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+
+*** START OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK 76094 ***
+
+
+ MEMORIE
+ DI
+ EMMA LYONNA
+
+
+ DI
+ ALESSANDRO DUMAS
+
+
+ UNICA EDIZIONE AUTORIZZATA IN ITALIA.
+ Vol. VI.
+
+
+
+ Milano
+ G. DAELLI e C. EDITORI
+ MDCCCLXIV.
+
+
+
+
+ Proprietà letteraria — G. DAELLI e C. Editori.
+
+ STEREOTIPIA G. DASSI E C.
+
+ TIP. GUGLIELMINI.
+
+
+
+
+MEMORIE
+
+DI
+
+EMMA LYONNA
+
+
+
+
+I.
+
+
+Sventuratamente gli avvenimenti politici esterni resero ben presto a
+quell’anima energica, che non poteva rimanere senza passioni, e che
+era divorata dal bisogno di amare o di odiare, quella specie di rabbia
+calmata, per un istante, dai dolori privati.
+
+La caduta e la morte di Robespierre, che aveva preso una parte così
+attiva alle esecuzioni di Luigi XVI e della regina Maria Antonietta,
+era stata per Maria Carolina un momentaneo sollievo alla doppia ferita
+che quella duplice morte aveva fatto sul suo cuore. Ma questa morte era
+stata come un segnale di aumento d’energia per l’esercito repubblicano.
+Le mie note portano ancor oggi la data delle vittorie del generali
+francesi, secondochè le notizie di queste vittorie ci pervenivano
+e ci colpivano di stupore, perchè, circondata com’era da nemici,
+consideravamo la Francia come conquistata.
+
+Gli Austriaci che erano penetrati nell’interno della Francia si
+lasciarono riprendere, il 16 agosto. Questnoy dal generale Scherer,
+il 27, Valenciennes dal generale Pichegru, al 30 Condé era rientrato
+in potere delle armi francesi e Landau era stato ripreso fin dal
+30 aprile, cosicchè di quattro piazze forti conquistate dalle armi
+dell’imperatore, non ne rimaneva più una.
+
+In Ispagna le cose non andavano meglio. Fontarabia e S. Sebastiano
+erano in potere del generale Moncey, ed il forte di Bellegarde fu
+ripreso dal generale Dugommier.
+
+Il generale Jourdan, che comandava l’armata di Sambre et Meuse, faceva
+da parte sua de’ progressi, che ci davano grandi inquietudini; occupava
+Aquisgrana, al 2 ottobre aveva guadagnato la battaglia Aldenhoven,
+al 3 aveva preso Juliers, poi Audernach, Coblenza, Mastrick, Colonia,
+mentre Pichegru prendeva Nimega, occupava Amsterdam, da cui era fuggito
+lo Stadolder, e con una carica di usseri francesi s’impadroniva della
+flotta olandese presa fra i ghiacci del Texel.
+
+Infine un trattato di pace era intervenuto il 9 febbraio 1793 fra la
+Francia e la Toscana, ed aveva introdotto la repubblica francese nel
+sistema politico europeo.
+
+La regina si fece fare dal generale Acton un quadro delle forze
+militari della Francia al principio del 1795, e ne risultò da questo
+specchietto che al 1 marzo aveva otto eserciti: quello del Nord
+comandato da Moreau; quello di Sambre e Mause comandato da Jourban;
+quello del Reno e Mosella comandato dal generale Pichegru; quello
+delle Alpi e dell’Italia comandato dal generale Kellermann; quello dei
+Pirenei orientali da Scherer; quello dei Pirenei occidentali comandato
+da Moncey; quello delle coste occidentali comandato da Casselaux,
+quello delle coste di Brest e Cherbourg comandato da Hoche.
+
+Quest’aspetto formidabile di forze produsse un effetto ancora più
+grande sulla corte di Spagna che su quella di Napoli, poichè il re
+Carlo IV, fratello del re Ferdinando, si decise a trattare colla
+Francia, e la pace fu segnata a Baste il 22 luglio 1795.
+
+Sir William, prevenuto già anticipatamente da un mese dalla regina
+intorno a questa defezione del re suo cognato, fu in grado di
+prevenirne il suo governo, il quale potè prendere allora delle misure
+ostili in previsione di quella futura ostilità.
+
+Ad un tratto la notizia della giornata del 13 Vendemmiaio, — adotto
+questa denominazione repubblicana perchè la storia l’ha registrata
+sotto questo nome, — giunse anch’essa fino a Napoli portandovi per la
+seconda volta il nome di Bonaparte.
+
+Nel breve tempo che corse fra il 19 dicembre 1794 ed il 4 novembre
+1795, il capo battaglione era diventato generale.
+
+Bonaparte salvò la Convenzione, fulminando le sezioni sui gradini della
+chiesa di S. Rocco.
+
+Questa vittoria sulla guerra civile e la protezione del generale Barras
+lo condussero in pochi mesi al comando dell’armata d’Italia.
+
+La corte di Vienna credette pazza la Francia che confidava i suoi
+destini ad un giovane di ventisei anni, conosciuto soltanto da due
+vittorie riportate contro i Francesi.
+
+La regina ricevette una lettera da suo nipote; tutti i vecchi generali
+austriaci ridevano di compassione alla vista di quel fanciullo che si
+opponeva a loro, agli strategici per eccellenza.
+
+Di fatti qual era mai allora la reputazione del generale Bonaparte a
+fronte di quella di Beaulieu, dei Wurmser, degli Alvinzi e del principe
+Carlo?
+
+Attendemmo con impazienza le notizie dell’apertura della campagna.
+
+L’Austria aveva riunito cinque armate! cento e ottantamila uomini
+all’incirca.
+
+Bonaparte si avvicinava con trentamila uomini da Savina incontro a
+Beaulieu che gli opponeva cinquantamila Austriaci.
+
+Quasi nello stesso tempo ricevemmo le notizie della battaglia di
+Montenotte e di quelle di Millesimo e di Diego.
+
+Il nostro stupore fu grande: Beaulieu era stato battuto nei tre
+scontri, avendo seimila morti, ottomila prigionieri, e perdendo da
+dieci a dodici pezzi di cannone.
+
+Ma fu ben peggio allora quando seppe che l’armata sarda, separata
+dall’austriaca, era stata anch’essa battuta a Mondovì, che gli
+Austriaci in numero di diecimila con diciotto pezzi d’artiglieria erano
+stati forzati e messi in fuga al ponte di Lodi da duemila Francesi
+comandati dallo stesso generale Bonaparte; che il generale Massena
+era entrato in Milano, e che un trattato di pace era stato conchiuso a
+Parigi fra la Repubblica francese ed il re di Sardegna, con cui cedeva
+alla Repubblica la Savoja, Nizza e Tenda, accordava alle sue armate un
+passaggio nei suoi Stati, cedeva le sue piazze forti, e cominciavasi a
+dar mano alla demolizione della Brunetta e di Susa.
+
+La mia intenzione, si comprenderà facilmente, non è di seguire questa
+campagna nei suoi particolari; ma soltanto di constatare i fatti, e
+di dare un’idea dell’impressione che produssero. Wurmser succeduto a
+Beaulieu fu battuto a Castiglione, a Roveredo, a Bassano e obbligato
+a chiudersi in Mantova; Alvinzi, inviato in suo soccorso, fu battuto
+ad Arcole ed a Rivoli, e finalmente il principe Carlo che succedette a
+loro fu battuto dovunque l’aveva incontrato.
+
+Tutto ciò in un anno.
+
+La Toscana e la Sardegna avevano fatto la pace colla Francia. Il duca
+di Modena ed il papa trattavano. Venezia che vedeva i Francesi alle
+sue porte, ordinò a Monsieur fratello del re, che dopo la morte del
+Delfino prese il titolo di Luigi XVIII, di lasciar Verona e gli Stati
+della Repubblica; da questo momento gli avvenimenti progredivano
+con una rapidità spaventevole. Il generale Bernadotte prese Trieste,
+Massena preso Klegenfurth capitale della Carinzia e Bernadotte Lubiana
+capitale della Carniola. Infine il generale Augereau entrò in Venezia,
+e rovesciò l’antico governo che rimpiazzò con un municipio democratico.
+
+La situazione era molto più grave per noi, — dico noi, tanto mi era
+identificata colla regina, — e mentre sir William Hamilton faceva
+tutto col re, la situazione era tanto più grave per noi, perchè la
+corte di Napoli non aveva cessato di provocare il vincitore, inviando
+de’ soccorsi all’Austria; il che sarebbe stato nulla, ma col lanciare
+manifesti terribili contro la Francia.
+
+In questi manifesti il re non ci era entrato per nulla, fuorchè per
+la firma, e spesso in luogo della firma vi metteva la cifra destinata
+a supplirla. Si compilavano insieme dal generale Acton, dal principe
+Castelcicala e dalla regina; e poichè la regina aveva una scrittura
+assai cattiva, era quasi sempre io che scriveva.
+
+Ho conservato uno o due di questi manifesti, e dalla loro virulenza si
+potrà giudicare della situazione pericolosa in cui la corte delle Due
+Sicilie si era posta rispetto al governo francese.
+
+«Quei Francesi che uccisero i loro re; che disertarono i tempii
+trucidando e disperdendo i sacerdoti; che spensero i migliori e i
+maggiori cittadini; che spogliarono dei suoi beni la Chiesa; che tutte
+le leggi, tutte le giustizie sovvertirono, quei Francesi, non sazii
+di misfatti, abbandonando a torme le loro sedi, apportano gli stessi
+flagelli alle nazioni vinte, e alle credule che li ricevono amici. Ma
+già popoli e principi armati stanno intesi a distruggerli. Noi imitando
+l’esempio de’ giusti e degli animosi, confideremo negli aiuti divini e
+nelle armi proprie. Si facciano preci in tutte le chiese; e voi, devoti
+popoli napolitani, andate alle orazioni per invocare da Dio la quiete
+del regno; udite le voci de’ sacerdoti; seguitene i consigli, predicati
+dal pergamo e suggeriti da’ confessionali.
+
+»Ed essendosi aperta in ogni comunità l’ascrizione dei soldati,
+voi adatti alle armi, correte a scrivere il nome su quelle tavole;
+pensate che difenderemo la patria, il trono, la libertà, la sacrosanta
+religione cristiana, e le donne, i figli, i beni, le dolcezze della
+vita, i patrii costumi, le leggi. Io vi sarò compagno alle preghiere
+ed ai cimenti; che vorrei morire quando per vivere bisognasse non esser
+libero e cessare di essere giusto.»
+
+Poi il re, o piuttosto quelli che scrivevano in suo nome, continuarono
+rivolgendosi al vescovi, ai parrochi, ai confessori ed ai missionari.
+
+«È nostra volontà che nelle chiese dei due regni si celebrino tridui di
+orazioni e di penitenza; e ne sia scopo invocare da Dio la quiete de’
+nostri stati. Perciò dagli altari e da’ confessionali voi ricorderete
+ai popolani i debiti di cristiani e di sudditi, cioè cuor puro a Dio, e
+braccio armato a difesa della religione e del trono.
+
+«Mostrate gli errori della presente Francia, gl’inganni della tirannia
+che appellano libertà, le licenze o peggio delle truppe francesi,
+l’universale pericolo. Eccitate con processioni ed altre sacre
+cerimonie lo zelo del popolo. Avvertite che l’impeto rivoluzionario,
+comunque inteso a scuotere tutti gli ordini della società, segna a
+morte i due primi, la Chiesa e il trono.»
+
+Questo proclama fu pubblicato a suon di trombe su tutti gli angoli
+della città, ed in tutti i crocivii di Napoli, affisso su tutti i muri,
+commentato in tutte le chiese.
+
+Le preghiere delle quarant’ore furono annunziate in tutto il regno, e
+cominciarono immediatamente nella metropolitana di S. Gennaro.
+
+I preti, bisogna dirlo, fosse convinzione o fanatismo, secondarono
+quanto meglio poterono le intenzioni della regina, i sovrani ne diedero
+l’esempio, andarono in gran pompa alla cattedrale, ed alle altre
+chiese di Napoli ingombre di preti, di cortigiani, dalla magistratura
+e da tutti quelli insomma che in un modo e nell’altro dipendevano
+dal governo. Il popolo seguiva l’esempio che gli era stato dato, e
+le chiese rigurgitavano talmente di gente, che era impossibile di
+passare per le strade, non essendovene una a Napoli ove non sia una
+chiesa, ed ove queste erano affollate si stava a pregare fuori della
+porta. Fu in questi tempi che i Francesi figuravansi ai Napolitani
+come ladri, assassini, briganti, eretici scomunicati, coi quali non
+si era obbligati di conservare nè fede, nè parola, e che si potevano
+impunemente colpire come outlaw,[1] pugnalati alle reni, avvelenati
+nelle case, negli ospedali, assassinati nel sonno, uccisi infine come
+cani arrabbiati.
+
+Tale fu l’acciecamento delle passioni, che io stessa partecipava
+all’odio contro una nazione, alla quale sono andata più tardi a
+chiedere un asilo, e che mi fu accordato quando l’Inghilterra, per la
+quale aveva fatto tanto, mi cacciava dal suo suolo.
+
+Del resto si vedrà quali sentimenti professava in alcune mie lettere
+che citerò, ed alle quali non muterò nemmeno una sillaba.
+
+Ma vi era una classe della società che non ha mai parteggiato a Napoli
+contro i Francesi, e perciò non univa le sue alle preghiere, che si
+rivolgevano a Dio.
+
+Era questa tutta la classe libera, intelligente, istruita del mezzo
+ceto. Erano i giuristi, i medici, i filosofi, gli avvocati, i poeti,
+cosicchè la regina dimenticando quella specie di pentimento che aveva
+provato dopo la morte delle prime vittime, e specialmente di quella di
+Caramanico, fu dessa la prima a riorganizzare la giunta di stato, ed a
+spingere in una nuova curia i tre uomini che si chiamavano gli sbirri
+della regina, vale a dire, Vanni, Guidobaldi e Castelcicala.
+
+Le prigioni si riempirono, e questa volta i primi nomi di Napoli si
+contavano nel numero dei prigionieri.
+
+Ma in mezzo a tutti questi preparativi, non soltanto di guerra
+difensiva, ma di guerra offensiva, ci venne a sorprendere l’armistizio
+di Brescia, che precedette al trattato di Tolentino con Pio VI; e, come
+abbiamo già detto, col trattato di Tolentino il Santo Padre cedeva alla
+Francia Bologna, Ferrara e le Romagne, e le province cedute avevano
+il diritto di costituirsi in repubblica, ciò che non mancarono di fare
+appena fu compita la cessione.
+
+In tal modo il pericolo che la regina aveva creduto di allontanare
+si avvicinava sempre più. I Francesi si ritiravano; ma il principio
+rivoluzionario faceva un passo innanzi; ma l’_idea_ più forte degli
+uomini s’abbarbicava nel suolo che essi avevano lasciato.
+
+Il general Acton e la regina compresero che non vi era tempo da
+perdere. Sapevano che il Direttorio eccitato dall’ambasciatore, a
+cagione dell’odio della regina pe’ Francesi, — odio che essa in verun
+modo aveva saputo celare, — aveva spinto Bonaparte a vendicarsi del
+governo delle Due Sicilie, e che costui avesse risposto:
+
+«Oggi non siamo ancora potenti abbastanza per dare a questa vendetta
+tutta la pubblicità di cui si ha d’uopo; ma verrà giorno in cui gli
+faremo pagare tutti i suoi tradimenti passati, presenti e futuri, ed in
+quel giorno il re Ferdinando e la regina Carolina non avranno perduto
+nulla coll’aspettare.»
+
+Questa risposta era stata riportata letteralmente alla corte di Napoli,
+e benchè protratta la vendetta per qualche tempo ancora, il re ebbe
+tanta paura di questa spada di Damocle sospesa sul suo capo, che
+inviò il principe di Belmonte a Buonaparte con missione di ottenere a
+qualunque prezzo un trattato di pace.
+
+All’undici ottobre 1797, il seguente trattato fu firmato dai mandatari
+delle due potenze.
+
+Lo cito per intiero perchè si possa giudicare dello stato di
+dipendenza, in cui la paura avea messo la corte di Napoli rispetto al
+governo francese.
+
+Del resto, nello stesso modo che più si abbassa il vaso più si riempie
+d’acqua, quanto più si abbassava il cuore della regina tanto più si
+riempiva d’odio.
+
+I termini poi di questo trattato non erano punto ambigui, — eccoli:
+
+«Napoli sciogliendosi dalle sue alleanze, resterà neutrale; impedirà
+l’entrata ne’ suoi porti a’ vascelli oltre il numero di quattro de’
+potentati che sono in guerra; darà libertà a’ Francesi carcerati ne’
+suoi dominii per sospetto di Stato; intenderà a scoprire e punire
+coloro che involarono le carte al ministero di Francia Makau; lascerà
+libero ai Francesi il culto delle religioni; concorderà patti di
+commercio che diano alla Francia ne’ porti delle Due Sicilie que’
+medesimi benefizii che le bandiere più favorite vi godono; riconoscerà
+la repubblica Bàtava, e la riguarderà compresa nel presente trattato di
+pace».
+
+Inoltre vi era un articolo che doveva restare segreto, e che non
+doveva essere conosciuto che dai contraenti, ed era concepito in questi
+termini:
+
+«Il re pagherà alla repubblica francese otto milioni di franchi (due
+milioni di ducati): i Francesi prima che si accordino col pontefice,
+non procederanno oltre la fortezza di Ancona, nè seconderanno i moti
+rivoluzionarii delle regioni meridionali d’Italia.»
+
+
+
+
+II.
+
+
+Le cose erano ben mutate in un anno.
+
+Quel piccolo generale Bonaparte deriso da tutti, ma uscito vittorioso
+da una campagna che si poteva annoverare fra gli splendidi fatti
+d’armi di Alessandro, d’Annibale e di Cesare, era stato appellato dal
+Direttorio l’Uomo della provvidenza, e la Repubblica francese gli aveva
+dato una bandiera su cui stava scritto in lettere d’oro:
+
+«Il generale Bonaparte ha distrutto cinque eserciti, vinto diciotto
+battaglie campali, ed in sessantasette combattimenti ha fatto
+centosessantamila prigionieri; ha inviato in Francia censessanta
+bandiere per decorare i nostri edificj militari, mille e centottanta
+pezzi d’artiglieria per arricchire i nostri arsenali, duecento milioni
+al tesoro, cinquantun bastimenti da guerra nei nostri porti, i capi
+d’opera d’arte per abbellire le nostre gallerie ed i nostri musei, e
+preziosi manoscritti per le nostre biblioteche pubbliche; ed infine ha
+dato la libertà a diciotto popoli.»
+
+Si comprende in quale esasperazione mettevano quegli onori resi ad un
+nostro nemico, la corte di Napoli, sir William Hamilton ed io; io come
+amica della regina di cui parteggiava tutte le simpatie e gli odi; sir
+William Hamilton come ambasciatore d’Inghilterra.
+
+La regina fu presa da un accesso di rabbia, come ne vidi in quel giorno
+in cui il governo delle Due Sicilie fu obbligato a riconoscere la
+repubblica Cisalpina.
+
+Il trattato di campo Formio firmato dalla Francia e dall’Austria
+aveva una grande importanza. La Francia estendeva da un lato i suoi
+confini fino alle Alpi e dall’altro fino al Reno. L’Austria perdeva
+in estensione, ma aumentava di sudditi; in cambio della repubblica
+Cisalpina che sorgeva, cadde la Repubblica di Venezia che diventò
+proprietà dell’imperatore.
+
+La pace sembrava assicurata, ma sir William rideva col suo riso
+diplomatico, quando gli si parlava della durata di quella pace: finchè
+l’Inghilterra sarà in guerra, diceva, il mondo e specialmente la
+Francia non saranno in pace.
+
+La regina, che non fingeva meno di sir William di credere seriamente
+a quella pace, ne approfittò per celebrare le nozze del principe
+ereditario coll’arciduchessa Clementina. Poco ho da dire intorno
+a questo principe che non ebbe, in tutto il tempo in cui rimasi
+alla corte di Napoli, che una parte secondaria e nulla intorno la
+principessa, che non ne ebbe nessuna.
+
+Il principe era allora un bel giovanetto di ventun anno, assai grasso,
+roseo in viso, molto istruito, accortissimo ed acuto, e senza parole;
+cogli occhi fissi sull’Europa non perdeva nemmen uno dei particolari
+del gran dramma storico che si compiva, e fingeva di non veder nulla.
+Spaventato dalle violenze di sua madre, si studiava, benchè fosse
+già in età e capacissimo di dire il suo parere, di starsene lontano
+da qualunque questione che si presentava, fosse anche della più alta
+importanza pel trono delle Due Sicilie, e principalmente per lui che
+ne era l’erede. Nello stesso modo che il re Ferdinando si mostrava in
+mezzo a questo scompiglio molto più vago di una caccia ad Astroni o a
+Persano, che della caduta o della nascita di una repubblica, egli si
+mostrava più preoccupato delle scoperte di Mesmer, di Mongolfier e di
+Lavoisier che dell’armistizio di Brescia o del trattato di Tolentino.
+Sua madre poco lo amava, anzi lo sprezzava, e in famiglia lo dichiarava
+stupido come suo padre.
+
+Il prediletto del suo cuore era il principe Leopoldo, che allora
+aveva diciott’anni; è vero che era un adorabile giovanetto, bello
+come sua madre, gentile, garbato e spiritoso; l’altro principe era un
+garzoncello di sei a sette anni, di pochissima salute, e chiamavasi
+Alberto, che ebbi, come racconterò in seguito, il dolore non soltanto
+di vedere, ma di sentir morire nelle mie braccia.
+
+Una squadra napolitana andò a prendere la giovane archiduchessa a
+Trieste, e la condusse a Manfredonia, ove l’attendeva il principe
+Francesco, benchè i cerimoniali del matrimonio si dovessero celebrare a
+Foggia, cioè cinque o sei leghe nell’interno.
+
+Il re e la regina avevano accompagnato il loro figlio, e con essi
+s’intende, c’era anch’io; sir William Hamilton era rimasto a Napoli.
+
+Era curioso di vedere la fidanzata, che si diceva del resto assai
+insignificante, e ciò sarebbe stata la verità, se un pallore che
+mai vidi una volta prendere il menomo incarnato, ed una profonda
+malinconia, non avessero dato alla sua fisonomia un grande interesse.
+Donde provenivano quella tristezza e quel pallore nessuno lo seppe
+mai, forse da qualche amore lasciato, ma non dimenticato alla corte dei
+Cesari; fors’anche non era che quel segno fatale impresso sul viso di
+quelli che sono destinati a morir giovani.
+
+Il matrimonio fu celebrato nella seconda metà del mese di giugno; si
+accordarono molti favori ai sudditi; Acton, primo ministro, fu nominato
+capitano generale; quarantaquattro sedi episcopali vacanti furono
+occupate da quarantaquattro nuovi vescovi, e fu un grande sacrifizio
+per il re, perchè durante la vacanza di quelle sedi ne percepiva le
+rendite; si accordarono gradi e decorazioni agli uffiziali che nella
+guerra d’Italia si erano dichiarati contro la Francia, e finalmente
+molti abitanti di Foggia furono creati marchesi, in vista del loro
+titolo di abitanti delle Marche, ed in ricompensa delle enormi spese
+che avevano fatto in occasione del matrimonio del principe ereditario.
+
+Mi sono lasciata indurre a scrivere molto su questo matrimonio,
+malgrado la poca importanza che ebbe, non soltanto nella vita pubblica
+del principe Francesco, ma ancora nella sua vita privata; ciò mi svia
+dai gravi avvenimenti che si succedettero alla corte di Roma, e che un
+anno dopo dovevano avere una influenza tanto grave su quella di Napoli.
+
+Voglio dire dell’assassinio del generale francese Duphot.
+
+Nel rango in cui mi trovava, nulla mi doveva essere ignoto od oscuro,
+intorno ad un tal fatto.
+
+Lo racconterò con qualche particolarità, poichè da esso dipendette
+l’occupazione di Roma dai francesi, ed in seguito la proclamazione
+della Repubblica romana.
+
+Ora che vivo lungi dagli avvenimenti e specialmente dagli odii
+dell’epoca, spero di riescire imparziale nel mio racconto, non dirò
+come giudice, ma almeno come storico.
+
+Si comprenderà facilmente, riportandosi specialmente allo spirito di
+propaganda di quell’epoca, che dopo essersi autorizzate le Romagne a
+costituirsi in repubblica, si era formato un partito repubblicano in
+Roma.
+
+Questo partito si componeva particolarmente di artisti francesi
+dimoranti in Roma, ed avrebbero creduto di mancare in fatti a tutti
+i loro doveri di patriotti, se non avessero tentato coi loro mezzi di
+fare proseliti al governo da cui dipendevano.
+
+Il fratello di Bonaparte, Giuseppe Bonaparte, era ambasciatore di
+Roma. La famiglia erasi elevata presto, sostenuta dalla mano potente
+dell’_Uomo della provvidenza_, come lo chiamava il direttorio.
+
+Giuseppe Bonaparte, in cui eravamo lungi dallo scorgere il futuro
+usurpatore del trono di Napoli[2], faceva tutto quanto era possibile
+per contenerli, dicendo a loro che non era ancor giunto il momento.
+
+Malgrado tutti gli sforzi, il 26 dicembre 1797, i repubblicani
+avvertirono l’ambasciatore che si preparava un movimento; egli li
+congedò, supplicandoli come sempre di opporsi, se lo potevano, per
+qualche tempo ancora a questo movimento.
+
+Essi si ritirarono promettendo di adoperarsi secondo l’intenzione
+dell’ambasciatore.
+
+Il giorno seguente il cavaliere Azara, di cui mi ricordo di aver fatto
+l’elogio all’epoca del mio passaggio da Roma, diede lo stesso avviso a
+Giuseppe Bonaparte.
+
+Difatti il 28 dicembre la dimostrazione annunziata si manifestava;
+caricata dai dragoni, presa a fucilate da una compagnia di fanteria,
+i repubblicani si rifugiarono sotto i portici del palazzo Corsini, ove
+dimorava l’ambasciatore.
+
+Siccome l’avvenimento che segue fu raccontato in modi diversi, mi
+accontenterò di trascrivere il rapporto ufficiale del signor Giuseppe
+Bonaparte. Essendocene stata inviata una copia, è da questa che
+ritraggo quanto ora si leggerà, e come questo documento è ignoto o
+quasi, avrà, lo spero, un certo interesse.
+
+Riprendo il racconto dell’ambasciatore in cui lo lascio parlare
+liberamente.
+
+ «Un artista francese, venendo all’ambasciata, ci prevenne che
+ l’attruppamento diventava numeroso, e che aveva scorto nella folla
+ alcune spie del governo, che gridavano più forte degli altri: —
+ Viva il popolo Romano, Viva la Repubblica, — che si gettavano degli
+ scudi a piene mani e che la strada era ingombra. Io lo incaricai
+ di discendere subito e di far conoscere la mia volontà agli
+ ammutinati; i militari francesi che mi circondarono mi chiesero
+ l’ordine di dissipare colla forza, cosa che attestava il loro
+ attaccamento; vestii le insegne della mia carica, e li pregai di
+ seguirmi. Preferii di parlar io stesso nel loro linguaggio, ed
+ uscendo dal mio gabinetto udimmo una scarica prolungata di armi;
+ era un picchetto di cavalleria che entrava nella mia giurisdizione
+ senza prevenirmene; l’aveva attraversato al galoppo ed aveva fatto
+ fuoco dai tre vasti portici del Palazzo.[3]
+
+ «La folla si era allora precipitata nei cortili e sulle scale;
+ incontrai sul mio passaggio dei paurosi che fuggivano, dei
+ frenetici audaci, persone pagate per eccitare e denunziare il
+ movimento; una compagnia di fucilieri aveva seguito da vicino la
+ cavalleria, e la trovai che in parte si avanzava sul vestibolo; a
+ mio apparire si arrestò.
+
+ «Dimandai chi ne fosse il comandante; egli si era nascosto in mezzo
+ alle file, ed io non poteva distinguerlo. Dimandai a quella truppa
+ con qual ordine fosse entrata nella giurisdizione della Francia.
+ Le ingiunsi di ritirarsi, e allora si ritirò di pochi passi.
+ Credetti di essere riuscito da questo lato, e mi rivolsi verso gli
+ ammutinati che si erano ritirati nei cortili interni; alcuni si
+ avanzavano già contro la truppa che partiva; allora dissi loro in
+ modo decisivo che il primo che avrebbe osato di oltrepassare la
+ metà del cortile l’avrebbe a fare con me. Nel medesimo tempo il
+ generale Duphot, Scherloek, due altri ufficiali ed io snudammo le
+ spade per trattenere quella truppa disarmata, di cui alcuni pochi
+ avevano delle pistole e dei pugnali; ma intanto che noi eravamo
+ occupati da questo lato, i fucilieri che non si erano ritirati che
+ per mettersi fuori della portata delle pistole, fecero una scarica
+ generale. Alcune palle morte andarono a colpire uccidendo alcuni di
+ quelli che si trovavano indietro. Noi che eravamo in mezzo fummo
+ rispettati; poscia la compagnia si ritirò ancora per caricare le
+ armi; approfitto di questo istante, e raccomando al colonnello
+ Beauharnais, aiutante di campo del generale Buonaparte, che per
+ caso si trovava vicino a me, dopo il ritorno della sua missione in
+ Levante, ed all’aggiunto degli aiutanti generali signor Arrighi,
+ di contenere colla sciabola in mano quella truppa che era animata
+ da sentimenti diversi, ed io mi avvicinai col generale Duphot, e
+ coll’aiutante generale Scherlock per persuaderla di ritirarsi e
+ di cessare il fuoco. Ordinai che si ritirasse dalla giurisdizione
+ della Francia e che l’ambasciatore s’incaricava di far punire gli
+ ammutinati. Che essi non avrebbero che a distaccare uno dei loro
+ uffiziali o sottuffiziali al Vaticano presso il loro generale
+ il governatore di Roma, il senatore o qualsiasi altra persona
+ pubblica, e così si sarebbe terminato tutto.
+
+ «Il troppo bravo Duphot, abituato a vincere, si slanciò, e in
+ un salto si trova fra le bajonette del soldati, ed impedisce ad
+ uno di loro di caricare, e ferma il colpo ad un altro che aveva
+ già caricato. Noi lo seguivamo, il generale Scherloek ed io,
+ per istinto nazionale. Egli era l’amico dei due partiti, era
+ il pacificatore e fu considerato come nemico, ed ingannato dal
+ suo coraggio fu loro prigioniero, e venne trascinato fino alla
+ porta della città detta _Settimiana_. Io veggo un soldato che
+ gli scarica il suo moschetto in mezzo al petto, egli cade e si
+ rialza appoggiandosi alla sua sciabola. Io lo chiamo, ei vuole
+ venire verso di me, un secondo colpo lo stende al suolo, e più di
+ cinquanta colpi sono diretti sull’esanime suo corpo.
+
+ «Scherloek resta illeso, vede cadere il suo bravo compagno d’armi,
+ tutti i colpi sono diretti su noi, e m’indica una stradicciuola
+ nascosta che ci conduce fino ai giardini del palazzo, e ci sottrae
+ ai colpi degli assassini di Duphot, ed a quelli di un’altra
+ compagnia che faceva fuoco dall’altra parte della strada; i due
+ uffiziali spinti da quest’altra compagnia si riuniscono a noi, e
+ ci fanno scorgere un altro pericolo. La nuova compagnia potrebbe
+ entrare liberamente nel palazzo, ove la mia consorte e mia sorella,
+ che il giorno seguente doveva essere sposa al bravo Duphot, erano
+ state condotte via dai miei segretari e da due giovani artisti.
+ Giungemmo nel palazzo dalla parte del giardino, i cortili erano
+ ingombri da quei vili e scellerati bricconi che prelusero a questa
+ orribile scena.
+
+ «Una ventina di essi ed alcuni pacifici cittadini sono rimasti
+ morti. Entro in palazzo, le scale sono grondanti sangue, i
+ moribondi si trascinavano, i feriti gridavano; si giunge a chiudere
+ i tre portoni della facciata. I lamenti della morte di Duphot, di
+ quel giovane eroe che costantemente alla vanguardia delle armate
+ dei Pirenei e d’Italia era sempre stato vittorioso, ed ora scannato
+ senza difesa da vili briganti; l’assenza di sua madre e di suo
+ fratello che la curiosità avea allontanato dal palazzo per vedere
+ i monumenti di Roma, le fucilate che continuavano per la via e
+ contro le porte del palazzo, le prime sale del palazzo Corsini, ove
+ io abitava, ingombre di gente di cui s’ignoravano le intenzioni;
+ queste circostanze e tante altre, resero questa scena più crudele
+ di quanto mai abbia potuto immaginare.
+
+ «Feci chiamare i miei domestici, tre erano assenti, uno era
+ stato ferito. Feci collocare lo stemma, che avevamo in viaggio,
+ nell’angolo del palazzo che abitava; un sentimento d’orgoglio
+ nazionale che non potrei frenare, suggerì ai giovani uffiziali
+ il progetto di andare a prendere il cadavere del loro infelice
+ generale, e vi riuscirono coll’aiuto di alcuni domestici fedeli,
+ passando per una via nascosta, malgrado il fuoco che la vile e
+ sfrenata soldatesca di Roma continuava sul campo del massacro.
+ Trovarono il corpo di questo bravo generale, che dianzi era animato
+ da un eroismo cotanto sublime, spogliato, crivellato dalle palle,
+ inzuppato di sangue, e coperto da un mucchio di pietre. Erano le
+ sei di sera, due ore dopo il massacro di Duphot, e nessuno inviato
+ del governo apparve. Decisi di lasciar Roma, lo sdegno mi aveva
+ suggerito questo progetto. Nessuna considerazione, nessuna potenza
+ terrena me l’avrebbe fatto mutare. Però presi la risoluzione
+ di scrivere al cardinale Doria, segretario di Stato, una prima
+ lettera; un domestico fedele attraversò la soldatesca attruppata,
+ si seguì il suo cammino dai colpi di fucile che lo segnavano
+ nell’oscurità ai suoi compagni, che non senza inquietudine
+ l’osservavano dalle finestre del palazzo.
+
+ «Finalmente si sente battere al portone, ove si era fermata una
+ carrozza, sarà forse il generale, il governatore, il senatore
+ o qualche ufficiale romano: erano le sette di sera; no, è un
+ amico; l’inviato di un principe alleato della Repubblica, il
+ cavaliere Angiolini ministro di Toscana; egli aveva attraversato
+ le pattuglie, le truppe di linea, la guardia urbana; si arresta
+ la sua carrozza; gli si dimanda, se ha udito i colpi di fucile,
+ e non conosceva il pericolo in cui poteva trovarsi, egli risponde
+ con coraggio che in Roma non poteva esservene nella giurisdizione
+ dell’ambasciata francese. Questo rimprovero generoso, era, in
+ questo momento, una critica amara e vera dei Direttori di Roma
+ contro l’uffiziale di una nazione, a cui dovevano ancora il resto
+ dalla loro esistenza politica.
+
+ «Il cavaliere Azara ministro di Spagna non tardò a venire;
+ quest’uomo giustamente onorato dalla sua corte aveva anch’egli
+ sprezzato tutti i pericoli, e si trattenne molto tempo con me.
+ Erano le dieci. — Ambedue non potevamo a meno di sorprenderci
+ altamente vedendo che non veniva nessun uffiziale pubblico. Scrissi
+ al cardinale una seconda lettera; n’ebbi dopo pochi istanti la
+ risposta. Finalmente un uffiziale e quarant’uomini, che mi si
+ assicuravano per bene intenzionati, furono inviati dal segretario
+ di Stato per proteggere le mie comunicazioni con lui; ma nè lui nè
+ alcun altro uomo capace di prendere con me delle misure decisive,
+ per liberarmi dai revoltosi che occupavano ancora una parte della
+ mia giurisdizione, e dalla truppa che ne occupava un’altra, non
+ si presentò in nome del governo, malgrado la reitirata dimanda che
+ aveva fatto.
+
+ «Mi decisi dunque di partire. Il sentimento di sdegno aveva
+ fatto luogo alla ragione, e fattomi più calmo, essa mi dettava la
+ medesima condotta. Scrissi al segretario una nota chiedendogli un
+ passaporto, che m’inviò alle due dopo mezzanotte, accompagnato da
+ una risposta.
+
+ «Alle sei di mattina, quattordici ore dopo l’assassinio del
+ generale Duphot, l’investimento del mio palazzo, il massacro della
+ gente che lo circondava, nessun Romano si presentò a me incaricato
+ del governo per informarsi dello stato delle cose. Io partii dopo
+ avere assicurato lo stato di alcuni pochi Francesi rimasti a Roma.
+ Il cavaliere Angiolini si era incaricato di dar loro dei passaporti
+ per la Toscana, dove mi troveranno, e dopo la mia partenza il
+ cittadino Cacault, presso di cui mi trovo in questo momento, coi
+ Francesi che non mi hanno lasciato dopo il momento che si manifestò
+ qualche pericolo.
+
+ «Dopo questo racconto crederei di fare ingiuria a dei repubblicani,
+ eccitandoli alla vendetta, che il governo francese deve esigere
+ da quest’empio governo, assassino di Basseville, uno dei primi
+ ambasciatori Francesi che si è degnato d’inviargli, e di un
+ generale distinto come un prodigio di valore in un’armata ove ogni
+ soldato è stato un eroe. Cittadino ministro! Non tarderò di recarmi
+ a Parigi, appena avrò regolato alcuni affari che ancor mi rimangono
+ da trattare; vi darò nuovi particolari sul governo di Roma, e vi
+ dirò quale sia la punizione che bisogna infliggergli.
+
+ «Questo governo non si mentisce, astuto e temerario per commetter
+ delitti, vile e strisciante quando li ha commessi; oggi è a
+ ginocchi del ministro Azara, perchè si rechi a Firenze da me, per
+ ricondurmi a Roma; ciò è quanto mi scrive questo generoso amico
+ dei Francesi degno di abitare una terra, dove si sappia meglio
+ apprezzare le sue virtù e la sua nobile lealtà.
+
+ «Firenze, 30 dicembre 1797.
+
+ «G. BONAPARTE»
+
+
+
+
+III.
+
+
+Confesso di essere sempre maravigliata, quando depongo la penna dopo
+avere scritto pagine come queste ultime. Io, la donna frivola per
+eccellenza, non direi nata, ma predestinata a vivere dei miei gusti,
+col mio carattere e col mio temperamento lungi da tutti gli intrighi
+politici, come una farfalla o come un uccello in un mondo di gioia,
+di piaceri, di canti e di armonie, trascrissi questo pesante rapporto
+lordo di sangue che grida guerra e vendetta ai popoli. Non vi sembro
+forse una Venere Afrodite colla maschera di Nemesi, col suo viso
+atteggiato ai dolci sorrisi, cogli occhi alle dolci promesse, e colla
+bocca che s’apre a teneri giuramenti?
+
+Ma ho incominciato il racconto degli avvenimenti ai quali presi parte,
+e non mi posso ritirare dal compito che mi sono imposto; la voce della
+coscienza e fors’anche quella del pentimento mi grida: — avanti, — e
+obbligata ad obbedire a questa voce che mi giunge dall’alto, continuo.
+
+Questo rapporto di Giuseppe Bonaparte produsse a Parigi una sensazione
+profonda. Bonaparte era il Dio del momento; offendere uno dei suoi
+fratelli era più che un delitto di lesa maestà, era un delitto di lesa
+divinità.
+
+Osservate pure la lettera con cui il cittadino Talleyrand, il
+termometro dello spirito pubblico rispondeva al suo rapporto:
+
+ «11 Gennaio 1793
+
+ «Ho ricevuto, cittadino, la lettera straziante che mi avete scritto
+ sugli orrendi avvenimenti che succedettero a Roma l’8 nevoso.
+ Malgrado la cura che avete posto nel nascondermi tutto ciò che vi
+ ha di personale per voi in questa terribile giornata, non avete
+ potuto lasciarmi ignorare che avete manifestato al più alto grado
+ l’intrepidezza, il sangue freddo, e quell’intelligenza a cui nulla
+ sfugge, e che avete sostenuto con magnanimità l’onore del nome
+ francese. Il Direttorio m’incarica di esprimervi nel modo più ampio
+ e sensibile la sua viva soddisfazione intorno alla vostra condotta.
+ Comprenderete facilmente, lo spero, quanto sia felice di essere
+ l’organo di questo sentimento.»
+
+Il Direttorio cominciò col chiedere la punizione degli assassini;
+ma fosse negligenza o complicità, nessuno fu arrestato e nemmeno
+punito; si seppe che il capo degli assassini, nominato Amadeo, si era
+impossessato della spada e della cintura del morto, che il curato della
+parrocchia vicina si era ritenuto l’orologio, e che gli altri infine si
+erano divisi fra loro il denaro e gli abiti.
+
+Il Direttorio ordinò al generale Berthier, che nell’assenza di
+Bonaparte comandava in Italia, di marciare su Roma.
+
+Berthier ricevette l’ordine a Milano, e si mise in marcia il giorno
+seguente. Al 29 gennaio la sua avanguardia era a Macerata, al 10
+febbraio tutte le truppe erano riunite sotto le mura di Roma, e con un
+distaccamento prendeva possesso di Castello S. Angelo, che i soldati
+pontificj non tentarono nemmeno di difendere.
+
+Ma il generale Berthier impedì che si andasse più lungi; prevenne
+soltanto i capi degli agitatori, che potevano contare sul di lui
+appoggio.
+
+Il 16 febbraio, il venti-treesimo anniversario della esaltazione di
+Pio VI al trono pontificio, un attruppamento di sediziosi si riunì nel
+Foro Romano, e di là s’incamminarono al Vaticano sotto le finestre del
+Sovrano Pontefice, e fecero intendere le grida di Viva la Repubblica.
+
+Per rispetto — dicevano essi — non pel papa ma pel vecchio, non
+invasero il Vaticano; ma occuparono tutta la città, e scrissero un
+manifesto che constatava la ristorazione della sovranità del popolo,
+il quale ripudiava ogni complicità nelle uccisioni di Basseville e di
+Duphot, aboliva l’autorità pontificia, e riguardo alle cose politiche,
+economiche e civili, costituiva un governo repubblicano libero ed
+indipendente.
+
+I fondatori della nuova Repubblica si diedero premura d’inviare al
+generale Berthier, per consegnargli quell’atto, una deputazione di otto
+cittadini.
+
+Egli fece tosto la sua entrata dalla porta del Popolo, e nello stesso
+giorno salì al Campidoglio, ove, parodiando gli antichi trionfatori
+romani, salutò in nome del Direttorio la nuova Repubblica, riconosciuta
+libera ed indipendente dalla Francia, e che si componeva di tutto il
+territorio lasciato al papa col trattato di Tolentino.
+
+Il giorno dopo quattordici cardinali, che avevano avuto la viltà
+di firmare l’atto di affrancazione e la rinuncia di tutti i diritti
+politici, cantarono il _Te Deum_ nella basilica di S. Pietro.
+
+Il generale Cervoni, incaricato di significare a Pio VI la sua
+decadenza, penetrò negli appartamenti di quel santo vecchio, e lo trovò
+inginocchiato che pregava.
+
+Pio VI ricevette con una perfetta serenità l’annunzio della caduta dei
+suoi diritti temporali, ed eccitato a riconoscere il nuovo governo,
+rispose:
+
+— La mia sovranità viene da Dio, io non posso rinunziarvi; ho
+ottant’anni, e perciò la vita è poca cosa per me: in quanto agli
+oltraggi ed ai patimenti non li temo.
+
+Ma siccome la presenza del Santo Padre era incompatibile in Roma col
+nuovo governo, ricevette l’invito di lasciare la capitale del mondo
+cristiano, ed infatti il 20 febbraio partì per la Toscana.
+
+Tutte queste notizie ci arrivarono quasi nello stesso tempo, e
+cagionarono, si comprende bene, un grande scompiglio nella nostra
+corte. La Repubblica spinta passo passo dai francesi, faceva ogni
+giorno un nuovo progresso in Italia, e non distava che trenta leghe
+da noi. Il governo delle Due Sicilie pensò alle precauzioni che doveva
+prendere contro un avversario cotanto minaccioso.
+
+Senza occuparsi del trattato che aveva firmato colla Francia nel 1797,
+vale a dire quattordici mesi prima, Ferdinando firmò coll’imperatore
+suo nipote, al 19 maggio 1798, un trattato che infirmava completamente
+il primo.
+
+Con questo trattato l’imperatore doveva tenere sessanta mila uomini nel
+Tirolo; e Ferdinando inviarne trenta mila alle frontiere napolitane.
+
+Per un caso singolare il 15 maggio 1798 fu il giorno in cui la flotta
+francese salpò da Tolone per la spedizione di Egitto.
+
+Si conoscevano già i preparativi che faceva la Francia, ma s’ignorava
+qual paese minacciasse quella flotta formidabile.
+
+Il comandante della flotta inglese sir Jean Jervis, dopo lord conte di
+S. Vicent, si ostinò di vedere nei preparativi di Tolone un progetto
+di spedizione nell’Oceano, e si accontentò di chiudere lo stretto di
+Gibilterra e di bloccare la flotta spagnuola nel porto di Cadice.
+
+Sempre in questa convinzione, spedì Nelson, che serviva sotto i suoi
+ordini, con tre vascelli di linea, quattro fregate ed una corvetta per
+sorvegliare il porto di Tolone, promettendogli di mandar soccorsi alla
+sua prima richiesta.
+
+Al 9 maggio Nelson lasciò la baia di Cadice, ma era già troppo tardi;
+arrivato nel golfo di Lione, una tempesta disperse i suoi vascelli, e
+disalberò quello su cui si trovava.
+
+Entrò per riparare le sue avarie nel porto di S. Pietro, rimorchiato da
+un vascello che aveva sofferto meno del suo.
+
+Durante il suo soggiorno al porto di S. Pietro, apprese la partenza
+della flotta francese da Tolone e spedì un bastimento a Lord S. Vincent
+per chiedergli il soccorso promesso: ma all’8 giugno, vale a dire tre
+settimane dopo che la flotta francese aveva fatto vela, potè riunire
+le forze inviategli, nel momento in cui essa era già fra la Sicilia e
+Malta.
+
+Questi aiuti si componevano di dieci vascelli da 74 ed uno da 50
+cannoni.
+
+Alla testa di questa potenza Nelson si mise alla ricerca della flotta
+francese; sulle coste meridionali della Corsica apprese che era stata
+veduta fra Capo Corso e l’Italia.
+
+Balenò a Nelson l’idea, e quell’idea aveva una certa probabilità, che
+la flotta francese fosse diretta a Napoli.
+
+Egli fece vela per Napoli.
+
+Al 15 giugno, egli era all’isola di Ponza, e c’inviò un suo uffiziale
+di confidenza, meglio ancora un suo amico, il capitano Troubridge,
+colla corvetta la _Mutine_ per abboccarsi col capitano generale e sir
+William Hamilton.
+
+Troubridge era latore di una lettera di Nelson per me.
+
+L’effetto che io aveva prodotto su questo grande uomo non mi era punto
+sfuggito, e trovai strano come potendo egli stesso venire a Napoli
+avendo così un occasione di vedermi, la lasciasse sfuggire.
+
+La sua lettera mi spiegò tutto.
+
+Eccola:
+
+ «Milady,
+
+ «Se venissi a Napoli, se discendessi a terra, e se vi rivedessi,
+ arrischierei di mancare a tutti i miei doveri, che sono d’inseguire
+ la flotta francese senza perdere un momento.
+
+ «Troubridge vi porgerà questa lettera, che invece di essere una
+ prova d’indifferenza, diventa, per la spiegazione che vi dà, una
+ prova della violenza del sentimento che provo per voi.
+
+ «Appena Troubridge sarà ritornato colle indicazioni che riceverò
+ dal capitano generale e da sir William, continuerò il mio cammino.
+
+ «Fossero all’altro capo del mondo, raggiungerò i francesi; e mi
+ rivedrete vincitore e degno di voi, milady, o non mi rivedrete più.
+
+ «Mille volte il vostro
+
+ «ORAZIO NELSON.»
+
+Eccoci a quanto ci trovavamo al 16 giugno 1798 circa al nostro amore
+con Nelson; si vede che non eravamo inoltrati di molto.
+
+Questa lettera senza dir molto al mio cuore solleticava il mio
+orgoglio. Nelson nei cinque anni che erano passati si era battuto come
+un eroe, o piuttosto, come lo diceva egli stesso, come un uomo che si
+vuol fare ammazzare. Ho già raccontato come avesse perduto un occhio a
+Calvi; non era tutto, a Teneriffa gli venne portato via un braccio.
+
+Questa volta prometteva di ritornare degno di me, o di farsi ammazzare.
+
+Era sicura che egli manterrebbe la sua parola; Nelson non era di quegli
+uomini che promettevano invano.
+
+Dal terrazzo del palazzo vidi il maestoso spettacolo della flotta che
+difilava innanzi a Napoli; col mezzo d’un cannocchiale, sir William
+mi fece distinguere il vascello che portava la bandiera ammiraglia; a
+quella distanza non poteva distinguere quanto avveniva a bordo; ma son
+certa che Nelson aveva gli occhi fissi sul palazzo, come io aveva fissi
+i miei sul suo vascello.
+
+La flotta si aperse lentamente innanzi allo scoglio di Capri; una parte
+passò alla sua destra, l’altra alla sinistra; stette tre giorni in
+vista, poichè vi era bonaccia.
+
+Questa bonaccia fu causa che al 25 giugno soltanto si trovò al forte di
+Messina.
+
+Di là seppe che Bonaparte aveva preso Malta, e passando vi aveva
+lasciato una guarnigione di quattromila uomini, ed aveva continuato il
+suo cammino verso l’Oriente.
+
+Dal Faro in data del 25 egli scrisse a sir Hamilton per annunziargli
+quella notizia, ed a me per rinnovarmi l’assicurazione dei sentimenti
+che aveva per me.
+
+Sir William ed io ricevemmo le lettere al trenta dello stesso mese, e
+risposi subito:
+
+ «Caro signore.
+
+ «Approfitto dell’offerta del capitano Hope per scrivervi qualche
+ riga, e per ringraziarvi della graziosa lettera che mi avete fatto
+ pervenire col mezzo del capitano Bowen.
+
+ «La regina ebbe grandissimo piacere quando le tradussi ciò che
+ dicevate di gentile per lei, e m’incarica di ringraziarvi, e di
+ assicurarvi che prega pel vostro onore e per la vostra salvezza: in
+ quanto alla vittoria essa è già sicura che l’avrete.
+
+ «Abbiamo ancora qui il regicida ministro Garat, il più insolente,
+ il più impudente animale diplomatico, che mai si possa vedere,
+ e veggo chiaramente che la corte di Napoli dovrà dichiarare la
+ guerra, se vuole salvare il paese, perchè l’ambasciatore francese
+ fa tutti i giorni le osservazioni più minacciose.
+
+ «S. M. vede e sente tutto ciò che voi dite nella vostra lettera a
+ sir William datata dal Faro di Messina, e sotto la vera luce che
+ rischiara i fatti, così fa anche il generale Acton.
+
+ «Ma per sventura il loro primo ministro Gallo, uomo leggero,
+ superficiale ed ignorante, impetrito e stecchito come una cresta
+ di gallo, non pensa ad altro che al modo con cui gli vanno i
+ suoi abiti ricamati, ed all’effetto che produce il suo anello
+ di brillanti; una metà di Napoli lo crede francese, io credo che
+ l’altra metà s’inganna credendolo napoletano.
+
+ «La regina ed Acton non possono soffrirlo; per me poco importa
+ essendo sostenuto soltanto dal re egli non saprebbe avere un gran
+ potere; ma un primo ministro, e un puro ministro di forma, è pur
+ sempre qualche cosa per fare un brutto giuoco.
+
+ «A proposito saprete che i tre o quattrocento giacobini, che si
+ tenevano in carcere, sono stati tutti, dopo tre o quattro anni di
+ detenzione, dichiarati innocenti. Se credo a tutto ciò che si dice
+ da loro di me, la metà almeno meriterebbe di essere appiccata. È
+ Garat che colla sua influenza e Gallo colla sua debolezza, e forse
+ colla sua simpatia, hanno fatto il bel colpo di rendere questi cari
+ signori alla società.
+
+ «Insomma io ne sono molto spaventata, e considero come tutto
+ perduto per Napoli. Sono afflitta fino alle lagrime per la nostra
+ cara e graziosa regina, che merita veramente una miglior sorte.
+
+ «Comprenderete, mio caro signore, che vi scrissi tutto ciò in
+ confidenza e di fretta.
+
+ «Spero che non lascerete il Mediterraneo senza prenderci; abbiamo
+ il nostro congedo, e pronta ogni cosa per partire appena ne avremo
+ l’avviso; ma intanto spero in Dio che distruggerete questi mostri
+ di francesi; e prima di partire di qua, il regno di questi empii
+ non sarà di lunga durata.
+
+ «Se avrete qualche occasione, scriveteci; non potete credere qual
+ balsamo sono le vostre lettere per noi.
+
+ «Che Dio vi benedica, mio caro, carissimo signore: credetemi sempre
+ la vostra sincerissima, obbligatissima ed affezionatissima amica,
+
+ EMMA HAMILTON.»
+
+Questa lettera lo raggiunse in mare mentre cercava, senza poterla
+trovare, la flotta francese.
+
+
+
+
+IV.
+
+
+Nelson aveva completamente perduto la traccia di Buonaparte e dei
+trecento cinquanta legni che lo seguivano: trattenuto dallo scirocco
+per alcuni giorni nello stretto di Messina, approfittò di un colpo di
+vento per superare Reggio, e spingersi in alto mare.
+
+Convinto che Buonaparte moveva verso l’Egitto, volse direttamente il
+suo cammino ad Alessandria; ma vi arrivò prima della flotta francese;
+l’ammiraglio Brueys aveva appoggiato verso l’isola di Candia per
+ingannare senza dubbio quelli che lo inseguivano.
+
+Mal ricevuto dal governo d’Alessandria che minacciava di far fuoco
+su di lui se tentasse di forzare il passo, e non sapendo la via
+percorsa dalla flotta francese, suppose, dacchè non si trovava ad
+Alessandria, che avesse fatto vela per Costantinopoli. Nelson costeggiò
+all’avventura la Caramanis e la Morea, andando in cerca di notizie,
+e dopo aver percorso invano l’Arcipelago, difettando di acqua e di
+viveri, fu obbligato di ritornare in Sicilia.
+
+Più di una volta mi disse, che dal 20 giugno, epoca in cui uscì dallo
+stretto di Messina, fino al 21 luglio, in cui entrò nel porto di
+Siracusa, egli credeva di diventar pazzo.
+
+La situazione era grave, ed una tempesta si addensava contro di lui
+in Inghilterra. Quando si seppe che aveva lasciato uscire da Tolone,
+e che per un mese intiero aveva cercato nel Mediterraneo, vale a dire,
+in un gran lago, una flotta di circa quattro cento vele, si chiedeva da
+ogni parte, se egli non fosse un traditore, che si doveva sottoporre ad
+un consiglio; e l’ammiraglio S. Vincent, uomo leggero era incorso nel
+biasimo dell’ammiragliato per avergli proposto come contrammiraglio un
+uffiziale indegno di quel grado.
+
+La sua unica speranza era riposta in noi, o piuttosto in me.
+
+Io doveva ottenere dalla regina, che, malgrado il trattato colla
+Francia, egli potesse ricevere dai comandanti dei porti siciliani tutti
+i soccorsi di cui aveva bisogno; perchè, se la corte di Sicilia si
+mantenesse nei limiti del suo trattato colla Francia, Nelson sarebbe
+obbligato di andare a rifornirsi di viveri a Gibilterra, ed allora era
+perduto.
+
+Soltanto una splendida vittoria poteva salvarlo.
+
+Questa lettera che egli scriveva al 22 luglio a lord S. Vincent, darà
+un’idea della situazione del suo animo.
+
+ «Siracusa 22 luglio 1798
+
+ «Mio caro Lord
+
+ «Ho una quantità di lettere e di carte da mandarvi, ma non ho
+ disponibile una fregata per portarvele, e non posso in questo
+ momento separarmi dall’Orion: giudicate del mio imbarazzo, — io
+ ignoro completamente il luogo dove possa essere la flotta francese,
+ come in quel giorno che ho superato il Capo Passaro. Ciò che so
+ di certo, si è che al 18 giugno la flotta cominciava ad uscire dal
+ porto di Malta; nella notte del martedì tutte le navi erano fuori,
+ ed al mercoledì mattina fu veduta che continuava il suo cammino a
+ piene vele sotto un gran vento di ovest nord ovest. Ciò mi è stato
+ assicurato da quattordici persone, il resto non è che congettura;
+ se la flotta è diretta verso l’occidente, sono sicuro che tutti
+ i porti, ed anche tutti i punti della Sicilia, ove sarebbe stata
+ veduta, si sarebbero affrettati di avvisarmene. Non ardisco dirvi
+ di più, ma sono persuaso che noi siamo traditi, ed è più che
+ probabile che questa lettera che sono obbligato di mandare a Napoli
+ non giungerà nemmeno colà, od almeno sono sicuro che il ministro
+ francese ne avrà una copia, se non la copia egli stesso. In quanto
+ a me vi dico, che se non vi ha difficoltà intorno ad un punto od
+ un altro, raggiungerò la flotta francese. La nostra non ha un solo
+ uomo ammalato. Vi ho dato tutti quei particolari che ho potuto, e
+ vi ho detto fino il mio più intimo pensiero, — Dio vi benedica.
+
+ «Per sempre il vostro fedeliss.
+
+ «ORAZIO NELSON.»
+
+ «PS. Il modo con cui siamo accolti in Sicilia è vergognoso;
+ il comandante ci dichiara che se avesse avuto i mezzi, sarebbe
+ stato obbligato, giusto gli ordini ricevuti, d’impedire la nostra
+ entrata. Acton aveva promesso di dare degli ordini, _ma non ne è
+ stato mandato alcuno_; che ne pensate voi?»
+
+Nello stesso giorno Nelson, disperato e quasi furioso, scriveva a sir
+William Hamilton:
+
+ «A bordo del _Vanguard_
+
+ «Siracusa, 22 luglio 1798.
+
+ «Mio caro signore,
+
+ «Sono oltre modo maravigliato che il re di Napoli abbia dato
+ l’ordine di non lasciar entrare nei suoi porti che tre o quattro
+ bastimenti inglesi. Io però sapeva che si erano date delle
+ istruzioni segrete per la nostra libera ammissione; se si continua
+ dunque a rifiutarmi ancora tutti gli oggetti di cui ho bisogno,
+ fatemelo sapere al più presto possibile, col primo bastimento,
+ onde possa aver il tempo di rifornirmi di viveri a Gibilterra. Il
+ modo con cui siamo trattati è scandaloso per una grande nazione;
+ la bandiera di Sua Maestà Britannica è stata in realtà insultata in
+ tutti i porti amici.
+
+ «Sono col maggior rispetto ecc.
+
+ «ORAZIO NELSON.»
+
+Ma, grazie a me, queste istruzioni segrete erano state date; solamente
+arrivavano un poco tardi. Nello stesso giorno, in cui Nelson scrisse
+quella lettera, il comandante del porto di Siracusa, e quelli degli
+altri porti avevano ricevuto l’avviso di dargli viveri, acqua, legna,
+tutto ciò che gli occorreva, e specialmente di non contar più il numero
+dei vascelli che entravano nel porto. Cosicchè Nelson fece ammenda
+onorevole nello stesso giorno con questa lettera.
+
+ «Siracusa, 22 luglio 1798.
+
+ «Miei buoni amici,
+
+ «Grazie di tutte le vostre premure. Abbiamo viveri ed acqua;
+ l’attingere l’acqua dalla fontana Aretusa è certamente un presagio
+ di vittoria. Metteremo vela alla prima brezza, e siate certi che
+ ritornerò coronato d’alloro o coperto di cipresso.
+
+ «O. N.»
+
+Il giorno dopo, Nelson scrisse di nuovo a sir William:
+
+ «Siracusa, 23 luglio 1798.
+
+ «Mio caro signore,
+
+ «La flotta è pronta, ed appena spirerà il vento di terra uscirò
+ da questa deliziosa rada, ove fummo copiosamente soddisfatti di
+ quanto abbisognavamo, e dove ci furono prodigate tante cure. Ma
+ sono stato assai in pena finchè non fu data alcuna istruzione
+ secreta al comandante per la nostra ammissione. Ho la sola speranza
+ d’incontrare la flotta francese, e di metterci sopra la mano.
+ L’evento sarò allora nelle mani della provvidenza, nella cui bontà
+ io non dubito punto.
+
+ «I miei omaggi a lady Hamilton, e credetemi sempre il vostro
+ fedelissimo.
+
+ «O. NELSON.»
+
+Il vento che Nelson aspettava venne nella notte dal 23 al 24 di luglio,
+e la flotta, essendo già pronta a far vela, si diede l’ordine di
+salpare.
+
+Nelson si diresse verso la Grecia.
+
+Al 28 luglio il _Culloden_, che passava innanzi alla Morea, entrò nel
+golfo di Coron, interrogò il governo Turco, e seppe che i Francesi
+erano ad Alessandria. Il Culloden raggiunse subito l’ammiraglio,
+e si diede l’ordine, mediante i segnali, di dirigersi difilato ad
+Alessandria.
+
+Si giunse innanzi a questo porto il primo agosto verso mezzogiorno, ma
+i Francesi l’avevano già lasciato, e si erano diretti verso oriente;
+si continuò ad inseguirli, ed alle due e tre quarti, lo _Zélé_ che
+stava alla testa fece il segnale di vedere sedici vascelli di linea
+all’áncora.
+
+A tre ore Nelson diede il segnale di prepararsi al combattimento.
+
+Non spetta a noi di raccontare questa terribile battaglia del Nilo
+che durò due giorni. Mai vittoria fu più completa di questa, nè simile
+disastro non spaventò il mare. Un vascello francese l’_Orient_ scoppiò,
+un altro vascello ed una fregata andarono a picco, e nove bastimenti
+furono presi; ma tre di questi ultimi erano talmente mutilati che il
+vincitore fu costretto ad incendiarli; il giorno seguente e l’altro
+ancora fu obbligato a bruciarne altri due.
+
+Ma Nelson aveva ricevuto una grave ferita; un pennone spezzato da una
+palla francese gli cadde sulla fronte nel momento che alzava la testa
+al rumore che la palla faceva nel romperlo. Quel frammento di pennone
+gli aveva tagliata e rovesciata la pelle della fronte fino sulla
+bocca. Nelson si credette ferito mortalmente, tanta era la violenza del
+colpo. Fece subito chiamare il cappellano per confidargli la sua ultima
+volontà; ma col cappellano venne anche il chirurgo, il quale esaminò
+il cranio, e non scorgendovi nessuna frattura, ciò che era facile a
+vedersi, perchè l’osso era scoperto, rialzò la pelle della fronte,
+la rimise al suo posto e ve la fissò con una benda. Nelson rivedendo
+la luce alla quale credeva di aver dato un eterno addio, riprese con
+uno sforzo sovrumano il comando del Vanguard, e ritrovando tutta la
+sua forza e la sua presenza di spirito, tutto il suo sangue freddo,
+restò sul suo banco di quarto, e continuò a comandare il fuoco fino
+all’intiera distruzione della flotta francese.
+
+Poi tutto ferito e quasi cieco prese la penna e scrisse a sir William
+ed a me:
+
+ «2 agosto di sera.
+
+ «Miei buoni amici,
+
+ «Vittoria completa, la flotta francese è distrutta. Il capitano
+ Capel che parte colla Mutine, vi porterà questa lettera, e vi darà
+ tutti i particolari che non posso darvi io stesso.
+
+ «Sono stato leggermente ferito; ma non datevi pena per ciò.
+
+ «Sempre vostro fedele
+
+ «ORAZIO NELSON.»
+
+ «Trasmettete, ve ne prego, coi miei rispettosi omaggi, queste
+ notizie alla nostra amabile regina.»
+
+Il capitano Capel partì difatti colla _Mutine_, e giunse il 4 settembre
+a Napoli, annunziandoci a voce che Nelson arriverebbe qualche giorno
+dopo di lui, ed aveva indicato il porto di Napoli come punto di
+riunione di tutta la flotta, le cui navi più o meno mutilate non
+potevano camminare che colle forze che lor rimanevano.
+
+Dopo aver terminato la sua commissione, il capitano Capel scriveva a
+Nelson:
+
+ «Signor ammiraglio.
+
+ «È impossibile che vi esprima la gioia che brillava su tutti
+ i volti, il fragore degli applausi e delle acclamazioni che ci
+ accolsero al nostro arrivo. La regina e Lady Hamilton svennero
+ tutt’e due per la consolazione; insomma, signore, tutti vi
+ acclamano il liberatore d’Europa. Un corriere partirà domani
+ mattina per Vienna: io l’accompagnerò per non perdere un solo
+ istante; ho avuto tutte le istruzioni ed i suggerimenti possibili
+ da sir William Hamilton e dagli altri ministri stranieri, che
+ si sono tutti affrettati di mandare alle loro corti la gloriosa
+ notizia.
+
+ «Ho l’onore di essere con rispetto
+
+ «CAPEL.»
+
+In quanto a me nel primo momento scrissi una lettera a Nelson, una
+lettera piena di espansione che non potrei citare qui, non avendone
+tenuta la copia, ma che Nelson riprodusse in parte nella lettera
+seguente che scriveva a sua moglie.
+
+ «In mare il 16 settembre 1798.
+
+ «Il regno delle Due Sicilie è pazzo per la gioia. — Dal trono ai
+ contadini tutti sono così; da quanto mi dice Lady Hamilton con la
+ sua lettera, la situazione della regina faceva veramente pietà. —
+ Spero solamente, di non esser più mai testimonio della rinnovazione
+ d’una simile cosa. Vi ripeto le parole di Lady Hamilton:
+
+ «Come posso trascrivervi i trasporti della regina? Ciò mi è
+ impossibile: essa pianse, abbracciò suo marito, i suoi figli, corse
+ come una forsennata per la camera, sempre piangendo, dando baci
+ alle persone ch’eranle intorno e stringendole nelle sue braccia,
+ esclamando: Oh! bravo Nelson, Dio possa benedire e proteggere il
+ nostro bravo liberatore, oh! Nelson, Nelson quanto vi devo! oh!
+ conquistatore, salvatore dell’Italia, perchè il mio cuore commosso
+ non può dirvi da vicino quanto io vi devo?
+
+ «Voi potete, cara Fanny, giudicare del resto, ma la mia testa non
+ vuol permettermi di dirvene la metà. Tutte le mie fatiche andavano
+ quasi frustrate, ma Dio mi ha protetto.
+
+ «Vostro, — ORAZIO NELSON.»
+
+La lettera seguente, che la regina scriveva al suo ambasciatore a
+Londra, il marchese di Circello, darà un’idea della sua soddisfazione.
+
+Sua Maestà mi ha fatto l’onore di darmene una copia scritta di suo
+pugno:
+
+ «Vi scrivo nella gioia. Il bravo e coraggioso ammiraglio Nelson ha
+ riportato una vittoria completa sulla flotta francese. Vorrei dare
+ delle ali al messaggiero che vi porterà questa grande notizia, e
+ nello stesso tempo l’espressione della nostra sincera gratitudine
+ all’eroe del Nilo. L’Italia è salva dalla parte di mare, e ciò è
+ dovuto ai valorosi Inglesi. Questo fatto che può intitolarsi a
+ buon dritto la totale disfatta della flotta regicida, è dovuto
+ al genio ed al valore di questo bravo ammiraglio, secondato da
+ una marina che è il terrore dei suoi nemici: la vittoria è così
+ completa, che appena posso prestarvi fede, e se non fosse che la
+ nazione inglese è abituata a fare prodigi sul mare, io non saprei
+ persuadermene. Questa notizia ha prodotto un entusiasmo generale,
+ e voi sareste commosso nel vedere i miei figli a me dintorno che
+ mi abbracciavano e piangevano di gioia a queste consolanti notizie
+ doppiamente consolanti pel momento critico in cui sono giunte.
+ — La paura, l’avarizia, gl’intrighi dei repubblicani hanno fatto
+ sparire tutto il denaro, e non vi è nessuno che abbia il coraggio
+ di proporre un piano che l’obblighi a rientrare in circolazione;
+ questo bisogno di denaro ci ha messi in condizioni spiacevoli,
+ oppressi dai repubblicani che sono la causa di tutti i mali che
+ opprimono questo bel paese. Molti che hanno creduto che il momento
+ fosse venuto, hanno levato la maschera; ma queste buone notizie,
+ ma la perdita della flotta di Bonaparte che perirà, lo spero, con
+ tutto il suo esercito in Egitto, li rendono più timidi, e ci fa il
+ maggior bene. Se l’imperatore mette un poco di attività nei suoi
+ movimenti, l’Italia può essere salva. Noi, da parte nostra, siamo
+ pronti ed impazienti di renderci degni di essere gli amici e gli
+ alleati dei bravi difensori del mare. Presentate i miei rispetti
+ al re ed alla regina d’Inghilterra, fate i miei complimenti a
+ Lord Greenville, a Pitt, e a Lord Spencer, il quale ha l’onore
+ d’esser il capo di tutta questa eroica marina; offrite i miei
+ ringraziamenti a tutti questi signori, per aver inviato la flotta,
+ e dite loro quanto io sia festosa per l’avvenimento, tanto per
+ nostro vantaggio, che è grande, quanto pel loro onore e per la
+ loro gloria; assicurateli della mia gratitudine eterna. Spero che
+ dagli ordini che avete ricevuto coll’ultimo corriere la nostra
+ tranquillità sarà assicurata; e che con un buon accordo arriveremo
+ a salvare l’Italia, ed a dare al nostri difensori dei vantaggi che
+ ci collegheranno per sempre.
+
+ Il coraggioso Nelson è ferito, ed è così modesto che parla appena
+ della sua ferita, e raccomanda gli eroi al suo signore e re. E gli
+ Italiani tutti entusiasti della nazione inglese; grandi speranze
+ sono fondate sulla sua bravura, ma nessuno poteva gloriarsi di una
+ simile distruzione.
+
+ «Noi siamo tutti pazzi di gioia.
+
+ «CAROLINA.»
+
+Tutte le lettere che cito sono forse conosciute in Inghilterra, ma,
+ne son certa, sono completamente ignote in Francia e per conseguenza
+devono avere un interesse di curiosità pel lettore francese.
+
+
+
+
+V.
+
+
+Bisogna vedere gli onori che furono resi a Nelson, e le ricompense,
+sotto le quali egli fu letteralmente schiacciato, conferitegli da
+tutti i sovrani d’Europa, per farsi un’idea del grado di terrore che la
+Francia ispirava in quell’epoca all’Europa intera.
+
+Ne abbiamo fatto una volta la lista con Nelson, e questa lista eccola;
+essa comincia dall’ottobre 1798 e va sino all’ottobre 1799.
+
+Prima di tutto dal re e dalla regina d’Inghilterra.
+
+La dignità di Pari della Gran Brettagna, ed una medaglia d’oro.
+
+Della Camera dei Comuni, dietro un messaggio del re del 22 novembre
+1798 per lui e pe’ suoi due più prossimi eredi, il titolo di barone
+del Nilo, e di Bernham Thorpes, con una rendita di 2,000 lire sterline,
+cominciando a decorrere dal 1 agosto 1798, giorno della battaglia del
+Nilo.
+
+Dal Parlamento inglese per lui ed i suoi due più prossimi eredi una
+rendita di 2,000 lire sterline.
+
+Dal Parlamento d’Irlanda una pensione di 1,000 lire sterline.
+
+Dalla Compagnia delle Indie Orientali 10,000 lire sterline per una
+volta.
+
+Dalla compagnia turca un servizio di vassellame liscio.
+
+Dalla città di Londra una spada coll’impugnatura ornata di diamanti.
+
+Dal Gran Signore una fibbia di diamanti col celmyk, ossia una penna di
+trionfo valutata 2,000 lire sterline, ed una ricca pelliccia valutata
+1,000 lire sterline. Dalla madre del Sultano, la Sultana Validè, una
+scatola ornata di diamanti valutata 1,000 lire sterline.
+
+Dall’Imperatore di Russia una scatola ornata di diamanti del valore di
+2,000 lire sterline e la seguente lettera di felicitazione.
+
+ «Signor vice-ammiraglio Nelson.
+
+ «Considerando la causa dei miei alleati come la mia propria, non
+ posso esprimervi il piacere che mi hanno fatto i vostri successi;
+ la vittoria completa che avete riportato sul nemico comune, la
+ distruzione della flotta francese sono sicuramente titoli troppo
+ possenti, per non assicurarvi i suffragi della parte sana di
+ Europa. Per darvi un attestato palese della giustizia ch’io rendo
+ a’ vostri talenti militari, unisco alla presente una scatola
+ col mio ritratto ornata di diamanti, e desidero che vi sia
+ garante della mia grande benevolenza. Con che prego Dio, signor
+ vice-ammiraglio Nelson, che vi abbia nella sua santa e degna
+ custodia.
+
+ «Pietroburgo, 8 ottobre 1798.
+
+ «PAOLO.»
+
+Dal re delle Due Sicilie una spada riccamente ornata di diamanti del
+valore di 5,000 lire sterline.
+
+Dal re di Sardegna una scatola in diamanti valutata 1,100 lire sterline
+e la seguente lettera di felicitazione.
+
+ «Mio caro ammiraglio,
+
+ «Voi non sapreste credere, mio caro ammiraglio, con quale
+ soddisfazione ho io letto la vostra lettera del 4 corrente,
+ che ho ricevuto ieri alle cinque ore dopo mezzodì, e che resi
+ immediatamente ostensiva a tutta la famiglia reale ed ai miei
+ primi ufficiali, i quali ne sono stati compiaciutissimi. Senza
+ entrare in particolari, io profitto dell’occasione che il cavalier
+ Balli, mio primo scudiere, si propone di fare un giro in Germania
+ ed in Russia per incaricarlo di passar da Palermo ed istruirvi
+ delle mie intenzioni e delle mie viste nelle circostanze attuali,
+ le quali mi lasciano sperare, che il buon Dio vuol finalmente
+ che il brigantaggio finisca e che la buona causa trionfi. Ecco i
+ voti che noi facciamo incessantemente pel bene dell’umanità e pel
+ sostegno della religione. Voi potreste dunque credere a quanto il
+ cavalier Balli vi dirà da parte mia. Egli è un gentiluomo che coi
+ suoi talenti ed i suoi servigi, sia nell’armata sia nella corte,
+ ha acquistato dritto alla mia confidenza, onde io mi auguro che
+ voi vorrete accordargli la vostra. Io l’ho incaricato di assicurar
+ quanto vi sia riconoscente della vostra attenzione e quanto conti
+ sopra una persona tanto degna e tanto virtuosa quanto voi siete,
+ mio caro ammiraglio. Vi ringrazio delle lettere della corte di
+ Napoli che mi avete dirette, e vi prego di farle giungere le
+ risposte qui unite. Intanto prego Dio di avervi nella sua degna e
+ santa guardia.
+
+ «Cagliari, 8 maggio 1799
+
+ «Vostro amico
+
+ «CARLO EMMANUELE».
+
+L’isola di Zante gli diede una spada con l’elsa d’oro, ed un bastone
+col pomo d’oro, con una dichiarazione che senza la battaglia del Nilo,
+quell’isola non sarebbe stata mai liberata dalla crudeltà dei Francesi.
+
+La città di Palermo gli regalò una scatola ed una catena d’oro
+presentata sopra un piatto d’argento.
+
+Ma il dono più originale, e se mi è permesso di dire, il più inglese, e
+che fece tanto piacere a Nelson fu quello che gli fece il suo amico, il
+capitano Beniamino Hallowell, comandante dello _Sweffsure_.
+
+Il vascello francese l’_Orient_ scoppiò, come già disse, e le sue
+spoglie cadendo in frantumi coprirono il mare: fra questi frantumi,
+il capitano Hallowell scorse che l’albero maestro era rimasto intatto.
+Fece mettere tutte le scialuppe in mare, e poco curandosi dei nuotatori
+che si agitavano in mezzo a quelle ruine, ordinò di salvare soltanto
+l’albero maestro dell’_Orient_: tutte le scialuppe dello _Sweffsure_
+si misero all’opera e lo trassero a bordo; subito dopo Ben Hallowell
+fece chiamare un fabbro ed un falegname, e nella parte più grossa
+dell’albero fece scolpir fuori un feretro, incastonato colle barre
+di ferro a saldato coi chiodi tolti dallo stesso albero. Terminato il
+sarcofago vi pose questo certificato d’origine:
+
+ «Certifico qui che questo feretro è intieramente costruito col
+ legno e col ferro del vascello l’Orient, di cui il vascello di S.
+ M. sotto i miei ordini salvò gran parte nella baia di Aboukir.
+
+ «Il 23 maggio 1799.
+
+ «BEN HALLOWELL.»
+
+Poscia inviò il sarcofago a Nelson colla lettera seguente:
+
+ «_Al leale ed onorevole lord Nelson
+ Cavaliere Baronetto._
+
+ «Mio signore,
+
+ «Vi mando insieme a questa una bara costruita col legno dell’albero
+ maestro del vascello l’_Orient_, affinchè quando lascerete questa
+ vita, possiate ancora riposare nei vostri propri trofei. La
+ speranza che questo giorno è ancor lontano è il desiderio sincero
+ del vostro obbediente ed affezionatissimo servo.
+
+ «Sweffsure, 23 Maggio 1799.
+
+ «BEN HALLOWELL.»
+
+Nelson, come dissi, accolse il dono con una soddisfazione visibile,
+e lo conservò per qualche tempo appoggiato, col suo coperchio,
+precisamente dietro la sedia dove si sedeva per pranzare; un vecchio
+domestico, rattristato da questo mobile postumo, ottenne da Nelson di
+trasportarlo sul falso ponte.
+
+Quando Nelson lasciò il _Vanguard_ orribilmente mutilato, il feretro
+passò con lui a bordo del _Fulminante_, ove rimase per molto tempo sul
+cassero del bastimento.
+
+Un giorno alcuni giovani ufficiali del _Fulminante_, ammiravano il dono
+del capitano Ben Hallowell; Nelson gridò loro dalla sua camera:
+
+— Ammiratelo finchè volete, signori, ma nessuno di voi l’avrà.
+
+Ahimè è inutile il dire che il povero Nelson riposa nel feretro che Ben
+Hallowell gli aveva preparato.
+
+Confesso che mi trema la mano, e che mi sono venute le lagrime agli
+occhi ricordando questi funebri particolari.
+
+Ma essi fanno parte della gloria e della grandezza del mio eroe; e non
+mi sono creduta in dovere di tacerli.
+
+Oltre al titolo di lord, di barone del Nilo, e di Burnham-Thorpes,
+oltre alla medaglia navale che Nelson ricevette come tutti i capitani
+comandanti un vascello di linea alla battaglia del Nilo, Nelson
+ricevette una _honourable augmentation_ al suo stemma: al dire di sir
+William, grande interprete di geroglifici araldici, questa _honourable
+augmentation_ non era il dono più prezioso che Nelson ricevette. La
+semplicità è il pregio principale del Blasone, ma qui la quantità delle
+imprese, di cui era sovraccaricata quella di Nelson, lo rendevano quasi
+ridicolo, e sarebbe stato ancora accresciuto se si avesse dato ascolto
+all’ammiraglio Goodal che voleva dare al suo stemma due coccodrilli per
+sostegno.
+
+Ecco il decreto del re intorno a questo stemma.
+
+«Avendo Sua Maestà il re la graziosa intenzione di dare all’onorevole
+Orazio barone Nelson del Nilo e di Burnham-Thorpes, nella contea
+di Norfolk, contr’ammiraglio della squadra azzurra della flotta di
+S. M., cavaliere e baronetto, una ricompensa pei suoi servigi, pel
+grande coraggio e perseveranza da lui manifestata in molte occasioni,
+e particolarmente per l’abile e valorosa condotta da esso spiegata
+nel glorioso combattimento e decisiva vittoria da esso ottenuta sulla
+flotta francese alle bocche del Nilo, il giorno primo del mese di
+Agosto prossimo passato gli conferisce, per esso e i suoi discendenti,
+mediante questo reale decreto, l’autorizzazione di aggiungere
+quest’onorevole aumento di imprese al suo stemma.
+
+Un capo — ondulato d’argento, che sostiene le onde del mare, con una
+palma che sorge fra un vascello disalberato ed una batteria smontata,
+il vascello a destra e la batteria a sinistra — il tutto di color
+naturale — inoltre sul cimiero dell’elmo una corona navale da cui esce
+il Cermyk o piuma di trionfo conferitagli dal Sultano, col motto —
+_Palmam quam meruit ferat_, — e per sostegno un marinaio a destra ed un
+leone a sinistra, coi seguenti aumenti onorevoli: il marinaio porterà
+nella sua mano, e il leone fra le sue zampe una palma, coll’aggiunto di
+una bandiera tricolore nella bocca del leone».
+
+Fu Sua Maestà che si diede egli stesso la pena di comporre questo
+stemma così complicato. Lady Nelson che comprendeva nulla di quel
+brevetto, chiese che volesse significare; ma le venne poi data una
+spiegazione, coll’aggiunta del Blasone interpretata dall’araldo
+d’Inghilterra sir Isac Heard.
+
+Il 19 ricevemmo l’avviso che Nelson era al 16 all’altezza di Stromboli:
+si stimò che non poteva tardare ad arrivare a Napoli, ed a rischio
+di ciò che avrebbe potuto pensare, dire o fare l’ambasciatore della
+Repubblica francese Garat, si prepararono a Nelson splendide feste;
+— tre giorni prima erano arrivati l’_Alessandro_ ed il _Culloden_ che
+erano meno maltrattati del _Vanguard_, lo avevano preceduto da cinque
+giorni.
+
+Si misero delle sentinelle al Capo della Campanella e sui punti più
+elevati dello scoglio di Capri; queste sentinelle dovevano annunziare
+col mezzo di segnali la flotta di Nelson, e far giungere immediatamente
+a Napoli la notizia del suo arrivo.
+
+Poi si ornò con magnificenza una gran barca, con una tenda di porpora
+portante gli stemmi d’Inghilterra e delle Due Sicilie, e coperta da
+trofei colle bandiere delle due nazioni riunite; si prepararono dodici
+o quindici barche per far corteggio alla barca capitana, e si aspettava
+in seguito ad un ordine dato a tutta la corte che ognuno si tenesse
+pronto per andare incontro a Nelson al primo segnale.
+
+Durante questo tempo la regina aveva raddoppiato di tenerezza per me e
+mi aveva confidato fino i suoi pensieri più segreti.
+
+La regina non si dissimulava che le feste che preparava pel vincitore
+del Nilo erano la guerra colla Francia, e quantunque indebolito per
+la perdita di Bonaparte e di trenta mila uomini chiusi con lui in
+Egitto, la Francia non era però meno un nemico da temersi quanto da
+accarezzare.
+
+Essa dunque avea d’uopo a qualunque prezzo di Nelson e dietro di
+Nelson, dell’Inghilterra; e perciò essa contava su di me per avere
+Nelson.
+
+La fiera Maria Carolina pregava l’ambasciatrice d’Inghilterra, come la
+povera Amy Strug aveva pregato l’umile Emma, e non farei io meno per
+una regina, di quanto ho fatto per una semplice contadina.
+
+La mia vita aveva incominciato colla seduzione dell’ammiraglio John
+Payne; e doveva terminare colla seduzione dell’ammiraglio Orazio
+Nelson.
+
+Io ammirava Nelson, ma non l’amava ancora; il mio amore per lui mi è
+venuto pel suo grande amore per me. I sentimenti portati all’estremo
+hanno anch’essi il loro contagio.
+
+Promisi alla regina di fare quanto avrei potuto, ma le obiettava sir
+William.
+
+La regina si mise a ridere.
+
+— Bene, disse, sir William è troppo buon inglese per non dare anch’egli
+la sua ricompensa al vincitore del Nilo; inoltre non ha bisogno
+di essere consultato. Se foss’io che amassi Nelson, non mi darei
+certamente la pena di consultare il re intorno a ciò che mi piacerebbe
+di fare.
+
+— Maestà, le risposi, il re Ferdinando era principe reale e voi
+arciduchessa d’Austria; voi gli avete portato tanto quanto, e forse di
+più di quanto egli vi ha portato.
+
+Ma non è così fra sir William Hamilton e me; che era io quando mi ha
+sposato? l’amante di suo nipote; e che era io prima di essere l’amante
+di suo nipote?.... egli l’ha dimenticato, signora. Temo di fargli
+ricordare....
+
+La regina mi mise la mano sulla bocca.
+
+— Aggiusteremo noi tutte queste cose, e per bene, quegli che vorrà
+altra cosa, all’infuori della tua felicità, sarà il mio più grande
+nemico; — pensa adunque se vorrei renderti infelice.
+
+Restai pensosa, perchè sentiva che si avvicinava uno di quei momenti
+che prendono un’influenza su tutta la vita.
+
+
+
+
+VI.
+
+
+Alla mattina del 22 settembre, verso le sei ore, fummo avvertiti che
+due o tre vascelli di alto bordo erano segnalati dalle sentinelle, e
+che uno di essi portava la bandiera di vice ammiraglio.
+
+In questi cinque o sei giorni in attesa dell’avvenimento, il re si
+era privato del piacere della caccia, cosa che gli faceva mandare dei
+grandi sospiri, a cui la regina non prestava la minima attenzione.
+
+Subito dopo furono dati gli ordini perchè tutti si trovassero pronti; i
+parrochi furono avvertiti di tener pronte le loro campane; i comandanti
+dei forti di caricare i loro cannoni: il ricevimento che si voleva fare
+a Nelson era quello che si sarebbe fatto per un re.
+
+L’ammiraglio Caracciolo era incaricato della direzione della piccola
+flottiglia che andava incontro a Nelson, e comandava naturalmente
+la galera capitana, su cui doveano salire il re e la regina, e per
+essere pronto ad ogni ora del giorno e della notte dopo l’arrivo del
+_Culloden_ e dell’_Alessandro_ stette costantemente a bordo.
+
+La regina aveva lasciato a sir William Hamilton, nella sua qualità di
+ambasciatore d’Inghilterra, e forse anche per qualche altra ragione
+che taceva, l’onore di essere l’ospite di Nelson, e particolarmente il
+giorno del suo arrivo egli dovea appartenerci interamente.
+
+Sir William aveva fatto dei grandi preparativi, e con mio grande
+piacere, e direi quasi con grande orgoglio, aveva posto le mie cure
+a tutte le parti di questi preparativi, che avevano bisogno di essere
+diretti dall’occhio, e regolati dal gusto di una donna. Del resto per
+questa parte del mio racconto ricorrerò alle lettere stesse di Nelson.
+
+Trattenuta sempre tutte le notti a palazzo, la regina mi lasciava
+ritornare assai di rado all’ambasciata d’Inghilterra. Sir William che
+avrebbe avuto il diritto di querelarsi, non se ne lamentava mai. Egli
+aveva allora circa sessantesette anni.
+
+La regina che voleva che fossi bella più che mai faceva i più grandi
+progetti sulla mia toletta, ma la mia risoluzione era presa; io non
+voleva altra foggia di vestire diversa da quella che Romney aveva
+dipinto quando sir William ed io eravamo ritornati a Londra per far
+riconoscere il mio matrimonio, e si componeva di una lunga veste di
+casimiro bianco fatta a guisa di tunica greca, stretta in vita da
+una cintura di marocchino rosso ricamato in oro, e allacciato da un
+fermaglio, che rappresentava in un magnifico cammeo il ritratto di sir
+William; i miei capelli, pei quali ho sempre detestato ogni ornamento
+straniero, cadevano senza polvere ed in anella sulle mie spalle, e mi
+avvolgeva in uno sciallo rosso dell’India a grandi fiori d’oro, che
+mi era spesso servito per ballare dalla regina e nelle nostre serate
+intime la danza dello sciallo, inventata da me, e che poi fu adottata
+da tutti i ballerini.
+
+La regina invece fece una toletta reale, e si coperse di diamanti. Il
+re anch’esso era in grande uniforme coperto dei suoi ordini di famiglia
+di Spagna, Francia ed Austria.
+
+Alle otto tutti erano pronti. Scendemmo al porto militare per la china
+dell’Arsenale; la galera capitana ci attendeva. — Francesco Caracciolo
+in grande uniforme d’ammiraglio napolitano stava sul suo banco di
+quarto.
+
+Appena il re e la regina salirono a bordo, che tutte le coste
+rimbombavano di salve dei cannoni dei forti, e le campane delle
+trecento chiese di Napoli suonavano alla distesa.
+
+Era veramente qualche cosa di maestoso il vedere tutte quelle torri
+coronate di fumo e illuminate da lampi.
+
+La capitana si mise in cammino; essa era fatta sul modello delle
+antiche galere romane; sir William Hamilton ne aveva dato il disegno,
+e pretendeva che era precisamente quello della galera, in cui Cleopatra
+era andata a trovare Antonio.
+
+La regina pretendeva che era un’allusione che faceva l’ambasciatore
+d’Inghilterra, e che non si sarebbe opposto che la nuova Cleopatra
+amasse un altro Antonio, e spingeva di molto la rassomiglianza colla
+regina d’Egitto.
+
+Tutta la flottiglia si mise in cammino; la galera capitana era alla
+testa coi suoi quaranta rematori.
+
+Era veramente ammirevole il vedere in questo golfo, ove l’azzurro del
+mare disputa in intensità e limpidezza l’azzurro del cielo, e in un
+mattino di settembre tutto splendido di luce, queste dodici o quindici
+barche più ricche e più eleganti le une delle altre, colle loro tende
+di porpora, colle loro bandiere sventolanti, coi loro fiori, che
+lasciavano dietro come un solco di profumi, e che si avanzavano tutte
+insieme, al suono delle campane ed al fragore del cannone, in mezzo
+alle acclamazioni di quell’innumerabile popolazione di Napoli affollata
+sul molo e sulle banchine, che agitava i suoi fazzoletti, e gettava in
+aria i berretti, gridando freneticamente: — Viva il Re, viva Nelson,
+abbasso i Francesi!
+
+La regina si mordeva le labbra con un sorriso di odio, perchè in mezzo
+a tutti questi gridi non s’intese un sol grido di — Viva la regina.
+
+Fummo ben presto assai lontani dalla città, e tosto cessarono tutti i
+rumori umani; il solo che ancora arrivava fino a noi era quello delle
+campane e delle artiglierie.
+
+Dopo la nostra uscita dal porto avevamo distinto all’orizzonte il
+vascello, incontro al quale noi andavamo, e veniva col vento in poppa,
+cosa che impediva a noi di andare avanti, se privi di remi fossimo
+obbligati di andar colle vele.
+
+Da questo doppio movimento ne accadeva che la nostra piccola flottiglia
+si avvicinava rapidamente al bastimento, che portava, come avevano
+detto le sentinelle, la bandiera di contro ammiraglio; e inoltre
+l’ammiraglio Caracciolo col suo occhio infallibile da marinaio
+riconobbe il _Vanguard_.
+
+Senza dubbio Nelson da parte sua aveva scoperto e riconosciuto,
+malgrado la distanza, la piccola flottiglia; ed indovinando che veniva
+incontro a lui e per lui, tirò un colpo di cannone di cui vedemmo il
+fumo molto tempo prima di udirne il colpo, e come una fiamma inalberò
+la bandiera rossa d’Inghilterra.
+
+Noi non potevamo rispondere colpo per colpo, mancando a bordo di
+pezzi di artiglieria; ma all’istante tutta la nostra musica diretta
+da Domenico Cimarosa, proruppe in giulive fanfare, e confesso ciò
+che mi piaceva di più, quantunque meno rumoroso, questo modo di
+contraccambiare gentilezze a Nelson, che di salutarlo colla voce
+brutale del cannone.
+
+Confesso che non era senza una grande emozione, mi sentiva trascinata
+mio malgrado innanzi all’eroe, che io sapeva innamorato pazzamente di
+me: nessun sentimento m’aveva lasciato in cuore un’impressione tanto
+decisa per poter dire a me stessa quale sensazione avrei provato
+soltanto in vederlo, e già ai fremiti che mi scorreano per tutto il
+corpo, al pallore, ed al rossore che successivamente mi salivano al
+viso, comprendeva che questa sensazione sarebbe stata violenta.
+
+Il _Vanguard_ aveva superato il capo della Campanella, e noi avevamo
+oltrapassato Torre del Greco, eravamo lontano appena tre miglia
+l’uno dall’altro; un quarto d’ora o venti minuti ancora, e la galera
+capitana sarebbesi trovata accanto al _Vanguard_. La regina vide il mio
+turbamento, e siccome io era come al solito seduta ai suoi piedi, essa
+si chinò all’orecchio: — Su via, pazzerella, coraggio, ricordati di
+Fanny Strung, dell’ammiraglio John Payne, e del marinaio Riccardo; ma
+quello che ora ti prega non è più Fanny Strung, è colui a cui andiamo
+incontro, non è l’ammiraglio John Payne, ma l’ammiraglio Nelson e in
+fine chi si tratta ora di salvare, non è un povero marinaio, ma un
+regno.
+
+— Ah! signora, le dissi, è precisamente ciò che mi spaventa; se lo
+scopo non fosse così elevato, il mio spavento sarebbe minore, ma è
+stato così lontano dal mio pensiero che un giorno, mi si dicesse: La
+salvezza d’un regno dipende da te, e che al momento in cui mi è stata
+data questa splendida missione, io esitassi e non mi sentissi la forza
+di compirla.
+
+La regina mi prese la mano, e me la strinse in modo, che mi comunicò la
+sua forza, per una specie di trasmissione magnetica; e infatti finchè
+essa mi teneva la mano, mi sentiva forte e quasi esaltata.
+
+Continuammo ad avanzare finchè ci trovammo accosto al _Vanguard_.
+Io non ci vedeva nè ci sentiva più, mi trovava in uno stato simile a
+quello in cui mi metteva il dottor Graham nelle mie prime sedute di
+esposizione sul letto d’Apollo. Compresi che la regina mi diceva di
+alzarmi, sentii che mi spingeva verso la scala; macchinalmente e senza
+accorgermene salii per la prima, cosa che era contraria a tutte le
+regole dell’etichetta; presi il cordone e salii; in cima alla scala
+Nelson attendeva col capo scoperto, e là appena ricominciai a vedere,
+là mi trovai in faccia a lui che non aveva veduto dopo il suo viaggio
+da Tolone a Napoli. Dopo questo tempo, aveva perduto un occhio ed
+un braccio, e nascondeva sotto di una fascia nera la ferita che gli
+copriva la fronte: vidi tutto questo complesso di mutilazioni, mi prese
+tale un immenso sentimento di compassione, che io non dava ascolto che
+ad una ricompensa degna dell’eroe che aveva innanzi agli occhi, apersi
+le braccia e mi lasciai cadere sul suo cuore, gridando:
+
+— Oh! mio Dio, è possibile? caro e grande Nelson.
+
+Era sul punto di svenire, quando le lagrime uscirono a torrenti dai
+miei occhi, i singhiozzi sollevarono il mio cuore, senza di che sarei
+stata soffocata.
+
+Da quel momento appartenni completamente a Nelson, come se mi avesse
+già posseduta.
+
+Era più ancora di una rassegnazione, più ancora di un affetto, più
+ancora di un amore.
+
+Era una fatalità!
+
+
+
+
+VII.
+
+
+Il re e la regina salirono dopo di me, e mi trovarono nello stato
+che ho detto, quasi svenuta sul petto di Nelson, appoggiata sul suo
+cuore dal suo unico braccio; il suo cappello era caduto sul ponte, e
+nell’estasi della felicità, teneva la sua testa rovesciata in dietro
+guardando il cielo.
+
+Rimase un istante senza veder nulla di ciò che avveniva intorno a lui.
+
+Finalmente gli urrà dei marinai saliti sui pennoni lo richiamarono in
+sè, abbassò lo sguardo sulla terra e vide ciò che avveniva.
+
+Aveva intorno il re, la regina, i ministri, i cortigiani; tutti
+rendevano omaggio all’eroe d’Aboukir come se fossero venuti a rendere
+omaggio al Dio stesso della Vittoria.
+
+Il re aveva in mano una magnifica spada ornata di diamanti, il cui
+valore materiale era di cinquemila lire sterline, ma aveva inoltre
+un valore storico incalcolabile. Era la spada che Luigi XIV diede a
+Filippo V quando partì per la Spagna, e fu data poi da Filippo V a suo
+figlio Don Carlos quando partì per Napoli.
+
+Il re Filippo V aveva detto mentre gliela porgeva: — «Questa spada
+appartiene al conquistatore di Napoli» — e Don Carlos lasciandola a
+suo figlio aveva detto: — «Questa spada appartiene al difensore ed al
+salvatore del Regno che ho conquistato.»
+
+Ferdinando considerava Nelson come il salvatore del regno, e gli dava
+quel magnifico retaggio di Luigi XIV, pervenutogli da suo avo e da suo
+padre.
+
+Da parte sua la regina gli presentò il brevetto di duca di Bronte
+— magnifica allusione, poichè Bronte era uno dei tre ciclopi che
+fabbricavano il fulmine, e lo chiamava veramente duca del folgore; — a
+questo Ducato era unita una rendita di tre mila lire sterline.
+
+Inoltre il re gli annunziò che egli aveva l’intenzione di creare un
+ordine militare del merito di San Ferdinando, e gli promise il primo
+gran cordone di quell’ordine che si sarebbe distribuito dopo i brevetti
+di famiglia.
+
+Per facilitare a’ suoi nobili visitatori la salita a bordo del
+_Vanguard_, lo aveva messo in panna. Credetti che l’adulazione più
+aggradevole a Nelson fosse quella di pregarlo di farci vedere le
+cicatrici del suo bastimento, non meno mutilato del suo capitano.
+Questa ispezione lo forzava a raccontarci la battaglia, e per
+conseguenza a parlare di lui.
+
+Cominciammo dalla cabina di Nelson: appena entrati dalla porta, un
+piccolo uccello, del genere del beccafichi, entrò per la finestra, e
+venne a posarsi sulla sua spalla; maravigliata dalla famigliarità di
+questo nuovo ospite, stava per interrogare Nelson, quando egli mise un
+grido di gioia.
+
+— Oh! diss’egli, che tu sii il benvenuto e oggi più che mai, mio caro
+compagno.
+
+E prese il piccolo uccello dalla sua spalla, lo baciò e lo fece baciare
+pure a me. Poi se lo ripose sulla spalla, ove se ne stava tranquillo
+senza parere nemmeno preoccupato della nostra presenza.
+
+Ciò che Nelson faceva e mi diceva, mi dava una curiosità sempre
+crescente, e per conseguenza un desiderio ancor più grande di avere
+una spiegazione intorno a quel gentile animaletto, il quale sembrava
+che anche egli volesse fare i suoi complimenti a Nelson; io vedeva la
+stessa curiosità negli occhi della regina, in quelli del re e degli
+altri spettatori.
+
+— Ascoltate quanto vi dirò, disse Nelson, e non credetelo poi un
+racconto delle mille ed una notte; — questo piccolo uccello è il mio
+buon genio.
+
+— Come, milord? dimandai.
+
+— Gli antichi non combattevano mai senza consultare gli auguri, ed io
+pure non dovrei mai combattere senza consultare il mio piccolo uccello;
+egli è il mio augurio.
+
+— Oh! raccontatecelo, milord, disse la regina.
+
+— Davvero non so se una tale puerilità valga la pena di essere
+raccontata innanzi a Vostra Maestà, disse Nelson.
+
+— Oh! sì, sì, — dicemmo simultaneamente noi pure, io e la regina.
+
+— Ebbene Maestà, ebbene Milady, in qualunque paese del mondo mi trovi,
+quando mi deve toccare qualche fortuna o che debbo riportare qualche
+vittoria, un uccello di questa specie, non oserei dire che sia quello
+stesso, viene a riposarsi sulle mie spalle, e all’opposto quando mi
+tocca qualche sventura dispare. Così la prima volta che lo vidi fu
+nell’America del Nord: al Canadà inseguito da quattro fregate francesi,
+non aveva altra uscita che un passo che era giudicato impraticabile;
+egli venne a posarsi sulle mie spalle, io spinsi il mio brick a
+traverso gli scogli ed uscii dal passo; — superato che fu il passo,
+egli volò via. La vigilia del giorno in cui vi vidi per la prima volta,
+quando venni da Tolone a Napoli, attraversava il canale di Ischia, io
+era sul ponte, ed egli volò sulle mie spalle. Il giorno seguente S. M.
+il re di Napoli degnavasi di ricevermi come un amico, sir William come
+un figlio, la regina mi dava la sua mano da baciare, e voi mi dicevate,
+«questa casa è vostra,» offrendomi un appartamento nel palazzo
+dell’ambasciata. Allo assedio di Calvi, ove ho perduto un occhio,
+all’assedio di Taneriffa ove ho perduto un braccio io non l’ho veduto.
+Alla mattina di Aboukir è venuto a riposarsi sulla mia spalla; ed ecco
+che ora entra nello stesso tempo in cui entrate nella mia cabina; —
+ho dunque ragione di dire che questo uccello è il mio buon genio. Il
+giorno o alla vigilia di una battaglia, in cui non lo vedrò, farò il
+mio testamento, perchè con tutta probabilità sarà il mio ultimo giorno.
+Vi chieggo perdono di avervi intrattenuti in simili follie; — voi lo
+sapete, signora, i marinai hanno lo loro superstizioni; il mio caro
+uccellino ne è una, ed ora vi credo più che mai.
+
+— E, chiesi a Nelson, non si è mai appoggiato su altra spalla
+all’infuori della vostra?
+
+— Mai.
+
+— Mai si lascia prendere da altra mano se non dalla vostra?
+
+— Mai — se però volete provare....
+
+Stesi la mano, l’uccello si lasciò prendere; non so perchè io era tutta
+giuliva di aver qualche cosa di comune con questo eroe.
+
+Lo lasciai andare e si fermò sulla spalla di Nelson.
+
+— Ah, signora, dissi alla regina, provate anche voi.
+
+La regina stese la mano, ma il beccafico mise un piccolo grido di
+spavento, volò verso la finestra e disparve.
+
+Nelson tenevami la mano nella sua, me la strinse: io non potei
+trattenermi dal rispondergli stringendogli la sua.
+
+Questo incidente, al quale ci pensai dopo, tanto sovente, ci distolse
+per qualche istante dalla visita che avevamo incominciato. La
+riprendemmo in tutti i particolari contando i buchi delle palle che
+avevano crivellato la carena del _Vanguard_; tutti chiedevano come il
+bastimento non si fosse sommerso, come tutto l’equipaggio dal primo
+uomo fino all’ultimo non fosse morto.
+
+Era un’ora, ci volevano almeno due ore e mezzo per ritornare a Napoli.
+Poi dovevamo assistere al _Te Deum_, e sir William che aveva comandato
+un pranzo degno di un principe, temeva pel suo pranzo; ed avvertì il re
+che restando ancora a bordo del _Vanguard_, si arrischiava di mangiar
+tutto freddo o tutto abbrucciato.
+
+Il re Ferdinando era sensibile a questa specie di osservazioni, disse
+due parole alla regina, che invitò Nelson a discendere a bordo della
+galera capitana.
+
+Spettava ora all’ammiraglio Caracciolo di fare gli onori della galera:
+ritto in piedi al basso della scala del _Vanguard_, ricevette prima
+il re, la regina ed io; poi il principe e la principessa reale, sulla
+quale, sia con intenzione o senza, mi si concedeva sempre il passo, poi
+i ministri, gli ambasciatori, i grandi uffiziali, e quelli che erano
+stati inviati sulla capitana oltre a Nelson.
+
+Lo scambio di cortesie fra i due ammiragli fu breve e freddo.
+Caracciolo non parlava inglese, e Nelson non comprendeva una parola
+d’italiano; Caracciolo gli fece un complimento sul combattimento delle
+bocche del Nilo, Nelson non potendo rispondere sorrise e salutò.
+
+Si volse la prora verso Napoli. Caracciolo salì sul suo banco di
+quarto. La regina fece sedere Nelson fra lei e me.
+
+Appena si scorse dai forti che la flottiglia si separava dal _Vanguard_
+e cominciava a vogare verso Napoli, i cannoni cominciarono a tuonare, e
+le campane facevano udire i loro suoni a festa.
+
+Dal momento in cui Nelson aveva messo il piede a bordo della galera,
+la musica ad un segno di Domenico Cimarosa aveva cominciato il _God
+save the king_, magnifico canto, comandato, come è noto, da Luigi XIV a
+Lulli per far onore a Giacomo II esiliato a Saint Germain.
+
+Nelson semplice figlio di un pastore di Burnham Thorpes, che non aveva
+mai messo piede a corte, che, dietro ogni probabilità, non aveva mai
+parlato ad un re, ad una regina, e nemmeno ad un principe reale, era
+ebbro quasi alla pazzia: i miei occhi, che non cercavano certamente di
+nascondergli tutto l’interesse che m’ispirava, terminavano di fargli
+perdere la testa.
+
+Questo ritorno a Napoli sembrava una risurrezione di quei giorni
+storici quando rientrava vincitore ad Atene Milziade o Temistocle.
+
+Ma fu ancor più quando ci avvicinavamo a terra, quando Nelson potè
+vedere il molo, le banchine, le piatteforme delle torri, i terrazzi
+delle case coperte di spettatori che davano in iscoppi di acclamazioni,
+di evviva, di urrà, quando l’artiglieria raddoppiò le sue salve, quando
+le campane raddoppiarono i loro squilli, quando infine tutta Napoli,
+quella città così rumorosa in ogni tempo, triplicò, quadruplicò,
+quintuplicò ogni specie di rumori, che nelle occasioni straordinarie
+sono l’espressione della gioia o della collera dei suoi cinquecento
+mila abitanti.
+
+Debole ancora per la sua recente ferita, lo vidi impallidire due o tre
+volte, e quasi sul punto di sentirsi male.
+
+Prima di lasciare la galera capitana, dietro preghiera della regina,
+invitai l’ammiraglio Caracciolo a prendere la sua parte alla festa che
+noi davamo al suo collega inglese; ma fosse che il principe napolitano
+ci considerasse di una compagnia troppo meschina per lui, o che la
+scusa fosse veramente reale, mi rispose con molta cortesia che la notte
+minacciava di essere cattiva, ed il porto di Napoli essendo di mediocre
+sicurezza, doveva vegliare personalmente all’ancoraggio dei legni di
+sua Maestà Britannica che, già assai malconci dal combattimento, non
+sarebbero forse stati in caso di lottare contro la tempesta.
+
+Buona o cattiva accettai la scusa; ma siccome sua sorella e sua nipote
+Cecilia erano invitate al ballo che seguiva il pranzo, gli dissi che
+sperava almeno di avere il piacere della loro compagnia; ed egli,
+sempre colla stessa cortesia, ma anche colla stessa freddezza, mi
+rispose, che da tre giorni sua sorella era talmente indisposta che
+le era impossibile di uscir dalla camera, cosa, che con suo grande
+rincrescimento, gl’impediva di accettare il mio invito.
+
+Io aveva accolto la prima scusa con sangue freddo e col sorriso
+sulle labbra; ma al secondo rifiuto non potei trattenermi dal fare un
+movimento d’impazienza.
+
+La regina lo osservò e si avvicinò a noi.
+
+— Il principe Caracciolo — disse — è troppo gentiluomo per avervi dato
+una risposta scortese, cara Emma, e pure sembrerebbe, guardandovi in
+viso, che avreste qualche rimprovero da fargli.
+
+Invece di affrettarsi a rispondere ed a scusarsi, l’ammiraglio mi
+lasciò il tempo di prendere la parola.
+
+— No, signora, ripresi, non mi lagno dell’ammiraglio, ma della fatalità.
+
+— Voi sapete, cara Emma, che non mi piacciono gli enigmi, così
+spiegatevi, vi prego — con quel tuono di voce che indicava in lei il
+principio di una tempesta.
+
+— Certamente, signora, la sola fatalità può fare, mi sembra, che siamo
+privi così del piacere di ricevere Sua Eccellenza, perchè il tempo che
+è magnifico in quest’ora, minaccia dl essere cattivo questa sera, e non
+è meno una fatalità, che fa sì che la sorella del signor ammiraglio
+trovasi colpita da una indisposizione tanto grave per obbligarla a
+stare nella sua camera, e che costringe la gentile Cecilia, da quella
+buona fanciulla che è, a curare sua zia, per cui le nostre feste ad un
+ammiraglio vincitore de’ Francesi, si daranno senza che vi sia una sola
+persona della famiglia dell’illustre ammiraglio Caracciolo, per fare in
+nome della marina napolitana un brindisi alla marina inglese.
+
+La regina divenne molto pallida, e il suo sopracciglio si corrugò.
+
+— Guardatevene bene, signor ammiraglio, disse, le persone che
+avranno trovato delle scuse buone o cattive per non andare alle feste
+dell’ambasciatrice d’Inghilterra, non saranno invitate a quella che
+darà la regina di Napoli.
+
+— Signora, rispose l’ammiraglio senza commuoversi, l’indisposizione
+della mia povera sorella si è mostrata con tale intensità, che se
+queste feste durassero anche un mese, non credo che nemmeno per tutto
+questo tempo non potrebbe rimettersi in modo da parteciparvi.
+
+La regina s’impazientava. Ignorando qual fosse l’oggetto di questa
+lunga conversazione col suo ammiraglio, Nelson vedendomi rossa per la
+vergogna, e scorgendo la regina livida per la collera, si avvicinò a
+noi con inquietudine.
+
+La regina, volendo evitare a Nelson ogni cosa che potesse offenderlo,
+ed a me tutta la umiliazione che avesse potuto farmi perdere di
+considerazione ai suoi occhi, mi distolse vivamente, dicendomi:
+
+— Vieni, Emma, vieni la salute della sorella del principe c’interessa
+tanto che tutti i giorni manderemo a prendere sue notizie, finchè
+sapremo che stia meglio.
+
+— È un’attenzione che le sarà tanto più preziosa, signora, rispose
+il principe, perchè non sapendo come essa abbia potuto meritarla, vi
+scorgerà un favore tutto particolare di Vostra Maestà.
+
+L’ammiraglio pronunziava queste ultime parole con una garbatezza tanto
+rispettosa, che la regina che non accettava tanto facilmente l’ultima
+replica da parte d’un avversario qualunque egli fosse, non trovò di che
+rispondergli, e si allontanò conducendomi seco.
+
+Confesso che la seguii colle lagrime agli occhi e col cuore infranto,
+come quei trionfatori romani, che udivano in mezzo al trionfo la voce
+dello schiavo che loro ricordava che erano mortali; in mezzo al mio
+trionfo una voce mi gridava: favorita della regina, ambasciatrice
+d’Inghilterra, Milady Hamilton, ricordati del letto d’Apollo e delle
+strade di Haymarket.
+
+Non si aspettava che la regina per sbarcare. Quantunque avessi il mio
+braccio appoggiato sul suo, e non il suo sul mio, ciò che era il segno
+del più alto favore, attraversai colla testa bassa le file di quei
+cortigiani che m’invidiavano. Aveva il sorriso sulle labbra e la morte
+in cuore.
+
+Non aveva mai odiato, non aveva mai desiderato di vendicarmi di
+nessuno; ma da quel momento, sentii il doppio morso del serpe, l’odio
+ed il desiderio della vendetta filtrarono nel mio cuore.
+
+Finalmente sbarcammo. Le carrozze di corte e quella dell’ambasciata
+aspettavano nell’arsenale. L’ammiraglio Nelson salì nella prima col re,
+colla regina e me; il principe e la principessa reale fecero gli onori
+della seconda a sir William. Ognuno si sedette poi a volontà, nelle
+altre, non senza però qualche discussione d’etichetta.
+
+Si diede ordine ai cocchieri di portarsi alla chiesa di S. Chiara, ove
+si doveva cantare il _Te Deum_ dal cardinale arcivescovo di Napoli,
+monsignor Capece Zurlo, assistito dal cardinale Fabrizio Ruffo, di cui
+ho già avuto occasione di parlare, e che senza che egli ci pensasse, e
+senza che nessuno pur vi pensasse, si avvicinava l’epoca in cui doveva
+rappresentare una gran parte.
+
+Ma quest’ordine di andare alla Chiesa di Santa Chiara era un ordine
+più facile a darsi dai padroni, che ad eseguirsi dai domestici;
+le vie erano talmente ingombre di gente, le carrozze circondate da
+una moltitudine così numerosa, che sembravano scialuppe investite
+dalle onde del mare e scosse dai cavalloni. Quanto poco la regina
+era popolare, lo era invece al contrario di molto il re. Mai quando
+usciva, nè truppe, nè gendarmi nè guardie si frapponevano fra lui e la
+popolazione; l’ultimo lazzarone poteva giungere fino a lui e toccarlo,
+per parlargli, chiedergli sue notizie, informarsi quando venderebbe il
+suo pesce a Mergellina, o mangerebbe i suoi maccheroni a S. Carlo, e
+come si comprende bene, questa razza così famigliare approfittava del
+permesso in tutta la sua estensione, ed era raro che nelle solennità
+del genere di quella che andava a compirsi, il re non avesse tre o
+quattro lazzaroni sul sedile davanti della carrozza col cocchiere,
+altrettanti sul sedile di dietro insieme ai domestici, e altrettanti
+ancora sugli scalini a guisa di paggi.
+
+Nelson abituato alla maestosa dignità dei sovrani della Gran
+Brettagna, alla calma ed al freddo entusiasmo del popolo di Londra
+era maravigliato; queste rumorose esplosioni meridionali gli davano le
+vertigini: del resto, in quel momento, il re e la regina non avevano
+pel suo cuore che un interesse secondario; seduto in faccia alla
+regina come io era seduta in faccia al re, la sua mano sinistra si era
+impossessata della mia destra, e me la stringeva con fremiti febbrili,
+che indicavano la commozione del suo animo, e mi dicevano quali
+emozioni violente facevano risalire il sangue al cuore.
+
+Ci volle più di un’ora, io credo, per andare alla banchina a Santa
+Chiara. Il _Te Deum_ durò anch’esso una mezz’ora, ed il ritorno circa
+tre quarti d’ora. Finalmente giungemmo al palazzo dell’ambasciata
+d’Inghilterra ed era tempo; io era morta di fatica, di emozione e di
+collera.
+
+
+
+
+VIII.
+
+
+L’immenso portico del palazzo Calabritto era trasformato in un arco
+di trionfo, ai cui lati erano collocate delle antenne con bandiere,
+portanti il nome di Nelson: fino al primo piano lo scalone offriva
+veramente una volta di lauri e di fiori.
+
+Una tavola di novanta coperte era posta nella sala dei quadri. Alle
+frutta i centoventi professori di musica di S. Carlo suonarono l’aria
+del _God save the king_, interrotto da una voce meravigliosa che
+cantava le strofe.
+
+Una nuova strofa era stata aggiunta in onore di Nelson.
+
+Eccola:
+
+ Join we in Great Nelson’s Name
+ First on the Rolls of Fame
+ Him let us sing
+ Spread we his fame around
+ Honour of British ground
+ Who made Nile’s shores resound
+ God save the King.
+
+Si comprende l’entusiasmo con cui fu accolta questa strofa: il re, la
+regina, il principe reale e tutti i convitati l’ascoltarono in piedi.
+E le acclamazioni — Viva Nelson, viva il vincitore del Nilo, viva il
+Salvatore d’Italia — proruppero dapprima dalle labbra reali, e poscia
+dai commensali.
+
+Perchè non mi son io inebbriata in mezzo a tutti questi onori, a tutte
+queste gioie, a tutti questi canti, lo dirò altamente, spinta, come lo
+era dalla regina, autorizzata quasi dal silenzio di sir William che non
+fece nulla per sostenermi, nessun’altra donna avrebbe avuto la forza di
+resistere.
+
+Ciò che però si disse, che fin dal primo giorno quasi al primo
+incontro, io mi sia abbandonata a lui senza alcuna resistenza, è una
+calunnia, come se ne dissero tante sul conto mio; sventuratamente il
+passato autorizzava i maligni a credervi e ad accusarmi. Fu soltanto
+dopo sei mesi, che lasciai indovinare a Nelson, lontano da me, che
+avrei potuto corrispondere al suo amore.
+
+In prova di ciò che dico presento queste due lettere di Nelson.
+
+La prima è del 24 ottobre 1798, un mese dopo l’entrata di Nelson a
+Napoli — Eccola, e proverà che assolutamente non esisteva ancor nulla
+fra noi.
+
+ «_Dal Vanguard_ — MALTA
+
+ «Cara Signora.
+
+ «Eccoci arrivati dopo una lunga traversata, e trovai le cose come
+ già le supponeva; i ministri di Napoli non conoscono assolutamente
+ nulla della posizione in cui si trova quell’isola; non vi è nè una
+ casa, nè un bastione di Malta che sia in possesso degl’Italiani, ed
+ il marchese di Nizza mi ha detto che erano nel più gran bisogno di
+ munizioni, di armi, di viveri, e di soccorsi infine. Non sa nemmeno
+ se vi sieno uffiziali napoletani nell’isola, e siccome io ho un
+ elenco dei loro nomi, essi non sono ancora arrivati. Ciò che vi ha
+ di certo si è che il marchese di Nizza afferma, che non gli è stato
+ inviato nessun soccorso dai governatori di Messina e di Siracusa.
+
+ «Però voglio saper tutto. Appena sarà partito il marchese dimani
+ mattina me ne informerò. Egli mi dice che desidera ardentemente di
+ servire sotto il mio comando; lo credo anch’io, dal momento che si
+ accontenta di cambiar bastimento; lo vedremo poi come si piegherà
+ alla nostra disciplina.
+
+ «Ball, dopo la mia partenza, avrà il comando del blocco; dico dopo
+ la mia partenza, atteso che, sembra alla corte delle Due Sicilie
+ che la mia presenza sia necessaria a Napoli al principiare del
+ novembre.
+
+ «Spero che ciò avvenga. Però sento che il mio dovere mi chiama in
+ Oriente, benchè sappia che la flotta francese sia stata distrutta
+ in Egitto. Non sono sicuro che l’armata possa ancora ritornare in
+ Europa.
+
+ «Prima di tutto il mio scopo è di servire e di salvare il Regno
+ delle Due Sicilie, e di fare ciò che le Loro Maestà Siciliane
+ _desidereranno ch’io faccia, foss’anche contro la mia opinione_.
+ Quando verrò in Napoli e che il paese sarà in guerra, desidero di
+ avere su questo punto una conferenza positiva col generale Acton.
+
+ «Sono certo che mi renderete giustizia presso la regina, atteso
+ che, ne chiamo Dio in testimonio, il mio solo desiderio è di
+ meritare la sua approvazione.
+
+ «Che Dio protegga voi e sir William e credetemi per sempre, col più
+ affettuoso rispetto, vostro obbligatissimo e fedelissimo amico,
+
+ «O. NELSON.»
+
+Nessuno, lo spero, riconoscerà in questa lettera una sola parola, che
+non sia di un amico, di un amico tenero, affettuosissimo, ma che non è
+ancora che un amico.
+
+Certamente io non m’ingannava, e neppur la regina, intorno a questo
+grande affetto di Nelson per lei e per suo marito. Se Nelson ritornava
+a Napoli, era per vedermi. Se non andava in Oriente ove il suo dovere
+lo chiamava, e le sue previsioni sull’Oriente erano così vere, che se
+non fosse rimasto a Napoli, quando il generale Buonaparte s’imbarcò al
+22 Agosto 1799, per ritornare in Francia, egli forse avrebbe impedito
+quel ritorno che mutò l’aspetto dell’Europa; ma al 22 Agosto 1799
+egli era a me vicino a Palermo, e credo che non mi avrebbe lasciata un
+giorno da sola, anche colla certezza di prendere Bonaparte.
+
+Ecco nella seconda lettera di cui ho parlato, Nelson conosce già che io
+l’amo, ma egli non ha altra prova del mio amore, che quanto gli aveva
+detto o scritto.
+
+ «12 Maggio 1799.
+
+ «Cara Lady Hamilton,
+
+ «Ricevete i miei sinceri ringraziamenti per la vostra egregia
+ lettera: nessuno scrive come voi, non ditemi dunque più che non
+ scrivete bene. E poichè lo pretendete, vi ripeterò anch’io ciò che
+ talvolta voi mi avete detto colla vostra bocca «I l..... y...»[4]
+ No. Io so leggere e comprendo perfettamente ogni parola che
+ scrivete.
+
+ «Abbiamo fatto un brindisi alla vostra salute ed a quella di sir
+ William — Troubridge Hallowell ed il nuovo capitano portoghese
+ pranzarono da me. Io sarò presto a Palermo, poichè l’affare che mi
+ tiene lontano non tarderò ad essere accomodato.
+
+ «Credete che nessuno è più di me sensibile alla vostra bontà.
+
+ «Vostro obbligatissimo e riconoscente
+
+ «O. NELSON.»
+
+ «Sono contento della piccola Maria, abbracciatela da parte mia,
+ vi ringrazio tutti per la vostra affezione per me, e che Dio vi
+ benedica tutti.
+
+ «Dimani, se il tempo è bello, mando a terra, poichè le feluche
+ partono, ed io ho il mal di mare.
+
+ «Ho il pezzo di legno per far una scatola da thè, ve lo manderò
+ subito.
+
+ «Vi prego di presentare i miei umilissimi ossequi e l’espressione
+ della mia più profonda riconoscenza a Sua Maestà, per tutte quelle
+ prove di favore che mi dà; siate sicura che la semente non cade
+ sopra suolo ingrato.»
+
+Lo vedete che non è ancora il linguaggio di un amante; del resto non
+avrei bisogno di dir nulla ai miei lettori: essi ne apprezzeranno la
+differenza di stile.
+
+E non si dirà che era freddezza da parte di Nelson, perchè in tutte
+le sue lettere, sia all’ammiraglio Saint Vincent, sia a sua moglie,
+egli parla di me. I termini con cui egli ne parla davano anche dei
+sospetti a Lady Nelson, ed io fui obbligata di scriverle per calmare
+questi sospetti; siccome le lettere di Nelson sono le mie scuse, mi si
+permetterà di citare tre sue lettere, una che racconta il suo arrivo
+a Napoli, l’altra una festa che io diedi per l’anniversario della sua
+nascita, e l’altra le sue impressioni ad un pranzo dal generale Acton.
+
+Ecco come Nelson racconta da parte sua il mio arrivo sul _Vanguard_,
+arrivo che ho già raccontato dalla mia.
+
+ «Nella notte del 25 settembre 1798.
+
+ «_A Lady Nelson_
+
+ «Il povero e miserabile _Vanguard_ è giunto qui il 22 settembre.
+
+ «Io tenterò di farvi conoscere qualche cosa di quello ch’è
+ successo; ma se quanto è accaduto ha tanto commosso coloro che mi
+ erano solo affezionati pei legami dell’amicizia, cosa sarà per la
+ mia carissima moglie, per la mia amica, per tutto ciò che v’ha di
+ più caro per me in questo mondo?
+
+ «Quando sir William e lady Hamilton furono in mare, erano talmente
+ stivati, che furono seriamente ammalati, prima d’ansietà, quindi
+ di gioia. La cosa era stata raccontata imprudentemente a lady
+ Hamilton, e l’effetto era stato quello di un fulmine. Per un
+ momento, la si potette credere morta, ed essa non è ancora
+ ristabilita da quest’accidente. Quando i miei degni amici salirono
+ a bordo, la scena sul vascello fu terribilmente commovente. Sua
+ Signoria esclamò: «Dio mio, è egli possibile,» e cadde nelle mie
+ braccia più morta che viva; ma tosto le lagrime cominciarono a
+ scorrere. Quando il re venne sul vascello, la scena diventò delle
+ più interessanti. Mi prese per la mano chiamandomi suo liberatore
+ e suo protettore, aggiungendo amabili espressioni; in una parola
+ tutto Napoli mi chiama, _il nostro liberatore_, ed i contrassegni
+ di affezione che mi danno tutte le classi sono veramente tali da
+ fare intenerire.
+
+ «Io spero avere un giorno il piacere d’introdurre presso voi Lady
+ Hamilton. È dessa una delle migliori donne del mondo; l’onore
+ del suo sesso, la sua amabilità e quella di sir William per me
+ vanno al di là d’ogni credere. Io abito in casa loro, e posso ora
+ confessarvi che è mestieri di tutta la tenerezza dei miei amici,
+ per collocarmi tanto in alto, come fanno. Lady Hamilton deve
+ scrivervi.
+
+ «Che Dio onnipossente vi benedica, e ci dia a suo tempo una felice
+ riunione.
+
+ «O. NELSON.»
+
+La seconda lettera è del 28 settembre.
+
+ «28 settembre 1798.
+
+ «_A Lady Nelson_
+
+ «I preparativi di Lady Hamilton per celebrar domani il giorno
+ della mia nascita mi riempiono di vanità: tutti i nastri, tutti i
+ bottoni, tutte le bandiere portano il nome di Nelson; il servizio
+ ha le cifre O. N. Glorioso 1. agosto!
+
+ «Le canzoni ed i sonetti piovono in maggiore abbondanza di quel
+ ch’io credeva meritare. Io vi domando una strofa aggiunta al _God
+ save the king_ che voi canterete con piacere. Quando io esco a
+ piedi o in carrozza, la folla m’impedisce di fare un passo. Ieri
+ la regina, che è sempre inferma, mandò il suo figlio prediletto[5]
+ per visitarmi, e per rimettermi da parte di lei una lettera nella
+ quale ella mi esprimeva la sua riconoscenza, e mi faceva i suoi
+ complimenti.
+
+ «Tutta la gloria sia rivolta a Dio; più io penso, più io sento
+ dire, maggiormente la mia meraviglia aumenta sull’importanza, e sui
+ risultati di questa vittoria.
+
+ «_Vostro_ — O. NELSON.»
+
+Darò soltanto un frammento della lettera di Nelson a lord S. Vincent.
+
+ «... Noi pranziamo tutti oggi in compagnia del re, a bordo
+ d’un vascello. Sono stato a veder la regina, la quale è
+ preoccupatissima.
+
+ «Ella è veramente la degna figlia di Maria Teresa. A me di
+ rincontro è seduta Lady Hamilton, onde non siate sorpreso dalla
+ gloriosa confusione che regna in questa lettera. Se la vostra
+ signoria fosse al mio posto, dubito ch’ella potesse scrivere con
+ tanta calma, come io fo. Il nostro cuore e la nostra mano son
+ sempre in moto. Decisamente Napoli è pericoloso, ed è ben ch’io me
+ ne allontani al più presto.
+
+ «Sono ec. ec. — O. NELSON.»
+
+Che mi si perdoni almeno un poco per aver saputo resistere più di sei
+mesi a un tale amore.
+
+
+
+
+IX.
+
+
+È inutile il dire che una simile dimostrazione era la guerra colla
+Francia.
+
+Col pretesto di essere stato nominato al consiglio dei cinquecento,
+il cittadino Garat lasciò Napoli; ma con grande stupore di ognuno,
+la Francia invece di cogliere questa occasione per fare la guerra a
+Napoli, nascose l’affronto, ed in rimpiazzo del cittadino Garat inviò
+il cittadino La Comble Saint-Michel.
+
+Questa indifferenza affettata per un simile insulto provava che la
+Francia non era in condizioni da far la guerra, e l’ardimento della
+regina aumentò.
+
+A forza di sacrifizi d’ogni maniera, il regno di Napoli era giunto ad
+avere un esercito di 65000 uomini, mentre tutti i rapporti confermavano
+che i francesi non avevano a Roma più di diecimila uomini, mancanti
+di viveri, di vestimenta, di calzature, non pagati da tre mesi, e che
+avevano per tutta artiglieria soltanto nove pezzi di cannone senza
+munizione, e centottantamila cartucce piccole.
+
+Il re e la regina erano d’accordo nel loro odio contro i francesi, però
+il re voleva aspettare per attaccarli che l’imperatore li attaccasse, e
+l’imperatore non voleva incominciare la guerra se non coi quaranta mila
+russi che l’imperatore Paolo gli aveva promesso.
+
+La regina invece voleva attaccare i francesi senza perdere un istante:
+coi suoi sessantacinquemila uomini era sicura di riconquistare
+gli Stati Romani, ed una volta a Roma tutti i popoli d’Italia, che
+secondo lei, sopportavano con impazienza il giogo dei francesi, si
+solleverebbero e li caccerebbero dalla penisola.
+
+In queste circostanze fui incaricata dalla regina di rivolgermi a
+Nelson. Siccome la regina era per una guerra immediata, si trattava di
+ottenere che Nelson scrivesse a sir William ed a me una pretesa lettera
+confidenziale, che sir William comunicherebbe al re.
+
+Nelson, bravo soldato, era un politico mediocre, e scrittore ancora
+più mediocre; le quaranta o cinquanta lettere che mi scrisse nella sua
+vita sono più apprezzabili per la franchezza che per lo stile. Nelson
+acconsentiva di scrivere la lettera, ma a condizione che gli si desse
+un esemplare, e che egli non avrebbe che a trascriverlo.
+
+Era ciò che avrebbe chiesto la regina se lo avesse osato.
+
+La lettera fu composta fra il capitano generale Acton, sir William
+Hamilton e la regina.
+
+Io la mandai a Nelson, ed il giorno seguente ricevetti la lettera
+seguente, che non era che la trascrizione della lettera redatta, come
+dissi dal triumfeminavirato che governava Napoli.
+
+ «Napoli, 3 ottobre 1798.
+
+ «Mia cara signora,
+
+ «L’interesse che voi e sir William Hamilton avete sempre
+ addimostrato per le felicità delle LL. MM. Siciliane mi è
+ confirmato da cinque anni, ed io posso veramente dire che in tutte
+ le occasioni che si sono presentate, ed esse sono state numerose,
+ io non ho mai mancato dal canto mio di manifestare il mio interesse
+ pel bene di questi regni. A causa di questo attaccamento, io non
+ posso restare spettatore indifferente di ciò che è successo e
+ di quanto accade nelle Due Sicilie, nè della miseria, che, senza
+ essere uomo politico, io vedo vicina a piombare su questo regno
+ tanto leale, e ciò per la peggior politica che esista, quella del
+ temporeggiamento. Dal mio arrivo in questi mari io mi sono accorto
+ che i Siciliani erano un popolo leale e fedele al proprio sovrano,
+ avendo il più grande orrore dei Francesi e dei loro principii. Dal
+ mio arrivo a Napoli ho trovato dal primo all’ultimo tutti pronti
+ alla guerra contro i Francesi, i quali, come si sa, generalmente
+ preparano un’armata di ladri per mettere a sacco queste contrade
+ e per distruggere la monarchia. Io ho visto il ministro di
+ questi insolenti francesi tacere la violazione del V articolo pel
+ trattato, tra Sua Maestà Siciliana e la Repubblica francese. Questa
+ strana politica non merita d’esser segnalata: la politica francese
+ non è stata forse sempre quella di addormentare i governi, in una
+ falsa sicurezza, per rovesciarli in seguito? Dopo ciò che io ho
+ detto, non sanno tutti forse che a Napoli è lo scopo permanente
+ di tutti i desiderii devastatori? Conoscendo ciò e sapendo che
+ Sua Maestà di Sicilia ha un’armata pronta ad entrare in azione,
+ a quanto mi è stato detto, in un paese desideroso di riceverla,
+ col vantaggio di trasportare in lontani luoghi il focolaio della
+ guerra, invece di attendere che essa scoppii in casa, mi meraviglio
+ che quest’armata non sia da un mese già in cammino.
+
+ «Io credo che l’arrivo del generale Mack deciderà il governo a non
+ perdere uno dei momenti più favorevoli, che la provvidenza abbia
+ messo a sua disposizione, perchè se vuolsi attendere d’essere
+ aggrediti nel paese invece di trasportar fuori la guerra, non è
+ mestieri esser profeta per dire che questo regno è ruinato e che la
+ monarchia è distrutta. Ma se disgraziatamente si vuol persistere
+ in questo rovinoso sistema di temporeggiamento, io vi raccomando
+ di star pronta ad imbarcarvi alla prima cattiva nuova con tutto ciò
+ che vi appartiene. Sarà allora mio dovere pensare e provvedere alla
+ vostra salvezza, insieme a quella — mi dispiace credere che ciò
+ abbia ad essere necessario — dell’amabile regina, del suo regno e
+ della sua famiglia.
+
+ «Ho letto con ammirazione la vostra degna ed incomparabile lettera
+ del settembre 1796; possano i consigli di questo regno esser
+ guidati dal medesimo sentimento d’onore, di dignità e di giustizia,
+ e possano le parole del gran Guglielmo Pitt conte di Graham essere
+ ben comprese dal ministro di questo paese.
+
+ «Le _misure coraggiose_ son quelle che salvano.
+
+ «È questo il voto di colui che si dice,
+
+ «_Di vostra signoria_
+
+ «O. NELSON.»
+
+ «P. S. Prego Vostra Signoria di ricevere questa, come una lettera
+ preparatoria per sir William Hamilton, al quale scrivo, con
+ tutto il rispetto che gli è dovuto, la ferma e materiale opinione
+ d’un ammiraglio che desidera provare egli stesso che è un fedele
+ servitore del suo sovrano, facendo quanto è in suo potere per la
+ felicità e per la sicurezza delle LL. MM. Siciliane e del loro
+ regno.»
+
+Una frase della lettera di lord Nelson riusciva inintelligibile per
+colpa mia. Aveva dimenticato di dire che la regina aveva chiesto a suo
+nipote l’imperatore d’Austria il generale Mack per comandante in capo
+del suo esercito, e che l’imperatore glielo aveva accordato.
+
+Questa lettera produsse su Ferdinando l’effetto che si aspettava, ma
+però, contro la sua abitudine, egli tenne fermo su di un punto, quello
+di mettersi in campagna nello stesso tempo dell’imperatore.
+
+In conseguenza fu convenuto che il re scriverebbe a suo nipote una
+lettera nella quale lo eccitava a decidersi: la lettera tutta di
+suo pugno fu spedita dal suo corriere Ferrari, coll’ingiunzione di
+consegnarla personalmente all’imperatore, e di riportare la risposta
+direttamente al re Ferdinando.
+
+Ma prima della sua partenza Ferrari aveva ricevuto mille ducati dalla
+regina coll’ordine invece di ripassare per Caserta, ed al suo ritorno
+di consegnare la lettera dell’imperatore a lei, invece di consegnarla
+al re.
+
+Egli riceverebbe due mila ducati consegnando la lettera alla regina che
+l’avrebbe soltanto letta, e poi riposta nella sopracarta.
+
+Era pagar bene questo piccolo tradimento, e Ferrari non esitava
+nemmeno, sapendo che in fatti era la regina che regnava sotto il nome
+di suo marito, e ciò lo tranquillava molto sui pericoli cui andava
+incontro nel caso che si fosse scoperto questo tradimento.
+
+Ferrari partì, si calcolò il tempo necessario; se l’imperatore
+d’Austria non frapponesse ritardo alla sua risposta egli poteva
+ripassare per Caserta fra undici o dodici giorni.
+
+Il generale Mack arrivò il Martedì, 8 ottobre, a Caserta; al giovedì fu
+invitato a pranzo dal re e dalla regina: sir William ed io ricevemmo un
+invito ufficiale per quel giorno. Il re e la regina lo ricevettero con
+grandi manifestazioni di stima, e la regina presentandolo a Nelson gli
+disse: — Il generale Mack è in terra ciò che il mio eroe Nelson è in
+mare.
+
+Il complimento non era lusinghiero, e il paragone mancava di giustizia.
+A Tolone, a Calvi, a Teneriffa Nelson si era diportato gloriosamente;
+ad Aboukir egli si era condotto non soltanto da eroe, ma da uomo di
+genio. Mack al contrario era stato battuto dovunque aveva incontrato i
+francesi, e ciò malgrado aveva acquistato in Europa, non si sa perchè,
+una riputazione di uno dei più grandi strategici dell’epoca.
+
+Per quanto fossero buone le idee che gli altri avevano di Mack, non
+potevano però mai raggiungere quella che Mack aveva di sè medesimo;
+io non ho mai veduta fatuità più formidabile di quella; egli non
+ammetteva nulla affatto, non dirò la supposizione che egli potesse
+essere battuto; ma nemmeno quella che i francesi gli potessero fare
+resistenza.
+
+Confesso che questa burbanza mi riescì antipatica fin dalla prima
+parola che ebbi l’onore di scambiare coll’illustre generale.
+
+Il tempo scorrea, e Ferrari galloppava. Dieci giorni dopo la sua
+partenza, sir William, gran cacciatore, suggerì al re una partita
+di caccia a Persano, e la regina, il generale Acton ed io andammo a
+stabilirci a Caserta.
+
+Il giorno seguente a quello del nostro arrivo, verso le sette ore
+di sera Ferrari arrivò, ed era latore di una lettera dell’imperatore
+Francesco II.
+
+Acton sopra un suggello di lettera dell’imperatore, ne aveva fatto
+scolpire uno eguale; non vi era dunque motivo d’inquietarsi anche da
+questo lato; si rammollirebbe la cera, si dissuggellerebbe la lettera,
+e se dessa era tale quale la si desiderava, la si rimetterebbe intatta
+nella sopraccarta che si tornerebbe a suggellare. Se invece la lettera
+non assecondava i desideri della regina, si prenderebbe consiglio.
+
+L’imperatore annunziava positivamente a suo zio che non si sarebbe
+messo in marcia se non quando Souwarow ed i suoi quarantamila russi
+sarebbero arrivati, e che egli supponeva che non sarebbero giunti prima
+dell’aprile 1799.
+
+Lo invitava quindi a calmare la sua impazienza, ed a fare come lui,
+attendendo fino a quell’epoca, e attaccarli ad un tempo con 150,000
+Austriaci, 40,000 Russi e 65,000 Napoletani: era evidente che i
+Francesi sarebbero costretti a sgombrare l’Italia, e chi potrebbe dire,
+con Bonaparte e coi suoi trenta mila uomini confinati in Egitto, dove
+si arresterebbe la marcia trionfale dell’armata austro-russa?
+
+Secondo ogni probabilità non dinanzi a Parigi.
+
+Ma la regina era una giuocatrice troppo spinta, per fermarsi al momento
+che aveva in mano un giuoco così bello, ed il progetto stabilito fra
+lei ed il capitano Acton fu messo in esecuzione.
+
+Figlio di un medico irlandese, Acton, l’abbiamo detto era un abile
+chimico: con una miscela già preparata levò l’inchiostro dalla lettera
+non lasciandovi che la firma, poi invece del rifiuto di marciare,
+espresso tanto chiaramente dall’imperatore, scrisse una promessa
+positiva di entrare in campagna appena che suo nipote Ferdinando avesse
+passato il confine romano.
+
+Poi la lettera fu suggellata di nuovo col suggello imperiale e
+consegnata a Ferrari che la portò direttamente a Persano, e la presentò
+al re affermandogli che era esso il primo a prenderla dopo di averla
+ricevuta dalle auguste mani dell’imperatore.
+
+Il re che era a tavola con sir William dissuggellò la lettera, la lesse
+con soddisfazione visibile, e la passò a sir William.
+
+Sir William, che era anch’egli del complotto, non fu meno maravigliato
+di questa risposta favorevole. Però ne felicitò il re Ferdinando,
+dicendogli:
+
+— Lo vedete, Sire, Sua Maestà Augusta è esattamente dello stesso parere
+di Sua Gran Signoria Nelson; non avete un momento da perdere.
+
+Difatti fu deciso che il generale Mack occuperebbe gli stati romani,
+senz’altro ritardo che quello necessario pei preparativi della
+campagna.
+
+Eravamo giunti ai primi di novembre.
+
+
+
+
+X.
+
+
+Ottenuta la guerra da Ferdinando, mi restava da trattare un affare
+ancora più grave. Era di ottenere ch’egli si mettesse alla testa della
+sua armata e facesse questa guerra il re in persona.
+
+Il re, come ho già detto, era lungi dall’essere valoroso, e se io fui
+acciecata sul conto della regina, non lo fui però mai su quello del re,
+che la regina procurò sempre di farmi vedere sotto la sua vera luce.
+
+Le trattative furono lunghe, ma la regina e sir William fecero valere
+presso il re che si trattava non soltanto di combattere i Francesi e di
+sostenere la legittimità, due cose molto lodevoli, ma anche, una volta
+occupato lo Stato romano, di vedere nella sua qualità di liberatore
+quale sarebbe la sua parte nella divisione del Patrimonio di S. Pietro.
+
+Alla fine il re acconsentì.
+
+Siccome non si attendeva che il consenso del re, l’esercito fu diviso
+in tre corpi: 22,000 uomini furono inviati a S. Germano, 16,000 negli
+Abruzzi, 8,000 nella pianura di Sessa e 6,000 si chiusero nelle mura di
+Gaeta, ed alcune navi onerarie si tennero pronte per trasportare 10,000
+uomini in Toscana, accompagnate dalla squadra di Nelson.
+
+Questi 10,000 uomini erano destinati a tagliare la ritirata dei
+Francesi quando il generale Mack li avesse battuti.
+
+Questi tre corpi d’armata, cosa curiosa, furon messi sotto il comando
+di tre stranieri: Mack generale in capo, Micheroux e Damas generali di
+divisione; il primo era austriaco, e gli altri due erano francesi.
+
+Cinquantadue mila uomini erano pronti ad entrare negli Stati Romani.
+
+Del resto, come lo aveva giudicato l’ammiraglio Nelson, il momento era
+ben scelto per attaccare i Francesi.
+
+Il Direttorio prevenuto dal cittadino Garat delle intenzioni ostili
+della Corte di Napoli, aveva cercato, per quanto gli riuscì possibile,
+tutti i mezzi per far fronte a questa aggressione; aveva distaccato
+quanti uomini potè dall’esercito della Repubblica Cisalpina, li aveva
+inviati a Roma e ne aveva dato il comando a Championnet.
+
+Championnet non aveva fin allora sostenuto che comandi secondarii;
+e per conseguenza poco conosciuto, il suo comando di Roma, la sua
+conquista di Napoli lo resero celebre.
+
+Vuolsi che al momento che lasciava la Francia, ove, in ricompensa
+dei suoi antichi servigi, riceveva questo nuovo comando, il direttore
+Barras gli avesse posto la mano sulla spada e gli avesse detto:
+
+— Parti per l’Italia, generale, e ti do parola che sarai incaricato di
+detronizzare il primo re che incorrerà nella collera della Repubblica.
+
+Championnet partì da Parigi ed arrivò a Roma con questa speranza.
+
+Ma a Roma trovò l’armata francese nello stato che dissi. Senza pane,
+senza calzature, senza abiti, senza soldo, con cinque cannoni e 180,000
+cartucce, col rinforzo avuto dalla Cisalpina, si compose di quattordici
+a quindici mila uomini.
+
+Al 22 novembre, il re pubblicò il famoso manifesto firmato dal principe
+Pignatelli Belmonte, diretto al cavaliere Priora, ministro del re di
+Piemonte Carlo Emanuele II.
+
+Come tutti gli atti che emanavano dal re, anche questo era stato
+redatto dalla regina, dal capitano generale e da sir William.
+
+È dopo dieci anni d’intervallo, quando il velo è caduto, quando
+sparvero le ire, che un tale documento vi apparirà sotto la sua vera
+luce; vale a dire come un appello all’assassinio.
+
+Eppure a Caserta il 20 novembre 1798, nel momento in cui questo
+manifesto passò per le mie mani, io applaudii come gli altri.
+
+Ecco questo manifesto, che fece un gran rumore quando apparve, e che
+poi fu quasi dimenticato:
+
+«Noi sappiamo, — diceva questo curioso documento, — che nel consiglio
+del re vostro signore, molti ministri prudenti per non dire timidi
+fremono alle parole di spergiuro e di assassinio; come se il nuovo
+trattato d’alleanza fra la Francia e la Sardegna fosse un atto politico
+degno di essere rispettato.
+
+«Ma non dimenticatelo; quest’atto fu dettato dalla forza delle armi,
+dalla violenza del vincitore; è stato accettato dalla necessità, e deve
+durare fin quando lo esigerà la necessità. Trattati simili a quelli
+che avete sottoscritto sono ingiurie del potente al debole, il quale
+violandoli cede alla prima occasione che gli presenta la fortuna. E
+infatti in presenza del vostro re, prigioniero nella sua capitale,
+circondato da baionette nemiche, chiamerete voi spergiuro non mantenere
+una promessa strappata colla forza e disapprovata dalla coscienza?
+
+«Chiamereste voi assassinio, l’assassinare i vostri tiranni, e se tale
+è la sorte, la debolezza degli oppressi non potrà mai sperare nessun
+soccorso contro la forza che l’opprime?
+
+«I battaglioni francesi tranquilli e dispersi dalla pace, sono sparsi
+pieni di confidenza nel Piemonte. Eccitate il patriottismo dei popoli
+fino all’entusiasmo ed al furore, che tutti i Piemontesi aspirino a
+calpestare sotto i piedi un nemico della loro patria. Gli assassini
+parziali saranno più proficui al Piemonte, che una vittoria in campo,
+e mai la giusta posterità condannerà colla infame parola di tradimento
+questi atti energici di tutto un popolo che va alla conquista della sua
+libertà sui cadaveri dei suoi oppressori.
+
+«I nostri generali napoletani sotto gli ordini del valoroso generale
+Mack, suoneranno pei primi il segno di morte contro i nemici dei troni
+e dei popoli. E forse saranno già all’opera quando avrete ricevuto
+questo manifesto.»
+
+Pubblicato questo manifesto non aveva più che a mettersi in campagna.
+
+La regina aveva fatto fare per suo marito un magnifico uniforme di
+generale, e visitammo successivamente i campi di Sessa e di S. Germano
+per mostrare il re ai suoi soldati.
+
+Queste passeggiate militari, le acclamazioni che sollevarono le grida
+di — Viva il re, morte a’ Francesi — finirono di far girare la testa al
+re Ferdinando, che ci lasciò facendo alla regina ogni sorta di promessa
+guerriera.
+
+Debbo però dire che, malgrado queste promesse, la regina ne fu poco
+persuasa, e malgrado la cattiva opinione che aveva di suo marito, era
+però lontana di aspettarsi la sorpresa che l’avvenire le serbava.
+
+Ritornammo a Caserta, ed il re alla testa della sua armata mosse
+verso il confine Romano al 24: quest’armata sboccò da tre punti sul
+territorio pontificio.
+
+L’ala destra che costeggiava l’Adriatico passò il Tronto, e cacciò
+da Ascoli una debole vanguardia francese che vi si trovava e prese la
+direzione di Ponte di Fermo.
+
+Il centro scese dagli Appennini da Aquila e si avanzò sopra Rieti.
+
+In fine l’ala sinistra, ove trovavansi Mack e il re, passò il
+Garigliano su tre colonne, a Isola, a Ceprano, a sant’Agata, e marciò
+direttamente su Roma per le paludi Pontine, Valmontone e Frascati.
+
+Passando il confine, il generale Mack scrisse al generale francese
+questa lettera che ci darà la misura della confidenza che aveva in sè
+stesso.
+
+ «Signor Generale,
+
+ «Vi dichiaro che l’armata di S. M. siciliana, che ho l’onore di
+ comandare sotto gli ordini diretti del re, ha passato jeri il
+ confine degli stati romani, rivoluzionati ed usurpati dopo la
+ pace di Campo-Formio, rivoluzione ed occupazione non riconosciute
+ ed approvate nè da parte di S. M. Siciliana, nè dal suo Augusto
+ alleato Sua Maestà l’imperatore e re. Dimando adunque che, senza il
+ minimo ritardo, ordiniate alle truppe che si trovano nello stato
+ romano, di ritornare nella Repubblica Cisalpina e che facciate
+ evacuare tutte le piazze che occupano. I generali comandanti le
+ diverse colonne delle truppe di S. M. Siciliana, hanno l’ordine di
+ non incominciare le ostilità sui punti in cui le truppe francesi
+ si ritireranno al mio invito, ma d’impiegare la forza nel caso
+ che resistessero. Vi dichiaro inoltre, cittadino generale, che
+ se voi mettete il piede sul territorio del gran duca di Toscana,
+ considererò tale cosa come un atto di ostilità.
+
+ «Aspetto la vostra risposta senza il minimo ritardo, e vi prego di
+ rinviarmi il maggiore Reischach che vi spedisco, e ciò al più tardi
+ quattro ore dopo aver ricevuto la mia lettera. La vostra risposta
+ dovrà essere positiva e categorica, circa all’evacuazione degli
+ stati romani, ed al non metter piedi negli stati del gran duca di
+ Toscana; una risposta negativa da parte vostra sarà considerata
+ come una dichiarazione di guerra, e S. M. Siciliana saprà sostenere
+ colla spada in mano le giuste dimande che vi dirigo in suo nome.
+
+ «_barone_ C. MACK.»
+
+Il generale Championnet rinviò il maggiore Reischach dopo avergli
+offerto dei rinfreschi come ad un ospite; ma poichè costui gli chiedeva
+quale risposta riporterebbe al generale:
+
+— Ditegli ciò che avete veduto, gli disse Championnet, ed alzando le
+spalle gli volse il tergo.
+
+Lo stesso giorno il generale francese ricevette un ordine dal
+Direttorio che gli toglieva tre mila uomini per rinforzare la
+guarnigione di Corfù.
+
+Forse, vista l’urgenza, poteva rifiutare di obbedire a quell’ordine.
+
+Egli diede i tre mila uomini e restò con quasi dodici mila.
+
+Ma nello stesso tempo fece tirare il cannone d’allarme in Castel S.
+Angelo, fece battere la generale per tutta la città, e prese tutte le
+misure suggerite dalle circostanze, per far fronte al pericolo che si
+avvicinava su di lui colla rapidità di una valanga.
+
+Ricevevamo tutti i giorni dei corrieri del re; questi corrieri ci
+tenevano al corrente del suo cammino trionfale.
+
+Al 30 novembre, di notte, ricevemmo la notizia che il re aveva
+fatta fin dal giorno innanzi la sua entrata in mezzo ad acclamazioni
+frenetiche; il popolo staccò i cavalli dalla sua carrozza, e la portò
+fino al palazzo Farnese, che aveva ereditato dalla sua ava Elisabetta.
+
+La lettera del re ci annunziava che il generale francese aveva lasciato
+Roma, lasciando cinque cento uomini in Castel Sant’Angelo, ordinando
+al comandante di non arrendersi senza alcun pretesto, e gli aveva dato,
+dicevasi, parola di ritornare a Roma prima di venti giorni.
+
+È inutile il dire che questa promessa faceva andare in giubilo il re e
+specialmente il generale Mack.
+
+Il re annunciava in una sua poscritta che il popolo scannava i
+patriotti e saccheggiava le loro case; egli stesso aveva fatto fucilare
+due napoletani, i fratelli Corona, di cui uno era stato ministro della
+Repubblica Romana.
+
+Al dire del re tutto andava coi fiocchi.
+
+Di fatti il giorno seguente ricevemmo una copia di questa lettera che
+il re scriveva al papa Pio VI.
+
+«Vostra Santità conoscerà colla più viva soddisfazione che, grazie
+all’aiuto del nostro Divin Salvatore, e per l’augusta protezione del
+beato S. Gennaro, siamo entrati colla nostra armata, senza resistenza e
+da trionfatori nella capitale del mondo cristiano; i Francesi fuggirono
+spaventati alla vista della croce e delle mie armi; Vostra Santità può
+dunque riprendere il supremo e paterno suo potere, che io difenderò
+colla mia armata; Vostra Santità abbandoni dunque la sua dimora troppo
+modesta della Certosa, e sulle ali dei Cherubini, come altra volta
+la Nostra Santa Vergine di Loreto venga e discenda al Vaticano per
+purificarlo colla sua presenza: tutto è pronto per riceverla; Vostra
+Santità potrà celebrare i divini ufficj per la solennità di Natale.»
+
+La regina ordinò che si cantasse un _Te Deum_ in tutte le chiese di
+Napoli, che il cannone tuonasse in segno di trionfo e che la città
+fosse illuminata.
+
+Questi ordini, bisogna dirlo in lode dei Napoletani, furono ricevuti ed
+eseguiti con entusiasmo.
+
+
+
+
+XI.
+
+
+Credo di aver detto che un distaccamento da otto a diecimila uomini
+comandato dal generale Naselli, doveva partire per Livorno sopra
+bastimenti di trasporto.
+
+Partirono infatti, e al 22 novembre uscirono dal porto di Napoli.
+
+Erano accompagnati da _Vanguard_, ove trovavasi l’ammiraglio Nelson,
+dal _Culloden_, dal _Minotauro_, dall’_Alleanza_, dalla _Buona
+Cittadina_, dal cutter _Flora_ e dalla squadra portoghese.
+
+Vascelli di guerra e navi di trasporto giunsero a Livorno circa dopo il
+mezzodì del 28 novembre: i ministri inglese e napoletano vennero a fare
+la loro visita all’ammiraglio. Il generale Naselli intimò alla città di
+arrendersi, il che avvenne verso le 8 di sera.
+
+L’intimazione era stata fatta congiuntamente dal generale Naselli e dal
+vice-ammiraglio Nelson.
+
+Naselli prese possesso della città; ma Nelson restò sul suo vascello.
+
+E poi, Nelson era così innamorato che non voleva restar molto tempo
+lontano da me; e però lasciò Livorno al 30 novembre, alle 7 di mattina,
+ed al 5 dicembre era a Napoli.
+
+Alle sei del mattino giunse al capitano generale Acton una lettera in
+cui trovavasi il periodo seguente che il ministro si affrettò di farci
+leggere.
+
+Nelson non vedeva le cose sotto un aspetto così ridente come il re di
+Napoli.
+
+«Ecco in poche parole lo stato del paese e la situazione delle cose
+— diceva. — L’esercito del re è a Roma, Civitavecchia è presa; ma
+rimasero 500 Francesi in Castel Sant’Angelo. I Francesi hanno 13,000
+uomini ed aspettano i napoletani in una forte posizione a Civita
+Castellana. Il generale Mack va contro di loro con 20,000 uomini.
+L’avvenimento a mio avviso è dubbio, e può decidere immediatamente
+della sorte di Napoli. Se Mack è disfatto, in venti giorni il paese
+è perduto; l’imperatore non ha fatto muovere nemmeno un uomo della
+sua armata, e senza il soccorso dell’imperatore questo paese non può
+resistere ai Francesi. Certamente non è sua scelta ma la necessità
+che ha obbligato il re di Napoli ad uscire dal suo regno, e di non
+aspettare che i Francesi, radunate le loro forze, lo cacciassero in una
+settimana da Napoli.»
+
+Noi ricevemmo quasi le stesse notizie da Roma.
+
+Però il re ci annunziava la marcia di Mack sopra Civita Castellana
+non già con ventimila uomini ma con quarantamila. Era impossibile di
+credere che con tale superiorità numerica, la vittoria fosse dubbia.
+
+Inoltre il re era talmente sicuro del successo che la sua tranquillità
+cl rassicurava. Le sue lettere erano piene di descrizioni delle feste
+che gli avevano dato. Non usciva nelle vie di Roma che camminando sopra
+tappeti e sotto una pioggia di fiori; nella stessa sera vi fu gran gala
+al teatro Apollo.
+
+La lettera che ci dava questi particolari era del 6 dicembre; la
+mostrammo a lord Nelson, facendogli osservare che non era con ventimila
+uomini che Mack andava incontro al nemico, ma con quarantamila.
+
+Tutto ciò però non lo rassicurava, egli aveva preso già fin dal primo
+incontro una cattiva opinione di Mack.
+
+Ci lasciò verso le cinque di sera, e restammo la regina, io e alcune
+dame di sua intimità che componevano la nostra società ordinaria.
+
+Verso le sette di sera, quando prendevamo il thè, udimmo il rumore
+d’una carrozza che passava sotto le volte del palazzo, poi un rumore di
+servitori che si precipitavano dalle scale.
+
+La regina impallidì.
+
+Io la guardava interrogandola cogli occhi.
+
+— Ah! mi disse, ho un presentimento.
+
+— Quale, signora? le chiesi.
+
+— Che il re sia arrivato.
+
+— Il re! impossibile, signora; abbiamo ricevuto una sua lettera questa
+mattina.
+
+La porta si aperse, un usciere annunziò:
+
+— Sua Eccellenza il duca d’Ascoli.
+
+Il duca d’Ascoli entrò, la regina ed io mandammo un grido di stupore:
+egli era vestito coll’uniforme del re, e siccome egli era della stessa
+statura ed età e la camera era semi-oscura, la regina ed io lo credemmo
+a prima vista il re.
+
+La regina fu la prima ad accorgersi dello sbaglio, e il suo istinto
+coniugale le fece indovinare che sotto questo travestimento si celava
+qualche vergogna.
+
+Si alzò e severamente:
+
+— Che significa questa mascherata? dimandò essa.
+
+— Ahimè! signora, nulla di allegro, rispose il duca, ma almeno è una
+prova della mia devozione pel re.
+
+— Pel re? e dov’è il re?
+
+— Qui, signora.
+
+— E dove dunque qui? chiese di nuovo.
+
+— Nel suo appartamento.
+
+— Ah! ah! egli non osa nemmeno di comparirmi davanti, a ciò che pare.
+
+Poi dopo un momento silenzio:
+
+— I Napoletani sono stati battuti, non è vero?
+
+E siccome il duca esitava a rispondere:
+
+— Vediamo, disse la regina, se il re è una donna, io sono un uomo, io;
+ditemi tutto.
+
+— Battuti completamente, signora.
+
+— Bravo Nelson! disse, volgendosi dalla mia parte, lo vedi, il suo
+istinto non lo ingannava; ma è dunque veramente un idiota, come già ce
+ne accorgiamo, il generale Mack.
+
+— Non posso dir nulla a Vostra Maestà se non che le truppe napoletane
+sono state completamente battute.
+
+— Siete sicuro della notizia?
+
+— La sappiamo ambedue, io ed il re, dalla bocca stessa del generale
+Mack.
+
+— Dal generale Mack!
+
+La regina mi prese la mano e me la serrò convulsivamente.
+
+— È scritto che io dovrò trangugiare tutta la vergogna? mormorò essa.
+
+— Ma infine, signore, dimandai al duca, mentre la regina sì lacerava i
+manichini coi denti, non potete dare alcun particolare a Sua Maestà?
+
+— Non posso dire a Sua Maestà che quello che so io stesso.
+
+— Ditelo, dunque, esclamò la regina, e spicciatevi perchè ho premura,
+ve lo confesso, di sapere per qual motivo avete indossato l’abito ed
+avete al collo l’ordine del re.
+
+— Vostra Maestà si degni di ascoltarmi con pazienza, disse il duca
+d’Ascoli; altrimenti sarò obbligato di ritornare dal re, e dirgli che
+non avete voluto ascoltarmi.
+
+— Voi fate appello alla mia pazienza, ebbene, vi prometto d’averne,
+parlate.
+
+— Ebbene, signora, ieri eravamo nel palco di S. M. al teatro Apollo,
+quando verso le nove ore della sera, la porta si aperse bruscamente e
+vedemmo apparire il generale Marck coperto di fango come chi arriva
+dopo una lunga corsa. Sire, diss’egli, voi vedete un uomo nella
+disperazione che vi annunzia una tale notizia, siamo battuti su tutti
+i punti, separati gli uni dagli altri, in piena ritirata, o piuttosto
+in fuga. La nostra unica speranza di salvezza per Vostra Maestà è che
+parta immediatamente per Napoli; — libero dalla cura che m’ispira il
+vostro prezioso capo, cercherò di radunare l’armata e di prendere una
+rivincita.
+
+— Miserabile orgoglioso, mormorò la regina.
+
+— Comprenderete facilmente, signora, continuò il duca, lo stupore del
+re ad una simile notizia, nel momento in cui si credeva vittorioso;
+stette guardando Mack senza rispondere e col viso alterato.
+
+Poi ad un tratto Sua Maestà si alzò, ed uscì dal palco.
+
+Per fortuna nessuno si era accorto e si credette che il re fosse andato
+nella camera vicina alla loggia. Non bisognava far vedere di fuggire, i
+giacobini romani che volevano vendicarsi delle esecuzioni comandate dal
+re lo tenevano di vista, e dicevano che se Mack fosse battuto avevano
+l’intenzione d’impossessarsi di lui: prima che si fossero accorti della
+sua assenza, e che la notizia si fosse sparsa, eravamo già al palazzo
+Farnese: colà il re montò a cavallo con una dozzina di uffiziali,
+ed alcuni dei suoi più fedeli servitori, fra i quali si è degnato di
+scegliere me; uscimmo dalla porta del Popolo, e girammo intorno alle
+mura fino alla porta S. Giovanni. Giunti colà il re prese il galoppo,
+con sette ad otto uomini di scorta e verso le undici di sera giungemmo
+ad Albano.
+
+Ad Albano il re s’informò dal mastro di posta se aveva una vettura.
+
+Non aveva che una carrozzella.
+
+Mentre attaccavano i cavalli, il re mi trasse in disparte, e pregò di
+mutare di abito con lui, cosa che eseguii al momento.
+
+— E perchè mutar di abito con lui? chiese la regina.
+
+— L’ignoro, signora, rispose il duca; ma siccome una preghiera di Sua
+Maestà è un ordine, obbedii.
+
+— Un ordine, un ordine, ripetè la regina; ma infine quest’ordine aveva
+uno scopo.
+
+Il duca fece un inchino senza rispondere.
+
+— Vorrei ben sapere, disse la regina, battendo con impazienza i piedi,
+che cosa sperava il re con questa mascherata.
+
+— Desiderate di sapere ciò che sperava io, disse il re entrando e
+gettandosi su di una poltrona, come se arrivasse dalla caccia; sperava,
+se fossimo stati presi dai giacobini, che avrebbero impiccato d’Ascoli
+invece di me.
+
+— Eh! fece la regina.
+
+— Ebbene, intanto che lo appiccavano io mi sarei salvato in qualche
+modo.
+
+La regina alzò le mani al cielo e poi le portò al suo viso.
+
+— Oh! oh! mormorava essa.
+
+— Ma, disse il re che non comprendeva niente affatto delle esclamazioni
+della regina, ma essi lo avrebbero fatto come lo hanno ben detto questi
+f... di p... di giacobini.
+
+— E voi avreste lasciato appiccare il vostro amico invece di voi!
+esclamò la regina.
+
+— Ma, lo credo bene, io, meglio due volte lui, che me.
+
+— E voi, duca, vi sareste lasciato appiccare invece del re! esclamò la
+regina, alzandosi ed andando incontro al duca.
+
+— Il dovere di un suddito non è di sacrificare la vita pel suo padrone?
+rispose semplicemente il duca.
+
+— Ah! signore, esclamò la regina volgendosi a suo marito; siete
+fortunato di avere un simile amico. Conservatevelo preziosamente; è
+probabile che se voi lo perdete, non ne troverete un altro.
+
+Poi volgendosi verso di me:
+
+— Del resto, disse, anch’io non ho di che lagnarmi, perchè sono sicura,
+Emma, che al bisogno faresti per me ciò che il duca era pronto a fare
+pel re.
+
+E mi gettò le braccia al collo.
+
+— Vieni, Emma, vieni, mi disse. Gli è bello d’avere un tal cortigiano;
+ma gli è triste di avere un tal re.
+
+
+
+
+XII.
+
+
+La regina entrò nei suoi appartamenti e ordinò di attaccare i cavalli
+alla carrozza.
+
+E siccome la guardava quasi per cercar di leggere nel suo pensiero:
+
+— Comprendi bene, mi disse, che non voglio lasciare a questo egoista,
+che lascerebbe appiccare il suo migliore amico, la cura di vegliare
+alla nostra sicurezza; egli sarebbe capace di fuggire in Sicilia col
+suo fucile da caccia e coi suoi cani, senza altrimenti occuparsi di
+noi.
+
+— Come! fuggire in Sicilia Vostra Maestà, senza che il re pensi a
+lasciar Napoli?
+
+— E che vuoi tu che faccia egli mai? Fra quindici giorni i Francesi
+saranno qui; non ci hanno detto che il direttore Barras aveva detto al
+generale Championnet nel mandarlo a Roma:
+
+— Generale, voi avete l’onore di detronizzare il primo re che sarà
+incorso nella collera della Repubblica?
+
+— Ora, grazie a Dio, noi abbiamo fatto la parte nostra per incorrere
+nella collera di questa rispettabile repubblica. Per fortuna ci rimane
+Nelson, — e in quali rapporti sei tu con lui? spero che non lo avrai
+messo alla disperazione.
+
+— Nelson farà tutto quello che vorremo, risposi sorridendo.
+
+— Bene. Sarà troppo tardi per fargli dire questa sera che venga a
+terra, ma dimani mattina noi dobbiamo conferire con lui.
+
+— Perchè troppo tardi questa sera? due parole scritte da me basteranno
+per farlo venire in qualunque siasi ora della notte. Sono le otto; alle
+nove e mezzo possiamo essere a Napoli; alle dieci potrà avere un mio
+viglietto; una mezz’ora dopo sarà a palazzo.
+
+— Bene, allora lo riceverai tu e gli dirai tutto; intanto io parlerò
+con Acton; comprendi bene, che bisogna ch’egli si dedichi a noi in
+corpo ed anima. Ci va nientemeno che della vita.
+
+— Oh, Maestà!
+
+— In tal modo i giacobini se la sono presa con mia sorella Maria
+Antonietta: credi forse che quei di Napoli se la prenderanno meno
+con noi? Poi tu comprendi bene che può benissimo venir un ordine da
+lord S. Vincent che lo allontani da noi. — Ebbene, bisogna che egli
+disobbedisca anche ad un ordine di Lord S. Vincent, anche ad un ordine
+dell’ammiragliato se gli venisse dato.
+
+— Venendo il caso, risposi, ridendo, alla regina, Vostra Maestà mi
+dirà cosa dovrò fare perchè egli disobbedisca; io lo farò, ed egli
+disobbedirà.
+
+Si venne ad annunziare che i cavalli erano pronti.
+
+— Vieni, disse la regina.
+
+— Vostra Maestà non previene il re?
+
+— Per che farne?
+
+— E se egli fa chiamare Sua Eccellenza il capitano generale?
+
+— Acton non verrà, se non dopo avermi veduta; scendiamo.
+
+Scendemmo lestamente senza prevenire alcuno. La regina si ravvolse
+nel suo sciallo di casimiro perchè pioveva a torrenti e faceva freddo;
+entrammo nella carrozza, chiudemmo la portiera sollevando il vetro, ed
+il cocchiere partì al galoppo.
+
+La Regina s’era adagiata tutta in pensieri sul fondo della carrozza; si
+avrebbe potuto credere che dormisse, se di tempo in tempo non l’avesse
+agitata qualche sussulto nervoso, e in queste convulsioni bisbigliava,
+o la parola di imbecille che si applicava a suo marito: poi di tempo in
+tempo esclamava: O Nelson, bravo Nelson, non vi ha speranza che in lui.
+
+Io le stringeva la mano dicendole:
+
+— State tranquilla, signora, vi rispondo di lui come di me.
+
+Un’ora e mezza dopo la nostra partenza da Caserta arrivammo al palazzo
+reale.
+
+Prima di scendere dalla carrozza, la regina chiese se il capitano
+generale Acton era a palazzo.
+
+Per fortuna vi era.
+
+— Ditegli che l’aspetto sul momento da me, disse la regina.
+
+E salimmo le scale.
+
+A tutti quelli che si presentarono per offrirle i loro servigi, tanto
+uomini che donne, la regina evitandoli rispondeva: grazie.
+
+Entrammo sole nel suo appartamento.
+
+L’usciere di servizio pose un candelabro su di un tavolo e chiese gli
+ordini della regina.
+
+— Non lasciate entrare che il signor Acton, milord Nelson e sir William
+Hamilton, rispose con quella nettezza d’accento e brevità di parole che
+indicavano in lei una forte emozione.
+
+Poi ella stessa pose su di una tavola delle penne, della carta ed un
+calamaio.
+
+— Scrivigli, mi disse.
+
+Presi la penna.
+
+ «Venite, gli scrissi; noi vi aspettiamo a palazzo, la regina ed io,
+ per affari d’importanza.»
+
+ «EMMA»
+
+— Cosa gli scrivi dunque? chiese la regina.
+
+— Gli scrivo di venire, ecco tutto.
+
+— Come, ecco tutto?
+
+— Non c’è bisogno di più.
+
+— Emma, Emma, disse la regina, tu lo lascerai sfuggire.
+
+— Non sono io il vostro piloto, sì o no?
+
+— Certamente... ma.
+
+— Allora non vi mischiate punto alla manovra, lasciate fare a me.
+
+— Fate pure.
+
+Ma nel dare il suo consenso la regina fece un movimento di spalle che
+indicava che al mio posto avrebbe agito assai diversamente di me.
+
+Non m’inquietai punto.
+
+— Ora, le dissi, da chi V. M. farà portare questa lettera?
+
+— Ciò riguarda Acton. Dal porto militare ci vorranno meno di 10 minuti
+per andare a bordo del _Vanguard_.
+
+In quel momento Acton entrò.
+
+— Quale sventura, non è vero, signora? diss’egli avanzandosi verso la
+regina con un viso che indicava la sua inquietudine.
+
+— Sì, disse la regina, è immensa; il generale Mack è stato battuto,
+il re è arrivato or son due ore a Caserta dopo aver fatto prodigi di
+valore.
+
+E diede in uno scoppio di risa stridente e nervoso che le era
+famigliare nei momenti di suprema irritazione.
+
+E poichè Acton la osservava con uno stupore sempre crescente:
+
+— Saprete tutto in un istante; ma prima di tutto, gli dissi, fate
+portare questo viglietto a Lord Nelson. È necessario che egli possa
+attraversare il porto militare senza ostacolo.
+
+— Scenderò io in darsena, rispose il generale, e spedirò io stesso la
+barca che lo anderà a cercare e darò le mie istruzioni all’uffiziale.
+
+E il generale s’allontanò.
+
+— Ha questo di buono almeno che è obbediente, disse la regina
+seguendolo cogli occhi.
+
+— Perchè non gli fate l’onore di chiamarlo affezionato, signora?
+
+— Perchè questa parola non esiste nel dizionario dei cortigiani.
+
+— Bene, ma il duca d’Ascoli?
+
+— Colui non è il cortigiano del re, è suo amico; quando il re è di buon
+umore, è d’Ascoli che gli dice le verità più dure; e non è come te,
+adulatrice, che non me ne dici mai.
+
+— È forse colpa mia se le più dure verità che si possono dire a V. M.
+sono delle lodi?
+
+La regina mi abbracciò, e cominciò a passeggiare in lungo ed in largo;
+si fermava di tempo in tempo innanzi al terrazzo, e gettava sguardi
+a traverso alle tenebre alla flotta inglese, di cui si riconosceva
+ciascun vascello dai suoi fanali di posizione e ad ogni volta
+esclamava:
+
+— O Nelson, la nostra sola speranza è in te.
+
+E poi ritornando verso di me:
+
+— Comprendi, mi disse, cinquanta due mila uomini, provveduti di tutto,
+ben nutriti, ben vestiti, ben pagati, e che si fanno battere da dieci o
+dodici mila Francesi, seminudi, senza soldo, senza pane, senza scarpe,
+senza munizioni; eccoli ora forniti di tutto fuorchè di scarpe, menochè
+i nostri soldati non si sieno levati le scarpe per fuggire più presto.
+Oh se fossi uomo mi sarei posta in mezzo a tutti questi vili, come
+avrei strappato le spalline a tutti questi uffiziali che son solamente
+buoni di fare scintillare alle parate i loro ricami di argento, ed
+a far sventolare al vento le loro piume di tutti i colori. Vi sono
+dei momenti, vedi, che, in parola d’onore, avrei volontà di montare
+a cavallo come mia madre Maria Teresa, e far vergogna a questo re fa
+niente, che non sa che andare a caccia, alla pesca, a far l’amore colle
+contadine. Sgraziatamente non ho a che fare cogli Ungheresi, ma con
+Napoletani.
+
+Intanto Acton entrò.
+
+— Eccomi, signora, disse; la lettera è spedita, e se lord Nelson mette
+a servire vostra Maestà la metà della premura che ci metterei io, in un
+quarto d’ora egli sarà qui. Intanto V. M. vorrà dirmi di che si tratta.
+
+La regina lo condusse nella camera vicina perchè voleva lasciarmi sola
+con Nelson; e poi forse aveva degli ordini, di quegli ordini segreti e
+terribili, che spesso io non conosceva se non quando erano eseguiti.
+
+Difatti seppi poi dopo che vi era stata questione fra la regina e il
+capitano generale, circa il corriere Ferrari, nelle cui mani si era
+sostituita la lettera redatta da sir William e dal generale Acton alla
+vera lettera scritta dall’Imperatore d’Austria; si temeva che Ferrari
+svelasse la frode, e che Ferdinando venisse in cognizione del vero,
+vale a dire, che invece di invitarlo a mettersi in campagna, suo nipote
+Francesco gli scriveva di non muoversi, non contando di dichiarare
+la guerra alla Francia, se non quando fossero arrivati i suoi alleati
+russi, vale a dire verso il mese di aprile e di maggio.
+
+Sarebbe stato adunque in questo istante, in cui restai sola ad
+aspettare Nelson, che sarebbe stata risolta la perdita di questo
+infelice.
+
+Racconterò a tempo e luogo la sua morte, e le circostanze terribili che
+l’accompagnarono.
+
+Era sola da un quarto d’ora, quando l’usciere entrò ed annunziò Sua
+grazia lord Nelson; immediatamente vidi sua signoria nel vano della
+porta.
+
+Era tutto ansante per la rapidità con cui aveva salito le scale, e la
+sua fisonomia alterata testimoniava la sua inquietudine.
+
+Prima che avesse aperto bocca gli aveva gettato le braccia al collo
+dicendogli:
+
+— Caro Nelson, la sola nostra speranza è riposta in voi.
+
+Mi strinse al suo cuore, di cui sentiva la palpitazione a traverso
+al suo uniforme, appoggiò le sue labbra convulse sui miei occhi,
+e come se avesse temuto di sorprendere una carezza, non già un
+sentimento d’amore; ma quell’emozione mi allontanò dolcemente da lui, e
+guardandomi con indefinibile espressione di passione, mi chiese:
+
+— Vediamo — che c’è, parlate ad un uomo, che darebbe la sua vita per la
+regina; ed esitò.... il suo onore per voi.
+
+— Oh, caro Nelson, esclamai, gli presi la mano e gliela volli baciare.
+
+Nel momento che fece per ritirarla, egli abbassò il capo, io rialzai il
+mio e le nostre labbra s’incontrarono.
+
+— Oh! esclamò Nelson alzandosi, e ritirandosi di qualche passo, voi mi
+rendete pazzo.
+
+Gli tesi la mano.
+
+— Che importa, gli dissi, se vi guarisco.
+
+Egli guardò intorno per vedere se fossimo soli.
+
+Compresi il suo sguardo e con un sorriso:
+
+— La regina e il capitano generale son là, gli dissi.
+
+E gl’indicai la camera vicina.
+
+Egli mandò un sospiro, si avvicinò, mi strinse la vita col suo unico
+braccio, e invitandomi a sedere vicino a lui:
+
+— Mi avete fatto chiamare per chiedermi un servizio, mi disse, sono
+un egoista, per non esser venuto prima; in che vi potrei essere utile?
+Riparerò la mia colpa, parleremo più tardi della mia pazzia.
+
+— Quando vorrete, gli dissi con uno sguardo pieno di promessa, e se voi
+tardate troppo, sono io che vi parlerò per la prima.
+
+— State in guardia, mi disse; voi siete Partenope ed io non sono Ulisse.
+
+Poi facendo uno sforzo su di sè stesso:
+
+— Vediamo, vediamo, disse — Mack è battuto, non è vero? L’armata è in
+sfacelo; avete ricevuto un corriere del re?
+
+— Meglio ancora: il re è arrivato saranno tre ore a Caserta; tutto è
+perduto, in quindici giorni i Francesi saranno qui; la regina pensa a
+fuggire in Sicilia, e conto su di voi per condurla.
+
+— Vi andate voi? chiese Nelson.
+
+— Io non lascio la regina.
+
+— Ed io non vi lascio.
+
+— Qualunque ordine vi arrivi?
+
+— Dovessi stracciar le lettere senza aprirle.
+
+— Nelson! esclamai.
+
+E gli stesi le braccia.
+
+Egli si gettò sul mio cuore.
+
+— Ancora, mi disse egli, ancora, abbiate dunque pietà di me.
+
+— Nelson, non è per compassione che vi dico che io vi amo, è per
+riconoscenza... è.... per amore.
+
+Mise un grido, si lasciò sdrucciolare alle mie ginocchia, e baciandomi
+le mani, con deboli gridi che sembravano quasi gridi di dolore più che
+gridi di gioja.
+
+In questo momento la regina aperse un poco la porta e vedendo Nelson ai
+miei ginocchi, fece un movimento per ritirarsi.
+
+— Oh! entrate, entrate, signora, ho nulla da nascondere nè a voi nè al
+mondo. Nelson viene a dirmi che è per noi, ed io gli dico che io era
+per lui. Vostra Maestà sia abbastanza buona per dare la sua mano da
+baciare al nostro salvatore.
+
+
+
+
+XIII.
+
+
+Il giorno seguente si tenne consiglio di Stato. Il re espose la
+situazione, non tacque nulla del disastro. L’avrebbe reso anche più
+grande se fosse stato possibile.
+
+L’ammiraglio Caracciolo, come comandante le forze di mare, fu chiamato
+al consiglio. Siccome non aveva nulla a temere dalla parte di mare,
+poichè gl’Inglesi sorvegliavano il porto, propose di riunire i soldati
+di marina in un corpo di mille a mille e ducento uomini, di mettersi
+alla loro testa, e di muovere incontro ai Francesi. Impossessandosi
+delle strette degli Abruzzi prima che vi fosse giunto il grosso
+dell’armata napoletana, poteva mettere un ostacolo alla disfatta, e
+radunare colla forza i fuggitivi. Qualunque fosse il numero dei soldati
+perduti nei varii combattimenti contro i francesi, l’armata napoletana
+doveva essere ancor più forte almeno di quattro volte di quella da cui
+fuggiva.
+
+Il re respinse quest’offerta. Egli dubitava della devozione di
+Caracciolo, e lo supponeva di voler organizzare quella truppa per
+riunirsi con essa ai patriotti.
+
+Caracciolo offeso da quel sospetto, che non meritava, ritirandosi prima
+della fine del consiglio, dichiarò che si recava sul suo bastimento,
+ove aspettava gli ordini del re.
+
+Ma prima di andarvi si fece annunziare dalla regina.
+
+Anche dalla regina si teneva consiglio, ma questo consiglio si
+componeva soltanto della regina, di Nelson, di sir William e di me.
+
+Fin dal giorno antecedente la regina aveva stabilito col capitano
+generale la sua fuga e quella della sua famiglia.
+
+Essa esitava di ricevere l’ammiraglio Caracciolo, ma sir William
+Hamilton la decise a riceverlo.
+
+La regina allora mi prese pel braccio, esigendo la mia presenza al
+suo colloquio coll’ammiraglio, senza dubbio per fargli comprendere
+la persistenza di un’amicizia che invece di diminuire si aumentava,
+per avere degli avvisi diretti od indiretti che gli si potessero dare
+contro quest’amicizia.
+
+La pregai inutilmente di non espormi a qualche nuovo insulto da parte
+del principe napolitano; ma la regina mi dichiarò che così voleva,
+e che alla minima parola equivoca che sarebbe uscita dalla bocca
+dell’ammiraglio, egli sarebbe stato arrestato.
+
+Ma fin dal primo momento era facile di scorgere che non vi era nulla di
+simile da temere da parte dell’ammiraglio; mai espressione più profonda
+di rispetto non fu impressa sopra nobile viso, quanto quella che
+potemmo leggere su quello di Caracciolo.
+
+— Signora, disse facendo un inchino, il re ci ha ora dato contezza
+dei disastri dell’armata; ma fortunatamente la vostra fedele marina è
+intatta. Io non sono chiamato a dar suggerimento a V. M., ma se Vostra
+Maestà mi facesse l’onore di consultarmi, le darei quello, dopo aver,
+ben inteso, tenuto fermo fino all’ultimo momento e di aver fatto tutto
+per riprendere la nostra rivincita. Le darei, dico, il consiglio di
+abbandonare i suoi stati di terra ferma e di rifugiarsi in Sicilia.
+
+— Tale è la nostra intenzione, signore, disse la regina.
+
+— Allora, riprese Caracciolo, facendo un altro inchino, allora
+supplicherei V. M. di voler onorare la _Minerva_, e di sceglierla per
+suo bastimento di trasporto. La _Minerva_ è la miglior veliera di tutta
+la squadra napolitana, e nello stato in cui la battaglia d’Aboukir ha
+messo la flotta inglese, potrebbe gareggiare per velocità e sicurezza
+colle navi dello stesso lord Nelson; noi siamo in giorni di cattiva
+navigazione, conosco i nostri mari e direi quasi le nostre burrasche;
+nessuno dunque meglio di me potrebbe rispondere della sicurezza di V.
+M. e della sua augusta famiglia, ed io ne risponderò. In pochi giorni
+la fregata potrà essere accomodata in modo che V. M. vi possa trovarsi
+degnamente.
+
+La regina salutò in segno di riconoscenza.
+
+— È inutile di dire, continuò Caracciolo, che se lady Hamilton e sir
+William credono, come è probabile, opportuno di seguire V. M., sarà
+un grande onore per me di riceverli a bordo; il più grande che potei
+ottenere, se non avessi avuto nello stesso tempo quello di ricevere V.
+M.
+
+Tutto ciò era stato detto in una maniera tanto nobile e rispettosa, che
+la regina non vi potè resistere e stese la mano all’ammiraglio.
+
+— Signore, gli disse, nel giorno del bisogno non dimenticherò la vostra
+offerta, intanto vi ringrazio in mio nome e in quello di lady Hamilton
+di avermela fatta; avete altra cosa da dirmi, o desiderate qualche
+cosa?
+
+— Ho a dire a V. M. che la supplico di credermi il suo più fedele
+servitore, e desidero di mettere ai suoi piedi i miei rispettosi
+omaggi.
+
+E salutando di nuovo la regina e me, l’ammiraglio s’avvicinava alla
+porta, unendo con un tatto squisito la dignità della sua persona alla
+venerazione dovuta alla maestà della regina.
+
+La regina lo seguì cogli occhi.
+
+— Questa prova di fedeltà e di rispetto mi commove ancora più per te
+che per me, disse la regina; ma avrei però voluto che l’ammiraglio non
+me la avesse data questa prova.
+
+Entrammo nella camera, ove avevamo lasciato sir William e lord Nelson.
+
+Nelson sembrava visibilmente contrariato, e siccome la regina non fece
+parola del suo colloquio con Caracciolo, egli non osava interrogarla.
+
+— Signora, disse, spero che V. M. non dimenticherà che Ella si è
+rivolta a me pel primo e che pel primo mi son posto a sua disposizione:
+
+— State pur tranquillo, mio caro ammiraglio, rispose la regina.
+
+— Dunque, disse Nelson, ho la parola di V. M. che nessun bastimento,
+eccettuato quello che io comando, avrà l’onore di trasportare V. M. in
+Sicilia.
+
+— Voi l’avete, disse la regina; ma questa parola non impegna che me,
+sir William e Lady Hamilton, io non so quali sieno le intenzioni del
+re, su di cui non posso portare influenza.
+
+— Vostra Maestà mi permetterà dunque che agisca di conseguenza.
+
+— Fate pure, e siamo sicure che tutto ciò che farete, sarà per nostro
+bene.
+
+— Dimanderò alla regina il permesso di scrivere una lettera, di cui
+avrà la bontà di prendere cognizione.
+
+Preparai sopra una tavola, a parte, delle penne, dell’inchiostro e
+della carta, e feci segno a Nelson che tutto era pronto.
+
+Lord Nelson si sedette innanzi alla tavola, facendomi segno che potevo
+leggere, intanto che le parole uscivano dalla sua penna.
+
+ «Napoli, dicembre 1798
+
+ «Mio caro Troubridge,
+
+ «Le cose sono qui in uno stato così critico, che desidero che voi
+ mi raggiungiate senza alcun ritardo, lasciando la _Tersicore_ a
+ Livorno per ricondurre il Granduca: questa misura è indispensabile,
+ e probabilmente vi manderò subito il comandante Campbell per fare
+ questo servigio.
+
+ «Il re è ritornato, e le cose vanno alla peggio: per l’amor di Dio
+ sbrigatevi, avvicinatevi a Napoli colla più grande prudenza. Io
+ sarò probabilmente a Messina; ma in ogni caso informatevene quando
+ passerete per le isole Lipari, onde sapere se siamo a Palermo.
+
+ «Avvertirete Gage di operare colla maggior secretezza, che scriva
+ a Windsham, dandogli le istruzioni necessarie sulla situazione in
+ cui ci troviamo, perchè anch’egli agisca colla maggior secretezza
+ possibile.
+
+ «Tutti uniscono il loro affetto ed il loro rispetto a quello del
+ vostro fedele amico
+
+ «O. NELSON.»
+
+La seconda lettera era diretta al capitano Ball colla stessa
+raccomandazione.
+
+ «Molto segreta
+
+ «Napoli, dicembre 1798
+
+ «Mio caro Ball,
+
+ «Desidero che m’inviate direttamente il Golia, e che diate ordine a
+ Foley d’incrociare fuori del faro di Messina, fino a nuovo avviso.
+ È possibilissimo che mi vedrà _con altri_; la situazione di questo
+ paese è tristissima, quasi tutti sono traditori o vili.
+
+ «Che Dio vi benedica; tenete segreto tutto ciò, dite solamente a
+ Foley di non avvicinarsi a Napoli senza grande precauzione.
+
+ «Non ho ricevuto nulla dall’Inghilterra; io sono qui coll’_Alcmena_
+ e coi Portoghesi. Tutta la casa si unisce al vostro fedele amico
+ per dirvi mille cose gentili.
+
+ «O. NELSON.»
+
+ «Il cutter la _Flora_ si è perduto, e non ho nulla da mandarvi; se
+ poteste spedirmi l’incendiario, ma sopra tutto nessun bastimento
+ napolitano. _Quelli della marina sono tutti traditori_; insomma
+ tutto è corruzione.»
+
+Si vede dalla linea, o piuttosto nelle linee che sottosegnamo, nascere
+quell’odio della marina inglese contro la marina napoletana e apparire
+i primi lampi di gelosia di Nelson contro Caracciolo, gelosia che fu
+tanto fatale a quest’ultimo.
+
+È inutile di dire che queste lettere sono copiate agli autografi di
+Nelson. Nelson mi diè queste due lettere che rimisi a sir William
+perchè ne spiegasse alla regina i passi che potessero parerle oscuri:
+Nelson scriveva con un laconismo, che nella sua propria lingua facevalo
+talvolta incomprensibile ai compatriotti, a più forte ragione agli
+stranieri.
+
+Mentre la regina, aiutata da sir William, leggeva le due lettere su
+riferite, Nelson era rimasto pensoso, agitando la penna fra le dita, e
+pareva esitar a scriverne una terza.
+
+Finalmente si decise.
+
+ «_A lord Spencer_
+
+ «Napoli, 10 dicembre 1798
+
+ «Caro Lord
+
+ «Permettete che in due parole v’informi di quanto è accaduto.
+
+ «L’esercito napoletano è stato pienamente disfatto da’ Francesi,
+ ed i fuggiaschi non tarderanno ad arrivar in Napoli, inseguiti dai
+ vincitori. In questa crudele congiuntura, la regina m’ha fatto
+ promettere di non abbandonarla prima che non tornino giorni più
+ lieti. Il re è giunto la scorsa notte, messaggiero della propria
+ sciagura. Pare sia stato incalzato tanto da vicino che egli fu
+ obbligato a scambiar i suoi abiti con un suo ciambellano. Lo
+ vedete, per ricorrer ad un partito tanto estremo, bisogna che il
+ pericolo sia stato reale.
+
+ «Spero dunque che l’Ammiragliato non farà difficoltà perchè io
+ resti presso la regina, alla quale, d’altronde, ho impegnato la
+ mia parola. Aiutatemi con l’alta vostra influenza a mantenerla,
+ ancorchè io sia stato imprudente. Appena ci verranno notizie più
+ complete, ve le farò tenere.
+
+ «Con tutti i sentimenti d’un profondo rispetto, mi dico.
+
+ «Vostro fedele servitore
+
+ «O. NELSON.»
+
+Queste tre lettere provvedevano a tutti gli avvenimenti. La regina
+ne ringraziò Nelson, e presa questa prima disposizione, si attese con
+maggior tranquillità.
+
+Il consiglio del re non aveva preso alcuna determinazione, ciò gli
+sarebbe riuscito difficile, perchè non si sapeva in fine dei conti,
+ciò che il re stesso sapeva; ciòè che l’armata era stata battuta e
+scompigliata. Si compilò pertanto un manifesto così bizzarro, che io mi
+dimando ancora a me stessa a quale scopo sia stato fatto.
+
+Eccolo.
+
+Era anche datato da quattro giorni, e doveasi ritenere come se fosse
+scritto e pubblicato a Roma.
+
+«Mentre era nella capitale del mondo cristiano occupato a proteggere
+la Santa Chiesa, i Francesi, coi quali ho fatto tutto per vivere in
+pace, hanno minacciato di penetrare negli Abruzzi; io moverò incontro
+ad essi con una armata numerosa per sterminarli; ma attendendo che i
+miei popoli corrano alle armi, e che volando in aiuto della religione
+difendano il re, il loro padre, che è pronto a sagrificare la vita per
+conservare ai loro sudditi i loro altari, i loro beni, la loro libertà,
+l’onore delle loro donne, chiunque abbandonerà le sue bandiere sarà
+punito come ribelle e nemico della Chiesa e dello Stato.»
+
+Questo manifesto fu affisso sopra tutti i muri, nel momento in cui
+soltanto alcuni sordi rumori sull’avvenimento erano giunti a Napoli.
+
+La notizia del disastro scoppiò poi come una bomba.
+
+Ciò che aveva detto il generale Mack era vero.
+
+L’armata napolitana non vi era più; non già che fossero state grandi le
+perdite che avea fatte sul campo di battaglia; aveva perduto soltanto
+mille uomini; ma composta di elementi completamente eterogenei, si era
+rotta al primo colpo, e disciolta come un fumo: nulla impediva adunque
+ad un nemico che si diceva empio, crudele, profanatore della religione,
+persecutore dei suoi ministri, d’invadere il regno e di penetrare fino
+a Napoli.
+
+Il re lo sapeva tanto bene che, rinunziando di difendersi colle armi
+terrestri, rimise la sua causa nelle mani di Dio, ordinò preghiere
+per le chiese, onde calmare la collera celeste, ed invitò i preti
+ed i frati più noti per la loro eloquenza, di salire sul pergamo, e
+di predicare nelle chiese e per istrada, eccitando con tutti i mezzi
+possibili il popolo a difendere la capitale.
+
+
+
+
+XIV.
+
+
+Si comprende l’effetto che fece sulla popolazione di campagna e della
+città la pubblicazione del manifesto reale e la predica dei preti e dei
+frati nelle chiese e per le piazze.
+
+Si è veduto qual fosse lo spirito del ceto medio e illuminato di
+Napoli, da ciò che abbiamo raccontato in proposito dell’arresto dei
+giacobini e delle esecuzioni di Emmanuele de Deo, di Gagliani e di
+Vitagliano; ma tutta la classe del lazzaroni, vale a dire la più
+numerosa, centomil’anime all’incirca, erano per il re, e consideravano
+i francesi come empii, eretici e scomunicati.
+
+Il manifesto del re non era che un appello al brigantaggio; ora il
+brigantaggio è cosa nazionale negli Abruzzi, nel Masico e nella Terra
+di Lavoro. Ognuno prese il fucile, la scure ed il coltello e si mise in
+campagna, senza altro scopo che la distruzione, senz’altro eccitamento
+che il saccheggio, secondando il suo capo senza obbedirgli, seguendo il
+suo esempio e non i suoi ordini. Masse di soldati erano fuggiti innanzi
+ai francesi; ed ora uomini isolati movevano contro di loro; una armata
+si era dispersa, un popolo usciva dalla terra.
+
+Quanto avveniva poi in città; era una confusione spaventevole quella
+di vedere tutta una classe intiera della società, il mezzo ceto,
+circa un terzo di Napoli, quelli che si dicevano patriotti e gli
+altri chiamavano giacobini, stavano rinchiusi temendo di esporsi,
+mostrandosi, al furor del popolo, che la sola vista di un pantalone o
+di una testa acconciata alla Tito bastava ad aizzarlo al suo più alto
+grado.
+
+Si formarono degli assembramenti su tutte le piazze al largo Castello,
+al largo della Trinità, al largo delle Pigne, al mercatello, al vecchio
+mercato, a largo di Palazzo; infine dovunque vi era spazio eravi un
+palco, e su di esso predicava un frate col crocifisso in mano.
+
+Gli assembramenti ingrossavano enormemente; un lazzarone s’improvvisava
+capo, si metteva alla loro testa, e percorreva le vie di Toledo, di
+Chiaia, di S. Lucia, gridando: Viva il re! morte ai giacobini! morte
+ai francesi! Innanzi a questi attruppamenti, tutte le botteghe, tutte
+le finestre si chiudevano; e giunta la sera, si era in dicembre con un
+tempo piovoso e freddo, si accesero grandi fuochi, e intorno ad essi si
+passava la notte, bevendo, cantando ed urlando.
+
+La regina, guardando spesso dalle finestre, si spaventava anch’essa di
+questa tempesta, che contribuiva a sollevare, senza sapere, se sotto
+quegli impeti burrascosi non si sarebbe rovesciato anche il trono.
+
+Però alla vista di quella sollevazione generale, alle notizie che
+arrivavano dalle provincie, il re riprendeva un po’ di coraggio.
+Lasciava intravedere la possibilità di organizzare tutti i mezzi di
+resistenza che il fanatismo metteva a sua disposizione, e di aspettare
+i francesi.
+
+I contadini continuavano a far miracoli di fanatismo, e gli ufficiali
+dei prodigi di viltà.
+
+Tschudy, vecchio colonnello svizzero che comandava a Gaeta, ne aveva
+aperte le porte, malgrado la sua riputazione di imprendibile.
+
+Civitella del Tronto, fortezza situata in cima ad un monte
+inaccessibile, era difesa da uno spagnuolo, di cui non mi ricordo più
+il nome: dopo dieci ore di assedio, si arrese prigioniero di guerra con
+tutta la guarnigione.
+
+Il comandante Pricard, governatore del forte di Pescara, non aspettò
+nemmeno che l’assedio fosse incominciato: si arrese alle prime
+dimostrazioni ostili.
+
+Ma in cambio, i contadini abbruciavano, scannavano, massacravano tutto
+quanto cadeva loro nelle mani; si erano impadroniti della città di
+Teramo, che avevano ripreso ai francesi; il ponte fortificato di Teramo
+era caduto nelle loro mani; avevano spezzato la catena dei battelli che
+lo componevano, ed i battelli dispersi erano andati per la corrente.
+Una massa di volontari era uscita da Terra di Lavoro; percorreva la
+linea del Garigliano abbrucciando i ponti, imboscandosi intorno alle
+strade, assassinando i messaggieri, gli uomini isolati, e fin anche
+piccoli distaccamenti di soldati.
+
+D’altra parte; se Gaeta, Civitella del Tronto e Pescara si erano rese,
+Capua teneva fermo, e Macdonald aveva sofferto un rovescio sotto le
+sue mura; Duhesme era giunto innanzi a Capua con due ferite ancor
+sanguinose, il generale Maurizio Mathieu ebbe spezzato il braccio da un
+colpo di fuoco; il colonnello d’Arnaud era stato fatto prigioniero, il
+generale Boisregard era stato ucciso e Championnet usciva tutto ansante
+dalla Terra di Lavoro, pronunziando i nomi ancora ignoti di fra Diavolo
+e di Mammone, che più tardi dovevano diventar tanto celebri.
+
+Il prestigio si dileguava. Se i francesi erano sempre invincibili, per
+lo meno, non erano invulnerabili.
+
+Dicevasi, che l’armata francese raccoglievasi intorno a Capua, non già
+coll’intenzione di prenderla; ma per prepararsi una ritirata onorevole
+in mezzo a popolazioni sollevate.
+
+Tutte queste notizie davano coraggio a Napoli, il re era talmente
+amato, che non soltanto compensava l’impopolarità di Acton e della
+regina, ma la faceva anche dimenticare. Quella fuga del re che gli
+aveva fatto un torto immenso presso tutte le persone intelligenti, lo
+aveva reso ancor più caro a’ lazzaroni, i quali andavano ripetendosi
+a vicenda che il re, tradito dalla sua armata, era venuto a rifugiarsi
+in mezzo ai suoi cari lazzaroni. D’altra parte le persone intelligenti
+del partito del re, ve ne era ancora un certo numero a Napoli, dicevano
+che vi erano ancora quarantamila uomini almeno nelle mani di Mack e di
+Damas, che Naselli poteva ricondurne otto o dieci mila dalla Toscana,
+che le bande armate si erano sollevate all’appello del re, e correvano
+la campagna, e poteva ammontare a quindici mila uomini almeno. Tutta
+questa forza riunita a sessantacinque mila uomini almeno, appoggiata
+ad una città di cinquecento mila abitanti, ed alla triplice flotta
+inglese, portoghese e napolitana.
+
+Era evidente che in questo oceano di uomini, dieci o dodici mila
+francesi sarebbero tosto dispersi ed inghiottiti.
+
+Ma ciò non rassicurava ancora la regina, sentiva che oltre all’odio che
+aveva per i napolitani, i napolitani anch’essi l’odiavano, Acton aveva
+con essa il sentimento di quest’odio, inoltre fin dai primi momenti
+la paura si era impossessata degl’inquisitori di Stato, Castelcicala,
+Vanni, Guidobaldi, si sentivano circondati da vendette segrete, ognuno
+tremava per l’avvenire e creava un progetto di fuga.
+
+Nelson che rispondeva di tutto in Sicilia, non rispondeva di nulla a
+Napoli.
+
+Ma se il re fosse rimasto a Napoli nessuno avrebbe osato di lasciarlo.
+
+Bisognava dunque decidere il re con qualche spettacolo terribile che lo
+spaventasse, e lo cacciasse per così dire da Napoli.
+
+Non posso affermar nulla di quanto sono per raccontare, se vi fu
+delitto, fu deliberato ed eseguito fra la regina ed Acton; io non ne so
+nulla, e quasi direi che non ci credo nemmeno.
+
+Ho già detto una parola dell’imbarazzo che cagionava Ferrari per aver
+consegnato al re un dispaccio falso.
+
+Se in simili circostanze il re venisse a sapere che in un modo o
+nell’altro era stato ingannato, la sua collera poteva diventare
+terribile.
+
+Ho già raccontato che alla sera del 19 era giunto un dispaccio da
+Vienna. La regina che stava in guardia su tutto ciò che veniva da
+quella parte, lo sorprese.
+
+Se questo dispaccio fosse giunto nelle mani del re, gli avrebbe
+rivelato tutto. L’imperatore scrivevagli che agendo prematuramente
+aveva tradito la causa dell’Europa, e meritava di essere abbandonato al
+suo destino.
+
+Da quel momento Ferrari, che non era che giudicato, fu condannato, e la
+sua morte fu destinata a spaventare il re.
+
+Lo ripeto, in tutto questo affare, non parlo che per quanto ho udito
+a dire. Io pensava in silenzio su questo fatto, non potendo dire con
+certezza la verità, come in altre cose in cui presi parte.
+
+Credo di aver parlato di un certo Pasquale De Simone, che la regina
+teneva al suo servizio, e per questa ragione era chiamato lo sbirro
+della regina.
+
+Egli ricevette, si dice, cinque mila ducati, con ordine di spargerne
+una parte fra il popolo, e particolarmente fra gli uomini del porto ed
+i marinai.
+
+Si trattava di disfarsi d’un uomo che Pasquale de Simone indicava alla
+collera del popolo, trattandolo da giacobino.
+
+Al venti, verso le dieci di mattino, Ferrari usciva di palazzo, latore
+di un viglietto del capitano generale per lord Nelson.
+
+Pasquale de Simone lo aspettava alla via del Piliero, vale a dire
+sull’angolo della banchina in faccia al molo.
+
+Con un segno, fece conoscere ai marinai, indicando Ferrari, che era
+l’uomo in questione.
+
+I marinai risposero con un altro segno che avevano compreso.
+
+Ferrari senza alcun sospetto, saltò dalla banchina in una barca, ordinò
+ai due marinai di condurlo a bordo del bastimento di Nelson.
+
+Costoro vollero essere pagati anticipatamente.
+
+Ferrari diede loro quattro carlini: era pagarli ad esuberanza.
+
+I marinai pretendevano una piastra.
+
+— Badate a quel che fate, disse Ferrari, io sono corriere di S. M.
+
+— Tu? rispose un marinaio incoraggiato da un segno di Pasquale De
+Simone: ti conosciamo, sei un giacobino.
+
+Appena fu pronunziata questa parola, che era il segnale
+dell’assassinio, che venti coltelli brillarono, e l’infelice Ferrari
+cadde tutto crivellato dai colpi.
+
+Il giorno prima vi era stata una grande dimostrazione, che aveva poco
+confermato il re nella sua risoluzione di rimanere a Napoli.
+
+Una folla immensa di popolo si era riunita sulla piazza del palazzo
+gridando, Viva il re! morte ai giacobini! chiedendone i nomi per
+massacrarli dal primo fino all’ultimo, facendo comprendere che una
+volta sterminati i nemici interni, era facile distruggere i nemici
+esterni.
+
+A queste grida furiose di amore e di odio mandate dalla moltitudine,
+il re si era mostrato al balcone ringraziando il popolo col gesto e
+colla voce ed aveva mandato il Principe Pignatelli in mezzo a quella
+moltitudine colla missione di parlare ai suoi capi, e dir loro che
+la partenza del re, di cui si era parlato prematuramente era lungi
+dall’essere una cosa decisa, e che secondo ogni probabilità, se il re
+era sicuro di essere sostenuto dal popolo, egli resterebbe.
+
+E il popolo aveva gridato:
+
+— Per Dio e pel re siamo pronti a farci ammazzare dal primo all’ultimo!
+
+Questa dimostrazione aveva molto spaventato la regina e tutto il
+partito della fuga.
+
+Il giorno dopo, alla stessa ora, il re intese questo stesso sordo
+rumore, accompagnato da quegli urli e clamori, in cui dà la moltitudine
+di ogni paese e particolarmente quella di Napoli. Egli credette ad una
+dimostrazione inoffensiva, ed almeno offensiva soltanto in parole, e si
+pose come di solito al balcone.
+
+La folla veniva questa volta dalla parte del teatro S. Carlo, e
+trascinava qualche cosa di informe che il re cercava invano di
+distinguere.
+
+Si udivano queste grida:
+
+— Il giacobino! a morte il giacobino!
+
+Il re cominciò a comprendere che questo oggetto informe, seminudo e
+insanguinato, trascinato nel fango, poteva essere un uomo.
+
+Ma il corpo di quest’uomo, se in fatti era un corpo, non poteva essere
+che quello di un nemico. E il re Ferdinando era un poco dell’avviso del
+re Carlo IX, che diceva visitando il cadavere dell’ammiraglio: — «Il
+cadavere di un nemico non puzza mai.»
+
+Accolse dunque la folla col suo sorriso abituale ma per rispondere
+convenientemente a questo sorriso, la folla solleva il cadavere
+in piedi: il re dopo un momento di esitazione riconobbe Ferrari, e
+mandò un grido lasciandosi cadere, colle mani sugli occhi, su di un
+seggiolone.
+
+La regina aspettava questo momento, entrò, prese il re per un braccio,
+e lo condusse quasi a forza alla finestra.
+
+— Vedete, gli disse, si comincia dai nostri servitori, e si finirà con
+noi; ecco la sorte che è serbata a voi, a me e ai nostri figli.
+
+— Date gli ordini, e partiamo, gridò Ferdinando chiudendo la finestra e
+rifugiandosi nel suo appartamento.
+
+La partita era guadagnata.
+
+
+ FINE DEL SESTO VOLUME.
+
+
+
+
+NOTE:
+
+
+[1] Posti fuor dalla legge.
+
+[2] Non si deve dimenticare che è la moglie dell’ambasciatore
+d’Inghilterra che parla, l’amica frenetica della regina Carolina.
+
+[3] Giuseppe Buonaparte abitava nel Palazzo Corsini.
+
+[4] I love you. — Vi amo.
+
+[5] Il principe Leopoldo.
+
+
+
+
+
+Nota del Trascrittore
+
+Ortografia e punteggiatura originali sono state mantenute, correggendo
+senza annotazione minimi errori tipografici.
+
+
+
+*** END OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK 76094 ***
diff --git a/76094-h/76094-h.htm b/76094-h/76094-h.htm
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+ <title>Memorie di Emma Lyonna, vol. VI | Project Gutenberg</title>
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+<div class="booktitle">
+<h1>
+MEMORIE DI EMMA LYONNA
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+</h1>
+</div>
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+<hr class="silver">
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+<span class="small">MEMORIE</span><br>
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+EMMA LYONNA
+</p>
+
+<p class="pad2 small">
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+</p>
+
+<p class="pad1 x-large">
+ALESSANDRO DUMAS
+</p>
+
+<p class="pad2 small">
+UNICA EDIZIONE AUTORIZZATA IN ITALIA.
+</p>
+
+<p class="pad1">
+Vol. VI.
+</p>
+
+<p class="pad4">
+<span class="large">MILANO</span><br>
+G. DAELLI e C. EDITORI<br>
+<span class="small">MDCCCLXIV.</span>
+</p>
+</div>
+
+<div class="verso">
+<hr class="mid">
+<p>
+Proprietà letteraria — G. DAELLI e C. Editori.
+</p>
+
+<p>
+STEREOTIPIA G. DASSI E C.
+</p>
+
+<p>
+TIP. GUGLIELMINI.
+</p>
+<hr class="mid">
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_1">[1]</span>
+</p>
+
+<p class="title">
+MEMORIE<br>
+DI<br>
+EMMA LYONNA
+</p>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<p><span class="pagenum" id="Page_3">[3]</span></p>
+
+<h2>I.</h2>
+</div>
+
+<p>
+Sventuratamente gli avvenimenti politici esterni
+resero ben presto a quell’anima energica, che non
+poteva rimanere senza passioni, e che era divorata
+dal bisogno di amare o di odiare, quella specie di
+rabbia calmata, per un istante, dai dolori privati.
+</p>
+
+<p>
+La caduta e la morte di Robespierre, che aveva
+preso una parte così attiva alle esecuzioni di Luigi
+XVI e della regina Maria Antonietta, era stata
+per Maria Carolina un momentaneo sollievo alla
+doppia ferita che quella duplice morte aveva fatto
+sul suo cuore. Ma questa morte era stata come un
+segnale di aumento d’energia per l’esercito repubblicano.
+Le mie note portano ancor oggi la data
+delle vittorie del generali francesi, secondochè le
+<span class="pagenum" id="Page_4">[4]</span>
+notizie di queste vittorie ci pervenivano e ci colpivano
+di stupore, perchè, circondata com’era da nemici,
+consideravamo la Francia come conquistata.
+</p>
+
+<p>
+Gli Austriaci che erano penetrati nell’interno della
+Francia si lasciarono riprendere, il 16 agosto. Questnoy
+dal generale Scherer, il 27, Valenciennes dal
+generale Pichegru, al 30 Condé era rientrato in potere
+delle armi francesi e Landau era stato ripreso
+fin dal 30 aprile, cosicchè di quattro piazze forti
+conquistate dalle armi dell’imperatore, non ne rimaneva
+più una.
+</p>
+
+<p>
+In Ispagna le cose non andavano meglio. Fontarabia
+e S. Sebastiano erano in potere del generale
+Moncey, ed il forte di Bellegarde fu ripreso dal generale
+Dugommier.
+</p>
+
+<p>
+Il generale Jourdan, che comandava l’armata di
+Sambre et Meuse, faceva da parte sua de’ progressi,
+che ci davano grandi inquietudini; occupava Aquisgrana,
+al 2 ottobre aveva guadagnato la battaglia
+Aldenhoven, al 3 aveva preso Juliers, poi Audernach,
+Coblenza, Mastrick, Colonia, mentre Pichegru
+prendeva Nimega, occupava Amsterdam, da
+cui era fuggito lo Stadolder, e con una carica di
+usseri francesi s’impadroniva della flotta olandese
+presa fra i ghiacci del Texel.
+</p>
+
+<p>
+Infine un trattato di pace era intervenuto il 9 febbraio
+1793 fra la Francia e la Toscana, ed aveva introdotto
+la repubblica francese nel sistema politico
+europeo.
+</p>
+
+<p>
+La regina si fece fare dal generale Acton un quadro
+delle forze militari della Francia al principio
+del 1795, e ne risultò da questo specchietto che al 1
+marzo aveva otto eserciti: quello del Nord comandato
+<span class="pagenum" id="Page_5">[5]</span>
+da Moreau; quello di Sambre e Mause comandato
+da Jourban; quello del Reno e Mosella comandato
+dal generale Pichegru; quello delle Alpi e dell’Italia
+comandato dal generale Kellermann; quello
+dei Pirenei orientali da Scherer; quello dei Pirenei
+occidentali comandato da Moncey; quello delle coste
+occidentali comandato da Casselaux, quello delle
+coste di Brest e Cherbourg comandato da Hoche.
+</p>
+
+<p>
+Quest’aspetto formidabile di forze produsse un
+effetto ancora più grande sulla corte di Spagna che
+su quella di Napoli, poichè il re Carlo IV, fratello
+del re Ferdinando, si decise a trattare colla Francia,
+e la pace fu segnata a Baste il 22 luglio 1795.
+</p>
+
+<p>
+Sir William, prevenuto già anticipatamente da
+un mese dalla regina intorno a questa defezione del
+re suo cognato, fu in grado di prevenirne il suo
+governo, il quale potè prendere allora delle misure
+ostili in previsione di quella futura ostilità.
+</p>
+
+<p>
+Ad un tratto la notizia della giornata del 13 Vendemmiaio, — adotto
+questa denominazione repubblicana
+perchè la storia l’ha registrata sotto questo
+nome, — giunse anch’essa fino a Napoli portandovi
+per la seconda volta il nome di Bonaparte.
+</p>
+
+<p>
+Nel breve tempo che corse fra il 19 dicembre 1794
+ed il 4 novembre 1795, il capo battaglione era diventato
+generale.
+</p>
+
+<p>
+Bonaparte salvò la Convenzione, fulminando le
+sezioni sui gradini della chiesa di S. Rocco.
+</p>
+
+<p>
+Questa vittoria sulla guerra civile e la protezione
+del generale Barras lo condussero in pochi mesi al
+comando dell’armata d’Italia.
+</p>
+
+<p>
+La corte di Vienna credette pazza la Francia che
+confidava i suoi destini ad un giovane di ventisei
+<span class="pagenum" id="Page_6">[6]</span>
+anni, conosciuto soltanto da due vittorie riportate
+contro i Francesi.
+</p>
+
+<p>
+La regina ricevette una lettera da suo nipote;
+tutti i vecchi generali austriaci ridevano di compassione
+alla vista di quel fanciullo che si opponeva a loro,
+agli strategici per eccellenza.
+</p>
+
+<p>
+Di fatti qual era mai allora la reputazione del generale
+Bonaparte a fronte di quella di Beaulieu, dei
+Wurmser, degli Alvinzi e del principe Carlo?
+</p>
+
+<p>
+Attendemmo con impazienza le notizie dell’apertura
+della campagna.
+</p>
+
+<p>
+L’Austria aveva riunito cinque armate! cento e ottantamila uomini all’incirca.
+</p>
+
+<p>
+Bonaparte si avvicinava con trentamila uomini
+da Savina incontro a Beaulieu che gli opponeva
+cinquantamila Austriaci.
+</p>
+
+<p>
+Quasi nello stesso tempo ricevemmo le notizie
+della battaglia di Montenotte e di quelle di Millesimo
+e di Diego.
+</p>
+
+<p>
+Il nostro stupore fu grande: Beaulieu era stato
+battuto nei tre scontri, avendo seimila morti, ottomila
+prigionieri, e perdendo da dieci a dodici pezzi di
+cannone.
+</p>
+
+<p>
+Ma fu ben peggio allora quando seppe che l’armata
+sarda, separata dall’austriaca, era stata anch’essa
+battuta a Mondovì, che gli Austriaci in numero
+di diecimila con diciotto pezzi d’artiglieria
+erano stati forzati e messi in fuga al ponte di Lodi
+da duemila Francesi comandati dallo stesso generale
+Bonaparte; che il generale Massena era entrato
+in Milano, e che un trattato di pace era stato conchiuso
+a Parigi fra la Repubblica francese ed il re di Sardegna, con cui cedeva alla Repubblica la Savoja,
+<span class="pagenum" id="Page_7">[7]</span>
+Nizza e Tenda, accordava alle sue armate un
+passaggio nei suoi Stati, cedeva le sue piazze forti,
+e cominciavasi a dar mano alla demolizione della
+Brunetta e di Susa.
+</p>
+
+<p>
+La mia intenzione, si comprenderà facilmente, non
+è di seguire questa campagna nei suoi particolari; ma
+soltanto di constatare i fatti, e di dare un’idea dell’impressione
+che produssero. Wurmser succeduto
+a Beaulieu fu battuto a Castiglione, a Roveredo, a
+Bassano e obbligato a chiudersi in Mantova; Alvinzi,
+inviato in suo soccorso, fu battuto ad Arcole ed a
+Rivoli, e finalmente il principe Carlo che succedette
+a loro fu battuto dovunque l’aveva incontrato.
+</p>
+
+<p>
+Tutto ciò in un anno.
+</p>
+
+<p>
+La Toscana e la Sardegna avevano fatto la pace
+colla Francia. Il duca di Modena ed il papa trattavano.
+Venezia che vedeva i Francesi alle sue porte,
+ordinò a Monsieur fratello del re, che dopo la morte
+del Delfino prese il titolo di Luigi XVIII, di lasciar
+Verona e gli Stati della Repubblica; da questo momento
+gli avvenimenti progredivano con una rapidità
+spaventevole. Il generale Bernadotte prese Trieste,
+Massena preso Klegenfurth capitale della Carinzia
+e Bernadotte Lubiana capitale della Carniola.
+Infine il generale Augereau entrò in Venezia, e rovesciò
+l’antico governo che rimpiazzò con un municipio
+democratico.
+</p>
+
+<p>
+La situazione era molto più grave per noi, — dico
+noi, tanto mi era identificata colla regina, — e mentre
+sir William Hamilton faceva tutto col re, la situazione
+era tanto più grave per noi, perchè la corte
+di Napoli non aveva cessato di provocare il vincitore,
+inviando de’ soccorsi all’Austria; il che sarebbe
+<span class="pagenum" id="Page_8">[8]</span>
+stato nulla, ma col lanciare manifesti terribili contro
+la Francia.
+</p>
+
+<p>
+In questi manifesti il re non ci era entrato per
+nulla, fuorchè per la firma, e spesso in luogo della
+firma vi metteva la cifra destinata a supplirla. Si
+compilavano insieme dal generale Acton, dal principe
+Castelcicala e dalla regina; e poichè la regina
+aveva una scrittura assai cattiva, era quasi sempre
+io che scriveva.
+</p>
+
+<p>
+Ho conservato uno o due di questi manifesti, e
+dalla loro virulenza si potrà giudicare della situazione
+pericolosa in cui la corte delle Due Sicilie si
+era posta rispetto al governo francese.
+</p>
+
+<p>
+«Quei Francesi che uccisero i loro re; che disertarono
+i tempii trucidando e disperdendo i sacerdoti;
+che spensero i migliori e i maggiori cittadini;
+che spogliarono dei suoi beni la Chiesa; che
+tutte le leggi, tutte le giustizie sovvertirono, quei
+Francesi, non sazii di misfatti, abbandonando a
+torme le loro sedi, apportano gli stessi flagelli
+alle nazioni vinte, e alle credule che li ricevono
+amici. Ma già popoli e principi armati stanno intesi
+a distruggerli. Noi imitando l’esempio de’ giusti
+e degli animosi, confideremo negli aiuti divini
+e nelle armi proprie. Si facciano preci in tutte le
+chiese; e voi, devoti popoli napolitani, andate alle
+orazioni per invocare da Dio la quiete del regno;
+udite le voci de’ sacerdoti; seguitene i consigli,
+predicati dal pergamo e suggeriti da’ confessionali.
+</p>
+
+<p>
+»Ed essendosi aperta in ogni comunità l’ascrizione
+dei soldati, voi adatti alle armi, correte a scrivere
+il nome su quelle tavole; pensate che difenderemo
+la patria, il trono, la libertà, la sacrosanta religione
+<span class="pagenum" id="Page_9">[9]</span>
+cristiana, e le donne, i figli, i beni, le dolcezze
+della vita, i patrii costumi, le leggi. Io vi
+sarò compagno alle preghiere ed ai cimenti; che
+vorrei morire quando per vivere bisognasse non
+esser libero e cessare di essere giusto.»
+</p>
+
+<p>
+Poi il re, o piuttosto quelli che scrivevano in suo
+nome, continuarono rivolgendosi al vescovi, ai parrochi,
+ai confessori ed ai missionari.
+</p>
+
+<p>
+«È nostra volontà che nelle chiese dei due regni
+si celebrino tridui di orazioni e di penitenza; e ne
+sia scopo invocare da Dio la quiete de’ nostri stati.
+Perciò dagli altari e da’ confessionali voi ricorderete
+ai popolani i debiti di cristiani e di sudditi,
+cioè cuor puro a Dio, e braccio armato a difesa
+della religione e del trono.
+</p>
+
+<p>
+«Mostrate gli errori della presente Francia, gl’inganni
+della tirannia che appellano libertà, le licenze
+o peggio delle truppe francesi, l’universale
+pericolo. Eccitate con processioni ed altre sacre
+cerimonie lo zelo del popolo. Avvertite che l’impeto
+rivoluzionario, comunque inteso a scuotere
+tutti gli ordini della società, segna a morte i due
+primi, la Chiesa e il trono.»
+</p>
+
+<p>
+Questo proclama fu pubblicato a suon di trombe
+su tutti gli angoli della città, ed in tutti i crocivii
+di Napoli, affisso su tutti i muri, commentato in
+tutte le chiese.
+</p>
+
+<p>
+Le preghiere delle quarant’ore furono annunziate
+in tutto il regno, e cominciarono immediatamente
+nella metropolitana di S. Gennaro.
+</p>
+
+<p>
+I preti, bisogna dirlo, fosse convinzione o fanatismo,
+secondarono quanto meglio poterono le intenzioni
+della regina, i sovrani ne diedero l’esempio,
+<span class="pagenum" id="Page_10">[10]</span>
+andarono in gran pompa alla cattedrale, ed alle altre
+chiese di Napoli ingombre di preti, di cortigiani,
+dalla magistratura e da tutti quelli insomma che
+in un modo e nell’altro dipendevano dal governo.
+Il popolo seguiva l’esempio che gli era stato dato,
+e le chiese rigurgitavano talmente di gente, che era
+impossibile di passare per le strade, non essendovene
+una a Napoli ove non sia una chiesa, ed ove
+queste erano affollate si stava a pregare fuori della
+porta. Fu in questi tempi che i Francesi figuravansi
+ai Napolitani come ladri, assassini, briganti, eretici
+scomunicati, coi quali non si era obbligati di conservare
+nè fede, nè parola, e che si potevano impunemente
+colpire come outlaw,<a class="tag" id="tag1" href="#note1">[1]</a> pugnalati alle reni,
+avvelenati nelle case, negli ospedali, assassinati nel
+sonno, uccisi infine come cani arrabbiati.
+</p>
+
+<p>
+Tale fu l’acciecamento delle passioni, che io stessa
+partecipava all’odio contro una nazione, alla quale
+sono andata più tardi a chiedere un asilo, e che mi
+fu accordato quando l’Inghilterra, per la quale aveva
+fatto tanto, mi cacciava dal suo suolo.
+</p>
+
+<p>
+Del resto si vedrà quali sentimenti professava in
+alcune mie lettere che citerò, ed alle quali non muterò
+nemmeno una sillaba.
+</p>
+
+<p>
+Ma vi era una classe della società che non ha mai
+parteggiato a Napoli contro i Francesi, e perciò non
+univa le sue alle preghiere, che si rivolgevano
+a Dio.
+</p>
+
+<p>
+Era questa tutta la classe libera, intelligente,
+istruita del mezzo ceto. Erano i giuristi, i medici,
+i filosofi, gli avvocati, i poeti, cosicchè la regina dimenticando
+<span class="pagenum" id="Page_11">[11]</span>
+quella specie di pentimento che aveva
+provato dopo la morte delle prime vittime, e specialmente
+di quella di Caramanico, fu dessa la prima
+a riorganizzare la giunta di stato, ed a spingere in
+una nuova curia i tre uomini che si chiamavano gli
+sbirri della regina, vale a dire, Vanni, Guidobaldi e
+Castelcicala.
+</p>
+
+<p>
+Le prigioni si riempirono, e questa volta i primi
+nomi di Napoli si contavano nel numero dei prigionieri.
+</p>
+
+<p>
+Ma in mezzo a tutti questi preparativi, non soltanto
+di guerra difensiva, ma di guerra offensiva,
+ci venne a sorprendere l’armistizio di Brescia, che
+precedette al trattato di Tolentino con Pio VI; e,
+come abbiamo già detto, col trattato di Tolentino il
+Santo Padre cedeva alla Francia Bologna, Ferrara e
+le Romagne, e le province cedute avevano il diritto
+di costituirsi in repubblica, ciò che non mancarono
+di fare appena fu compita la cessione.
+</p>
+
+<p>
+In tal modo il pericolo che la regina aveva creduto
+di allontanare si avvicinava sempre più. I Francesi
+si ritiravano; ma il principio rivoluzionario faceva
+un passo innanzi; ma l’<i>idea</i> più forte degli
+uomini s’abbarbicava nel suolo che essi avevano
+lasciato.
+</p>
+
+<p>
+Il general Acton e la regina compresero che non
+vi era tempo da perdere. Sapevano che il Direttorio
+eccitato dall’ambasciatore, a cagione dell’odio della
+regina pe’ Francesi, — odio che essa in verun modo
+aveva saputo celare, — aveva spinto Bonaparte a
+vendicarsi del governo delle Due Sicilie, e che costui
+avesse risposto:
+</p>
+
+<p>
+«Oggi non siamo ancora potenti abbastanza per
+<span class="pagenum" id="Page_12">[12]</span>
+dare a questa vendetta tutta la pubblicità di cui
+si ha d’uopo; ma verrà giorno in cui gli faremo pagare
+tutti i suoi tradimenti passati, presenti e futuri,
+ed in quel giorno il re Ferdinando e la regina Carolina
+non avranno perduto nulla coll’aspettare.»
+</p>
+
+<p>
+Questa risposta era stata riportata letteralmente
+alla corte di Napoli, e benchè protratta la vendetta
+per qualche tempo ancora, il re ebbe tanta paura di
+questa spada di Damocle sospesa sul suo capo, che
+inviò il principe di Belmonte a Buonaparte con missione
+di ottenere a qualunque prezzo un trattato di
+pace.
+</p>
+
+<p>
+All’undici ottobre 1797, il seguente trattato fu firmato
+dai mandatari delle due potenze.
+</p>
+
+<p>
+Lo cito per intiero perchè si possa giudicare dello
+stato di dipendenza, in cui la paura avea messo la
+corte di Napoli rispetto al governo francese.
+</p>
+
+<p>
+Del resto, nello stesso modo che più si abbassa il
+vaso più si riempie d’acqua, quanto più si abbassava
+il cuore della regina tanto più si riempiva
+d’odio.
+</p>
+
+<p>
+I termini poi di questo trattato non erano punto
+ambigui, — eccoli:
+</p>
+
+<p>
+«Napoli sciogliendosi dalle sue alleanze, resterà
+neutrale; impedirà l’entrata ne’ suoi porti a’ vascelli
+oltre il numero di quattro de’ potentati che
+sono in guerra; darà libertà a’ Francesi carcerati
+ne’ suoi dominii per sospetto di Stato; intenderà
+a scoprire e punire coloro che involarono le carte
+al ministero di Francia Makau; lascerà libero ai
+Francesi il culto delle religioni; concorderà patti
+di commercio che diano alla Francia ne’ porti delle
+Due Sicilie que’ medesimi benefizii che le bandiere
+<span class="pagenum" id="Page_13">[13]</span>
+più favorite vi godono; riconoscerà la repubblica
+Bàtava, e la riguarderà compresa nel presente trattato
+di pace».
+</p>
+
+<p>
+Inoltre vi era un articolo che doveva restare segreto,
+e che non doveva essere conosciuto che dai
+contraenti, ed era concepito in questi termini:
+</p>
+
+<p>
+«Il re pagherà alla repubblica francese otto milioni
+di franchi (due milioni di ducati): i Francesi
+prima che si accordino col pontefice, non procederanno
+oltre la fortezza di Ancona, nè seconderanno
+i moti rivoluzionarii delle regioni meridionali
+d’Italia.»
+</p>
+
+<div class="chapter">
+<p><span class="pagenum" id="Page_15">[15]</span></p>
+
+<h2>II.</h2>
+</div>
+
+<p>
+Le cose erano ben mutate in un anno.
+</p>
+
+<p>
+Quel piccolo generale Bonaparte deriso da tutti,
+ma uscito vittorioso da una campagna che si poteva
+annoverare fra gli splendidi fatti d’armi di
+Alessandro, d’Annibale e di Cesare, era stato appellato
+dal Direttorio l’Uomo della provvidenza, e la
+Repubblica francese gli aveva dato una bandiera
+su cui stava scritto in lettere d’oro:
+</p>
+
+<p>
+«Il generale Bonaparte ha distrutto cinque eserciti,
+vinto diciotto battaglie campali, ed in sessantasette
+combattimenti ha fatto centosessantamila
+prigionieri; ha inviato in Francia censessanta bandiere
+per decorare i nostri edificj militari, mille e
+centottanta pezzi d’artiglieria per arricchire i nostri
+<span class="pagenum" id="Page_16">[16]</span>
+arsenali, duecento milioni al tesoro, cinquantun
+bastimenti da guerra nei nostri porti, i capi d’opera
+d’arte per abbellire le nostre gallerie ed i nostri
+musei, e preziosi manoscritti per le nostre biblioteche
+pubbliche; ed infine ha dato la libertà a
+diciotto popoli.»
+</p>
+
+<p>
+Si comprende in quale esasperazione mettevano
+quegli onori resi ad un nostro nemico, la corte di
+Napoli, sir William Hamilton ed io; io come amica
+della regina di cui parteggiava tutte le simpatie e
+gli odi; sir William Hamilton come ambasciatore
+d’Inghilterra.
+</p>
+
+<p>
+La regina fu presa da un accesso di rabbia, come
+ne vidi in quel giorno in cui il governo delle Due
+Sicilie fu obbligato a riconoscere la repubblica Cisalpina.
+</p>
+
+<p>
+Il trattato di campo Formio firmato dalla Francia
+e dall’Austria aveva una grande importanza. La
+Francia estendeva da un lato i suoi confini fino alle
+Alpi e dall’altro fino al Reno. L’Austria perdeva in
+estensione, ma aumentava di sudditi; in cambio
+della repubblica Cisalpina che sorgeva, cadde la Repubblica
+di Venezia che diventò proprietà dell’imperatore.
+</p>
+
+<p>
+La pace sembrava assicurata, ma sir William rideva
+col suo riso diplomatico, quando gli si parlava
+della durata di quella pace: finchè l’Inghilterra
+sarà in guerra, diceva, il mondo e specialmente la
+Francia non saranno in pace.
+</p>
+
+<p>
+La regina, che non fingeva meno di sir William
+di credere seriamente a quella pace, ne approfittò
+per celebrare le nozze del principe ereditario coll’arciduchessa
+Clementina. Poco ho da dire intorno
+<span class="pagenum" id="Page_17">[17]</span>
+a questo principe che non ebbe, in tutto il tempo
+in cui rimasi alla corte di Napoli, che una parte secondaria
+e nulla intorno la principessa, che non ne
+ebbe nessuna.
+</p>
+
+<p>
+Il principe era allora un bel giovanetto di ventun
+anno, assai grasso, roseo in viso, molto istruito,
+accortissimo ed acuto, e senza parole; cogli occhi
+fissi sull’Europa non perdeva nemmen uno dei particolari
+del gran dramma storico che si compiva, e
+fingeva di non veder nulla. Spaventato dalle violenze
+di sua madre, si studiava, benchè fosse già
+in età e capacissimo di dire il suo parere, di starsene
+lontano da qualunque questione che si presentava,
+fosse anche della più alta importanza pel
+trono delle Due Sicilie, e principalmente per lui che
+ne era l’erede. Nello stesso modo che il re Ferdinando
+si mostrava in mezzo a questo scompiglio
+molto più vago di una caccia ad Astroni o a Persano,
+che della caduta o della nascita di una repubblica,
+egli si mostrava più preoccupato delle
+scoperte di Mesmer, di Mongolfier e di Lavoisier
+che dell’armistizio di Brescia o del trattato di Tolentino.
+Sua madre poco lo amava, anzi lo sprezzava,
+e in famiglia lo dichiarava stupido come suo
+padre.
+</p>
+
+<p>
+Il prediletto del suo cuore era il principe Leopoldo,
+che allora aveva diciott’anni; è vero che era
+un adorabile giovanetto, bello come sua madre,
+gentile, garbato e spiritoso; l’altro principe era un
+garzoncello di sei a sette anni, di pochissima salute,
+e chiamavasi Alberto, che ebbi, come racconterò
+in seguito, il dolore non soltanto di vedere, ma
+di sentir morire nelle mie braccia.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_18">[18]</span>
+</p>
+
+<p>
+Una squadra napolitana andò a prendere la giovane
+archiduchessa a Trieste, e la condusse a Manfredonia,
+ove l’attendeva il principe Francesco,
+benchè i cerimoniali del matrimonio si dovessero
+celebrare a Foggia, cioè cinque o sei leghe nell’interno.
+</p>
+
+<p>
+Il re e la regina avevano accompagnato il loro figlio,
+e con essi s’intende, c’era anch’io; sir William
+Hamilton era rimasto a Napoli.
+</p>
+
+<p>
+Era curioso di vedere la fidanzata, che si diceva
+del resto assai insignificante, e ciò sarebbe stata la
+verità, se un pallore che mai vidi una volta prendere
+il menomo incarnato, ed una profonda malinconia,
+non avessero dato alla sua fisonomia un grande
+interesse. Donde provenivano quella tristezza e quel
+pallore nessuno lo seppe mai, forse da qualche amore
+lasciato, ma non dimenticato alla corte dei Cesari;
+fors’anche non era che quel segno fatale impresso
+sul viso di quelli che sono destinati a morir giovani.
+</p>
+
+<p>
+Il matrimonio fu celebrato nella seconda metà del
+mese di giugno; si accordarono molti favori ai sudditi;
+Acton, primo ministro, fu nominato capitano
+generale; quarantaquattro sedi episcopali vacanti
+furono occupate da quarantaquattro nuovi vescovi, e
+fu un grande sacrifizio per il re, perchè durante la
+vacanza di quelle sedi ne percepiva le rendite; si accordarono
+gradi e decorazioni agli uffiziali che nella
+guerra d’Italia si erano dichiarati contro la Francia,
+e finalmente molti abitanti di Foggia furono creati
+marchesi, in vista del loro titolo di abitanti delle
+Marche, ed in ricompensa delle enormi spese che
+<span class="pagenum" id="Page_19">[19]</span>
+avevano fatto in occasione del matrimonio del principe
+ereditario.
+</p>
+
+<p>
+Mi sono lasciata indurre a scrivere molto su questo
+matrimonio, malgrado la poca importanza che
+ebbe, non soltanto nella vita pubblica del principe
+Francesco, ma ancora nella sua vita privata; ciò mi
+svia dai gravi avvenimenti che si succedettero alla
+corte di Roma, e che un anno dopo dovevano avere
+una influenza tanto grave su quella di Napoli.
+</p>
+
+<p>
+Voglio dire dell’assassinio del generale francese
+Duphot.
+</p>
+
+<p>
+Nel rango in cui mi trovava, nulla mi doveva essere
+ignoto od oscuro, intorno ad un tal fatto.
+</p>
+
+<p>
+Lo racconterò con qualche particolarità, poichè da
+esso dipendette l’occupazione di Roma dai francesi,
+ed in seguito la proclamazione della Repubblica romana.
+</p>
+
+<p>
+Ora che vivo lungi dagli avvenimenti e specialmente
+dagli odii dell’epoca, spero di riescire imparziale
+nel mio racconto, non dirò come giudice,
+ma almeno come storico.
+</p>
+
+<p>
+Si comprenderà facilmente, riportandosi specialmente
+allo spirito di propaganda di quell’epoca, che
+dopo essersi autorizzate le Romagne a costituirsi in
+repubblica, si era formato un partito repubblicano
+in Roma.
+</p>
+
+<p>
+Questo partito si componeva particolarmente di
+artisti francesi dimoranti in Roma, ed avrebbero
+creduto di mancare in fatti a tutti i loro doveri di
+patriotti, se non avessero tentato coi loro mezzi di
+fare proseliti al governo da cui dipendevano.
+</p>
+
+<p>
+Il fratello di Bonaparte, Giuseppe Bonaparte, era
+ambasciatore di Roma. La famiglia erasi elevata
+<span class="pagenum" id="Page_20">[20]</span>
+presto, sostenuta dalla mano potente dell’<i>Uomo della
+provvidenza</i>, come lo chiamava il direttorio.
+</p>
+
+<p>
+Giuseppe Bonaparte, in cui eravamo lungi dallo
+scorgere il futuro usurpatore del trono di Napoli<a class="tag" id="tag2" href="#note2">[2]</a>,
+faceva tutto quanto era possibile per contenerli, dicendo
+a loro che non era ancor giunto il momento.
+</p>
+
+<p>
+Malgrado tutti gli sforzi, il 26 dicembre 1797, i repubblicani
+avvertirono l’ambasciatore che si preparava
+un movimento; egli li congedò, supplicandoli
+come sempre di opporsi, se lo potevano, per qualche
+tempo ancora a questo movimento.
+</p>
+
+<p>
+Essi si ritirarono promettendo di adoperarsi secondo
+l’intenzione dell’ambasciatore.
+</p>
+
+<p>
+Il giorno seguente il cavaliere Azara, di cui mi
+ricordo di aver fatto l’elogio all’epoca del mio passaggio
+da Roma, diede lo stesso avviso a Giuseppe
+Bonaparte.
+</p>
+
+<p>
+Difatti il 28 dicembre la dimostrazione annunziata
+si manifestava; caricata dai dragoni, presa a fucilate
+da una compagnia di fanteria, i repubblicani
+si rifugiarono sotto i portici del palazzo Corsini, ove
+dimorava l’ambasciatore.
+</p>
+
+<p>
+Siccome l’avvenimento che segue fu raccontato
+in modi diversi, mi accontenterò di trascrivere il
+rapporto ufficiale del signor Giuseppe Bonaparte.
+Essendocene stata inviata una copia, è da questa
+che ritraggo quanto ora si leggerà, e come questo
+documento è ignoto o quasi, avrà, lo spero, un
+certo interesse.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_21">[21]</span>
+</p>
+
+<p>
+Riprendo il racconto dell’ambasciatore in cui lo lascio
+parlare liberamente.
+</p>
+
+<div class="blockquote">
+<p>
+«Un artista francese, venendo all’ambasciata, ci
+prevenne che l’attruppamento diventava numeroso,
+e che aveva scorto nella folla alcune spie del governo,
+che gridavano più forte degli altri: — Viva
+il popolo Romano, Viva la Repubblica, — che si
+gettavano degli scudi a piene mani e che la strada
+era ingombra. Io lo incaricai di discendere subito e
+di far conoscere la mia volontà agli ammutinati; i
+militari francesi che mi circondarono mi chiesero
+l’ordine di dissipare colla forza, cosa che attestava
+il loro attaccamento; vestii le insegne della mia carica,
+e li pregai di seguirmi. Preferii di parlar io
+stesso nel loro linguaggio, ed uscendo dal mio gabinetto
+udimmo una scarica prolungata di armi;
+era un picchetto di cavalleria che entrava nella mia
+giurisdizione senza prevenirmene; l’aveva attraversato
+al galoppo ed aveva fatto fuoco dai tre vasti
+portici del Palazzo.<a class="tag" id="tag3" href="#note3">[3]</a>
+</p>
+
+<p>
+«La folla si era allora precipitata nei cortili e
+sulle scale; incontrai sul mio passaggio dei paurosi
+che fuggivano, dei frenetici audaci, persone pagate
+per eccitare e denunziare il movimento; una compagnia
+di fucilieri aveva seguito da vicino la cavalleria,
+e la trovai che in parte si avanzava sul vestibolo;
+a mio apparire si arrestò.
+</p>
+
+<p>
+«Dimandai chi ne fosse il comandante; egli si
+era nascosto in mezzo alle file, ed io non poteva distinguerlo.
+Dimandai a quella truppa con qual ordine
+fosse entrata nella giurisdizione della Francia.
+<span class="pagenum" id="Page_22">[22]</span>
+Le ingiunsi di ritirarsi, e allora si ritirò di pochi
+passi. Credetti di essere riuscito da questo lato, e
+mi rivolsi verso gli ammutinati che si erano ritirati
+nei cortili interni; alcuni si avanzavano già contro
+la truppa che partiva; allora dissi loro in modo decisivo
+che il primo che avrebbe osato di oltrepassare
+la metà del cortile l’avrebbe a fare con me.
+Nel medesimo tempo il generale Duphot, Scherloek,
+due altri ufficiali ed io snudammo le spade per
+trattenere quella truppa disarmata, di cui alcuni
+pochi avevano delle pistole e dei pugnali; ma intanto
+che noi eravamo occupati da questo lato, i
+fucilieri che non si erano ritirati che per mettersi
+fuori della portata delle pistole, fecero una scarica
+generale. Alcune palle morte andarono a colpire uccidendo
+alcuni di quelli che si trovavano indietro.
+Noi che eravamo in mezzo fummo rispettati; poscia
+la compagnia si ritirò ancora per caricare le armi;
+approfitto di questo istante, e raccomando al colonnello
+Beauharnais, aiutante di campo del generale
+Buonaparte, che per caso si trovava vicino a me, dopo
+il ritorno della sua missione in Levante, ed all’aggiunto
+degli aiutanti generali signor Arrighi, di contenere
+colla sciabola in mano quella truppa che era
+animata da sentimenti diversi, ed io mi avvicinai
+col generale Duphot, e coll’aiutante generale Scherlock
+per persuaderla di ritirarsi e di cessare il fuoco.
+Ordinai che si ritirasse dalla giurisdizione della
+Francia e che l’ambasciatore s’incaricava di far punire
+gli ammutinati. Che essi non avrebbero che a
+distaccare uno dei loro uffiziali o sottuffiziali al Vaticano
+presso il loro generale il governatore di Roma,
+<span class="pagenum" id="Page_23">[23]</span>
+il senatore o qualsiasi altra persona pubblica, e
+così si sarebbe terminato tutto.
+</p>
+
+<p>
+«Il troppo bravo Duphot, abituato a vincere, si
+slanciò, e in un salto si trova fra le bajonette del
+soldati, ed impedisce ad uno di loro di caricare, e
+ferma il colpo ad un altro che aveva già caricato.
+Noi lo seguivamo, il generale Scherloek ed io, per
+istinto nazionale. Egli era l’amico dei due partiti,
+era il pacificatore e fu considerato come nemico, ed
+ingannato dal suo coraggio fu loro prigioniero, e
+venne trascinato fino alla porta della città detta
+<i>Settimiana</i>. Io veggo un soldato che gli scarica il
+suo moschetto in mezzo al petto, egli cade e si rialza
+appoggiandosi alla sua sciabola. Io lo chiamo, ei vuole
+venire verso di me, un secondo colpo lo stende al
+suolo, e più di cinquanta colpi sono diretti sull’esanime suo corpo.
+</p>
+
+<p>
+«Scherloek resta illeso, vede cadere il suo bravo
+compagno d’armi, tutti i colpi sono diretti su noi,
+e m’indica una stradicciuola nascosta che ci conduce
+fino ai giardini del palazzo, e ci sottrae ai colpi
+degli assassini di Duphot, ed a quelli di un’altra
+compagnia che faceva fuoco dall’altra parte della
+strada; i due uffiziali spinti da quest’altra compagnia
+si riuniscono a noi, e ci fanno scorgere un
+altro pericolo. La nuova compagnia potrebbe entrare
+liberamente nel palazzo, ove la mia consorte e mia
+sorella, che il giorno seguente doveva essere sposa
+al bravo Duphot, erano state condotte via dai miei
+segretari e da due giovani artisti. Giungemmo nel
+palazzo dalla parte del giardino, i cortili erano ingombri
+da quei vili e scellerati bricconi che prelusero
+a questa orribile scena.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_24">[24]</span>
+</p>
+
+<p>
+«Una ventina di essi ed alcuni pacifici cittadini
+sono rimasti morti. Entro in palazzo, le scale sono
+grondanti sangue, i moribondi si trascinavano, i feriti
+gridavano; si giunge a chiudere i tre portoni della
+facciata. I lamenti della morte di Duphot, di quel
+giovane eroe che costantemente alla vanguardia
+delle armate dei Pirenei e d’Italia era sempre stato
+vittorioso, ed ora scannato senza difesa da vili briganti;
+l’assenza di sua madre e di suo fratello che
+la curiosità avea allontanato dal palazzo per vedere
+i monumenti di Roma, le fucilate che continuavano
+per la via e contro le porte del palazzo, le prime
+sale del palazzo Corsini, ove io abitava, ingombre di
+gente di cui s’ignoravano le intenzioni; queste circostanze
+e tante altre, resero questa scena più crudele
+di quanto mai abbia potuto immaginare.
+</p>
+
+<p>
+«Feci chiamare i miei domestici, tre erano assenti,
+uno era stato ferito. Feci collocare lo stemma, che
+avevamo in viaggio, nell’angolo del palazzo che
+abitava; un sentimento d’orgoglio nazionale che
+non potrei frenare, suggerì ai giovani uffiziali il progetto
+di andare a prendere il cadavere del loro infelice
+generale, e vi riuscirono coll’aiuto di alcuni
+domestici fedeli, passando per una via nascosta,
+malgrado il fuoco che la vile e sfrenata soldatesca
+di Roma continuava sul campo del massacro. Trovarono
+il corpo di questo bravo generale, che dianzi
+era animato da un eroismo cotanto sublime, spogliato,
+crivellato dalle palle, inzuppato di sangue, e
+coperto da un mucchio di pietre. Erano le sei di
+sera, due ore dopo il massacro di Duphot, e nessuno
+inviato del governo apparve. Decisi di lasciar Roma,
+lo sdegno mi aveva suggerito questo progetto. Nessuna
+<span class="pagenum" id="Page_25">[25]</span>
+considerazione, nessuna potenza terrena me
+l’avrebbe fatto mutare. Però presi la risoluzione di
+scrivere al cardinale Doria, segretario di Stato, una
+prima lettera; un domestico fedele attraversò la
+soldatesca attruppata, si seguì il suo cammino dai
+colpi di fucile che lo segnavano nell’oscurità ai suoi
+compagni, che non senza inquietudine l’osservavano
+dalle finestre del palazzo.
+</p>
+
+<p>
+«Finalmente si sente battere al portone, ove si
+era fermata una carrozza, sarà forse il generale,
+il governatore, il senatore o qualche ufficiale romano:
+erano le sette di sera; no, è un amico; l’inviato
+di un principe alleato della Repubblica, il cavaliere
+Angiolini ministro di Toscana; egli aveva
+attraversato le pattuglie, le truppe di linea, la guardia
+urbana; si arresta la sua carrozza; gli si dimanda,
+se ha udito i colpi di fucile, e non conosceva
+il pericolo in cui poteva trovarsi, egli risponde con
+coraggio che in Roma non poteva esservene nella
+giurisdizione dell’ambasciata francese. Questo rimprovero
+generoso, era, in questo momento, una critica
+amara e vera dei Direttori di Roma contro l’uffiziale
+di una nazione, a cui dovevano ancora il resto
+dalla loro esistenza politica.
+</p>
+
+<p>
+«Il cavaliere Azara ministro di Spagna non tardò
+a venire; quest’uomo giustamente onorato dalla sua
+corte aveva anch’egli sprezzato tutti i pericoli, e si
+trattenne molto tempo con me. Erano le dieci. — Ambedue
+non potevamo a meno di sorprenderci altamente
+vedendo che non veniva nessun uffiziale pubblico.
+Scrissi al cardinale una seconda lettera; n’ebbi
+dopo pochi istanti la risposta. Finalmente un uffiziale
+e quarant’uomini, che mi si assicuravano per
+<span class="pagenum" id="Page_26">[26]</span>
+bene intenzionati, furono inviati dal segretario di
+Stato per proteggere le mie comunicazioni con lui;
+ma nè lui nè alcun altro uomo capace di prendere
+con me delle misure decisive, per liberarmi dai revoltosi
+che occupavano ancora una parte della mia
+giurisdizione, e dalla truppa che ne occupava un’altra,
+non si presentò in nome del governo, malgrado
+la reitirata dimanda che aveva fatto.
+</p>
+
+<p>
+«Mi decisi dunque di partire. Il sentimento di
+sdegno aveva fatto luogo alla ragione, e fattomi
+più calmo, essa mi dettava la medesima condotta.
+Scrissi al segretario una nota chiedendogli un passaporto,
+che m’inviò alle due dopo mezzanotte, accompagnato
+da una risposta.
+</p>
+
+<p>
+«Alle sei di mattina, quattordici ore dopo l’assassinio
+del generale Duphot, l’investimento del mio
+palazzo, il massacro della gente che lo circondava,
+nessun Romano si presentò a me incaricato del governo
+per informarsi dello stato delle cose. Io partii
+dopo avere assicurato lo stato di alcuni pochi Francesi
+rimasti a Roma. Il cavaliere Angiolini si era
+incaricato di dar loro dei passaporti per la Toscana,
+dove mi troveranno, e dopo la mia partenza il cittadino
+Cacault, presso di cui mi trovo in questo momento,
+coi Francesi che non mi hanno lasciato
+dopo il momento che si manifestò qualche pericolo.
+</p>
+
+<p>
+«Dopo questo racconto crederei di fare ingiuria
+a dei repubblicani, eccitandoli alla vendetta, che il
+governo francese deve esigere da quest’empio governo,
+assassino di Basseville, uno dei primi ambasciatori
+Francesi che si è degnato d’inviargli, e di
+un generale distinto come un prodigio di valore in
+un’armata ove ogni soldato è stato un eroe. Cittadino
+<span class="pagenum" id="Page_27">[27]</span>
+ministro! Non tarderò di recarmi a Parigi, appena
+avrò regolato alcuni affari che ancor mi rimangono
+da trattare; vi darò nuovi particolari sul
+governo di Roma, e vi dirò quale sia la punizione
+che bisogna infliggergli.
+</p>
+
+<p>
+«Questo governo non si mentisce, astuto e temerario
+per commetter delitti, vile e strisciante quando
+li ha commessi; oggi è a ginocchi del ministro Azara,
+perchè si rechi a Firenze da me, per ricondurmi a
+Roma; ciò è quanto mi scrive questo generoso amico
+dei Francesi degno di abitare una terra, dove si sappia
+meglio apprezzare le sue virtù e la sua nobile
+lealtà.
+</p>
+
+<p class="indl">
+«Firenze, 30 dicembre 1797.
+</p>
+
+<p class="indr">
+«<span class="smcap">G. Bonaparte</span>»
+</p>
+</div>
+
+<div class="chapter">
+<p><span class="pagenum" id="Page_29">[29]</span></p>
+
+<h2>III.</h2>
+</div>
+
+<p>
+Confesso di essere sempre maravigliata, quando
+depongo la penna dopo avere scritto pagine come
+queste ultime. Io, la donna frivola per eccellenza,
+non direi nata, ma predestinata a vivere dei
+miei gusti, col mio carattere e col mio temperamento
+lungi da tutti gli intrighi politici, come una
+farfalla o come un uccello in un mondo di gioia, di
+piaceri, di canti e di armonie, trascrissi questo pesante
+rapporto lordo di sangue che grida guerra e
+vendetta ai popoli. Non vi sembro forse una Venere
+Afrodite colla maschera di Nemesi, col suo viso atteggiato
+ai dolci sorrisi, cogli occhi alle dolci promesse,
+e colla bocca che s’apre a teneri giuramenti?
+</p>
+
+<p>
+Ma ho incominciato il racconto degli avvenimenti
+<span class="pagenum" id="Page_30">[30]</span>
+ai quali presi parte, e non mi posso ritirare dal
+compito che mi sono imposto; la voce della coscienza
+e fors’anche quella del pentimento mi grida: — avanti, — e
+obbligata ad obbedire a questa voce
+che mi giunge dall’alto, continuo.
+</p>
+
+<p>
+Questo rapporto di Giuseppe Bonaparte produsse
+a Parigi una sensazione profonda. Bonaparte era il
+Dio del momento; offendere uno dei suoi fratelli
+era più che un delitto di lesa maestà, era un delitto
+di lesa divinità.
+</p>
+
+<p>
+Osservate pure la lettera con cui il cittadino
+Talleyrand, il termometro dello spirito pubblico
+rispondeva al suo rapporto:
+</p>
+
+<div class="blockquote">
+<p class="indl">
+«11 Gennaio 1793
+</p>
+
+<p>
+«Ho ricevuto, cittadino, la lettera straziante che
+mi avete scritto sugli orrendi avvenimenti che succedettero
+a Roma l’8 nevoso. Malgrado la cura che
+avete posto nel nascondermi tutto ciò che vi ha
+di personale per voi in questa terribile giornata,
+non avete potuto lasciarmi ignorare che avete manifestato
+al più alto grado l’intrepidezza, il sangue
+freddo, e quell’intelligenza a cui nulla sfugge, e
+che avete sostenuto con magnanimità l’onore del
+nome francese. Il Direttorio m’incarica di esprimervi
+nel modo più ampio e sensibile la sua viva soddisfazione
+intorno alla vostra condotta. Comprenderete
+facilmente, lo spero, quanto sia felice di essere
+l’organo di questo sentimento.»
+</p>
+</div>
+
+<p>
+Il Direttorio cominciò col chiedere la punizione
+degli assassini; ma fosse negligenza o complicità,
+nessuno fu arrestato e nemmeno punito; si seppe
+che il capo degli assassini, nominato Amadeo, si
+<span class="pagenum" id="Page_31">[31]</span>
+era impossessato della spada e della cintura del
+morto, che il curato della parrocchia vicina si era
+ritenuto l’orologio, e che gli altri infine si erano divisi
+fra loro il denaro e gli abiti.
+</p>
+
+<p>
+Il Direttorio ordinò al generale Berthier, che nell’assenza
+di Bonaparte comandava in Italia, di marciare
+su Roma.
+</p>
+
+<p>
+Berthier ricevette l’ordine a Milano, e si mise in
+marcia il giorno seguente. Al 29 gennaio la sua
+avanguardia era a Macerata, al 10 febbraio tutte le
+truppe erano riunite sotto le mura di Roma, e con
+un distaccamento prendeva possesso di Castello S.
+Angelo, che i soldati pontificj non tentarono nemmeno
+di difendere.
+</p>
+
+<p>
+Ma il generale Berthier impedì che si andasse più
+lungi; prevenne soltanto i capi degli agitatori, che
+potevano contare sul di lui appoggio.
+</p>
+
+<p>
+Il 16 febbraio, il venti-treesimo anniversario della
+esaltazione di Pio VI al trono pontificio, un attruppamento
+di sediziosi si riunì nel Foro Romano, e di
+là s’incamminarono al Vaticano sotto le finestre
+del Sovrano Pontefice, e fecero intendere le grida di
+Viva la Repubblica.
+</p>
+
+<p>
+Per rispetto — dicevano essi — non pel papa ma
+pel vecchio, non invasero il Vaticano; ma occuparono
+tutta la città, e scrissero un manifesto che constatava
+la ristorazione della sovranità del popolo,
+il quale ripudiava ogni complicità nelle uccisioni di
+Basseville e di Duphot, aboliva l’autorità pontificia,
+e riguardo alle cose politiche, economiche e civili,
+costituiva un governo repubblicano libero ed indipendente.
+</p>
+
+<p>
+I fondatori della nuova Repubblica si diedero premura
+<span class="pagenum" id="Page_32">[32]</span>
+d’inviare al generale Berthier, per consegnargli
+quell’atto, una deputazione di otto cittadini.
+</p>
+
+<p>
+Egli fece tosto la sua entrata dalla porta del Popolo,
+e nello stesso giorno salì al Campidoglio, ove,
+parodiando gli antichi trionfatori romani, salutò in
+nome del Direttorio la nuova Repubblica, riconosciuta
+libera ed indipendente dalla Francia, e che
+si componeva di tutto il territorio lasciato al papa
+col trattato di Tolentino.
+</p>
+
+<p>
+Il giorno dopo quattordici cardinali, che avevano
+avuto la viltà di firmare l’atto di affrancazione e
+la rinuncia di tutti i diritti politici, cantarono il
+<i>Te Deum</i> nella basilica di S. Pietro.
+</p>
+
+<p>
+Il generale Cervoni, incaricato di significare a
+Pio VI la sua decadenza, penetrò negli appartamenti
+di quel santo vecchio, e lo trovò inginocchiato
+che pregava.
+</p>
+
+<p>
+Pio VI ricevette con una perfetta serenità l’annunzio
+della caduta dei suoi diritti temporali, ed
+eccitato a riconoscere il nuovo governo, rispose:
+</p>
+
+<p>
+— La mia sovranità viene da Dio, io non posso
+rinunziarvi; ho ottant’anni, e perciò la vita è poca
+cosa per me: in quanto agli oltraggi ed ai patimenti
+non li temo.
+</p>
+
+<p>
+Ma siccome la presenza del Santo Padre era incompatibile
+in Roma col nuovo governo, ricevette
+l’invito di lasciare la capitale del mondo cristiano,
+ed infatti il 20 febbraio partì per la Toscana.
+</p>
+
+<p>
+Tutte queste notizie ci arrivarono quasi nello
+stesso tempo, e cagionarono, si comprende bene,
+un grande scompiglio nella nostra corte. La Repubblica
+spinta passo passo dai francesi, faceva ogni
+giorno un nuovo progresso in Italia, e non distava
+<span class="pagenum" id="Page_33">[33]</span>
+che trenta leghe da noi. Il governo delle Due Sicilie
+pensò alle precauzioni che doveva prendere contro
+un avversario cotanto minaccioso.
+</p>
+
+<p>
+Senza occuparsi del trattato che aveva firmato
+colla Francia nel 1797, vale a dire quattordici mesi
+prima, Ferdinando firmò coll’imperatore suo nipote,
+al 19 maggio 1798, un trattato che infirmava completamente
+il primo.
+</p>
+
+<p>
+Con questo trattato l’imperatore doveva tenere
+sessanta mila uomini nel Tirolo; e Ferdinando inviarne
+trenta mila alle frontiere napolitane.
+</p>
+
+<p>
+Per un caso singolare il 15 maggio 1798 fu il giorno
+in cui la flotta francese salpò da Tolone per la spedizione
+di Egitto.
+</p>
+
+<p>
+Si conoscevano già i preparativi che faceva la Francia,
+ma s’ignorava qual paese minacciasse quella
+flotta formidabile.
+</p>
+
+<p>
+Il comandante della flotta inglese sir Jean Jervis,
+dopo lord conte di S. Vicent, si ostinò di vedere nei
+preparativi di Tolone un progetto di spedizione nell’Oceano,
+e si accontentò di chiudere lo stretto di
+Gibilterra e di bloccare la flotta spagnuola nel
+porto di Cadice.
+</p>
+
+<p>
+Sempre in questa convinzione, spedì Nelson, che
+serviva sotto i suoi ordini, con tre vascelli di linea,
+quattro fregate ed una corvetta per sorvegliare il
+porto di Tolone, promettendogli di mandar soccorsi
+alla sua prima richiesta.
+</p>
+
+<p>
+Al 9 maggio Nelson lasciò la baia di Cadice, ma
+era già troppo tardi; arrivato nel golfo di Lione,
+una tempesta disperse i suoi vascelli, e disalberò
+quello su cui si trovava.
+</p>
+
+<p>
+Entrò per riparare le sue avarie nel porto di S. Pietro,
+<span class="pagenum" id="Page_34">[34]</span>
+rimorchiato da un vascello che aveva sofferto
+meno del suo.
+</p>
+
+<p>
+Durante il suo soggiorno al porto di S. Pietro,
+apprese la partenza della flotta francese da Tolone
+e spedì un bastimento a Lord S. Vincent per chiedergli
+il soccorso promesso: ma all’8 giugno, vale
+a dire tre settimane dopo che la flotta francese aveva
+fatto vela, potè riunire le forze inviategli, nel momento
+in cui essa era già fra la Sicilia e Malta.
+</p>
+
+<p>
+Questi aiuti si componevano di dieci vascelli da 74
+ed uno da 50 cannoni.
+</p>
+
+<p>
+Alla testa di questa potenza Nelson si mise alla
+ricerca della flotta francese; sulle coste meridionali
+della Corsica apprese che era stata veduta fra Capo
+Corso e l’Italia.
+</p>
+
+<p>
+Balenò a Nelson l’idea, e quell’idea aveva una
+certa probabilità, che la flotta francese fosse diretta
+a Napoli.
+</p>
+
+<p>
+Egli fece vela per Napoli.
+</p>
+
+<p>
+Al 15 giugno, egli era all’isola di Ponza, e c’inviò
+un suo uffiziale di confidenza, meglio ancora un suo
+amico, il capitano Troubridge, colla corvetta la
+<i>Mutine</i> per abboccarsi col capitano generale e sir
+William Hamilton.
+</p>
+
+<p>
+Troubridge era latore di una lettera di Nelson
+per me.
+</p>
+
+<p>
+L’effetto che io aveva prodotto su questo grande
+uomo non mi era punto sfuggito, e trovai strano
+come potendo egli stesso venire a Napoli avendo
+così un occasione di vedermi, la lasciasse sfuggire.
+</p>
+
+<p>
+La sua lettera mi spiegò tutto.
+</p>
+
+<p>
+Eccola:
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_35">[35]</span>
+</p>
+
+<div class="blockquote">
+<p class="indl">
+«Milady,
+</p>
+
+<p>
+«Se venissi a Napoli, se discendessi a terra, e se vi
+rivedessi, arrischierei di mancare a tutti i miei doveri,
+che sono d’inseguire la flotta francese senza
+perdere un momento.
+</p>
+
+<p>
+«Troubridge vi porgerà questa lettera, che invece
+di essere una prova d’indifferenza, diventa, per la
+spiegazione che vi dà, una prova della violenza del
+sentimento che provo per voi.
+</p>
+
+<p>
+«Appena Troubridge sarà ritornato colle indicazioni
+che riceverò dal capitano generale e da sir
+William, continuerò il mio cammino.
+</p>
+
+<p>
+«Fossero all’altro capo del mondo, raggiungerò i
+francesi; e mi rivedrete vincitore e degno di voi, milady,
+o non mi rivedrete più.
+</p>
+
+<p>
+«Mille volte il vostro
+</p>
+
+<p class="indr">
+«<span class="smcap">Orazio Nelson</span>.»
+</p>
+</div>
+
+<p>
+Eccoci a quanto ci trovavamo al 16 giugno 1798
+circa al nostro amore con Nelson; si vede che non
+eravamo inoltrati di molto.
+</p>
+
+<p>
+Questa lettera senza dir molto al mio cuore solleticava
+il mio orgoglio. Nelson nei cinque anni che
+erano passati si era battuto come un eroe, o piuttosto,
+come lo diceva egli stesso, come un uomo che si
+vuol fare ammazzare. Ho già raccontato come avesse
+perduto un occhio a Calvi; non era tutto, a Teneriffa
+gli venne portato via un braccio.
+</p>
+
+<p>
+Questa volta prometteva di ritornare degno di
+me, o di farsi ammazzare.
+</p>
+
+<p>
+Era sicura che egli manterrebbe la sua parola;
+Nelson non era di quegli uomini che promettevano
+invano.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_36">[36]</span>
+</p>
+
+<p>
+Dal terrazzo del palazzo vidi il maestoso spettacolo
+della flotta che difilava innanzi a Napoli; col
+mezzo d’un cannocchiale, sir William mi fece distinguere
+il vascello che portava la bandiera ammiraglia;
+a quella distanza non poteva distinguere
+quanto avveniva a bordo; ma son certa che Nelson
+aveva gli occhi fissi sul palazzo, come io aveva fissi
+i miei sul suo vascello.
+</p>
+
+<p>
+La flotta si aperse lentamente innanzi allo scoglio
+di Capri; una parte passò alla sua destra,
+l’altra alla sinistra; stette tre giorni in vista, poichè
+vi era bonaccia.
+</p>
+
+<p>
+Questa bonaccia fu causa che al 25 giugno soltanto
+si trovò al forte di Messina.
+</p>
+
+<p>
+Di là seppe che Bonaparte aveva preso Malta, e
+passando vi aveva lasciato una guarnigione di quattromila
+uomini, ed aveva continuato il suo cammino
+verso l’Oriente.
+</p>
+
+<p>
+Dal Faro in data del 25 egli scrisse a sir Hamilton
+per annunziargli quella notizia, ed a me per rinnovarmi
+l’assicurazione dei sentimenti che aveva
+per me.
+</p>
+
+<p>
+Sir William ed io ricevemmo le lettere al trenta
+dello stesso mese, e risposi subito:
+</p>
+
+<div class="blockquote">
+<p class="indl">
+«Caro signore.
+</p>
+
+<p>
+«Approfitto dell’offerta del capitano Hope per
+scrivervi qualche riga, e per ringraziarvi della graziosa
+lettera che mi avete fatto pervenire col mezzo
+del capitano Bowen.
+</p>
+
+<p>
+«La regina ebbe grandissimo piacere quando le
+tradussi ciò che dicevate di gentile per lei, e m’incarica
+di ringraziarvi, e di assicurarvi che prega pel
+<span class="pagenum" id="Page_37">[37]</span>
+vostro onore e per la vostra salvezza: in quanto
+alla vittoria essa è già sicura che l’avrete.
+</p>
+
+<p>
+«Abbiamo ancora qui il regicida ministro Garat,
+il più insolente, il più impudente animale diplomatico,
+che mai si possa vedere, e veggo chiaramente
+che la corte di Napoli dovrà dichiarare la
+guerra, se vuole salvare il paese, perchè l’ambasciatore
+francese fa tutti i giorni le osservazioni
+più minacciose.
+</p>
+
+<p>
+«S. M. vede e sente tutto ciò che voi dite nella
+vostra lettera a sir William datata dal Faro di Messina,
+e sotto la vera luce che rischiara i fatti, così
+fa anche il generale Acton.
+</p>
+
+<p>
+«Ma per sventura il loro primo ministro Gallo,
+uomo leggero, superficiale ed ignorante, impetrito
+e stecchito come una cresta di gallo, non pensa ad
+altro che al modo con cui gli vanno i suoi abiti ricamati,
+ed all’effetto che produce il suo anello di
+brillanti; una metà di Napoli lo crede francese, io
+credo che l’altra metà s’inganna credendolo napoletano.
+</p>
+
+<p>
+«La regina ed Acton non possono soffrirlo; per
+me poco importa essendo sostenuto soltanto dal re
+egli non saprebbe avere un gran potere; ma un
+primo ministro, e un puro ministro di forma, è pur
+sempre qualche cosa per fare un brutto giuoco.
+</p>
+
+<p>
+«A proposito saprete che i tre o quattrocento
+giacobini, che si tenevano in carcere, sono stati
+tutti, dopo tre o quattro anni di detenzione, dichiarati
+innocenti. Se credo a tutto ciò che si dice da
+loro di me, la metà almeno meriterebbe di essere
+appiccata. È Garat che colla sua influenza e Gallo
+colla sua debolezza, e forse colla sua simpatia,
+<span class="pagenum" id="Page_38">[38]</span>
+hanno fatto il bel colpo di rendere questi cari signori
+alla società.
+</p>
+
+<p>
+«Insomma io ne sono molto spaventata, e considero
+come tutto perduto per Napoli. Sono afflitta
+fino alle lagrime per la nostra cara e graziosa regina,
+che merita veramente una miglior sorte.
+</p>
+
+<p>
+«Comprenderete, mio caro signore, che vi scrissi
+tutto ciò in confidenza e di fretta.
+</p>
+
+<p>
+«Spero che non lascerete il Mediterraneo senza
+prenderci; abbiamo il nostro congedo, e pronta
+ogni cosa per partire appena ne avremo l’avviso;
+ma intanto spero in Dio che distruggerete questi
+mostri di francesi; e prima di partire di qua, il regno
+di questi empii non sarà di lunga durata.
+</p>
+
+<p>
+«Se avrete qualche occasione, scriveteci; non potete
+credere qual balsamo sono le vostre lettere
+per noi.
+</p>
+
+<p>
+«Che Dio vi benedica, mio caro, carissimo signore:
+credetemi sempre la vostra sincerissima, obbligatissima
+ed affezionatissima amica,
+</p>
+
+<p class="indr">
+<span class="smcap">Emma Hamilton</span>.»
+</p>
+</div>
+
+<p>
+Questa lettera lo raggiunse in mare mentre cercava,
+senza poterla trovare, la flotta francese.
+</p>
+
+<div class="chapter">
+<p><span class="pagenum" id="Page_39">[39]</span></p>
+
+<h2>IV.</h2>
+</div>
+
+<p>
+Nelson aveva completamente perduto la traccia
+di Buonaparte e dei trecento cinquanta legni che lo
+seguivano: trattenuto dallo scirocco per alcuni giorni
+nello stretto di Messina, approfittò di un colpo di
+vento per superare Reggio, e spingersi in alto mare.
+</p>
+
+<p>
+Convinto che Buonaparte moveva verso l’Egitto,
+volse direttamente il suo cammino ad Alessandria;
+ma vi arrivò prima della flotta francese; l’ammiraglio
+Brueys aveva appoggiato verso l’isola di Candia
+per ingannare senza dubbio quelli che lo inseguivano.
+</p>
+
+<p>
+Mal ricevuto dal governo d’Alessandria che minacciava
+di far fuoco su di lui se tentasse di forzare
+il passo, e non sapendo la via percorsa dalla
+<span class="pagenum" id="Page_40">[40]</span>
+flotta francese, suppose, dacchè non si trovava ad
+Alessandria, che avesse fatto vela per Costantinopoli.
+Nelson costeggiò all’avventura la Caramanis e
+la Morea, andando in cerca di notizie, e dopo aver
+percorso invano l’Arcipelago, difettando di acqua e
+di viveri, fu obbligato di ritornare in Sicilia.
+</p>
+
+<p>
+Più di una volta mi disse, che dal 20 giugno, epoca
+in cui uscì dallo stretto di Messina, fino al 21 luglio,
+in cui entrò nel porto di Siracusa, egli credeva
+di diventar pazzo.
+</p>
+
+<p>
+La situazione era grave, ed una tempesta si addensava
+contro di lui in Inghilterra. Quando si seppe
+che aveva lasciato uscire da Tolone, e che per un
+mese intiero aveva cercato nel Mediterraneo, vale a
+dire, in un gran lago, una flotta di circa quattro
+cento vele, si chiedeva da ogni parte, se egli non
+fosse un traditore, che si doveva sottoporre ad un
+consiglio; e l’ammiraglio S. Vincent, uomo leggero
+era incorso nel biasimo dell’ammiragliato per avergli
+proposto come contrammiraglio un uffiziale indegno
+di quel grado.
+</p>
+
+<p>
+La sua unica speranza era riposta in noi, o piuttosto
+in me.
+</p>
+
+<p>
+Io doveva ottenere dalla regina, che, malgrado il
+trattato colla Francia, egli potesse ricevere dai comandanti
+dei porti siciliani tutti i soccorsi di cui
+aveva bisogno; perchè, se la corte di Sicilia si mantenesse
+nei limiti del suo trattato colla Francia,
+Nelson sarebbe obbligato di andare a rifornirsi di
+viveri a Gibilterra, ed allora era perduto.
+</p>
+
+<p>
+Soltanto una splendida vittoria poteva salvarlo.
+</p>
+
+<p>
+Questa lettera che egli scriveva al 22 luglio a lord
+S. Vincent, darà un’idea della situazione del suo
+animo.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_41">[41]</span>
+</p>
+
+<div class="blockquote">
+<p class="indr">
+«Siracusa 22 luglio 1798
+</p>
+
+<p class="indl">
+«Mio caro Lord
+</p>
+
+<p>
+«Ho una quantità di lettere e di carte da mandarvi,
+ma non ho disponibile una fregata per portarvele,
+e non posso in questo momento separarmi
+dall’Orion: giudicate del mio imbarazzo, — io ignoro
+completamente il luogo dove possa essere la flotta
+francese, come in quel giorno che ho superato il
+Capo Passaro. Ciò che so di certo, si è che al 18
+giugno la flotta cominciava ad uscire dal porto di
+Malta; nella notte del martedì tutte le navi erano
+fuori, ed al mercoledì mattina fu veduta che continuava
+il suo cammino a piene vele sotto un gran
+vento di ovest nord ovest. Ciò mi è stato assicurato
+da quattordici persone, il resto non è che congettura;
+se la flotta è diretta verso l’occidente, sono
+sicuro che tutti i porti, ed anche tutti i punti della
+Sicilia, ove sarebbe stata veduta, si sarebbero affrettati
+di avvisarmene. Non ardisco dirvi di più, ma
+sono persuaso che noi siamo traditi, ed è più che
+probabile che questa lettera che sono obbligato di
+mandare a Napoli non giungerà nemmeno colà, od
+almeno sono sicuro che il ministro francese ne avrà
+una copia, se non la copia egli stesso. In quanto a
+me vi dico, che se non vi ha difficoltà intorno ad
+un punto od un altro, raggiungerò la flotta francese.
+La nostra non ha un solo uomo ammalato. Vi
+ho dato tutti quei particolari che ho potuto, e vi
+ho detto fino il mio più intimo pensiero, — Dio vi
+benedica.
+</p>
+
+<p class="indr">
+«Per sempre il vostro fedeliss.<br>
+«<span class="smcap">Orazio Nelson</span>.»
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_42">[42]</span>
+</p>
+
+<p>
+«PS. Il modo con cui siamo accolti in Sicilia è
+vergognoso; il comandante ci dichiara che se avesse
+avuto i mezzi, sarebbe stato obbligato, giusto gli
+ordini ricevuti, d’impedire la nostra entrata. Acton
+aveva promesso di dare degli ordini, <i>ma non ne è
+stato mandato alcuno</i>; che ne pensate voi?»
+</p>
+</div>
+
+<p>
+Nello stesso giorno Nelson, disperato e quasi furioso,
+scriveva a sir William Hamilton:
+</p>
+
+<div class="blockquote">
+<p class="indr">
+«A bordo del <i>Vanguard</i>
+</p>
+
+<p class="indr">
+«Siracusa, 22 luglio 1798.
+</p>
+
+<p class="indl">
+«Mio caro signore,
+</p>
+
+<p>
+«Sono oltre modo maravigliato che il re di Napoli
+abbia dato l’ordine di non lasciar entrare nei suoi
+porti che tre o quattro bastimenti inglesi. Io però
+sapeva che si erano date delle istruzioni segrete per
+la nostra libera ammissione; se si continua dunque
+a rifiutarmi ancora tutti gli oggetti di cui ho bisogno,
+fatemelo sapere al più presto possibile, col primo
+bastimento, onde possa aver il tempo di rifornirmi
+di viveri a Gibilterra. Il modo con cui siamo trattati
+è scandaloso per una grande nazione; la bandiera
+di Sua Maestà Britannica è stata in realtà insultata
+in tutti i porti amici.
+</p>
+
+<p>
+«Sono col maggior rispetto ecc.
+</p>
+
+<p class="indr">
+«<span class="smcap">Orazio Nelson</span>.»
+</p>
+</div>
+
+<p>
+Ma, grazie a me, queste istruzioni segrete erano
+state date; solamente arrivavano un poco tardi. Nello
+stesso giorno, in cui Nelson scrisse quella lettera, il
+comandante del porto di Siracusa, e quelli degli altri
+porti avevano ricevuto l’avviso di dargli viveri,
+acqua, legna, tutto ciò che gli occorreva, e specialmente
+<span class="pagenum" id="Page_43">[43]</span>
+di non contar più il numero dei vascelli
+che entravano nel porto. Cosicchè Nelson fece ammenda
+onorevole nello stesso giorno con questa
+lettera.
+</p>
+
+<div class="blockquote">
+<p class="indr">
+«Siracusa, 22 luglio 1798.
+</p>
+
+<p class="indl">
+«Miei buoni amici,
+</p>
+
+<p>
+«Grazie di tutte le vostre premure. Abbiamo viveri
+ed acqua; l’attingere l’acqua dalla fontana Aretusa
+è certamente un presagio di vittoria. Metteremo
+vela alla prima brezza, e siate certi che ritornerò
+coronato d’alloro o coperto di cipresso.
+</p>
+
+<p class="indr">
+«O. N.»
+</p>
+</div>
+
+<p>
+Il giorno dopo, Nelson scrisse di nuovo a sir
+William:
+</p>
+
+<div class="blockquote">
+<p class="indr">
+«Siracusa, 23 luglio 1798.
+</p>
+
+<p class="indl">
+«Mio caro signore,
+</p>
+
+<p>
+«La flotta è pronta, ed appena spirerà il vento
+di terra uscirò da questa deliziosa rada, ove fummo
+copiosamente soddisfatti di quanto abbisognavamo,
+e dove ci furono prodigate tante cure. Ma sono stato
+assai in pena finchè non fu data alcuna istruzione
+secreta al comandante per la nostra ammissione. Ho
+la sola speranza d’incontrare la flotta francese, e di
+metterci sopra la mano. L’evento sarò allora nelle
+mani della provvidenza, nella cui bontà io non dubito
+punto.
+</p>
+
+<p>
+«I miei omaggi a lady Hamilton, e credetemi sempre
+il vostro fedelissimo.
+</p>
+
+<p class="indr">
+«<span class="smcap">O. Nelson</span>.»
+</p>
+</div>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_44">[44]</span>
+</p>
+
+<p>
+Il vento che Nelson aspettava venne nella notte
+dal 23 al 24 di luglio, e la flotta, essendo già pronta
+a far vela, si diede l’ordine di salpare.
+</p>
+
+<p>
+Nelson si diresse verso la Grecia.
+</p>
+
+<p>
+Al 28 luglio il <i>Culloden</i>, che passava innanzi alla
+Morea, entrò nel golfo di Coron, interrogò il governo
+Turco, e seppe che i Francesi erano ad Alessandria.
+Il Culloden raggiunse subito l’ammiraglio, e si diede
+l’ordine, mediante i segnali, di dirigersi difilato ad
+Alessandria.
+</p>
+
+<p>
+Si giunse innanzi a questo porto il primo agosto
+verso mezzogiorno, ma i Francesi l’avevano già lasciato,
+e si erano diretti verso oriente; si continuò
+ad inseguirli, ed alle due e tre quarti, lo <i>Zélé</i> che
+stava alla testa fece il segnale di vedere sedici vascelli
+di linea all’áncora.
+</p>
+
+<p>
+A tre ore Nelson diede il segnale di prepararsi al
+combattimento.
+</p>
+
+<p>
+Non spetta a noi di raccontare questa terribile
+battaglia del Nilo che durò due giorni. Mai vittoria
+fu più completa di questa, nè simile disastro non
+spaventò il mare. Un vascello francese l’<i>Orient</i> scoppiò,
+un altro vascello ed una fregata andarono a
+picco, e nove bastimenti furono presi; ma tre di
+questi ultimi erano talmente mutilati che il vincitore
+fu costretto ad incendiarli; il giorno seguente
+e l’altro ancora fu obbligato a bruciarne altri due.
+</p>
+
+<p>
+Ma Nelson aveva ricevuto una grave ferita; un
+pennone spezzato da una palla francese gli cadde
+sulla fronte nel momento che alzava la testa al rumore
+che la palla faceva nel romperlo. Quel frammento
+di pennone gli aveva tagliata e rovesciata la
+pelle della fronte fino sulla bocca. Nelson si credette
+<span class="pagenum" id="Page_45">[45]</span>
+ferito mortalmente, tanta era la violenza del colpo.
+Fece subito chiamare il cappellano per confidargli
+la sua ultima volontà; ma col cappellano venne anche
+il chirurgo, il quale esaminò il cranio, e non
+scorgendovi nessuna frattura, ciò che era facile a
+vedersi, perchè l’osso era scoperto, rialzò la pelle
+della fronte, la rimise al suo posto e ve la fissò con
+una benda. Nelson rivedendo la luce alla quale credeva
+di aver dato un eterno addio, riprese con uno
+sforzo sovrumano il comando del Vanguard, e ritrovando
+tutta la sua forza e la sua presenza di spirito,
+tutto il suo sangue freddo, restò sul suo banco
+di quarto, e continuò a comandare il fuoco fino all’intiera
+distruzione della flotta francese.
+</p>
+
+<p>
+Poi tutto ferito e quasi cieco prese la penna e
+scrisse a sir William ed a me:
+</p>
+
+<div class="blockquote">
+<p class="indr">
+«2 agosto di sera.
+</p>
+
+<p class="indl">
+«Miei buoni amici,
+</p>
+
+<p>
+«Vittoria completa, la flotta francese è distrutta.
+Il capitano Capel che parte colla Mutine, vi porterà
+questa lettera, e vi darà tutti i particolari che non
+posso darvi io stesso.
+</p>
+
+<p>
+«Sono stato leggermente ferito; ma non datevi
+pena per ciò.
+</p>
+
+<p class="indl">
+«Sempre vostro fedele
+</p>
+
+<p class="indr">
+«<span class="smcap">Orazio Nelson</span>.»
+</p>
+
+<p>
+«Trasmettete, ve ne prego, coi miei rispettosi omaggi,
+queste notizie alla nostra amabile regina.»
+</p>
+</div>
+
+<p>
+Il capitano Capel partì difatti colla <i>Mutine</i>, e giunse
+il 4 settembre a Napoli, annunziandoci a voce che
+Nelson arriverebbe qualche giorno dopo di lui, ed
+<span class="pagenum" id="Page_46">[46]</span>
+aveva indicato il porto di Napoli come punto di riunione
+di tutta la flotta, le cui navi più o meno mutilate
+non potevano camminare che colle forze che
+lor rimanevano.
+</p>
+
+<p>
+Dopo aver terminato la sua commissione, il capitano
+Capel scriveva a Nelson:
+</p>
+
+<div class="blockquote">
+<p class="indl">
+«Signor ammiraglio.
+</p>
+
+<p>
+«È impossibile che vi esprima la gioia che brillava
+su tutti i volti, il fragore degli applausi e delle
+acclamazioni che ci accolsero al nostro arrivo. La
+regina e Lady Hamilton svennero tutt’e due per la
+consolazione; insomma, signore, tutti vi acclamano
+il liberatore d’Europa. Un corriere partirà domani
+mattina per Vienna: io l’accompagnerò per non
+perdere un solo istante; ho avuto tutte le istruzioni
+ed i suggerimenti possibili da sir William Hamilton
+e dagli altri ministri stranieri, che si sono
+tutti affrettati di mandare alle loro corti la gloriosa
+notizia.
+</p>
+
+<p>
+«Ho l’onore di essere con rispetto
+</p>
+
+<p class="indr">
+«<span class="smcap">Capel</span>.»
+</p>
+</div>
+
+<p>
+In quanto a me nel primo momento scrissi una
+lettera a Nelson, una lettera piena di espansione
+che non potrei citare qui, non avendone tenuta la
+copia, ma che Nelson riprodusse in parte nella lettera
+seguente che scriveva a sua moglie.
+</p>
+
+<div class="blockquote">
+<p class="indr">
+«In mare il 16 settembre 1798.
+</p>
+
+<p>
+«Il regno delle Due Sicilie è pazzo per la gioia. — Dal
+trono ai contadini tutti sono così; da quanto mi
+dice Lady Hamilton con la sua lettera, la situazione
+<span class="pagenum" id="Page_47">[47]</span>
+della regina faceva veramente pietà. — Spero solamente,
+di non esser più mai testimonio della rinnovazione
+d’una simile cosa. Vi ripeto le parole di
+Lady Hamilton:
+</p>
+
+<p>
+«Come posso trascrivervi i trasporti della regina?
+Ciò mi è impossibile: essa pianse, abbracciò
+suo marito, i suoi figli, corse come una forsennata
+per la camera, sempre piangendo, dando baci alle
+persone ch’eranle intorno e stringendole nelle sue
+braccia, esclamando: Oh! bravo Nelson, Dio possa
+benedire e proteggere il nostro bravo liberatore, oh!
+Nelson, Nelson quanto vi devo! oh! conquistatore,
+salvatore dell’Italia, perchè il mio cuore commosso
+non può dirvi da vicino quanto io vi devo?
+</p>
+
+<p>
+«Voi potete, cara Fanny, giudicare del resto, ma
+la mia testa non vuol permettermi di dirvene la
+metà. Tutte le mie fatiche andavano quasi frustrate,
+ma Dio mi ha protetto.
+</p>
+
+<p>
+«Vostro, — <span class="smcap">Orazio Nelson</span>.»
+</p>
+</div>
+
+<p>
+La lettera seguente, che la regina scriveva al suo
+ambasciatore a Londra, il marchese di Circello, darà
+un’idea della sua soddisfazione.
+</p>
+
+<p>
+Sua Maestà mi ha fatto l’onore di darmene una
+copia scritta di suo pugno:
+</p>
+
+<div class="blockquote">
+<p>
+«Vi scrivo nella gioia. Il bravo e coraggioso ammiraglio
+Nelson ha riportato una vittoria completa
+sulla flotta francese. Vorrei dare delle ali al messaggiero
+che vi porterà questa grande notizia, e
+nello stesso tempo l’espressione della nostra sincera
+gratitudine all’eroe del Nilo. L’Italia è salva dalla
+parte di mare, e ciò è dovuto ai valorosi Inglesi.
+<span class="pagenum" id="Page_48">[48]</span>
+Questo fatto che può intitolarsi a buon dritto la
+totale disfatta della flotta regicida, è dovuto al genio
+ed al valore di questo bravo ammiraglio, secondato
+da una marina che è il terrore dei suoi nemici:
+la vittoria è così completa, che appena posso
+prestarvi fede, e se non fosse che la nazione inglese
+è abituata a fare prodigi sul mare, io non saprei
+persuadermene. Questa notizia ha prodotto un entusiasmo
+generale, e voi sareste commosso nel vedere
+i miei figli a me dintorno che mi abbracciavano
+e piangevano di gioia a queste consolanti notizie
+doppiamente consolanti pel momento critico in cui
+sono giunte. — La paura, l’avarizia, gl’intrighi dei
+repubblicani hanno fatto sparire tutto il denaro, e
+non vi è nessuno che abbia il coraggio di proporre
+un piano che l’obblighi a rientrare in circolazione;
+questo bisogno di denaro ci ha messi in condizioni
+spiacevoli, oppressi dai repubblicani che sono la
+causa di tutti i mali che opprimono questo bel paese.
+Molti che hanno creduto che il momento fosse
+venuto, hanno levato la maschera; ma queste buone
+notizie, ma la perdita della flotta di Bonaparte che
+perirà, lo spero, con tutto il suo esercito in Egitto,
+li rendono più timidi, e ci fa il maggior bene. Se
+l’imperatore mette un poco di attività nei suoi movimenti,
+l’Italia può essere salva. Noi, da parte nostra,
+siamo pronti ed impazienti di renderci degni
+di essere gli amici e gli alleati dei bravi difensori
+del mare. Presentate i miei rispetti al re ed alla regina
+d’Inghilterra, fate i miei complimenti a Lord
+Greenville, a Pitt, e a Lord Spencer, il quale ha l’onore
+d’esser il capo di tutta questa eroica marina;
+offrite i miei ringraziamenti a tutti questi signori,
+<span class="pagenum" id="Page_49">[49]</span>
+per aver inviato la flotta, e dite loro quanto io sia
+festosa per l’avvenimento, tanto per nostro vantaggio,
+che è grande, quanto pel loro onore e per la
+loro gloria; assicurateli della mia gratitudine eterna.
+Spero che dagli ordini che avete ricevuto coll’ultimo
+corriere la nostra tranquillità sarà assicurata;
+e che con un buon accordo arriveremo a salvare
+l’Italia, ed a dare al nostri difensori dei vantaggi
+che ci collegheranno per sempre.
+</p>
+
+<p>
+Il coraggioso Nelson è ferito, ed è così modesto
+che parla appena della sua ferita, e raccomanda gli
+eroi al suo signore e re. E gli Italiani tutti entusiasti
+della nazione inglese; grandi speranze sono
+fondate sulla sua bravura, ma nessuno poteva gloriarsi
+di una simile distruzione.
+</p>
+
+<p>
+«Noi siamo tutti pazzi di gioia.
+</p>
+
+<p class="indr">
+«<span class="smcap">Carolina</span>.»
+</p>
+</div>
+
+<p>
+Tutte le lettere che cito sono forse conosciute in
+Inghilterra, ma, ne son certa, sono completamente
+ignote in Francia e per conseguenza devono avere
+un interesse di curiosità pel lettore francese.
+</p>
+
+<div class="chapter">
+<p><span class="pagenum" id="Page_51">[51]</span></p>
+
+<h2>V.</h2>
+</div>
+
+<p>
+Bisogna vedere gli onori che furono resi a Nelson,
+e le ricompense, sotto le quali egli fu letteralmente
+schiacciato, conferitegli da tutti i sovrani d’Europa,
+per farsi un’idea del grado di terrore che la Francia
+ispirava in quell’epoca all’Europa intera.
+</p>
+
+<p>
+Ne abbiamo fatto una volta la lista con Nelson, e
+questa lista eccola; essa comincia dall’ottobre 1798
+e va sino all’ottobre 1799.
+</p>
+
+<p>
+Prima di tutto dal re e dalla regina d’Inghilterra.
+</p>
+
+<p>
+La dignità di Pari della Gran Brettagna, ed una
+medaglia d’oro.
+</p>
+
+<p>
+Della Camera dei Comuni, dietro un messaggio
+del re del 22 novembre 1798 per lui e pe’ suoi due
+più prossimi eredi, il titolo di barone del Nilo, e di
+<span class="pagenum" id="Page_52">[52]</span>
+Bernham Thorpes, con una rendita di 2,000 lire sterline,
+cominciando a decorrere dal 1 agosto 1798,
+giorno della battaglia del Nilo.
+</p>
+
+<p>
+Dal Parlamento inglese per lui ed i suoi due più
+prossimi eredi una rendita di 2,000 lire sterline.
+</p>
+
+<p>
+Dal Parlamento d’Irlanda una pensione di 1,000
+lire sterline.
+</p>
+
+<p>
+Dalla Compagnia delle Indie Orientali 10,000 lire
+sterline per una volta.
+</p>
+
+<p>
+Dalla compagnia turca un servizio di vassellame
+liscio.
+</p>
+
+<p>
+Dalla città di Londra una spada coll’impugnatura
+ornata di diamanti.
+</p>
+
+<p>
+Dal Gran Signore una fibbia di diamanti col celmyk,
+ossia una penna di trionfo valutata 2,000 lire
+sterline, ed una ricca pelliccia valutata 1,000 lire
+sterline. Dalla madre del Sultano, la Sultana Validè,
+una scatola ornata di diamanti valutata 1,000 lire
+sterline.
+</p>
+
+<p>
+Dall’Imperatore di Russia una scatola ornata di
+diamanti del valore di 2,000 lire sterline e la seguente
+lettera di felicitazione.
+</p>
+
+<div class="blockquote">
+<p class="indl">
+«Signor vice-ammiraglio Nelson.
+</p>
+
+<p>
+«Considerando la causa dei miei alleati come la
+mia propria, non posso esprimervi il piacere che mi
+hanno fatto i vostri successi; la vittoria completa
+che avete riportato sul nemico comune, la distruzione
+della flotta francese sono sicuramente titoli
+troppo possenti, per non assicurarvi i suffragi della
+parte sana di Europa. Per darvi un attestato palese
+della giustizia ch’io rendo a’ vostri talenti militari,
+unisco alla presente una scatola col mio ritratto ornata
+<span class="pagenum" id="Page_53">[53]</span>
+di diamanti, e desidero che vi sia garante della
+mia grande benevolenza. Con che prego Dio, signor
+vice-ammiraglio Nelson, che vi abbia nella sua santa
+e degna custodia.
+</p>
+
+<p>
+«Pietroburgo, 8 ottobre 1798.
+</p>
+
+<p class="indr">
+«<span class="smcap">Paolo</span>.»
+</p>
+</div>
+
+<p>
+Dal re delle Due Sicilie una spada riccamente
+ornata di diamanti del valore di 5,000 lire sterline.
+</p>
+
+<p>
+Dal re di Sardegna una scatola in diamanti valutata
+1,100 lire sterline e la seguente lettera di felicitazione.
+</p>
+
+<div class="blockquote">
+<p class="indl">
+«Mio caro ammiraglio,
+</p>
+
+<p>
+«Voi non sapreste credere, mio caro ammiraglio,
+con quale soddisfazione ho io letto la vostra lettera
+del 4 corrente, che ho ricevuto ieri alle cinque ore
+dopo mezzodì, e che resi immediatamente ostensiva
+a tutta la famiglia reale ed ai miei primi ufficiali, i
+quali ne sono stati compiaciutissimi. Senza entrare
+in particolari, io profitto dell’occasione che il cavalier
+Balli, mio primo scudiere, si propone di fare un
+giro in Germania ed in Russia per incaricarlo di
+passar da Palermo ed istruirvi delle mie intenzioni
+e delle mie viste nelle circostanze attuali, le quali
+mi lasciano sperare, che il buon Dio vuol finalmente
+che il brigantaggio finisca e che la buona causa
+trionfi. Ecco i voti che noi facciamo incessantemente
+pel bene dell’umanità e pel sostegno della religione.
+Voi potreste dunque credere a quanto il cavalier
+Balli vi dirà da parte mia. Egli è un gentiluomo che
+coi suoi talenti ed i suoi servigi, sia nell’armata sia
+nella corte, ha acquistato dritto alla mia confidenza,
+<span class="pagenum" id="Page_54">[54]</span>
+onde io mi auguro che voi vorrete accordargli la
+vostra. Io l’ho incaricato di assicurar quanto vi sia
+riconoscente della vostra attenzione e quanto conti
+sopra una persona tanto degna e tanto virtuosa
+quanto voi siete, mio caro ammiraglio. Vi ringrazio
+delle lettere della corte di Napoli che mi avete dirette,
+e vi prego di farle giungere le risposte qui
+unite. Intanto prego Dio di avervi nella sua degna
+e santa guardia.
+</p>
+
+<p>
+«Cagliari, 8 maggio 1799
+</p>
+
+<p class="indr">
+«Vostro amico<br>
+«<span class="smcap">Carlo Emmanuele</span>».
+</p>
+</div>
+
+<p>
+L’isola di Zante gli diede una spada con l’elsa
+d’oro, ed un bastone col pomo d’oro, con una dichiarazione
+che senza la battaglia del Nilo, quell’isola
+non sarebbe stata mai liberata dalla crudeltà dei
+Francesi.
+</p>
+
+<p>
+La città di Palermo gli regalò una scatola ed una
+catena d’oro presentata sopra un piatto d’argento.
+</p>
+
+<p>
+Ma il dono più originale, e se mi è permesso di
+dire, il più inglese, e che fece tanto piacere a Nelson
+fu quello che gli fece il suo amico, il capitano
+Beniamino Hallowell, comandante dello <i>Sweffsure</i>.
+</p>
+
+<p>
+Il vascello francese l’<i>Orient</i> scoppiò, come già disse,
+e le sue spoglie cadendo in frantumi coprirono il
+mare: fra questi frantumi, il capitano Hallowell
+scorse che l’albero maestro era rimasto intatto. Fece
+mettere tutte le scialuppe in mare, e poco curandosi
+dei nuotatori che si agitavano in mezzo a
+quelle ruine, ordinò di salvare soltanto l’albero maestro
+dell’<i>Orient</i>: tutte le scialuppe dello <i>Sweffsure</i>
+si misero all’opera e lo trassero a bordo; subito dopo
+<span class="pagenum" id="Page_55">[55]</span>
+Ben Hallowell fece chiamare un fabbro ed un falegname,
+e nella parte più grossa dell’albero fece scolpir
+fuori un feretro, incastonato colle barre di ferro
+a saldato coi chiodi tolti dallo stesso albero. Terminato
+il sarcofago vi pose questo certificato d’origine:
+</p>
+
+<div class="blockquote">
+<p>
+«Certifico qui che questo feretro è intieramente
+costruito col legno e col ferro del vascello l’Orient,
+di cui il vascello di S. M. sotto i miei ordini salvò
+gran parte nella baia di Aboukir.
+</p>
+
+<p>
+«Il 23 maggio 1799.
+</p>
+
+<p class="indr">
+«<span class="smcap">Ben Hallowell</span>.»
+</p>
+</div>
+
+<p>
+Poscia inviò il sarcofago a Nelson colla lettera
+seguente:
+</p>
+
+<div class="blockquote">
+<p class="center">
+«<i>Al leale ed onorevole lord Nelson<br>
+Cavaliere Baronetto.</i>
+</p>
+
+<p class="indl">
+«Mio signore,
+</p>
+
+<p>
+«Vi mando insieme a questa una bara costruita
+col legno dell’albero maestro del vascello l’<i>Orient</i>,
+affinchè quando lascerete questa vita, possiate ancora
+riposare nei vostri propri trofei. La speranza
+che questo giorno è ancor lontano è il desiderio sincero
+del vostro obbediente ed affezionatissimo servo.
+</p>
+
+<p class="indl">
+«Sweffsure, 23 Maggio 1799.
+</p>
+
+<p class="indr">
+«<span class="smcap">Ben Hallowell</span>.»
+</p>
+</div>
+
+<p>
+Nelson, come dissi, accolse il dono con una soddisfazione
+visibile, e lo conservò per qualche tempo
+appoggiato, col suo coperchio, precisamente dietro
+<span class="pagenum" id="Page_56">[56]</span>
+la sedia dove si sedeva per pranzare; un vecchio
+domestico, rattristato da questo mobile postumo, ottenne
+da Nelson di trasportarlo sul falso ponte.
+</p>
+
+<p>
+Quando Nelson lasciò il <i>Vanguard</i> orribilmente
+mutilato, il feretro passò con lui a bordo del <i>Fulminante</i>,
+ove rimase per molto tempo sul cassero del
+bastimento.
+</p>
+
+<p>
+Un giorno alcuni giovani ufficiali del <i>Fulminante</i>,
+ammiravano il dono del capitano Ben Hallowell;
+Nelson gridò loro dalla sua camera:
+</p>
+
+<p>
+— Ammiratelo finchè volete, signori, ma nessuno
+di voi l’avrà.
+</p>
+
+<p>
+Ahimè è inutile il dire che il povero Nelson riposa
+nel feretro che Ben Hallowell gli aveva preparato.
+</p>
+
+<p>
+Confesso che mi trema la mano, e che mi sono
+venute le lagrime agli occhi ricordando questi funebri
+particolari.
+</p>
+
+<p>
+Ma essi fanno parte della gloria e della grandezza
+del mio eroe; e non mi sono creduta in dovere di
+tacerli.
+</p>
+
+<p>
+Oltre al titolo di lord, di barone del Nilo, e di
+Burnham-Thorpes, oltre alla medaglia navale che
+Nelson ricevette come tutti i capitani comandanti
+un vascello di linea alla battaglia del Nilo, Nelson
+ricevette una <i>honourable augmentation</i> al suo stemma:
+al dire di sir William, grande interprete di geroglifici
+araldici, questa <i>honourable augmentation</i>
+non era il dono più prezioso che Nelson ricevette.
+La semplicità è il pregio principale del Blasone, ma
+qui la quantità delle imprese, di cui era sovraccaricata
+quella di Nelson, lo rendevano quasi ridicolo,
+e sarebbe stato ancora accresciuto se si avesse
+<span class="pagenum" id="Page_57">[57]</span>
+dato ascolto all’ammiraglio Goodal che voleva dare
+al suo stemma due coccodrilli per sostegno.
+</p>
+
+<p>
+Ecco il decreto del re intorno a questo stemma.
+</p>
+
+<p>
+«Avendo Sua Maestà il re la graziosa intenzione di
+dare all’onorevole Orazio barone Nelson del Nilo e di
+Burnham-Thorpes, nella contea di Norfolk, contr’ammiraglio
+della squadra azzurra della flotta di S. M.,
+cavaliere e baronetto, una ricompensa pei suoi servigi,
+pel grande coraggio e perseveranza da lui manifestata
+in molte occasioni, e particolarmente per
+l’abile e valorosa condotta da esso spiegata nel
+glorioso combattimento e decisiva vittoria da esso
+ottenuta sulla flotta francese alle bocche del Nilo,
+il giorno primo del mese di Agosto prossimo passato
+gli conferisce, per esso e i suoi discendenti,
+mediante questo reale decreto, l’autorizzazione di
+aggiungere quest’onorevole aumento di imprese al
+suo stemma.
+</p>
+
+<p>
+Un capo — ondulato d’argento, che sostiene le
+onde del mare, con una palma che sorge fra un vascello
+disalberato ed una batteria smontata, il vascello
+a destra e la batteria a sinistra — il tutto
+di color naturale — inoltre sul cimiero dell’elmo
+una corona navale da cui esce il Cermyk o piuma
+di trionfo conferitagli dal Sultano, col motto — <i>Palmam
+quam meruit ferat</i>, — e per sostegno un marinaio
+a destra ed un leone a sinistra, coi seguenti
+aumenti onorevoli: il marinaio porterà nella sua
+mano, e il leone fra le sue zampe una palma, coll’aggiunto
+di una bandiera tricolore nella bocca
+del leone».
+</p>
+
+<p>
+Fu Sua Maestà che si diede egli stesso la pena di
+comporre questo stemma così complicato. Lady
+<span class="pagenum" id="Page_58">[58]</span>
+Nelson che comprendeva nulla di quel brevetto,
+chiese che volesse significare; ma le venne poi data
+una spiegazione, coll’aggiunta del Blasone interpretata
+dall’araldo d’Inghilterra sir Isac Heard.
+</p>
+
+<p>
+Il 19 ricevemmo l’avviso che Nelson era al 16 all’altezza
+di Stromboli: si stimò che non poteva tardare
+ad arrivare a Napoli, ed a rischio di ciò che
+avrebbe potuto pensare, dire o fare l’ambasciatore
+della Repubblica francese Garat, si prepararono
+a Nelson splendide feste; — tre giorni prima
+erano arrivati l’<i>Alessandro</i> ed il <i>Culloden</i> che erano
+meno maltrattati del <i>Vanguard</i>, lo avevano preceduto
+da cinque giorni.
+</p>
+
+<p>
+Si misero delle sentinelle al Capo della Campanella
+e sui punti più elevati dello scoglio di Capri;
+queste sentinelle dovevano annunziare col mezzo
+di segnali la flotta di Nelson, e far giungere immediatamente
+a Napoli la notizia del suo arrivo.
+</p>
+
+<p>
+Poi si ornò con magnificenza una gran barca, con
+una tenda di porpora portante gli stemmi d’Inghilterra
+e delle Due Sicilie, e coperta da trofei colle
+bandiere delle due nazioni riunite; si prepararono
+dodici o quindici barche per far corteggio alla
+barca capitana, e si aspettava in seguito ad un ordine
+dato a tutta la corte che ognuno si tenesse
+pronto per andare incontro a Nelson al primo segnale.
+</p>
+
+<p>
+Durante questo tempo la regina aveva raddoppiato
+di tenerezza per me e mi aveva confidato fino i suoi
+pensieri più segreti.
+</p>
+
+<p>
+La regina non si dissimulava che le feste che preparava
+pel vincitore del Nilo erano la guerra colla
+Francia, e quantunque indebolito per la perdita di
+<span class="pagenum" id="Page_59">[59]</span>
+Bonaparte e di trenta mila uomini chiusi con lui
+in Egitto, la Francia non era però meno un nemico
+da temersi quanto da accarezzare.
+</p>
+
+<p>
+Essa dunque avea d’uopo a qualunque prezzo di
+Nelson e dietro di Nelson, dell’Inghilterra; e perciò
+essa contava su di me per avere Nelson.
+</p>
+
+<p>
+La fiera Maria Carolina pregava l’ambasciatrice
+d’Inghilterra, come la povera Amy Strug aveva pregato
+l’umile Emma, e non farei io meno per una regina,
+di quanto ho fatto per una semplice contadina.
+</p>
+
+<p>
+La mia vita aveva incominciato colla seduzione
+dell’ammiraglio John Payne; e doveva terminare
+colla seduzione dell’ammiraglio Orazio Nelson.
+</p>
+
+<p>
+Io ammirava Nelson, ma non l’amava ancora; il
+mio amore per lui mi è venuto pel suo grande amore
+per me. I sentimenti portati all’estremo hanno anch’essi
+il loro contagio.
+</p>
+
+<p>
+Promisi alla regina di fare quanto avrei potuto,
+ma le obiettava sir William.
+</p>
+
+<p>
+La regina si mise a ridere.
+</p>
+
+<p>
+— Bene, disse, sir William è troppo buon inglese
+per non dare anch’egli la sua ricompensa al vincitore
+del Nilo; inoltre non ha bisogno di essere consultato.
+Se foss’io che amassi Nelson, non mi darei
+certamente la pena di consultare il re intorno a ciò
+che mi piacerebbe di fare.
+</p>
+
+<p>
+— Maestà, le risposi, il re Ferdinando era principe
+reale e voi arciduchessa d’Austria; voi gli avete portato
+tanto quanto, e forse di più di quanto egli vi
+ha portato.
+</p>
+
+<p>
+Ma non è così fra sir William Hamilton e me; che
+era io quando mi ha sposato? l’amante di suo nipote;
+<span class="pagenum" id="Page_60">[60]</span>
+e che era io prima di essere l’amante di suo
+nipote?.... egli l’ha dimenticato, signora. Temo di
+fargli ricordare....
+</p>
+
+<p>
+La regina mi mise la mano sulla bocca.
+</p>
+
+<p>
+— Aggiusteremo noi tutte queste cose, e per bene,
+quegli che vorrà altra cosa, all’infuori della tua felicità,
+sarà il mio più grande nemico; — pensa adunque
+se vorrei renderti infelice.
+</p>
+
+<p>
+Restai pensosa, perchè sentiva che si avvicinava
+uno di quei momenti che prendono un’influenza su
+tutta la vita.
+</p>
+
+<div class="chapter">
+<p><span class="pagenum" id="Page_61">[61]</span></p>
+
+<h2>VI.</h2>
+</div>
+
+<p>
+Alla mattina del 22 settembre, verso le sei ore,
+fummo avvertiti che due o tre vascelli di alto bordo
+erano segnalati dalle sentinelle, e che uno di essi
+portava la bandiera di vice ammiraglio.
+</p>
+
+<p>
+In questi cinque o sei giorni in attesa dell’avvenimento,
+il re si era privato del piacere della caccia,
+cosa che gli faceva mandare dei grandi sospiri, a
+cui la regina non prestava la minima attenzione.
+</p>
+
+<p>
+Subito dopo furono dati gli ordini perchè tutti si
+trovassero pronti; i parrochi furono avvertiti di tener
+pronte le loro campane; i comandanti dei forti
+di caricare i loro cannoni: il ricevimento che si voleva
+fare a Nelson era quello che si sarebbe fatto
+per un re.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_62">[62]</span>
+</p>
+
+<p>
+L’ammiraglio Caracciolo era incaricato della direzione
+della piccola flottiglia che andava incontro
+a Nelson, e comandava naturalmente la galera capitana,
+su cui doveano salire il re e la regina, e per
+essere pronto ad ogni ora del giorno e della notte
+dopo l’arrivo del <i>Culloden</i> e dell’<i>Alessandro</i> stette
+costantemente a bordo.
+</p>
+
+<p>
+La regina aveva lasciato a sir William Hamilton,
+nella sua qualità di ambasciatore d’Inghilterra, e
+forse anche per qualche altra ragione che taceva,
+l’onore di essere l’ospite di Nelson, e particolarmente
+il giorno del suo arrivo egli dovea appartenerci
+interamente.
+</p>
+
+<p>
+Sir William aveva fatto dei grandi preparativi, e
+con mio grande piacere, e direi quasi con grande
+orgoglio, aveva posto le mie cure a tutte le parti di
+questi preparativi, che avevano bisogno di essere
+diretti dall’occhio, e regolati dal gusto di una donna.
+Del resto per questa parte del mio racconto ricorrerò
+alle lettere stesse di Nelson.
+</p>
+
+<p>
+Trattenuta sempre tutte le notti a palazzo, la regina
+mi lasciava ritornare assai di rado all’ambasciata
+d’Inghilterra. Sir William che avrebbe avuto
+il diritto di querelarsi, non se ne lamentava mai.
+Egli aveva allora circa sessantesette anni.
+</p>
+
+<p>
+La regina che voleva che fossi bella più che mai
+faceva i più grandi progetti sulla mia toletta, ma
+la mia risoluzione era presa; io non voleva altra
+foggia di vestire diversa da quella che Romney aveva
+dipinto quando sir William ed io eravamo ritornati
+a Londra per far riconoscere il mio matrimonio,
+e si componeva di una lunga veste di casimiro
+bianco fatta a guisa di tunica greca, stretta
+<span class="pagenum" id="Page_63">[63]</span>
+in vita da una cintura di marocchino rosso ricamato
+in oro, e allacciato da un fermaglio, che rappresentava
+in un magnifico cammeo il ritratto di sir William;
+i miei capelli, pei quali ho sempre detestato
+ogni ornamento straniero, cadevano senza polvere
+ed in anella sulle mie spalle, e mi avvolgeva in uno
+sciallo rosso dell’India a grandi fiori d’oro, che mi
+era spesso servito per ballare dalla regina e nelle
+nostre serate intime la danza dello sciallo, inventata
+da me, e che poi fu adottata da tutti i ballerini.
+</p>
+
+<p>
+La regina invece fece una toletta reale, e si coperse
+di diamanti. Il re anch’esso era in grande uniforme
+coperto dei suoi ordini di famiglia di Spagna, Francia
+ed Austria.
+</p>
+
+<p>
+Alle otto tutti erano pronti. Scendemmo al porto
+militare per la china dell’Arsenale; la galera capitana
+ci attendeva. — Francesco Caracciolo in grande
+uniforme d’ammiraglio napolitano stava sul suo
+banco di quarto.
+</p>
+
+<p>
+Appena il re e la regina salirono a bordo, che tutte
+le coste rimbombavano di salve dei cannoni dei forti,
+e le campane delle trecento chiese di Napoli suonavano
+alla distesa.
+</p>
+
+<p>
+Era veramente qualche cosa di maestoso il vedere
+tutte quelle torri coronate di fumo e illuminate
+da lampi.
+</p>
+
+<p>
+La capitana si mise in cammino; essa era fatta
+sul modello delle antiche galere romane; sir William
+Hamilton ne aveva dato il disegno, e pretendeva
+che era precisamente quello della galera, in cui Cleopatra
+era andata a trovare Antonio.
+</p>
+
+<p>
+La regina pretendeva che era un’allusione che faceva
+l’ambasciatore d’Inghilterra, e che non si sarebbe
+<span class="pagenum" id="Page_64">[64]</span>
+opposto che la nuova Cleopatra amasse un
+altro Antonio, e spingeva di molto la rassomiglianza
+colla regina d’Egitto.
+</p>
+
+<p>
+Tutta la flottiglia si mise in cammino; la galera
+capitana era alla testa coi suoi quaranta rematori.
+</p>
+
+<p>
+Era veramente ammirevole il vedere in questo
+golfo, ove l’azzurro del mare disputa in intensità e
+limpidezza l’azzurro del cielo, e in un mattino di settembre
+tutto splendido di luce, queste dodici o quindici
+barche più ricche e più eleganti le une delle
+altre, colle loro tende di porpora, colle loro bandiere
+sventolanti, coi loro fiori, che lasciavano dietro come
+un solco di profumi, e che si avanzavano tutte insieme,
+al suono delle campane ed al fragore del
+cannone, in mezzo alle acclamazioni di quell’innumerabile
+popolazione di Napoli affollata sul molo e
+sulle banchine, che agitava i suoi fazzoletti, e gettava
+in aria i berretti, gridando freneticamente: — Viva
+il Re, viva Nelson, abbasso i Francesi!
+</p>
+
+<p>
+La regina si mordeva le labbra con un sorriso di
+odio, perchè in mezzo a tutti questi gridi non s’intese un
+sol grido di — Viva la regina.
+</p>
+
+<p>
+Fummo ben presto assai lontani dalla città, e tosto
+cessarono tutti i rumori umani; il solo che ancora
+arrivava fino a noi era quello delle campane e
+delle artiglierie.
+</p>
+
+<p>
+Dopo la nostra uscita dal porto avevamo distinto
+all’orizzonte il vascello, incontro al quale noi andavamo,
+e veniva col vento in poppa, cosa che impediva
+a noi di andare avanti, se privi di remi fossimo
+obbligati di andar colle vele.
+</p>
+
+<p>
+Da questo doppio movimento ne accadeva che la
+nostra piccola flottiglia si avvicinava rapidamente
+<span class="pagenum" id="Page_65">[65]</span>
+al bastimento, che portava, come avevano detto le
+sentinelle, la bandiera di contro ammiraglio; e inoltre
+l’ammiraglio Caracciolo col suo occhio infallibile
+da marinaio riconobbe il <i>Vanguard</i>.
+</p>
+
+<p>
+Senza dubbio Nelson da parte sua aveva scoperto
+e riconosciuto, malgrado la distanza, la piccola flottiglia;
+ed indovinando che veniva incontro a lui e
+per lui, tirò un colpo di cannone di cui vedemmo
+il fumo molto tempo prima di udirne il colpo, e come
+una fiamma inalberò la bandiera rossa d’Inghilterra.
+</p>
+
+<p>
+Noi non potevamo rispondere colpo per colpo,
+mancando a bordo di pezzi di artiglieria; ma all’istante
+tutta la nostra musica diretta da Domenico
+Cimarosa, proruppe in giulive fanfare, e confesso
+ciò che mi piaceva di più, quantunque meno rumoroso,
+questo modo di contraccambiare gentilezze a
+Nelson, che di salutarlo colla voce brutale del cannone.
+</p>
+
+<p>
+Confesso che non era senza una grande emozione,
+mi sentiva trascinata mio malgrado innanzi
+all’eroe, che io sapeva innamorato pazzamente di
+me: nessun sentimento m’aveva lasciato in cuore
+un’impressione tanto decisa per poter dire a me
+stessa quale sensazione avrei provato soltanto in
+vederlo, e già ai fremiti che mi scorreano per tutto
+il corpo, al pallore, ed al rossore che successivamente
+mi salivano al viso, comprendeva che questa sensazione
+sarebbe stata violenta.
+</p>
+
+<p>
+Il <i>Vanguard</i> aveva superato il capo della Campanella,
+e noi avevamo oltrapassato Torre del Greco,
+eravamo lontano appena tre miglia l’uno dall’altro;
+un quarto d’ora o venti minuti ancora, e la galera
+<span class="pagenum" id="Page_66">[66]</span>
+capitana sarebbesi trovata accanto al <i>Vanguard</i>. La
+regina vide il mio turbamento, e siccome io era
+come al solito seduta ai suoi piedi, essa si chinò
+all’orecchio: — Su via, pazzerella, coraggio, ricordati
+di Fanny Strung, dell’ammiraglio John Payne, e del
+marinaio Riccardo; ma quello che ora ti prega non
+è più Fanny Strung, è colui a cui andiamo incontro,
+non è l’ammiraglio John Payne, ma l’ammiraglio
+Nelson e in fine chi si tratta ora di salvare, non è
+un povero marinaio, ma un regno.
+</p>
+
+<p>
+— Ah! signora, le dissi, è precisamente ciò che mi
+spaventa; se lo scopo non fosse così elevato, il mio
+spavento sarebbe minore, ma è stato così lontano
+dal mio pensiero che un giorno, mi si dicesse: La salvezza
+d’un regno dipende da te, e che al momento
+in cui mi è stata data questa splendida missione, io
+esitassi e non mi sentissi la forza di compirla.
+</p>
+
+<p>
+La regina mi prese la mano, e me la strinse in
+modo, che mi comunicò la sua forza, per una specie
+di trasmissione magnetica; e infatti finchè essa mi
+teneva la mano, mi sentiva forte e quasi esaltata.
+</p>
+
+<p>
+Continuammo ad avanzare finchè ci trovammo accosto
+al <i>Vanguard</i>. Io non ci vedeva nè ci sentiva
+più, mi trovava in uno stato simile a quello in cui
+mi metteva il dottor Graham nelle mie prime sedute
+di esposizione sul letto d’Apollo. Compresi che la
+regina mi diceva di alzarmi, sentii che mi spingeva
+verso la scala; macchinalmente e senza accorgermene
+salii per la prima, cosa che era contraria a tutte le
+regole dell’etichetta; presi il cordone e salii; in cima
+alla scala Nelson attendeva col capo scoperto, e là
+appena ricominciai a vedere, là mi trovai in faccia
+a lui che non aveva veduto dopo il suo viaggio da
+<span class="pagenum" id="Page_67">[67]</span>
+Tolone a Napoli. Dopo questo tempo, aveva perduto
+un occhio ed un braccio, e nascondeva sotto di una
+fascia nera la ferita che gli copriva la fronte: vidi
+tutto questo complesso di mutilazioni, mi prese tale
+un immenso sentimento di compassione, che io non
+dava ascolto che ad una ricompensa degna dell’eroe
+che aveva innanzi agli occhi, apersi le braccia e mi
+lasciai cadere sul suo cuore, gridando:
+</p>
+
+<p>
+— Oh! mio Dio, è possibile? caro e grande Nelson.
+</p>
+
+<p>
+Era sul punto di svenire, quando le lagrime uscirono
+a torrenti dai miei occhi, i singhiozzi sollevarono
+il mio cuore, senza di che sarei stata soffocata.
+</p>
+
+<p>
+Da quel momento appartenni completamente a
+Nelson, come se mi avesse già posseduta.
+</p>
+
+<p>
+Era più ancora di una rassegnazione, più ancora di
+un affetto, più ancora di un amore.
+</p>
+
+<p>
+Era una fatalità!
+</p>
+
+<div class="chapter">
+<p><span class="pagenum" id="Page_69">[69]</span></p>
+
+<h2>VII.</h2>
+</div>
+
+<p>
+Il re e la regina salirono dopo di me, e mi trovarono
+nello stato che ho detto, quasi svenuta sul
+petto di Nelson, appoggiata sul suo cuore dal suo
+unico braccio; il suo cappello era caduto sul ponte,
+e nell’estasi della felicità, teneva la sua testa rovesciata
+in dietro guardando il cielo.
+</p>
+
+<p>
+Rimase un istante senza veder nulla di ciò che avveniva
+intorno a lui.
+</p>
+
+<p>
+Finalmente gli urrà dei marinai saliti sui pennoni
+lo richiamarono in sè, abbassò lo sguardo sulla terra
+e vide ciò che avveniva.
+</p>
+
+<p>
+Aveva intorno il re, la regina, i ministri, i cortigiani;
+tutti rendevano omaggio all’eroe d’Aboukir
+<span class="pagenum" id="Page_70">[70]</span>
+come se fossero venuti a rendere omaggio al Dio
+stesso della Vittoria.
+</p>
+
+<p>
+Il re aveva in mano una magnifica spada ornata
+di diamanti, il cui valore materiale era di cinquemila
+lire sterline, ma aveva inoltre un valore storico
+incalcolabile. Era la spada che Luigi XIV diede a
+Filippo V quando partì per la Spagna, e fu data poi
+da Filippo V a suo figlio Don Carlos quando partì
+per Napoli.
+</p>
+
+<p>
+Il re Filippo V aveva detto mentre gliela porgeva: — «Questa
+spada appartiene al conquistatore di
+Napoli» — e Don Carlos lasciandola a suo figlio
+aveva detto: — «Questa spada appartiene al difensore
+ed al salvatore del Regno che ho conquistato.»
+</p>
+
+<p>
+Ferdinando considerava Nelson come il salvatore
+del regno, e gli dava quel magnifico retaggio di
+Luigi XIV, pervenutogli da suo avo e da suo padre.
+</p>
+
+<p>
+Da parte sua la regina gli presentò il brevetto di
+duca di Bronte — magnifica allusione, poichè Bronte
+era uno dei tre ciclopi che fabbricavano il fulmine,
+e lo chiamava veramente duca del folgore; — a questo
+Ducato era unita una rendita di tre mila lire
+sterline.
+</p>
+
+<p>
+Inoltre il re gli annunziò che egli aveva l’intenzione
+di creare un ordine militare del merito di San
+Ferdinando, e gli promise il primo gran cordone di
+quell’ordine che si sarebbe distribuito dopo i brevetti
+di famiglia.
+</p>
+
+<p>
+Per facilitare a’ suoi nobili visitatori la salita a
+bordo del <i>Vanguard</i>, lo aveva messo in panna. Credetti
+che l’adulazione più aggradevole a Nelson fosse
+quella di pregarlo di farci vedere le cicatrici del suo
+bastimento, non meno mutilato del suo capitano.
+<span class="pagenum" id="Page_71">[71]</span>
+Questa ispezione lo forzava a raccontarci la battaglia,
+e per conseguenza a parlare di lui.
+</p>
+
+<p>
+Cominciammo dalla cabina di Nelson: appena entrati
+dalla porta, un piccolo uccello, del genere del
+beccafichi, entrò per la finestra, e venne a posarsi
+sulla sua spalla; maravigliata dalla famigliarità di
+questo nuovo ospite, stava per interrogare Nelson,
+quando egli mise un grido di gioia.
+</p>
+
+<p>
+— Oh! diss’egli, che tu sii il benvenuto e oggi più
+che mai, mio caro compagno.
+</p>
+
+<p>
+E prese il piccolo uccello dalla sua spalla, lo baciò
+e lo fece baciare pure a me. Poi se lo ripose sulla
+spalla, ove se ne stava tranquillo senza parere nemmeno
+preoccupato della nostra presenza.
+</p>
+
+<p>
+Ciò che Nelson faceva e mi diceva, mi dava una
+curiosità sempre crescente, e per conseguenza un
+desiderio ancor più grande di avere una spiegazione
+intorno a quel gentile animaletto, il quale sembrava
+che anche egli volesse fare i suoi complimenti a
+Nelson; io vedeva la stessa curiosità negli occhi
+della regina, in quelli del re e degli altri spettatori.
+</p>
+
+<p>
+— Ascoltate quanto vi dirò, disse Nelson, e non
+credetelo poi un racconto delle mille ed una notte; — questo
+piccolo uccello è il mio buon genio.
+</p>
+
+<p>
+— Come, milord? dimandai.
+</p>
+
+<p>
+— Gli antichi non combattevano mai senza consultare
+gli auguri, ed io pure non dovrei mai combattere
+senza consultare il mio piccolo uccello; egli
+è il mio augurio.
+</p>
+
+<p>
+— Oh! raccontatecelo, milord, disse la regina.
+</p>
+
+<p>
+— Davvero non so se una tale puerilità valga la
+pena di essere raccontata innanzi a Vostra Maestà,
+disse Nelson.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_72">[72]</span>
+</p>
+
+<p>
+— Oh! sì, sì, — dicemmo simultaneamente noi
+pure, io e la regina.
+</p>
+
+<p>
+— Ebbene Maestà, ebbene Milady, in qualunque
+paese del mondo mi trovi, quando mi deve toccare
+qualche fortuna o che debbo riportare qualche vittoria,
+un uccello di questa specie, non oserei dire
+che sia quello stesso, viene a riposarsi sulle mie
+spalle, e all’opposto quando mi tocca qualche sventura
+dispare. Così la prima volta che lo vidi fu nell’America
+del Nord: al Canadà inseguito da quattro
+fregate francesi, non aveva altra uscita che un passo
+che era giudicato impraticabile; egli venne a posarsi
+sulle mie spalle, io spinsi il mio brick a traverso
+gli scogli ed uscii dal passo; — superato che
+fu il passo, egli volò via. La vigilia del giorno in
+cui vi vidi per la prima volta, quando venni da Tolone
+a Napoli, attraversava il canale di Ischia, io
+era sul ponte, ed egli volò sulle mie spalle. Il giorno
+seguente S. M. il re di Napoli degnavasi di ricevermi
+come un amico, sir William come un figlio, la regina
+mi dava la sua mano da baciare, e voi mi dicevate,
+«questa casa è vostra,» offrendomi un appartamento
+nel palazzo dell’ambasciata. Allo assedio di
+Calvi, ove ho perduto un occhio, all’assedio di Taneriffa
+ove ho perduto un braccio io non l’ho veduto.
+Alla mattina di Aboukir è venuto a riposarsi sulla
+mia spalla; ed ecco che ora entra nello stesso tempo
+in cui entrate nella mia cabina; — ho dunque ragione
+di dire che questo uccello è il mio buon genio.
+Il giorno o alla vigilia di una battaglia, in cui
+non lo vedrò, farò il mio testamento, perchè con
+tutta probabilità sarà il mio ultimo giorno. Vi chieggo
+perdono di avervi intrattenuti in simili follie; — voi
+<span class="pagenum" id="Page_73">[73]</span>
+lo sapete, signora, i marinai hanno lo loro superstizioni;
+il mio caro uccellino ne è una, ed ora
+vi credo più che mai.
+</p>
+
+<p>
+— E, chiesi a Nelson, non si è mai appoggiato su
+altra spalla all’infuori della vostra?
+</p>
+
+<p>
+— Mai.
+</p>
+
+<p>
+— Mai si lascia prendere da altra mano se non
+dalla vostra?
+</p>
+
+<p>
+— Mai — se però volete provare....
+</p>
+
+<p>
+Stesi la mano, l’uccello si lasciò prendere; non so
+perchè io era tutta giuliva di aver qualche cosa di
+comune con questo eroe.
+</p>
+
+<p>
+Lo lasciai andare e si fermò sulla spalla di Nelson.
+</p>
+
+<p>
+— Ah, signora, dissi alla regina, provate anche
+voi.
+</p>
+
+<p>
+La regina stese la mano, ma il beccafico mise
+un piccolo grido di spavento, volò verso la finestra
+e disparve.
+</p>
+
+<p>
+Nelson tenevami la mano nella sua, me la strinse:
+io non potei trattenermi dal rispondergli stringendogli
+la sua.
+</p>
+
+<p>
+Questo incidente, al quale ci pensai dopo, tanto
+sovente, ci distolse per qualche istante dalla visita
+che avevamo incominciato. La riprendemmo in tutti
+i particolari contando i buchi delle palle che avevano
+crivellato la carena del <i>Vanguard</i>; tutti chiedevano
+come il bastimento non si fosse sommerso,
+come tutto l’equipaggio dal primo uomo fino all’ultimo
+non fosse morto.
+</p>
+
+<p>
+Era un’ora, ci volevano almeno due ore e mezzo
+per ritornare a Napoli. Poi dovevamo assistere al
+<i>Te Deum</i>, e sir William che aveva comandato un
+pranzo degno di un principe, temeva pel suo pranzo;
+<span class="pagenum" id="Page_74">[74]</span>
+ed avvertì il re che restando ancora a bordo del
+<i>Vanguard</i>, si arrischiava di mangiar tutto freddo o
+tutto abbrucciato.
+</p>
+
+<p>
+Il re Ferdinando era sensibile a questa specie di
+osservazioni, disse due parole alla regina, che invitò
+Nelson a discendere a bordo della galera capitana.
+</p>
+
+<p>
+Spettava ora all’ammiraglio Caracciolo di fare gli
+onori della galera: ritto in piedi al basso della scala
+del <i>Vanguard</i>, ricevette prima il re, la regina ed io;
+poi il principe e la principessa reale, sulla quale,
+sia con intenzione o senza, mi si concedeva sempre
+il passo, poi i ministri, gli ambasciatori, i grandi
+uffiziali, e quelli che erano stati inviati sulla capitana
+oltre a Nelson.
+</p>
+
+<p>
+Lo scambio di cortesie fra i due ammiragli fu
+breve e freddo. Caracciolo non parlava inglese, e
+Nelson non comprendeva una parola d’italiano; Caracciolo
+gli fece un complimento sul combattimento
+delle bocche del Nilo, Nelson non potendo rispondere
+sorrise e salutò.
+</p>
+
+<p>
+Si volse la prora verso Napoli. Caracciolo salì sul
+suo banco di quarto. La regina fece sedere Nelson
+fra lei e me.
+</p>
+
+<p>
+Appena si scorse dai forti che la flottiglia si separava
+dal <i>Vanguard</i> e cominciava a vogare verso
+Napoli, i cannoni cominciarono a tuonare, e le campane
+facevano udire i loro suoni a festa.
+</p>
+
+<p>
+Dal momento in cui Nelson aveva messo il piede
+a bordo della galera, la musica ad un segno di
+Domenico Cimarosa aveva cominciato il <i>God save
+the king</i>, magnifico canto, comandato, come è noto,
+<span class="pagenum" id="Page_75">[75]</span>
+da Luigi XIV a Lulli per far onore a Giacomo II
+esiliato a Saint Germain.
+</p>
+
+<p>
+Nelson semplice figlio di un pastore di Burnham
+Thorpes, che non aveva mai messo piede a corte,
+che, dietro ogni probabilità, non aveva mai parlato
+ad un re, ad una regina, e nemmeno ad un principe
+reale, era ebbro quasi alla pazzia: i miei occhi, che
+non cercavano certamente di nascondergli tutto l’interesse
+che m’ispirava, terminavano di fargli perdere
+la testa.
+</p>
+
+<p>
+Questo ritorno a Napoli sembrava una risurrezione
+di quei giorni storici quando rientrava vincitore ad
+Atene Milziade o Temistocle.
+</p>
+
+<p>
+Ma fu ancor più quando ci avvicinavamo a terra,
+quando Nelson potè vedere il molo, le banchine, le
+piatteforme delle torri, i terrazzi delle case coperte
+di spettatori che davano in iscoppi di acclamazioni,
+di evviva, di urrà, quando l’artiglieria raddoppiò le
+sue salve, quando le campane raddoppiarono i loro
+squilli, quando infine tutta Napoli, quella città così
+rumorosa in ogni tempo, triplicò, quadruplicò, quintuplicò
+ogni specie di rumori, che nelle occasioni
+straordinarie sono l’espressione della gioia o della collera
+dei suoi cinquecento mila abitanti.
+</p>
+
+<p>
+Debole ancora per la sua recente ferita, lo vidi
+impallidire due o tre volte, e quasi sul punto di sentirsi
+male.
+</p>
+
+<p>
+Prima di lasciare la galera capitana, dietro preghiera
+della regina, invitai l’ammiraglio Caracciolo
+a prendere la sua parte alla festa che noi davamo
+al suo collega inglese; ma fosse che il principe napolitano
+ci considerasse di una compagnia troppo
+meschina per lui, o che la scusa fosse veramente
+<span class="pagenum" id="Page_76">[76]</span>
+reale, mi rispose con molta cortesia che la notte minacciava
+di essere cattiva, ed il porto di Napoli essendo
+di mediocre sicurezza, doveva vegliare personalmente
+all’ancoraggio dei legni di sua Maestà Britannica
+che, già assai malconci dal combattimento,
+non sarebbero forse stati in caso di lottare contro
+la tempesta.
+</p>
+
+<p>
+Buona o cattiva accettai la scusa; ma siccome
+sua sorella e sua nipote Cecilia erano invitate al
+ballo che seguiva il pranzo, gli dissi che sperava almeno
+di avere il piacere della loro compagnia; ed
+egli, sempre colla stessa cortesia, ma anche colla
+stessa freddezza, mi rispose, che da tre giorni sua
+sorella era talmente indisposta che le era impossibile
+di uscir dalla camera, cosa, che con suo grande
+rincrescimento, gl’impediva di accettare il mio
+invito.
+</p>
+
+<p>
+Io aveva accolto la prima scusa con sangue freddo
+e col sorriso sulle labbra; ma al secondo rifiuto non
+potei trattenermi dal fare un movimento d’impazienza.
+</p>
+
+<p>
+La regina lo osservò e si avvicinò a noi.
+</p>
+
+<p>
+— Il principe Caracciolo — disse — è troppo gentiluomo
+per avervi dato una risposta scortese, cara
+Emma, e pure sembrerebbe, guardandovi in viso,
+che avreste qualche rimprovero da fargli.
+</p>
+
+<p>
+Invece di affrettarsi a rispondere ed a scusarsi,
+l’ammiraglio mi lasciò il tempo di prendere la parola.
+</p>
+
+<p>
+— No, signora, ripresi, non mi lagno dell’ammiraglio,
+ma della fatalità.
+</p>
+
+<p>
+— Voi sapete, cara Emma, che non mi piacciono
+gli enigmi, così spiegatevi, vi prego — con quel tuono
+<span class="pagenum" id="Page_77">[77]</span>
+di voce che indicava in lei il principio di una tempesta.
+</p>
+
+<p>
+— Certamente, signora, la sola fatalità può fare,
+mi sembra, che siamo privi così del piacere di ricevere
+Sua Eccellenza, perchè il tempo che è magnifico
+in quest’ora, minaccia dl essere cattivo questa
+sera, e non è meno una fatalità, che fa sì che la
+sorella del signor ammiraglio trovasi colpita da una
+indisposizione tanto grave per obbligarla a stare
+nella sua camera, e che costringe la gentile Cecilia,
+da quella buona fanciulla che è, a curare sua zia,
+per cui le nostre feste ad un ammiraglio vincitore
+de’ Francesi, si daranno senza che vi sia una sola
+persona della famiglia dell’illustre ammiraglio Caracciolo,
+per fare in nome della marina napolitana
+un brindisi alla marina inglese.
+</p>
+
+<p>
+La regina divenne molto pallida, e il suo sopracciglio
+si corrugò.
+</p>
+
+<p>
+— Guardatevene bene, signor ammiraglio, disse, le
+persone che avranno trovato delle scuse buone o
+cattive per non andare alle feste dell’ambasciatrice
+d’Inghilterra, non saranno invitate a quella che darà
+la regina di Napoli.
+</p>
+
+<p>
+— Signora, rispose l’ammiraglio senza commuoversi,
+l’indisposizione della mia povera sorella si è
+mostrata con tale intensità, che se queste feste durassero
+anche un mese, non credo che nemmeno
+per tutto questo tempo non potrebbe rimettersi in
+modo da parteciparvi.
+</p>
+
+<p>
+La regina s’impazientava. Ignorando qual fosse
+l’oggetto di questa lunga conversazione col suo ammiraglio,
+Nelson vedendomi rossa per la vergogna,
+<span class="pagenum" id="Page_78">[78]</span>
+e scorgendo la regina livida per la collera, si avvicinò
+a noi con inquietudine.
+</p>
+
+<p>
+La regina, volendo evitare a Nelson ogni cosa che
+potesse offenderlo, ed a me tutta la umiliazione che
+avesse potuto farmi perdere di considerazione ai
+suoi occhi, mi distolse vivamente, dicendomi:
+</p>
+
+<p>
+— Vieni, Emma, vieni la salute della sorella del
+principe c’interessa tanto che tutti i giorni manderemo
+a prendere sue notizie, finchè sapremo che
+stia meglio.
+</p>
+
+<p>
+— È un’attenzione che le sarà tanto più preziosa,
+signora, rispose il principe, perchè non sapendo
+come essa abbia potuto meritarla, vi scorgerà un favore
+tutto particolare di Vostra Maestà.
+</p>
+
+<p>
+L’ammiraglio pronunziava queste ultime parole
+con una garbatezza tanto rispettosa, che la regina
+che non accettava tanto facilmente l’ultima replica
+da parte d’un avversario qualunque egli fosse, non
+trovò di che rispondergli, e si allontanò conducendomi
+seco.
+</p>
+
+<p>
+Confesso che la seguii colle lagrime agli occhi e
+col cuore infranto, come quei trionfatori romani,
+che udivano in mezzo al trionfo la voce dello schiavo
+che loro ricordava che erano mortali; in mezzo al
+mio trionfo una voce mi gridava: favorita della regina,
+ambasciatrice d’Inghilterra, Milady Hamilton,
+ricordati del letto d’Apollo e delle strade di Haymarket.
+</p>
+
+<p>
+Non si aspettava che la regina per sbarcare. Quantunque
+avessi il mio braccio appoggiato sul suo, e
+non il suo sul mio, ciò che era il segno del più alto
+favore, attraversai colla testa bassa le file di quei
+<span class="pagenum" id="Page_79">[79]</span>
+cortigiani che m’invidiavano. Aveva il sorriso sulle
+labbra e la morte in cuore.
+</p>
+
+<p>
+Non aveva mai odiato, non aveva mai desiderato
+di vendicarmi di nessuno; ma da quel momento,
+sentii il doppio morso del serpe, l’odio ed il desiderio
+della vendetta filtrarono nel mio cuore.
+</p>
+
+<p>
+Finalmente sbarcammo. Le carrozze di corte e quella
+dell’ambasciata aspettavano nell’arsenale. L’ammiraglio
+Nelson salì nella prima col re, colla regina e
+me; il principe e la principessa reale fecero gli onori
+della seconda a sir William. Ognuno si sedette poi
+a volontà, nelle altre, non senza però qualche discussione
+d’etichetta.
+</p>
+
+<p>
+Si diede ordine ai cocchieri di portarsi alla chiesa
+di S. Chiara, ove si doveva cantare il <i>Te Deum</i> dal
+cardinale arcivescovo di Napoli, monsignor Capece
+Zurlo, assistito dal cardinale Fabrizio Ruffo, di cui
+ho già avuto occasione di parlare, e che senza che
+egli ci pensasse, e senza che nessuno pur vi pensasse,
+si avvicinava l’epoca in cui doveva rappresentare
+una gran parte.
+</p>
+
+<p>
+Ma quest’ordine di andare alla Chiesa di Santa
+Chiara era un ordine più facile a darsi dai padroni,
+che ad eseguirsi dai domestici; le vie erano talmente
+ingombre di gente, le carrozze circondate da una
+moltitudine così numerosa, che sembravano scialuppe
+investite dalle onde del mare e scosse dai cavalloni.
+Quanto poco la regina era popolare, lo era invece
+al contrario di molto il re. Mai quando usciva, nè
+truppe, nè gendarmi nè guardie si frapponevano fra
+lui e la popolazione; l’ultimo lazzarone poteva giungere
+fino a lui e toccarlo, per parlargli, chiedergli
+sue notizie, informarsi quando venderebbe il suo
+<span class="pagenum" id="Page_80">[80]</span>
+pesce a Mergellina, o mangerebbe i suoi maccheroni
+a S. Carlo, e come si comprende bene, questa
+razza così famigliare approfittava del permesso in
+tutta la sua estensione, ed era raro che nelle solennità
+del genere di quella che andava a compirsi, il
+re non avesse tre o quattro lazzaroni sul sedile davanti
+della carrozza col cocchiere, altrettanti sul
+sedile di dietro insieme ai domestici, e altrettanti
+ancora sugli scalini a guisa di paggi.
+</p>
+
+<p>
+Nelson abituato alla maestosa dignità dei sovrani
+della Gran Brettagna, alla calma ed al freddo entusiasmo
+del popolo di Londra era maravigliato; queste
+rumorose esplosioni meridionali gli davano le vertigini:
+del resto, in quel momento, il re e la regina
+non avevano pel suo cuore che un interesse secondario;
+seduto in faccia alla regina come io era seduta
+in faccia al re, la sua mano sinistra si era
+impossessata della mia destra, e me la stringeva
+con fremiti febbrili, che indicavano la commozione
+del suo animo, e mi dicevano quali emozioni violente
+facevano risalire il sangue al cuore.
+</p>
+
+<p>
+Ci volle più di un’ora, io credo, per andare alla
+banchina a Santa Chiara. Il <i>Te Deum</i> durò anch’esso
+una mezz’ora, ed il ritorno circa tre quarti d’ora.
+Finalmente giungemmo al palazzo dell’ambasciata
+d’Inghilterra ed era tempo; io era morta di fatica,
+di emozione e di collera.
+</p>
+
+<div class="chapter">
+<p><span class="pagenum" id="Page_81">[81]</span></p>
+
+<h2>VIII.</h2>
+</div>
+
+<p>
+L’immenso portico del palazzo Calabritto era trasformato
+in un arco di trionfo, ai cui lati erano collocate
+delle antenne con bandiere, portanti il nome
+di Nelson: fino al primo piano lo scalone offriva veramente
+una volta di lauri e di fiori.
+</p>
+
+<p>
+Una tavola di novanta coperte era posta nella sala
+dei quadri. Alle frutta i centoventi professori di musica
+di S. Carlo suonarono l’aria del <i>God save the
+king</i>, interrotto da una voce meravigliosa che cantava
+le strofe.
+</p>
+
+<p>
+Una nuova strofa era stata aggiunta in onore di
+Nelson.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_82">[82]</span>
+</p>
+
+<p>
+Eccola:
+</p>
+
+<div class="poem"><div class="stanza">
+<p class="i01">Join we in Great Nelson’s Name</p>
+<p class="i01">First on the Rolls of Fame</p>
+<p class="i01">Him let us sing</p>
+<p class="i01">Spread we his fame around</p>
+<p class="i01">Honour of British ground</p>
+<p class="i01">Who made Nile’s shores resound</p>
+<p class="i07"> God save the King.</p>
+</div></div>
+
+<p>
+Si comprende l’entusiasmo con cui fu accolta questa
+strofa: il re, la regina, il principe reale e tutti
+i convitati l’ascoltarono in piedi. E le acclamazioni — Viva
+Nelson, viva il vincitore del Nilo, viva il
+Salvatore d’Italia — proruppero dapprima dalle labbra
+reali, e poscia dai commensali.
+</p>
+
+<p>
+Perchè non mi son io inebbriata in mezzo a tutti
+questi onori, a tutte queste gioie, a tutti questi
+canti, lo dirò altamente, spinta, come lo era dalla
+regina, autorizzata quasi dal silenzio di sir William
+che non fece nulla per sostenermi, nessun’altra donna
+avrebbe avuto la forza di resistere.
+</p>
+
+<p>
+Ciò che però si disse, che fin dal primo giorno
+quasi al primo incontro, io mi sia abbandonata a lui
+senza alcuna resistenza, è una calunnia, come se ne
+dissero tante sul conto mio; sventuratamente il passato
+autorizzava i maligni a credervi e ad accusarmi.
+Fu soltanto dopo sei mesi, che lasciai indovinare
+a Nelson, lontano da me, che avrei potuto corrispondere
+al suo amore.
+</p>
+
+<p>
+In prova di ciò che dico presento queste due lettere
+di Nelson.
+</p>
+
+<p>
+La prima è del 24 ottobre 1798, un mese dopo l’entrata
+<span class="pagenum" id="Page_83">[83]</span>
+di Nelson a Napoli — Eccola, e proverà che assolutamente
+non esisteva ancor nulla fra noi.
+</p>
+
+<div class="blockquote">
+<p class="indr">
+«<i>Dal Vanguard</i> — <span class="smcap">Malta</span>
+</p>
+
+<p class="indl">
+«Cara Signora.
+</p>
+
+<p>
+«Eccoci arrivati dopo una lunga traversata, e
+trovai le cose come già le supponeva; i ministri di
+Napoli non conoscono assolutamente nulla della posizione
+in cui si trova quell’isola; non vi è nè una
+casa, nè un bastione di Malta che sia in possesso
+degl’Italiani, ed il marchese di Nizza mi ha detto
+che erano nel più gran bisogno di munizioni, di armi,
+di viveri, e di soccorsi infine. Non sa nemmeno
+se vi sieno uffiziali napoletani nell’isola, e siccome
+io ho un elenco dei loro nomi, essi non sono ancora
+arrivati. Ciò che vi ha di certo si è che il marchese
+di Nizza afferma, che non gli è stato inviato nessun
+soccorso dai governatori di Messina e di Siracusa.
+</p>
+
+<p>
+«Però voglio saper tutto. Appena sarà partito il
+marchese dimani mattina me ne informerò. Egli mi
+dice che desidera ardentemente di servire sotto il
+mio comando; lo credo anch’io, dal momento che
+si accontenta di cambiar bastimento; lo vedremo poi
+come si piegherà alla nostra disciplina.
+</p>
+
+<p>
+«Ball, dopo la mia partenza, avrà il comando del
+blocco; dico dopo la mia partenza, atteso che, sembra
+alla corte delle Due Sicilie che la mia presenza
+sia necessaria a Napoli al principiare del novembre.
+</p>
+
+<p>
+«Spero che ciò avvenga. Però sento che il mio dovere
+mi chiama in Oriente, benchè sappia che la flotta
+francese sia stata distrutta in Egitto. Non sono
+sicuro che l’armata possa ancora ritornare in Europa.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_84">[84]</span>
+</p>
+
+<p>
+«Prima di tutto il mio scopo è di servire e di salvare
+il Regno delle Due Sicilie, e di fare ciò che le
+Loro Maestà Siciliane <i>desidereranno ch’io faccia, foss’anche
+contro la mia opinione</i>. Quando verrò in Napoli
+e che il paese sarà in guerra, desidero di avere
+su questo punto una conferenza positiva col generale
+Acton.
+</p>
+
+<p>
+«Sono certo che mi renderete giustizia presso la
+regina, atteso che, ne chiamo Dio in testimonio, il
+mio solo desiderio è di meritare la sua approvazione.
+</p>
+
+<p>
+«Che Dio protegga voi e sir William e credetemi
+per sempre, col più affettuoso rispetto, vostro obbligatissimo
+e fedelissimo amico,
+</p>
+
+<p class="indr">
+«<span class="smcap">O. Nelson</span>.»
+</p>
+</div>
+
+<p>
+Nessuno, lo spero, riconoscerà in questa lettera
+una sola parola, che non sia di un amico, di un amico
+tenero, affettuosissimo, ma che non è ancora
+che un amico.
+</p>
+
+<p>
+Certamente io non m’ingannava, e neppur la regina,
+intorno a questo grande affetto di Nelson per
+lei e per suo marito. Se Nelson ritornava a Napoli,
+era per vedermi. Se non andava in Oriente ove il
+suo dovere lo chiamava, e le sue previsioni sull’Oriente
+erano così vere, che se non fosse rimasto a
+Napoli, quando il generale Buonaparte s’imbarcò al
+22 Agosto 1799, per ritornare in Francia, egli forse
+avrebbe impedito quel ritorno che mutò l’aspetto
+dell’Europa; ma al 22 Agosto 1799 egli era a me vicino
+a Palermo, e credo che non mi avrebbe lasciata
+un giorno da sola, anche colla certezza di prendere
+Bonaparte.
+</p>
+
+<p>
+Ecco nella seconda lettera di cui ho parlato, Nelson
+<span class="pagenum" id="Page_85">[85]</span>
+conosce già che io l’amo, ma egli non ha altra prova
+del mio amore, che quanto gli aveva detto o
+scritto.
+</p>
+
+<div class="blockquote">
+<p class="indr">
+«12 Maggio 1799.
+</p>
+
+<p class="indl">
+«Cara Lady Hamilton,
+</p>
+
+<p>
+«Ricevete i miei sinceri ringraziamenti per la vostra
+egregia lettera: nessuno scrive come voi, non
+ditemi dunque più che non scrivete bene. E poichè
+lo pretendete, vi ripeterò anch’io ciò che talvolta
+voi mi avete detto colla vostra bocca «I l.....
+y...»<a class="tag" id="tag4" href="#note4">[4]</a> No. Io so leggere e comprendo perfettamente
+ogni parola che scrivete.
+</p>
+
+<p>
+«Abbiamo fatto un brindisi alla vostra salute ed a
+quella di sir William — Troubridge Hallowell ed il
+nuovo capitano portoghese pranzarono da me. Io
+sarò presto a Palermo, poichè l’affare che mi tiene
+lontano non tarderò ad essere accomodato.
+</p>
+
+<p>
+«Credete che nessuno è più di me sensibile alla
+vostra bontà.
+</p>
+
+<p>
+«Vostro obbligatissimo e riconoscente
+</p>
+
+<p class="indr">
+«<span class="smcap">O. Nelson.</span>»
+</p>
+
+<p>
+«Sono contento della piccola Maria, abbracciatela
+da parte mia, vi ringrazio tutti per la vostra affezione
+per me, e che Dio vi benedica tutti.
+</p>
+
+<p>
+«Dimani, se il tempo è bello, mando a terra, poichè
+le feluche partono, ed io ho il mal di mare.
+</p>
+
+<p>
+«Ho il pezzo di legno per far una scatola da thè,
+ve lo manderò subito.
+</p>
+
+<p>
+«Vi prego di presentare i miei umilissimi ossequi
+<span class="pagenum" id="Page_86">[86]</span>
+e l’espressione della mia più profonda riconoscenza
+a Sua Maestà, per tutte quelle prove di favore che
+mi dà; siate sicura che la semente non cade sopra
+suolo ingrato.»
+</p>
+</div>
+
+<p>
+Lo vedete che non è ancora il linguaggio di un
+amante; del resto non avrei bisogno di dir nulla ai
+miei lettori: essi ne apprezzeranno la differenza di
+stile.
+</p>
+
+<p>
+E non si dirà che era freddezza da parte di Nelson,
+perchè in tutte le sue lettere, sia all’ammiraglio
+Saint Vincent, sia a sua moglie, egli parla di me. I
+termini con cui egli ne parla davano anche dei sospetti
+a Lady Nelson, ed io fui obbligata di scriverle
+per calmare questi sospetti; siccome le lettere di
+Nelson sono le mie scuse, mi si permetterà di citare
+tre sue lettere, una che racconta il suo arrivo a
+Napoli, l’altra una festa che io diedi per l’anniversario
+della sua nascita, e l’altra le sue impressioni
+ad un pranzo dal generale Acton.
+</p>
+
+<p>
+Ecco come Nelson racconta da parte sua il mio
+arrivo sul <i>Vanguard</i>, arrivo che ho già raccontato
+dalla mia.
+</p>
+
+<div class="blockquote">
+<p class="indr">
+«Nella notte del 25 settembre 1798.
+</p>
+
+<p class="indl">
+«<i>A Lady Nelson</i>
+</p>
+
+<p>
+«Il povero e miserabile <i>Vanguard</i> è giunto qui il
+22 settembre.
+</p>
+
+<p>
+«Io tenterò di farvi conoscere qualche cosa di
+quello ch’è successo; ma se quanto è accaduto ha
+tanto commosso coloro che mi erano solo affezionati
+pei legami dell’amicizia, cosa sarà per la mia
+carissima moglie, per la mia amica, per tutto ciò
+che v’ha di più caro per me in questo mondo?
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_87">[87]</span>
+</p>
+
+<p>
+«Quando sir William e lady Hamilton furono in
+mare, erano talmente stivati, che furono seriamente
+ammalati, prima d’ansietà, quindi di gioia. La cosa
+era stata raccontata imprudentemente a lady Hamilton,
+e l’effetto era stato quello di un fulmine. Per
+un momento, la si potette credere morta, ed essa
+non è ancora ristabilita da quest’accidente. Quando
+i miei degni amici salirono a bordo, la scena sul vascello
+fu terribilmente commovente. Sua Signoria
+esclamò: «Dio mio, è egli possibile,» e cadde nelle
+mie braccia più morta che viva; ma tosto le lagrime
+cominciarono a scorrere. Quando il re venne
+sul vascello, la scena diventò delle più interessanti.
+Mi prese per la mano chiamandomi suo liberatore
+e suo protettore, aggiungendo amabili espressioni;
+in una parola tutto Napoli mi chiama, <i>il
+nostro liberatore</i>, ed i contrassegni di affezione che
+mi danno tutte le classi sono veramente tali da fare
+intenerire.
+</p>
+
+<p>
+«Io spero avere un giorno il piacere d’introdurre
+presso voi Lady Hamilton. È dessa una delle migliori
+donne del mondo; l’onore del suo sesso, la sua
+amabilità e quella di sir William per me vanno al
+di là d’ogni credere. Io abito in casa loro, e posso
+ora confessarvi che è mestieri di tutta la tenerezza
+dei miei amici, per collocarmi tanto in alto, come
+fanno. Lady Hamilton deve scrivervi.
+</p>
+
+<p>
+«Che Dio onnipossente vi benedica, e ci dia a suo
+tempo una felice riunione.
+</p>
+
+<p class="indr">
+«<span class="smcap">O. Nelson</span>.»
+</p>
+</div>
+
+<p>
+La seconda lettera è del 28 settembre.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_88">[88]</span>
+</p>
+
+<div class="blockquote">
+<p class="indr">
+«28 settembre 1798.
+</p>
+
+<p class="indl">
+«<i>A Lady Nelson</i>
+</p>
+
+<p>
+«I preparativi di Lady Hamilton per celebrar domani
+il giorno della mia nascita mi riempiono di
+vanità: tutti i nastri, tutti i bottoni, tutte le bandiere
+portano il nome di Nelson; il servizio ha le
+cifre O. N. Glorioso 1. agosto!
+</p>
+
+<p>
+«Le canzoni ed i sonetti piovono in maggiore abbondanza
+di quel ch’io credeva meritare. Io vi domando
+una strofa aggiunta al <i>God save the king</i> che
+voi canterete con piacere. Quando io esco a piedi o
+in carrozza, la folla m’impedisce di fare un passo.
+Ieri la regina, che è sempre inferma, mandò il suo
+figlio prediletto<a class="tag" id="tag5" href="#note5">[5]</a> per visitarmi, e per rimettermi
+da parte di lei una lettera nella quale ella mi esprimeva
+la sua riconoscenza, e mi faceva i suoi complimenti.
+</p>
+
+<p>
+«Tutta la gloria sia rivolta a Dio; più io penso,
+più io sento dire, maggiormente la mia meraviglia
+aumenta sull’importanza, e sui risultati di questa
+vittoria.
+</p>
+
+<p class="indr">
+«<i>Vostro</i> — <span class="smcap">O. Nelson.</span>»
+</p>
+</div>
+
+<p>
+Darò soltanto un frammento della lettera di Nelson
+a lord S. Vincent.
+</p>
+
+<div class="blockquote">
+<p>
+«... Noi pranziamo tutti oggi in compagnia del
+re, a bordo d’un vascello. Sono stato a veder la regina,
+la quale è preoccupatissima.
+</p>
+
+<p>
+«Ella è veramente la degna figlia di Maria Teresa.
+A me di rincontro è seduta Lady Hamilton, onde
+<span class="pagenum" id="Page_89">[89]</span>
+non siate sorpreso dalla gloriosa confusione che
+regna in questa lettera. Se la vostra signoria fosse
+al mio posto, dubito ch’ella potesse scrivere con
+tanta calma, come io fo. Il nostro cuore e la nostra
+mano son sempre in moto. Decisamente Napoli è pericoloso,
+ed è ben ch’io me ne allontani al più presto.
+</p>
+
+<p class="indr">
+«Sono ec. ec. — <span class="smcap">O. Nelson</span>.»
+</p>
+</div>
+
+<p>
+Che mi si perdoni almeno un poco per aver saputo
+resistere più di sei mesi a un tale amore.
+</p>
+
+<div class="chapter">
+<p><span class="pagenum" id="Page_91">[91]</span></p>
+
+<h2>IX.</h2>
+</div>
+
+<p>
+È inutile il dire che una simile dimostrazione era
+la guerra colla Francia.
+</p>
+
+<p>
+Col pretesto di essere stato nominato al consiglio
+dei cinquecento, il cittadino Garat lasciò Napoli;
+ma con grande stupore di ognuno, la Francia invece
+di cogliere questa occasione per fare la guerra
+a Napoli, nascose l’affronto, ed in rimpiazzo del cittadino
+Garat inviò il cittadino La Comble Saint-Michel.
+</p>
+
+<p>
+Questa indifferenza affettata per un simile insulto
+provava che la Francia non era in condizioni da far
+la guerra, e l’ardimento della regina aumentò.
+</p>
+
+<p>
+A forza di sacrifizi d’ogni maniera, il regno di
+Napoli era giunto ad avere un esercito di 65000 uomini,
+<span class="pagenum" id="Page_92">[92]</span>
+mentre tutti i rapporti confermavano che i
+francesi non avevano a Roma più di diecimila uomini,
+mancanti di viveri, di vestimenta, di calzature,
+non pagati da tre mesi, e che avevano per
+tutta artiglieria soltanto nove pezzi di cannone
+senza munizione, e centottantamila cartucce piccole.
+</p>
+
+<p>
+Il re e la regina erano d’accordo nel loro odio contro
+i francesi, però il re voleva aspettare per attaccarli
+che l’imperatore li attaccasse, e l’imperatore
+non voleva incominciare la guerra se non coi quaranta
+mila russi che l’imperatore Paolo gli aveva
+promesso.
+</p>
+
+<p>
+La regina invece voleva attaccare i francesi senza
+perdere un istante: coi suoi sessantacinquemila uomini
+era sicura di riconquistare gli Stati Romani,
+ed una volta a Roma tutti i popoli d’Italia, che secondo
+lei, sopportavano con impazienza il giogo dei
+francesi, si solleverebbero e li caccerebbero dalla
+penisola.
+</p>
+
+<p>
+In queste circostanze fui incaricata dalla regina
+di rivolgermi a Nelson. Siccome la regina era per
+una guerra immediata, si trattava di ottenere che
+Nelson scrivesse a sir William ed a me una pretesa
+lettera confidenziale, che sir William comunicherebbe
+al re.
+</p>
+
+<p>
+Nelson, bravo soldato, era un politico mediocre,
+e scrittore ancora più mediocre; le quaranta o cinquanta
+lettere che mi scrisse nella sua vita sono
+più apprezzabili per la franchezza che per lo stile.
+Nelson acconsentiva di scrivere la lettera, ma a condizione
+che gli si desse un esemplare, e che egli
+non avrebbe che a trascriverlo.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_93">[93]</span>
+</p>
+
+<p>
+Era ciò che avrebbe chiesto la regina se lo avesse
+osato.
+</p>
+
+<p>
+La lettera fu composta fra il capitano generale
+Acton, sir William Hamilton e la regina.
+</p>
+
+<p>
+Io la mandai a Nelson, ed il giorno seguente ricevetti
+la lettera seguente, che non era che la trascrizione
+della lettera redatta, come dissi dal triumfeminavirato
+che governava Napoli.
+</p>
+
+<div class="blockquote">
+<p class="indr">
+«Napoli, 3 ottobre 1798.
+</p>
+
+<p class="indl">
+«Mia cara signora,
+</p>
+
+<p>
+«L’interesse che voi e sir William Hamilton avete
+sempre addimostrato per le felicità delle LL. MM.
+Siciliane mi è confirmato da cinque anni, ed io
+posso veramente dire che in tutte le occasioni che
+si sono presentate, ed esse sono state numerose, io
+non ho mai mancato dal canto mio di manifestare
+il mio interesse pel bene di questi regni. A causa
+di questo attaccamento, io non posso restare spettatore
+indifferente di ciò che è successo e di quanto
+accade nelle Due Sicilie, nè della miseria, che, senza
+essere uomo politico, io vedo vicina a piombare su
+questo regno tanto leale, e ciò per la peggior politica
+che esista, quella del temporeggiamento. Dal
+mio arrivo in questi mari io mi sono accorto che i
+Siciliani erano un popolo leale e fedele al proprio
+sovrano, avendo il più grande orrore dei Francesi e
+dei loro principii. Dal mio arrivo a Napoli ho trovato
+dal primo all’ultimo tutti pronti alla guerra
+contro i Francesi, i quali, come si sa, generalmente
+preparano un’armata di ladri per mettere a sacco
+queste contrade e per distruggere la monarchia. Io
+ho visto il ministro di questi insolenti francesi tacere
+<span class="pagenum" id="Page_94">[94]</span>
+la violazione del V articolo pel trattato, tra
+Sua Maestà Siciliana e la Repubblica francese. Questa
+strana politica non merita d’esser segnalata:
+la politica francese non è stata forse sempre quella
+di addormentare i governi, in una falsa sicurezza,
+per rovesciarli in seguito? Dopo ciò che io ho detto,
+non sanno tutti forse che a Napoli è lo scopo permanente
+di tutti i desiderii devastatori? Conoscendo
+ciò e sapendo che Sua Maestà di Sicilia ha un’armata
+pronta ad entrare in azione, a quanto mi è
+stato detto, in un paese desideroso di riceverla, col
+vantaggio di trasportare in lontani luoghi il focolaio
+della guerra, invece di attendere che essa scoppii
+in casa, mi meraviglio che quest’armata non
+sia da un mese già in cammino.
+</p>
+
+<p>
+«Io credo che l’arrivo del generale Mack deciderà
+il governo a non perdere uno dei momenti più favorevoli,
+che la provvidenza abbia messo a sua disposizione,
+perchè se vuolsi attendere d’essere aggrediti
+nel paese invece di trasportar fuori la guerra,
+non è mestieri esser profeta per dire che questo regno
+è ruinato e che la monarchia è distrutta. Ma
+se disgraziatamente si vuol persistere in questo rovinoso
+sistema di temporeggiamento, io vi raccomando
+di star pronta ad imbarcarvi alla prima cattiva
+nuova con tutto ciò che vi appartiene. Sarà
+allora mio dovere pensare e provvedere alla vostra
+salvezza, insieme a quella — mi dispiace credere
+che ciò abbia ad essere necessario — dell’amabile
+regina, del suo regno e della sua famiglia.
+</p>
+
+<p>
+«Ho letto con ammirazione la vostra degna ed
+incomparabile lettera del settembre 1796; possano
+i consigli di questo regno esser guidati dal medesimo
+<span class="pagenum" id="Page_95">[95]</span>
+sentimento d’onore, di dignità e di giustizia,
+e possano le parole del gran Guglielmo Pitt conte
+di Graham essere ben comprese dal ministro di
+questo paese.
+</p>
+
+<p>
+«Le <i>misure coraggiose</i> son quelle che salvano.
+</p>
+
+<p>
+«È questo il voto di colui che si dice,
+</p>
+
+<p class="indr">
+«<i>Di vostra signoria</i><br>
+«<span class="smcap">O. Nelson</span>.»
+</p>
+
+<p>
+«P. S. Prego Vostra Signoria di ricevere questa,
+come una lettera preparatoria per sir William Hamilton,
+al quale scrivo, con tutto il rispetto che
+gli è dovuto, la ferma e materiale opinione d’un
+ammiraglio che desidera provare egli stesso che è
+un fedele servitore del suo sovrano, facendo quanto
+è in suo potere per la felicità e per la sicurezza delle
+LL. MM. Siciliane e del loro regno.»
+</p>
+</div>
+
+<p>
+Una frase della lettera di lord Nelson riusciva
+inintelligibile per colpa mia. Aveva dimenticato di
+dire che la regina aveva chiesto a suo nipote l’imperatore
+d’Austria il generale Mack per comandante
+in capo del suo esercito, e che l’imperatore glielo
+aveva accordato.
+</p>
+
+<p>
+Questa lettera produsse su Ferdinando l’effetto
+che si aspettava, ma però, contro la sua abitudine,
+egli tenne fermo su di un punto, quello di mettersi
+in campagna nello stesso tempo dell’imperatore.
+</p>
+
+<p>
+In conseguenza fu convenuto che il re scriverebbe
+a suo nipote una lettera nella quale lo eccitava a
+decidersi: la lettera tutta di suo pugno fu spedita
+dal suo corriere Ferrari, coll’ingiunzione di consegnarla
+personalmente all’imperatore, e di riportare
+la risposta direttamente al re Ferdinando.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_96">[96]</span>
+</p>
+
+<p>
+Ma prima della sua partenza Ferrari aveva ricevuto
+mille ducati dalla regina coll’ordine invece di
+ripassare per Caserta, ed al suo ritorno di consegnare
+la lettera dell’imperatore a lei, invece di consegnarla
+al re.
+</p>
+
+<p>
+Egli riceverebbe due mila ducati consegnando la
+lettera alla regina che l’avrebbe soltanto letta, e
+poi riposta nella sopracarta.
+</p>
+
+<p>
+Era pagar bene questo piccolo tradimento, e Ferrari
+non esitava nemmeno, sapendo che in fatti era
+la regina che regnava sotto il nome di suo marito,
+e ciò lo tranquillava molto sui pericoli cui andava
+incontro nel caso che si fosse scoperto questo tradimento.
+</p>
+
+<p>
+Ferrari partì, si calcolò il tempo necessario; se
+l’imperatore d’Austria non frapponesse ritardo alla
+sua risposta egli poteva ripassare per Caserta fra
+undici o dodici giorni.
+</p>
+
+<p>
+Il generale Mack arrivò il Martedì, 8 ottobre, a
+Caserta; al giovedì fu invitato a pranzo dal re e
+dalla regina: sir William ed io ricevemmo un invito
+ufficiale per quel giorno. Il re e la regina lo ricevettero
+con grandi manifestazioni di stima, e la regina
+presentandolo a Nelson gli disse: — Il generale
+Mack è in terra ciò che il mio eroe Nelson è
+in mare.
+</p>
+
+<p>
+Il complimento non era lusinghiero, e il paragone
+mancava di giustizia. A Tolone, a Calvi, a Teneriffa
+Nelson si era diportato gloriosamente; ad Aboukir
+egli si era condotto non soltanto da eroe, ma da
+uomo di genio. Mack al contrario era stato battuto
+dovunque aveva incontrato i francesi, e ciò malgrado
+aveva acquistato in Europa, non si sa perchè,
+<span class="pagenum" id="Page_97">[97]</span>
+una riputazione di uno dei più grandi strategici
+dell’epoca.
+</p>
+
+<p>
+Per quanto fossero buone le idee che gli altri avevano
+di Mack, non potevano però mai raggiungere
+quella che Mack aveva di sè medesimo; io non ho
+mai veduta fatuità più formidabile di quella; egli
+non ammetteva nulla affatto, non dirò la supposizione
+che egli potesse essere battuto; ma nemmeno
+quella che i francesi gli potessero fare resistenza.
+</p>
+
+<p>
+Confesso che questa burbanza mi riescì antipatica
+fin dalla prima parola che ebbi l’onore di scambiare
+coll’illustre generale.
+</p>
+
+<p>
+Il tempo scorrea, e Ferrari galloppava. Dieci giorni
+dopo la sua partenza, sir William, gran cacciatore,
+suggerì al re una partita di caccia a Persano, e la
+regina, il generale Acton ed io andammo a stabilirci
+a Caserta.
+</p>
+
+<p>
+Il giorno seguente a quello del nostro arrivo, verso
+le sette ore di sera Ferrari arrivò, ed era latore di
+una lettera dell’imperatore Francesco II.
+</p>
+
+<p>
+Acton sopra un suggello di lettera dell’imperatore,
+ne aveva fatto scolpire uno eguale; non vi era
+dunque motivo d’inquietarsi anche da questo lato;
+si rammollirebbe la cera, si dissuggellerebbe la lettera,
+e se dessa era tale quale la si desiderava, la
+si rimetterebbe intatta nella sopraccarta che si tornerebbe
+a suggellare. Se invece la lettera non assecondava
+i desideri della regina, si prenderebbe
+consiglio.
+</p>
+
+<p>
+L’imperatore annunziava positivamente a suo zio
+che non si sarebbe messo in marcia se non quando
+Souwarow ed i suoi quarantamila russi sarebbero
+<span class="pagenum" id="Page_98">[98]</span>
+arrivati, e che egli supponeva che non sarebbero
+giunti prima dell’aprile 1799.
+</p>
+
+<p>
+Lo invitava quindi a calmare la sua impazienza,
+ed a fare come lui, attendendo fino a quell’epoca, e
+attaccarli ad un tempo con 150,000 Austriaci, 40,000
+Russi e 65,000 Napoletani: era evidente che i Francesi
+sarebbero costretti a sgombrare l’Italia, e chi
+potrebbe dire, con Bonaparte e coi suoi trenta
+mila uomini confinati in Egitto, dove si arresterebbe
+la marcia trionfale dell’armata austro-russa?
+</p>
+
+<p>
+Secondo ogni probabilità non dinanzi a Parigi.
+</p>
+
+<p>
+Ma la regina era una giuocatrice troppo spinta,
+per fermarsi al momento che aveva in mano un
+giuoco così bello, ed il progetto stabilito fra lei ed
+il capitano Acton fu messo in esecuzione.
+</p>
+
+<p>
+Figlio di un medico irlandese, Acton, l’abbiamo
+detto era un abile chimico: con una miscela già
+preparata levò l’inchiostro dalla lettera non lasciandovi
+che la firma, poi invece del rifiuto di marciare,
+espresso tanto chiaramente dall’imperatore, scrisse
+una promessa positiva di entrare in campagna appena
+che suo nipote Ferdinando avesse passato il
+confine romano.
+</p>
+
+<p>
+Poi la lettera fu suggellata di nuovo col suggello
+imperiale e consegnata a Ferrari che la portò direttamente
+a Persano, e la presentò al re affermandogli
+che era esso il primo a prenderla dopo di
+averla ricevuta dalle auguste mani dell’imperatore.
+</p>
+
+<p>
+Il re che era a tavola con sir William dissuggellò
+la lettera, la lesse con soddisfazione visibile, e la
+passò a sir William.
+</p>
+
+<p>
+Sir William, che era anch’egli del complotto, non
+<span class="pagenum" id="Page_99">[99]</span>
+fu meno maravigliato di questa risposta favorevole.
+Però ne felicitò il re Ferdinando, dicendogli:
+</p>
+
+<p>
+— Lo vedete, Sire, Sua Maestà Augusta è esattamente
+dello stesso parere di Sua Gran Signoria
+Nelson; non avete un momento da perdere.
+</p>
+
+<p>
+Difatti fu deciso che il generale Mack occuperebbe
+gli stati romani, senz’altro ritardo che quello necessario
+pei preparativi della campagna.
+</p>
+
+<p>
+Eravamo giunti ai primi di novembre.
+</p>
+
+<div class="chapter">
+<p><span class="pagenum" id="Page_101">[101]</span></p>
+
+<h2>X.</h2>
+</div>
+
+<p>
+Ottenuta la guerra da Ferdinando, mi restava da
+trattare un affare ancora più grave. Era di ottenere
+ch’egli si mettesse alla testa della sua armata e facesse
+questa guerra il re in persona.
+</p>
+
+<p>
+Il re, come ho già detto, era lungi dall’essere valoroso,
+e se io fui acciecata sul conto della regina,
+non lo fui però mai su quello del re, che la regina
+procurò sempre di farmi vedere sotto la sua vera
+luce.
+</p>
+
+<p>
+Le trattative furono lunghe, ma la regina e sir
+William fecero valere presso il re che si trattava
+non soltanto di combattere i Francesi e di sostenere
+la legittimità, due cose molto lodevoli, ma anche,
+una volta occupato lo Stato romano, di vedere nella
+<span class="pagenum" id="Page_102">[102]</span>
+sua qualità di liberatore quale sarebbe la sua parte
+nella divisione del Patrimonio di S. Pietro.
+</p>
+
+<p>
+Alla fine il re acconsentì.
+</p>
+
+<p>
+Siccome non si attendeva che il consenso del re,
+l’esercito fu diviso in tre corpi: 22,000 uomini furono
+inviati a S. Germano, 16,000 negli Abruzzi, 8,000 nella
+pianura di Sessa e 6,000 si chiusero nelle mura di
+Gaeta, ed alcune navi onerarie si tennero pronte
+per trasportare 10,000 uomini in Toscana, accompagnate
+dalla squadra di Nelson.
+</p>
+
+<p>
+Questi 10,000 uomini erano destinati a tagliare la
+ritirata dei Francesi quando il generale Mack li
+avesse battuti.
+</p>
+
+<p>
+Questi tre corpi d’armata, cosa curiosa, furon messi
+sotto il comando di tre stranieri: Mack generale in
+capo, Micheroux e Damas generali di divisione; il
+primo era austriaco, e gli altri due erano francesi.
+</p>
+
+<p>
+Cinquantadue mila uomini erano pronti ad entrare
+negli Stati Romani.
+</p>
+
+<p>
+Del resto, come lo aveva giudicato l’ammiraglio
+Nelson, il momento era ben scelto per attaccare i
+Francesi.
+</p>
+
+<p>
+Il Direttorio prevenuto dal cittadino Garat delle
+intenzioni ostili della Corte di Napoli, aveva cercato,
+per quanto gli riuscì possibile, tutti i mezzi per
+far fronte a questa aggressione; aveva distaccato
+quanti uomini potè dall’esercito della Repubblica
+Cisalpina, li aveva inviati a Roma e ne aveva dato
+il comando a Championnet.
+</p>
+
+<p>
+Championnet non aveva fin allora sostenuto che
+comandi secondarii; e per conseguenza poco conosciuto,
+il suo comando di Roma, la sua conquista di
+Napoli lo resero celebre.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_103">[103]</span>
+</p>
+
+<p>
+Vuolsi che al momento che lasciava la Francia,
+ove, in ricompensa dei suoi antichi servigi, riceveva
+questo nuovo comando, il direttore Barras gli avesse
+posto la mano sulla spada e gli avesse detto:
+</p>
+
+<p>
+— Parti per l’Italia, generale, e ti do parola che
+sarai incaricato di detronizzare il primo re che incorrerà
+nella collera della Repubblica.
+</p>
+
+<p>
+Championnet partì da Parigi ed arrivò a Roma
+con questa speranza.
+</p>
+
+<p>
+Ma a Roma trovò l’armata francese nello stato
+che dissi. Senza pane, senza calzature, senza abiti,
+senza soldo, con cinque cannoni e 180,000 cartucce,
+col rinforzo avuto dalla Cisalpina, si compose di
+quattordici a quindici mila uomini.
+</p>
+
+<p>
+Al 22 novembre, il re pubblicò il famoso manifesto
+firmato dal principe Pignatelli Belmonte, diretto al
+cavaliere Priora, ministro del re di Piemonte Carlo
+Emanuele II.
+</p>
+
+<p>
+Come tutti gli atti che emanavano dal re, anche
+questo era stato redatto dalla regina, dal capitano
+generale e da sir William.
+</p>
+
+<p>
+È dopo dieci anni d’intervallo, quando il velo è
+caduto, quando sparvero le ire, che un tale documento
+vi apparirà sotto la sua vera luce; vale a dire
+come un appello all’assassinio.
+</p>
+
+<p>
+Eppure a Caserta il 20 novembre 1798, nel momento
+in cui questo manifesto passò per le mie mani, io
+applaudii come gli altri.
+</p>
+
+<p>
+Ecco questo manifesto, che fece un gran rumore
+quando apparve, e che poi fu quasi dimenticato:
+</p>
+
+<p>
+«Noi sappiamo, — diceva questo curioso documento, — che
+nel consiglio del re vostro signore,
+molti ministri prudenti per non dire timidi fremono
+<span class="pagenum" id="Page_104">[104]</span>
+alle parole di spergiuro e di assassinio; come se il
+nuovo trattato d’alleanza fra la Francia e la Sardegna
+fosse un atto politico degno di essere rispettato.
+</p>
+
+<p>
+«Ma non dimenticatelo; quest’atto fu dettato dalla
+forza delle armi, dalla violenza del vincitore; è stato
+accettato dalla necessità, e deve durare fin quando
+lo esigerà la necessità. Trattati simili a quelli che
+avete sottoscritto sono ingiurie del potente al debole,
+il quale violandoli cede alla prima occasione
+che gli presenta la fortuna. E infatti in presenza del
+vostro re, prigioniero nella sua capitale, circondato
+da baionette nemiche, chiamerete voi spergiuro non
+mantenere una promessa strappata colla forza e disapprovata
+dalla coscienza?
+</p>
+
+<p>
+«Chiamereste voi assassinio, l’assassinare i vostri
+tiranni, e se tale è la sorte, la debolezza degli oppressi
+non potrà mai sperare nessun soccorso contro
+la forza che l’opprime?
+</p>
+
+<p>
+«I battaglioni francesi tranquilli e dispersi dalla
+pace, sono sparsi pieni di confidenza nel Piemonte.
+Eccitate il patriottismo dei popoli fino all’entusiasmo
+ed al furore, che tutti i Piemontesi aspirino a
+calpestare sotto i piedi un nemico della loro patria.
+Gli assassini parziali saranno più proficui al Piemonte,
+che una vittoria in campo, e mai la giusta
+posterità condannerà colla infame parola di tradimento
+questi atti energici di tutto un popolo che
+va alla conquista della sua libertà sui cadaveri dei
+suoi oppressori.
+</p>
+
+<p>
+«I nostri generali napoletani sotto gli ordini del
+valoroso generale Mack, suoneranno pei primi il segno
+di morte contro i nemici dei troni e dei popoli.
+<span class="pagenum" id="Page_105">[105]</span>
+E forse saranno già all’opera quando avrete ricevuto
+questo manifesto.»
+</p>
+
+<p>
+Pubblicato questo manifesto non aveva più che a
+mettersi in campagna.
+</p>
+
+<p>
+La regina aveva fatto fare per suo marito un magnifico
+uniforme di generale, e visitammo successivamente
+i campi di Sessa e di S. Germano per mostrare
+il re ai suoi soldati.
+</p>
+
+<p>
+Queste passeggiate militari, le acclamazioni che
+sollevarono le grida di — Viva il re, morte a’ Francesi — finirono
+di far girare la testa al re Ferdinando,
+che ci lasciò facendo alla regina ogni sorta
+di promessa guerriera.
+</p>
+
+<p>
+Debbo però dire che, malgrado queste promesse, la
+regina ne fu poco persuasa, e malgrado la cattiva
+opinione che aveva di suo marito, era però lontana
+di aspettarsi la sorpresa che l’avvenire le serbava.
+</p>
+
+<p>
+Ritornammo a Caserta, ed il re alla testa della sua
+armata mosse verso il confine Romano al 24: quest’armata
+sboccò da tre punti sul territorio pontificio.
+</p>
+
+<p>
+L’ala destra che costeggiava l’Adriatico passò il
+Tronto, e cacciò da Ascoli una debole vanguardia
+francese che vi si trovava e prese la direzione di
+Ponte di Fermo.
+</p>
+
+<p>
+Il centro scese dagli Appennini da Aquila e si avanzò
+sopra Rieti.
+</p>
+
+<p>
+In fine l’ala sinistra, ove trovavansi Mack e il re,
+passò il Garigliano su tre colonne, a Isola, a Ceprano,
+a sant’Agata, e marciò direttamente su Roma
+per le paludi Pontine, Valmontone e Frascati.
+</p>
+
+<p>
+Passando il confine, il generale Mack scrisse al
+generale francese questa lettera che ci darà la misura
+della confidenza che aveva in sè stesso.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_106">[106]</span>
+</p>
+
+<div class="blockquote">
+<p class="indl">
+«Signor Generale,
+</p>
+
+<p>
+«Vi dichiaro che l’armata di S. M. siciliana, che
+ho l’onore di comandare sotto gli ordini diretti del
+re, ha passato jeri il confine degli stati romani, rivoluzionati
+ed usurpati dopo la pace di Campo-Formio,
+rivoluzione ed occupazione non riconosciute
+ed approvate nè da parte di S. M. Siciliana, nè dal
+suo Augusto alleato Sua Maestà l’imperatore e re.
+Dimando adunque che, senza il minimo ritardo, ordiniate
+alle truppe che si trovano nello stato romano,
+di ritornare nella Repubblica Cisalpina e che
+facciate evacuare tutte le piazze che occupano. I
+generali comandanti le diverse colonne delle truppe
+di S. M. Siciliana, hanno l’ordine di non incominciare
+le ostilità sui punti in cui le truppe francesi
+si ritireranno al mio invito, ma d’impiegare la forza
+nel caso che resistessero. Vi dichiaro inoltre, cittadino
+generale, che se voi mettete il piede sul territorio
+del gran duca di Toscana, considererò tale cosa
+come un atto di ostilità.
+</p>
+
+<p>
+«Aspetto la vostra risposta senza il minimo ritardo,
+e vi prego di rinviarmi il maggiore Reischach
+che vi spedisco, e ciò al più tardi quattro ore dopo
+aver ricevuto la mia lettera. La vostra risposta dovrà
+essere positiva e categorica, circa all’evacuazione
+degli stati romani, ed al non metter piedi negli
+stati del gran duca di Toscana; una risposta negativa
+da parte vostra sarà considerata come una
+dichiarazione di guerra, e S. M. Siciliana saprà sostenere
+colla spada in mano le giuste dimande che
+vi dirigo in suo nome.
+</p>
+
+<p class="indr">
+«<i>barone</i> <span class="smcap">C. Mack</span>.»
+</p>
+</div>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_107">[107]</span>
+</p>
+
+<p>
+Il generale Championnet rinviò il maggiore Reischach
+dopo avergli offerto dei rinfreschi come ad
+un ospite; ma poichè costui gli chiedeva quale risposta
+riporterebbe al generale:
+</p>
+
+<p>
+— Ditegli ciò che avete veduto, gli disse Championnet,
+ed alzando le spalle gli volse il tergo.
+</p>
+
+<p>
+Lo stesso giorno il generale francese ricevette un
+ordine dal Direttorio che gli toglieva tre mila uomini
+per rinforzare la guarnigione di Corfù.
+</p>
+
+<p>
+Forse, vista l’urgenza, poteva rifiutare di obbedire
+a quell’ordine.
+</p>
+
+<p>
+Egli diede i tre mila uomini e restò con quasi dodici
+mila.
+</p>
+
+<p>
+Ma nello stesso tempo fece tirare il cannone d’allarme
+in Castel S. Angelo, fece battere la generale
+per tutta la città, e prese tutte le misure suggerite
+dalle circostanze, per far fronte al pericolo che si
+avvicinava su di lui colla rapidità di una valanga.
+</p>
+
+<p>
+Ricevevamo tutti i giorni dei corrieri del re; questi
+corrieri ci tenevano al corrente del suo cammino
+trionfale.
+</p>
+
+<p>
+Al 30 novembre, di notte, ricevemmo la notizia che
+il re aveva fatta fin dal giorno innanzi la sua entrata
+in mezzo ad acclamazioni frenetiche; il popolo
+staccò i cavalli dalla sua carrozza, e la portò fino
+al palazzo Farnese, che aveva ereditato dalla sua
+ava Elisabetta.
+</p>
+
+<p>
+La lettera del re ci annunziava che il generale
+francese aveva lasciato Roma, lasciando cinque cento
+uomini in Castel Sant’Angelo, ordinando al comandante
+di non arrendersi senza alcun pretesto, e gli
+aveva dato, dicevasi, parola di ritornare a Roma
+prima di venti giorni.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_108">[108]</span>
+</p>
+
+<p>
+È inutile il dire che questa promessa faceva andare
+in giubilo il re e specialmente il generale Mack.
+</p>
+
+<p>
+Il re annunciava in una sua poscritta che il popolo
+scannava i patriotti e saccheggiava le loro case;
+egli stesso aveva fatto fucilare due napoletani, i fratelli
+Corona, di cui uno era stato ministro della Repubblica
+Romana.
+</p>
+
+<p>
+Al dire del re tutto andava coi fiocchi.
+</p>
+
+<p>
+Di fatti il giorno seguente ricevemmo una copia
+di questa lettera che il re scriveva al papa Pio VI.
+</p>
+
+<p>
+«Vostra Santità conoscerà colla più viva soddisfazione
+che, grazie all’aiuto del nostro Divin Salvatore,
+e per l’augusta protezione del beato S. Gennaro,
+siamo entrati colla nostra armata, senza resistenza
+e da trionfatori nella capitale del mondo cristiano;
+i Francesi fuggirono spaventati alla vista
+della croce e delle mie armi; Vostra Santità può
+dunque riprendere il supremo e paterno suo potere,
+che io difenderò colla mia armata; Vostra
+Santità abbandoni dunque la sua dimora troppo
+modesta della Certosa, e sulle ali dei Cherubini,
+come altra volta la Nostra Santa Vergine di Loreto
+venga e discenda al Vaticano per purificarlo colla
+sua presenza: tutto è pronto per riceverla; Vostra
+Santità potrà celebrare i divini ufficj per la solennità
+di Natale.»
+</p>
+
+<p>
+La regina ordinò che si cantasse un <i>Te Deum</i> in
+tutte le chiese di Napoli, che il cannone tuonasse in
+segno di trionfo e che la città fosse illuminata.
+</p>
+
+<p>
+Questi ordini, bisogna dirlo in lode dei Napoletani,
+furono ricevuti ed eseguiti con entusiasmo.
+</p>
+
+<div class="chapter">
+<p><span class="pagenum" id="Page_109">[109]</span></p>
+
+<h2>XI.</h2>
+</div>
+
+<p>
+Credo di aver detto che un distaccamento da otto
+a diecimila uomini comandato dal generale Naselli,
+doveva partire per Livorno sopra bastimenti di trasporto.
+</p>
+
+<p>
+Partirono infatti, e al 22 novembre uscirono dal
+porto di Napoli.
+</p>
+
+<p>
+Erano accompagnati da <i>Vanguard</i>, ove trovavasi
+l’ammiraglio Nelson, dal <i>Culloden</i>, dal <i>Minotauro</i>,
+dall’<i>Alleanza</i>, dalla <i>Buona Cittadina</i>, dal cutter <i>Flora</i>
+e dalla squadra portoghese.
+</p>
+
+<p>
+Vascelli di guerra e navi di trasporto giunsero a
+Livorno circa dopo il mezzodì del 28 novembre: i
+ministri inglese e napoletano vennero a fare la loro
+visita all’ammiraglio. Il generale Naselli intimò alla
+<span class="pagenum" id="Page_110">[110]</span>
+città di arrendersi, il che avvenne verso le 8 di
+sera.
+</p>
+
+<p>
+L’intimazione era stata fatta congiuntamente dal
+generale Naselli e dal vice-ammiraglio Nelson.
+</p>
+
+<p>
+Naselli prese possesso della città; ma Nelson restò
+sul suo vascello.
+</p>
+
+<p>
+E poi, Nelson era così innamorato che non voleva
+restar molto tempo lontano da me; e però lasciò
+Livorno al 30 novembre, alle 7 di mattina, ed al 5
+dicembre era a Napoli.
+</p>
+
+<p>
+Alle sei del mattino giunse al capitano generale
+Acton una lettera in cui trovavasi il periodo seguente
+che il ministro si affrettò di farci leggere.
+</p>
+
+<p>
+Nelson non vedeva le cose sotto un aspetto così
+ridente come il re di Napoli.
+</p>
+
+<p>
+«Ecco in poche parole lo stato del paese e la situazione
+delle cose — diceva. — L’esercito del re è
+a Roma, Civitavecchia è presa; ma rimasero 500
+Francesi in Castel Sant’Angelo. I Francesi hanno
+13,000 uomini ed aspettano i napoletani in una
+forte posizione a Civita Castellana. Il generale Mack
+va contro di loro con 20,000 uomini. L’avvenimento
+a mio avviso è dubbio, e può decidere immediatamente
+della sorte di Napoli. Se Mack è disfatto, in
+venti giorni il paese è perduto; l’imperatore non ha
+fatto muovere nemmeno un uomo della sua armata,
+e senza il soccorso dell’imperatore questo paese non
+può resistere ai Francesi. Certamente non è sua
+scelta ma la necessità che ha obbligato il re di Napoli
+ad uscire dal suo regno, e di non aspettare che
+i Francesi, radunate le loro forze, lo cacciassero in
+una settimana da Napoli.»
+</p>
+
+<p>
+Noi ricevemmo quasi le stesse notizie da Roma.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_111">[111]</span>
+</p>
+
+<p>
+Però il re ci annunziava la marcia di Mack sopra
+Civita Castellana non già con ventimila uomini ma
+con quarantamila. Era impossibile di credere che
+con tale superiorità numerica, la vittoria fosse
+dubbia.
+</p>
+
+<p>
+Inoltre il re era talmente sicuro del successo che
+la sua tranquillità cl rassicurava. Le sue lettere
+erano piene di descrizioni delle feste che gli avevano
+dato. Non usciva nelle vie di Roma che camminando
+sopra tappeti e sotto una pioggia di fiori;
+nella stessa sera vi fu gran gala al teatro Apollo.
+</p>
+
+<p>
+La lettera che ci dava questi particolari era del 6
+dicembre; la mostrammo a lord Nelson, facendogli
+osservare che non era con ventimila uomini che
+Mack andava incontro al nemico, ma con quarantamila.
+</p>
+
+<p>
+Tutto ciò però non lo rassicurava, egli aveva preso
+già fin dal primo incontro una cattiva opinione di
+Mack.
+</p>
+
+<p>
+Ci lasciò verso le cinque di sera, e restammo la
+regina, io e alcune dame di sua intimità che componevano
+la nostra società ordinaria.
+</p>
+
+<p>
+Verso le sette di sera, quando prendevamo il thè,
+udimmo il rumore d’una carrozza che passava sotto
+le volte del palazzo, poi un rumore di servitori che
+si precipitavano dalle scale.
+</p>
+
+<p>
+La regina impallidì.
+</p>
+
+<p>
+Io la guardava interrogandola cogli occhi.
+</p>
+
+<p>
+— Ah! mi disse, ho un presentimento.
+</p>
+
+<p>
+— Quale, signora? le chiesi.
+</p>
+
+<p>
+— Che il re sia arrivato.
+</p>
+
+<p>
+— Il re! impossibile, signora; abbiamo ricevuto
+una sua lettera questa mattina.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_112">[112]</span>
+</p>
+
+<p>
+La porta si aperse, un usciere annunziò:
+</p>
+
+<p>
+— Sua Eccellenza il duca d’Ascoli.
+</p>
+
+<p>
+Il duca d’Ascoli entrò, la regina ed io mandammo
+un grido di stupore: egli era vestito coll’uniforme
+del re, e siccome egli era della stessa statura ed
+età e la camera era semi-oscura, la regina ed io lo
+credemmo a prima vista il re.
+</p>
+
+<p>
+La regina fu la prima ad accorgersi dello sbaglio,
+e il suo istinto coniugale le fece indovinare che sotto
+questo travestimento si celava qualche vergogna.
+</p>
+
+<p>
+Si alzò e severamente:
+</p>
+
+<p>
+— Che significa questa mascherata? dimandò
+essa.
+</p>
+
+<p>
+— Ahimè! signora, nulla di allegro, rispose il
+duca, ma almeno è una prova della mia devozione
+pel re.
+</p>
+
+<p>
+— Pel re? e dov’è il re?
+</p>
+
+<p>
+— Qui, signora.
+</p>
+
+<p>
+— E dove dunque qui? chiese di nuovo.
+</p>
+
+<p>
+— Nel suo appartamento.
+</p>
+
+<p>
+— Ah! ah! egli non osa nemmeno di comparirmi
+davanti, a ciò che pare.
+</p>
+
+<p>
+Poi dopo un momento silenzio:
+</p>
+
+<p>
+— I Napoletani sono stati battuti, non è vero?
+</p>
+
+<p>
+E siccome il duca esitava a rispondere:
+</p>
+
+<p>
+— Vediamo, disse la regina, se il re è una donna,
+io sono un uomo, io; ditemi tutto.
+</p>
+
+<p>
+— Battuti completamente, signora.
+</p>
+
+<p>
+— Bravo Nelson! disse, volgendosi dalla mia parte,
+lo vedi, il suo istinto non lo ingannava; ma è dunque
+veramente un idiota, come già ce ne accorgiamo,
+il generale Mack.
+</p>
+
+<p>
+— Non posso dir nulla a Vostra Maestà se non
+<span class="pagenum" id="Page_113">[113]</span>
+che le truppe napoletane sono state completamente
+battute.
+</p>
+
+<p>
+— Siete sicuro della notizia?
+</p>
+
+<p>
+— La sappiamo ambedue, io ed il re, dalla bocca
+stessa del generale Mack.
+</p>
+
+<p>
+— Dal generale Mack!
+</p>
+
+<p>
+La regina mi prese la mano e me la serrò convulsivamente.
+</p>
+
+<p>
+— È scritto che io dovrò trangugiare tutta la vergogna?
+mormorò essa.
+</p>
+
+<p>
+— Ma infine, signore, dimandai al duca, mentre
+la regina sì lacerava i manichini coi denti, non potete
+dare alcun particolare a Sua Maestà?
+</p>
+
+<p>
+— Non posso dire a Sua Maestà che quello che so
+io stesso.
+</p>
+
+<p>
+— Ditelo, dunque, esclamò la regina, e spicciatevi
+perchè ho premura, ve lo confesso, di sapere per
+qual motivo avete indossato l’abito ed avete al collo
+l’ordine del re.
+</p>
+
+<p>
+— Vostra Maestà si degni di ascoltarmi con pazienza,
+disse il duca d’Ascoli; altrimenti sarò obbligato
+di ritornare dal re, e dirgli che non avete
+voluto ascoltarmi.
+</p>
+
+<p>
+— Voi fate appello alla mia pazienza, ebbene, vi
+prometto d’averne, parlate.
+</p>
+
+<p>
+— Ebbene, signora, ieri eravamo nel palco di S. M.
+al teatro Apollo, quando verso le nove ore della
+sera, la porta si aperse bruscamente e vedemmo apparire
+il generale Marck coperto di fango come chi
+arriva dopo una lunga corsa. Sire, diss’egli, voi vedete
+un uomo nella disperazione che vi annunzia
+una tale notizia, siamo battuti su tutti i punti, separati
+gli uni dagli altri, in piena ritirata, o piuttosto
+<span class="pagenum" id="Page_114">[114]</span>
+in fuga. La nostra unica speranza di salvezza
+per Vostra Maestà è che parta immediatamente per
+Napoli; — libero dalla cura che m’ispira il vostro
+prezioso capo, cercherò di radunare l’armata e di
+prendere una rivincita.
+</p>
+
+<p>
+— Miserabile orgoglioso, mormorò la regina.
+</p>
+
+<p>
+— Comprenderete facilmente, signora, continuò il
+duca, lo stupore del re ad una simile notizia, nel
+momento in cui si credeva vittorioso; stette guardando
+Mack senza rispondere e col viso alterato.
+</p>
+
+<p>
+Poi ad un tratto Sua Maestà si alzò, ed uscì dal
+palco.
+</p>
+
+<p>
+Per fortuna nessuno si era accorto e si credette
+che il re fosse andato nella camera vicina alla loggia.
+Non bisognava far vedere di fuggire, i giacobini
+romani che volevano vendicarsi delle esecuzioni
+comandate dal re lo tenevano di vista, e dicevano
+che se Mack fosse battuto avevano l’intenzione d’impossessarsi
+di lui: prima che si fossero accorti della
+sua assenza, e che la notizia si fosse sparsa, eravamo
+già al palazzo Farnese: colà il re montò a cavallo
+con una dozzina di uffiziali, ed alcuni dei suoi
+più fedeli servitori, fra i quali si è degnato di scegliere
+me; uscimmo dalla porta del Popolo, e girammo
+intorno alle mura fino alla porta S. Giovanni.
+Giunti colà il re prese il galoppo, con sette ad otto
+uomini di scorta e verso le undici di sera giungemmo
+ad Albano.
+</p>
+
+<p>
+Ad Albano il re s’informò dal mastro di posta se
+aveva una vettura.
+</p>
+
+<p>
+Non aveva che una carrozzella.
+</p>
+
+<p>
+Mentre attaccavano i cavalli, il re mi trasse in
+<span class="pagenum" id="Page_115">[115]</span>
+disparte, e pregò di mutare di abito con lui, cosa che
+eseguii al momento.
+</p>
+
+<p>
+— E perchè mutar di abito con lui? chiese la regina.
+</p>
+
+<p>
+— L’ignoro, signora, rispose il duca; ma siccome
+una preghiera di Sua Maestà è un ordine, obbedii.
+</p>
+
+<p>
+— Un ordine, un ordine, ripetè la regina; ma infine
+quest’ordine aveva uno scopo.
+</p>
+
+<p>
+Il duca fece un inchino senza rispondere.
+</p>
+
+<p>
+— Vorrei ben sapere, disse la regina, battendo con
+impazienza i piedi, che cosa sperava il re con questa
+mascherata.
+</p>
+
+<p>
+— Desiderate di sapere ciò che sperava io, disse
+il re entrando e gettandosi su di una poltrona, come
+se arrivasse dalla caccia; sperava, se fossimo stati
+presi dai giacobini, che avrebbero impiccato d’Ascoli
+invece di me.
+</p>
+
+<p>
+— Eh! fece la regina.
+</p>
+
+<p>
+— Ebbene, intanto che lo appiccavano io mi sarei
+salvato in qualche modo.
+</p>
+
+<p>
+La regina alzò le mani al cielo e poi le portò al
+suo viso.
+</p>
+
+<p>
+— Oh! oh! mormorava essa.
+</p>
+
+<p>
+— Ma, disse il re che non comprendeva niente affatto
+delle esclamazioni della regina, ma essi lo
+avrebbero fatto come lo hanno ben detto questi f...
+di p... di giacobini.
+</p>
+
+<p>
+— E voi avreste lasciato appiccare il vostro amico
+invece di voi! esclamò la regina.
+</p>
+
+<p>
+— Ma, lo credo bene, io, meglio due volte lui,
+che me.
+</p>
+
+<p>
+— E voi, duca, vi sareste lasciato appiccare invece
+<span class="pagenum" id="Page_116">[116]</span>
+del re! esclamò la regina, alzandosi ed andando incontro
+al duca.
+</p>
+
+<p>
+— Il dovere di un suddito non è di sacrificare la
+vita pel suo padrone? rispose semplicemente il duca.
+</p>
+
+<p>
+— Ah! signore, esclamò la regina volgendosi a suo
+marito; siete fortunato di avere un simile amico.
+Conservatevelo preziosamente; è probabile che se
+voi lo perdete, non ne troverete un altro.
+</p>
+
+<p>
+Poi volgendosi verso di me:
+</p>
+
+<p>
+— Del resto, disse, anch’io non ho di che lagnarmi,
+perchè sono sicura, Emma, che al bisogno faresti
+per me ciò che il duca era pronto a fare pel re.
+</p>
+
+<p>
+E mi gettò le braccia al collo.
+</p>
+
+<p>
+— Vieni, Emma, vieni, mi disse. Gli è bello d’avere
+un tal cortigiano; ma gli è triste di avere un
+tal re.
+</p>
+
+<div class="chapter">
+<p><span class="pagenum" id="Page_117">[117]</span></p>
+
+<h2>XII.</h2>
+</div>
+
+<p>
+La regina entrò nei suoi appartamenti e ordinò
+di attaccare i cavalli alla carrozza.
+</p>
+
+<p>
+E siccome la guardava quasi per cercar di leggere
+nel suo pensiero:
+</p>
+
+<p>
+— Comprendi bene, mi disse, che non voglio lasciare
+a questo egoista, che lascerebbe appiccare il
+suo migliore amico, la cura di vegliare alla nostra
+sicurezza; egli sarebbe capace di fuggire in Sicilia
+col suo fucile da caccia e coi suoi cani, senza altrimenti
+occuparsi di noi.
+</p>
+
+<p>
+— Come! fuggire in Sicilia Vostra Maestà, senza
+che il re pensi a lasciar Napoli?
+</p>
+
+<p>
+— E che vuoi tu che faccia egli mai? Fra quindici
+giorni i Francesi saranno qui; non ci hanno
+<span class="pagenum" id="Page_118">[118]</span>
+detto che il direttore Barras aveva detto al generale
+Championnet nel mandarlo a Roma:
+</p>
+
+<p>
+— Generale, voi avete l’onore di detronizzare il
+primo re che sarà incorso nella collera della Repubblica?
+</p>
+
+<p>
+— Ora, grazie a Dio, noi abbiamo fatto la parte
+nostra per incorrere nella collera di questa rispettabile
+repubblica. Per fortuna ci rimane Nelson, — e
+in quali rapporti sei tu con lui? spero che non lo
+avrai messo alla disperazione.
+</p>
+
+<p>
+— Nelson farà tutto quello che vorremo, risposi
+sorridendo.
+</p>
+
+<p>
+— Bene. Sarà troppo tardi per fargli dire questa
+sera che venga a terra, ma dimani mattina noi dobbiamo
+conferire con lui.
+</p>
+
+<p>
+— Perchè troppo tardi questa sera? due parole
+scritte da me basteranno per farlo venire in qualunque
+siasi ora della notte. Sono le otto; alle
+nove e mezzo possiamo essere a Napoli; alle dieci
+potrà avere un mio viglietto; una mezz’ora dopo
+sarà a palazzo.
+</p>
+
+<p>
+— Bene, allora lo riceverai tu e gli dirai tutto; intanto
+io parlerò con Acton; comprendi bene, che bisogna
+ch’egli si dedichi a noi in corpo ed anima. Ci
+va nientemeno che della vita.
+</p>
+
+<p>
+— Oh, Maestà!
+</p>
+
+<p>
+— In tal modo i giacobini se la sono presa con
+mia sorella Maria Antonietta: credi forse che quei
+di Napoli se la prenderanno meno con noi? Poi tu
+comprendi bene che può benissimo venir un ordine
+da lord S. Vincent che lo allontani da noi. — Ebbene,
+bisogna che egli disobbedisca anche ad un ordine
+<span class="pagenum" id="Page_119">[119]</span>
+di Lord S. Vincent, anche ad un ordine dell’ammiragliato
+se gli venisse dato.
+</p>
+
+<p>
+— Venendo il caso, risposi, ridendo, alla regina,
+Vostra Maestà mi dirà cosa dovrò fare perchè egli
+disobbedisca; io lo farò, ed egli disobbedirà.
+</p>
+
+<p>
+Si venne ad annunziare che i cavalli erano pronti.
+</p>
+
+<p>
+— Vieni, disse la regina.
+</p>
+
+<p>
+— Vostra Maestà non previene il re?
+</p>
+
+<p>
+— Per che farne?
+</p>
+
+<p>
+— E se egli fa chiamare Sua Eccellenza il capitano
+generale?
+</p>
+
+<p>
+— Acton non verrà, se non dopo avermi veduta;
+scendiamo.
+</p>
+
+<p>
+Scendemmo lestamente senza prevenire alcuno.
+La regina si ravvolse nel suo sciallo di casimiro perchè
+pioveva a torrenti e faceva freddo; entrammo
+nella carrozza, chiudemmo la portiera sollevando il
+vetro, ed il cocchiere partì al galoppo.
+</p>
+
+<p>
+La Regina s’era adagiata tutta in pensieri sul
+fondo della carrozza; si avrebbe potuto credere che
+dormisse, se di tempo in tempo non l’avesse agitata
+qualche sussulto nervoso, e in queste convulsioni
+bisbigliava, o la parola di imbecille che si applicava
+a suo marito: poi di tempo in tempo esclamava:
+O Nelson, bravo Nelson, non vi ha speranza
+che in lui.
+</p>
+
+<p>
+Io le stringeva la mano dicendole:
+</p>
+
+<p>
+— State tranquilla, signora, vi rispondo di lui
+come di me.
+</p>
+
+<p>
+Un’ora e mezza dopo la nostra partenza da Caserta
+arrivammo al palazzo reale.
+</p>
+
+<p>
+Prima di scendere dalla carrozza, la regina chiese
+se il capitano generale Acton era a palazzo.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_120">[120]</span>
+</p>
+
+<p>
+Per fortuna vi era.
+</p>
+
+<p>
+— Ditegli che l’aspetto sul momento da me, disse
+la regina.
+</p>
+
+<p>
+E salimmo le scale.
+</p>
+
+<p>
+A tutti quelli che si presentarono per offrirle i
+loro servigi, tanto uomini che donne, la regina evitandoli
+rispondeva: grazie.
+</p>
+
+<p>
+Entrammo sole nel suo appartamento.
+</p>
+
+<p>
+L’usciere di servizio pose un candelabro su di un
+tavolo e chiese gli ordini della regina.
+</p>
+
+<p>
+— Non lasciate entrare che il signor Acton, milord
+Nelson e sir William Hamilton, rispose con quella
+nettezza d’accento e brevità di parole che indicavano
+in lei una forte emozione.
+</p>
+
+<p>
+Poi ella stessa pose su di una tavola delle penne,
+della carta ed un calamaio.
+</p>
+
+<p>
+— Scrivigli, mi disse.
+</p>
+
+<p>
+Presi la penna.
+</p>
+
+<div class="blockquote">
+<p>
+«Venite, gli scrissi; noi vi aspettiamo a palazzo,
+la regina ed io, per affari d’importanza.»
+</p>
+
+<p class="indr">
+«<span class="smcap">Emma</span>»
+</p>
+</div>
+
+<p>
+— Cosa gli scrivi dunque? chiese la regina.
+</p>
+
+<p>
+— Gli scrivo di venire, ecco tutto.
+</p>
+
+<p>
+— Come, ecco tutto?
+</p>
+
+<p>
+— Non c’è bisogno di più.
+</p>
+
+<p>
+— Emma, Emma, disse la regina, tu lo lascerai
+sfuggire.
+</p>
+
+<p>
+— Non sono io il vostro piloto, sì o no?
+</p>
+
+<p>
+— Certamente... ma.
+</p>
+
+<p>
+— Allora non vi mischiate punto alla manovra,
+lasciate fare a me.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_121">[121]</span>
+</p>
+
+<p>
+— Fate pure.
+</p>
+
+<p>
+Ma nel dare il suo consenso la regina fece un movimento
+di spalle che indicava che al mio posto
+avrebbe agito assai diversamente di me.
+</p>
+
+<p>
+Non m’inquietai punto.
+</p>
+
+<p>
+— Ora, le dissi, da chi V. M. farà portare questa
+lettera?
+</p>
+
+<p>
+— Ciò riguarda Acton. Dal porto militare ci vorranno
+meno di 10 minuti per andare a bordo del
+<i>Vanguard</i>.
+</p>
+
+<p>
+In quel momento Acton entrò.
+</p>
+
+<p>
+— Quale sventura, non è vero, signora? diss’egli
+avanzandosi verso la regina con un viso che indicava
+la sua inquietudine.
+</p>
+
+<p>
+— Sì, disse la regina, è immensa; il generale
+Mack è stato battuto, il re è arrivato or son due
+ore a Caserta dopo aver fatto prodigi di valore.
+</p>
+
+<p>
+E diede in uno scoppio di risa stridente e nervoso
+che le era famigliare nei momenti di suprema irritazione.
+</p>
+
+<p>
+E poichè Acton la osservava con uno stupore
+sempre crescente:
+</p>
+
+<p>
+— Saprete tutto in un istante; ma prima di tutto,
+gli dissi, fate portare questo viglietto a Lord Nelson.
+È necessario che egli possa attraversare il
+porto militare senza ostacolo.
+</p>
+
+<p>
+— Scenderò io in darsena, rispose il generale, e
+spedirò io stesso la barca che lo anderà a cercare
+e darò le mie istruzioni all’uffiziale.
+</p>
+
+<p>
+E il generale s’allontanò.
+</p>
+
+<p>
+— Ha questo di buono almeno che è obbediente,
+disse la regina seguendolo cogli occhi.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_122">[122]</span>
+</p>
+
+<p>
+— Perchè non gli fate l’onore di chiamarlo affezionato,
+signora?
+</p>
+
+<p>
+— Perchè questa parola non esiste nel dizionario dei
+cortigiani.
+</p>
+
+<p>
+— Bene, ma il duca d’Ascoli?
+</p>
+
+<p>
+— Colui non è il cortigiano del re, è suo amico;
+quando il re è di buon umore, è d’Ascoli che gli
+dice le verità più dure; e non è come te, adulatrice,
+che non me ne dici mai.
+</p>
+
+<p>
+— È forse colpa mia se le più dure verità che
+si possono dire a V. M. sono delle lodi?
+</p>
+
+<p>
+La regina mi abbracciò, e cominciò a passeggiare
+in lungo ed in largo; si fermava di tempo in tempo
+innanzi al terrazzo, e gettava sguardi a traverso alle
+tenebre alla flotta inglese, di cui si riconosceva ciascun
+vascello dai suoi fanali di posizione e ad ogni
+volta esclamava:
+</p>
+
+<p>
+— O Nelson, la nostra sola speranza è in te.
+</p>
+
+<p>
+E poi ritornando verso di me:
+</p>
+
+<p>
+— Comprendi, mi disse, cinquanta due mila uomini,
+provveduti di tutto, ben nutriti, ben vestiti,
+ben pagati, e che si fanno battere da dieci o dodici
+mila Francesi, seminudi, senza soldo, senza pane, senza
+scarpe, senza munizioni; eccoli ora forniti di tutto
+fuorchè di scarpe, menochè i nostri soldati non si
+sieno levati le scarpe per fuggire più presto. Oh se
+fossi uomo mi sarei posta in mezzo a tutti questi
+vili, come avrei strappato le spalline a tutti questi
+uffiziali che son solamente buoni di fare scintillare
+alle parate i loro ricami di argento, ed a far sventolare
+al vento le loro piume di tutti i colori. Vi sono
+dei momenti, vedi, che, in parola d’onore, avrei volontà
+di montare a cavallo come mia madre Maria
+<span class="pagenum" id="Page_123">[123]</span>
+Teresa, e far vergogna a questo re fa niente, che
+non sa che andare a caccia, alla pesca, a far l’amore
+colle contadine. Sgraziatamente non ho a che
+fare cogli Ungheresi, ma con Napoletani.
+</p>
+
+<p>
+Intanto Acton entrò.
+</p>
+
+<p>
+— Eccomi, signora, disse; la lettera è spedita, e
+se lord Nelson mette a servire vostra Maestà la metà
+della premura che ci metterei io, in un quarto d’ora
+egli sarà qui. Intanto V. M. vorrà dirmi di che si
+tratta.
+</p>
+
+<p>
+La regina lo condusse nella camera vicina perchè
+voleva lasciarmi sola con Nelson; e poi forse aveva
+degli ordini, di quegli ordini segreti e terribili, che
+spesso io non conosceva se non quando erano eseguiti.
+</p>
+
+<p>
+Difatti seppi poi dopo che vi era stata questione
+fra la regina e il capitano generale, circa il corriere
+Ferrari, nelle cui mani si era sostituita la lettera
+redatta da sir William e dal generale Acton alla
+vera lettera scritta dall’Imperatore d’Austria; si temeva
+che Ferrari svelasse la frode, e che Ferdinando
+venisse in cognizione del vero, vale a dire, che invece
+di invitarlo a mettersi in campagna, suo nipote
+Francesco gli scriveva di non muoversi, non contando
+di dichiarare la guerra alla Francia, se non
+quando fossero arrivati i suoi alleati russi, vale a
+dire verso il mese di aprile e di maggio.
+</p>
+
+<p>
+Sarebbe stato adunque in questo istante, in cui
+restai sola ad aspettare Nelson, che sarebbe stata
+risolta la perdita di questo infelice.
+</p>
+
+<p>
+Racconterò a tempo e luogo la sua morte, e le circostanze
+terribili che l’accompagnarono.
+</p>
+
+<p>
+Era sola da un quarto d’ora, quando l’usciere
+<span class="pagenum" id="Page_124">[124]</span>
+entrò ed annunziò Sua grazia lord Nelson; immediatamente
+vidi sua signoria nel vano della porta.
+</p>
+
+<p>
+Era tutto ansante per la rapidità con cui aveva
+salito le scale, e la sua fisonomia alterata testimoniava
+la sua inquietudine.
+</p>
+
+<p>
+Prima che avesse aperto bocca gli aveva gettato
+le braccia al collo dicendogli:
+</p>
+
+<p>
+— Caro Nelson, la sola nostra speranza è riposta
+in voi.
+</p>
+
+<p>
+Mi strinse al suo cuore, di cui sentiva la palpitazione
+a traverso al suo uniforme, appoggiò le sue
+labbra convulse sui miei occhi, e come se avesse
+temuto di sorprendere una carezza, non già un sentimento
+d’amore; ma quell’emozione mi allontanò
+dolcemente da lui, e guardandomi con indefinibile
+espressione di passione, mi chiese:
+</p>
+
+<p>
+— Vediamo — che c’è, parlate ad un uomo, che
+darebbe la sua vita per la regina; ed esitò.... il suo
+onore per voi.
+</p>
+
+<p>
+— Oh, caro Nelson, esclamai, gli presi la mano e
+gliela volli baciare.
+</p>
+
+<p>
+Nel momento che fece per ritirarla, egli abbassò
+il capo, io rialzai il mio e le nostre labbra s’incontrarono.
+</p>
+
+<p>
+— Oh! esclamò Nelson alzandosi, e ritirandosi di
+qualche passo, voi mi rendete pazzo.
+</p>
+
+<p>
+Gli tesi la mano.
+</p>
+
+<p>
+— Che importa, gli dissi, se vi guarisco.
+</p>
+
+<p>
+Egli guardò intorno per vedere se fossimo soli.
+</p>
+
+<p>
+Compresi il suo sguardo e con un sorriso:
+</p>
+
+<p>
+— La regina e il capitano generale son là, gli
+dissi.
+</p>
+
+<p>
+E gl’indicai la camera vicina.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_125">[125]</span>
+</p>
+
+<p>
+Egli mandò un sospiro, si avvicinò, mi strinse la
+vita col suo unico braccio, e invitandomi a sedere
+vicino a lui:
+</p>
+
+<p>
+— Mi avete fatto chiamare per chiedermi un servizio,
+mi disse, sono un egoista, per non esser venuto
+prima; in che vi potrei essere utile? Riparerò
+la mia colpa, parleremo più tardi della mia pazzia.
+</p>
+
+<p>
+— Quando vorrete, gli dissi con uno sguardo pieno
+di promessa, e se voi tardate troppo, sono io che
+vi parlerò per la prima.
+</p>
+
+<p>
+— State in guardia, mi disse; voi siete Partenope
+ed io non sono Ulisse.
+</p>
+
+<p>
+Poi facendo uno sforzo su di sè stesso:
+</p>
+
+<p>
+— Vediamo, vediamo, disse — Mack è battuto,
+non è vero? L’armata è in sfacelo; avete ricevuto
+un corriere del re?
+</p>
+
+<p>
+— Meglio ancora: il re è arrivato saranno tre ore
+a Caserta; tutto è perduto, in quindici giorni i Francesi
+saranno qui; la regina pensa a fuggire in Sicilia,
+e conto su di voi per condurla.
+</p>
+
+<p>
+— Vi andate voi? chiese Nelson.
+</p>
+
+<p>
+— Io non lascio la regina.
+</p>
+
+<p>
+— Ed io non vi lascio.
+</p>
+
+<p>
+— Qualunque ordine vi arrivi?
+</p>
+
+<p>
+— Dovessi stracciar le lettere senza aprirle.
+</p>
+
+<p>
+— Nelson! esclamai.
+</p>
+
+<p>
+E gli stesi le braccia.
+</p>
+
+<p>
+Egli si gettò sul mio cuore.
+</p>
+
+<p>
+— Ancora, mi disse egli, ancora, abbiate dunque
+pietà di me.
+</p>
+
+<p>
+— Nelson, non è per compassione che vi dico che
+io vi amo, è per riconoscenza... è.... per amore.
+</p>
+
+<p>
+Mise un grido, si lasciò sdrucciolare alle mie ginocchia,
+<span class="pagenum" id="Page_126">[126]</span>
+e baciandomi le mani, con deboli gridi che
+sembravano quasi gridi di dolore più che gridi di
+gioja.
+</p>
+
+<p>
+In questo momento la regina aperse un poco la
+porta e vedendo Nelson ai miei ginocchi, fece un
+movimento per ritirarsi.
+</p>
+
+<p>
+— Oh! entrate, entrate, signora, ho nulla da nascondere
+nè a voi nè al mondo. Nelson viene a dirmi
+che è per noi, ed io gli dico che io era per lui.
+Vostra Maestà sia abbastanza buona per dare la
+sua mano da baciare al nostro salvatore.
+</p>
+
+<div class="chapter">
+<p><span class="pagenum" id="Page_127">[127]</span></p>
+
+<h2>XIII.</h2>
+</div>
+
+<p>
+Il giorno seguente si tenne consiglio di Stato. Il
+re espose la situazione, non tacque nulla del disastro.
+L’avrebbe reso anche più grande se fosse stato
+possibile.
+</p>
+
+<p>
+L’ammiraglio Caracciolo, come comandante le forze
+di mare, fu chiamato al consiglio. Siccome non aveva
+nulla a temere dalla parte di mare, poichè gl’Inglesi
+sorvegliavano il porto, propose di riunire i soldati
+di marina in un corpo di mille a mille e ducento
+uomini, di mettersi alla loro testa, e di muovere incontro
+ai Francesi. Impossessandosi delle strette
+degli Abruzzi prima che vi fosse giunto il grosso
+dell’armata napoletana, poteva mettere un ostacolo
+alla disfatta, e radunare colla forza i fuggitivi. Qualunque
+<span class="pagenum" id="Page_128">[128]</span>
+fosse il numero dei soldati perduti nei varii
+combattimenti contro i francesi, l’armata napoletana
+doveva essere ancor più forte almeno di quattro
+volte di quella da cui fuggiva.
+</p>
+
+<p>
+Il re respinse quest’offerta. Egli dubitava della
+devozione di Caracciolo, e lo supponeva di voler organizzare
+quella truppa per riunirsi con essa ai
+patriotti.
+</p>
+
+<p>
+Caracciolo offeso da quel sospetto, che non meritava,
+ritirandosi prima della fine del consiglio, dichiarò
+che si recava sul suo bastimento, ove aspettava
+gli ordini del re.
+</p>
+
+<p>
+Ma prima di andarvi si fece annunziare dalla regina.
+</p>
+
+<p>
+Anche dalla regina si teneva consiglio, ma questo
+consiglio si componeva soltanto della regina, di
+Nelson, di sir William e di me.
+</p>
+
+<p>
+Fin dal giorno antecedente la regina aveva stabilito
+col capitano generale la sua fuga e quella della
+sua famiglia.
+</p>
+
+<p>
+Essa esitava di ricevere l’ammiraglio Caracciolo,
+ma sir William Hamilton la decise a riceverlo.
+</p>
+
+<p>
+La regina allora mi prese pel braccio, esigendo la
+mia presenza al suo colloquio coll’ammiraglio, senza
+dubbio per fargli comprendere la persistenza di
+un’amicizia che invece di diminuire si aumentava,
+per avere degli avvisi diretti od indiretti che gli si
+potessero dare contro quest’amicizia.
+</p>
+
+<p>
+La pregai inutilmente di non espormi a qualche
+nuovo insulto da parte del principe napolitano; ma
+la regina mi dichiarò che così voleva, e che alla
+minima parola equivoca che sarebbe uscita dalla
+bocca dell’ammiraglio, egli sarebbe stato arrestato.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_129">[129]</span>
+</p>
+
+<p>
+Ma fin dal primo momento era facile di scorgere
+che non vi era nulla di simile da temere da parte
+dell’ammiraglio; mai espressione più profonda di
+rispetto non fu impressa sopra nobile viso, quanto
+quella che potemmo leggere su quello di Caracciolo.
+</p>
+
+<p>
+— Signora, disse facendo un inchino, il re ci ha
+ora dato contezza dei disastri dell’armata; ma fortunatamente
+la vostra fedele marina è intatta. Io
+non sono chiamato a dar suggerimento a V. M., ma
+se Vostra Maestà mi facesse l’onore di consultarmi,
+le darei quello, dopo aver, ben inteso, tenuto fermo
+fino all’ultimo momento e di aver fatto tutto per
+riprendere la nostra rivincita. Le darei, dico, il consiglio
+di abbandonare i suoi stati di terra ferma e
+di rifugiarsi in Sicilia.
+</p>
+
+<p>
+— Tale è la nostra intenzione, signore, disse la
+regina.
+</p>
+
+<p>
+— Allora, riprese Caracciolo, facendo un altro inchino,
+allora supplicherei V. M. di voler onorare la
+<i>Minerva</i>, e di sceglierla per suo bastimento di trasporto.
+La <i>Minerva</i> è la miglior veliera di tutta la
+squadra napolitana, e nello stato in cui la battaglia
+d’Aboukir ha messo la flotta inglese, potrebbe gareggiare
+per velocità e sicurezza colle navi dello
+stesso lord Nelson; noi siamo in giorni di cattiva
+navigazione, conosco i nostri mari e direi quasi le
+nostre burrasche; nessuno dunque meglio di me potrebbe
+rispondere della sicurezza di V. M. e della
+sua augusta famiglia, ed io ne risponderò. In pochi
+giorni la fregata potrà essere accomodata in modo
+che V. M. vi possa trovarsi degnamente.
+</p>
+
+<p>
+La regina salutò in segno di riconoscenza.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_130">[130]</span>
+</p>
+
+<p>
+— È inutile di dire, continuò Caracciolo, che se
+lady Hamilton e sir William credono, come è probabile,
+opportuno di seguire V. M., sarà un grande
+onore per me di riceverli a bordo; il più grande che
+potei ottenere, se non avessi avuto nello stesso
+tempo quello di ricevere V. M.
+</p>
+
+<p>
+Tutto ciò era stato detto in una maniera tanto
+nobile e rispettosa, che la regina non vi potè resistere
+e stese la mano all’ammiraglio.
+</p>
+
+<p>
+— Signore, gli disse, nel giorno del bisogno non
+dimenticherò la vostra offerta, intanto vi ringrazio
+in mio nome e in quello di lady Hamilton di avermela
+fatta; avete altra cosa da dirmi, o desiderate
+qualche cosa?
+</p>
+
+<p>
+— Ho a dire a V. M. che la supplico di credermi
+il suo più fedele servitore, e desidero di mettere ai
+suoi piedi i miei rispettosi omaggi.
+</p>
+
+<p>
+E salutando di nuovo la regina e me, l’ammiraglio
+s’avvicinava alla porta, unendo con un tatto squisito
+la dignità della sua persona alla venerazione
+dovuta alla maestà della regina.
+</p>
+
+<p>
+La regina lo seguì cogli occhi.
+</p>
+
+<p>
+— Questa prova di fedeltà e di rispetto mi commove
+ancora più per te che per me, disse la regina;
+ma avrei però voluto che l’ammiraglio non me la
+avesse data questa prova.
+</p>
+
+<p>
+Entrammo nella camera, ove avevamo lasciato sir
+William e lord Nelson.
+</p>
+
+<p>
+Nelson sembrava visibilmente contrariato, e siccome
+la regina non fece parola del suo colloquio con
+Caracciolo, egli non osava interrogarla.
+</p>
+
+<p>
+— Signora, disse, spero che V. M. non dimenticherà
+<span class="pagenum" id="Page_131">[131]</span>
+che Ella si è rivolta a me pel primo e che pel
+primo mi son posto a sua disposizione:
+</p>
+
+<p>
+— State pur tranquillo, mio caro ammiraglio, rispose
+la regina.
+</p>
+
+<p>
+— Dunque, disse Nelson, ho la parola di V. M. che
+nessun bastimento, eccettuato quello che io comando,
+avrà l’onore di trasportare V. M. in Sicilia.
+</p>
+
+<p>
+— Voi l’avete, disse la regina; ma questa parola
+non impegna che me, sir William e Lady Hamilton,
+io non so quali sieno le intenzioni del re, su di cui
+non posso portare influenza.
+</p>
+
+<p>
+— Vostra Maestà mi permetterà dunque che agisca
+di conseguenza.
+</p>
+
+<p>
+— Fate pure, e siamo sicure che tutto ciò che farete,
+sarà per nostro bene.
+</p>
+
+<p>
+— Dimanderò alla regina il permesso di scrivere
+una lettera, di cui avrà la bontà di prendere cognizione.
+</p>
+
+<p>
+Preparai sopra una tavola, a parte, delle penne,
+dell’inchiostro e della carta, e feci segno a Nelson
+che tutto era pronto.
+</p>
+
+<p>
+Lord Nelson si sedette innanzi alla tavola, facendomi
+segno che potevo leggere, intanto che le parole
+uscivano dalla sua penna.
+</p>
+
+<div class="blockquote">
+<p class="indr">
+«Napoli, dicembre 1798
+</p>
+
+<p class="indl">
+«Mio caro Troubridge,
+</p>
+
+<p>
+«Le cose sono qui in uno stato così critico, che
+desidero che voi mi raggiungiate senza alcun ritardo,
+lasciando la <i>Tersicore</i> a Livorno per ricondurre il
+Granduca: questa misura è indispensabile, e probabilmente
+vi manderò subito il comandante Campbell
+per fare questo servigio.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_132">[132]</span>
+</p>
+
+<p>
+«Il re è ritornato, e le cose vanno alla peggio: per
+l’amor di Dio sbrigatevi, avvicinatevi a Napoli colla
+più grande prudenza. Io sarò probabilmente a Messina;
+ma in ogni caso informatevene quando passerete
+per le isole Lipari, onde sapere se siamo a Palermo.
+</p>
+
+<p>
+«Avvertirete Gage di operare colla maggior secretezza,
+che scriva a Windsham, dandogli le istruzioni
+necessarie sulla situazione in cui ci troviamo,
+perchè anch’egli agisca colla maggior secretezza
+possibile.
+</p>
+
+<p>
+«Tutti uniscono il loro affetto ed il loro rispetto
+a quello del vostro fedele amico
+</p>
+
+<p class="indr">
+«<span class="smcap">O. Nelson.</span>»
+</p>
+</div>
+
+<p>
+La seconda lettera era diretta al capitano Ball
+colla stessa raccomandazione.
+</p>
+
+<div class="blockquote">
+<p class="indr">
+«Molto segreta
+</p>
+
+<p class="indr">
+«Napoli, dicembre 1798
+</p>
+
+<p class="indl">
+«Mio caro Ball,
+</p>
+
+<p>
+«Desidero che m’inviate direttamente il Golia, e
+che diate ordine a Foley d’incrociare fuori del faro
+di Messina, fino a nuovo avviso. È possibilissimo
+che mi vedrà <i>con altri</i>; la situazione di questo paese
+è tristissima, quasi tutti sono traditori o vili.
+</p>
+
+<p>
+«Che Dio vi benedica; tenete segreto tutto ciò,
+dite solamente a Foley di non avvicinarsi a Napoli
+senza grande precauzione.
+</p>
+
+<p>
+«Non ho ricevuto nulla dall’Inghilterra; io sono
+qui coll’<i>Alcmena</i> e coi Portoghesi. Tutta la casa
+si unisce al vostro fedele amico per dirvi mille cose
+gentili.
+</p>
+
+<p class="indr">
+«<span class="smcap">O. Nelson</span>.»
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_133">[133]</span>
+</p>
+
+<p>
+«Il cutter la <i>Flora</i> si è perduto, e non ho nulla da
+mandarvi; se poteste spedirmi l’incendiario, ma
+sopra tutto nessun bastimento napolitano. <i>Quelli
+della marina sono tutti traditori</i>; insomma tutto è
+corruzione.»
+</p>
+</div>
+
+<p>
+Si vede dalla linea, o piuttosto nelle linee che sottosegnamo,
+nascere quell’odio della marina inglese
+contro la marina napoletana e apparire i primi lampi
+di gelosia di Nelson contro Caracciolo, gelosia che
+fu tanto fatale a quest’ultimo.
+</p>
+
+<p>
+È inutile di dire che queste lettere sono copiate
+agli autografi di Nelson. Nelson mi diè queste due
+lettere che rimisi a sir William perchè ne spiegasse
+alla regina i passi che potessero parerle oscuri:
+Nelson scriveva con un laconismo, che nella sua
+propria lingua facevalo talvolta incomprensibile ai
+compatriotti, a più forte ragione agli stranieri.
+</p>
+
+<p>
+Mentre la regina, aiutata da sir William, leggeva
+le due lettere su riferite, Nelson era rimasto pensoso,
+agitando la penna fra le dita, e pareva esitar
+a scriverne una terza.
+</p>
+
+<p>
+Finalmente si decise.
+</p>
+
+<div class="blockquote">
+<p class="indl">
+«<i>A lord Spencer</i>
+</p>
+
+<p class="indr">
+«Napoli, 10 dicembre 1798
+</p>
+
+<p class="indl">
+«Caro Lord
+</p>
+
+<p>
+«Permettete che in due parole v’informi di quanto
+è accaduto.
+</p>
+
+<p>
+«L’esercito napoletano è stato pienamente disfatto
+da’ Francesi, ed i fuggiaschi non tarderanno ad arrivar
+in Napoli, inseguiti dai vincitori. In questa
+<span class="pagenum" id="Page_134">[134]</span>
+crudele congiuntura, la regina m’ha fatto promettere
+di non abbandonarla prima che non tornino
+giorni più lieti. Il re è giunto la scorsa notte, messaggiero
+della propria sciagura. Pare sia stato incalzato
+tanto da vicino che egli fu obbligato a
+scambiar i suoi abiti con un suo ciambellano. Lo
+vedete, per ricorrer ad un partito tanto estremo,
+bisogna che il pericolo sia stato reale.
+</p>
+
+<p>
+«Spero dunque che l’Ammiragliato non farà difficoltà
+perchè io resti presso la regina, alla quale,
+d’altronde, ho impegnato la mia parola. Aiutatemi
+con l’alta vostra influenza a mantenerla, ancorchè
+io sia stato imprudente. Appena ci verranno notizie
+più complete, ve le farò tenere.
+</p>
+
+<p>
+«Con tutti i sentimenti d’un profondo rispetto,
+mi dico.
+</p>
+
+<p class="indr">
+«Vostro fedele servitore<br>
+«<span class="smcap">O. Nelson</span>.»
+</p>
+</div>
+
+<p>
+Queste tre lettere provvedevano a tutti gli avvenimenti.
+La regina ne ringraziò Nelson, e presa questa
+prima disposizione, si attese con maggior tranquillità.
+</p>
+
+<p>
+Il consiglio del re non aveva preso alcuna determinazione,
+ciò gli sarebbe riuscito difficile, perchè non si sapeva
+in fine dei conti, ciò che il re stesso sapeva;
+ciòè che l’armata era stata battuta e scompigliata.
+Si compilò pertanto un manifesto così bizzarro, che
+io mi dimando ancora a me stessa a quale scopo
+sia stato fatto.
+</p>
+
+<p>
+Eccolo.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_135">[135]</span>
+</p>
+
+<p>
+Era anche datato da quattro giorni, e doveasi ritenere
+come se fosse scritto e pubblicato a Roma.
+</p>
+
+<p>
+«Mentre era nella capitale del mondo cristiano
+occupato a proteggere la Santa Chiesa, i Francesi,
+coi quali ho fatto tutto per vivere in pace, hanno
+minacciato di penetrare negli Abruzzi; io moverò
+incontro ad essi con una armata numerosa per sterminarli;
+ma attendendo che i miei popoli corrano
+alle armi, e che volando in aiuto della religione difendano
+il re, il loro padre, che è pronto a sagrificare
+la vita per conservare ai loro sudditi i loro
+altari, i loro beni, la loro libertà, l’onore delle loro
+donne, chiunque abbandonerà le sue bandiere sarà
+punito come ribelle e nemico della Chiesa e dello
+Stato.»
+</p>
+
+<p>
+Questo manifesto fu affisso sopra tutti i muri, nel
+momento in cui soltanto alcuni sordi rumori sull’avvenimento
+erano giunti a Napoli.
+</p>
+
+<p>
+La notizia del disastro scoppiò poi come una
+bomba.
+</p>
+
+<p>
+Ciò che aveva detto il generale Mack era vero.
+</p>
+
+<p>
+L’armata napolitana non vi era più; non già che
+fossero state grandi le perdite che avea fatte sul
+campo di battaglia; aveva perduto soltanto mille
+uomini; ma composta di elementi completamente
+eterogenei, si era rotta al primo colpo, e disciolta
+come un fumo: nulla impediva adunque ad un nemico
+che si diceva empio, crudele, profanatore della
+religione, persecutore dei suoi ministri, d’invadere
+il regno e di penetrare fino a Napoli.
+</p>
+
+<p>
+Il re lo sapeva tanto bene che, rinunziando di difendersi
+colle armi terrestri, rimise la sua causa
+<span class="pagenum" id="Page_136">[136]</span>
+nelle mani di Dio, ordinò preghiere per le chiese,
+onde calmare la collera celeste, ed invitò i preti ed
+i frati più noti per la loro eloquenza, di salire sul
+pergamo, e di predicare nelle chiese e per istrada,
+eccitando con tutti i mezzi possibili il popolo a difendere
+la capitale.
+</p>
+
+<div class="chapter">
+<p><span class="pagenum" id="Page_137">[137]</span></p>
+
+<h2>XIV.</h2>
+</div>
+
+<p>
+Si comprende l’effetto che fece sulla popolazione
+di campagna e della città la pubblicazione del manifesto
+reale e la predica dei preti e dei frati nelle
+chiese e per le piazze.
+</p>
+
+<p>
+Si è veduto qual fosse lo spirito del ceto medio e
+illuminato di Napoli, da ciò che abbiamo raccontato
+in proposito dell’arresto dei giacobini e delle esecuzioni
+di Emmanuele de Deo, di Gagliani e di Vitagliano;
+ma tutta la classe del lazzaroni, vale a dire
+la più numerosa, centomil’anime all’incirca, erano
+per il re, e consideravano i francesi come empii, eretici
+e scomunicati.
+</p>
+
+<p>
+Il manifesto del re non era che un appello al brigantaggio;
+ora il brigantaggio è cosa nazionale negli
+<span class="pagenum" id="Page_138">[138]</span>
+Abruzzi, nel Masico e nella Terra di Lavoro. Ognuno
+prese il fucile, la scure ed il coltello e si mise
+in campagna, senza altro scopo che la distruzione,
+senz’altro eccitamento che il saccheggio, secondando
+il suo capo senza obbedirgli, seguendo il suo esempio
+e non i suoi ordini. Masse di soldati erano fuggiti
+innanzi ai francesi; ed ora uomini isolati movevano
+contro di loro; una armata si era dispersa, un popolo
+usciva dalla terra.
+</p>
+
+<p>
+Quanto avveniva poi in città; era una confusione
+spaventevole quella di vedere tutta una classe intiera
+della società, il mezzo ceto, circa un terzo di
+Napoli, quelli che si dicevano patriotti e gli altri chiamavano
+giacobini, stavano rinchiusi temendo di
+esporsi, mostrandosi, al furor del popolo, che la
+sola vista di un pantalone o di una testa acconciata
+alla Tito bastava ad aizzarlo al suo più alto grado.
+</p>
+
+<p>
+Si formarono degli assembramenti su tutte le
+piazze al largo Castello, al largo della Trinità, al
+largo delle Pigne, al mercatello, al vecchio mercato,
+a largo di Palazzo; infine dovunque vi era spazio
+eravi un palco, e su di esso predicava un frate col
+crocifisso in mano.
+</p>
+
+<p>
+Gli assembramenti ingrossavano enormemente;
+un lazzarone s’improvvisava capo, si metteva alla
+loro testa, e percorreva le vie di Toledo, di Chiaia,
+di S. Lucia, gridando: Viva il re! morte ai giacobini!
+morte ai francesi! Innanzi a questi attruppamenti,
+tutte le botteghe, tutte le finestre si chiudevano;
+e giunta la sera, si era in dicembre con un
+tempo piovoso e freddo, si accesero grandi fuochi,
+e intorno ad essi si passava la notte, bevendo, cantando
+ed urlando.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_139">[139]</span>
+</p>
+
+<p>
+La regina, guardando spesso dalle finestre, si spaventava
+anch’essa di questa tempesta, che contribuiva
+a sollevare, senza sapere, se sotto quegli
+impeti burrascosi non si sarebbe rovesciato anche
+il trono.
+</p>
+
+<p>
+Però alla vista di quella sollevazione generale, alle
+notizie che arrivavano dalle provincie, il re riprendeva
+un po’ di coraggio. Lasciava intravedere la possibilità
+di organizzare tutti i mezzi di resistenza che
+il fanatismo metteva a sua disposizione, e di aspettare
+i francesi.
+</p>
+
+<p>
+I contadini continuavano a far miracoli di fanatismo,
+e gli ufficiali dei prodigi di viltà.
+</p>
+
+<p>
+Tschudy, vecchio colonnello svizzero che comandava
+a Gaeta, ne aveva aperte le porte, malgrado
+la sua riputazione di imprendibile.
+</p>
+
+<p>
+Civitella del Tronto, fortezza situata in cima ad
+un monte inaccessibile, era difesa da uno spagnuolo,
+di cui non mi ricordo più il nome: dopo dieci ore
+di assedio, si arrese prigioniero di guerra con tutta
+la guarnigione.
+</p>
+
+<p>
+Il comandante Pricard, governatore del forte di
+Pescara, non aspettò nemmeno che l’assedio fosse
+incominciato: si arrese alle prime dimostrazioni
+ostili.
+</p>
+
+<p>
+Ma in cambio, i contadini abbruciavano, scannavano,
+massacravano tutto quanto cadeva loro nelle
+mani; si erano impadroniti della città di Teramo,
+che avevano ripreso ai francesi; il ponte fortificato
+di Teramo era caduto nelle loro mani; avevano spezzato
+la catena dei battelli che lo componevano, ed i
+battelli dispersi erano andati per la corrente. Una
+massa di volontari era uscita da Terra di Lavoro;
+percorreva la linea del Garigliano abbrucciando i
+<span class="pagenum" id="Page_140">[140]</span>
+ponti, imboscandosi intorno alle strade, assassinando
+i messaggieri, gli uomini isolati, e fin anche piccoli
+distaccamenti di soldati.
+</p>
+
+<p>
+D’altra parte; se Gaeta, Civitella del Tronto e Pescara
+si erano rese, Capua teneva fermo, e Macdonald
+aveva sofferto un rovescio sotto le sue mura;
+Duhesme era giunto innanzi a Capua con due ferite
+ancor sanguinose, il generale Maurizio Mathieu ebbe
+spezzato il braccio da un colpo di fuoco; il colonnello
+d’Arnaud era stato fatto prigioniero, il generale
+Boisregard era stato ucciso e Championnet usciva
+tutto ansante dalla Terra di Lavoro, pronunziando i
+nomi ancora ignoti di fra Diavolo e di Mammone,
+che più tardi dovevano diventar tanto celebri.
+</p>
+
+<p>
+Il prestigio si dileguava. Se i francesi erano sempre
+invincibili, per lo meno, non erano invulnerabili.
+</p>
+
+<p>
+Dicevasi, che l’armata francese raccoglievasi intorno
+a Capua, non già coll’intenzione di prenderla;
+ma per prepararsi una ritirata onorevole in mezzo
+a popolazioni sollevate.
+</p>
+
+<p>
+Tutte queste notizie davano coraggio a Napoli, il
+re era talmente amato, che non soltanto compensava
+l’impopolarità di Acton e della regina, ma la
+faceva anche dimenticare. Quella fuga del re che
+gli aveva fatto un torto immenso presso tutte le
+persone intelligenti, lo aveva reso ancor più caro
+a’ lazzaroni, i quali andavano ripetendosi a vicenda
+che il re, tradito dalla sua armata, era venuto a rifugiarsi
+in mezzo ai suoi cari lazzaroni. D’altra
+parte le persone intelligenti del partito del re, ve
+ne era ancora un certo numero a Napoli, dicevano
+che vi erano ancora quarantamila uomini almeno
+nelle mani di Mack e di Damas, che Naselli poteva
+<span class="pagenum" id="Page_141">[141]</span>
+ricondurne otto o dieci mila dalla Toscana, che le
+bande armate si erano sollevate all’appello del re,
+e correvano la campagna, e poteva ammontare a
+quindici mila uomini almeno. Tutta questa forza
+riunita a sessantacinque mila uomini almeno, appoggiata
+ad una città di cinquecento mila abitanti,
+ed alla triplice flotta inglese, portoghese e napolitana.
+</p>
+
+<p>
+Era evidente che in questo oceano di uomini, dieci
+o dodici mila francesi sarebbero tosto dispersi ed
+inghiottiti.
+</p>
+
+<p>
+Ma ciò non rassicurava ancora la regina, sentiva
+che oltre all’odio che aveva per i napolitani, i napolitani
+anch’essi l’odiavano, Acton aveva con essa
+il sentimento di quest’odio, inoltre fin dai primi
+momenti la paura si era impossessata degl’inquisitori
+di Stato, Castelcicala, Vanni, Guidobaldi, si
+sentivano circondati da vendette segrete, ognuno
+tremava per l’avvenire e creava un progetto di
+fuga.
+</p>
+
+<p>
+Nelson che rispondeva di tutto in Sicilia, non rispondeva
+di nulla a Napoli.
+</p>
+
+<p>
+Ma se il re fosse rimasto a Napoli nessuno avrebbe
+osato di lasciarlo.
+</p>
+
+<p>
+Bisognava dunque decidere il re con qualche spettacolo
+terribile che lo spaventasse, e lo cacciasse
+per così dire da Napoli.
+</p>
+
+<p>
+Non posso affermar nulla di quanto sono per raccontare,
+se vi fu delitto, fu deliberato ed eseguito
+fra la regina ed Acton; io non ne so nulla, e quasi
+direi che non ci credo nemmeno.
+</p>
+
+<p>
+Ho già detto una parola dell’imbarazzo che cagionava
+<span class="pagenum" id="Page_142">[142]</span>
+Ferrari per aver consegnato al re un dispaccio
+falso.
+</p>
+
+<p>
+Se in simili circostanze il re venisse a sapere che
+in un modo o nell’altro era stato ingannato, la sua
+collera poteva diventare terribile.
+</p>
+
+<p>
+Ho già raccontato che alla sera del 19 era giunto
+un dispaccio da Vienna. La regina che stava in
+guardia su tutto ciò che veniva da quella parte, lo
+sorprese.
+</p>
+
+<p>
+Se questo dispaccio fosse giunto nelle mani del
+re, gli avrebbe rivelato tutto. L’imperatore scrivevagli
+che agendo prematuramente aveva tradito la
+causa dell’Europa, e meritava di essere abbandonato
+al suo destino.
+</p>
+
+<p>
+Da quel momento Ferrari, che non era che giudicato,
+fu condannato, e la sua morte fu destinata
+a spaventare il re.
+</p>
+
+<p>
+Lo ripeto, in tutto questo affare, non parlo che
+per quanto ho udito a dire. Io pensava in silenzio
+su questo fatto, non potendo dire con certezza la
+verità, come in altre cose in cui presi parte.
+</p>
+
+<p>
+Credo di aver parlato di un certo Pasquale De Simone,
+che la regina teneva al suo servizio, e per
+questa ragione era chiamato lo sbirro della regina.
+</p>
+
+<p>
+Egli ricevette, si dice, cinque mila ducati, con ordine
+di spargerne una parte fra il popolo, e particolarmente
+fra gli uomini del porto ed i marinai.
+</p>
+
+<p>
+Si trattava di disfarsi d’un uomo che Pasquale
+de Simone indicava alla collera del popolo, trattandolo
+da giacobino.
+</p>
+
+<p>
+Al venti, verso le dieci di mattino, Ferrari usciva
+di palazzo, latore di un viglietto del capitano generale
+per lord Nelson.
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_143">[143]</span>
+</p>
+
+<p>
+Pasquale de Simone lo aspettava alla via del Piliero,
+vale a dire sull’angolo della banchina in faccia
+al molo.
+</p>
+
+<p>
+Con un segno, fece conoscere ai marinai, indicando
+Ferrari, che era l’uomo in questione.
+</p>
+
+<p>
+I marinai risposero con un altro segno che avevano
+compreso.
+</p>
+
+<p>
+Ferrari senza alcun sospetto, saltò dalla banchina
+in una barca, ordinò ai due marinai di condurlo a
+bordo del bastimento di Nelson.
+</p>
+
+<p>
+Costoro vollero essere pagati anticipatamente.
+</p>
+
+<p>
+Ferrari diede loro quattro carlini: era pagarli ad
+esuberanza.
+</p>
+
+<p>
+I marinai pretendevano una piastra.
+</p>
+
+<p>
+— Badate a quel che fate, disse Ferrari, io sono
+corriere di S. M.
+</p>
+
+<p>
+— Tu? rispose un marinaio incoraggiato da un segno
+di Pasquale De Simone: ti conosciamo, sei un
+giacobino.
+</p>
+
+<p>
+Appena fu pronunziata questa parola, che era il
+segnale dell’assassinio, che venti coltelli brillarono,
+e l’infelice Ferrari cadde tutto crivellato dai colpi.
+</p>
+
+<p>
+Il giorno prima vi era stata una grande dimostrazione,
+che aveva poco confermato il re nella sua
+risoluzione di rimanere a Napoli.
+</p>
+
+<p>
+Una folla immensa di popolo si era riunita sulla
+piazza del palazzo gridando, Viva il re! morte ai
+giacobini! chiedendone i nomi per massacrarli dal
+primo fino all’ultimo, facendo comprendere che una
+volta sterminati i nemici interni, era facile distruggere
+i nemici esterni.
+</p>
+
+<p>
+A queste grida furiose di amore e di odio mandate
+dalla moltitudine, il re si era mostrato al balcone
+<span class="pagenum" id="Page_144">[144]</span>
+ringraziando il popolo col gesto e colla voce
+ed aveva mandato il Principe Pignatelli in mezzo a
+quella moltitudine colla missione di parlare ai suoi
+capi, e dir loro che la partenza del re, di cui si era
+parlato prematuramente era lungi dall’essere una
+cosa decisa, e che secondo ogni probabilità, se il re
+era sicuro di essere sostenuto dal popolo, egli resterebbe.
+</p>
+
+<p>
+E il popolo aveva gridato:
+</p>
+
+<p>
+— Per Dio e pel re siamo pronti a farci ammazzare
+dal primo all’ultimo!
+</p>
+
+<p>
+Questa dimostrazione aveva molto spaventato la
+regina e tutto il partito della fuga.
+</p>
+
+<p>
+Il giorno dopo, alla stessa ora, il re intese questo
+stesso sordo rumore, accompagnato da quegli urli
+e clamori, in cui dà la moltitudine di ogni paese e
+particolarmente quella di Napoli. Egli credette ad
+una dimostrazione inoffensiva, ed almeno offensiva
+soltanto in parole, e si pose come di solito al balcone.
+</p>
+
+<p>
+La folla veniva questa volta dalla parte del teatro
+S. Carlo, e trascinava qualche cosa di informe che
+il re cercava invano di distinguere.
+</p>
+
+<p>
+Si udivano queste grida:
+</p>
+
+<p>
+— Il giacobino! a morte il giacobino!
+</p>
+
+<p>
+Il re cominciò a comprendere che questo oggetto
+informe, seminudo e insanguinato, trascinato nel
+fango, poteva essere un uomo.
+</p>
+
+<p>
+Ma il corpo di quest’uomo, se in fatti era un corpo,
+non poteva essere che quello di un nemico. E il re
+Ferdinando era un poco dell’avviso del re Carlo IX,
+che diceva visitando il cadavere dell’ammiraglio: — «Il
+cadavere di un nemico non puzza mai.»
+</p>
+
+<p>
+<span class="pagenum" id="Page_145">[145]</span>
+</p>
+
+<p>
+Accolse dunque la folla col suo sorriso abituale
+ma per rispondere convenientemente a questo sorriso,
+la folla solleva il cadavere in piedi: il re dopo
+un momento di esitazione riconobbe Ferrari, e mandò
+un grido lasciandosi cadere, colle mani sugli occhi,
+su di un seggiolone.
+</p>
+
+<p>
+La regina aspettava questo momento, entrò, prese
+il re per un braccio, e lo condusse quasi a forza alla
+finestra.
+</p>
+
+<p>
+— Vedete, gli disse, si comincia dai nostri servitori,
+e si finirà con noi; ecco la sorte che è serbata
+a voi, a me e ai nostri figli.
+</p>
+
+<p>
+— Date gli ordini, e partiamo, gridò Ferdinando
+chiudendo la finestra e rifugiandosi nel suo appartamento.
+</p>
+
+<p>
+La partita era guadagnata.
+</p>
+
+<p class="pad2 center large">
+FINE DEL SESTO VOLUME.
+</p>
+
+<hr class="silver">
+
+<div class="footnotes">
+
+<h2>
+NOTE:
+</h2>
+
+<div class="footnote" id="note1">
+<p><span class="label"><a href="#tag1">1</a>.&#160;&#160;</span>Posti fuor dalla legge.</p>
+</div>
+
+<div class="footnote" id="note2">
+<p><span class="label"><a href="#tag2">2</a>.&#160;&#160;</span>Non si deve dimenticare che è la moglie dell’ambasciatore
+d’Inghilterra che parla, l’amica frenetica della regina Carolina.</p>
+</div>
+
+<div class="footnote" id="note3">
+<p><span class="label"><a href="#tag3">3</a>.&#160;&#160;</span>Giuseppe Buonaparte abitava nel Palazzo Corsini.</p>
+</div>
+
+<div class="footnote" id="note4">
+<p><span class="label"><a href="#tag4">4</a>.&#160;&#160;</span>I love you. — Vi amo.</p>
+</div>
+
+<div class="footnote" id="note5">
+<p><span class="label"><a href="#tag5">5</a>.&#160;&#160;</span>Il principe Leopoldo.</p>
+</div>
+</div>
+
+<div class="tnote">
+<p class="tntitle">
+Nota del Trascrittore
+</p>
+
+<p>
+Ortografia e punteggiatura originali sono state mantenute, correggendo senza annotazione
+minimi errori tipografici.
+</p>
+
+<p>
+Copertina creata dal trascrittore e posta nel pubblico dominio.
+</p>
+</div>
+
+<div style='text-align:center'>*** END OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK 76094 ***</div>
+</body>
+</html>
+
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