per questo! Che mi metto
-dunque stasera? Un abito grave o leggero? Bianco,
-celeste o rosa?
-</p>
-
-<p>
-— Che ha scelto Isabella?
-</p>
-
-<p>
-— Una splendida seta celeste: è il suo colore favorito.
-Ma a me non va.
-</p>
-
-<p>
-— Infatti, preferirei un altro per voi.... Bene, venite,
-Rina, andiamo nella vostra camera; mi mostrerete
-i vestiti e vi dirò il mio parere.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ispezionata la guardaroba della signorina Ray,
-Gertrude osservò che per la stagione erano più
-adatte le stoffe leggiere e vaporose, e la scelta cadde
-sopra un finissimo crespo bianco. Ma sorse una
-nuova difficoltà. Nessuna delle acconciature da testa
-che Rina possedeva era d'una perfetta freschezza,
-nè, men che meno, poteva sostenere il paragone
-con la leggiadra ghirlanda, nuova fiammante, che
-Isabella stava accomodando sui suoi ricci biondi.
-</p>
-
-<p>
-— Non ce n'è una ch'io possa portare senza sfigurar
-troppo accanto a lei! — sospirò Rina. Ma
-volgendo gli occhi alla toelette dove c'era una scatola
-aperta, esclamò vivamente: — Oh, ecco quello
-che mi piacerebbe! Isabella, di dove li hai avuti,
-questi magnifici garofani rosa?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Così dicendo prese alcuni dei fiori, i quali erano
-un vero miracolo d'imitazione, e mostrandoli a Gertrude
-soggiunse che facevano proprio al caso suo.
-</p>
-
-<p>
-— Non toccare i miei garofani! — gridò irosamente
-Isabella, spiccandosi dallo specchio. — Me li
-sciupi!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-E li strappò di mano alla cugina, li ripose nella
-scatola, chiuse questa in una cassetta del cassettone,
-poi mise la chiave in tasca: atto di cui Gertrude
-fu testimone attonita e indignatissima.
-</p>
-
-<p>
-— Rina, — ella disse — io vi farò, se volete, una
-ghirlanda di fiori naturali.
-</p>
-
-<p>
-— Davvero? — rispose Rina ch'era rimasta male. — Oh,
-che felice idea! Non ci può esser nulla di
-più bello! Isabella, vecchia avaraccia stizzosa, tientele
-pure tutte le tue ghirlande! Peccato che tu non
-possa metterne due in una volta!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Fedele alla sua promessa, Gertrude preparò un'acconciatura
-<span class="pagenum" id="Page_297">[297]</span>
-da sera per la signorina Ray: e seppe
-contessere con gusto tanto squisito i più bei fiori
-del giardino, che quando Bella Clinton vide la cugina
-così elegantemente ornata, grazie ad affettuose
-cure di cui non soleva essere oggetto, ella, nonostante
-la superba coscienza della propria singolare
-bellezza, sentì un acuto morso di gelosia contro Rina
-e una fiera avversione contro Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-Per lei, che non poteva sopportare d'essere eclissata,
-la manifesta corte fatta a Rina da Ben Bruce
-mentre ella rimaneva negletta, era causa di gran
-dispetto. Non già che inclinasse ad amare il giovane
-cui l'altra desiderava piacere; ma la gloria
-derivante alla cugina dalla preferenza ottenuta, il
-vivo interessamento della zia, le occhiate significative
-della signora Bruce, le facevano sentire ch'ella
-era scesa al secondo posto: e però bramava oltremodo
-di offuscare quella sera la piccola Ray tanto
-meno appariscente di lei, attirando l'ammirazione
-generale. Quando la signora Graham complimentò
-Rina sulla sua straordinaria eleganza, dicendole che
-non era mai stata così incantevole e soggiungendo
-che <i>qualcuno</i> glielo avrebbe provato, Isabella atteggiò
-le labbra a un sorriso di sprezzo e di sfida. E
-Rina, col viso invermigliato dalla gioia, si volse a
-Gertrude e le mormorò all'orecchio:
-</p>
-
-<p>
-— Il bianco piace al signor Bruce; me lo disse l'altro
-giorno mentre appunto passavate per il salotto
-vestita del vostro abito di mussolina.&nbsp;—
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XXXII.</h2>
-</div>
-
-<div class="blockquote">
-<p>
-Sappiate dunque che io ho sostenuto
-le mie pretensioni alla vostra mano
-nella maniera che meglio si conveniva
-al mio carattere.
-</p>
-
-<p class="indr">
-<span class="smcap">Ivanhoe.</span>
-</p>
-</div>
-
-<p>
-Emilia non stava bene quella sera. Accadeva spesso
-da qualche tempo che l'emicrania, o una stanchezza
-insolita, una nervosa insofferenza d'ogni rumore,
-d'ogni eccitazione, la costringessero a ritirarsi
-nella sua camera e anche a coricarsi presto.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_298">[298]</span>
-</p>
-
-<p>
-Dopo che la signora Graham e le sue nipoti furono
-scese nel salotto ad aspettare che il signor Graham
-fosse pronto e che arrivasse la signora Bruce, Gertrude,
-la quale aveva lasciato l'amica per alcuni minuti,
-ritornò a lei, e la trovò più che mai molestata
-da quella ch'ella chiamava l'importuna sua testa.
-Agevolmente l'indusse a cercare nel sonno l'unico
-infallibile rimedio; e sedutasi accanto al letto le fece
-bagnuoli alle tempie, come soleva in questi casi, finchè
-non la vide quetarsi in un placido sopore. Parve
-disturbata un momento quando giunse la carrozza
-dei Bruce, ma si riaddormentò subito, e così profondamente
-da non essere scossa nemmeno dalla
-voce sonora della padrona di casa che prima di partire
-dava ordini a una delle persone di servizio.
-</p>
-
-<p>
-La giovanetta rimase ancora un poco senza muoversi;
-poi, pian piano, si rizzò, preparò ogni cosa
-per la notte, secondo i desiderî d'Emilia ch'ella ben
-conosceva, e chiuso con riguardo l'uscio dietro a sè
-andò nella propria camera a prendere un libro, col
-quale scese nel deserto salotto dove c'era più fresco.
-</p>
-
-<p>
-Sedette a un tavolino, e si dispose a godersi quell'ora
-di pace e libertà: occasione rara per lei.
-</p>
-
-<p>
-Aperse il volume portato seco; ma fossero i suoi
-pensieri più avvincenti di quella lettura, o le dessero
-noia le farfalline attirate dalla vivida fiamma
-del lume, o la seducesse l'incanto della serena notte
-estiva, ella non tardò a levarsi di lì per andare a
-sedere presso la grande porta vetrata.
-</p>
-
-<p>
-Stava immersa nelle sue meditazioni, con la fronte
-reclinata sulla mano, quando udì nel salotto un
-passo, e voltandosi vide accanto a sè Ben Bruce.
-Ella dette un sobbalzo ed esclamò:
-</p>
-
-<p>
-— Come! Voi qui, signor Bruce?... Credevo che
-foste alle nozze.
-</p>
-
-<p>
-— No, v'era qualche cosa di più attraente per me
-a villa Graham.... Vi pare ch'io possa trovar piacere
-in una festa alla quale voi non partecipate?
-</p>
-
-<p>
-— Non ho mica tanta vanità da presumere il contrario.
-</p>
-
-<p>
-— Vorrei che ne aveste un po' più, signorina Gertrude.
-Forse allora prestereste qualche volta maggior
-fede alle mie parole.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_299">[299]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Sono lieta del candore con cui riconoscete che
-senza questo requisito è impossibile credere alle vostre
-belle frasi, — diss'ella sorridendo.
-</p>
-
-<p>
-— Io non riconosco nulla di simile. Ciò che dico
-a voi sarebbe creduto, e volentieri, da qualunque
-altra ragazza; ma in qual modo persuadervi ch'io
-sono serio, e merito d'essere ascoltato, indurvi a
-trattar meco liberamente, a non sfuggire la mia compagnia?
-</p>
-
-<p>
-— Parlandomi con semplicità e sincerità, risparmiandomi
-quei discorsi e quelle galanterie che, come
-mi sforzo sempre di provarvi, io non posso gradire,
-e a voi non fanno onore.
-</p>
-
-<p>
-— Ma io ho un fine, Gertrude, un fine <i>onorevole</i>.
-Da parecchi giorni cerco un'opportunità di comunicarvi
-la mia risoluzione; voi <i>dovete</i> ascoltarmi.
-<i>Dovete</i> — proseguì con forza vedendola mutar colore
-e mostrar segni d'inquietudine — darmi una
-pronta risposta; e mi confido che sarà favorevole ai
-miei desiderî. Vi piace che si parli schietto; ebbene,
-così parlerò ora che ho preso un partito con animo
-deliberato. I miei parenti e i miei amici facciano
-pure le maraviglie e dicano quel che vogliono quando
-sapranno che ho scelto in isposa una fanciulla
-senza beni di fortuna e senza famiglia: io sono risoluto
-a sfidarli tutti e ad offrirvi il mio nome. In
-fin dei conti, a che serve il denaro se non rende l'uomo
-indipendente e padrone di fare il piacer suo?
-Quanto al mondo, non vedo perchè voi non vi portereste
-alta la testa al pari di chiunque. Sicchè, se
-non avete obiezioni, cessiamo questa scherma di parole,
-e consideriamo la cosa come regolata.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Così dicendo cercò di prenderle la mano.
-</p>
-
-<p>
-Ma Gertrude si ritrasse vivamente; aveva le fiamme
-al viso, e gli occhi le sfolgoravano nel fissarsi
-in quelli di lui con un'espressione di stupore e d'orgoglio
-offeso, tale ch'egli non poteva illudersi.
-</p>
-
-<p>
-Lo sguardo calmo e penetrante di quei grandi occhi
-neri era pieno d'eloquenza; Ben Bruce non lo
-sostenne e rispose alla muta interrogazione:
-</p>
-
-<p>
-— Spero che la mia franchezza non vi sia dispiaciuta....
-</p>
-
-<p>
-— No, la franchezza non può mai dispiacermi, — ella
-<span class="pagenum" id="Page_300">[300]</span>
-disse con dignità. — Ma che ho fatto io inconsciamente
-perchè abbiate a tenervi così sicuro di
-me che mentre vi vantate di sfidare l'opposizione dei
-vostri, quasi vi pare superfluo chiedere qual sia il
-mio sentimento?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Egli si scusò:
-</p>
-
-<p>
-— Nulla, al contrario anzi.... Soltanto io pensavo
-che la vostra ritrosia derivasse dall'impressione
-ch'io vi lusingassi per giuoco, e che se aveste conosciuto
-la serietà delle mie intenzioni non m'avreste
-sfuggito nè trattato con sì sdegnosa alterezza;
-ma, credetemelo, quel dignitoso contegno non faceva
-che accrescere la mia ammirazione, e se ho
-presunto di poter essere amato da voi dovete perdonarmelo.
-Mi stimerò felicissimo d'ottenere il vostro
-consenso e lo riceverò come un favore.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-L'espressione d'orgoglio offeso svanì dagli occhi di
-Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-— Non è sua colpa; — ella disse tra sè — è fatto
-così. Io devo compiangerlo per la sua vanità e la
-sua ignoranza, e compatirlo per il disinganno che
-gli cagiono.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Quindi, pur dichiarando al signor Bruce in modo
-esplicito e positivo ch'egli non aveva destato in lei
-simpatie più tenere della benevolenza di un'antica
-e buona conoscente, procurò d'addolcire il rifiuto
-dandogli una forma cortese, evitando ogni parola
-che potesse affliggere il giovane o mortificarlo. Ella
-sentiva, come sente in simili casi una vera donna,
-di dover gratitudine e riguardo all'uomo che, per
-quanto poca stima ella facesse di lui, le rendeva il
-maggior onore possibile; e sebbene il suo rincrescimento
-fosse temperato dal pensiero di Rina e della
-strana condotta di Ben verso la fanciulla, condotta
-ora doppiamente inesplicabile, nemmeno <i>questa</i> riflessione
-le impedì di comportarsi non soltanto da
-perfetta signora, ma da persona che, costretta a dare
-ad altri un dispiacere, è addolorata dalla necessità
-di farlo.
-</p>
-
-<p>
-Comprese però che la sua delicatezza era quasi
-sprecata quando scòrse qual fosse l'animo del signor
-Bruce nel vedersi opporre quel rifiuto inaspettato.
-</p>
-
-<p>
-— Gertrude, — egli disse — cotesto è un prendere
-<span class="pagenum" id="Page_301">[301]</span>
-a giuoco o me o voi medesima. Se siete ancora disposta
-a far la ritrosa per civetteria, desidero che sappiate
-ch'io non m'umilierò a sollecitarvi più oltre;
-ma se, dimenticando i vostri propri interessi, ricusate
-deliberatamente una fortuna come quella ch'io
-v'offro, è davvero gran peccato che non abbiate amici
-da cui siate bene consigliata. Non si presentano
-tutti i giorni di tali occasioni, specie a una povera
-maestrina di scuola; e se vi lasciate scappare questa,
-oso dire che non ve ne capiterà mai una seconda.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-A tale linguaggio insultante, <i>l'antico temperamento</i>
-di Gertrude si ridestò, l'ira agitò il suo spirito,
-si tradì nel lieve tremito delle sue dita appoggiate
-alla tavola presso cui stava ritta, essendosi alzata
-di scatto mentre egli parlava; ma per quanto insolita
-e improvvisa fosse la ribellione del vecchio
-nemico vinto, i suoi sentimenti erano da troppo tempo
-assoggettati a una severa disciplina perchè ella
-cedesse a quell'impulso, e rispose con voce commossa
-ma pacata:
-</p>
-
-<p>
-— Signor Bruce, ammesso ch'io potessi fino a tal
-punto dimenticare <i>me stessa</i>, non vorrei fare <i>a voi</i>
-l'ingiuria di sposarvi per il vostro denaro. Io non
-dispregio la ricchezza: so il bene di cui può esser
-fonte. Ma il mio amore non si compera a prezzo
-d'oro.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Così dicendo mosse verso l'uscio. Egli le afferrò
-una mano.
-</p>
-
-<p>
-— Fermatevi! Vogliate ascoltarmi un momento,
-permettermi una domanda.... Siete gelosa delle attenzioni
-da me prodigate ultimamente ad un'altra?
-</p>
-
-<p>
-— No, punto. Confesso però che non mi posso spiegare
-la vostra ambigua condotta.
-</p>
-
-<p>
-— Avete forse creduto ch'io mi curassi davvero
-di quella scioccherella? — proseguì Ben con ardore. — Ch'io
-avessi alcun altro desiderio che di mostrarvi
-se fossero apprezzabili i miei omaggi?... No, non
-ho mai provato ombra di passione per Rina Ray....
-Il mio cuore è stato sempre tutto vostro, e se mi
-fingevo attratto da <i>lei</i>, era soltanto nella speranza
-d'ottenere uno sguardo da <i>voi</i>.... uno sguardo <i>ansioso</i>,
-intendete? Oh, quanto ho spesso bramato di
-<span class="pagenum" id="Page_302">[302]</span>
-vedervi manifestare la metà del piacere che manifestava
-Rina in mia compagnia.... arrossire e sorridere
-così.... brillare in viso quand'ero allegro, esser
-triste del mio malumore, farmi sperare infine
-d'aver conquistato l'amor vostro, come il suo.... Ma
-amarla, io? Poh! La canina della signora Graham
-non potrebbe essere una rivale meno pericolosa per
-voi di quella puerile....
-</p>
-
-<p>
-— Tacete, tacete! — gridò Gertrude interrompendolo. — Per
-<i>me</i>, se non per rispetto di <i>voi stesso</i>!
-Oh, è mai possibile....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Non potè continuare. Si lasciò cadere in una poltrona,
-scoppiò in lacrime, e nascondendo la faccia
-tra le palme, al modo che soleva quand'era bambina,
-pianse irrefrenabilmente.
-</p>
-
-<p>
-Ben Bruce era sbalordito. S'accostò a lei e chiese
-in tono sommesso:
-</p>
-
-<p>
-— Perchè piangete? Che ho fatto?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ella non fu in grado di rispondere se non in capo
-a qualche minuto. Sollevò la testa, si scosse dalla
-fronte i capelli scomposti, e mostrando un viso che
-esprimeva solo un intenso dolore, disse con voce
-rotta:
-</p>
-
-<p>
-— Che avete fatto? E potete domandarlo? Ella è
-una dolce creatura, gentile, affettuosa. Ha un cuore
-amante e fidente. E voi l'avete <i>ingannata</i>, ingannata
-per causa mia.... Oh, come, come ne foste capace!...&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il giovanotto ora pareva sconcertato, e mormorò,
-non senza esitare:
-</p>
-
-<p>
-— Le passerà.
-</p>
-
-<p>
-— Le passerà, <i>che cosa</i>? — replicò Gertrude. — Il
-suo amore per voi? Può ben darsi. Io non so quanto
-profondo sia. Ma pensate alla sua felice e amorosa
-natura, e al tradimento con cui l'avete contristata!
-Pensate ch'ella credeva sincere le vostre parole,
-mentre erano tutte vuote, tutte false! Abusando
-così della sua fiducia, voi avete dato una perniciosa
-lezione di scetticismo ad una giovanetta, orfana di
-padre e di madre, che ha diritto alla simpatia e alla
-protezione di tutti.
-</p>
-
-<p>
-— Non m'immaginavo che voi la pigliereste in cotesto
-senso, — disse Ben.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_303">[303]</span>
-</p>
-
-<p>
-— E in quale altro potrei pigliarla? — ella rispose. — Speravate
-forse che una tale condotta vi concilierebbe
-la mia stima?
-</p>
-
-<p>
-— Date troppo peso alla cosa, Gertrude: siffatti
-corteggiamenti sono comunissimi.
-</p>
-
-<p>
-— Tanto peggio. Per me, che non ho pratica del
-bel mondo, il trastullarsi con un cuore umano è
-una mala azione. Se Rina vi ami, io non so; ma
-quale opinione può avere della vostra lealtà?
-</p>
-
-<p>
-— Mi pare che non dovreste essere tanto dura, signorina
-Gertrude, posto ch'io sono stato mosso unicamente
-dall'amore che vi porto.
-</p>
-
-<p>
-— Forse sarò dura. Non ho autorità di censurare:
-parlo soltanto per impulso del cuore. Che un'orfana
-prenda la difesa di un'orfana è naturale. Forse
-anche Rina stessa considera il fatto meno grave che
-a me non sembri, e non ha bisogno d'avvocati. Ma,
-signor Bruce, non abbiate del mio sesso una così
-bassa opinione da credere che si possa guadagnare
-l'amore e il rispetto d'una donna con un tradimento
-verso un'altra. Sarebbe l'infima tra le femmine colei
-che rinnegasse così i principî della rettitudine
-e dell'onore.
-</p>
-
-<p>
-— Tradimento! Che paroloni! Voi esagerate per
-troppo orgoglio.
-</p>
-
-<p>
-— Tant'è vero che mezz'ora fa mi sentivo disposta
-a piangere vedendo che voi avevate riposto il
-vostro affetto in chi non poteva corrispondervi, e se
-ora piango per colei che ha dato ascolto alle vostre
-parole menzognere, e la cui pace fu per lo meno
-<i>minacciata</i> a cagion mia, dovete ascriverlo al non
-essersi ancora inaridito il mio cuore nel contatto
-col mondo.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Seguì un breve silenzio. Ben Bruce fece alcuni
-passi verso l'uscio, poi si fermò, tornò indietro, e
-disse:
-</p>
-
-<p>
-— Dopo tutto, Gertrude Flint, io credo che verrà
-un tempo in cui le vostre idee saranno meno romantiche,
-e ricordando questa sera vi dorrà di non
-aver proceduto diversamente. V'accorgerete, non dubitatene,
-che questo è un mondo ove ciascuno deve
-provvedere a sè.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-E uscì concitato, senza soggiungere verbo. Un momento
-<span class="pagenum" id="Page_304">[304]</span>
-appresso Gertrude l'udì chiudere la porta di
-casa d'un colpo violento.
-</p>
-
-<p>
-Allora la quiete del salotto che più non risonava
-delle loro voci commosse, fu di nuovo turbata da
-un lieve gemito il quale veniva dal vano d'una finestra.
-Ella sussultò. Avvicinatasi, intese un singhiozzo
-represso. Alzò la tenda drappeggiata, e, là, sul
-largo sedile che occupava un lato dell'ampio strombo,
-vide la povera Rina Ray col viso affondato nei
-cuscini, e la sottile personcina contorta in uno strano
-atteggiamento di abbandono disperato, come di
-bimba accasciata sotto il peso d'un gran dolore. L'abito
-di crespo bianco gualcito, la ghirlanda di fiori
-naturali avvizzita e spostata, che le pendeva dietro
-fin sul collo, il piccolo pugno che stringeva convulsamente
-un cordone della tenda, rendevano ancor
-più penosa quell'espressione d'estrema angoscia.
-</p>
-
-<p>
-— Rina! — esclamò Gertrude la quale aveva indovinato
-chi era prima ancora di vederla.
-</p>
-
-<p>
-Al suono della sua voce la fanciulla si rizzò d'un
-balzo, e si gettò tra le sue braccia, le posò il capo
-sulla spalla. Non piangeva, non <i>poteva</i> piangere,
-ma un tremito che non giungeva a dominare la scoteva
-tutta. La mano premente la mano dell'amica,
-era gelida da far paura, gli occhi sembravano fissi,
-e lo stesso gemito isterico che l'aveva tradita nel suo
-nascondiglio, le usciva ad intervalli dalla gola, spaventando
-Gertrude a cui ella s'aggrappava come
-presa da un subito terrore.
-</p>
-
-<p>
-Questa, sorreggendola, la trasse fino a un divano,
-le sedette accanto, e si strinse dolcemente al
-petto la personcina tremante, scaldò le manine diacce,
-baciò e ribaciò le labbra irrigidite, finchè ottenne
-di ricomporla almeno in un'apparenza di calma.
-Per un'ora Rina stette così abbracciata a lei, ricevendo
-le sue carezze con evidente piacere, e rendendole
-ogni tanto con impeto convulso, ma senza
-proferir parola.
-</p>
-
-<p>
-Guidata da un savio criterio e da una perfetta delicatezza,
-la sua giovane protettrice s'astenne dall'interrogarla
-o accennare comunque al colloquio
-certo udito di nascosto, senza perderne sillaba; ma
-aspettato pazientemente che fosse in realtà più tranquilla,
-<span class="pagenum" id="Page_305">[305]</span>
-le preparò un cordiale, poi, vedendola prostrata
-di corpo e d'anima, le cinse con un braccio
-la vita, la condusse di sopra, e la fece entrare, senza
-cerimonie, nella propria camera, dove, se non
-doveva godere il ristoro del sonno, le sarebbero state
-risparmiate almeno le osservazioni e la curiosità
-d'Isabella. Stretta sempre all'amica, la povera fanciulla,
-che finalmente uno sfogo di pianto aveva alquanto
-sollevata, finì però con l'assopirsi fra i singhiozzi;
-e tutte le sue pene furono per allora sepolte
-nel profondo oblio in cui l'infanzia e la giovinezza
-trovano una tregua al dolore, e talvolta un balsamo
-che lo sana.
-</p>
-
-<p>
-Non fu così di Gertrude, la quale, benchè fosse circa
-della stessa età, aveva già conosciuto troppe afflizioni
-e troppe cure perchè potesse conservare il
-beato privilegio d'addormentarsi agevolmente anche
-in mezzo alle inquietudini. Era necessario, d'altronde,
-ch'ella vegliasse per aspettare il ritorno della
-signorina Clinton e spiegarle l'assenza di sua cugina
-dalla camera da esse occupata in comune. Seduta
-alla finestra, tendeva l'orecchio, impensierita,
-poichè Rina aveva cominciato ad agitarsi sui guanciali
-e mormorava parole incoerenti, evidentemente
-turbata nel suo sonno da sogni affannosi. Era passata
-la mezzanotte quando arrivarono i signori Graham
-con la nipote. Ella s'affrettò ad avvertire quest'ultima
-che la signorina Ray, indisposta, s'era coricata
-nella camera sua.
-</p>
-
-<p>
-Ma il rumore delle carrozze aveva destato la dormente.
-Quando Gertrude rientrò, la trovò in atto di
-stropicciarsi gli occhi cercando di raccogliere i propri
-pensieri. Subitamente la scena della sera innanzi
-le balenò nella memoria, e con un sospirone ella
-esclamò:
-</p>
-
-<p>
-— Oh, Gertrude! Sognavo il signor Bruce.... Dite,
-l'avreste creduto capace di trattarmi in tal modo?
-</p>
-
-<p>
-— No, di certo.... Ma s'io fossi in voi, non lo sognerei,
-nè vorrei pensarci da sveglia.... Dormiamo
-e dimentichiamolo.
-</p>
-
-<p>
-— Eh, per voi è un'altra cosa! — fece Rina con
-semplicità. — Egli vi ama e voi non l'amate.... mentre
-io.... io....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_306">[306]</span>
-</p>
-
-<p>
-S'interruppe, soverchiata dalla sua passione, e nascose
-il volto nei guanciali.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude s'accostò al letto, pose una mano sul capo
-della povera fanciulla, e terminò la frase per lei.
-</p>
-
-<p>
-— Il vostro cuore è così grande, Rina, ch'egli
-forse v'ha trovato un posticino; ma è un cuore troppo
-buono, dove non sono degni d'entrare i vili. Non
-dovete pensare più a colui; è immeritevole della vostra
-stima.
-</p>
-
-<p>
-— Ahimè, non posso! Come ha detto, sono una
-scioccherella....
-</p>
-
-<p>
-— No, non è vero, — disse Gertrude con un tono
-incoraggiante. — E dovete provarglielo.
-</p>
-
-<p>
-— In qual maniera?
-</p>
-
-<p>
-— Facendogli vedere che nonostante la sua dolcezza,
-Rina Ray è coraggiosa e forte, ch'ella non
-crede più alle sue menzogne lusinghiere, e tiene le
-sue galanterie per ciò che valgono.
-</p>
-
-<p>
-— Mi aiuterete, Gertrude? Voi siete la mia migliore
-amica; avete preso le mie difese, gli avete mostrato
-quanto malvagia è stata la sua condotta verso
-di me. Mi permetterete di venire a voi, quando non
-mi sentirò la forza di nascondere il mio dolore a lui,
-alla zia, ad Isabella?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Un caldo abbraccio di Gertrude l'assicurò che
-avrebbe sempre trovato in lei aiuto e simpatia.
-</p>
-
-<p>
-— Vedrete, — affermò questa — che tra poche
-settimane sarete di nuovo serena ed allegra come
-prima. Non vi riuscirà difficile cessar d'amare una
-persona che avete cessato di stimare.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-L'innamorata protestò che mai più non sarebbe
-stata felice; ma Gertrude, sebbene novizia anch'essa
-nelle vie del cuore umano, era più fiduciosa, perchè
-dalla violenza medesima dello sfogo comprendeva
-che il dolore di Rina somigliava un po' a uno di
-quegl'impetuosi dolori infantili che si esauriscono
-in lacrime e singhiozzi, e pensava che i più intimi
-recessi dell'anima sua fossero rimasti immuni dai
-danni della tempesta.
-</p>
-
-<p>
-Sentiva nondimeno per lei una profonda compassione,
-e insieme temeva ch'ella non avesse tanta
-forza di carattere da comportarsi di fronte al signor
-Bruce come richiedeva la sua dignità di donna, ed
-<span class="pagenum" id="Page_307">[307]</span>
-evitare d'esporsi ai dileggi d'Isabella e al disprezzo
-della zia palesando col suo aspetto e il suo contegno
-la grave mortificazione patita.
-</p>
-
-<p>
-Fortunatamente, quanto al giovane la prova le fu
-risparmiata, giacchè egli non si presentò più a villa
-Graham, e si seppe ch'era partito per tutto il rimanente
-della stagione estiva. La maraviglia e la curiosità
-suscitate nelle due famiglie da questa improvvisa
-partenza furono dunque la sola causa di
-difficoltà esteriori contro cui ebbe a lottare la povera
-Rina, sulla quale veniva a cadere il sospetto ch'ella
-non fosse estranea al brusco allontanamento del suo
-corteggiatore. La zia e la cugina la tempestavano
-di domande: «L'aveva ella rifiutato? Si erano bisticciati?
-E perchè?»
-</p>
-
-<p>
-Ella negava l'una cosa e l'altra, ma non le credevano,
-e il mistero persisteva, strano e solleticante.
-</p>
-
-<p>
-La signora Graham e Isabella non ignoravano che
-la sera della festa Rina si era, all'ultimo momento,
-ricusata d'andarci, con un pretesto, perchè mentre
-s'aspettava la carrozza della signora Bruce aveva
-per caso risaputo che Ben non ci sarebbe stato; ed
-essendo riescite a farle confessare ch'egli era poi
-venuto alla villa, ne trassero la naturalissima ipotesi
-d'un dissenso tra i due supposti innamorati.
-</p>
-
-<p>
-Isabella, dall'altro canto, conoscendo troppo bene
-i sentimenti della cugina, non poteva già credere
-ch'ella avesse rinunziato di sua spontanea volontà
-a un adoratore tenuto in sì gran pregio, e vedeva
-la sensitiva giovanetta sussultare ad ogni accenno
-alla costui diserzione. Quindi l'affetto di parente e
-d'amica, e un senso di delicatezza avrebbero dovuto
-vietarle di toccare il penoso soggetto. Ma invece il
-signor Bruce e la sua enigmatica scomparsa erano
-il tema favorito de' suoi discorsi, e al minimo disaccordo
-tra lei e Rina, ella non mancava di confonderla
-e chiuderle la bocca con qualche pungente sarcasmo
-allusivo al suo amore andato a male.
-</p>
-
-<p>
-Rina allora si rifugiava presso Gertrude, le confidava
-le sue pene, invocava il conforto della sua simpatia,
-trovando non soltanto benevolo ascolto, ma
-attingendo in quell'amicizia maggior coraggio e serenità
-d'animo che non potessero venirle in soccorso
-<span class="pagenum" id="Page_308">[308]</span>
-da alcun'altra parte. E a grado a grado la loro familiarità
-divenne per lei così dolce, ch'ella le doveva
-le sole sue buone ore di pace. Gertrude si prendeva
-teneramente a cuore la sorte della fanciulla che aveva
-sofferto un crudele disinganno di cui ella era
-l'involontaria cagione. Lo spirito depresso, l'aria
-mesta e pensosa della piccola Rina Ray, per sua
-natura così viva, così gaia, le dicevano con eloquenza
-commovente il suo intimo dolore; ed ella procurava
-in ogni modo di distrarla, di ricrearla, di farle
-prender gusto a quelle occupazioni e quei piaceri in
-cui ella stessa aveva spesso trovato un sollievo negli
-affanni tormentosi, nelle contrarietà irritanti.
-</p>
-
-<p>
-Certo, quasi tutto il suo tempo era dedicato ad
-Emilia, la sua amica più cara, la sua benefattrice;
-ma Emilia non aveva abitudini esclusive; quando
-non l'affliggevano quelle indisposizioni alle quali andava
-soggetta, era sempre disposta a ricevere cordialmente
-i visitatori cui la sua compagnia poteva
-esser grata o utile; perfino la indisciplinata e spensierata
-Fanny Bruce sentiva di non riuscire importuna,
-tanto era gentile il sorriso che l'accoglieva e
-tollerante l'indulgenza concessa alle sue monellerie.
-Rina dunque approfittava anche lei di questa cortese
-ospitalità; e poichè la cieca, col suo raro intuito,
-comprendeva che la fanciulla non era più la felice
-e folle creatura di prima, e aveva bisogno della sua
-benevolenza, questa era per lei doppiamente benvenuta.
-</p>
-
-<p>
-Tutte le volte che Isabella si divertiva a punzecchiare
-e mortificare la cuginetta oltre i limiti della
-pazienza umana, e che Gertrude si trovava occupata
-nella camera della signorina Graham, una snella
-figurina s'affacciava timidamente all'uscio socchiuso,
-e una voce soave come nessuna diceva dall'interno:
-</p>
-
-<p>
-— Vi sento, Rina; entrate, cara; la vostra compagnia
-ci è sempre gradita.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-E Rina entrava, si sedeva accanto a Gertrude, imparava
-da lei qualche artistico lavoro d'ago, o ascoltava
-qualche piacevole lettura, o godeva dell'ancor
-più piacevole conversazione d'Emilia. Passava così
-ore indimenticabili: ore calme, serene, ch'erano tanto
-<span class="pagenum" id="Page_309">[309]</span>
-diverse da quelle vissute fino allora, e lasciavano
-in lei un'impressione duratura, benefica per il suo
-spirito e il suo cuore.
-</p>
-
-<p>
-Nessuno poteva trattare familiarmente con Emilia Graham,
-ascoltare le sue parole, vedere la radiosità
-del suo celeste sorriso, respirare nella pura
-atmosfera che la circondava, senz'acquistar almeno
-l'<i>amore</i> della virtù e della santità, se non qualche
-particella della loro <i>essenza</i>. Ella era così scevra di
-egoismo, così paziente e rassegnata nonostante le
-sue privazioni, che Rina avrebbe sentito vergogna
-di lamentarsi in sua presenza; ed intorno a lei regnavano
-una pace e una giocondità il cui influsso
-irresistibile faceva spesso scordare alla giovanetta
-la causa della sua infelicità a segno ch'ella ripigliava
-senz'avvedersene la naturale gaiezza. Di giorno
-in giorno, oramai, la sua passione, il suo rammarico,
-tanto cocenti, tanto veementi sulle prime,
-andavano dissipandosi rapidamente come sogliono
-questi turbini di dolore, e mentre la guarigione progrediva
-in una tranquilla inconsapevolezza, un'altra
-opera non meno salutare ed importante s'iniziava
-in quell'anima. Frequentando una creatura eletta
-come Emilia, di cuore puro e di mente alta, vivendo
-in ancor più intima familiarità con la degna sua
-discepola, Rina apprendeva ad elevare i suoi pensieri,
-a mirare nelle sue azioni a nobili fini cui la
-vita ch'ella aveva condotta per l'innanzi era affatto
-estranea.
-</p>
-
-<p>
-Ammaestrata in parte dai precetti e dall'esempio
-delle sue nuove amiche, in parte dalla propria amara
-esperienza, la «scioccherella» che s'era lasciata
-prendere alle lusinghe di Ben Bruce vedeva adesso
-tutta la vanità e tutta la follia di cui s'era fino allora
-nutrito il suo spirito; e risolvendo per la prima
-volta di coltivare amorosamente le facoltà immortali,
-cominciò a sviluppare i germi della sua
-miglior natura, i quali, maturati col tempo e con
-l'aiuto di nuovi benefici influssi, trasformarono la
-frivola e leggera fanciulla mondana in una donna
-seria, utile e amabile.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_310">[310]</span>
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XXXIII.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Lievi dispregi, forse d'odio scevri,</p>
-<p>Il mal che non potrebbero col peso</p>
-<p>Fan col numero, e i piccoli dolori</p>
-<p>A mille ci corrodono la vita.</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Anna More.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Gertrude era lungi dall'immaginarsi che mentre
-ella s'adoperava piamente, con tutte le sue forze, a
-procacciare la felicità e il benessere morale di Rina,
-affidatasi al suo affetto e alla sua cura, andava eccitando
-la gelosia e la malevolenza d'altre persone.
-</p>
-
-<p>
-Isabella Clinton, la quale non aveva mai veduto
-di buon occhio quella fanciulla il cui carattere, la
-cui condotta parevano un continuo rimprovero alla
-sua vanità e al suo egoismo, e per giunta rea del
-delitto d'essere l'amica prediletta d'un giovane che,
-adolescente, aveva lasciato nel superbo suo cuore
-un sentimentale ricordo, aspettava con impazienza
-un'occasione di denigrarla dinanzi alla signora Graham.
-La grande intimità nata tra Gertrude e Rina
-non era sfuggita alla sua osservazione e destava in
-lei un vivo risentimento, sebbene ella stessa la ribadisse
-e la rafforzasse con la propria freddezza e
-la propria ingenerosità verso la povera delusa. Ora,
-rammentando che sua cugina, precisamente la sera
-della supposta rottura di questa col signor Bruce,
-aveva disertato la loro camera comune per rifugiarsi
-in quella di Gertrude, s'affrettò a comunicare alla
-zia il sospetto che costei avesse suscitato e fomentato
-qualche discordia tra i due innamorati e fosse
-riuscita a mandare a monte il matrimonio.
-</p>
-
-<p>
-La signora Graham non esitò ad accettare la sua
-opinione.
-</p>
-
-<p>
-— Rina — ella disse — è d'animo debole ed evidentemente
-si lascia dominare dalla signorina Flint.
-Non mi farebbe maraviglia che tu ti fossi apposta,
-cara Bella!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Così collegate, cercarono di strappare a Rina, per
-via di sorpresa o d'astuzia, una confessione circa il
-modo in cui Gertrude sarebbe giunta ad allontanare
-<span class="pagenum" id="Page_311">[311]</span>
-il suo pretendente e a raggirare lei. La fanciulla
-negò, indignata, che la sua amica si fosse resa colpevole
-di questa mala azione, e seguitò ostinatamente
-a ricusarsi di rivelare ciò ch'era avvenuto alla
-villa la sera della festa nuziale. Era il primo segreto
-ch'ella serbava: ma il suo orgoglio femminile
-vi si trovava coinvolto, e sì l'onore che la saggezza
-le imponevano di custodirlo con rigorosa cura.
-</p>
-
-<p>
-La collera d'Isabella e della signora Graham si
-rinfocolò. Molto discussero in segreto la questione,
-molte vane congetture fecero; di giorno in giorno
-s'esasperavano contro Gertrude, e il loro contegno
-verso di lei cominciò a manifestarlo. La fanciulla
-presto s'avvide d'esser fatta segno di meditate scortesie,
-poichè quantunque non dipendesse dalle loro
-grazie, non mancavano, vivendo sotto lo stesso tetto,
-occasioni in cui potessero ferirla con maniere
-sgarbate, le quali divennero sempre più provocanti
-e sarebbero state insopportabili senza la severa disciplina
-morale che frenava il suo temperamento.
-</p>
-
-<p>
-Con mirabile pazienza ella mantenne la sua equanimità.
-Non aveva mai aspettato benevolenza nè riguardi
-da parte della signora Graham e della signorina
-Clinton. Fin da principio s'era persuasa che
-tra lei e loro ci poteva essere poca simpatia, e adesso
-che le mostravano aperta avversione, lottava strenuamente
-seco stessa per conservare non soltanto
-la calma e il dominio dei propri sentimenti, ma un
-costante spirito di carità. E fu bene che non cedesse
-a quella prima prova cui veniva sottoposta la sua
-tolleranza, perchè un'assai più grave e inopinata
-provocazione le riserbavano le sue maligne persecutrici.
-Irritate da quella paziente e dignitosa condotta
-che non avevano preveduta, accese dal dispetto
-di picchiare a vuoto, risolsero d'attaccarla da un altro
-lato: ed Emilia, la dolce, amabile, inoffensiva
-Emilia, fu il nuovo oggetto contro cui diressero le
-loro ostilità.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude sapeva soffrire le ingiustizie, i dispregi,
-perfino le parole ingiuriose e crudeli finchè non colpivano
-che lei; però il sangue le bollì nelle vene
-quando vide che la sua diletta amica diveniva la
-vittima d'una bassa animosità palesata da vergognose
-<span class="pagenum" id="Page_312">[312]</span>
-piccole trascuranze, da malevoli procedimenti.
-Rivolgersi alla gentile creatura in termini men
-che cortesi pareva quasi impossibile; più impossibile
-ancora trovar qualche cosa a ridire sul conto d'una
-persona la cui vita era tutta bellezza e bontà; e la
-sventura che la teneva in certo modo appartata,
-sembrava doverla mettere al riparo d'ogni aggressione.
-Ma la signora Graham era grossolana e impulsiva,
-Isabella egoista e dura. Già molto prima
-che la cieca s'accorgesse delle loro nemiche intenzioni,
-Gertrude aveva sentito il suo cuore fremere
-e ribellarsi dinanzi ad atti e discorsi che tradivano
-il proposito di dar noia ad Emilia o d'affliggerla,
-tanto erano propri a ferire, se rilevati, la sensibilità
-di un'anima delicata. Ed ella vigilava: più d'un
-colpo veniva da lei stornato; più d'una mancanza
-riparata a tempo; più d'un disegno ch'esse contrariavano
-perchè lo sapevano favorito dalla signorina
-Graham, era portato a compimento grazie alla sua
-perseveranza e alla sua energia. Così durante alcune
-settimane Emilia ignorò che vari piccoli uffici
-servili le erano prestati adesso da Gertrude perchè
-Brigida aveva ricevuto dalla sua padrona ordini
-incompatibili col disbrigo di tutte le faccende per
-conto della signorina.
-</p>
-
-<p>
-Il signor Graham era allora assente, avendolo certe
-difficoltà che intralciavano i suoi affari chiamato
-a Nuova York nella stagione in cui egli soleva godere
-ozi beati, libero da ogni cura. La sua presenza
-sarebbe stata un freno potente per la moglie, la
-quale ben conosceva il tenero e devoto affetto che
-egli portava alla propria figliuola e il suo desiderio
-che il benessere di lei fosse considerato in casa sua
-come cosa di capitale importanza. E appunto il suo
-amore e le sue cure per Emilia, il rispetto, l'adorazione
-quasi, di cui tutti i familiari la circondavano,
-avevano destato fin dal primo giorno la gelosia della
-nuova signora Graham; e però ella approfittava di
-buon grado del pretesto offertole da Isabella, per
-dare sfogo al suo astio. Infatti ciò che concerneva
-Rina e la sua diserzione, com'esse dicevano, nel
-campo nemico, non era che una causa secondaria
-di diffidenza e d'avversione.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_313">[313]</span>
-</p>
-
-<p>
-Tuttavia la brusca e misteriosa partenza del signor
-Bruce, ed il sospetto che Gertrude, appoggiata
-dalla sua protettrice, avesse messo male tra lui e
-la fanciulla, forniva loro un motivo ostensibile di
-risentimento, ed erano determinate a trarre da questa
-scusa tutto il partito possibile.
-</p>
-
-<p>
-Un giorno, poco innanzi il ritorno del signor Graham,
-mentre Isabella e sua zia sedute nell'atrio cercavano
-d'ingannare le ore tediose di quell'afoso pomeriggio
-d'agosto sparlando di tutto il resto della
-famiglia, fu recata alla signora una lettera di suo
-marito. Ella ne scorse rapidamente il contenuto e
-disse con aria di sodisfazione:
-</p>
-
-<p>
-— Buone notizie, Bella! Pare che ci sia per noi
-la speranza di qualche piacere in questo mondo....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-E lesse ad alta voce il seguente passo:
-</p>
-
-<p>
-«Il molesto affare che m'ha costretto a venir qui
-è già quasi regolato, e nel modo più favorevole ai
-miei desiderî e ai miei disegni. Non veggo più alcun
-ostacolo al nostro viaggio in Europa; dunque
-partiremo nella seconda metà del mese venturo. Le
-ragazze facciano i loro preparativi. Dite ad Emilia
-che non risparmi nulla per provvedere dell'occorrente
-sè e Gertrude.»
-</p>
-
-<p>
-Isabella osservò ghignando:
-</p>
-
-<p>
-— Parla di Gertrude come fosse una di noi! Confesso
-ch'io non mi riprometto un piacere molto
-grande dal viaggiare per l'Europa con una cieca e
-la sua sgradevole appendice. Non capisco proprio
-perchè il signor Graham voglia portarsele dietro.
-</p>
-
-<p>
-— Magari le lasciasse a casa! — sospirò la zia. — Sarebbe
-per Gertrude un buon castigo. Ma, ohimè,
-sta' pur sicura, egli partirebbe piuttosto senza la mano
-destra che senza Emilia!
-</p>
-
-<p>
-— Spero che se mai mi marito, — esclamò la ragazza — non
-sarà con uno che abbia una figlia cieca!
-E per giunta una persona così terribilmente virtuosa,
-che tutti sono in obbligo d'idolatrarla, ammirarla
-e servirla.
-</p>
-
-<p>
-— <i>Io</i> non ho da servirla; cotesto è l'ufficio di Gertrude:
-non è qui per altro.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_314">[314]</span>
-</p>
-
-<p>
-— E quest'è il peggio: la cieca ha bisogno d'una
-camerista, e la camerista è una gran dama che non
-si perita di sottrarre alle vostre nipoti i loro innamorati
-e guastarle tra loro.
-</p>
-
-<p>
-— E che ci posso fare io, Bella? Puoi credere che
-io non desidero la compagnia della Flint più di te;
-ma non so davvero in che modo riuscirei a liberarmene.
-</p>
-
-<p>
-— Io vi consiglio di raccontare un po' al signor
-Graham il male che ha già fatto. Se avete qualche
-potere su lui, non vi sarà difficile impedirle di partecipare
-al nostro viaggio.
-</p>
-
-<p>
-— Sarebbe soltanto ciò che merita; e non dico che
-non gli toccherò della sua condotta. Certo rimarrà
-stupito di quella subitanea fuga di Ben Bruce, perchè
-non dubitava che avrebbe sposato Rina.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-In quella la signorina Clinton dovette interrompere
-la conversazione per andare a ricevere visite
-che arrivavano, e lasciò la signora Graham in una
-disposizione d'animo feconda di gravi conseguenze.
-</p>
-
-<p>
-Mentre Isabella scendeva la gradinata d'ingresso
-per andare incontro con sorrisi e complimenti agli
-ospiti che nell'intimo del suo cuore ella desiderava
-a cento miglia di distanza in quel torrido pomeriggio
-estivo, Gertrude saliva dalla cucina per la scala
-di dietro, e attraversava un corridoio conducente
-nella sua camera. Ella portava sulle braccia un abito
-di fine mussolina bianca, un buon numero di
-golette ricamate, di maniche e manichetti a piegoline,
-e altro, ogni cosa stirato di fresco. Era rossa
-in viso, e pareva molto stanca. Entrata, depose sul
-letto, accuratamente, il suo fardello, si scostò i capelli
-dalla fronte, aprì una persiana, e traendo un
-respirone sedette accanto alla finestra per godere
-un soffio d'aria fresca, se c'era. La signora Prime,
-che passava appunto per il corridoio, sporse la testa
-dall'uscio socchiuso, e visto che Gertrude era
-sola venne avanti. Guardò in atto di maraviglia la
-roba stirata, poi guardò lei, notò gli effetti del faticoso
-lavoro, e proruppe con indignazione:
-</p>
-
-<p>
-— Affemmia, signorina Gertrude, scommetto che
-avete stirato voi stessa l'abito di mussolina e il resto!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_315">[315]</span>
-</p>
-
-<p>
-La giovanetta sorrise ma non rispose.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, quest'è troppo! — esclamò la buona donna. — Pensare
-che voi avete lavorato in quella cucina
-ch'è un forno nelle ore calde, mentre noi si faceva
-la siesta!... Sono certa che la signorina Emilia non
-vorrebbe metterselo mai più cotesto abito bianco, se
-lo sapesse!
-</p>
-
-<p>
-— Dite piuttosto che non è quasi da mettersi....
-Io non ho pratica di stirare, e ho durato gran fatica;
-una parte mi s'asciugava prima che avessi finito
-di passare il ferro sull'altra.
-</p>
-
-<p>
-— È una galanteria, invece; ma non so davvero
-perchè abbiate da far voi il lavoro di Brigida.
-</p>
-
-<p>
-— Brigida è sempre tanto occupata, — disse Gertrude
-evitando una risposta diretta — e poi è bene
-ch'io impari. Nessuna cognizione è inutile, signora
-Prime.
-</p>
-
-<p>
-— Ma dopo pranzo, con questo po' di caldo, non
-è il tempo adatto per simili sperimenti. E oso dire
-che neppur voi l'avreste scelto se non fosse stato il
-pensiero che la signorina Emilia poteva aver bisogno
-della sua roba e non trovarla pronta. Che mutamenti
-in casa Graham! La figliuola del padrone,
-una volta al primo posto, adesso è ridotta ad aspettare
-che sia stirata la biancheria degli altri per ottenere
-la propria. Brigida dovrebbe aver tanto giudizio
-da non dar retta a quelle villane rivestite quando
-le ordinano, per esempio, come sentii giusto ieri
-la signora, di lasciare stare «quel mucchio di mussoline»
-per occuparsi di faccende «più importanti....»
-La nostra Caterina non sarebbe stata così
-grulla: ma Brigida è anch'essa una nuova capitata.
-E io pensai subito: «Che direbbe la signorina Gertrude
-vedendo trascurare così la signorina Emilia?»
-Eh, com'è vero ch'io mi chiamo Prime, voglio che
-la padroncina sappia quel che succede qui!... Voi
-non vi scalmanerete più a stirare: se le sue vesti
-e la sua biancheria fine, e specie la vostra, non possono
-più esser lavate e stirate in casa, si daranno
-fuori. Denaro ce n'è, e se ne deve spendere un poco
-anche per i bisogni delle signore vere. Vorrei pure
-che l'Isabella andasse a cambiar aria: le farebbe
-buono! Mi feriscono nel cuore le vessazioni che si
-<span class="pagenum" id="Page_316">[316]</span>
-commettono contro voi due.... Io non ci reggo più;
-vo difilato dalla signorina e vuoto il sacco.
-</p>
-
-<p>
-— No, che non ci andrete, signora Prime, — disse
-Gertrude in tono persuasivo — posto ch'io vi prego
-di non farlo. Voi dimenticate quale dispiacere proverebbe
-Emilia se risapesse questa mancanza di riguardo
-della signora Graham. Io vorrei stirare vestiti
-di mussolina tutti i giorni piuttosto che lasciarle
-pur <i>sospettare</i> una volontaria scortesia di
-qualcuno verso di lei.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La cuoca esitò. Infine disse:
-</p>
-
-<p>
-— Signorina Gertrude, io credevo che nessuno potesse
-amare la nostra cara Emilia più di me, ora capisco
-però che voi l'amate <i>meglio</i>, perchè usate tanta
-prudenza e saviezza per amor suo. Io tacerei se non
-vi andaste di mezzo <i>voi</i>: siete venuta in questa casa
-ch'eravate ancora una bambina, e tutti v'abbiamo
-posto affetto e vi teniamo in gran conto.... Io non
-posso tollerare di veder quella gente mettervi i piedi
-sul collo come ne ha l'intenzione.
-</p>
-
-<p>
-— So che mi volete bene, signora Prime, e ad
-Emilia pure: dunque tanto per me che per lei non
-dovete fiatare con anima viva su questi cambiamenti
-nel governo della famiglia. Facciamo quanto è possibile
-per risparmiarle il dolore di conoscerli: circa
-il resto, non dateci peso. Se anche non mi tratteranno
-con l'amorevolezza e l'indulgenza a cui gli altri
-m'avevano avvezzata, qui, il miglior consiglio è di
-non mostrare d'accorgersene: e voi, non vi mettete
-gli occhiali per veder torbido.
-</p>
-
-<p>
-— Dio vi benedica, signorina Gertrude! Quelle persone
-hanno fortuna d'aver a fare con un cuore come
-il vostro: nessuno, io credo, sarebbe capace d'una
-tale pazienza. A me, grazie al cielo, non hanno occasione
-di dar noia. Io lasciai subito intendere alla
-signora Graham che non soffro ingerenze di chicchessia
-nelle mie faccende: i diritti delle cuoche
-sono privilegiati, e le feci passare presto la voglia
-d'invadere i miei dominî, ve l'assicuro.... M'è doloroso
-assai veder le mie care signorine soverchiate
-così; nondimeno, poichè voi mi dite «zitto!», frenerò
-la lingua finchè potrò. Ma l'è una vergogna,
-questo lo dichiaro!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_317">[317]</span>
-</p>
-
-<p>
-E la signora Prime se n'andò, borbottando.
-</p>
-
-<p>
-Un'ora più tardi Gertrude era allo specchio, intrecciando
-i suoi lunghi capelli, quando entrò la signora
-Ellis dopo avere leggermente picchiato all'uscio.
-</p>
-
-<p>
-— Ah, — fece la governante — non avrei creduto
-che s'arriverebbe a questo segno!
-</p>
-
-<p>
-— Che c'è di nuovo? — domandò con ansia la fanciulla.
-</p>
-
-<p>
-— Pare che ci sfrattino dalle nostre camere.
-</p>
-
-<p>
-— Chi?
-</p>
-
-<p>
-— Voi, prima, e poi me, mi figuro.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude avvampò in viso ma tacque. La signora
-Ellis le raccontò come avesse ricevuto l'ordine di
-adattare la camera di lei per due ospiti aspettati il
-giorno seguente, e fu maravigliatissima d'udire che
-Gertrude non era stata consultata nè avvertita. La
-signora Graham le aveva parlato della cosa con aria
-di così tranquilla indifferenza, mostrandosi anzi tanto
-sicura che alla signorina Emilia e alla sua giovane
-amica sarebbe tornato comodo e gradito occupare
-la medesima stanza, ch'ella aveva creduto
-la cosa già stabilita di comune accordo.
-</p>
-
-<p>
-Profondamente offesa e sdegnata per conto proprio
-e d'Emilia, Gertrude stette un poco irresoluta,
-in silenzio. Poi domandò alla governante se avesse
-già informato la signorina di questa novità. Quella
-rispose di no. Ella la pregò allora di non dirgliene
-nulla.
-</p>
-
-<p>
-— M'è insopportabile — soggiunse — l'idea di
-farle sapere ch'io vengo espulsa senza cerimonie dal
-piccolo santuario da lei preparato per me con amorosa
-cura. Io dormo spessissimo nella sua camera,
-è vero: ma ella desiderava ch'io ne avessi una mia
-dove potessi stare in libertà, leggere, studiare.... Se
-permettete ch'io porti la mia scrivania nella camera
-vostra, signora Ellis, e di dormire lì qualche volta
-sull'agrippina, potremo tacerle la verità.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La signora Ellis acconsentì subito. Era divenuta
-molto umile e arrendevole, da qualche mese, e Gertrude
-le era entrata pienamente in grazia, prima con
-la sua esemplare pazienza, e da ultimo col cortese
-e valido aiuto prestatole nelle numerose occasioni
-<span class="pagenum" id="Page_318">[318]</span>
-in cui si trovava sopraccarica di faccende. Pertanto,
-non solo le accordò senza obiezioni ospitalità nella
-propria camera, ma s'offerse d'aiutarla a trasportarvi
-i suoi vestiti, i suoi libri, il tavolino da lavoro.
-</p>
-
-<p>
-Quantunque compiacente e gentile verso Gertrude,
-che adesso ella considerava come Emilia, la signora
-Prime e sè medesima, un membro del partito oppresso
-ed angariato, ritornava però all'antica asprezza
-per esprimere la sua indignazione parlando della
-condotta della signora Graham e d'Isabella.
-</p>
-
-<p>
-— È tutta una trama! Qualche volta penso perfino
-ch'è meglio per Emilia esser cieca e non vedere
-quanto succede in questa casa! Avrei voluto schiaffeggiare
-Isabella, ieri, quand'ebbe la sfacciataggine
-di prendere il vostro posto a tavola accanto a
-lei, e poi trascurare d'aiutarla a servirsi! E quell'angelo
-sedeva lì inconsapevole del suo vergognoso
-contegno, e le chiedeva un po' di burro con altrettanta
-dolcezza che se, per un mèro caso, voi foste
-stata mandata altrove e lei abbandonata a sè stessa.
-Davanti a tutti quegli estranei, poi! Io vedevo
-ogni cosa dallo stanzino della porcellana.... E i vestiti
-e le golette e i manichetti d'Emilia che stavano
-nell'armadio della biancheria aspettando d'essere stirati
-da tanto tempo ch'io credevo che finirebbero
-con l'ammuffire?... Sono contenta di vedere che Brigida
-ha potuto finalmente spicciarli, perchè davvero
-temevo che uno di questi caldi giorni la poverina
-non avrebbe più avuto roba leggera da mettersi. Ma
-è inutile discorrerne.... Io desidero soltanto che possano
-presto andarsene in Europa, e lasciarci respirare.
-A voi non importa mica d'andar con loro, eh,
-Gertrude?
-</p>
-
-<p>
-— Se ci va Emilia, sì.
-</p>
-
-<p>
-— Bene, siete migliore di me; io non sarei capace
-di sottopormi a un tale martirio neanche per amor
-suo.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Molte erano le molestie piccine e maligne a cui
-Gertrude veniva giornalmente fatta segno, specie
-dopo l'arrivo degli ospiti attesi: gente del mondo
-elegante, gaia e frivola, indotta dalla padrona di
-casa e da Isabella a riguardare lei come un'intrusa,
-ed Emilia come un noioso ingombro. Nè quest'ultima
-<span class="pagenum" id="Page_319">[319]</span>
-potè esser tenuta sempre all'oscuro del poco caso
-che si faceva di loro. Rina, indignata degl'incivili
-procedimenti di sua cugina e di sua zia, e indifferente
-verso gli estranei ospitati alla villa, poichè
-cominciava a discernere la leggerezza di carattere e
-di mente delle persone di quel genere, non esitò a
-manifestare alle sue amiche il vivo rincrescimento
-ch'ella provava nel vederle così indegnamente trattate
-e il desiderio di difenderle. Ma Rina era un'assai
-debole antagonista di fronte alla signora Graham,
-e soprattutto di fronte a Bella, i cui sarcasmi
-la sgomentavano; depressa di spirito dopo la mortificazione
-patita, era divenuta codarda, e non osava
-più, come avrebbe osato una volta, sventare i
-loro disegni e frapporsi tra chi ella amava e la malevolenza
-altrui.
-</p>
-
-<p>
-Ma la signora Graham, donna avventata, andò
-tropp'oltre, e s'impigliò nei propri intrighi. Il ritorno
-imminente di suo marito rendeva necessario
-un freno alla sua insolenza e a quella d'Isabella,
-cui era più difficile applicarlo. Quanto a lei, essendo
-abbastanza accorta da percepire fino a qual punto
-la tolleranza del signor Graham poteva giungere e
-la sua perspicacia essere ingannata, sapeva in presenza
-sua dominarsi e governarsi in modo da non
-cozzare contro quella imperiosa volontà. Lui lontano,
-s'era condotta senza ritegno, aveva permesso
-alla nipote d'empire la casa di gioventù chiassosa
-e petulante, e chiuso un occhio su molte aperte e
-flagranti violazioni delle regole di civiltà verso la
-figliuola dell'ospite assente, e la sua giovane compagna
-ed amica. Ora però conveniva reprimere questa
-indecorosa oltracotanza, ed ella lo comprendeva.
-Sfortunatamente, innanzi che mettesse in opera le
-sue precauzioni, il capo della famiglia ritornò inaspettato,
-e in circostanze che non le permisero d'avvertir
-nessuno nè preparar nulla.
-</p>
-
-<p>
-Egli arrivò sull'imbrunire, avendo preso l'omnibus,
-cosa contraria alle sue consuetudini. Era una
-serata fresca; finestre ed usci erano chiusi. La splendida
-illuminazione del salotto gli fece sospettare
-che sua moglie ricevesse una numerosa compagnia.
-Ne fu contrariato, essendo un sabato; egli, fedele
-<span class="pagenum" id="Page_320">[320]</span>
-agli antichi costumi della Nuova Inghilterra, desiderava
-che la vigilia del giorno del Signore la sua
-famiglia rimanesse quieta e raccolta. Per di più aveva
-un forte mal di capo. Non entrò dunque nel salotto,
-e passò invece prima nella biblioteca, poi nella
-sala da pranzo. Le trovò l'una e l'altra deserte e
-fredde. Salì al piano superiore, attraversò parecchie
-stanze, osservando non senza indignazione la
-trascuratezza con cui erano tenute, perchè egli amava
-l'ordine e la pulizia meticolosa, e andò difilato
-alla camera d'Emilia. Aperse l'uscio pian piano, è
-guardò dentro.
-</p>
-
-<p>
-Un bel fuoco ardeva nel caminetto a un canto del
-quale era stata spinta un'agrippina su cui sedeva
-Emilia; la piccola sedia a dondolo di Gertrude occupava
-l'altro. I riflessi della fiamma guizzavano
-sulle tende candide; da un panierino di fiori che ornava
-la tavola si diffondevano intorno soavi fragranze;
-ogni cosa era al suo posto e splendente di
-nettezza. L'aspetto della stanza, il viso placido e sereno
-della figliuola, il raggiante sorriso della giovanetta
-che alzando gli occhi aveva veduto con sua
-gran gioia il padre, il protettore della sua amica
-cieca, contemplarle in atto amorevole di sulla soglia,
-offrivano al signor Graham un così grato contrasto
-con quanto s'era offerto al suo sguardo fino allora,
-ch'egli, mosso da un sentimento più caldo del solito,
-strinse in un tenero amplesso paterno Emilia stupita
-dalla sua improvvisa comparsa, salutò non
-meno affettuosamente Gertrude. Questa avvicinò al
-fuoco una poltrona dov'egli sedette esclamando:
-</p>
-
-<p>
-— Brave ragazze, qui si sta bene e c'è un'aria di
-pace casalinga che consola! Ma che cosa succede al
-pianterreno? E perchè tanto disordine, tanta confusione?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Emilia spiegò che parecchi ospiti soggiornavano
-alla villa.
-</p>
-
-<p>
-— Uh! Ospiti? <i>Me lo dovevo immaginare!</i> — brontolò
-il vecchio signore con tono di malcontento. — E
-si direbbe che ciascuno abbia vuotato il suo sacco
-di cenci nelle camere....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude gli domandò se avesse preso il tè.
-</p>
-
-<p>
-Non l'aveva preso, e lo desiderava; era stanco.
-<span class="pagenum" id="Page_321">[321]</span>
-Mentr'ella s'avviava per scendere e prepararglielo,
-egli la richiamò:
-</p>
-
-<p>
-— Gertrudina, non dire a nessuno che sono ritornato.
-Ho bisogno d'esser lasciato tranquillo almeno
-<i>stasera</i>.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Rimasto solo con Emilia, s'informò dei preparativi
-per il viaggio in Europa; e con sua maraviglia
-apprese ch'ella ignorava totalmente le sue intenzioni
-su questo proposito, perchè la signora Graham s'era
-dispensata dal comunicarle il messaggio contenuto
-nella sua lettera. Sebbene sdegnato quanto stupito,
-egli si represse: non gli garbava confessare a sè
-stesso, e meno ancora alla figliuola, che sua moglie
-aveva trasgredito i suoi ordini. Risolse però d'occuparsene
-poi.
-</p>
-
-<p>
-Dopo essersi riconfortato con un tè ben guarnito,
-tornò di sopra e chiese il <i>Giornale della Sera</i>.
-</p>
-
-<p>
-— Vo a cercarlo, — disse Gertrude, rizzandosi.
-</p>
-
-<p>
-— No, suona, — fece il signor Graham, imperioso.
-</p>
-
-<p>
-A tavola aveva notato che quando la giovane, la
-quale assisteva al suo pasto, sonava il campanello,
-non si teneva conto della chiamata, e voleva conoscere
-la causa di questa strana negligenza.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude sonò ripetute volte senza ottenere risposta.
-Alfine udì il passo di Brigida nel corridoio, ed
-aperto l'uscio disse alla ragazza:
-</p>
-
-<p>
-— Brigida, vi prego, cercate il <i>Giornale della Sera</i>
-e portatelo qui, per la signorina Emilia.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Quella andò e ritornò presto, rispondendo che il
-giornale lo leggeva la signorina Isabella e ch'essa
-si ricusava di cederlo.
-</p>
-
-<p>
-Una tempesta si addensò sulla fronte del signor
-Graham.
-</p>
-
-<p>
-— Come! Una tale imbasciata a mia figlia! — esclamò
-egli. — Gertrude, va' tu stessa, e di' a quell'impertinente
-che dia subito il giornale, perchè lo
-voglio <i>io</i>. O che contegno è mai cotesto? — soggiunse
-borbottando.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude entrò nel salotto con grande compostezza,
-e sotto gli sguardi curiosi di tutta la compagnia
-parlò piano alla signorina Clinton, che, rossa e confusa,
-le consegnò senz'indugio il foglio. Bella temeva
-il signor Graham; e quand'ebbe informato sua
-<span class="pagenum" id="Page_322">[322]</span>
-zia dell'inaspettato arrivo di questi, anche la signora
-si turbò. Ella aveva fatto calcolo di parlare col
-marito prima ch'egli vedesse Emilia, come molto le
-premeva, ben sapendo quanto importasse predisporlo
-in favore delle sue mire.
-</p>
-
-<p>
-Adesso era troppo tardi. Stimò meglio non andare
-in cerca di lui, e affidarsi piuttosto alla fortuna.
-Con arte, disperse la compagnia di buon'ora, e diede
-una capatina nella sala da pranzo dove infatti
-trovò il signor Graham che fumava.
-</p>
-
-<p>
-Egli era di malumore (grazioso come un orso, ella
-disse poi ad Isabella), ma la signora fu conciliante,
-evitò d'irritarlo toccando soggetti scabrosi, e seppe
-fare così bene, che il giorno seguente potè presentare
-a' suoi ospiti un padrone di casa, almeno in
-apparenza, affabile e cortese.
-</p>
-
-<p>
-Ma la serenità venne turbata assai prima che quella
-domenica giungesse a sera. Mentre il vecchio signore
-s'avanzava nella navata destra della chiesa
-dove stava per incominciare l'uffizio del mattino,
-conducendo, secondo il suo costume, la figliuola cieca
-appoggiata al suo braccio, la sua faccia si rabbuiò
-vedendo Isabella seduta con aria di compiacenza
-in quell'angolo dell'antica panca di famiglia
-che tutti sapevano essere da anni riservato alla signorina
-Graham. Sua moglie, la quale li accompagnava,
-ammiccò verso la nipote; ma costei era piuttosto
-ottusa, e però non isfuggì alla mortificazione
-d'essere da lui deliberatamente presa per la mano
-e rimossa dal posto usurpato dove egli collocò Emilia.
-La sfrattata, che già da tre domeniche commetteva
-la bassezza di privarla, per dispetto, del suo
-diritto, fu costretta a sedere durante il servizio divino
-accanto al signor Graham, con le spalle al pulpito,
-essendo tutti gli altri posti occupati. Ella fremeva
-di collera osservando i sorrisi mal repressi di
-parecchie persone delle panche vicine: specie l'afflisse
-il vedere nella contigua, proprio accosto a lei,
-Fanny Bruce che gongolava addirittura.
-</p>
-
-<p>
-Se Emilia fosse stata consapevole del trionfo ottenuto
-ne avrebbe sofferto. Ma il suo cuore e i suoi
-pensieri erano vòlti in alto, e come non aveva sentito
-nè ira nè pena dinanzi alla prepotenza di Bella
-<span class="pagenum" id="Page_323">[323]</span>
-Clinton, così non provava ora altra sodisfazione che
-quella di trovarsi più a suo agio nel posto a cui era
-abituata da tanto tempo.
-</p>
-
-<p>
-In capo a una settimana da che era ritornato, il
-signor Graham aveva compreso chiaramente i sentimenti
-di sua moglie e d'Isabella, e i loro probabili
-effetti sulla sua felicità domestica. Vedeva che Emilia
-sdegnava di lagnarsi; sapeva che non s'era lagnata
-mai: notava la devozione di Gertrude alla sua
-figliuola diletta, e considerava la fanciulla meritevole
-di tutta la sua stima e di riguardi che nessuno
-avrebbe potuto contrastarle. E quando la signora
-tentò con arte sopraffina d'insinuargli le accuse meditate
-contro la sua giovane protetta, egli le accolse
-con indifferenza e disprezzo.
-</p>
-
-<p>
-Conosceva Gertrude fin da bambina; ella era fiera,
-e qualche volta l'aveva giudicata caparbia: <i>mai</i> vile
-nè falsa. Inutile venire a raccontare a lui quelle
-sciocchezze; se non s'era concluso nulla tra Ben Bruce
-e Rina, tanto meglio; il giovanotto era un fannullone,
-e non poteva essere un buon marito; quanto
-alla ragazza, gli pareva che fosse divenuta più savia
-e più gentile, e se questo era il risultato della sua
-amicizia con Gertrude, bisognava anzi favorire la
-loro intimità.
-</p>
-
-<p>
-La signora Graham era disperata.
-</p>
-
-<p>
-— Non c'è rimedio, — diceva a Bella. — È saldo
-come una ròcca, e se andremo <i>noi</i> in Europa, con
-lui, indubitatamente Emilia e la sua fedele ci verranno
-<i>anche loro</i>.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Rimase dunque sbalordita come da un eccesso di
-gioia, quando seppe che la coppia con cui tanto le
-spiaceva di dover fare il desiderato viaggio, restava
-a casa, e per istanza della stessa signorina Graham.
-Gli scrupoli che avevano rattenuto Emilia dal dimostrare
-a suo padre quanto poco gradevole sarebbe
-riuscito per lei il giro all'estero, erano svaniti tosto
-che s'era persuasa che Gertrude, il cui bene le stava
-sempre a cuore, avrebbe sofferto ancor più viaggiando
-sottoposta alla compagnia delle sue nemiche.
-</p>
-
-<p>
-Quantunque cieca, ella afferrava e comprendeva
-quasi tutto ciò che avveniva intorno a lei. Dotata di
-prontissima percezione mentale e d'un finissimo udito
-<span class="pagenum" id="Page_324">[324]</span>
-reso doppiamente acuto dalla mancanza della vista,
-era giunta a conoscere, forse più addentro di
-ogni altro, gli eventi della scorsa estate. Indovinava
-il vero stato delle cose tra Ben Bruce e Gertrude,
-benchè questa non gliene avesse mai fatto parola, e
-s'immaginava in qual modo vi fosse coinvolta Rina,
-il che d'altronde non era difficile arguire, date le
-involontarie ma continue confidenze che l'ingenua
-fanciulla le andava facendo nelle loro conversazioni.
-</p>
-
-<p>
-Poichè gli abusi di potere della signora Graham
-e di Bella divenivano sempre più aperti e audaci,
-la governante e la cuoca stimarono tolto il divieto
-di palesarli alla padroncina: ma il dolore d'Emilia
-ebbe largo compenso nelle novelle prove che quei
-fatti le fornivano del devoto affetto di colei ch'ella
-si compiaceva di chiamare sua figliuola adottiva.
-</p>
-
-<p>
-Con perfetta calma, senza esitazioni come senza
-ira, ella risolse di procedere in guisa che Gertrude
-fosse liberata dalla servitù a cui s'assoggettava con
-tale abnegazione. Suo padre s'oppose sulle prime al
-suo desiderio di non accompagnarlo in Europa: ma
-egli troppo bene sapeva che quel viaggio, in cui per
-lei le intime sofferenze dello spirito si sarebbero aggiunte
-alle privazioni esteriori, non poteva essere
-che un sacrificio, perchè egli s'ostinasse a obbligarvela;
-e considerato che, dopo tutto, quella era l'unica
-via di conciliare gl'interessi contrari e che Emilia
-gli offriva il partito migliore nelle presenti circostanze,
-determinò di rassegnarsi alla lunga separazione
-dalla figliuola e permettere a questa di cercare
-la propria felicità dove la trovava. Egli aveva
-veduto durante l'inverno passato nel Mezzogiorno
-quanto la sua cecità le rendesse penoso il viaggiare,
-specie senza il soccorso dei vigili occhi di Gertrude,
-e riconosceva ora che i suoi gusti e il suo costume
-di vita erano proprio l'opposto di quelli della nuova
-signora Graham e delle costei nipoti; sicchè, punto
-voglioso d'esser convinto dai fatti della follia commessa
-con quel terzo matrimonio che minacciava
-di diventare per lui una sorgente d'infelicità domestica,
-apprezzò la saggezza di quel consiglio e si
-sentì sollevato prendendo una risoluzione che contentava
-tutti.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_325">[325]</span>
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XXXIV.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Una serie di giorni che compone</p>
-<p>Mesi felici.</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Wordsworth.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-La casa della signora Warren, che offriva ai dozzinanti
-un soggiorno comodo e gradevole, fu prescelta
-da Emilia per passarvi l'inverno con Gertrude.
-Il signor Graham circa un mese dopo il suo
-ritorno da Nuova York s'era imbarcato alla volta
-dell'Havre con la moglie, Isabella e Rina; la signora
-Ellis era andata a godere un ben meritato riposo da
-certe sue cugine che dimoravano in campagna, e la
-villa era stata chiusa. La signora Prime, entrata come
-cuoca nella pensione Warren, brontolava tutte
-le mattine per il cresciuto lavoro, e tutte le sere benediceva
-la sua stella che l'aveva condotta ancora
-sotto il medesimo tetto con le sue care signorine.
-</p>
-
-<p>
-Quantunque il signor Graham avesse ampiamente
-provveduto al mantenimento della figliuola e della
-sua compagna, Gertrude era desiderosa d'occuparsi
-di nuovo in modo proficuo, e riassunse perciò una
-parte delle sue lezioni nella scuola del signor W.
-Ed Emilia, per gradita che le fosse la compagnia della
-giovanetta, se ne privava di buon grado durante
-alcune ore, lieta del nobile sentimento onde ella era
-animata, e la incoraggiava con le sue lodi. Nella
-loro indisturbata intimità, e in mezzo a pochi ma
-eletti amici, passarono un inverno tranquillo e felice.
-Leggevano e passeggiavano insieme secondo l'antica
-consuetudine. Insieme assistevano a conferenze
-e concerti; visitavano le gallerie di belle arti. Dinanzi
-ai capolavori della pittura e della scultura
-Emilia ascoltava attenta la sua guida, che con gli
-occhi scintillanti e il viso raggiante d'entusiasmo, le
-descriveva, ponendovi la più minuziosa diligenza,
-i soggetti dei marmi e delle tele, la maniera in cui
-l'artista aveva reso il concetto originale della sua
-mente, gli atteggiamenti, le figure, le espressioni dei
-visi, il colore dei paesaggi, e infine le impressioni
-prodotte nel suo spirito e nel suo cuore, i pensieri
-<span class="pagenum" id="Page_326">[326]</span>
-destativi dalle opere d'arte che esaminava. E tali
-erano l'eloquenza dell'una e la simpatia con cui l'altra
-pendeva, intenta, dalle sue labbra, ch'esse medesime
-in quell'atto offrivano un soggetto pieno di
-commovente contrasto, se non al pittore almeno all'osservatore
-della natura umana manifestata in
-nuove forme e scevra da vanità ed affettazione.
-</p>
-
-<p>
-Nelle passeggiate quotidiane, o contemplando la
-fulgida bellezza d'una serena notte invernale, Gertrude,
-rapita, lasciava sgorgare dal profondo dell'anima
-tutta l'ardente ammirazione di cui l'opera del
-sommo Artefice la colmava; dipingeva all'amica cieca
-la pompa d'uno splendido tramonto, o al cader
-della dolce ora crepuscolare, seduta accanto a lei,
-spiava nel cielo invaso dall'ombra notturna le stelle
-che s'accendevano ad una ad una: e allora Emilia
-attingeva alle segrete fonti della sua illuminata natura
-tali verità della vita interiore che sembrava
-ch'ella sola godesse la vera luce, e chi vedeva il
-mondo materiale fosse, al paragone, avvolto nelle
-tenebre.
-</p>
-
-<p>
-Felice e profittevole fu quell'inverno che trascorsero
-così. E non vivevano per sè soltanto: i poveri
-le benedicevano, gli afflitti venivano a loro per conforto,
-i familiari le amavano con predilezione. Gertrude
-spesso lo ricordò nella sua vita come il tempo
-in cui Emilia e lei erano vissute in un loro proprio
-mondo incantevole e beato. Venne la primavera,
-passò, ed esse s'indugiavano ancora, riluttanti a
-lasciare un luogo dove si trovavano tanto bene: forse
-non si sarebbero mosse dalla città neppure nell'estate
-senza una subita alterazione della salute
-d'Emilia e l'ordine perentorio del dottor Jeremy, il
-quale prescriveva l'aria di campagna come il migliore
-ricostituente.
-</p>
-
-<p>
-All'ansietà che Gertrude provava per l'amica s'aggiungeva
-ora una crescente inquietudine per il lungo
-silenzio di Guglielmo. Da quasi tre mesi non le
-era più giunta una parola da lui. Egli certo non
-l'aveva dimenticata nè la trascurava volontariamente.
-Questo era impossibile. Che cosa cagionava
-dunque una così strana sospensione della loro corrispondenza?
-Si sforzò tuttavia di non lasciarsi turbare
-<span class="pagenum" id="Page_327">[327]</span>
-l'animo, e dedicò tutte le sue cure ad Emilia
-che cominciava ad averne veramente bisogno.
-</p>
-
-<p>
-Andarono al mare per alcune settimane; ma quell'aria
-pura e viva non ridonò vigore all'indebolito
-organismo della cieca. Ella dovette tralasciare le sue
-passeggiate; una continua stanchezza le toglieva l'elasticità
-delle membra, il suo spirito così placido ed
-eguale andava soggetto a insolite depressioni, i suoi
-nervi erano divenuti irritabili a segno ch'era necessario
-preservarla con gran cura da ogni causa d'eccitazione.
-</p>
-
-<p>
-Il buon dottore veniva di frequente a visitare la
-favorita tra le sue pazienti; e la trovava sempre piuttosto
-peggiorata che non migliorata; infine le ordinò
-di ritornare a Boston dicendo che la signora Jerry
-aveva una bella camera sul davanti, altrettanto fresca
-e più comoda che le stanzette anguste della gremita
-pensione di Nahant, e insistendo perchè Emilia
-e Gertrude accettassero d'alloggiarvi durante una
-quindicina di giorni in capo a cui egli sperava d'esser
-libero di condurre la signorina Graham a cercar
-salute altrove se non si fosse ancora rimessa.
-</p>
-
-<p>
-Ella lo assicurò che a Nahant non ci stava male:
-temeva di recare troppo disturbo alla signora Jeremy.
-</p>
-
-<p>
-— Non parlate di disturbo! — protestò egli. — Credo
-che oramai dovreste conoscerci bene, mia moglie
-e me. Venite domani: v'aspetterò alla stazione. Arrivederci!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-E pigliato il suo cappello se n'andò. Gertrude lo
-seguì.
-</p>
-
-<p>
-— A quanto veggo, dottore, — ella disse — non
-trovate Emilia molto bene.
-</p>
-
-<p>
-— No; e non è da maravigliarsene. Fra il ruggito
-dell'oceano da un lato e il piagnisteo dei bimbi della
-signora Fellow dall'altro, ce n'è più che abbastanza
-per estenuare le sue forze. Non posso permettere che
-seguiti cotesto strapazzo. Nahant non fa per lei. Portatela
-domani a casa mia, inteso?
-</p>
-
-<p>
-— I bimbi non piangono sempre come oggi, — disse
-Gertrude sorridendo — e quanto all'oceano,
-Emilia ama tanto il sussurro delle onde che si frangono
-sulla spiaggia! Sta ore ed ore ad ascoltarlo.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_328">[328]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Me lo figuravo! Mal fatto. Cosa che l'attrista
-senza ch'ella sappia il perchè. Portatela a Boston,
-vi ripeto!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Passarono buoni venti giorni dopo l'arrivo delle
-sue ospiti innanzi che il rinomato medico potesse
-sottrarsi a' suoi pazienti e concedersi qualche settimana
-di vacanza. Per conto proprio egli non avrebbe
-mai pensato a intraprendere un viaggio di diporto,
-e la signora Jeremy anch'essa preferiva tanto
-la sua casa a qualunque altro luogo, che l'idea di
-partire alla volta di paesi sconosciuti non la seduceva
-affatto: ma tutti e due erano pronti a sacrificare,
-e volentieri, le loro antiche consuetudini al benessere
-delle care giovani amiche.
-</p>
-
-<p>
-Emilia stava positivamente assai meglio, e considerava
-come un piacere, fino per sè medesima, il
-visitar West Point, Catskill, e Saratoga; se pensava
-poi al godimento che avrebbe procurato questo
-viaggetto a Gertrude, si sentiva animata da nuove
-forze. Certo, la giovanetta abbisognava quanto lei
-di un cambiamento, e di distrazione. Il caldo eccessivo
-delle ultime settimane, la reclusione quasi continua
-nella camera della cara malata, avevano fatto
-impallidire le rose delle sue gote; le cure e le angosce
-avevano pesato sul suo spirito. Il grande miglioramento
-d'Emilia, l'alacrità con cui partecipava
-ai disegni del dottore, dissipavano adesso i suoi timori;
-e mentre ella attendeva ai pochi preparativi
-necessari per il loro vestiario, il suo passo era leggero,
-e la sua voce gaia, com'erano agili ed attive
-le sue dita.
-</p>
-
-<p>
-A Nuova York fecero la prima tappa: ma l'afa
-e la polvere della città rendevano assai sgradevole
-l'andare in giro per le strade, sicchè durante l'unica
-giornata che vi si trattennero, il dottore fu il solo
-della comitiva che s'avventurasse fuor dell'albergo,
-salvo una breve spedizione della signora Jeremy e
-di Gertrude in cerca di berrette guarnite non avendone,
-quella, altre che la gialla e la rosa e lilla famose,
-e temendo che non fossero abbastanza eleganti
-per Saratoga.
-</p>
-
-<p>
-La temperatura, quasi insoffribile, non isgomentava
-tuttavia il bravo dottore, il quale appena la
-<span class="pagenum" id="Page_329">[329]</span>
-sentiva tanto era infervorato nelle visite a parecchi
-suoi confratelli, di cui alcuni suoi antichi compagni
-di studi, non riveduti da anni. Dopo ch'egli ebbe impiegato
-così la giornata intera, riannodando conoscenze,
-ravvivando amicizie, molti dei cordiali amici
-ritrovati vennero la sera all'albergo per farsi
-presentare alla signora Jeremy e alle signorine che
-l'accompagnavano. Il salottino del loro appartamento
-fu animato fino ad ora tarda dalla piacevole e
-allegra conversazione d'uomini anziani che ricordando
-il passato, riandando le scene della loro vita
-di studenti, si riaccendevano di giovanile ardore.
-Ciascuno per turno raccontava i suoi aneddoti, e
-scoppiavano intorno gioconde risate; era un'eccitazione
-generale. Il dottor Jeremy, a quel tempo uno
-dei prediletti del loro circolo, rappresentava onorevolmente
-la parte dell'eroe in quasi tutte le avventure
-raccontate (fuorchè da lui); e le tre uditrici,
-segnatamente Gertrude che teneva in alto concetto
-il suo vecchio amico, godevano trionfanti di questa
-probativa testimonianza dei suoi meriti.
-</p>
-
-<p>
-La conversazione non era di tal carattere da escluderne
-le signore nè impedir loro di goderne, e la
-giovanetta che sapeva trattare con le persone d'età,
-e che il dottor Jeremy si compiaceva di porre in
-rilievo, contribuì non poco a divertire la compagnia
-con le sue argute osservazioni e con la prontezza
-delle sue risposte alle interrogazioni astute e talvolta
-un po' astruse ed ironiche, scherzosamente rivoltele
-da un vecchio medico scapolo il quale fin dal primo
-momento era rimasto incantato di lei.
-</p>
-
-<p>
-Emilia ascoltava con diletto quei discorsi pieni di
-tante e varie attrattive e divideva con Gertrude l'ammirazione
-degli amici del dottore in cui la sua sventura
-destava pietà e simpatia; e la signora Jeremy
-tutta lieta e ridente s'insuperbiva degli elogi retrospettivi
-prodigati al suo sposo, e troneggiava nella
-sua poltrona con un'aria così radiosa che Gertrude
-quando le diede la buona notte le dichiarò ch'ella
-stava tanto bene quella sera con la vecchia berretta
-gialla da farle quasi giudicar superflue le nuove.
-</p>
-
-<p>
-Il dottor Gryseworth di Filadelfia, già discepolo di
-Jeremy molti anni addietro, udendo che i viaggiatori
-<span class="pagenum" id="Page_330">[330]</span>
-avrebbero preso la mattina seguente il piroscafo
-che risaliva l'Hudson, manifestò grande sodisfazione
-perchè si sarebbero ritrovati insieme a bordo, ed
-egli avrebbe presentato alla signorina Flint le sue
-due figliuole, le quali andavano a Saratoga per passarvi
-l'estate con la loro nonna già stabilità all'Albergo
-del Congresso.
-</p>
-
-<p>
-Sonò la mezzanotte prima che l'immaginazione di
-Gertrude, vivissima sempre ed ora quanto mai eccitata
-dal piacere che il domani prometteva, potesse
-calmarsi tanto da permetterle di pensare a ristorar
-le forze nel sonno. Emilia dovette porre un freno
-alla sua ilarità e alla sua loquacità ricusandosi deliberatamente
-di far più eco a una risata o ascoltare
-una parola. Costretta così al silenzio, cadde in
-un sonno profondo. Non seppe quindi che la sua
-compagna aveva procurato questo benefizio a lei
-sola, perchè ella, contro il solito, non riusciva ad
-assopirsi, e l'alba la sorprese desta ed incerta se
-avesse mai avuto in tutta la notte un momento di
-perfetto riposo.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude dormì saporitamente finchè non fu svegliata
-dalla signorina Graham. Al vedere questa ritta
-presso il suo letto e vestita, ella balzò su, attonita,
-posto che il caso rovesciava l'ordine consueto
-delle cose: era suo costume annunziare ogni mattina
-all'amica cieca, con un bacio, che il giorno incominciava.
-</p>
-
-<p>
-— Sono le sei, Gertrudina, e il piroscafo parte
-alle sette! Il dottore ha già picchiato al nostro uscio.
-</p>
-
-<p>
-— Come ho dormito! Sarà una bella giornata?
-</p>
-
-<p>
-— Bellissima, però assai calda. Ho dovuto chiudere
-le persiane a cagione del sole che si faceva
-sentire.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La fanciulla si dette fretta a fine di riguadagnare
-il tempo perduto, ma quando vennero a chiamarle
-per la colazione non aveva ancora finito di vestirsi
-e le rimaneva da chiudere le valigie d'Emilia e le
-proprie; insistette dunque perchè gli altri scendessero
-intanto senza di lei promettendo di raggiungerli
-tra pochi minuti.
-</p>
-
-<p>
-I viaggiatori radunati alla tavola della prima colazione,
-a quell'ora mattutina, non erano numerosi:
-<span class="pagenum" id="Page_331">[331]</span>
-due comitive oltre quella dei Jeremy, e alcuni signori
-soli, quasi tutti uomini d'affari, i quali, mangiato
-a scappa e fuggi, se n'andarono solleciti pei
-fatti loro. Tra i pochi che si trattenevano tuttavia
-quando giunse Gertrude, uno unico fu da lei particolarmente
-notato durante i brevi momenti che il
-dottore le concesse per sdigiunarsi. Era un signore
-seduto dal lato opposto della tavola, a qualche distanza.
-Terminato il suo pasto egli s'indugiava, come
-uno che può fare il proprio comodo, divertendosi
-a tenere in equilibrio il cucchiaino da tè sull'orlo
-della tazza; e innanzi ch'ella entrasse aveva suscitato
-l'animavversione della signora Jeremy manifestando
-una certa velleità d'osservare il gruppo di
-cui questa faceva parte con occhio più critico che
-non le garbasse.
-</p>
-
-<p>
-— Ve ne prego, dottor Jerry, — aveva ella detto
-al marito — mandate il cameriere ad invitare quel
-signore a prender qualche cosa: m'è insopportabile
-essere guardata mentre mangio.
-</p>
-
-<p>
-— Non guarda voi, signora mia.... È la nostra
-Emilia quella che gli piace. Emilia cara, c'è qui dirimpetto
-un signore che v'ammira oltremodo.
-</p>
-
-<p>
-— Davvero? — fece la signorina Graham sorridendo. — Gliene
-sono molto obbligata. E posso contraccambiare
-il complimento?
-</p>
-
-<p>
-— Sicuro, è un bell'uomo, di nobile aspetto, quantunque
-alla signora Jerry non sia simpatico.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-In quel punto Gertrude venne a prender posto accanto
-a loro, salutandoli e scusandosi gaiamente del
-suo ritardo. Le fresche rose delle sue gote, il vivido
-fulgore de' suoi grandi occhi neri che la facevano
-contemplare con affettuosa ammirazione dalla coppia
-de' suoi vecchi amici, furono forse la causa per
-cui lo sconosciuto distolse lo sguardo dall'amabile e
-commovente viso d'Emilia, per fissarlo su quello più
-giovanile e tanto radioso ed espressivo di lei.
-</p>
-
-<p>
-Ella s'accòrse subito dell'attenzione che attirava,
-e si sentì un po' impacciata. Fu lieta pertanto quando
-quegli, lasciato cadere il suo cucchiaino da tè, si
-rizzò e uscì dalla sala. Nell'atto che le passava davanti
-ella potè osservarlo un momento, come non
-aveva osato fare mentre le sedeva quasi di faccia.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_332">[332]</span>
-</p>
-
-<p>
-Era di statura notevolmente superiore alla media,
-snello, ben fatto, di portamento grazioso e dignitoso.
-I suoi lineamenti erano piuttosto rilevati,
-ma espressivi e anche belli; gli occhi scuri, vivi, penetranti,
-avevano uno sguardo scrutatore; la bocca,
-dalle labbra ferme ed energicamente chiuse, rivelava
-un animo franco e risoluto ed una gran forza di
-volontà.
-</p>
-
-<p>
-Ma la più singolare particolarità della sua figura
-consisteva nel contrasto dei suoi capelli molto brizzolati
-d'argento e sulle tempie d'una bianchezza quasi
-nivea, col fuoco giovanile di quegli occhi, con la
-leggerezza del passo e la disinvoltura delle mosse;
-contrasto così strano che lungi dal parere un effetto
-dell'età e dargli un'aria venerabile, faceva risaltare
-le apparenze di gioventù e di vigore.
-</p>
-
-<p>
-— Che tipo bizzarro! — esclamò la signora Jeremy
-appena egli fu passato.
-</p>
-
-<p>
-— Ma elegante, non è vero? — disse Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-— Elegante! — ribattè l'altra, — Con quel capo
-grigio?
-</p>
-
-<p>
-— A me pare bello, — replicò la fanciulla. — Peccato
-che sembri così malinconico: mi rattrista, guardarlo.
-</p>
-
-<p>
-— Quanti anni credete che abbia? — domandò il
-dottore.
-</p>
-
-<p>
-— Circa cinquanta, — rispose sua moglie.
-</p>
-
-<p>
-— Circa trenta, — rispose Gertrude ad una voce
-con lei.
-</p>
-
-<p>
-— Il divario è grande, — osservò Emilia. — Dottore,
-dovete decidere la questione, voi.
-</p>
-
-<p>
-— Impossibile! Io non m'attenterei a determinare
-l'età di quell'uomo entro un limite di dieci anni....
-Mia moglie certo l'ha giudicato troppo vecchio, ma
-non sono sicuro che Gertrude non l'abbia giudicato
-troppo giovane. Affermo soltanto che i <i>suoi</i> capelli
-non sono imbiancati per opera del tempo!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Un cameriere venne ad avvertire i viaggiatori che
-volevano prendere il piroscafo di tenersi pronti, e
-tutte le vane discussioni sulla probabile età dello
-sconosciuto furono troncate.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_333">[333]</span>
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XXXV.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p class="i2">Ha un piglio altero, ma lo sguardo fiso</p>
-<p>Tradisce la vagante anima in pena;</p>
-<p>Strano un baglior talora d'improvviso</p>
-<p>Nel profondo dei neri occhi balena.</p>
-<p class="i2">E dal mesto suo volto che si vela</p>
-<p>Spesso dell'ombra cupa d'un mistero</p>
-<p>Spira un'inquieta fierezza che cela</p>
-<p>Qualche suo imperscrutabile pensiero.</p>
-<p class="i6">Mrs. <span class="smcap">Hemans</span>.</p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Oggi, per la maggior parte dei cittadini di Boston,
-recarsi in qualche posto dello Stato di Nuova York
-è una giterella comunissima che non merita il nome
-di viaggio; ma per il dottor Jeremy era un evento
-importantissimo che lo toglieva dalla consuetudine
-delle quotidiane sue visite professionali, non più interrotta,
-durante gli ultimi vent'anni, da una settimana
-d'assenza dalla sua casa, e lo gettava a un
-tratto nel turbine di fretta ansiosa e tumultuosa che
-regna sulle principali strade percorse dai viaggiatori,
-specie nella stagione estiva in America quando
-il popolino fa le sue gite di piacere.
-</p>
-
-<p>
-Il buon dottore era per natura e per abitudine un
-uomo socievole; lungi dallo sfuggire il commercio coi
-suoi simili, lo cercava in ogni occasione e ne godeva.
-Sapeva piacere ai giovani e ai vecchi, ai ricchi ed
-ai poveri, e la vita della città gli era familiarissima
-in tutte le sue forme. Nell'arte del viaggiare però,
-arte che non s'acquista se non con la pratica, egli
-non era punto versato. Doveva ancora imparare
-l'uso di certe molle che, toccate destramente nel momento
-opportuno da mano esperta, raddolciscono
-il duro cuore degli albergatori, ottengono il devoto
-servizio dei camerieri, infondono negl'impiegati ferroviari
-e negli ufficiali di bordo uno spirito conciliativo,
-e convertono i chiassosi e prepotenti fiaccherai
-in quieti, obbedienti ed umili servitori.
-</p>
-
-<p>
-Ai tempi della sua gioventù, il veicolo più conveniente
-e più celere era la diligenza. Il conduttore
-aveva maniere cortesi, ogni viaggiatore veniva considerato
-come una persona degna di riguardo, e il
-<span class="pagenum" id="Page_334">[334]</span>
-suo bagaglio come una cosa non disprezzabile. Adesso
-invece la gente viaggiava a frotte; un singolo individuo
-non contava nulla per sè stesso, era una
-semplice unità nel gran totale, e le sue valigie tanto
-preziose per lui diventavano, così almeno pareva
-al dottor Jeremy, un bersaglio di colpi spietati. Davanti
-a siffatte novità gli cascavano le braccia, e
-non riusciva ad accordarvi i suoi gusti e il suo temperamento.
-L'albergatore moderno gli faceva l'effetto
-d'un direttore d'agenzia di collocamento, che
-con aria di condiscendenza dà un'occhiata ai suoi
-registri per vedere se può procurare un posto all'umile
-supplicante, e spesso lo rimanda deluso e
-mortificato; i camerieri, cui l'integro e schietto dottore
-disdegnava dare un'untatina, erano un branco
-di valletti impudenti e neghittosi; gli addetti ai treni
-e ai piroscafi, superbi tiranni, e i fiaccherai uno
-sciame di vespe fameliche, ronzanti, pungenti, lanciato
-sulle banchine dei porti e nelle stazioni delle
-strade ferrate per tormento delle loro vittime.
-</p>
-
-<p>
-Così tutti questi importanti membri del consorzio
-civile venivano stigmatizzati e spregiati dall'inesperto
-viaggiatore il quale al principio e alla fine
-di ciascun tratto dell'itinerario andava immancabilmente
-sulle furie, eccitato dalle sopraffazioni e dalle
-indegnità a cui gli toccava sottostare. Era curioso
-però vedere come presto sbollivano le sue ire, e si
-trovava a suo agio e contento non appena accomodato
-a bordo o nel treno, od ottenute buone camere
-in un albergo. Allora ritornava subito l'uomo socievole,
-cordiale, obbligante, ch'era in realtà, faceva
-conoscenza con quanti lo attorniavano, parlava e si
-conteneva come una persona senza pensieri, che fa
-conto d'essere a posto per tutta la vita ed è sodisfattissimo
-di ciò che la sorte gli ha assegnato.
-</p>
-
-<p>
-Non parve dunque vero alle signore che l'accompagnavano
-di trovarsi al sicuro sul piroscafo, e se
-ne congratulavano ancora seco stesse e reciprocamente,
-mentre accatastavano in un angolo del salone
-gli scialli pesanti e altri indumenti da viaggio,
-quando la sua voce si fece di nuovo udire dal fondo
-del salotto lungo:
-</p>
-
-<p>
-— Su, su, moglie, Gertrude, Emilia, spicciatevi!
-<span class="pagenum" id="Page_335">[335]</span>
-Che state a fare qui sotto? Perderete le vedute più
-belle!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Entrò, e prese Gertrude a braccetto per condurla
-via lasciando che le altre due li seguissero appena
-sarebbero pronte: ma ella non volle affidare a nessuno
-la cura di guidar la cieca su per la scaletta,
-e dal canto suo la signora Jeremy impegnò il marito
-in un'animata discussione sull'opportunità di
-mettersi il cappello di paglia, ch'ella, consorte amorosa
-e previdente, aveva portato in mano, da Boston,
-e che si struggeva pertanto di veder servire al
-suo uso. Nel tempo ch'essi dibattevano la questione,
-e che Emilia, persuasa da Gertrude, mutava la sua
-mantellina con un leggero mantello, precauzione
-consigliata dalla fresca brezza che spirava sul fiume,
-il piroscafo aveva già percorso un buon tratto
-di cammino, e quando la comitiva sbucò di sotto coperta
-e girò gli occhi intorno cercando dove sedersi,
-non c'era più sulla tolda nè una panchetta nè una
-seggiola libera. Il numero dei passeggeri era stragrande,
-e quasi tutti s'erano radunati a poppa. Il
-dottor Jeremy fu costretto ad allontanarsi dalle sue
-signore per andare in traccia di seggiole.
-</p>
-
-<p>
-— Non restiamo qui ritte, — disse piano la signora
-Jeremy alle sue compagne — battiamo in ritirata
-prima ch'egli torni. Ci sono certe belle poltrone
-a dondolo nel salottino delle signore, e non
-un'anima che le occupi.... Nessuno ci aspetta quassù;
-e io non posso soffrire di vedermi fissata da tutta
-questa gente che gongola in cuor suo d'aver trovato
-da sedere così bene.... E voi, Emilia?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La buona donna era una di coloro che dimenticavano
-sempre che Emilia non ci vedeva.
-</p>
-
-<p>
-Ma Gertrude non lo dimenticava mai; ella cingeva
-leggermente con un braccio la vita dell'amica
-cieca per impedire che i moti del bastimento le facessero
-perdere l'equilibrio, nè era da maravigliarsi
-se in quell'atto esse attraevano l'attenzione degli
-astanti: l'una splendente di giovinezza e di salute,
-alta, forte, invero fatta per proteggere quella che
-s'appoggiava così fidentemente a lei; l'altra dolce e
-gentile nella sua debolezza.
-</p>
-
-<p>
-— Penso che se troviamo posto all'ombra godremo
-<span class="pagenum" id="Page_336">[336]</span>
-più fresco qui che da basso, — rispose la signorina
-Graham alla proposta di fuga in assenza del dottore. — Voi
-preferite, credo, i luoghi freschi, signora
-Jeremy....
-</p>
-
-<p>
-— Sì, ma ho notato che nel salotto delle signore
-c'è una deliziosa corrente d'aria, e....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-L'argomentazione della brava signora fu interrotta
-dal cordiale saluto del dottor Gryseworth, che sedeva
-dando loro le spalle e s'era voltato al suono
-dell'armoniosa voce d'Emilia; quella voce, una volta
-udita, lasciava nella memoria un'impressione indelebile.
-Stretta ch'ebbe la mano a tutte e tre, egli
-insistette perchè la signora Jeremy prendesse la sua
-seggiola, e nel momento stesso un altro signore, che
-esse non avevano osservato tra la folla dei passeggeri,
-si rizzò, e, inchinandosi, offerse urbanamente
-la propria per Emilia, poi s'allontanò a rapidi passi.
-Era lo sconosciuto che aveva destato la loro curiosità
-durante la colazione, all'albergo. Gertrude lo riconobbe
-al suo sguardo acuto e penetrante, prima
-ancora che alla strana precoce canizie, e mentre lo
-ringraziava e faceva sedere la cieca sentì un lieve
-rossore invaderle il volto, sotto gli occhi ardenti che
-la fissavano. Ma il dottor Gryseworth distolse immediatamente
-i pensieri della giovanetta dall'incognito
-che s'affrettava a ritirarsi, presentandole le
-sue figliuole.
-</p>
-
-<p>
-Le signorine Gryseworth erano ragazze intelligenti;
-la maggiore, da poco tornata dall'Europa dove
-aveva fatto un lungo viaggio col padre, veniva tenuta
-in concetto di persona superiore ed elegante;
-ambedue piacquero moltissimo a Gertrude per la
-graziosa cordialità con cui fecero la sua conoscenza,
-e soprattutto per le delicate attenzioni, piene di simpatia,
-che prodigarono ad Emilia.
-</p>
-
-<p>
-Intanto il dottor Jeremy ritornò con l'unica seggiola
-che gli fosse riuscito di procacciarsi, e poichè
-il dottor Gryseworth s'era ingegnato destramente di
-accomodare Gertrude e sè, egli approfittò della sua
-conquista per proprio uso, e si riabbandonò subito
-a quella gaia spensieratezza che conveniva mirabilmente
-al suo carattere amabile e geniale.
-</p>
-
-<p>
-Già assai prima che il piroscafo toccasse West
-<span class="pagenum" id="Page_337">[337]</span>
-Point dove i Jeremy dovevano sbarcare, era evidente
-che le tre giovani signorine se l'intendevano a maraviglia,
-e che un po' di tempo avrebbe agevolmente
-trasformato la loro conoscenza in amicizia.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude non era di quelle fanciulle che considerano
-qualunque loro coetanea come fornita d'un titolo
-naturale alla loro intimità. Ella aveva le sue
-preferenze, e sebbene garbata ed obbligante con tutti,
-di rado propendeva ad ammettere nuovi membri
-nella sacra cerchia dei suoi amici. Era pronta però
-a riconoscere uno spirito fraterno; e incontratolo, la
-sua anima fervida d'entusiasmo, il suo cuore affettuoso,
-l'avvincevano ad esso con vincoli non meno
-forti e tenaci di quelli del sangue. Quando ella amava
-una persona, l'amava costantemente, l'amava bene,
-perseverava con fedeltà nei suoi sforzi per servirla,
-per procurare la sua felicità che le era cara
-quanto la propria.
-</p>
-
-<p>
-Forse Elena Gryseworth indovinava questa nobile
-qualità del suo carattere, ed apprezzava il valore
-di un'amicizia così salda e profonda, perchè sembrava
-desiderosa di guadagnarsela; e suo padre, al
-quale il dottor Jeremy aveva raccontato la storia di
-Gertrude, sorrideva nel vedere la premura che la
-signorina allevata in mezzo al lusso e piuttosto aristocratica
-si dava per piacere a una ragazza la cui
-condizione sociale non aveva nulla che potesse farle
-ambire d'acquistarne le grazie, e che si raccomandava
-soltanto col suo aspetto, la sua intellettualità,
-le sue maniere.
-</p>
-
-<p>
-Da circa un'ora conversavano insieme piacevolmente,
-e godevano d'una successione di vedute che
-sono tra le più incantevoli del mondo, quando Netta
-Gryseworth toccò un braccio della sorella, e disse
-sottovoce, guardando verso l'altro capo del bastimento:
-</p>
-
-<p>
-— Elena, invita il signor Phillips a ritornare qui
-con noi, e presentalo alla signorina Flint. Vedi come
-è triste e solo, pover uomo....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude seguì la direzione de' suoi occhi, e vide
-lo sconosciuto di poc'anzi, il quale passeggiava in
-su e in giù, a qualche distanza da loro, con aria
-malinconica e distratta.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_338">[338]</span>
-</p>
-
-<p>
-— È un'ora buona che se ne sta lì in disparte, — proseguì
-Netta. — Ha le lune, temo....
-</p>
-
-<p>
-— Spero che non l'abbiamo fatto fuggire noialtre
-il vostro amico, — disse Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, no! — fece Elena. — Benchè la nostra conoscenza
-col signor Phillips sia molto recente, abbiamo
-avuto campo d'osservare che è un uomo di
-carattere indipendente, e, a volte, così fantastico
-che io non stupisco mai del suo modo di fare, nè
-mi sento mortificata quando d'improvviso ci pianta....
-Vi sono persone, sapete, per le quali è sempre
-scusa sufficiente il dire: «Sono così.» Eppure vorrei
-che ci concedesse di nuovo la sua compagnia:
-sarei lieta di presentarvelo, signorina.
-</p>
-
-<p>
-— Ma non le piacerebbe, — osservò la sorella.
-</p>
-
-<p>
-Elena esclamò:
-</p>
-
-<p>
-— Andiamo, Netta, non istà bene indisporre la signorina
-Flint contro il mio amico. Non le badate! — soggiunse
-rivolgendosi a Gertrude. — A me che
-lo conosco da maggior tempo di lei, non dispiace
-affatto. La mia franca sorellina non ha simpatia per
-la gente bizzarra, e devo confessare che il signor
-Phillips è alquanto eccentrico; ma appunto per questo
-m'attira, e mi pare che voi e lui dobbiate avere
-comuni molte idee, molti sentimenti.
-</p>
-
-<p>
-— Come puoi pensarlo, Elena? — protestò Netta. — Io
-dico invece che differiscono totalmente l'uno
-dall'altra.
-</p>
-
-<p>
-— Signorina Flint, dovete prendere queste sue parole
-nel senso d'un complimento, — disse Elena bonariamente — ma
-dette da me non l'avrebbero.
-</p>
-
-<p>
-— Tuttavia, — notò Gertrude rivolgendosi a Netta — avete
-espresso voi il desiderio di farmi fare conoscenza
-col vostro curioso originale. Sospetto che
-abbiate voluto confermare il principio che dobbiamo
-sostenere coi nostri amici il peso delle loro disgrazie.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La fanciulla rise.
-</p>
-
-<p>
-— No, non precisamente: sono stata mossa piuttosto
-da compassione <i>per lui</i>; non posso reprimere
-un senso di pietà verso quell'uomo quando vedo la
-sua aria di nostalgia, e pensavo che il conversare
-con voi lo avrebbe rasserenato.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_339">[339]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Ah, Netta, Netta! — esclamò la sorella maggiore. — Ha
-dunque finito col destarti simpatia. Non
-mi maraviglierei se tra qualche giorno tu l'ammirassi
-più di me.... Se è così, guardati, trasparente
-creatura, dal tradire la tua inconsistenza! — E proseguì
-parlando a Gertrude: — Essa vide ieri il signor
-Phillips per la prima volta, e non le fece una
-impressione troppo favorevole. Il babbo ed io fummo
-suoi compagni di viaggio sul piroscafo col quale veniva
-da Liverpool, settimane sono. Durante il principio
-della traversata sofferse una forte indisposizione,
-e appunto in qualità di medico il babbo ebbe
-occasione di conoscerlo. La sua presenza a bordo
-stamani m'ha stupita, perchè ieri non ci disse nulla
-in proposito.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Balenò a Gertrude il sospetto che l'amabile signorina
-ne fosse ella medesima la causa, ma la sua
-naturale delicatezza, e la poca confidenza che c'era
-ancora tra loro, le vietavano di manifestarlo. La
-conversazione volse su altri soggetti, e il signor Phillips
-non venne più menzionato. Ma ella, nel momento
-dell'arrivo a West Point, osservò che il dottor
-Gryseworth e il dottor Jeremy s'erano accostati a
-lui, e che i tre discorrevano insieme animatamente.
-</p>
-
-<p>
-La giovanetta s'accomiatò dalle sue nuove amiche,
-le quali augurarono con molto calore di ritrovarla
-presto a Saratoga. Prima che la tumultuosa
-confusione dello sbarco fosse cessata e ch'ella avesse
-potuto rifugiarsi con Emilia in un posto sicuro sullo
-stretto molo, il piroscafo era già lontano e le signorine
-Gryseworth non si distinguevano più in mezzo
-ai passeggeri affollati a poppa.
-</p>
-
-<p>
-La fermata a West Point fu d'una notte soltanto.
-La temperatura seguitava ad essere caldissima, e
-il dottore, vedendo che Emilia languiva in quell'atmosfera
-opprimente, desiderava toccar la cima della
-montagna di Catskill prima della prossima domenica.
-</p>
-
-<p>
-Grazie alla chiarità del sereno plenilunio Gertrude
-potè in quell'unica sera farsi un'idea delle bellezze
-del luogo. Ella non aveva agio di notare i
-particolari; ma l'insieme che le appariva come in
-una dolce visione di sogno nell'incanto della notte
-<span class="pagenum" id="Page_340">[340]</span>
-estiva, destava nell'animo suo, vergine e ardente,
-un senso vago di maraviglia e di piacere; e la scena
-che s'offriva al suo sguardo era così divinamente
-armoniosa e circonfusa di tanta soavità e tanta pace,
-che le pareva di contemplare un miraggio del
-paradiso anzichè un paese terrestre.
-</p>
-
-<p>
-— Emilia, tesoro mio, — ella diceva mentre stavano
-insieme sotto un pergolato donde si dominava
-una magnifica veduta del fiume e delle sue rive — è
-qualche cosa di simile a voi! Dovreste vivere qui
-ed essere la sacerdotessa d'un tempio sì bello!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Con la mano nella mano dell'amica cieca ella versava
-nell'attento orecchio di lei la piena dei santi
-e sublimi sentimenti suscitati dal luogo e dall'ora;
-dire i suoi pensieri ad Emilia era come parlare al
-suo proprio cuore, e la risposta era non meno sicura
-e certa.
-</p>
-
-<p>
-Così trascorse la serata. Di primo mattino la comitiva
-di nuovo navigava sul Hudson. Ammaestrati
-dall'esperienza del giorno innanzi, s'affrettarono ad
-accaparrarsi buoni posti sulla tolda, sempre affollata;
-ma appena le rive di West Point erano scomparse,
-il vigile occhio di Gertrude scòrse nell'aspetto
-d'Emilia i noti segni di spossatezza e languore.
-Tosto, sacrificando senz'esitazione l'intenso piacere
-ch'ella provava nel mirare i deliziosi paesaggi tra
-cui passa il piroscafo in quel tratto del fiume, ella
-propose di scendere sotto coperta dove la signorina
-Graham sarebbe potuta stare più quieta e più
-comoda.
-</p>
-
-<p>
-Questa ricusò: le rincresceva troppo privare la
-fanciulla del raro diletto ch'ella gustava.
-</p>
-
-<p>
-— La bellezza del panorama non esiste più per
-me, cara Emilia; io non vedo che il vostro viso
-stanco. Ve ne prego, scendiamo e coricatevi, non
-foss'altro che per compiacermi; non avete dormito
-quasi punto la notte scorsa.
-</p>
-
-<p>
-— Parlate di scendere? — domandò la signora
-Jeremy. — Io davvero non mi fo pregare. Nel salotto
-delle signore si sta meglio che quassù, e le
-belle vedute possiamo goderle abbastanza dalle finestre,
-non vi pare, Emilia?
-</p>
-
-<p>
-— Proprio, lo preferite? — disse la cieca.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_341">[341]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Oh, sì! — esclamò ella con un'enfasi che non
-lasciava dubbi sulla sua sincerità.
-</p>
-
-<p>
-— Allora, Gertrude, — riprese la signorina Graham — se
-mi prometti di rimanere qui, tranquilla,
-io scenderò con la signora Jeremy.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude aderì alla proposta, ma volle accompagnarle
-da basso a fine di trovare una cuccetta libera
-per accomodarvi la sua amica ed assicurarsi che
-ella fosse in condizioni di riposare veramente.
-</p>
-
-<p>
-Il dottore era andato a informarsi circa il pranzo,
-ed esse fecero senza indugio come avevano stabilito.
-Emilia si sentiva infatti così debole, che il
-chiasso e la confusione di sopra coperta le davano
-gran molestia. Fattala coricare nel salotto quasi
-deserto e silenzioso, Gertrude s'indugiò accanto a
-lei, lisciandole e rimovendole dalla fronte i capelli,
-osservando la sua faccia sbiancata, finchè s'udì accusare
-di violazione dei patti, e venne cacciata dall'ottima
-e vivace signora Jeremy.
-</p>
-
-<p>
-— Sono buona anch'io di badare alla nostra Emilia,
-sai! Tu ritorna a prendere il tuo posto a poppa,
-se non vuoi perderlo; e, mi raccomando, Gertrudina,
-non permettere al dottore di venire da noi; vorrebbe
-forzarci a tornare di sopra, e non è questa
-la nostra intenzione.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Così dicendo sciolse i nastri del suo cappello, poggiò
-i piedi su una seggiola messa di contro alla sua
-poltrona, e intimò alla fanciulla d'andarsene battendo
-le mani per metterla in fuga.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude scappò ridendo e un sorriso le brillava
-ancora sulle labbra e negli occhi mentre saliva la
-scaletta, col suo passo rapido e leggero. Un uomo,
-d'alta statura, si trasse in disparte per lasciarla
-passare. Era il signor Phillips. Egli s'inchinò. Ella
-gli rese il saluto e si diresse verso il posto da lei
-occupato prima, maravigliandosi tra sè del caso che
-li faceva un'altra volta compagni di viaggio. Egli
-non poteva essere stato già a bordo quando ella era
-scesa nel salotto con Emilia: ne era sicura, perchè
-altrimenti l'avrebbe veduto e riconosciuto tra mille.
-Senza dubbio doveva essersi imbarcato a Newburgh
-dove il piroscafo aveva fatto una breve fermata intanto
-che ella si tratteneva da basso.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_342">[342]</span>
-</p>
-
-<p>
-Volgendo in mente queste riflessioni, riprese la
-sua seggiola, collocata sul davanti della poppa, sicchè
-dava le spalle alla maggior parte dei passeggeri,
-e contemplò il fiume. Da cinque minuti i suoi
-pensieri erano così divisi tra la scena pittoresca e
-l'attraente figura del singolare gentiluomo, allorchè
-un'ombra le passò dinanzi. Ella alzò gli occhi preparata
-a vedere il dottor Jeremy e a rivolgergli la
-parola, nè potè celare la sua confusione incontrando
-invece quello sguardo ardente, quasi magnetico, che
-aveva il potere di turbarla e d'affascinarla. Distolse
-il suo in modo piuttosto brusco; ma il signor Phillips
-le disse gentilmente:
-</p>
-
-<p>
-— Buon giorno, signorina. Vedo che il vostro itinerario
-e il mio ci conducono nella medesima direzione.
-Volete farmi l'onore di servirvi della mia
-guida?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Così parlando le offerse un libretto contenente una
-carta topografica dell'Hudson e delle sue rive. Gertrude
-lo prese e ringraziò. Mentre ella spiegava la
-carta, egli s'allontanò di alcuni passi da lei, si chinò
-sul parapetto con un'aria, in apparenza, molto
-distratta, e durante alcuni minuti stette in silenzio;
-poi a un tratto si voltò domandandole:
-</p>
-
-<p>
-— Vi piace molto questo panorama?
-</p>
-
-<p>
-— Oh moltissimo! — ella rispose.
-</p>
-
-<p>
-— Non avete mai visto nulla di così incantevole
-in vita vostra.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Pareva che non l'interrogasse, ma affermasse una
-cosa saputa.
-</p>
-
-<p>
-— Per voi invece è uno spettacolo familiare, — disse
-la giovanetta.
-</p>
-
-<p>
-— Che v'induce a crederlo? — fece egli sorridendo.
-</p>
-
-<p>
-Di nuovo il suo sguardo la turbò e più ancora il
-suo sorriso che lo trasfigurava, lo faceva sembrare
-tanto bello e tanto malinconico. Ella arrossì, e non
-trovò una risposta. Il signor Phillips le risparmiò
-la pena di cercarla seguitando:
-</p>
-
-<p>
-— La domanda è indiscreta, non è vero? Voi pensate
-che la vostra supposizione è fondata quanto la
-mia.... V'ingannate però. Io non sono mai stato in
-questi luoghi. Ma ad un vecchio viaggiatore non
-<span class="pagenum" id="Page_343">[343]</span>
-brilla l'entusiasmo negli occhi.... — S'interruppe,
-fissandola, poi soggiunse: — .... come a voi.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Quasi s'accorgesse per la prima volta dell'impaccio
-in cui la metteva scrutando così le sue sembianze,
-guardò da un'altra parte, e il suo bel viso si
-oscurò, prese un'espressione amara e insieme patetica,
-la quale svanì tosto, ma bastò a dissipare il
-turbamento cagionato alla fanciulla da quell'audace
-modo di presentarsi da sè e fare curiose osservazioni;
-ed ella dimenticò tutto, fuorchè la strana simpatia
-che destava in lei l'uomo singolare.
-</p>
-
-<p>
-Egli, approfittando d'una seggiola rimasta libera,
-sedette accanto a Gertrude, le fece notare una splendida
-villa sulla riva destra, parlò del suo antico proprietario
-ch'egli aveva conosciuto all'estero, e raccontò
-parecchi dilettevoli aneddoti concernenti un
-venturoso viaggio intrapreso con lui: questo discorso
-condusse ad altri, principalmente sul soggetto di
-peregrinazioni in paesi remoti, quasi sconosciuti ancora
-anche in questo secolo esploratore; e così ricca
-e varia era la conversazione del signor Phillips, così
-pittoresche le sue descrizioni, così fervida ed esuberante
-la sua immaginativa, e potente la sua padronanza
-della parola nel dar forma e colore ai suoi
-pensieri, che la giovanetta ascoltava rapita, ammirando
-e godendo.
-</p>
-
-<p>
-L'alta intellettualità di Gertrude armonizzava appieno
-con l'ardore e la poesia d'una mente sensibile
-al pari della sua al grande, al bello, al maraviglioso
-nella natura e nell'arte; e conquistate in tal guisa
-la sua fantasia e la sua attenzione, il suo interlocutore,
-che l'osservava senza parere, ebbe presto la
-sodisfazione d'accertarsi ch'era riuscito a vincere il
-senso di diffidenza e d'impaccio da lei provato sulle
-prime, poichè mentre ella stava ad udirlo e perfino
-quando i loro occhi talvolta s'incontravano, nessun
-segno di timore o di sospetto appariva più in quel
-viso animato, raggiante.
-</p>
-
-<p>
-Egli non abusò tuttavia del suo confidente abbandono,
-e continuando ad intrattenerla sui soggetti che
-naturalmente s'offrivano, ebbe cura di non turbarle
-l'animo con quell'acuto sguardo scrutatore che tanto
-la sconcertava. Sicchè il dottor Jeremy, venuto in
-<span class="pagenum" id="Page_344">[344]</span>
-cerca di lei, li trovò conversando insieme con tanta
-amenità e libertà, che sgranò due occhi attoniti e
-scotendo le spalle diede in un'esclamazione:
-</p>
-
-<p>
-— Ah, bene, me ne congratulo!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude, la quale non l'aveva veduto avvicinarsi,
-riconobbe il suono della sua voce, e voltandosi a
-guardarlo arrossì lievemente, conscia della maraviglia
-che doveva fargli il sorprenderla in familiare
-colloquio con un estraneo; ma notando che il signor
-Phillips non era punto sgomentato dalla sua brusca
-apostrofe, e anzi la riceveva con un sorriso, si sentì
-anch'ella piuttosto esilarata che confusa: giacchè,
-strana cosa, il suo primo sentimento di ritrosia era
-svanito, ed ella aveva oramai la più intera fiducia
-nel compagno di viaggio. Questi si rizzò, strinse la
-mano al dottore, cui era stato presentato il giorno
-innanzi, e disse con perfetta calma:
-</p>
-
-<p>
-— Volete, signore, in cortesia presentarmi alla signorina?
-Abbiamo un po' conversato insieme, ma
-non sappiamo con che nome rivolgerci la parola.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il dottor Jeremy compì la formalità richiesta. Il
-signor Phillips, inchinandosi, guardò Gertrude con
-una tale espressione di paterna benevolenza, ch'ella
-non esitò a porre la sua mano in quella offertale.
-Egli la trattenne un momento, dicendo:
-</p>
-
-<p>
-— Non abbiate paura di me quando mi vedete.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-S'allontanò e continuò a camminare in su e in
-giù, a passi lenti, finchè i viaggiatori diretti a Catskill
-furono chiamati per il pranzo; scese allora
-nella sala anch'egli.
-</p>
-
-<p>
-Il dottore motteggiò alquanto Gertrude sul suo
-canuto ammiratore, affermando che era ancor giovane
-e bello, e soggiungendo che quanto ai capelli
-avrebbe potuto farglieli tingere nel colore ch'ella preferiva:
-ma non riesci a pungerla, perchè la simpatia
-che sentiva per lui e che non negava, era affatto
-indipendente dalla sua apparenza personale.
-</p>
-
-<p>
-Ma il trambusto del pranzo e dello sbarco bandirono
-dal capo del buon Jeremy ogni altro pensiero
-fuor di quello della salvezza propria, delle sue signore,
-e delle loro valigie: causa d'ansietà, del resto,
-anche per qualche viaggiatore più esperto di
-lui, perchè il tempo concesso ai passeggeri per scendere
-<span class="pagenum" id="Page_345">[345]</span>
-a terra era così breve, e tali eran la confusione
-e la furia con cui venivano cacciati da bordo scaraventando
-dietro a loro i bagagli, che quando la
-macchina ansante e sbuffante rimise in moto il piroscafo,
-la piccola folla raccolta sulla banchina sembrava
-piuttosto un branco di pecore spaurite, che
-creature umane in possesso d'una libera volontà.
-</p>
-
-<p>
-Emilia, il cui sistema nervoso era un poco irritato,
-s'aggrappava, tremante, a Gertrude, e Gertrude
-si trovava, senza saper come, appoggiata al braccio
-del signor Phillips, alle cui tacite premure tutte
-e due dovevano l'essere sbarcate felicemente. La signora
-Jeremy intanto contava le valigie, e suo marito,
-con un piede sopra una di queste e una sacca
-in mano, tempestava ad alta voce contro il piroscafo,
-il suo equipaggio, e l'intera frettolosa e precipitosa
-nazione degli <i>yankee</i>.
-</p>
-
-<p>
-Due diligenze aspettavano sulla banchina di Catskill
-i passeggeri per la montagna, e prima che il
-dottor Jeremy avesse voltato le spalle al fiume, Emilia
-e Gertrude erano bell'e accomodate in una di
-esse per cura del signor Phillips, il quale senza fare
-domande, e nemmeno parlare, s'era assunto quest'incarico,
-e poi ne aveva informato il loro compagno
-affinchè sapesse dove trovarle. I Jeremy le raggiunsero
-tosto; gli altri posti della vettura furono
-occupati da una comitiva di persone che non conoscevano.
-E incominciò il viaggio.
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XXXVI.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p class="i2">Credi, o mortale, in Dio come tu credi</p>
-<p>Nel sole.... e vedi!</p>
-<p>Entro l'anima tua risplende ancora</p>
-<p>La giovinezza d'una nova aurora.</p>
-<p class="i2">Dormi come la terra, o cuor turbato,</p>
-<p>E dissipato</p>
-<p>Il nembo che s'aggrava minaccioso</p>
-<p>Su te, sarà nel placido riposo.</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">New Timon.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Prima che la diligenza avesse attraversato il polveroso
-villaggio e guadagnato la strada maestra
-conducente all'Albergo della Montagna, la grandissima
-<span class="pagenum" id="Page_346">[346]</span>
-differenza di temperatura tra l'aria infocata
-delle campagne interne e la fresca brezza che spirava
-sul fiume, si fece penosamente sentire ai passeggeri.
-Durante le prime miglia l'attenzione di Gertrude
-fu occupata nel difendere Emilia e sè medesima
-dai cocenti raggi del sole, i quali le ferivano
-in piena faccia; provarono un vero sollievo quando
-giunsero alfine sulla bella strada, erta ma ben tenuta
-e deliziosamente ombreggiata che saliva la
-pendice.
-</p>
-
-<p>
-La limpidità dell'atmosfera permetteva di godere
-in tutta la sua estensione la veduta di più in più
-vasta, e magnifica tanto che Gertrude incantata, rapita,
-sopportava a stento il freno imposto dal decoro
-al suo entusiasmo. E però quando la salita divenne
-faticosa e i signori furono pregati di scendere per
-diminuire il peso che i cavalli già stanchi dovevano
-trascinare, ella accettò con gioia la proposta di fare
-un paio di miglia a piedi, in compagnia del dottor
-Jeremy.
-</p>
-
-<p>
-La giovanetta era una strenua camminatrice, e il
-vecchio medico sempre arzillo e bene in gamba, sicchè
-non tardarono a precedere la vettura d'un buon
-tratto. Ad una brusca svoltata della strada la scena
-maravigliosa che si schiuse sotto i loro occhi li fece
-sostare. Mentre rimanevano assorti in silenziosa ammirazione,
-godendo la bellezza e la quiete del luogo,
-una voce molto vicina li scosse d'improvviso.
-</p>
-
-<p>
-— Incantevole paesaggio, non è vero?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Guardarono intorno e videro il signor Phillips che
-sedeva sopra una roccia rivestita di musco alla quale
-Gertrude in quel momento s'appoggiava. Il suo
-atteggiamento era naturale e disinvolto; un cappello
-di paglia a larga tesa giaceva a terra, presso a
-lui, e la sua capigliatura cosparsa di neve ma ancora
-foltissima e ondosa, rigettata indietro, lasciava scoperta
-la sua fronte alta ed ampia. Si sarebbe detto,
-vedendolo là con quell'aria di fanciullo in ozio, il
-capo reclinato sulla mano, ch'egli ci fosse da ore e
-ci si sentisse a casa propria. Ma prontamente si
-rizzò e mosse verso i suoi compagni di viaggio.
-</p>
-
-<p>
-— Siete smontato prima di noi, — disse il dottore.
-</p>
-
-<p>
-— Sì, già al villaggio; è mio costume camminare
-<span class="pagenum" id="Page_347">[347]</span>
-di preferenza, quando la vettura non fa guadagnar
-tempo.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Parlando, egli pose nella destra della giovane,
-senza guardarla nè quasi parer conscio di ciò che
-faceva, un bel mazzo di ramicelli d'alloro in fiore,
-còlti probabilmente durante la sua passeggiata. Ella
-avrebbe voluto ringraziarlo, ma non ne ebbe l'opportunità,
-perchè egli con un fare distratto si mise
-a discorrere col dottor Jeremy come s'ella non fosse
-presente.
-</p>
-
-<p>
-Proseguirono il cammino insieme. I due uomini
-conversavano con grande animazione, e Gertrude,
-ben contenta della parte d'uditrice, osservò ch'ella
-non era l'unica persona a cui il signor Phillips avesse
-il dono di piacere. Il medico toccò vari soggetti,
-e su tutti l'interlocutore era versato. La fanciulla
-sorrideva notando che il suo vecchio amico si stropicciava
-spesso le mani: suo modo d'esprimere una
-sodisfazione straordinaria, da lei ben conosciuto.
-</p>
-
-<p>
-Ora ella pensava che il loro nuovo conoscente fosse
-un professore di botanica, tanto si mostrava dotto
-in questo ramo della scienza; ora propendeva a credere
-che si fosse del pari dedicato alla geologia, così
-familiare della madre terra egli appariva; e queste
-due impressioni si cancellarono quando lo udì, volta
-a volta, parlare dell'oceano come un marinaro,
-d'affari come un negoziante, di Parigi come un uomo
-del bel mondo.
-</p>
-
-<p>
-Gli camminava a fianco silenziosa ma non dimenticata
-nè trascurata: perchè giunti a una salita
-molto ripida e malagevole, egli le porse il braccio e
-manifestò la sua tema che si stancasse troppo. Ella
-gli assicurò che non c'era pericolo; e il dottor Jeremy
-aggiunse che la Gertrudina sarebbe stata capace
-di lasciarseli addietro tutti e due. Tranquillato
-su questo punto, il signor Phillips riprese il filo interrotto
-della loro conversazione, a cui Gertrude ben
-tosto partecipò quasi inavvertitamente.
-</p>
-
-<p>
-Egli era un uomo che sapeva incutere rispetto e
-anche timore, quando voleva; ma non gli riusciva
-meno facile di rincorare gl'intimiditi, d'infondere
-negli animi fiducia e simpatia, di forzare i caratteri
-a spiegarsi dinanzi a lui. Gertrude già non lo considerava
-<span class="pagenum" id="Page_348">[348]</span>
-più come un estraneo: egli era ancora per
-lei un mistero, ma un mistero attraente. Ella si
-struggeva di conoscere qualche cosa di più sul conto
-suo, d'apprendere la storia d'una vita, che come
-s'indovinava da alcuni singoli casi ch'egli ne aveva
-narrati doveva esser piena di strane vicissitudini;
-soprattutto il suo cuore tanto inclinato verso di lui
-desiderava penetrare la causa della profonda malinconia
-che gettava un'ombra sulla sua nobile figura,
-e rendeva triste perfino il suo sorriso.
-</p>
-
-<p>
-Il dottor Jeremy, alquanto incuriosito egli pure,
-tentò certe domande suggestive nella speranza d'indurre
-il suo nuovo amico a dar qualche cenno sulla
-propria biografia: ma invano. Le labbra del signor
-Phillips rimasero suggellate, o non s'apersero che
-per deludere la curiosità dell'interrogatore.
-</p>
-
-<p>
-Alfine il buon vecchio fu costretto a cedere ad una
-stanchezza che non poteva più dissimulare nè a se
-stesso nè a' suoi compagni, per quanto gli spiacesse
-confessarla: e tutti e tre sedettero sul margine della
-strada, ad aspettare l'arrivo delle diligenze.
-</p>
-
-<p>
-Dopo un breve silenzio il dottore osservò, guardando
-la fanciulla:
-</p>
-
-<p>
-— Non avremo nessuna chiesa, qui, domani, Gertrudina.
-</p>
-
-<p>
-— Nessuna chiesa? — esclamò ella volgendo intorno
-lo sguardo reverente. — Come potete dirlo?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il signor Phillips la mirò sorridendo in atto benevolo
-e scrutatore.
-</p>
-
-<p>
-— Qui non v'è domenica, — egli fece — non sale
-a quest'altezza.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il tono era singolare, le parole erano leggiere:
-troppo leggiere, pensò Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-Ella rispose con una certa serietà e con molta dolcezza:
-</p>
-
-<p>
-— Spesso mi rallegro che la domenica sia stata
-mandata a noi <i>quaggiù</i> su questa <i>bassa</i> terra: più
-si sale, e più ci si appressa, io mi confido, alla Domenica
-eterna.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il signor Phillips si morse le labbra e non replicò.
-La sua bocca aveva preso un'espressione che a Gertrude
-veramente non piaceva; ma ella non trovava
-in fondo al cuore un rimprovero per l'ironia che
-<span class="pagenum" id="Page_349">[349]</span>
-appariva nelle sue maniere piuttosto che nel suo
-viso sul quale, mentre egli rimaneva un momento
-distratto, con lo sguardo fisso nel vuoto, si dipinse
-un così cupo dolore, che ella non potè sentire se non
-pietà e maraviglia.
-</p>
-
-<p>
-Le due vetture arrivavano. Quando egli aiutò Gertrude
-a riprender posto in quella dov'era attesa,
-sorrideva di nuovo con la sua aria serena e benigna,
-e la fanciulla restò persuasa che gli rendeva
-semplicemente giustizia pensando che nulla poteva
-nascondersi dietro a quell'aperta e franca fisonomia,
-di men che onorevole per l'uomo.
-</p>
-
-<p>
-Un'ora dopo i viaggiatori scendevano all'Albergo
-della Montagna. Con grande loro sodisfazione il dottor
-Jeremy e le sue signore furono subito accomodati
-in due delle camere migliori. Gertrude, stando
-alla finestra di quella assegnata a lei e ad Emilia,
-udì parecchi dei compagni di viaggio lamentarsi forte
-di non aver potuto ottenere un alloggio conveniente,
-e stupì che al dottore, contro il solito, fosse
-toccata la fortuna d'essere trattato con sì favorevole
-parzialità.
-</p>
-
-<p>
-Emilia, stanchissima del faticoso tragitto, si fece
-servire la cena in camera; la giovanetta stette con
-lei, e tutt'e due si coricarono di buon'ora.
-</p>
-
-<p>
-L'ultima cosa che Gertrude intese prima d'addormentarsi,
-fu la voce del dottor Jeremy il quale gridò
-passando davanti al loro uscio:
-</p>
-
-<p>
-— Badate, Gertrudina, di alzarvi a tempo per vedere
-la levata del sole.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ma ella non s'alzò a tempo, e il dottore nemmeno:
-nè l'uno nè l'altra avevano creduto che il sole fosse
-tanto mattiniero. Sebbene Gertrude, memore dell'esortazione,
-balzasse dal letto prima d'avere aperto
-gli occhi, un torrente di luce irrompeva già dalla
-finestra: però la scena che le si presentò allora era
-tale da dissipare ogni rimpianto; nulla, ella pensava,
-avrebbe potuto vincerla in bellezza e solennità.
-</p>
-
-<p>
-Dal ripiano roccioso su cui la casa era edificata,
-fino all'estremo orizzonte si estendeva un mare di
-nuvole candidissime, che coprivano la terra sottostante
-nascondendola affatto alla vista. Erano immensi
-cumuli nivei, luminosi, occupanti tutto lo spazio
-<span class="pagenum" id="Page_350">[350]</span>
-visibile senza lasciar tra loro pur un minimo
-crepaccio, come una spessa e ininterrotta cortina
-tesa a dividere la terra dal cielo.
-</p>
-
-<p>
-E mentre, in basso, il mondo era escluso dalla
-chiara luce mattutina, la vetta del monte gioiva nella
-gloria d'una maravigliosa aurora, di cui le stesse
-nubi che oscuravano con la loro ombra le dimore
-degli uomini accrescevano la bellezza. La navicella
-d'una fata avrebbe galleggiato su quelle onde vaporose
-splendenti al sole come neve recente, che offrivano
-col contrasto tra il proprio immacolato candore
-e il purissimo azzurro delle regioni aeree superiori
-uno spettacolo grandiosamente pittoresco. Il denso
-fogliame delle querce, degli abeti, dei larici, che
-avevano posto radice in quell'alta zona montana,
-luccicava tutto fresco e rugiadoso, e gli uccelli che
-vi albergavano, sicuri e lieti, facevano risonare le
-varie note dei loro canti.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude, dopo aver guardato a lungo, lasciò la finestra,
-si vestì in fretta, e uscì sul ripiano, davanti
-alla casa che pareva ancora immersa nel silenzio del
-sonno. Ella rimase qualche tempo immobile, col respiro
-quasi mozzo, compresa di reverenza e d'ammirazione.
-</p>
-
-<p>
-Alfine un rumore di passi la scosse. Si voltò e vide
-i Jeremy che venivano a lei. Il dottore pieno di vita,
-come sempre, si tirava dietro la sua sposa riluttante
-e assonnata, il cui aspetto diceva quanto a malincuore
-ella avesse tralasciato il suo ultimo pisolo del
-mattino.
-</p>
-
-<p>
-— Bello, eh, Gertrudina? — fece egli stropicciandosi
-le mani. — Una magnificenza che sorpassa ogni
-mia aspettazione.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ella volse verso di lui i suoi occhi raggianti, senza
-proferir parola. Pago di quella muta ma eloquente
-risposta, il dottor Jeremy s'avanzò fin sull'orlo
-della roccia piana, su cui stavano, incrociò le mani
-sotto le falde dell'abito, e s'abbandonò a un monologo
-fatto di frasi esclamative e d'interiezioni, esprimenti
-la sua contentezza, corroborate da rapidi e
-regolari inchini del capo.
-</p>
-
-<p>
-— Non c'è che dire, è una cosa singolare, — mormorò
-la signora Jeremy soffregandosi gli occhi e girandoli
-<span class="pagenum" id="Page_351">[351]</span>
-attorno — ma di qui a un'ora o due sarebbe
-stata la medesima. Non so proprio perchè il dottore
-m'abbia forzata a levarmi così presto.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-In quella lo sguardo le cadde su suo marito, e tutta
-sgomenta sì slanciò avanti gridando:
-</p>
-
-<p>
-— Per carità, dottor Jerry, non v'arrischiate così
-sull'orlo d'un precipizio! Siete pazzo, benedett'uomo?
-Mi fate morire dallo spavento! Cadrete di sotto
-e vi romperete il collo, come è vero che siamo al
-mondo!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Trovandolo sordo alle sue supplicazioni, lo afferrò
-per un lembo dell'abito e tentò di trarlo indietro;
-placidamente egli si volse domandando:
-</p>
-
-<p>
-— Ebbene, che c'è?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Vista l'ansietà della povera donna egli retrocedette
-prudentemente d'alcuni passi; ma un momento
-dopo era di nuovo nella stessa condizione precaria.
-La scena si ripetè cinque o sei volte, finchè stanca
-di spasimare tra angosce che si ridestavano non appena
-sopite, ella implorò l'aiuto di Gertrude per
-istrappare al pericolo il temerario che a sentir lei
-si sarebbe senza fallo accoppato.
-</p>
-
-<p>
-— Vogliamo esplorare un po' quel sentiero a destra
-della casa? — suggerì la fanciulla. — Pare delizioso....
-</p>
-
-<p>
-— Oh, sì! — rincalzò la signora Jeremy. — Un
-deliziosissimo sentiero ombreggiato! Venite, dottore;
-Gertrude ed io si va su, di qua.... venite!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Egli guardò nella direzione da lei indicata.
-</p>
-
-<p>
-— Ah! — disse. — È quello di cui parlava il direttore
-dell'albergo. Conduce alla pineta. Bene, arrampichiamoci
-lassù, e vediamo che c'è di bello.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude fece l'avanguardia; i due coniugi la seguirono.
-Camminavano in fila, uno ad uno, essendo
-la via angustissima. La ripidità della salita era tale
-che prima d'averne fatta mezza la signora Jeremy,
-trafelata per il caldo e la fatica, si fermò di botto,
-dichiarandosi incapace d'arrivare in cima: se avesse
-saputo di dover inerpicarsi su per quell'erta orribile
-non ci sarebbe venuta davvero! Tuttavia, incoraggiata
-e assistita da' suoi compagni, si lasciò
-indurre a provare un altro po'; ma di lì a qualche
-minuto Gertrude, ch'era avanti d'alcuni passi, l'udì
-<span class="pagenum" id="Page_352">[352]</span>
-gettare un fievole grido. Ella si voltò a guardare che
-accadesse: il dottore rideva dai precordi, mentre sua
-moglie, la quale sembrava l'effigie della costernazione,
-faceva inutili sforzi per passare di fianco a
-lui nello stretto sentiero, e ridiscendere la china.
-</p>
-
-<p>
-— Gertrude, — ella chiamò — vieni, vieni! Seguimi!
-</p>
-
-<p>
-— Che cos'è stato? — domandò la giovanetta.
-</p>
-
-<p>
-— Ah, che cosa? Quest'altura è popolata di serpenti
-a sonagli, e rischiamo di esser tutti morsi a
-morte!
-</p>
-
-<p>
-— Ma no, ma no, Gertrudina, — disse il dottore,
-ridendo sempre. — Le ho detto soltanto che ce n'è
-stato ucciso qui uno quest'estate, e subito ha còlto
-l'occasione d'una scusa per tornare indietro.
-</p>
-
-<p>
-— Dite quel che volete, — replicò la buona donna
-che quasi rideva anche lei a dispetto delle sue paure — se
-ce n'era uno, ce ne possono essere degli altri,
-e io non voglio trattenermi un momento di più!
-Il luogo mi piaceva poco già prima, e ora intendo
-ritornamene giù più presto che non sono salita.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il dottore vedendola così determinata si risolse
-ad accompagnarla. Nell'andare, gridò a Gertrude di
-star tranquilla perchè non c'era ombra di pericolo
-e la pregò d'aspettarlo sulla vetta dove l'avrebbe
-raggiunta non appena condotta a salvamento la moglie
-nell'albergo.
-</p>
-
-<p>
-Ella proseguì sola, non senza guardarsi attorno
-con un po' d'apprensione; ma il sentiero era così ben
-tenuto, che certo doveva essere frequentatissimo e
-secondo ogni probabilità sicuro, sicchè bentosto non
-pensò più che alla bellezza del paesaggio. Guadagnata
-vigorosamente la cima si trovò in un ripiano
-boscoso donde il suo sguardo spaziava di nuovo sul
-vasto mare di nubi.
-</p>
-
-<p>
-Sedette a piè d'un gran pino, si tolse il cappello,
-perchè era accaldata dallo sforzo durato, e aspirando
-la fresca aria montanina riprese il corso d'una
-meditazione che i Jeremy avevano interrotta.
-</p>
-
-<p>
-Ma d'improvviso un lieve sussurro la fece trasalire;
-si rammentò dei serpenti a sonagli, e scattò
-in piedi; ma udendo un suono sommesso, che le
-parve il respiro d'un dormente, guardò dalla parte
-<span class="pagenum" id="Page_353">[353]</span>
-donde veniva, e infatti vide un uomo che giaceva a
-terra e sembrava immerso nel sonno. Ella gli si avvicinò,
-cautamente. Prima che potesse scorgere la
-sua faccia, il cappello di paglia a larga tesa, e la
-lunga capigliatura ondulata, quasi bianca, glielo fecero
-riconoscere. Il signor Phillips dormiva, o pareva:
-la testa posava sul braccio ripiegato, gli occhi
-erano chiusi, l'atteggiamento denotava riposo
-perfetto. Ma nel momento che la fanciulla, pian piano,
-si fermava accanto a lui, mirandolo, egli s'alterò
-nel viso: l'espressione di pace disparve, si mutò in
-quella di profonda tristezza che già aveva destato
-in lei compassione e simpatia. Le sue labbra si mossero:
-agitato da un sogno egli proferì, o per dir
-meglio, gridò tre volte: «No, no, no!» e ciascuna
-con maggior enfasi e maggior veemenza; poi bruscamente
-alzò il braccio libero sopra il suo capo, e
-lo lasciò ricadere di peso al suolo; i suoi lineamenti
-si ricomposero, e mormorò in un sospiro: «Oh,
-Dio!» con l'accento d'un bimbo che, afflitto e stanco,
-reclina la testa sulle ginocchia della madre.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude si sentiva intensamente commossa. Dimenticò
-che quell'uomo era un estraneo: vide soltanto
-ch'egli soffriva. Un insetto venne a posarsi
-sulla bella e aperta sua fronte: ella si chinò verso
-di lui, scacciò la creatura avida di sangue, e, nel
-farlo, una delle lacrime ch'empivano i suoi occhi
-cadde sulla guancia del dormente.
-</p>
-
-<p>
-Calmo, senza alcun movimento, egli si destò e
-guardò in faccia la fanciulla che, tutta confusa, dette
-un sobbalzo e si sarebbe voluta rapidamente allontanare;
-ma il signor Phillips, rizzandosi sul gomito,
-le afferrò una mano, e dopo averla fissata un
-momento senza parlare, disse con voce grave:
-</p>
-
-<p>
-— Figliuola mia, avete versato quella lacrima per
-me?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ella non rispose che con gli occhi lucenti ancora
-della pietosa rugiada.
-</p>
-
-<p>
-— Sì, lo credo, — egli riprese — e vi benedico dall'intimo
-del cuore! Ma non piangete mai più per
-un ignoto: ne avrete abbastanza dei dolori vostri se
-vivrete fino all'età mia.
-</p>
-
-<p>
-— Se non avessi avuto dolori miei, non sarei capace
-<span class="pagenum" id="Page_354">[354]</span>
-di sentire quelli degli altri; se non avessi spesso
-pianto per me stessa, non piangerei ora per voi.
-</p>
-
-<p>
-— Ma siete felice?
-</p>
-
-<p>
-— Sì.
-</p>
-
-<p>
-— Molti scordano agevolmente il passato.
-</p>
-
-<p>
-— Io non lo scordo.
-</p>
-
-<p>
-— I dolori dei fanciulli sono inezie, e voi siete
-quasi tuttora una bambina.
-</p>
-
-<p>
-— Io non fui <i>mai</i> bambina.
-</p>
-
-<p>
-— Strana creatura! — fece egli come parlando a
-sè medesimo. — Volete sedervi qui e intrattenervi
-meco alcuni minuti?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude esitò.
-</p>
-
-<p>
-— Non vi ricusate; io sono un uomo già vecchio,
-e affatto innocuo. Via, sedetevi sotto quell'albero e
-ditemi se vi piace la veduta che si gode di qui.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ella sorrise pensando ch'egli si chiamava vecchio,
-e chiamava lei bambina; ma vecchio o giovane, non
-trovava nessuna ragione di temerlo, nè di negargli
-quel colloquio. Sedette, dunque, ed egli si pose accanto
-a lei, ma non parlò della veduta; rimasto un
-poco in silenzio, le domandò senza preamboli:
-</p>
-
-<p>
-— Voi non siete mai stata infelice, non è vero?
-</p>
-
-<p>
-— Mai stata infelice! — ella esclamò. — Oh, spesso,
-invece!
-</p>
-
-<p>
-— Non a lungo, però?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, posso ricordare anni interi durante i quali
-non sognavo nemmeno che la felicità esistesse.
-</p>
-
-<p>
-— Ma il conforto venne, alfine. Che pensate di coloro
-per cui non viene mai?
-</p>
-
-<p>
-— Ho conosciuto troppo il dolore perch'io non desideri
-di consolarli.
-</p>
-
-<p>
-— E che potete fare per essi?
-</p>
-
-<p>
-— <i>Sperare e pregare!</i> — ella rispose con un tono
-vibrante di sentimento.
-</p>
-
-<p>
-— Ma se non hanno più speranze, se la preghiera
-non può più nulla in loro pro?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ella affermò risolutamente:
-</p>
-
-<p>
-— Nessuno è in tal caso.
-</p>
-
-<p>
-— Vedete, — disse il signor Phillips — questa
-fitta cortina di nubi che proietta ora la sua ombra
-sulla terra? Vi sono cuori su cui grava un'opprimente
-e impenetrabile oscurità.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_355">[355]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Ma in alto, sopra le nubi, rifulge il sole.
-</p>
-
-<p>
-— In alto! Sia pure; però che giova a chi non lo
-vede?
-</p>
-
-<p>
-— Il sentiero che conduce in vetta alla montagna
-è spesso aspro e faticoso, ma il pellegrino è compensato
-d'ogni pena quando giunge <i>al di sopra delle
-nubi</i>, — rispose la giovane con entusiasmo.
-</p>
-
-<p>
-— Sono pochi quelli che trovano la via per salire
-a tanta altezza! — replicò il malinconico suo compagno. — E
-anche tra essi non tutti possono respirare
-a lungo quella sublime atmosfera. Parecchi devono
-ridiscendere al piano, mescolarsi di nuovo al gregge
-volgare, ricominciar la lotta coi vili, i maligni, i
-crudeli; nubi più gravi che mai s'addensano sul loro
-capo, e si trovano sepolti in un'oscurità più nera.
-</p>
-
-<p>
-— Ma hanno veduto la gloria della luce, sanno
-che risplende sempre lassù, e debbono essere sostenuti
-dalla fede ch'essa un giorno vincerà le tenebre.
-Guardate, guardate! — esclamò con fervore, brillando
-negli occhi. — Le nuvole si squarciano, presto
-il sole rischiarerà la terra.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Indicava così parlando le ampie fessure che apparivano
-tra i cumuli di vapori fino allora compatti.
-Si volse poi al signor Phillips per accertarsi se
-osservasse il mutamento; ma col medesimo sorriso
-sul suo volto impassibile, egli contemplava lo spettacolo
-che la natura gli offriva non già lontano nel
-cielo, ma al suo fianco, nell'aspetto della giovane e
-ardente adoratrice del vero e del bello. E studiando
-quei lineamenti, scrutandone la viva espressione,
-egli pareva così profondamente assorto nei suoi pensieri,
-ch'ella lo credette caduto in uno dei suoi accessi
-di fantasticheria e cessò di discorrere, in modo
-piuttosto reciso; ma nel momento che distoglieva lo
-sguardo da lui, egli disse:
-</p>
-
-<p>
-— Proseguite, felice fanciulla! Insegnatemi, se potete,
-a vedere il mondo nel roseo colore di cui si
-riveste per voi, insegnatemi ad amare e compatire,
-come voi, la miserabile creatura chiamata <i>uomo</i>. Vi
-assumerete, ve ne avverto, una difficile missione, ma
-siete così piena di fede e di speranza!
-</p>
-
-<p>
-— Odiate dunque il mondo? — ella domandò, con
-franchezza e semplicità.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_356">[356]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Quasi, — fu la risposta.
-</p>
-
-<p>
-— Anch'io, un tempo, — ella disse, pensosa.
-</p>
-
-<p>
-— E forse l'odierete ancora.
-</p>
-
-<p>
-— No, è impossibile: a me, orfana, prodigò cure
-materne, ed io l'amo teneramente.
-</p>
-
-<p>
-— V'è stato benigno, davvero? — egli chiese vivamente. — Estranei
-senza cuore hanno meritato
-l'affetto che, sembra, sentite per loro?
-</p>
-
-<p>
-— Estranei senza cuore! — ella esclamò con gli
-occhi pieni di lacrime. — Oh, signor Phillips, vorrei
-che aveste conosciuto il mio buon zio True, che
-conosceste la mia cara Emilia, cieca! Basterebbero
-essi a darvi una miglior opinione del mondo!
-</p>
-
-<p>
-— Parlatemi di loro, ve ne prego, — egli disse con
-voce sommessa e malferma, figgendo lo sguardo nel
-precipizio che s'apriva ai suoi piedi.
-</p>
-
-<p>
-— Non c'è molto da dire: l'uno era vecchio e povero,
-l'altra è affatto priva della vista, eppure hanno
-reso il mondo splendido e bello per me misera
-bimba, maltrattata, desolata....
-</p>
-
-<p>
-— Maltrattata! Dunque foste una volta anche voi
-fatta segno di malevolenza e d'ingiustizia?
-</p>
-
-<p>
-— Io? Ma tutti i miei primi ricordi non sono che
-di privazioni, sofferenze, e grandi cattiverie....
-</p>
-
-<p>
-— Gli amici che m'avete menzionati ebbero compassione
-di voi?
-</p>
-
-<p>
-— Sì. Lo zio True divenne il mio padre terreno,
-Emilia m'insegnò dov'è il mio padre celeste.
-</p>
-
-<p>
-— E da allora siete sempre stata libera e leggera
-come l'aria, senza cure, senza desiderî insodisfatti?
-</p>
-
-<p>
-— Oh, no, non intendevo dir questo!... Dovetti
-perdere il mio primo benefattore, ed altri cari amici....
-o da qualcuno separarmi per anni. Sostenni
-molte dure prove, passai molte ore di tristezza e solitudine,
-ed anche adesso sono oppressa da più d'una
-causa d'ansietà e di timori.
-</p>
-
-<p>
-— Come potete dunque esser così serena, così lieta? — egli
-domandò.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude, levatasi da sedere vedendo avvicinarsi
-il dottor Jeremy, teneva una mano posata sul saldo
-masso di pietra a piè del quale s'era posta nell'ombra
-protettrice. Ella sorrise pensosamente alla domanda
-rivoltale dal signor Phillips, e, gettando uno
-<span class="pagenum" id="Page_357">[357]</span>
-sguardo nella fonda valle sottostante, poi alzando
-in faccia a lui gli occhi raggianti di fede, mormorò
-con fervido accento:
-</p>
-
-<p>
-— Vedo l'abisso aperto sotto di me, ma io m'appoggio
-alla Roccia dei secoli.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Com'ella aveva detto, ansietà e timori l'opprimevano
-anche allora: tremava per la salute d'Emilia,
-e alla crescente apprensione che già s'approssimasse
-il tempo in cui la sua cara le sarebbe tolta, s'aggiungeva
-un altro tormentoso pensiero: Guglielmo,
-verso il quale il suo cuore anelava palpitante d'affetto
-più che fraterno, sembrava scordare l'amica
-della sua adolescenza o almeno non amarla più con
-la stessa tenerezza. Erano oramai alcuni mesi che
-ella non riceveva lettere dall'India, e l'ultima piuttosto
-breve mostrava un'insolita fretta di cui egli
-si scusava adducendo l'urgenza degli affari ond'era
-sopraccarico. Per quanto riluttante ad ammetterlo,
-ella non poteva cacciare il gelido presentimento che
-dopo la morte della madre e del nonno, i vincoli che
-univano ancora l'esule alla terra natia s'erano dimolto
-rilassati.
-</p>
-
-<p>
-Nulla avrebbe potuto indurla ad accennare, neppure
-ad Emilia, un sospetto di negligenza da parte
-di Guglielmo; nulla avrebbe potuto offenderla più
-che una tale imputazione a lui fatta da altri; ma
-nel suo intimo ella qualche volta meditava dolorosamente
-sul suo enigmatico e prolungato silenzio
-che diminuiva la loro antica familiarità. Durante
-parecchie settimane, priva com'era di sue notizie,
-ella aveva continuato a scrivergli secondo l'usato,
-sicura che ciascun corriere gli recava le sue missive.
-Quali cause, se non una malattia o l'indifferenza,
-avrebbero reso ragione della persistente mancanza
-di risposta alle lettere da lei fedelmente inviate?
-Spesso ella cercava di bandire dal suo spirito ogni
-ipotesi sopra una questione avvolta in tanta incertezza;
-ma talora una tristezza amara la invadeva,
-nè riusciva a dissiparla se non elevando i suoi pensieri
-a Dio con la fede e la speranza che sempre
-l'avevano sorretta nelle ore di sconforto. E appunto
-da uno di questi alti voli dell'anima ella era scesa
-per volgersi piena di dolce pietà nelle parole e negli
-<span class="pagenum" id="Page_358">[358]</span>
-occhi, a un altro afflitto cui il dolore strappava gemiti
-fino ne' suoi sogni.
-</p>
-
-<p>
-Arrivò il dottor Jeremy, e scambiati cordiali saluti
-e complimenti col signor Phillips, cominciò a
-conversare animatamente com'egli soleva, lodò la
-bellezza e la pace di quel sereno mattino domenicale
-sulla montagna; e il suo interlocutore, costretto
-a sforzarsi di nascondere, se non di sperdere, la tetra
-mestizia che gli pesava sullo spirito, discorreva con
-disinvoltura e perfino con una piacevolezza che stupiva
-Gertrude. Ella rifece in silenzio il cammino verso
-l'albergo, riflettendo sulla stranezza e l'apparente
-incoerenza di quell'uomo. A colazione non lo videro,
-e a pranzo egli prese posto a una certa distanza da
-loro, nè diede segno di riconoscerli se non inchinandosi
-graziosamente alla giovanetta mentre ella
-usciva dalla sala.
-</p>
-
-<p>
-Più tardi comparve sull'ampia terrazza dove Gertrude
-ed Emilia sedevano insieme. Secondo il consueto,
-un paio d'occhi serviva alla visione mentale
-d'entrambe. C'era stato un violento acquazzone, accompagnato
-da lampi e tuoni, ma al cader del sole
-il temporale s'era dileguato; uno splendido arcobaleno
-e il suo riflesso quasi altrettanto vivace sorgevano
-sull'orizzonte, in apparenza assai più bassi
-della montagna, e il giuoco delle ombre e delle luci
-nella valle e sul suo fiume scintillante offriva uno
-spettacolo d'incantevole bellezza. Gertrude sperava
-che il signor Phillips venisse a intrattenersi con
-loro; sapeva che Emilia avrebbe gustato la sua amena
-e istruttiva conversazione, e, istintivamente, si
-confidava che la voce soave, amata e benedetta da
-molti a cui aveva dato conforto, infonderebbe nel
-cuore di lui un balsamo di pace. Ma sperò invano.
-Egli sussultò ravvisandole, e s'allontanò in fretta.
-Poco dopo ella lo vide inerpicarsi su per l'erto sentiero
-che li aveva attirati tutt'e due di primo mattino;
-e la sera egli non si mostrò all'albergo.
-</p>
-
-<p>
-I Jeremy si trattennero lassù altri due giorni, perchè
-l'aria montanina rinvigoriva Emilia, la quale
-pareva più forte che non fosse stata da settimane,
-ed era in grado di fare qualche passeggiatina nelle
-vicinanze della casa.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_359">[359]</span>
-</p>
-
-<p>
-Gertrude non si stancava mai d'ammirare il magnifico
-panorama. Una gita a piedi ch'ella fece col
-dottore a una fenditura aperta nel cuore della montagna
-dove un fiumicello balza giù nella valle da
-un'altezza di duecento piedi, le fornì il tema di deliziose
-fantasie descrittive, nelle quali la cieca aveva
-la sua parte di godimento.
-</p>
-
-<p>
-Il signor Phillips non si lasciò più vedere, senza
-che essi sapessero perchè. Il dottore chiese di lui al
-padrone dell'albergo; questi gli disse ch'era partito
-il lunedì, molto per tempo, a piedi. Egli ne fu maravigliato
-e dolente perchè quel bizzarro gentiluomo
-gli piaceva oltremodo, e s'era lusingato, per certe
-domande da lui fattegli circa il loro itinerario, che
-intendesse d'unirsi alla loro comitiva.
-</p>
-
-<p>
-— Ma non temere, Gertrudina, — disse alla ragazza
-con tono di faceta condoglianza — io scommetto
-che lo incontreremo di nuovo, e quando meno
-ce l'aspetteremo.&nbsp;—
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XXXVII.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p class="i4">.... da una divina</p>
-<p>Semplicità guidata, ella piacea</p>
-<p>Nè di brillar cercava....</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Anna More.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Da Catskill il dottor Jeremy proseguì direttamente
-per Saratoga. La città rigurgitava di forestieri, essendo
-la stagione al suo apice, e i viaggiatori imprevidenti
-che avevano trascurato di fissar le camere
-anticipatamente, non potevano sperare di trovar
-alloggio.
-</p>
-
-<p>
-— Dove scenderete? — domandò al medico un suo
-conoscente, in cui s'era imbattuto nel treno.
-</p>
-
-<p>
-— All'Albergo del Congresso, — egli rispose. — Un
-soggiorno tranquillo per noi, vecchi, e per la
-signorina Graham, ch'è cagionevole.
-</p>
-
-<p>
-— Siete dunque aspettati?
-</p>
-
-<p>
-— Aspettati! Ma no.... Chi dovrebbe aspettarci?
-</p>
-
-<p>
-— L'albergatore, caspita! Se non avete fissato le
-camere sarà un affar serio, perchè gli alberghi sono
-tutti pieni zeppi.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_360">[360]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Ebbene, ci affideremo alla fortuna! — fece il
-buon dottore con un'indifferenza che l'abbandonò
-quando, giunto alla sua destinazione, ebbe a toccar
-con mano la veracità delle parole dettegli dall'amico.
-</p>
-
-<p>
-— Non so proprio che faremo, — disse alle signore,
-lasciate un momento nell'atrio della stazione
-mentre egli s'informava — pare che in nessuna casa
-ci sia un bugigattolo libero. Non ci resta altro che
-ripigliare il treno, se non vogliamo dormire sul lastrico.
-</p>
-
-<p>
-— Vettura, signore? — domandò un fiaccheraio
-sporgendosi da una ringhiera, e gesticolando a tutta
-possa verso il dottor Jeremy, mentre, più audace,
-un addetto a un omnibus gli picchiava una spalla
-facendogli un'offerta analoga, con voce insinuante.
-</p>
-
-<p>
-— Vettura! — esclamò egli in un tono più che
-mai irritato. — E per che farne? Dove ci condurreste,
-di grazia? Non c'è da ottenere ricovero neanche
-in una soffitta nella vostra Saratoga, nè per
-amor di Dio, nè per quattrini sonanti!
-</p>
-
-<p>
-— Ebbene, — ripigliò il secondo sollecitatore, togliendosi
-il berretto e asciugandosi la fronte con un
-cencio di pezzuola poco pulita — se non c'è posto
-nell'albergo vi <i>colonizzeranno</i> fuori.
-</p>
-
-<p>
-— Fuori? — gridò il dottore, incollerito. — Ci siamo
-già, mi sembra. Quel che a me preme, è d'esser
-<i>dentro</i>, in qualche luogo. Dove va il vostro omnibus?
-</p>
-
-<p>
-— All'Albergo del Congresso.
-</p>
-
-<p>
-— Basta, portateci lì; ma badate, se non ci ricevono,
-dovete tenerci finchè non abbiamo trovato un
-alloggio pur che sia.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La signora Jeremy, Emilia e Gertrude furono fatte
-salire in un omnibus piccoletto e ficcate a stento
-tra una mezza dozzina di signore e di ragazzi, stanchi
-e polverosi, che facevano esercizio di pazienza
-e s'incoraggiavano mutuamente con vaghe speranze.
-Il dottore prese posto all'esterno. Non appena il
-veicolo si fermò, egli balzò a terra e corse a presentarsi
-all'albergatore; ma, come temeva, non c'era in
-tutto l'albergo un angolo vacante. Desideroso nondimeno
-d'accomodarlo, quegli accennò alla possibilità
-di procurargli avanti sera <i>una</i> camera in una
-casa della strada attigua.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_361">[361]</span>
-</p>
-
-<p>
-— <i>Una</i> camera! Nella strada attigua! — gridò il
-dottore. — Ah, questo si chiama essere <i>colonizzati</i>
-fuori, non è vero? Ma, signore mio, per me non fa.
-Io devo alloggiare le mie signore e subito. O perchè
-diamine non avete alberghi sufficienti a ricevere i
-vostri ospiti?
-</p>
-
-<p>
-— È il culmine della stagione, e....
-</p>
-
-<p>
-— Oh, il dottor Jeremy! — esclamò la voce giovanile
-di Netta Gryseworth, la quale attraversava
-l'atrio con la nonna. — Come state? La signorina
-Flint e la signorina Graham sono con voi? Vi tratterrete
-qualche tempo?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Innanzi ch'egli potesse rispondere alle sue domande
-e salutare la signora Gryseworth, una veneranda
-matrona che aveva conosciuta trent'anni addietro,
-l'albergatore s'accostò a lui dicendo:
-</p>
-
-<p>
-— Il dottor Jeremy?... Scusatemi, non vi conoscevo.
-Il dottor Jeremy di Boston?
-</p>
-
-<p>
-— In petto e in persona, — egli rispose inchinandosi.
-</p>
-
-<p>
-— Ma allora il caso è diverso. Le vostre camere
-sono impegnate, e saranno pronte tra pochi minuti.
-Si trovano libere da due giorni, e nessuno le ha occupate
-più.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-L'onesto dottore dichiarò, stupefatto:
-</p>
-
-<p>
-— Non capisco.... Io non ho fissato camere!
-</p>
-
-<p>
-— Allora le fissò per voi un amico. Sorte che ne
-abbia avuto l'idea, specialmente se siete in compagnia
-di signore. Saratoga è affollatissima in questa
-stagione: c'erano ieri in città settemila forestieri.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Jeremy ringraziò la sua buona stella e l'amico
-ignoto, e chiamò le sue compagne a godere dell'insperata
-fortuna.
-</p>
-
-<p>
-— Siamo capitati bene, eh? — fece la signora entrando
-nella comoda camera assegnata a lei e volgendo
-in giro uno sguardo di compiacenza. Passò
-poi a visitare quella delle signorine dall'altro lato
-dello stretto corridoio, e soggiunse: — Se penso a
-tutto quello che si raccontava della ressa di gente
-che s'arrabatta per strapparsi un posticino, proprio
-non mi par vero!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il dottore, venuto a raggiungerle, dopo aver dato
-gli ordini concernenti i bagagli, udì questa sua osservazione,
-<span class="pagenum" id="Page_362">[362]</span>
-e, ponendosi l'indice sulle labbra, bisbigliò
-con una burlesca aria di mistero:
-</p>
-
-<p>
-— Zitto, zitto! Non vi fate sentire! Noi profittiamo
-d'un felicissimo equivoco del nostro ottimo albergatore.
-Queste camere erano fissate per qualcuno,
-senza dubbio, ma non per noi. Poh, in fin dei conti,
-il peggio che ci può toccare è d'esser messi fuori
-quando arriveranno gli «aventi diritto», e intanto
-godiamoci il buon alloggio che ci favoriscono.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ma gli «aventi diritto», se non erano i Jeremy,
-non vennero, e in capo a una settimana il dottore
-cessò di temere lo sfratto, ed ebbe perfino il coraggio
-di chiedere e la fortuna d'ottenere una camera
-più conveniente per Emilia, al primo piano, e comunicante
-con la sala, risparmiandole così la molestia
-di scendere e salire le scale dove c'era quasi
-sempre un grande andirivieni.
-</p>
-
-<p>
-La sera del loro arrivo, verso l'ora del tè, la signorina
-Graham e Gertrude, che avevano appunto
-finito di vestirsi, udirono picchiare leggermente all'uscio.
-Gertrude aperse e vide Elena Gryseworth, la
-quale, pur salutandola con calore meridionale, rimase
-sulla soglia, esitando.
-</p>
-
-<p>
-— Temo di parervi indiscreta, — ella disse — ma
-ho saputo da mia sorella che siete arrivate, e dianzi,
-per caso, dalla cameriera, che occupate questa camera
-attigua alla mia; sicchè non ho potuto resistere
-al desiderio di fermarmi un momento, passando,
-per dirvi quanto sono lieta di rivedervi.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Tutt'e due l'accolsero con vivo piacere, la ringraziarono
-d'avere tralasciato le cerimonie, e insistettero
-perchè entrasse e rimanesse con loro finchè il
-<i>gong</i> annunziasse il tè. Elena gradì l'invito, sedette
-sopra un baule, e s'informò della salute d'Emilia
-e del loro viaggio da quando s'erano lasciate a West
-Point.
-</p>
-
-<p>
-Tra le altre avventure, Gertrude raccontò il loro
-nuovo incontro col signor Phillips.
-</p>
-
-<p>
-— Ha proprio il dono dell'ubiquità quell'uomo! — fece
-la signorina Gryseworth. — Era a Saratoga
-due giorni or sono, in quest'albergo: sedeva di faccia
-a me, a tavola; ma poi non lo vidi più. Faceste
-la sua conoscenza, signorina Graham?
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_363">[363]</span>
-</p>
-
-<p>
-— No, con mio rincrescimento, — rispose Emilia.
-E, sorridendo, soggiunse: — Gertrude era tanto ansiosa
-di presentarmelo, che mi dolse di vederla delusa.
-</p>
-
-<p>
-— Vi è dunque piaciuto? — domandò Elena a
-quest'ultima, con tono grave. — Ne ero sicura.
-</p>
-
-<p>
-— Sì, esercita su me una grande attrazione. È
-molto amabile, molto originale, e tanto incomprensibile!
-</p>
-
-<p>
-— Nulla di compromettente, insomma, — disse
-l'altra con malizia. — Spero che vi si presenterà
-l'occasione di farvi un concetto più chiaro del suo
-carattere, cosa che a me, lo confesso, non riesce,
-perchè ogni volta che mi trovo in sua compagnia,
-ne scuopro qualche particolarità insospettata. Per
-esempio, il giorno che pranzammo insieme, a Nuova
-York, s'adirò così fieramente contro uno dei camerieri,
-ch'io ne fui quasi spaventata. Ma i miei timori,
-credo, erano infondati, perchè un così perfetto
-gentiluomo non viene a parole con un inferiore, e
-quantunque i suoi occhi fiammeggiassero come carboni
-accesi, seppe contenere il fuoco che gli divampava
-dentro. È obbligo di giustizia dire che la sua
-collera non era provocata da una mancanza commessa
-verso di lui, ma dal grossolano disprezzo con cui
-quell'uomo trascurava due semplici campagnuole, le
-quali non avendo pensato a raccomandarsi mediante
-una mancia, non ottennero qualche cosa da mangiare
-se non quando tutti ebbero finito, e stavano
-a guardare, poverine, confuse e vergognose come
-fossero uscite allora dal carcere.
-</p>
-
-<p>
-— Che cattiveria! — esclamò Gertrude con energia. — Non
-mi maraviglia che il contegno di quel
-mercenario destasse così vivamente l'indignazione
-del signor Phillips. Questo suo sentimento mi piace.
-</p>
-
-<p>
-— Sì, una vera cattiveria; anche a me facevano
-compassione. La più giovane delle due, una ragazza
-che aveva lasciato la zangola e indossato il suo bell'abito
-bianco per figurare in città, era sul punto di
-scoppiare a piangere.
-</p>
-
-<p>
-— Voglio sperare che cotesti casi non siano frequenti, — disse
-Gertrude. — Ho gran paura che se
-è il contrario, Emilia ed io saremo nel numero dei
-<span class="pagenum" id="Page_364">[364]</span>
-mortificati, perchè il dottore non dà mai mance anticipate
-ai camerieri: dice ch'è una bassezza e che
-egli disdegna di comprare le loro attenzioni in sì
-fatta guisa.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, non temete! — rispose Elena Gryseworth. — Le
-persone un po' pratiche della vita d'albergo
-sono sempre servite con discreta cura, specie in una
-casa ben regolata come questa. La nonna la pensa
-a modo del dottor Jeremy circa le anticipazioni, eppure
-non viene mai negletta, qui. Il caso di Nuova
-York è un brutto esempio di quella parzialità che
-in buona misura è da imputarsi al pubblico stesso.
-I camerieri conoscono alla prima occhiata chi possono
-sopraffare e chi no; l'aria impacciata e goffa
-delle due campagnuole che trovarono nel signor
-Phillips un caldo difensore, bastava per esporle a
-qualunque insolente trascuranza.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Fu di nuovo picchiato all'uscio da una mano leggera.
-Questa volta era Netta, che s'avanzò esclamando:
-</p>
-
-<p>
-— Sento la voce di mia sorella, e però credo di
-poter entrare anch'io! — Baciò la mano ad Emilia
-e la scosse a Gertrude con una libertà e una vivacità
-derivanti un po' da fanciullesca petulanza, un
-po' dalla aristocratica indipendenza di maniere che
-la giovanetta volentieri ostentava, poi ripigliò: — Sono
-stizzita, sono! Da mezz'ora io facevo la guardia
-alla porta della sala per vedervi appena foste
-scese, e intanto Elena se ne stava nella vostra camera,
-seduta sopra un baule, godendosi la vostra
-compagnia, e raccontandovi lei sola tutte le novità.
-</p>
-
-<p>
-— Non tutte, Netta, — disse Elena — ho lasciato
-parecchie coserelle ghiotte per tua sodisfazione.
-</p>
-
-<p>
-— Hai detto alla signorina Flint qualche cosa dei
-Fox e dei Cox ch'erano qui ieri?... No?
-</p>
-
-<p>
-— Neanche una parola, — rispose Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-— E dello spavento, a bordo?
-</p>
-
-<p>
-— Nemmeno.
-</p>
-
-<p>
-— E del signor Phillips?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, m'ha detto che l'ha veduto a Saratoga.
-</p>
-
-<p>
-— Ah, quello non l'ha dimenticato? — fece Netta
-lanciando uno sguardo malizioso alla sorella che arrossì
-lievemente. — E v'ha raccontato pure che occupava
-<span class="pagenum" id="Page_365">[365]</span>
-questa camera, e che tutta la notte lo sentivamo
-attraverso la sottile parete camminare in su
-e in giù, la qual cosa m'impediva di dormire e mi
-costò un formidabile mal di capo?
-</p>
-
-<p>
-— No, di questo non m'ha detto nulla.
-</p>
-
-<p>
-— Voi non avete nè l'una nè l'altra il costume di
-camminare per la camera, la notte?
-</p>
-
-<p>
-— Oh, il costume, non direi!
-</p>
-
-<p>
-— Bene, possiamo rallegrarci allora d'avere invece
-voi per vicine! Se quel terribile signore fosse rimasto
-qui e avesse continuato a tenerci deste col suono
-de' suoi passi cadenzati, ci sarebbe stato, una di queste
-notti, un suicidio, o nella sua camera o nella
-nostra.
-</p>
-
-<p>
-— Credete che stesse male? — domandò Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-— No, punto, — disse Elena. — Non era nulla di
-straordinario.... per lui almeno. Tutte le sue abitudini
-sono strane. Netta perse un'ora o due del suo
-placido sonno, e non può perdonarglielo.
-</p>
-
-<p>
-— Ah, un'ora o due? — gridò Netta. — La notte
-intera, cara la mia Elena, la notte intera.
-</p>
-
-<p>
-— Via, sorellina, non sai che cosa sia una notte
-intera, tu: non la vedesti in vita tua.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Una piccola questione minacciava di sorgere tra
-le due sorelle sulla durata delle passeggiate notturne
-del signor Phillips e le conseguenti veglie di
-Netta Gryseworth; ma fortunatamente il <i>gong</i> sonò,
-e questa scappò nella loro camera per rinfrescare
-un po' le sue gale prima di presentarsi alla tavola
-del tè.
-</p>
-
-<p>
-Saratoga è un luogo bizzarro. Vi si vedono raccolti,
-al culmine della stagione, non solo numerosi
-Americani degli Stati Uniti, ma stranieri d'ogni paese.
-La scala della moda è trasportata là e tutti gli
-scalini ne sono occupati. La bellezza, la ricchezza,
-l'orgoglio, la follia, vi hanno degni rappresentanti;
-ma non mancano quelli dello spirito, del genio, della
-scienza. L'ozio vi regna sovrano, assoluto, e nessuno,
-neppure il più attivo, il più affaccendato, il
-più industrioso dei cittadini di questa nostra terra
-di lavoratori, osa contendergli il suo passeggero ma
-legittimo dominio. Tutti i ceti sociali, tutte le professioni,
-quasi anche tutti i mestieri, vi s'incontrano,
-<span class="pagenum" id="Page_366">[366]</span>
-amichevolmente. I possessori d'un nome aristocratico
-o d'una borsa ben fornita, la beltà famosa,
-l'uomo celebre, artista, poeta o scienziato, brillano
-ciascuno nella propria sfera. Certo vi sono molti
-idoli falsi. Gente che a casa sua è <i>zero</i> qui trova
-una probabilità di esser tenuta in conto di qualche
-cosa, mentre altri che in una città lontana sono dei
-<i>maggiorenti</i>, seggono in un cantuccio, imbronciati,
-vedendosi d'improvviso ridotti alla parte di comparse
-senza importanza. Ma tutti vengono con un
-medesimo fine: divertirsi, distrarsi, riposarsi; e nella
-comune ricerca del piacere, generalmente un sentimento
-benevolo prevale tra loro. La gaia folla è
-sempre in moto; e le comitive eleganti che girano a
-piedi, in carrozza, a cavallo, o si radunano sulle
-terrazze degli alberghi, offrono uno spettacolo vivace
-e festevole; chi ama osservare la natura umana
-può qui studiarla nelle sue forme più animate.
-</p>
-
-<p>
-Era un nuovo mondo per Gertrude; e sebbene
-l'Albergo del Congresso fosse comparativamente un
-tranquillo ritiro ov'ella vedeva soltanto un riflesso
-degli splendori di Saratoga e non udiva che l'eco
-lontana del suo brusio, pure c'era di che maravigliare
-e divertire una giovanetta novizia nella vita
-mondana. In quell'eletto circolo di persone fini, intelligenti,
-cólte, che si raccoglieva intorno alla signora
-Gryseworth e dove il dottor Jeremy e la sua
-compagnia avevano subito avuto onorevole accoglienza,
-ella trovava molto di confacente agli elevati
-suoi gusti intellettuali, e fu subito apprezzata ed ammirata
-come meritava.
-</p>
-
-<p>
-La signora Gryseworth era una gentildonna della
-vecchia scuola, vissuta sempre nella miglior società,
-di cui nonostante la sua età avanzata continuava
-a godere i piaceri e ad essere un ornamento.
-Alta, di portamento maestoso, ella conservava ancora
-un aspetto elegante; e quantunque un po' superba
-e ritrosa con gli estranei, diveniva presto
-un'amabilissima compagna per i suoi nuovi amici,
-fossero vecchi o giovani. Nei primi giorni la povera
-signora Jeremy si sentiva intimidita dinanzi a lei,
-e oltremodo impacciata, ma quest'impressione svanì
-con prodigiosa rapidità, a segno che la piccola e
-<span class="pagenum" id="Page_367">[367]</span>
-tonda moglie del dottore non tardò ad essere quanto
-mai bonariamente familiare e loquace con l'augusta
-dama.
-</p>
-
-<p>
-Una sera, nell'atto che Emilia e Gertrude, le quali
-erano a Saratoga da circa una settimana, lasciavano
-la sala da pranzo dopo aver preso il tè, Netta
-Gryseworth le raggiunse, e pigliata a braccetto la
-fanciulla, disse col consueto suo tono di gaiezza:
-</p>
-
-<p>
-— Gertrude, io mi guasto con voi uno di questi
-giorni.
-</p>
-
-<p>
-— Davvero! E per quale motivo?
-</p>
-
-<p>
-— Gelosia.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Un lieve rossore salì al viso della signorina Flint.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, è inutile che vi facciate rossa! Non è a cagione
-del canuto ammiratore che vi contempla durante
-tutto il pranzo, dall'altro capo della tavola.
-No, su questo proposito rimango affatto indifferente.
-La preferenza del signor Phillips potrà essere il pomo
-della discordia tra voi ed Elena; quanto a me,
-sono gelosa d'un altro.
-</p>
-
-<p>
-— Spero che Gertrude non sia d'ostacolo alla vostra
-felicità, — disse Emilia sorridendo.
-</p>
-
-<p>
-— Sì, che è.... La mia felicità, il mio orgoglio, il
-mio benessere sono sacrificati a lei! Ella mi rovina:
-certo, signorina Graham, non oserebbe comportarsi
-così se voi la vedeste!
-</p>
-
-<p>
-— Confidatevi con me, — riprese Emilia carezzevolmente — vi
-prometto di prendere le vostre parti.
-</p>
-
-<p>
-— Ne dubito: sospetto piuttosto che siate sua complice,
-Nondimeno esporrò le mie lagnanze. Non avete
-notato ch'ella si cattiva tutta l'attenzione d'un
-importante personaggio? Non sapete che Pietro non
-ha più occhi che per lei sola? Io intanto non arrivo
-ad ottener più nulla da mangiare o da bere finchè
-non è servita la signorina Flint, e però sono risoluta
-a chiedere al babbo di cambiar posto a tavola.
-Non già ch'io sia golosa, ma mi sento profondamente
-ferita nel mio orgoglio, mi sento oltraggiata! Ancora
-otto giorni fa nessuno era più di me nelle grazie
-di Pietro; io mi trovavo sempre davanti i miei
-piatti favoriti. Ma adesso è mutato registro; anche
-stasera, per esempio, l'ho veduto passare a Gertrude
-le more di cui, e l'indegno lo sa, io vo pazza, mentre
-<span class="pagenum" id="Page_368">[368]</span>
-spingeva, verso di me i mirtilli con un gesto
-sprezzante che significava: «Per <i>voi</i>, signorina, sono
-buoni questi!»
-</p>
-
-<p>
-— Ho infatti osservato che i camerieri si mostrano
-molto premurosi con noi, — disse la signorina
-Graham. — Credete che Gertrude li abbia segretamente
-corrotti?
-</p>
-
-<p>
-— Dice di no; non me raffermaste ieri, quando
-facevo un paragone simile, tra le attenzioni che usano
-a voi due, e il contegno meno lusinghiero che
-hanno con noialtre? E non m'assicuraste che nè da
-voi nè dal dottore, Pietro ebbe mai un centesimo?
-</p>
-
-<p>
-— Certo, — disse Gertrude — le sue gentilezze
-sono spontanee; ma io le attribuisco all'influsso della
-dolcezza d'Emilia, che lo rende desideroso di servirla.
-</p>
-
-<p>
-— Che, che! — fece Netta scotendo il capo con
-una cert'aria di mistero. — È stregoneria bell'e buona;
-cara Gertrude, voi praticate l'arte nera, e bisognerà
-ch'io metta in guardia quell'uomo.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Così parlando erano giunte nell'angolo del salone
-dove la signora Gryseworth e la signora Jeremy sedevano
-insieme su un sofà, impegnate in una conversazione
-animatissima. Elena e suo padre, ritornati
-allora da una passeggiata in carrozza, discorrevano
-col signor Petrancourt ch'era arrivato quella
-sera da Nuova York.
-</p>
-
-<p>
-Le due vecchie signore fecero posto sul loro sofà
-ad Emilia, e le giovanette sedettero presso a loro.
-Di tanto in tanto la signora Gryseworth gettava una
-occhiata d'impazienza verso un crocchio di bambini,
-che dall'estremità opposta della sala le impedivano,
-a momenti, col loro schiamazzo, di comprendere ciò
-che diceva la sua interlocutrice, o la costringevano
-ad interrompersi. Ma i piccoli disturbatori attiravano
-ancor più l'attenzione di Gertrude, la quale era
-così assorta nell'osservarli, che non udiva nemmeno
-la metà delle frizzanti arguzie e delle graziose sciocchezze
-che la vispa Netta seguitava a versare nel
-suo orecchio distratto.
-</p>
-
-<p>
-— Ebbene, Gertrude, — disse questa al fine — andate
-a fare il chiasso con quei marmocchi: si vede
-che ve ne struggete.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_369">[369]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Mi struggo invece di farli smettere, — rispose
-quella.
-</p>
-
-<p>
-Non sembrava un desiderio benevolo, ma era giustificato.
-Sei o sette ragazzini, maschi e femmine, in
-abiti di colori gai e fogge fantastiche, approfittando
-dell'assenza delle mamme, sparse per le terrazze,
-e delle governanti o bambinaie, che cenavano,
-s'erano radunati intorno a una loro coetanea, nuova
-capitata dall'aspetto un po' strano, e si divertivano
-a tormentarla. La poverina vestiva a bruno;
-i suoi indumenti, ricchi ma privi di garbo, erano
-gualciti e impolverati dal viaggio. Pareva ch'ella
-fosse cresciuta fuor della sua vestina di seta nera,
-assai più corta delle sottane, e tutto nel suo esteriore
-denotava la negligenza de' suoi genitori o delle
-altre persone che l'avevano in cura.
-</p>
-
-<p>
-Quando, avvertita dalle manifestazioni di contrarietà
-della signora Gryseworth, Gertrude aveva osservato
-la scena, la bambina, ritta in mezzo ai suoi
-persecutori, si guardava intorno, spaventata, come
-cercando una via di fuga: ma essi le impedivano
-il passo, seguitando a tempestarla di domande ognuna
-delle quali provocava uno scoppio di risa beffarde
-da parte di tutti, eccettuata la piccola vittima,
-che, viceversa, stava per rompere in lacrime. Sia
-che si ridestasse nella mente della giovanetta la memoria
-delle antiche sue sofferenze, o vibrasse nel
-suo cuore la corda dell'universale simpatia per gli
-oppressi, ella non poteva staccar gli occhi da quel
-gruppo; e mentre Netta s'infervorava sul suo soggetto
-favorito, cioè sul signor Phillips e la sua bizzarra
-condotta, ella si rizzò di scatto esclamando:
-</p>
-
-<p>
-— No, non tormenteranno così quella bambina!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-E mosse rapidamente alla riscossa.
-</p>
-
-<p>
-Il riso cordiale di Netta esilarata dall'entusiastico
-ardore del suo gesto, e il vederla attraversare
-il vasto e affollato salone a passi affrettati, e sola,
-cosa affatto inusata, provocarono la curiosità del
-circolo di persone da cui s'era partita, e durante la
-sua assenza, ella, inconsapevolmente, fornì loro un
-argomento d'osservazioni e discussioni.
-</p>
-
-<p>
-— Che è stato? — domandò la signora Gryseworth
-alla nipote. — Dove va Gertrude?
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_370">[370]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Entra in lizza, nonna, quale campione di quel
-fagotto di bimbetta.
-</p>
-
-<p>
-— È quella lì che fa tanto baccano?
-</p>
-
-<p>
-— No davvero, ma credo che ne sia la causa.
-</p>
-
-<p>
-— Non sono molte — notò Elena — le ragazze
-che possano attraversare una sala così grande con
-la grazia di Gertrude Flint.
-</p>
-
-<p>
-— Ella ha una bella figura, — disse la vecchia
-signora — e sa camminare, abilità rara al giorno
-d'oggi.
-</p>
-
-<p>
-— È molto ben fatta, — affermò il dottor Gryseworth
-che aveva seguitato con gli occhi la fanciulla,
-e udendo i commenti di cui ella era oggetto volle
-manifestare anch'egli il suo giudizio critico — ma
-il vero segreto del suo nobile portamento sta tutto
-nella non comune dignità del suo carattere, nel non
-sapere nè desiderare d'essere osservata, e nel contenersi
-pertanto con semplicità. Inoltre veste bene.
-Elena, mi piacerebbe che tu imitassi la signorina
-Flint nel modo di vestire: il suo gusto è ottimo.
-</p>
-
-<p>
-— Ed economico, babbo, — mormorò Netta. — La
-vostra borsa se ne avvantaggerebbe assai, perchè
-Gertrude ama la semplicità anche in cotesto.
-</p>
-
-<p>
-— Lo stile della signorina Flint non converrebbe
-alla signorina Gryseworth, — disse al dottore la signora
-Petrancourt avvicinatasi mentre egli parlava. — La
-vostra figliuola è una splendida bellezza aristocratica,
-e può portare le abbigliature più sontuose.
-</p>
-
-<p>
-— Anche il manichino d'una sarta lo può. Tuttavia
-credo che in un certo senso abbiate ragione. Le
-due ragazze non sono abbastanza simili l'una all'altra
-da rassomigliarsi se anche i loro vestiti fossero
-eguali con un'esattezza cinese.
-</p>
-
-<p>
-— Rassomigliarsi! Non vorreste mica che la vostra
-bellissima Elena facesse il paio con una persona
-che non ha la metà delle sue attrattive?
-</p>
-
-<p>
-— Conoscete da vicino la signorina Flint?
-</p>
-
-<p>
-— No, di vista soltanto. Netta me la indicò ieri,
-alla tavola del tè, dicendomi ch'ella è una sua cara
-amica.
-</p>
-
-<p>
-— Allora dovete scusarmi, signora Petrancourt, se
-vi osservo che non potete avere alcun'idea delle attrattive
-<span class="pagenum" id="Page_371">[371]</span>
-di quella giovane, posto che non sono superficiali.
-</p>
-
-<p>
-— Dunque confessate che non è bella?
-</p>
-
-<p>
-— A dir vero, non ci ho mai badato. Domandatelo
-a Petrancourt; egli è un giudice competente.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-E s'inchinò in atto lusinghiero alla signora che
-era stata la «bella» della stagione al tempo che
-suo marito l'aveva chiesta in isposa.
-</p>
-
-<p>
-— Lo farò non appena mi si offra l'opportunità;
-ora è troppo occupato della signorina cieca.... la zia
-della signorina Flint, se non erro?
-</p>
-
-<p>
-— No, non la zia: un'amica intima.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Questo dialogo era tenuto a voce bassa perchè non
-fosse udito da Emilia. Non tutti però si davano tanto
-pensiero della sua presenza. La vecchia Gryseworth
-parlava di Gertrude apertamente:
-</p>
-
-<p>
-— Bisogna vederla in certe circostanze perchè la
-sua bellezza colpisca a un tratto; per esempio come
-la vidi ieri io, quando tornava da una cavalcata,
-col viso acceso dal moto e dal piacere, o nell'atto che
-ascolta, appassionata ed intenta, un parlatore eloquente,
-o che una subita commozione le fa risplendere
-tutta l'anima negli occhi lucenti di lacrime.
-</p>
-
-<p>
-— Nonnina, mi diventi una parlatrice eloquente
-anche tu! — fece Netta.
-</p>
-
-<p>
-— Gertrude è così in quei momenti. Una fanciulla,
-secondo il mio cuore....
-</p>
-
-<p>
-— Dev'essere dunque una signorina molto amabile,
-disse il signor Petrancourt. — Ci farete,
-spero, fare la sua conoscenza.
-</p>
-
-<p>
-— Voi la troverete assai diversa dalla maggior
-parte delle ragazze che s'incontrano nei circoli mondani.
-Voglio riferirvi il giudizio che diede di lei
-Orazio Willard. È un uomo di vaglia, è un erudito:
-la sua opinione ha qualche peso. Stette a Saratoga
-due settimane: alloggiava all'Albergo degli Stati
-Uniti, ma venne qui più volte a visitarci. Il giorno
-che s'accomiatò, mi disse: «Dov'è la signorina
-Flint? Voglio ricrearmi l'animo ancora una volta
-nella sua conversazione, prima di partire. Io gusto
-un perfetto <i>riposo</i> spirituale in sua compagnia, perchè
-ella non fa alcuno sforzo per discorrere meco,
-nè sembra attendere che ne faccia io in suo onore.
-<span class="pagenum" id="Page_372">[372]</span>
-È una di quelle poche ragazze che parlano soltanto
-se hanno qualche cosa da dire....» O vedete com'è
-riuscita a chetare quei monelli.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il signor Petrancourt seguiva la direzione degli
-sguardi della signora Gryseworth.
-</p>
-
-<p>
-— La giovanetta di cui fate l'elogio è quella con
-grandi occhi neri e una capigliatura stupenda? — egli
-domandò. — L'avevo notata da un pezzo.
-</p>
-
-<p>
-— Sì, quella che parla con la bambina vestita a
-bruno.
-</p>
-
-<p>
-— Signora Gryseworth, — disse il dottor Jeremy
-entrando da un uscio a vetrata, aperto, dopo aver
-guardato dentro un momento — godo di sentire che
-apprezzate la nostra Gertrudina. Non ho esagerato
-lodandovi il suo buon senso, non è vero?
-</p>
-
-<p>
-— Tutt'altro. È una fanciulla intelligentissima, e
-anche molto buona, credo.
-</p>
-
-<p>
-— Buona! — esclamò il dottore. — Non m'immaginavo
-che la bontà fosse pregiata in questi luoghi;
-ma se merita di parlarne, vorrei dirvi qualche cosa
-del grado a cui giunge in quella figliuola....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-E senza diffondersi in minuti particolari, parlò
-con calore della nobile e generosa condotta di Gertrude
-in difficili circostanze, poi, sempre più infervorandosi,
-raccontò con parole commoventi la sua
-devozione ad un vecchio paralitico, ad un altro infermo
-colpito da demenza senile e di pessimo temperamento,
-a una donna consunta da lenta malattia,
-e forse avrebbe continuato esaltando l'abnegazione
-con cui si dedicava alla signorina Graham,
-quando questa gli toccò un braccio e lo interruppe,
-dicendogli alcune parole a voce sommessa.
-</p>
-
-<p>
-— Cara Emilia, — egli disse troncando di botto
-il suo primo discorso — vi chieggo scusa, non v'avevo
-veduta. Ma avete ben ragione.... Gertrude è una
-persona privata, e io non ho il diritto di narrare la
-sua vita in pubblico. Sono un vecchio imbecille....
-Basta, qui almeno siamo in un circolo d'amici.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Girò gli occhi intorno con un poco d'ansietà, lanciò
-una rapida occhiata sospettosa ai Petrancourt,
-e infine li fermò sull'uomo che stava ritto dietro Elena
-Gryseworth. La giovane così resa accorta della
-presenza fino allora inavvertita di qualcuno presso
-<span class="pagenum" id="Page_373">[373]</span>
-a lei, si volse e si trovò a faccia a faccia col signor
-Phillips.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, buona sera, signore! — fece, tutta maravigliata,
-ravvisandolo.
-</p>
-
-<p>
-Ma egli rimase immobile, come se non la vedesse
-nè l'udisse.
-</p>
-
-<p>
-La signora Gryseworth non lo conosceva, e guardò
-la nipotina con aria interrogativa:
-</p>
-
-<p>
-— Signor Phillips, — riprese Elena — permettetemi
-di presentarvi alla....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Innanzi ch'ella avesse terminato la frase, egli guizzò
-fuor dell'uscio aperto e attraversò la terrazza a
-gran passi, asciugandosi con la pezzuola la fronte
-madida di sudore, e, furtivamente, anche una lacrima
-che nessuno vide.
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XXXVIII.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Ah non così, non così nel passato</p>
-<p>Tu solevi incontrarmi.... A te insegnato</p>
-<p>La lontananza e il tempo hanno l'oblio?</p>
-<p class="i6">Mrs. <span class="smcap">Hemans</span>.</p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Gertrude aveva rimesso la sua piccola protetta
-nelle mani della bambinaia venuta a cercarla, ed
-era ritornata a sedersi fra i suoi amici, quando l'attenzione
-generale fu attratta da una bellissima giovane,
-vestita splendidamente, che entrò nella sala
-scortata da tre cavalieri. Ella guardò in giro per
-trovar la persona che veniva a visitare, poi andò
-verso la signora Petrancourt, la quale a sua volta
-le mosse incontro.
-</p>
-
-<p>
-Quantunque nulla fosse per Gertrude più inaspettato
-di quell'apparizione, ella riconobbe subito Isabella
-Clinton; ma questa passò davanti a lei e ad
-Emilia senza notarle. Non essendovi seggiole libere,
-prese posto con la signora sur un'agrippina, a
-qualche distanza da loro, e incominciò una conversazione
-animatissima e familiare. Mentre discorreva
-non si volse mai, ed accomiatatasi sarebbe ripassata
-sotto gli occhi del dottor Jeremy e delle sue
-compagne, fingendo di non accorgersi della loro presenza,
-se in quel momento il dottor Gryseworth non
-<span class="pagenum" id="Page_374">[374]</span>
-avesse diretto la parola alla signorina Flint, chiamandola
-per nome. Girò allora lievemente il capo
-da quel lato, e còlta dallo sguardo della fanciulla
-fisso nel suo, mormorò un «Buona sera» in tono
-di noncuranza, come si saluta qualcuno che si conosce
-appena, gettò un'occhiata furtiva su Emilia,
-squadrò con impertinente curiosità il circolo di cui
-esse facevano parte, e, senza fermarsi, s'allontanò
-sussurrando ai suoi cavalieri commenti satirici sull'Albergo
-del Congresso e sugli ospiti che v'alloggiavano.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, che bellezza! — disse Netta alla signora
-Petrancourt. — Chi è?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La signora Petrancourt comunicò quanto sapeva
-d'Isabella Clinton; avevano viaggiato insieme in
-Isvizzera, s'erano incontrate a Parigi dove la bella
-Americana era molto ammirata.
-</p>
-
-<p>
-— Voi la conoscete? — domandò poi a Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-— La conobbi prima che partisse per l'Europa, — rispose
-questa — ma dopo il suo ritorno non l'avevo
-più riveduta.
-</p>
-
-<p>
-— È arrivata da poco, — disse la signora — con
-l'ultimo piroscafo, in compagnia di suo padre. Si
-trova a Saratoga da due o tre giorni soltanto. All'Albergo
-degli Stati Uniti fa furore, a quanto ho inteso,
-e ha legioni d'adoratori.
-</p>
-
-<p>
-— I più dei quali probabilmente sanno che uno
-di questi giorni sarà in possesso d'un grosso patrimonio, — osservò
-suo marito.
-</p>
-
-<p>
-Emilia, che conversava con Elena Gryseworth, udì
-questo discorso, e rivolgendosi a Gertrude, domandò
-se parlassero della signorina Clinton.
-</p>
-
-<p>
-— Sì, — rispose per lei il dottor Jeremy — e se
-ella non fosse la più maleducata ragazza del mondo,
-voi, cara, avreste saputo prima d'ora ch'è stata
-qui.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La cieca s'astenne da ogni commento. Non le faceva
-maraviglia che i Clinton fossero ritornati soli,
-perchè in Europa s'erano separati dai Graham quasi
-subito, ed ella non ne aveva più avuto notizie: e
-nemmeno la stupiva l'inciviltà d'Isabella, per enorme
-che fosse, posto che costei sembrava ignorare
-fin le regole più elementari delle buone creanze. Anche
-<span class="pagenum" id="Page_375">[375]</span>
-Gertrude tacque: ma, dentro, ardeva di sdegno
-perchè una mancanza commessa verso la gentile
-Emilia la feriva nel cuore.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude e il dottor Jeremy erano mattinieri e si
-trovavano sempre fra i primi alla sorgente. Il medico
-diceva di gustar meglio, di buon'ora, quell'acqua
-salutare, e giacchè alla fanciulla levata col sole,
-secondo il suo costume, piaceva far moto avanti colazione,
-voleva che lo accompagnasse nelle sue allegre
-camminate mattutine, non senza aver assaggiato
-anch'ella il beveraggio di cui egli era tanto
-amante. La signora Jeremy ed Emilia prolungavano
-i loro sonni finchè ne sentivano il bisogno, e l'ora
-della colazione era quella del loro risveglio.
-</p>
-
-<p>
-Così la mattina seguente alla serata dell'incontro
-con Isabella, dopo che il dottore ebbe tracannato il
-suo settimo bicchiere e Gertrude stessa per compiacerlo
-si fu indotta con rara abnegazione ad ingurgitare
-il contenuto d'uno colmo, benchè quell'acqua
-le riuscisse molto ingrata al palato, intrapresero la
-consueta passeggiata. Avevano già percorso un bel
-tratto di cammino quando Jeremy s'avvide d'esser
-privo della sua mazza, e sicuro d'averla dimenticata
-alla sorgente, manifestò l'intenzione di tornare
-indietro a cercarla.
-</p>
-
-<p>
-La giovanetta si proponeva di seguirlo, ma egli,
-pensando che forse non avrebbe ricuperato l'oggetto
-smarrito senza qualche difficoltà e sarebbe stato costretto
-a indugiarsi, insistette perchè ella continuasse
-la sua via in direzione della strada ferrata circolare,
-promettendole di venire a raggiungerla girando
-dall'altra parte. Ella camminava da alcuni
-minuti, sola e pensosa, quando a una brusca svoltata
-d'un sentiero del parco, vide venire innanzi
-una giovane coppia. Non distingueva il viso dell'uomo
-mezzo nascosto da un largo cappello di paglia,
-ma nell'elegante signorina appoggiata al suo braccio
-aveva tosto ravvisato Bella Clinton. Era evidente
-che anche Bella ravvisava lei, ed in pari tempo
-che non voleva riconoscerla, poichè dopo il primo
-sguardo, tenne gli occhi ostinatamente fissi sul proprio
-compagno o al suolo. Questo contegno non turbò
-affatto Gertrude; ella non sentiva maggior desiderio
-<span class="pagenum" id="Page_376">[376]</span>
-dell'amicizia di quell'altezzosa creatura che costei
-della sua. Ma essendo così dispensata dall'aspettare
-e ricambiare il saluto della signorina, naturalmente
-la sua attenzione si fermò un istante sul
-cavaliere che la scortava. Egli pure, passandole accanto,
-volse a lei i suoi grandi occhi grigi, con indifferenza,
-come un estraneo guarda un estraneo in
-cui s'imbatte, poi nello stesso modo li distolse, parlando
-in tono leggero alla sua dama.
-</p>
-
-<p>
-E i due proseguirono, s'allontanarono. Ma Gertrude
-rimaneva immobile, sbalordita, oppressa dai palpiti
-violenti del suo cuore. Ella conosceva quegli
-occhi, quella voce, sapeva chi era quel giovane come
-se l'avesse veduto e udito pur ieri. Poteva ella forse
-scordare Guglielmo Sullivan?
-</p>
-
-<p>
-Ma egli, sì, l'ha scordata. Deve corrergli dietro,
-afferrargli le mani, forzarlo a guardarla, a riconoscerla,
-a parlarle?
-</p>
-
-<p>
-Mosse un passo dietro alla coppia, esitò, s'arrestò.
-Una folla di commozioni l'assaliva, l'accecava,
-la soffocava, e mentre ella lottava seco stessa, Guglielmo
-e Isabella svoltarono in un sentiero, scomparvero.
-Ella si coperse il volto con le mani (sempre
-suo primo impulso nei momenti d'angoscia) e
-s'addossò al tronco d'un albero.
-</p>
-
-<p>
-Era Guglielmo: quanto a questo nessun dubbio.
-Ma non il <i>suo</i> Guglielmo, non il <i>caro ragazzo</i>, il tenero
-suo amico d'infanzia. Invero il tempo non aveva
-aggiunto molto alla statura e allo sviluppo del
-giovane diciannovenne, alto e già ben complesso,
-ch'era partito per le Indie. Tuttavia sei anni trascorsi
-in Oriente, tra fatiche e cure dello spirito,
-strapazzi fisici, frequenti viaggi lo avevano mutato
-assai più che se fosse rimasto a condurre una vita
-tranquilla nel suo paese. Al fresco carnato dell'adolescenza
-era succeduto un colorito più pallido, un
-poco abbronzato, e ombrato dalla barba, che mostrava
-una matura virilità; negli occhi ridenti adesso
-appariva più profondo il pensiero; l'elastico passo
-era più fermo e misurato; il viso, raggiante allora
-come un sole, aveva preso un'espressione calma e
-grave che dava un'impronta caratteristica ai suoi
-lineamenti quando erano in riposo.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_377">[377]</span>
-</p>
-
-<p>
-Ma le attrattive che avevano cattivato al giovanetto
-tutti i cuori, erano sostituite nell'uomo da qualità
-di pregio eguale, se non superiore. Egli era
-sempre straordinariamente bello, e dotato di quella
-grazia naturale e disinvolta del portamento che tanto
-piace. La fronte ampia ed aperta, la bocca dalle
-linee denotanti un animo mite ma insieme forte e
-risoluto, le maniere franche e balde, rimanevano
-inalterate, e sarebbero bastate esse sole a farlo riconoscere
-da colei in cui la sua immagine era indelebilmente
-impressa, anche se ella non avesse udito
-il suono della nota voce, nel momento stesso.
-Tutto, tutto proclamava al suo cuore palpitante che
-Guglielmo Sullivan l'aveva incontrata a faccia a
-faccia, ed era passato oltre, senza ravvisarla, e, secondo
-ogni apparenza, immemore o noncurante, lasciandola
-sola col suo immenso dolore!
-</p>
-
-<p>
-Dapprima quest'unico amarissimo pensiero fu presente
-al suo spirito: «Egli non mi conosce più!»
-Esso riempiva e dominava la sua immaginazione, le
-faceva correre nelle più profonde fibre dell'essere un
-fremito di stupore ed angoscia. Non rifletteva ch'ella
-era tuttavia una bambina quando Guglielmo l'aveva
-veduta l'ultima volta, e che doveva apparirgli
-adesso ben diversa. Meno ancora pensava a rallegrarsi
-d'una trasformazione di cui ogni particolare
-tornava a suo vantaggio. La penosa idea che l'amico
-diletto della sua fanciullezza l'aveva dimenticata,
-ch'ella era morta per lui, cancellava qualunque altro
-ricordo.
-</p>
-
-<p>
-Fossero stati tutt'e due ragazzi come al tempo della
-loro fraterna intimità, le sarebbe parso naturalissimo
-spiccare una corsa, raggiungerlo, chiamarlo.
-Ma gli anni e i mutamenti che avevano operato,
-alzavano tra loro una potente barriera. Gertrude
-era una donna oramai, e ne aveva l'alterezza; l'animo
-suo delicato, la modestia virginale la distoglievano
-dal seguire l'impulso dell'antico affetto. Bentosto
-però altri sentimenti l'assalsero confusamente.
-Come mai Guglielmo Sullivan si trovava là, e con
-Isabella Clinton appoggiata al suo braccio? Quando
-aveva ripassato l'Oceano? E perchè non era andato
-anzi tutto in cerca di lei, della prima sua amica,
-<span class="pagenum" id="Page_378">[378]</span>
-dell'unica, per quanto ella avesse fino allora
-saputo, da cui egli aspettasse d'essere accolto al suo
-ritorno in patria? Possibile che non si fosse nemmeno
-curato d'avvertirla del suo arrivo? In qual
-modo spiegarsi quello strano silenzio, e il fatto più
-strano ancora della sua premura d'accorrere a un
-ritrovo mondano prima di visitare la sua città natale
-e la sorella d'adozione?
-</p>
-
-<p>
-Domande su domande, dubbi su dubbi s'accavallavano
-nella sua mente, in tale scompiglio ch'ella
-non poteva ragionare nè venire ad una conclusione.
-Non poteva che sentire e piangere. E sopraffatta da
-tante dolorose commozioni ruppe in lacrime.
-</p>
-
-<p>
-Povera fanciulla! Era assai diverso quell'incontro
-da ciò che aveva immaginato e sperato! Durante
-sei anni, mentre la donna si maturava in lei, il ritorno
-di Guglielmo era stato il sogno delle sue veglie,
-e la realtà fugace ma dolcissima de' suoi sonni
-felici. Egli non si sarebbe potuto presentare in nessun'ora
-del giorno o della notte, nè sotto nessun
-travestimento, senza essere atteso e indovinato. Di
-nessuna formula di saluto si sarebbe potuto servire
-che già ella non avesse inteso sonare nella sua fantasia.
-Il suo primo sguardo, ella lo vedeva, le era
-familiare. Le parole che direbbe venendo a lei, le
-sue esclamazioni, le sue domande, le risposte che
-ella farebbe, la felicità d'entrambi (velata di mestizia
-dopo la dipartita dei loro cari perduti), tutte insomma
-le particolarità dell'incontro agognato ella
-le aveva già evocate mille volte nello spirito, ogni
-tanto in nuove forme, e con l'aggiunta di qualche
-nuova circostanza.
-</p>
-
-<p>
-Ma non mai nelle sue visioni era apparsa pur
-un'ombra della triste verità che d'improvviso l'aveva
-precipitata nel dolore di quel disinganno. Nemmeno
-i sogni più oscuri erano stati presaghi d'una
-così gelida indifferenza, nemmeno i presentimenti
-più affannosi, non rari, da ultimo, le avevano fatto
-temere qualche cosa di così straziante come quell'assoluto
-oblio, quella totale distruzione del tenero
-e intenso affetto che aveva lungamente unito a lei
-l'esule in terre lontane.
-</p>
-
-<p>
-Addossata al tronco del vecchio albero, col petto
-<span class="pagenum" id="Page_379">[379]</span>
-gonfio di profondi singhiozzi che non trovavano sfogo,
-e il viso mal celato dalle piccole mani tra le
-cui dita affusolate scorrevano copiose lacrime, ella
-piangeva, dimentica del luogo, del tempo, di tutto
-fuorchè della sua soverchiante ambascia.
-</p>
-
-<p>
-Il rumore d'un passo che s'avvicinava la scosse.
-Con rapido gesto si slanciò avanti senza guardare
-nella direzione in cui l'udiva, calò il velo di trina
-che portava in luogo di cappello, per modo da nascondere
-la faccia turbata, s'asciugò gli occhi grondanti
-di pianto, e s'allontanò in fretta volendo evitare
-d'essere raggiunta e osservata da qualcuno dei
-numerosi forestieri che passeggiavano nel parco a
-quell'ora.
-</p>
-
-<p>
-Le pieghe del fitto velo e le lacrime risgorganti le
-offuscavano la vista, ed ella non sapeva dove la conducesse
-la sua fuga ansiosa, quando a un tratto un
-rombo e un sibilo acuto le risonarono all'orecchio,
-in gran prossimità, spaventandola e confondendola
-a segno ch'ella si fermò incerta della via da prendere;
-ma in quella si sentì afferrare per la vita e
-sollevare da terra con prontezza e facilità, come se
-fosse stata una bimba, e prima ch'ella potesse acquistar
-coscienza di ciò che le accadeva, mentre lo
-stesso braccio robusto la reggeva trattenendola, si
-vide passare davanti con vertiginosa celerità una
-vetturetta della ferrovia in miniatura, dove sedevano
-due persone. Un passo di più, e si sarebbe trovata
-sul binario, esposta all'urto, forse mortale, del
-veicolo lanciato a tutta corsa.
-</p>
-
-<p>
-Rimosse il velo, e volse al suo salvatore, il quale,
-cessato il pericolo l'aveva subito sciolta dalla stretta,
-un viso ch'esprimeva insieme una viva gratitudine
-e un gran turbamento, reso più sensibile ancora
-dalle tracce della dolorosa commozione di poco
-prima.
-</p>
-
-<p>
-Il signor Phillips, poichè era lui, la guardò con
-tenerezza e pietà profonda.
-</p>
-
-<p>
-— Povera figliuola! — egli disse dolcemente, prendendola
-a braccetto. — Vi siete molto spaurita. Venite
-a sedervi su quel banco.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ma ella scosse il capo e accennò che desiderava
-piuttosto proseguire verso l'albergo. Non era in grado
-<span class="pagenum" id="Page_380">[380]</span>
-di parlare; la benevolenza di quello sguardo, di
-quella voce, non faceva che accrescere la sua penosa
-confusione e le toglieva la facoltà della favella.
-</p>
-
-<p>
-Egli non insistette, l'accompagnò in silenzio, ma
-sorreggendola con amorosa cura, e gettando su lei
-sguardi pieni d'ansietà. Alfine, con uno sforzo ella
-riescì a calmarsi alquanto. Allora egli osò rivolgerle
-di nuovo la parola, e domandò:
-</p>
-
-<p>
-— V'avevo forse spaventata <i>io</i>?
-</p>
-
-<p>
-— Voi! — fece ella con tono sommesso e malfermo. — Oh,
-no! Siete tanto buono....
-</p>
-
-<p>
-— Mi duole di vedervi così conturbata. Quella
-ferrovia circolare con le sue vetturette è inutile e
-pericolosa.... Dovrebbero sopprimerla.
-</p>
-
-<p>
-— La ferrovia? — mormorò Gertrude, come smarrita. — Ah,
-sicuro.... non mi rammentavo....
-</p>
-
-<p>
-— Mi sembrate un po' nervosa.... Dovreste chiedere
-al dottor Jeremy un calmante.
-</p>
-
-<p>
-— Il dottore? È tornato indietro per cercare la
-sua mazza, credo.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Egli comprese che lo spirito della fanciulla era
-sconvolto, perchè ne conosceva la vivacità e l'acume
-essendosi in quei giorni la loro amicizia fatta
-più intrinseca. S'astenne dunque da altri tentativi
-di conversazione, e non apersero più bocca finchè,
-giunti all'albergo, nell'accomiatarsi, egli, tenendole
-un momento la mano stretta nella sua, disse con
-accento commosso:
-</p>
-
-<p>
-— Potrei forse fare qualche cosa per voi? Potrei
-aiutarvi?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude lo guardò, e vide al suo aspetto ch'egli
-l'intendeva, che capiva com'ella fosse non già nervosa
-ma infelice. I suoi occhi lucenti di nuove lacrime
-lo ringraziarono.
-</p>
-
-<p>
-— No.... no.... — rispose ansante. — Ma siete buono,
-molto buono.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-E rapidamente entrò nell'atrio. Per più d'un minuto
-il signor Phillips restò fermo dov'ella lo aveva
-lasciato, fissando la porta quasi volesse vedere la
-fanciulla arrivata a salvamento.
-</p>
-
-<p>
-Il primo pensiero di Gertrude fu di nascondere
-quanto meglio potesse a tutti i suoi amici, e specie
-alla signorina Graham, il grave dolore che l'opprimeva.
-<span class="pagenum" id="Page_381">[381]</span>
-Certo avrebbe trovato in Emilia simpatia e
-conforto; ma per grandi che fossero il suo amore e
-il suo rispetto verso la sua benefattrice, ella rifuggiva
-con gelosa delicatezza da ogni confidenza atta
-ad abbassare Guglielmo Sullivan nella stima d'una
-persona dinanzi alla quale desiderava ardentemente
-mostrarlo degno dell'alto concetto che di lui le avevano
-dato le sue lodi.
-</p>
-
-<p>
-Emilia quasi non conosceva fino allora il giovane
-se non da ciò che gliene diceva Gertrude, e però un
-sentimento misto di tenerezza per l'amico d'infanzia,
-e d'amor proprio, vietava a questa di palesarle
-ch'egli, ritornato in patria dopo tanti anni d'assenza,
-l'aveva riveduta per la prima volta in un pubblico
-passeggio di Saratoga, e le era passato accanto
-senza curarsi di lei.
-</p>
-
-<p>
-Naturalmente le s'era affacciata l'idea che Guglielmo
-poteva averla cercata a Boston e, appreso
-ch'ella si trovava a Saratoga, esserci venuto appunto
-col fine di vederla: nè, riflettendo a mente calma,
-questa ipotesi pareva contraddetta dal fatto che,
-incontratala per caso, una fugace occhiata non bastasse
-perchè egli la riconoscesse subito, mutata com'era
-nel volto e nella persona. Ma quel raggio di
-speranza svanì quand'ella si rammentò d'una lettera
-ricevuta il giorno innanzi da parte della signora
-Ellis, la quale custodiva ora la casa dei Jeremy.
-Come ammettere che scrivendole avesse omesso di
-menzionarle una visita per lei tanto importante?
-Pure, una possibilità rimaneva: cioè che la data della
-concisa epistola fosse anteriore all'arrivo di Guglielmo,
-o che questi, sbarcato appena, non fosse ancor
-giunto a scoprire la sua temporanea dimora.
-Nonostante i dubbi cui dava adito la poca premura
-ch'egli mostrava di rintracciarla, passeggiando invece
-con Isabella, Gertrude s'aggrappava appassionatamente
-a quest'altra fragile speranza; e confidandosi
-ch'entro la giornata egli si sarebbe presentato
-all'albergo, si propose di concentrare tutte le
-sue energie nello sforzo di mantenersi calma e composta.
-Conveniva aspettare d'acquistar una certezza.
-</p>
-
-<p>
-Durò gran fatica a parere come il solito ed eludere
-l'amorosa e attenta vigilanza d'Emilia che, conscia
-<span class="pagenum" id="Page_382">[382]</span>
-dei doveri assunti verso la figliuola adottiva,
-e timorosa di non essere atta, causa la sua cecità,
-a proteggere abbastanza quella creatura così ardente
-ed eccitabile, notava, sempre all'erta, le sensazioni
-e le commozioni provate da Gertrude, e soprattutto
-ogni variazione del suo umore, ordinariamente
-gaio.
-</p>
-
-<p>
-Ora, per quanto la fanciulla si fosse armata di
-fiducia, e incoraggiata con la speranza che Guglielmo
-non sarebbe infedele alla loro antica amicizia,
-il suo spirito era depresso dall'evidenza con cui si
-era presentato ai suoi occhi il fatto ch'egli non poteva
-più essere per lei ciò ch'era stato una volta,
-che mai più non avrebbero potuto trattarsi con fraterna
-dimestichezza come fino a quando s'erano separati:
-egli era adesso un uomo del gran mondo,
-aveva nuove conoscenze, nuove cure, nuovi interessi,
-ed ella doveva riconoscere d'essersi abbandonata a
-una folle quanto tenera illusione, accarezzando l'idea
-che nel loro caso le leggi della natura sarebbero
-sospese, che il tempo non avrebbe alterato l'indole
-nè l'intensità del loro mutuo affetto.
-</p>
-
-<p>
-Segnatamente l'induceva in questa persuasione la
-circostanza d'averlo veduto in quel primo casuale
-incontro a fianco d'Isabella Clinton, la signorina
-mondana per eccellenza, tra la quale e lei non c'era
-ombra d'affinità o di simpatia. Isabella, invero, era
-la figlia dell'uomo generoso che a lui giovanetto aveva
-aperto la via della fortuna impiegandolo nella
-sua casa commerciale di cui adesso egli faceva parte
-in qualità di socio; nulla di più naturale quindi
-che Guglielmo non soltanto la conoscesse, ma si sentisse
-in obbligo d'usarle deferenza e prodigarle le
-sue attenzioni. Gertrude tuttavia provava un senso
-di distacco, e non riusciva a cacciare un doloroso
-presentimento che le agghiacciava il cuore, pensando
-alla sua familiarità con una che aveva sempre
-ostentato verso di lei un superbo disprezzo trattandola
-incivilmente.
-</p>
-
-<p>
-Un'unica via di condotta le rimaneva: dominarsi
-con tutte le sue forze, chiamare in suo soccorso perfino
-l'orgoglio, e mantenersi in qualunque evento
-calma e serena. Il timore che già un occhio perspicace
-<span class="pagenum" id="Page_383">[383]</span>
-avesse penetrato parzialmente il suo segreto
-indovinando che ella era afflitta, la metteva in guardia;
-e però, entrando nella camera dove Emilia l'aspettava,
-diede al suo «buon giorno» un tono gaio
-ed aiutò la cieca a vestirsi come di consueto. Certo
-il suo viso mostrava le tracce del pianto recente,
-ma quella non le vedeva, e prima di andare a colazione
-ella ebbe cura di farle sparire.
-</p>
-
-<p>
-Subito fu posta a nuovi cimenti. Il dottor Jeremy,
-che ricuperata la sua mazza era andato a cercarla
-nel luogo convenuto, e non l'aveva trovata nè là
-nè altrove nel parco, la tempestò di domande sul
-cammino da lei seguito e sulle ragioni per le quali
-lo aveva piantato in asso.
-</p>
-
-<p>
-Ella cadde dalle nuvole. Non s'era più ricordata
-affatto del vecchio signore, nè del loro accordo, secondo
-cui era stabilito ch'ella proseguirebbe sempre
-nella medesima direzione; e còlta così di sorpresa,
-senza che avesse preparato una risposta, arrossì,
-restò confusa. La verità era questa: ansiosa d'evitare
-l'ignoto passante che udiva venire dalla parte
-per dove ella doveva muovere incontro al dottore,
-aveva preso la direzione opposta, e, raggiunta dal
-signor Phillips, era tornata in sua compagnia all'albergo
-rifacendo la strada di prima e deludendo
-per conseguenza il buon Jeremy a cui non pensava
-più.
-</p>
-
-<p>
-Ma prima ch'ella potesse addurre qualche scusa,
-arrivò di corsa Netta Gryseworth evidentemente piena
-d'allegra malizia, e chinandosi su una spalla di
-lei, le disse all'orecchio, abbastanza forte da essere
-udita dagli altri della loro piccola comitiva, che si
-erano fermati mentre il dottore chiedeva spiegazioni
-a Gertrude:
-</p>
-
-<p>
-— Cara amica, certi commoventi addii dovrebbero
-esser fatti fuor degli sguardi indiscreti; mi maraviglio
-che li abbiate permessi sulla soglia dell'albergo!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Questa osservazione non era propria a scemare
-l'impaccio della fanciulla, che s'accrebbe a mille
-doppi quando il dottor Jeremy, ghermita per un
-braccio Netta la quale già scappava, insistette perchè
-spiegasse che intendeva dire, dichiarando che
-<span class="pagenum" id="Page_384">[384]</span>
-egli sospettava qualche cosa, e voleva sapere chi
-fosse il cavaliere di Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, un bel giovane alto, suo adoratore!... Bisognava
-vedere come stava lì piantato a seguirla
-con gli occhi! In verità cominciavo a temere che la
-crudele lo avesse cambiato in sasso! Che gli avevate
-fatto, Gertrude?
-</p>
-
-<p>
-— Nulla, — rispose questa. — M'ha salvata da
-una vetturetta della ferrovia circolare che era sul
-punto d'investirmi e m'ha accompagnata a casa.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il suo tono era serio. In altri momenti avrebbe
-riso e motteggiato con Netta; ora un peso troppo
-grave le opprimeva il cuore. Ma il dottor Jeremy
-non s'accòrse della sua crescente agitazione, e spinse
-lo scherzo ancor più oltre.
-</p>
-
-<p>
-— Romantica avventura! Un pericolo imminente!
-Soccorso provvidenziale! Passeggiata da solo a sola,
-evitando il vecchio dottore che sarebbe stato il terzo
-incomodo! Ho capito....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La povera Gertrude, rossa scarlatta e confusa da
-far pietà, cercò di giustificarsi, balbettò, finì col dire
-che non sapeva più, non rammentava....
-</p>
-
-<p>
-Elena Gryseworth le gettò uno sguardo scrutatore,
-Emilia volse verso di lei la faccia ansiosa, e
-Netta, mezzo impietosita e mezzo esilarata, la trasse
-nella sala da pranzo dicendo:
-</p>
-
-<p>
-— Non vi confondete, Gertrude, non c'è poi niente
-di terribile, dopo tutto.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ella volle sforzarsi di far colazione, ma non potè
-nascondere la sua mancanza d'appetito, e fu lieta
-d'accompagnare Emilia nella loro camera appena
-questa ebbe finito il leggero suo pasto. Là le raccontò
-minuziosamente il pericolo che aveva corso,
-e come il signor Phillips l'avesse salvata: racconto
-di cui la signorina Graham parve contentarsi. Poi
-sedette in apparenza tranquilla, e lesse ad alta voce
-alcune pagine d'un libro a loro prestato da quel
-gentiluomo, che, singolare sfortuna, ella non era ancora
-riuscita a presentare alla sua amica non essendosene
-mai offerta l'opportunità.
-</p>
-
-<p>
-Trascorse l'intera mattinata senza che Guglielmo
-si facesse vivo. Ogni volta che una persona di servizio
-passava per il corridoio, Gertrude palpitava di
-<span class="pagenum" id="Page_385">[385]</span>
-speranza; e se qualcuno picchiava all'uscio, come
-ripetutamente accadde, la sua mano tremante poteva
-appena alzar la gruccia. Questo continuo alternarsi
-d'illusioni e disinganni la teneva in uno stato
-d'eccitazione tale, ch'ella era tutta accesa in viso, e
-verso mezzogiorno cominciò a sentire i sintomi di
-un violento mal di capo, cosa molto insolita in lei.
-Nondimeno, comprendendo che s'ella si fosse astenuta
-con una scusa qualunque di comparire quel
-giorno a pranzo, la sua condotta avrebbe certo provocato
-commenti erronei, si vestì accuratamente secondo
-il solito, e andò a prendere il suo posto a
-tavola. Soffriva, ma le guance imporporate e gli occhioni
-neri scintillanti la rendevano più che mai
-attraente; nè era da maravigliarsi se nell'atto che
-traversava la sala e durante il breve tempo che vi
-si trattenne, gli sguardi del signor Phillips, che sedeva
-a qualche distanza, e d'altri ancora, si fissavano
-su lei con attenzione.
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XXXIX.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p class="i6">.... solo</p>
-<p>Nell'alta notte, dal cielo silente</p>
-<p>Sul torturato cuor veglia pietoso</p>
-<p>l'occhio eterno....</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">New Timon.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Quando Gertrude, fatta accomodare Emilia nel salotto,
-accanto alla signora Gryseworth, ritornò sollecitamente
-nella sua camera, vi trovò un bellissimo
-mazzo dei fiori più scelti che la cameriera, come le
-disse, era stata incaricata di rimettere a lei. Ella
-indovinò subito da chi quel dono gentile ed accettabile
-provenisse, e quali sentimenti di benevolenza
-e simpatia avessero mosso il donatore; se da qualcuno
-poteva ricevere un conforto era dal signor Phillips,
-il solo quasi la cui pietà non esacerbasse la sua
-pena.
-</p>
-
-<p>
-Ad onta delle maliziose supposizioni di Netta, ella
-non sospettava affatto che altri motivi fuor d'una
-grande bontà d'animo e una sincera compassione
-lo avessero indotto ad offrirle quei vaghissimi fiori.
-<span class="pagenum" id="Page_386">[386]</span>
-Ed a ragione; perchè le sue maniere verso di lei erano
-piuttosto di padre affettuoso che d'innamorato,
-e quantunque ella cominciasse a considerarlo come
-un prezioso amico, non vedeva altro in lui nè pensava
-ch'egli desiderasse d'esser altro.
-</p>
-
-<p>
-Mise i fiori in un vaso d'acqua, ritornò nel salotto,
-e, facendosi forza, prese parte alla conversazione,
-discorrendo su vari soggetti, finchè, con suo sollievo,
-il circolo dei suoi amici si sciolse, e chi andò a far
-una passeggiata in carrozza o a cavallo, chi a schiacciare
-un sonnellino. Tra questi ultimi fu ella stessa;
-era contro il suo costume, ma giustificò dinanzi ad
-Emilia quest'eccezionale mollezza col mal di capo
-che l'aveva assalita. Non riesci però a dormire, e
-il resto della giornata le sembrò interminabile.
-</p>
-
-<p>
-Venne alfine la sera. Gertrude ricevette un premuroso
-invito d'accompagnare le signorine Gryseworth,
-che col loro babbo e i Petrancourt andavano
-a un concerto dato all'Albergo degli Stati Uniti. Ella
-si scusò, e persistette nel suo rifiuto nonostante le
-più vive istanze. Sentiva che se si fosse esposta al
-cimento d'un nuovo incontro come quello della mattina
-si sarebbe di certo tradita. Poichè Guglielmo
-aveva lasciato passare la giornata intera senza cercar
-di vederla, non avrebbe voluto per nulla al mondo
-mettersi lei sulla sua via, e correre il rischio di
-essere scoperta da lui e riconosciuta in una sala
-affollata di gente. No: aspetterebbe. Dovevano di sicuro
-incontrarsi o prima o poi. Nelle presenti circostanze
-ella non sapeva ancor bene come contenersi;
-era meglio serbare per ora l'incognito.
-</p>
-
-<p>
-Rimase dunque all'albergo. Oltre i Gryseworth e
-i Petrancourt, molti altri andarono agli «Stati Uniti»,
-sicchè nel salotto, quasi deserto, regnava una
-insolita quiete, grata all'animo agitato e alla testa
-dolente di Gertrude. Emilia discorreva con un ecclesiastico
-anziano che le era stato presentato; il
-dottor Jeremy conversava con la signora Gryseworth,
-e sua moglie intanto sonnecchiava. La fanciulla,
-visto che nessuno aveva bisogno di lei, uscì
-inosservata dalla stanza proponendosi di star un
-po' a sedere fuori, al lume di luna; ma nel vestibolo
-s'imbattè nel signor Phillips.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_387">[387]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Che fate qui, sola sola? — egli domandò. — Perchè
-non siete andata al concerto?
-</p>
-
-<p>
-— Mi duole il capo.
-</p>
-
-<p>
-— Me ne sono avveduto, a pranzo. Non va punto
-meglio?
-</p>
-
-<p>
-— No, non direi.
-</p>
-
-<p>
-— Venite a passeggiare un po' con me sulla terrazza.
-Vi farà bene.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ella accettò. Egli l'intrattenne piacevolmente, le
-raccontò molti aneddoti divertenti, riuscì a farla sorridere,
-e perfino ridere, del che parve compiacersi
-assai. Parlò argutamente delle varie cose vedute e
-udite da che si trovava a Saratoga dove faceva la
-parte di spettatore, e terminò domandandole se non
-giudicava anche lei lo spettacolo una pompa di vanità
-e d'egoismo.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude, maravigliata della domanda, non seppe
-rispondere.
-</p>
-
-<p>
-— Perchè? — disse.
-</p>
-
-<p>
-— Non è forse ridicolo che tante migliaia di persone
-convengano qui col fine di divertirsi? — egli
-riprese.
-</p>
-
-<p>
-— Non saprei, — replicò ella. — A me almeno non
-sembra. Divertirsi è un'ottima cosa per chi <i>può</i> godere.
-</p>
-
-<p>
-— E quanti possono?
-</p>
-
-<p>
-— La maggior parte, m'immagino.
-</p>
-
-<p>
-— Che! Quasi nessuno, invece! Più di mezzi se ne
-vanno infelicissimi, e il resto malcontenti.
-</p>
-
-<p>
-— Credete? E io, al contrario, pensavo che l'attrattiva
-del luogo fosse appunto il vedervi tante facce
-raggianti d'allegrezza. Mi parevano tutti gente
-felice.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, superficialmente! E poi, se osservate bene,
-vedrete che quelli che sembrano felici un giorno,
-hanno il seguente un'aria desolata.... Per esempio,
-la vostra era una delle facce raggianti, ieri, ma
-oggi non è più così, povera figliuola....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Accortosi che queste ultime parole facevano tremare
-lievemente la mano posata sul suo braccio, e
-vedendo i grandi occhi neri levati verso di lui riabbassarsi
-ad un tratto sotto le lunghe ciglia, soggiunse:
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_388">[388]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Speriamo però che torni presto serena come
-prima. Ma non avrebbero dovuto portarvi qui. La
-montagna di Catskill si confaceva meglio alla vostra
-fervida fantasia e alla vostra mente riflessiva;
-non bisogna esporre una natura di sensitività così
-delicata alle offese della malignità e dell'invidia che
-non mancano mai in questi affollati ritrovi della bassa,
-egoista e crudele umanità.
-</p>
-
-<p>
-— Oh! — esclamò Gertrude la quale ora comprendeva
-che il signor Phillips in cuor suo sospettava
-ch'ella soffrisse per qualche ferita dell'amor
-proprio, qualche torto, forse ingiurioso, da lei patito. — Voi
-parlate troppo severamente: non tutti sono
-egoisti, non tutti sono malevoli.
-</p>
-
-<p>
-— Ah, voi siete giovane e piena di fede! Fidate
-pure in chi potete, finchè potete. Io non fido più in
-<i>nessuno</i>.
-</p>
-
-<p>
-— Nessuno? Non v'è dunque una persona al mondo
-che voi amiate, in cui abbiate fiducia?
-</p>
-
-<p>
-— Quasi nessuna: non più d'una, certo. In chi
-dovrei fidare?
-</p>
-
-<p>
-— Nei buoni, nei puri, nei magnanimi.
-</p>
-
-<p>
-— E quali sono? Come distinguerli? Secondo la
-mia esperienza, ed è stata vasta, sì, molto vasta, — egli
-stringeva i denti e il suo tono era di profonda
-amarezza — i così detti buoni, gli uomini stimati
-probi e onorevoli, spesso non sono che ipocriti bene
-inverniciati, peccatori di fine e polita apparenza. Sì, — continuò
-con voce più grave, e in modo più concitato — penso
-a un tale, gentiluomo rispettabile,
-personaggio <i>cospicuo</i>, membro della Chiesa, la cui
-durezza, la cui ingiustizia, la cui crudeltà hanno
-fatto della mia vita ciò che è.... un desolato deserto,
-e peggio; e penso a un altro, un vecchio marinaro
-rozzo e intemperante, sul capo del quale non passava
-giorno senza ch'egli proferisse il nome di Dio
-invano, e che tuttavia aveva in fondo al cuore una
-goccia di così pura essenza di virtù, che non riescireste
-a distillarla dalle anime di diecimila dei
-vostri educatissimi birbanti. In chi dunque devo fidare,
-nell'uomo buono e religioso, o nell'abietto ed
-empio blasfematore?
-</p>
-
-<p>
-— Fidate nella <i>bontà</i> dovunque si trovi, — rispose
-<span class="pagenum" id="Page_389">[389]</span>
-Gertrude. — Ma non diffidate di <i>nessuno</i> piuttosto
-che di <i>tutti</i>.... oh, no!
-</p>
-
-<p>
-— Il vostro mondo, la vostra religione, tracciano
-un cerchio meno ampio.
-</p>
-
-<p>
-— Non dite il <i>mio</i> mondo, la <i>mia</i> religione. Io non
-mi chiudo in cotesto cerchio, e non conosco altra religione
-che quella del cuore. Cristo morì per l'umanità
-intera. E se poche sono le anime così profondamente
-inabissate nel peccato, che non serbino una
-scintilla di virtù e di verità, chi può dire in quali
-non scaturirà alfine la luce grazie a cui potranno
-trovare la via di Dio?
-</p>
-
-<p>
-— Voi siete una buona creatura piena di carità
-e di speranza, — fece il signor Phillips premendo
-più forte il braccio della fanciulla. — Voglio aver
-fede in <i>voi</i>. Ma, guardate, i nostri amici ritornano
-dal concerto. Andiamo loro incontro.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Avevano passato ore deliziose. L'Alboni aveva superato
-sè stessa. Quanto dispiaceva a tutti che Gertrude
-non ci fosse stata!
-</p>
-
-<p>
-— Ma forse — le sussurrò Netta — vi siete divertita
-meglio qui....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Le erano appena sfuggite dalle labbra queste maliziose
-parolette, che già n'era mezzo pentita, perchè
-Gertrude, appoggiata al braccio del signor Phillips
-tranquillamente, senza ombra di confusione, respingeva
-col semplice candore del suo contegno il folle
-sospetto.
-</p>
-
-<p>
-— C'era la signorina Clinton, — proseguì l'altra — splendidamente
-bella. Aveva intorno una folla di
-adoratori.... Ma, — soggiunse rivolgendosi alla signora
-Petrancourt — avete notato qual'era il favorito?
-Tanto favorito che non so come gli altri non
-si scoraggissero.... Parlo di quel bel giovane, alto,
-che l'ha accompagnata nella sala, e s'è ritirato dopo
-un poco. Finchè c'è rimasto, ella s'è dedicata tutta
-a lui.
-</p>
-
-<p>
-— Era il medesimo, non è vero, che è rientrato
-per alcuni minuti verso la fine del concerto? — domandò
-Elena. — Quello che stava ritto contro la
-parete?
-</p>
-
-<p>
-— Precisamente. Ha aspettato che l'Alboni finisse
-di cantare, poi s'è accostato alla signorina Clinton
-<span class="pagenum" id="Page_390">[390]</span>
-e s'è chinato a mormorarle qualche parola all'orecchio.
-Ella s'è rizzata subito e sono usciti insieme,
-lasciando gli altri corteggiatori piuttosto mortificati.
-Io, sedendo presso la finestra, li ho veduti passare e
-allontanarsi nel parco.
-</p>
-
-<p>
-— Proprio nel mezzo di quel magnifico pezzo della
-<i>Lucia</i>! — disse Elena. — Come hanno potuto andarsene
-così?
-</p>
-
-<p>
-— Oh, non c'è nulla di strano, dato lo stato delle
-cose, se la signorina Clinton preferisce una passeggiata
-col signor Sullivan alla miglior musica del
-mondo! — osservò il signor Petrancourt.
-</p>
-
-<p>
-— Ah! — fece Netta. — È molto simpatico quel
-giovane? Credete che sarà il fortunato?
-</p>
-
-<p>
-— Io non ne dubito, — rispose quegli. — Si crede
-anzi generalmente che siano fidanzati. Egli era a
-Parigi in compagnia della signorina e di suo padre,
-la scorsa primavera, e sono ritornati con lo stesso
-piroscafo. Tutti sanno che il signor Clinton desidera
-vivamente questo matrimonio, e l'Isabella non nasconde
-la sua preferenza.
-</p>
-
-<p>
-— Certo, — confermò la signora Petrancourt — è
-una cosa stabilita. L'ho sentito dire anche stasera
-da due o tre persone.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Che n'era di Gertrude durante questi discorsi?
-Poteva ella, dopo avere per sei anni alimentato la
-cara speranza d'esser l'unico amore di Guglielmo,
-rimaner lì pazientemente a udire quegli estranei disporre
-di lui, darlo ad un'altra?
-</p>
-
-<p>
-Sì, potè; ma non grazie a sè stessa, perchè la testa
-le girava, ed ella sarebbe caduta senza il saldo
-sostegno del signor Phillips, il quale la reggeva al
-suo braccio con tanta forza, che sebbene egli sentisse
-come tremava tutta, gli altri non se ne avvidero
-punto. Per fortuna, anche nessuno osservò la
-sua faccia sbiancata, e stando essi nell'ombra, il
-solo che sapeva la sua agitazione, notava gli occhi
-stralunati e ardenti in quel pallore mortale, le labbra
-semiaperte e convulsamente rigide.
-</p>
-
-<p>
-Come sotto l'incubo d'un sogno spaventoso, ella,
-col cuore in tumulto, ascoltava, immobile, e udiva
-e comprendeva ogni parola. Ma non sarebbe stata
-in grado di parlare o fare un gesto: un momento di
-<span class="pagenum" id="Page_391">[391]</span>
-più, e qualche caso inevitabile avrebbe tradito il suo
-turbamento ch'era tale da far paura. Ma il signor
-Phillips parlò e si mosse <i>per lei</i>, risparmiandole la
-pena di vedersi esposta alla curiosità degli astanti,
-da cui certo il suo spirito delicato e sensitivo rifuggiva
-con orrore.
-</p>
-
-<p>
-— Il signor Sullivan! — egli esclamò. — Un bravo
-giovanotto! Lo conosco.... Signorina Gertrude,
-devo raccontarvi un aneddoto che lo concerne....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-E proseguendo nella direzione in cui erano venuti
-incontro alla comitiva che tornava dal concerto, fece
-come se volessero continuare la loro passeggiata;
-ma adesso camminava egli solo perchè Gertrude era
-addirittura portata da lui.
-</p>
-
-<p>
-Gli altri entrarono presto nel salotto, lasciandolo
-con la sua compagna in piena libertà nella terrazza
-da quella parte già vuota.
-</p>
-
-<p>
-Finchè non furono scomparsi egli seguitò a narrare
-come il signor Sullivan fosse stato, anni addietro,
-suo compagno di viaggio in un deserto dell'Arabia,
-e gli avesse reso un segnalato servigio aiutandolo
-a salvarsi da un improvviso attacco d'una tribù
-d'Arabi erranti. Ma tosto assicuratosi che non c'era
-più pericolo d'essere osservati, s'interruppe bruscamente,
-e senza scuse nè cerimonie la mise a sedere
-in una poltrona che si trovava lì presso, dicendo:
-</p>
-
-<p>
-— State qui mentre io vado a prendervi un bicchier
-d'acqua....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-L'avviluppò ben bene nella mantellina e s'allontanò
-rapidamente.
-</p>
-
-<p>
-Oh, quanto gli fu grata Gertrude in cuor suo della
-delicatezza con cui la lasciava sola per darle il tempo
-di riaversi! Era la condotta più giudiziosa, e insieme
-più benevola ch'egli potesse tenere. Egli sapeva
-che non sarebbe svenuta, che avrebbe raccolto
-tutte le sue energie, e sperava perfino d'essere riuscito
-a darle l'illusione che neppur a lui fosse stata
-palese tutta la profondità del suo turbamento, e soprattutto
-che ne ignorasse affatto la causa.
-</p>
-
-<p>
-Quando il signor Phillips ritornò dopo alcuni minuti,
-ella era calma. Portò alle labbra il bicchier
-d'acqua, ma egli non insistette perchè bevesse: vedeva
-che non ne aveva bisogno.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_392">[392]</span>
-</p>
-
-<p>
-— V'ho trattenuta fuori troppo, — disse. — Venite,
-è meglio che rientriate.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La fanciulla si rizzò, s'appoggiò di nuovo al suo
-braccio. Egli, guidati i suoi deboli passi fino all'uscio
-vetrato che dalla terrazza metteva nella camera occupata
-da lei e da Emilia, si fermò un momento, dicendole
-con tono significativo, e figgendo ne' suoi occhi
-uno sguardo che corroborava le parole:
-</p>
-
-<p>
-— Signorina Gertrude, voi m'esortate ad aver fede
-in tutti; ma io vi consiglio che, inesperta della vita
-come siete, vi guardiate dal credere ciecamente a
-chiunque. Dove la vostra fiducia è ben fondata, mantenetela
-con fermezza e coraggio, ma non tenete per
-vero se non ciò ch'è provato; specie poi siate sicura
-che gli oziosi pettegolezzi circolanti in luoghi come
-questo, non meritano alcun credito. Buona notte.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Quale rivoluzione produsse quest'ammonimento
-nei sentimenti di Gertrude! Esso risonò al suo orecchio
-come una profezia e si ripercosse nell'intimo
-del suo cuore. Non era pieno di saggezza il consiglio
-del signor Phillips? Naturalmente, ella pensava,
-egli esponeva un assioma dettato dalla sua lunga
-esperienza; ma come s'applicava, al caso suo!
-Non aveva ella ceduto senza riflessione ai suoi timori,
-ai suoi neri presagi, non aveva ascoltato con
-inconsiderata prontezza le querele della sua gelosa
-immaginazione, e più inconsiderata credulità le
-ciarle riferite da estranei, mentre così tradiva un
-più alto diritto alla sua fede? Chi durante i lunghi
-anni della loro amicizia s'era mostrato più degno
-di fiducia che Guglielmo? Non era egli stato fin dall'adolescenza
-un esempio d'ogni virtù, superiore ad
-ogni bassezza, esente da ogni vizio? Non aveva abbandonato
-nella prima gioventù ogni cosa più cara,
-per andar a lavorare faticosamente sotto il sole dell'India
-a fine di procurare l'agiatezza, e il lusso,
-col tempo, a coloro di cui ambiva essere il sostegno
-e la consolazione? Non aveva sempre manifestato
-coi fatti un animo nobile, un carattere onorevole,
-un cuore sincero ed affettuoso? E, soprattutto, non
-era egli imbevuto fin dall'infanzia dei più sublimi
-e puri principî cristiani?
-</p>
-
-<p>
-Sì, questo era innegabile. E ricordandolo, riandando
-<span class="pagenum" id="Page_393">[393]</span>
-ciascuna fase della retta sua vita, Gertrude
-doveva riconoscere che egli, ragazzo d'indole generosa
-e amorevole, giovanetto ardimentoso ed energico,
-uomo fortunato e rispettato ma pure provato
-dal dolore, aveva costantemente mantenuto per lei
-lo stesso profondo e ardentissimo affetto, che anzi
-pareva essere andato crescendo ogni giorno, ogni
-mese, ogni anno, da quando l'aveva amata e protetta
-bambina, sostenuta e confortata durante la malattia
-e dopo la morte dello zio True, fino al presente,
-attraverso la lunga loro separazione.
-</p>
-
-<p>
-Non v'era una tra le numerose e regolari lettere
-di Guglielmo da cui non spirasse il più tenero e
-devoto amore per Gertrude: un amore esclusivo nel
-quale non poteva esservi rivalità. In tutti i suoi sogni
-di futura felicità domestica ella aveva parte;
-e sebbene la signora Sullivan, con quell'istintivo riserbo
-ch'era nella sua natura, si fosse astenuta dal
-parlargliene, il modo in cui la trattava le aveva sempre
-attestato chiaramente che considerava il matrimonio
-tra lei e suo figlio come cosa certissima. L'aperta
-dichiarazione fattale da Guglielmo nella lettera
-in risposta all'annunzio della morte di sua
-madre, che le sue speranze, le sue preghiere, le sue
-fatiche erano adesso per lei sola, non le dava una
-prova più sicura che già non fosse tutta la sua antecedente
-condotta, della tenerezza con cui l'amava?
-</p>
-
-<p>
-E doveva ella ora dubitare di lui? Non tener più
-conto, d'un tratto, di fatti che così evidentemente lo
-mostravano meritevole d'alta stima e credere senza
-altro alla subita defezione del suo amico d'infanzia?
-No! Risolse di bandire l'indegno pensiero, di
-confidarsi che presto una spiegazione sodisfacente
-ridarebbe la pace al suo cuore angosciato. Fino a
-quel momento manterrebbe la sua fede in Guglielmo:
-la manterrebbe con fermezza e coraggio, perchè
-era ben fondata.
-</p>
-
-<p>
-Facendo quest'eroico proposito rialzò la fronte china,
-e sprofondò lo sguardo nella serenità della notte.
-La luna era tramontata e il cielo scintillava tutto
-di fulgidissime stelle. Gertrude amava le notti stellate.
-Quello spettacolo le infondeva novello vigore.
-E guardando in alto vide splendere sul suo capo la
-<span class="pagenum" id="Page_394">[394]</span>
-stella prediletta, la stella che la sua fantasia, una
-volta, amorosamente immaginava accesa per lei dallo
-spirito beato dello zio True. E allora, come nel
-tempo lontano quando dai lumi celesti le scendeva
-nell'anima un raggio di conforto, le parve d'udir sonare
-al suo orecchio il detto familiare del caro padre
-adottivo: «Fa' cuore, uccellino, perchè è mia
-opinione che tutto da ultimo riuscirà a bene.»
-</p>
-
-<p>
-Durante il breve resto della serata rimase in questo
-stato d'elevazione morale e quasi di gioia; così
-sostenuta, potè ritornare nel salotto a prendere Emilia,
-dar la buona notte agli amici con voce gaia, e
-coricarsi tranquillamente. Avanti la mezzanotte, dormiva.
-</p>
-
-<p>
-Ma quella calma era in gran parte un effetto della
-stessa sua sovreccitazione, e però non poteva durare.
-La mattina seguente, destandosi, ricadde nella
-tristezza e nell'abbattimento di prima, e lo sforzo
-che fece per levarsi, vestirsi e andare a colazione
-fu macchinale. Si scusò col dottor Jeremy non essendo
-in grado di accompagnarlo nella solita passeggiata.
-Il suo più vivo desiderio era di lasciare
-Saratoga. Le pareva mill'anni d'essere a casa, in
-quiete, di non aver tanti occhi addosso.
-</p>
-
-<p>
-Quando il dottore venne a portare le lettere arrivate
-con la posta della mattina, ella vi gettò uno
-sguardo così avido ch'egli disse sorridendo:
-</p>
-
-<p>
-— Nulla per voi, Gertrude; ma ce n'è una per Emilia;
-un certo compenso, non è vero?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Meglio ancora. Era una lettera del signor Graham,
-lungamente attesa, che avrebbe certo menzionato
-la data del suo ritorno dall'Europa, e determinato
-quindi la durata del soggiorno d'Emilia a Saratoga.
-</p>
-
-<p>
-Con grande loro maraviglia, egli era già bell'e arrivato
-a Nuova York, e desiderava che la figliuola
-e Gertrude venissero a raggiungerlo subito. Gertrude
-stentava a nascondere la sua sodisfazione, che
-del resto poteva essere attribuita al piacere di riveder
-lui e la signora, ed Emilia, realmente felice
-di riabbracciare suo padre al quale era affezionatissima,
-la pregò di sollecitare i preparativi della
-partenza.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_395">[395]</span>
-</p>
-
-<p>
-Si ritirarono dunque nella loro camera, e fino all'ora
-del pranzo la giovanetta fu occupata nel fare
-i bagagli. Ella aveva passato il giorno innanzi ansiosamente
-sperando che Guglielmo si presenterebbe
-all'albergo; ora al contrario temeva oltremodo la
-sua visita. L'idea che il loro primo incontro avvenisse
-in un luogo pubblico, le era intollerabile nel
-suo presente stato d'animo: e s'ella ieri s'era tormentata
-aspettandolo invano, oggi soffriva ancor più
-per il terrore di vederlo comparire.
-</p>
-
-<p>
-Fu un vero sollievo al suo affanno la proposta
-gentilmente fattale dal signor Phillips dopo il pranzo,
-d'una scarrozzata al lago. Il dottor Gryseworth
-e una delle sue figliuole avevano accettato due dei
-posti nel legno da lui procuratosi, ed egli si confidava,
-come le disse, ch'ella avrebbe gradito il quarto.
-Poichè Emilia non aveva allora bisogno di lei,
-e poichè ella così era sicura d'evitare Guglielmo, acconsentì
-ben volentieri.
-</p>
-
-<p>
-Si trovavano in riva al lago da circa un'ora. Il
-dottore ed Elena s'erano lasciati indurre da una comitiva
-di loro conoscenti a giocare una partita alle
-bocce. Il signor Phillips e Gertrude non avevano voluto
-prendervi parte, ma stettero un tempo a guardare.
-Poi, essendo la giornata caldissima e l'aria
-nella sala chiusa soffocante, andarono piuttosto a
-sedersi fuori, finchè il giuoco fosse finito. Mentre
-contemplavano la bella distesa d'acque tinta di rosa
-dai riflessi del tramonto, una coppia venne a fermarsi
-poco lontano dal loro sedile. Un tronco d'albero
-gigantesco le nascondeva totalmente il signor
-Phillips e riparava anche Gertrude abbastanza da
-non essere osservata, quantunque un subitaneo pallore
-si diffondesse sulla sua faccia al vederla apparire.
-Quel pallore mostrava ch'ella aveva riconosciuto
-Guglielmo Sullivan e Isabella Clinton. Le loro
-parole giungevano ben distinte al suo orecchio.
-</p>
-
-<p>
-— Sarà dunque tanto sentita la mia assenza? — domandava
-Bella guardando intensamente il suo
-compagno che fissava il lago con aria grave.
-</p>
-
-<p>
-— Se sarà sentita? — disse il giovane volgendosi
-a lei con un accento di mite rimprovero. — E come
-non sarebbe? Chi può tenere il vostro luogo?
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_396">[396]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Ma, infine, due soli giorni....
-</p>
-
-<p>
-— Brevissimo tempo in circostanze ordinarie, però
-un'eternità....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-S'interruppe come se facesse uno sforzo per frenarsi,
-e con una brusca mossa proseguì il cammino.
-</p>
-
-<p>
-Isabella gli tenne dietro dicendo:
-</p>
-
-<p>
-— Aspetterete il mio ritorno, non è vero?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Guglielmo si voltò, e questa volta Gertrude vide
-in tutto il suo aspetto l'espressione di rimprovero
-che aveva sentito nella sua voce dianzi.
-</p>
-
-<p>
-— Certo, — egli rispose, serio. — Come potete dubitarne?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-L'angoscia crescente della fanciulla nell'udir questo
-dialogo per lei pieno di significato, si manifestava
-nei lineamenti scomposti, nello sguardo strano,
-innaturale dei suoi occhi fissi, con una veemenza
-da far paura.
-</p>
-
-<p>
-— Gertrude! — esclamò il signor Phillips dopo
-averla mirata un momento. — Gertrude, per amor di
-Dio, non v'alterate così! Che vi succede?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ma ella non lo guardò, il suo volto rimase impietrito:
-evidentemente non aveva inteso. Egli le prese
-la mano. Era fredda come un marmo. Un'angoscia
-quasi pari alla sua si dipingeva ora nel viso del suo
-amico: egli aveva gli occhi pieni di lacrime che colavano
-lente lungo le gote. Una volta stese le braccia
-in atto di voler stringersi l'afflitta al seno e consolarla
-come una bambina: ma represse con forza
-la sua commozione.
-</p>
-
-<p>
-— Gertrude, — riprese, sporgendosi verso di lei e
-fissandola negli occhi — che v'hanno fatto quei due?
-Se quel giovane v'ha offesa, il ribaldo ne dovrà rispondere!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-E così dicendo balzò in piedi.
-</p>
-
-<p>
-Quelle parole, quel gesto, richiamarono Gertrude
-in sè.
-</p>
-
-<p>
-— No, no! — ella rispose. — Non è tale! Sto già
-meglio.... Non ne parlate.... non raccontate a nessuno.... — e
-gettò un'occhiata ansiosa nella direzione
-del viale dov'era il giuoco di bocce. — Sto
-meglio, molto meglio.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Non senza grande stupore del signor Phillips, che
-la rigidità del suo aspetto aveva spaventato, ella si
-<span class="pagenum" id="Page_397">[397]</span>
-rizzò con perfetta compostezza, e propose di ritornare
-all'albergo.
-</p>
-
-<p>
-Egli l'accompagnò, in silenzio; prima d'essere arrivati
-a mezza costa del poggio ove avevano lasciato
-la carrozza furono raggiunti dai Gryseworth, e
-di lì a pochi minuti i cavalli trottavano verso Saratoga.
-</p>
-
-<p>
-Tutta la sera Gertrude ebbe quell'aria di rigidità
-innaturale. Durante il tragitto il dottore le domandò
-due o tre volte se fosse indisposta, e il signor
-Phillips non cessò di osservarla furtivamente con
-sguardi inquieti. Fino i toni della sua voce erano
-alterati a segno che Emilia non appena l'udì parlare
-domandò:
-</p>
-
-<p>
-— Che hai, figliuola mia?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ma ella rispose che stava benissimo, e fece tutto
-ciò che doveva fare nella serata, secondo il consueto;
-poi s'accomiatò dagli amici, convenne anzi con le
-Gryseworth di rivedersi il domani mattina.
-</p>
-
-<p>
-A un meno che acuto osservatore Emilia sarebbe
-parsa la più conturbata delle due. La cieca non poteva
-essere ingannata, e le celate sofferenze della
-sua cara si riflettevano nel contegno di lei. Gertrude
-parlava e si moveva macchinalmente, nè potè mai
-in seguito rammentar bene i casi di quella serata.
-Ella non comprendeva che cosa la sostenesse e la
-rendesse capace di recitare la sua parte, quasi inconsciamente.
-Come era riuscita a dissimulare le
-torture che soffriva? Non avrebbe saputo spiegarlo.
-Ella non serbava che la memoria confusa d'un sogno
-affannoso.
-</p>
-
-<p>
-Solo nelle quiete ore della notte, quando Emilia
-parve profondamente addormentata al suo fianco,
-osò sciogliersi un momento dai ferrei vincoli della
-costrizione che s'era imposta; ma allora il torrente
-del suo dolore irruppe senza più ostacoli. Si levò
-dal letto, e affondato il viso nei cuscini di un'agrippina
-bassa ch'era accanto alla finestra, diede libero
-sfogo alle lacrime benedette ogni cui stilla era un
-sollievo per la sua anima dolorante. Mai, dopo la
-prima fanciullezza, s'era abbandonata ad un così
-lungo e irrefrenato pianto; e l'ansare del suo petto,
-la violenza dei singhiozzi che ne sfuggivano, provavano
-<span class="pagenum" id="Page_398">[398]</span>
-l'intensità della sua angoscia. Tutti gli altri
-suoi dolori l'avevano trovata forte, ben preparata a
-sostenerli, armata d'una religiosa fiducia e incorata
-da una santa speranza; ma sotto questo colpo improvviso
-e inaspettato, ella si curvava e s'agitava come
-un arboscello cresciuto ai soli estivi si contorce
-e trema investito dal gelido soffio dell'inverno.
-</p>
-
-<p>
-Che Guglielmo fosse infedele al suo primo amore,
-ella non poteva oramai più dubitare, e questa certezza
-le faceva sentire che l'unico suo appoggio nella
-vita era caduto. Lo zio True e la signora Sullivan
-erano stati l'uno e l'altra suoi benefattori ed Emilia
-era sempre la sua cara e fida amica: ma essi avevano
-tutti avuto più o meno bisogno di lei, e sebbene
-ella potesse riposarsi nella sicurezza del loro
-affetto, i due primi, per lungo tempo innanzi di partirsi
-dal mondo, si trovavano ridotti a non aver altro
-sostegno che il suo braccio amoroso, e l'ultima,
-la sola che le rimanesse ancora, affidava a lei la
-guida degl'incerti suoi passi, i quali, ahimè, parevano
-già vòlti verso la tomba!
-</p>
-
-<p>
-A chi dunque si sarebbe appoggiata Gertrude? Chi
-avrebbe guidato l'inesperta sua giovinezza? A chi
-doveva ella rivolgersi con fiducia per chiedere protezione,
-consiglio, aiuto, amore, se non a Guglielmo?
-Ma Guglielmo aveva dato il suo cuore ad un'altra....
-E presto, forse, ella resterebbe sola al mondo!
-</p>
-
-<p>
-Ella piangeva, dunque, come piangono i desolati;
-e pianse finchè la fonte delle sue lacrime fu esaurita.
-Affranta, debole, sconvolta, si rizzò, andò alla
-finestra, e, rimosse dalla fronte le dense ciocche dei
-suoi lunghi capelli, si sporse a respirare la fresca
-brezza notturna che la ristorò alquanto.
-</p>
-
-<p>
-La tempesta dell'anima sua si calmava mentre,
-fissi gli occhi alle vive luci splendenti su lei dall'alto,
-così placide e soavi nel loro fulgore, ella sembrava
-comunicare con cose divine. Anche ora le stelle la
-compassionavano come nelle notti della sua infanzia
-solitaria, anche ora le sussurravano: «Gertrudina!
-Gertrudina! Povera piccola Gertrudina!»
-</p>
-
-<p>
-Intenerita, commossa dal loro sguardo pietoso,
-ella cadde, lentamente, in ginocchio. E la sua faccia
-levata verso il cielo, le mani giunte, la dolce
-<span class="pagenum" id="Page_399">[399]</span>
-rassegnazione espressa da tutto il suo aspetto, manifestavano
-che come quando ella aveva inalzato la
-prima tacita preghiera al Dio allora ignoto, la sua
-anima adesso illuminata era in profonda comunione
-col suo Creatore, e ripeteva le semplici parole:
-«Signore, eccomi!»
-</p>
-
-<p>
-Oh, benedetta la religione che può sostenerci in
-ore come quella! Oh, benedetta la fede che quando
-ogni appoggio terreno ci manca e la nostra più salda
-colonna risulta essere di sabbia, eleva l'anima
-al di sopra d'ogni altro bisogno, e la ricovera nel
-seno di Dio!
-</p>
-
-<p>
-Ma ecco che la giovanetta sente una mano gentile
-posarsi sul suo capo. Si volge, e vede Emilia, che
-ella credeva immersa nel sonno, ma che invece
-l'ansietà teneva desta, e i cui timori s'erano raddoppiati
-all'udire un suono di singhiozzi mal repressi.
-</p>
-
-<p>
-— Gertrude, — disse questa con tono addolorato — tu
-sei afflitta e me lo nascondi? Non distoglierti
-da me! — Le gettò le braccia al collo, le fece posare
-la testa sul suo petto, mormorando: — Dimmi tutto,
-tesoro! Ch'è accaduto alla mia povera figliuola?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-E Gertrude versò la piena del suo dolore nel cuore
-d'Emilia, confidò al suo orecchio attento l'unico segreto
-che mai avesse esitato a confessarle; ed Emilia
-pianse ascoltandola, e quand'ella ebbe finito, se
-la strinse ripetutamente al seno, esclamando con
-un'eccitazione che la fanciulla non aveva mai veduta
-nella sua amica cieca sempre calma e serena:
-</p>
-
-<p>
-— Strano, strano, che tu pure abbia avuto questa
-sorte! O Gertrude, figliuola mia, possiamo piangere
-insieme. Ma, credilo, il tuo cordoglio è assai meno
-amaro del mio.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Nell'oscurità della notte alta, Gertrude ricevette
-in compenso della sua confidenza la rivelazione della
-storia di dolore che aveva desolato la gioventù
-d'Emilia, e che nonostante la fuga del tempo era
-sempre viva nella sua memoria e gettava sulla sua
-vita una negra ombra che non era soltanto quella
-della sua cecità.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_400">[400]</span>
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XL.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Ed ecco a me venir, nella sua veste</p>
-<p>Di luce avvolta, una ninfa celeste,</p>
-<p>Che rischiarò la mia vista turbata:</p>
-<p>Religione tra gli uomini è nomata.</p>
-<p>Il castigo divin mi fe' provare,</p>
-<p>Poi la verga m'impose di baciare;</p>
-<p>Così insegnò al ribelle cuore mio</p>
-<p>La sommissione ai voleri di Dio.</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Anna More.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-— Ero più giovane di te, Gertrude, — cominciò
-Emilia — quando fui sottoposta alla mia prova, e
-per ogni rispetto una persona assai diversa da quella
-che tu hai conosciuta. Tu sai forse ch'io perdetti la
-mamma in così tenera età, che non serbo alcuna
-memoria di lei. Ma mio padre si riammogliò presto,
-e nella matrigna ch'io ricordo come se fosse stata
-la mia vera madre, trovai tanto amore e tante cure
-da compensarmi pienamente della mia perdita. Io
-la rammento qual'era negli ultimi anni della sua
-vita: alta, gracile, delicata, con un viso dolce ma
-piuttosto malinconico. Vedova anch'ella d'un primo
-marito, aveva un figliuolo che divenne subito il mio
-solo compagno. Tutti i miei piaceri infantili furono
-divisi con lui. Quando mi dicesti, molto tempo fa,
-ch'io non potevo immaginarmi quanto tu amassi
-Guglielmo, fui sul punto di confidarti una parte di
-questa storia della mia prima giovinezza, a fine di
-persuaderti che nessuno meglio di me poteva comprendere
-un tale affetto: ma mi rattenni, perchè tu
-eri allora troppo bambina, e non volevo contristarti
-col racconto di casi dolorosi come i miei. Perciò tacqui.
-Le mie parole non potranno mai esprimerti
-quanto caro mi fosse quel compagno della mia infanzia.
-Ciò che eravamo l'una per l'altro, e l'influsso
-che l'una esercitava sull'altro ci univano coi legami
-d'una reciproca dipendenza: perchè sebbene
-egli fosse lo spirito dirigente, la volontà forte e determinata,
-ed io mi sottomettessi di buon grado a
-una dominazione cui la mia docile natura non ripugnava,
-c'era una cosa nella quale il mio baldo
-<span class="pagenum" id="Page_401">[401]</span>
-protettore e signore aveva bisogno del mio aiuto e
-del mio appoggio. Ero io quella che serviva da mediatrice
-tra lui e mio padre. Idolatrato dalla sua
-mamma, il ragazzo all'incontro era sempre trattato
-con freddezza e diffidenza dal patrigno che non lo
-comprendeva, e lungi dall'apprezzar le sue nobili
-qualità, pareva considerarlo con sospetto e antipatia.
-Ma ai miei sguardi imploranti, alle mie supplichevoli
-preghiere egli prestava benevolo orecchio, e
-il mio compagno sapeva che io ero pronta a spendere
-tutta la mia eloquenza in suo servigio ogni volta
-che gli occorreva ottenere un favore o far valere
-una scusa.
-</p>
-
-<p>
-«Certo per nostra madre la durezza del marito
-verso il figliuolo di lei doveva essere una causa di
-grande infelicità. Ricordo bene con quale ansia si
-sforzava di nascondere i suoi falli, le sue imprudenze,
-e come spesso m'insegnasse ella stessa ciò
-che avevo da dire a fine di propiziare il mio babbo,
-che per amor mio molte volte perdonava al ragazzo
-il cui carattere ardimentoso e indipendente lo metteva
-non di rado in conflitto con un uomo severo
-oltremodo contro chi sia incorso nella sua collera....
-E tu hai avuto occasione di giudicarne.
-</p>
-
-<p>
-«Durante la sua vedovanza la mia matrigna era
-stata poverissima, e suo figlio, non avendo ereditato
-nulla dal proprio padre, si trovava alla mercè della
-generosità del mio. Questa era una pungentissima
-mortificazione per lui, e metteva a fiera prova il suo
-orgoglio già potente; spesso io lo vidi irritato e inasprito
-da benefizi che egli sapeva non essere largiti
-con mano paterna, mentre il signor Graham,
-che non intendeva questo sentimento, lo accusava in
-cuor suo di grossa ingratitudine.
-</p>
-
-<p>
-«Finchè nostra madre ci fu conservata, si visse in
-discreta armonia: ma disgraziatamente quando io
-toccavo i sedici anni, fu colta da una malattia fulminante
-e morì. Ho presente sempre alla memoria
-l'ultima notte della sua vita. Ella mi chiamò al suo
-letto e mi disse con voce solenne: «Emilia, io ti
-rivolgo morendo questa preghiera: sii l'angelo custode
-del mio figliuolo!»
-</p>
-
-<p>
-«Dio mi perdoni, — e così esclamando gli occhi
-<span class="pagenum" id="Page_402">[402]</span>
-spenti della cieca s'empirono di lacrime — se fui infedele
-alla mia missione!
-</p>
-
-<p>
-«Quegli di cui ti parlo, — Emilia si guardava dal
-proferirne il nome — era allora un giovanetto diciottenne.
-Mio padre l'aveva da poco fatto entrare in
-qualità di commesso nel proprio banco, a mal suo
-grado, perchè egli desiderava seguire i corsi degli
-studi superiori; ma sua madre ed io l'avevamo indotto
-a cedere, vista l'irremovibile volontà del capo
-di famiglia. La morte della signora Graham strinse
-più che mai i vincoli tra suo figlio e me. Egli continuò
-ad abitare con noi, e passava in mia compagnia
-tutte le sue ore di libertà. Il babbo stava molto
-fuori, e quando era in casa si chiudeva nella biblioteca
-lasciando che lui ed io c'intrattenessimo a
-piacer nostro. Frequentavo allora la scuola ed ero
-un'alunna diligente, amantissima dei libri. Quante
-volte, quando tu mi parlavi dell'assistenza che ti
-prestava Guglielmo nei tuoi studi, mi ricordasti il
-tempo in cui io venivo così aiutata e incoraggiata
-dal mio tenero amico, sempre volonteroso d'adoprarsi
-per me con l'intelligenza e con l'opera.
-</p>
-
-<p>
-«Ma la nostra felicità non era indisturbata. Spesso
-io vedevo sul volto di mio padre quella dura
-espressione che temevo sopra ogni cosa, mentre manifesti
-segni d'irritazione, d'ira talvolta, nell'aspetto
-del suo figliastro, m'avvertivano che una tempesta
-era scoppiata, probabilmente nel banco, senza ch'io
-potessi averne idea fuorchè dagli effetti. Nè potevo
-più intromettermi come mediatrice, perchè i guai insorti
-derivavano di solito da qualche negligenza reale
-o supposta, o qualche errore in materia d'affari,
-del giovane e inesperto commesso; colpe per le quali
-il babbo, negoziante fin nelle midolle, e ragioniere
-di scrupolosa esattezza, non aveva indulgenza, e in
-cui lo spensierato delinquente, privo d'attitudine all'ufficio
-impostogli, era proclive a ricadere.
-</p>
-
-<p>
-«Le cose andavano innanzi così da sei mesi, quando
-a un tratto avvenne un grave mutamento. Evidentemente
-mio padre aveva ceduto a suggestioni
-di terze persone, o concepito egli stesso dubbi che
-l'inquietavano. Egli, come tu sai, è un uomo franco,
-onesto e schietto nei suoi propositi, quali si siano,
-<span class="pagenum" id="Page_403">[403]</span>
-che se anche volesse ricorrere a qualche artifizio
-non avrebbe l'astuzia necessaria per condurlo
-a termine con buon successo. Quindi ci avvedemmo
-presto della sua risoluzione di porre immediatamente
-un freno alla dimestichezza tra il suo figliastro
-e me. A tal fine introdusse nella famiglia una governante:
-la signora Ellis, che da allora non ci ha
-più lasciati. La presenza quasi continua di quella
-estranea, e gli ostacoli ch'egli cominciò a frapporre
-alle antiche consuetudini che favorivano la nostra
-intimità provavano abbastanza come egli intendesse
-sradicare e distruggere, se possibile, l'affezione da
-cui eravamo uniti. Nè invero è da maravigliarsene
-ove si rifletta che essendo io oramai donna, essa
-non era più da considerarsi come un'affezione fanciullesca,
-mentre un'altra sua forma non avrebbe
-ottenuto l'approvazione del babbo, posto che il figliuolo
-della sua seconda moglie, tanto adorato dalla
-madre, non godeva punto la sua benevolenza.
-</p>
-
-<p>
-«Il dolore cagionatomi da sì fatti procedimenti
-non poteva compararsi che all'indignazione del mio
-compagno di sventura, il quale non s'era mai così
-fieramente risentito d'alcun altro atto ostile del patrigno:
-nè la tattica di questi riuscì a staccarlo da
-me, perchè sebbene evitasse con cura di mostrarsi
-sotto gli occhi della «spia», come denominava la
-signora Ellis, il suo genio inventivo escogitava numerose
-occasioni di vedermi e intrattenersi meco durante
-l'assenza di lei; condotta sommamente propria
-ad eccitare più che mai i sospetti di mio padre.
-</p>
-
-<p>
-«Io sono persuasa ch'egli v'era spinto soprattutto
-da un profondo senso della malevolenza e dell'ingiustizia
-usategli e dal desiderio di manifestare la
-sua indipendenza da ciò che stimava un'inescusabile
-tirannia: non ho nessuna ragione di credere
-che l'idea d'un idillio romantico o di un futuro matrimonio
-entrasse nei suoi calcoli. E io che allora
-non conoscevo legge superiore alla sua volontà o
-almeno non vi obbedivo, mi prestavo senza esitare
-a questi piccoli inganni per eludere la vigilanza da
-cui saremmo stati separati.
-</p>
-
-<p>
-«Ma mio padre, come non è raro il caso tra le
-persone poco socievoli, e in apparenza poco osservatrici,
-<span class="pagenum" id="Page_404">[404]</span>
-vedeva i nostri sotterfugi meglio che noi non
-si pensasse, e si figurava più cose che non esistessero
-in realtà. Egli ci spiava attentamente, ma contro
-il solito suo modo di procedere s'astenne per
-qualche tempo dal frapporsi tra noi. Ben ponderando
-pensai poi che allora egli si proponesse di separarci
-in maniera più naturale di quella tentata, approfittando
-della prima opportunità per trasferire il
-suo figliastro in qualche posto connesso con la sua
-casa di commercio, sia all'estero sia in una città
-lontana degli Stati Uniti, e volesse evitare, finchè il
-suo disegno non fosse maturo, d'affliggermi cedendo
-al dispetto e alla collera che gli bollivano dentro;
-perchè ha sempre avuto, come adesso, per l'immeritevole
-sua figliuola tutta la tenerezza e l'indulgenza
-conciliabili col mantenimento della sua autorità.
-</p>
-
-<p>
-«Ma prima che questo proposito fosse attuato,
-succedettero casi e sorsero sospetti i quali condussero
-alla sua perdita l'uno, e immersero l'altra....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La voce mancò ad Emilia.
-</p>
-
-<p>
-Ella chinò il capo sulla spalla di Gertrude e pianse
-amaramente.
-</p>
-
-<p>
-— Non vi forzate di narrarmi il resto, cara, — disse
-la giovanetta. — So, ora, quanto siete infelice,
-e basta. Risparmiatevi, ve ne prego, lo strazio di
-ridestare per amor mio i dolori passati.
-</p>
-
-<p>
-— Passati! — esclamò la cieca ritrovando la voce,
-ed asciugando le sue lacrime. — No, non sono passati
-mai.... Gli è soltanto perchè non soglio parlarne
-che m'hanno in questo momento sopraffatta così...
-Non credere però ch'io sia infelice, Gertrude.
-La mia pace di rado è turbata, nè avrei permesso
-ai deboli miei nervi di rilassarsi, comunicandoti i
-segreti di quel mio duro tempo di prova che mai
-potrò dimenticare, se non fosse che, conoscendo tu
-quanto dolcemente e armoniosamente volga la mia
-vita verso il grande ed eterno risveglio, desidero
-provare alla diletta mia figliuola il potere di quella
-fede divina per cui le mie tenebre furono mutate in
-luce maravigliosa, e un'afflizione come la mia fu la
-benedetta foriera della gioia suprema. Ma non mi
-rimane più molto da narrare, e lo dirò il più brevemente
-possibile.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_405">[405]</span>
-</p>
-
-<p>
-Ella proseguì con voce ferma benchè sommessa e
-un po' soffocata.
-</p>
-
-<p>
-— Io m'ammalai d'improvviso. Avevo una gran
-febbre. La signora Ellis, da me trattata sempre con
-freddezza e spesso con disdegno (ero, devi sapere,
-una bambina viziata), m'assistette giorno e notte mostrandomi
-una premura e una devozione ch'io non
-avevo diritto d'aspettare da lei. Grazie alle sue cure
-e alla scienza del dottor Jeremy, già allora nostro
-medico di famiglia, dopo alcune settimane entrai in
-convalescenza. Stavo già abbastanza bene da essere
-in grado di rimanere alzata e vestita parecchie ore,
-quando, un pomeriggio, per mutare aria e scena,
-passai dalla mia camera nella biblioteca del babbo,
-ch'era la stanza attigua, e mi posi quasi a giacere
-sul divano. Restai sola perchè la signora Ellis doveva
-attendere alle faccende domestiche; ma prima
-di lasciarmi aveva portato lì e collocato in modo
-ch'io v'arrivassi con la mano un tavolinetto su cui
-si trovavano varie boccette, bicchieri e altre cose
-delle quali potevo aver bisogno durante la sua assenza.
-</p>
-
-<p>
-«Era verso la fine d'una giornata di giugno, e io,
-dal divano, guardavo il calar del sole, prossimo al
-tramonto. Un senso di solitudine m'opprimeva, perchè
-da sei settimane non avevo più avuto altra compagnia
-che quella della mia infermiera, salvo le periodiche
-visite del babbo. Figurati l'immenso mio
-piacere quando insperatamente vidi comparire il
-compagno per me più geniale, e adesso poco men
-che proibito! Non c'eravamo riveduti da che mi ero
-ammalata, e dopo quella lunga e crudele separazione
-il nostro incontro fu più affettuoso che mai. Egli,
-insieme con un temperamento focoso e indomito,
-aveva una profondità di sentimento, una tenerezza
-di cuore, una dolcezza di maniere quasi femminili.
-Come ricordo sempre l'espressione del nobile suo
-viso, i maschi toni della sua voce, mentre seduto
-accanto a me sull'ampio divano, bagnandomi le tempie
-doloranti con acqua di Colonia presa da una
-delle boccette ch'erano sul tavolino, mi ripeteva tutta
-la sua gioia di rivedermi!
-</p>
-
-<p>
-«Da quanto tempo fossimo là non saprei dire, ma
-<span class="pagenum" id="Page_406">[406]</span>
-il crepuscolo già invadeva la stanza quando fummo
-interrotti da mio padre, il quale entrò bruscamente,
-venne diritto verso di noi a passi affrettati,
-e fermandosi di botto a una certa distanza incrociò
-le braccia e squadrò il suo figliastro con tale aria
-d'iroso disprezzo, ch'io nulla avevo mai visto di più
-terribile. Il giovane si rizzò e l'affrontò con uno
-sguardo di sfida, in atto superbo. Non posso nè vorrei
-descriverti la scena che seguì.
-</p>
-
-<p>
-«Mi basti dire che mio padre, eccitatissimo, scagliava
-contro l'oggetto del suo furore una doppia
-accusa, ove poneva in secondo luogo la bassezza,
-così egli diceva, di cercare d'acquistarsi mediante
-spregevoli arti l'amore e con esso le ricchezze dell'unica
-sua figliuola, colpa veniale a paragone del
-nero, dell'infame delitto di falso di cui appunto l'aveva
-scoperto reo, un falso in cambiali, per una
-somma ingente, servendosi del nome del suo benefattore.
-</p>
-
-<p>
-«Fino ad oggi, per quanto io sappia, — continuò
-Emilia, commossa intensamente — questa imputazione
-non fu contraddetta, ma io non l'ho creduta
-<i>mai</i> fondata, nè allora nè poi. Quali si fossero i suoi
-errori (e a non pochi lo trascinò il suo temperamento
-impetuoso) di questa criminosa azione, sebbene
-nemmeno la sua parola me lo attesti, non esito
-a dichiararlo innocente.
-</p>
-
-<p>
-«Non ti farà maraviglia, Gertrude, che debole e
-ancora malata com'ero, io non fossi capace di notare
-in quel momento, e ancor meno possa rammentarmi
-ora distintamente, i fatti che le parole funeste
-provocarono. Però alcune immagini confuse, le
-ultime dipintesi nei miei poveri occhi, mi sono tuttora
-impresse nella memoria e visibili in pensiero.
-Mio padre dava le spalle alla finestra, e dal punto
-ch'entrò quella sera nella biblioteca non ho più riveduto
-la sua faccia; ma la figura dell'altro, dell'accusato,
-illuminata com'era dagli estremi raggi d'un
-tramonto d'oro, m'è presente sempre in pieno rilievo.
-La testa era fieramente rigettata all'indietro; negli
-occhi chiari e calmi che sostenevano uno sguardo
-scrutatore s'affermava l'innocenza sicura sotto
-l'oltraggio; il pugno stretto sembrava fare un vano
-<span class="pagenum" id="Page_407">[407]</span>
-sforzo per frenare la collera violenta manifestata
-dalle labbra compresse, dai denti serrati, dal viso
-fremente di viva e profonda indignazione. Egli non
-parlava: la voce gli rimaneva soffocata nella gola.
-Pure il suo patrigno seguitava ad inveire con un
-linguaggio senza dubbio duro e offensivo, benchè io
-non rammenti i termini. Faceva paura osservare le
-alterazioni che scomponevano i lineamenti del giovane,
-mentre ritto di fronte a lui ascoltava le ingiurie
-e i cocenti rimproveri che quegli per certo
-credeva in buona fede giusti e meritati, ma che accendevano
-nell'animo dell'offeso un'ira furibonda,
-spaventosa.
-</p>
-
-<p>
-«A un tratto egli fece un passo innanzi sollevando
-lentamente la mano chiusa che aveva lasciato fino
-allora pendere lungo il fianco. Io non so se volesse
-prendere il Cielo a testimone della sua innocenza
-del crimine imputatogli, o se intendesse colpire mio
-padre, perchè a quel gesto balzai in piedi risoluta
-a gettarmi tra loro e supplicarli di placarsi, per
-amor mio; ma le forze mi fallirono, e, con un acuto
-grido, ricaddi sul divano, svenuta.
-</p>
-
-<p>
-«Oh, l'orrore del mio ritorno alla vita! Come troverò
-le parole per dirtelo?... Ascolta, Gertrude....
-Egli.... il povero ragazzo perduto.... fuori di sè, si
-slanciò in mio soccorso.... Reso folle dall'ingiustizia
-atroce non sapeva ciò che facesse. A Dio è noto
-che mai, mai glielo apposi a colpa, e se nella mia
-disperazione proferii parole che sonavano come un
-rimprovero, fu perchè anch'io ero frenetica, e non
-sapevo ciò che dicessi.
-</p>
-
-<p>
-— Come! — esclamò Gertrude. — Avrebbe dunque
-egli...?
-</p>
-
-<p>
-— No, no! Non egli.... <i>non egli</i> spense i miei occhi!...
-Fu una disgrazia. Volle prendere di sul tavolino
-la boccetta dell'acqua di Colonia che aveva
-adoprata poc'anzi. Di boccette ve n'erano là parecchie....
-Nella sua furia ne afferrò invece una contenente
-non so che forte acido usato dalla signora
-Ellis nella mia camera di malata.... Aveva un tappo
-di cristallo, assai aderente.... ed egli.... la sua mano
-era mal ferma, egli, stappandola con uno sforzo....
-versò il liquido....
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_408">[408]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Sui vostri occhi? — gridò la giovane.
-</p>
-
-<p>
-Emilia chinò il capo.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, sventurata Emilia!... E, misero, misero
-giovane!
-</p>
-
-<p>
-— Misero davvero! Serba a lui tutta quanta la
-tua pietà, Gertrude, perchè egli fu di gran lunga
-il più infelice dei due.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, amica mia buona! Quanto dev'essere stato
-terribile il vostro dolore! Come avete potuto soffrirlo
-e vivere?
-</p>
-
-<p>
-— Intendi il dolore per i miei occhi? Oh, sì, fu
-terribile assai! Ma lo strazio dell'anima fu ben peggio
-ancora....
-</p>
-
-<p>
-— E che avvenne di lui? Che fece poi il signor
-Graham?
-</p>
-
-<p>
-— Non posso darti un'esatta relazione di ciò che
-seguì. Io non ero in condizioni da poter sapere come
-fosse stato trattato da mio padre il suo figliastro.
-Puoi immaginartelo però. Bandì il giovane dalla
-sua casa, per sempre, dichiarò di non conoscerlo
-più; nè certo mitigò la sentenza con nessuna gentilezza,
-perchè ormai, oltre le accuse che gli moveva
-prima, aveva disgraziatamente da imputargli la cecità
-della sua figliuola.
-</p>
-
-<p>
-— E voi non sapeste più nulla di lui?
-</p>
-
-<p>
-— Sì. Mediante il buon dottore, il solo che fosse
-informato di tutto, seppi dopo qualche tempo ch'egli
-era partito per l'America meridionale; e nella speranza
-di poter ancora una volta comunicare col povero
-esiliato, ed assicurarlo del mio immutabile affetto,
-cominciai a rimettermi in salute; la febbre
-cessò, lo stato de' miei occhi migliorò alquanto, e il
-dottore perfino non escludeva la possibilità di restituirmi
-a grado a grado la vista. Passarono alcuni
-mesi. Quel benevolo amico, perseverando con diligenza
-nelle sue ricerche, giunse a scoprire alfine
-dove precisamente si trovasse lo sventurato giovane
-e quale fosse il suo recapito. Ma mentre, con l'aiuto
-della signora Ellis che la pietà aveva guadagnata
-alla mia causa, io principiavo una lettera piena
-d'amore, supplicandolo di ritornare, tutte le mie speranze
-terrene furono fatalmente troncate. Egli morì
-in terra d'esilio, solo, senz'assistenza, senza conforto:
-<span class="pagenum" id="Page_409">[409]</span>
-morì vittima di quel tremendo malore che rende
-i paesi meridionali inospiti allo straniero. Ed io, apprendendo
-la dolorosa notizia, ricaddi in condizioni
-più miserabili di prima, e a forza di piangere spensi
-quel barlume che incoraggiava il buon dottore,
-nè la vista potè esser più ridonata ai miei occhi....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Emilia tacque. Gertrude la cinse con le braccia,
-e rimasero strette l'una all'altra, in un tenero amplesso.
-Il comune dolore cementava la loro amicizia,
-la rendeva più cara che mai.
-</p>
-
-<p>
-La cieca riprese:
-</p>
-
-<p>
-— Io, Gertrude, ero allora una creatura del mondo,
-avida de' suoi piaceri, ignorante d'ogni altro bene.
-Dapprima perciò giacqui nelle tenebre più cupe,
-le tenebre della disperazione. Andavo intanto ricuperando
-le forze fisiche, e la vita mi si riapriva dinanzi,
-inutile e sconsolata. Tu non puoi farti un'idea
-della desolazione assoluta in cui trascorrevano i
-miei giorni. Spesso mi sono poi rimproverata il male
-che devo aver cagionato così al mio povero babbo,
-il quale, benchè non ne parlasse mai, era, ne sono
-sicura, profondamente afflitto dalle scene terribili
-avvenute, ed avrebbe dato tesori per riedificare il
-passato. Ma alfine un'alba sorse nella mia notte in
-apparenza eterna. E la luce mi fu recata da un ministro
-della Chiesa, il nostro caro signor Arnold. Egli
-dischiuse gli occhi del mio intelletto, accese la lampada
-sacra della religione nella mia anima placata,
-m'insegnò le vie della pace, e guidò gl'incerti miei
-passi verso quel beato riposo che già sulla terra è
-concesso ai fedeli di Dio. Per il mondo io sono sempre
-la disgraziata cieca che il triste suo fato esclude
-da ogni godimento; ma il mio risveglio alla vera
-luce è tale, che per me la mia sorte è ben diversa,
-ed io posso esclamare come colui che provò la virtù
-sanatrice del suo Salvatore: «Una volta ero cieca,
-ma adesso veggo!»&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude quasi dimenticò le proprie pene ascoltando
-la straziante storia d'Emilia; e quando questa
-le pose una mano sul capo, ed implorò dal Signore
-la grazia che anche ella fosse resa atta a sostenere
-con pazienza le sue prove e ad attingervi nuova forza
-e nuova bontà, la fanciulla si sentì penetrar il
-<span class="pagenum" id="Page_410">[410]</span>
-cuore da quell'amore profondo, da quella fede sublime,
-che di rado vengono a noi se non nell'ora del
-dolore, e provano che soltanto soffrendo possiamo
-divenire perfetti.
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XLI.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Ma la fanciulla a sè non venne meno</p>
-<p>Nell'ora d'agonia; calma, il terrore</p>
-<p>Stesso le infuse, ed il cuor suo l'orrore</p>
-<p>Tutto conobbe, e in ogni parte appieno.</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Southey.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Posto che il signor Graham nella sua lettera manifestava
-il proposito di trovarsi sulla banchina all'arrivo
-del piroscafo a Nuova York per ricevere la
-sua figliuola e Gertrude, il dottor Jeremy stimò inutile
-d'accompagnarle oltre Albany, dove le avrebbe
-vedute imbarcate e donde poteva poi proseguire direttamente
-per Boston, sulla linea ferroviaria dell'Ovest.
-La sua signora era oramai impaziente di
-ritornarsene a casa e non si sentiva nessuna voglia
-di rivisitare la gran metropoli con quel gran caldo.
-</p>
-
-<p>
-— Addio, Gertrudina, — disse il dottore nel salutarle
-sulla tolda d'uno dei piroscafi percorrenti il
-fiume Hudson. — Ho gran paura che voi abbiate
-perduto il cuore a Saratoga: non siete più vispa ed
-allegra come prima. Non credo però che si sia potuto
-smarrire molto lontano, in un luogo così; dunque
-procurate di ritrovarlo prima che ci rivediamo
-a Boston.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Egli era appena sceso a terra, e mancavano pochi
-minuti alla partenza, quando salì a bordo una gaia
-comitiva d'elegantoni, parlando e ridendo più forte
-che non consentisse, a parer di Gertrude, la buona
-educazione. Nel gruppo spiccava Isabella Clinton, la
-quale era fatta segno di scherzosi e piacevoli motti
-da parte dei suoi amici, e sebbene fingesse d'esserne
-stizzita e quasi d'adontarsene, tradiva la propria
-compiacenza con l'espressione del bel viso invermigliato
-e ridente. A un tratto la mimica significativa
-d'alcuni di essi, e un <i>ssst</i> sommesso, avvisò dell'avvicinarsi
-di qualcuno che non doveva udire le loro
-<span class="pagenum" id="Page_411">[411]</span>
-osservazioni: e Guglielmo Sullivan comparve, con
-una sacca da viaggio in mano e un pesante scialle
-sul braccio. Il suo aspetto era grave, come la sera
-innanzi, probabilmente per la medesima ragione.
-Egli passò davanti a Gertrude che aveva calato il
-velo sulla faccia, e andò ad Isabella presso la quale
-depose sopra una seggiola il suo fardello.
-</p>
-
-<p>
-Mentre le parlava con voce sommessa, la campana
-di bordo invitò bruscamente quelli che non partivano
-a lasciare il piroscafo. Il giovane fu costretto
-ad allontanarsi in fretta, e venne a trovarsi di qualche
-passo più vicino a Gertrude nell'atto che concludeva
-il suo discorso all'altra dicendo:
-</p>
-
-<p>
-— Dunque, se farete il possibile per ritornare giovedì,
-cercherò d'aver pazienza fino allora.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude distinse chiaramente queste parole.
-</p>
-
-<p>
-Un minuto dopo la macchina si metteva in moto,
-non senza però che un uomo d'alta statura, sopraggiunto
-in quel momento, facesse a tempo d'imbarcarsi,
-fra il terrore degli spettatori, varcando con
-un salto audace lo spazio che già divideva il bastimento
-dalla riva. Egli tranquillamente passò nel salotto
-dei signori dove si stese su un divano, trasse
-di tasca un libro, e si pose a leggere.
-</p>
-
-<p>
-Quando, incominciato il viaggio, si fece un po' di
-quiete sulla tolda, Emilia domandò piano alla sua compagna:
-</p>
-
-<p>
-— Non ho forse udito dianzi la voce d'Isabella
-Clinton?
-</p>
-
-<p>
-— Infatti, — rispose Gertrude — è qui. Siede dalla
-parte opposta, e ci dà le spalle.
-</p>
-
-<p>
-— Non ci ha vedute?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, credo. Guardava in questa direzione mentre
-le persone che sono con lei sceglievano i loro
-posti.
-</p>
-
-<p>
-— E lei ne ha scelto uno che le permette di non
-vederci ora?
-</p>
-
-<p>
-— Sì.
-</p>
-
-<p>
-— Forse va a Nuova York per salutare la signora
-Graham.
-</p>
-
-<p>
-— È probabile. Non ci avevo pensato.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Seguì un silenzio. Emilia pareva pensosa. Infine
-ella mormorò appena:
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_412">[412]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Chi era il signore che venne a parlarle, un momento
-prima della partenza?
-</p>
-
-<p>
-— Guglielmo, — disse Gertrude con voce tremula.
-</p>
-
-<p>
-Emilia le premette la mano e tacque. Anche ella
-aveva udito le parole di Guglielmo, e comprendeva
-che significassero per la sua amica.
-</p>
-
-<p>
-Passarono alcune ore. Avevano percorso un gran
-tratto del fiume, perchè la velocità del piroscafo era
-grande: troppo grande, pensava Gertrude, per la
-sicurezza dei passeggeri. Dapprima, assorta nelle
-sue riflessioni e incapace di godere i pittoreschi paesaggi
-che poche settimane innanzi l'avevano tanto
-deliziata, ella era rimasta indifferente ad ogni cosa
-intorno, fissando lo sguardo nelle acque azzurre e
-profonde, e comunicando col proprio cuore. Ma a
-grado a grado la sua attenzione fu attratta da varie
-circostanze che eccitavano a bordo una viva curiosità,
-e finirono col destarle tanto spavento, che il
-corso de' suoi pensieri ne fu interrotto ed ella non
-potè più considerare se non le presenti condizioni
-d'Emilia e sue, e le possibili loro conseguenze.
-</p>
-
-<p>
-Parecchie volte, dopo lasciata Albany, il loro piroscafo
-era passato davanti a un altro di pari dimensioni,
-costruzione e velocità, recante anch'esso
-un carico di vite umane e diretto alla stessa mèta.
-Di tanto in tanto, nella loro corsa sfrenata, la contiguità
-delle due navi era tale da provocare serie
-inquietudini nel sesso debole e fiera indignazione
-nel forte. Si diceva che facevano una gara di rapidità,
-e si contendevano la vittoria disperatamente.
-Alcuni dei passeggeri, incuranti del pericolo, s'appassionavano
-per quella lotta insensata, ed eccitatissimi
-seguivano con folle ardore, frementi di piacere,
-le vicende della corsa in cui l'ambizione delle
-due rivali si manifestava con prove d'inaudita temerità.
-Ma gli altri, cioè il maggior numero, che
-comprendeva tutte le persone ragionevoli e di buon
-senso, guardavano quello spettacolo, sdegnati e impauriti.
-A molte delle stazioni sulla riva il piroscafo
-non si fermava affatto; e dove sostava un attimo, i
-disgraziati viaggiatori venivano spinti fuori o dentro
-con furia indecente a rischio della loro incolumità,
-e i rispettivi bagagli (o quelli di qualcun altro)
-<span class="pagenum" id="Page_413">[413]</span>
-scaraventati dietro a loro, senza cerimonie,
-mentre la macchina ansante e ruggente urlava contro
-la violenza fatta alla sua libertà. Verso mezzogiorno
-quella febbrile agitazione era al colmo, e neppure
-le assicurazioni del comandante che non si correvano
-pericoli, riuscirono a calmarla interamente.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude, seduta accanto ad Emilia, le teneva stretta
-una mano e spiava ansiosa ogni indizio di terrore,
-procurando d'indovinare la verità dal contegno
-e dall'aspetto dei compagni di viaggio che le
-sembravano più intelligenti. Emilia, che non vedeva
-nulla di quanto avveniva intorno a lei, ma che la
-finezza del suo udito aveva resa accorta dello spavento
-generale, era tranquilla, benchè pallidissima:
-di quando in quando interrogava la fanciulla circa
-la vicinanza del secondo piroscafo, perchè la minaccia
-d'una collisione era la causa che principalmente
-turbava i passeggeri.
-</p>
-
-<p>
-Alfine quello su cui esse erano imbarcate giunse
-a oltrepassare il suo competitore; il comandante affermò
-di nuovo che la sicurezza era piena ed intera,
-e la calma ritornò a poco a poco; chi riprese le conversazioni
-interrotte, chi spiegò un giornale. L'allegra
-compagnia di cui faceva parte Isabella Clinton
-e fra la quale grandissima era stata la paura, ricominciò
-a chiacchierare e ridere chiassosamente.
-Ma Emilia aveva sempre il viso bianco, e a Gertrude
-parve alquanto spossata.
-</p>
-
-<p>
-— Scendiamo sotto coperta, cara, — le disse questa. — Tutto
-è quieto, oramai, possiamo star sicure.
-Nel salotto delle signore ci sono sofà comodissimi;
-vi metterete un po' a giacere, e ci faremo portare
-un bicchier d'acqua.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La signorina Graham acconsentì. Cinque minuti
-dopo erano stabilite gradevolmente in un angolo del
-salotto dove rimasero indisturbate fino all'ora del
-pranzo. Non andarono però a tavola. Avevano già
-destinato d'astenersene, e dopo la scossa sofferta la
-mattina non ne avrebbero avuto più voglia in nessun
-caso. Se ne stettero perciò tranquille dov'erano,
-mentre i passeggeri accorrevano alla chiamata, da
-ogni parte del piroscafo, desiderosi di ristorarsi con
-un buon pasto dopo tanti spaventi; e potevano farlo
-<span class="pagenum" id="Page_414">[414]</span>
-in pace, perchè la gara di velocità era cessata e a
-bordo tutto procedeva con perfetto ordine.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude aperse il suo panierino da viaggio e prese
-l'involto contenente la loro colazione. Non era
-una di quelle colazioncine che le mamme previdenti
-e amorose apparecchiano per la famiglia in viaggio,
-ghiotte del pane per la materia prima e la preparazione
-appetitosa, ma consisteva semplicemente in
-un po' di roba asciutta che il dottor Jeremy s'era
-procurato in fretta all'albergo prima della loro partenza
-da Albany. La fanciulla girava lo sguardo
-dalle fette di lingua rinsecchita e di pane raffermo,
-alle focaccine spugnose parecchio stantie, ed esitava,
-non sapendo che cosa di quel poco felice assortimento
-dovesse raccomandare ad Emilia, quando un
-cameriere negro, di civile aspetto, entrò portando un
-gran vassoio carico di piattini scelti, lo posò sulla
-tavola vicina a loro, poi volgendosi a Gertrude chiese
-che altro desiderassero.
-</p>
-
-<p>
-— Ma questo non è per noi, — ella rispose. — Avete
-sbagliato.
-</p>
-
-<p>
-— Punto sbaglio, — replicò l'uomo. — Ordini ricevuti
-per signora cieca e signorina bella. Io obbedisco
-ordini. Altro, signorina?
-</p>
-
-<p>
-— No, ci basta.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il negro uscì, e Gertrude, tentando di mostrarsi
-allegra, domandò ad Emilia che avessero a fare di
-quel pranzetto comparso come nella fiaba d'Aladino.
-</p>
-
-<p>
-— Mangialo, cara, se puoi, — disse questa. — È
-per noi di certo.
-</p>
-
-<p>
-— Ma a chi lo dobbiamo?
-</p>
-
-<p>
-— Alla mia cecità e alla tua bellezza, pare, — fece
-Emilia sorridendo; e soggiunse ingenuamente: — Forse
-il primo cameriere o il maggiordomo ha avuto
-compassione di noi, visto che non eravamo in istato
-di venire a tavola, e ci ha mandato il pranzo qui.
-Suvvia, mangialo, figliuola, prima che si diacci.
-</p>
-
-<p>
-— Io?... Non ho appetito, veramente.... Ma sceglierò
-un bocconcino delicato per voi.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Quando il cameriere venne a riprendere il vassoio,
-si mostrò contristato vedendo che avevano toccato
-appena quelle buone cose. Gertrude gli diede una
-mancia domandando a chi dovesse pagare il conto.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_415">[415]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Pagare, signorina! — egli esclamò con un grottesco
-sorriso. — Mai più! Il signore paga tutto!
-</p>
-
-<p>
-— Chi? — interrogò ella, molto stupita. — Che
-signore?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ma prima che l'uomo potesse rispondere un altro
-negro dal grembiulone bianco apparve sull'uscio,
-e rivolse un cenno al suo compagno, il quale s'affrettò
-a prendere il vassoio e trotterellò via, piegato
-sotto il peso, lasciando Gertrude ed Emilia alle loro
-congetture circa il benevolo incognito.
-</p>
-
-<p>
-Finirono col concludere che quella inaspettata cortesia
-veniva senza dubbio dal dottor Jeremy: evidentemente
-egli aveva dato ordine di servirle, e pagato
-ogni cosa, prima di lasciare il piroscafo. Nè
-mai il buon dottore ricevette un più immeritato tributo
-di elogi e di gratitudine, giacchè per quanto
-avesse un cuor d'oro, atti di così raffinata galanteria
-non se li sarebbe sognati nemmeno.
-</p>
-
-<p>
-Appena mangiato, Emilia si ricoricò, e diede a Gertrude
-il consiglio d'imitarla; poi, credendo che lo
-avesse seguito, cercò di prender sonno, e dormì placidamente
-un'ora. Ma la sua compagna vegliava accanto
-a lei, con amorosa cura, impedendo alle mosche
-di turbare un riposo di cui la povera cieca,
-nel suo debole stato di salute, aveva gran bisogno,
-dopo due notti quasi insonni.
-</p>
-
-<p>
-— Che ore sono? — chiese Emilia destandosi.
-</p>
-
-<p>
-— Manca poco alle tre e un quarto, — rispose la
-giovanetta, guardando il suo orologio, bellissimo
-dono d'una classe delle sue alunne.
-</p>
-
-<p>
-Emilia si rizzò, dicendo:
-</p>
-
-<p>
-— Non possiamo dunque essere molto lontano da
-Nuova York. Dove ci troviamo ora?
-</p>
-
-<p>
-— Non lo so precisamente, ma credo in vicinanza
-delle Palizzate. Se non vi dispiace d'aspettarmi qui
-vo a vedere.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Attraversò la sala, e cominciò a salire la scaletta.
-In quella fu colpita e spaventata da un suono stridente
-accompagnato dal rumore di passi precipitati.
-Ella proseguì tuttavia, sebbene più volte urtata da
-persone che con faccia spaurita accorrevano in frotta
-per conoscere la causa di quello scompiglio. Aveva
-guadagnato a stento il sommo della scala, quando
-<span class="pagenum" id="Page_416">[416]</span>
-un uomo le passò davanti di fuga, ansimante,
-pallidissimo, gettando il grido terribile:
-</p>
-
-<p>
-— Fuoco! Fuoco!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Di lì a un secondo seguì una scena di sgomento
-e confusione, indescrivibile. Acute grida s'alzavano
-al cielo, gemiti di disperazione erompevano da cuori
-spezzati dal terrore e dal dolore per i loro cari, o
-impazziti dalla certezza della propria fine imminente.
-Ognuno invocava soccorso dagli altri, e nessuno
-era in grado di prestarne. Uomini che non avevano
-mai pregato imploravano Dio con fervore. I cervelli
-più forti erano sconvolti, gli animi più valorosi si
-sentivano mancare, cedevano all'orrore dell'ora.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude eresse la snella persona, e girò intorno
-i grandi occhi neri dilatati dallo spavento. Dappertutto
-era tumulto, ma l'elemento distruttore non appariva
-ancora che in un punto solo. Verso il centro
-della nave, dove causa l'eccessivo riscaldamento della
-macchina s'era incendiato il legno asciutto delle
-parti circostanti, una voluminosa fiamma sgorgava
-dardeggiando le sue lingue formidabili e facendo
-retrocedere interroriti i più coraggiosi. A quella vista
-la fanciulla si slanciò giù per la scaletta pensando
-soltanto a raggiungere Emilia. Ma fu arrestata
-al primo passo. Le braccia vigorose di qualcuno
-ch'era dietro a lei le cinsero la vita ed ella si
-sentì trarre con impeto sopra coperta, mentre una
-voce familiare diceva ansando:
-</p>
-
-<p>
-— Gertrude, figliuola mia, caro tesoro, state quieta,
-state quieta, io vi salverò!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Non per nulla il signor Phillips, giacchè era lui,
-le raccomandava di star quieta: ella si dibatteva
-perdutamente, gridando:
-</p>
-
-<p>
-— No! No!... Emilia.... Emilia! Lasciatemi.... a
-costo di morire devo trovare Emilia!
-</p>
-
-<p>
-— Dov'è? — domandò egli.
-</p>
-
-<p>
-— Laggiù, laggiù, — indicò Gertrude — nel salotto....
-Lasciatemi andare.... lasciatemi....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Egli gettò un rapido sguardo in giro, poi disse con
-tono fermo:
-</p>
-
-<p>
-— Calmatevi, figliuola: vi salverò tutte e due.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-D'un balzo egli fu a piè della scala e si precipitò
-nel salotto.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_417">[417]</span>
-</p>
-
-<p>
-Emilia era nell'angolo più lontano, in ginocchio,
-con la testa arrovesciata all'indietro; e la sua faccia
-pareva la faccia d'un angelo.
-</p>
-
-<p>
-Phillips e Gertrude corsero a lei; e mentre l'uno
-si chinava per sollevarla tra le sue braccia, l'altra
-esclamò ansiosa:
-</p>
-
-<p>
-— Venite, Emilia, venite! Egli ci salverà!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ma la cieca resisteva.
-</p>
-
-<p>
-— No, lasciami, Gertrude.... salvatevi voi! Oh,&nbsp;—
-soggiunse supplichevole, alzando il viso verso lo
-sconosciuto — non pensate a me, salvate la mia
-creatura!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ma non aveva finito di proferire queste parole,
-che egli già la portava fuori della sala, seguito dalla
-fanciulla.
-</p>
-
-<p>
-— Se possiamo attraversare la nave siamo sicuri! — disse
-il signor Phillips con voce soffocata.
-</p>
-
-<p>
-Impossibile. Tutto il centro della tolda ardeva.
-</p>
-
-<p>
-— Dio buono! — egli esclamò. — Troppo tardi!
-Bisogna tornare indietro.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Non senza difficoltà poteron giungere al salone lungo.
-In quel momento il piroscafo, che non appena
-scoppiato l'incendio era stato diretto verso terra,
-urtò contro le rocce e si spaccò nel mezzo. La parte
-anteriore venne perciò a trovarsi presso la riva, e
-per coloro che l'occupavano la salvezza era quasi
-certa. Ma ahimè, non così per i passeggeri che stavano
-a poppa. La poppa restava lontano, nel fiume,
-e il vento spingeva le fiamme divoranti in quella
-direzione, ponendo i disgraziati che si rifugiavano
-ancora in quel frammento della nave perduta, tra
-due elementi egualmente fatali.
-</p>
-
-<p>
-Arrivati nel salone il primo pensiero del signor
-Phillips fu d'aprire una finestra e saltare sul bordo
-traendosi dietro Emilia e Gertrude. Vi pendevano
-alcune corde. Egli ne prese una, e l'attaccò alla
-nave con la destrezza d'un vecchio marinaro. Poi
-si rivolse alla giovanetta:
-</p>
-
-<p>
-— Gertrude, — disse scolpendo le parole — io porto
-Emilia alla riva, a nuoto. Se il fuoco s'avvicina
-troppo, aggrappatevi al bordo. In caso disperato sospendetevi
-alla corda. Lasciate svolazzare il vostro
-velo. Vo e torno.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_418">[418]</span>
-</p>
-
-<p>
-— No, no! — gridò Emilia. — Prima Gertrude!
-</p>
-
-<p>
-— Zitta! — fece questa. — Ci salveremo tutti.
-</p>
-
-<p>
-— Tenetevi bene alla mia spalla, Emilia, — soggiunse
-il signor Phillips che l'aveva ripresa in braccio,
-senza badare alle sue proteste.
-</p>
-
-<p>
-S'udì un tonfo in acqua. Erano partiti.
-</p>
-
-<p>
-A un tratto Gertrude si sentì afferrata per di dietro.
-Volse il capo. Isabella Clinton, inginocchiata,
-pazza di terrore, s'abbrancava a lei in guisa da ridurre
-l'una e l'altra all'impotenza, e in pari tempo
-gridava con tono lamentoso:
-</p>
-
-<p>
-— Oh, Gertrude, Gertrude, salvatemi!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ella cercò di sollevarla, ma ogni sforzo era inutile
-perchè senza fare il minimo gesto per aiutarsi,
-quella s'avvolgeva follemente il grave abito da viaggio
-di Gertrude intorno alla persona quasi a schermirsi
-dalle fiamme invadenti, e quanto più presso
-a loro veniva balenando la luce sinistra, con più
-selvaggia frenesia la interrorita fanciulla s'aggrappava
-alla sua compagna di sventura, pur implorando
-con alte grida il suo soccorso mentre la teneva
-così impedita.
-</p>
-
-<p>
-Ma a questa era impossibile qualsiasi tentativo
-di salvezza finchè rimaneva imprigionata in quella
-tenace stretta. Ella guardò nella direzione in cui
-s'era allontanato il signor Phillips e con gioia lo
-vide ritornare. Egli, deposta Emilia in una barca
-fortunatamente incontrata, s'affrettava verso l'altra
-pericolante.
-</p>
-
-<p>
-In quel momento una gran fiammata arrivò, spinta
-dal vento, in tanta prossimità del luogo dov'erano
-rifugiate le due giovani, che Gertrude, la quale stava
-ritta, ne sentì il cocente calore, e tutt'e due furono
-mezzo soffocate dal fumo.
-</p>
-
-<p>
-Allora nell'animo della nobile creatura sorse una
-risoluzione eroica. Il signor Phillips già s'avvicinava.
-Una di loro poteva essere salvata. Sarebbe Isabella.
-Ella invocava aiuto da lei: non glielo negherebbe.
-E poi Guglielmo amava Isabella; egli avrebbe
-pianto s'ella fosse perita.... No, questo dolore gli
-verrebbe risparmiato. Per Gertrude non piangerebbe,
-non molto almeno.... Se una doveva morire, morrebbe
-lei, dunque....
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_419">[419]</span>
-</p>
-
-<p>
-Per una volontà come la sua, risolvere era fare.
-</p>
-
-<p>
-— Isabella, — ella disse col tono di quella severità
-che s'userebbe verso un bambino caparbio, dal
-quale le esortazioni amorevoli non hanno ottenuto
-nulla — m'udite? Rizzatevi in piedi: fate quanto vi
-dico, e sarete salva. M'udite?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ella udiva, tremava, e non si moveva.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude si chinò, le separò a viva forza le dita
-delle mani convulsamente intrecciate, e riprese, con
-una durezza a cui solo la necessità poteva indurla:
-</p>
-
-<p>
-— Se voi m'obbedite, tra cinque minuti sarete sulla
-riva, sana e salva, intendete? Ma se v'ostinate a
-non muovervi e comportarvi come una bimba senza
-giudizio, periremo tra le fiamme, l'una e l'altra....
-Su, su, per amor di Dio, non c'è tempo da perdere!
-E notate bene le mie parole!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Isabella si rizzò, fissò gli occhi nel viso calmo e
-risoluto di Gertrude, e domandò con voce piagnucolosa:
-</p>
-
-<p>
-— Che debbo fare?
-</p>
-
-<p>
-— Vedete l'uomo che s'avvicina a nuoto?
-</p>
-
-<p>
-— Sì.
-</p>
-
-<p>
-— Viene a noi. Tenetevi afferrata a questa corda;
-io vi calerò pian piano a fior d'acqua. Aspettate!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-E strappatasi di capo il lungo velo turchino, lo
-annodò al collo d'Isabella e lo rigettò sui biondi
-suoi capelli.
-</p>
-
-<p>
-Il signor Phillips arrivava.
-</p>
-
-<p>
-— Lesta, lesta! O sarà troppo tardi!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Isabella afferrò la corda, ma retrocedette sgomentata
-all'idea dell'acqua sotto i suoi piedi. Però una
-nuova irruzione del fuoco, da una finestra, le diede
-il coraggio di sfidare un pericolo ch'era del resto
-soltanto apparente. Aiutata da Gertrude passò sopra
-bordo, e si lasciò calare giù. Fu sorte che il
-salvatore si trovasse pronto a riceverla tra le braccia,
-perchè la paura l'aveva tanto estenuata che non
-si sarebbe potuta reggere lungamente alla corda.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude non ebbe agio di seguirli con gli occhi:
-troppo doveva badare a sè. Le fiamme oramai giungevano
-fino a lei. A un piede di distanza appena
-dardeggiavano minacciose, ed ella, avvolta in una
-negra nuvola di fumo, quasi soffocava. Non poteva
-<span class="pagenum" id="Page_420">[420]</span>
-più esitare. S'attaccò alla corda lasciata libera da
-Isabella, che il signor Phillips rapidamente portava
-a salvamento, e scivolò lungo il fianco della nave
-divorata dal fuoco. Quanto tempo le sue forze le
-avrebbero permesso di reggersi così sospesa, quanto
-tempo quella parte ancora incolume dello scafo
-avrebbe sostenuto la corda? Non ebbe da sperimentarlo.
-Nel momento stesso che ella sfiorava la fredda
-superficie del fiume, l'enorme ruota, da cui si
-trovava poco lontana, diede un ultimo giro, con un
-rumore lugubre, spirante, che risonò come una nenia
-di morte; l'acqua agitata venne spumeggiando a
-percuotere la nave e ritirandosi travolse il corpo leggero
-della fanciulla.
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XLII.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Dee la ragione governare il cuore,</p>
-<p>E all'anima irrequieta che combatte</p>
-<p>Tra la speme e il timor, suader la calma.</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Cotton.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Il signor Graham, stanco dei viaggi e delle gaie
-compagnie che non si confacevano nè ai suoi gusti
-nè alla sua età, è ritornato a godere la quiete della
-vecchia villa.
-</p>
-
-<p>
-Egli passeggia per i viali del giardino fermandosi
-di tratto in tratto ad osservare lo sviluppo di qualche
-bell'albero prediletto, o l'eccessivo rigoglio di alcuni
-arbusti già amorosamente coltivati, i cui ramoscelli
-negletti, pendenti, chiedono al giardiniere
-una buona potatura. Il suo aspetto ha un'aria di
-contentezza, di sodisfazione che mostra quanto egli
-goda di ritrovarsi nell'antica dimora familiare. Forse
-egli sarebbe restio a confessarlo, ma è un fatto:
-quel godimento deriva in gran parte dalla circostanza
-che la tranquillità del suo ritiro è piena e
-sicura, grazie alla temporanea assenza della troppo
-vivace e troppo socievole padrona di casa, la quale
-si trattiene ancora a Nuova York. Intanto s'abbandona
-con piacere all'illusione d'essere tornato ai bei
-giorni passati, quand'era libero e padrone di sè, come
-non è più adesso, perchè la signora Graham approfitta
-<span class="pagenum" id="Page_421">[421]</span>
-della sua età e de' suoi acciacchi per dominarlo,
-con arte, del resto, maravigliosa.
-</p>
-
-<p>
-E la presenza d'Emilia e di Gertrude tanto intimamente
-associate ai ricordi di quei giorni, aggiunge
-forza al dolce inganno della fantasia. Esse sono
-là, nella casa silenziosa; le vedrà a pranzo; un pranzetto
-fine e succulento, presieduto dalla signora Ellis
-con la serietà e la precisione in lei abituali, e
-mangiato in pace, senza rischio di venire interrotti
-e disturbati da qualche chiassosa irruzione d'ospiti
-inattesi.
-</p>
-
-<p>
-Sì, Gertrude, c'è anch'essa; miracolosamente salvata
-dalle acque che l'avevano travolta e quasi inghiottita,
-ella ha fatto ritorno alla quieta e veneranda
-villa che ora è per lei il luogo più caro sulla
-terra.
-</p>
-
-<p>
-Dopo ricuperati, non senza difficoltà, i sensi smarriti
-nella lunga lotta tra la vita e la morte, aveva
-saputo che uomini pietosi venuti in soccorso dei naufraghi
-con una barca, l'avevano raccolta, mentre i
-flutti la risospingevano verso la nave in fiamme. Un
-minuto più tardi sarebbe stata perduta.
-</p>
-
-<p>
-Ella non rammentava nulla. Dal momento che
-aveva commesso il leggero peso del suo corpo alla
-debole resistenza della corda, fino a quello in cui
-aveva riaperto gli occhi in una camera tranquilla
-e veduto Emilia china ansiosamente sul letto ove
-ella giaceva, c'era una lacuna nella sua memoria.
-Il signor Graham era arrivato alcune ore dopo la
-terribile catastrofe, e il giorno seguente le aveva ricondotte
-sane e salve all'antica villa da tanto tempo
-deserta.
-</p>
-
-<p>
-La casa e le sue adiacenze conservano quasi il
-medesimo aspetto di quando apparvero per la prima
-volta agli sguardi maravigliati di Gertrude ancora
-bambina, in quella sua famosa visita, lungamente
-desiderata e intensamente goduta, che fu per
-lei durante mesi ed anni un inesauribile soggetto di
-entusiastici discorsi.
-</p>
-
-<p>
-I grandi olmi che gettano sempre la densa loro
-ombra sul verde vellutato del pratello davanti alla
-casa; il viale bene inghiaiato che conduce fino all'ingresso
-e poi, biforcandosi, mette a destra nel boschetto
-<span class="pagenum" id="Page_422">[422]</span>
-dove i rami degli alberi s'intrecciano ad
-arco sopra esso, a sinistra, nell'orto dei peschi; la
-vecchia pergola coperta di lussureggianti caprifogli,
-il grande padiglione rustico dai pilastri grezzi e nodosi,
-il laghetto, la fontana, e in ispecie le aiuole,
-cui Giorgio, uno dei fedeli di Gertrude, ha quasi ridonato
-l'aspetto di quando ella le aveva in cura;
-tutte le cose, insomma, appaiono ridenti e familiari,
-quali nelle felici estati in cui Emilia, seduta nella
-sua poltrona da giardino, sotto l'ampia magnolia,
-ascoltava la voce allegra, le squillanti risate, il passo
-leggero della piccola giardiniera che movendosi
-in mezzo ai fiori come nel suo elemento dava alla
-tenera amica cieca l'idea d'un fiore animato, soavissimo
-fra tutti.
-</p>
-
-<p>
-Di tanto in tanto un pettirosso in ritardo, ultimo
-dei numerosi stormi accorsi alla festa delle ciliege,
-e da lungo tempo partiti, viene saltellando per i
-sentieri o sulle siepi di bosso lindamente tagliate,
-e rizza la testolina guardandosi intorno con l'aria
-di dire: «È ora che parta anch'io!» Una famiglia
-di scoiattoli, antichi favoriti di Gertrude che
-si divertiva a osservarli quando si trastullavano fra
-i rami del salice dirimpetto alla sua finestra, va facendo
-la sua raccolta nei noci del giardino, dove
-ce ne sono parecchi, negli angoli tranquilli preferiti
-da quegli animaletti. Tutti affaccendati essi salgono
-e scendono, ciascuno con la sua noce in bocca.
-Non erano venuti l'anno scorso, o almeno non si
-erano <i>fermati</i>, perchè la signora Graham e il suo
-giardiniere avevano dichiarato loro la guerra. Ma
-quest'anno non ci sono nemici, e possono fare copiose
-provviste per il prossimo inverno.
-</p>
-
-<p>
-La vecchia casa stessa sembra gioire della sua
-pace. La porta della facciata è aperta a due battenti.
-Nell'atrio la poltrona del signor Graham occupa
-il solito posto. Gli uccellini di Gertrude, ben
-custoditi dalla signora Ellis durante la sua assenza,
-saltellano sui sottili ballatoi della grande gabbia indiana
-appesa sotto il vasto portico. Il vecchio cane
-di guardia sta beatamente a giacere al sole, sicuro
-che nessuno lo molesterà. Il salotto è, come una volta,
-ornato da vasi pieni di fiori. E il signor Graham
-<span class="pagenum" id="Page_423">[423]</span>
-pensava ch'era assai gradevole una casa così quieta
-e ben ordinata, mentre saliva gli scalini dell'ingresso,
-faceva una fischiatina agli uccelli e una
-carezza al cane, si sedeva nella sua comoda poltrona
-e pigliava il giornale portatogli dalla linda servetta.
-</p>
-
-<p>
-La cara vecchia villa era sempre quella. Il tempo
-non aveva fatto che conferirle nuova grazia, darle
-un'aria più riposata e più serena.
-</p>
-
-<p>
-Ma i suoi abitatori?
-</p>
-
-<p>
-Il signor Graham è passato attraverso nuove vicende,
-e sebbene certi tratti del suo carattere siano
-tanto profondi da non poter essere cancellati, egli
-per molti rispetti non è più lo stesso uomo. Un tempo
-si sarebbe coraggiosamente opposto a qualsiasi
-innovazione nelle sue consuetudini domestiche, a
-qualsiasi perturbazione de' suoi comodi; ma l'età senile
-e gli acciacchi avevano depresso alquanto il
-suo spirito e domato la sua volontà fino allora invincibile.
-Giusto nel momento di questa crisi egli
-s'era unito a una donna che possedeva energia e
-fermezza di propositi, combinate con una certa dose
-d'amabilità e di sagacia, in grado sufficiente per
-vincere il suo punto quando le stesse a cuore. Ella,
-ben inteso, lo compiaceva nelle sue piccole manie,
-e lo manteneva nella dolce illusione che la sua autorità
-(quando voleva esercitarla) era assoluta e incontrastabile;
-ma barcamenava in guisa da fare a
-modo proprio in tutte le cose importanti, e lo aveva
-infine ridotto a tale, ch'egli si stimava contento di
-godere i suoi comodi in quanto poteva e lasciare
-che il resto andasse per la sua china.
-</p>
-
-<p>
-Non è quindi da maravigliarsi se tornato per alcune
-settimane alla vita del buon tempo antico, ne
-gioisse come uno scolaretto delle sue vacanze.
-</p>
-
-<p>
-Emilia siede nella sua camera, neglettamente avvolta
-in un accappatoio. Ella è più pallida che mai,
-e l'espressione del suo viso è d'ansietà, di turbamento.
-Ogni volta che l'uscio s'apre, ella sussulta,
-trema, avvampa d'un improvviso rossore, e già due
-volte nella mattinata ha dato in uno scoppio di lacrime.
-Qualunque piccolo sforzo, fin quello di vestirsi,
-le sembra insostenibile: non può seguire la
-<span class="pagenum" id="Page_424">[424]</span>
-lettura che le fa Gertrude; e ogni tanto la interrompe
-con domande concernenti il piroscafo incendiato,
-il salvamento suo e d'altre persone, e tutti i
-particolari di quella terribile scena d'angoscia e di
-morte. Il suo sistema nervoso è, certo, fieramente
-scosso. Gertrude la guarda, e piange, stupita di vedere
-come la sua calma e la sua ragionevolezza l'abbiano
-abbandonata.
-</p>
-
-<p>
-Esse sono insieme fin dalla prima colazione, ma
-Emilia non vuole che la fanciulla si trattenga con
-lei più a lungo. Insiste perchè ella esca, faccia una
-passeggiata, si distragga un poco. Ritornerà tra
-un'ora, ad aiutarla a vestirsi per il pranzo: questa
-è una cerimonia da cui la signorina Graham non
-si dispensa mai, essendo suo vivo desiderio conservare
-agli occhi del padre un'apparenza di salute e
-di felicità. Gertrude sente ch'ella davvero brama
-restar sola, e credendo che, per la prima volta, perfino
-la sua presenza le sia importuna, si ritira nella
-camera propria. E la cieca, non appena la sua compagna
-l'ha lasciata, china la faccia tra le mani e di
-nuovo dà in singhiozzi convulsi.
-</p>
-
-<p>
-La signora Ellis, vista ritirarsi la fanciulla, la segue,
-chiude l'uscio, si mette a sedere, con un'aria
-che basterebbe da sola ad aumentare le apprensioni
-di Gertrude, e parla in tono declamatorio degli spaventosi
-effetti che produce sulla povera Emilia il ricordo
-dell'orrenda catastrofe.
-</p>
-
-<p>
-— È tutta sconvolta, — conclude la governante — e
-se non comincia a star meglio tra breve, non esito
-a dirlo, temo le peggiori conseguenze. Emilia è debole;
-i viaggi non fanno per lei. Secondo me, bisogna
-che se ne stia tranquilla a casa sua. Già io non
-approvo cotesta smania di viaggiare, specie coi pericoli
-che si corrono in oggi.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Fortunatamente per Gertrude, la signora Ellis viene
-chiamata in cucina, ed ella è alfine libera di
-meditare sugli eventi degli ultimi giorni: soggetto
-inesauribile, se nessuno l'interrompesse. Ma di lì a
-qualche minuto si presenta la servetta che ha portato
-il giornale al signor Graham, e porta qualche
-cosa anche a lei. Una lettera! La riceve con mano
-tremante, e quasi non osa guardare il bollo postale.
-<span class="pagenum" id="Page_425">[425]</span>
-Il suo primo pensiero è che sia di Guglielmo. Ma
-l'illusione svanisce senza lasciar luogo a speranze
-e timori. Se il bollo è di Nuova York, dov'egli potrebbe
-trovarsi, la scrittura le è affatto sconosciuta.
-Un'altra idea, di poco minor momento, le balena;
-oppressa dalla commozione a segno che si sente mozzare
-il respiro, ella rompe il suggello e legge:
-</p>
-
-<hr class="tbs" />
-
-<p>
-«Mia diletta Gertrude, figliuola mia cara, perchè
-tale siete veramente per me, quantunque soltanto
-l'angoscia del terrore e della disperazione d'un cuore
-paterno potè strapparmi quelle parole.... Pure
-non era folle il sentimento che mi spinse nell'ora del
-pericolo a stringervi al mio petto e chiamarvi mia.
-Più volte l'avevo provato, e represso. E anche ora
-vorrei far tacere l'invito della natura, e partirmene,
-per andare a finire la triste mia vita piangendo in
-solitudine; ma la voce che ha parlato in me non può
-essere ridotta al silenzio.
-</p>
-
-<p>
-«Se vi avessi veduta felice, gaia, senza pensieri,
-non avrei chiesto di condividere la vostra gioia, e
-men che meno avrei voluto gettare un'ombra sul vostro
-cammino. Ma voi siete contristata e conturbata,
-mia povera figliuola, e la vostra afflizione stringe tra
-noi un vincolo più forte di quelli del sangue: sì, mi
-fa mille volte vostro padre, perchè io sono un uomo
-infelicissimo e stanco, e so comprendere le pene altrui.
-Voi avete un cuore buono e gentile, cara mia
-creatura. Piangeste un giorno sui dolori d'un ignoto;
-non negherete dunque la vostra pietà, se non potete
-dargli il vostro filiale amore, ad un padre desolato,
-che con mortale angoscia scrive tremando le funeste
-parole da cui sarà forse condannato all'odio e al
-disprezzo dell'unica persona cui l'unisca un legame
-naturale! Già due volte prima d'oggi tentai di vergarla,
-e deposi la penna rifuggendo dall'impresa
-crudele. Ma per difficile che mi riesca il parlare, più
-difficile ancora è soffocare i palpiti del mio cuore
-inquieto: e però ascoltatemi, benchè sia probabile
-che poi non vorrete ascoltarmi mai più....
-</p>
-
-<p>
-«V'è un uomo sulla terra al quale voi non pensiate
-senza orrore? Uno il cui nome non richiami
-alla vostra mente che fatti tenebrosi ed obbrobriosi,
-<span class="pagenum" id="Page_426">[426]</span>
-e sia stato da voi aborrito fin dai più teneri anni?
-Voi che tanto amate la vostra migliore amica, non
-avete appreso a odiare e disprezzare in pari misura
-il suo peggior nemico? Ah, non può essere diversamente!
-Ed io tremo pensando che la mia figliuola
-diletta fuggirà inorridita da suo padre quando conoscerà
-il segreto così lungamente custodito, così
-dolorosamente rivelato, quando saprà ch'egli è
-</p>
-
-<p class="indr">
-«<span class="smcap">Filippo Amory.</span>»
-</p>
-
-<p class="pad1">
-Finito di leggere, Gertrude alzò dal foglio un viso
-ch'esprimeva soltanto un profondo stupore. Quella
-strana missiva era per lei inintelligibile. Grosse lacrime
-le luccicavano negli occhi, l'eccitazione le tingeva
-le gote d'un vivo rossore. Era commossa, ma
-non comprendeva il senso delle parole di quell'uomo.
-</p>
-
-<p>
-Stette alcuni minuti fissando lo sguardo nel vuoto,
-smarritamente, poi si rizzò di scatto e, con la lettera
-serrata in una mano mosse verso la camera di
-Emilia per comunicarne a questa il bizzarro contenuto
-e chiederle d'aiutarla a interpretarlo. Ma davanti
-all'uscio si fermò. Emilia già stava male, era
-agitata e depressa: non conveniva disturbarla, cagionarle
-forse nuovi affanni. Sollecita com'era venuta
-ella si ritirò, e tornò a sedere nella sua camera
-per rileggere la singolare dichiarazione e tentar di
-trovare le tracce del mistero.
-</p>
-
-<p>
-Che il signor Phillips e lo scrivente fossero una
-sola e medesima persona le era subito apparso evidentissimo.
-Non era lieve l'impressione che avevano
-lasciata nell'animo suo le parole da lui proferite
-incontrandola nell'imminenza del pericolo, e tutta
-la sua condotta a bordo. Da tre giorni quell'esclamazione
-affettuosa le risonava di continuo all'orecchio
-ed occupava il suo spirito: «Figliuola mia,
-caro tesoro!...» Ora le balenava la consolante idea
-che il nobile e generoso straniero il quale aveva così
-coraggiosamente arrischiato la vita per salvare Emilia
-e lei, potesse in realtà essere suo padre: e tutte
-le fibre del suo essere fremevano di gioia, una speranza
-inebriante sopraffaceva il suo cervello, le dava
-le vertigini. Ora quell'idea le sembrava invece
-inverosimile, folle, e si sforzava di respingerla, di
-<span class="pagenum" id="Page_427">[427]</span>
-considerare la cosa in modo più razionale e più
-probabile: certo le parole e la condotta del signor
-Phillips si spiegavano come l'effetto d'una potente
-sovreccitazione, o forse d'una fantasia un po' disordinata,
-un po' turbata; ipotesi, quest'ultima, che anche
-in altre occasioni il suo contegno le aveva suggerito.
-</p>
-
-<p>
-Dopo la catastrofe, ella, appena riacquistata la coscienza
-di sè, aveva chiesto notizie del salvatore di
-Emilia e d'Isabella: ma egli era scomparso, senza
-lasciare alcuna possibilità di rintracciarlo. Il signor
-Graham, arrivato poco appresso, aveva affrettato la
-loro partenza, e, per quanto riluttante, ella era stata
-costretta ad abbandonare ogni speranza di rivederlo.
-Perciò si trovava ridotta alle sole sue vaghe
-e insodisfacenti congetture.
-</p>
-
-<p>
-Con Emilia ella non s'era mai confidata, per gli
-stessi motivi che l'avevano rattenuta ora dal consultarla
-sulla misteriosa epistola; ma tra sè medesima
-non aveva cessato di ponderare, notte e giorno,
-il linguaggio e le maniere inesplicabili del signor
-Phillips, non soltanto nel recente spaventoso evento,
-ma fin dal primo istante della loro conoscenza.
-</p>
-
-<p>
-La seconda lettura della lettera la rese più perplessa
-ed inquieta che mai. Nè le destava nuove
-idee, nè dava consistenza a quelle ch'era andata volgendo
-in mente fino allora.
-</p>
-
-<p>
-Ma per un'oretta ella stette a leggere e rileggere
-quelle righe, finchè le ebbe quasi scancellate con le
-lacrime che le piovevano dagli occhi, e a grado a
-grado diverse commozioni si manifestavano nella
-espressione del suo viso. A un tratto ella si rizzò,
-prese risoluta un foglio, e scrisse con una febbrile
-rapidità che mostrava come profondamente, e quasi
-terribilmente, fosse scossa in tutto il suo essere, anima
-e corpo, e si piegasse, vacillasse sotto il peso
-delle speranze, delle ansie, degli affetti, dei timori
-che si combattevano in lei:
-</p>
-
-<p class="pad1 indl">
-«Caro, caro padre,
-</p>
-
-<p class="pad1">
-«Se posso osare di credere che siete tale, o se no,
-certo, il migliore amico mio.... ma come scrivervi,
-che dirvi, poichè tutte le vostre parole sono un mistero?
-<span class="pagenum" id="Page_428">[428]</span>
-Padre! Parola benedetta! Oh, Dio volesse che
-il nobile mio amico fosse mio padre! Eppure, ditemi,
-è forse possibile? Ahimè! Ho un triste presentimento
-che il mio bel sogno sia una mèra illusione,
-un errore....
-</p>
-
-<p>
-«Io non ho mai udito pronunziare il nome di Filippo
-Amory. La mia buona, la mia dolce Emilia, mi
-ha insegnato ad amare tutti; l'odio e il disprezzo
-sono estranei alla sua natura, e, me ne confido, alla
-mia. Inoltre, ella non ha nemici, mai non ne ebbe
-uno al mondo, nè potrebbe averne. Sarebbe lo stesso
-far guerra a un angelo del Cielo, o ad una santa e
-soave creatura come lei.
-</p>
-
-<p>
-«Nè giungerete a farmi credere che voi siate un
-peccatore, un reo. Non può essere. Farebbe torto a
-un'anima retta il pensarlo: ripeto, non può essere.
-Ben volentieri poserei il capo sul petto d'un tal padre;
-con gioia adempirei il dolce dovere di consolare
-i dolori dell'uomo benevolo e generoso che con abnegazione
-mirabile ha liberamente offerto la sua vita
-per me, e per altri la cui salvezza mi stava più a
-cuore della mia propria. Quando mi prendeste tra
-le vostre braccia e mi chiamaste figliuola, cara figliuola,
-io pensai che l'angoscia di quel terribile momento
-avesse eccitato e turbato il vostro spirito in
-modo da rivestirmi d'una falsa apparenza, da confondere
-forse la mia immagine con quella d'una persona
-amata e lontana.... Adesso credo che non fu
-passeggera follia, ma che piuttosto mi scambiaste
-sempre per un'altra a cui spetterebbe il grato ufficio
-di consolare la vita contristata d'un padre, mentre
-io, ahimè, rimango l'orfana non riconosciuta,
-non cercata, la povera creatura senza babbo e senza
-mamma, che sono stata fin dai miei più teneri
-anni.
-</p>
-
-<p>
-«Se avete perduto una figlia, Dio conceda che vi
-sia restituita per amarvi come io v'amerei qualora
-avessi la fortuna d'esser quella! Ma tuttavia consideratemi
-come figliuola del vostro cuore, lasciate
-ch'io v'ami e preghi e pianga per voi, lasciate ch'io
-versi dall'anima tutta la mia gratitudine per le cure
-affettuose e la simpatia che m'avete prodigate.
-</p>
-
-<p>
-«Eppure, benchè io non vanti questo diritto e
-<span class="pagenum" id="Page_429">[429]</span>
-non osi, sì, non osi, accarezzare il pensiero che voi
-non v'ingannate credendovi mio padre, non posso
-frenare i palpiti del mio cuore, e tremo, e quasi mi
-viene meno il respiro, quando mi balena la benedetta,
-la celeste speranza di questa possibilità! No,
-no, non voglio contemplarla, perchè temo che non
-potrei sostenere il dolore di vederla svanire!...
-</p>
-
-<p>
-«Oh, che mai scrivo? Non so.... Una prolungata
-incertezza mi farebbe soffrir troppo; scrivetemi prontamente,
-o venite a me, caro padre.... voglio chiamarvi
-così una volta almeno, dovesse pur essere la
-prima e l'ultima.
-</p>
-
-<p class="indr">
-«<span class="smcap">Gertrude.</span>»
-</p>
-
-<p class="pad1">
-Il signor Phillips, o piuttosto Amory, giacchè questo
-era il suo vero nome, aveva dimenticato od
-omesso di menzionare il suo recapito. La giovanetta
-se ne avvide soltanto quando s'accinse a scriverlo
-sulla sua lettera, e provò un acuto dolore pensando
-che questa non gli sarebbe mai pervenuta. Ma si
-tranquillò alquanto osservando di nuovo il bollo postale.
-Egli doveva trovarsi a Nuova York. Senza esitare
-diresse colà la sua missiva; poi, non volendo
-affidarla ad altre mani, si mise il cappello, coperse
-con un velo il viso commosso, e s'avviò frettolosamente
-verso la Posta del villaggio.
-</p>
-
-<p>
-Per le persone sensitive e di viva immaginazione,
-nulla v'è di più penoso che l'incertezza. Quando sappiamo
-che cosa dovremo sopportare, possiamo quasi
-sempre chiamar in nostro soccorso la forza e la rassegnazione
-necessarie; ma occorrono una pazienza
-e una resistenza non comuni per rendere uno capace
-d'aspettare con calma e serenità l'approssimarsi
-d'una grave crisi piena d'eventi di cui non
-è possibile prevedere la natura, ma che inevitabilmente
-eserciteranno un'azione dominante su tutta
-la nostra vita. Un momento la speranza prevale e
-promette un esito felice; sorridiamo, respiriamo,
-l'ansietà è bandita; ma ecco che a un tratto una parola,
-uno sguardo, perfino un pensiero cambia il
-corso dei nostri sentimenti; il volto si oscura, il petto
-è oppresso da una subita ambascia, la paura ci assale
-come un incubo, e quanto più ci siamo abbandonati
-<span class="pagenum" id="Page_430">[430]</span>
-a una gioia fidente, tanto più ci sprofondiamo
-nella tortura del dubbio o nell'agonia della disperazione.
-</p>
-
-<p>
-Il caso di Gertrude era singolarmente penoso. Da
-una settimana ella già lottava contro un'angosciosa
-sospensione d'animo, quasi intollerabile; e adesso,
-d'improvviso, sorgeva un altro mistero, fonte d'incertezze
-non meno tormentose, d'affanni non meno
-intensi. Pareva invero uno sforzo superiore al potere
-d'una fanciulla così giovane, sensitiva, inesperta,
-il dominarsi a segno da reprimere le sue commozioni,
-dissimularle agli occhi altrui, soffrire sola,
-in silenzio, i crudeli rigori della sua sorte.
-</p>
-
-<p>
-Eppure lo fece, e strenuamente. Sia che la gravità
-delle emergenze suscitasse in lei, come suole avvenire
-in una donna d'alti sensi e d'alto cuore, una
-proporzionata energia, sia che dinanzi alla inutilità
-d'ogni tentativo di sciogliere il complicato nodo del
-suo destino, ella si trovasse costretta a incrociare le
-braccia e chinare il capo rassegnata, sia che con
-umile fede resa più profonda e più ardente dal sentimento
-della propria impotenza, ella si rivolgesse
-per soccorso a Colui del quale ci appare tutta la
-forza nella nostra debolezza, certo si è che mentre
-si dirigeva a casa, dopo aver consegnato la sua lettera
-al mastro di posta, la sicurezza del suo passo,
-la calma del suo sguardo alzato al cielo, mostravano
-ch'ella aveva preso in quel momento una coraggiosa
-risoluzione: risoluzione saldamente mantenuta
-durante i due giorni ch'ebbe ad attendere la risposta
-di Filippo Amory.
-</p>
-
-<p>
-Ed era questa: procurar di troncare per il presente
-le vane congetture e l'infruttuosa comparazione
-delle probabilità, che servivano soltanto ad
-affaticare il suo spirito, torturare il suo intelletto,
-turbare la sua pace; non occuparsi più di ciò che
-concerneva lei stessa; dirigere con un disperato sforzo
-tutte le sue energie fisiche e morali verso fini disinteressati,
-e aspettare pazientemente finchè la nube
-oscura che pendeva sul suo fato fosse dissipata
-dalla luce della verità, e la rivelazione squarciasse
-il mistero.
-</p>
-
-<p>
-Fu ella medesima non poco maravigliata quando
-<span class="pagenum" id="Page_431">[431]</span>
-in progresso di tempo rammentò il gran numero di
-faccende domestiche e d'amichevoli prestazioni che
-quasi macchinalmente compì nel corso di quei due
-giorni di lotta contro pensieri che tentavano con
-violenza di riprendere il sopravvento e non potevano
-essere domati che mercè un enorme sforzo di
-volontà.
-</p>
-
-<p>
-Ella spolverò e ricollocò tutti i libri della copiosa
-biblioteca, disfece i bagagli e ripose nel loro luogo
-gl'indumenti suoi e d'Emilia, aiutò la signora Ellis
-a riordinare le porcellane e le biancherie, e sbrigò
-molti altri lavori ch'erano stati negletti o posposti.
-</p>
-
-<p>
-E così, lodevolmente ingegnandosi d'occupare le
-mani se non il cuore, ella attese.
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XLIII.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Sian pur sottili gli argomenti tuoi,</p>
-<p>Non m'indurranno a cercar mai ricchezze</p>
-<p>Per amor del potere, nè il potere</p>
-<p>A pregiar per amore della gloria.</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Milton.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Nel sontuoso salotto d'uno degli alberghi di primo
-ordine che a Nuova York abbondano, Filippo Amory
-sedeva solo. Era già sera. Le tende delle finestre
-erano calate, e accesi i lumi a gas, la cui splendida
-luce faceva spiccare i colori vivaci del tappeto e
-delle tappezzerie, e diffondeva intorno un'aria di
-gaiezza e di benessere, con la quale contrastava forte
-il pallido viso e l'atteggiamento triste ed abbattuto
-dell'ospite solitario.
-</p>
-
-<p>
-Da quasi un'ora egli sedeva là, chino sulla tavola
-che occupava il centro della stanza, con la testa appoggiata
-alla mano sinistra, senza muoversi nè sollevare
-un momento lo sguardo. Egli aveva gettato
-all'indietro la massa ondosa dei suoi capelli inargentati,
-come se quel lieve peso opprimesse la sua
-fronte ardente, e se non fosse stato il lento gesto
-delle dita che di tanto in tanto passava tra i bei riccioli
-folti, si sarebbe potuto crederlo assopito.
-</p>
-
-<p>
-A un tratto si rizzò, ed ergendo l'alta e prestante
-<span class="pagenum" id="Page_432">[432]</span>
-persona, si mise a camminare in su e in giù per il
-salotto. Ma tosto una sommessa picchiata all'uscio
-arrestò il suo passo misurato: un'espressione d'inquietudine
-nervosa e di contrarietà apparve nei suoi
-lineamenti, e, buttandosi di nuovo nella poltrona,
-stava per rispondere al cameriere venuto ad annunziargli
-«un signore», che egli non poteva ricevere
-nessuno; ma l'annunziato era già sulla soglia. Il cameriere
-si ritirò e chiuse l'uscio.
-</p>
-
-<p>
-Premurosamente il visitatore, ch'era un giovanotto,
-s'avanzò verso il signor Amory; represse però il
-suo slancio cordiale dinanzi alla inaspettata freddezza
-con cui questi lo accoglieva mostrandogli nella
-faccia rannuvolata, e nel modo quasi ritroso di toccare
-la mano offerta, che la sua presenza non riesciva
-gradita.
-</p>
-
-<p>
-— Scusatemi, signor Phillips.... — disse Guglielmo
-Sullivan, poiché era lui. — Temo d'avervi disturbato.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, non lo dite! — rispose quegli, urbanamente,
-invitandolo a sedere. — Accomodatevi.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Guglielmo non fece che appoggiar la mano sulla
-spalliera della seggiola proffertagli, e seguitò rimanendo
-ritto:
-</p>
-
-<p>
-— Siete molto mutato, signore, dacchè ci vedemmo
-l'ultima volta.
-</p>
-
-<p>
-— Mutato? Sì, certo.... — disse l'altro con aria distratta.
-</p>
-
-<p>
-— La vostra salute non sarà, spero....
-</p>
-
-<p>
-— La mia salute è ottima.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Dopo avere così interrotto il giovane, Filippo Amory
-parve a un tratto comprendere che doveva pur
-fare qualche sforzo per sostenere la conversazione,
-e ripigliò:
-</p>
-
-<p>
-— È lungo tempo, signor Sullivan, che non ci siamo
-imbattuti. Non ho tuttavia scordato il debito di
-gratitudine che ho verso di voi per il vostro intervento
-tra me ed Alì, l'arabo traditore, con la sua
-truppa di ribaldi beduini.
-</p>
-
-<p>
-— Non ne parlate, signor Phillips. Il nostro incontro
-fu davvero fortunato, ma per tutti e due, perchè
-eravamo esposti al medesimo pericolo, e quindi
-ne risultò un mutuo benefizio.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_433">[433]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Non posso ammetterlo. Voi sembravate in buona
-armonia con la vostra scorta, per quanto fosse
-araba.
-</p>
-
-<p>
-— Sì, ho una certa pratica di viaggi in Oriente,
-e so come, d'ordinario, si governano quegl'infiammabili
-spiriti del deserto. Ma quando vi raggiunsi,
-entravo appunto anch'io nel territorio di tribù ostili,
-e la mia scorta correva rischio d'essere soverchiata
-se non avessi avuto il vantaggio di unire le
-mie forze alle vostre.
-</p>
-
-<p>
-— Valutate troppo modestamente il vostro genio
-conciliativo, giovanotto. Con voi, che conoscete così
-bene i fatti, non ho neppure il merito della franchezza
-confessando che il mio temperamento focoso
-e la mia volontà ostinata erano le sole cause del
-pericolo che minacciava entrambi e dal quale voi
-fortunatamente avete saputo scamparci. No, no! Non
-mi negate la sodisfazione d'esprimervi ancora una
-volta la mia gratitudine per il vostro preziosissimo
-aiuto.
-</p>
-
-<p>
-— Signore, — disse Guglielmo sorridendo — voi
-fate della mia visita proprio l'opposto di ciò che doveva
-essere. Io sono venuto qui stasera non per ricevere,
-ma per rendervi grazie.
-</p>
-
-<p>
-— Di che cosa? — fece il signor Amory bruscamente,
-rudemente quasi. — Voi non mi dovete nulla!
-</p>
-
-<p>
-— Gli amici d'Isabella Clinton hanno con voi un
-debito tale, che non potranno mai pagarlo.
-</p>
-
-<p>
-— V'ingannate, signor Sullivan. Io non ho fatto
-nulla che imponga agli amici di cotesta signorina
-la minima obbligazione verso di me.
-</p>
-
-<p>
-— Non le salvaste la vita?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, ma senza averne punto l'intenzione.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Guglielmo sorrise.
-</p>
-
-<p>
-— Non fu certo un mèro caso, signor Phillips,
-l'esservi voi messo a rischio di morte per salvare
-una vostra compagna di viaggio.
-</p>
-
-<p>
-— Infatti, non al caso ella deve la sua salvezza;
-di questo sono persuaso anch'io. Ma non ringraziate
-me; è d'altri il merito se la signorina Clinton
-oggi non dorme il sonno eterno.
-</p>
-
-<p>
-— M'è lecito domandarvi di chi parlate? Le vostre
-parole sono misteriose.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_434">[434]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Parlo d'una cara e nobile fanciulla ch'io volevo
-strappare alle fiamme.... Per lei nuotavo verso
-quell'avanzo di nave incendiata. Il suo velo azzurro
-era il segnale convenuto tra noi. Quel velo accuratamente
-avvolto intorno al capo della signorina Clinton
-m'ingannò. Io la trovai aggrappata al posto
-di.... dell'altra che cercavo, e portai a salvamento
-sulla riva la preda tolta al fuoco e alle acque senza
-riconoscerla.... abbandonando la mia diletta che aveva
-offerto la propria vita in olocausto....
-</p>
-
-<p>
-— Oh, non alla morte?
-</p>
-
-<p>
-— No, fu ricuperata per miracolo. Andate a ringraziare
-lei della salvezza d'Isabella Clinton.
-</p>
-
-<p>
-— Io ringrazio Dio, — disse Guglielmo con fervore — che
-gli orrori di tali disastri siano in parte
-compensati da eroismi come cotesto.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-L'aspetto, fino allora severo del signor Amory si
-raddolcì alquanto mentre egli ascoltava queste entusiastiche
-parole del giovane in lode della devozione
-di Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-— Chi è quella nobile fanciulla? Dov'è? — continuò
-l'altro.
-</p>
-
-<p>
-— Non me lo chiedete! — rispose l'interrogato con
-un gesto d'impazienza. — Non potrei dirvelo neppur
-se volessi. Non la rividi dopo quel giorno funesto.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Le sue maniere, ancor più che le sue parole, manifestavano
-una viva riluttanza ad entrare in più
-precisi particolari circa il salvamento d'Isabella, e
-Guglielmo, accorgendosene, rimase un momento silenzioso
-e irresoluto. Poi, avanzandosi d'un passo,
-riprese:
-</p>
-
-<p>
-— Sebbene voi non vogliate riconoscere alcuna vostra
-partecipazione al felice scampo della signorina
-Clinton, sento ch'io mancherei all'obbligo mio ove
-non vi facessi il messaggio di cui sono incaricato
-per colui che ne fu lo strumento se non la causa
-prima. Il signor Clinton mi prega di dirvi che salvando
-la vita della sua Isabella, l'unica superstite
-di sette figliuoli (tutti gli altri gli morirono in tenera
-età), avete prolungato la sua, e colmato il suo
-cuore di gratitudine tale, che qualunque parola è
-impotente ad esprimerla: fino all'ultimo dei suoi
-<span class="pagenum" id="Page_435">[435]</span>
-giorni egli non cesserà mai di benedire il vostro nome,
-e implorare da Dio le Sue grazie più elette su
-voi e su coloro che vi sono cari!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-I limpidi e penetranti occhi di Filippo Amory erano
-lievemente inumiditi, ma un blando e cortese sorriso
-errava sulle sue labbra.
-</p>
-
-<p>
-— Tutto questo da parte del signor Clinton? — egli
-rispose. — Molto gentile e del pari sincero,
-non ne dubito! Ma voi, giovanotto, non intendete
-certo di ringraziarmi soltanto a nome suo. Non avete
-nulla da dire per conto vostro?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Guglielmo parve maravigliato della domanda, tuttavia
-replicò senza esitare:
-</p>
-
-<p>
-— Sicuro, signore, io come uno della numerosa
-cerchia di conoscenti e d'amici che la signorina Clinton
-onora della sua stima, vi sono grato delle vostre
-prestazioni generose, e immensamente v'ammiro:
-nè per essa soltanto, ma per tutti coloro che
-aveste la nobile sodisfazione di salvare da una morte
-orribile oltre ogni dire!
-</p>
-
-<p>
-— Devo interpretare le vostre parole nel senso che
-voi parlate unicamente in nome dell'umanità, e non
-sentite nessuna profonda affezione particolare per
-questa o quella tra le persone che si trovavano sulla
-disgraziata nave?
-</p>
-
-<p>
-— La maggior parte erano gente a me affatto
-estranea. La signorina Clinton anzi era la sola ch'io
-conoscessi da più lungo tempo dei due o tre giorni
-passati a Saratoga. La sua morte m'avrebbe addolorato
-assai, s'intende: ella aveva una certa familiarità
-con me, da bambina, e ultimamente sono stato
-molto in sua compagnia; soprattutto poi, so che
-suo padre, il mio venerato socio e vecchio amico
-preziosissimo, la cui salute purtroppo è indebolita,
-non sarebbe potuto sopravvivere alla perdita dell'unica
-figlia, quasi idolatrata; colpo che le circostanze
-strazianti avrebbero reso ancora più terribile....
-</p>
-
-<p>
-— Voi parlate con una gran freddezza, signor Sullivan.
-Ignorereste forse che la voce pubblica vi pretende
-legato alla signorina Clinton da un sentimento
-più tenero della semplice amicizia?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il graduale dilatarsi dei grandi occhi grigi di
-<span class="pagenum" id="Page_436">[436]</span>
-Guglielmo fissi sul signor Amory mentre questi così
-diceva, e l'aria tra attonita e scrutatrice che prendeva
-il suo viso, dimostravano chiaramente quale
-impressione gli facesse quella domanda.
-</p>
-
-<p>
-— Signore, — rispose egli sedendo con gesto deliberato
-sulla seggiola presso la quale era sempre
-rimasto ritto — o io non vi comprendo, o la voce
-pubblica riferisce un'opinione assolutamente falsa.
-</p>
-
-<p>
-— Sicchè voi non avete mai saputo nulla finora
-del vostro fidanzamento?
-</p>
-
-<p>
-— Mai, ve l'assicuro. O com'è possibile che una
-ciarla così infondata abbia credito fra i conoscenti
-della signorina Clinton?
-</p>
-
-<p>
-— Lo ha, e tanto esteso, che per esempio io, mèro
-spettatore della vita di Saratoga, l'udii spesse volte
-non solo bisbigliare da orecchio ad orecchio, ma affermare
-quale fatto positivo.
-</p>
-
-<p>
-— Sono in sommo grado stupito e contrariato da
-ciò che mi dite, — proseguì il giovane che veramente
-pareva sentirne dispiacere e dispetto. — Per
-quanto cotesto rumore sia insensato non meno che
-falso, se arrivasse alla signorina Clinton provocherebbe
-la sua indignazione, e le darebbe gran noia;
-per lei, anche più che per me stesso, mi dolgo che
-certe circostanze abbiano potuto suscitarlo.
-</p>
-
-<p>
-— Parlate per ragioni di delicatezza rispetto alla
-signorina, o siete modesto a segno di credere che sarebbe
-ferita nel proprio orgoglio se sapesse il suo
-nome così accoppiato con quello del socio di suo padre,
-un giovane finora sconosciuto nei circoli del
-mondo elegante? Ma, scusatemi.... Forse ho posto
-il piede su terreno pericoloso, ed è l'orgoglio vostro
-quello che si sdegna dinanzi alla franchezza del mio
-linguaggio.
-</p>
-
-<p>
-— No, punto, signor Phillips; mi fate torto se credete
-che il mio orgoglio sia di tal natura. Ma per
-rispondere alla vostra domanda, vi dirò che mi riferivo
-tanto alla prima che alla seconda delle ragioni
-da voi menzionate, e a molte altre ancora, quando
-vi affermavo di credere che vivissimo sarebbe il risentimento
-della signorina Clinton se mai risapesse
-la sciocca ed inconsulta diceria fatta circolare sul
-suo conto.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_437">[437]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Signor Sullivan, — disse Filippo Amory con
-calore, avvicinando la sua seggiola a quella di Guglielmo — siete
-ben certo di non pregiudicarvi da
-voi stesso? Badate che un'eccessiva modestia unita
-ad esagerate e false raffinatezze sentimentali ha
-sbarrato a più d'uno la via della fortuna, e che questo
-potrebb'essere il caso vostro.
-</p>
-
-<p>
-— Come, signore? Voi parlate in una forma enigmatica,
-e io non ho idea di ciò che volete significare.
-</p>
-
-<p>
-— Bei giovani come voi, possono, lo so, mirare
-nella scelta d'una sposa alle fortune più alte; ma
-sono troppo rare, perchè se ne offrano parecchie a
-una medesima persona, e il mondo riderebbe alle
-vostre spalle se vi lasciaste sfuggire l'occasione felicissima
-che ora v'arride.
-</p>
-
-<p>
-— Occasione di che? Non intendete già consigliarmi,
-io credo....
-</p>
-
-<p>
-— Ma sì, anzi! Io sono più vecchio di voi, e conosco
-meglio la vita. Un patrimonio non s'accumula
-in un giorno, nè il denaro è cosa da disprezzarsi.
-Il signor Clinton ha logorato la sua salute affaticandosi
-nell'acquisto di quelle ricchezze, che saranno
-presto possedute dalla sua unica erede. Ella è
-giovane, bellissima, e ammiratissima nel gran mondo
-in cui vive. Tanto il padre che la figlia vi guardano
-con occhio benigno.... Oh, non vi turbate, si
-discorre tra amici, e voi sapete se è vero ciò che fin
-gli estranei hanno osservato, e di cui spesso io ho
-udito parlare come di cosa indubitata. Perchè esitate
-dunque? Non vi distorrà, spero, dall'approfittare
-di questa favorevole condizione, un qualche romantico
-e cavalleresco senso d'inferiorità da parte
-vostra, quasi non foste degno d'un premio così bello?
-</p>
-
-<p>
-— Signor Phillips, — disse Guglielmo, titubando,
-evidentemente impacciato — i commenti di persone
-conosciute in casuali e passeggeri incontri, come
-quasi tutte quelle che la signorina Clinton frequentava
-a Saratoga, non meritano fede. Le particolari
-relazioni in cui mi trovo col signor Clinton mi hanno
-ultimamente condotto a vivere in continua familiarità
-sì con lui che con la sua figliuola. Egli non ha
-ora intorno a sè parenti nè amici fidati, e perciò sembra
-<span class="pagenum" id="Page_438">[438]</span>
-agli occhi del mondo far più caso di me che
-non ne farebbe qualora ambissi la mano della signorina
-Isabella. D'altronde, questa ha tanti adoratori
-che sarebbe il colmo della vanità se io presumessi....
-</p>
-
-<p>
-— Poh, poh! — l'interruppe Filippo Amory, levandosi
-da sedere, e picchiandogli una spalla. — Ditelo,
-caro Sullivan, a qualcuno più novizio e più
-ingenuo ch'io non sia! Certo, — proseguì egli andando
-su e giù per la stanza — è dicevole cotesto
-linguaggio; ma, sebbene io rifugga dalle adulazioni,
-credo di poter senza pericolo ricordare alcuni piccoli
-fatti a un giovanotto che ha una tanto modesta opinione
-dei propri meriti. Prego, chi era il signore
-per la compagnia del quale la signorina Clinton fu
-così pronta ad abbandonare, sere sono, una splendida
-e affollata sala mentre cantava l'Alboni, e a
-lasciar delusa tutta una coorte d'ammiratori che la
-circondava di omaggi e di sorrisi? Con chi mai preferì
-ella passeggiare tranquillamente al lume di luna
-nel giardino dell'Albergo degli Stati Uniti?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Guglielmo indugiò un momento a rispondere, come
-se cercasse di rammentarsi; poi esclamò:
-</p>
-
-<p>
-— Vedo, vedo! Questa fu dunque una delle cause
-di sospetto? Io non ero invece che un messo venuto
-a chiamare la signorina Isabella al letto di suo padre....
-Avevo ansiosamente vegliato per ore il signor
-Clinton, caduto in un sonno prolungatissimo, quasi
-letargico, che impensieriva il medico; destatosi alfine,
-egli chiese della sua figliuola con tale appassionata
-insistenza, ch'io mi risolsi a disturbarle il piacere
-della serata, e condurla dov'era suo dovere andare
-immediatamente: nel casinetto in fondo al
-giardino dell'albergo, che pertanto attraversai con
-lei al lume di luna....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il signor Amory sorrise, e per la prima volta
-guardò Guglielmo con quella dolce espressione di
-benignità che il suo bel viso assumeva di rado e che
-tanto gli si addiceva.
-</p>
-
-<p>
-— Ecco che cosa sono i pettegolezzi dei luoghi come
-Saratoga! — egli fece quasi gaiamente. — Capisco
-che non devo più parlare d'altre apparenze di
-teneri sentimenti sia in voi sia nella signorina. Ma
-<span class="pagenum" id="Page_439">[439]</span>
-se anche il cuore della bella e la sua dote sono sempre
-ben custoditi da lei e da suo padre, non mancano
-buone ragioni di credere, caro Sullivan, che vi
-sarebbe agevole conquistare ambedue. Voi siete un
-giovane di grande avvenire, e possedete, a quanto
-ho udito, una geniale attitudine agli affari che vi
-rende indispensabile al vecchio; e se con la prestanza
-della vostra persona e i pregi del vostro spirito
-non vi rendete tale anche alla fanciulla, la colpa
-sarà tutta vostra.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Guglielmo rise.
-</p>
-
-<p>
-— Se questo fosse il mio scopo, ricorrerei a voi
-per incoraggiamento e consiglio; ma, signor Phillips,
-è fatica sprecata far brillare ai miei occhi cotesta
-visione lusinghiera.
-</p>
-
-<p>
-— No, dato che siate l'uomo ch'io vi credo,-replicò
-l'altro. — E non sarete certo tanto sciocco
-(scusate se uso un termine un po' forte) da disprezzare
-l'opportunità offertavi di prendere quel posto
-e far quella figura nel mondo a cui vi danno diritto
-la vostra nascita, la vostra educazione e le
-vostre qualità personali. Figlio d'un rispettabile ecclesiastico
-(professione sempre onorevolissima), favorito
-nella prima giovinezza da occasioni straordinariamente
-vantaggiose delle quali avete saputo
-approfittare, oggi, col credito che godete nelle Indie,
-se aveste al vostro comando ingenti capitali, giungereste
-presto a contare fra i negozianti più cospicui.
-Nondimeno tutto questo non basterebbe ancora
-a darvi pronto e libero accesso nelle alte sfere della
-nostra aristocrazia; mentre sposando la signorina
-Clinton, salireste d'un passo a un grado sociale che
-difficilmente avreste conquistato con lunghi sforzi, e
-a venticinque anni tocchereste la mèta più eccelsa
-che la vostra ambizione possa vagheggiare. Nè, oso
-dirlo, è verosimile che l'essere vissuto sei anni affatto
-privo della compagnia di donne gentili, non
-v'abbia disposto a sentire potentemente il fascino
-d'una grazia e una bellezza così rare....
-</p>
-
-<p>
-«Un uomo che ritorna alla terra nativa dopo una
-lunga permanenza sotto i tropici, suol essere facile
-preda della prima seducente compatriotta in cui la
-sorte lo faccia imbattere; e non è invero da maravigliarsi
-<span class="pagenum" id="Page_440">[440]</span>
-che voi siate preso dalle attrattive della signorina
-Isabella, singolari anche in questo paese di
-belle donne. E, sicuro, non avete durato sei anni di
-fatiche sotto il sole cocente dell'India, senza avere
-imparato ad apprezzare quanto vale l'insperata e
-onorevole fortuna che ve ne offre il premio: il riposo,
-la ricchezza agevolmente conseguita, e, felicità suprema,
-il possesso d'una giovane e bella sposa.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Seguì una pausa, durante la quale Filippo Amory
-stette a spiare nel volto di Guglielmo l'effetto delle
-sue parole tentatrici. Questi non tardò a palesarglielo
-con la sua risposta.
-</p>
-
-<p>
-— Signor Phillips, — disse in un tono risoluto ed
-energico che provava la sua profonda sincerità — io
-non ho infatti speso parecchi dei miei anni migliori
-lavorando sotto un cielo ardente, in prolungato
-esilio da quanto avevo di più caro, senza il
-sostegno di alti fini, senza l'incoraggiamento di dolci
-speranze. Ma voi mi giudicate assai male se stimate
-che l'ambizione che m'ha finora spronato possa
-essere sodisfatta da quelle ricompense che avete dipinte
-alla mia immaginazione con sì vividi colori.
-No, signore, credetemelo; quantunque i loro vantaggi
-siano tali che a pochi è dato conseguirli, io miro
-a qualche cosa di più alto ancora, e penso che davvero
-avrei sprecato i miei sforzi se le mie speranze
-e i miei desiderî non tendessero verso un bene più
-prezioso.
-</p>
-
-<p>
-— E dove cercate l'adempimento di cotesti voti sublimi? — domandò
-il signor Amory con accento ironico.
-</p>
-
-<p>
-— Non già nei circoli gai del mondo elegante nè
-tra l'aristocrazia del denaro. Io non dispregio un
-grado onorevole agli occhi dei miei simili, conosco
-i benefizi della ricchezza, sento il prestigio della bellezza
-e della grazia; ma non sono queste le cose
-per cui lasciai la mia patria, nè per esse vi sono
-ritornato. Benchè giovane, ho vissuto abbastanza,
-e abbastanza sofferto, perchè sia radicata nel mio
-cuore la fede che i soli beni degni d'essere cercati a
-prezzo di lotte e sacrifici, sono quelli più durevoli
-e più consolanti dei dubbi onori, delle precarie ricchezze,
-dei volubili sorrisi.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_441">[441]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Dunque, se m'è lecito domandarlo, a che cosa
-mirate?
-</p>
-
-<p>
-— A un <i>focolare domestico</i>; e non tanto per me,
-sebbene da lungo tempo io aneli alla sua pace, quanto
-per colei con cui mi confido dividerlo. Or fa un
-anno — e la voce di Guglielmo si commosse, le sue
-labbra tremarono — v'erano, oltre la cara creatura
-che adesso occupa tutta l'anima mia, altre persone
-ch'io speravo, con tenero amore, con viva gioia, di
-veder cogliere un giorno i frutti delle mie fatiche.
-Dio non m'ha concesso di ritrovarle quaggiù, e....
-ma perdonatemi, signor Phillips, non è mia intenzione
-d'importunarvi raccontandovi i miei affari
-privati.
-</p>
-
-<p>
-— Proseguite, proseguite, — disse Filippo Amory. — Merito
-bene qualche confidenza in cambio de' miei
-disinteressati consigli. Parlatemi come a un vecchio
-amico, e siate sicuro che v'ascolto con la maggior
-simpatia.
-</p>
-
-<p>
-— Da molto tempo non ho parlato liberamente di
-me stesso; — rispose Guglielmo — ma sono franco
-per natura, e giacchè manifestate il desiderio di conoscere
-qualche cosa de' miei propositi nella vita, io
-non ho alcuna ragione di nasconderveli. La mia sorte,
-signore, fu singolare fin dall'adolescenza: non vi
-dispiaccia quindi se ne fo un breve cenno. A dodici
-anni avevo già cominciato ad esercitare i doveri
-che la necessità m'imponeva. La mamma, rimasta
-vedova quand'ero bambino, e il vecchio nonno erano
-i miei soli parenti e quasi i miei soli amici; l'una
-di debole complessione, delicatissima, non atta ai lavori
-faticosi: l'altro d'età assai grave, e povero, non
-avendo altri proventi che la sua piccola paga di sagrestano
-d'una chiesa vicina. Ma, come voi sapete,
-perchè già ve lo dissi quando ci conoscemmo in
-Oriente, nonostante le loro condizioni, essi m'allevarono
-in una modesta agiatezza e mi diedero un'ottima
-educazione.
-</p>
-
-<p>
-«Ragazzo, quando le piastrelle e i cervi volanti
-sono d'ordinario gli oggetti che più appassionano, io
-ero già posseduto da un ardente desiderio di sollevare
-i miei cari d'una parte delle fatiche e delle cure
-di cui sostenevano il peso; e con questo fine cercai e
-<span class="pagenum" id="Page_442">[442]</span>
-trovai un posto, nel quale ero ben trattato e ben
-pagato, e che conservai fino alla morte del mio buon
-principale. Poi, per un tempo ebbi a sentire dolorosamente
-la mancanza d'impiego; mi scoraggiai, fui
-infelice; e questo stato d'animo era mantenuto dalla
-convivenza con un uomo di temperamento malinconico
-ed inclinato al pessimismo, come il mio nonno,
-il quale aveva patito nel corso della sua vita crudeli
-disinganni, e però lungi dal farmi cuore insisteva
-sulla probabilità che tutti i miei disegni, tutti i miei
-tentativi d'aprirmi la via della fortuna, fossero destinati
-a fallire.
-</p>
-
-<p>
-«Io ero molto amareggiato, allora, dall'influsso
-deprimente delle tristi predizioni del vecchio; ma poi
-fui indotto a pensare che, in fondo, produssero un
-effetto utile, perchè nulla mi spinse a raddoppiare i
-miei sforzi, più che la brama di provargli ch'erano
-mal fondate; e una delle maggiori sodisfazioni da
-me gustate in questi ultimi anni fu appunto la certezza
-ripetutamente avuta ch'egli era venuto alfine
-nella persuasione piena ed intera che uno almeno
-della sua disgraziata famiglia aveva la sorte di
-sfuggire ai travagli della povertà.
-</p>
-
-<p>
-«Mia madre era una donna di natura quieta e
-gentile, piccolina della persona, di maniere semplici
-e piuttosto riservate. Ella mi amava come la stessa
-anima sua; tutte le mie nozioni della bontà mi furono
-date da lei: dal canto mio non mi sarei risparmiato
-sacrificio alcuno per farla felice, avrei
-dato la mia vita per la sua.... Ma non ci rivedremo
-mai più in questo mondo; e io.... io imparo a rassegnarmi!
-</p>
-
-<p>
-«Per loro due e per un'altra persona di cui vi parlerò
-tra poco, ero pronto ad esulare, a lottare, a soffrire
-ed essere paziente. L'occasione si presentò, ed
-io non tardai a coglierla. Presto il supremo scopo
-della mia ambizione fu conseguito. Io guadagnavo
-abbastanza per me e per loro. In progresso di tempo
-giunsi anche a farli godere un po' di lusso. E avevo
-cominciato ad attendere il giorno non lontano in
-cui il mio sospirato ritorno avrebbe finalmente reso
-perfetta la nostra felicità, mentre, ahimè, la notizia
-della morte del nonno era per via, e mia madre anch'ella
-<span class="pagenum" id="Page_443">[443]</span>
-già declinava lentamente ma inesorabilmente
-verso la tomba!
-</p>
-
-<p>
-«Tutt'e due oggi sono partiti dal mondo, e io sarei
-rimasto tanto solo da desiderare quasi di seguirli,
-se non fosse quella creatura il cui amore m'avvincerà
-alla terra finchè ella vi soggiornerà meco.
-</p>
-
-<p>
-— E lei? — domandò Filippo Amory con un ardore
-che Guglielmo, assorto nei propri pensieri, non
-osservò.
-</p>
-
-<p>
-— È una giovanetta — rispose questi — senza famiglia,
-nè ricchezza, nè bellezza; ma dotata d'uno
-spirito così alto che la fa nobile, d'un cuore così generoso
-che la fa ricca, di un'anima così pura che la
-fa bella.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-L'intensa attenzione del signor Amory e l'evidente
-suo desiderio d'udire il seguito, lo incoraggiarono a
-continuare:
-</p>
-
-<p>
-— Nello stabile dove abitavamo viveva un buon
-vecchio, che faceva il lampionaio. Era povero, più
-povero ancora di noi, ma non ho mai conosciuto un
-uomo migliore. Una sera, mentre andava in giro accendendo
-i suoi lampioni, raccolse e si portò a casa
-una bimba appena coperta di miseri cenci che una
-femmina crudele aveva in quel momento gettata sulla
-strada dove sarebbe morta di freddo, salvo che
-non fosse condotta a finire di morte più lenta in un
-ospizio; perchè soltanto le cure affettuose ed assidue
-di mia madre e dello zio True (così chiamavamo il
-nostro vecchio amico) poterono salvare quella debole
-creatura dalle conseguenze delle sevizie e degli
-stenti che l'avevano ridotta in fin di vita. Grazie
-alla loro instancabile vigilanza, alle loro premure,
-ella fu conservata per contraccambiare un giorno,
-e a cento doppi, l'amorosa assistenza prodigatale.
-</p>
-
-<p>
-«Ella era a quel tempo esile e strutta da far pietà,
-d'un colorito scialbo, e assai bruttina; inoltre nessuno
-le aveva insegnato a dominare il suo carattere
-violento, al quale univa una grande ostinatezza derivata
-certo dall'essere sempre vissuta in opposizione
-con tutti.
-</p>
-
-<p>
-«Ma nulla sgomentava l'ottimo zio True, e sotto
-l'influsso della sua paterna tenerezza, cominciarono
-a svilupparsi le facoltà e le virtù latenti in quella
-<span class="pagenum" id="Page_444">[444]</span>
-piccola anima fino allora negletta. Nell'atmosfera di
-amore ove adesso respirava, ella cambiò natura; e
-quando agli esempi e ai precetti che le erano dati
-nella sua nuova casa s'aggiunse la luce divina, versata
-sulla sua vita da una creatura eletta, la quale
-immersa ella stessa nelle tenebre, emana dal proprio
-spirito un'aureola radiosa che illumina chi gode
-il bene della sua presenza, divenne ciò che poi è
-stata costantemente: una donna in cui uno può riporre
-il suo affetto e la sua fede per sempre.
-</p>
-
-<p>
-«Quanto a me, non tardai ad amare oltre ogni
-dire quella bambina verso cui da principio mi aveva
-attratto un mèro sentimento di compassione. Stavamo
-insieme il più possibile; tutto era comune tra noi:
-studi, piaceri, dolori, passioni. Io ero il suo maestro,
-il suo protettore, il compagno dei suoi spassi infantili;
-ed ella dal canto suo era per me l'amica che mi
-consigliava e m'incoraggiava, mi consolava e mi
-compativa: un'amica preziosa, necessaria, perchè
-m'infondeva il suo spirito fervente di speranza, di
-energia, di fiducia. Ricordo come ella, tanto piccina
-ancora, mi rincorò e mi sostenne in quel mio disperato
-dolore giovanile, quando per la morte inaspettata
-del mio ottimo principale mi trovai senza
-impiego!
-</p>
-
-<p>
-«L'affezione tra lei e lo zio True era commovente.
-Bench'io fossi un ragazzo, ammiravo come una cosa
-bella il devoto amore del vecchio lampionaio per la
-sua figlioletta adottiva, «il suo uccellino», egli diceva,
-e la tenera, profonda gratitudine con cui questa
-lo ricambiava.
-</p>
-
-<p>
-«Durante alcuni anni ella gli dovette ogni cosa e
-parve essere semplicemente una bambina di cuore
-amoroso e buona. Ma giunse il tempo che le parti
-furono invertite. Il brav'uomo venne colpito da una
-infermità che lo rese invalido delle membra, bisognoso
-di continuo aiuto. Allora si manifestò in tutta
-la sua bellezza quella nobile natura femminile. Oh,
-come dolcemente la fanciulletta guidava i passi del
-vecchio che scendeva verso la tomba! Spesso, in sulla
-mezzanotte, io andavo a vedere se il nostro casigliano
-non mancasse di qualche cura che la troppo
-giovane ed inesperta infermiera era forse incapace
-<span class="pagenum" id="Page_445">[445]</span>
-di prestargli.... Mai non scorderò la figurina della
-piccola Gertrude, seduta tranquillamente accanto al
-suo letto, in quell'ora notturna che in tanti altri fanciulli
-avrebbe suscitato tutti i fantastici terrori delle
-tenebre: davanti a lei sulla tavola ardeva un fioco
-lumicino, ed ella, tenendo una mano di lui tra le
-sue, confortava la veglia dolorosa con parole d'amore,
-o gli leggeva qualche pagina della Bibbia contenente
-un santo insegnamento.
-</p>
-
-<p>
-«Ma, ahimè, la sua devozione non bastava a prolungare
-la vita del caro infermo; e, poco innanzi
-ch'io partissi per Calcutta, egli morì benedicendo
-Dio che gli aveva concesso di finire i suoi giorni in
-pace e consolato dalla sua dolce custode.
-</p>
-
-<p>
-«Toccava a me lenire il gran cordoglio della nostra
-Gertrudina; feci quanto stava nelle mie forze per
-ridarle coraggio e serenità, e fui lieto di sapere che
-io partendo lasciavo quest'ufficio all'angelica signorina
-cieca che da lungo tempo onorava della sua
-amicizia lei e lo zio True. Prima di staccarmi da mia
-madre e dal nonno, li affidai solennemente alle cure
-filiali di Gertrude, la quale aveva dato prova di
-tanta buona volontà e tanto valore. Ella promise di
-essere fedele alla missione assunta, e mantenne nobilmente
-la promessa. Nonostante la collera e la durezza
-del signor Graham (il padre della sua protettrice),
-dalla cui liberalità dipendeva da anni, ella si
-dedicò tutta, col cuore e con l'opera, all'adempimento
-dei doveri che considerava sacri. Senza curar le
-sofferenze, le fatiche, le veglie, le privazioni, abbandonò
-spontaneamente agi e piaceri, e si prestò, paziente,
-giorno e notte, in servigio degli amici che
-amava d'un amore più grande di quello d'una figliuola,
-perchè era l'amore d'una santa.
-</p>
-
-<p>
-«Io, pur eguagliandola nell'ardore e nella tenerezza,
-non avrei potuto fare la metà di ciò che fece
-lei: soltanto un cuore e una mano di donna sono
-capaci di quanto ideò ed eseguì Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-«Ella già prima era più che una sorella per me,
-era l'amica mia dilettissima, la mia assidua corrispondente;
-adesso m'avvincono a lei legami che non
-sono terreni e su cui il tempo non ha potere....
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_446">[446]</span>
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XLIV.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Ebbi occasion di metterti alla prova</p>
-<p>E a fondo scandagliar l'anima tua,</p>
-<p>Or confesso che invitto ti trovai</p>
-<p>Contro le tentazioni....</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Milton.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-— Certo, — disse Filippo Amory che aveva pazientemente
-ascoltato la storia di Guglielmo fino alla
-fine — io comprendo i vostri sentimenti. Un uomo
-d'animo generoso non può se non serbare una profonda
-e perenne gratitudine a colei che con tanta
-devozione e tanta abnegazione vegliò sugli ultimi
-giorni dei suoi cari, ai quali non poteva dedicarsi
-egli stesso, e prestò loro una faticosa assistenza: il
-calore con cui elogiate quella ragazza vi onora, Sullivan.
-Anche ella dev'essere una persona di rara
-virtù per avere mantenuto così fedelmente una promessa
-fatta in un tempo remoto, quand'era ancora
-quasi una bambina, promessa dalla quale un'amica
-meno perfetta non si sarebbe creduta vincolata, fosse
-a costo d'un sacrificio. Tuttavia non vi lasciate
-indurre da sensi troppo cavallereschi ad immolarvi
-sull'altare della riconoscenza.
-</p>
-
-<p>
-«Io stento ad ammettere che un giovane che ha
-avuto l'ambizione di tracciarsi e seguire sulla via
-della fortuna una carriera come quella da voi finora
-felicemente corsa, abbia potuto prendere a mente
-calma la seria risoluzione d'unire sè e la sua sorte
-a un'umile compagna d'infanzia, figlia d'ignoti, nè
-ricca nè bella, salvo che non sia già impegnato a
-farlo, contro sua voglia, o trascinato a cotesto matrimonio
-dall'idea che soltanto donando ciò che possiede
-di più prezioso, vale a dire sè stesso, giungerà
-a cancellare l'immenso debito che pesa su lui.
-M'è lecito domandarvi se siete già legato da una
-promessa?
-</p>
-
-<p>
-— No, — rispose Guglielmo.
-</p>
-
-<p>
-— Allora, datemi retta, un momento. Parlo per
-sincera amicizia pregandovi di non procedere inconsideratamente
-in una cosa da cui dipende la felicità
-<span class="pagenum" id="Page_447">[447]</span>
-di tutto il vostro avvenire, e d'ascoltare.... con
-pazienza, se potete.... le poche parole che ho da
-dirvi.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il giovane, infatti, cominciava a dar segni d'inquietudine.
-</p>
-
-<p>
-— V'ingannate, caro amico, se credete che la felicità
-della vostra Gertrudina, come voi la chiamate
-(gran brutto nome, veramente), sarà più sicura della
-vostra, in quest'unione male assortita: tutt'e due
-avrete occasione di pentirvene. Da sei anni voi non
-avete più veduto quella ragazza: pensate dunque a
-tutto ciò ch'è seguito in cotesto frattempo, e vedete
-un po' con quale precipitazione agite.
-</p>
-
-<p>
-«Voi avete passato tutto questo tempo all'estero,
-in una vita attiva, che v'ha fatto acquistare conoscenza
-degli uomini e dei diversi loro stati sociali.
-Nell'India, s'intende, doveste uniformarvi ad usi e
-costumi assai differenti dai nostri e dagli europei;
-ma aveste occasione di sviluppare quell'indipendenza
-di carattere e quella disinvoltura che v'hanno
-reso mirabilmente atto a comparire nei circoli eleganti
-parigini quando vi foste, di punto in bianco,
-ammesso. Senza adularvi, posso dire che voi otteneste
-un vero trionfo.
-</p>
-
-<p>
-«Era bensì un grande privilegio l'esservi presentato
-quale amico d'un uomo così noto ed altamente
-stimato come il signor Clinton; ma dovete pure riconoscere
-che vi furono prodigate segnalate attenzioni
-da Americani residenti a Parigi, e che ora,
-in patria, godete i vantaggi dell'essere stato oggetto
-di tanto favore. Io non ebbi la fortuna d'incontrarmi
-con voi in quella capitale, ma mi ci trovavo nel
-tempo del vostro soggiorno colà e mi furono riferiti
-sul conto vostro parecchi fatti che la vostra modestia
-non vi permetterebbe di confermare.
-</p>
-
-<p>
-«È agevole inferirne che non mancate di gusto
-per il gran mondo, perchè altrimenti non avreste
-saputo farci così bella figura, anzi, nemmeno mantenervi
-nella sua cerchia. Ed è del pari evidente che
-il vostro amor proprio deve sentirsi lusingato dalle
-liete accoglienze ricevute sì all'estero che nel vostro
-paese, non solo da parte degli uomini ma anche delle
-signore, e specie delle graziose e belle fanciulle che
-<span class="pagenum" id="Page_448">[448]</span>
-v'hanno onorato dei loro sorrisi; tra le quali primeggia
-colei il cui nome già s'accoppia al vostro. È forse
-ammissibile che ciò non abbia alcun influsso sui
-vostri disegni per l'avvenire?
-</p>
-
-<p>
-«Quando penso a tutte le fortune su cui potete
-fare ragionevole assegnamento, come v'ho ad esuberanza
-dimostrato, e vi odo parlar di respingerle per
-gettarvi cavallerescamente ai piedi della piccola infermiera
-di vostra madre, proprio non posso tacere
-ed astenermi dall'accennarvi l'inevitabile reazione,
-il rammarico che v'assalirà poi nel trovarvi escluso
-per sempre dai piaceri offertivi e da voi follemente
-rifiutati.
-</p>
-
-<p>
-«Non dovete dimenticare che la considerazione in
-cui è tenuto uno scapolo di belle speranze, diminuisce
-d'assai verso l'uomo ammogliato, se la sposa non
-appartiene a quella eletta classe di persone ove egli
-ambisce d'entrare. Ora la giovanetta orfana e povera
-con cui volete dividere la vostra sorte, la modesta
-maestrina di scuola....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Guglielmo, il quale a sua volta aveva preso a passeggiare
-su e giù per la stanza, fremente d'impazienza,
-si fermò di botto esclamando:
-</p>
-
-<p>
-— Io non v'ho detto che sia mai stata insegnante,
-nè nulla di simile! Come lo sapete voi?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Filippo Amory, sbadatamente traditosi palesando
-d'esser meglio informato che il giovane non potesse
-immaginarsi, esitò un momento, ma presto riprese
-la padronanza di sè, e rispose con apparente franchezza:
-</p>
-
-<p>
-— Per dirvi il vero, Sullivan, io ho veduto la ragazza
-in compagnia d'un vecchio dottore.
-</p>
-
-<p>
-— Il dottor Jeremy? — fece Guglielmo, pronto.
-</p>
-
-<p>
-— Appunto lui.
-</p>
-
-<p>
-— Quando la vedeste? Dove, e come?
-</p>
-
-<p>
-— Non m'interrogate! — disse il signor Amory
-con un tono leggero e petulante, il quale pareva significare
-che la cosa non aveva importanza, e che
-gli seccava entrare in particolari. — M'imbattei in
-quel vecchio medico nel corso d'un mio viaggio, e
-cotesta Gertrude Flint era seco. Egli mi narrò alcuni
-fatti che la concernevano, e che, devo dirlo,
-non tornano a suo svantaggio: mettendovi in guardia
-<span class="pagenum" id="Page_449">[449]</span>
-contro un matrimonio sconveniente, non parlo
-che in generale.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Guglielmo lo fissò con uno sguardo tra scrutatore
-e maravigliato, e parve in procinto d'insistere per
-ottenere spiegazioni più chiare; ma quegli riprese il
-filo del suo ragionamento senza lasciargli tempo di
-aprir bocca.
-</p>
-
-<p>
-— Cotesta Gertrude, come vi dicevo, sarà per voi
-una catena al piede, un ostacolo irremovibile opposto
-a tutti i vostri sforzi per essere ricevuto nel
-mondo elegante dove ella certo non è atta a brillare.
-Avete affermato voi stesso che non possiede nè ricchezze
-nè bellezza; della sua famiglia non sapete
-niente, e potete aspettarvi, se mai la scoprite, che
-non sia tale da farle onore. Credo pertanto di darvi
-un consiglio dettato dal senso comune, ammonendovi
-a ponderare le circostanze prima di vincolarvi
-in condizioni tanto disuguali.
-</p>
-
-<p>
-— Non dubito, signor Phillips, — disse Guglielmo
-rimettendosi a sedere, e ricomponendosi in un
-atteggiamento calmo — che gli argomenti da voi addotti
-con grande vigore per decidere una questione
-da cui dipende la mia felicità, siano fondati su ragioni
-positive e sul sincero desiderio di promuovere
-la mia fortuna. Confesso però che giudicandovi secondo
-il concetto fattomi di voi durante la nostra
-breve ma abbastanza intima relazione, eravate proprio
-l'ultima persona da cui mi sarei aspettato consigli
-come cotesto, perchè vi stimavo tanto indipendente
-dall'opinione del mondo e indifferente al suo
-plauso, da credere che non dovessero aver peso sui
-vostri criterî nel guidare un giovane.
-</p>
-
-<p>
-«Ma quantunque i vostri suggerimenti non mi facciano
-mutare proposito nè abbiano influsso alcuno
-sull'animo mio, apprezzo la sincerità e il calore con
-cui avete procurato di convertirmi a un modo di
-pensare che voi giudicate saggio; e risponderò con
-franchezza tale da persuadervi, spero, ch'io, lungi
-dal seguire gl'impulsi d'un cieco entusiasmo, dal
-prendere inconsultamente una risoluzione precipitata
-della quale potrei in seguito pentirmi, obbedisco a
-sentimenti che sono approvati dalla ragione, e hanno
-già sostenuto la prova dell'esperienza.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_450">[450]</span>
-</p>
-
-<p>
-«Voi v'apponete, reputandomi attratto da un gusto
-naturale verso le classi superiori del consorzio
-civile: gusto che la povertà e la segregazione nel
-mio cantuccio m'impedivano di manifestare al tempo
-della mia adolescenza, ma che nondimeno conferì
-non poco a determinar le mire della mia ambizione
-giovanile. Le case sontuose, gli equipaggi, i
-bei vestiti della gente ricca, esercitavano assai minor
-prestigio sulla mia fantasia, che non la signorile
-disinvoltura, la raffinatezza, l'eleganza delle maniere
-per cui si distinguevano le poche persone di
-quel ceto ch'io avessi occasione d'osservare; e sebbene
-desiderassi di conquistar la ricchezza per i suoi
-vantaggi intrinseci, per la possibilità che m'avrebbe
-dato di contribuire al benessere e alla felicità altrui,
-mi sarebbe parsa destituita di metà del suo valore
-se non m'avesse servito ad aprirmi l'adito ai circoli
-del bel mondo che contemplavo da lontano con tanta
-ammirazione.
-</p>
-
-<p>
-«Non c'era dunque bisogno delle privazioni che
-nel fatto di vita sociale ebbi a soffrire durante la
-mia dimora nell'India, perchè mi gettassi avidamente
-in mezzo ai piaceri di Parigi, dove, come voi
-dunque sapete, io, grazie alla benevolenza del mio
-socio, fui senza difficoltà ricevuto nelle migliori compagnie.
-</p>
-
-<p>
-«È vero che quando venni chiamato in Francia
-il mio spirito era ancora depresso dal fiero dolore
-contro cui lottavo dopo le tristi notizie da casa, e
-che mi sentivo poco disposto ad approfittare della
-cortesia del signor Clinton. Ma spesso impedendogli
-le condizioni della sua debole salute di partecipare
-ai divertimenti della capitale, io non potevo dispensarmi
-d'offrire la mia scorta a sua figlia, la quale,
-amantissima dei ritrovi mondani, non sapeva rassegnarsi
-a rimanerne esclusa, ed accettava sempre con
-gioia i miei servigi, trascinandomi così nel vortice
-della vita elegante; ove, devo confessarlo, v'era di
-che lusingarmi, sbalordirmi, inebriarmi.
-</p>
-
-<p>
-«Io non potevo restare indifferente ai favori insperati
-di cui mi vedevo colmato, nè respingere tutti
-gli assalti dati alla mia vanità. E non soltanto la
-virilità del mio carattere fu messa a duro cimento.
-<span class="pagenum" id="Page_451">[451]</span>
-Il privilegio d'essere accolto fra i gaudenti del gran
-mondo, m'espose a più serî pericoli. La solidità dei
-principî, la semplicità di costumi inculcate in me
-dall'infanzia e rimaste fino allora inconcusse, corsero
-grave rischio. Io avevo resistito sempre ad ogni
-sorta di tentazioni grossolane; ma i miei nuovi eleganti
-compagni me le presentavano sotto quelle forme
-raffinate che le rendono insidiose per coloro su
-cui, prive del seducente travestimento, non avrebbero
-alcun potere. Il vino, che non m'avrebbe mai attirato
-in mezzo a un'orgia disgustosa d'ubriaconi,
-nella coppa tenuta dalla mano delicata del gentiluomo
-uscito allora da un salotto dove l'avevo veduto
-festeggiato da tutti, e onorato dei sorrisi delle
-donne, scintillava d'affascinanti splendori, e mi faceva
-dimenticare l'amarezza della sua feccia. Il giocatore
-di professione, il furfante conosciuto, avrebbero
-cercato vanamente in me un loro complice;
-ma non pensavo del pari a stare in guardia contro
-gli agguati di chi meno avrei sospettato. Come credere
-che i miei amici, che gli amici del signor Clinton,
-ornamenti delle alte sfere in cui vivono, fossero
-capaci di vincere il mio denaro con un giuoco sleale,
-e condurmi a mali passi, precipitarmi nella rovina?
-</p>
-
-<p>
-«Quando ricordo le prime settimane del mio soggiorno
-a Parigi, quasi mi maraviglio di non essere
-caduto in nessuno dei numerosi tranelli tesi da ogni
-parte per la mia perdizione, e verso cui le mie simpatie
-sociali, la mia natura audace e insieme ingenua
-mi traevano fatalmente. Se fui salvato, io lo
-devo, ne sono persuaso, alla memoria della santa
-mia madre, sempre vigile, i cui ammonimenti, da
-me giudicati superflui al tempo in cui me li aveva
-dati, balzavano dinanzi alla mia mente pieni di nuova
-vita, armati di nuova forza nell'ora del pericolo.
-Nulla fuorchè la coscienza che il suo spirito gentile
-aleggiava sempre sul mio cammino, contristato dai
-miei conflitti o rallegrato dai miei trionfi, può avermi
-infuso il coraggio e la perseveranza di resistere,
-d'evitar le fosse scavate sotto i miei piedi, ove i malcauti
-miei passi m'avrebbero fatto sprofondare.
-</p>
-
-<p>
-«Ma combattute e vinte queste oscure insidie, altre
-non meno pericolose minacciavano la sicurezza
-<span class="pagenum" id="Page_452">[452]</span>
-del mio avvenire perchè soccombendovi avrei perduto
-gran parte del mio benessere morale e del mio
-valore umano. Ero travolto in una ridda di piaceri,
-i quali occupavano le mie giornate, e spesso le mie
-notti, allettandomi con lusinghe che accarezzavano
-il mio amor proprio, fomentavano la mia ambizione,
-e attutivano le commozioni più nobili. E qui credo
-che la mia salvezza fu il medesimo straordinario
-favore con cui venni accolto nella cerchia della frivola
-vita mondana. S'io non l'avessi veduta che da
-fuori, se fossi stato costretto a fermarmi sulla soglia
-struggendomi nel vano desiderio d'entrare, forse
-oggi m'indugerei ancora là, cupido e deluso spettatore
-di gioie a me negate; o se avessi ottenuto soltanto
-un accesso limitato, seguiterei a lottare ardentemente
-per farmi avanti.
-</p>
-
-<p>
-«Ma ricevuto addirittura nei più sacri penetrali
-dell'alta sfera a cui anelavo, potei presto scorgere
-tutta la vacuità, tutta la nullità di quella bagattella
-che noi anglosassoni chiamiamo <i>fashion</i>.<a class="tag" id="tag5" href="#note5">[5]</a> Non
-già che non v'incontrassi affatto la grazia, lo spirito,
-la coltura, la finezza ch'io m'attendevo di trovarvi
-o che queste belle qualità fossero accompagnate
-sempre da altre meno pregevoli. No: io credo
-veramente che tutte le classi sociali possano vantare
-i loro eroi e le loro eroine, e che vi sono tra i
-mondani, uomini e donne le cui virtù rifulgerebbero
-anche in un deserto. Nè disprezzo le formalità e le
-cerimonie, decorose in sè, e fonti d'eleganza e gentilezza
-di costumi. Finchè vi sarà una classe di
-gente segnalata dalla buona educazione e dalla raffinatezza
-delle maniere, e un'altra di cui sono proprie
-l'ignoranza e la volgarità, vi dovrà essere tra
-loro una linea di divisione, ch'è naturale e che forse
-nessuna delle due desidera varcare.
-</p>
-
-<p>
-«Ma questa barriera non è la mondanità elegante,
-non è la <i>fashion</i>, la quale spesso esclude le qualità
-caratteristiche della prima e ammette liberamente
-quelle della seconda. E se io ardisco fare una
-distinzione fondata sopra un più alto concetto, gli è
-perchè ho veduto da vicino quanto sia fallace l'opinione
-<span class="pagenum" id="Page_453">[453]</span>
-comune che le distingue secondo vane apparenze.
-</p>
-
-<p>
-— Siete molto giovane per filosofare così profondamente, — disse
-il signor Amory. — Più d'uno volta
-le spalle, disgustato, ad un'aristocrazia in cui non
-gli è riuscito d'ottenere accesso, ma ben pochi, ottenutolo,
-vi rinunziano.
-</p>
-
-<p>
-— Ben pochi, forse, almeno tra i <i>giovani</i>, — rispose
-Guglielmo — hanno avuto le occasioni che ebbi
-io di penetrarne i segreti. Credo di poter dire senza
-tradimento, posto che parlo in generale, d'aver veduto
-nella così detta aristocrazia del nostro paese,
-ignoranza, sguaiataggine, bassezza ed immoralità
-assai maggiori che non avrei creduto ammissibile.
-Ricordo frequenti casi in cui il più compito gentiluomo,
-o la più bella signora d'un circolo brillante,
-mostrò di non possedere neanche nozioni elementari
-in materie comunissime. Fui presente a ricevimenti
-splendidi per lusso ed eleganza, disonorati da
-esempi d'inciviltà e di rozzezza d'animo che offendevano
-del pari il buon gusto e la delicatezza. Osservai
-come la folle prodigalità in certe cose fosse
-ricattata con un'egoistica e spregevole parsimonia
-in certe altre: vidi uomini e donne manifestare una
-mancanza di principî morali e religiosi, la quale
-prova che l'occupare un alto grado sulla terra non
-preserva l'anima da quelle contaminazioni che la
-rendono indegna d'essere un giorno assunta in cielo.
-</p>
-
-<p>
-— Sì, ho notato cotesti fatti anch'io, — fece Filippo
-Amory — ma la mia esperienza del mondo è
-eccezionale, e le circostanze hanno acuito la mia
-perspicacia. Mi fa però maraviglia che abbiano attratto
-la vostra attenzione.
-</p>
-
-<p>
-— Non già a bella prima. Lo splendore del gran
-mondo m'aveva abbagliato, accecato, e soltanto a
-poco a poco riacquistai la chiarezza delle mie percezioni.
-Il sospetto della sua vanità, della sua falsità,
-si fondò su varie prove d'egoismo, di follia, di
-durezza che caddero sotto i miei occhi. Quanti bassi
-inganni, quali meschine rivalità, quali colpevoli
-oblii dei più sacri doveri potrei riferirvi! Ma non
-voglio palesare i segreti di singole persone, nè tediarvi
-col raccontarveli!
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_454">[454]</span>
-</p>
-
-<p>
-«Fui specialmente colpito dall'effetto che la continua
-ricerca del piacere produce sui sentimenti, sul
-carattere, sulle affezioni domestiche della donna.
-Sebbene io portassi nel cuore un'immagine di fanciulla
-buona e pura, e dolce fosse la rimembranza,
-questo vivente ideale sarebbe forse stato espulso
-dal suo trono e soppiantato da qualcuna delle fulgide
-bellezze che ammaliavano i miei sguardi, se
-alla perfezione del volto avesse corrisposto quella
-dell'anima. Vi saranno, anzi non dubito che vi siano,
-nelle alte sfere mondane, donne egregie più ammirabili
-ancora per l'eccellenza e la nobiltà della
-loro natura che per la grazia e i pregi esteriori onde
-vanno adorne; ma tra quelle ch'io conobbi da presso,
-nessuna poteva sostenere il paragone con la modesta
-giovanetta, presente sempre al mio pensiero,
-la quale è il modello di tutte le virtù femminili.
-</p>
-
-<p>
-«Non è quindi da maravigliarsi se le altre non
-uguagliavano il mio concetto delle qualità che rendono
-una donna degna d'amore, poichè le misuravo
-alla stregua del carattere di Gertrude. Come non
-avrei rilevato il contrasto tra la stoltezza, la frivolezza,
-l'egoismo che mi vedevo dintorno, e la mente
-cólta, il cuore amoroso, l'abnegazione dell'amica lontana?
-Ella possiede tutto ciò che può abbellire la
-vita d'un uomo, dovunque lo conduca la sua sorte:
-e non riuscirete mai a persuadermi che una tale
-compagna debba essere di peso e d'ostacolo in cosa
-alcuna a colui che avrà la grande fortuna di chiamarla
-sua.
-</p>
-
-<p>
-«Quanto a me, non ambisco nulla che questa unione
-non m'offra. Mi avete parlato d'aristocrazia; la
-più alta, la sola vera ai miei occhi è quella a cui
-Gertrude appartiene per tutti i titoli e di cui potrebbe
-essere uno dei più splendidi ornamenti: l'aristocrazia
-della gentilezza di costumi, della cultura intellettuale,
-della grazia e della bellezza. M'avete parlato
-di ricchezze: se Gertrude non ha denaro nella
-sua borsa, ha però un'anima d'oro schietto, provata
-nella fornace del dolore e del sacrificio ed uscitane
-lucente e pura d'ogni lega. M'avete parlato di famiglia,
-d'onorevoli natali. Ella non ha parenti e la
-sua origine è avvolta nel mistero; ma il sangue che
-<span class="pagenum" id="Page_455">[455]</span>
-scorre nelle sue vene onora la stirpe da cui discende,
-e ogni palpito del generoso suo cuore la congiunge
-a quanto v'è di nobile al mondo.
-</p>
-
-<p>
-«Sul soggetto della bellezza siete stato eloquente.
-Quand'io mi separai da lei, ella era ancora in tutto,
-fuorchè nel carattere, quasi bambina, toccando appena
-i tredici anni. Benchè molto mutata, ed in meglio,
-dal tempo ch'era venuta tra noi, non credo che
-al comune degli uomini sarebbe parsa bella; ma se
-io non fossi stato su questo punto del tutto indifferente,
-il grande amore che le portavo m'avrebbe reso
-incapace d'un giudizio imparziale.
-</p>
-
-<p>
-«Ricordo bene, però, la viva indignazione da me
-provata udendo una volta un commesso, mio collega,
-che l'aveva veduta con me in una delle nostre
-passeggiate, fare un dileggioso confronto tra lei e la
-bellissima figliuola del nostro principale (la stessa
-signorina Clinton di cui si parlava dianzi), e l'altrettanto
-viva gioia con cui, essendo io presente a
-un esame nella scuola ch'ella frequentava, intesi la
-direttrice, una certa signorina Browne, dire à una
-signora che Gertrude Flint prometteva molto sia
-nella persona che nella mente. Se abbia mantenuto
-le sue promesse quanto alla persona non sono in
-grado di sapere; ma ricordando la sua fine e graziosa
-figurina, i suoi grandi occhi splendenti d'intelligenza,
-il viso animato dal calore del sentimento,
-la serena e quasi maestosa espressione che la purità
-dell'anima dava ai suoi lineamenti ancora infantili,
-ella m'appare come l'incarnazione di tutto ciò che
-ho di più caro.
-</p>
-
-<p>
-«Sei anni devono aver mutato il suo aspetto, ma
-sicuro non le hanno fatto perder nulla di quanto io
-pregio in lei. Ella possiede attrattive sulle quali il
-tempo non ha potere: una grazia ch'è un dono del
-Cielo, una bellezza ch'è eterna. Che cosa potrei chiedere
-di più?
-</p>
-
-<p>
-«Non v'immaginate dunque, — egli proseguì dopo
-una breve pausa — che la mia fedeltà alla compagna
-della mia adolescenza derivi unicamente da
-un senso di gratitudine. Io, è vero, le devo molto,
-assai più che non possa mai ripagare: ma l'onesta
-fiamma di cui ardo per la nobile fanciulla, nasce
-<span class="pagenum" id="Page_456">[456]</span>
-dall'amor sincero d'una purità di carattere e d'una
-semplicità di cuore senza pari.
-</p>
-
-<p>
-«C'è forse nella vita faticosa e folle del bel mondo,
-nel fasto della ricchezza, negli omaggi di una
-folla oziosa, qualche cosa che possa appagarmi il
-cuore, elevarmi lo spirito, e incoraggiare la mia attività,
-quanto il pensiero d'un focolare domestico
-tranquillo e felice, a cui presieda un'anima di donna
-con la quale l'anima mia viva in una comunione
-d'amore e di fede che il tempo non varrà a distruggere;
-che la morte renderà viepiù salda e sicura
-nella beatitudine eterna?
-</p>
-
-<p>
-— E quella che tanto amate.... siete certo.... — cominciò
-il signor Amory parlando con visibile sforzo;
-ma la voce gli mancò, e s'interruppe.
-</p>
-
-<p>
-— No, non sono <i>certo</i>, — rispose Guglielmo, prevenendo
-la domanda. — Non ho ragioni d'abbandonarmi
-alla speranza che teneramente vagheggio da
-anni, ma non mi pento d'avervi parlato con sincerità
-e candore, perchè dovesse ella infliggermi il dolore
-d'una fredda ripulsa, io sarei sempre superbo
-d'averla amata. Dal momento che ho rimesso il piede
-sul suolo americano fino ad oggi, sono sempre
-stato trattenuto da doveri che, per quanto sacri, facevano
-fremere d'impazienza il mio cuore anelante
-alla libertà di seguire i propri impulsi. Finalmente
-con questa mia visita, signor Phillips, — e così dicendo
-si alzò per accomiatarsi — io ho adempito all'ultimo
-obbligo impostomi dall'ottimo mio socio ed
-amico, e domani mi sarà concesso d'andare dove
-soltanto il dovere potè impedirmi di correre appena
-arrivato in patria.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Egli porse la mano a Filippo Amory che la prese
-con una cordialità ben diversa dalla tiepida accoglienza
-fattagli quando s'era presentato a lui.
-</p>
-
-<p>
-— Addio! — gli disse questi. — Il mio sincero desiderio
-che i vostri voti siano coronati da un lieto
-successo v'accompagna. Ma, ne sono sicuro, un giorno
-o l'altro rammenterete tutto ciò che vi ho detto
-stasera.
-</p>
-
-<p>
-— Strano uomo! — pensava Guglielmo dirigendosi
-verso l'albergo dove era alloggiato. — Con quale
-calore mi ha stretto la mano nell'accomiatarmi!
-<span class="pagenum" id="Page_457">[457]</span>
-Quanto è stato amichevole il suo saluto nonostante
-la freddezza con cui m'aveva accolto e la mia pertinacia
-nel combattere le sue opinioni e respingere
-i suoi consigli!&nbsp;—
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XLV.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p class="i4">.... è un'ardua impresa</p>
-<p>Disciplinare il cuor pria che domati</p>
-<p>N'abbian gli anni e i dolori i fieri spirti</p>
-<p>E la calma impassibile fortezza</p>
-<p>Apprendergli che sol chi soffre acquista.</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Hemans.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-La signora Prime aperse l'uscio del salotto, sporse
-la testa girando cautamente lo sguardo intorno, poi,
-col passo furtivo d'un gatto di casa che s'avventura
-un po' oltre i limiti usati, s'avanzò dicendo:
-</p>
-
-<p>
-— Signorina Gertrude, che Dio vi benedica! Vi
-date mai un da fare! Ecco che ora preparate per il
-bucato quelle immense tende della signora Graham!
-Io non me la piglierei cotesta briga: sapete che sarà
-qui appena tra quindici giorni, sicchè la signora Ellis
-ha tempo bastante.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, fo per non stare con le mani in mano!-rispose
-la fanciulla; poi, guardando piacevolmente
-la vecchia cuoca, soggiunse: — Bella cosa essere di
-nuovo tutti a casa, eh, signora Prime?
-</p>
-
-<p>
-— Bellissima! — esclamò questa con enfasi. — Ma....
-spero che il dirlo non sia nulla di male.... sarebbe
-meglio ancora se si potesse continuare a starcene
-così tranquilli, senza intrusioni!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude sorrise.
-</p>
-
-<p>
-— Mi sembra d'essere tornata al buon tempo antico,
-quando venni qui la prima volta..... — E fece,
-sospirando: — Ero una bambina, allora!
-</p>
-
-<p>
-— O adesso che cosa siete? Per amor del Cielo, signorina
-Gertrude, non vi sognate d'invecchiare. <i>Chi
-si sente</i> giovane <i>è</i> giovane.... Vedete, per esempio, la
-signorina Marta Pace....
-</p>
-
-<p>
-— Volevo appunto chiedere sue notizie, — disse
-la fanciulla riprendendo le forbici, e cominciando a
-scucire un'altra tenda. — È sempre viva e in buona
-salute?
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_458">[458]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Lei? Dio buono! Quella lì non morirà mai. Le
-vecchie che hanno un'anima di giovanottina, campano
-in eterno. Ma io ero venuta giusto per parlarvene,
-della signorina Marta.... Il ragazzo che ha portato
-il pane stamani era incaricato d'una sua imbasciata
-per voi: dice che desidera vedervi appena
-vi sia possibile. Ma s'io fossi ne' vostri panni non
-avrei furia di correre là.... nè là nè in altri posti....
-Avete bisogno di riposarvi, signorina Gertrude; io
-vedo che non state bene, siete sbattutina....
-</p>
-
-<p>
-— Desidera vedermi? Povera creatura! Voglio andarci
-oggi stesso. Non vi mettete in pena per me, signora
-Prime: io sto benissimo.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-E ci andò. Era il secondo giorno che passava nella
-più angosciosa incertezza, ed ogni occasione di
-muoversi, d'occuparsi, veniva da lei afferrata avidamente.
-</p>
-
-<p>
-Trovò la signorina Pace quasi piegata in due dai
-reumatismi, vestita meno accuratamente dell'usato
-e coccoloni davanti a un focherello di fascine e di
-trucioli. Sembrava tuttavia di umore abbastanza
-buono, e salutò la comparsa di Gertrude con esclamazioni
-di cordiale piacere.
-</p>
-
-<p>
-La curiosità, per cui s'era sempre distinta, pareva
-crescere anzichè diminuire con gli anni e gli acciacchi.
-Ella tempestò la fanciulla di domande su ciò
-che aveva fatto durante quell'anno d'assenza, sulle
-cose che aveva vedute, sulle persone che aveva frequentate.
-Si mostrò particolarmente desiderosa d'informazioni
-circa la vita di Saratoga, le mode sfoggiatevi
-dalle eleganti, le opportunità che il luogo offriva
-alle ragazze di trovare un partito vantaggioso.
-</p>
-
-<p>
-— Voi dunque, — disse a Gertrude dopo che questa
-l'ebbe pazientemente sodisfatta — non avete ancora
-eletto un compagno. Peccato. È vero, — proseguì
-con una smorfietta e un lieve gesto della mano — è
-vero che non è mai tardi per meditare il nodo
-coniugale, anzi spesso è stretto quanto mai felicemente
-da persone di cinquant'anni e più; nè certo
-una fanciulla nel fiore dei suoi giorni come voi, può
-disperar d'incontrare un giovane sposo. Nondimeno
-la vita è raddoppiata quando è divisa con un compagno
-geniale: ed io mi confidavo che noi, signorina
-<span class="pagenum" id="Page_459">[459]</span>
-Gertrude, avremmo l'una e l'altra contratto prima
-d'ora una sì fatta unione. L'esperienza detta le
-mie parole quando dichiaro che la protezione d'un
-consorte è preziosa per la donna.
-</p>
-
-<p>
-— Ma spero, signorina Marta, che voi non abbiate
-dovuto soffrire a cagione di cotesta mancanza.
-</p>
-
-<p>
-— Al contrario, ne ho sofferto terribilmente! Sappiate
-però che i dolori più crudeli sono stati quelli
-del sentimento: sì, del sentimento, ch'è la parte più
-delicata della natura femminile e che meno può sopportare
-le ferite.
-</p>
-
-<p>
-— Mi duole assai di sentire che abbiate avuto anche
-voi le vostre afflizioni. Credevo che vivendo così
-sola vi fossero almeno risparmiate certe prove.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, signorina Gertrude! — esclamò la vecchia
-zittella levando in alto le mani e parlando con un
-tono lamentoso che avrebbe commosso la sua interlocutrice
-se fosse stato un tantino meno ridicolo. — Avessi
-io le ali d'una colomba per involarmi lontano
-dai miei consanguinei! Mi lusingavo d'essermi
-sottratta alle loro ricerche, ma nel volgere di quest'ultimo
-anno sono riusciti a scoprire il mio ritiro,
-e non posso più eludere la loro vigilanza. Appena
-comincio a rimettermi dal colpo d'una visita, il cui
-solo fine, senza dubbio è quello di far l'inventario
-dei miei averi e misurare la lunghezza del mio resto
-di vita, ecco gli avvoltoi svolazzar di nuovo intorno
-alla mia dimora. Ma, — ella esclamò alzando
-la voce e gongolando manifestamente in cuor suo — cadranno
-nel proprio tranello, perchè io li burlerò
-tutti!
-</p>
-
-<p>
-— Non sapevo che aveste qualche parente. Parentela
-di nome soltanto a quanto pare.
-</p>
-
-<p>
-— Nome? — disse la signorina Marta con enfasi. — Esulto
-di gioia quando penso che non hanno l'onore
-di fregiarsi d'un casato del quale sono indegni.
-No, portano un nome diverso, plebeo, come le loro
-anime grossolane. Sono tre fratelli, tutti e tre parimente
-odiosi ai miei occhi. Uno di costoro, spregevole
-bellimbusto, viene qui immaginandosi d'abbagliarmi
-e incutermi rispetto con la sua presenza che
-egli crede imperiosa: e mi chiama «zia, zia», per
-attestare una consanguineità da cui egli ciecamente
-<span class="pagenum" id="Page_460">[460]</span>
-si illude d'esser fatto più prossimo ai miei beni. — Eccitata
-fino al furore ella quasi urlò le ultime parole. — E
-gli altri due, — soggiunse non meno rabbiosamente — sono
-pitocchi! Pitocchi sono sempre
-stati, e sempre saranno! Tal sia di loro! Io ne godo!
-Voi m'intendete, cara signorina Gertrude, siete
-una giovane di mente pronta ed aperta, ed io approfitto
-della vostra presente «contiguità», la quale,
-vogliate o no, potrebbe uno di questi giorni essere
-interrotta dall'impazienza di qualche innamorato,
-per chiedervi un favore ch'io non avrei mai
-creduto di dover sollecitare. Ho bisogno di voi.... a
-questo fine v'ho fatta chiamare.... per scrivere, — e
-qui la vecchia signorina abbassò la voce — le ultime
-volontà, il testamento di Marta Pace!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La voce sommessa tremava, esprimeva il senso di
-profonda compassione per sè medesima onde Marta
-Pace era compresa, e a cui Gertrude partecipava
-sinceramente. Questa acconsentì di buon grado a sodisfare
-il suo desiderio, in quanto poteva, avvertendo
-però che ignorava totalmente le forme legali.
-</p>
-
-<p>
-Con suo stupore la vecchina affermò la propria
-perfetta cognizione di tutte le disposizioni della legge
-per il caso dato; e infatti dettò il contenuto dell'importante
-documento in modo sì completo e impeccabile,
-che quando, avendo alcuni mesi dopo la signorina
-Pace reso l'anima a Dio, venne trovato debitamente
-munito di testimonianze, firma e suggello,
-non fu possibile attaccarlo per alcun vizio di forma
-od altro, ed ebbe pieno effetto.
-</p>
-
-<p>
-Ma colui ch'era nominato unico erede dell'abbastanza
-considerevole facoltà, non volle accettarla se
-non per distribuirla equamente tra i parenti della
-testatrice più bisognosi e più degni. Quantunque gli
-uomini rispettabili che avevano prestato ufficio di
-testimoni protestassero essere Marta Pace stata sana
-di mente e conscia dei propri atti fino all'ultimo
-momento, egli dichiarò di non poter ammettere che
-una persona in possesso del suo buon senso commettesse
-la pazza stravaganza di lasciare ad un
-estraneo tutti i suoi risparmi faticosamente accumulati
-e gelosamente custoditi per lunghi anni.
-</p>
-
-<p>
-Quell'erede universale era Guglielmo Sullivan, il
-<span class="pagenum" id="Page_461">[461]</span>
-cavaliere dalle rosee guance, il quale per lo stesso
-spirito cavalleresco che gli aveva guadagnato il vergine
-cuore e la gratitudine perenne della signorina
-Marta, ricusava una ricompensa tanto sproporzionata
-al lieve servigio reso.
-</p>
-
-<p>
-Il testamento recava un preambolo, esilarante e
-commovente ad un tempo, in cui la bizzarra vecchietta
-esponeva nel suo stile caratteristico le ragioni
-e i sentimenti che avevano determinato la
-scelta del suo erede.
-</p>
-
-<hr class="tbs" />
-
-<p>
-«Una gentildonna già innanzi negli anni ma aggrappata
-ancora alla vita e alle sue speranze e, riluttante
-ad abbandonarle, per quanto provata da
-contrarianti vicissitudini, è stata ultimamente costretta
-dai suoi parenti a rammentarsi che innanzi
-il rifiorire di un'altra primavera ella potrebbe essere
-chiamata a raggiungere i Pace defunti: ramo della
-famiglia che avvenuta la sua dipartita sarà estinto.
-Col più cortese degl'inchini e un grazioso cenno
-della mano la signorina Marta saluta passando i
-rappresentanti dell'altro ramo, e li ringrazia del previdente
-pensiero di ricordarle, prima che fosse troppo
-tardi, l'opportunità di designare la persona in
-cui favore ella desidera prendere le sue disposizioni
-testamentarie.
-</p>
-
-<p>
-«E però ella ha girato tutt'intorno lo sguardo,
-ha riveduto nello specchio della memoria tutti i suoi
-conoscenti, ed ha eletto l'erede. Il giovane stesso,
-il più perfetto tra i giovani gentiluomini dell'epoca
-nostra, spalancherà gli occhi attonito e dirà: «Signora,
-io non vi conosco!» Ma, caro signore, Marta
-Pace, benchè vecchia, brutta ed inferma, ha un cuore
-che sente con ardore giovanile. Ella non ha scordato,
-e col suo ultimo atto vuol dimostrare quanto
-viva sia la rimembranza, il bel garzone dalle rosee
-guance che un giorno la sollevò dal suolo coperto
-di ghiaccio, passò la sua mano avvizzita sotto il proprio
-vigoroso braccio, e con radiosi sorrisi e confortanti
-parole, scortò la vecchierella afflitta da reumatismi
-fino alla casa ove doveva porsi al riparo
-dalle intemperie invernali.
-</p>
-
-<p>
-«La signorina Marta ha un naturale amore della
-<span class="pagenum" id="Page_462">[462]</span>
-cortesia, e la deferenza mostrata da un gaio e bellissimo
-giovanetto all'invalida e spregiata vecchiezza
-d'una povera donna ha toccato in lei una corda
-sensibile. La signorina Marta possiede, non è un
-segreto, un piccolo tesoro, frutto dei suoi risparmi
-d'anni ed anni, e poichè ella non potrà vigilare sull'uso
-che ne sarà fatto, ha, dopo qualche intima lotta,
-risoluto di preservarlo da profanazioni trasmettendolo
-ad una persona dotata di vera gentilezza
-qual'è il signor Guglielmo Sullivan, persuasa ch'egli
-non farà mai disonore alla primitiva proprietaria,
-nè permetterà che le ricchezze da lei accumulate si
-sperdano per vie volgari.»
-</p>
-
-<hr class="tbs" />
-
-<p>
-Seguiva un inventario del patrimonio; bizzarro
-patrimonio composto d'un miscuglio eterogeneo di
-ogni sorta di valori, e infine un testamento redatto
-in forma accuratamente legale, che lo assegnava all'erede
-nominato senza aggravio alcuno di legati o
-altri obblighi.
-</p>
-
-<p>
-Non fu un agevole compito per Gertrude raccogliere
-e mettere in iscritto esattamente le idee che la
-confusa dettatura della vecchietta voleva esprimere;
-e tre o quattro ore passarono prima che il documento
-fosse ricopiato e la paziente e diligente scrivana
-libera di tornarsene a casa.
-</p>
-
-<p>
-Il cielo era nuvoloso, e una pioggia minuta cominciava
-a cadere quand'ella si mise in cammino; ma
-la distanza non era grande, e tutto il male si ridusse
-a una bagnatina.
-</p>
-
-<p>
-Emilia avvertì subito che i suoi vestiti erano un
-po' umidi.
-</p>
-
-<p>
-— Va' nel salotto, — le disse — e siediti accanto
-al fuoco. Io non scenderò che per il tè; ma c'è il
-babbo che gradirà molto la tua compagnia; è stato
-solo tutto il pomeriggio.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La fanciulla trovò il signor Graham nella sua poltrona,
-davanti a un bel fuoco di legna, sonnecchiando
-col giornale in mano. Ella prese un libro e una
-seggiola, e andò a porsi vicino a lui. Ma il calore
-essendo per lei eccessivo, si ritirò presto sur un sofà,
-all'altro lato della stanza.
-</p>
-
-<p>
-In quella udì una scampanellata alla porta d'ingresso.
-<span class="pagenum" id="Page_463">[463]</span>
-La serva, che appunto passava per l'atrio,
-aperse, e immediatamente fece entrare nel salotto il
-visitatore.
-</p>
-
-<p>
-Era Guglielmo!
-</p>
-
-<p>
-Gertrude si rizzò, ma tremava da capo a' piedi
-così forte, che non osò muovere un passo. Egli venne
-innanzi, la guardò, esitante, poi domandò inchinandosi:
-</p>
-
-<p>
-— La signorina Flint?... È qui?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ella divenne di fiamma. Volle rispondere e non
-potè.
-</p>
-
-<p>
-Non era necessario, del resto. Quel rossore bastava.
-Guglielmo la ravvisò, mosse vivamente verso di
-lei, le afferrò la destra.
-</p>
-
-<p>
-— Gertrudina! È mai possibile?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La franchezza e la semplicità delle sue maniere,
-l'ardore con cui le aveva preso e le teneva stretta
-la mano tranquillarono alquanto la turbata giovanetta.
-Il ghiaccio era rotto. Le riapparve per un
-istante il caro ragazzo d'una volta, il compagno della
-sua infanzia, l'amico diletto.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, Guglielmo, sei tornato finalmente! Sono
-tanto contenta di vederti!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il suono delle loro voci destò il signor Graham che
-s'era appisolato e non aveva udito nè la scampanellata
-nè il passo del visitatore. Si voltò nel suo
-seggiolone, poi si alzò da sedere. Guglielmo abbandonò
-la mano di Gertrude e si fece incontro al padrone
-di casa.
-</p>
-
-<p>
-— Il signor Sullivan, — balbettò ella tentando di
-compiere secondo le regole la formalità della presentazione.
-</p>
-
-<p>
-E scambiata che ebbero i due signori la stretta di
-mano di prammatica, sedettero tutti e tre.
-</p>
-
-<p>
-Allora Gertrude fu ripresa dal suo turbamento.
-Non è raro il caso che, quando due amici intimi si
-rivedono dopo una lunga separazione, si salutino e
-s'abbraccino cordialmente, e poi, nonostante tutte le
-cose che avrebbero da dirsi e che fanno ressa nel
-loro cervello, cose da fornir materia di conversazione
-per una settimana, nulla d'importante venga loro
-sulle labbra, e a un momento di silenzio segua una
-qualche domanda insulsa o frivola, per esempio rispetto
-<span class="pagenum" id="Page_464">[464]</span>
-al viaggio dell'arrivato, al suo bagaglio, o simili.
-Ma ella non aveva bisogno di risposta neppur
-a queste. Aveva già veduto Guglielmo; sapeva da
-quanti giorni era di ritorno, e di dove fosse venuto,
-e perfino con quale piroscafo; mentre dall'altro canto
-le premeva di nasconderglielo. Il suo impaccio si
-comunicò a lui, e la presenza del signor Graham, che
-era una costrizione per entrambi, faceva peggiore il
-caso.
-</p>
-
-<p>
-Infine il giovane disse:
-</p>
-
-<p>
-— Quasi non vi riconoscevo, Gertrude: anzi non
-v'ho riconosciuta.... Come....
-</p>
-
-<p>
-— Come siete venuto? — fece bruscamente il vecchio
-interrompendolo, senza aver l'aria d'avvedersene.
-</p>
-
-<p>
-— Con l'<i>Europa</i>, — rispose egli. — Sbarcai a Nuova
-York circa una settimana fa.
-</p>
-
-<p>
-— Intendevo qui, — replicò l'altro, piuttosto secco. — Avete
-preso l'omnibus?
-</p>
-
-<p>
-— Scusate, signore, — disse Guglielmo — non avevo
-capito. No, ho noleggiato un calessino.
-</p>
-
-<p>
-— S'è occupato qualcuno del vostro cavallo?
-</p>
-
-<p>
-— L'ho attaccato davanti alla casa.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Guglielmo andò alla finestra per vedere se l'animale
-fosse ancora dove l'aveva lasciato. Scendeva
-già il crepuscolo.
-</p>
-
-<p>
-Il signor Graham tornò ad accomodarsi nella sua
-poltrona, e si mise a guardare il fuoco. Seguì una
-seconda pausa, più penosa della prima.
-</p>
-
-<p>
-Questa volta ruppe il silenzio Gertrude, rispondendo
-all'osservazione interrotta:
-</p>
-
-<p>
-— Anche voi siete molto mutato.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Subito temè che le sue parole lo avessero ferito,
-potendo egli interpretarle in senso ben diverso, e di
-nuovo il sangue le affluì alle gote.
-</p>
-
-<p>
-Ma egli non parve addarsene.
-</p>
-
-<p>
-— Sì, — disse — il clima dell'Oriente produce notevoli
-alterazioni nell'aspetto di una persona; ma
-non credo d'esser mutato quanto voi. Pensate, Gertrude,
-ch'eravate una bambina quando io partii da
-Boston! Dovevo pur sapere che troverei una signorina
-fatta, ma non me la figuravo punto!
-</p>
-
-<p>
-— Quando lasciaste Calcutta?
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_465">[465]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Verso la fine di febbraio. Passai la primavera
-a Parigi.
-</p>
-
-<p>
-— Non me lo scriveste, — mormorò Gertrude con
-voce spenta.
-</p>
-
-<p>
-— No, perchè ero in procinto sempre d'imbarcarmi,
-e volevo farvi un'improvvisata.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ella sentì di non aver mostrato la maraviglia che
-egli s'attendeva, e si confuse. Tuttavia ripigliò:
-</p>
-
-<p>
-— Fui veramente in pena per la mancanza di lettere;
-ma ci rivediamo, Guglielmo, e ne sono lieta
-di tutto cuore.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, non potete esserne lieta al pari di me! — egli
-disse abbassando la voce e guardando la fanciulla
-con grande tenerezza. — Più vi guardo e più
-voi mi sembrate la <i>Gertrudina</i> d'un tempo.... Comincio
-a credere però che avrei dovuto scrivere e
-annunziarvi il mio arrivo.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude sorrise. Le maniere di Guglielmo erano
-così immutate, le sue parole così affettuose, che sarebbe
-stata ingratitudine mettere in dubbio la sua
-amicizia, se anche ella non era più tutto per lui.
-</p>
-
-<p>
-— Ma no, — rispose — le improvvisate mi sono
-sempre piaciute. Non ve ne ricordate?
-</p>
-
-<p>
-— Se me ne ricordo? Io non ho scordato nulla di
-ciò che vi piaceva.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-In quel momento gli uccellini indiani la cui gabbia
-pendeva nel vano della finestra presso la quale
-il giovane era seduto, presero a cinguettare come
-solevano verso sera. Egli alzò gli occhi.
-</p>
-
-<p>
-— Sono i vostri uccellini, — disse ella — quelli che
-mi mandaste da Calcutta.
-</p>
-
-<p>
-— Sempre tutti vivi e sani?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, tutti.
-</p>
-
-<p>
-— Siete stata per loro una padroncina amorosa.
-Quelle creaturine sono tanto delicate!
-</p>
-
-<p>
-— Li ho molto cari.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, voi, Gertrude, vi prendete tal cura di coloro
-che amate, da conservarli in vita quanto più a
-lungo sia possibile!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Il tono, meglio ancora che le parole, esprimeva il
-suo sentimento. Gertrude tacque.
-</p>
-
-<p>
-— La signorina Graham sta bene? — domandò
-Guglielmo.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_466">[466]</span>
-</p>
-
-<p>
-Ella rispose che i suoi nervi avevano sofferto una
-grande scossa nella terribile catastrofe per cui era
-passata; vennero così a discorrere del piroscafo incendiato,
-ma la fanciulla s'astenne dal dirgli che si
-trovava anche lei tra i passeggeri.
-</p>
-
-<p>
-Guglielmo parlò con viva commozione del disastro,
-biasimò severamente la temerità e la negligenza che
-lo avevano cagionato; e terminò dicendo che v'erano
-a bordo alcuni suoi pregiati amici, ma ch'egli ignorava
-che ci fosse tra essi la signorina Graham, da
-lui venerata ed amata per amor di Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-A poco a poco la conversazione dei due giovani andava
-facendosi più spigliata, inclinava all'antica familiarità.
-Egli era venuto a sedersi sul canapè, accanto
-a lei, a fine di parlare più liberamente, perchè
-sebbene il signor Graham fosse, o almeno sembrasse
-di nuovo addormentato, non si poteva già dimenticare
-la sua presenza.
-</p>
-
-<p>
-Ma Gertrude evitava a bello studio certi soggetti
-sui quali sarebbe stato naturalissimo che s'intrattenessero,
-e anzi ch'ella manifestasse una curiosità
-affettuosa: le cause dell'inopinato ritorno di Guglielmo,
-la durata della sua permanenza in patria,
-i suoi disegni per l'avvenire, e segnatamente le ragioni
-che lo avevano indotto a differire più d'una
-settimana, dopo arrivato, la visita alla fida amica.
-Ella vietava a sè stessa queste domande. Non si sentiva
-preparata a ricevere nè a chiedere le sue confidenze
-su cose che indubitatamente concernevano
-il suo fidanzamento con Isabella Clinton; pertanto
-non solo non lo interrogò in proposito, ma si diede
-gran pena di stornare il discorso s'egli accennava a
-dirne qualche cosa. E Guglielmo, ferito nel profondo
-dell'anima da quell'apparente strana indifferenza, si
-ratteneva dal forzarla ad ascoltare particolari dei
-quali ella mostrava di non curarsi.
-</p>
-
-<p>
-Parlarono della vita di Calcutta, delle novità di
-Parigi, della scuola dov'ella aveva insegnato, e di
-molte altre cose, ma non dissero parola di ciò che
-stava loro sul cuore. Infine una delle persone di servizio
-si presentò sulla soglia, e, senza vedere Guglielmo,
-avvertì che il tè era pronto. Il signor Graham
-si rizzò, e si volse, dando le spalle al fuoco. Si
-<span class="pagenum" id="Page_467">[467]</span>
-rizzò tosto anche il giovane e fece per accomiatarsi.
-Con rigido tono d'urbanità il padrone di casa lo invitò
-a rimanere. Gertrude avrebbe voluto insistere
-perchè accettasse, ma egli ringraziò ricusando così
-recisamente ch'ella comprese che la poco graziosa
-accoglienza del signor Graham lo aveva offeso.
-</p>
-
-<p>
-Il vecchio gentiluomo non sentiva punta simpatia
-per i giovanotti in generale, e Guglielmo era venuto
-a disturbargli la beatitudine d'una di quelle ore di
-quiete e libertà, divenute piuttosto rare; inoltre, e
-questo era il peggio, ricordava sempre con amaro
-cruccio che Gertrude aveva abbandonato Emilia e
-lui (così egli considerava la sua coscienziosa elezione
-tra due doveri in conflitto tra loro) a fine d'assistere
-i parenti di quell'importuno visitatore. E, si
-capisce, questo ricordo non era proprio a conciliare
-al giovane Sullivan l'animo d'un uomo così caparbio
-e ostinato nei suoi pregiudizi.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude accompagnò il suo amico fino alla porta
-di casa. La pioggia era cessata, ma il vento fischiava
-sotto il portico. Voleva essere una serata fresca.
-Guglielmo s'abbottonò l'abito, mentre s'accomiatava
-promettendo di ritornare il giorno seguente.
-</p>
-
-<p>
-— Non avete soprabito, — ella disse. — L'aria della
-notte è frizzante, e voi siete avvezzo a un clima
-caldo. Fareste bene a prendere questo scialle.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Tolse dall'attaccapanni un grave <i>plaid</i> scozzese
-che ci si trovava sempre per un caso di bisogno.
-</p>
-
-<p>
-Egli se lo gettò sul braccio ringraziandola, poi le
-prese tutt'e due le mani tra le proprie, e la guardò
-fisso negli occhi, come se bramasse dirle qualche
-cosa. Ma visto ch'ella li distoglieva dal suo sguardo
-amoroso, si spiccò da lei, la salutò con viso turbato
-e scese la scalinata di corsa. Gertrude stette con la
-gruccia della porta in mano finchè udì risonare i
-passi del suo cavallo sulla strada, poi chiuse a precipizio
-e s'affrettò a nascondersi nella sua camera.
-Ella aveva sostenuto valorosamente la prova di quell'incontro
-tanto desiderato e tanto temuto, aveva
-recitato la sua parte con calma e naturalezza; ma
-adesso tutto il suo coraggio l'abbandonava; pensava
-ai giorni, ai mesi, agli anni futuri, e comprendeva
-che prove più tremende l'aspettavano.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_468">[468]</span>
-</p>
-
-<p>
-Se Guglielmo si fosse mutato essenzialmente, se
-fosse divenuto lo zerbinotto spensierato, galante,
-mondano, o l'uomo d'affari, di cuor freddo, e intento
-solo ai guadagni, ch'ella ultimamente, a volta a volta,
-s'era figurata di dover forse trovare in lui, se
-l'avesse salutata con gelida formalità, o con dura indifferenza,
-o con goffo riserbo, avrebbe potuto disprezzarlo,
-compatirlo o biasimarlo, e quindi amarlo
-meno. Ma ritornava qual'era partito: franco e generoso,
-affettuoso e virile; le manifestava la stessa
-calda cordialità, la stessa delicata tenerezza di prima.
-Insomma era il Guglielmo ch'ella aveva tanto
-sognato, tanto amato. Evidentemente, pur avendo
-dato il cuore ad un'altra, non dimenticava l'amica
-della sua adolescenza. Amava Isabella d'amore, ma
-conservava per Gertrude un sentimento quasi fraterno.
-E mai non s'era pensato d'essere per lei più
-che un fratello.
-</p>
-
-<p>
-Conveniva dunque ch'ella si preparasse a sopportare
-la pena crudele di vederlo e udirlo parlare della
-sua fidanzata, e augurargli ogni felicità come
-una sorella al buon fratello affezionato. Ella doveva
-vincere una passione di cui fino allora non aveva
-conosciuto tutta la potenza, e trasformarla in semplice
-amicizia. A quest'idea il suo povero cuore dolorante
-si gonfiava, palpitava con violenza selvaggia,
-irrefrenabile.
-</p>
-
-<p>
-Si gettò sul letto, nascose la faccia nel guanciale,
-e pianse.
-</p>
-
-<p>
-La scosse una leggera picchiata all'uscio. Credendo
-che la chiamassero per il tè, disse senza alzarsi:
-</p>
-
-<p>
-— Siete voi, Gianna? Non ho voglia di prender
-nulla stasera....
-</p>
-
-<p>
-— Non vengo per questo, signorina; — rispose la
-ragazza — c'è una lettera.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude balzò a terra e corse ad aprire.
-</p>
-
-<p>
-— Un ragazzino me l'ha consegnata, ed è scappato
-a gambe, — proseguì Gianna mettendole in
-mano un plico voluminoso. — M'ha raccomandato
-di darvela immediatamente.
-</p>
-
-<p>
-— Portatemi un lume, — disse ella.
-</p>
-
-<p>
-Mentre la servetta andava per il lume, Gertrude
-esaminava il plico cercando d'indovinare che potesse
-<span class="pagenum" id="Page_469">[469]</span>
-contenere quella missiva di così straordinarie
-dimensioni e tanto pesante. Non credeva possibile
-che fosse la risposta del signor Amory: l'aspettava
-al più presto entro il giorno seguente. Da chi mai
-proveniva? Ma non appena Gianna rientrò recando
-luce nella stanza, ella riconobbe la scrittura di lui:
-ansiosamente ruppe il suggello ed estrasse dalla busta
-parecchi fogli coperti di fitti caratteri.
-</p>
-
-<p>
-Li lesse con un'avidità e un'intensa commozione,
-che la grave importanza del contenuto ben giustificava.
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XLVI.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Ha rapide e violente ore la vita</p>
-<p>Che nel precipitoso corso l'opra</p>
-<p>Fanno d'una tempesta....</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Hemans.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Il manoscritto diceva così:
-</p>
-
-<hr class="tbs" />
-
-<p>
-«Figliuola mia, mia dolce e amorosa creatura.
-</p>
-
-<p>
-«Poichè tu stessa m'incoraggi assicurandomi che
-il peggiore dei miei timori era infondato (il timore
-che fin dalla tua fanciullezza il mio nome fosse stato
-infamato al tuo orecchio e il tuo giovane cuore
-avesse appreso ad aborrire tuo padre); poichè posso
-fare appello a te come a un giudice imparziale, ti
-rivelerò il dramma della mia vita; e ti proverò così
-che sei veramente mia figlia confidandomi che tu
-almeno mi crederai e m'amerai ad onta dell'ingiustizia
-del mondo.
-</p>
-
-<p>
-«Non voglio nasconderti nulla. Voglio palesare
-anzi subito ciò che più pavento di dire: le spiegazioni
-che seguono varranno, spero, ad attenuare
-l'orrore della mia storia.
-</p>
-
-<p>
-«Il signor Graham è il mio patrigno, e la mia santa
-madre, morta da lunghi anni, fu in tutto, fuorchè
-nell'opera della natura, la vera madre d'Emilia. Ma
-quantunque io sia, a questo titolo, congiunto di coloro
-che tu ami tanto, mi divide da essi una terribile
-maledizione: perchè fu la mia quella mano sciagurata
-che precipitò l'infelice Emilia in perpetue tenebre,
-(oh, non odiarmi ancora, Gertrude!). E non è
-<span class="pagenum" id="Page_470">[470]</span>
-tutto: a questo fatto orrendo s'aggiunse una grave
-accusa che mi denigrava agli occhi dei miei simili:
-l'accusa d'un delitto basso e vergognoso. Pure, io
-che vivo sotto un bando, io che vo errante per il
-mondo col cuore spezzato, vittima d'un funesto destino,
-sono innocente d'ogni colpa volontaria, come
-tu sarai persuasa se puoi fidare nella veracità di
-ciò che ti narro.
-</p>
-
-<p>
-«La natura mi diede e l'educazione alimentò in
-me uno spirito ribelle. Ero l'idolo di mia madre, donna
-di debole complessione, la quale sebbene m'amasse
-d'un amore per cui benedico sempre la sua memoria,
-non aveva l'energia necessaria a domare e
-governare la mia indole appassionata e pertinace.
-Tuttavia, per quanto indisciplinato, non inclinavo
-nè alla malvagità nè al vizio; m'arrogavo bensì un
-dominio incontrastabile, tanto a scuola che a casa,
-ma mi facevo molti amici, e nessun nemico. Quand'ecco
-d'un tratto fu posto un freno all'estrema libertà
-di cui godevo. Mia madre, ch'era vedova, sposò
-il signor Graham, e subito sentii gravare duramente
-la mano del suo secondo marito sulla mia
-indipendente adolescenza. S'egli m'avesse trattato
-con benignità, se si fosse cattivato il mio affetto
-(come gli sarebbe stato agevole, perchè il mio cuore
-ardente e sensitivo era disposto alla tenerezza e alla
-gratitudine), egli avrebbe potuto avere un immenso
-influsso sul mio carattere non ancora formato.
-</p>
-
-<p>
-«Invece fu il contrario. Egli usò verso di me un
-contegno pieno di glaciale freddezza e di sussiego. Al
-primo tentativo d'accostarmi a lui, fatto per esortazione
-della mamma, chiamandolo col nome di padre,
-venni respinto sdegnosamente, sicchè mi guardai
-bene dal ricadere in questa colpa. Ma di quel titolo
-ch'egli rifiutava, assumeva però tutti i privilegi e
-tutta l'autorità, ferendomi così nei sentimenti più
-delicati e nei più fieri, ed eccitando in me uno spirito
-di ribellione ad ogni suo comando.
-</p>
-
-<p>
-«Due cose in ispecie mi amareggiavano e accrescevano
-la mia avversione contro il prepotente patrigno:
-l'una era l'assoluta dipendenza dalla sua
-liberalità in cui sapevo di trovarmi; l'altra la confidenza
-fattami imprudentemente, benchè con benevole
-<span class="pagenum" id="Page_471">[471]</span>
-intenzioni, da una persona di servizio ch'era
-da molto tempo in casa Graham, circa l'origine della
-sua antipatia per me: la quale pare fosse un'antica
-inimicizia tra lui e mio padre, uomo onorevole e di
-alti sensi, a cui ero superbo di rassomigliare, come
-mi affermavano quelli che lo avevano conosciuto.
-</p>
-
-<p>
-«In questa guerra disuguale io mi trovavo soverchiato
-dalla forza preponderante del nemico; ero
-ancora un ragazzo, soggetto a tutela, e dall'altra
-parte non potevo rimaner sordo alle implorazioni
-di mia madre che mi supplicava di sottomettermi
-per amor suo. Quindi io, soltanto in qualche caso,
-quando mi pareva d'essere stato trattato con troppo
-oltraggiosa ingiustizia, mi ribellavo apertamente; ed
-anche allora c'era chi s'adoperava a ricondurre la
-pace, e almeno l'apparenza della buona armonia, in
-famiglia.
-</p>
-
-<p>
-«Così passarono parecchi anni, e, se non giungevo
-ad amare il signor Graham, tuttavia la potenza
-dell'abitudine, i miei studi che m'occupavano e m'appassionavano,
-e una crescente padronanza di me
-stesso, conferivano a rendermi più tollerabile la vita
-nella casa del patrigno.
-</p>
-
-<p>
-«E poi c'era qualche cosa che mi compensava di
-tutte le mie pene: il mio amore per Emilia, la quale
-vi corrispondeva con pari tenerezza. Non l'amavo
-già perchè era una preziosa mediatrice tra me e suo
-padre, nè perchè si assoggettava pazientemente a
-tutte le mie volontà e m'aiutava in tutti i miei disegni;
-ma perchè le nostre anime erano fatte l'una per
-l'altra, e più si sviluppavano e s'espandevano, più
-forte le avvinceva un legame che solo una mano
-barbara poteva strappare e spezzare. Non mi dilungherò
-sull'ardore e la profondità di quest'affezione:
-basti il dire ch'era divenuta la vita della mia vita.
-</p>
-
-<p>
-«Mia madre morì. Io ero purtroppo allora, a mal
-mio grado, impiegato nel banco del signor Graham,
-e abitavo sempre in casa sua. D'improvviso, senza
-ragione e senza scusa, egli cominciò a modificare
-la nostra vita domestica, seguendo una condotta non
-meno stolta che crudele, la quale irritava il mio orgoglio,
-torturava i miei sentimenti, eccitava la mia
-focosa natura a segno da rendermi quasi pazzo. Si
-<span class="pagenum" id="Page_472">[472]</span>
-era proposto di privarmi dell'unico bene che m'allietasse,
-che addolcisse i rigori della mia sorte: l'amore
-d'Emilia. Tralascio di raccontarti i motivi che
-io gl'imputavo, i mezzi ch'egli usava: ma erano tali
-da cambiare la mia antipatia per lui in odio amarissimo,
-la mia riluttante obbedienza ai suoi voleri
-in aperta e deliberata opposizione.
-</p>
-
-<p>
-«Lungi dal rassegnarmi a un divieto che stimavo
-tirannico, cercavo la compagnia d'Emilia in ogni
-maniera, e persuadevo la gentile fanciulla a prestarsi
-ai miei strattagemmi per sventare i disegni di suo
-padre. Io non le parlavo d'amore, non tentavo di
-legarla a me con una promessa, non accennavo al
-matrimonio: un senso d'onore me lo proibiva. Ma
-con una giovanile audacia che, temo, era il colmo
-della follia e dell'imprudenza, coglievo tutte le opportunità,
-fosse anche presente il signor Graham,
-per manifestare la mia ferma determinazione di
-mantenere liberamente con lei quella familiarità affettuosa
-ch'era nata dalle circostanze, e non poteva
-essere più repressa se non con la forza.
-</p>
-
-<p>
-«Emilia cadde malata, e durante sei settimane
-non mi fu concesso di vederla un momento. Non appena
-ella fu in istato d'uscire dalla sua camera, spiai
-costantemente un'occasione di parlarle. Alfine mi si
-offerse. Eravamo da un'ora insieme nella biblioteca,
-quando il signor Graham venne a sorprenderci. Egli
-s'avanzò verso di noi con una faccia di cui mai non
-scorderò la durezza e la severità. Io non mi sgomentai
-di quell'intrusione credendomi preparato a
-sfidarne le probabili conseguenze; ma non potevo
-aspettarmi un attacco di ben altra natura.
-</p>
-
-<p>
-«Ch'egli mi rimproverasse di disobbedienza a desiderî
-da lui datimi a intendere in ogni possibile
-modo, che mi dichiarasse più esplicitamente la sua
-risoluzione di mettere una barriera tra la sua figliuola
-e me, erano cose ch'io prevedevo, e mi trovavo
-apparecchiato a rispondergli: ma quando egli
-proruppe in sanguinose e volgari ingiurie, quando
-furiosamente m'investì con ignobili accuse, apponendomi
-fini egoistici e vili in cui neppure per un
-attimo s'era mai fissato il mio pensiero, ammutolii
-dallo stupore e dalla collera.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_473">[473]</span>
-</p>
-
-<p>
-«Nè questo fu il peggio. In presenza della pura
-giovanetta ch'io adoravo egli m'imputò d'uno dei
-più bassi, più neri delitti, del delitto di falso, affermando
-che la mia colpa, allora allora scoperta, era
-provata, indubitabile.
-</p>
-
-<p>
-«L'ira che m'ardeva dentro divampò. Alzai la
-mano, strinsi il pugno. Che fossi in procinto di fare
-non so dirtelo. Avrei trovato parole per asserire la
-mia innocenza, respingere la calunnia, dimostrare
-la falsità dell'imputazione? O, mancandomi la voce
-soffocata dal furore, mi sarei slanciato sul mio patrigno,
-scostandolo da me con violenza, buttandolo
-forse a terra, e sarei corso fuori per calmarmi all'aria
-aperta e raccogliere il mio spirito? Non posso
-congetturarlo, perchè in quel punto un acuto grido
-d'Emilia mi richiamò in me; e nel volgermi la vidi
-cadere svenuta sul divano.
-</p>
-
-<p>
-«Ella pareva colpita a morte dall'orrore di quella
-scena. Dimenticando ogni altra cosa mi precipitai
-verso di lei, ansioso di soccorrerla. Accanto al divano
-c'era un tavolino sul quale stavano parecchie
-boccette. Frettolosamente ne afferrai una, e nella
-mia agitazione m'accadde di versarne il contenuto,
-ch'io credevo un'essenza corroborante, sulla faccia
-d'Emilia, la quale giaceva supina.... Io non so di che
-si componesse la funesta mistura, ma ahimè, gli effetti
-ne furono evidenti.... l'atto irrimediabile era
-compiuto.... e compiuto per mia mano!
-</p>
-
-<p>
-«Lo spasimo atroce ridestò nella sventurata fanciulla
-la coscienza della vita. Ella balzò dal divano
-e, urlando selvaggiamente, le braccia alzate sul capo,
-come una pazza, si diede a correre attraverso
-la stanza, poi s'acquattò in un angolo. Io la seguii
-disperato, in preda a un'angoscia quasi pari alla
-sua; ma ella mi respinse, stendendo le mani con
-grida strazianti.
-</p>
-
-<p>
-«Il signor Graham, che su quel subito era rimasto
-impietrito, s'avventò allora contro di me, furibondo.
-Invece d'aiutarmi nei miei sforzi per sollevare
-la povera Emilia da terra, egli, senza alcuna
-pietà del mio stato, che era poco meno compassionevole
-di quello di lei, inveì ferocemente, rimproverandomi
-con parole crudeli, torturanti, che mi suonano
-<span class="pagenum" id="Page_474">[474]</span>
-ancora all'orecchio, d'esser la sola causa della
-disgrazia, accusandomi d'avergli uccisa la sua figliuola;
-e detto ch'ebbe, mi cacciò dalla stanza e
-dalla casa, espulsione alla quale io, schiacciato dal
-dolore e dal rimorso, non avevo la forza nè il desiderio
-d'oppormi.
-</p>
-
-<p>
-«Oh, quanto fu terribile la notte, quanto terribile
-il giorno seguente! Non posso darti un'idea di come
-li passai. Fino all'alba andai errando per la campagna,
-cercando invano di collegare i miei pensieri,
-di riacquistare un po' di calma. Ma al riapparire della
-luce, sebbene avessi ancora il polso febbrile e il
-cervello eccitato, cominciai a comprendere la necessità
-di tracciarmi una via di condotta.
-</p>
-
-<p>
-«La condizione infelicissima d'Emilia, l'ansia intensa
-di conoscere i peggiori effetti dell'orrendo caso,
-mi sollecitavano a recarmi furtivamente o palesemente,
-ma il più presto possibile, alla casa del
-signor Graham. Inoltre, tutto il poco ch'io possedevo,
-consistente, quanto a denaro, nel solo residuo
-del mio ultimo trimestre di stipendio, e quanto al
-resto nei miei indumenti e qualche oggetto di valore
-donatomi da mia madre, si trovava nella camera
-da me fino allora occupata. Non potevo quindi
-evitare di ritornarci almeno una volta. E presa questa
-risoluzione mi riposi in cammino verso la città,
-pronto, se era necessario, per ottenere notizie d'Emilia,
-anche ad incontrarmi a faccia a faccia con suo
-padre.
-</p>
-
-<p>
-«Tuttavia, quando fui vicino alla casa, titubai,
-non osai proseguire. Il signor Graham non mi aveva
-nulla risparmiato, neppure la minaccia d'espellermi
-con la violenza se osassi ripresentarmi sulla
-sua soglia: ed io temevo d'avventurare il mio temperamento
-focoso in una colluttazione con quell'uomo
-al quale avevo fatto già male abbastanza.
-</p>
-
-<p>
-«Non avevo io forse col terribile mio atto della
-sera innanzi, atto di cui già presagivo le funeste
-conseguenze, desolato la vita dell'unica e adorata
-sua figliuola, sepolto sotto un nero pallio le sue più
-care speranze? No, per nulla al mondo non avrei
-voluto aggiungere al mio involontario misfatto la
-colpa d'alzar la mano su colui che per quanto ingiusto
-<span class="pagenum" id="Page_475">[475]</span>
-fosse stato verso un giovanetto innocente,
-era punito con un castigo assai troppo severo.
-</p>
-
-<p>
-«Io sapevo che il suo furore era implacato, che
-egli avrebbe potuto eccitare il mio fino alla frenesia,
-e però mi proposi di non affrontarlo inconsideratamente.
-Un colloquio con lui dovevo averlo, a fine
-di confutare le calunniose accuse portate a mio carico;
-ma non tra le mura della sua casa, dove sua
-figlia soffriva per causa mia. Là, nel banco dove egli
-pretendeva ch'io avessi commesso un falso, ed, in
-presenza de' miei colleghi, avrei pubblicamente negato
-il delitto appostomi, e sfidato l'accusatore a darne
-le prove.
-</p>
-
-<p>
-«Ma anzi tutto bisognava ch'io vedessi Emilia, o
-che almeno avessi sue notizie. Prima d'incontrarmi
-con quel padre, conveniva che conoscessi esattamente
-la natura e la gravità del male ch'io gli avevo
-fatto nella sua creatura. E per questo m'era forza
-attendere il favore delle tenebre, ed introdurmi nella
-casa di soppiatto.
-</p>
-
-<p>
-«Vagai tutto il giorno, assillato dal mio cruccio,
-senza gustare nè desiderare cibo e riposo. Il pensiero
-della mia povera, adorata, torturata Emilia
-m'era presente sempre, mi tormentava indicibilmente.
-Le ore mi parevano eterne. Quella giornata conta
-ne' miei ricordi quanto un anno intero di miserie.
-Scese alfine la notte: una notte oscura, nuvolosa.
-L'aria era densa d'una nebbia così fitta, che nascondeva
-ogni cosa intorno alla distanza di pochi passi.
-La casa non m'apparve che quando fui davanti al
-portone. C'era fermo un legno che io riconobbi per
-il carrozzino del dottor Jeremy. Sussultai. Le sue
-visite ad Emilia erano cessate da più d'una settimana:
-lo avevano dunque richiamato a cagione della
-disgrazia! Data la presenza del medico, doveva esserci
-di certo anche il signor Graham. Perciò non
-entrai, e celato dalla nebbia attesi il momento opportuno.
-</p>
-
-<p>
-«Da uno spiraglio del portone potevo esplorare
-con lo sguardo l'interno dell'atrio. Vidi due volte la
-signora Ellis scendere e risalire; alfine scese il dottore,
-a passi lenti: il signor Graham lo seguiva, e
-poichè quegli se n'andava direttamente, lo trattenne
-<span class="pagenum" id="Page_476">[476]</span>
-per interrogarlo sullo stato della figliuola, come arguivo
-dalla profonda ansietà che si dipingeva nel
-suo volto, mentre con una mano sulla spalla di quel
-vecchio amico della famiglia cercava di leggergli
-negli occhi la sua opinione. Il dottore mi volgeva il
-dorso, e io non potevo giudicare delle sue risposte
-se non dall'effetto che producevano sul padre d'Emilia,
-il quale nell'aspetto già sconvolto, abbattuto, tradiva
-un'angoscia crescente ad ogni sillaba proferita
-dalle labbra del medico le cui oneste e sincere parole
-erano oracoli per chi conosceva la somma sua perizia.
-</p>
-
-<p>
-«Non occorrevano quindi altre testimonianze perchè
-fosse ribadita in me la certezza che il fato della
-sventurata fanciulla era irrevocabile; e guardando
-con pietà l'afflitto padre, pensando con terrore ch'io
-ero l'agente immediato in quell'opera di distruzione,
-sentivo ch'egli non poteva maledirmi più fieramente
-di quanto io maledissi me stesso. Ma per grandi che
-fossero il mio dolore e il mio pentimento, non mai
-scemati, d'aver avuto parte nello scatenarsi di quella
-tempesta in cui la giovanetta era così miseramente
-naufragata, non giungevo a dimenticare che ben
-maggior colpa ne aveva il signor Graham, nè a perdonargli
-la scellerata ingiustizia e gli oltraggi che
-mi avevano tratto di senno e snervato per modo da
-rendere uno strumento di rovina la mia mano tesa
-a recare soccorso.
-</p>
-
-<p>
-«Quando poi, partito il dottor Jeremy, uscì anche
-il mio patrigno, ed io, osservandolo mentre passava
-sotto un lampione, vidi che all'espressione di
-dolore già era succeduta sulla sua faccia quella consueta
-di sussiego, di compiacimento di sè e d'arroganza;
-quando compresi, udendo il picchiare sonoro
-e misurato della sua mazza sul lastrico, ch'egli era
-assai lontano dalla mia umiltà e dalla mia contrizione,
-cessai di sprecare quei sentimenti pietosi di
-cui egli non pareva aver gran bisogno e che ancor
-meno meritava. Non compiansi più che me solo, e
-fissai il mio sguardo su quella figura d'uomo duro
-e superbo, con l'anima riboccante d'un odio implacabile.
-</p>
-
-<p>
-«Non ritrarti da me, mia Gertrude, nel leggere
-<span class="pagenum" id="Page_477">[477]</span>
-questa franca confessione della mia natura appassionata
-e in quel momento eccitatissima. Tu forse
-non sai che sia odiare; ma fosti mai posta a simili
-prove?
-</p>
-
-<p>
-«Non appena il signor Graham ebbe svoltato il
-canto, m'avvicinai alla casa; il portone era chiuso,
-ma avevo la mia chiave: apersi ed entrai. Tutto pareva
-tranquillo: nelle stanze terrene non c'era nessuno.
-Salii pian piano, passai in una stanzina in
-fondo al corridoio che metteva nella camera d'Emilia
-ed aspettai un pezzo. Non s'udiva una voce, non
-si vedeva anima viva. Alfine, temendo che il mio
-patrigno ritornasse presto, risolsi d'andare nella camera
-mia, ch'era al secondo piano, a prendere il mio
-denaro ed alcuni oggetti di valore di cui non volevo
-privarmi, e poi scendere nella cucina ed ottenere almeno
-quelle notizie d'Emilia che avrebbe potuto darmi
-la cuoca, certa signora Prime, donna d'ottimo
-cuore, la quale, n'ero sicuro, m'avrebbe compatito.
-</p>
-
-<p>
-«Mi riuscì d'attuare la prima parte del mio disegno,
-ma a piè della scala di servizio m'imbattei nella
-signora Ellis che veniva dalla cucina con una
-tazza di brodo in mano. Costei era in casa Graham
-da poche settimane, messavi per ispiare le mie azioni,
-e perciò a me invisa. Ella conosceva tutti i particolari
-della disgrazia, ed era stata testimone della
-mia espulsione. Al vedermi si fermò di botto, gettò
-un grido soffocato, lasciò cadere la tazza e fece l'atto
-di fuggire, come davanti a una bestia feroce: infatti
-il mio aspetto in cui si dipingevano una selvaggia
-disperazione e il digiuno e la stanchezza, doveva
-darne l'idea....
-</p>
-
-<p>
-«Io le sbarrai il cammino e la forzai ad ascoltarmi.
-Ma prima ch'io potessi rivolgerle la domanda
-che mi bruciava le labbra ella proruppe, confermando
-i miei più atroci timori:
-</p>
-
-<p>
-«— Via di qui, ribaldo, via! Volete accecare anche
-me?
-</p>
-
-<p>
-«— Dov'è Emilia? — gridai. — Permettete ch'io
-la vegga!
-</p>
-
-<p>
-«— Vederla, voi? Orribile scellerato! No, ha già
-troppo sofferto per causa vostra. Pensa anche lei
-che basta, oramai. Lasciatela in pace.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_478">[478]</span>
-</p>
-
-<p>
-«— Che intendete dire? — io feci con un urlo,
-scotendo violentemente per le spalle la governante
-le cui parole mi sbranavano il cuore, mi rendevano
-frenetico.
-</p>
-
-<p>
-«— Che intendo dire? — ella continuò. — Che
-Emilia non vedrà mai più nessuno: e quando pur
-avesse mille occhi, voi non vorrebbe vedervi certo!
-</p>
-
-<p>
-«— Dunque anch'ella mi odia? — io esclamai,
-piuttosto parlando a me stesso che interrogando la
-donna.
-</p>
-
-<p>
-«Ma ella rispose prontamente:
-</p>
-
-<p>
-«— Se vi odia? Oh, sì, e peggio.... Non può trovare
-termini abbastanza severi per voi.... Mormora
-fino tra' suoi spasimi: «Crudele! Malvagio!» E via
-dicendo. Il suono del vostro nome la fa raccapricciare,
-e a noi tutti è proibito di pronunziarlo in sua
-presenza.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-«Non aspettai d'udir altro: mi volsi e mi precipitai
-fuori.
-</p>
-
-<p>
-«Quella fu la crisi della mia vita. Il fulmine mi
-aveva colpito e atterrato. Speranze terrene, felicità,
-fortuna, buon nome, tutto già era perduto; un'unica
-luce solitaria brillava ancora nelle mie tenebre: l'amore d'Emilia.
-In esso fidavo; solo in esso. Ed ecco
-che perdevo anche quello; e ciò era perdere la mia
-giovinezza, la mia fede, la suprema speranza del
-Cielo. Io non ero più niente sulla terra: poco m'importava
-dove andassi nè che avvenisse di me.
-</p>
-
-<p>
-«Da quel momento cessai d'esser <i>io</i>. Scese su me
-la nube che da allora m'avvolge e sotto la cui oscura
-ombra tu mi vedesti e conoscesti. Fui tocco da quel
-male che mutò il gaio mio riso in un sorriso amaro,
-che diede i toni dell'ironia mal celata e del sarcasmo
-al mio parlare, un tempo franco e piacevole.
-I miei capelli incanutirono precocemente, i miei lineamenti
-presero un'espressione dura, spesso severa;
-i miei simili, per i quali nobilmente ambivo divenire
-un benefattore, m'apparvero come antagonisti
-armati contro cui avrei dovuto sostenere una
-perpetua guerra; e il Dio che avevo adorato, nel
-quale avevo creduto come in un amico fedele e un
-giusto vendicatore, chi era Egli? dove era Egli? perchè
-non faceva trionfare la mia innocenza? Di qual
-<span class="pagenum" id="Page_479">[479]</span>
-nero e premeditato delitto ero colpevole perchè mi
-abbandonasse così? Ahimè, sventura somma fra le
-mie sventure, avevo perduto la fede nel Signore.
-</p>
-
-<p>
-«Non so da qual parte mi diressi, uscendo dalla
-casa del signor Graham. Le strade che attraversai
-m'erano, senza dubbio, tutte familiari, ma non ne
-rammento neppur una: soltanto so che non mi fermai
-finchè non venni a trovarmi all'estremità d'una
-banchina, con gli occhi fissi sull'acqua profonda, tentato
-di spiccare pazzamente un salto e inabissarmi
-nell'oblio eterno!
-</p>
-
-<p>
-«Senza quell'ultimo colpo che aveva abbattuto la
-mia virile energia, mi sarei attaccato ancora alla vita,
-almeno per rivendicare la mia buona fama; non
-avrei mai voluto lasciare di me una memoria denigrata
-da cui gli uomini m'avrebbero giudicato e su
-cui Emilia avrebbe pianto. Ma ora che m'importava
-più della gente? Ed Emilia? Aveva cessato d'amarmi,
-e però non si sarebbe afflitta: ed io non bramavo
-più altro che la tomba, il nulla.
-</p>
-
-<p>
-«Vi sono istanti nella vita in cui una parola, uno
-sguardo, un pensiero, possono pesare sulla bilancia,
-del fato, e determinare un destino.
-</p>
-
-<p>
-«Così m'avvenne. Io ero incapace di concepire un
-qualsiasi disegno: il caso risolse per me. Un rumore
-di remi nell'acqua mi scosse dalla mia apatia; pochi
-minuti dopo una barchetta venne ad ormeggiarsi a
-breve distanza dal posto dove stavo. Tostò udii da
-presso, sulla banchina, un passo rapido e sonoro, e
-voltandomi vidi al lume della luna che usciva appunto
-da un cumulo di nubi, un robusto uomo di
-mare con una grave giacca impermeabile sotto il
-braccio destro e una vecchia sacca da viaggio nella
-mano sinistra. Egli aveva una faccia rubiconda e
-gioviale, e nel passarmi accanto per saltare nella
-barca dove due marinari lo aspettavano, coi remi
-stillanti sollevati, pronti a rituffarli, mi picchiò cordialmente
-una spalla esclamando:
-</p>
-
-<p>
-«— Ebbene, mio bel signorino, v'imbarcate con
-noi?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-«Senza esitare io risposi di sì. L'uomo diede un'occhiata
-alla mia faccia, e un'altra al mio vestito, il
-quale parve fargli pensar bene di me circa la condizione
-<span class="pagenum" id="Page_480">[480]</span>
-sociale e la possibilità di pagare la traversata;
-e disse ridendo:
-</p>
-
-<p>
-«— A bordo, dunque!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-«Con suo stupore, perchè aveva creduto che scherzassi,
-io saltai nella barca, e alcuni minuti dopo mi
-trovavo a bordo d'una bella nave a tre alberi, in
-procinto di salpare: non sapevo per dove.
-</p>
-
-<p>
-«Appena in capo a due o tre giorni di navigazione
-appresi ch'era diretta a Rio Janeiro: ma a me,
-qua o là, faceva lo stesso.
-</p>
-
-<p>
-«Io non ero l'unico passeggero: avevo per compagna
-di viaggio la figliuola del capitano, a nome
-Lucia Grey, la quale sembrava a casa propria, tanto
-sopra coperta che sotto. Durante la prima settimana
-quasi non m'accòrsi della sua presenza, e
-probabilmente avrei compiuto l'intera traversata
-senza occuparmi di quella giovanetta, mezzo bambina,
-mezzo donna, se il mio strano e misterioso contegno
-non l'avesse tratta a condursi verso di me in
-un modo che mi maravigliò e finì col commuovermi.
-La mia aria selvaggia e smarrita, la mia continua
-irrequietudine, la ripugnanza che avevo per il cibo,
-l'indifferenza che mostravo per tutto quanto m'accadeva
-dintorno, la colpirono ed eccitarono la sua
-compassione. Da principio mi credette squilibrato
-di mente, e mi trattò come tale. Spesso veniva a sedersi
-sulla tolda, di fronte a me, e stava a guardarmi
-per un'ora buona, ignorando o non curandosi
-d'essere a sua volta osservata: poi se n'andava con
-un profondo sospiro. Ogni tanto m'offriva qualche
-bocconcino prelibato, pregandomi che mi sforzassi
-di mangiare; e poichè io, commosso da quella gentile
-benevolenza, accettavo più volentieri il nutrimento
-dalla sua mano che da un'altra, queste piccole
-attenzioni divennero quotidiane.
-</p>
-
-<p>
-«A misura però che il mio aspetto e le mie maniere
-si ricomponevano, e il tormento febbrile a cui
-ero in preda si quotava in una malinconia profonda
-ma meno torbida e fiera, ella si comportava con maggiore
-ritegno; e quando cominciai ad essere più simile
-al comune degli uomini, a sedermi a tavola con
-gli altri, a dormire nel mio camerotto una parte almeno
-della notte invece di passarla tutta passeggiando
-<span class="pagenum" id="Page_481">[481]</span>
-sul ponte, Lucia cessò di frequentare quella
-parte della nave dove solevo stare durante la giornata;
-sicchè di rado avevo occasione di scambiare
-una parola con lei, se non la cercavo apposta.
-</p>
-
-<p>
-«Ma avemmo tempi burrascosi che mi costringevano
-a cercare rifugio nella cabina, e là quasi sempre
-m'incontravo con la fanciulla che, seduta sulla
-traversa di poppa, leggeva o contemplava le onde
-agitate. Il viaggio era lungo; necessariamente quindi
-ci si trovava spesso insieme, tanto più che il capitano
-Grey, quegli che m'aveva scherzosamente invitato
-ad imbarcarmi, continuava a mostrare una
-cordiale simpatia per me, e incoraggiava benignamente
-quell'amicizia considerandola come un aiuto
-a trarmi dal mio stato di malinconia, il quale sembrava
-stupire e addolorare il gioviale comandante
-del bastimento quasi quanto la sua pietosa e sensitiva
-figliuola.
-</p>
-
-<p>
-«La timidità di Lucia andava a poco a poco dissipandosi,
-e molto innanzi il termine della traversata
-io non ero più un estraneo per lei. Ella parlava
-meco familiarmente, o, piuttosto, <i>mi</i> parlava: perchè
-mentre io, nonostante qualche accenno di curiosità
-da parte della ragazza, mantenevo un rigido silenzio
-circa i casi miei, ai quali non potevo nemmeno <i>pensare</i>
-nonchè <i>discorrerne</i>, ella, in compenso, s'ingegnava
-d'intrattenermi raccontandomi la storia della
-sua vita, di cui mi riferiva con semplice franchezza
-quasi tutti i particolari.
-</p>
-
-<p>
-«A volte l'ascoltavo attento; a volte, assorto nelle
-mie dolorose riflessioni, non udivo più la sua voce e
-dimenticavo la sua presenza. Allora ella s'interrompeva,
-e quando, scotendomi dalla mia fantasticheria,
-alzavo subitamente gli occhi, sorprendevo il suo
-sguardo fisso nel mio volto con un'espressione di
-rimprovero che mi faceva raccogliere tutta la mia
-forza di volontà per mostrare di prestarle una seria
-attenzione, che spesso ella alfine riusciva a cattivarsi
-davvero.
-</p>
-
-<p>
-«Fino ai quattordici anni Lucia era vissuta con
-sua madre in una casina sul Capo Cod. Soltanto a
-rari intervalli il focolare domestico veniva rallegrato
-dal ritorno del padre da uno de' suoi lunghi viaggi.
-<span class="pagenum" id="Page_482">[482]</span>
-Di solito si recavano in quelle occasioni nella
-città dove il bastimento era approdato, passavano alcune
-settimane in continuo tripudio, e poi se ne
-tornavano a piangere la partenza del gaio capitano,
-e a contare le settimane e i mesi che dovevano trascorrere
-prima di rivederlo.
-</p>
-
-<p>
-«E infine avvenne che la madre ammalò e morì.
-Lucia mi diceva con parole commoventi il suo immenso
-dolore, e quanto amaramente il babbo aveva
-pianto apprendendo al suo arrivo la triste notizia;
-mi narrava la sua vita a bordo della nave che dopo
-la perdita della mamma era divenuta la sua casa;
-mi confidava come si sentisse mesta e abbandonata
-quando infuriava la burrasca ed ella, mentre il capitano
-era al suo posto sul ponte, sedeva sola sola
-nella cabina, ascoltando l'urlo del vento e il ruggito
-delle onde.
-</p>
-
-<p>
-«Ella aveva gli occhi gonfi di lacrime nel parlare
-di queste cose, ed io la guardavo con pietà come
-una che il dolore faceva mia sorella. Ma le prove
-sofferte non potevano tuttavia soffocare in lei i vivaci
-e baldi spiriti giovanili. Cinque minuti dopo
-finito di raccontare con patetica eloquenza un episodio
-delle sue precoci peripezie, se il padre, sempre
-allegro, capitava a sorprenderla con qualche burletta
-e a stuzzicarla provocando le sue rappresaglie,
-ella era già bell'e pronta a un duello di frizzi, e perfino
-di scherzi un po' rudi. La cabina o la tolda risonavan
-di chiassose risate, di motti giocosi, le malinconie
-erano dimenticate; e io, rifuggendo da una
-gaiezza che mal s'accordava con la mia infelicità
-e feriva i miei nervi irritati, mi ritiravo in qualche
-angolo remoto a meditare e piangere su miserie per
-le quali non potevo sperare simpatia, cui nessuno
-poteva partecipare, che dovevo soffrire solo, senza
-conforto.
-</p>
-
-<p>
-«Le mie sventure m'avevano reso così misantropo,
-che la gara di piacevolezze tra il buon capitano
-e la sua vispa figliuola, il riso musicale con cui la
-fanciulla rispondeva alle barzellette di due o tre vecchi
-marinari privilegiati, mi urtavano come un'offesa:
-nè avrei creduto possibile che una creatura
-tanto poco atta a comprendere le profonde mie pene,
-<span class="pagenum" id="Page_483">[483]</span>
-come Lucia, provasse per me una compassione sincera,
-se non avessi talvolta veduto, non senza commozione,
-la sua innocente ilarità cadere d'un tratto,
-e dar luogo ad un'aria grave e triste, quando per
-caso i suoi sguardi incontravano il mio viso addolorato,
-reso più scuro ancora dal contrasto con la
-sua allegria e quella de' suoi compagni.
-</p>
-
-<p>
-«Ma non devo più dilungarmi sulla nostra vita
-a bordo, perchè ho da riferire gli eventi di anni, e
-conviene ch'io mi tenga nei limiti d'una concisa
-esposizione dei fatti. M'astengo dunque dal descriverti
-la spaventosa tempesta durante la quale, per
-due giorni e una notte, la povera Lucia fu pazza di
-terrore, e che a me, noncurante dei disagi, indifferente
-al pericolo, diede occasione di contraccambiare
-la sua benevolenza, prodigandole tutte le cure e tutti
-i conforti ch'era in mia facoltà darle. Ma questo ed
-altri casi del lungo viaggio, conferirono a farle concepire
-una fiducia in me che quando fummo arrivati
-in porto mi pose a una difficile prova, piuttosto
-impacciante.
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XLVII.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p class="i2">Non rigettar</p>
-<p>La mia preghiera! Questo lungo errare</p>
-<p>Sempre più lunge, troppo m'ha estenuato,</p>
-<p>Nè so una spiaggia dove il disperato</p>
-<p>Mio dolor possa mai requie trovare.</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">E. B. Browning.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-«Il capitano Grey morì. Eravamo a circa sei o
-sette giorni di navigazione da Rio Janeiro quando
-cadde improvvisamente ammalato, e tre giorni innanzi
-che gettassimo l'àncora in quel porto esalò
-l'ultimo respiro. Io aiutai Lucia ad assisterlo, gli
-chiusi gli occhi, e portai tra le mie braccia la fanciulla
-svenuta, in un'altra parte della nave. Le feci
-riprendere i sensi, e tentai di confortarla con parole
-affettuose; ma quando ella ebbe piena coscienza della
-sua sventura, s'abbattè in una cupa disperazione
-più penosa a vedersi che la precedente assoluta insensibilità.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_484">[484]</span>
-</p>
-
-<p>
-«Suo padre non aveva in alcun modo provveduto
-a lei; nè invero egli avrebbe potuto farlo come provò
-in seguito lo stato de' suoi affari. Ben a ragione la
-poveretta si doleva della triste sua sorte, perchè ella
-si trovava senza altri parenti e senza denaro, e doveva
-sbarcare in una terra straniera che non offriva
-alcun ricovero all'orfana.
-</p>
-
-<p>
-«Seppellimmo il capitano in mare. Compiuto il lugubre
-ufficio, andai in traccia di Lucia, e procurai
-novamente, come già m'ero provato senza alcun successo,
-di destare in lei il sentimento della sua condizione,
-e deliberare sul da farsi, posto ch'eravamo
-già vicini al porto, e tra alcune ore saremmo stati
-costretti a lasciare il bastimento e cercare alloggio
-nella città. Ella m'ascoltò, ma non aprì bocca,
-</p>
-
-<p>
-«Infine accennai alla necessità di separarci, e le
-domandai che idee avesse per il suo avvenire. La
-sua risposta fu uno scoppio di lacrime.
-</p>
-
-<p>
-«Io manifestai tutta la mia pietà per il suo cordoglio,
-la esortai a non disperarsi.
-</p>
-
-<p>
-«Allora, tra i singhiozzi, e interrompendosi spesso
-per dare in esclamazioni di dolore, ella si raccomandò
-con semplicità infantile alla mia compassione,
-supplicandomi di non lasciarla, anzi diceva di
-non «abbandonarla», ricordandomi ch'era sola al
-mondo, e che toccando terra sarebbe stata sperduta
-in paese straniero, implorando la mia misericordia
-perchè la salvassi dal morire derelitta e disperata.
-</p>
-
-<p>
-«Che dovevo fare? Mi trovavo anch'io solo e sperduto,
-la mia vita non aveva alcun fine. Eravamo
-tutt'e due del pari, orfani e desolati. Non v'era che
-un punto di differenza: io potevo lavorare e proteggerla,
-ella non era in grado d'aiutarsi. A <i>me</i> ella
-offriva una ragione di vivere: il rifugio ch'io avrei
-offerto <i>a lei</i>, per quanto povero, sarebbe stato sempre
-qualche cosa di meglio che il rimanere esposta
-ad ogni sorta di sofferenze e di pericoli. Io le dissi
-chiaramente che ben poco avevo da darle; perfino
-il mio cuore era spezzato. Ma volentieri avrei lavorato
-per sostentarla, l'avrei difesa, consolata, e forse
-anche amata, col tempo.
-</p>
-
-<p>
-«L'ingenua fanciulla non pensava al matrimonio
-invocando il mio appoggio: cercava la protezione
-<span class="pagenum" id="Page_485">[485]</span>
-d'un amico, non già un marito. Io le spiegai che
-soltanto il vincolo coniugale poteva impedire la nostra
-separazione, ed ella nell'umiltà della sventura
-finì con l'accettare la mia non molto lusinghiera
-profferta.
-</p>
-
-<p>
-«L'unico confidente del nostro subitaneo fidanzamento,
-l'unico testimonio della cerimonia nuziale,
-seguita poche ore dopo, fu un vecchio marinaro, un
-veterano incotto dal sole e dai venti, che aveva conosciuto
-ed amato Lucia fin da bambina, e il cui
-nome ti sarà probabilmente familiare: Ben Grant.
-Egli scese a terra con noi e ci accompagnò alla chiesa,
-che fu la nostra prima mèta, e poi nel più che
-modesto alloggio di cui bisognava per allora contentarsi.
-Il buon uomo si dedicò alla figlia del suo
-capitano con abnegazione; ma ahimè, in un frangente
-che or ora saprai, il suo zelo fu malinteso e
-riuscì funesto.
-</p>
-
-<p>
-«Dopo molte difficoltà ottenni un impiego da un
-negoziante nel quale riconobbi per caso un ottimo
-amico del mio defunto padre. Egli era stabilito a
-Rio da parecchi anni, ed esercitava un vasto traffico.
-Volentieri m'accolse nella sua casa commerciale
-in qualità di commesso, e di tanto in tanto mi
-mandava anche a trattare affari in posti più o meno
-lontani. Le mie occupazioni erano regolari e proficue,
-sicchè presto non solo fui al riparo dal bisogno,
-ma potei procurare alla mia giovane sposa una
-certa agiatezza, se non il lusso.
-</p>
-
-<p>
-«Il suo carattere dolce, il buon animo e l'umor
-gaio con cui aveva sopportato le privazioni, l'ardore
-de' suoi sforzi per rendermi felice, non rimasero senz'effetto.
-Combattei la mia torva malinconia, pervenni
-a rasserenare il mio aspetto; e le rughe precoci
-che la sua piccola mano amorosamente spianava, alfine
-non ricomparvero più. Il breve tempo che passai
-con tua madre, Gertrude, è un episodio soave nella
-memoria della tempestosa mia vita. Giunsi ad amarla
-molto; non come amavo Emilia.... questo sarebbe
-stato impossibile.... ma ella era il fiore solitario che
-cresceva sulla tomba delle mie speranze giovanili
-e diffondeva intorno a me una gentile fragranza. La
-figliuola ch'ella mi diede non m'è più cara perchè è
-<span class="pagenum" id="Page_486">[486]</span>
-una parte di me stesso che per essere il frutto di
-quel caro fiore, tanto presto divelto e schiacciato....
-</p>
-
-<p>
-«Circa due mesi dopo la tua nascita, bambina
-mia, innanzi che i tuoi occhi avessero appreso a sorridere
-alla vista di tuo padre necessariamente molto
-spesso lontano da casa, gli affari di cui ero incaricato
-quale agente mi chiamarono in una piazza
-piuttosto distante da Rio. Ero assente da quasi un
-mese, avendo dovuto estendere il mio viaggio oltre
-l'itinerario fissatomi, e avevo sempre mandato regolari
-notizie a Lucia (la quale, però, credo non ricevette
-mai le mie lettere), quando capitai in un posto
-i cui dintorni erano infestati da malaria. Per amore
-della mia famiglia presi tutte le precauzioni a fine
-d'evitare l'infezione, ma furono inutili. La terribile
-febbre mi colse e giacqui settimane tra la vita e la
-morte. Durante la mia malattia fui crudelmente negletto,
-perchè non avevo colà alcun amico, e l'esiguità
-della mia borsa non allettava i mercenari: ma
-la pena in cui ero per Lucia e per te, superava di
-gran lunga i patimenti fisici, pur tanto gravi.
-</p>
-
-<p>
-«La mia immaginazione inquieta mi suscitava
-ogni sorta di paure: ahimè, nessuna delle peggiori
-s'avvicinava alla realtà che m'attendeva al mio ritorno.
-Dopo un'interminabile degenza, ripresi la via
-di Rio, emaciato, estenuato, quasi privo di denaro
-e con le vesti lacere. E quando cercai la mia casa
-la trovai deserta, e fui ammonito d'allontanarmene,
-poichè la funesta epidemia della quale io ero stato
-preda, aveva poco meno che spopolato quella strada
-e le adiacenti. Benchè facessi le più minuziose
-inchieste, non potei saper nulla di mia moglie e
-della mia creatura. Corsi all'orribile carnaio dove
-durante l'infierire della pestilenza venivano esposti
-i cadaveri non riconosciuti; ma tra quei miserandi
-avanzi sfigurati era impossibile distinguere i propri
-congiunti dagli estranei. Errai giorni e giorni per
-la città sperando d'ottenere qualche informazione
-concernente Lucia: nessuno l'aveva mai udita menzionare.
-Esplorai tutte le banchine che Ben Grant,
-al quale v'avevo affidate, tua madre e te, soleva frequentare,
-chiesi di lui, descrivendo esattamente la
-sua persona: non ne scopersi la minima traccia.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_487">[487]</span>
-</p>
-
-<p>
-«Il mio primo pensiero era stato ch'egli e Lucia
-si fossero, com'era naturale, rivolti al negoziante
-per cui viaggiavo a fine di conoscere la causa della
-mia prolungata assenza. E però trovando vuota la
-mia casa avevo affrettato il passo in cerca di lui.
-Anch'egli era caduto vittima del morbo dominante!
-Il suo banco era chiuso, la sua ditta cancellata. Io
-continuai le indagini finchè l'ultimo bagliore di speranza
-non fu spento. Ma venni assicurato che quasi
-nessuno tra gli abitanti del rione dove avevo lasciato
-la mia famiglia era sfuggito al flagello; e persuaso
-alfine che il mio fato continuava a perseguitarmi
-con un implacabile furore di cui quest'ultimo
-colpo, ch'io mi avrei dovuto aspettare, non era se
-non un singolo sfogo, disperatamente risolsi d'imbarcarmi,
-pagando la traversata col mio lavoro, sulla
-prima nave che mi portasse a questo prezzo lontano
-dai luoghi pieni di così strazianti ricordi.
-</p>
-
-<p>
-«Da quel punto cominciò quella corsa angosciosa
-attraverso il mondo, senza termine e senza requie,
-in cui si riassume la mia vita. Con vari propositi, e
-lottando con varia fortuna per conseguirli, viaggiai
-in tutte le regioni del globo. Non v'è quasi una terra
-che il mio piede non abbia premuta; ho navigato
-tutti i mari, respirato l'aria di tutti i climi. Ho vissuto
-parimente nella città e nel deserto, fra gli uomini
-inciviliti e fra i selvaggi. Ed ho imparato la
-triste verità, che la pace non esiste in nessun luogo,
-e che l'amicizia per lo più è un nome vano. Se
-sono giunto a odiare, a sfuggire, a disprezzare il
-genere umano, è perchè io lo conosco bene.
-</p>
-
-<p>
-«Una volta visitai perfino la dimora dove trascorse
-la mia adolescenza. Non conosciuto, non veduto,
-calcai il suolo familiare, mirai le facce familiari
-benchè tocche dal tempo. Stetti davanti alla
-finestra della biblioteca del signor Graham, vidi l'aspetto
-sereno d'Emilia, contenta, felice nella sua
-cecità e nell'oblio del passato. Una fanciulla sedeva
-accanto al fuoco tentando di leggere alla luce vacillante
-della fiamma. Io non sapevo allora che desse
-un così dolce incanto alla sua fisonomia pensosa,
-nè perchè il mio sguardo vi si posasse con raro piacere:
-nessuna voce diceva al mio cuore paterno che
-<span class="pagenum" id="Page_488">[488]</span>
-io contemplavo il volto della mia figliuola. Non giurerei
-che il forte impulso da cui mi sentivo spinto
-ad entrare, a farmi riconoscere, ad implorare da
-Emilia una parola di perdono non fosse per prevalere
-sul timore del suo sdegno; ma in quella apparve
-il signor Graham, con la sua aria glaciale e severa,
-ed io fuggii di là.... Il giorno seguente ripartivo
-alla volta di luoghi lontani.
-</p>
-
-<p>
-«Quantunque nei diversi lavori che ero costretto
-a intraprendere per mantenermi decentemente, io
-guadagnassi spesso tanto da poter godere una temporaria
-indipendenza, e concedermi il lusso di costosi
-viaggi, non pensavo ad accumulare un patrimonio:
-a che m'avrebbe servito, poichè non avevo
-da provvedere che alla sodisfazione de' miei bisogni
-immediati? Ma il caso mi gettò dinanzi quella ricchezza
-ch'io non m'affannavo a cercare.
-</p>
-
-<p>
-«Dopo un anno passato nelle selvagge solitudini
-dell'Occidente, tra avventure il cui racconto ti sembrerebbe
-incredibile, seguitai ad attraversare quella
-regione, compiendo, senza compagni, un aspro e lungo
-viaggio, il quale aveva l'unico fine d'appagare
-il mio umore vagabondo. Venni così a trovarmi nel
-paese che fu poi chiamato la «terra promessa»,
-nonostante che per molti dei cupidi emigranti fosse
-invece una terra di false lusinghe e di amari disinganni.
-Tuttavia per me ne scaturì l'oro di cui non
-avevo sete. Io fui tra i primi scopritori delle prodigiose
-miniere, e uno dei più fortunati, benchè dei
-meno diligenti e meno bramosi d'arricchirsi.
-</p>
-
-<p>
-«Ma questa non fu la sola nè la maggiore delle
-fortune toccatemi. Coi primi frutti delle mie fatiche
-comperai un'immensa distesa di terreni, approfittando
-di un'occasione offertasi. Ero ben lungi dal sognarmi
-che quei campi deserti diverrebbero un giorno
-le strade e le piazze d'una grande e prospera
-città. Eppure fu così: ed io senza sforzi, quasi senza
-saper come, acquistai ricchezze favolose.
-</p>
-
-<p>
-«Non è tutto. Il caso felice che guidò i miei passi
-alla terra dell'oro, mi condusse a scoprire una perla
-preziosa, un tesoro a paragone del quale le miniere
-della California sono un nulla ai miei occhi.
-</p>
-
-<p>
-«Tu sai che il grido della conquista corse il mondo,
-<span class="pagenum" id="Page_489">[489]</span>
-e uomini d'ogni nazione portarono le loro braccia
-al campo della fortuna. Poi venne la fame, seguita
-dalla malattia e dalla morte; e molti furono
-quelli che mentre s'affrettavano ansiosamente verso
-l'aurea mèsse, caddero sul margine della via prima
-d'averla pur veduta ondeggiare da lontano.
-</p>
-
-<p>
-«Per quanto io disprezzassi quell'avida canaglia,
-non potevo, nelle mie privilegiate condizioni, ricusarmi
-di soccorrere gli sciagurati che venivano ad
-abbattersi ai miei piedi; e, per una volta, la mia
-umanità trovò la sua ricompensa.
-</p>
-
-<p>
-«Un uomo di miserabile aspetto, cencioso, sfinito,
-mezzo morto, si trascinò fino alla mia tenda (il paese,
-in quel tempo primitivo, non offriva altra abitazione)
-e con voce fievole si raccomandò chiedendo la
-carità. Io lo accolsi nell'angusta mia dimora, e non
-gli fui avaro delle cure che ero in grado di prestargli.
-Ma egli non soffriva che d'inedia, e quando si
-fu satollato, manifestò subito la selvaggia brutalità
-della sua natura nell'arcigna indifferenza con cui
-ricevette l'ospitalità benevolmente concessagli da un
-estraneo, e nella vile ingratitudine con cui ne abusò.
-In capo ad alcuni giorni le sue forze erano ristorate,
-sicchè io, desideroso di levarmi d'attorno
-quell'intruso il quale cominciava a condursi in modo
-da farmi dubitare della sua buona fede, lo avvertii
-che doveva andarsene, non senza però mettergli
-in mano una quantità d'oro sufficiente ad assicurare
-il suo sostentamento finchè fosse giunto
-alle miniere ove diceva d'essere diretto.
-</p>
-
-<p>
-«L'uomo parve malcontento. Mi chiese il permesso
-di rimanere fino alla mattina seguente non avendo
-egli alcun ricovero per la notte che già s'avvicinava.
-Io accondiscesi, perchè non m'immaginavo qual serpente
-avessi riscaldato al mio focolare. In sulla
-mezzanotte un leggero rumore mi destò: ci voleva
-poco a turbare il mio sonno che non era mai profondo.
-Mi rizzai e vidi l'ospite affaccendato a impadronirsi
-del mio denaro, e pronto a svignarsela senza
-salutarmi. La sua ribalderia andò più oltre. Nell'atto
-ch'io l'agguantavo rimproverandogli il furto
-vergognoso, egli afferrò un'arme che si trovava lì
-presso, e attentò alla vita del suo benefattore. Ma
-<span class="pagenum" id="Page_490">[490]</span>
-io stavo all'erta; rapidamente schivai il colpo, ed
-essendo il più forte, in pochi momenti ebbi ridotto
-all'impotenza il mio disperato avversario. Costui si
-trascinò alle mie ginocchia implorando grazia con
-l'abietta sommissione che si conveniva a un così
-spregevole furfante. E ben aveva di che tremare,
-perchè la legge di Lynch era allora nel suo pieno vigore,
-e faceva giustizia sommaria dei criminali.
-</p>
-
-<p>
-«Avrei probabilmente abbandonato il traditore alla
-sorte meritata, se egli non avesse per caso scoperto
-alla mia cupida brama un oggetto desiderabile
-a segno, ch'io gli offersi la libertà come prezzo del
-suo possesso, con un ardore in cui dimenticai il castigo
-dovuto a tanta perfidia.
-</p>
-
-<p>
-«Il ladro, obbedendo al mio comando, vuotò le
-sue tasche per restituirmi l'oro, la cui perdita non
-m'avrebbe oltremodo afflitto: e mentre il vil metallo
-rotolava ai miei piedi, vidi brillare tra le monete
-un gioiello <i>mio</i>, legittimamente <i>mio</i> quanto il resto;
-e quella vista mi colmò di maraviglia e di gioia,
-più che se fosse stato una stella caduta dal cielo.
-</p>
-
-<p>
-«Era un anello assai singolare per il disegno e
-la fattura, già appartenuto a mio padre, portato poi
-da mia madre fino al tempo delle sue seconde nozze,
-e da lei allora dato a me. Io lo tenevo caro come
-un'eredità preziosa, ed era uno dei pochi oggetti
-di valore presi meco nell'abbandonare la casa
-del mio patrigno. L'avevo lasciato, insieme con un
-orologio e qualche altro piccolo gioiello, a Lucia,
-quando m'ero separato da lei a Rio, e rivedendolo
-mi sembrava udire una voce da una tomba.
-</p>
-
-<p>
-«Con ansiosa avidità interrogai il mio prigioniero
-per sapere come quell'anello fosse venuto nelle
-sue mani, ma egli si chiuse in un ostinato silenzio.
-Ora toccava a me supplicarlo; e alfine, la promessa
-che, terminato il suo racconto, l'avrei lasciato partire
-immune dalla «fustigazione della giustizia»<a class="tag" id="tag6" href="#note6">[6]</a>
-gli strappò il segreto che per me aveva un'importanza
-vitale. Ti riferirò in poche parole la sua intralciata
-e scucita narrazione.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_491">[491]</span>
-</p>
-
-<p>
-«Quell'uomo era Stefano Grant, il figlio del mio
-vecchio amico Ben. Egli aveva udito dalla bocca di
-suo padre la dolorosa storia della tua mamma, e la
-circostanza d'un violento alterco tra il marinaro e
-quella megera di sua moglie quando egli le aveva
-portato in casa la giovane straniera, era servita ad
-imprimerla bene nella memoria del ragazzaccio.
-</p>
-
-<p>
-«A quanto rilevai da ciò che Stefano mi disse,
-pare che la mia prolungata assenza e la mancanza
-di notizie mentre io giacevo malato, fossero interpretate
-dal fedele ma troppo diffidente amico e consigliere
-della mia sposa, come un volontario e crudele
-abbandono. La povera figliuola, per la quale la
-mia vita passata era un mistero, e rimanevano quindi
-inesplicabili molti particolari del mio carattere
-e della mia condotta, cominciò a sentirsi persuasa
-che i timori e i sospetti del buon vecchio non erano
-infondati. Ella s'era rivolta al mio principale, a fine
-d'ottenere qualche informazione; ma egli, che mi sapeva
-esposto all'epidemia e mi credeva oramai nel
-numero dei morti, non volendo desolarla le aveva
-dato risposte così oscure ed ambigue, da mutare
-quasi in certezza le sue vaghe apprensioni. Tuttavia
-si ricusò fermamente di lasciare la nostra casa, e
-attaccandosi a un'ultima speranza stette ad aspettarvi
-il mio ritorno finchè il morbo non principiò a
-menare strage nel vicinato. Il suo piccolo gruzzolo
-era già finito, le forze sì morali che fisiche le venivano
-meno, e Ben, sempre più sicuro che l'ingenua
-Lucia era stata tradita e abbandonata, potè finalmente
-indurla a vendere la sua mobilia, e grazie alla
-somma così raccolta fuggire dal paese infetto prima
-che fosse troppo tardi. Ella partì per Boston con
-un bastimento su cui il suo umile protettore s'era
-imbarcato in qualità di marinaro; e, giunti in porto,
-egli la condusse nella sola casa che poteva offrirle:
-la sua.
-</p>
-
-<p>
-«Là si compì il fato della tua sventurata madre
-con la sua morte nel fior degli anni, e tu, bambinetta,
-restasti sola alla mercè della femmina crudele
-che unicamente la coscienza d'un crimine commesso
-e la tema di essere scoperta, rattenne dal cacciarti
-fin da allora fuor del misero asilo trovato
-<span class="pagenum" id="Page_492">[492]</span>
-sotto il suo tetto. Questo crimine consisteva in un
-vilissimo furto perpetrato da lei e dal già infame
-suo figlio in danno dell'innocente e infelice Lucia
-che la sua debolezza rendeva oramai una facile preda
-per la loro rapacità.
-</p>
-
-<p>
-«I frutti del ladrocinio non furono però mai goduti
-da Annetta Grant, il cui promettente rampollo
-tanto la superava in duplicità ed astuzia, che fattosi
-consegnare i gioielli col pretesto di venderli bene,
-si tenne per sè ciò che gli parve opportuno, e s'appropriò
-il denaro ricavato dal resto.
-</p>
-
-<p>
-«L'anello antico ora tornato in mio possesso, la
-preziosissima reliquia di una luttuosa tragedia,
-avrebbe seguìto la sorte degli altri oggetti rubati se
-non fosse parso al ladro di poco valore. Ma esso salvò,
-temporariamente almeno, lo sciagurato Stefano
-dal castigo dei felloni che certo aspetta quel peccatore
-impenitente; e quanto a me.... ah, quanto a <i>me</i>
-rimane dubbio ancora se il segreto di cui fu la chiave
-consolerà la vita che m'avanza o farà pesare sovr'essa
-una più grave maledizione!
-</p>
-
-<p>
-«Quantunque le informazioni così ottenute suscitassero
-in me l'eccitante idea che la mia figliuola
-vivesse ancora e potesse alfine essermi resa, io non
-osavo abbandonarmi a quest'ardita speranza, perchè
-nulla m'assicurava che non fosse destinata a perire
-in germe, che il perduto tesoro di cui avevo miracolosamente
-scoperto le tracce non dovesse di nuovo
-sfuggire alle mie ansiose ricerche. A tutte le domande
-concernenti te, mia Gertrude, Stefano, il quale
-non aveva più ragione alcuna di nascondermi la
-verità, rispose che non era in grado di comunicarmi
-particolari posteriori al tempo in cui eri andata a
-stare con Trueman Flint. Egli sapeva che il lampionaio
-t'aveva ricoverata la notte che Annetta ti
-cacciò in istrada, e un caso gli apprese, di lì ad alcuni
-mesi, la tua permanenza in quel luogo di rifugio,
-essendo stato il vecchio (per dire come disse
-lui) tanto solennemente imbecille da recarsi di spontanea
-volontà a risarcire sua madre del danno da
-te fatto in uno sfogo d'infantile vendetta alla vetrata
-d'una sua finestra.
-</p>
-
-<p>
-«Di più non giunsi a rilevare, ma era uno stimolo
-<span class="pagenum" id="Page_493">[493]</span>
-sufficiente perchè io m'adoprassi con tutte le
-mie energie a ritrovar la mia creatura. Pieno il cuore
-di quest'unico desiderio, m'affrettai a partire per
-Boston. Non durai fatica a rintracciare le notizie del
-tuo benefattore, e quantunque fosse morto da anni,
-non poche persone, degne di fede, m'attestarono le
-sue grandi virtù, che ben erano conosciute. Nè la
-sua figliuola adottiva era dimenticata nel quartiere
-dove aveva passato l'infanzia. Più d'una voce rispose
-alle mie inchieste con accento di gratitudine,
-enumerando le ragioni di ricordare la fanciulla che
-essendo venuta in prospere condizioni dopo aver provato
-la povertà, s'era fatta un dovere e un piacere
-di soccorrere nei loro bisogni i suoi vicini d'un tempo,
-le cui sofferenze le erano note per avervi partecipato.
-</p>
-
-<p>
-«Ma, ahimè, alla somma delle mie tristi vicissitudini,
-una ancora doveva aggiungerne l'inesorabile
-destino.... Nel momento ch'io m'accertavo che
-mia figlia viveva ed era al sicuro, nel momento che
-il mio cuore paterno esultava al suono delle lodi da
-cui sentivo accompagnare il suo nome, mi colpirono
-come un fulmine queste parole tremende: «Ella è
-ora la figliuola adottiva della dolce Emilia Graham,
-della buona signorina cieca!»
-</p>
-
-<p>
-«O strana coincidenza! O giusto guiderdone. Mentre
-mi credevo sul punto di vedere la cara mia speranza
-divenire una felice realtà, la mano ferrea di
-quel destino che non voleva lasciarsi sfuggire la sua
-vittima, mi afferrava un'altra volta, e mi schiacciava....
-La mia creatura, la mia unica figliuola,
-stretta da vincoli di gratitudine e d'affetto, fin dai
-suoi teneri anni, a colei nel cui volto non oserei fissare
-lo sguardo, se fosse conscia della mia presenza,
-per tema di leggervi una condanna che mi fiaccherebbe
-l'anima per sempre!
-</p>
-
-<p>
-«Le terre e i mari che ci dividevano finora, mia
-Gertrude così lungamente perduta per me, sembravano
-alla mia immaginazione torturata un ostacolo
-meno insormontabile del fatto che la sola creatura
-umana nel cui amore ancora speravo, era stata educata
-in una famiglia dove io ero odiato, dove il solo
-mio nome destava un senso d'orrore!
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_494">[494]</span>
-</p>
-
-<p>
-«Straziato dal pensiero tormentoso che tutte le
-mie preghiere, tutte le mie spiegazioni sarebbero
-state impotenti a cancellare quella prima impressione,
-che le mie cure, la mia tenerezza, per quanto
-grandi non avrebbero ottenuto altro che un freddo
-e formale riconoscimento dei miei diritti, o, peggio
-ancora, un'ipocrita larva d'amor filiale, quasi risolsi
-di lasciar ignorare a mia figlia da chi fosse nata,
-di rinunziare a veder mai il suo viso piuttosto che
-imporle la terribile necessità di scegliere tra l'adorata
-amica e un padre da cui l'animo suo rifuggiva
-con raccapriccio e terrore come da un reo di neri
-delitti.
-</p>
-
-<p>
-«Dopo aver molto combattuto con sentimenti contrari,
-in fiera lotta tra loro, deliberai di tentare una
-prova: conoscere la mia Gertrude, ma guardandomi
-bene dallo scoprirle chi io fossi. Mi confidavo, e lo
-confermarono i fatti, che i mutamenti enormi operati
-dal tempo nel mio aspetto, mi permetterebbero
-di nascondere l'esser mio alle persone con cui non
-avevo avuto una lunga dimestichezza; e però m'avvicinai
-alla casa del signor Graham, senza paura
-di tradirmi. La trovai chiusa, e, a quanto pareva,
-deserta.
-</p>
-
-<p>
-«Mi diressi allora verso il troppo noto banco. Là
-un commesso, non bene informato, mi disse che tutta
-la famiglia del suo principale, te compresa, aveva
-passato l'inverno a Parigi, e che allora si trovava
-in Germania, a Baden-Baden. Io, senza indugio, presi
-il piroscafo per Liverpool, e da Liverpool proseguii
-speditamente alla volta dell'elegante cittadina
-tedesca, una giterella per me, avvezzo a ben altri
-viaggi.
-</p>
-
-<p>
-«Senza avventurarmi sotto gli occhi del mio patrigno,
-colsi un'occasione di farmi presentare alla
-sua nuova moglie, e presto seppi dalla loquace signora
-che Emilia e tu eravate rimaste a Boston, e
-che in quei giorni vi ospitava il dottor Jeremy.
-</p>
-
-<p>
-«Io presi immediatamente la via del ritorno, e
-durante la traversata feci la conoscenza del dottor
-Gryseworth e di sua figlia: conoscenza che fu per
-me preziosa avendomi agevolato il modo d'avvicinarmi
-a te.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_495">[495]</span>
-</p>
-
-<p>
-«Arrivato a Boston, corsi alla casa del dottore.
-Come già quella del signor Graham, la trovai abbandonata
-dai suoi inquilini e in apparenza chiusa
-per la stagione. Per fortuna potei interrogare un
-uomo occupato a riparar lo scalino della soglia. Egli
-mi rispose che la famiglia era assente, ma non sapeva
-dirmi dove fosse andata; soggiunse però che
-c'erano le persone di servizio, le quali m'avrebbero
-informato. Arditamente io tirai il campanello. Venne
-ad aprire la signora Ellis: la donna che venti
-anni addietro aveva crudelmente, spietatamente, fatto
-risonare al mio orecchio le parole con cui m'annunziava
-la morte della mia ultima speranza sulla
-terra. Vidi alla prima occhiata che il mio «incognito»
-era sicuro, giacchè ella incontrò il mio sguardo
-acuto e penetrante senza tremare, nè retrocedere
-o fuggire, come certo avrebbe fatto alla vista dello
-spettro di Filippo Amory.
-</p>
-
-<p>
-«Ella rispose alle mie domande con altrettanta
-freddezza e compostezza che a quelle di forse una
-mezza dozzina di delusi clienti del dottore: egli era
-partito per Nuova York la mattina stessa, e non
-sarebbe ritornato che fra due o tre settimane.
-</p>
-
-<p>
-«Nulla poteva meglio favorire il mio disegno. Io
-t'avrei raggiunta, avrei fatto conoscenza con te, a
-poco a poco, quale compagno di viaggio.
-</p>
-
-<p>
-«Tu sai come riuscii nel mio intento. Ora seguendovi,
-ora precedendovi, mi mantenni sempre vicino
-a voi. Per conferire in qualche modo al tuo benessere
-e a quello d'Emilia, per conoscere il vostro itinerario,
-prevenire i vostri desiderî, accaparrarvi le
-camere migliori e assicurarvi le premure della servitù,
-non risparmiai nè pene nè spese.
-</p>
-
-<p>
-«Della libertà con cui potei accostarti, e penetrare
-qualche volta nel vostro circolo, sono, ahimè,
-in gran parte debitore alla cecità della tua protettrice;
-perchè non posso dubitare che altrimenti nè il
-tempo, nè i mutamenti da esso prodotti, le avrebbero
-impedito di riconoscermi. Perciò soltanto all'ultimo
-atto di questo dramma, quando ci trovammo
-a faccia a faccia con la morte, e la dissimulazione
-divenne impossibile, osai fare udire un momento ad
-Emilia la mia voce.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_496">[496]</span>
-</p>
-
-<p>
-«Nessuno le cui facoltà mentali non siano talora
-state acuite e vivificate da qualche ragione così forte,
-può comprendere quanto intensamente io osservassi
-ogni tua azione, pesassi ogni tua parola, cercassi
-di leggerti in viso ogni pensiero: e chi giungerà
-a misurare l'angoscia del tenero padre che di
-giorno in giorno imparava ad amare di più ardente
-e più profondo affetto la sua creatura, eppure non
-ardiva stringerla al suo seno?
-</p>
-
-<p>
-«Specie quando ti vidi oppressa da un grave ed
-intimo dolore, soffersi struggendomi di proclamare
-il mio diritto alla tua confidenza, e più d'una volta
-mi sarei tradito, se non m'avesse frenato il timore
-che m'incuteva la dolce Emilia... dolce con tutti
-fuorchè meco! Io non sopportavo l'idea che la mia
-confessione trasformasse per te l'amico fidato in un
-padre aborrito! Mi rassegnai a vegliare sulla mia
-figliuola celatamente, a tenermi distante da lei come
-un estraneo, piuttosto che apparirle quale il temuto
-tiranno che poteva strapparla dalla casa donde egli
-stesso era stato cacciato, ai cuori caldi d'amore per
-lei, ma per lui di sasso e di ghiaccio.
-</p>
-
-<p>
-«Così serbai il silenzio; ed a volte, presente ai tuoi
-occhi, ma ancor più spesso nascosto, m'aggirai sul
-tuo cammino fino al giorno funesto, indimenticabile,
-in cui obliando tutto fuorchè la salvezza tua e di
-Emilia, il mio cuore parlò, tradì il suo segreto.
-</p>
-
-<p>
-«E adesso tu sai tutto: le mie follie, le mie sventure,
-i miei dolori, i miei peccati!
-</p>
-
-<p>
-«Puoi tu amarmi, Gertrude? Questo solo ti chiedo.
-Io non pretendo di toglierti alla famiglia ch'è
-divenuta la tua, non voglio privare la povera Emilia
-d'una figliuola che ella forse ha cara quanto io
-stesso. L'unico balsamo che cerca la mia anima straziata,
-è la semplice e sincera promessa che tu ti <i>proverai</i>
-almeno a voler bene al tuo babbo.
-</p>
-
-<p>
-«Io non ho alcuna speranza in questo mondo, nè,
-ahimè, nell'altro, fuorchè te sola. Se tu sentissi come
-batte il mio cuore contro le sbarre della sua prigione,
-comprenderesti che ove non trovi un po' di
-calma, si spezzerà bentosto.... Vuoi calmarlo tu con
-la tua pietà, mia dolce creatura adorata? Vuoi consolarlo
-col tuo amore? Se sì, vieni, stringimi fra le
-<span class="pagenum" id="Page_497">[497]</span>
-tue braccia, mormora al mio orecchio parole di pace!
-In vista della tua finestra, nel vecchio padiglione
-rustico all'estremità del giardino, aspetto, palpitando,
-di udire il suono dei tuoi passi....»
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XLVIII.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Le appare una celeste visione: in un fulgore</p>
-<p>D'aurora a lei ritorna il suo perduto amore;</p>
-<p>È colmato l'abisso, è la notte fuggita</p>
-<p>Il cui mister separa la morte dalla vita.</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Hemans.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Non appena gli occhi di Gertrude, che avidamente
-divorano il manoscritto, cadono sulle ultime parole,
-ella balza in piedi e si precipita fuor della camera,
-dove rimangono sparsi per il pavimento i fogli scivolati
-dal suo grembo nel rizzarsi.
-</p>
-
-<p>
-Scende le scale di volo, scappa dalla porta posteriore
-dell'atrio, si slancia attraverso il praticello, che
-è dietro la casa, ora tutto umido della rugiada vespertina,
-ed entra nel padiglione dall'uscio opposto
-a quello dove Filippo Amory, con le braccia conserte
-e lo sguardo fisso, attende la sua venuta.
-</p>
-
-<p>
-Egli non ode il suo passo, tanto è leggero; prima
-che si sia accorto della sua presenza, ella gli si getta
-sul petto, e tutta tremante, tutta scossa dalla violenza
-della sua agitazione che, a lungo repressa,
-adesso la soverchia, prorompe in un pianto veemente,
-interrotto solo da frequenti e profondi singhiozzi.
-Suo padre se la stringe al cuore così forte, che ella
-ne sente i palpiti precipitati, e tenta di sedar quella
-tempesta di dolore e di gioia, mormorando dolcemente,
-come a un bambino:
-</p>
-
-<p>
-— Chetati, chetati, creatura mia, tu mi fai spavento!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-E a poco a poco, calmata dalle blande carezze paterne,
-la fanciulla perviene a dominare i suoi nervi,
-e solleva la faccia, sorridendogli fra le lacrime.
-Stanno così alcuni minuti, in un silenzio che dice
-più delle parole. Avvolta nelle pieghe del pesante
-mantello con cui egli la ripara dalla fresca aria
-notturna, e sempre stretta nel suo vigoroso amplesso,
-<span class="pagenum" id="Page_498">[498]</span>
-Gertrude sente che la comunione delle loro anime
-è compiuta; e all'esule ramingo che da sì lungo
-tempo non aveva più provato il dolce influsso d'un
-sorriso amoroso, brilla nelle pupille tutta la tenerezza
-sgorgante dal suo cuore non indurito nè inaridito
-dalla solitudine.
-</p>
-
-<p>
-La luna, che ogni tanto si nasconde dietro una
-nube, quando torna a far capolino li rivede nel medesimo
-atteggiamento. Alfine, uscita in uno spazio
-libero e sereno, contempla al chiaro suo lume il padre
-che alza verso di sè il viso della figliuola e fissandola
-negli occhi roridi e lucenti, rimovendo carezzevolmente
-dalla sua fronte i capelli scomposti,
-le chiede con accento di commovente preghiera:
-</p>
-
-<p>
-— Mi amerai dunque?
-</p>
-
-<p>
-— Oh, vi amo, vi amo! — risponde Gertrude chiudendogli
-la bocca con un bacio.
-</p>
-
-<p>
-A questa fervida affermazione i lineamenti fino
-allora contratti di Filippo Amory si rilassano: egli,
-l'uomo forte, china il capo sulla spalla di lei, e
-piange.
-</p>
-
-<p>
-Ma per un momento. Ella, vedendolo sopraffatto
-così dalla piena dei suoi sentimenti, si ricompone,
-lo prende per mano e gli dice, in un tono fermo e
-risoluto che lo scuote:
-</p>
-
-<p>
-— Venite!
-</p>
-
-<p>
-— Dove? — egli esclama guardandola stupito.
-</p>
-
-<p>
-— Da Emilia.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Egli rabbrividisce, e scrollando la testa in atto di
-triste scoraggiamento retrocede invece di seguirla
-nella direzione in cui ella vorrebbe trarlo.
-</p>
-
-<p>
-— Non posso! — mormora con voce spenta.
-</p>
-
-<p>
-— Ma ella v'attende! V'attende, e piange e prega,
-struggendosi nel desiderio del vostro ritorno!
-</p>
-
-<p>
-— Emilia!... Tu non sai quello che dici, bambina
-mia....
-</p>
-
-<p>
-— Dico il vero, babbo! Siete voi quello che s'inganna!
-Emilia non vi odia, non v'ha odiato mai. Ella
-vi credeva morto da molti anni: ma la vostra voce,
-benchè udita una volta sola, le ha quasi fatto perdere
-la ragione, tanto profondamente ella v'ama sempre.
-Venite, e vi dirà lei, meglio ch'io non possa, quale
-sciagurato errore abbia fatto di voi due martiri.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_499">[499]</span>
-</p>
-
-<p>
-Emilia, la quale aveva udito la voce di Guglielmo
-mentre questi salutava Gertrude sulla soglia, e indovinato
-ch'era lui, s'era astenuta dal chiedere della
-fanciulla, non comparsa alla tavola del tè; e pensando
-ch'ella sentiva il bisogno di starsene tranquilla
-nella sua camera, terminato il pasto della
-sera, si ritirò nel salotto. Il signor Graham, secondo
-il suo costume, passò nella biblioteca.
-</p>
-
-<p>
-Da circa un'ora ella sedeva sola in quella stanza
-vasta e arredata all'antica, il cui aspetto era assai
-piacevole e familiare. Nel camino ardeva ancora un
-bel fuoco gagliardo che diffondeva intorno un tepore
-gradevolissimo essendo le serate eccezionalmente
-fresche per la stagione. Alcune candele erano
-accese ai lati dello specchio, ma la loro luce non
-bastava a distruggere i pittoreschi effetti delle ombre
-che la fiammata dei ceppi gettava sulle pareti
-e sul sofà dove stava adagiata Emilia.
-</p>
-
-<p>
-Ella, nonostante la sua debole salute, conservava
-gran parte ancora della freschezza e dell'avvenenza
-giovanili, e per caso s'era messa in una positura,
-di fronte al fuoco, tale che il mobile chiarore guizzava
-sul suo viso dando risalto all'insolita vivacità
-di colorito ond'era animata dall'intima commozione
-dell'animo. Il gusto squisitamente fine che rendeva
-le abbigliature d'Emilia quasi un emblema della
-soave purità del suo carattere, si manifestava
-con particolare efficacia quand'ella indossava, come
-quella sera, una veste di casimiro bianco, fluente in
-ricche pieghe, strette alla vita da una cintura di
-seta, e con ampie maniche drappeggiate. Il niveo
-candore della seta che le orlava poteva appena rivaleggiare
-con quello dei polsi delicati e delle piccole
-mani di cui una macchinalmente andava giocherellando
-tra le frange purpuree di uno scialle
-portato nella fredda sala da pranzo, e adesso abbandonato
-sopra il vicino bracciuolo del sofà.
-</p>
-
-<p>
-Reggendosi sul gomito, la faccia chinata in avanti,
-verso il fuoco, ella guardava nello specchio della
-sua memoria, così intensamente, che chi avesse ignorato
-la sua cecità l'avrebbe creduta assorta nel
-contemplare di sotto le lunghe ciglia immaginarie
-figure tracciate dalla fantasia sulle bracie ardenti.
-<span class="pagenum" id="Page_500">[500]</span>
-A momenti, quando il vento della sera estiva, spirando
-tra il fogliame degli alberi, faceva che qualche
-ramo sfiorasse lievemente i cristalli delle finestre,
-ella sollevava il capo dalla mano su cui lo
-teneva reclinato, e arcuava il tenue collo nell'atteggiamento
-di chi ascolta; poi, riconosciuta la natura
-di quel fruscio, ricadeva con un sospiro nella sua
-malinconica meditazione.
-</p>
-
-<p>
-Una volta la signora Prime, che cercava la governante,
-aperse l'uscio, guardò se fosse nel salotto, e
-si ritirò dicendo tra sè:
-</p>
-
-<p>
-— Dio, com'è bella! Pare proprio un ritratto....
-Vorrei che avesse occhi per vedersi!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Alfine un sommesso e rapido abbaiamento del cane
-di guardia ridestò l'attenzione d'Emilia; tosto lo seguì
-un suono di passi, nel portico, nell'atrio....
-</p>
-
-<p>
-Innanzi che giungesse alla soglia ella già s'era
-rizzata, tendendo l'orecchio. E quando Filippo Amory
-e Gertrude entrarono, la cieca, silenziosa, con le
-labbra socchiuse, le mani giunte, un piede avanzato
-nell'attesa che venissero a lei, dava immagine d'una
-statua anzichè di persona viva.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude gettò uno sguardo sulla figura estatica
-della sua amica, un altro su quella agitatissima di
-suo padre, e tacitamente se n'andò. Ella aveva veduto
-che s'erano riconosciuti appieno, e per istintiva
-delicatezza non volle turbare con la sua presenza
-la santità di quell'incontro.
-</p>
-
-<p>
-Come l'uscio si chiudeva dietro alla fanciulla, Emilia
-disgiunse le mani, le tese nella vuota oscurità
-che la circondava, e mormorò:
-</p>
-
-<p>
-— Filippo!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Egli afferrò entrambe quelle mani che lo cercavano,
-le strinse tra le proprie, cadendo in ginocchio
-mentre ella s'abbandonava mezzo svenuta sul sofà;
-allora, tenendole sempre strette, chinò sopra esse la
-testa, nel suo grembo, dove ella ora le posava, e con
-la faccia nascosta tra le dita affusolate, mormorò
-egli pure:
-</p>
-
-<p>
-— Emilia!
-</p>
-
-<p>
-— La tomba ha reso l'estinto alla vita! — esclamò
-la cieca. — Dio, ti ringrazio!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-E sciolte le mani dalla stretta convulsiva di Filippo,
-<span class="pagenum" id="Page_501">[501]</span>
-gli gettò le braccia al collo, poggiò il capo
-sul suo petto, bisbigliando con voce soffocata dalla
-commozione:
-</p>
-
-<p>
-— Filippo! Caro Filippo! Sogno, o siete ritornato
-davvero?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Le regole convenzionali, le costrizioni imposte, che
-tanto spesso reprimono lo sfogo dei sentimenti umani,
-non esistevano per quella schietta figlia della
-natura ch'era Emilia Graham. Ella e Filippo Amory
-s'erano amati nella loro fanciullezza; erano stati
-divisi quasi fanciulli ancora; e tali ritornavano ritrovandosi.
-Durante il lungo volgere d'anni da che
-rimaneva esclusa dal mondo esterno, ella era vissuta
-in mezzo alle care memorie del passato, salva
-dai contagi mondani, conservando tutta l'ingenua
-semplicità virginale, tutta la freschezza della sua
-primavera; e Filippo, che non aveva contratto altri
-vincoli se non forzato dalle circostanze, si sentiva
-rifluire nelle vene la sua prima gioventù, mentre
-Emilia con la destra sul suo capo benediceva Dio
-d'averle concesso la gioia di riabbracciarlo.
-</p>
-
-<p>
-Ella non poteva vedere come il tempo avesse inargentato
-i suoi capelli, e velato della sua ombra il
-volto ch'ella amava; ma ritornasse egli nella forma
-del focoso giovanetto dagli occhi sfolgoranti, in cui
-era apparso per l'ultima volta al suo sguardo, o dell'uomo
-maturo dalla chioma precocemente incanutita
-che rendeva difficile ai curiosi determinare la
-sua età, o dell'anima assunta alla gloria degli angeli
-in cui lo sognava nei suoi sogni del Paradiso,
-era lo stesso per colei il cui mondo era un mondo
-di spiriti.
-</p>
-
-<p>
-E a lui, nel mirare quel viso del quale tanto aveva
-temuto l'espressione, e che invece splendeva d'una
-santa luce d'amore e di pietà, sembrava che la testa
-della vergine cieca fosse cinta di un'aureola celeste.
-</p>
-
-<p>
-E però la loro riunione apparteneva più al cielo
-che alla terra. Se le loro anime si fossero incontrate
-di là dalla tomba, nel soggiorno beato dove quelli
-che da lungo tempo furono divisi si ricongiungono
-in eterno, appena la loro gioia sarebbe potuta essere
-più pura, la loro felicità più perfetta.
-</p>
-
-<p>
-Quando alfine sedettero tranquilli l'uno accanto
-<span class="pagenum" id="Page_502">[502]</span>
-all'altra, con le dita sempre amorosamente intrecciate,
-Filippo udì dalle labbra d'Emilia tutta la
-storia del suo dolore: le speranze e i timori, le preghiere
-e la disperazione; narrò poi egli a lei le sue
-tristi vicende, ed ella, ascoltandolo, lasciò cadere
-molte lacrime e molti baci sulle mani che teneva tra
-le sue. Allora soltanto cominciarono a credere alla
-realtà di quella consolazione tanto lungamente negata,
-ma oramai così pienamente concessa, che prometteva
-loro giorni felici anche su questa terra.
-</p>
-
-<p>
-Emilia pianse sulle sventure e sulla morte prematura
-di Lucia, e apprendendo che la fanciulla a cui
-aveva posto tanto affetto e da lei con tanta cura
-educata era la figliuola di Filippo, inalzò a Dio una
-tacita preghiera di gratitudine per averle affidato
-nell'apparentemente inutile e desolata sua vita una
-così nobile, così santa missione.
-</p>
-
-<p>
-— Se potessi amarla di più, caro Filippo, — ella
-disse — lo farei per amor vostro e della dolce e innocente
-sua madre che tanto sofferse!
-</p>
-
-<p>
-— E voi mi perdonate, Emilia? — domandò egli,
-quando, finito di narrare il doloroso passato, s'abbandonarono
-alla soave delizia dell'ora presente.
-</p>
-
-<p>
-— Perdonarvi?... Oh, caro, che ho da perdonare?
-</p>
-
-<p>
-— La tremenda disgrazia che vi avvolse in perpetue
-tenebre.
-</p>
-
-<p>
-— Filippo! — esclamò ella in tono di rimprovero. — Potete
-credere ch'io ve ne facessi una colpa, ch'io
-vi biasimassi un momento solo pur nel mio segreto
-pensiero?
-</p>
-
-<p>
-— Non volontariamente, ne sono sicuro, cara. Ma
-avete dimenticato ciò ch'<i>io</i> non potrò dimenticare
-mai.... che nel tempo della vostra angoscia, non soltanto
-il soverchiante pensiero, ma le vostre labbra
-stesse proclamarono la mia condanna.... il diniego
-di quella pietà, di quel perdono che la vostra anima
-torturata non trovava per il crudele che v'aveva
-fatto tanto male.
-</p>
-
-<p>
-— Voi, crudele! Mai, neppure nel mio più disperato
-delirio, io non vi feci cotesta ingiuria, Filippo,
-cotesta accusa immeritata!... Il mio cuore poco filiale
-mormorò contro l'ingiustizia di mio padre, ma
-verso di voi non fu mai reo di un tale tradimento.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_503">[503]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Quella maligna donna mentì dunque asserendomi
-che il solo mio nome vi faceva rabbrividire?
-</p>
-
-<p>
-— S'io rabbrividivo, era perchè tutto l'essere mio
-si ribellava all'idea del torto immane che avevate
-patito.... Oh, siatene certo, s'ella v'affermò che i miei
-sentimenti per voi erano altri che di pietà e d'immutabile
-affetto, le sue parole derivavano da un deplorevole
-errore!
-</p>
-
-<p>
-— Dio, Dio, come perfidamente fui ingannato! — gemette
-egli.
-</p>
-
-<p>
-— Non dite perfidamente, — replicò Emilia. — La
-signora Ellis, con tutta la sua severa formalità, fu
-vittima anch'essa delle circostanze. Era un'estranea
-tra noi, e vi credeva diverso da quel che eravate;
-ma se l'aveste veduta, alcune settimane dopo, piangere
-amare lacrime sulla parte da lei assunta nei
-fatti che vi spinsero alla disperazione, e, si credeva
-allora, alla morte, avreste sentito, come sento io,
-che l'avevamo giudicata male, e che un cuore di
-donna palpitava sotto quell'apparenza di dura pietra.
-L'intensità del suo dolore mi maravigliò allora:
-adesso comprendo ch'era acuito da un rimorso
-ch'io non sospettavo. Ma dimentichiamo le tristezze
-del passato e confortiamoci nella fede che la mano
-amorosa da cui ci è data questa gioia ci afflisse finora
-con fini di misericordia.
-</p>
-
-<p>
-— Di misericordia? — esclamò Filippo. — E dove
-ne scorgete nella mia sciagura e nella vostra? Può
-essere una mano amorosa quella che fece di me lo
-strumento fatale, e di voi la vittima, d'una delle
-più gravi sventure umane?
-</p>
-
-<p>
-— Non parlate della mia cecità come d'una sventura! — rispose
-Emilia. — Da gran tempo ho cessato
-di considerarla tale. Soltanto nell'oscurità della
-notte vediamo brillare le luci del cielo, soltanto
-quando siamo esclusi dalla terra possiamo varcare
-le porte del Paradiso. Finchè avevo occhi per contemplare
-le maraviglie della natura e le glorie del
-Signore, li tenevo chiusi tuttavia dinanzi alle manifestazioni
-della bontà divina onde ero circondata.
-Mentre godevo i bellissimi e splendidissimi doni profusi
-sul mio cammino, obliavo di ringraziare e lodare
-il donatore; e con cuore ingrato, procedevo
-<span class="pagenum" id="Page_504">[504]</span>
-spensierata nel mio peccaminoso egoismo senza por
-mente alle insidie lusinghiere tese sui passi della
-gioventù.
-</p>
-
-<p>
-«E però la mano paterna di Colui che sempre vigila
-sopra di noi per il nostro bene, arrestò la creatura
-errante fuor della via che sola conduce alla
-pace, e quantunque il castigo giungesse improvviso
-ed aspra fosse la disciplina della verga punitrice,
-la misericordia nondimeno temperò la giustizia. Dalla
-tomba delle mie gioie sepolte sbocciarono speranze
-che fioriranno nell'immortalità. Dalle nubi e dalle
-tenebre sorse una fulgida aurora. Ciò ch'era nascosto
-alla veduta corporale si rivelò all'anima destata
-dalla vera luce, e il mio spirito turbato acquistò l'eterno
-riposo già sulla terra. Non piangete dunque,
-Filippo, sul mio fato ch'è lungi dall'essere triste:
-ma gioite con me nel pensiero di quel felice e non
-lontano risveglio, quando con gli occhi riaperti nella
-visione della beatitudine celeste, io starò dinanzi
-al trono di Dio, e fruirò della gloriosa presenza da
-cui, senza la luce sgorgata nell'anima mia dalla
-profondità delle mie tenebre terrestri, sarei stata
-forse bandita in sempiterno.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Nel momento che Emilia finiva di parlare e Filippo,
-compreso d'ammirazione e di rispetto, contemplando
-nel suo viso raggiante d'un santo gaudio il
-trionfo dello spirito immortale, meditava sulla maestà
-e la potenza conferite da una pietà sincera, l'uscio
-s'aprì bruscamente ed entrò il signor Graham.
-</p>
-
-<p>
-Il suono del noto passo troncò il sublime volo dei
-loro pensieri. Il colore che l'eccitazione aveva dato
-alle gote d'Emilia svanì in una pallidezza più intensa
-della consueta, mentre Filippo si rizzava lentamente
-dal posto che occupava al suo fianco, e con
-gesto deliberato si poneva di fronte al patrigno.
-</p>
-
-<p>
-Il signor Graham, il quale aveva l'aria tra stupita
-e scrutatrice d'un padrone di casa che trova nel suo
-salotto un visitatore ch'egli non conosce eppur sembra
-aspettare d'essere riconosciuto, si volse verso
-sua figlia come sperando di venir tratto d'impaccio
-da una regolare presentazione. Ma Emilia, turbatissima,
-taceva, e Filippo rimaneva immobile, impassibile.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_505">[505]</span>
-</p>
-
-<p>
-Quando il vecchio, che seguitava ad avanzarsi, incerto,
-fu a due passi da quest'ultimo, si fermò di
-botto, colpito dal suo fiero atteggiamento, e lo fissò
-in volto: ma non appena i suoi occhi s'incontrarono
-negli occhi fulminei del suo figliastro, vacillò, stese
-la mano verso la mensola del caminetto, e certo sarebbe
-caduto se Filippo non fosse stato pronto a sorreggerlo
-e farlo adagiare nella sua poltrona collocata
-dirimpetto al sofà.
-</p>
-
-<p>
-Nessuno ancora pronunziava una parola.
-</p>
-
-<p>
-Finalmente il signor Graham che, piombato a sedere
-di peso, non distoglieva lo sguardo attonito dal
-redivivo, esclamò con voce commossa:
-</p>
-
-<p>
-— Filippo Amory! Oh, Dio mio!
-</p>
-
-<p>
-— Sì, babbo, — disse Emilia alzandosi di scatto
-e afferrando un braccio di suo padre — è Filippo!
-Colui che per tanti anni abbiamo creduto morto, ci
-è reso sano e salvo!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Egli si rizzò, e appoggiandosi alla spalla della figliuola
-s'avvicinò di nuovo al figliastro che, incrociate
-le braccia sul petto, aveva ripreso la sua attitudine
-rigida e severa. Il robusto vecchio camminava
-con un passo malsicuro assai diverso dal solito,
-e la sua mano era agitata da un tremito mentre la
-tendeva a Filippo.
-</p>
-
-<p>
-Ma Filippo non la prese, nè rispose verbo.
-</p>
-
-<p>
-Il signor Graham, parlando ad Emilia senza ricordarsi
-ch'ella non vedeva quella scena, disse con
-un tono d'amarezza e insieme di rammarico:
-</p>
-
-<p>
-— Non posso biasimarlo.... Feci un torto ingiusto
-al ragazzo, e Dio lo sa!
-</p>
-
-<p>
-— Ingiusto! — esclamò Filippo con voce così cupa
-da far quasi paura. — Dite che avete funestato la
-sua vita, distrutto la sua gioventù, spezzato il suo
-cuore, infamato il suo nome!
-</p>
-
-<p>
-— No, Filippo, — replicò a quest'ultima accusa il
-signor Graham che aveva chinato il capo sotto le
-altre — cotesto no! Cotesto no! Nell'onore vostro
-non vi recai nessun danno. Scopersi il mio errore
-prima d'avervi denigrato pubblicamente.
-</p>
-
-<p>
-— Lo riconoscete l'errore, dunque?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, lo riconosco! Imputai a voi la colpa che,
-come n'ebbi la prova, era stata commessa da quello
-<span class="pagenum" id="Page_506">[506]</span>
-de' miei impiegati in cui riponevo intera fiducia. Appresi
-la verità quasi subito, ma, ahimè, già troppo
-tardi per richiamarvi. Poi vennero le notizie della
-vostra morte, e mi dolse forte che l'offesa fosse ormai
-irreparabile. Ma non era strano il mio abbaglio,
-Filippo: me lo dovete concedere. Archer mi serviva
-fedelmente da più di vent'anni: come avrei dubitato
-di lui?
-</p>
-
-<p>
-— Oh no, non era strano! — disse amaramente
-Filippo Amory. — Poichè una colpa era stata commessa,
-era anzi naturalissimo che l'imputaste a me.
-Non mi credevate capace che di male azioni.
-</p>
-
-<p>
-— Fui ingiusto, lo ripeto, — replicò il signor Graham
-tentando di riassumere la propria dignità. — Però
-qualche ragione ce l'avevo.... ce l'avevo.
-</p>
-
-<p>
-— Forse.... Cotesto ve l'accordo.
-</p>
-
-<p>
-— Ebbene, stringiamoci la mano, e procuriamo di
-mettere in oblio il passato.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Filippo non s'ostinò a rifiutare l'offerta, ma non
-l'accettò con troppo ardore.
-</p>
-
-<p>
-Il signor Graham tuttavia parve considerare bell'e
-fatta la pace, e con un'aria di sollievo, come se sentisse
-liberata la coscienza dal peso che l'aggravava
-da anni (perchè egli aveva una coscienza, quantunque
-non tenerissima), si accomodò nella sua poltrona,
-e pregò il figliastro di raccontargli le proprie
-vicende.
-</p>
-
-<p>
-Questi lo sodisfece, compendiosamente; e l'attenzione
-prestata dal patrigno al suo racconto, il vivo
-interessamento con cui egli s'informava dei particolari,
-gli provarono che in quel ventennio il rimpianto
-e il rimorso avevano dimolto addolcito il cuore
-dell'uomo superbo, per cui ognuna delle memorie
-evocate era la puntura d'un rimprovero.
-</p>
-
-<p>
-Il signor Amory non fu in grado di spiegare la
-notizia corsa della sua morte affermata al dottor Jeremy
-dal suo corrispondente da Rio. Ma da un confronto
-di date risultò probabile che a questi l'avesse
-data il negoziante per conto del quale Filippo viaggiava
-e che non sapendo più nulla di lui lo credeva
-verosimilmente vittima dell'infezione dominante nel
-paese basso e malsano dov'era stato mandato. Poche
-settimane dopo era morto egli stesso.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_507">[507]</span>
-</p>
-
-<p>
-Nè dal canto suo il reduce fu meno maravigliato
-di sentire che i suoi amici di Boston erano giunti a
-conoscere la sua fuga nel Brasile. Ma qui la spiegazione
-era più facile: il bastimento su cui s'era
-imbarcato aveva fatto diretto ritorno in quel porto,
-e non mancavano a bordo, tra i marinari e gli ufficiali,
-persone che potessero diffusamente rispondere
-alle inchieste, incamminate dal buon dottore mesi
-innanzi, le quali essendo accompagnate dall'offerta
-d'una generosa ricompensa, non avevano ancora cessato
-d'attirare l'attenzione del pubblico.
-</p>
-
-<p>
-Tra i molti casi strani e romanzeschi che si svolgevano,
-nessuno faceva sul signor Graham un'impressione
-così profonda come il fatto che la fanciulla
-educata sotto il suo tetto e divenutagli tanto
-cara nonostante qualche cozzo d'interessi e d'opinioni,
-fosse proprio la figliuola di Filippo Amory!
-E mentre, finito il racconto, usciva dal salotto per
-ritirarsi, secondo il suo costume, nella biblioteca, andava
-ripetendo:
-</p>
-
-<p>
-— Singolare coincidenza! Singolarissima!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Non appena andatosene lui, un altro uscio s'aprì
-pian piano, e Gertrude guardò dentro timidamente.
-</p>
-
-<p>
-Suo padre mosse tosto verso di lei, e, cingendole
-la vita con un braccio, la trasse presso ad Emilia;
-poi, senza parlare, le strinse entrambe in un medesimo
-lunghissimo amplesso.
-</p>
-
-<p>
-La cieca esclamò:
-</p>
-
-<p>
-— Oh, Filippo, dovete pure riconoscere la misericordia
-e l'amore di chi ci ha serbati a una felicità
-come questa!
-</p>
-
-<p>
-— Cara Emilia, — egli rispose — io sono pieno
-di gratitudine.... Insegnatemi voi come e dove debbo
-offrirne il tributo!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Le parole non potrebbero descrivere l'ora di dolce
-comunione che seguì fra quelle tre anime: l'estasi
-silenziosa di Emilia, la gioia appassionatamente
-espressa di Filippo, la tenera commozione di Gertrude
-che li contemplava con occhi splendenti d'amore
-e di fede.
-</p>
-
-<p>
-Era quasi la mezzanotte quando il signor Amory
-si dispose a partire. Emilia, la quale aveva sperato
-ch'egli sarebbe rimasto a villa Graham come in casa
-<span class="pagenum" id="Page_508">[508]</span>
-propria, insistette per trattenerlo, e Gertrude unì
-alle vive preghiere di lei quella tacita del suo sguardo.
-Ma egli si mantenne fermo nella propria risoluzione
-con una serietà che provava quanto fosse
-irremovibile.
-</p>
-
-<p>
-— Filippo, — disse infine la cieca posandogli una
-mano sulla spalla — voi non avete ancora perdonato
-a mio padre.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ella aveva letto nel suo pensiero. Egli sussultò al
-suo tono di rimprovero, ma tacque.
-</p>
-
-<p>
-— Gli <i>perdonerete</i>, però, gli <i>perdonerete</i>, — ella
-proseguì con voce supplichevole. — Non è vero,
-caro?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Filippo esitò un poco, poi la guardò e rispose:
-</p>
-
-<p>
-— Sì, per amor vostro, Emilia, gli perdonerò....
-col tempo.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Partito ch'egli fu, Gertrude, dopo essersi indugiata
-sulla soglia, finchè non vide svanire la sua figura
-discernibile appena al fievole lume della luna
-calante, rientrò nel salotto dicendo con un gran sospiro
-di sodisfazione:
-</p>
-
-<p>
-— Oh, che giornata è stata questa!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ma subito si represse alla vista d'Emilia che, in
-ginocchio accanto al sofà, giunte le mani, la faccia
-alzata al cielo, pareva, nella sua candida veste fluente
-intorno a lei sul pavimento, la personificazione
-della purità e della preghiera.
-</p>
-
-<p>
-Pianamente, la fanciulla s'inginocchiò al suo fianco,
-le cinse un braccio al collo, e così unite offersero
-a Dio i ringraziamenti e le lodi che salivano dai
-loro cuori traboccanti di gioia e di riconoscenza.
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>XLIX.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Gentil creatura, te bambina amai,</p>
-<p>Per terra e mari sempre meco in cuor</p>
-<p>L'immagin tua, la voce tua portai.</p>
-<p>Deh, parla, o cara, e per me vivi ancor!</p>
-<p class="i6"><span class="smcap">Hemans.</span></p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-True Flint era stato reverentemente sepolto dal
-suo vecchio amico Cooper nell'antico cimitero attiguo
-alla chiesa dove questi teneva l'ufficio di sagrestano:
-<span class="pagenum" id="Page_509">[509]</span>
-un cimitero da lungo tempo abbandonato,
-come mostravano le sue pietre ricoperte di musco
-e in parte rovesciate. Ma prima che il già cadente
-edifizio dovesse cedere il luogo a una bella chiesa
-moderna, i venerati resti dello zio True avevano trovato
-un più sicuro riposo.
-</p>
-
-<p>
-Col gusto delicato e il pietoso sentimento che ai
-nostri giorni fanno eleggere per le sacre dimore dei
-morti luoghi tra i più ameni, un delizioso boschetto
-su terreno ondulato, poco lontano dalla villa del signor
-Graham, era stato adibito a uso di camposanto
-rurale. E nell'angolo più tranquillo e ridente di quell'asilo
-di pace, il buon lampionaio dormiva il sonno
-eterno.
-</p>
-
-<p>
-Quella zolla di terra acquistata per affettuosa liberalità
-di Guglielmo, scelta da Gertrude e da lei
-abbellita di fragranti rose e d'edera sempre verde,
-racchiudeva adesso anche le salme del signor Cooper
-e della signora Sullivan. Su quelle tre tombe la
-fanciulla educava molti fiori inaffiati dalle sue lacrime.
-E segnatamente nelle ricorrenze degli anniversari,
-ella considerava come un pio e caro dovere
-l'ornarle di fresche ghirlande.
-</p>
-
-<p>
-Con questo fine, in un bel pomeriggio circa una
-settimana dopo il felice evento, ella si dirigeva dalla
-villa al camposanto. Recava appeso al braccio un
-paniere contenente la sua offerta, e affrettava il passo,
-tutta assorta nei suoi pensieri.
-</p>
-
-<p>
-Aveva lasciato suo padre con Emilia. Benchè egli
-le avesse espresso il desiderio di visitare una volta
-la tomba dello zio True, s'era astenuta dall'invitarlo
-ad accompagnarla vedendoli discorrere insieme con
-tale evidente piacere, che le sarebbe parso un peccato
-disturbarli.
-</p>
-
-<p>
-E appunto alla loro calma e serena felicità ella
-pensava, incominciando la sua passeggiata, e pensava
-anche ai vincoli d'affetto che la univano ad
-entrambi, all'amore d'Emilia posto a sì lunghe e
-dure prove, alla tenerezza che profondeva su lei in
-mille modi il padre ritrovato, e che, lo sentiva, ella
-poteva ricambiare appena con la sua devozione per
-tutta la vita.
-</p>
-
-<p>
-Ma poi, ogni poco, in mezzo alle sue riflessioni sulla
-<span class="pagenum" id="Page_510">[510]</span>
-dolce e fida amicizia tra lei ed Emilia, che gli
-anni avevano resa sempre più forte, e su quell'affezione
-paterna e filiale di così recente origine eppure
-già tanto intima, tanto viva, che il tempo nulla
-avrebbe potuto aggiungervi, i ricordi d'un altro amore,
-più antico e non meno tenero, adesso, ahimè, miseramente
-infranto, le si riaffacciavano a mal suo
-grado. Ella tentò di bandire dalla sua memoria l'infedeltà
-di Guglielmo, stimando che sarebbe stata ingratitudine
-piangere le speranze perdute, dimentica
-delle sante gioie che le restavano ancora. Tentò di
-ribadire nell'animo suo la risoluzione ultimamente
-presa di non pensar mai a ciò ch'era stato il più
-amaro dolore della sua vita passata, per consacrare
-tutto il rimanente dei suoi giorni alla felicità di suo
-padre e d'Emilia.
-</p>
-
-<p>
-Non ci riusciva però. Quei ricordi penosi ritornavano
-in folla, insistenti, soverchianti, ad onta d'ogni
-suo sforzo per cacciarli, e infine cessando la vana
-lotta ella s'abbandonò a una profonda e malinconica
-meditazione.
-</p>
-
-<p>
-Ella aveva ricevuto altre due visite di Guglielmo,
-dopo la prima. La seconda era stata assai simile a
-questa, e nell'ultima il loro impaccio era aumentato
-anzichè scemare. Parecchie volte, invero, il giovane
-aveva mostrato un'intenzione di rompere il ghiaccio,
-e ritornare all'usata familiarità di linguaggio
-e di maniere: ma tosto un rossore, o un'aria di confusione
-e d'angoscia, della fanciulla, lo facevano
-desistere da ogni tentativo di dissipare quel riserbo,
-quella mancanza di confidenza che mettevano tra
-loro una barriera. Dal canto proprio Gertrude, in
-tutt'e due le occasioni, s'era proposta d'accoglierlo
-con la franchezza e la cordialità ch'egli doveva attendersi
-da lei; al suo presentarsi, infatti, gli aveva
-sorriso affettuosamente, e porto la mano in atto così
-fraterno, da incoraggiarlo a trattenerla nella sua e
-stringerla con calore: ma parendo egli allora in
-procinto di parlarle a cuore aperto, di liberarsi dal
-peso d'un grande segreto, ella s'era bruscamente ritratta,
-e preso su un lavoretto pur che fosse, gli
-aveva rivolto mentre sembrava applicata a quello,
-una domanda su cose indifferenti: contegno che sbaragliava
-<span class="pagenum" id="Page_511">[511]</span>
-le sue idee, e lo sconcertava per tutta la
-durata della visita.
-</p>
-
-<p>
-Ora, ponderando i miseri e penosi risultati di questi
-loro colloqui, ella quasi desiderava ch'egli cessasse
-di rinnovarli, perchè credeva che i sentimenti
-d'entrambi sarebbero meno feriti da una totale separazione,
-che da incontri in cui divenivano sempre
-più estranei l'uno all'altra.
-</p>
-
-<p>
-Per quanto fosse strano, ella non aveva partecipato
-a Guglielmo l'evento, tanto importante per lei,
-della scoperta di suo padre, d'un padre che così caramente
-amava. Una volta s'era accinta a farlo, ma
-il solo pensiero di parlare all'amico dei suoi primi
-anni di ciò che la toccava nell'intimo dell'anima, la
-turbava a segno, che aveva taciuto per tema d'essere
-soverchiata dalla commozione, e, perduta la padronanza
-di sè, trascinata a tradire il suo dolore.
-</p>
-
-<p>
-Ma una cosa l'angosciava sopra ogni altra. Nel
-suo primo vano tentativo di gettare la maschera,
-Guglielmo aveva chiaramente accennato alla propria
-infelicità; e prima ch'ella trovasse modo di mutar
-discorso, e scansare una confidenza alla quale
-non si sentiva preparata, egli era giunto a manifestarle
-una malinconica sfiducia nell'avvenire.
-</p>
-
-<p>
-Ella non poteva spiegarsi cotesta confessione, se
-non connettendola col suo fidanzamento: e le destava
-il sospetto che, abbagliato dalla rara bellezza
-d'Isabella, egli si fosse impulsivamente avvinto ad
-una fanciulla che non era capace di renderlo felice.
-Le piccole scene di cui il caso l'aveva fatta testimone,
-la confermavano in questa idea, giacchè ogni
-volta che le era accaduto di vedere insieme i due
-innamorati e d'udire le loro parole, Guglielmo pareva
-avere qualche ragione di malcontento.
-</p>
-
-<p>
-— Egli l'ama, — pensava Gertrude — e anche l'onore
-lo impegna; ma già s'avvede della disarmonia
-tra le loro nature. Povero Guglielmo! È impossibile
-che sia felice con Isabella!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-E il tenero e pietoso cuore di Gertrude non gemeva
-sulla propria afflizione più che sul disinganno
-che doveva soffrire Guglielmo se mai aveva sperato
-di trovar pace nell'unione con una ragazza così prepotente,
-stizzosa, irragionevole.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_512">[512]</span>
-</p>
-
-<p>
-Assorta in queste riflessioni, camminava con una
-rapidità che quasi non avvertiva, e arrivò presto ai
-filari di grandi pini che ombreggiavano l'entrata del
-camposanto: là, sostò un momento per godere la
-fresca brezzolina alitante fra i rami, poi passò il
-cancello, volse a destra, nel viale carrozzabile, e cominciò
-lentamente la salita.
-</p>
-
-<p>
-Il luogo, sempre tranquillo, era in quell'era solitario,
-e come segregato dal mondo: tranne i gorgheggi
-di qualche uccello, non un suono turbava il
-silenzio e la quiete. A misura che Gertrude contemplava
-le bellezze a lei familiari di quel sacro recesso
-da anni mèta favorita delle sue passeggiate, e procedendo
-fra le aiuole fiorite respirava l'aria aulente
-di soavi fragranze, e sentiva l'appello solenne della
-morte, l'aspirazione dell'anima verso il cielo, tutte
-le commozioni non armonizzanti con quella scena
-svanivano, ed ella non provava più se non il senso
-di dolce e serena malinconia destato dal pensiero di
-coloro che fruiscono della beata pace.
-</p>
-
-<p>
-Dopo un tratto di cammino lasciò la larga via che
-seguiva e prese per un vialetto laterale, donde poi
-svoltò nello stretto sentiero conducente all'angolo
-ombroso e remoto che, parte per la sua lontananza
-dai viali più frequentati, parte per la sua amenità,
-era stato da lei preferito.
-</p>
-
-<p>
-Era situato sul pendio d'un poggetto, e da un lato
-un alto masso lo nascondeva allo sguardo dei passanti,
-dall'altro una quercia annosa stendeva sopra
-esso i suoi rami. La semplicissima cancellata di ferro
-che lo circondava era rivestita dell'edera piantata
-da Gertrude, che s'abbarbicava in graziosi festoni
-fin sulla muscosa roccia, una sporgenza della
-quale offriva un sedile presso la tomba di True Flint.
-La fanciulla vi sedette come di consueto, e rimasta
-alcuni minuti in contemplazione, col gomito appoggiato
-al ginocchio e la fronte reclinata sulla mano,
-drizzò la snella persona, mandò un sospiro profondo,
-poi sollevò il coperchio del suo paniere, versò i
-fiori sull'erba, e con dita agili e destre cominciò a
-tessere una leggiadra ghirlanda di cui, finita che
-l'ebbe, ornò la tomba ai suoi piedi. Sparse il resto
-dei fiori sugli altri due tumuli, e infine, preso un
-<span class="pagenum" id="Page_513">[513]</span>
-sarchielletto, e infilato un paio di guanti da giardinaggio,
-lavorò un'ora buona intorno all'aiuola e alle
-piante rampicanti con cui aveva fatto un pergolato.
-</p>
-
-<p>
-Terminato il lavoro sedette di nuovo a piè della
-roccia, si tolse i guanti, rimosse dalla fronte le fitte
-bande lisce dei suoi capelli e si riposò, pensosa.
-</p>
-
-<p>
-Compivano quel giorno sette anni da che lo zio
-True era morto; ma Gertrude non aveva cessato di
-ricordare amorosamente il buon vecchio. Spesso nei
-suoi sogni vedeva il suo piacente sorriso, udiva le
-sue confortanti parole, e notte e giorno l'immagine
-di colui che aveva reso serena e felice la sua infanzia,
-l'animava ad imitarne la umile e paziente
-virtù.
-</p>
-
-<p>
-Ma mentre ella, con gli occhi fissi sul tumulo erboso
-che copriva la cara salma, rievocava le liete
-ore che essi avevano trascorse insieme, un'altra rimembranza
-veniva ad amareggiare quella tanto soave:
-la rimembranza di un terzo, la quale non poteva
-esserne separata, perchè quasi sempre egli partecipava
-alle gioie del loro focolare domestico; e seguendo
-il corso delle sue intime riflessioni ella esclamò
-quasi inconsciamente:
-</p>
-
-<p>
-— O zio True, voi ed io non siamo divisi, ma Guglielmo
-non è più con noi!
-</p>
-
-<p>
-— Oh, Gertrude, — disse in tono di rimprovero
-una voce, vicino a lei — ed è forse di Guglielmo la
-colpa?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ella sussultò, si volse, e vide colui ch'era l'oggetto
-de' suoi pensieri, fissarla con occhi miti e tristi, cercando
-di leggerle nel cuore; ma senza rispondere
-alla sua interrogazione, si nascose la faccia tra le
-palme.
-</p>
-
-<p>
-Egli si gettò in ginocchio dinanzi alla giovanetta
-e come quando s'erano incontrati la prima volta
-nella loro fanciullezza, dolcemente le sollevò la testa
-china, le scostò le mani dal viso, e la costrinse
-a guardarlo, dicendole con accento supplichevole:
-</p>
-
-<p>
-— Ditemi, Gertrude, ditemi, per pietà, che mi
-esclude dal vostro affetto?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ma ancora ella non trovò altra risposta che le lacrime
-che le scorrevano giù per le gote.
-</p>
-
-<p>
-— Voi mi fate soffrire crudelmente, — egli continuò
-<span class="pagenum" id="Page_514">[514]</span>
-con veemenza. — Che cosa ho fatto, io, perchè
-m'abbiate tolto così la vostra amicizia? Perchè mi
-guardate con tale freddezza.... e perfino rifuggite da
-me? — egli soggiunse, poichè Gertrude, non potendo
-sostenere il suo sguardo fermo e indagatore, volgeva
-gli occhi altrove e cercava di liberare le mani dalla
-sua stretta.
-</p>
-
-<p>
-— Io non sono fredda.... non ho mai inteso d'esser
-fredda verso di voi, — ella mormorò con voce mezzo
-soffocata dalla commozione.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, Gertrude, — egli riprese staccandosi da lei — vedo
-che avete totalmente cessato d'amarmi! Io
-tremai al primo vedervi, ritrovandovi così bella, così
-amabile, e amata da tutti, e temetti che qualche fortunato
-rivale avesse rapito il vostro cuore a quegli
-che lo possedeva fin da fanciullo. Ma neanche allora
-pensai che non mi riconoscereste <i>almeno</i> i diritti
-d'un <i>fratello</i> alla vostra affezione.
-</p>
-
-<p>
-— Ma no, ma no, Guglielmo, — ella disse vivamente. — Non
-v'adirate.... Io sarò sempre per voi
-una sorella!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Egli sorrise d'un sorriso doloroso.
-</p>
-
-<p>
-— Avevo ragione dunque? Temevate ch'io chiedessi
-troppo, e per scoraggiarmi stimaste bene non
-concedermi nulla. Sia pur così. Forse la vostra prudenza
-è stata per il meglio; ma.... oh, Gertrude, mi
-avete spezzato il cuore!
-</p>
-
-<p>
-— Guglielmo! — ella gridò, turbatissima. — Non
-sentite quanto stranamente suoni cotesto linguaggio
-in bocca vostra?
-</p>
-
-<p>
-— Perchè stranamente? — replicò egli, quasi offeso. — È
-forse tanto strano ch'io v'ami? Non ho io
-per anni alimentato il ricordo del nostro antico affetto,
-non ho sempre riguardato la nostra riunione
-come l'unica mia speranza di felicità? Non mi ha
-quest'amorosa speranza sostenuto e confortato nelle
-mie fatiche, e fatto pregiare la vita nonostante la
-perdita de' miei cari? E vorrete, Gertrude, qui in
-cospetto dei freddi tumuli dove giacciono sepolti
-quelli che soli, oltre voi, amavo sulla terra, schiacciare
-e distruggere senza compassione questo solitario,
-ma pur....
-</p>
-
-<p>
-— Guglielmo, — ella lo interruppe, ridivenuta calma,
-<span class="pagenum" id="Page_515">[515]</span>
-e parlando in tono benevolo, ma serio — vi pare
-onorevole parlarmi così? Voi dimenticate....
-</p>
-
-<p>
-— No, non dimentico nulla! — egli esclamò appassionatamente. — So
-che non ho diritto di molestarvi,
-di tormentarvi, e non lo farò più. Ma Gertrude,
-<i>sorella</i> Gertrude (giacchè il sogno d'un più
-stretto vincolo tra noi è svanito), non vogliate biasimarmi,
-nè vi maravigli troppo, se non mi sento
-ancora capace di fare la mia parte di fratello. Io
-non posso rimanere vicino a voi, non posso rassegnarmi
-ad essere pazientemente il testimonio della
-felicità d'un altro. Ma i miei servigi, il mio tempo,
-la mia vita sono ai vostri comandi, e nel mio esilio
-non cesserò mai di pregare Iddio che lo sposo da
-voi scelto, chiunque egli sia, si mostri degno della
-mia nobile Gertrude e l'ami, s'è possibile, quanto io
-l'amo!
-</p>
-
-<p>
-— Che follia è cotesta, Guglielmo? — disse la fanciulla. — Io
-non sono fidanzata a nessuno; ma che
-debbo pensare del tradimento vostro verso Isabella?
-</p>
-
-<p>
-— Isabella? — gridò il giovane, rizzandosi, come
-afferrato da una nuova idea. — È dunque arrivata
-fino a voi quella sciocca diceria? E voi avete potuto
-prestarvi fede, per quanto evidentemente falsa?
-</p>
-
-<p>
-— Falsa? — fece Gertrude sollevando le palpebre
-fino allora abbassate, e gettando a Guglielmo, attraverso
-le lunghe ciglia umide di pianto, un profondo
-sguardo scrutatore.
-</p>
-
-<p>
-Egli lo sostenne, calmo, a capo eretto, e rispose
-senza esitare, con un tono di maraviglia e di rimprovero:
-</p>
-
-<p>
-— Falsa, sì! È mai possibile che, conoscendo tanto
-bene me e lei, ne abbiate dubitato pur un momento?
-</p>
-
-<p>
-— Ahimè, — ella gridò — devo non credere alla
-testimonianza de' miei occhi e de' miei orecchi? Se
-mi fondassi su qualche altra meno sicura, potrei
-pensare che fui ingannata. Non tentate di nascondermi
-una verità ch'io sono in grado d'affermare.
-Trattatemi con franchezza. Oso dirlo, Guglielmo, la
-merito da voi, la merito!
-</p>
-
-<p>
-— Franchezza, Gertrude? Ma siete voi stessa la
-misteriosa! S'io potessi mostrarvi a nudo l'anima
-<span class="pagenum" id="Page_516">[516]</span>
-mia, mi sarebbe agevole persuadervi della sua fedeltà,
-piena ed intera fedeltà, al suo primo amore.
-Quanto ad Isabella Clinton, se alludete a lei, i vostri
-occhi ed i vostri orecchi v'hanno ingannata anch'essi,
-se....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ella l'interruppe:
-</p>
-
-<p>
-— Ah, Guglielmo, Guglielmo! Avete così presto
-scordato la vostra devozione alla bella di Saratoga?
-La vostra riluttanza a lasciarla allontanarsi da voi
-per qualche giorno? Il gran dolore che vi cagionava
-la sola idea del suo pur breve viaggio, e l'amorosa
-impazienza che vi faceva parere quei pochi giorni
-un'eternità?
-</p>
-
-<p>
-— Basta, basta! — esclamò il giovane, nella cui
-mente balenava la luce che doveva dissipare il mistero. — Ditemi
-invece dove avete risaputo coteste
-cose.
-</p>
-
-<p>
-— Sul luogo stesso dove le diceste e le faceste. Il
-nostro primo incontro non avvenne già nel salotto
-del signor Graham. A Saratoga in un viale del passeggio,
-e in riva al lago, ad Albany sul piroscafo,
-io vi vidi insieme con la signorina Clinton, e vi riconobbi,
-non riconosciuta da voi. Là, le vostre parole
-m'accertarono di quel fatto che riferitomi da
-altri avrei posto in dubbio.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La luce del sole mattutino non è più serena e ridente
-di quella della riaccesa speranza che illuminava
-adesso la faccia di Guglielmo.
-</p>
-
-<p>
-— Ascoltatemi, Gertrude, — egli disse con un tono
-di fervore quasi solenne — e credete che dinanzi
-alla tomba di mia madre, alla presenza — (e in atto
-reverente alzava gli occhi al cielo) — del puro spirito
-che m'insegnò l'amore della verità, parlo con
-quella sincerità e quel candore che si convengono
-parlando agli angeli. Io non starò a discutere se abbiate
-udito proprio esattamente le parole di protesta
-e di preghiera da me rivolte alla signorina Clinton
-sul proposito del suo viaggio, e le espressioni della
-mia impazienza per il suo ritorno. Non m'indugerò
-nemmeno a ricercare dove fosse l'oggetto dei miei
-pensieri nel momento in cui, causa i felici mutamenti
-in esso operati dal tempo, sfuggiva al mio sguardo
-bramoso. Lasciate ch'io prima mi discolpi dall'imputazione
-<span class="pagenum" id="Page_517">[517]</span>
-che grava sopra di me; poi avremo agio
-di venire alle altre spiegazioni.
-</p>
-
-<p>
-«È verissimo ch'io mi dolsi forte della improvvisa
-partenza d'Isabella per Nuova York, sotto un
-pretesto che non avrebbe dovuto avere alcun peso
-per lei. È verissimo ch'io tentai di far valere ogni
-miglior argomento per dissuaderla da quel capriccio,
-e, riuscita vana la mia eloquenza, cercai in tutte
-le maniere d'indurla almeno a ritornare il più presto
-possibile. E ciò non perchè la compagnia di quell'egoista
-fosse comunque necessaria alla mia felicità
-(al contrario anzi), ma perchè l'ottimo suo padre,
-il quale l'adora a segno che nessun sacrificio
-gli parrebbe eccessivo al fine di procurare un piacere
-a quell'unica sua figliuola, giaceva ammalato,
-lottando tra la vita e la morte, in un albergo d'una
-affollata città d'acque alla moda, dove gli mancavano
-comodi e quiete, ed era da lei abbandonato, con
-un'indifferenza che mi disgustava, alle cure d'una
-infermiera mercenaria e d'un giovanotto di buona
-volontà ma inesperto, come me.
-</p>
-
-<p>
-«Che nell'assenza della figlia ingrata l'eternità
-potesse mettere un suggello a quella separazione,
-era un pensiero ch'io, indignatissimo, fui sul punto
-di manifestare: ma mi repressi, non volendo intromettermi
-tropp'oltre in una cosa che infine non mi
-riguardava, nè destare in Isabella apprensioni forse
-inutili. Se un sentimento egoistico entrava nella mia
-somma impazienza di vederla ritornata dove il suo
-dovere la chiamava, era unicamente il desiderio di
-essere dispensato dall'obbligo di supplirla al letto
-del mio amico infermo, e poter correre a colei dalla
-quale speravo un'accoglienza non impari all'ardore
-del mio affetto.... Figuratevi dunque se quella ch'io
-ricevetti agghiacciò il mio cuore palpitante....
-</p>
-
-<p>
-— Ma adesso comprendete le ragioni della mia
-freddezza, — disse Gertrude volgendo a lui la faccia
-inondata di lacrime dove un sorriso di gioia splendeva
-come un'iride tra la pioggia estiva. — Adesso
-sapete perchè non osavo lasciar parlare l'anima
-mia....
-</p>
-
-<p>
-— Sicchè, quest'era tutto? — gridò egli giubilante. — Voi
-siete libera, e posso amarvi sempre?
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_518">[518]</span>
-</p>
-
-<p>
-— Libera da ogni legame, sì, caro Guglielmo, salvo
-quello con cui m'avete avvinta a voi fin da bambina....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-E stretti cuore a cuore, si dissero tutto l'amor
-loro, quell'amore che, nato nell'infanzia, cresciuto
-nella giovinezza, alimentato e rafforzato nella lontananza,
-reso perfetto dal dolore, doveva alfine allietare e
-santificare tutti i giorni futuri della loro
-vita.
-</p>
-
-<p>
-— Ma, Gertrudina, — disse Guglielmo, quando,
-ritornati all'antica confidenza, sedettero l'uno accanto
-all'altra e presero a discorrere con piena libertà
-del passato — come hai potuto pensare pur
-un momento che Isabella Clinton avesse per me un
-prestigio che le facesse usurpar il tuo posto nel mio
-affetto? Io, almeno, non t'ho fatto un simile torto:
-se mi sono creduto soppiantato da un altro, m'immaginavo
-però ch'egli fosse un eroe di virtù così
-splendide da essere incomparabili.
-</p>
-
-<p>
-— E chi potrebbe compararsi ad Isabella? — domandò
-Gertrude. — Ti maravigli ch'io dubitassi della
-tua fedeltà, considerando la sua bellezza, la sua
-eleganza, la sua cospicua condizione sociale, e l'occasione
-che tu avevi d'apprezzare tutti questi vantaggi?
-</p>
-
-<p>
-— Ma che valore hanno, per chi la conosca come
-la conosciamo noi due? Un piglio altezzoso e sprezzante
-non distrugge forse l'effetto della bellezza?
-Può l'eleganza scusare la scortesia, o la nobiltà della
-nascita supplire alle deficienze naturali? Quanto
-al denaro, l'ho io mai bramato se non per provvedere
-al benessere tuo.... e al loro? — E così dicendo
-accennava le tombe della madre e del nonno.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, mio Guglielmo, tu sei tanto disinteressato!
-</p>
-
-<p>
-— Non in questo caso. Possedesse Isabella la bellezza
-di Venere e la sapienza di Minerva, non mi
-avrebbe fatto dimenticare che poca felicità è da sperarsi
-con una fanciulla tutta dedita alla ricerca dei
-piaceri mondani, e dimentica degli affetti e dei doveri
-più sacri. Potevo io vederla fuggire dalla camera
-del padre malato per correre a divertirsi tra
-gli omaggi d'una folla oziosa, o, se condotta riluttante
-al suo letto, scansare le fatiche delle cure e
-<span class="pagenum" id="Page_519">[519]</span>
-delle veglie che il suo stato richiedeva, e illudermi
-che una donna tale fosse atta a divenire la benedizione
-e l'ornamento del mio focolare domestico?
-Come non avrei paragonato la sua colpevole negligenza,
-la sua mal dissimulata petulanza, la leggerezza
-del suo spirito irriverente, con la dolce e amorosa
-devozione, la santa pazienza, la profonda e
-fervida pietà della mia Gertrude? Io avrei tradito
-me stesso più ancora che te, carissima, se Isabella,
-col carattere che m'ha mostrato, avesse fatto venir
-meno la mia ammirazione e il mio amore per colei
-ch'è un modello di tutte le virtù femminili. E quando
-guardo la piccola compagna d'un tempo, di cui
-serbavo un così tenero ricordo, trasformata in una
-donna avvenente e graziosa le cui dolci attrattive
-sono coronate da una bellezza quasi inesprimibile, e
-penso che il suo cuore è sempre mio, oh, la mia
-felicità mi sembra troppo, troppo grande. Mi fosse
-concesso di farne partecipi quelli che tanto ci amarono
-tutt'e due!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-E chi può dire che non ne fossero partecipi? Che
-lo spirito dello zio True non fosse presente e gioisse
-dell'adempimento di tutte le sue più rosee profezie?
-Che il vecchio nonno non assistesse invisibile a quella
-scena e vedesse come i suoi dubbi e i suoi timori
-si mutassero in liete certezze? Che l'anima della madre
-gentile la quale, ancor vivente, aveva presagito
-quell'incontro in un sogno estatico, non benedicesse
-la coppia felice? Ella, che coi precetti inculcati al
-suo figliuolo fin dalla più tenera età, con gli ammonimenti
-datigli nella giovinezza, e la vigile guida
-del suo spirito disincarnato lo aveva armato per la
-lotta contro le tentazioni, sostenuto nelle sue prove,
-e restituito trionfante alla dolce amica della sua infanzia,
-per certo aleggiava sui due virtuosi amanti,
-godendo nella realtà la gioia pregustata in quella
-mirifica visione ove le era stato così vivamente dipinto
-il connubio tra il suo Guglielmo strappato dall'amorosa
-sua cura ai pericoli che lo insidiavano, e
-la figliuola del suo cuore resasi degna, per la perseveranza
-nelle vie del bene, d'una così alta e perfetta
-ricompensa.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_520">[520]</span>
-</p>
-
-<div class="chapter">
-<h2>L.</h2>
-</div>
-
-<div class="poem-container">
-<div class="poem inl">
-<p>Di purissima luce un raggio splende</p>
-<p>Delle tenebre nostre nell'orrore</p>
-<p>Quando per sempre ogni altra luce è spenta:</p>
-<p>Celeste raggio acceso dal Signore.</p>
-</div>
-</div>
-
-<p>
-Le ombre s'allungavano, volgendo già il sole al
-tramonto, quando Guglielmo e Gertrude si levarono
-da sedere per lasciare il camposanto.
-</p>
-
-<p>
-Uscirono dal cancello opposto a quello donde era
-entrata la fanciulla, perchè egli aveva lasciato là
-il calessino e il cavallo con cui era venuto. Il legno
-si trovava sempre al suo posto; ma l'animale era
-riuscito a sciogliersi dalle briglie che lo legavano e,
-scostatosi dalla strada, brucava allegramente l'erba,
-guardando ogni tanto intorno e annusando l'aria.
-Pareva che non vedendo ritornare il padrone si disponesse
-a svignarsela da solo.
-</p>
-
-<p>
-Ma chiamato dal giovane, venne a lui docilmente,
-e riattaccato al calesse, dove Gertrude prese posto,
-partì di buona lena, quasi fosse contento di correre
-dopo una lunga sosta, e in meno di mezz'oretta condusse
-i due fidanzati a villa Graham.
-</p>
-
-<p>
-Non appena giunti in vista della casa, Gertrude,
-la quale conosceva bene le consuetudini della famiglia,
-capì che avveniva qualche cosa di straordinario.
-Si notava, dietro i cristalli, un muover di lumi
-in varie direzioni; l'ingresso principale dell'atrio era
-spalancato; perfino, cosa da lei mai veduta, un gran
-fuoco ardeva nel caminetto della sala d'onore, come
-si poteva discernere oltre le finestre; infine, quando
-furono più vicini, s'avvide che il portico era pieno
-di bauli e valigie.
-</p>
-
-<p>
-Questi segni annunziavano l'arrivo della signora
-Graham, e probabilmente d'alcuni ospiti: ella lo congetturò
-subito; e certo l'improvvisa comparsa di
-quella chiassosa e irrequieta persona proprio nel momento
-in cui ella desiderava ardentemente profittare
-dell'opportunità di presentar Guglielmo a suo
-padre e ad Emilia, l'avrebbe contrariata, se non fosse
-stata troppo felice perchè una tale inezia potesse
-<span class="pagenum" id="Page_521">[521]</span>
-turbare la sua gioia. Forse quel pensiero le si presentò
-alla mente, ma svanì subito.
-</p>
-
-<p>
-— Prendiamo per il viale, — ella disse — così
-Giorgio ci vedrà, e verrà a condurre il tuo cavallo
-in scuderia. Entreremo dalla porticina laterale.
-</p>
-
-<p>
-— No, — rispose Guglielmo — non posso entrare
-ora: la casa è, pare, piena di gente, e inoltre ho
-un fissato in città, alle otto. Poco ci manca, e ho
-promesso d'essere puntuale; — soggiunse guardando
-l'orologio — non credevo che fosse tanto tardi. Ma
-ti rivedrò domani, non è vero?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude gli rivolse uno sguardo ch'esprimeva il
-suo pieno consenso, e con una lunga stretta di mano
-e un amoroso sorriso si separarono.
-</p>
-
-<p>
-Appena aperto il cancello, Gertrude si trovò tra le
-braccia di Fanny Bruce, la quale aveva impazientemente
-aspettato la partenza di Guglielmo per impadronirsi
-di lei, e con molte lacrime e molti baci
-congratularsi e ringraziare Dio di rivederla uscita
-a salvamento da quell'orribile piroscafo; giacchè le
-due giovani s'incontravano ora per la prima volta
-dopo la catastrofe.
-</p>
-
-<p>
-— È arrivata la signora Graham? — domandò
-Gertrude, quando, calmate le effusioni di tenerezza,
-s'avviarono insieme verso la casa.
-</p>
-
-<p>
-— Sì, sì! — rispose Fanny. — La signora Graham,
-e Rina, e Isabella, e una bambinetta, e un signore
-malato.... il signor Clinton, credo.... e un altro
-signore. Ma questo è andato via.
-</p>
-
-<p>
-— Chi è andato via?
-</p>
-
-<p>
-— Un signore alto, d'aspetto nobile, con grandi
-occhi neri, bello in viso, bianco di capelli come se
-fosse vecchio: ma non è.
-</p>
-
-<p>
-— E dite ch'è partito?
-</p>
-
-<p>
-— Sì; non era venuto con gli altri. L'avevo trovato
-già qui.... Sarà un'oretta che se n'è andato. L'ho sentito
-dire alla signorina Emilia che aveva un fissato
-con un amico a Boston, ma che forse ritornerebbe
-stasera. Ne avrei piacere: dovreste conoscerlo, signorina
-Gertrude!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Erano giunte all'ingresso della casa, e Gertrude
-udiva già la voce sonora della signora Graham, proveniente
-dal salotto a destra. Ella discorreva con
-<span class="pagenum" id="Page_522">[522]</span>
-suo marito ed Emilia, e nell'atto che la giovane entrò
-stava dicendo:
-</p>
-
-<p>
-— Oh, è la cosa più terribile ch'io abbia mai udito
-in vita mia! E pensare, Emilia, che voi eravate a
-bordo.... E la nostra Isabella! Povera figliuola, non
-ha ricuperato ancora i suoi bei colori, dopo quello
-spavento! E anche Gertrude Flint.... A proposito,
-dov'è?... Dicono che quella ragazza s'è comportata
-mirabilmente....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Si voltò, e vistala sulla soglia le corse incontro e
-la baciò con cordialità sincera. La signora Graham,
-sebbene un po' grossolana e impetuosa, non era in
-fondo priva di buoni sentimenti che si mostravano
-se un'occasione li destava.
-</p>
-
-<p>
-L'entrata delle due fanciulle avendo interrotto i
-commenti e le esclamazioni della loquace signora
-sulla catastrofe, ella finalmente pensò alla necessità
-di togliersi il cappello, il velo, lo scialle, la sciarpa,
-dei quali due ultimi indumenti s'era liberata a mezzo
-lasciandoli strascicare sul pavimento.
-</p>
-
-<p>
-— Basta! — ella esclamò. — Sarà meglio ch'io segua
-l'esempio delle ragazze e vada a levarmi di dosso
-questa roba impolverata. C'è da rimaner sepolti
-nella polvere, in treno! Ma è sempre meno male che
-avventurarsi su uno di quegli orribili piroscafi come
-mio fratello Clinton pazzamente ci proponeva. Dov'è
-Brigida? Bisogna che venga a raccattare un po' le
-cose mie....
-</p>
-
-<p>
-— V'aiuterò io, — disse Gertrude pigliando in una
-mano una sacca da viaggio, gettandosi sul braccio
-la sciarpa, caduta a terra, e seguendo da presso la
-signora a fine di reggere l'estremità strascicante del
-pesantissimo sciallone che le scivolava giù dalle
-spalle.
-</p>
-
-<p>
-Ma sul primo pianerottolo venne fermata da Rina
-Ray che la strinse in un caldo amplesso; e fu costretta
-a deporre il suo carico per rispondere alle
-carezze e ai baci dell'amica.
-</p>
-
-<p>
-In capo alla scala, poi, incontrò Isabella avvolta in
-un accappatoio, con una gran brocca in mano, e un
-viso quanto mai acerbo. Tuttavia posò la brocca per
-terra e salutò Gertrude di buona grazia.
-</p>
-
-<p>
-— Sono ben lieta di vedervi in vita, — ella disse — benchè
-<span class="pagenum" id="Page_523">[523]</span>
-io non possa guardarvi senza rabbrividire....
-la vostra vista mi ricorda tanto quel giorno
-terribile in cui abbiamo corso un mortale pericolo!
-Sorte, essere state salvate mentre tanti affogarono!
-Mi maraviglio sempre, Gertrude, della vostra calma
-in quei momenti.... Io avevo perduto la testa, e non
-avrei saputo che fare, se voi non vi foste trovata lì
-per suggerirmelo. Oh, Dio, non parliamone più.... è
-una cosa a cui non devo pensare! — Con un brivido
-e una scrollatina di spalle lasciò cadere il discorso,
-e si mise a chiamare la cugina con tono stizzoso:
-</p>
-
-<p>
-— Rina, o dove ti sei cacciata? Credevo che tu pensassi
-a farci portare l'acqua!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Rina, che in obbedienza a un clamoroso appello
-della zia era corsa in furia nella camera di questa
-con la sacca da viaggio che Gertrude aveva lasciata
-sul pianerottolo, arrivò, trafelata, domandando:
-</p>
-
-<p>
-— Non è ancora venuto nessuno? Ho pur sonato
-due volte!
-</p>
-
-<p>
-— No, nessuno! — rispose Isabella. — E vorrei
-pure lavarmi il viso e arricciarmi i capelli, s'è possibile,
-prima del tè.
-</p>
-
-<p>
-— Datemi la brocca, — disse Gertrude. — Io scendo,
-e vi manderò Gianna con l'acqua.
-</p>
-
-<p>
-— Grazie, — fece Bella a mezza voce.
-</p>
-
-<p>
-Rina s'oppose:
-</p>
-
-<p>
-— Ma no, ma no, Gertrude, vo io.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Gertrude però scendeva già le scale.
-</p>
-
-<p>
-Ella trovò la signora Ellis turbata e in grande perplessità.
-</p>
-
-<p>
-— Ah, povera me, sono rimasta di sasso! — esclamò
-la governante. — Piombano qui, senza una parola
-d'avviso, cinque persone.... e io non ho nulla
-in casa da servire col tè! Non un dolce fino, non
-quattro fette di prosciutto! E s'intende, saranno affamati,
-dopo un così lungo viaggio, e pretenderanno
-qualche cosa di buono....
-</p>
-
-<p>
-— Oh, se sono affamati, signora Ellis, mangeranno
-volentieri anche il manzo salato, i biscotti freschi
-e la focaccia! Se volete darmi le chiavi caverò fuori
-le conserve, e l'argenteria di gala, e vedrò che la
-tavola sia apparecchiata per benino.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Nulla pesava a Gertrude, quella sera. E dov'ella
-<span class="pagenum" id="Page_524">[524]</span>
-metteva le mani, tutto andava a maraviglia. Gianna,
-animata dal suo esempio, fece prodigi d'attività; e
-quando la tavola del tè, veramente appetitosa, fu
-pronta, la signora Ellis, girato lo sguardo intorno
-e visto che di meglio non poteva desiderare, fissò
-Gertrude negli occhi raggianti, osservò le sue gote
-invermigliate, il suo fulgido sorriso, ed esclamò nella
-propria ignoranza:
-</p>
-
-<p>
-— Dio buono, Gertrude, si direbbe che siete esultante
-di gioia nel vedere di ritorno quelle signore!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Pochi minuti innanzi che il tè fosse servito, mentre
-Gertrude sceglieva i tovagliolini nell'armadio
-dello stanzino delle porcellane, Rina Ray fece capolino
-all'uscio, poi entrò conducendo per mano una
-bimba lindamente vestita a bruno. La sua faccia
-era tutta ridente, ma quando volle parlare ruppe in
-lacrime, e gettando le braccia al collo dell'amica le
-mormorò all'orecchio:
-</p>
-
-<p>
-— O Gertrude, sono tanto felice! Ho bisogno di
-dirvelo....
-</p>
-
-<p>
-— Felice? — disse Gertrude. — Ma allora non dovete
-piangere!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Rina rise, poi pianse di nuovo, poi riprese a ridere:
-e negl'intervalli raccontò ch'era fidanzata, da
-una settimana, a un ottimo giovane, e che la fanciulletta
-che aveva per mano era una sua nipote,
-orfana, a lui cara come una figliuola.
-</p>
-
-<p>
-— E la mia felicità, — ella continuò — la devo
-a voi!
-</p>
-
-<p>
-— A me? — fece Gertrude stupita.
-</p>
-
-<p>
-— Sì! Io ero tanto vana e sciocca, lo sapete, e mi
-piacevano persone che non meritavano alcuna stima, e
-non mi curavo che del mio piacere, senza pensare
-al bene altrui; se voi non m'aveste insegnato
-ad essere qualche cosa di meglio, se non m'aveste
-dato un esempio che mi sono sforzata di seguire, egli
-non m'avrebbe mai guardata, e men che meno amata,
-nè creduta capace d'essere una buona mamma
-per la piccola Graziella, — e chinava uno sguardo
-di tenerezza sulla bambina che si stringeva affettuosamente
-a lei. — È un pastore, Gertrude, e tanto
-buono! Pensate un po', una creatura puerile come
-son io, diventar la moglie d'un ecclesiastico!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_525">[525]</span>
-</p>
-
-<p>
-La simpatia che Rina era venuta a cercare non
-le fu negata, e Gertrude, la quale anch'essa aveva
-gli occhi lucenti di lacrime, rassicurò che partecipava
-di cuore alla sua gioia.
-</p>
-
-<p>
-Intanto Graziella, pian piano, insinuò la manina
-libera nella mano di questa, che guardandola per
-la prima volta con attenzione riconobbe in lei la piccina
-di cui aveva preso le difese contro i suoi persecutori
-nel salone dell'albergo di Saratoga.
-</p>
-
-<p>
-Rina fu lieta della coincidenza, e Gertrude osservando
-quanto migliorato fosse l'aspetto della bambina
-nelle vesti e nella persona, che adesso mostravano
-un'amorosa cura femminile, si sentì persuasa
-che il giovane ecclesiastico aveva fatto una buona
-scelta.
-</p>
-
-<p>
-La fidanzata avrebbe voluto descriverle il suo futuro
-marito, ma appunto furono chiamate al tè, ed
-ella dovette rimettere a più tardi ciò che le restava
-a dire.
-</p>
-
-<p>
-Il gaio salotto del signor Graham non era mai
-stato gaio come quella sera. Il tempo era piuttosto
-mite, ma il fuoco, acceso per il signor Clinton, non
-riscaldava eccessivamente la stanza. Tuttavia aveva
-cacciato la gioventù in un angolo lontano dal
-caminetto, nelle cui vicinanze erano rimasti soltanto
-la signora Graham con Emilia sul sofà, e il signor
-Graham col signor Clinton in due poltrone di faccia
-a loro.
-</p>
-
-<p>
-Il padrone di casa poteva discorrere così a suo
-agio con l'ospite su gravi soggetti d'affari, mentre
-la loquace sua consorte intratteneva Emilia e sè
-stessa, ricapitolando con brio i suoi viaggi e le sue
-avventure.
-</p>
-
-<p>
-Le ragazze stavano intorno a una tavola ove si
-trovava una voluminosa cartella piena di bellissime
-incisioni rappresentanti vedute d'Europa, recente
-acquisto del signor Graham. Gertrude e Rina voltavano
-accuratamente i fogli; la piccola Graziella, seduta
-sulle ginocchia della futura zietta, e Fanny,
-china sulla spalla della sua amica, ascoltavano attente
-le loro spiegazioni.
-</p>
-
-<p>
-Di quando in quando anche Isabella, la sola delle
-persone presenti che andasse girellando oziosamente
-<span class="pagenum" id="Page_526">[526]</span>
-per la stanza, si accostava alla tavola e riconoscendo
-qualcuno dei luoghi visitati, dava in esclamazioni
-come queste:
-</p>
-
-<p>
-— O guarda, Rina, c'è il negozio dove staccai quel
-taglio di seta celeste!... Ah, ecco la cascata che visitammo
-con gli ufficiali russi!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Mentre la compagnia era in tal guisa occupata,
-l'uscio s'aperse ed entrarono il signor Amory e Guglielmo
-Sullivan, senza farsi annunziare.
-</p>
-
-<p>
-Se anche fossero comparsi separatamente avrebbero
-destato una viva curiosità nella maggior parte
-degli astanti; ma capitando insieme, con l'aria di
-due intrinseci amici, essi eccitarono una maraviglia
-che apparve manifesta nei volti delle ragazze.
-</p>
-
-<p>
-I padroni di casa però avevano troppo uso del
-mondo per tradire questo sentimento altrimenti che
-scambiandosi una rapida occhiata, e, rizzatisi, accolsero
-i due visitatori con la debita gentilezza. Il
-signor Graham salutò semplicemente con un cenno
-del capo Filippo Amory che aveva già veduto la
-mattina, e lo presentò al signor Clinton, senza menzionare
-però la loro parentela; e stava per presentarlo
-alla moglie, quando questa lo dispensò dalla
-cerimonia dichiarando di non aver dimenticato la
-conoscenza fatta a Baden-Baden.
-</p>
-
-<p>
-Guglielmo era conosciuto da tutti fuorchè da Emilia:
-ma avvenne che la presentazione fosse dimenticata.
-Egli gettò a Gertrude uno sguardo d'intelligenza,
-accettando la seggiola offertagli da Isabella,
-la quale si mise a conversare con lui, mentre sua
-zia s'impadroniva di Filippo.
-</p>
-
-<p>
-— Signorina Gertrude, — disse sottovoce Fanny
-Bruce non appena tutti furono tranquillamente seduti — quello
-lì è il signore che v'accompagnava in
-calesse, stasera. L'ho ravvisato subito. — E vedendo
-la giovane arrossire e farle cenno di tacere, guardandosi
-intorno, ansiosa come se temesse che qualcuno
-avesse udito, soggiunse: — È Guglielmo, non
-è vero?... Il signor Sullivan?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La povera Gertrude era di più in più impacciata,
-ma la maliziosa Fanny continuò a tormentarla con
-le sue domande; e Isabella, ingelosita, notando che
-gli occhi di Guglielmo si volgevano spesso verso la
-<span class="pagenum" id="Page_527">[527]</span>
-tavola, a un tratto la fissò con uno sguardo scrutatore
-che finì di confonderla.
-</p>
-
-<p>
-Ma il caso le venne in aiuto sotto la forma di
-Gianna, che portava il giornale, e non poteva aprire
-l'uscio contro il quale stava la sua seggiola: il che
-le diede l'occasione di alzarsi, aprire, ricevere il foglio
-dalla ragazza, e insieme un'imbasciata di poca
-importanza. Mentre era occupata così, il signor Clinton
-si rizzò dalla sua poltrona, e, attraversando il
-salotto col suo debole passo d'infermo, andò a domandare
-qualche cosa a Guglielmo, sottovoce. Questi
-rispose affermativamente. Allora egli prese Isabella
-per mano, e avvicinatosi a Filippo Amory esclamò
-con profonda commozione:
-</p>
-
-<p>
-— Signore, apprendo dal signor Sullivan che voi
-siete quegli a cui debbo la vita della mia figliuola:
-e veniamo a ringraziarvi!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Filippo balzò in piedi e gettò un braccio intorno
-alla vita di Gertrude che passava portando il giornale
-al signor Graham e non aveva udito le parole
-del padre di Bella. Ella corrispose alla carezza alzando
-verso di lui la faccia raggiante d'un dolce
-sorriso. Egli disse:
-</p>
-
-<p>
-— Questa, signor Clinton, è la persona che l'ha
-salvata. Io, è vero, la portai a nuoto alla riva, ma
-credevo che fosse la figliuola mia adoratissima, la
-quale, senza ch'io potessi immaginarmelo, aveva abbandonato
-volontariamente ad un'altra l'unica sua
-speranza di salvezza.
-</p>
-
-<p>
-— Da par vostra, Gertrude! Da par vostra! — gridarono
-a un tempo Rina e Fanny, penetrando a
-forza nel piccolo circolo strettosi intorno all'eroica
-fanciulla.
-</p>
-
-<p>
-— Mia nobile creatura! — mormorò Emilia che
-appoggiata al braccio di Filippo si chinò a prenderle
-la mano e se la premette alle labbra.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, Gertrude! — esclamò Isabella i cui occhi
-s'empirono di lacrime. — Io non sapevo.... non avrei
-mai pensato....&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La voce sonora della signora Graham venne a interromperla.
-</p>
-
-<p>
-— Come, la vostra figliuola?...
-</p>
-
-<p>
-— Sì, restituita per grazia di Dio ad un padre
-<span class="pagenum" id="Page_528">[528]</span>
-non degno di tanto bene! — rispose il signor Amory
-con reverenza. — E.... tu non hai segreti qui, mio
-tesoro? — fece, volgendosi a Gertrude.
-</p>
-
-<p>
-Ella guardò Guglielmo che stava adesso al suo
-fianco, e scosse il capo.
-</p>
-
-<p>
-— E, — proseguì egli allora — da lui concessa
-con gioia ad uno sposo che la merita per il suo lungo
-e fedele amore!
-</p>
-
-<p>
-Così dicendo pose la mano di sua figlia in quella
-di Guglielmo Sullivan.
-</p>
-
-<p>
-Seguì un momento di silenzio. La solennità di
-quell'atto aveva commosso tutti i presenti. Poi il signor
-Graham venne innanzi, strinse cordialmente la
-mano ai fidanzati, e, passandosi rapidamente una
-manica sugli occhi, andò, secondo il suo costume, a
-rifugiarsi nella biblioteca.
-</p>
-
-<p>
-— Gertrude, — disse Fanny tirandola per la gonnella — siete
-promessa sposa, dunque? promessa a
-Guglielmo?
-</p>
-
-<p>
-— Sì, — ella rispose, sperando che, appagata la
-sua curiosità, starebbe zitta.
-</p>
-
-<p>
-Ma Fanny si mise a ballare per il salotto, lanciando
-le braccia in alto e gridando:.
-</p>
-
-<p>
-— Oh, che piacere! Oh, che piacere!
-</p>
-
-<p>
-— Ho tanto piacere anch'io! — uscì a dire la piccola
-Graziella, con tono gratulatorio, sporgendo verso
-Gertrude la boccuccia per un bacio.
-</p>
-
-<p>
-— Ed <i>io</i> — esclamò il signor Clinton posando le
-mani su quelle dei due giovani ch'erano sempre unite — godo
-che la generosa fanciulla ch'io non potrò
-mai abbastanza ringraziare nè mai ripagare della
-sua rara abnegazione, abbia avuto una degna ricompensa
-nell'amore d'uno dei pochi uomini a cui
-un padre amoroso possa con piena sicurezza affidare
-la felicità della sua creatura.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Esausto dalla soverchia eccitazione, egli d'improvviso
-si sentì venir meno, e fu accompagnato nella
-sua camera da Guglielmo il quale, appena che il
-suo vecchio amico si fu riavuto, ritornò a ricevere
-la benedizione d'Emilia sulle sue nuove speranze, e
-ad apprendere la storia del parentado di Gertrude
-e della sua scoperta, che lo colmò di maraviglia e
-di gioia.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_529">[529]</span>
-</p>
-
-<p>
-Infatti, sebbene la persona con cui aveva quella
-sera un fissato a Boston, fosse precisamente il signor
-Amory, ed egli avesse confidato a questi, nel
-corso del loro colloquio, come ogni dubbio e ogni
-malinteso si fosse dissipato tra lui e la fanciulla
-amata, il segreto che doveva così lietamente stupirlo
-non gli era stato rivelato se non nel salotto
-del signor Graham.
-</p>
-
-<p>
-A dir vero gli era parsa un po' bizzarra la proposta
-fattagli con insistenza dal suo amico d'accompagnarlo,
-lì per lì, in una visita alla villa: ma aveva
-poi concluso che il desiderio di riannodare la
-sua conoscenza con la famiglia, essendo stato presentato
-alla signora Graham a Baden-Baden, e forse
-anche un po' la curiosità di vedere da presso quella
-Gertrude Flint, da lui tanto esaltatagli, fossero i
-soli motivi del suo capriccio.
-</p>
-
-<p>
-E riandando le memorie del passato, esultando
-nella felicità presente, accarezzando le speranze del
-futuro, la serata trascorse rapidamente.
-</p>
-
-<p class="dots">················</p>
-
-<p>
-— Vieni qui, Gertrude, — disse Guglielmo — vieni
-alla finestra. Guarda che bella notte!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La notte invero era bellissima. Fredda certo, perchè
-ogni cosa che aveva un orlo s'ornava d'una frangia
-di brillanti diacciuoli, e il suolo era coperto d'un
-candido tappeto di neve che i passanti calpestavano
-frettolosi, stimolati dall'aria frizzante. Le stelle scintillavano
-come non scintillano che in puro cielo invernale;
-la luna sorgeva sopra una vecchia casa dalle
-mura brunastre, la stessa casa, all'angolo della
-strada, che Guglielmo e Gertrude fanciulli vedevano
-dalla loro soglia quando, sedutivi insieme, spiavano
-lo spuntare dell'astro d'argento, di dietro alla nera
-massa velata d'ombra.
-</p>
-
-<p>
-Appoggiata alla spalla del suo sposo, la giovane
-stette a guardare, intenta come allora, finchè l'intero
-disco non apparve splendente nel cupo azzurro
-immacolato.
-</p>
-
-<p>
-Nessuno dei due parlava, ma i loro cuori palpitavano
-all'unisono, nel ricordo dei giorni passati.
-</p>
-
-<p>
-In quella, l'accenditore del gas passò velocemente
-<span class="pagenum" id="Page_530">[530]</span>
-ed accese, come per contatto elettrico, le lucide
-fiamme dei numerosi lampioni che fiancheggiavano
-i marciapiedi; in un attimo era già fuor di veduta.
-</p>
-
-<p>
-Gertrude sospirò.
-</p>
-
-<p>
-— La bisogna non era tanto agevole, per il povero
-zio True! — ella disse. — Ma si sono fatti grandi
-progressi da quel tempo.
-</p>
-
-<p>
-— Sì, affemmia! — rispose Guglielmo volgendo
-uno sguardo di compiacenza in giro all'elegante salotto
-bene illuminato e bene riscaldato della loro
-casa coniugale, e posandolo infine sul viso radioso
-della sposa adorata. — Progressi che allora sarebbero
-parsi sogni inconseguibili. Vorrei che il buon
-vecchio fosse qui con noi a goderne i vantaggi!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Una lacrima inumidì gli occhi di Gertrude; ma
-premendo il braccio del marito, ella additò reverentemente
-una fulgidissima stella uscente in quel momento
-da una tenue nuvoletta inargentata che la
-aveva fino allora nascosta; la stella in cui s'era sempre
-immaginata di discernere il buon sorriso del suo
-padre adottivo.
-</p>
-
-<p>
-— Caro zio True! — esclamò commossa. — La sua
-lampada, Guglielmo, arde sempre lassù in cielo, e la
-sua viva luce non è ancor spenta sulla terra!&nbsp;—
-</p>
-
-<p class="dots">················</p>
-
-<p>
-In una bella città, a trenta miglia circa da Boston,
-sulla riva d'uno di quei laghetti circondati d'ameni
-colli, che sarebbero celebrati dai poeti in un paese
-meno ricco di questi incantevoli specchi d'acque limpide
-e azzurre, sorgeva una villa gentilizia d'antica
-ma solida costruzione. Era appartenuta agli avi paterni
-di Filippo Amory, ed era stata la prima dimora
-e l'unica eredità di suo padre che la teneva
-carissima. Solo l'acuto sprone della povertà aveva
-potuto spingerlo a venderla, con grande riluttanza.
-</p>
-
-<p>
-Riscattare quell'avito dominio, restaurare e introdurre
-giudiziosamente le comodità moderne nella
-vecchia casa, infertilire e abbellire i terreni, era il
-sogno di Filippo. Le sue ricchezze adesso gli permettevano
-d'avverarlo. Egli non perdette tempo, e la
-primavera che seguì il ritorno in patria dell'esule da
-lunghi anni errabondo, vide l'opera quasi compiuta.
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_531">[531]</span>
-</p>
-
-<p>
-Intanto Gertrude era andata sposa a Guglielmo,
-e i Graham erano tornati in città, dove passando
-Isabella l'inverno con sua zia, la vivace signora dava
-gran ricevimenti in suo onore, mentre andava
-già meditando di rimodernare la villa del marito,
-per la ventura stagione.
-</p>
-
-<p>
-Ed Emilia, la quale aveva perduto il suo maggior
-tesoro, e si trovava costretta a vivere in un ambiente
-così poco in armonia col suo spirito non mormorava;
-ma contenta della sua sorte non chiedeva nè
-sognava di mutarla, finchè un giorno Filippo venne
-a lei, le prese dolcemente la mano, e le disse:
-</p>
-
-<p>
-— Questa casa non fa per voi, Emilia. Voi qui, fra
-tanta gente, siete sola come son solo io nella mia
-romita villa. Noi due ci siamo amati; da fanciulli
-fummo un'anima, e un cuore nella nostra giovinezza,
-e tali siamo sempre. Perchè dovremmo rimanere
-ancora divisi? Vostro padre non s'opporrà più ai
-nostri desiderî; e voi, mia amatissima, vorrete forse
-negarvi di allietare la vita solitaria del vostro canuto
-innamorato?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ma ella scosse il capo e rispose col suo sorriso ineffabilmente
-soave:
-</p>
-
-<p>
-— Oh, Filippo, non ne parlate! Pensate alla mia
-debole salute, e alla mia cecità!
-</p>
-
-<p>
-— La vostra salute, cara Emilia, è migliorata dimolto:
-già le rose rifioriscono sulle vostre gote;
-quanto alla vostra cecità, sarà per me un conforto
-il farvela dimenticare con la mia devozione. Oh, non
-mi rimandate deluso! Un fato crudele ci divise per
-anni; non vogliate, adesso che possiamo essere ricongiunti,
-prolungare questa dolorosa separazione!
-Unirmi al mio primo amore è la mia più dolce, la
-mia unica speranza di felicità sulla terra!&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-Ed ella non ritrasse la mano ch'egli teneva, ma
-porse anche l'altra alla sua fervida stretta.
-</p>
-
-<p>
-— Avevo sempre pensato, caro Filippo, che innanzi
-quest'ora sarei stata chiamata nella mia patria
-celeste, e anche adesso sento che la mia dimora quaggiù
-non sarà lunga: ma finchè dura, o più o meno,
-sia secondo il vostro desiderio. Non sia mai che una
-mia parola divida due cuori così profondamente uniti.
-La vostra casa sarà la mia.&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-<span class="pagenum" id="Page_532">[532]</span>
-</p>
-
-<p>
-E quando l'erba rinverdiva, e i fiori sbocciavano
-diffondendo nell'aria le loro fragranze, e gli uccelli
-gorgheggiavano fra i rami, e le acque azzurre del
-lago s'increspavano all'alitare di zeffiri primaverili,
-Emilia venne a vivere sul pendio del colle con
-Filippo. E la signora Ellis la seguì per assumere il
-governo della nuova casa, e di tutte le attinenze,
-specie della latteria, che divenne il suo orgoglio.
-</p>
-
-<p>
-Ella aveva implorato a calde lacrime, e agevolmente
-ottenuto, il perdono di Filippo a cui sapeva
-adesso d'aver fatto più male che non volesse: e con
-la sincerità della sua volontaria confessione, con
-l'umiltà del suo pentimento, aveva provato che non
-era priva di cuore.
-</p>
-
-<p>
-La signora Prime sollecitò anch'essa, con vive
-istanze, il posto di cuoca alla villa; ma Emilia amorevolmente
-la dissuase.
-</p>
-
-<p>
-— Non possiamo lasciare tutte il babbo, — disse
-scusandosi. — Chi gli arrostirebbe appuntino i suoi
-crostini, chi gli accenderebbe a modo suo il fuoco,
-nella biblioteca?&nbsp;—
-</p>
-
-<p>
-La buona vecchia comprese che aveva ragione, e
-si rassegnò.
-</p>
-
-<p>
-E l'esule che ha tanto errato e tanto sofferto, è
-finalmente felice? Sì; ma la sua pace non deriva
-dalla sua bella casa, dai suoi vasti possessi, dalla
-fama onorevole che egli gode fra gli uomini, e neppure
-dall'amore della gentile Emilia.
-</p>
-
-<p>
-Questi sono beni preziosi, ed egli sa apprezzarli;
-ma la sua anima duramente esperta dei dolori del
-mondo, ha trovato un'àncora più salda, un più sicuro
-rifugio dalla tempesta, perchè grazie al divino
-potere d'una fede viva ha toccato il porto della salvezza
-eterna. Le preghiere della vergine cieca sono
-state esaudite, l'ultima e la migliore delle sue pie
-opere è compiuta; dal suo spirito illuminato un raggio
-è sceso nell'anima ottenebrata del suo diletto,
-e quand'anche Dio la chiamasse a sè, egli sarebbe
-ormai capace di seguire le sue orme, di continuare
-le sue carità, di fare il bene sulla terra finchè venga
-per lui l'ora di raggiungerla in cielo.
-</p>
-
-<p>
-Quando i due sposi, nelle sere estive, escono a respirare
-l'aria fresca e fragrante della campagna, e
-<span class="pagenum" id="Page_533">[533]</span>
-godere l'incanto dei crepuscoli sereni, ascoltando i
-cantori alati gorgheggianti tra le fronde, tutte le
-cose parlano d'una pace santa al rinato cuore di colui
-che per tanto tempo visse agitato ed afflitto.
-</p>
-
-<p>
-Quando il sole muore in mezzo alla pompa del
-tramonto, e a grado a grado la luce dell'occaso si
-estingue, quando spuntano le stelle e la luna s'inargenta,
-nella solenne bellezza della notte gli astri
-parlano parole d'alto insegnamento alla sua anima
-risvegliata, e la gran voce della natura, e la tenue
-voce sommessa che mormora in lui, dicono dolcemente,
-piamente:
-</p>
-
-<p>
-«Il sole non sarà più il tuo lume diurno, nè più
-splenderà per te il chiarore soave della luna: ma la
-luce eterna ti verrà dal Signore, e il tuo Dio sarà
-la tua gloria.
-</p>
-
-<p>
-«Il tuo sole non tramonterà più, nè la tua luna
-si ritirerà: perchè il Signore sarà la tua luce perpetua,
-e i giorni del tuo cordoglio saranno finiti.»
-</p>
-
-<p class="pad2 center large">
-FINE.
-</p>
-
-<div class="footnotes">
-
-<h2>
-NOTE:
-</h2>
-
-<div class="footnote" id="note1">
-<p><span class="label"><a href="#tag1">1</a>.&nbsp;&nbsp;</span>Centesimo di dollaro.</p>
-</div>
-
-<div class="footnote" id="note2">
-<p><span class="label"><a href="#tag2">2</a>.&nbsp;&nbsp;</span>Nome della nave che portò i primi coloni inglesi.</p>
-</div>
-
-<div class="footnote" id="note3">
-<p><span class="label"><a href="#tag3">3</a>.&nbsp;&nbsp;</span>Esq. abbreviazione di «Esquire» titolo medio tra signore
-e cavaliere.</p>
-</div>
-
-<div class="footnote" id="note4">
-<p><span class="label"><a href="#tag4">4</a>.&nbsp;&nbsp;</span>Colle del Tramonto.</p>
-</div>
-
-<div class="footnote" id="note5">
-<p><span class="label"><a href="#tag5">5</a>.&nbsp;&nbsp;</span>La moda, l'elegante vita mondana.</p>
-</div>
-
-<div class="footnote" id="note6">
-<p><span class="label"><a href="#tag6">6</a>.&nbsp;&nbsp;</span>La legge di Lynch autorizzava tutti i presenti a fustigare
-i ladri còlti sul fatto. Il supplizio era spesso mortale.</p>
-</div>
-</div>
-
-<div class="tnote">
-<p class="tntitle">
-Nota del Trascrittore
-</p>
-
-<p>
-Ortografia e punteggiatura originali sono state mantenute, correggendo senza annotazione
-minimi errori tipografici.
-</p>
-</div>
-
-
-
-
-
-
-
-
-<pre>
-
-
-
-
-
-End of the Project Gutenberg EBook of Il lampionaio, by Maria Susanna Cummins
-
-*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK IL LAMPIONAIO ***
-
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